Far away.

di Love sucks
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Alza lo sguardo e prendi tutto. ***
Capitolo 2: *** Giuro di aver visto il cielo nei suoi occhi. ***
Capitolo 3: *** E quando sorridi l'intero mondo si ferma a guardarti per un po'. ***
Capitolo 4: *** Tutto è buio; più di quanto tu possa sopportare. ***
Capitolo 5: *** Ho sempre pensato che se lascio aperta la finestra, prima o poi entrerà tutto il cielo. ***
Capitolo 6: *** Smetterò di respirare se non ti vedrò più. ***
Capitolo 7: *** Eppure resta che qualcosa è accaduto, forse un niente che è tutto. ***
Capitolo 8: *** Spogliati senza dolcezza e senza regole. ***
Capitolo 9: *** Mentre io mi innamoravo di te, tu sei solo riuscito ad alzarmi la gonna e ad abbassarmi le mutandine. ***
Capitolo 10: *** L'amore arriva, si insedia e dirige tutto. Solo le anime forti si lasciano trasportare. ***
Capitolo 11: *** Ho le braccia a pezzi a forza di abbracciare le nuvole. ***
Capitolo 12: *** Grandi o piccole, le bugie sono bugie. ***
Capitolo 13: *** Tutto qui mi parla di te. ***
Capitolo 14: *** Le farfalle nel mio stomaco fanno troppo rumore per lasciarmi dormire. ***
Capitolo 15: *** Tu sei una di quelle persone che si incontrano quando la vita decide di farti un regalo. ***
Capitolo 16: *** Mi persi in quella speranza di vederti ogni giorno. ***



Capitolo 1
*** Alza lo sguardo e prendi tutto. ***


L'aria frizzante del mattino mi pizzica la pelle, beata ancora tra le lenzuola sento il cinguettio degli uccelli e mi lascio cullare da questa dolce atmosfera primaverile, sono ancora in stato di dormiveglia quando la mia porta si spalanca ed entra mia sorella Sofija.

-Da quando non si bussa più?- 

Mi metto a sedere sul letto ancora frastornata dal brusco semi-risveglio.

-Scusa sorella, ma sei terribilmente in ritardo per il tuo provino e se non fai quel provino non hai possibilità di entrare a far parte della truope ed io non avrò nessuna possibilità di uscire con un attore famoso, solo per colpa della tua perenne pigrizia!- 

Mentre mia sorella parla senza sosta e confonde i miei pensieri, guardo l'orologio ed ha terribilmente ragione, scatto dal letto e inciampo nelle mie adorate ciabatte per poco non mi rompevo qualche arto, solo questo ci mancava, così prendo di corsa i vestiti appoggiati sulla sedia e mi chiudo in bagno.

Qui ci vuole una doccia fresca ma veloce per avere almeno il tempo di pettinare i miei lunghissimi capelli e creare una specie di chignon. 

-Nina sbrigati, sei in un fottuto ritardo- 

-Non aiuti a placare la mia agitazione, stupida oca!-

-Si va bene, ma muoviti!-

Sofija è la mia unica sorella che descritta in poche parole: è una diciassettenne, fissata con la moda, patita di Gossip Girl, Twilight e tutto ciò che rigurda le news su attori, cantanti e showgirl.

Siamo praticamente come il giorno e la notte, completamente opposte ma siamo pur sempre sorelle e ci vogliamo bene, infondo.

In 20 minuti sono pronta, pantaloncini di jeans e canotta bianca, semplice, non mi piace agghindarmi troppo, preferisco essere così, una ragazza acqua e sapone. 

-Sofija sono pronta, possiamo andare- 

-Finalmente, perchè hai legato i capelli? Sembri una casalinga disperata-

Gli lancio un occhiata torva dove esprimo tutto il mio astio per quella battuta, che non aiuta a sentirmi meglio.

Prendiamo l'auto e senza fiatare per tutto il viaggio arriviamo al Metropolitan Opera nell'Upper West Side.

Ci lasciano entrare senza problemi e varcando la soglia l'unica cosa da dire vedendo tutta quella maestosità, grandezza, bellezza è.. 

-Wow!-

-Oddio è enorme, che spettacolo-

Sul grande palco ci sono un gruppo di ragazze sedute a terra che leggendo cercano di interpretare e memorizzare le battute meglio che possono, alcune sono compiaciute per il lavoro svolto, altre lasciano il palco non sopportando più la tensione,  altre ancora sono state liquidate con un "le faremo sapere" e con facce deluse si maledicono, dicendosi che potevano fare di meglio.

Ed ecco che l'ansia mi assale, la paura da palcoscenico comincia a farsi sentire.

-Non credo di essere più sicura di voler fare questa cosa- sussurro più a me stessa che a Sofija.

Lei mi guarda un po' delusa ma con mio grande stupore cerca di tranquillizzarmi, rivelandosi comprensiva.

-Oh Nina ma è normale, sei un essere umano, sei emozionata ma sappiamo entrambe che tu sei all'altezza di poter affrontare questa nuova sfida e ne uscirai vincitrice, ne sono sicura-
Ed è la cosa più bella che potesse dirmi in quel momento.

Non sapendo bene cosa fare ci dirigiamo verso un'ammucchiata di persone poste adiacenti al palcoscenico.

Una signora bassa, un po' piena ma con la faccia sorridente si incammina verso di noi.

-E voi chi siete?-

-Ehm, mi scusi, sono Nina Dobreva, lei è mia sorella Sofija, volevo partecipare al casting per il ruolo principale della serie TV-

-Oh mi dispiace ma il casting è chiuso, sei arrivata in ritardo- 

Con un po' di amarezza realizzo la notizia e mi concedo un altra occhiata al palcoscenico, dovevo esserci anch'io lì emozionata, aspettando il mio turno e far vedere a tutti la stoffa di una Dobrev.

La signora bionda fa per andarsene ma di botto si gira e mi guarda con aria decisa.

-Sai forse posso fare qualcosa, ma dovrai aspettare che le altre saranno andate via e ci vorrà un pò di tempo.

-Oh ma è grandioso, grazie!-

Sofija inizia a saltellare, contenta di una nuova possibilità e questa volta dovrò mettercela tutta per non deludere nessuno!

-Ah io sono Julie Plec- 

Ci sorride e fa cenno di seguirla.

"Oh cazzo, ma è il produttore esecutivo"

E gli occhi di Nina e Sofija iniziano a brillare.



                                                                                                                                  * * *


Mentre aspettavo il mio turno la Plec mi consegna un fascicoletto, evidenziando le battute che avrei dovuto imparare. Cominciavo a sentirmi più sicura perchè il teatro si stava sfollando e con Sofija al mio fianco che mi dava la giusta carica, ero pronta ad affrontare cento leoni.

Dopo un tempo infinitamente lungo ed estenuante la Plec mi dice di salire sul palco e di prendere posizione.

Faccio un segno d'assenso ma mi sento di nuovo volubile e Sofija se ne accorge.

-Ehi ehi, stammi bene a sentire è l'ultima chance o la và o la spacca, non ci saranno seconde possibilità, quindi sorella alza lo sguardo e prendi tutto-

La guardo e con un aria decisa mi avvio verso il palco.

Un signore pelato, con gli occhiali e i modi eccessivamente effemminati mi chiede di presentarmi.

-Mi chiamo Nina Konstantinova Dobreva, ho vent'anni, sono nata in Bulgaria ma mi sono trasferita in America all'età di due anni, parlo correttamente inglese, francese e bulgaro e ho fatto solo qualche breve comparsa in alcune serie tv di basso rilievo-

Il pelato mi fa un cenno d'assenso per cominciare l'audizione.

-Signorina Dobreva inizi pure dalla scena 1 atto 24-

Incontro lo sguardo di Sofija che continua a farmi forza e a credere in me, ed io mi immedesimo in Elena, la ragazza dolce e altruista, testarda e premurosa.

Un brivido di emozione mi percuote, ma è solo un attimo di esitazione e via.

-Caro diario, l'amore morde. A volte ti fa sentire come la cosa più grande del mondo, ti fa sentire sicura, in grado di dimenticare tutto e di farti ricominciare da capo. Ma l'amore può anche farti perdere il controllo, spaventarti. Come se ti divorasse per non far rimanere traccia di te. L'amore ti succhia l'anima..-

-Bene, vorrei continuare con scena 2 atto 19, per vedere come ti relazioni con gli altri personaggi, e in questo caso farò io la parte maschile-

Istintivamente avrei riso per quello che ha detto, facendo lui la parte maschile con la sua parlata femminile, beh non è il massimo della serietà, ma "per fortuna" l'ansia evita di farmi fare brutte figure.

-So che è tardi ma avevo bisogno di sapere che stessi bene-

-Sai, per mesi questo è ciò che tutti si sono chiesti riguardo a me. Se fossi stata bene-

-E tu cosa rispondevi?-

-Che stavo bene-

-L'hai mai detto sul serio-

-Chiedimelo domani-

La faccia seria del pelato sfocia in un sorriso.

-Penso che per adesso può bastare, lasci il numero alla Plec e le faremo sapere-

E' impossibile descrivere il groviglio di emozioni e il pulsare forte del cuore, beh non ha detto che mi prenderanno ma quel sorriso ha fatto intendere che ho qualche possibilità. 

Ringrazio le persone di fronte a me e scendo dal palco, correndo verso Sofija e stringendola forte la ringrazio per tutto il suo sostegno e per la sua fiducia.

-Figurati sorella, spero che Stefan sia Daniel Radcliffe, così potresti presentarmelo!-

-Ahahahah zitta và, meglio che andiamo da Julie Plec per il numero-

-Si ma stasera usciamo per festeggiare la tua quasi entrata nel cast, uhuh-

Sofija si avvia fuori per rispondere ad una chiamata e quindi raggiungo da sola la Plec, che da lontano mi vede e con aria allegra mi chiama a gran voce.

-Nina, Nina-

-Signora Plec, ecco il numero-

-Oh ti prego chiamami Julie, sapevo che avevi del potenziale, quando ti ho detto che il casting era chiuso tu non mi hai pregato per entrare, hai mantenuto la tua aria ferma e decisa, sei stata davvero professionale-

Le sorrido, lusingata per quelle belle parole, ma guardando l'orologio, le dico che sono in ritardo per la cena e quindi dovrei andare.

-Si ma certo, tutti qui ci meritiamo un bel riposo, è stato un piacere Nina spero di sentirci molto presto-

-Il piacere è stato mio- 

E con un po' di imbarazzo mi avvio verso l'uscita dove c'è ancora Sofija con un sorriso da ebete stampato sulla faccia.

Per il viaggio di ritorno alla nostra casa nel Connecticut, troviamo un po' di traffico, ma nel giro di un ora arriviamo a destinazione.

-Mamma siamo a casa!-

-Ragazze sono in cucina, com'è andata l'audizione?-

Mia mamma con un aria stanca, vicina ai fornelli, chiede dell'audizione, ancora si preoccupa del nostro futuro, con il viso segnato da anni passati all'angoscia, al proteggerci, a superare il divorzio da parte di papà, scappato con un altro uomo a Parigi che ci manda una cartolina con allegato pacchi e pacchetti di quei biscotti francesi, i macarons, quel papà che vediamo una volta l'anno, giusto per rendersi presente e lei nonostante il dolore e il fallimento del suo matrimonio fa di tutto per non farci mancare nulla.

Addolorata dal ricordo del divorzio dei miei, lascio spiegare la nostra avventura da Sofija e raggiungo la mia camera, dove mi fiondo sul letto e in breve tempo la stanza diventa buia.


                                                                                                                                       * * *
 

-Nina, sveglia, possibile che l'unica cosa che fai in questa casa è dormire?-

-Dai Sò lasciami dormire-

-Scendi che è pronto, e poi ricordati che stasera andiamo a festeggiare-

Ed esce sbattendo quella dannata porta, la prossima volta la chiuderò a chiave, così vediamo come entra quell'oca.

Goffamente mi alzo e cerco a tentoni nel buio l'interruttore della luce, controllo il mio nuovissimo iphone regalatomi dal mio migliore amico Ash per il mio ventesimo compleanno.

Siamo amici, da sempre. Le nostre madri andavano a scuola assieme e la loro amicizia ha tragicamente unito i nostri destini.

Trovo un suo messaggio dove, ovviamente, vuole sapere del casting.

-"Dobrev voglio i dettagli dell'audizione, uffà, dovevo esserci io a farti forza, ma sò che l'eccentrica Sofija è una buona spalla. XOXO A."-

-"Ash è andata bene, anzi benissimo, forse la ruota comincia a girare anche da questa parte, stasera andiamo a festeggiare al Night Live, vediamoci da me a mezzanotte"-



Sofija Dobrev- Victoria Justice

Ash Van Der Sar- Ashton Kutcher


 


 


 

Fanciulle, questa è la mia prima FF *.*

Come avete potuto capire, Ian e Nina non si conoscono ancora e tutto parte da un provino dove Nina partecipa incitata da sua sorella e il suo migliore amico.I produttori e lo staff sono colpiti dalla bravura di Nina, ma dovrà vedersela anche con le altre ragazze che non sono da meno. Mi piacerebbe sapere se la FF vi è piaciuta, in modo da poterla continuare e migliorare. Grazie a chi leggerà, baci (: 

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Capitolo 2
*** Giuro di aver visto il cielo nei suoi occhi. ***



Ed eccomi quì a rovistare nella cabina armadio di mia sorella cercando un vestito adatto per il famoso Night Live, io personalmente non ci sono mai stata ma 
per mia sorella è come una seconda casa, conosce tutti lì, una cosa impressionante.
-Nina sei ancora in vestaglia?-
-Scusa tanto, ma non c'è niente di carino quì dentro, sai dovresti rifarti il guardaroba!-
-Stupida, che ne vuoi sapere tu di moda che vai in giro conciata in quel modo.. Sai che se diventerai famosa e continuerai a vestirti così verrai derisa da tutti, ti criticheranno e..-
-Si si basta, ho capito-
Un po' offesa per le sue parole, poso svogliatamente i suoi vestiti sulle grucce, mentre lei mi guarda e con aria indispettita entra nella cabina e comincia a 
cercare qualcosa..
-So io cosa ci vuole per te-
Dopo aver svuotato, di nuovo l'armadio intero, mi lancia un mini abito foderato in seta, rivestito in nylon con la sovrapposizione di pizzo nero.
Un qualcosa di straordinario.
-E questo da dove salta fuori?-
-Se ricordi, abbiamo un padre a Parigi con un fidanzato stilista, questo è solo uno dei suo regalini-
Riesce a parlare di papà senza scomporsi a volte sembra che non le importi più di tanto, invece ha semplicemente capito che se si mostra debole il mondo le 
può crollare addosso da un momento all'altro, senza preavviso.
Sofija ha a creato un muro attorno a se con appeso un cartello: "Dangerous", si perché lei è diventata pericolosa, se cerchi di capirla o di attraversare quel suo 
muro è capace di staccarti la testa a morsi, ma la verità è che ha solo il cuore in mille pezzi ed è sempre più debole a forza di risanarlo.
Adesso ha imparato a soffocare le sue emozioni e a dominare i suoi sentimenti, non apre più il suo cuore alla prima persona che le capita, no, lei prima le 
seleziona, le sceglie, nota tutti i movimenti e poi decide se vale la pena fidarsi, anche se di base pensa sia meglio non contare su nessuno, neanche sulla 
famiglia ma solo sulle proprie forze, perchè si sa, prima o poi tutti deludono.
Se è diventata così scrupolosa la colpa non è sua, da quando papà se n'è andato Sofija vuole avere sempre tutto sotto controllo, è diventata manicale e quando 
le cose le sfuggono di mano va nel panico.
Era assai legata a papà e il suo abbandono l'ha cambiata radicalmente e credo per sempre.
Le ha creato una voragine nel petto, colma di delusione e là dove prima era presente l'amore che provava per lui, la rabbia ha preso il suo posto, non lo 
odia,suvvia rimane sempre suo padre ma si mostra con una facciata del tutto indifferente per poi soffrire in silenzio.
Infondo i papà sono un po' come dei pilastri, mantengono su la famiglia, ti senti al sicuro solo con la loro presenza e quando cadono ogni tua certezza viene 
distrutta.
                                                                                      ****
'Ricordo ancora con dolore quel giorno di quattro anni fa.
Io e mia sorella rientrammo da una lunga passeggiata; la casa ci sembrò vuota, quando all'improvviso dal piano superiore cominciammo a sentire le urla e il 
pianto di mia madre, ci precipitammo su, preoccupate all'idea di qualche disgrazia e invece la trovammo in un mare di lacrime, con un foglio tra le mani e 
l'armadio di papà vuoto. 
Mia sorella cercò inutilmente un modo per porre fine a quel pianto mentre io confusa le strappai da mano la lettera e la lessi tutto d'un fiato.. in quel 
momento il mio cuore si spezzò, letteralmente forse addirittura si bloccò per un istante.  
Nella lettera c'era scritto che andava via per un po' e che al momento giusto si sarebbe fatto vivo lui, si scusava per lo scompiglio creato, per il fallimento 
della nostra famiglia e dava a noi il tempo per metabolizzare la notizia.
E' scappato dalle sue responsabilità, per stare con un uomo'
                                                                                     ****
Sofija mi riporta alla realtà, guardandomi in malo modo. 
Ha capito che pensavo a lui.
-Nina, allora?-
-Mmh.. Cosa?-
-Il vestito-
-Ah è perfetto, anche se credo sia troppo elegante per il Night Live-
-Nina si addice alla tua faccia depressa, su muoviti-
"Ma che bastarda"
Non mi da il tempo di replicare, che mi spinge fuori dalla sua stanza e mi chiude la porta in faccia.
-NON SONO DEPRESSA, STRONZA- 
Non sento spiccicare parola da dietro la porta, quindi vado dritta dritta in camera mia, per cominciare a prepararmi.
Ho deciso di farmi i capelli più mossi quindi metto a riscaldare la piastra per i boccoli e nel frattempo invece di stare con le mani in mano, inizio a mettere 
un po' di fondotinta non troppo scuro, una matita e dell'eyeliner nero e per finire un bel rossetto per dare più volume alle mie labbra sottili.
Sento bussare alla porta.
-Avanti!-
E' mia madre.
-Nina, Sofija mi ha raccontato del tuo provino, sono così fiera di te-
Vedo le lacrime rigarle il volto, così l'abbraccio e la stringo così forte da toglierle il respiro.
-Ti voglio bene anch'io tesoro, adesso basta piangere è arrivato il tuo momento, divertitevi stasera e state attente!-
-Si mamma non preoccuparti, dormi tranquilla-
Mi da un ultimo saluto ed esce dalla stanza.
Prendo la piastra e comincio a raccogliere piccole ciocche di capelli, posizionandole attorno al paletto per poi arrotolarle e tenerle ferme per qualche secondo.
Il risultato è una serie di morbidi boccoli che mi ricadono sul viso.
Faccio così per le ciocche restanti e in venti minuti, ecco la Nina mossa.
Con questa testa sembro più sexy, diversa dalla Nina acqua e sapone di tutti i giorni, forse è per questo che non li faccio mai, evito di stare al centro 
dell'attenzione e passo inosservata.
E' il momento di indossare il vestito che con mio stupore scende perfetto sui miei fianchi, fasciandomi solo la metà delle cosce, il "fidanzato di papà" sa 
scegliere bene i vestiti per Sofija.
Sento il picchiettio delle scarpe di Sofija sul parquet, avvicinarsi alla mia porta e la apre senza bussare.
-Nina io sono pron.. Ma guardate un po' la mia sorellona, adesso sei quasi carina e il merito è tutto del mio vestito-
-Lo prendo come un complimento-
Le sorrido, lei è bellissima, in un mini-abito semplice di seta, ad una manica e vari drappeggi delicati.
-Sei bella, stasera-
-Lo so!-
Prendiamo le rispettive borse e scendiamo di sotto, aspettando che arrivi Ash.
                                                                           ****
Sono già tre quarti d'ora che siamo in moto per il Night Live a New York e dopo aver spiegato i dettagli del provino a Ash, Sofija ci spiega che il locale è un 
posto "tranquillo", niente droga, buona musica e persone "invitanti".
-Ho incontrato anche personaggi famosi al Night, tipo Jensen Ackles e Milo Ventimiglia, ragazzi davvero "invitati" ma ahimè andavano di fretta.. Sapete, gli 
uomini, il loro pisello e la loro esigenza di chiudersi nei privè in buona compagnia-
-Che squallore-
-Dai Nina che quando sarai famosa, ti rinchiuderai anche tu nei privè in compagnia di omini allegri-
Infastidita dal loro continuo parlare dell'audizione sbotto una delle mia frasi da premio nobel, direi..
-Ma perché date per scontato che mi prenderanno nel cast, non è che portate sfiga?-
-Ma Nina si scherza, che pallosa-
-Basta così ragazze siamo arrivati e non voglio una rissa nella mia auto-
Lasciamo perdere il discorso, non vogliamo rovinare la serata ma ci scambiamo lo stesso un'occhiata assassina.
Capitanati da Sofija entriamo subito, senza pagare e senza fare la fila, come previsto.
Ci ritroviamo in un grande locale, dai mille colori e zeppo di gente. 
All'entrata ho intravisto tre buttafuori e subito ho pensato che sono troppo pochi per sorvegliare un locale grande come quello, infatti all'interno altri sei 
camminano con le torce tra le mani, controllando se qualcuno sta facendo uso di sostanze illegali, Sofija aveva ragione, niente droga.
Arriviamo al bancone per prendere da bere e alcuni ragazzi ci sorridono, conoscenti di Sofija, infatti si allontana da noi e li raggiunge.
Mi guardo un po' intorno e non posso notare che su uno dei tavolini due ragazze si muovono a ritmo di musica e attorno una marea di ragazzi eccitati che le 
guardano, sperando di ricevere qualcosa in più di un semplice balletto.
Ash mi porge un cocktail e mi trascina in pista. 
Balliamo, siamo accaldati e il vestito comincia a darmi fastidio.
Ormai ho perso il conto di quanti bicchieri ho bevuto e la vista mi si annebbia un po', ma non mi demoralizzo e rubo un'altro cocktail da un vicino di ballo, 
troppo impegnato a limonare con una ragazza per accorgersene.
La vista comincia a peggiorare perdendo definitivamente il mio migliore amico e inizio a ballare con un altro ragazzo, non vedendolo neanche bene in viso 
ma mi pare sia rasato.
-Ciao bella-
Non rispondo, voglio solo ballare, muovere il mio corpo con il suo, senza interrompere quella magia, inizio a strusciarmi addosso a lui suscitando così tutta 
la sua attenzione.
Non riesco a capire cosa succede è come se non avessi la piena padronanza del mio corpo, l'alcol fa questi effetti.
Sembra sia passato un'infinita di tempo.
Ho i piedi praticamente a pezzi, così mi libero dai tacchi e comincio a sentirmi decisamente meglio.
Sento delle mani tirarmi fuori dalla pista.
-Nina, stai bene? Ma dove sono i tuoi tacchi?-
-Sofija.. Non lo so, credo di averli tolti in pista-
-Aspettami quì vado a cercare Ash, non muoverti!-
Deve essersi accorta che ho bevuto un po' troppo.
La musica è diventata assordante e voglio uscire di lì, comincio ad indietreggiare sbattendo contro qualcosa o qualcuno..?
-Ehi ragazzina, guarda a dove metti i piedi!-
Mi volto e incontro due occhi che hanno il colore del cielo d'estate e nonostante la mia scarsa vista riesco a vederli bene.
I suoi occhi sono così belli che non posso non guardare il resto, sembra essere un uomo sulla trentina, capelli corvini, naso perfetto e barba leggera 
tende a coprire la sua mascella.
Ha un viso serio che non accenna ad aprirsi in un sorriso, credo di non piacergli molto e per confermare la mia tesi, mi lancia un'occhiata carica di disprezzo.
-Scusa, ero di spalle e..-
-Si si, faresti di tutto per farti notare e adesso vuoi dirmi che è stato un caso?-
-Guarda che hai frainteso, io veramente non t'ho vist..-
-Fuori dai piedi, ragazzina-
"Ma che razza di presuntuoso!"
-Non credo sia tu il proprietario del locale e quindi sto dove mi pare-
Lui infastidito, azzarda un mezzo passo per andarsene ma è talmente ubriaco da non reggersi nemmeno in piedi e per evitare di cascare a terra mi si 
aggrappa addosso, rischiamo di cadere entrambi ma fortunatamente riesco ad appoggiarmi al muro e sorretto dalle mie braccia, trascino anche lui.
-Cazzo, sono proprio messo male-
-Anch'io, ma tu sei proprio a pezzi-
Per la prima volta lo vedo sorridere e un guizzo illumina i suoi occhi celesti.
-Va bene ragazzina, troviamo un posto per sederci così posso scusarmi per prima, non è stata una bella giornata e..-
-Mi piacerebbe una conversazione tra ubriachi davvero, ma devo proprio andare adesso-
Si scosta da me appoggiandosi da solo al muro e mi simula un ciao con le labbra.
-Ciao ubriacone e mi raccomando non guidare!-
Con la vista ancora un po' annebbiata cerco l'uscita, ho bisogno di un po' d'aria fresca sul viso accaldato.
Trovo Sofija e Ash vicino al cancello del parcheggio e appena mi vedono mi raggiungono di corsa.
-Si può sapere dove sei finita? Avevo detto di non muoverti!-
-Ehi Sofija tranquilla sto bene-
-Su ragazze è l'ora di tornare a casa-
Raggiungiamo l'auto di Ash, ma tre ragazzi palesemente ubriachi ci fermano.
Tra di loro c'è anche quello rasato, ricordo di averci ballato per un po'.
-Bellissima, ti andrebbe di fare un giro con me?-
-Guarda devo andare, sarà per la prossima volta-
Faccio per aprire la portiera dell'auto ma il ragazzo mi prende per un polso.
-Non ancora-
Mi guarda dall'alto verso il basso e mi sorride.
-Hai dimenticato questi-
Con l'altra mano mi porge i miei tacchi.
-Oh grazie mille, pensavo di averli persi lì dentro-
Cerco di prenderli, ma li lancia all'amico dai capelli rossi dietro di lui.
-E la mia ricompensa?-
Ash interviene vedendo che il ragazzo non intende lasciar perdere la presa.
-Non fate gli stronzi-
Un ragazzo grande e grosso lo prende da dietro, tenendolo fermo e Ash anche se senza successo cerca di divincolarsi.
-E tu fatti i cazzi tuoi-
Il ragazzo dai capelli rossi lancia a Sofija i tacchi e raggiunge Ash, sferrandogli una serie di pugni potenti allo stomaco.
  
