London trip!

di Valu Valonsa
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Primo Capitolo! ***
Capitolo 2: *** Secondo Capitolo! ***
Capitolo 3: *** Terzo Capitolo! ***
Capitolo 4: *** Quarto Capitolo! ***
Capitolo 5: *** Quinto Capitolo! ***
Capitolo 6: *** Sesto Capitolo! ***
Capitolo 7: *** Settimo Capitolo! ***
Capitolo 8: *** Epilogo! ***



Capitolo 1
*** Primo Capitolo! ***


Vivevano,in paesi molto lontani,due giovani ventenni.Le loro vite,completamente diverse,si sarebbero scontrate a Londra.
Lei era la semplice ragazza di Soul Lake City: una brillante studentessa in Giurisprudenza,ma con una vita sociale poco ampia.Aveva un volto molto amichevole,grandi occhi verdi e un sorriso smagliante,ma nonostante tutto era molto tidima.Il suo nome era Julie Luck. La sua famiglia,per il ventesimo compleanno,le aveva regalato un corso di approfondimenti a Londra;il suo più grande sogno!!!
Joe Carter,invece,era totalmente diverso.Nato e cresciuto a New York,grazie alla sua tenacia era riuscito ad entrare nella squadra di rugby.Da subito si era fatto notare per il suo talento e in meno di un anno era diventato il leader della squadra.Era estroverso,socievole e bellissimo.Era il tipico ragazzo moro occhi azzurri,che riusciva a far innamorare di se tutte le ragazze che incontrava sul cammino.Sapeva cosa fare con le ragazze,ma ne restava sempre un po alla larga.Non si era mai davvero interessato a nessuna,perchè seguiva sempre e solo una regola: prima lo sport,il resto era di secondaria importanza.Lo ripeteva in continuazione,come se fosse un suo motto personale e con il passare del tempo la sua via iniziò a rispecchiarlo appieno.
In ogni caso chi per sport,chi per passione si ritrovarono entrambi nell' immensa universita; di Oxford.
Il loro incontro avvenne casualmente.Era una soleggiata giornata londinese.Julie era solita studiare sotto l'ombra di un maestoso albero.Poco lontano vi era invece un campo nel quale si allenavano i NYCity pronti a sconfiggere i primi in classifica,nonche prossimi rivali: i Manchester City.
Julie si sedette all’ombra di un maestoso albero e iniziò il suo studio.A causa del lancio troppo forte del difensore Cooney,la palla fuoriuscì dal campo e si fermò vicino all’albero.Julie all’inizio non ci fece caso,ma quando sentì qualcuno gridare ”Pallaaaa!” si alzò e la prese.Conoscendo i suoi limiti sportivi e soprattutto la sua pessima mira,Julie,piuttosto che lanciarla,decise di consegnarla direttamente.Arrivò all’entrata del campo,dove c’era un ragazzo ad aspettarla e gliela porse.Joe dal canto suo rimase sorpreso dall’atteggiamento della ragazza e non solo da quello. Continuava a guardarla fisso negli occhi,ma Julie non abbassò lo sguardo.Aspettava che questo ragazzo prendesse la sua palla per poter tornare a studiare.All’improvviso dal fondo del campo di sentì Cooney che cercava di capire cosa stesse succedendo.Joe si destò dal suo silenzio,timidamente la ringraziò e,prendendo quello che era suo, ritornò in campo. Julie rimase a fissarlo fin quando non divenne un puntino in lontananza,poi anche lei ritornò al suo studio.
Joe tornò perplesso dai suoi compagni,però quando l’amico Cooney gli chiese se c’erano problema,lui rispose che andava tutto bene.Ovviamente non era così e ben presto divenne chiaro per tutti,perché quando iniziarono a giocare tra di loro Joe non riusciva a completare un lancio vincente.Nessuno aveva mai dubitato sulle capacità del loro leader,tanto meno dubitavano che lui avesse altro per la testa oltre lo sport.L’unica cosa da fare era sperare in una ripresa prima della sfida di quella sera…
Joe sapeva benissimo che tutti contavano su di lui,la squadra,il capitano,i tifosi e soprattutto la famiglia,quindi negli spogliatoi prima dell’incontro si fece un bel discorso d’incoraggiamento:”Non devo distrarmi.Questa è probabilmente la più grande occasione della mia vita e non posso sprecarla per una piccola debolezza che ho avuto oggi.Andrà tutto bene e noi vinceremo,grazie a me!Prima lo sport!!!”
Si rincuorò pensando che nessuno sapeva niente e che quindi tutto si sarebbe risolto.
Alle 21 in punto iniziò il match…Gli inglesi erano forti e agguerriti come avevano già previsto,ma Joe e gli altri avevano una ragione in più per vincere.Erano ormai quasi 10 anni che gli inglesi vincevano sulle spalle degli americani,ma i NYCity questa volta non si sarebbero arresi. Joe giocò alla grande,forse la sua miglior partita.Il mister si complimentò con i ragazzi per la vittoria ottenuta e soprattutto con Joe,che era stato strepitoso. Decisero di andare a festeggiare questa vittoria dopo anni di sconfitta, ma Joe non era dell’umore adatto per festeggiare. Abbandonati i riflettori,la sfida e le responsabilità che quella sera aveva dovuto sopportare,tutto quello che gli restava era quella sensazione strana provata quella mattina, di fronte a quella ragazza.Nel taxi di ritorno verso il college che li ospitava,non riusciva a non pensarci.Cercò di distrarsi pensando alla vittoria appena ottenuta e fu anche in procinto di tornare indietro e unirsi ai festeggiamenti,ma per quanto potesse fingere di non pensarci,lei era sempre nei suoi pensieri. Joe non riusciva a capacitarsi:non la conosceva,non aveva alcuna intenzione di farlo,ma nonostante queste certezze continuava a pensarci.Precisamente quello che gli procurò distrazioni e frequenti mal di testa era stato l’atteggiamento della ragazza.Non aveva mostrato tentennamenti vicino a lui,non sorrideva come una stupida e non aveva ”civettato” minimamente con lui.Nei giorni seguenti anche i suoi amici si accorsero che l’atleta era con la testa altrove,ma non riuscirono a riportarlo completamente sulla terra ferma…
Julie invece,concentrata su i suoi studi,pensò poche volte a quel ragazzo che la fissava.Ripensare a quel giorno la faceva sentire piccola,perché l’effetto che quello sguardo ebbe su di lei la rendeva impotente.Il suo sguardo così fisso e fermo nei suoi occhi,la inquietavano un po’,ma allo stesso tempo ne era lusingata.In ogni caso non aveva tempo per queste cose,non poteva sprecare quest’occasione per cose così futili.Non adesso poi,dopo aver scoperto un concorso che,se lei sarebbe riuscita a vincere,le avrebbe portato una borsa di studio in quella stessa università.Era un concorso un po’ stano,ma per quello che c’era in ballo Julie era pronta a tutto.Per vincere questo concorso lei doveva superare dei test,quindi essere preparata,ma anche avere il supporto di un’associazione all’interno del Campus.Superato il test,che si sarebbe svolto di fronte ad un pubblico di giudici e non,avrebbe ottenuto la borsa di studio.Il concorso era solo per studenti che venivano da sedi esterne,quindi Julie pensò che sarebbe stato forse un po’ più semplice e non si sarebbe iscritta molta gente,perché non ci fu molta pubblicità per il concorso.Quindi era un’altra cosa suo favore.
Dall’altra parte del Campus,i compagni di squadra di Joe stavano mettendo a punto un piano.Essendo Joe troppo tra le nuvole,in questi ultimi giorni,volevano cercare di farlo distrarre dalla sua distrazione misteriosa e magari riportarlo sulla retta via,cioè concentrato soprattuto su quello che per lui era davvero importante,cioè il rugby.Cooney aveva visto l’annuncio di un concorso per studenti provenienti da sedi esterne e aveva iscritto Joe.Non era impossibile per lui ottenere quella borsa di studio e di fronte a questa sfida lui non si sarebbe tirato indietro,anzi avrebbe messo il 100% per raggiungere l’obiettivo.Quello che restava da fare era dirlo a Joe.Sapevano già dove trovarlo.Erano ormai da giorni che si aggirava intono alla biblioteca,così entrarono.
Joe era seduto ad un tavolino vicino la finestra.Guardava fuori pensieroso.Da qualche giorno non faceva che pensare sempre a quella ragazza.Aveva,sin da subito,pensato che fosse una di quelle studiose e quindi qual era il posto migliore dove studiare tranquilli?La biblioteca.All’inizio si sedeva sulle panchine esterne e fingeva di leggere,ma un giorno particolarmente freddo decide di entrare.Entrando fu invaso da un profumo intenso di libri e da un calore che lo avvolse immediatamente.Anche se non avrebbe trovato quella ragazza,almeno aveva trovato un posto nel quale rifugiarsi,dove poter stare tranquillo.Erano tre stanze collegate da un corridoio lunghissimo,non c’erano altro che libri.Ovunque.Sin dalla prima volta si sedette al tavolo vicino la finestra,da dove poteva vedere parte del giardino su cui si affacciava la facoltà.
Anche quel giorno era seduto lì,guardava fuori dalla finestra.I suoi pensieri però furono interrotti dai suoi amici,che gli si piombarono davanti.
“Hey Carter!” esordì Cooney.Tra di loro,solitamente,si chiamavano per cognome ma Joe non ne aveva mai capito il motivo.
“Ciao Peter.Ragazzi..Cosa ci fate qui?” sussurrò Joe.
Prima di rispondere Cooney fu sorpreso sentendosi chiamare per nome.Superati i dubbi iniziali,che Peter non condivise con gli altri,riprese il discorso:”Abbiamo trovato un concorso perfetto per te e non puoi dire di no,anche perché sei già iscritto!!!” Tutti i compagni si unirono al sorriso di Cooney aspettando la reazione di Joe.
Lui aveva perfettamente capito cosa stava succedendo.Li sentiva bisbigliare negli spogliatoi da giorni e sicuramente parlavano di lui,perché appena tornava nella stanza dove erano i ragazzi,loro facevano finta di fare altro.Probabilmente volevano farlo distrarre un po’ da qualsiasi cosa non gli facesse pensare sempre e solo allo sport.
“Grazie ragazzi.Di cosa si tratta?Partecipo solo io?Andiamo fuori,così parliamo più tranquilli” così dicendo si alzò e condusse gli increduli fuori. Non si aspettavano chissà quale reazione,ma neanche di ottenere un consenso così facilmente.Arrivati all’esterno dell’edificio però qualcosa cambiò.
“Grazie per quello che fate,ma la prossima volta avvisatemi se volete usare i miei connotati per qualcosa” aggiunse Joe a voce alta,una volta fuori. Cooney tirò un sospiro di sollievo,forse non era tutto perduto. :)

