Pale Blue Eyes.

di AyrinL
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Mi sei scoppiato dentro,will you marry me? ***
Capitolo 2: *** Without fear. ***
Capitolo 3: *** Hannah ***
Capitolo 4: *** Ossimoro. ***
Capitolo 5: *** Se sorridi tu,sorrido anch'io. ***
Capitolo 6: *** Speechless. ***
Capitolo 7: *** Pale Blue Eyes. ***
Capitolo 8: *** Freedom. ***
Capitolo 9: *** Blood. ***
Capitolo 10: *** Tears. ***
Capitolo 11: *** Love of my life. ***
Capitolo 12: *** Give us a chance. ***
Capitolo 13: *** Finche morte non ci separi. ***
Capitolo 14: *** faith. ***
Capitolo 15: *** Goodbye. ***
Capitolo 16: *** Rome. ***
Capitolo 17: *** Per l'eternità. ***
Capitolo 18: *** - forever. ***
Capitolo 19: *** EPILOGO. ***



Capitolo 1
*** Mi sei scoppiato dentro,will you marry me? ***


Darren pensava che il culmine della felicità potesse essere li, su quel palco,a Brodway.Pensava che quel posto fosse l’apogeo della fortuna e del giubilo. L’apice,quasi un punto di non ritorno.
Perché dopo quel giorno sentiva che sarebbe cambiato per sempre,perché finalmente poteva urlare al mondo intero : ce l’ho fatta.
Ma il culmine della felicità,sarebbe arrivato dopo.
La folla che lo acclamava era solamente il principio di una serata degna di essere trascritta con l’inchiostro indelebile nelle pagine della sua vita. Era solamente l’inizio. La prima lettera maiuscola di una parafrasi raggruppante tutte le sensazioni ed emozioni di quella sera.
Li in mezzo quella folla lo aspettava qualcuno di davvero importante.
E adesso,durante i saluti finali del cast,Darren era alla ricerca disperata di quella persona che da quasi un anno s’era impossessato completamente del suo cuore. Piano a piano,giorno dopo giorno,capendo di avere accanto a se una persona speciale e rara e preziosa come una gemma.
Il suo Chris.
 Lo capì quando,nelle pause tra una scena e l’altra sul set di Glee,si ritrovava ad indugiare sulle sue labbra fin troppo a lungo.Sulla sua figura esile ed elegante nel suo blazer della Dalton. E quando s’accorse che Chris ricambiava quei sguardi,ricambiava il suo sentimento,da li il passo verso la completa estasi dell’anima fu breve. Entrambi credevano di aver trovato l’anima gemella.
Erano felici,nonostante fossero costretti a tenere segreta la loro relazione. Si,nessuno,a parte il cast  e le loro rispettive famiglie,era a conoscenza di questo amore. Perché volevano tenerlo al sicuro,lontano dagli occhi di tutti,volevano vivere la loro storia senza intromissioni,senza complicazioni,solo vivere quel sogno,quell’amore talvolta un po’ adolescenziale che li aveva trascinati con se nella sua marea. Talvolta era difficile,Darren voleva urlare davvero a tutto il mondo il suo amore per Chris,ma erano attimi,momenti di debolezza che lo rendevano più forte e più protettivo nei confronti di quel suo ragazzo che ostentava una forte sicurezza ,e di tanto in tanto ,un narcisismo ed un ego smisurato che rischiava di sfociare nell’insopportabile,e solo una persona innamorata pazza (proprio come Darren) poteva trovare quel tratto del suo carattere perfino adorabile. Ma Darren sapeva bene che in realtà Chris era una persona molto debole e insicura dentro,e proprio per questo si sentiva in dovere di proteggerlo. Sentiva di essere prima di tutto il suo migliore amico.
E finalmente,Darren,trovò il suo sguardo,un attimo prima che si chiudesse il sipario: Chris era affianco suo fratello , elegante e bellissimo come sempre. Era in piedi che applaudiva ,e quel suo sguardo aulico diceva “sono fiero di te”. Darren mandò un bacio alla folla: in realtà,quel bacio era rivolto soprattutto al suo fidanzato. Una lacrima cominciò a scendere veloce sul suo viso.
*
Nel suo camerino,dopo mille strette di mano,mille autografi,mille fiori (soprattutto quello di Mia che lo lasciò abbastanza infastidito,sapendo che la ragazza da mesi ormai provasse un sentimento nei suoi confronti), finalmente Darren era sprofondato in una poltrona , rilassando finalmente le gambe che erano in piedi da quella mattina. Era esausto,e gli aspettava ancora un after party. Anche se avrebbe preferito passare il resto della serata con una sola persona. Pensando a lui gli comparve un sorriso ampio.
Vide il suo riflesso sullo specchio. Si appoggiò coi gomiti alla scrivani dinanzi a lui, sospirò profondamente. Quasi li faceva paura tutta quella contentezza e soddisfazione.
Due secondi dopo,sentì bussare alla porta. Era indeciso se aprire o meno,non avrebbe sopportato altri autografi.
Ma una voce cristallina risuonava da dietro la porta: - Amore,sono io!
Darren si precipitò alla porta ed aprì: eccolo lì,bello come non mai. I suoi occhi azzurri risplendevano più delle stelle di quella notte magica.
Chris si gettò al collo del suo fidanzato,lasciandolo senza fiato. Lo spinse dentro la stanza in quell’abbraccio stretto e caloroso,poi incollò le sue labbra carnose a quelle di Darren. Avrebbe potuto continuare per sempre.
-       Darren,adesso andiamo,ti stanno aspettando tutti!
Il riccioluto si staccò a forza dalle grinfie del suo ragazzo,lo prese per mano e uscirono dal teatro. Arrivati fuori,purtroppo,furono costretti a slogare le loro mani. Quel distacco ,pur se per pochi secondi, riportò Darren alla realtà. Perché quando era col suo Chris,si estraniava completamente dal mondo ritrovandosi in un dolce torpore e cullato dalla dolcezza di quell’amore.
Salirono velocemente nella macchina di suo fratello,e appena svoltarono l’angolo,Darren riprese a stringere la mano di Chris.
-       Piccioncini,non nella mia macchina!- esclamò suo fratello Chuck , alla guida,per poi riprendere: - Mamma e papà sono già al party. Siamo così fieri di te fratellone!
E quello non fece altro che sorridere,e Chris lo guardava ancora con quello sguardo colmo d’ammirazione.
*
Erano passate due ore dall’inizio della festa: ancora mille complimenti e strette di mano,tra sconosciuti e amici e parenti.
-       Tesoro mio,ancora non riesco a crederci,io e tuo padre siamo così fieri di te. Finalmente ce l’hai fatta,hai realizzato il tuo sogno. Ma ricorda: non è ancora finita. Adesso vai alla ricerca di nuovi sogni,aspirazioni,desideri. Resta umile,conserva quella determinazione che ti ha permesso di arrivare fin qui. Ricorda,non ci sono limiti in queste cose,tu puoi essere tutto ciò che desideri e nessuno può impedirtelo. Solamente tu puoi porre freni o dire basta. Non lasciare agli altri questa capacità. Oh,adesso vai..vai vai dai tuoi amici…eh,tesoro,spero che adesso che sei così famoso mantenga sempre un posto nel tuo cuore per mamma e papà.Ti vogliamo bene.-
Darren guardò commosso sua madre,la amava,era la persona più importante della sua vita.
-       Come posso scordarmi di te,mamma? Ti voglio bene anch’io!- e la abbracciò,lasciandole un bacio sulla guancia.
 
Darren si allontanò,dopo averle dato un ultimo sguardo colmo di amore. Poi in quella folla,si mise a cercare Chris…
Una mano lo bloccò per il braccio: eccolo,sorridente di fronte a lui.
-Dove scappi?
- Da te!
-Uhm…su,vieni con me..devo..devo farti vedere una cosa…
 
Chris guidò il riccioluto fuori dal ristorante. Lo portò dietro l’edificio,su una terrazza piena di fiori .
Era uno spettacolo bellissimo. Il ristorante era sul mare .La luna,quello specchio d’acqua piatto e nero,la brezza marina: era uno spettacolo straordinario. E poi,c’era il suo Chris. La sua bellezza quella sera era eguagliabile a quella della luna.
 
Il ragazzo dagli occhi azzurri prese fiato,chiusegli occhi e cominciò a parlare,guardando fisso negli occhi Darren:
 
-       Sai,Darren… oramai è un anno che stiamo insieme. Noi abbiamo fatto questa decisione,quella di tener segreto la nostra relazione,e a me va bene così…anche se,certe volte è dura,perché penso a come sarebbe la nostra vita se potessimo fare tutto ala luce del sole,se…se non fossimo costretti a nasconderci. Certe volte,anzi,sempre,sento l’impellente desiderio di baciarti,davanti a tutti,perché io ho bisogno di te,ogni secondo,ogni minuto,ogni ora. Ho bisogno di sentirti vicino. Ma poi penso anche ai commenti delle persone,penso che ho ancora paura di mostrarmi come sono…e ti prego,io ti chiedo di aspettare ancora. Sto imparando con te ad accettarmi prima con me stesso,fare pace con ciò che sono,perdere tutta quell’insicurezza che mi cresce dentro. Quando sarò pronto allora,lo urlerò al mondo intero,che ti amo. E sai,sento che quel giorno è vicino… e fino ad allora,voglio essere sicuro. Voglio avere la totale,indubitabile,fedele certezza,che tu  continuerai ad essere mio.-
-       Chris,cosa dici,certo che sarò tuo. Non devi avere certezze, io ti amo. Lo sai bene. Ti amo da impazzire e puoi avere la mia più totale,indubitabile,fedele certezza che ti resterò accanto ad ogni costo.
 
Chris sorrise guardando il suo fidanzato. Poi gli prese le mani.
-       E...voglio dimostrarti tutta la mia gratitudine per questo. Guarda giù il terrazzo,in spiaggia…
 
Darren volse il suo sguardo giù alla spiaggia che vi era sotto il terrazzo del ristorante.
Aspettarono giusto un paio di secondi,quando all’improvviso,la sabbia bianca cominciò ad essere illuminata. Vari fili di ferro lunghi e intrecciati cominciarono a prendere fuoco. E piano a piano,cominciavano ad essere distinte varie lettere,grandi e infuocate.
W… I…L…L…
Le lettere continuavano a bruciare,Darren le seguiva con gli occhi  sotto lo sguardo di Chris che sorrideva e prendeva fiato,mostrando un certo nervosismo.
Y..O…U…
 
La seconda parola infiammò,e fu un attimo di secondi quando l’intera frase prese fuoco su quella spiaggia,insieme,veloce,quasi quel fuoco si sentisse in colpa per il nervosismo estenuante per la trepida attesa del povero Chris.
E adesso quella frase alloggiava luminosa ed estesa illuminando quel tratto di spiaggia:
WILL YO MARRY ME?
 
Darren rilesse la frase più volte.
Chris quasi cominciava a preoccuparsi.
L’attore finalmente volse lo sguardo al suo fidanzato.
La bocca e gli occhi spalancata.
La voce afona.
 
Non riusciva a parlare,ma nella sua testa già risuonava imperterrita la sua risposta: “SI,SI,SI,SI!”
Allora Chris, si inginocchiò,pur sempre facendo attenzione a non sporcare i suoi pantaloni.
Poi riprese la mano di Darren e tirò fuori dalla tasca una scatoletta rossa. La aprì ,dentro vi era un anello.E la protese verso il fidanzato,il quale,era sul punto di piangere.
Chris prese fiato e cominciò a parlare:
-       Darren Everett Criss, vorresti concedermi l’onore di diventare mio marito? Ti starò sempre accanto,nella buona e nella cattiva sorte,in salute e malattia,finché morte non ci separi. Anzi,anzi no,neanche quella potrà separarci. Perché io e te ci apparteniamo. L’ho capito dal primo istante,dalla prima volta che ho incrociato i tuoi occhi dorati. Mi sei entrato e scoppiato dentro. Proprio come un fuoco d’artificio. Si,baby, you’re a firework….E il fatto di aver appena citato Katy Perry nonostante il mio corpo provi un senso di orrore al solo sentirla nominare,puoi prenderlo come una coraggiosa prova d’amore. Io per te farei di tutto,anche cantare ogni giorno Katy Perry,o Kesha, o tutta quella roba che ti ostini ad ascoltare. Ma soprattutto sarò pronto a camminare a testa alta con te affianco non curandomi più di nessuno. Darren,sposami,sposami,o tutto questo non avrà più senso.
 
Quando ebbe finito di parlare, Darren era ormai in un mare di lacrime. Sorrideva,e quando Chris ebbe finito la più bella dichiarazione che avesse mai sentito, urlò a gran voce: - SI! SI! TI SPOSO!-
Si abbassò e prese il viso di Chris e catturò le sue labbra. Si baciarono per un tempo indefinito,li in ginocchio su quel pavimento. Minuti che non potevano raccogliere l’infinità del loro sentimento. Respirandosi dentro. Mischiandosi lacrime. Ringraziando l’uno all’altro semplicemente di esistere. Consapevoli che gli aspettava ancora tutta la vita davanti a se,e quello era l’inizio di un nuovo capitolo.
 
Quando Darren si staccò,prese l’anello dalla scatoletta e Chris glielo indossò: era una semplice fedina con due piccoli diamanti incastonati ,vicini. Dentro,una scritta incisa: “ Forever,your C.”
 
E li,col fuoco che ancora intorpidiva la sabbia,la luna più raggiante che mai, gli occhi di Chris lucidi di fronte a lui,pensò:
 
“Si,adesso ho raggiunto davvero la felicità. Adesso,sono arrivato in alto al vertice.”

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Capitolo 2
*** Without fear. ***


Erano ancora li abbracciati,ancora le guance arrossate dall’emozione e umide per le tante lacrime di gioia che avevano inondato i loro visi. Seduti su quella panchina, Darren aveva un braccio intorno la spalla del suo fidanzato-quasi marito, e guardava sognante l’anello che portava al dito. Erano fermi li,sospesi in quell’arco temporale indefinito. Ma quella sera non esisteva il tempo per loro: avrebbero potuto passare li ore e giorni,ma per loro il resto del mondo non contava.
-       Non pensi dovremmo tornare? E’ la tua festa…- Chris interruppe quel dolce silenzio. In sottofondo solo il leggero muoversi delle onde.
Darren diede un bacio tra i capelli color miele del ragazzo, accoccolato su di lui con la testa nell’incavo del collo.
-       Mh, già…dai,è presto…
-       Sarà passata un’ora, Dar!- e detto ciò,Chris si alzò dalla panchina e porse la mano al riccioluto,il quale,svogliatamente,la strinse e si alzò. Scesero e fecero ritorno al locale dove si stava tenendo il party.
 
-       Hey,rieccovi! Cosa avete combinato?- esclamò suo fratello Chuck non appena li vide rientrare ,con fare allusivo.
-       Ehm…te ne parlerò a casa…
I due fidanzati si guardarono negli occhi,sorridendo.
E di nuovo Chuck ruppe quell’incantesimo:
-       Ehm,ragazzi,scusatemi,mi spiace interrompere il vostro sguardo idilliaco,ma,siete in pubblico…e siete mano nella mano..
Detto questo,i due si staccarono velocemente, guardandosi intorno in modo furtivo,mentre Chuck si allontanava lasciandoli soli.
-       Oh merda..dici che ci ha visto qualcuno?
-       Tranquillo Chri… questo non è nulla a confronto quando vedranno questo anello…
-       Oddio,l’anello! Ascolta,se vuoi,puoi..puoi toglierlo…
-       Chris,scordatelo. Io non ho paura. E nessuno può sospettare che questo anello sia tuo.
-       Prima o poi lo dovremo dire.
-       Quando sarai pronto.
Chris sorrise. Voleva di nuovo baciarlo,li,davanti a tutti. Ma si trattenne,e sussurrò solamente un flebile “Grazie”.
E quante cose racchiudeva quella piccola parola:
Grazie perché mi capisci.
Grazie perché mi sostieni.
Grazie perché sai attendere.
Grazie perché dai tutto senza pretendere nulla in cambio.
Grazie di esistere.
Per Chris,quelle sei lettere erano eguagliabili a quelle due parole che amava sentirsi dire da Darren. “Ti amo”. E Darren non perdeva mai occasione di ripeterglielo.
*
La festa era finalmente finita. Erano le tre di notte,erano rimasti solamente la sua famiglia e alcuni loro amici.
Darren era seduto,su una sedia,con un bicchiere di champagne in mano,e fissava il quadretto dinnanzi a se: c’erano i suoi genitori,suo fratello,c’era Chris,e c’erano i suoi migliori amici. Erano tutti li per lui,per supportarlo.
Seduto li,da solo,pensò di essere la persona più fortunata del mondo. Fece un resoconto di quella giornata: il suo debutto a Brodway.
I fans che avevano fatto la fila per ore per avere un suo autografo.
Una festa solamente per lui.
La sorpresa di Chris.
Quell’anello.
Si,quello era stato decisamente il giorno più bello della sua vita.
-       Hey,che ci fai qui da solo?
I pensieri di Darren furono interrotti da Lea,una delle sue migliori amiche.
-       Oh , nulla..pensavo.
-       Aah,il successo…- disse l’amica, sospirando e guardando Darren sorridendogli ampiamente.
-       Già…
-       E’ bellissimo,lo so.
Il suo sguardo si posò velocemente sulla mano del ragazzo. Lo scrutò con attenzione ,notando quell’anello luccicante al dito…
-       Hey ma quel…è un anel…OH MIO DIO.
Darren non replicò. Gli comparse solamente un sorriso divertito sulla faccia. Lea Michele era decisamente una delle persone più perspicaci sulla faccia della Terra.
-       Chris…ti ha chiesto…
-       Si,si.
-       E tu..hai accettato,vero?
Alzò semplicemente le spalle,sorridendo ancora di più.
Al che, Lea emise un gridolino soffocato,iniziò ad agitare le braccia facendo finta di sventolarsi per l’eccitazione,sbattendo i tacchi come una bambina emozionata. Darren le portò immediatamente una mano sulla bocca:
-       Sssh,Lea, ti prego… Credo che Chris voglia fare le cose per bene e fare un annuncio nel suo stile…sai,preparerà sicuramente una cena… roba così,è nel suo genere…quindi ti prego,acqua in bocca!
La ragazza fece un lungo respiro e rispose abbassando il tono della voce:
-       Ok,ok. Aspetta,quindi sono la prima a saperlo?
-       Pff,si.
-       Oh mio dio..e,dimmi,sarò la vostra damigella d’onore?
-       Dai Lea,poi vedremo!
-       Darren Everett Criss,sappi che mi offendo.
L’attore continuò a ridere,poi,la ragazza,sospirò e disse,con tono serio e dolce allo stesso tempo:
-       Wow,sono così felice per voi. Davvero. Siete fatti per stare insieme. E  Dio benedica l’America per aver legalizzato i matrimoni gay,qui a New York.
-       Ci saremmo sposati lo stesso,credo,sai? In Spagna probabilmente…
-       Come sei romantico,Dar..beh,ma avete la fortuna di essere cittadini di questa favolosa città,quindi,ovviamente,vi sposerete qui,con tutti i vostri amici e…ma Dar,quindi,insomma,renderete pubblica la vostra relazione?
-       Si,Lea. Chris dice che vuole farlo,anche se sai…dobbiamo prenderci un po’ di tempo…
-       Si,lo capisco…
 
Da poco più lontano,risuonò la voce acuta di Chris:
-       Hey voi due! Forza,andiamo!
I due amici annuirono e si diressero verso l’uscita. Poi Chris lo raggiunse e lo prese sottobraccio: ormai fuori era deserto,anche New York tace e s’addormenta nel pieno della notte.
-       Di che stavate parlando?
-       Di quanto ti amo.
Chris strinse la mano di Darren.
-       Ti amo anch’io,e non vedo l’ora di essere tuo marito.
 
*
A quanto pare,le sorprese, non erano ancora finite.
Chris portò il suo fidanzato in un lussuoso hotel nel centro di New York. Famoso per la sua ospitalità ed eleganza,per i servizi,ma soprattutto..per la sua riservatezza. Aveva preparato già tutto: a loro non restava altro da fare che recarsi nella loro stanza. E quando Darren aprì la porta,restò sconcertato: era una meravigliosa suite,l’arredamento bianco e oro che dava uno stile profondamente aulico.
-       Sai,qui in questa suite ci sono passati i più grandi artisti. Ci sono stati perfino Elvis e Maria Callas. E allora ho pensato che ti avrebbe portato molta fortuna dormire nello stesso letto dove , chissà,magari lo stesso Elvis ci avrà fatto l’amore con qualche donna…
La stanza da letto era grande,ma accogliente e quasi familiare,l’unica luce era quella tenue delle candele sparse qua e la. Al centro vi era un grandissimo letto,con le lenzuola rosse, con tanti petali di rose bianche.
Era semplicemente perfetto.
Allora Darren,non aspettò un  altro minuto: cominciò a baciare languidamente Chris,prima piano,con dolcezza. Poi approfondendo il bacio con più passione. Le loro lingue si sfioravano in una danza d’amore,trasportandosi in un mondo parallelo. Lo trascinò sul letto,e le sue labbra cominciarono a spostarsi sul collo. Chris abbassò la testa all’indietro: gli piaceva,eccome.
Non era di certo la prima volta che avrebbero fatto l’amore,ma sarebbe stato speciale,quella volta.L’avrebbero ricordato per sempre.
Dopo pochi minuti,erano sdraiati sul letto,intenti a spogliarsi. E per quanto fosse ardua l’impresa,a causa dei vestiti di Chris esageratamente stretti e fascianti,si ritrovarono subito nudi,abbracciati,intenti a far brillare quell’amore,quasi a farlo bruciare più del sole,più delle stelle. Erano solo loro due quella notte ,spettatrice solamente la Luna,i quali raggi illuminavano i loro corpi;la Luna che oramai portava il segreto di tante notti passate a fare l’amore nel modo più dolce possibile,sussurrandosi ti amo, stringendosi le mani, guardandosi negli occhi,nascondendosi dal mondo. Celando sulle loro labbra tutta quella passione che la paura impediva loro di urlare al mondo intero,forse perché nessuno avrebbe potuto capire,forse perché le gente avrebbe solo parlato ,a vanvera,giudicandoli. Darren si chiedeva spesso perché molti non potessero o volessero  capire: l’amore non ha sesso,l’amore è amore,incondizionatamente. Forse nessuno amava nel modo in cui lui amava Chris,nessuno poteva capire.
E ringraziava ogni giorno la vita per avergli concesso questa grande opportunità,di conoscere cosa significasse davvero donarsi completamente ad un’altra persona,dargli il cuore,pezzo per pezzo,intero, senza avere paura che questa possa ucciderlo. Ed era ciò che Darren aveva fatto con Chris , fin dalla prima volta che i loro occhi si erano incrociati.

