Il diario di una Junkie. di Valkyrie_Licantropa (/viewuser.php?uid=165705)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ricordi. ***
Capitolo 2: *** Come tutto ebbe inizio ... ***
Capitolo 3: *** Ricordi e Pensieri.. ***
Capitolo 1 *** Ricordi. ***
il diario di una Junkie
Primo capitolo.
Guardavo la stanza dove mi trovavo. Era angusta e tetra. Le
pareti di color rosso scuro e le rendeva l’ambiente ancora più angusto. C’era
un pesante tendaggio, di color nero che copriva le finestre non permettendo ad
alcun raggio di sole di penetrare. La stanza era affollata da librerie e mobili
di epoca ottocentesche di color mogano. Le librerie erano colme di libri e
chincaglierie varie. Al centro della
stanza c’era una poltrona di velluto rosso con sopra macchie di sangue
rapprese. Jean-Claude stava seduto sulla poltrona ed io mi trovavo a cavalcioni
sulle sue gambe. Lui era bellissimo. Era poco più altro di un metro e ottanta
con una muscolatura ben formata, ma non palestrata. Capelli color corvini riccioluti. Gli
ricadevano come una meravigliosa tenda nera. Gli arrivavano poco sotto alle
spalle. Gli occhi color zaffiro erano meravigliosi. Ricordavano due gioielli
preziosi. I suoi occhi erano così belli e sensuali che avrebbero incantato
anche la donna più glaciale. La pelle era cadaverica e ricordava la perfetta
porcellana. Il suo volto ricordava una maschera perfetta. I suoi sentimenti
erano nascosti e lui era così bravo a nasconderli. L’unica cosa che guastava la
sua perfezione era la cicatrice a forma di croce poco sopra al suo capezzolo
sinistro. Io invece ero minuta con la pelle del suo
stesso colore. I miei capelli erano bianchi,albini. I miei occhi erano lo
stesso colore di Asher, un color ghiaccio raggelante . Portavo i capelli corti
con una frangia tipicamente emo. Mi
accarezzava la schiena nuda con la mano sinistra e con la destra teneva il mio
braccio sinistro proteso verso la sua bocca. Avevo un taglio un taglio lungo il
mio braccio poco profondo, ma abbastanza da far uscire molto sangue. Leccava
quasi svogliatamente. Il sangue colava fino al pavimento creando una vasta
macchia. Sul mio volto c’era una leggera smorfia di dolore , non mi faceva
molto male, ero abituata di peggio. Io sono Junkie, il mio corpo e segnato
dalle mie varie relazioni con i miei vari amanti. Le cicatrici erano ben
visibili ed alcune erano fresche. La maggior parte sono morsi, ma sulle braccia
erano più frequenti i tagli. Il sangue scorreva in modo lento e macchiava sia
il mio minuto petto e anche l’addome
statuario di Jean-Claude. Ero completamente nuda. Non ero timida, non mi
vergognavo a mostrare il mio corpo. Lui invece indossava solamente una delle
sue solite camice bianche con il pizzo. Il sangue faceva aderire perfettamente
il tessuto al suo petto. La portava sbottonata ma il sangue l’aveva
praticamente incollata sulla pelle. Tenevo la mano libera sul suo petto come sé
io volessi allontanarlo da me. Lo guardavo negli occhi. Lui mi sorrideva e con
una voce che mi ricordava una carezza piacevole mi disse – Tutto bene?- Io
annuì, il mio cuore batteva a mille, tanto da farmi male la cassa toracica.
Lasciò il mio braccio e mi strinse al suo petto con la mano che teneva sulla
mia schiena. Appoggia la testa al suo petto contro voglia. Mi sporcai i capelli
canditi con il mio sangue colato sul suo
addome. Jean-Claude esercitava una leggera pressione, costringendomi a tenere
il mio petto, testa e braccio contro i suoi pettorali. Sentivo il suo respiro
lieve e la sua pelle tiepida, un calore
rubato…il mio calore. Mi accarezzava i capelli con la mano libera. Passava le
dita in modo sinuoso –Tranquilla, rilassati. Sei tesa- Lo disse con un tono di
voce piacevole e tenue come se volesse cullare una bambina. Il suo respiro, mi
passò sul corpo come una gelida brezza. Chiusi gli occhi e ricordai come fossi
finita con Jean-Claude il Master di St.Louis. Ripensai a qualche anno prima,
quando ero ancora una innocente vergine ragazza di quindici anni.
Questa è la mia prima
storia. Spero che vi sia Gradita. Io sono Valkyrie_Licantropa. Amo
Anita Blake e ho scelto questa piccola storia come inizio. è
triste e quando la scrivevo ho sempre pianto. Inizialmente è una
storia unica ma ho deciso di dividere in capitoli ^^ spero che vi
piaccia questa è "Il diario di una Junkie". Commentate vi prego
fatemi conoscere.
