Stai con me.

di Arwenlight
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. Prologo ***
Capitolo 2: *** 2. ***
Capitolo 3: *** 3 ***
Capitolo 4: *** 4. ***
Capitolo 5: *** 5. ***
Capitolo 6: *** dopo tanto tempo. ***
Capitolo 7: *** Di nuovo qui, di nuovo io. ***



Capitolo 1
*** 1. Prologo ***


1. PROLOGO.

 

 

Un pallido sole settembrino splendeva sul castello di Hogwarts. O quello che ne rimaneva.

 

Le possenti mura distrutte e le alte torri si ergevano imponenti sulla vallata facendo respirare a chiunque le guardasse polvere, dolore e ricordi ormai troppo lontani.

 

Un esile figura osservava tutto ciò dal bordo del lago, e più cercava di chiudere la sua mente a tali sensazioni, più questa  veniva attraversata da terribili immagini: scoppi di maledizioni nei corridoi, rantolii di persone accasciate al suolo,  grida disumane, risate diaboliche e quell’ultimo triste sorriso della madre prima di andarsene.

Ma quello che mai avrebbe dimenticato, di questo ne era sicuro, era l’odore di morte che si era propagato e di cui lui stesso era stato partecipe.

Si, lui era un mangiamorte, un mangiamorte pentito e solo.

Un ondata di disperazione lo attanagliò.

Con una morsa al cuore si domandò il perché delle sue azioni, delle cattiverie che lo avevano portato a causare tanto male al popolo magico e alla propria amata madre che lui aveva promesso di proteggere fino alla fine, fallendo.

Niente sarà più come prima per me.

E come poteva esserlo?  Dove trovava qualcuno in grado di superare i pregiudizi e creare un nuovo Draco?

Chi avrebbe mai potuto perdonarlo?

 

Se ne stava seduto su di una roccia a fissare il riflesso del castello sulla superficie scura del lago quando un rumore alle sue spalle lo fece trasalire.

- che ci fai qui tutto solo furetto?  Ti godi la prima giornata di scuola?  -

Non aveva bisogno di troppo tempo per pensare a chi appartenesse quella voce, l’aveva odiata cosi tanto per i precedenti sei anni da poterla riconoscere perfino in mezzo ad una folla.

La mezzosangue, l’eroina del mondo magico, la persona grazie alla quale lui era vivo.

Si voltò e la vide avvicinarsi per poi sedersi per terra accanto a lui.

Il volto della ragazza era cambiato da come se lo ricordava, aveva assunto qualcosa di diverso, come se l’esperienze dell’anno precedente avessero  forgiato sulla sua pelle i tratti di una donna forte e intoccabile.

- la stessa cosa che probabilmente stai cercando anche tu Granger, solitudine e pace. -

Hermione rimase stupita dalla risposta che Draco le diede, mai avrebbe pensato che Malfoy in un momento come quello non volesse i suoi scagnozzi Purosangue ai piedi.

Draco più osservava i gesti della ragazza, più si rendeva conto che stava nascendo in lui una curiosità che mai aveva pensato di provare nei confronti della mezzosangue.

Voleva sapere perché lei era venuta li, non era un semplice caso il fatto che lei avesse incrociato il ragazzo durante una passeggiata lungo la sponda del lago.

Ci doveva essere qualcosa di più che la Granger tentava di nascondere. E ne ebbe la conferma dalla nuova espressione che si dipinse sul volto di Hermione.

- Granger, sputa il rospo, perché sei venuta fin quaggiù?-

La ragazza si aspettava quella domanda, sapeva bene che Malfoy nonostante la sua arroganza non mancava proprio di intelligenza, di conseguenza  si sarebbe fatto delle domande e non avrebbe mai creduto alla storia del loro incontro casuale.

E quello di certo non lo era, Hermione aveva vagato dovunque nel castello alla ricerca di un caschetto platinato.

Decise di non mentire.

- stavo cercando proprio te in effetti - sussurrò mordendosi un labbro imbarazzata.

- e perché di grazia Mezzosangue?-

L’ultima parola non suonò come le numerose altre volte in cui la rivolse alla ragazza ovvero colma di disprezzo e disgusto, al contrario Draco se ne pentì nello stesso istante in cui la pronunciò.

 La faccia offesa che fece la ragazza non era niente in confronto alla battaglia interna che stava bruciando nel cervello del ragazzo.

 Si vergogno dell’essere ripugnante, viscido che era sempre stato e capì una cosa che probabilmente era stato troppo accecato dal male per poter vedere.

Mezzosangue e purosangue non esisteranno più. Esisterà il popolo magico senza differenze, il bene ha trionfato grazie a due mezzosangue, io sono vivo grazie e loro.

Voleva il perdono di tutto il male commesso?

Per ottenerlo doveva perdere le sue brutte abitudini frutto di un padre-padrone soggiogato dal male.

E l’arroganza era una di quelle. Decise di riprovare.

- e perché di grazia Hermione?-

Il sorriso che nacque dalle sue labbra fece sentire meglio Draco, mai nessuno aveva sorriso cosi di cuore al ragazzo.

- volevo ringraziarti.-

 

 

la storia è solo cominciata, nei prossimi giorni altri “capitoli” J

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** 2. ***


- volevo ringraziarti –

 

Quella che si aspettava Malfoy era una risposta tutt’altro simile a quella che aveva appena sentito.

Gli sembrava già strano beccare dei ringraziamenti, infatti ripercorrendo la sua vita non aveva mai dato modo e occasione per riceverne, tanto più che a farglieli era proprio la nemica per eccellenza.

Ma nonostante questo, non aveva  alcun dubbio sulla sincerità di quelle inaspettate parole.