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Capitolo 2
*** Secondo Capitolo! ***


Al concorso parteciparono ben 130 persone,poche rispetto agli studenti stranieri effettivi,ma molti per Julie. Non pensava di poter superare tutti gli ostacoli,ma almeno ci doveva provare.
Joe, dopo un inizio titubante decise di partecipare,ma lui non credeva che sarebbe arrivato neanche alla fase successiva.Il concorso fu diviso in varie fasi,alla fine solo 5 avrebbero avuto l’accesso alla sfida finale.
La prima prova consisteva in un test di 60 domande di cultura generale.Joe si fece accompagnare da Cooney,o forse era lui che voleva essere presente a quell’evento.Ad ogni modo andarono insieme,Joe lesse il suo nome nella lista degli iscritti e vide dove doveva dirigersi: Aula 6. Salutò l’amico,che gli augurò buona fortuna e si incamminò per i corridoi dell’edificio.
Cooney nell’attesa decise di ascoltare un po’ di musica e si sedette sulla panchina accanto all’entrata.Dopo soli 5min da quando era entrato Joe,vide la “ragazza della palla” scorrere la lista degli iscritti,posta sulla bacheca.Anche lei era studente fuori sede e anche lei era iscritta.Cooney si alzò di scatto dalla panchina,facendo volare via alcuni piccioni intenti a bere vicino una pozzanghera. L’unica cosa che pensava era che se Joe l’avesse vista sarebbe entrato nel pallone e addio diversivo e soprattutto addio vittorie.Ormai però lui non poteva farci più nulla,non poteva entrare,poteva solo sperare che lui non l’avrebbe vista.Preoccupato e pensieroso si ri-sedette sulla panchina.
Julie raggiunse l’aula 7 correndo,ma nessuno era ancora entrato,quindi il suo ritardo nel le era costato nulla.E lì tra la folla di gente che ripeteva,che sfogliava libri su libri lo rivide.Era appoggiato al muro.La testa e lo sguardo rivolta verso l’ alto.I suoi pensieri,però,erano fuori dal caos,perché non aveva minimamente fatto caso al ragazzo caduto ai suoi piedi.Era chissà in quale altro mondo pensando a chissà cosa. Non era sporco di terra e non portava uniformi,ma era lui.Il ragazzo del campo,quello che la fissava senza proferire parola. Era bello,più di quanto ricordasse.Non la tipica bellezza da copertina,ma stando lì immobile sembrava un Adone.Una bellezza statuaria che le toglieva il respiro. All’improvviso lui abbassò lo sguardo,come se non si accorgesse di quello che capitava intorno,ma sentiva che qualcuno lo fissava.Immediatamente anche Julie abbassò lo sguardo,arrossendo un po’. E non gli rivolse più nessuno sguardo,per paura di incontrare di nuovo i suoi occhi.
Joe era annoiato.Ormai la sua permanenza lì stava per giungere al termine e non aveva più incontrato quella ragazza.Si appoggiò al muro e ritornò a pensare al suo sguardo fiero,ma preoccupato.Alla sua pelle che lui aveva solo sfiorato,ma che avrebbe voluto toccare.Immaginò il suo profumo e desiderò tanto non doverlo fare,ma voleva avere la certezza di quale fosse il suo vero profumo.Ripensò di nuovo al suo modo di camminare,di sorridere,a tutto quello che ricordava di lei. Non sapeva neanche perché non riusciva a dimenticarla e non era servito a molto questo concorso,che iniziava già male.All’improvviso qualcosa catturò la sua attenzione.Si sentiva come se fosse osservato.Guardò nella direzione dove pensava ci fosse qualcuno,ma probabilmente si era solo illuso.Così ritornò sui suoi pensieri. Pochi minuti dopo un docente iniziò a fare l’elenco.Chiamava due persone alla volta,uno per ogni aula.Prima di entrare dovevano firmare e prendere i fogli,appena entrati avrebbero potuto inziare il test.Joe si alzò e dando un’ultima occhiata indietro si voltò verso il docente. Dopo un po’ furono chiamati insieme Julie Luck e Joe Carter. Julie prese la borsa e non si accorse che il ragazzo non era più vicino al muro ma era proprio davanti a lei,pronto a frimare. Si accostarono entrambi al tavolo e contemporaneamente firmarono sulla lista,ma prima di entrare in aula i due si guardarono.Anche questa volta i loro sguardi si incontrarono.Anche questa volta le loro strade si divisero.
Joe rimase immobile per i primi minuti seduto,fermo con la testa tra le nuvole.Malediva se stesso per non aver fatto caso al nome della ragazza,ma questa situazione gli diede un’ottima ragione per impegnarsi di più.Se superava tutti i test sarebbe entrato nella fase finale e se anche la ragazza avesse fatto lo stesso si sarebbero rincontrati.Rincuorato da questo pensiero iniziò il test.
Julie voleva sprofondare,come non aveva fatto attenzione al ragazzo che si muoveva da dove l’aveva lasciato.Era stata a 5 centimetri da lui,ma non era stata capace di ascoltare il suo nome.Il suo sguardo si era posato di nuovo su di lei,nei suoi occhi ed di una cosa era certa:neanche lui si era dimenticato di lei.Rendendosi conto di ciò e felice pensando che forse anche il ragazzo avrebbe voluto sapere il suo nome,cominciò a leggere la prima domanda.
Julie uscì prima di tutti.Esitò davanti all’aula 6,sperando che il ragazzo non fosse uscito,ma non voleva di certo incontrarlo fuori la porta.Avrebbe pensato che era una maniaca che lo perseguitava.Così si incamminò verso l’uscita.Cooney vedendola uscire scattò di nuovo pensando che ci fosse anche Joe…invece l’amico uscì un’ora dopo.Si guardava intorno,in cerca di qualcuno,Cooney già sapeva chi cercasse,così comodamente seduto sulla panchina,sorridendo gli disse: “Lei è andata via circa un’ora fa.E’ stata la prima ad uscire,quindi le soluzioni sono due: o ti sei scelto una stupida o una super-intelligente”. Joe si voltò di scatto verso l’amico.Non pensava fosse così evidente che cercava quella ragazza,adesso si stava davvero impegnando per non stare sempre sulle nuvole!Come aveva fatto poi a ricordarsi di quella ragazza?Ormai non poteva più negare che c’era dell’interesse verso di lei,non poteva mentire al suo migliore amico.Così con lo sguardo abbassato gli rispose:”Intelligente.E’ super-intelligente.” Cooney si alzò,raggiunse l’amico,gli posò una mano sulla spalla ed esordì dicendo:”Allora c’è da lavorare parecchio!Andiamo và…”.Durante il tragitto del ritorno Cooney obbligò Joe a raccontargli della ragazza,per sapere cosa era successo all’amico in questi giorni.
Il giorno seguente affrontarono la seconda prova e le persone si erano già dimezzate.Nonostante ciò i due ragazzi si cercarono a vicenda,ma non riuscirono a incontrarsi.Dovevano aspettare la prova finale e vedere se anche l’altro era lì. Dopo due giorni uscirono i risultati e solo 5 persone avevano raggiunto il punteggio massimo per accedere alla finale.Joe scrutò l’elenco sperando di essere riuscito ad ottenere un ottimo punteggio e cercando d’immaginare quale di quei nomi potesse corrispondere alla ragazza,perché lui era sicuro che lei ce l’avrebbe fatta.
Julie,scalpitava davanti al pc,in attesa che si caricasse la pagina con l’elenco dei vincitori.Non sapeva quale punteggio aveva ottenuto quel ragazzo,ma lei sperava fosse in quella lista di 5 persone.
Quando la pagina si aprì entrambi lessero questo messaggio:
“E’ qui di seguito riportato l’elenco di studenti,che avendo superato le varie prove,accedono alla fase finale del concorso:Alice Webber,Roger Keys,Christina Taylor,Julie Luck e Joe Carter.La prova finale si terrà il 22/12 nell’aula Magna.I candidati sono pregati di presentarsi mercoledì alle ore 12 nell’ufficio del rettore,per prendere nota di alcuni dati.”
Dopodomani si sarebbero rivisti?
Martedì trascorse lento per tutti e due.Erano curiosi di sapere,di scoprire il mistero che avvolgeva l’altro.Joe continuava a ripetersi che era solo curioso di conoscerla e che una volta fatto il suo interesse sarebbe svanito all’istante.Julie,invece,voleva capire perché vicino a quel ragazzo si sentisse al sicuro.
Mercoledì si fece attendere,ma lentamene arrivò.
Julie di alzò alle 8 come sempre,ma non aveva per niente dormito bene.Anzi aveva dormito pochissimo e pensato parecchio.Cosa avrebbe fatto se ci fosse stato anche quel ragazzo.Si sarebbe avvicinata e gli avrebbe detto:”Ciao sono la ragazza che ti fissava il giorno della prima prova!”.Sarebbe stato imbarazzante,molto.Mentre questi pensieri negativi si facevano avanti nella sua mente,fece colazione,si vestì ed uscì.Prima del fatidico incontro c’era un corso da seguire.
