Nonostante nessuno commenti, io la scrivo lo stesso.
Devo liberarmi di milioni e milioni di parole che mi balzano
in testa continuamente.
Con la speranza che a qualcuno piaccia, lascio il quarto
capitolo.
<< TU cosa? >>
un urlo riecheggiò per la Tana.
Uno stormo di uccelli si alzò dall’albero più alto del
giardino.
Hermione si aspettava la reazione del suo migliore amico -
per essere precisi si aspettava molto peggio - e per questo stava ridendo senza
preoccuparsi troppo di offendere il suo amico, che mai come prima la stava
guardando con un misto di sorpresa unito a ribrezzo.
Il ragazzo se ne stava seduto sul davanzale della finestra
di Ron; in assenza di quest’ultimo, chiamato dalla madre per fare chissà quale
cosa in cucina, Hermione aveva approfittato di quei minuti per introdurre il
discorso che avrebbe poi condiviso anche con il rosso.
<< oh
Harry non farmi la paternale solo perché voglio rendere la vita di qualcuno
meno ripugnante di quello che è! Tu non
puoi capire e questo lo sai bene! Hai sempre avuto qualcuno accanto pronto a
darti calore, sia prima della guerra che adesso.
Cos’ha lui?
Un castello immenso e vuoto, un camino da cui non verrà fuori nessuno e elfi
talmente spaventati dal suo cognome da non rivolgergli nemmeno uno straccio di
parola che non sia “padrone”.
Non merita
una possibilità di riscatto? >>
Harry non si
aspettava una risposta talmente infervorata da parte di Hermione.
Sapeva che
lei vedeva il bene in ogni cosa, ma non pensava
fino a quel punto.
<< ha
fatto uccidere Silente. Era un Mangiamorte >>
Hermione non
era sorpresa di sentire queste accuse, aveva passato mesi e mesi a sentire
quella parola, che ormai non aveva senso se non in ricordi lontani, in ogni
discorso riguardante il ragazzo.
“Mangiamorte”.
No, non lo
era, e di questo ne era assolutamente certa. Almeno non volontariamente.
Per esserlo
dovevi credere in Voldemort, credere che la morte potesse essere sconfitta con
la violenza, credere che il male fosse la luce per sconfiggere la monotonia
cupa del bene.
Poteva anche
esserlo stato fisicamente, e questo Draco stesso non lo aveva mai negato, ma la
seduzione intellettuale che Voldemort aveva esercitato su tutti i suoi
discepoli, non aveva avuto successo con lui.
- No. Non lo
era – disse a se stessa a conclusione di quel pensiero.
<< Harry, mi dispiace che tu la pensi cosi.
>> abbassò lo sguardo frustrata.
Perché
nessuno riusciva a capire?
<<
dammi un motivo, uno solo, per cui dovrei cambiare idea su di lui, e sarò pronto
ad incontrarlo, seppellire l’ascia di guerra e cominciare a considerarlo uno di
noi. >>
<< non
lo so, e tuttavia so che non è quello che ha sempre fatto credere di essere.
Non voglio sentirmi giudice della sua vita decidendo se condannarlo o no come
Mangiamorte , solamente in base a ciò che lui ha fatto a me, senza vedere ciò
che realmente lo ha spinto a comportarsi cosi.
Non
giustifico ciò che ha fatto, non potrei mai, ma non penso che Draco Malfoy,
preso da solo, così com’è sia una grande minaccia per noi. >>
<<
Discorso degno di un Magiavvocato Herm, mi chiedo
perché non vuoi ricominciare gli studi… >>
Harry
sorrise orgoglioso a quel piccolo tesoro che aveva davanti, ogni giorno
ringraziava il cielo per quella sorella che non aveva mai avuto ma che aveva
trovato in lei.
<<
stai sviando il discorso Harry Potter >> un mezzo sorrisino spuntò sulle
sue labbra.
<< ti
ricordi cosa ti dissi quando ci attaccarono dai Lovegood
? >>
Hermione se
lo ricordava eccome.
Semplici parole all’apparenza ma di un significato
tanto intenso da farla piangere.
<< Mi
fido di te. >>
<<
Esatto. E sempre sarà cosi, ragion per cui, se tu lo vuoi aiutare, lo aiuterò
anche io. >>
Hermione non
aveva bisogno d’altro per sapere quanto affetto provasse nei confronti di quel
testone, si alzò, corse attraverso la stanza e si gettò tra le braccia di
Harry. Il porto sicuro della sua anima.
<<
anche noi ci fidiamo di te Herm. >>
Una voce
fuori campo intervenne in quel quadretto pacifico.
Sulla porta
due figure tanto uguali fisicamente quanto opposte caratterialmente facevano
ingresso nella stanza, la prima dopo aver camminato con disinvoltura fino a
raggiungere Harry baciandolo gentilmente sulle labbra, si sdraiò sul letto.
