Yotaro' s parade di Sanae78 (/viewuser.php?uid=19371)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Janpu ***
Capitolo 2: *** Ryokosha Neko ***
Capitolo 3: *** Arigato ***
Capitolo 4: *** Ohime sama ***
Capitolo 5: *** Otosan Neko ***
Capitolo 6: *** Suieisha Neko ***
Capitolo 7: *** Gelosia felina ***
Capitolo 8: *** Gli umani ***
Capitolo 9: *** Il pallone e Yotaro ***
Capitolo 10: *** Il papà di Taro ***
Capitolo 11: *** Un chat ***
Capitolo 12: *** Un Natale da gatto ***
Capitolo 1 *** Janpu ***
01 Janpu
Ringrazio tutte le persone che leggono
le mie storie … buona lettura!
Sanae78
“Janpu”
di
Sanae78
Ichiro stava
lavorando nel suo studio ed era completamente concentrato su una tela, che
avrebbe dovuto consegnare la settimana successiva.
“Accidenti,
non va ancora bene … in quel punto ci vuole un po’ più di luce …”
Lavorava con
la porta aperta e, senza che se ne accorgesse, Yotaro era entrato con passo
felpato, sedendosi proprio di fianco a lui, alla sua sinistra.
Il gatto
amava guardare Ichiro dipingere e trovava, quella stanza, un ottimo posto per
fare qualche bel pisolino.
Il padre del
suo amico Taro, era così assorto da quello che stava facendo, che non aveva
nemmeno percepito il suo arrivo.
Yotaro non
capiva come gli essere umani potessero essere così avventati, ignoravano forse
il fatto che un pericolo poteva essere sempre in agguato.
I gatti erano
decisamente più furbi, e, soprattutto, più vigili, anche quando ronfavano
beatamente.
“Yotaro … che
ci fai qui?”
Finalmente
Ichiro si era accorto di non essere solo … era
ora!
“Che ti
prende Yotaro? Perché mi fissi a quel modo?”
Le pupille
del micio erano completamente dilatate, con lo sguardo fisso su Ichiro, cosa
che un po’ aveva inquietato l’ uomo.
“Sei strano
Yotaro, sai?”
Ichiro non
sapeva cosa volesse dire avere un animale domestico, sebbene da un po’ avesse
iniziato a considerare quel micetto, a cui suo figlio era così tanto affezionato,
in modo diverso.
Mentre il
signor Misaki pronunciava quelle parole, Yotaro era balzato da terra, giungendo
sulle spalle dell’ uomo, che stavolta si era spaventato per davvero.
“Ma che fai
Yotaro?”
Il gatto si
muoveva sinuosamente intorno al suo collo, e, poi, senza preavviso, aveva
strofinato il proprio musetto contro il viso di Ichiro.
“Ehii … ehiii
… fermati!”
Possibile che
Ichiro non capisse di quale grande onore il gatto lo stesse omaggiando.
Yotaro un po’
sconsolato si era disteso sulle spalle dell’ uomo, con la testa ciondolante.
“Presto, Taro
vieni! Aiuto!”
Ichiro
gridava, ma Yotaro non intendeva spostarsi nemmeno di un millimetro da dove si
trovava, anzi stava seriamente pensando di addormentarsi lì.
Quella
schiena era proprio comoda e, forse, avrebbe dovuto solo sistemarsi un po’ più
comodamente.
“Ma che
succede?”
Taro era
corso dal salotto, allarmato dalle grida del padre, temendo che gli stesse
accadendo qualcosa di brutto.
“Ma …”
Vedendo
quella scena, Taro era scoppiato a ridere, lasciando ancora più frastornato suo
padre.
“Per favore
Taro, toglimelo … ho paura che mi graffi … ma lo sai che è saltato dal
pavimento fin quassù?”
“Si, certo!”
Taro si era
avvicinato a suo padre, indicando con un segno della mano al gatto di saltare
sulle sue spalle.
Yotaro l’
aveva guardato, come a dire: devo
proprio?
“Dai vieni
Yotaro! Devi aver pazienza … papà non è ancora abituato a questo tipo di cose.”
Un po’ di
malavoglia il micio si era sollevato passando sulle spalle di Taro, che l’
aveva subito salutato con una carezza.
Ichiro era
sbalordito: “Taro, ma quel gatto è ammaestrato?”
“No, ma che
dici papà! I gatti non si lasciano addomesticare … è solo che io e lui siamo
amici e quindi ci capiamo.”
“Capisco
Taro, ma perché ha fatto così con me? Voleva forse attaccarmi?”
Yotaro dalla
suo posto privilegiato seguiva con attenzione tutto quello che stava accadendo
tra i due umani.
“No, voleva
solo salutarti da amico?”
“Salutarmi da
amico?”
“Si. I gatti,
quando sono amici, si salutano, strofinandosi testa contro testa Però noi
uomini siamo un bel più grossi di loro,
ragion per cui, devono ingegnarsi. La maggior parte lo fa strofinando la
propria testa contro le gambe del proprio amico umano, mentre i gatti,
particolarmente affettuosi, come Yotaro, ti saltano direttamente in spalla. In
cambio chiedono solo qualche carezza.”
Ichiro era
senza parole ed un po’ dispiaciuto per non aver compreso.
Senza
pensarci due volte aveva allungato la sua mano destra, facendo qualche gattino
sotto il collo di Yotaro.
“Perdonami
Yotaro! Prometto di non spaventarmi più … io non sapevo …”
“Non
preoccuparti papà … ad essere sincero, la prima volta che lo ha fatto con me,
mi sono un po’ spaventato pure io …”
I due uomini
erano scoppiati a ridere, mentre Yotaro tra sé pensava. ma che hanno da ridere questi due?
“Bene papà,
adesso ti porto via questo birbante e ti lascio lavorare un po’ tranquillo.”
“Grazie
Taro!”
“Forza, vieni
con me Yotaro!” per tutta risposta il micio aveva emesso uno squillante ‘Mao!’ ed insieme, ancora in quella
posizione, se ne erano usciti, chiudendosi la porta dietro le spalle.
Ichiro non
sapeva che fare, doveva finire un quadro, ma gli era venuta una gran voglia di
dipingerne uno diverso: Yotaro stava davvero a mo di sciarpa sulle spalle del
suo amato Taro.
Era un
artista ed era istintivo, quindi non poteva fare a meno di seguire un’
ispirazione.
Frettolosamente
aveva spostato la tela a cui stava lavorando, prendendone un’ altra tutta
bianca.
