A tutto reality: Inuyasha!

di Hanatamago
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Progects ***
Capitolo 2: *** Welcome to the Hell ***
Capitolo 3: *** Rules ***
Capitolo 4: *** The mystery hunt - Part 1 ***
Capitolo 5: *** The mystery hunt - Part 2 ***
Capitolo 6: *** Mortaball - Part 1 ***
Capitolo 7: *** Mortaball - Part 2 ***
Capitolo 8: *** Disaster Factor - Part 1 ***
Capitolo 9: *** cut 1# La fenice e il guerriero ***
Capitolo 10: *** Cut 2# - Il tempo di Naraku! La lettera ***
Capitolo 11: *** Disaster Factor - Part 2 ***



Capitolo 1
*** Progects ***


 Progects

 
Quella sera, in Giappone, fu mandata in venti caselle di posta elettronica differenti questa e-mail:
Conoscete il fortunato programma americano Total Drama, trasmesso in mondovisione e seguito da milioni di fan?
Benissimo, sappiate che l’ideatore e conduttore del programma, Chris McLean, ci ha permesso di creare una versione tutta nostra, tutta al giapponese!
E tu sei stato invitato per l’appunto a partecipare ad “A tutto reality: Inuyasha!”.
Il vincitore riceverà come premio … la Sfera dei Quattro Spiriti!
Mandaci ora la tua conferma di partecipazione e noi ti diremo dove e quando sbarcare!
Fai presto, aspettiamo solo te!
A tutto reality: Inuyasha!
 
Non era indicato un indirizzo mail preciso nella casella del mittente, c’era solo scritto: da A tutto reality: Inuyasha!
I venti destinatari, incuriositi e avidi, mandarono immediatamente la loro conferma.
 
Intanto, da qualche altra parte …
 
- Ha funzionato, vero? – chiese una voce possente.
- Ovvio -  rispose gongolante una voce più bassa e roca - e finalmente …-
- … avremo la nostra vendetta! Muahahah! - concluse per lui una voce metallica.
 
Flashback
 
Un telefono sempre silenzioso, in un minuscolo appartamento di Tokyo, squillò stranamente con una certa insistenza e Mukotsu degli Shichinintai si precipitò a sollevare gaio la cornetta.
- Vuoi vedere che è quella cameriera! Vuoi vedere che è lei! Sì, ha solo finto di buttare il mio numero nella spazzatura! Ha solo finto di volermi pestare a sangue disgustata! Ha solo finto di voler respingere le mie avances! In realtà Shima mi ama, lo sapevo! – urlava dalla contentezza.
- Ciao, tesoro! Sapevo che mi avresti chiamato prima o poi! – salutò con una voce che tentava di essere seducente.
- Argh … beh, forse dovresti aprire una società di tarocchi allora! – rispose con un certo disgusto una voce maschile dal forte accento americano.
- Ma tu non sei Shima! -.
- Oh, ma che intelligentone! – commentò sarcastico l’uomo misterioso –Scusa, senti, sai parlare inglese?! Do you speak english?! Il giapponese non è il mio forte! -.
- Sì – rispose Mukotsu dopo una certa esitazione in inglese – Chi sei?-
- Sono Chris McLean e voglio proporti un affare … -.
Intanto nella sua enorme e suntuosa villa in America, Chris ghignava mentre con una mano teneva la cornetta del suo telefono e con l’altra teneva il mouse di un computer d’ultima generazione, intento a sfogliare un file Internet. Indossava un accappatoio celeste e pantofole dello stesso colore con in cima il muso bianco di un cane e i suoi capelli erano umidi. Era appena uscito dall’idromassaggio, appena Chef gli aveva comunicato di aver trovato quello che cercava si era precipitato al telefono.
- Dì, la verità: tu non sei molto apprezzato, vero? - continuò Chris – Non hai fan, non hai una ragazza e hai ben pochi amici! Non vorresti vendicarti … ehm … innocentemente di chi ti ha sempre messo in ombra? – chiese concludendo con una pausa professionale e studiata.
- Continua – lo incoraggiò Mukotsu dall’altro capo della linea.
Chris sogghignò nuovamente: - Beh, io ho ideato un programma meraviglioso, “Total Drama”, e so che è stato doppiato in giapponese ed è quindi giunto fino a voi … Che ne pensi? -.
- Mmm… lo seguo ed è fantastico. Volevi sentirti dire questo? -.
- Non solo, caro Mukotsu! Sì, ricevere complimenti mi piace ma non ti ho certo chiamato per questo!- e qui il narcisista rise - Vedi, io sto progettando nuove sfide per il mio programma, ma ho bisogno di una pausa! Sai com’è: scervellarsi per trovare nuove idee brillanti, trovare nuovi modi per degradare quei ragazzini e poi ancora appuntamenti e trattamenti dal manicure, pedicure, parrucchiere, dermatologo, estetista … è tutto così stancante! – sbuffò irritato mentre si guardava le unghie.
Mukotsu si trattenne dal commentare che FORSE erano i concorrenti del reality ad aver bisogno di una pausa … se Chris si lamentava che dovevano dire loro?
- E a dirla tutta sono anche a corto di personale … ormai gli operatori sono tutti un metro sotto terra … Ok, la mia idea è questa! -  esclamò raggiante l’americano alzandosi dalla sedia e affacciandosi al terrazzo. Da lì si poteva ben vedere quanto fosse grande il “cortile”, che a dirla tutta era un parco con tanto di piscina (e pure scivolo acquatico compreso!) - Tu e i tuoi amici Kyokotsu e Ginkotsu condurrete una versione giapponese di “Total Drama”! Vi darò suggerimenti, certo, e ovviamente pretendo il 50% dei guadagni! -.
- A…aspetta un momento! Noi conduttori del reality?! -.
- Ovviamente sarà una versione diversa dalla nostra e non avrete certo i miei concorrenti! Voi gestirete almeno venti o forse più protagonisti del vostro programma d’origine, “Inuyasha”! -.
- O…ok -  balbettò Mukotsu  che ancora non ci credeva - B…bene, chiederò a Kyokotsu e Ginkotsu se ci stanno, ma sono sicuro che risponderanno di sì! -.
- Ne sono convinto! - sghignazzò Chris.
“Che bellissima idea ho avuto!” il conduttore si stupiva di se stesso.
Ci avrebbe guadagnato non poco da questo affare!
Dopotutto, si trattava solo di manipolare le persone adatte!
E quei tre sfigati erano a dir poco perfetti: come resistere alla tentazione della dolce e facile vendetta?
- Vorrei stabilire un incontro per gestire sulle carte la cosa… Intanto stai a sentire chi pensavo di contattare come concorrenti del reality… -.
 
Fine flashback
 
- Sì - concluse Mukotsu sorridendo ai suoi amici – La faremo vedere a quei damerini che si credono tanto importanti! Daremo loro una bella raddrizzata! Ci vendicheremo per essere apparsi a tutti come degli allocchi, dei deboli, degli sfigati! -.
- Non vedo l’ora! – Kyokotsu esultò felice come un bambino, ridendo e battendo le mani.
- Già, già! - persino Ginkotsu, solitamente tranquillo e taciturno, era visibilmente eccitato.

Sì, si sarebbero vendicati: i concorrenti avrebbero sofferto e loro invece avrebbero goduto nel vederli in quello stato …
Sì, ci sarebbe stato da ridere.
Per loro tre.

 

L’angolino di Hana
 
Ciao!
(tirano pietre)
Ehm … bene! Era da un pò che avevo in testa l’idea di un reality con i personaggi di Inuyasha quindi ecco il primo capitolo!
Non è importante se non conoscete “A tutto reality” perché questi personaggi non saranno fondamentali per lo sviluppo della vicenda.
A tutto reality/Total Drama è un cartone animato americano, attualmente la terza stagione è trasmessa sul canale K2 e sono in progetto una quarta e quinta serie. Il conduttore, Chris, con l’aiuto del suo tuttofare Chef, sottopone venticinque ragazzi alle sfide più assurde e pericolose.
L’ultimo rimasto vince un premio pari a un milione di dollari, ma, per un motivo o l’altro, i soldi si perdono sempre e i protagonisti sono costretti a partecipare a una nuova edizione!
Spero che l’idea interessi almeno una persona che non sia io ^^’ …
(verso dei grilli in sottofondo)
Ehm … come già detto i concorrenti sono venti, se volete apro il botteghino delle scommesse e vedo chi secondo voi parteciperà al programma :D
Saluti!
 
 
 
 
 
 
 
 

 

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Capitolo 2
*** Welcome to the Hell ***


 Welcome to the Hell

 
- Ma quando arriva?! – esclamò indignata Kagome. La ragazza, vestita con l’immancabile divisa, fissava continuamente il suo orologio da polso.
Inuyasha, Miroku e Sango le fecero eco con dei mugolii annoiati.
I quattro erano seduti al tavolo di un bar d’aeroporto, quello indicato nella mail.
Quello era il giorno della partenza: i concorrenti dovevano recarsi all’aeroporto e in quel bar avrebbero dovuto aspettare una persona che li avrebbe accompagnati personalmente su un jet privato fino a un’isoletta, dove sarebbe iniziato il programma.
- A dir la verità, sei TU che sei voluta venire in anticipo! – borbottò Inuyasha, seduto davanti a lei.
- Certo, se avessimo lasciato che facessi tutto tu sai a che ora saremmo arrivati?! – gli rinfacciò Kagome.
- In orario forse?
- A cuccia!
- Ahio!
- Divina Kagome, non possiamo rovinare il tavolo! – esclamò Miroku preoccupato – Non credo di avere abbastanza soldi da pagare i danni …-.
- Fate sempre il solito casino, a quanto pare – commentò divertita e maliziosa una voce femminile.
I quattro si girarono.
- Kagura! – esclamò sorpresa Sango – Che ci fai qui?! –
- Sono stata contattata per partecipare a un nuovo reality – rispose fiera.
La donna demoniaca indossava il suo solito kimono e i capelli erano raccolti nella solita maniera. Si portava dietro una valigetta rossa.
- Beh, anche noi quattro! – commentò Kagome.
- E anch’io! – Ayame arrivò dietro Kagura mostrando un sorrisetto soddisfatto.
I suoi sciolti capelli rosso-fiamma ondulavano a ogni passo e Ayame portava una maglietta, pantaloncini corti, scarpe da ginnastica e uno zainetto sulle spalle.
Di sicuro le piaceva sentirsi libera.
- Ma se sei apparsa sì e no tre episodi! – commentò Inuyasha con la solita finezza che lo caratterizza e ce lo fa amare (si capisce che questo è sarcasmo, vero?).
- Datti poche arie – replicò Yura che era seduta a un tavolino lì vicino. La donna era lì da non si sapeva quanto e finora aveva ascoltato con indifferenza quei piccoli battibecchi mentre si metteva lo smalto. Alzò appena la testa per guardare il ragazzo: - Vedo che continui a non curarti i capelli. Fanno schifo come sempre – commentò asciutta.
- Ok, è davvero il colmo! Tu sei apparsa un episodio soltanto! – le rinfacciò.
- Anch’io, però sono stata contattata lo stesso – una ragazza seduta di fronte a Yura intervenne con una vocina flebile. Aveva i capelli castani e gli occhi blu.
- E tu chi sei?! – domandò Inuyasha, che aveva rovinato tante di quelle esistenze che ormai si era perso il conto e lui neanche le ricordava.
- Oh, lei è Sara – rispose Yura mentre continuava a mettersi lo smalto – Ci siamo conosciute adesso: è un vero amore – e le sorrise.
- Grazie tesoro, anche tu – commentò educatamente l’altra sorridendo – E anche tu Abi, ovviamente –disse all’altra donna seduta lì con loro.
- Menomale – sbuffò quella mentre stava mangiucchiando un cornetto.
- Apparentemente è scorbutica -  spiegò Sara con un’alzata di spalle – ma non è così male -.
- Ma chi vi ricorda?! – continuò il mezzo-demone.
- Oh, Kagoooomeeeee! – urlò qualcuno.
Un ragazzo con i capelli castani e un borsone sulle spalle correva verso la ragazza, ma inciampò in qualcosa d’indefinibile a mente umana e cadendo travolse il tavolo di Yura, Abi e Sara.
- Moccioso! Perché non stai più attento?! – sibilò la principessa dei corvi.
- O…oh…i…io… - balbettò il ragazzo – ehm mi dispiace, giuro, non volevo! -.
- Ehm … Akitoki, tutto a posto? – chiese Kagome avvicinandosi all’antenato del suo ex compagno di scuola.
- Oh …c…ciao…Kag…Kagome …- mormorò arrossendo.
- Chi se ne fotte se lo conoscete: ci ha rovesciato il tavolo! – protestò Yura.
- E va beh, non l’ha fatto a posta! – lo difese Kagome mentre lui andò a nascondersi spaventato dietro la schiena di lei.
Per fortuna di Akitoki, che rischiava di ritrovarsi il naso spaccato ancora prima di iniziare il programma, arrivò un cameriere che rassicurò le ragazze che non c’era nessun problema, il tavolo era ancora intero e le avrebbero rimborsato la colazione.
Quando le lasciò, Yura protestava ancora: - Va bene, ma chi me lo rimborsa lo smalto?! – tuonò fulminando Akitoki con lo sguardo.
La “preziosa” boccetta di smalto nero si era disastrosamente rovesciata grazie alla grandiosa perfomance di Akitoki.
- Pazienza, dai, era solo uno smalto – la rassicurò Sara mentre raccoglieva i frammenti con un fazzoletto.
- Ho capito cavolo, ma mi mancavano solo due unghie da colorare, sai che figura mezza mano colorata?! – piagnucolò pestando i piedi con rabbia.
- Deve essere perché le disgrazie non vengono mai da sole! - scherzò una voce maschile seguita da altre due risate.
Comparve allora un quartetto tanto strambo che avrebbe degnamente ispirato uno scrittore di bestseller.
Il primo in testa, colui che aveva parlato, era un ragazzo non molto alto, dagli occhi blu, una lunga treccia e la pelle abbronzata.
Bankotsu, il leader della Shichinintai, questo era il suo nome.
La seconda figura era la più alta. Il suo sesso a prima vista non era chiaro, ma era bellissimo, il che rendeva subito evidente chi fosse: Jakotsu.
Il terzo invece non aveva riso per niente, colpa probabilmente del fatto che si stava portando dietro le valigie di tutti e quattro ed era visibilmente scocciato.
Inoltre le valigie non erano quattro ma bensì cinque: si era dovuto fare due valigie, una per personalità e siccome lui ne aveva due …
- Hai bisogno di una mano, amico? – chiese gioviale Akitoki.
- Oh grazie che gentile! -  rispose Suikotsu sospirando di sollievo.
Lasciò cadere tutte le valigie addosso ad Akitoki che cadde nuovamente a terra.
- Ah scusa … -.
- N…non fa niente … n…non ti preoccupare! – borbottò l’altro sotto la montagna di bagagli.
- Ohohohoh – intervenne un’indignata Yura – Si suo sapere secondo quale criterio ti sei vestito, bello?! -.
Effettivamente non si poteva controbattere alle sue parole.
Suikotsu aveva una fascia multicolore stretta intorno alla fronte, i capelli sciolti in stile hippy ricadevano sulle spalle, la sua maglietta era nera con un teschio infuocato, indossava una cintura con il simbolo dei pacifisti, pantaloni psichedelici e scarponi neri da punk, quasi come se quella mattina le due personalità si fossero svegliate insieme e l’una non avesse voluto cedere il posto all’altra.
Ma lo shock non era finito per la povera Yura.
Dietro Suikotsu c’era un uomo pallido, alto, con una bandana in testa.
- Ma sei pelato? – gli chiese in abbietto orrore.
Povera Yura: capelli zero!
- Embè, che problema hai, dolcezza? – le chiese Renkotsu senza capire.
- Tu. Non. Hai. Capelli - mormorò lei.
- Sì. E. Allora? – ribatté lui imitando il suo stesso tono.
- Ma mi prendi per il culo o cosa? - .
- Non lo so. So però che ce lo hai bello grosso! – rispose complimentandosi.
- Adesso te ne arriva uno! – gridò con rabbia ma Sara e Abi riuscirono a bloccarla.
- E voi che ci fate qui?! -  Inuyasha squadrò i quattro nuovi arrivati con aria minacciosa.
- INUYASHAAAAA! – Jakotsu si precipitò a tirare le orecchie al mezzo demone, che cercò immediatamente di divincolarsi.
- Sta lontano da me! Tu … tu … tu cosa! -.
Bankotsu alzò le spalle: - Jakotsu, finiscila per favore, potrebbe avere le orecchie piene di cerume! -.
- Va beeeeene – acconsentì Jakotsu sbuffando mentre lasciava libero Inuyasha.
Bankotsu proseguì: - Siamo stati chiamati a partecipare come voi al reality. E allora? -.
- Non è che state tramando qualcosa? – chiese Miroku affiancando Inuyasha.
- Come se ne avessimo bisogno per battervi – Bankotsu ghignò.
- E QUELLI chi sono? -  domandò Sara sconcertata.
- Siamo la mitica, unica, fantastica, meravigliosa, strepitosa, inimitabile Squadra dei Sette! – rispose gaio Jakotsu intanto che stringeva forte come un peluche quel povero martire di Suikotsu.
- Io ne conto solo quattro – sbuffò Abi.
- Non abbiamo idea di dove siano Mukotsu, Ginkotsu e Kyokotsu – spiegò Renkotsu – In quest’ultimo periodo, ogni volta che li chiamavamo a telefono non rispondevano -.
- Intanto sono meno tre – ragionò Sango – Meglio di niente -.
- Ancora i Sette?! – una nuova voce costrinse tutti a vedere chi ne fosse proprietario e scoprire chi ancora era stato invitato.
- K…K…. KOGAAAA! – Ayame corse come una forsennata verso il suo amato demone-lupo.
- Ma andare via dai coglioni è un termine che nessuno ti ha spiegato?! – esclamò esasperato Koga scuotendosi la gamba a cui si era appiccicata la sua promessa sposa.
Poi adocchiò con un’occhiata veloce Kagome: - Oh, Kagoooomeee! – si scrollò di dosso Ayame per andarle incontro.
Quando la raggiunse, ignorando le proteste di Inuyasha, Akitoki e Ayame, prese una mano della ragazza fra le sue: - Oh, dolce Kagome, non devi temere quei cafoni della Squadra dei Sette perché ci sono io qui con te! -. Intanto i suddetti cafoni guardavano Koga come se volessero strappargli la testa ed emanavano una strana aurea nera e violetta con fulmini e saette.
- M… m… ma io non ho mai detto di temerli! – disse la ragazza confusa.
Per sua fortuna, a salvarla ci pensò … Rin!
- Ciao Kagome! Ciao a tutti! – esultò la giovinetta, che dalla fine del programma si era fatta più alta.
- Oh ciao Rin! – Kagome ricambiò il saluto, sollevata che qualcuno l’avesse salvata dalle grinfie smielate di Koga – Sei da sola? -.
- Certo che no! Sono con il signor Sesshomaru! -.
Il nome “Sesshomaru”  scattò come una molla nei cervelli di Kagura e Sara, che subito cercarono con lo sguardo il glaciale demone.
Ed eccolo lì Sesshomaru, che, distante almeno un metro, fissava la combriccola senza spiccicare una sola parola.
Quando i suoi occhi ambrati si posarono su Suikotsu il suo sguardo si assottigliò, irrigidendo il ragazzo. Non aveva dimenticato la volta in cui il mercenario aveva quasi ammazzato la sua Rin.
Come se avessero ricevuto un segnale impercettibile, Bankotsu, Jakotsu e Renkotsu si avvicinarono contemporaneamente all’elemento più vulnerabile del gruppo per proteggerlo.
- Prova soltanto a toccarlo con un dito e io giuro che ti …- iniziò Jakotsu.
- Tenerlo a bada è compito vostro – lo interruppe il demone.
- Chi ha detto che non lo teniamo d’occhio? – si difese Bankotsu, che in quanto leader la responsabilità cadeva direttamente su di lui.
- Bankotsu …- mormorò Jakotsu.
- Che c’è? -.
- … non vedo più Suikotsu -.
- Eh? Cazzo era qui dietro fino a un attimo fa! – si guardò attorno – SUIKOOOOTSUUUU! -.
- Ma cosa cazzo urli che son qui dietro! Stavo solo facendo quattro chiacchiere con la venerabile Kikyo! -.
Il ragazzo si era solo spostato di qualche metro per andare a salutare Kikyo, seduta a un tavolo più distante. Probabilmente la sacerdotessa era entrata dal secondo ingresso del locale già dall’inizio di quel via vai.
- Sì, cosa stavi dicendo due minuti fa, Bankotsu? – Inuyasha lo schernì e per sua fortuna c’era Renkotsu a trattenere Bankotsu da probabili impulsivi istinti omicida verso il mezzo demone.
- Suikotsu_chaaaaan! – Jakotsu si era letteralmente fiondato sulla schiena dall’amico.
- Ma che vuoi?! – fece quello, che stava parlottando tranquillo tranquillo con Kikyo.
- Perché scappi da me? – piagnucolò.
- Jakotsu, non sto cercando di scappare da nessuna parte! – esclamò mentre si divincolava con tutte le sue forze e guardava Kikyo con occhi da cane bastonato.
Miracolosamente lo sfigato riuscì a intenerirla: sissignori, il nostro amato Suikotsu era riuscito a intenerire niente popò di meno che KIKYO, la donna-ghiacciolo! (manco fosse imparentata con Sesshomaru)
- Mmm … Junkotsu? – intervenne la donna.
- Si chiama Jakotsu – la corresse Suikotsu.
- Jakotsu! -.
- Cosa vuoi, strega?! – il nostro checchissimo amico le lanciò uno sguardo che avrebbe freddato chiunque  … tranne Kikyo. Odiava tutte le donne ma lei era quella che riteneva la peggiore di tutte!
- Guarda dietro! C’è … - sparò un nome a caso – C’è … c’è Naraku, girati! -.
Jakotsu si girò … liberando il martire dalla sua presa d’acciaio, che boccheggiò alla ricerca di aria.
- Ehi ma … - mormorò Kikyo – c’è proprio Naraku …-.
- Salve a tutti! – ghignò questo, seguito da Byakuya che portava i bagagli di entrambi più il personalissimo beautycase di Naraku. Era una specie di borsetta beige con cuoricini neri.
- Fammi indovinare – ironizzò Inuyasha – Sei stato invitato a partecipare al reality -.
- Oh, ti è cresciuta finalmente un po’ di materia grigia? – gli chiese con falsa cortesia.
Ignorando le proteste di Inuyasha, che come al solito buttava un “bastardo” e “maledetto” a casaccio, si guardò brevemente attorno e sorrise malizioso quando i suoi occhi si posarono su Kikyo.
- Bene, sembra che ci siamo tutti e venti! – annunciò.
- Soldato, lo dico io se ci siete tutti! – una voce minacciosa fece impallidire tutti e  costrinse loro a girarsi.
Un omaccione dalla pelle scura e i muscoli d’acciaio li fissava severamente: aveva la bocca digrignata e si poteva vedere uno spazio fra i due denti davanti, gli occhi piccoli e neri e, per orrore di Yura e per approvazione di Jakotsu, indossava una divisa da hostess.
- E tu saresti? – gli chiese Kagura senza timore.
L’omaccione si esibì in un saluto militare: - Il mio nome è Chef Hatchet, soldato! Adesso seguitemi senza fiatare! – ordinò.
I venti riconobbero così il tuttofare di Chris McLean e raccolsero i loro bagagli per seguirlo.
Il breve tragitto attraverso l’aeroporto proseguì più o meno senza problemi, almeno fino a quando non dovettero passare per i metal detector, dove Bankotsu si scontrò con i controllori, che non potevano lasciarlo passare con la Banryu.
Convinti i signori che tanto dovevano prendere un aereo privato e non erano terroristi, Chef  li condusse a uno speciale parcheggio aereo.
A dir la verità i venti erano molto delusi quando videro il mezzo … era lo stesso della terza stagione di “Total Drama”! Ovvero … un rottame.
Figurarsi poi se Chef permetteva loro di viaggiare in prima classe … erano tutti nello spazio dei perdenti!
Sedie e cinture? Ma dove? C’erano solo due lunghe panchine di legno, una a destra e l’altra a sinistra!
Kagura non poté fare a meno di farlo notare alla loro “graziosa hostess”: - Scusa amico, le cinture di sicurezza si sono prese le ferie? -.
- Non ho capito bene, soldato. Che cosa hai detto? -.
Aveva un’aria talmente dura che persino lei preferì non affrontarlo: - Niente – sbuffò.
Dalla sala comandi apparvero due figure: una magra e sensuale, l’altra grossa e goffa.
- Salve, noi siamo Hiten e Manten e saremo i vostri piloti! -.
- Si può sapere che ci fate pure voi qui? – sbottò Inuyasha.
- Siamo stati assunti nel cast, problemi? Vi auguriamo un volo sereno! – enunciarono i due prima di sedersi ai posti di controllo.
- Come no …- borbottò Abi mettendosi a sedere – Questo posto fa schifo -.
Kagome si sedette su un lato estremo di una delle due panchine, seguita da Inuyasha, che come al solito borbottava futili lamentele.
Ma prima che Jakotsu o Kikyo potessero fare un solo passo verso il mezzo demone, Bankotsu li precedette e si auto-costrinse a sedersi vicino al nemico.
- Credo che qui entrino meno spifferi! – mentì.
- Va bene, Oaniki – acconsentì Jakotsu, ignaro della vera ragione – Andiamo, Suikotsu_chan! – esultò trascinando il ragazzo per una manica.
Suikotsu sospirò rassegnato e fulminò con lo sguardo Renkotsu, che se la ridacchiava mentre si sedeva di fianco a una Yura parecchio irritata.
Che razza di amico: abbandonarlo e goderci!
Almeno si rincuorò quando Kikyo gli chiese spontaneamente se poteva sedersi vicino a lui.
- Posso? – chiese con un sorriso di cortesia.
- Ma ci mancherebbe altro! – rispose cercando di non lasciar trasparire troppa euforia.
Nella loro stessa panchina si erano sistemati anche Koga, Ayame (che non lo mollava un solo secondo), Abi e Akitoki, che ancora cercava di scusarsi per aver rovesciato il tavolo.
Dall’altro lato dell’aereo, invece, Kagura e Sara si erano sfidate con lo sguardo per decidere chi doveva sedersi vicino a Sesshomaru.
Non vinse nessuna delle due: il demone si era messo in un angolo e al suo fianco c’era Rin.
Scoraggiate, si sistemarono dove capitava.
Chef  si appostò al centro del corridoio con un microfono in mano: - Prima di prendere il volo, vi avverto che non voglio sentire grida, rumori molesti e tantomeno rutti e scoregge “alla Owen”. Se avete bisogno di me sono in prima classe a farmi massaggiare i piedi  e preparare una maschera di bellezza, passo e chiudo, soldati! -.
Detto ciò, andò verso la prima classe ignorando venti sguardi accigliati.
Un paio di ore dopo stavano ancora volando ma andava tutto bene.
Alcuni chiacchieravano amabilmente, come Kikyo e Suikotsu (riguardo bambini e erbe mediche), altri bisticciavano, come Kagome e Inuyasha (per ragioni incomprensibili a qualunque mortale), altri dormivano accoccolati contro il loro vicino, come Jakotsu e Bankotsu e Koga e Ayame (il demone lupo però non se ne era neanche accorto).
Per il resto: Sango aveva schiaffeggiato Miroku per averla molestata, Akitoki russava come un tram (con immenso fastidio di Abi) , Yura cercava di convincere Renkotsu a farsi un trapianto di capelli, Kagura agitava il suo ventaglio con aria annoiata, sbirciando ogni tanto verso la direzione di Sesshomaru e Naraku si passava la matita.
Insomma: tutto tranquillo e nella norma.
All’improvviso però si sentì uno scoppiettio terribile e assordante, che svegliò gli addormentati e catturò l’attenzione di tutti.
Da un altoparlante sistemato in alto, risuonò una voce: - Qui è il capitano Manten che vi parla, abbiamo un guasto a un motore, ma state tranquilli, va tutto bene! -.
I venti non riuscivano esattamente a stare tranquilli, ma ecco che sentirono di nuovo lo stesso rumore.
La voce parlò ancora: - Qui è il capitano Manten che vi parla, abbiamo un guasto a entrambi i motori, ma state tranquilli, va tutto bene! -.
I venti erano lividi: ma come facevano a dire che andava tutto bene?!
Dopo qualche secondo l’aereo oscillò.
- Qui è il capitano Manten che vi parla, l’aereo sta precipitando, ma state tranquilli, va tutto bene! -.
Fu questione di un attimo: tutti urlarono contemporaneamente e alla massima potenza.
 