-NO!-
Il bel viso di Ash si trasforma in una smorfia di dolore.
Cerco di liberarmi ma il bastardo è troppo forte per me.
-Smettetela figli di puttana!-
-La scelta è tua, dolcezza-
Spazio Autrice (si fa per dire u.u)
Saaaalve *.* allooora abbiamo conosciuto un po' com'è fatta Sofija, si nasconde mostrandosi un po' stronza e acida ma è solo ferita e devo dire che anch'io 
sono un po' così quindi mi ci ritrovo in lei..
Poooi che dire di questo strano incontro (?) tra Ian e Nina, lui è stato molto arrogante ma solo perchè pensava che voleva, con intento, attirare la sua 
attenzione ma in seguito alle sue risposte capisce che lei non lo conosce e quindi vuole scusarsi, però Nina deve andare dalla preoccupata Sofija (sembra che 
sia lei la sorella maggiore, sempre a preoccuparsi ma come ho scritto prima, è una maniaca del controllo) che non trovandola all'interno del Night, 
raggiunge il parcheggio con Ash, poi Nina arriva finalmente sana e salva e decidono di andare a casa.
Peccato che il rasato sia rimasto colpito da Nina e vuole giocarci un po' così li blocca nel parcheggio e prende Nina, Ash interviene vedendo che la situazione 
si fà critica e viene malmenato, porello T.T 
Se state pensando che sia Ian a salvarli, bèh vi sbagliate u.ù 
Mmh.. non ho ancora deciso il giorno preciso per pubblicare, ma il prossimo verrà quando meno ve l'aspettate *w*
Ovviamente fatemi sapere cosa ne pensate!
Taaaaanti baci *.*

Ed eccomi quì a rovistare nella cabina armadio di mia sorella cercando un vestito adatto per il famoso Night Live, io personalmente non ci sono mai stata ma per mia sorella è come una seconda casa, conosce tutti lì, una cosa impressionante.

-Nina sei ancora in vestaglia?-

-Scusa tanto, ma non c'è niente di carino quì dentro, sai dovresti rifarti il guardaroba!-

-Stupida, che ne vuoi sapere tu di moda che vai in giro conciata in quel modo.. Sai che se diventerai famosa e continuerai a vestirti così verrai derisa da tutti, ti criticheranno e..-

-Si si basta, ho capito-

Un po' offesa per le sue parole, poso svogliatamente i suoi vestiti sulle grucce, mentre lei mi guarda e con aria indispettita entra nella cabina e comincia a 
cercare qualcosa..

-So io cosa ci vuole per te-

Dopo aver svuotato, di nuovo l'armadio intero, mi lancia un mini abito foderato in seta, rivestito in nylon con la sovrapposizione di pizzo nero.

Un qualcosa di straordinario.

-E questo da dove salta fuori?-

-Se ricordi, abbiamo un padre a Parigi con un fidanzato stilista, questo è solo uno dei suo regalini-

Riesce a parlare di papà senza scomporsi a volte sembra che non le importi più di tanto, invece ha semplicemente capito che se si mostra debole il mondo le può crollare addosso da un momento all'altro, senza preavviso.

Sofija ha a creato un muro attorno a se con appeso un cartello: "Dangerous", si perché lei è diventata pericolosa, se cerchi di capirla o di attraversare quel suo muro è capace di staccarti la testa a morsi, ma la verità è che ha solo il cuore in mille pezzi ed è sempre più debole a forza di risanarlo.

Adesso ha imparato a soffocare le sue emozioni e a dominare i suoi sentimenti, non apre più il suo cuore alla prima persona che le capita, no, lei prima le seleziona, le sceglie, nota tutti i movimenti e poi decide se vale la pena fidarsi, anche se di base pensa sia meglio non contare su nessuno, neanche sulla famiglia ma solo sulle proprie forze, perchè si sa, prima o poi tutti deludono.

Se è diventata così scrupolosa la colpa non è sua, da quando papà se n'è andato Sofija vuole avere sempre tutto sotto controllo, è diventata manicale e quando le cose le sfuggono di mano va nel panico.

Era assai legata a papà e il suo abbandono l'ha cambiata radicalmente e credo per sempre.

Le ha creato una voragine nel petto, colma di delusione e là dove prima era presente l'amore che provava per lui, la rabbia ha preso il suo posto, non lo 
odia,suvvia rimane sempre suo padre ma si mostra con una facciata del tutto indifferente per poi soffrire in silenzio.

Infondo i papà sono un pò come dei pilastri, mantengono su la famiglia, ti senti al sicuro solo con la loro presenza e quando cadono ogni tua certezza viene 
distrutta.

                                                                                                                               * * *
 

'Ricordo ancora con dolore quel giorno di quattro anni fa.Io e mia sorella rientrammo da una lunga passeggiata; la casa ci sembrò vuota, quando all'improvviso dal piano superiore cominciammo a sentire le urla e il pianto di mia madre, ci precipitammo su, preoccupate all'idea di qualche disgrazia e invece la trovammo in un mare di lacrime, con un foglio tra le mani e l'armadio di papà vuoto. 
Mia sorella cercò inutilmente un modo per porre fine a quel pianto mentre io confusa le strappai da mano la lettera e la lessi tutto d'un fiato.. in quel momento il mio cuore si spezzò, letteralmente forse addirittura si bloccò per un istante.

Nella lettera c'era scritto che andava via per un po' e che al momento giusto si sarebbe fatto vivo lui, si scusava per lo scompiglio creato, per il fallimento della nostra famiglia e dava a noi il tempo per metabolizzare la notizia.

E' scappato dalle sue responsabilità, per stare con un uomo'
 

                                                                                                                                     * * *
 

Sofija mi riporta alla realtà, guardandomi in malo modo. 

Ha capito che pensavo a lui.

-Nina, allora?-

-Mmh.. Cosa?-

-Il vestito-

-Ah è perfetto, anche se credo sia troppo elegante per il Night Live-

-Nina si addice alla tua faccia depressa, su muoviti-

Ma che bastarda.

Non mi da il tempo di replicare, che mi spinge fuori dalla sua stanza e mi chiude la porta in faccia.

-NON SONO DEPRESSA, STRONZA-

Non sento spiccicare parola da dietro la porta, quindi vado dritta dritta in camera mia, per cominciare a prepararmi.

Ho deciso di farmi i capelli più mossi quindi metto a riscaldare la piastra per i boccoli e nel frattempo invece di stare con le mani in mano, inizio a mettere un po' di fondotinta non troppo scuro, una matita e dell'eyeliner nero e per finire un bel rossetto per dare più volume alle mie labbra sottili.

Sento bussare alla porta.

-Avanti!-

E' mia madre.

-Nina, Sofija mi ha raccontato del tuo provino, sono così fiera di te-

Vedo le lacrime rigarle il volto, così l'abbraccio e la stringo così forte da toglierle il respiro.

-Ti voglio bene anch'io tesoro, adesso basta piangere è arrivato il tuo momento, divertitevi stasera e state attente!-

-Si mamma non preoccuparti, dormi tranquilla-

Mi da un ultimo saluto ed esce dalla stanza.

Prendo la piastra e comincio a raccogliere piccole ciocche di capelli, posizionandole attorno al paletto per poi arrotolarle e tenerle ferme per qualche secondo.

Il risultato è una serie di morbidi boccoli che mi ricadono sul viso.

Faccio così per le ciocche restanti e in venti minuti, ecco la Nina mossa.

Con questa testa sembro più sexy, diversa dalla Nina acqua e sapone di tutti i giorni, forse è per questo che non li faccio mai, evito di stare al centro dell'attenzione e passo inosservata.

E' il momento di indossare il vestito che con mio stupore scende perfetto sui miei fianchi, fasciandomi solo la metà delle cosce, il "fidanzato di papà" sa scegliere bene i vestiti per Sofija.

Sento il picchiettio delle scarpe di Sofija sul parquet, avvicinarsi alla mia porta e la apre senza bussare, ovviamente.

-Nina io sono pron.. Ma guardate un po' la mia sorellona, adesso sei quasi carina e il merito è tutto del mio vestito-

-Lo prendo come un complimento-

Le sorrido, lei è bellissima, in un mini-abito semplice di seta, ad una manica e vari drappeggi delicati.

-Sei bella, stasera-

-Lo so!-

Prendiamo le rispettive borse e scendiamo di sotto, aspettando che arrivi Ash.


                                                                                                                                     * * *


Sono già tre quarti d'ora che siamo in moto per il Night Live a New York e dopo aver spiegato i dettagli del provino a Ash, Sofija ci spiega che il locale è un posto "tranquillo", niente droga, buona musica e persone "invitanti".

-Ho incontrato anche personaggi famosi al Night, tipo Jensen Ackles e Milo Ventimiglia, ragazzi davvero "invitati" ma ahimè andavano di fretta.. Sapete, gli uomini, il loro pisello e la loro esigenza di chiudersi nei privè in buona compagnia-

-Che squallore-

-Dai Nina che quando sarai famosa, ti rinchiuderai anche tu nei privè in compagnia di omini allegri-

Infastidita dal loro continuo parlare dell'audizione sbotto una delle mia frasi da premio nobel, direi..

-Ma perché date per scontato che mi prenderanno nel cast, non è che portate sfiga?-

-Ma Nina si scherza, che pallosa-

-Basta così ragazze siamo arrivati e non voglio una rissa nella mia auto-

Lasciamo perdere il discorso, non vogliamo rovinare la serata ma ci scambiamo lo stesso un'occhiata assassina.

Capitanati da Sofija entriamo subito, senza pagare e senza fare la fila, come previsto.

Ci ritroviamo in un grande locale, dai mille colori e zeppo di gente. 

All'entrata ho intravisto tre buttafuori e subito ho pensato che sono troppo pochi per sorvegliare un locale grande come quello, infatti all'interno altri sei camminano con le torce tra le mani, controllando se qualcuno sta facendo uso di sostanze illegali, Sofija aveva ragione, niente droga.

Arriviamo al bancone per prendere da bere e alcuni ragazzi ci sorridono, conoscenti di Sofija, infatti si allontana da noi e li raggiunge.

Mi guardo un po' intorno e non posso notare che su uno dei tavolini due ragazze si muovono a ritmo di musica e attorno una marea di ragazzi eccitati che le guardano, sperando di ricevere qualcosa in più di un semplice balletto.

Ash mi porge un cocktail e mi trascina in pista. 

Balliamo, siamo accaldati e il vestito comincia a darmi fastidio.

Ormai ho perso il conto di quanti bicchieri ho bevuto e la vista mi si annebbia un po', ma non mi demoralizzo e rubo un'altro cocktail da un vicino di ballo, troppo impegnato a limonare con una ragazza per accorgersene.

La vista comincia a peggiorare perdendo definitivamente il mio migliore amico e inizio a ballare con un altro ragazzo, non vedendolo neanche bene in viso ma mi pare sia rasato.

-Ciao bella-

Non rispondo, voglio solo ballare, muovere il mio corpo con il suo, senza interrompere quella magia, inizio a strusciarmi addosso a lui suscitando così tutta la sua attenzione.

Non riesco a capire cosa succede è come se non avessi la piena padronanza del mio corpo, l'alcol fa questi effetti.

Sembra sia passato un'infinita di tempo.

Ho i piedi praticamente a pezzi, così mi libero dai tacchi e comincio a sentirmi decisamente meglio.

Sento delle mani tirarmi fuori dalla pista.

-Nina, stai bene? Ma dove sono i tuoi tacchi?-

-Sofija.. Non lo so, credo di averli tolti in pista-

-Aspettami quì vado a cercare Ash, non muoverti!-

Deve essersi accorta che ho bevuto un po' troppo.

La musica è diventata assordante e voglio uscire di lì, comincio ad indietreggiare sbattendo contro qualcosa o qualcuno..?

-Ehi ragazzina, guarda a dove metti i piedi!-

Mi volto e incontro due occhi che hanno il colore del cielo d'estate e nonostante la mia scarsa vista riesco a vederli bene.

I suoi occhi sono così belli che non posso non guardare il resto, sembra essere un uomo sulla trentina, capelli di un nero corvino, naso perfetto e barba leggera tende a coprire la sua mascella.

Ha un viso serio che non accenna ad aprirsi in un sorriso, credo di non piacergli molto e per confermare la mia tesi, mi lancia un'occhiata carica di disprezzo.

-Scusa, ero di spalle e..-

-Si si, faresti di tutto per farti notare e adesso vuoi dirmi che è stato un caso?-

-Guarda che hai frainteso, io veramente non t'ho vist..-

-Fuori dai piedi, ragazzina-

Ma che razza di presuntuoso!

-Non credo sia tu il proprietario del locale e quindi sto dove mi pare-

Lui infastidito, azzarda un mezzo passo per andarsene ma è talmente ubriaco da non reggersi nemmeno in piedi e per evitare di cascare a terra mi si aggrappa addosso, rischiamo di cadere entrambi ma fortunatamente riesco ad appoggiarmi al muro e sorretto dalle mie braccia, trascino anche lui.

-Cazzo, sono proprio messo male-

-Anch'io, ma tu sei proprio a pezzi-

Per la prima volta lo vedo sorridere e un guizzo illumina i suoi occhi celesti.

-Va bene ragazzina, troviamo un posto per sederci così posso scusarmi per prima, non è stata una bella giornata e..-

-Mi piacerebbe una conversazione tra ubriachi davvero, ma devo proprio andare adesso-

Si scosta da me appoggiandosi da solo al muro e mi simula un ciao con le labbra.

-Ciao ubriacone e mi raccomando non guidare!-

Con la vista ancora un po' annebbiata cerco l'uscita, ho bisogno di un po' d'aria fresca sul viso accaldato.

Trovo Sofija e Ash vicino al cancello del parcheggio e appena mi vedono mi raggiungono di corsa.

-Si può sapere dove sei finita? Avevo detto di non muoverti!-

-Ehi Sofija tranquilla sto bene-

-Su ragazze è l'ora di tornare a casa-

Raggiungiamo l'auto di Ash, ma tre ragazzi palesemente ubriachi ci fermano.

Tra di loro c'è anche quello rasato, ricordo di averci ballato per un po'.

-Bellissima, ti andrebbe di fare un giro con me?-

-Guarda devo andare, sarà per la prossima volta-

Faccio per aprire la portiera dell'auto ma il ragazzo mi prende per un polso.

-Non ancora-

Mi guarda dall'alto verso il basso e mi sorride.

-Hai dimenticato questi-

Con l'altra mano mi porge i miei tacchi.

-Oh grazie mille, pensavo di averli persi lì dentro-

Cerco di prenderli, ma li lancia all'amico dai capelli rossi dietro di lui.

-E la mia ricompensa?-

Ash interviene vedendo che il ragazzo non intende lasciar perdere la presa.

-Non fate gli stronzi-

Un ragazzo grande e grosso lo prende da dietro, tenendolo fermo e Ash anche se senza successo cerca di divincolarsi.

-E tu fatti i cazzi tuoi-

Il ragazzo dai capelli rossi lancia a Sofija i tacchi e raggiunge Ash, sferrandogli una serie di pugni potenti allo stomaco.  

-NO!-

Il bel viso di Ash si trasforma in una smorfia di dolore.

Cerco di liberarmi ma il bastardo è troppo forte per me.

-Smettetela figli di puttana!-

-La scelta è tua, dolcezza-
 

 

Abbigliamento Sofija

Abbigliamento Nina

 

 


Saaaalve *.*
allooora abbiamo conosciuto un po' com'è fatta Sofija, si nasconde mostrandosi un po' stronza e acida ma è solo ferita e devo dire che anch'io sono un po' così quindi mi ci ritrovo in lei..

Poooi che dire di questo strano incontro (?) tra Ian e Nina, lui è stato molto arrogante ma solo perchè pensava che voleva, con intento, attirare la sua attenzione ma in seguito alle sue risposte capisce che lei non lo conosce e quindi vuole scusarsi, però Nina deve andare dalla preoccupata Sofija (sembra che sia lei la sorella maggiore, sempre a preoccuparsi ma come ho scritto prima, è una maniaca del controllo) che non trovandola all'interno del Night, raggiunge il parcheggio con Ash, poi Nina arriva finalmente sana e salva e decidono di andare a casa.
Peccato che il rasato sia rimasto colpito da Nina e vuole giocarci un po' così li blocca nel parcheggio e prende Nina, Ash interviene vedendo che la situazione si fà critica e viene malmenato, porello T.T  Se state pensando che sia Ian a salvarli, bèh vi sbagliate u.ù 

Mmh.. non ho ancora deciso il giorno preciso per pubblicare, ma il prossimo verrà quando meno ve l'aspettate *w*
Ovviamente ringrazio tutte le persone che hanno letto e recensito il primo capitolo, mi farebbe piacere sapere sapere cosa ne pensate del secondo!

Taaaaanti baci *.*

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Capitolo 3
*** E quando sorridi l'intero mondo si ferma a guardarti per un po'. ***


Il tipo rasato aspetta una mia risposta mentre i due ragazzi spazientiti, attendono un suo segnale.

Guardo Sofija che lentamente cerca di avvicinarsi ad Ash ma il ragazzo dai capelli rossi la prende e la spinge di lato, il tipo guarda divertito quello robusto e 
sferra un'altra serie di colpi al viso di Ash, facendogli uscire del sangue dal naso e da un sopracciglio.

Mia sorella coglie l'attimo e comincia a correre a più non posso verso l'entrata del Night Live, chiedendo aiuto ai buttafuori.

-Ash ti prego, resisti!-

Il rasato capendo le intenzioni di Sofija mi lascia andare e cerca di strapparmi la borsetta dalle mani, mi oppongo, può prendersi le mie scarpe ma non la mia 
adorata borsetta.

Intanto i ragazzi avevano lasciato per terra Ash e si erano avviati verso la macchina, mettondola in moto.

-Daniel muoviti cazzo, ci sbattono dentro stavolta-

Daniel mi dà un calcio al ginocchio e si prende la mia cazzo di borsetta, c'è di tutto là dentro, documenti, assorbenti, trucco, che cazzo!

Comincia a correre ed entra nell'auto.

-NON FINISCE QUI-

Urla il rasato dal finestrino, sventolando tra le mani la mia borsetta.

So che mi troverai e quando lo farai, non sarò così gentile.

Mi avvicino ad Ash che da solo cerca di rialzarsi da terra, ma sembra non avere più forze così l'aiuto e si posa su di me, cercando conforto.

Ha il viso grondante di sangue e mi si spezza il cuore a vederlo così, è tutta colpa mia.

-Come ti senti?-

-Sto bene!-

Ha la voce carica di disdegno, poichè deluso per non aver avuto l'opportunità di reagire.

Ash è un tipo impulsivo, non pensa alle conseguenze delle sue azioni ed è sempre stato così.

'Se non lo conosci a fondo, d'impatto sembrerebbe il tipico ragazzo perfetto che ha tutto dalla vita, soldi, bel faccino, grande casa e ragazze a bizzeffe.

Solo che lui non è il solito figo, lui è semplice, desidera avere una vita normale come tutti, al contrario dei genitori che vogliono cambiarlo, si può dire che 
'semplicità' non fa parte del loro vocabolario, per questo Ash non va molto d'accordo con i suoi e quindi passa molto tempo da me.

Insieme abbiamo creato parecchi casini alle nostre rispettive famiglie, soprattutto nella fase dell'adolescenza, il periodo dove non si sa quello che si vuole, si è 
sempre confusi e così trovi un po' di consolazione in qualche pasticca, nell'alcol e nel fumo.

I nostri genitori non hanno mai scoperto nulla; non sanno nemmeno che la notte veniva da me e facevamo quello che tutte le coppie di amici-non amici fanno, sesso, tanto tanto sesso.

Si, la mia prima volta è stata con Ash ed è stato davvero imbarazzante perché eravamo alquanto impacciati, ma col tempo abbiamo imparato a muoverci meglio, siamo sempre stati cauti per paura che qualcuno ci sentisse, ma sapevamo perfettamente che mia madre a quei tempi prendeva i sonniferi perchè non riusciva a dormire, ancora depressa per papà e mia sorella invece non c'era mai in casa, dormiva sempre da qualche sua amica.

Come tutte le cose belle, due anni fa è finita anche questa storia, abbiamo capito che quello che ci legava come coppia era solo il sesso, ma infondo è così che 
funziona, non esiste amicizia tra uomini e donne, solo due possibilità, o uno dei due è innamorato o c'è attrazione sessuale, non c'è mai solo semplice 
amicizia.Abbiamo deciso di rimanere amici perchè il sentimento che ci lega è intenso, siamo cresciuti insieme e inoltre è l'unico che riesce a capirmi davvero.'

Uno dei buttafuori si avvicina dopo aver rincorso l'auto e ancora affannato ci chiede se abbiamo bisogno di qualcosa.

-No grazie, adesso lo portiamo a casa per una ripulita-

-Credo che abbia bisogno dei punti sul sopracciglio, è una brutta ferita-

-Si ha ragione, portiamolo in ospedale-

Sofija ancora intontita per l'episodio accaduto, prende un fazzoletto dalla sua borsa e posa una mano sulla spalla di Ash, offrendosi di pulire il viso 
insanguinato, lui di rimando si stacca da me e l'abbraccia.

-Tranquilla Sofija-

-Oddio, mi sono così spaventata-

-Lo so, lo so-

Guardo la scena, sorpresa da quei nuovi atteggiamenti, di solito stanno sempre lì a litigare e a offendersi.

Nel frattempo dalla discoteca escono un paio di ragazzi e alcune ragazze un po' brille, li vedo avvicinarsi ad una macchina, non distante dalla nostra e 

cominciano a discutere su chi deve guidare. 

Visto che siamo gli unici nel parcheggio, si accorgono della nostra presenza e osservano il viso di Ash che continua ancora a sanguinare.

-Ehi ragazzini, avete fatto una rissa?-

Ah, c'è anche occhi di cielo.

-Fatevi i cazzi vostri-

Sofija gli risponde in malo modo e lui non replica.

-Scusala è ubriaca, abbiamo avuto un piccolo diverbio con dei ragazzi, adesso lo portiamo al pronto soccorso-

Un ragazzo si avvicina a noi, e riesco a vedere bene il suo viso, capelli biondo cenere, occhi verdi e mento sporgente.

