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Questa storia non è scritta a scopo di lucro, perciò i personaggi rimangono
di proprietà esclusiva di George Lucas e della Lucasfilm.
Salve a tutti! Questa è la mia prima ff su Star Wars, film che adoro. Vi
prego siate clementi!! Mi sono ispirata alla fine di EpIII… cosa sarebbe
successo se Padmè non fosse morta, e Anakin/Vader non avesse completamente
rinnegato il suo passato?
Leggete in tanti e commentate!!
Grazie e buona lettura,
PadmèSkywalker
ps: Purtroppo non posso garantire la pubblicazione quotidiana di nuovi
capitoli. Probabilmente avverrà ogni 2/3 giorni. Scusate.
L’INIZIO DI UN NUOVO GIORNO
1° CAPITOLO………… APPRENDERE LA VERITA’
Aprì gli occhi. Una sala bianca le apparve, sfocata. Le lacrime l’accecavano.
Un dolore infinito le squarciava l’anima. "Sto morendo" pensò. "E’ tutto
finito"
Sentii un movimento alla sua destra e cerco con gli occhi la sorgente di quel
rumore. Vide una figura, alta. Le sembrava familiare.
Un’altra fitta di dolore la percorse, e scoprì che stava urlando.
Sentii il vagito di un neonato. Una voce profonda le disse: - E’ un
maschio…-
Con uno spasimo, si accorse che stava guardando suo figlio. -Luke…- disse
debolmente. Cerco di allungare una mano per accarezzarlo, ma il minimo movimento
era insopportabile.
Sembrava le avessero trafitto l’addome con una spada ardente. Con un urlo
straziante, si abbandonò sul cuscino.
-Anakin…!-
- Padmè, hai avuto due gemelli… Resisti…!- disse la voce, disperata.
-Anakin… no, Anakin…-
-Anakin… non c’è, Padmè…- disse di nuovo l’uomo, con voce incerta.
-Ti prego… Anakin… Ti amo, Annie… Mi dispiace…- singhiozzò la ragazza sul
letto d’ospedale.
Poi, sembrò che il dolore si acuisse. Mise a fuoco l’uomo. Lo riconobbe.
- Obi-Wan… in lui c’è del buono… io lo so… lo so che c’è… ancora…-
Sentì che una forza più grande di lei l’abbandonava. Sentì la propria testa
appoggiarsi al cuscino, il respiro farsi pesante. Una mezza dozzina di scanner
emisero suoni d’allarme. E poi il buio.
*
Il calore la avvolgeva. La luce le bruciava gli occhi. Strinse le palpebre e
aprì la bocca. Emise un gemito. – Ann…-
- Padmè!- gridò una voce. Sembrava sollevata.
Prese tutta la forza che aveva e si costrinse ad aprire gli occhi.
Lentamente, mise a fuoco la stanza. Una grande vetrata la separava da quello che
sembrava un giardino. Le ricordava tanto Naboo…
Una figura anonima le prese la mano e la strinse. Con tutti i sensi, cercò di
riconoscere quella persona.
Tentò di parlare. Una voce roca, che non assomigliava per niente alla sua, le
uscì dalla gola riarsa. -Annie… sei… sei tu?-
L’uomo le rispose. - No. Sono Obi-Wan, Padmè. Mi riconosci?-
Padmè si sentì girare la testa. Perché Anakin non era lì, con lei? Prese un
profondo respiro. - Obi-Wan? Dove sono…?-
- Ti ho portata a Naboo. Nella villa sul lago. Quella di cui me ne avevi
parlato una volta, ricordi?-
La ragazza tentò di alzarsi, ma il dolore fisico non era del tutto
scomparso.
- No. Non ti muovere. Sei ancora molto debole- disse Obi-Wan.
Padmè cercò elementi nella stanza che la potessero aiutare a ricordare
cos’era accaduto. Vide il letto matrimoniale su cui era distesa. Obi-Wan era
seduto di fianco a lei, sul materasso. L’uomo con i capelli castani e gli occhi
verdi le rivolse un sorriso.
- Sapessi che paura ci hai fatto prendere!-
Padmè aggrottò la fronte, ma anche quel piccolo movimento le procurò una
fitta alla testa. -Che è successo?-
-Come… - il sorriso scomparve dal viso di Obi-Wan. -Non ricordi nulla?-
-No- Padmè cominciava a irritarsi. Dimmi quello che è successo e basta!,
pensò.
– Dov’è Anakin? Perché non è qui?-
-Anakin…?- ripeté Obi-Wan incredulo. -No… Padmè, ti sbagli… Anakin non c’è,
ricordi?-
-Cosa devo ricordare?- sbottò con voce dura lei, quanto la sua gola lo
potesse permettere. - Perché non lo fai venire?-
Obi-Wan si morse il labbro inferiore. Senza una parola, uscì dalla stanza.
Padmè, non potendo urlare, si limitò ad aspettare che tornasse.
Obi-Wan tornò due minuti dopo. Era seguito da due persone. I visi sembravano
familiari, ma Padmè non li riconobbe. Portavano entrambi un fagotto di lana
azzurra.
- Padmè, loro sono Bail Organa e sua moglie.- disse Obi-Wan, incerto.
- Bail!- lo riconobbe Padmè. Bail e la moglie si avvicinarono. L’uomo
indossava una casacca e un paio di pantaloni beige, e una fascia rossa a
tracolla. La donna un largo vestito cortigiano e la stessa fascia rossa.
Esibivano un sorriso forzato, triste. Padmè si chiese il perché, ma poi la sua
attenzione fu catturata dai due fagotti che le porsero. Avvolgevano due bimbi
identici, un maschio e una femmina. Lo capì senza che Obi-Wan le dicesse
niente.
- Sono i tuoi figli, Padmè.-
Un largo sorriso le spuntò sul viso. Due lacrime si rincorsero sulle sue
guance.
- Il maschio lo hai chiamato Luke. Ma la femmina…- disse Bail.
Padmè non rispose. Era intenta ad ammirare i suoi bambini. I piccoli avevano
la pelle liscia e dormivano beatamente. Il bimbo aveva pochi capelli, ma i pochi
che aveva erano color del sole, la bimba, invece, aveva i capelli scuri. Proprio
come i suoi.
Sembrava aver perso l’uso della parola. Con fatica, distolse lo sguardo dai
piccoli e lo posò sulle persone ai piedi del suo letto. Con gli occhi raggianti,
disse: - Sono… sono bellissimi…-
E continuò ad osservarli per molto tempo. Poi, sembrò tornare in sé, e con un
sorriso, disse: - Lei sarà Leia… come voleva Anakin. Ma…- il sorriso le
scomparve dal viso.
-Anakin? Dov’è? Ha visto i bambini?-
-Anakin… non c’è, Padmè - sospirò Obi-Wan. - Riposa. Domani andremo dai tuoi
genitori e così potrai raccontargli la storia completa. E la sentirai solo una
volta. Credo sia meglio.- Concluse, abbassando la testa.
- Non voglio andare dai miei genitori. Non gli ho raccontato nulla di Anakin.
In teoria non dovrebbe saperlo nessuno- ribattè la ragazza.
- E vorresti togliergli la gioia di scoprire di avere due nipoti? Non credo-
continuò lui.
Se ne andò. Bail esitò, ma poco dopo lo seguì. Sua moglie, con un sorriso
solcato da una lacrima, le si avvicinò e sussurrò: -Mi dispiace-. Poi se ne andò
anche lei.
Padmè rimase di stucco. Perché nessuno mi vuole dire cosa è successo? Poi, si
occupò dei bambini. Ne imparò a memoria i lineamenti. Notò che Luke assomigliava
moltissimo ad Anakin: gli stessi capelli, gli stessi occhi e la stessa fossetta
sul mento. Mentre Leia le assomigliava soprattutto nella forma degli occhi.
Rimase per molto tempo ferma a guardarli, fino a che la sua attenzione fu
catturata dal tramonto del sole di Naboo. Quando giunse il buio, strinse a sé i
piccoli e si addormentò.
*
Sentiva dei bimbi piangere. Nel buio dei suoi sogni, la senatrice Padmè
Amidala vedeva i suoi gemelli. Tentava di raggiungerli, ma con più si
avvicinava, più loro si allontanavano. - Leia! Luke!- li chiamò.
Poi scomparvero. Disperata, si girò e vide due persone, un ragazzo e una
ragazza che si assomigliavano. Il maschio le ricordava molto Anakin…. La ragazza
portava una tunica bianca e i capelli raccolti a rosa sulle orecchie. Le
sorridevano entrambi. Ma poi arrivò un uomo incappucciato e li portò via. La
testa le faceva male da morire…
Si svegliò di soprassalto. I gemelli piangevano. Padmè si portò una mano al
cuore. Un brivido freddo le era sceso dalla schiena fino alle gambe. Il respiro
ansioso piano piano si placò e riprese il ritmo normale. Come se si fosse
accorta solo allora che i bimbi piangevano, saltò giù dal letto, provocandosi un
altro giramento di testa. Si appoggiò alla cassettiera di legno accanto al
materasso. Piano, raggiunse la culla, dove i bambini, agitando i pugni, erano
rossi di rabbia.
Chissà chi li ha spostati qui, si chiese Padmè. Ricordava perfettamente di
essersi addormentata con loro e il pensiero che qualcuno fosse entrato nella
stanza mentre dormiva, non le andava a genio.
Li prese entrambi in braccio e li appoggiò sul letto matrimoniale. In un
cassetto trovò dei ricambi e li cambiò, chiedendosi chi avesse pensato a tutto.
Obi-Wan era apparso sulla porta. Osservava Padmè darsi da fare per calmare i
gemelli, e, non sapeva perché, provava uno strano senso di orgoglio. E di
tristezza. Padmè non lo meritava, si disse.
Si fece avanti e le disse: - Padmè, mentre tu dormivi… ehm… dopo il parto…,
hanno provveduto i droidi medici a nutrire i piccoli. Io non avrei saputo come
cavarmela-
Padmè si girò di scatto, turbata. -Oh, ciao- disse. - In effetti, stavo
pensando come dargli da mangiare.- Era ancora un po’ irritata poiché Obi-Wan non
le aveva parlato di Anakin.
Obi-Wan sobbalzò, cogliendo il messaggio. - Oh, bene. Scusa. Ci vediamo
dopo-
Padmè lo guardò mentre andava via, e provò tanti sensi di colpa. Non lo aveva
mai trattato così male. Era da sempre un grande amico, sia suo che di Anakin.
Anakin… cosa ne era stato di lui? Questi pensieri le affollavano la mente mentre
allattava i piccoli. Quando ebbero finito, li vestì e li sistemò con cura dentro
ad una culla mobile.
Questa la seguì, grazie ai propulsori antigravitazionali silenziosi, fino al
salotto, dove la aspettava Obi-Wan. Lui era vestito come sempre da Jedi. Padmè
indossava un lungo vestito, che era aderente fino sotto al seno. Poi da lì,
piano, si allargava fino a terra. Un mantello argenteo le copriva le spalle,
mentre i capelli ricci erano tirati indietro da una fascia azzurra.
Obi-Wan, che sembrava immerso in una meditazione, non si voltò.
Padmè lo guardò per un po’, come per cercare di scoprire i segreti che lui le
teneva nascosti. Poi parlò, incerta. - Obi-Wan?-
Lui sussultò e si girò lentamente. Studiò per pochi istanti la ragazza e
disse: -Allora, hai deciso se andare dai tuoi genitori?-
Padmè rimase in silenzio, poi disse: - Sì. Hai ragione tu. Non ho il diritto
di privarli di una cosa tanto bella.-
E si avviarono.
*
Mentre camminavano lentamente, non parlavano. La culla stava al fianco di
Padmè, la quale la guardava ogni mezzo minuto.
Era abbastanza assorta nei pensieri, che si accorse a malapena di essere
arrivata a Villa Naberrie, la casa dove aveva trascorso i 10 anni più belli
della sua vita. Senza contare quelli con Anakin, si corresse dopo.
Venne avviata alle Carriere Speciali quando ebbe 11 anni. A 12 venne nominata
Principessa di Theed. Ma, sorrise fra sé e sé, ormai quel titolo appariva solo
nei trattati ufficiali. Quando parlavano di lei, la chiamavano Senatrice. O,
quando venne eletta Regina, sua Altezza. Solo le persone della sua famiglia, i
suoi amici più intimi e Anakin la chiamavano Padmè. Sembra strano, ma lei, in un
certo senso, voleva abbandonare la carriera da Senatore. Una volta aveva
rischiato persino di farsi uccidere, pensò. Più di una volta. Tutti gli
attentati, le esecuzioni, l’odio… Non serviva a nulla. A lei bastavano solo
Anakin e i bimbi. Ma ora non le volevano nemmeno dire dov’era finito Anakin…
Bussò a porta Naberrie, con una strana emozione addosso. Le aprì la madre.
- Padmè!- disse sorridendo, e la abbracciò.
- Mamma, questo è un mio amico, il Maestro Jedi Obi-Wan Kenobi.-
- Salve- lo salutò formalmente la madre.
Nel frattempo, una ragazza più alta di Padmè era apparsa dietro alla porta.
- Sola!- la abbracciò Padmè.
- Oh, Padmè! E’ da tantissimo che non ti vedo!- disse la donna.
- Obi-Wan, lei è mia sorella Sola- sorrise Padmè.
Obi-Wan inchinò brevemente il capo, e il gruppo entrò in casa. Entrarono nel
salotto, e lì la madre di Padmè notò la culla.
- Padmè…? Cos’è…?-
- Oh…- abbassò il capo la ragazza. Prese un gran respiro e disse: - Sono i
miei figli, mamma.-
La donna la guardò sbalordita, poi si lascio cadere sulla poltrona alle sue
spalle.
- Come… come hai detto?- balbettò.
Padmè abbassò lo sguardo. Sola si sedette su una sedia e rimase a guardare
incredula la culla mobile.
La ragazza sapeva che avrebbero reagito così. Ma, si disse poi, lei come
avrebbe reagito se fosse venuta a scoprire che aveva due nipoti nati in gran
segreto? Respirò profondamente. -Papà è in casa?-
La madre scosse la testa, incapace di rispondere. Sola, con voce spenta,
disse:
-Ah- rispose Padmè depressa. Avrebbe voluto raccontare la storia solo una
volta. Suo padre era solito a chiedere tutti i dettagli, quindi avrebbe dovuto
ripeterla almeno tre volte.
- Ma… Padmè…- iniziò la madre con voce bassa e tremolante. - Com’è successo…?
Tu… non ci hai mai detto che… avevi un ragazzo… o che eri incinta…-
- Sono qui per raccontarvi tutto- disse Padmè, cercando di mantenere un tono
calmo. - Nemmeno io so cos’è successo, alla fine. Obi-Wan è qui per questo.-
Obi-Wan prese un gran respiro. Gli dispiaceva raccontare tutto davanti alla
famiglia di Padmè. Preferiva dirglielo in privato. Ma annuì comunque.
Padmè si sistemò sul divano, portando accanto a sé la culla. I gemelli
dormivano. Obi-Wan si sedette accanto a lei.
La ragazza cominciò. - Tutto iniziò tredici anni fa, durante il blocco di
Naboo. Vi ricordate quando fuggii travestita da ancella? Bè, andammo a Tatooine
per comprare i pezzi di ricambio per la nave danneggiata dai Federalisti.
Incontrammo Anakin Skywalker, un bambino schiavo che ci aiutò a ripartire e
salvò Naboo…-
- Aspetta un secondo- la interruppe la sorella. - Anakin Skywalker non è
quello con cui venisti a mangiare tre anni fa qui?-
Obi-Wan le lanciò un’occhiata di sbieco.
- Sì- rispose Padmè. - Venne avviato alla Carriera Jedi. Obi-Wan fu il suo
Maestro fino a due anni fa. Tre anni fa, dopo 10 anni, ci rincontrammo. Anakin
era cresciuto e si assunse il compito di proteggermi dai continui attentati.
Venimmo qui a Naboo. Alla casa sul lago.>
La madre di Padmè annuì. - Ci sposammo io e tuo padre, lì…-
- Sì- assentì la ragazza. - Proprio lì. Anakin diede chiari segni di essere
legato a me, ma io cercai di ignorarlo, sapendo che gli era proibito dai Jedi
innamorarsi. Ma poi morì sua madre e non potevo continuare ad ignorarlo. Dovevo
aiutarlo. Aveva perso la persona che amava di più al mondo.-
Obi-Wan si mosse e Padmè si bloccò. Deglutì e ricominciò con voce tremante. -
E a quel punto, non potevo ignorare i miei sentimenti. Rischiammo di farci
uccidere dai Separatisti a Geonosis, e gli confessai il mio amore…-
Un’arena le apparve alla mente, Anakin che le si allontanava lentamente…
poteva rivedere le lacrime nei suoi occhi, la disperazione…
Scosse la testa e continuò. - Ci sposammo… nella villa sul lago… in gran
segreto…-
La madre voltò il capo. - Come? Vi siete sposati? Ma Padmè… non ci hai mai
det…-
- Non potevo!- esclamò la ragazza. - Era proibito, lo capite? Ma lo amavo, lo
amavo più di ogni altra cosa al mondo. E lo amo ancora adesso. Qualche mese fa
dovette partire per andare a liberare il Cancelliere… l’Imperatore- si corresse.
Non poteva credere che la Repubblica fosse stata sconfitta. Palpatine non poteva
credere che la libertà durasse nell’Impero. - E io rimasi incinta. Tornò, ma si
avvicinò sempre di più a Palpatine. Lo aiutò a fondare l’Impero e andò a
Mustafar per uccidere i Federalisti. Io ricordo solo che partii per andarlo a
fermare.- concluse.
Fece un cenno ad Obi-Wan. Il Maestro sospirò e deglutì. - Tu, Padmè,
scendesti dalla nave, nella quale io mi ero nascosto…-
Padmè lo guardò a bocca aperta ma non disse nulla. Tornò a concentrarsi
invece sulla culla.
- Dovevo fermare Anakin. Era il mio migliore amico, non potevo stare a
guardare mentre si distruggeva. Così, quando mi vide, s’infuriò.- E poi
aggiunse: - Era convinto che tu lo avessi tradito.-
-Come…? Ma io non…- iniziò stupita la ragazza.
- Padmè, io non so come reagirai. Non so come dirtelo, ma… lui cercò di
strangolarti, con la Forza…-
Il viso di Padmè si bloccò. Un filo di voce uscì dalle sue labbra
semi-chiuse. Cominciò a tremare e, all’ improvviso, ricordò tutto. L’urlo
terribile dalla bocca del suo amore, che aveva gridato: - Bugiarda!-, la lava
più rossa del sangue, il viso impaurito e infuriato che Anakin aveva
assunto…
- No…- sussurrò la ragazza, portandosi una mano alla bocca. - No…-
La sorella e la madre la guardavano, spaventate.