Forse erano stati i suoi occhi color cioccolato, caldi e teneri, o il dolce sorriso che le riempiva il viso, o forse semplicemente l’aria di serenità che emanava, a convincerlo che la Granger era diversa da tutti gli altri.

- e perché? Non mi sembra di meritare qualcosa, non mi sembra di far parte del beato circolo dei buoni –  disse con un tono che più di ogni altro assomigliava ad un rammarico.

- potresti sempre farne parte. –  aggiunse Hermione fissandolo negli occhi, ma non si fermò e decisa a spogliare il biondo da tutte le barriere che aveva costruito verso il resto del mondo aggiunse:

- la guerra è finita,Malfoy, finita.  La gente è morta per combattere contro un ideale malvagio che anche tu inseguivi e del quale a mio parere ti penti,  ormai quello che è stato è solo passato, dobbiamo lasciaci tutto alle spalle. –

Draco si era perso nel suo ragionamento,  capiva il significato generale, ma non coglieva esattamente cosa lei voleva da lui personalmente.

- cosa mi stai chiedendo? Cosa pretendi da me Hermione?-

 

- non voglio che tu ti senta solo, perché non lo sei , ognuno di noi ha perso qualcuno di caro, un genitore, un amico o un fratello, e altrettanti hanno sbagliato, ma da adesso in poi tutti avranno un’ occasione per ricostruire un futuro, per rifarsi una vita, ed io sono sicura che tu, come me, la vuoi. –

 

Hermione si fermò, ansimando per la foga con cui aveva parlato.

Era sicura di aver colpito l’orgoglio del ragazzo, il quale non solo aveva udito tutte e quante le parole con grande attenzione ma le aveva addirittura amate, cosi come aveva amato il rossore con cui lei sue guancie si erano colorate per l’entusiasmo e la forza con cui lei intendeva sollevarlo dal fondo a cui si era arenato.

 

- perché spendi queste parole per me? -

 

Nei pochi minuti che erano passati dal loro incontro, Draco era rimasto stupito ma allo stesso tempo confuso dal comportamento di Hermione.

Non riusciva ne a capire perché Hermione lo volesse aiutare - e dati i loro precedenti aveva motivazioni sufficienti per spiegare il contrario -  ne riusciva a comprendere da dove provenisse il coraggio che lei stava manifestando andando in suo aiuto.

 

- perché da quando la guerra è finita ho capito che devo avere fede anche nei momenti peggiori, devo credere che la giustizia trionferà sempre cosi come ha trionfato durante la guerra, devo credere che chi ha sbagliato saprà ritornare verso il bene. E in te Draco, lo vedo. So che c’è, ne sono certa, cosi come sono certa del fatto che tu sia bravissimo a nasconderlo. Ed ecco perché sono qua.-

 

Hermione si fermò ad osservare il biondo che appariva più confuso di prima.

 

- mi stai ringraziando perché in tutto il male che ho causato c’è stato qualche momento a parer tuo, dettato dalla bontà? –

 

- prendendo in considerazione il fatto che non hai mai avuto la seria intenzione di uccidere Silente e hai mentito a tua zia sull’identità di Harry al Manor, salvandoci, si. Ma non solo.  

 

- c’è dell’ altro quindi, bene, spara – disse Draco sorridendo.

 

Non voleva ammetterlo a se stesso, ma parlare con la Granger gli stava piacendo, e non poco. Lei inconsapevolmente secondo dopo secondo lo stava stupendo, prima con i suoi strani ringraziamenti, poi con quelle belle parole che mai avrebbe pensato di sentirsi rivolgere.

C’era dell’altro che lei voleva dirgli, e lui sapeva che era il motivo reale per cui era venuta a parlargli.

- voglio offrirti una possibilità per ritornare a vivere. So che lo vuoi –

 

- non ho più possibilità Granger, il mondo condanna gli ex mangiamorte, ed io lo sono purtroppo. Dimmi,  chi mai vorrebbe vedere in giro a Hogsmeade o a Diagon Alley un bastardo come me?

Darei tutto l’oro del mondo per poter tornare indietro e cambiare la mia vita, non sai quanto avrei preferito passare a Hogwarts i migliori sette anni che ogni bambino si augura non appena mette piede qui, ma il destino ha voluto diversamente. Io ho avuto un padre mangiamorte, io sono stato educato da mangiamorte, io adesso vengo escluso perché mangiamorte. Ti sembra giusto? Ti sembra che per me ci sia qualcosa di migliore li fuori? -

 

- no.-

 

- infatti, purtroppo è la mia rea..-

Non fece in tempo a finire che la voce della strega si alzò e annullò la sua.

 

- io non condanno i mangiamorte, io non ho paura di vederti gironzolare a Hogsmeade, io ti sto dando la possibilità –

 

Nessuno era stato in grado di capire il vuoto che lo stava divorando.

Nessuno aveva provato ad allungare la mano per aiutarlo.

Nessuno aveva tentato di comprendere il pentimento e la vergogna da cui si sentiva soffocato.  

Nessuno fino ad oggi.

 

- per quanto questa cosa mi faccia sorridere, e per quanto io creda nella tua intelligenza, non penso tu possa cambiare le cose. –

 

Draco voleva avere fiducia nelle parole della ragazza, voleva vedere una speranza per ricominciare, cosi come la potevano avere tutti gli altri studenti.

 

- ho intenzione di mollare la scuola, o perlomeno riprenderla tra un anno o due, quando avrò trovato un qualcosa per cui vale la pena vivere davvero. Questa scuola non è più la stessa, e non riesco a concepire l’idea di sprecare i migliori anni della mia vita chiusa in questo castello mentre il resto del mondo rinasce.