-Avete bisogno d'aiuto?-

-Sto bene, voglio solo andare a casa-

Gli risponde direttamente Ash con la voce un po' roca.

-Sembrano profonde le ferite, faresti bene a..-

-Non ho bisogno di un dottore!-

Ash perde la pazienza e sembra che stia per cadere al suolo, così il ragazzo lo prende per un braccio e lo appoggia a sè, riuscendolo a mantenere saldamente 
in piedi. 

-Ragazze ha bisogno dei punti, l'escoriazione sul sopracciglio sta copiosamente sanguinando e il naso sembra rotto-

-Nina dobbiamo portarlo in ospedale prima che capiti qualcosa di spiacevole-

-Si sbrighiamoci, io però non posso guidare-

-Deficente di un'ubriaca, sai che io ancora devo fare l'esame di guida!-

-Allora ragazze non avete il tempo per litigare, il ragazzo potrebbe perdere conoscenza, Candice guiderà la vostra auto fino all'ospedale più vicino quindi il 
Presbyterian Hospital, porterò io il ragazzo, saremo dietro di voi, tutto chiaro?-

Non so se è un bene fidarci di loro ma Ash non da segni di vita, quindi annuisco e lui comincia a chiamare a gran voce i suoi amici.

-Ragazzi cambio di programma, portiamo questo ragazzo in ospedale, niente domande, io andrò in auto con Micheal, Ian e Matt, gli altri andranno a casa, 
Candice tu andrai con..?-

-Ah oh, io sono Nina, lei è mia sorella Sofija e lui è Ash-

-Guiderò io, voi ragazzi non ne siete capaci al momento, Ian prendi delle bende dal cruscotto dell'auto e prova fermare la fuoriuscita di sangue dal naso-

Detto questo saliamo ognuno sulle proprie auto e Candice è alla guida della Mercedes bravus XL di Ash.

-Scusa se mi faccio gli affari vostri, ma cos'è successo e perché sei scalza..?-

-Ah è vero, Nina ecco le tue scarpe-

-Grazie Sò, bèh praticamente in discoteca ho fatto un po' la stronza con un ragazzo, ma ero ubriaca persa e ho lasciato le scarpe in pista perchè avevo i piedi a pezzi, quando sono uscita mi aspettava quì fuori per ridarmi le scarpe ma voleva una "ricompensa", ovviamente gli ho detto di no ma lui insisteva, così è 
inervenuto Ash, beccandosi una serie di colpi al viso e allo stomaco, Sofija poi è riuscita a chiamare i buttafuori, il ragazzo mi ha rubato la borsa dove avevo i 
documenti, trucchi e ha detto che mi troverà e mi farà il culo.. Ecco tutto-

-Oh wow, c'è n'è di gente perversa in giro-

-Già-

-E menomale che non ti sei portata il cellulare, altrimenti la Plec col cazzo che riusciva a contattarti-

Sofija aveva perfettamente ragione, è stata lei ad insistere per non portarlo.

-Aspetta un attimo, hai detto Plec?.. Julie Plec?-

-Si, hai fatto anche tu il provino per Elena in The vampire diaries?-

-No, certo che no.. bèh si, ho fatto il provino per un altro ruolo e sono stata presa, come il resto della crew, fanno tutti ufficialmente parte del cast-

Sono esterrefatta, queste gentili persone saranno probabilmente i miei colleghi di lavoro.

-Non posso crederci, è destino Nina!!- 

Il viso stanco di Sofija si illumina.

-Sei così carina, forse potrei mettere una buona parola con Julie..-

-Apprezzo il tuo gesto Candice, ma vorrei farcela per la mia bravura, non per una raccomandazione-

-Certo, è comprensibile-

Candice ha un faccino molto dolce, gli occhi di un bellissimo verde, labbra non molto carnose e grandi boccoli biondi le ricadono sulle spalle.

Indossa un vestito non troppo corto, di un blu elettrico che fascia il suo corpo rotondo, ma al punto giusto.

-Quindi siete di New York?-

-No, abitiamo a Watertown nel Connecticut-

-E come ci arrivate a casa? Sono le cinque di mattina-

-Vedremo come si sentirà Ash, se deve riposare resteremo con lui in ospedale-

Sofija con l'espressione preoccupata domanda a Candice se può chiamare i suoi amici per chiedere informazioni su Ash, lei gli compone il numero in rubrica 
e le passa il cellulare, senza problemi.

-Ehm sono Sofija, è tutto apposto lì.. Mmh.. ha aperto gli occhi..ah, ha chiesto di noi..puoi passarmelo?..Ash, come ti senti?.. ci hai fatto preoccupare.. 
invece tu ci andrai all'ospedale.. no fottiti, ci vai e basta.. perchè.. perchè a noi di te importa..ecco.. adesso cerca di riposarti-

Chiamata terminata.

-Ehi sta bene?-

-Si, hanno tamponato le ferite con delle bende, pare che uno di loro studia medicina-

Riesco a rilassarmi un po', almeno è sveglio e ha la forza di discutere con Sofija.

Andrà tutto bene, Ash starà bene, Sofija starà bene e tu starai bene.

-Ragazze siamo arrivate-

Candice mi riporta alla reatà e finalmente siamo davanti all'ospedale.

Il ragazzo dai capelli biondo cenere e occhi di cielo trasportano Ash pieno di bende sul viso e i vestiti intrisi di sangue secco.

Ha perso tanto sangue perciò è così fiacco.

-Ash è tutto apposto, starai bene, ok?-

Non risponde ma mi guarda con aria debole, lo portano dentro e noi dietro li seguiamo a ruota.

I ragazzi si avvicinano all'infermiera di turno, chiedendo una stanza non in comune e per tutta la notte.

Noi non possiamo decisamente permettercelo ma non ci prestano attenzione e quindi non ci danno modo di avvisarli.

Ma..occhi di cielo mostra il suo portafoglio e paga di tasca sua.

Portano Ash in una stanza e le infermiere ci chiedono di uscire.

Entra un dottore, un uomo affascinante, sulla quarantina, alto, spalle larghe, occhi grigi e bocca perfetta.

Seguiamo da fuori la porta la conversazione con le infermiere, che in modo civettuolo rispondono alle sue domande.

-Che abbiamo qui?-

-Uomo, sui vent'anni, fratture al volto, naso rotto, ha perso molto sangue ma non c'è pericolo di vita-

-Bene, portiamolo in sala operatoria raddrizziamogli quel naso, nel frattempo voi cucirete il sopracciglio-

Le infermiere portano Ash in sala operatoria, non dandoci neanche il tempo di salutarlo.

Il Dottore notando i nostri visi preoccupati, cerca di tranquillizzarci.

-Non vi preoccupate non è grave, quando si sarà ripreso dovrete raccontare in sua presenza la versione dei fatti-

-Va bene, vorremmo avere notizie di Ash al più presto, grazie Dottor.. Sloan-

Mi sporgo il più del dovuto per leggere il nome sulla targhetta: Dr. Mark Sloan specializzato in chirurgia plastica e otorinolaringoiatria.

Lui mi sorride ed entra in sala operatoria.

-E' possibile che tu debba flirtare con il 'Dr. Sloan' prima dell'operazione del tuo migliore amico?-

-Sofija non stavo flirtando-

Senza dire niente va a sedersi di fianco a Candice, vogliono aspettare anche loro la fine dell'operazione di Ash. (?)

-Ragazzi grazie per tutto, potete andare se volete, non c'è bisogno di aspettar...-

-Cazzate, non vi lasciamo da sole qui-

E' occhi di cielo.

-Stiamo bene- 

Dicendolo, Sofija, sembra più che voglia convincere se stessa.

Rivolgo uno sguardo agli altri due ragazzi che sono venuti insieme a capelli biondo cenere e occhi di cielo, uno è alto, capelli neri, occhi scuri, muscoloso e 
pieno di sè.

L'altro invece mi regala un dolce sorriso per rassicurarmi, sembra più esile degli altri, capelli castani, occhi verdi e la barba di un giorno.

-Avete una sigaretta?-

Ho voglia di una sigaretta. Adesso.

Occhi di cielo si alza, apre il pacchetto di Marlboro rosse, prende una sigaretta e la infila tra le sue labbra carnose.

-Non dovresti fumare, ragazzina-

-Non sei nessuno per dirmi cosa fare e ho vent'anni pieni, non sono più una ragazzina-

Infastidita dal suo modo di chiamarmi, lo metto al suo posto.

-Touchè-

Gli faccio un sorriso finto.

-La mia sigaretta?-

Lui mi ignora deliberatamente e si incammina verso l'uscita.

-Ehi-

Continua a camminare deciso e senza voltarsi, mi provoca.

-Vieni a prendere 'la tua sigaretta', ragazzina-



                                                                                                                                                                 * * *




Eccomiii, oddio scusate per l'attesa ma ho avuto pochissimo tempo e parecchi problemi..

Comunque bando alle ciance, vorrei ringraziare E l e n a_C l a u d e  e  _frafry_  per aver lasciato il loro parere ma ringrazio anche chi segue in silenzio *.*
Ritornando al capitolo, Daniel il rasato ha rubato la borsa di Nina, dove all'interno c'era la sua cartà di identità e quindi può benissimo scoprire dove abita e quindi guai in vista?
Nina nota strani atteggiamenti affettuosi tra sua sorella e il suo migliore amico, che di solito son sempre pungenti e in questa situazione si sono trovati affiatati, ma vuoi vedere che..? Mmh..màh.
Nel parcheggio incontriamo la congrega di TVD *.* dove Paul si preoccupa di un ragazzino insanguinato e si offre di dare una mano, arrivati all'ospedale incontriamo dottor bollore di Grey's Anatomy *o* che io personalmente adoro, Nina non rimane illesa dal suo fascino ma diciamoci la verità, è un po' piccina per lui.
Sappiamo tutti che sia Ian e Nina nella vita reale fumano e lei per scaricare un po' tensione chiede una sigaretta, Ian le mostra il pacchetto ma non ha intenzione di farla fumare, così si avvia all'uscita dell'ospedale e la provoca un po'.. Che farà la nostra Nina?

Scusate ancora per il terrbile ritardo. 

Baci :*

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Capitolo 4
*** Tutto è buio; più di quanto tu possa sopportare. ***


-Vieni a prendere 'la tua sigaretta', ragazzina-
 
Le sue parole suonano un po' come una sfida, e personalmente non ho voglia di farla vincere ad un presuntuoso come lui.
 
Prosegue spavaldo verso l'uscita e i miei occhi cadono sul suo sodo fondoschiena, e con grande forza di volontà riesco a reprimere la voglia di toccarlo.
 
Noto che il ragazzo dagli occhi neri e profondi mi sta guardando.
 
-Non ricordo i vostri nomi-
 
Mi rivolge un delizioso sorriso, e inarca leggermente le sopracciglia.
 
-Bèh in effetti non ci siamo ancora presentati.. Io sono Micheal, questo è Matt, il dottore che si è preso cura del tuo amico è Paul, e lo stronzo che ti ha proibito di fumare è Ian-
 
Ian, occhi di cielo.
 
Quello che dovrebbe essere Paul 'il dottore' mi si avvicina lentamente e invita me, mia sorella e Candice a raggiungere la stanza di Ash, per riposarci un po'.
 
-Tranquille, appena abbiamo sue notizie ci precipiteremo a svegliarvi-
 
-Grazie.. per tutto-
 
Lui accenna un debole sorriso e ci accompagna alla porta.
 
Rimaste sole, Sofija si appoggia sul letto ed io e Candice ci sediamo sulle rispettive sedie.
 
La vedo concentrarsi sul mio viso, come per scorgere qulacosa.
 
-Che c'è?-
 
-Conoscevi già Ian?-
 
-In discoteca l'ho scontrato causalmente, perché?-
 
-Curiosità, sai state lì a punzecchiarvi..-
 
-A punzecchiarci? E' solo troppo irritante per i miei gusti-
 
-Invece è una bella persona, sa conquistarti. Anche se non ci penserebbe due volte a spezzarti il cuore, è un rubacuori!-
 
-Ma dai, vuoi dire che con quel suo modo di fare.. -
 
-Credimi, ogni sera una diversa-
 
Conclusa quella discussione rimaniamo in silenzio; 
i suoi occhi verdi continuano a scrutarmi, e con fare seccato sposto uno sguardo più dettagliato alla stanza.
 
Nell'angolo della stanza, di fianco al letto, c'è un tavolo con sopra collocato un frigobar, con all'interno ci solo bottiglie piccole d'acqua naturale, ne passo una a Candice e una  a Sofija, ma solo adesso mi accorgo che dorme profondamente.
 
Dalla porta della stanza vedo entrare nuovamente Paul.
 
-Nina?-
 
-Ehi-
 
-Scusa ma dobbiamo andare, domani c'è tanto lavoro da fare-
 
-Ah è vero, Candice mi ha detto che avete ottenuto un ruolo per 'The Vampire Diaries'-
 
-Si e domani, ovvero più tardi abbiamo una runione per decidere chi sarà il volto femminile, quindi dobbiamo riposarci un po'-
 
Sarà una sorpresa per loro, scoprire che ho fatto anch'io il provino.
 
-Ah.. quando arrivate a casa fatemi sapere se è tutto a posto-
 
Mi mostra un bigliettino da visita con su scritto: 'Paul Wesley' e un numero di telefono.
 
-Certo, e grazie..-
 
Mi rivolge un caloroso sorriso e mi saluta con un innocente abbraccio.
 
-Candice, spero di rivederti ancora-
 
-Oh, ne sono sicura!-
 
Mi abbraccia anche lei ma con più enfasi ed escono chiudendosi la porta alle spalle.
 
 
Rimasta sola, mi rannicchio sul letto vicino Sofija.
 
Sono così esausta che in un attimo, un solo battito di ciglia ..il buio mi prende con se.
 
 
 
                                                                                                                                    * * *
 
 
-Nina!-
 
-Mmh?..-
 
-Muovi il tuo culo!-
 
Non riesco ad aprire gli occhi, ho le palpebre pesanti e la bocca impastata dal sonno.
 
-Niiiiiiina!-
 
-Ma che cazz..?-
 
-Alzati stronza, è mezzogiorno e dobbiamo portare Ash a casa-
 
Al nome del mio migliore amico mi viene automatico spalancare gli occhi, incontro lo sguardo di mia sorella.
 
-Dov'è Ash?-
 
-Ha appena finito gli ultimi controlli. Possiamo andare via-
 
Corro in bagno per darmi una sciacquata al viso e una sistemata ai capelli, sono troppo orribile, quindi lascio perdere l'occasione di rendermi presentabile.
 
Aprendo la porta del bagno, trovo il mio amico con il naso bendato e un grosso cerotto sul sopracciglio destro.
 
-Asssssssssssh!-
 
-Ehi ehi piano, sono ancora in convalescenza-
 
Sono ancora attaccata a lui mentre usciamo dall'ospedale, è così brutto vederlo in questo stato.
Prima di firmare le carte per l'uscita, il dottor 'Mark Sloan', ci ha fatto una serie di domande sull'incidente, gli abbiamo detto che Ash è caduto all'uscita della discoteca.
E' stato meglio dire una bugia, per non rendere le cose ancora più complicate.
Tra gli oggetti personali di Ash, c'erano le chiavi della sua auto, lasciate sicuramente da Candice prima di andare via.
 
Raggiungiamo la sua auto, io prendo il posto del guidatore, Sofija quello di fianco a me, e Ash si stende sui sedili posteriori.
 
-Oddio, mamma sarà preoccupatissima-
 
-Hai ragione, Ash passami il tuo telefono-
 
Sofija compone il numero di mamma, a quest'ora si sarà sicuramente accorta della nostra assenza.
 
-Mamma.. Si, stiamo bene.. Ash è caduto ed è finito in ospedale.. Eh, si è rotto il naso.. Si sta meglio adesso.. Se non troviamo traffico, verso le 14 siamo a casa.. Dai mamma, che palle.. Uffà, ciao!-
 
Chiamata terminata.
 
-Siamo in punizione per una settimana-
 
-Ci è andata bene, pensavo di peggio-
 
-Nina, niente divertimento per una settimana, comprendi?-
 
-Ma dai Sofija non è la fine del mondo.. Ash, tu vuoi avvisare i tuoi?- 
 
-No, penseranno che sono rimasto a casa vostra e poi ...chissenefrega-
 
-Dai almeno per dirgli dell'incidente-
 
-Dai oh, non rompete il cazzo-
 
-Come ti pare-
 
Ovviamente, per le strade di New York c'è traffico e la strada verso casa è ancora lunga, quindi decidiamo di fermarci per una pausa allo Starbucks.
 
-Dio, che avventura!-
 
-.. del cazzo-
 
-Ci voleva proprio un caffè, ragazzi-
 
-Si, ma dobbiamo muoverci, non posso perdermi la puntata di Jersey Shore-
 
-Ah  cazzo è vero, ha ragione Sofija-
 
-Dai Ash, non posso credere che guardi anche tu quella cagata-
 
-Fottiti Nina, JWOW è troppo arrapante-
 
-Vabbene andiamo, che ho bisogno di una doccia!-
 
Riprendiamo il cammino verso casa,  è davvero impossibile evitare il traffico a NY, ci sono macchine ovunque sposti lo sguardo.
 
Sofija, al mio fianco, gioca con un applicazione dell'i-phone di Ash, mentre quest'ultimo pensieroso guarda fuori dal finestrino.
 
-Ash ti è arrivato un messaggio da una Judith.. c'è scritto: 'Dove sei?'-
 
-Scrivile che la chiamo io più tardi-
 
-Ok..ma ..chi è questa?-
 
-..Un'amica-
 
Sofija lo guarda con aria interrogativa, aspettandosi di più, ma lui non aggiunge altro e torna a guardare fuori.
 
 
 
                                                                                                                                         * * *
 
 
-Maaaaamma, siamo a casa-
 
Sono le 17.30, giusto il tempo per una lunga doccia.
 
-Ragazze, state bene? Non fatemi preoccupare più così-
 
-Ci dispiace, mamma-
 
Solo dopo si accorge della presenza di Ash, e nota il suo viso sfigurato dalle bende.
 
-Ash oddio, ma come sei caduto?-
 
-Michaela ho bevuto e sono scivolato-
 
-Ah mi spiace, ma ..resti per cena?-
 
-No non mi trattengo, il medico ha detto di cambiare le bende appena tornato a casa-
 
-Ash sei sicuro di andare? Cosa diranno i tuoi?-
 
-Nina tranquilla, saranno troppo impegnati con il lavoro per guardarmi in faccia-
 
Lo accompagno alla porta e l'abbraccio forte. 
 
-E' tutta colpa mia..-
 
-Non dire così, per favore-
 
Ash mi accarezza il viso, gli occhi incollati alle mie labbra e comincia ad avvicinarsi..
 
-Ashton, non poss..-
 
Vorrei spostarmi, o forse no?
 
Non ho il tempo di pensare se lo voglio o meno, che ..succede.
 
Un bacio che nasce in modo timido, è uno sfiorarsi di labbra delicato.
 
Comincio a sentire il desiderio accrescere dentro me, e il bacio si trasforma in qualcosa di più.
 
Il bacio di due amanti da sempre
 
Un bacio senza preamboli, riconosciuto, nudo, vero.
 
Si allontana di poco e il suo viso si trasforma in una smorfia di dolore.
 
-Ahia, sono ancora tutto dolorante-
 
-Ash, ti prego vai a casa-
 
-Hai ragione, meglio che vada-
 
Fa per scostarsi, ma ci ripensa e mi stringe a sè baciandomi di nuovo, più focoso stavolta.
 
Sono troppo presa dal bacio per sentire la porta principale aprirsi.
 
Incrocio per un istante lo sguardo di mia sorella e la porta principale si chiude, sbattendo.
 
'Che abbiamo fatto?'
 
 
 
 
Rieccomi quì, che c'è da dire su questo capitolo?
La crew di TVD deve scegliere il volto principale femminile dello show, ovvero Elena, quindi sarà una sorpresa vedere sullo schermo la ragazza che hanno aiutato poche ore prima.
Parlando di Ash.. ma che cavolo combina?
Nel capitolo precedente, aveva fatto intuire qualcosa tra lui e Sofija, e invece adesso bacia Nina?
Sofija si è arrabbiata parecchio.. sarà successo qualcosa tra i due? 
A quanto pare la nostra Nina non è tanto santarellina, èh.. Le piace bacià Ash!
E in tutto questo, Ian?
C'è da dire che lei prova attrazione fisica nei suoi confronti, e Candice, vedendo Nina mangiarselo con gli occhi, la mette un po' in guardia, dicendo che ha un gran cuore, però non ha la testa a posto in fatto di donne..
C'è anche il problema 'dello stalker Daniel', conosciuto anche come 'il rasato' (u.ù), che ha rubato la borsa di Nina e scopriremo che ha intenzione di fare.
 
P.s: Anche se il capitolo precedente non è stato recensito come mi aspettavo, ho visto che è stato letto (: 
Quindi vi ringrazio, e vi aspetto al prossimo capitolo, baci.

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Capitolo 5
*** Ho sempre pensato che se lascio aperta la finestra, prima o poi entrerà tutto il cielo. ***


Ash rimane fuori mentre io mi precipito all'inseguimento di Sofija su per le scale.
 
-Sofija, aspetta!- le grido alle spalle. 
 
Ma niente, è decisa a non fermarsi.
 
Raggiungo troppo tardi la sua porta, oramai chiusa.
 
 -Parlami..-
 
-..ti prego..-
 
Cerco di convincerla in cento modi, senza però ottenere risposta.
 
Non riesco a capire la sua reazione, so che lei e Ash hanno stretto un bel rapporto, però non credo di essere così stupida da non aver capito che qualcosa tra loro stesse sbocciando.
 
Oppure, ero io a non voler ammettere che qualcosa c'era tra loro (?)
 
Tanti pensieri confusi si fanno spazio nella mia mente, facendomi sentire sempre più in colpa.
 
-Sofi.. Io non sapevo quanto tu tenessi a lui ..mi dispiace-
 
Ho sempre sostenuto che lei fosse l'unica persona a cui non potrei mai fare del male, è invece ..guarda cosa hai combinato Nina, tu e i tuoi stupidi ormoni! 
 
Non ottenendo ancora una volta nessuna risposta, scendo le scale per affrontare Ash e capirci qualcosa in più.
 
Lo trovo che mi aspetta all'entrata, appoggiato con una spalla allo stipite della porta.
 
-Ashton, prima che dia di matto, puoi dirmi se c'è qualcosa che non so?- 
 
-Ti riferisci a qualcosa in particolare?-
 
Fa per avvicinarsi, ma io lo spingo con troppa rabbia.
 
Posso leggere la delusione e la tristezza attraverso i suoi occhi castani.
 
-E allora perchè Sofija si è comportata così vedendo il ..nostro saluto?
 
-Hai paura di confessarlo ad alta voce? Sì ci siamo baciati ..è stato un ritorno ai vecchi tempi-
 
-Ma quali vecchi tempi? Sono solo in astinenza dal sesso!-
 
-Non mentirmi.. a volte anch'io faccio finta di aver dimenticato-
 
-Di cosa stai parlando?-
 
-Di noi. Di quello che eravamo, io non l'ho mai scordato-
 
Occhei Nina, il tuo migliore amico ha appena ammesso di provare per te qualcosa simile all'amore e tua sorella ti odia.
Calmati, non puoi avere un crollo emotivo, adesso. 
 
Mi osserva, forse aspettando una mia reazione alle sue parole.
 
-Perché non me l'hai detto prima? Che stupido -
 
-Cosa Nina? Sono uno stupido per essermi innamorato di te? Sai che ti dico? Sei solo una stronza che fa a pezzi chi ti ama-
 
Le sue parole mi colpiscono dritto al cuore, per tutti questi anni è stato innamorato di me, ed io non l'ho mai capito.
 
Dopo queste confessioni e dispiaceri, credo che la nostra amicizia non sarà più come prima.
 
-Mi dispiace, non volevo ferirti..- 
 
-Non fa niente Nina, è finita-
 
-Ash.. Mi stai lasciando?
 
Annuisce, semplicemente.
 
Sento le lacrime rigarmi il volto, lasciando dietro di sè una scia di mascara e sensi di colpa.
 
Sono un amica pessima, disgustosa, orribile, e chi ne ha più ne metta.
 