Joe si alzò come sempre puntuale alle 6 per l’allenamento.Aveva una marcia in più quella mattina,forse era la curiosità e la voglia di incontrare quella ragazza.Si impegnò più del solito,o almeno più di quello che faceva negli ultimi giorni.Dopo 4 ore di duro allenamento ci fu giusto il tempo di una doccia e poi corse verso l’ufficio del rettore.Cooney prima che Joe sparisse lo fermò e gli chiese se aveva bisogno di compagnia,ma lui con un sorriso smagliante gli disse che sarebbe andato tutto alla grande.Cooney vedendolo allontanarsi pensò che era la prima che vedeva Joe in quello stato,che lui stesso definiva “dolorosamente ipnotizzato”.Non potè non pensare al giorno in cui nacque quella definizione.
Era un pomeriggio d’estate di 2 anni fa.Lui e Joe giocavano a rugby nel cortile di casa,quando furono interrotti dal fratello maggiore di Joe,Ted,che uscì di casa con un enorme sorriso stampato sulla faccia.Joe lo definì un ebete,perchè rideva sempre in quei ultimi giorni.Quando lo fermarono per chiedergli delucidazioni sulla sua improvvisa allegria lui disse:”La ragazza dei miei sogni,mi ha dato una possibilità.Adesso usciamo insieme.Sono contento e sorrido per questo.Voi cosa ne sapete,state sempre a giocare!!” e così dicendo li salutò. Joe lo guardò e ridendo disse che il fratello era stato ipnotizzato da quella ragazza,pur di conoscerla e stargli intorno lui avrebbe fatto di tutto.”E’ nello stato ipnotico,dolorosamente ipnotico…quando si sveglierà si pentirà di aver perso l’occasione di giocare con due campioni come noi”.Dopo 4 mesi Ted si unì alla nostra squadra.
Adesso però c’era Joe nella fase”dolorosamente ipnotizzato” e l’unica cosa che lui poteva fare era aspettare che passasse,senza troppe conseguenze.
Joe raggiunse il rettorato in meno di 15 min e una volta arrivato notò che già erano tutti lì.C’erano 5 ragazzi che aspettavano,ma lei non c’era.Uno di quelli lo salutò con un cenno della testa,Joe ricambiò e si sedette sulla sedia più vicina alla scrivania.Era davvero convinta di incontrarla,aveva già pensato a cosa le avrebbe detto…ma tutto svanì in un istante.Quel concorso non era servito a niente,tanto meno a distrarlo.Si sdraiò sulla sedia e si lasciò cullare dai propri pensieri,nell’attesa di essere convocato dal rettore.
Julie corse più velocemente che poteva,raggiunse l’edificio e una volta fuori la porta del rettore prese fiato.Colpa del professore di Diritto Romano,che li aveva trattenuti più del dovuto e lei aveva fatto tardi.Erano solo 10 min però per lei avevano un peso due volte tanto.Si sistemò alla meglio ed entrò.La stanza era più piccola si come l’aveva immaginata:c’era una scrivania subito di fronte la porta d’ingresso.Ai lati della porta vi erano una decina di sedie che continuavano fino a pochi passi dalla scrivania e dietro di essa vi era la porta dell’ufficio del rettore.Erano già tutti lì,anche se vi era una persona in più.Tutti erano seduti.Scrutò lentamente tutti i volti,in cerca dell’unico che realmente le interessava e alla fine lo trovò.Era quasi sdraiato sulla sedia,con gli occhi chiusi quasi come se stesse dormento.Lui era seduto vicino la scrivania,lei per non dare nell’occhio,si posizionò al lato opposto vicino la porta.Poteva chiaramente vederlo e il fatto che lui sembresse dormire la rassicurava,perché così poteva ammirarlo senza destare altri sospetti.Aveva il volto pensieroso e un velo di tristezza,ma forse era lei che non lo aveva interpretato bene,in effetti non lo conosceva per niente quindi non poteva dire se era felice o no.A lei però sembrò avere un aria dispiaciuta.
Joe si sentiva di nuovo osservato,non aveva alcuna intenzione però di aprire gli occhi e vedere chi fosse.Aveva altro di interessante da immaginare.Ci aveva creduto fino in fondo,pensava di poterla incontrare e magari conoscerla.Sapere il nome di quella ragazza e magari far diventare realtà quel discorso che si era ripetuto nelle ultime 24ore. Lo sguardo su di sé era ancora lì.Lo sentiva da quando era entrata un’altra persona all’interno della stanza,e non si era mai spostato. Decise che era arrivato il momento di vedere in faccia colui che era tanto interessato ad analizzare ogni piccolo suo movimento.Così sollevò la testa appoggiata al muro e,contemporaneamente,aprì gli occhi verso la direzione dello sguardo scrutatore. Impiegò mezzo secondo per riconoscerla. Impallidì e trattenne il fiato per qualche secondo.Ripensò alla porta che si apriva,al fatto che probabilmente aveva fatto tardi ad arrivare e soprattutto pensò che era stato un cretino a non dare un’occhiata a chi lo spiasse.
Era di certo più bella di quanto ricordasse.Aveva il volto leggermente rosso,dovuto al fatto che l’aveva sorpresa a guardarlo.Voleva ripetere di nuovo il discorso che pensava di sapere a memoria,ma era tutto svanito.Non ricordava nulla, a mala pena il suo nome.Voleva dire che doveva improvvisare…
Julie abbassò subito lo sguardo appena lui alzò la testa e aprì gli occhi.Che stupida che era a fissarlo da lontano,ma non avrebbe potuto fare altro con quel ragazzo.Se non guardarlo da lontano.
Joe prese coraggio,si alzò e si sedette proprio accanto a lei.Per la prima volta le era così vicino da poter sentire il suo profumo,quello vero,non quello che lui aveva immaginato altre 100 volte.Era dolce e profumava di vaniglia,forse erano i capell,forse la sua pelle morbida.Quella ragazza aveva tutto l’opposto di ciò che gli era sempre piaciuto nelle sue vecchie ragazze,ma lasciando stare questo particolare lei risultava essere più bella di tutte le altre.Più bella di qualsiasi altra ragazza lui avesse incontrato fino ad allora.Il suo profumo era una calamita per lui e la sua pelle così luminosa era un richiamo per le sue mani.
Julie era talmente assorta nei suoi pensieri,che neanche si accorse che il ragazzo si era spostato accanto a lei.A interrompere i suoi pensieri fu proprio la sua voce.
“Ciao…Sono Joe Carter,anche tu sei tra i finalisti del concorso?” aveva chiesto l’Adone,che era in attesa di sentire il suo nome.
Julie prima fu spaventata dalla sua improvvisa vicinanza,ma appena incontrò il suo sguardo lo spaventò diventò piacere.
“Ci-ciao.Io sono Julie Luck,piacere di conoscerti!Si sono una delle finaliste.Se non sbaglio ci siamo già visti in giro per il Campus vero?” chiese Julie,cercando di tenere viva la conversazione e pensando anche al perché quel bel ragazzo si era scomodato tanto per parlare con lei.
Joe non aspettava che questa domanda:”Si.Prima al campo di rugby,poi alla prova iniziale e adesso qui.Scusa se ti ho spaventato poco fa,non era mia intenzione,ma ti avevo riconosciuta e volevo presentarmi.”
Julie rimase spiazzata.Non poteva più essere schietto di così.”Figurati,non mi hai spaventata.E’ che ero tra le nuvole e non ti visto alzarti e sederti qui.Tutto qua.Volevo presentarmi anche io,ma non avrei mai trovato il coraggio” rispose accennando un sorriso.Joe non fece in tempo a controbattere che furono convocati nell’ufficio del rettore.
Una volta all’interno i 5 si sedettero,Julie accanto a Joe. La stanza in cui si trovavano era più grande di quella d’attesa.Alle spalle della scrivania e quindi del rettore c’era un panorama mozzafiato.Si vedeva in giardino centrale del Campus,con la fontana di Amore e Psiche giusto al centro.Un po’ sdolcinata per i gusti del rettore,ma così era stato progettato il giardino. Erano stati convocati tutti e 5,la sesta persona non era uno dei finalisti,per firmare alcuni documenti e poi sarebbero stati liberi.L’appuntamento era tra due settimane esatte,appena dopo il Ballo Di Natale.
Ogni anno il Campus preparava un ballo di beneficenza:si pagava il biglietto d’ingresso,ma le consumazioni erano gratuite.Tutto andava ad un’associazione benefica.Solitamente si svolgeva in primavera,ma quest’anno il rettore aveva optato per dicembre:”il mese in cui siamo tutti più buoni” aveva detto nell’assemblea.Il Ballo era fissato per il 20 dicembre.
I ragazzi si emozionarono sapendo di questo ballo e iniziarono a fare progetti su progetti.Joe pensò che avrebbe invitato volentieri Julie,ma in 12 giorni l’avrebbe convinta ad andarci con lui?
Julie invece desiderava essere invitata da qualcuno,magari Joe,ma lei non era il tipo di ragazza che lui avrebbe portato ad un ballo. :)

