Great, I'm a ghost.

di BeautifulMistake
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chapter one. ***
Capitolo 2: *** chapter two. ***
Capitolo 3: *** Chapter tre. ***
Capitolo 4: *** Chapter four. ***
Capitolo 5: *** Chapter five. ***
Capitolo 6: *** chapter six. ***



Capitolo 1
*** Chapter one. ***


La campanella distrusse definitivamente i timpani di Emma, già provati dal suono della sveglia. La ragazza sbuffò rumorosamente e si passò una mano tra i corti capelli biondi con aria vagamente preoccupata. Primo giorno di scuola. A metà semestre. In un altro stato. Si sentiva come se dovesse sostenere un esame. Da quando era piccola aveva sempre studiato in casa, e ora se ne pentiva amaramente. Prese coraggio e si avviò lungo il sentiero lastricato che conduceva all'entrata << Bene. E ora? >> sussurrò guardandosi intorno. Con la coda dell'occhio video un foglio bianco attaccato alla parete in malo modo: si avvicinò a passo spedito e con un dito cercò la sua sezione. Continuò a scorrere in polpastrello sulla carta, finchè non trovò ciò che cercava. "Classe di inglese, prima ora aula 21" continuò a ripetere la stessa cantilena nella sua mente finchè non trovò l'aula. Prese un profondo respirò e bussò << Avanti! >> disse una voce profonda e irritata. Emma spinse la porta verso l'interno ed entrò, evitando accuratamente di guardare verso i banchi. Cercò con lo sguardo il professore, che la guardò scettico << Sono la ragazza nuova. >> biascicò lei come spiegazione << Oh, perfetto. Accomodati accanto a Styles .>> rispose l'insegnante con noncuranza. La ragazza esaminò accuratamente tutti i banchi dell'aula, notando che quello vuoto era accanto ad un ragazzo che la fissava comese avesse appena visto un fantasma "Bene. Ora mi sento decisamente come Bella in Twilight." pensò la ragazza andandosi a sedere: spostò la sedia senza fare rumore e si sistemò velocemente, poi si voltò verso il suo compagno di banco e gli rivolse un sorriso, al quale lui rispose con una piccola smorfia. Emma si concentrò sulla lezione, cercando di non fare caso allo sguardo del ragazzo << Harry Edward Styles, mi sta ascoltando? >>esclamò il professore improvvisamente "Oh porca vacca, si chiama anche Edward." pensò Emma sbigottita << Si professore, la risposta è Dante.>> per la prima volta sentì la voce del ragazzo: era bassa e roca, ma armonica, o almeno, così la definì la ragazza. Si voltò verso di lui, esaminando i lineamenti delicati e leggermente infantili, si soffermò sui capelli ricci e castani e rimase incantata dagli occhi verdi del ragazzo. Qualche minuto dopo, la campanella suonò, ed Harry scappò via dalla classe alla velocità della luce, lasciando Emma incredula, che si chiedeva se non fosse davvero finita nel libro della Meyer. Raccolse i suoi libri con cura e, sapendo che aveva un'ora buca, cominciò a gironzolare con calma per i corridoi << Salve signorina, è nuova qui? >> sentì dire ad una voce squillante << Non dirmi che ti chiami Eric o giuro che sclero davvero. >> rispose voltandosi verso la voce: un ragazzo alto, con i capelli lisci e castani pettinati di lato e gli occhi azzurri la guardava interrogativo << In realtà mi chiamo Louis. Tu? >> chiese poi sorridendo, ma con un'espressione sorpresa sul viso << Mi chiamo Emma. Scusa per prima, ma qualche coincidenza mi ha fatto credere di essere finita in Twilight. >> rise lei stringendo la mano che il ragazzo gli aveva teso << Wow. Che figata. Senti lo so che solo la seconda ora, ma a pranzo vuoi sederti con me e i miei amici? >> propose Louis sorridendole. Emma rimase piacevolmente sorpresa da quell'invito e annuì, con un sorriso sul volto << Pazzesco. Se non fosse per le fossette… >> sussurrò il ragazzo incredulo << Scusa? >> fece Emma perplessa << No, non ti preoccupare, parlavo tra me e me. Ci vediamo a pranzo allora? >> cambiò discorso velocemente ed Emma non potè fare altro che annuire di nuovo, per poi avviarsi verso l'aula della sua prossima lezione. Le ore passarono veloci, e la nostra eroina ebbe anche la possibilità di stringere amicizia con quattro ragazze: Eleanor, Danielle, Alex e Summer, che si rivelarono essere le amiche di cui quel Louis le aveva parlato << Quindi ci ha preceduto? Ti ha invitato a pranzo? >> chiese Eleanor posando i libri nell'armadietto << Vedi che non è così stupido? >> fece Danielle sorridendo << Non ci scommetterei. >> sibilò Summer ridacchiando. Alex mise un braccio intorno alle spalle di Emma, che sorrideva divertita << Come ti sembra Londra finora? >> le chiese seguendo le altre nella mensa << Per ora, è fantastica ! >> sorrise Emma.