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Capitolo 3
*** Hannah ***


Spero nessuno abbia da ridire sul fatto di come abbia parlato della malattia di Hannah,la sorella di Chris. Ho vissuto in prima persona la malattia,quindi parlo per esperienza personale.
 
 
 
 
Erano passati due giorni da quella bellissima serata.
Darren era sempre più impegnato a Brodway con le prove dello spettacolo,e a stento riuscivano a vedersi la sera.
Così,Chris approfittò di quei giorni per riflettere e decidere sul da farsi: prima o poi avrebbero annunciato a tutti il loro matrimonio.
Prima tra tutti,le loro rispettive famiglie. Chris aveva pensato a mille modi: una cena,un annuncio in grande stile… Non sapeva come affrontare l’argomento,e soprattutto come l’avrebbero presa. In fondo,Chris aveva solo 21 anni: sicuramente con i suoi avrebbe discusso. Ma a lui ciò non importava poi così tanto. Lui voleva sposare Darren,a tutti costi… perché aspettare? Era un adulto ormai,poteva decidere da solo,con la sua testa. E lui nella sua testa , ancor più nel suo cuore,aveva solo gli occhi nocciola del suo adorato fidanzato. Nessuno ha stabilito una legge , un’età precisa per sposarsi. Anzi,Chris, data la sua anima da romanticone,avrebbe voluto sposarlo fin dalla prima volta che lo vide.
Se per gli altri non era normale sposarsi a ventun anni,a lui non interessava affatto. In fondo lui era sempre stata una persona diversa,fuori dagli schemi. Che poi,cosa significa essere “normali”? Per lui non esisteva aggettivo peggiore di quello.
E poi la loro relazione non era come quella di tutti gli altri. Loro erano qualcosa di speciale,qualcosa di unico,il loro amore era così bello e così raro. Nessuno poteva comprendere ciò che li legava.
Quei due giorni provò davanti allo specchio i vari modi per comunicare a tutti la grande notizia…
Veloce? Pacato? Un discorso lungo e commovente?
“ Papà, io e Darren ci sposiamo”. Oppure “sai…papà…ci sono momenti nella tua vita in cui dici a te stesso Oh,eccoti qui,è tutta una vita che ti cerco!E,beh…questo momento è arrivato per noi…”, o ancora “papà,mi passeresti il sale?Oh sapete ,io e Darren ci sposiamo.No papà ho detto sale,non pepe”
Provava e riprovava , ma nulla sembrava andare bene.
Poi pensò ad una delle persone più importanti della sua vita: sua sorella.
Hannah.
Si,lei doveva saperlo prima di tutti.
*
- Hey , Hannah,posso?
-Ciao Chri,entra…
Chris entrò nella stanza di sua sorella,seduta sul suo letto intenta a leggere qualcosa. Il ragazzo si sedette accanto a lei e gli mise la testa su una spalla,sospirando.
-       Cosa c’è,Chri?
-       Oh,tesoro…sono felice.
-       Cosa succede? E’ per Darren,vero?
-       Già…-
Chris si ritrovò a sorridere beatamente. Poi si distese sul letto,e guardava il soffitto,e il lampadario rosa sopra di loro. Hannah si accoccolò di fianco a lui,che subito la cinse in un abbraccio.
Il loro rapporto era speciale: Hannah era la ragazza più dolce sulla faccia della terra. Era una sorella,ma sapeva essere anche una migliore amica,una confidente perfetta. I due fratelli erano legati da un rapporto indissolubile,uno era il porto sicuro per l’altro. Erano cresciuti insieme,mano nella mano,sostenendosi a vicenda quando la vita si faceva dura. E lo era stato spesso,con loro.
Chris le era accanto quando la malattia della sorella si faceva sentire , mostrando le sue grinfie.
Gli attacchi d’epilessia erano una vista orrenda,Chris voleva sprofondare quando vedeva i suoi occhi spalancati,il suo corpo rigido in preda alle crisi…le urla in casa,il sangue…la paura,la paura di perderla per sempre…era solo una bambina,un fiore,e in quanto tale, debole,ma bello. Ricordava ancora la prima volta che la malattia prese possesso del suo corpo: improvvisamente cominciava a barcollare,diceva di avere caldo,tanto caldo,non riusciva a reggersi..poi ecco,sprofondava sul pavimento , contorcendosi da un dolore che neanche lei riusciva ad esprimere a parole,mantenendosi la testa,fino a farla sanguinare,fino a graffiarsi la pelle,strapparsi i capelli…poi di colpo spalancava gli occhi,si irrigidiva tutta,era impossibile smuoverla,il suo corpo si muoveva e contorceva,e non sentiva nulla,non sentiva le urla e i pianti dei suoi genitori,non sentiva nessuno,neanche la mano di suo fratello che cercava di prenderla,per calmarla un po’,nulla. Poi,dopo quei minuti inarrestabili,si calmava,riprendeva conoscenza,riprendeva fiato,riacquistava l’uso delle proprie gambe…e ritornava tutto come prima. Nessuno poteva prevedere quando potessero arrivare quegli attacchi. Capitava così,da un momento all’altro,e l’ansia ,la paura,era qualcosa che distruggeva la sua famiglia da sempre.
Ma Hannah era forte,non si lasciava sconfiggere dalla malattia,no di certo. E il coraggio e la forza di quella piccola grande ragazza con gli stessi occhi blu del suo fratello,erano d’ispirazione per Chris. Era la sua eroina.
-       Gli ho chiesto di sposarmi.
Hannah,proprio come una bambina elettrizzante,si alzò sul letto , aprì la bocca stupita trattenendo quasi un urlo.
-       E lui che ha detto?
-       Ha detto si!
La piccola Hannah si gettò sopra il fratello,abbracciandolo fino a quasi soffocare.
-Hey hey,tesoro..calmati…sai,volevo chiederti una cosa…
- Tutto quello che vuoi!
- Vuoi essere la mia damigella d’onore?
A quella richiesta,Hannah si gettò nuovamente tra le braccia di Chris,urlando “si” almeno un migliaio di volte. Urlando così forte,da far accorrere sua madre nella sua camera…
-       Si? Si per cosa? – La signora Colfer irruppe, fermandosi vicino alla porta e guardandoli perplessa.
-       Mamma,Darren e Chris…- Hannah non fece in tempo di parlare che Chris le posò subito una mano sulla bocca.
-       Questa sera usciamo insieme!
La ragazza lo guardò di sottecchi,quasi delusa. La loro madre lascio perplessa la stanza sospirando,e dicendo “Ah,adolescenti..”
-       Quindi non ti sposi più? – disse Hannah quasi triste.
-       Si,tesoro,è solo che…devo ancora parlarne con mamma e papà,devo,devo trovare il tempo,e..le parole…
-       Uh…ma con me è stato facile.
-       Si,perché tu sei la mia adorabile sorellina!
E i due tornarono ad abbracciarsi,un abbraccio fraterno,giocando,parlando,cantando Justin Bieber (nonostante Chris trovasse quel ragazzino pattumiera per le sue orecchie,sua sorella lo adorava) , e facendo la lotta coi cuscini,fino ad addormentarsi,esausti,l’uno accanto all’altro.
*
Chris aprì gli occhi: era sotto le coperte , accanto sua sorella,che dormiva un sonno profondo. Dalle tende filtrava debole la luce del sole. Prese il cellulare: 7:15.
Quel giorno non doveva presentarsi sul set,ma si alzò comunque,dirigendosi in cucina. Preparò una colazione per tutta la sua famiglia: frittelle ai lamponi,come piacevano a sua sorella,ciambelle al cioccolato per i suoi genitori. Per lui,bastava del semplice caffè.
In fondo,non aveva fame: come poteva averne? Il pensiero del matrimonio gli contorceva ancora lo stomaco.
Un po’ per  la felicità che oramai,dopo quella fantastica sera,si era completamente impossessato di lui. Un po’ per l’ansia,perché ancora non sapeva quando e come avrebbe annunciato ai suoi la notizia.
Decise di non pensarci per quel momento. E poi,non doveva fare certamente tutto da solo: ci sarebbe stato Darren,li con lui,ad aiutarlo.
E proprio in quel momento,il cellulare di Chris squillò. Estrapolò il suo I-phone dalla tasca dei suoi pantaloni,intuendo già chi fosse.
E infatti,il nome di Darren era impresso sullo schermo. Un messaggio.
“ Buongiorno tesoro. Spero tu ti sia alzato. Voglio incontrarti presto oggi,dobbiamo parlare. Mi manchi cucciolo,ti amo”.

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Capitolo 4
*** Ossimoro. ***


Ringrazio di cuore chi ha recensito e messo tra le preferite/seguite/ricordate la storia!
 *-*

 
 
 
Chris raggiunse quello che per loro era diventato il loro punto d’incontro,dove potevano vedersi senza farsi vedere troppo. Era un vecchio locale dall’aria parigina e vintage in un quartiere di periferia di New York. Era un bel posto,tenuta da un’anziana signora corpulenta e simpatica che li trattava sempre gentilmente.
Era in anticipo di qualche minuto,la sala era vuota: si sedette ad un tavolo. Come sempre,un dolce sottofondo musicale che quella vecchia signora metteva al suo giradischi,un notturno di Chopin.
La melodia dava un tocco sognante a tutta l’atmosfera già romantica di sua.
 E quando arrivò Darren,quella musica faceva da contorno a quella figura perfetta , creando un’aria magica,surreale. Una bellezza senza fine.
“Cavoli,quanto è bello.”
Chris si risvegliò dai suoi pensieri quando il suo fidanzato si sedette di fronte a lui,guardandolo dolce e abbassando timidamente lo sguardo,come se avesse intuito la natura dei suoi pensieri languidi e quasi poetici.
-       Ciao… - Chris decise di spezzare quel silenzio.
Che poi silenzio non era,ma solamente l’armonia muta dei loro infiniti sguardi.
-       Ciao amore! Mi sei mancato tantissimo!
-       Oh,vieni qui…
Darren non se lo fece ripetere due volte,si alzò,e rapidamente si ritrovò inginocchiato di fronte a Chris,il quale,ancora seduto sulla sedia,prese tra le mani il viso del riccioluto e catturò in un bacio le sue labbra. Restarono così,un minuto,baciandosi piano,nella solitudine di quel locale caldo e familiare,e poi guardandosi negli occhi,sorridendosi,prendendosi le mani,standosene semplicemente li,vicini,tuffandosi nei loro abbracci,come sospesi in una dimensione d’afasia.
-       Cosa c’è? – disse Darren,accarezzandogli lentamente la guancia.
-       Niente,è solo che sono così nervoso. Una settimana fa avevo paura,perché ti avrei chiesto di sposarmi ed ero pieno di inutili preoccupazioni. Adesso che ci sposeremo,mi tortura l’ansia,perché non so come gli altri la prenderanno. Vorrei essermi fermato al confine di una via di mezzo,si starebbe benissimo.
-       La via di mezzo è la semplice relazione che avevamo fino a qualche giorno fa,due ragazzi innamorati,due semplici fidanzati. Adesso stiamo per formare una famiglia,ed è qualcosa di più grande: non lo trovi più bello ed emozionante?
-       Già… cosa dovevi dirmi?
-       Ah,si… dobbiamo decidere come e quando parlare con le nostre famiglie.
-       Questa è la parte più complicata di tutto.
-       Chris,su avanti…siamo grandi, i nostri genitori ormai sanno quanto ci amiamo,e che non possiamo stare uno senza l’altro.
-       Si,lo so,tesoro,ma…vedi,io ho paura che potranno dire qualcosa,tipo che ho solo 21 anni,che non dobbiamo correre,che…
-       E allora? Sei maggiorenne,adulto e vaccinato,non possono impedirti di sposarmi.
-       Lo so,e io ho comunque intenzione di farlo,con o senza il loro consenso. E’ solo che…beh,sai,di certo la loro benedizione non guasterebbe…
Darren guardò apprensivo il suo fidanzato,poi gli strinse fortemente una mano.
-       Andrà tutto bene , fidati di me.
*
 - Ho chiesto ad Hannah di essere la mia damigella d’onore.
I due adesso erano tornati a sedere,gustandosi una cioccolata calda.
-       Ma come? A lei lo hai già detto?
-       Oh,beh,si…non resistevo,e poi sai,lei ha il potere di calmarmi,ed ero così in ansia…
-       Mh,va bene..e dimmi,non erano anche i miei baci a rilassarti e farti dimenticare tutto il resto?
-       Anche solo il tuo nome mi fa dimenticare tutto il resto dell’universo.
 
*
- Comeeee? Lo sai? Quando l’hai saputo? Oddio,è uscito su qualche giornale? Ci hanno paparazzato? O forse…te l’ha detto lui?
Chris era sul set,e Lea non aveva mantenuto la sua parola di tener la bocca chiusa .
-       Siii! Cioè, no…Darren non mi ha detto nulla,ma ecco,l’ho capito da sola!Ho visto l’anello quella sera,al suo dito…ottima scelta,semplice ma raffinato. Cos’è,Tiffany?
Chris sbuffò sonoramente,incrociando le braccia al petto e sollevando esausto gli occhi al cielo.
-       Daiii Chri,non dirò nulla,lo sai! Ti prego…
-       Certo , come no.
-       Uffa, dai perché ti secca così tanto?
-       E’ che devo dirlo ancora alla mia famiglia…
-       Andrà tutto bene , tranquillo.
*
Darren aveva concluso un’altra giornata estenuante. Lo spettacolo era andato benissimo,ed aveva passato una serata memorabile insieme agli amici di sempre,i suoi Starkid. Nonostante l’adrenalina,e anche un po’ d’alcool in corpo,steso sul letto il suo pensiero volò immediatamente al suo Chris. Non lo diede a vedere,quel pomeriggio al locale,ma anche lui era preoccupato . La sua famiglia non avrebbe detto nulla,ne era sicuro. Ma la famiglia di Chris? Come avrebbe reagito?Era vero,nessuno si sposa a ventun anni. Eppure loro avevano deciso di compiere questa pazzia. Questa dolce e fantastica pazzia.
Era un ossimoro , si,un ossimoro di quelli rari e preziosi che ti porta dentro un miscuglio di emozioni e sensazioni instabili.
Nessuno dei due voleva aspettare.
Ma il problema non era l’attesa. Tutta la vita è un intera attesa. C’è chi attende un treno,chi attende una telefonata,chi attende una data,chi attende qualcuno,chi attende una svolta. Il problema è ciò che succede durante l’attesa:l’incapacità di muoverti,l’impossibilità di cambiare,la paura di farsi male. E poi Darren lo sapeva bene: Chris non era una persona propriamente forte,e l’aver chiesto di sposarlo era l’atto più coraggioso che avesse mai commesso in vita sua.
Ma Darren cercava in tutti i modi di spronarlo ad uscire fuori dal suo guscio.
Una volta,citando il suo film preferito,disse a Chris,dopo aver fatto l’amore:
-Vuoi essere grande? Allora abbi il coraggio di fallire e restare in circolazione. Lascia che la gente si chieda perché sorridi ancora.

Sapeva che non sarebbe stato affatto facile. Ma aveva piena fiducia nel suo ragazzo. Insieme avrebbero superato sia i genitori,sia il mondo intero.






so che il capitolo è un corto,ma vabbè. Spero seguirete ancora la mia storia. I miei aggiornamenti non hanno un giorno stabilito: tutto dipende dai miei impegni (: detto ciò,adios! ♥

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Capitolo 5
*** Se sorridi tu,sorrido anch'io. ***


662 visualizzazioni lo scorso capitolo,ma davvero? *-* grazie a tutti!
 
 
Era passata una settimana.
Ed era arrivato finalmente quel giorno. L’ansia stava diventando davvero insostenibile , e Chris voleva urlare a tutti la sua grande notizia. E invece dovette aspettare una settimana. Lui e Darren prepararono una cena tra le due famiglie per l’occasione. Le preparavano spesso,quindi nessuno poteva sospettare ciò che Chris avrebbe annunciato a tavola…
Il ragazzo dagli occhi blu era già pronto. Aveva preparato la tavola,e si era occupato personalmente della cucina,cercando di dimenticare solo per alcune ore l’ansia che gli attanagliava anima e corpo.
Neanche cercare di distrarsi con Space Oddity di David Bowie a tutto volume sembrava potesse servire a molto.
This is ground control to major Tom, you've really made the grade 
And the papers want to know whose shirts you wear 
Now it's time to leave the capsule if you dare. 

Canticchiava,e nella sua voce traspariva tutto quel mix di emozioni che l’aveva imprigionato.  Diede un’ultima occhiata alla tavola imbandita: era tutto perfetto,tutto perfettamente in ordine,e trasalì,al pensiero che forse, tutto quell’ordine sarebbe stato intaccato dalla reazione furibonda di uno dei suoi genitori. Si,sapeva di esagerare... ma il pensiero di qualche piatto scaraventato contro uno dei due ragazzi lo paralizzò.
Prese un respiro profondo. Diede un’occhiata all’orologio: otto e trenta. Darren e la sua famiglia sarebbe arrivata alle nove circa. Diamine,ancora mezz’ora di torture psicologiche.
Solamente Blaine e i suoi messaggi sdolcinati riuscivano a tranquillizzarlo un po’.
*
Darren si sistemò un’ultima volta la giacca,guardando la sua figura riflessa allo specchio. Nel suo sguardo , chiunque avrebbe potuto scrutare una certa apprensione.
Si immaginava Chris , sicuramente ancora più nervoso di lui. Se lo immaginava,seduto sul divano,la schiena rigida,lo sguardo fisso sul pavimento,battendo i piedi,torturandosi le mani,mordendosi un labbro…
Decise di inviargli un messaggio,sicuro di quanto una sua semplice parola potesse tranquillizzarlo,fargli dimenticare il resto del mondo,fargli sorridere,fargli brillare gli occhi. E Darren desiderava solo vedere costantemente quella luce dai  toni azzurri,come i suoi occhi.
“ Noi siamo quasi pronti! Saremo li tra pochi minuti. Smettila di torturarti nelle tue seghe mentali,o scopate in grande stile,come le chiami tu,e sorridi. “
La risposta di Chris non tardò ad arrivare: “se sorridi tu,sorrido anch’io.”
Darren si perse un po’ in quelle parole,e forse,s’innamorò ancora di più del suo fidanzato,per quanto ciò potesse essere possibile.Non vi erano metri di misura per contenere quell’amore,non vi erano parole per esprimerlo. Ogni frase sarebbe stata scontata,ridicola,sciatta,convenzionale.
Sua madre lo chiamò ,invitandolo ad affrettarsi.
Il riccioluto si diede un’ultima occhiata ,e finalmente,scese le scale.Si trascinò  fuori coi suoi ed entrò in macchina. Quando suo padre accese il motore,l’ansia inspiegabilmente cominciò a sopraffarlo ancora di più , costringendolo a deglutire rumorosamente. Chuck lo guardò di sott’occhi,chiedendosi cosa sarebbe successo di tanto importante quella sera,dato il comportamento strano del fratello.
Il viaggio,seppur breve ,sembrava durasse ore,ore interminabili. L’attesa era straziante.
*
Chris sentì finalmente suonare alla porta. Suo padre Tim andò ad aprire,ritrovandosi innanzi la famiglia Criss sorridente.
-       Ciao Cerina! Ciao Charles! Vi trovo in ottima forma!
-       Ciao Tim! Grazie mille,come va?
I due genitori,seguiti dai figli,entrarono in casa.
Chris prese fiato,e sfoggiò uno dei sorrisi più radiosi che potesse esibire.
-       Ciao Chris,figliolo!Come sei bello stasera!
-       Grazie Cerina,anche tu,sei divina,quest’abito ti sta d’incanto!
Finalmente,Chris intralciò lo sguardo di Darren. E rimase incantato di fronte quella figura perfetta: quel vestito nero gli stava da favola. La camicia viola aperta leggermente,lasciando intravedere un po’ del petto . Forse indugiò un po’ troppo su quel tratto di pelle scoperta,e quando fu costretto a sollevare lo sguardo,arrossì pesantemente. Darren rise di fronte quella scenetta adorabile.
Arrivarono anche sua madre  Karyn e sua sorella Hannah.
Chris non ne poteva più di quei lunghi,noiosissima,inutili convenevoli.
-       Bene,ho fame,ci sistemiamo?
Con irruenza,fece sistemare tutti in tavola. Sarebbe stata una cena lunga,molto lunga. Prese posto tra Darren e Hannah,e si tranquillizzò un po’,quando entrambi presero le mani di Chris e le strinsero,per infondergli coraggio.
*
Quella cena sembrava non finire mai. In realtà,avrebbe potuto fare il suo annuncio in qualsiasi momento,ma ogni volta non aveva neanche il coraggio di aprire bocca. Darren gli stringeva ancora le mani,cercando di captare dal suo sguardo quando fosse pronto. Ma Chris non parlò per tutta la cena,anzi,non toccò neanche cibo. E nessuno,fortunatamente,sembrò accorgersene,troppo presi dalle loro chiacchiere.
Allora,si avvicinò al suo orecchio,sussurrandogli: “vuoi che lo dica io?”
Chris scosse la testa,e fece poi un lungo respiro. Darren quasi si irrigidì: il momento era arrivato.
-       Un momento di attenzione,per favore.
Chris zittì tutti. Immediatamente calò il silenzio nella stanza. Il ragazzo cercò per l’ultima volta lo sguardo di Darren. Batsa,era tempo di parlare.
-       Qualche settimana fa,ho preso una decisione importante. So che molto probabilmente è una follia,o quello che volete,ma sono sicuro della mia scelta.
-       Oddio,l’ultima volta che hai parlato così hai confessato di essere gay.- suo padre fece irruzione nel discorso con fare divertito.
-       Ssh,Tim,lascialo parlare- stavolta fu la volta di sua madre. – Aspetta,hai messo incinta qualcuno?
-       No,mamma…
-       Vuoi farti prete?
-       Mamma,per favore,non mi farò prete…
-       Parti per l’India- fu anche la volta di Chuck.
-       Mio dio,per favore! – questa volta fu Darren a interrompere quell’irruzione apparentemente divertenti.
-       Grazie Darren.
Chris riprese il suo discorso,pregando gli dei dell’Olimpo di non essere interrotto e di avere abbastanza forza da dire il tutto.
-       Ho preso una decisione importante,e non m’importa quello che penserete. Io sono una persona adulta ormai,no? Io ho fatto questa scelta,perché..ormai ho capito qual è il mio posto nell’universo,e soprattutto con chi.
Chris distolse lo sguardo dagli altri,spostandolo su quello del suo ragazzo.Guardandolo intensamente,sorridendo.
-       Esistono persone che,per quanto la vita possa essere imprevedibile,resteranno per sempre impigliate tra le pieghe del cuore. Che saranno sempre parte di noi. Ed è ciò che è successo con te,Darren. Sei volato dentro la mia anima e ho lasciato che ti librassi dentro me,e..wow,è cos’ difficile…a volte ho l’impressione che tutto ciò che voglio dire viene fuori in modo completamente errato…
-       Chris,ti prego,continua. – Il suo non era ordine,era una semplice preghiera,il desiderio di poter continuare a nutrirsi di quelle parole .
Chris riprese fiato,e continuò,e le persone attorno a loro sembrarono sparire del tutto.
-       Io ho capito che di persone così come te al mondo ce ne sono poche,e io farti mio per sempre. Devo. Perché io e te condividiamo qualcosa di talmente grande da essere fuori da questo universo. Un’immensità di cose che ci basta per vivere. Io e te viviamo con quello che abbiamo costruito,questo mondo surreale ,inserirlo in una dimensione reale sarebbe solo autodistruttivo.Ci distruggerebbe. Ecco perché tu non mi perderai mai. E il miglior modo per averti vicino,e sposarti.
Darren era senza parole. Quanto l’amava. Dio,quanto poteva amarlo. Lo aveva aspettato tutta una vita. Ed eccolo li.Quegli occhi li aspettava da sempre,aspettava da sempre di innamorarsi di qualcuno che gli desse una nuova vita,quella vita che desiderava da impazzire,fino a morirne,fino a farsi male nell’estenuante ricerca,ma poi sarebbero state lasciate alla corrente della vita,una volta che quel qualcuno sarebbe arrivato,e non lo avrebbero più sfiorato.
Ed era lì.
E l’amore era lì,esisteva,era reale.
E i segni che aveva apportato erano evidenti,concreti,percepibili,udibili,come una leggera sinfonia.
E nessuno dei due,persi nei loro occhi,s’era accorto che nel frattempo,intorno a loro,gli sguardi delle loro famiglie erano cambiati.
-       Ehm..scusatemi…ho capito bene,Chris?
Suo padre Tim riportò entrambi alla realtà.
-       Si papà,ho chiesto a Darren di sposarmi,e lui ha detto si.
Darren mostrò fiero l’anello ai suoi genitori. Fu un sollievo nel vedere la famiglia del riccioluto in estasi. Suo fratello Chuck e la madre Cerina si alzò e accorse ad abbracciarli.
-Oh mio dio ragazzi!Sono così contenta per voi!
Baciò i due ragazzi,strapazzandoli di baci. L’aria in casa era diventata decisamente festosa,anche la madre di Chris si congratulò coi due.
Ma l’entusiasmo del cantante fu completamente smorzato quando incrociò lo sguardo cupo di suo padre,Tim.

