Big Time Crash di Brika (/viewuser.php?uid=161421)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 1 *** Capitolo 1 ***
Erika si
svegliò con un forte mal di testa. Non sapeva
dov’era e non si ricordava cosa fosse successo.
Nell’oscurità
della stanza riuscì ad intravedere solo la sagoma di un
ragazzo – “sembra carino”
pensò – che stava parlando con
un’infermiera. Poi tutto si fece buio e si
riaddormentò.
Quando si
svegliò, la mattina dopo, non aprì neanche gli
occhi, che subito inizio a parlare: “Arianna non puoi
immaginare cosa ho sognato stanotte: ero in un letto
d’ospedale, forse, era tutto buio, quindi non ho visto bene,
ma ne sono abbastanza certa perché c’era un
ragazzo, tra l’altro molto carino, che parlava con
un’infermiera; quindi o quella era una festa in maschera e io
ero ubriaca, o ero proprio in ospedale. Sta di fatto che il ragazzo era
molto carino”.
Qualcuno nella stanza
soffocò una risata, che però, si accorse Erika,
non era quella di Arianna, ma assomigliava molto al bisbiglio che aveva
sentito nel sogno, quindi, presumibilmente, la voce era di…
“Finalmente
ti sei svegliata. Ero preoccupato; avresti dovuto svegliarti due giorni
fa” a parlare era stato un ragazzo dai lineamenti tipicamente
americani, i capelli castano scuro, corti e ben pettinati in una
piccola cresta, gli occhi grandi e di un penetrante marrone scuro, il
tutto corredato di uno smagliante sorriso.
“Dove…
Tu chi sei?!”
“Io sono
Logan e … grazie per il complimento”
“Oh…
scusa” Erika cercò di abbassare lo sguardo e
sembrare dispiaciuta, ma non ci riuscì, perché il
sorriso, che sembrava quasi timido, come se avesse paura di fare
capolino sulle labbra di quel ragazzo, l’aveva stregata e i
suoi penetranti occhi marroni avevano rapito i suoi.
“Non ti
preoccupare, mi ha fatto piacere”
“Comunque
ciao Logan, io sono Erika… credo…”
“Piacere di
conoscerti Erika… credo…” disse ridendo
e la sua risata, questa volta non più soffocata,
riempì la stanza, tanto che anche Erika cominciò
a ridere.
“Mi fa
piacere che io ti faccia ridere, ma sapresti dirmi dove sono?”
“Scusa, non
volevo prenderti in giro. Comunque sei in ospedale perché
hai avuto un brutto incidente…”
“Che tipo di
incidente?”
“Sei stata
investita. Hai attraversato la strada hai perso le cuffiette
dell’mp3. Quando te ne sei accorta sei tornata indietro, ma
non hai visto che stava arrivando una macchina; purtroppo sei stata
troppo lenta e quindi…”
“Ovviamente
quello stupido è scappato e mi ha lasciato lì
agonizzante, vero?!”
“In
verità quello stupido e i suoi amici hanno chiamato
l’ambulanza, ti hanno accompagnato all’ospedale e
ti hanno tenuto compagnia per tutta la settimana in cui sei stata
qui” disse ridendo, anche se si sentiva una punta di
risentimento.
“O mio dio,
è qui?! Dimmi chi è! Voglio picchiarlo!”
Un’altra
risata riecheggiò nella stanza assolata e Logan le porse,
quasi divertito, un braccio, dicendole tranquillamente:
“Fammi tutto il male che vuoi, ma ti conviene aspettare di
recuperare le energie e dovresti sapere che hai anche
un’altra cosa da recuperare… la memoria”
“Cosa?! Sei
stato tu?! Ecco perché sei qui… E io che pensavo
che fossi qui perché sei il mio ragazzo… Va
bè sarà per un’altra volta…
Però mi sembra di ricordare abbastanza bene la mia
vita… So come mi chiamo, so dove abito, quanti anni
ho… Mi pare di non aver dimenticato niente,
giusto?!”
“Che giorno
è oggi?” chiese Logan a bruciapelo.
“Hai detto
che sono stata incosciente per una settimana, quindi dovrebbe
essere… Il 16 settembre.”
Logan
guardò incuriosito la ragazza: “Ne sei sicura?
Perché oggi è il 9 novembre”
così dicendo le mostrò il cellulare che, in
effetti, mostrava la data del suddetto giorno.
