L'Inizio di un Nuovo Giorno

di Beatrice_B
(/viewuser.php?uid=14500)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Apprendere la Verità ***
Capitolo 2: *** Un Nuovo Impero ***
Capitolo 3: *** Presenze e Pensieri ***
Capitolo 4: *** Alleanza Ribelle ***
Capitolo 5: *** Incontri Sbagliati... ***
Capitolo 6: *** L'Attacco dell'Impero ***
Capitolo 7: *** Io sono vostro Padre ***
Capitolo 8: *** Nuovi Incontri ***
Capitolo 9: *** Anakin e Padmè ***
Capitolo 10: *** Ricatti ***
Capitolo 11: *** Fuga Disperata ***
Capitolo 12: *** Buone e Cattive Notizie ***
Capitolo 13: *** Fantasmi dalla Forza ***
Capitolo 14: *** Un Nuovo Giorno ***



Capitolo 1
*** Apprendere la Verità ***


Wecome To PageBreeze

Questa storia non è scritta a scopo di lucro, perciò i personaggi rimangono di proprietà esclusiva di George Lucas e della Lucasfilm.

Salve a tutti! Questa è la mia prima ff su Star Wars, film che adoro. Vi prego siate clementi!! Mi sono ispirata alla fine di EpIII… cosa sarebbe successo se Padmè non fosse morta, e Anakin/Vader non avesse completamente rinnegato il suo passato?

Leggete in tanti e commentate!!

Grazie e buona lettura,

PadmèSkywalker

ps: Purtroppo non posso garantire la pubblicazione quotidiana di nuovi capitoli. Probabilmente avverrà ogni 2/3 giorni. Scusate.

 

L’INIZIO DI UN NUOVO GIORNO

1° CAPITOLO………… APPRENDERE LA VERITA’

Aprì gli occhi. Una sala bianca le apparve, sfocata. Le lacrime l’accecavano. Un dolore infinito le squarciava l’anima. "Sto morendo" pensò. "E’ tutto finito"

Sentii un movimento alla sua destra e cerco con gli occhi la sorgente di quel rumore. Vide una figura, alta. Le sembrava familiare.

Un’altra fitta di dolore la percorse, e scoprì che stava urlando.

Sentii il vagito di un neonato. Una voce profonda le disse: - E’ un maschio…-

Con uno spasimo, si accorse che stava guardando suo figlio. -Luke…- disse debolmente. Cerco di allungare una mano per accarezzarlo, ma il minimo movimento era insopportabile.

Sembrava le avessero trafitto l’addome con una spada ardente. Con un urlo straziante, si abbandonò sul cuscino.

-Anakin…!-

- Padmè, hai avuto due gemelli… Resisti…!- disse la voce, disperata.

-Anakin… no, Anakin…-

-Anakin… non c’è, Padmè…- disse di nuovo l’uomo, con voce incerta.

-Ti prego… Anakin… Ti amo, Annie… Mi dispiace…- singhiozzò la ragazza sul letto d’ospedale.

Poi, sembrò che il dolore si acuisse. Mise a fuoco l’uomo. Lo riconobbe.

- Obi-Wan… in lui c’è del buono… io lo so… lo so che c’è… ancora…-

Sentì che una forza più grande di lei l’abbandonava. Sentì la propria testa appoggiarsi al cuscino, il respiro farsi pesante. Una mezza dozzina di scanner emisero suoni d’allarme. E poi il buio.

*

Il calore la avvolgeva. La luce le bruciava gli occhi. Strinse le palpebre e aprì la bocca. Emise un gemito. – Ann…-

- Padmè!- gridò una voce. Sembrava sollevata.

Prese tutta la forza che aveva e si costrinse ad aprire gli occhi. Lentamente, mise a fuoco la stanza. Una grande vetrata la separava da quello che sembrava un giardino. Le ricordava tanto Naboo…

Una figura anonima le prese la mano e la strinse. Con tutti i sensi, cercò di riconoscere quella persona.

Tentò di parlare. Una voce roca, che non assomigliava per niente alla sua, le uscì dalla gola riarsa. -Annie… sei… sei tu?-

L’uomo le rispose. - No. Sono Obi-Wan, Padmè. Mi riconosci?-

Padmè si sentì girare la testa. Perché Anakin non era lì, con lei? Prese un profondo respiro. - Obi-Wan? Dove sono…?-

- Ti ho portata a Naboo. Nella villa sul lago. Quella di cui me ne avevi parlato una volta, ricordi?-

La ragazza tentò di alzarsi, ma il dolore fisico non era del tutto scomparso.

- No. Non ti muovere. Sei ancora molto debole- disse Obi-Wan.

Padmè cercò elementi nella stanza che la potessero aiutare a ricordare cos’era accaduto. Vide il letto matrimoniale su cui era distesa. Obi-Wan era seduto di fianco a lei, sul materasso. L’uomo con i capelli castani e gli occhi verdi le rivolse un sorriso.

- Sapessi che paura ci hai fatto prendere!-

Padmè aggrottò la fronte, ma anche quel piccolo movimento le procurò una fitta alla testa. -Che è successo?-

-Come… - il sorriso scomparve dal viso di Obi-Wan. -Non ricordi nulla?-

-No- Padmè cominciava a irritarsi. Dimmi quello che è successo e basta!, pensò.

– Dov’è Anakin? Perché non è qui?-

-Anakin…?- ripeté Obi-Wan incredulo. -No… Padmè, ti sbagli… Anakin non c’è, ricordi?-

-Cosa devo ricordare?- sbottò con voce dura lei, quanto la sua gola lo potesse permettere. - Perché non lo fai venire?-

Obi-Wan si morse il labbro inferiore. Senza una parola, uscì dalla stanza. Padmè, non potendo urlare, si limitò ad aspettare che tornasse.

Obi-Wan tornò due minuti dopo. Era seguito da due persone. I visi sembravano familiari, ma Padmè non li riconobbe. Portavano entrambi un fagotto di lana azzurra.

- Padmè, loro sono Bail Organa e sua moglie.- disse Obi-Wan, incerto.

- Bail!- lo riconobbe Padmè. Bail e la moglie si avvicinarono. L’uomo indossava una casacca e un paio di pantaloni beige, e una fascia rossa a tracolla. La donna un largo vestito cortigiano e la stessa fascia rossa. Esibivano un sorriso forzato, triste. Padmè si chiese il perché, ma poi la sua attenzione fu catturata dai due fagotti che le porsero. Avvolgevano due bimbi identici, un maschio e una femmina. Lo capì senza che Obi-Wan le dicesse niente.

- Sono i tuoi figli, Padmè.-

Un largo sorriso le spuntò sul viso. Due lacrime si rincorsero sulle sue guance.

- Il maschio lo hai chiamato Luke. Ma la femmina…- disse Bail.

Padmè non rispose. Era intenta ad ammirare i suoi bambini. I piccoli avevano la pelle liscia e dormivano beatamente. Il bimbo aveva pochi capelli, ma i pochi che aveva erano color del sole, la bimba, invece, aveva i capelli scuri. Proprio come i suoi.

Sembrava aver perso l’uso della parola. Con fatica, distolse lo sguardo dai piccoli e lo posò sulle persone ai piedi del suo letto. Con gli occhi raggianti, disse: - Sono… sono bellissimi…-

E continuò ad osservarli per molto tempo. Poi, sembrò tornare in sé, e con un sorriso, disse: - Lei sarà Leia… come voleva Anakin. Ma…- il sorriso le scomparve dal viso.

-Anakin? Dov’è? Ha visto i bambini?-

-Anakin… non c’è, Padmè - sospirò Obi-Wan. - Riposa. Domani andremo dai tuoi genitori e così potrai raccontargli la storia completa. E la sentirai solo una volta. Credo sia meglio.- Concluse, abbassando la testa.

- Non voglio andare dai miei genitori. Non gli ho raccontato nulla di Anakin. In teoria non dovrebbe saperlo nessuno- ribattè la ragazza.

- E vorresti togliergli la gioia di scoprire di avere due nipoti? Non credo- continuò lui.

Se ne andò. Bail esitò, ma poco dopo lo seguì. Sua moglie, con un sorriso solcato da una lacrima, le si avvicinò e sussurrò: -Mi dispiace-. Poi se ne andò anche lei.

Padmè rimase di stucco. Perché nessuno mi vuole dire cosa è successo? Poi, si occupò dei bambini. Ne imparò a memoria i lineamenti. Notò che Luke assomigliava moltissimo ad Anakin: gli stessi capelli, gli stessi occhi e la stessa fossetta sul mento. Mentre Leia le assomigliava soprattutto nella forma degli occhi.

Rimase per molto tempo ferma a guardarli, fino a che la sua attenzione fu catturata dal tramonto del sole di Naboo. Quando giunse il buio, strinse a sé i piccoli e si addormentò.

*

Sentiva dei bimbi piangere. Nel buio dei suoi sogni, la senatrice Padmè Amidala vedeva i suoi gemelli. Tentava di raggiungerli, ma con più si avvicinava, più loro si allontanavano. - Leia! Luke!- li chiamò.

Poi scomparvero. Disperata, si girò e vide due persone, un ragazzo e una ragazza che si assomigliavano. Il maschio le ricordava molto Anakin…. La ragazza portava una tunica bianca e i capelli raccolti a rosa sulle orecchie. Le sorridevano entrambi. Ma poi arrivò un uomo incappucciato e li portò via. La testa le faceva male da morire…

Si svegliò di soprassalto. I gemelli piangevano. Padmè si portò una mano al cuore. Un brivido freddo le era sceso dalla schiena fino alle gambe. Il respiro ansioso piano piano si placò e riprese il ritmo normale. Come se si fosse accorta solo allora che i bimbi piangevano, saltò giù dal letto, provocandosi un altro giramento di testa. Si appoggiò alla cassettiera di legno accanto al materasso. Piano, raggiunse la culla, dove i bambini, agitando i pugni, erano rossi di rabbia.

Chissà chi li ha spostati qui, si chiese Padmè. Ricordava perfettamente di essersi addormentata con loro e il pensiero che qualcuno fosse entrato nella stanza mentre dormiva, non le andava a genio.

Li prese entrambi in braccio e li appoggiò sul letto matrimoniale. In un cassetto trovò dei ricambi e li cambiò, chiedendosi chi avesse pensato a tutto.

Obi-Wan era apparso sulla porta. Osservava Padmè darsi da fare per calmare i gemelli, e, non sapeva perché, provava uno strano senso di orgoglio. E di tristezza. Padmè non lo meritava, si disse.

Si fece avanti e le disse: - Padmè, mentre tu dormivi… ehm… dopo il parto…, hanno provveduto i droidi medici a nutrire i piccoli. Io non avrei saputo come cavarmela-

Padmè si girò di scatto, turbata. -Oh, ciao- disse. - In effetti, stavo pensando come dargli da mangiare.- Era ancora un po’ irritata poiché Obi-Wan non le aveva parlato di Anakin.

Obi-Wan sobbalzò, cogliendo il messaggio. - Oh, bene. Scusa. Ci vediamo dopo-

Padmè lo guardò mentre andava via, e provò tanti sensi di colpa. Non lo aveva mai trattato così male. Era da sempre un grande amico, sia suo che di Anakin. Anakin… cosa ne era stato di lui? Questi pensieri le affollavano la mente mentre allattava i piccoli. Quando ebbero finito, li vestì e li sistemò con cura dentro ad una culla mobile.

Questa la seguì, grazie ai propulsori antigravitazionali silenziosi, fino al salotto, dove la aspettava Obi-Wan. Lui era vestito come sempre da Jedi. Padmè indossava un lungo vestito, che era aderente fino sotto al seno. Poi da lì, piano, si allargava fino a terra. Un mantello argenteo le copriva le spalle, mentre i capelli ricci erano tirati indietro da una fascia azzurra.

Obi-Wan, che sembrava immerso in una meditazione, non si voltò.

Padmè lo guardò per un po’, come per cercare di scoprire i segreti che lui le teneva nascosti. Poi parlò, incerta. - Obi-Wan?-

Lui sussultò e si girò lentamente. Studiò per pochi istanti la ragazza e disse: -Allora, hai deciso se andare dai tuoi genitori?-

Padmè rimase in silenzio, poi disse: - Sì. Hai ragione tu. Non ho il diritto di privarli di una cosa tanto bella.-

E si avviarono.

*

Mentre camminavano lentamente, non parlavano. La culla stava al fianco di Padmè, la quale la guardava ogni mezzo minuto.

Era abbastanza assorta nei pensieri, che si accorse a malapena di essere arrivata a Villa Naberrie, la casa dove aveva trascorso i 10 anni più belli della sua vita. Senza contare quelli con Anakin, si corresse dopo.

Venne avviata alle Carriere Speciali quando ebbe 11 anni. A 12 venne nominata Principessa di Theed. Ma, sorrise fra sé e sé, ormai quel titolo appariva solo nei trattati ufficiali. Quando parlavano di lei, la chiamavano Senatrice. O, quando venne eletta Regina, sua Altezza. Solo le persone della sua famiglia, i suoi amici più intimi e Anakin la chiamavano Padmè. Sembra strano, ma lei, in un certo senso, voleva abbandonare la carriera da Senatore. Una volta aveva rischiato persino di farsi uccidere, pensò. Più di una volta. Tutti gli attentati, le esecuzioni, l’odio… Non serviva a nulla. A lei bastavano solo Anakin e i bimbi. Ma ora non le volevano nemmeno dire dov’era finito Anakin…

Bussò a porta Naberrie, con una strana emozione addosso. Le aprì la madre.

- Padmè!- disse sorridendo, e la abbracciò.

- Mamma, questo è un mio amico, il Maestro Jedi Obi-Wan Kenobi.-

- Salve- lo salutò formalmente la madre.

Nel frattempo, una ragazza più alta di Padmè era apparsa dietro alla porta.

- Sola!- la abbracciò Padmè.

- Oh, Padmè! E’ da tantissimo che non ti vedo!- disse la donna.

- Obi-Wan, lei è mia sorella Sola- sorrise Padmè.

Obi-Wan inchinò brevemente il capo, e il gruppo entrò in casa. Entrarono nel salotto, e lì la madre di Padmè notò la culla.

- Padmè…? Cos’è…?-

- Oh…- abbassò il capo la ragazza. Prese un gran respiro e disse: - Sono i miei figli, mamma.-

La donna la guardò sbalordita, poi si lascio cadere sulla poltrona alle sue spalle.

- Come… come hai detto?- balbettò.

Padmè abbassò lo sguardo. Sola si sedette su una sedia e rimase a guardare incredula la culla mobile.

La ragazza sapeva che avrebbero reagito così. Ma, si disse poi, lei come avrebbe reagito se fosse venuta a scoprire che aveva due nipoti nati in gran segreto? Respirò profondamente. -Papà è in casa?-

La madre scosse la testa, incapace di rispondere. Sola, con voce spenta, disse:

-Ah- rispose Padmè depressa. Avrebbe voluto raccontare la storia solo una volta. Suo padre era solito a chiedere tutti i dettagli, quindi avrebbe dovuto ripeterla almeno tre volte.

- Ma… Padmè…- iniziò la madre con voce bassa e tremolante. - Com’è successo…? Tu… non ci hai mai detto che… avevi un ragazzo… o che eri incinta…-

- Sono qui per raccontarvi tutto- disse Padmè, cercando di mantenere un tono calmo. - Nemmeno io so cos’è successo, alla fine. Obi-Wan è qui per questo.-

Obi-Wan prese un gran respiro. Gli dispiaceva raccontare tutto davanti alla famiglia di Padmè. Preferiva dirglielo in privato. Ma annuì comunque.

Padmè si sistemò sul divano, portando accanto a sé la culla. I gemelli dormivano. Obi-Wan si sedette accanto a lei.

La ragazza cominciò. - Tutto iniziò tredici anni fa, durante il blocco di Naboo. Vi ricordate quando fuggii travestita da ancella? Bè, andammo a Tatooine per comprare i pezzi di ricambio per la nave danneggiata dai Federalisti. Incontrammo Anakin Skywalker, un bambino schiavo che ci aiutò a ripartire e salvò Naboo…-

- Aspetta un secondo- la interruppe la sorella. - Anakin Skywalker non è quello con cui venisti a mangiare tre anni fa qui?-

Obi-Wan le lanciò un’occhiata di sbieco.

- Sì- rispose Padmè. - Venne avviato alla Carriera Jedi. Obi-Wan fu il suo Maestro fino a due anni fa. Tre anni fa, dopo 10 anni, ci rincontrammo. Anakin era cresciuto e si assunse il compito di proteggermi dai continui attentati. Venimmo qui a Naboo. Alla casa sul lago.>

La madre di Padmè annuì. - Ci sposammo io e tuo padre, lì…-

- Sì- assentì la ragazza. - Proprio lì. Anakin diede chiari segni di essere legato a me, ma io cercai di ignorarlo, sapendo che gli era proibito dai Jedi innamorarsi. Ma poi morì sua madre e non potevo continuare ad ignorarlo. Dovevo aiutarlo. Aveva perso la persona che amava di più al mondo.-

Obi-Wan si mosse e Padmè si bloccò. Deglutì e ricominciò con voce tremante. - E a quel punto, non potevo ignorare i miei sentimenti. Rischiammo di farci uccidere dai Separatisti a Geonosis, e gli confessai il mio amore…-

Un’arena le apparve alla mente, Anakin che le si allontanava lentamente… poteva rivedere le lacrime nei suoi occhi, la disperazione…

Scosse la testa e continuò. - Ci sposammo… nella villa sul lago… in gran segreto…-

La madre voltò il capo. - Come? Vi siete sposati? Ma Padmè… non ci hai mai det…-

- Non potevo!- esclamò la ragazza. - Era proibito, lo capite? Ma lo amavo, lo amavo più di ogni altra cosa al mondo. E lo amo ancora adesso. Qualche mese fa dovette partire per andare a liberare il Cancelliere… l’Imperatore- si corresse. Non poteva credere che la Repubblica fosse stata sconfitta. Palpatine non poteva credere che la libertà durasse nell’Impero. - E io rimasi incinta. Tornò, ma si avvicinò sempre di più a Palpatine. Lo aiutò a fondare l’Impero e andò a Mustafar per uccidere i Federalisti. Io ricordo solo che partii per andarlo a fermare.- concluse.

Fece un cenno ad Obi-Wan. Il Maestro sospirò e deglutì. - Tu, Padmè, scendesti dalla nave, nella quale io mi ero nascosto…-

Padmè lo guardò a bocca aperta ma non disse nulla. Tornò a concentrarsi invece sulla culla.

