Who are you? And what did you do to me ?

di Runaway
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Start. ***
Capitolo 2: *** Un ragazzo così rimbecillito non l'ho mai incotrato, mai. ***
Capitolo 3: *** Che cazzo stiamo facendo? ***
Capitolo 4: *** Tra simili ci si intende, no? ***
Capitolo 5: *** Lui mi ama? ***
Capitolo 6: *** Devo parlarti. ***
Capitolo 7: *** Lo sai che quando non parli sei addirittura simpatica? ***
Capitolo 8: *** Appuntamento col coglione. ***
Capitolo 9: *** Boy stay away. ***
Capitolo 10: *** Che fine ha fatto il mio migliore amico? ***
Capitolo 11: *** Ti voglio bene anch'io. ***
Capitolo 12: *** Amo dormire. Quando dormo non sono niente, non provo niente. ***
Capitolo 13: *** Stavolta si ama. ***
Capitolo 14: *** L'amore. ***
Capitolo 15: *** Provo qualcosa di strano ... per te. ***
Capitolo 16: *** Credi che basti un mi dispiace ad aggiustare le cose? ***
Capitolo 17: *** Ti prego. ***
Capitolo 18: *** Tu mi farai impazzire. ***
Capitolo 19: *** Sei un emozione continua ragazzo. ***
Capitolo 20: *** Sei bella, ma io lo sono di più. ***
Capitolo 21: *** Gnicchignacchi (?) ***
Capitolo 22: *** Carly. ***
Capitolo 23: *** Il triangolo. ***
Capitolo 24: *** Dov'eravamo rimasti? ***
Capitolo 25: *** "Everyone’s itching for beauty, but they’re just scratching the surface." ***
Capitolo 26: *** "Don't cry, I know. You're trying your hardest." ***
Capitolo 27: *** Motorino marrone. ***
Capitolo 28: *** Cacca di capra. ***
Capitolo 29: *** Love me like you do. ***
Capitolo 30: *** Disco. ***
Capitolo 31: *** L'addio. ***
Capitolo 32: *** Tre anni dopo. ***
Capitolo 33: *** Mi sei mancata. ***
Capitolo 34: *** Non sono riuscito a dimenticarti. ***
Capitolo 35: *** The End. ***



Capitolo 1
*** Start. ***


Grazie a te che sei entrata per leggere la mia storia.
So che ho rotto un pò le palle con Bieber e che ho molte storie incomplete.
Cerco di farmi perdonare con questa che ho iniziato un pò di tempo fa e che sto continuando.
Buona lettura.


"Ed ora cosa facciamo???" urlo in preda al panico.
"Ora sopravviviamo finchè... non ci vengono a prendere."
Sembra quasi divertito da questa storia.
Come mi sono trovata in un guaio come questo io proprio non lo so.
Dovevo fare un viaggio tranquillo a New York con la mia classe del liceo.
Siamo tutti diciottenni quindi il problema del passaporto non c'è stato.
Poi i ricordi sono sfocati.
Ricordo un allarme, delle urla ed un grande senso di vuoto.
Mi sono risvegliata dieci minuti fa su questa spiaggia deserta.
Bieber mi punzecchiava il braccio con un bastoncino trovato a terra,forse.
E' un mio compagno di classe nonchè superstar di fama mondiale.
Un montato ed io lo odio.
Quando ho aperto gli occhi mi ha salutato con nonchalance dicendo 'Hi.' e sorridendo.
Ma che tipo?
Poi mi ha detto. "Credevo fossi morta." E lì ho capito il perchè mi punzecchiava.
Se ci avessero ritrovato, su di me non ci sarebbero state sue impronte quindi lui non sarebbe stato incriminato..
Anche se insopportabile è intelligente, un pò.
Sembra un'incubo.
Ditemi che è un incubo, io tra poco mi sveglio e mi ritrovo nel mio lettino caldo e morbido.
Strizzo gli occhi e riaprendoli vedo solo Bieber che mi fissa male.
"Che ti piglia? Non ci vedi più?"
"Cazzo le valigie?"
sbotto all'improvviso.
La questione vista è complicata in me.
In pratica porto gli occhiali ma odiandoli sono passata alle lentine.
E ne porto con me sempre un paio di ricambio.
Nella confusione non mi sono accorta di averle perse.
"Non so come la mia valigia era sulla spiaggia assieme ad altre quattro. E' davvero una fortuna non averla persa." constata indicandole.
Mi fiondo tra le quattro valigie e appena vedo la mia faccio un grande sospiro di sollievo.
"Grazie a Dio." Continuo mettendomi le mani al petto.
"Eh già, poverina senza i suoi trucchi come farà mai a non apparire orribile?"
"Bieber non è il momento di fare battute."
lo rimprovero.
Fa una smorfia e mi ignora completamente cominciando a frugare in una delle valigie 'sconosciute'.
"Aspetta." dico all'improvviso.
Si ferma a guardarmi incuriosito.
"Se noi ci siamo salvati e qui intorno non ci sono tracce dell'aereo gli altri sono...affogati?" sfumo l'ultima parola.
"Chi lo sa." dice stringendo le spalle.
E riprende la sua esplorazione dello zaino.
Certo che questo ragazzo ha un autocontrollo grandioso.
E fa bene anche a me visto che ancora non sto urlando come una pazza disegnando S.O.S sulla sabbia con un bastoncino.
Ok calma.
Sei sola su una spiaggia deserta, nel bel mezzo del nulla con un ragazzo che non sopporti.
Non c'è niente di cui avere paura.
Sospiro tranquillizzandomi.
Se sapessi nuotare già starei a chilometri di distanza da qui, da lui.
Comincio ad aggiustarmi mettendomi le lentine.
Ho solo un tubicino di liquido e spero duri a lungo.
Ho i capelli mezzi sconvolti e sul mio viso non c'è nemmeno una traccia di trucco.
Vedo Bieber alzarsi e allontanarsi.
"Dove vai?" infondo lui è un ragazzo.
L'unico che potrebbe proteggermi, in qualche modo.
Quindi devo tenermelo e sopportarlo.
"A cercare un pò di rami secchi. Tu che fai? Rimani lì a gingillarti o mi aiuti?" E' insopportabile.
Mi alzo ed entro nel bosco con lui.
Lo vedo mettere un pò di scotch giallo sugli alberi che sorpassiamo.
"A.. che serve?" chiedo titubante.
"A ritrovare la strada dopo. Non ti facevo così stupida,sai?" Non lo sopporto, non lo sopporto, non lo sopporto.
"Non ti facevo così sarcastico." dico imitando la sua voce.
Sembro un'oca ma almeno evidenzio il fatto che non lo sopporti.


Sembra incredibile ma i segnali funzionano e siamo in spiaggia in un batter d'occhio.
Intanto il buio è cominciato a calare.
Poso i rami secchi ammucchiandoli tutti , ne prendo due e li sfrego.
"Che combini?"
"Cerco di accendere il fuoco!"
dico ovvia.
"Non c'è ne bisogno!" dice tranquillo.
"Come no? Come facciamo a ripararci dal freddo?" Anche se in realtà non fa freddo.
"Con questo." dice tirando fuori qualcosa dal suo zaino.
Un accendino! Che cretina.
E' un maschio di diciannove anni è ovvio che abbia un accendino con se.
Si Bieber ha un anno in più di me. Ma questo non vuol dire che sia più intelligente.
Infatti si è ritrovato nella mia classe perchè è stato bocciato.
Soddisfatto di se stesso continua a darsi delle arie.
"La smetti?" sbotto infastidita.
"Di fare cose?" Oh , fa l'innocente.
"Di darti delle arie."
"No sai com'è mi viene naturale."
"Non ti sopporto!"
Sono sincera, troppo sincera.
"Perchè secondo te io ti sopporto?"
Per un secondo incontro i suoi occhi che sembrano bruciare grazie al riflesso del fuoco.
"Dobbiamo sopravvivere e per farlo dobbiamo collaborare, purtroppo.Quindi metti da parte il fatto che non mi sopporti e comportati da persona matura." dice serio.
Ok, non ho mai visto Bieber in queste situazioni ma sembra davvero sincero e sicuro di se.
"Ok." sussurro quasi abbassando lo sguardo.
Ha ragione caspita.
"Ed ora?" dico io non avendo la più pallida idea di cosa fare.
Mi gaurda con sguardo malizioso e arrossisco di colpo.
Sento le guance che vanno a fuoco.
"Per quanto possa piacermi non sei il mio tipo quindi..." non lo faccio finire.
"Cretino! possibile che voi ragazzi pensiate solo a quello??" urlo alzandomi in piedi.
"Sembri una gattina arrabbiata. Non fai paura a nessuno."
Fa che non mi capiti sottomano un'arma perchè se no lo uccido.
LO UCCIDO.





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Capitolo 2
*** Un ragazzo così rimbecillito non l'ho mai incotrato, mai. ***


LEGGIMI.
Si anche se non ho niente da dire :3
Solo 2 recensioni? Dai su aumentiamo un pò çwç
Hope you like it.

Mi sistemo con la testa sul mio zaino e guardo le stelle.
Fortunatamente c'erano dei teli da mare negli altri zaini così abbiamo deciso di usarli come letti.
Ho scoperto che Bieber oltra ad essere insopportabile non è un gentleman.
Si è preso il telo migliore e si è posizionatoo subito sprofondando nel mondo dei sogni.
Ma in che razza di guai mi vado a cacciare io?
Vedo un pò sfocato a causa della miopia così decido di dormire.
Mi volto dalla parte opposta alla sua e chiudo gli occhi cadendo in un sonno profondo.


C'è una grande luce che mi impedice di aprire gli occhi.
Intorno a me c'è un calduccio che sa di casa.
"Mamma chiudi le finestre!!" mugugno girandomi su un lato.
Sento un respiro sulla mia faccia e l'aria è impregnata di profumo.
Lo stesso che metteva mio padre, lo riconoscerei tra mille.
Mi accocolo a quello che sembra un piumone caldo e soffice che mi avvolge.
E mi sento per un attimo protetta.
Poi non so per quale motivo apro leggermente gli occhi.
Nero? Non ho mai avuto piumoni neri.
Al massimo blu.
Alzo lo sguardo e vedo... oh no.
Non può essere!!
Io sono tra le braccia di Bieber che dorme placidamente come se nulla fosse?
Sgrano gli occhi e mi trattengo dal gridare.
Sono appoggiata con la testa al suo braccio che mi cinge la spalla.
L'altro invece sovrasta il mio fianco toccando la mia schiena.
Comincio inevitabilmente a tremare.
Non so se sia per l'imbarazzo o il pensiero di essermi sentita protetta poco fa.
Cerco di spostarmi e lui mugugna stringendomi a se.
Cazzo non sono un cuscino! Ne tantomeno un pupazzo!
"Ti spiacerebbe lasciarmi Bieber?" sussurro quasi.
"Eh?" dice senza aprire gli occhi.
"Ho detto ti spiacerebbe lasciarmi , Bieber?" mi schiarisco la voce.
Apre gli occhi e le sue guance si colorano di un roseo che gli sta quasi bene.
Ma che cazz?
"Tu ... tu.. io... ma che cazzo hai fatto?" dico sedendosi ben lontano da me.
"Io? Eri tu che mi stringevi come un pupazzo ,mi pare!"
E' smarrito.
Sposta lo sguardo da una parte all'altra balbettando.
Quasi non scoppio a ridere per la scena.
Poi riprendo coscienza di me stessa.
Mi alzo decisa.
"Non ho intenzione di fare il tuo pupazzo quando hai bisogno di coccole capito? Quindi d'ora in poi dormiremo ad almeno 5 metri di distanza, chiaro?" urlo
Annuisce come un soldatino e a quel punto mi sento una vincente.
Mi allontano.
Sento ancora quel profumo attorno a me.
E devo ammettere che in fatto di profumi Bieber se ne intende.
Non mi sono accorta di avercelo affianco.
"Posso chiederti una cosa?" l'imbarazzo di pochi secondi fa è sparito dal suo viso.
"Dimmi."
"Puoi chiamarmi Justin? Non sopporto il mio cognome!"
"Una ragione in più per chiamarti Bieber."
dico sogghignando.
Mi sento la vincitrice di una lotteria.
Ho messo in imbarazzo Bieber senza alcuna difficoltà.
Sono soddisfatta di me stessa.
Mi guarda male per poi far comparire un ghigno sul suo viso.
"Chissà se stanotte oltre ad abbracciarti ho fatto qualcos'altro" commenta malizioso.
"C-cosa?" Rieccolo che torna all'attacco.
" Te lo avrei impedito!!" sbotto scostando lo sguardo.
"Come potevi se dormivi?"
"Bieber giuro che se solo mi sfiori ti denuncio!" urlo decisa.
"Non ho mai detto di volerti toccare, anzi mi sembra di averti fatto capire che non mi piaci affatto."
Si nega le cose faccia e faccia.
E' un cretino perverso che mi prende per il culo.
"Piuttosto... perchè non cerchiamo la colazione?" dico cercando di sviare il discorso.
Cercherò di non parlare nemmeno involontariamente di 'quello'.
Per me non è naturale parlare di certe cose.
Lui secondo me è fin troppo pratico.
Ma che m'importa?
Lo vedo cercare di arrampicarsi su una palma.
Scoppio a ridere e da lontano mi incita.
"Provaci tu !"
Finisco di mettermi le lentine e lo raggiungo.
"No, è troppo alto!" dico.
"Quello l'ho visto anch'io."
Poi prendo il tronco e cerci di sbatacchiarlo qua e la.
"E tu credi di avere tutta la forza necess...AHIA!"
Gli è caduta una noce di cocco sulla testa.
"Sta zitto." dico guardandolo con fare superiore.
"Ce l'hai un coltellino?"
Mi mima che non può parlare perchè gliel'ho detto io.
Un ragazzo così rimbecillito non l'ho mai incotrato, mai.
Lo guardo male e lui tira fuori dalla tasca dei suoi pantaloni un coltellino.
Lo prendo e cerco di scalfire la scorza del cocco.
Inevitabilmente scivolo col coltello e mi taglio.
"Cazzo!!" Che dolore!
E' un taglio netto sul palmo e continua a perdere sangue.
Justin tira fuori una maglia da uno zaino e ne strappa un lembo.
Poi mi fascia la mano facendo un nodo bello stretto.
"Male?" chiede.
Sembra quasi... premuroso.
"Un pò." dico trattenendomi.
"Ok, io mi occupo della colazione, tu cerchi materiale per costruire una capanna."
Annuisco distrattamente e mi alzo.
La mano mi pulsa terribilmente e mi impedisce il lavoro.
Dopo un pò riesco a costruire una capanna abbastaza stabile.
Un tetto di rami secchi con sopra foglie e i teli da mare messi a mo' di capanna su una corda.
Non è male, ma non ci stiamo in due qui dentro.
Cioè, si ci stiamo ma dormiamo come la scorsa notte e non va bene.
"Williams vieni qui!"
Mi ha chiamato per cognome.
Credo sia la prima volta che mi chiama con un nome , in realtà.
Suona strano il mio cognome quando esce dalla sua bocca.
"Fatto?" chiedo.
Si gira e mi mostra il cocco perfettamente aperto in due e lui già era intento a togliere pezzi di cocco dall'interno per mangiarli.
"Quelli li ho tolti per te. Così almeno non ti fai male!
Mi indica una noce di cocco piena di pezzetti scavati col coltello.
"Grazie."
Mi imbarazza quest'improvviso preoccupamento a me.
Mangiamo in silenzio poi decido di fare un bagno.
Infondo siamo su una spiaggia e non per niente è bel tempo.
Potrei non approfittarne?
Entro nella capanna e chiudo la tenda-telo.
"Williams che combin.."
Mi sono bloccata.
Stavo togliendomi la maglia quando è entrato come se niente fosse.
Purtroppo la maglietta è abbastanza alzata da far intravedere il reggiseno.
Arrosisco e la riabbasso.
"Che c'è Bieber?" chiedo imbarazzata.
"No.. ehmm..ecco, niente." dice grattandosi la testa.
Poi va via lasciandomi sola.

Esco dalla capanna e lo vedo indaffarato.
Chissà cosa starà facendo!
Poi ci penso... ma chissenefrega.
E corro verso il mare tuffandomi.
L'acqua non è ne tanto calda ne tanto fredda.
Però è pulita e nonostante tutto questo posto è belissimo.
"Williams spostati!" mi urla Bieber.
Mi sposto un pò più la dal posto in cui si trova e lo vedo lanciare un filo in mezzo al mare.
Ahh, capisco. Vuole pescare.
Ma ... se vuole pescare vuol dire che qui, nel mare, ci sono pesci?
Comincio ad urlare e a correre verso la riva.
Poi stremata mi butto sulla sabbia.
Bieber se la ride di gusto.
Mi alzo e mi preparo a dirgliene quattro quando ride ancora più forte.
"Cos'hai da ridere?" dico irritata.
"Sembri... una cotoletta!!!" dice tra una risata a l'altra.
Guardo il mio petto pieno di sabbia e poi la sua espressione.
Mi vien da ridere anche a me.
Cioè insomma si può essere più stupidi?


Nonostante le sue scarse abilità di risultarmi simpatico Bieber si è rivelato un ottimo pescatore.
E lo sta anche cucinando.
Un uomo dalle mille risorse, non c'è che dire.
Peccato per il carattere però, solo quello stona col resto.
E' un bel ragazzo si.
Occhi caramello, alto, fisico a posto, capelli sul biondo-castano corti e sorriso mozzafiato.
E' bravo in tutti gli sport, sa cantare, sa suonare, sa fare il pescatore e ora scopro che sa anche cucinare.
E' assolutamente da sposare!
" Non guardarmi con quegli occhi adulanti, ti prego." dice schifato.
"Occhi adulanti?" corrugo la fronte.
"Si, manca solo la bava ed era un'espressione da estasi." dice ridacchiando.
Presuontuoso,sfacciato,maleducato,cretino!
Ho detto che è da sposare? Mi ritiro tutto.
"Non ti preoccupa il fatto che siamo qui soli e..."
Comincia di nuovo con quello sguardo malizioso.
"N-no non intendevo quello. Dicevo che siamo ragazzi indifesi. Potrebbero benissimamente ucciderci nel bel mezzo della notte o ancora peggio rapirci."
Ha una faccia basita per un secondo poi scoppia a ridere.
"Quest'isola è deserta Williams, non c'è nessuno che possa farci del male. E nel caso ci fosse qualcuno ci sarò io a proteggerti,no?" mi fa l'occhiolino.
"Bleah." commento.
"A questo punto preferisco la morte." continuo.
"Contenta tu. Ti perderai un bel bocconcino."
"BIEBER!"
Sono stufa delle sue continue allusioni.
Come se davvero potessimo trovarci a fare l'amore.
Può sognarsele solo ste cose.
Mi sento le guance avvampare solo al pensiero.
"Come va la mano?"
Ah , la mano.
Mi sono distratta ed il dolore PUF è sparito.
"Bene, credo."
"E' stato un taglio profondo.Aspetta che ti cambio la benda."
Mi si avvicina e mi slaccia il lembo di stoffa rimpiazzandolo con un'altro.
Poi mi sorride, quasi involontariamente.
Certo che è proprio bello.
Il suo carattere stona proprio.
"Comunque secondo me non dovresti farti così tanti problemi." comincia a parlare.
"Insomma siamo ... amici, no? Non c'è nulla di male se ci abbracciamo e se la notte ci viene addirittura naturale quel contatto non penso possa importare. Qui non c'è nessuno che ci vede e può fraintendere." continua.
Ha una doppia personalità sto ragazzo?
Prima è uno sfacciato da far invidia e poi di colpo diventa imbarazzato e arrosisce addirittura.
Annuisco fissando i suoi occhi.
C'è qualcosa che non mi quadra.
Qualcosa che ha preso il suo corso e ora va avanti ma non riesco a capire cosa.
Sorride e così sorrido anch'io.
"Spero solo che ci trovino presto." dico guardando la sabbia.
"Già." risponde per poi addentare un pezzo di pesce.
"Ottimo. Modestamente sono un grande cuoco."
"Fa provare!"
dico e mi lascia addentare il suo.
Non so neanche il perchè ci sto chiacchierando in modo così .. naturale.
Questo posto deve far male.
"Buono!" commento.
"Visto? sono un grande." Eccolo di nuovo a fare il vanitoso.

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Capitolo 3
*** Che cazzo stiamo facendo? ***


Ehilà.
Ragazze il rating è rosso u.u Vi avviso perchè in questo capitolo c'è una svolta inaspettata.
Niente di sconcio sia chiaro!
Però la storia comincia a farsi...interessante.
Hope you like it :3


Apro gli occhi,ancora assonnata e sento un tuono.
Sobbalzo letteralmente e sento qualcuno muoversi di fianco a me.
Mi giro è vedo Bieber che ,appolipato al mio braccio, apre gli occhi preoccupato.
"Che succede?" chiede o meglio mugugna assonnato.
"Credo stia diluviando qui fuori." sussurro.
Un'altro tuono e tremo.
Non ho mai avuto paura dei temporali.
Però questi tuoni sembrano così vicini e il rumore si propoaga nel silenzio di questo strano luogo mettendomi i brividi.
Senza rendermene conto mi sono arpionata alla maglia di Bieber stringendola tra i polsi
ed avvicinandomi a lui.
"Paura Williams?" chiede.
Mi giro e vedo un sorrisetto beffardo dipinto sul suo viso.
Un'altro tuono.
Stringo più forte i pugni.
"Bieber se non fosse per il fatto che ci sei solo tu a farmi compagnia ti avrei già mandato a fanculo." rispondo.
"E' una consolazione." commenta sarcastico.
Non si muove, non mi scosta.
Mi lascia tranquilla a torturargli la maglia.
Se fosse stato lui a farlo a me gli avrei mollato un ceffone.
Invece lui mi sopporta.



"Williams!!" urla Bieber dalla tenda.
"Che cazzo vuoi Bieber?" gli urlo di rimando.
Sono stesa a prendere il sole e non ho la minima intenzione di alzarmi.
"Puoi venire un attimo per piacere?" urla ancora.
Possibile che la sua voce mandi a puttane il mio sistema nervoso? Si, è possibile.
Mi alzo scocciata e sbuffando.
"Che vuoi?"
Mi indica una maglia che ha in mano.
Vuole che gliela lavi per caso?
"Che cazzo vuoi?" urlo.
Mi lancia uno sguardo di fuoco.
"Veramente i miei gusti sono ben altri." commenta.
Davvero simpatico.
Più sto con lui e più mi rendo conto che il genere maschile è completamente idiota.
Caccio una risata sarcastica e anche parecchio da oca.
"Mi hai allargato la maglia tu e quelle tue mani!"
urla di nuovo.
In questo momento vorrei strozzarlo.
"Scusami ma tu non mi hai cacciata ed avevo paura." sbuffo.
Sbuffa anche lui , sposta la maglia da davanti a lui e vedo che è a petto nudo.
Arrosisco e mi sento stupida.
Prendo a fissare le linee del suo petto ben formato andando sempre più su.
Incontro poi i suoi occhi divertiti e il suo sorriso malizioso.
"Williams?" mi chiama.
Perchè mi sembra che il modo in cui mi abbia chiamata sia... sexy?
Sto impazzendo.
"Prima che mi vengonano in mente strane idee, smettila di fissarmi con quegli occhi."
Quegli occhi?
Quali occhi scusa?
"Che?" chiedo ancora rossa in viso.
Sbuffa per il mio non capire.
"Ti ecciti con niente eh Williams?"
Che cazzo sta dicendo?
"Ma che cazzo vai a pensare ! Tu sporco,maschio idiota che non sei altro." urlo.
Sono rossa, si ma di rabbia.
Ridacchia e fa per slacciarsi i pantaloni.
E' uscito di senno per caso?
Se li toglie sotto il mio sguardo rimanendo in boxer.
Mi si infiammando anche le orecchie.
Mi copro il viso con le mani.
"Ma che cazzo fai? Avvisa prima ,così esco."
"Ma vedo che ancora non sei uscita,anzi."
Posso strozzarlo?
Sento uno spostamento d'aria.
"Williams?" sussurra al mio orecchio.
Sobbalzo sentendo il suo respiro così vicino.
Perchè la sua voce suona così terribilmente sexy?
Vorrei prenderlo a sprangate.
Mi prende le mani e le sposta da sopra il mio viso.
Poi con nonchalance le poggia sul suo petto.
Sta facendo tutto lui, io sono innocente.
Allora perchè ho lo sguardo fisso sui suoi pettorali e lascio le mie mani lì?
Non controllo più i miei movimenti.
Gli sto accarezzando il petto incurante del suo sguardo divertito.
Mi sento ancora rossa in viso.
Le mie mani tremano a sentire la sua pelle.
Come se mi risvegliassi alzo il viso e incontro il suo sguardo tra il divertito e l'eccitato.
Ho detto eccitato?
Gli mollo uno schiaffo non troppo pesante, anzi fin troppo leggero ed esco dalla tenda.




Si è fatta sera e sono ancora in costume.
lo stesso costume che mi sono messa stamattina per prendere il sole.
lo stesso che ancora non mi sono tolta a causa di Bieber che si è appropiato della tenda.
E dopo quell'episodio così strano ho deciso di stargli lontana.
Fa freddo.
Esce e mi si avvicina.
Controllo di sottecchi che sia vestito e mii tranquilizzo vedendo che lo è.
Si siede accanto a me e mi guarda.
"Non hai freddo?"
Non ho freddo? Non ho freddo?
"Certo che ho freddo! Ma sei così intelligente da occupare la tenda fino a che non si fa sera lasciandomi qui a tremare." ringhio .
"Potevi entrare."
"Dopo quello che è successo? No,grazie."
Non mi lascia neanche finire.
"Dai che ti è piaciuto." commenta ammicando verso di me.
Faccio una faccia schifata.
"No comment." dico alzandomi e dirigendomi verso la tenda.
"Dai Williams scherzavo!" lo sento urlare prima di entrare.
Entra poco dopo di me quasi correndo.
"Che cazzo vuoi adesso?"
"Io..."
Al grande Bieber mancano le parole?
Ah no è troppo impegnato a squadrarmi da capo a piedi.
Deglutisce così forte che lo sento anch'io.
"Che.cazzo.vuoi?"
Scandisco parola per parola.
Mi sto innervosendo anche perchè mi sta fissando.
"Ti ecciti con niente eh Bieber?" commento.
" Vedo che mi copi le battute.Ora farai mettere le mie mani sul tuo petto?"chiede malizioso.
"No,ora se non te ne vai ti castro con un calcio."



Mi cambio la fasciatura ed esco dirigendomi verso il fuoco acceso da Bieber.
" Ti fa ancora male la ferita?" chiede con lo sguardo basso.
"Un pò." rispondo sedendomi accanto a lui mandando a fanculo le mie idee di stragli lontana.
Ha un piccolo ceppo di legno in mano e lo taglia distrattamente con il coltellino .
"Secondo te... ci vorrà molto prima che..."
Alza lo sguardo quasi scioccato.
"Ma che hai capito? Certo che sei proprio perverso."
"Sei tu che fai continui doppisensi."
ribatte.
"Ma se nemmeno me ne accorgo!" mi lamento.
Non lo capirò mai questo ragazzo, mai.
"Mi sono venuti i brividi."sussurra.
Come se non volesse farmelo sentire.
"Quando?" domando nella mia piena ingenuità.
"Quando mi hai toccato." soffia arrossendo.
Arrosisco anch'io e mi punta gli occhi addosso.
Che ci guarda ora?
E perchè sento i brividi nonostante non sia più in costume?
Bieber ti odio.
Non solo perchè non ti sopporto, ma anche perchè sto qui con te a farmi stupidi problemi in testa.
Pianta i suoi occhi nei miei e si avvicina al mio viso.
Dio non vorrà...
Poggia la sua bocca sulla mia e mi bacia.
Per quale strano motivo non lo caccio?
Anzi mi rilasso e lascio che lui si faccia strada nella mia bocca.
Piano piano si stende su di me lasciandomi la sola possibilità di appoggiarmi con la schiena sulla sabbia.
Continua a giocare con la mia lingua ed io sto al gioco senza rendermene conto.
"Williams." mi chiama rompendo per un attimo il bacio e continuandolo subito dopo.
"Che c'è?" faccio lo stesso.
"Che sto facendo?" chiede nello stesso momento in cui infiltra le sue mani sotto la mia maglia alzandola.
"Non lo so." sussurro aiutandolo a togliermela.
Le sue mani corrono sulla mia pelle accarezzandola.
"Hai detto che non ero il tuo tipo." dico afferrando la sua maglia e togliendogliela.
"Dico tante cose." mi risponde impossessandosi del mio collo lasciandoci piccoli e umidi baci.
Piccoli brividi risalgono lungo la schiena.
"Io ti odio." mugolo.
"Anche io." dice passando a baciare le spalle e scendendo.
Infilo le dita tra i suoi capelli morbidi e lo accarezzo come se fosse un cagnolino.
Perchè il mio dannatissimo cuore non la smette di agitarsi?
E come se volesse uscire dalla gabbia dov'è rinchiuso.
Intanto Bieber è sceso fino alla mia pancia e sta attento a non tralasciare il minimo centimetro di pelle.
Arriva fino all'ombelico e poi risale piano.
Dopo un pò me lo ritrovo di fronte e mi bacia di nuovo.
Che cazzo stiamo facendo?
"Qui fuori fa freddo." sussurra prendendomi in braccio.
Mi aggrappo a lui come una bambina e mi lascio trasportare fino alla tenda.
Mi appoggia sul telo e si stende su di me riprendendo ciò che ha interrotto.
"Bieber..." Lo chiamo sospirando mentre si dedica ancora al mio collo.
"Mmh." mugola senza interrompere la tortura.
"Non è che ci stiamo lasciando...trasportare?" si ferma e pianta i suoi occhi nei miei.
"Che cazzo stiamo facendo?" dice scuotendo la testa come risvegliandosi.
Si alza e si siede accanto a me.
Scuote ancora la testa.
"Non potevi fermarmi?" si lamenta.
Ah ,ora sarei io la colpevole.
Non è mica colpa mia se lui mi è... saltato addosso.
Che poi io gliel'ho lasciato fare è un'altra cosa.
E poi ero immobilizzata dai brividi che mi procuravano quei baci.
"Non è che sei in astinenza ?" dico per poi scoppiare a ridere.
Mi guarda male.
"No sai perchè se ti accontenti di sfogarti con una come me... è proprio grave." continuo a ridere.
"Tu invece? Mi pare che ti piacessero le mie attenzioni o sbaglio?" parte all'attacco.
Una vampata di vergogna mi attraversa.
Anche perchè lui non lo sa.
Che io sono ancora...vergine.
"Veramente..." mi pento subito di aver parlato o cominciato a parlare.
Sgrana gli occhi capendo.
"Tu non hai mai..."
"Non ho mai fatto l'amore va bene? Che cazzo c'è di male?"
urlo arrabbiata.
Odio i ragazzi e i loro stereotipi.
Se sei vergine vuol dire che sei una suora, se invece non sei vergine ,sei una puttana.
Fanculo.
Giro lo sguardo su di lui e quasi non mi salta il cuore in aria.
E' tenero con quell'espressione confusa e quei capelli tutti arruffati, da me per giunta.
Ho detto tenero?
"Ed ora?" chiedo insicura.
"Beh veramente..." di nuovo quel sorriso strafottente.
"Bieber se volevi continuare bastava che non ti fermavi." ribatto e sembra zittirsi.
"Mi avresti fermato?" chiede curioso.
"Io...non lo so." ammetto.
Mi piaceva, eccome se mi piaceva il modo in cui mi toccava, mi baciava.
Ma io lo odio, non lo sopporto.
Di sicuro ciò che è capitato è stato solo uno sbaglio.
Un enorme sbaglio.

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Capitolo 4
*** Tra simili ci si intende, no? ***


"Ti muovi?" sento un urlo dal piano di sotto.
"Si, sto arrivando!" urlo di rimando buttando dei libri a caso nella borsa.
E' passata una settimana da quando ci hanno ritrovati.
Non vi sto a raccontare i particolari.
In poche parole il resto della classe era dall'altro lato dell'isola assieme all'aereo.
Non so come proprio io e Bieber siamo finiti sull'altra sponda.
Un'elicottero ci ha riportati nella civiltà.
E' ritornato tutto alla normalità.
Certo, ho avuto un'esperienza fuori dal normale insieme ad un babbuino senza cervello però ora non posso lamentarmi.
Lui è tornato l'imbecille senza un briciolo di sensibilità ed io sono tornata la ragazza che lo ignora.
Come se nulla ci fosse mai stato.
Ne uno sguardo, ne una parola. Niente.
Ma infondo non è meglio così?
Tutto quello che era successo era uno sbaglio ed ora ognuno tornava alla propria vita senza rimpianti. Giusto?
Scendo le scale freneticamente e mi ritrovo mia madre incazzata nera ad aspettarmi.
"Hai intenzione di fare tardi a scuola?"
"No."
sbuffo.
Oggi mi accompagna lei con la macchina.
Giusto per non farmi quel mezzo chilometro a piedi.
Scendo dalla macchina senza nemmeno salutare, e so che me ne pentirò, dirigendomi verso l'entrata della scuola.
Dannata scuola, dannata gita, dannato incidente.
Entro ignorando le urla del bidello e mi fiondo sul mio banco come se fosse un tesoro appena trovato.
Silenzio.
Il silenzio riesce a disetendermi i nervi, a calmarmi.
"Che ci fai qui,così presto?"
La sua voce mi picchietta i nervi rendendomi altamente irritabile.
"Mai pensato di farti i cazzi tuoi, Bieber?" sputo velenosa.
"Camomillati." dice tranquillo dirigendosi verso il suo banco.
Riporto il mio viso tra le braccia conserte sul banco cercando di cancellare la sua voce dalla mia mente.
Cercando di cancellare il ricordo dei suoi occhi e del suo respiro.
Ritorna il silenzio che mi invade lasciandomi perplessa.
Dopo un settima mi ha finalmente parlata.
Ma quella era una domanda, semplice curiosità.
A cosa ti stai affidando? Ad una speranza?
Cosa provi?
Fottute emozioni chiudetevi in un ripostiglio e morite lì dentro soffocate.
Il suono della campanella mi fa sobbalzare.
Senti il suo ridacchiare prima che le mie orecchie si riempirono di chiacchiericci dei nostri compagni di classe.
"Ehilà bruna!" mi saluta Mark.
"Ciao moro." dissi con poco entusiasmo.
Non avevo proprio voglia di cominciare a battibeccare con lui.
Era,si, il mio compagno di banco. Ma oggi non doveva rompere le palle.
Si stravacca sulla sedia affianco a me.
"Cos'hai oggi? Mi sembri priva di forze."
"Riesco a schiaffeggiarti comunque."
replico.
"Okey,okey calma e spiega tutto."
Cosa devo spiegare?
"Ti spiego che se non la smetti di rompere ti castro."
La mia fantasia è a corto ultimamente.
Entra la prof di matematica.
Oggi è lunedì e la prima ora c'è matematica.
Cosa può esserci di meglio di una bella dormita il lunedì mattina durante la lezione di matematica?
Mi appoggio sul banco e chiudo gli occhi, sentendo il calore delle braccia di morfeo avvolgermi.




"Williams?!" sento un urlo e un grande male alla testa.
Alzo la testa imbronciata e ancora mezza addormentata.
Mi tocco la testa che mi fa terribilmente male ed incontro gli occhi di fuoco della prof di matematica.
"Com'è stato il pisolino?"
"Sarebbe stato perfetto senza la botta in testa." rispondo.
si alza un coro di risate e mi rendo conto di cosa ho fatto.
"Penso che saranno perfetti anche gli esercizi che ti assegnerò."
Cazzimosa fino all'ultimo.
Sbuffo dando un'occhiata alla classe.
E su chi si posa il mio sguardo?
Bieber.
Fanculo anche ai miei occhi che non fanno altro che cercarlo.
Incredibile ma vero, dorme anche lui.
Sto per fare una bastardata.
"Prof mi sembra che ci sia un'altro bell'addormentato." Mark mi batte sul tempo.
Questo ragazzo mi legge nel pensiero.
Gli sorrido beffarda e lui mi rivolge uno sguardo confuso.
Non sa nulla.
Infondo non lo sa nessuno.
La prof ripete la stessa scena sulla testa di Bieber che non risponde a differenza mia.
"Vorrà dire che Bieber e Williams li faranno insieme questi esercizi, tra simili ci si intende no?"
CHE COSA?
Lancio uno sguardo terrorizzato alla prof e poi a Bieber vedendo che non se ne frega nulla.
Ora mi sento meglio,davvero.


Ciao a tutte :3
Si è un pò .. surreale.
Si sono salvati ecc...ecc...
Ora che succederà?
Scopritelo nel prossimo episodio!! Ehm.. no ok.
Bye.
-Runaway.

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Capitolo 5
*** Lui mi ama? ***


Suona la campanella.
Una marea di bufali corrono verso la porta d'uscita per respirare aria pura.
Per respirare la libertà che quel posto non dona.
"Ehi aspetta Ally!"
Mark mi cinge le spalle col suo braccio e continuiamo a camminare.
"Hai da fare oggi?" chiede.
"Veramente..." non riesco a finire che un urlo copre la mia voce.
"Williams! Ci vediamo da te alle cinque ok?"
Eccolo lì lontano pochi metri che urla come se stessi ad un kilometro di distanza.
Poi lancia un bacio in aria e corre via.
Scuoto la testa.
Mi aspetta un pomeriggio da incubo.
Sento la stretta di Mark farsi più forte sulle mie spalle.
"Si, purtroppo sono occupata." dico rassegnata.
"Appena hai finito puoi passare da me? Devo parlarti."
Mi fermo.
Parlarmi? Che significa?
I ragazzi non capiscono che il verbo parlare ti fa contorcere le budella.
Ti mette l'ansia.
"Non puoi dirmelo ora?" chiedo.
"No, è....importante."
"Mi spaventi." ridacchio ricominciando a camminare.
Scarica la tensione.
I suoi occhioni verdi che si fanno seri sono troppo pesanti da reggere.
"Ti voglio bene Ally." dice ad un tratto.
"Anche io."