“Bene ed ora
disegniamo!”
Fine
Disclaimer
I personaggi presenti in questa
storia appartengono a Yoichi Takahashi.
Note
- Yotaro è un personaggio di Yoichi Takahashi ed
appare in una piccola vignetta del volume. 25 di ‘Capitan Tsubasa’ in cui
dice ‘Salve, sono Yotaro Misaki!’
- Yotaro era anche l’ amato gatto di Yoichi
Takahashi, e, l’ autore, al termine di ‘Capitan Tsubasa World Youth’
scrive ‘Infine, dopo undici anni di
vita insieme, proprio nel periodo in cui finivo questo lavoro, è spirato
il mio amato gatto Yotaro, possa riposare in pace …’, Yoichi Takahashi
ottobre 1997
- ‘Janpu’ significa ‘salto' in giapponese
- Questa storia mi è stata ispirata dal mio caro amico
Sampei, meglio conosciuto come il ‘gatto saltatore’
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Capitolo 2 *** Ryokosha Neko ***
02 Ryokosha Neko
Ringrazio tutte le persone che leggono
le mie storie … buona lettura!
Sanae78
“Ryokosha
Neko”
di
Sanae78
“Mi raccomando Yotaro, non metterti nei
guai!”
Quelle parole
gliel’ aveva dette il suo amico Taro, mentre stava uscendo da casa e
risuonavano ancora nelle orecchie del gatto.
Chissà cos’
avrebbe pensato il suo amico umano, se avesse saputo, cosa stava combinando il
suo gatto in quel momento.
Yotaro non aveva
ancora deciso cosa fare, per ora se ne stava nascosto, cercando di pensare ad
un modo per tornare a casa sana e salvo.
Quella
mattina aveva fatto la sua solita passeggiata nel vicinato, quando il
finestrino aperto di una macchina aveva attirato la sua attenzione.
La tentazione
e la curiosità erano state troppo forti e lui ci era saltato dentro per farsi
una dormita.
Si era acciambellato
in un angolo, da cui non lo poteva vedere nessuno, e si era addormentato.
Era talmente
comodo che aveva iniziato a sognare fin da subito.
Stava
sognando di catturare un grosso topo, quando si era sentito in movimento ed
aveva udito delle voci umane che gli erano sconosciute.
Aveva quasi
subito aperto un occhio per cercare di capire cosa stesse accadendo e si era
reso conto che la macchina si era messa in moto con lui dentro.
Non poteva
crederci, di solito riusciva sempre a saltare giù in tempo, ma in quel caso non
era stato così.
Yotaro doveva
stare calmo e non farsi vedere da quelle persone, che avrebbero potuto decidere
di cacciarlo in malo modo.
Non aveva la
più pallida idea di dove stessero andando ed era spaventato dall’ idea di
perdersi, senza riuscire più a ritornare a casa.
Per fortuna
quelle persone sembravano tranquille ed il loro parlare non lo infastidiva.
Poteva solo
sperare che, prima o poi, lo riportassero al luogo in cui era salito.
Chissà se torneremo indietro?
Chissà se potrò mai rivedere il mio amico
Taro?
Questi
pensieri affollavano la sua mente ed intanto i minuti passavano, le ore
passavano.
In quanto
gatto, avrebbe potuto cavarsela, ma non poteva accettare l’ idea di separarsi
da quella famiglia umana a cui si era legato.
Tra poco sarà tardi e Taro mi cercherà, ma
non potrà trovarmi.
Gli piaceva
sia essere chiamato che essere cercato ed, a volte, si divertiva a far
aspettare Taro, osservandolo di nascosto.
Per tante
persone i gatti non potevano imparare il loro nome, come invece facevano i
cani, che arrivavano a riconoscere nell’ uomo un padrone o un capobranco, ma si
sbagliavano.
Yotaro sapeva
di essere Yotaro Misaki ed aveva capito fin da subito che quello era il suo
nome.
Anzi ne
andava fiero e gli piaceva, perché era quasi uguale a quello di Taro, quel
ragazzino che, un tempo, l’ aveva salvato da una brutta fine dandogli una casa.
Yotaro stava
ormai perdendo la speranza e si stava preparando ad affrontare la vita del
gatto girovago, che vaga senza meta e che deve cacciare per procurarsi il cibo.
Avrebbe
potuto rifugiarsi, temporaneamente, in casa di qualche altro umano, sebbene l’
idea non lo entusiasmasse molto.
All’
improvviso la macchina si era fermata e lui si era catapultato fuori come un
fulmine, non appena avevano aperto le portiere.
“Ma cosa?”
Quegli umani
si erano stupiti vedendolo scappare via così di corsa e con la coda tutta
arruffata.
“Siamo andati in giro con un gatto per tutto
il tempo e non ce ne siamo accorti?”
“A quanto pare è proprio così!”
Da lontano li
aveva sentiti ridere.
Adesso si che
iniziava ad essere terrorizzato, perché era sceso talmente in fretta da non
aver nemmeno guardato, se si trovava ancora a Nankatsu.
Si era solo
reso conto che ormai era buio e le sue orecchie avevano percepito qualcosa.
“Yotaor …, Yotaro … Yotaro!”
Non poteva
sbagliarsi, quella era la voce di Taro che lo stava chiamando e voleva dire che
forse era tornato a Nankatsu.
Si era
fermato per guardarsi intorno e rendersi conto di dove fosse.
Con sua
immensa gioia riconosceva le vie ed in pochi minuti avrebbe potuto raggiungere
il suo amico.
Senza
pensarci un attimo, si era messo a correre più veloce che poteva, fino a
riuscire a scorgere la figura di Taro in lontananza.
Aveva temuto
di non rivederlo più ed adesso non vedeva l’ora di farsi coccolare da lui.
In quel
momento anche Taro si era accorto della sua presenza.
“Forza vieni Yotaro … dai che è tardi!”
Yotaro gli
era saltato imbraccio e Taro l’ aveva afferrato subito, tutto contento.
“Ciao Yotaro, ma lo sai che mi hai fatto
preoccupare?”
In tutta
risposta il micio gli aveva fatto un sacco di fusa.
“Ok, per questa volta di perdono, ma cerca
di non farmi più preoccupare!”
“Mauuu!”
Yotaro aveva
imparato la lezione e di certo d’ ora in poi avrebbe evitato di cacciarsi nei
guai.
Fine
Disclaimer
I personaggi presenti in questa
storia appartengono a Yoichi Takahashi.
