C'est lui pour moi,moi pour lui dans la vie

di Lady Lunete
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. I Volturi ***
Capitolo 2: *** 2. Il lupo perde il pelo ma non il vizio ***
Capitolo 3: *** 3. Padre di tre figli ***
Capitolo 4: *** 4. Migliore amico ***
Capitolo 5: *** 5. Infanzia ***
Capitolo 6: *** 6. Incontri nel bosco ***
Capitolo 7: *** 7. Il vampiro misterioso ***
Capitolo 8: *** 8. Maledetta Alice ***



Capitolo 1
*** 1. I Volturi ***


La famiglia è un collegamento con il nostro passato

e un ponte verso il nostro futuro - A.Haley 


 

Mi svegliai a metà mattina. Aprì la finestra della mia stanza: il leggero vento primaverile mi baciò il viso. Andai in cucina e vi trovai mio fratello con Paul e Jared. Parlavano a voce bassa ma il tono era chiaramente ansioso. “Che c’è?” chiesi.

I tre omoni si girarono verso di me di scatto e mio fratello mi rispose: “Niente di che…a quanto pare i Cullen hanno visite.” Paul e Jared fecero una smorfia di disgusto.

“Sì,la mia. Non ti ricordi? Oggi è sabato Sam. Alice deve mettermi a posto l’abito da damigella o non potrò accompagnare Emily all’altare.” Sam assottigliò lo sguardo: “Non mi riferivo a te,Diana.”

“Si riferiva ai fetidi succhiasangue italiani: i Volturi.” Disse Jared.

“Oh. Beh,non mi importa,ho bisogno che mi sistemi l’abito e domani non posso portarglielo.” Dissi io con una scrollata di spalle. Sam sbottò: “Mi dispiace rovinare i tuoi piani ma tu oggi non ci vai dai Cullen. I Volturi non sono tipi con cui scherzare Diana.”

“Infatti non ho alcun interesse a scherzare con loro. Devo solo consegnare l’abito a Alice,poi posso anche ritornare qui alla riserva per starmene in panciolle,se proprio vuoi.”

“No. Voglio che tu stia qui in casa. Se mi dai l’abito posso portarlo io alla veggente perché te lo sistemi.” “Andrete dai Cullen?” “Certo,siamo il comitato di benvenuto di La Push,piccola.” Disse Paul. Risi: “Combinerete un disastro. Forse è meglio che lasciate il benvenuto ai Cullen. Ma magari per l’arrivederci potreste fare loro uno squillo,no?” Paul e Jared scoppiarono a ridere. Sam sorrise solamente.

Era entrato in modalità fratello iper-protettivo. Perfetto. Niente di cui stupirsi,lui era sempre in modalità fratello iper-protettivo. Qualsiasi cosa avessi detto,qualsiasi battuta avessi fatto,non lo avrei smosso dalla sua decisione: io non sarei andata dai Cullen. Che palle. Se voleva il gioco duro…“Comunque devo andare dai Cullen, oggi.” Ed ecco che riparto all’assalto! “Devo dire a Alice cosa sistemare. Inoltre non è solo il mio che ho da portare. Emily mi ha dato il suo abito bianco perché apportassimo qualche modifica. E lo sposo non può vedere l’abito fino al matrimonio o porta iella. E non ho alcuna intenzione di starti a spiegare cosa non va nel mio abito da damigella visto che una volta arrivati a casa Cullen non te lo ricorderai nemmeno e farai la figura del sempliciotto.”

Paul e Jared si aprirono in due ghigni pressocchè identici. I lupi si assomigliavano troppo: caratteristica peculiare per far parte dei licantropi di La Push? La spacconeria. Ma ormai ci ero abituata. E come non farlo,quando ci ero messa fino al collo? Sam aprì la bocca per parlare,meglio,per dare il suo dissenso alla mia visita a casa Cullen.

Ma io lo precedetti: “Andiamo,non porterà via tanto tempo! Quindici minuti al massimo! Non vedrò neanche l’ombra degli italiani!” Sam scosse la testa, facendo un verso. Il  verso. Quello che mi faceva capire che dovevo tirare la corda solo un altro po’ perché mi lasciasse carta bianca. Quindi mi avvicinai a lui, facendo la voce da bambina: “Andiamo,fratellone. Volevate venire anche voi,no? Se venite non ci sono problemi per me. Se becchiamo gli italiani non mi faranno niente perché sono con voi. E se non ci sono,tanto meglio,no? Io avrò assolto i miei doveri e me ne sarò andata via prima che voi assolviate i vostri. Magari i succhiasangue arrivano questo pomeriggio all’ora del tè! Se andiamo prima di mezzogiorno non rischio di incrociarli.” Sam fece un sospiro lungo guardando in basso. Era fatta! Gli gettai le braccia al collo: “Grazie fratellone,sei il migliore!” e corsi in camera a cambiarmi.

 

Sam,Paul e Jared uscirono per unirsi al resto del branco. Io presi le scatole con i vestiti mio e di Emily e mi diressi dai Cullen con la Mazda Miata che avevo fregato a papà.

Casa Cullen era enorme. Così tanto da poter ospitare tutti gli studenti dell’ultimo anno del liceo ed avere ancora spazio per contenere tre enormi Quileute. Ad essere onesta preferivo la casetta nella quale vivevano Renesmee,Edward e Bella. Era più semplice, più simile alla mia,di casa. Mi venne ad aprire Jasper. “Ehi Jazz! Dov’è Alice?” “Sono in soggiorno!” sentii che Jasper cercava di controllare le mie emozioni:ero tranquilla ma anche circospetta.

Cercai di ribellarmi al potere del vampiro biondo che mi accompagnava in soggiorno,inutilmente. Sbuffai spazientita: che senso aveva essere tranquilli se poi dovevo stare attenta a ciò che mi accadeva intorno? Jasper sorrise percependo il mio scetticismo e di nuovo il suo potere spazzò via le mie emozioni facendomi sentire quel che voleva lui.

Nei due mesi da quando ero ritornata alla Push avevo legato molto con Renesmee e mi ero affezionata particolarmente sia a Alice che a Jasper. Entrambi erano molto protettivi con me,come lo erano anche Sam e Embry. Giunti in soggiorno vidi che il branco non era ancora arrivato,non c'era nemmeno Jacob che viveva appiccicato al fianco di Renesmee. Di solito. Quando non c'erano pericoli in vista e non doveva conferire con Sam.

I Cullen erano tutti in piedi,tranne Nessie,seduta sul divano bianco immacolato: “Ciao,Nes!” lei mi salutò con la mano e con un sorriso,in silenzio. Era tesa:Bella e Edward in piedi davanti a lei la coprivano in parte dalla vista degli altri
vampiri che stavano in piedi dall'altra parte del soggiorno. I Volturi.

Sam e Embry mi avrebbero ammazzato. Il campanello suonò di nuovo e quando Carlisle andò ad aprire sentii il profumo dei licantropi:il profumo del bosco. Si presentarono in soggiorno in meno di mezzo secondo e Sam mi guardò con uno sguardo truce. Oh,sì. Stavolta l'amore fraterno non lo avrebbe fermato dal compiere un omicidio. Se non ci avessero pensato prima i Volturi,lo avrebbe fatto lui stesso una volta giunti a casa. Ma non era colpa mia se mi trovavo lì. Dopotutto era stato lui a dire che potevo andare. E
di certo non ero io a vedere il futuro. Alice non riusciva a vedermi quasi mai:per un certo verso la cosa mi faceva sentire potente,ero una dei pochi che riuscivano a sorprenderla.

Adesso,però,trovandomi nella stessa stanza dei Volturi,desideravo ardentemente che mi avesse vista arrivare. Eccome. “E così siete ancora in contatto con questa
feccia.” disse uno dei Volturi:era uno dei tre capi,quello biondo. Caius,secondo ciò che mi avevano raccontato.

Il branco ringhiò ma Sam li richiamò all'ordine. Poi gli occhi rossi di Caius si posarono su di me: “Avete stretto amicizia con un'altra umana,a quanto vedo.” “L'importante è che lei non sappia niente,giusto?” disse Edward,calmo.

Caius lo fulminò con lo sguardo: “Ed è così? Non sa niente sul serio?” “So tutto” risposi io tranquilla. “So chi sono i Cullen e so chi siete voi,signor Caius.” il viso del vampiro si tese in un ghigno maligno prima di rivolgersi di nuovo a Edward: “A quanto pare non imparate dai vostri stessi errori.”

