A letter of love.

di _Misaki
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Heechul.Part 1. ***
Capitolo 2: *** Hangeng.Part 1. ***
Capitolo 3: *** Leeteuk. (extra) ***
Capitolo 4: *** Donghae. (extra) ***
Capitolo 5: *** Heechul.Part 2. ***
Capitolo 6: *** Hangeng.Part 2. ***
Capitolo 7: *** Yesung. (extra) ***
Capitolo 8: *** Kyuhyun. (extra) ***
Capitolo 9: *** Heechul.Part 3. ***
Capitolo 10: *** Hangeng.Part 3. ***
Capitolo 11: *** Siwon. (extra) ***
Capitolo 12: *** Eunhyuk. (extra) ***
Capitolo 13: *** Ryeowook. (extra) ***
Capitolo 14: *** Sungmin. (extra) ***



Capitolo 1
*** Heechul.Part 1. ***


Hey, Hankyung.
Vorrei scrivere caro, ma non è da me.
Come stai? Mangi bene? E' successo qualcosa di nuovo?
Son tutte cose che ti chiedo per telefono e alle quali tu rispondi molto passivamente, come è giusto che sia. Ma stavolta sto scrivendo, per non dover pronunciare certe parole.
Scrivo, ti scrivo, per un semplice motivo: mi manchi.
Mi mancano le serate nel dormitorio a bere birra insieme, senza dir nulla, bastava intendersi.
Mi mancano i tuoi sorriso stampati sul tuo bel viso.
Mi manca cantare, ballare, recitare, respirare, vivere con te.
Oggi ho guardato l'ennesima volta le foto che eravamo soliti farci e, giuro, sono caduto in uno stato di felicità-depressione; felice per quei momenti, disperato per la tua assenza. Mi faccio forza, dicendomi che li stai meglio, che va bene così, ma sto solo mentendo a me stesso, perchè voglio davvero che tu sia felice. 
Sai bene che, ogni volta che ne ho l'occasione, mi vanto della mia bellezza, ma la verità è che ho iniziato a sentirmi bello solo dopo che me lo hai detto tu. Perchè tutto ciò che dici è capace di turbarmi, tutto perchè.. Non prenderlo come uno scherzo o, peggio, in senso amichevole.. Ti amo. Proprio nel senso romantico. Mi ci son voluti tutto il mio coraggio, gli anni e tre birre per poterlo scrivere apertamente e dirlo a me stesso per la prima volta. Beh, è così, da sempre, credo, ho ancora così tante domande a cui non trovo risposta, ma suppongo che tu te ne sia accorto, più che altro, lo spero.
A volte mi chiedo se tu ti sia dimenticato di me, di tutti i nostri baci, che per me hanno sempre rappresentato di più di una sola amicizia, le nostre risate che risuonavano armoniose, è tutto perso? E' vero, ci sentiamo spesso, ogni volta che puoi, giusto? Ma non è più come prima, il nostro rapporto, intendo. E' come se una parte di me, quella più forte, sia partita con te, lasciando qui quella più fragile che si strugge da mattina a sera, ricordando parole ormai volate al vento. Forse le ricordo solo io.
Non fraintendere, so che tieni a me, non l'ho mai messo in dubbio, ma, quando si finisce intrappolati dall'amore si finisce per pretendere sempre di più ed io, che sono rinchiuso in questa trappola da troppo tempo, mi sento così egoista quando penso che dovresti essere qui con me e non lì, in Cina, dove è giusto che tu sia. Credo che tu abbia visto, o almeno sentito, che ho sfogato la mia nostalgia a scuola, la sera stessa che sei partito, che mi hai lasciato solo.  Non so quante lacrime io abbia versato, so, però, che nessuno immagina che sono rimasto tutta la notte nel tuo letto, a rotolarmi in quelle lenzuola impregnate dal tuo odore e dal mio pianto. Non sai quanto mi sento in imbarazzo a rivelarti tutte queste cose; pensavo che scrivendo tutto questo il peso sul mio petto sarebbe svanito ed, in parte, è così, ma è solo sparito per far spazio all'ansia. 
Cosa dirai? Cosa penserai?
Ho paura di saperlo, davvero molta paura, ma voglio che tu sappia come mi sento, voglio essere così egoista da voler farti sentire in colpa, almeno un pò.
Tuo, Heechul.





L'ho fatto davvero.
Imbuco la lettera e mi volto verso Donghae e Leeteuk, che, gentilmente, mi hanno accompagnato qui, nonostante il caldo di questa giornata. Hanno uno sguardo tranquillo, spensierato, forse addirittura felice; io, invece, devo sembrare davvero stanco, infelice, uno zombie, posso dire. I miei capelli sono cresciuti, ancora, così gli ho legati in una coda alta e, non lo nascondo, molti ragazzi mi hanno scambiato per una ragazza mentre camminavo verso la buca delle lettere. Donghae appoggia la sua mano sulla mia spalla, facendomi cenno con la testa di andare, in effetti è tarci, faremo tardi a scuola.
Il liceo che frequento è abbastanza grande e, essendo lontano dalla mia vera casa, e da quella di molti studenti, offre dei dormitori.. E' lì che l'ho conosciuto, al primo anno. Ricordo come mi si presentò davanti, col suo fisico perfetto e la sua strana parlata, visto che non è coreano come me. Sono stato bocciato al secondo anno e lui, per restare con me, anche in quella situazione, non è andato agli esami, in modo tale da dover ripetere l'anno. A quei tempi lo consideravo stupido, ma non lo era, affatto. Cinque anni, cinque anni insieme, nella stessa stanza, nella stessa classe, sempre insieme, finchè è andato via. 
Arriviamo a scuola, dove Leeteuk è costretto a salutarci, visto che non è in classe con me e Donghae. Entro, seguito da quest'ultimo, e mi siedo come sempre nellì'ultimo banco, dove, ad attendermi, ci sono alcune ragazze.
- Chul, oggi sei così carino! -
Non le sopporto queste oche o, meglio, non le sopporto da quando lui non c'è. Prima ricevendo complimenti ero fiero di me, ora che lui non mi fa più complimenti, che non è qui a rispondere a tono alle ragazze che ci provano con me, è tutto troppo diverso.
Il professore entra in classe, per fortuna. Per il resto delle lezioni seguo a malapena e, ogni tanto, scambio qualche messaggio con Donghae, per organizzarci per l'uscita di stasera. 
- Buon compleanno! -
Siwon si getta su di me, come suo solito. In effetti l'uscita di stasera è qualcosa in più che una semplice uscita. 
- Grazie mille. - 
Leeteuk, dietro di lui, mi porge un pacchetto, per poi dirmi che è da parte sua, di Siwon e di Donghae, i miei amici più stretti.
Aprendolo sento un forte tepore al cuore, riescono sempre a tirarmi su di morale e, questo regalo, è l'unica cosa che può farmi sentire leggermente sollevato.
Arrivo nella mia camera e appoggiò il regalo sul mio comodino: una nostra foto. Mia e di Hangeng, di quando eravamo al terzo anno; pensavo di aver perso la scheda con le foto di quell'anno, ma mi sbagliavo. E' incorniciata, così non devo preoccuparmi di trovare una cornice abbastanza graziosa.  Così, resto tutto il pomeriggio a guardare quella foto, ogni tanto non posso far altro che sorridere ironicamente tra me e me, perchè so che non risponderà alla lettera, ma farà finta di niente e il nostro rapporto tornerà come prima, lo spero davvero.
Verso le otto Leeteuk passa a prendermi, per portarmi in un locale dove avremo passato la notte a ballare e divertirci.


Zero messaggi.
Zero chiamate.
Zero email.
Zero posta.
La lettera deve essere arrivata ieri, verso l'ora di pranzo, ne son sicuro. Forse dovrei chiamarlo e dirgli che ero solo ubriaco e salvare quel minimo rapporto che abbiamo mantenuto nella nostra distanza. Qualcuno bussa, ma non mi importa, non è il momento di ricevere visite.
Sono troppo impegnato a torturarmi, continuando a guardare il suo volto, in quella foto, dove siamo stretti l'uno all'altro. 
Ho provato a dimenticarmi di quel suo sorriso così spontaneo, ma che posso farci se mi torna sempre in mente? Che posso farci se fa male?
Quel/la tizio/tizia continua a bussare, prepotentemente. Quei colpi sordi alla porta iniziano ad innervosirmi, non posso neanche stare da solo quando ne ho bisogno? Sarà quello stupido di Donghae che vuole qualcosa. Ma che dico, non è stupido, per niente, è il mio migliore amico e ogni volta mi disturba solo perchè non vuole che io rimanga solo per troppo tempo.
Decido di alzarmi dal suo letto, nel quale ho dormito la scorsa notte. Non sono andato a lezione, non avevo voglia e poi la testa continuava a farmi male per la sbornia della notte prima. Quel rumore assordante di nocche che si scontrano col legno è diventato insopportabile.
- Arrivo! - 
Nello stesso momento in cui urlo quell'unica parola, quella persona la smette. Finalmente. Mi lego nuovamente i capelli, come sempre, in una coda alta, credo mi stiano meglio così. Apro la porta con lo sguardo a terra, perchè non mi interessa minimamente in questo momento vedere qualcuno; poi vedo quelle scarpe. Quelle adidas alte, rovinate, da buttare, ma che quella persona continuava ad usare nonostante tutto. Salgo leggermente, vedendo dei jeans strappati, poi una maglietta stropicciata ed infine il suo volto.
- Hankyung.. -
- Chul.. -
Ammutolisco non appena pronuncia il mio nome, prendendomi tra le sue braccia. La sua stretta è forte e decisa, mentre io ancora tremo per la sua presenza, perchè lui è davvero qui, abbracciato a me, non è uno di quelli stupidi sogni che ogni tanto faccio, è proprio qui. 
Dopo poco comprendo che il mio collo è umido, per via delle sue lacrime, mi chiedo perchè pianga. Sono davvero incoerente, non mi sembra una situazione in cui si debba piangere, ma in poco tempo mi ritrovo con gli occhi rossi e lucidi, ho il viso in fiamme e la voce viene a mancarmi. Non so che dire, ho scritto cose così imbarazzanti, non riesco neanche a ricambiare la sua presa, che, adesso, ha sciolto.
- ..Mi sei mancato. -
Sono passati sette mesi dalla sua partenza. Ed ora è qui. Devo convincermi a parlare.
Tira fuori una busta dal suo zaino, che non ho notato. E' abbastanza piccola, ma mi dice di non aprirla, non ancora. Vuole che io la apra più tardi, non so quando.
Mi prende per il polso, trascinandomi fuori casa. Indosso ancora i vestiti di ieri sera, puzzo di alcol e ho ancora un mal di testa atroce, ma tutto ciò non mi distoglie dal pensare unicamente a lui e a quanto sia stupido da parte mia far scivolare la sua mano dal mio polso alla mia mano. Almeno una volta voglio tenerlo per mano,non mi sembra così una cattiva idea.
Non toglie la mano e non la porta nuovamente al polso, la lascia così com'è.
Non ho idea di dove mi stia portando, anche, se, vedendo uno dei soliti bar dove vado, inizio a sospettare qualcosa.
C'era un posto, un posto segreto, dove andavamo l'estate quando non avevamo nulla da fare; spesso ci andavamo con delle ragazze, bendandole per non sapere dov'era. Toglievamo le bende solo quando eravamo già posizionati in modo giusto; abbiamo perso la verginità lo stesso giorno, nello stesso posto. Quel giorno mi mostrai molto nervoso e arrogante, con lui e basta, non con quella ragazza. Ero solo seccato di sapere che era oltre la tenda che separava le due aree del nostro nascondiglio, con qualcuno che non ero io, a far ciò che avrei voluto fargli io. 
E' proprio quello il posto. Non ci ero più andato dopo la sua partenza. L'erba era ancora più alta e nascondeva meglio quella specie di stanzino in legno dove andavamo.
- Chul.. -
- Perchè mi hai portato qui? -  

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Capitolo 2
*** Hangeng.Part 1. ***


Tuo, Heechul.
Finito di leggere per più di due volte quella lettera, non posso far altro che restare ipnotizzato da quel foglio bianco, sovrastato da così poco parole, che esprimono così tanti sentimenti.
Non ho mai pensato fosse possbile che Chul, il mio adorato Chul, nascondesse tutto questo. Ogni volta che lo chiamo è sempre così allegro, mi dice che si diverte, che è sempre fuori con Donghae e gli altri. Erano tutte fandonie, quindi. 
Rimembro ancora con molta chiarezza il giorno della mia partenza. Lui non ha smesso di sorridermi neanche per un attimo, ha sempre tenuto il mio braccio incrociato al suo, mentre guardava la strada davanti a noi. Pochi minuti prima di fare l'imbarco, si era asciugato una lacrima con la manica della sua felpa rosa. A una qualsiasi persona poteva sembrare una ragazzina piagnucolosa che veniva lasciata dal ragazzo, invece eravamo due migliori amici che si dicevano un arrivederci, quasi sperato. 
Quando arrivai in Cina non mi scrisse, nè rispose alle mie chiamate per qualche giorno, che, senza la sua presenza, mi sembrò un tempo infinito. Esattamente quattro giorni dopo il mio arrivo, aveva deciso di chiamarmi, di dirmi che stava bene, che non c'erano molte novità e tutto il resto. Non ci siamo mai detti cose come 'mi manchi' o 'ti voglio bene', non per telefono. Oltre ad essere imbarazzante, era anche strano farlo. 
Ho ancora in mano la sua lettera, quando decido di farmi una doccia, così da far scivolare via insieme all'acqua anche i miei mille pensieri.
Nonostante l'acqua tiepida che mi picchietta sulla pelle sia davvero rilassante, non faccio altro che pensare a lui e, di conseguenza, torno ad essere nervoso.
Esco e mi ritrovo nell'afoso bagno di casa, freddo, ma accogliente. 
Ancora con l'asciugamano stretto alla vita, mi fermo a fissare il tavolo, dove prima ho poggiato con molta delicatezza la lettera di Chul. Deve averci pensato molto prima di scrivere quelle parole. Forse è stato addirittura male nel rivelarlo a me, il suo Hankyung. Così anche lui ha passato intere notti a piangere, come me. Per le prime settimane in Cina ho dormito con una delle sue magliette intorcigliata a me, così da sentire il suo profumo, come se fosse nel letto affianco a me; non gli ho ancora detto che ce l'ho io quella maglietta bianca.
Mi volto verso l'orologio della cucina, sono a malapena le 11. Senza neanche valutare la situazione, mi ritrovo a guardare sul mio computer dei voli per Seoul. 
Sono tornato a casa perchè i miei genitori hanno trovato lavoro qui, perciò, essendo cinesi, hanno ben pensato di tornare in patria e di questo non posso dargli colpe o altro, ma ammetto che una parte di me, la più importante è ancora lì, con lui, dentro di lui. A scuola vado abbastanza bene, non posso lamentarmi, sono sempre andato bene, infatti, quando ho dovuto ripetere l'anno, l'ho fatto solo per poter restare al suo fianco. C'è un volo a mezzogiorno. Spengo il pc, che metto dentro la custodia apposita. Corro nella mia stanza e prendo vestiti, scarpe e mi metto le prime cose che capitano. Arrivo in bagno e prendo il mio spazzolino nuovo, un asciugamano bianco e cerco di dare una sistemata ai miei capelli biondi. 
Mi precipito fuori di casa e raggiungo i miei genitori nel loro ristorante, non dico molto se non che mi servono soldi e che devo prendere un volo per la Corea, immediatamente. Per arrivare in aereoporto servono quindici minuti, perciò ho poco da esitare. 
- Vai a trovare Heechul? -
Mia madre colpisce sempre nel segno, non capisco neanche come faccia. Ma non è questo ciò che importa. 
- Si, mamma. Ho un volo tra poco, ma sono a corto di soldi e.. -
- Ti accompagna tuo padre, così non farai tardi. - 
Amo la mia famiglia e il loro modo di preoccuparsi per me, come io mi preoccupo per loro. Non so perchè non ho risposto a Chul, infondo, non so neanche cosa sto facendo. Sto per partire per incontrarlo, a sua insaputa, senza aver la minima idea di cosa dirgli appena lo vedrò.
Salgo in macchina e dopo poco arrivo all'aereoporto. Mio padre mi porge abbastanza soldi da affittare addirittura un appartamento, ma a me non serviranno, ovviamente. Ho preso con me anche il portafogli, che estraggo immediatamente dalla borsa, non appena arrivo alla reception. Prenoto per il volo, che faccio in tempo a prendere. Sono nervoso, credo che chiunque sull'aereo lo possa notare. Mi sudano le mani e non riesco a fermare il ticchettio delle mie mani sulla mia gamba. 


Eccomi. Sono di fronte alla porta a cui ho detto addio sette mesi fa. Busso, forse troppo insistentemente. So che Chul si potrebbe infastidire per questo, ma c'è come una forza che mi spinge a continuare a bussare a quella porta che mi separa da lui. 
Arrivo.
E' la sua voce, Dio, come mi è mancata.
Durante tutto il viaggio ho pensato a moltissime cose: cosa dire, cosa fare. Ma non sono riuscito a trovare una risposta, finchè non ha aperto quella porta e ho visto quanta bellezza sprigiona, nonostante gli abiti stropicciati e che emanano un forte odore di alcol. In un primo momento ha lo sguardo basso, ma non appena lo alza sui miei occhi esplodo e mi aggrappo a lui. Gli dò una busta, ma gli dico di non aprirla, non ancora. Poi, senza curarmi dei nostri orribili vestiti, lo prendo per il polso, poi per la mano e lo trascino proprio in quel posto magico, il nostro posto. Quello stanzino in mezzo alle piante, che abbiamo scoperto un giorno per sbaglio. Non mi fa domande, finchè arriviamo. 
- Perchè mi hai portato qui? -
Cerca di mostrarsi duro, ma nei suoi occhi riesco a leggere la curiosità e la felicità. 
- Chul.. - Ripeto, visto che avevo pronunciato il suo nome giusto qualche secondo prima. - ..Mi sei mancato. - Ho già detto anche questo.
Vedo il suo viso arrossarsi leggermente ed è ancora più bello di prima. Non capisco perchè, ma ogni volta che si tratta di lui non posso fermare il battito accellerato nel mio petto, che forse nasconde più di quanto penso. Sono sempre stato infastidito dalle ragazze che gli giravano intorno, non è che io.. ? La nostra prima volta, quella dove entrambi siamo 'diventati uomini' se così si può dire, mentre le ragazze di turno si riposavano per i fatti appena accaduti, ricordo di aver allungato una mano al di sotto della tenda che ci separava, in cerca della sua mano, che, dopo poco, si incontrò e si intrecciò con la mia. In quel momento avrei preferito essere da solo con lui, che avere una ragazza la cui bellezza non si avvicinava nemmeno a quella del mio Heechul. Ma allora è vero che io.. ?
Ho troppi pensieri in testa.
- Su, apri la busta. -
Al suo interno c'è un cd. E non un cd qualsiasi. Sono io che canto, anche se non penso di essere così bravo, lui mi ha sempre detto di amare la mia voce, così ho chiesto ad un mio amico di farmi registrare la nostra canzone, quella che ascoltavamo sempre insieme. Avevo intenzione di spedirglielo, ma a quanto pare il mio istinto mi diceva che dovevo farlo di persona, che avrebbe avuto più valore. 
- Gr.. - Si avventa su di me, incrociando le sue braccia al mio collo, mentre io lo tengo per quei fianchi stretti. - ..Grazie. -
Oddio, è così, allora. 
Ho sempre avuto qualche dubbio, ma non mi sono mai posto, comunque, questo problema, che poi problema non è. Io sono.. Innamorato di Heechul? Il primo amico che ho avuto dopo il mio arrivo a Seoul e con cui ho condiviso per cinque anni praticamente tutto? Più lo guardo e più mi convinco che sia proprio così. 
- Eccoti, Chul. Non riuscivo a trovarti a casa. - 
Donghae? Come sa di questo posto?
- Hangeng! - Urla, prima di avvicinarsi e salutarmi come si deve con un leggero abbraccio, si può notare la differenza tra i miei abbracci con lui e quelli con altri amici. E' immensa.
Dallo stesso cespuglio, spuntano Leeteuk e Siwon. Cerco di nascondere al meglio il fatto che vorrei urlare contro ognuno di loro; voglio dire, ho preso un volo dell'ultimo minuto per rivedere lui e invece scopro che il nostro posto, ora è il posto di tutti loro. Anche gli altri due mi stringono e mi chiedono come sto e cose varie. 
Il mio sguardo non si sposta mai da lui ed ho l'impressione che sia lo stesso.
- Quindi oggi possiamo andare a ballare tutti insieme, no? -
- Ma ci siamo già andati ieri.. - Dice Chul con un filo di voce.
- Si, ma non credo ti dispiaccia, visto quanto hai rimorchiato ieri notte, Chul! - 
Rimango spiazzato; che ha detto Leeteuk? Vedo i suoi occhi sgranarsi, come se avesse appena detto una monelleria che ha fatto un bambino a sua madre. 
- Vengo volentieri. - Dico per interrompere quel silenzio divenuto ormai imbarazzante.