Come posso fare a meno del mio migliore amico? 
 
Come posso fare a meno della mia metà?
 
-Ti prego, non puoi..-
 
-Devo andare avanti con la mia vita..-
 
-Ma io non posso perdere anche te!-
 
Riesco a dire tra i singhiozzi e lui mi guarda dispiaciuto per essere gran parte la causa del mio dolore.
 
-Dì a Sofija che è stata colpa mia, che io ti ho baciata..-
 
-Puoi.. dirmi se c'è stato qualcosa.. tra voi due?-
 
-Bèh, ieri in discoteca mi ha baciato..-
 
Quindi è così, Sofija ha sempre provato qualcosa per Ash e ce ne siamo accorti troppo tardi.
 
-Mi odierà a vita..-
 
-No vedrai, tutto si aggiusterà tra di voi..-
 
Detto questo, mi guarda un ultima volta e lascia casa mia senza più voltarsi.
 
Ancora in lacrime, raggiungo camera mia, sbattendo la porta alle mie spalle.
 
Trovo il mio cellulare nella stessa posizione in cui l'ho lasciato sul letto disfatto.
 
La schermata si illumina e mi fa notare tre chiamate perse e un messaggio.
 
Le tre chiamate sono del signor sconosciuto, invece il messaggio è di Daddy
 
Papà.
 
L'uomo che mi ha procreato assieme a mia madre, ed è lo stesso uomo che mi ha abbandonato assieme ad un altro uomo.
 
Si, ed è proprio lui, quello che invece di chiamare per sentire la mia voce, scrive un messaggio.
 
-'Ciao Nina come stai? Sono a New York per affari, e vorrei passare un po' di tempo con le mie bambine'-
 
Messaggio eliminato. Fanculo.
 
Solo adesso si è ricordato di essere un padre?
 
 
                                                                                                                                 * * *
 
 
Mentre faccio colazione con un ciotolone di latte e cerali, sento la mano di mamma poggiarsi delicatamente sulla mia spalla.
 
-Ieri ero in cucina e ho inevitabilmente origliato la discussione con Ashton..-
 
-Mamma ho fatto un casino..-
 
-Nina sono esperienze di vita, ne passerai ancora tante, non buttarti giù..- 
 
-Non lo farò mamma.. Sofija è già uscita?-
 
-Si amore, è a scuola e tu farai tardi a lavoro se non ti sbrighi-
 
Già, per essere più indipendete e per non essere un peso in più per mamma, lavoro come commessa da un paio di mesi.
 
La proprietaria del negozio è Gisèle Duval, una ragazza sui ventiquattro anni, dai lunghi capelli castani, leggermente mossi e grandi occhi nocciola.
 
Siamo buone amiche, anche se non è sempre stato così.
 
L'anno scorso, lei e Ash stavano insieme però litigavano spesso, perché era gelosa del mio rapporto con lui.
 
Quando la loro storia finì per vari motivi, misi da parte l'orgoglio e cercai di risolvere la loro situazione, senza però riuscirci.
 
Lei apprezzò comunque il mio gesto e così inziammo a frequentarci e a volerci sempre più bene.
 
Un paio di mesi fa, mentre sorseggiavamo un decaffeinato da Starbucks, mi chiese di darle una mano nel suo negozio di vestiti ed io senza pensarci due volte, accettai.
 
Così da quel giorno mi tocca seguire un codice di abbigliamento, e in più ha rifornito il mio armadio con una serie di abiti e accessori da indossare a lavoro, definendo il mio stile 'troppo misurato'.
 
Oggi indosso un semplice vestito a fantasia floreale, un paio di scarpe scamosciate a tacco alto, con cinturino alla caviglia regolabile.
 
-Va bene mamma, ci vediamo a cena-
 
Prendo la mia borsa monospalla verde bottiglia con la chiusura doppia marrone, i miei occhiali beige dalle lenti sfumate marroni e le chiavi della mia mini cooper rossa.
 
Parto spedita per il negozio di Gisèl, 'l'essenza del mondo', non voglio elogiarlo ma c'è da dire che è famoso in tutto il Connecticut per la varietà dei suoi abiti griffati.
 
-Nina tesoro, ti stavo aspettando-
 
Appena metto piede nel negozio, Gisèle mi accoglie calorosamente, come ogni giorno a questa parte.
 
Gisèle è francese, si trasferì quì con suo padre alla morte della mamma malata.
 
Il padre è sempre fuori città per affari ed essendo figlia unica, si ritrova spesso sola in casa.
 
-Si Gisèl, scusa per il ritardo-
 
-Ma dai Nina, sembra che stai parlando con il tuo capo-
 
Le sorrido, e mi avvio verso due ragazze indecise nel scegliere dei vestiti da provare.
 
-Ehi tu, mi starebbe meglio questo rosa o questo nero?-
 
Essì, la maggior parte delle clienti sono snob altolocate che non conoscono la parola ciao o per favore.
 
-Credo che il rosa farebbe notare i tuoi fianchi larghi, e quello blu è troppo scollato per il tuo piccolo seno, io ti consiglierei di provare quello nero..-
 
La ragazza mi guarda inorridita, come a dire: "ma chi ti credi di essere?", quando poi è stata lei a chiedere un mio parere ed io da brava commessa, ho detto solo la verità.
 
-Nina, vieni qui!-
 
Occhei l'ho fatta grossa, mi merito una bella strigliata dal capo.
 
-Si può sapere che ti prende?-
 
-Niente, scusa-
 
-Ti conosco, che succede?.. Ah quasi dimenticavo, hai ricevuto un pacco!-
 
Gisèl appoggia sul tavolo una scatola bianca con un nastro viola, fuori nessun biglietto.
 
-Un pacco? Uhm, perché me l'hanno mandato qui?-
 
-Non lo so, ma il ragazzo era molto carino, alto, muscoloso, rasato.. Perché non mi hai mai parlato di lui?-
 
Non credo di conoscere nessuno che rispecchia questa descrizione, ma aprendo la scatola trovo la mia borsetta, quella che mi era stata rubata dal ragazzo rasato!
 
Per un attimo ho pensato che il rasato mi avesse tirando solo un brutto scherzo, ma ho cantato vittoria troppo in fretta.
 
Sul fondo della scatola c'è un biglietto rosa, che emana un profumo di zucchero filato (?)
 
-Nina Konstantinova Dobreva nata il 9 gennaio 1989 e blablabla.. ma queste cose le sapevo già..
Quello che non sapevo è che hai fatto un provino per un telefilm, tuo padre è frocio e hai avuto una storia con il tuo coraggioso migliore amico.
C'è tutto scritto nel tuo diario segreto.
Ma come puoi portare un diario segreto in discoteca?
Hai visto? Ho riportato le tue cose, quindi non sono poi così tanto male.
Ah, non provare a scappare da me o qualcuno si farà male.
Con affetto, 
tuo -D.-
 
Mi sono terribilmente dimenticata del mio diario.
L'avevo portato con me per annotare gli eventi della serata durante il tragitto di ritorno, ma in 24 ore sono successe così tante cose che l'ultimo mio problema era D. e la mia borsa.
 
-Tesoro, va tutto bene?-
 
Metto il tutto di nuovo nella scatola bianca.
 
Sento la testa girare e la vista annebbiarsi.. 
 
Ho le gambe flaccide, tanto da non reggermi in piedi.
 
Un ultimo pensiero mi vortica il cervello prima di cadere al suolo..
 
'Cosa vuoi -D.?'
 
 
 
 
 
{Salve *.* 
Stavolta son stata precisa con i tempi èh.. (:
In questo capitolo le cose ci sono più chiare riguardo Ash, che ha aperto il suo cuore a Nina, e Sofija ha fraiteso il rapporto che aveva con lui.
Parlando della scatola bianca mandata dal rasato -D, ovvero Daniel, che è una specie di stalker ossessionato da Nina, mmh nel bigliettino rosa c'era scritto che già sapeva il nome e la data di nascita della nostra beniamina, e poi grazie al diario segreto di lei è riuscito a scovare altre informazioni.
Forse in passato i due ragazzi si sono già incontrati e lei non lo ricorda, o appena l'ha vista l'ha desiderata tanto da ammazzare Ash e rischiare il carcere?
Non dimentichiamoci della dolce Gisèl, molto carina nei confronti di Nina, del papà che vuole vederla e per Nina risulta molto strana la cosa, visto lui viene a trovarla solo per le feste di Natale, e soprattutto non dimentichiamoci del signor sconosciuto, chi può essere? 
Qualche supposizione?}
 
PS: Ci tengo a ringraziare Psiche_delica e Charly_18 per aver lasciato il loro parere sulla storia *.* , ma anche chi mi legge in silenzio.
Bèh al prossimo capitolo gente (:

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Capitolo 6
*** Smetterò di respirare se non ti vedrò più. ***


La stanza è al buio totale, solo quando qualcuno apre la porta si inonda di una luce accecante.
 
-Sofija!-
 
Facendo un po' di fatica mi alzo dal letto e la raggiungo, abbracciandola forte forte.
 
-Vedo che ti senti meglio..-
 
-Si, io.. volevo dirti che mi dispiace per quello che è success...-
 
-ALT! Non voglio parlarne adesso, Nina-
 
-Ma io ho bisogno di scusarmi, di parlare con te!-
 
-Sarà per un altra volta, ok?-
 
-Va bene.. Ora devo parlarti di una questione particolare.. ricordi quel gruppo di ragazzi che al Night Live aggredirono 'tusaichi' e uno di loro rubò la mia borsetta?-
 
-Si, e allora?-
 
-Ecco.. quando sono andata al negozio, Gisèle ha detto che un bel ragazzo rasato aveva lasciato un pacco per me.. quando ho scartato la scatola bianca, ho trovato dentro la mia borsa tutta intatta, però..-
 
-Però cosa?-
 
-All'interno della mia borsa c'era il mio diario segreto e quindi adesso conosce più di quanto non sappia già..-
 
-Ti sei rincoglionita? A che scopo portare un diario segreto in discoteca? E poi in che senso 'conosce più di quanto non sappia già'?-
 
-Dovevo scrivere della mia serata al Night prima di dimenticarla il giorno dopo..-
 
-Secondo me hai perso qualche neurone negli ultimi tempi-
 
-..In ogni caso stavo dicendo che mi ha scritto un biglietto dove riporta i miei dati e aggiunge di esserne già al corrente.. e infine mi minaccia, consigliandomi di non scappare o qualcuno si farà male-
 
-Oddio, dobbiamo denunciarlo!-
 
-Sei impazzita? Hai sentito cos'ho detto? Qualcuno si farà male!-
 
-Cosa facciamo?-
 
-Dobbiamo aspettare che si faccia vivo e nel frattempo prepareremo un piano d'attacco-
 
-Ahahah.. Sembra di essere in un film d'azione scadente-
 
Sofija non pare turbata dalla cosa, anzi mi dà l'impressione di essere su di giri, come se quello che ho detto non avesse tanta importanza.
 
-A proposito di film e serieTV, mentre tu ti facevi un luuungo sonnellino, hai ricevuto una chiamata dalla Plec, Julie Plec!-
 
-Oh cavolo! Che ha detto?-
 
-Ha detto che sono molto indecisi perché siete state tutte molto brave nell'audizione e hanno bisogno che tu parta, insieme alle altre tre, il prima possibile per raggiungere uno stato degli Stati Uniti D'America chiamato Georgia, precisamente Atlanta, e se vogliamo essere più pignoli, Covington, il set di The Vampire Diaries!-
 
Non posso descivere con parole mie le emozioni che mi attraversano,  troppo intense, bisogna solo provarle sulla propria pelle per capirle! 
Mi sento forte, potente, pronta a tutto o quasi, per ottenere quello che voglio, quel ruolo, quel successo che tanto desidero!
 
-Occhei Nina, credo che tu debba partire il prima possibile, quindi prenderai il primo volo di stasera-
 
-Stasera? Ma sono le quattro, e devo preparare ancora le mie cose!-
 
-Su non disperarti, ti aiuto con le valige!-
 
Mi spinge verso la cabina armadio e prende il mio trolley nero.
 
-Mmh, per non farti fare brutta figura il primo giorno, ti presterò qualcosa di mio-
 
-Ma tu non vieni con me?-
 
-Non posso, c'è la scuola..-
 
Credo sia solo una scusa, la verità è che non è pronta. Io posso solo darle tempo per riprendersi e perdonarmi.
 
-Comunque.. non voglio essere ricordata come 'la sorella della sfigata senza stile', quindi accetta i miei vestiti-
 
-Vaffanculo- le dico con un tono offeso.
 
Si dirige verso la porta e prima di uscire mi regala un sorriso.
 
Rimango sola con i miei pensieri, non riesco ancora a realizzare la cosa, sembra un sogno, e in silenzio prego di non svegliarmi.
 
Mia sorella rientra nella camera con una serie di vestiti molto sfarzosi, direi.
 
-Ecco.. Non so per quanto tempo starai lì, quindi porta qualcosa di tuo, qualcosa di carino però!-
 
Di rimando le rivolgo uno sguardo arcigno.
 
Sentiamo bussare alla porta e vediamo entrare la mamma.
 
-Posso?
 
-Sì, mamma ho ricevuto la chiamata dal produttore dell'ultimo provino che ho fatto e..-
 
-Lo so Nina, ero in aeroporto a procurarti il biglietto, solo andata!-
 
Pensavo che sarebbe stata entusiasta di quest opportunità di coltivare il mio sogno, e invece è lì che piange sommessamente.
 
-Mamma non piangere, dai-
 
-E che.. mi mancherai.. così tanto-
 
L'avvolgo tra le mie braccia, stringendola in una calda stretta.
 
Il pianto si interrompe e i suoi occhi verdi, colmi di lacrime lasciano posto ad uno sguardo preoccupato.
 
-Come ti senti? A lavoro hai avuto un abbassamento di pressione..-
 
-Adesso sto bene, anzi ti dirò di più, mai stata meglio!-
 
Sofija nel frattempo è restata in disparte, preparando la mia valigia e mettendoci di tutto e di più.
 
-Ecco fatto ragazze, vi prego basta smancerie-
 
-Già fatto? Ma hai messo le mutande, amore?-
 
-Si mamma, le ho messe!-
 
Scoppiamo tutt'e due in una rumorosa risata, proprio come ai bei tempi, ormai andati.
 
-Che c'è da ridere? Comunque il volo è alle sei, Nina vai a prepararti!-
 
 
                                                                                                                     * * *
 
 
Il volo per Atlanta è alle sei, e per evitare di prendere la mia minicooper, mi accompagna mamma all'ereoporto.
Ho deciso di viaggiare leggera, jeans, scarpe da ginnastica e t-shirt.
Arrivata a Covington, per la riunione mi vestirò più elegante, proprio come ha detto Sofija.
 
Dò un occhiata all'orologio, cinque e trenta.
 
Essì, credo sia ora. Prendo la mia pesante valigia e con grande difficoltà la scendo giù per le scale, trascinandola all'ingresso.
 
-Nina, pronta?-
 
-Si mamma, possiamo andare-
 
Sofija mi raggiunge di corsa dalla cucina, con un po' d'affanno.
 
-Io devo salutarti adesso, devo uscire con un figo pazzesco stasera.. Mi raccomando, non fare la troia!-
 
-Sofija!-
 
-Si si, mi mancherai anche tu, ciao!-
 
Mi abbraccia velocemente e ritorna in cucina.
 
Non conoscendola, ci sarei rimasta male per questa liquidazione affrettata, ma so com'è fatta, non gradisce le cose troppo mielose.
 
Io e mamma ci mettiamo in moto per il piccolo aeroporto e solo in quel momento mi ricordo di Gisèle.
 
Non l'ho risposta al messaggio di ieri sera, dove preoccupata, chiedeva come mi sentissi.
 
-'Giiiiis scusami se adesso rispondo ma è successa una cosa magnifica e non ho avuto tempo.. 
Indovina un po'? Partirò per Convington, sono stata selezionata per il "provino finale" della serieTV.
Mi dispiace non poterti salutare, ti chiamerò appena posso! XOXO'-
 
Invio.
 
Rovistando nella rubrica, mi balena agli occhi il numero di Ash.
 
Devo avvisarlo, per forza.
 
-'Ash, sono stata selezionata tra le possibili scelte del ruolo femminile di TVD, rimarrò lì per non so quanto. 
Non aspetto una tua risposta, ma sembrava giusto avvisarti.
Ti voglio bene, e mi manchi'-
 
Invio.
 
Al pensiero di Ash, mi viene un magone alla gola.
Non avrei mai pensato che la nostra amicizia così perfetta e spensierata, finisse così, con un addio per sms!
 
Messaggio in arrivo.
 
-'Non partire, possiamo iniziare tutto daccapo, se vuoi'-
 
Ash.
 
Ancora ci prova.
Non ha capito che per me è un fratello, un amico del cuore.
Un amico e basta.
 
Forse è meglio che io non risponda, non voglio peggiorare le cose.
 
In tutto questo, noi all'aeroporto ci siamo arrivate e mamma mi ha fatto compagnia al check-in, restando ovviamente lontano dalla fila.
 
-Aereo C12 per Atlanta in partenza tra dieci minuti, prego prepararsi all'imbarco- 
 
La voce femminile computerizzata mi avvisa che è ora di andare, definitivamente.
 
-Mamma?-
 
-Tesoro devi chiamare a casa tutti i giorni! Promettimelo!-
 
-Te lo prometto-
 
-Aereo C12 per Atlanta in partenza tra nove minuti, prego prepararsi all'imbarco- ancora quell'assordante voce femminile computerizzata.
 
-Per favore chiamami appena arrivi-
 
-Sicuramente.. Ti voglio bene mamma, a presto!-
 
 
                                                                                                                   * * *
 
 
Sofija prima di partire, mi ha scritto su un foglio l'indirizzo dove devo dirigermi appena messo piede a Covington.
 
Il viaggio in seconda classe non è stato niente di esaltante, ho dormito per tutt e due ore, vicino a un tipo che emanava un odore davvero ripugnante.
 
Su come raggiungere l'indirizzo della Plec, chiedo ad una dolce vecchietta seduta su una panchina, alcune indicazioni.
 
-Signorina, è un po' lontano a piedi, le conviene prendere un taxi-
 
-Ah, grazie mille signora!-
 
Seguo il consiglio della signora. Mi fermo in punta sul marciapiede, e chiamo un taxi.
 
In venti minuti arrivo davanti ad un enorme edificio grigio, freddo senza colore.
 
'STUDIOS 3'
 
All'entrata, in una sala lussuosa, dietro a un bancone di legno pregiato, c'è un receptionist dalla pelle scura e occhi verdi.
 
-Buonasera signorina, posso aiutarla?-
 
-Si grazie, starei cercando la signora Plec-
 
-Ah Julie, adesso è in runione ma può aspettarla nella relax room.. arrivi alla fine del corridoio di destra, ultima porta sulla sinistra-
 
-Ehm.. grazie-
 
Occhei non c'ho capito un tubo, ma mi butto.
 
Sulle porte ci sono delle targhette. Nomi degli attori. 
 
Riconosco quello di Paul Wesley e sull'ultima porta a sinistra c'è la la targhetta che cercavo, 'Relax Room'.
 
Dall'interno provengono delle voci, una mi pare quella di Candice.
 
Appoggio il mio orecchio alla porta chiara, per captare al meglio la loro conversazione.
 
All'improvviso, una voce apre la porta su cui ero appoggiata, e mi becca ad origliare. 
 
-Ma che fai ragazzina? -
 
Lui con la sua irritante voce.
 
Lui con quel suo stupido nomignolo.
 
Lui con quei suoi occhi blu.
 
Ian.
 
 
 
 
 
Dopo l'assenza di Sofija nello scorso capitolo, in questo c'è stato una sorta di riavvicinamento con la sorella, anche se la questione è rimasta lì in sospeso.. 
Per la nostra felicità mentale e fisica, finalmente Nina raggiunge il set e ovviamente incontra quell'adorabile presuntuoso di Ian! *.*
E' stata proprio una bella accoglienza.. vedremo un po' come si svolgerà la cosa!
Introltre Nina dovrà competere con altre tre belle donne per il ruolo principale, mmh.. una sarà di nostra lontana conoscenza!
Devo dire che mi si spezza il cuore vedere Ash e Nina ai ferri corti, addirittura lui cerca di convincerla ancora a dargli una possibilità, ma la ragazza è 
irremovibile.
 
Un grazie di cuore a Psiche_delica, Charly_18 e Londoncalling per avermi illuminato con i loro complimenti!
Grazie infinite a chi continua a leggermi e a chi mi ha inserito tra le seguite/ricordate/preferite..
Al prossimo capitolo
with love, Aphrodite

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Capitolo 7
*** Eppure resta che qualcosa è accaduto, forse un niente che è tutto. ***




Resto in silenzio a fissare quelle sue iridi blu.
 
Non ricordavo fosse così bello, anche perché quella notte ero un po' alticcia.
 
-Allora, entri?-
 
-Vorrei prima posare la valigia in camera..-
 
-Ragazzina questo non un è albergo ...ma se vuoi puoi poggiarle nel mio camerino..-
 
Pronuncia la frase con voce sensuale e i miei ormoni per un attimo prendono sul serio quella proposta.
 
-Nina sei arrivata!-
 
Da dietro le possenti spalle di Ian, una testolina bionda spunta sorridente.
 
-Candice, ciao!-
 
-Puoi per favore evitare di provarci? E' appena arrivata!-
 
Con uno strattone sposta Ian dalla porta e mi abbraccia.
 
-Vieni, ti presento il resto della crew!-
 
Entrando nell'enorme stanza con alla mano ancora il mio trolley, posso constare l'arredamento moderno e le pareti imbrattate da caldi colori. 
 
Su un divanetto nero alla mia destra, ci sono quattro paia di occhi maschili intenti a guardarmi, ricordo quelli verdi di Paul.
-Ehi Nina, grazie per avermi chiamato, eh!- 
 
-Cristo! Paul scusa ma negli ultimi due giorni sono stata parecchio impegnata-
 
-Fa niente dai, come sta Ash?-
 
-Sta recuperando le forze!-
 
Candice mi fà posto su un divanetto bianco, di fronte a quello nero.
 
-Allora Nina lei è Kat, lei è Sara e fanno parte del cast..-
 
Kat è una ragazza dalla pelle color cioccolato, capelli castani e occhi di un verde scuro, mentre Sara è una pallida e sorridente biondina.
Mi porgono le mani e io le stringo educatamente.
 
-..Invece queste fanciulle, nonché tue rivali sono Kendra, Penelope e Megan-
 
Megan e Kendra mi squadrano da capo a piedi, cercando forse di riscontrare qualche mio difetto, invece Penelope mi sorride bonariamente.
 
-Chiamami Penny- 
 
Quest ultima sembra un po' più grande di noi.
 
Sto per chiederle l'età, quando all'improvviso la porta viene aperta dall'esterno e appare una piccola e paffuta donna.
 
E' lei, il brillante produttore esecutivo di 'The Vampire Diaries', Julie Plec.
 
-Buonasera family! Mi domandavo il perchè di tutta questa tranquillità, ma adesso capisco.
Ecco le mie nuove ragazze.. Belle vero?- la Plec si rivolge ai machietti seduti.
 
Il mio sguardo si sposta su di loro, e invevitabilmente mi soffermo sul viso di Ian.
Mi osserva maliziosamente, leccandosi con la punta della lingua il labbro superiore.
 
Arrossendo di botto, abbasso gli occhi sulle mie air force mentre lui sghignazza dall'altra parte della stanza.
 
'Che coglione!'
 
-Ragazzi visto che è tardi per parlare di 'Elena', adesso il cast accompagnerà le ragazze all'hotel.. Ci vediamo domani, siate puntuali!-
 
Un coro di voci la salutano.
 
-Andiamo?-
 
Tutt'e quattro facciamo semplicemente un cenno d'assenso a Candice.
 
 
                     
                                                                                                                             * * *
 
 
Durante il tragitto in auto, Candice ha invitato noi quattro apiranti 'Elena', ad un festa di compleanno dove lei e i suoi amici sono stati invitati.
La festeggiata è una 'guidette' di Jersey Shore, una tipa che si chiama Snickers o Snooki.
Jersey Shore è quel reality volgare e senza fondo di cui Ash e Sofija vanno matti, quindi con personaggi del genere ci sarà sicuramente da divertirsi.
 