 
 
 

L’angolino di Hana
 
Ed ecco i concorrenti! Byakuya, Akitoki e Sara non li aveva nominati nessuno :P
Ammetto che il capitolo doveva essere un po’ più lungo … ma l’altra parte la vedrete nel prossimo.
Tranquille … prima o poi aggiornerò! :D
Abbiate pazienza e io vi prometto che troverete coppie, rivalità, alleanze, lacrime e risate!
Ci tengo molto a sapere se avete trovato questo capitolo “pesante”: non vorrei essere partita bene nel primo e poi aver fatto già flop come l’aereo dei nostri concorrenti …
Sperando che mi lasciate un commentino , vi saluto!

 

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Capitolo 3
*** Rules ***


 Rules

 
Dove eravamo rimasti?
Ah sì!
… Da qualche parte nel cielo …
- AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH! -.
L’aereo precipitava portando con sé gli sfortunati concorrenti.
- Sto per vomitare! – gemette Ayame.
- Ayame! Che schifo! – Koga guardò disgustato i suoi pantaloni sporchi di vomito.
- Scusaaa! – urlò mortificata mentre veniva sballottata da una parte all’altra dell’aereo come tutti gli altri.
Dalla sala comandi risuonò la stessa voce che fino a due secondi fa diceva “State tranquilli, va tutto bene”: - Allacciate le cinture di sicurezza! -.
- Ma dove?! – urlò Kagura. Li prendeva per idioti? Se le sarebbero messe se soltanto ci fossero state!
- Nulla, scusate, è che ho sempre sognato di dire una frase del genere su un aereo in caduta libera! -.
“Siamo proprio in buone mani!” pensò la donna, anche lei ormai in preda ai conati di vomito.
Pezzi d’aereo avevano iniziato a staccarsi e forti raffiche di vento entravano, rischiando di trascinare con loro i concorrenti, tenacemente aggrappati alle fragili panchine.
- Jakotsu? – mormorò Bankotsu afferrandolo per un braccio mentre stava per cadere.
“Ora o mai più!” pensò.
E no, non importava che fossero in un aereo affollato, considerato che il suddetto aereo stava precipitando.
- Che c’è? – rispose quello un po’ sorpreso.
- C’è una cosa che devo dirti …-.
- E me lo devi dire adesso?! – gridò, stizzito a causa della situazione assurda.
- Si tratta di una questione di vita o di morte – Bankotsu deglutì – Jakotsu, io ti …-.
Si bloccò accorgendosi che improvvisamente le raffiche di vento erano terminate.
Tutti sentivano di non andare più a una velocità supersonica, ma stavano scendendo piano piano …
Finché non toccarono terra.
- Qui è il capitano Manten che vi parla, vi comunico che siamo giunti a destinazione sani e salvi. Grazie per aver viaggiato con la compagnia “Fratelli del Fulmine”. Vi auguriamo un sereno soggiorno! -.
Il portellone mezzo rotto si spalancò da solo e uscirono, ancora pallidi e barcollanti, i concorrenti, i piloti, Chef e altri due tizi in più.
- Ohi, ohi, ohi – Totosai gemeva tenendosi lo stomaco, mentre sulla sua testa Myoga faceva lo stesso.
- Ma cos’è?! Il Congresso degli Sfigati?! Cosa ci fate qui anche voi? – sbottò Inuyasha.
- Soldato, secondo te, io i massaggi ai piedi e le maschere di bellezza me li faccio da solo?! – s’intromise Chef.
- Ma come diavolo ci siamo salvati? – chiese Sara incredula.
- Einstein, girati e troverai la risposta! – rispose Renkotsu divertito, prima che Yura gli mollasse una sberla.
Sul dorso dell’aereo c’era un enorme paracadute.
- Ho fatto bene a installarlo prima della partenza – gongolò Manten – Io ve l’avevo detto che non c’era nulla di cui preoccuparsi ma voi … ahio! – fu messo a tacere da Kikyo che gli sbatté la faretra sulla zucca.
- Bene, bene, bene! – una vocetta rauca ma entusiasta interruppe quei piccoli battibecchi e Mukotsu si fece largo, seguito da Kyokotsu e Ginkotsu – Benvenuti! Avete fatto un buon viaggio? – chiese con un sorriso sornione.
Chi li conosceva, quattro di loro in particolare, era rimasto senza parole.
- E menomale che non si sapeva che fine avevano fatto! – disse Miroku lanciando uno sguardo d’accusa verso un quartetto scioccato.
- Non ne sapevamo niente! – sbottò Bankotsu mentre si scambiava occhiate preoccupate con Jakotsu, Renkotsu e Suikotsu.
- Se pensate che abbiamo intenzione di barare, non è così – rincarò Renkotsu.
- Oh no, hanno ragione, non lo sapeva nessuno – ridacchiò Ginkotsu. La sua voce metallica fece rabbrividire le ragazze, a eccezione di Kikyo e Kagura che erano in allerta.
- Noi siamo …- iniziò Kyokotsu.
- … i presentatori …- continuò Ginkotsu.
- … del reality! – concluse Mukotsu.
- È assurdo! – si lamentò Inuyasha – Io me ne torno a casa! -.
 E stava per fare dietro-front, ma un nuovo terribile rumore proveniente dall’aereo costrinse tutti ad allontanarsi, spaventati.
Qualche secondo dopo l’aereo ripartì.
Chef  li aveva abbandonati sull’isola.
- Beh, a quanto pare non andrai da nessuna parte – sghignazzò Mukotsu – Quindi voi concorrenti siete pregati di seguirci. Quanto a voi – guardò Hiten, Manten, Totosai e Myoga – conoscete i vostri doveri -.
I quattro ridacchiarono sommessamente mentre si avviarono per un sentiero che conduceva a una foresta.
I presentatori condussero i concorrenti davanti a due casette di legno.
- Qui è dove dormirete - annunciò Mukotsu – Ah, se avete bisogno di noi il nostro alloggio è proprio dietro il vostro – e alluse a un enorme castello medievale che s’ergeva oltre le catapecchie.
- Ce l’hanno costruita i fratelli Elric …- spiegò Kyokotsu commosso, asciugandosi una lacrimuccia.
I venti ammiravano a bocca aperta.
Non c’era nessunissimo confronto!
- Beh – mormorò Yura mentre entrò in una delle due casette – togliendo il fatto che è piccola, spoglia, puzza e dormiremo in misere cuccette … potrei anche considerarla abitabile  -.
- Questo è lo spirito giusto! – si congratulò Mukotsu – A proposito … inutile dire che i maschi dormiranno con i maschi e le femmine con le femmine, no? -.
- Cosa?! – si disperò Miroku mettendosi le mani fra i capelli – Ho scelto di iscrivermi quasi esclusivamente per … Ahio! -.
- MIROKU! – esclamò Sango colpendolo con il suo gigantesco boomerang.
- Per me va benissimo! – Jakotsu ridacchiò alle spalle di Suikotsu, facendolo trasalire.
Bankotsu semplicemente sospirò.
- Ops … ci stavamo dimenticando … - disse Ginkotsu – io non lo dico! -.
- Nemmeno io! – quasi urlò Kyokotsu,  misteriosamente agitato.
Lo sguardo di entrambi si posò su Mukotsu.
- E va bene…- sospirò il nanetto, rassegnato – Jakotsu … tu dormirai con le ragazze -.
- CHEEEE COOOOOSAAAAAA?! – il prevedibile e acutissimo grido da parte di Jakotsu fece sobbalzare tutti, fece indietreggiare i presentatori dalla paura e causò l’estinzione di alcuni poveri volatili.
- ehm … - Mukotsu deglutì affannosamente sotto lo sguardo assatanato di Jakotsu … altro che gli occhi rossi di Naraku!
- IO NON DORMO CON QUEGLI ESSERI INFERIORI DAI PALLONI SGONFI, CHIARO?! -.
- Cerca di capire … ci sono dieci cuccette per casetta: ci sono undici ragazzi e nove ragazze … da un lato manca un posto e dall’altro avanza …-.
- E perché devo andarci io?! -.
Miroku saltò su tutto eccitato: - Mi offro volontario a prendere il suo posto! -.
- MIROKU! –
SBAM!
Inutile specificare che cosa è successo.
- Ascoltatemi! – sbottò Mukotsu – Non mi va di essere denunciato per molestie sessuali, McLean si è lavato e si laverà le mani da qualsiasi responsabilità, pertanto sarei felice che nessuno venisse stuprato o morisse! Quindi Jakotsu con le femmine e Miroku con i maschi! -.
Il secondo sospirò, al contrario del primo che sbuffò pesantemente.
- Fidati – s’intromise acida Abi – la “gioia” è reciproca -.
- Sistemato il piccolo problema – continuò Mukotsu – buttate a caso i vostri bagagli, devo ancora mostrarvi qualcosa d’importante -.
I venti lanciarono contemporaneamente i loro bagagli.
- Ahio! – mugolò Akitoki per colpa di due valigie che gli erano cadute addosso.
- Ops, scusa, colpa mia! – si scusò mortificato Suikotsu, aiutando l’altro ragazzo ad alzarsi.
- Muovetevi! – intimò Kyokotsu.
Rin fece qualche passo indietro: non sarebbe stato difficile entrare in quella bocca …
- Guardate qui! – Mukotsu li condusse davanti a una cabina poco più in là e aprì la porta.
Era un luogo stretto, scuro e umido.
C’erano solo un piccolo sgabello, decine di giornalini hentai dalle pagine consumate e qualche mosca che volava pigramente.
- Questo è il Confessionale, dove racconterete i vostri pensieri! -.
 
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
Jakotsu sedeva corrucciato.
- È … è … scandaloso! IO costretto a dormire con QUELLE?! –
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
 
 
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
Suikotsu tremava.
- A essere sinceri, sono felice … almeno potrò dormire tranquillamente senza il timore di essere stuprato …-
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
 
 
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
Miroku leggeva i giornalini e ridacchiava.
- Eheheh … niente male … niente male davvero … -
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
 
 
- E laggiù ci sono i bagni in comune – continuò l’uomo dal volto di rospo – Koga, vuoi forse essere il primo a usufruire dei servizi? – chiese guardando divertito i suoi vestiti sporchi di vomito.
Koga sbuffò prima di sparire in bagno.
 
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
Koga sbraitava.
- Ma che schifo! Ad Ayame conviene proprio smetterla di starmi appiccicata come al suo solito, se proprio non vuole che io la ferisca una volta per tutte! -.
Si fermò un attimo a riflettere.
- Non la voglio far soffrire … però voglio solo un po’ di spazio! E quando capirà che per me c’è SEMPRE E SOLTANTO la mia dolce Kagome? -.
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
 
Il gruppo raggiunse una radura vicina alla spiaggia.
- E adesso?! – chiese Kikyo scocciata.
- E adesso sedetevi, bellezza! – le rispose Mukotsu con un sorriso che intendeva essere seducente.
C’erano dei ceppi di querce sparsi e capirono che quelle erano le “sedie”.
- Conoscete questo posto? – domandò il nanetto.
- Oh ma è il luogo dove si riuniva la squadra perdente nella prima stagione quando veniva buttato fuori l’eliminato della puntata! – esclamò allegra Rin, venendo zittita subito dopo dallo sguardo accigliato di Mukotsu.
- Guarda che non pretendevo nessuna risposta. E comunque, come stava dicendo la nostra Ching …-.
- … mi chiamo Rin …-.
- È uguale! Come diceva la nostra Rin, quando una squadra perderà la sfida del giorno voterà per l’eliminazione di un concorrente. Dopodiché  verrà in questo posto, dove noi annunceremo i risultati. Il concorrente più nominato ovviamente dovrà abbandonare l’isola. Per prima cosa toccherà il Death Note della Vergogna e lo Shinigami del Perdente lo porterà all’Isola dei Perdenti, dove attenderà fino alla sfida finale! -.
- Attendere? – chiese Renkotsu con un sorrisetto speranzoso.
- Speravo che lo notassi, mio caro Renkotsu! Esatto! I concorrenti eliminati saranno i giudici della sfida finale … insieme a tutti gli altri concorrenti della serie originale di Total Drama! Pertanto state attenti a come vi comportate, puntata per puntata, perché la decisione che determinerà il vincitore è nelle mani dei perdenti! -.
 
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
Naraku sbuffava.
- Questo è il colmo! Come si fa a eliminare qualcuno ed essere gentili al tempo stesso?! Questo proprio non lo capisco …-.
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
 
Ma qualcuno aveva un’altra domanda.
- Spiegami una cosa – s’intromise Byakuya – Perché invece di scegliere nomi come il Molo della Vergogna e la Barca del Perdente avete scelto Death Note e Shinigami? -.
- Semplicemente perché si accorda con il tema delle sfide di questa edizione! Indovinate qual è il tema? -.
Silenzio tombale.
- … Cadaveri? – chiese timidamente Akitoki, facendo scoppiare poi tutti a ridere.
- No, no e no! – sbuffò Mukotsu – Non ci arrivate proprio? Anime e manga, gente, anime e manga! -.
 
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
Sango guardava disgustata i giornalini sparsi nel Confessionale.
- Adesso capisco il perché di questi …-.
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
 
- Ogni sfida prenderà spunto da una famosa storia  anime/manga che ogni squadra dovrà affrontare! -.
- Quali squadre?! – sbottò Abi.
- Calma, adesso lo dico! – il conduttore estrasse un foglietto dal vestito – Allora … in ordine alfabetico … Prima squadra!
Abi, Akitoki, Ayame, Bankotsu, Byakuya, Inuyasha, Jakotsu, Kagome, Naraku e  Sango! Voi siete … i Funboy urlanti! -.
La rivelazione causò un’ondata di mormorii.
Subito Kagome guardò Kikyo con un sorrisetto pieno di perfidia, che l’altra ragazza preferì saggiamente ignorare.
Jakotsu invece si girò verso Suikotsu con aria dispiaciuta. L’altro semplicemente alzò le spalle e sorrise amichevolmente.
Sango e Miroku si scambiarono un breve sguardo carico di malinconia. Si sarebbero mancati a vicenda …
 
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
Ayame si strappava i capelli.
- No … io … io non sono nella squadra di Koga! – scoppiò a piangere.
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
 
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
Inuyasha rimuginava.
- E allora sono in squadra con Kagome e non con Kikyo … meglio così forse, di sicuro se entrambe fossero state nella stessa squadra … Brr, ho i brividi solo a pensarci! -.
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
 
- Basta perdere tempo! State zitti! Seconda squadra: Kagura, Kikyo, Koga, Miroku, Renkotsu, Rin, Sara, Sesshomaru, Suikotsu e Yura! Voi siete … gli Otaku Assassini! -.
 
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
Renkotsu rifletteva sulla situazione.
- È già tanto se sono capitato con una persona di cui posso fidarmi … anche se Suikotsu non può essere certamente definito una persona sana! -.
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
 
 
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
Koga esultava.
- Evviva! Quella stalker di Ayame non potrà rompermi i cocomeri! Anche se così sono lontano anche da Kagome …-.
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
 
- E adesso, vi prego di seguirmi in mensa, dove consumerete il primo pasto sull’isola – s’interruppe per ridacchiare, pensando forse di aver detto qualcosa di divertente – Dopo vi attende la prima sfida! Quindi vi conviene mangiare …- e ridacchiò ancora, in compagnia dei suoi complici.
Quelle risatine incuriosirono i concorrenti più svegli, come Renkotsu e Kikyo, mentre i più sciocchi, come Inuyasha, pensarono semplicemente che i tre fossero pazzi.
Quindi si alzarono tutti per seguire i presentatori.
- Aspetta un attimo, Oaniki – disse Jakotsu al suo capitano afferrandolo per una manica.
Il ragazzo con la treccia fece un cenno a Renkotsu e Suikotsu, rimasti fermi, come a dire “Andate avanti” e i due obbedirono.
Rimasero da soli.
- Cosa mi volevi dire prima? – chiese Jakotsu.
- Prima … dove? – aveva capito cosa intendesse ma …
- Sull’aereo. Avevi detto che è una questione di vita o di morte. Di che cosa si tratta? -.
- … ecco … - arrossì e non gli usciva più nessuna parola. Aspettava da tanto, troppo tempo quell’occasione e allora perché taceva?
- Andiamo, siamo amici, giusto? – gli appoggiò una mano sulla spalla - Migliori amici. Non ci sono segreti tra di noi, possiamo fidarci l’uno dell’altro, ricordi? -.
- Sì, ma … -.
- Oh su, ti comporti come se fossi il grande lupo cattivo che vuole mangiarti in un sol boccone. Mica mordo, sai? O almeno non morderei te! – aggiunse dopo un attimo ridendo.
- Beh … - Bankotsu torturava indeciso la fine della sua treccia. Doveva pur dire qualcosa, doveva, DOVEVA!
- Mi puoi dire come riesci …
 
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
Bankotsu inspirò forte prima di sparare tutto d’un fiato:
- Mi puoi dire come riesci a dare un senso anche alle mie giornate più grigie, a farmi battere il cuore anche se sei un ragazzo, a farmi ridere anche quando vorrei piangere, a farmi continuamente arrossire come nessuno ha mai fatto? -.
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
 
- Mi puoi dire come riesci …
- Sì …
- Mi puoi dire come riesci … a fare i panini con il prosciutto e la maionese?
- … con il pane, il prosciutto e la maionese …
- Aaaaaaaaaaaaaah …
 
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
Bankotsu si grattava la testa perplesso.
- Che strano! Volevo dire un’altra cosa! -.
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
 
- … tutto qui? – chiese Jakotsu dopo una pausa imbarazzante.
- Beh … sì. Che cosa ti aspettavi? – chiese così genuinamente da lasciare spiazzato l’altro.
- Nulla. Da te non mi aspetto mai nulla! – esclamò mentre tentava di scacciare lacrime di dolore e di rabbia – È confortante che in punto di morte il mio migliore amico mi voglia chiedere come si fanno dei cazzo di panini! -.
Lo scansò immediatamente e se ne andò a passo svelto senza lasciargli il tempo di replicare.
Lui davvero pensava … sperava in qualcos’altro.
“Che cosa ti aspettavi?” gli aveva chiesto.
 
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
Bankotsu si prendeva a schiaffi.
- Idiota, idiota, idiota! -.
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
 
 

L’angolino di Hana
 
(sospira sorseggiando del tè)
Credevate di esservi liberate di me, eh? E no. Aspettate altri dieci anni e forse mi sarò tolta dalle scatole.
Mi scuso per il “piccolissimo” ritardo di quasi tre settimane … ehm, tanto piccolo forse non è …
Ah, “Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz” è il suono dello schermo che si oscura quando appare e scompare il Confessionale, proprio non saprei scrivere esattamente il rumore di quel suono!
Quanto agli “Urlanti” e agli “Assassini” mi sono rifatta alle prime due stagioni del reality, idem per il Death Note della Vergogna e lo Shinigami del Perdente, tanto per continuare la tradizione.
Oddio … La storia è ancora così lunga … riuscirò a non deludere nessuno?
Renkotsu: Sì che le deluderai.
Hana: Mi segui anche qua adesso? o.O
Renkotsu: Ti seguirò sempre muahahah! :D
Hana: Grazie per l’incoraggiamento, Ren … Ah e voi non fate caso a lui, semplicemente ho bisogno di qualcuno che mi dia un calcio nel sedere di tanto in tanto …
Renkotsu: Ne hai bisogno davvero! E adesso quando aggiornerai?
Hana: Boh …
Renkotsu: Patetico! Chiedi subito pietà alle anime pie che leggono le tue schifezze!
Hana: Lo faccio, ma prima le ringrazio per aver letto fino a qua e spero tanto che commentino *.*
Renkotsu: Aspetta e spera …
Hana: Grazie, ti amo tanto!
Renkotsu: Anch’io, tesoro.
Hana & Ren: Vabbuò, ciao ciao ^^
 

 

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Capitolo 4
*** The mystery hunt - Part 1 ***


 

 The mystery hunt – Part 1
 
Nella mensa …
Kyokotsu distribuiva i pasti con un mestolo.
Yura fissò disgustata la poltiglia molliccia e bianca: - E noi dovremmo mangiare questa roba?
- Ma certo! – cinguettò il gigante mentre pulendosi un orecchio con l’indice, raccogliendo una gran quantità di cerume  - L’ho preparato io stesso con le mie manine!
La ragazza si tappò la bocca con una mano per non vomitare e andò a sedersi.
La sala era davvero grande, dalle pareti giallognole, riempita solo un bancone da cui Kyokotsu distribuiva i “pasti” (se così li vogliamo chiamare) e due lunghi tavoli, uno per squadra.
Invece i concorrenti si distribuirono in vari gruppetti sparsi e proprio uno di questi, un duo per la precisione, era preoccupato.
- Hai una vaga idea di cosa Jakotsu voleva dire al primo fratello, Suikotsu? – domandò Renkotsu accantonando disgustato il piatto.
- Non ho un’idea nitida al riguardo…- rispose il compagno seduto di fronte a lui, frugando nel suo piatto con un cucchiaio, come se si aspettasse di trovarci un topo - ma conoscendo il nostro Jakotsu è probabile che…
- Ho capito - lo interruppe l’altro ridacchiando nervosamente – allora fra poco troveremo Bankotsu con un’aria a dir poco furiosa.
Dalla parte opposta del tavolo Naraku sbirciava di tanto in tanto nella direzione del duo.
 
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
Naraku rimuginava.
- Non conosco gli esatti rapporti fra i membri della Shichinintai, ma per Mukotsu, Kyokotsu e Ginkotsu non è stato difficile staccarsi dai compagni… gli altri quattro possono essere pericolosi, soprattutto se rimangono uniti nonostante la divisione delle squadre… è meglio che mi do da fare per separarli definitivamente e iniziare a eliminarli uno a uno…- s’interruppe per dare sfogo a una risata malefica.
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
 
Proprio in quel momento Jakotsu varcò la soglia con passo determinato e la testa abbassata per nascondere il luccichio dei suoi occhi neri, seguito a pochi passi da Bankotsu che lo chiamava disperato.
Il che era l’esatta scena che si aspettavano Renkotsu e Suikotsu, ma a ruoli invertiti.
Il ragazzo castano si sedette vicino a Suikotsu: - E quello è il pranzo?! – chiese con voce rotta e isterica.
- Tanto nessuno sta mangiando questo schifo…- rispose Suikotsu, intimorito.
Intanto nell’altro tavolo …
Inuyasha si ingozzava: - Questo è vero nettare! Altro che la robaccia che prepari tu, Kagome!
- A CUCCIAAAAA!
Sango e Miroku scossero la testa, rassegnati.
Tornando ai quattro …
- Mi permetto di correggere: non sta mangiando nessuno sano di mente ...- commentò Renkotsu a bassa voce, facendo ridere Suikotsu mentre Jakotsu continuava a sembrare la maschera di dolore che si vede nelle insegne di teatro.
- Ragazzi – pigolò Jakotsu, intanto che Bankotsu si sedava di fianco a Renkotsu – che cosa mi direste in punto di morte?
- Eh? – il pelato e il moro si scambiarono una rapida occhiata confusa.
- Jakotsu…- esordì Bankotsu – per favore…
- Mi chiedereste forse come si fanno i panini? – continuò l’altro con voce acida.
- Che cosa stupida – commentò Renkotsu –perché dovremmo?
- Sarebbe più logico dire che ti vogliamo bene, no? – rincarò Suikotsu.
- Ecco, hai visto?! – guardò Bankotsu con disprezzo – almeno Suikotsu non è così idiota!
Il ragazzino assottigliò lo sguardo - Sì, ma Suikotsu non è il tuo migliore amico.
- Sì, ma Suikotsu potrebbe diventarlo.
 
