Big Time Crash

di Brika
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Erika si svegliò con un forte mal di testa. Non sapeva dov’era e non si ricordava cosa fosse successo.
Nell’oscurità della stanza riuscì ad intravedere solo la sagoma di un ragazzo – “sembra carino” pensò – che stava parlando con un’infermiera. Poi tutto si fece buio e si riaddormentò.
Quando si svegliò, la mattina dopo, non aprì neanche gli occhi, che subito inizio a parlare: “Arianna non puoi immaginare cosa ho sognato stanotte: ero in un letto d’ospedale, forse, era tutto buio, quindi non ho visto bene, ma ne sono abbastanza certa perché c’era un ragazzo, tra l’altro molto carino, che parlava con un’infermiera; quindi o quella era una festa in maschera e io ero ubriaca, o ero proprio in ospedale. Sta di fatto che il ragazzo era molto carino”.
Qualcuno nella stanza soffocò una risata, che però, si accorse Erika, non era quella di Arianna, ma assomigliava molto al bisbiglio che aveva sentito nel sogno, quindi, presumibilmente, la voce era di…
“Finalmente ti sei svegliata. Ero preoccupato; avresti dovuto svegliarti due giorni fa” a parlare era stato un ragazzo dai lineamenti tipicamente americani, i capelli castano scuro, corti e ben pettinati in una piccola cresta, gli occhi grandi e di un penetrante marrone scuro, il tutto corredato di uno smagliante sorriso.
“Dove… Tu chi sei?!”
“Io sono Logan e … grazie per il complimento”
“Oh… scusa” Erika cercò di abbassare lo sguardo e sembrare dispiaciuta, ma non ci riuscì, perché il sorriso, che sembrava quasi timido, come se avesse paura di fare capolino sulle labbra di quel ragazzo, l’aveva stregata e i suoi penetranti occhi marroni avevano rapito i suoi.
“Non ti preoccupare, mi ha fatto piacere”
“Comunque ciao Logan, io sono Erika… credo…”
“Piacere di conoscerti Erika… credo…” disse ridendo e la sua risata, questa volta non più soffocata, riempì la stanza, tanto che anche Erika cominciò a ridere.
“Mi fa piacere che io ti faccia ridere, ma sapresti dirmi dove sono?”
“Scusa, non volevo prenderti in giro. Comunque sei in ospedale perché hai avuto un brutto incidente…”
“Che tipo di incidente?”
“Sei stata investita. Hai attraversato la strada hai perso le cuffiette dell’mp3. Quando te ne sei accorta sei tornata indietro, ma non hai visto che stava arrivando una macchina; purtroppo sei stata troppo lenta e quindi…”
“Ovviamente quello stupido è scappato e mi ha lasciato lì agonizzante, vero?!”
“In verità quello stupido e i suoi amici hanno chiamato l’ambulanza, ti hanno accompagnato all’ospedale e ti hanno tenuto compagnia per tutta la settimana in cui sei stata qui” disse ridendo, anche se si sentiva una punta di risentimento.
“O mio dio, è qui?! Dimmi chi è! Voglio picchiarlo!”
Un’altra risata riecheggiò nella stanza assolata e Logan le porse, quasi divertito, un braccio, dicendole tranquillamente: “Fammi tutto il male che vuoi, ma ti conviene aspettare di recuperare le energie e dovresti sapere che hai anche un’altra cosa da recuperare… la memoria”
“Cosa?! Sei stato tu?! Ecco perché sei qui… E io che pensavo che fossi qui perché sei il mio ragazzo… Va bè sarà per un’altra volta… Però mi sembra di ricordare abbastanza bene la mia vita… So come mi chiamo, so dove abito, quanti anni ho… Mi pare di non aver dimenticato niente, giusto?!”
“Che giorno è oggi?” chiese Logan a bruciapelo.
“Hai detto che sono stata incosciente per una settimana, quindi dovrebbe essere… Il 16 settembre.”
Logan guardò incuriosito la ragazza: “Ne sei sicura? Perché oggi è il 9 novembre” così dicendo le mostrò il cellulare che, in effetti, mostrava la data del suddetto giorno.