Obi-Wan prese il coraggio a due mani e continuò: - Combattemmo. Anakin cadde
nella lava e…- non finì la frase. Sapeva che era inutile. Chi cadeva nella lava
non aveva possibilità di sopravvivenza.
Padmè sgranò gli occhi, che si riempirono di lacrime. Il respiro le usciva
con un singulto. - Annie… no…- sussurrò.
- Mi dispiace- disse Obi-Wan sinceramente.
Lo sguardo di Padmè si fissò nel vuoto, la sua mente immersa nei ricordi. Un
Anakin stravolto le apparve, dopo la strage dei Tusken. Poi un bambino che le
sorrideva in mezzo ad una grande festa. Ricordava la sua risata, durante la
rotolata nel grande prato. La sua rabbia e la sua disperazione quando voleva
salvarla dalla morte. Un grido lancinante, da spezzare l’anima: - Io ti odio!-
*
- Io ti odio… ti odio…- sussurrò immersa nei pensieri Padmè. - Ho sentito un
urlo… Ero stesa a terra… C-3PO cercava di trascinarmi sulla nave…-
- Lo ha detto quando ha visto che non lo aiutavo… mi dispiace veramente,
Padmè.-
- Padmè - iniziò Sola, incerta.
Poi, la calma e il controllo che avevano sempre caratterizzato la Senatrice
Amidala, crollarono. Le lacrime sembravano essere infinite, le scivolavano
incessantemente sulle guance pallide.
Con voce strozzata sussurrò: - Annie… no… Non può essere… morto… ti prego, ti
prego….-
Si accasciò sulla spalla di Obi-Wan e iniziò a piangere, singhiozzando.
* Sicuramente Padmè, nel film, non ha sentito Anakin gridare queste parole,
ma l’ho proposto ipotizzando che Anakin sia caduto nella lava proprio sotto alla
piattaforma di atterraggio a Mustafar.
Eccoci al secondo capitolo di "L’inizio di un nuovo giorno". Questo capitolo
è stato abbastanza difficile da scrivere, e, più precisamente, non mi soddisfa
pienamente la discussione tra Padmè e Obi-Wan. In effetti mi trovavo in un
periodo zero-idee. Comunque spero che vi piaccia.
Buona lettura,
PadmèSkywalker
p.s: Ringrazio Jenny76 che ha commentato! Continuate a farlo, mi
raccomando!!!
2° CAPITOLO………… UN NUOVO IMPERO
Nello spazio, mentre una ragazza si rendeva conto che il suo amore era
perduto, un uomo fece i suoi primi passi verso una nuova vita. Il primo raggio
di sole, nel suo universo, recò dolore. L’Imperatore gli aveva curato le ferite
che aveva subito nello scontro con il Jedi. Non erano mortali, ma erano
dolorose. Ma niente, niente era confrontabile con il dolore che gli attanagliava
il cuore. La morsa che aveva cercato di sconfiggere per tredici anni lo stava
distruggendo, sempre più velocemente.
- Darth Vader?-
L’uomo si alzò lentamente dal letto in cui era stato disteso per tre lunghi
giorni. I capelli castani, schiariti dalle radiazioni rifletterono la luce fioca
di una stanza circolare.
Lo spazio era quasi interamente occupato da macchinari medici. Gli occhi
azzurri si abituarono rapidamente all’oscurità. Vide accanto a sé un uomo basso,
il viso coperto da un cappuccio.
- Darth Vader?- ripeté quest’ultimo.
- Sono Anakin Skywalker. – rispose il ragazzo.
- Quello è il nome che appartiene ai Jedi. Ti sei unito ai Sith. Ti sei unito
a me, mio giovane apprendista. Sei un Sith, ora. Il tuo nuovo nome sarà Darth
Vader- disse il vecchio.
- Sì, mio Maestro- replicò il giovane. Aveva la sensazione che si fosse
dimenticato qualcosa, ma non riusciva a capire cosa. All’improvviso, il ricordo
lo colpì violentemente.
- Padmè!- urlò. - Dov’è? Sta Bene? Il bambino?-
Il vecchio chinò il capo, e con voce soddisfatta, disse: - Mi dispiace, Darth
Vader. Ma temo che nella tua ira, tu l’abbia uccisa.-
Il ragazzo sgranò gli occhi. Le pupille si dilatarono, il sangue defluì dal
viso. Iniziò a sudare freddo. - No… è impossibile… io non avrei mai…-
- L’hai uccisa, mio apprendista. Tuo figlio se ne è andato con lei.- continuò
il vecchio.
- No… no…- sussurrò il ragazzo. Con le iridi rese blu dalla paura, si chinò
in avanti. Le ginocchia cedettero, una rabbia e un dolore mai provato gli
investì le membra. Voleva gridare, voleva distruggere tutto ciò che quella
stanza conteneva. Strinse i pugni e i denti. I macchinari e i droidi implosero,
con rumore secco. Una lacrima gli scivolò sull’imitazione meccanica di una vera
mano.
L’aveva condotta alla morte… ed era proprio da quello che la voleva salvare….
Tutto quello che aveva fatto, tutte le prodezze che aveva compiuto, le aveva
realizzate per lei. Non poteva morire… non sarebbe mai dovuta morire….
L’urlo gli esplose in gola, senza nemmeno che lo chiamasse. - No!- gridò al
colmo della frustrazione. - No!!-
Si lasciò cadere sul pavimento nero, e urlò di disperazione.
*
Guardava la sfera nera pronta ad uccidere i migliaia che non si sarebbero
alleati con l’Impero. Guardava l’Arma che l’Imperatore aveva costruito, e della
quale lui ne era l’ammiraglio. L’uomo sospirò, pensando che non avrebbe mai
dovuto allearsi con l’Impero. Non si sarebbe giunti a nulla. Fino a che, almeno,
non sarebbe arrivato un uomo capace che li avrebbe guidati con sicurezza.
Come se fosse uscito dai suoi pensieri, un uomo incappucciato gli si
avvicinò, guardando anch’esso la terribile stazione da battaglia. L’ammiraglio,
cercando di non farsi notare, lo studiò. Aveva l’aria di una giovinezza quasi
scomparsa, ma non ancora perduta. I capelli erano castani chiari e gli occhi
sembravano azzurri. Sul viso gli si leggeva un dolore infinito, il dolore di chi
ha superato migliaia di prove ma non è riuscito nel suo intento. Vicino
all’occhio destro c’era una lunga cicatrice che partiva dalla fronte e si
fermava appena sopra la guancia. Gli dava un’aria da duro. Ma un duro triste,
pensò.
- Quando avrà finito di indagare sulla mia storia personale, forse le potrò
dire chi sono io- disse il ragazzo, improvvisamente.
L’ammiraglio fu preso alla sprovvista. Eppure non aveva parlato. Come
aveva…?
- Sono Darth Vader, ammiraglio. Sono il responsabile della Morte Nera. Decido
io cosa fare, quando e come. E voglio che lei dia ordini per preparare il carico
al trasferimento- continuò con voce monocorde il giovane.
L’ammiraglio esitò. Chi credeva di essere questo novellino?
-Ora- ringhiò Vader freddo.
L’uomo scattò sull’attenti. - Sì, signore.- E si allontanò.
Vader rimase a guardare la stazione da battaglia più potente di tutta la
Galassia. Il pensiero di Padmè gli sfiorò la mente, ma ormai aveva esaurito
tutto il dolore da espellere. La memoria di quella ragazza così fragile, ma al
tempo stesso così forte gli sarebbe rimasta nel cuore per sempre.
Ma pensarci non l’avrebbe aiutata, si disse Vader. Non l’avrebbe mai
riportata in vita.
*
Non voleva svegliarsi. Voleva raggiungere Anakin… voleva rivederlo un’ultima
volta. Non poteva svegliarsi… perché non lo capivano? La sua anima sarebbe
sempre rimasta vuota… che senso aveva continuare a soffrire?
- Padmè!-
Lentamente, aprì gli occhi. La luce le inondò le pupille, che si richiusero
immediatamente. Si girò sul materasso, ma doveva aver sbagliato i calcoli perché
non sentì più il materiale morbido e con un tonfo cadde sul pavimento. Sbattè la
fronte ed emise un gemito. - Ahi!-
- Padmè!- continuò la voce.
- Arrivo Obi-Wan!- si rialzò lei, massaggiandosi la testa.
Si infilò il mantello blu scuro e volse lo sguardo verso i gemelli. Sorrise
tristemente. Se solo Anakin li potesse vedere… Si scosse dai pensieri e si avviò
per il salotto. Ma questo era vuoto. Obi-Wan era appoggiato alla balaustra di
marmo sulla terrazza e osservava il lago sottostante.
Una volta Anakin era nella sua stessa posizione, ricordò Padmè. Quando si
diedero il primo bacio, quando lei capì che era innamorata profondamente di
lui.
Si costrinse a ricacciare indietro le lacrime e lo raggiunse. Appoggiò le
mani sulla balaustra lavorata e guardò le montagne lontane. Sentì tutto il
dolore di quelle giornate: aveva cercato deliberatamente di non salire in
terrazza, per paura che il ricordo di Anakin le potesse strappare l’anima. E,
infatti, sentiva la presenza di un passato trascorso, di un passato che non
sarebbe mai tornato.
- Venimmo qui, Anakin e io, durante gli attentati- disse improvvisamente
Padmè. Sorrise tristemente. - Mi diede un bacio. Era così dolce…- Una lacrima le
spuntò, ma si fece forza e la ricacciò indietro.
- Padmè- sorrise Obi-Wan, e le prese la mano.
La ragazza sussultò per quel tocco inaspettato. Voltò il viso e lo guardò nei
profondi occhi verdi. Somigliavano tanto a quelli di Anakin… Ad un tratto, la
lacrima tanto temuta le scivolò sulla guancia. Vide gli occhi di Obi-Wan
seguirla e asciugarla con una mano. I lunghi capelli ricci della ragazza erano
racchiusi in un elegante nodo ed erano mossi da una leggera brezza. L’abito era
scollato e bianco. Il mantello si muoveva leggermente nell’aria. La mano di
Obi-Wan le sfiorò i capelli. Padmè chiuse gli occhi e sentì l’eco della voce di
Anakin… Non mi piace la sabbia… Tutto così liscio, e levigato… Ma quando
sentì il corpo di Obi-Wan farsi più vicino, aprì gli occhi e lo guardò,
disperata. Obi-Wan sembrava attratto dalla fiamma di dolore che le bruciava
negli occhi color nocciola. Continuava ad avvicinarsi.
- Obi-Wan…- iniziò incerta Padmè.
Obi-Wan si fermò improvvisamente. L’attirò a sé e la abbracciò. Padmè
appoggiò il mento alla sua spalla e sentì le sue mani circondarle la schiena.
- Ce la farai, Padmè. Lo so, ce la farai…- disse lui.
- L’ho perso, Obi-Wan… la mia vita non ha più alcun senso senza di lui…-
sussurrò lei.
Obi-Wan la lasciò, sul suo volto dipinta un’espressione delusa.
- Non è da te, Padmè. Sei forte. Hai sempre superato le cose difficili.-
Padmè lo guardò, stranita. Cosa ne sapeva, lui? - Obi-Wan, ti consiglio di
non dirmi quello che devo fare, soprattutto ora.-
- Ma è vero, Padmè! Non sei più la stessa!- esclamò lui, allargando le
braccia.
La ragazza lo guardò indignata. - E’ appena morto Anakin! La persona che
amavo più di ogni altra! Come…?-
Obi-Wan scosse la testa. - Cerca di dimenticarlo. Ora non c’è più.-
Il respiro di Padmè si fece pesante. Il cuore cominciò a batterle
velocemente. - Come puoi essere così superficiale? Era mio marito!-
- La più grande virtù è non attaccarsi alle persone.- replicò Obi-Wan.
- Tu… tu mi credi un Jedi. Io non lo sono! Io non riconosco il vostro dovere
di non amare! Io amavo Anakin, e lo amerò sempre! Avrà sempre il mio cuore!
Niente potrà sostituirlo!- gridò Padmè, rabbiosa. I capelli cominciavano a
crollarle dal nodo elegante.
- E infatti guarda adesso come stai!- ringhiò Obi-Wan. Appena ebbe finito di
parlare, si pentì di aver detto quella frase.
Padmè crollò sul divano vicino al muro della sua camera. Il respiro era
ansioso e pesante. Obi-Wan le si avvicinò velocemente. - Scusa Padmè. Non
volevo. Non le pensavo, quelle cose. Ti prego perdonami.-
Padmè continuava a guardarsi le ginocchia. Poi voltò gli occhi verso Obi-Wan
e scoppiò in lacrime. - Hai ragione, invece. E’ stata tutta colpa mia… tutta
colpa mia…-
- No… no… no…- sussurrò Obi-Wan.
- Non dovevo sposarlo… se non lo sposavo, tutto questo non sarebbe mai
accaduto…-
- Se tu non lo sposavi, non avresti mai avuto quei due splendidi bambini-
disse Obi-Wan dolcemente abbracciandola.
Il cuore di Padmè, sentendo parlare dei propri bambini, si alleggerì. - I
bambini…-
- Sì, Padmè. Non è stata colpa tua. Non lo hai sposato per farlo morire. Lo
hai sposato per renderlo felice, e perché lo amavi. Te lo giuro, in quegli anni,
l’ho visto più felice di quanto fosse mai stato.-
Padmè scosse la testa. - Ma era il Prescelto! Il suo compito non era amare
me, era riportare equilibrio nella Forza…-
Obi-Wan sorrise. - Anche i più saggi possono sbagliare. Gli antichi Jedi
forse sbagliarono ad interpretare la Profezia. Forse il suo futuro non era
diventare un Jedi. Forse il suo futuro era amare proprio te…-
Padmè annuì, ringraziandolo mentalmente per le bellissime parole che la
confortavano. Sapeva che lo avrebbe percepito.
Si alzò dal divano e rimase in piedi vicino ad Obi-Wan. Lei sorrise
debolmente, lui le fece un cenno con il capo. Padmè aprì la bocca per dire
qualcosa, ma la richiuse e si avviò in silenzio verso la sua stanza.
Obi-Wan rimase a guardarla mentre se ne andava e si sentì strano. Avvertì una
presenza… una presenza familiare… Ad un tratto, sentì nel cuore una sensazione
di dolore e di disperazione. Era così forte che si costrinse a rimanere in
piedi. Si appoggiò alla balaustra con una mano. Poi, come tutto era cominciato,
si fermò. Si appoggiò una mano sul cuore, aspettando che ricominciasse a battere
normalmente.
Gli venne un pensiero. No, impossibile, si disse. Sempre pensieroso, si avviò
verso il salotto.
*
- Milord!-
Trasalì. Una mano tesa nel buio, l’altra stretta attorno all’impugnatura
della spada laser. L’aveva sognata. Oh, no, l’aveva sognata ancora.
- Milord?-
Voltò la testa verso la porta. E poi la volse verso il proprio corpo. Era
steso sul letto, completamente vestito.
- Milord?-
- Che c’è?- sbottò Vader, infastidito da tanta insistenza.
- Milord, signore, abbiamo finito di trasportare il carico sulla Morte Nera.
Possiamo iniziare il trasferimento dell’equipaggio?- disse la voce
dell’ammiraglio.
- Proceda. Preparate il mio caccia personale. Sarò pronto tra un’ora- disse
Vader.
- Sì, signore- rispose l’ammiraglio.
Vader ascoltò i passi dell’uomo affievolirsi nel corridoio. Poi si mise
seduto e si prese la testa tra le mani. L’aveva sognata. Così bella, dolce… ma
triste, aggiunse una vocina nella sua testa.
Basta, pensò Vader scrollando il capo come per liberarsi di lei. Ma il suo
ricordo non abbandonava le più profonde oscurità del suo corpo. Nel sogno, lei
giocava sul prato di Naboo. Era così spensierata… Poi il sogno cambiava e lei
era lì, davanti a lui, che gli diceva di essere incinta.
Si mise una mano sugli occhi e aspettò che il dolore alla testa si placasse.
Momenti quasi dimenticati gli tornarono alla mente: il primo incarico da solo
come Padawan, la nomina a Cavaliere Jedi… il suo primo bacio… La memoria del
matrimonio gli provocò una fitta al cuore… Ricordò, con un sorriso, la prima
volta che lui e Padmè avevano dormito assieme. Ricordava esattamente le curve
delicate del suo corpo e il suo respiro, calmo e regolare… Ricordava quando lei
si era addormentata sul suo petto, dopo che avevano fatto l’amore per la prima
volta. Era rimasto lì, tutta la notte, ad osservarla mentre respirava e gemeva
nel sonno. Quella notte gli era rimasta impressa nella memoria. Ne serbava il
ricordo perfettamente. Gli venne in mente con quanta difficoltà lo aveva
nascosto a Obi-Wan…
Ora basta, si disse. Non poteva continuare a crogiolarsi nei ricordi. Spinse
il volto di Padmè nella parte più recondita del suo cervello e si alzò.
Eccoci al Terzo Capitolo, intitolato Presenze e Pensieri. In effetti, mi
rendo conto di aver distorto abbastanza il personaggio di Obi-Wan per questa FF,
ma dovevo farlo per… ehm… "esigenze di copione", mettiamola così!
Spero che vi piaccia,
PadmeSkywalker
p.s: rispondo a Jenny76, che ringrazio prima di tutto perché continua a
commentare! Ho ipotizzato che Anakin cade sulla ghiaia del vulcano quando
Obi-Wan gli taglia gambe e braccio, ma però non prende fuoco. Obi-Wan pensa sia
morto perché è difficile sopravvivere in quelle condizioni e perché, in effetti,
lui pensa di averlo ucciso. L’Anakin di questa storia non ha maschera, ma solo
gambe e braccia artificiali. Oltre a "qualche piccola" cicatrice…
3° CAPITOLO………… PRESENZE E PENSIERI
Obi-Wan stava meditando, seduto sul pouf in salotto. Con la parte cosciente
del suo cervello, poteva sentire Padmè che giocava con i gemelli nella stanza
accanto. La parte incosciente era immersa nel faticoso tentativo di dare un
significato alla sensazione di disperazione che aveva percepito sulla terrazza.
Forse era stato solamente la percezione della presenza di Padmè, o forse…
forse era stato proprio Anakin... Ma no, pensò Obi-Wan. Come posso sentire la
presenza di Anakin, se Anakin non c’è più?