Voglio girare il mondo alla ricerca di qualcosa. E voglio che tu venga con me. -

 

 

 

 

  

 

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Capitolo 3
*** 3 ***


 

 

Draco rimase un attimo attonito ed alquanto scioccato dalle parole erano appena uscite dalla bocca della sua eterna rivale.

Si domandò se non soffrisse di qualche problema all’udito, se fosse stato un frutto della sua immaginazione o se avesse solamente bisogno di un buon psichiatra.

 

- scusa?- domandò con finta indifferenza per non far trasparire il suo strano stupore.

 

La Granger sapeva benissimo di aver appena detto qualcosa che lui non si sarebbe mai aspettato di udire da lei, ma non ci fece caso. 

Non per niente era andata li con la disperata intenzione di convincere Draco ad andare con lei.

Hermione stessa non era a conoscenza dello strano motivo che l’aveva spinta a fare una tale proposta.

Era stato un impulso improvviso dettato dalla necessità di scappare, di sentirsi libera come lo era stata prima di finire risucchiata in un romanzo epico in cui faceva la parte dell’eroina.

E chi era l’unica persona che avrebbe potuto capire cosa significa sentirsi oppressi se non Draco, vittima di un signore troppo potente ed un padre comandante?

Sentiva che quella domanda andava fatta,  percepiva che era la cosa giusta da fare, nel bene o nel male, non avrebbe avuto rimorsi.

 

- voglio che tu venga con me, lontano per un po’ di tempo da questa realtà, da questi posti che per quanto possano sembrare sereni e allegri come una volta, non saranno mai come prima.

La gente riprenderà a lavorare, le mamme cureranno i loro figli e le faccende domestiche come hanno sempre fatto, i mariti o fidanzati rientreranno a casa salutando le loro dolci metà benedicendo il fatto che possono ancora godere dell’amore.  Ma noi? I miei genitori, che tanto hai disprezzato sono babbani, non hanno mai saputo tanto del mondo magico perché non volevo spaventarli rivelandogli che rischiavo di morire un giorno si e l’altro anche. Non hanno mai saputo che ho vissuto in una tenda, mangiando funghi, ricercando maledettissimi oggetti.

In questo ultimo anno non sapevano nemmeno di avere una figlia. Io non potrò tornare da loro e sperare di ricominciare a vivere come se niente fosse.

Per quanto io li possa amare non capiranno mai come mi sento. Non saranno mai in grado di consolarmi quando ripenserò alla risata di Fred, ai tremendi capelli di Tonks, al cioccolato di Lupin o allo strano sguardo di Malocchio. –

Le immagini le si presentavano alla memoria come stilettate nei polmoni.

 

Hermione s’interruppe, e Draco che la stava ascoltando senza però guardarla, notata la pausa alzò il capo per osservarla e ciò che vide lo spaventò.

La ragazza aveva le guancie bagnate da lacrime silenziose, le mani che erano stette al grembo tremavano convulsamente e i suoi occhi solitamente profondi e vivi, erano diventati vacui, persi e desolati.

 

“forse hai avuto sempre torto Draco” si disse mentalmente il ragazzo.

“ La ragazzina che hai qua davanti a te, la stessa ragazzina che per anni hai odiato e schernito, è migliore di quello che pensavo e forse anche più sola.

Non siete poi tanto diversi tu e lei.

Hermione ha vissuto con una famiglia che per quanto bene le volesse, non era in grado di comprenderla, ne di aiutarla.

Un po’ come te.

E se fosse lei la mano di salvezza in grado di sollevarti dal fondo in cui sei per aiutarti a risalire?

E se lei fosse esattamente sul fondo come te e non sul piedistallo insieme a Potter e Lenticchia?”

Osservandola il ragazzo pensò proprio che lei si trovasse esattamente dove stava anche lui.

 

Draco si alzò e decise di fare una cosa che per tutta la sua vita non gli era mai stata concessa dai suoi genitori: un abbraccio.

Voleva abbracciarla.

Sentiva che quel gesto andava fatto,  percepiva che era la cosa giusta da fare, nel bene o nel male, non avrebbe avuto rimorsi.

Lei si era esposta andando in suo aiuto, adesso avrebbe dovuto farlo anche lui.

 

A passi indecisi e tentennanti, abbandonata la spavalderia che lo contraddistingueva, si avvicinò a lei, tirò fuori un fazzoletto dalla tasca e abbassandosi per trovarsela di fronte le asciugò le guancie rosse.

Hermione sussultò alla vicinanza del ragazzo, ma non si allontanò. In realtà non riusciva a capire la strana sensazione che stava provando, imbarazzo per certo, ma qualcosa degli occhi di Draco le fecero capire che lei non era sola. Si sentì al caldo. Osservò il suo viso e ne rimase incantata.

Era veramente un bel ragazzo, con quei regali zigomi appuntiti e quegli occhi freddi color dell’argento fuso.

Senza aspettare ne uno sguardo, ne una parola, ne un gesto, sciolse le braccia di Hermione ancora avvinghiate allo stomaco, se le portò ai fianchi e la strinse forte, con una mano le accarezzava i capelli e con l’altra la teneva attaccata al suo corpo che l’avvolgeva come una coperta.

Compreso che il contatto non dava poi così grande fastidio ad Hermione che in un primo momento si era irrigidita poi si era lasciata trasportare, Draco sorrise e lentamente avvicinò la sua bocca all’orecchio della ragazza e le sussurrò:

-  Goditelo questo momento cara la mia Granger, non succederà spesso quando saremo in viaggio, avremo altro a cui pensare, altro da vedere e visitare. –  

 

Lei si staccò dal suo corpo quanto bastava per guardarlo negli occhi e accennando un breve sorrisetto acquoso disse:

-   allora è un si ?-

 

- per fortuna che sei la strega più intelligente del tuo secolo eh Granger? –

Lei afferrata la sua risposta, sfoderò un sorriso smagliante e si alzò sulle punte per abbracciarlo ancora.