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Capitolo 3
*** Terzo Capitolo! ***


Superata l’ansia iniziale i due fecero amicizia.Si iniziarono ad incontrare solo la mattina,durante gli allenamenti di Joe,poi anche di pomeriggio.Dopo pochi giorni divennero inseparabili,Cooney scherzando disse a Joe che per uscire con lui adesso doveva fissare un appuntamento.Joe,sorridendo di gusto alla battuta, gli si avvicinò e rispose:”Lo so,lo so.Non è colpa mia però se più tempo trascorro con Julie,più mi viene voglia di stare altro tempo con lei.Non che mi stia innamorando o altro,eh!Sappiamo che tra meno di un mese io non sarò più qui,però è piacevole parlare con lei…”. Cooney lo guardò sospettoso, perché entrambi sapevano che stava mentendo a se stesso:”Io starò al tuo gioco del ”Fingiamo non ci sia niente” ma lei è d’accordo con te?” e con questo lasciò lo spogliatoio dove erano e tornò dagli amici. Cooney era bravo ad insinuare i dubbi,soprattutto quelli fondati.Joe,nonostante ripensasse a quello che gli aveva detto l’amico, decise che quando sarebbe arrivato il momento ne avrebbe parlato con Julie.
Ormai si potevano definire amici,o almeno così si presentavano agli altri,ma nessuno dei due voleva restare nella zona amicizia.Joe voleva uscire da questa zona invitando Julie al ballo natalizio,ma non sapeva con certezza quello che pensava Julie riguardo la loro situazione.Joe era bravo a capire quello che le ragazze volevano e desideravano,ma con lei era tutto diverso.A volte non era neanche più sicuro di quello che lui voleva. Dall’altro lato,invece,Julie sperava di liberarsi da questa zona insidiosa,ma non aveva ancora pensato come.Una cosa era certa:Joe non l’avrebbe mai invitata al ballo. Aspettavano entrambi che uno dei due facesse il primo passo verso l’altro,ma ciò non avvenne.Erano spaventati e soprattutto inconsapevoli di quello che l’altro provasse…e questa incertezza li accompagnò anche al ballo.
Joe era stato invitato il giorno prima da Milly Text.molto carina,ma con la quale non si poteva intrattenere una conversazione.Il pomeriggio di quello stesso giorno,quando incontrò Julie le raccontò dell’invito.
“Ah ho una novità!Milly Text,la ragazza della palestra,mi ha invitato al ballo…ed io ho accettato” mentre parlava,aspettava la sua reazione,che non si fece attendere. All’inizio fu sorpresa,poi lievemente dispiaciuta e un ultimo cambiamento fu quello della finta felicità.Joe la conosceva da poco,ma quegli atteggiamenti furono molto chiari. Forse lei aspettava che lui la invitasse al ballo,ma non aveva mai espresso neanche il desiderio di volerci andare.
“Oh…che bella notizia!Sono contenta per te!E’ davvero una bella ragazza…ti divertirai con lei,ne sono sicura!” rispose accennando un finto sorriso. Ormai Joe non poteva tirarsi indietro con Milly,era troppo tardi:”Ma tu non vieni?” le chiese.
“Beh ieri Bob Flanigan,il ragazzo del gruppo di scienze giuridiche,mi ha invitato…ma non gli ho ancora risposto,perché non sapevo se volevo andarci.” Rispose con un velo di amarezza nella voce…
“E adesso ha deciso?” incalzò Joe,che stava con il fiato sospeso in attesa di una risposta.
“Si!Se Bob è d’accordo ancora ad andarci con me,ci vedremo domani sera al ballo” concluse sorridendo.
Per il resto del pomeriggio preferirono parlare di tutt’altro…
Il giorno seguente tutti gli studenti erano indaffarati per i preparativi del ballo,il vestito,l’acconciatura,i fiori,gli addobbi…tutti erano emozionatissimi.E non erano da meno Julie e Joe,che si videro poco quel giorno per le stesse ragioni.
Le porte furono aperte alle 21 in punto,ma la gente iniziò ad arrivare dopo le 10… Quando Joe entrò nella sala con Milly,fu subito sorpreso dalle decorazioni.La sala era immensa ed era decorata con fiori e stelle di natale.Al centro vi era un albero enorme,addobbato con nasti,fiocchi e altre decorazioni fantasiose.Joe pensò che Milly stonava completamente con quel vestito rosa fosforescente,ma lei aveva insistito per indossarlo,pur sapendo del tema natalizio.Fortunatamente non aveva costretto lui ad indossare niente di rosa,ma aveva potuto scegliere un normalissimo vestito nero,al quale lui aveva aggiunto una piccola rosa rossa nel taschino laterale.C’era già molta gente quando arrivarono,ma non vide Julie tra la folla.Forse ci aveva ripensato, o forse non l’aveva vista.Così mentre Milly già civettava con altri ragazzi,lui prese Cooney per un braccio e l’invitò a danzare.
“Perché sono qui che ballo con te,invece che con la bellissima ragazza che ho accompagnato?” chiese un po’ scocciato Cooney.
“Ti libero immediatamente,ma volevo sapere se avevi visto arrivare Julie” domandò Joe,continuando a cercare tra la folla.
Cooney non fece in tempo a rispondere che anche lui come tutti gli altri si voltarono verso le scale…
“Penso di averla appena trovata!” disse a Joe,facendolo girare verso la direzione designata.
Joe rimase di sasso,senza parole e respiro.
Julie era incantevole.Bob notò gli occhi puntati su di loro e avvicinandosi a Julie le disse: “Beh te l’avevo detto che stasera saresti stata la più bella!”
Julie guardò prima lui perplessa e solo dopo notò la folla di gente che li fissavano.Si bloccò all’improvviso lievemente spaventata,ma Bob strinse la sua mano e scesero tra la folla.Solo allora tutto riprese vita…
Joe era ancora immobile.Non riusciva a distogliere lo sguardo.Julie era sempre stata bella,ma adesso era qualcosa di indescrivibile.Indossava il vestito più semplice di tutta la festa.Un abito rosso che metteva in risalto le curve del seno,i fianchi perfetti.Aveva i capelli raccolti e una piccola collana che luccicava quando veniva colpita dalla luce e indossava un sorriso smagliante.Brillava più delle luci della stanza,della sua collana,più di tutto.Si era davvero fatto scappare un’occasione irripetibile.
Cooney,come se potesse capire a cosa pensasse l’amico lo rincuorò:”Non è tutto perduto!Avete una serata intera davanti…va da lei e invitala a ballare.”
Joe si risvegliò da quella “seduta ipnotica”,ringraziò l’amico e andò incontro a Julie
Lei si guardava intorno,perché di tutte quelle persone che si complimentavano con loro lei non ne conosceva nessuno,ma l’unico che davvero le importava non lo aveva neanche visto.Mentre intratteneva una conversazione con un amico di Bob dalle sue spalle sentì una voce familiare.
“Pensavo non saresti più venuta”
Julie si congedò da quei ragazzi e si voltò.Joe era bellissimo,più del solito.Era elegante,poteva rappresentare senza problemi i principi delle fiabe.
“E perché mai?Ti avevo che ci saremmo visti qui!”rispose Julie
“Beh non ti ho vista solo io.Stasera sei bellissima,prima la sala si è fermata a guardarti!” Disse Joe
“Uhm grazie.Anche tu stai davvero bene,sei molto elegante!”rispose timidamente Julie
“Solo per te!Ehm posso invitarti a ballare?”chiese incerto sulla risposta che avrebbe ricevuto.
“Non aspettavo altro” e prendolo per la mano Julie lo condusse al centro della pista.
Ballarono tutta la sera.Erano uno nelle braccia dell’altro,in una specie di paradiso terrestre.Parlarono del più e del meno,ma nessuno dei due ritornò mai dai proprio accompagnatori.Al termine della serata Joe la riaccompagnò nella sua stanza e la salutò con un baciò sulla guancia.
Julie quando si chiuse la porta alla sue spalle stava quasi per svenire.Era stata la notte più bella della sua vita.
Joe invece superata l’euforia iniziale iniziò a spaventarsi.Non era mai stato così bene con nessuna ragazza,questo significava che era davvero coinvolto da lei e non poteva permetterlo.C’erano in ballo troppe cose a lui care:la carriera,la squadra,il campionato.Se lui si fosse lasciato andare con quella ragazza,con Julie,avrebbe probabilmente perso tutto.L’unica soluzione,dolorosa ma necessaria,era troncare tutti i rapporti con lei,prima che tutto ciò si trasformasse in qualcosa di più serio.Preso coscienza della situazione in cui si trovava si comportò di conseguenza.Non rispose alle sue telefonate,evitò di incontrarla nel Campus o nei corridoi.Sarebbe stato però impossibile evitarla l’indomani,durante la sfida finale.
Era un giorno importante sia per Joe che per Julie.Lei lo avrebbe affrontato,e gli avrebbe chiesto il motivo del suo allontanamento.Joe invece era obbligato ad incontrarla e quindi a rispondere alle domande che lei gli avrebbe posto.
Erano tutti euforici quel giorno,compreso il rettore.Prima della gara i 5 finalisti non potevano incontrarsi,quindi si videro direttamente sul palco…di fronte ad un pubblico molto numeroso.Julie appena vide Joe voleva salutarlo,ma lui non la degnò neanche di uno sguardo.Con molta forza di volontà e coraggio Julie si concentrò sulla gara.
Joe appena salì sul palco,vide la postazione di Julie e cercò in tutti i modi di non guardarla,anche se a volte era più forte di lui.Sperava che tutto ciò sarebbe finito molto presto,così da mettere fine a quell’agonia che lo attanagliava. :)

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Capitolo 4
*** Quarto Capitolo! ***


