Quel qualcosa che mi fa amare te.

di PandaLover98
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1; più vicino. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2; Cosa?! ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3; riesci sempre a farmi sorridere. ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4; Ti adoro. ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5; Confusione ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6; mi fai stare bene. ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7; Siamo io te, tu ed io. ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8; più forte di prima. ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9; Uno a zero ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1; più vicino. ***



Mi affaccio dalla finestra, niente.

Eccolo, bello come sempre, con la sua solita felpa. Si avvicina una ragazza, Iris penso, lo bacia sulla guancia e si accende una sigaretta.

Provo un’invidia che parte dal la bocca dello stomaco che arriva fino in gola, che mi farebbe urlare un “Justin, ti amo!” a squarciagola.

Si, ma non avrei mai il coraggio, lui è bellissimo e tutte, e dico tutte sognano un bacio rubato da lui.

Ma io non sogno solo un bacio rubato, ho una voglia di abbracciarlo ogni minuto della mia vita, di baciarlo e di dirgli che non ce la faccio a vivere senza di lui, senza il suo viso, senza i suoi occhi nocciola.

- Virgi, la smetti? - Taglia corto Caterina.

- Scusa scusa -

Justin, uno dei ragazzi più carini della scuola,anzi no forse il più carino, no il più bel ragazzo dell'universo finora conosciuto, è due anni più grande di me e penso venga dal Canada.

Il Canada, vorrei tanto andarci un giorno, se tutti i ragazzi sono belli come lui.

Mi ricordo perfettamente il primo giorno di scuola, quando per la prima volta i miei occhi si soffermarono sul suo viso.

Gira la testa, capisce che lo sto fissando da un po’. Arrossisco e prendo le sembianze di un peperone, bello piccante.

Guardiamo il lato positivo, almeno mi ricorda come “la ragazza strana che lo fissa sempre”.

-Sempre la stessa cosa, ogni intervallo-

-Andiamo, non te la prendere-

La prendo a braccietto e andiamo in cortile. Dopo aver preso la merenda ( non dovevo prenderla, sempre la solita mangiona) ci sediamo sulle scalinate del campo da football.

- Che fai oggi? - dice Caterina mentre mangia la sua brioche.

- Nada de nada, tu?-

- Vieni da me? Ho bisogno di un cambiamento-

Effettivamente dopo la rottura con Mike, un coglione che l'ha tradita, si è lasciata andare e non si cura più tanto.

- Certo! Abbiamo bisogno di aria nuova- butto la carta della pizza mentre le rispondo.

- No, tu hai bisogno di Justin, sennò non la smetterai mai di farti film mentali in testa!-

- Che c'entra?-

- No, niente, lo stavo solo guardando, perchè si sta avvicinando?-

-Cosa?!- non ho capito se è una cazzata oppure si sta veramente avvicinando. Giro la testa.

Lo vedo, da vicino, molto vicino, ho fatto bene a mettere le lenti oggi.

È talmente vicino che sembra di sentire il suo respiro, il suo cuore, sembra di avere i suoi occhi nocciola sul mio viso. Un attimo, perché è sempre più vicino?

Oddio, si sta avvicinando. Ecco, sono fottuta.
Driiiiiiiiinnnn.



CIAO BELLE! Ho appena iniziato questa storiella, mi dite cosa ne pensate? :3 RECENSIONIRECENSIONIRECENSIONI :3

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Capitolo 2
*** Capitolo 2; Cosa?! ***


Qualcuno mi scrolla la spalla.
-è suonata già da dieci secondi e ancora non ti sei precipitata alla porta per vederlo coi suoi amici, strano-
-Mi sa che mi ha beccata oggi-
-se-
Davvero, si dirigeva verso di me, non stavo sognando, era reale.
Come se si fosse materializzato davanti a me, ma poi con il suo solito tempismo è suonata la campanella..
Ma che dico! Grazie sacrosanta campanella che mi ha fatto evitare una figura di emme..
Ho voglia di cioccolata. Ecco cosa mi fa pensare lui, la cioccolata, sarà il suo profumo evidentemente.
Usciamo dalla scuola e ci incamminiamo verso casa di Caterina..
Stiamo aspettando il semaforo, perché è così lento?! Ah sì, perché siamo in una piazza con cinque semafori.
Mi sento toccare la spalla..
Mi giro facendo una mezza piroetta credendo sia Daniele, un mio amico di classe. Evidentemente mi sono sbagliata di grosso..
Mi ritrovo davanti Justin..
Oddio, che figura, bene la stramba che lo fissa sempre si muove anche a passi di danza.
-Virginia, giusto?-
- Sì, come lo sai?- Scema, scema, scema, fregatene, sa il tuo nome, non importa come lo abbia saputo!
Un accenno di sorriso esce dalla sua bocca. .
Credo di non aver mai visto un sorriso – anche accennato- così bello.
-Tu.. sei?- Ottima mossa, ti fingi disinteressata. E se poi se ne va? Devo smetterla di farmi film in testa, devo scrivermelo.
-Justin Bieber, vado in seconda D -
-Ah, siamo sullo stesso piano!-
Il semaforo diventa verde.
“I heard That you're settled down That you Found a girl..” .
-Pronto? Scusa- Proprio adesso mi doveva chiamare Martina..
- Io vado ciao, ci vediamo a scuola!-.
Un attimo, rewinde, che mi ha detto? Ci vediamo a scuola?.
Okai, è decisamente le mia giornata fortunata..



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Il sole splende così alto in cielo da rendere i muri sporchi della Vegis high school di un oro brillante. A quanto pare la primavera si fa sentire, meglio.
Sta mattina c’ho un sonno della Madonna, no, mi contraddico, tutte le mattine ho un sonno della madonna.
Svolto la gradinata che porta al piano della mia classe, e mi metto a passeggiare con le mie amiche.
La campanella suona tra dieci minuti, quindi ce la possiamo prendere con comoda.
-Hei, guarda chi ci è venuto a trovare?- sussurra Camille.
- O merda, ma non era morta?-
Iris e il suo gruppetto stava varcando la soglia del corridoio. Ok, sti cazzi, lontano dagli occhi, lontano dal cuore.
Un attimo, che c’entra questa citazione? Si vede che ho sonno.
Passa un attimo e la sua “reale” spalla urta la mia.
- Ma ti vuoi levare?- mi accusa isterica. Sembra una gallina, ma forse è meglio che me lo tengo per me.
- Ma anche no, cara- Non mi fa paura, ha la mia età, non è una supermodella, ha solo una cosa che la differenzia , tiene le gambe aperte, troppo spesso.
- Mi stai prendendo in giro?- squittisce sorpresa dalla mia risposta.
- Non lo so, e tu?- Ora mi stavo decisamente prendendo gioco di lei, mi aspetto una vendetta, spero solo sia non molto cruenta.
- Me la paghi – Gira i tacchi e ne va.
Suona la campanella, tutti dentro, devo andare all’aula di Storia. Io odio storia, tranne quella moderna.
Julie ha deciso che l’ora di storia la devo passare a ridere, visto che fa certe battute sull’aspetto della prof che neanche il più secchione riderebbe.
- hai visto i suoi capelli? Sembra che siano amanti del giardinaggio-
- perché?-
- Guardali! Ricordano tanto l’albero mi mio nonno, le ciocche si alzano in cielo e hanno un colore che dà sul verde-
- ma no, sono sul viola prugna secca-
-hahahaahahaha-
-Stoner, vuoi condividere anche con il resto della classe la cosa che ti ha fatto ridere?- La voce apparentemente incazzata della prof mi fa smettere immediatamente di ridere.
- La prugna secca si sta alterando – sussurra tra le risate Camille.
- No, niente, mi scusi prof. –
Ho bisogno di riflettere un attimo, allora oggi ho fatto la stronza con la più stronza di tutte le stronze, mi aspetto una vendetta, ma quando?
Dio, speriamo che non riguardi Justin, magari manderà lui a darmi un bel pugno in piena faccia. No questa cosa non si fa alle ragazze. Basta pensarci.
Un urlo comune mi fa riprendere la concentrazione.
- Il Ballo! Ci credi?! – Caterina mi strattonava frenetica.
Un ballo? E quando lo ha detto la prof prugna secca?
Oddio, come mi vesto? Io sto malissimo con i vestiti. E se sudo? Mi si rovinano i capelli ed il trucco.
- Quando?- Riesco a dire, in preda all’eccitazione che ha contagiato anche me.
- Sabato, alle otto e mezza. Massimo un ospite a testa, mi raccomando.- La prof prugna secca sembra impassibile a questa magnifica notizia.
Che bello, finalmente il ballo di primavera, aspettavo da tanto questo momento, l’ho sognato parecchie volte, la maggior parte con Lui che mi chiedeva di ballare.
- Dobbiamo essere pazzesche, capito?- Caterina sembra particolarmente frenetica. Secondo me vuole fargliele pagare a Mike. Sono sicura.
- Fai benissimo- momento momento, che ho detto?!
- Che?! –
- Niente, fai benissimo a dire che dobbiamo essere pazzesche, è la nostra occasione!- Ho una capacità incredibile di sviare i discorsi, bene, punto a favore per me.
La campanella suona, tutti fuggono. Che stiano andando a cercare il vestito perfetto da macy's?
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ZZZIIIIAAAAO BELLEEE :3 ME LO RECENSITE? Graziegraziegrazie :3

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Capitolo 3
*** Capitolo 3; riesci sempre a farmi sorridere. ***