Ho sistemato la mia roba nella mia stanza. Heechul si sta vestendo, mentre io mi dirigo in bagno, già vestito, per mettermi a posto con i capelli e il profumo. Voglio risultare al meglio. 
Dopo quanto è successo ho cercato di evitare il suo sguardo, che, inmancabilmente, cercava il mio. Forse è crudele da parte mia farlo. Sento una melodia provenire dalla nostra stanza, è il mio cd. Ha iniziato a cantare anche lui, capisco che sta sorridendo, lo percepisco.  Allora basta evitarci, non resisto più, d'altronde.
Mi avvicino a lui, prendendo con spontaneità la sua mano, che giace sul suo letto, insieme a lui. Poi decido di sdraiarmi al suo fianco, nel suo letto, come quando ci raccontavamo cosa era successo durante l'assenza dell'altro, anche se non c'era molto da dire, visto che eravamo inseparabili.
- Non c'è bisogno di andare a ballare.. Se non vuoi.. -
L'unica cosa che voglio è poter stare su questo letto con lui e dirci ogni minima cosa sia successa, magari anche toccando quelle labbra sensuali e carnose.
- Fgurati e poi lo sai che mi piace ballare. - Gli mostro un sorriso rassicurante. - Tranquillo, non ti lascerò per tutta la notte, sono qui per te. - 
Senza spettare una sua risposta, mi volto verso di lui e, alzandomi di poco e scendendo sul suo petto, tocco quelle labbra con le mie in un bacio accennato. Un bacio tanto per togliermi dalla mente l'idea di non poter toccare quelle labbra mai più.
Noto che sta per dire qualcosa, ma non sono ancora pronto a tutto questo, credo.
Balliamo, per tutta la notte e non mi separo mai dalla sua figura. 
- Mh, scusa? - Una ragazzina dai capelli corvini ci si avvicina, con aria imbarazzata e nervosa. Sta per succedere. -  Balleresti con me? - 
Heechul mi guarda, come se io dovessi scegliere la sua risposta. Ma non dico nulla, restando serio. 
- Avanti, Kyung, tu balli con me! - Siwon mi prende per un braccio, costringendomi a lasciare la mano di Chul, che tenevo stretta a me dall'inizio della serata.


Non riesco più a trovarlo.
Ho bisogno di rinfrescarmi, così vado nel bagno. Ho sempre pensato che fosse fastidioso andare nei bagni delle discoteche, perchè ci sono sempre coppiette appartate, ma in questo caso ne ho davvero bisogno. Rimango perplesso da quel che vedo, anzi, più che perplesso, rimango col cuore infranto. Non ora che mi sono accorto di amarlo, non ora.
Quella ragazza ha fatto poggiare Chul di spalle al muro e, mentre gli tiene stretta la maglietta tra le mani, si alza in punta di piedi per poter abusare di quelle labbra. Loro mi appartengono. Lui mi appartiene. 
Senza badare ad altro, mi getto su di loro, spostando il volto della ragazza. 
- Scusa, carina, ma adesso Chul Oppa viene con me. - Cerco di imitare una voce femminile, sorridendo aspramente.
Ha osato toccare ciò che è mio, per questo non credo di poter restare ancora in quella stanza in sua presena, la riempirei di insulti e non è ciò che voglio. Non sono quel genere di persona. Lo prendo sottobraccio e lo conduco fuori dalla discoteca, nel retro, per l'esattezza.
- Che stavi facendo? -
- Non mi sembrava ti importasse il fatto che rimorchio, visto come hai reagito prima. -
In effetti non ho mostrato molto interesse, ma solo esternamente.
- Non puoi permettere alla gente di toccarti. L'unica persona che può farlo sono io! .-
Mi rendo conto solo guardando la sua espressione sorpresa che ciò che ho detto è abbastanza strano. Molto strano.
- Perchè credi che io sia qui? Se pensi che io possa tornare qui dalla Cina senza provare nulla per te dopo aver letto quella lettera, ti stai sbagliando. -
- L..la lettera. -
- Si, la lettera. -
Continuo a guardarlo negli occhi, quegli occhi scuri ed intensi, pieni d'amore ed anche di curiosità.
- Poi scopro che il nostro posto, non è più solo nostro e che cosa dovrei pensare? - Alzo un pò la voce e non è da me. - Non è difficile capire il perchè io stia impazzendo, sei tu il motivo. E' colpa tua se sono innamorato di te. -
Mi fiondo su quelle labbra schiuse per le mie parole, non ho detto poco. Ho rivelato i miei sentimenti ed anche involontariamente. La sua lingua è calda e, insieme alla mia, scopro di desiderarlo, di bramare quel ragazzo che ho sempre amato inconsciamente.
- Andiamo a casa.. -  

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Capitolo 3
*** Leeteuk. (extra) ***


Sento una stretta al petto, non mi ci vuole molto per capire che è successo di nuovo. Mi giro ed eccolo lì, infatti.
Ogni notte è la stessa storia: non appena prendo sonno, pensa bene di infilarsi nel letto con me.
Quelle braccia che ogni giorno, al mio risveglio, trovo incollate su di me, ormai sono diventate parte della routine.
- Aah, Siwon.. - Dico, alzando leggermente la voce, visto che è un tipo dal sonno leggero. - Non cambi mai, eh? -
- Mai, Teukie. -
Mi sorride, mi fa sempre uno strano effetto vederlo appena sveglio. E' bellissimo.
Con quei capelli neri ed il suo viso perfetto, con quel corpo scolpito dagli angeli.
Siamo compagni di stanza da tre anni, ormai. Anche se mi sembra ancora strano, nel senso, lui è un deliquente. Non segue mai le lezione, se ne sta sempre sul tetto con qualche amico a fare chi sa cosa, mentre io, IO, sono il presidente del comitato studentesco, quello che si occupa delle idee degli studenti e che fa tutte quelle cose noiose. Ma ho sempre avuto un carattere autoritario, mi piace prendere le redini delle situazioni in cui mi trovo. 
Ci prepariamo in fretta, senza dir nulla, cosa c'è da dire in fondo? E' solo una mattina come tutte le altre, dove ci si prepara e si va in classe. Per lo meno, io vado in classe, Siwon, beh, ne ho qualche dubbio.
Come al solito Donghae è venuto a prelevarci dalla nostra stanza.
- E Chul? -
- Ha detto che non ha voglia di alzarsi dal letto, oggi. - Ride, Donghae. - Ma credo, invece, che c'entri qualcosa Hangeng, in tutto questo. -
Ci salutiamo non appena arriviamo di fronte alla sua classe, mentre io e Siwon continuiamo a camminare, quando uno dei miei vice mi ricorda delle cose che ho da fare questa mattina. 
In effetti, oggi arriva un gruppo di nuovi studenti, per lo scambio tra le scuole coreane. 
Ovviamente, essendo il presidente, sono io che devo dar il benvenuto e le sistemazioni a questi ragazzi. Perciò non potrò stare in classe con lui, ma tanto meglio, almeno non mi distrarrò per guardare la sua figura. 
Ma che dico? Tanto, sicuramente, lui andrà sul tetto, quindi non avrei potuto vederlo lo stesso.
- Teukie, questo vuol dire che non ti vedrò per tutta la mattina? - Brontola, abbracciandomi alle spalle. 
Mi giro, lasciandoti con un sorriso ed una pacca sulla spalla, come vecchi amici fanno quando giocano a calcio. 
Passo la mattina ad occuparmi di viaggi d'istruzione e quant'altro, finchè arrivano le 11, ed è perciò ora di dare il benvenuto al gruppo di scambio.
Apro il cancello della scuola, con la chiave che solo io ed i docenti abbiamo, facendoli accomodare nel salone principale, dove, di solito, si tengono le assemblee o gli eventi importanti, come questo.
- Piacere di conoscervi. Io sono Leeteuk, il presidente del comitato studentesco. - Rivolgo loro uno dei miei migliori sorrisi, sperando di far capire da subito che sono una persona affidabile. - Vi condurrò nelle vostre stanze e chiarirò qualsiasi dubbio abbiate. -
Quindi, se ho capito bene, quello magrolino e basso, con i capelli rossicci è Ryeowook.
Quello al suo fianco, con i capelli ramati, simili ai miei, con lo sguardo dolce ed una maglietta rosa, con il chupa-chups in bocca, è Sungmin.
Il ragazzo alto che lo tiene per mano, con i capelli e gli occhi nocciola, è Kyuhyun.
Quello con i capelli color platino e gli occhi grandi, dal fisico slanciato, è Eunhyuk. 
- Potete affidarvi completamente a Teukie, è davvero bravo nel suo lavoro. - Siwon spunta alle mie spalle, come se fosse lì dietro da un bel pò di tempo. - Io sono Siwon, il compagno di stanza e di vita di Teukie, piacere di conoscervi. - 
Forse ho sentito male, ha detto davvero che è il mio ragazzo a delle persone appena conosciute? Cioè, si, è vero, stiamo insieme, ma non mi sembra il caso di dirlo a quel modo.
Devo essere arrossito mentre lui, con molta grazia mi prende per mano, ma cerco di restare con un'espressione seria, senza far capire agli altri quanto mi possa far agitare quello che ho appena sentito.
Ma forse non siamo l'unica coppia qui, no? Insomma, Sungmin e Kyuhyun sono presi per mano e sembrano star bene insieme, poi, non appena hanno udito le parole di Siwon, si sono scambiati uno sguardo piuttosto sospetto, ma magari è solo la mia immaginazione.
- Emh.. - Quasi non riesco a trovare nulla da dire, forse è meglio cambiare argomento. - .. Venite, vi porto nelle vostre stanze. Mentre tu.. - Mi rivolgo direttamente a lui, il mio ragazzo, bello come un Dio. - ..Fila in classe, ci vediamo più tardi. - 
Ha sempre usato come scusa il fatto di stare con me, quando insegnanti e altri alunni lo sgridavano per essere sempre fuori dalla classe o, addirittura, dall'istituto, ma so che non sta con me solo per questo. Cioè, non siamo di quelle coppiette sdolcinate che si dicono 'ti amo' e cose così, non ce lo siamo mai detti, anche se io so benissimo di amarlo. Dirlo sarebbe troppo imbarazzante, credo. Insomma, mi farebbe sentire una femminuccia, anche se, quando facciamo l'amore, non mi sento per niente così. Sto bene con lui. Anche se non capisco mai cosa stia pensando o altro, anche se l'unica cosa che ci siamo detti è stato un 'mi piaci..' seguito da baci lunghi e passionali, tre anni fa. Stiamo insieme da tre anni, in effetti. Non è strano essere fermi al 'piacere' e non all' 'amore' vero e proprio? 


- Mi spiace Eunhyuk, Ryeowook.. Ma non c'erano altre stanze libere, perciò dovrete avere dei compagni. Allora.. Eunhyuk, il tuo compagno di stanza di chiama Donghae, in questo momento è a lezione. Il tuo, Ryeowook, si chiama Yesung. Riposate pure, inizierete domani. -
Saluto quei ragazzi e mi reco alla mensa. Ad aspettarmi trovo Donghae, Heechul, Hangeng e Yesung, il miglior studente dell'intero istituto. 
- Siwon? -
- Siwonnie? Una ragazza doveva parlargli e quindi l'ha portato nell'aula di musica. - 
Riceve sempre molte confessioni amorose, ma, ogni volta, le ragazze si ritrovano in lacrime, visto che lui è costretto a rifiutarle per me. 
Decido di andare comunque a vedere come va la situazione, visto che oggi ho davvero voglia di stare con lui. Forse è il giorno giusto per andare oltre al semplice piacere, forse è arrivato il momento di dirgli che sono innamorato di lui. Mi sento fin troppo docile oggi, qualsiasi cosa sarebbe in grado di abbattermi, sarà che sto per rivelare ciò che provo ed ho paura di cosa possa succedere.
Magari lui non è innamorato di me e sta con me solo perchè gli do dei vantaggi.
O magari gli piaccio e basta.
Che paranoie, sono davvero impossibile.
Mi dirigo nell'aula di musica, ma quando sto per aprire la porta sento delle voci, leggermente alte.
Siwon Oppa.. Lo sai benissimo che ti amo.. E quella notte.. 
Quella notte? Di che cosa sta parlando?
Quella notte è stata solo un errore, per di più io ero ubriaco. E' la sua voce. Quindi è così? Sono stato tradito dall'unica persona di cui io mi sia mai innamorato.
Ma.. Sento il rumore dei tacchi della ragazza, evidentemente si è alzata e sta uscendo. Ma non vedo nessuno uscire. Apro di poco la porta, per vedere cosa sta succedendo. Lei gli cinge il collo con le sue braccia magre e vellutate, una ragazza molto bella, devo dire. Si sta buttando, ci sta provando sul serio a portarmelo via. Deve amarlo davvero, a meno che non stia piangendo per rendere il tutto più teatrale. Sento del gelo dentro di me, come sul mio volto. E' il vento che si spinge verso di me e mi provoca i brividi al contatto con le mie guance bagnate dalle mie stesse lacrime. Perchè piangere? Infondo, di che mi preoccupo? Lui è il mio ragazzo, la rifiuterà prima che possa attaccare le sue labbra con le proprie. 
Mi sporgo di nuovo a vedere cosa succede e, per quanto mi sembri impossibile, si stanno davvero baciando. Lui, quello stupido. Ed io, ancora più stupido per aver creduto fino in fondo a questo rapporto. Chi sa quante volte sarà giù successo, chi sa quante volte in questi tre anni sono stato tradito.
Chiudo la porta, non mi importa se l'ho sbattuta o meno, e mi dirigo dagli altri, l'ultima cosa che voglio è restare solo, ho bisogno dei miei amici, ora.
- Oi, Teukie. Che è successo? - Chul mi si avvicina e mi stringe a sè.
-  Nulla, nulla. Tranquillo. Su, mangiamo. Sto morendo di fame. - 
Non passa molto tempo prima che Siwon ci raggiunga e lì, come sempre, Donghae interviene in quella situazione imbarazzante. Non sono ancora riuscito a smettere di far cadere queste maledette lacrime, in realtà.
- Allora, Siwon, che hai combinato? - 
- Io? Perch.. - si interrompe non appena vede in che stato sono. - Teukie, che è successo? Perchè piangi? - 
Si inchina di fronte a me, prendendo il mio volto tra le sue forti mani. Io sono stato sempre e solo suo, sempre. Non ho mai neanche posato lo sguardo su qualcuno che non fosse lui. Non ho neanche mai pensato alla mia vita senza di lui. Come non ho mai pensato che lui, invece, avesse fatto tutt'altro. Mi sento davvero stupido e perso.
- Niente. Non ho niente. - Urlo, per poi scappare verso la mia stanza, la nostra stanza.


Apri la porta. Apri.
La tua voce mi rimbomba nella testa, mentre mi accascio a terra, bloccando la porta col mio peso ed anche con la chiave, tanto so che lui non la porta mai con sè. Sono io che mi occupo di tutto. 
Cerco di calmarmi, inutilmente. Dopo tutto, non è che posso reagire a tutto con fermezza, non sono di ghiaccio. Anche io al sole mi sciolgo.
E lui è il mio sole, lo è sempre stato. 
Da quando, tre anni fa, entrò in camera con un'espressione afflitta, prendendomi tra le sue braccia e dicendomi che non ce la faceva più così, che voleva avermi tutto per sè, baciandomi e dicendomi che l'unica persona che gli piaceva ero io. 
Invece ora, tre anni dopo, sono rinchiuso nella mia stanza a frignare come una ragazzina, perchè mi sono innamorato di questo delinquente che mi ha tradito Dio solo sa quante volte. Io, che ho sempre dato per scontato il suo amore e la sua fedeltà, mi reputo colpevole, avrei dovuto chiarire le cose con lui, tempo fa. Avrei dovuto dirgli chiaro e tondo che lo amo e che se non era lo stesso per lui, poteva lasciarmi. L'avrei finita lì, invece ora, ora che so tutto, è troppo difficile accettarlo, perchè lui non sa neanche minimamente come mi sento, non lo sa. 
- Leeteuk! - 
E' la prima volta che dice il mio nome completo, neanche la prima volta che ci siamo visti mi chiamò per nome, sempre e solo: Teukie.
Apro la porta, nascondendo il mio viso con i miei capelli, abbassando la testa.
- Dove vai? - 
- Vado al comitato. Così potrò far cambio di stanza, non preoccuparti, me ne vado io. -
E' la soluzione più razionale, no? In classe non ci entra neanche per sbaglio. Sarò in un'altra stanza e sarò impegnato con i miei doveri da presidente durante la giornata. Un piano perfetto per non vederlo più.
- Leeteuk! - Urla, stavolta. - Vuoi spiegarmi cosa ti ho fatto per essere trattato così? -
- E me lo chiedi, anche? - Ma si, urlo anche io, tanto, ormai, peggio di così non può andare. - Bacia bene quella ragazza? E com'è a letto? - 
Ahi. Siwon, per la prima volta, mi ha colpito. Uno schiaffo in piena faccia. Il dolore è atroce, quasi insopportabile, ma non è paragonabile al dolore che ho dentro.
- Se ti riferisci alla ragazza che mi ha portato nell'aula di musica, non ci ho mai fatto sesso. E l'unico bacio che mi ha dato è durato qualche secondo, visto che, appema mi è stato possibile, l'ho scansata. - 
La sua voce è ferma e autoritaria. Ha smesso di urlare e mi guarda dritto negli occhi, che continuano a bruciarmi.
- La notte di cui stava parlando, quando io ero ubriaco, le ho detto d'amarla, è vero. Ma non l'ho mai sfiorata con un dito. L'unica persona che voglio toccare, baciare ed amare sei tu. - 
- Io.. - 
Non mi da il tempo di parlare.
- Avresti dovuto chiedere a me di spiegarti la situazione, ma non lo fai mai. Io non posso sapere cosa pensi se non me lo dici. Quando ti frullano queste idee per la testa, beh, dimmelo e risolveremo le cose insieme. - 
Si avvicina di più verso di me, facendomi poggiare le spalle al muro. Abbassa lo sguardo, come volesse dirmi qualcosa di davvero importante, poi ci ripensa, alzando lo sguardo direttamente su di me. 
- Non sono nulla senza di te. -
Preme le sue labbra contro le mie, che lo accolgo immediatamente, come fosse automatico. Questo bacio è leggero e dolce, per niente come quello che ci diamo prima di entrare in classe, così veloci ed insignificanti. Non appena si stacca da me, un unico pensiero mi viene in mente.
- Da quando siamo diventati una coppietta sdolcinata? - 
Sorrido, tra una lacrima e l'altra.
- Da quando ti amo. -  Mi risponde, con un sorriso smaliante, di quelli che vorrei vedere in ogni momento della giornata. - E tu? Tu mi ami? - 
Come se non lo avesse capito, questo stupido. 
- Si.. -
Mi prende per mano, portandomi nella nostra stanza. Mi fa sdraiare sul suo letto, molto delicatamente, per poi salirmi addosso, con cura, senza farmi la minima pressione e ricongiunge le nostre labbra e le nostre lingue gemelle. 
Si insinua nella mia biancheria, iniziando a masturbare lentamente il mio membro, già eccitato. Se continua così lentamente, rischio di impazzire. Mi reggo alla sua grande schiena, quando gli sussurro di non voler essere l'unico a provare quel piacere. Allora, utilizza il lubrificante alla vaniglia che tiene nel cassetto e, mentre mi penetra con due dita, quell'odore dolce mi inebria la mente. Sostituisce le dita col suo membro, altrettanto eccitato. Da spinte lievi, per poi accellerare sempre di più, fino a farmi perdere la testa, mentre continua a masturbarmi. Veniamo all'unisono, macchiandoci del nostro amore e stringendoci a vicenda. Sento il suo respiro farsi 'più profondo, deve essersi addormentato. Per la prima volta sarà lui a svegliarsi con le mie braccia che lo stringono.