- grazie grazie grazie furetto. Non so  come mai tu abbia accettato, ma ne sono veramente contenta. –

 

Draco si staccò da lei, camminò verso la riva voltandole le spalle e rimanendo girato disse:

- non lo faccio solo per te, lo faccio principalmente per me, perché ho capito che devo essere diverso da quello che sono sempre stato. Come hai detto te.

Ho inseguito il male, ho agito contro i buoni di cuore e i coraggiosi, perché era lo stile di vita con cui sono stato cresciuto, ma ora che ho visto dove ha condotto chi lo adorava fanaticamente, comincio a comprendere di essere sempre stato dalla parte sbagliata del fiume. –

 

Si girò e divertito disse:

- non fraintendermi, non avrei potuto sopportare di far parte del circolo di San. Potter e re Lenticchia, ma avere un padre che di nome non faccia Lucius sarebbe stato meglio. –

E osservata la faccia contrariata di Hermione alla presa in giro dei suoi migliori amici, scoppiò a ridere di gusto. Si avvicinò, le diede un buffetto sulla guancia e le disse:

- dai, sto solo cercando di sdrammatizzare la situazione, che già di per se è abbastanza drammatica. Mai infatti si è sentito che Draco Malfoy fraternizza con Hermione Granger, non pensi?-

 

Hermione ripensò ad una discussione avuta anni prima con Ron.

<< è di Durmstrang!>> esplose Ron.

<< Gareggia contro Harry! Contro Hogwarts! Tu… tu stai…>> Ron evidentemente stava cercando parole abbastanza forti da definire il crimine di Hermione,

<< Fraternizzando con il nemico, ecco cosa stai facendo!>>

 

Sorrise al solo pensiero di quello che avrebbe detto Ron se avesse saputo del suo imminente viaggio con Draco Malfoy.

“ si, il mondo sta proprio cambiando”

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 4
*** 4. ***


Nonostante nessuno commenti, io la scrivo lo stesso.

Devo liberarmi di milioni e milioni di parole che mi balzano in testa continuamente.

Con la speranza che a qualcuno piaccia, lascio il quarto capitolo.

 

 

 

 

 

 

 

<< TU cosa? >>  un urlo riecheggiò per la Tana.

Uno stormo di uccelli si alzò dall’albero più alto del giardino.

Hermione si aspettava la reazione del suo migliore amico - per essere precisi si aspettava molto peggio - e per questo stava ridendo senza preoccuparsi troppo di offendere il suo amico, che mai come prima la stava guardando con un misto di sorpresa unito a ribrezzo.

Il ragazzo se ne stava seduto sul davanzale della finestra di Ron; in assenza di quest’ultimo, chiamato dalla madre per fare chissà quale cosa in cucina, Hermione aveva approfittato di quei minuti per introdurre il discorso che avrebbe poi condiviso anche con il rosso.

<< oh Harry non farmi la paternale solo perché voglio rendere la vita di qualcuno meno ripugnante di quello che è!  Tu non puoi capire e questo lo sai bene! Hai sempre avuto qualcuno accanto pronto a darti calore, sia prima della guerra che adesso.

Cos’ha lui? Un castello immenso e vuoto, un camino da cui non verrà fuori nessuno e elfi talmente spaventati dal suo cognome da non rivolgergli nemmeno uno straccio di parola che non sia “padrone”.

Non merita una possibilità di riscatto? >>

 

Harry non si aspettava una risposta talmente infervorata da parte di Hermione.

Sapeva che lei vedeva il bene in ogni cosa, ma non pensava  fino a quel punto.

 

<< ha fatto uccidere Silente. Era un Mangiamorte >>

Hermione non era sorpresa di sentire queste accuse, aveva passato mesi e mesi a sentire quella parola, che ormai non aveva senso se non in ricordi lontani, in ogni discorso riguardante il ragazzo.

 

“Mangiamorte”.

No, non lo era, e di questo ne era assolutamente certa. Almeno non volontariamente.

Per esserlo dovevi credere in Voldemort, credere che la morte potesse essere sconfitta con la violenza, credere che il male fosse la luce per sconfiggere la monotonia cupa del bene.

Poteva anche esserlo stato fisicamente, e questo Draco stesso non lo aveva mai negato, ma la seduzione intellettuale che Voldemort aveva esercitato su tutti i suoi discepoli, non aveva avuto successo con lui.

- No. Non lo era – disse a se stessa a conclusione di quel pensiero.

 

<<  Harry, mi dispiace che tu la pensi cosi. >> abbassò lo sguardo frustrata.

Perché nessuno riusciva a capire?

<< dammi un motivo, uno solo, per cui dovrei cambiare idea su di lui, e sarò pronto ad incontrarlo, seppellire l’ascia di guerra e cominciare a considerarlo uno di noi. >>

<< non lo so, e tuttavia so che non è quello che ha sempre fatto credere di essere. Non voglio sentirmi giudice della sua vita decidendo se condannarlo o no come Mangiamorte , solamente in base a ciò che lui ha fatto a me, senza vedere ciò che realmente lo ha spinto a comportarsi cosi.

Non giustifico ciò che ha fatto, non potrei mai, ma non penso che Draco Malfoy, preso da solo, così com’è sia una grande minaccia per noi. >>

 

<< Discorso degno di un Magiavvocato Herm, mi chiedo perché non vuoi ricominciare gli studi… >>

Harry sorrise orgoglioso a quel piccolo tesoro che aveva davanti, ogni giorno ringraziava il cielo per quella sorella che non aveva mai avuto ma che aveva trovato in lei.

<< stai sviando il discorso Harry Potter >> un mezzo sorrisino spuntò sulle sue labbra.

