Scleri Vascobrondiani.

di KeilaStradlin
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La Verità Delle Vostre Povere Vite. ***
Capitolo 2: *** Noi Due Che Ci Picchiamo a Sangue. ***
Capitolo 3: *** Mi han detto che sei morta. ***
Capitolo 4: *** Non Posso Più... ***



Capitolo 1
*** La Verità Delle Vostre Povere Vite. ***


La verità delle vostre povere vite.



Starsene seduti qui non ha più senso ormai.
Vorrei vederti rimanere, solo per poi, guardarti andare via.
Piovono silenzi e lacrime sul tetto di casa mia.
Nei nostri sogni ricorrenti ho visitato mille città, sorvolato mille luoghi differenti,
in un blu elettrico di speranze e parole vuote.
Siamo caduti a pezzi un po' alla volta. Mi dispiace.
Corri a prendere l'autobus e vattene, vattene ancora da qui.
Tappeti rossi scoloriti, e muri ridipinti coprono i miei occhi.
Camminiamo, di nuovo, camminiamo insieme nell'eternità dei tuoi capelli luminosi.
Queste scritte fosforescenti ci hanno chiuso in cantina, non possiamo più uscirne.
Fammi respirare.
Ho sentito di uomini soffocati nel fango.
Possiamo trovare un altro modo per sentire il vento, appoggiare l'orecchio ad una conchiglia in un'imitazione così falsa.
Ho ancora la forza per star qui, fermo, immobile, un po' morto.
Morto dentro.
Mi sono chiuso dentro un armadio venerdì sera per non sentire le tue urla.
E allora sbrighiamoci ad uscire vivi da qui, prima che ci sbarrino le porte.
Hanno picchiato innocenti con i manganelli.
Ho corso fra pozze di sangue e corpi rovesciati, solo per raggiungerti stanotte.
Dammi da mangiare come un cane randagio.
Tienimi con te e dammi la mia cuccia.
Sono stanco delle stragi che ci meritiamo.
Il governo è crollato,
e le piazze sono piene di cadaveri.
Sono stanco di questa guerra psicologica.
Cavalcano cavalli invisibili, e distruggono sogni di carta.
Sogni virtuali. Stacca il cavo di internet del tuo computer.
Ci hanno coperto gli occhi con dei panni incandescenti, adesso siamo cechi.

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Capitolo 2
*** Noi Due Che Ci Picchiamo a Sangue. ***


Noi due che ci picchiamo a sangue.


Piccole schegge di pensieri afflitti.
Tutte quelle cose che eri solito pensare dentro giorni di ricordi, non esistono più.
Credi di poter vedere tutto quello che è nascosto.
Ti sbagli.
Mandami via, ora.
Non aspetterete altri venti anni per trovare un sogno in una follia di mezzanotte.
Noi due, che ci picchiamo a sangue.
Possiamo soltanto coprirci un po' di più e firmare un armistizio, soltanto per questo inverno gelido.
Le sigarette che si congelano ai bordi delle strade, non si preoccupano di niente.
Dammi la mano insanguinata, ti aiuterò a pulirti.
Non ti amo e non ti voglio, ma puoi rimanere con me solo per stavolta?
Non ho mai detto di esser solo. Cento chilometri di asfalto dissestato, buio tutto intorno.
Il nostro dormire in mezzo a un campo non ci servirà.
Abbiamo fame di qualcosa che non c'è.
E potremmo amarci in futuro come le ciminiere amano i loro tramonti.
Dammi la tua mano insanguinata, ti aiuterò a pulirti...
Le strade di città sono lontane, quei lunghi corridoi che ci crollavano a fianco.
Non ricordo più i volti dei parenti e dei passanti.
Forse i tuoi capelli biondi mi guideranno in questo posto.
Splendidi sorrisi davanti a questo sole così spento,
faremo una rivolta per chi non ci ascolterà.


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Capitolo 3
*** Mi han detto che sei morta. ***


Mi han detto che sei morta.


Era per strane situazioni
che siamo rotolati giù dalle scale,

come nylon evaporato, tossico, degradato.
Come il tocco delle tue mani sempre fredde,
al bagliore di una luce pallida.

Sul cornicione ho gettato gigli al vento, rincasando all'alba.
I primi raggi del sole mi hanno trafitto gli occhi.

Pupille vuote e disanimate,
senza colori ti ho vista scendere in strada e sparire fra la folla.
Con un colpo hanno bombardato le città che conoscevo.
Mi han detto che sei morta naufragata in un incendio casuale,
eppure ti ho cercata come un incubo incurabile.
Nel tempo sei passata, simile ad un pesce colorato,
scivolando via da me,
han detto che sei morta, al notiziario...

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Capitolo 4
*** Non Posso Più... ***


Non posso più...


Dammi verità nascoste.
Sono riuscita a morire.
E i nostri capelli che cambiano colore non ci piacciono più.
Troviamo un modo per non guardarci allo specchio, e getta i vetri a terra.
Mi hanno visto mille volti, non posso più nascondermi e cercare di parlare con gli spettri.
Ancora notte.
Stelle condizionate dalle vostre verità più assurde.
Cieli neri di polveri sottili disilluse.
Non posso più aspettare.
Ci hanno schiacciato i piedi passandoci addosso senza alcuna cura.
Volevano metterci una benda e fucilarci contro il muro.
I muri dei nostri pianti spaziali, mi dispiace ancora.
C'era un posto, mi ricordo, dove l'erba era verde e bella e potevamo ancora raccontarci delle balle.
Non posso più parlare.
Ci hanno resi senza bocca e senza sguardi contraddittori.
Diciamo si a ciò che ci fa schifo. Voglio piangere.
Solo lacrime sintetiche.
Una pallottola dentro a un libro scolorito.
Siamo cibo per i pesci d'acqua dolce.
I nostri fiumi sono aridi di idee e scorrono all'indietro.
Non posso più capire.
Andiamo fino al mare insieme.
Sento vento fra le palpebre socchiuse, stanno venendo a prenderci.
Scappa...
Scappa...

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