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Ci tengo a precisare che nel titolo c'è scritto ' (extra) ' poichè la storia principale è la Hanchul.
Ma ci saranno molti extra, che parlano della vita degli altri. 
Insomma, spero di essermi spiegata bene, su questo. 
Metterò sempre due capitoli della Hanchul, seguiti da due extra.
Ringrazio, intanto, eos_92 per recensire sempre i miei lavori e chiunque abbia la pazienza di leggerli.
-Misaki.

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Capitolo 4
*** Donghae. (extra) ***


La porta è chiusa.
In tutti questi anni non mi son mai portato la chiave dietro, ho sempre lasciato la porta aperta proprio per questo.
Che sia uno scherzo di Teuk? Impossibile, è un ragazzo troppo serio per fare uno scherzo tanto infantile.
Toc Toc
Magari qualcuno ha sbagliato stanza e, trovando le chiavi, ha chiuso in modo tale da non esser disturbato. Ma questa è la mia stanza, ne son sicuro! Busso ancora una volta, prima di sentire dei passi sempre più vicini.
Ad aprirmi c'è un ragazzo che non ho mai visto in vita mia. Alto, snello, labbra carnose, occhi sporgenti, capelli mossi color platino e non indossa la divisa scolastica, perciò dev'essere un nuovo studente. Probabilmente fa parte del gruppo-scambio di cui mi ha parlato Teuk. Ma perchè nella mia stanza? Non ho bisogno di nuove seccature. 
Non sono un tipo socievole, tanto che sono stati i miei amici a fare il primo passo verso di me. Sono sempre stato un tipo solitario, per questo preferisco stare sulle mie. Però, ora che ci rifletto bene, quando una persona si avvicina a me, anche solo un pò, cambio completamente il mio modo di essere e divento protettivo, in qualche modo. Voglio che le persone che mi affiancano siano felici.
- E tu sei? -
Suona scorbutico il mio modo di parlare a primo impatto. 
- Ah, io mi chiamo Lee Hyukjae, ma puoi chiamarmi Eunhyuk. - Fa un piccolo inchino, mostrando meglio i suoi capelli per niente rovinati, nonostante abbia usato il decolorante. - Mi spiace disturbarti, ma dovrò restare in questa stanza durante la mia permanenza qui. -
- Mh.. - Non che mi disturbi più di tanto, solo, non voglio che venga invaso il mio spazio. Sono in una camera singola dal primo anno e non mi è mai dispiaciuto. - ..Donghae. -
- Uh? -
- Il mio nome.. è Donghae. - 
Entro nella stanza che, come sempre, è nel caos più totale. Non me ne curo affatto, insomma, ci dormo e basta qui dentro. Se al nuovo arrivato crea problemi può anche mettere apposto da solo.
- Il mio letto è questo qui. - Indico quell'ammasso di lenzuola accovacciate sul materasso alla destra della finestra, ma credo che lo avrebbe capito ugualmente. - Sistemati come meglio credi. -
- Mh, grazie. -
Dio, c'è un'atmosfera così imbarazzante nell'aria e senza un perchè. Non sono il tipo che si fa problemi con persone che non conosce e tanto meno mi interessa conoscere.
- Dov'è il bagno? -
- Qui dietro. -
- Ah.. Grazie.. Vorrei fare una doccia, ma se vuoi puoi farla prima tu.. -
Abbassa leggermente la testa, come se ci fosse qualcosa di cui vergognarsi nel chiedere una cosa del genere.
- No, fai pure. -
Mi distendo sul letto, ancora disfatto. Il rumore dell'acqua che scorre mi rilassa completamente. Qualcuno sta cantando e che voce angelica ha. Mi lascio trasportare in mille pensieri, mentre quella voce continua felicemente ad esprimersi. Di colpo si blocca, facendomi tornare coi piedi per terra. Vedo uscire Eunhyuk dal bagno, con indosso soltanto un asciugamano sistemato nella vita. 
Quella voce era sua? Non ci sono dubbi. Siamo solo in due in questa stanza.
Non mi ero reso conto del fisico slanciato e ben definito di quel biondino. 
- Canti bene. -
Lo vedo sussultare. Probabilmente è una persona molto timida. - Grazie. -


Sono ormai tre giorni che non vivo più da solo. La mia vita non è cambiata granchè. La verità è che non ho ancora incontrato Eunhyuk fuori dalla nostra stanza, probabilmente, abbiamo classi diverse. E poi non vedo perchè dovrei vederlo. 
- Ah~ Che noia, ragazzi. - 
- Donghae, siamo qui per studiare, non devi divertirti. - 
Come al solito, Teuk cerca di farmi imparare qualcosa, ma, sia io che Siwon, non siamo molto interessati.
- Chul e Geng stanno sempre tra loro in questi giorni. Ho bisogno di uscire e divertirmi! - 
I due non sembrano prestarmi attenzione. Troppo occupati ad amoreggiare.
Però devo ammetterlo, stanno proprio bene insieme. Dev'essere dura stare tre anni di fila con la stessa persona, con personalità così diverse, poi. Intravedo una testa color platino e, conoscendo tutto l'istituto, so per certo di chi si tratta. Restare con la mia coppietta preferita mi farebbe annoiare solo di più. Magari posso chiedere a lui di uscire, così, per svago. 
I due non si accorgono nemmeno che sto lasciando il tavolo della biblioteca dove ci siamo posizionati una mezora fa.
- Oi, Eunhyuk. -
Si volta verso di me. Senza alcuna ragione sento il battito cardiaco aumentare velocità. Gli sta davvero bene l'uniforme.
- Donghae. - 
Alza una mano in cenno di saluto. Gli faccio cenno di avvicinarsi, anche perchè parlare di fronte ai suoi amici non è nei miei piani.
Noto che nel suo gruppo c'è anche Yesung, probabilmente è toccato anche a lui un compagno di stanza.
- Yeye! - 
Mi getto su di lui, come fa sempre lui quando non mi vede da qualche giorno.
- Hae! - Mi accoglie con uno dei suoi soliti sorrisi. - Tu in biblioteca? -
Ridiamo entrambi. - In effetti mi sto annoiando un pò. E tu, che ci fai qui? -
- Ah, già. Lui è Ryeowook, il mio nuovo compagno di stanza. Lui è Kyuhyun, lui è Sungmin e lui è.. -
- Eunhyuk. Si, lo so. - Mi rendo conto di aver completamente dimenticato di chiedere al biondino di uscire, ma potrei anche chiedere a Yeye, no? Non so perchè, ma decido comunque di chiedere ad Eunhyuk. - Hai qualche classe nel pomeriggio? -
- Eh.. No.. -
- Ok, bene. -
Lo prendo sottobraccio, trascinandolo fuori insieme a me. 
Sento la vibrazione del cellulare nella tasca: un messaggio di Teuk. 'E' carino!'
Non riesco a trattenere una lieve risata, insomma, non può mica aver pensato quello, no? Gli ho chiesto di uscire solo per divertirmi un pò e poi lui non sembra per niente dell'altra sponda, come me. 
Beh, neanche io lo sembro molto, a quanto dicono le ragazze dell'istituto. 
- Donghae Oppa~ -  Ed eccone alcune. - Ti stai annoiando? -
- In effetti questa è una giornata no, per me. - Sbuffo.
- Possiamo aiutarti a divertirti un pò? - 
Mi volto verso Eunhyuk che, a testa bassa,se ne sta zitto in un angolo. - Mi spiace, ma ho già la mia compagnia, ragazze. -
Lo vedo con uno sguardo sorpreso. Non ho detto niente di strano, no?
Saliamo al quarto piano, dove si trova la nostra stanza, per cambiare vestiti. Di mio, metto una canotta aderente bianca, con sopra una camicia a quadri azzurra, ripiegata sui gomiti. Dei jeans a cavallo basso, la mia cuffia grigia e le vans a schacchi che adoro. Mi piace star comodo. Eunhyuk, invece, indossa dei jeans abbastanza stretti, delle scarpe alte sportive e una felpa colorata. Gli dona quel look un pò sciatto.
Usciamo. 


Passeggiamo per le vie di Seoul tranquillamente, parlando del più e del meno. Niente di che.
- Vuoi un gelato? - La verità è che io muoio dalla voglia di mangiarne uno.
- Si, certo. -
Usciamo dalla gelateria. Io con il mio frappè alla menta, che riesce a rinfrescarmi, e lui col suo calippo. Ok, sono un ragazzo abbastanza malizioso, ma non posso fare battutine di quel genere con una persona che non conosco ancora bene. Sarebbe troppo imbarazzante.
- Forse ho scelto il gelato sbagliato. - Interrompe il silenzio, per poi lasciarsi andare in una risata contagiosa.
- E' buono? - Chiedo, ridendo a mia volta.
- Assaggia. -
Mi porge quel ghiacciolo al limone. Sono sempre stato schizzinoso, non mi piace mischiare la mia saliva con quella di altre persone, se si tratta di cibo. Però, senza pensarci due volte, afferro il calippo e, per la mia stupidità, gli do un morso, congelandomi i denti e urlando per l'impatto col ghiaccio.
- E' ghiacciato! E' freddissimo! - 
Devo sembrare davvero stupido, visto che continua a ridere. Ha davvero un bel sorriso.
Continuiamo a girare per negozi, scoprendo gusti e non l'uno dell'altro. Si ferma a fissare una cuffia esposta nella vetrina di un negozio. E' nera, con occhi e muso da gatto ricamati in bianco e rosa. Insomma, è così femminile, possibile che gli piaccia così tanto? O forse la vuole comprare per la sua ragazza?
- Oh, è così carina. Ne vorrei una così! -
Forse è solo uno di quei ragazzi a cui piacciono i gatti, mah. Entro nel negozio e chiedo al commesso di vendermi quell'affare, per poi darglielo senza molta grazia.
- E' tua. -
-Ma.. Ma non dovevi.. Quant'è costata? - 
In effetti in vetrina non c'era il prezzo. L'ho pagata poco, non ha importanza. E' solo che mi è venuto spontaneo prendergliela.
Oddio, adesso sembra un primo appuntamento. Che imbarazzo.
- Lascia stare. Prendilo come un regalo di benvenuto. -
- Ah.. Beh, allora, grazie! - 
Inutile dire che alcune ragazze lo fissano senza alcun pudore. Non gli staccano gli occhi di dosso, come me, del resto. 
Non ho una relazione da.. Mai? Ho sempre avuto le così dette 'storie da una notte e via'. Il motivo? Non ho mai trovato qualcuno con cui voler restare più di quell'asso di tempo. Io e Eunhyuk siamo.. Amici? Beh, io non lo vedo come un amico, non ci riesco proprio. Non è per cattiveria o perchè non voglia essere suo amico. E' che lo vedo bene come mio ragazzo. Lee Donghae, cosa vai pensando? 
- Sarà meglio tornare. -
Proponi, facendomi tornare coi piedi per terra.
- Ah, si.. Andiamo. -
Nel rientro restiamo entrambi zitti, come se quel mio gesto avesse davvero rovinato la giornata. Ho trasformato un'uscita di svago in un appuntamento, non si fa. Magari si è sentito messo alle strette e ha preferito dirmi di tornare al dormitorio. 
Faccio per prendere le chiavi dalla tasca dei jeans, quando mi rendo conto di non averla presa.
- Non preoccuparti, ce l'ho io. -
Mi sorride, passando davanti a me. Sfioro la sua mano per sbaglio, mentre cerco di abbassare la maniglia. Forse sono l'unico ad essere così imbarazzato, ma non posso farne a meno. Spalanco la porta e mi precipito a letto. Non è tardi. Saranno massimo le nove.
- Hai fame? - Chiede.
- No, sto bene così. Se tu hai fame, mangia pure. Io credo che mi metterò subito a dormire. -
Vedere la sua figura che si denuda davanti ai miei occhi non aiuta granchè. Ha davvero un fisico mozzafiato.
Ecco di nuovo quella strana sensazione assalirmi, il battito accellerato e la mente divagare in pensieri che è meglio smettere di fare.
Mi copro la testa col cuscino, per smetterla di guardarlo in quel modo. Diamine, non posso eccitarmi per queste cose. Non è la prima volta che vedo un ragazzo spogliarsi. Allora perchè? 
- Donghae.. Tutto bene? - 
E la sua voce. Ah, la sua voce. Così candida. Quella voce lo rende anche più angelico di quanto già non sia. 
- S-si! Dormo sempre così! -
Sono arrivato al punto in cui faccio e dico cose senza senso, povero me.
La sua risata rieccheggia nella stanza. - Fammi spazio. - Dice, per poi sistemarsi al mio fianco. - Sono stato bene oggi, grazie. -
Ed io che pensavo che fosse lui il timido. Lo pensavo io che non riesco neanche a guardarlo in volto in questo momento.
- La prossima volta che ti annoi, fammelo sapere. Così usciamo un pò da qui. -
Non ho bisogno di annoiarmi per uscire con qualcuno. Detto così sembra che io sia uscito con lui tanto per fare qualcosa, cioè, all'inizio era così, ma poi mi son divertito davvero molto. 
- Eunhyuk? - 
- Mh? -
Alzo di poco il cuscino, il tanto giusto per raggiungere le sue labbra con le mie in un attimo di follia.

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Capitolo 5
*** Heechul.Part 2. ***


Hangeng è una persona calma, tranquilla, che non si arrabbia facilmente, al contrario di me. E' la prima volta che abbia alzato la voce con me, seriamente. Mentre torniamo al dormitorio non ho le forze di parlare, anzi, mi manca il coraggio. Voglio dire, è strano averlo visto sotto questa luce e ho paura di dire qualcosa di sbagliato. 
Ha lo sguardo rivolto verso la strada, mi tiene per il polso, quasi con violenza, e mi trascina con lui. Non abbiamo la macchina, perciò dobbiamo fare un percorso di quindici minuti a piedi. Le luci dei locali mi stordiscono e le diverse melodie provenienti da questi, riempiono il vuoto delle vostre voci. 
- G.. Geng.. - Dico in un soffio. - ..Non c'è bisogno di stringere il mio polso così tanto. -
Siamo quasi arrivati. Riesco a intravedere l'istituto scolastico tra le varie abitazioni. 
Si volta verso di me, con un'espressione affranta che gli segna il viso, facendomi sentire in colpa senza alcun motivo. Sento un peso sul petto, come se io fossi la causa della sua tristezza. In un primo momento mi accarezza, guardandomi dritto negli occhi, senza accennare neanche un sospiro. Dopodichè mi spinge in un vicolo cieco, mettendomi spalle al muro. 
- Heechul.. -
Le sue braccia mi impediscono di muovermi liberamente. Prendo il suo bel viso tra le mani, per vederlo meglio, visto che ha abbassato la testa. Probabilmente si sente vulnerabile, come me. Getto le mie braccia al suo collo e lo attiro a me, abbracciandolo.
- Puoi dirmi quello che vuoi, ma prima ho bisogno di dirti una cosa. Mi sei mancato davvero, davvero tanto. Quella lettera non avrei mai dovuto spedirla, è stato Donghae a convincermi. Non devi sentirti obbligato a far qualcosa per me, perchè il fatto che tu sia qui è già fonte di felicità immensa per me! Perciò.. -
Che modo fantastico per tapparmi la bocca. Le sue morbide labbra poggiate sulle mie, senza alcuna pressione. Sento le sue mani stringermi i fianchi, come a non volermi lasciar andare, come se potesse mai succedere. La verità è che, per quanto la sua lontananza possa distruggermi, non sarò mai in grado di dirgli addio, nè a lui, nè a questi sentimenti che mi hanno sempre e solo fatto del male. Ma questo dolore è l'unico pezzo di lui che è rimasto con me, anche in questi sette mesi. Non potrei mai, mai dirgli addio.
Non appena allontana il suo volto dal mio, lo sento sussurrare qualcosa, che non riesco a sentire.
- Come? -
- Eccovi, finalmente! - 
Donghae e gli altri, ansimanti e sudati, devono aver corso dietro di noi per tutto questo tempo. Lo sguardo preoccupato di Hae mi fa capire che deve aver pensato le peggio cose. In effetti, non c'è mai stato modo di ortarmi via da una discoteca senza l'uso dell'alcol, ma stavolta avevo un'altra ragione per andarmene.
- Scusate, è stata colpa mia. Non mi sento molto bene e ho chiesto a Chul di portarmi a casa. -
- Non preoccuparti. Ad ogni modo, torniamo tutti insieme. -
Leeteuk prende sempre le redini della situazione, cercando di non far nascere dispute e quant'altro. Siwon, che appoggiato leggermente alle sue spalle, ci sorride dolcemente. Oggi è venuto anche Yesung con noi, insolitamente. E' un ragazzo molto allegro, ma preferisce le biblioteche e scrivere poesie al posto che 'ballare insieme a sgualdrine', come dice lui. Lo vedo arrivare dopo gli altri, perfettamente tranquillo, probabilmente ha camminato al posto di correre. 
- Ragazzi, io direi di iniziare ad incamminarci. Chul e Geng devono prima passare in farmacia a prendere qualcosa per Geng. Su andiamo. -
Donghae adempie sempre al suo compito di mio migliore amico, anzi, migliore amico di tutti. C'è sempre per qualsiasi cosa e, anche stavolta, ha capito cosa fare. 
Li vediamo allontanarsi, ancora un pò imbarazzati per ciò che è successo prima del loro arrivo. Non era la prima volta che ci scambiavamo un bacio, ma quello era diverso. Sentivo gli occhi bruciarmi e lo stomaco stringersi. 
Con un cenno della testa, mi dice di seguirlo. Conosce la città meglio di me, nonostante sia io a viverci. Passeggiamo, senza mai toccare quell'argomento. Ha i capelli scompigliati e la camicia leggermente stropicciata. Mi avvicino a lui, per abbottonargli per bene quella camicia che risalta così bene il suo fisico snello. Mi ricordo che lo sistemavo sempre prima, se aveva qualcosa messa fuori posto. E' una fissazione. Restiamo in silenzio, presi per mano, mentre torniamo a casa, con le luci notturne che illuminano i nostri volti.


La mia stanza non è mai stata così ordinata. Ovviamente è merito suo e della sua ossessione per l'ordine e le pulizie. Mi raccolgo i capelli sfuggiti dalla coda, per fissarla meglio, per poi sfilarmi i jeans aderenti e la maglia leggermente larga che ho usato sulla pista da ballo. Resto con l'intimo e una canotta, senza pensare a cosa potrebbe dire Hangeng vedendomi così. Sono passati mesi dall'ultima volta che mi ha visto senza vestiti. Esce dal bagno, indossando solo i pantaloni del pigiama. Visto che è appena finita l'estate il caldo si fa ancora sentire e di sicuro si aspetta che io dorma conciato così. 
- Chul.. Sei anche più magro di quanto ricordassi! - 
Rido nervosamente. Non posso certo dirgli che non avevo quasi mai fame, vista la sua assenza. Anzi, dopo la sua partenza sono rimasto quattro giorni senza mandar giù qualcosa. 
- Hai sonno? -
Sono le quattro del mattino, domani c'è scuola, ma io mi addormento sempre tardi, ormai il mio corpo ci ha fatto l'abitudine.
- No.. - Risponde, abbastanza velocemente. - ..Che ti va di fare? -
- Non so.. Scegli tu. Io vado a farmi una doccia veloce. -
Sono sudato e, probabilmente, non emano un buon profumo, non voglio che si ricordi di me in questo modo. Entro nella doccia e lascio scivolare l'acqua tiepida sulla mia pelle. Cerco di lavarmi velocemente. Per fortuna non devo lavarmi i capelli, altrimenti passerei una buona mezzora col phone acceso e a quest'ora non dev'essere il massimo per i miei vicini di stanza.
Cerco di specchiarmi nel vetro opaco, per via del vapore. Vedo che il mio labbro inferiore è leggermente rosso, dev'essere per il bacio di prima. Ah, quel bacio. Arrossisco al solo pensiero che quel sfiorarsi di labbra possa significare qualcosa di più della nostra semplice amicizia. 
- Hai deciso? - 
- Giochiamo a obbligo o verità! - 
Gli è sempre piaciuto quel gioco, ma non gli ho mai permesso di giocarci con me, a meno che non ci fosse anche Donghae, sempre pronto a coprirmi. Ma ormai non ha più senso mascherarsi. 
- Va bene.. Scelgo verità. -
- Allora.. Con quante persone sei stato in questa stanza? - 
Credo che stia cercando di sapere se ho mai fatto quello, cioè, si, sesso. E' una domanda a cui quasi mi offendo rispondendo.
- Questa stanza ha visto solo due persone dormire. -
- Bene.. - Sospira, mettendosi una mano sul petto. - Verità. -
- Cosa stavi cercando di dirmi in quel viottolo? -
- Obbligo. -
- Ma sentilo! Bene.. Allora, devi farmi un massaggio. Qui, adesso. -
Si avvicina a me, poggiando le mani sulle mie spalle e iniziando a massaggiarmi. Quando mi rendo conto delle sue vere intenzioni cerco di sfuggire al solletico, ma non ci riesco. Mi imprigiona col suo corpo, mentre rido a più non posso. Le sue dita si muovono velocemente, prima di bloccarsi non appena finiamo l'uno di fronte all'altro. Il suo respiro si fa più profondo, i suoi occhi più penetranti e le sue labbra più vicine. 
Il mio cuore? Colpito e affondato.
Restiamo così, abbracciati sul pavimento freddo, a scambiarci baci e carezze, senza un filo di maliziosità. Però devo ammetterlo, vorrei che diventassimo un tutt'uno. Vorrei avere più di un'amicizia ed anche ora non so cosa stia pensando lui di questa situazione. 
- Stavo cercando di dirti che.. Insomma.. Provo lo stesso che tu provi per me.. Ecco.. - Mi sussura piano, all'orecchio.
E se adesso io facessi la prima mossa verso il letto? Forse è ancora troppo presto e non se la sente. Credo che sia meglio aspettare, in fondo. La mia voglia irrefrenabile di lui non fa che crescere, finchè mi accorgo che si è addormentato. Lo guardo con occhi inteneriti dalla scena. Spero che potremo restare sempre così. Felici ed insieme.