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Capitolo 6
*** Speechless. ***


Grazie mille a tutti ,siete speciali. Mi sorprende di riuscire add aggiornare ogni giorno. AAH,la nullafacenza scolastica. Vi lascio il capitolo!


Era successo tutto troppo in fretta.
La casa si era svuotata circa un’ora dopo,la famiglia Criss si era ritirata,e lo sguardo di Tim era più eloquente di mille parole. Non ne servivano,in fondo. I discorsi sono solamente un complesso di congetture superflue che amalgamano tutte le nostre sensazione,spesse volte in modo sbagliato. Le parole rimpiccioliscono o ingrandiscono cose che nella nostra testa sembrano sconfinate,riducendoli in errati parametri.
E suo padre sentiva tutto quel disappunto crescergli dentro,e sapeva che discutendo con suo figlio avrebbe solo peggiorato la situazione.
Si limitava a quello sguardo truce.
Perché gli occhi possono penetrarti dentro,affilarti l’anima,quasi a farti sentire il sangue scivolare dentro te stesso.
Chris aveva davvero tanta paura ad affrontarlo. Non voleva sentire nulla. Perché dal suo sguardo aveva capito tutto: Tim non era d’accordo. Suo padre non supportava quella decisione. Sicuramente per quelle ragioni,a suo parere futili,che tanto temeva e lo avevano torturato in quella settimana.
L’età. Il lavoro. Il non essere ancora completamente sistemato e indipendente.
Suo padre l’aveva semplicemente guardato,e poi era andato a dormire.
Chris si gettò sul divano: magari si stava facendo solo paranoie.
Avrebbero parlato domani.
Era come se il silenzio lo illudesse che sarebbe andato tutto bene.
E si addormentò li,non accorgendosi che nel torpore del sonno ,una lacrima gli stava rigando la guancia.
*
Chris si risvegliò tutto anchilosato quella mattina,gli scoppiava la testa. Sentì delle voci provenire dalla cucina: erano già tutti svegli. Si diresse dai suoi familiari,sua madre e sua sorella erano intenti a preparare qualcosa ai fornelli.
-       Ciao signore!
Chris posò un lieve bacio sulla fronte di Chris,la quale,esordì con allegria:
-       Frittelle!
Quel giubilo mattutino sarebbe durato fin troppo poco: infatti, due secondi più tardi,il ragazzo incrociò gli occhi del padre.
Duro e freddo come la pietra,intento a leggere il suo giornale.  Si fissarono per alcuni secondi.
-       Ok,ragazze,potreste lasciarci un attimo soli?
Sul volto di Karyn si dipinse un’aria leggermente triste,incrinata. Prese per mano la piccola Hannah e uscirono fuori dalla cucina.
Chris si sedette al tavolo. Cercò di mostrarsi forte, tranquillo…in realtà,le sue gambe tremavano dalla paura,e una volta seduto, non poté fare a meno di deglutire rumorosamente.
-       Bene,bando alle chiacchiere. Perché lo fai ?
-       Faccio cosa?
-       Chris,non fare il bambino,sai benissimo di cosa parlo. Parlo di ieri sera,di quell’annuncio in grande stile che avete fatto.
-       Papà,hai per caso ancora dei problemi per il fatto che io sia gay?
Chris cercava di divagare,voleva scappare via di li,voleva essere lontano,abbastanza lontano da non sentire la voce di suo padre rimproverarlo per qualcosa di cui non poteva pentirsi,ne cambiare idea,perché era il suo cuore ad averlo deciso.
-       Chris,smettila! Ti conosco,so cosa stai cercando di fare.
-       Cosa starei cercando di fare,sentiamo.
Tim sospirò profondamente. Cominciava ad innervosirsi parecchio.
-       Io non so cosa di preciso abbia partorito la tua mente malata,ma Chris,questo è il punto: sei troppo giovane. Hai solo 21 anni. Sono fiero del successo che hai tenuto,si,ma ci sogni che non possono essere realizzati alla tue età. Tu non…non capisci…cosa sai del tuo futuro,cosa stai facendo per progettarlo? Niente,un matrimonio è pericoloso , è fuori discussione.
Chris odiava con tutto il cuore quel lato cinico di suo padre. Magari qualcuno in passato gli aveva spezzato tutti i suoi sogni , catapultandolo immediatamente nella realtà. Ma per Chris le cose erano diverse.
-       La mia mente malata? Papà, io non voglio pensare al mio futuro,ma al presente. Nessuno può sapere cosa ci accadrà tra cinque o dieci anni,magari domani sarai al fresco sotto un cipresso ,chi lo sa.
-       Grazie tante,figliolo. – Il tono sarcastico del padre fece innervosire anche Chris.
-       Il punto è,papà,che non voglio passare questi giorni pensando cosa ne sarà della mia vita,voglio godermi ogni minuto della mia attuale realtà,e al momento è vicino a Darren. E,sai,il matrimonio non è solo un pezzo di carta o un investimento che in futuro potrebbe costarmi caro. Io lo voglio nella mia vita,voglio uscire allo scoperto,e non m’importa di quello che pensi tu o qualsiasi altra persona. E’ un errore? Chi lo sa,so da me che è una follia,ma io voglio commetterla,tra tutti gli sbagli che commetterò nella mia vita,allora questo sarà il più bello,quello che rifarei altre mille volte.
 
Tim lo guardava sconcertato,quasi paonazzo in viso.
-       Ma se sai già che è un errore,perché lo fai?
-       L’errore in se conta poco,papà. Ciò che conta davvero,è come si trasforma la mia vita mentre lo faccio,come incide su di me,come mi rende. Magari mi migliora. Magari soffrirò da cani perché un giorno ci lasceremo,ma almeno avrò guadagnato anni di felicità con la persona che amo!
-       Perché lo fai?! – Suo padre si era alzato in piedi,quasi catapultando la sedia. – Dimmi Chris,perché? Perché sei diventato una di quelle celebrità che trovano la loro vita improvvisamente noiosa e vogliono provare qualcosa? Una volta pensavo che vip del genere si riducessero all’alcool o la droga,ma questa…questa mi è nuova!Davvero i miei complimenti star,una trovata pubblicitaria innovativa!
 
Chris stava perdendo ogni briciola di lucidità,si alzò anch’egli,nonostante il peso di quelle parole lo stavano facendo sprofondare,stavano piegando in due il suo cuore,costringendolo ad un dolore lancinante.
-       Magari la mia vita non è ancora davvero abbastanza,papà!Se ho l’opportunità di renderla migliore,perché non posso?
Tu non capisci. Io lo amo.
Tim non volle sentire altro. Ed eccolo li,di nuovo,quello sguardo cupo e tetro fece capolino di nuovo sui suoi occhi azzurri. Azzurri e altrettanto profondi come quelli di Chris.
Il ragazzo,con quello sguardo,ricevette l’ultima pugnalata al cuore. E cadde sconfitto. Cadde perché non aveva la forza di sentire un’altra sola parola da chiunque.
Si accasciò sulla sedia.
Cominciò a piangere.
E dopo dieci minuti , decise di salire in macchina. Voleva starsene solo,guidare per un po’,un bel po’,senza preoccuparsi di dove sarebbe arrivato.
*
Era sera. Darren aveva terminato un altro dei suoi spettacoli. Ma quella sera,non era stato di certo al massimo.
Era preoccupato per Chris.
Cercava di chiamarlo dalla mattina,ma nulla. Era sparito.
Aveva provato a casa Colfer,ma li nessuno sapeva dove fosse.
Scomparso dal nulla.
*
Darren era nella sua camera. Erano le due di notte,e non riusciva a dormire. Come poteva? A
Aveva paura,era rimasto ore fissando lo schermo del suo cellulare. Sperando in una chiamata,un qualcosa.
Anche in un segno divino ,se necessario.
Erano le sei del mattino,quando,appoggiato con la fronte al vetro brinato della finestra della sua camera,sentì il rumore di una macchina accostare vicino casa sua.
La riconobbe immediatamente: era Chris.
Si catapultò fuori la casa,non curandosi affatto di essere in pigiama.
Quandò arrivo,Chris scese dalla macchina: l’aria decisamente stanca,i suoi occhi spenti e glaciali. E a quella scena a Darren gli si spezzò il cuore.
Nessuno dei due voleva parlare,semplicemente,Chris si gettò nelle braccia di Darren,aggrappandosi al suo corpo,mentre il sole cominciava a sorgere,e la luce dell’alba cominciava a dipingere di una luce rosea i loro visi,mentre si alzava il vento,mentre il mondo intorno a loro taceva,dimenticandosi entrambi di tutto,senza trascinarsi dietro inutili pensieri.




Spazio dell'autrice: 
Ringrazio infinitamente ancora una volta chi recensisce e segue la storia! 
Ho aggiunto il genere "drammatico" ,perché si,questa storia voleva essere qualcosa di infinitamente dolce,ma ahimè,sono portata solamente per storie tristi,a quanto pare,chi legge le mie one-shot,lo sa!Amo il pathos,e cristo,quanto è macabra quest'ultima frase. Quindi,io vi ho avvisato! Ma il FLUFF non mancherà mai,questo è certo. Molto probabilmente aggiornerò domenica,o luned'. (:Ho intitolato il capitolo "speechless",proprio per aver sottolineato parecchio il concetto di quanto a volte le parole siano superflue,e quanto siano espressivi gli occhi,lo specchio dell'anima. 

A presto!

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Capitolo 7
*** Pale Blue Eyes. ***


Salve gente! Allora: ho cambiato il nome della storia,semplicemente perché non mi piaceva più il vecchio,troppo lungo,e boh..spero abbiate riconosciuto la storia,comunque (: Avevo promesso un po’ di Fluff in questo capitolo..ecco a voi!
 
 
 
-       Ti prego,torniamo dentro.
Darren prese Chris per una mano e lo trascinò dentro casa,e lo fece accomodare sul divano. Il riccioluto si sedette accanto a lui,tenendogli ancora salde le mani. Chris aveva l’aria decisamente smorzata, i suoi occhi non brillavano più come facevano solitamente, lo sguardo basso e tetro,fisso sul pavimento.
Darren mise una mano sotto il mento del suo fidanzato,alzandolo verso di lui.
-       Dio mio,Chris,mi hai fatto preoccupare così tanto. Cosa…cosa è successo?
Chris non rispondeva.
-       Tesoro,sei…sei gelato…togli questo questo cappotto e ,vado a prenderti una coperta…Vuoi qualcosa di caldo?
Chris scosse la testa.
Darren restò a guardarlo ancora qualche minuto dietro di lui,e poi andò in camera a prendere uno dei suoi piumoni.
Ma quando tornò giù,Chris aveva la testa poggiata sul bracciolo del divano,le gambe raccolte in petto: sembrava così piccolo,e indifeso. L’aria decisamente stanca e triste.
Doveva chiamare la sua famiglia. Lo cercavano tutti da  quasi ventiquattro ore, chissà com’erano in pensiero Hannah e  Karyn…
Si diresse verso il telefono e alzò la cornetta. Digitò il numero frettolosamente.
-       Tim,sono Darren. Chris è qui.
*
Quando Chris si svegliò,aveva ancora quel mal di testa opprimente che aveva prima di chiudere gli occhi. I raggi del sole filtravano tra le finestre. Ma non era solo: Darren lo avvolgeva in un caldo abbraccio,e non poté che sentirsi meglio contro il suo petto,sentendo il suo cuore battere,il suo respiro…
Fece per alzarsi ,ma era praticamente impossibile: il suo ragazzo era praticamente avvinghiato a lui,lo teneva incatenato.E pensò che non c’era posto migliore dove nascondersi da tutto il resto del mondo,lì non l’avrebbe mai trovato nessuno. Chris s’era talmente tuffato dentro il cuore di Darren che erano diventati una sola cosa,una sola persona ,un solo cuore. Si accoccolò ancora di più contro di lui,sotto le coperte,assaporando il profumo di ogni centimetro della pelle di Darren,il quale,pochi secondi dopo,cominciò ad aprire gli occhi.
Adesso erano viso a viso,gli occhi dell’uno incatenati in quelli dell’altro.
Darren frugò negli occhi di Chris,cercando di capire cosa fosse successo di così grave da renderlo tanto piccolo e indifeso. Fortunatamente,adesso,in quell’azzurro oceano poteva scorgere di nuova la luce dei suoi occhi,seppur un’infinitesima parte, ma la rivedeva risalire in superficie dopo un lungo periodo di apnea.
-       Mi hai fatto preoccupare così tanto,tesoro.
Adesso le loro mani erano di nuovo salde tra loro,perfettamente incastonate.
-       Non è successo nulla.
-       Ti prego,dove sei stato…
-       Io…
-       Ti prego,dimmelo…
Darren strinse la sua fronte contro quella di Chris. Gli faceva male vedere il suo fidanzato così perso e non saperne il motivo,non poter far nulla. Gli faceva male vedere Chris non riuscire a reggere il suo sguardo,forse temeva di dire qualcosa.
-       Ho guidato. Molto,in effetti…sono stato da solo,così…ho avvisato il cast e Ryan,non preoccuparti,ho detto loro che non stavo bene…
-       Chris,non m’importa del lavoro…ti prego,dimmi , cosa è successo…
Il tono di implorazione di Darren era una lancia scagliata al cuore per Chrsi,e non poté impedire ad una lacrima di cominciare a scendere sul suo volto.
-       Ho litigato con mio padre…voglio solo stare qui con te…
-       Solo questo?
-       Si…lui…non è d’accordo per il matrimonio.
 
“Ecco,lo sapevo.”
Fu l’unica cosa che riuscì a pensare Darren in quel momento. Ma lui sapeva che , in un modo o nell’altro,si sarebbero sposati comunque.
E in quel momento,Darren decise  riempire quel silenzio,fatto di pensieri sconfusionati e rumorosi,nel modo in cui sapeva fare meglio.
Sometimes I feel so happy 
sometimes I feel so sad 
Sometimes I feel so happy 
but mostly you just make me mad 
Baby, you just make me mad 

Quante volte si erano dedicati quella canzone. Pale Blue Eyes dei Velvet Underground era forse la melodia che più si avvicinava a quella dei loro battiti del cuore,quei battiti sincronizzati di due uomini che hanno connesso le loro esistenze,ormai indissolubili.
It was good what we did yesterday 
and I'd do it once again 
The fact that you are married 
only proves you're my best friend 
But it's truly, truly a sin 

Stavolta era Chris a cantare, era  lui a sorridergli un po’ di più.
Darren sapeva ci fosse altro in tutta quella faccenda.Una semplice litigata non poteva scalfire in quel modo il suo ragazzo .Ma non sapeva cos’altro fosse accaduto. Vedeva il modo in cui Chris nascondeva qualcosa di forse troppo grande per lui,un peso che tutt’un tratto era diventato insopportabile,e il suo stesso corpo ne portava i segni..così stanco e debole.
Non voleva chiedergli nulla,voleva solamente cullarlo ancora un altro po’ tra le sue braccia. Senza parlare,nonostante volesse dire tante cose…
 
Maledetta fretta di vivere che arriva ad uccidere.
-       Chris?
-       Si?
-       Andrà tutto bene.
Il ragazzo sembrò quasi pensarci su,chiedendosi se davvero sarebbe stato così. Aveva bisogno di certezze.
-       Davvero?
-       Davvero. Ti avevo promesso il “per sempre”. E so che è quasi una retorica fissa quella del per sempre,ma per quanto essa valga,io ti prometto che andremo su quell’altare. Anche domani.
-       Anche domani?
-       Anche domani.
 
Chris sembrava volesse dire qualcosa,ma dalla sua bocca non uscì nulla,solamente un sospiro,e poi le unì a quelle del suo ragazzo,suggellando quel patto con un bacio,con uno scambio di emozioni capaci di scoppiare nel cuore.E quando si staccarono da quel bacio,Darren lo guardò con adorazione,e accarezzandogli una ciocca dei suoi capelli color miele,disse con teatralità:
-       Allor fu la paura un poco queta 
che nel lago del cor 
m'era durata la notte 
che passai con tanta pietà .

Chris lo guardò tordo e sbigottito.
-       Che hai detto?
-       Hey,è Dante! Inferno,Canto I,sciocco.
-       Oh,scusami…non siamo tutti così intelligenti come te.
 
Darren rise,e continuarono a baciarsi.
 
-       Però,la prossima volta,dedicami qualcosa di più romantico,non parlarmi delle tue notti insonni passate ad aspettare il tuo ragazzo tutto preoccupato.
-       Hey,ero davvero preoccupato!
Nonostante i toni scherzosi,Chris si rabbuiò,sospirò profondamente,e chiuse gli occhi,in attesa di un’altra lacrima pronta  a rigare dritta giù. Darren si affrettò subito ad asciugarla,baciandogli poi la fronte.
-       Tesoro,non preoccuparti. Sistemeremo questa faccenda…qualunque faccenda sia.
-       Grazie.
Erano le dieci del mattino. Fortuna che in quella casa,la domenica mattina tutti sprofondassero in un sonno profondo.

Quell’idillio mattutino,fu interrotto dal suono brusco del campanello. Darren si alzò. Chris alzò un sopracciglio,chiedendosi chi fosse.
Il riccioluto,invece,sapeva bene di chi si trattasse. Chris vide il suo fidanzato dirigersi verso l’ingresso,e quando aprì…c’era suo padre. In silenzio,che lo guardava li,immobile sulla porta.
-       Darren , l’hai fatto venire! Oh mio dio,non posso crederci…
 
 
"Spesso dicevo che la vita era uno schifo. Anche quella frase mi stava fregando, perché avrei dovuto dire:La mia vita è uno schifo. Allora, magari avrei iniziato a chiedermi se potevo fare qualcosa per cambiarla. Se era tutta colpa del destino, del caso, della sfortuna, o se invece anch'io ne ero colpevole. Perché dire che la vita fa schifo è come dire che non c'è niente che si possa fare. Che bisogna accettarlo come un dato di fatto imprescindibile. Fortuna che poi ho cambiato idea. Fortuna che ho capito che la mia vita ha un valore e quel valore glielo do io con le mie scelte e con il coraggio delle mie decisioni. Ho imparato a pormi una domanda ogni sera prima di addormentarmi: cosa hai fatto oggi per realizzare il tuo sogno, la tua libertà ? Alla seconda sera in cui mi sono risposto: "Niente", ho capito quanto in fondo una parte del problema fossi io. Quindi, o smettevo di lamentarmi o iniziavo a darmi da fare." -Fabio Volo
 
 
Io non so come ringraziarvi per le visualizzazioni e le recensioni. Chi ha inserito la storia tra seguite,ricordate,preferite…davvero,siete fantastici.
So che molto vogliono uccidermi,ma era proprio mio intento,disorientarvi con 4 capitoli di puro FLUFF,per poi passare ad un tono più drammatico..beh,per chi continua a chiedermi spoiler per il futuro della storia: SI,E’ UNA STORIA TRISTE.
Ma questo avete cominciato a capirlo già da soli. Spero abbiate apprezzato anche la citazione finale di Fabio Volo. E anche quella di Dante!Adoro l’Inferno,diamine.
http://www.youtube.com/watch?v=Nir4BnNIFmg&feature=g-vrec&context=G2540a69RVAAAAAAAAAQ Questa è la canzone cantata da Chris e Darren, Pale Blue Eyes dei Velvet Underground.

