Angel.

di GiuliaVengeance
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1.Before the story begins ***
Capitolo 2: *** That's America ***
Capitolo 3: *** 3. Welcome to the family ***
Capitolo 4: *** 4.Remember ***
Capitolo 5: *** 5.Dear Huntington ***
Capitolo 6: *** 6. You. ***
Capitolo 7: *** 7.Save me. ***
Capitolo 8: *** 8.What can ya do? ***
Capitolo 9: *** 9.Goodbye America. ***
Capitolo 10: *** 10. These feelings can't be right. ***
Capitolo 11: *** 11.Once Again ***
Capitolo 12: *** 12.Pink is the new black! ***
Capitolo 13: *** 13. If you only open your mind. ***
Capitolo 14: *** 14. Can't you help me as I'm starting to burn. ***
Capitolo 15: *** Take the time just to listen,when the voices screaming are much too loud. ***
Capitolo 16: *** You wanna hear my side? ***



Capitolo 1
*** 1.Before the story begins ***


Before the story Begins…









Beth e Chris erano migliori amiche,si erano conosciute al liceo ed erano diventate inseparabili, avevano un feeling impressionante, si capivano con un solo sguardo,erano praticamente sorelle. Tutto ciò fino a quando Chris compì ventuno anni e nell’estate del 2005 andò in vacanza in America con la famiglia. Beth non obiettò, d’altronde anche lei avrebbe accettato senza ombra di dubbio anche se prima d’ora non avevano mai trascorso una vacanza l’una senza l’altra. Passato il mese e mezzo in America, Chris sarebbe dovuta tornare in Italia ma non lo fece. Dopo qualche giorno chiamò la sua migliore amica dicendole che sarebbe rimasta là e Beth dovette continuare la sua vita senza di lei. Sparì per tre fottuti anni finché…


12 Luglio 2008

Suonò il citofono.
«Ma che cazzo è?» Beth venne svegliata di soprassalto; erano le sette e venti. Sconsolata andò ad aprire e le rispose un signore il quale diceva che c’era una consegna per lei. Scese le scale ed arrivò al cancello,prese il pacco,firmò e tornò di sopra. Era una felpa della Vengeance University,nera con i disegni e le scritte grigi. Stupenda. Ma chi gliel’aveva mandata? Ma soprattutto,dove l’aveva presa? Si sapeva che quelle felpe ormai erano sold-out,non ci sarebbe stato modo di comprarle …
C’era un foglio,evidentemente era un biglietto, Beth si affrettò a leggerlo:


“Amica mia,ammetto di essere stata una grandissima stronza in questi anni,
vorrei farmi perdonare e chiederti scusa nel migliore dei modi.
Qui in California ho conosciuto dei ragazzi fantastici e mi sono fidanzata con uno di loro. Ora vivo qui,sono felicissima. Come vedi ti ho mandato una felpa della VU anche se è estate ma so che erano mesi che la desideravi.
Ti invito a chiamarmi a questo numero appena puoi,vorrei parlarti:
555 4297
Ti abbraccio forte, Chris.”

Coosa? Ma che vuole questa? Uhm.. Però la felpa è bella! pensò. Si fece una doccia, si preparò e iniziò a sistemare la casa dato che per pranzo avrebbe avuto ospiti. Le sue amiche arrivarono puntuali, mangiarono,si divertirono,risero,quando una di queste si accorse che Bee era pensierosa così le chiese cosa avesse. La ragazza le raccontò tutto quello che era successo nella mattinata e alla fin,si convinse a chiamare Chris.
«Hallo?» una voce femminile rispose distrattamente.
«Chris,hey, sono Beth!» faceva un effetto stranissimo sentire di nuovo la voce dell’amica. «Ooh tesoro,sono felice che tu mi abbia chiamata! Senti,ora non ho tempo di raccontarti tutto nei minimi dettagli,eccetera,spero ne avrò occasione prossimamente Volevo invitarti a venire in vacanza qui da me,in California per qualche settimana. Ovviamente pago tutto io,diciamo che è un modo per farmi perdonare anche se so che con te non bastano i regali,io voglio solo passare una fottutissima vacanza in California con la mia Bee e farle conoscere quei fighi che sono il vero motivo per cui sono rimasta» disse abbozzando un sorriso sull’ultima frase. Beth non sapeva che dire, Chris come al suo solito aveva parlato tutta di corsa senza dare tempo all’altra di riflettere. «Beh sì, io… Cioè una vacanza in America… Però ci devo pensare,non è facile»
«Sì,lo so, è una botta grossa per te,soprattutto dopo tutto questo tempo,so che devi rifletterci, quindi tranquilla,quando vuoi chiamami.» Fu la risposta dolce e rassicurante di Chris.
«O-ok. Ci penserò. Grazie Crì.» E riagganciò. Una vacanza in America? Per alcune settimane? Gratis? Mio Dio, un sogno! Però c’era lei,la sua EX migliore amica che avrebbe fatto tutto ciò per farsi perdonare; sapeva che non sarebbe bastato ma aveva assolutamente bisogno di rivedere Beth,di chiederle scusa. E quello sarebbe stato il modo migliore. Avrebbero passato una vacanza perfetta,in luoghi perfetti,con persone perfette. Avrebbero recuperato gli anni persi e sarebbero tornate quelle di una volta,uniche e inseparabili. Beth ci pensò a lungo tutto il pomeriggio, poi si decise: ma che c’è di male? Ho ventiquattro anni e la possibilità di andare in America gratuitamente. Chi me lo vieta? Fanculo, le dico di sì. Certo,sarebbe stato difficile dopo tutto quel tempo rivedere la sua amica storica e cercare di recuperare i rapporti,chissà se era cambiata,aveva sempre amato l’America,quando era ancora in Italia indossava sempre abbigliamento,accessori con la bandiera statunitense stampata sopra,amava l’inglese e soprattutto era innamorata degli Avenged Sevenfold. Entrambe andavano pazze per quel gruppo che allora si trovava agli inizi mentre adesso era molto famoso. Loro furono il motivo per cui le due ragazze avevano legato sin da subito e si erano dichiarate fedeltà eterna. Beth non li aveva mai abbandonati,chissà Chris, lei ora viveva in California,la culla dei Sevenfold,se si era scordata delle ore che passavano a parlare di loro,a guardare le foto e i video,a studiare i testi delle canzoni… Da una parte Beth era molto curiosa di incontrarla,di vedere l’America in tutte le sue forme,di conoscere i ragazzi che riuscirono a convincere la sua amica a non tornare nel suo paese; dall’altra non era sicura,erano comunque due anni che non la vedeva,non poteva sapere cosa stesse tramando o come fosse mutata la sua amica di sempre. Decise comunque di rischiare,buttarsi,vivere il momento,come si diceva.
Ecco, era giunto il momento di concretizzare l’espressione Seize The Day.
La mattina dopo chiamò Chris verso le dieci e trenta senza pensare che in California erano le tre e mezza di notte,circa: «Yeah?» un timbro roco e sonnolento si materializzò dall’altra parte della cornetta. «Chrì!» squittì tutta entusiasta.
«Hey Bee, come va? Successo qualcosa? Come mai a quest’ora?»
«A quest’ora? Guarda che sono le diec.. Ooh scuusa, non ci avevo pensato,da te è notte! Perdonami,ti richiamo più tardi»
«No dai,ormai sono sveglia! Che volevi dirmi?» chiese gentilmente Chris.
«Volevo sapere a che ora ho il volo per la California!» esclamò Beth.
«Sìì! Che bello! Ti sei decisa di venire! Allora, il venti Luglio alle otto e cinque di mattina parte l’aereo per Huntington Beach… Ok?» disse tutta frenetica.
«Certo! Allora mi organizzo! Mi verrai a prendere tu,giusto?»
«Sì,ovvio!» la ragazza sorrise e poi si salutarono. Tirò un sospiro di sollievo.
Non riusciva a crederci. Sarebbe andata in America.

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Capitolo 2
*** That's America ***


That’s America








20 Luglio 2008


Allora,dovrei aver preso tutto,le chiavi stanno qui,le valigie,la borsa,il cellulare.. Beth stava per uscire di casa,erano le cinque e mezza e lei si era svegliata alle quattro meno dieci quella mattina. Una mattina da ricordare, perché sarebbe partita per l’America e sarebbe ritornata chissà quando. Già,ancora non sapeva quanto sarebbe rimasta precisamente, Chris le aveva detto qualche settimana ma non aveva fatto riferimento al numero esatto. Chiuse la porta del suo appartamento,uscì ed entrò in auto dopo avervi caricato le borse. Ci mise un’ora buona ad arrivare all’aeroporto di Fiumicino,e un’altra per fare il check-in. Una volta in aereo si mise comoda e accese il suo IPod,chiuse gli occhi e inevitabilmente si addormentò. Fu svegliata alle ore dodici quando la hostess annunciò che da lì a poco avrebbe portato il pranzo. Il viaggio trascorse abbastanza velocemente, poco prima di atterrare ebbe un po’ di mal di stomaco ma per il resto tutto perfetto. Arrivata ad Huntington rimase estasiata: era l’una,la temperatura al massimo del calore,il clima afoso,il Sole alto nel cielo,brillava e riscaldava gli edifici,le strade,le epidermidi già abbronzate degli abitanti della cittadina. Sentiva il profumo dell’ America. L’America. Posto che aveva da sempre sognato con la sua amica,lo stesso che inghiottì quest’ultima nel suo splendore e magnificenza e che forse avrebbe intrappolato anche lei. Era raggiante,già si stava quasi scordando il torto che le aveva fatto Chris,già era quasi disposta a perdonarla. Sentì trillare il telefono nella tasca dei jeans, era lei: «Hey, futura Americana, ci sei?» esclamò contenta la ragazza. Si potevano udire come sfondo dei rumori indistinti,voci che gridavano,stridii e rombi,qualcosa che cadeva sul pavimento e,consecutivamente, qualcuno che imprecava. Bee fece fatica a capire le parole della ragazza ma cercò di non badare a quel frastuono. «Chrì! Non puoi capire quanto sono felice! Non vedo l’oraaa!» L’altra rise,una risata divertita, o forse beffarda. «Ti sto aspettando,tu esci,a riconoscerti ci penso io.» Ordinò. La ragazza uscì dall’aeroporto e subito notò una bionda che si sbracciava e le veniva incontro. Oddio,era lei. Era bionda. I suoi capelli naturali erano castano chiaro. E si era tinta. Doveva ammettere che stava molto bene bionda,era abbronzatissima e aveva il fisico ancora più scolpito da quando si erano lasciate. Si abbracciarono fortissimo,entrambe avevano gli occhi lucidi per l’emozione, a Beth mancava quello sguardo dolce e accogliente, malizioso e profondo. Entrarono in auto,una bellissima auto,enorme,nera lucida,tipica americana. All’interno profumava di liquirizia e fumo,le piaceva.
«Allora,sei pronta a conoscere i Sevenfold?» chiese la bionda appena salita con un sorriso sghembo stampato in faccia. Bee la guardò stralunata. «Cosa?» esclamò inarcando un sopracciglio,con un tono leggermente acuto. La bionda annuì compiaciuta. «Secondo te dove l’ho presa la felpa della VU?» La fissava. «Sono fidanzata con Zacky» dichiarò quasi piangendo dall’euforia,le mancava confidarsi con la sua migliore amica,vedere le facce strane che faceva ogni volta. Beth non ci poteva credere ma in effetti solo la ragazza di Zacky Vee avrebbe potuto rimediare una felpa che era sold-out da tipo quattro mesi.
«C-c-c-come? T-t-t-tu? Con Z-z-zacky?» Non poteva essere vero.
«Eeh già! Proprio lui!» Chris si stava proprio divertendo a guardare l’amica sclerare,non era da tutti i giorni uno spettacolo del genere.
«Che ore sono?» Chiese,poi.
«L’una e mezza» disse l’altra rimasta ancora con gli occhi spalancati.
«Ecco, tra qualche minuto mi dovrebbe chiamare,ti faccio sentire la sua voce così capisci che non ti sto prendendo per il culo» constatò serafica la bionda. Dopo un po’ squillò il cellulare e Chris mise il vivavoce.
«Hey! Tesoro, ci siete?» Beth riconobbe la voce di Vengeance.
«Sìsì, siamo in macchina,credo tra venti minuti arriviamo!» rispose la ragazza.
«Ok,vi aspettiamo,attenta a non sporcarmela.» si raccomandò serio,scaturendo un tenero sorriso alla sua girl che riattaccò subito dopo. La mora era rimasta immobile,avrebbe avuto voglia di gridare la sua stupefacenza,il cuore le batteva fortissimo, sentiva l’ansia salirle sulle spalle,aveva sentito la voce di Zacky! E tra poco lo avrebbe visto insieme a tutti gli altri!
«Io ti ammazzo. Per tutto questo tempo mi hai tenuto nascosta una cosa del genere?!? Cioè,cazzo,sei fidanzata con uno dei nostri idoli di sempre! E poi mi spieghi come cazzo è successo? Come sei riuscita a conoscerlo? E come sei diventata la sua ragazza? Mh?» Esplose,un tantino adirata,ma in fondo sprizzante di gioia e stupore. Chris non poté fare altro che ridere di gusto mentre girava il volante per imboccare una via di sole ville. E che ville! Tutte avevano un giardino gigantesco con una piscina altrettanto immensa. Beth rimase affascinata. La megalomania degli americani. Solo loro potevano vivere in abitazioni del genere. Di colpo frenò l’auto e parcheggiò dinanzi un cancello. La guidatrice si girò verso la passeggera: «Cerca di mettere insieme due,tre parole di senso compiuto in inglese e formare una frase,adesso che entriamo,ok?» sghignazzò.
«Per sua informazione signorina,mi sto laureando in lingue,dovrei teoricamente riuscire a fare quello che dice lei e molto altro» rispose Bee prima di farle una linguaccia. Ma sapeva perfettamente che di fronte a quei cinque ragazzi le si sarebbe prosciugata la bocca e tutte le conoscenze che aveva in Inglese/Americano si sarebbero disciolte in men che non si dica. Quando mise i piedi sull’asfalto quasi non svenne,povera creatura. Chrì nel frattempo aprì il cancelletto e percorse il piccolo vialetto che lo separava dalla villa,per poi suonare il campanello: Sanders.



Note dell'autrice:
Ragassuolee! Ciao! :) Questa è la mia prima FanFic :3 Scusate se non ho commentato il primo cap. ma andavo di fretta u.u E’ da un pò di tempo che volevo pubblicare la mia storiella,avevo una voglia assurda di sapere cosa ne pensate,quindi se vi va, sarei moooolto contenta di ricevere qualche recensione,la vostra opinione è indispensabile per me :D Grazie mille anche a chi legge solamente, Vi amo tutte,
Un bacio,
Giulia ^_^

 

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Capitolo 3
*** 3. Welcome to the family ***


Welcome to the family!
 

 



Chris ci stava godendo a vedere la sua amica così agitata,poteva sembrare una stronza a pensarla così ma a lei faceva ridere e non per prenderla in giro, –oddio,pure per quello- proprio perché quando era nervosa era uno spasso e poi era ancora più bella di quando era seria: gli occhioni verdi si inquietavano,si morsicava le labbra continuamente,si tormentava i capelli,si guardava costantemente in giro,come a cercare qualcosa. Dio se le era mancata quella ragazzina pazza come lei,il suo profumo di orchidea e cioccolato bianco,la sua dolcezza,le sue espressioni,il suo sorriso,le sue uscite a volte inadeguate.. Si distaccò dai suoi pensieri quando vide il suo ragazzo aprire la porta sorridente e bellissimo. Non poté fare a meno di guardare la faccia di Beth che non sapeva cosa fare,avrebbe voluto saltare in braccio a Zacky, dirle che era felicissima e fare lo stesso con gli altri ma si limitò a sorridere e salutarlo con un abbraccio e due bacetti sulle guance. Poteva dire di trovarsi in paradiso, era in una situazione che aveva sognato per anni.
«Salve ragazze! Ciao amore! Ehi,tu sei Beth,giusto? Welcome to the family!»  esordì Zachary,allargando le braccia sull’ultima frase. Nel frattempo Chris era andata a salutare gli altri. «Lei è Elisabeth» annunciò indicandola. Quest’ultima era diventata paonazza e si stava portando una ciocca di capelli castani dietro l’orecchio. «Piacere»  si presentò a Jimmy –The Rev- ; «Ciao! Io sono James!» e le stampò un bacio sulla guancia sinistra. Quanto era alto. E lei non era una tappa,cioè un metro e settanta di ragazza non sono pochi,eppure in confronto a lui si sentiva una cucciola. Arrivò a Johnny,il bassista,lui si che era nano,era più basso di lei! Infatti la guardò imbronciato: «Hey,sei più alta di me,non è giusto» farfugliò.  Beth rise e lo salutò poi cercò con lo sguardo Chris ma non la vide. Veramente non era l’unica a mancare all’appello,anche Gates non era presente in quella sala. Sentì qualcuno tossicchiare dietro di lei,si girò e vide Matt che sorrideva e le porgeva la mano:  «Piacere Matt,il padrone di casa. Vieni di là che ti presento mia moglie Val?» «Si,con piacere ma non manca qualcun altro?» domandò assottigliando gli occhi.
 Della serie: i riferimenti a fatti o personaggi NON sono puramente casuali.
«Eh? Ah già,Gates! Mi sa che sta ancora in bagno, fa schifo quanto è vanitoso» affermò il ragazzo. Entrarono in cucina dove c’erano già Chris e Val.
«Beth! Che carina che sei! Ti immaginavo proprio così,sai?» esclamò entusiasta Miss Sanders mentre le andava in contro per abbracciarla.
 «Mi aiutate a portare la roba di là?»  disse poi rivolta ad entrambe le ragazze che si trovava di fronte. Per “roba” intendeva quantità spropositate di birre e bibite varie,pizza e dolci. Una volta seduta,iniziarono a tempestare Bee di domande.
 «Allora? Come ti senti? Prima volta in America?» chiese Jim.
«Mio Dio,ancora non ci credo. Ci metterò parecchio per abituarmi o almeno per rendermi conto..» disse mentre addentava un pezzo di pizza; aveva talmente tanta fame che ormai il suo stomaco si stava auto-digerendo. Chris ancora non le aveva rivolto parola,preferiva lasciarle godere il momento e farla rilassare.  
«Ma le altre ragazze? La tua,Jimmy? E la tua, Cionni?» domandò improvvisamente la mora.
«Dana e Fra sono state in centro ed erano così stanche che hanno preferito andare ognuna a casa propria,le conoscerai domani» rispose Rev prima di bere un sorso di Heineken. Erano passati circa dieci minuti quando Beth voltò distrattamente lo sguardo alla sua destra nel preciso momento in cui qualcuno stava uscendo dal bagno.
Vide Brian uscire da lì tutto bagnato con solo un asciugamano legato in vita,dirigersi verso la camera da letto. Purtroppo per lei,proprio in quell’istante stava per ingoiare un boccone che ovviamente, dato la sincope che le prese con quella visione,le andò di traverso e tossì,attirando l’attenzione di tutti quelli che fino adesso non si erano accorti di nulla. Chris,che aveva assistito a tutta la scena,scoppiò a ridere rumorosamente,rideva così tanto che cadde dalla sedia e si accasciò per terra. «Stronza» sussurrò Beth che stava quasi per morire se non fosse stato per Val che si affrettò a portarle un bicchiere d’acqua.
«Si può sapere che cazzo ti ridi?» chiese Zack alla sua fidanzata dopo essersi accertato che Bee stesse bene. «È una fottutissima stronza» disse questa guardando la bionda che era diventata viola per quanto aveva riso. Dopo pochi minuti Beth sentì una mano calda accarezzarle il fianco destro,si girò lentamente,quasi con la paura che quello che avrebbe potuto vedere le sarebbe costato un altro soffocamento.
«Eccole le mie ragazze»  Syn schioccò un bacio sulla guancia prima a Val e poi a lei. Già, l’artefice della sua quasi morte si trovava ora tra lei e Val e aveva appena fatto la sua entrata trionfante.
 «Wehilà! Il Signore è risorto!» esclamò scherzoso Sullivan,alzandosi dal divano in un gesto teatrale.
 «Ok, a chi devo chiedere scusa?» si informò Syn con un sorriso da figlio di puttana che la maggior parte delle volte significava “stuprami”,già sapendo,però,la risposta.
 «Secondo te? Io direi a lei» Johnny,indicando Beth che intanto mostrava un sorriso a trentadue denti e allo stesso tempo cercava di non diventare color melanzana. Il ragazzo più figo del mondo,si voltò di scatto e le si avvicinò.
«Mi perdoni,vero piccola?» mormorò accarezzandole la guancia e guardandola negli occhi.  
«Gates,come faccio a non perdonarti se mi guardi così? Però visto che sei in ritardo e mi hai chiamata “piccola” non verrai esentato,a meno che non ti giustifichi correttamente.» azzardò con aria di sfida. Lui la guardò stranito,non si aspettava che dietro quel sorriso così tenero ci fosse una ragazza così determinata e sicura di sé. E lo stesso gli altri. Non aveva ancora mai tirato fuori l’altro lato di Beth  perché non si era mai sentita spronata. «Vi assomigliate un sacco,voi due» affermò indicando le amiche.  «Allora.. Che posso dirti.. Mi piace dedicare tanto tempo a me stesso e curarmi nei minimi dettagli » Continuò poi,soddisfatto.
 «Mh, la giustificazione non è valida. Provi ancora»  scherzò lei.
«Ehm.. Dovevo incontrare una persona molto speciale»
«Cosa sono queste smancerie,qualcosa di più originale!» Sbarrò gli occhi quando si accorse del totale smarrimento di lui. Decise di aiutarlo: «Niente,va beh,con le scuse non ci sai fare,ti farai perdonare in un altro modo,allora» concluse maliziosamente tirando completamente fuori il suo carattere così particolare.
«Non scherza la ragazzina,eh!» disse Johnny,forse con un tono di voce un po’ troppo alto.
Beth lo fulminò con lo sguardo,mantenendo sempre una cadenza spiritosa: «Ragazzina? Ho solo un anno meno di te!» tutti la osservavano incuriositi.
«Comunque,Brian»  spezzò il silenzio e le porse la mano.
«Beth» lei fece altrettanto,sfoderando un sorriso soddisfatto. Chris le fece l’occhiolino,riconoscendo finalmente la Bee che aveva lasciato due anni prima.
«Beeene,chi vuole un’altra birra?» sospirò James improvvisamente,alzandosi di scatto. Neanche fece in tempo a pronunciarlo che già una confusione di “io!” e di braccia alzate fecero tornare il clima festoso,in quella casa. Beth fu l’unica a rimanere immobile,non era abituata a tutto quel movimento,eppure era sicura che quello,come inizio,non era proprio niente male.