- Vatti a provare quel vestito-
- Non ci penso neanche-
Caterina cerca disperatamente e, a quanto pare senza risultato, di farmi provare un vestito. Ho sempre odiato i vestiti, mi stanno veramente male addosso. Perché bisogna vestirsi così eleganti ad i balli?
Mancano solo 2 giorni e io ancora non ho un vestito. Neanche Caterina ce l’ha, ma lei ha l’imbarazzo della scelta, sta bene con tutti.
- Provati questo, è perfetto- Mi porge un vestito alla greca con gonna a palloncino blu.
Mi affaccio dal camerino in cerca di uno specchio.
Non faccio in tempo ad uscite che sento il parere di Caterina un po’ ad alta voce.
-O Cielo, levatelo subito sennò mi freghi tutti i ragazzi, c’è sei pazzesca!-
Mi affaccio e mi guardo allo specchio. Chiudo gli occhi. Ok, al tre li apro e vedo come sto.
- Beh?- Caterina sembra veramente entusiasta del vestito.
Uno, due, tre. Wow, davvero, non mi sta male.
- Non è troppo corto?-
- Io ti meno, sei bellissima!-
Faccio una piroetta.
Mi sento una principessa, è davvero il vestito perfetto.
Caterina si prova un vestito senza spalline nero, molto attillato.
- Tu, tipa, sei molto sexy sai?-
- Tu tipa, sai che lo sei anche tu?-
Volteggiamo insieme e scoppiamo a ridere fino a che la commessa ci guarda storto, e ti pareva.
- Ci mancano solo le scarpe- Riesce a dire Caterina tra una risata e l’altra.
Vado sul classico, un paio di decolleté nere. Caterina un paio di parigine grigie.
- saremo fantastiche- Dice convinta.
- Lo spero-
- no, lo saremo, punto e basta.-
Sono a casa, pc acceso sulle ginocchia. Ho bisogno di rilassarmi con un po’ di musica.


“Baby, you're a firework come on, let your colors burst Make 'em go up up up”

Justin Bieber ha accettato la tua richiesta d’amicizia su Facebook.

Un momento, io non gli ho mai inviato la richiesta d’amicizia! So già di chi è la colpa.
Dov’è il mio cellulare, lo perdo sempre. Eccolo, sul letto.
<< Io ti uccido>>
<< Che?>> Dal suo tono è evidente che sa già di cosa sto parlando.
<< Indoviniamo>>
<< Ha accettato la tua richiesta d’amicizia!>> Il suo tono apparentemente euforico non mi fa passare l’incazzatura.
<< Ma io non gliel’ho mai inviata! Lo sai che mi vergogno, cazzo.>>
Sono demoralizzata, ho fatto un’ altra figura di emme.
<< Virginia, sveglia! Almeno sa che esisti, anzi, ti ricordi al semaforo? Ti ha parlato. Lui, Justin Bieber, il ragazzo di cui hai una cotta pazzesca..>>
<< Sono innamorata, prego>>
<< Okai, allora, Justin Bieber, il ragazzo di cui sei pazzamente innamorata di ha notata, anzi parlata e ti chiederà di ballare e ti bacerà al ballo di primavera>>
<< Che ne sai tu? >>
<< Perché sei bellissima e hai quel qualcosa in più dalle altre ragazze>>
Riesce a farmi sorridere, come sempre, e mi dimentico il momento per cui mi sono arrabbiata. E’ il suo potere, fa sorridere le persone.
Dopo essermi infilata il giubbotto, prendo le chiavi di casa che avevo dimenticato il camera.
Scendo e incontro la tenera signora del piano di sopra. Vorrei essere come lei alla sua età; Sposata con un marito che la ama come il primo giorno che l’ha vista e che la rende felice ogni singolo giorno.
Sono in piazza, aspettando l’autobus per andare a casa di Julie.
Eccolo arrivato. Salgo, Cuffie nelle orecchie e mi siedo.
Un attimo, chi c’è seduto là? Riconoscerei quel volto anche solo di sfuggita.
E’ lui, e si sta avvicinando.
-Ciao! Anche tu qui?” Domanda idiota, ovvio che sono qui, ma detta da lui sembra che mi abbia detto “ sei bellissima-
-Ehi! Sì, devo andare a casa di una mia amica, tu?-
-Devo andare da un amico, Ryan, hai presente? Dobbiamo andare a prendere i vestiti per il ballo. Tu ci vai?-
Solo per vedere te, amore.
L'autobus accosta. - Certo! Scusami devo scendere, è la mia fermata-
Cazzo, cazzo, cazzo, proprio adesso doveva arrivare l’autobus?


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Ciao Bedde (?) Ci ho messo molto impegno in questo capitolo sapete?
Volete sapere come va a finire il ballo? Recensiterecensiterecensite :3

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Capitolo 4
*** Capitolo 4; Ti adoro. ***


Julie è in una delle sue crisi pre-festa, mi aggiungerei anche io, se non perché l’incontro con Justin mi ha stampato un sorriso da guancia a guancia.
Sta urlando da mezzora e si prova tutti i vestiti e lanciandoli sul letto. Io ce l’ho un vestito, delle scarpe, e un ragazzo che ho incontrato in autobus oggi. Ah, non è il mio ragazzo.
- Non ho vestiti! Non so come vestirmi e non ho un cavaliere!-
- Andiamo, ne hai comprati due l’altro ieri- In effetti due giorni fa mi aveva inviato per messaggio la foto dei suoi due vestiti, uno non bastasse.
- E il cavaliere? Come la mettiamo?-
- Neanche io ce l’ho, fa tanto anni novanta-
Mi mordo la lingua, mento. Vorrei tanto un cavaliere, che magari mi dicesse che sono bellissima e che sembro una principessa. Mi basterebbe anche una dama, ma con il mio cavaliere adorato. Ma il maschio della dama è il damo?
- Il maschio della dama si chiama damo?-
- Che diamine c’entra?!-
Scusa Julie, evidentemente sei in una vera e proprio crisi, non farò più domande idiote.
Le porgo un vestito rosso con una cinta al punto vita. Mi sembra perfetto.
- Non se ne parla! È il vestito da damigella del matrimonio di mia cugina!-
- Sti cavoli, provatelo, tanto non l’ha visto nessuno di classe, no?-
L’apparente faccia schifata di Julie non mi ferma per niente.
Mentre si prova il vestito mi siedo e controllo i messaggi sul cellulare. C’è né uno di Daniel; Ti prego fa che non sia sul ballo perché sennò do di matto.
<< Oi Vi, sta sera a casa mia, ti va? Ci sono un paio di amici, ho chiesto anche a Cate. :) >>
<< Oi Daniel, certo che sono dei vostri! Tanto domani non ci vado all’assemblea! Ma una domanda, può venire anche Julie?>>
Il trillo del cellulare mi spaventa mentre lo riporgo in silenzio nella tasca dei Jeans. È Daniel, mi ha già risposto.
Intanto Julie esce dalla camera con il vestito addosso. Avevo ragione, le sta a pennello.
- Avevi ragione, mi sta “bene”, ma non so con che scarpe abbinarlo-
Problemi, problemi e ancora problemi, ma insomma, non sono questi i drammi!
- Le scarpe te le presto io, non facciamo dei drammi sul vuoto, a proposito, sta sera vieni con me e Cate da Daniel sta sera.-
Julie diventa improvvisamente rossa e posa lo sguardo sul pavimento. Non pensavo le stesse antipatico.
- Ehm, ok-
Cazzo, non ci avevo pensato! Julie non mi ha mai detto che gli piaceva qualcuno, ma evidentemente, da quanto ne ho dedotto, le piace Daniel, il mio migliore amico. O Cielo, come ho fatto a non scoprirlo?
- O mamma mia, ti piace Daniel!-
Julie si immobilizza subito. È immobile in piedi.
- Come cavolo fai a saperlo?-
Lo sapevo, punto per me.
- Oddio, c’è ti rendi conto! Daniel, quel Daniel. Oggi allora devi prepararti per bene-
- Ok, ma mi devi aiutare, capito?-