Note
- Yotaro è un personaggio di Yoichi Takahashi ed
appare in una piccola vignetta del volume. 25 di ‘Capitan Tsubasa’ in cui
dice ‘Salve, sono Yotaro Misaki!’
- Yotaro era anche l’ amato gatto di Yoichi
Takahashi, e, l’ autore, al termine di ‘Capitan Tsubasa World Youth’
scrive ‘Infine, dopo undici anni di
vita insieme, proprio nel periodo in cui finivo questo lavoro, è spirato
il mio amato gatto Yotaro, possa riposare in pace …’, Yoichi Takahashi
ottobre 1997
- ‘Ryokosha Neko’ significa ‘gatto viaggiatore' in giapponese
- Questa storia è ispirata dai miei gatti e dalle
loro avventure.
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Capitolo 3 *** Arigato ***
03 Arigato
Ringrazio tutte le persone che leggono
le mie storie … buona lettura!
Sanae78
“Arigato”
di
Sanae78
Taro era
andato ancora una volta a controllare il suo amico Yotaro e poi era ritornato
in cucina da suo padre.
“Come sta?”
Taro si era
seduto un po’ sconsolato a tavola.
“Purtroppo
sta molto male. Sono già due giorni che non tocca cibo e non riesco a fargli
prendere le sue medicine …” la voce del ragazzo era molto sconsolata.
“Magari
potresti provare a mettergliela in un bocconcino …”
“Ci ho già
provato papà, ma anche così non ne vuole sapere di prenderla.”
Ichiro l’
aveva guardato dritto negli occhi e gli avevi detto: “Devi trovare il modo,
perché Yotaro stavolta rischia davvero di non farcela. Il dottore ha fatto la
sua parte, ma ora tocca a te occuparti di lui.”
Yotaro non
era mai stato così tanto ammalato.
Era partito
tutto da un piccolo raffreddore ed ora il suo naso era completamente chiuso,
faceva fatica a respirare, e, cosa più grave per un gatto, non sentiva più
alcun odore.
Il suo amico
Taro gli aveva messo davanti agli occhi tanti cibi buoni, però lui non poteva
odorarli e quindi aveva preferito non mangiarli, sebbene avesse una gran fame.
Eppure sapeva
di dover mangiare, perché, altrimenti, tra pochi giorni il suo sonno sarebbe
stato eterno.
Se ne stava
lì rannicchiato nel suo cesto, vicino al letto di Taro.
Lo
rattristava molto l’ idea di dover lasciare quegli umani, che lo avevano amato
tanto, tuttavia, era un gatto, e , forse, avrebbe dovuto andare a morire senza
farsi vedere da nessuno.
Lui era
giovane e non aveva ancora perso le speranze, sapeva che Taro l’ avrebbe
aiutato.
Qualche
minuto dopo Taro era riapparso nella stanza, tenendo tra le mani qualcosa: la
sua medicina.
Nella mente
del ragazzo risuonavano ancora chiare le parole del veterinario ‘Deve prendere l’ antibiotico, perché così
il suo naso si aprirà e lui tornerà a mangiare. Purtroppo se continuerà così
rischierà di morire.’ ed era deciso a fare l’ impossibile per aiutare il
suo amico peloso, a costo di farsi graffiare.
Yotaro aveva
aperto per un attimo gli occhi per richiuderli quasi subito, mentre Taro gli
aveva aperto la bocca, cacciandogli giù quella strana cosa.
Il gatto
aveva cercato di opporre resistenza, risputandola fuori, ma Taro gli teneva
chiusa la mascella, massaggiandogli il collo.
“Fai il bravo
Yotaro! E’ per il tuo bene … dai resisti ancora un pochino!”
Taro l’ aveva
trattenuto, finché la pastiglia era stata inghiottita dal suo amico gatto.
Yotaro non
aveva esattamente apprezzato la cosa.
“Scusami
amico, ma io non voglio perderti e questo è l’ unico modo per aiutarti.”
Taro gliel’
aveva accarezzandolo e lui aveva capito quanto amore ci fosse in quelle parole.
La mattina
seguente Yotaro si era già sentito un po’ meglio, il suo naso aveva iniziato ad
aprirsi ed era perfino riuscito ad ingurgitare qualcosa.
Taro aveva
continuato ad occuparsi di lui con affetto e dedizione e nel giro di una
settimana il gatto era tornato quello di sempre, riprendendo perfino a fare le
sue scorribande quotidiane.
Un nuovo
Yotaro passeggiava tranquillamente a Nankatsu.
Aveva avuto
fiducia nel suo amico umano ed ora non gli restava altro che ringraziarlo.
Il micio
aveva già un’ idea in mente ed, in questo modo, avrebbe anche dimostrato di
essere un abile cacciatore.
Quella sera
era ritornato al solito orario a casa, si era messo vicino alla porta ed aveva
miagolato, sicuro del fatto che Taro l’ avrebbe sentito.
Taro l’ aveva
riconosciuto ed era venuto ad aprirgli.
Quando si era
spalancata la porta, Yotaro, tutto orgoglioso, teneva in bocca un grosso
topolino e poi l’ aveva appoggiato ai piedi del suo amico umano.
Taro aveva
capito immediatamente che il gatto, in quel modo, aveva voluto dirgli ‘Grazie’.
Lui si era
inginocchiato davanti lui ed, accarezzandolo, gli aveva detto: “Grazie amico!
Sei anche un grande cacciatore, bravo!”
Fine
Disclaimer
I personaggi presenti in questa
storia appartengono a Yoichi Takahashi.
Note
- Yotaro è un personaggio di Yoichi Takahashi ed
appare in una piccola vignetta del volume. 25 di ‘Capitan Tsubasa’ in cui
dice ‘Salve, sono Yotaro Misaki!’
- Yotaro era anche l’ amato gatto di Yoichi
Takahashi, e, l’ autore, al termine di ‘Capitan Tsubasa World Youth’
scrive ‘Infine, dopo undici anni di
vita insieme, proprio nel periodo in cui finivo questo lavoro, è spirato
il mio amato gatto Yotaro, possa riposare in pace …’, Yoichi Takahashi
ottobre 1997
- ‘Arigato’ significa ‘grazie' in giapponese
- Questa storia è ispirata dai miei gatti e dalle
loro avventure
- Purtroppo ogni anno tanti gattini muoiono, perché
si ammalano di rinotracheite (una malattia che parte da un semplice
raffreddore). Non è facile curarli, ma con tanta pazienza e amore è
possibile farlo. Ne sono consapevole, perché diversi dei miei gatti ci
sono passati, salvandosi. L’ importante è non arrendersi.