 
 

Note dell'autrice:



Lo so,il capitolo è corto u.u sicuramente i prossimi saranno più lunghi ;) Please,fatemi sapere che ne pensate e se ne vale la pena continuare :3 Un bacio a tutte,
 Giuli <3

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Capitolo 4
*** 4.Remember ***


  Remember
 

  
Beth si svegliò.
Non si ricordava dove fosse.
Le faceva male la testa.
Si trovava in una posizione scomoda. Ci mise qualche secondo per rendersi conto: era reduce da una sbronza e aveva dormito per terra a casa di Matt. Motivo per cui le scoppiava la testa e aveva dolori su tutto il corpo. Si sedette lentamente e istintivamente si portò una mano sulla fronte. Provò ad alzarsi ma non le reggevano le gambe. Aspettò qualche secondo per svegliarsi meglio dopodiché, raccogliendo tutta la forza che le era rimasta e cercando di fare più piano possibile,si avviò barcollando verso la cucina. Lì trovò Shadows,intento a preparare il caffè.
«Ehi» sibilò lei prima di schiarirsi la voce. «Bee,buongiorno» rispose il ragazzo,sempre con il suo sorriso meraviglioso.
«Menomale che sei sveglia,così mi controlli il caffè mentre vado al bar a comprare le ciambelle» e le fece l’occhiolino. Beth lo guardò con un espressione rincoglionita e annuì,grattandosi il capo. Matt velocemente prese le chiavi di casa e uscì stando attento a non fare rumore. La ragazza decise di andare fuori a fumarsi una sigaretta nel frattempo.
Problema 1: trovare la borsa. Essa era situata sotto un cuscino di un divano spiaccicata dal peso di chi,durante la serata,ci si era seduto sopra,evidentemente.
Problema 2: trovare le sigarette. Sicuramente le aveva finite ma non si ricordava se le aveva ricomprate o no.
Sì, le aveva ricomprate e le aveva pure cominciate. Finalmente aprì la porta-finestra della cucina e uscì in giardino: l’aria fresca le sfiorava la pelle,il sole sorto da poco la scaldava dolcemente,il profumo dell’erba appena innaffiata le solleticava il naso. Che bella sensazione.
Si sedette per terra e accese la Marlboro che teneva in mano e dopo un paio di tiri ecco Bella, il cane dei Sanders,pronta a farsi accarezzare.
Mentre Beth giocava con lei,osservava ciò che la circondava e pensava.
Era in California. A casa di Matt Shadows. Quante fottute volte aveva sognato che avvenisse? Quanti film mentali si era fatta? E ora? Ora era lì. Non sapeva cosa la attendeva,era in un luogo sconosciuto in cui l’unica certezza che aveva era la sua Chris. Che poi tanta certezza non era.  Erano due anni che non la vedeva,lei l’aveva tradita, abbandonata e si era fatta viva solo allora. Ovviamente aveva perso la totale fiducia che aveva in lei,l’unico fondamento su cui poteva aggrapparsi era il fatto che lei ERA STATA la sua migliore amica. ERA STATA. Anche se avrebbe voluto convincersi del contrario,sapeva che ormai non lo era più. Non era più come prima. Poteva solo sprofondare nei ricordi di quando erano inseparabili,della prima volta che si incontrarono,di quando si  giurarono che non si sarebbero mai lasciate. E invece lei  infranse la sua promessa. Era giunto il momento di dimenticare tutto per un po’ e godere di quella opportunità. E darne un’altra a Chris.
I suoi pensieri furono interrotti dalla voce di Syn,che si era svegliato già quando Matt aveva chiuso la porta. Lui sentiva tutto,aveva il sonno leggerissimo,percepiva ogni minimo spostamento d’aria. Una volta sveglio,si diresse in cucina,vide il caffè sul gas e lo spense. Poi buttò un occhio fuori dalla finestra e vide Beth di spalle. Rimase a fissarla per un po’ finché decise di sedersi vicino a lei.
«‘Giorno» niente. Non l’aveva sentito. Le toccò la spalla con una mano e le si mise accanto. A quel punto lei si voltò e gli sorrise: «ciao»
«A che pensi?» Beth con un espressione assente rispose: «Alla differenza tra qualche settimana fa e adesso. È successo tutto così velocemente,è difficile da credere..» Brì non sapeva che dire,quindi la ascoltò in silenzio. «Ehi, e tu? La tua ragazza? Mi manca solo lei da conoscere» Beth gli mostrò un sorriso,era veramente sicura di quello che stava dicendo. «Quale ragazza?» Brian la fissò divertito mentre si accendeva una sigaretta,la mora vicino a lui aveva appena fatto una gaffe incredibile. Eppure lei era convinta che fosse fidanzato… «Come? Ehm,tu non sei… Cioè sei.. Single?!» Ci era rimasta malissimo,era imbarazzata e sorpresa.
«Sì, ci siamo lasciati un anno e mezzo fa» rispose serio lui guardando un punto indefinito di fronte a sé.
«Ah. E perché?» domandò Bee espirando il fumo della sua Marlboro.
«Era una zoccola» affermò tranquillamente l’altro.
«Wow» disse sottovoce Beth,che ancora stava giocando con Bella. A quel punto entrambi spensero la sigaretta e,tempestivamente,rientrò Matt con la colazione. In pochi istanti la cucina si affollò,si erano svegliati tutti.
«Buon Natale!» Gridò Jim.
«Ma che cazzo dici? È estate!» Lo riprese Johnny.
«Uh. Buongiorno ragazzi.. Oh! Un Angelo!» Esclamò indicando Beth che lo guardò confusa.
«Oddio Rev, torna a dormire che devi ancora riprenderti da ieri sera.» Lo invitò Val accarezzandogli i capelli.
«No,no sto benissimo. Guardatela,non è un angelo?» chiese poi a tutti gli altri prima di dare un bacio sulla testa a Bee. «Da oggi sarai il mio fottuto angelo,cara» continuò serio. Questa,arresa,annuì sorridendo.
«Dai ragazzi, sbrighiamoci che verso le undici dobbiamo stare in spiaggia,ho già parlato con Loredana e Francy» annunciò Matt,riferendosi alle rispettive fidanzate di Sullivan e Christ. Dopo aver fatto colazione,si prepararono e indirizzarono verso la fantastica spiaggia di Huntington,con in mente solo due cose: divertirsi e a far conoscere alla New Entry i VERI Sevenfold.
 
 
 

Note dell'autrice:

Corto,noioso,insensato v.v Non mi piace per niente ma dovevo metterlo per forza perché è un capitolo importante,si capisce dal titolo ;D mi farò perdonare con il prossimo ^^ Allora.. Che ne pensate?? ditemi qualcosa,vi prego ** Taanto Ammore a tutti,grazie di cuore,
Giulia

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Capitolo 5
*** 5.Dear Huntington ***


                            Dear Huntington 

 
 


Un sogno.
Solo così poteva chiamarlo Beth. Mentre era in macchina guardava il paesaggio che scorreva. Era meraviglioso. Huntington era meravigliosa. Le strade larghe e pulitissime,il sole cocente,le palme,l’oceano,tutto perfetto. Come nei film. Avrebbe voluto trovare qualche difetto a quella splendida città ma il compito era alquanto difficile.
Gli altri parlavano tranquillamente quando lei era immersa nei suoi pensieri,Matt e Zacky seduti davanti,lei,Chris e Val sedute dietro. Le ragazze al suo fianco si erano sporse leggermente in avanti per partecipare meglio alla discussione. Di cosa stessero parlando,poi,mica lo sapeva. E sinceramente non le interessava più di tanto. Da quando aveva poggiato piede sul suolo americano,da quando era scesa da quell’aereo,Beth si sentiva bene. Si sentiva libera,sentiva un senso di pace e positività,che difficilmente ti abbandona. Proprio guardando dal finestrino si accorse di un’auto che li stava sorpassando con all’interno quei tre pazzi esauriti di Jimmy,Johnny e Brian assieme alle “misteriose” ragazze,ovvero Dana e Francy. Zacky li vide e fece suonare il clacson a Matt e di risposta lo suonò anche Jimmy che stava al posto del guidatore,aggiungendoci un bel dito medio mentre tutti gli altri passeggeri se la ridevano svisceratamente.
 «Chi arriva ultimo alla spiaggia paga un giro di birra per tutti» Urlò Rev per poi spingere sull’acceleratore.
“Com’è maturo,oh” pensò Bee,sempre ridendo. Anche se non facevano niente, gli Avenged Sevenfold davano comunque nell’occhio e facevano sempre scappare un sorriso; figuriamoci quando facevano qualcosa. «Dai Matt,dai!» lo incitò Zee. Non era per i soldi,per quello non c’era problema ma il gusto di sfottere quei decerebrati una volta arrivati in spiaggia,oh sì,per quello avrebbero pagato altro che un giro di birra.
E che ci vuoi fare, sono uomini.
Magicamente  arrivò prima l’auto di Matt,nessuno sa il perché,forse quegli altri lo avevano fatto apposta ad arrivare tardi. O forse no. Fatto sta che dovettero pagare la birra a tutti. Dopo essersi rinfrescati con la deliziosa bevanda e aver presentato Beth alle altre due ragazze,la carovana di mosse verso la spiaggia vera e propria,quella fatta di sabbia. Disposero i teli-mare tutti molto vicini. Che poi i posti mica erano decisi,uno se voleva si sdraiava pure se l’asciugamano non era il suo e poi sicuramente la disposizione sarebbe cambiata nell’arco della giornata,anche in base al sole. Si spalmarono tutti la protezione o l’olio solare,insomma, si spalmarono tutti qualcosa.  Ma quando si trattò di doverla spalmare sulla schiena,tutti avevano il proprio ragazzo/a,tranne Beth -e Brian-. Lo chiese a Chris,che però stava massaggiando Zacky,quindi era fottuta. Doveva chiederlo a Brian. «Aaah non guardatemi così,io non mi faccio mettere le mani addosso da nessuno» obiettò la ragazza rivolgendosi alla coppietta che aveva di fronte. «Vabbè,allora bruciati» ribatté calma l’amica. Niente,doveva farlo,doveva farsi mettere l’olio da Brian. L’ importante era non fare figure di merda. Facile,no?
Neanche il tempo di pensarlo che se lo ritrovò dritto in piedi accanto a lei,con una boccetta in mano: «Mi spalmi l’olio sulla schiena?» sorrise.
«Prima tu a me,poi io a te» ordinò titubante.
«Ok,sdraiati».
Rassegnata, si sdraiò a pancia in sotto e chiuse gli occhi. Sentì subito le mani di Syn sulla sua schiena e non poté fare a meno di sorridere compiaciuta. Le piaceva essere accarezzata. Soprattutto da quelle mani. No, aspetta. L’ultimo pensiero andava cancellato. Bene. Quando il ragazzo sollevò il laccio del pezzo superiore del costume per fare in modo che l’olio sia spalmato anche sotto l’indumento, la mora ebbe un brivido che lui percepì e ne fu soddisfatto.
 Brian aveva finito,infatti non la stava più toccando ma lei continuava a tenere gli occhi chiusi. Era troppo rilassata.
«Ehi,ora tocca a te!» le ricordò,scrollandola.  Beth aprì lentamente gli occhi e altrettanto lentamente si alzò. L’altro si mise comodo sul suo asciugamano e pose il proprio olio alla ragazza la quale se lo spalmò bene sulle mani e iniziò a cospargervi la schiena del Gates. «Buono! Sa di cocco!» esclamò Beth mentre nella sua testa viaggiavano pensieri riguardanti tutt’altro che il profumo di quella sostanza. “Mio Dio che schiena!” Non aveva tutti i torti,la schiena di Syn era assai notevole vista la sua stazza e muscolatura. Non era neanche tanto piena di tatuaggi,solo la scritta “HANER” sulle spalle,non dava assolutamente fastidio.  Bee era famosa per la sua bravura nel fare i massaggi, tutti i suoi amici la chiamavano quando ne avevano bisogno.  L’idea le venne in mente in quel momento,l’idea di sfruttare questo suo pregio in quella situazione; mise in campo tutte le sue abilità e ne uscì fuori un massaggio eccezionale. Il successo dell’operazione si intuiva dalla faccia di Brian che era molto rilassato e se ne stava buono buono a godere di quelle piccole attenzioni. Una volta terminato, Beth si avvicinò all’orecchio del ragazzo e gli sussurrò languidamente: «Piaciuto?»
«Sei molto brava» rispose lui pacatamente,senza aprire gli occhi.
Lei gli diede un bacino leggero sulla guancia e si alzò,diretta verso il suo telo.
Nel frattempo Francy li aveva fissati per tutto il tempo,soprattutto a Beth,che si stava avvicinando.
«Sai,ti ci vedo bene con Brì» affermò annuendo,la rossa. Già,la fidanzata di Johnny era rossa naturale,di un rosso abbastanza scuro. Aveva i capelli lisci e morbidi,a parere di Bee,spettacolari, gli occhi castano scuro quasi nero,il naso e le labbra praticamente disegnati,la pelle chiara e qualche lentiggine sugli zigomi. Alta pochi centimetri più di Beth,con un corpo tonico al punto giusto. Molto bella.
«Dici così solo perché nel gruppo siamo gli unici single e ti piacerebbe vederci insieme ma per ora no,grazie»  rispose tutto d’un fiato l’altra,un po’ infastidita. «Per ora?» Francy la guardò allibita e soddisfatta allo stesso tempo. In fondo,se lo immaginavano tutti come sarebbe andata a finire. 
«Si, per ora,io che ne so,può anche essere che da un giorno a un altro mi innamoro di lui e..» finì la frase gesticolando e dando così origine a una risata fragorosa.


La giornata trascorse piacevolmente tra scherzi,gavettoni, sole e oceano. Fu una giornata in cui Beth riuscì a conoscere meglio gli altri,stando più a contatto con loro; di questo passo, sarebbe diventata amica di tutti molto presto. Mentre nuotava pensò a quello che si era detta con Francy e in effetti il pericolo c’era. Lei e Brian erano gli unici a stare da soli e come si era verificato con la questione dell’olio,di situazioni particolari se ne sprecavano,eccome. Cercò di non prestare molta attenzione all’argomento e uscì dall’acqua,aveva sete.
«Ragazzi io non ce la faccio più,è stata una giornata stupenda ma dopo un po’ sclero.» Annunciò prima di bere un sorso d’acqua. Jim la appoggiò: amava le giornate in spiaggia ma quel giorno era d’accordo con lei. Erano quasi le sei del pomeriggio,erano lì da un sacco di ore e in effetti non sarebbe dispiaciuto a nessuno andarsene. Dovettero tornare tutti a casa di Matt per riprendersi la rispettiva autovettura,successivamente ognuno tornò a casa propria. Beth ovviamente andò a casa di Zacky e Chris,doveva ancora sistemare la valigia. 
«Wow» bisbigliò,appena dinanzi all’abitazione. La villa di Baker era strepitosa. Era contornata da un giardino gigantesco dove scorrazzava felice il suo cagnone, Majesty e sulla destra c’era anche una piscina bellissima oltre che smisurata. Quando entrò,Bee rimase estasiata. Quella casa era fatta apposta per Chris,possedeva tutto ciò che la faceva impazzire,era tutto come voleva lei. Molto probabilmente aveva gli stessi gusti di Zacky,lui non era un uomo che si faceva spostare i mobili di casa da una donna. Almeno così dicevano i suoi amici. Appena aperta la porta d’ingresso,si ritrovò di fronte le scale che portavano alle meravigliose stanze da notte e al bagno. Sulla sinistra c’era lo studio di Vee,in cui non poteva metterci piede nessuno,solo i Sevenfold. Sulla destra si apriva un enorme salone: il soggiorno si alternava al tavolo circondato dalle sedie di legno,con alle spalle una vetrata che dava sulla piscina. Si salivano tre gradini per arrivare in cucina,completamente bianca. Un’altra porta,infine, introduceva alla sala Hobby.
 Era serena e tranquilla,mentre visitava la villa si immaginava delle scene con i ragazzi,le feste che vi si sarebbero svolte nel corso di quelle settimane,prevedeva anche litigate e,sicuramente,tanto divertimento. Si, quella sarebbe stata la vacanza più bella della sua vita. Ne era sicura.

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Capitolo 6
*** 6. You. ***


You.




28 Luglio 2008 – 10.32 a.m– Casa Baker
 

Beth stava studiando. Sì,studiava anche in vacanza,avrebbe tenuto gli esami tra poco. Era seduta sul divano a gambe incrociate e sottolineava un paragrafo del pesantissimo libro di storia dell’arte. Storia dell’arte. Quanto la odiava. Con quel caldo poi,le si stava squagliando il cervello, aveva bevuto almeno un litro di acqua ghiacciata in tipo un ora e mezza.
Quando accettò di partire,sapeva che avrebbe dovuto dedicare un po’ di tempo allo studio,il che non era difficile,di più.
Ad un tratto sentì qualcuno scendere le scale,sicuramente era Chris,visto che il passo era svelto e che precedentemente era salita su per cambiarsi.
«Allora? Ancora così stai? Muoviti! Oggi ti porto in centro!» esordì vivace la biondina. Beth la guardo impassibile e indicò il libro al quale destava attenzione pochi istanti prima.
«Non mi dire che preferisci studiare?» la guardò allibita.
 «Non è che PREFERISCO,DEVO» replicò l’altra,tornando alla sua amata materia.
«Forse non ci siamo capite,tu ora chiudi quel maledetto libro,ti alzi,ti vesti e usciamo!» le ordinò Chris mentre la tirava su dal divano. Bee,arresa,andò di sopra e si vestì in silenzio,dato che Mister Vengeance russava beatamente.
Qualche minuto dopo si ritrovarono in macchina,dirette verso il centro di Huntington Beach.
 «Che pensavi di sfuggirmi? Sapevi che prima o poi ti avrei rapita,no?» sorrise divertita,Chrì.
«Ah,se non lo avessi fatto tu,lo avrei fatto io,devi ancora raccontarmi come li hai conosciuti» disse minacciosa la mora. Era già passata una settimana dall’arrivo di Beth in California,fino ad ora non erano mai riuscite a stare da sole,così Chris colse l’occasione,quella mattina dormivano tutti,anche se poi sicuramente qualcuno dei cinque le avrebbe telefonato.
Non si riusciva a stare in auto. Anche con l’aria condizionata,era un inferno. Decisero di parcheggiare il veicolo e di andare a piedi,così avrebbero passeggiato un po’. Sostarono ad un bar,per rinfrescarsi dal torrido sole.
Presero entrambe un the freddo alla pesca,avevano gli stessi gusti.
«Quando ho detto andiamo al centro  non ti sarai immaginata monumenti o cose simili,vero? Il centro di Huntington è più che altro negozi,non c’è proprio il centro storico,però è piacevole passeggiarci. Ti ho portato qui pure per cambiare un po’ l’aria,non puoi conoscere solo i posti che frequentiamo abitualmente. Vabbè, principalmente volevo stare un po’ con te,non puoi capire quanto mi sei mancata in questi anni,non so se potrai mai perdonarmi… » Bee la guardò inizialmente divertita ma poi quasi commossa,in fondo il suo cuore l’aveva già perdonata,era la sua mente che non ne voleva più sapere del nome Chris. Dannata ragione. Sempre in mezzo. Un detto diceva che quando si trattava di sentimenti,si doveva sempre seguire il cuore ma facile dirlo,vedi un po’. Abbozzò un sorriso,non sapendo cosa dire ed aspettò che la sua amica continuasse a parlare.  «Ti prometto che questa sarà la vacanza più bella della tua vita,esattamente come la mia. Due anni fa,quando arrivai ad Huntington Beach, sentii che questo sarebbe stato il mio posto,questa la mia gente,questa la mia vita. Fu una sensazione bellissima. In effetti non mi sbagliavo, questa città ha veramente qualcosa di magico. Poi incontrai loro,i miei idoli di sempre e lì capii che non la avrei più lasciata. È il mio sogno, Bee. Mi sembra di essere la protagonista di un film,è tutto così meraviglioso qui. Per questo ho voluto che anche tu vivessi quello che sto vivendo io,conoscendoti,sapevo che sarebbe stato il regalo più bello che tu potessi ricevere. Poi beh,Zacky è un argomento a parte,lui è veramente tutto ciò di cui ho bisogno, non sono mai stata così felice come quando sto con lui. Spero che anche tu lo sarai,un giorno. Magari sempre con qualcuno della band.» E concluse il filosofico discorso con una delle sue battutine sarcastiche,non ne poteva fare a meno. Beth trovò intenso quel pensiero,a parte l’ultima frase che la lasciò in sospeso con quello che voleva rispondere; guardò sconsolata la bionda,che nel frattempo beveva un sorso di the,nascondendo un sorriso malizioso.
«Perché? Eh? Perché siete tutti fissati con Brian?» domandò stizzita.
«Tutti chi,scusa?»
«Voi,chi sennò? Non è la prima volta che sento dire come ci staresti bene con Brì! Siete veramente ottusi,ora perché lui ed io siamo gli unici single non vuol dire che dobbiamo per formare una coppia» sostenne la moretta mentre Chris rideva. «Io non ho detto BRIAN,hai fatto tutto da sola»
«Eh si certo, perché secondo te potrei stuzzicare Christ? O Matt? Che sono felicissimamente fidanzati? Ma che ci hanno messo dentro a quel the?» ribatté Beth sorpresa dell’affermazione dell’altra.
«Ok dai,andiamo a farci un giro».
Che negozi fighi che ci sono ad Huntington,proprio come quelli italiani,oh. Prudentemente Chris si era portata la carta di credito,poterono quindi anche acquistare qualcosa. Beth comprò degli shorts e delle t-shirt con stampata o ricamata la scritta Huntington Beach o semplicemente HB. Comprare dei vestiti in California era qualcosa di eccitante, se li sarebbe riportati in Italia assieme ai ricordi di quello splendido paese. Riuscirono a stare libere per tutta la mattinata,mangiarono insieme,si goderono il sole e puntualmente,come si aspettavano,dopo pranzo squillò il telefono di Chris: «Si? Amore! Non mi dire che ti sei svegliato adesso? Si,sono uscita con Bee,dimmi … Ok, a dopo,baciii» E riattaccò. Beth la guardò con un’espressione interrogativa e lei la informò che Zacky e gli altri stavano a casa di Jimmy a non fare un cazzo e che se dopo gli andava potevano raggiungerli.
«Ma andiamo subito! Sono cotta! Abbiamo fatto quello che dovevamo fare,no?» Beth era una di quelle che non amava molto fare shopping,per lei una mattina intera a girare per negozi era pure troppo.
Arrivarono a destinazione verso le tre,persero un sacco di tempo e il caldo, quel giorno,le stava davvero uccidendo. Appena scese dall’auto nel parcheggio di casa Sullivan, sentirono subito gli schiamazzi e le risate provenienti dalla terrazza e l’odore di fumo.
 «Eccole! Ma salve!» salutò Zacky,dando poi un bacio a stampo alla sua ragazza. «Oddiochecaldo!» sospirò Beth buttandosi sul dondolo vicino a Johnny. Afferrò una birra dal tavolino accanto e per la sete bevve mezza bottiglia tutta d’un fiato. «Ehi,ehi piccolina,se continui così ci collassi!» la avvisò preoccupato Brian. Lei si staccò ringraziandolo con uno sguardo.
«Ragaazzii,tra un po’ si torna in touuur!» Annunciò come canticchiando,Baker.
Beth aggrottò le sopracciglia,era stata presa alla sprovvista: «Tra un po’?» Lo guardò accigliata.
«Già, a metà Settembre» le rispose Jimmy,annuendo.
«Ah,io a Settembre sarò già tornata in Italia per gli esami»
«Ma come? Te ne vai?»
«Eh si Cionnino,credevi rimanessi qui per sempre?» le scompigliò i capelli a macchie bionde e castane. Dispiaceva anche a lei ma doveva cercare di pensarci il meno possibile,sarebbe stata dura. Per cambiare discorso, Chris chiese: «Che si fa stasera?»
«Boh, volevo portare Bee al Dream» propose noncurante,Jim.
«Ah! Quel posto dove ci avete fatto le peggio risse?» ricordò la ragazza.
«Quello» affermò Matt sogghignando.