“Oh, ecco cosa intendevi con perdita di memoria… Comunque io e te ci conosciamo, perché mi pare di averti già visto”
“No, non ci conosciamo, ma mi fa piacere averti conosciuto; magari in altre circostanze sarebbe stato più piacevole, ma io non mi lamento”
“Tu… Comunque ero sicura di averti già visto”
“No, no. Non ci conosciamo”
Erika tacque, ma sapeva che quel ragazzo lo aveva già visto da qualche parte.
Ad un certo punto Logan ruppe il silenzio e riprese a parlare: “Comunque sono molto dispiaciuto. Sono stato molto in pensiero per te e, se non lo avessi ancora capito mi dispiace davvero tanto. Senti io avrei bisogno di qualcosa da bere, tu vuoi qualcosa?”
“Sì, grazie. Prendo un cappuccino con doppio caramello”
Lui sgranò gli occhi e la guardò con una aria di ammirazione mista a incredulità: “Cappuccino con doppio caramello? Sei proprio sicura?”
“Lo so può sembrare strano, ma è abbastanza buono. Dovresti provarlo, sai?”
“Non è che può sembrare strano, è strano! È lo stesso tipo che bevo anch’io”
“Wow, sei la prima persona che conosco che lo beve! A tutte le mie amiche non piace…”
“Davvero?! Neanche ai miei amici! Vado subito a prenderli!”
Il ragazzo uscì di corsa dalla stanza, che subito sembrò triste agli occhi di Erika, come se il sole fosse meno luminoso senza il ragazzo.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Erika si ritrovò, così, a fantasticare sul ragazzo che aveva appena lasciato la stanza, quando entrò un altro ragazzo, questa volta più alto di Logan, con i capelli biondi quasi del tutto nascosti in un cappello grigio, e gli occhi verdi. Si sedette sulla sedia, posta di fianco al letto della ragazza, e cominciò a parlare:
“Ciao, io sono Kendall, un amico di Logan… So che può sembrarti una domanda strana, ma potresti dirmi… cosa ti ha raccontato Logan?” tutto questo fu detto tutto d’un fiato, forse per lo sconveniente tipo di domanda, o solo per timidezza.
“ Piacere di conoscerti Kendall. Io sono Erika. Comunque sì, è abbastanza strana come domanda. Perché ti interessa sapere cosa mi ha detto?”
“I dottori ci hanno avvisato che avendo avuto un leggero trauma cranico, è abbastanza probabile che tu abbia perso la memoria”
“Mi fa piacere che vi preoccupiate della mia salute… Se ti può interessare mi sono completamente dimenticata di quello che mi è successo negli ultimi due mesi, compreso l’incidente. A proposito dell’incidente, se tu io ti dico cosa mi ha detto Logan, tu mi dici cosa lo ha distratto mentre guidava?”
“Affare fatto. Prima le donne…” Così Erika raccontò tutta la conversazione che ebbe con Logan.
“Adesso tocca a te” disse finalmente la ragazza, che stava pensando a tutte le possibili cause dell’incidente, tra cui troneggiava il pensiero che stesse parlando al telefono con la sua ragazza. Kendall fece per rispondere, ma fu interrotto dall’arrivo di Logan con i cappuccini, quindi guardò semplicemente la ragazza e le disse:
“Chiedilo a lui” e se ne andò facendole ciao-ciao con la mano. Logan le porse il cappuccino:
“Tieni, cosa mi devi chiedere?”
“Cosa ti ha distratto? Voglio dire, mentre guidavi cosa stavi facendo invece di guardare la strada?”
“Beh… stavo parlando con Rosy”
“Ah… quindi hai la ragazza?!” disse con tono triste facendo scattare qualcosa nella mente di Logan .
“No, no. Rosy è la ragazza di Carlos. Stavo cercando di convincerla a chiedere ad una sua amica se era disposta ad andare ad un appuntamento al buio con James”. La ragazza fece un grande sorriso, che contagiò anche Logan.
