Cercando l'amore - Ai o sagashite

di NekoShadi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Io, troppo diversa per essere come loro ***
Capitolo 2: *** Cercando l'amore ***
Capitolo 3: *** Il contratto con l'Aigami ***
Capitolo 4: *** Lampo di orrore: Nora Sendo ***



Capitolo 1
*** Io, troppo diversa per essere come loro ***


 Ecco fatto. La sveglia era già suonata da venti minuti, e io puntualmente non l'avevo sentita, obbligando mia madre ad alzarsi per buttarmi giù dal letto.
-Kaname! Possibile che sei sempre in ritardo?!- mi rimproverò.
-Cheeee?! Ho solo 10 minuti?!- dovetti fare tutte gli affari di routine mattutina in quel poco tempo che mi rimaneva, così mi ritrovai con la fetta biscottata in bocca, la divisa indossata alla male in peggio e le mani occupate a sistemare i capelli arruffati ancora dopo la lunga dormita, l'ultima di quell'estate.
Lo scuolabus sarebbe arrivato a momenti, e, almeno il primo giorno di scuola, non potevo perderlo, perché di sicuro i posti in ultima fila della mia nuova aula sarebbero spariti quasi immediatamente, scippati da quel branco di fannulloni quali erano i miei “adorati” compagni di classe.
Scesi le scale tentando un'ultima vana sistemazione alla frangia che proprio non ne voleva sapere di restare a posto.
Uscii dal cancello e mentre correvo verso la fermata, lo scuolabus stava già per ripartire: -Si fermi! Si fermii!- non avevo più fiato in gola, ma per fortuna l'autista mi aveva sentito.
Appena salii tutti mi guardarono e si misero a ridere. Avevo fatto la solita figuraccia di inizio anno, quindi la sfortuna mi avrebbe perseguitato tutte le sante mattine. Mi guardai in giro per cercare un posto libero, e finalmente ne scorsi uno; probabilmente lui l'aveva tenuto apposta per me.
-Ciao Saito!- dissi.
-Kaname! Non hai sentito la sveglia?!-
-Dovresti esserci abituato ormai!-
-Sisi, ma secondo me dovresti..-
-Dai dai! Non farmi lezioni!- lo interruppi. Sapevo che voleva dirmi, come faceva ogni volta, che dovevo andare a letto più presto, che dovevo puntare la sveglia qualche minuto prima e bla bla bla, ma non volevo ascoltarlo, era dalle elementari che mi faceva sempre la stessa ramanzina. Saito Nagashi è un mio amico d'infanzia, lo conosco da quando avevo tre anni. È un ragazzo giudizioso e puntuale, ha una media dei voti molto buona a scuola e tutti lo chiamano “secchione”; tuttavia non ha proprio la faccia di uno che perde il suo tempo a studiare, anzi, fisicamente non è mica male; ha la mia età ed è il ritratto sputato di un principe azzurro: snello, alto, occhi azzurri e capelli biondi, ma il carattere non è certo dei più romantici, ma non fa per me, io ho bisogno di qualcuno che ami di più divertirsi, trasgredire le regole, non in modo esagerato, proprio come faccio io.
Ah dimenticavo, il mio nome è Kaname Minazuki, ho sedici anni, capelli castani, occhi castani, maldestra (anche troppo), vivace e combina guai. Segni particolari: mai avuto un fidanzato. Tutti a questo ultimo proposito mi dicono “c'è tempo” oppure “hai solo sedici anni”, ma io lo considero il mio peggior difetto; sì, perché quando sono in compagnia delle mie amiche, loro hanno tanto da raccontarsi e io invece mi ritrovo a fare sempre e solo l'ascoltatrice.
Comunque in realtà non ho mai incontrato “l'amore vero”, solo qualche cottarella qua e là, per qualche belloccio della tv, per qualche compagno di classe tanto simile a me, ma mai niente di serio. Invece loro sì; storie, anche lunghe, con le quali hanno coronato la loro reputazione di “ragazze normali”.
Scesi dal pulmino prima di chiunque altro e mi misi a correre; dovevo agguantarmi il posto migliore, e l'entrata del primo giorno di scuola per questo si trasformava sempre in una maratona, quasi tutti fremessero dalla voglia di mettersi a studiare.
Quando arrivai in classe i posti migliori erano già tutti occupati; finiva così ogni anno, sì, perché c'erano dei geni odiosi che invece di prendere lo scuolabus si facevano portare comodamente in macchina. Avevo provato a proporlo anche io a mia madre ma lei mi aveva risposto “pago il servizio dello scuolabus, sfruttalo”, e così perdevo sempre l'occasione. Per fortuna anche Himea era venuta in auto, così era arrivata presto in classe ed era riuscita a prendere due posti in penultima fila, non il meglio, ma certo sempre più accettati di quelli in prima fila.
-Kaname! Ho preso un posto anche per te, vieni!- affermò.