10.19 p.m - Dream

Quella sera portarono Beth in un posto meraviglioso;ovviamente lei,non conoscendo la città,non sapeva dove fosse. C’erano un sacco di moto parcheggiate fuori,vicino era tutto completamente buio tranne quei pochi metri appena intorno al locale. Dentro c’era un casino,non si sapeva quale genere di musica a palla,rumori di piatti,coltelli,bicchieri che sbattevano,urla di clienti ubriachi,tutto incorniciato da una nuvoletta di fumo di ogni tipo. «Bel posto!» urlò ironicamente Bee a Francy che, anche se le stava a nemmeno un metro di distanza non sentiva nulla a causa della confusione. A parte gli scherzi,era figo!
Già verso mezzanotte erano tutti brilli, a parte i soliti completamente ubriachi. Jimmy,per esempio, stava tenendo un discorso sull’alcool e i suoi effetti,stava in piedi e aveva in mano due bicchieri colmi di non si sa cosa, biascicava e urlava pretendendo che tutti i suoi amici lo ascoltassero quando in realtà i presenti erano occupati a fare ben altro. C’era chi continuava a bere,chi cantava a vanvera,chi si coccolava la sua dolce metà,chi saliva sui tavoli,chi ordinava altro,chi rideva tanto da vomitare.. Era praticamente impossibile non sorridere davanti a scene come quelle,sorrisi che poi,inevitabilmente, si trasformavano in risate. Proprio questo accadde a Beth,che sembrava stesse guardando un film comico invece quelle situazioni facevano parte della sua vita quotidiana già da una settimana,ogni fottutissimo giorno era un piccolo pezzo del suo sogno.
Uscirono dal locale sempre ridendo,quando …
«ODDIO! SONO LORO!» un gruppo di fans scatenate gli stava correndo incontro e i ragazzi,impulsivamente, scapparono tutti in direzioni opposte e,guarda caso, Beth e Brian si diressero nella stessa direzione.
«Qui!» la ragazza gli indicò una porta semiaperta di.. forse un magazzino?
No,era una palestra. La palestra di una scuola,più precisamente. Entrarono in silenzio,dopodiché accesero le luci. «Partitina?» domandò Brì,indicando i canestri.
«Mmh.. Basket normale non mi piace,facciamo una versione più divertente» consigliò lei.
«Tipo?»
«Tipo che ad ogni canestro l’altro per penitenza deve togliersi un vestito; vince il primo che lascia in mutande l’avversario».
«Mi piace» gongolò Gates malizioso,per poi fare un tiro da tre punti. «Dai!» la esortò,aspettando che si togliesse i pantaloncini. Beth lo guardò male,si spogliò e subito assaporò la sua vendetta; Brian,però,dovette togliersi la t-shirt.
Passarono così più di un’ora,isolati dagli altri,solo loro due e una palestra.
Chi vinse? La Bee,ovviamente. Si era imposta una sfida, e doveva vincerla. Lei era fatta così. Finite le energie,decisero di tornare dagli altri che sicuramente se la sarebbero presa.
«Ma dove cazzo eravate? È un sacco che vi aspettiamo!» Li sgridò Zack. Aveva ragione e le facce di tutti i presenti erano più o meno incazzate,tranne quella di Francy che chiese curiosa: «Ma che avete fatto tutto questo tempo?»
«Eh sapessi Fra’» rispose Beth,scambiandosi uno sguardo complice con Brian. «Sapessi».

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Capitolo 7
*** 7.Save me. ***


Save me
 



31 Luglio 2008
 
Erano le sei del pomeriggio, aveva piovuto,perciò c’era un po’ di umidità. Ognuno si faceva gli affari propri nelle rispettive case,Beth,Chris e Zee stavano vedendo la tv mentre gli altri.. Gli altri chissà cosa facevano. Beth si sentiva il terzo incomodo,da quando era arrivata lei quei due non avevano più l’intimità di prima,si sentivano in imbarazzo a fare qualsiasi cosa e lei spesso,anche se non aveva niente da fare,usciva di casa per lasciarli un po’ soli. Loro non le avrebbero mai detto nulla,non le avrebbero mai chiesto di andarsene ma lei capiva la situazione e li assecondava.
Quel giorno era il compleanno di Matt,era già una settimana che pensavano ad un modo per festeggiare ma tutto gli sembrava troppo banale o scontato. Ormai gli rimanevano poche ore per decidere,Bee ci stava pensando già da un po’,così cercò di smuovere quei due dal divano e di chiamare gli altri che probabilmente stavano per fare la stessa cosa. Il primo che le venne in mente fu Jim,a lui venivano sempre le idee migliori.
«Sullivan! Ciao! Senti, che vogliamo fare per il compleanno di Matt?»
«Angelo! Eh ma che ne so,le abbiamo provate tutte.. Sulla spiaggia è banale,a casa di qualcuno ancora di più..»
«E se affittiamo un locale? Magari il suo preferito? Non lo so,secondo me a Shads non interessa molto il posto, lui è uno che nemmeno lo festeggerebbe il compleanno»
«Uhm,aspetta che chiedo…» Si sentirono solo urla,nemmeno si capiva a chi appartenessero,ma che diamine stavano facendo?
«Capirai,chiedere un’opinione a questi è come parlare da solo, sono amorfi! Non hanno voglia di pensare a qualcosa per il loro migliore amico!» riprese,Jimmy.
Rise. «Ma questi chi? Con chi stai?»
«Christ e Haner,chi altro,sennò» sbuffò.
«Ora veniamo noi,te lo faccio vedere io amorfi..»
«Ok cara,a dopo».
Beth riattaccò e corse a prepararsi,spronando anche quegli altri due pigroni a darsi una mossa. Ma che c’avevano tutti? Era la pioggia che li faceva ammosciare? Bah,menomale che c’erano lei e James…
 
«Allora? Vi svegliate? Che avete deciso?» Beth entrò in casa Sullivan tutta spedita,intenta a far muovere gli amorfi che la guardarono storto,anche un po’ confusi. Lei odiava quando la gente si deprimeva,le dava urto.
«Ciao anche a te bellezza» esordì Brian,seduto vicino a Cionno. Beth prese i due bicchieri di birra che stavano sul tavolo e li rovesciò addosso ad entrambi: «Andate a farvi una bella doccia gelata,ora» ordinò severamente,indicando la direzione per il bagno. Dopo ciò spense la televisione e li guardò in cagnesco,non stava scherzando,per niente. Intanto i due non si erano mossi dal divano,si guardavano i vestiti zuppi di birra per poi spostare lo sguardo verso l’artefice di quel disastro,con gli occhi spalancati e la bocca aperta,in un’espressione sconvolta.
«Tu sei scema.» affermò Gates indicandola ma lei era impassibile,li fissava con il sopracciglio alzato mantenendo le mani poggiate sui fianchi,incuteva soggezione.
«Per un attimo mi sei sembrata Val e mi sono venuti i brividi» confessò il nano mentre le passava davanti per dirigersi in bagno. Haner fece la stessa cosa ma era diretto verso l’altro bagno della casa,a testa bassa,bofonchiando qualcosa che solo lui capiva.
«Clap,clap,clap» fecero in coro Rev,Chris e Zacky,complimentandosi con la mora.
«Allora,che si fa? Sono già le setteee!»  esclamò quest’ultima,accortasi dell’ora.
 Si stava innervosendo. Era una ragazza a cui piaceva organizzare,avere la situazione abbastanza sotto controllo,tutto ben pianificato nella sua testa. E in quel momento non aveva niente sotto controllo,era già quasi l’ora di cena e dovevano ancora decidere cosa fare. Restarono tutti in silenzio per un bel po’,finché non tornarono Christ e Brian.
«Niente, è tardi,faremo la prima cosa che ci viene in mente» annunciò il primo chitarrista. «Che palle,volevo fare qualcosa di speciale per lui» disse rammaricata, Beth. Zachary le scompigliò amorevolmente i capelli e vi stampò un bacio leggerissimo,per consolarla.
Alla fine avrebbero festeggiato in un locale,come sempre,si sarebbero divertiti lo stesso,casomai avrebbero rimandato la vera e propria festa a qualche giorno dopo. Avvisarono tutte le altre ragazze della decisione presa e tornarono tutti a casa propria per cambiarsi. Bee si era portata dall’Italia le sue décolleté preferite,sapeva che ci sarebbe stata occasione per metterle,infatti,eccola qui. Ideò un look tutto intorno ad esse,indossò un top senza bretelle nero,con una specie di fiocco cucito sul seno e un po’ arricciato sui fianchi,una minigonna abbastanza mini e le sue amate décolleté nere tacco dieci. Si lasciò i capelli mossi,si truccò solo gli occhi con Eye-liner e mascara e applicò uno strass alla fine del tratto nero. D’altronde,era una festa.
Quando la videro Zacky e Crì,rimasero a bocca aperta,soprattutto Vee che continuò a fissarla per tutto il tragitto dalla porta di casa alla sua auto.
Si incontrarono tutti davanti al locale,erano bellissimi,chi più elegante,chi meno,formavano un gruppo davvero niente male.
Erano già le undici,avevano già fatto ubriacare Matt,il che era uno spettacolo assurdo,Sanders ubriaco era più unico che raro. Beth non si sentiva tanto bene,le faceva male la testa e lo stomaco; pensò di uscire per prendere una boccata d’aria e stare un po’ lontana da quel fracasso. “Cazzo! Ho finito le sigarette!” cercò Brian,loro due erano gli unici che fumavano le Marlboro,lui Rosse,lei Light però in mancanza d’altro.. Una volta trovato, -stranamente ancora sobrio- lo tirò per un braccio verso di sé e gli chiese quello che voleva.
Annuì. «Esco anche io».
Fuori si stava bene,faceva fresco,lei già si sentiva meglio. Cominciarono a parlare del più e del meno,andarono anche su discorsi intimi,si raccontarono le peggio cose e commentavano i tipi stravaganti che entravano e uscivano dal posto. Come caratteri erano entrambi permalosi ma sapevano scherzare e la cosa bella era che,essendo simili, si capivano perfettamente,per questo andavano molto d’accordo. Ad interromperli fu,però, una voce maschile che turbò parecchio Beth,avendola riconosciuta: era il suo ex ragazzo. Come aveva fatto a trovarla? Possibile che ogni volta che qualcuno stava bene doveva sempre succedere qualcosa? La ragazza rabbrividì. Il suo sguardo era spaventato,Brian cercò di capire cosa avesse ma lei non parlava.
«Ehi bellissima,da quanto tempo» cominciò quel tizio,mettendole le mani addosso.
«Non mi toccare. Perché sei qui,Josè?» domandò infuriata la mora.
«Ti sono venuto a prendere e cazzo,sei sempre più bella» rispose il ragazzone,mordendosi il labbro. Era davvero enorme. Sarà stato alto minimo quanto Jimmy,se non di più.
«Ma chi te lo ha chiesto? Tornatene da dove sei venuto e lasciami in pace»
«Mi sei mancata da morire,sai?» continuò lui ignorando completamente quello che le era stato detto. Ad un tratto la spinse contro il muro e iniziò a toccarla,non era violento,anzi, però lei non voleva. Brian si accorse del suo fastidio e decise di intervenire,anche se quel tipo era il doppio di lui. «Lasciala stare,lo vedi che non ti vuole?» A quelle parole Bee spalancò gli occhi,aveva veramente paura,Josè avrebbe potuto fare del male a Brian. Gli fece cenno di andarsene,se la sarebbe sbrigata lei.
«E questo chi è?» chiese minaccioso il ragazzo altissimo.
«Non sono cazzi tuoi. Vattene.» Gates provò ad essere calmo,non voleva iniziare una rissa,soprattutto con quello lì.
 «È il tuo nuovo fidanzato,vero?» chiese,rivolgendosi alla ragazza che teneva stretta.
«Non ti riguarda,lasciami in pace»
«Lo ho fatto una volta,non lo farò mai più. Io ti voglio» si avvicinava sempre di più,nel tentativo di baciarla,ma lei si scansava rapidamente,non permettendogli nemmeno di sfiorarle il naso.
«Ma che cazzo dici? Vai via! Ora!» il tono della ragazza iniziava ad aumentare di volume, intanto Brian era andato a chiamare i ragazzi ma erano tutti pieni di alcool fino alle orecchie. Tornò fuori,quei due stavano ancora litigando,lei urlava come una pazza ma il tipo non ne voleva sapere di andarsene. Syn decise di affrontare il gigante da solo,ce ne fosse stato uno sobrio che poteva aiutarlo. Non doveva sottovalutarsi,aveva alle spalle anni di Judo,magari poteva farcela. Sferrò qualche colpo che inizialmente fece effetto ma dopo si vide arrivare un bel pugno in faccia e sentì le grida di Beth rimbombare nella sua testa. In quel momento stava tirando fuori tutta la voce che possedeva,non aveva mai sentito nessuno urlare così,era spaventoso.
Eh beh,finché si trattava di lei ok,ma se le toccavano qualcuno a cui teneva diventava una bestia. Josè se ne andò,promettendo che sarebbe tornato. Per il nervoso e la paura Bee era scoppiata a piangere. Non voleva cedere così ma le lacrime uscirono fuori da sole. Corse da Brian che si toccava il labbro e si guardava le dita sporche di sangue; si sentì ancora peggio, i suoi singhiozzi si fecero più forti,era colpa sua se Syn aveva il labbro spaccato e le usciva sangue dal naso. Si avvicinò a lui piangendo e sussurrò un’infinità di mi dispiace non sapeva che fare. «Quel pezzo di merda,guarda che ti ha fatto» Brian rimase esterrefatto quando la vide così disperata,le faceva tenerezza. Le asciugò alcune lacrime accarezzandole la guancia. «Ehi,non piangere,non è successo niente» tentò  di rassicurarla.
«Mi dispiace tanto,sono in debito con te Brì,è tutta colpa mia»
«Guariscimi.» le sussurrò portandole una mano sulla propria guancia. Aveva uno sguardo tenerissimo.
«Ok,andiamo a casa di Vee,dovrebbe avere il necessario per curarti»
Era tremendo vedere quella ragazza in lacrime,lei, quella forte,determinata,sicura,era crollata,si era scoperta davanti ai suoi occhi.
Rientrarono dentro insieme, Beth prese la sua borsa e avvertì gli altri che se ne stavano andando e che gli avrebbero spiegato dopo,tanto non si sarebbero ricordati nulla,il giorno seguente.
Arrivati alla villa di Baker,la mora fece accomodare il ragazzo su uno sgabello mentre andava a prendere l’ovatta e il resto per medicarlo.
Dopo cinque minuti tornò e si posizionò in piedi di fronte a lui. Gli fece piegare leggermente la testa all’indietro e iniziò disinfettare,molto delicatamente. Lui ogni tanto apriva gli occhi,la guardava e li richiudeva. Poi sorrideva. Era così dolce,e nonostante si fosse preso un pugno,era servito a qualcosa. Aveva guadagnato un contatto ravvicinato con lei. In fondo,neanche faceva tanto male. Aveva sopportato di peggio,sicuramente. E Beth? Lei gli stava toccando le labbra,QUELLE labbra che di più perfette non ce ne sono,sentiva il suo respiro sulla propria pelle,aveva le sue mani, QUELLE mani che le sfioravano le gambe. Già,si era permesso il lusso di accarezzarle le gambe ma Beth non aveva problemi e poi inevitabilmente il suo tocco le aveva fatto venire i brividi.
Calò il silenzio per un bel po’ ma era un silenzio piacevole,sembrava che con quei piccoli gesti,quei semplici sguardi,si dicessero tutto. Quando finì di medicarlo gli schioccò un bacio sulla punta del naso,come se fosse soddisfatta del lavoro svolto. Haner la ringraziò. Sembrava avessero lasciato qualcosa in sospeso,sembrava che avessero interrotto un momento magico,che poi di tanto magico non aveva,però i momenti particolari lo sono appunto per quello,non hanno nulla di tanto particolare. Forse il silenzio,il respiro dell’altro sulla propria pelle,i pochi centimetri che li separavano,forse questo lo rese speciale. Nessuno dei due voleva veramente dividersi ma boh,certe volte non si controlla nemmeno quello che si fa.
«Scusa ancora per tutto,buonanotte Brì» lo salutò, lei.
«Buonanotte» le sorrise,lui. Prima che la ragazza potesse chiudere la porta,pensò di farle una proposta: «Non è che verresti a dormire da me stanotte? Sono solo e poi ho bisogno di una brava infermiera come te e lasceresti da soli Chris e Zacky» Lei non sapeva che dire,era rimasta sbigottita,come al solito ci aveva trovato qualcosa di malizioso in quello. Sarà un vizio o boh,magari era solo il suo cervelletto malato. Esitò un secondo poi accettò. Avrebbe potuto rifiutare? Certo che no. Prese solo la sua borsa e uscì dalla villa insieme a lui,la aspettava di certo una bella nottata.
 



Note dell'autrice:
 
Ehiehiehiehi! :D Salve! Come la va? Questa volta ho aggiornato presto,dai xD Mi dispiace che Brì abbia preso le botte ma qualcosa dovevo inventarmi ;) Per il resto.. ditemi voi,sono qui per questo! Bacio a tuttiiii! :*
Giuli :P

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Capitolo 8
*** 8.What can ya do? ***


                     What can ya do?
 