Sbuffo.
Do un'occhiata all'orologio.
Le sette.
Intuile continuare ad aspettare no?
Tanto non verrà.
Mi alzo dal letto e chiudo il libro.
Senza neanche darmi una sistemata scendo.
"Vado da Mark!" urlo chiudendo la porta.
Oltre ad essere il mio vicino di banco lo è anche di casa.
I casi della vita.
Busso alla porta e mi apre sua madre.
"Ciao Allyson" mi sorride.
"Salve signora."
"Mark è su in camera."
dice aprendo di più la porta per farmi entrare.
"Grazie mille." dico salendo le scale.
Busso alla porta.
Niente.
Decido comunque di entrare.
Si sa no che l'ordine non è una cosa maschile?
Ma qui sembra che sia passato uno tsunami.
Abiti a terra assieme ad alcune carte di twix che sono presenti anche sul comodino.
In un angolo la cartella aperta con tutti i libri sparsi a terra.
Segno che appena è tornato la buttata lì così, come fa sempre.
Lui è steso sul letto, in boxer.
Mi avvicino ridacchiando.
Ha la faccia da cucciolo e i capelli arruffati.
Mi viene voglia di stringermi accanto a lui.
Mi avvicino al suo orecchio.
"Mark" sussurro.
Salta sul letto all'improvviso che quasi quasi non salto anch'io.
"Ally, dio mi hai spaventato."
Si stiracchia e poi apre le braccia.
Mi butto,letteralmente, tra le sue braccia.
E' così caldo.
"Finito di scopare col Bieber?" chiede.
Gli do uno schiaffo sulla nuca.
"Non fare il cretino. Non si è nemmeno presentato."
"Deficente."

Mi slaccio dalla sua presa e lui si tira a sedere.
"Allora che dovevi dirmi?" chiedo curiosa.
Sgrana gli occhi e balbetta qualcosa che non capisco.
"Beh, ecco... è difficile da spiegare." dice grattandosi la nuca e guardando in basso.
"Tu provaci." dico sorridendo.
Mi lancia uno sguardo serio che mi spaventa.
Mi sento nuda sotto il suo sguardo.
Mi vergogno sinanco del mio sguardo attanagliato al suo.
Cosa che non è mai successa.
Mi sono sempre trovata a mio agio con lui, invece ora è il contrario.
Dopo due secondi mi accorgo di stare tremando.
Non riesco a capire se è per il freddo o per l'ansia.
Senza pensarci due volte mi tira a se,abbracciandomi.
Quasi meccanicamente ci sdraiamo.
Il suo profumo riempe le mie narici.
"Mark."
"Shh."
lo dice con un tono dolce che sfuma pian piano.
Il calore del suo abbraccio mi scalda persino il cuore.
"Davvero non è venuto?" chiede.
"Stai dubitando di me?"
"E' un deficente."
esclama.
"Questo l'hai già detto."
Solo ora mi viene da pensare alla prima volta che l'ho visto,Mark.
Dio quanto era bello.
Era all'entrata della scuola ed il vento scompigliava i suoi capelli castani.
Esibiva un sorriso che ti accecava ed era im compagnia di ,rullo di tamburi, Bieber.
Non ho mai saputo il perchè.
Quel giorno li vidi sempre assieme a ridere e a scherzare.
Finchè Bieber non si allontanò e Mark mi notò in mezzo alla folla.
Mi sorrise e si avvicinò.
"Piacere Mark Lawrence." disse porgendomi la mano.
"P-piacere Allyson Williams."
"Siamo in classe assieme allora. Ero proprio curioso di conoscere la ragazza che ha lo stesso cognome della cantante dei paramore."
Sorrisi istintivamente.
Per la prima settimana credetti di aver preso una cotta per lui.
Poi piano piano capii che era solo un'attrazione che mi spingeva a stare con lui.
Un'attrazione dovuta all'amicizia.
Poi seppi che abitava proprio di fianco a me e quasi non urlai dalla felicità.
Da quel giorno ebbe inizio la nostra amicizia.
Ed eccoci qui.
"Ti amo."
Ho sentito bene?
E' come se un masso mi avesse schiacciata, la sensazione che sto provando.
"C-cosa?" balbetto allontanandomi per guardarlo in faccia.
Si mette a sedere.
"Scusami, non avrei dovuto dirlo." dice scompigliandosi i capelli.
"Mark, io...."
"No lascia stare, dimentica."
"Come faccio a dimenticare?"

Ed ecco di nuovo il suo sguardo.
Lui mi ama?
Quand'è che non me ne sono accorta?
Forse per questo è diventato mio amico.
Forse perchè gli piacevo.
"Per favore."


Ed eccoci qua.
Qui entra in scena Mark, il migliore amico di Allyson.
Si parla un pò della storia di come si sono conosciuti ecc...ecc...
Bieber? Che fine a fatto?
Lo scoprirete nel prossimo capitolo.
Grazie per aver letto e recensite!!
-Runaway.

 

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Capitolo 6
*** Devo parlarti. ***


"Allora avete fatto questa punizione si o no?" urla.
"Certo, eccola qui."
Le mostro il quaderno con gli esercizi e lei sorride compiaciuta.
Bieber è assente.
"Mi assicuri che li ha fatti anche Bieber?"
"Certo prof."

Suona la campanella.
Fanculo,devo anche coprirlo.
Gira voce che ieri si sia fermato a scuola non so quanto tempo.
La causa? Una ragazza.
Dicono se la sia scopata.
E' un bastardo.
"Li ha fatti anche lui? Ma dove?" chiede Mark sconcertato.
"Nella mia immaginazione." dico ripensando a quella voce.
"Non avresti dovuto coprirlo." dice alzandosi.
"Lo so, però... l'ho fatto."
Ci incamminiamo verso il mio armadietto.
"Solo mi chiedo, perchè?"
A saperlo!
Alzo le spalle e metto a posto il libri per poi prendere quelli dell'ora dopo.
"Guarda chi si vede." Sento Mark.
Mi giro ed eccolo lì.
"Williams, posso parlarti?" chiede ad occhi bassi.
"Perchè dovresti? La punizione è fatta, non c'è più bisogno che mi parli."
"Ok, scusa per ieri ma ora devo parlarti, posso?"
replica.
"No, non puoi." dico chiudendo forte l'armadietto.
Fanculo.
Ci sono solo quando gli servo.
Per il resto divento un'estranea, non mi sta bene.
Mark mi si affianca sorridente.
Sta aspettando una mia risposta.
Non credo che potrò mai ricambiare l'amore che lui ha per me.
Non voglio illuderlo, non voglio farlo soffrire.
Gli voglio bene.
Perciò prima o poi dovrò dirglielo che non riuscirò mai ad amarlo realmente.




"Ti prego, è importante."
Ricevo un bigliettino da Bieber.
Si è ridotto a tanto solo per parlarmi?
"No." gli rispondo.
"Perchè?" insiste.
"Perchè esisto solo quando ti servo."
"Non centra con quello che devo dirti."
"Non m'importa."
Mi giro verso di lui.
Fa una faccia stranita e poi accartoccia il biglietto.
Sbuffa.





Esco dall'aula.
Mark subito mi saluta dileguandosi con un "Ti chiamo dopo."
Grazie amico,grazie davvero.
Mi incammino verso l'uscita poi sento una mano sulla mia spalla e mi giro.
"Bieber... ti ho detto che non voglio parlarti."
Faccio per andarmene ma mi tira e mi sbatte contro un muro lì vicino.
Lo sguardo fermo e serio.
La sua stretta è così forte che mi fa male.
"Mi fai male." dico fronteggiando il suo sguardo da duro.
"Non m'importa se non mi vuoi ascoltare,io devo parlarti."
E' talmente vicino che posso sentire il suo respiro contro il mio naso.
"Hai vinto."
Mi rassegno.
Se deve dirmi qualcosa che lo faccia.
Infondo cosa può importarmi?
"Ieri non sono venuto perchè... il perchè non posso dirtelo."
"Ti stavi scopando una ragazza, lo so."
lo interrompo.
Sgrana gli occhi.
"Che? Ma chi cazzo ti ha detto una cosa del genere?"
"Cosa fai il finto tonto? Non è mica la prima volta che girano queste voci."
"Non devi crederci."
si fa di nuovo serio.
Una strana sensazione inizia ad aumentare dentro di me.
Mi contorce lo stomaco e mi da brividi.
Guardo a terra e sorrido.
Perchè cazzo sto sorridendo?
Davvero mi fa felice sapere che non è stato con nessuna?
All'improvviso mi attira a se e mi stringe forte.
Le sua braccia attorno a me.
Non è più ossigeno ciò che respiro ma il suo profumo.
"Tra poco è il tuo compleanno, non è vero?"
Annuisco incapace di parlare,ormai.
"Bene, perchè ho una sorpresa per te."
Che?
Da quando mi fa sorprese?
Da quando siamo amici?
Da quando mi abbraccia?
Che cazzo sta succedendo?

HOLA
Un grazie enorme a chi ha recensito.
Questo è un capitolo di di introduzione per il prossimo,
serve solo a far capire alcune cose .
Quindi se fa schifo perdonatemi çç
Bye.
-Runaway.

 

 

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Capitolo 7
*** Lo sai che quando non parli sei addirittura simpatica? ***


"Allyson Williams vuoi prestare attenzione alla lezione?"
Scuoto la testa ritornando sulla terra.
"Si, prof. Scusi, prof."
Che merda.
Ma che cazzo!
Tutta colpa sua.
Dannatissimo coglione di un Bieber.
Il Bieber è una specie rarissima di ragazzus coglionum che è capitato proprio nella mia vita.
Che fortuna!
Non faccio altro che pensare a quell'abbraccio.
"Fanculo!" dico.
Forse troppo ad alta voce.
"Prego?" replica la prof.
"Niente,prof. Scusi,prof."
Che vita di merda.


Mi alzo dalla sedia e a malavoglia mi trascino fino al mio armadietto.
"Ehilà." trilla Mark tutto sorridente.
"Ma che cazzo c'hai da ridere te a quest'ora di mattina?"
"Allora primo, sono le dieci e non è così presto. Secondo ,sono felice."
replica.
"Buon per te."
"Non mi chiedi il perchè?"

Cosa vuoi da me? Oggi voglio essere lasciata in pace,grazie.
"Perchè?" dico sbuffando.
Intanto apro l'armadietto e poso i libri.
"Quanto entusiasmo!"
Mi giro verso di lui guardandolo male.
"Andiamo al punto, perchè?" ripeto buttando i libri alla rinfusa e prendone due a caso.
"Perchè domani arriva mio cugino dal Brasile."
Mi giro di scatto e sgrano gli occhi, per poco non mi cade un libro di mano.
"Che? Intendi il figone brasiliano?" urlo perdendo il controllo.
"Oh, vedo che ora ti interessa." Incrocia le braccia al petto e sorride.
"Beh, è ovvio." replico.
Cazzo se mi interessava.
Suo cugino era una belezza innata e non solo.
Per esempio non era un coglione come quel Bieber.
Ma perchè finisco sempre per pensare a lui?
Suona la campanella e mi ritrovo a camminare tra la massa di studenti nel corridoio.

Un benda davanti agli occhi.
Comincio a dimenarmi ma una voce mi rassicura.
"Shh, sono io. Ora ti guido ." sento all'orecchio.
"Dove andiamo?"
"La vuoi o no la tua sorpresa?"

Sento che mi prende la mano e mi tira a se affinchè non inciampi da nessuna parte.
Perchè se cado io lui cade insieme a me.
Mi fa entrare in una macchina.
"Parlami di qualcosa, così mi annoio." mi lamento sbuffando sinanche.
"Va bene allora... innanzitutto voglio dirti che tutto quello che sto facendo non è perchè mi stai simpatica o altro. Non farti strane idee."
Corrugo la fronte.
"E scusa allora perchè lo fai?"
"Perchè mi sento in colpa per non aver fatto la punizione insieme a te."

Faccio per togliermi la benda ma frena bruscamente e mi sbilancio in avanti.
"Che stai facendo?" chiede preoccupato.
"Mi tolgo la benda. Non ho bisogno della tua pietà. Ti ho fatto un favore stop, non voglio sorprese solo per metterti la coscienza a posto." commento aspra.
"No, frena. Oramai è tutto organizzato,non si cambia idea." dice ripartendo.
Sbuffo di nuovo.
E' uno stronzo-coglione-idiota.
Ed io lo odio.


Mi apre la portiera e mi prende la mano.
"Faccio da sola." dico scostandomi.
Tocco il sedile per capire come spostarmi e mi alzo tranquilla.
"Ed ora come vorresti raggiungere la porta?"
"Con i piedi idiota."

"E sai anche in quale direzione si trova?"
Bastardo, scometto che ha stampato sul viso quel sorriso da strafottente.
Cammino in avanti ma inciampo in qualcosa e cado a terra.
Un lamento esce dalle mie labbra.
"Ce la fai?"
"SI."

Mi alzo e trabballo di qua e di la finchè lui non mi prende per le spalle e mi blocca dal cadere di nuovo.
"Ora lo vuoi un aiuto?" chiede a pochi metri da me.
LO ODIO.
Mi prende di nuovo la mano e mi guida.
Ad un tratto non sento più il venticello freddo della sera e capisco che siamo entrati da qualche parte.
Si ma dove?
Mi toglie la benda.
Apro gli occhi e vedo solo buio.
"J-justin..." sussurro piena di paura.
"Buon compleanno Allyson." sussurra lui dietro di me.
E da lì si accende la luce rivelando decine di persone che urlano "SORPRESA!"
Scoppi di coriandoli,champagne(?) e tanti sorrisi.
Tutti si avvicinano a me dandomi gli auguri e baciandomi entrambe le guance.
Poi quando tutti si calmano e la musica comincia mi sento persa.
Non conosco quasi nessuno di queste persone e l'unica che conoscevo davvero è scomparsa.
Andiamo bene.
Esco un pò all'aria aperta e dopo di me esce subito lui.
"Dove vai? Entra! Questa è la tua festa." dice sorridente e fa per andarsene.
"E tu? dove vai?" domando fermandolo.
"Via." dice soltanto guardandomi.
La luce del lampione sul marciapiede gli illumina il viso.
La faccia seria, gli occhi nocciola e quei capelli così dannatamente morbidi.
-Che fai cuore...perchè accelleri? Lui non è ciò che odi di più?-
"Perchè?" domando sentedo la voce andarmi via.
Perchè mi sento uno schifo all'improvviso?
"Perchè tu mi odi. E non mi vorresti mai alla tua festa."
"Ma... l'hai organizzata tu, quindi....perchè....non rimani?" chiedo con lo sguardo basso.
CHE DIAMINE STO FACENDO?
Sorride e si avvicina.
"Mi stai dicendo che vuoi che rimanga."
Annuisco con la testa.
"Okay." dice ad un centimetro da me.
Incontro i suoi occhi e non capisco più nulla, letteralmente.
Mi perdo ad ossevarne le sfumature e la dolcezza che vi leggo all'interno.
E tutt'ad un tratto mi ritrovo ad un palmo dal suo viso.
"Lo sai che quando non parli sei addirittura simpatica?"
"VAFFANCULO."
gli urlo in faccia.
Razza di bastardo-coglione-cretino-idiota che è!
Ed io che ci stavo cascando come una pera.
Che poi le pere non cascano, o si? (?)


Sciao (?)
Fa leggeremente schifo? Si.
Prometto che dopo migliora çç
Grazie a tutti per le recensioni :3

 

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Capitolo 8
*** Appuntamento col coglione. ***


Rientro nel pub camminando veloce.
Quel coglione mi sta facendo impazzire.
Sento la musica che mi martella nelle orecchie.
Non sopporto tutto questo così addocchio una scalinata che porta chissàdove.
La percorro tutta e mi ritrovo in un piccolo terrazzino,deserto.
Da qui si vede tutta Stratford.
Certo non è un panorama come quello di New York, ma tutte quelle lucine proveniente dalle case perfettamente allineate ti fanno...sorridere.
Come sfondo un tramonto che colora d'arancio tutto il cielo.
Mi siedo su un muretto e incrocio le braccia sulla ringhiera.
Sento il venticello della sera che mi scuote la frangia e la rende inguardabile.
Ma in fondo qui non c'è nessuno.
Tutti sono giù a festeggiare il mio compleanno.
Anche se scommetterei che nessuno conosce realmente il mio nome o addirittura il motivo della festa.
Di nuovo il silenzio si appropria della mia mente,rilassandomi.
"Proprio non ti piace la festa,eh?" di nuovo la sua voce che disturba il silenzio.
Ma che cazzo vuoi Bieber?
Io non voglio essere maleducata, ma lui te le tira proprio frasi del genere.
Non rispondo, cerco di ignorarlo.
Sento due braccia avvolgermi i fianchi e mi giro con una faccia incazzata.
"Da quando mi abbracci?" domando strafottente.
Cerca di parlare ma lo interrompo.
"Da quando mi prepari feste a sorpresa? Da quando siamo amici?"
Sputo queste domande che tengo dentro da un pò.
"Credevo che dopo quello che è successo dopo l'incidente potevamo essere a.."
"Potevamo essere cosa? Amici? Probabilmente non sai il significato di amicizia."
lo interrompo di nuovo.
"Se volevo essere mio amico non mi ignoravi quando siamo tornati dall'incidente." continuo inviperita.
Toglie ,finalemente, le braccia dai miei fianchi e si siede sul muretto dando le spalle al panorama.
Guardo il suo profilo che si staglia di fronte a me.
Guarda a terra e non dice nulla.
Mi rigiro di nuovo verso il panorama cercando di ignorare ,di nuovo, tutto quello che è accaduto.
Poi sento una mano sulla guancia e mi giro.
E' vicino.
"Ti ricordi, quando ci siamo baciati?" soffia sulla mia bocca,quasi provocatorio.
Comincia a darmi fastidio tutta questa vicinanza.
"Purtroppo si." sospiro sorridendo.
Perchè cazzo sorrido?
"Ho voglia di rifarlo." sussurra guardando le mie labbra e poi i miei occhi.
"Non ti facevo schifo?" chiedo.
"Quando mai l'ho detto?" risponde sorridendo.
Sento un'ansia che mi pervade completamente.
E i suoi occhi incatenati ai miei non aiutano.
"L'hai detto ben due volte, su quella spiaggia." sussurro.
E sembriamo due imbeccilli a sussurrare perchè qui non c'è nessuno che può sentirci.
"Tutte frottole."
"Fantastico, sei anche bugiardo."
commento acida.
E non ho tempo di dire altro perchè si impossessa delle mie labbra.
E tutto ciò mi riporta a quel bacio sulla spiaggia, e a tutto ciò che è successo dopo.
O che stava per succedere.
Poggia i pami aperti sulle mia guance ed io butto di nuovo le mani tra i suoi capelli.
Sento di nuovo quei brividi che non fanno che riportarmi al passato,a quella spiaggia.
Sposta le sue mani sulle mia schiena e mi spinge verso di lui.
Ma io sono troppo intenta a stroppicciare i suoi capelli per capire qualcosa.
Ci stacchiamo per pendere aria.
Perchè si, è stato mozzafiato.
Poi senza tralasciare un secondo si butta di nuovo sulle mie labbra.
Forse mi conosce troppo bene.
Perchè se passava anche solo un altro secondo sarei rinsavita e gli avrei urlato contro che non doveva baciarmi.
Ed invece sono ancora attaccata alla sua bocca.
Mi accarezza la schiena e sento il gancetto del reggiseno premere sulla pelle.
Non so come si stacca.
Infiltra le mani sotto la maglia e quando si accorge di ciò che è successo sorride sulle mie labbra.
"Bastardo, l'hai fatto apposta." commento staccandomi un attimo.
"Io?Ma quando mai." sorride ancora.
"Ehi,ehi, qui si stanno dando da fare." sento una voce e mi stacco da lui completamente.
Tanto improvviso è il distacco che ora sento freddo.
Non so chi sia stato a parlare ma non vedo nessuno.
Sento una ventata di imbarazzo che mi avvolge.
Possibile che ogni volta che ci baciamo andiamo sempre oltre?
Che poi quell'oltre è da definire.
Tossisco imbarazzata.
Per un momento ho la tentazione di chiedergli di riallacciarmi il gancetto.
Ma poi capisco che sembrerebbe una provocazione.
Ogni volta che ci baciamo perdiamo il controllo, entrambi.
E la mia mente non fa che pensarci.












Apro gli occhi assonnata e guardo l'oggetto che mi ha risvegliata.
Fanculo, ho sonno e voglio dormire.
Poi una lampadina si accende nella mia testa.
Perchè cazzo la sveglia suona se è domenica?
Così allungo una mano verso il comodino e afferro il cellulare.
'Appuntamento col coglione.' leggo il titolo della sveglia e sbuffo.
Solo lui poteva darmi appuntamento di domenica mattina.
Ieri dopo quel bacio o meglio dire quei baci mi ha detto che dovevamo parlare.
Non vorrei che poi finissimo come ieri.
Mi alzo scocciata e parecchio di malumore.
Mi butto sotto la doccia cercando di fare il più tardi possibile.
Non faccio colazione contraddicendomi completamente e scendo.
Mi avvio verso il parco ed una volta arrivata lì lo vedo seduto su una panchina.
Mi siedo accanto a lui.
"Ehi." mi saluta.
Ehi? Ehi? Vaffanculo.
Non rispondo e lo guardo accigliata.
"Ho forse disturbato il tuo sonno?"
"DECISAMENTE."

Ridacchia.
"Beh, andiamo al dunque." continua precipitoso.
"Noi abbiamo un problema."
Noi? Ma se non esiste nemmeno un noi.
I nostri nomi si fanno schifo ed hanno paura a stare vicini in una frase.
Che noi c'è?
Non siamo amici, non siamo fidanzati, non siamo niente.
Il noi non poteva in alcun modo riferirsi ad entrambi.
"Credo tu abbia ragione." nonostante i miei pensieri negativi penso abbia ragione.
Due persone che si odiano passano il tempo ad ignorarsi,poi si baciano, poi si ignorano ancora e poi si baciano di nuovo.
Si c'è un problema ed anche bello grosso.
"Cominciamo dal fatto che noi ci odiamo."
dico sicura.
"Io non ti odio." ribatte lui.
"Ma io si, non ti sopporto."
"Occhei. Ma a parte questo, perchè ho voglia di baciarti?"
chiede più a se stesso che a me.
Mi guarda confuso.
"Se non lo sai tu...Io mi chiedo solo perchè non ti respingo."
Ci stiamo confidando, senza peli sulla lingua,di ciò che ci sta accadendo.
E non so perchè ma mi piace come situazione.
"Bieber non è che hai litigato con la tua ragazza e visto che sei in astinenza.."
"Non ho una ragazza."
mi blocca lui con uno sguardo di fuoco.
"Occhei." rilascio un sospiro tra i denti e le labbra.
Sono sollevata dal fatto che nessuno potrebbe chiamarmi puttana.
"Che facciamo?" sospira lui, rassegnato all'idea.
"Non lo so." rispondo io sbuffando.
Passa un momento in cui ognuno guarda davanti a se.
Poi lui si gira e mi fissa.
"Perchè diavolo ho voglia di baciarti?" chiede ancora quasi arrabbiato,frustrato.
"Forse perchè ti piace, baciarmi." lo provoco un pò.
"Forse,hai ragione."
Che ha detto?
"Davvero credi sia così?" domando perplessa.
"E' l'unica spiegazione razionale. E ripensandoci, si mi piace baciarti. E sai, no ci trovo nulla di male in questo." ribatte guardandomi.
Convinto lui.
"Hai fatto colazione?" chiede dopo un pò.
"No."
"Allora andiamo."
dice alzandosi.
Mi alzo anch'io e lo seguo.
Cosa spero di ottenere?
Forse passando del tempo con lui capirò cosa sta succendendo.
Oppure faccio così perchè mi piace passare del tempo con lui?
E se fosse così vuol dire che anche a lui piace la mia compagnia.
Perchè la mia mente non sta zitta un attimo?
Ci sediamo al tavolo di un bar e lo vedo pensieroso.
"A che pensi?" mi viene spontaneo chiedere.
"Ad un modo per togliere te da qui dentro." dice indicandosi la testa.
Perchè ci sono anche nella sua testa?
E poi vuole togliermi dalla testa e mi invita a fare colazione?
Ma la coerenza la mandano tutti a puttane?
"Occhei." dico senza tralasciare nulla.
Ordiniamo due cappuccini e senza fretta li divoriamo.
Dopo aver pagato ci ritroviamo a camminare per le strade.
Ogni suo movimento, lo vedo frustrato.
Come se non riuscisse a reggere tutto ciò che è successo.
"La smetti di fare così?" sbotto ad un tratto.
"Così come?"
"Così. "
dico indicandolo.
Lui come uno stupido abbassa la testa per guardarsi(?)
Non resisto e con il dito gli tiro su il naso, ridendo.
Mi guarda sconvolto mentre mi tengo la pancia dal ridere.
Si avvicina a me con uno sguardo strano.
"Che hai ora?" chiedo smettendo di ridere di colpo.
"Guarda là chi c'è." dice indicando dietro di me.
Mi giro allarmata pensando a Mark o a qualcuno della scuola.
Non vedendo nessuno capisco la fregatura.
"Idiota, non c'è nessuno." dico girandomi.
Nemmeno il tempo di respirare che si appropia di nuovo delle mie labbra.
Sta diventando un'abitudine?
Non mi da neanche il tempo di realizzare che si stacca.
Ma che?
Sorride soddisfatto,poi mette il braccio attorno alle mie spalle e comincia a camminare.
"Chi ti ha autorizzato a mettere il braccio sulle mie spalle?" chiedo.
"Mi sono autorizzato da solo." mi zittisce così,forse stufo dei miei tentativi di non avere contatti fisici con ui.
E' come se ogni volta rimanessi scottata dal contatto con la sua pelle.

 

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Capitolo 9
*** Boy stay away. ***


Camminiamo ancora in silenzio.
Si sente solo il rumore del vento,il freddo di gennaio e il chiacchiericcio delle persone.
Il suo braccio è ancora sulle mie spalle.
Si gira a guardarmi e incontro i suoi occhi.
Un brivido mi attraversa completamente,scuotendo le mie gambe.
-
-
-
Si occhei, il brivido l'ho sentito davvero però wtf?
Non siamo una coppietta, come ho già detto non siamo nemmeno amici!
Siamo due persone quasi estranee che hanno un problema.
Forse è una malattia che sta girando?
Probabilmente guardandomi allo specchio vedrò spuntarmi in faccia delle bolle verdi che bruciano e a lui sarà lo stesso.
E l'unico modo per guarire sarà buttarsi dalle cascate del Niagara sperando di sopravvivere. (?)
Suona la campanella ed esco in fretta dalla classe.
Incontro Mark che mi sorride e mi si avvicina.
"Oggi puoi venire da me." dice senza neanche salutarmi.
"Perchè?" chiedo ingenuamente.
"Perchè viene mio cugino e di sicuro vorrai conoscerlo." dice sospirando.
"Sai una cosa?" chiudo l'armadietto.
"Cosa?" chiede Mark.
"Penso che oggi pomeriggio resterò sul mio adorato letto con le mie adorate cuffiette, al diavolo il sesso opposto !"
Comincio a camminare per i corridoi.
"Ma non volevi vederlo?Non dicevi che era un figone?" chiede sgranando gli occhi sorpreso.
"Beh si lo è ma ho cambiato idea. Non voglio vederlo, non voglio conoscerlo, voglio soltanto chiudere con i maschi." spiego.
Mi guarda stranito e poi si indica.
"Ed io?"
Occazzo. Bel problema.
Come faccio a dirgli che lo considero un amico e che quindi lui non deve allontanarsi?
"Tu sei esonerato." dico sviando il discorso.
Penso che d'ora in poi indosserò un cartello al collo con su scritto -Boy, stay away.-
Si è una buona idea.
Così terrà lontano anche Bieber e se non si avvicina non può baciarmi.
Se non mi bacia non mi calcola ed il gioco è fatto.
Il problema è risolto.
Sono una genia(?)










"E perchè mai dovrei starti lontano?" chiede accigliato.
"Perchè sei un maschio, semplice no? E poi così risolviamo il nostro problema."
"E tu hai intenzione di diventare zittella?"
chiede ancora ridacchiando.
Che cazzo centra questo ora?
"Mi spieghi cosa centra?" dico mantenendo un certo autocontrollo.
Il modo in cui mi prende per il culo mi tocca i nervi.
"Se i maschi devono starti lontana non avrai mai un ragazzo e quindi rimarrai zittella." dice ridendo ancora.
Ma poi che cazzo c'è da ridere?
"Non credo siano affari che ti riguardano."
"Oh invece mi riguardano eccome."
sorride furbo.
"E perchè mai dovrebbero riguardarti?" alzo un sopracciglio e lo vedo avvicinarsi.
Stai lontano cazzo, STAI LONTANO.
Si ferma ad un metro da me e mi guarda.
"Perchè mi piaci." afferma serio.
CHE HA DETTO?
"Puoi ripetere?" chiedo ironica e parecchio allarmata.
"Mi piaci." ripete.
Ommiodio, siamo arrivati davvvero a questo punto?
Sento che mi sta per venire un attacco di cuore.
Chiamate un'ambulanza!
"Sei sicuro di non avere la febbre? Magari qualche strana malattia?" gli chiedo toccandogli la fronte.
Tentativo di stargli lontana... andato a farsi fottere.
"Scema sono serio. Ci ho pensato e mi sono detto se ti piace baciarla vorrà dire che ti piace lei.Ed è così." sorride.
"T-tu sei una popstar,non può piacerti una come me che non è nessuno."
Questa situazione mi sta stretta, vorrei la taglia più grande.
" Mi stai forse rifiutando, Williams?" chiede avanzando verso di me minaccioso.
"Ehm..forse?" indietreggio finendo contro un muro.
Sono in trappola.
Mi sento tanto un topo con la zampina intrappolata.
Fa in modo che non possa scappare mettendo il suo corpo schiacciato al mio.
"Che vorresti fare?Baciarmi? Sai dove andiamo a finire poi." Cerco di fargli cambiare idea e di farmi lasciare andare.
"Si lo so." dice e per un attimo mi sembra di averlo convinto.
Poi quando con una mano mi alza il mento capisco che la mia fine è vicina.
Addio mamma, addio papà,addio amici.
Non ho fatto il testamento ma vabbè.
Le sue labbra toccano le mie per la terza volta ed il cuore comincia a battere più forte.
Bussa contro il mio corpo.
Ma dove cazzo vuoi andare?
Resta lì al tuo posto che mi servi per vivere.
"Lo sai che tutto questo non va bene?" dico respirando la mia aria e non la sua.
Mi ignora continuando a baciarmi.
Continua a far giocare le nostre lingue ed io non riesco a dirgli di no.
"Non va mai niente bene per te." commenta scazzato.
I suoi bacii mi impediscono di parlare e di pensare lucidamente.
Scende sul mio collo e lo tortura.
"Ti piace così tanto il mio collo?" chiedo sospirando.
"E' morbido." mugugna lui.
Continua a lasciarmi baci ovunque ci sia un centimetro di pelle libero.
"e profumato." continua mordendomi un lobo dell'orecchio.
Ora mi tortura anche le orecchie?
"E a te piacciono così tanto i miei capelli?" sussurra al mio orecchio.
D'istinto guardo le mie mani...tra i suoi capelli.
Non me ne accorgo neppure.
"Sono morbidi." dico prendendolo per il culo e tirando una ciocca.
Non si lamenta.
Anche se un ahia mi avrebbe dato soddisfazione.
Mi sta lentamente e interamente torturando.
Persino il naso mi va a mordere.
"Ma cosa sei cannibale?" gli chiedo ridacchiando.
"Perchè?"
"Mi stai mordendo."
dico ovvia.
Lui continua ad ignorarmi.
Le sue mani sono sotto la mia maglia e percorrono la mia schiena.
Sono gelide a contatto con la pelle.
"Hai le mani fredde." dico infatti rabbrividendo.
"Non è vero, sei tu che tremi tutta."
Solo io ho interpretato in modo sbagliato questa frase?
"Justin." lo chiamo cercando di fermarlo.
E' come un treno, quando parte non si ferma finchè non arriva a destinazione.
Si ferma sgranando gli occhi e sorridendo.
"Mi hai chiamato Justin." dice incredulo.
Ehm, si.
Perchè l'ho chiamato Justin e non Bieber come faccio di solito?
Sento le guance andarmi a fuoco.
"E' colpa tua, mi impedisci di pensare." sbotto.
"Quindi ti faccio effetto." sorride furbo.
Ogni cosa che dico la gira a modo suo.
Dopo un attimo mi accorgo che si è fermato e sospiro.
Sento il collo umido e mi sento a disagio.
"Un pò." decido di dargli un mezzo punto, così per farlo felice.
"Stavi facendo le fusa come una gattina." sussura poi al mio orecchio.
E' soddisfatto per caso?
Ed io cosa dovrei rispndergli?
"M-miao?"
Vedo i suoi occhi cambiare lentamente colore.
"Non mi provocare,non sai ora cosa sarei capace di farti."
AIUTATEMI.
Chiamate i carabinieri, la polizia ,i pompieri ,chi volete!
Ma non lasciatemi nelle sue mani perchè potrei non volerne più uscire.





Ehiiiii.
Il Bieber si è dichiarato uuh.
Beh grazie mille per le recensioni :3
-Runaway

 

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Capitolo 10
*** Che fine ha fatto il mio migliore amico? ***


Sembra strano ma qualcuno ha ascoltato la mia preghiera.
Il mio eroe è il bidello.
Ci ha trovati in mezzo al corridoio a scambiarci 'effusioni amorose' come ha detto lui.
E ci ha urlato di andare in classe.
Ovviamente nessuno ci ha visti.
Mi siedo sul bordo del letto ripensando alle sue parole.
Se prima volevo fuggire ora sono in trappola.
Diamine.
Perchè gli piaccio? Sarebbe stato tutto più facile se lui avesse detto di odiarmi, come faccio io con lui.
Anche se ripensandoci anch'io non sono tanto coerente.
Lo bacio tranquillamente eppure dico di odiarlo.
Mi rannicchio sul letto e sento qualcuno che bussa alla porta.
Poi dei passi e la mia porta che si apre.
"Ciao." dice freddo.
E' Mark.
"Ciao Mark." dico cercando di sorridere.
Si siede sul letto e mi guarda ferito.
Che diavolo ho combinato adesso?
"Che ho fatto?" chiedo infatti.
"Vi ho visti, si insomma... tu e Bieber." dichiara abbastanza schifato.
LUI CI HA VISTI? Ma se nel corridoio non c'era nessuno!
"Davvero?" chiedo alzandomi di scatto.
"Si. Se ti piaceva lui potevi dirmelo."
"Piacermi? Perchè dovrebbe piacermi? Sai che lo odio." dico nervosa.
"Non sembrava dal modo in cui vi baciavate."
Perchè la vita è così ingiusta con me?
"Scusami Mark... ma io non posso ricambiare il tuo sentimento." balbetto guardandomi le mani.
"Perchè sei innamorata di quello? Oh dai è un coglione e tu questo lo sai." sbotta incazzato.
"Non è un coglione ok? E' solo da..." Ma che faccio lo difendo?
Sto male.
"Lo difendi anche? Bene."
"Ti prego Mark, già è difficile per me."
gli imploro.
Sento le lacrime bussare alla soglia.
Tornate indietro butte stronze.
Il vostro posto non è sulle mie guance.
"Cosa è difficile? Essere coerente oppure fare la puttana?"
Ma che cazzo dice?
"La puttana? Ma che cazzo stai dicendo? Ti sembra che io vada a farmi tutti i ragazzi della scuola? No."
Può chiamarmi incoerente,idiota,cretina,deficente... ma non puttana.
Io non sono una cheerleder che si mette la minigonna e sculetta di fronte ai ragazzi.
Io non sono una ragazza che appena vede un figo lo trascina in disparte e se lo fa.
"Dici di non essere innamorata di lui, dici di odiarlo e poi lo baci. Se non è essere puttana questo dimmi tu cosa lo è."
"CAZZO!Stai zitto. Cosa vuoi saperne di quello che provo? Io dico,dico, dico tante cose. Ma ciò che sento è diverso."
Allyson Williams non provare a dire ciò che stai pensando.
E' irreale ed è sbagliato, lo sai.
"E cosa cazzo provi per quel coglione?" chiede urlando.
"Forse molto più di quello che tu provi per me."
L'ho detto davvero?
Cazzo non potevo stare zitta?
Mi guarda sgranando gli occhi.
E' sorpreso e lo sono anch'io.
Cazzo ho detto?
Questo è il problema.
Urlo parole senza senso quanto mi sento uno schifo.
"Noi... non abbiamo più niente da dirci." dichiara alzandosi.
Ora che gli ho detto che 'forse' mi piace un altro a lui non sta bene?
Che fine ha fatto il mio migliore amico?
"Che intendi?" chiedo allarmata.
"Intendo che è finita, la nostra amicizia ovviamente. Grazie." sbatte la porta della stanza e va via.
"VAFFANCULO." urlo.
Mi sento uno schifo.
Un verme che striscia impaurito e ferito pronto a nascondersi da perfetto codardo qual'è.
Mi ristendo sul letto e do un paio di pugni al cuscino.
Non potevo stare zitta?
Dannato Bieber.










Quattro dannati giorni che non esco da questa stanza.
Quattro dannati giorni che non vado a scuola.
Quattro dannati giorni da quando non ho più un migliore amico.
Quattro dannati giorni che tutti si sono dimenticati di Allyson Williams.
Ho disegnato ciò che sta accadendo.
Ed ho capito ma non riesco ad accettare ciò che mi sta accadendo.
La porta della mia stanza si spalanca all'improvviso dopo tanto tempo.
Vedo Justin col fiatone che mi guarda preoccupato.
"Perchè sei qui?" chiedo con voce incrinata.
Non stavo piangendo... avevo solo qualcosa nell'occhio.
"Che cazzo di fine hai fatto?" urla avvicinandosi.
"Perchè davvero ti importa?" chiedo mettendomi sulla difensiva.
"Smettila di respingermi!" urla ancora sul mio viso.
Si mette una mano tra i capelli ,scompigliandoli.
E' stufo.
E' stufo di me, e lo capisco.
"Ho perso il mio migliore amico, perchè ci ha visti nel corridoio della scuola." mormoro a testa bassa.
"Che coglione."
"Ehi! Non ti permettere." lo difendo.
"Lo difendi ancora? Se ti voleva bene non ti lasciava così solo perchè ci siamo baciati, cazzo! Se sapesse tutte le volte che ti ho baciata che farebbe?" urla .
"Non urlare!" urlo anch'io di rimando.
Si siede sul letto di fianco a me.
"Scusami." mormora a bassa voce.
Mette il braccio sulle mie spalle e struscia il naso sul mio collo fino ad arrivare alla guancia.
"Mi sei mancata." sussurra al mio orecchio.
 