- Dovevo fermare Anakin. Era il mio migliore amico, non potevo stare a guardare mentre si distruggeva. Così, quando mi vide, s’infuriò.- E poi aggiunse: - Era convinto che tu lo avessi tradito.-

-Come…? Ma io non…- iniziò stupita la ragazza.

- Padmè, io non so come reagirai. Non so come dirtelo, ma… lui cercò di strangolarti, con la Forza…-

Il viso di Padmè si bloccò. Un filo di voce uscì dalle sue labbra semi-chiuse. Cominciò a tremare e, all’ improvviso, ricordò tutto. L’urlo terribile dalla bocca del suo amore, che aveva gridato: - Bugiarda!-, la lava più rossa del sangue, il viso impaurito e infuriato che Anakin aveva assunto…

- No…- sussurrò la ragazza, portandosi una mano alla bocca. - No…-

La sorella e la madre la guardavano, spaventate.

Obi-Wan prese il coraggio a due mani e continuò: - Combattemmo. Anakin cadde nella lava e…- non finì la frase. Sapeva che era inutile. Chi cadeva nella lava non aveva possibilità di sopravvivenza.

Padmè sgranò gli occhi, che si riempirono di lacrime. Il respiro le usciva con un singulto. - Annie… no…- sussurrò.

- Mi dispiace- disse Obi-Wan sinceramente.

Lo sguardo di Padmè si fissò nel vuoto, la sua mente immersa nei ricordi. Un Anakin stravolto le apparve, dopo la strage dei Tusken. Poi un bambino che le sorrideva in mezzo ad una grande festa. Ricordava la sua risata, durante la rotolata nel grande prato. La sua rabbia e la sua disperazione quando voleva salvarla dalla morte. Un grido lancinante, da spezzare l’anima: - Io ti odio!- *

- Io ti odio… ti odio…- sussurrò immersa nei pensieri Padmè. - Ho sentito un urlo… Ero stesa a terra… C-3PO cercava di trascinarmi sulla nave…-

- Lo ha detto quando ha visto che non lo aiutavo… mi dispiace veramente, Padmè.-

- Padmè - iniziò Sola, incerta.

Poi, la calma e il controllo che avevano sempre caratterizzato la Senatrice Amidala, crollarono. Le lacrime sembravano essere infinite, le scivolavano incessantemente sulle guance pallide.

Con voce strozzata sussurrò: - Annie… no… Non può essere… morto… ti prego, ti prego….-

Si accasciò sulla spalla di Obi-Wan e iniziò a piangere, singhiozzando.

------------------------------------------------------------------------------CONTINUA

* Sicuramente Padmè, nel film, non ha sentito Anakin gridare queste parole, ma l’ho proposto ipotizzando che Anakin sia caduto nella lava proprio sotto alla piattaforma di atterraggio a Mustafar.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Un Nuovo Impero ***


Wecome To PageBreeze

Salve a tutti!

Eccoci al secondo capitolo di "L’inizio di un nuovo giorno". Questo capitolo è stato abbastanza difficile da scrivere, e, più precisamente, non mi soddisfa pienamente la discussione tra Padmè e Obi-Wan. In effetti mi trovavo in un periodo zero-idee. Comunque spero che vi piaccia.

Buona lettura,

PadmèSkywalker

p.s: Ringrazio Jenny76 che ha commentato! Continuate a farlo, mi raccomando!!!

2° CAPITOLO………… UN NUOVO IMPERO

Nello spazio, mentre una ragazza si rendeva conto che il suo amore era perduto, un uomo fece i suoi primi passi verso una nuova vita. Il primo raggio di sole, nel suo universo, recò dolore. L’Imperatore gli aveva curato le ferite che aveva subito nello scontro con il Jedi. Non erano mortali, ma erano dolorose. Ma niente, niente era confrontabile con il dolore che gli attanagliava il cuore. La morsa che aveva cercato di sconfiggere per tredici anni lo stava distruggendo, sempre più velocemente.

- Darth Vader?-

L’uomo si alzò lentamente dal letto in cui era stato disteso per tre lunghi giorni. I capelli castani, schiariti dalle radiazioni rifletterono la luce fioca di una stanza circolare.

Lo spazio era quasi interamente occupato da macchinari medici. Gli occhi azzurri si abituarono rapidamente all’oscurità. Vide accanto a sé un uomo basso, il viso coperto da un cappuccio.

- Darth Vader?- ripeté quest’ultimo.

- Sono Anakin Skywalker. – rispose il ragazzo.

- Quello è il nome che appartiene ai Jedi. Ti sei unito ai Sith. Ti sei unito a me, mio giovane apprendista. Sei un Sith, ora. Il tuo nuovo nome sarà Darth Vader- disse il vecchio.

- Sì, mio Maestro- replicò il giovane. Aveva la sensazione che si fosse dimenticato qualcosa, ma non riusciva a capire cosa. All’improvviso, il ricordo lo colpì violentemente.

- Padmè!- urlò. - Dov’è? Sta Bene? Il bambino?-

Il vecchio chinò il capo, e con voce soddisfatta, disse: - Mi dispiace, Darth Vader. Ma temo che nella tua ira, tu l’abbia uccisa.-

Il ragazzo sgranò gli occhi. Le pupille si dilatarono, il sangue defluì dal viso. Iniziò a sudare freddo. - No… è impossibile… io non avrei mai…-

- L’hai uccisa, mio apprendista. Tuo figlio se ne è andato con lei.- continuò il vecchio.

- No… no…- sussurrò il ragazzo. Con le iridi rese blu dalla paura, si chinò in avanti. Le ginocchia cedettero, una rabbia e un dolore mai provato gli investì le membra. Voleva gridare, voleva distruggere tutto ciò che quella stanza conteneva. Strinse i pugni e i denti. I macchinari e i droidi implosero, con rumore secco. Una lacrima gli scivolò sull’imitazione meccanica di una vera mano.

L’aveva condotta alla morte… ed era proprio da quello che la voleva salvare…. Tutto quello che aveva fatto, tutte le prodezze che aveva compiuto, le aveva realizzate per lei. Non poteva morire… non sarebbe mai dovuta morire….

L’urlo gli esplose in gola, senza nemmeno che lo chiamasse. - No!- gridò al colmo della frustrazione. - No!!-

Si lasciò cadere sul pavimento nero, e urlò di disperazione.

*

Guardava la sfera nera pronta ad uccidere i migliaia che non si sarebbero alleati con l’Impero. Guardava l’Arma che l’Imperatore aveva costruito, e della quale lui ne era l’ammiraglio. L’uomo sospirò, pensando che non avrebbe mai dovuto allearsi con l’Impero. Non si sarebbe giunti a nulla. Fino a che, almeno, non sarebbe arrivato un uomo capace che li avrebbe guidati con sicurezza.

Come se fosse uscito dai suoi pensieri, un uomo incappucciato gli si avvicinò, guardando anch’esso la terribile stazione da battaglia. L’ammiraglio, cercando di non farsi notare, lo studiò. Aveva l’aria di una giovinezza quasi scomparsa, ma non ancora perduta. I capelli erano castani chiari e gli occhi sembravano azzurri. Sul viso gli si leggeva un dolore infinito, il dolore di chi ha superato migliaia di prove ma non è riuscito nel suo intento. Vicino all’occhio destro c’era una lunga cicatrice che partiva dalla fronte e si fermava appena sopra la guancia. Gli dava un’aria da duro. Ma un duro triste, pensò.

- Quando avrà finito di indagare sulla mia storia personale, forse le potrò dire chi sono io- disse il ragazzo, improvvisamente.

L’ammiraglio fu preso alla sprovvista. Eppure non aveva parlato. Come aveva…?

- Sono Darth Vader, ammiraglio. Sono il responsabile della Morte Nera. Decido io cosa fare, quando e come. E voglio che lei dia ordini per preparare il carico al trasferimento- continuò con voce monocorde il giovane.

L’ammiraglio esitò. Chi credeva di essere questo novellino?

-Ora- ringhiò Vader freddo.

L’uomo scattò sull’attenti. - Sì, signore.- E si allontanò.

Vader rimase a guardare la stazione da battaglia più potente di tutta la Galassia. Il pensiero di Padmè gli sfiorò la mente, ma ormai aveva esaurito tutto il dolore da espellere. La memoria di quella ragazza così fragile, ma al tempo stesso così forte gli sarebbe rimasta nel cuore per sempre.

Ma pensarci non l’avrebbe aiutata, si disse Vader. Non l’avrebbe mai riportata in vita.

*

Non voleva svegliarsi. Voleva raggiungere Anakin… voleva rivederlo un’ultima volta. Non poteva svegliarsi… perché non lo capivano? La sua anima sarebbe sempre rimasta vuota… che senso aveva continuare a soffrire?

- Padmè!-

Lentamente, aprì gli occhi. La luce le inondò le pupille, che si richiusero immediatamente. Si girò sul materasso, ma doveva aver sbagliato i calcoli perché non sentì più il materiale morbido e con un tonfo cadde sul pavimento. Sbattè la fronte ed emise un gemito. - Ahi!-

- Padmè!- continuò la voce.

- Arrivo Obi-Wan!- si rialzò lei, massaggiandosi la testa.

Si infilò il mantello blu scuro e volse lo sguardo verso i gemelli. Sorrise tristemente. Se solo Anakin li potesse vedere… Si scosse dai pensieri e si avviò per il salotto. Ma questo era vuoto. Obi-Wan era appoggiato alla balaustra di marmo sulla terrazza e osservava il lago sottostante.

Una volta Anakin era nella sua stessa posizione, ricordò Padmè. Quando si diedero il primo bacio, quando lei capì che era innamorata profondamente di lui.

Si costrinse a ricacciare indietro le lacrime e lo raggiunse. Appoggiò le mani sulla balaustra lavorata e guardò le montagne lontane. Sentì tutto il dolore di quelle giornate: aveva cercato deliberatamente di non salire in terrazza, per paura che il ricordo di Anakin le potesse strappare l’anima. E, infatti, sentiva la presenza di un passato trascorso, di un passato che non sarebbe mai tornato.

- Venimmo qui, Anakin e io, durante gli attentati- disse improvvisamente Padmè. Sorrise tristemente. - Mi diede un bacio. Era così dolce…- Una lacrima le spuntò, ma si fece forza e la ricacciò indietro.

- Padmè- sorrise Obi-Wan, e le prese la mano.

La ragazza sussultò per quel tocco inaspettato. Voltò il viso e lo guardò nei profondi occhi verdi. Somigliavano tanto a quelli di Anakin… Ad un tratto, la lacrima tanto temuta le scivolò sulla guancia. Vide gli occhi di Obi-Wan seguirla e asciugarla con una mano. I lunghi capelli ricci della ragazza erano racchiusi in un elegante nodo ed erano mossi da una leggera brezza. L’abito era scollato e bianco. Il mantello si muoveva leggermente nell’aria. La mano di Obi-Wan le sfiorò i capelli. Padmè chiuse gli occhi e sentì l’eco della voce di Anakin… Non mi piace la sabbia… Tutto così liscio, e levigato… Ma quando sentì il corpo di Obi-Wan farsi più vicino, aprì gli occhi e lo guardò, disperata. Obi-Wan sembrava attratto dalla fiamma di dolore che le bruciava negli occhi color nocciola. Continuava ad avvicinarsi.

- Obi-Wan…- iniziò incerta Padmè.

Obi-Wan si fermò improvvisamente. L’attirò a sé e la abbracciò. Padmè appoggiò il mento alla sua spalla e sentì le sue mani circondarle la schiena.

- Ce la farai, Padmè. Lo so, ce la farai…- disse lui.

- L’ho perso, Obi-Wan… la mia vita non ha più alcun senso senza di lui…- sussurrò lei.

Obi-Wan la lasciò, sul suo volto dipinta un’espressione delusa.

- Non è da te, Padmè. Sei forte. Hai sempre superato le cose difficili.-

Padmè lo guardò, stranita. Cosa ne sapeva, lui? - Obi-Wan, ti consiglio di non dirmi quello che devo fare, soprattutto ora.-

- Ma è vero, Padmè! Non sei più la stessa!- esclamò lui, allargando le braccia.

La ragazza lo guardò indignata. - E’ appena morto Anakin! La persona che amavo più di ogni altra! Come…?-

Obi-Wan scosse la testa. - Cerca di dimenticarlo. Ora non c’è più.-

Il respiro di Padmè si fece pesante. Il cuore cominciò a batterle velocemente. - Come puoi essere così superficiale? Era mio marito!-

- La più grande virtù è non attaccarsi alle persone.- replicò Obi-Wan.

- Tu… tu mi credi un Jedi. Io non lo sono! Io non riconosco il vostro dovere di non amare! Io amavo Anakin, e lo amerò sempre! Avrà sempre il mio cuore! Niente potrà sostituirlo!- gridò Padmè, rabbiosa. I capelli cominciavano a crollarle dal nodo elegante.

- E infatti guarda adesso come stai!- ringhiò Obi-Wan. Appena ebbe finito di parlare, si pentì di aver detto quella frase.

Padmè crollò sul divano vicino al muro della sua camera. Il respiro era ansioso e pesante. Obi-Wan le si avvicinò velocemente. - Scusa Padmè. Non volevo. Non le pensavo, quelle cose. Ti prego perdonami.-

Padmè continuava a guardarsi le ginocchia. Poi voltò gli occhi verso Obi-Wan e scoppiò in lacrime. - Hai ragione, invece. E’ stata tutta colpa mia… tutta colpa mia…-

- No… no… no…- sussurrò Obi-Wan.

- Non dovevo sposarlo… se non lo sposavo, tutto questo non sarebbe mai accaduto…-

- Se tu non lo sposavi, non avresti mai avuto quei due splendidi bambini- disse Obi-Wan dolcemente abbracciandola.

Il cuore di Padmè, sentendo parlare dei propri bambini, si alleggerì. - I bambini…-

- Sì, Padmè. Non è stata colpa tua. Non lo hai sposato per farlo morire. Lo hai sposato per renderlo felice, e perché lo amavi. Te lo giuro, in quegli anni, l’ho visto più felice di quanto fosse mai stato.-

Padmè scosse la testa. - Ma era il Prescelto! Il suo compito non era amare me, era riportare equilibrio nella Forza…-

Obi-Wan sorrise. - Anche i più saggi possono sbagliare. Gli antichi Jedi forse sbagliarono ad interpretare la Profezia. Forse il suo futuro non era diventare un Jedi. Forse il suo futuro era amare proprio te…-

Padmè annuì, ringraziandolo mentalmente per le bellissime parole che la confortavano. Sapeva che lo avrebbe percepito.

Si alzò dal divano e rimase in piedi vicino ad Obi-Wan. Lei sorrise debolmente, lui le fece un cenno con il capo. Padmè aprì la bocca per dire qualcosa, ma la richiuse e si avviò in silenzio verso la sua stanza.

Obi-Wan rimase a guardarla mentre se ne andava e si sentì strano. Avvertì una presenza… una presenza familiare… Ad un tratto, sentì nel cuore una sensazione di dolore e di disperazione. Era così forte che si costrinse a rimanere in piedi. Si appoggiò alla balaustra con una mano. Poi, come tutto era cominciato, si fermò. Si appoggiò una mano sul cuore, aspettando che ricominciasse a battere normalmente.

Gli venne un pensiero. No, impossibile, si disse. Sempre pensieroso, si avviò verso il salotto.

*

- Milord!-

Trasalì. Una mano tesa nel buio, l’altra stretta attorno all’impugnatura della spada laser. L’aveva sognata. Oh, no, l’aveva sognata ancora.

- Milord?-

Voltò la testa verso la porta. E poi la volse verso il proprio corpo. Era steso sul letto, completamente vestito.

- Milord?-

- Che c’è?- sbottò Vader, infastidito da tanta insistenza.

- Milord, signore, abbiamo finito di trasportare il carico sulla Morte Nera. Possiamo iniziare il trasferimento dell’equipaggio?- disse la voce dell’ammiraglio.

- Proceda. Preparate il mio caccia personale. Sarò pronto tra un’ora- disse Vader.

- Sì, signore- rispose l’ammiraglio.

Vader ascoltò i passi dell’uomo affievolirsi nel corridoio. Poi si mise seduto e si prese la testa tra le mani. L’aveva sognata. Così bella, dolce… ma triste, aggiunse una vocina nella sua testa.

Basta, pensò Vader scrollando il capo come per liberarsi di lei. Ma il suo ricordo non abbandonava le più profonde oscurità del suo corpo. Nel sogno, lei giocava sul prato di Naboo. Era così spensierata… Poi il sogno cambiava e lei era lì, davanti a lui, che gli diceva di essere incinta.

Si mise una mano sugli occhi e aspettò che il dolore alla testa si placasse. Momenti quasi dimenticati gli tornarono alla mente: il primo incarico da solo come Padawan, la nomina a Cavaliere Jedi… il suo primo bacio… La memoria del matrimonio gli provocò una fitta al cuore… Ricordò, con un sorriso, la prima volta che lui e Padmè avevano dormito assieme. Ricordava esattamente le curve delicate del suo corpo e il suo respiro, calmo e regolare… Ricordava quando lei si era addormentata sul suo petto, dopo che avevano fatto l’amore per la prima volta. Era rimasto lì, tutta la notte, ad osservarla mentre respirava e gemeva nel sonno. Quella notte gli era rimasta impressa nella memoria. Ne serbava il ricordo perfettamente. Gli venne in mente con quanta difficoltà lo aveva nascosto a Obi-Wan…

Ora basta, si disse. Non poteva continuare a crogiolarsi nei ricordi. Spinse il volto di Padmè nella parte più recondita del suo cervello e si alzò.

------------------------------------------------------------------------------CONTINUA

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Presenze e Pensieri ***


Wecome To PageBreeze

Salve a tutti!

Eccoci al Terzo Capitolo, intitolato Presenze e Pensieri. In effetti, mi rendo conto di aver distorto abbastanza il personaggio di Obi-Wan per questa FF, ma dovevo farlo per… ehm… "esigenze di copione", mettiamola così!

Spero che vi piaccia,

PadmeSkywalker

p.s: rispondo a Jenny76, che ringrazio prima di tutto perché continua a commentare! Ho ipotizzato che Anakin cade sulla ghiaia del vulcano quando Obi-Wan gli taglia gambe e braccio, ma però non prende fuoco. Obi-Wan pensa sia morto perché è difficile sopravvivere in quelle condizioni e perché, in effetti, lui pensa di averlo ucciso. L’Anakin di questa storia non ha maschera, ma solo gambe e braccia artificiali. Oltre a "qualche piccola" cicatrice…

3° CAPITOLO………… PRESENZE E PENSIERI

Obi-Wan stava meditando, seduto sul pouf in salotto. Con la parte cosciente del suo cervello, poteva sentire Padmè che giocava con i gemelli nella stanza accanto. La parte incosciente era immersa nel faticoso tentativo di dare un significato alla sensazione di disperazione che aveva percepito sulla terrazza.