 
3.04 - Casa Haner

Beth:

Casa Haner. Non l’avevo mai vista. Mi pento di non averla visitata prima. È quasi più bella della villa di Zacky; l’esterno è praticamente uguale,giardino che circonda la casa e piscina. Appena entri sulla destra c’è l’angolo cottura e il tavolo,davanti invece ti ritrovi il soggiorno ma la cosa più spettacolare è l’impianto stereo: una parete intera del salone ricoperta da casse,amplificatori e robe varie. Inoltre c’è uno spazio infinito davanti,come fosse un palcoscenico. Sulla sinistra,invece,una porta che conduce allo studio di Brian,piena di chitarre di tutti i gusti appese alle pareti,è così ampia che sembra una casa a parte. Tornando al salone,più avanti ci sono due camere da letto e infine il bagno. È decisamente più figa della villa di Vee. Evidentemente Gates si è accorto del mio stato di estasi ed ha iniziato a fissarmi divertito.
«Ho fame» annuncia ad un tratto.
 «Non vorrai mica mangiare» ribatto,alzando le sopracciglia.
Lui mi rivolge uno sguardo ovvio,come se avessi appena pronunciato un’assurdità. Mi viene spontaneo giustificarmi. «Anche se mi viene fame non ho voglia di mangiare in piena notte». Che senso ha mangiare di notte? Si cena,si va a dormire e si rimangia la mattina,semplice. Apre il freezer e tira fuori una vaschetta di gelato.
«Il gelato?» menomale che ha fame. Evidentemente ha solo voglia di dolce.
«Si,avevo voglia di dolce» appunto. «Vuoi?» mi chiede.
«Uhm, a che gusto è?» domando cercando di capire dalla confezione gli ingredienti.
«Ma che ne so,è tutto colorato» a questa affermazione non posso fare a meno di ridere.
«Allora sì» prendo il cucchiaino che mi porge e mi fiondo sul divano,per poi togliermi le scarpe.
«Fortuna che sei quella che non mangia di notte» Si accomoda vicino a me.
«Come potrei dire di no al gelato?» mi sorride. Ahia, mancanza di un battito. Soffro di aritmia già di mio,ci si mette pure lui con i suoi sorrisetti. Stronzo.
Il recipiente di plastica lo tiene lui,così devo avvicinarmi,per prenderlo; è proprio qui che allontana di scatto la mano,facendomi cadere sopra le sue gambe. Che poi con questo top ho una scollatura parecchio generosa che involontariamente gli butto in faccia e lui non esita ad approfittarne,sfoderando un altro sorriso,questa volta malizioso. Ci metto un po’ per rialzarmi,ho pure la gonna che mi ostacola,fanculo.
Lo incenerisco con lo sguardo mentre lui fa il vago,non riuscendoci. «Che hai deciso Haner?» lo rimprovero ironicamente.
Lui continua a guardarmi mordendosi il labbro inferiore,prima di alzarsi a riporre il gelato nel freezer. La mia attenzione è attirata dal suo fondoschiena. Mi è sempre piaciuto osservare la sua camminata,la sua figura,mi attrae infinitamente,la sua figaggine è come una calamita che attira gli sguardi e i pensieri di tutti gli esseri mortali –e anche immortali,aggiungerei-. Va beh, è meglio che vado a prepararmi per la notte. Aspetta. Prepararmi per la notte?! Ma non ho il cambio! Boh, indosserò qualcosa di Brì.
Entro in camera in intimo,sperando di trovare una maglia enorme da usare come pigiama. Trovo lui steso sul letto in boxer e t-shirt bianca,giocherellare con il telefono.
«Secondo cassetto» mi indica,prevedendo la mia domanda. La prima cosa che trovo è un’altra maglietta bianca uguale alla sua,solo meno scollata; la infilo,mi sta bene anche se non mi copre completamente il sedere. Sbuffo.
«Ma dai rimani così,che ti frega»
«Oh,ma mi leggi nel pensiero? Cazzo.»
Sorride. Di nuovo. «E non sorridere» Ma che diamine dico? Così mi faccio sgamare immediatamente,prima del tempo. Mi mordo la lingua e roteo gli occhi.
«Come?» Lo so che hai sentito benissimo,non fare lo stronzo.
«Mh?» Fai finta di non aver capito? Bene,voglio giocare anch’io.
«Non ho capito cosa hai detto» Ripete,con  il solito sorriso sghembo,tipico di Synyster Gates.
«Non ho detto niente!» continuo,mentre mi sdraio sul letto. Sorride ancora,soddisfatto. Non capisco da cosa ma ok,non mi interessa.
«Dormiamo?» chiede poi,spegnendo la luce.
E che vuoi fare? Cavolo,sono stanca morta. Lui e tutta l’energia da Rockstar. Tsk.
«Ehm.. Sì,ne ho un disperato bisogno. Buonanotte».
«Buonanotte».
 Istintivamente mi giro dalla sua parte e mi accoccolo su di lui, sono venuta a dormire qui per fargli compagnia,sarebbe stupido fare la distaccata,tanto vale godere della sua presenza. Fortunatamente è girato verso di me,così mi abbraccia e riesco a sentire i battiti del suo cuore; mi addormento subito.

11.35

Mi sveglio. Già, io dormo al massimo sette ore,non ci riesco di più. Sono sola? Dove è Brian? Mi alzo sperando di trovarlo in cucina ma no,è deserta. Sento una specie di vuoto nel petto. Ho sempre odiato svegliarmi da sola senza avvertimento,da quando sono piccola,che mia madre andava a lavorare la mattina  presto e non mi salutava per non svegliarmi. Ci rimanevo sempre malissimo. Ora la stessa cosa, è andato chissà dove lasciandomi qua sola,che sensazione terribile. Mi avvicino al frigorifero per mangiare qualcosa,il mio stomaco,puntualmente,richiede cibo. Attaccato allo sportello del frigo c’è un post-it:
“Sono andato a fare dei giri,ti ho lasciato il caffè,buongiorno dolcezza.”
Ero incazzata,come si dice? Il buongiorno si vede dal mattino? Ecco, per me quella giornata era iniziata decisamente male ma appena ho letto quel biglietto,il mio viso si è illuminato,come se si fosse riaccesa chissà quale speranza. Faccio colazione ed esco fuori,voglio esplorare il giardino. Mi ero dimenticata,non so perché,dell’adorabile cagnolino di Brian,Pinkly, un Maltese piccolo e tenero che mi salta addosso,appena mi vede. Gioco un po’ con lei,è troppo dolce,proprio come il padrone,si assomigliano.
Ecco,ora inizio a percepire il caldo. È mezzogiorno e quarantadue,ho già chiamato Chris per spiegarle cosa era successo ieri sera. Rientro in casa per spogliarmi,non sopporto i vestiti che si appiccicano addosso ma,passando davanti allo stereo,mi viene un’idea.
Ci metto un buon quarto d’ora per capire come si accende e poi riesco a mettere Scream l’unica canzone che mi fa venire voglia di sfogarmi,di ballare. Alzo il volume quasi al massimo,si sente da favola,ogni sfumatura è precisa,il suono mi invade,tutto intorno a me scompare. Sono sola e mi lascio andare come la musica mi chiede,sto sudando ancora di più ma sto benissimo. Sono felice. I battiti del mio cuore accelerano,chiudo gli occhi e mi muovo come non ho mai fatto,neanche me ne rendo conto,è così naturale.

Brian:

Parcheggio l’auto davanti casa mia,già da un po’ sentivo le note di Scream provenire da qui,sapevo che in qualche modo era coinvolta Beth. Infilo la chiave nella serratura ed entro,mi si apre davanti uno scenario mozzafiato: lei sta ballando,è sexy da morire,è sudata ma continua imperterrita a muoversi come nessuno. Secondo me nemmeno lo sa che è così brava. Sicuramente non si è accorta che sono entrato,il volume spacca i timpani,così mi appoggio alla porta e la guardo,sentendomi un ladro perché sto godendo di momenti unici,a sua insaputa. Cazzo,sembra che abbia studiato tutti i movimenti,sembra abbia imparato una perfetta coreografia ma si vede che non è affatto così,che si sta lasciando andare,travolgere dalla musica. Si vede che è felice. Purtroppo per entrambi la canzone finisce,non voglio metterla in imbarazzo perciò faccio finta di essere appena rientrato e di non aver visto nulla. Lei abbassa il volume e finalmente si accorge di me: «Ehi!» esclama,respirando affannosamente.
«Ma che stavi combinando?» la osservo sospettoso,lei abbassa lo sguardo,imbarazzata.
«Eh,mi sono divertita un po’» Sorrido.
Oh tesoro,mi sono divertito anch’io,credimi.
 
 


Note dell'autrice:

Macciao! :) Rieccomi qua con un capitolo scadente,noioso,insoddisfacente e chi più ne ha più ne metta u.u ho dovuto per forza inventarmi qualcosa,non potevo lasciare in sospeso così,sennò davvero non aveva senso,poi. Non sono mai stata amante dei "POV" ovvero dei punti di vista dei diversi personaggi ma questo cap. me li ha richiesti, e devo dire che senza sarebbe stato davvero una merda c.c Vaaabè sappiate che io vi voglio taanto bene e che mi piacerebbe sempre una critica positiva o negativa :D Ringrazio todas,un beso (?)
Giulia :P

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Capitolo 9
*** 9.Goodbye America. ***


                           Goodbye America
 

 
 

 
 
 


14 settembre - 8.19 am


Un addio. Bee doveva dire addio a quella meraviglia,a quella città,a Chris,ai ragazzi, doveva svegliarsi dal sogno più bello della sua vita. Si sentiva vuota dentro,ogni cosa la deprimeva,molto probabilmente non li avrebbe più rivisti,quella vacanza era volata,come tutte le cose piacevoli che accadono nella vita. Chris quella mattina cercò in tutti i modi di farle pensare positivo,le promise che si sarebbero riviste in un modo o nell’altro. Ovviamente la avrebbero accompagnata tutti all’aeroporto,dal primo all’ultimo e non gli interessava se sarebbero stati bloccati da alcuni fans,loro dovevano salutarla tutti insieme. Più di una volta,mentre faceva le valigie,Beth si commosse un po’ pensando a quelle settimane trascorse,un po’ al fatto che sarebbe tutto finito e che le possibilità di rivivere una vacanza così erano tre su dieci. Era bellissima,nonostante il cattivo umore non si era trascurata,aveva i capelli piastrati,era truccata e vestita bene. Prese le ultime cose e uscì da quella casa senza dire una parola. Chrì e Zee la aspettavano in macchina,dovevano prima andare a prendere gli altri e poi andare all’aeroporto: Prima tappa casa di Matt,poi di Jimmy,di Johnny e infine di Brian,il quale stava ancora dormendo.
«Ma dai,andiamo senza di lui,questo il tempo che si sveglia e si prepara hai perso il volo»  consigliò il nano,strappando un sorriso a Bee che già stava scendendo dall’auto. Zacky aveva una copia delle chiavi di casa Haner,tutti avevano una copia delle chiavi delle case degli altri,così entrarono silenziosamente e Beth andò in camera sua:stava a pancia in sotto completamente spaparanzato sul matrimoniale. Lei si sedette vicino a lui e lo scrollò delicatamente,non voleva fargli prendere un colpo,come aveva suggerito Vengeance.
«Mmmh» si lamentò,lui.
«Ehi,ti svegli? Dovrei partire!» gli sussurrò dolcemente.
A quel punto Brian aprì gli occhi e la guardò. «Ma che ora è?» mugugnò.
«Sono le nove e dieci,ho il volo alle undici meno un quarto,se vuoi venire è meglio che ti sbrighi» lo informò la ragazza,con espressione angelica. Haner la tirò per un braccio facendola cadere affianco a lui e poi la abbracciò,appoggiando la testa sul suo petto.
«Stai comodo,Brì?» lo prese in giro lei,accarezzandogli i capelli.
«Chi ti ha detto che te ne puoi andare? Mh?» le chiese con la voce ancora roca,senza alzare la testa.
Beth sorrise amareggiata,stringendolo di più a sé,in quel momento sembrava che fosse la mamma con il suo cucciolo. A Brian piaceva seriamente stare così,respirava il profumo di Bee,le abbracciava i fianchi,sentiva il suo respiro. Avrebbe voluto fare di tutto,tranne alzarsi per accompagnarla,non doveva andarsene di già,proprio ora che si stavano conoscendo bene,che avevano più confidenza. Si stava quasi riaddormentando in quella posizione ma Beth gli ricordò di nuovo che si stava facendo tardi.
«Mi mancherai,sai?» confessò ad un certo punto.
«Anche voi,tanto»
«Io non ho detto mi mancherete ma mi mancherai»
«Eh,certo,io sono una sola,voi siete tanti!» esclamò convinta.
La guardò assottigliando gli occhi.
Sorrise. «Anche tu,Brian»
Si alzò e andò a farsi una doccia. Bee e gli altri tornarono in auto aspettando che si preparasse,con imprecazioni varie da parte dei ragazzi.
«Eccolo»  annunciò dopo un po’,Johnny.
Arrivarono all’aeroporto alle dieci e un quarto precise,avevano corso per la paura di arrivare tardi. Appena entrati furono notati da una dozzina di persone,più altre che li fissavano senza motivo. Era il momento. Dovevano salutarsi. Si misero tutti in fila uno affianco all’altro,il primo era Matt,l’ultimo Gates.
«Ciao piccoletta».
Non voleva rispondergli. Le parole venivano soffocate ancor prima di uscire,sentiva un macigno sullo stomaco,avrebbe voluto dissolversi nell’aria,senza passare quello spiacevole momento. Si abbracciarono forte,dopodiché toccò a Val.
«Tesoro,ci rivedremo presto». La strinse,profumava di vaniglia. Estremamente dolce,pure per la scelta del profumo.
Chris. No,lei no. Paura. Paura che sparisse di nuovo,che nei prossimi anni debba vivere con il peso del ricordo di quell’avventura che la schiaccia,di non essere più la stessa. Abbraccio emozionante. Occhi lucidi. Non dissero una parola,si guardarono. E c’era da dire che in quelle situazioni,uno sguardo poteva significare meglio di qualunque altro discorso. Attraverso gli occhi ci si poteva vedere dentro. Leggere l’anima. Trovare una risposta ad ogni domanda. Si staccò da quelle pozze castane e rivolse l’attenzione a Johnny. «Ciao bellissima» il suo sorriso e la sua voce le scaldarono il cuore,le lacrime erano bloccate a malapena dalle ciglia.
«Ciao Gnappetto» sibilò con voce strozzata.
Zack. Oh,Zack.  «Hey,questo non è un addio,sia ben chiaro» la minacciò scherzosamente,attirandola a sé. «Noi ci saremo sempre» continuò,stringendola. Seguì Francy che le stampò una ventina di baci sulla guancia,era molto affettuosa. Le fece l’occhiolino,le bastava quello.
 James. «Calcola che se non torni tu,vengo io» le sorrise. Eccole. Gli occhi ne erano stracolmi,non ce la facevano più. Un altro battito di ciglia e sarebbero straripate centinaia di lacrime. Ma doveva resistere. Almeno fino a quando avrebbe terminato con i saluti. Odiava farsi vedere triste,soprattutto non voleva rovinare la giornata a loro.
«Ciao Angelo»  le sussurrò quando la prese in braccio per abbracciarla. I singhiozzi venivano repressi nel suo stomaco ma alla frase di Jim non seppe resistere,e pianse. Sarebbe scappata,se avesse potuto. Tutto ciò che stava vivendo sapeva troppo di scena di un film patetico. Loredana la abbracciò e le palpò il sedere,era una grande,quando si trattava di sdrammatizzare. Uno dei tanti motivi per cui era fidanzata con Sullivan. Beth sorrise appena,al pensiero.
Ultimo e struggente saluto,Brian. Le scoppiava la testa,ogni semplice movimento le faceva male,anche solo spostare lo sguardo da una parte all’altra. Non erano normali sensazioni del genere dopo solo un mese e mezzo,non poteva soffrire così tanto solo perché stava abbandonando tutto quello che aveva troppo di incantevole,perché stava guardando quegli occhi forse per l’ultima volta. Rimasero immobili per un tempo che parve interminabile ma ad un tratto lui la trascinò e i loro due corpi vennero a contatto,un contatto che quasi bruciava. Si abbracciarono teneramente,Bee  respirava il profumo della sua pelle,le labbra gli sfioravano il collo. Tutti erano rimasti a fissarli,c’era un atteggiamento evidentemente diverso tra loro due,speciale,sicuramente. Intanto fiotti di lacrime si scorrevano liberamente sulle sue guance,gli occhi arrossati,i sussulti le abbassavano e alzavano in modo irregolare il petto. Si guardarono di nuovo e Brian le accarezzò una guancia con una dolcezza indefinibile,quasi con la paura di poter farle male. Era struggente.
Infine lei si allontanò rivolgendo una mezza specie di sorriso a tutti che la salutarono allontanandosi a loro volta. Gli diede le spalle e si diresse verso il gate assegnatole,con lo sguardo basso. Prima di salire definitivamente su quell’aereo,si voltò di scatto,quasi ad aver timore di quello che avrebbe potuto vedere: lo stesso identico paesaggio della prima volta,lo stesso cielo,la stessa aria ma sentimenti del tutto diversi. Talmente tanto vuoto dentro di sé,tanta oscurità,che le sembrava quasi impossibile addolorarsi ancora. Si decise finalmente a prendere posto e lasciarsi tutto alle spalle. Sarebbe dovuta tornare in Italia con uno scopo,laurearsi. E chissà,magari dopo aver raggiunto quell’obbiettivo,avrebbe potuto puntare a qualcos’altro,magari un ritorno nel paese dei sogni,che la gente comune chiamava America.

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Capitolo 10
*** 10. These feelings can't be right. ***


This feelings can’t be right
 

 

 




H 07.34 - Italia
  

«Oddio che stanchezza»  sospirò Beth appena aperta la porta di casa sua. Le dolevano le gambe, sentiva come le ossa pesare e i muscoli indolenziti, si sentiva la pelle sporca,aveva respirato tanto di quello smog,in quel momento aveva voglia solo di buttarsi sul letto e dormire. Doveva ammettere che un po’ le era mancata quella casa,era sempre la sua dolce dimora,anche se in California era stata benissimo. Accese tutte le luci,come per far intendere che era tornata e subito si fiondò in bagno per sciacquarsi via la fatica e andare finalmente a riposarsi. La doccia era il suo momento preferito del giorno,in cui ti rilassi e fai un resoconto di quello che ti è successo; mezz’ora-quaranta minuti minimo ce li impiegava sempre,non era mai riuscita a metterci di meno. Quella doccia fu più particolare delle altre,pensare che proprio la mattina prima si trovava dall’altra parte del mondo,le si strinse lo stomaco. In un attimo le passò davanti tutta la vacanza,dal primo incontro con i ragazzi,alle splendide giornate -e nottate- passate in spiaggia,alle serate nei locali,al giorno del compleanno di Matt,alla notte in cui dormì con Brian,all’addio. Ma ormai era in Italia,doveva portare quei fottuti esami e ricevere un fottuto pezzo di carta,prova della sua cultura,fondamentale per la sua vita. Era praticamente quasi convinta che l’America sarebbe rimasta solo un ricordo, uno di quei ricordi che quando ci pensi ti spunta fuori un sorriso e che speri di rivivere. Uscì dalla doccia e si asciugò,quando le venne un flash: lo sguardo di Brian all’aeroporto.  Provò esattamente le stesse emozioni,le lacrime che volevano fuoriuscire,il peso sullo stomaco,la pesantezza dell’aria stessa che respirava. Meglio andare a dormire,và.
Suonò la sveglia alle dodici,se non l’avesse impostata avrebbe continuato a dormire ininterrottamente ma doveva andare a pranzo dai suoi,erano mesi che non li vedeva,non solo da quando era partita,da prima. Non aveva minimamente voglia di ascoltare le mille domande della madre,sopportare le occhiatacce invidiose della sorella più piccola,dover raccontare per forza tutto. L’unico motivo per cui ci andava era il papà: lui non era il solito papà, quello superprotettivo,strageloso,rigido.. Si preoccupava per le figlie,sì, le controllava,gli poneva dei limiti ma si impegnava anche a capirle ed aiutarle quando ce ne era bisogno.
Suonò il campanello di casa preparando un sorriso falsissimo da mostrare appena le avrebbero aperto la porta.
Fortunatamente aprì il padre: «Oooh la mia creatura!» Esclamò abbracciandola.
«Papà!» fece altrettanto prima di entrare. La madre stava finendo di apparecchiare,la sorella si stava asciugando i capelli. «Tesoro!» la prima la guardò con gli occhi che le brillavano e la strinse in un caloroso abbraccio,la seconda la abbracciò ma si vedeva che non era tanto entusiasta. Non erano mai andate totalmente d’accordo,la più piccola era sempre stata acida e scorbutica,ogni genere di approccio risultava un’impresa con lei. Un rapporto strano per essere due sorelle femmine con soli sette anni di differenza.
 «Vieni qua,vicino a papà tuo» la invitò il signor Crescentini,battendo con la mano sul posto vuoto del divano. Lei fece come richiesto e poggiò le gambe su quelle del babbo. «Allora? Come è stata questa vacanza? Ti sei abbronzata,eh?» le domandò ammiccando.
«Eh papà,parliamo della California, lì è impossibile non abbronzarsi» rispose abbandonando la testa sullo schienale.
«Mh,e dimmi un po’,chi sono questi tipi che hai conosciuto?» aggiunse sospettoso.
«Gli Avenged Sevenfold,sono una band,papà. Li ho conosciuti perché uno di loro è il fidanzato di Chris,sono fantastici» spiegò,sognante.
«Sì,ho capito! Quelli tutti tatuati che ti piacevano tanto!»
«Esatto tesoro!» si intromise la Signora,dalla sala da pranzo.
«Sorellina! Ma non mi hai portato niente?» squittì Melania,tornando dal bagno.
«Ehm.. Sì!» tirò fuori degli shorts azzurrini mezzi strappati e una canottiera della Syn Gates Clothing che possedeva anche lei.
«Waaa! Meraviglia! Graziee!» parve soddisfatta. Quando si trattava di regali era sempre allegra,pimpante,sorridente, esattamente il contrario della sorella.
Automaticamente,senza volerlo,il pensiero di Bee volò su Brian, facendole assumere un’espressione assente.