Fa un freddo cane qui fuori, anche se siamo ad aprile. Le macchine scorrono velocemente come i giorni che mancano all’estate, libertà. Le cuffie nelle orecchie mi distolgono dai rumori assordanti della città. A Julie piace Daniel, e oggi secondo me starà tutto il giorno zitta o magari a fare qualche risolino. No, Daniel è il ragazzo perfetto per lei. O almeno spero. Tiro fuori dalla tasca un cioccolatino rigorosamente fondente e me lo porto alla bocca. Chissà se Justin preferisce la cioccolata fondente o al latte. Ma che domande sono queste?
Busso alla porta di casa McCale. Mi viene ad aprire Daniel e mi abbraccia.
- Ciao bella-
- Ziao, fa un freddo boia qui fuori!-
- Entra tonta! E –come sempre- sei in anticipo.-
Lo guardo confusa, poi controllo l’orologio. Le 18 e 46.
- Vabbè solo un quarto d’ora!-
Ci sediamo sul divano, mi porge un pacco di patatine, rifiuto, mi devo tenere in forma per il ballo!
- Dà, ti devo dire una cosa..-
- dimmi su-
Mi vergognavo, ma finalmente trovai le parole e gli raccontai i miei sentimenti per Justin. Mi guarda stupido ma alla fine mi abbraccia forte. Avevo bisogno di dirglielo, mi sentivo un peso troppo grande. Lui saprà aiutarmi, lo so, è magnifico, Daniel.
- Cazzo Vi, io non lo sapevo-
- dai, scusa se non te l’ho detto subito, ma sei pur sempre un maschio!-
- No, non è questo-
La sua faccia diventa come un ghiacciolo e mi guarda negli occhi. Adesso mi dici che gli piaccio, no fa troppo film americano e io alla fine dovrei scegliere lui perché è l’amico fedele per tutta la vita bla bla bla.
- Io l’ho invitato sta sera.-
O merda, non mi sono neanche vestita carina! Questa non ci voleva.
Daniel continua a ripetere – mi dispiace- a bassa voce. A quanto pare la mia faccia deve essere molto sconvolta.
- Dà, non è colpa tua, non c’entri niente!- Gli stringo il braccio, ho bisogno di un appiglio.
- Tu casomai stai vicino a me tutto il tempo, se ti vergogni.-
No penserà che stiamo insieme e Julie sarà terribilmente gelosa, non è una delle tue migliori idee.
- Sì, ok.- Pausa di dieci secondi. – ma io non è che mi vergogno, è che, cioè insomma guardami, non sono alla sua altezza.-
Ecco, l’ho detto.
- Sei proprio una cogliona, se solo lo pensi-
Si alza. Ma che cavolo gli prende?!
- Tu, si proprio tu, sei una persona bellissima sia dentro che fuori, nonché mia migliore amica a vita, e non ci è ragazzo che ti possa mettere in imbarazzo, anzi, casomai tu li stendi tutti!-
Io adoro questo ragazzo, con tutta me stessa. Non è possibile che riesca a dire queste cose, nonostante sia un ragazzo con un esplosione di ormoni dentro ai pantaloni.
- Io senza di te non ce la faccio.-
Suonano alla porta. Dopo avermi dato un bacio sulla guancia va ad aprire. Apre la porta, Justin e Ryan varcano la soglia seguite timidamente da Caterina e Julie. Evidentemente si saranno incontrati per strada. Si siedono tutti sul divano, alcuni sulle sedie, e Justin sul pavimento.
- Facciamo il gioco della bottiglia!- Urla Ryan ad un certo punto.
Cosa?! Ma anche no!


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Ciao esserini (?)
Come vi sembra?:3
RECEEEENSSSIIIITEEE? :3

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Capitolo 5
*** Capitolo 5; Confusione ***


Mi sono opposto con tutte le forze, ma la forza di tre maschi batte di gran lunga la mia, quindi ora non so come ma sono seduta per terra a fissare una bottiglietta di plastica girare e scegliere la sorte degli altri.
Non ho parlato con Justin per tutta la serata, non è che ci abbia mai parlato, a parte due volte. Ma pensavo che almeno un “ciao” me lo avrebbe rivolto. Invece è entrato in casa McCale, ha battuto il pugno a Daniel – cosa che io trovo inutilmente stupida-, ha sorriso a tutti e si è seduto sulla soffice moquette del salone. Solo quando mi sono alzata per andare a prendere un bicchiere di coca si è degnato di dirmi – ehi me la porti anche a me?-
Ma vaffanculo, non sono la serva di nessuno. Non gli ho risposto, ma alla fina la parte innamorata di me ha avuto la meglio e gliel’ho portata. Devo smetterla di comportarmi come una stupida bambina che sogna il principe azzurro mentre spazzola i capelli perfettamente biondi di una Barbie.
La bottiglia si ferma davanti alla faccia eccitata di Ryan. Gira ancora, e si ferma davanti a Caterina, che sbuffa.
- Non sono abbastanza bello per te?- Ridacchia e imita di dare un bacio.
- Cretino-
Si avvicinano, Ryan le tira su il mento e avvicina le labbra. Un bacetto di cinque secondi, rapido e indolore. Ryan è apparentemente deluso. Caterina ritorna al suo posto e sprofonda sul divano di pelle tortora.
E la bottiglietta ricomincia a girare, e pare che giri tutta la stanza, quando si ferma proprio davanti a me. Mi mordo il labbro inferiore mentre spero che si fermi al posto giusto, davanti a Justin. Ma lo sorpassa, e si ferma davanti a Daniel. Cazzo.
- Non ci penso neanche- E’ il mio migliore amico, neanche se mi pagano.
- Andiamo! È insignificante- Ryan, zitto, per favore.
Daniel guarda in basso, è in imbarazzo anche lui, evidentemente. O forse non vuole che lo baci, o meglio, lo fa per me.
Al diavolo, io non ci volevo neanche giocare. Mi alzo, mi avvicino all’orecchio di Daniel e gli sussurro – facciamoli contenti dai-, dopo di che mi sento circondare la vita e tutto va normale: le labbra si avvicinano, i respiri si sentono sempre più forti e le lingue si uniscono. Sapore di rimorso, o di sbaglio, forse entrambi. Ci stacchiamo e me ne torno al posto.
Justin mi fissa, ma non so che rispondergli. Per favore Bieber, ho appena baciato il mio migliore amico, fammi riprendere un attimo. Mi giro, no, non mi guarda più, peccato. Scoppia a ridere.
- Che cazzo ridi?- Come sei rude a volte, Virginia.
- Dovevi vedere la tua faccia due minuti fa-
Non rispondo. Insomma, ero così sconvolta! Macché , è solo un cretino. Basta, non lo insultare, sai benissimo che lo ami con tutto il cuore. No, si forte, se c’è qualcosa da dire, dilla. Diamine, sembro una matta.
Nel frattempo ci siamo spostati in camera di Daniel, io sono stesa sul suo letto. Gli altri sono sparsi tra i cuscini o sulle sedie. Julie parla con Ryan di non so cosa mentre lui e qualcun altro sorseggiano una Beck’s.
- Me ne dai un goccio?- Chiedo pizzicando il braccio di Daniel.
- So come sono i tuoi gocci-
Faccio una faccia offesa e me la porge, poso le labbra sulla lattina fredda e sorseggio piano la birra. Daniel si alza per andare in bagno. Justin si avvicina a me e si siede sul letto. Non ho intenzione di parlargli. Io, beh, pensavo che magari un pochino gli piacevo, dopo il nostro incontro su quell’autobus. Ma si è comportato come tutti i santi giorni a scuola, non mi ha degnato.
- Sei arrabbiata con me?-
Arrabbiata con te? O Cielo, fai dannare una ragazza innamorata e poi gli chiedi –sei arrabbiata con me?- tutto tranquillo, come se non fosse successo niente, magari anche sperando che si metta a ridere.
- Ma no, perché dovrei? Non mi hai fatto niente-
Appunto, non mi hai fatto niente, niente di niente, né salutato nè tantomeno rivolto la parola per tutta la sera. - Ok, ho sentito che hai fatto incazzare Iris, il pettegolezzo ha fatto il giro di tutta la scuola-
Davvero? Wow, sono famosa, ora sono quella che ha offeso miss “reginetta a vita”. Mi spunta un accenno di sorriso, sono soddisfatta, ora sta rosicando.
- Ah davvero? No, le ho solo risposto a tono, qualcuno prima o poi doveva farlo-
- Si, è un periodo che non si sopporta-
Un periodo? Da sempre!
Ride, chissà perché. Ma il suo sorriso mi fa impazzire, infatti lo fisso mentre ride. Lo amo, amo il suo sorriso, la sua risata, vorrei essere sempre la causa dei suoi sorrisi, ti prego, se c’è un Dio lassù, per favore, esaudisci il desiderio e non ti chiederò più niente per un bel po’.
La serata alla fine passa in fretta. Caterina viene a dormire da me e a mezzanotte crolliamo entrambe, dopo esserci raccontate le solite cose da ragazze.
Ci siamo svegliate tardi questa mattina, siamo scese a fare colazione. Mentre sto preparando i caffè Caterina fa un urlo.
- Cazzo! Oggi è il giorno del ballo!-
- Uh! È vero! Finalmente!-
L’attesa era giunta al termine, il giorno tanto sognato e desiderato è arrivato. Dovevo godermi quel ballo, con o senza Justin.
Passiamo il resto della giornata a prepararci, prima andiamo a farci i capelli (la mamma di Martha è riuscita a procurarci un bello sconto dal suo parrucchiere), poi siamo andate a farci le unghie e infine siamo tornate a casa mia tutte insieme, intente a darci gli ultimo ritocchi.
- Oggi li ballerete i lenti?- dice un po’ scettica Connie.
- Boh, dipende se mi invita qualcuno-
- Quel qualcuno che inizia per J e finisce per ustin? –
- Probabilmente-
Il pomeriggio passa in fretta e si fanno le diciotto e un quarto, ed è arrivato il momento di prepararci per bene. Ognuno si sfila jeans e maglietta e si infila il proprio vestito alla meno peggio.
Ti prego fa che mi stia bene, ti prego ti prego ti prego, continuo a ripetermi mentre cerco di allacciare la cintura che mi percorre la schiena.
Si avvicina Caterina e mi porge la catenina che mi dovrei mettere.
- Secondo me sarai la più bella del ballo-
- Se, dopo di te-
- Ti sta veramente bene questo vestito sono proprio un genio, vero?-
Si voltano tutte, nonostante Martha si stia cercando di infilare i collant, Julie sta combattendo con una matita che non si vuole temperare, Connie e Camille che si stanno litigando il mio foulard preferito.
Mi fanno tutte i complimenti, che carine, ma loro non sono da meno.
Poi ci vengono a prendere ed entriamo tutte eccitate nel suv del padre di Camille, verso quella che dovrebbe essere la serata più bella dell’anno..