“Perché volevi organizzare un appuntamento al buio a James? Aspetta… Chi è James?!” chiese la ragazza, scrutando i volti dei tre ragazzi che aspettavano l’amico fuori dalla stanza.
“Allora, vediamo, Kendall lo conosci già. Poi quei due che si picchiano con le mazze da hockey sono Carlos e James: Carlos è il ragazzo con l’elmetto e James è quello che gli sta spaccando la mazza sulla testa con Kendall appeso al braccio che cerca di fermarlo… Scusa un attimo. Vado a fermarli e torno”. Logan uscì dalla e si lanciò in mezzo alla rissa. Erika si stava divertendo come non le era mai successo prima. Dopo circa due minuti di “spettacolo” arrivarono due infermieri che, purtroppo per Erika e fortunatamente per tutto il resto dell’ospedale, sedarono la rissa, riportando alla normalità e alla tranquillità il corridoio. Logan tornò nella stanza seguito dai suoi amici, tutti e quattro un po’ ammaccati.
“Bello spettacolo. Carlos dovresti cercare di scattare più velocemente e tu James, dovresti provare a colpire di lato, così l’avversario non sa dove arriverà il colpo. Kendall, un consiglio, quando cerchi di dividere due ragazzi che litigano, urla che sta arrivando una bella ragazza. Funziona sempre ed è brevettato. Ah, Logan, ti conviene fare un po’ di palestra, perché non sembri molto allenato in fatto di risse” Erika accolse così i ragazzi, che rimasero stupiti e al contempo affascinati da quella ragazza, che trovata divertente una rissa e sapeva dare dei buoni consigli.
“Piacere io sono James, ma a quanto pare lo sai già” “E io sono Carlos”
“Piacere di conoscervi ragazzi. Io sono Erika. Carino l’elmetto, Carlos.”
“Bello vero?! Sei l a prima ragazza che lo nota” A quel punto si sentirono delle grida provenire dal corridoio. Un familiare ricordo invase la memoria di Erika, mentre la mente dei quattro ragazzi fu offuscata da un sentimento di terrore e paura mai provato prima. Erika non poteva dimenticare quella voce che aveva accompagnato la sua vita per diciotto lunghi anni: era arrivata sua madre.
“Forse è meglio che andiate. Non so cosa potrebbe farvi se scoprisse che eravate tutti nella macchina che mi ha investito” disse, con fare preoccupato, la ragazza.
“Non credo possa arrabbiarsi così tanto…” ridacchiò Carlos.
“Tu non la conosci… Ci ho vissuto 18 anni”
“Allora, forse è meglio se andiamo. Ciao” si congedò Kendall, trascinando fuori gli altri, in modo che Erika e Logan potessero stare da soli ancora un attimo.
“Allora, ciao.”
“Logan… Aspetta! Possiamo parlare un attimo?!”
“Ma sta arrivando tua madre!”
“Non ti preoccupare, non ci metterò molto - aprì il cassetto del comodino, prese un bigliettino azzurro e lo porse a Logan – tieni” Logan aprì il biglietto lentamente, come se non volesse far notare la foga che aveva dentro di aprirlo. Lo aprì e lo lesse ad alta voce: “ Se ti venisse voglia di investirmi di nuovo, qui c’è il mio numero…” Un grande sorriso apparve sul volto del ragazzo che, presi un tovagliolo e una penna, scribacchiò qualcosa e porse il foglietto alla ragazza, che lesse a sua volta: “ Se ti venisse voglia di farti investire un’altra volta per salvare qualcuno, chiamami: …”. Erika non fece in tempo a rispondere, che Logan uscì dalla stanza:
“Sta arrivando tua madre, vado. Non vorrei essere ricoverato vicino a te, anche se mi farebbe piacere….” Un sorriso malizioso apparve sul volto di Logan e fu l’ultima cosa che Erika vide del ragazzo, prima che scomparisse nel corridoio.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Erika stava guardando il ragazzo allontanarsi, quando la sua vista fu oscurata da una donna abbastanza alta, seguita da un uomo della medesima altezza: erano arrivati i suoi genitori.