Forse era stato solamente la percezione della presenza di Padmè, o forse… forse era stato proprio Anakin... Ma no, pensò Obi-Wan. Come posso sentire la presenza di Anakin, se Anakin non c’è più?

Una sensazione familiare lo scosse e aprì gli occhi. Padmè era in piedi accanto alla porta, che lo osservava. -Obi-Wan?- disse.

-Padmè, io…- iniziò Obi-Wan.

-Cosa?- disse Padmè sedendosi sul divano accanto al pouf.

-Io… credo di aver sentito la presenza di Anakin…- disse il Jedi.

-Come… no, cioè hai sentito…?- chiese lei stupefatta.

Obi-Wan si alzò e le si sedette accanto. La guardò dritta negli occhi. -Io credo che sia un’eco… di Anakin…-

Padmè abbassò lo sguardo. - E se fosse stata veramente una presenza?-

Poi lo fissò disperatamente. - E se fosse ancora vivo?-

Obi-Wan scosse la testa. - Come poteva sopravvivere in quelle condizioni?-

Padmè si morse un labbro. Sembrava voler dire qualcosa, ma non ne aveva il coraggio. Sapeva che si sarebbe fatta male da sola, ma ormai… ne valeva la pena.

- Obi-Wan…- disse la ragazza, con voce bassa. - Come è morto Anakin?-

Obi-Wan non rispose. Come poteva raccontarle una cosa tanto spaventosa… come poteva dimenticarla? Il fuoco, le fiamme, la lava… Anakin…

- Non credo che…- iniziò.

- Ti prego- lo interruppe Padmè.

Il Maestro Jedi sospirò.

- Tu cadesti a terra. Svenuta. Anakin mi guardò. Potevo vedere la sua rabbia vibrare. Mi urlò che ti avevo messo contro di lui e che non ti avrei mai portato via.- Obi-Wan guardò Padmè, in attesa.

- Continua.- disse la ragazza.

Lo Jedi deglutì. -Gli dissi che Palpatine era il vero malvagio. Che lui stesso era la causa della tua perdita. Mi minacciò di uccidermi- si interruppe, percependo un emozione in Padmè. La guardò di traverso e continuò. - Il mio compito era uccidere i Sith. Estrassi la spada… e combattemmo.-

Padmè si mordeva un labbro.

Obi-Wan riprese. - Mi disse che quella sarebbe stata la mia fine. Io saltai sulla sponda di un vulcano e gli dissi che non poteva vincere. Lui mi urlò che sottovalutavo i suoi poteri… Percepii quello che voleva fare, e lo avvisai di non farlo. Lui saltò e… gli tagliai le gambe e un braccio.-

Un gemito uscì dalle labbra di Padmè. Ha fatto tutto questo per me, pensò. Voleva salvarmi… e io l’ho ucciso…

- Scivolò sul ciglio del fiume di lava…

"Tu eri il Prescelto!" urlò l’uomo sulla sabbia rovente. "Era scritto che distruggessi i Sith, non che ti unissi a loro!"

Il ragazzo rotolava sempre più giù. Urlando di dolore, cercava di aggrapparsi, ma ogni cosa era sgretolata dal caldo infernale.

"Dovevi riportare equilibrio nella Forza, non lasciarla nelle tenebre!" continuava l’uomo. Le lacrime gli scesero sulle guance.

Il ragazzo raccolse le sue energie, l’urlo lancinante esplose tra le cascate di lava. "Io ti odio!!!!!"

Urlava. Urlava di dolore.

Il Maestro Jedi scosse il capo, distrutto.

Voltò la testa. Non poteva vedere il suo migliore amico ridotto così. Il suo migliore amico…

Si arrampicò sulla montagna e prese comando della nave di Padmè, per salvarla, per portarla via da quel pianeta maledetto…

- Ha sofferto…- Padmè si portò una mano alla bocca.

- Lo so- rispose Obi-Wan - Ma non potevo fare altrimenti.-

Padmè sospirò. Come poteva raccontare a Obi-Wan il suo dolore? Come poteva nasconderglielo? Sentiva di non poter più mentire a nessuno, non dopo così tanto tempo passato a vivere nella menzogna.

Voleva renderlo partecipe della gioia più profonda che le scioglieva la mente, quella dei suoi bambini, ma era giusto nascondergli anche il dolore più atroce che le perforava il cuore? In che modo poteva esprimergli tutto l’amore che provava per Anakin? Che parole avrebbe usato per raccontargli come i suoi occhi s’illuminassero quando qualcuno pronunciava il nome di Anakin, o come lui fosse il suo ossigeno, la sua ragione di vita? Non sopportava più tenere nascosto un amore che ormai era stato distrutto fisicamente. Lo avrebbe sempre tenuto nel cuore, avrebbe raccontato ai suoi bambini la storia del loro padre, Anakin Skywalker, un grande guerriero, un grande Jedi. Un Sith? No, Anakin non era diventato un Sith. Era solo un uomo disperato.

Alla fine, trovò solo tre semplici parole, che racchiudevano quell’immenso amore, quella passione trascendente.

- Obi-Wan- disse Padmè. - Io lo amo-

Obi-Wan la guardò. Padmè capì. Ai Jedi era proibito provare amore. Come poteva Obi-Wan capire l’amore intenso che la legava ad Anakin?

- Spero che tu mi capisca- aggiunse la ragazza.

-Sì, Padmè. Più di quanto tu non creda.- disse il Maestro jedi.

Padmè lo guardò più intensamente. - Io non mi arrendo, Obi-Wan. Io so che è ancora vivo. Lo sento.-

Obi-Wan scosse il capo. -Anche se fosse ancora vivo, e non credo, ormai è dannato…-

- No- esclamò Padmè allibita. - Come puoi dire questo… era… il tuo migliore amico…!-

-Tu non lo hai visto. Non era Anakin… Era...- ma non riuscì a dire con precisione cos’era Anakin. I gemelli cominciarono a strillare, e Padmè si alzò.

- Ti prego, Obi-Wan. Aiutami a cercarlo- disse la ragazza. Poi, con un’ultima occhiata al Jedi, uscì dalla stanza.

Obi-Wan si premette una mano sulla tempia, sospirando. Se Padmè avesse trovato Anakin, cosa di cui dubitava, sarebbe stata in pericolo. Lui era il pericolo. Non l’avrebbe lasciata andare da sola…

*

Lord Vader stava salendo sul suo caccia personale, che, stranamente, assomigliava a quello dei Jedi.

Dopo essersi allacciato le cinture, decollò e spinse i motori verso l’arma che assomigliava ad una piccola luna. Morte Nera, l’aveva chiamata l’Imperatore.

I motori rombarono e Vader percepì una sensazione che non sentiva da anni. 13 anni. La sensazione che il corpo fosse parte della cabina del caccia, come se il suo cervello fosse il motore. Non la provava dalla gara dei Podracer… la gara per lei… la gara che fece per salvarla… Padmè…

Scuotendo la testa, decollò. Era solo un bambino… e l’amavo… . Gli tornò in mente quando, finita la gara, lei si era avvicinata con un gran sorriso e gli aveva dato un bacio sulla fronte. Lo aveva lasciato spiazzato…

E per sdebitarsi, le aveva intagliato un ciondolo di jaipor. Ricordò improvvisamente quanto era bella mentre lo osservava… Aveva un cappuccio rosso sulla testa, e aveva steso la sua vestaglia su Anakin, perché stava tremando dal freddo. Poteva ancora sentirne il delicato profumo…

Quale pazzia lo aveva spinto a stringere il suo collo? Obi-Wan… Se lei non avesse coinvolto Obi-Wan, ora sarebbe stata ancora viva…

Ma non mi avrebbe seguito comunque, pensò Vader.

Quando atterrò, la sua mente era sgombra…

*

Padmè Amidala aveva le mani appoggiate alla balaustra del terrazzo. Il vento leggero le scompigliava i lunghi capelli ricci e le faceva volteggiare l’orlo della veste azzurra che indossava. Osservava le verdi montagne lontane. Aveva un’espressione triste ed era pallida. Spostò lo sguardo e guardò le rose quasi sfiorite sotto di sé. I petali caduti riempivano l’aria del loro profumo. Sospirò brevemente e guardò di nuovo il cielo limpido. Un puntino nero. Sembrava quasi una luna. Stringendo gli occhi per osservarla meglio, sentì che Obi-Wan le si stava avvicinando. Voltò il capo e disse:

- Obi-Wan… guarda…-

E gli indicò lo strano punto scuro. - Non c’è mai stato, prima d’ora…- continuò la ragazza.

Obi-Wan si sporse dal terrazzo e osservò per alcuni minuti quel fenomeno. - Non ho idea di cosa sia- disse. - Mi piacerebbe saperne di più…-

Padmè rimase in silenzio. Poi parlò. - Mi dispiace per ieri. Ma ho davvero intenzione di cercare Anakin. Non dovevo coinvolgerti.- Abbassò lo sguardo. - Fai come vuoi. Non ti sto obbligando per aiutarmi.-

Obi-Wan la guardò. - Padmè, ti aiuterò. Ma sappi che non abbiamo uno straccio di possibilità… -

Lei sospirò. - Tentare non costa nulla.-

*

Vader si muoveva a passo sostenuto verso l’ufficio dell’Imperatore. Era livido. Si fermò davanti alla porta e bussò, irritato.

La porta si aprì e Vader entrò nell’oscuro ufficio del suo Signore. L’Imperatore era seduto di schiena in una grande poltrona e osservava lo spazio immenso da una grande vetrata.

Vader gli si avvicinò, ma rimase dietro alla poltrona, senza dire nulla.

- Qualcosa ti turba, mio giovane apprendista?- chiese l’Imperatore con voce bassa e profonda.

- Mio Maestro…- esitò Vader. - Volevo chiedere perché ci siamo avvicinati così tanto al pianeta Naboo.-

Palpatine ridacchiò. - Naboo è uno dei sistemi lealisti. Meglio conservare le amicizie, Darth Vader. Potrebbero tornare utili.-

Vader sospirò e insisté. - Mio signore, Naboo era il pianeta di Padmè…-

Al nome Padmè gli si era formato un nodo in gola e si fermò.

- Sì… sì… E’ anche il mio pianeta natale, se non ricordo male…-

Vader abbassò il capo. La poltrona girò di centottanta gradi e si ritrovò faccia a faccia con il Sith. Questi, con voce bassa e divertita, disse: - Sento la rabbia che è in te, Darth Vader… Hai paura di incontrare il tuo vecchio maestro?-

Vader alzò il capo di scatto. - No!- esclamò. - Non ho paura di Kenobi…-

- Cosa c’è allora?-

Vader sospirò. - C’è qualche… possibilità… che sia ancora viva?-

L’Imperatore ridacchiò più sgradevolmente. - Lo scoprirai da solo, mio apprendista…-

-----------------------------------------------------------------------------CONTINUA

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Alleanza Ribelle ***


Wecome To PageBreeze

Ciao!!

Eccoci al quarto capitolo della FF che ho dedicato al film che adoro: Star Wars!! S’intitola Alleanza Ribelle (è un po’ cortino…) ma non presenta davvero l'Alleanza Ribelle. E', diciamo, un'introduzione al capitolo successivo, con alcuni pensieri di Darth Vader.

Spero che vi piaccia,

Buona Lettura,

PadmèSkywalker

p.s. Continuo a ringraziare Jenny76: ti ringrazio per aver continuato a commentare e, davvero, per me è davvero importante che ti piaccia questa storia!! Grazie e Continua!!!

4° CAPITOLO………… ALLEANZA RIBELLE

Padmè Amidala stava accudendo i gemelli. Appena ebbe finito di dargli da mangiare, essi si addormentarono.

Rimase appoggiata alla ringhiera della culla, studiandone i profili. Anakin sarebbe stato felice di crescere i suoi figli… E ora lei non sapeva nemmeno dove si trovasse, o se fosse ancora vivo.

Un campanello squillò e una voce maschile la chiamò:

- Padmè!-

- Arrivo, Obi-Wan!- rispose. Fece una carezza ai suoi figli e raggiunse Obi-Wan nell’ingresso della villa.

Era in compagnia di un uomo che Padmè conosceva bene. Era il governatore di Naboo, il suo mentore.

- Sio!- esclamò Padmè con un sorriso, e corse in avanti per salutarlo.

- Senatrice Amidala…- disse lui con un inchino.

- Oh, smettila di usare questa stupida parola! Chiamami Padmè, te l’ho già detto!- rise lei.

Sio Bibble sorrise poi abbassò il capo, con evidente preoccupazione.

- C’è qualcosa che non va?- chiese la ragazza.

- Devo parlarti- disse il governatore.

Padmè lo condusse nel soggiorno e si sedettero tutti e tre su un grande divano.

- Dimmi tutto- lo incoraggiò lei.

- Padmè… tua madre mi ha raccontato ogni cosa… e mi dispiace molto per tutto quello che è successo- proferì tutto d’un fiato.

La ragazza abbassò il capo.

- L’Imperatore Palpatine ha deciso di venire qui, per incontrare la Regina e stabilire la nuova dominazione imperiale- raccontò Bibble. - La Regina e tutta la Corte hanno chiesto la tua presenza. Tu lo conoscevi meglio di tutti… ed è ben nota la tua capacità straordinaria di negoziare.-

- Devo incontrare Palpatine?- chiese sbalordita la ragazza. - L’Imperatore? Quello che ha ucciso tutte quelle persone innocenti, che non volevano sottomettersi al suo controllo? Quello che ha… ingannato Anakin?-

Bibble continuò. - Possiamo raggiungere un accordo. Lui non sa ancora dell’Alleanza Ribelle.-

- Alleanza…?- ripeté lei. Il nome le era familiare, ma non riusciva a ricordarne il perché…

- E’ l’organizzazione anti-imperiale che hai fondato con Bail Organa, Padmè. Mi sono dimenticato di dirtelo- intervenì Obi-Wan.

Lei annuì. Sio riprese. - Ti prego, cerca di esserci. E’ domani pomeriggio, al Palazzo Reale.-

Il governatore si alzò, quasi contemporaneamente ad Obi-Wan. Quest’ultimo lo accompagnò alla porta.

Padmè rimase sola, turbata dalle parole del suo mentore. Quando Obi-Wan le si sedette accanto, lei era ancora immersa nei suoi pensieri.

- Padmè?- disse lui incerto.

Il viso di Padmè si voltò. I suoi lineamenti s’indurirono in un’espressione risoluta. Poi annuì piano. - Ci andrò. E’ mio compito andarci- disse piano.

- Verrò con te- sussurrò Obi-Wan.

Lei abbassò lo sguardo. – Grazie- mormorò.

*

Darth Vader, nella sua stanza, si stava infilando lo scuro mantello che di solito portava quando era un Jedi. Anche i suoi abiti erano gli stessi. Stranamente, lui aveva sempre preferito gli abiti di pelle scura a quelli di stoffa chiara che portavano solitamente tutti gli Jedi. In un certo senso veniva riconosciuto in quel modo.

Mentre la stoffa scura gli si appoggiava contro il petto, sentì qualcosa di duro sbattergli contro la spalla. Stupito, cercò dentro alla tasca interna del mantello e ne tirò fuori…

"No…" pensò Vader. Il ciondolo di Jaipor… Il ciondolo che aveva regalato a Padmè quando era solo un bambino! Era rimasto nella sua tasca… da quando era partito per Mustafar.

Ricordava bene quando Padmè glielo aveva dato…

Anakin parcheggiò il caccia jedi nella piattaforma di atterraggio nella veranda di Padmè. Lei arrivò, con un’ espressione preoccupata, ma sempre splendida. Indossava una larga camicia da notte, azzurra. I capelli ricci le scendevano sulla schiena. Lo aveva abbracciato con tutte le sue forze e baciato.

Quando il baciò finì, lei cominciò a parlare, preoccupata. - Stai bene? Ho sentito che c’è stato un attacco al Tempio Jedi… si vedeva il fumo da qui-

Anakin le mise una mano sulla spalla per calmarla. - Sto bene… ero venuto per vedere se tu e il bambino stavate bene.-

Con voce isterica, Padmè continuò. - Che è successo?-

Anakin si bloccò. Poi parlò. - I Jedi hanno tentato di rovesciare la Repubblica.-

Lei sgranò gli occhi, stupefatta. - Non… non può essere vero!-

- Ho visto tutto, Padmè-

Lei scosse il capo. - Oh, Anakin… E tu che cosa farai?-

Anakin la guardò brevemente, poi si voltò. - Io non tradirò la Repubblica… la mia lealtà rimane col Cancelliere, e con il Senato…- poi si voltò di nuovo verso di lei. – E con te-

Con voce acuta, lei chiese: - E Obi-Wan?-

Lui scosse il capo, infastidito. - Non lo so. Molti Jedi sono stati uccisi-

Padmè sussultò per la freddezza che Anakin mostrava nei confronti del suo migliore amico.

Lui continuò. - Possiamo solo sperare che sia rimasto fedele al Cancelliere-

Con voce disperata, lei sussurrò: -Anakin, ho paura-

Anakin le accarezzò una guancia. - Abbi fede, amore mio. Presto tutto andrà per il verso giusto. Devo andare a Mustafar, dove si sono rifugiati i Separatisti, per concludere questa guerra-

I suoi occhi brillarono di gioia ferina. - Aspettami finchè non torno, va bene?-

Lei annuì piano. Poi si alzò sulla punta dei piedi e baciò ancora Anakin. Calde lacrime cominciarono a scenderle dagli occhi.

Appena si staccò, lei si sfilò il ciondolo che Anakin le aveva regalato anni e anni prima, e lo porse al marito. Lui le sorrise e lo indossò al collo.

Fece per salire sul caccia, dicendo: - Aspettami-, ma Padmè lo trattenne per una mano. Singhiozzava. -Ti prego torna da me, amore mio…- disse tra le lacrime. -Torna da me… io ti amo… ti prego…-

Prima di chiudere il portello, Anakin le sorrise dolcemente. -Lo dici come se fossi già partito-

Ora Vader studiava il piccolo ciondolo di Jaipor. La notte che lo aveva donato a Padmè gli tornò alla mente. Era una fredda notte. Anakin non riusciva a dormire, e Padmè, all’epoca quattordicenne, lo aveva coperto con la sua vestaglia rossa. Anakin aveva estratto dalla tasca il pezzetto di legno. E lo aveva messo nelle sue mani. Lei aveva sorriso, così dolcemente… E gli aveva detto che lo avrebbe sempre portato nel cuore.