Augh!
Si lo so è un capitolo un pò corto ma fa capire tante cose che pensa Allyson e che non accetta .
Non ho scritto sui quattro giorni perchè sarebbe diventata una cosa deprimente D:
Mark non accetta che Allyson se la spassi con Bieber ed è dannatamente geloso di lui.
Grazie a chi ha recensito o anche solo letto :3
-Runaway.

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Capitolo 11
*** Ti voglio bene anch'io. ***


"Ora che ci penso, chi ti ha fatto entrare? E come sapevi dov'era casa mia?"

chiedo sorpresa.
"Ho chiesto in giro il tuo indirizzo e mi ha aperto tua mamma." risponde tranquillo.
In giro il mio indirizzo?
Non sono una persona famosa, nessuno sa il mio indirizzo.
"Dimmi la verità." lo canzono guardandolo negli occhi.
"Occhei ,ho seguito Mark fino a qui. Sapevo che abitava accanto a te. E poi sono entrato dalla finestra." dichiara fiero il finale.
Si ed io sono Beyoncè.
"Cretino." Sbotto dandogli una gomitata.
Ha seguito Mark fino a qui solo per vedermi.
Allora vuol dire che sono...importante?
"Tua mamma mi ha chiesto di provare a farti uscire da questa stanza quindi alza il culo che facciamo un giro." dichiara alzandosi e incitandomi.
"Vuoi per caso conquistare la fiducia di mia madre?" chiedo ridacchiando.
"Mannò già mi adora." risponde pavoneggiandosi.
Mi alzo e gli do uno schiaffo dietro la testa per poi ridere.
Mugugna un ahia per non darmi soddisfazione e mi segue mentre scendo in cucina.
Appena entro in cucina vedo mia madre di spalle intenta a preparare chissàcosa.
Noto subito il suo acceso colore di capelli.
Se li è tinti di verde acqua.
Si, mia madre è normale.
E' sempre stata un pò sopra le righe e non so quante volte ha cambiato colore e acconciatura.
"Oh Ally, finalmente sei scesa. Allora aveva ragione Justin che ci sarebbe riuscito a farti scendere." dice appena mi vede.
Bieber entra in cucina con l'aria da eroe e si becca un altro schiaffo.
Ma stavolta non dice nulla.
"Non preoccuparti fa così perchè ti vuole bene." gli dice mia madre riferendosi allo schiaffo.
Si dai, allora se lo amo lo devo riempire di botte?
Che razza di ragionamento è?
"Ally ho preso la tinta rossa,se vuoi stasera quando torni te la faccio." chiede.
"Secondo me staresti bene rossa." dichiara Bieber.
Si sono coalizzati per caso?
"Eww" dico soltanto prendendo un bicchiere e versandoci un pò d'acqua.
Nel momento in cui mi giro per mettere a posto la bottiglia Bieber si scola tutta l'acqua.
Lo guardo male.
Ha ancora tutte le labbra bagnate.
Fuggi prima che ti faccia del male.
"Ve la riporto sana e salva se prima non mi uccide lei." dice Bieber a mia madre prima di fuggire fuori la porta seguito da me.




"No sul serio, saresti bene rossa secondo me." dice scompigliandomi i capelli.
"Che? Non scherziamo."
Sono uscita di casa dopo quattro giorni grazie a lui.
Sembra che lui sia la malattia e la cura.
Vi prego datemi una botta in testa, non posso pensare a queste cose!
Camminando vedo una coppia di ragazzi che si 'mangiano' quasi.
Sono ridicoli.
Però anche tra me e il Bieber succede così.
"Dio, non mi dire che siamo così!" dico indicandoli.
"Anche peggio." dice lui ridendo.
Non c'è niente da ridere.
Beh almeno noi non lo facevamo in pubblico, o si?
Ma perchè ci sto pensando?
"Dove stiamo andando?" chiedo piuttosto confusa.
Stiamo camminando verso il niente. (?)
"Ti va di vedere un film?" si gira verso di me sorridendo.
Sbaglio oppure è soddisfatto che siamo usciti...insieme?
Non sarà mica un appuntamento?
"Ok." dico soltanto.
Lascio scivolare ogni preoccupazione sul mio corpo.
E' stranissima questa voglia di rimanere con lui.
"Tutto ma non un horror." sbotto dopo un pò.
"Ok allora horror, è deciso."
Questo ragazzo è un controsenso continuo.
"Vaffanculo." dico tranquilla e lui fa spallucce.
"Ti voglio bene anch'io."

 
Lalala YEEEEEEEEEEEE(?)
Non va bene, non va bene çç
Ho esaurito l'ispirazione e mi serve qualcosa che me la faccia ritrovare al più presto.
Prometto che continuo, lo prometto.
Una storia la dovrò pur finire!
Dopo aver detto questo spero vi sia piaciuto, a me no.
Baci.
-Runaway.

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Capitolo 12
*** Amo dormire. Quando dormo non sono niente, non provo niente. ***


Ero seduta tranquilla sul divano con una ciotola di pop corn sulle gambe e la tv accesa.
Chi mai può rovinare un momento così sacro?
Si è sacro perchè dopo aver sopportato un'intera settimana di scuola,libri,interrogazioni,voti e Bieber, il momento in cui ti siedi e ti rilassi è intoccabile.
Eppure c'è una persona che ha il coraggio di invadere anche quel piccolo spazio che ti sei creata per stare tranquilla.
"VAFFANCULO BIEBER! Lasciami in pace,cazzo!"
Io voglio sapere chi cazzo l'ha invitato, qui a casa mia.
Appena lo scopro lo spezzo in due,giuro.
"Chi cazzo ti ha invitato?" chiedo infatti.
"Mi sono autoinvitato,problemi?" sorride soddisfatto di avermi dato fastidio.
Posso avere un amico non rompiballe?
"Si, tanti." sbuffo e mi alzo dal divano.
"Che vuoi fare?" chiede spaventato.
Voglio solo....ucciderti.
No occhei calma, poi devo nascondere il cadavere,pulire tutto e vedermela con la mia coscenza.
Sospiro.
Mi risiedo e cerco di ignorarlo buttandomi due o tre pop corn in bocca.
Lui invece si siede vicino a me e mi guarda.
Non mi è mai importato che qualcuno mi guardasse, al massimo mi dava fastidio.
Invece quando lui punta i suoi occhi su di me io vorrei non smettesse mai di fissarmi.
E' una sensazione stranissima.
E' come un palloncino che si gonfia nel tuo stomaco.
Sorrido e involontariamente mi giro verso di lui.
La sue labbra si aprono in un sorriso e il palloncino scoppia causando un grande scompiglio.
Nello stesso momento parte la pubblicita dei Miel pops,i cereali.
Lui salta sul posto e comincia a ballare(?)
CHE CAZZO STA FACENDO?
Improvvisa una specie di esibizione nel mio salotto?
Senza rendermene conto sto ridendo come una matta.
Se un'idiota è idiota già di suo e comincia a fare l'idiota non puoi non ridere, mi spiego?
Alla fine della pubblicità si gira verso di me guardandomi strano.
"Che ridi?" chiede sorridendo.
"E me lo chiedi pure?"
Non si rende conto di essere ....adorabile.
Davvero ho detto quella parola?
Ridacchia e si avvicina.
"Potresti fare il comico, il talento c'è." dico ridendo ancora.
"Il talento c'è ma non è per fare il comico." si pavoneggia.
"E per cosa?"
In cosa potrà mai avere talento Bieber?
Mangiare? Dire cazzate? Fare l'Idiota?
"Il canto."
CHE?
"Ripeti." chiedo sconcertata.
Beh certo, è una popstar.
E' normale che canti, ma perchè a me non sembra... normale?
E' innaturale. Non ce lo vedo.
Si avvicina senza scomporsi.
Intreccia la sua mano con la mia.
E' calda.
Può sembrare il gesto più banale del mondo.
Eppure sento il cuore andare in brodo di giuggiole.
E lo ammetto, mi piace più del lecito.
Poggio la testa sulla sua spalla e chiudo gli occhi.
Lo sento sospirare.
"Ho sonno." lo avverto sentendo le palpebre farsi pesanti.
"Dormi." sussurra tranquillo.
"Amo dormire.Quando dormo non sono niente, non provo niente." mi confesso quasi.
In questo momento così tranquillo ho bisogno di sentire che c'è.
Ed è così strano detto da me.
Mi lascia un bacio sui capelli.
Sento il sonno che piano si impossessa di me.
"Ally?" sento il suo sussurro insicuro che spezza il silenzio.
Mugugno cercando di non svegliarmi da quel dormiveglia che mi avvolge come una coperta.
"Ti amo." sento un'altro sussurro.
Sorrido sentendomi il cuore pieno di non so cosa.
Consapevole che quello che ho sentito potrebbe essere frutto del mio sonno.







"ALLYSON WILLIAMS ALZATI ORA." un urlo squarcia il mio sonno.
Mi alzo di scatto sentendo il cuore che spinge per uscire.
Un'infarto, mi sta per venire un'infarto.
Mi guardo intorno in cerca di aria e vedo mia mamma con le braccia conserte di fronte a me.
"Che succede?" chiedo.
"Succede che perdi la scuola." il suo tono severo mi risveglia del tutto.
Guardo istintivamente l'orologio e come un razzo corro di sopra.
Inutile dire che quando vai di fretta tutto ti viene male e fai ancora più tardi.
Esco e comincio a camminare per il vialetto del mio giardino quando incontro lo sguardo da cane bastonato di Mark.
Questi giorni senza di lui sono stati inferno, letteralmente.
Per quanto sorridevo dentro mi sentivo morire.
Sento tutte le sue parole ricadermi addosso e fare un male cane.
Faccio finta di nulla e prendo a camminare verso la scuola.
Mi sento una merda.
Quando sento i suoi passi dietro di me mi sento ancora peggio.
"Vorrei fare pace,con una ragazza speciale." sento la sua voce dietro di me.
Reprimo il groppo che mi si forma in gola e vado avanti.
"Sono stato un egoista, ho pensato alla mia felicità invece che alla tua."
Mi fermo.
"Se vuoi stare con lui,fallo. Ma io non posso rinunciare a vederti felice." sussurra ormai vicino.
Mi giro a guardarlo e vedo i suoi occhioni verdi.
Mi implorano.
A questo punto non m'importa.
Potrà continuare a farmi stare una merda , a criticare il mio 'strano' rapporto con Bieber.
Ma io ho bisogno del mio migliore amico.
Lo abbraccio sentendo il suo profumo, dopo tutto questo tempo.
"Grazie." sussurro contro il suo petto.

 
Yayaya.
Sono tornata(?)
Un breve periodo di pausa per aiutarmi a non scrivere altre schifezze.
Ebbene, Allyson si sta piano piano sciogliendo sotto il calore della popstar.
E Mark ritorna in carreggiata più agguerrito che mai.
Spero vi sia piaciuto :3

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Capitolo 13
*** Stavolta si ama. ***


Entro nella palestra seguita da Mark.
Oggi c'è il torneo di basket che ospita la nostra scuola.
Così ci sediamo sugli spalti guardando il campo vuoto.
"Sai chi c'è nella nostra squadra?" chiedo a Mark che sicuro è più informato di me.
"Sinceramente non penso che abbiamo una squadra." risponde insicuro.
La squadra c'era sicuramente, ma noi eravamo troppo disinteressati per saperlo.
Nessuno dei due aveva mai spinto l'altro a vedere le partite.
Semplicemente perchè nessuno dei due era realmente interessato.
E non mi spiego il perchè ora siamo qui.
Sento il fischio dell'arbitro e mi giro di scatto guardando i ragazzi che escono dallo spogliatoio.
Rimango bloccata quando vedo Bieber sul campo con maglia e pantaloncini.
LUI GIOCA?
Ma se non l'ho mai visto fare attività che comportassero in qualche modo dispendio di energia!
Figurarsi giocare a basket.
Incontro i suoi occhi e faccio una faccia stranita.
Lui sogghigna per la mia sorpresa e mi fa il segno della vittoria.
Per tutta risposta gli alzo il dito medio con tanto di linguaccia che lui ricambia.
La partita inizia e mi ritrovo a sospirare quando Bieber rattacca la palla e fa canestro.
E' pure bravo!
Non siamo neanche all'inizio è già siamo in vantaggio.
Mi sento stranamente elettrica e con una pazienza che mai mi è appartenuta mi guardo tutta la partita.
Bieber salta, corre,scarta.
Sembra un giocatore professionista.
Quando l'arbitro fischia la fine mi stupisco che il tempo sia passato così velocemente.
Mark sbadiglia visibilmente annoiato mentre guardo la squadra che rientra nello spogliatoio.
Mi fermo a fissare Bieber che sorride compiaciuto di essere l'artefice di ogni canestro.
Si pavoneggia lanciando sorrisi a tutti.
Poco dopo si gira verso di me e mi fa il segno di 'ok' con la mano accompagnandolo con un'occhiolino.
Il famoso palloncino comincia a gonfiarsi e sorrido facendo finta di nulla.
Mi alzo.
"Dove vai?" chiede Mark preoccupato.
"A fare un giro." gli rispondo senza nemmeno girarmi.
Ho bisogno di aria.
Ho bisogno di togliermi questa cazzo di sensazione dallo stomaco.
Esco sul giardino della scuola e respiro a pieni polmoni.
Non è possibile che ogni volta che lo guardo mi sento così...strana.
Ad un tratto sento delle braccia avvolgermi in un abbraccio.
"Puzzi." dico ridacchiando.
"Chi io?" sussurra al mio orecchio indignato.
"SI."
Abbondono la testa all'indietro appoggiandola alla sua spalla.
Mi giro a guardarlo.
Ha i capelli tutti sudati ed appiccicati alla fronte.
"Sei un bastardo, ieri sei andato via e non mi hai avvisata." sussurro.
"Sarebbe stato meglio stare lì con te e far si che tua madre trovasse un ragazzo sconosciuto addormentato sul suo divano?" chiede ironicamente.
CERTO CHE NO.
Mia madre ha già troppi pensieri strani su di me.
Se poi mi trovava lì addormentata con lui, non ho idea di cosa avrebbe fatto.
Mi riscuoto dai miei pensieri sentendo le sue labbra sul mio collo.
Sento un terremoto che fa su e giù per la mia schiena.
"Usciamo stasera?" chiede poi.
Ho sentito bene?
Mi sta chiedendo un'appuntamento?
"Io e te?" chiedo a mia volta guardandolo negli occhi.
"Io e te." ripete sorridendo.
Ho bisogno di un'ambulanza.








Sto per uscire con la persona che dico di odiare più di ogni altra cosa.
Si , mi serve una visita da uno psicologo.
Non mi preparo neanche come si deve.
E' un uscita con Bieber, nulla di importante no?
E' un uscita da amici.
AMICI.
Comincio a ripetere questa parola nella mia testa continuamente per cercare di convincermi che davvero sarà un uscita di soli amici.
Quando suona la porta mi precipito ad aprire senza smettere.
"AMICI." urlo vedendo Bieber in piedi di fronte a me.
In un attimo realizzo la mia figura di merda.
Ridacchia il signorino, tutta colpa sua.
"E' un modo di salutare molto originale, ma ne conosco uno migliore." dichiara dimezzando lo spazio che ci separa con un solo passo.
Davvero fa passi così lunghi?
Si insomma non ha delle gambe così lunghe e... Oh al diavolo!
Mi esce un verso strozzato quando percepisco le sue labbra sulle mie.
AMICI?
Se così si salutano gli amici allora se era il mio fidanzato scopavamo sull'uscio della porta?
FAI DEI PENSIERI SERI ALLYSON.
In quel momento poi mi accorgo di cose che prima d'ora non ho mai notato.
Le sue labbra sono morbide e sanno di... di lui.
E' una cosa abbastanza strana ma potrebbe aprire un'azienda di profumi col suo profumo (?)
Niente dolce e gabbana, niente di quelle stronzate delle pubblicità.
Soltanto il suo profumo naturale che mi faceva... ok, lo ammetto mi faceva impazzire.
Sapeva di genuino, sapeva di Justin.
La stessa cosa capita quando sento il suo sapore.
E' come se mi sentissi, parte di lui.
La differenza di questo bacio da tutti gli altri è non solo il fatto che mi rendo conto di cosa faccio ma anche il fatto che non è irruento e passionale.
Segue un ritmo lento e dolce.
Una lunga e lenta tortura.
Stavolta non si va oltre.
Stavolta si ama.

 
HELLO GUYS!
Mi dispiace per il tempo che ci sto mettendo nell'aggiornare çwç
Cercate di perdonarmi.
La prima parte devo dire che è messa giù un pò male, mi sa di inespresso.(?)
La seconda invece mi piace, stranamente.
Spero che a voi piaccia tutto invece. :3
GRAZIE MILLE a tutti quelli che recensiscono.
Alla prossima puntata (?)
-Runaway.



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Capitolo 14
*** L'amore. ***


"Che cos'è l'amore?"

mi si avvicina.
Ricordo le parole della prof a quella domanda.
*un sentimento fondato sulla passione che si nutre verso una persona*
Il terrazzino della scuola è il luogo adatto per prendere una broncopolmonite.
C'è un vento pazzesco, ma è l'unico posto isolato.
Anche se ora è un pò meno isolato.
Si sdraia di fianco a me che osservo le nuvole.
"L'amore è guardare una persona e sentire il cuore battere forte." dico tranquilla.
Automaticamente mi giro a guardarlo e quasi mi viene un infarto.
Non ha nulla di strano, eppure l'unica cosa che riesco a pensare ora è 'Quanto è bello.'
Ma si può?
Non posso pensare a ste cose.
"L'amore è quando lui ti tocca e ti viene la pelle d'oca." continuo costringendomi a guardare le nuvole e non lui.
"L'amore è quando lei è di fianco a te e tu non vorresti fare altro che baciarla fino allo sfinimento." si intromette lui.
Mi giro a guardarlo aggrottando le sopracciglia.
"Sei innamorato Bieber?" chiedo.
Uno strano sentimento si insidia nella mia gabbia toracica.
"Mi sa di si." si gira a guardarmi sorridendo.
Sembra che se ne sia accorto solo ora e non possa farci nulla.
" E tu?" chiede poi a me.
Cosa dovrei rispondere?
Non ne sono sicura ma sai credo di stare cominciando a provare qualcosa per...te?
"Non lo so." sospiro.
"Quando sei con un ragazzo ti viene mai il batticuore?" chiede poi tranquillo.
Respira Allyson, respira.
"So-solo con uno." balbetto cercando di rifugiarmi tra le nuvole.
Sento il suo sguardo addosso.
"E chi sarebbe questo prescelto?" chiede poi stranito.
"Un tipo." rispondo al suo sguardo sogghignando.
Perchè sogghigno? Beh voglio vedere la sua reazione.
"Parlami di lui." scappa dal mio sguardo puntando davanti a se.
"E' un bel tipo. Carino,divertente ma anche un pò idiota." rido.
Mi giro a guardarlo e lo vedo fare finta di nulla.
"Mi fa sempre arrabbiare ma gli voglio bene , forse anche più di bene."
Si gira verso di me sorridendo.
Come se avesse appena avuto un colpo di genio.
"Lo conosco?"
Decido di giocare col fuoco.
"Più di quanto pensi."
Sorride maliziosamente e guarda di nuovo davanti a se.
L'organo rinchiuso nella gabbia toracica sta per esplodere d'ansia.
"E dimmi, questo ragazzo sa baciare bene?"
"Chi ha mai detto che l'ho baciato?"
dico ridendo.
"Non predermi in giro. L'hai baciato anche più una volta." dice con fare saputello.
"Mmh, si dai è baciabile." dico con aria di sufficienza.
Si alza a sedere di colpo e mi guarda.
"Te lo do io il baciabile." sussurra prima di impossessarsi delle mie labbra.
No ok, non è solo baciabile.
Perchè wow.
Ok.
Penso di essermi bruciata.
Mi fissa negli occhi, serio.
Cosa c'è di più bello dei suoi occhi?
Nulla.
Spirali color nocciola dove affogare fino a morire.
Dove finchè lui non lo decide tu non uscirai mai.
Una prigione dove non vorrei mai più uscire a meno che non sia lui a pagare la cauzione.
Da dove esce tutto questo romanticismo?
Da lì, da lui,dall'effetto che ha su di me.
Brutto bastardo ridammi il mio cuore.
"Allora? Solo baciabile?" chiede poi sorridendo.
Le sue iridi si schiariscono piano, diventando color sabbia.
Socchiude piano le palpebre per aprire meglio il suo sorriso.
"Sei viva?" chiede poi.
E come potrei?
Scuoto la testa risvegliandomi.
"Si, certo." fingo un sorriso.
Sento un qualcosa di gelato cadere sul mio naso.
Mi alzo in piedi e vedo un leggero strato di neve sulla ringhiera.
"Sta nevicando." dico saltellando.
Bieber si alza e sorride coi capelli al vento.
D'improvviso sento un gelo ripercorrere la mia schiena e tremo.
D'istinto sfrego le mani sulle braccia per darmi calore.
Perchè fino ad adesso non avevo freddo?
Sento due braccia avvolgermi la vita e un calore espandersi sulla mia schiena.
Justin mi stava abbracciando.
"Sarà meglio entrare." dice stringendomi.
"O-ok."





Entro in casa e vedo due valigie sull'entrata.
Che diavolo sta succedendo?
Mamma ha progettato un viaggio senza avvisarmi?
Vado in cucina e la trovo ad impacchettare cibo.
"Mamma perchè ci sono due valigie all'entrata?"
Si gira verso di me con uno sguardo strano, quasi triste.
"Perchè traslochiamo." mi avvisa con freddezza.
Traslocare?
"Per andare dove? Non capisco..."
La vedo sospirare e sedersi facendomi segno di andargli vicino.
Mi siedo accanto a lei e la guardo torturarsi le mani.
C'è qualcosa di strano nel suo comportamento.
" M-mi hanno licenziata e sono indietro di due mesi con l'affitto. Il proprietario si è stufato di aspettare e ci ha cacciate." balbetta.
"Licenziata? E quando volevi dirmelo?" dico nervosa.
"Non volevo farti preoccupare."
Sbuffo.
Ora dov'è che andremo?
"I-io ...non so che fare, dove andare..." singhiozza in preda alle lacrime.
L'abbraccio di slancio sentendo un enorme vuoto al centro dello stomaco.
"Troveremo un modo." la rassicuro.
Devo solo trovarlo il modo.
"Quanti giorni abbiamo ancora?" chiedo.
"Tre."
Occhei, devo trovare un modo per non traslocare entro tre giorni, possibilmente senza fare debiti o cose varie.
Devo farcela.

 




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Capitolo 15
*** Provo qualcosa di strano ... per te. ***


Chiudo l'armadietto sbuffando.
"Che hai?" chiede Mark.
Che ho? Che ho?
"Problemi." ringhio.
"Come al solito allora." sorride fiero.
Come mi urta i nervi!
"Cazzo ti sorridi? Non c'è niente da sorridere!" urlo attirando l'attenzione.
Fanculo anche alle loro occhiate.
"Siamo di malumore oggi?" chiede Bieber affiancandosi.
"No ha solo bevuto veleno di tarantola stamattina." risponde Mark.
Bene, fanno dell'umorismo.
"Se non stai zitto te la ficco dove dico io la tarantola." sputo acida.
Si ho un pò esagerato.
Sono isterica e intrattabile.
Come al solito no?
"Occhei calmiamoci." dice Mark visibilmente spaventato.
Suona la campanella e comincio a camminare verso la mia classe senza nemmeno salutare.
Che posso farci se non riesco a stare calma?
Sento Mark salutare e i passi di Bieber dietro di me.
Mi blocca sull'entrata incastrandomi tra il suo corpo e il muro.
"Che cazzo vuoi Bieber? Lasciami stare." urlo.
In questo momento non voglio ne lui ne nessun altro tra i piedi.
"Mi dici che hai? E' successo qualcosa?"
Il tono della sua voce.
E' dolce, morbido.
Un ottimo calmante per i miei nervi.
Sospiro assecondando i consigli di quella parte di cervello ancora intatta.
"Ho dei problemi." dichiaro guardandolo negli occhi.
Rieccoci qua.
La favola della bella addormentata.
Mi basta fissarlo due secondi negli occhi e non capisco più niente.
"Con me puoi parlare di qualunque cosa, lo sai." sussurra avvicinandosi.
Sento il suo respiro sul mio collo e di colpo tutto si blocca.
Non c'è più nessuno intorno a noi.
Siamo io e lui.
"Tra tre giorni mi ritroverò in mezzo ad una strada perchè mia madre ha perso il lavoro e non può pagare l'affitto." dico con difficoltà.
Dirlo non fa che accentuare il problema.
Sento alcune lacrime spingere per uscire.
Ma che diavolo!
Perchè si presentano sempre nelle occasioni più idiote?
Lo vedo sgranare gli occi e serrare la mascella.
Poi le sue braccia mi avvolgono e il suo calore mi penetra.
Si sta così bene qui che si dimentica ogni cosa.
Tra le sue braccia.
"Mi dispiace."sussurra al mio orecchio.
Che potere hai ragazzo?
Stai mescolando dentro me tante di quelle sensazioni che non capisco nemmeno più chi sono.
"Non è colpa tua." riesco a dire a malapena contro il suo petto.
Mi lascia e sorride sommessamente.
"Accetti il mio aiuto?" chiede poi misterioso.
"Che genere di aiuto?" chiedo a mia volta.
"Tu dì solo si o no." controbatte.
"Ok." dico sospirando.
Gli sorrido.
Come diavolo fa?
"Grazie." dico poi portando le braccia al suo collo.
Come se fosse un gesto naturale.
Finisco col accarezzargli i capelli.
Lo sento sospirare e rilassarsi.
"Di che? Se è così che mi ringrazi allora devo aiutarti più spesso." ridacchia.
Gli do un bacio a fior di labbra.
Come se per me fosse normale fare quelle cose, invece non era affatto così.
Difatti sgrana gli occhi.
"Hai bevuto?" chiede.
Facco cenno di no con la testa.
E' così bello stare così, è così bello fare finta che sia mio.
"E' il mio modo di ringraziarti, se ti da fastidio non lo faccio più." dico tranquilla.
"No, no, anzi. Ricordati di ringraziarmi più spesso." ridacchia di nuovo.
Mi restituisce il bacio e sorride.
"Occhei, penso che abbiamo attirato fin troppo l'attenzione." dico per poi ridere.
Fa cenno di si con la testa e mi stacco entrando in classe.






Bieber si è auto-invitato a casa mia.
Come ha sempre fatto.
Mia mamma appena lo ha visto ha sorriso raggiante.
Come se il problema non fosse mai esistito.
"Allora Justin come va la scuola?" chiede mia madre.
Lui finisce di masticare l'ultimo boccone di pasta e poi sorride.
"Bene signora, ho alcune materie da recuperare ma ce la metto tutta."
Gne gne gne.
Fa il santarellino.
Cade un silenzio imbarazzante.
Finchè non mi alzo e comincio a sparecchiare.
Vedo Bieber tirare in disparte mia madre e cominciare a parlare.
Sospiro pensando all'aiuto che vuole darmi.
Chissà che razza di idea gli sarà venuta in mente.
Quando sento mia madre strattonarmi e sorridermi capisco che l'idea le piace.
"Justin ha detto che per un pò può ospitarci a casa sua.Non è magnifico?"
CHE?
Questa era l'idea?
Oddiomio.
Guardo Bieber che mi sorride ed alza le spalle.
"Sicuro che tua madre sarà d'accordo?" si accerta mia madre.
Dovrò abitare con Bieber?
"D'accordissimo signora."
Stare ventiquattr'ore su ventiquattro con lui?
"Chiamami Lina."
Condividere la stanza, aspettare che esce dal bagno, mangiare ogni giorno di fianco a lui, fare i compiti assieme , uscire assieme, dormire assieme.
IO E LUI?
"Potete trasferirvi anche oggi, non ci sono problemi."
Respira Allyson, devi respirare e calmarti.
Prendo un grande respiro.
Mia madre corre su per le scale saltellando eccitata.
"Che te ne pare della mia idea?" chiede Bieber.
Che me ne pare?
E' un bomba che scoppia nel bel mezzo di una missione di pace.
"Dovrò abitare con te?" chiedo senza fiato.
"Eggià."
"Sopportarti tutto il giorno?"
chiedo ancora sconcertata.
"Eggià"
Ha una faccia da schiaffi.
Eppure riesce a farmi stare meglio solo con la sua presenza.
Apre le braccia e senza pensarci mi ci butto.
Gli lascio un bacio sul collo .
Mollo la presa ma sento che mi stringe a se così lo assecondo.
In un secondo l'atmosfera si alleggerisce.
"Provo qualcosa...qualcosa di strano." sussurra al mio orecchio.
Che intende?
Sento le mani cominciare a tremarmi.
"Per te." continua cercando di scavare a fondo.
Continuando a riuscirci , continuando a cozzare contro la mia barriera.
Barriera che ha un'entrata solo per lui.
Eppure lui vuole distruggerla, non si accontenta di entrare ogni tanto.
"Sei un cretino." sbotto all'improvviso.
Si stacca un pò senza sciogliere l'abbraccio e mi guarda stranito.
"Sei un cretino." ripeto avvicinandomi.
Non ho mai desiderato un suo bacio come adesso.
Sento il suo respiro mischiarsi col mio, infrangersi contro la mia bocca.
"Andiamo?" dice mia madre sulla porta a guardarci.
Tossisco e mi stacco da lui.
Ho ancora la pazzesca voglia di assaggiare le sue labbra.
Come quando hai una cosa a due centimetri da te e stai per prenderla.
Stai per afferrarla ma non ci riesci e ti rimane l'amaro, la sconfitta.
Ti rimane la voglia.

 

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Capitolo 16
*** Credi che basti un mi dispiace ad aggiustare le cose? ***


Da due giorni abito a casa di Bieber.
La mamma ha voluto darmi la sua stanza mettendolo su un divano.
Mentre mia mamma era toccata la camera degli ospiti.
E' una casa normale, con normali abitudini e non mi trovo male.
Anche se me la immaginavo tipo la 'tana di Bieber' piena di non so quali intrugli magici o quali scherzi.
Incontro Mark nei corridoio della scuola e lo saluto sorridendo.
Devo dire che l'aumentata presenza di Bieber nella mia vita mi rende felice.
"Che fine hai fatto? Stamattina ti ho aspettato fuori casa ma non c'eri. Ho fatto anche tardi."
MERDA.
Non gli ho detto nulla sul trasferimento.
Troppi pensieri.
In effetti mia madre sta cercando un nuovo lavoro ed io non faccio altro che passare le mie giornate con Bieber.
Non sembra ma mi distrae molto da ciò che è il mondo reale.
"Mi sono trasferita per un pò."
Sgrana gli occhi e la mascella gli arriva sotto i piedi.
"No no ma prima o poi torno, non vado via per sempre." mi affretto a spiegare.
Si calma un pò e torna al suo colorito normale.
E' molto più carino così che verde lattuga.
"Mi stava venendo un infarto." dice riprendendo fiato.
"L'ho notato." rido per sdrammatizzare.
Non deve sapere assolutamente che sto a casa di Bieber.
Già sta cercando di riprendersi , di uscire con altre ragazze.
Non posso fargli questo.
E poi , a proposito di Bieber, non è nemmeno venuto stamattina a scuola.
In un momento realizzo che la mia vita si sta riducendo a ruotare intorno a lui.
Faccio una faccia schifata e Mark ride.
"Perchè quella faccia schifata?" chiede.
"Pensavo." dico generalizzando.
"A cosa?" chiede curioso.
"Non fare il curioso, cose da femmina. Ed a meno che tu non sia gay non puoi sapere." dico prendendolo per il culo.
Si arrende e mi lascia in pace.











"Allyson posso entrare? Mi dici che hai?" chiede Bieber fuori la porta della SUA camera.
Che ho? Chiedilo alla bionda con cui stavi limonando fuori la porta GENIO.
Apre la porta ed entra.
Sto seduta sul letto con le gambe raccolte al petto trattenendomi dall'urlargli in faccia.
"Oh, ho capito. Mi dispiace occhei?" dice senza dare peso a ciò che ha fatto.
Devo respirare, ignorarlo e tutto andrà bene.
Tutto andrà bene.
Tutto andrà... Oh al diavolo.
"Ti dispiace? Seriamente Bieber credi che basti un mi dispiace per aggiustare le cose?" urlo saltando in piedi.
Lo sto fronteggiando, sebbene sia più alto di me.
Per darmi forza sto in punta di piedi.
Per piantare i miei occhi nei suoi, per fargli capire che sta dicendo solo cazzate.
O forse le ha dette solo a me le cazzate.
"Lo speravo." dice abbassando la testa per guardarmi meglio.
Lo speravo? Diavolo, ora gli mordo la testa e lo sbatto giù per le scale.
"Ma la sai una cosa? Fanculo Bieber, FANCULO. Cosa credi che le ragazze siano oggetti che puoi usare e poi buttare? Io non sono un oggetto, io non sono il tuo oggetto." urlo ancora sentendo i capelli rizzarsi sulla testa.
Sentendo tutti i nervi tendersi e rattapirsi a tempo del mio battito cardiaco.
Apre la bocca emettendo un suono strano, cercando di dare spiegazioni.
Cercando di spiegare il suo gesto, ma il problema è che le spiegazioni non ci sono.
"Non puoi fare questo Justin, non puoi usarmi così. Non puoi baciarmi, dire che provi qualcosa, darmi una speranza e poi buttarmi via andando a baciare qualcun'altra.NON PUOI CAZZO." urlo con le lacrime agli occhi.
Io sono sempre stata una tipa difficile è vero.
Lui si è aperto la strada traquillamente senza difficoltà.
E mi stupisco che io non l'abbia cacciato.
Non può fare così, non può buttare via tutto ciò che stiamo costruendo piano piano.
Mi fissa con uno sguardo da cane bastonato e con i pugni chiusi.
Ritorno con la pianta dei piedi a terra e respiro profondamente.
Cacciando indietro le lacrime.
"Ho fatto una cazzata, si lo so. Ma non cambia nulla, non cambia ciò che provo per te." dice piano.
E' come se avesse paura delle stesse parole che pronuncia.
"Bello come ragionamento. Io ti amo ma mi faccio un'altra, però ti amo lo stesso." lo contrabatto alterata.
Non può farmi sentire così.
Non può prima farmi sentire come la ragazza più felice del mondo, come se fossi sua e poi calpestarmi facendomi sentire una merda.
Non lo permetto a nessuno.
E ciò che sta succedendo ora nella mia gabbia toracica non sto qui a descriverlo.
Perchè è pietoso ed è orribile che una persona possa causare tanto male.
"Non era quello che intendevo. Quella ragazza, lei non ... non ricordo nemmeno il suo nome. La verità è che l'unica persona che vorrei baciare per il resto della mia vita sei tu." dice sicuro alzando lo sguardo.
Puntando i suoi occhi nei miei, cercando di cambiare il mio umore.
No, non finirà così stavolta.
Non finirà con un abbraccio e un bacio.
"Belle parole davvero, mi sto commuovendo. Ma non intendo essere presa per il culo ulteriormente."
Se è davvero un puttaniere del genere preferisco farla finita qui.
Ora che questo sentimento tanto nominato sta nascendo.
Prima che si tramuti in qualcosa di serio, qualcosa di irrimediabile.
"Non ti sto prendendo per il culo, giuro. Io credo di amarti."
Appena sento quella parola.
Quel verbo che non ho nemmeno il coraggio di pronunciare.
Sento il fumo uscirmi dalle orecchie e la rabbia salire.
"Credi di amarmi? Si? E credi anche di essere un'emerita testa di cazzo? Perchè io lo credo."
Non se la caverà cercando di fregarmi con parole dolci e carezze.
Si avvicina un pò e faccio un grande passo indietro.
"Perchè stiamo litigando scusa? Io non sono neanche la tua fidanzata, io non sono nessuno." dico per poi spingerlo e correre fuori dalla sua stanza.
Dalla sua casa e dalla sua vita.
Vaffanculo Bieber.
VAFFANCULO.





HOLAA :3
Come mi piacciono le scene litigiose njdfbefvb.
Se fosse per me passerebbero tutto il tempo a litigare.(?)
Hope you like it :3

 

 

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Capitolo 17
*** Ti prego. ***


In che cazzo di guaio mi sono cacciata?
Abito a casa della persona che odiavo di più al mondo, finchè non mi sono accorta di provare qualcosa di diverso e lui mi ha'tradita'.
Si può dire tradita?
No perchè non sono nemmeno la sua ragazza quindi non può avermi tradito.
Dice di provare qualcosa, ma se fosse una bugia?
E se fosse reale allora potrei 'tradirlo' anch'io no?
Solo che io non sono capace di fare la puttana.
Entro in casa cercando di cancellare tutto dai miei pensieri.
Lo vedo sdraiato sul divano.
Si gira a guardarmi con aria di sufficienza e poi ritorna alla tv.
Non t'importa? Occhei, nemmeno a me.
Salgo nella SUA stanza.
Perchè tutte le sfortune a me, PERCHE'?
Non potevo farmi gli affari miei e non calcolarlo piu?
Non potevo respingerlo ogni volta che voleva baciarmi?
Non potevo darmi un pugno nello stomaco ogni volta che sentivo quelle fottute emozioni?
Non potevo, perchè mi sentivo bene.
Ma ora è uno schifo.
Può un sentimento così bello trasformarsi e diventare così orribile?
Può una leggiadra farfalla diventare uno scarafaggio?
Evidentemente si.
Perchè stavo così male che potevo scoppiare in un pianto da un momento all'altro.
E ciò non accade mai perchè preferisco morire dentro che cacciare tutto e sentirmi vuota.
E' strano.
Perchè quando stai male qualcosa senti, mentre quando cacci tutto con un pianto dopo ti senti inutile.
Ti senti così vuota che non comprendi neanche il perchè stavi piangendo.
E fa ancora più schifo.
Che cazzo di situazione del cazzo.
Ho voglia di andare da Mark e dirgli tutto, sfogarmi con lui.
Ma non posso perchè se lui viene a sapere tutto questo Bieber è morto.
E quindi sono costretta a stare nella stanza di Bieber a morire silenziosamente (?)
Fanculo.