Ciau Lettrici belle belle!
Prossimo capitolo? IL BALLO!
Pelò.. Mi recensite? :3 Muchlove.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6; mi fai stare bene. ***


Poggio un piede fuori dalla macchina, per controllare se è vero quello che sta succedendo. Ok, è tutto vero, sto per andare al ballo di primavera. Mi alzo dal sedile fin troppo vissuto del suv di Camille e mi guardo attorno. La prospettiva si fa interessante, ci sono centinaia di ragazzi e ragazze che ridono o che si salutano o –nel peggiore dei casi- commentano i vestiti degli altri. Gli occhi di Iris si posano sul mio vestito, indossa un vestito nero praticamente inesistente sulla schiena. Giro lo sguardo e lo punto sul gruppetto delle varie squadre di sport. Ai giocatori di football pare che la camicia stia scoppiando, a quelli di basket i pantaloni sono troppo corti e ai nuotatori le maniche non dureranno più di tanto intatte. Justin è nel gruppo dei giocatori di Hockey, e il suo smoking gli sta di incanto.
La preside sta combattendo con un microfono cha a quanto pare non vuole collaborare. Solo dopo l’aiuto del Coach Beilt si riesce a sentire un “tutti pronti?” preceduto da uno stridio assordante. Un sonoro “si” di tutti gli studenti indica l’inizio della festa.
- Dai, entriamo?- Dice Martha eccitatissima in compagnia del suo ragazzo Louis.
Louis è davvero un bel ragazzo, ha gli occhi azzurri come l’acqua di un fiume di montagna, i capelli bruni ed è a dir poco divertente.
Entriamo in quella che solitamente chiamo palestra, ma è davvero irriconoscibile! Ci sono Brillantini dappertutto, la musica a palla e per fino una palla da discoteca che riflette le luci psichedeliche per tutta la stanza.
Voci indistinte si udivano nell’aria del tipo: “Oddio, è fighissimo!” “Molto meglio dell’anno scorso!” “ Si sono dati proprio da fare”
- Cazzo, c’è Mike- Caterina lo squadra.
In effetti c’era, ma niente da preoccuparsi, è in compagnia con una bella bionda della Histongras High school, famosa per essersi fatta più ragazzi della Vegis che della sua.
- Tranquilla, è con Corinne.-
Non mi sembra gelosa, per niente, anzi si è già voltata ad ammirare la squadra di football fare il suo ingresso in palestra.
- Guarda che fighi-
- Non sei l’unica a dirlo ragazza!-
Iniziamo a scatenarci sulle note di “Rain over me” per poi proseguire con altre canzoni. A quanto pare tutti si stanno divertendo, e si sono già formate le prime coppie. Poi partì il primo lento della serata.
"Your’ e beautiful, Your’ e beautiful, it’s true"

Ti prego, fa che Justin mi inviti, per favore. Eccolo si sta avvicinando. Mi sale il cuore in gola e inizio a scrocchiarmi le dita, cosa che faccio quando sono nervosa. È sempre più vicino, un attimo.. Svolta, e va in direzione del buffet. Ma vaffanculo. Ci sono rimasta di merda. In compenso però un ragazzo, Logan, mi si avvicina e mi chiede di ballare, non è Justin, ma è pur sempre un ragazzo, e neanche tanto brutto.
È arrivato il momento delle candidature per la reginetta del ballo, ovviamente si presentano Iris e un paio di cheerleaders. Inizia una delle due, rigorosamente bionda finta, dice cose che sono riusciti in pochi a capirle.
Ma alla fine fa un bel salto in modo che il vestito si alzi leggermente, ottenendo un boato.
Poi si presenta una seconda, capelli più lunghi di raperonzolo e a loro volta biondi chiarissimi, che dice cose come “ porterò la pace nel mondo” oppure “ Salviamo i cuccioli maltrattati”, ma alla fine fa volare il suo foglietto con il discorso e si piega per prenderlo mostrando all’aria il suo fondoschiena, sta volta il boato è più grande.
Poi arriva il turno di Iris, mi si avvicinano due ragazze di cui non so il nome.
- Beh, perché dovrei essere eletta reginetta? Molto semplice, sono bella, qualcuno che lo nega?-
Silenzio tombale.
- Bene, vedo di no, poi rappresenterei al meglio la scuola, perché sono intelligente e so farmi rispettare e so farmi giustizia coi le sfigate che cercano di avanzare di posizione sociale- Mi stava fissando.
Improvvisamente mi sento tutti gli occhi addosso, e poi una sensazione di umido e bagnato, sento la plastica dei bicchieri sbattermi in testa e le risate delle ragazze che mi hanno versato l’acqua addosso.
Poi va tutto molto velocemente, sento Iris che continua a dire “che vi sia da lezione” o cose del genere, mentre le lacrime fanno irruzione sul mio viso e scappo via dalla palestra. Caterina mi rincorre, ma io corro più veloce, nonostante i tacchi e mi nascondo dietro il mio armadietto. Peccato, in palestra sento la mia canzone preferita che sta per partire.
“You’re insecure Don’t know what for You’re turning heads when you walk through the door Don’t need make up To cover up Being the way that you are is enough Everyone else in the room can see it Everyone else but you..”

Sono sola, a piangere per quella stronza e per la figura che mi ha fatto fare. La odio, con tutta me stessa. Cazzo, mi ha rovinato la serata, anzi la reputazione, e forse la vita! Voglio solo sprofondare o al massimo diventare un camaleonte e mimetizzarmi con il muro. Probabilmente ho tutto il trucco sbavato e le scarpe me le sono tolte dopo essermi accasciata contro il muro. Qualcuno si avvicina, Justin. No, non mi deve in questo stato, ti prego va via e lasciami sola.
“Baby you light up my world like nobody else The way that you flip your hair gets me overwhelmed But you when smile at the ground it aint hard to tell You don’t know, You don’t know you’re beautiful If only you saw what I can see, You’ll understand why I want you so desperately Right now I’m looking at you and I can’t believe You don’t know, You don’t know you’re beautiful Oh oh, But that’s what makes you beautiful”

-Ti prego lasciami da sola- riesco a dire tra i singhiozzi quando lui si avvicina.
Non fa niente, si siede accanto a me e stringe tra le sue spalle.
- è solo una stronza, cazzo, non doveva fartelo, ha esagerato-
- già-
Mi stringe più forte e poggio la testa sul suo petto, sporcandogli la camicia di nero. Sembra che non gli interessi.
- Posso chiederti una cosa?- Li fisso nei suoi occhi così perfettamente nocciola.
- Certo- mi sussurra.
- Non te ne andare-
Non mi risponde e mi bacia la fronte.
Perché è qui? Perché se ne sta qui a sentirmi piangere e a impantanarsi la camicia invece si spassarsela con Iris o con i suoi amici a ballare e a ubriacarsi?
- Cavolo, avresti dovuto vedere che è successo in palestra dopo che te ne sei andata; Le tue amiche si sono messe a urlare e alcune hanno tentato di strappare i capelli a quella stronza, Caterina ti ha rincorso, poi però è tornata perché non ti trovava, Daniel ha cominciato ad insultarla e le ha dato un bello spintone mentre Louis voleva ammazzare quelle cretine che ti hanno bagnata e la preside credo la stia punendo.-
È bello sapere che c’è qualcuno che mi vuole bene, ma non mi tira su più di tanto.
- E tu?- Domanda idiota.
Si passa una mano tra i capelli notevolmente imbarazzato.
- Beh, io mi sono avvicinato, lei mi ha messo le braccia al collo, io le ho tolte, le ho dato della puttana, ho spinto la squadra di football che le stava incontro e sono corso a cercarti.-
Mio Dio, perché è cosi buono? Poteva fregarsene, ma non l’ha fatto. Ti amo Justin, tanto, perché hai un cuore d’oro, anzi di platino.
- Come hai fatto a trovarmi?- In effetti ero nascosta bene, o forse ha sentito i miei singhiozzi.
- Perché ho notato che a scuola stai sempre qui quando sei nervosa o quando sei triste per qualcosa- Ehi, come lo sapeva?
-Grazie mille, mi fai stare bene-
-Figurati, ma adesso, fammi un favore, andiamo via, ti porto a casa mia, non mi fido di lasciarti da sola, ti taglieresti o passeresti tutta la notte a piangere, tranquilla, ho già avvisato le tua amiche. Dai smettila di piangere, che ci divertiamo insieme, noi due. -
Noi due. Mio Dio, quant’è premuroso, e senza nessuna ragione.
Ci alziamo, prendo le scarpe in mano e ci avviamo verso l’uscita della scuola.