Vader si scosse. Fece per gettare sul letto il piccolo oggetto, ma qualcosa lo fermò. Un pensiero… un presentimento….

Come se fosse in trance, se lo infilò al collo. Si calò il cappuccio sugli occhi e uscì dalla stanza.

-----------------------------------------------------------------------------------CONTINUA

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Incontri Sbagliati... ***


Wecome To PageBreeze

Carissime!

Grazie per aver commentato!

Ecco il 5° capitolo… !!!

p.s x Angi e Gius:: Non ti preoccupare… ihih… l’incontro avverrà molto presto!!

ah, e per quella cosa di anakin: ani non ha la maskera, ha gli arti però artificiali. Ho solo ipotizzato che venisse amputato da Obi-Wan e non si bruciasse nella lava…

Salutoni!!

p.p.s x Jenny76: Palpatine ha dei progetti precisi su Padmè… e Obi-Wan farà la sua apparizione più importante, in questo capitolo…

Buona Letturaaa!!!

padmèskywalker

5° CAPITOLO………… INCONTRI SBAGLIATI

Il giorno dell’assemblea, Padmè si svegliò di soprassalto, come se qualcuno le avesse urlato nelle orecchie. Non fece nemmeno colazione da tanto che era nervosa.

Indossò un vestito adatto alle situazioni formali. Era un abito splendido, verde, fermato in vita da una fascia viola. Le maniche erano svasate ed era dotato di un lungo mantello e di un cappuccio.

Quando fu l’ora di andare, Obi-Wan si mise davanti a Padmè e le disse: - Sei sicura? Non sei obbligata ad incontrare Palpatine-

Lei abbassò il capo. - Devo capire cos’è che vuole dalla Galassia e cosa vuole da noi-

Obi-Wan annuì piano e precedette Padmè fino all’astronave che li avrebbe condotti a Theed, nel Palazzo Reale.

Dopo solo una mezz’oretta, infatti, arrivarono nella splendida capitale Naboo. Centinaia di guardie incappucciate di rosso sostavano nella grande Palace Plaza.

- L’Imperatore è già arrivato- disse Padmè. E sospirò.

- Non aver paura- la rassicurò Obi-Wan.

- Non ho paura dell’Imperatore. Ho paura che usi le parole per farmi del male, per ricattarmi come… come ha fatto con Anakin- mormorò tristemente la ragazza.

Appena la nave atterrò, i due scesero e si presentarono ad una guardia Naboo. Questa li accompagnò fino alla Sala del Trono. C’erano molte persone illustri.

Quando la Regina vide Padmè varcare la soglia, si alzò e andò ad abbracciarla, come una sorella. - Oh, Senatrice Amidala. Sono felice che siate potuta venire-

Padmè sorrise piano. - L’Alleanza Ribelle non fallirà-

A quelle parole, il Senatore Bail Organa si avvicinò a Padmè e le strinse la mano.

- Padmè…-

- Bail… Anche tu qui?- chiese la ragazza stupita.

Bail annuì. - Alderaan e Naboo sono sistemi lealisti. L’Imperatore non vuole perdere troppo tempo-

Padmè si guardò intorno. Vicino alle grandi vetrate stavano Boss Nass, il re dei Gungan Nabooiani, e Jar Jar Binks, un Gungan che Padmè ricordava essere molto goffo.

In un angolo, il governatore Sio Bibble parlava seriamente con una donna elegantemente vestita.

Padmè le si avvicinò. - Vostra Maestà- disse. La donna si voltò e sorrise indulgentemente.

- Senatrice Amidala, il mio nome è Schryma, lo sapete vero?- disse.

Bail le si avvicinò e prese la moglie sottobraccio. - Io e la Regina saremo felici di mettere a disposizione Alderaan per la base Ribelle.-

Appena finito di parlare, due Guardie Rosse entrarono nella Sala.

Padmè respirò profondamente e vide sfilare davanti a sé due uomini. Uno, l’Imperatore, camminava lentamente. La sua faccia rugosa era stiracchiata in un orrendo sorriso compiaciuto. L’altro, lo seguiva da dietro, era un uomo alto. La ragazza non riuscì a vederne la faccia, poiché il cappuccio era pesantemente calato sul viso. Quando quest’ultimo passò, Obi-Wan si mosse a disagio al suo fianco.

Si fermarono entrambi davanti alla Regina di Naboo. Questa allungò una mano, per rispetto delle buone maniere, ma l’Imperatore non la guardò neppure.

- Vorrei parlare con qualcuno che sappia ragionare- gracchiò.

La Regina si gelò. - Io so ragionare-

L’ometto ridacchiò. - Oh, sì… ma è al trono da troppo poco tempo… Vorrei parlare con un rappresentante del Senato…-

Padmè si fece avanti, e parlò, con la voce chiara e impostata dai lunghi anni di esperienza in politica.

- Io sono la rappresentante di Naboo nel Senato e…-

Non finì di parlare. L’uomo con il viso coperto dal cappuccio si era voltato di scatto verso di lei, tanto velocemente che il cappuccio gli ricadde sulle spalle. Il cuore di Padmè mancò parecchi battiti.

Nel silenzio incredulo della sala, le lacrime cominciarono a scenderle dagli occhi.

-Anakin…?- sussurrò tra le lacrime.

Anakin respirava affannosamente. Come poteva… essere ancora viva…? Come…? Fece un passo incerto verso di lei.

- Pad…- mormorò.

Le labbra della ragazza tremavano violentemente. Scoppiando in singhiozzi, si gettò tra le braccia di suo marito.

- Oh, Anakin… Credevo… credevo fossi…- singhiozzò disperatamente lei.

Anakin la strinse forte a sé. - Padmè…-

L’Imperatore osservava la scena con espressione imperscrutabile. La Regina guardava a bocca aperta, come del resto, tutti quanti.

Obi-Wan abbassò il capo e si morse un labbro.

Padmè si staccò dalla spalla di Anakin e scosse il capo, incredula. Lui sorrise e la baciò.

Poco dopo, lei separò le loro labbra e gli sussurrò all’orecchio. - Oh, Anakin… Mio Anakin…- Poi si sciolse in un largo sorriso. Piangeva dalla gioia. - Io li ho chiamati… Luke e Leia… Tu volevi che lei si chiamasse Leia, vero?-

Anakin la guardò stupefatto. - Di chi parli?-

Lei scosse il capo. - Dei… nostri figli…-

- Nostri… sono due?- ripeté Anakin.

Lei comprese. Anakin non sapeva che i loro figli erano due. Annuì piano.

Lui sorrise e l’abbracciò stretta. Le sussurrò all’orecchio: - Mi dispiace… mi dispiace di averti fatto del male, ma…-

Lei si staccò dall’abbracciò e contemplò Anakin. - No… non m’importa. Tutto ciò che voglio è che non mi lasci mai più…-

Ma lo sguardo di Anakin non era su Padmè. Stava guardando una persona alle sue spalle. Era livido di rabbia e di odio.

- Tu…- sussurrò con collera.

Padmè si girò e vide Obi-Wan. Se n’era completamente dimenticata! Fece un passo in avanti per trattenere Anakin. – No, Anakin…-

- Lo proteggi? Lo proteggi dopo tutto quello che ci ha fatto?!- ringhiò il ragazzo.

Lei scosse il capo, disperata. - Anakin… no… fermati…-

Le iridi del ragazzo cambiarono colore. Dall’azzurro profondo che erano diventarono gialle.

Padmè si ritrasse spaventata. Anakin sfilò la spada laser dalla cintura e l’accese. Una lama di colore rosso scaturì dall’impugnatura. Padmè la osservò terrorizzata.

- Questa volta non mi sfuggirai, Obi-Wan!- urlò il ragazzo.

- No!- gridò Padmè mettendosi fra i due. - Anakin! Era il tuo migliore amico, non puoi…-

-Vattene!!- ringhiò Anakin con odio.

La ragazza sentì qualcosa che la fece scivolare a terra, verso la Regina.

Obi-Wan osservava pacato. Rivolse i profondi occhi azzurri verso Anakin. - Vedi? Lo stai rifacendo, Anakin. Se mi uccidi, diventerò più potente di quanto tu non creda-

Alzò la lama azzurra della sua spada laser. Anakin colpì. Obi-Wan parava i fendenti con velocità. Padmè singhiozzava aggrappata a Bail. Le guardie presenti non avevano il coraggio di intervenire, e, insieme ai politici, si erano allontanate dai due combattenti.

Poi, Obi-Wan si ritrasse e si fermò. Guardò Padmè e sorrise dolcemente. Abbassò l’arma, ma Anakin sferzò un colpo. Il corpo di Obi-Wan cadde a terra, con il suo mantello.

Un grido straziante, da lacerare l’anima. - Nooooo!!!!-

Era Padmè che si era gettata su Anakin. - Fermo… fermati… l’hai ucciso…-

Si chinò singhiozzante sui resti di Obi-Wan ma il corpo era scomparso.

- Cosa…?- balbettò.

Anakin parve ridestarsi da una trance.

L’Imperatore rideva sgradevolmente. - Bene, Darth Vader. Hai posto fine al tuo tormento.-

Anakin respirò affannosamente e si chinò al fianco di Padmè. L’abbracciò e scoppiò in lacrime. - Oh, Padmè… non… non… davvero… sono…-

- Annie… che hai fatto…? L-lo hai ucciso! Hai ucciso il tuo migliore amico…!- singhiozzò Padmè.

Si alzò in piedi e fuggì dalla Sala.

Anakin rimase immobile dov’era. Poi, senza degnare uno sguardo all’Imperatore, che lo chiamava, la seguì.

Riusciva a percepire attraverso la Forza dove andava. Corse fino a Palace Plaza e la vide salire su un’astronave. "Oh, Padmè… torna indietro…"

Decollò con il suo caccia e la seguì. Capì subito dove andava. Nella Regione dei Laghi.

La vide atterrare e lui fece lo stesso. La ragazza corse dentro alla villa dove abitava, con Anakin alle spalle.

Chiuse la porta, ma con la Forza, Anakin riuscì a spalancarla. Entrò nella casa dove aveva passato i momenti più felici della sua vita. Percepì Padmè nella stanza accanto, ed entrò nel salotto.

Lei era là, inginocchiata ai piedi del divano, con le braccia che le circondavano il capo appoggiato al morbido tessuto. Singhiozzava disperatamente.

Anakin le si avvicinò e le toccò i capelli. Non si sarebbe mai aspettato ciò che accadde dopo. Padmè si alzò, rabbiosa, tremante e singhiozzante. Il suo viso era arrossato e i capelli le cadevano dall’acconciatura elegante.

- Come hai potuto!- strillò con voce acuta.

- Padmè… è… avevo paura…- balbettò Anakin.

- Di cosa? Era il tuo migliore amico! Era come un padre per te…- singhiozzò la ragazza.

- Avevo paura che… tu ti fossi innamorata di lui…- mormorò Anakin abbassando il capo.

- Anakin…- sussurrò lei, con le lacrime come fiumi in piena. - Come avrei potuto… farti questo…? Tu sei il padre dei miei figli… l’unico uomo che abbia mai amato in vita mia…-

Anakin si rese conto dello sbaglio che aveva fatto. Obi-Wan cercava solo di aiutarla… aveva cercato di uccidere Padmè per un malinteso… un solo, stupido malinteso…

- Mi dispiace…- mormorò Anakin.

Padmè sembrava così sola e debole mentre piangeva in mezzo alla stanza. Anakin la raggiunse e l’abbracciò. Lei si sciolse, singhiozzando contro il suo petto.

Ad un tratto, un vagito ruppe il silenzio.

Anakin tremò e Padmè si staccò da lui. Mentre la ragazza si dirigeva verso la stanza da cui provenivano i rumori, Anakin la seguiva da dietro. Aveva solo la vaga impressione che da lì a pochi minuti avrebbe visto i suoi figli.

La ragazza entrò in una piccola, ma ariosa e luminosa stanza e si chinò su una culla molto grande. Anakin le si avvicinò.

Vide Luke e Leia. Erano così piccoli… Luke gli assomigliava molto, ma aveva gli occhi di Padmè. Mentre Leia era la fotocopia della ragazza, ma aveva il mento a fossetta di Anakin. Colto da una grande tenerezza, passò un braccio intorno alla vita sottile di Padmè.

Lei tremò improvvisamente e si scostò. Lui la fissò. - Che c’è, Padmè?-

Lei scosse il capo. - Io… io… ti amo… Annie> sussurrò.

- Con... me…? Cosa intendi…?- chiese Anakin.

- Io non mi unirò a te… e all’Imperatore…- rispose lei con voce appena più sicura.

- Cosa? Tu… vuoi rimanere qui? Senza di me?- fece Anakin allibito.

- Sei tu che non vuoi stare con me… Anakin, il tuo posto è qui! Con i tuoi figli! Se non vuoi farlo per me, fallo almeno per loro!- esclamò Padmè mentre le lacrime le brillavano negli occhi.

Anakin scosse la testa. - Io… io non ti capisco! Perché vuoi rimanere a Naboo? Se vieni con me, potremo stare insieme… Potremo governare la Galassia insieme!...- disse a denti stretti, mentre la rabbia gli azzannava la mente.

La ragazza sussurrò con voce spezzata: - Vedi? Sono le stesse parole che mi hai d-detto a Mustafar… Anakin, io ti rivoglio indietro… Ti prego…-

Anakin sospirò rabbiosamente. Le iridi fiammeggianti si spostarono sui figli. Li guardò, freddo, e poi gettò un’occhiata sprezzante alla moglie.

Si voltò e si diresse verso la porta. Lei lo guardava incredula, gli occhi gonfi di pianto. - Anakin…- lo chiamò debolmente.

Lui si girò e infilandosi il cappuccio, con voce gelida, disse: - Il mio nome non è Anakin. Io sono Darth Vader-

E con quell’affermazione scomparve. Padmè rimase immobile, poi, portandosi una mano alla fronte, scoppiò in singhiozzi disperati.

*

L’Imperatore osservava il pianeta Naboo allontanarsi dalla Morte Nera. Sorrideva ironico. Sentì la presenza del suo apprendista dietro di lui.

- Lord Vader, dovevi convincerla ad unirsi a noi…- disse.

Vader piegò il capo. - Non lo avrebbe mai fatto. Il suo amore per la democrazia è tale che…-

- Non mi servono scuse, mio apprendista- lo interruppe l’Imperatore. - Lei ama i vostri figli. E sa che se Luke e Leia verranno su questa nave, ne usciranno Sith.- Poi ridacchiò sommessamente. - Ah, i Sith non provano amore. Noi traiamo la nostra Forza dalle nostre passioni. Solo gli stolti sono in grado di amare.-

Vader strinse i pugni e chiese: - Cosa devo fare, mio signore?-

- Raduna tre unità sul pianeta rifugio di Endor. Costruiranno un deflettore più potente laggiù…. E non ti preoccupare… la Senatrice Amidala capirà ben presto che avrebbe fatto meglio a seguirti-

*

- Questo è l’inizio di una guerra, signori-

Furono le parole con cui Bail Organa iniziò il discorso della prima assemblea dell’Alleanza Ribelle.

Nella grande sala, erano presenti molti Senatori, più la Regina di Naboo, la Regina di Alderaan e Sio Bibble. Padmè sedeva al fianco di Bail, nel tavolo riservato ai fondatori dell’Alleanza. Alla sua sinistra, sedeva la Senatrice Mon Mothma, vestita come al suo solito di bianco.

- Questo è l’inizio di una guerra, signori- ripeté Organa - Tra gli ultimi residui di Repubblica e il nuovo Impero. Un esercito è pronto a contrastare gli attacchi dei cloni. La pace regnerà nella Galassia-

Un Senatore abbastanza anziano si alzò. - Ma la base?-

Mon Mothma si alzò. - Trasferiremo la nostra base su una delle lune di Yavin, credo Yavin 4. L’Impero non ci troverà, lì.-

Padmè abbassò il capo, mordendosi un labbro.

- La Senatrice Amidala intende dire qualcosa- proferì Organa.

Padmè si alzò, splendida nel suo vestito chiaro, che le faceva risaltare a pelle ambrata del viso. Deglutì piano, poi, con voce risoluta, disse: - Il Cancelliere non doveva fare questo. La Repubblica era nata per restare un Repubblica, non per trasformarsi in Impero. Se uniremo le nostre forze, sconfiggeremo l’Arma dell’Imperatore. Vinceremo, riporteremo la pace e prosperità nella Galassia.-

Le sue parole vennero accolte da un caloroso applauso, lei si sedette. Abbassò il capo, cercando di trattenere le lacrime.

Scusami…

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** L'Attacco dell'Impero ***


Wecome To PageBreeze

Ciao a tutti!

Ecco il 6° Capitolo, L’Attacco dell’Impero, dove finalmente troviamo un po’ di azione.

Sono passati circa 17 anni dalla prima riunione dell’Alleanza Ribelle.

Vorrei davvero ringraziare tutte coloro che fino ad ora hanno commentato. Il vostro commento mi serve moltissimo, soprattutto per sistemare alcune frasi o alcuni capitoli che potrebbero non essere chiari.

Grazieeeeeeeeeeeeeeeeee!!!

p.s. Sì, avete ragione, sono un pochino sadica. Riguardo a Obi-Wan, già prima di iniziare la fanfiction sapevo che ne sarebbe dovuto andare, ma… mi sento un pochino in colpa, perché se prendete maluccio la morte di Obi-Wan, alla fine della fanfiction verrete tutte a casa mia per uccidermi!! Non voglio anticiparvi nulla, comunque. Vi posso solo dire che Obi-Wan (che dopo Anakin e Padmè è il mio pers preferito) avrà una giusta celebrazione… ve lo prometto!!)

padmèskywalker

 

 

6° CAPITOLO… L’ATTACCO DELL’IMPERO

Passarono anni, durante i quali l’Alleanza Ribelle preparò il suo attacco alla Morte Nera. I Jedi vennero sterminati dall’Impero. Padmè Amidala cresceva nel suo ruolo di Capo della Ribellione, mentre Luke e Leia diventarono grandi.

Quando ebbero 17 anni, Leia aveva iniziato a lavorare con la madre, mentre Luke si esercitava nella guida di caccia monoposto.

Un giorno, a Naboo pioveva fitto. Nella casa sul lago, Leia e sua madre studiavano le nuove leggi dell’Imperatore sul pianeta Endor. Aveva infatti pronunciato strane leggi, per cui nessuno, che non fosse autorizzato, non poteva atterrare sul pianeta rifugio.

- C’è qualcosa che non va- disse Leia scuotendo il capo. - L’Imperatore non può vietare questo. Ci devono essere ragioni più importanti!-

Padmè annuì. - Forse c’è qualcosa che vuole nascondere-

Leia sospirò e si lasciò andare contro lo schienale della sedia. In quel momento entrò Luke, bagnato fradicio, che inveiva contro la pioggia e i temporali.