“Oh, ecco
cosa intendevi con perdita di memoria… Comunque io e te ci
conosciamo, perché mi pare di averti già
visto”
“No, non ci
conosciamo, ma mi fa piacere averti conosciuto; magari in altre
circostanze sarebbe stato più piacevole, ma io non mi
lamento”
“Tu…
Comunque ero sicura di averti già visto”
“No, no. Non
ci conosciamo”
Erika tacque, ma
sapeva che quel ragazzo lo aveva già visto da qualche parte.
Ad un certo punto
Logan ruppe il silenzio e riprese a parlare: “Comunque sono
molto dispiaciuto. Sono stato molto in pensiero per te e, se non lo
avessi ancora capito mi dispiace davvero tanto. Senti io avrei bisogno
di qualcosa da bere, tu vuoi qualcosa?”
“Sì,
grazie. Prendo un cappuccino con doppio caramello”
Lui sgranò
gli occhi e la guardò con una aria di ammirazione mista a
incredulità: “Cappuccino con doppio caramello? Sei
proprio sicura?”
“Lo so
può sembrare strano, ma è abbastanza buono.
Dovresti provarlo, sai?”
“Non
è che può sembrare strano, è strano!
È lo stesso tipo che bevo anch’io”
“Wow, sei la
prima persona che conosco che lo beve! A tutte le mie amiche non
piace…”
“Davvero?!
Neanche ai miei amici! Vado subito a prenderli!”
Il ragazzo
uscì di corsa dalla stanza, che subito sembrò
triste agli occhi di Erika, come se il sole fosse meno luminoso senza
il ragazzo.
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Capitolo 2 *** Capitolo 2 ***
Erika si
ritrovò, così, a fantasticare sul ragazzo che
aveva appena lasciato la stanza, quando entrò un altro
ragazzo, questa volta più alto di Logan, con i capelli
biondi quasi del tutto nascosti in un cappello grigio, e gli occhi
verdi. Si sedette sulla sedia, posta di fianco al letto della ragazza,
e cominciò a parlare:
“Ciao, io sono Kendall, un amico di Logan… So che
può sembrarti una domanda strana, ma potresti
dirmi… cosa ti ha raccontato Logan?” tutto questo
fu detto tutto d’un fiato, forse per lo sconveniente tipo di
domanda, o solo per timidezza.
“
Piacere di conoscerti Kendall. Io sono Erika. Comunque sì,
è abbastanza strana come domanda. Perché ti
interessa sapere cosa mi ha detto?”
“I dottori ci hanno avvisato che avendo avuto un leggero
trauma cranico, è abbastanza probabile che tu abbia perso la
memoria”
“Mi fa piacere che vi preoccupiate della mia
salute… Se ti può interessare mi sono
completamente dimenticata di quello che mi è successo negli
ultimi due mesi, compreso l’incidente. A proposito
dell’incidente, se tu io ti dico cosa mi ha detto Logan, tu
mi dici cosa lo ha distratto mentre guidava?”
“Affare fatto. Prima le donne…”
Così Erika raccontò tutta la conversazione che
ebbe con Logan.
“Adesso tocca a te” disse finalmente la ragazza,
che stava pensando a tutte le possibili cause dell’incidente,
tra cui troneggiava il pensiero che stesse parlando al telefono con la
sua ragazza. Kendall fece per rispondere, ma fu interrotto
dall’arrivo di Logan con i cappuccini, quindi
guardò semplicemente la ragazza e le disse:
“Chiedilo a lui” e se ne andò facendole
ciao-ciao con la mano. Logan le porse il cappuccino:
“Tieni, cosa mi devi chiedere?”
“Cosa ti ha distratto? Voglio dire, mentre guidavi cosa stavi
facendo invece di guardare la strada?”
“Beh… stavo parlando con Rosy”
“Ah… quindi hai la ragazza?!” disse con
tono triste facendo scattare qualcosa nella mente di Logan .
“No, no. Rosy è la ragazza di Carlos. Stavo
cercando di convincerla a chiedere ad una sua amica se era disposta ad
andare ad un appuntamento al buio con James”. La ragazza fece
un grande sorriso, che contagiò anche Logan.
“Perché volevi organizzare un appuntamento al buio
a James? Aspetta… Chi è James?!” chiese
la ragazza, scrutando i volti dei tre ragazzi che aspettavano
l’amico fuori dalla stanza.