Una sensazione familiare lo scosse e aprì gli occhi. Padmè era in piedi
accanto alla porta, che lo osservava. -Obi-Wan?- disse.
-Padmè, io…- iniziò Obi-Wan.
-Cosa?- disse Padmè sedendosi sul divano accanto al pouf.
-Io… credo di aver sentito la presenza di Anakin…- disse il Jedi.
-Come… no, cioè hai sentito…?- chiese lei stupefatta.
Obi-Wan si alzò e le si sedette accanto. La guardò dritta negli occhi. -Io
credo che sia un’eco… di Anakin…-
Padmè abbassò lo sguardo. - E se fosse stata veramente una presenza?-
Poi lo fissò disperatamente. - E se fosse ancora vivo?-
Obi-Wan scosse la testa. - Come poteva sopravvivere in quelle
condizioni?-
Padmè si morse un labbro. Sembrava voler dire qualcosa, ma non ne aveva il
coraggio. Sapeva che si sarebbe fatta male da sola, ma ormai… ne valeva la
pena.
- Obi-Wan…- disse la ragazza, con voce bassa. - Come è morto Anakin?-
Obi-Wan non rispose. Come poteva raccontarle una cosa tanto spaventosa… come
poteva dimenticarla? Il fuoco, le fiamme, la lava… Anakin…
- Non credo che…- iniziò.
- Ti prego- lo interruppe Padmè.
Il Maestro Jedi sospirò.
- Tu cadesti a terra. Svenuta. Anakin mi guardò. Potevo vedere la sua rabbia
vibrare. Mi urlò che ti avevo messo contro di lui e che non ti avrei mai portato
via.- Obi-Wan guardò Padmè, in attesa.
- Continua.- disse la ragazza.
Lo Jedi deglutì. -Gli dissi che Palpatine era il vero malvagio. Che lui
stesso era la causa della tua perdita. Mi minacciò di uccidermi- si interruppe,
percependo un emozione in Padmè. La guardò di traverso e continuò. - Il mio
compito era uccidere i Sith. Estrassi la spada… e combattemmo.-
Padmè si mordeva un labbro.
Obi-Wan riprese. - Mi disse che quella sarebbe stata la mia fine. Io saltai
sulla sponda di un vulcano e gli dissi che non poteva vincere. Lui mi urlò che
sottovalutavo i suoi poteri… Percepii quello che voleva fare, e lo avvisai di
non farlo. Lui saltò e… gli tagliai le gambe e un braccio.-
Un gemito uscì dalle labbra di Padmè. Ha fatto tutto questo per me, pensò.
Voleva salvarmi… e io l’ho ucciso…
- Scivolò sul ciglio del fiume di lava…
"Tu eri il Prescelto!" urlò l’uomo sulla sabbia rovente. "Era scritto che
distruggessi i Sith, non che ti unissi a loro!"
Il ragazzo rotolava sempre più giù. Urlando di dolore, cercava di
aggrapparsi, ma ogni cosa era sgretolata dal caldo infernale.
"Dovevi riportare equilibrio nella Forza, non lasciarla nelle tenebre!"
continuava l’uomo. Le lacrime gli scesero sulle guance.
Il ragazzo raccolse le sue energie, l’urlo lancinante esplose tra le cascate
di lava. "Io ti odio!!!!!"
Urlava. Urlava di dolore.
Il Maestro Jedi scosse il capo, distrutto.
Voltò la testa. Non poteva vedere il suo migliore amico ridotto così. Il suo
migliore amico…
Si arrampicò sulla montagna e prese comando della nave di Padmè, per
salvarla, per portarla via da quel pianeta maledetto…
- Ha sofferto…- Padmè si portò una mano alla bocca.
- Lo so- rispose Obi-Wan - Ma non potevo fare altrimenti.-
Padmè sospirò. Come poteva raccontare a Obi-Wan il suo dolore? Come poteva
nasconderglielo? Sentiva di non poter più mentire a nessuno, non dopo così tanto
tempo passato a vivere nella menzogna.
Voleva renderlo partecipe della gioia più profonda che le scioglieva la
mente, quella dei suoi bambini, ma era giusto nascondergli anche il dolore più
atroce che le perforava il cuore? In che modo poteva esprimergli tutto l’amore
che provava per Anakin? Che parole avrebbe usato per raccontargli come i suoi
occhi s’illuminassero quando qualcuno pronunciava il nome di Anakin, o come lui
fosse il suo ossigeno, la sua ragione di vita? Non sopportava più tenere
nascosto un amore che ormai era stato distrutto fisicamente. Lo avrebbe sempre
tenuto nel cuore, avrebbe raccontato ai suoi bambini la storia del loro padre,
Anakin Skywalker, un grande guerriero, un grande Jedi. Un Sith? No,
Anakin non era diventato un Sith. Era solo un uomo disperato.
Alla fine, trovò solo tre semplici parole, che racchiudevano quell’immenso
amore, quella passione trascendente.
- Obi-Wan- disse Padmè. - Io lo amo-
Obi-Wan la guardò. Padmè capì. Ai Jedi era proibito provare amore. Come
poteva Obi-Wan capire l’amore intenso che la legava ad Anakin?
- Spero che tu mi capisca- aggiunse la ragazza.
-Sì, Padmè. Più di quanto tu non creda.- disse il Maestro jedi.
Padmè lo guardò più intensamente. - Io non mi arrendo, Obi-Wan. Io so che è
ancora vivo. Lo sento.-
Obi-Wan scosse il capo. -Anche se fosse ancora vivo, e non credo, ormai è
dannato…-
- No- esclamò Padmè allibita. - Come puoi dire questo… era… il tuo migliore
amico…!-
-Tu non lo hai visto. Non era Anakin… Era...- ma non riuscì a dire con
precisione cos’era Anakin. I gemelli cominciarono a strillare, e Padmè si
alzò.
- Ti prego, Obi-Wan. Aiutami a cercarlo- disse la ragazza. Poi, con un’ultima
occhiata al Jedi, uscì dalla stanza.
Obi-Wan si premette una mano sulla tempia, sospirando. Se Padmè avesse
trovato Anakin, cosa di cui dubitava, sarebbe stata in pericolo. Lui era il
pericolo. Non l’avrebbe lasciata andare da sola…
*
Lord Vader stava salendo sul suo caccia personale, che, stranamente,
assomigliava a quello dei Jedi.
Dopo essersi allacciato le cinture, decollò e spinse i motori verso l’arma
che assomigliava ad una piccola luna. Morte Nera, l’aveva chiamata l’Imperatore.
I motori rombarono e Vader percepì una sensazione che non sentiva da anni. 13
anni. La sensazione che il corpo fosse parte della cabina del caccia, come se il
suo cervello fosse il motore. Non la provava dalla gara dei Podracer… la gara
per lei… la gara che fece per salvarla… Padmè…
Scuotendo la testa, decollò. Era solo un bambino… e l’amavo… . Gli
tornò in mente quando, finita la gara, lei si era avvicinata con un gran sorriso
e gli aveva dato un bacio sulla fronte. Lo aveva lasciato spiazzato…
E per sdebitarsi, le aveva intagliato un ciondolo di jaipor. Ricordò
improvvisamente quanto era bella mentre lo osservava… Aveva un cappuccio rosso
sulla testa, e aveva steso la sua vestaglia su Anakin, perché stava tremando dal
freddo. Poteva ancora sentirne il delicato profumo…
Quale pazzia lo aveva spinto a stringere il suo collo? Obi-Wan… Se lei non
avesse coinvolto Obi-Wan, ora sarebbe stata ancora viva…
Ma non mi avrebbe seguito comunque, pensò Vader.
Quando atterrò, la sua mente era sgombra…
*
Padmè Amidala aveva le mani appoggiate alla balaustra del terrazzo. Il vento
leggero le scompigliava i lunghi capelli ricci e le faceva volteggiare l’orlo
della veste azzurra che indossava. Osservava le verdi montagne lontane. Aveva
un’espressione triste ed era pallida. Spostò lo sguardo e guardò le rose quasi
sfiorite sotto di sé. I petali caduti riempivano l’aria del loro profumo.
Sospirò brevemente e guardò di nuovo il cielo limpido. Un puntino nero. Sembrava
quasi una luna. Stringendo gli occhi per osservarla meglio, sentì che Obi-Wan le
si stava avvicinando. Voltò il capo e disse:
- Obi-Wan… guarda…-
E gli indicò lo strano punto scuro. - Non c’è mai stato, prima d’ora…-
continuò la ragazza.
Obi-Wan si sporse dal terrazzo e osservò per alcuni minuti quel fenomeno. -
Non ho idea di cosa sia- disse. - Mi piacerebbe saperne di più…-
Padmè rimase in silenzio. Poi parlò. - Mi dispiace per ieri. Ma ho davvero
intenzione di cercare Anakin. Non dovevo coinvolgerti.- Abbassò lo sguardo. -
Fai come vuoi. Non ti sto obbligando per aiutarmi.-
Obi-Wan la guardò. - Padmè, ti aiuterò. Ma sappi che non abbiamo uno straccio
di possibilità… -
Lei sospirò. - Tentare non costa nulla.-
*
Vader si muoveva a passo sostenuto verso l’ufficio dell’Imperatore. Era
livido. Si fermò davanti alla porta e bussò, irritato.
La porta si aprì e Vader entrò nell’oscuro ufficio del suo Signore.
L’Imperatore era seduto di schiena in una grande poltrona e osservava lo spazio
immenso da una grande vetrata.
Vader gli si avvicinò, ma rimase dietro alla poltrona, senza dire nulla.
- Qualcosa ti turba, mio giovane apprendista?- chiese l’Imperatore con voce
bassa e profonda.
- Mio Maestro…- esitò Vader. - Volevo chiedere perché ci siamo avvicinati
così tanto al pianeta Naboo.-
Palpatine ridacchiò. - Naboo è uno dei sistemi lealisti. Meglio conservare le
amicizie, Darth Vader. Potrebbero tornare utili.-
Vader sospirò e insisté. - Mio signore, Naboo era il pianeta di Padmè…-
Al nome Padmè gli si era formato un nodo in gola e si fermò.
- Sì… sì… E’ anche il mio pianeta natale, se non ricordo male…-
Vader abbassò il capo. La poltrona girò di centottanta gradi e si ritrovò
faccia a faccia con il Sith. Questi, con voce bassa e divertita, disse: - Sento
la rabbia che è in te, Darth Vader… Hai paura di incontrare il tuo vecchio
maestro?-
Vader alzò il capo di scatto. - No!- esclamò. - Non ho paura di Kenobi…-
- Cosa c’è allora?-
Vader sospirò. - C’è qualche… possibilità… che sia ancora viva?-
L’Imperatore ridacchiò più sgradevolmente. - Lo scoprirai da solo, mio
apprendista…-
Eccoci al quarto capitolo della FF che ho dedicato al film che adoro: Star
Wars!! S’intitola Alleanza Ribelle (è un po’ cortino…) ma non presenta davvero
l'Alleanza Ribelle. E', diciamo, un'introduzione al capitolo successivo, con
alcuni pensieri di Darth Vader.
Spero che vi piaccia,
Buona Lettura,
PadmèSkywalker
p.s. Continuo a ringraziare Jenny76: ti ringrazio per aver continuato a
commentare e, davvero, per me è davvero importante che ti piaccia questa
storia!! Grazie e Continua!!!
4° CAPITOLO………… ALLEANZA RIBELLE
Padmè Amidala stava accudendo i gemelli. Appena ebbe finito di dargli da
mangiare, essi si addormentarono.
Rimase appoggiata alla ringhiera della culla, studiandone i profili. Anakin
sarebbe stato felice di crescere i suoi figli… E ora lei non sapeva nemmeno dove
si trovasse, o se fosse ancora vivo.
Un campanello squillò e una voce maschile la chiamò:
- Padmè!-
- Arrivo, Obi-Wan!- rispose. Fece una carezza ai suoi figli e raggiunse
Obi-Wan nell’ingresso della villa.
Era in compagnia di un uomo che Padmè conosceva bene. Era il governatore di
Naboo, il suo mentore.
- Sio!- esclamò Padmè con un sorriso, e corse in avanti per salutarlo.
- Senatrice Amidala…- disse lui con un inchino.
- Oh, smettila di usare questa stupida parola! Chiamami Padmè, te l’ho già
detto!- rise lei.
Sio Bibble sorrise poi abbassò il capo, con evidente preoccupazione.
- C’è qualcosa che non va?- chiese la ragazza.
- Devo parlarti- disse il governatore.
Padmè lo condusse nel soggiorno e si sedettero tutti e tre su un grande
divano.
- Dimmi tutto- lo incoraggiò lei.
- Padmè… tua madre mi ha raccontato ogni cosa… e mi dispiace molto per tutto
quello che è successo- proferì tutto d’un fiato.
La ragazza abbassò il capo.
- L’Imperatore Palpatine ha deciso di venire qui, per incontrare la Regina e
stabilire la nuova dominazione imperiale- raccontò Bibble. - La Regina e tutta
la Corte hanno chiesto la tua presenza. Tu lo conoscevi meglio di tutti… ed è
ben nota la tua capacità straordinaria di negoziare.-
- Devo incontrare Palpatine?- chiese sbalordita la ragazza. - L’Imperatore?
Quello che ha ucciso tutte quelle persone innocenti, che non volevano
sottomettersi al suo controllo? Quello che ha… ingannato Anakin?-
Bibble continuò. - Possiamo raggiungere un accordo. Lui non sa ancora
dell’Alleanza Ribelle.-
- Alleanza…?- ripeté lei. Il nome le era familiare, ma non riusciva a
ricordarne il perché…
- E’ l’organizzazione anti-imperiale che hai fondato con Bail Organa, Padmè.
Mi sono dimenticato di dirtelo- intervenì Obi-Wan.
Lei annuì. Sio riprese. - Ti prego, cerca di esserci. E’ domani pomeriggio,
al Palazzo Reale.-
Il governatore si alzò, quasi contemporaneamente ad Obi-Wan. Quest’ultimo lo
accompagnò alla porta.
Padmè rimase sola, turbata dalle parole del suo mentore. Quando Obi-Wan le si
sedette accanto, lei era ancora immersa nei suoi pensieri.
- Padmè?- disse lui incerto.
Il viso di Padmè si voltò. I suoi lineamenti s’indurirono in un’espressione
risoluta. Poi annuì piano. - Ci andrò. E’ mio compito andarci- disse piano.
- Verrò con te- sussurrò Obi-Wan.
Lei abbassò lo sguardo. – Grazie- mormorò.
*
Darth Vader, nella sua stanza, si stava infilando lo scuro mantello che di
solito portava quando era un Jedi. Anche i suoi abiti erano gli stessi.
Stranamente, lui aveva sempre preferito gli abiti di pelle scura a quelli di
stoffa chiara che portavano solitamente tutti gli Jedi. In un certo senso veniva
riconosciuto in quel modo.
Mentre la stoffa scura gli si appoggiava contro il petto, sentì qualcosa di
duro sbattergli contro la spalla. Stupito, cercò dentro alla tasca interna del
mantello e ne tirò fuori…
"No…" pensò Vader. Il ciondolo di Jaipor… Il ciondolo che aveva regalato a
Padmè quando era solo un bambino! Era rimasto nella sua tasca… da quando era
partito per Mustafar.
Ricordava bene quando Padmè glielo aveva dato…
Anakin parcheggiò il caccia jedi nella piattaforma di atterraggio nella
veranda di Padmè. Lei arrivò, con un’ espressione preoccupata, ma sempre
splendida. Indossava una larga camicia da notte, azzurra. I capelli ricci le
scendevano sulla schiena. Lo aveva abbracciato con tutte le sue forze e baciato.
Quando il baciò finì, lei cominciò a parlare, preoccupata. - Stai bene? Ho
sentito che c’è stato un attacco al Tempio Jedi… si vedeva il fumo da qui-
Anakin le mise una mano sulla spalla per calmarla. - Sto bene… ero venuto per
vedere se tu e il bambino stavate bene.-
Con voce isterica, Padmè continuò. - Che è successo?-
Anakin si bloccò. Poi parlò. - I Jedi hanno tentato di rovesciare la
Repubblica.-
Lei sgranò gli occhi, stupefatta. - Non… non può essere vero!-
- Ho visto tutto, Padmè-
Lei scosse il capo. - Oh, Anakin… E tu che cosa farai?-
Anakin la guardò brevemente, poi si voltò. - Io non tradirò la Repubblica… la
mia lealtà rimane col Cancelliere, e con il Senato…- poi si voltò di nuovo verso
di lei. – E con te-
Con voce acuta, lei chiese: - E Obi-Wan?-
Lui scosse il capo, infastidito. - Non lo so. Molti Jedi sono stati
uccisi-
Padmè sussultò per la freddezza che Anakin mostrava nei confronti del suo
migliore amico.
Lui continuò. - Possiamo solo sperare che sia rimasto fedele al
Cancelliere-
Con voce disperata, lei sussurrò: -Anakin, ho paura-
Anakin le accarezzò una guancia. - Abbi fede, amore mio. Presto tutto andrà
per il verso giusto. Devo andare a Mustafar, dove si sono rifugiati i
Separatisti, per concludere questa guerra-
I suoi occhi brillarono di gioia ferina. - Aspettami finchè non torno, va
bene?-
Lei annuì piano. Poi si alzò sulla punta dei piedi e baciò ancora Anakin.
Calde lacrime cominciarono a scenderle dagli occhi.
Appena si staccò, lei si sfilò il ciondolo che Anakin le aveva regalato anni
e anni prima, e lo porse al marito. Lui le sorrise e lo indossò al collo.
Fece per salire sul caccia, dicendo: - Aspettami-, ma Padmè lo trattenne per
una mano. Singhiozzava. -Ti prego torna da me, amore mio…- disse tra le lacrime.
-Torna da me… io ti amo… ti prego…-
Prima di chiudere il portello, Anakin le sorrise dolcemente. -Lo dici come se
fossi già partito-
Ora Vader studiava il piccolo ciondolo di Jaipor. La notte che lo aveva
donato a Padmè gli tornò alla mente. Era una fredda notte. Anakin non riusciva a
dormire, e Padmè, all’epoca quattordicenne, lo aveva coperto con la sua
vestaglia rossa. Anakin aveva estratto dalla tasca il pezzetto di legno. E lo
aveva messo nelle sue mani. Lei aveva sorriso, così dolcemente… E gli aveva
detto che lo avrebbe sempre portato nel cuore.
Vader si scosse. Fece per gettare sul letto il piccolo oggetto, ma qualcosa
lo fermò. Un pensiero… un presentimento….