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Capitolo 8
*** Freedom. ***


Tim si reggeva sull’uscio dell’ingresso, avvolto nel suo cappotto mentre fuori tirava un vento glaciale. Il suo sguardo era tetro,ma allo stesso tempo,sollevato,quando vide suo figlio sul divano,al sicuro.
-       Papà,che…che ci fai qui?
Tim esitò,non sembrava bene cosa dire,allora Darren,prese la parola:
-       L’ho chiamato io,Chris. Erano tutti preoccupati per te,l’ho chiamato quando sei arrivato.
Chris mise su un broncio,scostò le coperte e si alzò con fare frettoloso. Camminava su e giù per la stanza,in cerca di qualcosa da dire…
-       Darren,perché? Io volevo solo starmene un po’ con te.
 
-       Chris,mi dispiace,ok? Sei sparito per un giorno intero,tua madre e tua sorella erano preoccupate,e..anch’io. – suo padre intervenne , con tono piatto,con le scuse meno sentite di sempre.
 
-       Già,Chris,anch’io.
 
Darren aggiunse quella nota dolente: già,se era stato preoccupato. L’ansia gli aveva praticamente divorato l’anima,ma per lo meno,ora che era con lui,stava decisamente meglio.L’importante era che stesse bene e non avesse commesso sciocchezze. O così sperava. Chris rivolse uno sguardo quasi di scuse al suo fidanzato,battendo rumorosamente il piede e mordendosi un labbro.
Nonostante la tensione nell’aria,Darren non poté fare a meno di pensare quanto fosse adorabile quell’aria da bambino orgoglioso ma sinceramente pentito.
Ma i toni nei confronti di suo padre furono decisamente più scontrosi.
-       Papà,ti ricordo che non sono più un bambino. E che quindi non dovete assolutamente preoccuparvi per me,chiaro? Mi spiace se non mi sono fatto sentire,o se siete stati preoccupati per me. Sto bene.
-       Dove sei stato,diamine?
Chris sembrava essere in agitazione: il suo sguardo vagava per la stanza,cercando di evitare il contatto visivo con suo padre.
-       Sono stato da solo,ne avevo bisogno,ho guidato, ma tranquillo,la macchina è  in ottime condizione,e ho fatto anche benzina. Ora,se non ti dispiace , vorrei restare qui da solo con il mio fidanzato. E per la cronaca,non sto chiedendo il permesso.
-       Chris ,non fare storie. Per lo meno,chiama tua madre,e rassicurala.
Il ragazzo non fece in tempo a  rispondere che la madre di Blaine scese dalle scale.
-       Ehm…buongiorno..cosa…cosa succede qui?
-       Ciao mamma,nulla,non preoccuparti…
-       Cerina,ti spiace se per oggi resto qui?
Cerina annuì lentamente,guardando un po’ perplessa prima Tim,poi Darren.
Dopo alcuni secondi,arrivarono anche Charles e Chuck.
-       Mio dio,quanto ho dormito,ci voleva proprio… uh,buongiorno a tutti! Riunione familiare? – Chuck si trascinò nel soggiorno ancora in pigiama e l’aria assonnata,rivolgendo a tutti un sorriso beffardo.
Darren lanciò al fratello un’occhiata minacciosa: “vai via”.
Chuck sembrò aver recepito il messaggio,e dopo aver lanciato un’occhiata allibita , uscì dalla stanza.
-       Ehm,ciao , Tim. A che devo il piacere?
Charles cominciava anche a lui a chiedersi a cosa fosse dovuta tutta quell’affluenza mattutina. Ma Tim restava li,immobile sulla porta,non sapendo bene cosa dire e cosa fare.
-       Io…ehm…
-       E’ venuto qui – questa volta Chris alzò parecchio il tono della voce,facendo sussultare tutti -  a controllare che io stessi bene. E’ venuto qui a prendermi, non capendo che non ne posso più del suo controllo nella mia vita. E’ la mia vita,papà,lo capisci? Lasciami fare quello che voglio,e quando dico quello che voglio,intendo anche sposare Darren,perché è ciò che più voglio in questo momento!
 
Il ragazzo si voltò,senza voler neanche ascoltare la replica di suo padre. Aveva preso una decisione e non avrebbe permesso la sua interferenza in alcun modo. I suoi occhi adesso erano rossi,per la rabbia incontrollabile che cresceva dentro di se,che gli pulsava in ogni centimetro del suo corpo.
Perché Chris desiderava nient’altro che libertà,nella sua vita. Voleva quella libertà che da troppo tempo era rimasta imprigionata dentro di se per ventuno lunghissimi,fottutissimi anni,che adesso voleva evadere,una volta per tutte. E lui voleva assecondare quella forza che ormai rischiava di scoppiare,non poteva più tacere le sue urla sovraumane, voleva ripulirsi di tutto il marcio che s’era accumulato. Quel marcio che solo l’amore che provava era riuscito a ripulire. Ma se lui non avesse sposato Darren,sentiva che la sua vita sarebbe ricaduta di nuovo in quella voglia matta di arrivare alla vetta della felicità,quella vetta che adesso non era più un lontano orizzonte dai colori scuri,ma un punto quasi vicino.
Ci era tanto vicino.
E suo padre non l’avrebbe ostacolato.
 
Tim adesso sembrava davvero essere furibondo. Perse le speranze con suo figlio,cercò di rivolgersi ai genitori di Darren.
-       Charles, cosa faresti se tuo figlio a 21 anni venisse da te e dicesse di volersi sposare? In fondo,Darren ne ha già 24 di anni,è un po’ diverso,non ti pare?
Charles fece un respiro profondo. Si sedette sul divano,con molta calma,come se tutto quello che lo circondasse fosse una cosa del tutto normale.
-       Ho già vissuto quest’esperienza una volta. – Cerina si accomodò affianco a lui,gli prese una mano,e guardò suo marito sorridendogli,avendo capito bene ciò di cui stava per parlare. Il padre di Darren continuò a parlare.
-       Sai,quando io chiesi a mia moglie di sposarla, avevo 24 anni. E lei,ne aveva 21. Non è stato facile,sai,perché,eravamo giovani,e credimi,rispetto ai nostri figli,la situazione era molto più difficile. Studiavamo entrambi al college,senza soldi,senza certezze per il nostro avvenire. Ma sai una cosa? Capimmo che il futuro non si può costruirlo da soli. Abbiamo bisogno di qualcuno accanto a noi,di una famiglia.Tutti. Di una vera famiglia. Quando annunciammo al padre di Cerina il nostro matrimonio,lui andò su tutte le furie. Non era d’accordo,e sai,ci diede le tue stesse motivazione. “Troppo Giovane”.Non parlò per mesi con sua figlia. Ma io e lei non abbiamo demorso,e siamo saliti sull’altare. E dopo tanti anni,siamo ancora qui,con due meravigliosi figli,più innamorati che mai. Vedi , Tim, quando suo padre capì che non c’erano più ragioni per essere arrabbiato,e quando s’accorse che io ero effettivamente la persona giusta,accettò la cosa. Ora,non ti sto chiedendo di accettare subito la situazione. Ma di capire la scelta di tuo figlio. Lascia che cominci a camminare da solo con le proprie gambe.
 
Chris e Darren ascoltarono commossi quel discorso. E proprio in Darren,fiero di suo padre,crebbe ancora di più la voglia  di sposare Chris,sognando di creare la stessa famiglia che i suoi genitori avevano creato. Tim teneva la testa abbassata.
Poi ricominciò a parlare.
-       Per Chris è diverso. Lui è…
-       Io sono cosa , papà?
-       La situazione è decisamente diversa.
Diversa . Per quanto Darren cercasse di capire il significato di quell’aggettivo, quella parole immisero in lui un moto di rabbia,la stessa rabbia che ribolliva in Chris. E quella rabbia gli fece perdere parecchio del contegno che aveva mantenuto dall’arrivo di Tim,fino a rivolgersi a lui e inveirgli contro.
-       Diversa? Diversa forse perché siamo gay? Perché siamo personaggi famosi? A noi non importa nulla di tutto ciò,ok?  Non sto dicendo che sarà facile,ma Chris…Chris è l’uomo più coraggioso che io conosca. Lui non si lascia abbattere da nulla,soprattutto se ci sono io a proteggerlo! Quindi non lascerò che tu ci impedisca di fare ciò che entrambi sogniamo da sempre! Nessuno potrà toglierci ciò che abbiamo! Non pretendo,Tim,che tu capisca,ma io amo tuo figlio,lo amo più della mia stessa vita.-
Chris poco più in la,era ormai in lacrime,e quelle lacrime erano il segno del totale amore per il suo fidanzato.
-       Lo amo dal primo momento che l’ho visto,e lo amerò per sempre,non potrei mai fargli del male,mai! Quindi,Tim,se non ti dispiace,vorrei passare questa giornata a consolare il ragazzo che amo,perché,questa mattina,è giunto a casa mia,dopo aver guidato per ore,senza mangiare,in condizioni miserabili,perché suo padre non riesce a comprenderlo.
 
Ma Tim,non fece in tempo a rispondere,che sentirono un tonfo provenire dietro di loro.
Chris s’era riversato a terra: era bianco ,maledettamente bianco. Era svenuto.
Giaceva a terra,senza respiro.




________________________________
Note dell’autrice :
prima di tutto,grazie per le visualizzazioni , vi amo,semplicemente.
 tranquilli,Chris non è morto LOL …è solamente svenuto. Perché? Dal prossimo capitolo,capirete davvero tante cose! Quindi non perdetevelo!
So che volete uccidermi per tutta questa tristezza: vi prometto del FLUFF almeno quanto prima!
A presto

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Capitolo 9
*** Blood. ***


Il corpo di Chris aveva vacillato e si era accasciato sul freddo marmo bianco,bianco come la sua carnagione,vitrea e cadaverica,chiudendo lentamente gli occhi,lasciando spazio solamente a due fosse nere di occhiaie che lentamente apparvero sopra le sue guance .Il suo cuore di cenere compressa,che aveva resistito senza vacillare ai colpi della vita,crollò ai primi assalti dei battiti cardiaci accelerati.
Darren si gettò immediatamente su di lui,sotto gli sguardi terribilmente spaventati e impauriti degli altri. Una stilla di sangue cominciò a scendere da una narice di Chris,macchiando col rosso quel bianco candido come la porcellana.
Sarebbe stata,quella,una giornata in cui sarebbero venute a galla troppe cose,troppe verità dolorose,che Chris aveva cercato di soffocare nella sabbia,ma che adesso non aveva più la forza di respingere. Una giornata fredda di Gennaio,dove il mondo avrebbe continuato a girare,le persone avrebbero continuato a respirare,ma la vita di Darren avrebbe subito un arresto ,uno shock…una pugnalata al petto.
- Chiamate un ambulanza! – le urla di Tim risuonavano per tutta la casa.
*
Era sera. Darren era rimasto li tutto il giorno in ospedale,insieme alla sua famiglia,e i genitori di Chris. Non era andato neanche a teatro. Cosa gliene importava di Brodway?
Una giornata fatta di attese strazianti. Un attesa finalmente interrotta dall’arrivo di un dottore nella loro direzione.
Erano tutti seduti in sala d’attesa da ore,torturandosi il cervello con mille ansie,paure,dando spazio di tanto in tanto a qualche lacrima. Darren invece non riuscì a piangere. Piangere significa arrendersi all’evidenza,accettare il fatto che la persona che ami sta male e tu non puoi fare nulla. No,Chris è forte,si diceva. Non sarebbe successo nulla.
-       Dottore,come sta? – Tim quasi aggredì l’uomo,sopraffatto dalla paura di sentire brutte notizie.
-       Lei è suo padre?
-       Si,sono io.
-       E tu sei Darren?
Il medico rivolse la sua attenzione al ragazzo,ancora seduto,incapace di muoversi.
-       S-si,sono io…cosa…cosa succede? La prego,io…
-       Chris è sveglio. Vuole parlarti. I signori Colfer possono seguirmi nel mio ufficio.
Così fecero.
La stanza di Chris era al piano superiore. Si fece guidare da un’infermiera,dopo aver congedato i suoi genitori e suo fratello Chuck,invitandoli a tornare a casa.
Si sarebbe occupato lui di Chris.
Sarebbe andato tutto bene.
Arrivato dinanzi la porta della stanza,indugiò un attimo prima di aprire,non sapendo cosa aspettarsi . Aprì con lentezza ,appoggiando tutto il suo peso sulla maniglia fredda. Quando la porta si aprì tutta,fece un passo avanti incerto,ritrovandosi completamente all’interno della camera dal clima decisamente ghiacciato.
 E i suoi occhi videro sul letto un ragazzo spento,nascosto tra le coperte,con lo sguardo fisso sul soffitto.
Era una scena che spezzava il cuore,perché la debolezza di Chris sembrava essere uscita completamente allo scoperto,e il corpo gracile del ragazzo era sopraffatto e dominato completamente da quel demone troppo grande.
Ma c’era una cosa che nessuno,nessuno al mondo poteva spegnere: i suoi occhi.
Perché quelle pietre azzurre vivide come i diamanti brillavano,brillavano sempre,e non avrebbero mai smesso.
E brillarono ancora di più quando incontrò gli occhi nocciola di Darren,ancora fermo a qualche metro dal letto. Darren non riusciva a muoversi,le sue gambe erano ferme,bloccate al confine tra dolore e sollievo. Dolore,per quella scena così straziante,sollievo,perché nonostante tutto,il suo ragazzo era forte e avrebbe continuato a brillare.
-       Dar,sei qui…-
Quelle parole uscirono come un soffio dalle labbra socchiuse di Chris. Darren allora gli si avvicinò,e si sedette sul letto,facendo attenzione a  non avvicinarsi troppo al corpo del suo fidanzato.
Un leggero fascio di luna che filtrava attraverso le tende della finestra,illuminava il volto di entrambi.
Chris andò a tentoni alla ricerca della mano del suo fidanzato,il quale,non esitò a prenderla,a stringerla,ma con delicatezza,quasi stesse raccogliendo un fiore.
-       Come stai?
-       Sto bene,amore…
-       Dio mio,ci hai fatto preoccupare così tanto...
-       Tesoro devo..devo parlarti…
Chris prese un lungo respiro,e cominciò a parlare,cercando di trattenere delle lacrime,che però,cominciarono a formarsi sui suoi occhi. Distolse lo sguardo dal suo fidanzato,e tornò li,al soffitto.
-       C’è…c’è una cosa,che devo dirti. Che ti ho tenuta nascosta per tutto questo tempo,e che ora devi sapere.
E i ricordi cominciarono ad accavallarsi nella sua testa,ed ebbe una sorta di flashback,ritrovandosi indietro nel tempo,di cinque mesi prima.
 
Chris si sentiva sempre più stanco. Da tempo ormai le giornate lunghe ed intrepide sul set erano diventate insostenibili: sentiva la stanchezza impossessarsi delle sue gambe,delle sue braccia. Ma non voleva far preoccupare nessuno. Era inutile ,lui stava bene: era solo stress. Si,lui ci era praticamente immerso. Ma sembrava non accorgersi di quanto i sintomi fossero molto più gravi: ogni notte era costretto a stare sveglio per fermare delle lunghe emorragie . Dal suo naso colavano fiumi di sangue,e non sapeva spiegarsi il motivo. Altri giorni,invece,non riusciva a mandare giù nulla,e si ritrovava a rimettere conati di vomito almeno cinque volte al giorno. Era visibilmente dimagrito,rinsecchito. E si giustificava con tutti dando la colpa al lavoro.
La situazione degenerò quando,una sera,mentre quasi tutti avevano lasciato il set,lui sentì una forza opprimente sulla sua testa,sentiva il sangue ribollire nelle viscere,quel sangue che cominciò nuovamente a colare sul pavimento,sui suoi vestiti,fino a fargli perdere le forze,accasciandosi a terra,svenendo per minuti infiniti. Quando si rialzò,si sentiva debole,come non lo era mai stato.
Ma non voleva preoccupare nessuno. Neanche se stesso. Così decise di andare in ospedale,il giorno dopo,per fare dei controlli.
E li,dopo aver fatto degli analisi,quella notizia gli piombò addosso,crivellando il suo cuore,soffocandolo nella morsa di qualcosa di inatteso,di inaspettato,di impensabile.
Chris si accomodò nell’ufficio del dottor Anderson,il quale,dopo aver letto un paio di fogli,si sistemo sulla sua sedia,e assunse un’aria fin troppo seria. Non parlava,stringeva le labbra ,segno di nervosismo. Allora,Chris interruppe quel silenzio:
-       Che succede?
-       Signor Colfer,le devo una spiacente notizia.
Guardò intensamente Chris ancora per un attimo,sporgendosi un po’ in avanti.
-       Lei è malato.
-       Malato?
 
 
 
-       Leucemia.  
 
 



Chris tornò alla realtà,ripetendo quella parola,quasi come un eco,un eco capace di scalfire le pareti del suo debole cuore.Risuonava  nella sua testa,il sordo rumore di un demone  entrato in ogni atomo di Chris.
-       Si,Darren,ho la leucemia. Ora capisci perché voglio sposarti? Perché voglio lasciare un segno nella vita di qualcuno,voglio commettere l’ultimo grande atto d’amore prima di ritirarmi per sempre dalle scene di questa vita.
 



 
Ve lo avevo detto che per un po’ niente FLUFF.

Mi si stringe anche a me il cuore. Non uccidetemi,vi prego.

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Capitolo 10
*** Tears. ***


-       Ho la leucemia.
Quella confessione. Bastò quella confessione ,e immediatamente il mondo attorno a Darren si spense. Sentì come se improvvisamente,la terra sotto i suoi piedi,fosse crollata,e lui fosse sprofondato nel vuoto fino alle viscere infuocate. La sua mano ancora stretta a quella di Chris. Entrambi,con lo sguardo perso in punti indefiniti delle pareti vuote. Forse in cerca di un appiglio,di qualcosa,qualsiasi cosa.
Darren sperava di risvegliarsi e scoprire di trovarsi nel suo letto,così,che era stato tutto un incubo. E invece no,era tutto reale.
Quella confessione era vera. La malattia era vera. Chris ne portava i segni,e anche Darren cominciò a sentire un dolore,un dolore sconfinato,senza punto d’origine,un dolore più veloce del pensiero. Perché si,quella parola , “leucemia”,era arrivata da un momento all’altro e il cervello di Darren forse non aveva ancora recepito bene il messaggio.
Ma il suo cuore,il suo cuore l’aveva ricevuto subito: perché si fermò immediatamente, smise di battere,il sangue gli si ghiacciò nelle vene.
Rimasero in silenzio per minuti  incalcolabili,persi nei loro pensieri,pensieri fatti di domande. Perché? Come? Quando?
 
-       Darren , ti prego,di qualcosa.
Ma lui non rispose,ancora sopraffatto da quella notizia. Chris strinse la sua mano.
-       Darren,ti prego.
Finalmente il giovane tornò a guardarlo. Stringendo le labbra e gli occhi,respirando a fondo,come se il suo corpo ormai lo stesse abbandonando.
-       Da…da quando lo sapevi?
-       Amore,che…che importanza ha?
Per lui ne aveva importanza,invece. Come non aveva fatto a non accorgersi di nulla? Perché non era riuscito a percepire quei segnali? Forse perché Chris gli sembrava sempre dannatamente bello e perfetto.
Aveva ascoltato il racconto di Chris col cuore in gola,ed ogni parola,ogni sua lacrima,era una pugnalata al petto sempre più acuta,sempre più profonda.
-       Ha importanza per me invece.
Lo guardò implorandolo,mentre una lacrima cominciava a scendere sul suo viso.
-       Cinque mesi.
Come aveva fatto in cinque mesi a non capire ciò che stava accadendo a Chris? Il soprano vide Darren non rispondere,lo vide piangere silenziosamente.
-       Io non t’ho detto nulla perché…perché non potevo accettare che le persone attorno a me soffrissero più di quanto lo stia facendo io. Anzi,anzi no: il mio è solamente un dolore fisico,perché la tua presenza mi fa dimenticare tutto. Anche adesso,qui con te,non ho paura. La malattia non esiste quando ti guardo,spariscono i dolori e le paure. Ed io..volevo sposarti,e voglio farlo ancora. Ma non volevo neanche la tua commiserazione,o la pietà…volevo che accettassi perché tu lo volevi,non perché sono un malato terminale.
Malato terminale. Darren cominciò a ritrovarsi nella realtà e ad abbandonare lo stato di alienazione totale in cui era sprofondato. Adesso il dolore continuava ad acuirsi,sempre di più,mostrando le sue grinfie,affondandole nella pelle,graffiando il suo cuore.
 
-       Chris,io…
-       Sh,non …non dire nulla. Non dirmi che andrà tutto bene,perché  so che non è così. E’ la vita,c’è chi viene,e c’è chi va… io sto andando via,mi sto spegnendo lentamente,ma voglio che il mio cuore bruci, sia fiammante,prima di andare via per sempre. E voglio sposarti,voglio brillare…
Entrambi in lacrime,il pianto lo costrinse a fermarsi,commettendo uno sforzo immane per continuare a parlare.
-       Voglio brillare…un’ultima volta…con te.
Il mondo di entrambi era crollato.
Perché ad ogni attimo di felicità devono corrispondere anni di dolore? E’ una strana legge del destino,e il fato aveva deciso fosse tempo ormai di dissipare tutta quella gioia,perché forse ne era stata concessa già fin troppa.
Darren voleva dirgli tante cose: voleva dirgli che non poteva lasciarlo,che il mondo sarebbe stato inutile senza di lui,che avrebbe preso lui il suo posto,piuttosto che dover sopportare un’assenza tanto grande.
Avrebbe voluto dirgli che dopo di lui la vita sarebbe stata vuota,che si sarebbe sentito incompleto per sempre,che ne avrebbe portato i segni per tutta la vita. Che aveva progettato la sua vita insieme a lui,e adesso che Dio gli stava smantellando tutti i sogni,avrebbe preferito gettarsi nelle acque dell’oceano e perdersi per sempre,piuttosto che rifarsi un’altra vita senza il suo amore.
-       C’è una possibilità,Chris? Una sola…
-       No,Darren. Ti prego,non chiediamocelo più. Io ho lottato tanto nella mia vita,non posso competere anche con la morte. I dottori sono stati chiari…per loro è addirittura un miracolo,il fatto che io riesca a starmene ancora in piedi. Mi chiedono come faccia. La risposta è semplice. Io ho te.
 