“Allora, vediamo, Kendall lo conosci già. Poi quei
due che si picchiano con le mazze da hockey sono Carlos e James: Carlos
è il ragazzo con l’elmetto e James è
quello che gli sta spaccando la mazza sulla testa con Kendall appeso al
braccio che cerca di fermarlo… Scusa un attimo. Vado a
fermarli e torno”. Logan uscì dalla e si
lanciò in mezzo alla rissa. Erika si stava divertendo come
non le era mai successo prima. Dopo circa due minuti di
“spettacolo” arrivarono due infermieri che,
purtroppo per Erika e fortunatamente per tutto il resto
dell’ospedale, sedarono la rissa, riportando alla
normalità e alla tranquillità il corridoio. Logan
tornò nella stanza seguito dai suoi amici, tutti e quattro
un po’ ammaccati.
“Bello spettacolo. Carlos dovresti cercare di scattare
più velocemente e tu James, dovresti provare a colpire di
lato, così l’avversario non sa dove
arriverà il colpo. Kendall, un consiglio, quando cerchi di
dividere due ragazzi che litigano, urla che sta arrivando una bella
ragazza. Funziona sempre ed è brevettato. Ah, Logan, ti
conviene fare un po’ di palestra, perché non
sembri molto allenato in fatto di risse” Erika accolse
così i ragazzi, che rimasero stupiti e al contempo
affascinati da quella ragazza, che trovata divertente una rissa e
sapeva dare dei buoni consigli.
“Piacere io sono James, ma a quanto pare lo sai
già” “E io sono Carlos”
“Piacere di conoscervi ragazzi. Io sono Erika. Carino
l’elmetto, Carlos.”
“Bello vero?! Sei l a prima ragazza che lo nota” A
quel punto si sentirono delle grida provenire dal corridoio. Un
familiare ricordo invase la memoria di Erika, mentre la mente dei
quattro ragazzi fu offuscata da un sentimento di terrore e paura mai
provato prima. Erika non poteva dimenticare quella voce che aveva
accompagnato la sua vita per diciotto lunghi anni: era arrivata sua
madre.
“Forse è meglio che andiate. Non so cosa potrebbe
farvi se scoprisse che eravate tutti nella macchina che mi ha
investito” disse, con fare preoccupato, la ragazza.
“Non credo possa arrabbiarsi così
tanto…” ridacchiò Carlos.
“Tu non la conosci… Ci ho vissuto 18
anni”
“Allora, forse è meglio se andiamo.
Ciao” si congedò Kendall, trascinando fuori gli
altri, in modo che Erika e Logan potessero stare da soli ancora un
attimo.
“Allora, ciao.”
“Logan… Aspetta! Possiamo parlare un
attimo?!”
“Ma sta arrivando tua madre!”
“Non ti preoccupare, non ci metterò molto -
aprì il cassetto del comodino, prese un bigliettino azzurro
e lo porse a Logan – tieni” Logan aprì
il biglietto lentamente, come se non volesse far notare la foga che
aveva dentro di aprirlo. Lo aprì e lo lesse ad alta voce:
“ Se ti venisse voglia di investirmi di nuovo, qui
c’è il mio numero…” Un grande
sorriso apparve sul volto del ragazzo che, presi un tovagliolo e una
penna, scribacchiò qualcosa e porse il foglietto alla
ragazza, che lesse a sua volta: “ Se ti venisse voglia di
farti investire un’altra volta per salvare qualcuno,
chiamami: …”. Erika non fece in tempo a
rispondere, che Logan uscì dalla stanza:
“Sta arrivando tua madre, vado. Non vorrei essere ricoverato
vicino a te, anche se mi farebbe piacere….” Un
sorriso malizioso apparve sul volto di Logan e fu l’ultima
cosa che Erika vide del ragazzo, prima che scomparisse nel corridoio.
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Capitolo 3 *** Capitolo 3 ***
Erika stava guardando il
ragazzo allontanarsi, quando la sua vista fu oscurata da una donna
abbastanza
alta, seguita da un uomo della medesima altezza: erano arrivati i suoi
genitori.
“Ciao mamma,
papà…” la
ragazza riuscì a dire solo questo, perché la
madre cominciò a interrogarla:
“Sbaglio, o quel
ragazzo
è uscito dalla tua stanza?! Non è che per caso ci
stai nascondendo qualcosa?!