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Capitolo 2
*** chapter two. ***


Le ragazze entrarono nella mensa, guardandosi intorno in cerca di Louis ‹‹Trovato!›› esclamò Summer indicando il ragazzo, in piedi su un tavolo che si sbracciava per farsi vedere dalle amiche. Emma scoppiò a ridere, seguita a ruota dalle altre ‹‹Normale, eh?›› fece Eleanor verso Danielle, che sorrise alzando le spalle. Si avvicinarono, mentre Alex spingeva il ragazzo per farlo scendere ‹‹Ciao deficiente.›› Eleanor si avvicinò a Louis e gli lasciò un bacio sulla guancia, facendolo arrossire. Emma sorrise guardandoli ‹‹Allora, io dove mi siedo?›› disse ‹‹Ci sono dieci posti, credo che uno libero potresti trovarlo!›› rispose Louis ‹‹ Mmmh, allora mi siedo qui!›› decise la ragazza spostando una sedia e sedendosi sopra ‹‹E’ occupato.›› Emma si voltò e incrociò un paio di occhi verdi piuttosto famigliari. Fece per alzarsi, ma un ragazzo dai capelli biondi e gli occhi scuri le fece segno di rimanere seduta  ‹‹No Harry. Non più.›› disse sorridendole. Emma ritornò seduta, mentre Harry spostava la sedia accanto alla sua “Ma deve sedersi proprio qui?” si chiese la ragazza alzando gli occhi al cielo ‹‹Cooomunque, piacere di conoscerti Emma, sono Liam.›› disse il ragazzo tendendole la mano. Lei la strinse sorridendo, poi lo guardò interrogativa ‹‹Come…?›› lui volse lo sguardo verso Danielle e lei gli mise una mano su una spalla sorridendo ‹‹Wooooooooooooooooooh, chi sei tu?›› Emma saltò sulla sedia a quell’urlo, facendo ridere il ragazzo che l’aveva spaventata ‹‹Perdonami, non volevo spaventarti. Sono Niall, tu sei?›› la ragazza si perse per qualche secondo negli occhi azzurri del ragazzo e poi sorrise ‹‹Non preoccuparti, sono Emma.›› ‹‹Ne approfitto per presentarmi anche io. Sono Zayn.›› disse un ragazzo dalla carnagione olivastra e i capelli neri ‹‹Ok, ora che le presentazioni sono finite, mangiamo? La lezione di chimica mi ha sfiancato.›› esclamò Niall sfregandosi le mani. Liam lo guardò sbalordito ‹‹Niall. Era la lezione di letteratura.›› disse incredulo. Niall si voltò verso di lui ‹‹Davvero?›› l’espressione sul suo volto scatenò la risata di Emma. Harry si girò di scatto verso di lei ‹‹Fallo di nuovo.›› sussurrò inchiodandola con lo sguardo ‹‹Cosa?›› chiese lei guardandolo male “prima mi eviti come la peste e poi mi ordini di ridere di nuovo?” pensò continuando a guardarlo negli occhi ‹‹Ridi ancora. Per favore. Hai la stessa risata di una persona che mi manca molto.›› rispose lui implorante. Emma alzò un sopracciglio ‹‹Ok. Penso di meritare un minimo di spiegazioni.›› disse poi voltandosi verso le sue nuove amiche ‹‹Emma, vieni in bagno con me per favore?›› disse Alex. Emma si voltò di nuovo verso Harry, ora concentrato a fissare il trancio di pizza nel suo piatto con gli occhi lucidi, poi annuì. Si alzò e si avviò verso il bagno con Alex, ma appena uscite dalla mensa si fermò e fissò l’amica: Alex sospirò, si sedette sul pavimento e battè la mano a terra, facendole segno di imitarla ‹‹Come avrei notato, siamo tutte coppie.›› disse guardandola. Emma annuì ancora ‹‹Anche Harry aveva una ragazza, si chiamava Elly.›› ‹‹Continuo a non capire Alex.›› la interruppe lei ‹‹Se mi lasciassi finire!›› esclamò l’altra sorridendo. Emma storse la bocca. Le persone sorridevano in quel modo quando stavano per dire qualcosa di brutto. Come avevano sorriso le infermiere quando le avevano detto che i suoi genitori non sarebbero tornati a casa ‹‹Hai ragione. Scusami, continua pure.›› disse sorridendole ‹‹Elly è morta sei mesi fa. Lei e Harry stavano insieme da un anno, erano molto legati.›› prese un profondo respiro ‹‹Era identica a te Emma. I tuoi gesti, la tua risata, i tuoi occhi. Se ne fosse per le fossette che si formano quando sorridi saresti identica a lei.›› Emma la guardò scioccata, poi si alzò, pulendosi i pantaloni ‹‹Devo andarmene. Scusa, ma davvero non me la sento di sostituire qualcuno. Saluta tutti da parte mia, ci vediamo domani.›› disse allontandosi ‹‹No! Emma aspetta!›› urlò Alex alzandosi in piedi. Emma si voltò verso di lei ‹‹Anche io ho perso qualcuno, so come ci si sente. Ci vediamo domani.›› rispose sorridendo. Qualche minuto dopo, Emma guidava verso casa sua. Solo sua e di suo fratello Tyler, che probabilmente non era ancora arrivato. Si maledisse mentalmente per essere scappata così, dopotutto non era colpa di nessuno se lei somigliava alla defunta ragazza di Harry. Harry. Lo capiva, e gli dispiaceva per lui, ma lei non poteva essere la ruota di scorta di nessuno.