Arrivate nell' hotel lussuoso dove il cast di TVD alloggia, io e Penny decidiamo di condividere la stanza, così Candice ci accompagna alla camera 166.
 
La ragazza è molto carina e simpatica, praticamente il contrario delle due bionde che in auto non hanno fatto altro che tirare frecciatine velenose sul peso della ragazza.
 
Non so cos'hanno contro il corpo di Penny, a me sembra perfetto avvolto nel suo attillato vestito nero con i fiorellini rosa, indossato per l'occasione di stasera.
 
Io invece per il party ho deciso di rimanere sul semplice. Un abito blu senza maniche con ai piedi dei decolletè beige.
 
Come si suol dire 'la prima impressione è quella che conta'. 
 
Ci avviamo alla hall in anticipo al tempo prestabilito, e ci stupiamo nel trovare lì già tutti gli altri.
 
Vedo Candice agitare la mano in mezzo a una decina di persone.
 
-Sono qui, ragazze!-
 
Candice sfoggia tutto il suo splendore in un mini abito spiegazzato di seta rosso-corallo.
 
-Ma che donne affascinanti, vi stavamo aspettando!-
 
-Mancavamo solo noi? Dio ..a me fa impazzire il tuo vestito, Candice!-
 
Candice con un sorriso a trentadue denti, mi prende sottobraccio e usciamo fuori dall'hotel, seguite da Penny e le due bionde.
 
Per la serata hanno indossato entrambe degli shorts di jeans, top con degli strass e ai piede dei trampoli allucinanti.
 
La bionda ci fa salire su una Toyota rav 4 nera, con i vetri oscurati.
 
-Leeeeet's go guyyyyyys!- esclama entusiata Candice.
 
 
                                                                                                                     * * *
 
 
Dopo un oretta ci fermiamo dinanzi al Kirma's, club esclusivo di Macon, dove una fila di gente e paparazzi aspettano pazientemente di entrare.
 
I buttafuori, vedendoci con Candice e gli altri, ci lasciano passare senza problemi.
 
Il locale è abbastanza grande, ci sono tre bar e una pista da ballo enorme. 
Al piano di sopra dove si affaccia la pista, c'è la festeggiata agghindata con una corona e occhiali scuri. Balla agitando il pugno come una forsennata.
Alla postazione del dj, riconosco Pauly D e Vinny, alcuni amici d'avventura di Snooki.
Se Sofija sapesse dove mi trovo adesso e con chi mi trovo, mi raggiungerebbe in poco tempo.
 
Candice si butta in pista e inizia a ballare con quello che dovrebbe essere Micheal, le due bionde, proprio come delle predatrici vanno in cerca di uccelli con cui sfamarsi, mentre io mi allontano con Penny per prendere dei drink e iniziare a scatenarci.
 
-Due mojito con rum scuro-
 
Devo urlare per farmi sentire dal barman, uno strano tipo con tatuaggi sulle braccia e piercing al viso, che dopo aver ripetuto i nostri drink tre volte, si decide a preparare i nostri potenti e forti drink.
 
-Grazie dolcezza-
 
Girovagando a vuoto in pista, riesco a distinguere la figura di Candice e poco distante quella di Megan e Ian (?)
 
Lei avvinghiata ai suoi fianchi, e si muove su di lui a ritmo di house.
 
In pratica stanno facendo sesso con i vestiti addosso.
 
-Porco..- sussurro tra i denti.
 
Dopo aver bevuto il mio drink, rubo quello della ragazza e lo mando giù in un sorso.
 
-Ehi ladra di cocktail..stai bene?-
 
Sento la gola bruciare per l'eccessiva quantità di alcol in pochi minuti.
 
-No. Credo di dover smettere di bere Penny, sto ammazzando il mio fegato!-
 
Attraverso la pista da ballo e senza farmi beccare, butto di proposito il poco restante mojito di Penny, sugli shorts di Megan.
 
-Oddio Megan, sei tutta bagnata!-
 
Grido nel suo orecchio da folletto, mentre ancora è aggrovigliata a occhi di cielo.
 
-Scusami?-
 
Le indico i suoi pantaloncini fradici, e posso giurare di vedere i suoi occhi fuoriuscire dalle orbite.
 
-Ma come cazzo è successo?-
 
-Megan da quanto non fai sesso? Deve essere parecchio se per un po' di strusciamento ti viene un orgasmo!-
 
-Come ti permetti troia? Non ho avuto un orgasmo!- urla cercando di coprire la musica e il casino del locale.
 
La bionda dice qualcosa all'orecchio di Ian e lo libera dai suoi tentacoli, per poi dirigersi nei bagni.
 
Faccio per seguirla, ma Penny mi blocca.
 
-Dai Nina lascia perdere ..perché non andiamo a prendere un altro drink?-
 
-Si, è meglio!-
 
Ian, non capendo nulla della nostra discussione, mi prende per un braccio e mi trascina al centro della pista, lasciando Penny da sola.
 
-Ma che cavolo vuoi, lasciami!-
 
Con un gesto sicuro sposta i miei capelli dietro l'orecchio e si avvicina per farsi sentire sopra la musica.
 
-Balliamo-
 
-No-
 
Porta la sua mano destra dietro la mia schiena e con fare deciso mi stringe più a sé.
 
I nostri corpi sono in contatto e posso sentire la sua mano bruciare attraverso il mio vestito.
 
Un delizioso sorriso gli illumina il volto e poi i suoi limpidi occhi si scontrano con i miei.
 
-Mmh.. dove hai lasciato Megan?-
 
-Megan chi?-
 
-La biondina insipida-
 
-Ah.. è in bagno -
 
-E' in bagno da due minuti e già balli con un altra?-
 
Per dimostrare la sua strafottenza, chiude gli occhi e avvicina le sue labbra alla mia mascella, lasciando una scia di piccoli e innocenti baci. 
 
I miei ormoni suscettibili cominciano a saltellare, quasi contenti per le venerazioni di occhi di cielo.
 
-Che stai facendo?..-
 
Mi cinge la vita con un un braccio e mi aiuta ad uscire dalla pista, facendosi spazio tra la folla a colpi di spallate, smanioso di portarmi chissà dove.
 
A me non resta altro che lasciarlo fare.
 
'Si sa che da ubriachi si prendono decisioni; si fanno cose che normalmente non si ha il coraggio di fare.
Tipo andare a letto con un tipo che hai visto due volte nella tua vita, che di lui conosci solo il nome, ed è irritante e eccitante allo stesso momento.'
 
 
 
(: Hi people!
 
Ammetto che a me il capitolo non è piaciuto molto però comunque, finalmente abbiamo un po' d'azione Nian e mi sa che per il prossimo capitolo dovrò alzare di parecchio il raiting.. eheheh!
 
Il personaggio di nostra conoscenza ovviamente la nostra unica ed inimitabile Megan, ex di Ian Somerhalder! ç_ç
 
Per chi non lo sapesse, Jersey Shore è davvero un reality show che va in onda su MTV e si basa sulle vite di otto giovani italo-americani in trasferta estiva a Seaside Heights, nel New Jersey per passare assieme l’estate.
E non mancano di certo drammi, battaglie quotidiane e vita notturna ..movimentata.
 
Al prossimo capitolo bollente ;)
with love, Aphrodite

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Capitolo 8
*** Spogliati senza dolcezza e senza regole. ***




Con quel poco di lucidità che mi rimane, mi accorgo di essere in quella che credo sia la sua suite.
 
Mi sbatte contro il muro e affonda le sue mani nelle mie natiche, mentre io cerco di slacciare la sua camicia nera.
 
Lascia scorrere le mie carezze sul suo vigoroso torace; è caldo.
 
Afferra delicatamente il mio viso tra le sue mani.
 
I centimentri che ci dividono diminuiscono sempre più, e le nostre labbra si incontrano per la prima volta.
 
Prima un candido bacio al mojito, per poi schiudere le nostre bocche e tramutarlo in qualcosa di più forte, di struggente.
 
Un bacio carico di desiderio. Dato con foga. 
 
E' un rincorrersi di lingue per poi alla fine cedere alla tentazione e danzare insieme.
 
Abbandoniamo il bacio per riprendere fiato e con il respiro ancora affannoso, slaccia il mio vestito, lasciandolo cadera a terra.
 
Faccio scivolare la mia mano dentro i suoi jeans, tastando la sua eccitazione incontenibile nei boxer.
 
Lo vedo sorridere nel buio mentre infila una mano sotto il mio reggiseno di pizzo e sentire i miei capezzoli divenire turgidi tra le sue dita. 
 
-Per quanto.. mi tormenterai ancora?-
 
Sussurro al suo orecchio mentre le mie mani cercano di fondersi con i suoi capelli.
 
Prende ad armeggiare con il gancetto del reggiseno, e senza difficoltà lo scaraventa nell'altro lato della stanza buia.
 
L'altra mano libera di Ian scivola all'interno delle mie mutandine, facendomi sussultare per l'improvviso gesto.
 
Mi lascio scappare un gemito nel sentire le sue dita sfiorarmi lì e lui sorridendo per la mia impazienza, mi bacia con impeto quasi asfissiandomi.
 
Dopo avermi strappato qualche sospiro, accompagna il mio intimo giù, regalandomi rapide carezze sulla coscia. 
 
Resta in ginocchio e la sua lingua si muove sul mio ventre, facendomi impazzire.
 
Prendo la sua testa e la sposto sempre più giù, convincendolo ad arrivare con la sua lingua nella mia intimità.
 
Invece solleva lo sguardo e con quei suoi occhi ardenti, fa cenno di no, lasciandomi affamata di lui.
 
-Perché?- sussurro, sfinita da quel giocare senza guadagnarci nulla.
 
Rassegnandomi, cerco sostegno reggendomi al muro, ma si rialza e appoggia su di me la sua eccitazione ancora coperta dai jeans.
 
Le mie mani non si fanno scappare l'occasione e corrono a slacciargli i pantaloni per abbassargli i boxer.
 
Ecco che la sua carta vincente viene allo scoperto.
 
Alza le mie coscie così da circondare i suoi fianchi.
 
Appoggio le mani sulla sua schiena imponente, prima accarezzandola e poi graffiandola, smaniosa di essere posseduta da lui.
 
E finalmente ..pone fine alla mia tortura.
 
La sua bocca reclama la mia, soffocando le mie grida per l'estasi di avere la sua carne dura dentro di me.
 
Le mie unghie affondano nella sua schiena, cercando disperatamente un modo per stargli più vicino.
 
-Ian!- è un urlo confuso contro la sua bocca.
 
Continua a muoversi sempre più forte e veloce, ed io comincio ad essere scossa dagli spasmi mentre il mio corpo è in preda alle convulsioni per il piacere eccessivo.
 
Un sibilo di dolore gli sfugge dalle labbra. 
 
Cerco la sua bocca per un nuovo intenso bacio, ma non riesco neanche a provarci che subito veniamo insieme e cadiamo al suolo, esausti.
 
Posso sentire il nostro profumo invadermi le narici.
 
-Non è finita ragazzina, ho intenzione di farti impazzire..- annuncia con voce rauca, ed io non posso essere altro che contenta e appagata.
 
Mi prende in braccio e mi porta in quella che presumo sia la stanza da letto.
 
 
                                                                                                                        * * *
 
 
Apro gli occhi e mi ritrovo nuda in un letto che non è quello della mia camera.
 
Che ho combinato stavolta?
 
Sforzandomi di ricordare la scorsa notte, mi giro su un fianco per vedere con chi ho fatto sesso.
 
Merda.
 
Ian.
 
Riemergono alla luce alcuni momenti trascorsi.
 
Io che tocco.
 
Lui che tocca.
 
E puff.. io che godo come una maiala.
 
Dovevo dar retta a Candice, mi aveva avvisato della sua reputazione da Dio del Sesso.
 
A parte che dopo questa bravata, mi toccherà andare in un centro di riabilitazione per disintossicarmi dall'alcol.
 
Ma magari anche lui era ubriaco e se non vede me nel suo letto e la mia roba sparsa in giro, penserà di aver fatto una specie di incubo erotico.
 
Cercando di fare poco rumore possibile, sposto lentamente la sua mano dalla mia schiena.
 
Nessun segnale d'allarme.
 
Il suo viso quasi angelico, non pare disturbato, quindi procedo per l'evasione.
 
Raccolgo il mio reggiseno dal comodino, e le mie mutandine bianche all'ingresso della camera, dove a fianco giacciono il mio vestito e i miei tacchi.
 
Do un ultima occhiata al Dio del Sesso dormiente in quel letto; ed esco silenziosa dalla porta, decisa a lasciarmi alle spalle la nottata bollente appena vissuta.
 
La sua camera è la 169, non distante dalla mia.
 
Da dietro l'angolo del corridoio vedo sbucare Candice. 
 
Cazzo, tempismo perfetto.
 
-Nina? Ma da dove vieni? E' quello è ancora il vestito di ieri sera? Ma sai che ore sono? Farai tardi alla riunione con Julie!-
 
Giuro che per un attimo, per le domande a raffica, pensavo che mi stesse parlando Sofija.
 
-Buongiorno anche a te, Candice!-
 
-Nina andiamo in camera tua! Devi prepararti velocemente!-
 
Bussando alla porta, Penny non risponde e ovviamente non avendo portato la borsa ieri alla festa, lei ha la chiave della stanza.
 
-Okay, ti presterò qualcosa di mio, andiamo!-
 
La stanza di Candice è la 168, proprio di fianco a quella di ..lui.
 
Spero vivamente che non ci abbia sentito ieri notte.
 
-Mentre tu ti fai una docciaflash, io ti procuro qualcosa addosso-
 
-Grazie.. Candice-
 
-Su, su tesoro non abbiamo tempo per questo-
 
Uscita dalla docciaflash e indossato un miniabito di Candice, mi lego i capelli con un elastico e ci avviamo giù nella hall per poi prendere l'auto e raggiungere gli studi.
 
-Okay, adesso mi spieghi cos'hai fatto e con chi eri-
 
-Candice, preferirei di no-
 
-Come? Non ti fidi di me?-
 
-Oh guarda, siamo arrivate!-
 
Mi precipito fuori dall'auto per evitare la presumibile ira di Candice.
 
Il ragazzo della reception mi sorride ed io gli rispondo con un cenno del capo.
 
-Julie ti aspetta nella sala prove-
 
-Va bene, grazie-
 
Devo per forza aspettare Candice per raggiungere insieme la sala, visto che io non ho idea di dove si trovi.
 
-Buongiorno Loooooris!- la bionda saluta entusiasticamente il ragazzo dietro al bancone.
 
-Ciao Candy!-
 
-Sono già dentro?-
 
Il ragazzo annuisce e ci fa notare che siamo in ritardo di mezz'ora. 
 
Perfetto.
 
Candice con un aria offesa mi snobba e si incammina da sola verso la presunta sala prove.
 
-Non essere arrabbiata con me, te ne parlerò più tardi okay?-
 
-Giurin giuretto?-
 
-Giurin giuretto!-
 
Fatta la pace, arriviamo a destinazione e apre la porta senza bussare.
 
-Buongiorno a tutti! Scusate il ritardo!-
 
-Eccovi, era ora!- sentenzia Julie con un tono allegro e non arrabbiato.
 
La sala prove è una una specie di mini-teatro.
 
Sulle poltrone rosse nelle prime file ci sono quelli del cast, riconosco solo Micheal, Paul, Matt, Kat e Sara. 
 
Di occhi di cielo neanche l'ombra quindi sono salva, per ora.
 
Sul palco c'è Penny che mi regala un sorriso, la bionda finta Kendra e Megan, quella a cui ho simulato un finto orgasmo in pista ieri mentre era avvinghiata a Ian; se sapesse invece i miei di orgasmi!
 
Okay Nina smettila adesso, devi concentrarti, c'è in gioco il tuo futuro. 
 
Il tipo occhialuto dell'audizione, Kevin qualcosa, nonché produttore di The Vampire Diaries, mi invita a salire sul palco.
 
-Adesso che siamo al completo ragazze, posso iniziare a spiegarvi come si svolgerà la situazione- dice con tono austero, ma è difficile prenderlo sul serio con quei suoi modi così effeminati.
 
-Ehi non siete al completo, mancava il più importante all'appello!- giunge una voce dal fondo del teatrino, attirando la nostra attenzione.
 
-..scusate, ma ho fatto le ore piccole stanotte!- aggiunge in modo allusivo, lasciando trapelare la frecciatina per me.
 
Allora ricorda, non era ubriaco per mia sfortuna.
 
Come posso cancellare quella notte? 
 
La voce della mia coscienza mi apre gli occhi.
 
Semplice Nina: NON PUOI.
 
 
 
Ecco la tanto attesa scena osè *.*
Si lo so, non è un granché ma ho ancora tanto da imparare!
Anche se la storia non viene recensita, vedo che la leggete..
A me farebbe piacere un vostro parere per questo capitolo, anche per sapere come ho scritto la scena hot..
 
Credo che non ci sia nient'altro da aggiungere, un abbraccio (:
Aphrodite

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Capitolo 9
*** Mentre io mi innamoravo di te, tu sei solo riuscito ad alzarmi la gonna e ad abbassarmi le mutandine. ***


Dopo la prova di recitazione che Julie ci ha sottoposto nel piccolo teatro, ho preso un taxi e sono corsa in camera per evitare alcun contatto con Ian.
 
E' troppo imbarazzante solo incrociare i suoi occhi, figuriamoci se posso rivolgergli la parola.
 
Quando sul palco iniziavo a recitare la parte di Elena, lui non faceva altro che interrompermi, poiché non riteneva abbastanza soddisfacente la mia 
interpretazione.
 
'Ragazzina, qual è il tuo problema? Sembri distratta ..da qualcosa, che pensiero ti turba? Illuminaci!'
 
Se non era per tutte quelle persone presenti, l'avrei mandato affanculo.
 
Per questo come risposta ha ricevuto solo uno sguardo accusatorio, come a dire: 'sai bene cosa mi turba, coglione!'
 
Questa "distrazione" ha ripercosso ovviamente sul mio andamento professionale, deludendo le aspettative di Julie.
 
'Ian ha ragione tesoro, ti vedo stanca e poco presente nel personaggio, vai a riposarti,  riproveremo domani'
 
Mortificata, sono scesa dal palco e ho raggiunto l'albergo.
 
Salita in camera, per sedare i miei poveri nervi ormai a pezzi per lo stress accumulato, mi sono concessa una tregua dai pensieri con una doccia. 
 
Sono già sotto al getto d'acqua fresca, quando sento la porta del bagno sbattere.
 
Spostando di poco la tenda della doccia, vedo Penelope completamente senza vestiti.
 
-Ehi se ti serve, esco subito!-
 
Non mi dà il tempo di uscire che si infila anche lei nel quadrante della doccia.
 
Allunga la mano dietro di me e gira la manopola dell'acqua da fredda a calda.
 
I suoi occhi scuri mi si posano addosso e dei brividi che non hanno niente a che fare con la doccia fredda, percorrono il mio corpo.
 
Mi prende una mano per portarla sul suo viso, come se fosse in cerca di una mia carezza.
 
-Che stai facendo?- sussurro confusa.
 
-Sei così bella..- mormora, inginocchiandosi poi davanti a me.
 
 -Non voglio farti del male- aggiunge mentre la sua bocca mi accarezza il ventre.
 
-Penelope no.. smettila- le dico calma mentre cerco di spingerla lontano da me.
 
Si riavvicina e tira la lingua, spostandola con spietata precisione verso il basso.
 
L'afferro per le fragili spalle mentre le ginocchia mi diventano deboli.
 
Non ci vuole tanto a capire le sue intenzioni.. ma io non ci sto, non mi porto a letto le ragazze.
 
Mi faccio forza e l'allontano da me tirandola per i lunghi capelli ormai bagnati.
 
Esco e la spingo all'interno della doccia, facendola scivolare e cadere all'indietro.
 
Si porta le mani alla testa e mi guarda confusa prima di svenire e lasciarsi cullare sotto al getto d'acqua calda.
 
Prima che riprenda conoscenza, mi defilo velocemente con indosso solo il mio telo da bagno in microfibra.
 
 
                                                                                                                     * * *
 
-Candice, apri per favore!- urlo contro la porta della camera 168.
 
Non ottenendo risposta dall'interno, presumo che sia ancora agli studi quindi prendo l'ascensore e raggiungo la hall dell'albergo.
 
Il giovane ragazzo di turno dietro al bancone mi guarda stranito, forse per via del mio abbigliamento poco adeguato.
 
-Posso aiutarla?-
 
-Si senta, dovrebbe chiamare Candice, la ragazza bionda, simpatica che lavora agli studi televisivi-
 
-E' mia sorella! E' successo qualcosa di grave?-
 
 
 Non sapevo che la biondina avesse un fratello più giovane. 
 
 
Indugia con lo sguardo sul mio corpo, accorgendosi che sotto al telo bianco non ho nient'altro.
 
-Scusa potresti chiamarla senza chiedere spiegazioni?-
 
Le sue guance rosse per l'imbarazzo di essere stato beccato, stonano con la chiara carnagione.
 
Con le sue dita lunghe e affusolate compone, con una certa urgenza, il numero della sorella.
 
-Candice.. si sono Abel.. c'è una pazza in accappatoio che chiede di te..- l'ultima parte della frase la bisbiglia, non volendo farsi sentire dalla pazza, ovvero 
 
io.
 
-Ma guarda questo.. passamela- sentenzio strappandogli il telefono dalle mani.
 
-Ehi, ma ci stavo parlan..- 
 
-Candice? E' successo un fatto parecchio sconcertante e la cosa mi preoccupa un po'... Potresti venire qui? Grazie- ripasso il telefono al tipo biondo, che lo riaggancia.
 
-Va tutto bene?- dice in tono preoccupato. Forse si è reso conto che non sono pazza e che c'è davvero qualcosa che non va.
 
-No, mi sembra di essere capitata in una clinica di riabilitazione per sessodipendenti-
 
Spalanca i suoi occhi verdi.
 
Somiglia poco o niente alla sorella; si sono tutt'e due biondi e occhi chiari ma i tratti sono decisamente diversi.
 
-Che vuoi dire, qualcuno ti ha fatto del male?-
 
-Lascia perdere..-
 
Passano solo pochi minuti e dalla grande entrata vetrata dell'albergo, vediamo Candice correre a perdifiato verso di noi.
 
-Ni..Nina, che è su..successo?- chiede ancora affannata, quando ci raggiunge al bancone.
 
-Dobbiamo parlare, andiamo in camera tua?-
 
Abel pare allarmato, preoccupato all'idea della sorella e di me nuda nella stessa stanza.
 
-..non preoccuparti Abel, devo solo parlarle in privato!- aggiungo rassicurandolo. 
 
La bionda ignora il fratellino e mi prende per un braccio, avviandoci alle scale, prima guardando bene se in giro c'è traccia di quella psicopatica di Penny.
 
-Si può sapere che succede? Ti sei ammattita o cosa? Mi fai fatto preoccupare!- sbotta mentre apre la porta della camera 168.
 
-Mi dispiace, non volevo farti preoccupare! Comunque, quando sono andata via Penny mi ha raggiunta..-
 
-Si lo so, dopo dieci minuti ha detto che voleva assicurarsi che stessi bene.. perché?-
 
-Me ne vergogno solo a parlartene..-
 
-Sai che puoi fidarti di me..-
 
-Si, hai ragione. Okay. 
Ero sotto alla doccia, dopodiché ho sentito la porta sbattere.
Era Penny completamente svestita, si è infilata sotto la doccia con me e ha provata a leccarm...-
 
Prendo delle pause dal mio racconto, raccogliendo ogni volta un po' di forza per procedere in quella confessione imbarazzante.
 
-Santiddio Nina non continuare, ho afferrato il concetto! Lo riferirò a Julie che la manderà via in men che non si dica!- afferma soddisfatta.
 
-Io.. davvero non so che l'è pres..-
 
Entrambe trasaliamo all'improvviso bussare insistente alla porta.
 
Candice la apre cautamente.
 
-Ian, che ci fai qui?-
 
Ecco, solo lui ci voleva.
 
Provo a nascondermi nell'angolino buio di fronte dell'entrata, in modo da non farmi vedere.
 
-Nella fretta hai portato via le mie sigarette-
 
-Cristo è vero! Vado a prendertele-
 
Candice si dirige nel piccolo salotto alla ricerca della borsa mentre Ian entra senza permesso e disgraziatamente si accorge di me.
 