Voglio sapere tutto quello che sai di lui!” Erika aveva
imparato a non dare
conto a tutto quello che diceva la madre, così, con tutta
tranquillità, disse:
“Anche a me fa
piacere
vederti. Non ti preoccupare io sto bene. Comunque quel ragazzo, se
proprio ti
interessa è l’unica persona che mi ha tenuto
compagnia, mentre aspettavo che
voi arrivaste dall’Italia. Se ti fa piacere saperlo si chiama
Logan e che è… va
bè non importa. Questo è tutto quello che
so” Il padre della ragazza si
intromise nel discorso e per sviare la conversazione disse:
“L’importante
è che tu
adesso stia bene – poi rivolto alla moglie –
potrete affrontare questo
argomento un’altra volta – poi, di nuovo rivolto
alla figlia – c’è una sorpresa
per te dall’Italia” detto questo si girò
verso la porta e aggiunse:
“Potete
entrare”; una
ragazza mora entrò dalla porta abbracciando un grosso
orsacchiotto, che posò
sul comodino di fianco al letto dell’amica, seguita da una
ragazza un po’ più
alta, ma questa volta bionda, che esordì dicendo:
“Ehi, bella
addormentata; vedo che il principe azzurro è già
arrivato e ha già fatto il suo
dovere” Erika avvampò.
“Ciao ragazze!
Com’è la
in Italia?” le due ragazze si avvicinarono al letto e
abbracciarono l’amica,
mentre i due adulti uscivano silenziosamente dalla camera, per lasciare
le tre
amiche tranquille e libere di parlare.
“Alessia, lo sai
che mi
sei mancata tantissimo?!” la ragazza bionda si sporse e diede
un bacino sulla
guancia a Erika.
“E io chi sono?!
Non ti
sono mancata? – disse Arianna con finta irritazione
– non ci vediamo da due
mesi!”
“Scusami, ma
è che, con
la mia perdita di memoria, mi sembra che tu sia andata via solo una
settimana
fa! Probabilmente mi sei mancata anche tu. A proposito come sta tuo
nonno?”
“Adesso
meglio”
“E’
guarito?”
“No, è
morto!”
“Oh… mi
dispiace”
“Ari, guarda!
Lorenzo mi
ha scritto! – Alessia porse il suo telefono
all’amica – Cavolo! Non ho soldi
per rispondergli! Erika, non è che mi potresti prestare il
tuo telefono?”
“Fai pure.
E’ nel
cassetto” Alessia prese il telefono dal cassetto, ma nel
sollevarlo, notò una
piccola foto, che porse a Erika.
“Chi
è?”
“Non lo hai ancora
trovato?!” si sorprese Arianna. Erika prese la foto e la
guardò: ritraeva un
bambino cicciottello, di massimo 10 anni, che giocava con dei suoi
amici in un
giardino.
“Ma di chi state
parlando?!” s’intromise Alessia.
“Devi sapere che
mi sono
trasferita in America, non solo perché mi andava, ma anche
perché volevo
cercare mia zia, cioè la sorella di mia madre, che si
è trasferita qui tanti
anni fa perché aveva litigato con tutta la famiglia
– poi un giorno, circa 8
anni fa, è arrivata questa lettera di mia zia, dove diceva
di stare bene qui in
America e che aveva un bellissimo bambino di 10 anni, quello della
foto, però mia
madre non voleva sapere niente, quindi non le ha risposto e non ha
parlato
della lettera con nessuno, però io l’ho trovata e
le ho risposto. Purtroppo,
però, un giorno mia madre ha scoperto le lettere e mi ha
vietato di parlare con
lei. Quando ho compiuto 18 anni ho deciso che volevo conoscerla e
così mi sono
trasferita in America, ma questo mia madre non lo sa. Comunque, per
rispondere
ad Arianna: non l’ho ancora trovato, almeno questo
è quello che mi ricordo; ma
non essendo venuto nessuno che diceva di essere mio cugino, credo di
non averlo
proprio trovato”
“Sta tornando tua
madre,
probabilmente accompagnata da un dottore. Forse ti conviene mettere via
la
foto” Erika riuscì a nascondere la foto in tempo,
proprio mentre la madre
entrava nella camera. Il dottore entrò nella camera e
visitò accuratamente la
paziente, le fece qualche domanda su come si sentisse e poi
iniziò a parlare
con difficili termini tecnici, che nessuno nella stanza
capì. Vedendo le facce
sbigottite dei presenti, il dottore s’interruppe e disse
semplicemente:
“A causa del
trauma
cranico causato dall’incidente, ha dimenticato cosa
è accaduto negli ultimi due
mesi della sua vita”
“C’è
la possibilità che
nel tempo possa ricordarmi qualcosa?”