- Luke! Che ti è successo?- chiese Padmè sorpresa.

Lui ringhiò, come se fosse stato offeso personalmente. - Quei deficienti di Aquaspeeder! Stavo tornando a casa, ero già annegato, e uno di quei cosi che stanno sull’acqua del Canale, mi è passato accanto e mi ha inondato d’acqua!-

Leia scoppiò a ridere, e Luke mise su un sorriso perfido. - Oh, Leia. Il tuo bel vestito…- disse abbracciandola. Leia gridò quando l’acqua gelata le bagnò la pelle e diede una pacca sul braccio di Luke.

- Stupido!- esclamò. Poi si misero a ridere entrambi.

Padmè sorrideva. I suoi piccoli! Erano così cresciuti! Leia le assomigliava in tutto e per tutto; dal corpo al carattere sembrava la sua fotocopia. Luke assomigliava invece così tanto… ad Anakin….

Il pensiero le fece bruciare gli occhi, ma non poteva più piangere. Doveva accettarlo. Non sarebbe mai tornato.

*

Vader non era cambiato. Il viso era leggermente più da uomo, anche se non aveva perso i vaghi lineamenti adolescenziali. Ora stava in piedi osservando Endor dalla base del deflettore indistruttibile della Morte Nera. Era coperto di foreste.

L’Imperatore stava dietro di lui, appoggiato al piano di un grande tavolo. Ad un tratto, l’ologramma di un clone apparve con uno sfrigolio. Vader si girò e l’Imperatore si raddrizzò.

- Signore- disse la figurina. - Siamo a Naboo. La Ribellione non sa nulla del nostro arrivo.-

- Bene- gracidò Palpatine. - Attaccate Theed. Se il mio presentimento è giusto, nel Palazzo Reale troverai alcuni membri dell’Alleanza Ribelle. Dovete rapire questi due.- E schiacciò un tasto. - Ti sto mandando le immagini-

Il clone annuì. – Ricevuto-

- Non uccidete nessuno in quella stanza… forse solo la Regina…-

- Sarà fatto, mio signore- disse il soldato. E sparì.

Vader si girò di nuovo verso la finestra, meditando sulle vite che poco dopo sarebbero state distrutte.

*

Padmè Amidala, Leia e Luke erano ad un’assemblea nel Palazzo Reale di Theed. Il senatore Bail Organa stava parlando -… la flotta è pronta. A giorni potremo dare il via alla nostra missione-

Mon Mothma aggiunse: - E dobbiamo capire cos’ha in mente l’Imperatore. Quel divieto di atterrare a Endor…-

Mon Calamari, un alieno dalla pelle arancione, sentenziò: - Ho alcune truppe che possono andare a controllare. Abbiamo rubato una navetta Tidiryum, non sarà difficile procurarci l’accesso.-

- Bene- disse Padmè. - Appena possibile, manda le truppe a Endor. Ora…-

S’interruppe. Una guardia Naboo entrò trafelata e gridò: - I cloni! Sono qui! Stanno attaccando la città!-

Tutti si alzarono e corsero fuori, verso la grande vetrata che dava su Palace Plaza.

Il fumo dei palazzi distrutti inondava la città, gli abitanti gridavano e correvano, ma i raggi delle pistole laser li raggiungevano e giacevano a terra.

Padmè si portò una mano alla bocca. Bail gridò: - Radunate le truppe! Devono pagare questo affronto!-

Alcune truppe si gettarono nella mischia, ma una decina di cloni soldato riuscirono ad aprirsi un varco ed entrarono nel palazzo.

Il panico dilagò tra i senatori e i reali. Fuggivano tutti verso l’interno del palazzo, ma i cloni li raggiunsero. Afferrarono Luke e Leia e cercarono di tornare indietro. Padmè, quando sentì la presa dei suoi figli svanire dalle sue braccia, si girò di scatto. Poi li vide entrambi che cercavano di liberarsi dalla stretta di due soldati. - No!- gridò lei.

Bail si voltò e la raggiunse di corsa. - Presto, Padmè! Dobbiamo andare!-

Lei fece per correre dai suoi figli, ma il senatore le afferrò un braccio. Lei si dimenò.

- No! Devo… Luke! Leia!- urlò.

- Non puoi andare!- esclamò Bail.

- Non li lascerò morire!- gridò furiosa. - No!! Fermatevi…! No!-

Ma i soldati, ignorando Padmè, trascinarono Luke e Leia giù per le scale. - Mamma!- gridò Leia.

E sparì.

Padmè non si perse d’animo. Corse per le scale e cercò di liberare i figli. Una guardia la spinse a terra e, con la pistola laser, le sparò un raggio che le fece perdere i sensi. I figli, che gridavano, vennero portati alla nave Imperiale, che decollò poco dopo, con tutti i cloni che avevano devastato la città.

Bail, che aveva seguito Padmè, la vide svenuta e la prese in braccio. La portò fino alla sala in cui si erano nascosti tutti gli altri.

I senatori lo aiutarono a stendere il corpo di Padmè su un tavolo. Mon Mothma, preoccupata, chiese: - Bail… è… morta…?-

Un brivido di terrore percorse tutti i presenti.

- No- rispose il senatore. - Ma hanno rapito Luke e Leia.-

- O santo cielo- sospirò Mon Calamari.

Padmè, intanto, si stava risvegliando. Si portò una mano alla tempia e si tirò su. Confusa, guardò ogni presente, poi il suo sguardo si fissò nel vuoto.

E scoppiò in lacrime.

------------------------------------------------------------------------------------CONTINUA

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Io sono vostro Padre ***


Wecome To PageBreeze

Hola!

Ecco il 7° capitolo. L’ho scritto mentre ascoltavo Smells Like Teen Spirit dei Nirvana, e mi sono lasciata trascinare un pochino dalla musica. Ascoltare musica mentre scrivo mi aiuta molto. Quando so che devo scrivere un capitolo romantico, metto su qualche brano di Star Wars, come la bellissima Across the Stars. Mentre quando devo scrivere capitoli un po’ più "duri", ascolto Nirvana, Ac/Dc, Green Day… Credo che le parole che vengano fuori dalle mani mentre si scrive, con la musica acquistino più scorrevolezza. Questa è la mia impressione.

Ah, ad un tratto della storia, troverete un asterisco (*), vicino ad una frase detta da Leia. Questa frase è presente anche in L’Impero Colpisce Ancora, perché intendevo dedicare un pezzetto della storia a questo bellissimo episodio, l’episodio delle Rivelazioni. E infatti, questo capitolo, tratta proprio di rivelazioni…

p.s x Angi e Gius: ispirazione? No, diciamo piuttosto pazzia notturna! Quando ho attacchi di insonnia, accendo il computer e scrivo quello che mi va. la verità è che questa FF mi è stata raccontata a grandi linee da una mia amica, e per il suo compleanno gliel'ho dedicata. Lei mi aveva descritto molto generalmente cosa succedeva, e io l'ho trasformata in storia. Poi ho deciso di pubblicarla. Ah, riguardo ad Anakin... Ani è il mio personaggio preferito, quindi non so se lo farò morire... però si comporta davvero male, ed è molto incoerente...

p.s x jenny76: sì, come ho scritto prima, questa FF è frutto di una pazzia notturna, e quindi ho sbagliato nome!! E' vero, è il Capitano Ackbar! Me ne scusooo!!!!!

Grazie a tutte x continuare a commentare!!

PadmèSkywalker

7° CAPITOLO………… IO SONO VOSTRO PADRE

La nave imperiale lasciò l’atmosfera di Naboo e s’inoltrò nello spazio. I due prigionieri vennero condotti in una cella. Da lì, poterono vedere un clone che comunicava via ologramma con una figura ammantata di nero.

- Mio signore, abbiamo completato con successo la missione. I due sono qui-

- Bene- gracchiò l’Imperatore. - Conduceteli alla Morte Nera-

- Sarà fatto, signore- s’inchinò il soldato. L’ologramma si spense e il clone se ne andò.

Leia si sedette, la schiena contro una parete. Luke respirava affannosamente e urlò:

- Vigliacchi! Tirateci fuori da qui!-

Quando vide che nessuno arrivava, gridò e diede un pugno alla parete. Si fece sfuggire un’imprecazione, e scivolò accanto a Leia, massaggiandosi la mano.

Lei si voltò e, contro ogni aspettativa di Luke, sorrise: - Certo che sei proprio un gran diplomatico!-*

Luke sorrise a mo’ di scusa. - Vorrei tanto essere a casa-

La ragazza gli prese la mano. - Anche io-

I suoi occhi brillarono, e disse, con voce spezzata: - Credi che ci uccideranno-

Il fratello scosse il capo. - No. Se ci hanno rapiti, vuol dire che siamo preziosi. Chissà per cosa…-

Leia si alzò e andò alla piccola finestra. Riuscì a scorgere il pianeta Naboo. Sospirò, quando una lacrima le cadde dal mento.

*

- N-no! Perché loro? C-che cosa… Cosa v-vogliono d-da loro?-

Padmè singhiozzava disperatamente nella sala del Trono. Mon Mothma le accarezzava la nuca, mentre Bail parlava in tono serio con una guardia. Gli altri senatori parlavano concitati tra loro.

Mon Mothma sospirò e disse: - Non preoccuparti… Andrà tutto bene…-

Padmè si asciugò le lacrime con la mano e si avvicinò a Bail.

- Bail… cosa posso fare? Ti prego…-

Bail sorrise incoraggiante. - Questa guardia mi ha appena riferito che le truppe di difesa sono riuscite a infilare un radiofaro nella nave dei cloni.-

Le appoggiò una mano sulla spalla. - Vedrai, li ritroveremo… Domani io e una squadra di guardie partiremo e seguiremo il radiofaro. Negozieremo con l’Imperatore. Ti devo chiedere di non venire-

La ragazza si accigliò. - E perché?- chiese.

- C’è la possibilità che sia una trappola. L’Imperatore ti vuole attirare laggiù.-

Padmè alzò lo sguardo, più decisa e risoluta che mai. - Io vengo con te-

*

Vader sentì una strana presenza, proprio mentre la nave dei cloni atterrava nel settore della Morte Nera attrezzato per l’atterraggio. Sentì una specie di stretta al cuore e dovette appoggiarsi al tavolo della stanza in cui era.

Poi percepì che il suo padrone richiedeva la sua presenza nel settore delle prigioni. Lo raggiunse in fretta.

L’Imperatore lo aspettava dinanzi alla porta sigillata di una cella. Gli fece cenno di seguirlo.

Entrarono in una stanza di medie dimensioni, dove un clone apparve subito e consegnò un’arma all’Imperatore.

- Questo era quello che aveva addosso, mio signore-

Il vecchio prese il fulminatore con un ghigno.

La guardia uscì e due ragazzi, un maschio e una femmina molto somiglianti, apparvero alla loro vista.

Vader si sentì tremare le gambe. I visi gli erano così familiari… ma non potevano essere… no, non potevano assolutamente…

- Bene- gracchiò l’Imperatore. - Proprio voi cercavo… Mi sarete molto utili…-

- Si può sapere per cosa?- intervenne la ragazza.

- Per cominciare, non rivolgetevi a me in questo tono. E secondo, presentatevi al mio collaboratore…-

Dicendo questo, fece pressione con la Forza sulle loro giovani menti. Le parole sfuggirono a Luke prima che potesse accorgersene. – Luke Skywalker… lei è mia sorella Leia Amidala.-

Vader si appoggiò alla porta, ansimando. Il vecchio rise sgradevolmente.

"Sono loro…" pensò Vader. "Sono…"

- Vi lascio, così potrete conoscervi meglio- disse viscidamente l’Imperatore. E scomparì da dietro la porta.

Vader si lasciò scivolare a terra, respirando profondamente. Doveva avere un’aria particolarmente stravolta, poiché Leia chiese: - Tutto bene?-

Vader sobbalzò e le prese una mano. Sussurrò: - Sei… uguale a tua madre… Le assomigli molto…-

Leia aprì la bocca, stupita. - Lei conosce mia madre?-

Vader si tirò su, e fece una cosa che non faceva da anni. Sorrise. - Io sono vostro padre- sussurrò.

Leia tacque e così fece Luke. Poi il ragazzo cominciò a scuotere la testa. - No… non è possibile… nostro… nostro padre è morto durante la Guerra dei Cloni… non…-

- Questo è quello che vi ha raccontato vostra madre. E aveva ragione… Anakin Skywalker non esiste più- proseguì con voce più dura.

- Ma allora…- disse Leia scuotendo il capo.

- Skywalker non capiva cos’era il giusto e lo sbagliato nella galassia, e quando finalmente se ne accorse, si trasformò in me…-

Luke osservava l’uomo con il disgusto dipinto sul viso. - E quindi tu l’hai lasciata per seguire i tuoi pazzi ideali?-

- Luke calmati- mormorò Leia afferrandogli un braccio.

- No, Leia! Hai davanti l’uomo che è la causa del dolore di mamma, che è la causa di tutti i suoi pianti! Come fai a sopportarlo?- esclamò Luke.

Vader abbassò il capo. -Le proposi di seguirmi, quando voi eravate appena nati. Ma lei rifiutò.-

- E ci credo!- urlò il ragazzo. - Hai cercato di ucciderla! E di uccidere noi!-

- Non era mia intenzione farle del male- mormorò pacato Vader.

- Non era tua intenzione?- lo schernì Luke. - Lo hai fatto per diciassette lunghi anni!-

Vader alzò lo sguardo, carico di rabbia. Nel profondo dei suoi occhi, però, Leia poteva leggere un infinito dolore, un’illimitata sofferenza.

Senza una parola, uscì e si chiuse la porta alle spalle. Luke tirò un calcio a quest’ultima e urlò: - Ti odio!-

Vader, che era rimasto nel corridoio, udendo quelle parole scivolò sul pavimento e si prese la testa tra le mani.

Una lacrima scura cadde sul pavimento nero.

----------------------------------------------------------------------------------CONTINUA

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Nuovi Incontri ***


Wecome To PageBreeze

Ciao a tutte!

Ecco il nuovo capitolo. Mi scuso moltissimo se ieri non ho pubblicato questo cap, ma ho avuto problemi orripilanti con il computer (circa 30/40 virus!) e ho dovuto rinunciare ad internet.

p.s.x Angi e Gius: Sì, Anakin è pazzo furioso. Mi piace come l’hai descritto. Dico davvero! Sembra davvero uscito da un film dell’orrore, da un ospedale di pazzi.

p.s.x Undomiel Skywalker: Grazie!! Anche a me piace il rapporto tra Anakin e Padmè, ed è per questo che ho scritto una FF nella quale do la mia versione su come vorrei un libro su SW (non chiedo un episodio: Lucas mi fulminerebbe! E’ un po’ troppo romantica per Star Wars!!)

p.s x Jenny76: Sì, Luke e Leia sono diversi dagli originali. Io ho sempre pensato che Luke fosse più simile ad Anakin (poiché diventa un Jedi…), mentre Leia fosse più simile a Padmè per le idee, la testardaggine, la convinzione delle proprie azioni… dopotutto, Leia è anch’essa Senatrice.

In questo capitolo, comunque, avremo un incontro piuttosto Vader/Leia, invece di Vader/Luke di episodio ROTJ.

Buona lettura!!!

PadmèSkywalker

 

8° CAPITOLO……… NUOVI INCONTRI

- Padmè, te lo chiedo per l’ultima volta. Rimani qui-

- E ancora ti dico che non se ne parla nemmeno.-

Bail e Padmè discutevano sulla piattaforma di atterraggio di Naboo. Padmè ebbe la meglio e salì nella grande nave che li avrebbe portati dall’Imperatore Palpatine.

Indossava un completo bianco, arricchito da un mantello dello stesso colore. Alle braccia aveva due anelli di color argento, alla schiava, mentre alla vita le pendeva una cintura color crema. Calzava morbidi e candidi stivali. Si sedette accanto a Bail, nel comodo salotto.

- A tua moglie non importa che tu rischi la vita per me?- chiese.

- Non ti preoccupare. Lo faccio per essere sempre attraente ai suoi occhi!- scherzò lui.

Padmè abbassò lo sguardo. Le tremò il mento e una lacrima silenziosa scivolò sulla guancia.

- Ehi… ehi…- l’incoraggiò Bail. - Li troveremo, stai tranquilla-

Lei respirò a fondo. - Bail… ho paura… che Anakin li convinca a fare qualcosa di brutto!-

Lui sorrise, in modo che lei si sentì un po’ più tranquilla. - Sono grandi ormai. Sanno ciò che è giusto e ciò che è sbagliato… sapranno cavarsela, vedrai.-

Lei annuì piano, poi girò il capo. Appoggiò il viso al vetro di una finestra e osservò Naboo allontanarsi, chiedendosi se lo avrebbe mai rivisto.

*

Vader stava nella sua stanza, ripensando alla voce di Luke.

"Tu sei quello che ha fatto soffrire la mamma! Hai cercato di ucciderla! Ti odio!!"

Ti odio… erano state le ultime due parole a turbarlo così tanto. Erano le stesse che aveva urlato a Obi-Wan, quando lo aveva lasciato bruciare in fondo a quel vulcano. Ma poi l’Imperatore lo aveva curato, e gli aveva dato nuove gambe e braccia. Gli era rimasta solo una grande cicatrice che dal petto gli andava fino alla schiena.

Poi gli venne un’idea. Spinse un pulsante e apparve, via ologramma, un soldato che faceva la guardia alla cella dei due figli.

- Porta nella mia stanza la ragazza- disse.

- Sì, Lord Vader- s’inchinò il clone.

Pochi minuti dopo, si sentì un bussare la porta. Vader aprì la porta e vide il clone con la ragazza. Leia aveva le mani imprigionate in un paio di manette.

Vader prese la ragazza e la fece entrare. Chiuse la porta.

Leia guardava il pavimento. Non sapeva cosa dire. Sentì le manette scivolarle via dai polsi e le guardò cadere a terra.

Alzò lo sguardo stupita. - Ma come…?-

Vader si girò e la guardò negli occhi. Gli sembrò di osservare la sua Padmè… oh, Padmè…

- Come sta Padmè?- chiese all’improvviso.

- Non lo so- rispose tristemente Leia. - L’ultima volta che l’ho vista era stata colpita da un raggio dei cloni. Era a terra, svenuta.-

Lui annuì. Poi chiese: - Mi odi, vero?-

La ragazza non rispose.

- E’ così. Mi odi. E’ sempre stato il mio difetto più grande: ho costretto tutti i miei amici a rivoltarsi contro di me. Solo perché seguivo la via giusta…-

- La via giusta?- ripetè Leia.