-Ci rivediamo..- dice con una punta di stupore, avvicinandosi pericolosamente passo dopo passo.
 
Mi schiocca un leggero bacio sulla guancia mentre con una mano mi accarezza la schiena, coperta dal telo bagnato.
 
-Sarà che è il mio giorno fortunato- gli soffio azzardatamente in viso, per poi allontanarlo dal mio corpo e evitare il contatto.
 
Le sue iridi mi stupiscono sempre, cambiano ogni volta tonalità, da un celeste terso come il cielo a un blu mare.
 
Oggi i suoi occhi sono cristallini, quasi hanno il colore del ghiaccio, ma non sembrano affatto freddi, anzi..
 
-Non credi che dovremmo parlare di stanotte?- mormora tra sue labbra piene.
 
-Di cosa dovreste parlare?- chiede Candice che spunta dal salottino, guardando un po' frastornata la vicinanza dei nostri corpi.
 
-Ehm.. no lui mi domandava perché fossi da te in questo stato..- le dico, indicando il mio abbigliamento.
 
Un Ian dispettoso mi scompiglia i capelli inzuppati d'acqua perché forse è, sarcasticamente, offeso per non aver confessato la nostra notte a Candice.
 
-Non sono fatti tuoi Ian, ah.. ecco le tue sigarette, adesso potresti lasciarci sole?-
 
-Certo ragazzine ho capito, mi state cacciando, vi lascio alle vostre cose!- dichiara stizzito, mentre prende il pacchetto di Marlboro tra le mani curate di 
Candice.
 
Mi guarda sorridente e prima di uscire completamente dalla stanza, senza farsi vedere da Candice mi simula un 'allora dopo' con le labbra.
 
Vorrei tanto capire a che gioco vuoi giocare, qual è il tuo scopo Ian?
 
Io non ho capito davvero chi sei..
 
Forse il diavolo vestito da angelo, o una povera anima che ha smarrito la via?


Abel Accola- Alex Pettyfer

Eccoci bellezze (:
In questo capitolo abbiamo Penny attratta da Nina e cerca di portarsela a letto ma lei, ovviamente, non ci stà.
Così Nina scappando incontra il fratellino di Candice, Abel, non c'è che dire, bel ragazzo, prottettivo nei confronti della sorella e sicuramente non è rimasto indifferente alle forme suntuose della nostra bella Nina, che però al momento ha altro per la testa.

Ian cerca il contatto fisico con Nina, vuole sentirla sotto le sue mani, la tensione sessuale tra di loro è palpabile, tanto che anche Candice ha capito qualcosa.. Infatti non ci vuole tanto a fare 2+2!

Adesso non mi rimane altro da ringraziare tutte le persone che hanno letto e rencesito.
GRAZIE DI CUORE.
Un forte abbraccio,
Aphrodite


 

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Capitolo 10
*** L'amore arriva, si insedia e dirige tutto. Solo le anime forti si lasciano trasportare. ***


Sto preparando le valige, domani ritorno a casa dalla mia famiglia.
 
Mi ritengo abbastanza soddisfatta del risultato di questa nuova esperienza. In questi pochi giorni ho conociuto tante persone nuove, ho stretto un rapporto 
bellissimo con Candice, ho conosciuto meglio Paul e ho avuto un incontro molto ravvicinato con Ian.
 
Se non diventerò Elena, non la prenderò a male perché in compenso ho scoperto nuovi orizzonti e ho acquistato anche più autostima.
 
Oggi ho fatto l'ultima prova imposta da Kevin e riuscendo al meglio nell'impresa, ho recuperato di nuovo la fiducia del produttore e di Julie.
 
'Stupenda Nina, era questo quello che volevo da te!'
 
Julie è davvero una donna fantastica, tranquillizza anche la persona più agitata.
 
Quando poi ha annunciato la nostra partenza nell'indomani, un po' era dispiaciuta, perché sapeva che la prossima settimana rivedeva solo una di noi tre.
 
Solo tre e non quattro perché Penny è stata mandata via dopo quell'incidente, infatti non l'ho più rivista dopo ieri, ed è stato decisamente meglio così.
 
Mentro sono nella mia stanza, una Candice triste e amareggiata, è appoggiata sul letto con in mano il suo cellulare.
 
-Visto che domani ci lasci, per stasera ho organizzato una festicciola privata nella mia stanza, sai una cosa intima per poche persone..- dice senza staccare gli 
occhi dal tastierino.
 
-Che cosa dolce, ma non eri tenuta a farlo, davvero..-
 
Alzandosi dal letto, mi guarda con un espressione afflitta e con un bacio sulla guancia mi saluta, dicendo di dover scappare per finire di comprare gli alcolici 
per stasera.
 
A-L-C-O-L
 
Hanno combinato un sacco di casini quei mojito bevuti quella sera ..ma ora è inutile stare qui a rimuginarci sopra, tanto il danno è stato fatto.
 
Stamattina ho intravisto Ian nei corridoi degli studi, credo che non voglia più parlare di quella notte, visto che si incamminava verso la sala relax con la cara 
e dolce bionda Megan.
 
Non provo gelosia nel sapere lei nelle braccia di lui, perché infondo non ci siamo mai promessi niente, e poi a malapena conoscerà il mio nome.
 
Più che altro mi sento un po' usata, e un po' arrabbiata per essere caduta subito tra le sue possenti braccia.
 
Diamine sì, le sue braccia.. il ricordo delle mie unghie conficcate nei suoi bicipiti.
 
Okay okay, sto dileguando troppo.
 
L'incessante suono del mio cellulare, mi avvisa di un arrivo di un messaggio vocale da un numero nascosto.
 
'Ti stai divertendo ad Atlanta, dolcezza? Cazzo, fai una telefonata ogni tanto! Uff, mi arrabbierò se non mi porti un autografo di quel figone di Micheal 
Trevino! Ci sentiamo su, un bacio'
 
Si, credo che sia proprio la voce di mia sorella Sofija.
 
Le scrivo un messaggio veloce, mettendola al corrente del mio rientro a casa l'indomani.
 
Dio, se non voglio che la mia vita diventi un inferno, dovrò procurarmi quell'autografo.
 
 
                                                                                                                          * * *
 
Alla festa è presente quasi tutta la crew, più Kendra e Megan.
 
La suite elegante non è molto grande, quindi una dozzina di persone stanno più che strette.
 
Il gruppetto formato da Katharine, Sara, Kendra, Zach sono seduti comodi sui divanetti nel minuscolo salottino, mentre Matt, Paul, Ian e Megan sono fuori in terrazza a prendere un po' di vento primaverile.
 
Io e Candice distribuiamo gli alcolici, tenendomi abbastanza lontana da berli. 
 
Voglio ricordare quest'ultima serata e poi non voglio macchiare il vestito stupendo della mia amica bionda. E' un top stretto pesca- dotato con la zip laterale 
nascosta, la gonna invece presenta una stampa floreale con delle pieghe piccole sul fondo, e per completare una sottile cintura marrone in vita.
 
Candice non sembra però dello stesso mio parere sui cocktail e iniza a mandar giù un paio di bicchieri di vodka.
 
-Ehi vacci piano, Candice-
 
-Mi sto annoiando, movimentiamo la serata, su bevi anche tu!-
 
-Candice sai che quando bevo perdo il controllo e faccio cose che mai farei..-
 
-Su dai, siamo con amici cosa potresti mai fare?-
 
Eh Candice, tipo andare a letto con il tuo collega dagli occhi blu.
 
Senza rispondere, mi allontano e raggiungo lo stipite della finestra, dove un Micheal solitario sorseggia traquillo il suo drink.
 
Così mi munisco di penna e foglio, pronta a chiedergli quel fottuto autografo.
 
-Ehi ciao Micheal, mia sorella vorrebbe un tuo autografo, potresti..?- gli dico impacciata.
 
Lui sicuro di sé, mi accenna una risata e posa il bicchiere vuoto sul mobiletto della cucina.
 
-Certo, comunque non c'è bisogno della scusa della sorella, eh-
 
-Come scusa?-
 
-Fa niente, dai.. ecco fatto-
 
Mi bacia delicatamente una guancia e io abbozzo un sorriso, per poi tornare ad aiutare Candice intenta a versare, un po' traballante, altri bicchieri colmi di 
alcol.
 
Mentre depongo attentamente nel lavabo, dei cocci di un bicchiere appena rotto da Candice, dalla finestrella della piccola cucina vedo chiaramente Ian chiacchierare animatamente con Paul, e sul suo petto una testa bionda ossigenata è intenta a baciargli il collo, il lobo dell'orecchio, di nuovo il collo e la guancia.
 
Troia. Sgualdrina. Stronza. Prostituta. Bigotta. Bagascia. Baldracca. 
 
Dio, Nina calma è solo una poveretta ..non vedi che lui non la calcola di striscio?

Fanculo anche a te coscienza.
 
Paonazza in volto, forse per la gelosia (?), decido di seeguire il consiglio di Candice e con improvvisa urgenza, butto giù nella mia gola bicchieri con 
vodka ghiacciata.
 
 
                                                                                                        * * *
 
Buio. 
 
Apro gli occhi ma non riesco a vedere lo stesso niente, sembra tutto così confuso e sbiadito, così li richiudo. 
 
Mi sento frastornata e inoltre ho lo stomaco in subbuglio.
 
L'alcol mi sa che invece di creare movimento, mi ha fatto addormentare ..forse per la mancaza di musica e la monotonia della festicciola.
 
-Nina non regge per niente l'alcol, puoi portarla di peso nella sua stanza mentre io ripulisco questo schifo?- la voce di Candice risuona molto lontana alle mie 
orecchie.
 
Sento delle braccia cingere il mio corpo ed io non avendo la forza di controbbattere mi lascio trasportare fuori.
 
Credo sia un uomo, un uomo forte e profumato. Un misto di muschio bianco e vodka.
 
Lo sento vacillare mentre una porta si apre con un cigolio.
 
-Chi ..sei?- sussurro debolmente nell'incavo della spalla dell'uomo.
 
-Shhh..- mi bacia i capelli e mi adagia sulle fredde lenzuola di un letto appena disfatto.
 
Mi toglie le scarpe e mi imbocca le coperte.
 
-Vuoi fare sempre la grande, vero ragazzina?-
 
Oh no, quello stupido nomignolo. 
 
Quella voce si che la conosco. 
 
E' lui, Ian. Il bastardo rubacuori.
 
Spalanco automaticamente gli occhi, incontrando il suo viso troppo vicino al mio.
 
-Ah, ma allora sei sveglia..-
 
-Perché sei qui?- la voce risuona rauca, ancora impastata dal debole sonno.
 
Candice deve, evidentemente, avergli dato la chiave della mia stanza per entrare e scaricarmi a letto.
 
-Dovresti bere di meno, sai?- con la scusa degli alcolici, devia la mia stupida domanda.
 
-Chi sei tu per dirmi questo? Mio padre?- gli rispondo burbera.
 
-Dai no, non sono mica così vecchio, forse potrei essero tuo fratello!-
 
-Non mi serve un fratello, grazie del pensiero, ora se mi lasceresti in pace tornerei a dormir..-
 
Non mi lascia concludere la frase, che le sue labbra toccano leggere le mie e subito quel fuoco tra le mie gambe acquista calore e si accende.
 
Non riesco a resistere e schiudo le labbra per approndire quel bacio.
 
La verità è che non posso dare la colpa all'alcol, perché adesso sono sobria e sono io a volerlo.
 
Gli accarezzo dolcemente il petto. Dio.. è così.. dannatamente caldo.
 
Lui non perde l'occasione, mi abbassa la zip del vestito e tiro su le braccia, permettendogli di sfilarmelo.
 
Continuo a baciarlo sulla bocca con trasporto, affondando la lingua dentro di lui, possedendolo.
 
Lui si allontana solo per spogliarsi, lasciando allo scoperto la sua eccitazione, mentre io mi lascio prendere da un istinto nascosto, quasi selvaggio, e mi 
strappo via il reggiseno e le mutandine rosa pallido.
 
-Voglio che tu sia consenziente, questa volta..- mi dice, guardandomi le labbra macchiate di rosso.
 
Io annuisco solamente e lui ritorna a torreggiare sopra di me mentre infila una coscia tra le mie gambe, e il suo grosso membro punta dritto verso la mia 
intimità.
 
Come la prima volta, sono impaziente di averlo dentro di me, così mi dimeno, strusciandomi contro il suo inguine.
 
Lui però senza preavviso si scosta di poco e fa scivolare un dito e poi un altro dentro di me.
 
Lo guardo mentre con la bocca lecca i miei seni già turgidi e con le dita muove la mano dentro e fuori dal mio sesso, sfregando il pollice nel punto 
terribilmente giusto.
 
Ansimando, mi avvinghio con forza alle sue spalle, arrivando ormai all'apice del primo di una serie di orgasmi.
 
Quando di me rimane solo una calore pulsante, lui si fa strada verso il mio ombelico, dove indugia un po' prima di leccarmi, quasi ad aspettare il mio 
permesso.
 
-Ti prego continua..- gli dico, ormai implorandolo.
 
Apre al massimo le mie gambe e lo vedo chinarsi sulla mia intimità, pronto a sfamarmi.
 
Dimeno i miei fianchi, stringendo in una morsa la testa di lui nel mio sesso umido.
 
Riesco sentirlo, anche lui è al limite dell'eccitazione.
 
Con la bocca prende avidamente a mandarmi in estasi il cloritide, mentre i miei gemiti diventano sempre più acuti e so che un altro orgasmo sta per 
avvicinarsi.
 
Si stacca da lì e ritorna sopra di me, guardandomi grave, con il volto tirato.
 
-Sei così.. bella- pronuncia con una voce rauca.
 
Io gli sorrido e lo accolgo di nuovo tra le mie cosce.
 
Riprende a baciarmi, entrando lentamente dentro di me.
 
Gli cingo la vita cercando di farlo affondare il più possibile, ed ogni spinta si fa sempre più forte e violenta.
 
Mi schiaccia i seni col petto e per tenermi ferma, avvolge i miei polsi.
 
La cambinazione di entrambe le due pressioni ci portano ad un forte orgasmo.
 
Stanchi e soddisfatti sfrondiamo sul letto, restando abbracciati.
 
Mi giro su un fianco e guardo il suo volto angelico, ancora ansimante.
 
-Forse è tardi, ma dovremmo parlare..- sussurro al suo orrecchio, prima di lasciarmi andare tra le braccia di Morfeo.
 
 
 
Ladies, ecco un altro capitolo hooot, scusate per il piccolo ritardo, ho pubblicato appena ho avuto un momentino libero!
Non c'è moooolto da dire, se non che Nina finalmente si lascia trasportare da questa passione *.*
Adesso scappo, spero che sia di vostro gradimento.
Un bacio grande (:

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Capitolo 11
*** Ho le braccia a pezzi a forza di abbracciare le nuvole. ***


Che cavolo sto facendo?
 
Niente Ian, stai solo comprando per lei un cornetto al cioccolato e un cappuccino al piccolo, ma fornitissimo, bar della hall del tuo albergo.
 
Si si, questo lo so.
 
E allora, what's the problem?
 
Sono un po' confuso.
 
È quella ragazza, vero? Ti confonde, amico. Forse dovresti lasciarla perdere.
 
Ma mi piace.
 
Ecco, proprio per questo. Andrà via e spezzerà il tuo cuore.
 
Non mi spezzerà il cuore, se io non le permetterò di entrarci.
 
Allora perché le stai comprando la colazione? Ammettilo, ti importa.
 
No è solo che quando si sveglierà ..sarà affamata.
 
Non hai mai fatto queste cose per una donna.
 
Invece si.
 
Rinfrescami la memoria, amico.
 
Mia sorella.
 
Si ma è tua sorella! Su Ian non c'è niente di male a provare qualcosa di diverso dal solito sesso.
 
Non sono innamorato.
 
Lo so, è presto per parlar d'amore, però non c'è solo l'attrazione fisica.
 
Ma sta' zitto, che ne vuoi sapere tu?
 
Io lo so Ian, faccio parte di te, puoi considerarmi come un cassetto pieno di pensieri e quando sei confuso o qualcosa ti dà il tormento, spunterò sempre 
fuori.
 
Dio, sto sfiorando la follia appresso a questa femmina.
 
 
                                                                                                                                      * * *
 
 
Al mio risveglio un profumino delizioso mi invade le narici.
 
-Mmh.. sembra caffè- dico alla scura figura sul fondo della stanza, seduta comodamente su una sedia.
 
-Cappuccino.. ti và?- Ian, nella sua pulita camicia di seta nera, si alza per prendere una busta con il logo del nostro hotel.
 
-Si grazie, ma non dovevi disturbarti, potevamo ordinare in camera- dico sensuale, prendendo il lenzuolo e avvolgendolo al mio corpo, mentre lui mi guarda 
serio, non facendo trapelare nessun emozione o segno di eccitamento. 
 
-..c'è qualcosa che non va Ian?- aggiungo disorientata mentre mi risiedo sul letto.
 
-No no, è tutto okay- va alla porta e senza guardarmi dice di dover andar via per svolgere alcune commissioni.
 
-Ciao..- mormoro, alla porta ormai chiusa alle sue spalle.
 
Che cavolo ho fatto adesso?
 
Nina davvero credi che tu possa piacere veramente ad Ian?
 
Penso di si, questa è la seconda volta che facciamo ..l'amore.
 
È qui che ti sbagli mia cara, è sesso. Non amore.
 
Hai ragione.
 
Lo so.
 
Questo non cambia le cose, poteva benissimo fare sesso con Megan ieri.
 
'...'
 
I win. Coscienza zero, Nina uno.
 
Sai che oggi torniamo a casa?
 
Fuck.
 
                                                                                                                                       * * *
 
 
-Ehi non ti aspettavo, sto preparando le valigie!- la sexy biondina di fronte a me, ricoperta solo da una leggera veste di flanella, mi guarda sorpresa e si sposta dalla porta invitandomi ad entrare nella camera 167.
 
-A che ora hai l'aereo?- mi sistemo comodamento sul letto e pensoso, mi accarezzo la ruvida mascella.
 
-Alle quattro del pomeriggio, mi accompagnerai tu all'aereoporto?- chiede mentre si libera di quella veste e la chiude nella valigia, pronta a scoppiare tanto 
che è riempita. 
 
Completamente svestita si avvicina al mio lato del letto e si accoccola sul petto.
 
No, c'è qualcosa che non va.
 
Ti senti come se la stessi tradendo.
 
Come?
 
Non è Nina quella lì sul tuo petto.
 
Lo so.
 
Quindi la stai tradendo!
 
No, ma non stiamo assieme.
 
Però hai detto che c'è qualcosa che non va?
 
Si.
 
Quindi ti senti in colpa per averla lasciata sola in quella stanza e per essere corso da Megan alla ricerca di sesso.
 
No, non sono qui per il sesso.
 
Sei sicuro?
 
Si.
 
Sbaglio, o sta slacciando la cintura dei tuoi pantaloni?
 
Cazzo, SpecieDiGrilloParlante dovresti smetterla di distrarmi.
 
Prendo le mani di Megan e le porto delicatamente giù dai miei pantaloni.
 
-Ehi, cosa c'è?- i suoi occhioni azzurri scrutano il mio viso, alla ricerca di una risposta.
 
-Adesso non posso, sono passato solo per un saluto- mi stacco con fatica da lei e mi dirigo velocemente alla porta d'ingresso.
 
-..spero di rivederti la settimana prossima- mi volto con un falso sorriso verso di lei, evitando però di guardare il suo corpo.
 
-Ian sei strano, che succede? Stai male?- mi raggiunge alla porta e prende il mio viso tra le mani, è così vicina da occupare tutto il mio campo visivo.
 
-Io ..non posso restare in questa stanza ..con te ..un minuto di più .. fa buon viaggio Megan!- le dico balbettando, per poi uscire dalla stanza con il mio 
rigonfiamento nei pantaloni.
 
Dio. Stavo per cedere al mio istinto animalesco.
 
Già. Perché non sei andato a letto con lei?
 
Ancora tu? 
 
Su, rispondi.
 
Perché, semplicemente non volevo.
 
Mmh, si. Perché non volevi?
 
Stiamo per caso facendo "il gioco dei perché"?
 
No amico nessun gioco, devi trovare un po' di chiarezza in te stesso.
 
Perché spunti fuori proprio quando non voglio ascolarti?
 
Perché io sono te, amico sono i tuoi pensieri questi, puoi smettere quando ti pare.
 
Spegniti. Spegniti. Spegniti. Spegniti.
 
Funziona?
 
No.
 
Peccato! Adesso dove andiamo? Da lei?
 
-Ehi ciao Ian, perché stai uscendo dalla stanza di Megan?-
 
Oh no.. ecco l'ultima persona che doveva vedermi.
 
 
 
                                                                                                                           * * * 
 
Toc. Toc. 
 
Bussano alla porta. 
 
Fa che sia lui. Fa che sia lui. Fa che sia lui.
 
-Ehi Candice! Vieni stavo per fare una doccia, tra un po' ho l'aereo!- spero che non abbia notato la delusione nel tono della mia voce.
 
-Lo so tesoro.. Ma quello che vedo è un cornetto al cioccolato? Cavolo, ti dispiace? Sto morendo di fame!- entra e si precipita al tavolo dov'è appoggiata la 
busta lasciata da Ian.
 
-No figurati, io non ho fame- mi avvio in bagno e chiudo la porta, a chiave. 
 
Diciamo che sono rimasta un po' traumatizzata dopo la doccia con Penny.
 
-Ho degli scoop giornalieri, molto succulenti!- afferma entusiata Candice da fuori la porta.
 
-Cioè?- le chiedo allarmata.
 
Mica avrà scoperto di me ed Ian? 
 
E' impossibile, non ci sono tracce del suo passaggio in camera mia.
 
Stamattina tutti i suoi vestiti erano scomparsi e i miei erano appoggiati ordinatamente sul divanetto della piccola cucina.
 
-Kendra si è divertita un sacco nella suite di Zach, stanotte!- dice con la bocca piena.
 
-Oddio. Ma a lei non piaceva neanche!- urlo, sollevata, per farmi sentire meglio.
 
-Già, a lei piaceva Ian ma l'amichetta di stanza ha fatto prima- quasi scivolo nella doccia per quelle sue parole.
 
-In che senso?- apro la porta del bagno e gocciolante la raggiungo nella camera da letto.
 
-Quando stavo venendo qui ho visto Ian uscire in fretta dalla stanza di Megan, con la cintura dei pantaloni slacciata- scuote la sua folta testa bionda, in segno di disapprovazione.
 
-Come scusa?- io quasi mi sento male.
 
Mi mantengo ancora in piedi solo perché sono appoggiata sulla sedia, quella dove lui prima era seduto e mi guardava dormire.
 
Visto? Lui è un divo del cinema, cosa ti aspettavi? Rassegnati e torna casa.
 
Si.
 
 
Ladies ecco il capitolo, awwww già siamo all'undicesimo (non ho ancora deciso di quanti capitoli strutturerò la storia.. forse 15, bàh vedremo).
Come promesso in precedenza, sono presenti alcuni pensieri e momenti visti da Ian, mi pare poco confuso eh? 
La situazione comincia a complicarsi quando Candice riporta a Nina quello che ha visto, ma noi sappiamo che Ian non ci è andato a letto con Megan!
Scopriremo di più nel prossimo capitolo.
Un forte abbraccio ♥.
 
P.S Happy B-Day, Ian. 

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Capitolo 12
*** Grandi o piccole, le bugie sono bugie. ***


-Sofija? Mamma?- una baraonda di voci provenienti dalla cucina, creano un caos squillante.
 
-Tesoro sei qui!- la mia mamma già in lacrime, mi raggiunge di corsa e mi abbraccia calorosamente, come è suo solito fare.
 
-Ehi chi non muore si rivede!- Sofija mi dà un leggero buffetto sulla guancia e calcia via le mie valige. -Vieni, ho alcune sorprese per te!-
 
Mi lascio trascinare da mia sorella in cucina con ancora appiccicata addosso mamma, che non ne vuole sapere di staccarsi dalla mia esile spalla.
 
-Ciao Nina- mi saluta una potente voce, ma porca puttana, che ci fa lui a casa nostra?
 
Vedendo il mio silenzio, mamma si irrigidisce e prende in mano la situazione.
 
-Nina amore, tuo padre era in città ed è passato qui per una visita- gli occhi lucidi di mia madre si spostano parecchie volte dal mio viso a quello dell'uomo.
 