Come se fosse in trance, se lo infilò al collo. Si calò il cappuccio sugli
occhi e uscì dalla stanza.
p.s x Angi e Gius:: Non ti preoccupare… ihih… l’incontro avverrà molto
presto!!
ah, e per quella cosa di anakin: ani non ha la maskera, ha gli arti però
artificiali. Ho solo ipotizzato che venisse amputato da Obi-Wan e non si
bruciasse nella lava…
Salutoni!!
p.p.s x Jenny76: Palpatine ha dei progetti precisi su Padmè… e Obi-Wan farà
la sua apparizione più importante, in questo capitolo…
Buona Letturaaa!!!
padmèskywalker
5° CAPITOLO………… INCONTRI SBAGLIATI
Il giorno dell’assemblea, Padmè si svegliò di soprassalto, come se qualcuno
le avesse urlato nelle orecchie. Non fece nemmeno colazione da tanto che era
nervosa.
Indossò un vestito adatto alle situazioni formali. Era un abito splendido,
verde, fermato in vita da una fascia viola. Le maniche erano svasate ed era
dotato di un lungo mantello e di un cappuccio.
Quando fu l’ora di andare, Obi-Wan si mise davanti a Padmè e le disse: - Sei
sicura? Non sei obbligata ad incontrare Palpatine-
Lei abbassò il capo. - Devo capire cos’è che vuole dalla Galassia e cosa
vuole da noi-
Obi-Wan annuì piano e precedette Padmè fino all’astronave che li avrebbe
condotti a Theed, nel Palazzo Reale.
Dopo solo una mezz’oretta, infatti, arrivarono nella splendida capitale
Naboo. Centinaia di guardie incappucciate di rosso sostavano nella grande Palace
Plaza.
- L’Imperatore è già arrivato- disse Padmè. E sospirò.
- Non aver paura- la rassicurò Obi-Wan.
- Non ho paura dell’Imperatore. Ho paura che usi le parole per farmi del
male, per ricattarmi come… come ha fatto con Anakin- mormorò tristemente la
ragazza.
Appena la nave atterrò, i due scesero e si presentarono ad una guardia Naboo.
Questa li accompagnò fino alla Sala del Trono. C’erano molte persone
illustri.
Quando la Regina vide Padmè varcare la soglia, si alzò e andò ad
abbracciarla, come una sorella. - Oh, Senatrice Amidala. Sono felice che siate
potuta venire-
Padmè sorrise piano. - L’Alleanza Ribelle non fallirà-
A quelle parole, il Senatore Bail Organa si avvicinò a Padmè e le strinse la
mano.
- Padmè…-
- Bail… Anche tu qui?- chiese la ragazza stupita.
Bail annuì. - Alderaan e Naboo sono sistemi lealisti. L’Imperatore non vuole
perdere troppo tempo-
Padmè si guardò intorno. Vicino alle grandi vetrate stavano Boss Nass, il re
dei Gungan Nabooiani, e Jar Jar Binks, un Gungan che Padmè ricordava essere
molto goffo.
In un angolo, il governatore Sio Bibble parlava seriamente con una donna
elegantemente vestita.
Padmè le si avvicinò. - Vostra Maestà- disse. La donna si voltò e sorrise
indulgentemente.
- Senatrice Amidala, il mio nome è Schryma, lo sapete vero?- disse.
Bail le si avvicinò e prese la moglie sottobraccio. - Io e la Regina saremo
felici di mettere a disposizione Alderaan per la base Ribelle.-
Appena finito di parlare, due Guardie Rosse entrarono nella Sala.
Padmè respirò profondamente e vide sfilare davanti a sé due uomini. Uno,
l’Imperatore, camminava lentamente. La sua faccia rugosa era stiracchiata in un
orrendo sorriso compiaciuto. L’altro, lo seguiva da dietro, era un uomo alto. La
ragazza non riuscì a vederne la faccia, poiché il cappuccio era pesantemente
calato sul viso. Quando quest’ultimo passò, Obi-Wan si mosse a disagio al suo
fianco.
Si fermarono entrambi davanti alla Regina di Naboo. Questa allungò una mano,
per rispetto delle buone maniere, ma l’Imperatore non la guardò neppure.
- Vorrei parlare con qualcuno che sappia ragionare- gracchiò.
La Regina si gelò. - Io so ragionare-
L’ometto ridacchiò. - Oh, sì… ma è al trono da troppo poco tempo… Vorrei
parlare con un rappresentante del Senato…-
Padmè si fece avanti, e parlò, con la voce chiara e impostata dai lunghi anni
di esperienza in politica.
- Io sono la rappresentante di Naboo nel Senato e…-
Non finì di parlare. L’uomo con il viso coperto dal cappuccio si era voltato
di scatto verso di lei, tanto velocemente che il cappuccio gli ricadde sulle
spalle. Il cuore di Padmè mancò parecchi battiti.
Nel silenzio incredulo della sala, le lacrime cominciarono a scenderle dagli
occhi.
-Anakin…?- sussurrò tra le lacrime.
Anakin respirava affannosamente. Come poteva… essere ancora viva…? Come…?
Fece un passo incerto verso di lei.
- Pad…- mormorò.
Le labbra della ragazza tremavano violentemente. Scoppiando in singhiozzi, si
gettò tra le braccia di suo marito.
L’Imperatore osservava la scena con espressione imperscrutabile. La Regina
guardava a bocca aperta, come del resto, tutti quanti.
Obi-Wan abbassò il capo e si morse un labbro.
Padmè si staccò dalla spalla di Anakin e scosse il capo, incredula. Lui
sorrise e la baciò.
Poco dopo, lei separò le loro labbra e gli sussurrò all’orecchio. - Oh,
Anakin… Mio Anakin…- Poi si sciolse in un largo sorriso. Piangeva dalla gioia. -
Io li ho chiamati… Luke e Leia… Tu volevi che lei si chiamasse Leia, vero?-
Anakin la guardò stupefatto. - Di chi parli?-
Lei scosse il capo. - Dei… nostri figli…-
- Nostri… sono due?- ripeté Anakin.
Lei comprese. Anakin non sapeva che i loro figli erano due. Annuì piano.
Lui sorrise e l’abbracciò stretta. Le sussurrò all’orecchio: - Mi dispiace…
mi dispiace di averti fatto del male, ma…-
Lei si staccò dall’abbracciò e contemplò Anakin. - No… non m’importa. Tutto
ciò che voglio è che non mi lasci mai più…-
Ma lo sguardo di Anakin non era su Padmè. Stava guardando una persona alle
sue spalle. Era livido di rabbia e di odio.
- Tu…- sussurrò con collera.
Padmè si girò e vide Obi-Wan. Se n’era completamente dimenticata! Fece un
passo in avanti per trattenere Anakin. – No, Anakin…-
- Lo proteggi? Lo proteggi dopo tutto quello che ci ha fatto?!- ringhiò il
ragazzo.
Lei scosse il capo, disperata. - Anakin… no… fermati…-
Le iridi del ragazzo cambiarono colore. Dall’azzurro profondo che erano
diventarono gialle.
Padmè si ritrasse spaventata. Anakin sfilò la spada laser dalla cintura e
l’accese. Una lama di colore rosso scaturì dall’impugnatura. Padmè la osservò
terrorizzata.
- Questa volta non mi sfuggirai, Obi-Wan!- urlò il ragazzo.
- No!- gridò Padmè mettendosi fra i due. - Anakin! Era il tuo migliore amico,
non puoi…-
-Vattene!!- ringhiò Anakin con odio.
La ragazza sentì qualcosa che la fece scivolare a terra, verso la Regina.
Obi-Wan osservava pacato. Rivolse i profondi occhi azzurri verso Anakin. -
Vedi? Lo stai rifacendo, Anakin. Se mi uccidi, diventerò più potente di quanto
tu non creda-
Alzò la lama azzurra della sua spada laser. Anakin colpì. Obi-Wan parava i
fendenti con velocità. Padmè singhiozzava aggrappata a Bail. Le guardie presenti
non avevano il coraggio di intervenire, e, insieme ai politici, si erano
allontanate dai due combattenti.
Poi, Obi-Wan si ritrasse e si fermò. Guardò Padmè e sorrise dolcemente.
Abbassò l’arma, ma Anakin sferzò un colpo. Il corpo di Obi-Wan cadde a terra,
con il suo mantello.
Un grido straziante, da lacerare l’anima. - Nooooo!!!!-
Era Padmè che si era gettata su Anakin. - Fermo… fermati… l’hai ucciso…-
Si chinò singhiozzante sui resti di Obi-Wan ma il corpo era scomparso.
- Cosa…?- balbettò.
Anakin parve ridestarsi da una trance.
L’Imperatore rideva sgradevolmente. - Bene, Darth Vader. Hai posto fine al
tuo tormento.-
Anakin respirò affannosamente e si chinò al fianco di Padmè. L’abbracciò e
scoppiò in lacrime. - Oh, Padmè… non… non… davvero… sono…-
- Annie… che hai fatto…? L-lo hai ucciso! Hai ucciso il tuo migliore amico…!-
singhiozzò Padmè.
Si alzò in piedi e fuggì dalla Sala.
Anakin rimase immobile dov’era. Poi, senza degnare uno sguardo
all’Imperatore, che lo chiamava, la seguì.
Riusciva a percepire attraverso la Forza dove andava. Corse fino a Palace
Plaza e la vide salire su un’astronave. "Oh, Padmè… torna indietro…"
Decollò con il suo caccia e la seguì. Capì subito dove andava. Nella Regione
dei Laghi.
La vide atterrare e lui fece lo stesso. La ragazza corse dentro alla villa
dove abitava, con Anakin alle spalle.
Chiuse la porta, ma con la Forza, Anakin riuscì a spalancarla. Entrò nella
casa dove aveva passato i momenti più felici della sua vita. Percepì Padmè nella
stanza accanto, ed entrò nel salotto.
Lei era là, inginocchiata ai piedi del divano, con le braccia che le
circondavano il capo appoggiato al morbido tessuto. Singhiozzava disperatamente.
Anakin le si avvicinò e le toccò i capelli. Non si sarebbe mai aspettato ciò
che accadde dopo. Padmè si alzò, rabbiosa, tremante e singhiozzante. Il suo viso
era arrossato e i capelli le cadevano dall’acconciatura elegante.
- Come hai potuto!- strillò con voce acuta.
- Padmè… è… avevo paura…- balbettò Anakin.
- Di cosa? Era il tuo migliore amico! Era come un padre per te…- singhiozzò
la ragazza.
- Avevo paura che… tu ti fossi innamorata di lui…- mormorò Anakin abbassando
il capo.
- Anakin…- sussurrò lei, con le lacrime come fiumi in piena. - Come avrei
potuto… farti questo…? Tu sei il padre dei miei figli… l’unico uomo che abbia
mai amato in vita mia…-
Anakin si rese conto dello sbaglio che aveva fatto. Obi-Wan cercava solo di
aiutarla… aveva cercato di uccidere Padmè per un malinteso… un solo, stupido
malinteso…
- Mi dispiace…- mormorò Anakin.
Padmè sembrava così sola e debole mentre piangeva in mezzo alla stanza.
Anakin la raggiunse e l’abbracciò. Lei si sciolse, singhiozzando contro il suo
petto.
Ad un tratto, un vagito ruppe il silenzio.
Anakin tremò e Padmè si staccò da lui. Mentre la ragazza si dirigeva verso la
stanza da cui provenivano i rumori, Anakin la seguiva da dietro. Aveva solo la
vaga impressione che da lì a pochi minuti avrebbe visto i suoi figli.
La ragazza entrò in una piccola, ma ariosa e luminosa stanza e si chinò su
una culla molto grande. Anakin le si avvicinò.
Vide Luke e Leia. Erano così piccoli… Luke gli assomigliava molto, ma aveva
gli occhi di Padmè. Mentre Leia era la fotocopia della ragazza, ma aveva il
mento a fossetta di Anakin. Colto da una grande tenerezza, passò un braccio
intorno alla vita sottile di Padmè.
Lei tremò improvvisamente e si scostò. Lui la fissò. - Che c’è, Padmè?-
Lei scosse il capo. - Io… io… ti amo… Annie> sussurrò.
- Con... me…? Cosa intendi…?- chiese Anakin.
- Io non mi unirò a te… e all’Imperatore…- rispose lei con voce appena più
sicura.
- Cosa? Tu… vuoi rimanere qui? Senza di me?- fece Anakin allibito.
- Sei tu che non vuoi stare con me… Anakin, il tuo posto è qui! Con i tuoi
figli! Se non vuoi farlo per me, fallo almeno per loro!- esclamò Padmè mentre le
lacrime le brillavano negli occhi.
Anakin scosse la testa. - Io… io non ti capisco! Perché vuoi rimanere a
Naboo? Se vieni con me, potremo stare insieme… Potremo governare la Galassia
insieme!...- disse a denti stretti, mentre la rabbia gli azzannava la mente.
La ragazza sussurrò con voce spezzata: - Vedi? Sono le stesse parole che mi
hai d-detto a Mustafar… Anakin, io ti rivoglio indietro… Ti prego…-
Anakin sospirò rabbiosamente. Le iridi fiammeggianti si spostarono sui figli.
Li guardò, freddo, e poi gettò un’occhiata sprezzante alla moglie.
Si voltò e si diresse verso la porta. Lei lo guardava incredula, gli occhi
gonfi di pianto. - Anakin…- lo chiamò debolmente.
Lui si girò e infilandosi il cappuccio, con voce gelida, disse: - Il mio nome
non è Anakin. Io sono Darth Vader-
E con quell’affermazione scomparve. Padmè rimase immobile, poi, portandosi
una mano alla fronte, scoppiò in singhiozzi disperati.
*
L’Imperatore osservava il pianeta Naboo allontanarsi dalla Morte Nera.
Sorrideva ironico. Sentì la presenza del suo apprendista dietro di lui.
- Lord Vader, dovevi convincerla ad unirsi a noi…- disse.
Vader piegò il capo. - Non lo avrebbe mai fatto. Il suo amore per la
democrazia è tale che…-
- Non mi servono scuse, mio apprendista- lo interruppe l’Imperatore. - Lei
ama i vostri figli. E sa che se Luke e Leia verranno su questa nave, ne
usciranno Sith.- Poi ridacchiò sommessamente. - Ah, i Sith non provano amore.
Noi traiamo la nostra Forza dalle nostre passioni. Solo gli stolti sono in grado
di amare.-
Vader strinse i pugni e chiese: - Cosa devo fare, mio signore?-
- Raduna tre unità sul pianeta rifugio di Endor. Costruiranno un deflettore
più potente laggiù…. E non ti preoccupare… la Senatrice Amidala capirà ben
presto che avrebbe fatto meglio a seguirti-
*
- Questo è l’inizio di una guerra, signori-
Furono le parole con cui Bail Organa iniziò il discorso della prima assemblea
dell’Alleanza Ribelle.
Nella grande sala, erano presenti molti Senatori, più la Regina di Naboo, la
Regina di Alderaan e Sio Bibble. Padmè sedeva al fianco di Bail, nel tavolo
riservato ai fondatori dell’Alleanza. Alla sua sinistra, sedeva la Senatrice Mon
Mothma, vestita come al suo solito di bianco.
- Questo è l’inizio di una guerra, signori- ripeté Organa - Tra gli ultimi
residui di Repubblica e il nuovo Impero. Un esercito è pronto a contrastare gli
attacchi dei cloni. La pace regnerà nella Galassia-
Un Senatore abbastanza anziano si alzò. - Ma la base?-
Mon Mothma si alzò. - Trasferiremo la nostra base su una delle lune di Yavin,
credo Yavin 4. L’Impero non ci troverà, lì.-
Padmè abbassò il capo, mordendosi un labbro.
- La Senatrice Amidala intende dire qualcosa- proferì Organa.
Padmè si alzò, splendida nel suo vestito chiaro, che le faceva risaltare a
pelle ambrata del viso. Deglutì piano, poi, con voce risoluta, disse: - Il
Cancelliere non doveva fare questo. La Repubblica era nata per restare un
Repubblica, non per trasformarsi in Impero. Se uniremo le nostre forze,
sconfiggeremo l’Arma dell’Imperatore. Vinceremo, riporteremo la pace e
prosperità nella Galassia.-
Le sue parole vennero accolte da un caloroso applauso, lei si sedette.
Abbassò il capo, cercando di trattenere le lacrime.
Ecco il 6° Capitolo, L’Attacco dell’Impero, dove finalmente troviamo un po’
di azione.
Sono passati circa 17 anni dalla prima riunione dell’Alleanza Ribelle.
Vorrei davvero ringraziare tutte coloro che fino ad ora hanno commentato. Il
vostro commento mi serve moltissimo, soprattutto per sistemare alcune frasi o
alcuni capitoli che potrebbero non essere chiari.
Grazieeeeeeeeeeeeeeeeee!!!
p.s. Sì, avete ragione, sono un pochino sadica. Riguardo a Obi-Wan, già prima
di iniziare la fanfiction sapevo che ne sarebbe dovuto andare, ma… mi sento un
pochino in colpa, perché se prendete maluccio la morte di Obi-Wan, alla fine
della fanfiction verrete tutte a casa mia per uccidermi!! Non voglio anticiparvi
nulla, comunque. Vi posso solo dire che Obi-Wan (che dopo Anakin e Padmè è il
mio pers preferito) avrà una giusta celebrazione… ve lo prometto!!)
padmèskywalker
6° CAPITOLO… L’ATTACCO DELL’IMPERO
Passarono anni, durante i quali l’Alleanza Ribelle preparò il suo attacco
alla Morte Nera. I Jedi vennero sterminati dall’Impero. Padmè Amidala cresceva
nel suo ruolo di Capo della Ribellione, mentre Luke e Leia diventarono grandi.
Quando ebbero 17 anni, Leia aveva iniziato a lavorare con la madre, mentre
Luke si esercitava nella guida di caccia monoposto.
Un giorno, a Naboo pioveva fitto. Nella casa sul lago, Leia e sua madre
studiavano le nuove leggi dell’Imperatore sul pianeta Endor. Aveva infatti
pronunciato strane leggi, per cui nessuno, che non fosse autorizzato, non poteva
atterrare sul pianeta rifugio.
- C’è qualcosa che non va- disse Leia scuotendo il capo. - L’Imperatore non
può vietare questo. Ci devono essere ragioni più importanti!-
Padmè annuì. - Forse c’è qualcosa che vuole nascondere-
Leia sospirò e si lasciò andare contro lo schienale della sedia. In quel
momento entrò Luke, bagnato fradicio, che inveiva contro la pioggia e i
temporali.
- Luke! Che ti è successo?- chiese Padmè sorpresa.