Oggi le lezioni mi sembrano non finire mai. Geng è rimasto a dormire, visto che, comunque, lui non fa più parte di questa scuola, mentre io sono stato obbligato da Donghae e Teuk a presentarmi in classe almeno una volta a settimana. 
- Kim Heechul! Vuole prestare interesse alla lezione? -
- Signora professoressa, lo faccia anche lei. Se perde tutta la lezione a guardare me, finirà per innamorarsi del mio bel faccino e far perdere agli altri un'ora di lezione! - 
Ovviamente non ricevo risposta, se non le risate dei miei compagni. E' sempre così: i professori non riescono a prendere bene una battuta. Donghae mi passa un foglio accartocciato. 'Allora ieri?' il solito ficcanaso. 'Dopo ti dirò tutto.'
Gli passo, nuovamente, il foglio e la sua reazione era prevedibile. Si gira verso di me con occhi indagatori ed un sorriso immenso, capace di tranquillizzarmi. Io e Donghae ci diciamo tutto, TUTTO. Lui sa ogni minimo particolare della mia vita ed io altrettanto della sua. Ogni volta che mi succede qualcosa, il primo a saperlo è lui. Cioè, prima era Hangeng, ma ora la maggior parte delle cose le dico prima ad Hae, perchè son troppo imbarazzanti. Come quando gli rivelato di essermi, come dire, eccitato, mentre ero in webcam con lui. Non posso certo dirle a Geng, queste cose!
- Mi scusi, Signora Huang. Dovrebbe lasciar uscire Lee Donghae e Kim Heechul per l'allestimento della palestra per l'assemblea di questo pomeriggio. -
Ecco il nostro amato Presidente del comitato studentesco che viene a salvarci dall'immensa noia dell'ora di storia!
- Con permesso. - 
Usciamo, ma non solo dalla classe, dall'istituto. Ad aspettarci ci sono Yeye e Hangeng. Mi chiedo dove sia Siwon, insomma, è impossibile che Teuk non faccia uscire anche lui dalla classe, insieme a noi. O, più possibile, non sa dove si sia cacciato il suo fidanzato.
- Siwon è ancora sul tetto? - Chiede con aria seccata. 
- Si, si è addormentato mentre cercavo si spiegargli gli esercizi di matematica. - 
Yesung è un genio in matematica, al contrario di me.
- Beh, vorrà dire che dovrò andare io a svegliarlo. Voi andate pure, ci vediamo più tardi. Tornate prima delle undici, chiaro? - 
- Certo, mamma. - Risponde, baciandogli una guancia. - Vai e recupera papà! -
Ogni tanto ci capita di usare la posizione di Teuk come un vantaggio per poter uscire da quelle quattro mura opprimenti. Andiamo in piscina, alla salagiochi, in libreria.. Ma, stavolta, decidiamo di andare al parco divertimenti al centro della città. Era da tanto che non ci tornavo. Eccoci qui, pronti per le montagne russe, anche se Donghae ne ha un pò il terrore, riesco comunque a convincerlo e, tutti insieme, saliamo per il nuovo giro. Ovviamente io sono seduto affianco ad Hangeng che, prima di arrivare alla discesa, mi prende per mano, faceno crescere in Hae la voglia di sapere cosa tramiamo entrambi.
Appena scendiamo, vediamo arrivare quella coppia di innamorati così stravagante. Siwon implora il perdono di Teuk, che si diverte a rimanere serio senza spiccicar parola.
- Scusa, davvero, è stato più forte di me.. Il sonno.. - Lo sento piagnucolare.
Lui non lo degna ancora della sua voce, parlando direttamente con noi e,, poco dopo, anche col suo amorevole teppista. 
- Andiamo nella casa degli specchi! - Dice entusiasta Teuk. - E tu non provare a lamentarti, perchè devi ancora essere perdonato. -
- Agli ordini. -
Nella casa degli specchi ci perdiamo tutti quanti, con la scommessa che chi esce per ultimo pagherà il pranzo a tutti. Io, che riesco sempre a perdermi, non sono da meno adesso. Non riesco seriamente a trovare la via d'uscita. Poi una mano raggiunge il mio fianco destro. Riconosco quel calore, è sicuramente lui.
- Il mio Heechul si è perso ancora? -
Gli sorrido, prima di dargli un piccolo colpo alla spalla. Mi prende per mano e mi dice di guardare lo specchio o, meglio, di guardare il nostro riflesso nello specchio. 
- Il mio riflesso è sempre più bello quando ci sei tu al mio fianco. - Dice, sorridendomi.
Di questo passo finirò per morire d'amore.

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Capitolo 6
*** Hangeng.Part 2. ***


E' ora di pranzo e il caldo è diventato insopportabile. E' una giornata afosa e, di certo, gli altri sono accaldati e scomodi per via dell'uniforme scolastica. Non essendo più iscritto nel loro stesso istituto, mi son vestito in modo abbastanza leggero, proprio perchè sapevo che andare al parco divertimenti e tutto il resto, con il tempo che non è proprio dalla nostra parte, sarei finito in un bagno di sudore se avessi indossato camicia, giacca e cravatta come loro.
Heechul ha il viso leggermente rosso, probabilmente perchè siamo sotto il sole da stamattina. E' un reato contro la sua carnagione chiara, in contrasto con i capelli neri. La sua bellezza mi sorprende ogni giorno di più. Si tratta di un ragazzo che ha più fascino di qualsiasi ragazza, anzi, di qualsiasi creatura esistente, a mio parere. Ovviamente potrebbero esserci persone che la pensano molto diversamente da me, ma finora non ne ho incontrata neanche una. Ricordo benissimo i nostri primi appuntamenti, categoricamente uscite a quattro, per stare sempre insieme, e non c'è mai stata una volta in cui anche la ragazza che era lì per me non si soffermasse a guardare Chul, con occhi luccicanti.
- Geng, se continui a guardarlo così lo consumerai. - 
Un ironico Donghae mi si avvicina, prendendomi sotto braccio.
- Beh, è bellissimo. - 
- Questo è vero.. - Toglie il braccio dalla mia spalla e si posiziona di fronte a me, guardandomi dritto negli occhi. - Per quanto ti fermi? -
In realtà non ci ho ancora pensato, voglio dire.. E' già stata un'impresa partire di punto in bianco. Non ho idea di quando tornare, nè come. Non ho abbastanza soldi e, sicuramente, guardarlo mi fa passar voglia di partire. Voglio solo vedere quel sorriso e quegli occhi incollati a me.
- Non ne ho idea.. -
- Non farlo soffrire ancora, ok? - Donghae, per la prima volta in questi anni che lo conosco, ha un'espressione davvero preoccupata. Chi sa quante volte l'avrà fatta dalla mia partenza.
Gli rispondo con un sorriso. Come potrei far soffrire il mio raggio di sole?
Decidiamo di tornare a scuola, anche perchè è munita di una mensa e siamo tutti piuttosto affamati. 
Durante il viaggio di ritorno non parlo molto, come Chul, del resto. Ci limitiamo a ridere delle scemenze che dicono gli altri. La risata di Leeteuk rieccheggia tra quella di tutti, essendo davvero acuta. Credo sia uno dei pregi che ha fatto innamorare Siwon di lui. 
Arriviamo stanchi ed affamati, con la sola voglia di rinfrescarci e mettere qualcosa sotto i denti. Infatti, entriamo immediatamente nelle nostre reciproche stanze.
- Allora ci vediamo tra mezzora in mensa. Non fate tardi! - Teukie sembra davvero la madre di tutti noi.
- Certo, amore. - E Siwon nostro padre, un padre capace di far arrossire la mamma in qualsiasi momento.
In camera l'atmosfera è leggermente tesa, forse perchè Heechul ha capito cosa mi passa per la mente. In realtà, non so bene come muovermi, vorrei solo farlo mio. Voglio che le nostre mani ed i nostri corpi si intreccino. Voglio entrare in lui garbatamente e sentire il suo respiro sulla pelle. Possibile che capisca tutto questo?
Si denuda di fronte a me, come fosse una specie di gioco, per poi sparire dietro la porta del bagno. Sento l'acqua scorrere velocemente. Senza pensarci due volte, mi libero dei miei vestiti e raggiungo il bagno. Ho un peso sul petto, un qualcosa che mi spinge ad andare avanti, nonostante una parte di me sia timorosa. Ho paura di sbagliare, di non essere abbastanza. Sento un suono, la sua voce. D'un tratto la mia insicurezza scompare, è quella voce che mi chiama. Apro la porta, velocemente, per poi entrare nella doccia ed ammirarlo, nudo, in tutto il suo splendore.
Rimango esterrefatto dalla sua bellezza, non è concepibile che esista una creatura così bella a questo mondo. Mi soffermo sulle sue labbra, così carnose e sensuali e non passa molto prima che le mie se ne approprino.
E' un bacio profondo, che fa eruttare il vulcano di passione che è in me. Cerco di perlustrare tutto il suo corpo, sfiorandolo con le mie mani. L'acqua colpisce dolcemente i nostri corpi incollati.
La doccia è troppo piccola per entrambi, ma non ha importanza in questo momento, come non ha importanza il fatto che gli altri ci stanno aspettando per mangiare.
Piano, sposto la mia mano nel suo basso ventre, per soffermarmi sul suo sesso, già eretto. Io non son da meno. Lo stuzzico, senza mai lasciar andare le sue labbra, soffocando dolcemente ogni suo gemito. Lo spazio è troppo limitato, perciò decido di prenderlo in braccio. Lui avvinghia le sue gambe al mio bacino ed io, come non pesasse nulla, lo scorto sul mio letto. Lo lascio dalla mia presa, per farlo coricare delicatamente. Lascio piccole scie con la lingua su tutto il suo petto e scendo sempre di più, fino a tornare a tormentare quel punto delicato, baciandolo e succhiandone la pelle intorno.
Lo vedo bramoso di aver di più, come me. Circondo il suo membro ancora bagnato, come il resto dei nostri corpi, con le mie labbra desiderose di lui. I suoi gemiti riempiono la stanza. Lo sento chiamare il mio nome ed allungare una mano verso di me. L'afferrò, sperando di non doverla mai lasciar andare.
- Hankyung.. - 
Lo guardo, un pò stranito, insomma, sentire pronunciare il mio nome in quel modo, quasi sussurrato, se continua a guardarmi con quegli occhi grandi e lucidi non posso far altro che voler ancora di più.
Spingo prima una, poi due dita.. Finchè lui stesso si alza, per poi sedersi sulle mie gambe, favorendo la penetrazione. E' in lacrime, stretto a me, con le nostre lingue felici di essersi ritrovate. Non so neanche da quanto tempo aspettavo che potesse succedere. 
- Heechul.. - Sono al limite, mi manca poco per impazzire e sento che lui è nella mia stessa situazione. Voglio dirgli chiaro e tondo come stanno le cose. - ..Ti amo. -


Il suo respiro è profondo e vedo il suo petto alzarsi ed abbassarsi velocemente. Scosto una ciocca di capelli neri corvini dalla sua fronte, per poter ammirare meglio il suo viso.. Quel viso che mi ha conquistato dalla prima volta che l'ho visto.
Dorme, nel mio letto, ancora mezzo bagnato, sia per la doccia che per altro. 
Non riesco a togliermi questo sorriso ebete dalla faccia, non ci riesco assolutamente. E' come se per tutto questo tempo io avessi celato la parte più nascosta di me e, unendomi con lui, ora, sia uscita allo scoperto. Felicità. Così è questa la felicità? Stare con la persona che si ama, poter rivedere i propri amici e anche il solo guardare quella persona speciale dormire sul proprio petto, con un'aria innocente e pura.
No, Donghae, non lo farò mai soffrire, non di nuovo. Se gli errori sono fatti per imparare, io ho già imparato. Il solo pensiero del mio angelo in lacrime amare di tristezza mi fa rimpiangere il passato. Se solo avessi saputo. Se solo avessi saputo tutto dall'inizio non sarei mai partito. Però, devo ammettere che forse è meglio così. Magari non ci saremmo mai confessati il nostro reciproco amore essendo sempre insieme. Magari ci saremmo stancati l'uno dell'altro. A me va bene così; a me va bene aver sofferto per sette lunghi mesi senza di lui, perchè, ora che è tra le mie braccia, so per certo che farò in modo di tenerlo sempre con me.
Ad interrompere i miei pensieri ci pensa qualcuno alla porta e, a malincuore, sono costretto a vedere chi è.
- Vi abbiamo portato qualcosa da mangiare, visto che non scendevate. -
Un Leeteuk sorridente ed un Siwon assonnato si presentano davanti ad i miei occhi.
- Grazie mille, non ce ne era bisogno! -
- Figurati. Se non ci penso io a voi! - Siwon se la ride sotto i baffi, visto che sa di essere il primo a causare problemi. - Ad ogni modo, Heechul? -
- Sta dormendo.. -
Ed ecco che mi torna quel sorrisone che non riesco a togliere. E' come se pensare a quello che è successo mi impedisse di avere un'espressione seria.
- Ah, va bene. Fallo riposare, allora. Ci vediamo stasera alle 20 in punto fuori dal cancello. - Interviene Siwon, con un'aria più che maliziosa. - Mi raccomando, una volta al giorno va già bene. -
Per mia fortuna è Teuk a dargli una gomitata in pieno stomaco. Però non ha tutti i torti, anzi, non so neanche come reagirà il corpo di Chul a, beh, si, insomma, a quello.
Decido di non pensarci e di godermi ancora un pò la visione di lui addormentato. Mi sdraio, cercando di non far troppo rumore o di spostarlo per sbaglio, vicino a lui, accarezzando quegli zigomi candidi. Ero solito guardarlo mentre dormiva anche in passato, ma a questa distanza e dopo aver fatto l'amore con lui, è tutt'altra cosa. 
Il cibo che mi hanno portato 'mamma' e papà' adesso non lo posso mangiare. Non perchè voglio aspettare che sia sveglio anche lui, ma perchè non voglio assolutamente eliminare il suo sapore dalla mia bocca. E' questo ciò che ho bisogno per nutrirmi, tutto il suo amore. Nient'altro.
Appoggio la testa sul suo stesso cuscino, prendendo confidenza con la stanchezza e pian piano la sua immagine diventa sempre più nera. I suoi occhi, il suo viso, LUI, resteranno vicino a me anche durante il sonno.

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Capitolo 7
*** Yesung. (extra) ***


- Non ho ispirazione. -

Sono passate settimane, ormai, dall'ultima volta che ho scritto una poesia o anche solo qualche verso buttato giù senza alcun senso particolare. Il tempo certo non mi manca, ma di cosa dovrei scrivere? Non ho mai avuto un cosiddetto 'blocco dello scrittore'. Ho sempre scritto, qualsiasi fossero le mie sensazioni: odio, amore, tristezza.. Forse è proprio questo: non sono innamorato, non sono felice, non sono triste, sono semplicemente un ragazzo sereno che di solito scrive poesie e si rintana in biblioteca per leggere in santa pace.
Sbuffo, lasciandomi cadere sul letto e prendendo il telecomando. Se non altro guarderò un pò di televisione per distrarmi un pò.
La verità è che ho una relazione da qualche tempo, non che io sia davvero interessato a Minori, ma, avendola vista così ostinata a farmi innamorare di lei, ho deciso di accontentarla, dandole il 'titolo' di mia ragazza. Oltre a qualche nottata passata insieme, non certo a guardarci negli occhi, e qualche bacio tra un cambio dell'ora e l'altro, la nostra si potrebbe definire anche solo una profonda amicizia.
Un rumore mi fa tornare alla realtà. Proviene dal bagno e, per sentir meglio, spengo di nuovo il televisore.
La porta in legno, lentamente, si apre, lasciando uscire dal bagno un ragazzo che non ho mai visto prima. In effetti, quando son tornato dalle lezioni ho notato che la porta era aperta, ma non pensavo ci fosse qualcuno. Ha un non-so-che di femminile, ma il suo petto scoperto  fa intendere tutt'altro. Infatti, pur essendo abbastanza smilzo, si intravedono degli addominali su cui probabilmente sta lavorando. I capelli rossi scuro e la pelle perfetta e, all'apparenza, morbida.
Credo di averlo guardato in un modo un pò sbalordito, visto che lui fa lo stesso.
- Così tu sei Yesung. - La sua voce è leggermente infantile, ma credo che cantando avrebbe una voce molto potente. - Io sono Ryeowook e da oggi sarò il tuo compagno di stanza. -
Sembra essere un tipo distaccato e, perchè no, un pò pieno di sè. Ma i suoi occhi rivelano solo insicurezza ed imbarazzo, probabilmente perchè ci siamo appena conosciuti.
Gli tendo la mano. - Piacere mio. - Sforzandomi di sorridere, visto che di solito rimango impassibile, ma essendo la prima volta che ci parliamo sarà meglio farlo sentire a suo agio. Lui ignora completamente il mio tentativo di un contatto fisico, lasciandomi un pò spiazzato. Insomma, non c'è nulla di male nello stringere la mano al proprio compagno di stanza. 
Ma non importa, sono abituato ad essere evitato e, d'altronde, a me non piace interagire con le persone, fatta eccezzione per i miei amici e Minori. 
Fa decisamente caldo, in questo momento. Sembra quasi una reazione all'atteggiamento, o anche solo alla figura, di quel ragazzo, ma non penso di farmi coinvolgere in questo modo dalle persone. Probabilmente c'è davvero caldo. Snodo la cravatta, per poi sfilarmi la giacca e, dopo aver sbottonato completamente la camicia, anche questa. Non indosso le scarpe dal mio ingresso nella stanza che, da oggi, non è più solo mia. Sbottono i pantaloni eccessivamente pesanti dell'uniforme e, dopo averli tolti, li lascio per terra. 
Non sono una persona che si fa problemi a mostrare il proprio corpo. Anzi, ho anche dovuto posare, insieme a Siwon, come modello per dei ritratti, dove bisognava posare per ore indossando soltanto l'intimo. All'inizio è stato davvero imbarazzante, ma non ci ho fatto molto caso: devo mantenere la mia reputazione da ragazzo serio, se non strettamente necessario, come quando sto con gli altri.
Però in questo momento, sento di essere osservato ed essendo solo in due in questa stanza, non può che esser quel tipetto strano a guardarmi.
- Spero non ti dispiaccia, ma ho anche due animali con me, anche se, secondo il regolamento, non si possono tenere nei dormitori. Ma non preoccuparti, sono molto tranquilli. -
Mi avvicino dai miei due angeli, così indifesi e dolci. Si, perchè le mie due tartarughe lo sono davvero. Le ho da un paio d'anni; nonostante mi piaccia avere la mia privacy, mi sentivo comunque un pò solo. Do da mangiare a quelle due creaturine, per poi giocarci un pò. Riesco sempre a rilassarmi e sorridere se si tratta di loro. Insomma, loro non possono tradire un'amicizia, non possono spezzarti il cuore o altro. Loro restano lì, aspettano che ritorni e giocano con te. Tengo davvero molto a loro e se al nuovo arrivato non va bene, dovrà farsene una ragione, perchè per niente al mondo darei via le mie tartarughe.
- Sei.. - Ryeowook mi si avvicina e, senza farmi notare, guardo attentamente i suoi movimenti con la coda dell'occhio. - ...Un tipo davvero strano. -
- Perchè ho delle tartarughe? -
- No.. Insomma, con loro sorridi.. Invece.. Lascia stare. -
- Mh. - Non ho molto da dire su ciò che ho sentito. So bene di sorridere di più con loro che con le altre persone.