Darren non poté far altro che sfogare tutto quel dolore,esorcizzandolo con lacrime e sussulti veloci,e si gettò così tra le braccia di Chris,steso per metà accanto a lui,sul suo petto,bagnato dal suo pianto,stringendosi contro di lui ,come se quel gesto volesse trattenerlo a se ,cercando di strapparlo via alla morte. Chris non poteva fare altro che stringerlo  a se ,immergendo la sua faccia nei suoi capelli,stringendo gli occhi,lasciando scorrere le lacrime,lasciando che quell’amore potesse sconfiggere,anche se solo per quel momento,la malattia che s’era impossessato di lui.
Passarono alcuni minuti,e la forza del loro abbraccio divenne sempre più debole,lasciando spazio ai leggeri tocchi di Darren sulle braccia di Chris,il quale invece lasciava teneri baci sulla sua testa.
-       Io non ti dico addio,Chris.
 
*
Al piano di sotto,un padre e una madre uscivano dall’ufficio di un dottore,tenendosi per mano,con la consapevolezza che la loro vita sarebbe cambiata per sempre. Si guardarono negli occhi,sospesi ancora nella semi-incoscienza,cercando a stento di trattenere la lacrime che,cominciarono rigare il volto un po’ rugoso dei due. Si aspettavano di tutto dalla vita,ma questo no.
Non importava loro il fatto che Chris avesse voluto tenere nascosta la malattia.
Tim,pensò,molto probabilmente avrebbe fatto la stessa cosa,pur di non far soffrire le persone che amava.
Pensò che avesse il figlio più coraggioso dell’universo,che era fiero di lui,e che lasciarlo andare sarebbe stato ciò che di più difficile avesse commesso n vita sua.
Decise di andare nella stanza di Chris. Aprì piano,non sapendo affatto cosa trovarsi.
Quando aprì,la scena gli spezzò in due il cuore.
Darren e Chris addormentati,avvinghiati tra loro.
Le vicende degli ultimi giorni gli aveva fatto dimenticare quanto fosse forte l’amore di suo figlio e Darren,e spesso si era ritrovato a fare il tifo per loro…e pensò che in fondo,doveva a quel ragazzo riccioluto la sua stessa vita,perché da quando era entrato a far parte della vita di suo figlio,Chris era rinato a vita nuova,e non c’era niente di più splendente del suo sorriso.
*
Chris aprì gli occhi. La stanza era buia. Dai corridoi non proveniva alcun rumore. Era notte fonda.
Le braccia di Chris erano ancora attorno a lui,e sentiva il battito del suo cuore,sentiva il suo respiro calmo e regolare. Pensò che era bellissimo,addormentato e illuminato dalla luce della Luna.
I suoi pensieri ritornarono alla realtà che lo stava uccidendo.
E si ritrovò a pensare ad alta voce,non poté impedirlo,perché le parole uscirono fuori da sole,veloci.
-       Non andartene. Ti prego. Io non potrei continuare a vivere senza di te.
Alzò il viso,appoggiando il mento sul petto di Chris.
-       Mi spieghi come faccio,amore mio?Tu saresti capace di ricominciare una nuova vita senza la tua anima gemella? Saresti capace di sopportare il fatto di aver perso la tua unica ragione di vita? Chi ci sarà a raccogliere le mie lacrime? Chi ci sarà a tenermi la mano? Chi ci sarà a credere in me? Come farò a dimenticarmi di te,dei tuoi occhi,della tua voce,delle tue mani. Io non…non voglio cancellarti. Come potrei cancellare dal mio cuore ,ciò che ha reso la mia vita assolutamente sublime e perfetta? Come potrò saziare la tua assenza? Nessuno,nessuno può sostituirti. Io non posso prometterti di continuare a sorridere,far finta di nulla…non puoi chiedermi di vederti scivolare via da me,senza prima non aver lottato io stesso contro la morte. Io resterò sempre accanto a te. Te lo prometto,Chris.
 
 
 
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Ammetto che ha fatto male anche a me scrivere questo capitolo.Non ci credo comunque,sono arrivata al 10° capitolo! *-* Grazie mille a tutti ♥ Mi farebbe molto piacere conoscervi tutti *-* http://www.facebook.com/profile.php?id=100003198418368 ecco,se volete,questo è il mio profilo FACEBOOK ♥

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Capitolo 11
*** Love of my life. ***


Darren aveva chiamato i produttori di “How to succed”,cercando in tutti modi di lasciarlo andare. Ormai aveva realizzato il suo sogno,mancava solamente uno spettacolo,l’ultimo,prima del ritorno sul cast di Glee. Ma non c’erano state scuse. Sarebbe stata la sua ultima volta sul palco scenico,e non era possibile per lui essere sostituito.
Tornò quindi a Brodway,ma i suoi pensieri erano completamente altrove.
Chris era uscito dall’ospedale,lì non potevano fare molto per lui.
Pensò alla notte precedente,alla confessione di Chris,quella confessione che faceva ancora eco nella sua testa,e nella solitudine del suo camerino , un’altra lacrima scese silenziosa sulla sua guancia.
-       Darren,muoviti,tra un po’ si va in scena!
Una voce dall’esterno interruppe quel silenzio . Respirò a fondo,si asciugò quella lacrima e salì sul palco.
Cercò di mostrarsi sorridente , fiero , come sempre.
Non immaginava sarebbe stata così la sua ultima volta a Brodway. Immaginava gli abbracci della gente,i ringraziamenti,i festeggiamenti…ma lui non aveva alcuna voglia di festeggiare.
Fu ancora più doloroso quando gli attori del cast gli fecero una sorpresa,entrando di soppiatto nel suo camerino e portandogli una torta , per festeggiare in anticipo il suo imminente compleanno.
Cercò di sorridere,e ci riuscì. E pensò che quella fu la sua prova d’attore più riuscita di tutta la sua vita: ostentare felicità e gioia,quando invece il tuo cuore è spezzato,legato ad una sottilissima corda e penzolante nel vuoto.
Quando fu solo nella sua casa,prese il cellulare per chiamare Chris. Ma poi,gli passò un’idea in testa.
Chris meritava anche lui un momento di felicità. E lui quella sera gliel’avrebbe legato.
*
Chris era in camera sua. Il ritorno a casa era stato silenzioso,nessuno aveva voglia di parlare.
Non aveva voglia ne di mangiare ne di alzarsi dal letto,e si sentiva terribilmente in colpa per Darren. Si ricordò che quel pomeriggio ci sarebbe stata la sua ultima performance a Brodway,e sicuramente non deve essere il massimo esibirsi dopo aver saputo che il tuo ragazzo è malato di leucemia e che molto probabilmente non sopravvivrà.
Già,non sopravvivere. Chris in quei cinque mesi aveva imparato a non chiedersi come sarebbe stata la morte. Perché davvero, quando si trovava con Darren,gli occhi nocciola del suo fidanzato erano capaci di cancellare qualsiasi traccia della sua malattia.
Ma quando si trovava da solo,nel buio della notte,mille incubi gli si affollavano in testa,e la paura lo paralizzava completamente.
In fondo a lui non faceva paura la morte in se. Aveva paura di lasciare solo Darren,e anche Hannah. Si chiedeva come sarebbe stato non poterlo più abbracciare,non poterlo più toccare,baciare. Anche semplicemente guardare.
Si chiedeva se sua sorella ce l’avrebbe fatta anche senza di lui.
E proprio in quel momento Chris sentì bussare Hannah alla porta.
Entrò lentamente,in punta di piedi,lo sguardo fisso a terra. Si sedette ai piedi del letto,le gambe strette al petto e attorniate dalle braccia da ragazzina. Lei ancora non si volse a guardare Chris,ma aveva gli occhi chiusi, mordendosi un labbro,torturandosi le mani,raggomitolandosi ancora di più  a se.
-       Ho visto la mamma piangere.
Chris non riuscì a dir nulla. Sentiva solo il forte istinto di abbracciarla.
-       Hannah,avrei voluto dirtelo io.
-       Che importa,Chri? Credi mi importi davvero chi sia a dirmi che mio fratello è malato? Credi che io voglia davvero sentirmelo dire?
Quella ragazza aveva solo 14 anni,eppure era già adulta. Era cresciuta in fretta,portandosi dietro il peso dell’epilessia,e gli faceva male sapere che adesso avrebbe sopportato anche quella di suo fratello.
-       Hannah?
-       Si?
-       Ti prego,vieni qui,abbracciami.
La ragazza finalmente girò il capo,e guardò negli occhi Chris. I suoi occhi azzurri erano rossi,e cominciò a piangere. Non aspettò altri istanti,e subito si fiondò nel letto,stringendolo forte,sussultando contro il suo petto. Erano fratelli,e molto simili. E allo stesso modo,erano deboli,inclini entrambi alle forte turbolenze della vita.
Dopo alcuni minuti,Hannah si staccò dall’abbraccio.
Guardò l’ora alla sveglia sul comodino. Le nove.
Un sorriso beffardo comparve sulla sua faccia. Chris non sapeva cosa le passasse per la testa,ma fu felice di vederla sorridere.
-       Ehm,cos’hai da sorridere?
-       Un’uccellino mi ha detto,che alle nove precise ti saresti dovuto affacciare alla finestra,così da trovarci una sorpresa…
-       Alla finestra?
Hannah annuì,sorridendo ancora di più. Chris strabuzzò gli occhi,e poi,sentì degli accordi di chitarra provenire giù ,dal giardino. Si tolse le coperte,e si diresse alla finestra. Aprì la finestra,e guardò giù.
E gli venne un tuffo al cuore,guardando Darren,il suo Darren,con una chitarra in mano,i ricci scompigliati che scendevano sulla fronte,e i suoi occhi che brillavano,il suo sguardo colmo d’amore e di completa devozione verso di lui.
Continuava col suo accenno di accordi,guardando Chris intensamente negli occhi.
-       Ogni promesso sposo che si rispetti,ha diritto alla sua serenata…
E sorrise,sorrise nonostante un grande peso sul  cuore di entrambi. E Chris ricambiò quel sorriso,sentendosi sempre più leggero,sempre più innamorato. E si sentì completamente in estasi,quando Darren cominciò a cantare.
Love of my life - you've hurt me 
You've broken my heart and now you leave me 
Love of my life can't you see 
Bring it back, bring it back 
Don't take it away from me, because you don't know 
What it means to me 

La melodia di Love of my life dei Queen risuonava per tutto il giardino,e in quel momento il resto del mondo sparì,rimasero solo loro due.

Love of my life don't leave me 
You've taken my love, and now desert me 
Love of my life can't you see 
 bring it back, bring it back
Don't take it away from me
Because you don't know
What it means to me 

Era sparito il dolore,era sparita la voglia di scappare da tutto e da tutti,la voglia di urlare contro il mondo.
Who will remember 
When this is blown over 
And everything's all by the way
When I grow older 
I will be there at your side to remind you 
How I still love you - i still love you…

Darren terminò di cantare, e non sapeva cosa dire,o cosa fare.
L’unica cosa che voleva fare in quel momento era baciarlo. E Chris sembrò leggergli nel pensiero.
Immediatamente si fiondò fuori dalla stanza,scese di corsa le scale,e aprì la porta d’ingresso. Percorse correndo in giardino,e corse subito tra le braccia di Blaine,sprofondando nelle sue labbra,aggrappandosi al suo collo. Delle lacrime rigavano il viso di Chris. Ma stavolta non erano lacrime amare sulla scia del dolore,ma erano lacrime di gioia sull’impronta del loro infinito amore.
-       Ti amo,Darren,non puoi capire quanto.





 
 

Lei l'aveva aiutato a sopportare l'agonia con lo stesso amore con cui l'aveva aiutato a scoprire la felicità.[…]Poi lo guardò, e vide la sua padronanza invincibile, il suo amore impavido, e lo turbò il sospetto che è la vita, più che la morte, a non avere limiti.
(Gabriel Garcia Marquez)

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Capitolo 12
*** Give us a chance. ***


Chris quella mattina si svegliò pizzicato dai flebili raggi solari che filtravano attraverso la finestra.
Si stropicciò gli occhi,e lentamente li aprì. Diede un’occhiata all’ora sulla sveglia orologio del comodino. Le sette e mezza.
-           Cavolo! Ryan mi ammazzerà!
Si alzò frettolosamente,rabbrividendo già all’idea di un Ryan Murphy  incazzato nero  per un suo ritardo. Prima di giungere alla porta,interruppe la sua corsa quando vide delle rose rosse appoggiate alla sua scrivania. E in quel momento , tutta la fretta e la preoccupazione svanirono,e una sensazione di calore scese sul suo stomaco,ripensando alla sera precedente.
Darren,la canzone,i fiori,i loro baci,le loro lacrime. Quella mattina s’era svegliato col cuore leggero,e per quei minuti,il pensiero della malattia non gli sfiorò per nulla il cervello.
Anzi,non riusciva a togliersi dalla testa Darren ,che quella sera gli aveva preso le mani,e gli aveva sussurrato all’orecchio: “Ricordi cos’hai detto? Se sorridi tu,sorrido anch’io.”
E Chris aveva bisogno di vedere il suo fidanzato felice,era il suo cibo,la sua aria,tutto.
Si diresse in bagno,si spogliò,e si mise sotto il getto dell’aria calda della doccia. Quando ebbe finito,prima ancora di mettersi in accappatoio,si fermò a contemplare la sua figura allo specchio: non era un atto da narcisista,semplicemente era la triste constatazione di ciò che la malattia ne stava facendo del suo corpo. La pelle bianca,la schiena leggermente scarnita. Era dimagrito,erano visibili le ossa del torace,sembravano quasi rimbalzare fuori dalla carne con violenza. Sospirò,ecco che le grinfie della malattia si rifacevano sentire. La sua non era una sofferenza fisica,non gli importava del dolore,della nausea,della stanchezza. Era una tortura psicologica. Perché nei momenti di felicità,quando era con Darren,o con sua sorella,o quando cantava,ecco che la leucemia tornava a ricordargli di non gioire troppo,perché non ne è il momento.
Si vestì piuttosto in fretta,si pettinò,e poi cominciò a sentire fame. Quella mattina non era ancora sceso a fare colazione e ancora non aveva incontrato nessuno della sua famiglia.Si trascinò per le scale,non sapendo cosa aspettarsi adesso dai suoi familiari. Quando arrivò in cucina,c’erano suo padre e sua madre intenti a bere una tazza di caffè. Erano seduti vicino la penisola con lo sguardo basso,l’aria di chi non ha dormito per tutta la notte a causa di pensieri,troppi pensieri pesanti come un ammasso di pietre. Chris si versò del caffè. Il silenzio in quella stanza era innaturale. Non vi era alcun suono,ne dall’interno ne dall’esterno della casa,non si sentiva il cinguettio degli uccelli,il fruscio degli alberi,il soffiare del vento. Era come se anche la natura si fosse arresa al male. Terminò frettolosamente il suo caffè,per poi prendere un le chiavi della sua macchina e il suo cappotto.
-           Io vado,ci vediamo stasera,ciao mamma,ciao papà.
E Chris chiuse la porta dietro di se,sentendosi in colpa,tremendamente in colpa per non aver spiccicato parola. Anche a loro doveva delle spiegazioni,ma non  ce l’aveva fatta. Si vergognava anche solo di guardarli negli occhi.
Quando arrivò sul set,vide Darren. Finalmente era tornato da Brodway,e adesso avrebbero passato di nuovo tutte le giornate assieme. Si diresse da lui a grandi passi e lo abbracciò. Il riccioluto gli lasciò un bacio sulla guancia prendendolo per i fianchi.
-           Ciao amore! Come stai stamattina?
-           Io…io sto bene.
Darren abbassò il capo,sapeva che non era così,ma doveva mostrarsi forte. Gli prese una mano,poi lo guardò nuovamente negli occhi e sorrise,come aveva promesso la sera prima.
-           Chris,sei…sei sicuro di riuscire ad affrontare una giornata intera qui?
-           Darren…ti prego,non trattarmi così…è difficile per me,ti prego,almeno tu…fai finta di niente.
Darren si irrigidì ,sospirando.
-           Mi stai chiedendo l’impossibile,ma lo farò,Chris per te.
Si,doveva farlo per lui,perché l’amava , e avrebbe esaudito ogni suo desiderio,e se quello di Chris era continuare a vivere come se nulla fosse,a lui andava bene. Anche se ogni volta si sarebbe sentito morire dentro. Non m’importava,la felicità di Chris prima di ogni altra cosa.
La giornata sul set fu lunga ed estenuante,ma Chris riuscì a condurla a termine,raggiante come sempre.
Quando finirono,Darren entrò nel suo camerino,abbracciandolo da dietro.
-           Ho casa libera oggi. Ti va una cenetta romantica? Solo io e te?
Chris si volse avvicinandosi a lui,e prima di lasciargli un veloce bacio sulle labbra,accettò la proposta.
Quella sera furono solo loro due,pizza e luce soffusa,i loro soffici abbracci e baci. E la leucemia non rimbalzò per nulla ne nei loro discorsi ne nei loro pensieri,perché è questo che fa l’amore: offusca il male , cancellandole i segni,anche se momentaneamente.
Quando Chris tornò a casa,vide ancora le luci accese. Era l’una ormai. Sapeva che prima o poi ci sarebbe stato un confronto con i suoi,ma non si aspettava proprio in quel momento. Era stata una bellissima serata,perché doveva esserci sempre qualcosa a rovinare tutto?
Scese dalla macchina e si avviò verso l’ingresso con fare indeciso. Dio quanto avrebbe voluto scappare.
Inserì la chiave nella serratura. Aprì.
Suo padre Tim e sua madre erano nel salotto,in silenzio,sul divano.
-           Vieni Chris.
La voce greve di Tim rimbombò per la stanza e fece svegliare definitivamente Chris dal torpore amoroso in cui era ancora avvolto. Si sedette sulla poltrona di fronte a loro.
-           Chris…prima di tutto,sappi che non ti giudicherò per la scelta che hai fatto. Hai tenuto la bocca chiusa,ci hai tenuta nascosta la malattia. Bene,ma come vedi,la verità viene sempre a galla. Adesso , c’è una cosa che non puoi impedirci di fare: aiutarti.
Chris prese un profondo respiro.
-           Quindi mi farete sposare Darren? Perché,questo sarebbe un ottimo modo per aiutarmi.
-           A questo penseremo dopo,Chris.
Poi intervenne sua madre,che cominciò a piangere,il dolore materno di una donna incapace di aiutare il proprio figlio.
-           Chris…amore,io non posso perderti. Io non posso vederti morire. Tu padre ed io abbiamo contattato un medico,oggi…lui ha curato già tante altre persone,vedrai,guarirai anche tu…
-           Un medico? – Chris sbottò all’improvviso. Ecco la rabbia e la frustrazione che si facevano strada dentro di se.
Lui non voleva medici,cure,farmaci…sapeva che nessuno poteva fare qualcosa per lui. Nessuno. Non voleva passare gli ultimi mesi della sua vita in un letto d’ospedale,racimolando speranze che poi sarebbero andate in frantumi.
-           Chris,per la miseria! Tu devi curarti,non puoi lasciarti andare,non puoi lasciare noi,tua sorella,o il ragazzo che dici di amare tanto. Se lo ami davvero,perché non fai nulla per vincere la malattia? Perché non combatti e stai li seduto a commiserarti? Non pensi a come sarà dopo per noi tutti? Perché in questi 5 mesi non hai fatto nulla?
Suo padre gli scagliava contro quelle parole. Era la prima volta che lo vide piangere.
-           Papà…per me è finita,lo volete capire? Non c’è nulla…nulla che si possa fare…
-           Ed io che ti facevo un figlio coraggioso.
-           Tim!Adesso basta! – Sua moglie intervenne facendo placare la frustrazione del marito. – Così non risolviamo nulla!Chris,amore…
Si alzò dal divano e si inginocchiò davanti suo figlio,prendendogli le mani.
-           Lasciati aiutare , ti prego.
Chris , di fronte sua madre in quello stato,forse davvero stava cambiando idea. La abbracciò , affondando la testa nei suoi capelli color caramello.
-           Ti voglio bene,mamma. M aio… io…
-           Chris,ti prego…un solo incontro,uno solo. La settimana prossima.
In fondo un solo incontro non avrebbe mai fatto male a nessuno. Guardò sua madre negli occhi,quelle iridi verdi tanto simili a quelli di Darren. Pensò a lui,e capì che forse doveva darsi una possibilità.
 



Note dell’autrice:
scusatemi immensamente per il ritardo,sono da castigare,lo so! Spero abbiate apprezzato questo capitolo..e vi prego,una recensione *O* vorrei tanto sapere cosa ne pensate della mia storia.
A presto,vostra Carmen.