-Oh Himea! Sei la mia salvatrice!-
-Per un posto? Dai non dire sciocchezze!-
Himea Kuran è la mia migliore amica; era una persona tranquilla (anche se a volte dice cose da ritardata) e abbastanza ambita per le sua eccezionale forma fisica; faceva molto sport e questo gli dava degli evidenti benefici. Ha i capelli castano chiaro, spesso raccolti in due codini e gli occhi blu mare.
-Ciao ragazze!- per completare il quartetto delle amiche arrivarono anche Miki Oshino e Ami Kazuya, altre due mie care amiche.
-Ragazze è successa una cosa tremenda! Mia cugina ha lasciato Gekkou, quindi ora dovremo sopportare più spesso la sua presenza!- iniziò Miki.
-Ma no dici sul serio?! E tu con Daichi?- continuò Himea.
-Daichi è supremo! Mi fa sentire una principessa! Non so come ho fatto a non accorgermi prima di lui!-
-Ah ragazze sapete che ieri io e Kiro abbiamo fatto sei mesi?- continuò Ami.
-Complimenti Ami!! Invece io sono stata ufficialmente invitata per un appuntamento dal mio Ryo!- concluse Himea.
Tutte e tre guardarono verso il cielo con aria assorta e con occhi sognanti. Ci risiamo, io non avevo nulla da raccontare; nessuna storia estiva, nessun appuntamento, nessuna novità.
-Dai ragazze basta! È triste per Kaname sentire questi discorsi! Lo sapete che lei non ha un ragazzo!-
-Grazie di avermelo ricordato Himea!- esclamai.
I suoi occhi diventarono lucidi e mi abbracciò chiedendomi scusa, ma il dado era tratto ormai. Ci ero abituata, lei diceva queste cose per difendermi e finiva sempre per essere quella che mi faceva sentire più pesante questo fardello.
Per fortuna la prof arrivò e cominciammo il primo giorno di scuola con tutt'altri discorsi, i soliti: come sono andate le vacanze? Dove siete andati? Avete fatto i compiti? Un momento; dannata la mia memoria corta! I compiti! Non li avevo finiti! La prof di sicuro li avrebbe chiesti l'indomani e come diavolo facevo io a fare tre relazioni, due capitoli di matematica e leggere un libro intero?!?! Ok ero nei guai sino al collo! Aspetta, forse avevo una sola possibilità di uscirne viva: Saito! Lui li aveva fatti tutti ne ero sicura, dovevo chiederglieli per forza.
La campanella suonò anche la fine della terza ora e così potemmo uscire tutti per l'intervallo. Ah quanto mi era mancato l'intervallo! L'ultimo mese dell'anno scolastico precedente avevo passato tutte le mie pause in punizione perché ero stata incolpata di aver scritto sulla porta dei bagni che la mia prof di matematica è una vecchia bacucca. In realtà non ero stata io, ma una primina arrogante e antipatica; io l'avevo scoperta e lei aveva fatto una scenata dando la colpa a me.
-Amato dolce intervallo!-
-Ti è mancato eh?- disse Himea.
-Ovvio! Prova tu a stare seduta in classe tutti i santi intervalli con la prof Toware che ti fissa assiduamente!-
-Non ci tengo grazie!-
All'improvviso sentii le urla delle ragazzine impazzite provenire dal fondo del corridoio e avvicinarsi sempre di più.
-Immagino che stia arrivando lui..- affermò la mia migliore amica.
-Lui.. chi?-
-Guarda!-
Guardai nella direzione dalla quale provenivano quei disgustosi starnazzamenti di gallina per vedere cosa ci fosse di tanto eccitante da agitarsi in questo modo.
Appena i miei occhi incrociarono i suoi sentii il mio cuore battere a mille, tutto si oscurò a parte quella figura; occhi cobalto, capelli corvino, alto fiero ed elegante, mai visto nulla del genere, il ragazzo più bello che abbia mai incontrato.
-Hei Himea! Chi è quel ragazzo?!- chiesi sbavando e non distogliendo gli occhi da lui.
-Quello è Yuiichi Sakurai, 17 anni, frequenta la quarta sezione blu ed ha la fama di essere il ragazzo più ambito della scuola!-
-Lo credo bene! Sai altro per caso?-
-Beh è il mio vicino di casa quindi lo conosco da quando eravamo piccoli; so che la sua media dei voti è imbattibile, che è rappresentante del consiglio studentesco e che i suoi sono divorziati e lui vive col padre, ti basta?-
-Tu lo conosci?!-
-Ovvio!-
Appena Yuiichi guardò verso di noi riconobbe Himea e venne a salutarla, io non la smettevo di fissarlo.
-Ciao Hime! Come stai?- iniziò lui.
-Yu! Benissimo direi! Ah volevo presentarti una mia cara amica, Kaname Minazuki!-
Mi porse la mano e io gliela strinsi, mi sembrava di essere in un sogno
-P-p-p-p-p-p-piacere!-
-Piacere mio! E così tu sei la famosa Kaname! Hime mi ha parlato molto di te, dice che sei la sua pasticciona preferita!-
-Hehe! Dai non è così pasticciona in fondo!- Himea cercò di discolparsi dopo che le avevo lanciato un'occhiata fulminea come per dire “ma cosa gli vai a raccontare?”.