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
Suikotsu era spaesato: - Aiuto, tutti qui mi tirano in causa… Ho fatto ancora qualcosa senza rendermene conto?
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
 
- Sì, ma tu hai frainteso! Permettimi di chiarire…
Si alzò in piedi - Non ho frainteso niente! Sei solo un ragazzino capriccioso, che crede di poter fare tutto quello che vuole fregandosene del parere degli altri, che si diverte a spezzare le vite e i sogni. Hai condotto la Shichinintai alla rovina per ben due volte, mi fai schifo! Sei il peggiore leader che abbia mai conosciuto, ancora non capisco come ho potuto trovarti l’unico degno di guidarci!
Hai dato retta a uno di cui non ti fidavi e nessun’altro ha mai visto, le nostre opinioni non ti interessavano, hai ascoltato solo il tuo desiderio. Per colpa tua abbiamo pagato tutti! Sei un verme, ecco che cosa sei.
Si levò in piedi anche Bankotsu, livido e tremante dalla rabbia. Ormai tutti ascoltavano solo loro due.
- E vuoi sapere che cosa sei tu?! Un pazzo, un malato di mente! Tu pensi di essere tanto generoso? Se un tuo compagno fosse in difficoltà non lo degneresti neanche di uno sguardo, vogliamo parlare  della puntata 116?
- Ah sì? – puntò con decisione le mani sui fianchi - Si può sapere che hai fatto tu dalla 102 alla 109 mentre noi combattevamo? Com’è che ti ci è voluta una settimana a raggiungere il castello se noialtri ci abbiamo messo massimo mezza giornata? E soprattutto, cosa diavolo stavi facendo di tanto importante nella 120 quando io venivo ammazzato? Inseguivi le farfalle? Guardavi le nuvolette? Ti masturb…
- NON OSARE PROVARE A FINIRE!
Si fissavano negli occhi, sprizzando scintille infuocate.
- Inuyasha – mormorò Kagome – secondo me dovresti intervenire prima che facciano una sciocchezza e … Inuyasha? – si girò a guardarlo.
Inuyasha, gambe sul tavolo e mani dietro la testa, mirava la scenetta divertito: - Wow, spero proprio che le telecamere non si perdano un solo istante!
Kagome cadde a gambe all’aria in perfetto stile manga e Miroku e Koga allungarono il collo per sbirciarle le mutandine.
Renkotsu e Suikotsu erano rossi dalla vergogna: come minimo avrebbero voluto ammazzare i loro compagni ed eseguire un lavaggio del cervello ai presenti e ai telespettatori per far dimenticare loro quella scenata.
Ma potevano solo cercare di salvare la dignità della Shichinintai… se esisteva ancora.
- Non posso credere che stiate discutendo per una cosa idiota come dei panini! – li rimproverò Renkotsu appoggiando le mani sulle spalle di Bankotsu – Dov’è finita la vostra dignità?
- Questo devi chiederlo al tizio dei panini alla maionese!
- Per l’ultima volta: tu hai frainteso!
- Suvvia, calmatevi…- ammonì Suikotsu abbracciando Jakotsu per la vita.
 
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
Naraku ghignava: - Forse sarà più facile di quanto pensassi… Muahahah!
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
 
- Adesso cerchiamo di calmarci – ordinò Renkotsu – Giusto, Bankotsu?
Il ragazzo dagli occhi blu si girò stringendo i pugni senza dire una parola.
- Giusto, Jakotsu?
Il ragazzo dagli occhi neri volse altrove lo sguardo incrociando le braccia.
- Wow – Mukotsu raggiunse il quartetto mostrando un sorriso sornione – Non è neanche iniziata la prima sfida e abbiamo già le prime scaramucce?
Tenetele anche per le prossime puntate! Adesso facciamo partire lo show, che ne dite?
- Finalmente! – Koga si alzò – Prima inizieremo, prima finiremo … e prima io vincerò la Sfera dei Quattro Spiriti!
Il presentatore sorrise ambiguo per l’ennesima volta.
- Se ne sei convinto tu, amico… Seguitemi! La prima prova vi attende!
I concorrenti si alzarono senza fiatare, colpa del cibo e della litigata, e seguirono il nano  fino a raggiungere nel bel mezzo di un praticello un campo. Linee di vernice bianca ne segnavano i confini e lo dividevano a metà.
L’ometto dal volto di rospo si schiarì la gola e con voce solenne disse: - La sfida del giorno si basa un cartone famosissimo, ne sono state create molte serie nonché giocattoli, figurine e soprattutto… videogiochi! Provate a indovinare!
Akitoki, visibilmente eccitato, aprì la bocca per dire qualcosa ma una sigla echeggiò nell’aria.
Ogni passo mi porterà
ancora un pò più in là
Giorno e notte
mi allenerò
ma non mi stancherò

 
Naraku si tappò le orecchie con un’aria visibilmente sofferente.
- Oh no! Un super cattivo come me non può ascoltare queste musichette per bambini che lodano i valori dell’amicizia e della vita! Qualcuno fermi questo strazio!
Ma la canzone, crudele e inarrestabile, continuò.

Girovagando per il mondo
la mia sfera lancerò
e tutti i Pokémon cosi'
catturerò!



Il volto si Sango s’illuminò – Mio fratello adorava quel cartone!
Miroku le si avvicinò con un sorrisetto da maniaco – Potrebbero adorarlo anche i nostri figli… - le palpò il sedere.
POW!
E Miroku si ritrovò ad avere l’impronta rossa di una mano in pieno viso.
 
Viva i Pokémon
tosti e prorompenti
tutti differenti
Gotta catch'em all
catch' catch' catch'
ogni Pokémon è il più scoppiettante
furbo e accattivante
viva i Pokémon

viva i Pok…
viva i Pok…
viva i Pok…
 
Naraku alzò le braccia al cielo: - Evviva! Si è rotto il disco!
- Non capisco! Perché non va?! – Jaken, nascosto dietro un albero, colpiva uno stereo con il suo bastone.
- JAKEEEEEEEN! – Rin corse verso il “qualunque cosa fosse” che seguiva ovunque Sesshomaru all’epoca delle riprese di “Inuyasha” e lo abbracciò talmente forte che rischiò di strangolarlo.
- A…iu…to…
Mukotsu sospirò rassegnato: - Lui dovrebbe essere l’assistente del suono, anche se…
- Va bene, proseguiamo o no?! – domandò scocciato Inuyasha, indifferente alla vista di Jaken che da verde era diventato bianco per mancanza di ossigeno.
Un muscolo si contrasse sulla fronte del presentatore, che tuttavia preferì ignorare il ragazzino per evitare di dire parole poco pulite.
Prese un bel respiro profondo prima di continuare.
- Come avete capito, la sfida è sui Pokemon, che immagino conosciate tutti -
mentre parlava Kyokotsu portava due grandi ceste, una piena di palline di gomma colorate e l’altra contenete spade di legno, e Ginkotsu ne porse a Mukotsu un’altra ancora con qualcosa di giallo dentro.
- Simulerete una battaglia fra allenatori e Pokemon, la squadra vincitrice otterrà un grande vantaggio per la sfida successiva! Mi piacerebbe farvi usare le vostre armi, ma se qualcuno ci rimettesse la pelle mi farebbero causa… pertanto...- mostrò il cestello rivelando il contenuto: … cerchietti con le orecchie di Pikachu?
- Otaku Assassini, voi sarete i Pokemon! Indossate questi cerchietti per differenziarvi dagli allenatori che dovranno catturarvi, i Funboy Urlanti! Le regole sono semplici: ovviamente gli “allenatori” non possono usufruire di vere pokeball, ma solo di palline di gomma con cui devono colpirvi. Se non colpiscono il bersaglio o la pallina sfugge di mano ancora prima di essere lanciata, sono squalificati dal gioco. I “Pokemon” possono difendersi solo con quelle spade di legno ma…dovranno aguzzare l’ingegno per usarle in modo indiretto! È vietato colpire gli avversari con le spade, chiaro? La battaglia finisce quando ogni allenatore ha perso la sua palla o quando ogni Pokemon è stato catturato!
- Tu questa la chiami una battaglia? – Sesshomaru era chiaramente accigliato – Pensavo che avremmo affrontato sfide serie!
Tutti ammutolirono per qualche secondo apparentemente interminabile dopodiché fu impossibile trattenere delle sane e grosse risate, che irritarono ancora di più il glaciale demone.
Persino Kikyo sembrava divertita.
- Sfide serie … in “A Tutto Reality”? Ahahahahahahah!
Mukotsu si asciugò una lacrima: - Troppo divertente! Ahahah! Amico, ma hai mai visto una puntata di “A Tutto Reality”?
Sesshomaru non rispose a quella domanda beffarda e retorica, ma girò i tacchi.
- In qualche modo tornerò a casa! Io non mi metterò in ridicolo davanti al mondo!
- Guarda che se abbandoni il gioco sei squalificato dal programma e la tua squadra sarà nei guai – lo istruì il presentatore con voce melliflua.
- Non mi interessa – ribatté l’altro.
- Ma interessa a noi! – sbottò Koga – Torna qui!
Subito Koga inseguì Sesshomaru mentre Kikyo scoccava una freccia dopo l’altra per bloccarlo. Ma il damerino   demone riusciva a evitare con grazia ogni colpo, saltellando qua e là a mo di grillo.
- Fermati, maledetto ghiacciolo! Non perderemo a causa tua!
Al che, Yura preferì giocare d’astuzia.
- Ehi Sesshy! Vuoi davvero lasciare Rin tutta inerme … facile preda di Suikotsu?
Quella frase riuscì ad arrestare il demone e a catturare la sua attenzione. Istintivamente cercò con lo sguardo la giovane: stava ancora strapazzando Jaken e non aveva sentito.
- Eh? – il suddetto Suikotsu era sconvolto – Io che c’entro?…
- Ma che ne sai tu? – Renkotsu non perse un secondo a difendere il suo compagno, piantandosi fra lui e Yura.
- Ho visto la puntata 116 – si pavoneggiò la donna – E dai, un po’ di sacrificio per la squadra non gli farà male…
- Il sacrificio no, ma Sesshomaru sì!
 
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
Sesshomaru s’immaginava la scena.
- Rin sgozzata dagli artigli di quel pazzo? – un lampo attraversò i suoi occhi dorati – Non sia mai!
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
 
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
Suikotsu ingoiò una pasticca.
- E che palle dai! Ce l’hanno tutti con me oggi! Di più che prendere le medicine che posso fare? Io sono una persona affidabile! - come fulminato da un fulmine, controllò la scatolina – Ma ho preso la mia medicina o una “caramella” di Mukotsu? – ci rifletté su - Mah!
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
 
- Possiamo iniziare? – chiese Mukotsu un po’ scocciato. Avrebbe preferito buttare fuori dal gioco Sesshomaru...
Il demone tornò allora dalla sua squadra, lanciando uno sguardo assassino a Suikotsu, che si fece piccolo piccolo.
- Che bello! – esultò Rin, mollando finalmente Jaken, che cadde a terra esanime – Si gioca!
Ad uno ad uno gli Otaku indossarono un cerchietto a orecchie di Pikachu e presero una spada di legno, mentre ogni Funboy afferrò una pallina.
Infine ciascuna squadra si sistemò in una metà del campo.
- Per caso volete combattere con l’accompagnamento musicale?
- Ti prego, no! – supplicò Naraku.
Mukotsu ghignò: - Bene, allora cominciate!
 
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
Kagome rimuginava
- Peccato che sia impossibile uccidere Kikyo con una pallina…magari le procurò un occhio nero!
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
 
Subito i Funboy si lanciarono all’attacco.
- MUORI, KIKYO! – urlò fieramente Kagome mentre correva.
- NON OGGI! – gridò di rimando l’altra e sventolò la spada come un ventaglio, sollevando la minigonna di Kagome, che perse la sua pallina.
Inuyasha, Koga e Akitoki si bloccarono imbambolati a guardarla, lasciando cadere le loro palline come in uno stato di trance.
- Non fermatevi! – Sango incoraggiò i suoi compagni.
Sara tremava come una foglia, reggendo insicura la sua spada.
“ Un bersaglio perfetto!” pensò Ayame, colpendola in piena fronte.
La ragazza castana rimase impietrita per qualche secondo, poi, vicina alle lacrime, scappò dal campo.
Ghignando per la figuraccia gratuita della rivale, Kagura ruotò velocemente la sua spada, in modo che la pallina che Naraku le aveva lanciato gli si conficcasse in un occhio e lo facesse cadere all’indietro, trascinando con sé Byakuya.
Intanto Sesshomaru spintonò Suikotsu, rendendolo un facile bersaglio.
- L’hai fatto apposta! - il ragazzo ringhiò, arrabbiandosi ancora di più per l’indifferenza che aveva accolto la sua espressione.
- Fermatevi, Suikotsu-sama – Kikyo afferrò Suikotsu per un braccio – E tu – guardò minacciosa Sesshomaru – guarda che questa me la segno!
Nel frattempo Jakotsu era riuscito ad avvicinarsi ai due che avevano abbassato la guardia. Era però incerto: chi se ne importa di Kikyo, non l’aveva mai sopportata, ma Suikotsu era un suo amico…
- Sbrigati, Jakotsu! – Bankotsu lo sgridò.
L’altro si girò, stizzito: - Mi lasci in pace?!
- Ehm…vi prego di scusarmi – prendendo esempio da Kagura, Renkotsu ruotò la spada mentre Bankotsu lanciava la sua palla.
Gliela buttò in faccia e Bankotsu cadde addosso a Jakotsu, Abi e Sango, che lasciarono istintivamente cadere le ultime munizioni dei Funboy Urlanti.
 
 
- STOP! – gridò Mukotsu – I Funboy hanno perso! La vittoria va agli Otaku Assassini! Ragazzi … solo una cattura? Il mestiere degli allenatori non fa per voi!
Sara avvampò dalla vergogna: era l’unica stata colpita…
Yura le appoggiò una mano sulla spalla: - Bah era un gioco stupido, tranquilla…
 
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
Renkotsu annuiva con aria solenne.
- Non prendete il mio come un atto di tradimento, per carità… In guerra bisogna separare l’amicizia e l’amore dal dovere, no?
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
 
Mukotsu continuò: - Questo è il vantaggio che servirà agli Otaku nella prossima prova!
Porse al gruppo un pezzo di carta.
Koga si fece avanti e lo afferrò: - Una mappa? A cosa ci serve?
- Adesso ve lo spiego, voi ora…
- Ehi, sono riuscito ad aggiustare lo stereo! – Jaken corse esultante verso di loro – Adesso va benissimo!
Every night in my dreams I see you,
I feel you,
that is how I know you go on...


Tutte le ragazze (e Akitoki) si commossero: - Quello sì che era un bel film…
Naraku si accasciò a terra tappandosi le orecchie: - NOOOOO! Di male in peggio!
Mukotsu si avvicinò quanto più possibile a un cameraman, ottenendo un primo piano: - Gli Otaku Assassini riusciranno a mantenere il loro vantaggio? Jakotsu ammazzerà Bankotsu? Lo stereo continuerà a funzionare? Naraku sopravvivrà alla musica? Io posso essere più figo di così? Per scoprirlo rimanete sintonizzati su … A Tutto … Reality … Inuyasha!
 
 

 Questo capitolo è stato ispirato dal capitolo 16 di A tutto reality: Fantasy di Il Saggio Trent. L’autore è stato così gentile da permettermi di modificarlo e tenerlo e lo ringrazio tantissimo.


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Capitolo 5
*** The mystery hunt - Part 2 ***


  

The mystery hunt – Part 2

 
- Scusa, amico, dobbiamo davvero entrare qui dentro?
Koga non sembrava particolarmente contento di entrare in un’umida, buia, misteriosa grotta.
Dopo la prima, vittoriosa per gli Otaku e frustante per i Funboy, sfida nella radura, ora Mukotsu aveva guidato i venti fino alla spiaggia dell’isola.
Sulla base di una gigantesca rupe, due enormi grotte attiravano l’attenzione.
- Non dovete solo entrare – rispose il cinico conduttore – dovete percorrere il labirinto, come nei videogiochi dei Pokemon, i “Mistery Dungeon”. Gli Otaku prenderanno l’entrata di destra, i Funbly quella di sinistra. Le strade sono diverse ma portano alla stessa destinazione. Vince la squadra che arriva prima.
Koga ringhiò.
- Sei pazzo? Come facciamo ad attraversare un labirinto?
Renkotsu roteò gli occhi: - Ci hanno premiato con una mappa apposta per questo…
- Oh…- il demone lupo fissò imbarazzato la mappa che stringeva ancora fra le mani.
 
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
Renkotsu teneva gli occhi chiusi e si massaggiava lentamente le tempie.
- Sono circondato da idioti…
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
 
- Ehi – saltò su Inuyasha – stai dicendo che noi invece dobbiamo camminare alla cieca?!
- Sì, perché? – Mukotsu sorrise come se niente fosse – C’è qualche problema? Io vado a fare un tuffo nella mia piscina privata, voi prendetevela pure comoda – e si avviò lasciandoli soli e sconcertati.
- Inutile discutere – sbottò Abi, dura come sempre – Muoviamoci e basta!
Avanzò di qualche passo poi si girò per notare che il suo gruppo era rimasto impalato.
Si lasciò sfuggire un verso di stizza.
- Forza!
Nel frattempo gli Otaku Assassini entrarono nella grotta.
- Noi abbiamo la mappa -  gongolò Kagura salutando la squadra avversaria con un sorriso affilato come una lama – Bye bye!
- E noi? – gemette Kagome quando gli Otaku erano spariti dalla loro vista.
- Coraggio! Seguite me! – incitò Ayame varcando per prima l’entrata misteriosa.
Il primo a seguirla nell’oscurità fu Jakotsu che, sbuffando a braccia incrociate, non si trattenne comunque dal borbottare seccamente.
- Wow, seguire una donna nella morte certa: ora sì che mi sento vivo e realizzato.
I prossimi ad avanzare furono Sango e Abi: nelle vene di Ayame scorreva sangue di lupo, quindi doveva sapere che cosa stava facendo…
Inuyasha sbuffò con un – Oh, al diavolo! – prima di seguire con il resto del gruppo la lupacchiotta dalla folta chioma rossa.
 
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
Mukotsu si limava le unghie tranquillamente.
- Ops! Ho scordato di dire che i “Mystery Dungeon” sono pieni di trappole, ma credo che lo scopriranno da soli…
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
 
Gli Otaku Assassini si erano arrestati al primo bivio.
- Tengo io la mappa! -  strepitò Koga – Sono il capo della tribù Yoro e saprei perfettamente orientarmi anche senza!
- Tu? – ribatté freddamente Sesshomaru – Ma fammi il favore. Dà quella mappa a un vero leader!
- Chi importa chi la tiene? – intervenne Suikotsu, esasperato – Si tratta solo di una mappa, chiunque la può leggere! Andiamo avanti e concentriamoci sulla sfida!
Immediatamente due demoni lo fissarono irati.
Renkotsu trascinò più indietro l’amico per un braccio.
- Amico, quella è gentaglia. Pensano unicamente ai loro interessi e non sono abituati a lavorare in gruppo e fare gioco di squadra come noi. Per loro non vale la pena di sprecare parole argute e cortesi. Non cercarti i guai con il lanternino. Chi si fa i fatti suoi campa cent’anni. Se non capiranno il peso dei loro errori prima o poi ne pagheranno le conseguenze, ma non sono affari nostri.
Koga ruggì: - A chi hai dato della gentaglia?!
Sesshomaru assottigliò pericolosamente lo sguardo.
Senza perdere tempo, Miroku si frappose fra i due demoni e i due umani.
- Sentite, detesto dover difendere proprio quei due, eppure lo sclerotico con due cervelli e il piromane pelato hanno ragione. Non si combina niente litigando.
Kagura e Sara annuirono sollevate: era esattamente quello che pensavano, ma avevano timore di sgridare Sesshomaru…
- Se perdiamo la sfida per colpa vostra, sarà uno di voi due ad andarsene – disse impassibile Kikyo – Koga, visto che tu dici di avere questo fantomatico sangue di lupo, tieni la mappa, basta che te ne prendi cura. E tu non fiatare! – aggiunse rapidamente fissando minacciosa Sesshomaru.
Ce l’aveva ancora con lui per aver spinto Suikotsu nella prima sfida…
Aveva già decido nel suo intimo che si sarebbe impegnata per buttare fuori dal gioco  il glaciale principe dei demoni.
- Mi sa che ti preoccupi troppo – ribatté Koga – credi che quelli là possano superarci senza una mappa?
- Conosco bene Kagome e Inuyasha – rispose la sacerdotessa rabbuiandosi – so che non si arrenderanno mai.
 
- Io mi arrendo! – Kagome si sedette su un masso, piangendo disperata.
- Evvai, ci mancavano solo le lacrime di Miss Melodramma – sbuffò Jakotsu, che non ne poteva più.
Primo, doveva sopportare la vicinanza di quell’essere che in punto di morte gli voleva chiedere una ricetta culinaria.
Secondo, i suoi unici veri amici Suikotsu e Renkotsu erano nella squadra avversaria.
Terzo, stava seguendo una donna.
Quarto, doveva pure subirsi le lagne di quell’irritante mocciosa ruba-ragazzi!
 
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
Ayame sembrava scioccata.
- L’atteggiamento di Kagome mi ha sorpreso in negativo! Sarebbe questa la ragazza che piace tanto al mio Koga?!
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
 
- Ehi – sospirò Ayame – Alzati. Io sono una donna-lupo e so come comportarmi in ambienti sconosciuti. Smettila di piangere!
- Puoi davvero guidarci? – le chiese Sango, incuriosita.
La rossa annuì: - Certo, ma dovete seguire tre regole d’oro.
Tutti la fissarono con interesse.
La ragazza riprese: - Regola numero uno, formate un gruppo compatto, un bel branco unito. Guai a voi se vi allontanate! Regola numero due, seguite me, il capo-branco. E ultima regola, ma non meno importante…
Fece una pausa, creando un’atmosfera gravida di suspense.
- Chi è solito fare puzzette chiude la fila.
- Oh…- Akitoki sospirò rassegnato, sistemandosi in coda al gruppo.
 
- Cavolo, camminiamo da due ore e non si vede ancora niente – borbottò Yura - Ehi, lupo, sicuro di saperci guidare?
Koga si fermò e si girò per squadrare la sua squadra: - Credi che qualcun altro saprebbe farlo meglio?! Per queste situazioni occorrono muscoli forti e una mente allenata, ci vogliono coordinazione, attenzione, intelligenza… Ma che avete?
Notò che tutti, tranne il signor-io-sono-il-principe-dei-demoni, erano pallidi e tremanti e indicavano un punto alle spalle di Koga.
- D…D…D….
- Ah! Ho capito volete mettermi alla prova! Vediamo… Dondolo! Dente! Dolciume!
- D…D…D….
- Dinosauro! Diga! Domani! D…
Sentì una mano picchiettargli sulla spalla.
La scacciò infastidito.
- Che vuoi, demone? Non vedi che sono impegnato in una sciarada?!
Renkotsu batté una mano sulla fronte: - Vita, perché mi odi così tanto?
- ROAAAAR! – una mostruosa fata-unicorno blu emise un ruggito tanto potente che la caverna rimbombò.
- CORRETE! – ordinò Kikyo.
- È necessario affrontarlo – disse senza paura Sesshomaru.
- Concordo! – disse Koga.
- Ma muovetevi, cretini! – Kikyo e Yura afferrarono i due per i capelli, trascinandoli nella folle corsa di gruppo.
 
 
Akitoki fischiettava innocentemente: - La libertà … è un’avventura che non finisce mai … e la vivrai con ogni Pokemon che acchiapperai… - un’occhiata assassina di Naraku bloccò la voce in gola al ragazzino.
Ayame si arrestò improvvisamente: - Fermatevi.
Inuyasha e Kagome la superarono solo di qualche passo e…
CLICK!
Un’ondata di fanghiglia viola li investì in pieno e per evitarla gli altri dovettero saltare via… gli altri tranne due.
Bankotsu aveva alzato la Banryu per proteggere se stesso e Jakotsu.
Il capo della Shichinintai sorrise all’altro ragazzo, che invece non lo degnò di uno sguardo e andò avanti per la sua strada.
Il sorriso di Bankotsu si spense.
- Che schifo…- gemette Kagome, cercando di togliersi quella robaccia dai capelli.
- La riconosco! – esultò Akitoki (che c’era da esultare lo sapeva solo lui) – fissando la poltiglia viola appiccicata sul terreno – Questo è uno dei trabocchetti che si possono innescare nei labirinti del “Mystery Dungeon”!
- Ci mancavano pure gli ostacoli…-  dissero Byakuya e Abi all’unisono e subito la donna guardò altrove, imbarazzata.
Byakuya strabuzzò gli occhi: impressione sua o lei era arrossita?
- Sto cercando di farmi perdonare – diceva intanto Bankotsu al castano che gli stava davanti – ma tu non hai intenzione di apprezzare i miei sforzi, vero?
Improvvisamente Jakotsu si fermò, fissando un punto davanti a sé e Bankotsu sbatté contro la sua schiena.
- Beh?
- Chi sono? – chiese l’altro
- Come chi sei? Sei posseduto da un’ispirazione filosofica? Che domande! Sei Jakotsu!
- Pirla! Voglio dire “chi sono loro?”.
Il ragazzo con la treccia aguzzò la vista.
Effettivamente c’erano poco più in là due figure coperte da mantelli nere.
Sembrava quasi che attendessero proprio loro.
- Preparatevi a passare dei guai!
- Dei guai molto grossi!
- Proteggeremo il mondo dalla devastazione!
- Uniremo tutti i popoli nella nostra nazione!
- Denunceremo i mali della verità e dell’amore!
- E stenderemo il nostro potere fino alle stelle!
Gettarono a terra i mantelli, rivelando i loro volti.
- Hiten!
- Manten!
- Team Fratelli del Fulmine! Pronti a partire alla velocità della luce!
- Arrendetevi subito o preparatevi a combattere e soffrire!
Avanzò fra i due Totosai con triplo salto acrobatico: - Proprio cos…ohi, la mia schiena!
Sulle teste dei dieci ragazzi pendeva un gocciolone gigantesco…
- Ehm bene! – Totosai fece del suo meglio per rizzarsi in piedi - Myoga! Scelgo te!
- Eeheheh eccomi! – Myoga apparve sulla testa del vecchio – Tremate! Siete senza scampo!
Erano davvero convinti di incutere timore, a parte che nessuno era spaventato, ma non avevano fatto i conti con l’ira di Jakotsu.
Il giovane si era garbatamente rotto gli schnitzel già da un pò, quindi prese il quartetto a calci e pugni per sfogarsi e infine sfoderò uno di quei tiri micidiali nello stile dei calciatori di “Holly e Benji”, bucando il soffitto del labirinto e spedendoli in orbita.
- ANCHE STAVOLTA  PARTIAMO ALLA VELOCITÀ DELLA LUUUUCEEEEE!
Jakotsu si stiracchiò, finalmente rilassato, e si volse verso la squadra con un gran sorriso.
- Aaaah! Ayame, ti muovi?
- S-sì, arrivo subito! – mormorò la diretta interessata, riprendendo la sua posizione in testa.
Tutti rabbrividirono e proseguirono il cammino senza una parola.
 