Panda's corner :D
Grazie mille per le recensioni e per le visite, mi fa davvero tantissimo piacere che la mia storia piaccia :') Detto, ciò, vi invito a consigliarmi come proseguire la storia, perchè io non ne ho idea AHAHAHAHAHAHAHAH :D Sciao belle u.u

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Capitolo 3
*** Chapter tre. ***


Emma parcheggiò l’auto nel cortile della casa, spense il motore e sospirò. Si, era stata decisamente una stupida a scappare così. Uscì dall’auto ed entrò in casa, lanciò la borsa sul divano e si avviò in cucina. si fermò sul posto, lei aveva chiuso la porta prima di uscire, perché ora l’aveva trovata aperta? Smise di respirare per qualche secondo “Complimenti Emma, ti farei un applauso se non facesse troppo rumore.” si disse nella sua testa. Prese un profondo respiro ed entrò nella cucina, si avvicinò lentamente ai fornelli e prese una padella ‹‹Cosa vorresti farci con quella?›› Emma saltò dalla paura e si voltò verso la fonte della voce, incrociando lo sguardo di suo fratello Tyler ‹‹Ma porca puttana Tyler! Mi stava per venire un infarto!›› lui rise alla reazione della sorella. Tyler era alto, la pelle olivastra, i capelli neri e gli occhi di un meraviglioso marrone scuro ‹‹Sei un grandissimo coglione.›› disse poi la ragazza dandogli uno schiaffo sulla spalla. Lui ridacchiò di nuovo e l’abbracciò ‹‹Mi sei mancata sorellina.›› sussurrò stringendola. Emma sospirò ‹‹Mi sei mancato anche tu.›› Tyler sciolse l’abbraccio e la guardò sorridendo ‹‹Allora?›› chiese aprendo le braccia. La ragazza lo guardò interrogativa, non capendo cosa il fratello volesse sapere ‹‹Sei sopravissuta al primo giorno, no? Dai racconta!›› fece lui entusiasta. “Oh no. Questo no.” Pensò la ragazza passandosi istintivamente una mano tra i capelli. Sbuffò e Tyler alzò un sopracciglio, poi si allarmò ‹‹Oh merda. Cosa diamine è successo?›› chiese passandosi anche lui una mano tra i capelli. Sì, nonostante la scarsa somiglianza, erano praticamente identici per quanto riguardava gli atteggiamenti. ‹‹Mmmh…›› iniziò la ragazza ‹‹Oddio sei incinta?›› urlò il ragazzo. Emma alzò gli occhi al cielo, era senza speranza quel ragazzo. ‹‹Diciamo che sono un fantasma.›› disse poi sedendosi sul divano del salotto. Tyler la seguì, guardandola curioso ‹‹Ho scoperto di somigliare mostruosamente ad una ragazza morta sei mesi fa. E indovina un pò, il mio compagno di banco era il suo ragazzo quando lei ha avuto l’incidente. Quindi è come se fossi il suo fantasma, lui mi guarda spaventato, come se avesse paura.››  disse tutto d’un fiato. Il fratello l’abbracciò di nuovo ‹‹Mi dispiace che tu debba subire anche questo.›› sussurrò stringendola. Lei sospirò ‹‹Mi dispiace per lui. Si vede che sta male, vorrei fare qualcosa per aiutarlo, insomma, posso capirlo.›› rispose lei ricambiando la stretta. ‹‹Non devi sentirti in dovere di farlo solo perché somigli alla sua defunta ragazza.›› disse lui alzandosi dal divano ‹‹Non mi sento in dovere di fare nulla Tyler. È solo che odio vedere le persone soffrire, lo sai.›› fece lei seguendo il fratello in cucina ‹‹Che stai facendo?›› disse poi, vedendolo frugare negli armadietti della cucina. Lui si voltò ‹‹Cerco il materiale per farti cucinare i tuoi biscotti, ho fame.