-Bene, ora devo andare che ho la riunione, spero di conoscerti meglio Kame! Posso chiamarti così vero?-
-Certo! Io posso chiamarti Yu?-
-Mi farebbe piacere!-
Se ne andò con il suo passo elegante, nello stesso modo in cui era arrivato con quell'aria di un ragazzo che, nonostante avesse tutto ciò che una ragazza poteva desiderare, non si vanta del suo successo e tende a stare coi piedi per terra.
Passai le ultime due ore della giornata ripensando a quel meraviglioso sorriso, a quei meravigliosi occhi e non riuscii nemmeno per idea a seguire quello che dicevano i professori.
Quando arrivai a casa mi buttai direttamente sul mio letto; che mi stava succedendo? Cos'era quel dolce tepore che avevo nel cuore? Mi ero forse.. innamorata di Yuiichi? Lo conoscevo a malapena.
Poi ripensai alla condizione in cui ero, l'unica in un gruppo di amiche a non aver mai avuto il fidanzato; troppo diversa per essere come loro, eppure non mi avevano mai escluso, per fortuna. Dovevo andare da Saito a chiedere i compiti, non ne avevo voglia ma dovevo farlo, la mia immunità a scuola dipendeva solo da quello ora.

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Capitolo 2
*** Cercando l'amore ***


Scesi in cucina e presi un pacchetto di dolcetti, servivano per corrompere Saito, e anche come simbolo di ringraziamento, visto che lui era sempre disponibile con me.
Suonai il campanello di casa sua; dapprima non rispose nessuno, ma non potevo certo andarmene così e insistetti. Dopo la quarta volta che suonavo sentii un forte “arrivo!” e mi misi ad aspettare.
Finalmente Saito aprì la porta: -Ah ciao Kaname! Scusa stavo facendo la doccia-
Rimasi imbalsamata, non avevo mai visto il mio amico senza maglietta e in quel momento indossava soltanto.. un asciugamano.
-Copritii!- gridai facendo finta che mi urtasse.
-Scusa adesso faccio subito! Come mai sei qui?-
-Ehm si.. Saituccio, mi passeresti i compiti di matematica e le 3 relazioni che c'erano da fare?-
-Ma Kaname!-
-Ti prego! Sono in un mare di guai!-
-Lo sai che questo non giova per le tue medie!-
-Sisi.. però prometto che mi impegnerò! Ma adesso aiutami!!-
-D'accordo.. sei proprio incorreggibile!-
Lo ringraziai, lo riempii di elogi e infine gli diedi i dolcetti che avevo comprato apposta per lui e Saito ne fu sorpreso.
Quando arrivai a casa presi un mucchio di fogli e mi misi a copiare in fretta e furia. Volevo metterci meno tempo possibile, perché volevo usare il computer per vedere se quel bellissimo ragazzo che avevo conosciuto quel giorno avesse un profilo di Facebook.
Già, quel ragazzo, Yuiichi Sakurai, non riuscivo proprio a togliermelo dalla testa: i suoi meravigliosi occhi cobalto, i suoi meravigliosi capelli corvino, il suo accattivante sorriso; mi ero forse innamorata? Ma così a prima vista.. beh mi sembrava impossibile! Non credevo ai colpi di fulmine, e conoscendomi non mi innamoravo di certo così per così.
Amore, ancora quell'argomento che mi stava così antipatico, quell'argomento del quale tutti parlavano con entusiasmo mi irritava tantissimo.
Guardai l'annuario che stava sopra la scrivania; eravamo a settembre, ma i miei occhi si volsero direttamente al mese di febbraio, precisamente sul 14 febbraio, quel maledetto giorno di San Valentino dal quale tentavo sempre di fuggire, non avendo nessuno a cui dare il mio regalo, a cui dedicare quella data odiosa. Eppure tutte le volte mi toccava subire le smancerie delle mie amiche, indecise sul tipo di scatola in cui mettere i cioccolatini per il fidanzato e mi toccava sopportarne il dolore nel mio silenzio interiore.
Ormai mancava solo un mese al mio diciassettesimo compleanno, e non aver mai avuto un partner, beh, era piuttosto grave.
Tirai un sospiro e chiusi gli occhi per qualche istante; quando li riaprii stetti per tirare un urlo; non capivo cosa stesse succedendo: la stanza stava come per subire una distorsione spaziale il cui centro era proprio quel numero nell'annuario, dal quale all'improvviso uscì una mano, poi una gamba, poi l'altra mano, poi una spalla; ehi un momento; dalle pareti non escono queste cose!! Mi rovesciai dalla sedia e con una corsa all'indietro mentre osservavo il fenomeno, arrivai dall'altro lato della stanza. La figura poggiò i piedi per terra, era un ragazzo.
-C-c-c-c-c-c-c-c-chi s-s-s-s-sei?!?!?!??!- balbettai.