- Sono le stesse parole che mi diceva Padmè…- disse malinconico Vader.

Leia si avvicinò a lui e lo prese per le braccia. - Ti prego… torna a casa… p-papà…-

Vader la guardò. Era parecchio più bassa di lui, e vide una piccola lacrima scivolare lentamente sulla sua guancia.

Senza pensare, l’abbracciò stretta. - Oh, Leia… Non sai… Per me è troppo tardi…-

- No…- sussurrò lei fra le lacrime. - Non è mai troppo tardi… l’Imperatore non può costringerti a rimanere… e se tu…-

- Non posso- mormorò Vader - La mia vita dipende da lui ormai. Non posso fare più nulla.-

Una strana luce gli balenò negli occhi azzurri e, senza una parola, uscì dalla stanza.

Leia seguì la sua figura con gli occhi, stupita. Poi, senza pensarci, lo seguì.

Vader camminava a grandi falcate. Leia faticava a stargli dietro.

Lo seguì fino alla piattaforma di atterraggio, dove una nave molto familiare aveva appena aperto i portelloni.

Le guardie accompagnavano due figure verso Vader.

Una delle due, era la madre di Leia.

- Mamma…!- esclamò Leia. Corse verso di lei e la abbracciò con tutte le sue forze.

- Oh, Leia! Mi sei mancata tanto!- proruppe Padmè con un’esclamazione di gioia,

Mentre le due donne si abbracciavano, Vader si era silenziosamente avvicinato a loro.

Padmè, ancora abbracciata a sua figlia, alzò lo sguardo e lo vide e soffocò un grido.

Con uno strattone, trasse Leia dietro di sé, come per proteggerla.

- Tu!- gridò Padmè al colmo dell’ira. - Sapevo che centravi tu! Tu ci sei sempre in tutte le occasioni in cui non dovresti esserci!-

Vader le afferrò un polso e a Padmè si mozzò il fiato dal dolore.

- Non devi parlarmi in questo modo. Sei stata tu quella a decidere. Io volevo solo salvarti- ringhiò lui.

- Lasciami!- gridò la donna, e si liberò dalla presa.

- Padmè- la ammonì serio Bail.

- Dov’è Luke? Dimmi dov’è mio figlio!- disse Padmè furiosa.

Vader ridacchiò. - Forse te ne sei dimenticata, ma è anche mio figlio. Comunque è nel settore delle prigioni.-

Detto questo, si girò e fece strada a Bail, Padmè e Leia, accompagnati tutti da quattro guardie armate.

Raggiunsero la cella. Questa si aprì e Padmè entrò ansiosa. Quando vide Luke, addormentato sulla panca scura, gli si inginocchiò accanto.

- Oh, Luke! Stai bene!- esclamò con le lacrime agli occhi.

Il ragazzo si svegliò di scatto e abbracciò la madre. - Mamma… sei qui…!-

Vader sorrise cupamente, poi invitò tutti a seguirlo nel suo ufficio.

Mentre camminavano per i corridoi oscuri, Padmè guardava la schiena di Vader.

Si sentiva morire. Li aveva trascinati nella sua vita ancora una volta… e Padmè, in un certo senso, questa cosa la odiava, ma l’aveva sperata fino in fondo al suo cuore.

Entrarono in una stanza spaziosa. Vader si sedette nella sua poltrona di fianco alla vetrata che dava sullo spazio.

Invitò, con un sorriso sarcastico, gli altri a sedersi sulle sedie. Lo fecero tutti, tranne le guardie che rimasero in piedi vicino alla porta.

- Bene- disse Vader. - A cosa devo il… piacere… di questa visita?-

Padmè parlò, senza guardare negli occhi suo marito. - Voglio che tu mi restituisca i miei figli-

- Padmè - disse con falsa dolcezza Vader. Il suo cuore ebbe un tuffo, nel guardarla realmente per la prima volta da quando era giunta alla Morte Nera. Era così bella…

- Ho diritto anche io di vederli ogni tanto-

Dicendo questo si avvicinò a Leia.

- Non ti avvicinare a lei!- esclamò Luke balzando in piedi.

- Smettila, Luke!- gridò Leia.

A quelle parole, a Padmè si mozzò il respiro. Era successo. Vader l’aveva plagiata… la stava rivoltando contro di lei…

Anche Vader, però, sembrava sorpreso. Cambiò espressione e sorrise.

Padmè esplose. - Era tutto un tuo piano, vero? Li hai portati qui per rivoltarli contro di me, per raccontargli orribili bugie di come io ti avrei ingannato per tenerli con me!-

Vader scosse la testa, una terribile espressione stampata sul viso.

- Sai che non lo farei mai-

Con gli occhi pieni di lacrime, Padmè sussurrò: - Avrei giurato che tu non avresti mai, nemmeno pensato, di farmi del male. E invece mi hai quasi ucciso…-

Con questa affermazione, le iridi di Vader si infuocarono. Fece segno alle quattro guardie. - Portateli via-

- Cosa?!- gridò Padmè.

Bail disse: - Ci vuoi tenere qui?-

- Deciderà l’Imperatore cosa fare di voi- sbottò lui.

I cloni trascinarono via i quattro prigionieri, e Vader rimase solo.

------------------------------------------------------------------------------------CONTINUA

 

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Anakin e Padmè ***


Wecome To PageBreeze

Ciao ragazze!

Ecco il 9° capitolo… questo mi è venuto così, senza quasi pensarci. Mi sono messa al computer e ho scritto quello che mi veniva in mente.

ps x Angi: anakin rinsavirà… presto… presto…

ps x Jenny76: in effetti Anakin e Padmè sono separati da molto tempo. Padmè ha paura che Vader le rivolti contro i figli, mentre spera che Anakin torni da lei… personaggi controversi, direi…

buona lettura, raga, e fatemi sapere!!

padmeskywalker

 

 

9° CAPITOLO…………ANAKIN E PADME’

I prigionieri erano stati divisi. Luke e Leia stavano nella cella di fianco a quella di Padmè e Bail. Vader non riusciva a prendere sonno, per quanto ci provasse.

Non sopportava l’idea che Padmè dormisse con un altro uomo. Anche se, come pensò più tardi, era improbabile che Padmè non avesse trovato un altro uomo.

Era così bella….

Con un sospiro, Vader si tirò su e si tolse le coperte di dosso. Come in trance, s’infilò il mantello e raggiunse le prigioni.

Aprì la cella di Padmè e di Bail e la vide. Sua moglie dormiva profondamente su una panca. Il mantello bianco che aveva allacciato alle spalle, pendeva lateralmente e strisciava leggermente sul pavimento ad ogni respiro.

Bail dormiva, con le spalle rivolte alla porta.

Vader si avvicinò a Padmè e le accarezzò una guancia. Poi, inaspettatamente, la prese tra le braccia e la portò con sé, addormentata.

La donna era leggera, e Vader la trasportava con facilità. Quando raggiunse la sua stanza, la sdraiò sul letto, e le si stese accanto.

Con una mano, sfiorò i lineamenti dolci. La baciò sulle labbra, schiudendole delicatamente. La ragazza, nel sonno, gemette. Poi, lentamente, aprì gli occhi.

Vide Vader sopra di sé, e si lasciò sfuggire un grido strozzato. Vader le appoggiò una mano sulla bocca.

- No… non urlare- sussurrò.

- Anakin! Cosa…?- ansimò lei.

- Padmè… non… io… non volevo farti del male…- disse il ragazzo.

Padmè non riuscì ad ascoltarlo. Scoppiò in lacrime. - Ti prego… vattene dalla mia vita… io non posso vivere così…-

- Non sopportavo che tu dormissi con un altro- ribatté Vader.

Il viso della ragazza si bloccò e, incredula, scosse piano la testa.

Vader sbuffò. - Ma sono sicuro che lo avrai già fatto, in tutti questi anni-

Padmè sospirò stupefatta. - Ma io non… non c’è stato nessun altro nella mia vita dopo che tu… dopo che te ne sei andato…-

Vader sgranò gli occhi. - Perché… non hai cercato di…? Io credevo…-

Le lacrime della ragazza cadevano sul cuscino. - Nel più profondo del mio cuore ho sempre sperato che tu saresti tornato, un giorno> sussurrò. - Ma ora… so che non potrai mai…-

Vader non aspettò oltre. Fece scivolare una mano sotto il mento di Padmè e l’attirò a sé. La baciò sulle labbra.

Lei protestò, la bocca imprigionata in quella di Vader. Ma quando la lingua di lui pretese di entrare, lei tacque, abbracciando il collo di lui con una mano. Lui, sempre continuando a baciarla, le tolse la maglia bianca. Padmè gli sfilò il mantello, scoprendo che, sotto, non aveva altro che i pantaloni. Accarezzò il torso di suo marito e lui la liberò dai pantaloni.

Lei fece lo stesso.

Padmè si sfilò la biancheria, e rimase nuda tra le braccia di Vader. Piano, infilò una mano tra il materasso e la schiena di lui e gli tolse i boxer.

Lentamente si unirono. Al momento culminante del piacere, Padmè si lasciò andare sul petto di suo marito con un sospiro. Lui la abbracciò e rimasero così stretti tutta la notte.

*

Bail Organa si svegliò presto quella mattina. Si tirò su, si tolse le coperte di dosso e guardò verso la panca di Padmè.

Era vuota. Le coperte giacevano a terra e di Padmè non c’era traccia. Si alzò di scatto, percorrendo la stanza con gli occhi.

E se Anakin le ha fatto del male?, pensò. Ma subito scosse la testa. Ciò era impossibile. Lo aveva percepito negli occhi di Anakin: lui amava perdutamente Padmè. E nello sguardo della ragazza c’era impresso lo stesso sentimento, anche se lei voleva nasconderlo.

Si sedette pesantemente e si prese la testa tra le mani.

*

Padmè si mosse nel letto, con gli occhi chiusi. Toccò appena la mano di suo marito, e sobbalzò. Non era più abituata a dormire con qualcuno!

Volse il capo verso la figura di Vader. Con una mano, gli scostò i capelli biondi dal viso.

- Oh, Anakin…- sussurrò piano. - Perché…?-

Con un sussulto, Vader aprì gli occhi. – Padmè - disse.

La ragazza non sorrise e si tirò su. Si rivestì in tutta fretta e fece per infilarsi il mantello, quando Vader le afferrò un braccio.

- Dove vai?-

La trasse a sé, ma lei si liberò di scatto.

Vader la guardò storto. - Che hai?-

Due gemme brillanti scivolarono dagli occhi nocciola della ragazza.

- Non voglio soffrire ancora, Vader-

Quella fu la prima volta che lei lo chiamava Vader.

- Ma…- fece lui.

- Ti prego, riportami nella mia cella- disse Padmè. Voleva che la sua voce risultasse decisa e perentoria, ma le uscì triste e implorante.

Vader scosse la testa, incredulo.

- Pensavo… Pensavo che…-

- Certe ferite non possono rimarginarsi- disse la ragazza.

Lui l’afferrò per un braccio e la trascinò fino alle prigioni. Prima di andarsene, la guardò e disse, gelido:

- Oggi l’Imperatore deciderà cosa fare di voi-

Sbattendo la porta della cella, scomparve. Padmè rimase lì, ferma. Poi, trattenendo a stento le lacrime, si voltò verso Bail, che la guardava spaventato.

- Padmè!- esclamò. - Che ti è successo… dove sei stata?-

Bail era un amico, Padmè poteva confidarsi tranquillamente con lui, in situazioni normali. Ma ora non riusciva a dire nulla, forse per via del nodo che le si era formato in gola.

- Io…- mormorò. - Mi ha portato nella… sua stanza…-

- Ti ha fatto del male?- chiese preoccupato Bail, avvicinandosi alla Senatrice.

Grosse lacrime scivolarono dagli occhi di Padmè. Con voce spezzata, disse: - Io vorrei tanto dimenticare quello che mi ha fatto, quello che ci ha fatto… ma… n-non posso!-

Bail l’abbracciò stretta. - Oh, vieni qui-

La ragazza appoggiò il capo al petto di Bail è cominciò a singhiozzare.

- Lo vorrei tanto… ma il ricordo… mi p-perseguita…! V-Vorrei… che tutto tornasse come prima…!-

Bail accarezzò i capelli ricci della ragazza. Lei smise di singhiozzare e dopo un po’, alzò il viso verso quello del Senatore.

- Bail… oggi andremo dall’Imperatore. La pagherà. Te lo giuro.-

------------------------------------------------------------------------------------CONTINUA

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Ricatti ***


Wecome To PageBreeze

Ciao!!

Ecco qua il 10° capitolo: Ricatti… e la storia continua a complicarsi…

p.s. x Angi: anakin è odioso… oh, yes… ma presto vedrai che non è proprio così…

p.s. Sarya: grazie! anche per me è molto bello sapere che ci sono persone (nn come quelle teste di ravanello dei miei amici che nn sanno nemmeno cosa vuol dire Star Wars!!) che apprezzano le FF su Anakin e Padmè…

Ci sentiamo! Buona Lettura…

PadmèSkywalker

10° CAPITOLO………… RICATTI

Leia si era appena svegliata e guardava fuori, verso lo spazio profondo puntellato di stelle. Si erano appena lasciati dietro il sistema di Coruscant, centro della Galassia e sede del Senato imperiale. La ragazza sospirò e si voltò verso il fratello che dormiva. Perché Luke non percepiva ciò che lei provava per il padre, tutte le volte che lo vedeva? Lei avvertiva un sentimento strano. Il cuore le si alleggeriva man mano che parlava con lui, come se lo avesse conosciuto da sempre.

Bè, non poteva negarlo. Quando era piccola lo aveva sempre immaginato, ma i suoi sogni non si avvicinavano minimamente alla realtà. Da quando la madre le aveva raccontato di suo padre, lei credeva che fosse un oscuro signore, pronto a tutto pur di servire il suo padrone.

E superficialmente poteva sembrare così.

Ma quando lei lo aveva guardato negli occhi, aveva percepito un senso di… compassione. Compassione di uomo disperato che voleva salvare a tutti i costi la moglie e che aveva fatto un patto con il diavolo solo allo scopo di lasciarla vivere. Gli occhi di Vader riflettevano un amore lontano, ma mai perduto o dimenticato. A Leia pareva che quella scintilla di dolcezza si accendesse un poco quando gli era davanti. E sapeva che faceva anche lei parte di quell’amore.

Luke sospirò e chiese:

- Cosa fai?-

Leia sobbalzò. Non si era accorta che il fratello si era alzato e le si era avvicinato.

- Niente… pensavo- rispose lei.

- A cosa?-

Leia abbassò il viso. - A nostro padre-

Luke sospirò e si alzò. - Ancora? Ma cos’hai… sembra che tu sia cambiata da quando lo hai incontrato!- esclamò.

- Lo sono…Luke- aggiunse la giovane - Ma tu non provi… pena quando lo vedi?-

- Pena?- esclamò Luke stupefatto. - Leia, ha cercato di uccidere nostra madre! Ti rendi conto che è solo una pedina nelle mani dell’Imperatore?-

Leia scosse il capo. - Per lui… c’è ancora del buono in lui, Luke!-

- Come fai a dire una cosa del genere? Non lo hai mai conosciuto!- ringhiò lui.

- L’ho visto nei suoi occhi- disse Leia. Poi Luke mise su un’espressione del tipo "tu sei pazza" e la sorella sorrise, dicendo: - Luke, lui è ancora innamorato perdutamente di nostra madre. E’ evidente, quando lui la guarda o le parla.-

Luke scosse il capo. - Ed è evidente che la mamma non lo è più!-

Leia sorrise maliziosamente. - Ne sei sicuro?-

*

Vader aveva ricevuto l’ordine di portare i prigionieri nell’ufficio dell’Imperatore. era camminava a passo sostenuto verso la stanza, mentre Padmè, Bail, Leia e Luke lo seguivano, le mani imprigionate in manette di duracciaio. Entrarono in quella che sembrava una ragnatela. La stanza era spaziosa e oscura. Il pozzo generatore della Morte Nera sembrava infinito… solo una bassa ringhiera in acciaio la separava dal pavimento dell’ufficio. Il fondo era impossibile da vedere e viola. Una grande vetrata, che sembrava davvero la tela di un ragno, mostrava lo spazio profondo.

Voltata verso la finestra stava la poltrona di Palpatine. Lui era lì, a sedere.

- Bene- gracchiò appena entrati. Non si voltò. - Bene. Guardie!-

Due guardie vestite di rosso si fecero avanti.

L’Imperatore continuò, imperterrito: - Uccidete il nostro caro Senatore Organa. Non avrò più bisogno di lui… poi non rientrate.-

Bail sgranò gli occhi, poi annuì piano. Padmè gridò: - Non potete!-

Le due guardie afferrarono Bail per le braccia, ma Padmè lo abbracciò con tutte le sue forze.

- Non potete… Bail…- sussurrava con voce spezzata.

- Padmè…- disse il senatore con voce tranquilla. - Ti prego, Padmè non…-

- No!- lo interruppe lei.

- Padmè… ti chiedo solo di… salutare Schryma… mia moglie…- disse lui con voce appena più spaventata.

Padmè annuì e poi mormorò, la voce rotta dal pianto: - Sei stato un grande amico, Bail… mi mancherai…-

Detto questo, si alzò in punta di piedi e lo baciò su tutte due le guance.

Leia si avvicinò e abbracciò il Senatore, così fece Luke.

Vader rimase impalato. Vedere i suoi figli e sua moglie che abbracciavano familiarmente un altro uomo lo turbava… come se lo avessero tradito con Bail…

Le due guardie strattonarono il senatore, e Padmè si staccò, gli occhi pieni di lacrime.

Quando il terzetto uscì, Leia si strinse alla madre.

- Che cosa volete da noi?- gridò Luke rabbioso.

L’Imperatore ridacchiò. - Bè… prima di tutto convincervi a rimanere qui per sempre… poi, eventualmente, se la cosa non andasse a buon fine, uccidervi…-

Padmè respirava affannosamente e Vader ebbe l’impulso di avvicinarsi a lei e abbracciarla.

- Perché dovremmo restare qui?- sussurrò con voce spezzata.

L’Imperatore indicò Vader. - Naturalmente per lui-

Vader si girò, sbalordito. - Che cosa?-

La risata sarcastica di Luke riecheggiò per tutta la stanza. - Lei è pazzo… siete pazzi tutti e due!-

- Desidererei che…- sogghignò il vecchio. - Tu e tua sorella diventiate Sith… come vostro padre e come me…-

Leia scosse il capo, incredula e si voltò verso Vader, implorandolo mentalmente. Ti prego… ti prego aiutaci…

- E se non lo facciamo?- fremette Luke con voce trattenuta.