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Capitolo 4 *** Ohime sama ***
04 Ohime sama
Ringrazio tutte le persone che leggono
le mie storie … buona lettura!
Sanae78
“Ohime
sama”
di
Sanae78
Yotaro non
aveva mai visto una gattina più bella di Principessa, la gattina di cui si era
perdutamente innamorato.
Non si era
mai sentito così ed, ogni giorno, scappava via da casa per andare ad
incontrarla.
Principessa,
era una bellissima gattina dal pelo lungo, soffice e bianco come la neve, ed, i
suoi occhi, erano di un magico azzurro cielo, in cui Yotaro amava perdersi.
Si erano conosciuti,
per caso, un giorno, e, da quel momento, Yotaro aveva iniziato a sentirsi
strano, un po’ come il suo amico umano Taro, che da qualche tempo si era
fidanzato con una sua cara amica umana, una certa Azumi.
Yotaro e
Principessa s’ incontravano sempre alla stessa ora, in un prato, che si trovava
a poca distanza dalla casa dei Misaki.
Insieme, i
due, trascorrevano le ore giocando, facendosi le coccole e, Yotaro, era davvero
felice.
Un giorno Yotaro
aveva perfino incontrato l’ amica umana della sua amata.
“Principessa
dove sei?”
Si trattava
di una ragazzina delle medie che portava spesso dei buffi codini.
“Eccoti
finalmente!”
L’ umana si
era accorta di loro ed in un certo senso, si può dire, che li avesse
disturbati, mentre si stavano rilassando comodamente seduti sul loro muretto
preferito.
“Ora devo
andare, ma ci vedremo domani … ciao Yotaro!” la gattina l’ aveva salutato come
suo solito.
La ragazzina
si era avvicinata a loro e, dopo averli osservati un po’ incuriosita, si era
girata di spalle, dicendo alla sua gatta: “Forza, andiamo Principessa!”
La gattina le
era quasi subito saltata sulle spalle, strusciandosi sui suoi capelli, per poi
mettersi a cavalluccio su di lei.
Principessa
si era comportata per certi versi un po’ da umana, anche se, quel suo
comportamento così particolare, faceva capire quanto bene volesse a quella
persona.
Anche lei,
come Yotaro, era stata una povera orfanella, e, quella giovane umana, si era
presa cura di lei, aiutandola a vivere e donandole tutto quell’ amore che in
passato le era mancato.
Anche quel
giorno si trovavano su quel muro e, Yotaro. in lontananza. aveva scorto il suo
amico Taro.
Però il
ragazzo non era solo e, stava camminando, mano nella mano, con la sua ragazza,
Azumi.
A vederli
sembravano contenti e Yotaro non poteva fare a meno di esserlo, a sua volta,
per loro.
“Taro guarda
… quello non è il tuo gatto, Yotaro?”
A quanto
pare, anche Azumi si era accorta di loro, o meglio, si era accorta di lui.
“Si, è
proprio lui e non è nemmeno da solo.”
I due ragazzi
si erano avvicinati ai due felini che si stavano strofinando la testa l’ un l’
altro.
“Ciao Yotaro,
come stai?” Azumi gli aveva chiesto con voce dolce, accarezzandogli la testa
ed, il micio, le aveva risposto facendo le fusa.
“Credo che
Yotaro abbia una nuova fidanzata, non pensi anche tu Azumi?”
“Si, è vero e
sono anche una bella coppia.”
I due umani
poco dopo si erano guardati ed erano scoppiati a ridere.
Poi si erano baciati
ed erano rimasti ad osservare, abbracciati, i due innamorati a quattro zampe.
Yotaro si era
reso conto così, che in quel momento tutti erano avvolti da un magico
incantesimo, quello dell’ amore.
Fine
Disclaimer
I personaggi presenti in questa
storia appartengono a Yoichi Takahashi.
Note
- Yotaro è un personaggio di Yoichi Takahashi ed
appare in una piccola vignetta del volume. 25 di ‘Capitan Tsubasa’ in cui
dice ‘Salve, sono Yotaro Misaki!’
- Yotaro era anche l’ amato gatto di Yoichi
Takahashi, e, l’ autore, al termine di ‘Capitan Tsubasa World Youth’
scrive ‘Infine, dopo undici anni di
vita insieme, proprio nel periodo in cui finivo questo lavoro, è spirato
il mio amato gatto Yotaro, possa riposare in pace …’, Yoichi Takahashi
ottobre 1997
- ‘Ohime sama’ significa ‘principessa' in giapponese
- Questa storia è ispirata dai miei gatti e dalle
loro avventure.
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Capitolo 5 *** Otosan Neko ***
05 Otosan Neko
Ringrazio tutte le persone che leggono
le mie storie … buona lettura!
Sanae78
“Otosan
Neko”
di
Sanae78
Quel giorno
diluviava e Yotaro stava correndo più che poteva per fare rientro a casa e
farsi coccolare dai suoi amici umani, quando le sue orecchie avevano percepito
qualcosa.
“Ma questo …
è il pianto di un micino …”
Non poteva
rimanere indifferente, perché da qualche parte c’ era un suo piccolo simile
bisognoso d’ aiuto e senza perdere tempo si era diretto verso quella voce.
“Ma dove
sarà?”
Si stava
guardando intorno per cercare di percepire meglio da dove provenisse quella
voce ed in quel momento si era reso conto che in realtà erano più voci, più
pianti, quindi erano diversi i gattini in difficoltà.
Poi all’
improvviso aveva scorto una piccola apertura ai piedi di un albero.
“Trovati!”
Si era
avvicinato al rifugio e quattro piccoli gattini tigrati si erano materializzati
davanti ai suoi occhi.
“Che avete
piccoli? Perché piangete?”
Tutti insieme
gli avevano risposto: “Piangiamo perché abbiamo fame!”
Non avevano
ancora tre settimane di vita ed erano un po’ deperiti.
“E’ la vostra
mamma dov’ è?”
A quel punto,
il più coraggioso aveva preso la parola: “Non lo sappiamo, sono tre giorni che
non la vediamo.”
Non era
possibile quei gattini non mangiavano già da parecchio e di sicuro erano
destinati a fare una brutta fine, se nessuno li avessi aiutati.
Yotaro non
poteva rimanere indifferente, perché anche lui in passato era stato un piccolo
gattino trovatello, che era stato così fortunato da essere aiutato dal suo
amico Taro.
“Ma dove sarà
finito quel gatto? Non vede quanto piove?”