La strana figura mi guardò, ma sembrava che non avesse sentito la mia domanda: -Kaname Minazuki, 16 anni! Ecco il mio nuovo lavoro!-
Ehi! Come sapeva il mio nome? Chi era? Ma soprattutto cos'era?! E poi lavoro? Che lavoro?!
Era buffo, più che buffo strano: aveva i capelli castano scuro con delle meshes rosse e gli occhi color rubino, ma la cosa più strana era il vestito che indossava, simile agli eroi dei manga, ma reso più ridicolo da un medaglione a forma di cuore che aveva a livello del petto e un braccialetto con un cuore di quelli che si dividono a metà (intero però), insomma, un ragazzo non era adatto a questo genere di ghiribizzi. Ah, poi aveva un paio di alucce bianche sulla schiena.
Puntai il mio indice contro la sua faccia ripetendo la domanda che avevo posto poco prima nello stesso modo. Lui, stavolta, parve aver sentito e dapprima mi fissò per qualche istante poi parlò: -Tu puoi vedermi?-
-Ehm... si.. c'è qualcosa che non va??-
-Capisco..- iniziò, poi aggrottò le ciglia: -TU PUOI VEDERMI?!??!?!?! AAAAAAHHHHHHHHH!!!- cacciò un urlo e quando cominciò lui, iniziai anche io. Gridammo per circa 10 secondi, faccia a faccia.
-Co-co-cosa sei?! Aliena?-
-No! Sono Kaname Minazuki! Ei a proposito, come fai a sapere il mio nome?!-
-Ma che diavolo! Proprio a me doveva capitare una che può vedermi?! Mi stavi per far venire un infarto!-
-Senti un po' bello! Cosa dovrei dire io che mi sono vista qualcuno uscire da una parete?!-
-Quella è la mia entrata di stile!-
-Entrata di stile?!?! Dall'annuario??! Dal 14 febbraio?!-
-Quello è il giorno più importante nella mia dimensione! Tutti gli Aigami vanno dai propri protetti passando per quel giorno!-
-Ai.. che?-
-Aigami!-
-Che cavolo vuol dire? Me lo spieghi ragazzo con i cuori?!-
-Ehi! Non chiamarmi ragazzo con i cuori! Mi chiamo Alejandro!-
-Alejandro?! Puhahahah! Che razza di nome è? Mi prendi in giro?! Non esiste!-
-Esiste invece! Non qui in Giappone, ma esiste, razza di poco acculturata!-
-Modera i termini con me! E poi non mi hai ancora detto cos'è un Aigumi!-
-Aigami!-
-Fa lo stesso!-
-Gli Aigami, come gli Shinigami, sono degli dei, ma a differenza dei secondi, sono degli dei dell'amore!-
-Wow! E cosa me ne faccio io di un Dio dell'amore? Mi sa che hai sbagliato persona, io non so cosa sia l'amore!-
-Per questo sono qui! Per aiutarti a trovare la strada del primo amore!-
-Oh fantastico! E io dovrei aver bisogno di te?-
-Ogni persona è accompagnata da un Aigami nella sua prima esperienza!-
-E allora.. PERCHE' MAI DA ME SEI ARRIVATO COSI' IN RITARDO?!-
-Beh ecco... dobbiamo spesso ritardare qualche persona perché il personale scarseggia!-
-E PROPRIO A ME DEVE SUCCEDERE?!-
-Hehe non è colpa mia!-
-Sentiamo.. come faresti ad aiutarmi?!-
-Facendo sì che il destino che è stato scritto per te si avveri!-
-E quale sarebbe il mio destino?!-
-Stare con Saito Nagashi!-
-S-Saito?! MA TU SEI FUORI! Non ci penso neanche a stare con lui! È bello si, ma a me non piace!-
-Ma questo è il tuo destino!-
-Non m'importa! Lo cambierò!-
-Certo che sei cocciuta! Accidenti! Mi farai licenziare!-
-Che mi importa di te! Ti dirò, con quei modi mi stai pure antipatico!-
-Oh bene! Non è che tu sia in una posizione migliore!-
-Senti non m'importa io me ne vado a mangiare, tu fai un po' quello che ti pare!-
Uscii dalla mia stanza sbattendo la porta; accidenti quanto era insopportabile! Voleva fare il saputello e decidere cosa dovevo fare della mia vita, Aigami tsk.. a me quello sembrava più un Kiraigami (Dio dell'odio). Per tutto il tempo in cui cenai, sperai fortemente che quell'Alejandro se ne fosse andato, visto che non ci sopportavamo a vicenda, tuttavia quando tornai in stanza era sdraiato sul mio letto che leggeva uno dei miei manga.