Direi Ciao Gente!
In Questo capitolo mi sono tanto impegnata :3
Motivo per cui dovete recensire, sennò non continuo.
XoXo

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Capitolo 7
*** Capitolo 7; Siamo io te, tu ed io. ***


Solo quando siamo già dentro la sua Range Rover mi sento sollevata; non siamo più a scuola, lontani da Iris e da tutti gli altri, solo noi due, Virginia e Justin.
Mette in moto e ci dirigiamo verso casa sua. Uno schifoso silenzio vaga all’interno della macchina. Justin ogni tanto si gira e mi sorride.
Mi guardo allo specchio, Dio che schifo, ho gli occhi circondati da un nero che dev’essere i rimasugli del mio trucco. Cerco di sistemarmi alla meno peggio con le dita che diventano sempre più nere, quando Justin mi porge un fazzoletto. Riesco a dire solo un misero grazie.
Dopo cinque minuti circa la voce di Justin interrompe quel fastidioso silenzio.
- Come ti senti?-
-Non mi sembra di aver avuto un ictus o di essere svenuta, ma grazie, sto bene-
- Vedrai che a casa mia ti riprendi, ce la farò a tutti i costi a farti sorridere-
Sorrido, e lui sembra avere una faccia soddisfatta. Non ho ancora capito perché sta facendo tutto questo per me. Insomma, poteva lasciarmi a casa mia e ritornarsene al ballo. Ma che ti lamenti! Libera la testa dai ricordi di questa brutta serata e preparati a riempirla con quelli di quella che sta per avvenire.
Justin accosta davanti ad una villetta in stile vecchio America, che evidentemente è la sua casa. Gira la chiave nella serratura coperta di una ruggine sottile e mi fa entrare in casa. Butta la sua giacca su un comò e sprofonda sul divano in pelle scura. Faccio lo stesso e mi siedo su una sedia il legno.
- Vieni sul divano, è molto più comodo- Fa segno di sedersi vicino al lui dando una pacca sulla pelle consumata del divano.
Mi avvicino e mi siedo, ancora incredula che mi abbia portato a casa sua e, per giunta, siamo seduti vicini sullo stesso divano. Ho un sapore amaro in bocca, forse di vendetta, sì verso Iris, e chi sennò. Vorrei farla rosicare tanto, e farla soffrire come ho fatto io, ma credo sia impossibile, perché il suo cuore è duro e freddo come il diamante. Scommetto che non ha mai provato niente per Justin, è solo il suo giocattolino da portarsi a letto quando è annoiata.
I miei pensieri vengono scacciati dal braccio di Justin che mi circonda la vita, sta guardando la televisione, non me n’ero accorta. Poggio la testa sulla sua spalla, cosa che trovo fin troppo esagerata, ma a lui sembra non dia fastidio. Improvvisamente spegne la televisione.
- Ho già visto questa partita, i maple perdono di brutto.-
- Che peccato-
Non so se Justin tifi i Maple o quell’altra squadra vestita di verde e non me ne intendo per niente di hockey, ma il suo –già- mi fa capire che ho beccato la squadra giusta.
- Però non ho capito una cosa, perché stai facendo tutto questo per me?- Cerco di essere più seria possibile.
- Semplice, non ce la facevo a vederti così, da sola. E poi quello che è successo in questa settimana mi sono avvicinato moltissimo a te.- Ci siamo avvicinati, che bella cosa.
Si alza e si dirige in cucina.
- Vuoi qualcosa?-
- Un pezzo di cioccolato fondente è possibile?-
- Certo, ne abbiamo una quantità industriale- Perfetto, aveva appena risposto alla mia domanda, preferiva la cioccolata fondente.
Ritorna dopo un paio di minuti con una ciotola colma di patatine e una bottiglia di Schweppes. Ma quanto mangiano i ragazzi? Potrei giurare di averlo vista mangiare al buffet durante il ballo, ah sì, durante il primo lento.
Mi passa gentilmente la ciotola ma rifiuto. Ho voglia di cioccolata, non di patatine.
- Pensavi l’avessi scordato?- Dice Justin tirando fuori dalla tasca una barretta di cioccolato fondente.
- Grazie!- Mi spunta un sorriso a trentadue denti che solo la cioccolata è in grado di farmi venire e, ovviamente Justin.
Stacco un pezzo e me lo porto alla bocca, mi guardo intorno scruto l’interno della casa: è ben arredata, un perfetto equilibrio tra il moderno e l’antico. La sala da pranzo ha un tavolo di vetro, o forse cristallo nel mezzo circondato da sedie di legno. Nel salotto ci sono due divani di pelle scura, tre sedie, una scrivania sempre di cristallo ed alcuni quadri di autori che non conosco.
Mi giro alla mia destra, dove Justin sta sgranocchiando le sue patatine. Si gira e posa lo sguardo sul mio viso. Abbasso lo sguardo verso la barretta e la poggio sul comò. Mi sta ancora fissando.
- Posso dirti una cosa?-
- Certo- Deglutisco.
- Hai il sorriso più bello che io abbia mai visto-
L’aveva detto davvero? Il mio sorriso? Si sarà sbagliato. Invece è serissimo e si guarda le mani impantanate di briciole. Su, coraggio rispondigli, è il tuo momento. Cazzo, che gli dico? Mi sono preparata questo discorso da mesi, ma improvvisamente si è volatilizzato via dalla mia testa.
- Davvero?- riesco a squittire.
- Si, e sei bella, molto.-
Hahahahahah, adesso basta, dove sono le video camere? Sto aspettando il tipo che mi dirà “ sei la nuova vittima di scherzi a parte!”
No, nessun uomo seguito da una troupe televisiva spunta dal camino, c’è solo Justin, che mi guarda negli occhi in quel modo che mi fa sciogliere.
- E quando ti ho visto al ballo mi sono ripromesso di dirtelo, perché era così evidente, eri uno schianto. Ma non avevo il coraggio, perché non sei una ragazza facile, un semplice complimento non ti fa cadere alle mie braccia..-
Non ci giurerei, Bieber.
- .. Poi ho visto quello che è successo, e non potevo starmene con le mani in mano. Ti ho visto fuggire e lì ho capito che starti vicino sarebbe stata la soluzione migliore. Sapevo dove andare, e quindi ti ho raggiunta e non ho detto niente, ti ho abbracciato, se ti ricordi, perché ho sentito di farlo e basta, anche se è una cosa terribilmente cretina..-
- Oh no, non è cretina, per niente.- Credo di aver usato un tono a dir poco ridicolo, ma sorvoliamo.
- .. Ho pensato di portarti qui, dove porto tutte le ragazze, ok questo forse non dovevo dirtelo, e volevo farti compagnia, perché pensavo avessi bisogno di me.-
- Wow, sei diventato un poeta improvvisamente? È.. bellissimo quello che hai appena detto, sai?-
Si avvicina pericolosamente al mio viso, il mio cuore inizia a scoppiarmi nel petto, sento il suo respiro sull’orecchio.
- Mi piaci parecchio, Virginia Stoner- mi sussurra nell’orecchio.
Lo sento avvicinarsi ancora, ma questa volta punta alle labbra.
- Ci stai provando con me, Bieber?- Che cazzo hai detto? Ma lasciati baciare! Secondo me a volte sono proprio cretina.
- No, sto cercando di rincorrere il mio cammello domestico che ieri si è tuffato in piscina e non voleva tornare a casa!-
Mi metto a ridere come una cretina, mentre sento il suo sguardo addosso. Davvero, come se n’è uscito? Una cosa più cretina non poteva dire.
Mentre rido mi sento prendere il viso dalle sue morbide mani mentre mi penetra con i suoi occhi nocciola. Ha giocato la carta della risata, infatti sono troppo occupata a ridere per fare opposizione. Ma chi vuole fare opposizione!
Sento le sue labbra fredde poggiarsi sulle mie, e si combaciano perfettamente come se fossero state progettate per combinare perfettamente, il suo pollice mi accarezza la guancia e le sue mani che si spostano sui miei fianchi. Porto le braccia intorno al suo collo e gli carezzo quei capelli color grano che tanto amo. Sembriamo uniti in una danza romantica dove i protagonisti siamo io e Justin, Justin e me. Le lingue che si muovono a tempo, si intrecciano e si cercano mentre il sapore di cioccolato mi invade la bocca e le narici. È decisamente meglio di tutte le fantasie che mi sono fatta, non batte neanche quella sulla spiaggia al chiaro di luna.
Sprizzo felicità da tutti i pori della pelle, finalmente Justin, il ragazzo di cui sono follemente innamorata mi ha appena baciata, non è possibile.
Sorrido, sembro una bambina che ha appena ricevuto un Lollipop dal suo papà. Anche lui sorride, Dio che cosa è il suo sorriso.
- Non sai quanto avevo voglia di baciarti a casa di Daniel..-
Si avvicina e fa per baciarmi, ma poggio la mano sul suo petto e lo blocco quando la sua bocca sta a pochi millimetri di distanza dalla mia.
- Se mi fai soffrire ti ammazzo, anzi ti taglio le palle.-
- Fine la ragazza- Sorride.
Ti prego Justin, non smettere mai di sorridere, riesci a smuovermi mente e corpo con una sola contorsione di labbra. Strano ma vero.
- Sei bellissima.-
- è il meglio che sai fare, Bieber?- Passo la lingua sulle labbra in segno di provocazione.
Fa per prendermi, ma mi divincolo e scappo.
Mi rincorre per tutto il salotto, ma ovviamente conosce la casa meglio di me. Mi volto, ma dov’è?
Improvvisamente mi sento circondata i fianchi e qualcuno, quel qualcuno che mi sussurra un – ciao-
- Ups, mi hai preso.-
- Ora sei mia-
- No mai!- Urlo che sembro una repubblichina degli anni cinquanta.
- shh- mi azzittisce portandomi un dito alla bocca.
- Guarda che te lo mordo, sai?- gioco la carta provocazione. Leva il dito dalle mie grinfie.
- Non avresti il coraggio, signorina Stoner-
- Non ci scommetterei-
- E io ti mordo da qualche altra parte allora -
Mi morde il labbro inferiore.
Passiamo tutta la serata a guardare la televisione e a scambiarci teneri baci sul divano e quando si fanno le due sono sdraiata sulle ginocchia di Justin mentre lui è intento a mangiare dei mashmallow. Presumo che il suo stomaco sia senza fondo.
Ci rechiamo nella sua stanza, che ha un arredamento tipicamente maschile: un letto ad una piazza e mezza su una parete blu, mentre le altre sono bianche. Una scrivania sommersa da libri e fogli, un armadio e delle mensole.
Sento la mano di Justin che stringe la mia, mi giro e gli rivolgo un timido sorriso.
Sta succedendo davvero, finalmente, Justin mi ha baciata e mi ha detto che sono bellissima. Mi pizzico il braccio per vedere se sto sognando, ma sono ancora qui, nella stanza del ragazzo che amo immensamente, e non di nascosto, ma con lui che.. si sta spogliando?!
- Che stai facendo?- Mi volto rossa in viso. Questo ragazzo non è normale, mi rigiro, tradita dalla mia curiosità.
- Mi sto mettendo il pigiama!.. Cazzo, non ci avevo pensato! Sei ancora con il vestito.-
In effetti ero ancora vestita elegante, anche se mi ero levata le scarpe e mi ero messa il giacchetto per il freddo.
- Tieni, ti presto una felpa e un paio di pantaloncini, va bene?- farfuglia in boxer mentre rovista un cassetto. Mi porge una felpa rossa con un logo che non conosco ed un paio di pantaloncini dei Maple. Devo essere molto sexy con quei vestiti addosso.
Intanto Justin si è messo una maglia del Real Madrid ed un paio di pantaloncini di tuta. Lo squadro senza rendermene conto.
- Lo so che sono bellissimo.-
Lo fulmino con un occhiataccia e si mette a ridere, tanto per cambiare.
- Ma tu ridi sempre?-
- Meglio ridere che piangere.- Non trovo nessun motivo per piangere. Io piangerei, ma di gioia!
Improvvisamente ricevo 5 messaggi in un secondo.
- Non prende sotto il cellulare.- Precisa. Ah ecco.
Uno di Caterina, uno di Daniel, uno di Lily, uno di Connie e uno di Martha.
Apro il primo, quello di Lily:
<< Virgi come stai? Ti giuro che quella stronza l’abbiamo annientata, ma so che sei in buona compagnia e non ti disturbo, bacio.>>
Rispondo velocemente e leggo i messaggi seguenti che sono più o meno simili.
Dopo di che vado in bagno, mi lavo i denti con uno spazzolino che magicamente Justin mi ha trovato, mi metto il mio “pigiama” e mi sporgo dalla porta per chiedere uno struccante.
- O certo, ne ho una dozzina, li finisco subito, quindi prendo le precauzioni, la profumeria dovesse essere chiusa-
- Sei un cretino-
Cerco di lavarmi via quel poco di trucco che Lily mi aveva fatto con cura, ma peggioro la situazione e mi vengono gli occhi contornati di nero.
Hudson, abbiamo un problema.
Justin entra in bagno chiedendosi il perché ci stia mettendo così tanto, mi osserva e soffoca una risata.
- Ho un panda in camera!-
- In bagno, preciserei.-
Dopo parecchie strofinate riesco a struccarmi ed esco dal bagno. Justin è seduto, o meglio steso sul suo letto leggendo una rivista che scopro sia sport, ma che novità.
Alza gli occhi dalla rivista e mi sorride. Mi avvicino e mi siedo accanto a lui, maneggiando il mio telefono.
- Che ore sono?- Poggia la rivista e la butta sulla scrivania.
Guardo l’orologio del cellulare, le tre.
Sbadiglia e si mette sotto le coperte.
No, tanto per sapere, sai che non sei solo? Magari mi potresti indicare dopo posso dormire?
Si gira e mi prende il braccio quando faccio per alzarmi dal letto.
- Dove vai? Tu stasera dormi qui.-
Mi infilo anche io sotto le coperte e mi addormento poco dopo ripensando a quel bacio al cioccolato.