La gara prevedeva 4 manche,in ognuna delle quali uno degli studenti finalisti sarebbe stato eliminato.Per Julie questa fase del concorso era stranissima, sembrava di essere in un programma televisivo e come premio finale c’era la borsa di studio!Di tutt’altro avviso era Joe che voleva solamente andarsene,avrebbe perso anche subito se gli fosse stato possibile.
La prima manche consisteva in giochi di memoria,dove venivano presentati alcuni numeri e i concorrenti dovevano saperli riprodurre nella sequenza corretta.La difficoltà consisteva nell’aumento graduale della sequenza.Chi sbagliava per primo veniva eliminato. Julie cercò di concentrarsi,sapeva che con lui avrebbe potuto parlare dopo la fine della competizione.Invece,Joe voleva perdere,ma la sua memoria fotografica glielo impediva. La prima a cedere fu Alice Webber,dopo ben 8 numeri aggiunti alla sequenza. Il pubblico le fece un caloroso applauso mentre lei abbandonava il palco. La seconda manche consisteva nell’associare delle immagini con delle parole.Il collegamento non era facile,perché non vi erano indizi e bisognava giustificare anche il perché dell’associazione.
In questa fase Joe non dovette neanche impegnarsi,perché non aveva la più pallida idea di quali fossero i collegamenti tra le varie parole con le immagini.Quindi si limitò solo a scrivere cose senza senso,ma purtroppo per lui Christina Taylor fece peggio.Anche lei fu accompagnata fuori dalla gara con un applauso,per consolarla. Dopo 2 manche il rettore decise di concedere una pausa di 10 minuti e prima che finisse la frase Joe già era scappato via.
Non voleva per nessuna ragione incontrare Julie,anche perché dopo che le avrebbe parlato lui non sapeva come avrebbe reagito.Di certo non voleva rischiare di perdere le cose più care per lui,ma non desiderava neanche far perdere quest’occasione così importante per lei.Cooney,che era seduto tra il pubblico, lo vide letteralmente darsela a gambe così,curioso, lo seguì. Fuori dalla zona rossa Joe rallentò e fu ripreso dall’amico che fermandolo gli chiese cosa fosse successo.
“Vorrei andarmene,finirla con questa storia della competizione,ma più provo a perdere più mi ritrovo di fronte allo scontro con Julie…cioè con l’altro concorrente” disse d’un fiato Joe.
Cooney,insospettito,insinuò il suo dubbio:”Scusa ma una settimana fa non vedevi l’ora di conoscere questa ragazza,e dopo ieri sera pensavo che tutto fosse andato secondo i tuoi piani…quindi cosa è cambiato nella tua testa in meno di 24ore?”
Joe pensò se dire la verità oppure mentire,ma con Cooney era impossibile mantenere qualche segreto:”Ci ho ripensato.Non voglio sacrificare tutto quello che ho per lei.Non so se lei lo farebbe per me,e non so se ne vale davvero la pena.Quindi è meglio troncare tutto adesso,piuttosto che continuare ad illuderla che tra noi possa nascere qualcosa”. Disse tutto quello che gli era passato per la testa e Peter ascoltava attento,tirando le sue somme.
“Wow.Non avevo la benché minima idea di quello che ti passava per la testa.Non posso dirti se lei ci tieni tanto a te o se ne vale la pena di rischiare tutto per Julie,ma devi cercare di capire cosa ti sta più a cuore.Su due cose però sono certo.Uno:evitarla non è la soluzione migliore.Devi parlare con lei e renderla partecipe della decisione che hai preso.Adesso torna di nuovo là,parla con lei e poi come va và. Due: non conosco Julie come te,ma in quelle poche volte che l’ho vista ho capito che non è una debole,quindi non si metterà a piangere ai tuoi piedi,non ti supplicherà di cambiare idea e soprattutto non ti permetterà di rovinare i suoi sogni,solo perché tu non riesci a capire cosa sia davvero importante per te.” Mentre parlava guardava Joe fisso negli occhi per vedere la sua reazione,ma lui ascoltava.Non poteva fare altro perché ormai la sua decisione era stata presa.
Insieme tornarono indietro,senza parlarsi,perché nonostante le convinzioni di Joe,entrambi sapevano chi aveva ragione tra i due.
Tornati nella zona rossa gli amici si separarono.Joe era pronto ad affrontare Julie,era giusto che almeno sapesse la ragione del suo strano comportamento. Non dovette attendere molto prima di incontrarla,perché lei lo stava già aspettando. Gli andò incontro e lo salutò.
“Ciao Joe.Come stai?Sono felice che anche tu sia arrivato fino a questo punto.Per caso ho detto o fatto qualcosa di sbagliato?Perchè non capisco il motivo del tuo evitarmi e mi farebbe davvero piacere saperne la causa” concluse aspettando una risposta di Joe,che non si fece attendere
“Ciao,bene grazie!Non hai detto o fatto niente di grave,ma io sì” fece una pausa e poi riprese il discorso “Non dovevo sparire così all’improvviso,ma il fatto è che non voglio più vederti.Non voglio essere tuo amico,o qualcosa di più perché devo concentrarmi sullo sport.Devo dedicarmi a quello che è davvero importante per me e tu devi fare lo stesso con lo studio.” Parlava guardandosi i piedi.Non aveva il coraggio di guardarla in faccia,di vedere la sua reazione,il suo dolore.Soprattutto non voleva che lei vedesse il suo,perché adesso sentiva davvero dolore.Pensare quelle parole o dirle a Cooney era stato frustrante,ma dirle direttamente a Julie era cento,mille volte più doloroso.Forse non era la cosa giusta da fare,ma c’era ancora tempo per ritornare su suoi passi?Se poi avrebbe di nuovo cambiato idea?
Julie rimase paralizzata.Si aspettava di tutto,tranne questo.Lui non voleva più vederla,perché pensava che togliesse troppo tempo alla sola cosa che davvero importasse per lui.”Quello che è davvero importante per me…”. A Julie non restava molto da dire:”Beh cosa vuoi che ti dica?Non credo ci siamo molto da aggiungere.Pensavo che l’altro ieri le nostre strade si stessero per unire,invece non avevo capito che era una specie di addio.Mi sarei preparata meglio.” Ancora scioccata ed amareggiata ritornò alla sua postazione.Subito dopo il rettore richiamò la loro attenzione e li invitò a prendere le loro posizioni. Joe non potè evitare di guardare nella direzione di Julie,l’aveva solo intravista correre via e voleva assicurarsi che stesse bene.Quando la guardò lei aveva lo sguardo basso,rivolto verso il pc.Con una mano si asciugò quelle che secondo Joe erano lascrime.Se prima desiderava che tutto ciò finisse,adesso voleva l’opposto.Sarebbe stata probabilmente l’ultima volta che l’avrebbe vista e voleva essere certo che lei stesse bene.Che nonostante tutto lei sarebbe stata bene e poteva capirlo solo se la guardava negli occhi. Julie ,però, non rivolse più occhiate verso di lui.Mai più.
Julie,non sapeva cosa fare.Era nel pallone.Doveva prendersi l’unica cosa che era davvero sua là in mezzo,questa era l’unica certezza che aveva.Desiderava tanto essere a casa sua,chiudersi nella sua stanza e piangere.Invece era nel bel mezzo di un concorso,al quale partecipava anche la persona che 5minuti prima era diventata la più odiosa che avesse mai conosciuto.Voleva che tutto finisse,ma sapeva che doveva lottare ancora un po’ per prendere ciò che le apparteneva e sparire dalla sua vista,per sempre, proprio come lui desiderava.Si asciugò le lacrime e si preparò alle ultime sfide. Quella borsa di studio,adesso la cosa più importante per lei,sarebbe stata sua a tutti i costi.
Il rettore introdusse la 3 manche,che si conocentrava su 4 problemi di logica.Colui o colei che avrebbe sbagliato 2 risposte su 4 sarebbe stato eliminato. Joe era abbastanza forte nei giochi di logica,quindi cercò di concentrarsi e di non fallire.Julie dovette impegnarsi moltissimo,ma alla fine ce la fece.Purtroppo Roger Keys incerto sull’ultimo problema cancellò una risposta, però fu considerato errore e quindi anche lui abbandonò la competizione. Restavano solo Julie e Joe.
Il rettore chiese ad entrambi di dire qualcosa.Joe fu molto diplomatico e si liberò con un “vinca il migliore”, in attesa di ascoltare la voce di Julie e sentire cosa avrebbe detto lei.Per lui anche la cosa più insignificante poteva servire per fargli capire che lei sarebbe stata bene.Julie però non disse nulla,fece solo un cenno con la mano per comunicare che non aveva più nulla da dire.A nessuno.
Allora il rettore diede inizio alla manche finale: consisteva in 20 di domande a raffica,ma se uno dei ragazzi sbagliava una risposta,terminava il suo turno e la palla passava in mano all’avversario.Quando uno dei due avesse risposto correttamente a tutte le domande la gara sarebbe terminata.Cominciò Joe,che aveva accumulato più punteggi nella penultima manche.
Era molto pensieroso,non sapeva come stava realmente Julie e gli importava davvero poco di questa borsa di studio.Rispose esattamente solo a 11 domande,quindi il suo turno terminò e si passò a Julie
Era estremamente concentrata,non poteva sbagliare,non adesso.Niente doveva fermarla,neanche lo sguardo apprensivo che aveva l’amico di Joe.Da quando era iniziata di nuovo la gara continuava a fissarla preoccupato,come se si aspettasse si vederla in lacrime o in ginocchio.Probabilmente Joe gli aveva detto cosa pensasse di lei e provava pena e preoccupazione. Julie avrebbe dimostrato a tutti e due di che pasta era fatta. Il rettore iniziò a porle le prime domande e lei con molta calma rispondeva.Superate le prime 10 le restavano le più difficili,ma una ad una le rispose tutte. Julie tirò un sospiro di sollievo quando tutto era davvero finito. Il rettore le si avvicinò con un sorriso smagliante,si congratulò con lei e le consegnò la borsa di studio.Lei era felice di aver realizzato questo sogno,ma adesso non poteva fermare il fiume di pensieri che le riempivano la testa.
Joe le si avvicinò per congratularsi: “Complimenti.Sei stata davvero eccezionale.Sapevo che ce l’avresti fatta!”
Julie gli rivolse uno sguardo sorpreso e scioccato,ma con le parole rese chiaro il suo pensiero: “Non riesci neanche a tenere fede a quello che dici?Non vuoi più vedermi,non vuoi essermi amico…e vieni qui a congratularti con me come se niente fosse successo.Come se prima non mi avessi eliminato dalla tua vita con una sola frase,senza neanche degnarmi di uno sguardo.Pensi davvero che io adesso possa stare già bene,sentirmi già tranquilla e tornare a salutarti come se fossi un estraneo?Beh mi dispiace,ma io non ci riesco.Quindi mi perdonerai se adesso ti lascio qui e non ti saluto?Credo sia il minimo tu possa fare!”
Joe non riuscì a rispondere a quell’attacco.Avrebbe voluto dirle un milione di cose,che avrebbero cambiato la situazione.Avrebbe detto quello che sentiva,che provava quando stava con lei e quando invece lei non c’era.Invece, tenne tutto per sé mentre lei si allontanava da lui,dirigendosi verso il rettorato. Cooney,che ara appena arrivato,rimase di sasso.Quella ragazza aveva coraggio da vendere per affrontarlo così direttamente.Notò che l’amico era rimasto immobile,quindi gli si piazzò davanti dicendogli:”Non fare quella faccia Joe.Non pensavi davvero che per lei sarebbe stato facile.Non lo è neanche per te…vedrai con il tempo si risolverà tutto.Adesso torniamo in stanza,su.”
Joe lo guardò,sapeva che Peter aveva ragione:con il tempo tutto si sarebbe risolto,ma lui di tempo non ne aveva:”Il nostro soggiorno sta per finire, di tempo non ne o più.Oggi ci siamo spezzati i cuori a vicenda e per quanto io ero disposto a tornare indietro,a rimangiarmi tutto quello che le ho detto,ad dirle quello che realmente sentivo per lei,non credo Julie possa perdonarmi.Ho detto davvero delle cose orribili,lei in confronto è stata Biancaneve.Era davvero arrabbiata, ferita, amareggiata.Quindi non credo che le cose si risolveranno con il tempo,ma andranno dimenticate con il tempo.”
Cooney rimase folgorato dalla saggezza di Joe,ma non riuscì a non dire la sua:”E’ inutile adesso che fai l’offeso,la vittima o peggio ancora quello che si dispiace per l’altro.Non lo sei,perché se davvero t’importava di lei,le avresti parlato da subito.Già con i primi dubbi avresti dovuto chiarire tutto con lei…mi dispiace dirtelo ma tutto questo casino è solo colpa tua.Fortunatamente niente è perduto,quindi adesso fai la valigia torna a casa e almeno lotta per l’unica cosa importante che è rimasta.Poi arriverà il giorno in cui la rivedrai e vi chiarirete.” Peter tirò un sospiro di sollievo,voleva liberarsi di questo peso e sapeva che con Joe le  maniere dolci non servivano a nulla.Bisognava sbattergli in faccia la realtà dei fatti,solo allora si sarebbe messo in moto per riprendersi.
Impiegò più del dovuto,ma ci riuscì.Il discorso ebbe il suo effetto.Quando 2 giorni dopo il “fattaccio”,così definivano in codice i compagni di squadra la pessima giornata di Joe,ritornarono a casa e le cose iniziarono a cambiare.Prima ci fu la ricaduta:per mesi non volle uscire la sera,durante gli allenamenti era sempre distratto,poi però si riprese.Ricominiò da dove aveva lasciato.Ricominciò ad allenarsi mattina,pomeriggio e sera come faceva prima di incontrare “la ragazza del fattaccio”.Stava tornando piano piano ad essere il Joe prima della partenza: una ragazza diversa ogni sera e lo sport sempre e costantemente nei suoi pensieri.Julie era stata bandita dal  suo vocabolario,ignorava ogni ragazza che avesse lo stesso nome.Sarebbe stato come se non fosse mai esistita,per lui era l’unica modo per porre fine al dolore.
Julie dopo la premiazione e i festeggiamenti si chiuse in camera sua.Vi rimase per tutta la giornata.Restò seduta sul letto pensando a quello che aveva sentito dire da Joe e a quello che lei stessa gli aveva detto.Lo pensava davvero,ma forse non era quello il modo di dire le cose.Voleva solo farlo soffrire,almeno quanto aveva sofferto lei.Qualche giorno dopo lo cercò per chiedergli scusa per l’atteggiamento che aveva avuto,ma alcuni ragazzi gli dissero che erano già partiti.Provò a chiamarlo,ma risultava sempre irraggiungibile all’inizio…e dopo qualche mese inesistente. Non provò più a rintracciarlo.Se lui voleva chiudere così la loro amicizia,o qualsiasi cosa fosse,lei non avrebbe obiettato anche perché non sapeva come fare. Joe Carter non sarebbe mai esistito neanche per lei,non avrebbe mai raccontato di lui.Sarebbe rimasto solo nei meandri dei suoi più intimi ricordi,quelli che lei non avrebbe condiviso con nessuno... :)