-Ah bene! Mi stai antipatico e fai pure quello che vuoi!-
-Me lo hai detto tu prima di fare quello che volevo, e io ti ho preso alla lettera!-
-Ma in un altro senso! Senti ora perché non te ne vai?-
-Non me ne andrò fino a quando non avrò portato a termine il mio lavoro, sappilo!-
-Cosa?-
-Hai capito bene! E questa stanza, d'ora in poi non sarà più solo tua!-
-COSA?!-
-Questo è tutto!-
-Ora sparisci! Sparisci immediatamente dalla mia vista!-
-Non ci penso nemmeno!-
-Senti un po' la decisione che hai preso non mi piace! E in ogni caso ora mi devo cambiare, quindi te ne devi andare per forza!-
-Perchè dovrei?-
-Perchè non mi cambio davanti ad un ragazzo, ovvio!-
-Ma io sono un Aigami, uno spirito! Fai quello che vuoi non mi scandalizzo!-
-Ma hai le sembianze di un ragazzo e ciò mi irrita!-
-Uffa che noiosa!- schioccò le dita e fu avvolto da un fumo tramite il quale cambiò forma. -Così va meglio? Ragazzina capricciosa?-
Improvvisamente i miei occhi si fecero a stelline; accipicchia quanto era tenero e morbidoso! Aveva assunto le sembianze di un pupazzo a forma di orso di colore rosso, con un musetto a forma di cuore bianco con al centro un tartufo della stessa forma. Non resistetti alla tentazione e incominciai a spupazzarlo e a stritolarlo.
-Quanto sei tenerooo! Siii!-
-Lasciami andare diamine!-
Non lo ascoltavo e continuavo a spupazzarlo a volontà, mi aveva fatto troppa tenerezza.

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Capitolo 3
*** Il contratto con l'Aigami ***


Si ritrasformò per evitare di venir soffocato dal mio eccessivo affetto, ma che ci potevo fare se era così tenero? Mi guardò serio e pensieroso e poi andò fuori dalla mia stanza, lasciandomi la libertà di cambiarmi per la notte.
Finalmente aveva capito cosa intendevo; era logico che davanti ad un Aigami con le sembianze di ragazzo volessi la mia privacy femminile.
Feci in fretta a cambiarmi, e mentre lo facevo pensai alle sue parole; qualcuno aveva davvero visto dall'alto dei cieli la mia situazione ed era venuto ad aiutarmi? Ancora non riuscivo a crederci, eppure lui, un Aigami, era al di là della porta e stava aspettando di poter rientrare.
-Ci sei?- mi chiese.
-Si quasi.. ancora un minuto!-
Potevo avere un destino così insolito? Così dalla mia parte, dopo che mi era stato sempre ostile in amore? Sembrava quasi che l'aver conosciuto Yuiichi Sakurai mi avesse portato fortuna, e che fossimo destinati a stare insieme.
Alejandro aveva detto tutt'altra cosa a riguardo; io avrei dovuto stare con quel perfettino di Saito? Ma per favore! Non volevo nemmeno farmene un'idea!
Non dormii tutta la notte cercando di trovare una risposta e un ordine a tutti questi pensieri, ma quel tentativo fu vano.
Il giorno dopo mi alzai presto, Alejandro era sdraiato sul tappeto e sonnecchiava ancora beato.
Non era stato un sogno, non era stato frutto della mia fervida immaginazione, no, lui era lì, che dormiva come un angioletto. Inizialmente la nuova consapevolezza di questa realtà mi spaventò molto, ma poi cominciai a vederla sotto una luce diversa, come un vantaggio, qualcosa che mi avrebbe portato finalmente a costruire il mio destino.
Senza far rumore mi cambiai e preparai la cartella, poi scesi a fare colazione e mi avviai verso la fermata dell'autobus. Avrei dovuto raccontare tutto a Himea? No. Di sicuro non ci avrebbe creduto; la conoscevo bene, lei avrebbe considerato questa storia una favola per bambini; a Saito? E come gli spiegavo la storia che noi due eravamo predestinati a metterci insieme? Di sicuro mi avrebbe detto che certe cose non esistono perché non sono “scientificamente provate” come dice lui e mi avrebbe preso come una persona con qualche rotella fuori posto.
Cercai di allontanare quel pensiero dalla mia mente, ora volevo arrivare al più presto a scuola per vedere Yuiichi, che ormai era diventato la mia unica motivazione.
-Buongiorno Kaname!- disse Himea avvicinandosi.
-B-Buongiorno! Mi hai preso di sorpresa!-
-Haha che buffa! C'è qualcosa che non va?-
-Nooo non mi è successo niente di che! Hehe!-
-Dai racconta!-
-Ma come ti ho appena detto che non è successo niente!-
-Appunto! Quando dici così vuol dire che è successo qualcosa!-
-Ehm si.. ehm ecco.. ho copiato i compiti di Saito eheh!-
-Poi?-
-Poi.. niente! Quello è quello che è successo!-
-Ma questa è una cosa normale! Dai spara la verità!-
-Normale eh? Grazie della fiducia!-
Ero nei guai, quando Himea ci si metteva diventava piuttosto cocciuta e finchè non le raccontavi tutta la verità ti fissava con i suoi occhioni verdi.