Voglio ringriziare Marta, Livia e Costa perché seguono la mia storia mi rendono fiera :3
Oggi mi sento esigente, riusciamo ad arrivare a 5 recensioni? So che fa un po’ schifo, perdonatemi.
Much Much Love.

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Capitolo 8
*** Capitolo 8; più forte di prima. ***


Mi sveglio sentendo un forte profumo di caffè provenire dal piano di sotto. Mi alzo, vado in bagno e solo dopo essermi sciacquata duo o tre volte con l’acqua gelida elaboro che non sono a casa mia.
Mi guardo intorno, sono a casa di.. Justin.
Justin?!
Improvvisamente i ricordi della serata precedente riaffiorano nella mente e capisco che ieri non stavo sognando.
Figo.
Mi avvicino alla scrivania sommersa da vari materiali cartacei e ne sposto qualcuno per vedere la “vera natura” di essa. Dopo aver messo via un po’ di roba scorgo un foglio insolito, uno spartito credo. Uno spartito per chitarra, preciso.
In grassetto sopra c’è scritto “Isn’t she lovely” che a quanto pare è il titolo della canzone. Sa suonare la chitarra, altro talento. Adesso scopro che è il figlio di Superman.
A proposito di figli.. Ma i genitori in tutto questo dove sono? Sotto lo spartito trovo un biglietto dell’aereo evidentemente mai utilizzato diretto a Delhi, il giorno della partenza doveva essere il giorno prima del ballo.
Sento bussare alla porta, mi giro immediatamente lievemente imbarazzata.
- Ti sei svegliata finalmente! In cucina c’è la colazione, ma non ti aspettare che io sia un gran cuoco.-
- Nessuno è perfetto.-
Sbadiglio con tale vigore che sembro un ippopotamo.
- Qualcuno ha bisogno di un caffè.- Commenta sarcastico.
Scendiamo e raggiungiamo la cucina e dopo aver consumato la nostra “prelibata” colazione composta da caffè e cereali salgo sopra a vestirmi. Fortunatamente mi ero portata un ricambio, quindi mi infilo i jeans e la felpa che mi avevo nella borsa e ripiego i vestiti che Justin mi aveva prestato.
- Oi, questa felpa è t..-
- Tienila, sarà un ricordo di ieri sera- Dice buttandola sul letto e stampandomi un bacio.
Ringrazio e dopo un oretta torno a casa.
Non ho per niente voglia di prendere l’autobus, così vado a piedi.
Odiavo da piccola andare a piedi, e mia madre mi doveva trascinare a forza.
Mamma.
Non mi ha ancora chiamato per sapere com’è andata al ballo, strano. Non mi lascia mai un attimo da sola, sennò gli vengono i suoi soliti attacchi di ansia.
Credo che sia comune per tutte le mamma con figlie adolescenti.
Spero.
Apro la porta di casa e, dopo aver salutato mia madre, riesco per andare a comprare le cose per il pranzo. Ho una lista chilometrica, con cui ci si potrebbero fare trentacinque pranzi, altro che uno.
Fiori di Garofano. Che diamine sono i fiori di Garofano?! A quanto pare neanche il salumiere lo sa. Cerco di fare entrare alla meno peggio i sacchetti nel bauletto del motorino, non entrano.
Merda.
Riesco a infilarne due e uno me lo tengo tra le gambe.
Arrivo a casa, e dopo aver pranzato, esco di nuovo.
Oggi non ho per niente di restare a casa.
Squilla il telefono, guardo il display, Camille.
<< Pronto Virgi, sono Camille!>>
<< Ciao! Come va?>>
<< Bene, non ci posso credere, non sai che è successo, finalmente mi ha baciata!>>
<< Non ci posso credere, finalmente si è deciso Derek!>>
Derek è un mio amico che ha una cotta per Camille da un paio di mesi. Sono strafelice per loro.
<< Ma che dici, non è stato Derek a baciarmi, è stato Justin. >>
Attacco.
Mi sento un colpo al cuore che sta ad indicarmi che è appena diventato un buco nero.
Non è possibile, Cazzo. Pensavo che tra di noi.. beh, che ci tenesse a me.
Mi sento morire, lascio che una lacrima nera di mascara mi percorra il viso e mi sento tremare le gambe.
Ho la nausea e mi viene da vomitare tutti i sentimenti e tutto l’amore che provavo per Justin.
Cazzo, mi fa schifo. Poteva aspettare.
Anche un giorno, ma non lo stesso giorno. D’altronde lui è un gran giocatore, e io sono stata il suo giochetto per una notte, giusto per testare se anche io cadevo nelle sue braccia.
Stupida, stupida, stupida.
Non potevo innamorarmi di un criceto?
Innamorarmi. No, non lo sono più, per ora mi fa solo schifo.
Mando a fanculo un motorino che mi taglia la strada mentre attraverso la strada.
Lo odio, mi odio, la odio. No, Camille non c’entra niente, lei non lo sapeva, nessuno lo sapeva, tranne io e Daniel.
Daniel.
Si materializza improvvisamente nel ragazzo nel motorino che ho mandato a fanculo prima. Bene.
- Non immaginavo di trovarti in questo stato dopo ieri sera.-
Neanche io, credimi.
Gli racconto tutto mentre monto sul suo motorino diretti a casa sua.
- E come stai?-
- Più incazzata, meno innamorata e più forte di prima.-
- Sei forte tu, io l’ho sempre saputo.-
- Io ti sposerei se non fossi il mio migliore amico.-
Passo il pomeriggio a mangiare gelato guardando Daniel che gioca ai videogiochi.
Verso le sette mi dirigo verso casa, intenta a farmi una bella doccia calda e di stendermi sul letto.
Per strada incontro Louis, il ragazzo di Martha, mentre sgranocchia una carota. Anch’io voglio una carota, nonostante mi sia abboffata di Gelato al cioccolato. Dicono faccia bene hai problemi di cuore.
E chi non ce l’ha un cuore? Niente gelato al cioccolato, male per loro.
- Ciao Virgi! Come stai?-
- Ciao Tom! Bene tu?-
Tom è il soprannome che ho dato a Louis, nonostante a Martha non piace molto. Lei è una tipa gelosa.
Chiacchieriamo per una manciata di minuti e finalmente, senza indugi, mi avvio verso casa.
Quando imbocco la viuzza che porta a casa mia sento vibrarmi il cellulare. Justin.
“ Ciao piccola come stai? Domani a scuola ti porto io. XX Justin.”
Che faccia tosta. Gli rispondo con un semplice “ Fanculo”
Evidentemente ha capito, infatti non risponde.
Ceno tranquillamente, anzi ho anche un sorriso stampato in volto.
- Gli uomini sono tutti degli stronzi- Interrompo la conversazione sul nuovo andamento dello studio di mio padre.
- ehm ehm - Mio padre sembra leggermente infastidito.
A parte questa “ rivelazione” la cena fila liscia e mi precipito a fare la doccia.
L’acqua scorre sul mio corpo e si porta via tutti i pensieri di una giornata scombussolata. Adoro fare la doccia, è qui che mi vengono i pensieri più profondi o le poesie che scrivevo a quel ragazzo che adesso non mi ricordo nemmeno il nome. Non fare la cretina, lo sai benissimo il suo nome.
Mi chiedo come ci comporteremo domani, io e lui. Di certo io lo ignorerò, punto.
“ Non è successo niente, niente di niente.” Continuo a ripetermi in cerca di consolarmi da sola. Magari è destino, io sto dalla mia parte e lui dall’altra. Non c’è modo di unirci, siamo decisamente troppo diversi.
Chiudo l’acqua e in fretta mi rivesto con il mio pigiama. Fisso il letto, giace tutta sgualcita la felpa di Justin.
In un primo momento mi viene da buttarla dalla finestra o magari tagliarla e farci un rito vudù, poi però, osservandola meglio, non mi sembra così brutta. La persona che la indossava lo è. Basta pensarci.
Ripongo la felpa nell’armadio e mi infilo sotto le coperte con il Pc sulle gambe.
Mi chiama Caterina che già sa tutto (Daniel me la pagherà) e mi accompagna nella maratona di insulti rivolti a Bieber.
- Che stronzo- Sbuffa.
- Già, come tutti.-
Poggio il telefono su comodino e lo metto a caricare. Neanche un secondo dopo vibra di nuovo.
Sbuffo e controllo il display occupato da una foto di Justin. Non ci avevo fatto caso. La cambio e ne metto una di me con Lily.
Dopo di che controllo il messaggio:
“ Virgi, non lo sapevo! Cavolo mi dispiace.”
Come diamine sapeva Camille che me l’ero presa? Ah si, gli ho attaccato il telefono in faccia.
“ Tranquilla, non è colpa tua, Goditelo!” Rispondo con l’amaro in bocca.
“ Ma quale goditelo! Mi ha anche detto che è stato uno sbaglio e di non dirlo a nessuno.”
Rido di gusto, potrebbe rovinare la sua reputazione se si sapesse che ha baciato due “sfigate” in un solo giorno.
Apro il mio profilo di Facebook per controllare le novità della Vegis. Julie inizia una conversazione sulla chat.
- Come va con il tuo ragazzo?- Evidentemente lei era l’unica a non sapere la notizia.
- Non ha funzionato.-
- Cavolo! Domani mi racconti tutto, vado a dormire!- Guardo l’orologio, le ventitré e quarantasei, cavolo domani è Lunedì.
- Ok, vado anche io, baci!-
Iris Feyton si è registrata a casa Bieber.
Oh, che novità. Chiudo istintivamente il computer e spengo la luce.
Ripenso prima di entrare in dormiveglia alle persone che mi stanno veramente vicino, e di quanto siano importanti. Immagini di Caterina, Daniel, Connie, Lily, Martha, Camille, Julie e Tom mi affiorano la mente e mi fanno sorridere nel buio della notte illuminata semplicemente dalla luce fioca di qualche lampione sparso qua e là. Mi sono dimenticata di chiudere le serrande, pazienza.
Questa sì che è una giornata da ricordare: Il giorno in cui Virginia Stoner ha smesso di amare Justin Bieber.