Piego le gambe, abbassando leggermente il busto e portando le braccia in avanti. Con una spinta perfetta mi catapulto sul letto.
- Wookie, svegliati! - Urlo euforico. In effetti è da tre giorni che lo sveglio in questo modo e, anche se appena sveglio è un pò scontroso, non posso fare a meno di questa specie di rituale. Mi permette di vedere le sue reazioni appena sveglio. Segretamente, ho trovato la mia ispirazione. Ho iniziato a scrivere di nuovo, tutto dopo averlo visto svegliarsi con quell'aria innocente e priva di quella vanità che avevo visto la sera del nostro primo incontro.
- Yeye. - Si strofina gli occhi con fare assonnato, al che il mio corpo mi sfugge di mano. Mi avvicino a lui, premendo le mie labbra sulle sue, che, dopo un pò di resistenza si schiudono per me. Solo per me. Prima che io possa approfondire quel bacio, però, mi interrompe. - Possibile che di mattina tu sia sempre così? -
- E' solo per colpa tua. - Respiro profondamente, inebriandomi del suo profumo. 
E', infatti, dalla mattina successiva al suo ingresso nella mia vita, è stato un movimento automatico. Insomma, vederlo in quelle condizioni.
Si era appena svegliato e, per non far tardi, si era subito alzato dal letto. Inciampò sui suoi stessi piedi, per cadere su di me, che cercavo ancora di svegliarmi del tutto. Strabuzzai gli occhi per quella scena che, in altre circostanze, mi sarebbe sembrata esilarante. Ma, essendo a pochi millimetri dal suo viso, mi ritrovai a sistemarlo meglio sopra di me, per poi baciarlo.
- Non è colpa mia se sei un pervertito! - 
- La tua voce.. - Un bacio. - Il tuo viso.. - Un altro bacio. - Tutto di te.. - Un ennesimo bacio. - Mi fa essere un 'pervertito'. -
Lo vedo arrossire. 
Siamo andati oltre al bacio, in realtà, ma non fino in fondo. Insomma, lui crede che il mio sia solo un atteggiamento amichevole, ma non è così. Io sento come mille emozioni invadermi la mente, fino a non farmi più ragionare, ma solo agire. Ieri mi sono spinto troppo oltre, ma, in fondo, volevo solo assaggiare la sua pelle. Certo, forse ho davvero esagerato, ma lui non mi ha rifiutato neanche quando ho abbassato il mio volto all'altezza dei suoi boxer. Poi quello che è successo è successo.
- Faremo tardi per le lezioni! -
Cerca di farmi cambiare idea da quello che le mie mani stanno facendo, ansimando. 
- Ryeowook.. - Lecco uno dei suoi capezzoli turgidi. 
- Ye-Yesung.. Davvero.. Faremo tardi! - Mi prende il viso tra le mani, portandomi verso il proprio e facendomi notare quanto sia rosso in viso. Posa le sue labbra sulle mie in un leggere bacio. Ad interromperci è qualcuno che bussa alla porta. Inconfondibilmente Minori.
Mi alzo a mala voglia dal letto di quella creatura che per me è indispensabile, e mi reco alla porta, dove trovo una ragazza infuriata e stufa, probabilmente di me.
- Ti serve qualcosa? -
- Buongiorno anche a te! Guardati, sei ancora in mutande e per di più non mi calcoli da quasi una settimana! Ti sembra il modo di trattare la tua ragazza? -
Ma cosa c'entrano quelle due cose? 
Sento il rumore di qualcosa rompersi al contatto col suolo, probabilmente un bicchiere o qualcosa del genere. Senza preoccuparmi di Minori che aspetta una mia risposta, corro verso la camera da letto, dove trovo Ryeowook che raccoglie i pezzi di un bicchiere di vetro da terra.
- Attento, potresti farti male! Fai fare a me! -
Noto che ha gli occhi lucidi, probabilmente si è spaventato. 
- Oi, Wookie. Stai bene? - 
Cerco di abbracciarlo, ma la sua reazione è come la prima sera che ci siamo conosciuti. Mi evita, forse stavolta con più tristezza. Raccolgo il vetro che ancora giacie a terra, per poi dire a Minori che ne parleremo più tardi. Ora voglio solo accertarmi che la mia musa ispiratrice stia davvero bene.
Mi sembra pallido, ancora forse sotto shock. Non è successo granchè, è solo caduto un bicchiere, ma forse si è ferito e non vuole dirmelo o forse ha paura del vetro in generale. Ma non vuole proprio parlare.
- No, Yesung. Non andrò via finchè non mi dirai cosa succede tra di noi. Non mi presenti neanche al tuo compagno di stanza! Povero.. Ti sei fatto male? - 
Anche Minori cerca di toccarlo, più precisamente nella spalla, ma senza riuscirci. - Non toccarmi. -
- Beh, vedo che qui l'arroganza è di casa! Yesung? -
- Minori, ne parliamo dopo.. -
- No! -
Cerco ancora una volta di convincerla ad andarsene, ma mi urla contro più e più volte quel 'no' che mi sta dando sui nervi.
- Ok, vuoi parlarne adesso? Bene. Voglio troncare, anche perchè, a mio parere, la nostra relazione non è mai iniziata. Non ti amo e ti ho assecondata solo perchè mi sono affezionato a te come amico, tutto qui. Ma se c'è una cosa che riesce ad adirarmi è quando ti comporti in modo così infantile. Sei soddisfatta? -
La vedo trattenere le lacrime ed inizia a singhiozzare. Era questo ciò che volevo evitare, ma soprattutto non volevo fare una certa scenata in presenza di qualcuno che non fosse lei, in fondo è una questione personale. Ma non si può tornare indietro, perciò la guardo, con sguardo forse un pò dispiaciuto. Poi lei mi fa cenno di aver capito ed esce. 
Ryeowook è rimasto in silenzio e non sembra voler dire qualcosa.
- Mi dispiace di averti fatto assistere ad una cosa simile.. -
- Non preoccuparti.. In fonddo lei era la tua.. - La sua voce è spezzata dal pianto. Ma non ne comprendo il motivo. Che sia colpa mia? O forse è.. Ma non credo di essere così importante per lui da esserne il motivo. Voglio dire, è impossibile che sia deluso dal fatto che io avessi una ragazza, lei stessa ha detto che non la calcolavo da più di una settimana. Sinceramente, dopo aver conosciuto lui, non ricordavo nemmeno che esistesse e so che è crudele e tutto il resto, ma è stato lui a farmi dimenticare qualsiasi cosa.
Si è chiuso in bagno, mentre lo guardavo confuso e tuttora sono confuso. 


Credo sia la seconda ora di lezione della giornata, non che mi interessi, visto che non sto prestando minimamente attenzione. Sembro una ragazzina mentre passa il periodo della sua prima cotta e che scrive il nome di quel ragazzo ovunque. Non che io lo faccia. Ho aperto il mio diario della creatività, come lo chiamo io, e ho aperto in una pagina completamente vuota, scrivendoci solo 'Ryeowook'.
Con solo il suo nome, posso dire di aver riempito la pagina di tutti i sentimenti che sto provando in questo momento. Sono confuso, confuso come non mai. 
Non ho mai creduto nel colpo di fulmine o all'innamorarsi di una persona soltanto conoscendola da due giorni o più, ma come dire.. Con lui era tutto strano e l'unica cosa che riesco a comandare al mio corpo quando lo vedo è stringerlo a me e baciarlo. Baciarlo fino a fargli diventare rosse le guancie, fino a sentire la sua voce che mi chiama, dicendomi che è tardi. Ma, anche se mi dice che è tardi, non si separa mai da me.
Sono sconcertato da me stesso.
Forse dovrei solo lasciarlo in pace e tornare ad essere quel ragazzo pieno di auto controllo e lasciare che lui mi eviti come ha fatto stamattina. Forse sarebbe meglio troncare questi sentimenti sul nascere, in fondo lui ha preso i miei gesti come amichevoli, ne son più che certo. 
A mensa non ho mangiato nulla, anche se mi son sforzato di farlo, ed ora che mi trovo in cortile con il diario nella mano sinistra e la penna nell'altra mano, scrivo le poche cose che mi frullano in testa.

Un giorno sembra un anno.
Il mio cuore continua ad affondare,
perchè ha cercato solo le tue tracce, per giorni.

Mi sono sforzato di mangiare un cucchiaio di riso,
che sembrava un granello di sabbia.
Il giorno senza di te si è fermato.

Il mio amore,
I miei baci,
Il mio cuore.
Li sepellirò tutti,
in un luogo nel profondo del mio cuore.


Non riesco neanche a scrivere una poesia decente, ma tutto ciò che penso si materializza in quelle parole. Tutto.
Volto la pagina verso quella utilizzata durante la lezione di matematica e leggo quel nome, il suo. 

Ryeowook.






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Non sono per niente soddisfatta di questo capitolo, avrei voluto scriverlo con maggiori dettagli e mettendoci più emozioni, ma ho dovuto fare tutto di corsa, perciò mi scuso con chi leggerà ^^''
Grazie, intanto, a chi continua a leggere e recensire. Davvero, grazie mille.
-Misaki.

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Capitolo 8
*** Kyuhyun. (extra) ***


L'aria condizionata del pullman rende il caldo più sopportabile, mentre, in viaggio per la nuova scuola, guardo il paesaggio sfrecciare a gran velocità, per via del bus. 
- Kyu~ - Come fosse una sveglia, Sungmin riesce a svegliarmi dal mio stato di catalessi. E' poggiato a me, che gli faccio da cuscino per una delle sue dormite frequenti, ma ha il viso leggermente in sù, per potermi guardare dritto negli occhi, con quell'espressione seria e, apparentemente, apatica. - Ho freddo. -
Spengo l'aria condizionata, a malincuore, per poi portare un braccio dietro le sue spalle minute e stringerlo di più a me. - Meglio? -
Mugugna un si, mentre cerca di riappisolarsi. Nonostante si vesta sempre di colori sgargianti, come, per esempio, oggi, che indossa una maglietta rosa, il suo carattere e tutt'altro. Prima di conoscerlo non pensavo che fosse capace di sorridere, anzi, in realtà l'ho visto sorridere solo una volta. Molte ragazze, ed anche qualche ragazzo, hanno provato a chiedergli di uscire o a provarci in generale, ma lui ha sempre rifiutato dopo aver sentito la fatidica parola: ''Carino''. E' una parola che odia e odia essere definito tale e, dal mio punto di vista, ha ragione, non si può definire carino, quando la sua belleza è sconfinante.
Arrivati all'istituto di Seoul, per lo scambio tra le scuole, scendo dal pullman, seguito da Sungmin a cui porgo la mano, che viene afferrata subito.
- Sono stato bravo? -
- Hai solo dormito. -
- Quindi? -
Da quando ci siamo conosciuti, ho indetto una regola. Ogni qualvolta dovessimo fare viaggi o relazionarci con delle persone, se farà da bravo riceverà un premio. Un premio specifico.
- Tieni. -
Gli lancio il chupa-chups alla fragola che tanto desidera, come premio per il suo comportamento. La verità è che non ha avuto un'infanzia molto felice e, di conseguenza, a scuola, aveva iniziato a comportarsi male, era allontanato dal mondo ed io, prendendo tutto il mio coraggio, sono riuscito a raggiungerlo. Certo, questa mia regola potrebbe sembrare stupida ed io sembro una mamma che premia il suo bambino, ma il suo attaccamento ai dolciumi è un qualcosa di impressionante. Farebbe di tutto per una caramella.
Ancora presi per mano, ci facciamo indicare dal presidente del comitato studentesco, che mi pare si chiami Leeteuk, la nostra stanza. E' abbastanza spaziosa, con un bagno, una camera da letto ed un piccolo sgabuzzino, grande abbastanza per farci un angolo cucina. Intanto che io sistemo i miei ed i suoi bagagli, Sungmin si prova l'uniforme scolastica e lo vedo molto indaffarato nel cercar di fare un bel nodo alla cravatta.
Mi avvicino a lui, sorridendo, non posso far a meno di sorridere. 
- Faccio io. -
Sento il suo sguardo su di me, inespressivo e, per qualsiasi persona apparte me, inquietante. Faccio per tornare al mio lavoro, quando vedo che, con una mano, mi tiene per un'estremità della camicia.
- Min? - 
Sorrido garbatamente, mentre tolgo la camicia, cedendogliela, per poi infilarmi una maglietta giusto per non restare a dorso nudo. Lo vedo fissare la camicia, per poi riporla nell'armadio di fianco a me e sedersi sul letto, accavallando le gambe. 
Si toglie la cravatta, poi la giacca ed i pantaloni dell'uniforme, sotto il mio sguardo vigile. Si sbottona la camicia che gli sta leggermente larga, per farmi ammirare il suo fisico ben strutturato ed i boxer che vanno a coprire la sua intimità.
- Kyu. - Il suo viso cambia dall'inespressivo al preoccupato, facendo preoccupare me di conseguenza. 
- Cosa ti preoccupa, Min? - 
Scende dal letto, per sedersi sulle mie coscie, a gambe aperte, come se volesse sedurmi e ci sta riuscendo.
- Non mi hai più toccato. -


Successe una notte, due mesi fa.
- Kyu...Hyun... -
Ansimava pesantemente nel mio orecchio, mentre davo spinte leggere, per paura che il fragile corpo potesse rompersi.
- Min...Sorridi, sorridi per me. -
L'unica cosa che voglio è vedere il suo sorriso, mi basta questo per vivere.
Sentivo il suo cuore battere assieme al mio, mentre i nostri petti si sfregavano l'un l'altro. Alzai il busto, il tanto giusto per vederlo sorridere.
Non era mai successo, non aveva mai sorriso.
Ti amo, Sungmin. Ti amo. Ti amo, maledizione.



- Stiamo insieme, ma dopo quella volta non mi hai neanche più baciato. - 
Mi accorgo di esser rimasto in silenzio e cerco di riprendermi dai flashback che mi assalgono.
- Dimmi cosa vuoi che io faccia ed io lo farò. -
- Dimmi perchè non lo hai più fatto. -
Ci rifletto un attimo, anche se conosco già la risposta. - Ti ho costretto, Sungmin. Quella volta ti ho costretto. Io che ho giurato di proteggerti, sono stato il primo ad abusare di te. Per questo e solamente per questo non ho più cercato un contatto che andasse oltre lo stringerti la mano. -
- Stupido! - Sta forse piangendo? - Pensi che io sia così debole da non poterti scansare? Ovviamente volevo far l'amore con te quella volta! -
- Min.. -
- Solo perchè non sorrido o non ti dico chiaramente che provo ciò che provi tu, non vuol dire che devi ignorare tutti i miei sforzi di avvicinarmi a te. Che devo fare per avvicinarmi di più e fartelo capire? -
- Dimmi cosa vuoi che io faccia ed.. - Non ho mai visto tanta bellezza davanti ad i miei occhi, quelle lacrime che gli rendono il viso ancora più infantile e quella voce tremante che mi scalda il cuore. Gli prendo il viso tra le mani, portandolo vicino al mio.  - ..io lo farò. -
- Baciami. -
Quanto mi son mancate queste labbra vellutate al tatto ed il suo sapore, perennemente di fragola. Incolla il suo petto al mio, mentre muove il bacino, come ad incitarmi ad andare avanti, ma non lo farò finchè non sarà lui a chiedermelo. Io ho giurato di fare tutto ciò che mi comanda, sono il suo servo, sono schiavo del mio amore per lui. Poggio le mani sui suoi fianchi. I miei pantaloni si fanno troppo stretti, ma so di non essere l'unico ad avere stoffa di troppo addosso. Mi separo da quelle labbra leggermente arrossate. Ha smesso di piangere, la sua espressiona è cambiata nuovamente, adesso mostra solo desiderio ed amore. Voglio vederle solo io, tutte quelle espressioni che fa, voglio vederle solo io. 
- Cos'altro vuoi che io faccia? - Chiedo, accarezzando dolcemente i suoi fianchi e sorridendo alla visione di cotanta bellezza.
- Fammi tuo. -
Non pensavo sarebbe stato così diretto, ma non me lo faccio ripetere certo due volte.
Lo libero dai boxer, per ammirare a pieno il suo corpo. Con le maniche larghe della camicia che ancora indossa, si copre il viso. Mentre sfioro la sua erezione, lo prego di non farlo, di non coprirsi il viso proprio quando posso vederlo mutare. I suoi gemiti riempiono la stanza. Mi libero dei miei vestiti, cercando di non doverlo spostare da sopra le mie gambe. Gli prendo i polsi e li porto dietro il mio collo, così da essere abbracciato a lui, e fargli capire che va tutto bene, anche solo sorridendogli.
Scivolo nel suo fondo schiena con la mano, ma subito mi interrompe, dicendomi di non prepararlo di andare direttamente al sodo. Sento le guancie bruciarmi, è una richiesta così esplicita. Ma non mi tiro certo indietro, anzi, è lui stesso a far metà del lavoro. Si alza leggermente, per poi riscendere su di me, in modo tale da essere penetrato dalla mia erezione pulsante. Lo vedo insicuro, probabilmente per l'incredibile dolore che avrà provato e  sul da farsi, ma non appena riprendo possesso delle sue labbra, inizia a strusciarsi, alzarsi ed abbassarsi su di me in modo incredibilmente sensuale. 
Lo sento ansimare, come me del resto. Il suo respiro si fa irregolare, diventanto sempre più veloce e scostante. Lo vedo muoversi più velocemente, mentre continuo a masturbarlo ed a lasciargli piccoli baci ovunque, finchè non preme le sue labbra sulle mie. Insinuo la mia lingua tra le sue labbra alla ricerca della sua gemella che non tarda ad arrivare. 
Viene sul mio torace ed io lo seguo, per poi stringerlo a me, come per paura che possa sfuggirmi da un momento all'altro.
- Kyu~ sono stato bravo? -
Sorrido, mentre con una mano cerco di raggiungere la mia borsa, dove tengo le caramelle da dargli quando si comporta bene, ma la mia mano viene intercettata dalla sua e le mie labbra vengono catturate dalle sue. 
- Questa è la ricompensa che voglio. Tu sei più dolce di qualsiasi caramella. -
Sorride, un sorriso spontaneo e meraviglioso. Sento le cosidette farfalle nello stomaco impazzire e volare da una parte all'altra. Consapevole del fatto che solo io posso vedere le sue emozioni e che lui si fidi solo di me, sento di essere felice. Ho sempre pensato che la felicità sia questione di secondi, invece non è così, perchè ogni volta che lo guardo son felice. Quindi ora voglio essere felice fino alla morte. 






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Questo extra è davvero mieloso e devo ammettere che non sono pienamente soddisfatta, ma mi ci sono impegnata molto, perciò chi legge abbia pietà '^'
Mi scuso per eventuali errori di battitura.
Quindi, al prossimo capitolo e grazie a chi legge e recensisce <3
-Misaki.