-Si è così, sai ti trovo cresciuta tanto, tua madre vi ha tirato su bene- si siede sulla sedia e inizia a bere il suo caffè fumante.
 
E' da parecchio tempo che non lo vedevo eppure il suo viso non è cambiato di molto, come segno del passare degli anni sono spuntate due rughette attorno agli occhi nocciola e tra i folti capelli castani se ne intravedono alcuni grigi.
 
-Vorrei sapere perché non hai risposto ai miei messaggi e perché quando Sofija veniva per le feste di Natale a Parigi, tu non sei mai venuta- ma sentitelo, invece di scusarsi per essersi comportato da vera merda, si indispone e mi parla in modo arrogante. 
 
-Forse perché hai abbandonato la tua famiglia, sei scappato dalle tue responsabilità e ti sei rifatto una nuova vita con un uomo, brutto stronzo adesso vieni qui e vuoi farmi la predica?- mi avvicino a lui tremante e butto fuori tutto il rancore per la sua assenza, il dispiacere e il dolore assimilato per tutto questo tempo.
 
-..E tu- con tono accusatorio indico mia madre, che nel frattempo si era accasciata sul lavello della cucina tappandosi le orecchie. -Come hai potuto ospitarlo in casa nostra dopo che ci ha lasciate in quel modo?- in tutta fretta cerco di uscire da quella stanza, non sopportando più la vista di quella scena.
 
-Nina aspetta- mio padre mi trattiene per un braccio e impedendo di muovermi, mi costringe ad ascoltare le sue scuse del cazzo. -Hai ragione su tutto, ma sono tuo padre, pretendo di esserci nella tua vita e in quella di tua sorella, per me siete ancora le mie bambin..- 
 
Prima che riesca a finire il suo discorsetto, il telefono inizia a squillare e così mi libera dalla sua stretta d'acciaio per rispondere in un francese perfetto.
 
-Mon amour, oui je suis encore à la maison de ma ex-femme, mhmh d'accord, à plus tard- in un gesto seccato chiude il telefono e con un espressione simile alla pena guarda mia madre. 
 
Anche se a casa mia il francese non si è mai studiato, non ci vuole un traduttore o uno specialista per capire con chi stesse parlando.
 
Vincent Dupuis, questo non è il suo vero cognome e preferisce non rivelarlo, è poco più che quarantenne, alto e slanciato, ha i capelli di un lucido nero e occhi verdi. Si è un figo.
 
E' un vecchio rampollo dell'alta società francese, dal precendente matrimonio ha avuto una figlia, che vive qui in America, ha scoperto di essere omosessuale dopo un bicchiere di troppo con gli amici, quando uno di questi gli fece un pompino e a lui piacque così tanto da ricambiare il favore, adora cenare a lume di candela e da uomo fedele segue appassionatamente Gossip Girl.
 
Tutto questo è scritto nel suo libro autobiografico, pieno di stronzate simili. 
 
Eh sì, il mio patrigno è un cazzo di scrittore, e per giunta molto famoso in Europa. 
 
Non ho comprato il suo libro perché dalla trama già si poteva comprendere lo schifo del contenuto ..e poi essendo la sua figliastra dovrei riceverne una copia gratis, no?
 
-Scusatemi, era un collega- dice il finocchio mentre si risiede sulla sedia.
 
-Si certo, non stai parlando con delle stupide papà- Sofija, da brava donna, gli scopre le carte in tavola.
 
-Già, siamo un po' cresciutelle per credere alle tue cazzate. Adesso con il vostro permesso, mi congedo per disfare le mie valigie. Addio papà- il mio volto cupo sfocia in un finto sorriso e senza aspettare la loro risposta, velocemente raggiungo camera mia, seguita da dei passi leggeri.
 
-Sofija, bella sorpresina, grazie davvero!- la fulmino con uno sguardo. -Non oso pensare alle altre!-
 
-Dai non mettere il broncio, guarda hai ricevuto un pacco da un misterioso sconosciuto!-  dice indicando una scatoletta come quella che ricevetti al negozio di Giséle. Oh cazzo, no. -..E si, credo sia quel D.-
 
Ecco, mancava solo lui a rovinare la mia giornata.
 
Prima scopro che Ian mi ha lasciata sola per farsi una scopata con Megan, poi tornando da un volo di due ore trovo mio padre, che improvvisamente vuole recuperare il nostro rapporto e adesso questo. Non sarò mica maledetta?
 
-Su, apriamolo!- le impazienti dita affusolata di Sofija cominciano ad aprire la scatola bianca. -Qui c'è un biglietto e ..oddio, Nina cos'è?-
 
Cristo. Cocaina. (?)
 
Ma che genere mente malata può regalare questo ad una donna?
 
Mentre Sofija maneggia con la bustina che contiene i granelli bianchi, io apro il biglietto profumato di colonia.
 
'Bentornata piccola Dobrev, anche se ormai non ci speravo più. Visto il piccolo regalino? Proprio in memoria dei vecchi tempi.
Sai non era la prima volta quella in discoteca, ci conosciamo da un po' noi, anche se non ti vedevo in circolazione da parecchio tempo.
Hai cambiato stile di vita, eh? 
Vediamo se posso aiutarti a ricordarti di me.
Estate. Sesso. Droga. Alcol. Paura. Festa. 16. 
Sono sicuro che adesso collegherai tutto, dolcezza.
Purtroppo sono ancora molto arrabbiato con te ..cioè davvero, come hai potuto lasciarmi lì da solo, in quello stato?
Tranquilla, avremo modo di parlare. 
-D. XOXO'
 
Porca puttana, Daniel? E' ancora vivo?
 
                                                                                                                               * * *
 
 
Che stanchezza, sono in riunione dalle tredici con tutta la crew di The Vampire Diaries, per decidere una volta e per tutte il volto di Elena.
 
Julie infatti, ci ha mostrato le audizione delle tre ragazze, e senza alcun dubbio la più brava è stata la ragazzina.
 
Anche se quella stronza è andata via senza salutare, ma chi si crede di essere?
 
Hai paura di non rivederla più, vero?
 
Quando chiuderai il becco tipo.. per sempre? 
 
Non trattarmi così. Ti sto solo aiutando.
 
Non ho bisogno di nessuno.
 
Invece si, sei solo adesso anche lei è andata via e tu hai paura di non rivederla più!
 
Non è questo, doveva almeno salutarmi!
 
Perché doveva? Sei andato a letto con un altra subito dopo aver passato l'intera notte tra le sue braccia.
 
Non sono andato a letto con Megan.
 
Invece si!
 
Tecnicamente si, ma non abbiamo fatto sesso.
 
No, però lei era nuda e tu eccitato, quindi.. Si!
 
Fanculo, okay?
 
Okay.
 
Candice deve aver fatto la spia.
 
Da brava amica che è, ha fatto la cosa giusta.
 
Ehi ma tu da che parte stai?
 
Amico, sono solo obbiettivo.
 
E se non venisse scelta da Kevin e Julie, cosa farò?
 
Ti consolerai con Megan o Kendra.
 
Ma no, Nina non è solo una sana scopata.
 
Ah, e da cosa l'hai capito?
 
Da come mi guarda, lei è così, semplice e spontanea e poi, amico l'hai vista? E' un vulcano di positività.
 
Si, lei merita solo il meglio.
 
Si è così, sai che l'ho guardata dormire per tutta la mattina? Ha un viso bellissimo dopo aver fatto l'amore.
 
Cavolo, ma hai detto..
 
Cosa?
 
'..dopo aver fatto l'amore.'
 
Cristo.
 
Amico respira, okay? Ehi! Respira cazzo, ci fai soffocare così!
 
Si.. scusa.
 
Va tutto bene Ian.
 
No amico, non ci capisco niente.
 
Ti piace il suo modo di fare, okay? Non c'è niente di male. Gli umani sono così, provano queste emozioni.
 
. . .
 
Ian?
 
Si?
 
Julie ha detto di scrivere il nome della ragazza, su forza.
 
-Ian, tesoro stai bene?- spengo la voce nella mia testa e ascolto con più attenzione quella di Julie Plec.
 
-Si scusa Julie sono solo un po' stanco.. Ehm, adesso scrivo il nome- spostando lo sguardo in sala, noto che il mio amico Paul mi guarda con l'aria di chi è preoccupato.
 
"Secondo te, chi interpreta al meglio il ruolo di Elena Gilbert?" Senza alcun dubbio, Nina. 
 
Consegno il mio foglio a Julie, che lo legge subito.
 
-Bene ragazzi, quello del nostro Som era l'ultimo e sono contenta di dirvi che in base ai voti di tutti, il ruolo è stato deciso!- annuncia la cicciottella bionda, felice come una bambina in un negozio di caramelle.
 
 
 
Nobildonne (: finalmente Nina e il padre si parlano ma a quanto pare, la conversazione non va a buon fine.
Nel prossimo capitolo scopriremo chi è veramente Daniel e che è successo tanto tempo fa.
Parlando di Ian, mmh.. è sempre più confuso il ragazzo, si deciderà una volta e per tutte?!
Speriamo che faccia la scelta giusta '-'
Saluto tutte con un grande abbraccio.

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Capitolo 13
*** Tutto qui mi parla di te. ***


Il ricordo del volto di Daniel Morgan mi ritorna in mente. Come ho potuto non riconoscerlo al Night?
 
Forse per il suo taglio di capelli, infatti i lunghi capelli biondi che gli incorniciavano il volto non ci sono più, però i due pozzi scuri che danno forma agli occhi sono sempre gli stessi, e chissà se quel corpo pallido, quasi come fosse scolpito nel marmo, non è cambiato per niente.
 
Eppure credevo fosse morto quattro anni fa, in quella casa in California che affittammo per passare una week-end al mare tutti insieme.
 
Avevo sedici anni e per colpa di mio padre che era da poco andato via, ero molto sbandata e ..drogata.
 
Frequentavo brutta gente e Ash ancora non era entrato a far parte della mia vita.
 
Quella notte di mezz'estate era in atto una festa, una grande festa, e non potevano mancare di certo l'acol e la droga.
 
Ero strafatta di cocaina sul divano mentre Daniel al mio fianco si bucava con l'eronia e nello stesso momento si faceva fare un pompino da una sconosciuta dai capelli rossi.
 
-Dan non starai esagerando con quello schifo?- gli domandai con l'ultimo neurone attivo nel cervello.
 
-Bellezza se ti deciderai di darmela, smetto subito- mi schioccò un bacio con la lingua mentre la sua erezione diventava sempre più dura.
 
-Dai Daniel smettila, questa è la seconda dose in un ora- gli dissi sfilandogli quella cazzo di siriga dalla vena.
 
Mi guardò inferocito e si alzò dal divano con la sconosciuta per andare in bagno e completare in privato il servizietto iniziato.
 
Quando dopo un'ora fecero ritorno, si sedettero sul divano e lui sniffò tre strisce della roba bianca.
 
Dio, erano troppe anche per una tossicodipendente come me.
 
-Stai cercando di ammazzarti, o cosa?- per attirare la sua attenzione gli diedi una spinta e senza porre resistenza, la sua testa sbattè forte sul tavolino.
 
-Cazzo, Dan!- cominciò a dimenarsi come un pazzo e dalla sua bocca uscì una strana schiuma bianca.
 
Gli sollevai la testa per pulirlo e chiesi aiuto, gridando più forte che potevo per coprire la musica.
 
Tutti attorno a noi si allontanarono verso l'uscita mentre la ragazza dai capelli rossi, sopraffatta dal panico, prese il suo cellulare e digitò in fretta un numero.
 
Dan era inerme, non si muoveva più ma la schiuma continuò a fuoriuscire dalle sua labbra violacee.
 
Il panico, la paura s'impadronì di me e scappai, lasciandolo solo, senza guardarmi più indietro.
 
Quando con la metropolitana tornai a casa, svegliai nel cuore della notte mia madre e la pregai di traslocare. Gli dissi che il ricodo di papà era troppo vivido e che non volevo restare lì un secondo di più, così lei piangendo e maledicendosi fece le valigie e senza portare via nient'altro ci trasferimmo dai nonni nel New Jersey.
 
Per un po' il ricordo di Daniel mi perseguitò, ma la mia mente seppellì il tutto con l'arrivo di Ash, che senza sapere nulla di questa storia, mi aiutò ad uscire da quel tunnel. 
 
Anche se sono andata avanti con la mia vita, sono consapevole che non mi perdonerò mai per averlo abbandonato e ..credo che neanche lui lo farà. 
 
 
                                                                                                                    * * *
 
 
Con passo lento mi trascino giù nella hall, pronto a 'prendere in prestito' una bottiglia di bourbon.
 
Quasi mi viene un colpo vedendo seduta sul bancone Candice che fruga frenetica nei cassetti, alla ricerca di qualcosa.
 
-Cosa cerchi?- fifona che non è altro, si spaventata dall'improvviso suono della mia voce.
 
-Ian! Sei impazzito? Credo di avere un arresto cardiaco!- ignorando deliberatamente la mia domanda, scende dal bancone e con alla mano una torcia elettrica, comincia ad armeggiare con alcune scartoffie.
 
-Che stai combinando, Candice?- mi avvicinò per vederla meglio al buio.
 
-Tu non sei curioso di sapere chi sarà Elena?- mi lancia uno sguardo carico d'intesa e ritorna ad accartocciare fogli inutili. -Io tantissimo!-
 
-Mmh si, ma non credo che troverai quello che cerchi nei cassetti del bancone, della reception, del nostro hotel- con un fluido movimento le blocco le mani dietro la schiena e con il mio corpo la schiaccio al muro.
 
-Stupido, avranno prenotato una suite a nome di quella scelta- dice, agitandosi sotto al mio peso. 
 
-Perché non chiedi semplicemente agli altri per chi hanno votato?- la libero e le scompiglio i perfetti capelli biondi.
 
-C'ho provato genio, ma nessuno parla. Credo che Kevin li abbia minacciati per eventuali situazioni!- mi dà un leggero pugno alla spalla e accantona l'idea di scoprire chi sia Elena, così prende la sua borsa e si dirige all'ascensore.
 
-Ehi aspetta Candice, devo chiederti una cosa!- le corro dietro e solo per un pelo riesco ad infilarmi nell'ascensore.
 
-Dio, Ian cosa vuoi nel cuore della notte?- mi domanda esausta mentre camminiamo per il corridoio, fino ad arrivare alla sua stanza.
 
-Solo.. potresti.. darmi il numero di Nina?- chiedo imbarazzato tutto d'un fiato, sperando che avesse capito.
 
-Che mi venga un colpo!- Candice si porta le mani alla bocca spalancata, prima di memorizzare sul mio cellulare il numero ..di lei.
 
 
                                                                                                                                   * * *
 
 
'-So che stamattina ti ho lasciata sola, però visto che c'è la possibilità di non rivederci più e dopo quello che abbiamo passato.. volevo salutarti-'
 
Non riconosco il numero, ma sono abbastanza sicura che sia stato Ian a mandarmi questo messaggio.
 
La cosa mi pare squallida da parte sua, prima salta da un letto ad un altro senza farsi problemi, non curandosi dei sentimenti altrui e poi scrive messaggi, provando a far sentire in colpa l'altra persona, che alla fine è la vera vittima.
 
Ma vaffanculo Ian, adesso sono stanca di correre dietro alle persone.
 
Ma che palle, la giornata per me avrà mai una fine? 
 
Ne ho sopportate troppe, forse me lo merito anche, però diamine si può sbagliare, si può rimediare ai propri errori e si può perdonare, cazzo!
 
Per stare bene con me stessa, per riuscire a convivere con quel rimorso devo parlare con Daniel, devo chiedergli scusa per averlo quasi ucciso. 
 
Indosso una felpa grigia con il cappuccio e prima di uscire di casa, prendo le chiavi della mia auto.
 
Imbocco la Route 22, dirigendomi dall'unica persona che mi è sempre stata vicina, nonostante io l'abbia ferita in mille modi possibili.
 
Ashton Van Der Sar.
 
                                                                                                                                * * *
 
 
-Nina.. ciao- Ash mi accoglie nel portico della sua enorme villa, freddo come questo vento gelido che soffia nella notte. -Com'è andata alle audizioni?-
 
-Bene..- mi avvicino cauta e provo ad abbracciarlo ma lui, ovviamente, si scosta. -Scusa.. che si dice?-
 
-Nina io.. credo che sia meglio non vederci più- mormora frai denti, guardando nel vuoto per non incrociare i miei occhi. 
 
-Cristo, sei ancora arrabbiato con me? Mi dispiace, okay? Non era mia intenzione ferirti. Ho bisogno di te. Adesso. Ora più che mai!- mi butto piangendo tra le sue grosse braccia, cercando conforto da parte sua, cercando quell'amore che solo lui era in grado di darmi, ma non riesco a trarne calore, sembra un pezzo di ghiaccio.
 
Sono stata solo una stronza egoista e lui ogni volta era così buono con me, sempre pronto a cullarmi e a proteggermi.
 
-Nina.. apprezzo le tue scuse ma le cose adesso sono cambiate.. devo a intraprendere un nuovo percorso che non era nei piani- si avvicina al portone d'ingresso e aprendolo, una bellissima ragazza dalla pelle chiara e le guance rosse, varca la soglia e si avvicina al mio migliore amico, prendendo la sua mano e appongiandola sul suo ventre piatto, o quasi.
 
Santi numi, è incinta? 
 
-Lei è Judith, e sarà la mamma del mio bambino- annuncia sorridente e per niente affranto.
 
Oddio, ma com'è possibile che in una settimana la mia vita va così a rotoli?
 
-Era da settimane che mi tartassava con messaggi e chiamate, quando poi ho deciso di rispondere, mi ha rivelato la notizia- apro e chiudi gli occhi, non volendo credere alle sue parole. 
 
-Ehm.. se voi siete felici così, vi auguro ogni bene.. Ciao Ashton- indietreggio verso la mia auto, e vedendolo così felice mi prometto di non cercarlo più, mai più. 
 
Si, addio migliore amico, addio.
 
  
                                                                                                                                 * * *
 
 
Forse non è stata poi una buon idea mandarle quel messaggio del cazzo, se Candice ha fatto la spia io non ho fatto altro che peggiorare le cose.
 
Se non ti ha risposto, si amico, Candice ha fatto la spia.
 
E adesso?
 
Bèh puoi.. nàh non funzionerà, ah allora.. no non è il suo genere.. ecco .. sei fottuto.
 
Grazie dell'aiuto, davvero!
 
Sei tu che hai rovinato tutto, questa volta dovrai sbrigartela da solo.
 
Ma che razza di cervello mi ritrovo?

Ehi non offenderci, okay?
 
Dio, solo al pensiero di lei in quel letto la scorsa notte, al sesso sfrenato, al piacere provato..
 
Ian non fartelo venire duro, lei non c'è e quindi dovrai ..masturbarti.
 
Hai ragione amico, sarà meglio tornare in albergo e dormirci su.
 
Devo dirtelo, sono fiero di te! Stai rinunciando al solito sesso con una sconosciuta.
 
Dio, in questo momento darei un rene per del sesso!
 
Ma Ian hai appena detto che vuoi recuperare Nina!
 
Si lo so, del sesso ..con lei ..intendevo.
 
Qualcuno mi riporta alla realtà bussando e aprendo subito dopo la porta. 
 
Appare l'assistente di studio, una ragazzetta con gli occhi a mandorla e due gran belle tette, e tra le mani porta un cartone con dei caffè.
 
-Oh scusi se la disturbo nel suo camerino, ma le ho portato un caffè!- dice imbarazzata, guardando la mia erezione non troppo nascosta dai jeans chiari.
 
-Ma figurati, anzi grazie.. Ehm, come hai detto che ti chiami?- con fare allusivo mi avvicino a lei e chiudo lentamente la porta alle sue spalle.
 
-Io ..sono Tila- mordicchiandosi le labbra mi porge il mio caffè senza zucchero e butta nel cestino il cartone che ne conteneva altri.
 
Pfff! Il lupo perde il pelo ma non il vizio!
 
Ben detto.




Eccomi bella gente (: 
Ormai siamo agli sgoccioli di questa fan fiction, ebbene si, i capitoli saranno 15, però ho deciso di scriverne una su TVD e sarei onorata della vostra presenza anche lì.
Tornando alla storia, Ian purtroppo non si lascia scappare questa nuova preda T.T
Invece Ash diventerà padre :O e quindi Nina decide di lasciarlo perdere. 

Non mi resta altro che salutarvi e augurare a tutti un Buon Natale!

Un abbraccio 
 ♥

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Capitolo 14
*** Le farfalle nel mio stomaco fanno troppo rumore per lasciarmi dormire. ***


-Oh mio Dio! Mi stai dicendo che hai passato una notte di sesso sfrenato con Ian Joseph Somerhalder?- mia sorella con gli occhi fuori dalle orbite, stenta a credere che io mi sia fatta occhi di cielo.
 
-Shhh! Non voglio farlo sapere in giro- controllo le facce delle clienti, scrutando i loro visi per capire se hanno captato le parole della nostra conversazione.
 
-Nina tra poco lo saprà tutto il globo! Vado a scriverlo su Twitter, non è una cosa da tutti i giorni essere imparentate con Smoulderhotter- il suo sguardo estasiato svansice quando le stringo il braccio in una morsa micidiale.
 
-Non cantar vittoria, non hai ascoltato il resto della storia- lei si libera con uno strattone e si massaggia il punto in cui le mie dita sono affondate nella sua carne.
 
-Ma perché sei così acida? Eppure hai fatto sesso con quel pezzo di..-
 
-..merda! Sai subito dopo ..è stato con un altra- finisco io la frase per lei, svelando anche quell'inconveniente, provando fastidio e rabbia anziché del dolore.
 
-Ma che bastardo! Io lo uccido, quel morto di figa!- Sofija comincia a sbraitare, attirando l'attenzione di tutti nel negozio di Giséle.
 
-Shh! Sei impazzita?- la trascino in bagno, ottenendo un po' di privacy per calmarla.
 
-..e comunque non è finita quì! Ieri sera mi ha mandato un messaggio, dicendo che è dispiaciuto perché non l'ho salutato prima di partire!- aggiungo amareggiata per le sue continue prese per il culo.
 
-Oddio no, adesso mi sente. Dammi quel cazzo di numero!- mia sorella prende con forza il mio cellulare dalle mani e chiama al numero dell'ultimo messaggio ricevuto.
 
                                                                                                                                   * * *
 
 
Il display del mio cellulare s'illumina e appare l'ultimo nome che avrei voluto vedere in quel momento.
 
Nina.
 
Faccio segno di fare silenzio alla ragazza nuda al mio fianco.
 
-Ehi ragazzina, speravo proprio di sentir..- mi blocco di colpo quando ascolto un assordante chiasso dall'altra parte del telefono.
 
No, non è musica forte, è una voce squillante che urla e no, non appartiene alla mia ragazzina.
 
-Ehi ehi, non capisco un cazzo! Ma chi è?- probabilmente il numero che mi ha dato Candice, è quello sbagliato.
 
-..provarci più..Nina.. altrimenti.. vengo.. stacco.. palle.. morsi!- comprendo solo alcuni spezzettoni del suo discorso e unendoli la cosa ha senso.
 
Questa pazza non vuole che tocchi più Nina, altrimenti viene quì e mi stacca le palle ..a morsi.
 
Mio Dio. Mi ritrovo a deglutire con fatica, sentendo mancare l'aria nei polmoni.
 
Questo diavolo in persona continua a sbraitare cose che non riesco a capire.
 
-Adesso ti calmi e mi passi Nina, okay?- ripeto più volte la frase, come una preghiera.
 
-Lei non vuole parlare con te, lurido porco- l'improvvisa calma nella sua voce mi agita ancora di più.
 
-Posso avere il piacere di sapere chi mi chiama così?- Tila comincia a rivestirsi e senza fare rumore abbandona la mia stanza.
 
-Sono la sorella minore di Nina e so quello che le hai fatto, se fossi in te cancellerei questo numero e andrei a confessarmi in una chiesa, 'fanculo porco- la ragazza mette giù e io mi ritrovo a guardare il BlackBerry, senza parole.
 
Nessuno mi aveva mai trattato in quel modo.
 
Che pasticcio Ian.
 
Vaffanculo.
 
Fottiti, non è colpa mia se l'altra metà del tuo cervello è fusa.
 