“Non ho detto che sono i stati i Cullen a rivelarmi la loro come la vostra natura.” Caius rivolse la sua attenzione verso di me,cercando di bruciarmi con lo sguardo. Non me ne preoccupai,lui non aveva
quel talento. Spostai lo sguardo verso la ragazzina trasformata a circa tredici anni,poi guardai di nuovo Caius.

“Sono un'indiana Quileute. Conosco le leggende della mia gente. I freddi ne fanno parte.” Caius sorrise perfido: “Se sei così...
esperta,saprai anche che non possiamo permettere che un'umana sappia della nostra esistenza.” un vampiro enorme,più grande di Emmett si mosse tra le loro file e mi guardò compiaciuto.

Arricciai le labbra,disgustata:se pensava di farmi il suo pranzetto,cascava male. Risposi a Caius: “Tutti nella riserva sanno della leggenda dei freddi. Ma non tutti ci credono: è abbastanza difficile pensare che certi membri discendano direttamente dai lupi e che abbiano combattuto con alcuni visi pallidi... moooolto pallidi,per salvare la tribù.” Caius aggrottò le sopracciglia.

“Non mi potete toccare perchè non è il vostro,di segreto,che difendo.” guardai i licantropi che mi avevano attorniata per farmi da scudo e indicando Sam: “Sono la custode del
loro segreto. Per non parlare del fatto che sono sorella di due di loro.” guardai il gigante di prima,Felix,mi ricordai e con un sorriso innocente gli dissi: “Perciò se provate anche solo a sfiorarmi non esiteranno un istante e vi faranno a pezzi. O,e dopo bruceranno i resti,si fa così,no?” Paul rise e Jared sghignazzò.

Sam li gelò con uno sguardo. Era davvero incacchiato. Ottimo. Percepii il potere di Jasper che cercava di calmare gli animi:incrociai il suo sguardo e ci sorridemmo. Poi fui richiamata da un altro dei capi dei Volturi. Aro. “Mi scuso per la mancanza di cortesia del mio fratello” e scoccò uno sguardo di rimprovero a Caius che assottigliò il suo sguardo “e di Felix.” il vampirone si fece piccolo piccolo sotto lo sguardo del suo signore. “Non si preoccupi,signor Aro.”

“Cara,a quanto pare la tua famiglia” e indugiò con gli occhi sul branco “ti ha detto tutto di noi. Saresti così gentile da dirmi il tuo nome?” “Diana Uley,signore.” “Ti dispiace se verifico quello che hai detto prima? Sulle leggende della vostra tribù?” e così dicendo mi porse la mano. “No,affatto.” ma appena mi mossi per raggiungerlo sentì i miei due fratelli digrignare i denti e trattenermi.

“Sei impazzita?” sibilò Embry. Guardai torva lui e Sam: “Smettetela voi due. Per fare la parte dei fratelli iper-protettivi metterete a rischio la vita di molti innocenti. Se non permettete ad Aro di vedere i miei pensieri lui dirà a Felix di attaccarmi. Caius ne sarà contento. E voi inizierete una stupida guerra per niente.” addolcì un po' il tono della mia voce: “Se Aro volesse farmi del male Edward lo sentirebbe. Lui non ha detto niente perciò è tutto a posto. Lasciatemi andare: gli stringo la mano e torno subito indietro. Non mi accadrà niente. A proposito: Alice,puoi prendere queste due scatole? Ci sono dentro i vestiti.”

Alice si avvicinò aggraziata e mi tolse di mano le due scatole che avevo in mano. Si allontanò quasi fluttuando. Rivolsi di nuovo la mia attenzione ai miei due fratelli: “Su,lasciatemi. Non c'è pericolo.” sorrisi incoraggiante. Guardai Sam negli occhi finchè non abbassò lo sguardo. Embry sbuffò e mi lasciarono andare. Mi avvicinai ad Aro con la mano destra tesa. Quando me la prese tra le sue mi ritrassi un po'.

Era freddissimo.

Più freddo dei Cullen ai quali mi ero abituata. Nelle mie congetture non mi ero resa conto che anche Aro si era ritratto: la guardia si era avvicinata,ansiosa e mormorava domande confuse,a bassa voce. Aro gli zittì con un gesto. Quando mi abituai alla sua temperatura ci avvicinammo di nuovo: il vampiro mi guardava ammirato e stupito mentre si concentrava sui miei ricordi.

“La tua fuga è stata davvero notevole,complimenti.” Sam di solito riusciva a controllare la rabbia e il fastidio ma da bravo fratello maggiore aveva deciso che la mia incolumità era più importante della buona educazione verso gli ospiti vampiri,infatti,lo sentii digrignare i denti mentre Embry,anche lui tutto preso dal suo nuovo ruolo di fratellone,ringhiava a bassa voce.

Decisi che avevo messo a dura prova il loro autocontrollo per sufficiente tempo perciò dopo un leggero inchino ad Aro,Caius che continuava a guardarmi truce e Marcus che se ne stava per i fatti suoi,mi voltai e raggiunsi di nuovo il branco. Sam e Embry sibilarono all'unisono: “Non devi mai dare le spalle ad un vampiro!” strinsi le labbra: “Anche i Cullen sono vampiri.” i miei fratelli inspirarono profondamente probabilmente per non rischiare di urlarmi contro.

Alzai gli occhi al tetto: “D'accordo,d'accordo. Ricevuto. Non è divertente. Non darò mai più la schiena ai Volturi. Contenti?” dissi loro con il sorriso più fasullo che possedevo. Aro rise: “Vostra sorella ha una personalità davvero singolare...come il suo talento...è molto...
affascinante.” “Aro...” sibilò Edward:aveva stretto i pugni. Jacob si avvicinò a lui e Bella,coprendo interamente Renesmee dalla vista dei Volturi (e viceversa),Embry mi portò dietro di sé e Sam,Paul,Jared e Quil avanzarono di un passo,pronti all'attacco. Così cercò di fare anche Emmet,con un ghigno euforico dipinto sul volto di marmo,ma fu trattenuto da Rosalie. Alice e Jasper schiusero le labbra mostrando i denti.

Esme e Carlisle restarono calmi e quest'ultimo disse all'Anziano: “Aro,potresti dirci cosa ti porta qui,a Forks?” tuttavia tutti quanti,persino la guardia degli italiani,rimase all'erta. “Ragazzi...” ammonì Esme. I Cullen si rilassarono,Emmet un po' dispiaciuto e così fece anche il branco.

Solo una vera madre avrebbe potuto tranquillizzare i figli senza il bisogno del potere di Jasper. Da quando mi avevano conosciuta,per Jazz e Alice ero diventata una sorta di figlia e siccome Jake stava con Nessie...eravamo diventati una sorta di famiglia. Cullen e Quileute. Vampiri e mutaforma,pardon,licantropi. Una famiglia un po' bizzarra...ma,andiamo,quale famiglia non lo è?

Lunete's Corner: Spero che il primo capitolo vi sia piaciuto...anche se devo ammettere che l'ho fatto molto alla cane...il nome Diana si legge -Daian-,suona meglio XD successivamente spiegherò perchè Diana è fuggita dal padre e di come hanno scoperto che Embry è il loro fratellastro. Devo pensare ancora all'età che Renesmee dimostra,però...se qualcuno ha qualche idea,la dica,è ben accetta! Ciaooooooo :)

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Capitolo 2
*** 2. Il lupo perde il pelo ma non il vizio ***


La cosa più difficile a questo mondo?

Vivere!

Molta gente esiste,ecco tutto – O.Wilde


 

Aro sospirò: “Vi ricordate Nahuel?” Bella e Edward assottigliarono lo sguardo,Jake strinse i pugni,i licantropi si guardarono di sottecchi.

Alice aveva una smorfia indirizzata al branco sul viso perfetto:detestava non riuscire a vedere il futuro. Carlisle annuì piano: “Sì,ce lo ricordiamo.” “Ecco,stiamo cercando di rintracciare Joham,che deve aver saputo del nostro interesse per i suoi...esperimenti...e si è rifugiato da qualche parte qui in America.”

“Quindi siete qui per Joham?” chiese Bella. Aro la guardò quasi spiritato: “Ma certo,incantevole Isabella! Per favore,non pensare che siamo venuti qui per arrecare dispiacere alla tua dolce famiglia!” i Cullen annuirono cauti.