L’altra si
avvicinò ad Hermione le baciò la guancia, facendola arrossire e si sedette per
terra incrociando le gambe, distraendosi con una papera di gomma trovata li
vicino.
Da quando la
loro storia era finita, seppure in modo tranquillo e pacifico, vivevano in una sorta di bolla di sapone in
cui ogni gesto era calcolato, misurato, ponderato.
<<
avete sentito tutto? >> aveva paura a chiederlo, non voleva che gli altri
due pensassero che lei volesse tenerlo nascosto proprio a loro.
<<
ogni parola, ogni pausa, ogni domanda, ogni risposta >> la voce rilassata
e calma di Ginny Weasley arrivò chiara e netta alle orecchie della ragazza.
<< non
hai bisogno di spiegazioni Herm, specialmente non con me. Già una volta ho
fatto l’errore di non credere nella bontà delle tue azioni, non ci sarà una
seconda volta. >>
questa volta
era stato Ron a parlare, e gliene fu tanto grata.
Non
avrebbero mai immaginato quanto lei reputasse importante la loro opinione. Per
quanto questa potesse essere discordante dalla sua.
E
continuò << se sei sicura di
quello che fai, e ne sei convinta al cento per cento, beh, penso che nessuno ti
possa fermare.
Beh, devo
ammettere, questa futura e stretta convivenza con il nemico mi fa infuriare
tanto quanto mi incuriosisce >>
<< non
esagerare Ron, non ti ha mica chiesto di accettarlo in casa come fratello ne
tantomeno passarci il Natale insieme,
anche se…anche se ce lo vedrei bene a cenare in
cortile con noi, in mezzo ad un mare di capelli rossi, con un maglioncino
giallo alla Molly Weasley con una D sul petto e
“ W Potter “ sulla schiena. “
La voce
melodiosa della rossa ruppe quella strana tensione carica di aspettative che si
era creata dall’entrata dei due fratelli nella stanza.
Tutti e
quattro si lanciarono dei sorrisini maliziosi e scoppiarono a ridere a
crepapelle contemporaneamente, finendo
tutti e quattro sul pavimento.
<<
sarebbe una bella vendetta fargli fare una roba del genere >>
<<
sarei il primo ad invitarlo giusto per far divertire un po’ mamma e papà.
>>
Disse Ron
ancora spezzato in due dalle fitte allo stomaco dovute alla risate, ma con un
ombra di malinconia negli occhi.
Nostalgia
per la vivacità degli occhi di sua madre, affievolita ormai.
Nostalgia
per la croccante voglia di vivere di suo padre, affievolita ormai.
Nessuno,
Hermione in primis, ebbe la forza di
intavolare un discorso per cercare di convincere Ron che tutto questo un giorno
sarebbe passato.
Un giorno questo dolore ti sarà utile . – pensava Hermione osservando il volto
triste dell’amico che ormai conosceva come il palmo della sua mano.
Non so come , ma sarà utile.
Il
pomeriggio passò velocemente tra chiacchiere e domande interessate di Ginny su
cosa avrebbe fatto con il furetto rimbalzante o su dove sarebbero andati o su
quanto sarebbero rimasti lontani da loro.
Hermione
rispondeva ad ogni domanda con la stessa risposta:
- non lo so.
–
<< e
perché lo fai allora se non hai nemmeno una chiara idea su cosa andrai a fare?
>> si domandava Ron tra sé e sé
evitando calorosamente di chiederlo alla diretta interessata per paura di
essere sbranato.
– dovrei
parlarne con Draco ma visto che non si è fatto ne sentire ne vedere magari sta
prendendo tempo per poi rinunciare o sta semplicemente mantenendo le distanze.
-
Hermione era
rimasta delusa da quella totale mancanza di interesse da parte di Draco su ciò
che avrebbero affrontato di li a breve. Arrivati a questo punto la ragazza era
dell’opinione che delle tante parole di Draco non se ne sarebbe fatto niente.
D’altronde erano passate quasi tre settimane e del ragazzo nemmeno l’ombra,
nessuna lettera, nessun segnale, niente di niente.
Nessun
viaggio.
Nessun opera
buona.
Nessuno “
ritrova me stessa”.
Non ebbe il
coraggio di rivelare i suoi timori agli amici, tuttavia loro compresero molto
di più di quello che lei stessa censurava e osava ammettere.
Avevano
capito che dietro alla facciata di “ smascheriamo Draco Malfoy” c’era qualcosa
di più profondo, di più radicato nei bisogni della ragazza: aveva bisogno di
qualcuno che non la conoscesse cosi come la conoscevano loro, aveva bisogno di
ripartire da zero.