04.27 a.m – Casa Haner

Brian era sveglio. La sera prima si era ubriacato insieme agli altri e si era portato a letto una tipa senza neanche essersene reso conto e adesso ce l’aveva sul letto,accanto a lui,nuda. Nemmeno si ricordava,doveva aver bevuto proprio tanto. Si stiracchiò silenziosamente e cercò nella sua mente qualche indizio che lo riportasse alla notte precedente. L’unica cosa che le venne in mente fu la partenza di Bee,quei suoi meravigliosi occhi verdi pieni di lacrime,la sua infinita dolcezza. Non avrebbe voluto andare a letto con una qualsiasi quella sera ma essendo ubriaco fradicio nemmeno se ne era accorto. In quel momento avrebbe voluto Beth a salvarlo,come quella volta in spiaggia in qui si finse la sua fidanzata per allontanare una tipa inopportuna..

*Bee e Brì si stavano sciacquando dalla sabbia prima di andare a bere qualcosa al bar lì vicino ma vennero interrotti da una ragazza alquanto civettuola,avvicinatasi a loro dopo aver riconosciuto Synyster.
«SYN!» urlò questa, alzandosi sulle punte per salutarlo.
«Ciao!» rispose cortesemente l’altro,senza però ricordare il nome della tizia.
«Da quanto tempo! Saranno.. due anni?» continuò la cosa tutta truccata e ingioiellata nonostante fosse sulla spiaggia a prendere il sole.
«Eh.. boh» fece lui,cercando qualcosa con cui distrarsi o una scusa per mollare lì la bionda.
Beth si accorse del disagio di Brian e gli diede un pizzicotto su un fianco,per capire se avesse bisogno di aiuto; lui la guardò con sguardo supplicatorio e lei si fece avanti:
«Ciao.. piacere Beth,la ragazza di Brian»
La Barbie rimase immobile dopo quell’affermazione,sembrò aprire la bocca per dire qualcosa ma poi la richiuse,nei suoi occhi si poteva intravedere disperazione.
«Natalie,una delle tante di Brian» disse poi stizzita,presentandosi a sua volta.
Brì alzò lo sguardo su di lei,quella frase conteneva contemporaneamente rabbia e frustrazione.
«È stato bello rivederti,Brì» salutò acida sempre la bionda,andandosene.
Il chitarrista alzò le spalle in segno di resa e mise un braccio intorno alla vita della ragazza,per poi dirigersi verso il tanto atteso bar.*

A quel pensiero spuntò sul suo volto un sorriso,già le mancava quella moretta tanto dolce e simpatica. Gli venne in mente anche quando gli spalmò l’olio sulla schiena per la prima volta,quando la sorprese a ballare,quando gli curò le ferite causate da quel gigante la sera del compleanno di Matt. Strano come quella ragazza fosse riuscita a scavare un solco così profondo in così poco tempo,lui non si era mai fatto fregare per così poco,eppure adesso,con una rossa vicino,stava pensando proprio a lei.




Note della scrittrice:

Boh,non mi convince per niente ù.ù dai,sopportatemi un altro po' che poi viene il bello ;D Grazie infinite alle belle ragazzuole che recensiscono,vi adoro *-* <3
Tanti baci,
Giuli :P




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Capitolo 11
*** 11.Once Again ***


Once Again
 
 



18 Novembre 2008 – 17.07

Erano ormai due mesi che stava in Italia. Le settimane erano passate abbastanza in fretta tra libri e pensieri vari,spesso sentiva al telefono  i ragazzi,si raccontavano alcune cose e si facevano un po’ di sane risate in ricordo dei mesi passati insieme. Mentre Beth affrontava gli esami uno dopo l’altro,i Sevenfold avevano cominciato il tour,ogni tanto a lei capitava di andarsi a vedere i video dei live,come ai vecchi tempi.  In quei giorni non aveva fatto altro che studiare,era paranoica anche se non ce ne era assolutamente motivo, era preparatissima. La sera,prima di addormentarsi,le rivenivano in mente quei cinque ragazzi meravigliosi,le loro risate,la loro unicità. Sì,perché loro erano riusciti a farla sentire a casa dopo solo qualche giorno che la conoscevano,le avevano dato totale fiducia,si erano affezionati subito,erano entrati nel suo cuore invadendolo completamente,inebriandolo della loro essenza. Beth lo aveva sempre detto,che se solo tu apri loro le porte del tuo cuore,entrano e lo riempiono,illuminandolo d’amore. Questo però lo diceva da fan,adesso poteva dirlo da amica,ora aveva realizzato uno dei più importanti sogni della sua vita. Beh,in verità mica solo uno,anzi, con quella vacanza aveva depennato dalla lista dei desideri un bel po’ di punti. Innanzitutto,andare in America. Da bambina sognava calpestare quelle strade,respirare quell’aria,parlare quella lingua.
Secondo poi, rivedere Chris.Questo era un desiderio più recente ma pur sempre un desiderio,le era mancata davvero tanto,troppo.
Terzo,conoscere i Sevenfold. Eh,questo era bello imponente. Ci aveva sempre creduto,era sempre stata convinta che li avrebbe incontrati,un giorno. Lei ispirava semplicemente a questo,le sarebbe bastato,chi lo avrebbe mai detto che ci avrebbe addirittura trascorso metà estate? Visto come la vita ci riserva delle sorprese? Sembra sempre che ce l’abbia con noi ma ad un tratto,quando meno ce l’aspettiamo,ci si piomba davanti così,con prospettive,conoscenze,avvenimenti diversi,nuovi,che improvvisamente fanno uscire dalle nostre labbra uno stupido grazie,che improvvisamente ti fanno rendere conto di quanto sia fottutamente bella.
Ogni sera,puntualmente, a seguito di quei pensieri,faceva capolino quella sensazione,quel presentimento che ci sarebbe tornata,in America,e si sarebbe divertita il doppio della prima volta.
Quel diciotto novembre,stava cazzeggiando in giro per casa,in pantacollant,felpa e pantofole,si gustava una mela e osservava accuratamente la laurea incorniciata e appesa al muro del salone,quando suonò il citofono. Per un attimo ebbe il flash di quella volta che dopo aver aperto il portone si ritrovò nelle mani la felpa della VU,quella benedetta volta che sì,si può dire,le cambiò la vita. Si affrettò a scendere le scale nell’improvvisato pigiama e andò ad aprire direttamente il portone perché a quanto pare il citofono non le funzionava. Nel cortile non c’era nessuno. Boh,forse era stato uno scherzo di qualcuno che non aveva di meglio da fare. Rimase un po’ a perlustrare la zona prima di rientrare,poi sentì un abbaio e vide un cagnolino scodinzolante che le veniva incontro. Era della stessa razza di Pinkly,che tenero! Si guardò intorno per vedere a chi appartenesse ma a quanto pare quell’esserino girovagava da solo. Lo prese in braccio e si incamminò nella direzione dalla quale era arrivata la dolce creatura,doveva essere per forza di qualcuno del palazzo,se no non sarebbe potuta entrare nel cortile dello stesso. Dopo aver cercato il presunto proprietario del cane senza alcun risultato,si arrese e fece per rientrare in casa ma,girato l’angolo,si ritrovò davanti l’ultima persona che il suo cervello si sarebbe potuto immaginare: Brian. Già,proprio lui. A Beth per poco non prese un infarto,sia per l’ improvvisa comparsa del ragazzo che per la sua reale presenza. Inizialmente credette in una visione ma poi lo guardò e gli si buttò in braccio. Era venuto in Italia? Da solo? E gli altri? Tantissime domande attraversarono la sua mente ma si lasciò andare alla spontaneità,in quel momento voleva abbracciarlo per capire se era vero che fosse lì davanti a lei e il suo corpo si mosse da solo,saltandogli addosso letteralmente. Era felicissima,sentiva i battiti del suo cuore aumentare,lo stomaco restringersi,gli occhi farsi lucidi; era emozionata. Come poteva non esserlo? Dopo due mesi di studio,fatica,notti insonni,pensieri e pensieri rivolti a quella vacanza, a quel posto,a Loro e a Lui,adesso ce lo aveva davanti,in tutto il suo splendore.
«Oddio ma che ci fai qua?» gli domandò incredula,staccandosi dall’abbraccio.
«Se mi fai entrare,visto che fa freddo,te lo spiego» azzardò lui.
Beth sorrise e aprì la porta,facendo avanzare dentro lui e il cane,che aveva capito trattarsi proprio di Pinkly.
Appena entrati in casa Brian si sedette sul divano e guardò la ragazza che si accomodò accanto a lui e cominciò: «Allora? Che ci fai qui?»
«Innanzitutto ciao anche a te Bee,come stai? Io bene,è bello rivederti! E.. Sono venuto per far cambiare aria al cane!» rispose ironicamente concludendo con una smorfia.
«Ma come siamo spiritosi,Haner! Comunque sì,scusa, è che sono agitata però te le avrei fatte dopo quelle domande!» anche lei terminò con una linguaccia prima di prendergli la testa tra le mani e stampargli un sonoro bacio sulla guancia.
«Sono venuto a prenderti cara la mia Beth» annunciò tranquillo.
«Coosa?!» gridò lei inarcando un sopracciglio.
«Che c’è,non ti andrebbe di tornare?»
«Sì che mi andrebbe,però.. Per quanto tempo? E poi non posso pagare il biglietto e.. Non lo so» disse con un filo di tristezza.
«Per il biglietto non ti preoccupare,il tempo.. Quanto vuoi,ci piacerebbe se rimanessi per Natale,saremmo venuti noi da te ma come sai abbiamo il tour..»
«Quindi sei venuto fin qui per me?» chiese dolcemente.
«Eh,si. Ho tempo tutto oggi pomeriggio per convincerti,entro domani mattina dobbiamo partire»
«Mh.. Devo preparare le valigie» annunciò sorridente. Ancora una volta,aveva assecondato il suo istinto e colto l’occasione. Aveva i brividi al solo pronunciare quella frase. Senza calcolare,poi,che ancora non aveva realizzato bene che Brian fosse partito per lei.
«Ti aiuto» si offrì,lui.
Andarono in camera da letto,Beth spalancò le ante dell’armadio e Gates aprì tutti i cassetti dove era situata la biancheria intima. Proprio quei cassetti doveva aprire. «Oh,oh ma che carino!» esclamò sollevando in aria un completino intimo di pizzo nero con i ricamini rosa. Ecco,Bee lo sapeva che avrebbe commentato la sua lingerie. «Brì» lo rimproverò.
 Senza neanche chiederle il permesso,Brian sistemò il completo nella valigia tutto contento,come un ragazzino.
Proseguirono così fino all’ora di cena,tra scherzi,commenti e risate varie,mangiarono e iniziarono a vedere un film accoccolati sul divano,scaldandosi a vicenda; lei aveva poggiato la testa sulle gambe di lui che le accarezzava teneramente i capelli,infatti si stava addormentando. Pinkly aveva preceduto entrambi,ronfava beatamente avvolta dal tepore della stufa accanto a lei. Tutti ormai, stavano cedendo al richiamo di Morfeo.


19 Novembre 2008 – 11.28

Stavano sistemando le ultime cose prima di partire,Beth era meno agitata della prima volta,forse perché aveva già provato quelle emozioni o perché non viaggiava da sola ma con Brian,il che non era da poco. Non che non fosse emozionata,quello sempre,era iperattiva,correva di qua e di là trafelatissima, sotto lo sguardo imbambolato di Gates. Chissà a che pensava quell’altro. Si era attraversato l’Atlantico per andarla a prendere,non che non lo meritasse,però era tanto. Mentre lei lo aveva fatto per la sua migliore amica,lui per una ragazza conosciuta quattro mesi prima,con la quale aveva trascorso  buona parte delle vacanze, e che lo aveva interessato sin dall’inizio. Aveva sempre percepito un certo comportamento in lei,non era totalmente sé stessa quando stavano insieme,c’era qualche lato del suo carattere che gli nascondeva e lui voleva scoprirlo al più presto.
Saliti sull’aereo,presero posizione e si allacciarono le cinture per il decollo,qui si presero per mano e una volta decollati,Beth gli sussurrò un qualcosa che parve essere un grazie. E di che? Di averle pagato il biglietto? Lui rispose con uno dei suoi sorrisi migliori e l’altra si voltò a guardare dal finestrino,le piaceva volare,si sentiva in un altro mondo,sopra tutti e tutto,quando le dicevano hai sempre la testa tra le nuvole non avrebbero potuto azzeccare espressione migliore. Chiuse gli occhi e cominciò a sognare, mentre ancora teneva la mano del ragazzo di fianco a lei e si addormentò,pensando che quando si sarebbe svegliata avrebbe rivisto un’altra volta la sua adorata e desiderata California.


 
 
Note dell'autrice:
Wehilà!  Sono risorta! :D Scusate il ritardo ma tipo verso metà capitolo mi si è spento il computer e ho dovuto riscrivere tutto ç_ç Allora.. Non so, inizialmente avevo pensato di far partire Beth da sola e fare una sorpresa a loro ma poi ho pensato che Brì che la andava a prendere sarebbe stato più dolce! ^.^ Vaabene ragasse,vi saluto e ringrazio,senza di voi come farei? :3 A presto spero,un Bacio! ;)
-Giulia

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Capitolo 12
*** 12.Pink is the new black! ***


Pink is the new black!
 




Finale concerto Avenged Sevenfold. Palco illuminato,pubblico delirante,i ragazzi che salutano ringraziando. Beth vede Syn abbandonare il palco per dirigersi da lei. Ha una bottiglietta d’acqua in mano,è sudato,si avvicina sempre di più,lei indietreggia e si ritrova a sbattere contro una cassa,lui la raggiunge e la blocca con il suo corpo,baciandola.

Aprì gli occhi di scatto. Cazzo,sembrava tutto così vero. Il cuore le batteva all’impazzata,aveva quasi il fiatone ma che si era sognata? Ah,giusto, Brì che la baciava. Oddio.
Si voltò nella direzione del diretto interessato e notò con piacere che stava dormendo. Con piacere perché Brian mentre dormiva era qualcosa di spettacolare, chiunque si sarebbe potuto innamorare ad una vista del genere. Aveva la testa chinata a destra,il corpo leggermente disteso,una mano stringeva quella di Bee e l’altra era appoggiata sul bracciolo della poltrona.
«Si pregano i gentili passeggeri di allacciare le cinture di sicurezza in vista dell’atterraggio a Los Angeles,grazie» sentì la voce metallica della hostess annunciare l’arrivo in California. Delicatamente scostò il ragazzo accanto a lei per svegliarlo ma lui cambiò solo posizione,senza aprire gli occhi così si limitò ad accarezzargli una guancia.
Gates si svegliò e lanciò un’occhiata confusa alla ragazza accanto a lui per poi sedersi meglio ed allacciarsi la cintura come chiesto precedentemente.
I due si rivolsero un sorriso,non una parola,erano ancora troppo intontiti dal volo di più di dodici ore.
                                                                          
                                                                                                                             ***

Nel frattempo Beth ripensava al sogno che aveva fatto. Bello era bello ma non avrebbe assolutamente dovuto fare un sogno del genere,Brian era solo un amico,come tutti gli altri membri della band,non era normale fare pensieri poco casti sui propri amici. O forse sì. Magari per lui era un’eccezione perché andiamo,chi non si farebbe film mentali su Synyster Gates? Chi non lo desidererebbe? Dài, è naturale,lei è pur sempre una donna e lui è pur sempre un grandissimo pezzo di figo,cioè mica siamo ciechi qua. Eppure dopo quel sogno non riusciva a guardarlo senza pensare a quanto fosse bello. Ogni volta che lo osservava si accorgeva di un nuovo particolare che lo rendeva sempre più perfetto. Eh no,adesso NON VA bene. Questo NON È normale. Ok,sorvoliamo,passerà.
«Beth! Ehi!» Syn la chiamava sventolandole una mano davanti al viso,si era leggermente imbambolata,la ragazza.
«Mh? Si,scusa» arrossì debolmente,tornando alla realtà.
«Dobbiamo chiamare un taxi,tesoro» annunciò sapientemente il chitarrista mentre afferrava il cellulare. Arrivato il taxi si fecero portare al Kennedy Hotel di Los Angeles,erano le sei e dodici del pomeriggio,c’era ancora il sole a fare da sfondo a quel meraviglioso paesaggio composto principalmente da palme e oceano.
L’edificio era immenso,altissimo,metteva inquietudine al solo guardarlo,Beth non era sicura di poterci perfino entrare dentro. Certo,lo spettacolo che si poteva ammirare ai piani più alti era unico ma pochi riuscivano a non sentirsi male a quelle altezze.
«Buonasera,mi servirebbero le chiavi della suite numero 1432»  chiese gentilmente Haner alla receptionist appena varcati la porta d’ingresso.
La signorina frugò un po’ dietro al bancone di marmo nero e tirò fuori le preziose chiavi.
«Lei è il signor Haner,giusto?» domandò poi al ragazzo dopo aver controllato sul computer.
«Certo» affermò questo,mostrandole la carta d’identità.
«Prego,ventunesimo piano in fondo a destra» li informò gentilmente la tipa.
«Cazzo,ventunesimo piano» bisbigliò agitata Bee entrando nell’ascensore.
«Che c’è,soffri di vertigini?» Brì la guardò divertito.
«No ma sai,in Italia di palazzi così non ce ne sono» fece una smorfia.
Arrivati al ventunesimo piano gli si aprì davanti un ambiente favoloso: moquette color porpora,pareti beige ricoperte a volte da pregiati quadri, interrotte dalle porte di mogano delle camere; più avanti il piano si allargava,lasciando spazio ad una splendida scala di marmo chiaro con corrimano sempre di legno che portava al ristorante e una vetrata gigantesca faceva da cielo a tutta quella meraviglia. Rimasero un attimo a godere di tutto quel lusso,poi si diressero verso la suite 1432 dalla quale provenivano urla e schiamazzi vari.
«MI HAI FATTO PERDERE! IO TI AMMAZZO,JOHNNY! E QUESTA VOLTA NON SCHERZO!»
Matt stava rincorrendo il povero Johnny come un assatanato e lui che correva travolgendo tutto ciò che gli capitava in mezzo,c’era una scia di cuscini che partiva dal divano fino al tavolo di noce e Jimmy seduto davanti alla televisione che sghignazzava.
 Beth non riuscì a trattenere una risata,la quale fece voltare tutti i presenti che le andarono in contro per abbracciarla.
In una frazione di secondo si ritrovò schiacciata dal peso di tutti quegli energumeni più le rispettive ragazze. «Ehi, sì, vi voglio bene anch’io ma mi state soffocando» sibilò appena. Il gruppo si discostò per permetterle di sistemare le valigie.
«Wow» riuscì a dire. Era troppo stupita,sia dal viaggio che dall’accoglienza che dal posto in cui avrebbe alloggiato per pochi giorni, per poter pronunciare qualcosa di più capiente.
«Waaa! Sono tanto contenta per te!» esclamò Chris,abbracciandola. Inizialmente non capì a cosa si riferisse ma poi optò per la laurea.
«Cosa ho interrotto?» domandò sorridente Elisabeth.
«Mah,niente di che,solo Matt che vuole scannare Johnny perché gli ha fatto perdere una partita di COD contro The Rev» affermò Vengeance.
La mora fece un’espressione sconvolta. Dio,come le erano mancati quei cinque scellerati.
«Bambina! Sei tornata! Come è stato il viaggio?» Jimmy era sempre quello che si preoccupava e quello a cui ci si affezionava di più. Aveva un specie di calamita,boh. «Abbiamo dormito tutto il tempo» rispose rivolgendo uno sguardo a Brian che stava cercando una sigaretta,da qualche parte.
«Dormito? Sicuri?» chiese maliziosamente il Nano,affacciandosi dalla porta della sua stanza.
«Mh,mh» annuì tranquillamente,ignorando il tono che aveva utilizzato. Appena si girò,c’era James che le porgeva una birra stappata appena uscita dal frigo.
«Ehy, e a me? Chi sono io,l’uomo nero?» si lamentò Synyster.
«Tieni dai,tanto non me la sarei finita tutta» Bee gli portò la bottiglia mezza piena e lui la ringraziò con un bacio sulla fronte. «Che dolci che siete» disse Francy quando gli passò davanti,sapeva che ad entrambi avrebbe dato fastidio quella frase. «Fottiti Frà» commentò la ragazza,staccandosi da lui e andando a sedersi vicino a Zee,sul divano.
«Bella!» le sorrise quest’ultimo.
«Baker! Come va il tour?»
«Ah Beh,stasera lo vedi.» Concluse Zachary,facendole l’occhiolino.