Taro stava
guardando fuori dalla finestra per riuscire a vedere, se Yotaro stesse
arrivando.
“Tranquillizzati
Taro! Yotaro è un gattone adulto che è in grado di badare a se stesso, e, poi,
un po’ di acqua non potrà certo fargli del male.”
“Hai ragione
papà! E’ solo che lui è un mio caro amico ed io non posso fare a meno di
preoccuparmi per lui.”
“Mauuuuuu!”
“Papà è
arrivato!”
Taro aveva
aperto la porta trovandosi davanti uno Yotaro zuppo con un micino in bocca.
“Ma cosa
significa?”
Taro si era
accovacciato vicino a Yotaro che gli aveva adagiato con cura il piccolo tra le
mani.
Non appena
Yotaro si era reso conto di aver portato quel piccoletto al sicuro, si era
voltato e se ne era andato di nuovo correndo.
“Aspetta
Yotaro!”
Ichiro aveva
osservato la scena e quasi subito aveva capito: “Forza Taro! Yotaro vuole che
ci occupiamo di questo piccolo ricetto!”
“Va bene
papà!”
Yotaro
avevano fatto altri tre viaggi sotto l’ acqua ed era riuscito a portare tutti i
trovatelli a casa Misaki.
Taro ed
Ichiro avevano subito telefonato al loro veterinario ed avevano iniziato a
rifocillare i gattini.
Anche per
loro era stato un tuffo nel passato ed avevano ripensato a quel piccolo trovatello
peloso che era entrato nelle loro vite in Francia.
Avevano
sistemato i quattro orfanelli in una grande cesta con una coperta e, dopo aver
mangiato, Yotaro si era messo con loro.
I gattini
erano infreddoliti e Yotaro voleva scaldarli con il suo corpo, proprio come
avrebbe fatto una mamma gatta.
“Papà vieni a
vedere, sbrigati!”
“Che succede
Taro?”
“Guardali!
Non sono bellissimi!”
Alcuni dei
gattini si erano attaccati alle mammelle di Yotaro e lui, piano piano, li stava
pulendo tutti.
“L’ hai capito
Yotaro!”
“Papà, Yotaro
è un grande ed è perfetto come papà gatto!”
“E’ vero, tu
pensi che Yotaro abbia il latte?”
“No, non
credo, comunque possiamo scoprirlo.”
“Questa mi
mancava … mai avrei pensato di vedere un gatto maschio così.”
Ichiro era
scoppiato a ridere e poco dopo anche Yotaro lo aveva seguito.
“Il nostro
Yotaro è speciale!”
Taro si era
seduto vicino a loro ed aveva iniziato ad accarezzare il suo amico Yotaro:
“Sono orgoglioso di te Yotaro! Sei davvero un bravissimo papà gatto!”
“Meuuuu!”
Yotaro non
poteva che essere felice delle parole di Taro.
“Stai
tranquillo Yotaro, ti aiuteremo ad occuparti di loro e, non appena saranno
pronti, troveremo loro una casa.”
Adesso Yotaro
poteva dormire tranquillo, perché presto anche quei gattini avrebbero avuto dei
nuovi amici umani che si sarebbero presi cura di loro.
Fine
Disclaimer
I personaggi presenti in questa
storia appartengono a Yoichi Takahashi.
Note
- Yotaro è un personaggio di Yoichi Takahashi ed
appare in una piccola vignetta del volume. 25 di ‘Capitan Tsubasa’ in cui
dice ‘Salve, sono Yotaro Misaki!’
- Yotaro era anche l’ amato gatto di Yoichi
Takahashi, e, l’ autore, al termine di ‘Capitan Tsubasa World Youth’
scrive ‘Infine, dopo undici anni di
vita insieme, proprio nel periodo in cui finivo questo lavoro, è spirato
il mio amato gatto Yotaro, possa riposare in pace …’, Yoichi Takahashi
ottobre 1997
- ‘Otosan Neko’ significa ‘papà gatto' in giapponese
- Questa storia è ispirata dai miei gatti e dalle loro
avventure
- So che è strano pensare ad un ‘papà gatto’, ma in
realtà anche i gatti maschi hanno le mammelle, sebbene non abbiano il
latte, e, alcuni maschi, sono dei grandi papà gatto.
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Capitolo 6 *** Suieisha Neko ***
06 Suieisha Neko
Ringrazio tutte le persone che leggono
le mie storie … buona lettura!
Sanae78
“Suieisha
Neko”
di
Sanae78
Taro stava
tornando a piedi da scuola e non vedeva l’ ora di ritornare a casa per
riposarsi e rilassarsi un po’.
Lui ed i suoi
amici della Nankatsu si stavano preparando per affrontare l’ esame di
ammissione alle superiori ed avevano tanto da studiare, erano così impegnati
che, per il momento, non potevano nemmeno giocare a calcio.
Il ragazzo
stava attraversando il ponte, che conduceva al suo quartiere, quando aveva
notato qualcosa di strano e si era sporto per guardare meglio.
“No, non è
possibile!”
Vicino alla
sponda del fiume c’ era un albero con un ramo che pendeva proprio a pelo d’
acqua e, su quella ramificazione, si trovava Yotaro, il suo gatto, occupato nel
dare la caccia ad un uccellino.
Il micio si
stava avvicinando cautamente alla sua preda, aveva abbassato il corpo ed era
pronto a balzare da un momento all’ altro, mentre l’ uccellino cantava
allegramente di fronte a lui.
Taro
osservava incuriosito la scena, temendo che, il suo amico peloso, potesse
combinarne qualcuna delle sue e cacciarsi in qualche brutto guaio.
Yotaro era
talmente concentrato, che non si era accorto della presenza di Taro, ed, il
piccolo volatile, aveva ormai raggiunto il limite estremo del ramo.
Nel giro di
pochi secondi Yotaro era saltato, mentre il passerotto se ne era volato via
sfuggendo alla morsa del felino.
“Oh nooo!”
Taro non
poteva crederci, Yotaro aveva perso l’ equilibrio e stava cadendo pesantemente
dentro l’ acqua.
“Accidenti,
così affogherà!”
Taro aveva
gettato la cartella ed era corso per aiutarlo.
Yotaro era
piombato nell’ acqua, e, dopo un piccolo attimo di smarrimento, aveva tirato su
il suo musetto e si era messoi a nuotare verso la riva.
“Non è possibile,
Yotaro sta nuotando!”
Taro sapeva
che ai gatti non piaceva l’ acqua e credeva che, il suo amico, si sarebbe fatto
prendere dal panico affogando.