<< ti ricordi cosa ti dissi quando ci attaccarono dai Lovegood ? >>

Hermione se lo ricordava eccome.

Semplici  parole all’apparenza ma di un significato tanto intenso da farla piangere.

 

<< Mi fido di te. >>

<< Esatto. E sempre sarà cosi, ragion per cui, se tu lo vuoi aiutare, lo aiuterò anche io. >>

Hermione non aveva bisogno d’altro per sapere quanto affetto provasse nei confronti di quel testone, si alzò, corse attraverso la stanza e si gettò tra le braccia di Harry. Il porto sicuro della sua anima.

 

<< anche noi ci fidiamo di te Herm. >>

Una voce fuori campo intervenne in quel quadretto pacifico.

Sulla porta due figure tanto uguali fisicamente quanto opposte caratterialmente facevano ingresso nella stanza, la prima dopo aver camminato con disinvoltura fino a raggiungere Harry baciandolo gentilmente sulle labbra, si sdraiò sul letto.

L’altra si avvicinò ad Hermione le baciò la guancia, facendola arrossire e si sedette per terra incrociando le gambe, distraendosi con una papera di gomma trovata li vicino.

Da quando la loro storia era finita, seppure in modo tranquillo e pacifico,  vivevano in una sorta di bolla di sapone in cui ogni gesto era calcolato, misurato, ponderato.

 

<< avete sentito tutto? >> aveva paura a chiederlo, non voleva che gli altri due pensassero che lei volesse tenerlo nascosto proprio a loro.

 

<< ogni parola, ogni pausa, ogni domanda, ogni risposta >> la voce rilassata e calma di Ginny Weasley arrivò chiara e netta alle orecchie della ragazza.

 

<< non hai bisogno di spiegazioni Herm, specialmente non con me. Già una volta ho fatto l’errore di non credere nella bontà delle tue azioni, non ci sarà una seconda volta. >>

questa volta era stato Ron a parlare, e gliene fu tanto grata.

Non avrebbero mai immaginato quanto lei reputasse importante la loro opinione. Per quanto questa potesse essere discordante dalla sua.

 

E continuò  << se sei sicura di quello che fai, e ne sei convinta al cento per cento, beh, penso che nessuno ti possa fermare.

Beh, devo ammettere, questa futura e stretta convivenza con il nemico mi fa infuriare tanto quanto mi incuriosisce >>

 

<< non esagerare Ron, non ti ha mica chiesto di accettarlo in casa come fratello ne tantomeno  passarci il Natale insieme, anche se…anche se ce lo vedrei bene a cenare in cortile con noi, in mezzo ad un mare di capelli rossi, con un maglioncino giallo alla Molly Weasley con una D sul petto e  “ W Potter “ sulla schiena. “

 

La voce melodiosa della rossa ruppe quella strana tensione carica di aspettative che si era creata dall’entrata dei due fratelli nella stanza.

Tutti e quattro si lanciarono dei sorrisini maliziosi e scoppiarono a ridere a crepapelle contemporaneamente,  finendo tutti e quattro sul pavimento.

 

<< sarebbe una bella vendetta fargli fare una roba del genere ­­­­>>

 

<< sarei il primo ad invitarlo giusto per far divertire un po’ mamma e papà. >>

Disse Ron ancora spezzato in due dalle fitte allo stomaco dovute alla risate, ma con un ombra di malinconia negli occhi.

Nostalgia per la vivacità degli occhi di sua madre, affievolita ormai.

Nostalgia per la croccante voglia di vivere di suo padre, affievolita ormai.

 

Nessuno, Hermione in primis,  ebbe la forza di intavolare un discorso per cercare di convincere Ron che tutto questo un giorno sarebbe passato.

Un giorno questo dolore ti sarà utile . – pensava Hermione osservando il volto triste dell’amico che ormai conosceva come il palmo della sua mano.

Non so come , ma sarà utile.

 

Il pomeriggio passò velocemente tra chiacchiere e domande interessate di Ginny su cosa avrebbe fatto con il furetto rimbalzante o su dove sarebbero andati o su quanto sarebbero rimasti lontani da loro.

Hermione rispondeva ad ogni domanda con la stessa risposta:

- non lo so. –

<< e perché lo fai allora se non hai nemmeno una chiara idea su cosa andrai a fare? >> si domandava Ron  tra sé e sé evitando calorosamente di chiederlo alla diretta interessata per paura di essere sbranato.

– dovrei parlarne con Draco ma visto che non si è fatto ne sentire ne vedere magari sta prendendo tempo per poi rinunciare o sta semplicemente mantenendo le distanze. -

 

Hermione era rimasta delusa da quella totale mancanza di interesse da parte di Draco su ciò che avrebbero affrontato di li a breve. Arrivati a questo punto la ragazza era dell’opinione che delle tante parole di Draco non se ne sarebbe fatto niente. D’altronde erano passate quasi tre settimane e del ragazzo nemmeno l’ombra, nessuna lettera, nessun segnale, niente di niente.

Nessun viaggio.

Nessun opera buona.

Nessuno “ ritrova me stessa”.

 

Non ebbe il coraggio di rivelare i suoi timori agli amici, tuttavia loro compresero molto di più di quello che lei stessa censurava e osava ammettere.

Avevano capito che dietro alla facciata di “ smascheriamo Draco Malfoy” c’era qualcosa di più profondo, di più radicato nei bisogni della ragazza: aveva bisogno di qualcuno che non la conoscesse cosi come la conoscevano loro, aveva bisogno di ripartire da zero.