Yura borbottava fra sé e sé parole incomprensibili, ma sicuramente poco amorevoli.
- Ho già detto che mi dispiace! – Koga sbuffò – Dai, in fondo non è una tragedia!
- Hai fatto cadere la mappa e l’hai persa…- notò Sara.
Lui la squadrò: -Tu hai forse fatto qualcosa? Nella prima sfida sei stata l’unica a perdere!
- Almeno non è stupida come te…- sbraitò Yura.
- Le tue lamentele non portano da nessuna parte – s’intromise acido Renkotsu – quindi calma il tuo corpo pieno di silicone prima di sgonfiarti.
- Silicone? Silicone?! SILICONE?! Bello, questa – indicò le sue curve – è tutta roba vera!
- Renkotsu, ti presento Yura. Yura, ti presento Renkotsu – mormorò Suikotsu con un sospiro.
- Sembra l’inizio di una grande amicizia – ironizzò Kikyo.
Rin sembrava non aver colto il sarcasmo di quelle parole perché tutta raggiante abbracciò il calvo e l’aspirante parrucchiera.
- Awwwww! Come in tutte le storie d’amore da cinema! Prima l’incontro-scontro, poi l’amicizia e infine l’amore! It’s soooo romantic!
I due sbiancarono: - A-a-a-amore?!
- Shh! – li zittì Kagura – vedo una luce!
A quelle parole venti piedi corsero freneticamente, uscendo finalmente dal labirinto e ritrovandosi di fronte il castello di Mukotsu, Kyokotsu e Ginkotsu.
Koga s’inginocchiò sull’erba fresca e alzò le braccia al cielo: - E luce fu!
Kikyo stava per dire qualcosa al demone-lupo, ma fu interrotta dall’arrivo del nano dal volto di rospo.
Il presentatore venne loro incontro con addosso solo un asciugamano intorno alla vita, infradito ai piedi e un cocktail in mano.
- Ah! Finalmente siete arrivati!
- Finalmente? – ripeté Yura.
Come in risposta, sbucarono fuori i Funboy, sogghignanti… a parte Bankotsu e Jakotsu, che, poco più in là, si stavano occupando di altre deliziose occupazioni, come insultarsi e tirarsi i capelli.
- P-E-R-S-O – scandì una gongolante Kagome.
- Ma come…ma come…- Koga era incredulo.
- Sangue di lupo! – si pavoneggiò Ayame, lisciandosi i capelli.
- Ma lei era senza mappa e io che ce l’avevo non ho…non ho…
Mukotsu gioì interiormente dello stupore di Koga: quasi gli dispiaceva dover interrompere quella piacevole scenetta e chi era lui per impedire al mondo di godersela?
Ma ahimè, il dovere chiamava, purtroppo.
Stava per parlare ma fu preceduto da una voce femminile in lontananza.
- Ehi, missione compiuta, capo!
Gli Otaku si girarono e videro il mostro del labirinto che volava verso di loro.
Sara cadde svenuta per terra.
- Ottimo lavoro, Priscilla! – disse il presentatore alla cosiddetta Unicorno – Puoi anche tornare a casa adesso!
- Tornerò da Easley! – esultò il mostro spiccando il volo.
- Ok, Otaku! – disse infine Mukotsu prima che qualcuno potesse riprendersi – Come avete potuto immaginare, avete perso la sfida! Questo significa che le chiappe di qualcuno stanno per volare fino alla Spiaggia dei Perdenti! Ci vediamo stasera alla cerimonia del falò! – e tornò alla sua piscina con l’espressione più felice e rilassata che i concorrenti avessero mai visto.
 
 
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
Kagura tentava di celare la sua rabbia coprendosi con il ventaglio.
- Abbiamo perso per colpa di un cucciolo che si crede un capo-branco! – chiuse il suo ventaglio con un gesto secco – Pazienza, so già chi voterò!
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
 
 
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
Yura sfogliava una rivista con aria annoiata.
- Il lato positivo è che quasi tutti mi stanno antipatici quindi non è una tragedia eliminare qualcuno! Per me possono votare chiunque tranne Sara.
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
 
 
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
Miroku leggeva uno yuri.
- No, Hikari! Come fai a non capire che Yaya ti sbava dietro?!
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
 
Quella sera i dieci, che presto sarebbero stati nove, Otaku Assassini sedevano mesti sui ceppi dei tronchi, concentrando i loro sguardi sul piccolo fuoco acceso o sulle stelle del cielo.
Che vergogna! Perdere già alla prima sfida!
- Ehi! Ma che facce scure! – esclamò Mukotsu - Vi è morto forse il gatto? Ahahahahahah!
Nessuno rise e una balla di fieno rotolò pigramente nel prato.
La risata di Mukotsu si spense di botto, poi il presentatore si schiarì la gola, assumendo una strana aria solenne.
- Questa è la famosissima cerimonia del falò, che…
- Sì, sì, la conosciamo la storia! – lo interruppe Yura sbuffando – Non puoi andare subito al dunque?
Il nano la guardò di traverso: - Zitta! Il pubblico adora la suspense! Oh ma ormai è già rovinata, maledetti giovani… Ora io vi chiamerò per nome e vi consegnerò uno di questi – mostrò loro una cesta colma di biscotti a forma del volto di Inuyasha –Chi non riceverà il biscotto toccherà il Death Note della Vergogna – indicò una teca di cristallo dietro di lui – e volerà con lo Shinigami del Perdente via per sempre dall’isola! I fortunati che rimarranno sull’isola sono… – e prese a lanciar biscotti -  Kagura! Miroku! Sesshomaru! Yura! Kikyo! Suikotsu! Renkotsu! Ching!
- Rin! – protestò la ragazzina.
Gli ultimi due rimasti, Koga e Sara, si scambiarono un’occhiata allarmata.
- Due concorrenti, un solo biscotto…- iniziò a cantilenare il presentatore – Koga, la tua squadra non ha apprezzato le tue arie sussiegose  che l’ha portata alla sconfitta… - il diretto interessato abbassò la testa - e Sara… sei un tantino fragile e imbranata!
La ragazza si lasciò sfuggire uno struggente gemito.
- L’ultimo biscotto va a.. Koga!
Il demone afferrò il suo biscotto con espressione raggiante prima di fissare l’altra con un piccolo ghigno.
- Che cosa?! – Yura si alzò in piedi – Non può essere vero!
- Che tu ci creda o no non ha importanza – rispose l’ometto stringendosi nelle spalle – Questi sono i voti.
Sara abbracciò l’amica: - Fa niente – mormorò con la sua vocina flebile – l’hai detto tu che questo gioco è stupido.
- Addio Sarina! – la salutò Kagura con tanta falsa gentilezza che la mora preferì guardare altrove per non insultarla.
Senza guardare nessuno avanzò fino alla teca e la sollevò con decisione, ma quando toccò il Death Note cacciò uno strillo acuto mentre un essere invisibile la trascinava via.
I presenti erano ammutoliti.
Mukotsu sorrise mellifluo: - Spero che abbiate visto bene la scena visto che è così che ve ne andrete tutti!
- Tutti tranne uno – precisò Sesshomaru – cioè io.
Renkotsu alzò gli occhi al cielo: - Molto interessante, possiamo andare a dormire adesso?!
Il piccolo conduttore annuì: - Perché no? Anzi, vi conviene proprio!
Nessuno volle approfondire la questione e pian piano ogni concorrente si alzò per dirigersi nelle baracche.
 
- Non mi interessa se ti spogli davanti a me!
Lasciato Bankotsu, ora Jakotsu stava discutendo con Kagome nella casetta delle ragazze, ma in realtà aveva cominciato lei ad attaccar briga.
Per la ragazza non poteva esistere né in cielo né in terra di spogliarsi davanti a un ragazzo quindi gli aveva chiesto di uscire fuori per permettere alle femmine di indossare il pigiama tranquillamente.
- Puoi almeno capire il mio punto di vista?
Kagome cercava di sembrare calma eppure qualcuno avrebbe giurato di vedere del fumo nero uscire dalle sue orecchie.
- Tu allora sei disposto a spogliarti davanti a noi? – continuò.
In effetti Jakotsu ci rimase un po’ di sasso e dovette riflettere qualche secondo prima di rispondere per le rime.
- Tu capisci il mio punto di vista invece? Quanto credi che di voi mi possa interessare? Zero, cioè pari alla percentuale dell’attrazione che potrei scatenare io in voi se mi spogliassi. Mi rifiuto di uscire fuori a farmi divorare dalle zanzare per assecondare i tuoi comodi. Io là fuori non esco, punto e basta.
La ragazza borbottò qualcosa di intellegibile mentre si rifugiò nell’angolo più remoto della baracca per spogliarsi.
Proprio in quel momento le ragazze della squadra avversaria entrarono, tutte scocciate, a eccezione di Rin, che canticchiava allegramente.
- E Sara? – mormorò Abi quando si ritrovò davanti Yura con il capo chino, anche se aveva già intuito che era stata eliminata.
L’amica alzò lo sguardo da terra e tanto bastò ad Abi per non fare più domande.
Le diede una semplice pacca sulla spalla e andò a letto.
“Bene, una in meno” pensò annoiato Jakotsu intanto che si coricava nella cuccetta più alta, senza curarsi di chi avrebbe dormito sotto.
Quei tre presentatori da strapazzo gliel’avrebbero pagata per averlo messo a dormire fra le femmine!
Quello era stato il giorno più brutto della sua vita, persino peggiore di quello in cui, nel giro di poche ore, Suikotsu aveva supplicato una sconosciuta di ucciderlo, Bankotsu l’aveva mandato da solo sull’Hakurei e Renkotsu l’aveva tradito.
Sembrava che tutte le persone a cui si affezionava volessero fuggire da lui.
Eppure quel giorno era stato anche peggiore perché aveva osato riaffiorare dopo tanto tempo la speranza per qualcosa che non sarebbe mai nato.
Serrò gli occhi contro la sua stessa volontà per cercare di non pensarci più e addormentarsi.
Un po’ difficile però, dato che Kagome russava forte.
 
 

L’angolino di Hana
 
Sara è la prima eliminata, ma che nessuno si scordi dei perdenti… a volte ritornano.
Piccola nota: Priscilla ed Easley sono personaggi di Claymore (lei è un mostro odioso e lui il suo innamorato, mostro anche lui però più simpatico) e lo yuri che Miroku legge nel Confessionale è Strawberry Panic.
Il titolo del capitolo è un riferimento al cartone dei Pokemon a cui si ispirano le sfide affrontate: “mistery” dal videogioco “Mistery Dungeon” e “hunt” ovvero “caccia” (riferimento agli allenatori che catturano i Pokemon).
Quindi “La caccia misteriosa” (i poveretti devono seguire tutti gli stupidi ordini di Mukotsu alla lettera e gironzolare in quel labirinto senza motivo)
Scusate i miei ritardi, è che io e l’ispirazione non siamo grandi amiche, ma cercherò di aggiornare il prima possibile.
Renkotsu: Hai scritto le note senza sclerare! *-*
Hana: Lo so, faccio progressi u.u
Saluti a tutti,
Hana

 

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Capitolo 6
*** Mortaball - Part 1 ***


  

Mortaball – Part 1
 

 
Non era possibile.
No, no e poi no!
Mai, neanche sottotortura, neanche fra un milione di anni.
Lei non poteva collaborare con lui, quella specie di uomo di Neanderthal sopravvissuto in qualche modo ai millenni d’evoluzione, quel delinquente, quell’orco chiodato, quel… traditore.
Si morse il labbro inferiore sforzandosi di non piangere.
Lei non poteva piangere, non doveva assolutamente.
Piangere sarebbe stato come una vittoria per loro.
Insomma, era una CIT, una leader nata!
Respirò a fondo, prima di sibilare con calma omicida:
- Stai scherzando?
La fonte principale di tutti i suoi problemi, la causa di tutto, quel dannato, bastardo, cinico, crudele, perverso, egoista, narcisista, psicopatico di Chris McLean sorrise: - No, perché? Abbiamo deciso che farai una comparsa nella nuova serie con Duncan… Courtney.
 
Mukotsu picchiettava sullo schermo della telecamera.
- Ma è accesa o no ‘sta roba?
- Ehm…signore, siamo in onda! – sussurrò il cameraman.
- D’oh! – il nano si ricompose, mostrando un sorriso smagliante (se i suoi ghigni si possono considerare tali) – Nell’ultima puntata di “A tutto reality: Inuyasha!”: venti campeggiatori sono arrivati sull’isola per tentare di accalappiare la Sfera dei Quattro Spiriti. Subito gli Otaku si sono dimostrati dei Pokemon poco mansueti disarmando l’intera squadra dei Funboy, che comunque si è riscattata nella sfida nel labirinto, grazie ad Ayame, che ha completamene  smerd… fatto sfigurare il suo Koga.
E così la prima a spiccare il volo è stata Sara.
Chi sarà l’eliminato di oggi?
Se volete scoprirlo non vi resta che guardare il secondo episodio di A tutto… Reality…Inuyasha!
 
 
Rin scostò il piatto, disgustata.
- Io non mangio…
- Provaci almeno – sospirò Kikyo di fianco a lei – Come puoi pretendere di essere in forze?
La colazione sicuramente non rispettava gli usuali canoni di un pasto mattutino: era riso incollato da una gelatina rosa che sembrava marmellata.
Nonostante non fosse un piatto comune sembrava comunque commestibile… ma quando grumi di marmellata iniziarono ad animarsi, molti rinunciarono a mangiare per la seconda volta.
- Tu non ordini a Rin come comportarsi – disse gelidamente Sesshomaru.
La ragazzina s’illuminò.
- Davvero posso non mangiare questa roba? Oh grazie, grazie, signor Sesshomaru!
- Gran bel padre – commentò la sacerdotessa – La fa crescere viziata…
- Perché bacchetti le persone sbagliate? – domandò lui.
- Che vuoi dire?
- Quei due – indicò con un cenno del capo Renkotsu e Suikotsu, seduti più in là – stanno mangiando con i nostri nemici.
- Nemici un corno – replicò Kikyo – parlano con i loro compagni di sempre, anche Miroku è di fianco a Sango e Yura è con Abi.
Detto ciò, lanciò uno sguardo sfuggente all’altro tavolo.
Miroku non stava palpeggiando in alcun modo Sango, stranamente parlava e basta.
Incredibili gli effetti della lontananza…
E Yura … sembrava scocciata e basta.
Sesshomaru continuò a parlare come se l’altra non avesse detto niente.
- La Shichinintai è pericolosa.
- Fammi capire: hai paura di due mocciosi litiganti, un uomo burbero e un angel… un ragazzo così tranquillo? Davvero coraggioso il grande Sesshomaru.
Il principe dei demoni rinunciò alla conversazione tornando a mangiare (fortunatamente non rischiava di morire avvelenato).
Stava indirettamente proponendo un’alleanza alla sacerdotessa e lei aveva rifiutato… peggio per lei. Pensava semplicemente che fosse meglio averla dalla sua parte che contro, non gli importava più di tanto.
L’unica cosa che gli sembrava strana era che la sacerdotessa difendesse la Shichinintai… ed era insensato.
 
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
Kikyo era nervosa
- Probabilmente Sesshomaru si è rincitrullito o qualcosa di simile. Vuole eliminare la Shichinintai solo perché è irato con Suikotsu-sama, senza capire che l’unico nemico è…
S’incupì di colpo.
- … Naraku
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
 
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
Naraku si sfregava le mani.
- È arrivata l’ora di sondare il terreno…
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
 
- Sei stato chiuso nei bagni dei ragazzi per mezz’ora, Jakotsu – si lagnò Bankotsu, seduto di fianco a Renkotsu come ieri.
 - Sai, è inutile che cerchi di abbellirti, tanto nessuno ti guarda. Me la stavo facendo sotto per colpa tua.
- Potevi fare come i boscaioli e farla fra i cespugli – ribatté l’altro, di fronte a lui – e ci tengo a ricordarti che tu ogni mattina ti chiudi nel bagno un’ora per rifarti la treccia. Taglia un po’ quei capelli, hai una pettinatura ridicola… Raperonzolo.
Immediatamente Renkotsu fece cadere il cucchiaio per terra, coprendosi la bocca con una mano.
Suikotsu gli lanciò un’occhiata ammonitrice quando si accorse che l’amico stava tentando di nascondere un attacco di ridarella.
- Che c’è? – il calvo si difese – Questa era carina! Raperonz… - scoppiò di nuovo a ridere.
Suikotsu scosse la testa. Assurdo. Rapenzolo. S’immaginò contrò la sua volontà Bankotsu su una torre, vestito da principessa, che calava la treccia… Oddio.
Contagiato da Renkotsu, il moro si coprì il volto con le mani, non riuscendo a frenare le risate.
Jakotsu sorrise compiaciuto mentre girò la testa dall’altra parte.
- E basta! – gridò Bankotsu, rosso in viso.
Al tavolo dei Funboy Urlanti, Kagome alzò gli occhi dal piatto, notando un certo brusio provenire dalla Shichinintai.
- Ehi, Inuyasha, ma che stanno fac… Inuyasha!
- Eh?
Il mezzo demone, gli occhi soffermi sulla figura di Kikyo, sobbalzò improvvisamente e si girò vero la ragazza.
- Che vuoi, ragazzina?!
Chiese rudemente.
Kagome sbuffò.
- La ragazzina stava parlando con te. Che cosa, o chi, guardavi?
Il ragazzo esitò un attimo: - Niente e nessuno. Riflettevo.
- Tu rifletti? Sul serio?
- Non iniziamo con le prese per il culo già dalla mattina!
- Ma che ho detto?
- Niente di che. Sei stupida – borbottò.
- A CUC…
- Salve popolo manganioso! – esordì Mukotsu entrando nella sala da pranzo.
Inuyasha benedì mentalmente il presentatore per la prima e ultima volta.
- Noto una certa allegria! – continuò il nano, vedendo i volti sorridenti e arrossati di Suikotsu e Renkotsu.
- Buon per voi! Ne avrete bisogno per questa nuova sfida! Vi piace lo sport?
Gli occhi di Abi s’illuminarono.
 
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
Abi allungò un braccio e fletté i muscoli.
- Se credono che le ragazze non possano essere forti…
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
 
- Dobbiamo giocare una partita? – domandò sospettosa Kagura.
- Diciamo di sì – rispose lui ridacchiando - Sapete, il nostro castello ha delle aree   specializzate e ve le concederemo per le sfide.
- Ma quale grazia…- commentò sarcasticamente la signora del vento.
Dieci minuti dopo erano tutti nel castello e i concorrenti scoprirono che solo esternamente aveva un’aria rustica e medievale, ma l’interno era sorprendentemente sfarzoso.
Tutti i chilometrici corridoi erano tappezzati da immacolati tappeti rossi, le pareti portavano quadri e candelabri e alcune erano addirittura affrescate.
Un affresco che colpì in particolare i ragazzi era uno gigante, che mostrava un Mukotsu cavaliere, alto due metri in più, che uccideva un drago sputa – fuoco.
Dopo molti giri si ritrovarono accolti da Ginkotsu in un campo privo di erba, con una rete da pallavolo già allestita.
Mukotsu si schiarì la gola.
- Lo sport – iniziò solennemente – Allena il nostro corpo, i nostri riflessi, crea unioni e amicizie. Richiede sacrificio, impegno. Crea nuove amicizie… ma la parola a Jaken!
Il kappa sbucò dal nulla con l’immancabile stereo.

Mimimimimi' con le mani, tanti punti ricami
volteggiando come fai tu
sotto la rete invincibile sei, la piu' forte, non perderai mai
Mimimimimi' con le mani, tiri come uragani
di avversari tu non ne hai piu'
quanta fatica arrivare lassu'
ma stasera chi vince sei tu!

 
Naraku cercò di trattenere, senza troppi risultati, un tic nervoso all’occhio destro.
- A-abbiamo c-capito…
- Quindi...- parlò Sango – dobbiamo semplicemente giocare a pallavolo?
Mukotsu sorrise.
- Più o meno… Questo campo…- Ginkotsu afferrò una palla da un cesto e la lanciò il più lontano possibile. Non appena la palla toccò terra esplose.
- … è minato.
I ragazzi sbiancarono, ancora scioccati per via dell’esplosione, e alcuni fissarono il terreno sotto i loro piedi.
Akitoki saltò in braccio ad Abi: - UAAAAAH!
- Ehi! Calma! Calma! – s’intromise Mukotsu con falsa affabilità.
- Le mine nel terreno sono state costruite apposta per noi da Winry Rockbell, si attivano solo a contatto con un uno speciale dispositivo inserito nei palloni! Ogni volta che la palla tocca terra esplode. La squadra che nel corso della partita fa cadere il minor numero di palle è la vincitrice!
- E adesso scendi! – urlò Abi, buttando il compagno per terra.
Yura sbuffò, mettendo le mani sui fianchi e spostando il peso sulla gamba destra.
- Non c’è altro, vero?
- A dire la verità… sì.
Inspiegabilmente Mukotsu sembrava ora celare una notevole irritazione.
- Il nostro adorato produttore ha deciso che in qualche puntata… ci saranno delle comparse.
- Tipo qualcuno di famoso? – chiese Rin, speranzosa.
- No, tipo qualcuno come loro.
- DUNCAN! MI HAI PESTATO IL PIEDE!
- Senti un po’, Principessa. Sei stata tu a venirmi addosso in tutta la tua “grazia”!
Dalla porta Kyokotsu spinse dentro Courtney e Duncan.
 
 
 
 
 

Il titolo è un giochetto di parole fra “Volleyball” e “Mortal” (non si può dire che sarà una partita sicura xD)
La canzone è la sigla di "Mimì è la nazionale di pallavolo".
Saluti a tutti ^_^
Baci,
Hana

 

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Capitolo 7
*** Mortaball - Part 2 ***


 Mortaball – Part 2
 


 

I concorrenti andarono a cambiarsi negli spogliatoi e cinque minuti dopo erano già in tuta e scarpe da ginnastica.
- Ora spiegami perché le ragazze hanno come divisa una minigonna svolazzante!
A gambe strette e incrociate, Kikyo era mezza chinata a tirare i lembi della gonna, quasi come se potesse allungarsi e nascondere le sue grazie..
Anche Abi sembrava abbastanza irritata per l’abbigliamento scelto dal conduttore, sbuffava e aggrottava perennemente le sopracciglia.
- Tesoro – rispose Mukotsu con un languido sorriso – dove andrebbe allora a finire l’audience maschile?
- Che problema hai, Kikyo? – chiese Kagome con un sorriso falso – Non ti sei mai fatta la ceretta o cosa?
- Oh sai – rispose l’altra, stringendosi le spalle con finta noncuranza – non tutte se ne vanno in giro a sculettare per rubare gli uomini delle altre!
A quelle parole Courtney si raddrizzò impercettibilmente.
Gli occhi della castana, solitamente stretti in due fessure rabbiose, furono attraversati da un lampo d’ammirazione e le labbra si incurvarono in un piccolo sorriso nel minare la sacerdotessa chiamata Kikyo.
 
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
Courtney, stranamente, sorrideva.
- Non conosco bene quella Kikyo, però… ha la mia stima! E non è ben poca cosa, lo sapete!
Il suo sorriso si spense.
- I traditori che calpestano la tua fiducia e la tua stima come se niente fosse si trovano ovunque. Spero che tu abbia capito cosa intendo, Gwen.
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
 
- Scusa un secondo…- s’intromise Renkotsu guardando Duncan e Courtney, rimasti ai margini del campo – E quei due a che servono?
Mukotsu alzò le spalle: - Le comparse hanno il ruolo di ospiti e giudici speciali. Chris vuole mantenere un legame fra la serie originale e questa. Comunque… vogliamo starcene qui a parlare o volete sbrigarvi a tirarvi mine e saltare in aria? Lo show dura venti minuti!
- Ventiquattro minuti e 38 secondi! – precisò raggiante Akitoki.
Fu ignorato.
- Sapete come si gioca a pallavolo: ogni squadra manda in campo sei giocatori che a rotazione lasceranno il loro posto per fare spazio agli altri. Tutti devono giocare.
Sbrigatevi. Se per colpa vostra la puntata non finisce nel tempo stabilito… non vi daremo niente da mangiare!
 
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
Koga alzava le braccia al cielo.
- Alleluia!
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
 
- Tenete voi il punteggio, io vado a farmi la manicure! - borbottò Mukotsu a Duncan e Courtney.
Senza neanche aspettare una loro risposta girò sui tacchi e se ne andò, lasciando i due ragazzi al loro ennesimo litigio.
- Conta tu! Io non sto a guardare ‘sti scemi che si pigliano a mine!
- Ah sì?!
Courtney era livida in volto.
- E che cosa vorresti fare?!
Duncan si strinse nelle spalle.
- Potrei chiamare Gwen o…
La castana lo interruppe afferrandolo per il bavero della maglietta, la bocca digrignata in una smorfia rabbiosa e gli occhi illuminati dall’inestinguibile fuoco della ferita, ancora martellante, del tradimento.
A ben pensarci mettersi contro una permalosa reginetta del kung fu non è stata una buona idea…
- No, caro. Non voglio finire nei guai con Chris per colpa tua, quindi rimani qui, a dieci metri da me, senza far uscire quel tuo alito di fogna, però rimani! Chiaro?!
Non uditi da quasi la maggior parte dei concorrenti, i due diedero vita a una scenetta delle loro solite mentre le squadre sceglievano i primi da mandare in campo.
Abi fece scrocchiare le dita, prima di appoggiare le mani sui fianchi con espressione decisa.
- Bene bene, femminucce – enfatizzò l’ultima parola con  un sorrisino beffardo più in direzione dei ragazzi che delle ragazze - Se volete dimostrare al mondo che non avete le chiappe flaccide come sembra vi conviene mettere un po’ di forza in quelle braccine, mi sono spiegata?!
- Non c’è problema! – le rispose gioviale Akitoki.
- Non ho capito: MI SONO SPIEGATA?! – gli urlò nelle orecchie, facendo barcollare indietro il ragazzo di qualche passo.
- S-Sissignore! – esclamò mentre ancora barcollava –C-cioè sissignora!
- Molto bene. In campo entreremo io, Ayame, Sango, Kagome…
Fece una pausa per squadrare i ragazzi.
- Byakuya – chiamò.
L’uomo con la coda di cavallo sbatté velocemente le palpebre.
- Scusa… stai dicendo a me?
Prima che Abi potesse aprire bocca, Bankotsu non resistette dal dire la sua.
- Ehi perché fra tutti scegli proprio uno dall’aria persino più frocia di Jakotsu?!
Jakotsu scosse la testa come chi ha ricevuto l’incarico di spiegare qualcosa a un minorato mentale.
- Non so se hai sentito: tutti dovranno scendere in campo, non importa chi lo fa per primo! E comunque…- afferrò la treccia dell’altro – tu credi che questa treccia sia molto virile, giusto, primo fratello…oh pardon… giusto, Raperonzolo?
- Se non state zitti vi elimineremo alla prima occasione! –s’intromise Inuyasha – Siete insopportabili!
- Ha parlato Mr Gary Stu-io-sono-il-protagonista-e-quindi-il-più-figo-di-tutti! – sbottò il ragazzo dagli occhi blu – Se nell’anime tutta quella gente ti andava dietro è perché eri il protagonista e l’autrice non poteva smerdarti, non a caso ogni volta che stavi per crepare avveniva il miracolo che ti salvava. Questa non è bravura, si chiama botta di culo!
- Ehi! – esclamò Kagome – Guarda che Inuyasha ha dovuto affrontare tante pene e il fatto che sia ancora qui significa che ha una grandissima forza interiore!
- Difendilo pure – borbottò Jakotsu – tanto fra cretini ci si intende…
- Quanto vorrei che l’ “a cuccia” funzionasse anche con te…
SBAM!
- K-Kagome…-mormorò Inuyasha con la faccia a terra.
- Ooooops! Scusami, Inu!
 