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Capitolo 13
*** Finche morte non ci separi. ***


Darren fu svegliato nel pieno della notte dal cellulare che vibrava insistentemente sul comodino. Erano le tre del mattino,ma si era addormentato solamente da qualche minuto,sfinito dopo ore di estenuanti pensieri,e anche lacrime. Quando si svegliò di soprassalto,la stoffa soffice del cuscino era ancora umida,bagnata dalle sue stesse lacrime che aveva riversato pensando al suo Chris.
Cercò di riprendersi e prese il cellulare,con gli occhi ancora chiusi e incollati dal sonno.
-       P-pronto?
Un momento di esitazione e silenzio.
-       Chi parla?
-       Sono io,Dar,chi vuoi che sia.
Darren finalmente riaprì gli occhi,mettendosi a sedere sul letto.
-       Chris? Cosa succede?Non stai bene? Devo venire li?
-       Tesoro,calmati,io…io volevo solo sentire la tua voce.
Darren si rilassò,chiuse gli occhi e si ristese di nuovo sul letto.
-       Dio,Chri,mi hai fatto prendere un colpo. Cosa succede?
-       Scusami,è che..sai,questa sera,quando sono ritornato a casa..ho parlato con i miei.
-       Avete litigato?
-       No,beh…ecco…all’inizio mio padre ha ricominciato ad urlarmi contro,ma poi..poi mia madre,mi ha..proposto una cosa…
-       Cosa?
-       Dice…dice che c’è un dottore che potrebbe aiutarmi…io non ho deciso ancora nulla,farò solo un incontro..eh..
-       Chris,ascolta. Io non ho voluto infierire,perché tu mi hai chiesto di non farlo. Ma…ti prego Chris,è da matti starsene con le mani in mano. Se c’è una sola possibilità,tu…
-       Darren,ascoltami. Oggi ho visto mia madre implorarmi,l’ho vista piangere,ho visto anche mio padre disperarsi. Io non voglio combattere,non ho la forza,nella mia vita ho combattuto già abbastanza. Però ho deciso solo di…di provare,ecco. Vedrò questo maledetto dottore,e poi prenderò la mia decisione.Io lo faccio per te,per Hannah…ho solo paura di vedervi star male ,quando verrai a trovarmi,ed io sarò in un letto d’ospedale,non saprò più prendermi cura di me stesso,non potrò più cantare,non potrò più svegliarmi accanto a te la mattina,darti il bacio del buongiorno.Non potrò più averti con me tutto il giorno,non potrò più poterti stringere perché non ne avrò la forza.Non avrò la forza di parlare,e mi dici come farò a dirti che ti amo? Come farò a dirti che sei bellissimo,che adoro i tuoi occhi,che adoro come ti sta quel maglioncino rosso che ti piace tanto,o anche quanto siano orribili i tuoi capelli con tutta quella gelatina in testa,o quegli occhiali rosa che ti ostini a mettere?
Darren rise,mentre una lacrima,l’ennesima lacrima di quella notte,cominciò a scendere. Come poteva parlare? Come poteva esprimere a parole ciò che sentiva? Rimase in silenzio,sdraiato su quel letto,mentre il cuore batteva all’impazzata.
-       Darren? Lo so che stai piangendo e allo stesso tempo ridendo come un ebete.
-       Ed io so che in questo momento stai facendo la stessa cosa.
Nessuno dei due sapeva più cosa dire. Come puoi migliorare qualcosa che è già perfetto?
-       Chris…ti amo.
-       Ti amo anch’io.
-       E sono felice che tu abbia preso questa decisione.
-       Spero sia la scelta giusta.
-       Questo non posso prometterlo. Ma una cosa te la dico: fino a quando lo scopriremo,io resterò con te. Per sempre.
-       Finche morte non ci separi?
Per quanto quella frase potesse essere romantica,l’emblema del matrimonio,a Darren in quel momento apparve sotto una luce diversa. Due sposi pronunciano quella frase con tanta naturalezza,racchiusi nella loro gioia,sapendo che il momento della morte è ancora lontano da loro. Sanno che li aspetta una vita lunga,felice,da vivere insieme. E la pronunciano senza preoccuparsi di quanto la vita possa essere imprevedibili,non preoccuparsi di quanto il fato a volte possa far male,possa dividere anche le anime gemelle. In quel momento Darren odiò quella frase,e pensò che ne si può capire il verso senso solamente quanto con la morte ci sei faccia a faccia. Solamente quanto l’amore della tua vita sta lottando contro l’oblio della morte.
-       Finche morte non ci separi.
*
- Chris! Andiamo,faremo tardi!L’appuntamento è tra tre quarti d’ora e rischiamo di restare bloccati nel traffico.
Karyn chiamo Chris,che era ancora chiuso nella sua stanza. L’ansia lo stava divorando. Non sapeva cosa aspettarsi,come sarebbe andata a finire. Prese un respiro profondo e si decise finalmente a scendere le scale. Quando scese l’ultimo gradino,vide Darren seduto sul divano del soggiorno,intento a sfogliare una rivista.
-       Dar,sei qui!
-       Sono arrivato già 10 minuti fa,ma tu non hai sentito.
Chris si accomodò affianco a lui,baciandogli la guancia.
-       Ero in camera mia,troppo nervoso per preoccuparmi del resto del mondo.
Darren gli afferrò la mano,la strinse,portandosela alle labbra e baciandogli le nocche.
-       Andrà tutto bene. Ci sono io con te.
Chris gli sorrise,abbassando lo sguardo e sospirando. Quanto desiderava che accadesse davvero. Quanto voleva svegliarsi e scoprire che era stato tutto un incubo,che in realtà stava bene e non c’era nessuna malattia. E molto probabilmente sarebbe corso da Darren per chiedergli di sposarlo,perché era l’unica cosa bella in tutto quel guazzabuglio,l’unica luce in quel buio pesto,l’unica ancora di salvezza in quel naufragio. Se c’era una cosa che quell’incubo gli stava insegnando,era che la sua vita era completamente legata a quella di Darren,e che non avrebbe mai rinunciato a lui. Solo la morte avrebbe avuto il potere di separarli.
Karyn spezzò quel momento di dolcezza,intenta a frugare nella borsa.
-       Voi due,avanti,muovetevi! Dove sono finite le chiavi della macchina? Tim! Su avanti!
Tim scese le scale,salutando frettolosamente i ragazzi.
-       Allora,andiamo?
Partirono,e viaggiarono nel silenzio più assoluto. Nei sedili posteriori,Chris e Darren erano seduti tenendosi la mano. Darren guardava con insistenza il suo ragazzo. Chris ammirava le luci della città, i grattacieli,quell’unico spicco di cielo azzurro che rimbalzava nel manto di nuvole spesse. Molto probabilmente avrebbe cominciato a piovere,e la pioggia sarebbe stata la perfetta espressione del suo umore grigio.
Giunsero a destinazione. Era una clinica abbastanza lontana dal centro di New York,dall’aria decisamente moderna,circondata da parchi verdi ,con gli alberi spogli e le foglie gialle e secche lungo le strade. Vi era un giardino,dove alcuni anziani piuttosto malaticci erano seduti su delle panchine,avvolti nelle loro vestaglie di lana. La figura di una donna anziana intenta ad accarezzare un gatto accoccolato tra le sue gambe,diede a Chris un senso di dolcezza.
Ma se fuori vi era calore familiare,all’interno dell’edificio era tutto completamente diverso.
Era freddo.
Era tutto bianco,dalle pareti senza quadri,ai pavimenti immacolati,ai divani,alle divise delle infermiere.
Tutto sembrava così glaciale e distaccato.
Chris non si riprese da quella netta differenza neanche quando Darren prese la sua mano e la strinse fortemente.
 
 
 
 
Note dell’autrice:
questo è un capitolo di passaggio. Spero abbiate apprezzato. Ora devo trovare un nome per la clinica LOL
Spero in un vostro commento,a presto (:

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Capitolo 14
*** faith. ***


Il Mount Sinai Hospital (così il nome della clinica) cominciò a diventare per Chris il teatro di ciò che sarebbe stato quel dramma. Neanche la presenza di Darren riusciva a tranquillizzarlo.
Un’ infermiera disse loro che l’illustre dottor Anderson sarebbe giunto presto da loro,così propose di  guidarli in una visita dell’intera struttura.
Sembrava la discesa verso gli Inferi. Li tutto gli sembrava innaturale,smorzato...triste. 
Si incamminarono lungo un corridoio silenzioso,l’infermiera blaterava qualcosa sull’efficienza e professionalità della clinica.
Cazzate,pensava Chris. Non possiamo impedire al destino di fare il suo corso. E’ come andare alla ricerca di una lacrima nell’oceano,è come cercare di acciuffare il vento,è come cercare di scampare alla morte.
Ad ogni suo passo sembrava avvicinarsi sempre più ad una tempesta. Sentiva il freddo di quelle stanze penetrare fin dentro le sue ossa. Il gelo della morte che incombe.
-       Allora Chris,hai sentito?
Chris guardò confuso sua madre. Non aveva sentito una parola di quello che si stavano dicendo,troppo impegnato a pensare. Quel posto gli faceva sempre più paura.
-       S-si,credo…
-       Seguitemi,prego.
L’infermiera proseguì e tutto il gruppo avanzò dietro di lei. Salirono un paio di scale,e Chris sentiva adesso il suono di voci sconnesse. Evidentemente c’era qualcuno. E raggiunsero così un altro corridoio,stavolta però parecchio diverso.
Le pareti erano di un colore rosso vivo,l’arredamento più informale, con varie poltrone di pelle sparse qua e la. Vi erano delle porte,una di queste era socchiusa. Da ogni stanza si sentivano voci.
-       Noi qui siamo abituati a trattare i pazienti come fossero a casa propria. Prego,guardate…
Chris entrò,e si chiese come fosse possibile che quella cavolo di infermiera potesse sorridere. No,lui non ce la faceva proprio a ridere. In quella stanza vi erano alcuni bambini,intenti a giocare.
Bambini legati alle loro flebo.
Bambini senza capelli.
Bambini magri,pallidi.
Smunti,il viso rinsecchito.
Bambini con in mano i loro pupazzi,con un lieve accenno di sorriso,ma con lo sguardo semi perso.
Entrarono nella stanza,Chris dietro tutti loro. Non riusciva quasi a muoversi.
-       Bambini,salutate i signori Colfer!
Chris si decise ad entrare . Una bambina alla sua destra lo salutò,alzando piano la piccola manina.
Aveva gli occhi azzurri,proprio come i suoi. Chissà perché,Chris immaginò che i suoi capelli,quei capelli che ormai non c’erano più chissa a causa di quale atroce malattia, fossero biondi. Si inginocchiò e le prese una mano.
-       Ciao,piccola…
Darren dietro di lui fece la stessa cosa,poggiando una mano sulla sua schiena.
-       Ciao…
La bambina rispose con la voce bassa,accennando un sorriso. Chris in quei occhi ci rivide tutto se stesso.
-       Sei bellissima,sai?
La bambina abbassò lo sguardo,facendo scomparire quella traccia di sorriso.
-       Che succede,piccola?
-       Dite tutti così,ma non è vero…
Fu in quel momento che qualcosa in Chris cominciò a spezzarsi. Si chiese se anche gli altri avessero sentito il rumore del suo cuore che andava in frantumi. E mentre questo quasi smetteva di battere,in lui continuava a rafforzarsi una decisione che inconsciamente aveva già preso.
Si alzò,guardando ancora la bambina.
-       Bene,continuiamo il giro…
L’infermiera,visibilmente imbarazzata,trascinò il gruppo fuori dalla stanza. Presero un altro corridoio,simile a quello del piano inferiore,quello freddo e bianco.
-       Queste sono le stanze dei nostri pazienti.
E a quella vista,Chris cedette. Poteva scorgere i malati dalle porte sui loro letti,senza forze,in lacrime.
Mamme disperate,figli rassegnati.
Vide , in una stanza,una donna giovane stesa sul suo letto,gli occhi chiusi. Qualcosa portò Chris ad entrare in quella stanza. Una forza,forse proprio il destino.
-       Signor Colfer,dove va?
Chris entrò,non curandosi di nessuno.
Si chiese come fosse possibile che un essere umano potesse ridursi in quel modo. Il viso di quella donna era così magro che sembrava che gli occhi,circondati da un’ombra nera,uscissero fuori dalle orbite. Le labbra erano secche,di un colore quasi scuro,attorniate da un tono bluastro. Tutto il suo corpo era rinsecchito,e le ossa erano perfettamente visibili sotto lo strato smunto di pelle. Erano visibili le vene,e dei lividi neri sulle sue braccia,forse a causa di troppe flebo e siringhe. E i capelli… vi erano pochi capelli che ricadevano sulla sua fronte,un tempo dovevano essere rossi,pensò. Adesso avevano perso tutta loro lucentezza, erano solo un ammasso  di sterpaglia.
Come poteva Dio ridurre così la vita? Perché donarla se poi la spezzava in quel modo?
-       Chris,amore,non puoi stare qui.
Chris era talmente fuori dal mondo da non reagire neanche alla stretta sul suo polso di Darren. Da non accorgersi che una lacrima cominciò a scendere sul suo viso.
La donna cominciò a muoversi,emise un rantolio dalla gola secca. Aprì piano gli occhi,e si svegliò.
Chris fissò attentamente gli occhi. Erano verdi,ma erano spenti,quasi inesistenti. E quegli occhi lo fecero sentire completamente solo. Vide una cartella clinica sul comodino affianco al suo letto. Gli occhi scivolarono sulle informazioni.
Anche questa volta,mossi dalla forza del fato.
E vide,quella parola,impressa sulla carta,come era impressa nel sangue di quella donna: Leucemia.
La sua stessa malattia. La sua stessa piega che lo affliggeva.
Non aspettò altri secondi,e Chris sentì l’impellente bisogno di fuggire. Lasciò la stanza,prima indietreggiando lentamente,poi,corse lungo il corridoio,mentre i suoi genitori lo fissavano scandalizzati, scese le scale,con gli occhi pieni di lacrime,scappò non sentendo affatto il peso della fatica,corse fino all’ingresso della clinica,mentre Darren cercava di seguirlo.
 
Chris arrivò e ,stanco,si accasciò sull’erba del giardino. Si portò le mani al viso,cercando di cancellare l’immagine di quei due occhi verdi,l’immagine della bambina,l’immagine dei corridoi lunghi,freddi e desolati.
Lo sapeva che era sbagliato.
-       Avessi potuto correre io così,quando sono arrivata qui.
Chris si volse,non preoccupandosi di essere sotto shock e in lacrime,e vide la donna col gatto che aveva notato prima di entrare. Lui non rispose nulla,rimanendo fisso nella stessa posizione.
-       Sai,ragazzo,quando sono arrivata qui,costretta dai miei figli,mi avevano promesso tante cose. Che sarei guarita,che era ancora presto per la vecchiaia.Ma sai che ti dico? Non è vero nulla. Non si può sfuggire alla morte,ragazzo mio.
 
Disse quelle parole,con tanta lucidità,tranquillità,come se ciò che avesse detto non fosse affatto una cosa cruda,violenta. Era la realtà.
Prima o poi moriamo tutti.
L’anziana signora tornò ad accarezzare il gatto.
-       Chris!
Darren lo chiamò,qualche metro distante da lui.
Chris si fece forza,e si alzò,ormai aveva preso una decisione. Corse da lui,fermandosi a pochi centimetri.
-       Ascolta,Darren..io ho voluto provarci…ma…non posso.Mi spiace,ma  non capisci che tutto questo è inutile?
La voce rotta dal pianto,e Darren di fronte a lui che aveva già capito.
-       Darren,io oggi ho capito che per quanto cerchiamo di sfuggire al destino,esso ci rincorrerà,sempre. E finiamo solo col soffrire il doppio del dovuto. Che senso ha aspettare la morte in un letto d’ospedale e farsi del male? Io non ci sto,Dar. Io voglio la vita,cavolo,anche per quel poco che me ne resta,voglio sprofondare totalmente in essa,impazzirei per averla! E non m’importa dei dottori,di quello che penserà la gente. Non m’importa quando mio padre mi urlerà contro che sono solo un perdente,che non ho il coraggio di affrontare la situazione,perché vedi,quello non è essere coraggiosi,quello è solamente arrendersi! Avere paura,lasciarsi andare alla prassi…fare quello che gli altri ti dicono di fare. No,al diavolo.
Darren prese per i polsi Chris,che continuava a piangere,e a parlare,e parlare…
-       Perdonami Darren. Io non so se mi capisci,ma ti prego,ti prego,io…
Darren prese Chris a se e lo strinse forte. Talmente forte da farlo quasi soffocare in quell’abbraccio. Voleva dirgli che era tutto sbagliato,che potevano farcela insieme,ma non poteva,non poteva rischiare di perdere il suo Chris prima del dovuto. Già,forse era vera tutta quella storia del destino,ma proprio in quel momento capì perché si era innamorato di Chris: perché era forte,coraggioso. Amava la vita più di qualsiasi altra cosa,e pensò a quanto fosse fortunato ad aver fatto parte di essa.
Chris continuava a piangere sulla sua spalla,mentre si aggrappava con forza ai suoi ricci. Darren cominciò a piangere anche lui,dimenticandosi completamente del resto del mondo.
E Chris continuava a sussurrargli : “Perdonami,perdonami”….perdonami perché forse un giorno non ci sarò più te.
-       Chris,ti odio perché vuoi lasciarmi in questo schifoso mondo da solo. Ma ti amo troppo per vederti inchiodato in un letto d’ospedale,morendo lentamente,giorno dopo giorno.
Strinse la sua testa contro quella di Chris,prendendogli il viso tra le mani.
-       Io ti starò accanto,sempre,voglio vederti vivere,voglio vederti sorridere,fin quando il destino  me lo concederà.
Chris premette le sue labbra contro le sue ,si scambiarono quel bacio dal gusto salato delle loro lacrime,assaporavano le loro labbra cercando di trattenere con sé quanto il più possibile la traccia dell’altro. Cercando di trasmettere quel sentimento tanto forte quanto ineffabile,quelle parole che solo il tocco soffice delle labbra potevano spiegare. E le loro dita che si sfioravano in cerca di quella stretta rassicurante,quella stretta dove spariva tutto il dolore .
E di nuovo si dissero ‘ti amo’,perché in fondo, non c’erano  altre parole adatte.

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Capitolo 15
*** Goodbye. ***


-           Chris!
L’urlo di Tim spezzò la bolla nei quali i due giovani erano dolcemente intrappolati. Erano rimasti in quell’abbraccio per qualche minuto,ma per loro il tempo s’era fermato,le lancette avevano smesso di girare,i secondi erano stati interrotti dai loro baci,il mondo attorno si era trasformato in un’ombra e forse  il sole sarebbe rimasto fermo all’orizzonte per sempre,lasciando New York sommersa dalla luce del tramonto. Già,chissà come sarebbe stato un tramonto infinito.
-           Chris! Vieni qui,per favore!
Suo padre urlava dall’ingresso dell’edificio. Quella maledettissima clinica. Quell’edificio ricoperto di tristezza che aveva indebolito il suo cuore,facendogli aumentare la paura,ma che allo stesso tempo gli aveva aperto gli occhi e gli aveva fatto capire cosa voleva fare.
Lanciò un’ultima occhiata a suo padre,e una flebile parola uscì dalle sue labbra : “Addio”.
L’ennesimo ossimoro: una parola così pesante e dolorosa sussurrata a bassissima voce,quasi impercettibile all’udito,con una naturalezza disarmante e lo sguardo fermo deciso,neanche la minima incrinatura in quello specchio celeste delle sue iridi.
A Darren invece quella parola sembrò un urlo.
-           A-addio? Cosa…cosa stai dicendo?
 
Chris guardava ancora fisso suo padre,per poi voltarsi lentamente verso Darren. La mascella serrata,le mani strette in un pugno. Prese un respiro profondo,chiuse gli occhi,e poi prese di scatto la mano di Darren,trascinandolo via.
-           Chris..Chris dove..dove stiamo andando?
Il soprano non gli rivolse parola,semplicemente continuava a incamminarsi velocemente,fino a superare i cancelli della struttura e ad arrivare alla loro auto. Darren vide Tim cominciare ad avvicinarsi lentamente.
-           Chris,cosa stai facendo?
-           Darren,chiudi quella bocca!Sali in macchina,ti prego.
-           Chris! Tuo padre sta arrivando! Non credi gli devi almeno una spiegazione?
Chris era visibilmente agitato,le mani tremavano e non riusciva neanche a maneggiare le chiavi della macchina. Si fermò e urlò con tutto il fiato che aveva in gola:
-           Me ne frego di mio padre! Sali in macchina , ti prego.
Darren non aveva idea di ciò che volesse fare Chris. Ma decise comunque di accontentarlo. Chris finalmente aprì la macchina. I due entrarono,e il riccioluto vide Tim cominciare a correre per raggiungerli.
-           Dove andate! Chris,vieni qui!
Darren vide il padre di Chris fermarsi vicino al marciapiede col fiatone,con lo sguardo rivolto verso il veicolo che s’allontanava.
-           Chris,adesso mi dici dove stiamo andando?
-           In un posto.
-           E quale posto,posso sapere?
 
Il soprano continuò a non rispondere.  A quel punto,Darren s’arrese,appoggiò la schiena completamente al sedile e sospirò,arrendendosi.
Seguirono dieci minuti di silenzio,in cui Darren cominciò ad entrare nel panico,cercando di capire in quale razza di posto lo stesse portando. Chris guidava con lo sguardo fisso sulla strada,accelerando sempre di più.
Il cellulare di Chris iniziò a squillare.
-           Non rispondi?
-           No.
 
Alcuni minuti dopo,cominciò a vibrare anche il cellulare di Darren.
-           Non rispondere.
-           Perché Chris?
Il soprano tolse velocemente il cellulare di Darren chiudendo la chiamata.
-           Questo lo tengo io.
-           Chris,diamine,calmati!
-           No,non mi calmo Darren! Io e te scappiamo.
-           Cosa?
-           Io e te scappiamo.
-           Sei impazzito.
-           E ci sposiamo.
Darren non riuscì a replicare. Cosa voleva fare? Scappare dove? E sposarsi? Così,all’improvviso?
Dopo un paio di minuti,nel più totale silenzio,Chris accostò. La strada era deserta,non vi erano abitacoli nei dintorni e la clinica ormai era lontana.
Si slacciò la cintura e poggiò la testa sul manubrio,sospirando rumorosamente. Tutta quella situazione era assurda,ma Darren cercò di tranquillizzarlo,posandogli una mano sulla schiena e accarezzando il tessuto della giacca.
Chris si ricompose,coccolandosi nel sedile e fiondò i suoi occhi in quelli di Darre.
-           Dar,sono serio.
-           Cosa?
-           Scappiamo.
-           Non capisco.
-           Darren,ti prego.Io te l’ho detto,non ho intenzione di restare un altro minuto qui,ok? Io e te ci sposeremo.
-           Amore,voglio sposarti anch’io. Ma perché vuoi scappare?Non vuoi farlo qui?Con le persone che ti vogliono bene?
-           Si,ma non capisci che è tutto inutile?La gente continuerà a commiserarmi,mio padre mi starà addosso e chissà chi altro cercherà di fermarci.Ed io non voglio passare così i miei ultimi giorni.
-           Chris,cazzo smettila!Non..parlare così.Io non ti dirò addio. Mai.
Come calava la sera,così a quelle parole calò il buio sul cuore di Chris.Perchè lui viveva solamente per vedere ogni mattina spuntare sulle labbra di Darren un sorriso.E il pensiero che forse quel sorriso non ci sarebbe stato più,era una prospettiva ancora più terribile della morte stessa.
-           Ti prego,Dar,non piangere.
-           Come,Chris,dimmelo.
-           Ti prego,fallo per me.
Nonostante le lacrime pizzicassero già gli occhi del riccioluto,egli prese un lungo respiro,corrugò la fronte e ricacciò le lacrime.Tuttò ciò che poterono fare fu solo continuare a guardarsi,perché non c’è nulla di più intimi e profondo di due occhi che si cercano e s’incatenano tra loro,decisi a non mollare la presa.
*
Tim guidò per ore. Dove potevano essere mai finiti? Dove? Non potevano essere così lontani. Aveva visto perfettamente le labbra di suo figlio mormorare la parola ‘addio’. Perché? Quella parola continuava a  fare eco nella sua testa,non riuscendo a trovare un motivo valido,una spiegazione plausibile. Addosso aveva solamente tanta paura.
-Dove ti sei cacciato,Chris?
*
All’aeroporto di NY, due giovani cercavano di nascondersi nella folla. 
Gli occhi azzurri di uno di loro scrutavano il tabellone di marcia.
L’altro comprava due biglietti di sola andata per Roma.
 