 

 

 

 

 

                                                                                                  - - - - - -                                                                                                - - - -

 

 

 

 

Arrivò l’ora di andare a letto, ed Hermione più sconsolata che mai, si gettò tra le calde lenzuola del letto della sua stanza alla Tana – la vecchia stanza di Percy – sazia e assopita dall’enorme quantità del delizioso cibo preparato dalla signora Weasley quando un ticchettio eccitato sul vetro della finestra la disturbò dal suo stato di trance.

 

Un magnifico gufo reale la osservava curiosamente  al di là del vetro; non si interrogò molto sull’appartenenza di tale animale. Un occhiata bastò a decretare il mittente: un gufo solitamente non viaggia con un papillon verde con ricamate due lettere nel mezzo.

D.M.

 

Con un sospiro che poteva assomigliare a sollievo, Hermione aprì l’anta e lasciò che il gufo planasse dentro la stanza, per poi  appollaiarsi sul sedile della poltrona della scrivania.

Con un passo incerto si avvicinò allo splendido animale e con grazia e cautela sfilò il bigliettino che aveva legato alla zampa. 

 

Osservo per un attimo l’aspetto della missiva e rimase estasiata come solo una so tutto io come lei poteva esserlo: 

La carta era di fattura fine e pregiata, la ceralacca simbolo di importanza e rinomanza perfettamente impregnata del simbolo della sua casata, la scrittura elegante e signorile.

 

“ destinata ad Hermione Granger,

Tana, Abitazione Famiglia Weasley.

 

Ti porgo le mie scuse per questo imperdonabile ritardo.

Draco Malfoy. “

 

Hermione sorrise dell’ultima frase.

- ti dovrai fare perdonare stupido furetto –  disse arricciando il labbro divertita.

 

Afferrò il pesante tagliacarte appoggiato sulla scrivania del maniacale ex Caposcuola Percy, e attenta a non rovinare né la lettera, né la sua stessa mano, riuscì a estrarre i fogli che conteneva.

- due fogli, tanti prendendo in considerazione il fatto che negli otto anni passati il massimo che ci siamo scambiati è stato “lurida Messosangue, zannuta, Furetto, fottiti ” – pensò lei di primo acchito.

 

 Hermione

Non c’è bisogno che tu mi dica quanto sei arrabbiata con me per farmi comprendere il tuo disappunto per il catastrofico ritardo, ma vorrei spiegarti le motivazioni di tutto ciò.

Partiamo dal presupposto che non ho intenzione di rinunciare a quello che mi hai proposto, ne tanto meno rimandarlo.

Subito dopo la fine della guerra, ho scoperto di aver ereditato numerose proprietà nascoste dei miei genitori, che non sapevo nemmeno di possedere in realtà: coltivazioni e piccole imprese, abitazioni sparse nella nazione ed oro per una valore totale che nemmeno menziono. Come se mi interessasse.

Come pensi possa essere stata per me la scoperta di una cosa talmente insapettata?

Non sono riuscito a gestirmi nemmeno una relazione d’amicizia in tutta la mia vita figurati te gestire delle imprese e case abbandonate.

In queste tre settimane ho lavorato giorno e notte con magiavvocati , notai e funzionari del ministero per sistemare ciò che è mio di diritto ma che mi sento in dovere di cedere ben volentieri.

Ho predisposto un fondo per aiutare le famiglie colpite dalla tragedia della guerra, e calcolando la somma di denaro che mi è stata donata, sono dell’opinione che questo fondo non finirà mai.

Per quanto riguarda le abitazioni, la vicenda è stata un po’ più complessa.

Ho offerto la tenuta nello Yorkshire al ministero come alloggio e college di formazione per Auror e Spezzaincantesimi.

Ti piacerebbe quel castello, ne sono sicuro, sperso in mezzo alle montagne, circondato da foreste, laghi, praterie e cielo dai mille colori.

Non hanno saputo darmi una risposta sul momento ma stanno prendendo in seria considerazione l’dea, d’altronde sarebbe un luogo ideale per test d’addestramento e abilità e questo il ministro della Magia Shakelbolt lo sa benissimo.

Cosa ne pensi?

Mi sento più libero e soddisfatto adesso che ho contribuito a qualcosa che non faccia stare bene solo me stesso.

Non mi va di dialogare con te tramite uno stupido foglio di carta, che ne dici se mi vieni a trovare qui al Manor domani?

So che la casa ti spaventa dall’ultima volta che ci sei entrata, ma con me non dovrai avere paura.

Ti mostrerò il lato buono di queste mura e dalla quale sono convinto, non ti vorrai più allontanare.

 

Con.. si può dire “ con affetto” date le nostre circostanze?

Beh, con quello che vuoi,

DracoMalfoy.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 5
*** 5. ***


Perdonate il disastroso ritardo con cui posto questo nuovo capitolo ma sono stata impegnata con esami di maturità, test d’ammissione universitari e nascita di un erede.

Scrivendo questo quinto capitolo ho trovato delle difficoltà non trascurabili, che mi hanno fatto pensare e ripensare alla giusta direzione da dare ai futuri capitoli di questa serie.

Mi sono chiesta: rimanere coerente con quelli che sono le attitudini dei personaggi o prendere la tangente, e liberare quelle che sono le mie preferenze?

Ho scelto la seconda, per svariati motivi, il primo è che mi piacerebbe creare delle diverse sfaccettature del carattere di Draco, dargli una profondità, una caparbietà, un posto di rilevanza dei quali è stato privato – giustamente – nella serie originale.

EFP è un’ opportunità per tutti noi di esprimere  quelle che possono essere state le nostre aspettative o sfide, durante la lettura dei libri.

Perciò mi sono detta, io ci provo, male che vada, ho creato una storia dove i miei personaggi preferiti hanno vissuto sulle mia mani.