Come al solito spezzai il silenzio teso che si era creato. “Alice,mi aiuti a rimettere a posto i vestiti?” “Certo! Sei venuta qui per questo!” mi rispose lei a denti stretti. Evvai,anche la predica di Alice avrei dovuto sopportare. Sentii Edward ridacchiare piano e Bella sorridere guardandolo. Sospirai,quei due erano assurdi...assurdamente innamorati l'uno dell'altra. Vabbè. Seguii Alice al piano di sopra congedandomi temporaneamente dai Volturi. Per come mi guardava Aro,gli occhi rossi di entusiasmo,desiderai che Alice mi tenesse rinchiusa nella sua stanza il più a lungo possibile. Forse un po' di meno.

“Ma come ti è venuto in mente di venire qui? Sam non ti aveva avvertito,per caso? Eppure io mi ero raccomandata!” sibilò lei appena entrate nella sua stanza.

“E io ho insistito.” mi fulminò con lo sguardo. “Oh,Alice,è da un sacco che posticipavo! Un altro giorno e Emily mi avrebbe scannata viva. E inoltre è da tanto che non vengo qui e mi mancava Renesmee!”

Nessie era come la sorellina minore che non avevo mai avuto (e mai avrò). Aveva un anno ma assomigliava a una bambina di sei anni. Una bellissima bambina di sei anni. Figurarsi,se non era bella lei con due genitori così... Alice fece un verso sprezzante e dopo tolse dalle scatole il mio abito da damigella e quello da sposa di Emily. “Non bisognava cambiare anche quello di Leah?” “Sì. Ma sai com'è fatta,meno vede fetidi succhiasangue in giro,meglio è. Se mi spieghi come fare,glielo cambio io a casa.” la vampira annuì.


 

Verso l'ora di pranzo Renesmee bussò alla porta,la accolsi con un gran sorriso: “Ness! Come stai?” lei mi sorrise radiosa. Si avvicinò a me e,presa la mia mano mi mostrò i suoi pensieri. Anche se all'inizio era stato un po' strano ora mi ero abituata e non mi faceva più impressione vedere i suoi ricordi.

Sam voleva che ritornassi a casa.

Sbuffando mi voltai verso Alice,che mi porse le due scatole con dentro i vestiti.

Quando scendemmo Jake accolse Renesmee in un grande abbraccio,Jasper affiancò Alice e Aro mi si avvicinò seguito da una donna...Renata,la sua guardia del corpo. “Diana,sei occupata questo pomeriggio?” “Pensavo di starmene in panciolle.”

Caius sbuffò sprezzante,Aro invece mi sorrise: “Se non scombussolo i tuoi piani,mi concederesti lo straordinario onore della tua compagnia?” Guardai Sam e Embry: non avevano bisogno di parlare,capivo benissimo cosa cercavano di dirmi. Un altro passo falso e i Volturi saranno l'ultimo dei tuoi problemi.

“Non credo che i miei fratelli siano d'accordo.” “Fratelli...Ma uno di loro” e scoccò uno sguardo a Embry,che si irrigidì “lo è solo per metà,non è così?” corrugai la fronte: “Embry è mio fratello.” dissi gelida.

Aro mi guardò nuovamente,con curiosità. “Ma certo! Che scortese che sono stato! Spero tu possa perdonare la mia mancanza di buone maniere,Diana. Ma vedi,vorrei davvero passare del tempo con te. Dai tuoi pensieri ho capito che la meravigliosa Renesmee ti vuole molto bene e che ti è molto cara. Penso che la tua presenza possa essere...
stimolante anche per Alec e Jane.

I lupi ringhiarono: “Neanche per sogno!”. Non li ascoltai. I gemelli mi guardavano. Come tutti nella stanza,a dire il vero. Maledizione, detestavo stare al centro dell'attenzione.

I due vampiri sembravano essere giovanissimi,ma erano più anziani di Carlisle.

Il solo pensiero che Jane potesse usare il suo potere sui Quileute o sui Cullen,ai quali mi ero affezionata,mi faceva venire i brividi. E Alec non era da meno,se avesse voluto (e se i Cullen non avessero avuto Bella) avrebbe potuto annientarci tutti quanti nel giro di mezzo secondo.

Anche Felix sbuffò. Che palle. Non ero un vampiro! Il mio cervello non ragionava così velocemente come il suo. Sempre che lui ce l'avesse,un cervello. Probabilmente era andato a fuoco durante la trasformazione. In effetti aveva la testa più piccola del corpo. Già,cervello. Frankestein a malapena poteva vantare un neurone.

Edward sogghignò e io risi,per alleggerire la tensione. “Stimolante per
cosa,di grazia? Non sono un porcellino d'india,io.” dissi al vampiro moro,storcendo un po' il naso,fingendomi indignata.

“E poi voi non state cercando qualcuno? Avrete molto da fare,siete sicuri di avere anche il tempo di fare salotto con un'umana Quileute?” Paul,Jared e Quil sghignazzarono. “Mia Diana,abbiamo tutto il tempo del mondo. A che serve avere fretta,quando hai l'eternità davanti a te?”

“Serve,visto che non siete gli unici ad avere l'immortalità,qui. Anche quello che cercate è un vampiro,no? Continuerà a sfuggirvi,se non vi date una mossa.”

Caius sibilò: “La ragazzina ha ragione,Aro,dobbiamo muoverci. Non c'è tempo per le sciocchezze.”

“Fratello. Ti prego di non chiamare il mio interessamento per la giovane Diana sciocchezza. Credimi,se avessi il mio dono saresti tremendamente colpito (come lo sono io) dalle sue fantastiche qualità e non potresti fare a meno di immaginare quanto sarebbe straordinaria se fosse una di noi.”

“Non starai
davvero dicendo sul serio,Aro.”

“Lo sai che su questo argomento sono
sempre serio,Caius. Diana ha talento. Per la prima volta in trecento anni ho sentito...freddo. E solo perchè lei l'ha provato. È eccezionale!” guardai Caius. La mia espressione era più basita della sua,se possibile.

Poi il mio sguardo si spostò su Aro: “Quindi...vorresti che diventassi come voi? Un vampiro?” Sam e Embry quasi ruggirono: “Te lo puoi anche scordare,succhiasangue!”

Aro mi fissò scrutando le mie reazioni a ciò che stava per dire: “Sì,perspicace Diana. Più che altro sono curioso di vedere quanto adorabile saresti se fossi una vampira. Graziosa e con talento...una vera perla.”

Mi guardava estasiato,in aspettativa. Si aspettava che gli dicessi che volevo diventare una succhiasangue. Puah! La sua tronfia sicurezza mi fece rispondere,nonostante il rossore alle guance per l'imbarazzo,in tono fermo: “Ti ringrazio dell'offerta. Ma io sto bene così. Da
umana. L'immortalità,la bellezza,il potere non sono cose che mi interessano al momento. E non credo mi interesseranno tanto presto. Non sono dei buoni motivi per trasformarmi. Se devo vivere in eterno,beh...voglio vivere,non esistere soltanto. E ora ti chiedo di scusarmi,ma devo ritornare a casa. Lieta di averti conosciuto.” gli dissi chinando un po' la testa in segno di saluto e rispetto (dopotutto ha trecento anni e passa!).

Poi lo sorpassai a testa alta e raggiunti i miei fratelli dissi: “Ci si vede,gente!” salii sulla macchina e mi avviai verso casa,dove mamma mi aspettava con una sorpresa...non tanto gradita.


Lunete's Corner: Ecco il nuovo capitolo! L'ho scritto di fretta quindi so da sola che è orribile,non succede quasi niente,tranne che Aro manifesta interesse per il talento di Diana e che questa rifiuta l'idea di trasformarsi. Questo lato della protagonista verrà sviluppato bene anche in seguito. Il titolo del capitolo si riferisce ad Aro,alla sua brama di potere e la frase di Wilde l'ho messa perchè mi piaceva e ci stava. u.u
Vorrei ringraziare tutti per le 17 visualizzazioni e in particolare immy che ha recensito per prima: grazie a te Renesmee ha 6 anni. ^^ spero che continuerai a leggere la storia che (mi auguro) non ti lascerà a bocca asciutta di colpi di scena.
Ricordo che accetto volentieri le critiche costruttive,siano esse positive che negative.
Alla prossima!!! (:

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Capitolo 3
*** 3. Padre di tre figli ***


Dopotutto non vi sono figli illegittimi

ma solo padri illegittimi - Anthony Burgess

Ehi mamma! Cos'è quella faccia truce?” mamma era in cucina a preparare il pranzo.