Il suo sguardo assiduo e le sue domande furono per fortuna interrotte dai gridolini di un gruppo di ragazzine che stava vicino a noi; stava arrivando lui, lo avevo capito e mi girai di scatto per ammirarlo anche solo per qualche secondo prima che entrasse a scuola e andasse nella sala del consiglio studentesco per le faccende mattutine.
-Sei bellissimo Yuiichi!!- disse una ragazza. -Ti amo!- un'altra. -Sei la nostra ragione!- un'altra ancora.
-Grazie a tutte! Sono in ritardo, scusate!- rispose cortesemente lui.
“Guarda dalla mia parte, guarda dalla mia parte!” continuai a ripetere nella mia mente, e così fu.
-Kame, Hime, buongiorno!-
-Ciao Yu-kun!- salutò Himea tranquillamente.
-B-buongiorno!- dissi io più agitata.
-Andiamo in classe anche noi?- mi chiese la mia migliore amica.
-D'accordo..-
-Si vede che sei cotta stai attenta!-
-Himea! Non dire queste cose!- mi imbarazzai.
Stavamo procedendo verso l'entrata quando un gruppetto di ammiratori di Himea la trattenne e lei mi disse di proseguire da sola che mi avrebbe raggiunto subito.
Annuii e mi incamminai quando dall'alto del cielo mi sentii chiamare: -Kanameeeee!- guardai in alto e non appena alzai lo sguardo mi ritrovai la faccia di Alejandro vicinissima alla mia con gli occhi infuocati.
Caddi a terra dallo spavento e Himea mi chiese cosa fosse successo, domanda a cui risposi dicendo che ero inciampata, certamente non potevo raccontarle che un pazzoide piovuto dal cielo mi stava fissando accanitamente.
-Che vuoi?!- dissi a bassa voce.
-Perchè non mi hai svegliato?!- chiese lui imbronciato.
-Dormivi così bene non me la sentivo di svegliarti! Senti, andiamo in un posto isolato, altrimenti sembra che io stia parlando da sola!-
Ci nascondemmo nell'angusto sottoscala, che era uno sgabuzzino per le scope e gli strumenti da pulizia.
-Io sono il tuo Aigami, devo seguirti ovunque, altrimenti come farei ad aiutarti?!-
-E io che cavolo ne sapevo? Non mi hai accennato a nulla del genere!-
-Però in fondo hai ragione..-
-Ragione?-
-Si.. io e te non abbiamo ancora stretto il nostro contratto quindi in teoria non sono ancora il tuo Aigami ufficialmente!-
-Ragione? Contratto? Ma di che cosa stai parlando?-
-Beh possiamo farlo adesso!-
Sfilò dal polso il suo braccialetto a forma di cuore e lo pose davanti ai miei occhi: -Io, Aigami di terzo livello che ha frequentato la Love Academy per 5 anni, giuro di portare a termine la missione che mi è stata affidata seguendo il corso del destino di Kaname Minazuki e facendo in modo che sia quello che è stato scritto!-
Il ciondolo iniziò a illuminarsi e Alejandro prese il cuore da una metà e lo avvicinò ancora di più a me: -Ora prendi il cuore dall'altra parte!-
Esitai un momento, ma poi feci come mi aveva detto; in un istante la luce diventò ancora più potente, sino a quando il ciondolo si divise a metà.
-Perfetto! Ora il contratto è stato stretto!- affermò Alejandro soddisfatto.
Attorno al mio polso ora c'era un braccialetto con mezzo cuore, uguale a quello che aveva anche il mio Aigami.
-Che significa?- chiesi spaesata.
-Quello è il sigillo del nostro contratto; tramite esso potrò trovarti anche quando sono lontano da te e potrò usare ufficialmente i miei poteri per manovrare il tuo destino!-
-Manovrare il mio destino?? Allora ho una richiesta da farti: fai in modo che Yuiichi Sakurai si innamori di me! Ti preeeeeego!-
-Non se ne parla nemmeno!-
-Perchèè?!-
-Perchè questo non è quello che è stato scritto per te e quindi andrebbe contro il giuramento che ho fatto e poi intralcerei il lavoro di qualche mio collega!-
-Yuiichi ha un Aigami?-
-Non lo so, non ho mai visto quel ragazzo..-
-Bene allora te lo mostrerò!-
-Fai un po' come ti pare!-
Salii in classe quando la campanella era già suonata e la prof mi rimproverò per il mio ritardo: -Minazuki! Mai una volta che arrivi puntuale tu eh?!-
-Hehe.. mi scusi!-
Himea mi guardò sbalordita; sapeva che ero arrivata presto e non riusciva a spiegarsi come avessi fatto ad arrivare tardi in classe.
Mi sedetti al mio posto e Alejandro sul mio banco in un modo che non mi permetteva di vedere la lavagna così con dei gesti gli dissi di spostarsi quando notai che tutti mi stavano fissando: -Che c'è??-
-Minazuki stai lottando con i fantasmi?-
Tutta la classe si mise a ridere, probabilmente avevo fatto dei gesti troppo evidenti: -No eheh, mi stavo.. stiracchiando!-
-Non ci si stiracchia a scuola!-
-E' vero eheh!-
Le risate si fecero ancora più sonore e io mi sentii imbarazzata a tal punto che avrei voluto sparire nel nulla all'istante.