Lui ringhiò, come se fosse stato offeso personalmente. - Quei deficienti di
Aquaspeeder! Stavo tornando a casa, ero già annegato, e uno di quei cosi che
stanno sull’acqua del Canale, mi è passato accanto e mi ha inondato
d’acqua!-
Leia scoppiò a ridere, e Luke mise su un sorriso perfido. - Oh, Leia. Il tuo
bel vestito…- disse abbracciandola. Leia gridò quando l’acqua gelata le bagnò la
pelle e diede una pacca sul braccio di Luke.
- Stupido!- esclamò. Poi si misero a ridere entrambi.
Padmè sorrideva. I suoi piccoli! Erano così cresciuti! Leia le assomigliava
in tutto e per tutto; dal corpo al carattere sembrava la sua fotocopia. Luke
assomigliava invece così tanto… ad Anakin….
Il pensiero le fece bruciare gli occhi, ma non poteva più piangere. Doveva
accettarlo. Non sarebbe mai tornato.
*
Vader non era cambiato. Il viso era leggermente più da uomo, anche se non
aveva perso i vaghi lineamenti adolescenziali. Ora stava in piedi osservando
Endor dalla base del deflettore indistruttibile della Morte Nera. Era coperto di
foreste.
L’Imperatore stava dietro di lui, appoggiato al piano di un grande tavolo. Ad
un tratto, l’ologramma di un clone apparve con uno sfrigolio. Vader si girò e
l’Imperatore si raddrizzò.
- Signore- disse la figurina. - Siamo a Naboo. La Ribellione non sa nulla del
nostro arrivo.-
- Bene- gracidò Palpatine. - Attaccate Theed. Se il mio presentimento è
giusto, nel Palazzo Reale troverai alcuni membri dell’Alleanza Ribelle. Dovete
rapire questi due.- E schiacciò un tasto. - Ti sto mandando le immagini-
Il clone annuì. – Ricevuto-
- Non uccidete nessuno in quella stanza… forse solo la Regina…-
- Sarà fatto, mio signore- disse il soldato. E sparì.
Vader si girò di nuovo verso la finestra, meditando sulle vite che poco dopo
sarebbero state distrutte.
*
Padmè Amidala, Leia e Luke erano ad un’assemblea nel Palazzo Reale di Theed.
Il senatore Bail Organa stava parlando -… la flotta è pronta. A giorni potremo
dare il via alla nostra missione-
Mon Mothma aggiunse: - E dobbiamo capire cos’ha in mente l’Imperatore. Quel
divieto di atterrare a Endor…-
Mon Calamari, un alieno dalla pelle arancione, sentenziò: - Ho alcune truppe
che possono andare a controllare. Abbiamo rubato una navetta Tidiryum, non sarà
difficile procurarci l’accesso.-
- Bene- disse Padmè. - Appena possibile, manda le truppe a Endor. Ora…-
S’interruppe. Una guardia Naboo entrò trafelata e gridò: - I cloni! Sono qui!
Stanno attaccando la città!-
Tutti si alzarono e corsero fuori, verso la grande vetrata che dava su Palace
Plaza.
Il fumo dei palazzi distrutti inondava la città, gli abitanti gridavano e
correvano, ma i raggi delle pistole laser li raggiungevano e giacevano a terra.
Padmè si portò una mano alla bocca. Bail gridò: - Radunate le truppe! Devono
pagare questo affronto!-
Alcune truppe si gettarono nella mischia, ma una decina di cloni soldato
riuscirono ad aprirsi un varco ed entrarono nel palazzo.
Il panico dilagò tra i senatori e i reali. Fuggivano tutti verso l’interno
del palazzo, ma i cloni li raggiunsero. Afferrarono Luke e Leia e cercarono di
tornare indietro. Padmè, quando sentì la presa dei suoi figli svanire dalle sue
braccia, si girò di scatto. Poi li vide entrambi che cercavano di liberarsi
dalla stretta di due soldati. - No!- gridò lei.
Bail si voltò e la raggiunse di corsa. - Presto, Padmè! Dobbiamo andare!-
Lei fece per correre dai suoi figli, ma il senatore le afferrò un braccio.
Lei si dimenò.
- No! Devo… Luke! Leia!- urlò.
- Non puoi andare!- esclamò Bail.
- Non li lascerò morire!- gridò furiosa. - No!! Fermatevi…! No!-
Ma i soldati, ignorando Padmè, trascinarono Luke e Leia giù per le scale. -
Mamma!- gridò Leia.
E sparì.
Padmè non si perse d’animo. Corse per le scale e cercò di liberare i figli.
Una guardia la spinse a terra e, con la pistola laser, le sparò un raggio che le
fece perdere i sensi. I figli, che gridavano, vennero portati alla nave
Imperiale, che decollò poco dopo, con tutti i cloni che avevano devastato la
città.
Bail, che aveva seguito Padmè, la vide svenuta e la prese in braccio. La
portò fino alla sala in cui si erano nascosti tutti gli altri.
I senatori lo aiutarono a stendere il corpo di Padmè su un tavolo. Mon
Mothma, preoccupata, chiese: - Bail… è… morta…?-
Un brivido di terrore percorse tutti i presenti.
- No- rispose il senatore. - Ma hanno rapito Luke e Leia.-
- O santo cielo- sospirò Mon Calamari.
Padmè, intanto, si stava risvegliando. Si portò una mano alla tempia e si
tirò su. Confusa, guardò ogni presente, poi il suo sguardo si fissò nel vuoto.
Ecco il 7° capitolo. L’ho scritto mentre ascoltavo Smells Like Teen Spirit
dei Nirvana, e mi sono lasciata trascinare un pochino dalla musica. Ascoltare
musica mentre scrivo mi aiuta molto. Quando so che devo scrivere un capitolo
romantico, metto su qualche brano di Star Wars, come la bellissima Across the
Stars. Mentre quando devo scrivere capitoli un po’ più "duri", ascolto Nirvana,
Ac/Dc, Green Day… Credo che le parole che vengano fuori dalle mani mentre si
scrive, con la musica acquistino più scorrevolezza. Questa è la mia impressione.
Ah, ad un tratto della storia, troverete un asterisco (*), vicino ad una
frase detta da Leia. Questa frase è presente anche in L’Impero Colpisce Ancora,
perché intendevo dedicare un pezzetto della storia a questo bellissimo episodio,
l’episodio delle Rivelazioni. E infatti, questo capitolo, tratta proprio di
rivelazioni…
p.s x Angi e Gius: ispirazione? No, diciamo piuttosto
pazzia notturna! Quando ho attacchi di insonnia, accendo il computer e scrivo
quello che mi va. la verità è che questa FF mi è stata raccontata a grandi linee
da una mia amica, e per il suo compleanno gliel'ho dedicata. Lei mi aveva
descritto molto generalmente cosa succedeva, e io l'ho trasformata in storia. Poi ho deciso di pubblicarla. Ah,
riguardo ad Anakin... Ani è il mio personaggio preferito, quindi non
so se lo farò morire... però si comporta davvero male, ed è molto
incoerente...
p.s x jenny76: sì, come ho scritto prima, questa FF è frutto di una pazzia
notturna, e quindi ho sbagliato nome!! E' vero, è il Capitano Ackbar! Me ne
scusooo!!!!!
Grazie a tutte x continuare a commentare!!
PadmèSkywalker
7° CAPITOLO………… IO SONO VOSTRO PADRE
La nave imperiale lasciò l’atmosfera di Naboo e s’inoltrò nello spazio. I due
prigionieri vennero condotti in una cella. Da lì, poterono vedere un clone che
comunicava via ologramma con una figura ammantata di nero.
- Mio signore, abbiamo completato con successo la missione. I due sono
qui-
- Bene- gracchiò l’Imperatore. - Conduceteli alla Morte Nera-
- Sarà fatto, signore- s’inchinò il soldato. L’ologramma si spense e il clone
se ne andò.
Leia si sedette, la schiena contro una parete. Luke respirava affannosamente
e urlò:
- Vigliacchi! Tirateci fuori da qui!-
Quando vide che nessuno arrivava, gridò e diede un pugno alla parete. Si fece
sfuggire un’imprecazione, e scivolò accanto a Leia, massaggiandosi la mano.
Lei si voltò e, contro ogni aspettativa di Luke, sorrise: - Certo che sei
proprio un gran diplomatico!-*
Luke sorrise a mo’ di scusa. - Vorrei tanto essere a casa-
La ragazza gli prese la mano. - Anche io-
I suoi occhi brillarono, e disse, con voce spezzata: - Credi che ci
uccideranno-
Il fratello scosse il capo. - No. Se ci hanno rapiti, vuol dire che siamo
preziosi. Chissà per cosa…-
Leia si alzò e andò alla piccola finestra. Riuscì a scorgere il pianeta
Naboo. Sospirò, quando una lacrima le cadde dal mento.
*
- N-no! Perché loro? C-che cosa… Cosa v-vogliono d-da loro?-
Padmè singhiozzava disperatamente nella sala del Trono. Mon Mothma le
accarezzava la nuca, mentre Bail parlava in tono serio con una guardia. Gli
altri senatori parlavano concitati tra loro.
Mon Mothma sospirò e disse: - Non preoccuparti… Andrà tutto bene…-
Padmè si asciugò le lacrime con la mano e si avvicinò a Bail.
- Bail… cosa posso fare? Ti prego…-
Bail sorrise incoraggiante. - Questa guardia mi ha appena riferito che le
truppe di difesa sono riuscite a infilare un radiofaro nella nave dei
cloni.-
Le appoggiò una mano sulla spalla. - Vedrai, li ritroveremo… Domani io e una
squadra di guardie partiremo e seguiremo il radiofaro. Negozieremo con
l’Imperatore. Ti devo chiedere di non venire-
La ragazza si accigliò. - E perché?- chiese.
- C’è la possibilità che sia una trappola. L’Imperatore ti vuole attirare
laggiù.-
Padmè alzò lo sguardo, più decisa e risoluta che mai. - Io vengo con te-
*
Vader sentì una strana presenza, proprio mentre la nave dei cloni atterrava
nel settore della Morte Nera attrezzato per l’atterraggio. Sentì una specie di
stretta al cuore e dovette appoggiarsi al tavolo della stanza in cui era.
Poi percepì che il suo padrone richiedeva la sua presenza nel settore delle
prigioni. Lo raggiunse in fretta.
L’Imperatore lo aspettava dinanzi alla porta sigillata di una cella. Gli fece
cenno di seguirlo.
Entrarono in una stanza di medie dimensioni, dove un clone apparve subito e
consegnò un’arma all’Imperatore.
- Questo era quello che aveva addosso, mio signore-
Il vecchio prese il fulminatore con un ghigno.
La guardia uscì e due ragazzi, un maschio e una femmina molto somiglianti,
apparvero alla loro vista.
Vader si sentì tremare le gambe. I visi gli erano così familiari… ma non
potevano essere… no, non potevano assolutamente…
- Bene- gracchiò l’Imperatore. - Proprio voi cercavo… Mi sarete molto
utili…-
- Si può sapere per cosa?- intervenne la ragazza.
- Per cominciare, non rivolgetevi a me in questo tono. E secondo,
presentatevi al mio collaboratore…-
Dicendo questo, fece pressione con la Forza sulle loro giovani menti. Le
parole sfuggirono a Luke prima che potesse accorgersene. – Luke Skywalker… lei è
mia sorella Leia Amidala.-
Vader si appoggiò alla porta, ansimando. Il vecchio rise sgradevolmente.
"Sono loro…" pensò Vader. "Sono…"
- Vi lascio, così potrete conoscervi meglio- disse viscidamente l’Imperatore.
E scomparì da dietro la porta.
Vader si lasciò scivolare a terra, respirando profondamente. Doveva avere
un’aria particolarmente stravolta, poiché Leia chiese: - Tutto bene?-
Vader sobbalzò e le prese una mano. Sussurrò: - Sei… uguale a tua madre… Le
assomigli molto…-
Leia aprì la bocca, stupita. - Lei conosce mia madre?-
Vader si tirò su, e fece una cosa che non faceva da anni. Sorrise. - Io sono
vostro padre- sussurrò.
Leia tacque e così fece Luke. Poi il ragazzo cominciò a scuotere la testa. -
No… non è possibile… nostro… nostro padre è morto durante la Guerra dei Cloni…
non…-
- Questo è quello che vi ha raccontato vostra madre. E aveva ragione… Anakin
Skywalker non esiste più- proseguì con voce più dura.
- Ma allora…- disse Leia scuotendo il capo.
- Skywalker non capiva cos’era il giusto e lo sbagliato nella galassia, e
quando finalmente se ne accorse, si trasformò in me…-
Luke osservava l’uomo con il disgusto dipinto sul viso. - E quindi tu l’hai
lasciata per seguire i tuoi pazzi ideali?-
- Luke calmati- mormorò Leia afferrandogli un braccio.
- No, Leia! Hai davanti l’uomo che è la causa del dolore di mamma, che è la
causa di tutti i suoi pianti! Come fai a sopportarlo?- esclamò Luke.
Vader abbassò il capo. -Le proposi di seguirmi, quando voi eravate appena
nati. Ma lei rifiutò.-
- E ci credo!- urlò il ragazzo. - Hai cercato di ucciderla! E di uccidere
noi!-
- Non era mia intenzione farle del male- mormorò pacato Vader.
- Non era tua intenzione?- lo schernì Luke. - Lo hai fatto per diciassette
lunghi anni!-
Vader alzò lo sguardo, carico di rabbia. Nel profondo dei suoi occhi, però,
Leia poteva leggere un infinito dolore, un’illimitata sofferenza.
Senza una parola, uscì e si chiuse la porta alle spalle. Luke tirò un calcio
a quest’ultima e urlò: - Ti odio!-
Vader, che era rimasto nel corridoio, udendo quelle parole scivolò sul
pavimento e si prese la testa tra le mani.
Ecco il nuovo capitolo. Mi scuso moltissimo se ieri non ho pubblicato questo
cap, ma ho avuto problemi orripilanti con il computer (circa 30/40 virus!) e ho
dovuto rinunciare ad internet.
p.s.x Angi e Gius: Sì, Anakin è pazzo furioso. Mi piace come l’hai descritto.
Dico davvero! Sembra davvero uscito da un film dell’orrore, da un ospedale di
pazzi.
p.s.x Undomiel Skywalker: Grazie!! Anche a me piace il rapporto tra Anakin e
Padmè, ed è per questo che ho scritto una FF nella quale do la mia versione su
come vorrei un libro su SW (non chiedo un episodio: Lucas mi fulminerebbe! E’ un
po’ troppo romantica per Star Wars!!)
p.s x Jenny76: Sì, Luke e Leia sono diversi dagli originali. Io ho sempre
pensato che Luke fosse più simile ad Anakin (poiché diventa un Jedi…), mentre
Leia fosse più simile a Padmè per le idee, la testardaggine, la convinzione
delle proprie azioni… dopotutto, Leia è anch’essa Senatrice.
In questo capitolo, comunque, avremo un incontro piuttosto Vader/Leia, invece
di Vader/Luke di episodio ROTJ.
Buona lettura!!!
PadmèSkywalker
8° CAPITOLO……… NUOVI INCONTRI
- Padmè, te lo chiedo per l’ultima volta. Rimani qui-
- E ancora ti dico che non se ne parla nemmeno.-
Bail e Padmè discutevano sulla piattaforma di atterraggio di Naboo. Padmè
ebbe la meglio e salì nella grande nave che li avrebbe portati dall’Imperatore
Palpatine.
Indossava un completo bianco, arricchito da un mantello dello stesso colore.
Alle braccia aveva due anelli di color argento, alla schiava, mentre alla vita
le pendeva una cintura color crema. Calzava morbidi e candidi stivali. Si
sedette accanto a Bail, nel comodo salotto.
- A tua moglie non importa che tu rischi la vita per me?- chiese.
- Non ti preoccupare. Lo faccio per essere sempre attraente ai suoi occhi!-
scherzò lui.
Padmè abbassò lo sguardo. Le tremò il mento e una lacrima silenziosa scivolò
sulla guancia.
- Ehi… ehi…- l’incoraggiò Bail. - Li troveremo, stai tranquilla-
Lei respirò a fondo. - Bail… ho paura… che Anakin li convinca a fare qualcosa
di brutto!-
Lui sorrise, in modo che lei si sentì un po’ più tranquilla. - Sono grandi
ormai. Sanno ciò che è giusto e ciò che è sbagliato… sapranno cavarsela,
vedrai.-
Lei annuì piano, poi girò il capo. Appoggiò il viso al vetro di una finestra
e osservò Naboo allontanarsi, chiedendosi se lo avrebbe mai rivisto.
*
Vader stava nella sua stanza, ripensando alla voce di Luke.
"Tu sei quello che ha fatto soffrire la mamma! Hai cercato di ucciderla! Ti
odio!!"
Ti odio… erano state le ultime due parole a turbarlo così tanto. Erano le
stesse che aveva urlato a Obi-Wan, quando lo aveva lasciato bruciare in fondo a
quel vulcano. Ma poi l’Imperatore lo aveva curato, e gli aveva dato nuove gambe
e braccia. Gli era rimasta solo una grande cicatrice che dal petto gli andava
fino alla schiena.
Poi gli venne un’idea. Spinse un pulsante e apparve, via ologramma, un
soldato che faceva la guardia alla cella dei due figli.
- Porta nella mia stanza la ragazza- disse.
- Sì, Lord Vader- s’inchinò il clone.
Pochi minuti dopo, si sentì un bussare la porta. Vader aprì la porta e vide
il clone con la ragazza. Leia aveva le mani imprigionate in un paio di
manette.
Vader prese la ragazza e la fece entrare. Chiuse la porta.
Leia guardava il pavimento. Non sapeva cosa dire. Sentì le manette scivolarle
via dai polsi e le guardò cadere a terra.
Alzò lo sguardo stupita. - Ma come…?-
Vader si girò e la guardò negli occhi. Gli sembrò di osservare la sua Padmè…
oh, Padmè…
- Come sta Padmè?- chiese all’improvviso.
- Non lo so- rispose tristemente Leia. - L’ultima volta che l’ho vista era
stata colpita da un raggio dei cloni. Era a terra, svenuta.-
Lui annuì. Poi chiese: - Mi odi, vero?-
La ragazza non rispose.
- E’ così. Mi odi. E’ sempre stato il mio difetto più grande: ho costretto
tutti i miei amici a rivoltarsi contro di me. Solo perché seguivo la via
giusta…-
- La via giusta?- ripetè Leia.
- Sono le stesse parole che mi diceva Padmè…- disse malinconico Vader.
Leia si avvicinò a lui e lo prese per le braccia. - Ti prego… torna a casa…
p-papà…-
Vader la guardò. Era parecchio più bassa di lui, e vide una piccola lacrima
scivolare lentamente sulla sua guancia.