“Ciao mamma, papà…” la ragazza riuscì a dire solo questo, perché la madre cominciò a interrogarla:

“Sbaglio, o quel ragazzo è uscito dalla tua stanza?! Non è che per caso ci stai nascondendo qualcosa?! Voglio sapere tutto quello che sai di lui!” Erika aveva imparato a non dare conto a tutto quello che diceva la madre, così, con tutta tranquillità, disse:

“Anche a me fa piacere vederti. Non ti preoccupare io sto bene. Comunque quel ragazzo, se proprio ti interessa è l’unica persona che mi ha tenuto compagnia, mentre aspettavo che voi arrivaste dall’Italia. Se ti fa piacere saperlo si chiama Logan e che è… va bè non importa. Questo è tutto quello che so” Il padre della ragazza si intromise nel discorso e per sviare la conversazione disse:

“L’importante è che tu adesso stia bene – poi rivolto alla moglie – potrete affrontare questo argomento un’altra volta – poi, di nuovo rivolto alla figlia – c’è una sorpresa per te dall’Italia” detto questo si girò verso la porta e aggiunse:

“Potete entrare”; una ragazza mora entrò dalla porta abbracciando un grosso orsacchiotto, che posò sul comodino di fianco al letto dell’amica, seguita da una ragazza un po’ più alta, ma questa volta bionda, che esordì dicendo:

“Ehi, bella addormentata; vedo che il principe azzurro è già arrivato e ha già fatto il suo dovere” Erika avvampò.

“Ciao ragazze! Com’è la in Italia?” le due ragazze si avvicinarono al letto e abbracciarono l’amica, mentre i due adulti uscivano silenziosamente dalla camera, per lasciare le tre amiche tranquille e libere di parlare.

“Alessia, lo sai che mi sei mancata tantissimo?!” la ragazza bionda si sporse e diede un bacino sulla guancia a Erika.

“E io chi sono?! Non ti sono mancata? – disse Arianna con finta irritazione – non ci vediamo da due mesi!”

“Scusami, ma è che, con la mia perdita di memoria, mi sembra che tu sia andata via solo una settimana fa! Probabilmente mi sei mancata anche tu. A proposito come sta tuo nonno?”

“Adesso meglio”

“E’ guarito?”

“No, è morto!”

“Oh… mi dispiace”

“Ari, guarda! Lorenzo mi ha scritto! – Alessia porse il suo telefono all’amica – Cavolo! Non ho soldi per rispondergli! Erika, non è che mi potresti prestare il tuo telefono?”

“Fai pure. E’ nel cassetto” Alessia prese il telefono dal cassetto, ma nel sollevarlo, notò una piccola foto, che porse a Erika.

“Chi è?”

“Non lo hai ancora trovato?!” si sorprese Arianna. Erika prese la foto e la guardò: ritraeva un bambino cicciottello, di massimo 10 anni, che giocava con dei suoi amici in un giardino.

“Ma di chi state parlando?!” s’intromise Alessia.

“Devi sapere che mi sono trasferita in America, non solo perché mi andava, ma anche perché volevo cercare mia zia, cioè la sorella di mia madre, che si è trasferita qui tanti anni fa perché aveva litigato con tutta la famiglia – poi un giorno, circa 8 anni fa, è arrivata questa lettera di mia zia, dove diceva di stare bene qui in America e che aveva un bellissimo bambino di 10 anni, quello della foto, però mia madre non voleva sapere niente, quindi non le ha risposto e non ha parlato della lettera con nessuno, però io l’ho trovata e le ho risposto. Purtroppo, però, un giorno mia madre ha scoperto le lettere e mi ha vietato di parlare con lei. Quando ho compiuto 18 anni ho deciso che volevo conoscerla e così mi sono trasferita in America, ma questo mia madre non lo sa. Comunque, per rispondere ad Arianna: non l’ho ancora trovato, almeno questo è quello che mi ricordo; ma non essendo venuto nessuno che diceva di essere mio cugino, credo di non averlo proprio trovato”

“Sta tornando tua madre, probabilmente accompagnata da un dottore. Forse ti conviene mettere via la foto” Erika riuscì a nascondere la foto in tempo, proprio mentre la madre entrava nella camera. Il dottore entrò nella camera e visitò accuratamente la paziente, le fece qualche domanda su come si sentisse e poi iniziò a parlare con difficili termini tecnici, che nessuno nella stanza capì. Vedendo le facce sbigottite dei presenti, il dottore s’interruppe e disse semplicemente:

“A causa del trauma cranico causato dall’incidente, ha dimenticato cosa è accaduto negli ultimi due mesi della sua vita”

“C’è la possibilità che nel tempo possa ricordarmi qualcosa?”