“Non voglio creare
false
speranze, ma neanche smentire. Diciamo che c’è una
piccola possibilità che tu
ti possa ricordare qualcosa” Il medico fece per uscire dalla
camera, ma Erika
lo fermò dicendo:
“Dottore, quando
posso
tornare a casa?”
“Sapevo che mi
avresti
fatto questa domanda prima o poi. Allora, vediamo. Per questa notte ti
teniamo
ancora in osservazione e se tutto va bene, potresti uscire
domani” Erika fu
felice di ricevere quella bella notizia, ma la sua gioia si spense
quando le
venne in mente che se avesse lasciato l’ospedale non avrebbe
più avuto la
possibilità di vedere Logan. Le amiche notarono subito il
suo cambiamento
d’animo, ma no dissero niente, si scambiarono solo un piccolo
cenno del capo.
Purtroppo l’orario di visita finì, ed Erika fu
costretta a salutare tutti quei
volti familiari. La stanza rimase buia e silenziosa ed Erika,
nostalgica dei
bei tempi passati con le amiche, si addormentò abbracciando
il morbido
orsacchiotto regalatole dalle amiche e stringendo in una mano la foto
del
cugino, che era decisa a ritrovare.
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Capitolo 4 *** Capitolo 4 ***
Quella notte Erika fece
un brutto incubo: sognò che, dopo essere uscita
dall’ospedale, aveva cercato di
chiamare Logan, ma lui non voleva più saperne niente di lei,
ora che stava bene
ed era uscita dall’ospedale e, davanti ai suoi occhi,
strappò il biglietto che
gli aveva dato.
Si svegliò di
soprassalto nel buio della sua stanza, ma dalla luce che filtrava dalle
tapparelle, potè notare che oramai era giorno e dal russare
che proveniva dalla
poltrona potè anche capire che l’orario delle
visite era oramai iniziato. Si
girò lentamente verso la persona addormentata e vide il
volto familiare di
Logan che dormiva tranquillamente. Dal comodino vicino al suo letto
proveniva
anche il dolce profumo caramelloso del cappuccino.
Si alzò
lentamente,
prese la coperta a fondo del suo letto e coprì il ragazzo,
baciandogli la
fronte, per poi rimettersi a dormire, stringendogli la mano, con la
consapevolezza che non l’avrebbe mai lasciata.
Ad un certo punto, uno
strano rumore svegliò la ragazza, che sorprese Carlos che
fotografava qualcosa,
e quel qualcosa erano lei e Logan che dormivano. Si alzò di
soprassalto facendo
spaventare Carlos e svegliando Logan.
“Che succede
Erika?! Stai bene?”
“Io si, ma Carlos
ancora per poco, se non
cancella quella foto!” rispose
la ragazza mentre uno sguardo crudele si dipingeva sulla sua faccia.
“Ma siete
così teneri!” piagnucolò
Carlos, mostrando la fotografia.
“Effettivamente
non è male, siamo carini. Ma non
posso dirlo, mi prenderebbe per stupida!” pensò la ragazza
proprio mentre Logan disse:
“Effettivamente
non è brutta, forse
un po’ sfuocata, ma è carina. Facciamo proprio una
bella coppia!” disse, sfoderando un
sorriso a 32 denti, che
rivolse a Erika. Lei fece per rispondere, ma s’interruppe
vedendo Carlos
fiondarsi sul comodino e agguantare la fotografia di suo cugino.
“Perché
hai dato a Erika la foto di
James da piccolo?! Sai che non vuole che la gente lo veda
così. Se lo scoprisse
tu saresti morto!”
“Ma
io non le ho dato niente – poi, rivolgendosi a Erika – dove hai preso questa foto?”
“Io…
l’ho presa a mia madre… e poi…
non siete voi, non potete essere voi. Questa è la foto di
mio cugino e dei suoi
amici. Mia zia l’ha spedita a mia madre tanti anni
fa…”
“E
tu cosa sai di questa zia e di
questo cugino?”
“Non
molto… Forse è meglio se
andate… Sta arrivando mia madre. Ci vediamo”
I
due ragazzi uscirono frettolosamente dalla stanza e Logan non si
accorse di
aver dimenticato il telefono sulla poltrona. Quando Erika se ne accorse
era
troppo tardi… oramai il ragazzo era troppo lontano.