“Ciao,Diana. Sam? Non è ancora tornato?”

“Mmm...no,doveva parlare con Jared e Paul,credo.” le risposi facendo spallucce. Poi,sedendomi al tavolo della cucina,la richiamai: “Mamma.” “Sì,tesoro?” era nervosa sbatteva l'uovo per la frittata molto violentemente.

“Cos'ha fatto l'uovo per farti innervosire?” Mamma si fermò e iniziò a ridere,prima piano e poi sempre più forte. Iniziai pure io a ridere,finchè non mi fece male la pancia. “Perchè stiamo ridendo?” mamma mi guardò con gli occhi neri che brillavano,probabilmente dalle lacrime che l'attacco di risa le aveva causato.

Poi però il suo sguardo si rabbuiò di colpo. “Tuo padre ha chiamato. Si trova a Forks.” le parole mi rimbombarono nelle orecchie. “Cosa?” sussurrai. “Vuole vederti. Ti aspetta al ristorante,ha detto.” rispose lei con voce strascicata. “Non dirlo a Sam. Ci vediamo dopo.” e mi voltai. Prima di uscire la guardai un'altra volta,sorridendole: “Ti voglio bene,mamma.”

*

Eccolo lì. Nell'angolo. Il più lontano possibile dalla luce. Tipico. “Ehi,papà.” mi sedetti di fronte a lui aspettando che parlasse. Aveva gli stessi capelli brizzolati di quando l'avevo lasciato. Forse con qualche capello bianco in più.

“Diana,figlia mia.” corrugai la fronte. Non mi piaceva che mi chiamasse così,anche se il mio fastidio era
niente,paragonato alla rabbia di Sam.

La cameriera ci servì:papà aveva chiesto anche per me una cotoletta e patatine fritte per contorno. Iniziai a mangiare in silenzio,senza guardarlo,dandogli il tempo che gli serviva per parlare. Per sputare fuori dalle labbra il motivo per il quale era venuto.

“Mi manchi,figlia mia.” finii di ingoiare il pezzo di carne prima di alzare lo sguardo e fissarlo su di lui. Eh,no. La parte del triste padre solitario
proprio non la doveva fare. Lo guardai dritto negli occhi finchè non si sentì a disagio e fu costretto ad abbassare lo sguardo verso il suo piatto,ancora pieno.

“Sei sopravvissuto per quattordici anni. Credo che puoi fare benissimo uno sforzo.” mi fulminò con lo sguardo,battagliero: “Se tua madre non avesse lagnato tanto sul fatto che tu e Sam eravate piccoli vi avrei portato via subito.”

“Portar via i figli dalla loro madre. Complimenti,papà. Molto maturo.”

“Non osare usare il sarcasmo con me,Diana. Si può sapere che ti è preso? Stava andando tutto bene. Poi tu ti sei impuntata nel voler tornare. Tua madre ti ha detto qualcosa?”

“Smetti di dare la colpa dei tuoi sbagli a mamma. Non sei più un bambino.”

“E tu,signorina,non osare rispondermi in questo modo. Non osare dirmi come mi devo comportare e cosa devo dire. Non sei ancora un'adulta.”

“Perchè,tu sì? Vuoi sapere che è successo? Mi hai portato via da casa. Mi hai portato a vivere con te e quella...donnaccia.”

“Theodora non è una donnaccia,Diana. Lei ti vuole molto bene. Come...”

“...come a una figlia. Lo so. Me l'hai già detto un milione di volte perchè la trovassi simpatica. Ma indovina,papà? Io non sono sua figlia e lei non è mia mamma! E io ho bisogno di mia madre,non della sostituta tutta rifatta.”

Stavo esagerando,lo sapevo. Theodora non era rifatta...non del tutto,almeno. Era passata da una terza a una quarta,si era fatta gonfiare i glutei -per un fondoschiena più sodo- e si era pure rifatta le labbra che nella prima settimana dalla chirurgia assomigliavano molto a due canotti di salvataggio.

Era troppo...diversa da mamma,dai suoi capelli neri e lisci come la seta,dalla sua pelle morbida e sempre calda,dai suoi occhi scuri che mi guardavano (e guardavano anche Sam) come se fossi il tesoro più prezioso di questa terra.

Papà aprì la bocca per controbattere ma lo interruppi prima che dicesse l'ennesima cazzata: “Sono scappata perchè mi hai vietato di venire al matrimonio di mio fratello. E di venire a La Push in estate. E perchè volevo conoscere l'altro mio fratello.” papà rimase di sasso. Non sapeva che l'avevo scoperto. Povero illuso.

Per umiliarlo più di quanto non avessi già fatto fino ad allora iniziai a raccontare: “Ti sei sposato con mamma quando eravate molto giovani e avete avuto Sam.” l'unica delle scelte di mia madre che non condividessi (proprio per niente),era quella di aver permesso a papà (che allora era solo il suo ragazzo) di metterla incinta a soli vent'anni.

Eppure lei era contenta. Il suo unico sogno era di poter rimanere con papà per il resto della vita. E come biasimarla? Chi non ha mai desiderato essere la madre dei figli del ragazzo più fico della scuola? Già. Papà era davvero un figone da paura. Mamma pure era bella. Lo è ancora,per carità,ma sembra come...sfiorita. Da giovane era come un giglio bianco. Stupenda. Bellezza e innocenza insieme. Un mix che aggiunto al -bello e dannato- (ossia papà) non poteva portare che guai. Mamma ne era davvero innamorata.

Di papà non ne sono e non ne sarò mai sicura. All'inizio,forse. “Poi ti sei stancato della vita famigliare. Tu e mamma avete iniziato a litigare e ti sei allontanato sempre di più da lei. Così hai sedotto un'altra donna,di un'altra tribu e tadààààà! Ecco spuntato fuori Embry. Poi chissà come tu e mamma vi siete riavvicinati e voilà! Sono nata io. Poi,però la signora Call ha iniziato a pretendere che ti prendessi cura anche di vostro figlio e tu,da bravo padre,hai pensato bene di mollare tutti e tre i tuoi figli e di svignartela in California.”

“Come...come l'hai scoperto?”

“Il giorno che sono scappata. Sono entrata nel tuo ufficio mentre eri in riunione per cercare le chiavi della Miata. Per l'agitazione non pensai minimamente che le chiavi potessero trovarsi nella tasca della giacca perciò rovistai nella tua scrivania. Nell'ultimo cassetto,sotto una pila vecchia di fascicoli,c'erano tre foto. Una di Sam da bambino. Una di me da bambina. E un'altra con un altro bambino. Dietro ogni foto avevi scritto un nome,la terza diceva -Embry-. Ti lasciai un messaggio sulla scrivania con scritto della mia fuga. Presi la Miata e mi diressi qui. Una volta giunta qui conobbi Embry. Non sapevo se era il bambino della foto perciò un giorno glielo chiesi a sua madre che mi raccontò tutta la vostra tresca.”

papà era rimasto paralizzato. Mentre finivo di mangiare gli dissi: “L'ho detto a mamma. Lei e la signora Call adesso sono molto amiche,ti detestano cordialmente.” “Cordialmente?” mormorò.

“Parlano di te come uno dei più grandi idioti della storia. Non hanno tutti i torti.” finalmente finii anche l'ultima patatina.

Quel pranzo mi aveva stancato: “C'è una cosa che però non capisco,papà.” dissi mentre mi alzavo. “Hai tradito mamma perchè continuavi a litigarci. Non andavate più d'accordo. Hai messo incinta un'altra donna. Hai avuto un figlio da lei. Era un'ottima scusa per divorziare da mamma e iniziare una vita nuova. Da solo,come volevi. Certo,avresti dovuto occuparti di noi tre,di tanto in tanto,ma non eccessivamente. Allora perchè non l'hai lasciata? Perchè avete avuto anche me?”

“Davvero non riesci a immaginartelo?” Gli angoli della mia bocca si piegarono in una smorfia scontenta:

“Tornerò solo dopo il matrimonio di Sam e Emily. Perciò non farmi pressioni e vattene,prima che Sam ti veda.” “
è arrabbiato con me?” mi rispose papà con un sorriso triste.

“Hai vietato a sua sorella il permesso a partecipare al suo matrimonio perchè,per
ovvi motivi,non ti aveva invitato. Tu che dici?” e così dicendo uscì dal ristorante,presi la Miata e guidai verso il posto di La Push che preferivo in assoluto.