“Non voglio creare false speranze, ma neanche smentire. Diciamo che c’è una piccola possibilità che tu ti possa ricordare qualcosa” Il medico fece per uscire dalla camera, ma Erika lo fermò dicendo:

“Dottore, quando posso tornare a casa?”

“Sapevo che mi avresti fatto questa domanda prima o poi. Allora, vediamo. Per questa notte ti teniamo ancora in osservazione e se tutto va bene, potresti uscire domani” Erika fu felice di ricevere quella bella notizia, ma la sua gioia si spense quando le venne in mente che se avesse lasciato l’ospedale non avrebbe più avuto la possibilità di vedere Logan. Le amiche notarono subito il suo cambiamento d’animo, ma no dissero niente, si scambiarono solo un piccolo cenno del capo. Purtroppo l’orario di visita finì, ed Erika fu costretta a salutare tutti quei volti familiari. La stanza rimase buia e silenziosa ed Erika, nostalgica dei bei tempi passati con le amiche, si addormentò abbracciando il morbido orsacchiotto regalatole dalle amiche e stringendo in una mano la foto del cugino, che era decisa a ritrovare.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Quella notte Erika fece un brutto incubo: sognò che, dopo essere uscita dall’ospedale, aveva cercato di chiamare Logan, ma lui non voleva più saperne niente di lei, ora che stava bene ed era uscita dall’ospedale e, davanti ai suoi occhi, strappò il biglietto che gli aveva dato.

Si svegliò di soprassalto nel buio della sua stanza, ma dalla luce che filtrava dalle tapparelle, potè notare che oramai era giorno e dal russare che proveniva dalla poltrona potè anche capire che l’orario delle visite era oramai iniziato. Si girò lentamente verso la persona addormentata e vide il volto familiare di Logan che dormiva tranquillamente. Dal comodino vicino al suo letto proveniva anche il dolce profumo caramelloso del cappuccino.

Si alzò lentamente, prese la coperta a fondo del suo letto e coprì il ragazzo, baciandogli la fronte, per poi rimettersi a dormire, stringendogli la mano, con la consapevolezza che non l’avrebbe mai lasciata.

Ad un certo punto, uno strano rumore svegliò la ragazza, che sorprese Carlos che fotografava qualcosa, e quel qualcosa erano lei e Logan che dormivano. Si alzò di soprassalto facendo spaventare Carlos e svegliando Logan.

“Che succede Erika?! Stai bene?”

“Io si, ma Carlos ancora per poco, se non cancella quella foto!” rispose la ragazza mentre uno sguardo crudele si dipingeva sulla sua faccia.

“Ma siete così teneri!” piagnucolò Carlos, mostrando la fotografia.

“Effettivamente non è male, siamo carini. Ma non posso dirlo, mi prenderebbe per stupida!” pensò la ragazza proprio mentre Logan disse:

“Effettivamente non è brutta, forse un po’ sfuocata, ma è carina. Facciamo proprio una bella coppia!” disse, sfoderando un sorriso a 32 denti, che rivolse a Erika. Lei fece per rispondere, ma s’interruppe vedendo Carlos fiondarsi sul comodino e agguantare la fotografia di suo cugino.

“Perché hai dato a Erika la foto di James da piccolo?! Sai che non vuole che la gente lo veda così. Se lo scoprisse tu saresti morto!”

“Ma io non le ho dato niente – poi, rivolgendosi a Erika – dove hai preso questa foto?”

“Io… l’ho presa a mia madre… e poi… non siete voi, non potete essere voi. Questa è la foto di mio cugino e dei suoi amici. Mia zia l’ha spedita a mia madre tanti anni fa…”

“E tu cosa sai di questa zia e di questo cugino?”

“Non molto… Forse è meglio se andate… Sta arrivando mia madre. Ci vediamo”

I due ragazzi uscirono frettolosamente dalla stanza e Logan non si accorse di aver dimenticato il telefono sulla poltrona. Quando Erika se ne accorse era troppo tardi… oramai il ragazzo era troppo lontano.