Scendo per la cena, dopo essere stata chiamata mille volte da mia madre.
E' maleducazione, lo so.
Non sono a casa mia, non posso fare quello che voglio.
Entro in cucina e vedo mia madre accanto a Pattie.
L'unico posto libero è accanto a Bieber.
No davvero, grazie mamma.
Si vede che mi vuoi bene.
Mi siedo spostando piano la sedia, abbastanza lontano da lui.
Vedo Pattie guardarmi strano , come a dire ' che sta succedendo?'
Discrezione Allyson, ci vuole discrezione.
Sento la mano di Justin posarsi sul mio ginocchio e salto ,letteralmente, sulla sedia.
"Allyson che succede?" chiede mia madre.
Tossisco e lancio uno sguardo a Bieber che mi guarda con la sua aria da angioletto innocente.
"Niente, ho sentito qualcosa sotto al tavolo e mi sono spaventata." e così cancello ogni pensiero.
Metto la mano su quella di Bieber e gli do un pizzicotto.
Uno di quelli piccoli, che fanno un male cane.
Infatti lo vedo togliere la mano e trattenere un urlo.
"Voi due siete strani stasera." commenta Pattie preoccupata.
Ad essere strana lo sono sempre.
E' lui che non è normale.
Rido per stemperare la tensione e guardo Pattie facendogli capire che non deve preoccuparsi.
Ci manca solo che lei venga a sapere di tutto sto casino.
Guardo il mio piatto vuoto e mi alzo poggiandolo nel lavabo.
"Sai Ally ho trovato un lavoro." se ne esce mia mamma.
"Davvero?" chiedo senza parole.
Che voleva dire questo?
Voleva dire che presto saremmo tornate a casa.
E non avrei più dovuto sopportare la presenza di Bieber.
"Certo, faccio la domestica a casa di una persona ma sempre meglio di niente." dice tranquilla.
"Ma scherzi? quando avevi intenzione di dirmelo?" dico andandola ad abbracciare.
"Sei così felice di andare via, Allyson?" chiede Bieber provocandomi.
"Sono felice di poter tornare a casa mia, così non daremo più un peso a Pattie." dico guardandolo male e poi girandomi verso Pattie sorridendo.
"Oh non siete un peso per me." dice ridendo.
Sparecchiamo la tavola finchè ognuno non va nella sua stanza.
Ovviamente Bieber è inchiodato al divano.
Scendo in cucina per bere un sorso d'acqua e me lo ritrovo sulla porta che mi fissa.
Lo ignoro mettendo il bicchiere a posto e sorpassandolo.
Mi ferma afferrando il mio polso e tirandomi all'indietro, davanti a lui.
Non una parola.
Lo fronteggio con lo sguardo.
Vorrei che capisse cosa mi sta facendo.
Vorrei guardarlo e sorridere.
Perchè è capace di tirarmi un sorriso anche dopo tutto questo.
E' serio.
La mascella contratta e le mani strette a pugno.
Non si accorge di stare stringendo il mio polso,di farmi male.
Mi sta facendo capire inconsapevolmente quanto sia arrabbiato.
Quanto sia frustato da tutta questa storia.
Ma la colpa non è mia.
O forse si, non dovevo permettere che mi si avvicinasse così.
"Ti prego, ascoltami." sento la sua voce.
Sussurra ed è senza fiato.
Faccio un cenno col capo come ad acconsentire.
Voglio proprio vedere cosa mi tira fuori.
Mi lascia il polso acchiappando subito la mia mano, intrecciandola con la sua.
Respira a fondo e guarda a terra per poi puntare di nuovo i suoi occhi nei miei.
"Domani parto per un tour mondiale." dice tutto d'un colpo.
Cos'è Bieber vuoi propormi una relazione a distanza?
Dopo quello che hai fatto?
"Quindi?" chiedo a mia volta.
Non lo vedo sorpreso dalla mia reazione.
"Quindi volevo chiarire con te e se era possibile...farti...venire."
BOOOOM.
Eccola la vera sorpresa.
In un attimo sento la terra mancarmi sotto ai piedi.
Andare con lui?
Lasciare tutta la mia vita per andare on the road?
Viaggiare per il mondo al suo fianco?
O MIO DIO.
"No-non posso." dico subito.
La voce mi trema come le mani.
Sento la sua stringere la mia, quasi a darmi forza.
Guardo a terra, a sinistra, a destra.
"Perchè?" chiede subito con aria delusa.
"Perchè non posso mollare la mia vita, mia madre per viaggiare per il mondo con te." dico puntando i suoi occhi.
Devo stare calma.
Devo fargli capire che non c'è nessuna possibilità che io parta con lui.
Nessuna.
"Ho sbagliato, lo so. Ti ho tradita e me ne pento, lo giuro. Tu sei l'unica che vorrei con me in questo viaggio. Ti prego non dirmi di no. Ho bisogno di te."
Ho bisogno di te.
Le sue parole mi rimbombano dentro come un eco.
Lui ha bisogno di me.
Lui vuole me.
"Ti prego." sussurra stringendo gli occhi e la presa sulla mia mano.
Cazzo.
Che diavolo è sta voglia improvvisa di buttarmi tra le sue braccia e partire con lui?
Lo guardo mentre è ancora ad occhi chiusi.
Ne apre uno piano e poi lo richiude velocemente.
Perchè deve essere così dannatamente adorabile?
Per questo lo odio.
E' capace di convincerti solo con uno sguardo o un sorriso.
O in questo caso con il suo faccino dolce.
Ad un tratto il mio sguardo si posa sulle sue labbra.
No Allyson,non ora.
Non puoi pensare di dargli un bacio ora.
Quelle sue labbra piene e mezze schiuse sarebbero una tentazione per chiunque.
Ed io sono più che sensibile a lui.
Mi avvicino piano,senza farmi sentire.
Mi avvicino così tanto da sentire il suo respiro scivolarmi tra le labbra, entrarmi dentro, sconvolgere ogni cosa.
Perchè diavolo l'hai fatto?
Perchè diavolo hai baciato quella bionda?
Perchè dovevi rovinare tutto?
Dannata voglia di assaporare le sue labbra vai via.
Non devo farlo, non ora.
Potrebbe fraintendere tutto.
Eppure sono così masochista da arrivare a sfiorarle, a sentirlo così vicino.
Apre gli occhi di colpo, sgranandoli.
Appena si accorge di me mi blocca lì.
Si incatena ai miei fianchi e mi stringe.
Fa sfiorare di nuovo le mie labbra con le sue.
Io sono in trans, come uno zombie.
Non so che fare, non so che pensare.
Sento solo scintille e lo stomaco sottosopra.
Si avvicina un pò e poi si distanzia e così via.
E' come baciarlo senza mai toccare davvero le sue labbra.
E' come prenderlo e perderlo in un attimo, in un battito di ciglia.
Finchè non fa toccare davvero le sue labbra con le mie.
E lì non si risparmia.
Le assapora con foga, mordendole, leccandole.
Si sta comportando come se aspettasse questo momento da tempo.
Come se fosse senza ossigeno ormai e non può farne a meno.
Mi lascio andare a tutte quelle strane emozioni che mi balzano dentro.
Mi lascio andare a lui che oramai mi bacia senza darmi aria.
Sento il suo sapore entrarmi dentro dopo tanto tempo.
Ed è lì che reagisco rispondendo.
Le mie mani, di nuovo tra i suoi capelli.
Le sue mani, di nuovo sotto la mia maglia, a contatto con la mia schiena.
La sua lingua di nuovo a giocare con la mia.
Lui in tutto e per tutto ,di nuovo mio.
Le nostre vite, le nostre anime, i nostri cuori, di nuovo uniti, intrecciati, incatenati per attimi indecifrabili.
Porre fine a quel bacio era come un sacrilegio, ma dovevamo pur prendere aria.
Sentire il suo respiro affannato sulle mie labbra umide del suo sapore era come un invito.
Un invito a fargli perdere la testa, a baciarlo continuamente senza sosta.
Mi tuffo di nuovo sulle sue labbra lasciandolo senza fiato.
E' una soddisfazione sentirlo così sensibile a me.
Alle mie mani che gli massaggiano la testa.
Al mio corpo così vicino al suo.
Alle mie labbra incatenate alle sue.
Sta morendo,impazzendo tre le mie mani,sulle mie labbra.
Ed io con lui.
Perchè e' capace di farmi impazzire, totalmente.



Hola.
Ciao ragazze. :3
Vi prego non tiratemi niente dietro, voglio essere intera per continuare a scrivere.
Lo so che non aggiorno da tempo e non riesco proprio a farmi perdonare.
Ma stavolta non è colpa della mia pigrizia.
E' colpa di mia madre che si è impossessata del mio pc per giocare ai merdosi giochi di facebook çç
Spero di aggiornare più velocemente e spero vi piaccia questa piccola merdina sopra.
Grazie a te che vuoi recensire.
Alla prossima (?)
Love ya.

 

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Capitolo 18
*** Tu mi farai impazzire. ***


Apro gli occhi e sento un grande calore attorno a me.
Subito realizzo che è domenica.
Poi comincio a guardare realmente cosa ho attorno a me.
Un soffitto bianco.
Sposto lo sguardo a destra.
Lo schienale del divano.
LO SCHIENALE DEL DIVANO? WTF?
Subito mi giro verso sinistra e mi scontro con qualcosa.
Dio che male alla testa.
Mi alzo un pò tenendomi la testa e vedo Justin a terra nella mia stessa posizione.
Di colpo mi viene in mente cos'è successo ieri sera.
Dopo quei baci siamo finiti sul divano dove stavamo per fare l'amore.
Ma che diavolo!
Basta un bacio che si scatena un putiferio.
Ecco cosa vuol dire convivere con Bieber.
Baci,pericolo e testate.
Fortunatamente non è successo nulla.
Ma non ricordo il perchè ho dormito di fianco a lui, sul divano quando avevo un comodo letto su in camera sua.
"Che bel buongiorno eh!" si lamenta alzandosi.
Si siede accanto a me sul divano e mi abbraccia.
O meglio si azzecca tipo colla e sorride in modo ebete.
CHE DIAVOLO E' SUCCESSO IERI CHE IO NON RICORDO?
"Bieber come mai tutta questa confidenza?" chiedo ironica tra le sue braccia.
Davvero non capisco tutto questo sorridere ed essere felice.
Io sono ancora in collera con lui, dopotutto.
"Mi hai baciato, abbiamo dormito insieme e ora non posso nemmeno abbracciarti?" chiede lui stranito.
Ebbè il ragionamento non fa una piega.
"Si ti ho baciato e poi?" chiedo sospettosa.
Voglio capire cosa non ricordo, perchè per lui è importante.
"Stavamo per spingerci oltre ma non è accaduto." dice come se fosse ovvio.
Certo, c'ero anch'io fino a quel punto.
"Poi?" chiedo ancora.
Ti prego dimmi cosa ti ho detto o cosa ho fatto.
"Ma cos'è non ti ricordi?" chiede poi lui mettendomi una mano sulla fronte.
La levo guardandolo male.
Che diavolo centra la memoria con la mia fronte?
Non ho mica la febbre da delirio!
Occhei, calma.
"Ti dico la verità. Non mi ricordo, dimmi che è successo." mi confesso avvilita.
Dio che odio.
E' stato capace di farmi dimenticare cosa ho fatto.
"Mi hai detto che saresti venuta in tour." dice sorridendo raggiante.
Che cosa ho fatto?
"E poi hai detto di amarmi. O meglio l'hai sussurrato nel sonno." dice poi soddisfatto di se stesso.
Promemoria: Non dormire mai più con Bieber.
Posso uccidermi? Prometto che non darò fastidio a nessuno.
Non sporcherò la stanza, ne urlerò per il dolore.
"Dimmi che non è vero." mormoro poi mettendomi le mani sul viso.
Nascondendomi per la vergogna.
"Ah no, è verissimo." dice sorridendo ancora.
Che diamine c'è da sorridere me lo spieghi?
Si avvicina al mio orecchio.
"Hai sussurrato 'Ti amo Justin' e poi hai sorriso e mi hai stretto forte." sussurra .
Sento il suo respiro sul collo e rabbrividisco.
Lo fa apposta, il bastardo.
Sento un calore invadermi completamente.
"E che hai fatto quando mi hai sentito?" chiedo poi curiosa, aggrappandomi all'ultimo filo di orgoglio rimasto in me.
"Ti ho detto una cosa, anche se dormivi. Ma sicuro non te la ricordi e non te la ripeto." dice incrociando le braccia a mo' di bimbo capriccioso.
Ora fa anche il cretino, andiamo bene.
"Sei un bastardo. Dai dimmi che mi hai detto e ti faccio un regalo." cerco di convincerlo.
Mi guarda di sottecchi e sorride furbo.
"Che tipo di regalo?" chiede poi rimanendo in quella posizione.
"Non posso dirtelo, sappi solo che ti piacerà." dico rimanendo sul vago.
Ovviamente non avevo idea di che regalo gli avrei fatto.
Ma non sapevo nemmeno SE gliel'avrei fatto.
Sono una tipa crudele io.
Lo vedo sistemarsi meglio contro di me.
Si avvicina al mio orecchio e mi morde il lobo.
"Ti ho detto 'Piccola anch'io ti amo, ma non lo saprai mai perchè stai dormendo.' e ti ho dato un bacio." sussurra poi in modo sensuale.
Si avvicina al mio collo e comincia piano a riempirlo di baci.
Ha detto che mi ama?
Lui?
Ommiodio.
Sono pietrificata con lui sul mio collo e la sua voce nella mia testa.
Anch'io ti amo
Anch'io ti amo
Anch'io ti amo

MERDA MERDA MERDA
Prendo il suo viso e lo alzo in modo da guardarlo negli occhi.
Mi guarda seccato perchè l'ho interrotto.
"Dillo di nuovo." dico ad occhi sgranati, senza fiato.
Sogghigna fiero di cosa mi sta procurando con due semplici parole.
"Voglio il mio regalo." sbotta poi ad un centimetro dal mio viso.
Rido a quella sua affermazione.
Rido eppure sono ancora tesa come una corda di violino.
"Dillo di nuovo." gli ordino quasi.
Lui fa un grande sospiro chiudendo gli occhi.
"Io ti amo Williams. Questa è la realtà. Per me non esiste nessun'altra, ci sei tu e le emozioni che mi provochi." dice aprendo gli occhi di scatto.
L'ha detto in un modo così dolce, sorridendo a tratti e imbarazzandosi.
Come si fa a non amare uno così?
Stavolta sorrido io ebete.
"Davvero?" chiedo illuminandomi.
"Davvero,davvero." sussurra poi sorridendo anche lui.
Sono la ragazza più felice della terra.
Gli butto le braccia al collo abbracciandolo.
Lo stringo forte scaricando tutta la tensione accumulata in questi giorni.
"Ehi ehi ehi non mi soffocare. Già mi vuoi uccidere?" dice ridendo.
Eppure anche lui mi sta stringendo forte.
Lo guardo negli occhi seria.
Chi sei? E cosa mi hai fatto?
Ragazzo mi sento al settimo cielo solo per un tuo sorriso o per un tuo tocco.
Smettila di essere così dannatamente adorabile.
Sorride guardandomi.
"Posso avere il mio regalo ora?" sussurra.
"Certo Bieber." sussurro euforica.
Mi avvicino alle sue labbra lasciandogli un bacio a stampo.
Poi scendo a torturare il suo collo.
E' la prima volta che sono così intraprendente.
Gli lascio baci su ogni centimetro di pelle, ricoprendo interamente il suo collo.
Arrivo all'incavo tra la mascella e il collo e gli lascio un morso.
Ho sempre amato quel punto, non c'è un motivo.
E' una cosa insensata ed anche parecchio strana.
"Amo questo punto." sussurro guardandolo.
Ha gli occhi chiusi, la bocca mezza aperta.
Si sta godendo il suo regalo.
Nessun ragazzo si era mai sottomesso così a me.
Nessun ragazzo si era lasciato andare tra le mie mani, sotto il mio sguardo.
Ma lui è diverso, avrei dovuto capirlo fin da subito.
Continuo la mia tortura arrivando fino al mento e scendendo giù, arrivando al suo pomo d'adamo.
"Tu mi farai impazzire." si lascia scappare.
Deglutisce e si sistema meglio sul divano.
"Oh si, ti farò impazzire." sussurro sensuale al suo orecchio.
Voglio vederlo sciogliersi sotto le mie attenzioni.
Perchè e' una soddisfazione vederlo così preso da me.
Ma non voglio viziarlo troppo.
Gli lascio un morso sul pomo d'adamo e subito dopo un bacio.
Termino così la mia opera limitandomi ad osservare la sua espressione di estasi.
"Già è finito? Come sei breve." si lamenta poi aprendo gli occhi.
"Ehi, non ti voglio viziare. Non te lo meriti." dico poi tirando fuori di nuovo quella storia.
"Ancora non mi hai perdonato?" chiede guardandomi.
Cosa sono un automa? Io non perdono così facilmente cocco.
Faccio no con la testa.
Mi sono lasciata andare a tutte queste coccole, è vero.
Era da tanto che non mi sentivo così bene e ne avevo realmente bisogno.
Ma non si cancella il passato.
"Come devo fare per farmi perdonare?" chiede quasi sbuffando.
"Devi semplicemente amarmi mollando il tuo essere puttaniere nella spazzatura." dico.
Davvero mi basta questo?
Non so cosa dico, parlo senza pensare.
Eppure sono felice perchè lui ha detto di amarmi.
Io sono al centro dei suoi pensieri.
Io sono al centro del suo cuore.
Io e nessun'altro.
Forse quel noi non è poi così impossibile.





Mi abbasso a guardare nel forno e poi mi alzo sbuffando.
Ho preparato una torta che ora sta cuocendo.
Spero sia almeno commestibile.
Voglio dedicarmi ad altro, non voglio pensare a Justin e alla sua partenza.
Parte stasera e vuole assolutamente che vada con lui.
Non credo lo farò.
Quando ci penso sento un vuoto allo stomaco.
Mi mancherà,purtroppo.
Ma non posso seguirlo ovunque vada.
Sento delle braccia avvolgermi e un calore dietro la schiena.
"Che fai?" un sussurro al mio orecchio.
Milioni di brividi.
Poggio la testa sulla sua spalla e lo guardo.
E' felice, sorride.
Crede che andrò con lui.
"Justin io non partirò con te." dico schietta esternando i miei pensieri.
Il suo sorriso si spegne e subito mi pento di ciò che ho detto.
"Occhei." sussurra avvilito stringendomi forte.
Mi molla subito dopo uscendo dalla cucina.
Che cazzo fai Allyson?
Sei una stupida!
Subito lo raggiungo aggrappandomi alle sue spalle.
Dio, quanto è alto.
Sono in punta di piedi e a stento riesco a congiungere le mani.
"Scusami." mugolo piena di risentimento.
L'idea di continuare a vederlo tutti i giorni, addormentarmi e svegliarmi con lui, vederlo sorridere ogni giorno mi sta allettando.
Eppure mi blocca l'idea di mia madre qui da sola.
Non posso lasciarla per seguire il mio sorriso.
"Io ho paura a lasciare mia madre da sola. Giuro che ti seguirei in capo al mondo. Ma ora proprio non posso." sussurro di nuovo.
Prende le mie mani e mi tira a cavalcioni sulla sua schiena.
Non ho neanche il tempo di realizzare che corre per tutta la casa urlando.
Comincio a ridere aggrappandomi di più a lui per non cadere.
Poi sale le scale ed arriva alla stanza degli ospiti dove c'è mia mamma intenta a mettere apposto i vestiti insieme a Pattie.
Appena entriamo ci guardano e ridono.
"Posso portarmi Allyson in tour?" urla poi e mi viene un colpo.
"Se vuole venire." dice mia mamma.
"Occhei, allora viene." decreta Justin uscendo dalla stanza.
Ricomincia ad urlare e a correre.
Finchè non cade e ci ritroviamo sul divano.
Io sotto e lui sopra di schiena.
Si gira tranquillo e mi fissa.
"Ti schiaccio?" chiede poi.
Faccio cenno di no con la testa.
Sorride e mi bacia il naso.
Non capisco più niente.
In questo caso anche se gli urlassi di no lui mi porterebbe con lui.
Senza ma ne però.
"Justin io..." sussurro cercando di spiegarmi.
"Shh" mi zittisce.
"Deciderai tu se venire o no. Sappi che comunque tua madre è d'accordo. Ed ora lasciami passare questo tempo assieme a te." sussurra dolce.
Lo abbraccio e mi lascia un bacio a fior di labbra.
"Però se fate ste cose in tour Allyson non viene." sento mia madre ridere sulle scale.
Mi irrigidisco e mi alzo di scatto buttando Justin a terra.
Il cuore mi batte all'impazzata per lo spavento.
Justin si alza e si ributta su di me, incurante del fatto che mia madre e sua madre ci stiano guardando.
"Ma guardali non sono carini?" sento la voce di Pattie.
Justin ridacchia e si sistema su di me.
Dio che vergogna.
E questo cazzone non se ne frega.
"Tranquilla, lo sapevano già da tempo." sussurra poi al mio orecchio.
Sgrano gli occhi sorpresa.
"Come già da tempo?" urlo quasi.
"Shh, io racconto tutto a mia mamma." sussura ridacchiando.
Ora basta co sti shh.
Io parlo quanto voglio coglione.
"Smettila di dire shh, mi innervosisci." dico poi aggrottando le sopracciglia.
Lui ride e comincia a farlo ininterrottamente.
Cazzo che fastidio.
"Devi mandarti a fanculo?" gli chiedo.
Fa cenno di no con la testa e mi lecca il naso.
E' un naso non un gelato!
"Ally ma la torta è pronta?" urla mia madre dalla cucina.
O cazzo la torta.
Mi alzo di nuovo di scatto buttando, di nuovo, Justin a terra.
Mi precipito nel forno e tiro fuori la torta.
"Occhei stasera tutti in ospedale." sento Justin entrare in cucina.
Fa lo spiritoso?
E' cotta per essere cotta.
Ma è leggermente bruciata al lato superiore.
E al lato inferiore.
E ai lati.
Però tagliando e guardando all'interno si vede che è solo esterna la bruciatura.
"Basta sbucciarla ed è buona." dichiaro.
Come una mela, insomma.
Justin mi abbraccia di nuovo da dietro dandomi un bacio sulla guancia.
Sento le guance farsi bollenti.
Faccio finta di niente e continuo a tagliare la torta cercando di 'sbucciarla'.
Combino un disastro.
Quel cretino lo sta facendo apposta.
Cammino fino al mobile per prendere i piattini.
Justin non si stacca e cammina dietro di me.
Il suo modo di camminare stile pinguino lo aiuta.
Sento mia madre ridere.
"Ti slacci?" gli urlo poi.
"No, sono la tua ombra." dice con una faccia da schiaffi.


CIAO :3
Ho spostato il rating su arancione perchè non c'è nulla di così sconcertante da essere rosso.
Nient'altro da dire. :3
Spero vi sia piaciuto.
I'm done.
-Runaway

 

 

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Capitolo 19
*** Sei un emozione continua ragazzo. ***


 Il sole sta tramontando lasciando scie arancioni per tutto il cielo.
E si avvicina la partenza di Bieber.
Potrei partire con lui, come no.
Sarebbe masochismo puro,non partire intendo.
E allora perchè non preparo la valigia e vado con lui?
Che cazzo ho qui da perdere?
Mia madre,forse.
Abbiamo parlato.
Mi ha detto "Tranquilla, starò qui con Pattie finchè non tornerai."
Se non è lei cosa mi trattiene qui?
Mi alzo dal divano e mi dirigo nella mia camera.
O meglio, la camera di Justin.
Apro l'armadio e il cassetto dove tengo tutti i miei vestiti.
Mi fermo lì a pensare.
Lo faccio?
Prendo freneticamente la valigia da sotto al letto e ci butto dentro tutto.
Chiudo il cassetto e rimango bloccata davanti ad una felpa appesa.
E' a tinta unita, viola.
Semplice, senza disegnini nè cazzate varie.
La prendo e la ficco nella valigia insieme alle mie cose.
Chiudo la valigia e la rimetto sotto al letto.





Vedo Justin scendere con la sua valigia e posarla davanti alla porta.
Si gira a guardarmi e sorride.
Il suo sorriso scema quando vede la mia espressione seria.
Mi si avvicina e si siede accanto a me.
Appoggia la testa sulla mia spalla.
"Mi mancherai." sussurra.
Mi giro a guardarlo e vedo che ha gli occhi chiusi.
Prendo ad accarezzargli i capelli con le dita.
Sorrido pensando alla sua faccia quando glielo dirò.
E' cambiato tanto da quando l'ho conosciuto su quella spiaggia.
Ha buttato via il suo lato da duro, il suo guscio dove tutto scivolava.
Si è rivelato un cucciolone in realtà.
E' sempre lì a sorridere, sempre lì pronto ad abbracciare, sempre lì.
"Mi canti qualcosa?" gli chiedo sussurrando anch'io.
Ormai siamo così idioti da sussurrare anche quando siamo soli.
Eppure rende l'atmosfera leggera, come se si avesse paura di fare rumore.
Alza la testa e mi sorride.
Prende la chitarra riposta accanto alla valigia e si risiede accanto a me.

"Now you see girl,you ain’t gotta say nothing.
Your lips are callin me like they wanna do something.

I feel like it gettin straight with the things we make.
A little kisses are definately if i have a feel a thing.

See you a couple times, had a couple conversations.
That you have been on my mind, that a couple observations.

Like you were by a chance,you could be my chick.
Play by the rules you be here when i get..

To keep it quiet,keep it on my heart.
And when we do keep it just between us.

I don’t want to see tweet about JB,
cause only people that you know was you and me so.

Baby, I know that you cool with rockin with me.
But I can’t have you tellin everybody you got me
all kissin with your lips like this.

So tell me, tell me how you gonna kiss,
kiss and tell, tell me how your gonna kiss,
kiss and tell.
Tell me how your gonna kiss me then tell everybody
you got me kissing with your lips girl,all you gonna
kiss and tell."

termina sorridendo.
La sua voce è... WOW.
Seriamente.
Non ho mai sentito niente di più melodioso.
Il cuore quasi vuole uscire.
"E'...bellissima." sussurro.
Ho gli occhi velati dalle prime lacrime di commozione.
Che diavolo mi hai fatto con la tua voce,ragazzo?
Non riesco a capire cosa provo perchè ormai le emozioni si stanno mescolando.
Si fondono tra loro dando vita a sorrisi ebeti e batticuori insensati.
Dando vita a brividi infiniti.
O semplicemente non ti fanno sentire più le gambe, ti fanno tremare le mani e la voce.
Ti fanno uscire lacrime nascoste che mai avresti immaginato di cacciare.
Rimango ferma , immersa nei suoi occhi.
Un banale castano chiaro che cambia tonalità in base alla luce.
Riemergendo dal mare di emozioni che mi attraversa e prendendo un pò d'aria.
Lasciando che lui mi attraversi col suo sguardo.
Che mi traffiga il cuore col suo sorriso.
Sul serio che diavolo mi hai fatto?
Che sono questi pensieri sdolcinati e pieni d'amore?
Non sono da me, assolutamente.
Sorrido cercando di riprendermi dallo sbandamento.
SEI UN EMOZIONE CONTINUA RAGAZZO.
"Dimmi che verrai con me." dice poi senza staccare gli occhi da me.
"Che verrai con me." dico per poi scoppiare a ridere.
Sono davvero brava a rovinare i momenti romantici, oh si.
Ridacchia anche lui.
"Eddai, dico sul serio." dice per poi avvicinarsi.
Prende la mia mano tra le sue.
Un grande calore mi attraversa facendomi avvampare.
Scintille al contatto con la sua pelle.
"Ho bisogno di te." sussurra poi.
 

 
 PONSCI PONSCI PO PO PO.
Ti piace vincere facile? (?)
Hello everybody! Sono una frana, lo so çwç
E' tardissimissimo D:
Spero che vi piaccia sinceramente, ho lasciato ancora
un pò in sospeso la partenza.
Voglio un capitolo come si deve per quella u.u
Spero vi sia piaciuto :)
Grazie a tutte.
Pace&amore.
-Runaway.  

 

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Capitolo 20
*** Sei bella, ma io lo sono di più. ***


Sono su, tra le nuvole bianche e soffici.
L'aereo è appena decollato.
Sorrido guardando Justin.
Si è addormentato già e sta attaccato all'oblo dell'aereo.
Ha la bocca mezza schiusa e caccia un sospiro ogni tanto.
Ha un modo così tenero di russare, così imparagonabile rispetto a quello di mia madre.
Mi sale una sensazione strana.
Dallo stomaco fino ad arrivare a quell'organo rinchiuso nella gabbia toracica.
Gli accarezzo il dorso della mano ,abbandonata sul bracciolo.
Mi appoggio meglio allo schienale della mia poltroncina e chiudo gli occhi.
Stiamo andando a New York.
Da lì viaggeremo su un tour bus.
Non si sa quanti mesi durerà questa cosa.
So solo che dovrò farci l'abitudine perchè capiterà sempre più spesso.
Sospiro continuando ad accarezzare la mano di Justin.
Ripercorrendo attimi dell'ultima volta che ho preso l'aereo.
Ripercorrendo mentalmente l'incidente e tutto il resto accaduto dopo.
Lo sento girare la mano e stringere la mia carezzando il dorso col pollice.
Sorrido ancora con gli occhi chiusi.
Un movimento ed eccolo appoggiato alla mia spalla.
Avvinghiato al mio braccio.
L'adrenalina mi scoppia al centro esatto del petto.
Facendo dei suoi cocci ,brividi lungo la schiena.
"Siamo arrivati?"chiede mugugnando.
"Justin siamo appena partiti." esclamo ridacchiando.
Si alza dalla mia spalla e mi guarda con aria assonnata.
Mi sorride dolce.
"Sei bella." dice pensieroso mentre scruta il mio viso.
Una vampata di calore mi attraversa.
Sorride vedendo cosa riesce a procurarmi con due semplici parole.
Si avvicina al mio viso e mi stampa un bacio sulla guancia.
Vorrei urlare 'non è vero' ma poi si aprirebbe una discussione interminabile.
Così sto zitta e lo fisso.
"Ma io lo sono di più." esclama prendendo il cellulare da una tasca.
Ridacchio.
"Modesto il ragazzo."








Scendiamo dall'aereo dirigendoci verso l'uscita dell'aereoporto.
Troviamo un uomo alto, scuro di pelle.
Un 'omone'.
"Kenny!" urla Justin appena lo vede.
Corre tra le sue enormi braccia e vi rimane intrappolato all'interno.
Rido di fronte a quella scena.
"Lei è la mia ragazza,Allyson."
Momento, momento, momento.
Ha detto ragazza, si?
Mi sta prendendo un infarto.
Sgrano gli occhi sentendo un enorme colpo al cuore.
"Fai conquiste eh!" esclama Kenny.
Justin alza le spalle sorridendo.
Sorrido anch'io quasi automaticamente.
"Piacere." ci scambiamo una stretta di mano ed un sorriso.
Ci dirigiamo verso un bus tutto blu.
Entriamo e rimango senza parole.
E' una casa incastrata in un pulman.
Vedo Justin buttarsi sul divano incurante di tutto.
Segno che già ha fatto un tour e già conosce il bus.
Kenny si mette alla guida e in meno di un secondo siamo in strada.
Guardo Justin, ha gli occhi chiusi e sembra rilassato.
Non voglio scomodarlo chiedendogli di vedere il bus.
Così vado io in avanscoperta.
Apro l'unica porta che c'è.
Una camera con letto matrimoniale, doccia e una porta per il bagno.
Rimango sbalordita dal lusso di questa stanza.
Chissà quanto avrà speso solo per il bus, figuriamoci per il tour.
Rimango lì davanti a contemplarla finchè non sento delle braccia cingermi i fianchi.
Sento la schiena tozzare contro il suo petto e il rumore della porta che si chiude.
"Che volevi fare qui senza di me?" sussurra al mio orecchio.
"Curiosare." sussurro di rimando.
Si stacca da me stendendosi sul letto ed invitandomi a fare lo stesso.
Così mi stendo accanto a lui.
Acciuffa subito la mia mano chiudendola nella sua.
"Grazie per essere venuta." sussurra per poi sorridere.
"Mi saresti mancato troppo poi." dico senza pensare..
I capelli gli ricadono sulla fronte ricamando sul suo viso un'espressione buffa.
"Mi manchi anche ora." sussurra impuntando i suoi occhi nei miei.
La scarsa luce della stanza li rende più scuri e misteriosi.
Mi avvicino un pò di più appoggiando la testa sul suo petto.
"Sono qui." sussurro per dargli sicurezza.
Prontamente mi prende per il mento e mi fa alzare la testa.
"Io non intendevo questo."sussurra avvicinandosi.
Tremo al tocco delle sua labbra.
Sento il suo profumo farsi più forte.
Fa combaciare le nostre labbra, i nostri respiri.
La sua lingua accarezza la mia in un ritmo dolce.
Stringo forte la sua maglia, sono troppe le emozioni che mi rimbalzano dentro.
"Ti amo." sussurra.

 


CIAAAO(?)
SCUSATE,SCUSATE,SCUSATE çç
CHIEDO UMILMENTE PERDONO.(?)
E' corto, lo so.
E' passato tanto tempo, lo so.
Fa schifo, lo so.
Io so tutto!(?)
E' un periodo decisamente NO.
Non riesco ad esprimermi , non riesco a scrivere niente di abbastanza decente çwç
SCUSTE ANCORA.
Prometto(?) No, meglio che non prometto.
Bye.
-Runaway.


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Capitolo 21
*** Gnicchignacchi (?) ***


"Allora? Ancora niente gnicchignacchi?"
sento al voce di Mark dall'altro capo del telefono.
Che cazzo è sto gnicchignacchi?
Spero non quello che mi è parso di capire.
"Che cazzo è?" oddio finezza portami via.
Sento una risata metallica colpirmi le orecchie.
"Se è quello che ho capito io, no." dichiaro pensierosa.
Questo è l'unico momento libero della giornata in cui posso stare sola a parlare con Mark.
Ci sentiamo tutti i giorni all'una di notte.
Si lo so non è un'orario normale.
Solo che Bieber mi sta appiccicato tutto il giorno.
Non che io non gradisca, ma non ho il tempo di fare nulla.
Mi scarrozza in posti sconosciuti oppure mi tira sul divano del tour bus per fare una partita all'xbox.
In alternativa ci ritroviamo a fare una battaglia di cibo nella mini-cucina.
Insomma mi tiene sempre occupata e sorridente.
Mark non vuole perdersi nemmeno un particolare delle mie giornate insieme al mio quasi-fidanzato(?)
Sembra addirittura aver superato quell'infatuazione per me.
Si sente con una ragazza di nome Elisa.
E se gli fa del male, le spezzo quelle gambine magre che si ritrova.
Tanto per dire eh.
"Ancora no?" chiede sconcertato.
Conoscendo la natura di Bieber mi stupirei anch'io.
"No." dico sicura sfoggiando un sorriso soddisfatto.
Soddisfatto si, perchè Bieber innamorato non è come tutti gli altri ragazzi.
Nossignore.
E' una cosa orribilmente dolce e terribilmente appiccicosa.
Un marmocchio dicianovenne che ti si appiccica alla gamba e ti tira quando è geloso.
Sorrido solo a pensarci.
"Complimenti davvero. Ci vuole tanto per farglielo tenere nei pantaloni." sento di nuovo Mark ridere.
"Le cinture servono a qualcosa." dico ironica.
Ovviamente Bieber non fa un buon uso delle cinture visto che ogni santa volta i pantaloni quasi gli cadono.
E se glielo fai notare, lui si abbassa la maglia facendola diventare extralarge.
Un caso perso, insomma.
"Ho sonno, Mark."sussurro per poi sbadigliare.
Sto crollando, letteralmente.
Oggi ho dovuto sopportare un Bieber iperattivo e non mi sento al meglio,ecco.
Mi sembra di avere un figlio e non un fidanzato. lol
"Occhei, notte piccola." sussurra anche lui.
"Ti voglio bene." dico quasi vergognandomi.
"Anche io." la sua voce si addolcisce, segno che sta sorridendo.
Mi manca, tanto.
Premo la cornetta rossa e sospiro.
Sento un rumore di coperte.
Alzo lo sguardo e vedo Bieber sgusciare fuori dal letto e sedersi affianco a me, a terra.
"Chi è che vuoi bene?" chiede con aria assonnata.
Si sistema affondando più volte le mani nei capelli, tirandoseli su.
"Mark." dico sorridendo.
Aggrotta le sopracciglia con aria confusa.
"Ti senti con lui a quest'ora? Credevo fosse il tuo amante." dice con voce roca.
FERMI TUTTI... io ho un'amante?
"Si, beh sai che non sarebbe male come idea?" dico ridacchiando.
Si spiaccica contro la mia spalla avvolgendomi in un caldo abbraccio.
La sua pelle è bollente, segno che è ancora mezzo addormentato.
"Che idea?" chiede alzando lo sguardo.
I suoi occhi caldi e profondi mi assalgono.
"Quella dell'amante." dico per poi sorridere furba.
Fa una smorfia di disappunto e mi stritola tra le sue braccia.
"Tu sei mia." sussurra dandomi un bacio sulla spalla scoperta.
Un uragano si forma al centro del mio stomaco.
Sfrega il suo naso nello stesso punto, poi alza lo sguardo e mi sorride.
Sorrido anch'io incapace di fare altro.
Sono incapace di pensare, di spiaccicare parola davanti a questi gesti così inusuali.
Non l'ho mai visto tipo di dire certe cose, di fare certi discorsi.
Eppure lui è così.
E' una caramella all'anice con al centro un cuore di fragole(?)
Occhei,devo essere fusa per paragonarlo ad una caramella che nemmeno esiste.
So solo che mi fa sentire bene.