Ringrazio chi sta leggendo queste mie parole, significa che mi ha collocato nei preferiti o nelle storie da seguire, spero di non deludere nessuno di voi, voi che spingete la mia creatività.

Per chi sta leggendo per la prima volta, i ringraziamenti non sono da meno, spero di stuzzicare in voi la curiosità di continuare a seguirmi.

 

 

 

 

CAPITOLO 5.

“ cosa dovrei rispondere?” si chiedeva Hermione seduta alla scrivania della sua stanza dopo aver riletto una decina di volte quella lettera e rimanendo, nonostante tutto sorpresa dal fatto che lui le avesse scritto.

“ ehi ciao, non mi aspettavo la tua risposta, comunque per domani tutto ok” – mmmm, questa è una replica tra amici. E noi non siamo decisamente amici.

“ Sarà fatto“ – dai Hermione puoi fare di meglio, non stai andando ad un funerale.

“ hai ragione, cominciavo a dubitare della tua fede riguardo al mantenimento di un accordo “ – ah si, se comincio cosi non farò altro che incrementare la sua  fiducia.

Hermione agguantò un foglio di pergamena che le capitò di trovare in un cassetto e velocemente scribacchiò qualcosa, arrotolò la missiva e gufo permettendo la legò delicatamente alla sua zampa.

 

-  se la sola risposta ha suscitato in me tal timore non so come farò domani quando sarò ospite al Manor – pensò mentre osservava il piccolo animale diventare sempre più piccolo man mano che si allontanava da lei, per ritornare dal suo padrone.

Chiuse gli occhi e rivide lo sguardo folle della persona che mesi addietro le aveva fatto vedere il lato oscuro di quella dimora, la persona che per mesi abitò i suoi incub peggiori. Un brivido le attraversò la schiena e la percorse in ogni singola fibra. La cicatrice sul suo braccio cominciò a bruciare. Cosi come le lacrime che stavano cadendo sulle sue guancie.

Qualcun’ altro, a vari chilometri di distanza stava provando per la prima volta in un’intera esistenza, il sentimento della gioia.

Draco era felice che lei avesse accettato, felice di rivederla a breve, felice di aver qualcuno che non provava ripugnanza nei suoi confronti. Piegò la pergamena e se la infilò nella tasca della giacca che si accingeva a indossare per uscire e recarsi a Londra.

 

Draco,

certamente che verrò al Manor, se mi farai da guida quella casa non mi sembrerà più la minaccia di un tempo.

Per le 10 del mattino sarò li, vedi di non farmi accogliere dagli elfi

Con , con . . . con tanti saluti,

Hermione ”

 

 

 

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Nel tardo pomeriggio, due persone stavano intrattenendo uno stimolante ed educato discorso nell’ufficio del Ministro della Magia.

Kingsley era comodamente seduto sulla sua poltrona di pelle verde facendo suonare rumorosamente il ghiaccio all’interno di un bicchiere riempito con del buon Whisky Incendiario, al dì la della scrivania, un ragazzo biondo era intento a sorseggiare un tè esponendo le sue teorie.

- Ministro la prego di accettare la mia proposta, e mi creda non lo sto facendo per giustificarmi ne per comprare la pubblica approvazione, la chiami per cosi dire “ una via per la redenzione”- appoggiò i palmi sulla scrivania avvicinando le sue gettate di parole all’orecchio del Ministro.

- penso che il tuo sia un progetto davvero geniale Draco:  un castello nella campagna inglese per addestrare giovani Auror, Spezzaincantesimi e Curatori di Creature Magiche dotato di un territorio cosi rurale, impervio, duttile, dalla fauna estremamente varia e spettacolare farebbe proprio al caso nostro. –

- allora cosa aspetta a ..-  attaccò Draco seriamente contento di quelle parole.

- Tuttavia, sarò pure il ministro ma non sono l’unico che prende le decisioni su questo tipo di affari – concluse Kingsley facendo cadere lo sconforto sulle spalle del giovine Serpeverde.

- le spiegherò una cosa Signor Ministro … -

- Ti prego Draco, chiamami solamente Kingsley e dammi del tu, trattandomi in questo modo mi fai sentire estremamente vecchio  – lo interruppe il grande uomo stemperando la tensione che si era creata sul viso del giovane Malfoy.

 

- so di non essere stato ne il migliore dei cittadini ne il migliore degli studenti, non ho bisogno di elencare tutti gli errori per sottolineare questo aspetto della mia persona,  tuttavia voglio fare ammenda.

Voglio poter ricucire le ferite con quello che possiedo, che sia una casa, dell’oro, dei posti di lavoro, del benessere, tutto.

Non mi interessano più il titolo, l’appartenenza ad una casata, la purezza del mio stupido sangue e finzioni varie.

E sembra strano sentire queste parole fuoriuscire dalla mia bocca ma lei non ha idea di come ho vissuto la mia intera esistenza fino a questo momento.

Sono nato in una famiglia in cui l’apparenza è sempre stata la sostanza di tutti i pranzi, di tutte le cene e lo zucchero e l’alcol di tutti i tè e di ogni distillato, ma oltre a quello niente. Non ero il figlio che veniva abbracciato, viziato, coccolato o semplicemente amato.

Appena ho cominciato a frequentare la scuola di Hogwarts mi è stato instillato dai miei adorabili genitori, il principio della superiorità:

Sii sempre migliore di tutti, nelle materie scolastiche, nelle amicizie, nei rapporti, nelle lotte, nelle guerre.

Venivo spronato a odiare, perseguitare e odiare chiunque mi capitasse a tiro e vivendo in un clima dove solamente le vittorie venivano considerate, figuriamoci le sconfitte, mi sono – sfortunatamente – fatto coinvolgere in questo circolo.

Ma non era ciò che volevo.