Presa dalla curiosità, aprì la rubrica e digitò il suo nome, ma non trovò nessun contatto.

“Magari si è sbagliato e lo ha scritto con la –c-” pensò; digitò il nome, ma di nuovo niente, nessun risultato.

La ragazza scoppiò a piangere, proprio mentre Alessia entrava nella stanza. Corse subito ad abbracciare l’amica, senza chiedere spiegazioni: sapeva che se l’amica avesse voluto parlarle lo avrebbe fatto. E infatti…

“Io… lui… non gli piaccio!” sighiozzò.

“Come fai ad esserne certa?! Te lo ha detto?!” indagò Alessia.

“No, anzi, dice che siamo una bella coppia… Ma sicuramente di amici! Pensa che non si è neanche salvato il mio numero! Io l’ho fatto subito, appena mi ha dato il suo” rispose disperatamente Erika, che intanto continuava a stringere il telefono del ragazzo che la faceva tanto felice, ma anche tanto triste…

“Magari ti ha salvata sotto un altro numero. Hai provato a chiamarlo?”

“No, mi basta già questo, magari mi ha salvata sotto una cosa tipo: la stupida dell’ospedale… o qualcosa del genere…”

“Dai, non dire cavolate! Mi hai anche detto che pensa che siate una bella coppia… Dai, dammi sto telefono e fammelo chiamare… Sotto che nome lo hai salvato? Perché ho cercato Logan e non ho trovato niente…”

“Il più perfetto ragazzo del mondo”

“Ok… lo sto chiamando”

“Tieni, non voglio guardare” Erika porse il telefono all’amica e chiuse gli occhi. Il telefono cominciò a diffondere una canzone:

Love me love me, say you’re gonna love. I know you’re ready to go

“Erika, mi dispiace…”

 

 

 

Spazio autrice:

Sono tornata dopo tantissimo tempo, ma l’ispirazione era completamente passata e poi mi sono concentrata sui One Direction… quindi chiedo tantissimo perdono. Spero di poter continuare a scrivere con una certa frequenza.

Recensite in tanti e ala prossima,

Brika [:

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Erika ricominciò a piangere e rituffo la faccia nei cuscini, ma Alessia l’abbracciò e le porse il telefono, mentre la suoneria continuava a trillare.

A malincuore, prese il telefono, guardò lo schermo, lo fece cadere e ricominciò a piangere.

“Hey, perché piangi?” Arianna entrò correndo nella stanza, preoccupata per l’amica, che raccolse il telefono e glielo porse. Arianna lo guardò e se ne uscì con un finissimo

“Oh cavolo…”. Abbracciò l’amica che oramai aveva finito tutte le lacrime e le sussurrò:

“Mi dispiace, ma fregatene, si vede che è troppo stupido per capire cosa si perde”

“Ma cos’hai capito?! Sono io quel cuoricino!” Erika sciolse l’abbraccio e fece un grosso sorriso.

“Ma quindi adesso state insieme?” chiese incuriosita Arianna.

“Ancora no, ma spero che me lo chieda…”

“Che cosa tenera! Comunque ho fatto una piccola ricerca e l’indirizzo dietro alla foto di tuo cugino porta a una piccola casetta in periferia. Se vuoi posso andare a dare un’occhiata…”
“No! Voglio andare io! Comunque, non ditelo a Logan, ma oggi esco dall’ospedale! E spero che si accorga presto che si è dimenticato il cellulare perché domani voglio fargli una sorpresa. A proposito, devo chiedere a Carlos qual è l’indirizzo di Logan, così domani lo vado a trovare. Solo che ogni volta che lo vedo c’è anche Logan!”

“Perché non prendi il suo numero dal telefono di Logan?”

Erika non fece in tempo a prenderlo in mano, che questo iniziò a squillare e la scritta Carlito apparve sullo schermo.

“Giuro! Io non ho fatto niente!”

“Rispondi, magari è lui che cerca il telefono”

“Effettivamente dovresti” concordò Alessia.