Lockswhere Arena - 9.45 p.m
{Beth


Stupendo. Non so come tutto questo possa essere reale. Anzi,lo so eccome. Sono loro,semplicemente quei cinque ragazzi a rendere tutto così magico. Sono dietro le quinte di un concerto degli Avenged Sevenfold,l’ adrenalina mi scorre nelle vene al posto del sangue. Era un anno che non mi sentivo così,da quando li vidi a Londra insieme a Tony,una mia fedelissima amica. Lì non li conoscevo,lì ero solo una delle milioni di fans,mentre ora sono miei amici,ci mangio assieme,ci dormo persino assieme,la mia mente percepisce che tutto questo è un sogno,un incredibile sogno dal quale ancora non mi sono svegliata e il mio cuore non credo riuscirà a reggere tutto ciò. Da qui vedo la folla in delirio,mioddio! Non sapevo fosse così bello. Vari rumori provenienti dal retro palco scaldano i fans e li avvisano di una molto prossima entrata dei ragazzi in scena. Mi ritengo davvero una ragazza fortunata. Davvero,davvero. Sono immobilizzata qui dietro,non riesco nemmeno a sbattere le palpebre tanta è l’emozione.
 Il palco si illumina e viene cosparso di fumo artificiale mentre le prime note di Critical Acclaim riecheggiano nell’arena,tra le urla dei fans impazziti. Gates esce fuori con la sua Schecter nera e bianca,li farà morire tutti. Lo segue Zacky visto che devono suonare insieme il motivo iniziale,salgono in piedi sulle panchine e sfoggiano tutta la loro magnificenza. Nel frattempo io cerco di non svenire,respiro a fondo e bevo un sorso d’acqua,mi sembro una ragazzina. Jimmy è entrato da un pezzo e si è posizionato dietro la sua imponente batteria,quel ragazzo apre i cieli con solo due bacchette in mano,è fantastico. Johnny è sempre il solito,la sua aria da figo che contrasta con la sua gnappaggine lo rende buffo e inimitabile. Infine si fa spazio Matt,quell’armadio a quattro ante che possiede –purtroppo per noi- una voce mozzafiato. Sono un gruppo perfetto. Non gli manca niente. Più li guardo,più me ne rendo conto. Sono eccelsi in tutto e per tutto,spesso ho pensato che non fossero umani,che non appartenessero a questo mondo. Va beh che sono una mente malata ma davvero,è così. L’atmosfera è sensazionale,da qui si vede tutto come una favola e appena questo pensiero mi sfiora la mente,non esito a prendere la fotocamera e a scattare una foto. Loro che si muovono così splendidamente su quel palcoscenico tanto semplice,il pubblico euforico di averli così vicino,di sentire la loro musica dal vivo,tutto è accompagnato dalle luci che si alternano soavemente e da Almost Easy,il mio corpo non può sopravvivere a tutte queste emozioni che emergono contemporaneamente.
La scaletta gradualmente si consuma,il clima è sempre lo stesso più o meno,cambia in base alle canzoni per esempio durante Gunslinger le luci erano arancioni,molto soffuse, i ragazzi camminavano su un pavimento di fumo e la platea rimaneva abbastanza silenziosa per poter recepire meglio la dolcezza del pezzo; è questo il bello dei loro concerti,non è sempre la stessa solfa, si scambiano sentimenti diversi,completamente diversi,un minuto può succedere che ridi come un’isterica e il minuto dopo magari sei in lacrime,oppure una parte gridi come un’ossessa e un’altra canti con un fil di voce,se no i concerti non verrebbero definiti come esperienze indimenticabili. OraA Little Piece Of Heaven regna incontrastata,la sua melodia indescrivibile mi rilascia brividi dappertutto e sento come se il mio cuore si riempisse,si allargasse ad ogni ritornello.

Sono le undici e venticinque e l’incanto è finito. La band saluta i fans e si allontana lentamente dal palco racimolando peluche, reggiseni,tanga e quant’altro lanciatogli durante lo show. Sono tutti stanchi morti,si vede dalle facce,sono fradici di sudore,non vorrei essere al loro posto! Rivolgono le ultime attenzioni allo staff e poi vengono da noi,mostrandoci un sorriso sincero ma stremato.
 «Vi è piaciuto? Come è stato?»  Woh,Vee ha ancora la forza di parlare.
«Non ho parole.» Sì,sono pessima ma non sono mai stata brava a giudicare o a lasciare un commento,soprattutto se rimango colpita così tanto.
Matt rilascia un semplice «Mh» mentre si asciuga il collo con un asciugamano,sembra che da un momento all’altro cadano tutti sfiniti per terra.
«È stato eccezionale,davvero ma adesso andiamo tutti a dormire,vi vedo alquanto scossi» ed ecco che esce fuori  la parte premurosa che c’è in me.
«No! Ma che sei pazza?! Dobbiamo festeggiare il tuo ritorno!» esclama Rev sbarrando gli occhi,appena sente la mia frase.
«Ma che sei pazzo tu!? Siete stanchi!» ripeto.
«Ehi tesoro,guarda che siamo abituati a festeggiare dopo i concerti,che non lo sai?» fa Matt.
Io guardo un attimo le ragazze che sono rimaste neutre per tutto il tempo e mi arrendo,assecondo la loro idea,tanto sono loro che si sono fatti due ore di concerto,se stramazzano al suolo sappiano che io non li raccolgo!

Kennedy Hotel -  4.21 a.m

La musica è altissima,non sento niente se non quella. La festa è tenuta in piscina ma praticamente è un party che ha organizzato l’albergo,noi ci siamo imbucati. I ragazzi sono letteralmente impazziti,stanno facendo il trenino sotto le note di Barbie Girl. Ad un tratto sento Johnny urlare I’m a barbie girl,in the barbie world con tanto di vocina stridula,mi giro e lo vedo che sculetta in piedi sul tavolo, ha una tovaglia rosa in testa e un bicchiere di spumante in mano,scoppio a ridere inevitabilmente seguita da un altro migliaio di persone,circa. Con fatica lo facciamo scendere e senza che neanche ce ne accorgiamo,cade nella piscina con ancora la tovaglia in testa, io ormai sono piegata in due dalle risate,non respiro quasi più. Matt sta facendo la gara di rutti insieme a Jimmy dall’altra parte della piscina ma si sentono fino a qua,che schifo! Intanto inizia a tornarmi vagamente su la birra che ho ingurgitato ma resisto,ho sempre avuto uno stomaco forte. Zacky sta appoggiato al bancone del bar e flirta con la barista,poveretta. E Brian? Dove è finito? Lo cerco in lungo e in largo,non lo so perché mi interessa così tanto,però i miei piedi si muovono da soli da sala in sala,senza trovare traccia di quel cretino. Dopo essermi girata tutto il piano terra dell’hotel –non so come ho fatto contando il fatto che sto su dei trampoli- torno nelle vicinanze del bar e sento la sua voce, l’ho trovato! Aspetta,aspetta, cos’è che dice?
«PINK IS THE NEW BLACK!» oh mio Dio,stiamo messi peggio di quanto pensassi.
Giro l’angolo e lo vedo che dondola su una sedia appoggiandosi alla colonna di marmo,sta ad un tavolo di ragazzi più o meno della sua età,ubriachi quanto lui,che ridono come pochi. Inutile dirlo che contagiano anche me. «PINK IS THE NEW BLACK!» ma che cazzo vuol dire?! Questo sta proprio messo male. Prendo il telefono dalla tasca dei jeans e vedo che ore sono: le cinque e trentacinque. Merda.
«By the way,red and gray is not the fuckin’ new black! Not the new black!» dice riferito ad un tizio sconosciuto che gli sta di fronte.
«Ma che cazzo dici,Gates?» Me ne esco io da dietro la colonna,trattenendo una risata. Lui mi guarda perplesso poi sembra illuminarsi,si alza barcollante e mi viene ad abbracciare dopodiché la sua mente squagliata dall’alcool gli suggerisce di lasciarmi cinque-sei baci sul collo,così,per sfizio. Menomale che è ubriaco,altrimenti già gli ero saltata addosso. No Beth,ma che dici?? Cretina! È l’alcool che ti fa questo effetto. Si, come no. Basta!
Ok,ora,per evitare che lo scemo qui faccia altri danni –visto che ha già rotto una decina di bicchieri,ha storto una sedia,ha fatto cadere la birra dappertutto e ha iniziato pure ad importunare i passanti con ‘sto maledetto pink is the new black!- lo porto in camera e lo metto a letto. Mmmh, a letto,eh? Shh!
«Ok Cancelli Sinistri,è arrivato il momento di andare a nanna» lo avverto severamente. Lui mi guarda male.  «Ma io non voglio!»
«Andiamo!» insisto. Lui si beve un ultimo shot e mi segue,sia lodato il Signore!
«Solo perché me lo hai chiesto tu» mi sorride.
In ascensore fa la capriola poi rimane appoggiato alla parete e farfuglia parole incomprensibili. Sarà pure pazzo ma quando fa così è irresistibile. Ancora? Ma la vuoi smettere?
Lo porto in camera e sono intenta a fargli fare un doccia dato che si è buttato per terra più volte e che puzza di birra in una maniera tremenda ma dubito che riesca a stare in piedi da solo e sicuramente non posso lavarlo io,quindi mi adatto all’idea che devo spogliarlo e metterlo a letto,semplicemente. Seh,come se fosse un lavoro facile spogliare Synyster Fuckin’ Gates. Lo faccio sedere sul letto e gli sfilo le scarpe,poi i pantaloni ed infine la maglietta. Ripeto, MENOMALE che sono brilla,perché se fossi stata sobria non avrei risposto di me e se fossi stata ubriaca.. nemmeno. Lo trascino in bagno e gli faccio dare una sciacquata alla faccia,poi si stende sul letto e chiude gli occhi. Ne approfitto per stampargli un bacio leggerissimo sulla guancia,faccio per alzarmi ma la sua mano mi trattiene per un braccio,si volta per guardarmi e mi sussurra con la voce più sexy dell’universo: «Rimani qui.» È una domanda indiretta,sì. Ecco,che dovrei fare io ora? Mi fissa con quello sguardo intenso, ha degli occhi dolcissimi quel color cioccolato che squaglia all’istante. Non so come faccia ad essere dolce e malizioso,severo e accomodante allo stesso tempo. Fatto sta che,come già successo,non riesco a rifiutare l’offerta,mi tolgo le scarpe,mi sfilo i jeans e mi accomodo sul letto accanto a lui che pare decisamente soddisfatto della mia scelta.


The next morning - 11.32 a.m

Mi sento così rilassata,eppure ho dormito pochissimo. Dalla finestra entra la famosa brezza mattutina che mi accarezza piacevolmente la pelle,ho solo le mutandine e la maglietta,Gates accanto a me è in boxer. Aspetta. Cosa?! Sono nel letto con Gates?! E lui è in boxer?!? Oh Madonnina Santa. Lo osservo un attimo,per tentare di ricordare. Per quanto mi sia rimasta poca memoria,se non sbaglio ieri sera non è successo niente di grave. Si sveglia,lo vedo che apre piano gli occhi e si stiracchia,che spettacolo. Anche lui sembra alquanto sorpreso di vedermi,infatti appena si accorge della mia presenza inarca un sopracciglio e si siede a gambe incrociate sul letto; faccio la stessa cosa.
«Che mi sono perso?» mi chiede stropicciandosi gli occhi. Non mi va di dirgli la verità,voglio divertirmi un po',prima. «Ieri sera? Siamo stati insieme» affermo io in tutta tranquillità.
«Insieme?!» Sbarra gli occhi.
«Eh,insieme»
«Ma insieme nel senso..»
«Sì,Brian,non lo vedi che siamo mezzi nudi? Non ti preoccupare,è normale che non ti ricordi» continuo perfida alzandomi dal letto per vestirmi.
«E.. ODDIO» si spalma una mano in faccia,è disperato. Ridendo prendo un cuscino e glielo tiro addosso.  «Ma ti pare? Sto scherzando,scemo!» Lui fa un'espressione indescrivibile,tra il deluso,l'incazzato,il sorpreso e il sollevato. «Stronza» sussurra, e mi ritira il cuscino.
Ci vestiamo entrambi e insieme usciamo dalla camera ma ci accoglie una serie di fischi e di applausi da parte degli altri inquilini.
«Allora.. Abbiamo fatto scintille stanotte,eh?» Ammicca James.
Io lo guardo con un sopracciglio alzato.
«Che mi guardi così,perché, non è vero? Non eri tu che urlavi?» Continua,malizioso.
Ora invece di inarcare un sopracciglio le aggrotto entrambe,decisamente confusa.
«Smettila di fare il coglione,Sullivan» scherza Brian.
Lo spilungone scoppia a ridere. «Oddio,davvero non vi ricordate niente? Ieri sera? Cioè,voi due avete scopato,ragazzi!» Jimmy è convintissimo e sembra pure incredulo.
«E tu come fai a ricordarlo?» contesto io.
«Non sono riuscito a dormire per colpa vostra,baby»
«Non ti credo.» Metto il broncio e incrocio le braccia.
«Guardate che non vi sta prendendo per il culo,anche io vi ho sentiti» si intromette Loredana. Cazzo,se è seria. E pure gli altri.  Per un secondo penso sia vero. Rivolgo a Brì uno sguardo preoccupato e noto che lui già ha cambiato colore. Mi si ferma il respiro per un attimo. Scoppiano tutti a ridere. Stronzi. Tiriamo un sospiro di sollievo entrambi. Jimbo sta piegato in due per terra.
«Fanculo,Sullivan» bisbiglio.
 
 



Note dell'autrice:

La cosa positiva di questo capitolo è la lunghezza,forse :3 Che vi devo dire? Perdonaaatemi ç_ç Grazie a tutte le Sante ragazze che mi sopportano ^_^ Baci,
-Giulia.

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Capitolo 13
*** 13. If you only open your mind. ***


If you only open your  mind.






{Beth


«And the winner is… AVENGED FUCKIN’ SEVENFOLD!» annuncia tutto entusiasta il tipo che consegna i premi,sopra grida deliranti di fans impazziti; io e le altre ragazze ci alziamo di scatto e applaudiamo così freneticamente da farci bruciare i palmi delle mani,siamo sorridenti e abbiamo gli occhi lucidi. Loro si stanno avvicinando al palco mentre ringraziano e salutano il pubblico o chi gli capita davanti,sono tutti bellissimi e contenti,devono essere davvero soddisfatti del loro lavoro insieme. La cosa più bella di quei cinque ragazzi è proprio il legame che li unisce. Come se fossero fratelli,fossero tutti collegati tra di loro,non c’è modo di separarli. E pensare che sono dieci anni che sono amici e che suonano assieme,che oggi hanno vinto il premio di migliore album dell’anno,beh,è commovente. Ogni giorno mi accorgo sempre di più che sono stata una ragazza fortunatissima ad averli conosciuti,perché regalano emozioni che si provano difficilmente,se non con il loro intervento. Io li definirei la cura contro ogni male,è impossibile non adorarli letteralmente una volta averci trascorso un po’ di tempo. Ho sempre pensato che sarebbe bastato anche solo un minuto per rendermi felice,ho sempre pensato che chiunque ci collaborasse fosse una persona più che fortunata,poiché loro sono ragazzi d’oro,in un certo senso ti dimostrano il senso della vita e ti insegnano ad amarla. Non so come facciano a farti sorridere anche solamente vedendoli in foto,o sentendo una delle loro voci.
Cavoli come sono emozionata,stanno in piedi sul palco con in mano il premio e stanno rivolgendo i vari ringraziamenti che sono d’obbligo,soprattutto ai fans. Sempre molto rapidi e concisi,i ragazzi,già hanno abbandonato il palco. Tornano nella nostra direzione con un sorriso che gli divide in due la faccia e appena ci raggiungono vengono accolti da urla e abbracci da parte delle qui presenti. Bene,abbiamo un nuovo pretesto per festeggiare.
Nemmeno il tempo di pensarlo,che mi volto e vedo una cosa che non mi piace affatto. Non so cosa sia,spero nulla di compromettente. È un essere biondo, -fin troppo- vestito con una minigonna decisamente succinta,una camicetta di almeno due taglie in meno che le stringe eccessivamente quello che forse si potrebbe chiamare seno e dei tacchi alquanto vertiginosi sui quali,molto evidentemente,non sa camminare. Ah,qualcosa mi dice si tratti di una certa.. Michelle. E la mia memoria mi suggerisce che questa tizia è proprio la ex di Gates. Ci serviva la zoccola a rovinarci la festa,adesso.  Si avvicina tutta convinta verso uno dei tecnici,lo guarda dall’alto al basso,sarà quindici centimetri più alta con quelle cazzo di scarpe. Oh,ma cos’è tutta questa cattiveria? Da dove salta fuori? Ma che razza di domande mi faccio,io ho sempre fiutato da lontano le puttane e mi sono puntualmente state sul cazzo,a pelle. Questa qui pure se non la conosco so che non avrò MAI buoni rapporti con lei,già da come è vestita. Dio mio. Appena finisce di parlare con il poveretto si volta dalla nostra parte e  solleva gli occhiali da sole sulla testa,a mo’ di cerchietto,camminando  spedita verso di noi. Mi sto preoccupando. Parecchio. Anche perché se non sbaglio questa tipa aveva fatto soffrire Brian,quindi che cazzo vuole? Che ci fa qui? Già inizio ad infuriarmi,sono sempre stata tranquilla come persona,anche se di pazienza ne ho veramente poca –sì,è una contraddizione- ci vuole un bel po’ per farmi scaldare. Sinceramente di solito nemmeno se assisto ad una scena in cui la protagonista è una troia mi innervosisco più di tanto ma questa volta,dato la ragazza in questione,ovvero colei che ha tradito Haner,proprio non sento ragioni. E mi fa strano. Non sono abituata a perdere le staffe così facilmente,potrei anche dire trattasi della prima volta,in questo momento. Fatto sta che rimango seduta sul divanetto a fissare ogni suo movimento,non spiccico parola,la osservo,la scruto per capire cosa è venuta a fare,pronta ad intervenire in caso questa baldracca esageri con i modi e i termini. Mi sto spaventando. Sembro un cane da guardia. Ma che m’è preso?
«Buonasera ragazzi,come va?» Aaaaaaaaaaah,che voce! Mi viene naturale socchiudere gli occhi e storcere la bocca per il fastidio che questa mi reca,è acuta e decisamente da … sgualdrina. Una di quelle voci strafottenti,maliziose e spaccamarroni che sta sempre in mezzo quando non deve. Le facce degli altri sono piuttosto confuse,probabilmente come me non capiscono l’intento di quella strega là e temono succeda qualcosa che distruggerebbe tutta l’armonia e l’allegria che si erano create pochi minuti fa. Per esempio ci sono Johnny,Jimmy e Zacky che la guardano seduti sul divano,immobili,anche gli altri,tranne Loredana che appena l’ha vista ha usato la scusa di andare in bagno,oppure non è una scusa,si è sentita male sul serio. Lei sta ancora aspettando una risposta che,a quanto pare,non arriva. Ci squadra uno per uno con un sorrisetto da cazzo sulle labbra,contornate da una matita scura e riempite da un rossetto leggermente più chiaro della prima. Adesso che presto attenzione alla sua bocca mi accorgo che ha i denti incapsulati! Chissà come era al naturale!? Mi scappa una risatina di disprezzo quasi,pensando a quanto possa essere stato stupido Gates a mettersi con una del genere. Finalmente prende le redini della situazione James,dato il clima silenzioso e imbarazzante che si era formato: «Ehm.. Michelle?! Cosa ci fai qui?» dice con un tono di voce bassissimo,forse per far intendere alla carina che non sono per niente felici di percepire la sua presenza.
«Mah niente,volevo sapere come stavate e a questo punto farvi anche le congratulazioni e.. Sì,volevo parlare con Brì»
Spiega sicura di sé,gesticolando e volgendo sguardi acconsenzienti un po’ a tutti. Aspetta. Cosa?!?  Vuole parlare con Brì?! Ma che faccia da… Guardo speranzosa Jimmy e Matt che nel frattempo si è unito alla conversazione,voglio proprio vedere cosa fanno.
I due si scambiano un’occhiata complice e,con mia grandissima sorpresa,vanno a chiamare il primo chitarrista,poco prima andatosi a prendere un bicchiere di birra – qui nel backstage regalano bicchieri di Heinekein a tutte le band e compagnia seguente-. Va beh,mi fido di loro,se pensano sia giusto,vorrà dire che è così. Solo che non ho voglia di assistere a tutto,vado a fumarmi una sigaretta.