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
Jakotsu allontanava le mosche con aria annoiata.
- Come si voleva dimostrare… fra cretini ci si intende.
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
 
Mentre Kagome soccorreva Inuyasha…
- Scusa, hai preso le mie difese? – domandò Bankotsu al ragazzo più alto con un sorrisetto speranzoso.
- Io che?
Merd…si era lasciato trasportare!
- Mi hai difeso!
- Chi? Io? Noooooo!
- E invece sì!
- Solo perché ho detto a quei due cosa sono veramente mica significa che ti ho difeso!
- Tanto lo so che lo hai fatto!
- Nonono!
- Sìsìsì!
- Scusate… è finito lo spettacolino? – chiese Abi con un sorriso radioso e gentile.
- Ehm…sì.
- Benissimo… PERCHÉ ABBIAMO UNA SFIDA DA INIZIARE!!!!! Chi vuole essere il sesto a scendere in campo?! Muovetevi, cazzo! Gli altri hanno già fatto!
Bankotsu e Jakotsu guardarono dietro le spalle di Abi per accorgersi che in campo i sei Otaku, Sesshomaru, Kikyo, Suikotsu, Renkotsu, Yura, Koga, erano già pronti e li fissavano con aria impaziente.
Renkotsu si avvicinò a Yura con un mazzo di carte napoletane: - Ehi ti va di giocare a “scopa” per rompere la noia?
- Guarda che ho capito che cosa vorresti scoparti…- lo freddò lei con un’occhiataccia.
Intanto Suikotsu si affiancò timidamente a Kikyo, anche lui con un mazzo di carte.
- Partitina?
- Perché no?
Tornando ai Funboy Urlanti…
- Scegli me! Scegli me!
Akitoki saltellava infervorato davanti ad Abi agitando un braccio.
Lei alzò un sopracciglio, sospettosa.
- Sai giocare a pallavolo?
- Certo! Al liceo facevo sempre goal!
- Quello sarebbe il calcio…
- Va beh è sempre un gioco di palle!
Abi pensò che, così per gioco, avrebbe voluto dare un calcio alle sue di palle, ma non poteva perdere tempo perché…
- Ehi voi! – li richiamò Courtney – Di quanto volete allungare la puntata?!
La principessa dei corvi chiuse gli occhi e sospirò pesantemente.
- Stiamo arrivando… Akitoki, muoviti. Tu ti posizionerai davanti alla rete…
- Evvai!
Fra Renkotsu e Yura…
- Ehi, non pensare male, volevo solo tentare di essere gentile…- si difese lui, offeso.
- Beh vai a fare il gentile con qualcun altro! – replicò lei, stizzita.
Fra Suikotsu e Kikyo…
- Scopa! Di nuovo! Vi ho stracciato, Suikotsu-sama!
- Ma quante ne avete?!
- Beh sapete, ho dovuto fare molti mestieri e frequentare diversi posti per sopravvivere…
- …. ah ….
- Siamo pronti! – annunciò fieramente Abi, mentre i quattro esclusi, Inuyasha, Naraku, Bankotsu e Jakotsu si sedevano su modeste panchine di legno.
- E noi che facciamo? – si lagnava Bankotsu.
Naraku aprì il suo inseparabile beauty-case (beige a cuoricini neri, per chi se lo fosse scordato) e, presa la cipria, se la passò accuratamente.
- Ammazziamo il tempo – rispose.
- Tu metti tutta questa cipria? – chiese scioccato Jakotsu, che, in fondo, aveva un look piuttosto naturale: di norma si passava al massimo un filo di rossetto e la matita.
- Tesoro, ti sembra che questo colorito spettrale così fashion sia naturale?
- In effetti molti di noi avevano dei dubbi…
Courtney fece un cenno a Kikyo come a dire “Vieni qui” e, afferrata una palla, la consegnò nelle sue mani.
- Palla agli Otaku perché sono in inferiorità numerica!
Tornata in campo, Kikyo fu costretta a vedersi sottrarre la palla da Sesshomaru, che, sprezzante, la buttò fra le braccia di Suikotsu.
- Fa te la prima battuta – gli ordinò sprezzante.
- Perché io?
- Se non ne sei capace ritirati.
Suikotsu alzò le spalle senza replicare e gridò: - Palla!
Nell’altra parte del campo, Akitoki tremava dall’eccitazione.
- Sì! Mi sento carico, carichissimo! Super carico! Così carico che…
In quel momento la pallonata di Suikotsu prese in pieno volto Akitoki e lo stese, la palla scivolò poi a terra, creando un’esplosione che investì completamente il ragazzo.
 
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
Suikotsu era sconvolto.
- O Kami-sama! Ho ucciso Akitoki!
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
 
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
Abi esultava.
- Sìììì! L’ha ucciso!
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
 
Un acuto fischio causato dal fischietto di Courtney interruppe il gioco.
- Primo punto agli Otaku! Però … Qualcuno porti in infermeria quel ragazzo!
Guardò Duncan che, sdraiato comodamente sulla panchina degli Otaku non lontano da Kagura, Rin e Miroku, intagliava un teschio in un pezzo di legno.
- Duncan! Fa qualcosa! Porta quel poveretto in infermeria!
- Scusa Principessa, non avevi detto che dovevo starti lontano e non parlare? – chiese con finta innocenza.
- Duncan! Se non ti muovi ti faccio fare la stessa fine di quando ci siamo scontrati nella piscina con le palline in “A tutto reality: Azione!”.
Senza dire una parola, Duncan scattò in piedi, raccolse un agonizzante Akitoki e si precipitò in infermeria.
Evidentemente quella vecchia battaglia con Courtney l’aveva traumatizzato…
La castana fischiò nuovamente.
- Forza, forza! Sostituite il giocatore e riprendete! – porse un’altra palla, stavolta ad Abi, che fece un cenno a Jakotsu per chiamarlo in campo.
Ben felice di scaricare la sua rabbia ancora infuocata, il ragazzo effeminato accorse e ricevette la palla dalla mora.
- Non mi deludere – gli bofonchiò.
Il ragazzo annuì tranquillamente con l’aria di chi sa il fatto suo e tirò la palla con una potenza micidiale.
- Mia! – gridò Yura, passandola poi a Sesshomaru, dietro Koga.
- Ehi perché non l’hai passata a me?! – si lamentò Koga mentre Sesshomaru tirava.
Memore di ciò che era successo nella prima puntata, gli rispose acida: - Perché devi imparare ad abbassare la cresta, ecco perché!
- Tranquillo, Kogaccino mio! – urlò Ayame, ricevendo la palla – Eccola che arriva!
- Oh graz…- il demone lupo la sfiorò solo leggermente, che gli cadde di mano, riuscendo però a fare un balzo indietro prima di fare la stessa fine di Akitoki.
Si guardò poi intorno imbarazzato.
- Ehm… scusate.
Kikyo e Renkotsu batterono contemporaneamente la mano sulla fronte mentre Suikotsu chiudeva gli occhi e scuoteva la testa in rassegnazione.
- Grande strategia, Ayame! – si complimentò Sango.
Persino Jakotsu e Abi sorridevano.
- …
 
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
Abi annuiva compiaciuta.
- Fortuna che non sono circondata solo da inetti! L’ho sempre detto che le ragazze sono le migliori!
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
 
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
Jakotsu sembrava un po’ combattuto.
- L’ho sempre detto che le ragazze non sono migliori degli uomini! Però almeno alcune potrebbero anche meritare il mio rispetto…
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
 
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
Sango era raggiante.
- Non avrei mai immaginato che Ayame ci sarebbe stata tanto utile! Questa è già la seconda volta che ci sorprende!
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
 
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
Ayame giocherellava imbarazzata con un ciuffo rosso.
- Ehm… veramente io…facevo sul serio con Koga, non si era capito?
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
 
Afferrata un’altra palla, la principessa dei corvi la lanciò a Kagome.
- Mostra quello che sai fare.
La ragazza abbassò lo sguardo, incerta.
- Non credo di avere abbastanza forza…
Al che, Byakuya ebbe un’idea.
- Kagome, pensa a qualcosa che odi!
La mora chiuse gli occhi per concentrarsi.
- Kikyo…Kikyo…Kikyo!
Immaginando che la palla fosse la testa della acerrima rivale, Kagome tirò la palla con una forza inaudita e, guarda caso, finì proprio ai piedi di Kikyo, innescando un’esplosione.
Quando il fumo si dissolse, gli Otaku trovarono la loro compagna barcollante, in stato di shock, sporca di terra e con i capelli ritti.
- Oh oh…- mormorò Courtney – Meglio che la porti in infermeria…- squadrò il compagno – Duncan, posso contare su di te almeno cinque minuti, vero?!
Il punk scrollò le spalle, indifferente.
Preferendo evitare di insultarlo ulteriormente, la castana gridò “Time-out!” e corse a reggere Kikyo come se fosse un’ubriaca.
- KIKYO!
Inuyasha balzò in piedi e corse verso la sacerdotessa.
Duncan lo bloccò.
- Ehi bello, torna indietro!
- Ma io …
Kagome sbuffò irosa.
Quello stupido mezzodemone …
Abbandonò il campo e uscì dalla porta, ignorò la voce di Sango che la chiamava …  cercando di allontanarsi dal castello … o almeno da Inuyasha.
Magari per sempre.
E non solo in senso fisico.
Male.
Vedere Inuyasha che correva verso Kikyo faceva sempre male.
- Voglio solo vedere come sta! – si lamentò il mezzodemone, mentre cercava di sorpassare Duncan.
- Non me ne frega niente dei tuoi sentimentalismi, bello, lo show deve continuare.
- Ho detto che voglio solo…
Una delicata ma decisa presa sulla sua spalla costrinse il ragazzo dai capelli argentato a girarsi verso chi lo stava toccando.
Era sicuro che fosse Sango, venuta lì per prenderlo a schiaffi, e invece strabuzzò gli occhi ambrati nella sorpresa.
Era Suikotsu.
- Senti, facci un favore…
Nel suo tono non c’era traccia di rabbia, né tantomeno di rimprovero, pareva stanco, come se chi gli stava dinanzi avesse visto quella replica ormai mille volte.
-… lascia stare Kikyo e pensa per una volta alla tua vera ragazza.
- Ma Kikyo ha bisogno di me!
L’uomo non sapeva se ridergli in faccia o rimanere serio: per entrambi i suoi lati quel ragazzino era cieco dentro.
- E te lo ha chiesto lei? – gli chiese senza riuscire a trattenere un leggero sogghigno.
Vedendo che non rispondeva, continuò.
- Nel caso tu non te ne fossi accorto, quella ragazzina è scappata. Forse è lei ad avere bisogno di te. Ora smettila di occupare la scena e lasciaci continuare la sfida.
Inuyasha si guardò intorno e cercò Kagome con lo sguardo, ma Suikotsu non aveva mentito: se ne era andata veramente.
Corse via senza dire una parola e il moro spostò con nostalgia il suo sguardo verso la porta dell’infermeria.
Renkotsu appoggiò una mano sulla spalla dell’amico nel tentativo di confortarlo.
- Tranquillo, sopravvivrà … almeno penso.
Il moro sbuffò.
- Ho sempre invidiato la tua capacità di risollevare gli animi altrui, sai?
 
Kikyo si svegliò di soprassalto, mettendosi a sedere su un lettino.
Il bianco della stanza sembrava accecante e si stropicciò infastidita gli occhi.
- Sei già sveglia?
Una voce argentina risuonò nella stanza.
La bella mora si accorse così di Courtney, appena uscita dal bagno dell’infermeria, che avanzò con la sua solita postura elegante fino a sedersi sul bordo del letto su cui era sdraiata la sacerdotessa.
La fissava con un’evidente eppure stranamente riservata curiosità.
Kikyo si passò una mano sulla guancia, sentendosela bagnata.
- Oh no! Ferma! – le disse la castana.
Allungò la mano verso il comodino di fianco al letto, afferrò un panno galleggiante in una piccola bacinella d’acqua e lo strizzò.
 – Ti stavo pulendo il viso dalla terra, ma non ho ancora finito – le spiegò.
Passò gentilmente il fazzoletto bianco sul volto della mora, togliendole le macchioline di sporco ancora rimaste.
- Ecco fatto! – esclamò sorridente.
Infine le porse un asciugamano asciutto.
- Grazie…- mormorò la sacerdotessa sforzandosi di sorridere.
- Dov’è Akitoki?
- Là dietro – indicò una tendina verde che separava i due letti – Sapessi come russa! – borbottò stizzita.
In effetti Kikyo non poteva vedere il ragazzo, ma lo sentiva eccome!
Ciò che la stupiva però era ben altro.
Lei sapeva bene chi era Courtney.
Era conosciuta come la perfettina di Total Drama, una ragazza iraconda, permalosa, superba, vendicativa e rompiscatole.
Ma cattiva … no. Non la si poteva definire cattiva, Courtney non aveva mai compiuto vere e proprie cattiverie come Alejandro e Heather, aveva più che altro una fama di antipatica.
Eppure … le faceva compassione.
Perché avere una ragazza rompiscatole non è una scusa sufficiente per tradirla con la sua nuova amica, come aveva fatto Duncan con Gwen.
Forse Gwen non avrebbe mai voluto, in quella maledetta puntata numero tredici della terza stagione, baciare Duncan senza aver prima chiarito le cose con Courtney, ma sta di fatto che il passato non si cambia e la gotica aveva tradito la fiducia che la castana aveva riposto in lei.
Courtney era stata tradita due volte.
Rabbia e dolore l’avevano invasa quando aveva scoperto il fattaccio.
Al punto da odiare ferocemente i due e cercare ossessivamente di eliminarli a ogni puntata.
Al punto da stringere addirittura un’alleanza precaria con Heather e non accorgersi delle manipolazioni di Alejandro.
Una manipolazione che le era costata la dignità e l’opportunità di vincere un milione di dollari.
Aveva scelto di abbandonarsi al lato oscuro, pagandone le conseguenze e tuttavia senza rimpiangere la scelta.
Perché Duncan e Gwen dovevano pagare.
Non importa quanto ci avrebbe messo: ci sarebbe riuscita.
Dovevariuscirci.
Ma forse neanche la vendetta sarebbe riuscita a rimarginare la ferita di Courtney: la ragazza continuava a essere antipatica a tutti, le sue corna non le avevano procurato compassione da parte di nessuno, al contrario di Duncan e Gwen, che nonostante il loro tradimento, continuavano ad avere i loro stessi amici.
Ma se Courtney era così scostante come la tv insisteva a mostrarla, perché era così gentile con Kikyo?
E poi che aveva fatto di male per meritarsi tutto questo? E poi chi non reagirebbe male alla notizia che il tuo ragazzo ti tradisce? La reazione di Courtney era stata più che giusta, no?
La mora decise di provare ad andare più a fondo nella faccenda e inspirò profondamente per darsi forza.
- Posso farti una domanda?
La castana, un po’ sorpresa, annuì.
- Tu ti eri innamorata di Duncan per com’era, perché allora nella seconda stagione, “A tutto reality: Azione!”, volevi cambiarlo?
Courtney abbassò lo sguardo, pensierosa.
- Non devi rispondermi per forza – aggiunse subito dopo la sacerdotessa.
L’altra scosse la testa.
- No, va bene. Quella è stata la prima fase che ci ha portati alla rottura … Io all’inizio non mi ero qualificata per la serie, lo sai. Vedevo Duncan e Gwen diventare così intimi e io avevo paura di perderlo per colpa di quella gotica asociale. Per questo quando sono tornata gli ho scritto la lista dei suoi difetti da eliminare … Volevo vedere se accettava di seguirla per accettarmi che mi amasse davvero …
- Sì, ma è un po’ strano come metodo – ammise la sacerdotessa – Io non accetterei mai qualcosa di simile.
- Tanto è tardi ormai – sbuffò la castana alzando le spalle.
- Tu in fondo sei gentile – continuò Kikyo senza demordere – Perché ti comporti in modo che tutti ti considerino antipatica?
- Io non faccio niente! – urlò con ardore, quasi con disperazione.
Dopo un attimo di esitazione sospirò.
- Non importa che cosa fai e quanto ti sforzi per essere buona e indulgente verso gli altri. Quando tutti ti considerano antipatica  contano solo i tuoi difetti e i tuoi pregi vengono sempre dimenticati. Se sei antipatica resterai antipatica – concluse amaramente.
- Tu … - la guardò negli occhi – lo sai, vero? Sai che cosa significa essere odiata da tutti, sentire gli altri che parlano male di te, essere sempre messi in ombra dall’altra più carina e più amata, vedere chi ti ama abbandonarti come spazzatura, piangere da soli avendo come unici compagni le tenebre e il freddo, dare se stessi per una vana vendetta … Tu lo sai … vero, Kikyo?
 
Sparita Kagome, Abi chiamò Bankotsu.
- Finalmente – mugugnò il ragazzino a se stesso.
Con un ghigno, si pose accanto a Jakotsu.
- Come va, amico?
- Stare lontano da te è come soggiornare in Paradiso, amico.
- Lo vuoi con consiglio?
- No.
- Sfogati nel gioco, che ne dici?
Il ragazzo castano non rispose eppure sembrò seguire il suggerimento perché con Abi e Bankotsu stava letteralmente bombardando gli Otaku Assassini.
Naraku, ancora in panchina, fissava il trio pensieroso.
I suoi occhi erano puntati in particolare sull’agile e scattante figura di Abi.
Fiera come un Amazzone saltava e colpiva apparentemente senza affaticarsi, anzi, i suoi movimenti erano addirittura leggiadri e aggraziati.
Il mezzodemone si alzò improvvisamente e, fingendo indifferenza, si avviò verso gli spogliatoi.
Era a pochi passi dal suo obiettivo, quando la voce di Duncan alle sue spalle lo arrestò.
- Dove credi di andare?
Naraku si volse con un sorriso.
- In bagno. Non si può?
Il ragazzo socchiuse gli occhi sospettoso.
Quegli occhi rossi non ispiravano fiducia, ma non erano solo quelli … Quegli approcci amichevoli gli ricordavano qualcuno … Un certo qualcuno che si fingeva tanto amico di tutti per colpirli alle spalle …
Sbuffò.
- Non metterci troppo.
Il sorriso di Naraku non svanì.
- Grazie, sei molto gentile.
Senza trattenere una smorfia di fastidio, il punk si volse verso il campo.
Naraku scivolò come un’anguilla nei corridoi, infilandosi negli spogliatoi femminili, alla ricerca di qualcosa di compromettente.
Vide la tunica di Abi e allargò gli occhi, incredulo di tanta fortuna.
Appoggiato fra i vestiti di Abi c’era …
Un reggiseno.
Lo afferrò e, andato negli spogliatoi maschili, lo buttò sull’abito di Miroku.
Infine tornò al suo posto sogghignando, giusto in tempo per giocare il suo turno.
 
Strappa un ciuffo d’erba di qua. Strappa un ciuffo d’erba di là.
Kagome sedeva imbronciava sul soffice manto erboso buttando erba e sassolini a casaccio, come una bambina che sfogava la sua rabbia.
In effetti era proprio così che si sentiva, in confronto a Kikyo: una bambina.
Condannata a essere vista come la sua copia mal riuscita.
- Kagome – la chiamò una voce più che famigliare.
Lei non sprecò neanche la forza di girarsi.
- Sparisci. Se sei venuto qui ad abbindolarmi dicendo che sono migliore di Kikyo per farmi dimenticare tutto quello che mi hai fatto come una scema e farmi cadere di nuovo ai tuoi piedi hai preso un granchio!
- Infatti non volevo dirti questo – replicò lui perfettamente calmo, sedendosi di fianco a lei a gambe incrociate.
- No? – bofonchiò continuando a strappare l’erba.
- No. Sai, non sei tanto migliore di Kikyo come molti dicono. Sei una ragazzina immatura, sciocca e permalosa. Kikyo sì che avrebbe saputo insegnarmi tanto e ci saremmo consolati e amati l’un l’altra. La sventura alias Naraku ci ha voluto dividere, ma la vita va avanti. I vivi devono stare con i vivi e i morti con i morti.
- Quindi io sono solo una mocciosa petulante e stai con me solo perché sono viva?!
- Non proprio. Avrei anche potuto seguire Kikyo nell’oltretomba, no?
Si sdraiò con le mani dietro la testa, guardando le nuvole.
- Oh guarda, Kagome! Quella nuvola mi ricorda il tuo testone!
- Ti aspetti che rida?
- In fondo qualche pregio ce l’hai – rispose invece il ragazzo.
Stavolta la ragazza si decise a guardarlo.
I suoi capelli argentati ondeggiavano leggermente cullati dalla brezza e le sue orecchiette era placidamente distese.
L’aveva visto di rado così tranquillo, pensò.
- Non mi hai mai preso in giro perché sono un mezzodemone e mi sei stata vicina, è già qualcosa. E forse non mi sono comportato bene con te …
- Forse?
- Forse…
- FORSE?!
- Ok, sì, hai vinto, contenta?
 
Suikotsu si sedette sulla panchina, cedendo il posto in campo a Miroku.
La sua postura tradiva una grande impazienza, il che incuriosì Rin.
- Signore, siete in pensiero per Kikyo-sama?
Il moro s’irrigidì.
- Che cosa? Nonono! Sono preoccupato per lei, cioè, credo che essere colpiti da un’esplosione non sia una bomba, come dite voi adolescenti … oh perdona la battuta. Insomma, spero che stia bene, tutto qui! – sparò tutto d’un fiato.
Rin sorrise.
- Awwww lo so che la volete vedere! Prima, con il fratello del signor Sesshomaru, stavate facendo il gelosone!
- Non è vero! Gli stavo dicendo solo quello che pensavo, cioè che deve maturare! Se fosse stato mio figlio… l’avrei preso a schiaffi!
- Può darsi, ma sta di fatto che voi ci tenete a Kikyo-sama, non è così?
Suikotsu la fissava strabiliato.
Quella ragazzina … da dove la prendeva tutta quella consapevolezza e tutto quel pepe?
- Se volete vederla perché non andiamo a trovarla? Sono certa che sarà molto felice di vedervi!
- E se sta dormendo? – ribatté lui nel vano tentativo di scoraggiarla.
La ragazzina alzò le spalle e si alzò: - E allora ce ne andremo! Che avete da perdere?
- Ehi! – esclamò Kagura, arrivando improvvisamente – Dove volete andare? È il tuo turno, Rin!
- Ooooops! Me ne sono scordata! Fammi un favore, mantieni il mio posto per un altro po’, accompagno Suikotsu-sama dalla sua fidanzata e torno!
- Rin – disse lui con infinità pazienza – Kikyo-sama non è la mia…
- Ciao Kagura! – salutò gaia la moretta, trascinando Suikotsu verso l’infermeria.
La donna li guardava basita.
Doveva ammettere che la incuriosivano parecchio quei due tizi così strani, ma così sorprendentemente dolci e coraggiosi!
- Che stia diventando vecchia? – mormorò a se stessa la donna, tornando in campo.
- Dov’è Rin? – sentì la voce truce di Sesshomaru alle sue spalle.
La signora del vento si sforzò di mantenere la calma.
- Con quel tipo della Squadra dei Sette. Vanno da Kikyo.
Anche se non poteva vederlo, immaginava che non fosse per niente contento.
- Awwww com’è eccitante! – esclamò la ragazzina, bussando alla porta.
- Visto? Non aprono, andiam…
- Ciao – salutò Courtney, aprendo la porta – Che cosa posso fare per voi?
- Vogliamo vedere i feriti! – annunciò orgogliosamente Rin.
La sua genuinità pareva avere un certo effetto sulle persone, notò Suikotsu, difatti Courtney si sciolse in un tenero sorriso mentre osservava la mora.
- Certo, entrate! – li invitò cordialmente.
Vedendo un letto vuoto, Suikotsu non poté fare a meno di chiedere alla castana dove fosse la sacerdotessa.
- Eccomi – rispose la diretta interessata uscendo dal bagno – Mi stavo sistemando i capelli, erano in uno stato pietoso – sorrise.
- Tutto a posto, signora? – chiese Rin sinceramente interessata.
La donna annuì: - Certo, io e anche Akitoki!
In effetti si sentiva ancora il russare dolce del ragazzo castano.
La ragazzina pronunciò un “Che bello!” mentre diede una gomitata nello stomaco a Suikotsu.
- Uhm … già, menomale…- mormorò lui, massaggiandosi lo stomaco – Ne siamo molto felici, ora andiamo, R…
- Aspettate un attimino-ino-ino! – lo implorò la ragazza.
- Devi scendere in campo, figliola. Se non lo fai perderemo la sfida.
- La salute di Kikyo-sama è più importante, no?
- Ma Rin, io sto bene – insistette la sacerdotessa – ho solo un leggero mal di testa…
- Oh allora con un bacino la bua vola via! – esclamò allegramente, guadagnandosi delle occhiate stranite.
Eppure lei annuì solennemente e non riuscì a trattenere un sorrisetto malizioso.
 - È così! Suikotsu-sama, voi siete un medico, date un bacio a Kikyo e il dolore passerà.
- Rin … - Suikotsu appoggiò la mano sul collo di Rin, gesto che poteva inquietantemente passare sia per una carezza che per un tentativo di strangolarla.
- Sei un po’ cresciuta per credere ancora a questo metodo che usano i genitori per tranquillizzare i bambini, no?
- Ma il signor Sesshomaru mi da ancora i bacini quando mi faccio la bua!
L’uomo spalancò gli occhi.
 