 
 
Note dell’autrice:
LO SO,SONO IN RITARDO. SCUSATE ç_ç
UNA RECENSIONE?(:

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Capitolo 16
*** Rome. ***


Capitolo di pausa, tanto fluff.
 
 
 
 
 





-           Chris, devi ancora spiegarmi perché proprio Roma.
Chris fissò interdetto Darren, appoggiando la testa alla finestra che dava sul balcone della loro stanza d’albergo.
I suoi occhi ammiravano lo spettacolo che si espandeva dietro il vetro. Roma pullulava di luci e le cupole delle chiese trionfavano su quella distesa di palazzi e vie della Caput Mundi.
-           Mi piace Roma. E’ così… romantica.
-           Romantica? Beh, se penso a Roma penso… alle guerre. All’assassinio di Cesare. O alla congiura di Catilina. Oh, Marco Antonio e Cleopatra…
-           Questo perchè sei l’uomo più pessimista che io abbia mai conosciuto.
-           No, quello sei tu.
Chris sospirò, distogliendo finalmente lo sguardo dalla finestre e andandosi a sedere sul letto, accanto a Chris.
-           Se fossi stato pessimista, a quest’ora sarei ancora in America, in quella clinica, e avrei rinunciato per sempre a sposare…te.
Darren si morse un labbro. Preso dall’euforia del viaggio, aveva dimenticato completamente tutto ciò che stava capitando loro.
-           Scusami, Chris.
-           No Darren, è vero, sono sempre stato io quello pessimista in fondo.
Chris appoggiò la testa sulla spalla di Darren. Chiuse gli occhi e lo abbracciò, abbandonandosi completamente al tepore del suo corpo contro le sue braccia.
Quella era la sensazione migliore di tutte.
-           Hai…hai chiamato i tuoi, Chris?
-           No. Ho spento il cellulare e non credo lo riaccenderò. Tu?
-           Io… non so,credo dovrei inviare loro un messaggio. Non trovi?
-           Mh, non lo so. Verrebbero a cercarci…
-           Chris, ascolta, sai che ti seguirei anche in capo al mondo. Ma è la mia famiglia.
Lo guardò con occhi che sembravano implorarlo: in fondo aveva anche lui una vita, nonostante le loro esistenze fossero completamente intrecciate già da un sacco di tempo, legate da qualcosa di indissolubile, impossibile da sciogliere. E Chris ricambiò quello sguardo, sciogliendosi di fronte la figura perfetta del suo fidanzato: così perfetto, così vero, così…così tutto. Non c’erano parole per descriverlo, pensò. L’amore è un sentimento che non vuole aggettivi, frasi, sinonimi. E’ solo amore, nulla di più,  e l’amore non è di certo egoista.
-           D’accordo. Però promettimi che non diranno nulla a nessuno.
-           Proverò a convincerli.
Posò una mano sulla guancia di Chris, gli rivolse un ultimo sorriso e poi, s’alzò, prese il cellulare e si diresse nell’altra stanza. Avevano molte cose da dirsi, e Chris l’aveva capito. E sapeva che l’avrebbero fatto anche i genitori di Darren. Avrebbe dato la sua stessa vita per avere dei genitori così, e non opprimenti e cinici come quelli che si ritrovava, come suo padre Tim.
Si accasciò sul letto, chiudendo gli occhi per quello che pareva essere stato un minuto. Ma quando riaprì gli occhi, il sole stava tramontando e una luce arancione riempiva la stanza. Una coperta lo avvolgeva. Si stiracchiò gli occhi e guardò l’ora: le diciannove.
-           Dar? Dar ci sei?
Si alzò a fatica, incespicando sulle sue stesse gambe.
-           Eccomi qui!
Darren uscì dal bagno con un sorriso smagliante. Chris lo ammirò e restò a bocca aperta: era bellissimo. Ben vestito col suo completo nero, la cravatta grigia e il sottile strato di barba sul mento.
I suoi occhi indugiavano sulla sua figura perfetta ed elegante, e fu costretto a deglutire più volte per far si che non perdesse i sensi.
-           Chris? Cosa succede, stai male?
Accorse subito vicino a lui, e Chris cominciò a ridere per la reazione spropositata del suo fidanzato.
-           No, scemo. Sei solo…bellissimo.
Lo guardò con occhi più brillanti delle stelle , lo prese per mano e gli disse:
-           Bene, preparati, usciamo.
-           Usciamo? E dove mi porti, signorColfer?
-           Beh siamo a Roma, ci sono molti posti dove poter… hey,aspetta, come mi hai chiamato?
-           Colfer! Darren Colfer.
Osservò prima con fare divertito il soprano, poi con finta aria offesa:
-           Chi ti dice che  io voglia prendere il tuo cognome? Perché non il mio?
-           Dar, sei impazzito? Se prendessi io il tuo cognome mi chiamerei Chris Criss. Avanti, sembra il nome di un cane.
-           Si, ma del cane più bello e dolce del mondo.
Si avvicinò languido e gli sfiorò le labbra contro le sue, e a quel tocco lieve Chris sentì un brivido pervadergli lungo la schiena. Spinto da un impeto irrefrenabile, si gettò sulla sua bocca lasciando che le loro lingue si muovessero in una danza d’amore.
-           Sai di fragola, Chris.
-           E tu di felicità.
 
**
-           Dar, non ci posso ancora credere! E’ stato tutto perfetto!
Chris avrebbe ricordato per sempre quella serata. Darren lo aveva portato a teatro, e si tenevano le mani mentre ammiravano Romeo e Giulietta. Chris conosceva ogni battuta del capolavoro Shakesperiano, ma non l’aveva mia guardato con Darren. Vederlo con la persona che amava era migliore di ogni altra cosa al mondo.
-           Le sorprese non sono finite…
Il soprano non fece in tempo a replicare che Darren lo trascinò in macchina e si mise subito alla guida.
-           Ok, spero di arrivarci. Non conosco Roma, mi aiuterò col navigatore.
Chris rise di gusto nel vedere Darren tormentato nel smanettare senza risultato quell’aggeggio.
-           Non sei mai stato bravo con la tecnologia tu.
-           No, ma sono bravo a fare molte altre cose.
-           Tipo?
-           Tipo levarti i vestiti di dosso.
Si protese verso Chris lasciandogli un bacio sulle labbra. E mentre Chris s’accingeva ad aggrapparsi ai suoi ricci, Darren si ritirò di nuovo a rigirarsi tra le mani quell’inutile navigatore satellitare.
-           Ma hey, mi lasci così, a bocca asciutta?
-           Devo assolutamente portarti in quel posto!
 
E non ebbero certo fortuna. Rigirarono e rigirarono le stesse strade più volte, ma nulla. Perdersi a Roma era cosa facile, forse più di New York, constatarono.
-           Basta, ci rinuncio.
-           Dov’è che volevi portarmi?
-           Oh, non ha importanza…
Ma il fato a quanto pare fu molto benevolo con loro. Appena girarono l’angolo uno spettacolo li colse alla sprovvista e li accecò con la loro bellezza.
Era davvero bella come si diceva.
La fontana di Trevi si innalzava in tutto il suo splendore.
-           Oh mio dio… Dar, scendi immediatamente da questa macchina!
Stavolta fu Chris a trascinarlo e si ritrovarono subito di fronte la fontana, ammirando estasiati le sculture marmoree illuminate e l’acqua limpida e il suo scroscio imperterrito.
-           E’ bellissimo.
-           Mai quanto te, Chris.
Chis appoggiò la testa sulla sua spalla, sospirando beatamente.
-           Sai, Chris, dicono che se gettiamo una monetina in questa fontana, resterai a Roma per sempre.
-           E tu lo vuoi?
-           Si, con te. Mi ricorderò di questo momento per sempre.
Gli occhi di Chris si velarono di una profonda malinconia, perché la consapevolezza della sua malattia gli si presentò nuovamente in faccia. Faceva male sapere che quelli sarebbero stati per Darren gli unici ricordi, e che non  ne avrebbero potuti costruirne altri perché la morte gli avrebbe separati. Troppo presto.
-           Perdonami.
-           Cosa, Chris?
-           Perdonami perché non posso avere un futuro con te.
Darren lo guardò cominciare a piangere, poi prese il suo viso tra le mani e cominciò a baciarlo, a possederlo, perché si, si possedevano l’un l’altro e neanche la morte avrebbe potuto cambiare ciò. E mentre le sue labbra lambivano quelle dolci del soprano, Darren estrasse dalla tasca dei suoi pantaloni e la gettò nell’acqua, lasciandola affondare nella fontana. Una parte di loro adesso era lì e ci sarebbe rimasto per sempre. Quell’attimo sarebbe stato eterno.

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Capitolo 17
*** Per l'eternità. ***


 -Chris,sul serio: io ancora non capisco.
- Darren, per l’amor del cielo! Perché devi rovinare tutto?
- Chris, io sto soltanto cercando di capire se…
- Non ti basta essere qui, con me?
- Certo Chris,è solo che pensavo tu volessi sposarmi.
- Infatti.
- E devo anche ricordarti che qui non possiamo perché in Italia i matrimoni gay non sono legali?
Chris sopirò e poi s’avvicinò a Darren, il quale era seduto sul letto della loro stanza d’albergo. Stette in silenzio per qualche breve secondo, in cerca delle parole giuste da dire, tentando di riunire i mille rumorosi pensieri dentro la sua testa. Si voltò appena verso di lui, poi gli prese entrambi le mani, stringendole fra le sue.
-Darren,io…voglio sposarti,il prima possibile. E so che non è possibile farlo qui, anche se è sempre stato il mio sogno. L’hai vista no, Roma, com’è romantica. Fin da piccolo sognavo di venire a vivere qui, non lo so perché, ma qui tutto mi sa di eterno. E se penso all’eternità penso a noi, anche se…anche se presto qualcosa di troppo forte ci separerà.
Un groppo in gola cominciò a salire a Chris, che fu costretto a prendere un forte respiro per evitare che le lacrime cominciassero a scendere. Darren strinse le sue mani più forte. Forse per infondergli coraggio, o forse perché lui stesso ne era bisognoso.
Chris riprese a parlare, con un peso nel cuore che cresceva sempre più:
-Ma so anche che combatterò fino alla fine,Darren. So che vivrò ancora per un po’, il tempo necessario per sposarti e vivere con te gli ultimi istanti della mia vita. Torneremo a New York dove potremo liberamente sposarci. Però, ecco… volevo vivere questi giorni con te. Tutto qui. Magari ti sembrerà stupido e infantile, ma prendilo come un viaggio di nozze in anticipo!
Abbassò lo sguardo e col polso s’asciugò in fretta la lacrima che correva veloce sul suo viso.
Si sentiva male per essere scappato da un momento all’altro, provava immensa angoscia per aver lasciato sua sorella in quella casa. Pensò a suo padre, e a come potesse sentirsi in quel momento. Sapeva di stare facendo preoccupare tutti. Ma sentiva di essere nel posto giusto, al momento giusto, con la persona giusta.
Quando alzò di nuovo il suo viso verso Darren facendo incontrare i suoi sguardi, ne ebbe la totale certezza. Dentro gli occhi ambrati del suo fidanzato si sentiva al sicuro e immune da qualsiasi malattia. Non c’era nulla di sbagliato e sperava solo che al suo ritorno sarebbe stato capito. Non si aspettava certo di essere accolto a braccia aperte dalla sua famiglia come se nulla fosse successo, ma sperava davvero che capissero la sua scelta. Hannah l’avrebbe fatto sicuramente.
Darren posò una mano sotto il suo mento e s’avvicinò, lasciandogli un breve bacio sulle sue labbra. Le lacrime di Chris si mischiarono con quel bacio, quel bacio in cui s’intrecciavano dolore e speranza. Poi si staccò di poco, sfiorando ancora la sua bocca con quella di Chris, il quale socchiuse gli occhi lasciandosi andare alla dolcezza di quel momento tutto loro.
-Chris, non è infantile. Non vedo l’ora di sposarti e si, hai ragione: questo posto è magico. Anzi, qualsiasi posto è magico se ci sei tu. Ma qui è diverso.
Chris sorrise, portando una mano alla guancia di Darren. Sarebbe rimasto per sempre lì a guardarlo, a sorridere, a sentirsi dire quelle cose e lasciare il resto del mondo fuori da quelle quattro mura.
**
-Ci voleva proprio questa passeggiata, Chris!
-Già! Il Colosseo è stupendo, per un attimo mi è sembrato di ritrovarmi nell’antica Roma.
-Oh, te vestito solamente di una toga è un’immagine che mi allieta molto.
Darren lanciò un’occhiata maliziosa a Chris, il quale rispose con una leggera spinta sul braccio e una risata cristallina.
Ecco, Darren sarebbe ricorso alle più infime delle battute pur di sentire Chris ridere. In quei giorni si mostrava come sempre: scherzoso, felice… perché era quello che il suo fidanzato voleva vedere.
Ma Chris non poteva sapere quanto la sofferenza lo stesse uccidendo. Quanto la paura, la voglia di urlare e piangere, stessero riducendo la sua anima in tanti mille pezzettini. Si chiedeva se ce l’avrebbe fatta a fingere, a portare quella maschera, ma doveva farlo. Per Chris, perché quella normalità, pur se fasulla e astratta, continuava a tenere in vita entrambi, teneva uniti i fili sottilissimi della loro vita che stavano per spezzarsi.
 
-Sai cosa ricorre oggi?
Darren ritornò alla realtà e la sua mente s’allontanò momentaneamente da quei pensieri, distratto dalla bellissima voce di Chris.
-Mh..no che io ricordi.
Chris si fermò, con una finta espressione offesa sul viso.
-Darren Everett Criss! Sono ufficialmente offeso. Potrei lasciarti qui e prendere il primo volo per l’America.
-Scusami  Chris… davvero, cos… oooh, quella cosa!
Un grosso sorriso nacque sui visi di entrambi, lasciandosi cullare dai ricordi.
-Oh, Dar..ricordi? Esattamente un anno fa Kurt e Blaine si scambiarono il loro primo bacio.
Lo prese sottobraccio, appoggiando una testa sulla sua spalla e camminando fianco a fianco.
-Già…certo che ce ne ha messo di tempo Blaine per capire che Kurt è l’amore della sua vita, non ti pare?
-Si..beh, per noi è stato diverso. Noi due l’abbiamo capito fin da subito.
-Oh, si. Dalla prima volta che ti ho visto ho capito che tu saresti stato l’amore della mia vita.
Darren si fermò voltandosi verso di lui. Prese il volto di Chris tra le mani e lo baciò, perché forse, altre parole non sarebbero servite a spiegare i loro sentimenti.
**
Nel silenzio della loro camera d’albergo, un telefono cominciò a squillare.
-Dar, è il tuo!
Il riccioluto recuperò il cellulare. Era suo padre.
-Ciao papà.
-Darren,devo parlarti,è urgente.
-Dimmi,sono qui.
-Tu e Chris dovete fare ritorno qui, subito.
-Papà, cosa…cosa succede?
-Ascolta, io…ho cercato di tenere a bada Tim in questi due giorni. Credimi, è stato un vero inferno. Ha capito che io so dove vi trovate, ha minacciato di chiamare la polizia se non fate ritorno.Ecco, io ho detto loro che vi trovate a Roma.
-Cosa? Oh, no… non starà mica venendo qui?
-Se non vi muovete, credo che accadrà. Adesso si calma e…ci parlo io, tranquillo. Voi però promettete che farete ritorno qui.
 
Darren lanciò un’occhiata impaurita a Chris, che aveva immediatamente capito.
-       Ok, Dar, andiamo.
 
 

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Felice Klaine anniversario  <3

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Capitolo 18
*** - forever. ***


Questo è l’ultimo capitolo prima dell’epilogo. Scusatemi se vi ho fatto aspettare molto. Boh, preparatevi eh… eviterò le note a fine storie, così il dolore dell’autrice rompiballe è già bello che è andato u_u ovviamente rimanderò i ringraziamenti vari nel capitolo successivo, che vi avviso: sarà ben più felice di questo, triste si, ma al quale ci tengo parecchio. La smetto di spoilerare inutilmente. Buona lettura.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Il viaggio di ritorno fu un lungo lasso di tempo immerso nel silenzio, dove i pensieri di Chris e di Darren prorompevano in quell’aria decisamente tesa, ma non si decidevano a fuoriuscire dalle loro bocche. Forse perché non c’era bisogno di esprimere con la voce il nervosismo e la paura, l’attesa dell’incontro imminente con le loro famiglie che li aspettavano. Esprimere tutto quel caos con parole vere e concrete avrebbe reso ancora tutto più teso, più palpabile. Eppure sentivano il bisogno di urlare. In particolare Chris, che al solo pensare suo padre Tim infuriato sentiva i brividi pervadergli la schiena.
Avevano cercato di chiudere gli occhi, di addormentarsi almeno per un po’, ma nulla. Come se già non fosse abbastanza tutta quella situazione tesa, Chris dava cattivi segni: si sentiva male. Cominciò a respirare a fatica, la pelle era diventata ancora più bianca, le vene pulsavano sotto la carne e un forte senso di nausea lo opprimeva. Gocce di sudore imperlavano la sua fronte e tutto attorno a lui cominciava a girare.
Darren provò più volte a chiedere aiuto a qualche hostess sull’aereo, ma ogni volta Chris lo fermava, pregandogli di tornare a sedere con lui.
“No, non è niente, tranquillo, sto bene”.
“È normale…saranno le medicine che ho preso.”
“Vieni qui Darren… forse è stato il troppo cibo di questi giorni…non siamo abituati ai grossi pranzi italiani!”
Darren allora non poteva fare altro che prendergli mano e stringerla, guardandolo intensamente negli occhi, con quel luccichio delle iridi dorate che dicevano una sola cosa: “io ci sono”. E Chris ricambiava la stretta, appoggiando la sua testa sulla spalla del riccioluto, chiudendo gli occhi e inebriandosi del profumo della sua pelle, accarezzandone con le guance la sottile consistenza, la morbidezza, si lasciava cullare dal respiro regolare, da quelle braccia che lo avvolgevano facendolo sentire al sicuro, al protetto. Il resto del mondo non c’era più.
Darren non poteva fare altro che abbracciarlo, forse perché tra i due quello più bisognoso di forza e coraggio era lui. La paura di svegliarsi la mattina e non averlo più al suo fianco. La paura che la felicità costruita in tutto quel tempo si sarebbe sgretolata sotto i suoi occhi, lasciando spazio solo ad un cumolo di macerie e di ricordi. E si sa, i ricordi fanno male, fanno male all’anima, al cuore, condizionano tutta la nostra vita e restiamo sempre ancorati ad essi.
Incredibile come il dolore dell’anima non venga capito, pensò il ragazzo, rafforzando ancora di più la presa di Chris contro il suo petto. Incredibile come Tim si preoccupasse del suo fisico smorto, della sua malattia, dei medici, delle cure, degli ospedali, del sistema. Ma se hai il cuore a pezzi, se sei disperato, non se ne accorge nessuno. Eppure il dolore dell’anima è qualcosa di molto più grave, molto più doloroso, rispetto qualsiasi altra sofferenza fisica e carnale, no? È qualcosa che va oltre una gola infiammata, una gamba rotta, una malattia che ti trascina sul lastrico… le ferite dello spirito di un uomo sono assai più pericolose di una scheggia, di un taglio, di una chemioterapia. Sono ferite che non guariscono, che illusoriamente si richiudono ma poi riprendono a sanguinare appena toccate, appena sfiorate.
-       Dar…?
La voce cristallina di Chris fece tornare alla realtà il ragazzo il quale, accostati quei pensieri, sussultò, per poi lasciare un bacio tra i capelli setosi del fidanzato.
-       Cosa c’è?
-       Credi che mio padre mi ammazzerà?
Darren rise di fronte quell’ingenuità simile a quella di un bambino . Si era innamorato di un bambino di sette anni intrappolato nel corpo di un ventunenne.
-       Vedrai… capirà.
Chris pregò con tutto il cuore affinché sarebbe stato realmente così. Però sapeva anche che suo padre non avrebbe mai potuto tenergli il muso a lungo. Aveva semplicemente seguito il suo cuore. Forse suo padre non era mai stato un tipo troppo sentimentale, ma avrebbe capito. Doveva.
 