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Capitolo 5
*** Quinto Capitolo! ***


QUATTRO ANNI PIU’ TARDI…
Julie era oramai una donna affermata.I suoi anni di studio a Londra e gli ottimi voti conseguiti con la laurea,le avevano permesso di accedere subito nel mondo del lavoro.Svolgeva il lavoro dei suoi sogni: era uno degli avvocati più affermati in uno degli studi legali più importanti di New York. Il lavoro che le era stato proposto l’aveva obbligata a trasferirsi,ma per lei,che viveva solo per il lavoro,non era stato un sacrificio.E non era neanche un ostacolo trovarsi in quella stessa città da dove proveniva Joe,ma erano passati tanti anni e lui ormai era solo un brutto ricordo del passato.
Dall’altra parte della città,durante un assemblea,veniva riconfermato il ruolo di capitano per Joe Carter.Erano oramai quasi 3 anni che deteneva quel ruolo,perchè nessuno meglio di lui poteva svolgerlo. Era ormai un professionista,aveva condotto la sua squadra verso numerose vittorie e ambiti premi.Durante questi anni si era solo concentrato sulla sua carriera,non si era legato più a nessuno dopo Julie.Frequentava ogni sera una ragazza diversa,ma solo per quelle sere,per quelle poche ore lui apparteneva a loro.Cooney provò numerose volte a parlargli di Julie,cercò di convincerlo a ricontattarla,ma niente da fare.La reazione era sempre la stessa:si rabbuiava,abbassava lo sguardo e con un filo di voce ripeteva che non voleva più sentire quel nome.
Nonostante fossero passati tanti anni,era ancora evidente che le ferite che si inflissero a vicenda non si erano ancora rimarginate. Entrambi erano cambiati, ma nessuno dei due provò più cercare l’altro.
Era un lunedì mattina come tanti altri per Julie. Dopo aver fatto colazione,si precipitò al lavoro. In queste ultime 3 settimane stavano tutti lavorando su un grosso contratto che lo studio legale stava per firmare. Pochi erano coloro che sapevano tutti i dettagli e Julie sarebbe stata informata di tutto proprio quella mattina. Era stata proposta, qualche giorno prima ,come socia dello studio e lei emozionatissima non potè rifiutare. Svolgere un ruolo così importante non le metteva pressione,era ciò che più desiderava fare.Finalmente tutti i suoi sogni si stavano realizzando. Quella stessa mattina venne ufficializzato il suo ruolo e venne informata di questo grande contratto,in procinto di essere consolidato.
“Allora Julie!Prima ci congratuliamo con te per la nuova promozione.Te la sei davvero meritata!” così Bob il dirigente iniziò il discorso,dando l’avvio ufficiale all’assemblea.
“E’ un onore che tu sia qui con noi al vertice.Il tuo aiuto sarà gradito, affinché possiamo trovare tutti i punti d’incontro possibili con i nostri clienti” concluse.
Julie, all’inizio un po’ in imbarazzo, prese coraggio e parlò:
“Grazie per il benvenuto e spero di potervi essere d’ aiuto” concluse sorridendo.
Così si sedette e il dirigente prese di nuovo la parola,esponendo il caso.
“Allora ragazzi faccio un resoconto per i nuovi arrivati sulla situazione in cui ci troviamo.La squadra di rugby di New York è in cerca di un nuovo studio legale,che li appoggi. Hanno proposto a noi di sostenerli come difensori e ovviamente io ho accettato.Un’occasione così importante non può sfuggirci di mano.” Fece una pausa,per esporre meglio la situazione.
Julie guardava nel vuoto.Non prestava più attenzione all’uomo che parlava.Non poteva credere alle sue orecchie: in una città così grande il suo incubo si stava per realizzare. Se lui giocava ancora con quella squadra e di sicuro era ancora così,’c’era il rischio di incontrarlo di nuovo.E lei non voleva,assolutamente no.
“Quindi vi verranno affidati un giocatore a testa,così non li perderemo di vista”così Bob concluse il suo discorso.
Ovviamente Julie aveva perso la parte centrale,ma l’ultima parte l’aveva seguita attentamente.Quando il foglio con i nomi dei giocatori le arrivò davanti scrutò attentamente la lista. A lei era stato affidato Peter Cooney,mentre lui era capitato al più esperto degli avvocati,cioè Bob. Secondo i dirigenti della squadra era colui che creava più problemi,quindi aveva bisogno di consulenze frequenti. Sorrisi a quest’affermazione,felice anche perché di sicuro non l’avrei incontrato. Bob interruppe di nuovo i miei pensieri: “Bene questo è quanto.Oggi ognuno incontrerà il proprio assistito e inizierete a fare conoscenza. Informatevi sul loro passato giudiziario, quante cause hanno affrontato,quante vinte e perse. Insomma iniziate a farvi un’idea del cliente che avete.Come ben sapete non è mia abitudine incontrare i clienti nello studio,quindi oggi a pranzo non ci sarò” Eh già,Bob pensava sempre al proprio cliente come ad un amico,che doveva sentirsi a proprio agio e incontrarlo in un ambiente così spento,come uno studio legale, non era la scelta adatta.
Julie attese con ansia il suo cliente.I secondi erano diventati minuti,i minuti delle ore che lentamente passavano. Fu impossibile per lei non ripensare all’ultima volta in cui aveva visto Cooney: era il giorno della gar,lui era seduto tra il pubblico.Ricordava benissimo lo sguardo di pietà e preoccupazione che continuava a lanciargli,preoccupato per una mia possibile reazione forse. Quanto l’aveva odiato quel giorno,in quei momenti,ma adesso era tutto diverso.Lei era diversa e sin da subito avrebbe messo dei paletti al loro rapporto. Avrebbe messo in chiaro il suo ruolo e soprattutto gli avrebbe fatto capire che LUI era acqua passata. Quando all’improvviso bussarono alla porta Julie sobbalzò dalla sedia.Era ormai ora.
Con molta calma si sistemò sulla poltrona e fece accomodare il proprio cliente. Subito Julie si accorse dei cambiamenti, aveva tagliato i capelli , era più muscoloso e a pelle più simpatico. Cooney entrò nell’ufficio ringraziando la segretaria, quando poi alzò lo sguardo verso di me impallidì.Divenne letteralmente bianco.
“Ciao.Come stai?” esordì cercando di metterlo a proprio agio.
“Uhm I-io bene.Tu?” rispose sorridendomi.
“Bene bene.Accomodati. Penso che tu già sappia il mio nome,sono il tuo legale.Ah posso darti del tu, vero?” chiese un po’ in imbarazzo,non era abituata a dare del tu ai proprio clienti.Vedere Cooney come cliente però risultava un ardua impresa.
“Si certo che so chi sei Julie!Come potrei dimenticarlo.E ovviamente devi darmi del tu…sei o non sei quella che non mi farà andare in carcere?!” concluse ridendo.
Julie a quel pensiero sorrise,Peter era la persona più buona che avesse mai incontrato.Insieme sorrisero a quel pensiero!Lei non aveva dimenticato però il suo dovere,quindi iniziò a fargli delle domande di rito.Aveva scoperto che aveva già subito 3 caos, ma era stato assolto in tutte quante.
“Scusa come hanno fatto ad assolverti dopo che avevi confessato?” chiesi perplessa.
“In realtà stavo proteggendo J…un amico” rispose imbarazzato.
“Senti mettiamo in chiaro le cose. Io e te abbiamo un rapporto di lavoro ed è quindi inevitabile a volte parlare di lui.Non devi sentirti a disagio.Va tutto bene,io sto bene anche lui sta bene.Stiamo tutti quanti bene!!!” disse Julie, che quasi esplose togliendosi un grosso peso dallo stomaco.
“Uhm ok!Non so se posso esprimere una mia opinione,ma credo che nessuno dei due stia bene.Vi siete lasciati in modo orribile.Questo attanaglia i pensieri tuoi come i suoi.Ovviamente questa è solo una mia idea.” Concluse Peter. :)

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Capitolo 6
*** Sesto Capitolo! ***