Erika rispose con un timido:

“Pronto?”

“Erika?! Cosa ci fai con Logan?! È tornato in ospedale?”

“No, è che si è dimenticato il telefono da me. Se lo vedi glielo puoi dire?”
“Va bene. Ciao”

“No! Aspetta!”

“Si?”

“Potresti darmi l’indirizzo di Logan?”

“Stiamo tutti e quattro al Palmwood”
“Grazie. Ci vediamo”

Appena chiuse la chiamata, il suo telefono cominciò a squillare:

Pronto?”
“Erika? Ciao sono Logan. Per caso ho lasciato li il mio telefono?”
“Sì è qui…”
“Meno male. Credevo di averlo perso. Sto venendo a prenderlo”

“Ti mando giu Arianna, perché sta arrivando mia madre. Ok? Ha i capelli scuri e abbastanza lunghi. Indossa un paio di jeans e una maglietta beige. Ti aspetta giu, all’entrata”

“Capito, 5 minuti e sono li”

Erika riattaccò e guardò l’amica con aria implorante

“E va bene… ci vado…”

“Grazie! Lo sai che ti voglio bene, vero?”

“Si, si. Lo so. Guarda che lo faccio solo per vedere questo Logan. Hai detto giù all’entrata? Oh, salve signora”

La madre di Erika entrò nella stanza con aria imperiosa:

“Ciao Arianna, ciao Alessia. Erika, io e tuo padre abbiamo parlato e crediamo che sia il caso che tu torni a casa con noi”

“In Italia?”

“Si, ho detto a casa”

“Ma oramai è qui! Qui ho degli amici, un lavoro, un appartamento! Non voglio e tu non puoi farmi mollare tutto questo!”

“Erika, sono tua madre è ti ordino di tornare a casa con noi!”

Intanto Alessia, che aveva capito che la situazione non era delle migliori, scappò zitta – zitta dalla stanza.

“Tu sarai anche mia madre, ma oramai ho 19 anni e posso tranquillamente decidere della mia vita!”

“Io ho deciso che ritorni, quindi lo fai!”

Erika fece per risponderle a tono, ma di colpo, le prese un forte dolore allo stomaco, come se qualcuno le avesse tirato un pugno.

La madre corse subito a chiamare un dottore, che, dopo averla visitata, la fece trasportare nella prima sala operatoria disponibile.

Intanto, sotto, Arianna aspettava nervosamente l’arrivo di Logan, ignara di ciò che stava succedendo nella stanza di Erika.

Stava pensando a cosa dire al ragazzo, quando qualcuno richiamò la sua attenzione toccandole la spalla.

“Arianna?”

“Si, tu devi essere Logan… Mitchell? O mio dio! Tu sei Logan Mitchell dei Big Time Rush! Erika non me lo ha detto! Questa me la paga!”

Arianna fece per dirigersi verso l’ascensore, ma Logan la bloccò:

“Erika non te lo ha detto perché non lo sa. E non lo deve sapere!”

Nel mentre Alessia aveva raggiunto Arianna; guardando il ragazzo disse:

“Credo di averto già visto da qualche parte, ma non mi ricordo dove!”

“Alessia, lui è Logan dei Big Time Rush…”

“Aaaaaahhhhhh! Adesso ricordo! Chissà quando Erika lo scopre!”

“Per favore, non diteglielo!”

“Perché non vuoi che lo sappia?” chiese incuriosita Arianna.

“Perché voglio che s’innamori di me perché sono Logan Mitchell e non perché sono Logan dei Big Time Rush. Non so se capite cosa intendo…”

“Capiamo perfettamente che se la fai soffrire ti veniamo a prendere a casa e che ti facciamo rimpiangere il giorno in cui sei nato!” disse Alessia, menando l’indice sotto il naso del povero malcapitato, che annuiva spaventato.

“Comunque qui c’è il tuo telefono, tieni”

“Grazie. E, per favore, non dite niente”

“Va bene, ciao”

 

 

 

Spazio autrice:

Come va la vita???? Spero bene, così potete anche recensire il capitolo!!!

Lo so è un po’ triste, ma vedete che poi si risolve tutto!!!

Alla prossima,

Brika [:

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