La spiaggia.

Lunete's Corner: questo capitolo mi piace di più. ^^ credo di aver complicato più del previsto la storia ma vabbè,mi piace lo stesso. XD volevo ringraziare Maria_Black e Sabaku no Hinata per aver messo la storia tra le preferite. Thank you!!! ^^ Ho cambiato il rating alla storia (da verde a giallo) perchè...il linguaggio di Diana è un pò cambiato...XD spero non vi crei tanto disturbo. Al prossimo capitolo!

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Capitolo 4
*** 4. Migliore amico ***


Gli amici

sono la famiglia che ti scegli - Adams

La Push. La spiaggia più piovosa degli Stati Uniti. È stato qui che lo incontrai per la prima volta. Il mio migliore amico: Seth Clearwater.

Mi ricordo ancora il bambino moro (come tutti i Quileute, del resto) chino su un mucchietto di sabbia che tentava di trasformare in un castello. Mi ricordo ancora il suo sorriso euforico quando tutti gli fecero i complimenti per il castello che lui aveva costruito e che io avevo abbellito con le conchiglie e le pietre trovate.

Era lì. Seduto sul nostro tronco d'albero che era stato sradicato a causa di un tifone. Mi vide e correndomi in contro mi abbracciò: “Ho letto il tuo messaggio...come stai?”

“Stai perdendo colpi, Clearwater, non sarei qui se stessi bene.” mi sforzai di ridere. Lui mi strinse più forte a sé e mi accarezzò i capelli: “Ci sono qui io. Adesso va tutto bene, non ti porterà via da qui. Non glielo permetterò. Non glielo permetteranno nemmeno Leah, Sam ed Embry. E i Cullen. Alice e Jasper si permetterebbero un'eccezione nella loro dieta.” schiacciata contro il petto del mio migliore amico mormorai: “Sono stata io a dare l'ultimatum. Me ne sono andata prima che potesse controbattere...gli ho detto che tornerò solo dopo il matrimonio.”

“Ma...Diana...”

“Lo so, non è stata una delle mie migliori pensate ma...era l'unico modo, capisci, Seth?” il suo sguardo era torvo: “L'unico modo per portarti via senza alcun problema?” chinai la testa e appoggiando una mano sul suo petto, mi scostai.

Il suo cuore batteva forte. “Me ne vado di mia volontà, Seth.” “Non è vero. Te ne vai perchè tuo padre non faccia storie e discuta con tua madre e Sam. Ti stai immolando, Diana.” risi: “Papà non è un succhiasangue, Seth!” “Ne sei proprio convinta?” mi domandò lui con un sorriso.

Annuì con fare convincente facendolo ridere. Il mio migliore amico mi cinse le spalle con un braccio, attirandomi di nuovo a sé e mi prese in braccio, come fossi una principessa...come un galante principe azzurro lui mi buttò in mare.

“CLEARWATER!” iniziai a corrergli dietro nell'acqua ghiacciata (tipico). Dopo una buona mezz'ora nella quale ci eravamo rincorsi, lanciandoci addosso spruzzi gelati e bagnandoci completamente, lui con la sua solita eleganza da rinoceronte mi prese di nuovo in braccio e schiacciandomi contro il suo petto perchè non provassi troppo freddo iniziò a correre verso casa sua.

Ci accolse Leah, con tutta la sua dolcezza: “Seth, razza di idiota, cosa hai combinato? Si prenderà un malanno, è tutta fradicia!”

“Tranquilla, Lee...ho corso...”

“Controvento! Ma allora sei pieno di segatura in quel cranio! Sbrigati a portarla dentro, prima che prenda la broncopolmonite!” adoravo Leah.

“Ciao, Lee!” la salutai con un gran sorriso al quale ne seguì uno in risposta: “Ciao, Diana, scusa mio fratello, non ha ancora superato la tenera infanzia.” disse dando uno scapellotto scherzoso al fratello. Sì. Leah era fantastica. Era la sorella maggiore perfetta: ti prende in giro, scherza, ma è la prima a diventare seria quando hai un problema e ti sprona a risolverlo.

Entrai in casa Clearwater ancora in braccio a Seth, facendo venire un colpo a Sue, la quale, mentre continuava la predica di Leah al mio migliore amico, mi avvolse in una coperta calda.

Quando mi sistemai sulla sedia del tavolo della cucina mamma Clearwater diede a me e a Seth una bella tazza di cioccolata fumante e muffin ai frutti di bosco, i miei preferiti.

I Clearwater per me erano sempre stati una seconda casa. Seth era il mio appiglio sicuro, Leah la nostra custode premurosa, Sue e Harry due dei migliori genitori che avessi conosciuto: pieni di amore reciproco.

Voglio un'infinità di bene a Sam e a mamma (ora anche a Embry) e mi piace la nostra vita insieme. Ma da piccola avevo bisogno di certezze, dovevo essere certa che l'amore famigliare non fosse solo un sogno.

Se l'ho scoperto è tutto merito del bambino moro che giocava sul cumulo di sabbia.

Lunete's Corner: desolaaaaaaaaataaaaaaaaaaaa! è da tantissimo che non scrivo!!! Sono stata troppo impegnata e non ho mai trovato tempo di continuare la storia di Diana. I'm really,really sorry :(
Voglio ringraziare chi legge, chi ha messo questa storia tra le preferite e seguite e in particolare Maria_Black per aver recensito lo scorso capitolo. Ricordate che accetto sempre critiche costruttive o commenti di vario genere sui personaggi e la storia, sia positivi che negativi(o neutri)...perciò non siate timide e ditemi cosa pensate! ^^ alla prossima!!

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Capitolo 5
*** 5. Infanzia ***


Tutti i grandi sono stati bambini una volta.

Ma pochi di essi se ne ricordano – Antoine de Saint-Exupèry

Accidenti, Leah, vuoi stare ferma un attimo? Altro che lupa! Sei peggio di un cagnolino iperattivo!” Lei mi guardò in cagnesco. Appunto. Che avevo appena detto? Invece di stare ferma immobile continuava a muoversi per vedere il mio lavoro. Davvero insopportabile.

Fossi stata Alice si sarebbe già ritrovata sgozzata. Anzi, no. Alice non avrebbe mai rischiato di macchiare di sangue un abito, soprattutto quello di una damigella. “Meglio essere un cagnolino iperattivo che la baby-sitter dei succhiasangue italiani.”

“Aro non mi paga un centesimo, se proprio vuoi saperlo.”

“Allora non vedo perchè devi passare del tempo con quei due.” ribattè Leah contrariata.

Sospirai. “Non lo conosci bene. Aro...è il genere di persona a cui puoi dire poche volte di no.”

Leah sorrise: “Ma lui non è una persona, Diana.”

“Già, è un vampiro. È ancora più pericoloso.”

“Allora..” facendo spallucce la interruppi: “Non voglio essere fonte di guai per voi e i Cullen. Se così possiamo tenere a bada Aro, ben venga.” finalmente conclusi la mia opera.

“Sei fantastica, Leah.” le dissi ammirandola. Lei mi sorrise riconoscente.

“Io penso che le doni di più il grigio.”

Era Seth: “Abbinato a un paio di orecchie appuntite, una coda pelosa e dei bei baffetti lunghi sul muso.” aggiunse sghignazzando. Leah cercò di agguantarlo per il colletto ma le intimai, con l'indice puntato addosso: “CHE NON TI SALTI IN MENTE DI INIZARLO A RINCORRERE PER TUTTA LA CASA. SE OSI ANCHE SOLO PENSARE DI ROVINARE LA MIA OPERA D'ARTE TI RIDUCO IN POLTIGLIA, LEAH!”

“Ah, la mia paladina..” disse Seth. Mi rivolsi a lui, minacciosa: “E tu sparisci, Clearwater, prima che ti costringa ad indossare un tubino nero!”

“Come siamo suscettibili..e perchè Leah rimane sempre Leah, anche quando ti arrabbi e io divento -Clearwater-? Non lo trovo mica giusto...”

“PIANTALA DI BLATERARE, CLEARWATER, ED ESCI IMMEDIATAMENTE DA QUESTA STANZA!” e lo spinsi fuori. Ovviamente
lui si lasciò spingere.


 

Dopo qualche ultimo battibecco con Leah sull'argomento -gemelli stregati-, mi diressi a casa dei Cullen di ottimo umore, come sempre capitava ogni volta che stavo dai Clearwater. La compagnia di Leah e Seth, che bisticciavano in ogni momento per un nonnulla, mi rilassava. E mi faceva divertire come una pazza.