Senza pensare, l’abbracciò stretta. - Oh, Leia… Non sai… Per me è troppo
tardi…-
- No…- sussurrò lei fra le lacrime. - Non è mai troppo tardi… l’Imperatore
non può costringerti a rimanere… e se tu…-
- Non posso- mormorò Vader - La mia vita dipende da lui ormai. Non posso fare
più nulla.-
Una strana luce gli balenò negli occhi azzurri e, senza una parola, uscì
dalla stanza.
Leia seguì la sua figura con gli occhi, stupita. Poi, senza pensarci, lo
seguì.
Vader camminava a grandi falcate. Leia faticava a stargli dietro.
Lo seguì fino alla piattaforma di atterraggio, dove una nave molto familiare
aveva appena aperto i portelloni.
Le guardie accompagnavano due figure verso Vader.
Una delle due, era la madre di Leia.
- Mamma…!- esclamò Leia. Corse verso di lei e la abbracciò con tutte le sue
forze.
- Oh, Leia! Mi sei mancata tanto!- proruppe Padmè con un’esclamazione di
gioia,
Mentre le due donne si abbracciavano, Vader si era silenziosamente avvicinato
a loro.
Padmè, ancora abbracciata a sua figlia, alzò lo sguardo e lo vide e soffocò
un grido.
Con uno strattone, trasse Leia dietro di sé, come per proteggerla.
- Tu!- gridò Padmè al colmo dell’ira. - Sapevo che centravi tu! Tu ci sei
sempre in tutte le occasioni in cui non dovresti esserci!-
Vader le afferrò un polso e a Padmè si mozzò il fiato dal dolore.
- Non devi parlarmi in questo modo. Sei stata tu quella a decidere. Io volevo
solo salvarti- ringhiò lui.
- Lasciami!- gridò la donna, e si liberò dalla presa.
- Padmè- la ammonì serio Bail.
- Dov’è Luke? Dimmi dov’è mio figlio!- disse Padmè furiosa.
Vader ridacchiò. - Forse te ne sei dimenticata, ma è anche mio figlio.
Comunque è nel settore delle prigioni.-
Detto questo, si girò e fece strada a Bail, Padmè e Leia, accompagnati tutti
da quattro guardie armate.
Raggiunsero la cella. Questa si aprì e Padmè entrò ansiosa. Quando vide Luke,
addormentato sulla panca scura, gli si inginocchiò accanto.
- Oh, Luke! Stai bene!- esclamò con le lacrime agli occhi.
Il ragazzo si svegliò di scatto e abbracciò la madre. - Mamma… sei qui…!-
Vader sorrise cupamente, poi invitò tutti a seguirlo nel suo ufficio.
Mentre camminavano per i corridoi oscuri, Padmè guardava la schiena di Vader.
Si sentiva morire. Li aveva trascinati nella sua vita ancora una volta… e
Padmè, in un certo senso, questa cosa la odiava, ma l’aveva sperata fino in
fondo al suo cuore.
Entrarono in una stanza spaziosa. Vader si sedette nella sua poltrona di
fianco alla vetrata che dava sullo spazio.
Invitò, con un sorriso sarcastico, gli altri a sedersi sulle sedie. Lo fecero
tutti, tranne le guardie che rimasero in piedi vicino alla porta.
- Bene- disse Vader. - A cosa devo il… piacere… di questa visita?-
Padmè parlò, senza guardare negli occhi suo marito. - Voglio che tu mi
restituisca i miei figli-
- Padmè - disse con falsa dolcezza Vader. Il suo cuore ebbe un tuffo, nel
guardarla realmente per la prima volta da quando era giunta alla Morte Nera. Era
così bella…
- Ho diritto anche io di vederli ogni tanto-
Dicendo questo si avvicinò a Leia.
- Non ti avvicinare a lei!- esclamò Luke balzando in piedi.
- Smettila, Luke!- gridò Leia.
A quelle parole, a Padmè si mozzò il respiro. Era successo. Vader l’aveva
plagiata… la stava rivoltando contro di lei…
Anche Vader, però, sembrava sorpreso. Cambiò espressione e sorrise.
Padmè esplose. - Era tutto un tuo piano, vero? Li hai portati qui per
rivoltarli contro di me, per raccontargli orribili bugie di come io ti avrei
ingannato per tenerli con me!-
Vader scosse la testa, una terribile espressione stampata sul viso.
- Sai che non lo farei mai-
Con gli occhi pieni di lacrime, Padmè sussurrò: - Avrei giurato che tu non
avresti mai, nemmeno pensato, di farmi del male. E invece mi hai quasi
ucciso…-
Con questa affermazione, le iridi di Vader si infuocarono. Fece segno alle
quattro guardie. - Portateli via-
- Cosa?!- gridò Padmè.
Bail disse: - Ci vuoi tenere qui?-
- Deciderà l’Imperatore cosa fare di voi- sbottò lui.
I cloni trascinarono via i quattro prigionieri, e Vader rimase solo.
Ecco il 9° capitolo… questo mi è venuto così, senza quasi pensarci. Mi sono
messa al computer e ho scritto quello che mi veniva in mente.
ps x Angi: anakin rinsavirà… presto… presto…
ps x Jenny76: in effetti Anakin e Padmè sono separati da molto tempo. Padmè
ha paura che Vader le rivolti contro i figli, mentre spera che Anakin torni da
lei… personaggi controversi, direi…
buona lettura, raga, e fatemi sapere!!
padmeskywalker
9° CAPITOLO…………ANAKIN E PADME’
I prigionieri erano stati divisi. Luke e Leia stavano nella cella di fianco a
quella di Padmè e Bail. Vader non riusciva a prendere sonno, per quanto ci
provasse.
Non sopportava l’idea che Padmè dormisse con un altro uomo. Anche se, come
pensò più tardi, era improbabile che Padmè non avesse trovato un altro uomo.
Era così bella….
Con un sospiro, Vader si tirò su e si tolse le coperte di dosso. Come in
trance, s’infilò il mantello e raggiunse le prigioni.
Aprì la cella di Padmè e di Bail e la vide. Sua moglie dormiva profondamente
su una panca. Il mantello bianco che aveva allacciato alle spalle, pendeva
lateralmente e strisciava leggermente sul pavimento ad ogni respiro.
Bail dormiva, con le spalle rivolte alla porta.
Vader si avvicinò a Padmè e le accarezzò una guancia. Poi, inaspettatamente,
la prese tra le braccia e la portò con sé, addormentata.
La donna era leggera, e Vader la trasportava con facilità. Quando raggiunse
la sua stanza, la sdraiò sul letto, e le si stese accanto.
Con una mano, sfiorò i lineamenti dolci. La baciò sulle labbra, schiudendole
delicatamente. La ragazza, nel sonno, gemette. Poi, lentamente, aprì gli occhi.
Vide Vader sopra di sé, e si lasciò sfuggire un grido strozzato. Vader le
appoggiò una mano sulla bocca.
- No… non urlare- sussurrò.
- Anakin! Cosa…?- ansimò lei.
- Padmè… non… io… non volevo farti del male…- disse il ragazzo.
Padmè non riuscì ad ascoltarlo. Scoppiò in lacrime. - Ti prego… vattene dalla
mia vita… io non posso vivere così…-
- Non sopportavo che tu dormissi con un altro- ribatté Vader.
Il viso della ragazza si bloccò e, incredula, scosse piano la testa.
Vader sbuffò. - Ma sono sicuro che lo avrai già fatto, in tutti questi
anni-
Padmè sospirò stupefatta. - Ma io non… non c’è stato nessun altro nella mia
vita dopo che tu… dopo che te ne sei andato…-
Vader sgranò gli occhi. - Perché… non hai cercato di…? Io credevo…-
Le lacrime della ragazza cadevano sul cuscino. - Nel più profondo del mio
cuore ho sempre sperato che tu saresti tornato, un giorno> sussurrò. - Ma
ora… so che non potrai mai…-
Vader non aspettò oltre. Fece scivolare una mano sotto il mento di Padmè e
l’attirò a sé. La baciò sulle labbra.
Lei protestò, la bocca imprigionata in quella di Vader. Ma quando la lingua
di lui pretese di entrare, lei tacque, abbracciando il collo di lui con una
mano. Lui, sempre continuando a baciarla, le tolse la maglia bianca. Padmè gli
sfilò il mantello, scoprendo che, sotto, non aveva altro che i pantaloni.
Accarezzò il torso di suo marito e lui la liberò dai pantaloni.
Lei fece lo stesso.
Padmè si sfilò la biancheria, e rimase nuda tra le braccia di Vader. Piano,
infilò una mano tra il materasso e la schiena di lui e gli tolse i boxer.
Lentamente si unirono. Al momento culminante del piacere, Padmè si lasciò
andare sul petto di suo marito con un sospiro. Lui la abbracciò e rimasero così
stretti tutta la notte.
*
Bail Organa si svegliò presto quella mattina. Si tirò su, si tolse le coperte
di dosso e guardò verso la panca di Padmè.
Era vuota. Le coperte giacevano a terra e di Padmè non c’era traccia. Si alzò
di scatto, percorrendo la stanza con gli occhi.
E se Anakin le ha fatto del male?, pensò. Ma subito scosse la testa. Ciò
era impossibile. Lo aveva percepito negli occhi di Anakin: lui amava
perdutamente Padmè. E nello sguardo della ragazza c’era impresso lo stesso
sentimento, anche se lei voleva nasconderlo.
Si sedette pesantemente e si prese la testa tra le mani.
*
Padmè si mosse nel letto, con gli occhi chiusi. Toccò appena la mano di suo
marito, e sobbalzò. Non era più abituata a dormire con qualcuno!
Volse il capo verso la figura di Vader. Con una mano, gli scostò i capelli
biondi dal viso.
- Oh, Anakin…- sussurrò piano. - Perché…?-
Con un sussulto, Vader aprì gli occhi. – Padmè - disse.
La ragazza non sorrise e si tirò su. Si rivestì in tutta fretta e fece per
infilarsi il mantello, quando Vader le afferrò un braccio.
- Dove vai?-
La trasse a sé, ma lei si liberò di scatto.
Vader la guardò storto. - Che hai?-
Due gemme brillanti scivolarono dagli occhi nocciola della ragazza.
- Non voglio soffrire ancora, Vader-
Quella fu la prima volta che lei lo chiamava Vader.
- Ma…- fece lui.
- Ti prego, riportami nella mia cella- disse Padmè. Voleva che la sua voce
risultasse decisa e perentoria, ma le uscì triste e implorante.
Vader scosse la testa, incredulo.
- Pensavo… Pensavo che…-
- Certe ferite non possono rimarginarsi- disse la ragazza.
Lui l’afferrò per un braccio e la trascinò fino alle prigioni. Prima di
andarsene, la guardò e disse, gelido:
- Oggi l’Imperatore deciderà cosa fare di voi-
Sbattendo la porta della cella, scomparve. Padmè rimase lì, ferma. Poi,
trattenendo a stento le lacrime, si voltò verso Bail, che la guardava
spaventato.
- Padmè!- esclamò. - Che ti è successo… dove sei stata?-
Bail era un amico, Padmè poteva confidarsi tranquillamente con lui, in
situazioni normali. Ma ora non riusciva a dire nulla, forse per via del nodo che
le si era formato in gola.
- Io…- mormorò. - Mi ha portato nella… sua stanza…-
- Ti ha fatto del male?- chiese preoccupato Bail, avvicinandosi alla
Senatrice.
Grosse lacrime scivolarono dagli occhi di Padmè. Con voce spezzata, disse: -
Io vorrei tanto dimenticare quello che mi ha fatto, quello che ci ha fatto… ma…
n-non posso!-
Bail l’abbracciò stretta. - Oh, vieni qui-
La ragazza appoggiò il capo al petto di Bail è cominciò a singhiozzare.
- Lo vorrei tanto… ma il ricordo… mi p-perseguita…! V-Vorrei… che tutto
tornasse come prima…!-
Bail accarezzò i capelli ricci della ragazza. Lei smise di singhiozzare e
dopo un po’, alzò il viso verso quello del Senatore.
- Bail… oggi andremo dall’Imperatore. La pagherà. Te lo giuro.-
Ecco qua il 10° capitolo: Ricatti… e la storia continua a complicarsi…
p.s. x Angi: anakin è odioso… oh, yes… ma presto vedrai che non è proprio
così…
p.s. Sarya: grazie! anche per me è molto bello sapere che ci sono persone (nn
come quelle teste di ravanello dei miei amici che nn sanno nemmeno cosa vuol
dire Star Wars!!) che apprezzano le FF su Anakin e Padmè…
Ci sentiamo! Buona Lettura…
PadmèSkywalker
10° CAPITOLO………… RICATTI
Leia si era appena svegliata e guardava fuori, verso lo spazio profondo
puntellato di stelle. Si erano appena lasciati dietro il sistema di Coruscant,
centro della Galassia e sede del Senato imperiale. La ragazza sospirò e si voltò
verso il fratello che dormiva. Perché Luke non percepiva ciò che lei provava per
il padre, tutte le volte che lo vedeva? Lei avvertiva un sentimento strano. Il
cuore le si alleggeriva man mano che parlava con lui, come se lo avesse
conosciuto da sempre.
Bè, non poteva negarlo. Quando era piccola lo aveva sempre immaginato, ma i
suoi sogni non si avvicinavano minimamente alla realtà. Da quando la madre le
aveva raccontato di suo padre, lei credeva che fosse un oscuro signore, pronto a
tutto pur di servire il suo padrone.
E superficialmente poteva sembrare così.
Ma quando lei lo aveva guardato negli occhi, aveva percepito un senso di…
compassione. Compassione di uomo disperato che voleva salvare a tutti i costi la
moglie e che aveva fatto un patto con il diavolo solo allo scopo di lasciarla
vivere. Gli occhi di Vader riflettevano un amore lontano, ma mai perduto o
dimenticato. A Leia pareva che quella scintilla di dolcezza si accendesse un
poco quando gli era davanti. E sapeva che faceva anche lei parte di
quell’amore.
Luke sospirò e chiese:
- Cosa fai?-
Leia sobbalzò. Non si era accorta che il fratello si era alzato e le si era
avvicinato.
- Niente… pensavo- rispose lei.
- A cosa?-
Leia abbassò il viso. - A nostro padre-
Luke sospirò e si alzò. - Ancora? Ma cos’hai… sembra che tu sia cambiata da
quando lo hai incontrato!- esclamò.
- Lo sono…Luke- aggiunse la giovane - Ma tu non provi… pena quando lo
vedi?-
- Pena?- esclamò Luke stupefatto. - Leia, ha cercato di uccidere nostra
madre! Ti rendi conto che è solo una pedina nelle mani dell’Imperatore?-
Leia scosse il capo. - Per lui… c’è ancora del buono in lui, Luke!-
- Come fai a dire una cosa del genere? Non lo hai mai conosciuto!- ringhiò
lui.
- L’ho visto nei suoi occhi- disse Leia. Poi Luke mise su un’espressione del
tipo "tu sei pazza" e la sorella sorrise, dicendo: - Luke, lui è ancora
innamorato perdutamente di nostra madre. E’ evidente, quando lui la guarda o le
parla.-
Luke scosse il capo. - Ed è evidente che la mamma non lo è più!-
Leia sorrise maliziosamente. - Ne sei sicuro?-
*
Vader aveva ricevuto l’ordine di portare i prigionieri nell’ufficio
dell’Imperatore. era camminava a passo sostenuto verso la stanza, mentre Padmè,
Bail, Leia e Luke lo seguivano, le mani imprigionate in manette di duracciaio.
Entrarono in quella che sembrava una ragnatela. La stanza era spaziosa e oscura.
Il pozzo generatore della Morte Nera sembrava infinito… solo una bassa ringhiera
in acciaio la separava dal pavimento dell’ufficio. Il fondo era impossibile da
vedere e viola. Una grande vetrata, che sembrava davvero la tela di un ragno,
mostrava lo spazio profondo.
Voltata verso la finestra stava la poltrona di Palpatine. Lui era lì, a
sedere.
- Bene- gracchiò appena entrati. Non si voltò. - Bene. Guardie!-
Due guardie vestite di rosso si fecero avanti.
L’Imperatore continuò, imperterrito: - Uccidete il nostro caro Senatore
Organa. Non avrò più bisogno di lui… poi non rientrate.-
Bail sgranò gli occhi, poi annuì piano. Padmè gridò: - Non potete!-
Le due guardie afferrarono Bail per le braccia, ma Padmè lo abbracciò con
tutte le sue forze.
- Non potete… Bail…- sussurrava con voce spezzata.
- Padmè…- disse il senatore con voce tranquilla. - Ti prego, Padmè non…-
- No!- lo interruppe lei.
- Padmè… ti chiedo solo di… salutare Schryma… mia moglie…- disse lui con voce
appena più spaventata.
Padmè annuì e poi mormorò, la voce rotta dal pianto: - Sei stato un grande
amico, Bail… mi mancherai…-
Detto questo, si alzò in punta di piedi e lo baciò su tutte due le guance.
Leia si avvicinò e abbracciò il Senatore, così fece Luke.
Vader rimase impalato. Vedere i suoi figli e sua moglie che abbracciavano
familiarmente un altro uomo lo turbava… come se lo avessero tradito con
Bail…
Le due guardie strattonarono il senatore, e Padmè si staccò, gli occhi pieni
di lacrime.
Quando il terzetto uscì, Leia si strinse alla madre.
- Che cosa volete da noi?- gridò Luke rabbioso.
L’Imperatore ridacchiò. - Bè… prima di tutto convincervi a rimanere qui per
sempre… poi, eventualmente, se la cosa non andasse a buon fine, uccidervi…-
Padmè respirava affannosamente e Vader ebbe l’impulso di avvicinarsi a lei e
abbracciarla.
- Perché dovremmo restare qui?- sussurrò con voce spezzata.
L’Imperatore indicò Vader. - Naturalmente per lui-
Vader si girò, sbalordito. - Che cosa?-
La risata sarcastica di Luke riecheggiò per tutta la stanza. - Lei è pazzo…
siete pazzi tutti e due!-
- Desidererei che…- sogghignò il vecchio. - Tu e tua sorella diventiate Sith…
come vostro padre e come me…-
Leia scosse il capo, incredula e si voltò verso Vader, implorandolo
mentalmente. Ti prego… ti prego aiutaci…
- E se non lo facciamo?- fremette Luke con voce trattenuta.
- Bè… sarete liberi di andare ma… ucciderò vostro padre…-
- No!- gridò Padmè.