›› disse, come se fosse la cosa più ovvia del mondo. Emma non poté fare a meno di ridere ‹‹Manca lo zucchero.›› osservò Tyler con disapprovazione ‹‹Vado dai vicini a chiederlo allora?›› fece lei sorridendo. Il fratello si voltò e le sorrise ‹‹Ti adoro.›› disse baciandole la fronte ‹‹Mi adoro anche io.›› rispose la ragazza ridendo. Qualche secondo dopo infilò una felpa di Tyler e un cappello a forma di panda ‹‹Stai andando a dieci metri da qui, non al Polo Nord.›› osservò il fratello scettico ‹‹Li vuoi questi biscotti o no?›› fece lei guardandolo male. Tyler alzò le mani in segno di resa e salì le scale, diretto nella sua camera. Emma sorrise e uscì fuori, verso la casa dei vicini: arrivata alla porta suonò il campanello, tremando dal freddo. Qualche secondo dopo, la porta si aprì, rivelando alla ragazza una novità: Harry Styles era il suo vicino di casa. ‹‹Cosa ci fai qui?›› chiese brusco il ragazzo “Questo ha qualche problema serio.” pensò lei ‹‹Per quanto possa sembrare banale, mi serve lo zucchero.›› disse, cancellando dalla sua mente l’idea di sorridergli ‹‹Oh. Io..si, ok. Vieni.›› blaterò lui facendole segno di entrare ‹‹Quindi siamo anche vicini?›› quell’ “anche” infastidì Emma, che pensò che avrebbe potuto non rientrare nei suoi piani. Poi osservò la casa: evidentemente Harry abitava da solo. La casa non era disordinata, ma spenta, triste. “Svuotata” pensò la ragazza spostando lo sguardo su Harry, che la fissava timoroso. Lei tese la mano verso il ragazzo e lui, risvegliatosi dai suoi pensieri, allungò lo zuccherò verso lei. Non volendo, oltre al barattolo, Emma prese la mano di Harry tra le sue: lui rabbrividì a quel tocco e tirò via la mano, tornandola a guardare come prima. Emma chiuse gli occhi e sospirò , cercando di distendere un sorriso sul suo viso ‹‹Scusa, non avrei dovuto.›› disse poi avviandosi verso la porta ‹‹Non avrei dovuto trasferirmi qui.›› sussurrò tra i denti ‹‹Scusa. Sono un cretino, perdonami.›› Emma si lasciò andare in una risata amara, facendo storcere il naso al ragazzo ‹‹Non è questa la risata che mi piace.›› disse guardandola ‹‹Le somigli troppo.›› disse poi. Emma lo guardò incredula ‹‹Ma cosa vuoi? Che mi faccia una plastica facciale?›› esclamò spazientita ‹‹Sai una cosa Harry? Anche io sei mesi fa ho perso qualcuno, i miei genitori. Eppure guardami. Sono qui, vivo, rido, respiro.›› continuò poi ‹‹Non è questo il p…›› provò lui ‹‹Hai ragione. Dovrei stare peggio di te. Il punto è che non poi continuare a dirmi che le somiglio troppo, come se fosse una cosa terribile per te. Non posso farci nulla. Fattene una ragione. Lei non è più qui. E la mia somiglianza non è altro che una stupida coincidenza.›› urlò Emma. Harry la guardò male ‹‹Vai via per favore.›› sussurrò dandole le spalle ‹‹Non c’è bisogno che tu lo chieda.›› rispose lei uscendo.  Harry si diede dello stupido, quella ragazza le somigliava solo, non era lei. Perché avrebbe dovuto essere Elly? Come aveva detto Emma, ormai lei non c’era più. Avrebbe dovuto farsene una ragione “si, ma farsene una ragione fa male.” gli disse una vocina nella sua testa. Si passò una mano sugli occhi, evitando ad altre lacrime di uscire. Poi aprì il frigo e prese una birra “ecco bravo, ubricarsi è il miglior modo per dimenticare.”