In quel
momento Yotaro si era accorto della presenza del suo amico umano e si era
diretto verso di lui ed era uscito dall’ acqua tutto bagnato.
“Yotaro, ma
che combini?” Taro si era davvero preoccupato molto.
Il micio con
molta tranquillità si era dato una bella scrollata al pelo inzuppato,
avvicinandosi a lui per dargli una strusciatina.
Taro intanto
l’ osservava sorpreso e divertito.
Il ragazzo si
era accovacciato vicino a lui ed aveva iniziato a parlargli: “Yotaro non
finisci mai di stupirmi … adesso so che sei anche un bravo nuotatore … io
credevo che i gatti non sapessero nuotare.”
Poco dopo
Yotaro l’ aveva fissato un po’ perplesso, perché Taro non sapeva, che, in
realtà, i gatti sanno nuotare, è solo che non amano farlo.
Fine
Disclaimer
I personaggi presenti in questa
storia appartengono a Yoichi Takahashi.
Note
- Yotaro è un personaggio di Yoichi Takahashi ed
appare in una piccola vignetta del volume. 25 di ‘Capitan Tsubasa’ in cui
dice ‘Salve, sono Yotaro Misaki!’
- Yotaro era anche l’ amato gatto di Yoichi
Takahashi, e, l’ autore, al termine di ‘Capitan Tsubasa World Youth’
scrive ‘Infine, dopo undici anni di
vita insieme, proprio nel periodo in cui finivo questo lavoro, è spirato
il mio amato gatto Yotaro, possa riposare in pace …’, Yoichi Takahashi
ottobre 1997
- ‘Suieisha
Neko’ significa ‘gatto nuotatore'
in Giapponese
- Questa storia è ispirata dai miei gatti e dalle loro
avventure
- I gatti sanno nuotare, sebbene non siamo amanti in
generale dell’ acqua. Esiste addirittura una razza felina il ‘Turco Van’ che è famosa nel mondo,
perché, i gatti di questa razza, si divertono a nuotare nelle acque del ‘Lago di Van’ in Turchia.
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Capitolo 7 *** Gelosia felina ***
07 Gelosia felina
Ringrazio tutte le persone che leggono
le mie storie … buona lettura!
Sanae78
“Gelosia
felina”
di
Sanae78
Yotaro stava
aspettando ormai da ore, lì sullo zerbino, davanti alla porta d’ ingresso, e, la
sua attesa, sembrava non avere mai fine.
Quel giorno
non era nemmeno uscito a fare il suo solito giretto e non si era mai mosso da
quella posizione.
Era
impaziente all’ idea che presto avrebbe rivisto una persona molto speciale per
lui, il suo amico Taro.
Era da un po’
che non lo vedeva, perché, dopo la vittoria al World Youth Hen, Taro aveva
dovuto di nuovo ricoverarsi, ma adesso stava per tornare, gliel’ aveva detto la
sera prima il signor Misaki, e, lui, mica mentiva.
Yotaro era
sempre sull’ attenti e cercava di identificare ogni minimo rumore proveniente
dall’ esterno.
“Sicuro che
non vuoi uscire Yotaro? Guarda che Taro arriverà solo nel tardo pomeriggio.”
Quella
mattina Ichiro era stato gentile con lui, però Yotaro aveva preferito rimanere
in casa.
Sapeva di non
essere un cane, eppure voleva dimostrare la propria fedeltà a quel suo amico
umano.
Attendeva da
così tanto che era riuscito perfino a farsi un bel pisolino, quando, all’
improvviso, le sue orecchie avevano udito dei rumori, delle voci umane.
Una di quelle
voci, apparteneva a Taro, ma l’ altra gli era sconosciuta.
Subito aveva
aperto gli occhi, mettendosi seduto, in modo da farsi vedere da Taro.
Poco dopo la
porta si era spalancata ed era apparso Taro, abbracciato ad un femmina umana.
I due si
stavano baciando e, Taro, non stava prestando nessuna attenzione a lui.
Alla fine,
Yotaro, era stato costretto a fare: “Meuuu!”
I due ragazzi,
un po’ imbarazzati, si erano staccati e l’ avevano, finalmente, guardato.
“Ciao
Yotaro!”
Il primo a
salutarlo era stato Taro e, poi, la ragazza, l’ aveva seguito: “Ciao Yotaro,
come stai?”
Quell’ umana
si stava prendendo un po’ troppa confidenza ed aveva perfino tentato di
accarezzarlo.
A quel punto
Yotaro non ce l’ aveva fatta più, le aveva soffiato contro ed era corso a
nascondersi.
“Ma che gli
prende Taro?”
Azumi non era
riuscita a capire quella reazione, dato che, lei e Yotaro, si conoscevano dai
tempi di Parigi.
“Vedrai che
non è nulla Azumi … forse è solo un po’ geloso …”
“Geloso? E di
chi?”
“Di te
Azumi.”
“Di me? E
perché?”
“Ecco, credo
che Yotaro abbia capito quanto tu sia speciale per me, ma vedrai che con il
tempo le cose miglioreranno.”
“Davvero
Taro? Tu pensi veramente che abbia capito?”
“Certo!
Yotaro è molto intelligente.”
“Ok, allora
spero di ritornare presto ad essere sua amica.”
“Tranquilla,
ti aiuterò io.”
“Grazie,
Taro!”
In quel
momento, i due, si erano di nuovo baciati, inconsapevoli del fatto che, Yotaro,
dal suo nascondiglio segreto, li stesse osservando.
Yotaro non
era stupido, e, riflettendoci su, si era ricordato di aver già visto Azumi a Parigi
e che, Taro, gli parlava spesso di lei.
Era
arrabbiato, perché lui l’ aveva aspettato così tanto, mentre Taro non faceva
altro che coccolare quell’ umana, invece di preoccuparsi per lui.
Era rimasto
nascosto per molto tempo, finché Azumi non se ne era andata.
“Dai Yotaro
vieni che è ora di mangiare!”
Taro lo stava
chiamando, agitando tra le mani, un sacchetto delle sue crocchette preferite.
Yotaro era
orgoglioso, ma il suo stomaco iniziava a brontolare.
Allora il
micio era riapparso, e, con fare altezzoso, si era diretto verso la ciotola del
cibo, ignorando Taro.
Il ragazzo,
come suo solito, si era seduto sul divano accendendo la tv, e, Yotaro, non
aveva saputo resistere, e gli era saltato in braccio.
“Ciao
Yotaro!”