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
Suikotsu si grattava la testa perplesso.
- Questa poi… chi se la immaginava?
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
 
- Non me ne vado fino a quando Kikyo-sama non sarà in condizioni perfette! – minacciò la ragazzina.
- Accontentatela – sussurrò la sacerdotessa – così dopo vi lascerà in pace…
Suikotsu annuì e, sebbene fosse un po’ imbarazzato (anzi, facciamo MOLTO imbarazzato), avanzò di qualche passo e si chinò per baciare Kikyo sulla fronte.
Proprio in quel momento la porta di aprì.
- Rin? Forza, scendi in campo! … Ops scusate! Non ci tenevo a rompere la scenetta!
Riconoscendo la voce di Renkotsu, Suikotsu sobbalzò.
- Ehm perfetto, Kikyo-sama! Noi ora la lasciamo riposare, arrivederci!
Afferrò frettolosamente Rin, che lo guardava sognante, e Renkotsu, che lo fissava con lo sguardo da “Dopo mi racconti tutto”, sguardi che preferì ignorare.
- Adesso arrivo anch’io – disse Kikyo, soffermandosi su Courtney.
- Grazie di tutto – le sussurrò con un sorriso.
L’altra lo ricambiò: - Grazie a te. Tu sai il perché.
Il suo sorriso non svanì mentre fissava il quartetto andarsene.
- Meglio che vada anch’io – guardò il dormiente Akitoki – Penso che lui se la caverà benissimo…
E chiuse la porta dell’infermeria.
- Perfetto – sussurrò lugubre Kikyo, notando che erano appena rientrati Kagome e Inuyasha, entrambi con un’aria alquanto serena – Guarda un po’ chi si vede. Voglio giocare anch’io!
Entrate in campo, Rin e Kikyo iniziarono a bombardare i Funboy, ognuna profondamente motivata.
La prima perché era felice di aver spinto Suikotsu a baciare Kikyo, la seconda perché voleva ricambiare il favore dell’esplosione.
Intanto Courtney si sedette vicino a Duncan.
Vedendola stranamente di buon umore, lui non poté fare a meno di chiedere.
- Che è successo, Principessa? Ti sei divertita nel bel letto dell’infermeria, forse?
Nonostante il suo tono e le sue parole, negli occhi di ghiaccio di Duncan brillava una sincera curiosità.
Dopotutto… non ci teneva ad avere Courtney nemica per sempre.
- Fatti gli affari tuoi – fu la risposta, ma la castana continuava a essere di buon umore.
Dopo l’ennesimo colpo, un fischio alto e acuto bloccò il braccio di Kikyo a mezz’aria.
- Stop! Partita conclusa! – annunciò Courtney.
- Dunque, vediamo un po’ i risultati … Certo, Kikyo ha fatto una rimonta straordinaria, eppure, grazie alle Furie Inarrestabili alias Abi, Bankotsu e Jakotsu, i Funboy Urlanti hanno mantenuto il loro vantaggio! Quindi la vittoria …
I Funboy iniziarono già a esultare mentre gli Otaku abbassarono la testa.
-  … va agli Otaku Assassini!
- Che cosa?!
Uno sguardo speranzoso fece capolino negli occhi degli inattesi vincitori.
Abi avanzò minacciosa di qualche passo.
- Senti, tesoro, la regola era che vinceva la squadra che aveva fatto cadere meno palloni e noi …
- Sì, tesoro – la interruppe il punk con un ghigno – quella è una delle regole. L’altra era che dovevate giocare tutti almeno una volta e Inuyasha non è mai entrato in campo!
Sentendosi nominare, il mezzodemone s’irrigidì.
Per una volta che era convinto di aver fatto la cosa giusta per Kagome…
- Pertanto i vincitori sono gli Otaku!
- YEEEEEEEEEEEEEH!
In preda all’euforia, Koga e Renkotsu ballarono una danza egiziana, mentre Miroku eseguiva un perfetto Moonwalker.
Suikotsu guardò imbarazzato da un’altra parte e Rin ridacchiò entusiasta.
 
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
Sesshomaru era impassibile come sempre.
- Da come quei bifolchi festeggiano sembra che non abbiano mai vinto niente in vita loro …
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
 
- Bene, Funboy! – esordì Courtney – Presentatevi stasera alla cerimonia del falò!
I giudici d’onore congedarono così vincitori e perdenti, che, chi sghignazzando chi mugugnando, andarono negli spogliatoi a cambiarsi.
Giunto al suo posto, Miroku sgranò gli occhi.
- Guarda, guarda, la mia dolce Sango ha voluto farmi un pensierino – ridacchiò, accarezzando il reggiseno – Strano, lei non è quel tipo di ragazza … sarà la lontananza …
Intanto, nello spogliatoio femminile …
Sango si stava vestendo in fretta e furia.
Voleva rivedere subito il suo Miroku. Erano in squadre diverse, per questo cercava di trascorrere quanto più tempo possibile in sua compagnia.
Ayame la guardò con occhi comprensivi mentre si spazzolava i capelli.
- Non vedi l’ora di vedere il tuo bello, eh?
La sterminatrice sorrise mentre le sue guance si imporporarono leggermente.
- Ti capisco – continuò la rossa – Adesso, ti accompagno. Anche io fremo dalla voglia di rivedere il mio Kogaccino!
Mise la spazzola dentro il suo zainetto e, presa l’altra ragazza sottobraccio, uscì.
Appena se ne furono andate, Abi guardò le altre (e Jakotsu).
- Non trovo più il mio reggiseno!
Jakotsu curvò un sopracciglio: - Sei scesa in campo senza reggiseno?
- Certo che no, babbeo! Per le sfide io indosso sempre la biancheria da combattimento!
- Reggiseno e mutandine … da combattimento? Che roba è?
- Sono fatti con un tessuto più resistente che… oh ma lasciamo perdere! Non trovo più il mio reggiseno normale!
Il ragazzo alzò le spalle.
- Sarà qui intorno! Chi vuoi che l’abbia preso?
Sango bussò alla porta dello spogliatoio maschile: - Ehi, voi, siete pronti?
Le aprì la porta proprio Miroku con il reggiseno in mano.
- Ciao, ragazze! State tranquilli, siamo tutti vestiti.
Gli occhi di Sango scivolarono dagli occhi di Miroku al reggiseno.
- Tesoro…- sibilò – dove hai preso quello?
- Oh? Pensavo che me l’avessi dato tu!
La ragazza gli mostrò il pugno: - Brutto idiota, non mentirmi! Sai bene che non sono quel tipo di ragazza!
- QUELLO È MIO!
L’urlo di Abi perforò i timpani dei presenti.
L’orgogliosa mora strappò di mano l’indumento dalla mano di Miroku.
- Sporco maniaco! Dovevo immaginare che l’avessi preso tu!
- E-e-era tuo? N-non ne avevo idea, giuro!
- Aaaaaah! Adesso capisco tutto! – disse Sango – Ti diverti tanto a fare la capetta, ma non sei così coraggiosa come vuoi far credere! Hai dato quella tua roba sporca a Miroku di nascosto e ora che hai paura che tutto si metta male fai finta di niente!
Byakuya era sconvolto.
- Abi…l’hai fatto davvero?
- NO! – urlò la donna a pieni polmoni – Perché avrei dovuto fare una cosa del genere?! Perché lo credete tutti?! Questo pervertito non mi interesserebbe mai, neanche fra un milione di anni! E poi la mia biancheria non è sporca!
- Ci vediamo stasera – borbottò minacciosa Sango, andandosene via.
- By… Byakuya.
Abi balbettò per la prima volta nella sua vita.
- Non penserai che sia stata io, vero?
Il ragazzo abbassò la testa.
- I vestiti non camminano, allora come ci è arrivato lì?
- Non lo so, ma…
Sogghignate, Naraku appoggiò la mano sulla spalla di Byakuya.
- Mi dispiace, amico. Le donne purtroppo offrono tante delusioni. Fa come ti dico…
 
Quella sera…
Duncan e Courtney si guardavano intorno mentre i Funboy li fissavano confusi.
- E quel nanerottolo? – borbottò Duncan – Ci ha abbandonati?
- Se è così…- disse Courtney – continuiamo noi a condurre lo show!
- E va bene – sbuffò Duncan, afferrando il vassoio con i biscotti.
- Sapete come funziona: chi riceve il biscotto con la forma della testa del deficiente…
- Ehi! – protestò Inuyasha,
- … resta e lo sfigato che non lo riceve dice “Bye bye” all’isoletta per sempre! Bankotsu! Jakotsu! Kagome! Sango! Naraku! Byakuya! Ayame! Akitoki! E… Inuyasha! Abi, game over!
- MA… DUNCAN! – strepitò Courtney – Che professionalità è questa secondo te?! Neanche un briciolo di suspense!
- Senti, Principessa, il capitolo è già fin troppo lungo! Bisogna restringere un po’ i tempi!
Abi fissò sprezzante la sua ex-squadra.
- Bravi… davvero molto bravi! Rimpiangerete la vostra scelta, ve lo garantisco!
- Ciao Abi – tagliò corto Sango, addentando con un sorriso il biscotto.
- Io non ti ho votata…- sussurrò inaspettatamente Byakuya.
- Che cosa?! – gridarono Naraku e Abi, in toni differenti.
Il moro alzò le spalle: - È così, mi fido di quello che sostiene Abi.
Con un lampo di gratitudine guizzante negli occhi di liquirizia, la mora andò a toccare il Death Note per essere trascinata via dallo Shinigami.
- Uuuuuh chissà che panorama! – disse sarcastico Duncan – Oh bene! Andiamo via con la nostra barca!
- Perché a voi la barca e a noi lo Shinigami?! – contestò Kagome.
- Tesoro, dove starebbe il divertimento altrimenti?
Ignorando gli sguardi accusatori dei concorrenti, il punk si diresse con Courtney verso la loro barca.
Era proprio divertente sbattere in faccia a quelli sfigati i suoi privilegi, come Chris si divertiva a fare con lui e gli altri!
 
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
Courtney pareva soddisfatta.
- Se Kikyo resisterà fino alla finale voterò per lei, ho deciso! Non mi dispiacerebbe neanche aiutare quel ragazzo che l’ha baciata in fronte… qualcosa in lui mi ricorda Trent … no, aspetta! Perché mi viene in mente Trent?!
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
 
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
Duncan sfogliava distrattamente i giornalini.
- Mi piacerebbe votare per quel Bankotsu, mi sembra che abbia la giusta grinta. Io starei invece in guardia da quel tipo con gli occhi rossi, Naraku o come si chiama, mi ricorda…
Socchiuse gli occhi, fissando la telecamera.
- Alejandro! C’è da stare in allerta, ragazzi!
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
 
 
- Non vedo l’ora di rivedere Gwen! – esclamò Duncan, appena salito in barca.
- Perfetto – commentò una voce smorta.
Duncan si voltò.
La ragazza che gli stava dinanzi non sembrava Courtney.
Le labbra piegate in una triste piega all’ingiù e i suoi occhi parlavano da soli.
Lo sorpassò senza aggiungere altro.
Era stanca delle urla, dei litigi, delle lacrime … di tutto.
Era stanca.

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Capitolo 8
*** Disaster Factor - Part 1 ***


 Disaster Factor – Part 1
 

 
Se non vado errata “Chichi-ue” significa “padre” ^^’’
 
 
Dopo una giornata faticosa cosa ci può essere di più dolce di una lunga e ininterrotta dormita, seguita da un lento e pacifico risveglio?
Ma siamo in “A tutto reality” e l’azione deve partire fin dal risveglio del sole!
Per l’appunto,  terribili boati strapparono bruscamente i diciotto ragazzi dal mondo dei sogni appena giunta l’alba.
- Nooo! Sono quelli della clinica psichiatrica!
Suikotsu saltò giù improvvisamente dalla sua cuccetta per atterrare sul sottostante letto di un Renkotsu mezzo intontito dal sonno e nascondersi sotto le sue lenzuola.
- Nooo! La polizia mi ha sgamato!
Con addosso un semplice boxer come pigiama Naraku si alzò per precipitarsi sotto il letto, incurante degli scarafaggi che zampettavano beati sul pavimento.
- È arrivato l’Apocalisse?  - chiese assonnato Inuyasha stropicciandosi gli occhi.
- O forse quell’idiota di Mukotsu sta sorvolando l’isola in elicottero per divertimento – mugugnò in risposta suo fratello, buttandosi il cuscino in testa, mentre tutti gli altri ragazzi si alzarono di malavoglia.
Finalmente Renkotsu si svegliò, accorgendosi di una figura nascosta sotto le lenzuola e avvinghiata tenacemente a lui come se ne dipendesse della sua vita.
- Jakotsu – borbottò tentando di controllarsi – non ho idea di come tu sia riuscito a entrare, ma faresti meglio a…
La testa di Suikotsu fece timidamente capolino.
- Ehm…Ciao Ren.
- Ma che cavolo ci fai…
- Yaahhhh. Chi mi chiama? – Jakotsu sbadigliò e riemerse dal letto di Suikotsu.
- Ok. Ora sì che sono confuso – ammise il pelato.
- Perché, io no? – ribadì Suikotsu.
- Jakotsu, che cosa ci fai lì?! – inveì Bankotsu.
Il leader della Shichinintai appoggiò le mani sui fianchi, accigliato.
- Due notti in compagnia di esseri inferiori sono troppe, non credi?
Il ragazzo più alto andò a sedersi sul letto di Renkotsu, facendo sfoggio del suo pigiama rosa.
- Ehi Chichi-ue, non mi dirai che preferisci Renkotsu-kun a me? Sono sempre stato io il tuo figlio preferito! – chiese a Suikotsu con aria offesa.
A quel nomignolo affettuoso Renkotsu scosse la testa al ricordo di come a volte l’istinto paterno represso di Suikotsu fuoriuscisse come l’acqua di un fiume in piena e si proiettasse sui suoi compagni…
FLASHBACK
Renkotsu (su seggiolino con bavaglino): Questo è davvero umiliante…
Suikotsu (gli agita davanti un cucchiaino): Apri la boccuccia che arriva il trenino! Ciuff Ciuff!
Renkotsu: No! I broccoli mi fanno schifo!
Suikotsu (sconsolato): Ma, bambini miei, non volete diventare grandi e forti come vostro padre?
Renkotsu: Non ti pare che io abbia superato l’adolescenza già da qualche anno?!
Suikotsu: E ora chi devo imboccare?
Jakotsu (abbraccia Suikotsu con un’espressione perversa): Oh sì! Imboccami!
Bankotsu (geloso): Basta con questa farsa!
Suikotsu (radioso): Eccoti, Bankotsuccio! Mangia i broccoli! Ciuff ciuff!
Bankotsu: Senti, per l’ultima volta: tu non sei mio padre, io ho già diciassette anni, sono il tuo capo, non sei un dottore, siamo mercenari e dobbiamo andare a lavoro!
Suikotsu: Lo dicevo a tua madre che era meglio portarti dallo psicologo, figlio mio. Devi smetterla di giocare a Resident Evil! I giochi violenti influiscono negativamente sulle innocenti menti degli infanti! Ecco! (sintonizza la tv sul canale dei Teletubbies o come cavolo si scrive) Guarda qualcosa di più adatto alla tua età!
Bankotsu: Senti, è impossibile che tu sia mio padre!
Suikotsu (scoppia a piangere): Perché vuoi riportare a galla i tradimenti di tua madre?!
Bankotsu (a disagio): Ma no, intendevo dire che…
FINE FLASHBACK
- Il tuo Chichi-ue, Jakotsu? – chiese non senza una punta d’ironia Bankotsu, alquanto scettico.
- Che ci facevi nel mio letto? – chiese Suikotsu, (giustamente) più interessato a quello che ad altro.
- Volevo spupazzare qualcosa di morbido, dolce e rassicurante, peccato però che ti muovi molto e non ho potuto fare niente…
 
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
Bankotsu era isterico.
- Ci mancherebbe solo che facesse qualcosa!
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
 
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
Suikotsu tremava.
- Ci mancherebbe solo che facesse qualcosa!
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
 
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
Renkotsu era a occhi chiusi e si massaggiava le tempie.
- Ci mancherebbe solo che facesse qualcosa!
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
 
- E sta di fatto che siete tutti e due nel mio letto…- bofonchiò Renkotsu.
- Ottimo, così ho adesso sia una mamma che un papà! – scherzò Jakotsu, accoccolandosi serenamente fra i due.
- Perché devo fare io la donna?!
- Eeeeeeeh capita – commentò Suikotsu mostrandogli un sorrisetto malvagio.
- Voglio fare cambio!
- Hai ragione, al piccolo verrebbe uno shock se avesse una mamma senza capelli…
- Ehi! – intervenne Bankotsu, sentendosi escluso – E io che faccio?
- Nulla – rispose  il castano mentre abbracciava suo “padre” – Non lo voglio un noiosissimo e rompiscatole fratellino minore. Voglio essere figlio unico.
 
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
Sesshomaru annuiva.
- Quanto lo capisco…
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
 
 Naraku uscì alla chetichella dal suo nascondiglio, gli occhi rossi scintillarono improvvisamente di malvagia bramosia.
 
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
Naraku sembrava sicuro di sé.
- Mi è venuto un piano per separare definitivamente quella grande e disfunzionale famigliola … muahahahahah!
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
 
Più tardi a mensa…
La piccola Rin esaminava il piatto attentamente, con un’espressione non priva di disgusto.
- Stavolta devi mangiare – ritentò Kikyo, determinata.
- Lo so…- la ragazzina sospirò – ma…
Guardò la sacerdotessa con occhi supplichevoli.
- No, no e no. Risparmiati gli occhioni alla Bambi perché con me non funzionano! Devo forse imboccarti?
- Potete farlo davvero? – sembrava addirittura speranzosa in un “sì”.
- Era una domanda retorica, sei grande abbastanza per…
- Apri la bocca, forza…
- Aaaaaah…
- … Suikotsu-sama?
- Ahem…
Kikyo, confusa, si stropicciò gli occhi alla vista di Suikotsu, seduto qualche posto più in là, che imboccava Jakotsu, auspicando che fosse solo una visione.
Riaprì gli occhi.
No, mannaggia.
- Suikotsu-sama?
Il medico le rivolse un sorriso imbarazzato.
- I miei ragazzi si rifiutano di mangiare…
- I vostri ragazzi?
Bankotsu e Renkotsu ridacchiarono in combutta, provocando un’ulteriore stizza di Jakotsu, che iniziò a mangiare, seppur controvoglia, da solo.
- Tutta invidia perché preferisce me…- bofonchiò truce, fra un boccone e l’altro.
Suikotsu scosse la testa, continuando a parlare con Kikyo.
- Si tratta di una specie di nostro gioco…
A questo punto, Rin guardò la donna con aria indubbiamente trionfante.
- Se Suikotsu-sama fa da padre, voi potete benissimo fare da madre!
La sacerdotessa borbottò parole intellegibili e iniziò a imboccare la ragazzina.
 
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
Rin annuiva con sussiego.
- Già prevedo tutto! Suikotsu e Kikyo si innamoreranno, si fidanzeranno, si sposeranno, avranno tanti bambini e vivranno per sempre felici e contenti! Oh che cosa carina! Dite che potrebbero adottarmi?
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
 
Mukotsu entrò sorridendo come sempre.
- Salute a voi! Vedo che stamattina mangiate di gusto! Kyokotsu ha forse messo la giusta dose di interiora di piccione stavolta?
Immediatamente Kagome tossì convulsamente, aiutata da Inuyasha che picchiettava sulla schiena della sua ragazza, anche per confortarla.
- Se mangiavamo di gusto non lo stiamo facendo più – sbuffò irritata Kagura a nome di tutti, scansando la sbobba.
- Spero che le vostre gole stiano a posto! – continuò il conduttore come se niente fosse.
- Le nostre gole? – gracchiò Kagome, che cercava ancora di riprendersi.
- Avete mai guardato “ Mermaid Melody” o “La rivoluzione di Kilari”?
- Non se siamo bimbiminkia – borbottò sottovoce Jakotsu.
- Oh quelli sono i miei cartoni preferiti! – saltò su Akitoki.
Ricevette da tutti occhiate scioccate.
 
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
Akitoki si grattava la testa.
- Ok, questa me la potevo risparmiare. Ma non è colpa mia se mi piacciono le soap sbaciucchiose e strappalacrime con le ragazzine alle prese con i problemi di cuore…
Sbatté la mano sulla fronte.
- Oh no! Accidenti!
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
 
Mukotsu si schiarì la gola, interrompendo i vari borbottii e risatine.
- Avete comunque tutti presenti le tematiche con gnoc…cioè dolci fanciulle che lottano per i loro sogni, giusto?
Un brivido di terrore allo stato puro attraversò la schiena di Naraku.
- No, aspetta, non…
 
Cambierò
Con l’amore riuscirò
A spegnere il male che c’è qui
Che non può più dividerci
E le bugie che qualche volta sentirò
Le trasformerò in gioielli di purezza e fedeltà…
 
- UAAAAAAAAH!
Il mezzodemone si rifugiò sotto al tavolo.
 
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
Naraku inspirava ed espirava in un sacchetto per il vomito.
Appena si fu ripreso abbastanza, giurò minaccioso:
- Quando troverò Jaken gli spaccherò lo stereo e tutte le sue cassettine…
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
 
- Bene! Vi siete accorti che dietro la mensa c’è un palco? Ecco la sfida di oggi: ogni squadra preparerà delle esibizioni canore che mostrerà stasera. Vince la migliore prestazione! Dietro le quinte ci sono anche costumi e strumenti che vi serviranno.
Se volete andiamo subito o prima ascoltiamo tutte le canzoni delle Principesse Sirene…
- No! – Naraku corse ad abbracciare le ginocchia del conduttore - Portaci a vedere il palco! Portaci là!
- Sicuro?
- Mai stato più sicuro in tutta la mia vita!
 
Due minuti dopo, dietro le quinte del palco …
I concorrenti si aggiravano alla ricerca di qualcosa di utile.
- Wow – sussurrò estasiata Sango, frugando in uno scatolone di costumi.
- Guardate cos’ho trovato! – mostrò a Kagome e Ayame degli abitini succinti coperti di larghe piume.
- Uhm…Sango, a te non piace questo genere di vestiti…- le ricordò la mora.
- Ovvio che lo so – ribatté sicura la castana – ma mi ricorda un bellissimo video musicale che ho visto qualche anno fa e si tratta di quattro diverse parti…
- Ma siamo tre ragazze! – l’interruppe Ayame – Chi potrebbe sostituire Abi?
Si girarono a fissare Jakotsu, che discuteva con Bankotsu.
- Io non canto! – urlò Bankotsu.
- Invece sì! – replicava Jakotsu.
- Invece no!
- Invece sì!
- Invece no!
- Invece…
- Jaaaaakoooootsu! – cinguettarono civettuole le tre.
Il ragazzo sospirò pesantemente, guardandole scioccato: - Che volete?
- Potresti…
- No.
- Ma se non sai neanche che vogliamo…- ribadì Kagome, piantando le mani sui fianchi.
- Volete che canti con voi con quel vestito orrendo. Ho ragione?
- Ehm…
- Allora no. Ciao.
Lo videro allontanarsi continuando a litigare con il ragazzo con la treccia.
- Invece sì!
- Invece no!
- Invece sì!
Akitoki non stava più nella pelle e girava e rigirava per la saletta, lasciandosi sfuggire gridolini per ogni cosa che vedeva.
All’ennesimo urletto infervorato del giovane, Inuyasha sbuffò e si avvicinò a Suikotsu, che stava esaminando degli strumenti musicali in compagnia di Renkotsu.
- Senti, hai un sedativo a portata di mano?!
Il moro lo fissò stupito, più per il fatto che il mezzodemone avesse deciso di parlargli spontaneamente, specie considerando la ramanzina della scorsa puntata, che per la domanda così inusuale.
- Ce li ho nella baracca... perché me lo chiedi?
- Per lui – rispose semplicemente il ragazzo dai capelli argentati, indicando Akitoki, che continuava a saltellare.
- Servirebbe anche a qualcun altro…
Renkotsu sospirò notando che Koga e Miroku non si comportavano poi tanto diversamente.
 
Funboy Urlanti
 
- D’accordo – esordì Kagome, qualche minuto dopo.
La squadra era seduta in cerchio sull’erba, davanti al palco.
- Le esibizioni ci saranno stasera. Abbiamo tutto il giorno per prepararle. Volete fare qualcosa tutti insieme o ognuno per conto proprio?
- Voto per “ognuno per conto proprio” – affermò stoico Jakotsu.
La ragazza annuì con indifferenza.
- Immaginavo, però dovete dirmi che cosa avete intenzione di fare, giusto per evitare brutte sorprese
- Oh beh…
Bankotsu afferrò il suo cellulare dalla tasca, cercando fra la sua playlist.
- Io pensavo a qualcosa incentrata sull’odio calato su due  persone un tempo innamorate…
 
Every time we lie awake
After every hit we take
Every feeling that I get
But I haven’t missed you yet

Every roommate kept awake
By every sigh and scream we make
All the feelings that I get
But I still don’t miss you yet

Only when I stop to think about it

I hate everything about you
Why do I love you
I hate everything about you
Why do I love you




Naraku si sporse verso il cellulare, con gli occhi brillanti di entusiasmo.
- Oh sì! Questa musica è celestiale, ritmata, piena di significato, mitica!
- Ah sì? – mugugnò Jakotsu, afferrando il suo cellulare – Io pensavo a una certa persona che non ha mai rivelato il suo amore all’amato e ora se ne pente amaramente!
 
What hurts the most
Was being so close
And having so much to say
And watching you walk away

And never knowing
What could have been
And not seeing that loving you
Is what I was trying to do



Rabbuiandosi per la frecciatina, il ragazzo con la treccia continuo a cercare.
- E perché allora non parlare del dolore di chi ha aiutato qualcun altro con tutto se stesso per non ricevere altro che depressione?!
 
When you cried I’d wipe away all your tears
When you’d scream I’d fight away all your fears
I held your hand through all these years
But you still have
All of me
 
- Fantastico! Sublime! Unico!
- Oh ottimo! Allora perché non citare una ragazza che sbatte all’ex che l’ha lasciata cosa che si è perso?!
 
You once made this promise
To stay by my side
But after some time you just pushed me aside
You never thought that a girl could be strong
Now I'll show you how to go on

Be my bad boy, be my man
Be my week-end lover
But don't be my friend
You can be my bad boy
But understand
That I don't need you in my life again

 
- Coinvolgente! Sorprendente!
Tutti: - ….


 Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
Naraku sospirava.
- Che eccellenti gusti musicali! Quasi mi dispiace dover eliminare presto uno dei due!
Con un ghigno infilò una lettera in una busta.
- Appunto: quasi!
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
 
Otaku Assassini
 
La squadra era seduta da almeno dieci metri di distanza da quella avversaria.
- Che ne dite di un pezzo rap? – propose Koga.
- No! – tuonarono tutti all’unisono.
- Io suggerisco un pezzo allegro – affermò Yura – sappiamo quanto è frivolo Mukotsu, scommetto che preferirebbe una ballata a un pezzo profondo…
- Se credi che io balla stai fresca – intimò Kikyo.
- Non c’è bisogno che partecipi – la squadrò l’altra – Abbiamo bisogno di presenza scenica!
- Significa che sono una racchia?!
- Beh, ho visto visini molto più graziosi!
- Vogliamo parlare di te?!
- A cuccia, voi due – s’intromise Renkotsu, separando le due, che stavano quasi per passare alle mani – Quel che ci serve davvero è puro talento!
- Allora facevi prima a dire “Quel che ci serve davvero è Miroku!” – gongolò il festaiolo – Sono un eccellente musicista!
Suikotsu annotava tutto su un foglio.
- Presenza scenica, musica coinvolgente, talento…
- Voi siete scemi – bofonchiò il principe dei demoni, seduto in disparte.
- Vattene se vuoi – gli disse Yura con un sorrisetto furbo – Tanto a badare a Rin ci sono Suikotsu e Kikyo…
Sentendo i nuovi nomi aggiunti alla sua lista nera, Sesshomaru s’irrigidì.
- La finisci di ricordarglielo?! – le urlò Renkotsu, ricevendo solo una smorfia in risposta.
Il demone interruppe la loro scaramuccia con un’occhiataccia.
- Va bene, va bene. Se volete fare un’esibizione, fate almeno che sia sensata!
- Uhm…vi andrebbe di provare a sentire qualcosa di mio? – chiese Suikotsu.
Renkotsu sbatté la mano in fronte, consapevole dei gusti del compagno.
 - No.
- Perché? – chiese l’altro con innocente stupore.
- Perché avevamo detto “musica allegra”.
 
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
Suikotsu cercava fra canzoni del suo telefonino.
- Non capisco, la mia musica è allegra!
 
Drowning deep in my sea of loathing
Broken your servant I kneel
(Will you give in to me?)
It seems what's left of my human side
Is slowly changing in me
(Will you give in to me?)

Looking at my own reflection
When suddenly it changes
Violently it changes (oh no)
There is no turning back now
You've woken up the demon in me



Il ragazzo annuì trionfante.
- Sentito?
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
 
Rin alzò timidamente la mano, attirando l’attenzione dei presenti.
- Ascoltate, potremmo esibirci tutti insieme…
 
 
Il titolo viene da “X Factor” =)
Le canzoni sono:
I hate everything about you dei Three Days Grace
What hurts the most dei Rascal Flatts
My immortal degli Evanescence
Bad boy dei Cascada
Down with the sickness dei Disturbed
Nel prossimo capitolo  ne vedremo altre ^_^

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Capitolo 9
*** cut 1# La fenice e il guerriero ***


 Dunque, sono molto, molto, MOLTO dispiaciuta per il ritardo.
Auguro buone feste a tutti “regalandovi” l’aggiornamento … anche se non basta. Chiedo scusa.
 

 

Questo è un cut fra il capitolo 9 e il capitolo 10, una specie di “storia nella storia”, inserito perché presenta altri personaggi che non hanno a che fare con la sfida e anche perché se lo avessi pubblicato con il continuo del capitolo precedente sarebbe stato troppo lungo.
Essendo un cross-over mi sono presa la libertà di inserire personaggi di altri anime.
Per chi non lo sapesse, i personaggi di Hetalia sono nazioni umanizzate.
Avviso che il personaggio Feliks usa molti “tipo” e “totalmente” a sproposito, quindi ho dovuto imitare la sua buffa parlata per come potevo.

 
cut 1# La fenice e il guerriero


Le squadre stanno preparando le loro canzoni, ma facciamo un salto indietro e vediamo cos’è successo il giorno prima in un altro luogo … in una villa in Varsavia, Polonia …
 
Un gemito strozzato risuonò nella casa, seguito da tanti piccoli singhiozzi.
Immediatamente Toris corse verso il salotto, da dove proveniva quel pianto.
Che cosa era successo stavolta a Feliks?
Gli si era spezzata un’unghia? Aveva scoperto di essersi perso i saldi della nuova collezione autunno/inverno? O peggio… Ivan aveva minacciato di invaderlo di nuovo?
Toris strinse i pugni.
Mai! Nessuno gli avrebbe portato ancora via il suo migliore amico, non dopo tutto quello che era successo, non dopo tutto quel tempo…
Lo trovò inginocchiato a terra, con il viso fra le mani.
- Feliks!
Alzò la testa, mostrando gli occhi di smeraldo velati di lacrime.
- Lo odio! – sbottò rabbiosamente Feliks.
- Chi? – gli chiese l’altro con il cuore in gola.
Allora era vero… forse stava per essere invaso di nuovo! Non c’era un attimo da perdere, doveva aiutarlo, non importava se il nemico sarebbe stato Ivan, avrebbero combattuto insieme, dovevano iniziare i preparativi, dovevano preparare l’esercito, le scorte, le provviste, le armi…
- NARAKU!
L’urlo frenò le tremende e paurose fantasie di Toris.
Eh?
Si accorse allora del televisore acceso e riconoscendo il programma “A tutto reality: Inuyasha!” sospirò, aiutando intanto l’amico ad alzarsi.
Possibile che Feliks non avesse di meglio da fare che perdere tempo con uno di quei stupidi reality?
- Feliks – esordì timidamente Toris, mentre si sedevano sul divano – Perché piangevi? Che c’è da piangere? Voglio dire, è solo uno stupido reality!
L’altro lo guardò scioccato.
- Non è uno stupido reality! È, tipo, stupendo! È totalmente tutto così vero…
- Si chiama reality – tentò di spiegargli l’altro – Comunque, perché piangevi?
Sapeva che stava per arrivargli il noioso resoconto di qualcosa che non lo interessava in minima parte, eppure non riuscì a non chiederglielo.
- Quel…quel..quel coso! Naraku sta tipo programmando qualcosa contro Jakotsu! È, tipo, mostruoso!
- Che sta facendo?
- Non lo so! Ma deve essere qualcosa di orribile!
Toris sospirò esasperato, ma le sue labbra si piegarono al sorriso. Sì, Feliks rimaneva sempre Feliks. Qualsiasi cosa accadesse.
All’improvviso l’altro scattò in piedi come punto da una vespa.
Era raggiante e agitava i pugni al cielo.
- Ho tipo un’idea! Andiamo noi al reality e mettiamo le cose a posto!
Il povero Toris strabuzzò gli occhi.
- Eh?
- Sì! Andiamo!
- Ma non possia…
Ma Feliks era già corso, o meglio dire che era volato, nella sua stanza.
- Feliks!
Toris si affacciò sulla soglia e vide che l’amico stava mettendo metà del guardaroba in due enormi valigie rosse e bianche.
- Su, Liet! – lo invogliò senza neanche guardarlo – Tipo muoviti!
Va bene, si disse Toris, qui c’è qualcosa che non va.
Sapeva bene che Feliks poteva diventare fin troppo appiccicoso, ma con gli sconosciuti era estremamente timido.
Incrociò le braccia al petto, cercando di mostrarsi severo.
- Feliks Łukasiewicz, spirito della Polonia, se c’è qualcosa che non faresti mai e poi mai è andare in un altro continente per aiutare una persona mai vista prima a risolvere un problema banale! Dimmi subito cosa c’è sotto! Tu conosci già questo Jakotsu o sbaglio?
Feliks arrestò il suo via-vai e si sedette sul letto con un completo ancora in mano.
- Uhm…- iniziò a giocare con le sue ciocche bionde, imbarazzato - Una volta Feliciano mi ha tipo invitato a casa sua, in Italia – si interruppe per vedere se Toris dava segni di gelosia, ma trovandolo ancora serio proseguì -… e c’era poco distante tipo un corso di cucina tenuto da uno famoso… Com’è che tipo si chiamava, aspetta? Lordon Pramsey…no… Ah, Gordon Ramsey! Vabbè, c’era sto tizio americano che tipo dava lezioni di cucina in Italia e insegnava a fare panini alla maionese totalmente perfetti! Lì ho tipo incontrato Jakotsu! Ah,tipo era totalmente il migliore del corso…
Toris era sconcertato: gli sembrava strano che per fare un panino bisognasse conoscere una ricetta complicata, ma da quando aveva sentito parlare dei Crabby Patty iniziava ad avere dubbi … Inoltre avrebbe preferito evitare discussioni con Feliks, quindi tacque su questo punto.
- E allora?
- Siamo tipo diventati amici – concluse con nonchalance alzando le spalle.
- E tu adesso vorresti mettere da parte i tuoi doveri e andare dall’altra parte del mondo per incoraggiare un tizio conosciuto a un corso di cucina? Scordatelo!
 
Sull’aereo …
- Sei impossibile – mugugnò Toris coprendosi il volto.
L’altro lo ignorò e sorseggiò tranquillo un bicchiere di vodka.
- Aaaah! Bello avere tipo un jet privato, eh, Liet?
 
Davanti alla villa dei presentatori …
- Aw, tipo che bel paesaggio!
Feliks, “tipo totalmente entusiasta”, si faceva schermo con la mano sugli occhi per ammirare la spiaggia, il mare, il cielo terso, la foresta.
Wow, erano in periodo natalizio e lì sembrava estate!
- Che il cielo ce la mandi buona…- sospirò Toris, gettando un’occhiata preoccupata al suo amico, che gli si aggrappò al braccio con un gridolino entusiasta.
- Su, suona tipo  il campanello!
- Perché tipo non la smetti di dire “tipo”, tipo?!
- Credi che i concorrenti siano qua intorno? – E gettò un’occhiata alle sue spalle, come se si aspettasse di vederli sbucare da un momento all’altro.
- Ma che me frega…-  borbottò il nostro poveraccio a bassa voce.
- Eh? Non ho tipo capito.
- Ho detto che prima dobbiamo trovare un modo per non farci scacciare …
- Appunto! Tipo suona!
 
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
Toris chiuse gli occhi e iniziò a fare yoga.
- Ma quanta pazienza ci vuole …
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
 
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
Feliks saltellava e batteva le mani in preda all’eccitazione.
- O MIO DIO! Sono nel confessionale di “A tutto reality”! Yaaaa!
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
 
Toris adocchiò una corda appesa che doveva essere il campanello e tirò.
Ecco che partì una secessione di scampanellii, rumore di zoccoli e “Oh oh oh oh!” con la voce di Mukotsu.
“Ma che cazzo….?” Toris si rifugiò dietro Feliks, che al contrario di lui sembrava deliziato.
“O Signore, mi pento e mi dolgo con tutto il cuore dei miei peccati, ora accogli l’anima mia!” recitò il ragazzo a mente. Aveva sbagliato a tirare la corda e ora doveva essere punito dalla giustizia divina? Avrebbe dovuto comportarsi più gentilmente con Feliks? Ivan l’aveva maledetto? Che diamine stava succedendo?!
Finalmente la porta si schiuse e i rumori cessarono.
- Chi va là? – tuonò un vocione solenne, probabilmente quello di San Pietro, si disse Toris.
- … Chi sei? – mormorò cautamente il lituano sporgendosi dalla spalla del compare.
- Avete suonato voi, siete voi che dovete dire chi siete!
Mani sui fianchi e petto in fuori, si fece avanti Feliks - Io sono tipo Feliks Łukasiewicz la Polonia e lui è Liet la Lituania!
- Veramente mi chiamo TorisLaurinaitis, non lo stia a sentire … questo qua ha la passione dei soprannomi …
- Beh tipo che c’è di male?
- Basta! – urlò il misterioso guardiano – Che cosa volete? Non compriamo niente!
- Tipo tranquillo! Cerchiamo tipo lavoro!
Toris impallidì: era questo il brillante piano di Feliks?
La porta si aprì completamente, svelando la grossa sagoma di Kyokotsu.
I suoi occhietti di gallina si posarono sui due giovani e li squadrarono da capo a piedi. Infine il gigante sporse avanti quel salsicciotto che aveva per dito e additò prima Lituania e poi Polonia.
- Va bene, tu sarai lo spaventapasseri e tu la donna delle pulizie!
- Spaventapasseri?!
- Wow! Farai tipo un ottimo lavoro, Liet!
- Grazie tante!
 
Venti minuti dopo….
 
Appena cambiatosi, Toris uscì dalla stanza che gli era stata assegnata e si trovò faccia a faccia con Feliks.
Il lituano alzò un sopracciglio.
- Perché quel vestito da donna?
Feliks rassettò il grembiulino bianco che ben si sposava con l’abito azzurro cielo: - Sono o non sono la donna delle pulizie? – iniziò a girare su se stesso, per nulla offeso.
Sai tipo una cosa? Stai totalmente bene!
Il volto dell’altro si oscurò. No, non stava affatto totalmente bene.
Portava una salopette che doveva essere stata strappata e rattoppata alla bell’e meglio almeno una ventina di volte, tutta sporca e consumata. Un cappello di paglia da un giallo tendente al grigiastro gli cadeva ostinatamente sugli occhi e perdeva fili. La camicia rossa aveva perso qualche bottone ed era macchiata di sugo alla genovese.
Le scarpe scure puzzavano di … qualcosa che non fa piacere odorare a nessun essere umano.
Decisamente no, non stava affatto totalmente bene.
Toris preferì concentrarsi sui volteggi di Feliks, su come il vestito gli fasciava splendidamente i fianchi, sulle gambe calzate di bianco che seguivano un ritmo che stava solo nella sua folle testa, sui capelli biondi ondeggianti.
Feliks sarebbe dovuto nascere donna, Toris l’aveva sempre pensato.
Il polacco lo abbracciò ridendo.
I capelli solleticavano il collo al lituano, che aspirò placidamente il loro profumo.
- Liet… - mormorò suadente.
- Mmm…- mugugnò l’altro chiudendo gli occhi.
- Andiamo a lavorare…
Aprì gli occhi, risvegliandosi dalla trance.
-  Ah.
 
 
- Baaaah!
Uh ma chi è che borbotta?
- Che tempi, che tempi …
Andiamo a vedere, và …
- Ma guarda tu, ma guarda tu … Va a ciaccittare su Faccialibro! Quello!
La delicata Enju si schiarì la gola e parlò con voce soave.
- Le chiedo umilmente scusa, signor Mukotsu, ma il termine corretto è “chattare su Facebook”.
Il leader dei presentatori era seduto nel bar del suo castello, a trangugiare avidamente alcolici. Ahimé, non poteva farci nulla: quando era di cattivo umore beveva. E sì dal caso che il povero nanetto, a causa della sua faccia, si ritrovava a ubriacarsi spesso. Forse quello era ormai il terzo bicchiere di vino rosso italiano.
Enju, la graziosa cameriera dai capelli rossi, era ritta al suo fianco e lo assisteva, guardando sempre più preoccupata la bottiglia che si svuotava man mano.
- Non mi importa un fico secco di come si dice, va bene?! Ma vedere Ginkotsu con gli occhi fissi al computer, intento a rimorchiare… è scioccante anche per me! Ma dovresti andare a vederlo! E poi ti risponde con arroganza che “si è solo aperto al progresso, dovrei farlo anch’io!”.
Tsé! Ai miei tempi si passeggiava per le strade e appena si vedeva una parola le si rivolgeva la parola dal vivo.
- E … in questo modo le è mai andata bene?
In realtà Enju non si aspettava per niente una risposta affermativa, sperava solo che chiacchierando il suo datore di lavoro smettesse di bere.
E poi quello era un porco … l’unica cosa che le mancava era che iniziasse a metterle le mani addosso in quello stato.
- Macché – rispose infatti – facendo così mi sono solo aggregato a una banda di pazzi…
- Cioè?
- Una volta tentai di rompere il ghiaccio con una… in realtà era Jakotsu che per poco non mi staccò la testa. Così conobbi Bankotsu…
- Ah interessante!
- Bah moccioso arrogante! L’ho seguito solo perché speravo di incontrare moglie!
- Mi perdoni, credeva che andando in giro ad ammazzare avrebbe incontrato l’anima gemella?
- Beh sì!
- Oh signor Mukotsu!
La cameriera appoggiò le mani sui fianchi e guardò il capo, compassionevole ma anche severa.
- Signor Mukotsu, le donne vanno trattate come regine… Con rispetto, con dolcezza, con affetto, con pazienza… Gli uomini devono imparare a comprendere il loro linguaggio, il loro cuore… Ogni donna è una dea da venerare!
- Baaah! – il nano sbuffò di nuovo, versandosi da bere.
- Stronze! Il mondo è pieno di stronze che se non sei come vogliono loro non ti cagano manco di striscio! Dicono che non sono capite dagli uomini quando loro per prime dovrebbero capire che cosa c’è dietro una faccia! Che schifo di mondo!
- Andiamo, non sono tutte così… - tentò di incoraggiarlo la gentile fanciulla, pur consapevole che così facendo l’altro avrebbe potuto fraintendere e corteggiarla.
Mukotsu posò con tristezza il bicchiere sul tavolo.
- Aaaaah, Enju, per favore, lasciami solo…- le disse languido mentre gli occhi velati fissavano il legno.
La rossa fece una graziosa riverenza.
- Come desidera, signore...
 
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
Enju era sconvolta.
- Accidenti, se non ha provato a toccarmi vuol dire che oggi è messo davvero male!
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
 
Nel campo di Toris non volava una mosca.
 
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
- E che…- sbottò Toris - Quanto tempo devo stare a fare la bella statuina qui?!
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
 
- Ehilà, Liet! – Feliks si affacciò a una finestra e sventolò uno strofinaccio bianco – Stai facendo un ottimo lavoro continua così!
- Ma hai visto o no che quell’armadio mi ha messo a fare lo spaventapasseri in un campo da calcio?!
- Su, tipo non lamentarti e vieni qui. Fai una pausa di tipo dieci minuti, voglio totalmente mostrarti una cosa! Ti aspetto nell’attico!
 
194786598026738 passi dopo…
 
- Non…ce…la…faccio…più…
Arrivato a destinazione, Toris si lasciò cadere sulla moquette, grondante di sudore.
- Ehi! Così rovini tipo la moquette!
Bell’amico. Lui cadeva per terra senza fiato e quello si preoccupava per il pavimento.
- Beh…che cosa…che cosa c’è?
Alzò appena la testa e vide il compagno frugare in una scatola.
A Toris sembrò di recuperare tutta l’energia solo a guardarlo.
- F-FELIKS!
Il biondo si voltò sorridendo con le mani nascoste dietro la schiena.
- NON. METTERTI. NEI CASINI.
- Guarda che cos’ho!
- Cosa...
- Il diario di Mukotsu!
Con un ghigno trionfante, mostrò cosa aveva in pieno.
Era un diario rosa con una copertina tempestata di brillantini e immagini di  cuccioli di cane.
- Le pagine sono tipo colorate e profumano! – notò il ragazzo sfogliandolo.
Toris riuscì finalmente ad alzarsi e gli rivolse un’occhiata torva.
- Feliks…
- Diamoci tipo una letta, ti prego!
- NO. Anzi, sì. Così ti scoprono, ci cacciano e posso tornare a casa. Le feste sono vicine … Non le voglio trascorrere qui.
- Che ti credi? – replicò l’altro alzando gli occhi dalle pagine – Lo so totalmente benissimo!
- E allora perc…
- Liet, non essere noioso! Quando vanno tutti a dormire, noi usciamo, troviamo il mio amico, gli diciamo come stanno le cose e domani sarai già a fare la corte a Bielorussa e farti spezzare le dita della mano per l’ennesima volta…
- Ehi…
Niente affatto! Bielorussa non gli ha mai spezzato le dita, gli stringeva solo la mano in una stretta un po’ troppo forte…
Feliks non lo capiva, faceva sempre una faccia strana quando lo vedeva allegro e innamorato nonostante le dita storte… Non sapeva descriverla: non era allegra o triste o arrabbiata. Forse un po’ corrucciata, da come aggrottava le sopracciglia e stringeva le labbra.
Mah, chissà come mai…
- Liet, ci vorrà un attimino-ino-ino… Intanto che aspettiamo la notte leggiamo!
- Ma…
- Dai, non è come se stessimo leggendo il diario di Russia… ehi, l’hai mai letto?
- Ma sei pazzo? – alzò involontariamente la voce – Se ci avessi anche solo provato mi avrebbe…mi avrebbe…
- Va bene, va bene – Polonia liquidò in fretta e furia la faccenda per evitare che l’amico si perdesse fra i ricordi degli orrori vissuti nella casa di Russia.
Si sedette a gambe incrociate per terra, iniziando a leggere.
 
Caro diario,
che bello! Ho un diario! Evviva! Ora ho un posticino tutto mio dove posso scrivere i miei pensieri senza essere giudicato. Nessuno mai li leggerà!
Ti ho comprato perché devo sfogarmi. Non sopporto più i miei compagni, ma proprio più, più, più!
Bankotsu e Suikotsu si chiudono sempre in camera a guardare video porno yuri spinti.
 
- Ma che schifo! – commentò Toris.
- Non farmi tipo credere che non ne hai mai visto uno…
- Infatti non è mai accaduto!
- Come no…
 
Diciamocelo, non ho nulla in contrario, eh, a volte li faccio compagnia…
 
- Pure!
- Hai tipo finito di criticare i gusti degli altri?!
 
… ma mi viene sempre da pensare che non ho una donna da amare, allora non ho cuore di guardare…
Poi c’è Jakotsu che mette i video porno gay al massimo volume e in quel caso mi dà solo fastidio… Ieri seri riguardava per l’ottava volta I segreti di Brockebeck Mountain…che strazio infinito…
 
- Bel film quello!
- Oddio Polonia…
 
Poi c’è Renkotsu che sclera ogni cinque minuti sulla sua magnificenza …
 
- Ma chi è quest’altro?!
- Ah, il piromane pelato detto altrimenti pelatone truzzone …
- Sono poco informato di queste cose, lo sai …
 
E Kyokotsu che è un idiota e Ginkotsu che, che …
Beh in realtà Ginkotsu non fa nulla, forse il problema è proprio questo …
Non parla, non ride, non fa una sega … Non mi è di molta compagnia.
Da come avrai capito i miei compagni sono uno schifo. Qualcuno potrebbe dire “Fatti nuovi amici!”. Mica facile! Con questa faccia che ho non mi vuole nessuno, è un ingiustizia … Se solo avessi avuto un bel viso la mia vita sarebbe stata completamente diversa. Sarei stato nel gruppo dei fighi, sarei stato corteggiato, amato… Pensa che c’è gente che vive così SOLO per la sua faccia…
 
- Povero sfigato, mi fa pena!
- Anche a me, sai? E io che tipo lo consideravo solo un mostro…
- Cosa state facendo qui?! Chi siete?!
L’urlo fece loro trasalire.
D’istinto Feliks chiuse il diario di scatto e lo buttò nella scatola.
Troppo tardi.
Mukotsu era lì, ancora ubriaco e furioso come non mai, e i suoi occhi sembravano due tizzoni ardenti che potevano ricordare Caronte, il traghettatore infernale.
- Ehm, salve…
 Toris, imbarazzato, si grattò la testa, mentre Feliks sorrise con fare timido e si nascose un po’ dietro l’amico.
- Io sono lo spirito della Polonia – si presentò con fare rassicurante, non senza una punta di fierezza. Era una grande nazione, lui. Non aveva dubbi al riguardo.
- Certo! – ribatté iracondo Mukotsu – E io sono lo spirito della Lituania!
- Veramente lui è Lituania! – indicò lo spaventapasseri bianco come un cencio.
- Sì, sì, certo! Spiriti di Nazioni! Che storia è mai questa?! KYOKOTSU!
Si udirono passi enormi che scossero i lampadari e un po’ i mobili, segno che il gigante stava venendo di corsa.
Evidentemente il tono di Mukotsu non lasciava dubbi sul fatto che avesse bisogno al più presto…
- Beh che succede?
- Razza di deficiente, come sono entrati questi due folli?!
- Ehm, ecco…
Chiunque li avesse visti forse avrebbe sorriso o si sarebbe comunque stupito nel vedere un omone grande e grosso avere paura di un nanetto alto neanche come un suo piede.
Kyokotsu rabbrividiva e faceva un passo indietro quando Mukotsu urlava, come se temesse una severa punizione.
- Li ho fatti entrare io, fratello… Chiedo scusa…
- Ma perché, idiota!
- Perché ho sbagliato…
- Non perché chiedi scusa, scemo universale, perché li hai fatti entrare!
- Hanno chiesto lavoro…
- Non ti sei fatto dare i loro documenti?!
- No, pensavo che bastasse chiedere il nome…
- Stupido! Idiota! Inetto! Ma guarda tu! Butta subito fuori questi due impostori! Due nazioni… tsé. Se fossero davvero spiriti di nazioni avrebbero un aspetto imponente, maestoso, elegante… non quello di uno spaventapasseri e di un’inserviente!
 