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Capitolo 2 *** Come tutto ebbe inizio ... ***
il diario di uno Junkie parte 2
Non ero
minimamente interessata al mondo dell’occulto come molti miei coetanei. Ero un adolescente
normale con delle amiche, un fidanzato che ci siamo dati semplici baci, una
famiglia che mi voleva bene e una vita oziosa e piacevole. L’unica cosa
anormale nella mia passata vita ,era la mia malattia. Come ho detto prima io
soffro di una malattia ereditaria chiamata Albinismo. Ero molto timida e per
chiedere a Richard , il mio primo
ragazzo, se gli piacevo, ci avevo messo tre mesi. Insomma era stata una vita
normale, fino a quando lui mi rapì. No,
non sto parlando di Jean-Claude, ma del primo vampiro che mi aveva usato come
nutrimento e oggetto sessuale. Si chiamava Alexander un Master vampiro di appena duecento anni .
Era bello e perfetto, ma niente di speciale in confronto ad Jean-Claude. Era
alto un metro e settantasette con un fisico longilineo ma con dei bei muscoli,
che non erano frutto di lavoro di palestra, tutta roba naturale. Il suo viso
era fanciullesco. Quando fu trasformato da vampiro, doveva avere meno di
venticinque anni. Non aveva i capelli lunghi come normalmente vengono rappresentati i vampiri nei film.
Corti con un taglio tipicamente alla Johnny Depp di color cioccolato fondente.
Quel taglio lo rendeva ancora più fanciullesco ma gli stava tremendamente bene.
Non portava né barba né baffi. Gli occhi erano di un meraviglioso nocciola.
Lui
mi rapì mentre tornavo a casa. Ero stata dalla mia amica Catharina. Avevo fatto
tardi, il sole era già calato e soffiava un vento freddo. Mi prese alla sprovvista,
mi mise una mano sulla bocca per non farmi urlare. Mi impedì di gridare e
chiedere aiuto, ma cosa sarebbe servito? Un vampiro è più forte di un normale
umano. Cosa avrebbe potuto fare un normale poliziotto? Niente! Assolutamente
nulla! Sicuramente avrebbe solo servito ad irritare Alexander. Mi portò nel suo
nascondiglio diurno, un vecchio casa in mezzo alle compagne del Colorado.
Decisamente nessuno mi avrebbe più ritrovato, nessuno di certo mi avrebbe
salvato. Ero completamente nelle sue mani. Durante il giorno, stavo in una
piccola stanza illuminata solo da una piccola finestra sbarrata da grate
arrugginite. La parta da carati, che all’inizio doveva essere un verde prato,
era sbiadita e mezza strappata. Le tavole del parquet scricchiolavano in modo
sinistro, che ogni più lieve movimento, mi faceva sussultare. Non avevo un
letto. Dormivo su un vecchio materasso rattoppato, ammuffito e impolverato. Mi
teneva incatenata al termosifone con un catena lunga due metri circa. Mi aveva
dato come vestiti, una vecchia camicetta da notte. Mi arrivava poco sotto i
fianchi. Non portavo né le mutandine né il reggiseno. Avevo solo quel indumento
per coprirmi. Il giorno ero chiusa a chiave e potevo andare in bagno soltanto
la notte. Il giorno dovevo o trattenerla o urinarmi a dosso. La notte, lui mi
prendeva, a volte pure di peso, e mi portava nelle sue stanze. Il letto era
vecchio e cigolava appena ci sedevamo o cambiavamo posizione. La carta da
parati era mezza strappata, doveva essere di un color panna ma ormai si
vedevano solo i schizzi di sangue. Ogni volta che vedevo le pareti e le varie
macchie sia sul letto che il pavimento, mi mettevo a piangere. Il mio corpo era
sempre imbrattato di sangue mi permetteva di lavarmi di rado e sé acconsentiva
era presente mentre mi lavavo. Il giorno mentre dormivo, urlavo e gridavo.
Facevo spaventosi incubi, stavo letteramente scivolando nell’oblio sé non
avessi abbracciato l’oscurità sarei impazzita e tagliata le vene.
Dopo…
non so nemmeno io quanto, cominciò a piacermi. Quando veniva, nella mia stanza,
sorridevo e non tremavo più. Non era una espressione di disperazione. No, era
un sorriso di felicità. Gli parlavo e gli chiedevo la sua storia. Cominciammo a
conoscerci meglio e iniziammo a provare qualcosa l’uno per l’altro. Il sesso ed
i morsi diventavano sempre più piacevoli e sé una notte non mi toccava, io mi rattristavo.
Mi lasciò libera di uscire ma io rimanevo spontaneamente con lui. Non tentavo
neanche di scappare. Non volevo, ormai la mia vita era con il mio Alexander ed
io ero felice. Il mio corpo era pieno di cicatrici. C’erano morsi sui miei
piccoli seni e sulle conosci, oltre al collo. Scrollavo le spella a quel
pensiero. Mi piaceva vedermi piena di quei segni, li trovavo come succhiotti un
po’ più dolorosi.