Apro gli occhi, scossa da un brivido di freddo.
Tasto intorno a me per cercare quel pezzo di cotone capace di riscaldarmi, ma non trovo nulla.
Rinuncio quasi subito.
Appena un nuovo brivido mi scuote apro di poco gli occhi incontrando la figura di un Bieber addormentato.
Abbraccia il cuscino ed è terribilmente tenero.
Sorrido.
Che bel risveglio direi.
Prendo la coperta e la tiro verso di me, così mi accascio di nuovo sul mio morbido cuscino.
Sento un mormorio e poi di nuovo freddo.
Quel cretino di Bieber si è rubato la coperta.
Mi alzo a sedere e lo guardo con aria di sfida.
Prendo la coperta e la tiro a me rimanendo a guardarlo.
Vedo Bieber che tasta intorno a se in cerca della coperta perduta(?)
Quando riesce ad acchiapparne un lembo, lo tira.
Io dall'altra parte non mollo la presa e nemmeno lui sembra deciso a perdere nonostante sia ancora ad occhi chiusi.
Mette giù un broncio prima di dare una forte strattonata.
E' così forte che tira anche me verso di lui.
Fanculo Bieber, voglio la mia coperta.
Mi alzo dalla sua schiena.
"FANCULO BIEBER." urlo stufa di quel gioco.
Lui si gira a pancia in su, squadrandomi.
"Buongiorno anche a te Williams." sorride sornione stiracchiandosi.
"Ma che buongiorno e buongiorno! Io muoio di freddo e tu ti rubi la coperta? ti sembra normale?" comincio a blaterare.
Lui disinteressato a ciò che dico si alza a sedere.
Poi inaspettatamente mi tira a se, zittendomi con un bacio.
"Sei isterica la mattina sai?" sussurra a poco da me.
Ridacchio e butto una mano tra i suoi capelli, scompigliandoli.
"Non rubarmi mai più la coperta o ti ritrovi col culo a terra." lo minaccio in un sussurro,allontanandomi.
Mi alzo dal letto e mi dirigo nella cucina.
Il mio stomaco reclama cibo.
Lo vedo alzarsi stile zombie dal letto ed attaccarsi a me.
Come ogni mattina.
Mi abbraccia ed io lo devo trascinare mentre mi preparo qualcosa.
Sento la portiera del tour bus aprirsi e una Pattie sorridente appare davanti ai miei occhi.
"Buongiorno ragazzi." saluta entrando.
"Buongiorno Pattie." le sorrido addentando un pezzo di pane ricoperto di nutella.
"Justin oggi hai un'intervista ed un meet. Niente d'impegnativo." dichiara.
Justin si stacca da me per poi attaccarsi alla mamma.
Allora non fa così solo con me!?
"Ti voglio giù tra dieci minuti occhei?" sento Pattie sussurrare.
Justin annuisce e le sorride.
Lo vedo adocchiare il pezzettino di pane nelle mie mani.
"E' mio." dico nascondendolo dietro la schiena.
Lui ridacchia avvicinandosi con fare minaccioso.
"E se ti dicessi che diventerà mio?" sussurra.
Indietreggio spaventata.
"E se ti dicessi che è già finito?"lo guardo con aria di sfida.
In un movimento fulmineo tiro fuori il pane e l'addento.
Fine, non ne è rimasto nemmeno una briciola.
Sgrana gli occhi sotto il mio sguardo soddisfatto.
"Che hai fatto?" dice sconvolto.
Sento Pattie ridere dietro di lui.
"Ho mangiato il 'tuo' pezzo di pane." dico ridacchiando.
Mi si fionda contro cominciando a farmi il solletico.
"Io vado, buona fortuna Ally!" dice Pattie andando via.
Ed anche lei mi abbandona al mio destino.

 SCIIIISCIAO (?)
Vi sono mancata? *occhioni dolci*
Che ne dite è troppo dolce Bieber?
Io me lo immagino così da fidanzato cjrbnfkg.
E' una cosa che mi fa sclerare.
I'm crazy (?)
Allola, grazie a tutte quelle che seguono questa noiosa storia aggiornata ogni morte di papa.
I love you <3
E visto che sono lecchina, passate nella mia nuova storiella? http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1023694&i=1
vnbrtgkntj Grazie mille se lo fate :3
Bye.
-Runaway.

 




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Capitolo 22
*** Carly. ***


Delle braccia mi cingono la vita e mi fanno sobbalzare.
"Ehi." sussurro girando il capo e trovandomi Justin che sorride.
Sono seduta a gambe incrociate sul letto a leggere un libro.
Poggia il viso sulla mia spalla, sbirciando cosa sto facendo.
Un dolce profumo riempe le mie narici.
La sua pelle è così morbida al contatto con la mia.
Chiudo il libro stando attenta a non perdere il segno grazie al mio segnalibro.
Mi giro poi completamente verso di lui, lasciando che l'abbraccio si sciolga.
Sorrido e lo guardo.
Il cuore mi si riempe di adrenalina.
Succede così ogni volta che incontro il suo sguardo.
Eppure anche ora con quel ciuffo biondo scompigliato, quel sorriso stanco, quel profumo di pulito e quegli occhi liquidi è adorabile.
Mi avvicino a lui cingendo le mani al suo collo e studiando ogni piccolo particolare del suo viso.
Dalle pagliuzze verdi nei suoi occhi, ai suoi numerosi nei e al suo sorriso sghembo.
Poggia una mano sul mio viso, facendomi tremare.
Come una bomba in attesa di esplodere, il mio cuore ticchettava in attesa di ciò che gli avrebbe permesso di scoppiare.
"So che sembra banale ormai, ma non posso fare a meno di ripetertelo ogni giorno, ogni minuto, ogni secondo che ti guardo." sussurra a poco da me, fissandomi negli occhi serio.
E' incredibile cosa possa farti un ragazzo.
Ti sconvolge completamente la vita.
Sconvolge completamente te stessa, facendoti scoprire emozioni mai vissute e facendoti cambiare.
Sembra incredibile quanto io ora sia attenta a tutto ciò che lo riguarda, tutto ciò che è lui in se.
E' incredibile il fatto che ami questi piccoli momenti d'intimità dove tutto sembra come stampato su un romanzo d'amore,quando prima al solo parlare di romanticismo mi veniva la nausea.
"Ti amo." dice poi sicuro, sorridendomi subito dopo.
Il ticchettio lascia lo spazio ad un boato infernale che sento solo io.
Un mare di emozioni mi investe come un'onda.
Si dirama in tutto il corpo, vibrando sulla pelle.
Sorrido incapace di rispondere o soltanto di spiccicare due parole messe bene in fila.
Mi avvicino di più dimezzando lo spazio tra noi.
Lascio che i nostri nasi si tocchino e prendo a giocarci facendoli scontrare.
"Per gli eschimesi noi ci stiamo baciando." sussurro poi presa da un girovagare di pensieri.
Il suo sguardo su di me mi causa una scarsa concentrazione.
Ridacchio rendendomi conto della cazzata che ho appena sparato.
"Io non sono un eschimese, tu lo sei?" chiede dolce come lo zucchero filato rosa dei luna park.
Quando siamo soli il suo tono si addolcisce sempre un pò facendomi sorridere ogni volta che apre bocca.
"No." rispondo continuando quel giochino stupido.
Mi ama, lo fa con tutto il cuore.
E questo non fa altro che rendermi felice.
"Peccato." sussurra poi sorridendo furbo ed avvicinandosi alle mie labbra.
Mi lascia un piccolo e casto bacio per poi sorridere felice.
"Sei il mio sorriso." sussurro poi fissando quei grandi occhioni nocciola.
Mi sento avvampare per la vergogna.
Mi risulta difficile dimostrare a parole ciò che provo, tanto che quando lo pronuncio suona stupido, sensa senso.
Vedo il suo sorriso diventare più ampio ed una luce spuntare nei suoi occhi.
Resterei per sempre così, su questo letto a scambiarci carezze, baci e parole dolci.
Perchè nulla è più perfetto del momento in cui i nostri sguardi si incontrano e tutto il resto scompare.




Qualcuno bussa alla porta facendomi sobbalzare.
La stanza è nel buio più assoluto.
Sento un braccio cingermi, impedendomi di alzarmi.
Justin dorme beato accanto a me, come un angelo.
Un piccolo fascio di luce gli illumina il viso, permettendomi di osservarlo per minuti,ore.
Starei a guardarlo tutto il giorno se fosse possibile.
Sento la porta aprirsi piano rivelando uno spicchio di luce proveniente dall'altra stanza.
L'ombra di Kenny si proietta davanti ai miei occhi.
Si accorge che sono sveglia e mi fa segno di andare nell'altra stanza.
Chiude poi la porta per non svegliare Justin.
In questo periodo è sempre stanco.
Così dopo ogni concerto, o semplice serata mi tira sul letto accanto a se per poi addormentarsi come un bimbo.
E' diventato una specie di rito.
Ci scambiamo pochi baci e coccole per poi dormire fino al giorno successivo.
Mi alzo piano cercando di spostare il braccio di Justin da sopra di me.
Sobbalzo poi quando lo sento mugugnare e muoversi poco.
Arrivo coi piedi ad un lato del letto e trionfante faccio per alzarmi.
"Resta qui." sento la sua voce roca ed impastata dal sonno chiamarmi.
Sembra un cucciolo di cane desideroso di compagnia.
Mi scalda il cuore ogni volta che mi dice che vuole restare con me ancora per un pò.
"Arrivo subito." gli sussurro andando dal suo lato e lasciandogli un piccolo bacio sulla guancia.
Entro nell'altra stanza e Kenny mi sorride facendo segno a Scooter seduto a parlare con una ragazza mora, di carnagione chiara.
Bella,forse troppo.
"Oh Allyson, Justin dorme ancora?" mi chiede notandomi.
La ragazza posa i suoi occhi color del ghiaccio su di me ,sorridendomi.
Annuisco a Scooter e caccio uno sbadiglio.
"Lei è Carly, ci seguirà in tour per un pò." mi informa felice.
Carly mi porge la mano presentandosi.
"Sei la fidanzata di Justin?" mi chiede poi curiosa ma anche discreta.
Annuisco non trattenendo un sorriso.
Devo ancora abituarmi dall'essere considerata una sua fidanzata.
Mi sorride bonariamente.
"Auguri." esclama poi felice.
Come se capisse cosa vuol dire, come se sapesse quali emozioni si provano.
Informo Scooter che vado a riposare ancora un pò e con una strana sensazione allo stomaco entro nella stanza buia.
Mi sdraio di fianco a Justin che non perde tempo e mi attira a se facendomi salire piccoli brividi lungo la schiena.
"Avevi detto che venivi subito." sussurra poi con gli occhi chiusi e la voce roca.
Poggio una mano sul suo viso disegnandone i contorni.
"Sono qui ora." sussurro di rimando sorridendo.
Questo ragazzo mi strappa i sorrisi dal cuore, mi regala brividi e batticuori insensati.
Vedo le sue labbra curvarsi in un sorriso e sento le sue braccia premere sulla mia schiena per avvicinarmi.

Chiudo gli occhi lasciandomi cullare dal suo respiro calmo e stabile, rendendomi conto solo ora di quanto stia correndo il mio cuore a causa sua.





EHILA'!
Scusate per l'attesa çwç
Idee, idee, idee. Mi servivano idee.
Fortuna che quel piccolo scricciolo(?) di Carly mi ha dato un suggerimento.lol
Allora come ve la passate?
Io sto desiderando seriamente di entrare in questa storia e fare la parte di Allyson.
hjdirbguiebrjbvr quanto è cuccioloso Bieber?
Occhei, basta così (?)
Spero di aggironare più in fretta, in ogni caso potete fare una visitina
ad un'altra mia storia di nome 'Hi,my name is love.
Non vi costa nulla, dai çç
Ora mi dileguo (?)
Love ya.
-Runaway.






 

 

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Capitolo 23
*** Il triangolo. ***


Oggi è una giornata importante, anche se il cielo ha deciso di contrastarla.
Piove a dirotto ormai da ore.
Justin mangia voracemente il suo panino per fare più in fretta.
Siamo in ritardo, e questa pioggia non fa che ostacolarci.
Dobbiamo andare alle prove di ballo e subito dopo precipitarci allo 'stadio' dove Justin terrà il concerto più importante di tutta la sua carriera.
Il Madison Square Garden.
Abbiamo saputo da Scooter che i biglietti sono stati venduti in ventidue minuti, un record.
E non mi stupisco.
E' incredibile quello che fa per le sue fan.
Anche solo con una parola le rende felici, le fa sorridere.
L'ho notato in questo periodo che sto passando con lui.
Quando è possibile si ferma, fa foto, autografi.
E' gentile, delle volte troppo.
Le sorride in un modo in cui non so spiegare.
Delle volte mi ritrovo ad essere un pò gelosa di loro.
Lo avranno sempre, nonostante tutto.
Tramite una canzone, una foto.
Io prima o poi lo perderò e cosa mi ritroverò poi?
E' un pensiero che mi martella ultimamente.
Invidio la loro forza nello stare sempre al passo con lui, quando io non volevo nemmeno venirci in tour.
La loro forza nello sperare sempre, il 'never say never' che un giorno lui starà insieme ad una di loro, mentre io lo odiavo all'inizio.
Diciamo che sono l'ultima persona al mondo che lo merita davvero al suo fianco.
Eppure è qui, mentre strafoga come un maiale e poi mi sorride con la bocca piena.
Lo amo.
Si alza con quei pantaloni perennemente alle ginocchia e mi fa cenno di andare.
Mi alzo anch'io da quel divano in pelle bianca e prendo un ombrello.
Justin mi guarda interrogativo.
Poi prende l'ombrello dalle mie mani, lo poggia su una sedia.
Velocemente mi prende per mano e mi trascina sotto la pioggia.
Urlo un'imprecazione verso di lui che continua a correre.
Lo sento persino ridere.
Arriviamo alla porta.
Stremata mi appoggio alle ginocchia ansimando.
"Ma sei scemo?" urlo isterica verso di lui.
Ridacchia vedendomi in quello stato.
Sono bagnata fradicia e incazzata.
"Oh andiamo, è un pò d'acqua." esclama con aria da so tutto io.
"Un pò d'acqua? Se non corri quel po d'acqua te lo infilo dove dico io!" urlo in preda alla rabbia.
"Oooh, che paura." commenta sempre con quel sorrisetto stampato sul viso.
Nonostante la sua esclamazione comincia a correre ed io ovviamente lo inseguo.
Lo squarto e lo friggo con le patatine.
Ho sempre odiato questi posti immensi dove si fanno le prove.
E' tutto così... immenso (?)
In un attimo lo perdo di vista e mi maledico per essere rimasta a pensare.
Faccio due o tre passi e poi una paura inspiegabile mi assale.
"Justin?" lo chiamo sperando che esca fuori.
Niente.
Beh, che mi aspettavo?
Mi blocco sul posto mentre una sensazione di panico si insidia dentro di me.
Sposto lo sguardo sulle pareti bianche di quel posto.
Scatoloni,carrelli.
"J-Justin?" ripeto più forte.
Sento un rumore dietro di me e mi giro spaventata.
Non c'è nessuno.
Mai scherzare con Justin Bieber gente.
Diventa pericoloso.
Ad un tratto sento un urlo nel mio orecchio che mi fa tremare.
Poi un abbraccio che mi stritola e mi blocca da ogni movimento.
"CRETINO." urlo accorgendomi che è lui.
Mi rigiro tra le sue braccia,incontrando il suo viso.
I capelli bagnati sono attaccati alla fronte e sul suo naso scende una gocciolina d'acqua.
Sorride fissandomi.
"Mi hai fatto spaventare." sussurro all'improvviso.
Lui allarga il suo sorriso e stringe il suo abbraccio.
"Lo sai che sei sexy tutta bagnata?" sussurra poi ambiguo.
Oh si, immagino.
"Sei un cretino." dico slacciandomi dal suo abbraccio e camminando verso l'ignoto (?)
"Guarda che dico sul serio!" esclama venendomi dietro.
Lo ignoro quasi ,cercando la giusta via per la sala prove.
"E comunque la sala è di là." mi corregge facendomi notare che il mio senso d'orientamente fa schifo.
Entriamo così nella maledettissima sala (?)
C'è tutta la crew, persino Carly.
Ciò mi preoccupa, non so perchè.
"Perchè sei così in ritardo e bagnato fradicio?" urla Scooter a Justin come un forsennato.
Justin balbetta delle scuse cercando di spiegare poi corre a cambiarsi.
"Ehy." mi saluta Carly avvicinandosi.
Le sorrido ricambiando e andandomi a sedere.
Lei mi segue e si siede di fianco a me.
"Se hai bisogno di vestiti posso prestarteli io." mi propone sorridendo.
"Non preoccuparti, tra poco ritorno nel bus." declino l'offerta sentendomi tanto ridicola di fronte a tutta quella sicurezza e gentilezza.
I ragazzi intanto cominciano le prove.
La musica parte e subito il corpo di Justin si muove incondizionatamente, seguendo il ritmo.
Amo anche questo lato di lui.
E' capace di azzeccarti ad ogni nota un preciso movimento e non so, rende il balletto molto più bello.
E' lui che in tutto e per tutto è stupendo in ogni cosa che fa.
"Justin è un mito,anche nel ballo." lo elogia Carly guardandolo con enfasi.
Annuisco senza pensare.
Nel bel mezzo della canzone Calry si alza e cinguetta qualcosa al centro della sala.
Justin le sorride abbracciandola e poi le mostra alcuni passi mentre tutti si prendono una pausa.
Che cosa stupida.
Mi sento come un masso al centro esatto del petto, mi comprime,mi innervosisce.
Rimango lì seduta cercando di calmare quella sensazione orribile.
Poi le prove ricominciano e tutto sembra calmarsi.



Apro gli occhi scossa da una mano e una voce che mi chiama.
Mugugno qualcosa e mi accomodo meglio su quello che sembra un comodo letto.
Sento poi qualcuno prendermi di peso e quando mi aggrappo meglio mi accorgo che è Justin.
"Justin." lo chiamo con la voce assonnata.
"Dormi piccola." mi sussurra dolce come il miele.
Sorrido sentendo un brivido di adrenalina scorrermi in tutto il corpo.
Dopo un pò sento un comodo materasso ammorbidirsi sotto il mio peso ed il calore del corpo di Justin abbandonarmi.
Cerco la sua mano e trovandola lo tiro verso di me.
Mi si avvicina ed apro piano gli occhi per godermi quel viso e quel sorriso caldo che ogni giorno mi rende felice.
"Tra poco inizia il concerto, te la senti di vederlo?" mi domanda accarezzandomi il viso.
Fisso i suoi grandi occhioni nocciola che sono puntati su di me ed annuisco.
"Non voglio perdermelo." sussurro sedendomi e sbadigliando.
Justin sorride di rimando ,seduto al mio fianco.
Mi avvicino poi al suo viso,bisognosa di coccole.
Lui fa scontrare il mio naso col suo per poi sorridermi felice.
Ad un tratto la porta si spalanca e Carly si scusa per l'interruzione.
La guardo accigliata sentendo quella sensazione risalire su per i nervi.
"Carly, arrivo subito." le sorride lui cercando di mandarla via.
Lei annuisce chiudendo la porta, magari aspettando dietro.
Lui si riavvicina a me sorridendo ma io lo respingo.
"Va a prepararti." dico brusca quasi scacciandolo.
Non spiego il motivo di questo comportamento.
So solo che mi da un enorme fastidio.
Il suo sorriso scompare, leggo delusione per la prima volta in quegli occhi chiari.
Abbozzo un sorriso per rassicurarlo.
"Occhei." dice mogio alzandosi ed uscendo senza nemmeno voltarsi.
Do un pugno al materasso scaricando tutto la tensione.
Ma che cazzo mi viene?
Perchè mi da fastidio Carly?






Entro nel backstage seguita da Pattie.
Non vedo Justin da oggi pomeriggio, nel bus.
Seguo Kenny per i corridoi bianchi e mi fermo di fronte al suo camerino.
Kenny bussa e lo informa del nostro arrivo così ci fa entrare.
Pattie si butta tra le braccia di Justin, orgogliosa.
Lui, in tuta bianca e viola, boccheggia quasi preso dalla tensione del momento.
Ho paura di aver peggiorato la situazione con quel comportamento idiota.
Mi guarda teso, preoccupato.
"Mamma ci puoi lasciare da soli, per piacere?" chiede a Pattie.
Pattie annuisce per poi uscire.
"Justin, senti scusami per oggi." comincio io presa dal moto di spiegarmi, di chiarire.
Lui mi abbraccio di slancio, tirandomi via le parole dalla gola.
"Se ho fatto qualcosa di male, dimmelo. Rimedierò." sussurra serio al mio orecchio.
Mi viene da piangere.
Che diavolo ho fatto?
"No, Justin tu non centri niente." cerco di nuovo di spiegarmi guardandolo negli occhi.
Lui mi blocca di nuovo facendo scontrare le sue labbra con le mie.
Dio, quanto aspettavo questo momento.
Niente più che respiri uniti e anime intrecciate.
Basta questo a scacciare via tutti i dubbi, a rompere ogni delusione.
Ad incollare cosa si è rotto o si sta per crepare.
Mi sorride staccandosi di poco.
"Qualsiasi cosa abbia fatto, ricordati che ti amo." sussurra poi fissandomi negli occhi.
Cazzo.
Io lo amo da morire.

 
AUGH(?)
Rieccomi con la mia storiella c:
Come vi sembra questo capitolo?
Mmh...aria di tensioni tra Justin e Ally.
Che centri Carly in qualche modo?
'Il triangolo no, non l'avevo considerato!" *canticchia*
LOOOL
No occhei, seriamente mi lasciate una recensioncina? çç
Susu ditemi che ne pensate :)
Alla prossima!
-Runaway.











 








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Capitolo 24
*** Dov'eravamo rimasti? ***


E' tutto così confusionario!
Di certo non è il primo concerto a cui assisto, ma è di certo il più incasinato.
Justin è tesissimo.
Lo noto dal suo viso serio e dal suo sguardo fermo nel vuoto da un paio di minuti.
Gli prendo la mano, trovandola morbida al contatto con la mia.
Lui subito gira il viso verso di me, quasi spaventato.
Gli sorrido come meglio posso, cercando di rassicurarlo.
Lui ricambia ammorbidendo il suo viso con un sorriso incantevole, nonostante serva a coprire la tensione e l'ansia.
Ho accantonato quella brutta sensazione solo per non aggravare le sue tensioni.
Questo concerto è importante e lui non deve lasciarsi trascinare da tristezze o preoccupazioni dovute a me ed ai miei stupidi comportamenti.
Ci sarà da parlarne poi.
Si sentono le urla delle fan riempire lo spazio circostante senza paura.
Squarciano il silenzio,spaventandomi ed inducendomi a sorridere.
Carly ha appena finito la sua performance e tra poco tocca a Justin salire sul palco.
La sua mano stringe la mia, forte.
"Andrà bene." dico cercando il suo sguardo.
Lui continua a guardare davanti a se, ignorandomi completamente.
Pensando,magari, a mille cose contemporaneamente.
Mi raggiunge Pattie che mi rivolge uno sguardo comprensivo.
"Justin." lo chiamo seriamente preoccupata.
Lui si gira verso di me con uno sguardo spaesato.
Poi come un bisogno improvviso, allaccia le sua braccia attorno a me coinvolgendomi in un abbraccio.
Sento i muscoli delle sue braccia stringere forte attorno al mio petto.
Il suo viso premere prepotentemente nell'incavo del mio collo.
Ricambio l'abbraccio, stupita dal suo comportamento.
Arrivo ad accarezzargli i capelli, lentamente.
Alza piano la testa e punta i suoi occhi chiari e spaesati nei miei scuri e preoccupati.
Non esistono parole capaci di calmare una persona.
Esistono discorsi interi capaci di farti pensare ad altro, ma non di calmarti.
Esistono invece sorrisi, sguardi, persone.
Capaci di rassicurarti, di farti acquisire una calma abominevole.
Il suo sorriso, il suo sguardo, lui in tutto e per tutto è sempre stato capace di calmarmi, di rassicurarmi.
Il suo viso urla chiaramente ' Non preoccuparti, andrà bene. Ci sono io.'
E tante volte è stato capace di far nascere un sorriso sul mio viso dopo una giornata cattiva.
Ed ora mi chiedo se succede lo stesso a lui.
Se guardandomi riesce a rasserenarsi, se vedendo il mio sorriso sbilenco riesce ad essere felice.
Ed è qui, immersa nel nocciola dei suoi occhi che sorrido inaspettatamente.
Guardandolo non riesco a rimanere seria.
Mi strappa sorrisi nei momenti meno opportuni.
Sorride anche lui, colpito da un'improvvisa adrenalina.
Forse la stessa che colpisce me quando mi guarda in quel modo.
La stessa che mi colpisce quando mi sorride sinceramente, senza veli ne maschere.
Annuisce come a dire che va tutto bene e si slaccia da me,lentamente.
Il dj annuncia il suo arrivo e le fan cominciano ad urlare il suo nome.
"Ci siamo." sento la sua voce, seria.
Mi lascia un ultimo sguardo per poi posizionarsi sulla piattaforma che lo porterà sul palco.
Il conto alla rovescia termina ed un rumore di campanelli assordanti riempe le mie orecchie.
Rimango lì immobile.
Lo vedo sparire, sollevato dalla piattaforma e sento la sua voce sovrastare le urla.
"Madison Square Garden." urla al microfono per poi cominciare a cantare.








Un concerto, vissuto da spettatore può sembrare estremamente veloce.
Tutto termina subito, in uno schiocco di dita.
Da qui invece sembra non terminare mai.
Ogni minuto, ogni secondo si fa sentire sulla mia pelle.
Sono seduta sul divano in pelle del suo camerino.
Presa da un'improvvisa voglia di abbracciarlo, di sentirlo ridere.
Non so cosa mi prenda all'improvviso.
Forse sono gli effetti collaterali dell'amore.
D'improvviso senti il bisogno di avere vicino la persona amata, e proprio nel momento in cui devi aspettare che quella finisca ciò che ha da fare.
Speravo che aspettando nel suo camerino, il tempo sarebbe passato più in fretta.
Ed invece sembra non passare mai.
Sento le urla anche da qui, sento la sua voce dare il meglio di se stessa.
Sento lui, impiegare ogni respiro, tutta l'energia per lo spettacolo.
Poi le urla aumentano e la musica smette di rimbombare nel palazzetto.
La porta si apre con uno scatto secco, tanto da spaventarmi.
Mi giro notando la figura di un Justin stremato e sudato davanti a me.
Entra nel camerino chiudendo la porta e buttadosi di schiena sul divanetto.
Come se l'avesse fatto apposta , il suo viso finisce sulle mie ginocchia.
"Ciao." esclama per poi ridere felice.
La sua risata mi rincuora e finisco per ridere anch'io con lui.
"Ciao." lo saluto anch'io sorridendo.
I suoi capelli sono attaccati alla sua fronte, i suoi occhi sono stanchi, ma il suo sorriso regna trionfante sul suo viso d'angelo.
"Avrei bisogno di una doccia." si lamenta tirandosi su.
Perchè in questo momento tutto il tempo passato ad aspettare non appare come tempo sprecato?
Annuisco guardandolo.
Uno strano cipiglio poi compare nel suo sguardo stanco.
Il mio respiro rimane per un attimo sospeso in aria, in attesa di un sorriso, di un movimento, di una parola.
Un secondo ed ecco le sua labbra premere sulle mie con forza.
Mi lascio trascinare sentendo tutta la sua tenzione scaricarsi in quel bacio.
La sua mano arriva ad accarezzare il mio viso ed a spingerlo verso di lui.
La sua lingua gioca con la mia con la stessa fermezza di quando quella sera abbiamo fatto pace.
Di quando quella sera stavamo per ricaderci,ancora.
Di quando quella sera, su quella spiaggia deserta forse stavamo per compiere il più grande sbaglio della nostra vita.
In effetti non mi lamento di come sia finita.
Sono qui con lui, lo amo.
Ricordo ancora quello strano inizio e tutto il resto accaduto dopo.
Tutta quell'attrazione fisica che c'era tra di noi e che sembra essere scomparsa lasciando spazio al sentimento.
Ed ora sembra rimanifestarsi, come una fantasma venuto dal passato per farci rivivere vecchie sensazioni.
Difatti le mie mani finiscono tra i suoi capelli, scompigliandoli.
Questo è un segno del mio cedimento.
Nello stesso momento in cui sento le sue mani toccare la pelle della mia schiena,qualcuno bussa alla porta del camerino.
Ci stacchiamo immediatamente, sgranando gli occhi spaventati.
"Avanti." esclama Justin ricomponendosi.
Alfredo fa la sua entrata in scena con un grande sorriso stampato sul volto.
Dietro di lui Scooter, Ryan, Patty e tutta la crew.
Sorridono tutti, felici.
Si congratulano con Justin.
Scooter ci invita nel loro tour bus per una mini-festa, per la riuscita dello spettacolo.
Ci alziamo così dal divano e ci avviamo al bus.
Justin mi cinge i fianchi camminando dietro di me.
"Non pensare che sia finita qui, stasera riprendo da dove ho lasciato." sussurra seducente al mio orecchio.
Ora si che ho paura(?)






La mini-festa è stata un delirio, quasi peggio del concerto.
Musica a tutto volume, alcolici,addirittura una torta.
Per finire tante e tante risate.
Mi lascio cadere sul letto sospirando e ripensando alla serata.
Ridacchio ricordando le battute di Ryan e i suoi balletti strani.
Poi ricordo le parole di Justin ed una strana sensazione si fa spazio dentro di me.
Esce dal bagno con aria annoiata e stanca.
Per mia sfortuna la prima cosa che noto è il fatto che indossi solo un paio di boxer.
Deglutisco e chiudo gli occhi,facendo stupidamente finta di dormire.
Lo sento buttarsi sul letto ed una ventata di muschio bianco mi riempie le narici.
Poi la sua mano si posa su un mio braccio.
Apro piano gli occhi e mi ritrovo un angelo dai capelli biondi e gli occhi nocciola davanti.
Per non parlare di quel dolcissimo sorriso che trionfa sul suo viso.
"Fai finta di dormire?" mi sgama subito.
Ridacchio girandomi verso di lui.
La luce del comodino illumina la stanza.
Quando sono di fianco a lui e per un attimo ci penso mi sembra di vivere una favola.
Sono felice, serena.
Ma nel contempo mille emozioni rimbalzano nel mio corpo causandomi brividi.
"Dov'eravamo rimasti?" mi chiede per poi sorridere maliziosamente.
Mi induce a sorridere come un ebete e non ho mai capito il perchè.
"Non me lo ricordo." faccio la finta tonta reprimendo quel piccolo fiotto di ansia che comincia a sgorgare nel mio corpo.
"Oh, io si."sussurra avvicinandosi minaccioso.
Pensandoci di minaccioso non ha proprio nulla.
Molto più minuzioso, stavolta prende a baciare il mio collo lentamente.
E' deciso a farmi morire questo ragazzo, ne sono certa.
Rieccole le sue mani che non stanno mai ferme e che vanno a perlustrare ogni centimetro di pelle della mia schiena.
Rieccole le mie mani che affondano nei suoi morbidi capelli.
Cerco di concentrarmi nel dividere le ciocche morbide della sua chioma piuttosto che su di lui che piano mi cosparge di baci sul collo.
Un sospiro esce dalle mie labbra quando risale e si avvicina alle mie labbra.
Sorride,soddisfatto del suo lavoro e prende ad alzare piano la mia maglia.
Si ferma poi puntando i suoi occhi nei miei.
Il fiotto d'ansia diventa una cascata.
Ho fatto qualcosa che non dovevo?
"Ally, vuoi fare l'amore con me?" chiede poi serio.
Dio mio, qui mi viene un infarto.
Sospiro rasserenata e ridacchio divertita.
Il suo sguardo stranito mi punta in cerca di spiegazioni.
"Credevo di aver sbagliato qualcosa." ridacchio ancora guardandolo.
Uno splendido sorriso si fa spazio sul suo viso.
"Scema." mi beffeggia lasciandomi una carezza sulla guancia.
Mi alzo un pò raggiungendolo e lasciandogli un bacio sulle labbra.
"Si Bieber, voglio fare l'amore con te." dichiaro solenne per poi sorridere.
"Sei sicura?" la sua veloce domanda mi spiazza.
La mia mente che era già partita, ci mette un pò a formulare ed a capire.
Annuisco poi sorridendo.
Molto tempo fa non me l'avrebbe chiesto neanche, ed invece ora chiede più volte conferma.
Ed è proprio questo che mi rende ancor più felice, mi fa sentire fortunata.
Riprende così a baciarmi.
Alza poi definitivamente la mia maglia, togliendomela.
Lo vedo girarsi verso la stanza e lanciare via la mia maglia.
Mi viene quasi da ridere e penso a quando domani inciamperò nei miei stessi vestiti camminando per la stanza.
I suoi pollici percorrono piao la stoffa del mio reggiseno, disegnandone il contorno sulla mia pelle.
Sorride per poi stendersi su di me e lasciarmi un bacio sulla fronte.
Baci,carezze,sorrisi.
Lunghi sospiri che riempiono il silenzio che regna nella stanza.
Tutto quello che riempie la mia mente ora è lui.
Tutto ciò che ha fatto e che mi ha detto.
Mi fa sentire completa con un solo sguardo.
E pensare che prima non lo sopportavo.
Ed invece ora sono qui con lui, su questo letto mentre consumo la mia prima volta.
Un lampo poi mi attraversa la mente.
Mi avvicino al comodino e sotto il suo sguardo spengo la luce.
Lo sento ridacchiare e lasciarmi un dolce bacio sulla guancia.
"Sei la mia gattina." sussurra al mio orecchio.
In un attimo ricordo quello strano pomeriggio, dove ci eravamo ritrovati a 'scambiarci effusioni.'
Sorrido ripensando a quanto stupida sono stata nel respingerlo così a lungo.
Quando in realtà già mi fidavo di lui e già sapevo mi avrebbe resa felice.

 




Hello.
Piaciuto il capitolo?
Essì, ci siamo. La loro prima volta.
Sinceramente potevo fare di meglio çç.
Che altro dire?
Grazie a tutte, questa è la storia più letta.
Quando leggo il numero di chi la segue sorrido come una scema. (?)
Se solo la metà di tutte quelle persone recensissero sarei la ragazza più felice del mondo.
Ma non si può volere tutto dalla vita çç
Vi saluto! c:
Non vi dimenticate di lasciarmi una recensione, eh!
Anche bella lunga, io le amo hbgfdt.
-Runaway.








 







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Capitolo 25
*** "Everyone’s itching for beauty, but they’re just scratching the surface." ***


"Everyone’s itching for beauty,
  but they’re just scratching the surface."