Panda's corner.
Questo capitolo è stato un parto (?) ispirato dalla canzone della Swift "Safe & Sound" :3
Ok. Fatto. Alla prossima :D

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Capitolo 4
*** Chapter four. ***


Tyler si sedette tranquillamente sul divano, aspettando che la sorella tornasse. Neanche tre secondi dopo la porta di casa sbatté violentemente, e il ragazzo scattò in piedi, raggiungendo la sorella ‹‹Non ci credo! È anche il nostro vicino di casa!›› esclamò posando lo zucchero sul tavolo ‹‹Perdonami ma non ti seguo, di chi stai parlando?›› chiese lui ‹‹Harry. È il nostro vicino di casa. E continua a dirmi che le somiglio troppo. Ha rotto i coglioni che non ho.›› Tyler ridacchiò all’espressione utilizzata dalla ragazza ‹‹Ehi. Guardami. Non puoi farci niente.›› disse alzandole il viso. Notò con disapprovazione che aveva gli occhi lucidi, così l’abbracciò ‹‹Non puoi essere sempre forte, lo sai? In fin dei conti dovrei essere io quello maturo.›› continuò poi stringendola. Lei soffocò una risatina nella felpa del fratello ‹‹Li facciamo questi biscotti o no?›› esclamò la ragazza sciogliendo l’abbraccio ‹‹Ai tuoi ordini!›› rispose lui facendo il saluto militare.