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
Toris buttava a terra il cappello di paglia e lo pestava con odio.
- E te pareva! Lo sapevo di sembrare un cretino!
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
 
Kyokotsu provò a ribattere che in realtà quei costumi erano opera sua: - Ma…
- Niente “ma”! Zitto! Buttali fuori! Anzi, no… Hanno osato leggere il mio diario, sono testimoni scomodi che potrebbero spifferare i miei segreti in giro, perciò eliminali!
A questo punto il gigante si arrese. Scrollò le spalle e si diresse minacciosamente verso i due amici, che si abbracciavano spaventatissimi.
- Addio, Liet! – pigolò Feliks appoggiando la testa sul suo petto.
- Addio, Polonia… - gli alzò la testa in modo da fissarlo negli occhi - Prima di sparire sappi che ti amo. Ti ho amato dai tempi della nostra unione, ti ho amato anche quando sei scomparso. La prima ragione che mi spingeva ad andare avanti nella casa di Russia era il tuo pensiero. Sapevo che saresti tornato.
- Oh Liet…io pensavo…insomma, Bielorussa…
- Lasciala stare! La mia scelta sei tu!
- Ma guarda tu, devi tipo rischiare di morire per dichiararti? – il tono era accusatorio, però sorrideva. Non perdeva il sorriso neanche nelle situazioni
peggiori, pensò Toris. Un aspetto di lui che lo faceva disperare – accidenti, si tratta della sua vita, deve prenderla seriamente! – però sotto sotto gli piaceva. Se Polonia avesse perso la sua fede e il suo coraggio non sarebbe stato Polonia.
- Ehi, nessun dolce “Ti amo anch’io”?
- Ti amo anch’io, Lietuva! – rispose gioiosamente, chiamandolo per miracolo col suo vero nome.
- Ehiehiehiehi! – sbottò rabbiosamente Mukotsu.
- Questo deve essere un momento di splatter, non di sdolcinatezze!
- Ma non ci rompere i coglioni! – risposero in coro i due (e Kyokotsu che aveva assistito alla scena commosso).
- Ma brutti…
- Signor Mukotsu!
Enju arrivò tutta trafelata con in mano un telefono cellulare.
- Tenga…è urgentissimo!
Mukotsu sbuffò e afferrò il telefonino.
- Pronto? – chiese aspramente.
- Mukotsu. Buongiorno.
Una voce seria ben conosciuta agli orecchi del presentatore lo fece trasalire. Era ubriaco, stanco e barcollante, ma il suo cervello connetteva ancora.
- E-e-eccellenza… Quale onore… A cosa devo la vostra chiamata?
Kiku Honda, lo spirito del Giappone, sospirò, prima di parlare, solenne come al solito, ma preoccupato.
- Mukotsu, lo sai che abbiamo un sacco di problemi… Ora come ora una guerra con l’Europa è l’ultima cosa di cui abbiamo bisogno!
- Una guerra?
- Hai in casa Polonia e Lituania, no? Sai bene che come nazione ho gli occhi su tutto il mio territorio. L’hai forse dimenticato?
- N-n-no! Certo che no, Eccellenza! Io chiedo umilmente scusa… Macché! Chiedo perdono, perdono, infinite volte perdono! Non credevo che questi due fossero due spiriti, lo giuro! Quale reato scellerato stavo per compiere! Stavo per infangare l’onore del Giappone! Vi prego, Kiku-sama, potrete mai perdonarmi?
- Ovviamente, Mukotsu. Fortunatamente non è successo niente.
- Oh grazie! Grazie mille! Grazie infinite! Grazie per sempre! Sua Eccellenza è troppo buono, troppo misericordioso …
- Va bene, adesso basta. Torno ai miei doveri adesso. Mi raccomando: tratta i rispettabili Polonia-sama e Lituania-sama con il massimo rispetto. E salutali cordialmente da parte mia.
- Certo! Certo! Vedrà che non avranno da lamentarsi delle usanze del Giappone! State tranquillo su questo, Sua Illustrissima Eccellenza ha tanti, troppi, numerosi problemi…
- L’hai detto, mio buon Mukotsu – la nazione si permise di sospirare, pensando alle sue catastrofi – Ti saluto. Mi raccomando: massimo rispetto.
- Certo, arrivederci, Kiku-sama…
- Arrivederci.
Quando Mukotsu chiuse la conversazione era ancora paonazzo, la tempia imperlata di gocce di sudore e due grossi aloni sotto le ascelle.
- Oddio, oddio…
Si buttò inginocchio davanti alle due sbigottite nazioni, chinando il capo fino a schiacciarlo contro il pavimento (e accettando di odorare il buonissimo odore delle scarpe di Toris).
- Polonia-sama, Lituania-sama! Perdono, perdono!
Feliks guardò il compagno con un sorriso furbo.
- Wow, che cambiamento…- gli sussurrò.
- Ti perdoniamo – concesse benevolo Toris – ma prima…
- Qualsiasi cosa! Qualsiasi cosa! Chiedete e io esaudirò!
- Ma prima dacci dei vestiti decenti…
- Sarà fatto!
Si alzò con uno scatto repentino e agitò il pugno in direzione di Kyokotsu.
- Sciagurato! Come hai osato conciarli? Dà ai nostri illustrissimi ospiti vestiti degni di sovrani! E tu – si volse verso Enju, stavolta con espressione raddolcita – Per favore, accompagna i nostri ospiti a rinfrescarsi, poi prepara un banchetto in loro onore.
La cameriera fece un inchino, impeccabile come sempre.
Guardò gli ospiti sorridendo cortese: - Prego, se volete seguirmi…
Fece loro strada fra i corridoi del castello.
E intanto si erano scordati di Jakotsu.
 
Piccole note.
Per il titolo, sappiate che Feliks si è guadagnato il soprannome di “fenice” in quanto è una nazione che è stata più volte distrutta e ricostruita mentre Toris era un grande guerriero, prima di finire sotto il controllo di Ivan…
Spero che sia evidente che Ivan sia lo spirito della Russia, il nemico più odiato da Polonia.
“Feliks sarebbe dovuto nascere donna, Toris l’aveva sempre pensato.” < ---- è vero, l’autore di Hetalia ha precisato che il personaggio di Polonia era in principio una femmina, poi ha fatto “cambio di sesso” con un altro personaggio ed è diventato un maschio cross-dresser.
Enju è apparsa in una puntata di Inuyasha, non so se la ricordate. È una non-morta con il corpo di terra, come Kikyo, che faceva più o meno la fornaia e voleva morire.
 
Infine …
Auguro buone feste a tutti.
Buon Natale e un felice anno nuovo!
 

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Capitolo 10
*** Cut 2# - Il tempo di Naraku! La lettera ***


 Cut 2# - Il tempo di Naraku! La lettera!

 
Decisi i vari progetti, i gruppetti si sparpagliarono sull’isola.
 
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
Bankotsu era nervoso.
- Okaaaay. Quello che stiamo facendo è stupido! Devo trovare Jakotsu e chiarire che quello che volevo dirgli sull’aereo non riguardava nessun fottutissimo panino!
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
 
Avendo perso le sue tracce dopo la riunione con la squadra (sembrava che si fosse volatilizzato nel nulla), Bankotsu si affacciò timidamente sulla soglia del alloggiamento delle ragazze, sperando di non essere colpito da misteriosi oggetti volenti.
Invece nada. Non c’era nessuno. Stava per andarsene scocciato quando qualcosa di vistoso appoggiato un letto catturò la sua attenzione.
Una busta rosa. Bah una stupida lettera d’amore… “Per Jakotsu”.
Strabuzzò gli occhi: qualcuno aveva mandato una lettera a Jakotsu?
Si guardò intorno per vedere se stava arrivando qualcuno e aprì la busta: sapeva che in teoria era sbagliato, ma era convinto che fosse un suo diritto sapere se Jakotsu aveva un altro ammiratore!
 
Jakotsu, smettila di mostrarti forte quando in realtà stai soffrendo!
Non ero con voi quando sono iniziate le vostre divergenze, però ho capito il problema, sai? Tu lo ami e lui no. So cosa provi. Bankotsu ti sta facendo male, non pensare a lui. Lui non ti vuole. È un ragazzino a cui sei stato simpatico fino a quando ti ha visto come gli piaceva vederti, come un cagnolino fedele.
Se vuoi parlarne incontriamoci questa sera dopo la sfida. Io sarò sempre pronto ad accoglierti a braccia aperte, ricordalo.
Suikotsu
 
In tutta sincerità, dovette rileggere la lettera più volte perché gli sembrava troppo strano. Oltre al mittente, era stupito che Suikotsu potesse conoscere i loro sentimenti… E con quale diritto poi? Che ne sapeva lui se il suo capo ricambiava o meno l’amore di Jakotsu? E questo aveva portato un'altra domanda: Jakotsu allora lo ricambiava? Accidenti! Lui non era un pensatore! L’unica cosa che si sentiva di dover compiere in quel momento era trovare Suikotsu. E forse spaccargli la faccia.
 
- Ho trovato la sala comandi! Sono, tipo, un mito!
Veramente era stato un caso: aveva inseguito un gattino che si aggirava per il castello.
Per quanto Mukotsu si fosse trasformato in un ospite delizioso non avrebbe mai permesso ai due spiriti di interferire con il programma e su questo punto Kiku Honda non poteva intervenire!
Ogni volta che il polacco aveva cercato di persuadere il conduttore, lui l’aveva distratto mostrandogli ora le bellezze dell’isola ora quelle del castello, cambiando sempre discorso.
La sala controllo era scura e spaziosa. Un’intera parete era tappezzata di piccoli schermi, ognuno mostrava un area di isola.
- Sì, certo, Feliks… Ora, per favore, vedi dov’è il tuo amico e torniamo a casa. Abbiamo un mare di lavoro da fare…
Toris era preoccupatissimo per tutto ciò che li attendeva al ritorno e non la finiva più di tenersi lo stomaco.
- Lo so, lo so. Però è stata totalmente una vacanza perfetta!
- Ti sei dimenticato del tuo amico e ti sei divertito, quindi sì, penso di sì – gli ricordò polemico.
- OMG! Tipo totalmente una tragedia!
L’altro aveva urlato all’improvviso, facendo sobbalzare l’amico.
- COSA?
- Naraku è passato all’azione! – sibilò indicando uno schermo.
 
Renkotsu e Suikotsu sedevano all’ombra di un grande albero.
Il primo a volte si lamentava dell’idea di Rin, giudicandola folle quanto l’autrice, il secondo lo ammoniva scherzando, dicendo che in realtà era un piano così semplice che poteva conquistare i giudici. Inoltre era divertente!
A parte questo, entrambi erano rilassati e di buon umore.
Fino a quando non videro Bankotsu dirigersi a passo svelto e sicuro verso di loro, con aria tanto truce e severa che i due si alzarono in piedi.
- Cosa è successo? – chiese allarmato Renkotsu.
Bankostu lo ignarò e fissò Suikotsu.
- I miei complimenti, Suikotsu! Sei sempre rimasto in disparte nel gruppo, in realtà curavi il tuo bel piano, ne?
Il ragazzo chiamato in causa sgranò gli occhi, senza capire. Ovviamente non poteva capire.
- Non capisco di cosa stai parlando.
- Di questa – gli sventolò la lettera sotto il naso – Non ti dice niente?
Suikotsu gliela strappò di mano e iniziò a leggere, diventando man mano sempre più pallido. Renkotsu, curioso, si sporse da dietro la spalla del compagno. Quando incrociò lo sguardo con quello furente di Bankotsu, il moro acquistò un po’ di colore.
- Ma non l’ho scritta io! – sibilò.
Renkotsu annuì: - Ha ragione. Per di più è tutto il giorno che stiamo insieme. Questa è una trappola, Bankotsu.
- Oh bravo, difendilo! Siete una bella coppia!
- Inoltre – continuò imperterrito il secondo in comando – non abbiamo la più pallida idea di cosa sia successo fra voi due. Perché non ce la spieghi, di grazia? Si tratta sul serio di … divergenze sul vostro rapporto?
- Questa lettera è sbagliata! – esclamò paonazzo il giovane.
- Allora dicci come stanno davvero le cose! Perché io non ho scritto nessuna lettera!
Suikotsu stava liberando parte del suo lato rude, notò Renkotsu.
Medicine o no, l’ultima cosa che andava fatta a quell’uomo era aggredirlo ingiustamente.
Si fissarono per qualche secondo in silenzio, confusi e arrabbiati.
- Ehilà!
Jakotsu li aveva salutati da lontano, stringendo una caraffa fra le braccia.
L’unico che lo accolse con un’espressione sollevata quando li raggiunse era Renkotsu. Sperava che potesse chiarire quel gran casino, mentre gli altri due temevano che al contrario lo peggiorasse.
- Biscotti – spiegò Jakotsu con un sorriso, senza notare minimamente l’atmosfera astiosa – Gli ho fregati dalla cucina, qualcosa di commestibile c’è! Volete?
Guardava solo Renkotsu e Suikotsu, ma Bankotsu lo trovava così sorridente e allegro che pensò di provare a chiedergli scusa. La busta era sigillata, quindi Jakotsu non aveva letto il messaggio di Suikotsu! Poteva ancora fare finta di niente!
Si maledì mentalmente: non poteva farsi gli affari suoi?
Ma Suikotsu era bello fresco di arrabbiatura, quindi poco incline a far pace con biscottini e sorrisini.
Piazzò la lettera davanti a Jakotsu e poco ci mancò che non gliela sbattesse in faccia.
- Spiega al tuo amico che io non ti scriverei mai una lettera del genere! – tuonò, tremante  e livido per colpa dell’ira.
- Fermo!
Bankotsu gliela strappò di mano e la stracciò.
- Ma cosa fai?! – esclamò Jakotsu sorpreso.
- Nulla – borbottò Bankotsu – Visto che sei una povera vittima fatti consolare dal tuo Suikotsu! – e si allontanò sotto gli sguardi sbalorditi degli altri.
Renkotsu sospirò e si massaggiò le tempie. Di quel passo ci sarebbe voluta la mano di Dio per convincerli a far pace.
 
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
Naraku sogghignava.
- Tutto procede secondo i piani…
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
 
 

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Capitolo 11
*** Disaster Factor - Part 2 ***


 Disaster factor – Part 2

 
- Un mostro! Panini con la maionese!
Suikotsu e Renkotsu davano affettuosi colpetti sulle spalle di Jakotsu, sperando che si calmasse.
Aveva accettato infine di dare la sua versione dei fatti, sgranocchiando biscotti a mo di consolazione.
La reazione degli altri due non si era fatta attendere.
- Non ci posso credere…- bofonchiò Renkotsu - Tutto questo casino per una cazz…
Un’occhiata sprezzante di Suikotsu gli fece morire le parole in gola.
Cinse le spalle di Jakotsu, stringendolo a sé.
- Secondo me, vi siete fraintesi! E anche di molto! Scommetto che Bankotsu prova gli stessi sentimenti che tu provi per lui.
- Giusto, fatti furbo – spiegò Renkotsu con aria di sussiego – Non se la sarebbe presa tanto per quella lettera se non ci tenesse a te, no?
- Lasciate perdere – sbottò Jakotsu, scattando in piedi.
Prese un respiro e parlò con fermezza: - Mi sono già stufato di questo gioco scemo, voglio solo andare a casa.
E se ne andò con passo lento e svogliato.
- Io dico che vogliono entrambi chiarirsi – mormorò Renkotsu – è questo ambiente che dà sui nervi!
Suikotsu annuì, completamente d’accordo.
***
 
- Rin, sicura che funzionerà?
- Sicurissima! Fidati di me!
La sera aveva presto avvolto l’isola nel suo manto oscuro, portando con sé anche il momento della sfida.
Yura aveva lanciato uno sguardo eloquente alla ragazza più giovane, imbarazzata perché consapevole di quanto stavano per fare.
D’altro canto, Rin aveva ammiccato con aria complice, soddisfatta e sicura.
- D’accordo – sospirò il demone, controllando l’ora sul suo orologio da polso – aspettiamo solo che quelle due racchie si diano una mossa.
Guardavano il palco sul quale si sarebbero esibite.
Yura non l’avrebbe mai detto a Rin, ma era emozionata quanto lei.
 
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
Yura sorrideva allegra.
- Se non fossi nata demone, il mio destino sarebbe stato quello di pop-star! Sarei entrata nella storia! Volete sentire?
Si schiarì la gola e iniziò a urlare a squarciagola.
- It’s raining men!
Alleluia, it’s raining men!
Le mosche caddero stecchite al suole.
Yura sorrise fiera: - Che potenza, eh?
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
 
***
Vogliamo dare un’occhiata alle due racchie di cui parlava Yura?
Allora andiamo…
 
Un acuto urlo di dolore scosse le assi di legno della casetta delle ragazze.
Kagura – armata di servizio da ceretta – guardò Kikyo con aria risentita.
La sacerdotessa era sdraiata per terra, con addosso solo una canottiera e le mutande. Non sembrava affatto felice del servizio che l’altra le stava facendo.
- Ehi, sto cercando di essere il più delicata possibile.
L’altra rispose con un’occhiata dolorante.
- Ma è proprio necessario fare…
- Sì, lo è. Conoscendo Mukotsu, guadagneremmo qualche punto in più se noi… Ci mettessimo in tiro, ecco.
- Ma che barba – sbuffò l’altra, massaggiandosi le gambe torturare – Così mi sento una sgualdrina!
Kagura la incenerì con lo sguardo.
- Devi mettere una gonna, nulla di provocante, dai! Ma in vita tua, non ti sei mai fatta una ceretta?
E ripresero le urla.
 
- Feliks! Accidenti a te!
Toris era inciampato in una radice e non aveva potuto fare a meno di imprecare, sebbene non fosse da lui.
Amava Feliks, ma a volte il compagno lo trascinava in avventure assurde!
Il polacco non l’aveva sentito e continuava a camminare per la foresta, borbottando.
- Quest’isola è, tipo, più grande di quanto pensassi! Dove si trova Jakotsu?
- Ce ne andiamo? – gli chiese speranzoso l’altro, correndogli dietro.
- Venire qui allora tipo non è servito totalmente a niente! … Oh!
Si era arrestato di colpo e per poco l’altro non gli era caduto addosso!
- Feliks?
- Sento tipo della musica!
- Era ora! Mi ero stufato di sentire quest’alito di orso sui capelli!
Si bloccarono all’improvviso e raggelarono al rumore distinto di grugniti ben poco amichevoli!
Ebbero solo il tempo di voltarsi appena per vedere il gigantesco orso prima di scappare via a gambe levate, inseguiti dall’animale.
***
Kagome strinse i denti. Lei e le sue compagne avevano dato l’inizio alla sfida.
Era stata un’esibizione a dir poco perfetta. Era stata. Il “Mouline Rouge” è un classico, ma si sa che in genere il sapore dei classici colpisce sempre.
 Flashback
Kagome, Ayame e Sango erano bellissime, vestite da ballerine.
Jakotsu aveva commentato molto elegantemente che sembravano tre puttanelle di lusso, ma nessun altro osò commentare.
Perché forse sembravano davvero tre puttanelle, ma erano bellissime. Ricordavano troppo le belle cantanti di “Lady Marmalade”, che avevano deciso di emulare.
Kagome e Ayame erano entusiaste dell’abbigliamento, la lupacchiotta sul palco aveva persino lanciato un bacio a Koga, che era impallidito. Si sentivano potenti, con gli occhi del mondo addosso mentre ballavano.
Molto meno entusiasta era la terza, che si sentiva molto, molto, molto a disagio.
Il fatto che Miroku l’avesse guardata con uno sguardo famelico non aveva aiutato.
All’inizio della canzone si era mossa rigida come una tavola di legno, poi… il disastro.
Appena finito il primo ritornello aveva tentato una giravolta, ma aveva così dato un pugno ad Ayame che, barcollando, era caduta sopra Kagome.
Fine flashback
- Mi dispiace!
- Non fa nulla – borbottarono in coro Kagome e Ayame mentre premevano pacchi ghiacciati rispettivamente sulla testa e sull’occhio nero.
Sango era dispiaciuta nel profondo, ma … piangere? Mai. Se lo era ripetuto fra sé e sé più volte. Le era successo di peggio, si era detta. Si era scusata umilmente con le compagne, che comunque non potevano avercela veramente con la loro amica.
In realtà ce l’avevano con Jakotsu, che, pungente come le spine di una rosa, non la smetteva più di fare commenti sarcastici sul loro numero.
Sembrava che il suo raggio di odio si fosse spostato da Bankotsu al mondo intero e questo l’aveva reso ancora più odioso.
Mukotsu scosse tristemente la testa.
- Penoso, penoso – diceva a proposito dell’esibizione – e dire che poteva andare molto meglio… I giudici che vi seguono vi danno un sei, ringraziateli per questo!
Una persona ha anche proposto tre, ma la maggioranza è maschile … Sono sicuro che sono stati colpiti dai bei vestiti. Complimenti per quelli! – aggiunse sogghignando.
Le tre donne degli Otaku Assassini sbuffarono indignante.
- Ma chi sono i giudici delle sfide? – chiese Ayame.
- Oh noi tre conduttori, lo Shinigami e gli eliminati.
Kagome, Sango e Ayame pensarono contemporaneamente che la persona che aveva proposto il voto tre fosse stata Abi.
 
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
Yura era stizzita.
- Bah se si tratta di bellezza scommetto che a noi daranno molti più punti!
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
 
- D’accordo – proseguì Mukotsu – altri partecipanti per i Funboy?
- Io! Io! Ci sono io! – saltò su Akitoki eccitatissimo. Per l’occasione si era vestito da rapper, con un largo maglione rosso, jeans cascanti, lunga catena d’oro (quasi sicuramente finto) e cappellino blu con visiera.
Fece qualche passo in avanti e inciampò per colpa dei suoi stessi pantaloni.
- Siamo rovinati – bofonchiò Inuyasha.
 
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
Naraku era annoiato.
- Mi duole dirlo, ma forse eliminare Abi è stato un grosso errore! Mi manca così tanto il modo in cui zittiva quel moccioso!
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
 
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
Byakuya pareva preoccupato.
- Tremo all’idea di sapere che cosa canterà quel bimbominkia! Forse la compilation dei My Little Pony?
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
 
Appena Akitoki iniziò a cantare tutti strabuzzarono gli occhi.
Akitoki… cantava da Dio quando voleva!
Peccato che non capivano un accidenti di quello che stava dicendo.
Jag känner en bott, hon heter Anna, Anna heter hon
Och hon kan banna, banna dig så hårt
Hon röjer upp i våran kanal
Jag vill berätta för dig, att jag känner en bott

 
Mentre cantava Koga guardò interrogativo Sesshomaru, che scrollò impercettibilmente le spalle, come a dire “Ma che ne so io”.

Som alltid vaktar alla som är här
Och som ser till att vi blir utan besvär
Det finns ingen take-over som lyckas
Kom ihåg att det är jag som känner en bott

 
Akitoki cercava anche di ballare in stile rapper, ma così facendo appoggiò un piede su una piuma lasciata in precedenza dalle sue compagne di squadra e cadde a terra trascinando con sé il microfono.
Come a voler dare un contributo, gli cadde in testa anche un riflettore.
 
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
Miroku era impressionato.
- Wow, si direbbe che la sfida lo perseguita!
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
 
Un perforante quanto lungo BIP assordò le orecchie dei presenti e terminò solo quando Kikyo riuscì a raggiungere il palco e spegnere il microfono.
Si udì chiaramente un “Aaaah” di sollievo.
- Ehm, sì, certo – Mukotsu arrivò circospetto al centro del palco – I giudici sono colpiti e ti danno un sette! Ora dimmi solo una cosa: che accidenti di lingua era?
- Svedese – mugugnò Akitoki dolorante.
- Okaaaaay. Portatelo via!
Uscì dai retroscena uno sbuffante Kyokotsu che si apprestava a caricare di peso il poveraccio, quando questi strabuzzò stupefatto gli occhi.
- Un attimo… Un sette?! – esclamò deluso.
- Senti, una persona che conosci bene ha anche proposto quattro! Rallegrati, piuttosto!
 
 
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
Akitoki grattava la testa, confuso.
- Una persona che conosco bene? Strano, chissà chi è!
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
 
- D’accordo, Funboy, avete diritto a un’ultima esibizione!
Si fece avanti Byakuya armato di tutina blu da ginnasta.
- Sono pronto!
 
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
Ayame era piegata in due dal ridere.
- Buahahahah!
Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
 
***
- Cattivo! Lascia stare Liet!
Polonia infieriva selvaggiamente con un bastone sull’orso.
Non sembrava di chi Lituania avesse più paura in quel momento: se della bestia o del compagno!
L’animale uggiolava a ogni colpo: in quel momento la sua espressione era tale e quale a quella di Toris…
- Sono tipo sopravvissuto a una convivenza con quell’idiota di Prussia, alle battaglie con Russia e alle spartizioni! Non sarai tipo tu a fermare Polonia!
- Ehm, sì, credo che abbia capito…
- Oh…
Smise di colpire l’orso, senza però mollare il bastone e la posizione di difesa. Ma questi ringraziò a modo suo Toris con un’occhiata riconoscente e sfrecciò via.
- Ehm, andiamo...- il lituano afferrò guardingo una mano del polacco e ripresero a camminare.
***

What a feeling, bein's believin'
I can't have it all, now I'm da
ncin' for my life
Take your passion, and make it happen
Pictures come alive, you can dance right through your life

 
Sinceramente… La canzone era famosa, la coreografia anche, ma… Non che fosse un pessimo ballerino, ma faceva una strana impressione, più che altro buffa, vedere un maschio in tutina e lunga coda di cavallo ballare.
Ma a parte Koga, Miroku e Inuyasha che sghignazzavano senza vergogna, nessuno osava fiatare!
Infatti quando finì la sua esibizione partirono subito gli applausi entusiasti delle ragazze, comprese quelle dell’altra squadra, poi applaudì timidamente anche qualche ragazzo per evitarsi un sermone sull’insensibilità maschile!
- Otto! – disse con un sorriso Mukotsu, che pure lui voleva evitare le critiche delle donne.
La sua dolce Enju si sarebbe arrabbiata se avesse ammesso quanto gli veniva da ridere.
I concorrenti applaudirono di nuovo per Byakuya, che esibì un sorriso a trentadue denti dalla gioia.
- Sì, va bene, ora stai rubando troppo spazio!
Il conduttore lo buttò giù dal palco e si volse mellifluo verso gli Otaku Assassini.
- Molto bene! Tocca a voi!
- Noi ci esibiamo tutti insieme! – esclamò gaia Rin.
- Toh! Sicura, cara? Così avete meno possibilità di vincere!
- Siamo sicuri, caro – commentò acida Yura.
I ragazzi rabbrividirono: veramente loro non tanto…
- Io non vado – disse con fermezza Sesshomaru, più lapidario.
- Eddai, Sesshy! – lo pregò Yura civettuola, infastidendo non poco Kagura.
- Non ha tutti i torti – ammise Kikyo a denti stretti.
Al che, Kagura stavolta non riuscì a trattenersi.
- E no, bella! Non dopo tutta la fatica!
Le quattro ragazze degli Otaku Assassini erano un vero schianto, questo lo avevano notato tutti.
Per farla breve sulle reazioni generali, quando Inuyasha ha visto Kikyo ha fatto una tale faccia che Kagome l’ha spedito immediatamente a cuccia.
Indossava un abito lungo (prestato da Yura, ovviamente lei non ne ha mai avuti!), color acquamarina, con uno spacco laterale che lasciava scoperta una coscia. Parte dei lunghi capelli erano legati in una coda, il resto era completamente libero sulle spalle. Volevano convincerla a mettersi anche delle scarpe col tacco, ma aveva replicato che sarebbe caduta sicuramente e non hanno insistito.
Kagura indossava un vestito simile a quello di Kikyo, ma di color rosso fiamma e i capelli erano sciolti. Yura… Beh, Yura in minigonna e top dava sempre quell’aria sensuale e spregiudicata. Non aveva poi tanto bisogno di un look sconvolgente per apparire affascinante. Data l’età Rin era la meno provocante, ma era comunque carinissima vestita alla marina retta e con gli “odango”, quei grossi codini. Poteva passare per una versione di Sailor Moon mora.
Quanto i ragazzi… tsé, figurarsi se si mettevano in tiro! A tutti gli effetti, gli unici che si erano cambiati d’abito erano stati Akitoki e Byakuya.
- Se non va Sesshomaru allora non vado neanch’io – dichiarò Renkotsu – Qua mica si fanno sconti speciali per i principini!
Il principe dei demoni lo fulminò con lo sguardo, mentre Koga concordò.
Imbarazzato, Suikotsu non disse nulla, pregò Renkotsu con lo sguardo e basta.
Invece Miroku non sembrava aver problemi ad esibirsi da solo con quattro bellezze!
- TIPO, FERMI TUTTI!
Uno strano ragazzo biondo salì sul palco e si impossessò del microfono.
- Devo tipo dire una cosa totalmente importante!
- Feliks? – sussurrò incredulo Jakotsu.
 
 
 
 
 
 
Il più veloce aggiornamento a questa storia che abbia fatto xD
Canzoni citate:
Geri Halliwell – It’s raining men
Boten Anna – Basshunter (evviva la Svezia xD)
Flashdance – Irene Cara

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