Tre

di _Misery
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I. Vespro ***
Capitolo 2: *** II. [S'io fossi...] ***
Capitolo 3: *** III. Il Piccolo Soldato ***



Capitolo 1
*** I. Vespro ***


Vespro

 


 


© Caspar David Friedrich, "Abend mit Wolken" ("Sera con nuvole")
 



Io sono il gelido giaciglio del sole, la rossa
tomba che regala l'ultima goccia di vino,
l'ebbrezza nera e senza stelle, l'occhio dell'assassino,
l'ignoto sonno che le città culla nella sua fossa.

Allo sguardo copro le vie, e non c'è lente che possa
allora scoprire l'universo dietro il suo baldacchino;
della luna sono sentiero, del meriggio cuscino
- io, aspro veleno pei viandanti e le loro ossa.

Con la mia porpora regale paro i foschi destrieri,
figli di Marte, i più bei fiori dell'atre serre,
i miraggi dei poeti suicidi, rovine degli imperi;

ecco che svegliano oceani e sedano guerre,
e ululando furenti al mondo mostri e misteri,
attendono inquieti la nascita delle nivee terre.

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Capitolo 2
*** II. [S'io fossi...] ***


[S'io fossi...]
- ispirato ad una poesia di Cecco Angiolieri -



 


neuuu  © William Turner, "Tempesta di neve"





S'io fossi Gatto, con occhi d'ombre cangianti
nella notte cercherei le utopie perdute;
s'io fossi Musica, canterei su labbra mute,
colmando i golfi che risonano d'inni echeggianti.

S'io fossi Australe, placate le ali tremanti,
andrei a carezzar le foglie mietute;
s'io fossi Zefiro, soffierei su onde sconosciute,
ma adagio, per suonar nuovi mari vibranti.

S'io fossi Albatro, solcherei cieli ingialliti,
per posarmi poi su praterie di pensieri;
s'io fossi Foresta, ospiterei pruni appassiti,

sol per veder germogliare fiori leggeri.
E infine, s'io fossi Notte, raccoglierei i miei Gatti smarriti
e con i loro Occhi d'oro, creerei mille sentieri.

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Capitolo 3
*** III. Il Piccolo Soldato ***


Il Piccolo Soldato






© Steve McCurry




Non ci sono che guerre al mondo, o barbare paci:
credetemi, io che sotto le sterili bandiere
bianche ho imparato a vedere bellicose fiere,
alle lacrime indifferenti, di sangue voraci.

Ma non vedo più fenici, sotto queste braci,
e là dove una volta c'erano comete vere,
ora non cadono che aspre, cupe, enormi chimere,
che subdole trascinano i sogni nelle loro fornaci.

Ti chiederai, spesso, guardando il figlio amato:
avrà un buon futuro, sarà felice, e famoso?
Ma io sento: per la sua apatia, sarà ben pagato?

Anch'io vorrei ghiacciare questo petto bramoso
di silenzio, arso di bugie, e questo cuore stonato,
che respira le ultime lacrime, sognando il riposo.

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