 
                                                                                                                * * *
 
 
-Questo stronzo non ti darà più fastidio!- dice Sofija mentre ci dirigiamo dietro la cassa per prelevare le mie cose.
 
-Ci credo, l'hai messo K.O!- mia sorella sorride soddisfatta e prende dalla mia borsa il regalino di Daniel, ovvero, la bustina con dentro la cocaina.
 
-Allora che ci farai con questo?- mi fa oscillare il sacchetto sul naso, davanti ai miei occhi.
 
-Metti giù quella roba! La butterò via- le strappo la coca dalle mani e la infilo al sicuro nella mia borsa.
 
-Sicuro Nina? Ti ho vista strafatta nei peggiori dei modi e non mi piaci ..per niente!- sussurra piano al mio orecchio mentre Giséle ci raggiunge e si posiziona al mio fianco.
 
-Alors mon trèsor, sei sicura di non voler più lavorare qui?- una Giséle malinconica, mi coccola e mi abbraccia.
 
-Si chère amie, è meglio così. Ho bisogno di staccare un po'- le dico con una punta di tristezza.
 
Dopo che Sofija ha rassettato il resto della mia roba, salutiamo Gisèle e torniamo a casa in uno strano silenzio spettrale.
 
Quando Sofija mi stringe la mano calda, si ferma di botto fuori al portone e preoccupata mi volto verso di lei.
 
-Sofi che c'è?- mi guarda sorridente, rassicurando il mio improvviso nervosismo.
 
 -Papà mi ha pregato di convincerti a cenare con lui. Con il suo compagno. E con sua figlia. Stasera- Sofija ad ogni parola prende una pausa intercettando un segno per una mia possibile reazione.
 
Infatti potrei spaccare un vetro, o dare un calcio alla cassetta delle poste, oppure starmene zitta e lasciare che la rabbia si depositi nelle mie vene e poi farle esplodere quando tutti non se l'aspettano.
 
-Non voglio avere niente a che fare con quell'uomo- le dico impassibile, rilassando di poco i lineamenti del viso fino a formare un sorriso tirato.
 
 
                                                                                                                        * * *
 
 
Sei uno stupido. Sei un deficiente. Sei un coglione.
 
Non posso neanche discolparmi perchè è vero che io a letto con Megan non ci sono andato, però Tila me la sono fatta eccome, quindi con quale faccia posso andare da lei e negare tutto?
 
Dio, perché mi sto preoccupando tanto? E' una ragazzina, abbiamo scopato e ci è piaciuto. 
 
E' finita lì, o no?
 
Anche se mi piaceva il suo sguardo quando affondavo dentro di lei, mentre la marchiavo e la facevo mia.
 
Mi piaceva quando mi accarezzava i capelli e mi sussurrava parole dolci all'orecchio. 
 
'Ti voglio ancora, mi fai impazzire, voglio baciarti per ore'
 
-Sei infelice!- esclama Paul, e distogliendomi dai miei pensieri sconci, mi dà una pacca sulla spalla. 
 
-No fratellino, sono un vigliacco- il divanetto nero della sala relax affonda sotto al suo peso.
 
-Non posso vederti così depresso, posso aiutarti in qualche modo?- gli occhi verdi di Paul non si staccano neanche per un attimo dai miei.
 
-Mmh forse.. sai dove trovare informazioni personali su quelle nuove?- un barlume di speranza mi si accende dall'interno. -Mi serve un indirizzo!- una candela è pronta a far luce al mio tetro cuore.
 
                                                                            
                                                                                                                           * * *
 
 
Ho preso il primo aereo last minute mattiniero per il Connecticut e ho raggiunto l'indirizzo fregato da Paul nelle cartelle più segrete al mondo. 
 
Quelle di Kevin.
 
Per farmi procurare l'indirizzo dell'abitazione di Nina, ho dovuto raccontare a quello stronzo tutto nei minimi dettagli e spero che ne sia valsa veramente la pena, perché spifferare come una donnicciola le mie emozioni, non è da me.
 
E adesso sono davanti al suo portico, nel panico più totale, dopo circa due ore di volo e non so che dirle.
 
Fanculo Ian, suona il campanello!
 
E se è troppo tardi?
 
Ian non ho più tempo, suona quel maledetto campanello di quella fottuta abitazione!
 
Aspetta dove vai?

Io ho finito quì, adesso sai quello che vuoi!
 
Non lasciarmi solo proprio adesso che devo affrontarla!
 
Non ricevendo risposta nella mia testa, quasi mi convinco di essere pazzo.
 
Come puoi pregare una voce nella tua testa di risponderti?
 
Mi serve una cura per l'igiene mentale, si si.
 
Due minuti dopo aver bussato alla porta mi appare una piccola ragazza dai capelli lunghi e castani, vagamente somigliante a Nina.
 
-Chi sei, un venditore ambulante? Non compriamo niente, ciao!- la ragazza evidentemente annoiata fa per chiudere la porta ma la blocco infilando nella fessura il mio stivale nero.
 
Quella voce appartiene a quel diavolo che voleva staccarmi le palle a morsi, e dal suo aspetto si direbbe che ne sarebbe più che capace.
 
-Aspetta!- appoggio una mano sulla maniglia per sostenermi e lei spaventata spalanca gli occhi e comincia ad urlare.



Ecco quì il penultimo capitolo ragazze (:
Finalmente Ian si decide e raggiunge Nina a casa sua, trovandosi però un'assonnata ragazzina di nome Sofija v.v
Visto che era mattina presto, la piccola non si accorge che l'uomo davanti a lei è, niente popò di meno, Ian Somerhalder, anzi, appena lui infila lo stivale per bloccare la porta, le viene la strana idea di pensare che sia Daniel v.v

P.S: Ho appena postato il primo capitolo di una storia su TVD.
Se vi interessa..
Nobody said it was easy. ecco il link!
 

Un bacione e, anche se anticipo di un paio di giorni, buon annooo! 

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Capitolo 15
*** Tu sei una di quelle persone che si incontrano quando la vita decide di farti un regalo. ***


La ragazza continua ad urlare come una forsennata mentre io cerco di tranquillizzarla.

Da dietro alle sue spalle compare Nina, in un delizioso pigiama bianco con le api.

-Sofija! Perché cavolo urli?- rimprovera la sorella senza staccare gli occhi cioccolato dai miei.

-Ma.. io.. non l'avevo riconosciuto, credevo che fosse un qualche amico di Daniel, pronto a rapirci e a portarci chissà dove!- la ragazza mi osserva con gli occhi spalancati e pieni di lacrime.

-Chi è questo Daniel? E comunque io sono il 'lurido porco', ma puoi semplicemente chiamarmi Ian- ironizzo sul nomignolo che mi diede nella scorsa telefonata, quando minacciò di staccare le mie palle, a morsi.

-Tu, porco che non sei altr..- la ragazza viene interrotta da Nina, ma continua a guardarmi con gli occhi di un degno serial killer.

-Che vuoi Ian?- come supposto prima, dal suo tono di voce, Candice doveva aver fatto la spia.

-Non so bene cosa ti abbiano riferito però, io a letto con Megan non ci sono andato- Sofija si acciglia e sposta il suo busto da una gamba all'altra.

-Nina non credergli, con quegli occhi da cucciolo vuole solo abbindolarti- Nina guarda per un attimo la sorella, per poi spingerla dentro e chiudere la porta alle sue spalle.

Ha i capelli, di solito lisci come spaghetti, gonfi e ondulati mentre la faccia è di una che si è appena svegliata.

-Hai cinque minuti per dirmi perché dovrei crederti- si siede sulla cassapanca vicino alla porta e si stringe nel suo pigiama.

-Perché sono venuto fin qui a dirtelo, Nina guarda in faccia la realtà! Cosa ci perdevo? Niente, ma invece sono qui perché m'importa di te!- le confesso e poi avvicinandomi appoggio il mio giaccone sulle sue spalle.

-E allora perché Candice mi ha detto di averti visto uscire dalla camera di Megan quella mattina?- i suoi occhi un po' indugiano sulle mie labbra, prima di tornare a fissare seri le mie iridi.

-Perchè io ci sono stato in quella stanza, ma appena ho capito le sue intenzioni ho preso le rispettive distanze! Suvvia Nina ho scavato nel tuo fascicolo per scoprire l'indirizzo, ho sorvolato la Georgia per arrivare a te e adesso che non ho fatto niente, non vuoi credermi?- mi siedo al suo fianco e prendo la sua gelida mano tra le mie.

-I tuoi cinque minuti sono terminati. Fa buon viaggio Ian- fa cadere la mia giacca nera sulla panca e rientra dentro casa.

Io non posso fare altro che rispettarla e lasciarla andare.
 

* * *

 

-Ragazzi oggi è il gran giorno! La nostra 'Elena' verrà nel tardo pomeriggio e ho organizzato per tutti voi un party, dove saranno presenti anche alcuni fan dei libri della Smith!- Julie Plec, ansiosa e felice, agita istericamente le sue cicciottelle manine.

-Cavolo Julie, terrai segreta fino all'ultimo la prescelta?- Candice si alza dalla sedia e offesa esce dalla stanza.

-Ragazzi spiegate a Candice che non è per cattiveria, ma voglio solo che sia una sorpresa?- il nostro capo rammaricato esce dalla sala con Kevin e insieme raggiungono la sala della festa, per terminare gli ultimi preparativi.

-Allora Ian, devi ancora raccontarmi cos'è successo con 'tusaichi'-

Paul mi si avvicina e mi guarda come un bambino bramoso di altro cioccolato.

-Ma che cazzo, Paul! Sei peggio di un giornalista desideroso di gossip!- gli dico sorridendo.

-Ehi è il minimo che tu possa fare, fratello!- Paul mi mette sottobraccio e ci incamminiamo verso il suo camerino.

-Comunque non ho risolto niente, sua sorella voleva staccarmi le palle a morsi e lei non ha voluto darmi un altra possibilità- istintivamente, Paul ride e guardando la mia faccia seriosa, subito si ricompone e si sistema i capelli biondi con una mano.

-Ehm.. scusa, quindi mmh.. la sorella voleva staccarti... le palle.. a morsi..- il ragazzo non riuscendo, ancora una volta a trattenersi, mi deride e quasi cade dalla sedia del suo camerino.

-Dai, Paul! Giuro che non ti racconterò più nulla- esco dalla porta e la chiudo sbattendo.

-Ian, scusami! Non volevo, davvero- Paul mi raggiunge, correndo, nel parcheggio degli studi e mi guarda dispiaciuto.

-Non preoccuparti Paul, sono io che sono troppo suscettibile, oggi-

arriviamo alla sua auto e partiamo spediti verso l'albergo.

-Okay, quindi.. ti va di raccontarmi tutto dal principio?- Paul parcheggia l'auto su un marciapiede e la spegne.

-Tipo come un diario segreto?- sorride e mi dà una pacca sulla spalla.

-Si Ian, proprio come un diario-

 

* * *

 

Sembra quasi un sogno.

Essere qui.

In questa stanza a prepararmi per “un evento unico e speciale”, parole di Julie Plec, il mio nuovo datore di lavoro che dall'inizio di questa avventura ha creduto in me ed è riuscita a portarmi qui, in alto, dove non tutti hanno la fortuna di arrivare.

Avrei tanto voluto vedere la faccia di quella stronza di Megan quando la Plec le ha annunciato che non sarebbe stata scelta per il ruolo.

Su questo ho vinto io, cara Megan, ti sei preso Ian ma non il mio meritato successo.

-Nina muoviti, arriveremo in ritardo per il part.. Cazzo!- Sofija si prende a schiaffi il viso e si maledice da sola.

-Party? Quale party?- spalanco gli occhi e faccio cadere sulla moquette il mio rossetto.

-Ehm.. era una sorpresa, ci sarà un party con dei fan e il cast. Nina tranquilla che ci sono io, okay?- prende il rossetto dal pavimento e mi colora le labbra di un rosso scarlatto.

-Ci sarà anche Ian?- domando timorosa per la sua risposta, di rimando Sofija mi guarda e annuisce solamente.

-Ah.. okay, forse verrà a congratularsi con me..- sussurro tra i denti.

Ascoltando le mie parole, Sofija si blocca e mi lancia una brutta occhiataccia.

-Perché vuoi che venga? Sveglia Nina, è solo un falso!- mia sorella, amareggiata per il mio comportamento, esce dalla stanza per sbollire la rabbia.

Lo so Sofija, lo so.


* * *

 

-Ragazzi è il momento! Che entri qui Elena Gilbert!- finalmente, dopo ore di agonia, è arrivato il momento di scoprire se lei è qui o no.

Una potente luce accecante colpisce i nostri poveri occhi, impedendoci così di vedere la donna che è appena entrata nella grande sala da ballo.

-Signori e signori date un caloroso benvenuto a.. Nina Dobrev!- si, cazzo si, sapevo che era una forza quella ragazzina!

Se andrà male, almeno adesso posso guardarla da lontano mattina e sera, no stop.

-Paul, la mia ragazzina è stata scelta, quindi ora dovrei seguire il tuo piano?- urlo nell'orecchio del mio amico per coprire gli applausi dei fan della saga della Smith.

-Si Ian, vai è il tuo momento!- Paul mi incoraggia e mi dà forza, così corro da Julie e le strappo di mano il microfono.

-Ian, cosa diavolo..?- sposto delicatamente la Plec, che mi guarda perplessa e mi affianco a Nina, prendendole la mano.

-Questa donna è uno spettacolo, guardatela, è la perfezione in persona!- Nina mi guarda confusa e, scrollando il capo, si allontana di qualche passo, mentre la folla, sorpresa da quel cambio di programma, l'acclama e urla il suo nome.

-Sono pazzo se mi ritrovo qui e dichiaro a tutti i miei sentimenti?- la seguo e l'attirò di nuovo al mio fianco, e per la gioia dei fan, proprio sotto le luci.

-Ho passato giorni nella confusione più totale, non sapevo perché ero così legato a te e signori miei, credetemi, ero arrivato al punto di parlare da solo, questo solo perché lei mi mandava su di giri- Nina arrossisce e i suoi occhioni belli si riempiono di lacrime.

-Io sono uno stronzo Nina, sono nato così, però puoi cambiarmi, puoi provarci almeno e io ti prometto di metterci tutto l'impegno possibile- le bacio la mano e le do il microfono.

-Scusa, era la tua serata- le stringo il braccio e scendo dal palco, lasciando il posto a una Julie sempre più perplessa.

-Bene, okay, ehm.. grazie Ian!- la Plec ritorna al programma stabilito, quindi abbassa le luci in sala e mostra ai fan i filmati di alcune nostre audizioni.

Nina però sembra del tutto disinteressata alla cosa e nella folla, cerca qualcuno con lo sguardo.

Mi alzo sulle punte e agito istintivamente un braccio, mostrandole la mia posizione.

 

* * *

 

-Ian!- mi precipito giù dal palco e mi butto sui fan, smaniosa di avere le sue labbra sulle mie, desiderosa di ringraziarlo per quelle belle parole.

Ma due mani mi cingono la vita e mi trascinano fuori dalla folla, impedendomi di camminare verso di lui, Ian, la mia ancora di salvezza.

Due mani forti mi stringono in una terribile morsa.

Due mani che appartengono ad un uomo.

Due mani sconosciute, più o meno.

 

 

Bellissime ho dovuto allungare la storia di un capitolo, se non vi dispiace troppo v.v
Okay quindi, Nina è stata rapita (?) e portata chissà dove, ma di chi potrebbero essere quelle mani forti che appartengono ad un uomo?
E' lui o non è lui? Ceeerto che è lui.
Daniel .-.
Finalmente ci sarà la resa dei conti..
Adesso vado ad aggiornare la storia su TVD che vi ricordo che è  Nobody said it was easy. questa (:
Un fortissimissimo abbraccio a tutte

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Capitolo 16
*** Mi persi in quella speranza di vederti ogni giorno. ***


 

All'interno dell'oscuro sgabuzzino, riuscii a capire che i duri lineamenti del viso dell'uomo di fronte a me, appartenevano a quelli di Daniel.

-Come stai, piccola Nina?- mi posò la sua gelida mano sulla guancia e mi diede un leggero pizzicotto.

-Dan!- provai a divincolarmi dalla sua forte stretta, senza però riuscirci.

-Non sei felice di vedermi?- mentre con una mano mi teneva ferma, con l'altra, cominciò ad alzarmi il vestito e a giocare con il bordo delle mie mutandine.

-Ti prego smettila, Dan, giuro che mi dispiace per quello che ho fatto, ma devi capirmi, ero piccola e strafatta!- per evitargli di violare la mia intimità, con tutta la forza che avevo in corpo, gli scalciai contro i miei tacchi a spillo neri.

-Sta' ferma!- allontanò la viscida mano con cui mi accarezzava, e dalla tasca posteriore dei jeans prese un piccolo coltello, appoggiandolo, pericolosamente, sulla mia gola.

-Oddio, che vuoi fare, Dan?- sentii calde lacrime scendere dai miei occhi e offuscarmi la vista.

L'idea che potesse picchiarmi o addirittura uccidermi, prese forma nella mia piccola testa.

-Nina tutti possono sbagliare e io ti perdono- il tono di Daniel era calmo, ma questo non riuscì a tranquillizzarmi visto che aveva ancora puntato su di me quel coltellino svizzero.

-Grazie Dan, ne avevo bisogno. Ora perché non metti giù quell'arma e andiamo a prendere un caffè?- il ragazzo scosse la testa in segno di disapprovazione e velocemente, affondò il coltello nella mia carne.

Il dolore fu atroce e il piccolo taglio sembrava essere profondo, infatti il sangue prese a scorrere giù per tutto il collo, fino a sporcare il mio vestito bianco.

-Mio Dio, sei pazzo!- mi portai le mani sulla ferita, cercando di fermare l'emorragia.

-No, sono solo ferito, Nina- spaventata, lanciai un urlo e indietreggiai verso gli scaffali alle mie spalle, cercando qualcosa per colpirlo.

Daniel si avvicinò lentamente, sicuro di avermi in pugno.

 

* * *

 

Non vendendo arrivare Nina, uscii dalla sala della nostra festa e percorsi i corridoi dell'ala est.

Sembrava essere scomparsa nella folla, e non trovandola nella sala relax, controllai, per sicurezza, anche il corridoio secondario dal lato opposto.

Niente.

Arrivai a pensare che si fosse smaterializzata tra la folla.

Scoraggiato, stavo per ritorna alla festa, quando un lamento straziante di una donna, mi fermò giusto in tempo.

Corsi verso il ripostiglio delle scope, dove provenivano quei mugolii sospetti.

La porta era bloccata e qualcuno all'interno continuava lamentarsi.

-Nina? Nina sei tu?- di risposta, pronunciò debolmente il mio nome, così cominciai ad armeggiare con la maniglia della porta e capii che era stata chiusa a chiave da fuori.

-Che succede? Stai bene?- la mia ragazzina non rispose più alle mie domande ed io pensando al peggio, presi a tempestare di calci la porta di legno.

La scaraventai a terra in un secondo e ritrovai Nina stesa sullo sporco pavimento, con il viso violaceo e brutti tagli sul collo, sulle gambe e sul seno scoperto.

Mi avvicinai a lei e controllai i battiti del suo cuore.

Fortunatamente batteva, anche se in modo irregolare.

La coprii con la mia giacca, e prendendola di peso tra le mie braccia, la portai fuori da quell'inferno.

 

* * *

 

-Ehi.. sei sveglia- Ian si alzò dalla sedia dell'ospedale su cui era seduto e raggiunse la minuscola donna, distesa sull'enorme letto.

-Mi s-sento.. una s-schifez..- Nina faceva ancora fatica a parlare, così restò zitta e guardò i danni che aveva causato Daniel al suo corpo.

-Mi dispiace per quello che è successo.. Sarebbe troppo scontato dirti che è tutta colpa mia?- Ian prese la mano della ragazza e la strinse delicatamente.

-Oh no, Ian, non è tua la colp..-

-Si, invece, se io non sarei salito su quel palco e non avrei fatto il romantico cazzone, tu non mi avresti cercato tra la folla e quel maniaco non ti avrebbe catturata- il ragazzo strinse la mano in un pugno e colpì, violentemente, il muro di cemento.

-Calmati, Ian! Tu mi hai salvato la vita, non è colpa tua se quell'uomo mi ha fatto questo.. io lo conoscevo già- la faccia pallida e distrutta di Nina, si irrigidì al ricordo di Daniel e del suo coltello.

-Come lo conoscevi già? E allora dimmi perché ti ha conciato così!- Ian si sentiva frustrato, voleva tra le mani quell'uomo e ammazzarlo di botte per aver picchiato la sua ragazza, per aver cercato di ucciderla e per averla lasciata in un sudicio ripostiglio.

-E' una lunga storia, Ian- la ragazzina lo guardò stanca, dritto in quelle iridi blu e provò a mettersi seduta sul letto.

-Ehi ehi, adesso riposa okay? Per parlare abbiamo tutto il tempo di questo mondo- Ian sistemò il lenzuolo e poso le sue labbra carnose sul capo di Nina, che avida, chiuse gli occhi al contatto e assaporò il momento.

 

* * *

 

Occhi di cielo con un bacio mi richiama al presente e fa scorrere febbrilmente le dita sui miei fianchi.

-Nina, amore a che pensavi?- sfiora il lobo dell'orecchio con la punta della sua calda lingua.

-Mmh, a te!- gli faccio gli occhioni da cerbiatta, alla Katherine e lui mi sistema sopra il suo bacino.

Quando le nostre intimità si sfiorano, nuovamente si infiammano, pronte a prendersi cura uno dell'altra.

Ogni oscillazione del mio corpo scarica un piacere squisito dentro di me.

Lui protesta e prova a ribaltare le posizioni, ma non fa in tempo che lo interrompo e baciandolo sulla bocca, lo spingo giù sul materasso.

Ogni spinta prende maggiore velocità e con le mani sui miei fianchi, socchiude gli occhi e gemendo, invoca il mio nome che esce come un suono confuso tra le sue labbra.

Gli sorrido mentre mi accascio sul suo petto, presa dall'ennesimo orgasmo.

Ian con lenti movimenti mi porta sotto di se, stuzzicandomi con la bocca i seni turgidi.

Entra dentro di me con una violenta ed inaspettata spinta, quasi selvaggia.

Mentre sono in preda ai continui spasmi, so che anche lui è all'apice dell'orgasmo.

-Ti amo- pronuncia con una voce sensuale e susseguito da un altro gemito, viene.

-A..anch'io- balbetto, ancora intorpidita dall'estasi.

 

* * *

 

La fine di quella tragica avventura?

Quando mi dichiararono guarita dal trauma subito, potei finalmente iniziare la mia carriera di attrice e, ovviamente, Ian era al mio fianco, sia dentro che fuori dal set di Vampire Diaries.

Adesso sono davvero libera di vivere la mia vita, non sentendomi più in colpa per essere scappata quel giorno in California e per aver lasciato da solo Daniel, perché infondo si stava uccidendo con le sue stesse mani ed io ero solo una stupida bambina che cercava di rovinarsi l'esistenza, facendo abuso di droghe.

Dopo tutti i casini, alla fine Daniel si è preso la sua vendetta e purtroppo, dopo avermi lasciata moribonda e sanguinante in quello stanzino, è fuggito ..e ancora oggi non si hanno tracce di lui.

 

 

THE END (?)

 

 

Ecco a voi donzelle, l'ultimo capitolo (':

Dopo aver cercato di uccidere Nina, Daniel si dilegua e fa perdere le proprie tracce, nonostante la Dobrev abbia denunciato l'accaduto alla polizia v.v

Ian che si addossa tutte le colpe e si prende cura di lei dopo averla trovata in quello stato, è una cosa troppo dolce e carina *.*

Che dirvi adesso? Spero solo di non aver deluso le vostre aspettative e di avervi sorpreso, almeno un pochino >.<

Ringrazio tutte le persone che mi hanno letto, recensito, sopportato, odiato e amato.

Sappiate che io mi sono divertita un sacco a costruire questa storia e grazie a quest'ultima ho conosciuto persone fantastiche, che adesso non sto qui a citare perché sarebbero troppe (:

Visto che questa è completa, se avete la voglia e ancora il ''coraggio'' (v.v) di seguirmi e sopportarmi un altro po', vi aspetto all'altra mia storia su Vampire Diaries Nobody said it was easy. .

Un baaaacione fortissimo e grandissimo a tutte ..e grazie ancora, siete splendide!

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