Julie subito capì perché Joe le diceva sempre che l’amico era bravo ad insinuare dubbi,ma lei quegli stessi dubbi li aveva studiati,analizzati e distrutti quasi quattro anni fa.Così con molta fermezza gli rispose:”Io non ho nessun dubbio,di alcun tipo.Voglio mettere le cose in chiaro con te.Se avevo dei dubbi ho avuto quattro anni per risolverli e adesso sono finalmente felice.Ho un lavoro che mi piace e da poche ore sono anche socia dello studio legale.Quindi credimi se ti dico che sono davvero felice.Non ho scelto io di rappresentarvi,quindi sono costretta a farlo.Quello che c’è stato e non con il tuo amico è acqua passata.Entrambi siamo capaci di istaurare un rapporto di lavoro nuovo ed ottimale,quindi se mi permetti vorrei iniziare da adesso.Lasciando il passato dov’è.Sei d’accordo con me?” Julie prese fiato dopo la sua arringa.
Peter era visibilmente sconvolto,aveva sempre pensato che Julie fosse una ragazza forte,ma vederla così agguerrita e sicura lo sorprese.Annui solamente con la testa,pensando a quello che avrebbe detto Joe una volta saputo cosa era successo.
Joe aveva aspettato il suo avvocato in macchina.Aveva accompagnato Cooney allo studio legale e attendeva di conoscere il suo “paladino” personale. Dopo una decina di minuti Bob entrò in macchina,si presentarono e si diressero al ristorante dove avrebbero approfondito le loro conoscenze.
“Quindi sei tu quello che crea più problemi alla squadra?”chiese scherzando Bob.
“Beh diciamo che mi faccio perdonare con le vittorie e i premi ricevuti.E’ un buon compromesso no?” rispose accennando un sorriso.
“So che hai dovuto affrontare molte cause per il tuo atteggiamento un po’ troppo aggressivo,ma se nn sbaglio sei riuscito a vincerle tutte” continuò il dirigente,in attesa di risposta.
“No.Due le ho perse e mi sn dedicato ai servizi sociali,ma per i giocatori professionisti,come noi,hanno sempre un atteggiamento diverso.Per questo non è riportato nulla sul mio fascicolo.” Rispose apatico Joe. Si chiedeva,perché a lui erano capitati sempre gli avvocati più anziani.Ad alcuni compagni di squadra,prima,venivano assegnati difensori giovani,alcuni erano ragazze bellissime.A lui invece sempre e solamente i più anziani.
“Senta ma perché io non posso avere un avvocato un po’ più giovane?Non mi sto lamentando,lei avrà molta esperienza,ma sono sicuro che ad almeno uno della mia squadra è stato affidato un avvocato bello,giovane e donna soprattutto” esordì Joe,sicuro della sua affermazione,perché non era la prima volta che cambiavano studio legale.
Bob sorrise della domanda e subito pensò a Julie,ma non poteva parlare degli altri a causa del segreto professionale.
“Beh diciamo che quando i dirigenti della tua squadra hanno presentato il tuo caso hanno chiesto la massima esperienza.In questo caso sono io.Se da qualche altra parte ci fosse stata una donna,con il massimo dell’esperienza in ogni caso non l’avrebbero affidata a te.Ti hanno definito con il Don Giovanni del rugby,quindi è preferibile che tu non sia a contatto con una presenza femminile,almeno non in questi casi. ” rispose sinceramente Bob.
Dopo quasi un’oretta,piena di domande futili per Joe,ritornarono allo studio.Lui attese Peter in macchina,mentre Bob ritornò in ufficio abbastanza sodisfatto del risultato,nonostante quel ragazzo fosse privo di interesse verso qualsiasi cosa che non fosse lo sport.
Cooney scese subito le scale e corse per arrivare in auto.Non vedeva l’ora di raccontare tutto a Joe.Lui sapeva che prima o poi ci sarebbe stato il momento in cui quei due si sarebbero visti,ma non pensava che sarebbe stato lui a portare la dolce novella.
“Hey com’è andata?Vecchio come sempre?” sogghignò Peter ripensando al suo d’incontro.
“Si.Sembrava un po’ più simpatico e sincero degli altri però!” rispose Joe,scocciato.
“Tu non puoi sapere cosa ho da dirti!” esordì Peter.
“Beh tecnicamente no,ma sono sicuro che adesso mi descriverai per filo e per segno quanto era bella la ragazza che ti difenderà,giusto?” chiese di rimando Joe,che voltandosi verso Peter vide la sua espressione.Un misto tra emozione e gioia,così iniziò ad interessansi di quello che stava per raccontargli l’amico.
“Il mio avvocato è una bellissima ragazza di nome…..” Cooney creò un po’ di suspance ”Julie Luck!”
Non aspettava altro che vedere la reazione di Joe e non si fece attendere.Prima lo suo sguardo era interessato,ma restava comunque apatico.Era curioso di conoscere i particolari,ma potevo anche non raccontare nulla.Dopo aver sentito il nome però,prima si irrigidì e spalancò gli occhi,poi si rilassò.Voleva far credere che non gli interessava più.
“Ah.Mi fa piacere che sia diventata cioè che aveva desiderato.” Rispose Joe,facendo il finto disinteressato.
“Lo so che t’interessa ancora.Con me non devi fingere,non c’è bisogno.Te l’ho detto, perché adesso sai dove potresti trovarla…nel caso in cui avresti voglia di chiarire con lei.”concluse cautamente l’amico.
Durante tutto il tragitto fino all’hotel Joe non proferì parola.Guardava fuori dal finestrino,pensando a lei.Non la vedeva da quattro anni e non aveva intenzione di vederla di nuovo,anche se il desiderio si era riacceso appena Peter aveva pronunciato il suo nome. In ogni caso non sapeva cosa poteva dirle,doveva scusarsi questo era ovvio,ma poi cosa le avrebbe detto?Sarebbe rimasto muto per tutto il tempo?No!
“Io non la rivedrò!Questo è quanto.Questione chiusa.” Disse all’improvviso.
“Come preferisci!” concluse Peter.
Circa due settimane dopo il contratto fu finalmente firmato e per festeggiare questa nuova “alleanza” i dirigenti della squadra e dello studio legale organizzarono una cena con tutti i presenti.
Bob l’annunciò ai suoi soci e sottolineò l’importanza della presenza di tutti gli avvocati coinvolti in questo affare.Julie quindi non poteva tirarsi indietro. Non poteva fingere di essere malata o altro,doveva affrontare le sue paure.E lui era una di quelle più grandi.L’indomani sera si sarebbe trovata faccia a faccia con lui,ma subito si consolò pensando che ci sarebbe stata molta gente con cui parlare e che quindi poteva facilmente evitarlo.
Lo stesso annunciò fu fatto anche alla squadra.Peter subito cercò lo sguardo di Joe,dopo la notizia che gli diede due settimane fa  era ritornato più apatico del solito.Adesso si chiedeva quando quella cena lo avrebbe traumatizzato.Si alzò e si sedette di fianco a lui.
“Tutto bene Joe?” gli chiese serio.
“Si,si si.Tutto benissimo. Chiederò a Jane di accompagnarmi alla cena.” Rispose con un sorriso perfido.
Peter già aveva capito la sua tattica: attaccava prima di essere attaccato.
“Non faro lo stupido.Non ti accompagnerà nessuno. Verrai con la tua squadra,come il nostro capitano ed evita di fare lo stupido” rispose accigliato Cooney.
“Ho bisogno di Jane,mi annoierò a morte se no.”  Continuò Joe imperterrito.
“Non farlo!Lo sai che quella sera farai di tutto tranne che annoiarti.Lo sai fin troppo bene,che neanche Jane potrà aiutarti.Quindi prendi coscienza di ciò e lasciala a casa sua.” Concluse Peter alzandosi e andando verso le docce. Subito dopo fu seguito da Joe,che ancora perplesso non volevo chiudere il discorso.
“E se lei viene con qualcuno?Io faccio la figura dello stupido!!!” riprese Joe.Peter si voltò di nuovo verso di lui,aveva fatto caso ad un tono particolare della sua voce.Lui l’aveva definito “tono J” ed era il tono che Joe usava ogni volta per parlare di Julie.Era ancora “dolorosamente ipnotizzato” dalla ragazza e in questi anni non aveva mai smesso di esserlo.La ignorava,l’aveva eliminata dal suo vocabolario,ma bastava un solo accenno a lei che ricominciava dall’inizio.
“Lei verrà da sola.E’ una cena di lavoro e poi non credo abbia molto tempo per uscire.” Peter ne era sicuro,almeno qualcosina l’aveva capita della dolce-forte Julie.
Joe si rincuorò ascoltando quelle parole,ma non potè non chiedergli come faceva ad esserne così siuro.
“Tu lascia a casa Jane e lo capirai anche tu!” con questa frase mise un punto netto alla conversazione.
Il giorno seguente nessuno dei due riusciva ad essere concentrato.Joe non rispondeva alle domande che gli venivano poste,mentre Julie continuava a confondere i documenti dei diversi casi. Incontrarsi dopo tanti anni significava riaprire la ferita,che entrambi avevano nascosto. :)

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Capitolo 7
*** Settimo Capitolo! ***