Sciaoo a tutte belle e brutte!
Chiedo scusa per l’attesa!
Prima di tutto voglio ringraziare Corbix, perché senza di lei non avrei avuto l’idea di scrivere, se bellissima e ti voglio bene bene bene!
Poi voglio ringraziare Tutte coloro che hanno lasciato una recensione, sapete quanto ci tengo!
Bacioni oni oni (?)

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Capitolo 9
*** Capitolo 9; Uno a zero ***


Apro con forza gli occhi costretta dall’insistente suono della sveglia.
Cavolo, è lunedì. Il che significa scuola, cioè dovrò incontrare Justin.
Basta Virginia, ti sei ripromessa di non pensare a lui.
Fai come se non esistesse. Non esiste per te, d’altronde. Probabilmente starà mezzo nudo sotto le coperte con Iris avvinghiata al suo corpo così maledettamente bello.
Diamine, lo stai rifacendo, basta pensarci.
Mi tiro pesantemente giù dal letto e mi avvio verso la cucina. Pesco i cereali dalla tazza con il cucchiaio mentre ancora sono impastata di sonno. Azzardo a prendere un biscotto, ma lo ripoggio subito.
Farlo ingelosire, il mio obbiettivo.
Mi vesto più casual della solita felpa con i jeans strappati. Opto per un golf crema e dei leggings blu. Mi guardo allo specchio.
Che schifo.
Lasciamo stare, mi lavo i denti e lascio cadere i miei capelli liberi sulle spalle.
Corro sentendo il rumore dello scuolabus che sosta davanti alla mia casa. Cazzarola, non ho visto l’orologio. L’autobus riparte senza di me. Sono costretta a prendere il mio motorino e la cosa mi secca a dir poco. Perché?
Stamattina ci sono due gradi e i miei guanti si sono sfracellati quando sono caduta un paio di mesi fa. Sbuffando giro la chiave e parto verso la Vegis.
L’aria gelida mi colpisce il viso, stasera mi toccherà mettere parecchia crema idratante.
Parcheggio accanto al motorino di Connie e mi dirigo, rigorosamente a testa alta, verso l’entrata della scuola.
Vedo di sfuggita Martha che discute con Tom. Spero solo che sia per una cavolata, perché Louis è davvero perfetto per lei.
E perché non mi va di sentirla piagnucolare tutto il giorno, mi è bastato il periodo di Caterina subito dopo la rottura con Mike.
Mike, chissà che starà facendo adesso. È talmente stupido che potrebbe far parte del mio piano. Far ingelosire..
Basta, non pensarci.
Scaravento lo zaino sopra il banco e mi siedo sorseggiando un caffè. Caterina entra in classe e mi sorride, seguita a ruota dalle altre. Si siede anche lei e poggia la sua borsa sotto la sedia.
- Pronta per il compito di biologia?-
Cosa?!
Non ho studiato niente il weekend, sono fottuta.
Non mi ci voleva proprio una insufficienza in scienze. Insufficienza in casa mia significa non uscire per una intera settimana. Non è possibile.
Caterina avverte il mio disagio e mi tranquillizza.
- Calma, è solo di ripasso, abbiamo studiato insieme la settimana scorsa, ricordi?-
No, non ricordo niente, ma tiro un sospiro di sollievo e sorrido. Qualcosa mi inventerò.
La professoressa fa il suo ingresso in classe e distribuisce le schede.
Mi vibra la gamba, chi è che manda messaggi alle otto di mattina?!
È di Justin. Sono tentata di premere il tasto “elimina” ma le mie dita fanno opposizione e lo apro.
<< Ecco le risposte del compito di Scienze, so che non hai studiato perché.. beh, sei stata con me.>>
Mi ha dato le risposte, figo!
Di certo non lo perdono. Ma le risposte mi fanno comodo.
Non ho mai barato ad un compito, sono la classica ragazza che va benino a scuola.
Lasciamo stare, compilo il mio compito e suggerisco anche un po’ a Caterina.
Allo scoccare della ricreazione consegno il compito e mi fiondo fuori dalla porta.
Iris si avvicina e mi rivolge un sorrisetto falso. La ignoro e passo avanti, mentre Lily le da una gomitata “accidentale” che le fa cadere la brioche.
- Non ti è bastato quello che è successo alla tua amica?- Sbraita come una gallina mentre le sue schiavette raccolgono la sua merenda da terra.
Faccio per andarmene, che sbraiti da sola.
Ma a quanto pare Connie non gliela fa passare liscia.
- Cavolo Iris, ma la smetti di rompere? –
Mi viene da ridere, Connie non ha mai fatto del male ad una mosca.
- Ogni santo giorno ci rompi e ti credi la più bella, ma non lo sei.-
Iris intanto la guarda allibita, a quanto pare nessuno le aveva mai detto le cose come stavano in faccia.
- Sei solo una puttana, e lo sanno tutti, anche i ragazzi che ti fai, sanno che sei una ragazza facile.-
Scandisce le ultime parole con tale vigore che Iris le prende come un invito a far botte, infatti allunga le mani perfettamente smaltate e cerca di tirarle i capelli, quando Justin sbuca da dietro e la afferra per la vita e, sussurrandole qualcosa nell’orecchio, la fa sviare da una rissa quasi mancata. Quando si allontana si gira e mi manda un occhiata, ma non riesco a capire a che scopo.