Osservo il suo viso illuminato dal sole che fa capolino dalla finestra.
Sospiro piano.
Dio mio, quand'è che mi sono resa conto che ho accanto una specie di angelo?
Non è perfetto certo, anche se lo affermerei mille volte.
Ha anche lui i suoi difetti, eppure sa nasconderli bene dietro a quel magnifico sorriso.
Lo vedo aprire piano gli occhi.
Sorrido spontaneamente mentre lui si stiracchia.
"Giorno micina." mi saluta allungandosi verso di me ed aggrappandosi stile cozza sugli scogli.
Una marea di emozioni colpisce il mio stomaco.
Direi che sono quasi abituata a questa sensazione.
"Giorno dormiglione."  
Lui alza il viso verso il mio, imprimendo le sue bellissime e dannatissime iridi nelle mie.
Nocciola contro cioccolato.
Chi vincerà la sfida?
"Che ore sono?" domanda facendo scontrare il suo naso col mio.
Mi dici come faccio a concentrarmi e a dirti che ore sono se ti appiccichi così a me?
Già di prima mattina la mia testa è fusa, poi si mette pure lui.
"E' ora che ci alziamo." rispondo lasciandogli un bacio a fior di labbra.
Lui mi sorride e si avvicina ancora di più.
Mi metto seduta trascinando su anche lui.
Ci mette poco a ricadere sul materasso cercando di tirarmi tra le sue braccia.
Mi alzo, lasciando ai suoi vani tentativi, e mi accingo a raccogliere i miei vestiti sul pavimento della stanza.
Sono praticamente ovunque.
Tralasciando il fatto che sono completamente nuda e sto trotterellando per la stanza come se niente fosse sotto lo sguardo di Justin, mi sento a mio agio.
Mi chiudo poi nel bagno e mi butto sotto la doccia fredda.
Quando esco già vestita e preparata trovo Justin ancora sul letto, col pc sulle gambe ed a malapena il lenzuolo a coprirlo.
Devi stare calma Allyson, calma.
Mi butto sul letto accanto a lui sbirciando sullo schermo del pc cosa combina.
Mi lancia uno sguardo e veloce abbassa lo schermo impedendomi di guardare.
"Impicciona." mi sgrida sorridendo.
Però se sorridi non mi metto mica paura eh.
"Hai qualcosa da nascondere?" lo stuzzico fissando la sua espressione.
Lui alza di nuovo lo schermo per poi chiudere velocemente la pagina.
"Io? Niente." esclama spegnendo il computer.
Una strana sensazione di panico si insidia nel mio corpo.
Cosa faceva  che non  voleva farmi vedere?
Mi nasconde qualcosa?
Mi alzo stufa di quest'aria che si è andata a formare nella stanza e vado nella cucina del tour bus per prepararmi la colazione.
Guardo di sfuggita l'orologio.
Le dieci.
Ad un tratto sento una canzone provenire dalla stanza da letto.
Cazzo, ma è il mio cellulare.
Corro nella stanza e mi ritrovo Justin nudo col telefono in mano.
D'istinto copro gli occhi.
"Justin,cazzo copriti!" urlo spaventata.
Spaventata poi da cosa?
"Calma, ti stavo portando il cellulare!" si esaspera lui ancora col cellulare in mano.
Apro un pò la mano ed incontro il suo sguardo divertito.
Scoppia a ridere senza contegno.
"Io non ti capisco, abbiamo fatto l'amore e non riesci a guardarmi nudo?" esclama divertito.
Uno strano calore molto familiare invade il mio corpo.
"Oh dai Justin, dammi il telefono." dico sbrigativa lasciando il mio viso libero.
Lui tira indietro la mano mentre le note della mia suoneria riempono il silenzio della stanza.
L'ansia di rispondere mi sta torturando e quell'idiota mi prende per il culo?
"Prima guardami." mi sfida ridacchiando ancora.
Ma cosa vuole?
"Justin non fare l'idiota!"
Se prima ero rossa ora sono praticamente bordeau.
Gli lancio uno sguardo supplichevole e lui mi molla il telefono un secondo prima che finisca di suonare.
"Cazzo Justin, io lo sapevo!" urlo uscendo dalla stanza.
Prendo a smanettare col cellulare per capire chi mi ha chiamato.
Menu - Chiamate perse.
Sbuffo per la lentezza del mio telefono.
Sento  poi due braccia avvolgermi i fianchi.
"Sei vestito?" gli chiedo trattenendo una risata.
Si, mi rendo conto che sono ridicola.
Sento la sua risatina dietro di me.
Mi lascia un bacio sul collo.
"Si, sono vestito. Contenta?" domanda pieno di ilarità.
Ridacchio non riuscendo più a trattenermi.
"Si." rispondo mentre il cellulare riprende a suonare tra le mie mani.
"Pronti?" rispondo presa dall'ansia di sapere chi è.
"Viaaaa." sento Justin urlare per poi staccarsi da me.
Ridacchio provando a concentrarmi sulla voce al telefono.
"Allyson?" mi chiama una voce familiare.
"Mamma! Come stai?" esplodo in un urlo di contentezza appena capisco che è lei.
"Sto bene e tu?"
Justin passa davanti a me correndo con un pugno alzato in avanti e l'alto all'indietro, in boxer  con la coperta attaccata al collo stile superman.
Trattengo una risata.
"Bene, che mi dici?" rispondo a mia madre dopo un pò.
"Ma che succede?" chiede mia madre preoccupata.
"VIA!" urla ancora Justin correndo.
Scoppio in una risata piegandomi in avanti.
"Allyson?" sento mia madre chiamarmi.
Faccio un respiro profondo.
"Scusa mamma è Justin che fa l'idiota." giustifico il casino.
"Ah, come sta?" chiede incuriosita.
"Male, sta male. E' un idiota." ripeto ridendo.
Lo vedo di nuovo passare e stavolta ha aggiunto anche una pentola sulla testa alla sua 'uniforme'.
Dio mio quel ragazzo è andato di brutto.
"Non hai niente di nuovo da raccontarmi?" chiede con un pizzico di malizia.
Sospiro sapendo a cosa allude.
"Si, mamma stiamo insieme." le confermo i sospetti.
"FINALMENTE!" urla dall'altra parte della cornetta.
Me la immagino mentre salta dal divano in preda  alla felicità.
"A quando le nozze?" sento poi mia madre prendermi in giro.
Justin ripassa sotto i miei occhi per l'ennesima volta con il matterello della cucina in mano.
Scoppio a ridere per l'ennesima volta.
"Vabbè, ho capito. Vi lascio al vostro divertimento. Ci sentiamo"
"Ciao mamma." la saluto ancora ridendo.
Premo la cornetta rossa del mio cellulare e lo lascio sul mobile della cucina.
Justin si ferma davanti a me, con ancora quell'uniforme idiota addosso.
"Ma che sei scemo?" esclamo ridendo di gusto.
Lui si avvicina sbbandonando il matterello sul ripiano della cucina.
"Mi preferivi nudo?" chiede provocandomi.
"Per carità no!" urlo ridendo.
Si avvicina con il suo solito sorrisetto stampato sul viso.
Appoggia la sua fronte alla mia lasciando cadere la pentola dalla sua testa.
Acchiappa le mie labbra tra le sue mentre il rumoraccio della pentola riempe lo spazio circostante.
Per un attimo sento il mio stomaco mettere le ali.
"Colazione da Starbucks?" chiede staccandosi di poco.
Annuisco contenta.
"Prima cambiati però." scoppio di nuovo a ridere.
"Perchè? Così non sono figo?" chiede mettendosi addirittura in posa.
"No così sei idiota, su cambiati." dico spingendolo verso la stanza.
"E sono quattro..." dice ricordandomi quante volte l'ho chiamato idiota.
"Facciamo cinque?" dico smettendo di spingerlo.
Sul suo viso si apre un sorriso provocatore.
"Vuoi farmi compagnia mentre mi cambio?" chiede.
"IDIOTA." urlo per poi tornare in cucina.







"La smetti di darmi del cretino?" domanda corrugando la fronte.
"La smetterò quanto tu smetterai di esserlo." ribatto io acchiappando tra le mani la mia ordinazione di starbucks.
Lui sorseggia tranquillo il suo caffè, guardandosi intorno.
Il tempo è peggiorato ed ora piove a dirotto.
"Justin." lo chiamo.
Lui si gira di scatto con ancora la cannuccia tra le labbra, mostrandomi tutta la sua attenzione.
Il suo sguardo furbo si posa su di me e la curiosità prende possesso del suo viso.
"Quando torneremo a casa?" domando in un mormorio.
Ho paura di cosa possa pensare.
Ho paura di sembrare annoiata da tutto questo, quando non è così.
Mi manca soltanto la mia quotidianetà.
Mi manca la mia casa.
"Davvero vuoi saperlo?" mi domanda cacciando una risatina.
Niente di buono suppongo.
Annuisco acchiappando la cannuccia e sorseggiando il mio milkshake.
Justin si gira a guardare il vetro accanto al tavolino che occupiamo.
Faccio lo stesso notando le piccole gocce di pioggia battere forte su di esso.
"Minimo tra tre mesi." mi informa rilasciando un sospiro al contempo.
Sgrano gli occhi sentendo un enorme peso formarsi sullo stomaco.
Altri tre mesi, tre dannatissimi mesi.
Si gira a guardarmi per vedere la mia reazione ed io cancello dal mio volto l'espressione sconvolta.
Nascondo tutto infondo al cuore sostituendolo con un banale sorriso sghembo.
"Capito." mi esce uno squittio tutt'altro che felice.
Justin mi fissa pensieroso.
Tortura la sua cannuccia con i denti,passandosela più volte tra le labbra, mordicchiandola.
Dopo minuti interminabili di silenzio sento il tonfo sordo del bicchiere sul tavolo.
Vedo Justin alzarsi e farmi cenno di andare.
Annuisco piano accorgendomi solo ora che la mia cannuccia è ridotta peggio della sua.
Ci avviamo verso l'uscita e subito sento la sua mano appropiarsi della mia, incrociandovi le dita e tenendola stretta.
Un enorme senso di colpa senza senso mi colpisce costringendomi a guardare a terra.
La paura di aver sbagliato mi tortura lasciando senz'aria i miei polmoni.
Trattengo il respiro senza rendermene conto.
La pioggia si è fermata, come per lasciarci il tempo di tornare al bus sani ed asciutti.
D'improvviso Justin si ferma lasciandomi interdetta.
Acchiappa il mio viso tra le mani puntando quelle perle nocciola nei miei occhi.
"Se vuoi... posso riportarti a casa." mi dice calmo.
In un attimo sento il cuore smettere di battere.
"Che dici?" tuono con voce stridula.
In un attimo mi sento come catapultata fuori da quella vita.
"Di certo a me non fa piacere chiedertelo. Però se vuoi posso farlo." mi spiega.
Faccio cenno con la testa negativamente.
"Non esiste." ripeto più volte.
Lo vedo trattenere un sorriso.
Gli butto le braccia al collo stringendolo quasi possessivamente.
"Ehy." sussurra al mio orecchio.
So che risulta terribilmente infantile e stupido ma in questo momento ho una tremenda paura di perderlo.
Perchè se tornassi a casa finirei per combinare solo casini con le mie telefonate, con le mie continue lagne.
Catapultata fuori dalla sua vita per continuare la mia.
La mia che ormai senza lui risulterebbe vuota.
Che stupida.
Sono arrivata ad amarlo così tanto?
Non posso crederci.
Mi stacco di poco regalandogli un sorriso incerto.
Neanche un secondo che ora è lui a stringermi forte, schiacciando il mio viso nel suo petto che in questo momento somiglia molto al posto che non vorrei mai lasciare.
"Scusami." mormora poi.
"Per cosa? Non è mica colpa tua."
Già non è affatto colpa sua.
La colpa è solo mia e delle mie continue paranoie.
Dannati pensieri che non smettono di torturare la mia mente.
"Tranquillo." gli sussurro sorridendo.
Lui ricambia un pò più sollevato.














SAPETE QUANTO PESA UN ORSO POLARE?
Ciao a tutti :3
Occhei questo capitolo è davvero orribile e non lo dico per farmi dire che è stupendo, lo penso davvero.
Difatti non volevo pubblicarlo così, volevo riscriverlo o magari aggiungere un qualcosa in più.
Però poi mi sono resa conto che non aggiornavo da un pò e mi sono detta che non c'era più tempo.
Spero vi piaccia lo stesso ç_ç
BYE!



P.S. @xchasemydream on twitter.

 

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Capitolo 26
*** "Don't cry, I know. You're trying your hardest." ***


"Don't cry, I know.
You're trying your hardest."




Questa mattina il mio stomaco ha deciso di tormentarmi in tutti i modi possibili.
E' come se fosse attorcigliato, pieno di nodi.
Osservo Justin che cammina tutto imbaccuccato.
Se non sapessi che è lui, avrei paura.
Nonostante la bella giornata ed il sole alto nel cielo, le temperature sono scese ulteriormente.
Ci manca poco che venga a nevicare.
Caccio un lungo sospiro e sento un enorme peso su quel cazzo di stomaco.
Non sarà una bella giornata.
Entriamo in sala prove, che ormai conosco come le mie tasche, e la musica parte immediatamente.
Carly è seduta sulla panca dove di solito aspetto io.
Sorride guardando la crew che ripete i passi a memoria.
Mi siedo di fianco a lei, guardando Justin entrare nello spogliatoio.
"Ciao, tutto bene?" mi chiede cancellando il sorriso dal suo viso.
Ho qualcosa in faccia?
"Si , tutto bene." incurvo le labbra all'insù nonostante la mia poca voglia di sorridere.
Non è una bella giornata.
"Sei sicura?" mi chiede di nuovo.
Mi giro a guardarla dandogli un pò più di interesse.
I capelli neri le scendono lisci sulle spalle contrastando con la sua carnagione bianca.
I suoi occhi color ghiaccio sbucano fuori colpendoti l'anima.
Cavolo è davvero bella, troppo.
Sospiro.
"Ho un pò d'ansia."  nomino così le mie sensazioni.
"Oh, mi dispiace. Posso fare qualcosa?" chiede proponendosi.
E' incredibile come mi faccia piacere che si interessi a me ma nel contempo mi irriti.
Prima che possa rispondere sento un istinto irrefrenabile di andare da Justin, ancora chiuso nello spogliatoio.
Cosa alquanto strana dato che ci mette si e no due secondi a spogliarsi per poi buttarsi in pista carico al massimo.
"Scusami un attimo." informo Carly del mio allontanamento e mi alzo.
Il cuore comincia a battermi forte.
Ma non è la stessa sensazione di quando Justin mi guarda negli occhi o semplicemente mi è vicino.
Stavolta è scaturito dall'ansia, dalla paura.
Ma di cosa?
Faccio un respiro profondo.
Devo calmarmi.
Apro la porta dello spogliatoio.
"Justin?" lo chiamo piano ritrovandomi senza respiro.
Entro a passo fermo e il silenzio viene rotto da degli ansiti.
Il mio cuore salta e lo stomaco si rivolta da solo nel mio povero corpo.
Mi avvicino piano alla fonte di quel 'rumore'.
Ed ecco che un dolore lancinante al cuore mi colpisce.
Mi si forma subito un nodo in gola che reprimo senza arrendermi.
"Justin." sussurro.
Lui sembra sentirmi, percepire la mia presenza e si scolla dalla ballerina con cui poco prima stava limonando.
E' la seconda volta ,cazzo.
Lui mi guarda dispiaciuto mentre la ballerina scappa letteralmente fuori dallo spogliatoio.
Si avvicina piano a me sfiorandomi il braccio con una mano.
"Non toccarmi." mormoro con lo sguardo basso.
"Ally, io..." tenta di spiegarsi afferrando il mio braccio.
"Non toccarmi,cazzo!" urlo rompendo il contatto.
Trattengo a stento le lacrime che per l'ennesima volta spingono per uscire.
"E' la seconda volta Justin. La seconda." lo informo facendomi forza.
Ma di che mi ero illusa?
E' un puttaniere, non può fare altro che questo.
Mi guarda con lo sguardo di un cane bastonato.
Stavolta col cazzo che lo perdono.
Ha finito.
Stop.
"Riportami a casa." gli impongo col cuore pieno di tristezza.
La mia paura di perderlo si è rivelata stupida.
Non l'ho mai avuto.
"Ci sono le prove." sputa come se fosse una scusa.
Alzo di nuovo lo sguardo fissandolo con rabbia.
Quanto vorrei mandarlo a fanculo.
"Nessun problema, me ne vado da sola." dico per poi uscire.
Che uscita di scena ragazzi (?)
Mi incammino sentendomi cedere ad ogni passo.
Entro nel bus e raccatto la mia valigia, la mia roba.
D'improvviso mi fermo, fissando il letto.
Questo letto che ha con se il ricordo della mia prima volta.
Che ha con se il profumo di una passione consumata.
Ignoro tutti questi inutili pensieri.
Devo cancellare tutto questo dalla mia vita.
Devo ritornare come prima.
Questo cazzo di amore mi ha rammollita.
"Dove credi di andare da sola?" mi chiede appena scendo dal bus con la mia valigia.
"A casa." rispondo secca incamminandomi per la strada deserta.
"Siamo nel Sud America, come speri di riuscire ad arrivare in Canada?" mi urla beffeggiandomi.
"Fottiti Justin." gli rispondo alzando il dito medio senza girarmi.
Non so come farò, in realtà neanche ci ho pensato.
So solo che ora devo allontarmi il più possibile da lui e dai suoi occhi ammaliatori.
Deve andarsene a fanculo sul serio stavolta.
Il marciapiedi è l'unica cosa a farmi compagnia assieme ai negozi chiusi.
Mi fermo dopo non so quanto tempo, stanca della mia corsa.
Appoggio la valigia a terra,sedendomici sopra e facendo sprofondare la testa fra le mani.
Caccio un sospiro impedendomi di piangere.
Non devo farlo, non stavolta.
Il tempo passa incessante mentre il silenzio mi perfora le orecchie.
Ho tutto il tempo di ricostruire il mio animo distrutto.
Ho tutto il tempo di reiniziare la mia vita d'accapo.
Ho tutto il tempo di premere il tasto rewind  e tornare all'incidente.
Tornare a quell'indifferenza, a quella Allyson ormai perduta per la strada.
Rialzo lo sguardo un pò più sicura.
Basta lacrime, basta amore, basta dare retta a questo dannatissimo cuore.
Cancello tutto con una spugna piena di sapone e ricomincio.






"Allyson Williams che ti è saltato in mente?" sento una voce lontana ed alzo lo sguardo.
Pattie , che in questo momento assomiglia ad un corridore all'ultimo tratto della maratona, mi raggiunge.
Si piega sulle ginocchia ansimando pesantemente.
"Tu non puoi farmi fare certe cose, ho una certa età!" esclama tirandosi su.
Ridacchio.
"Che ci fai qui?"  le chiedo alzandomi.
Mi guarda con una faccia sconvolta, come se avessi appena detto che i maiali hanno le ali.
"Me lo chiedi anche? Non puoi andartene così, non so cos'ha combinato Justin ma se vuoi tornare a casa ti ci portiamo noi." mi spiega per poi tirarmi per un braccio.
Raccatto la valigia lasciandomi trasportare.
Infondo non so come avrei fatto a tornare a casa.
All'arrivo al tour bus ,vedo Alfredo urlare contro Justin appoggiato al tour bus.
Non c'è bisogno di dire che appena mi vede mi viene incontro.
Lascio la mano di Pattie per cambiare direzione e non scontrarmi con quel puttaniere.
"Aspetta." mi urla contro.
Non mi giro ed entro nella sala prove.
Carly mi si butta tra le braccia.
"Oddio, Allyson che spavento." esclama stringendomi forte.
Si stacca di poco sorridendomi.
"Scusami." le dico sinceramente.
Per tutto questo tempo sono stata gelosa di lei, ho accusato lei.
Ma a quanto pare lei era l'unica che non centrava nulla in tutta questa storia.
"Lasciami entrare, ti prego." sento la voce di Justin provenire da fuori.
Urla come un dannato.
Di colpo incrocio la sguardo della ballerina, la stessa dello spogliatoio.
Mi guarda dispiaciuta anche lei.
Sta succedendo un casino, per colpa mia.
Mollo la valigia ed esco.
La scena che mi si presenta davanti mi fa rabbrividire.
Pattie sbarra la strada a Justin, Alfredo lo tiene fermo per le spalle.
Lui, in lacrime, urla non so cosa dimenandosi.
"Ho fatto una cazzata, lasciami."
Quelle parole mi attraversano il petto come una pugnalata.
"Lascialo." dico calma verso Alfredo.
Justin di colpo si ferma e mi guarda atterrito.
Pattie si volta verso di me con sguardo dispiaciuto.
Alfredo molla la presa, ma Justin non si muove di un millimetro.
"Non voglio scatenare litigi, non voglio farti mollare il tour, non voglio essere la causa di casini.Voglio solo tornare a casa." mormoro.
"Se è possibile." aggiungo deglutendo.
Raccatto la mia valigia e passo indenne davanti a Justin,Alfredo e Pattie.
Entro nel bus, di nuovo e mi chiudo in bagno.
Piccole lacrime salate cominciano a scorrere via dai miei occhi.
Questa è l'ultima volta, lo prometto.






Sapete quanto pesa un orso polare?
YO a tutte 8|
Parecchio ridicolo il capitolo, mh.
TA DAAAAN (?)
Colpo di scena, Justin ritorna a fare il puttanire.
Mi scuso dell'abnorme ritardo çç
Spero vi sia piaciuto c:
-Runaway.

 

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Capitolo 27
*** Motorino marrone. ***


"Cos'è questa storia?"
Una cosa da tenere a mente è che se succede qualcosa e non la si riferisce a motorino marrone, lui si incazza.
"Qualcuno che ha la decenza di spiegarmi?" urla di nuovo.
I suoi occhi si posano su di me e poi su Justin, seduto purtroppo al mio fianco.
Apro la bocca per dire qualcosa, ma la richiudo subito dopo.
"Calmati Scooter, ora ti spiego io." si fa avanti Pattie alzandosi e mettendosi di fronte a 'motorino'.
"No, Pattie. Non sono bambini, voglio che me lo dicano loro." si impunta.
Un'altra testaccia dura.
A quanto pare incontro tutte persone così.
"Vorrei ritornare in Canada." mi pronuncio finalmente a testa bassa.
Scooter mi fissa sbigottito.
"Motivo?" chiede poi.
Faccio un grande respiro.
"Il signor Bieber ha deciso di slinguazzarsi con la ballerina senza il mio preavviso." sputo acida.
Il nominato mi guarda offeso.
"Sai solo accusare!" mi punta il dito contro.
"Ma sei scemo? Hai anche da ribattere?" urlo sporgendomi su di lui.
"Si, ho da ribattere. Problemi?" urla.
Il cuore mi batte a mille nel petto.
Non ha mai usato questo tono con me.
"Si."  urlo senza dire altro.
"Risolviteli." ribatte ancora sbattendo la schiena sul divano a braccia incrociate.
"Smettila di fare il bambino."
Questo litigio non ha senso.
Lui non può ribattere, è in torto.
Stiamo solo urlando per nulla.
"Ragazzi smettete.." scooter cerca di intromettersi.
"Zitto motorino marrone. Justin sei solo un porco!" urlo io interrompendolo.
Scooter fa una faccia stranita.
"Un porco? Per aver baciato una? Ma sei scema?"  urla gesticolando.
"Come mi ha chiamato?" chiede scooter a Pattie.
"Qui lo scemo sei tu! E sei anche un cretino, ed uno stronzo!" urlo in preda alla rabbia.
"Ma sentila!" dice alla madre indicandomi.
"Ti ha chiamato motorino." dice Pattie indicandomi anch'essa.
"Vaffanculo Justin!" urlo con le lacrime agli occhi.
"Ci vado, ed anche volentieri." urla ancora alzandosi ed uscendo.
In un attimo il silenzio riempie la stanza.
Poco dopo i miei singhiozzi rompono la pace appena conquistata.
Pattie si siede di fianco a me, abbracciandomi.
"Mi hai chiamato motorino." sussurra Scooter basito.
Mi scappa una risata.


Motorino mi ha fatto un discorso.
Gli ho spiegato tutto in ogni minimo dettaglio.
Ha detto che mi porta a casa e che farà un discorso anche a Justin.
Vuole riappacificarci, me l'ha detto chiaramente.
E se la cosa non succede mi riporta in Canada, senza problemi.
Io sono contraria.
Quello stronzo non lo voglio più vedere nemmeno in fotografia.
Ah, e poi mi ha detto di non chiamarlo più motorino.
Mi chiedo, perchè?
Insomma è il suo nome alla fine.
Se la mamma l'ha chiamato scooter io che ci posso fare?


Mi butto sul divano e mi raggomitolo.
Chiudo gli occhi e prendo un grosso respiro.
Ti amo.
Un grande vaffanculo alla mia mente che rievoca immagini dolci e altamente zuccherose dello stronzo e della sottoscritta.
Post scriptum: Quando pensi al lupo spunta la coda.
Sento il divano ritrarsi all'altezza della mia pancia.
Apro gli occhi e vedo un angelo con le corna seduto.
"Non eri andato a fanculo?" domando in un sussurro.
Si, lo so. Non sembro affatto minacciosa.
Mi guarda fisso,senza espressione in viso.
I suoi occhi nocciola sono liquidi e,giuro, non mi sono mai mancati così tanto.
Quel colore così chiaro che risalta i suoi lineamenti perfetti.
I suoi capelli gli cadono sulla fronte in una piega perfettamente liscia.
Vaffanculo Bieber, tu e la tua bellezza divina.
Ad un tratto mi sento a disagio.
Nel posto sbagliato.
Se lo fa apposta giuro che lo strozzo e lo butto giù dal monte rosa.
"Che minchia guaddi?" mi esce all'improvviso stufa del suo mutismo.
Gli scappa una risata.
Mi si inceppa un battito.
"Volevo fare pace." dice con voce dolce accarezzandomi il fianco.
No, vi prego. La vocina dolce no.
Sto per sciogliermi.
Cazzo, ma perchè fa così?
Non lo capisco sto ragazzo.
Dice di amarmi, mi promette la luna.
E poi bacia un'altra.
"Ma che cazzo hai in testa? Cacca di piccione?" alzo un pò la voce scostandomi dal suo tocco.
Mi guarda dispiaciuto mentre mi metto a sedere, lontano da lui.
"Sei ritornata quella di prima." afferma fissandomi.
"Si, problemi?" sputo acida.
Peggio della strega di biancaneve.
"Mi piacevi di più quando eri dolce."sussurra gurdandosi le mani.
"Ti piaceva di più la bocca della ballerina,evidentemente." ribatto.
"E' stato un attimo di debolezza, non capiterà più." dice accarezzandosi le mani.
"Questa è la seconda volta Justin. Come faccio a fidarmi? Come faccio ad essere sicura che non ci ricadrai?" dico risultando quasi comprensiva.
Alza lo sguardo.
Avete presente il gatto con gli stivali che fa gli occhioni dolci?
Ecco,uguale.
"Mi dispiace, Justin. E' finita." affermo sentendomi una merda.
La cosa buffa è che so che ci starà male.
Ed io starò male il doppio per questo.
Che merda l'amore.
"Scusa." sento il suo sussurro incrinato e mi si spezza il cuore.
Stringe gli occhi, poi si alza e in tutta fretta si chiude nella stanza.
"Scusami tu." sussurro in preda al batticuore.






Ah,l'amour.
*scansa un pomodoro*
Buonaseeeeeera :)
Scusate l'enorme ritardo ma sono finalmente in vacanza.
*spara le botte*
Un'altro capitolo tristino (?)
:c
Lo so, tutti vogliono che le cose si risolvano.
Ma non prima che Ally faccia la stronza.
Oh si, gliela deve far pagare!
*sfrega le mani con fare malefico*(?)
LOL
No, seriamente.
Io con Bieber non ce la faccio çç
Se Ally non lo perdona io entro nella storia e lo rapisco (?)
AHAHAHAHAHA
Scusate, la mia demenza notturna c:
Mi dite se vi è piaciuto?
Dai su , che mi fa piacere anche ricevere critiche c:
Un bacio.
-Runaway.



P.S. '^' Oddio quant'è lungo lo spazio autore.
@xchasemydream on twittah (Payne contagioso.)

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Capitolo 28
*** Cacca di capra. ***


La situazione peggiora di giorno in giorno.
Justin è chiuso in camera da quella sera e non ne vuole sapere di uscire.
Pattie gli porta il mangiare, ma la vedo sempre ritornare col vassoio pieno.
Sto cominciando a preoccuparmi.
Mi alzo dal divano avvicinandomi alla porta della camera.
La mia intenzione è quella di entrare, ma prima sento delle voci all'interno della stanza.
Così mi fermo ed ascolto.
"Hai intenzione di rimanere qui per sempre?" urla una voce che non riesco a riconoscere.
Sento poi un mugolio appartenente a Justin.
E' incredibile come riesca a riconoscere anche un piccolo mormorio se appartenente a lui.
"Andiamo Justin! Oggi ci sono le prove." urla ancora la voce misteriosa.
A questo punto mi chiedo chi sia.
E' una voce maschile, questo è sicuro.
Ma io non ho visto nessuno entrare nel bus.
E sono radicata sul divano anch'io da quella sera.
Dio, che situazione.
"Non m'importa delle prove. Non m'importa più di nulla." sento la sua voce roca ed incrinata.
Il mio povero cuore fa un balzo mentre comincio a vedere appannato.
Cazzo, sta solo parlando Allyson!
Non puoi piangere solo per aver sentito la sua voce.
"Non dirmi che fai sul serio. Senti, io vado in sala prove. Se non sei lì in venti minuti vengo qui e ti trascino per i piedi." urla  di nuovo la voce.
Sento poi dei passi e la chiave della stanza girare.
Il panico si impossessa di me e corro sul divano appena in tempo.
Vedo Alfredo uscire dalla stanza a capo chino.
Quando si accorge della mia presenza si spaventa.
"Non sapevo fossi qui." dice ancora scosso.
Gli faccio un piccolo sorriso senza spiccicare parola.
Lui si siede accanto a me sorridendomi.
"E' merito tuo?" mi chiede indicando la porta della camera in cui è rinchiuso Justin.
Faccio un sospiro ed annuisco.
"L'ho lasciato." mormoro sentendo il mio stomaco contorcersi.
Dirlo ad alta voce mi uccide.
"Però non volevi." mi guarda comprensivo.
Faccio cenno di no con la testa.
Lui per tutta risposta caccia un sorrisone.
"Sai, sono contento che sia tu a farlo soffrire così. Cioè mi sei simpatica. Io sono suo amico ma delle volte se lo merita proprio. Se fossi stato in te l'avrei schiaffeggiato." caccia tutto in un colpo.
Lo guardo sbigottita.
"Ed io che credevo di starti antipatica dopo tutto questo casino." dico sorpresa.
Mi fa l'occhiolino e si alza dal divano.
"Vado alle prove se no mi danno per disperso.Asta la vista!" dice per poi uscire.
Caccio una piccola risata a causa del suo saluto.
Poi sento un rumore, lo stesso prima che Alfredo uscisse dalla stanza.
In un attimo realizzo che Justin  ha chiuso la porta della stanza a chiave.
Quindi probabilmente ha sentito tutto.
Mi alzo di colpo dal divano, di nuovo.
Mi avvicino in tutta fretta alla porta.
Non voglio che molli tutto, per me.
Lo sta facendo ed io mi sento una merda solo per il fatto che non lo vedo da giorni.
Rimango lì, immobile di fronte alla porta chiusa.
In bilico tra la scelta di bussare per farmi aprire o di andarmi a sedere di nuovo.
Tentenno un pò prima di mettere la mano sulla maniglia e stringerla forte.
Diciamo che quando Dio distribuiva il coraggio io ero in un angoletto a ripetermi che non avrei mai potuto farcela.
Sento poi la chiave girare di nuovo nella toppa.
Tolgo la mano dalla maniglia, spaventata.
Il cuore di colpo batte forte.
Una strana paura mi invade, tanto che penso di rinunciare a tutto.
Non ho il tempo di ragionare che la porta si apre.
Abbasso di colpo il capo, impedendomi di guardarlo.
"Che vuoi?" sento la sua domanda fredda.
Mi viene da piangere se penso a quando mi sussurrava cose dolci all'orecchio.
Dio, Allyson sii forte.
Alzo la testa pentendomi immediatamente di quest'atto.
Justin ha un aspetto orribile.
Ha delle occhiaie nere sotto agli occhi che mai ho visto sul suo viso.
I capelli scombinati che non tenta nemmeno di aggiustare un pò.
Il viso è stanco,segno che non ha dormito, e buio.
Indossa solo un paio di bermuda.
"Dimmi che li hai lavati." caccio secca indicando i bermuda che indossava quella fatidica sera.
Sono ancora lì, sui suoi fianchi.
Aggrotta le sopracciglia, nervoso.
"E se anche non fosse? Non sono problemi tuoi." dice duro.
Dio mio ditemi che si è lavato in questi giorni, almeno quello!
Alzo gli occhi al cielo.
"Oh ma smettila. Non fare il barbone." dico indicandolo di nuovo.
Sembra che gli dia fastidio il fatto che lo indico.
Perchè ogni volta che lo faccio fissa il mio dito come se volesse dargli fuoco.
Occhei, mi rendo conto che forse così lo sto facendo stare peggio quando il mio intento è quello di farlo stare meglio.
Ma ci sto provando.
"Mi dici cosa vuoi?" chiede spazientito.
Lo guardo fissa.
E' impossibile che sia bellissimo anche ridotto in questo stato.
Diamine, cos'è che ha combinato madre natura con lui?
"Voglio che esci da questa stanza e vai alle prove. Che ti lavi, ti cambi quei pantaloni di merda ed esci a goderti la vita. Smettila di fare il barbone, smettila di fare il depresso. Puoi vivere anche senza di me." caccio vedendolo perplesso.
"Che cosa?" chiede sorpreso.
"Esatto, su forza. Muovi quelle belle chiappe che hai e fatti una doccia." dico per poi spingerlo nella stanza e poi nel bagno.
Al contatto con la sua pelle sento una piccola scintilla.
Non la vuole proprio smettere di farmi effetto, eh?
Alzo lo sguardo scostandomi da lui e vedendo sul suo viso un espressione divertita.
"Andiamo! Non vorrai mica puzzare come cacca di capra per sempre."
A questa mia affermazione non trattiene un piccolo ridolino.
Il mio cuore perde un battito.
L'ho fatto ridere?
Oddio, l'ho fatto ridere!
Un premio a me.
"Cacca di capra eh?" dice per poi guardarmi.
Oddio, quel sorriso.
In un attimo capisco cosa intende e comincio a correre.
Lo sento rincorrermi e poi stringermi forte tra le braccia, tirandomi su dal pavimento e portandomi in camera.
Intanto sbraito e mi dimeno tra le sue braccia.
Il suo profumo  mi invade le narici,segno che non puzza di cacca di capra come avevo constatato.
Mi butta poi sul letto cominciando a farmi il solletico.
Ma che razza di rapporto è il nostro?
Mio rendo conto che è strano.
Una coppia appena divisa che gioca come se niente fosse.
Il bello è che stiamo male entrambi.
Dovrebbero rinchiuderci in un manicomio.
Si ferma e mi guarda negli occhi.
"Grazie." mormora sorridendo.
Si alza e si chiude nel bagno.
Poco dopo sento lo scroscio dell'acqua.
Mi alzo dal letto  e mi vado a sedere di nuovo sul divano.
Adesso mi sento ancora più uno schifo.
La mia mente comincia a ripetere ogni atto compiuto, ed ogni parola.
Come un rewind mentale di ciò che è successo.
A questo punto, voglio davvero che finisca tutto?








"Gli american music awards?" lo vedo sgranare gli occhi.
Motorino annuisce sorridendo.
"Saranno domani,è già tutto pronto." afferma.
Justin prende un sospiro chiudendo  gli occhi.
Li riapre e caccia un sorriso da mozzare il fiato.
Mi alzo dal divano fingendo di andare in bagno.
Mi chiudo dentro e mi accascio a terra.
Non sarò in grado di vedere un altro suo sorriso senza saltargli tra le braccia.















Love me like you do.

Ciao belle c:
Come butta(?)
Piaciuto il capitolo?
Eh si, il rapporto tra Allyson e Justin sta cambiando.
Che succederà?
Ah, boh(?)
AHAHAHAHA no vabbè.
Ah, il titolo di questo spazio autore è un indizio per il prossimo capitolo.
Vi ho incuriosito, vero?
Sono cattiva, MUAHAHAHAHA(?)
Occhei basta. LOL
Bye.



@xchasemydream on twittah.

 

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Capitolo 29
*** Love me like you do. ***


"Gli american music awards stanno per cominciare! Qui sono tutti in fermento e le star si stanno preparando per attraversare il red carpet. Rimanete collegati." annuncia sorridente la presentatrice alla tele.
Certo, anch'io sono in fermento.
Come no.
Spaparanzata sul divano con un umore da funerale.
Uguale.
Sbuffo pesantemente osservando il telecomando nella mia mano.
Perchè non esiste un aggeggio così che faccia tornare indietro nel tempo?
Tipo uno con il tasto rewind, play e pausa.
Lo desidero tanto.
Magari lo chiedo a Babbo Natale per natale.(?)
Pattie entra nel bus di tutta fretta facendomi spaventare.
Caccio un piccolo urletto e la guardo sconvolta.
"Perchè sei ancora così?" mi chiede allarmata.
Ancora così?
Che intende?
Caccia un verso di disapprovazione per poi tirarmi su dal divano e portarmi fuori dal bus.
"Devi prepararti! Non vorrai mancare vero?" mi domanda presa mentre mi trascina.
Intende agli awards?
Oh si che voglio mancare.
No, ora mi spiega l'importanza della mia presenza.
Non sono più la fidanzata di Justin Bieber.
Non sono nessuno praticamente.
Quindi che motivo ho di apparire in televisione tutta abbigliata?
"Non capisco perchè devo andarci. Non sono importante." dico tranquilla lasciandomi trascinare.
Lei si ferma sgranando gli occhi.
"Allyson Williams stai scherzando,vero?" domanda alzando la voce.
Ecco,quando fa così assomiglia un casino a Justin.
Mi sembra lui,versione femminile.
Chissà come starebbe Justin vestito da donna.
Mi scappa una risata.
Pattie mi guarda stranita e riprende a trascinarmi borbottando qualcosa.
Mi lascia con Allyson e le truccatrici.
"Pronta per la trasformazione?" mi chiede tutta contenta.
Sgrano gli occhi spaventata.
"Devo cominciare ad urlare aiuto?" chiedo.
Lei per tutta risposta caccia una risata.





Mi guardo allo specchio e non mi riconosco.
Mi hanno davvero trasformata.
Indosso un vestito bianco, senza spalline e con la gonna a palloncino.
Sottolineamo il fatto che non ho mai indossato gonne nè tacchi.
Fortuna che le scarpe nere, perfettamente abbinate al vestito, hanno un tacco abbastanza basso.
Così non rischio di cadere.
I miei capelli sono perfettamente lisciati e raccolti in una strana ma particolare acconciatura.
Scosto il ciuffo dal volto e sorrido.
Per la prima volta quando guardo nello specchio, vedo una bella ragazza.
"Che te ne pare?" compare Pattie dietro di me.
Mi giro e vedo Alfredo sgranare gli occhi e squadrarmi.
Lo vedo trattenere il fiato e poi avvicinarmisi.
"Tu sei single giusto?" chiede.
Scoppio in una risata fragorosa.
"Alfredo ti ricordo che Allyson è promessa sposa a mio figlio." si intromette Pattie.
Io cosa?
Promessa sposa?
Suo figlio?
"Peccato." commenta Alfredo facendo il labbruccio e correndo verso Motorino che lo chiama.
Mi avvicino a Pattie ancora un pò sconvolta.
"Sei bellissima, Allyson." mi dice guardandomi per l'ennesima volta.
"Grazie." dico sorridendole e seguendola all'entrata del red carpet.