“No, stamattina niente scuola. Decisamente no.” pensò Harry guardandosi allo specchio: le occhiaie erano aumentate e i capelli erano più indomabili del solito. Sbuffò e decise che più tardi sarebbe andato a fare una passeggiata. La sera prima aveva sentito le risate di Emma e di un ragazzo provenire dalla casa della ragazza, quindi, automaticamente, aveva continuato a bere finché non si era addormentato. Sospirò e si lasciò cadere stancamente sul divano. Chiuse gli occhi, ripensando ad Emma: quella ragazza aveva qualcosa di particolare, non solo la somiglianza con Elly, anche i suoi modi di fare e il modo in cui si passava la mano tra i capelli, lo avevano incantato dalla prima volta che l’aveva vista. Ma lo avevano anche spaventato. Affezionarsi a qualcuno significava correre il rischio di perdere quella persona. Harry ne aveva abbastanza di soffire, decisamente ne aveva abbastanza. Aprì gli occhi, guardando l’orologio sulla parete bianca: magari adesso avrebbe potuto fare una passeggiata “Sempre che non mi trovino.” pensò mentre un brivido gli percorreva la schiena. Dopo l’incidente di Elly i suoi fratelli avevano cominciato a cercarlo, erano fermamente convinti che fosse colpa sua se la sorella era morta. Scosse la testa per non pensarci “Non mi hanno trovato in sei mesi, perché dovrebbero farlo oggi?” si disse alzandosi dal divano. Si stiracchiò e guardò di nuovo l’orologio: le 15. Non c’era nessuno in giro a quell’ora, sarebbe stato tranquillo. Prese il cappotto e uscì, sbattendo la porta.

Emma era tornata tardi da scuola, la preside l’aveva trattenuta per raccomandarle di studiare durante l’anno e cose del genere. La ragazza aveva resistito per un’ora, poi aveva interrotto la donna dicendole che il fratello l’aspettava a casa. Entrò in casa ‹‹C’è nessuno?›› chiese ad alta voce. Nessuno rispose. Si incamminò verso la cucina e trovò un biglietto da parte del fratello “Mi hanno contattato per uno stage fuori città, torno tra una settimana o un po’ di più. Ti voglio bene, Tyler xxx”c’era scritto. Emma sorrise e posò il biglietto sul tavolo, poi aprì il frigo trovandolo, con grande disappunto, vuoto. “Quel ragazzo è inutile.” pensò prendendo i soldi per fare la spesa. Benedisse i supermercati che non chiudevano durante la giornata e prese il cappotto. Il vento freddo la fece rabbrividire, si strinse nel cappotto e aumentò il passo. Una voce la bloccò ‹‹Sono stato chiaro Styles?›› Emma si nascose dietro l’angolo del palazzo e smise di respiarare per qualche secondo ‹‹Ti ho detto che non è colpa mia. Pensi davvero che la volessi morta? L’amavo.›› riconobbe la voce di Harry. Si affacciò senza farsi vedere: Harry era con le spalle al muro e un ragazzo di circa 25 anni, più alto di lui, lo prese per i capelli, costringendolo a sbattere la nuca contro il muro dell’edificio ‹‹In tal caso dovevi morire con lei.›› sputò poi ‹‹A volte penso che sarebbe stato meglio.›› gli rispose Harry sostenendo il suo sguardo ‹‹Ti accontento subito allora.›› Emma notò che stava tirando fuori dalla tasca un coltello e deglutì. Doveva fare qualcosa. Guardò il suo iPhone e un’ idea geniale le balenò in testa. Trovò l’applicazione che le interessava e alzò al massimo il volume, sperando con tutta se stessa che il suono riprodotto fosse minimamente somigliante a quello delle sirene della polizia. Si affacciò di nuovo: il coltello ora era pericolosamente vicino all’addome di Harry. La ragazza chiuse gli occhi e schiacciò play, pregando che sarebbe andato tutto bene. Il suono delle finte sirene riempì l’aria facendola sobbalzare: il ragazzo cominciò a guardarsi intorno spaventato, ma la sua distrazione permise al coltello, ormai troppo vicino, di colpire Harry che strinse gli occhi, portandosi una mano sulla ferita e scivolando verso il basso con la schiena contro il muro. In quel momento Emma non pensò più a nulla e uscì allo scoperto, anche se ormai il ragazzo era scappato. Si avvicinò a Harry ‹‹Harry! Harry stai bene?›› chiese abbassandosi. Gli prese il viso tra le mani e lui aprì gli occhi ‹‹Non proprio.›› sussurrò abbassando lo sguardo verso la ferita ‹‹Chiamo un’amb…›› cominciò Emma ‹‹NO!›› urlò lui, stringendo i denti ‹‹Non portarmi all’ospedale. Ti prego.›› sussurrò con gli occhi semichiusi. Emma gli tolse la mano dalla ferita, costatando che avrebbe potuto curarla da sola. Ringraziò mentalmente il fratello per il corso di sopravvivenza che, da bravo neo-medico, le aveva fatto imparare a memoria e sospirò ‹‹Ok, come vuoi. Però devi venire con me.›› disse. Harry la guardò, gli scappò un lacrima di dolore, poi annuì. La ragazza lo aiutò ad alzarsi, poi lo portò a casa. ‹‹Harry? Cazzo Harry perché non rispondi? Harry!›› esclamò la ragazza aprendo la porta di casa e facendolo stendere sul divano, ma il ragazzo aveva gli occhi chiusi ‹‹Harry. Ti prego.›› sussurrò la ragazza, accorgendosi di avere le lacrime agli occhi.