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Capitolo 4
*** Lampo di orrore: Nora Sendo ***


Finalmente si stava avvicinando l'intervallo, momento di pausa dopo tutte le figuracce che avevo fatto quella mattina: la falsa stiracchiata con la prof di matematica, il palo invisibile con quello di Giapponese, l'amico immaginario con quella di arte, insomma le avevo passate proprio tutte, tutte per colpa di Alejandro che era sempre irrimediabilmente in mezzo ai piedi.
-Non è colpa mia, io faccio solo il mio lavoro!-
-Però potresti evitare di coprirmi la visuale della lavagna! Già non ci capisco nulla se ti ci metti anche tu! Poi hai visto quante figuracce mi hai fatto fare? Che sia la prima e l'ultima volta!-
-Muhaha! Che ridere!-
-Io non ci trovo niente da ridere! Ascoltami, la classe è grande, solo io ti posso vedere, potresti metterti sul banco di qualcun altro e stare bello tranquillo per le ore di lezione!-
-Ma mi annoio!-
-Anche io mi annoio, ma non posso farci niente! Comprendimi diamine!-
Himea mi raggiunse dopo aver terminato di chiedere una cosa alla prof di arte: -Come mai stamattina sei arrivata in ritardo?-
-Eh.. ehm.. ecco.. beh.. ho il passo lento! Sisi il passo lento!-
-Guarda che l'ho capito che sei strana oggi.. mi vuoi dire cosa realmente sta succedendo??-
-Niente! Te l'ho assicuro! Non ho fatto un incontro speciale, niente di niente!-
-Chi hai incontrato? Dimmelo dimmelo dimmelo!- cominciò a chiedere incuriosita.
-Ti ho detto che non è successo niente!-
-Tu hai detto che non hai fatto alcun incontro speciale senza che io te l'abbia chiesto: escusatio non petita, accusatio manifesta (la scusa non richiesta è un accusa manifesta)! Quindi significa che hai incontrato qualcuno di speciale!-
-Non parlare in latino.. mi irriti!-
-Che ci posso fare se sono appassionata delle lingue occidentali?!-
Miki e Ami ci raggiunsero dopo aver fatto la spesa alle macchinette.
-Di che si parla ragazze?- iniziò Miki.
-No Miki! Qui non si parla! La nostra cara Kaname ha un segreto che non mi vuole liberare!- disse Himea provocatoria.
-Cosa ci nascondi Kame? Susu! Vogliamo sapere tutto!- continuò Ami.
Io cercavo scuse di tutti i tipi mentre Alejandro imitava le mie amiche in tono sarcastico e rideva vedendomi in difficoltà: avrei voluto gridare: “Guardate! Vedete quel ragazzo vestito di rosso?! Quello è il mio Aigami” indicandolo, ma poiché io ero l'unica in grado di vederlo, mi avrebbero preso per una fuori di testa visto che loro si sarebbero messe a fissare solo un punto nel vuoto.
Ad un certo punto ad Himea si illuminarono gli occhi e mi guardò ancora più famelica di novità di quanto lo fosse prima: -No Kame, così non va bene! Tu sei fidanzata e non ce lo vuoi dire vero?-
-F-Fidanzata? Ma di che cosa stai parlando?- le domandai senza capire bene.
-Quel braccialetto ne è la prova!!!!- esclamò indicando il braccialetto che portavo al polso con il cuore a metà.
Io mi misi a guardarlo: -Ah questo? Haha! Ma figurati! È solo un braccialetto con un cuore a metà che c'è di male?-
-CHE C'E' DI MALE?!- dissero Himea, Ami e Miku in coro.
La mia salvezza fu, ancora una volta, non una scusa ma una circostanza di panico e ammirazione che si veniva a creare attorno a noi: stavolta però era tutto diverso; le ragazze erano radunate in un angolo e tra di loro sembravano circolare pettegolezzi di ogni tipo, che si raccontavano con le facce scure piene di rabbia.
Sparsi per il corridoio, invece, c'erano i ragazzi, tutti con la bava alla bocca intenti ad ammirare qualcosa, o meglio qualcuno, o meglio ancora, le curve di qualcuno. Girai un po' lo sguardo per cercare di capire cosa fosse il motivo di tanta agitazione.
All'inizio passarono due ragazze, molto diverse l'una dall'altra: una era alta, bionda e snella, sembrava quasi una ballerina, l'altra era bassa, grassottella e mora: tra me e me dissi “tutto qui?” ma evidentemente non avevo capito che il vero soggetto per cui si era creata quella tensione non era ancora arrivato.
-Chi sono quelle due?- chiesi ad Himea.
-Chi sono? La bionda è Reya Kira, la mora è Mimi Yuzuki, sono chiamate “le pagge”-
-Pagge? Che razza di nome è?- dissi quasi ridendo.