 



*   *


 

Chris e Darren scesero dall’aereo col cuore in gola. Entrarono all’aeroporto, e Chris non ebbe paura di prendere per mano Darren. Aveva il cuore in gola e quel senso di nausea che lo aveva tormentato per tutto il viaggio era ancora lì. Sentiva le forze mancare ad ogni passo. Si aggrappò quasi morbosamente al braccio di Darren, prendendo respiri profondi e facendosi forza quanto il più possibile.
Darren si fermò, gi si parò davanti costringendolo a fermarsi.
-       Chris, tu non stai bene.
-       N-no Dar, davvero… ce la faccio, ho solo tanta paura…
Chris non aveva il coraggio di guardarlo negli occhi: sapeva che al suo fidanzato bastava guardarlo per capire se stesse mentendo. Si sentiva male, davvero male, intorno a lui tutto era annebbiato, ma non voleva dar retta al demone dentro di lui che mai come allora lo consumava. I sintomi della leucemia diventavano mano a mano sempre più sostenibili.
Ripresero a camminare, sotto lo sguardo ansioso e preoccupato di Darren. Lo vedeva che c’era qualcosa che non andava nel suo ragazzo. Lo vedeva quasi barcollare, debole, nei suoi occhi non vi era la solita luce azzurra, quella luce che l’aveva fatto tanto innamorare di Chris, del suo Chris.
Bastò percorrere pochi altri metri e la sua attenzione fu completamente rivolta al gruppo di persone che adesso li guardavano di poco più lontano.
-       Chris!
Hannah si lanciò nelle braccia del fratello.
-       Hannah!
-       Chris, Chris… mi sei mancato, non lo fare mai più!
Chris lasciò un bacio sulla fronte della sua piccola sorellina. Se c’era qualcuno che sicuramente non si meritava tutta la preoccupazione, il dolore, i silenzi, era lei.
Poco dopo, fu avvolto anche dall’abbraccio di sua madre Karyn.
Charles e Cerina s’avvicinarono cauti a Darren. Loro sapevano, sapevano fin dall’inizio della fuga a Roma, e sostenevano quel loro folle, pazzo progetto di scappare per una luna di miele in anticipo nella città più romantica del mondo. Salutarono poi anche Chris, il quale sussurrò un flebile grazie nell’orecchio di Charles, mentre una lacrima cominciava a scendere sul suo viso.
Dietro di loro, Tim era rimasto a guardarli, fermo e stabile, con lo sguardo serrato a terra.
-       Papà?
Chris fece qualche passo in avanti, guardandolo con preoccupazione, mentre gli occhi cominciavano a colmarsi sempre di più di lacrime.
Ma suo padre non dava alcun accenno di risposta. Semplicemente il suo sguardo vagava a terra, la mascella serrata, le mani chiuse in un pugno.
-       Papà… mi dispiace.
Tim alzò di scatto la testa, incatenando i suoi occhi azzurri in quelli del figlio. Una patina d’acqua si era formata sulle iridi celesti di quell’uomo che tutti vedevano sempre freddo e insensibile.
-       No Chris, perdonami tu.
Il ragazzo restò ammutolito di fronte la reazione del padre. Si aspettava urla, schiaffi, ma non quello. Lo guardava con gli occhi spalancati e il labbro leggermente tremolante. Tim gli si avvicinò ancora un po’.
-       Perdonami, perché… io non ti ho mai capito. Ho lasciato che tutta questa situazione abbia preso il sopravvento su di me. Sono stato egoista, perché ho pensato solo ai medici, agli ospedali… e l’ho fatto solo per me stesso. Quando abbiamo scoperto la tua malattia, io ho avuto tanta paura e ce l’ho tutt’ora. La paura mi ha chiuso gli occhi Chris,  mi ha reso cieco, perché non mi sono accorto della cosa più importante: te. Non ho pensato minimamente alla tua felicità. Quando Charles mi ha detto che eri a Roma con Darren per vivere un tuo piccolo sogno, mi sono sentito uno schifo. Perché sono tuo padre, e dovevo essere io regalartelo. Perdonami Chris, perdonami.
Ormai entrambi piangevano, sfogando tutte quelle sensazioni represse dall’orgoglio portato avanti a causa di loro stupidi litigi.
Chris si buttò nelle braccia del padre, il quale lo strinse a sé, piangendo ancora sulla sua spalla.
Chris voleva dirgli che lo aveva già perdonato, che era un padre meraviglioso, che era felice. Poi si limitò a prenderlo per mano, appoggiando una testa sulla sua spalla, e sussurrandogli:
-       Ti voglio bene, papà.
 
 
 
 

* *

 
 
 
 
Passarono tre giorni dal loro rientro dall’Italia. Le giornate trascorrevano tranquillamente, Chris e Darren tornarono subito sul set, riprendendo la vita di tutti i giorni  scandita da ciak, pause, pranzi, cene, sessione di coccole sul divano. C’era una cosa che però Chris cercava di nascondere sempre di più: la sua leucemia. Ormai si sentiva sempre stanco, a pezzi. Sentiva di essere peggiorato ulteriormente, ma non voleva preoccupare nessuno. Non voleva essere un peso ne per la sua famiglia, ne per Darren. A lui bastava poco per andare avanti, in fondo: un abbraccio di sua madre, una parola di conforto di sua sorella, un bacio di Darren, l’affetto dei suoi amici, la passione per il suo lavoro.
Appena la malattia mostrava ferocemente i suoi segni, ingurgitava pillole e antidolorifici. In tre giorni ne assunse una quantità industriale, nascondendosi in bagno per non farsi vedere da nessuno.
Eppure, non poté trattenere il segreto a lungo.
Era un uggioso lunedì, circa una settimana dopo il loro rientro, che le condizioni di Chris divennero molto più gravi di quanto già lo fossero. Era sul set insieme a tutti i suoi compagni del cast da almeno otto ore. Il lavoro era sfiancante, nelle sue condizioni la situazione stava diventando sempre più improponibile.
Tra le urla di Ryan e di tutti i suoi colleghi del cast, attorno a lui tutto cominciò a girare.
 
Tutto divenne più offuscato, sentiva la testa volare dal resto del corpo, le gambe cedere, le forme perdevano colore e consistenza, i suoni diminuivano di intensità. In un attimo, Chris si accasciò a terra, sbattendo prepotentemente sul pavimento freddo. Un urlo, agghiacciante.
Adesso c’era buio, silenzio. L’ultima cosa che Chris sentì, fu il sangue caldo che scivolava lungo le guance dalle sue narici, sentiva il sapore metallico del liquido rosso che bagnava le sue labbra. Quel sangue ammalato che lo stava strappando via dalla vita.
 
 
 

* *


 

 
-       Dottore… come sta mio figlio?
Il dottore se ne stava con l’aria seria di fronte Tim e sua madre. Era alla ricerca delle parole adatta. Ma come puoi dire ad un padre che tuo figlio sta per morire? Che così giovane, così bello e talentuoso, sta per andarsene via per sempre?
-       Suo figlio.. è appena entrato nella fase di metastasi. Mi dispiace, Tim.
-       Cos… cosa.. no, non è possibile, lui non…
-       Tim, dovevamo preparaci a questo. Sapevamo che prima o poi sarebbe avvenuto. Noi non possiamo fare altro che alleviare le sofferenze di queste ore cruciali. Adesso spetta a voi stargli vicino, è importante.
Il medico gli pose una mano sulla spalla, guardando i due genitori con entrambi lo sguardo perso nel vuoto. Poi se ne andò, trascinandosi lungo il corridoio, in quel silenzio innaturale, quel silenzio dove era percepibile l’urlo del dolore. Passò accanto a Darren, il quale era seduto poco più lontano dai genitori di Chris. Bastò osservare il loro sguardo, per capire.
Non c’erano bisogno di parole.
Le lacrime di Tim erano un chiare segnale: Chris, il suo Chris, se ne stava andando.
Lo stava lasciando, senza neanche dargli la possibilità di sposarlo. Stava accadendo tutto troppo in fretta. Attorno a lui il mondo svaniva piano a piano, restava solo lui con la sua sofferenza.
L’unica cosa che Darren vide, fu Tim che percorreva veloce il corridoio, con lo sguardo fermo e deciso.
 


 

* *

 

Qualche ora dopo Darren aprì silenziosamente la maniglia della porta della stanza in cui dormiva Chris. Prese un respiro profondo, prima di entrare . Non sapeva cosa aspettarsi, in quali condizioni sarebbe stato il suo ragazzo, l’unica cosa che si sentiva è che quello sarebbe stato un addio.
Sperava con tutto il cuore che ci fosse una chance, qualsiasi possibilità che si salvasse. Lo desiderava con tutto il cuore e avrebbe dato la sua stessa vita pur di permettere al suo Chris di continuare a vivere. Il suo cuore però aveva un peso talmente grande, un grosso macigno, che non riusciva a dirsi: ‘ce la farà, perché lui è forte’. Dinanzi a lui, solo un profondo baratro. Non esisteva più il futuro, si stava sgretolando sotto i suoi stessi occhi. Quel futuro che aveva sognato insieme alla persona che amava, tutti quei sogni, quei mille progetti trascinati dal vento verso una meta irraggiungibile e sconosciuta.
Quando entrò nella stanza buia, Chris era illuminato da una sola luce bianca sopra il letto. La pelle diafana, le macchie di sangue ancora visibili agli angoli della bocca. Prese una sedia e si sedette accanto al suo letto.
Gli prese una mano, la strinse, mentre la lacrime continuavano a scorrere come lame taglienti.
Portò le nocche alle labbra e cominciò a baciare la mano di Chris, prima piano, poi in modo possessivo, come se stesse cercando di strapparlo dalla morte.
-       Ti prego Chris, non lasciarmi solo. Io non sono niente senza di te. Sei tu che mi hai insegnato ad amare, sei tu che mi hai spinto a sognare. Cosa farò se tu te ne vai? Io non ti dirò addio, mai.
Abbassò il capo, cominciando a singhiozzare più forte. Le lacrime bagnavano il dorso della mano di Chris, il quale si mosse percettibilmente. Poi la sua flebile voce riempì tutta la stanza, facendo sussultare Darren.
-       Questo.. questo non è addio.
A quella voce, Darren alzò di scatto la testa, accennando un sorriso.
Gli accarezzo il viso, guardandolo con adorazione. Poi Chris riprese a parlare, piombando i suoi occhi azzurri nelle iridi dorate del riccioluto.
-       Te lo prometto… sarò sempre con te. Non ti abbandonerò mai. La mia anima è legata a te e così sarà per sempre.
Darren ricominciò a piangere, sentendo il dolore pervadergli completamente. Non aveva nulla da dire, il silenzio, le lacrime, gli sguardi, erano un modo per dirgli tutte quelle cose che sentiva dentro.
“Ti amo”.
“Ti prego, non mi lasciare”.
“Non ti dimenticherò mai”.
Darren era ancora immerso nello sguardo luccicante di Chris, quando la porta si aprì.
Tim entrò nella stanza, cauto, guardando i due ragazzi. Seguito subito dopo da una donna.
-       Ragazzi, scusate… io… ho una sorpresa per voi.
La donna dietro a Tim raggiunse i due ragazzi, guardandoli con fare visibilmente commosso. Aveva la carnagione scura, i capelli ricci neri ed era vestita in modo decisamente elegante.
-       Salve ragazzi. Tim mi ha chiamato poco fa e…
-       Ragazzi, lei è Clarissa. È una funzionaria dello stato di New York City, ed è qui per… sposarvi.
I due ragazzi sussultarono improvvisamente.
Sposarvi? Aveva detto ‘sposarvi’? Darren sentì il suo cuore mancare un battito.
-       Si, io…sapevo che possono essere fatti matrimoni pre-morte.
-       Matrimoni pre-morte? Tim, Chris non sta morendo, è solo…
-       Darren.
Chris riprese la mano del fidanzato, guardandolo intensamente e sorridendo. Il suo sguardo non era mai stato così brillante.
-       Darren, ti prego… facciamolo.
E il ragazzo lasciò che l’ennesima lacrima scivolasse lungo la sua giacca, nel vedere Chris così determinato, così bello.
-       Ok… - quel consenso suonò quasi come una sconfitta.
Subito dopo entrarono tutti: c’erano Charles, Cerina, Karyn, Hannah. Entrarono in silenzio, sorridendo ai due ragazzi.
-       Hannah, tesoro.. ti avevo promesso che saresti stata la mia damigella…
Tutti risero divertiti di fronte quel Chris così divertente e spiccato. Nessuno avrebbe mai potuto esserlo in quella situazione, se non lui.
Clarissa recuperò dei fogli e due scatole di velluto rosso.
Tossicchiò, prima di cominciare a parlare.
-       Oggi  siamo qui riuniti, per unire nel sacro vincolo del matrimonio Darren Criss e Chris Colfer. Il matrimonio è simbolo dell’unione: una volta che avrete unito le vostre vite sarete un corpo solo e un’anima sola. Sarete una famiglia e oggi vi proporrete di mantenere il vostro nucleo sempre fermo e solido, nel nome dell’amore che vi ha fatto incontrare e incrociare le vostre strade.
Durante quelle parole, i due non avevano staccato i loro sguardi. Nonostante tutto, erano felici ed emozionati.
-       È il momento delle promesse. Signor Criss…
Clarissa porse la prima scatoletta a Darren, il quale la aprì, per poi scorgervi la fede dorata. La baciò, poi prese la mano di Chris.
-       Sai la promessa o…?
-       Oh si, la so. Mi sono preparato a questo momento da tutta una vita.
Darren, con la voce rotta dall’emozione, intonò la promessa, cercando di passargli tutto l’amore che sentiva dentro. L’amore quello vero, quello che scoppia e imbratta le pareti del colore dell’arcobaleno, del cielo, delle stelle, del sole.
-       Io, Darren Criss, prendo te Chris Colfer come mio legittimo sposo, e prometto di amarti e adorarti, in salute e in malattia, in ricchezza e povertà, finché morte non ci separi.
Darren mise l’anello nell’anulare di Chris, il quale, prese la seconda scatoletta, colse la mano del fidanzato e inspirò a fondo, prima di pronunciare la sua promessa.
-       Io, Chris Colfer, prendo te Darren Criss come mio legittimo sposo, e prometto di amarti e adorarti, in salute e in malattia, in ricchezza e povertà, finché morte non ci separi.
Tutti nella stanza sorridevano commossi, guardando quei due ragazzi innamorati che avevano cercato di ostacolare. Ma nessuno può mettere barriere all’amore vero, quello lo avevano capito. Nessuno può impedire a due anime gemelle di unirsi, se esse sono destinate a stare insieme per sempre.
-       Chris e Darren, io vi dichiaro ufficialmente marito e…marito! Lo sposo può baciare lo sposo!
I due, col viso ormai completamente zuppo dalle lacrime, si unirono in quel bacio, quel bacio che suggellava la loro unione perfetta. Erano sposati.
E quando Darren si staccò, Chris piano a piano chiuse gli occhi, guardandolo per l’ultima volta, intimando per l’ultima volta “ti amo”.
Darren aveva ancora stretta la sua mano, quando essa si accasciò e perse forza, e la macchina emanava un unico suono continuo, segno che Chris, ormai… non c’era più.
Era volato via, accerchiato dalle persone a lui più care. Si era spento dopo aver realizzato il più grande sogno della sua vita.

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Capitolo 19
*** EPILOGO. ***


DIECI ANNI DOPO



 



Il profumo di fiori d’arancio impregnava l’aria. Non era un semplice giorno estivo quello. Lo si intuiva perfettamente dagli ospiti che sostavano sul sagrato della chiesa, dai colori sgargianti dei vestiti e dei fiori che pullulavano in ogni angolo nascosto dell’edificio, dalle mille candele che rendevano l’aria romantica. Lo si intuiva dallo sguardo nervoso di Tim, che stringeva come un ossesso la mano di sua figlia. Quando scese dalla Berlina nera che avevano affittato apposta per l’occasione, si guardò intorno spaesato. Guardò l’immensa chiesa di fronte a sé e capì in quel momento che stavano per cambiare molte cose.

- Papà, mi aiuti?
Una voce femminile provenne dall’auto. Tim accorse subito ad aprire il sportello dal alto opposto.
- Eccomi tesoro.

Una ventiquattrenne Hannah Colfer uscì dalla sua auto elegante e bellissima nel suo abito da sposa. Bianco, come la purezza del suo animo. Semplice, come il suo cuore genuino e umile. In mano il suo bouquet di rose bianche e rosa. Quando uscì fuori, si appoggiò al braccio di suo padre, guardando a terra nervosamente.

- Ci siamo, Hannah. Nervosa?
- Si vede?
- Beh, ci stiamo torturando il braccio a vicenda, amore.
- Io… sto per svenire, giuro.
- Non è difficile… vedrai che una volta arrivato all’altare sarà tutto più semplice.


I due arrivarono sull’ingresso della chiesa. E mentre si accingevano ad entrare, la marcia nuziale cominciò a diffondersi per tutta la chiesa, gli ospiti si alzarono in piedi, tutti puntando gli occhi sulla sposa.
Tim guardò un’ultima volta Hannah, la quale gli sorrise, guardandolo in quel modo che diceva una sola cosa: “grazie”.
“Grazie perché ci sei sempre stato, grazie perché mi hai sempre sostenuto.”
“Grazie, perché sarò sempre la tua bambina.”
I due avanzavano lenti nella navata centrale, mentre la quasi-sposa incontrò gli occhi del suo fidanzato. Si chiamava Mark. Lui le sorrideva, respirando a fondo. Il cuore di entrambi poteva scoppiare da un momento all’altro. In quel momento, tutto il resto del mondo svanisce, perché ci sei solo tu e l’amore della tua vita: il momento in cui legate le vostre vite per sempre, sarà come se ti approprierai definitivamente dell’anima della persona amata, sarà come se i tuoi occhi diventeranno i suoi occhi, il tuo cuore il suo cuore, il tuo respiro il suo respiro. Una cosa sola.
Queste cose Mark e Hannah le sapevano bene, il matrimonio era solo un’ulteriore conferma a tutto ciò che già sentivano da tempo.

E poi c’era Darren, il loro testimone, che gli ripeteva sempre quelle parole.

- Darren, sono nervoso, ommioddio eccola.
- Ssh, stai tranquillo…

Darren, accanto a lui, sorrideva nel guardarli così felici e innamorati. Aveva trentacinque anni, eppure si commuoveva ancora come un ragazzino. Un sorriso malinconico nacque sulle sue labbra.
Un sorriso spezzato da una leggera incrinatura al pensiero del suo matrimonio. Quel pensiero arrivò inevitabilmente, come una freccia dritta nel cuore. Frecce che lo colpivano spesso anche a distanza di anni dalla morte di Chris, ma che lo avrebbero fatto male forse per tutta la vita. Dieci anni erano passati, eppure ricordava quel giorno come se fosse ancora ieri.

Hannah arrivò all’altare, Mark le alzò il velo e le lasciò un bacio sulla guancia.
Terminata la marcia nuziale, gli ospiti si accomodarono, compreso Darren. Seguì la cerimonia perso nei suoi pensieri, gli occhi di Hannah erano terribilmente uguali a quelli di Chris. Avevano la stessa luce, la stessa intensità.

In quei dieci anni Darren si era rifatto una vita. Aveva continuato con la sua carriera, con la sua solita routine. Aveva provato a cercare qualcuno che potesse colmare quel vuoto, ma niente e nessuno sembrava poter sostituire Chris. Niente era eguagliabile ai suoi occhi, alla sua voce, al suo tocco lieve, ai suoi abbracci, al suo corpo. Col tempo Darren accettò l’idea di non poter rimarginare quella ferita sul cuore. Si era abituato alla sua assenza, così come fece il resto del mondo. Piano a piano nessuno parlò di quel ragazzo così bravo strappato alla vita troppo presto da una malattia più grande di lui, di quel ragazzo che nascose un amore troppo grande, un amore inspiegabile, quel ragazzo che realizzò il sogno della sua vita nonostante tutto. Il ricordo di Chris invece sarebbe rimasto per sempre indelebile nella sua famiglia. Ogni giorno senza Chris era incompleto, c’erano giorno in cui la sua mancanza si faceva sentire di più, in cui il dolore era troppo forte e faceva male, troppo male. L’unica certezza che Darren aveva, era che Chris era sempre con lui. Lo sentiva accanto a sé, lo sentiva nelle piccole e grandi cose di tutti i giorni. Anche un semplice raggio di sole era la prova inconfutabile che era lì, pronto a sostenerlo, a guidare i suoi passi. Neanche la morte poteva separarli.

- Hannah, vuoi tu prendere il qui presente Mark come tuo legittimo sposo?
- Lo voglio.

Darren guardò la fede al dito, ancora lì, dopo dieci anni. Mentre una lacrima scendeva sul suo viso, non poté fare a meno di sorridere, perché nonostante tutto, il ricordo di Chris era qualcosa che gli riscaldava il cuore. E in quel momento, sentiva i grandi occhi azzurri di Chris dritti nelle sue iridi, sentiva la sua vicinanza, sentiva il suo calore.

**




- Darren? Su Darren, vieni!

Hannha chiamò Darren a rientrare nel ristorante dove si stava tenendo la cerimonia. Tutto era perfetto, era pomeriggio, e il sole stava tramontando: il cielo era ricoperto di sprizzi di arancio e blu.
Darren era fuori a godersi la brezza estiva in compagnia di alcuni amici quando poi seguì la ragazza all’interno.

- Cosa c’è?
- Me l’avevi promesso.
- Cos..oh.
Darren abbassò gli occhi, mentre Hannah pose una mano sulla sua guancia.
- Hey, Chris l’avrebbe voluto… tanto.


Il riccioluto si decise a seguirla. Hannah lo condusse poco più lontano dal tavolo degli sposi, dove vi era un pianoforte bianco pronto per essere suonato. Darren preso posto, mentre Hannah annunciava a tutti la sua performance.
Si sentiva nervoso. Non cantava quella canzone da troppo tempo. Dieci anni, per l’esattezza. Quando Hannah gli aveva chiesto di farlo, fu come riaprire una ferita profonda, ma sentiva di doverlo fare. Non serve a nulla chiudersi nel silenzio. Un modo per superarlo il passato è viverlo, anche per soli cinque minuti, e se questi cinque minuti non faranno male, significa che ce l’hai fatta. Ecco, quella era la sua sfida.
Mentre la sala era in silenzio in attesa, vide Tim, Karyn e Hannah vicini. Sapevano quale canzone avrebbe cantato. Avrebbe regalato a tutti un momento indimenticabile.
E, prima che egli appoggiasse le dite sulla tastiera, un fascio di luce solare lo colse in viso, filtrando attraverso la finestra lì vicino.
Non era un raggio di luce accecante, no. Un sorriso gli spuntò sulle labbra, mentre quella luce continuava ad accarezzargli il viso.
- Ciao Chris.

E cominciò a pigiare i tasti, in quella melodia perfetta.

Sometimes I feel so happy
sometimes I feel so sad
Sometimes I feel so happy
but mostly you just make me mad
Baby, you just make me mad
Linger on your pale blue eyes Linger  on you pale blue eyes


E l’amore era lì, ne erano visibili i segni, era visibile sulle lacrime di quanti piangevano, sulle guance arrossate di Darren a causa del suo cuore che batteva velocemente.

Thought of you as my mountain top
thought of you as my peak
A thought of you as everything I've had, but couldn't keep I've had,
but couldn't keep
Linger on your pale blue eyes
Linger on your pale blue eyes


Perché non importa quanto la vita possa far male, l’importante è conoscerlo, l’amore vero. L’importante è toccarlo con mano ed esplorarlo a fondo, custodirlo. Solo allora potremo dire di aver vissuto la pienezza della vita umana.

If I could make the world as pure and strange
as what I see
I'd put you in a mirror
I'd put in front of me I'd put in front of me



Linger on… your PALE BLUE EYES.







Note dell'autrice:
Non mi resta che dire GRAZIE dal profondo del mio cuore a chi è arrivato fin qui. Col cuore in mano, spunto la casella "completa", sperando questa storia vi sia piaciuta. Grazie ancora :')

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