La cena era iniziata già da una 10 di minuti,i giocatori erano già tutti presenti e stavo intrattenendo diverse conversazioni con gli avvocati.Joe continuava a cercarla con lo sguardo,ma non riusciva a vederla.La stanza era molto grande e spaziosa,ma non c’erano ancora tutti e quindi si potevano facilmente riconoscere tutti i volti.
“Ancora non è arrivata!”una voce familiare lo mise a corrente di questa informazione.
“Grazie Peter!Stavo iniziando a pensare che non sarebbe venuta più!” rispose Joe.
“Joe la cena è appena iniziata, tecnicamente non è ancora iniziata!Stai tranquillo!Bob ha costretto tutti a venire,come Luke ha fatto con noi” rispose sarcastico allontanandosi da Joe e dirigendosi verso le bibite.
Julie era in ritardo,si era dimenticata di avvisare la madre,che quella sera non sarebbe stata a casa.Così lei le aveva fatto una sorpresa,Julie impiegò una decina di minuti per raccontare della cena di lavoro alla madre,che comprendendo la situazione se ne andò. Julie corse fino all’ufficiò essendo ormai in abbondante ritardo.Fuori dalla sala riunione,dove si svolgeva la cena,prese un bel respiro ed entrò.
La stanza era stata decorata con delle candele donando un’atmosfera molto intima alla cena.Si guardò intorno e oltre alle facce dei suoi soci,non riconobbe nessn’altro.Era un buon segno,forse lui non era venuto.Subito fu presentata ad altri giocatori,ma non avendo neanche posato la borsa si congedò dirigendosi verso il suo ufficio. Mentre percorreva la sala notò due volti conosciuti dall’altro lato,uno era Cooney e l’altro era Joe.Stavano parlando con Bob e non notarono il suo arrivo.Julie accelerò il passo e si chiuse nel suo ufficio.Con molta calma si sedette e posò la borsa e il giubbino.Di certo non poteva restare in quella stanza,sarebbe dovuta uscire.
“Non posso restare qua.Adesso uscirò mi presenterò come se lui non ci fosse” ripeteva tra se. Rivederlo,però, le aveva fatto uno strano effetto.Certo il dolore di quelle parole ritornò più vivo che mai.Lei era sempre stata seconda,in famiglia, a scuola e anche lui l’aveva posta al secondo posto a favore della sua carriera.Solo nel suo lavoro era la prima e se continuava a restare chiusa nel suo ufficio avrebbe perso anche quel primato.Così si fece coraggio ed uscì.
Erano ancora lì a parlare.Lui era diverso.Non solo fisicamente,ma c’era qualcosa in lui di diverso.Julie però non era intenzionata a capirlo adesso,anche perché si avvicinarono a lei altri colleghi,che fortunatamente riuscirono a farla distrarre.
Joe continuava a parlare con Bob,era stato costretto da Peter.Aveva detto che lo avrebbe distratto,ma non funzionò.Quando si voltò per cercarla di nuovo la intravide.Era circondata da un gruppetto di persone,erano tutti attratti da lei come delle calamite.Lei era bellissima,lo era anche anni fa,ma adesso aveva qualcosa di particolare.Forse quel sorriso,la delicatezza dei suoi gesti.Era immobile a una decina di passi da lei e non riusciva a muoversi,continuando a fissarla.
“Vai da lei! La saluti e poi vedi come va.Tranquillo!” lo rassicurò Peter.
Così con un pizzico di coraggio si avvicinò.La sua voce gli era sembrata più dolce e bastava la sua risata per far fermare il suo cuore.
“Ciao” sussurò Joe,si accorse che lei s’irrigidì e all’improvviso smise di ridere.
Julie s’immobilizzò,quella voce l’aveva riportata indietro di quattro anni.L’aveva visto 10 minuti fa parlare ancora con Bob e adesso era dietro di lei in attesa che lei rispondesse.Voltandosi rispose:
“C-Ciao Joe”.
Era bellissimo, quegli occhi che brillavano più del solito e il suo sorriso era fantastico.
“Come stai?E’ piccolo il mondo eh!” continuò Joe,che non voleva far morire quella conversazione.
“Ehm bene grazie tu?Si troppo piccolo” rispose imbarazzata Julie.Li avevano lasciati da soli a parlare,anche se a pochi passi di distanza c’era Peter che li controllava.
“Abbastanza bene.Vorrei parlarti un attimo.” Chiese timidamente Joe.Stare quei pochi minuti con lei gli aveva dato una sensazione di libertà mai provata prima.Doveva chiarire e doveva farlo subito.
Julie fece un passo indietro,lei non era ancora pronta per affrontarlo.Cosa gli avrebbe detto?
“Julie..” sussurrò Joe vedendola impallidire.Non voleva di certo suscitare quella reazione “ascolta scusa…lascia stare ok?”. Voleva allontanarsi da lei,ma voleva essere di nuovo sicuro che lei stesse bene.
Julie lo vide quasi in procinto di andarsene,quando la sua mano,senza che lei se ne rendesse conto,lo fermò.Joe guardò le loro mani strette e poi rivolse il suo sguardo verso di lei.
“Andiamo nel mio ufficio,così stiamo più tranquilli?” chiese Julie quasi sussurandolo.Imbarazzati e insicuri s’incamminarono. Julie gli indicava la strada e prima di entrare nel suo ufficio Joe cercò con lo sguardo Peter,il quale gli sorrise rassicurandolo.
Il suo ufficio era davvero bello,c’era una grande finestra che dava sulla città che era illuminata da milioni di luci,ma niente era paragonabile a Julie.
“Io ho bisogno di chiederti scusa.Sono stato un cretino,avrei dovuto cercarti e dirtelo prima,ma..” Iniziò Joe ma fu immediatamente interrotto da Julie,che lo guardava fisso negli occhi.
“Non voglio le tue scuse, perché quattro anni fa davvero pensavi quelle cose e scusati adesso non servirebbe.” Concluse Julie continuando a guardarlo intensamente.Non riusciva a distogliere lo sguardo,neanche se avesse voluto.
Joe avrebbe voluto baciarla,era l’unico modo per farle capire quello che provava,visto che a parole non ci riusciva.Così le si avvicinò.
Primo passo
Julie era nervosa.Lui se ne rese conto e anche se con le parole non era bravo provò ad esprimere il caos che sentiva.
“Hai ragione.Quattro anni fa pensavo davvero quelle cose.”
Secondo passo
“Pensavo che quello che c’era tra di noi avrebbe potuto impedirmi di realizzare i miei e i tuoi sogni,ma..” Joe non la perdeva di vista,non più ormai.
Terzo passo
“Ma sono stato un cretino.Di quelli colossali,immensi,enormi perché non ho capito che tu eri quello che realmente volevo.E il fatto che non ho mai,mai smesso di pensarti ne è una prova.”
Quarto passo
Era di fronte a lei.Julie aveva il fiato corto e nonostante pensasse di volersi allontanare da lui non lo fece.Restò ferma ,immobile a pochi centimetri da lui.
“Quello che sto cercando di dirti…” Joe era a pochi millimetri dalla sua bocca.
”E’ che…io.”  Non riusciva a pensare,a causa del suo dolce profumo alla vaniglia,di quei due occhi che lo fissavano,dei loro respiri corti e del suo cuore,che continuava a battere all’impazzata.
“Io..ti amo…” terminò la frase sussurrandola.
Julie avvicinò il suo corpo a quello di Joe. Lui le spostò una ciocca di capelli dal volto e poi l’accarezzò.
Lei immobile appoggiò le mani ai fianchi di Joe,che prese il suo volto tra le mani.
E dolcemente la baciò…prima appoggiò semplicemente le sue labbra su quelle di Julie,poi inebriato dal suo sapore si fece coraggio.La strinse a se e la baciò con passione,come avrebbe voluto fare nel campo la prima volta che la vide.
Julie non riusciva ad allontanarsi da lui,avrebbe voluto restare lì tra quelle braccia per il resto della serata,avrebbe voluto baciare quelle labbra fino a notte fonda.
“Sei davvero qui,vero?” chiese Julie quando iniziò a pensare di aver sognato tutto.Joe sorridendo la baciò di nuovo.
Era oramai passata circa un’ora.Fuori tutti si stavano chiedendo dove fossero i due ragazzi,così Peter,non potendo più distrarli, pensò che era il momento di riportare sulla terra ferma la dolce coppia felice. Sapeva già cosa era successo,perché per quanto fosse stupido il suo amico non commetteva due volte lo stesso sbaglio.
Mentre continuavano ad abbracciarsi e a coccolarsi bussarono alla porta.Joe non aveva la minima intenzione di sciogliere l’abbraccio,ma visto che non era nella posizione migliore per decidere,si accontentò di tenere stretta la sua mano a quella di Julie.
“Avanti!” rispose Julie sorridendo.
“Posso?Sono Peter e vengo in pace” esordì Cooney entrando sorridendo.Fu felice nel vedere le loro mani intrecciate e tirò un sospiro di sollievo.
“Finalmente ti vedo ridere Joe!Julie è un piacere rivederti…” la salutò abbracciandola,notando che Joe non le lasciava la mano.
“Dovreste tornare di là.Ormai vi cercano da un bel po’ e non so più cos’altro inventare.Potrestre andare via prima al massimo,che ne dite?” propose Peter.
Julie sorride annuendo,poi guardando Joe leggermente triste gli chiese se ci fossero problemi.
“No,sono felicissimo davvero!E’ che non voglio…”le si avvicinò e le sussurrò nell’orecchio “..non voglio lasciarti,però fuori non so come mi devo comportare”.Julie lo guardò e poi senza pensarci lo baciò di nuovo.
Peter,che conosceva benissimo Joe, s’intromise e interruppe l’idillio:
“Non vorrei interrompere,ma fregatevene di quelli la fuori.Tu non sei il suo legale,quindi non ci sono problemi.Se vi chiedono qualcosa dite la verità,che già vi conoscevate…Andrà tutto bene!Su adesso andiamo.” Nonostante lo sguardo di Joe,che era un misto tra preoccupazione e dispiacere, uscirono.
Bob appena li vide esultò come se avesse vinto allo lotteria.
“Ah eccovi!Finalmente…Vieni Julie devo presentarti il dirigete della squadra.” Prese Julie per una mano e la trascinò verso Luke.Lei,ovviamente si portò dietro anche Joe.Assistendo alla scena Bob lo guardò perplesso.
“Da oggi prendi Julie e ottieni Joe” disse sorridendo. Bob e Luke si guardarono e iniziarono a ridere felici per la nascita di quella nuova coppia. :)

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Capitolo 8
*** Epilogo! ***


Le cose non poterono che migliorare.Joe si era ripreso del tutto,era felice e anche il rugby era tornato ad essere un piacere per lui,perché sapeva che qualsiasi cosa fosse successo c’era sempre Julie al suo fianco. Dall’atro canto Julie acquistò una sicurezza e una tranquillità mai avuta,le venivano affidati casi su casi.Joe era molto orgoglioso e anche se non capiva molto di legge,quando la vedeva in difficoltà riusciva sempre a strapparle un sorriso.
Erano pieni di difetti,presi singolarmente,ma insieme erano perfetti. E nonostante erano stati lontani tanti anni,la passione e l’amore non erano diminuiti. Quando Joe era in trasferta Julie era sempre pronta a seguirlo,sapeva che il suo capitano sarebbe riuscito a sconfiggere anche il diavolo a suon di touch down.Viceversa quando lei era in tribunale lui correva sempre a seguire le sue arringhe.Joe diceva che avrebbe convinto anche il diavolo a vendere la sua anima…
Le cose insomma andavano a gonfie vele,forse non potevano andare meglio…o forse si?
“Allora Joe a quando le nozze?” chiese Peter scherzando.
“Non ho mai voluto dirtelo fino ad ora,ma devi sapere che sei molto bravo ad insinuare i dubbi” rispose a tono Joe. Peter ridendo, appoggiò una mano sulla spalla del suo più caro amico e annuì dicendo:
“Lo so,me lo diceva sempre anche mia madre.Ma non mi hai lo stesso risposto alla domanda!” continuò. Vide però negli occhi di Joe un guizzo particolare.
“Stavolta però sei arrivato in ritardo.Stasera dopo che avremo mangiato le chiederò di sposarmi.Spero dica di si…inizio però ad avere qualche dubbio,forse è troppo presto!” rispose Joe
“Troppo presto?State insieme da 3 anni…vi amate!Non fare lo stupido,non ti dirà mai di no!Quindi fallo e non pensarci più” Peter concluse la discussione accennando un sorrido e voltandosi verso la sua auto.
“Ah a proposito ” disse prima di entrare in auto “sarò io il tuo testimone di nozze.E non si discute!”
Così con un sorriso stampato sul suo volto si allontanò.
Quando Joe tornò a casa e vide Julie ogni dubbio svanì,non riuscì neanche ad aspettare la cena.
Le si piazzò davanti,la baciò e poi s’inginocchio.Lei continuava a guardarlo sbalordita,non riuscendo ancora a connettere e a decifrare la situazione.Quando lui,però, le pose la fatidica domanda Julie sorrise emozionata e dopo un bacio a fior di labbra Joe le pose l’anello.
Quella sera fecero di tutto,tranne che toccare cibo. :)  
 
THE END!?



Grazie per aver letto :D

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