- Bè… sarete liberi di andare ma… ucciderò vostro padre…-

- No!- gridò Padmè.

L’Imperatore aveva infatti spinto il bottone giusto. Padmè non voleva assolutamente che Vader morisse… era pur sempre suo marito… e il padre dei suoi figli… non poteva lasciarlo morire…

Vader si voltò stupefatto verso di lei. - Padmè…?-

- Non può ucciderlo!- continuò la Senatrice.

- Mamma, lascia stare… Non importa… Così ce ne potremo andare…- disse Luke.

- Cosa?!- sussurrò Padmè. - Luke… è tuo padre…!-

- Non è mio padre… non l’ho mai conosciuto mio padre…- disse lui, duro.

Vader non resistette più. Prese Padmè tra le braccia e la baciò profondamente.

La senatrice ricambiò il bacio e lo abbracciò. Quando si staccarono, Padmè sussurrò:

- Non posso lasciarti morire, Anakin… Non posso…-

- Oh, Padmè… io non lascerò che Luke e Leia diventino Sith…-

La ragazza scosse il capo. - Cosa?-

Vader sospirò. - Da quando sei rientrata nella mia vita, ho cominciato a capire che il mio posto non è qui. Non è mai stato qui… Ma solo vicino a te…-

Intanto, l’Imperatore si era alzato e aveva chiamato quattro guardie rosse. Quelle si avvicinarono ai gemelli e li ammanettarono.

- No!- gridò Leia.

Padmè si voltò di scatto e vide l’Imperatore che sorrideva.

-------------------------------------------------------------------------------CONTINUA

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Fuga Disperata ***


Wecome To PageBreeze

Ciao!

Grazie Jenny76! In realtà pubblico quasi tutti i giorni perché non ho niente da fare! Sono contenta che questa FF piaccia… così appena l’avrò finita di pubblicare, ne potrò iniziare un’altra… Però credo che la proxima sarà originale, non legata a Star Wars (anche se l’idea di farne un’altra di questo tipo mi attizza molto!).

Intanto vi lascio con questo capitolo…

Buona Lettura!

PadmèSkywalker

11° CAPITOLO………… FUGA DISPERATA

- Tu! Lasciali subito!- gridò la ragazza.

L’Imperatore ridacchiò: - Lei, Senatrice, è stata la mia Regina, una volta-

Padmè non capì quello che volle dire.

L’ometto piegò le labbra in una smorfia che forse doveva assomigliare ad un ghigno. - - Che ironia… I ruoli si sono scambiati. Non permetterò che accada ancora…-

Mentre diceva ciò, alzò una mano e io fulmini azzurri della Forza lampeggiarono nell’aria, stringendosi attorno a Padmè che era caduta e si rotolava a terra, urlando di dolore.

Vader la guardava impotente. Non poteva fare nulla per lei… sarebbe morta… non poteva lasciarla morire…

- Anakin! Aiutami! Anakin!- gridava la ragazza a terra.

Fu come una lampadina che si accese di scatto nel suo cervello. Si avvicinò all’Imperatore, lo sollevò, mentre questo gridava e lo gettò nel pozzo del generatore. Quando l’omino sparì, ci fu una forte esplosione che rientrò subito. Come se avesse sempre saputo cosa fare, Vader estrasse la spada laser di colore rosso. Un volteggiare color sangue, e uccise in un batter d’occhio le quattro guardie che tenevano imprigionati i figli. Con la Forza distrusse le loro manette. I ragazzi si gettarono sulla madre, svenuta a terra.

Vader guardò un secondo la spada, la spense e la gettò nel baratro profondo.

Si avvicinò a Padmè. La prese in braccio e uscirono dall’ufficio.

- Dove sono le sale di esecuzione?- gridò Luke, mentre correvano nei corridoi.

-Nel corridoio delle prigioni AA23, in fondo… perché…?- disse Vader che cercava di non fare movimenti troppo bruschi mentre correva.

Non fece in tempo a chiederlo, che il ragazzo si era già precipitato in quella direzione.

- Luke!- urlò Vader.

- Voi andate al Tidiryium! Arriverò presto!-

Leia corse in avanti, trascinandosi dietro Vader.

Appena Leia vide una guardia, non esitò. Prese la mira, con le manette che aveva ancora in mano, e la colpì sulla nuca. Essendo di duracciaio, il clone si afflosciò e Leia prese il fulminatore che era caduto a terra.

- Forza, andiamo…- ansimò la ragazza.

Corsero fino al corridoio che portava alla pista di atterraggio, quando l’allarme cominciò a suonare. Da tutte le porte, entrarono dei cloni che cominciarono ad inseguirli, sparando laser.

Arrivarono sul Tidiryium. Leia accese i motori, e si guardò intorno, agitata. - Andiamo, Luke… dove sei?- mormorò.

Vader intanto aveva appoggiato Padmè nel letto d’emergenza, e le stava accarezzando la nuca.

Ad un tratto, un esplosione rimbombò in tutta la Morte Nera. La caduta dell’Imperatore… un’ esplosione… no, non è possibile…

A Leia si gelarono le membra. - Oddio…- sussurrò.

Vader le corse accanto. – Decolla- ordinò.

- Ma… Luke…- balbettò lei.

- Decolla… non possiamo aiutarlo…- disse Vader triste. – Se rimaniamo qui, moriremo tutti, sia te, che tua madre… che me…-

A Leia vennero le lacrime agli occhi. Piangendo dalla disperazione, decollò piano.

Appena uscita dal portellone, la Morte Nera cominciò ad esplodere dall’interno. Fecero appena in tempo ad allontanarsi, che l’astronave a forma di luna esplose in migliaia di pezzi.

Leia si appoggiò al pannello di comando e scoppiò in lacrime. Vader le appoggiò una mano sulla spalla.

- Luke… dio, mi dispiace…- mormorò.

Poi uscì per andare da sua moglie.

Padmè era ancora priva di sensi, sudata e gelida. Vader le accarezzò le tempie con una mano e lei sussultò.

Piano aprì gli occhi. Ebbe un tremito vedere davanti a sé Vader.

- Anakin… sei tu, Annie?- sussurrò piano.

Vader sentì una scossa dentro di sé, quando sentì il nome Anakin. Come se quei 17 anni non fossero mai passati, non fosse trascorso un solo giorno, sorrise.

- Sì, sono Anakin-

Una lacrima solitaria, forse di gioia, scivolò sulla guancia della ragazza, che sorrise debolmente.

- Sei tornato…Annie, sei tornato…-

Anakin Skywalker continuò a guardarla, inebetito. La domanda che gli fece Padmè gli fece tremare le gambe.

- Luke… Leia… stanno bene…?-

L’uomo abbassò il capo. Padmè sussultò un secondo, percependo ciò che lui le stava nascondendo. Non ricevendo risposta, le forze le vennero meno. Con un sospirò vuoto, il capo le ricadde delicatamente sul cuscino.

Anakin le accarezzò la guancia bagnata di lacrime e raggiunse Leia, che stava singhiozzando sommessamente.

- Dovevamo salvarlo…- mormorò con voce spezzata.

Anakin scosse il capo. - Non potevamo restare lì. La Morte Nera stava esplodendo. Saremmo morti tutti.-

- Lui… lui lo avrebbe fatto per noi!- singhiozzò la giovane.

L’uomo le si avvicinò e la strinse in un abbraccio, forte, indissolubile. Leia appoggiò il mento sulla sua spalla e pianse tutte le sue lacrime.

--------------------------------------------------------------------CONTINUA

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Buone e Cattive Notizie ***


Wecome To PageBreeze

Ciao!

Ok, raghe… questo capitolo è un po’ spaventosamente spaventoso, cioè c’è una sorpresina… Una sorpresina scritta in un momento di trance, di non lucidezza… Erano le 2 e 30 di notte! A quell’ora il mio cervello (o quello che ne resta) è completamente partito e va per i cavoli suoi. Quindi gli è venuta la fantastica idea di questa sorpresina… Io non c’entro nulla, raghe, non lapidatemi, prendetevela con la parte di me che si fa chiamare, ingiustamente, "Cervello"!!

p.s.x Fenrir: Grazie!!!

p.s.x Jenny76: Questo capitolo chiarirà tutto… anche se è un po’ pazzo!! Mi sono divertita tantissimo a scriverlo e non vedo l’ora che voi commentiate!! Ahahahah!!

 

12° CAPITOLO………… BUONE E CATTIVE NOTIZIE

Passarono ore. Finalmente il Tidiryum raggiunse il pianeta Naboo. Padmè non aveva ripreso i sensi.

Anakin la trasportò personalmente all’ospedale, mentre Leia aspettava pazientemente nella sala d’aspetto. Furono ore terribili: ripensava sempre a Luke, e puntualmente si sentiva terribilmente in colpa. Poi, sua madre… Perché Anakin non usciva per dirle cosa stava succedendo? Cosa… stava accadendo dentro la sala di rianimazione?

Come se fosse uscito dai suoi pensieri, il padre apparì.

Leia scattò in piedi. -Come sta?-

- E’ molto debole… non sanno se…- la voce gli venne meno.

- Ce la farà… ce la farà… davvero… Lei è sempre stata forte…- sussurrò Leia consolante.

- Lo so- mormorò Anakin.

Alcuni minuti dopo, un droide medico uscì dalla sala.

- Sembra fuori pericoli… ora sta meglio- disse con voce metallica.

- Oh, grazie al cielo- mormorò Leia poggiandosi una mano sul cuore.

- Possiamo vederla?- chiese Anakin.

- Sì, ma… non affaticatela- rispose il droide inespressivo.

I due entrarono nella stanzetta, dove la Senatrice Padmè Amidala giaceva su un lettino.

Aveva gli occhi chiusi, ma appena Anakin le strinse una mano, li aprì.

- Annie… Leia… dov’è Luke?- chiese debolmente.

- Riposa, mamma… Ti prego, non parlare…- disse Leia con le lacrime agli occhi.

- Devo… devo aiutarlo… devo saperlo…- dette quelle parole sconnesse, chiuse gli occhi e si riaddormentò.

Anakin e Leia uscirono e si diressero verso il droide medico.

- Abbiamo alcune cose da fare- proferì Anakin con voce sicura. - Avvertitemi via ologramma se succede qualcosa-

- Sì, certo, signore- disse il droide.

Anakin e la figlia uscirono dall’ospedale, e si diressero verso il palazzo Reale.

Leia faticava a stare dietro al padre, ma non lo diede a vedere.

Appena entrarono nel Palazzo, una guardia venne loro incontro.

- Desiderate?-

- Dobbiamo parlare con la Regina- disse Anakin con voce dura.

- Mi dispiace, ma…-

- Veniamo da parte della Senatrice Amidala- lo interruppe Anakin.

- Amidala…?- la guardia sembrava incredula. - E’ tornata?-

Anakin non rispose, e l’uomo li fece salire fino alla sala del trono. La Regina di Naboo parlava in tono serio con la Regina di Alderaan.

- Vostra Maestà- salutò Anakin.

- Lei…? Tu! Cosa…??- balbettò la Regina spaventata.

- Vi prego, Maestà. Vengo da parte di Padmè Amidala-

- Padmè…? Ma non mi ha detto nulla… E’ tornata?-

- La Senatrice?- intervenne l’altra Regina. - E mio marito? Bail Organa? Era con lei… se è tornata…-

- Sono spiacente di doverglielo comunicare, ma il Senatore non ce l’ha fatta… e nemmeno mio figlio- disse Anakin addolorato.

- Cosa…? Oh…- la regina si accasciò svenuta e accorsero alcune ancelle a sorreggerla. Piano, la portarono via dalla sala.

- Oh, santo cielo- disse la regina Naboo. Camminò nervosamente per la sala. - Ci avevano detto che la Morte Nera era stata distrutta, ma… Ora Padmè dov’è?-

- E’ all’ospedale. Non sta bene- rispose Leia.

- Oh, Leia. E tuo fratello?- chiese preoccupata la donna.

Leia sbattè le palpebre per non piangere e non rispose.

- Oh, mi dispiace- fece addolorata la Regina. - Cos’è successo?-

Piano, Anakin le raccontò tutta la storia.

Ad un tratto, il lettore di ologrammi portatile, vibrò nella tasca di Anakin. Lo accese e vide il droide medico che parlava:

- Signore, abbiamo alcune notizie sulla salute della Senatrice-

- Come sta?- domandò in fretta.

- Vi prego, venite in fretta- fu la risposta del droide. L’ologramma si spense.

Veloce come un fulmine, Anakin corse fino all’ospedale. Aveva lasciato Leia ad accertarsi delle condizioni della Regina Schryma.

Entrò nella saletta privata di Padmè, dove stava dormendo. Il droide curante gli venne incontro.

- Abbiamo una buona notizia- disse con voce inespressiva.

Il ragazzo lo guardò con sguardo al tempo stesso spaventato e sollevato.

- La Senatrice Amidala è incinta- (=ecco la sorpresina…! Ihih = by Cervello di PadmèSkywalker NdA)

Un silenzio irreale dilagò come olio.

Anakin scosse il capo. - Cos… Come?- domandò incredulo.

- Sono felice per lei- replicò il droide. E uscì dalla stanza.

Il ragazzo si avvicinò titubante al letto della giovane, e le strinse una mano. Lei si svegliò piano e mormorò: - Annie… Che succede…?-

- Aspetti un bambino… sei incinta, Padmè…- sussurrò, come se fosse una cosa impossibile.

Lei alzò piano la testa. Un sorriso dolcissimo le apparve sulle labbra. - Dici davvero Annie?-

Il ragazzo annuì stranito. Il capo della ragazza ricadde sul cuscino e si addormentò, poiché era ancora sotto sedativo.

Anakin scosse il capo e affondò il viso tra le mani. Tra le fessure delle dita, due occhi rossi di collera brillavano nella penombra.

*

Erano passate alcune settimane da quel giorno terribile, in cui gli Skywalker avevano dovuto abbandonare Luke e Bail Organa al loro destino.

Ogni cosa era pronto per la cerimonia "commemorativa" dei due. Infatti Padmè non aveva voluto assolutamente che si chiamasse "funerale". In cuor suo sperava e credeva che suo figlio e il suo migliore amico fossero ancora vivi.

Ma tutto quello che era stato preparato, assomigliava terribilmente ad un funerale.

Due urne bianche erano appoggiate ad un altare candido, sotto la cappella d’onore di Naboo, situata su un piccolo scoglio nella foce del fiume principale di Theed.

Il fuoco della memoria era stato acceso. Di solito lo si usava per bruciare personaggi illustri, alla loro morte. Ma, in mancanza di corpi, era stato acceso per fornire un po’ di luce.

Padmè Amidala era al fianco di Anakin. Entrambi indossavano abiti scuri. Leia, invece, indossava la sua veste preferita. Un abito lungo, bianco, stretto in vita da una cintura candida, un cappuccio calato sugli occhi dello stesso colore. I capelli erano stretti in due rose sopra le orecchie. Dagli occhi, colavano silenziose alcune lacrime.

La Regina di Alderaan, invece, era aggrappata alla sua dama di compagnia e singhiozzava sommessamente. Padmè, a quella visione, si sentì stringere il cuore di sensi di colpa. Dopotutto, era colpa sua se suo marito si era disperso durante l’impresa disperata di trattare con l’Imperatore.

La Regina di Naboo aveva appena cominciato a parlare, dispiaciuta, quando un grande rombo fece tremare le pesanti tende rosse della cappella.

Una nave, una Tidiryium dell’Impero, era atterrata a Palace Plaza. Ne scesero due figure. Una zoppicava leggermente.

La folla accorsa alla commemorazione si voltò, unanime, a fissare i nuovi arrivati. Quando furono abbastanza vicini, la luce del fuoco rischiarò i loro visi. Un grido si levò alto:

- Luke!-

Era Leia, corsa a gettarsi tra le braccia del ragazzo più giovane. Tutta la folla, stupita me sollevata si avvicinò ai due arrivati.

- Bail!- gridò Schryma, e anche lei corse verso l’uomo più anziano.

Padmè e Anakin si erano fatti largo tra la folla.

Stranita, Padmè guardò suo figlio Luke. - Luke… sei qui!- detto questo abbracciò forte il ragazzo, mentre lacrime di gioia le scivolavano sulle guance.

Sciolto l’abbraccio, Luke si mise davanti ad Anakin. Padmè sussultò. Non aveva ancora notato quanto veramente si assomigliassero.

Luke guardò il padre negli occhi, e sorrise.

Anakin, sollevato, lo abbracciò paternamente. Un grande applauso, della folla, si levò alto nel cielo di Naboo.

--------------------------------------------------------------------------CONTINUA

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Fantasmi dalla Forza ***


Wecome To PageBreeze

Ciao!!

psxBip: Grazie! Ecco come si chiamava! Non ricordavo esattamente il nome di lei (nella mia confusione L’Universo Espanso è ancora più confuso!) e avevo in mente di andarlo a cercare su Wookieepedia, però---ehm--- la mia confusione mi ha impedito… insomma, me ne sono dimenticata!!!! Quindi è rimasto il nome provvisorio Schryma, che l’ho letto da qualche parte in un intervista con il Custode degli Holocron… credo sia un antica Jedi, o qualcosa del genere…

psxJenny76: Oh, yes… hai detto bene… danni nella Galassia!! Sì, questo capitolo è proprio dedicato a Obi-Wan!

Continuate a commentare!!

padmeskywalker

 

 

13° CAPITOLO……… FANTASMI DALLA FORZA

 

Alcuni settimane dopo, quando Luke e Bail furono festeggiati da tutti, Padmè e Anakin  si ritirarono nella villa sul lago, dove abitualmente viveva Padmè con i gemelli.

Il posto era davvero splendido, come osservò Anakin pochi minuti dopo esserci entrato.

I ragazzi erano dovuti subito tornare in città per riprendere le rispettive occupazioni. Luke raccontava a tutti con quale coraggio aveva ucciso le guardie di Bail per salvarlo, e Bail ridacchiava in sottofondo. E poi raccontava della straordinaria manovra che aveva fatto con una navetta Tidiryum per sfuggire alla Morte Nera poco prima che esplodesse.  Leia restava a sentire, ancora meravigliata che il fratello avesse potuto fare cose del genere.

Padmè aveva raggiunto la parte più bella e fiabesca della casa: la terrazza. La pancia era leggermente evidente sotto l’abito a fascia che indossava, con un lungo strascico.

Anakin la raggiunse subito, e lei disse:

- Ti ricordi? Il nostro primo bacio me lo hai strappato qui. Mi torna in mente la tua faccia dopo… eri assolutamente sconvolto!- finì la frase in una risata cristallina.