- - - - - -
- - - -
Arrivò l’ora
di andare a letto, ed Hermione più sconsolata che mai, si gettò tra le calde
lenzuola del letto della sua stanza alla Tana – la vecchia stanza di Percy – sazia e assopita dall’enorme quantità del delizioso
cibo preparato dalla signora Weasley quando un ticchettio eccitato sul vetro
della finestra la disturbò dal suo stato di trance.
Un magnifico
gufo reale la osservava curiosamente al
di là del vetro; non si interrogò molto sull’appartenenza di tale animale. Un
occhiata bastò a decretare il mittente: un gufo solitamente non viaggia con un
papillon verde con ricamate due lettere nel mezzo.
D.M.
Con un
sospiro che poteva assomigliare a sollievo, Hermione aprì l’anta e lasciò che
il gufo planasse dentro la stanza, per poi
appollaiarsi sul sedile della poltrona della scrivania.
Con un passo
incerto si avvicinò allo splendido animale e con grazia e cautela sfilò il
bigliettino che aveva legato alla zampa.
Osservo per
un attimo l’aspetto della missiva e rimase estasiata come solo una so tutto io
come lei poteva esserlo:
La carta era
di fattura fine e pregiata, la ceralacca simbolo di importanza e rinomanza
perfettamente impregnata del simbolo della sua casata, la scrittura elegante e
signorile.
“ destinata ad Hermione Granger,
Tana, Abitazione Famiglia Weasley.
Ti porgo le mie scuse per questo
imperdonabile ritardo.
Draco Malfoy. “
Hermione
sorrise dell’ultima frase.
- ti dovrai
fare perdonare stupido furetto – disse
arricciando il labbro divertita.
Afferrò il
pesante tagliacarte appoggiato sulla scrivania del maniacale ex Caposcuola Percy, e attenta a non rovinare né la lettera, né la sua
stessa mano, riuscì a estrarre i fogli che conteneva.
- due fogli,
tanti prendendo in considerazione il fatto che negli otto anni passati il
massimo che ci siamo scambiati è stato “lurida Messosangue,
zannuta, Furetto, fottiti ” – pensò lei di primo acchito.
“ Hermione
Non c’è bisogno che tu mi dica
quanto sei arrabbiata con me per farmi comprendere il tuo disappunto per il
catastrofico ritardo, ma vorrei spiegarti le motivazioni di tutto ciò.
Partiamo dal presupposto che non ho
intenzione di rinunciare a quello che mi hai proposto, ne tanto meno
rimandarlo.
Subito dopo la fine della guerra,
ho scoperto di aver ereditato numerose proprietà nascoste dei miei genitori,
che non sapevo nemmeno di possedere in realtà: coltivazioni e piccole imprese,
abitazioni sparse nella nazione ed oro per una valore totale che nemmeno
menziono. Come se mi interessasse.
Come pensi possa essere stata per
me la scoperta di una cosa talmente insapettata?
Non sono riuscito a gestirmi
nemmeno una relazione d’amicizia in tutta la mia vita figurati te gestire delle
imprese e case abbandonate.
In queste tre settimane ho lavorato
giorno e notte con magiavvocati , notai e funzionari
del ministero per sistemare ciò che è mio di diritto ma che mi sento in dovere
di cedere ben volentieri.
Ho predisposto un fondo per aiutare
le famiglie colpite dalla tragedia della guerra, e calcolando la somma di
denaro che mi è stata donata, sono dell’opinione che questo fondo non finirà
mai.
Per quanto riguarda le abitazioni,
la vicenda è stata un po’ più complessa.
Ho offerto la tenuta nello Yorkshire al ministero come alloggio e college di
formazione per Auror e Spezzaincantesimi.
Ti piacerebbe quel castello, ne
sono sicuro, sperso in mezzo alle montagne, circondato da foreste, laghi,
praterie e cielo dai mille colori.
Non hanno saputo darmi una risposta
sul momento ma stanno prendendo in seria considerazione l’dea, d’altronde
sarebbe un luogo ideale per test d’addestramento e abilità e questo il ministro
della Magia Shakelbolt lo sa benissimo.
Cosa ne pensi?
Mi sento più libero e soddisfatto
adesso che ho contribuito a qualcosa che non faccia stare bene solo me stesso.
Non mi va di dialogare con te
tramite uno stupido foglio di carta, che ne dici se mi vieni a trovare qui al
Manor domani?
So che la casa ti spaventa
dall’ultima volta che ci sei entrata, ma con me non dovrai avere paura.
Ti mostrerò il lato buono di queste
mura e dalla quale sono convinto, non ti vorrai più allontanare.
Con.. si può dire “ con affetto”
date le nostre circostanze?
Beh, con quello che vuoi,
DracoMalfoy.