Voglio a Leah un mondo di bene ed ero davvero triste quando lei e Sam si lasciarono, perchè non vedevo davvero l'ora che diventasse mia cognata. Mi dispiace che non sia così ma voglio molto bene anche a Emily... la stimo per aver rifiutato mio fratello all'inizio e le sono grata per avergli impedito di torturarsi da solo.

Seth, invece... lui è semplicemente speciale. Da sempre. È il genere di persona a cui vuoi bene incondizionatamente, anche se stupida (e Seth è
molto stupido). Lui, dopo Sam e Embry, è il ragazzo più importante della mia vita.

*

Eravamo seduti sul divano con i Volturi e i Cullen che ci osservavano. Aro osservava le mie reazioni, i Cullen quelle dei gemelli. Jane guardava me e Alec che giocavamo a scacchi. Sbuffò, annoiata. “Cosa ti piacerebbe fare? A parte torturarmi.” le chiesi.

“Qualcosa di più emozionante che stare qui a guardarvi giocare a questo gioco noioso.” si lamentò lei.

“Scusa, sorella, ma io non lo trovo affatto noioso...al contrario, mi diverte assai.” Jane sbuffò di nuovo, truce in volto. Sembrava proprio una bambina (parla l'adulta!).

“Ti piacciono le bambole, Jane?”

“Per chi mi hai preso, umana?” ringhiò lei, scoprendo i denti. Sentii i Cullen avvicinarsi, nel caso mi avesse attaccato. La guardia dei Volturi restò immobile, come Marcus. Solo Caius e Aro si sporsero un pochino verso di noi. Il primo per assistere alla mia disfatta, il secondo per curiosità.

“Per una ragazzina di dodici anni.” non volevo rischiare la mia salute mentale per dirle ciò che pensavo davvero, ossia che assomigliava davvero tanto ad una bambina capricciosa. Più che della mia salute mentale, ne andava proprio della mia vita. Edward rise e stavolta fui io a sbuffare e lanciare un'occhiataccia al vampiro dai capelli bronzei.

Mi rivolsi di nuovo a Jane con un sorriso: “Al museo di Seattle c'è una mostra di bambole di tutto il mondo in porcellana. A me piacciono e volevo andare a vederle... ti va di accompagnarmi?” Lei sorrise come un bambino a Natale. Un bel cambiamento dalla solita espressione apatica che la contraddistingueva. “D'accordo. Ma ricorda, umana, sei
tu ad accompagnare me.” feci spalluce ruotando gli occhi: “Il mio nome è Diana, nonnetta.” dopotutto la ragazzina aveva trecento anni e passa. I gemelli, per la prima volta, risero. E con loro, risi pure io.

C'erano volte in cui Jane e Alec ritornavano bambini. Quei bambini che erano stati prima di essere trasformati. Quei bambini che desideravano solamente giocare e avere qualcuno che si prendesse cura di loro. Anche se il tempo non riusciva a scalfire il loro aspetto, gli anni gravavano sul loro modo di pensare. Ero anziani in un corpo da fanciullo che ora come ora desideravano solo essere grandi. Grandi che non avrebbero mai ammesso di rimpiangere la loro infanzia perduta.

*

Al ritorno da Seattle, ridate le chiavi della Volvo ad Edward, mi ritrovai con Renesmee attaccata al braccio che insisteva perchè giocassi a scacchi con lei. Era stata tutto il pomeriggio con Jacob a La Push, giocando con Claire. La cosa non la soddisfaceva molto visto che Claire era davvero una bambina e come tale riusciva a fare solo determinati giochi, supervisionata dall'insistente presenza di Quil. Se non fosse stato per Jake, sarebbe morta di noia.

Quando Nessie cercò di farmi sedere sul divano, di fronte alla scacchiera, Jane mi afferrò per le spalle: “Diana non giocherà con te. Prima deve farmi un ritratto.” Alec intervenne: “Non doveva farci il ritratto?” la vampira tirò su col naso: “Cosa ho detto?” poi, fulminando con lo sguardo Renesmee, continuò a spingermi verso le sedie attorno al tavolo.

La piccola fece una faccia triste: “Vieni, Ness, se porti qui la scacchiera gioco mentre faccio il ritratto a loro. Ti va?” le dissi dolcemente. Lei si animò e corse ad abbracciarmi. Poi, mentre si voltava per andare a prendere gli scacchi, fece una linguaccia a Jane che, stringendo i pugni, digrignò coi denti.

Aro mi si avvicinò e senza dire niente mi tese la mano. Sospirando, gliela strinsi, lasciando che vedesse i miei pensieri e che ne rimanesse di nuovo esterrefatto.

Lunete's Corner: tantatachàààààààànn! Ecco il nuovo capitolo! Che ne pensate? Alla fine Diana, come Aro le aveva chiesto, passerà un bel pò di tempo coi gemelli stregati...a me affascinano molto, se devo essere sincera e in futuro vedremo anche la potenza dei loro poteri...su Diana. XD
Non ho altro da dire, se non che spero davvero in una qualche vostra recensione (positiva/neutra/negativa) e se qualcuno ha una carellata di consigli da darmi per migliorarmi...ben venga! Accetto sempre le critiche costruttive...Ah! Dimenticavo (la solita): a breve (spero) posterò il secondo capitolo di "Wolfpack and Vampire's Memories" quindi, se vi capita, andate a vederlo!! ^^
Ringrazio per le numerose visualizzazioni, chi segue la storia, chi l'ha messa tra le preferite e chi ha recensito!! Thanks, girls!!! XD

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Capitolo 6
*** 6. Incontri nel bosco ***


Gli incontri più importanti

sono combinati dalle anime

prim'ancora che i corpi si vedano – Paulo Coelho

Casa Cullen era in fermento. Il matrimonio di Sam e Emily si avvicinava sempre di più e mio fratello aveva trovato giusto invitare anche il Clan di Denali alla cerimonia.

Ragion per cui la grande casa nel bosco straripava di vampiri.

La frenesia era palpabile...soffocante. Tutti quei vampiri iperattivi che saettavano da una parte all'altra mi innervosivano. E i licantropi non erano da meno. Tutti preoccupati a organizzare l'addio al celibato di Sam. Sulla compagnia di Leah non potevo contare: cercava di intrattenersi aiutando Emily con le bomboniere.

Perciò trascorrevo il mio tempo o con i Gemelli e Renesmee o, come adesso stavo facendo, da sola.

Camminavo nel bosco vicino al mare. Adoravo il profumo dell'acqua salata, così come adoravo il verde della foresta.

Ad un tratto mi fermai. Avevo come l'impressione di essere osservata. Intorno a me, però, non c'era nessuno. Continuai a camminare: un tenue luccichio catturò la mia attenzione. Lo seguì, decisa a scoprire cosa fosse. Quel qualcosa però cercò di sfuggire. “Aspetta!” gli gridai. Si fermò in uno spazio tra gli alberi, all'ombra. Quando mi avvicinai di più, si piegò in due, tenendosi la pancia con una mano mentre l'altra era premuta contro le labbra. Sembrava stare molto male.

“Che cos'hai?”

“Non ti avvicinare.” sibilò. Si mosse appena per allontanarsi da me. Quando lo fece, il sole che attraversava le foglie degli alberi, lo colpì per un secondo. Abbastanza per farmi vedere il bagliore di mille diamanti. “Sei un vampiro...” sussurrai. Lui alzò lo sguardo, sorpreso: “Riesci a vedermi?” corrugai la fronte: certo che lo vedevo. Era bello. Commento stupido, visto che tutti i vampiri lo sono ma...lo era. I capelli biondi appena un po' ondulati che cadevano sulla fronte gli davano un'aria elegante e sbarazzina allo stesso tempo. Aveva un naso bellissimo. Da statua greca. Aveva delle labbra carnose, ben delineate. Assomigliava tantissimo a un principe azzurro. Ma aveva gli occhi rossi. Era pericoloso.

Però sembrava...malato. Cercai di rispondergli tranquillamente: “Certo che ti vedo, cosa credi? Mica sono cieca.” poi sorrisi, per non sembrare troppo impertinente. Lui mi guardava come se fossi un fantasma.