Presa
dalla curiosità, aprì la rubrica e
digitò il suo nome, ma non trovò nessun
contatto.
“Magari
si è sbagliato e lo ha scritto con la
–c-” pensò;
digitò il nome, ma di nuovo niente,
nessun risultato.
La
ragazza scoppiò a piangere, proprio mentre Alessia entrava
nella stanza. Corse subito
ad abbracciare l’amica, senza chiedere spiegazioni: sapeva
che se l’amica
avesse voluto parlarle lo avrebbe fatto. E infatti…
“Io…
lui… non gli piaccio!” sighiozzò.
“Come
fai ad esserne certa?! Te lo
ha detto?!” indagò Alessia.
“No,
anzi, dice che siamo una bella
coppia… Ma sicuramente di amici! Pensa che non si
è neanche salvato il mio
numero! Io l’ho fatto subito, appena mi ha dato il
suo” rispose disperatamente
Erika, che intanto
continuava a stringere il telefono del ragazzo che la faceva tanto
felice, ma
anche tanto triste…
“Magari
ti ha salvata sotto un
altro numero. Hai provato a chiamarlo?”
“No,
mi basta già questo, magari mi
ha salvata sotto una cosa tipo: la stupida
dell’ospedale… o qualcosa del
genere…”
“Dai,
non dire cavolate! Mi hai
anche detto che pensa che siate una bella coppia… Dai, dammi
sto telefono e
fammelo chiamare… Sotto che nome lo hai salvato?
Perché ho cercato Logan e non
ho trovato niente…”
“Il
più perfetto ragazzo del mondo”
“Ok…
lo sto chiamando”
“Tieni,
non voglio guardare” Erika porse il telefono
all’amica e chiuse gli
occhi. Il telefono cominciò a diffondere una canzone:
♫ Love me love me, say
you’re gonna love. I know
you’re ready to go ♫
“Erika,
mi dispiace…”
Spazio
autrice:
Sono
tornata dopo tantissimo tempo, ma l’ispirazione era
completamente passata e poi mi sono concentrata sui One
Direction… quindi
chiedo tantissimo perdono. Spero di poter continuare a scrivere con una
certa
frequenza.
Recensite
in tanti e ala prossima,
Brika
[:
|
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Capitolo 5 *** Capitolo 5 ***
Erika ricominciò
a
piangere e rituffo la faccia nei cuscini, ma Alessia
l’abbracciò e le porse il
telefono, mentre la suoneria continuava a trillare.
A malincuore, prese il
telefono, guardò lo schermo, lo fece cadere e
ricominciò a piangere.
“Hey,
perché piangi?” Arianna entrò
correndo nella stanza, preoccupata
per l’amica, che raccolse il telefono e glielo porse. Arianna
lo guardò e se ne
uscì con un finissimo
“Oh
cavolo…”. Abbracciò
l’amica che oramai aveva finito tutte le lacrime e le
sussurrò:
“Mi dispiace, ma
fregatene, si vede che è troppo
stupido per capire cosa si perde”
“Ma
cos’hai capito?! Sono io quel cuoricino!” Erika sciolse
l’abbraccio e fece un grosso
sorriso.
“Ma quindi adesso
state insieme?” chiese incuriosita Arianna.
“Ancora no, ma
spero che me lo chieda…”
“Che cosa tenera!
Comunque ho fatto una piccola
ricerca e l’indirizzo dietro alla foto di tuo cugino porta a
una piccola
casetta in periferia. Se vuoi posso andare a dare
un’occhiata…”
“No! Voglio andare io! Comunque, non ditelo a Logan, ma oggi
esco
dall’ospedale! E spero che si accorga presto che si
è dimenticato il cellulare
perché domani voglio fargli una sorpresa. A proposito, devo
chiedere a Carlos
qual è l’indirizzo di Logan, così
domani lo vado a trovare. Solo che ogni volta
che lo vedo c’è anche Logan!”
“Perché
non prendi il suo numero dal telefono di
Logan?”
Erika non fece in tempo
a prenderlo in mano, che questo iniziò a squillare e la
scritta Carlito apparve
sullo schermo.
“Giuro! Io non ho
fatto niente!”
“Rispondi, magari
è lui che cerca il telefono”
“Effettivamente
dovresti” concordò Alessia.