Al mio ritorno trovo Matt e Johnny a parlare con il responsabile della premiazione o cose del genere,Zacky su un divanetto che si pomicia la mia Chris – bella lei-,Val e Francy che presumibilmente se la sono svignata,Jimbo che strano ma vero legge un giornale di qualche mese fa aspettando non si sa chi o cosa e la putt.. Michelle e Brian che discutono in disparte. Non so perché ma ho voglia di cioccolata calda,così vado al distributore e me la prendo. Non ho niente da fare perciò mi accomodo su una poltrona, il mio cervello e consecutivamente i miei occhi,insani, vanno a concentrarsi proprio sulla coppietta impegnata in un discorso senza dubbio frivolo e privo di senso,non tanto di scopo perché secondo me quella è venuta qui per portarselo a letto. Di nuovo. Ma dico,non le basta l’anno e mezzo con cui ci è stata insieme? Certo che non si accontentano mai ‘ste qua. Tsk,che schifo. Guardala come si atteggia,è conosciuta solo perché ERA la fidanzata di Synyster,mica è talentuosa,è seguita dai paparazzi ma non ha fans,non c’è nessuno che la cerca. Mi ha detto Chris che dopo che si sono lasciati Michelle è rimasta un po’ sulla bocca di tutti –prego notare il doppio senso- e ha avuto la fortuna di posare ogni tanto come fotomodella,giusto per farcela credere un pochino,visto che lavorava più l’informatico per photoshopparla che il fotografo stesso. Boh. Rimango a studiare le sue mosse inquantificabili quanto la sua futilità, appoggia le mani  sui fianchi,poi si sposta una ciocca di capelli,poi si sistema la camicia,e ancora segna l’aria con cenni esplicatori; si morde o lecca le labbra ogni qualvolta non è lei a parlare,si stuzzica le unghie,-se le mordesse si toglierebbe lo smalto bordeoux,non sia mai!- cerca qualcosa nella borsa,sbuffa,storce il naso,alza le sopracciglia,si ri-tocca i capelli tinti,ri-appoggia le mani sui fianchi. In tutto questo Brian appare annoiato e sul momento di scoppiare,aggiungerei anche schifato dalla donna di fronte a lui. Ho cercato di capire cosa si stessero dicendo o perlomeno l’argomento trattato ma non ci sono riuscita.
No! Non credo ai miei occhi! Lei si sta avvicinando in maniera languida a lui! Aaaaaarh! Lo sta sfiorando e provocando nonostante lui la scansi! Si colloca più in basso di quanto pensassi,la ragazza. Però mi sto divertendo,dai! In pratica lo sta pregando spudoratamente di degnarla di un minimo di attenzione. Poveretta. Da una parte mi fa pena. Nessuno la vuole perché è brutta e zoccola,l’unico cretino che si era innamorato di lei lo ha tradito e dopo questo ha perso anche la sua migliore amica –Valary-. Sarebbe stata bene se non avesse smignottato ovunque. Peccato che l’ha fatto,però. E quindi la Fiction alla quale assistevo fino a qualche secondo fa è finita così,con lei che se ne va scazzata sculettando e lui che scappa più nervoso di Matt quando gli si rompe la Playstation. Gli altri non si sono accorti di niente,complimenti! Mi alzo svogliatamente per andare a buttare il bicchierino della cioccolata e per dire a Matt che possiamo anche chiamare l’autista e tornarcene in hotel ma mentre sto confabulando con quest’ultimo,si sentono delle urla sovrumane provenire esattamente dalla mia postazione precedente. Faccio un attimo di silenzio e riconosco in quelle grida la voce di Chris. E adesso che cazzo è successo. Vabbè che lei è il contrario di me,che si incazza per qualunque cosa,che è permalosa al 101 % e che non ci mette niente ad alzare il volume ma così è veramente troppo! Raramente l’ho sentita strillare così tanto e quelle volte era sempre per litigate che poi sono state decisive per la sua vita; per questo mi sto allarmando. Lancio uno sguardo spaventato a Sanders che insieme a me corre nella direzione dalla quale giunge il caos,c’è un sacco di gente che è accorsa. Al centro della sala ci sono Zack in piedi con le braccia alzate in segno di innocenza e il viso fucsia,non so perché e Chris infuriata che tiene per aria un tanga di pizzo azzurro sicuramente non suo,conosciuto il suo odio per quel colore.
«Ti do tre secondi di tempo per spiegarmi per quale cazzo di motivo hai un perizoma nella tasca posteriore dei jeans,non di più Baker,non hai più di tre secondi»
Minchia se è arrabbiata,si può intravedere il fumo che le esce dalle orecchie,quasi. Una mano sul fianco,una che regge il sottile indumento,un piede che batte impaziente sul pavimento, lo sguardo infuocato sul proprio ragazzo: la sua posizione in attesa di una spiegazione. Vee è terrorizzato,mi sa che non ha mai visto una Chris così. E mi sa che questa volta se non trova una soluzione il più presto possibile la pagherà cara,molto cara. Riesco ad intendere qualsiasi cosa sulle intenzioni e i pensieri di Chrì,mi basta un suo sguardo o la sua voce per rendermi conto di tutto quello che è accaduto.
«Cosa ci siamo persi?»irrompe Shadows,con espressione accigliata e tono di voce premuroso.
«Questo stronzo aveva un tanga nella tasca dei jeans e da coglione quale è,se l’è anche fatto trovare» risponde pacatamente la mia amica,secondo me già si è sfogata,non ha voglia di innervosirsi ulteriormente. I Sevenfold fulminano il soggetto con un’occhiataccia alla ma che cazzo hai fatto? non possiamo fare altro che attendere una spiegazione spero plausibile,se no è un vero casino. Dopo due anni che stanno insieme,lei ha pure lasciato l’Italia per venire a vivere con lui,non possono abbandonare tutto,cazzo.
Zacky è agitato.
«Giuro che non ti ho tradita. Amore,non lo farei mai,tantomeno mi terrei il ricordo nelle tasche dei jeans..»
«E allora che ci facevano queste?» lo interrompe la bionda mostrando l’oggetto citato.
«Che cazzo ne so? Potrebbe avermele messe qualcuno! Ma dai,tesoro! Ti pare che mi infilo in tasca le mutande di qualcuna sapendo che da un momento all’altro potresti trovarle? Ma mi fai così scemo?»
«E io dovrei credere a questa cazzata,secondo te? Che questo ipotetico qualcuno sia così stronzo da ficcarti un perizoma in tasca? E che tu non te ne sei accorto?»Beh,in effetti risulta difficile da supporre ma neanche lui aveva tutti i torti,Baker non è così rincoglionito,se proprio deve tradire,tradisce bene! Però è strano..
Gates, Jimmy e Johnny si consultano,Matt sta vicino al condannato e Dana prova a tranquillizzare Chris. Io rimango in disparte,non voglio intromettermi ora,preferisco parlare dopo con la mia migliore amica,adesso non ho proprio voglia di concentrarmi in sviluppi del genere. Boh,speriamo bene.


Angolo dell'autrice :3
Macciao! :) Che mi ditee?? Io sono appena tornata dal camposcuola a Venezia! ** Sì,non ve ne frega un cazzo,ok ;D Scusate il mio ritardo,avevo già in mente questo capitolo ma il tempo non l'ho proprio trovato! ù.ù Ah! Il capitolo è piuttosto corto ma volevo lasciarvi in sospensione,credo quindi che aggiornerò prima del solito ^.^ Ho messo in risalto il personaggio di Michelle,infatti non è una parte indispensabile però voglio un po' allungare il brodo perché siamo quasi alla fine! So che se continuo troppo il finale ve lo fate da sole,quindi tranquille, The end is next! (?) non so neanche se ho scritto bene,comuunque :D Che altro vi volevo dire? Ah beh,come avrete sicuramente notato la prima parte è ispirata ai Golden Gods di quest'anno ma anche dell'anno passato e anche ai TRL awards del 2006 :P Un po' tutto insomma ^^ Mi piace un sacco scrivere dal punto di vista di Bee,mi diverte! =) E volevo dirvi anche che chiuderò l'altra Fanficion perché non ho voglia di proseguirla,caso mai mi inventerò qualcosa una volta terminata 'Angel'. Vabbè,chiudo qui,vi adoro e vi bacio!! Smuaaack! :* A presto ;) 
 

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Capitolo 14
*** 14. Can't you help me as I'm starting to burn. ***


Can’t you help me as I’m starting to burn
 
 
 
 



Hotel – h 04.43 am.

Le scoppiava la testa. Sentiva un enorme pressione contro di essa,ad ogni piccolo spostamento degli occhi avvertiva piccole scosse che lentamente le stavano frantumando il cervello. Stanchezza. Stress. Nervosismo. Erano rientrati in hotel da circa tre quarti d’ora ma nessuno ancora era andato a dormire. Perché? Erano tutti preoccupati per Chris e Vengeance. Per tutto il tragitto in limousine erano stati in silenzio,uno da una parte e una dall’altra,non si erano rivolti nemmeno uno sguardo,entrambi con il broncio. E,ovviamente,tanto perché a loro le cose normali e tranquille non piacevano,avevano ricominciato a litigare nella hall dell’albergo. Certo. I due stavano in piedi,come Matt e Loredana e tutti gli altri afflosciati sui divanetti di velluto color porpora; anche perché Brian e Jimmy con tutte le birre che si erano ingurgitati tra il pre e il post premiazione,non sarebbero riusciti a rimanere in posizione eretta per più di venti secondi.
«Ragazzi,ma non si potrebbe parlarne con calma,lucidi e pimpanti,domattina? Perché dobbiamo stare qua a discutere a quest’ora?» niente,come non detto,la mora azzardò una proposta ma ricevette soltanto un’occhiataccia da Chrì e uno sguardo misericordioso dagli occhi cristallini di Baker. Ci rinunciò,si lasciò abbandonare sul divano e tornò a sorseggiare il suo bicchiere di Coca Cola ghiacciata,l’unico sollievo. Subito Brian le si sdraiò addosso e chiuse gli occhi,stava proprio rincoglionito, poveretto. A quel punto Beth ricordò la misteriosa chiacchierata che quest’ultimo aveva svolto con la mignot.. Ehm, Michelle. Quello era il momento giusto,doveva chiedergli cosa si erano detti e più informazioni possibili adesso che non era nel pieno delle proprie facoltà mentali. Cominciò a fargli i grattini sulla testa,dopodiché diede inizio alla sua spietata intervista: «Ehi… Come va?»
Aprì gli occhi e sbatté le palpebre più volte ma non disse nulla,si girò piano verso la pancia di lei e posizionò le braccia attorno alla sua vita,per poi richiudere gli occhi. Non si sapeva come facesse a stare comodo così.  
«Ahm,ok. Michelle?»  ma si dai,andiamo al sodo. Appena sentito quel nome,il ragazzo scattò dritto a sedere e la guardò corrucciato.
«Non ne voglio parlare» biascicò.
«Ti ha rotto le palle,vero?» il solo pensiero la faceva infuriare.
«Mmmh.. si. Cioè no. Ha trovato scuse impossibili per parlare con me,per tornare con me,per scopare con me. Come ha potuto? Dopo tutto quello che mi ha fatto passare,viene e pretende che me la riporti a letto? Adesso può solo che farmi schifo,non vorrei rincontrarla nemmeno al supermercato.»è bastato poco per fargli sputare tutto,Elisabeth sapeva che voleva parlarne con qualcuno,per questo ha insistito. «Se posso,qual è il motivo preciso per cui vi siete lasciati?»
«Niente,la solita scena; rientro a casa dopo un concerto e la trovo a letto con un altro. Stupido,no?»Spiegò sinteticamente il chitarrista,accennando un  sorriso nervoso al ricordo. Bee storse la bocca guardandolo con la coda dell’occhio,dalla sua espressione si capiva che aveva sofferto molto per quella stronza. Si avvicinò a lui e lo abbracciò, prima di stampargli un dolce bacio sulla guancia destra. Sapeva incredibilmente di tenero,in quel momento.

«Ok. Ricapitoliamo: una tizia qualunque che stava nel backstage e ti aveva puntato,così,per sfizio,ti ha infilato un tanga nei pantaloni mentre bevevi  seduto su uno sgabello,perché aveva capito che stavamo insieme e voleva che litigassimo in modo da venire a consolarti con piccoli morsi provocanti e ciucciate qua e là»affermò seria e spazientita la bionda,sfarfallando sull’ultima frase.
«Chris!» la riprese Zachary per le brutteparole che aveva appena pronunciato.
Bella storia. Davvero una bella cazzata. Non era minimamente immaginabile una cosa del genere. Zack ci avrebbe rimesso stavolta,senza dubbio. Ma dai,una ragazza sconosciuta che per una scopata rovina una coppia? Se fosse stata una brava troia,le sarebbe bastato poco per ottenere quello che voleva,senza il bisogno di scatenare l’Odissea. Chris non ci credeva,infatti. Ma neanche voleva sospettare sul proprio ragazzo,lo credeva impossibile di compiere atti simili. Più che per tradimento,era rimasta sorpresa dal fatto che si era tenuto il ricordo e non aveva nemmeno avuto l’accortezza di nasconderlo. E per averlo nella tasca dei jeans voleva dire che era stata recente,la scappatella. Si preannunciava la fine di una bellissima relazione,durata troppo,per essere vera.
Ci fu un attimo di silenzio. Un attimo in cui tutti si guardarono in faccia preoccupati e stanchi,svegli da più o meno dodici ore,nel bel mezzo di un gran casino. Zee si stropicciò gli occhi e sospirò,esausto. Delle lacrime di nervosismo solcarono le gote di Chris, che fissava un punto preciso del pavimento mentre si stuzzicava le unghie. Ad un tratto James si alzò,prese per mano la sua fidanzata e fece un gesto come per dire io me ne vado; nessuno aveva il coraggio nemmeno di fiatare. Matt gli rivolse uno sguardo senza trapelare emozioni,la situazione era tesa,l’aria che si respirava pungeva i polmoni,immobilizzava i muscoli. Johnny seguì i movimenti dell’amico,si sistemò imbarazzato la cresta e anche lui,abbandonò la hall. Rimanevano Beth,Matt e Brian. Non poteva lasciare la sua migliore amica sola,quella notte,e lo stesso Gates. Prima che li raggiungessero,vennero fermati da Matt che con sguardo premuroso e straziato li salutò e raggiunse Val in camera. Molto lentamente,quasi ad aver paura di rompere il clima di cristallo che si era creato,Syn e Bee si avvicinarono ai due,il primo abbracciò le spalle di Baker e se lo portò via,la seconda prese sotto braccio l’altra e la accompagnò verso la propria stanza.


«Dai bro,vedrai che tutto si sistema. Ma … È vero quello che le hai raccontato?»
«No. CAZZO!»  esclamò battendo un pugno sulla parete. Stava quasi per piangere.
Brian lo guardò immobile,stava aspettando che continuasse e gli dicesse la verità.
«È successo. Io non.. non mi sono reso conto che stavo per fare la cazzata peggiore della mia vita. Ero stanco e frastornato,mi sentivo terribilmente fragile e avevo bisogno di coccole e di sentirmi libero,in pace..» Cominciò a raccontare fissando il pavimento.
«Arriva questa ragazza bellissima e dolce,che mi rivolge sguardi contemporaneamente provocanti e teneri,io… Non ci capisco più niente e.. abbandono tutto,Chris,la band,i fans.. Soddisfo solamente me stesso e le mie voglie» Ecco gli occhi che si fanno lucidi.
«Quando tutto finisce,le chiedo una qualsiasi cosa che avrebbe potuto regalarmi,un modo per non dimenticare quell’esperienza unica. È una cosa sciocca,lo so. Ma se adesso ripenso a quello che ho fatto.. Una stronzata Brì,un’abnorme,immisurabile stronzata.» Adesso stava seriamente piangendo. «Io la amo. Non vivrei senza di lei. Appena lo ha scoperto sono andato nel panico e ho inventato una scusa ma già sapevo che non ci avrebbe creduto. Sono nella merda,Brì» E si buttò tra le braccia dell’amico,rimasto incredulo per la cruda confessione spiattellatagli in faccia dal suo compagno di avventure,per la prima volta scoppiato in lacrime davanti a lui. Sospirò rumorosamente e lo scortò sino alla porta della sua stanza,dopodiché si congedò e riprese il corridoio,fermandosi dinanzi alla camera numero 423.

Beth non sapeva che fare. Chris non parlava. Guardava in basso e camminava come un’anima in pena. Si aspettava uno sfogo da parte dell’amica,come era sempre successo in determinate circostanze,invece non spifferò parola,le sue labbra rimasero serrate. Non l’aveva mai vista così,non si era mai chiusa in sé stessa,lei preferiva mostrare le sue sensazioni e piangere,urlare,picchiare,qualunque cosa pur di non tenersi tutto dentro. Questa volta lo fece,non si aprì nemmeno con la sua migliore amica. Bee pensò fosse più una questione fisica che mentale,forse non aveva le forze per discutere ancora,affrontare il problema,confrontarsi e trovare una soluzione come era suo solito fare. Ad ogni modo,non si era mai comportata così prima,quella era la prima volta in assoluto che la vedeva in quello stato,magari non era più abituata ad avere una migliore amica che ti ascolta e ti consola,si era dimenticata come fosse avere qualcuno in cui confidare. Oppure era semplicemente cambiata. Vivere due anni in maniere completamente differenti dal solito,con persone,ambienti e usanze che appartengono ad un altro mondo acquisito,non proprio,comporta di sicuro cambiamenti e questo Beth lo sapeva bene,solo che fino a quel momento non lo aveva ancora attestato. Rimase a guardarla per qualche secondo prima che lei alzasse gli occhi arrossati e la abbracciò,disperata. Poteva sentire il suo profumo forte,dolce e aspro allo stesso tempo e il suo torace che si alzava e si abbassava a causa dei singhiozzi;avrebbero trascorso una notte tremenda,tutti. Sciolto l’abbraccio,entrarono nella stanza di Elisabeth e si prepararono per la notte.
Quando la mora uscì dal bagno vide Chris aggomitolata sul letto; la raggiunse e si accoccolarono vicine: «Cosa pensi di fare?» le chiese,vedendola pensierosa. «Non lo so,credo di lasciarlo»detto questo la bionda chiuse gli occhi e tentò di rilassarsi,le aspettava una giornata molto lunga.

 

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Capitolo 15
*** Take the time just to listen,when the voices screaming are much too loud. ***


                                                                   Take the time Just to listen,
                                        when the voices screaming are much too loud.

 
 



28 Novembre 2008 – 9.32 a.m

La luce del mattino invadeva prepotentemente la stanza. Chris era sveglia,distesa sul letto a fissare il candido soffitto. Non aveva voglia di alzarsi per affrontare quella giornata tanto distruttiva per lei. Inoltre la destabilizzava un fastidiosissimo senso di nausea che non aveva la minima intenzione di abbandonarla. Si issò lentamente a sedere e si stropicciò gli occhi. Si rese conto della triste realtà che la divorava: Zack l’aveva tradita. Dopo tutto quello che avevano passato insieme,la bella favola a cui aveva creduto sin dall’inizio,il proprio trasferimento dall’Italia alla California e il resto che l’aveva caratterizzata in quei due anni,ecco adesso con cosa si ritrovava,ecco la sua ricompensa per il suo amore incondizionato,la sua devozione. Delle grosse e pesanti lacrime comparvero all’estremità dei suoi occhi oramai stanchi,divenuti insensibili a quel versare inutile del salato liquido trasparente.
Ripensò al tempo trascorso dall’arrivo in America,a quando si incontrò per la prima volta con Zacky il quale le era delicatamente andato addosso versandole un terzo di boccale stracolmo di birra sulla camicetta nuova e per farsi perdonare la aveva invitata al tavolo con i ragazzi; a quanto dall’inizio quel gruppo le aveva impresso una sensazione positiva che aveva lasciato un segno nella sua mente e nel suo cuore; alle amicizie che gradualmente costruì con ognuno dei cinque Californiani tatuati e talvolta alle frecciatine e complicità sempre più frequenti tra lei e Baker; alla sua terribile decisione di fuggire dal proprio mondo e rifugiarsi nel caldo e accogliente sogno che stava vivendo,senza nemmeno rendersene conto,abbandonando la sua migliore amica; alla volta in cui decise di inviarle quel regalo e invitarla a raggiungerla perché troppo le mancava,sapeva di non essere più sé stessa senza la sua Bee,per quanto potesse star bene in quel posto magico,niente sarebbe stato perfetto se non vi avesse partecipato anche l’altra metà del suo cuore; all’ arrivo della mora e consecutivamente della propria pace interiore,finalmente poteva dire di essere la ragazza più felice della Terra; e alla fine di tutto ciò,con una semplice distrazione,lo spezzare dell’equilibrio e il frantumarsi della perfezione che tanto l’aveva affascinata negli ultimi due anni,come la trama di un tappeto,un filo salta un ricamo e tutto il lavoro va gettato via. In quel caso le soluzioni erano due: o ricominciare a tessere il tappeto,o perdere la speranza e cancellare in poco la fatica di molto. Ma nel dubbio della prima ipotesi,ne sarebbe valsa veramente la pena? Ricostruire da capo tutto,tassello per tassello? Ne avrebbe tratto realmente vantaggio? In quel momento non sapeva dirlo. Non riusciva nemmeno a ragionare,troppo scossa per prendere decisioni tanto importanti,avrebbe volentieri dormito fino a quanto le sarebbe bastato,per poi eleggere la scelta giusta. Ma non poteva farlo. Nessuno glielo avrebbe permesso.
Purtroppo,da un lato,quando si entra a far parte di una famiglia del genere,non esiste il riservato,il problema,la soluzione nel senso che di solito si intende,perché ognuno possiede dentro di sé un pezzo dell’altro,se una coppia ha difficoltà,la si aiuta fino a che si può,in poche parole non ci si fanno gli affari propri. Per questo Chris avrebbe dovuto affrontare il prima possibile Vengeance,in modo da non causare polemiche e ulteriori complicazioni; semplicemente farsi forza,uscire dalla camera e sfidare le proprie indecisioni,tentando con il massimo impegno di non lasciarsi persuadere dagli occhi verde acqua del suo ragazzo. Perché anche se all’apparenza la bionda poteva mostrare sicurezza e determinazione,in realtà,nel profondo della sua anima,risiedeva una Chris timida e incerta,che si scioglieva per qualche parola dolce e fantasticava sulla realizzazione di una vita da favola.
Si voltò incoscientemente a guardare la sua dolce compagna di sempre che dormiva a pancia in su con la faccia verso di lei e una mano poggiata sulla pancia. Per un attimo si sentì in colpa,pareva proprio di averla ficcata in un bel casino. Si alzò in piedi ma un improvviso giramento di testa la obbligò a tornare sorretta. Si sentiva svenire. Probabilmente era l’agitazione. Andò a rinfrescarsi e cambiarsi in bagno,facendo attenzione a non afflosciarsi rumorosamente sul pavimento.
Intanto Beth si era svegliata e stava vestendosi in maniera insolitamente silenziosa,con il volto ancora stordito dal sonno e i lunghi capelli castani scompigliati.
Appena terminato,chiusero la porta della stanza alle loro spalle e si incamminarono verso il bar,dove sicuramente già si trovava il resto della combriccola. Infatti,eccoli là. I ragazzi appoggiati al bancone,le ragazze sedute al tavolo a parlottare. Le due si scambiarono uno sguardo rassicurante e al loro ingresso nello spazio,precisamente otto paia di occhi le puntarono intimoriti. A Elisabeth scappò una risata nervosa,non sapeva cosa fare. Vide Brian dirigersi al tavolo con una tazza di caffè in mano e una sigaretta accesa nell’altra; lo seguì.
«Buongiorno» sussurrò insicura,lei.
«Hey!» si girò di scatto il chitarrista.
«Come è andata stanotte? Novità?» ovviamente si riferiva a Zachary.
Sbuffò. «Lascia perdere. È distrutto.»
«Come,scusa? Lui è distrutto? E lei che dovrebbe fare,impiccarsi?» sembrava sbalordita dalle parole del ragazzo,automaticamente cominciò a difendere la sua amica del cuore.
«Capita a tutti,Beth. Lui la ama.» cercò di convincerla,fissandola con sguardo severo.
La mora roteò gli occhi,poi scosse la testa. «Non esiste. Ammesso e concesso che abbia avuto una debolezza,come solete dire voi uomini,ha sbagliato ulteriormente a fare in modo che la sua fidanzata trovi indumenti intimi di sconosciuta appartenenza nella tasca posteriore dei jeans. Arrivandoci con la logica,non tiene tanto a Chris se si è portato dietro il perizoma di un’altra,no?»
Haner la ascoltava mentre si mordeva il labbro inferiore,quando la ventitreénne smise di parlare lui abbassò lo sguardo,non sapendo come rispondere. Da un lato aveva ragione,dall’altro doveva pur sempre prendere le difese del suo migliore amico ma non aveva voglia di parlarne,soprattutto con lei,che da quando lo aveva salutato,con il suo dolce profumo e gli occhi vitrei,lo stava facendo impazzire. Si posizionò meglio sulla sedia e prese ad osservare una famiglia che stava per uscire,aspettando di terminare la sua cicca. Bex decise di lasciarlo stare,si avvicinò di più al bancone e si accinse a dare il buongiorno agli altri. Occupò una poltroncina vicino alle ragazze e consumò il suo succo tropicale,senza accompagnarci nulla. Osservava la coppia quasi disfatta discutere: la bionda sbuffava e giocherellava con le ciocche dei capelli,Zee le parlava a volte assumendo tono autorevole,a volte tenero e comprensivo. Già era tanto che non stavano urlando. Ad un certo punto Zacky si avvicinò a Chrì e le cinse i fianchi ma non fece neanche in tempo a stringerla a sé che la povera ragazza gli scivolò via debolmente,accasciandosi per terra. Subito tutti le furono attorno. Bee scattò facendo cadere il bicchiere e,spostando tutti,soccorse l’amica. Era pallida. Strano. Sia lei che Chris svenivano raramente,avevano un organismo forte e per quello che si ricordava non era mai ceduta così. Questo ragionamento la portò a pensare che il mancamento non fosse dovuto dalla mancanza di zuccheri o dall’abbassamento di pressione ma da ben altro. Forse stava male. Insieme ai ragazzi la trascinarono in camera per farla stendere e attesero,preoccupati,il suo risveglio.