L’Imperatore aveva infatti spinto il bottone giusto. Padmè non voleva
assolutamente che Vader morisse… era pur sempre suo marito… e il padre dei suoi
figli… non poteva lasciarlo morire…
Vader si voltò stupefatto verso di lei. - Padmè…?-
- Non può ucciderlo!- continuò la Senatrice.
- Mamma, lascia stare… Non importa… Così ce ne potremo andare…- disse Luke.
- Cosa?!- sussurrò Padmè. - Luke… è tuo padre…!-
- Non è mio padre… non l’ho mai conosciuto mio padre…- disse lui, duro.
Vader non resistette più. Prese Padmè tra le braccia e la baciò
profondamente.
La senatrice ricambiò il bacio e lo abbracciò. Quando si staccarono, Padmè
sussurrò:
- Non posso lasciarti morire, Anakin… Non posso…-
- Oh, Padmè… io non lascerò che Luke e Leia diventino Sith…-
La ragazza scosse il capo. - Cosa?-
Vader sospirò. - Da quando sei rientrata nella mia vita, ho cominciato a
capire che il mio posto non è qui. Non è mai stato qui… Ma solo vicino a
te…-
Intanto, l’Imperatore si era alzato e aveva chiamato quattro guardie rosse.
Quelle si avvicinarono ai gemelli e li ammanettarono.
- No!- gridò Leia.
Padmè si voltò di scatto e vide l’Imperatore che sorrideva.
Grazie Jenny76! In realtà pubblico quasi tutti i giorni perché non ho niente
da fare! Sono contenta che questa FF piaccia… così appena l’avrò finita di
pubblicare, ne potrò iniziare un’altra… Però credo che la proxima sarà
originale, non legata a Star Wars (anche se l’idea di farne un’altra di questo
tipo mi attizza molto!).
Intanto vi lascio con questo capitolo…
Buona Lettura!
PadmèSkywalker
11° CAPITOLO………… FUGA DISPERATA
- Tu! Lasciali subito!- gridò la ragazza.
L’Imperatore ridacchiò: - Lei, Senatrice, è stata la mia Regina, una
volta-
Padmè non capì quello che volle dire.
L’ometto piegò le labbra in una smorfia che forse doveva assomigliare ad un
ghigno. - - Che ironia… I ruoli si sono scambiati. Non permetterò che accada
ancora…-
Mentre diceva ciò, alzò una mano e io fulmini azzurri della Forza
lampeggiarono nell’aria, stringendosi attorno a Padmè che era caduta e si
rotolava a terra, urlando di dolore.
Vader la guardava impotente. Non poteva fare nulla per lei… sarebbe morta…
non poteva lasciarla morire…
- Anakin! Aiutami! Anakin!- gridava la ragazza a terra.
Fu come una lampadina che si accese di scatto nel suo cervello. Si avvicinò
all’Imperatore, lo sollevò, mentre questo gridava e lo gettò nel pozzo del
generatore. Quando l’omino sparì, ci fu una forte esplosione che rientrò subito.
Come se avesse sempre saputo cosa fare, Vader estrasse la spada laser di colore
rosso. Un volteggiare color sangue, e uccise in un batter d’occhio le quattro
guardie che tenevano imprigionati i figli. Con la Forza distrusse le loro
manette. I ragazzi si gettarono sulla madre, svenuta a terra.
Vader guardò un secondo la spada, la spense e la gettò nel baratro profondo.
Si avvicinò a Padmè. La prese in braccio e uscirono dall’ufficio.
- Dove sono le sale di esecuzione?- gridò Luke, mentre correvano nei
corridoi.
-Nel corridoio delle prigioni AA23, in fondo… perché…?- disse Vader che
cercava di non fare movimenti troppo bruschi mentre correva.
Non fece in tempo a chiederlo, che il ragazzo si era già precipitato in
quella direzione.
- Luke!- urlò Vader.
- Voi andate al Tidiryium! Arriverò presto!-
Leia corse in avanti, trascinandosi dietro Vader.
Appena Leia vide una guardia, non esitò. Prese la mira, con le manette che
aveva ancora in mano, e la colpì sulla nuca. Essendo di duracciaio, il clone si
afflosciò e Leia prese il fulminatore che era caduto a terra.
- Forza, andiamo…- ansimò la ragazza.
Corsero fino al corridoio che portava alla pista di atterraggio, quando
l’allarme cominciò a suonare. Da tutte le porte, entrarono dei cloni che
cominciarono ad inseguirli, sparando laser.
Arrivarono sul Tidiryium. Leia accese i motori, e si guardò intorno, agitata.
- Andiamo, Luke… dove sei?- mormorò.
Vader intanto aveva appoggiato Padmè nel letto d’emergenza, e le stava
accarezzando la nuca.
Ad un tratto, un esplosione rimbombò in tutta la Morte Nera. La caduta
dell’Imperatore… un’ esplosione… no, non è possibile…
A Leia si gelarono le membra. - Oddio…- sussurrò.
Vader le corse accanto. – Decolla- ordinò.
- Ma… Luke…- balbettò lei.
- Decolla… non possiamo aiutarlo…- disse Vader triste. – Se rimaniamo qui,
moriremo tutti, sia te, che tua madre… che me…-
A Leia vennero le lacrime agli occhi. Piangendo dalla disperazione, decollò
piano.
Appena uscita dal portellone, la Morte Nera cominciò ad esplodere
dall’interno. Fecero appena in tempo ad allontanarsi, che l’astronave a forma di
luna esplose in migliaia di pezzi.
Leia si appoggiò al pannello di comando e scoppiò in lacrime. Vader le
appoggiò una mano sulla spalla.
- Luke… dio, mi dispiace…- mormorò.
Poi uscì per andare da sua moglie.
Padmè era ancora priva di sensi, sudata e gelida. Vader le accarezzò le
tempie con una mano e lei sussultò.
Piano aprì gli occhi. Ebbe un tremito vedere davanti a sé Vader.
- Anakin… sei tu, Annie?- sussurrò piano.
Vader sentì una scossa dentro di sé, quando sentì il nome Anakin. Come se
quei 17 anni non fossero mai passati, non fosse trascorso un solo giorno,
sorrise.
- Sì, sono Anakin-
Una lacrima solitaria, forse di gioia, scivolò sulla guancia della ragazza,
che sorrise debolmente.
- Sei tornato…Annie, sei tornato…-
Anakin Skywalker continuò a guardarla, inebetito. La domanda che gli fece
Padmè gli fece tremare le gambe.
- Luke… Leia… stanno bene…?-
L’uomo abbassò il capo. Padmè sussultò un secondo, percependo ciò che lui le
stava nascondendo. Non ricevendo risposta, le forze le vennero meno. Con un
sospirò vuoto, il capo le ricadde delicatamente sul cuscino.
Anakin le accarezzò la guancia bagnata di lacrime e raggiunse Leia, che stava
singhiozzando sommessamente.
- Dovevamo salvarlo…- mormorò con voce spezzata.
Anakin scosse il capo. - Non potevamo restare lì. La Morte Nera stava
esplodendo. Saremmo morti tutti.-
- Lui… lui lo avrebbe fatto per noi!- singhiozzò la giovane.
L’uomo le si avvicinò e la strinse in un abbraccio, forte, indissolubile.
Leia appoggiò il mento sulla sua spalla e pianse tutte le sue lacrime.
Ok, raghe… questo capitolo è un po’ spaventosamente spaventoso, cioè c’è una
sorpresina… Una sorpresina scritta in un momento di trance, di non lucidezza…
Erano le 2 e 30 di notte! A quell’ora il mio cervello (o quello che ne resta) è
completamente partito e va per i cavoli suoi. Quindi gli è venuta la fantastica
idea di questa sorpresina… Io non c’entro nulla, raghe, non lapidatemi,
prendetevela con la parte di me che si fa chiamare, ingiustamente,
"Cervello"!!
p.s.x Fenrir: Grazie!!!
p.s.x Jenny76: Questo capitolo chiarirà tutto… anche se è un po’ pazzo!! Mi
sono divertita tantissimo a scriverlo e non vedo l’ora che voi commentiate!!
Ahahahah!!
12° CAPITOLO………… BUONE E CATTIVE NOTIZIE
Passarono ore. Finalmente il Tidiryum raggiunse il pianeta Naboo. Padmè non
aveva ripreso i sensi.
Anakin la trasportò personalmente all’ospedale, mentre Leia aspettava
pazientemente nella sala d’aspetto. Furono ore terribili: ripensava sempre a
Luke, e puntualmente si sentiva terribilmente in colpa. Poi, sua madre… Perché
Anakin non usciva per dirle cosa stava succedendo? Cosa… stava accadendo dentro
la sala di rianimazione?
Come se fosse uscito dai suoi pensieri, il padre apparì.
Leia scattò in piedi. -Come sta?-
- E’ molto debole… non sanno se…- la voce gli venne meno.
- Ce la farà… ce la farà… davvero… Lei è sempre stata forte…- sussurrò Leia
consolante.
- Lo so- mormorò Anakin.
Alcuni minuti dopo, un droide medico uscì dalla sala.
- Sembra fuori pericoli… ora sta meglio- disse con voce metallica.
- Oh, grazie al cielo- mormorò Leia poggiandosi una mano sul cuore.
- Possiamo vederla?- chiese Anakin.
- Sì, ma… non affaticatela- rispose il droide inespressivo.
I due entrarono nella stanzetta, dove la Senatrice Padmè Amidala giaceva su
un lettino.
Aveva gli occhi chiusi, ma appena Anakin le strinse una mano, li aprì.
- Annie… Leia… dov’è Luke?- chiese debolmente.
- Riposa, mamma… Ti prego, non parlare…- disse Leia con le lacrime agli
occhi.
- Devo… devo aiutarlo… devo saperlo…- dette quelle parole sconnesse, chiuse
gli occhi e si riaddormentò.
Anakin e Leia uscirono e si diressero verso il droide medico.
- Abbiamo alcune cose da fare- proferì Anakin con voce sicura. - Avvertitemi
via ologramma se succede qualcosa-
- Sì, certo, signore- disse il droide.
Anakin e la figlia uscirono dall’ospedale, e si diressero verso il palazzo
Reale.
Leia faticava a stare dietro al padre, ma non lo diede a vedere.
Appena entrarono nel Palazzo, una guardia venne loro incontro.
- Desiderate?-
- Dobbiamo parlare con la Regina- disse Anakin con voce dura.
- Mi dispiace, ma…-
- Veniamo da parte della Senatrice Amidala- lo interruppe Anakin.
- Amidala…?- la guardia sembrava incredula. - E’ tornata?-
Anakin non rispose, e l’uomo li fece salire fino alla sala del trono. La
Regina di Naboo parlava in tono serio con la Regina di Alderaan.
- Vostra Maestà- salutò Anakin.
- Lei…? Tu! Cosa…??- balbettò la Regina spaventata.
- Vi prego, Maestà. Vengo da parte di Padmè Amidala-
- Padmè…? Ma non mi ha detto nulla… E’ tornata?-
- La Senatrice?- intervenne l’altra Regina. - E mio marito? Bail Organa? Era
con lei… se è tornata…-
- Sono spiacente di doverglielo comunicare, ma il Senatore non ce l’ha fatta…
e nemmeno mio figlio- disse Anakin addolorato.
- Cosa…? Oh…- la regina si accasciò svenuta e accorsero alcune ancelle a
sorreggerla. Piano, la portarono via dalla sala.
- Oh, santo cielo- disse la regina Naboo. Camminò nervosamente per la sala. -
Ci avevano detto che la Morte Nera era stata distrutta, ma… Ora Padmè
dov’è?-
- E’ all’ospedale. Non sta bene- rispose Leia.
- Oh, Leia. E tuo fratello?- chiese preoccupata la donna.
Leia sbattè le palpebre per non piangere e non rispose.
- Oh, mi dispiace- fece addolorata la Regina. - Cos’è successo?-
Piano, Anakin le raccontò tutta la storia.
Ad un tratto, il lettore di ologrammi portatile, vibrò nella tasca di Anakin.
Lo accese e vide il droide medico che parlava:
- Signore, abbiamo alcune notizie sulla salute della Senatrice-
- Come sta?- domandò in fretta.
- Vi prego, venite in fretta- fu la risposta del droide. L’ologramma si
spense.
Veloce come un fulmine, Anakin corse fino all’ospedale. Aveva lasciato Leia
ad accertarsi delle condizioni della Regina Schryma.
Entrò nella saletta privata di Padmè, dove stava dormendo. Il droide curante
gli venne incontro.
- Abbiamo una buona notizia- disse con voce inespressiva.
Il ragazzo lo guardò con sguardo al tempo stesso spaventato e sollevato.
- La Senatrice Amidala è incinta- (=ecco la sorpresina…! Ihih = by
Cervello di PadmèSkywalker NdA)
Un silenzio irreale dilagò come olio.
Anakin scosse il capo. - Cos… Come?- domandò incredulo.
- Sono felice per lei- replicò il droide. E uscì dalla stanza.
Il ragazzo si avvicinò titubante al letto della giovane, e le strinse una
mano. Lei si svegliò piano e mormorò: - Annie… Che succede…?-
- Aspetti un bambino… sei incinta, Padmè…- sussurrò, come se fosse una cosa
impossibile.
Lei alzò piano la testa. Un sorriso dolcissimo le apparve sulle labbra. -
Dici davvero Annie?-
Il ragazzo annuì stranito. Il capo della ragazza ricadde sul cuscino e si
addormentò, poiché era ancora sotto sedativo.
Anakin scosse il capo e affondò il viso tra le mani. Tra le fessure delle
dita, due occhi rossi di collera brillavano nella penombra.
*
Erano passate alcune settimane da quel giorno terribile, in cui gli Skywalker
avevano dovuto abbandonare Luke e Bail Organa al loro destino.
Ogni cosa era pronto per la cerimonia "commemorativa" dei due. Infatti Padmè
non aveva voluto assolutamente che si chiamasse "funerale". In cuor suo sperava
e credeva che suo figlio e il suo migliore amico fossero ancora vivi.
Ma tutto quello che era stato preparato, assomigliava terribilmente ad un
funerale.
Due urne bianche erano appoggiate ad un altare candido, sotto la cappella
d’onore di Naboo, situata su un piccolo scoglio nella foce del fiume principale
di Theed.
Il fuoco della memoria era stato acceso. Di solito lo si usava per bruciare
personaggi illustri, alla loro morte. Ma, in mancanza di corpi, era stato acceso
per fornire un po’ di luce.
Padmè Amidala era al fianco di Anakin. Entrambi indossavano abiti scuri.
Leia, invece, indossava la sua veste preferita. Un abito lungo, bianco, stretto
in vita da una cintura candida, un cappuccio calato sugli occhi dello stesso
colore. I capelli erano stretti in due rose sopra le orecchie. Dagli occhi,
colavano silenziose alcune lacrime.
La Regina di Alderaan, invece, era aggrappata alla sua dama di compagnia e
singhiozzava sommessamente. Padmè, a quella visione, si sentì stringere il cuore
di sensi di colpa. Dopotutto, era colpa sua se suo marito si era disperso
durante l’impresa disperata di trattare con l’Imperatore.
La Regina di Naboo aveva appena cominciato a parlare, dispiaciuta, quando un
grande rombo fece tremare le pesanti tende rosse della cappella.
Una nave, una Tidiryium dell’Impero, era atterrata a Palace Plaza. Ne scesero
due figure. Una zoppicava leggermente.
La folla accorsa alla commemorazione si voltò, unanime, a fissare i nuovi
arrivati. Quando furono abbastanza vicini, la luce del fuoco rischiarò i loro
visi. Un grido si levò alto:
- Luke!-
Era Leia, corsa a gettarsi tra le braccia del ragazzo più giovane. Tutta la
folla, stupita me sollevata si avvicinò ai due arrivati.
- Bail!- gridò Schryma, e anche lei corse verso l’uomo più anziano.
Padmè e Anakin si erano fatti largo tra la folla.
Stranita, Padmè guardò suo figlio Luke. - Luke… sei qui!- detto questo
abbracciò forte il ragazzo, mentre lacrime di gioia le scivolavano sulle guance.
Sciolto l’abbraccio, Luke si mise davanti ad Anakin. Padmè sussultò. Non
aveva ancora notato quanto veramente si assomigliassero.
Luke guardò il padre negli occhi, e sorrise.
Anakin, sollevato, lo abbracciò paternamente. Un grande applauso, della
folla, si levò alto nel cielo di Naboo.
psxBip: Grazie! Ecco come si
chiamava! Non ricordavo esattamente il nome di lei (nella mia confusione
L’Universo Espanso è ancora più confuso!) e avevo in mente di andarlo a cercare
su Wookieepedia, però---ehm--- la mia confusione mi ha impedito… insomma, me ne
sono dimenticata!!!! Quindi è rimasto il nome provvisorio Schryma, che l’ho
letto da qualche parte in un intervista con il Custode degli Holocron… credo sia
un antica Jedi, o qualcosa del genere…
psxJenny76: Oh, yes… hai detto
bene… danni nella Galassia!! Sì, questo capitolo è proprio dedicato a
Obi-Wan!
Continuate a
commentare!!
padmeskywalker
13° CAPITOLO……… FANTASMI DALLA
FORZA
Alcuni settimane dopo, quando Luke
e Bail furono festeggiati da tutti, Padmè e Anakin si ritirarono nella villa sul lago, dove
abitualmente viveva Padmè con i gemelli.
Il posto era davvero splendido,
come osservò Anakin pochi minuti dopo esserci entrato.
I ragazzi erano dovuti subito
tornare in città per riprendere le rispettive occupazioni. Luke raccontava a
tutti con quale coraggio aveva ucciso le guardie di Bail per salvarlo, e Bail
ridacchiava in sottofondo. E poi raccontava della straordinaria manovra che
aveva fatto con una navetta Tidiryum per sfuggire alla Morte Nera poco prima che
esplodesse. Leia restava a sentire,
ancora meravigliata che il fratello avesse potuto fare cose del
genere.
Padmè aveva raggiunto la parte più
bella e fiabesca della casa: la terrazza. La pancia era leggermente evidente
sotto l’abito a fascia che indossava, con un lungo strascico.
Anakin la raggiunse subito, e lei
disse:
- Ti ricordi? Il nostro primo
bacio me lo hai strappato qui. Mi torna in mente la tua faccia dopo… eri
assolutamente sconvolto!- finì la frase in una risata
cristallina.
Lui abbassò gli occhi, sorridendo
debolmente. - Non lo ero. Era stato il momento più bello di tutta la mia
esistenza, fino a quel momento-
Poi alzò di nuovo lo sguardo sulla
moglie, il sorriso era scomparso.
- Questo bambino… è
mio?-
Lo disse con una tale rabbia
repressa, una tale paura che Padmè trasalì.