Il ragazzo l’
aveva accarezzato ed il gatto aveva iniziato la sua melodia di fusa.
“Bravo
Yotaro! Sono sicuro che presto tu e Azumi andrete d’ accordo.”
Ma si, forse
Yotaro poteva accettare di dividere il suo amico Taro con quell’ umana, l’
importante era che Taro non si dimenticasse mai di lui, perché, lui, gli voleva
bene per davvero.
Fine
Disclaimer
I personaggi presenti in questa
storia appartengono a Yoichi Takahashi.
Note
- Yotaro è un personaggio di Yoichi Takahashi ed
appare in una piccola vignetta del volume. 25 di ‘Capitan Tsubasa’ in cui
dice ‘Salve, sono Yotaro Misaki!’
- Yotaro era anche l’ amato gatto di Yoichi
Takahashi, e, l’ autore, al termine di ‘Capitan Tsubasa World Youth’
scrive ‘Infine, dopo undici anni di
vita insieme, proprio nel periodo in cui finivo questo lavoro, è spirato
il mio amato gatto Yotaro, possa riposare in pace …’, Yoichi Takahashi
ottobre 1997
- Questa storia è ispirata dai miei gatti e dalle loro
avventure
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Capitolo 8 *** Gli umani ***
08 Gli umani
Ringrazio tutte le persone che leggono
le mie storie … buona lettura!
Sanae78
“Gli
umani”
di
Sanae78
“Yotaro
fermati subito!”
Taro stava
uscendo dalla porta e Yotaro aveva tutte le intenzioni di seguirlo, ma il
ragazzo non voleva farlo proprio uscire.
“Lo sai che
oggi devi startene buono qui ad aspettarmi, perché dopo dobbiamo andare a fare
la visita di controllo dal veterinario e non ho nessuna intenzione di venirti a
cercare in giro per tutta Nankatsu.”
Yotaro aveva
tentato di balzare fuori dalla porta, però Taro era stato più veloce di lui e gli
aveva sbarrato la soglia.
Taro se ne
era andato per la sua strada, lasciandolo rinchiuso tra quelle quattro mura.
Il micio
avrebbe preferito poter andare a farsi uno di quei giretti che gli piacevano
tanto, ma, a volte, gli toccava ubbidire agli umani.
Stare in
casa, non era poi tanto male, e, per un po’, si era divertito a dare la caccia
a qualche insetto.
Poi gli era
venuta fame e si era avvicinato alle sue ciotole.
Quella dell’
acqua era bella piena, mentre quella del cibo era vuota, perché, la mattina, si
era già mangiato tutto.
Sconsolato
aveva ripensato a Taro ed al fatto che, avrebbe dovuto aspettarlo prima di
poter mangiare di nuovo, dato che il suo amico teneva il cibo per lui ben nascosto.
“Sono stufo
di questi umani! Perché non possiamo essere noi gatti a governare il mondo?”
aveva esclamato, un po’ stizzito, in perfetto linguaggio felino.
Quindi aveva
deciso di fare un pisolino in quel posto ed aveva iniziato a sognare.
All’
improvviso si era risvegliato in un posto strano, dove non c’ erano case, non
c’ erano strade e, cosa ancora più sorprendente, non c’ erano essere umani.
La natura era
dominante ed, ovunque, c’ erano dei gatti, tantissimi gatti di ogni razza e
colore.
Dopo poco gli
era diventato tutto chiaro: il suo sogno si era avverato ed i gatti dominavano
il mondo.
Ora non gli
restava che chiacchierare con qualche suo simile, per capire cosa fosse
accaduto.
Mentre era
preso nei suoi pensieri, gli si era avvicinato un bel gattone nero, dai grandi
occhi gialli.
“Ciao amico!”
“Ciao!”
“Che hai? Mi
sembri un po’ strano?”
“Niente, è
solo che sono un po’ confuso, dove sono finiti gli esseri umani?”
“Ah, capisco
… gli esseri umani si sono estinti da tempo ed ora questo mondo è dominato dai
gatti.”
“Dici
davvero?”
“Si, certo!”
“E come va
adesso?”
“Non tanto
bene, perché ci siamo riprodotti a dismisura e non c’è abbastanza cibo per
tutti quanti.”
Yotaro non
riusciva a credere a quello che stava sentendo: “Come sarebbe a dire che il
cibo non basta per tutti?”
“Purtroppo è
vero, perché prima gli umani, sterilizzandoci, ci impedivano di seguire troppo
i nostri istinti, ma adesso, che siano liberi, dobbiamo combattere tra di noi
per sopravvivere.”
Yotaro era
senza parole e l’ altro gatto si era congedato da lui dicendogli: “Buona
fortuna, amico!”
In quel
momento il micio aveva sentito una gran paura ed aveva gridato: “Voglio tornare
da Tarooo!”
Poi il nulla.
“Sono tornato
Yotaro!”
Le sue
orecchie, avevano sentito la porta che veniva spalancata, ed, aprendo gli
occhi, ancora spaventato, si era trovato davanti il suo amico Taro.
“Scommetto
che hai fame … ti do subito qualcosa da mangiare, così poi usciamo!”
Il suo amico
gli stava sorridendo e, per essere sicuro di non stare sognando, il gatto,
aveva richiuso e riaperto gli occhi un’ altra volta.
Per fortuna si
era trattato solo di un brutto incubo e, Yotaro, tutto contento, era saltato in
braccio a Taro.
Aveva capito
che in fondo gli umani non erano poi così male, e, che poteva essere bello
convivere con qualcuno di loro.
Fine
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I personaggi presenti in questa
storia appartengono a Yoichi Takahashi.
Note
- Yotaro è un personaggio di Yoichi Takahashi ed
appare in una piccola vignetta del volume. 25 di ‘Capitan Tsubasa’ in cui
dice ‘Salve, sono Yotaro Misaki!’
- Yotaro era anche l’ amato gatto di Yoichi
Takahashi, e, l’ autore, al termine di ‘Capitan Tsubasa World Youth’
scrive ‘Infine, dopo undici anni di
vita insieme, proprio nel periodo in cui finivo questo lavoro, è spirato
il mio amato gatto Yotaro, possa riposare in pace …’, Yoichi Takahashi
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Capitolo 9 *** Il pallone e Yotaro ***
09 Il pallone e Yotaro
Ringrazio tutte le persone che leggono
le mie storie … buona lettura!
Sanae78
“Il
pallone e Yotaro”
di
Sanae78
Yotaro aveva
quasi tre mesi e da quasi quattro settimane viveva nell’ appartamento di Parigi
con Taro e suo padre Ichiro.