Lui abbassò gli occhi, sorridendo debolmente. - Non lo ero. Era stato il momento più bello di tutta la mia esistenza, fino a quel momento-

Poi alzò di nuovo lo sguardo sulla moglie, il sorriso era scomparso.

- Questo bambino… è mio?-

Lo disse con una tale rabbia repressa, una tale paura che Padmè trasalì.

- Cosa…?-

- Ti ho chiesto se questo bambino è mio… o…-

La Senatrice, indignata, rispose:

- Certo che è tuo! Di chi vuoi che sia?-

Anakin ribadì, quindi:

- Mi sembra strano che… proprio quella volta sulla Morte Nera… non è un po’ strano?-

- Strano?- proferì la ragazza stupita. - Cosa c’è di strano? Questo bambino è tuo!-

Anakin respirò profondamente. - Potrebbe essere di qualcun altro a cui tu tieni molto… per esempio il Senatore…-

- Bail?- ripeté la ragazza incredula. - Non c’è niente tra me e Bail! Lui è sposato… è solo un mio caro amico!-

- Anche di Obi-Wan dicevi la stessa cosa!- urlò Anakin, sapendo che aveva detto la cosa che sospettava già da molti anni.

Le labbra di Padmè tremarono. -C-cosa? Mio… Oh, Anakin… perché sospetti sempre che… sia successo qualcosa…?- sussurrò mortificata.

- Hai capito. Tu dicevi che Obi-Wan era solo un amico, e invece… invece mi avete tradito entrambi-

- No…- mormorò la ragazza umiliata. - Non c’è stato nulla… tu sei l’unico uomo che possa mai amare… sei l’unico…-

Detto questo, si gettò nelle braccia del marito e cominciò a singhiozzare.

Lui le accarezzò i lunghi capelli ricci, sussurrando: - Oddio, Padmè… Non so cosa mi succede… Io…Scusa… non volevo dire quelle cose…-

Cercò le labbra della ragazza con la sua bocca e l’universo sembrò, ancora una volta, perfetto.

*

Era notte fonda. Nella villa sul lago di Naboo, Padmè Amidala si rigirava nel letto, incapace di prendere sonno.

All’improvviso, si alzò e s’infilò una lunga vestaglia blu. Accarezzò il pancione di otto mesi, gettò un’occhiata all’uomo che dormiva nella parte sinistra del letto e uscì nella splendida terrazza.

La luna, Naboo I, brillava candida nel cielo stellato e scintillava sulla superficie del lago, mossa da una leggera brezza.

La ragazza si appoggiò alla balaustra e chiuse gli occhi.

Padmè…

La senatrice trasalì e si voltò di scatto.

- Chi è?- chiese.

Padmè…

- Anakin?- domandò.

Sono io, Padmè…

La ragazza si girò verso la scalinata che conduceva ai giardini e lo vide.

Trattenne il fiato, incredula. - Obi-Wan?-

Obi-Wan Kenobi era avvolto da una nebbiolina argentea. Era leggermente trasparente. Come un angelo.

- Obi-Wan? Sei tu?- disse senza fiato Padmè.

Sono felice di rivederti, Padmè.

Il maestro Jedi muoveva le labbra, ma a Padmè sembrò che la sua voce provenisse da dentro di sé.

- Obi-Wan… ma cosa sei? Come fai a…?-

Un vecchio trucco che mi insegnò il Maestro Yoda, molti anni fa. Ora faccio parte della Forza.

- Sono felice di rivederti amico mio-  sorrise Padmè. -Ma perché sei qui?-

Sono venuto a dirti una cosa molto spiacevole. Durante il parto, tu… tu morirai…

La ragazza sobbalzò. - Perché? Perché dovrei morire? E il bambino?-

Il fantasma alzò una mano. Calma, amica mia. Questi sono misteri della Forza. E per quanto riguarda il bambino, lui sopravvivrà.

Padmè scosse il capo, disperata. - Ma Anakin? Non posso lasciarlo…!-

Vi rincontrerete nella Forza, un giorno. E allora starete insieme per sempre.

La ragazza fu attraversata da un brivido gelato. Come poteva… Come poteva abbandonare tutto…

Ci rivedremo, amica mia.

Padmè alzò una mano verso Obi-Wan, come per fermarlo. –No, aspetta!-

Un fruscio di foglie, e l’uomo scomparve.

La donna si appoggiò di nuovo alla balaustra e una lacrima le scivolò sulla guancia. Nella penombra, la vide cadere nell’acqua.

*

Era una mattina splendida. Il sole luccicava con tutta la sua forza ma il suo calore riusciva ad intepidire solo leggermente l’aria fresca tipica di Naboo.

La Senatrice Padmè Amidala era stesa a letto. Il suo droide medico le aveva consigliato di passare gli ultimi giorni della gravidanza a letto, perché i valori fisici non erano del tutto nella norma.

Era bellissima. Seduta, con il capo appoggiato alla testiera del letto, sembrava un vera Regina. I capelli ricci le scendevano fino al lenzuolo candido. Indossava una meravigliosa camicia da notte blu, le spalline fatte di perle. Il pancione della gravidanza era molto evidente sotto le coperte.

Ad un tratto, un uomo entrò. Con allegria, disse: - Ciao, amore. Come stai?-

- Sto bene, Anakin. Volevo parlarti.- disse lei con un sorriso.

- Dimmi tutto- rispose Anakin.

- Annie, voglio che nostro figlio, se è un maschio, si chiami Obi-Wan- proferì tutto d’un fiato.

Anakin sbattè le palpebre, e chiese: - Perché?-

- Obi-Wan è stato un mio grande amico ed è stato il tuo Maestro. Era come un padre per te, un fratello- rispose lei semplicemente.

Il ragazzo si avvicinò alla moglie e le diede un buffetto sul naso. Lei si portò una mano alla pancia, con espressione stupita. - Va bene… ma… cos’hai?-

Il viso della ragazza si era raggelato. Respirava affannosamente.

- Dio, Padmè, dimmi che cos’hai…!- saltò in piedi preoccupato Anakin.

 Impaurita, posò gli occhi nocciola su quelli perla del marito.

- Il bambino…- balbettò.

- O santo cielo…- disse con foga l’uomo. La prese delicatamente tra le braccia e correndo, la posò sul sedile del suo speeder.

 

----------------------------------------------------------------------------CONTINUA

 

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Un Nuovo Giorno ***


Ciao a tutte!

Questo è l’ultimo capitolo della FF "Un Nuovo Giorno". Sono un po’ dispiaciuta, perché mi mancheranno i vostri commenti, ma sono contenta che vi sia piaciuta. Ok, basta, adesso vi lascio a questo capitolo… i ringraziamenti sono in fondo!

psx Jenny76: purtroppo qualcuno dovrà morire… altrimenti che Star Wars è?!? Ahah! Lo so, povera Padmè… l’ho strapazzata in un modo incredibile…

PadmeSkywalker

 

14° CAPITOLO……… UN NUOVO GIORNO

Anakin aspettava, in sala d’aspetto, i figli. Luke arrivò correndo. - Papà! Siamo partiti appena ci hai chiamati… come sta?-

- La stanno esaminando… ma dov’è Leia?- rispose con confusione il padre.

- Sono qui!- ansimò Leia.

Un droide medico uscì con un involto. Anakin si avvicinò e vide suo figlio.

- Oh…- fece Leia.

Il bambino era bellissimo. Aveva la pelle bianca, i pochi capelli erano corvini. Anakin lo accarezzò delicatamente. - Obi-Wan… sarà Obi-Wan… come vuole lei…-

Luke lo guardò interrogativo, ma il droide aveva ripreso a parlare: - Ha perso molto sangue-

Anakin alzò il capo, stranito. - Cosa… vuol dire?-

- Non sappiamo se…- il droide non finì la frase ma fece strada al ragazzo che entrò nella camera.

Padmè era distesa su un lettino anonimo, respirava affannosamente. Il marito le si avvicinò e le prese una mano. Baciandola, disse: - Padmè…-

- Annie… il bambino… Obi-Wan sta bene…?- chiese la senatrice. Era terribilmente pallida.

- Sta bene… è con Luke e Leia…- balbettò il ragazzo.

Padmè respirò profondamente. Tremava e sudava. - Annie… ascolta… so che non vivrò abbastanza a lungo per…-

- NO! Non dirlo neppure!- urlò il marito. - Non morirai… come puoi dire una cosa del genere?-

- Lo so… Annie…- mormorò Padmè. - Sappi anche che ti amo… tanto...- la voce le usciva debole e sconnessa.

- No… cosa vuol dire…? Non puoi andartene… non ora… non adesso che c’è Obi-Wan… ha bisogno di te…- tremò Anakin.

- Ci rivedremo, Annie… io… io te lo prometto…- sussurrò debolmente la donna. Un respiro vuoto, la testa le ricadde sul cuscino.

Una lacrima di Anakin cadde sulla fronte della moglie. Tremava. - N-no… Padm… no… ti prego…- balbettò.

Baciò Padmè sulla fronte, e sussurrò: - Ti amo, amore mio… Ti amo…-

Cominciò a piangere, disperatamente. Le prese una mano e la baciò ripetutamente, singhiozzando. - Padmè… T-ti amo…-

Uscì dalla stanza, asciugandosi le lacrime con il dorso della mano. Leia, appena lo vide, si poggiò una mano sulla bocca, impaurita. - No…no…- disse sottovoce.

Posò delicatamente Obi-Wan tra le braccia del padre ed entrò nella saletta della madre, seguita da Luke.

Obi-Wan si rigirò piano e poggiò una manina sul petto di Anakin. L’uomo sorrise debolmente, tra le lacrime.

*

Naboo. Il cielo era così meravigliosamente limpido, così chiaro… non rifletteva i sentimenti dei Naboo. Appena ebbero saputo della morte della loro amata Senatrice, la Regina più adorata e beneamata, la piccola Principessa che volevano che restasse per sempre sul trono, si riversarono tutti in Palace Plaza, la piazza sottostante il Palazzo Reale. Era una splendida mattina, dopotutto.

Anakin era nei sotterranei, dove il corpo di Padmè era stato preparato per la cremazione. Lei giaceva su un feretro grigio, scolpito con simboli Naboo. Era bellissima. Emanava una luce quasi surreale. Indossava un magnifico abito blu, brillante. I capelli erano sparsi sul cuscino ed erano costellati di piccoli fiori bianchi. A dire il vero, tutta la bara era ornata di quei fiori. Il volto, immobile, emanava una bellezza straordinaria. Le mani, poggiate sulla pancia gonfia della gravidanza, erano intrecciate e stringevano finalmente, e per sempre, il pezzetto di Jaipor che Anakin le aveva donato molti anni prima.

Anakin le era accanto, le stringeva una mano, sussurrandole parole dolci.

- Padmè, mio amore, ti amo… mio angelo… ti amo…-

Aveva passato tutta il giorno accanto alla sua Padmè. Non riusciva a lasciarla andare, anche se la consapevolezza gli diceva che, la ragazza che aveva tanto amato e che tanto amava, se ne era andata.

Ad un tratto la sua voce si era indurita e le aveva urlato contro.

-Padmè! Torna da me! Ti prego! Torna!-

Cosa sto facendo…?

Cosa stava succedendo? Come poteva urlarle contro, come se fosse stata colpa sua…

E’ stata tutta colpa mia… se le restavo accanto avremmo potuto passare più tempo insieme… E invece ora mi sembra di aver perso una vita, senza lei…

Una lacrima si nascose tra le pieghe del vestito della ragazza immobile, la mano le ricadde sull’altra.

Sio Bibble arrivò di corsa nei sotterranei: - E’ successo qualcosa?- Poi, vedendo il viso di Anakin, gli si avvicinò.

- E’ ora- sussurrò.

Tirò una leva e il feretro si alzò grazie ai propulsori antigravitazionali. Nell’atrio del Palazzo, fu attaccato a sei splendidi gualaar bianchi, che lo trascinarono tra la folla, che si fece improvvisamente silenziosa.

Il sole stava morendo, il crepuscolo era quasi finito.

La bara avanzava lentamente, dietro di lei si era formata una coda lunga di persone, tra le quali c’era la Regina, Bail, i genitori di Padmè, sua sorella e le sue nipoti, che Anakin aveva incontrato molti anni prima.

Leia era aggrappata al braccio di Luke, e non smetteva di singhiozzare, mentre Luke faceva una gran fatica a trattenere le lacrime.

La madre di Padmè si avvicinò ai due gemelli. Aveva in braccio il piccolo Obi-Wan. Anakin era andato a casa sua il giorno prima.

Ma nemmeno questi tentativi di distrarsi ebbero fortuna: Anakin non riusciva a pensare ad altro. La sua Padmè se n’era andata.

Il feretro arrivò a destinazione: una cappella in mezzo al canale principale di Theed. Dalle colonne erano appesi tendaggi rossi scuri, e miliardi di lucine risplendevano nella massa di persone presenti. Regnava un silenzio irreale.

Anakin, dopo un breve senso di Deja-Vu, si avvicinò al corpo dell’amata e la sollevò. Centinaia di fiori volarono nell’aria e, grazie a una brezza leggera, furono tutti trasportati in acqua.

Poggiò la salma di Padmè su una tavola di legno, circondata da tronchi. La cerimonia stava per iniziare.

Il viso della ragazza risplendeva di luce propria. Leia e Luke si avvicinarono alla tavola e attesero in silenzio. Anakin prese una fiaccola dal muro lì vicino, e dopo un attimo di esitazione, la poggiò sul legno. Prese immediatamente fuoco.

Leia singhiozzava sommessamente, e così Luke e i genitori di Padmè. Sola, la sorella, teneva le due figlie accanto a sé, e piangeva in silenzio.

Mentre il corpo di Padmè veniva avvolto lentamente dalle fiamme, Anakin cominciò a pensare…

Padmè! Era così bella in quel vestito color oro, con i capelli così sciolti sulle spalle, che le ballavano sulla schiena mentre correva… quel suo sorriso dolcissimo…

Si era messo in groppa ad un animale gigantesco che scorrazzava nel prato dove erano andati a fare una passeggiata. Con la Forza cercava di mantenersi in equilibrio, mentre Padmè faceva squillare la sua voce in una risata cristallina…

Era caduto, ed era finito pestato sotto le zampe dell’animale, ma, grazie al cielo, non si era fatto nulla. Voleva solo che Padmè si preoccupasse un po’.

Sentì immediatamente che la risata in lontananza s’interruppe. Poteva sentire però distintamente che la ragazza stava correndo verso di lui, gridando: -Annie!-

Gli si inginocchiò al fianco, e lui fu percorso da un brivido. -Annie, ti sei fatto male?-

Lei lo girò e lui si mise a ridere… rideva a crepapelle… lei lo picchiò scherzosamente e si rotolarono insieme nel grande prato…

-Non ho paura di morire-

Ecco cosa gli aveva sussurrato poco prima dell’esecuzione che non li avrebbe uccisi, ma li avrebbe uniti per sempre.

-Non ho paura di morire. Sto morendo un po’ ogni giorno da quando sei rientrato nella mia vita-

E lui non aveva capito. O forse sperava che fosse così, almeno lo avrebbe risentito dire dalle sue labbra.

Così dolce… lei lo guardava così impaurita, ma anche così speranzosa e piena d’amore…

-Io ti amo… Ti amo…perdutamente… e prima di morire volevo che lo sapessi-

Ecco le parole che gli aveva mormorato prima che le loro labbra s’incontrassero.

Tu sei un angelo?

Se soffri come soffro io ti prego, dimmelo!

Nulla è impossibile…

Come mi ami? Mi sembrava che avessimo deciso di non innamorarci per non dover vivere nella menzogna…

Anche tu mi stai a cuore…

Sei così bella

Scopriremo chi ha intenzione di ucciderti Padmè… te lo garantisco…

Bugiarda!

Finalmente Padmè… sembra che siamo stati separati da una vita…

Ecco tutto ciò che gli si confondeva nella mente, ad Anakin Skywalker. Tutto ciò che gli si mescolava nella testa, pensieri anche banali, che quando però erano stati fatti quando c’era Padmè, si trasformavano in amore puro, assoluto… trascendente e passionale.

Ti amo, Padmè. Non ti dimenticherò mai. Te lo prometto.

Il fuoco si spense poco a poco… le persone cominciarono ad andarsene. Rimasero solo Anakin, i gemelli, i genitori e il piccolo Obi-Wan. C’era solo Anakin, e il profumo delle rose che sfiorivano sulle rive dei fiumi.

*

Era notte avanzata, quasi mattina. Anakin tornò alla Reggia sul Lago. Leia e Luke misero a letto il piccolo Obi-Wan e si ritirarono nelle loro stanze.

L’ex-Jedi stava sulla terrazza, appoggiato alla balaustra. In mano teneva l’anfora delle ceneri di Padmè.

Come se fosse in trance, come se avesse sempre saputo cosa fare, sfilò la sua spada laser dalla cintura, aprì con la Forza l’urna e la capovolse. Un filo leggero di polvere bianca cadde delicatamente sull’acqua e affondò, trasportata dalla corrente, insieme ad una miriade di petali, caduti dalle rose sottostanti. Aprì la mano e la sua spada laser cadde nell’acqua con un tonfo.

Forse nella sua mente, o forse li vide davvero, due figure sfocate apparvero sulla superficie cristallina del lago. Erano Padmè e il suo vecchio Maestro Obi-Wan.

-Vai, Annie. La Forza ci riunirà per sempre- sussurrò Padmè.

Il piccolo Obi-Wan cominciò a strillare, e il Maestro Jedi sorrise.

-E’ l’inizio di un nuovo giorno- disse.

Scomparvero insieme, con una leggera brezza. Mentre un Anakin sorridente si dirigeva verso la stanza del figlio, una nuova alba sorgeva sull’orizzonte.

L’inizio di un nuovo giorno.

***THE END***

E così è finita! Finalmente ho potuto scrivere la storia che avevo sempre immaginato, ma non avevo mai avuto il coraggio di metterla per iscritto!

E prima di tutti, devo ringraziare Lucia (sì, è vero il tuo nome è Dawnie, ma preferisco Luciastra, se nn ti dispiace!! Ahah!) l’amicona che mi ha dato l’idea giusta e che mi ha spinto a pubblicare la FF su questo meraviglioso sito. Devo ringraziare i miei amici, quelli veri (Zoe, Luke, Liwe, Annie…), per avermi sopportato, e per sopportarmi, quando parlo di Star Wars! Questa FF è dedicata a loro. Vi voglio tanto bene.

E poi, naturalmente, devo ringraziare tutte voi che avete letto e commentato! Senza di voi non sarei andata avanti a pubblicare! Grazie infinite!

PadmeSkywalker (alias Beatrice)

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=89952