Sembrava confusa. E non era nel meglio del suo aspetto. Appoggiò la schiena alla spalliera del letto.
«Come ti senti?» intervenne Beth.
«Mi gira la testa e mi viene da vomitare.» Rispose.
«Ok,portiamola in ospedale» sentenziò Gates.
Chris sbarrò gli occhi. Odiava l’ospedale. Ma sapeva di doverci andare,al massimo le avrebbero prescritto delle medicine. I ragazzi,però,alle undici avrebbero tenuto un’intervista,quindi non potettero assisterla. Erano solo lei e Beth,con l’auto di Vengeance.

Subito una giovane infermiera le accolse. Era bassina,la pelle chiara e i capelli rosso vino sistemati disordinatamente in una pinza mettevano in risalto gli occhi azzurro cielo. Come da manuale,portava una cartellina di plastica con fogli e penna,il camice bianco e lo stetoscopio al collo.
Beth le indicò i sintomi della ragazza al suo fianco e la signorina parve individuare immediatamente la diagnosi. Sorrideva,quindi nulla di negativo. La rossa le chiese gentilmente di attendere,mentre andava a consultarsi con un altro medico.
Tornò pochi secondi dopo,ancora sorridente.
«Dovremmo sottoporla a delle analisi del sangue» annunciò.
Fortunatamente Chris non aveva paura dell’ago,se non altro un problema in meno.
Quando l’infermiera ebbe concluso il prelievo,si allontanò per farlo esaminare seduta stante. Beth si mise accanto all’amica.
«Secondo me non è grave» tentò di rassicurarla. «Se fosse stato qualcosa di brutto si sarebbe capito sin da subito,giusto?»
Lo sguardo crucciato della bionda dimostrò il fallimento del tentativo di Elisabeth che venne chiamata circa venti minuti più tardi per informarla dei risultati del test.
«La sua amica è incinta,di tre settimane» le comunicò la stessa ragazza di prima,senza giri di parole,la guardò negli occhi e con il solito sorriso sulle labbra la immobilizzò per una manciata di secondi. «Tutto bene? Ho pensato di dirlo a lei in modo che possa riferirlo alla interessata nel modo che preferisce,ho capito che siete molto affiatate. Beh,in ogni caso auguri e prima di uscire,rivolgetevi alla signora con i capelli biondi e ricci all’ingresso,vi condurrà dal Dottor Leeman,il quale seguirà la gravidanza della paziente passo dopo passo. Arrivederci!» la salutò e raggiunse una signora anziana che la stava aspettando nella direzione opposta alla sua.
Neanche il tempo di risponderle le aveva concesso. E si era pure tolta il peso di dirlo alla soggetta.
Le si era completamente appannata la vista. Cazzo che macello. E ora? No,non voleva pensarci,glielo avrebbe detto velocemente per evitare di farla innervosire di più.
«Ahm,eh… Chris tu.. Hai.. Cioè sei.. Aspetti un bambino!» la bocca della bionda si spalancò,sbatté rapidamente le palpebre e si schiaffò una mano sulla fronte.
«E adesso?» domandò guardando Bee.
«Adesso andiamo a casa,con calma,ci tranquillizziamo un pochino e quando tornano,lo diciamo ai ragazzi»
Non ebbe il coraggio nemmeno di ribattere,si fece accompagnare di sotto e fecero ciò richiesto dall’infermiera ma prima di andare via Chris dovette fermarsi in bagno per rimettere.
Tornate a casa,la mora preparò un tè per entrambe e fece rilassare la gravida,principiando ipotesi su come dirlo al futuro padre.
«Potresti comprare una torta e scriverci Auguri,papà oppure regalargli un ciuccio,oppure..»
«No tesoro,preferisco essere diretta,già la situazione è difficile,se mi ci metto pure io con questi giochetti è finita»
«Come sei drammatica,però. Vedrai che andrà tutto bene,non angosciarti».
Di risposta la bionda si accovacciò su di lei e si addormentarono sul divano di casa Baker.
Furono svegliate dalla suoneria del cellulare di Chris,era Zacky.
Rispose Bex: «Ehi! Sì,siamo a casa vostra,venite». Si affrettò a chiudere la telefonata per non subire domande eccessive,accese la tv,per ammazzare il tempo e non sentire l’ansia che cresceva di minuto in minuto.
Era ora di pranzo,così Beth andò ad acquistare la pizza,non avendo voglia di stare ai fornelli.
«Ehi però sbrigati,non voglio che quando tornano sto da sola» Chris assunse un’espressione dolcissima,già lo sguardo era cambiato, sapeva che l’arrivo di un pargoletto non avrebbe fatto altro che giovare alla famiglia Sevenfold.



«Chrì! Aiutami! Le pizze mi stanno seppellendo!» Sentì gridare la ragazza dalla porta. Davvero,aveva una decina di cartoni in braccio.
«Ma come? Sfrutti una donna in stato interessante?» rise,afferrando la metà del cibo e la busta con le birre. Era sempre stata più forte fisicamente rispetto a Bee. Qualcuno aprì la porta. I ragazzi.
«Ah! Sei viva!» sbraitò Jimmy alla vista della bionda,prendendola in braccio come faceva spesso.
«Piano! Le fai male!» si fece scappare Beth. Ops.
«Ma se lo facciamo sempre! Vero,Chrì?» sorrise il ragazzo alto.
«Ma quindi cos’è che avevi?» irruppe Shadows mentre sistemava da mangiare.
Le migliori amiche si guardarono e contemporaneamente tutte le ragazze.
«Ehm.. Credo di aver capito» disse Loredana,con Val e Francy che annuivano.
Sesto senso femminile.
I maschi erano confusi. E quando mai avrebbero messo in moto il cervello per ricavare una risposta? Bisognava fargli il disegnino,sempre.
«Io..» portò le mani al basso ventre. «Sono incinta.» dichiarò.
A Matt si illuminarono gli occhi,Brian rimase a fissare Zacky,questo rimase con la bocca aperta e la bottiglia di Heineken a mezz’aria,Jimmy stava a cavalcioni su una sedia e osservava la scena divertito,Johnny e Francy erano usciti in giardino per prendere una boccata d’aria e Val e Dana già stavano abbracciando l’amica. Zachary non riuscì a trattenersi,fece scivolare la birra tra le sue mani che andò a macchiare il tappeto costosissimo. Tanto lo aveva pagato lui. Tutti si distrassero sentendo il rumore e lo guardarono mentre mostrava un’espressione da cucciolo incredibile. In quel momento Chris capì che lo amava. Che non avrebbe mai potuto fare a meno di lui. Che voleva lui come padre dei suoi figli e forse anche come marito. Che non si sarebbe mai stancata di un uomo come lui,goffo e simpatico,dolce e sexy quando voleva,bello e generoso. Sorrise teneramente e gli si avvicinò,scrutandolo con quello sguardo innocente e sensuale che sapeva faceva sempre un buon effetto sul ragazzo.
«Ci vuoi?» disse indicando sé stessa e il suo ventre.
«Sì» sibilò lui dopo aver ingoiato la saliva rumorosamente.
«Aspetta,non ho capito» lo stuzzicò lei,sotto il sorriso dei presenti.
«Sì. Tu?» ripeté,stavolta più deciso.
«Ti amo,stronzo» sorrise nel pronunciare quella frase e gli saltò al collo.
«Le corna però le porto sempre io,eh» gli ricordò ironicamente,dandogli un pugnetto sul braccio.
«Sarò un marito e un padre perfetto,è una promessa» la guardò negli occhi e la baciò,mentre gli altri applaudivano. Chris sentì la parola marito ma fece finta di non essersene accorta,adesso avrebbero soltanto festeggiato.

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Capitolo 16
*** You wanna hear my side? ***


You wanna hear my side?
 





h 08.34 p.m – Casa Baker


«Brindiamo allariunione di questi due scemi e all’arrivo di Baker Junior!» gridò Rev sollevando il bicchiere di vino rosso,barcollando. Tutti lo imitarono,ridevano anche senza motivo,solo per il gusto di farlo. Bisognerebbe essere così sempre nella vita,non solo da ubriachi. Ad un tratto Chris sparì dalla tavolata. Tutti si ammutolirono e smisero di bere,dopodiché si levò la chioma bionda della ragazza che piangeva dal ridere,dato che era caduta dalla sedia ma non si era fatta nulla. Gli altri tirarono un sospiro di sollievo e continuarono divertirsi.
«Ragazzi,io vado fuori.» Annunciò Beth indicando la porta-finestra del salotto; stava quasi per cadere addosso a Zacky.
«Andiamo anche noi!» suggerì di nuovo Sullivan.
E che cazzo,non si può fare niente qua  pensò la mora.
Si ritrovarono tutti in giardino,Bee sul dondolo a fumare. Una mano bollente le coprì gli occhi; tastò le dita: storte e affusolate. Brian. Appena lo vide sorrise.
«Ma tu hai il vizio di apparire all’improvviso?» domandò prima di espirare una boccata di fumo.
«Quando mai l’ho fatto?» le chiese con finto sconvolgimento,abbozzando al suo solito sorriso malizioso. Bee già sapeva che se avrebbe proseguito così non avrebbe resistito stavolta,era ubriaca.
«Sempre,dalla prima volta che ci siamo visti» lo guardò sottecchi,lei.
Come era bella. Sotto la luce della Luna era ancora più attraente. I capelli mossi le ricadevano sul volto in maniera scomposta ma ugualmente perfetta,le grandi biglie verdi che teneva al posto degli occhi brillavano e chiunque,quella notte,avrebbe potuto leggervi qualcosa di insolito attraverso,erano uno specchio liquido imprigionato nelle orbite desideroso di rivelare segreti. Le sue labbra soavemente accoglievano la sigaretta e,nel modo più sensuale e naturale possibile,espiravano il fumo lasciando poco all’immaginazione di chi assisteva,sognando,magari,un possibile contatto con esse. Le gambe posizionate lateralmente e fasciate dai pantacollant neri,il resto coperto da un vestito corto con sopra un cardigan grigio; la pelle olivastra,emanava un profumo dolce e carnale misto all’odore delle Marlboro. Sì,era irresistibile.
«Comunque scusa per stamattina.» Trovò un argomento per dire qualcosa.
«Me la sono presa con te che stavi solo cercando di difendere il tuo migliore amico; lo avrei fatto anch’io. Avrei voluto scusarmi lì ma ero troppo agitata per Chris.» fissava la piscina,davanti a sé.
«Tranquilla,è tutto ok» la rassicurò mentre si accendeva una sigaretta.
E di’qualcosa,stupido! O mi costringerai ad andarmene dato che non ho una valida motivazione per rimanere!
«È stata brava a perdonarlo. Si vede che lo ama davvero tanto. Un’altra stronza avrebbe affrontato la gravidanza da sola e gli avrebbe fatto vedere il bambino una volta ogni tanto.» parlò lui.
«Sai che Chrì  non lo farebbe mai. Ho avuto un po’ di paura poiché si lasciassero ma una parte di me si fidava di lei e sapeva che tiene molto a Zee,è una ragazza testarda,se arriva a certi livelli è perché sa quello che fa. E soprattutto sa dare il giusto valore alle cose.»
«Sono felice che tu sia qui.» Beth aggrottò le sopracciglia,non se lo aspettava un commento del genere. Forse voleva farle capire qualcosa,oppure andava compreso per quello che realmente significava. «Non credo di poter rimanere ancora per molto». Silenzio. Non ebbe il coraggio di voltarsi per guardarlo,finì la sua sigaretta lentamente,fingendo totale disinteresse. Ovviamente tutto ciò che provava con l’alcool si amplificava,quindi anche l’inesauribile attrazione che da sempre nutriva nei confronti dell’affascinante chitarrista. La cicca era terminata,nel suo cervello zuppo d’alcool balenò l’idea di allontanarsi dall’ accattivante tentazione che si trovava a pochi centimetri di distanza. Si alzò elegantemente e si sistemò il cardigan ma appena realizzò il tragitto che doveva attraversare sentì una possente mano afferrarla per il braccio e tirarla giù. Non ebbe il tempo di accorgersene: le proprie labbra erano incollate alle rosee e soffici di lui. Aprì spaventata gli occhi ma subito dopo li richiuse ed intensificò il bacio. Sentiva un bruciare dentro di emozioni,la testa leggera,sembrava voler abbandonare il resto del corpo,le labbra bramose di assaporare quelle squisite al contatto,il cuore che se ne spaziava libero nel petto,come posseduto. Aspettò qualche secondo prima di accomodarsi come più le piaceva su di lui, seduta sulle sue gambe,affondò le dita nei folti capelli scuri e gustò quel momento fino all’esaurimento.  L’odore del tabacco misto al vino le riempiva i sensi,oltre all’estrema morbidezza della carne di Brian. Questo la prese per i fianchi,cercando di avvicinarla di più al proprio corpo e,senza staccarsi,Elisabeth cambiò posizione sistemandosi a cavalcioni sul suo bacino. Nel frattempo le loro lingue si accarezzavano,i denti mordevano,i sospiri aumentavano. Molto probabilmente tutto ciò non sarebbe successo se non fossero stati così allegri. A questo punto, SANTO ALCOOL.
«Brian! Beth! Ma cosa state facendo!?» l’urlo di una fin troppo alticcia Francy li distolse dal passatempo appena scoperto.
«Ma te li fai i cazzi tuoi per una buona volta,lasciali stare!» dalle spalle della ragazza comparve quel gigante di Jimbo che la spinse in casa,ridendo.
Anche i due avvinghiati risero,poi i loro sguardi si incontrarono nuovamente.
«Forse è meglio che andiamo.» azzardò Beth,leggermente imbarazzata.
«No,perché?» la ammirò sorridendo e la strinse più forte.
La ragazza sbuffò. Aveva voglia di rimanere lì con lui ma una parte di lei le diceva che era sbagliato. E per quanto ignorasse quella voce,la sua maledetta moralità le impediva di procedere quell’azione. Si odiava quando era così.
«Ragazzi! La donna incinta ci vuole tutti fuori dai piedi,vuole dormire!» Loredana si affacciò dalla vetrata e li chiamò beffando Chris.
Senza volerlo Brian mostrò il suo famigerato collo muscoloso; Beth sbarrò gli occhi,ci mancava poco che le usciva la bava dalla bocca. Avrebbe potuto benissimo recitare la parte di una vampira in un film,in quel momento. Lo guardò e alzò le spalle innocentemente,prima di sollevarsi ed entrare in casa.
Avrebbe avuto un’altra occasione,senza dubbio.


Memphis, 29 Novembre 2008 – 6.17 pm.


Tutti erano sul luogo del concerto dei Sevenfold,tranne Beth. Si era resa conto di quello che era successo con Gates, e poco le piaceva. Anche se,di fatto,entro la fine di Dicembre sarebbe tornata in Italia. C’era sempre qualcosa che la tormentava e non le permetteva di filare liscia con i suoi pensieri. L’istinto? Sarebbe saltata immediatamente addosso a Syn,se avesse assecondato quello. E perché non lo aveva fatto? Perché aveva aspettato di essere in intimità e per di più brilli,per agire? Che poi aveva agito lui,ma va beh. Assorta in quelle riflessioni e auto-interrogatori,si addormentò sul letto della propria camera d’albergo.
Seize the day,or die regratting the time you lost,it’s empty and cold without you here,too many people to ache over..”
Il suo cellulare squillò. Erano le sette e quarantasette di sera. Era Zacky.
«Si?»
«Bee,siamo tutti in ospedale,Jim si è sentito male.»
«Cosa? Dove siete? A quale ospedale? Mio Dio.» si passò  una mano tra i capelli; già stava sudando.
«Siamo al Lorris Hospital,prendi un taxi»
«Arrivo». E riagganciò.
Così come stava,prese la borsa e uscì,chiamò un taxi e li raggiunse in ospedale.
Le dissero di salire fino al terzo piano.
Li trovò.
«Cosa è successo?» domandò trafelata,con l’agitazione che le mangiava lo stomaco.
«Stavamo nei camerini,ad un tratto sbianca e sviene» Spiegò a stento Brian.
«Scommetto che ha mangiato o bevuto qualcosa che gli ha fatto male. Vero?» Era quasi arrabbiata con gli altri della band,spesso si permettevano di esagerare ma non capivano di non essere invincibili. «Ehm.. Abbiamo bevuto,come sempre» ricordò Christ.
«Come sempre cioè troppo» commentò acida,guardandoli torva. Gli altri stavano zitti e ascoltavano.
«Cosa vorresti dire?» ribatté il primo chitarrista.
«Che non c’è mai una volta che vi limitiate,che uno può stare tranquillo senza l’ansia che possiate collassare sul palco,mai una volta che non puzziate di alcool» I suoi occhi stavano prendendo le sembianze di punte di fuoco.
«In poche parole ci stai dando degli alcolizzati» Gates stava assumendo lo stesso tono.
«Quasi.» rispose senza guardarlo.
«Ma come ti permetti? Non sei nessuno per giudicarci,sono cazzi nostri quello che facciamo» già le stava sbraitando contro.
«E no,è qui che ti sbagli. Devi sapere,caro Haner,che non esisti solo tu su questa Terra,ci sono persone che ti ruotano attorno e che ti vogliono bene,se ti dico queste cose  è perché non voglio che stai male. Lo vedi poi che succede?» indicò la porta dietro la quale si trovava il batterista. Era la prima volta che si sentivano dire queste cose,nessuna ragazza si era mai azzardata  a “criticare” il loro stile di vita. Brian era permaloso,si era sentito offeso dalle parole della mora,non andava assolutamente bene. Camminò a passo spedito verso l’uscita con i cellulari –due- e le Rosse.
 
h 8.25 p.m

Era un po’ che attendevano il medico. La loro attenzione venne richiamata da un uomo di circa quarant’anni,capelli corti e scuri,occhi verdi,abbronzato. Proveniva dalla stanza di Jimmy,quindi era del settore. «Un parente?» domandò avvicinatosi ai ragazzi.
«Siamo tutti parenti» constatò Matt. «Beh,tanto non era strettamente necessario ma devo sempre chiederlo» si fece spazio un bianchissimo sorriso sulle labbra del signore.
«Il paziente sta bene,ora. Ha avuto problemi con il fegato,dovrà stare ricoverato qualche giorno e quando uscirà dovrà tagliare nettamente le abitudini,mi capite,no?»
Tutti si guardarono e annuirono. Beth era furiosa. Il dottore salutò cordialmente e se ne andò.
«Tesoro,tutto bene?» la dolcezza di Chris,a volte,era disarmante.
«Sì,sì. Tu,piuttosto? Come sta l’esserino?»
Sorrise. «Sono stanca,mi sa che torno con te in albergo.»
«Sì,andiamo a salutare»
Salutarono tutti e andarono a cercare Haner ma lui si rifiutò.


«È proprio uno stronzo» bisbigliò a denti stretti Beth,mentre entrava nel taxi.
«Ieri sera non la pensavi così» la provocò Chris,osservandola con la coda dell’occhio,facendo finta di cercare qualcosa nella borsa.
«Ero ubriaca» replicò.
«Sì,e io avevo il ciclo. Ma fammi il piacere.» risero entrambe.
«Ma stai zitta» le diede uno schiaffetto leggero sulla spalla.
Quanto aveva ragione. Purtroppo quella bionda capiva sempre tutto prima di lei,quando si trattava di ragazzi. E sarebbe sempre stato così,perché l’una senza l’altra non esisteva,perché Beth e Chris erano la stessa persona,perché erano come una stella,brillavano di luce propria,una stella che anche se arrivava all’estremo del suo splendore,non si sarebbe spenta. Mai.

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