-Adesso capirai.- rispose Himea invitandomi a guardare nella direzione in cui erano venute le due.
I versi di ammirazione dei maschi si fecero ancora più forti, probabilmente perché lei era ormai vicina a noi. Guardai Alejandro, per vedere che reazione avesse: lui era l'unico ragazzo senza un minimo di espressione da cascamorto, anzi sembrava quasi schifato da quella vista.
Quindi diressi il mio sguardo verso il fondo del corridoio, la intravidi e continuai a fissarla per capire cosa avesse di speciale.
Era alta, magra, con la gonna più corta di quelle ordinarie della divisa scolastica, e le scarpe con il tacco nonostante fossero contro il regolamento di buon costume.
Le labbra scarlatte, truccate con vistoso rossetto, contrastavano con la pelle chiara e perfetta del suo viso, così come gli occhi scuri contrastavano con i capelli castano chiaro perfettamente lisci che si libravano nell'aria.
Ella appena vide i suoi ammiratori quasi morirle vicino, sorrise in modo accattivante, accentuando la sua camminata già fin troppo da modella.
La perfezione? Madre natura? Beh poteva anche essere scambiata per queste due cose se il suo difetto estetico peggiore non fosse così maledettamente evidente: fu la prima cosa che notai, anche grazie al modo in cui camminava.
-Accipicchia che fianchi larghi!- affermai a voce alta senza accorgermene.
In un secondo tutte le parole di ammirazione e tutti i versi dei ragazzi innamorati, tutti i mormorii e i pettegolezzi delle ragazze cessarono di animare l'ambiente attorno a noi divenne la culla di un silenzio quasi tenebroso dal modo in cui si era creato improvvisamente.
L'unico rumore che ruppe il silenzio fu lo schiocco del tacco della ragazza che si fermò poco oltre di me.
Le mie amiche si allontanarono improvvisamente da me quasi spaventate, mentre i capelli svolazzanti di lei lasciarono intravedere uno sguardo malvagio diretto a me.
-Bhe che succede?- chiesi sentendomi al centro dell'attenzione.
-Hai qualche problema nullità?- disse lei.
-Io? Nessuno. Hei! Come mi hai chiamato?!?!-
-Nul-li-tà!- ripetè lei dividendo le sillabe.
Himea si mise in mezzo tra me e la ragazza balbettando qualcosa: -S-Si Kaname! Hai ragionissima!! Miku come puoi non capire che se mangi troppa cioccolata ti verranno i fianchi larghi?-
-I-io?- disse Miku sentendosi chiamata in causa.
Il silenzio fu bruscamente interrotto dai gridolini delle ragazze che prima stavano spettegolando su quella ragazzina insolente.
Stava arrivando Yuiichi che era appena uscito dalla sala del consiglio studentesco: era bello e perfetto come al solito, non un capello fuori posto, non un segno di stanchezza, niente, solo la bellezza assoluta.
La ragazza si girò di scatto: -Amore!-
Un incudine di 200 kg mi piombò sulla testa dopo aver sentito quell'appellativo: Amore? Cioè fammi capire, il mio futuro ragazzo era appena stato chiamato Amore da una smorfiosa? Da miss fianchi larghi?
-Amore?- ripetei a bassa voce.
-Non ho voluto dirtelo prima per non rovinare la tua felicità Kame..- disse Himea.
-Non capisco.. che sta succedendo?-
-Vedi Yuiichi Sakurai in realtà.. è fidanzato.. fidanzato con Nora Sendo, ehm.. “fianchi larghi” come l'hai chiamata tu!-
Alejandro guardò la mia faccia sbigottita e rise a crepapelle. Nora prese a braccetto Yuiichi che le sorrise timidamente: alla vista di quella scena tutti i ragazzi si misero a piangere e le ragazze invece tramavano l'omicidio di fianchi larghi.
-N-N-Nora S-S-Sendo?!?!- balbettai io.
-Si..- confermò Himea.
Appena Yuiichi mi vide mi salutò con la mano e Nora mi guardò male: -Lascia stare quella mezza calzetta!-
-Cosa? Brutta..- cominciai a insultarla nella mia mente, avrei voluto saltarle addosso e strapparle ogni capello uno ad uno e lasciarla pelata davanti allo stupore di tutti, ma Ami e Miku mi trattennero.
Mezza calzetta, aveva osato chiamarmi mezza calzetta! Nora Sendo, miss fianchi larghi! Avevo già assaporato la sua perfidia e la sua esuberanza un anno prima, anno in cui andavo in secondo e lei era solamente una stupida primina, ma ora esagerava! In fondo sono più grande di lei e mi chiama mezza calzetta?! Ma soprattutto perché Yuiichi Sakurai, così bello, magnetico, raffinato e gentile doveva mettersi con quella insignificante ragazzina?!
Non riuscivo ad accettarne l'idea, erano troppo diversi e poi lui era mio, solo mio, o meglio, presto lo sarebbe stato!

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