Erika rispose con un timido:
“Pronto?”
“Erika?! Cosa ci
fai con Logan?! È tornato in
ospedale?”
“No, è
che si è dimenticato il telefono da me. Se
lo vedi glielo puoi dire?”
“Va bene. Ciao”
“No!
Aspetta!”
“Si?”
“Potresti darmi
l’indirizzo di Logan?”
“Stiamo tutti e
quattro al Palmwood”
“Grazie. Ci vediamo”
Appena chiuse la
chiamata, il suo telefono cominciò a squillare:
“Pronto?”
“Erika? Ciao sono Logan. Per caso ho lasciato li il mio
telefono?”
“Sì è qui…”
“Meno male. Credevo di averlo perso. Sto venendo a
prenderlo”
“Ti mando giu
Arianna, perché sta arrivando mia
madre. Ok? Ha i capelli scuri e abbastanza lunghi. Indossa un paio di
jeans e
una maglietta beige. Ti aspetta giu, all’entrata”
“Capito, 5 minuti
e sono li”
Erika riattaccò e
guardò
l’amica con aria implorante
“E va
bene… ci vado…”
“Grazie! Lo sai
che ti voglio bene, vero?”
“Si, si. Lo so.
Guarda che lo faccio solo per
vedere questo Logan. Hai detto giù all’entrata?
Oh, salve signora”
La madre di Erika
entrò
nella stanza con aria imperiosa:
“Ciao Arianna,
ciao Alessia. Erika, io e tuo
padre abbiamo parlato e crediamo che sia il caso che tu torni a casa
con noi”
“In
Italia?”
“Si, ho detto a
casa”
“Ma oramai
è qui! Qui ho degli amici, un lavoro,
un appartamento! Non voglio e tu non puoi farmi mollare tutto
questo!”
“Erika, sono tua
madre è ti ordino di tornare a
casa con noi!”
Intanto Alessia, che
aveva capito che la situazione non era delle migliori,
scappò zitta – zitta
dalla stanza.
“Tu sarai anche
mia madre, ma oramai ho 19 anni e
posso tranquillamente decidere della mia vita!”
“Io ho deciso che
ritorni, quindi lo fai!”
Erika fece per
risponderle a tono, ma di colpo, le prese un forte dolore allo stomaco,
come se
qualcuno le avesse tirato un pugno.
La madre corse subito a
chiamare un dottore, che, dopo averla visitata, la fece trasportare
nella prima
sala operatoria disponibile.
Intanto, sotto, Arianna
aspettava nervosamente l’arrivo di Logan, ignara di
ciò che stava succedendo
nella stanza di Erika.
Stava pensando a cosa
dire al ragazzo, quando qualcuno richiamò la sua attenzione
toccandole la
spalla.
“Arianna?”
“Si, tu devi
essere Logan… Mitchell? O mio dio!
Tu sei Logan Mitchell dei Big Time Rush! Erika non me lo ha detto!
Questa me la
paga!”
Arianna fece per
dirigersi verso l’ascensore, ma Logan la bloccò:
“Erika non te lo
ha detto perché non lo sa. E non
lo deve sapere!”
Nel mentre Alessia aveva
raggiunto Arianna; guardando il ragazzo disse:
“Credo di averto
già visto da qualche parte, ma
non mi ricordo dove!”
“Alessia, lui
è Logan dei Big Time Rush…”
“Aaaaaahhhhhh!
Adesso ricordo! Chissà quando Erika
lo scopre!”
“Per favore, non
diteglielo!”
“Perché
non vuoi che lo sappia?” chiese incuriosita Arianna.
“Perché
voglio che s’innamori di me perché sono Logan
Mitchell e non perché sono Logan dei Big Time Rush. Non so
se capite cosa
intendo…”
“Capiamo
perfettamente che se la fai soffrire ti
veniamo a prendere a casa e che ti facciamo rimpiangere il giorno in
cui sei
nato!” disse Alessia, menando
l’indice
sotto il naso del povero malcapitato, che annuiva spaventato.
“Comunque qui
c’è il tuo telefono, tieni”
“Grazie. E, per
favore, non dite niente”
“Va bene,
ciao”
Spazio
autrice:
Come
va la
vita???? Spero bene, così potete anche recensire il
capitolo!!!
Lo
so è un
po’ triste, ma vedete che poi si risolve tutto!!!
Alla
prossima,
Brika
[:
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