Iniziavo a preoccuparmi sul serio della sua salute mentale. Esitando, gli chiesi: “Come ti chiami?” lui parve riscuotersi. Mi rispose serio: “Fred.” mi avvicinai di nuovo a lui. “Io sono Diana. Sembri malato, lo sai?” lui scosse la testa: “Come sai che sono...un vampiro?” scrollai le spalle: “Ne conosco parecchi. Fin troppi, direi. Ma nessuno di loro si è mai sentito male...” lui sorrise. Aveva un sorriso mozzafiato. Giusto un po' da sberle.

“È il mio talento.”

“Stare male?”

Fred rise, alzandosi in piedi. Cavolo. Era davvero alto. “Far provare nausea agli altri. Così tanta che riesco a diventare invisibile.”

“Oh. Ma io non provo nausea. E riesco a vederti.” lui fece una smorfia scontenta: “Lo so. Me ne sono reso conto. Ma non capisco perchè. Tu sei una semplice umana, eppure...”

“Eppure?”

“Eppure sei riuscita a respingere il mio talento. Scagliandomelo contro.” risi: “Non è possibile. Dopotutto, sono una semplice umana, ricordi?” Fred sorrise: “Scusami. Non era mia intenzione offenderti.”

“Tranquillo, acqua passata. Comunque, Fred. Non puoi stare qui. Questa è terra Quileute e tu sei un vampiro dagli occhi rossi. Nemmeno i Cullen possono passare senza permesso. Se i licantropi ti trovano qui ti ammazzeranno.”

“Cullen?”

“Sì, sono i vampiri che vivono qui. Gli conosci?” chiesi sorridendo.

Fred scosse la testa: “Ne ho solo sentito parlare dal un vecchio conoscente...come sono?” “Fantastici. Ti porto da loro, devi conoscerli assolutamente.”

“Ma...”

“Niente ma. Sono certa che anche loro saranno lieti di vederti.” mi incamminai, ma quando mi voltai per vedere se mi seguiva, mi resi conto che era ancora fermo. Si guardava intorno: “Che c'è?”

“Oh, niente...”

“Fred. Dimmi cosa c'è.” lui sospirò: “Il mio amico non vuole uscire allo scoperto.”

“Ah.” ravvivai i capelli: “Digli che i vampiri non possono stare qui. Dai Cullen andiamo in macchina. Può seguirci correndo.” Fred sorrise: “Grazie. Ti ha sentito.”

“Come si chiama il tuo amico?”

“Adrian.”

Sorrisi, rivogendomi alla foresta: “Spero che tu sia veloce, Adrian. A me non piace andare a passo di lumaca.”

Una risata leggera e suadente comparve tra gli alberi. E svanì inaspettatamente. Come era iniziata.

Lunete's Corner: Ciao ragazzuole!!! Mi dispiace tantissimo per i ritardi ma sono davvero molto impegnata coi Contest nel forum e soprattutto la scuola. Mi stanno facendo passare le pene dell'Inferno dantesco! Il capitolo è molto corto, me ne rendo conto ma...sempre meglio di niente, no? Fred è "Freaky Fred", quello del libro -La breve seconda vita di Bree Tanner-. Mi ha affascinato tantissimo come personaggio! Perciò mi sembrava più che giusto inserirlo nella mia storia...ho già in mente qualcosa per lui...xD Non so come la pensate voi, ma io Fred me lo sono sempre immaginato col viso di Alex Pettyfer, avete presente? Voi cosa dite? A chi altro avevate pensato? Tornando alla storia...Adrian è un personaggio inventato da moi. Chissà chi è e perchè è così restio a farsi vedere!! Lo saprete solo leggendo. Ringrazio tantissimo Maria_Black che non si perde una puntata e trova sempre il tempo per lasciare una recensione, ti adoro! Ringrazio anche chi legge soltanto, seguendo Diana passo dopo passo! Vi voglio un mondo di bene!

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Capitolo 7
*** 7. Il vampiro misterioso ***


L'avvenire ci tormenta,

il passato ci trattiene,

il presente ci sfugge – Gustave Flaubert

Sei un'irresponsabile!” mi sgrida Jasper “Come ti è saltato in mente di dare confidenza al primo vampiro che passa?”

“Fred non mi ha attaccata!”

“Perchè per miracolo sa controllarsi! Hai la più pallida idea di cosa proverebbero Sam e Embry al sapere che sei stata attaccata da un vampiro?”

“Sì, schiatterebbero.”

“Vedi di fare meno la spiritosa, signorina. Hai sbagliato, non ci sono scuse per il tuo comportamento sconsiderato.” lo guardai truce, incrociando le braccia. Quando ci si metteva, Jasper risultava anche più stressante e rompiscatole dei miei fratelli. Che cavolo! Sapevo badare a me stessa, cosa credeva!

Per fortuna Carlisle venne in mio soccorso: “Ormai non ci possiamo fare più niente, Jasper. Penso che Diana abbia fatto bene a portarlo qui. Se lo avessero trovato prima i Quileute ci sarebbero stati un bel po' di problemi.”

Jasper rispose truce: “Sì, ma non si era accorta del secondo vampiro. L'amico di Fred. Lui avrebbe potuto attaccarla benissimo...”

“Non lo farebbe mai, Jasper. Puoi stare tranquillo, al riguardo.” s'intromise Edward nella discussione.

Fred disse, un po' timido: “L'idea del bosco è stata di Adrian. Lui... ha detto che era di fondamentale importanza trovarsi lì. Ma non mi ha detto perchè.”

Edward annuì, mentre gli leggeva la mente: “Credo che sarebbe una bella idea farlo entrare. Magari ce lo potrà spiegare lui perchè vi trovate qua.”

Tempo un secondo ed aveva convinto Adrian ad entrare in casa.

Aveva i capelli neri, più scuri dei miei, che facevano risaltare la pelle più pallida che avessi visto in vita mia. Persino in un vampiro. Era più basso di Edward, ma aveva le spalle più larghe e le braccia muscolose. Sembrava essere sui diciannove anni umani, ma...chissà quanti ne aveva in realtà.

I suoi occhi si puntarono subito su di me: sotto il suo sguardo rosso fuoco sentii ribollirmi il sangue nelle vene. Le mie guance andarono in fiamme e chinai la testa.

Aro ridacchiò: “La prima volta che vi vedete e già le fai quest'effetto!” lo guardai un po' confusa, cosa voleva dire?

“Vi conoscete?” chiese Emmett.

Aro annuì: “Tempo fa faceva parte della mia guardia, nevvero, Adrian? Poi però te ne sei andato.” l'Anziano era visibilmente scontento. Nella sua faccia e nelle sue parole era perfettamente chiaro il suo disappunto: “A causa di una dolce visione.” concluse guardandomi.

Eleazar chiese: “Allora è lei? È lei, Adrian?” lui annuì soltanto, senza distogliere i suoi occhi da me.

Iniziavo a sentirmi nervosa: cosa aveva da fissare tanto? Jasper mi posò la mano sulla spalla e mi tranquillizzò. Ah, adesso era dalla mia parte? Guardai Edward per chiedergli spiegazioni. Lui sorridendo, mi rispose: “Adrian ha un dono molto simile a quello di Alice...ti ha vista prima ancora che tu nascessi, Diana. Un po' come Alice, che svegliatasi nella sua nuova vita, ha visto come prima cosa il volto di Jasper. Lui però ti ha vista a distanza di secoli.” guardai Adrian senza parole. Mi aveva visto nel suo futuro?

Sentii arrivare un messaggio: era Seth. Veniva a prendermi perchè sistemassi Leah e me per le prove delle damigelle. Le prove! Me ne ero completamente dimenticata...tutta colpa dei vampiri.

Aro mi chiese: “I tuoi fratelli chiedono di te?” sorrisi scuotendo la testa: “No. Seth viene a prendermi per le prove delle damigelle.”

“Ti dispiace se sbircio tra i tuoi pensieri? Vorrei proprio sentire le tue constatazioni su Adrian...” un po' rossa in viso per l'imbarazzo di tutto ciò che avevo pensato, gli strinsi la mano.

Curioso: non era passato neanche un mese che già mi ero abituata al freddo della sua pelle. Aro rise, contento: “Straordinaria. Assolutamente straordinaria. Non hai idea di quanto Diana sia adorabile, Adrian.”

“Vuoi fare di lei la tua perla nera, Aro?” la voce di Adrian era... bellissima. Anche se minacciosa. Bassa, vellutata...mi resi conto che avevo continuato a ripetere le sue parole e il loro suono nella mia mente, quando il campanello mi riportò (bruscamente) alla realtà.