Devo ammettere che la presentatrice aveva ragione.
Tutto sono in gran fermento.
Ci sono persone che corrono qua e la con matite e specchi in mano.
Altre che corrono urlando stravolte.
Tutte queste persone verrano mai ringraziate per il lavoro che fanno?
Bho, ma di sicurto No è problema mio.
Il red carpet è già allestito e i fotografi sono già posizionati uno di fianco all'altro con le loro macchine giganti piene d'accessori.
Io una di quelle cose la romperei in un nano secondo.
Solo per prenderla in mano ed ecco PUFF muore.
Ho la sfiga in certe cose.
Scommetto che tutti si chiederanno cosa ci faccio io qui.
"Che ci fai tu qui?" chiede una voce a me conosciuta.
Di certo mi sarei aspettata questa domanda da tutti ma non da lui.
Mi giro pronta a rispondergli a dovere ma rimango folgorata.
Immobile sul posto ad occhi sbarrati.
Eccolo lì, che cammina verso di me con aria tranquilla, il ladro del mio cuore.
Dovrebbero metterlo in prigione per gli stomaci che ammazza.
Farabutto(?)
Si ferma ad un passo da me.
Mi fa un fischio di apprezzamento.
Sgrano gli occhi imbarazzandomi all'istante.
"Justin!" lo riprendo in un sussurro che lui non sente.
"Ah però! Vedo che ti dai da fare." dice guardandomi da capo a piedi.
Alzo la sguardo incrociando il suo.
"No, dico. Sei in forma." dice come se volesse correggersi.
"Sei dimagrita, per caso? Fatto palestra?"
Gli do un pizzicotto sul braccio e subito si lagna.
"Cos'ho fatto ora?"  alzo gli occhi al cielo.
Questo ragazzo fa troppe domande.
"Parli troppo ecco cosa." dico acida.
"Ah ecco, allora ce l'hai la lingua." commenta divertito.
Gli riservo un altro pizziccotto.
Si lagna nuovamente.
La serata comincia bene.
Mi giro a guardarlo e noto che mi fissa con insistenza.
Di nuovo il mio istinto e di ribattere, ma stavolta un qualcosa mi fa stare zitta.
E rieccoci.
Ormai la conoscete tutti no? La favola della bella addormentata.
I suoi occhi mi mandando il cuore a puttane, per essere fini.
Poi sul suo viso compare un sorriso beffardo.
"Pronta?" domanda.
"Pronta per cosa?"
Non ho nemmeno il tempo di realizzare che mi prende sottobraccio e mi trascina sul red carpet, accanto ad un giornalista.
"Ciao Justin! E' un piacere rivederti. Siamo tutti curiosi di sapere qual'è la nuova canzone che ci canterai stasera." afferma convinto.
"Ciao. Beh...si, fondamentalemente è una canzone nuova. Nessuno l'ha mai ascoltata. Così,si, sarà una bella sorpresa." risponde sorridendo alla telecamera disposta proprio di fronte a noi.
A momenti ho paura di sbatterci contro con la testa.
"E la signorina chi è?" domanda poi indiscreto.
"Oh, lei è..." si blocca.
Il mio cuore lo fa insieme a lui.
"Lei è un'amica,si." dice insicuro.
E' ovvio che ora sono solo un'amica.
Allyson smettila di starci male.
"Soltanto un'amica?"  chiede conferma il giornalista.
Oh, ma che vuoi? I cazzi tuoi no?
Si gira verso di me, incontrando il mio sguardo.
Riecco il nodo allo stomaco.
Deglutisco sentendomi in imbarazzo.
"Si spera di no." sussurra più a me che a lui.
Ed ecco che la faccia del giornalista cambia in curiosa ad eccittata.
ODDIO, LA PROSSIMA FIDANZATA DI JUSTIN BIEBER.
Genio, lo ero già prima che tu lo realizzassi nella tua testa.
Sei arrivato tardi.
"Oh, qual'è il suo nome?" mi porge il miicrofono.
Vado nel panico finchè Justin non da una piccola spintarella.
"Allyson." dico in un mormorio.
"Oh, su Allyson sorrida. E' in televisione." dice come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
ODDIO, SONO IN TELEVISIONE!
Che cosa odiosa.
"E con questo?" rispondo a tono anche a lui ora.
Prevedo una figura di merda a livello moooondiale gente!
Il giornalista drizza le orecchie.
"Cos'ha detto?" chiede per sicurezza.
"Ha sentito benissimo, non m'importa che sono in televisione se non ho voglia non sorrido." caccio acida.
Ho una gran voglia di mandarlo a fanculo.
Lui sgrana gli occhi sorpreso.
Justin ridacchia.
"Che caratterino,ragazzi." commenta guardando la telecamera soddisfatto.
Mi giro verso Justin.
"Lo mandi tu a fanculo o ci penso io con un calcio in culo,mmh?" gli chiedo.
Justin sembra capire al volo e mi acchiappa la mano stringendola forte.
"E' fatta così, ed è fantastica in ogni suo difetto." mi difende.
Bum,bum bum.
Signori la stiamo perdendo!
"Oh, occhei. Vi auguro un buon continuo serata. Ciao Justin, ciao Allyson." saluta.
Justin sorride salutando con un semplice gesto della mano.
Io guardo in cagnesco il giornalista rifilandogli una linguaccia.
Ci fermiamo tra la folla,a pochi metri da una giornalista già impegnata.
"Sei fai così col primo dovrò metterti la museruola." commenta guardandomi preoccupato.
Mi mancava così tanto la sua vicinanza.
Le sue mani avvinghiate alle mie e il suo modo di difendermi.
Terra chiama Allyson.
Terra chiama Allyson.
Ricordati che tu sei arrabbiata col cucciolo qui davanti.
"Odio quando mi trattano come una bambina." dico aggrottando le sopracciglia e scioglieno le nostre mani per incrociare le braccia.
"Qui non siamo a casa ,Allyson. Qui siamo sotto i riflettori. Qui ogni parola o gesto viene giudicata e molte volte fraintesa." spiega gesticolando.
"Questo non è il mio posto. Non so nemmeno perchè mi trovo qui." dico sincera.
Mi sorride.
"Tu sei qui per accompagnare me. E per mostrare al mondo la tua belezza con questo vestito."
Lalala farfalle svolazzano felici(?)
Uscite dal mio stomaco?
"Non fare il cretino." ecco.
Mi prende il mento e lo alza costringendo a guardarlo negli occhi.
"Non fare la bambina. So che semba che non centri niente qui in mezzo. In realtà non è così. Tu centri, perchè ti amo. Perchè nonostante la nostra rottura io non mi arrenderò finchè non ti riavrò fra le braccia. Centri perchè questo è il mio mondo e quindi automaticamente lo è anche il tuo."
Spiegatemi perchè questo ragazzo non ha fatto l'avvocato.
Ha una parlata lenta,calma e ODDIO CHE HA DETTO?
Ho sentito bene?
Ho un'immensa voglia di buttarmi tra le sue braccia e dirgli che lo amo.
Ma non posso.
Di colpo mi ripassa in mente l'immagine del bacio.
Abbasso lo sguardo.
"Hai già dimenticato? Ora non sono più parte del tuo mondo." dico evitando di fissarlo negli occhi.
"Lo sarai sempre, anche quando tornerai in Canada." sussurra.
E purtroppo anche lui farà sempre parte del mio mondo, anche quando mi dimenticherà e sarà felice con qualcun'altra.





"Questa è la mia nuova canzone, di chiama Love me like you do. Spero vi piaccia." dice al microfono sorridendo.
E' lì sul palco, ed io tra poco non muoio.
(Mettete in play la canzone,vi prego. Ci ho messo tempo per metterla bene. nda)
"Love me like you do.
Love me like you do.
Like you do.
Hold me tight and don't let go.

What am I to do.
When you love me like you do?
Like you do.
Hold me tight and don't let go.
Baby, baby, baby.
Teach me, teach me, teach me.
Show me, show me, show me.
The way to your heart.
Oh, my baby, baby.
I'm begging, lady, lady.
Put me in the middle.
That's right where I'ma start.
I like how your eyes complementing your hair,
the way that them jeans fit is making me stare.
Promise, I'll be here forever, I swear.
Our bodies touching while you...
Love me like you do.
Love me like you do.
Like you do.
Hold me tight and don't let go.
What am I to do.
When you love me like you do?
Like you do.
Hold me tight and don't let go.

Baby, baby, baby.
Let me, let me, let me.
Let me, let me, let me
be all you desire.
Pretty baby, baby.
I'm begging lady, lady.
Take me to the top now.
And I'll take you higher.
I like how your eyes complementing your hair,
the way that them jeans fit is making me stare.
Promise, I'll be here forever, I swear.
Kissing on your neck while you...

Love me like you do.
Love me like you do.
Like you do.
Hold me tight and don't let go.
What am I to do.
When you love me like you do?
Like you do.
Hold me tight and don't let go.
Alright, ok.
Right there, that way.
'Cause when you love me, I can feel it.
When your heart beats, I can hear it.
Be glad, don't say a word,
Don't say no, girl, I'm all yours.
Love me like you do but let me go first.
Listen to these words right here.
Love me like you do, love me like it's new.
Love me like you love me, like there's nothing left to lose.
We'll hop up in a benz, if you're tryna cruise.
Hop up in the bed, baby, if you're tryna snooze.
Louis V. shoes, look at me, do it.
Got a lot of secrets, baby, can you guess clues?
And if you had a choice I know what you'd choose.
You'd choose me, right?
Love me like you do.
Love me like you do.
Like you do.
Love me tight and don't let go.
What am I to do.
When you love me like you do?
Like you do.
Love me tight and don't let go.
What am I to do do do?
Love me like you do, you do.
Like you do.
Love me tight and don't let go.
What am I to do.
When you love me like you do?
Like you do.
Love me tight and don't let go.

No no no no, no no no no no no no no no no, yeah.
Love me like you do, do, do, do, do
Love me like you do, do, do, do, do, do, do...
Yeah, yeah..."


La sua voce mi rombomba ancora nelle orecchie mentre il mio cuore è impazzito.
Cerca inutilmente di calmarsi.
La gente scoppia in un applauso.
"Grazie a tutti." dice sorridendo.
Fa per andarsene ma poi torna indietro ed acchiappa il microfono che fa un brutto rumore.
"Allyson questa è per te." sussurra piano.
Poi va via dal palco.
E il mio cuore lo segue a ruota.








La notte non è fatta per dormire, ma per inventare cazzate da scrivere nel titolo dello spazio autore.

Come state? c:
Stavolta sono stata brava, ho aggiornato in fretta.
O no?
Dai,dai voglio un premio(?)
AHAHAHAHAHA occhei basta fare la demente.
Vi è piaciuto? Spero di si c:
Ora vado a nanna che è tardi.
Voi non lo sapete(?) ma sono le 01:03.
Si occhei non è così tardi, però ho sonno(?)
Buonanotte a tutte c:
-Runaway.


@xchasemydream on twittah.


 

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Capitolo 30
*** Disco. ***


"Dobbiamo festeggiare!" urla Alfredo eccitato.
Annuisco  prontamente presa dal momento.
Justin ha vinto ben cinque premi tra cui artista dell'anno.
Sono così fiera di lui.
"Disco?" propone Ryan.
Annuisco di nuovo e mi attacco al suo braccio.
Justin mi lancia uno sguardo strano, pieno di significato.
Lo ignoro sentendomi un pò ribelle.
Stasera ho voglia di divertirmi e di mettere da parte tutta la tristezza, tutte le preoccupazioni.
"LEGGO!" urlo tirando Ryan in una direzione a caso.
"Justin io vado nel bus, sono stanca morta. State attenti." sento ,la piccola e realmente stanca, voce di Pattie.
Mi giro a guardare la scena.
Vedo Justin annuire e darle un bacio sulla guancia per poi raggiungerci.
Sorrido istintivamente di fronte a quel gesto tanto dolce.
"Prendiamo la mia?" chiede Justin roteando le chiavi attorno all'indice ed ammiccando.
Vedo Alfredo annuire e così ci dirigiamo tutti nella Range rover nera del mio ex.
Occhei non so perchè ma voglio chiamarlo ex.
Infondo è così, e devo abituarmi all'idea.
Justin si mette alla guida,Alfredo di fianco a lui.
Io dietro assieme a Ryan e Motorino, che è venuto per controllarci ci scommetto.
Sono l'unica donna.
Poco m'importa, ho voglia di divertirmi come mai ho fatto.
Il viaggio in macchina è stato un silenzio tombale, sembrava di stare in chiesa.
Per un momento mi sono chiesta se sanno cosa vuol dire divertirsi.
Non appena parcheggiata la macchina mi fiondo all'aria aperta.
Da qui già si sente la musica martellante della discoteca.
Lo ammetto non ci sono mai stata.
Justin e tutto il resto del gruppo si allineano e camminano tranquilli stile eroi appena sfuggiti allo scoppio di una bomba.
Io saltello qua e la sorridendo come una scema e correndo verso l'ingresso.
Sembro una bambina che vuole provare le montagne russe.
Appena entriamo sento la musica prendere possesso del mio corpo.
"Io vado a ballare." dico ad Alfredo e mi fiondo in pista senza aspettare risposta.
Dopo poco Justin mi si affianca cominciando a muoversi scordinato.
Dov'è finito il ragazzo nato per il ballo?
Caccio una smorfia e gli ballo attorno come per sedurlo.
Sono cretina? Si.
Ma stasera niente è serio e razionale dentro me.
Ho deciso di divertirmi e di non pensare a nulla e così farò.
Lo vedo sorridere malizioso per poi cominciare a fare facce strane.
Rido come una matta girandogli intorno e carezzandogli piano la schiena con i polpastrelli.
La musica mi rimbomba le orecchie.
Sposto le dita sul suo petto e poi sulle braccia.
Poi ad un tratto sento mancarmi l'aria.
Justin nota subito il mio cambiamento e mi porta accanto al bancone delle bibite dove Ryan e Motorino chiacchierano allegramente.
"Cosa vuoi?" mi chiede Justin come un padre premuroso.
Il barista passa in quel preciso momento e si ferma di fronte a noi.
"Un alcolico." dico sbattendo il pugno sul bancone e ridendo poco dopo.
Justin mi guarda stranito.
"Sei sicura di non aver già bevuto?" chiede divertito dalla situazione.
Il barista è lì ad osservare la scena finchè non lo vedo guardare Justin indeciso sul da farsi.
Come se lui dovesse dar conferma del mio ordine.
"Sei sordo? Un alcolico." lo rimprovera Justin stupendomi.
Credevo cercasse di fermarmi dal bere.
Infondo non l'ho mai fatto e lui lo sa.
Ma non è mai tardi per provare.
Dopo poco poggia sul bancone un bicchiere pieno di liquido rosa fosforescente.
Chissà che schifezza è.
Lo prendo e ne bevo un sorso.
Justin mi guarda incuriosito finchè non scoppio in una risata.
"Cazzo se è buono!" e lo bevo tutto in un sorso.
"Un'altro!" dico poi poggiando il bicchiere sul bancone con forza.
Motorino si gira verso di me con aria di rimprovero.
"Ah-ah, shh." dico precendolo e mettendo un dito sulle sue labbra.
"Stasera voglio divertirmi motorino, non cercare di frenarmi capito?" dico per poi scoppiare a ridere per il gioco di parole.
Justin sembra reggermi il gioco ed ordina anche lui quella brodaglia rosa.
"Alla salute!" dico facendo scontrare il mio bicchiere col suo.
Motorino ci guarda rassegnato mentre Ryan alza le spalle mormorando qualcosa.
Punto il mio sguardo su Justin che beve il drink in un solo sorso.
Poi poggia il bicchiere sul banco sorridendo soddisfatto.
Stasera la sua bellezza risalta non poco.
Indossa una semplice camicia bianca sopra dei jeans e le supra.
I capelli tirati su nella solita cresta bionda.
Mi stupisco di come non abbia bisogno di riflettori per brillare.
Lo fa già da se, con quel magnifico sorriso.
Oddio, l'acool mi sta andando già in circolo?
Non devo dimenticarlo io a quell'idiota lì?
"Un'altro." dico al barista che ormai fa avanti e indietro lui e tutte quelle bottiglie.
"Allyson non vorrai ubriacarti!" mi rimprovera Justin ridacchiando.
Il mio sguardo si riduce a due fessure.
"E se invece lo volessi?" dico raccattando la sfida appena lanciatami.
"Avresti problemi?" continuo per poi bere il terzo bicchiere di quello strano liquido color fenicottero.
Si, sento già l'alcool fare effetto.
La musica sembra martellare più forte e la vista ogni tanto si offusca.
Si, dopo solo tre drink.
Ehi ma è la mia prima sbronza, ed io sto qui ferma.
Mi butto di nuovo in pista ignorando Justin e cominciando a trovarlo noioso.
Vedo Alfredo e comincio a ballare con lui facendo allontanare la bella bionda che cercava di sedurlo.
Mi guarda stranito e forse anche un pò seccato, io gli rido in faccia.
Infondo non è la cosa che sto facendo da quando sono entrata qui dentro?
La musica mi trasporta mente saltello in mezzo alle persone con Alfredo di fronte.
Intercetto lo sguardo di Justin che mi fa fermare di colpo, spaventandomi.
Lui ne approfitta avvicinandosi.
"Non vorrai ballare tutta la serata con un principiante?" chiede indicando Alfredo.
Lui fa una faccia offesa e puntella sulla spalla di Justin per richiamare la sua attenzione.
"Chi sarebbe il principiante?" chiede non appena Justin si gira.
Justin alza le mani in segno di resa scatenando risate da parte mia e di Alfredo.
"E' tutta tua amico." dice Alfredo lasciandomi a lui.
Un attimo, vedo tutto girarmi intorno come una trottola.
Riconosco il viso di Justin in modo sconnesso.
Barcollo tra le sue braccia.
"Già sei ubriaca?" sento la voce di Justin preoccupata.
Una strana ilarità mista ad acidità comincia a prendere possesso di me.
"Cosa t'importa? Perchè non vai a baciarti quella bionda invece di pensare a me?" dico continuo a ridere.
Mi muovo scordinata, barcollando a destra e a manca mentre Justin cerca inutilmente di tenermi ferma.
"Allyson, ti prego non tiriamo fuori quell'argomento."  mi implora quasi.
Scoppio a ridere per poi fermarmi e sentire la testa girare vorticosamente.
Riesco per un secondo a vedere l'espressione di Justin.
Una marea di pensieri mi invade, tutti complimenti alla sua bellezza, tutti ricordi dei momenti dolci.
Il mio umore scende sotto ai piedi di colpo.
"Perchè l'hai baciata?" chiedo con lo sguardo basso.
"Perchè hai baciato quella stronza?Dimmelo!" urlo aggrappandomi al colletto della sua camicia.
Lui tace.
Le lacrime cominciano a scendere sulle mie guance, baganandole.
Perchè sto piangendo davanti a lui?
Perchè il mio divertimento è diventato un suicidio?
Noto che non accenna nemmeno ad una risposta.
"Vaffanculo Justin, sei uno stronzo!" urlo per poi mollarlo e cominciare a barcollare tra la folla.
Perchè mi comporto come una bambina?
Perchè mi sento così una merda all'improvviso?
Ad un tratto sento qualcuno afferrarmi il polso.
Mi giro verso il viso di Ryan, preoccupato.
"Sei ubriaca?" mi chiede sconvolto.
"Justin è uno stronzo." dico rifugiandomi tra le sue braccia a piangere.
"Sei ubriaca ma dici cose sensate." commenta poi stringendomi.
Lo sento muoversi ma non mi stacco dal suo petto.
"E' ubriaca?" sento l'ennesima domanda, stavolta uscita dalla bocca di motorino.
"Si cazzo, sono ubriaca. E che palle siete tutti dei santi voi?" sbotto alzando la testa dal petto di Ryan.
Motorino non trattiene una risata.
"Ah, ecco lo stronzo." dice Ryan ridacchiando e indicando tra la folla.
Vedo tre Justin.
No aspetta quattro.
"Ti sei anche duplicato? Bleah, mi fai schifo." caccio per poi ridere di nuovo.
Mi afferra il polso, incurante della mia battuta di spirito.
Fatta con l'alcool... capito il giro di parole?
No occhei, sto delirado.
Mi tengo la testa respirando profondamente.
"Ma sei scema? Cosa ti viene in testa di andartene così?" sento la sua voce trapanarmi le orrecchie.
Poi mi tira verso non so dove.
"No, Justin lasciami! Voglio stare con Ryan,io lo amo." urlo cercando di staccare la sua mano dal mio polso.
I miei tentativi sono tutti vani.
"Ryan, diglielo che mi ami anche tu e che vogliamo scappare in Giappone." urlo vedendo due Ryan di fronte a me.
Anche lui che si duplica? Ma cos'è una moda?
Lo vedo cacciare una risata.
"Motorino, fai il pieno prima di tornare a casa!" urlo per poi ridere, ancora.
Justin stringe ancora il mio polso mentre siamo finalmente fuori dalla discoteca.
Sento che stringe troppo, mi fa male.
"Justin mi stai uccidendo." piagnucolo prima che lui mi sbatta con violenza sul sedile passeggero della range rover.
E che diamin... "E che diamine, Justin! Sono una donna non una busta della spesa!" urlo ancora.
Lo vedo salire dal lato guidatore, serio.
"Allora? Vuoi scoparmi sapendo che non riesco ad oppormi in questo stato?" urlo ancora per poi sentire altre lacrime solcarmi il viso.
"La smetti di cacciare cazzate?" urla poi lui verso il mio viso.
Sento quell'urlo pungermi sul vivo.
Così mi tocco proprio sul punto in cui fa più male, sul cuore.
Porto entrambe le mani lì, accovacciandomi su me stessa.
Come se lì ci fosse una ferita sanguinante.
Come se volessi far smettere al sangue di scendere.
Dopo poco sento il suo fiato caldo sul mio collo.
"Scusami." sussurra con voce dolce.
Mi accarezza piano il braccio mentre i miei singhiozzi riempiono l'abitacolo.
"Perchè l'hai baciata? Cos'ha lei che io non ho?"  piagnucolo senza ritegno voltando il viso verso il suo.
Sembro un cane bastonato, ma che posso farci se l'alcool ha un brutto effetto su di me?
"Shhh." cerca di far smettere quell'incessante pianto che muove il mio stomaco su e giù.
"Lei non ha nulla che tu non hai." continua poco dopo in un sussurro.
"E perchè l'hai baciata?" abbasso anch'io la voce, ancora scossa dal pianto.
Mi guarda un  secondo, ha gli occhi lucidi.
Sono sicura che odia vedermi in questo stato.
Sono sicura che crede sia colpa sua.
Sono sicura che ha ragione.
"Perchè sono un cretino, uno stronzo che accetta le provocazioni e non pensa alle conseguenze. Perchè sono un povero scemo che ama una ragazza e non fa altro che farla soffrire,piangere ,che non muove un dito per fare qualcosa." sbotta quasi.
Vedo alcune lacrime farsi spazio sul suo viso.
Sgrano gli occhi.
Appoggia la testa sulla mia spalla con aria stanca.
Caccia alcuni singhiozzi che mi fanno tremare.
"Mi porti a casa prima di mezzanotte? Se no la macchina diventa una zucca e rimaniamo a piedi." caccia la mia bocca più che io.
Lo vedo ridere afflitto.
"Che parlo a fare, sei ubriaca! Non ricorderai le mie parole. Andrai via in Canada dimenticandomi. Ed io dovrò accettarlo."  borbotta triste mettendosi bene seduto sul sedile.
Caccio un lungo sospiro chiudendo gli occhi mentre sento la macchina accendersi e le ruote girare sull'asfalto.












Nessuna parola potrà mai esprimere ciò che provo per il mio idolo.

Ciao a tutte c:
Lasciate perdere il titolo, un momento di tenerezza tra me e Justin (?)
Cioè tra me e lo schermo, lol.
Comunque... questo capitolo ha stupito anche me o:
Non era quello che volevo scrivere.
Volevo far diventare Ally una stronza per una sera.
Consideratelo un cercare di esserlo ma non esserci riuscita.
LOL.
Spero vi sia piaciuto comunque c:
Love ya :3


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Capitolo 31
*** L'addio. ***


Apro gli occhi sentendo un enorme senso di neausea ed un gran mal di testa.
Mi alzo di scatto cominciando a correre verso il bagno.
Mi piego sul water e vomito l'anima.
Mi sento uno schifo.
Ieri devo aver bevuto.
Mi alzo e mi sciacquo il viso.
Evito accuratamente di guardare la mia immagine riflessa.
Non voglio sapere in quali pietose condizioni sono.
Vedo la porta della camera di Jutin aperta e mi affaccio.
Lui è lì, tranquillo.
Steso sul letto a petto nudo ed ad occhi chiusi.
Lo stomaco comincia a girare vorticosamente, ma stavolta in modo piacevole.
Mi avvicino piano, cercando di non svegliarlo.
Intanto l'osservo.
Posso dire con certezza di conoscere ogni sua più piccola imperfezione.
Anche se quelle rafforzano la sua bellezza.
Con lui funziona al contrario.
Mi siedo piano sul letto senza smettere di fissarlo.
Mi sento come se mi stessero togliendo l'ossigeno poco alla volta.
Come se facendo in questo modo mi facciano soffrire di più.
Come se lui dovesse andare ed io fossi lì sul punto di prenderlo per farlo restare ma ogni volta mi sfugge.
Ed il bello è che io gli sto dando la ragione per andare.
L'ho spingo via e lui si oppone, quando finalmente decide di andare cerco di riacchiaparlo.
E' abbastanza incoerente.
Mi stendo piano al suo fianco.
Lui mugugna qualcosa e il cuore mi salta nel petto.
Poi si gira sul mio lato e mi sovrasta con un braccio.
I suoi capelli in disordine ,a causa della dormita, risplendono a contatto con la luce del sole che entra dalla finestra.
Chiudo gli occhi inspirando il suo profumo.
Mi rilasso avvicinandomi di poco al suo corpo.
Questo silenzio mi fa capire tante cose.
Come la mia voglia di stargli continuamente vicino.
Se non ci fosse, non sarei qui.
Come la mia voglia di far pace, di ritornare come prima.
Perchè il mio amore per lui è troppo grande.
Sarei capace di perdonarlo per ogni cosa, ma non devo se poi ci sto male io.
Non posso vivere con l'angoscia che prima o poi lo trovi a baciare qualcuna.
Solo al pensiero mi riviene la nausea.
Cosa strana: Da quando sono qui, stesa con lui mi è passato tutto.
Il mal di testa è come scomparso assieme alla nausea.
Sarà la dormita, sarà che mi sono distratta ma io ora mi sento bene.
Un suo sospiro mi fa rinsavire dal mio groviglio di pensieri.
"Mi manchi." sussurro sentendomi un pò morire dentro.
Non potrò più sfiorare i suoi capelli, accarezzarli.
Non potrò più percorrere il suo viso con le dita, guardare nei suoi occhi.
Non potrò più baciare le sue labbra e sentirmi al settimo cielo.
Non potrò più sentirmi felice.
Perchè lui ormai è la mia felicità, tutto ciò di cui ho bisogno per sorridere.
Mi viene da piangere se solo penso che non potrò neanche più vederlo, ne abbracciarlo.
Non potrò consolarmi guardando il suo radioso sorriso.
Non potrò più abbandonarmi ad un suo coccoloso abbraccio dimenticando per un momento tutti i problemi.
Non potrò mai più sentire quella scarica di adrenalina che percorre il mio corpo ogni volta che posa lo sguardo su di me.
Guardo il suo viso e sembra quasi che si stia trattenendo dal sorridere.
Mi stacco di colpo e mi allontano velocemente.
Mi appoggio al grande comò di fianco al letto e respiro profondamente.
Le lacrime spingono per uscire.
Le trattengo cercando di far diventare il respiro regolare.
"Stasera partiamo. Torniamo a casa." sento la sua voce stanca e assonnata.
Sembra che si sia arreso persino lui.
Ed a questo punto non posso fare altro che andare via, anche se non è ciò che voglio.
Perchè farà bene ad entrambi.








Il tour bus si ferma e stavolta non so se esserne felice o no.
Scendo immediatamente inspirando l'aria di casa.
Oddio quanto mi era mancato questo posto.
Pattie mi si affianca silenziosa.
"Sei sicura di volerlo fare?" chiede piano.
Sono sicura?
Si,No,non lo so.
E poi ormai è troppo tardi per tornare indietro.
"Non è mai troppo tardi per tornare indietro." dice come se mi avesse letto nel pensiero.
Sgrano gli occhi sentendo un colpo arrivarmi dritto sul petto.
"No, ormai ho deciso." dico risultando forse troppo dura.
Eppure la mia voce non è mai stata tanto stanca.
La sento sospirare al mio fianco.
"Almeno salutalo." dice ed appare come una supplica.
Sospiro annuendo.
Rientro piano nel bus, come se avessi paura anche solo ad avvicinarmi a lui.
Apro la porta della stanza da letto.
E' steso, girato di schiena.
Come al solito senza la maglia.
Ma diciamo che non è la cosa che noto subito.
Vederlo così, sapere che non sta dormendo.
Che magari nella sua mente balzano mille domande a cui non sa dare risposta.
Questo è un quadro capace di farmi star male peggio di quando l'ho visto baciare..quella.
Mi avvicino piano a lui e mi siedo nello spazio lasciato libero dall'incavo della pancia.
E' tutto raggomitolato su se stesso e tiene gli occhi fissi sul muro in un espressione smorta.
Non so cosa voglia dire precisamente 'smorta' ma non è certamente bello.
Provo ad aprire bocca per dire qualcosa ma nel momento esatto in  cui mi accorgo di non sapere che dire lui mi stupisce mettendosi a sedere.
"Tu sei l'unica capace di farmi piangere per un addio." caccia in un sussurro.
La mia bocca si è sigillata.
Sospira vedendo che non ho intenzione di rispondere ne di alzarmi.
Vorrei suicidarmi per ciò che ho fatto e che sto facendo.
Perchè deve capitare tutto a me?
Davanti ad un addio mi cadono tutte le convinzioni.
Si avvicina a me,fissandomi serio.
"Vorrei intrappolarti in una foto,così che tu non vada via." sussurra.
Alzo lo sguardo, incontrando finalmente il suo.
Sussulta per quel movimento inaspettato.
Perchè è tutto così dannatamente fragile?
"P-posso farti una foto?" chiede  e posso giurare che è la prima volta che lo sento così insicuro.
Non capisco il senso di questa cosa.
Spera davvero in una qualche magia che non esiste?
Ma sopratutto, spero davvero in una qualche magia che non esiste?
Annuisco quasi impercettibilmente.
Perchè ogni cosa che faccio nella mia mente si accende un allarme?
Come se fosse tutto sbagliato, quando niente lo è.
O almeno lo credevo fino a quando non ho realizzato tutto.
Mi punta l'obbiettivo dell'iphone addosso.
Comincio a sentirmi fuori posto.
E' tutto così assurdo!
"Mi fai un ultimo sorriso?" dice suonando terribilmente dolce.
"Mi dispiace ma non ci riesco. E pensa che che non mi è mai risultato così difficile."
Ho appena scoperto che la mia bocca è una cretina peggio di me ed è difficile esserlo.
Alza lo sguardo su di me, di nuovo stupito della mia reazione.
In un secondo la sua mano si posa sulla mia guancia.
Rimango immobile per quel gesto improvviso.
L'iphone cade nel piccolissimo spazio che ci divide.
"Scusami, ma devo farlo o me ne pentirò per tutta la vita." sussurra veloce prima di premere le sue labbra sulle mie.
Nell'esatto momento in cui sento la sua lingua fare contatto con la mia sobbalzo.
Una strana luce ci prende in pieno, come un flash.
Ma Justin non ci fa tanto caso, troppo impegnato a baciarmi.
Approfondisce il bacio, sfiorandomi con la punta delle dita.
Ad un tratto sento qualcosa bagnarmi le guancie.
Justin tenta di spingermi sul materasso e così mi ritrovo distesa.
Inutile dire che non riuscirei a fermarlo neanche se volessi.
"Ti amo." dice staccandosi e guardandomi dritta negli occhi.
"Non voglio che vai via." sussurra poi calandosi sul mio collo per torturarlo.
Mi alzo di colpo quasi cozzando la testa contro la sua.
Sobbalzo quando mi accorgo che a bagnare le mie guance erano le sue lacrime e non le mie.
"Sai,mi ero ripromesso di non piangere di fronte a te." sussurra asciugandosi una guancia.
Già, anch'io mi sono promessa mille volte di non piangere più.
Ed invece.
"Benvenuto nel club." dico risultando meno sarcastica di come avrei voluto.
Lo vedo raccogliere l'iphone dal materasso mentre tira su col naso.
Poi ridacchia tra le lacrime guardando lo schermo.
"Sai,dovresti andare." dice senza rivelarmi il motivo della sua piccola e triste risatina.
"Già."
Mi alzo piano e rimango ferma lì.
Cosa mi prende?
Perchè non voglio andare via?
Justin si alza insieme a me e mi trasporta fino alla porta.
"Su, forza . Puoi vivere anche senza di me." dice per poi sorridermi mentre un'altra lacrima scende sulla sua guancia.
Puoi vivere anche senza di me.
Si , lui può.
Forse non ora, ma tra qualche mese starà bene.
Tra qualche mese avrà dimenticato me e le belle parole.
Mentre io?
Potrebbero volerci anni per andare avanti, o forse anche di più.
Lo guardo un attimo, realizzando che non posso tornare più indietro.
Così mi incammino verso la porta del bus e scendo.
Salutando tutti con un silenzio e una faccia che reprime le lacrime.


















Perdonatemi çwç

E' tanto che non aggiorno, lo so.
E so anche che forse sono passati mesi dall'ultimo capitolo.
E che questo fa abbastanza schifo.
E so anche che dovrei stare zitta e pubblicarlo invece di continuare a scrivere cazzate nello spazio autore.
Spero comunque che vi piaccia.
Peace.(?)

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Capitolo 32
*** Tre anni dopo. ***


Mi precipito di fronte a Mark, dividendolo dal massiccio ragazzo con cui sta litigando.
Che palle, sti maschi.
Devono finire sempre a botte.
Il 'massiccio' mi guarda stranito.
Quasi tutta la scuola è riunita intorno a noi.
Io vorrei semplicemente capire perchè quando qualcuno litiga e fa a botte nessuno ferma nessuno.
A loro piace stare a guardare, come se fosse uno spettacolo.
Uno schifo.
"Ally spostati." sento il sussurro di Mark nel mio orecchio.
Mi giro verso di lui, incrociando i suoi occhi verdi pieni di preoccupazione.
"No, non mi sposto. Non voglio che quel cretino ti tocchi." gli urlo contro.
In un secondo lo vedo sgranare gli occhi.
Poi sento due mani prendermi per le spalle e strattonarmi di lato.
Cado a terra ed immediatamente un dolore lancinante alla spalla mi colpisce.
Mi giro di schiena cercando di ignorarlo e mi concentro su cosa sta accadendo.
Delle urla si sono alzate e vedo Mark assestare un gancio destro all'altro ragazzo.
Purtroppo non lo chiamano massiccio per nulla.
Non si sbilancia di un millimetro.
Mi alzo di fretta e mi paro di nuovo di fronte a Mark.
Fanculo.
"Ally, ti ho detto..."
Non riesco a sentire il finale delle frase perchè un pugno mi arriva dritto sulla guancia e mi scaraventa di nuovo a terra.
L'altra spalla,cazzo!
"Stanne fuori, puttana." sento l'altro urlarmi contro.
La guancia mi pulsa ed ora penso di avere entrambe le spalle fratturate. Altro?
Cioè mi ha preso per un sacco di allenamento?
Mi alzo di nuovo da terra e mi stupisco della mia ripresa immediata.
Non gli do il tempo di fare nulla che gli sgancio un calcio in mezzo alle palle.
Occhei, è poco carino da dire.
Diciamo gli sgancio un calcio in mezzo a ciò che non ha, meglio.
Stavolta si accascia a terra portando le mani lì in mezzo e gemendo dal dolore.
"Stronzo,puttana lo dici a qualcun'altro." gli dico mentre è ancora inginocchiato di fronte a me.
Mark mi affianca dandomi un colpetto sulla spalla.
Ed ecco che il dolore riappare com'era scomparso.
Caccio una smorfia e lui subito capisce.
"Andiamo in infermeria." dice ignorando tutti.
Annuisco e butto uno sguardo alla gente attorno a noi.
Mi guardano tutti stupiti e con gli occhi sgranati.
Che cazzo guardano?
Mai vista una donna fare a botte?
"Che sta succedendo qui?"
Di colpo tutta la gente si dilegua, lasciando mostrare la figura del preside infuriato.
"Tutti e tre, nel mio ufficio. ORA." odrina inviperito per poi farci strada.
Mark mi guarda spaventato.
Alzo le spalle e mi avvio.



"Che cosa stavate combinando? Sapete che nella mia scuola non voglio risse!" urla il preside puntandoci il dito contro.
Non vuole risse.
Allora mi spiega perchè ne capitano dieci al giorno?
Cioè bho, quest'uomo  ha bisogno di un'oculista.
"Allyson non centra niente." si affretta a chiarire Mark.
"Centrate tutti e tre." ribatte il preside.
Sembra che gli partono fulmini dagli occhi.
"Io non mi stupisco degli ragazzi, ma di lei signorina." caccia poi in un tono più calmo.
Faccio un sospiro.
"Gli amici si difendono a costo di fare a botte." dico piatta.
"Non nella mia scuola!" tuona lui.
"Per ora sarò costretto a chiamare i vostri genitori ed avvisarli, in più domani sarete di turno a lavare la palestra. Ora andate."
Sarò costretto...ma chi cazzo ti costringe?
"Signorina lei passi per l'infermeria e poi vada a casa. La vedo piuttosto malconcia."





Apro la porta di casa aspettandomi il finimondo.
Mark voleva accompagnarmi, ma aveva un appuntamento con la madre anche lui.
"Sono a casa." urlo per poi buttare lo zaino sul gradino all'entrata.
Alla fine non mi sono fatta nulla.
Avrò due lividi ed un labbro spaccato alla fin fine.
Entro nella cucina e vedo mia madre correre ad abbracciarmi forte.
"Oddiomio, che ti hanno fatto? Sei tutta intera?" mi urla nell'orecchio per poi passare a farmi la radiografia.
Non combattevo mica contro un leone!
"No tranquilla mamma, tutto a posto." le sorrido per poi cacciare una smorfia.
Questo cazzo di labbro.
"Chi è stato a cominciare?" mi chiede tornando ai fornelli.
Mi siedo su uno sgabello della cucina intenta a riassumere la cosa nella mia mente.
Devo tralasciare elementi che possano spaventarla.
Non deve preoccuparsi così tanto per me.
"Nessuno, mamma. Cercavo di fermare due di loro che stavano per picchiarsi e mi hanno messo in mezzo."
In alcun modo non deve sapere che centra Mark.
Lo uccide se sa che non è riuscito a proteggermi.
"La prossima volta sta ben lontana da gente del genere. Non voglio che ti rompi qualcosa." dice lasciandomi il piatto davanti.
Mi sorride poi benevola.
"Meno male che non ti sei fatta nulla."
Credevo mi avesse linciata ed invece mi coccola e mi sorride.
Non è andata così male come immaginavo.





"Sono in punizione per una settimana." la voce metallica di Mark mi risveglia dai miei pensieri.
"Che cosa? Una settimana? Sette giorni? Centosettantotto ore? Diecimilaeottanta minuti? Seicentoquattrom.."
"Ally."
"Si?"
"Smettila."