Panda's corner :D
Vorrei iniziare dicendo che sono felicissima delle recensioni e delle visite che la storia ha ricevuto, non immaginate quanto sia contenta :')
Oggi è uscito il vido di One Thing poi, quindi sono ancora più contenta di quanto già non lo fossi :3
Cooomunque, voglio dare un volto ai personaggi che ho creato io, quindi mi fareste ancora più felice se mi diceste come si inseriscono i link nell'editor. Detto questo, vi saluto e spero che le recensioni e le visite aumentino e non diminuiscano :) x

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Capitolo 5
*** Chapter five. ***


Harry aprì lentamente gli occhi, guardandosi intorno: si accorse immediatamente di non essere casa sua e cercò di alzarsi, ma un dolore al fianco glielo impedì. Si scostò le coperte si guardò la fasciatura. Poi, improvvisamente, ricordò tutto. Emma, lo aveva salvato lei. “L’ironia della sorte.” pensò il ragazzo accennando un piccolo sorriso, cosa che non faceva da esattamente sei mesi ‹‹Harry?›› lui si voltò verso la voce che lo aveva chiamato, incrociando gli occhi scuri di Emma ‹‹Stai bene?›› chiese lei avvicinandosi per controllare la ferita ‹‹Si, abbastanza.›› rispose lui lasciandole togliere il cerotto, anche se la posizione in cui si trovavano era piuttosto imbarazzante. Emma osservò la ferita, per poi rimettere a posto la fasciatura ‹‹Che giorno è?›› chiese Harry mettendosi seduto sul divano ‹‹Ieri. È successo ieri.›› rispose lei intuendo cosa volesse sapere in realtà il ragazzo. Poi si voltò verso lui e si sedette sul divano, guardandolo negli occhi. Harry abbassò leggermente lo sguardo ‹‹Era il fratello di Elly?›› chiese in un sussurro. Lui annuì ed Emma sospirò, per poi aprire le braccia: lui la guardò come per chiedere il permesso e lei annuì. Pochi attimi dopo Harry si fiondò tra le sue braccia, stringendola ‹‹Scusa. Scusa di tutto.›› sussurrò con voce tremante. La ragazza gli carezzò la schiena ‹‹Non preoccuparti, ti capisco.›› rimasero così per qualche minuto, poi Emma sentì lo stomaco brontolare ‹‹Hai fame?›› chiese poi sciogliendo l’abbraccio ‹‹Sì, direi di si.›› disse Harry alzandosi dal divano. Si stiracchiò, poi si voltò verso la ragazza e le sorrise ‹‹Ah, ma allora sorridi anche tu!›› esclamò lei divertita, sorridendo a sua volta ‹‹Già. E guarda, abbiamo un’altra cosa in comune!›› rispose lui indicandosi le fossette che si erano formate ai lati della bocca. Emma rise e si alzò dal divano, avviandosi in cucina: prese i biscotti cucinati due giorni prima e li porse a Harry. Lui le rivolse un altro sorriso e si rese conto che da quando aveva conosciuto quella ragazza stava andando tutto meglio per lui. Beh, a parte quel piccolo incidente. ‹‹Ti piace la cioccolata?›› chiese Emma affacciandosi dalla cucina. Lui annuì e si sedette sul divano, mangiando i biscotti. Suonò il campanello e la ragazza uscì dalla cucina, superò Harry fregandogli un biscotto dal piatto ‹‹Ehi!›› protestò lui. Emma rise ‹‹La cioccolata è pronta comunque.›› disse poi. Neanche tre secondi dopo il ragazzo era sparito. Scosse la testa ridendo e aprì la porta: un ragazzo alto, con i capelli biondi e gli occhi marroni le sorrideva divertito ‹‹Ciao sorellina.›› disse poi. Emma continuava a guardarlo incredula ‹‹Sam. Ma che diavolo…?›› riuscì a dire la ragazza facendolo entrare. Sam le sorrise di nuovo e posò il borsone all’entrata ‹‹So che dovrei essere ancora in Irak, ma…›› cominciò lui. Emma non lo fece finire e lo abbracciò, felice come non mai di rivedere il fratello a casa ‹‹Mi sei mancata anche tu.›› sussurrò il ragazzo stringendola. In quel momento Harry entrò dalla cucina ‹‹Scusatemi, io credo che… ho interrotto qualcosa?›› disse balbettando. Emma si voltò verso di lui sorridente ‹‹Harry, lui è Sam. Mio fratello. O meglio, uno dei miei tre fratelli. Sam, questo è Harry, è il nostro vicino e… e è una storia lunga che ti racconterò dopo perché ora ho voglia di abbracciarti.›› disse lei con un sorriso stampato sul volto, per poi stringere di nuovo il fratello. Harry si avvicinò al ragazzo, stringendogli la mano ‹‹Piacere.›› disse sorridendo. Sam ricambiò il sorriso e gli strinse la mano ‹‹Emma, mi stai stritolando.›› disse poi prendendola per le spalle ‹‹Dio, sei cresciuta in questi sei mesi.›› esclamò guardandola meglio. Lei rise e fece una giravolta ‹‹Come stai?›› chiese poi invitando il fratello a sedersi sul divano. Lui si sedette e le fece posto, aprendo le braccia. La sorella non se lo fece ripetere due volte ‹‹Beh…bene. Relativamente. È assurdo che la più piccola fra noi sia quella che sia riuscita meglio a superarlo.›› rispose alla domanda della ragazza. Harry si sedette sulla poltrona, guardandosi la punta delle scarpe ‹‹Harry, ti piacerebbe rimanere a cena? Sam è un ottimo cuoco.›› propose Emma sfiorandogli un braccio. Harry la guardò e, per l’ennesima volta si perse negli occhi della ragazza ‹‹Io…non vorrei essere di troppo.›› sussurrò poi ‹‹Non preoccuparti. In più siamo meglio è. Restare da soli non fa mai bene.›› rispose la ragazza stringendogli la mano. Lui accennò un sorriso e lei ricambiò ‹‹Siamo sicuri sia solo il vicino?›› esclamò Sam ridendo. Emma alzò gli occhi al cielo ‹‹Ti prego. Tyler e Jake bastano. Non metterti anche tu a fare le scenate di gelosia.›› disse poi lasciando la mano di Harry, il quale se la rideva sotto i baffi. Sam accennò un sorrisino divertito, poi tornò immediatamente serio ‹‹Aspetta un momento. Tu sei da sola. Dove sono quei due idioti?›› chiese alzando un sopracciglio. Poteva sopportare tutto, ma non che sua sorella rimanesse da sola. ‹‹Tyler è fuori città per uno stage e Jake… non ne ho idea.›› rispose lei stringendosi nelle spalle. ‹‹Coglioni.›› fece il fratello visibilmente arrabbiato. Emma sospirò e cercò la mano di Harry, che gliela strinse prontamente. Odiava quando i fratelli litigavano tra loro ‹‹Dai, lascia stare. Perché non vai a cucinare?›› disse poi. Sam si passò una mano tra i capelli “Si, decisamente fratelli.” pensò Harry divertito da quella curiosa abitudine ‹‹Quando tornano mi sentono.›› disse il ragazzo avviandosi in cucina. Emma sospirò di nuovo e si voltò verso Harry, aprendosi in un meraviglioso sorriso  ‹‹Credo che diventeremo ottimi amici io e te.›› disse scompigliandogli i capelli. Lui rise ‹‹Se è questo l’effetto che mi fai, credo proprio di si.››