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Capitolo 9
*** Heechul.Part 3. ***


Il ticchettio delle lancette dell'orologio appeso in una parete della nostra stanza, mi innervosisce più di quanto già lo sia. E lui è lì, sul suo letto, che riposa beato, mentre io sto qui: seduto a terra, guardando fuori dalla finestra, con la testa appoggiata alle ginocchia ed un peso sul petto che fa male, male da morire. Che poi, in realtà, non sto guardando davvero fuori da questa finestra ampia, sto solo cercando di trovare qualcosa, fuori, che possa rallegrarmi almeno un pò.
Abbiamo fatto l'amore.
Abbiamo fatto l'amore ed è stato fantastico. E' stato come se, dopo anni ed anni a cercare la mia metà, quel qualcuno che mi completi, l'avessi trovato e mi stesse stringendo a sè come se fosse l'ultimo desiderio che ha. E forse è così.
Sono stato davvero male, in questi sette mesi in solitudine. Certamente, i miei amici son rimasti sempre al mio fianco, ma la mia metà? La mia metà non era con me e aveva lasciato un vuoto doloroso e che continuava ad espandersi dentro di me. Dovrei essere felice, perchè è qui, perchè mi ama, perchè siamo diventati quel tuttuno che eravamo già, in passato, ma mentirei solo a me stesso.
Per quanto resterai? Uno, due settimane, ancora? E poi? Poi te ne andrai di nuovo, non è così? Mi lascerai indietro, come prima. Tu eri andato avanti, lasciandomi indietro, ad inseguirti, senza mai poterti raggiungere. Perchè sei tornato? Perchè proprio quando, con quella lettera, volevo smettere di soffrire?
Il suo respiro è profondo, il viso rilassato in quello che, prima di addormentarsi, doveva essere un sorriso. E' così bello, l'amore mio. 
- Chul.. - 
Con la voce ancora impastata dal sonno, mi chiama, sorridendomi, come se quello che è successo fosse ciò che aspettava da un'eternità e forse è davvero così. D'altronde, io non aspettavo altro.
Si sporge verso di me, per posare le sue calde labbra sul mio zigomo, dapprima rigato da lacrime amare. Mi scosto leggermente, perchè, nonostante una parte di me voglia farla finita, per smetterla di soffrire, l'altra parte vuole averlo tutto per sè. 
- Heechul, qualcosa... Non va? -
Con un cenno del capo, gli faccio notare che ha ricevuto un messaggio e che l'ho letto, perchè? Perchè ero solito leggere tutti i messaggi che riceveva ed inviava, così, per sapere cosa gli passava per la testa. Prende il cellulare poggiato sul comodino, guardandomi con aria interrogativa. Legge il contenuto di quel messaggio che è stato capace di ridurmi a brandelli, come il giorno che lui se ne andò.
- Chul.. Io.. -
- Farai ciò che c'è scritto? - 
La mia voce è spezzata, perchè sento che siamo lontani, nonostante, in realtà, siamo così vicini.
Il suo silenzio mi dice più di quanto possa fare lui. Mi alzo, con uno scatto,  e mi dirigo verso la porta, uscendo da questa stanza opprimente e chiudendomi la porta alle spalle.


"Caro figlio, hai intenzione di non farti sentire dai tuoi genitori ancora per molto? Qui abbiamo bisogno di te e tu non ci comunichi neanche se stai bene e come sta quello zucchero di Heechul. Ad ogni modo, ti abbiamo preparato un volo tra 3 giorni, per tornare. Non preoccuparti, potrai tornare in Corea quante volte vorrai, ma per ora ci servi qui. Dacci tue notizie appena leggi il messaggio! Manchi a tutti noi. Un bacio, mamma e papà."


Ne ho la certezza. So per certo che lui prenderà quel volo. E' davvero un bravo ragazzo ed un bravo figlio, per cui tornerà dalla sua famiglia, lasciando me qui. 
Sto correndo, più veloce che le mie gambe prive di allenamento possano fare. Corro per andare al riparo dalla tempesta che mi sta inondando il cuore. Corro verso l'unica persona che in questo momento potrebbe darmi un minimo di felicità. Il mio migliore amico. Donghae.
La sua porta è stranamente chiusa, perciò busso, con le poche forze che mi son rimaste. Busso quasi come se volessi buttar giù questa porta che mi separa da un minimo di gioia. Finchè la porta si spalanca e Donghae, guardandomi preoccupato, mi avvolge tra le sue braccia. Sto piangendo, è per questo. Sono sempre stato abile nel nascondere le mie emozioni, quindi perchè se si tratta di lui, tutto ciò che sono crolla? 
Entriamo nella sua stanza e mi sistemo sul suo letto, ancora disfatto, come sempre direi. Noto solo ora che, sia lui che il suo compagno di stanza, Eunhyuk, mi sembra di ricordare, hanno un'aria imbarazzata e leggermente euforica. 
- Scusate se ho interrotto qualcosa.. - Stranamente, non c'è neanche un filo di malizia o sarcasmo in ciò che ho detto. 
- Figurati, Chul. - Si vede lontano un miglio che Hae è davvero felice. Chi sono io per spezzare la sua felicità, come è spezzato il mio cuore? - E' successo qualcosa con Hangeng? -
Lo guardo con occhi rassegnati, sorridendo. E' un sorriso mascherato da tristezza e privo di qualsiasi forma di allegria. E lui lo sa, ha imparato a conoscermi.
- No, è che stavo correndo e son caduto fuori dalla tua porta.. - Non ho la minima idea di quale scusa, ovviamente neanche minimamente plausibile, stia usando. - ...Mi son fatto male, molto male e visto che ero qui fuori ho pensato di venire qui.. -
- Kim Heechul, con chi credi di parlare? -
Il suo volto si è fatto duro ed insistente, proprio come le sue parole. 
- Lui.. Lui.. Lui.. - Non riesco neanche a dirlo. Pronunciare quelle parole sarebbe come ammettere che è davvero così. Nel frattempo lacrime nuove si fanno strada sul mio viso, bruciano. Singhiozzo e non faccio altro che ripetere la parola lui
Sento le calde mani di quel biondino prendere le mie, con decisione e premura. - Sfogati pure, non c'è bisogno di tenere tutto dentro. -
Improvvisamente sento una stretta al cuore. E' proprio vero.. Tenere per sè le cose che ci feriscono non fa altro che peggiorare il nostro stato d'animo. E questo ragazzo, a me sconosciuto, improvvisamente mi sembra un confidente stretto.
- Lui se ne andrà di nuovo... Tre... Tre giorni... - Riesco a dire, tra un singhiozzo e l'altro.
Donghae spalanca gli occhi. E' l'unico che abbia visto in che stato mi ero ridotto sette mesi fa, il giorno della sua partenza. Non mangiavo, quasi non dormivo, non parlavo con nessuno. Avevo anche pensato alla possibilità di farla finita con una vita piena di sofferenze come la mia. E lui mi era sempre stato vicino, proprio come adesso. Serra i pugni, per poi uscire dalla stanza, senza dare spiegazioni; non ce n'è bisogno. So dove sta andando e cosa vuole fare. Afferro il polso di Eunhyuk e lo trascino con me fuori dalla sua stanza, per poi precipitarmi nella mia.


- Allora? Spiegami! Perchè? -
Le urla di Donghae si sentono da fuori la porta. Non appena entro vedo il mio migliore amico che tiene per il lembo della maglia il mio unico amore. Lo sguardo del primo è pieno di rabbia, mentre quello del secondo è cupo, triste, oserei dire.. Uno sguardo da cuore infranto.
- Donghae, basta.. Ti prego.. - La mia voce esce come un sibilo, ma so che mi ha sentito, perchè, dopo averlo scrutato bene, lascia andare Hangeng. 
- Heechul.. Non voglio lasciarti di nuovo.. - 
Quel di nuovo mi ha tolto il respiro. E' vero, è la seconda volta che mi lascia andare, ma è l'ultima, davvero. Non posso vivere pensando a lui, al fatto che ci siamo uniti ed al fatto che mi abbia lasciato, perchè è giusto che sia così.
Anche se con un pò di fatica, riesco a guardarlo negli occhi ed a mantenere il mio sguardo nel suo. Sento come se il mio cuore volesse uscirmi dal corpo ed andare nelle sue mani, perchè, metaforicamente parlando, è lì che si trova. 
Basta, non ce la faccio più. Abbasso lo sguardo, puntandolo sul mio pugno chiuso. 
- Vieni con me. -
La sua voce mi arriva senza un minimo di esitazione. E' sicuro, convinto, di quello che mi ha detto. Donghae lo guarda, ancora mezzo infuocato da ciò che stava per farmi Hangeng. Eunhyuk ha le mani chiuse, come se stesse pregando, portate vicino al petto, con lo sguardo sospeso, come se aspettasse di vedere la mia reazione. Io, invece, al solo sentire quelle parole mi son sentito morire. E' un colpo di grazia, forse?
- C-com.. -
- Ho detto: vieni via con me. -




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So che aggiorno in modo scostante e chiedo perdono per questo ^^''
Ringrazio, comunque, tutti coloro che continuano a leggere la mia fic e chi recensisce.
Grazie mille <3
-Misaki.

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Capitolo 10
*** Hangeng.Part 3. ***


- Ho detto: vieni con me. -
La verità è che non voglio perderlo, non di nuovo. Voglio vedere ancora i suoi linghi capelli spettinati la mattina, i suoi occhi dolci e grandi, il suo corpo sensuale, le sue labbra carnose, voglio vedere lui, sempre. Non voglio separarmi da lui neanche per un giorno.
Sento gli occhi bruciarmi, ma non posso certo piangere ora. Devo mostrarmi forte e maturo abbastanza da portar fede a ciò che dico. Io lo amo. Ne sono consapevole da.. Credo sempre. 
Non voglio. Non voglio assolutamente perderlo.
- Heechul.. Io ti amo, questo lo sai. La mia famiglia ha bisogno di me e devo raggiungerla, ma non voglio perderti di nuovo. -
Le sue guance si sono arrossate e i suoi occhi son lucidi. E' bellissimo.
Fa per parlare, ma subito richiude quelle labbra che tanto desidero. Forse, forse lui non vuole partire con me. Perchè dovrebbe? Qui ha i suoi amici e la sua famiglia. Non avrebbe senso lasciar tutto per me.
E' lui ad interrompere i miei pensieri. - Devo pensarci. -
Cerco di sorridere, in fondo mi sta dando un pò di speranza. 
- Donghae, Eunhyuk, usciamo? - 
Di certo non mi aspettavo che tornasse sorridente ed amorevole come prima tutto d'un colpo, ma neanche che volesse uscire, magari per locali, insieme ai suoi amici. Mi fa rabbia e mi fa ancora più rabbia il fatto di adirarmi per cose come questa. Lo guardo di sottecchi. Sorride e si strofina gli occhi delicatamente. 
Faccio per andarmene, tanto, se deve uscire io adesso posso anche andare da qualche parte a deprimermi da solo, no?
- Dove vai? -
Donghae mi prende, nuovamente, per il lembo della maglietta, portandomi più vicino al suo viso. Ha un'aria seccata, ma allo stesso tempo comprensiva. 
- Guarda che devi uscire anche tu con noi, anzi, già che ci siamo, chiamiamo anche mamma, papà e Yeye. -
Sorrido, stavolta non forzatamente, per poi guardare gli altri due. Il ragazzo biondo, che deve chiamarsi Eunhyuk, ha uno sguardo dolce e, dal mio punto di vista, sollevata. Forse è felice che io e Heechul abbiamo ''chiarito''? O forse, è felice perchè uscirà con Donghae? Mi sembra la scelta più ragionevole.
- Allora, Hae. Và a chiamare quei tre e che invitino pure chi vogliono. - Chul spinge i due fuori dalla porta. - Poi mandami un messaggio per sapere quando dobbiamo scendere nel cortile della scuola. -
Senza aspettare una risposta, chiude la porta, per poi voltarsi verso di me. Si avvicina ed allunga una mano verso di me.
Il suo tocco sul mio zigomo è delicato e quasi irreale. Sembra un angelo. Ma, purtroppo, il nostro contatto termina qui, perchè si volta verso il bagno per poi entrarvi e chiudere a chiave la porta.


Su questo letto abbiamo fatto l'amore. 
Su questo letto ci siamo stretti l'uno all'altro prima di addormentarci.
Su questo letto, continuo a fissare la porta del bagno, che continua ad essere chiusa. Ma non per molto.
- Chul, c'è la mia camicia in bagno? -
Mi avvicino alla porta, alzando il volume della mia voce per fargli sentire bene ciò che dico. Dopo un pò sento il rumore della chiave che sblocca la serratura e, senza pensarci due volte, entro nel bagno.
Heechul vuole forse uccidermi? Se ne sta lì, in piedi, completamente nudo, con i capelli legati, a spalarmarsi crema ovunque. Ovunque. Sta per caso tentando di farmi eccitare? Missione compiuta. 
- Credo che la tua camicia sia.. - Alza lentamente un braccio, per poi indicare una camicia a terra, di fronte a lui. - ..Lì. -
Deglutisco rumorosamente, per poi avvicinarmi a quello che è il ragazzo capace di farmi impazzire. Non credo di potermi fermare se solo lo sfioro. Forzo i miei piedi a muoversi, ma, prima che io possa recuperare la mia camicia, qualcosa o, meglio, qualcuno mi trattiene.
- Non ti farò partire. -
- Chul.. - Mi si spezza la voce. Sta piangendo. Il mio piccolo angelo sta piangendo di nuovo? E da quanto tempo? Forse piange da quando è entrato in bagno ed io non mi sono accorto di niente.
- Non guardarmi così. Quando sei andato via, stavo molto peggio. Almeno, adesso, sei qui con me. -
L'ho fatto star male così tanto che, adesso, anche solo vederlo serio mi provoca una fitta al cuore.
- Io non voglio lasciarti. -
- Allora non farlo! - Ormai non controlla più le sue lacrime, come me del resto. Mi sta urlando contro, ma è giusto che lo faccia. Deve sfogarsi. - Non lasciarmi qui da solo e non andartene! Ti amo così tanto che fa male anche solo vedere che non mi guardi mentre siamo nella stessa stanza, immagina quanto mi ha fatto male non vederti per sette mesi! No, anzi, te lo dico io. Non mangiavo, non dormivo, ero chiuso in me stesso e, nonostante tutto, i miei sentimenti per te non hanno fatto altro che crescere ed ora che sei qui.. Ora che sei qui.. -
Lo stringo a me, con tutte le mie forze. So che non dovrei piangere, ma non riesco proprio a controllarmi. Le sue spalle fanno su e giù, in sintonia con i singhiozzi. Prendo il suo volto con le mani e lo porto a guardarmi dritto negli occhi.
- Ti sto guardando, Chul. E non smetterò mai di farlo. -
E' così. Posso anche vivere senza cibo, nè acqua, nè qualcunque altra cosa, ma non posso vivere senza di lui. Quei sette mesi dove siamo stati separati sono stati un inferno e non voglio che accada di nuovo. Non voglio farlo soffrire e non voglio soffrire. 
Ancora incollati, mi trascina verso il muro alle sue spalle, facendoci aderire la sua schiena ed attorcigliando le sue gambe al mio bacino. Non riuscirei a controllarmi, è vero, ma non voglio fermarmi.
Unisco le nostre labbra salate, per via delle lacrime e chiedo il permesso di entrare, leccando il suo labbro inferiore. e nostre lingue gemelle iniziano una danza interrotta per troppo tempo. Mi sfila la maglia, per poi tornare a baciarmi, mentre le mie mani vagano per le sue coscie. 
Lo sento gemere non appena le mie mani sfiorano l'interno coscia e non potrebbe esserci musica più bella per le mie orecchie. Non voglio che si faccia male, perciò non ho la minima intenzione di restare in bagno. Inizio a masturbarlo, sussurrandogli quanto è bello, quanto io lo desidero e quanta voglia ho di lui. Faccio più forza sulle mie braccia, per non farlo cadere, mentre lo porto sul letto e, non appena lo lascio distendere, le nostre labbra ed i nostri corpi hanno modo di reincontrarsi.


- Donghae ha detto di scendere adesso. -
- Va bene, andiamo allora. - Heechul si volta verso di me, mostrandomi uno dei suoi sorrisi più sinceri. - Come sto? -
Mi lascio sfuggire una risata. Possibile che debba chiedere una cosa tanto ovvia? - Sei bellissimo. -
Lo prendo per mano e, dopo aver recuperato portafogli e cellulare, usciamo dalla nostra camera. 
Per tutto il tragitto verso il cortile nessuno dei due apre bocca, in effetti, cosa c'è da dire? Ci siamo confessati il nostro amore, ci siamo guardati negli occhi, abbiamo fatto l'amore e ci siamo sorrisi. Va bene così.
- Finalmente! - 
- Scusa il ritardo, papà. - Lo canzona Chul.
- Mh, Yeye? - Non lo vedo nel gruppetto.
- Ha detto che doveva risolvere una questione importante con una persona, perciò non ce la fa a venire. -
- Ok, mamma. Adesso possiamo andare? -
Hae è impaziente, evidentemente, di uscire col biondino e devo dire che non stanno tanto male insieme. Per quanto riguarda Teuk e Siwonnie, beh, loro stanno meravigliosamente bene insieme. Ed io ed Heechul? Stiamo insieme, questo dice già tutto.
Iniziamo ad incamminarci, mentre Siwon racconta di una figuraccia che ha fatto al centro commerciale mentre comprava un regalo a Teuk che, a sentir parlare di un regalo, probabilmente per il loro quarto anno come coppia, arrossisce violentemente. 
Chul si blocca, con ancora la mia mano intrecciata alla sua. Mi volto verso di lui, mentre gli altri continuano a camminare.
- Non partirai, vero? -
Lo guardo e mi sfugge un sorriso. Gli bacio la punta del naso freddo, per via dell'umidità serale, per poi guardarlo dritto negli occhi.
- No. -
Il suo viso si accende di una nuova luce, che mi abbaglia. Stringe la mia mano con più forza, iniziando a camminare più velocemente, per raggiungere gli altri.




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Macciao belle/i ^-^
Allora, inizio col dire che dovevo mettere il capitolo molto prima, ma per vari problemi, quali la mia connessione internet ecc., ho dovuto rimandare ad oggi. Scusate gli errori, se ce ne sono, ma a volte non me ne accorgo proprio!
Ringrazio chi continua a leggere e recensire, siete fantastici :' E volevo anche chiedere un paio di cose.
Allora: Chi ha visto You're beautiful, il drama? Personalmente l'ho trovato bellissimo e sono giorni che non faccio altro che cantare le canzoni d'amore che vengono usate durante le puntate.
Poi, ho scritto una ff sugli SHINee e, visto che c'è anche un personaggio inventato (lo avrei scritto comunque), mi chiedevo se andrebbe bene mettere un disegno di come me lo immagino (anche perchè l'ho già fatto '-' ).
Beh, che altro dire? Nulla, vi ringrazio ancora!
Baci. <3
-Misaki.

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Capitolo 11
*** Siwon. (extra) ***


Troppa confusione. Troppe persone. Non mi è mai piaciuto fare spese, soprattutto in centro commerciali immensi e pieni di persone che non fanno altro che parlare a voce alta. Guardandomi intorno vedo che, per la maggior parte, è pieno di coppiette prese per mano che fanno shopping insieme. Io e lui non lo abbiamo mai fatto, non perchè io non volessi e nenche lui, ma perchè siamo troppo impegnati e quando abbiamo dei momenti liberi ci dedichiamo ad attività che non si possono mostrare di certo in un negozio. 
Stavolta è importante farmi coraggio e rimanere tra questa folla. Lo è davvero. Infatti, stasera io e Teukie festeggeremo per i nostri quattro anni insieme, come coppia. 
Sembra ieri che, entrando nella sua stanza, si presentò a me con aria elegante e gentile e,a pensarci bene, non è cambiato di una virgola. Forse mi son innamorato di lui proprio in quel momento, ma, essendo un pò presto per dirgli delle parole così cariche di significato, almeno per noi, solamente da pochi giorni ci siamo confessati il nostro amore reciproco.
Noto nella vetrina di una profumeria un profumo che voleva comprarsi. Sembra il regalo perfetto. Son in giro da questa mattina ed è quasi ora di pranzo, direi che ho girato abbastanza. Entro nel negozio e, dopo aver testato il prodotto, lo compro entusiasta. 
Fortunatamente sono ancora in tempo per prendere l'autobus che si ferma, anche, di fronte alla scuola, così non devo camminare fin lì.
Sento una vibrazione nella tasca dei jeans che indosso e mi rendo conto che qualcuno mi sta chiamando.
- Pronto? -
- Siwonnie, sono Leeteuk. -
Non c'era bisogno di dirmelo: riconosco la sua voce, la riconoscerei anche se fosse in mezzo a questa immensa folla in cui mi trovo.
- Ah, Teukie. Di chi è questo numero? -
- Un compagno di classe. Ad ogni modo, dove sei? E' tutta la mattina che ti cerco! -
- Sono uscito per comprare una cosa. - Non voglio che intuisca le mie intenzioni. Questa è la prima volta che gli regalo qualcosa per il nostro anniversario. - Perchè? -
- Volevo chiederti.. Potresti restare.. Fuori di pomeriggio? -
- Cosa? E perchè? - Mi lascio sfuggire una leggera risata, insomma, non è da tutti i giorni una richiesta del genere. E poi, sono stanco morto, voglio riposarmi prima di stasera,
- Per favore, non tornare in camera questo pomeriggio, intesi? Devo.. Devo.. Prestarla a  Donghae! -
- A cosa gli serve? -
- Ti spiegherò stasera, ok? Bye~ -
- Bye. - Faccio per chiudere quando sento la voce di quel compagno di classe. 

''Se l'è bevuta?''