Caccio una risata in barba alla sua stizza.
"Dai, è una cosa da nulla." Lo rassicuro.
Infondo non è stato lui ad essere preso a botte quindi, perchè si lamenta?
"E sai qual'è la cosa peggiore?" chiede scandalizzato.
"Qual'è?" chiedo esasperata.
"Non sono riuscito a proteggerti."
Oddiomio, io lo sapevo che tirava fuori sta storia.
"OH, ma dai. Smettila. Sai che odio tutta questa protezione verso di me perchè so vedermela da sola. E poi stavolta ti ho protetto io, basta." dico sperando che la discussione finisca qui.
"Ally sono un uomo! Io dovrei proteggere te!" esclama.
"Ma che uomo e uomo! Tu al massimo sei uno scmmione senza peli." caccio per poi ridere.
"Vaffanculo." ride anche lui.
"Dai, su. Ti vengo a trovare oggi con i biscotti che ora mamma sta preparando. Magari con quelli convinco tua mamma a farti uscire." Spiego la mia brillante idea venuta al momento.
"Mmh, proposta accettata. Amo i biscotti di tua madre." mi arriva all'orecchio la sua voce metallica.
Ridacchio immaginandolo già con la bava alla bocca,stile Homer Simpson.
"Allora,deciso che colore vuoi tingerti i capelli?" mi chiede curioso.
L'ho assillato per un mese con i miei capelli.
Continuo a dire che li tingerò, li taglierò e poi non faccio mai nulla.
Sono ricci e sono lunghi, sono la mia essenza.
Sono come testimoni di quanto mi è successo in passato e mi sento come se commettessi un reato tagliandoli o colorandoli.
Ma immaginare non costa nulla.
"Si si, li tingerò tutti di verde." caccio sarcastica.
"Verde?" sento la sua voce ed immagino la sua faccia stranita.
Ridacchio.
"Ti stai dando alla pazza gioia con questi colori !" esclama.
Scoppio a ridere.
"Certo." lo assecondo.
Sento la sua risata arrivarmi dritta al cuore.
Nonostante siano passati anni, la nostra amicizia non ne ha risentito nemmeno con la lontananza.
Ne sono felice, anche perchè è l'unico amico che ho.
Certe volte fissare le sue iridi verdi mi porta ai ricordi, ed è allora che odio il fatto che lo conosco da così tanto.
I ricordi fanno male, bruciano sulla pelle come una ferita ancora aperta.
La voce di mia madre che mi chiama dal piano inferiore mi risveglia dai miei pensieri.
"Mark,sto arrivando." lo avviso chiudendo la chiamata.
Mi precipito giù per le scale sentendo l'odore della pasta frolla penetrare nelle narici.
"Dimmi." mi affaccio in cucina trovando mia madre con il vassoio in mano.
"Appena sfornati." dice guardandomi con un sorriso.






Busso il campanello della villetta di fianco alla mia.
Si lo so, è abbastanza surreale.
Mi apre la madre di Mark e guardandola ogni volta mi stupisco della loro somiglianza.
"Buongiorno signora, mia madre ha appena sfornato questi biscotti e mi ha chiesto di venire a portagliene un paio." le dico con un sorriso.
"Oh Allyson è un gesto carinissimo. Ma io so perchè sei venuta, non mi inganni." dice sfoggiando la sua furba espressione per poi ridere.
"Dai entra, Mark è in camera sua. Penso tu già sappia che è in punizione." dice lasciandomi lo spazio per entrare.
Entro nell'atrio di quella casa che conosco come se fosse mia ed annuisco.
Senza che aggiunga altro, mi fiondo su per le scale raggiungendo la porta della camera di Mark.
"Ciao." sento un sussurro nel mio orecchio e poi due braccia percorrermi i fianchi e stringermi.
Sussulto sentendomi per un attimo ubriaca di pensieri.
Mi sposto poi dalla sua presa,stranita.
Mi sento persa,mi sento vuota e senza equilibrio.
"Ehi che ti prende?" La sua voce poi mi risveglia dall'intontimento.
Lo guardo e faccio il miglior sorriso che posso.
"Niente, mi hai spaventata." no,non mi ha spaventata.
Quella presa e quel sussurro, mi hanno ricordato cose che è meglio per tutti dimenticare.
Sembra pensarci su, però poi distoglie lo sguardo e si dirige giù per le scale.
Rimango lì immobile.
Intenta a riacciuffare quell'attimo ormai perso, per potermi immergere nella dolcezza che i ricordi ti portano, per risentire quel sapore agrodolce sulla mia lingua e quelle farfalle nel petto.
Già, nel petto.
"Ally, non vieni?"
Di nuovo la sua voce mi risveglia e come colpita da un pizzico, salto sul posto e lo seguo silenziosa.
"Mark, Ally. I vostri biscotti sono lì." ci precede la madre di Mark.
"Grazie." Mark le sorride e torniamo in camera sua.
Tralasciamo il fatto che assomigli ad un porcile, ma io ormai ci sono abituata.
Si siede sul letto accendendo la televisione.
Mi siedo al suo fianco afferrando un biscotto.
"Ehi, quello era mio." si lamenta guardandomi.
"C'era il tuo nome scritto sopra?" lo beffeggio dando il primo morso.
"Si, proprio qui." indica il biscotto ed io abbasso lo sguardo.
Lui per tutta risposta mi tira su il naso con l'indice.
"Scema." dice ridendo.
"Stronzo." gli rispondo masticando l'ultimo pezzo del biscotto.
"Questo ti costerà i biscotti." dico rubandogli il biscotto di mano.
Lo metto in bocca e lo guardo con aria di sfida.
Lui non si scoraggia e lo morde dall'altra parte.
"Lafia." mormoro fissando i suoi occhi così vicini.
"No, lafia tu." ribatte sforzandosi di non ridere.
"Fembriamo due cani!" esclamo senza lasciare la presa.
"Ed ora parliamo della rivelazione del pop. L'idolo di milioni di adolescenti, per essere precisi ventisette milioni di adolescenti!" recita la signorina imbellettata nel telegiornale.
Di colpo mollo il biscotto e fisso la tivù.
Mark festeggia il suo trionfo finchè non si accorge di cosa sta accadendo.
"Justin Bieber ha appena annunciato il suo fidanzamento con la bella attrice Selena Gomez.
Amore a prima vista? Chissà, per ora facciamo gli auguri a questa nuova coppia..."

Erano anni che non sentivo quel nome.
Mark è fermo di fianco a me,forse impaurito da una mia possibile reazione.
Alzo le spalle,guardandolo.
"Sono contenta che si sia rifatto una vita e che sia felice di nuovo." Caccio per poi sorridere.
Sono sincera.
"Nemmeno una lacrima? Una stretta al cuore? Non sei triste che ti abbia dimenticata?" domanda a raffica.
"Sai, ho idea che potrei comprare la prima espansione per il lobo." do voce ai miei recenti pensieri ignorando le sue domande.





"Sai, non credevo l'avresti fatto davvero!" esclama indicando il mio lobo.
"Faccio di tutto ma i miei capelli non si toccano." dico guardandolo.
Ho convinto la madre a far uscire Mark per quel pomeriggio.
E' bastato dirle che avrebbe passato una giornata in più in punizione.
E così siamo corsi a comprarci le nostre espansioni.
Mark ha deciso di appoggiare questa mia idea dando fondo a quasi tutta la sua paghetta per comprare anche i ricambi.
Ora posso arrivare ad otto millimetri senza comprarne altri.
"In ogni caso, davvero. Io gli ho detto di dimenticarmi quindi..." caccio questo discorso quasi sentendomi in colpa per non avergli risposto prima.
"Scusami, non avrei dovuto farti tutte quelle domande." mi sorride.
Già, non avrebbe dovuto.






Ehilà!
Rieccomi qui con un nuovo capitolo.
Si ricomincia d'accapo, come se non fosse accaduto niente.
Eppure nella mente di Allyson i ricordi fluttuano ancora vivi.
Mark secondo me è carinissimo, anche se delle volte parla troppo.
Ora lasciando stare il capitolo...
Ho scoperto da poco che la mia storia è nelle POPOLARI!
Dio, che colpo.
Grazie,grazie,grazie.
Non mi sarei mai aspettata che così tante persone leggessero questa FF.
Grazie ancora a tutte.
Davvero, per me è molto importante.
Ora vi lascio.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto c:
-Runaway.


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Capitolo 33
*** Mi sei mancata. ***


"Guarda fuori dalla finestra."
Mi alzo dal mio comodissimo letto, per poi poggiare le mani sul vetro appannato della finestra della mia camera.
"Oh, wow. Nevica. Che novità." caccio osservando i piccoli fiocchi  cadere dal cielo.
"Sei simpatica come un dito nel culo." sento l'insulto ridacchiato di Mark dall'altra parte della cornetta.
"E tu sei sempre più originale.
Mi siedo sul divanetto sotto la finestra continuando ad osservare la neve come incantata.
Caccio un sospiro sentendo una strana emozione salirmi su per il petto.
"Ally." 
Ultimamente non faccio che pensare al passato e al fatto che darei di tutto per ritornare a quei tempi.
E' così stupido.
Ho imparato che dai problemi non si fugge eppure continuo a farlo, ripetutamente.
"Ally?"
Un brivido mi scuote e mi riprendo dai miei pensieri rifugiandomi tra le calde coperte del mio letto.
"Dimmi." caccio triste, malinconica,idiota.
"Perchè non sorridi più? Mi manca il suono della tua risata." sussurra dolce.
Chiudo un attimo gli occhi sentendomi colpevole.
Non voglio farlo preoccupare.
"Tranquillo, sto bene." cerco di riparare al più presto.
Chissà perchè più menti a chi vuoi bene ,più ti senti schiacciata da un peso che sai porterai per l'eternità.
"No, non stai bene. Scommetto che centra lui." le sue parole mi arrivano dritte al petto come un coltello.
Rimango in silenzio per un attimo sentendo tutti i ricordi repressi che si animano per riempire la mia mente.
"No, lui è...un capitolo chiuso." 
La realtà è che di quel capitolo ne sto stampando centinaia di stupide copie che sto appendendo ai muri della stanza, così che possa leggere ogni parola,sussurro,emozione che mi ha fatto provare.
Il problema non è lui, il problema sono i ricordi.
Sento un urlo di mia madre provenire dal piano di sotto.
"Mark devo staccare, ci sentiamo dopo." dico per poi premere la cornetta rossa.
Mi alzo di nuovo dal letto e mi precipito giù per le scale.
"Cosa c'è?" chiedo pazientemente, già pronta a sbuffare qualsiasi cosa dica.
"Lo so che è presto e che fuori fa freddo, che nevica e che ti sei appena svegliata. Però... dovresti fare un salto al supermercato per prendere due cosine." caccia dopo esserci girata attorno tre volte.
Sbuffo.
"Che palle." mi lamento salendo le scale.
Ed invece nella mia mente già pregusto una bella passeggiata con le cuffie piantate nelle orecchie.
Mi vesto velocemente, prendo la nota delle cose da comprare e mi avvio.
Nevica ancora un pò, ma si può stare in giro anche senza ombrello.
Pigio una cuffietta nell'orecchio ,camminando con la testa china sull'ipod per cercare la mia compagna di viaggio.
Ne salto un paio finchè non arrivo a 'Kiss me di Ed sheeran.'
La voce di quell'uomo è capace di mandarmi in trans, mi rilassa.
Un brivido risale su per la schiena.
Mi stringo nel giubbotto ed attraverso la strada puntando all'entrata del supermercato.
Sorrido alle cassiere che ormai mi conoscono e mi dirigo nei reparti interessati.
Si può dire che conosco questo supermercato come casa mia, ci vengo quasi tutti i giorni da quando sono cominciate le vacanze di Natale.
"This feels like falling in love,falling in love.." canticchio prendendo un pacco di farina sottobraccio.
Ma mi chiedo, cosa ci dovrà fare mia mamma con della farina?
Non è mai stata una gran cuoca.
Saltello via dal reparto alimenti per dirigermi in quello detersivi ed acchiapparne uno a volo.
"Kiss me like you wanna be loved.." continuo a canticchiare ignorando le persone che mi guardano credendomi da manicomio.
Ad un tratto mi scontro con qualcosa e il pacco di farina mi scivola di mano finendo a terra e combinando un macello.
Rimango ferma, col detersivo ancora in mano e la voce di Ed nelle orecchie.
"Oddio, e adesso?" caccio guardando il pavimento ricoperto di farina.
"Il mio pantalone, è rovinato!" urla una voce disperata.
Alzo lo sguardo e mi ritrovo uno sconosciuto chinato sulle ginocchia che cerca di ripulirsi i pantaloni neri irrimediabilmente sporchi di farina.
"Scusa, è colpa mia." dico davvero dispiaciuta.
"E' ovvio che è colpa tua, non potevi stare più attenta?" caccia scorbutico.
Questo ragazzo comincia a darmi sui nervi.
"Se è per questo potevi evitare di stare in mezzo alla corsia!" dico scattando in avanti con un passo.
Senza neanche rendermene conto mi ritrovo col culo a terra, in mezzo alla farina.
Dannato sconosciuto, dannato detersivo, dannata farina, dannato Ed che continua a cantarmi nelle orecchie.
Lo sconosciuto alza lo sguardo su di me e poi scoppia a ridere.
Mi blocco mollando la presa sul detersivo che finisce di fianco a me.
Sgrano gli occhi e spalanco la bocca sentendomi catapultata in un mondo parallelo.
Che cazzo ci fa lui qui?
Dopo essersi ripreso dalle risate, mi guarda di nuovo e si blocca.
La mia stessa reazione, dipinta sul suo volto.
Su quel volto che conosco così bene,come casa mia, come questo supermercato.
"Ciao." caccia in un balbettio.
La mia mente sovrappone l'immagine del suo viso sfuocato nella mia testa con quella che ho davanti a me.
I particolari combaciano rinfrescandomi la memoria e rendendoli ancor più evidenti.
"C-che...ciao." dico io sentendomi tanto un'idiota.
'We're falling in love.' 
Percepisco il silenzio nelle mio orecchie come un fastidio di cui devo disfarmi.
Mi alzo rischiando di scivolare di nuovo se non fosse per delle mani che mi afferrano le braccia e mi aiutano a tirarmi su.
Alzo la testa ritrovando ad una spanna dal suo viso.
Mi ritraggo immediatamente.
"Come te la passi?" mi chiede cercando di sorridere gentile.
Mi ripulisco il fondoschiena dalle tracce di farina e ridacchio nervosa.
"Non si vede? Una meraviglia." caccio sarcastica per poi riacciuffare il flacone di detersivo da terra.
"Tu invece,che ci fai qui?" chiedo tranquilla alzando lo sguardo verso di lui e sentendo immediatamente una tempesta prendermi lo stomaco.
Da quando i suoi occhi sono così belli?
"Periodo di pausa, ritornare a casa fa sempre bene." sorride sincero.
Mi fermo un attimo a guardarlo e mi sento catapultata di nuovo nel passato.
E' cresciuto tanto in così poco tempo.
Eppure riesce ancora a farmi questo effetto, riesce a manovrare le mie emozioni senza rendersene conto.
"Beh, io ...credo di dover andare. Devo finire di fare la spesa." cerco una scusa per scappare dai suoi occhi, dal suo sorriso, dalle sue labbra, da lui e ricordi che porta.
"Certo, m-mi ha fatto piacere rivederti." dice un pò imbarazzato per poi avvicinarsi impacciato.
Allunga le braccia per stringermi in un abbraccio ed io lo lascio fare, senza ricambiare.
Il mio naso ritrova il suo odore, il mio corpo il suo calore, il mio cuore il suo posto.
Si stacca e gli sorrido incerta per poi fare dietro-front e rischiando di nuovo di inciampare in quel lago di farina che ho creato.
Senza neanche leggere il resto delle cose da comprare, mi dirigo ad una cassa e pago il detersivo per poi correre a casa.
Spiego brevemente a mia madre che il supermercato non aveva le cose da lei richieste sulla lista e mi chiudo in camera mia, sentendo un groppo salirmi in gola.
 
 
 
 
 
 
 
Il mio cellulare non la smette di squillare, dandomi sui nervi.
E che palle Mark non ho voglia di parlare, piantala di rompermi i coglioni che non ho!
Prendo il cellulare e spengo la chiamata per poi tirarlo al muro di fronte a me.
Sono nervosa, occhei?
Mi sento uno schifo e non ho voglia di fare nulla.
Sento poi il rumore del campanello.
Rimango ferma a fissare il cellulare sul pavimento ancora tutto intero.
Non so come sia riuscito a sopravvivere ad ogni mio lancio.
Dopo un pò sento mia madre chiamarmi.
Sbuffo alzandomi e raccogliendo il cellulare per poi dirigermi nella sala.
"Che c'è?" ripeto le battute e rimanendo basita.
"Allyson! Quanto tempo." urla Pattie alzandosi dalla sedia e abbracciandomi calorosamente.
Di nuovo immobile,inerme di fronte al passato che mi travolge come un'onda.
Mia madre mi sorride rassicurante e tra le braccia di Pattie riesco a scorgere lo sguardo serio di Justin puntato su di me.
"Come...come va?" chiedo sentendomi in imbarazzo ma anche felice di rivederla.
"Benissimo, anche se ci sei mancata tanto." dice triste.
Ci. Plurale.Noi.
"Justin, non la saluti?" chiede poi al figlio che si riscuote da suoi pensieri come un cane che scuote il pelo.
"Ci siamo incontrati oggi al supermercato." racconta tranquillo.
Vedo mia mamma fare un piccolo salto sulla sedia e guardarmi con sguardo comprensivo.
Di riflesso abbasso il mio sulle mie pantafole invernali.
Sono abbastanza rovinate ma sono simpatiche.
Forse dovrei comprarne un paio nuovo.
"Allyson."
Alzo lo sguardo di colpo sentendomi cadere dalle nuvole.
"Si?" 
Chi è che ha parlato?
"Potresti andare con Justin in camera tua? Io e Pattie abbiamo tante cose da raccontarci e penso pure voi." spiega mia mamma con sguardo complice.
Certo... tante cose da raccontare.
Annuisco e poi prendo a salire le scale sentendo i passi di Justin dietro di me.
Mi siedo sul letto, nel posto scavato in mezzo alle coperte in cui risiedevo prima di essere chiamata e caccio il telefono dalla tasca della tuta.
Justin si accomoda al bordo del letto,guardandosi attorno.
Il cellulare riprende a squillare tra le mia mani, facendomi sobbalzare.
"Ecchecazzo!" caccio spaventata e finisco per lanciarlo di nuovo contro il muro.
Stavolta si apre lo sportellino e cade la batteria.
Justin trattiene una risata.
"Non sei cambiata per niente." afferma divertito.
"Così sembra." dico guardandomi le mani.
Si alza dal letto e gli cade il telefono dalla tasca, finendo a terra nelle stesse condizioni del mio.
"Perfetto." caccia amaro per poi raccoglierlo e ricomporlo.
Lo lascia sul materasso e va a raccogliere il mio.
Senza pensare a cosa potrebbe dire, lo prendo e lo accendo.
Si risiede sul materasso e mi osserva.
Fa finta di nulla e accende il mio, come per ricambiare il favore.
Mi blocco appena vedo l'immagine che ha per sfondo.
E' una foto del giorno in cui me ne sono andata.
E' fatta dal basso e ritrae il nostro bacio d'addio.
Dei brividi mi salgono su per la schiena.
 
*"Vorrei intrappolarti in una foto,così che tu non vada via." sussurra.
Alzo lo sguardo, incontrando finalmente il suo.
Sussulta per quel movimento inaspettato.
Perchè è tutto così dannatamente fragile?
"P-posso farti una foto?" chiede  e posso giurare che è la prima volta che lo sento così insicuro.
Non capisco il senso di questa cosa.
Spera davvero in una qualche magia che non esiste?
Ma sopratutto, spero davvero in una qualche magia che non esiste?
Annuisco quasi impercettibilmente.
Perchè ogni cosa che faccio nella mia mente si accende un allarme?
Come se fosse tutto sbagliato, quando niente lo è.
O almeno lo credevo fino a quando non ho realizzato tutto.
Mi punta l'obbiettivo dell'iphone addosso.
Comincio a sentirmi fuori posto.
E' tutto così assurdo!
"Mi fai un ultimo sorriso?" dice suonando terribilmente dolce.
"Mi dispiace ma non ci riesco. E pensa che che non mi è mai risultato così difficile."
Ho appena scoperto che la mia bocca è una cretina peggio di me ed è difficile esserlo.
Alza lo sguardo su di me, di nuovo stupito della mia reazione.
In un secondo la sua mano si posa sulla mia guancia.
Rimango immobile per quel gesto improvviso.
L'iphone cade nel piccolissimo spazio che ci divide.
"Scusami, ma devo farlo o me ne pentirò per tutta la vita." sussurra veloce prima di premere le sue labbra sulle mie.
Nell'esatto momento in cui sento la sua lingua fare contatto con la mia sobbalzo.
Una strana luce ci prende in pieno, come un flash.
Ma Justin non ci fa tanto caso, troppo impegnato a baciarmi.*
 
 
Quella luce era davvero un flash, ed ecco la foto.
Sento gli occhi pieni di lacrime e mi costringo ad ingoiare tutta la tristezza che i ricordi hanno portato.
Sono passati tre anni.
Tre lunghi anni e lui possiede ancora  questa foto, ce l'ha ancora come sfondo.
Alzo lo sguardo quando sento una sua mano posarsi sulla mia.
"Mi dispiace, non volevo la vedessi." dice riprendendosi il cellulare e posando il mio al suo posto.
Tiro su col naso accorgendomi di apparire dannatamente debole ai suoi occhi.
"Perchè?" chiedo ingenuamente.
"Perchè ho giurato di non farti più piangere. Ma da quando te ne sei andata non riesco più a mantenere le promesse che mi faccio, a quanto pare." mi spiega guardandomi negli occhi.
Ed ecco che riscopro il nocciola dei suoi occhi, un pò più scuro rispetto al solito ma comunque profondo e lucido.
"Mi sei mancata.." sussurra poi abbassando lo sguardo.
Ho tanta voglia di buttargli le braccia al collo ed abbracciarlo, risentire quelle sensazione che ormai si sono atrofizzate e riscoprire il suo sapore. 
Ma qualcosa mi impedisce di farlo.
Non so se sia buon senso o orgoglio.
Osservo le sue braccia, più muscolose di tre anni fa, e i suoi capelli biondo cenere.
Ad un tratto lascio da parte ciò che dice la mente, la ragione ed il buon senso.
Forse lascio da parte anche l'orgoglio e la consapevolezza.
Infilo una mano tra i suoi capelli, tirandoli all'indietro.
Il suo viso si rialza,puntando il mio con sguardo sorpreso.
La mia mano finisce sulla sua nuca,così lo spingo verso di me.
Ci mette un attimo a rispondere e ad avvicinarsi.
Una sua mano finisce tra i miei capelli mentre il suo respiro si scontra con il collo.
Mi abbandono all'abbraccio, riscoprendo tante emozioni tutte insieme.
Di nuovo gli occhi mi si riempiono di lacrime, di gioia stavolta.
Perchè nonostante cosa è accaduto e cosa credo sia giusto tutt'ora, è così bello ritrovarlo.
Potrei paragonare gli scorsi tre anni ad anni di agonia a cui mi sono sottoposta solo per sentire la tranquillità e la felicità che si prova nel ritrovare una persona.
Sarebbe una giusta motivazione, se solo fosse quella vera.
"Anche tu mi sei mancato,troppo." soffio al suo orecchio e sento le sue braccia stringermi un pò più forte.
Le lacrime aumentano, scivolando sulle guance e portandomi a singhiozzare.
Si stacca di poco,osservandomi.
"Ehy." sussurra in modo dolce, come faceva una volta.
Il fatto che sia qui, che mi stia abbracciando forte e che mia stia guardando così mi fa letteralmente impazzire.
Mi sento scoppiare al solo pensiero.
Sento di amarlo.
Di amarlo ancora, di amarlo più dell'ultima volta.
Credevo che tre anni bastassero per dimenticare, ed invece ora sono convinta che se pure non lo vedessi per decine di anni continuerei ad amarlo incondizionatamente.
Mi avvicino alle sue labbra come se fossero acqua nel deserto.
Poi mi blocco a metà strada, ricordandomi la sua situazione.
Fidanzato,impegnato.
Che per me vuol dire: sei fregata, sei una stupida.
Mi allontano e lo vedo sorridermi.
"Non ci sono riuscito, a dimenticarti."



 
I'm back (?)
Salva a tutte :3
Scusatemi per questo luuuungo periodo di 'pausa'. 
Ma non riuscivo più a continuare çç
Spero di essere riuscita a farmi perdonare con questo capitolo.
Ovviamente recensite, voglio vedere che ne pensate c:
Alla prossima.
-Runaway.

@xchasemydream on twittah.

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Capitolo 34
*** Non sono riuscito a dimenticarti. ***


"Che intendi dire?" chiedo sentendomi sottosopra.
Cosa vuol dire 'Non sono riuscito a dimenticarti?'
Devo davvero pensare che Selena sia una prova, un tentativo?
Devo davvero lasciare che la speranza mi avvolga con il suo calore?
Devo davvero lasciarmi andare, buttarmi e vedere cosa succede?
Devo ammettere che ora come ora lo farei.
Ma delle volte le emozioni annebbiano la mente facendoti commettere grandi errori.
E da quando ho conosciuto Justin ho sempre seguito il cuore.
Ho sempre sbagliato, visto come sono andate a finire le cose.
Il suo sguardo mi colpisce come un secchio d'acqua ghiacciata in pieno viso.
E' liquido, sa di realizzato.
Sa di speranza e di amore.
Quello che ora mi sta facendo accellerare il battito cardiaco alla realizzazione di averlo di fronte.
Una stretta allo stomaco mi riporta alla realtà ed il silenzio vibra nelle mie orecchie, infastidendomi.
 "Io.."
"Ragazzi, si può?" sento la voce di mia madre fare capolino dalla porta.
Immediatamente un senso di panico si forma nel mio stomaco.
Mi allontano da Justin alla velocità della luce e cerco di fare una faccia normale.
"S-si, entra." dico tradendo un balbettio.
Mia madre entra lanciando un sorrisone ad entrambi.
"Justin, dovete andare." lo informa.
Lo vedo annuire prontamente.
Si alza un pò titubante lanciandomi diversi sguardi che mi tranciano il petto.
"Allora, ci ...becchiamo in giro." caccia guardandomi spaesato.
Esce quasi forzato dalla stanza mentre mamma mi fa cenno di andare giù a salutare.
Mi alzo dal letto immediatamente sentendo il bisogno di reincontrare quei banali occhi castani che tanto mi fanno vibrare il cuore.
Appena scendo l'ultimo scalino sorrido a Pattie e l'abbraccio sentendo una strana adrenalina salirmi su per la schiena.
Poi guardo Justin, cercando di dare una risposta a tutto quello che i suoi occhi mi hanno domandato.
"Ci becchiamo in giro." sussurro con un sorriso idiota stampato sulle labbra.
Immediatamente il suo viso si apre in un sorriso complice e genuino.
Uno di quelli che non ti fanno smettere di sorridere un attimo a tua volta.
Sento le gambe tremarmi ed una ritrovata felicità invadermi.
 
 
 
 
Apro gli occhi sentendo un enorme mal di testa colpirmi.
Mi metto seduta tra le coperte e mi scompiglio i capelli cercando rimedio a quel malessere improvviso.
Di colpo un paio di immagini mi scivolano per la mente facendomi sentire spaesata.
Un sogno?
Mi concentro meglio, cercando di riacchiappare quei pochi pezzi di puzzle che ricordo per rimetterli insieme.
Justin.
Un telefono.
L'immagine del nostro bacio.
'Non sono riuscito a dimenticarti.'
Sobbalzo aprendo gli occhi e guardandomi attorno.
Era un sogno?
Non riesco a capirlo.
Vorrei alzarmi ma il tepore che il piumone mi dona mi fa abbandonare l'idea.
Mi stendo di nuovo coprendomi fin sulla testa, chiudendo gli occhi e cercando di capire.
Riordinando le idee.
Un colpo alla porta mi fa sobbalzare.
"Ally, ci sei?" domanda una voce familiare.
"Chi è?" domando pur riconoscendola.
"Sono Mark, posso entrare?" sento la sua voce addolcita, segno che sta sorridendo.
Annuisco per poi rendermi conto che non può vedermi.
"Entra." 
Sento la porta cigolare e dei passi.
Poi qualcuno che si siede sul materasso accanto a me.
"Per quanto ancora hai intenzione di dormire?" sento il suo sussurro al di sopra del piumone e sorrido.
Afferro le coperte cacciando solo gli occhi per poterlo guardare.
"Ciao." mi sorride alzando la mano.
"Ciao." caccio con voce roca,sentendomi bene per la prima volta in quella mattinata.
Lo guardo senza spiccicare parola.
Il suo volto è sempre stato una cura, lui lo è.
La cura a tutti i miei malesseri.
"Sei bellissima." caccia sorridendo per poi scostarmi un ciuffo di capelli dalla fronte.
"Sei un bugiardo." dico guardandolo e sentendomi tanto impotente e tanto lusingata.
Lui ridacchia divertito dalla mia risposta e poi scosta il piumone per infilarsi accanto a me.
Sento il freddo che si è portato da fuori, condensato sui suoi jeans e sulla felpa di batman che gli ho regalato lo scorso natale.
Mi stringe in un abbraccio ed io mi accoccolo al suo petto sentendomi al sicuro.
E' sempre stato così con lui.
Il nostro rapporto è molto fisico, ma non solo.
Lui è lì quando ho bisogno e non devo aver paura di perderlo da un giorno all'altro.
Non devo aver paura che baci un'altra o se la scopi perchè a me questo non importa.
Mi importa che mi sorrida, che mi consigli, che mi abbracci quando piango e che mi difenda.
Ho bisogno che mi aiuti a far ragionare i miei pensieri confusi, ho bisogno che mi sopporti quando ho il ciclo e sono nervosa.
Ho bisogno che mi faccia ridere quando cado in depressione.
Non ha mai trasgredito nessuna regola.
E' sempre stato al mio fianco.
Ed io gli voglio bene come ad un fratello.
"Posso parlarti di una cosa?" chiedo in un sussurro sentendomi cadere nel sonno da un momento all'altro.
"Mh-mh." caccia sfregando le labbra contro la mia fronte.
Rimango con gli occhi chiusi, immersa in quel vortice di pensieri senza sapere da dove cominciare.
Conoscendo Mark tra poco si addormenta e devo battere sul tempo il suo sonno.
"Ieri credo di aver incontrato Justin." caccio insicura.
"In che senso credi?" sussurra dolce.
"Nel senso che credo sia stato un sogno ma nel contempo lo ricordo reale."
"Prova a raccontarmelo."
La sua disponibilità nello starmi a sentire mi fa sentire amata, considerata.
Meno sola.
E per questo da un momento lo mordo per la contentezza.
"Ero al supermercato e gli sono andata addosso, mi ha detto di essere qui per una pausa. Poi me lo sono ritrovata a casa e mia madre ci ha mandati qui in camera dove mi ha detto che non era riuscito a dimenticarmi." comincio a raccontare cercando di sintetizzare tutti i punti.
Tralasciando tutte le emozioni che mi attraversano una seconda volta.
"E poi ricordo il suo sorriso, ero felice di averlo ritrovato." concludo alzando di poco la testa verso la sua, sempre con gli occhi chiusi.
"Mmh..." mugola pensieroso.
"Dovresti chiedere a tua mamma." caccia per poi infilare una mano tra i miei capelli.
"Già, forse hai ragione."sussurro lasciando che le mia mani finiscano sulla sua schiena.
"Lui lo sa che se lo vedo sono pronto a spaccargli quel bel faccino che si ritrova, vero?" sussurra.
Per un attimo la dolcezza con cui l'ha detto mi confonde.
Poi riconosco i tratti della sua voce e sorrido.
"Cretino." sussurro soltanto lasciandogli capire che non ne voglio più parlare.
Difatti si zittisce continuando a giocare con i miei capelli.
Piano piano sento il sonno impossessarsi di me.
E quando sento che sto per cadere nel mondo dei sogni il freddo mi colpisce violento su tutto il corpo.
Nel contempo la luce mi acceca gli occhi impedendomi di aprirli.
"Allyson Williams non credi sia ora di...oh Mark che ci fai qui?" sento l'urlo di mia madre trasformarsi in un cinguettio felice.
"Mamma.." esclamo con voce da sonno.
"Buongiorno signora." saluta invece Mark stiracchiandosi con ancora me tra le braccia.
Non mi stupisco del fatto che Mark abbia usato le chiavi  che gli ho dato per entrare.
Ormai è così di casa che mia madre ha deciso che doveva averle così non disturbava col campanello.
"Dai su, scendete a fare colazione Ho preparato i pancake." 
Alla parola pancake mi siedo di scatto ignorando le risate di Mark alla mia reazione e mi precipito giù per le scale.









 
Buonsalve a tutte (?)
Come butta?
Sono due mesi che non aggiorno çç
PERDONATEMI.
Del capitolo che dire?
La parte coccolosa con Mark non era prevista, ma è ugualmente carina.
Ringrazio tutte quelle che hanno recensito lo scorso capitolo  e che leggono.
Ma se recensite non vi mordo!
Mi fa molto piacere sapere cosa ne pensate e se volete potete anche dirmi qual'è stata 
la vostra parte preferita!

Ora passando ad un lato un pò meno simpatico, ho notato girando tra le FF
una che ritraeva fedelmente alcuni miei capitoli.
Delle volte cambiando qualcosina ma l'idea era quella e le battute anche.
Mi ha dato enormemente fastidio e stavo cominciando a pensare di non pubblicare più nulla.
Un pò di fantasia occhei?
La testa sul collo l'avete e la capacità di pensare anche.
Non copiate.
Fortunatamente o sfortunatamente non ho voluto smettere di scrivere.
Perchè fa bene a me e perchè vedo che piace a voi.
Non ho nemmeno segnalato la storia.
...
Lasciando perdere questa cosa... che ve ne pare del capitolo?
Dopo questo poema me ne vado.
Grazie a tutte.
-Runaway.

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Capitolo 35
*** The End. ***


Ehilà :3
Lo spazio autore stavolta è in cima, spero lo leggiate.
LEGGETELO!!
Ecco. Questo è l'ultimo capitolo.
So che avete aspettato mesi e che non vi aspettavate una fine ma .. così va la vita ahahaha
E' corta come fine, lo so ma è intensa e significativa.
Spero vi piaccia, come al solito.
E spero mi lasciate una recensione c:
Dai, è l'ultimo capitolo. Anche solo un "Bella storia." o anche insulti, quello che volete ahahaha
Bene, buona lettura e grazie a chi mi ha seguito in questa avventurra *si asciuga una lascrimuccia*
-Runa.




Occhi negli occhi.
Occhi che ti portano indietro.
Occhi che ti bloccano il sistema respiratorio.
Quelli erano i suoi, quelli che ora sto fissando come se dovessi morire da un momento all'altro.
Quelli che prendo come appigli per non cadere nel baratro.
E' tanto che questa sensazione non mi attraversa.
E' così strana eppure così familiare.
E nonostante tutti i casini, i litigi, i baci rubati, i tradimenti e gli addi, mi mancava.
Come lui.
E' una cosa molto strana.
A pensarla credi di essere pazza, da manicomio.
Eppure il suo sguardo dolce mi depura in qualche modo, mi lava via tutta la tistezza, il dolore, le lacrime.
Lava via tutto lo sporco accumulato in tre e anni di lontananza e immobilità.
E alla fine, quando un sorriso compare sul suo viso e lo illumina, mi sento pronta.
Pronta a rischiare, a buttarmi, a lanciarmi nel vuoto. 
Pronta a farmi del male ma essendone consapevole, pronta a parlare, urlare, a piangere e a sorridere.
Pronta a dire la verità, ad abbracciare e ad osare.
Pronta ad amare, di nuovo.
 
 
 
 
 
Nessuno ha bisogno che vi spieghi che è davanti a me, con quegli occhi che già mi hanno procurato troppi scompensi al cuore e agli ormoni.
E nessuno deve spiegargli che lo rivoglio.
Si rivoglio, perchè sento che in questi tre anni un filo ci ha tenuti legati in modo da continuare ad amarci.
Lui è mio ed io sono sua. 
Il destino o chi altri così ha deciso e credo che nessuno possa togliercelo, nemmeno la vita con le sue insidie.
Sorride, sapendo a cosa penso, leggendomi nel pensiero e pensando probabilmente la stessa cosa.
Quel sorriso mi sprona a correre verso di lui, mi da slancio e adrenalina pura.
Mi butto tra le sue braccia, già aperte nella mia attesa.
Non è nessuno di quegli abbracci da film, dove il ragazzo alza lei e la fa girare mentre entrambi sorridono.
No, è molto meglio.
E' come se lui mi blocasse dallo spiccare il volo per la felicità.
Mi blocca con le sue lunghe braccia per tenermi con se, sulla terra.
Mi tringe forte ed un esplosione si fa sentire nel mio petto, mentre allungo le braccia cingendogli il collo.
Un abbraccio senza repiri, con in sfondo uno stupido supermercato, gente inscuriosita  e forse toccata da questo nostro abbraccio.
Rimaniamo lì, forse un'eternità, fermi.
Cercando di far apparire tutto vero, perchè forse entrambi abbiamo sognato troppe volte un finale del genere.
"Ti amo , ti amo, ti amo, ti amo, ti amo, ti amo." mi sussurra all'orecchio.
Caccio un verso strano che mi spinge alle lacrime e lo spingo di più verso di me.
Voglio rimanere così davvero per sempre, è il posto migliore.
Mi stacco un pò osservando il suo viso emozionato e sorridente.
"Ti amo." dico baciandolo più volte, finchè non blocca la mia frenesia e mi da un bacio che mi manda in paradiso.
Alcuni dicono che queste cose succedono solo nei film.
Io dico che se mi è successo probabilmente non è vero ciò che dicono.
L'amore esiste, non bisogna cercarlo. 
Bisogn aspettare e lui arriva inavvertitamente, quasi per sbaglio.
E tu devi saperlo cogliere al volo, altrimenti l'occasione sfuma e devi continuare ad aspettare.
Aspettare che qualcuno ti mandi fuori di testa, che ti faccia conoscere lati di te che neanche tu conosci.
Qualcuo che ti faccia sentire spaesata ma nel posto giusto nello stesso momento.
Qualcuno che ti porti a pensare "Ma chi ,cazzo, sei tu? E che cosa mi hai fatto?"



                                                                                         THE END.




 

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