Panda’s corner :D
Hi babes :) Come va la vita? Spero vi piaccia questo capitolo, l’ultima volta vi avevo…ehm…lasciate sulle spine? Chiedo perdono u.u Btw, fatemi sapere come va, se devo cambiare qualcosa, cose vorreste che scrivessi eeeeee basta. Ho finito. Ah si, questi sono i volti dei miei personaggi :3
Emma:

Tyler:
 
Sam:
 
Summer:
 
Alex:
 

Bye :D

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Capitolo 6
*** chapter six. ***


Emma si stiracchiò e spostò con un calcio le coperte color panna. Rabbrividì leggermente, infilò le sue amate pantofole a righe e scese le scale, per poi entrare in cucina. Il suo intento era quello di far venire un infarto a Sam, urlandogli “Buongiorno!” all’improvviso. Pregustando l’idea geniale, avuta circa alle 3 di notte, fece per entrare in cucina, ma fu fermata dalle urla dei fratelli che discutevano. Si affacciò leggermente e vide il maggiore sbraitare contro Tyler e Jake ‹‹Voi due siete senza speranza! L’avete lasciata  sola,io sono tornato qui per miracolo e la trovo sola!›› Emma si chiese cosa intendesse con l’ultima frase ‹‹Che significa che sei tornato qui per miracolo?›› chiese entrando in cucina, le mani sui fianchi e il viso piegato in una smorfia confusa. Jake le fece un segno con la mano e le sorrise ‹‹Ciao Jake. Sam non sono una bambina. Cosa non mi hai detto ieri sera?›› disse. La sera prima Harry era rimasto a cena, poi si erano salutati promettendosi che la mattina dopo sarebbero andati insieme a scuola. “A proposito, tra poco sarà qui.” Pensò la ragazza. Scosse leggermente la testa e tornò a concentrarsi sul fratello maggiore. Quest’ ultimo sospirò e le fece segno di sedersi su uno dei sgabelli che circondavano il piano al centro della cucina. Lei si sedette e Tyler le mise davanti una tazza di latte fumante. Emma fece una smorfia e la scostò, beccandosi un’occhiata di rimprovero da Jake. Sam ignorò il teatrino dei suoi fratelli minori e si sedette accanto alla sorella. ‹‹Sono tornato perché durante un attentato i componenti della mia squadra sono morti. Tutti. Sono l’unico sopravissuto. ›› Emma continuò a guardare la tazza di latte, poi spinse indietro lo sgabello e salì di nuovo al piano di sopra. Tyler cercò di fermarla ma lei lo ignorò e chiuse la porta della sua stanza. Ne uscì un minuto dopo, pronta per andare a scuola. ‹‹Vado. Ci vediamo dopo.›› disse fredda prima di sbattere la porta di casa violentemente. Jake sbuffò contrariato e si voltò verso Sam ‹‹Ha ragione, non è una bambina. Avresti dovuto dirgielo.›› disse contrariato. Tlyer annuì come per dargli ragione e Sam, come da copione in quella particolare famiglia, si passò una mano tra i capelli biondi, identici a quelli della sorella.
Emma si fermò e sorrise alla vista di Harry: era seduto sul muretto, gli occhi chiusi e un’espressione rilassata sul viso. Sembrava assaporare ogni singolo raggio di sole che gli cadeva sul volto. La ragazza si avvicinò cauta e, quando gli fu abbastanza vicina, cominciò a fargli il solletico. Gli occhi verdi del ragazzo si spalancarono per la sorpresa e qualche attimo dopo la sua risata si diffuse nell’aria ‹‹Basta, basta! Invoco pietà!›› esclamò poi prendendole i polsi. Emma gli rivolse un sorriso, gli diede un bacio sulla guancia e lo tirò in piedi ‹‹Non vorrai fare tardi, vero?›› disse saltellando allegramente. Harry si chiese il perché di tutta quell’allegria, poi scoppiò a ridere di nuovo ‹‹Aspetta, ieri Louis mi ha chiesto se volevamo fare colazione con lui e gli altri dallo Starbucks qui dietro!›› disse piazzandosi davanti a lei. La ragazza sembrò pensarci su, poi le sue labbra si piegarono in un dolce sorriso, facendo comparire le fossette che Harry aveva già capito di adorare ‹‹Perfetto. Perché non ho neanche fatto colazione.›› esclamò. Lo prese per manica della felpa e cominciò a trascinarlo alla ricerca dell’adorato locale. Lui la guardò stranito ‹‹Come mai?›› chiese cercando di non andare a sbattere contro un albero. Farsi trascinare da quella ragazza decisamente non era una buona idea. Accelerò leggermente il passo e l’affiancò, senza però interrompere il contatto tra la mano di lei e la sua felpa. Emma aveva un’espressione di disappunto sul viso, che la faceva sembrare una bambina ‹‹Litigi mattutini con fratelli che non ti dicono di essere stati vittime di un attentato.›› sbuffò lei, visibilmente contrariata. Se c’era qualcosa che Harry aveva subito capito, era che Emma odiava quando non le veniva detto qualcosa in cui era coinvolta. Lui le prese la mano  e la strinse. La ragazza si voltò e gli sorrise riconoscente ‹‹Due giorni e già sembrate che dobbiate sposarvi. Cosa è successo che non so?›› la voce di Louis riportò Harry alla realtà e fece scoppiare Emma a ridere ‹‹Nulla di ciò che pensi Tomlinson, andiamo che ho fame.›› rispose lei. Lasciò la mano del ragazzo accanto a lei e affiancò Louis. Lui la prese sotto braccio e insieme cominciarono a saltellare verso gli altri. Emma salutò tutti con un bacio sulla guancia e poi cominciò a spingerli verso l’interno del locale ‹‹Ha ragione. Anche io ho fame.›› la spalleggiò Niall. Liam, Zayn e Harry risero, mentre la ragazza tirava Louis dentro, il quale si teneva con entrambe le braccia ad un lampione. Harry la aiutò e finalmente riuscirono ad entrare: Emma ordinò per tutti e poi andò a sedersi al tavolino, tra Liam e Zayn. Quest’ultimo le passò un braccio intorno alle spalle sussurrandole qualcosa nell’orecchio. Lei rise e poi, ad un cenno del ragazzo, prese un fazzoletto, lo accartocciò e con l’aiuto di un cucchiaio, lo tirò in testa a Niall ‹‹Ehi!›› protestò lui. Emma rise, poi spostò lo sguardo verso Harry, che guardava il paesaggio con aria assente. Sospirò e fece cenno a Liam di cederle il posto accanto al ragazzo. Si sedette e gli strinse la mano. Harry sembrò risvegliarsi e le sorrise, ricambiando la stretta ‹‹Non ho mai visto due persone legare così velocemente.›› osservò Louis improvvisamente serio. Emma alzò le spalle ‹‹Abbiamo molto in comune.›› rispose Harry ‹‹L’importante e che riesca a farti sorridere.›› disse Liam. Lei riservò un sorriso ad entrambi, poi improvvisamente le si illuminarono gli occhi ‹‹Cibo!›› esclamò Niall con la sua stessa espressione sul viso, pregustando con gli occhi le ordinazioni che arrivavano al tavolo.






Panda's corner :D
Shaaaaaaaaaaaalve :3 Sono contentissima che la soria piaccia, ma ho notato che le visite diminuiscono man mano che pubblico capitoli D: Btw, non voglio rompervi le scatole, ma vorrei qualche recensione in più, per sapere cosa ne pensate, se volete che succeda qualcosa in particolare... insomma, avete capito, no? :')
Alla prossima :D

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