Sono sudato, puzzo ed ho la nausea solo a sentire il mio odore. Tutto perchè, al posto di aspettare l'autobus, mi son messo a correre per tornare a scuola. Che voleva dire quel: se l'è bevuta?! Se c'è una cosa che non mi piace è quando Teuk deve lavorare come presidente del comitato studentesco e, di conseguenza, stare con tutte quelle persone che non conosco o, meglio, che non voglio nemmeno conoscere. Qui c'è qualcosa di strano. Possibile che, in questo giorno così importante per me, lui mi stia..ecco..tradendo?
No, no, no. Impossibile. Lui non è quel tipo di persona. Sicuramente quello che ho sentito era riferito a qualcun altro presente nella stanza, non di certo a lui e non di certo per me. 
E se ci fosse anche quel Kangin con lui? E se fosse proprio lui quel compagno di classe? Posso accettare chiunque ma non lui. E' così evidente il suo interesse nei confronti del mio ragazzo, che mi stupisco che quest'ultimo non se ne accorga. 
Magari è meglio andare a chiedere a Donghae a cosa gli serve la camera e, così, sarò più tranquillo. Dal cancello, dove mi trovo, alla sua camera ci vuole davvero poco, considerando che sto correndo ancora. 
Ad aprirmi è Eunhyuk, il quale mi informa che Hae si sta facendo una doccia.
- Oi, Fishy. Devo parlarti. -
Dopo poco, sento l'acqua della doccia fermarsi, segno che mi ha sentito ed ha finito. Esce dal bagno avvolto nell'accappatoio, rivolgendomi un sorriso.
- Dimmi, Siwon Appa. - 
Se è vero che gli serve la camera, forse è per il biondino, no? Meglio se non mi faccio sentire. - A che ti serve la mia camera? - Chiedo in un sussurro.
- La tua.. camera? - La sua espressione muta da normale a confusa. - Non ti ho mai chiesto di darmi la tua camera!-
- Oh, si, scusa. Son io che ho sbagliato, dovevo chiederlo a Yeye. Ahah.. - 
Non ho il tempo di ascoltare altro o di salutare. Ora ne ho la certezza: Leeteuk mi sta nascondendo qualcosa e questo mi rende arrabbiato e, soprattutto, triste.
Mi incammino a passo svelto verso il nostro nido d'amore, come lo chiamo spesso, con mille idee che mi frullano per la mente. Non voglio. Non voglio credere assolutamente alla vocina che mi dice che il mio ragazzo, in questo momento, è lì tra le braccia di qualcuno, mentre io mi son fatto in quattro per rendere questa la miglior giornata di sempre.

''Fa male?''
''No.. Continua.''

Sono le voci di.. Leeteuk e.. Kangin? Avessi almeno il coraggio di aprire la porta, potrei sapere se quella vocina ha ragione. Il punto è che non voglio saperlo. Non voglio vederlo con qualcun altro. Sono sicuro che, pur sapendolo, continuerei a stare con lui, accettando il fatto di non essere il suo tutto. Perchè? Già.. Perchè. Probabilmente, perchè lui è il mio tutto, perchè senza di lui io non valgo niente e perchè, per quanto mi sia stato difficile dirlo a parole, lo amo immensamente. Resterei al suo fianco, sopportando e non aprendo bocca sulle sue relazioni. 
Mi faccio forza, sapendo che, in qualunque caso, non appena li vedrò, la mia ira si scatenerà su Kangin. Apro.
- Si-Siwon.. Che ci fai qui? -
Leeteuk ha le guance arrossate ed un polpaccio ferito. Kangin, ai suoi piedi, tampona un panno impregnato di disinfettante sul taglio. Al centro della camera c'è un tavolino tondo, con una tovaglia rossa, dagli orli dorati. Lo stesso vale per le tende. I letti sono stati uniti e messi in un angolo, mentre, dal bicchiere mezzo rotto a terra, mi rendo conto che stavano apparecchiando. 
- Rovinata la sorpresa. - Sbuffa Kangin.
Tutto questo era per la nostra serata? Mi sento un completo imbecille, così, ancora sull'uscio della porta, la chiudo davanti a me. Devo aver un'espressione davvero confusa in volto, lo si leggeva in quello di Teuk. 
- Aspetta, lui è ferito. -
Riapro la porta e mi avvicino al mio ragazzo, che non aveva ancora smesso di guardare verso la porta.
- Ci penso io, tranquillo. -
- Va bene.. A questo punto è meglio che vada. - Kangin si reca verso la porta. - Buon anniversario ragazzi e buona serata. - Dice, prima di chiudere nuovamente la porta.
Continuo il lavoro sul polpaccio, dando un piccolo bacio a quella pelle liscia e profumata, un profumo in contrasto con quello del disinfettante. Mi sento stupido come mai prima e deve essere evidente. Ho lasciato le buste all'ingresso, perciò, non appena ho finito di mettere un cerotto sulla ferita, vado a prenderle.
- Siwonnie.. - Dio, sta usando il tono più sensuale che io abbia mai sentito. Mi volto verso di lui, che mi attende ancora al tavolo. Solo ora mi rendo conto che anche le pietanze sono già poste nei piatti e che mancano solo le posate, che rimedio immediatamente. Mi siedo di fronte a lui, cercando di non guardarlo negli occhi. Insomma, non mi son fidato di lui. 
- Siwonnie.. Guardami.. - La sua mano scivola sulla mia, facendo intrecciare le nostre dita.
- E' che.. - 
- Ho già capito tutto quando sei entrato, non preoccuparti. - 
- Tieni. - Anche se non mi sembra il momento più adatto, gli porgo il regalo, che viene accolto da un sorriso e da un rossore appena percettibile sui suoi zigomi. - Ti piace? -
Si alza dalla sedia, spruzzandoselo addosso. Nel collo. Nei polsi. Per poi avvicinarsi a me e sedersi a gambe aperte sulle mie. - Da impazzire. - 
- Buon anniversario, Teukie. -
In risposta mi bacia, ancora comodamente seduto su di me, strusciendosi su di me, come fosse un gatto. - Siwonnie.. Non ho fame, in questo momento. -
Ricongiungo le nostre labbra, incrociando la sua lingua con la mia. Lo privo della maglietta leggermente aderente che indossa, poggiando le mani sui suoi fianchi stretti. Sento le sue mani calde accarezzarmi il petto da sotto la maglietta e i nostri baci diventano più desiderosi. Si alza, facendo alzare anche me, visto che, con una mano, tiene il mio viso a stretto contatto col suo, e mi trascina a letto, facendomi stendere e salendo a cavalcioni su di me. Mi libera dalla maglietta, per poi tornare a baciarmi. Ribalto la situazione, facendolo stendere sotto di me e posizionandomi tra le sue gambe. Lo privo dei pantaloni stretti e dell'intimo, iniziando a massaggiarlo delicatamente. Mi prende una mano e se la porta alle labbra con fare..Sensuale, terribilmente sensuale. Spingo dentro di lui, senza usar forza, giusto il tempo necessario per ricevere il suo okay. Finalmente, ci uniamo. Siamo una cosa sola e lo siamo da quattro anni. Il tempo passa, le cose cambiano, ma non i sentimenti che proviamo l'uno per l'altro. Tutto è così giusto quando siamo insieme.
- Siwonnie.. - Ansima,  sotto di me, appena entrambi ci siamo liberati ed i nostri respiri sono tornati regolari. - Buon anniversario. -





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C'è da dire che succede tutto troppo in fretta e questo non mi piace, come non mi piace il capitolo in generale. 
Ma spero che siate clementi '^'
Mi scuso se ci sono errori, ma mi sfuggono spesso.
Ringrazio chi continua a leggere e recensire, davvero, siete fantastici <3
So che lo dico spesso, ma giuro che aggiornerò più frequentemente. 
Annyoung~
-Misaki.

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Capitolo 12
*** Eunhyuk. (extra) ***


Donghae, perchè mi stai baciando? Sento solo un forte tepore nel petto. Un tepore capace di farmi sentire fuori dal mondo. Sei tu? O forse, sono io? O meglio, siamo noi? Se l'amore si dovesse misurare in attimi, beh, io ti amo dall'attimo in cui le nostre labbra si sono congiunte. E' una sensazione così strana. Non ho mai amato. Non ho mai pensato di farlo. Non ho mai avuto un primo appuntamento. E non ho mai avuto un primo bacio.
Lee Donghae, sei entrato nella mia vita da così poco e hai già fatto si che io abbia avuto tutte queste cose? Come sei riuscito ad entrare nel mio cuore così velocemente? Forse la verità è che il tempo è relativo. Forse per amare non servono giorni, settimane, mesi, anni.. Forse bastano solo due persone che non riescono a togliersi gli occhi di dosso.
Perciò, io ti amo Donghae. Perchè non riesco a smettere di guardarti, perchè mi piace sentire il tuo profumo appena esci dalla doccia, perchè i tuoi sorrisi mi rendono sereno, perchè con una sola parola cambi il mio mondo, perchè, con un solo sfiorarsi di labbra, mi hai mozzato il fiato, perchè sei tu. 


Sono passati due giorno dal nostro bacio. Non ricordo di essermi sentito più vivo di così. 
Non ne abbiamo parlato, non ci siamo detti nulla. Non appena ci siamo separati lui è corso in bagno ed ho sentito il getto d'acqua proveniente dalla doccia aprirsi. Mi sono alzato e mi sono infilato sotto le coperte.
In questi due giorni siamo stati entrambi troppo impegnati per vederci, il che mi rende ansioso e non poco. E se per lui quel bacio non contasse nulla? E' una domanda che mi pongo da quella sera stessa.
Non ci siamo visti neanche prima delle lezioni, poichè lui usciva sempre un pò prima, per via del club di calcio che frequenta. Infatti, hanno dovuto fare delle riunioni di mattina presto, per il campionato che si avvicina. 
Ah.. Quanto mi manca.
Forse non dovrei reagire così, per quel poco che c'è stato tra noi, eppure per me ha significato molto. E' come se, dopo anni di sonno profondo, mi fossi risvegliato ed al mio risveglio ci fosse stato il sorriso di Donghae ad accogliermi. 
- Hyukkie, sicuro che non hai niente da dirmi? -
- Niente, Wookie.. Non è successo nulla. -
- Il tuo sguardo dice il contrario. Avanti, sono il tuo migliore amico, è ovvio che devi dirmi tutto! -
Una parte di me vuole tenere il nostro bacio segreto, custodito dentro il mio cuore e non dirlo a nessuno finchè non avrò delle risposte alle mie mille domande, ma d'altra parte ho così tanto voglia di sfogarmi con qualcuno o, meglio, col mio migliore amico, che alla fine lo accontento.
- Ci siamo... Baciati... -
- Tu e Donghae? -
La sua voce è davvero entusiasta ed il suo sorriso luminoso mi fa capire che non aspettava altro, se non questa notizia.
- Si, è ovvio. E lo so che può sembrare strano, ma.. - Però non posso fare a meno di tornare ai miei pensieri. - Wookie, io lo amo. -
Sento la sua mano accarezzarmi i capelli e so che il suo sorriso ora si è fatto materno, perchè lo conosco troppo bene. E' sempre stato al mio fianco, a consigliarmi, ad appoggiarmi. Ed io ho fatto altrettanto. Ci conosciamo da diversi anni e capiamo al volo quando uno dei due ha bisogno di aiuto.
- E cosa c'è di strano in questo? Vuoi sapere perché ti credo? Perchè io e te non ci siamo mai innamorati. - Alzo lo sguardo, giusto per vedere che avevo ragione riguardo il suo sorriso. - Non sapevamo cosa fosse l'amore e non osavamo neanche parlarne, perchè non lo capivamo. Ci siamo sempre detti che ci saremo detti solo la verità ed io e te manteniamo la nostra parola. -
E' così vero ciò che ha detto. 
Io non capivo l'amore. Non capivo come due persone si rincitrullissero solo guardandosi negli occhi o prendendosi per mano; invece, adesso, sono proprio come loro. Ora capisco che ci si perde negli occhi di chi si ama.
- Aspetta un attimo.. Capiamo? Wookie, devi dirmi qualcosa? -
Il mio migliore amico si avvicina a me paonazzo. Bisbigliandomi nelle orecchie.
- Ti dirò tutto domani. -
- Perchè domani? -
- Tu fidati di me. -
Ad interromperci è la campanella, segno che le lezioni sono finite, anche se io non ne ho seguita neanche una. Troppi pensieri.
L'unica cosa che voglio in questo momento è andare in mensa e mettere qualcosa sotto i denti. Non ho mangiato nulla neanche per colazione, visto che rischiavo di fare tardi. La verità è che mi sono gettato nel letto di Donghae e mi sono avvolto nelle sue lenzuola, addormentandomi col suo odore sulla pelle. Non mi capisco più.


Fa dei movimenti così scorrevoli, come se fosse automatico per lui muoversi in quel modo. Sembra nato per correre dietro il pallone. Lo osservo dalle tribune, perchè durante il pranzo mi ha chiesto di aspettarlo qui. Non nascondo di essere nervoso all'estremo. Vederlo divertirsi così, poter vedere il suo sorriso e i suoi occhi che sprizzano gioia.. Potrei restare a guardarlo per ore. Mi basterebbe. 
Finalmente l'allenatore pone fine all'allenamento e lo vedo correre verso di me. Ha i capelli incollati alla fronte imperlata di sudore, come la canotta che indossa. Forse non si rende conto di quanto sia atttraente e provocante. Sento il viso in fiamme non appena si avvicina e mi sorride, quel sorriso bellissimo.
- Hyukkie! - Lui è la seconda persona a chiamarmi così, solo lui e Ryeowook lo fanno e sono contento che sia così. - Grazie per avermi aspettato, devi esserti annoiato a morte. -
- No, no.. Tranquillo.. -
- Meno male. Mi faccio una doccia veloce e poi usciamo, ti va? -
Annuisco velocemente. Non desidero altro da due giorni. 
Il mio cuore perde un battito. Mi ha preso per mano? Sul serio? Non è uno di quelli stupidi sogni che non fanno altro che tormentarmi, vero? Lui mi ha davvero preso per mano e ora camminiamo verso la nostra camera. Vorrei chiedergli il significato di ogni suo gesto, perchè mi sembra tutto così strano.
Resta pochi minuti sotto la doccia, per poi uscire dal bagno già vestito e profumato. Indossa dei pantaloni bianchi che gli fasciano perfettamente le gambe, delle all star nere, una maglia dello stesso colore con scollo a V ed una camicia a quadri rossa e bianca. Io, invece, ho messo le prime cose che ho trovato e mi ritrovo con dei pantaloni neri, una maglietta grigia-azzurra e le vans in jeans. Insomma, potevo scegliere di meglio.
- Dove andiamo? -
- E' una sorpresa. -
- Non puoi darmi neanche un indizio? -
- Mmh.. - Il suo viso è pericolosamente vicino al mio. - ...No. - Mi sorride.
Mi riprende la mano e, prima di uscire, prendo le chiavi dal mobile di fianco alla porta, visto che lui non le prende mai e non voglio rimanere chiuso fuori stasera. Con la massima lentezza, scendiamo le scale, e non posso lamentarmi, visto che siamo presi per mano. Potremmo restare così anche in eterno, senza arrivare mai al posto che mi tiene segreto, mi basta.
Per mia sfortuna, arriviamo presto a destinazione. Non siamo neanche dovuti uscire da scuola. E' la biblioteca. Sinceramente, non capisco perchè siamo qui. Io amo leggere ed ho portato molti libri con me, questo è vero, ma non gliene ho mai fatti vedere neanche uno. Però mi piace, è una bella sorpresa, visto la mia passione per la lettura. 
Ora che ci penso, qui è dove per la prima volta..
- Qui è dove per la prima volta ti ho chiesto di uscire, ricordi? -
- Certo. - Le mie labbra si piegano in un sorriso, come le sue.
- Entriamo. - 
Oggi non c'è nessuno, neanche l'addetta alla biblioteca o come si chiama. Di solito c'è sempre qualcuno a controllare, invece oggi è deserta, non so perchè, ma qualcosa mi dice che c'entra lo zampino di Donghae. Mi porta in fondo alla sala, vicino agli scaffali di letteratura inglese. I nostri occhi sono come incollati. Le nostre mani sono ancora prese. Mi sono sbagliato. Non mi basta solo guardarlo o vederlo sorridere, io voglio baciarlo, toccarlo, viverlo. Non mi basta il solo ammirarlo.
La distanza tra noi diventa sempre minore, finchè le nostre labbra non si sfiorano di nuovo. E' un bacio più leggero dell'altra volta e non posso far altro se non dispiacermi, perchè, ora ho capito, voglio di più. Come se potesse leggermi nel pensiero, lascia la mia mano, per cingermi i fianchi e farmi aderire allo scaffale pieno di libri. Alzo le braccia e lo porto più vicino a me, ancora di più, cingendogli il collo. Sento la sua lingua passare dal mio labbro inferiore a quello superiore e non perdo tempo a schiudere le labbra. Non so neanche quante volte ho pensato a questo momento. All'inizio non capivo perchè avesse chiuso a chiave la porta della biblioteca, ma ora ne ho qualche idea. 
Facendo più forza sui miei fianchi, mi trascina con sè sul pavimento. Non so neanche dove siano finiti i nostri vestiti. Non ho la consapevolezza di nulla, se non delle sue labbra sulle mie, delle sue mani su di me, del mio cuore che batte come un folle e del suo profumo dolciastro che mi pervade. A concludere il bacio è lui, che mi prende il viso tra le mani e mi fissa dritto negli occhi.
- Eunhyuk, forse è troppo presto o forse no, ma.. - Dillo, ti prego, dillo. - ..Io sento di conoscerti da sempre, sento come se tu mi completassi, sento che mi sono innamorato di te. -
Non so bene quando, ma delle lacrime hanno iniziato a solcarmi il viso, lacrime di gioia. Lacrime che dai miei occhi, arrivano al mio sorriso. 
- Anche io, Donghae.. Anche io mi sono innamorato di te. -
- Era quello che speravo di sentire. -
Mi sorride, prima di baciarmi di nuovo e di nuovo e di nuovo. Non riesco a trattenermi dal gemere non appena le sue mani arrivano a massaggiare la mia intimità. Lascia piccoli baci sul mio collo, provocandomi brividi di piacere. Non voglio essere l'unico a provare questo piacere immenso, voglio essere un tuttuno con lui. Gli prendo una mano e dopo averla stretta alla mia e, dopo avergli leccato due dita, la porto alla mia apertura, un pò impacciato. So bene di aver un color porpora dipinto in viso, ma è tutto così perfetto che non voglio pensarci. Ogni suo gesto è così delicato e calcolato, come se volesse farmi provare il meno dolore possibile. Dopo qualche istante in pena, il dolore si trasforma piano in piacere e sono sicuro che sia perchè la persona che mi sta facendo provare tutto questo è Donghae. 
- Do-Donghae~ - 
Sfila le dita e, stringendomi a lui e prendendo di nuovo possesso delle mie labbra, entra in me. Ora siamo davvero connessi. Non esiste nè io, nè lui, esiste solo noi.


- Perchè hai scelto la biblioteca? -
- Perchè, oltre ad essere il posto in cui ti ho chiesto di uscire, sono sempre stato un amante dei baci in biblioteca, anche se non ne avevo mai dati qui prima d'ora. Sei il primo. -
- Tu sei il primo di tante cose. -
- In che senso? -
- E' un pò imbarazzante.. - La sua maglietta, troppo grande, copre il mio corpo nudo e colmo d'amore. - ...Vedi, io non ho mai baciato nessuno, nè sono mai uscito con nessuno, nè... Quello.. -
Stampa un bacio dolce sulle mie labbra. - Ne sono felice. Voglio essere sempre il primo per te. -
- Donghae... Perchè proprio la letteratura inglese? -
- Sono un amante di Shakespeare.. E volevo vedere se avresti sorriso, sapendo i miei sentimenti. -
- Quando ti vidi mi innamorai e tu sorridesti perchè lo sapevi? -
- Esatto. -
Sono felice. Sono felice. Solo.. Sono felice.






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Allora, mi scuso per il ritardo, ma non avevo la minima ispirazione e volevo che questo capitolo fosse il migliore (invece fa pena ._.), visto il mio amore sconfinato per l'Eunhae. Ma, visto che  è uscito questo, mi accontento e lo posto comunque.
Oltretutto ho iniziato una nuova long-fic sui B.A.P (che si trova nella sezione Altri - Asians bands, essì mi faccio pubblicità da sola) e mi sono concentrata di più su quella.
Infinite scuse! E scusate anche gli errori, ma non ho ricontrollato!
Spero che questo capitolo, per quanto sia scritto male e non si capisca un emerito nulla delle emozioni provate, piaccia a qualcuno!
Detto questo, spero di riuscire a tornare ad aggiornare decentemente!
Baci <3
-Misaki.