Seth entrò in salotto tutto sorridente, portando via dalla mia mente la melodia della voce di Adrian. “Seth!” lo abbracciai. “Ehi, Diana, hai combinato qualche pasticcio per caso?”

“Perchè?” chiesi io, innocentemente.

“Sono tutti così seri...cosa hai fatto? E chi sono questi due nuovi vampiri?” li presentai: “Loro sono Fred e Adrian...il mio pasticcio.”

Seth rise: “Mi racconterai nel cammino. Dai, andiamo, Leah non ce la fa più in compagnia di Alice, Renesmee e Bella.” con la coda dell'occhio vidi Jane sorridere alle sue parole. Scossi la testa sospirando: proprio non riusciva a sopportarle.

Salutai tutti quanti e mi avviai verso l'uscita insieme al mio migliore amico. Seth mi prese in braccio ridendo: “Così tardiamo di meno.”

“Dovresti chiederle il permesso, prima di portarla in giro come una bambola.” commentò Adrian...un po' irritato.

Seth, che non si aspettava una reazione del genere, rimase senza parole. Io anche ero abbastanza sorpresa, ma gli risposi: “Non mi dà fastidio che Seth mi prenda in braccio. Inoltre ha ragione: così arriviamo prima a La Push.” conclusi con un sorriso.

Lui era ancora dubbioso: “Dopo...ritorni qui?” azzardai un'occhiata a Edward, cosa voleva Adrian?

Il mio migliore amico vampiro stava sorridendo beatamente, come se gli avessero appena raccontato una barzelletta. Avevo imparato a mie spese che quando si trovava in quello stato era meglio lasciarlo perdere perciò riportai la mia attenzione al vampiro moro: “Dopo.”

Il tempo di rispondere al suo sorriso che mi ritrovai in mezzo al bosco, lontano da quegli occhi che divampavano fiamme. Lontano da quello sguardo che mi guardava come se dovessi scomparire da un momento all'altro.

Lunete's Corner: ed eccomi qua con questo nuovo capitolo! Non avete idea di quanto ci abbia impiegato a scriverlo e nonostante i miei sforzi rimane una schifezza! (sorry) Beh, non succede molto che diciamo.

Di Adrian ancora non sappiamo niente se non che ha fatto parte della guardia dei Volturi e che ha un dono simile a Alice...boh, vedremo come prosegue. Credo che la frase di Flaubert (adoro "Madame Bovary") rispecchi molto il vampiro misterioso...è un pò metaforico, forse...vabbè, provate a indovinare a cosa può riferirsi! XD

Non temete per Fred: ho già in mente qualcosa per lui, non sarà completamente alla deriva! (come in "La breve seconda vita di Bree Tanner")...detto questo, ringrazio tutti voi che leggete e ancora Maria_Black che recensisce. Grazie anche a tutti quelli che hanno messo la storia nelle preferite e seguite! 

Alla prossima!!

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Capitolo 8
*** 8. Maledetta Alice ***


Dall'amicizia all'amore

c'è la distanza di un bacio-Anonimo

Tipo piuttosto nervosetto, eh?”

Smettila, Seth”.

Cos'ho detto di male, stavolta?”

Lasciamo stare, va...”

Stavo per entrare in casa Clearwater quando mi prese il polso, facendomi voltare verso di lui.

Lasciando da parte gli scherzi... mi devi promettere una cosa” mi disse Seth, serio. “Da quello che ho capito, non sai nulla di questo Adrian. Qualsiasi cosa succeda tra voi... devi promettermi di stare attenta. Non voglio che ti faccia del male... non voglio che tu soffra”.

Sorridendo, gli accarezzai una guancia. Mormorai dolcemente, come quando si parla ad un bambino per far si che non si spaventi: “Stai tranquillo... non mi accadrà nulla. Edward ha detto che Adrian non mi farà del male. Io mi fido di Ed. Anche tu devi fidarti di lui... e di me. Non farò niente che possa mettere a rischio la mia sicurezza o quella degli altri”.

Seth sbuffò, sorridendo: “Dovresti smetterla di preoccuparti così tanto per gli altri e badare di più a te stessa.”

Gli spettinai i capelli: “Ma è per questo che sono la tua migliore amica, no?”

Seth rise e prendendomi per i fianchi mi condusse dentro casa: “Sì, è una delle cose che più mi piacciono in te”.


 

La voce di Alice invase l'abitacolo con la sua scampanellante melodia: “C'è qualcosa tra te e Seth?” stava guidando perciò la guardai negli occhi attraverso lo specchio retrovisore. In questo modo riuscì a vedere anche la mia espressione corrucciata: di cosa stava parlando?

Renesmee, al mio fianco, si mosse appena per prendermi la mano, mandandomi l'immagine di me che entro in casa Clearwater sorretta per i fianchi da quello che dovrebbe essere il mio migliore amico.

Stringo le labbra per mostrare il mio disappunto, prima di dire: “Siamo amici. Lui è il mio migliore amico. Lo sapete.”

Ma lo sai cosa si dice... dall'amicizia all'amore...”

No. Ci conosciamo da quando siamo bambini. Siamo cresciuti pensando all'altro come al gemello che non abbiamo mai avuto, con un fratellone e una sorellona pronti pronti a difenderci dai mille pericoli della vita. Non potrò mai innamorarmi di Seth. Come lui non potrà mai innamorarsi di me. Fine della questione” conclusi imbronciata.

Dopo un secondo tutte e quattro stavamo ridendo alla grossa.


 

A casa Cullen mancavano all'appello Garret, Kate , Carmen, Tanya e... Fred.

Sorrisi tra me e me ripensando allo sguardo di reciproco apprezzamento che si erano scambiati quando il vampiro aveva fatto la sua entrata in soggiorno.

Dopo le presentazioni di Alice, Bella e Renesmee, Adrian mi chiese: “Il cane dove l'hai lasciato? Legato ad un albero?”

Serrai le labbra in una linea perfettamente dritta e lo fissai.

Com'è che aveva chiamato Seth?

Continuai a fissarlo finchè non si tolse dal viso quel sorriso da... stronzetto. Per non dire di peggio. Era appena arrivato e già diceva su al mio migliore amico? Dopo avermi supplicato di ritornare da lui? Seth non avrebbe dovuto preoccuparsi. Non avrei passato con quel cavolo di vampiro un secondo di più.

Salutai meccanicamente tutti quanti. Quando feci per prendere le chiavi della macchina, la voce di Adrian si scusò: “Aspetta... non volevo... stavo...”

Scherzando?” risposi io, piccata. Prese le chiavi della macchina, lo guardai sprezzante: “Dì a Fred che lo saluto e gli auguro un buon soggiorno a Forks”.


 

Di nuovo in spiaggia, eh?” mi voltai verso Seth “Cos'è successo?”

Mi gettai tra le sue braccia calde e mugugnai: “Mister-sono-pallido-quasi-quanto-gli-Anziani-perciò-devo-tirarmela ti ha preso in giro”. Il mio migliore amico mi chiese tranquillo: “Cosa ha detto?”

Non voglio ripeterlo” dissi nascondendomi come una bambina contro il suo petto. Seth mi scostò da sé e, alzandomi il mento delicatamente con due dita, mi guardò serio.

Come non aveva mai fatto.

Un secondo dopo mi sentii ardere la faccia. Le labbra di Seth erano attaccate alle mie.

Maledetta Alice.


Lunete's Corner: Ma ciaaaaaaaaaaaooooooooooo!!! Scusatemi davvero tanto se non ho postato prima ma la scuola non mi lasciava mai il tempo di immaginare il seguito di questa storia (per rendere l'idea: sulla scrivania mi aspettano due versioni di latino del mio "amico" Cicerone)! Beh... già. Seth (il mio caro, dolce, tenero lupacchiotto allampanato) ha baciato Diana. Adrian è...sì, è sia moooooooolto bello che moooooooolto dannato, soprattutto dannato...xD
Sono in vena di ringraziamenti, perciò:
Grazie a Maria_Black per recensire ogni capitolo ed aver messo la storia nelle preferite.
Grazie a Sabaku no Hinata per aver messo la Long nelle preferite.
Grazie ale1991, amycullen, Beth90, Ipswich Rochester Clearwater, kimera77, mtla_smile e _very_ per aver messo la mia storia nelle seguite.
Grazie davvero a tutte voi, J'adore!!!
Spero di postare presto, la prossima volta... per il momento...ciao!!!! :)

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