- Cosa…?-
- Ti ho chiesto se questo bambino
è mio… o…-
La Senatrice, indignata,
rispose:
- Certo che è tuo! Di chi vuoi che
sia?-
Anakin ribadì,
quindi:
- Mi sembra strano che… proprio
quella volta sulla Morte Nera… non è un po’ strano?-
- Strano?- proferì la ragazza
stupita. - Cosa c’è di strano? Questo bambino è tuo!-
Anakin respirò profondamente. -
Potrebbe essere di qualcun altro a cui tu tieni molto… per esempio il
Senatore…-
- Bail?- ripeté la ragazza
incredula. - Non c’è niente tra me e Bail! Lui è sposato… è solo un mio caro
amico!-
- Anche di Obi-Wan dicevi la
stessa cosa!- urlò Anakin, sapendo che aveva detto la cosa che sospettava già da
molti anni.
Le labbra di Padmè tremarono.
-C-cosa? Mio… Oh, Anakin… perché sospetti sempre che… sia successo qualcosa…?-
sussurrò mortificata.
- Hai capito. Tu dicevi che
Obi-Wan era solo un amico, e invece… invece mi avete tradito
entrambi-
- No…- mormorò la ragazza
umiliata. - Non c’è stato nulla… tu sei l’unico uomo che possa mai amare… sei
l’unico…-
Detto questo, si gettò nelle
braccia del marito e cominciò a singhiozzare.
Lui le accarezzò i lunghi capelli
ricci, sussurrando: - Oddio, Padmè… Non so cosa mi succede… Io…Scusa… non volevo
dire quelle cose…-
Cercò le labbra della ragazza con
la sua bocca e l’universo sembrò, ancora una volta,
perfetto.
*
Era notte fonda. Nella villa sul
lago di Naboo, Padmè Amidala si rigirava nel letto, incapace di prendere sonno.
All’improvviso, si alzò e s’infilò
una lunga vestaglia blu. Accarezzò il pancione di otto mesi, gettò un’occhiata
all’uomo che dormiva nella parte sinistra del letto e uscì nella splendida
terrazza.
La luna, Naboo I, brillava candida
nel cielo stellato e scintillava sulla superficie del lago, mossa da una leggera
brezza.
La ragazza si appoggiò alla
balaustra e chiuse gli occhi.
Padmè…
La senatrice trasalì e si voltò di
scatto.
- Chi è?-
chiese.
Padmè…
- Anakin?-
domandò.
Sono io,
Padmè…
La ragazza si girò verso la
scalinata che conduceva ai giardini e lo vide.
Trattenne il fiato, incredula. -
Obi-Wan?-
Obi-Wan Kenobi era avvolto da una
nebbiolina argentea. Era leggermente trasparente. Come un
angelo.
- Obi-Wan? Sei tu?- disse senza
fiato Padmè.
Sono felice di rivederti, Padmè.
Il maestro Jedi muoveva le labbra,
ma a Padmè sembrò che la sua voce provenisse da dentro di sé.
- Obi-Wan… ma cosa sei? Come fai
a…?-
Un vecchio trucco che mi insegnò
il Maestro Yoda, molti anni fa. Ora faccio parte della
Forza.
- Sono felice di rivederti amico
mio- sorrise Padmè. -Ma perché sei
qui?-
Sono venuto a dirti una cosa molto
spiacevole. Durante il parto, tu… tu morirai…
La ragazza sobbalzò. - Perché?
Perché dovrei morire? E il bambino?-
Il fantasma alzò una mano. Calma, amica
mia. Questi sono misteri della Forza. E per quanto riguarda il bambino, lui
sopravvivrà.
Padmè scosse il capo, disperata. -
Ma Anakin? Non posso lasciarlo…!-
Vi rincontrerete nella Forza, un
giorno. E allora starete insieme per sempre.
La ragazza fu attraversata da un
brivido gelato. Come poteva… Come poteva abbandonare
tutto…
Ci rivedremo, amica
mia.
Padmè alzò una mano verso Obi-Wan,
come per fermarlo. –No, aspetta!-
Un fruscio di foglie, e l’uomo
scomparve.
La donna si appoggiò di nuovo alla
balaustra e una lacrima le scivolò sulla guancia. Nella penombra, la vide cadere
nell’acqua.
*
Era una mattina splendida. Il sole
luccicava con tutta la sua forza ma il suo calore riusciva ad intepidire solo
leggermente l’aria fresca tipica di Naboo.
La Senatrice Padmè Amidala era
stesa a letto. Il suo droide medico le aveva consigliato di passare gli ultimi
giorni della gravidanza a letto, perché i valori fisici non erano del tutto
nella norma.
Era bellissima. Seduta, con il
capo appoggiato alla testiera del letto, sembrava un vera Regina. I capelli
ricci le scendevano fino al lenzuolo candido. Indossava una meravigliosa camicia
da notte blu, le spalline fatte di perle. Il pancione della gravidanza era molto
evidente sotto le coperte.
Ad un tratto, un uomo entrò. Con
allegria, disse: - Ciao, amore. Come stai?-
- Sto bene, Anakin. Volevo
parlarti.- disse lei con un sorriso.
- Dimmi tutto- rispose
Anakin.
- Annie, voglio che nostro figlio,
se è un maschio, si chiami Obi-Wan- proferì tutto d’un
fiato.
Anakin sbattè le palpebre, e
chiese: - Perché?-
- Obi-Wan è stato un mio grande
amico ed è stato il tuo Maestro. Era come un padre per te, un fratello- rispose
lei semplicemente.
Il ragazzo si avvicinò alla moglie
e le diede un buffetto sul naso. Lei si portò una mano alla pancia, con
espressione stupita. - Va bene… ma… cos’hai?-
Il viso della ragazza si era
raggelato. Respirava affannosamente.
- Dio, Padmè, dimmi che cos’hai…!-
saltò in piedi preoccupato Anakin.
Impaurita, posò gli occhi nocciola su
quelli perla del marito.
- Il bambino…-
balbettò.
- O santo cielo…- disse con foga
l’uomo. La prese delicatamente tra le braccia e correndo, la posò sul sedile del
suo speeder.
Questo è l’ultimo capitolo della FF "Un Nuovo Giorno". Sono un po’
dispiaciuta, perché mi mancheranno i vostri commenti, ma sono contenta che vi
sia piaciuta. Ok, basta, adesso vi lascio a questo capitolo… i ringraziamenti
sono in fondo!
psx Jenny76: purtroppo qualcuno dovrà morire… altrimenti che Star Wars è?!?
Ahah! Lo so, povera Padmè… l’ho strapazzata in un modo incredibile…
PadmeSkywalker
14° CAPITOLO……… UN NUOVO GIORNO
Anakin aspettava, in sala d’aspetto, i figli. Luke arrivò correndo. - Papà!
Siamo partiti appena ci hai chiamati… come sta?-
- La stanno esaminando… ma dov’è Leia?- rispose con confusione il padre.
- Sono qui!- ansimò Leia.
Un droide medico uscì con un involto. Anakin si avvicinò e vide suo figlio.
- Oh…- fece Leia.
Il bambino era bellissimo. Aveva la pelle bianca, i pochi capelli erano
corvini. Anakin lo accarezzò delicatamente. - Obi-Wan… sarà Obi-Wan… come vuole
lei…-
Luke lo guardò interrogativo, ma il droide aveva ripreso a parlare: - Ha
perso molto sangue-
Anakin alzò il capo, stranito. - Cosa… vuol dire?-
- Non sappiamo se…- il droide non finì la frase ma fece strada al ragazzo che
entrò nella camera.
Padmè era distesa su un lettino anonimo, respirava affannosamente. Il marito
le si avvicinò e le prese una mano. Baciandola, disse: - Padmè…-
- Annie… il bambino… Obi-Wan sta bene…?- chiese la senatrice. Era
terribilmente pallida.
- Sta bene… è con Luke e Leia…- balbettò il ragazzo.
Padmè respirò profondamente. Tremava e sudava. - Annie… ascolta… so che non
vivrò abbastanza a lungo per…-
- NO! Non dirlo neppure!- urlò il marito. - Non morirai… come puoi dire una
cosa del genere?-
- Lo so… Annie…- mormorò Padmè. - Sappi anche che ti amo… tanto...- la voce
le usciva debole e sconnessa.
- No… cosa vuol dire…? Non puoi andartene… non ora… non adesso che c’è
Obi-Wan… ha bisogno di te…- tremò Anakin.
- Ci rivedremo, Annie… io… io te lo prometto…- sussurrò debolmente la donna.
Un respiro vuoto, la testa le ricadde sul cuscino.
Una lacrima di Anakin cadde sulla fronte della moglie. Tremava. - N-no… Padm…
no… ti prego…- balbettò.
Baciò Padmè sulla fronte, e sussurrò: - Ti amo, amore mio… Ti amo…-
Cominciò a piangere, disperatamente. Le prese una mano e la baciò
ripetutamente, singhiozzando. - Padmè… T-ti amo…-
Uscì dalla stanza, asciugandosi le lacrime con il dorso della mano. Leia,
appena lo vide, si poggiò una mano sulla bocca, impaurita. - No…no…- disse
sottovoce.
Posò delicatamente Obi-Wan tra le braccia del padre ed entrò nella saletta
della madre, seguita da Luke.
Obi-Wan si rigirò piano e poggiò una manina sul petto di Anakin. L’uomo
sorrise debolmente, tra le lacrime.
*
Naboo. Il cielo era così meravigliosamente limpido, così chiaro… non
rifletteva i sentimenti dei Naboo. Appena ebbero saputo della morte della loro
amata Senatrice, la Regina più adorata e beneamata, la piccola Principessa che
volevano che restasse per sempre sul trono, si riversarono tutti in Palace
Plaza, la piazza sottostante il Palazzo Reale. Era una splendida mattina,
dopotutto.
Anakin era nei sotterranei, dove il corpo di Padmè era stato preparato per la
cremazione. Lei giaceva su un feretro grigio, scolpito con simboli Naboo. Era
bellissima. Emanava una luce quasi surreale. Indossava un magnifico abito blu,
brillante. I capelli erano sparsi sul cuscino ed erano costellati di piccoli
fiori bianchi. A dire il vero, tutta la bara era ornata di quei fiori. Il volto,
immobile, emanava una bellezza straordinaria. Le mani, poggiate sulla pancia
gonfia della gravidanza, erano intrecciate e stringevano finalmente, e per
sempre, il pezzetto di Jaipor che Anakin le aveva donato molti anni prima.
Anakin le era accanto, le stringeva una mano, sussurrandole parole dolci.
- Padmè, mio amore, ti amo… mio angelo… ti amo…-
Aveva passato tutta il giorno accanto alla sua Padmè. Non riusciva a
lasciarla andare, anche se la consapevolezza gli diceva che, la ragazza che
aveva tanto amato e che tanto amava, se ne era andata.
Ad un tratto la sua voce si era indurita e le aveva urlato contro.
-Padmè! Torna da me! Ti prego! Torna!-
Cosa sto facendo…?
Cosa stava succedendo? Come poteva urlarle contro, come se fosse stata colpa
sua…
E’ stata tutta colpa mia… se le restavo accanto avremmo potuto passare più
tempo insieme… E invece ora mi sembra di aver perso una vita, senza lei…
Una lacrima si nascose tra le pieghe del vestito della ragazza immobile, la
mano le ricadde sull’altra.
Sio Bibble arrivò di corsa nei sotterranei: - E’ successo qualcosa?- Poi,
vedendo il viso di Anakin, gli si avvicinò.
- E’ ora- sussurrò.
Tirò una leva e il feretro si alzò grazie ai propulsori antigravitazionali.
Nell’atrio del Palazzo, fu attaccato a sei splendidi gualaar bianchi, che lo
trascinarono tra la folla, che si fece improvvisamente silenziosa.
Il sole stava morendo, il crepuscolo era quasi finito.
La bara avanzava lentamente, dietro di lei si era formata una coda lunga di
persone, tra le quali c’era la Regina, Bail, i genitori di Padmè, sua sorella e
le sue nipoti, che Anakin aveva incontrato molti anni prima.
Leia era aggrappata al braccio di Luke, e non smetteva di singhiozzare,
mentre Luke faceva una gran fatica a trattenere le lacrime.
La madre di Padmè si avvicinò ai due gemelli. Aveva in braccio il piccolo
Obi-Wan. Anakin era andato a casa sua il giorno prima.
Ma nemmeno questi tentativi di distrarsi ebbero fortuna: Anakin non riusciva
a pensare ad altro. La sua Padmè se n’era andata.
Il feretro arrivò a destinazione: una cappella in mezzo al canale principale
di Theed. Dalle colonne erano appesi tendaggi rossi scuri, e miliardi di lucine
risplendevano nella massa di persone presenti. Regnava un silenzio irreale.
Anakin, dopo un breve senso di Deja-Vu, si avvicinò al corpo dell’amata e la
sollevò. Centinaia di fiori volarono nell’aria e, grazie a una brezza leggera,
furono tutti trasportati in acqua.
Poggiò la salma di Padmè su una tavola di legno, circondata da tronchi. La
cerimonia stava per iniziare.
Il viso della ragazza risplendeva di luce propria. Leia e Luke si
avvicinarono alla tavola e attesero in silenzio. Anakin prese una fiaccola dal
muro lì vicino, e dopo un attimo di esitazione, la poggiò sul legno. Prese
immediatamente fuoco.
Leia singhiozzava sommessamente, e così Luke e i genitori di Padmè. Sola, la
sorella, teneva le due figlie accanto a sé, e piangeva in silenzio.
Mentre il corpo di Padmè veniva avvolto lentamente dalle fiamme, Anakin
cominciò a pensare…
Padmè! Era così bella in quel vestito color oro, con i capelli così sciolti
sulle spalle, che le ballavano sulla schiena mentre correva… quel suo sorriso
dolcissimo…
Si era messo in groppa ad un animale gigantesco che scorrazzava nel prato
dove erano andati a fare una passeggiata. Con la Forza cercava di mantenersi in
equilibrio, mentre Padmè faceva squillare la sua voce in una risata
cristallina…
Era caduto, ed era finito pestato sotto le zampe dell’animale, ma, grazie al
cielo, non si era fatto nulla. Voleva solo che Padmè si preoccupasse un po’.
Sentì immediatamente che la risata in lontananza s’interruppe. Poteva sentire
però distintamente che la ragazza stava correndo verso di lui, gridando:
-Annie!-
Gli si inginocchiò al fianco, e lui fu percorso da un brivido. -Annie, ti sei
fatto male?-
Lei lo girò e lui si mise a ridere… rideva a crepapelle… lei lo picchiò
scherzosamente e si rotolarono insieme nel grande prato…
-Non ho paura di morire-
Ecco cosa gli aveva sussurrato poco prima dell’esecuzione che non li avrebbe
uccisi, ma li avrebbe uniti per sempre.
-Non ho paura di morire. Sto morendo un po’ ogni giorno da quando sei
rientrato nella mia vita-
E lui non aveva capito. O forse sperava che fosse così, almeno lo avrebbe
risentito dire dalle sue labbra.
Così dolce… lei lo guardava così impaurita, ma anche così speranzosa e piena
d’amore…
-Io ti amo… Ti amo…perdutamente… e prima di morire volevo che lo sapessi-
Ecco le parole che gli aveva mormorato prima che le loro labbra
s’incontrassero.
Tu sei un angelo?
Se soffri come soffro io ti prego, dimmelo!
Nulla è impossibile…
Come mi ami? Mi sembrava che avessimo deciso di non innamorarci per non dover
vivere nella menzogna…
Anche tu mi stai a cuore…
Sei così bella
Scopriremo chi ha intenzione di ucciderti Padmè… te lo garantisco…
Bugiarda!
Finalmente Padmè… sembra che siamo stati separati da una vita…
Ecco tutto ciò che gli si confondeva nella mente, ad Anakin Skywalker. Tutto
ciò che gli si mescolava nella testa, pensieri anche banali, che quando però
erano stati fatti quando c’era Padmè, si trasformavano in amore puro, assoluto…
trascendente e passionale.
Ti amo, Padmè. Non ti dimenticherò mai. Te lo prometto.
Il fuoco si spense poco a poco… le persone cominciarono ad andarsene.
Rimasero solo Anakin, i gemelli, i genitori e il piccolo Obi-Wan. C’era solo
Anakin, e il profumo delle rose che sfiorivano sulle rive dei fiumi.
*
Era notte avanzata, quasi mattina. Anakin tornò alla Reggia sul Lago. Leia e
Luke misero a letto il piccolo Obi-Wan e si ritirarono nelle loro stanze.
L’ex-Jedi stava sulla terrazza, appoggiato alla balaustra. In mano teneva
l’anfora delle ceneri di Padmè.
Come se fosse in trance, come se avesse sempre saputo cosa fare, sfilò la sua
spada laser dalla cintura, aprì con la Forza l’urna e la capovolse. Un filo
leggero di polvere bianca cadde delicatamente sull’acqua e affondò, trasportata
dalla corrente, insieme ad una miriade di petali, caduti dalle rose sottostanti.
Aprì la mano e la sua spada laser cadde nell’acqua con un tonfo.
Forse nella sua mente, o forse li vide davvero, due figure sfocate apparvero
sulla superficie cristallina del lago. Erano Padmè e il suo vecchio Maestro
Obi-Wan.
-Vai, Annie. La Forza ci riunirà per sempre- sussurrò Padmè.
Il piccolo Obi-Wan cominciò a strillare, e il Maestro Jedi sorrise.
-E’ l’inizio di un nuovo giorno- disse.
Scomparvero insieme, con una leggera brezza. Mentre un Anakin sorridente si
dirigeva verso la stanza del figlio, una nuova alba sorgeva sull’orizzonte.
L’inizio di un nuovo giorno.
***THE END***
E così è finita! Finalmente ho potuto scrivere la storia che avevo sempre
immaginato, ma non avevo mai avuto il coraggio di metterla per iscritto!
E prima di tutti, devo ringraziare Lucia (sì, è vero il tuo nome è Dawnie, ma
preferisco Luciastra, se nn ti dispiace!! Ahah!) l’amicona che mi ha dato l’idea
giusta e che mi ha spinto a pubblicare la FF su questo meraviglioso sito. Devo
ringraziare i miei amici, quelli veri (Zoe, Luke, Liwe, Annie…), per avermi
sopportato, e per sopportarmi, quando parlo di Star Wars! Questa FF è dedicata a
loro. Vi voglio tanto bene.
E poi, naturalmente, devo ringraziare tutte voi che avete letto e commentato!
Senza di voi non sarei andata avanti a pubblicare! Grazie infinite!