Ma non potevo fare nient’altro che adeguarmi, lei sa benissimo cosa succedeva a colui che osava oltraggiare l’opinione di Lucius Malfoy, nemmeno il figlio veniva risparmiato alle torture.

Mi sentivo sterile, apatico, inerme.

All’età di 16 anni mi fu dato l’ordine di prendere il Marchio, e così successe e non feci niente per impedirlo. “

 

Kingsley provò pietà per il giovane davanti a lui, piegato in due dal rimorso e dal dolore, glielo leggeva in faccia, negli occhi vitrei che si stavano inumidendo.

Lo lasciò continuare, considerando che quella forse, era la prima volta che si liberava di un peso troppo pesante e opprimente per essere portato segretamente da una persona sola.

 

“ non provavo niente. Ne spirito di ribellione, ne emozione per tale – chiamiamolo così – dono da parte del Signore Oscuro,

ne timore, ne odio verso coloro che me lo avevano imposto, ne verso mio padre che stava commettendo tutti gli sbagli possibili immaginabili, non provavo niente persino nei confronti di mia madre, succube come me di una logica di dominio assolutamente folle.

Ma qualcosa in me si è svegliato. Finalmente, mi dico. Sfortunatamente in ritardo, penso. Chissà quante cose avrei potuto evitare se mi fossi dato una scrollata prima. Sta di fatto che una scintilla è scoccata e ha acceso uno spirito che mai avevo assaggiato.

È una sensazione che mi scalda il cuore, bella e allo stesso tempo potente come il sole. 

Quello che voglio dire è che voglio poter essere utile, come l’Ordine lo è stato per chi lottava una guerra più grande di tutti noi, come Potter, la Granger o Weasley, sono stati l’esempio per migliaia di studenti come me.

Voglio potermi sentire parte di qualcosa. Qualcosa che non ho mai conosciuto come una famiglia, un gruppo, un amicizia. 

 

Concluse questo monologo dando le spalle al ministro, il suo sguardo viaggiava con nostalgia tra il Tamigi, tra la gente che passeggiava frenetica sotto alla finestra e il fumo dei tanti camini londinesi. Sussurrava queste parole più a se stesso che al suo interlocutore.

 

- mi hai commosso con queste parole, e sicuramente hai la mia approvazione. Ti ripeto, io sono favorevole a questo progetto, ma dovrai parlare con la persona che hai appena citato se vuoi che tutto ciò si realizzi - disse Kingsley, stampandosi in faccia un ghigno.

Divertito forse? Sicuramente alquanto bizzarro.

 

- non mi dica la prego, che la persona è .. – uno strano presentimento stava prendendo piede in lui.

- Non ce la farò mai – si disse – figuriamoci se dopo tutto il male che gli ho fatto proprio lui  acconsentirà a farmi entrare sulla carreggiata della mia redenzione. È una battaglia persa in partenza  - pensò sconsolato dopo aver capito il fatidico nome.

 

- Harry Potter, esattamente. È diventato il responsabile, non che direttore, oltre che a professore, responsabile e Preside dell’Accademia. –  concluse per lui.

 

- Miseriaccia –  ripeté in una perfetta imitazione degna del rosso Weasley.

 

 

                                                                                                    ----------

 

 

- Mancano dieci minuti –

 

- Mancano cinque minuti-

 

- Forse è meglio che vada, non sta bene far attendere le persone, soprattutto quando si è loro ospiti. – si stava ripetendo di fronte allo specchio, lanciandosi un ultima occhiata prima di prendere una manciata di Polvere Volante e arrivare al castello.

Aveva deciso di indossare un semplice vestito a fiori chiari, i capelli legati in un grazioso ciuffo sulla sommità della testa e una giacchettina di cotone celeste.

-  si, è la scelta giusta – sorride e senza esitazione entrò nel camino della Tana.

 

- Al Malfoy Manor – sillabò con cura.

 

 

 

 

 

 

Il capitolo è molto corto lo so, ma ho deciso di dividerlo in due parte, la seconda la posterò domani, prometto.

È una sorta di transizione obbligatoria.

Fatemi sapere se devo continuare, smettere, cambiare rotta o deviare un po’.

Grazie mille.

C.

 

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Capitolo 6
*** dopo tanto tempo. ***


Sono terribilmente dispiaciuta di essere stata assente per cosi tanto tempo. 
Dopo mesi e mesi e mesi e mesi di distrazioni quali università, fidanzamento, vacanze e tanto studio, sono pronta a continuare la storia che ho cominciato e della quale sono follemente innamorata .


Voglio promettere alle persone che hanno letto i primi capitoli che la storia andrà sempre più in salita e che non mancherò di stupirvi e di farvi innamorare come la sono io .
Spero anche che la mia storia riesca ad attirare sempre più lettori e amanti di questo fantastico mondo che non mi stancherà mai. 







con Affetto, Arwenlight.

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Capitolo 7
*** Di nuovo qui, di nuovo io. ***


Dopo anni di assenza è venuto il momento di riprendere in mano la mia storia. Negli scorsi anni ho trascurato, purtroppo lo ammetto, una storia alla quale mi ero profondamente affezionata, a causa di vicende personali molto delicate, e che ora sta rispuntando in me più forte che mai. Sono passati molti e molti mesi e forse non sono più la stessa persona, emotivamente parlando, che aveva cominciato ad armeggiare con una tastiera tempo fa. Sono decisamente maturata e forse l'ottica con cui avevo cominciato a scrivere si è leggermente sfuocata, ma non persa, anzi. Nelle prossime settimane affiderò al mio istinto le impressioni e e lunghe frasi che mi stanno girandolando in testa ultimamente. Spero di stimolare in voi lettori una nuova attenzione e una riscoperta passione per due personaggi che si sa, non stancherebbero mai.

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