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Capitolo 13
*** Ryeowook. (extra) ***


Non esiste l'amore. Credere nell'amore porta solo alla sofferenza ed alla solitudine. L'amore che si prova per una singola persona è diverso da quello che si prova per gli amici. E' dolore. E' pazzia, follia. Chi si innamora è un folle, indipendentemente da ciò che fa o farà. E' un pazzo. Tutte le sue forze le ripone in quella che è la sua relazione e poi, puntualmente, vengono gettate. Mi chiedo perché bisogna soffrire così tanto, quando l'amore dovrebbe portare gioia. E poi.. Perchè ci si può innamorare di diverse persone? Sono del parere che, se esiste l'amore, se bisogna innamorarsi, bisogna farlo con una sola persona. Come ci si può innamorare, essere felici, soffrire, avere il cuore infranto e reiniziare tutto, con un'altra persona? Non ha senso. Certo, se la persona che amiamo non ci ricambia, allora non c'è relazione, ma c'è lo stesso sofferenza. Forse l'amore ed il dolore sono collegati. Forse siamo noi persone a sbagliare, a non saperci innamorare. Si, siamo tutti degli imitatori, degli atorri, solo degli ammiratori dell'amore, ma non ne conosciamo le vere regole. L'amore è un gioco: ci sono le trappole, gli ostacoli da affrontare, i premi e si può vincere o perdere. Peccato che si finisce quasi sempre per perdere al gioco dell'amore.
Questo penso. Questo penso del tanto acclamato amore. 
A distrarmi dai miei pensieri, ci pensa Kyuhyun. - Ryeo, c'è una busta sul tuo banco. -
- Per me? - Eppure non mi sembra di aver spedito qualche lettera a casa, in questo periodo. Forse ci sono novità.
Mi avvicino al mio banco, a passo stanco. Non vedo l'ora di tornare in camera a dormire. In questi giorni non ho dormito neanche cinque minuti. Sono.. Tre giorni, esattamente tre giorni che tornò alle quattro del mattino in camera, per non dover parlare con lui, ed esco alle sei. Non ha provato neanche una volta a restare sveglio. Poi, perché dovrebbe? Non è che io sono importante per lui o qualcosa. Siamo solo compagni di stanza. Anche se, dentro di me, lui sta crescendo sempre di più.
Yesung.. Ah, quel bastardo.
Apro la busta bianca e,al suo interno, trovo un foglietto. 

Piano, piano 
il momento della separazione di avvicina.
Piano, piano
il tuo cuore si allontana ancora di più
Piano, piano
inizierò a crederci
lentamente.

E' la sua scrittura. E' sicuramente la sua scrittura. Ho letto tante di quelle sue poesie che riuscirei a riconoscere la sua scrittura anche se qualcuno la ricopiasse in modo impeccabile. Il modo disordinato di scrivere il corsivo, nonostante, nel complesso, sembri ordinato. Il modo di fare il puntino sulla i trascinato dalla lettera dopo. Tutto. E' forse un addio? Mi sta dicendo che, anche se io me ne andrò, riuscirà a dimenticarmi? Sapevo di non essere importante per lui. Eppure ci sono cascato. Mi sono innamorato e non sono ricambiato. Pensare che, cinque secondi fa, pensavo che bisognasse amare solo una persona per tutta la vita. Ora vorrei innamorarsi di qualcun altro. Qualcuni che mi ricambi. Qualcuno che non mi faccia correre verso la mia camera per mostrargli quante lacrime sto versando in questo momento.
Mi sembrano infinite queste scale. Finalmente arrivo al terzo piano e corro verso quella che è la nostra stanza. Vedo tutto ofuscato per via delle lacrime. Mi bruciano gli occhi ed anche le labbra, perché me le sto mordendo troppo forte.
E lei.. Lei che ci fa qui?
Smetto di colpo di correre. Lei, quella ragazza. Quella Minori. Ho perso il conto di tutte le volte che l'ho maledetta. Che poi non è colpa sua, è colpa di Yesung e mia. Sua, perché mi ha illuso, si è preso il mio cuore col solo scopo di farne ciò che più voleva. Mia, perché sono cascato nella trappola del gioco e non riesco a trovare una carta che mi faccia avanzare.
- Ciao. -
- Che ci fai qui? -
- Ti aspettavo. Voglio parlarti. - 
- Non ho voglia di ascoltarti. Perché non fai uscire Yesung? Almeno così, oggi potrò dormire. -
La vedo inginocchiarsi davanti a me, trattenendo a stento le lacrime, eppure mi è sembrata una ragazza forte. - L'hai almeno più visto da quel giorno? Allora saprai che praticamente non mangia, non dorme, non studia e, cosa peggiore, non scrive. Tu eri la sua.. Musa. Yesung non è niente senza un foglio di carta, una penna ed una Musa. -
Sta cercando di dirmi che sono importante per lui? Impossibile. E poi io l'ho visto dormire, quando sono rientrato alle quattro.
- Ti sente ogni notte rientrare tardi. Ti sente ogni mattina quando te ne vai. A lezione, oggi, è anche svenuto. L'ho portato io qui, quando si è ripreso. E' evidente cosa provate l'uno per l'altro. Perché non la finite di evitarvi e rincominciate daccapo? -
- Che ne sai che non scrive più? - Adesso mi guarda, con gli occhi rossi e gonfi. - Proprio oggi mi ha scritto questo. E' abbastanza ovvio che non sono importante abbastanza per essergli rimasto impresso. -
Lei non legge neanche il biglietto. Non lo legge e me lo lancia in pieno viso. Poi si alza, afferrandomi per un polso ed aprendo la porta, che non è chiusa a chiave. La spalanca con ferocia e la prima cosa che vedo quando entro è il disordine. Un immenso disordine, quasi come se fosse una discarica. Mi trascina fino alla camera da letto e lo vedo. Buttato sul letto, nella solita posizione. Da le spalle al resto della stanza, appoggiato su di un fianco, mostrando il viso solo alla parete di fronte a lui. Sono tre giorni che vedo solo le sue spalle, ma oggi è diverso. Oggi quelle spalle sobbalzano ad ogni singhiozzo. Adesso noto che le mani sono portate al suo volto, nascondendo le sue lacrime. Adesso noto che le sue due tartarughe sono sopra di lui e lo fissano, come a dirgli di non disperarsi così per un coglione come me. Si, perché solo un coglione non poteva accorgersi prima di queste cose.
- Ti sembra di non essere importante? Ma cosa credi? Yesung non ha mai amato nessuno, tanto meno me. L'unica persona che lo abbia mai incuriosito sei tu. Perché pensi che ti abbia scritto quelle parole? Pensa che tu te ne andrai e che lui dovrà soltanto continuare a piangere, finché riuscirà a farsela passare. Siete entrambi degli stupidi! -
No, non mi sbagliavo. Lei è davvero forte.
- E adesso voglio che vi chiarite, perché vedervi così, non solo mi infastidisce, ma mi fa male. - Si avvicina alla porta, per poi sbatterla violentemente. - Trattalo bene! - Sento urlare dall'altra parte del muro.
Mi avvicino al suo letto, sedendomi accanto a lui. 
Gli accarezzo i capelli morbidi, sentendo che i suoi singhiozzi si fanno più frequenti, come se la mia presenza lo agitasse ancora di più. Gli prendo una mano, sfiorando anche un suo zigomo. Mi chiedo da quanto stia piangendo. 
Vorrei dire qualcosa, ma mi sembra tutto sbagliato. Innamorarsi in così poco tempo. Evitarsi per un malinteso. Farci del male a vicenda. Sembra davvero tutto sbagliato, eppure non è così l'amore? Non è un susseguirsi di felicità e sofferenza? Inaspettatamente, si gira verso di me, mostrandomi il suo torace. Ha delle occhiaie più grandi delle mie, le guance rigate dalle lacrime, un'espressione stanca ed in pena. Si alza, senza neanche guardarmi, per osare le due creaturine sul pavimento ed entrare in bagno. Non chiude la porta ed apre l'acqua del lavandino, buttandosene in  viso. Io lo seguo, perché non so che altro fare. Neanche mi guarda. Forse è troppo tardi.
Esce dal bagno e raccoglie da terra una maglietta sporca e stropicciata e la indossa, poi infila le scarpe da ginnastica e si avvia verso la porta, senza neanche prendere il cellulare o le chiavi. Gli corro dietro, trattenendolo per un polso, facendo respiri profondi, perché sento che altrimenti scoppierei in lacrime un'ennesima volta.
- Yesung.. Scusa.. -
- Perché ti stai scusando? Sono io che non ti ho detto nulla sulla mia ex. Sono io che ho approfittato della tua gentilezza. E sono io che adesso andrò a chiedere di spostarmi, così potrai tornare a dormire qui la notte. Non voglio che ti succeda qualcosa. Ora, scusami.. -
- Stupido! - Ormai è inutile trattenermi, posso anche piangere l'anima. - Secondo te mi lasciavo baciare per gentilezza? E perché sarei qui, adesso, se non per rincominciare insieme a te? Sei uno stupido! -
Si gira verso di me, per spingermi contro il muro, intrappolandomi tra le sue braccia. 
- Ti ho fatto del male. - Sento il suo respiro caldo sul mio collo.
- E' passato. -
- Ti ho fatto arrivare tardi a lezione. - E' adorabile.
- E' passato. -
- Ti amo. -
- Ti amo, Yeye. - 
Finalmente le sue labbra si poggiano sulle mie, perché non ci sono altre parole. Non ci sono pensieri. Ci siamo solo io e lui, nella nostra stanza, con il sole che picchia su di noi attraverso la finestra. 
Lo spingo sul letto, salendo a cavalcioni su di lui, per poi abbassarmi e incontrare nuovamente quelle labbra morbide. Le sue piccole, ma calde, mani perlustrano il mio corpo, provocandomi i brividi ovunque. Si ferma sulla zip dei pantaloni dell'uniforme e l'abbassa lentamente, per poi denudarmi, velocemente. A dividerci ci sono solo i boxer, che presto vengono aggiunti alla massa di vestiti che giaciono a terra.
I suoi movimenti sono gentili e delicati. E' come se io fossi la carta e lui la penna, e si muovesse su di me leggero ed aggraziato. Siamo una poesia che prende forma movimento dopo movimento. Fare l'amore con lui, per la prima volta, è come leggere una poesia che è capace di smuoverti dentro, di farti emozionare, di farti riflettere sulla tua intera esistenza. Yesung è davvero un poeta. E io voglio continuare a leggere questa poesia ancora e ancora.





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CHE CAPITOLO ORRIDO. Davvero, non trovo le parole per dirvi quanto mi dispiace per aver ridotto la Yewook a questo. Doveva essere un capitolo pieno di emozioni, di avvenimenti ed invece è uscita questa cosa che.. Va beh, lasciam perdere.
Ci tenevo a precisare che manca solo un capitolo e la fic è conclusa. E l'ultimo capitolo vedrò di scriverlo decentemente, giuro! Ringrazio chi continua a leggere e chi ha messo la storia nelle preferite! Scusate gli errori, eh. <3
Al prossimo capitolo~
-Misaki.

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Capitolo 14
*** Sungmin. (extra) ***


Sentirsi inutile, perso, vuoto. Io mi sentivo così. A scuola mi comportavo male o, meglio, non rispettavo gli orari scolastici, non seguivo le lezioni.. Non avevo amici. Vagavo per quell'edificio da solo, a testa alta, guardando dritto di fronte a me. Era solo una facciata. Era la maschera che mi ero ripromesso di indossare, perché ero troppo fragile e lo sono ancora. Il bullismo, il divorzio dei miei genitori, la morte di mia nonna, che era come una migliore amica per me; tutto ciò si accumulava dentro di me, rendendomi impassibile con gli altri.
E poi arrivò lui. Arrivò lui e decise che, per quanto lo respingessi, doveva provare ancora. Si avvicinò a me lentamente, facendo attenzione a non invadere troppo la mia persona. 
Ricordo che mi portò a casa sua. Non ero mai stato in casa di qualcuno che non fosse un parente, considerando che non aveva amici. Mi insegnò a giocare a Starcraft, anche se, come adesso, ero negato. Mi invitò a pranzare da lui, quando mia madre, con cui ero rimasto a vivere dopo il divorzio, era a lavoro. Pian piano, si era insinuato nella mia vita.
- Min.. Sei ancora a letto? -
Pian piano, ho iniziato a dipendere da lui. 
- Si. -
Pian piano, mi sono innamorato di lui. 
- Vuoi compagnia? -
Annuisco, facendolo accomodare al mio fianco. Oggi, Kyuhyun ha qualcosa di diverso. Forse sono io che lo guardo con occhi diversi o, forse, è davvero più bello del solito. Mi stringo a lui, inebriandomi del suo profumo. Le sue braccia mi stringono e le coperte ci riscaldano.
Sto cercando di sorridere di più, mi sto impegnando con tutto me stesso, perché, insieme a lui, sento di poter far tutto.
- E' quasi ora di pranzo, andiamo a mangiare nella mensa? - 
Vorrei che non smettesse mai di parlare. Vorrei sentire la sua voce di continuo. Vorrei sentire solo quella.
Annuisco nuovamente, stringendolo più forte a me. Lascio la presa solo quando sento il telefono squillare. Mi alzo dal letto caldo, a malincuore, e prendo il cellulare dal comodino. E' Eunhyuk. Rispondo e scopro che mi ha chiamato perché vuole che pranziamo tutti insieme, visto che ci siam visti di rado in questi giorni. 
E' ancora strano, per me, avere degli amici. E' stato Kyuhyun a farmi avvicinare a nuove persone e ne son felice. Ricordo quando stavo affogando nella mia solitudine e ho visto il suo sorriso che mi ha illuminato. Gli devo tutto.
Infilo velocemente l'uniforme scolastica, per poi raggiungerlo alla porta ed uscire. La mia mano incontra la sua, calda e morbida, le nostre dita si intrecciano. Scendiamo le scale in silenzio, anche perché, spesso, i silenzi hanno più significato delle parole. 
Raggiungiamo la mensa, dove, ad attenderci, troviamo Eunhyuk, Ryeowook e altri tre ragazzi che non conosco. Ci sediamo, anche se, a dir la verità, non mi va proprio di sedermi in un tavolo dove ci son persone che non conosco. La stretta di Kyuhyun si fa più forte, come a sostenermi. E' capace di leggere nei miei occhi, me lo dice sempre.
- Io sono Heechul, piacere! Loro sono Donghae e Yesung, se ve lo stavate chiedendo. - Dice il ragazzo con i capelli neri. 
- Piacere di conoscerti. - Aggiungono gli altri due.
Cerco di sforzarmi, di essere amichevole sin dal primo impatto e, stranamente, ci riesco. Forse è perché son così felice di aver finalmente chiarito con Kyuhyun, che non mi importa più di tanto se non conosco queste persone. - Piacere mio, io sono Sungmin. - Sorrido.
- Kyuhyun. -
Sento un'aria gelida pervadermi, quando le nostre mani si separano. Lo guardo in volto e noto che non è più sorridente come qualche minuto fa. Anzi, lo trovo abbastanza serio. Sembra quasi che abbia appena perso una partita al suo videogioco preferito. Gli altri sorridono, per poi iniziare a parlare delpiù e del meno, anche se non sento neanche una parola. 
Il mio sguardo si perde nell'espressione di Kyuhyun, che sembra piuttosto accigliato.
- Kyu~ qualcosa non va? -
- Affatto. - 
Inizio a mangiare, in silenzio. In realtà la sala riecchieggia di voci, di ragazzi e ragazze, ma io riesco solo a sentire il silenzio, poiché l'unica voce che vorrei sentire, è proprio quella che non riesco ad udire. Sembra irritato e non ne comprendo il motivo. Continuo a mangiare silenziosamente, perché non so cosa potrei fare.
Da quel che ho capito, Eunhyuk e Doghae stanno insieme e non l'ho capito perché lo hanno espresso a parole, ma dai loro piccoli gesti. L'ho capito dalla coppia di anelli uguali che indossano. L'ho capito dalla possessività di Donghae nei suoi confronti, ogni volta che qualcuno gli fa i complimenti per il nuovo taglio, infatti, si è scalato i capelli, alleggerendoli. 
Yesung e Ryeowook si stanno scoprendo, lo si può capire dai loro sguardi pieni di curiosità. Si stanno conoscendo e si stanno amando, indipendentemente da quello che imparano di nuovo l'uno sull'altro ogni giorno.
Ci raggiungono altri tre ragazzi. I primi due li conosco già, più o meno. Li ho visti solo una volta, ma mi son rimasti bene impressi. Leeteuk e Siwon, devono amarsi davvero tanto. Il terzo ragazzo è alto, coi capelli corvini ed il viso rilassato. Si avvicina ad Heechul, alzandogli il volto prendendolo per il mento e schioccandogli un tenero bacio sulle labbra. 
Possibile che siano tutti felici, me compreso, e proprio Kyuhyun non lo sia?
- Kyuhyun. - Stavolta è Leeteuk a parlare. La sua voce suona tanto come quella di un genitore comprensivo. - Non far preoccupare troppo Sungmin. -
Kyuhyun alza lo sguardo verso il maggiore, sorridendo. Poi si volta verso di me, prendendomi la mano e trascinandomi fuori da quella sala. Si ferma solo quando siamo dentro il laboratorio di chimica. Bloccandomi al muro. Tutto questo è inaspettato, non è mai stato il tipo che decide di metter la gente spalle al muro, inchiodandole col suo sguardo penetrante.
- Non sorridere agli altri. -
- Come? -
- Hai capito, dai. - Poggia la testa sul mio petto. - Voglio vederlo solo io il tuo sorriso. Voglio che sorridi così amorevolmente solo per me. -
Forse è la prima volta. Forse è davvero la prima volta in cui riesco a ridere. Ridere di gusto, godendomi la gelosia e la possessività del mio ragazzo nei miei confronti. Rido, perché non l'ho mai visto così insicuro e deciso allo stesso tempo. Rido, perché mi mancava ridere. Mi ero dimenticato come si facesse a sorridere e grazie a lui ho ritrovato il mio sorriso. Mi ero dimenticato come si facesse a ridere e grazie a lui ho ritrovato la mia risata. Ho ritrovato anche il cuore che ho sempre cercato di nascondere, me lo hanno rubato, ma l'ho trovato. E' nelle sue mani, nei suoi occhi, nelle sue labbra, nella sua voce. 
Gli alzo il viso, per farlo avvicinare al mio e schioccargli un bacio aciutto sulle labbra stupite. Non mi aveva mai visto ridere. Eppure, con lui, sento davvero di poter fare tutto. Sorride, prendendomi per i fianchi. Approfondisco il bacio, insinuando la lingua nella sua bocca. Le nostre lingue intraprendono una danza familiare. La mia mano incontra la sua. Ci separiamo solo per riprendere aria. 
- Sorriderò solo per te. -
- No, perdonami, mi son comportato da bambino. E' giusto che tu sorrida quando vuoi. -
- Io voglio sorridere solo quando anche tu lo fai. -
Sorride, speranzoso, ed io ricambio il sorriso, ormai convinto di me stesso. 
- Sono stato bravo? -
Le nostre labbra si uniscono nuovamente. Le nostre lingue si fanno frenetiche. Le nostre mani sono ancora intrecciate. Riesco a sentire il suo battito cardiaco, che va all'unisono con il mio. Tutto questo è indescrivibile. Sento di poter vivere altri cento anni solo grazie ai suoi baci. Gli accarezzo il viso perfetto, per poi sorridere di nuovo.
- Andiamo dagli altri. -
Forse questo è il rimborso della mia, ormai vecchia, solitudine? Forse mi son meritato un ragazzo intelligente, dolce, possessivo, adorabile, perché non ho mai avuto nessuno in passato? Non lo so e non voglio saperlo. Sono solo sicuro di una cosa: lo amo. Lo amo perché ha infranto le mura che ci separavano. Lo amo perché ha distrutto la mia solitudine. Lo amo perché è Kyuhyun.




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Ed ecco il capitolo finale. Perdonate gli eventuali errori. (esatto, è corto ed è penoso) Perché è così?  Perché non trovavo l'ispirazione giusta per scrivere questo capitolo, ma dovevo farlo, perciò è uscito in questo modo. Essendo una sostenitrice della coppia, avrei voluto descriverli meglio ed approfondire di più quest'ultimo capitolo. Ma, va beh, accontentiamoci. (per favore çWç)
Ringrazio infinitamente chi ha recensito o chi ha anche solo letto. Mi ha fatto davvero piacere.
Tornerò, quindi state attenti. (?)
Alla prossima~
-Misaki. <3

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