Bene questo è il secondo capitolo della storia … spero che
sia piaciuto. La storia lo ammetto è molto triste, ma adoro i racconti con un po’
di malinconia. Lo ammetto non sono una grande fan dei drammi. Anzi li trovo
alquanto noiosi. Preferisco di gran lunga un buon libro del genere di Anita
Blake. Nessuno ha recensito. Credo proprio che non piace molto ma io continuo a
scrivere sperando che qualcuno lo apprezzi. Comunque lo ripeto gradisco molto
che commentino .. anzi lo apprezzo moltissimo. Grazie per aver letto dalla vostra
Valkyrie_Licantropo.
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Capitolo 3 *** Ricordi e Pensieri.. ***
Diario di una Junkie 3
Alexander
cominciò a portarmi a delle feste chiamate Freak Party. Sono festini illegali dove
i vampiri si scambiano i propri servi e ci fanno quello che vogliono. Gli umani
che frequentano quei party sono solamente gente adulta. Io ero la più piccola
ed ero molto richiesta. In una sola volta con più vampiri
Io ed Alexander eravamo amanti, mi piaceva essere morsa da gli altri
vampiri, ma le cose con lui erano diverse. Il suo tocco mi eccitava come pochi
e i baci impregnati con il mio sangue, avevano un sapore diverso. Non so cosa
dirvi … Non avevo mai provato sentimenti simili.
Un giorno trovai i vestiti che portavo quando lui mi rapì. Erano
indumenti semplici d’adolescente. Una felpa blu con cappuccino, una t-shirt
bianca con la stampa di Hanna Montana e dei Jeans blu. Inorridì alla vista della
maglietta, non riuscivo a crederci che una volta mi piacesse simil cantante.
Posai gli occhi su uno specchio crepato e mi vidi. Indossavo una gonna di jeans
attillata, era cortissima e se mi fossi piegata si sarebbero visti i miei
glutei. Avevo un top nero griffato che mostrava chiaramente che non portavo il reggiseno.
A dire la verità era raro che portavo l’intimo, se lo indossavo, avevo solo
quello indosso. I colori sulla tonalità del bianco, erano i mei prediletti, ma
anche il blu e l’azzurro li gradivo molto.
Sorrisi al pensiero che solo otto mesi prima, vivevo nella mia oziosa
ignoranza. Neanche riuscivo immaginare che esisteva una vita simile. Si,
leggevo i giornali e guardavo i notiziari, ma non avrei mai compreso pienamente
questo stile di vita. Pensai un attimo hai miei genitori, gli amici e a
Richard. Quanto avranno sofferto? Quanto avranno pianto? Adesso Alexander mi
avrebbe permesso di andarli a trovare, ma mi sentivo così distante da loro. Non
saprei come raccontargli e né vorrei narrargli lo stile di vita che stavo
conducendo. Sicuramente a mio padre gli
sarebbe venuto un colpo, visto che soffre di pressione alta. Non gli lo
auguravo, potrebbe rimanerci secco. Mia madre si sarebbe messa a piangere ed io
non volevo che piangesse. Le mie amiche mi avrebbero convinta a riprendere la
mia monotona vita passata. Scossi la testa, non volevo pensarci, non desideravo
abbandonare Alexander. Lui era il mio amato ed io volevo stare con lui per
sempre.
Lui era un vampiro
ed io una qualunque umana. Lui era immortale ed mortale. Non avremmo mai
condiviso l’immortalità insieme io fra ottant’anni sarai morta. Anzi mi avrebbe
scaricata quando avrò sulla quarantina e il mio corpo non avrebbe più le belle
forme di una volta. Lo desideravo, volevo che mi amasse, ma capivo che sarebbe
stato una cosa passeggiera.
Non so come
spiegarvi, forse lo intuiva, ma una sera mi parlò dei servi umani. Sono colore
che hanno un legame particolare con i Master vampiri. Alla persona scelta
vengono impressi, con o contro la propria volontà, quattro marchi. Quel legame
era eterno come i marchi e avrebbero condiviso l’immortalità insieme. Io lo
desideravo. Volevo che mi impostassi quei marchi. Alexander però, aggiunse che
solamente certi Master potessero averli e lui non era ancora abastanza antico.
Io mi ratrista.
Io lo amavo,
forse, non ero siucura dei miei sentimenti. Magari i suoi bei occhi nocciola mi
ingannavano e le belle sensazioni erano solo bugie. Non so come davi una
spiegazione esatta, ma anche sé ero vissuta nella menzogna, era una falsità
piacevole.
Il terzo capitolo è concluso. Adesso racconto cosa è successo
quando stavo con lui. Ovviamente dopo lo stupro e tante altre cose che non mi
va nemmeno di nominare.. Però spero che sia venuto bene e che continua a
piacere. Desidero che questo racconto sia apprezzato. La piccola Junkie merita
un piccolo spazietto nei vostri cuori. Io le voglio molto bene e non potrei mai
dimenticarmene di lei. Continuerò a scrivere la sua storia e spero che qualcuno
la legga e la porta nel cuore. A presto
dalla vostra Valkyrie_Licantropa.
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