Justin’s pov.

Iris sta sbraitando e inizia a darmi tremendamente fastidio. Si accende una sigaretta e si specchia con il cellulare.
- Che sfigate, non capisco come tu abbia fatto a lasciarmi da sola al ballo per seguire quella là.-
Ma che ne so, però quegli occhi così profondi mi intrigano, e quelle labbra..
Figa quella bionda, le chiederò di venire da me questo pomeriggio.
Mi sta squadrando con gli occhi, probabilmente ha capito, bene, mi eviterò tutto il corteggiamento ed i complimenti.
Mi avvicino. Lei dice alle sue amiche di andarsene. Mi schiarisco la voce.
Sto per rivolgerle la parola quando vedo passare Virginia accompagnata da un tipo, Logan.
Ridono, e lei gli sta facendo gli occhi dolci, lo so. Sono abituato a queste cose. Li fisso, e per un momento incontro i suoi occhi. Suona la campanella e gli da un bacio sulla guancia.
Vuole farmi ingelosire, poco ma sicuro. Forse non ha capito con chi ha a che fare. Intanto la tipa è filata via. Gelosa baby?
Odio matematica, e non ci capisco un cazzo.
Esercizio 5: trova la radice cubica dei seguenti numeri.
Aspetto una manciata di minuti, dopodiché copio da Ryan, che non ne sembra molto contento. - Devi studiare di più, bro.
- Devo trovargli una ragazza, sennò finirà per diventare un maniaco della matematica per sempre solo a insegarsi davanti ad un bel porno anni 70.
Il problema che è troppo pervertito, e alle ragazze non piace. Bisogna andarci decisi, ma con moderazione. Quante volte glielo avrò spiegato?
La prof mi sta guardando male, opto per la mia faccia da bravo ragazzo e le mostro l’esercizio svolto alla perfezione. Sorride e mi scompiglia i capelli. Ma che minchia vuole questa vecchia zitella?
Evidentemente anche lei non ha resistito al mio fascino. Poi non ha delle brutte tette.
Sono diventato matto, penso alle tette di una cinquantenne in cui il suo unico hobby è la cura dei suoi gatti.
Anche le tette di Virginia non sono male, me le ha fatte vedere sabato sera.
Ah no, non era lei. Però rimangono belle comunque, immagino.
Devo smettere di pensare a queste cose anche durante lo svolgimento di una radice cubica.
Devo smetterla di frequentare così tanto Ryan.
Quando le lezioni finiscono raccolgo tutto il materiale e lo infilo nello zaino ed esco dalla classe.
Mia madre non mi fa portare la Range Rover a scuola, non la biasimo, potrebbero fregarla.
E li sarebbero cazzi amari, già non le va giù il mio “traffico di ragazze”, anche se non capisco il perché. È la mia vita, e ancora non ho trovato quella giusta, quindi le provo tutte, qualcosa di sbagliato?
Ricapitolando, sono costretto a prendere l’autobus, e quindi sono seduto su una panchina da dieci minuti aspettando che arrivi.
Eccolo, il 919. Lo stesso in cui ho incontrato Virginia quel giorno prima del ballo.
Amico, la stai pensando un po’ troppo, ricordati che sei Justin Bieber.

Virginia’s pov.

Fortunatamente il vento si è alleviato leggermente, questo significa che non mi screpolerò ulteriormente le labbra. Dietro ho il motorino di Martha, che porta Lily. Siamo dirette a casa mia, visto che ho i genitori fuori per un congresso.
Lavoro, lavoro, lavoro. Sembra che non pensino ad altro.
Oggi Logan è stato molto carino con me; ci siamo incontrati al bar e mi ha offerto una coca, poi mi ha presentato un suo amico niente male che, se non sbaglio, si chiama Trevis.
Mentre stavamo ritornando in classe vedo Bieber che mi squadra.
Brava Virginia, l’hai ignorato, comportamento esemplare. Uno a zero.
Accosto e subito dopo essere entrate, mi fiondo in cucina per cucinare qualcosa alla meno peggio, ma noto che mia madre mi ha lasciato una teglia con il pranzo già servito.
Dopo aver pranzato ci dirigiamo in camera mia e, dopo aver finito i compiti, usciamo a farci una passeggiata. Arriviamo fino ad un parco immenso.
Ci passavo giornate intere da bambina, adoravo uno scivolo verde che pareva non terminasse mai. Ci rimasi così male quando scoprì che l’avevano sostituito con uno a forma di elefante.
Sorrido ripensando alle mie giornate spensierate di quando non avevo ancora l’età per frequentare l’inferno.
Faccio cenno alle mie amiche di fermarci qui e mi sdraio accompagnata un profumo intenso di erba bagnata.
- Spiegami cos’è successo con Louis.- Mi rivolgo a Martha raccogliendo tutta la comprensione possibile.
- Non ha mai tempo per me, “ no Amore devo andare a calcetto” “ Scusa ma devo finire un progetto di letteratura” Ma che vada al diavolo!.-
Ha la faccia davvero incazzata, e sembra in preda ad una crisi isterica.
Evidentemente dovrò parlare con Tom, deve piantarsela con queste scuse.
La abbracciamo e le facciamo tornare il sorriso.
- E tu con il tuo non più fidanzato?- Incalza Lily.
Passiamo alla domanda successiva?
- Non gli ho parlato, ma lui mi ha inviato le risposte del compito di scienze, non so come.-
- Stai diventando una puttanella Virgi, ti ho vista con Logan oggi.- Scherza Lily.
- Vaffanculo Lily- Sorrido e lei mi fa la linguaccia - E comunque non mi piace Logan è solo..-
- Un rimpiazzo di Bieber.-
Ecco, l’ha detto. Non avevo il coraggio di crederci, figurati di dirlo. Colpita e affondata.
- No, è solo un amico, e magari con il tempo-
- Quando ti dimenticherai di Bieber..- Precisa Lily.
- Zitta. Dicevo con il tempo magari mi ci metterò insieme, ma chissà.-
- Il suo amico, Trevis, mica tanto male!- Si intromette Martha.
Zitta tu, che hai Tom che è un amore. Mi mordo l’interno guancia ed evito di dirglielo.
Mi rigiro dalla posizione che sta diventando troppo scomoda e ci alziamo dirette al bar. Evidentemente tutte abbiamo voglia di gelato. In teoria sarei in dieta.
Arrivate alla fine della fila scorgo un ragazzo che conosco. È Ryan, merda. Ma quanto è piccolo il mondo?!
Alla terza volta che il cassiere mi chiede cosa voglio ritorno in me stessa, ma Martha mi precede e dice per me – Tre coni, uno alla nutella, uno fragola e crema e uno al melone.-
Fuori dalla gelateria mi sento picchiettare alla spalla. Mi giro infastidita e mi ritrovo davanti Ryan.
- Ciao bellezza! Anche tu qui per un gelato?-
- No, per un bel pollo arrosto!.-
Sento Martha ridere, mentre Lily è evidentemente imbarazzata. Ne riparliamo dopo, ragazza.
- So che sei incazzata, ma non sono Bieber, io sono Ryan.-
Ma no! Questo ragazzo mi sembra di particolare intelligenza. Su non essere tanto scortese, in effetti non ha fatto niente.
Gli faccio segno di seguirci e ci ammucchiamo in una panchina piena di scritte. Lily sta letteralmente mangiando con gli occhi Ryan.
- Come faceva a sapere che avevo il compito di scienze oggi?- Chiedo in cerca di risposte.
- Che ne so io? È imprevedibile quel ragazzo.-
Me n’ ero accorta, credici.
- So che lo sai.- Cerco di fargli uno sguardo piuttosto serio, ma credo che sia uscito una specie di faccia contratta dal dolore.
- ok, hai vinto, gliel’ha detto Jenny.-
Jenny, una mia compagna di classe, è la peggior pettegola del mondo, sa tutto di tutti e, nonostante questo, ci sono persone che continuano a dirle i fatti loro. Si può essere più deficienti?
- Ma ti piace lui?- Dice con un falso tono innocente.
Vuoi sapere la verità? Non mi piace, avevo una cotta bestiale per lui, ma ora non più, è solo rigurgito, come quando si mangia un formaggio avariato.
- Ha un bel faccino, niente più. Ma è ora di andare, giusto?- Mi rivolgo in cerca di soccorso a Lily e Martha. - Ma, abbiamo tempo!- Guardo malissimo Lily e capisce alla svelta-
- Oh! Ma si è fatto tardi! Sono ben le sei e mezza! Devo stare a casa per le sette, senno sono morta!- recita Martha alla perfezione.
Ci allontaniamo e noto che Ryan mi guarda il di dietro. Ragazzi, cos’hanno nella testa oltre a “quella cosa”?
Continuo a ripetere “cretina” a Lily mentre Martha cerca di stroncare sul nascere con tutti i modi possibili la sua cotta appena acquisita.
- A me non sembra tanto male.- Cerca di difendersi.
- Tutti sembrano non tanto male, poi però baciano un’altra il giorno di essersi dichiarato con te.-
- Mi dispiace.- sembra piuttosto convinta.
- A me per niente.-


Ciauu a tuttee!
Inanzitutto vorrei ringraziare Peppa e Lilla perchè seguono la mia storia dall'inizio!
POIPOIPOIPOIPOI. Mi dite cosa ne pensate? Recensioniii! C:
Ah dimenticavo, questa è la mia pagina su Facebook. :3 Never say never.

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