Prima che
Taro gli salvasse la vita, il micino non aveva mai avuto dei contatti con degli
essere umani, e, adesso, che aveva imparato a conoscerli meglio, si sentiva al
sicuro in quel luogo.
In
particolare si era affezionato a Taro che si prendeva cura di lui con tanto
amore.
Per Yotaro
quel ragazzino era diventato un amico e si divertiva ad osservarlo, senza farsi
capire.
Sapeva di non
essere l’ unico amico di Taro, perché Taro aveva tanti amici umani ed un amico
speciale che viveva insieme a loro, di cui gli aveva parlato una sera.
Yotaro si era
messo dentro il suo cestino per dormire, quando Taro aveva iniziato ad
armeggiare con una grossa palla bianca e nera.
La stava
pulendo ed intanto parlava con il micio.
“Yotaro ti
presento un mio grande amico: il pallone … devi sapere che lui mi ha tenuto
compagnia per tanto tempo, da quando era piccolo … grazie a lui mi sono fatto
un sacco di amici e per me è il mio migliore amico.”
Taro sembrava
davvero felice insieme a quello strano oggetto e Yotaro faticava a capirne il
motivo.
Anche lui
aveva delle palline con cui giocare, ma non riusciva a considerarle degli
amici, perché per lui erano solo dei giochi con cui passare il tempo.
Tuttavia
sentiva una strana attrazione, mista ad un pochino di gelosia, per il pallone
di Taro ed era deciso a venire a fondo della questione.
“Hai capito
Yotaro?”
Il gattino
gli aveva risposto facendo le fusa e girandosi a pancia in sotto.
“Bene, ora
andiamo a nanna che domani c’ è scuola!”
Taro dormiva
già da un pezzo, però Yotaro non riusciva a prendere sonno, allora si era
alzato e si era avvicinato al pallone.
Quella cosa
era più grossa e più pesante di lui e doveva trovare un modo per riuscire ad
usarla.
Quindi,
spinto dalla curiosità, ci era balzato sopra, aveva iniziato a muovere le zampe
ed anche il pallone aveva iniziato a mettersi in movimento.
La palla
rotolava sempre più forte, Yotaro stentava a stare in equilibrio ed iniziava ad
avere tanta paura.
Stava per
sbattere contro il letto di Taro, quando, per salvarsi, era stato costretto a
saltare sulla pancia dell’ umano, che si era svegliato di soprassalto.
“Ma che
succede?”
“Meuuu!”
davanti a Taro c’ era Yotaro che lo guardava con gli occhi di chi si sentiva
finalmente al sicuro.
“Che hai
piccolo? Hai paura?”
“Meuuu!”
“Va bene,
allora stai qui vicino a me. Dormiremo insieme stasera.”
Da quel
giorno il micetto aveva capito che lui e il pallone potevano convivere
civilmente, spartendosi l’ affetto di Taro.
Fine
Disclaimer
I personaggi presenti in questa
storia appartengono a Yoichi Takahashi.
Note
- Yotaro è un personaggio di Yoichi Takahashi ed
appare in una piccola vignetta del volume. 25 di ‘Capitan Tsubasa’ in cui
dice ‘Salve, sono Yotaro Misaki!’
- Yotaro era anche l’ amato gatto di Yoichi
Takahashi, e, l’ autore, al termine di ‘Capitan Tsubasa World Youth’
scrive ‘Infine, dopo undici anni di
vita insieme, proprio nel periodo in cui finivo questo lavoro, è spirato
il mio amato gatto Yotaro, possa riposare in pace …’, Yoichi Takahashi
ottobre 1997
- Questa storia è ispirata dai miei gatti e dalle loro
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Capitolo 10 *** Il papà di Taro ***
10 Il papà di Taro
Ringrazio tutte le persone che leggono
le mie storie … buona lettura!
Sanae78
“Il
papà di Taro”
di
Sanae78
“Papà quando
potrò ritornare a scuola?” la voce di Taro era debole, affaticata dal gran
febbrone che aveva.
Suo padre era
seduto vicino a lui e si stava prendendo cura del figlio: “Non lo so Taro,
perché hai ancora la febbre molto alta e deve passarti, prima di poter tornare
a scuola.”
“Ma così
perderò altri giorni di scuola.”
“Lo so
figliolo, ma ricordati che prima di tutto viene la salute e, poi, tu sei
talmente bravo che ci metterai un attimo a recuperare.”
“Dici davvero
papà?”
“Si, cerca di
star tranquillo e riposati.”
Il signor
Misaki teneva una mano sulla fronte del figlio per sentire, quanto fosse calda,
e, le sue parole, erano piene d’ amore.
Yotaro era lì
anche lui, vicino a Taro e non si perdeva niente di quello che stava accadendo.
“E chi penserà
a Yotaro?”
“Mi occuperò
io del tuo micino e, non appena ti sentirai un po’ meglio, riprenderai a farlo
tu.”
“Ma lui è
abituato con me …”
“Lo so, ma
vedrai che riuscirò anch’ io a prendermi cura di lui … in fondo, se riesco ad
occuparmi di te, posso anche occuparmi di lui.”
Quando vedeva
Taro con il suo papà, Yotaro ripensava alla sua mamma ed a tutti i suoi
fratellini che non c’ erano più e gli veniva un po’ di tristezza.
Yotaro era
solo un gattino di pochi mesi ed aveva sofferto molto per la perdita di tutti i
suoi cari.
I gatti non
sapevano cosa significasse avere un papà, perché, di loro, nei primi mesi di
vita, si occupava solo la mamma gatta.
A Yotaro
mancavano le dolci leccate della sua mamma ed il calore con cui lo riscaldava,
quando faceva freddo la sera.
Gli mancava
anche quel latte che aveva bevuto, fino a quel tragico giorno, in cui la sua
famiglia era stata sterminata.
Il signor
Misaki, per certi versi, assomigliava alla mamma di Yotaro, perché anche Ichiro
si prendeva cura con tanto amore di suo figlio.
In quei
momento, il gattino, aveva invidiato tanto il suo giovane amico umano.
“Forza, vieni
piccolo che è ora di mangiare!”
La voce di
Ichiro aveva risvegliato Yotaro dai suoi pensieri, accarezzandolo dolcemente
sul dorso.
Anche le mani
di quell’ uomo erano calde e trasudavano amore, proprio come quelle del suo
amico Taro.
In quella
casa Yotaro aveva trovato tanto calore e tanto amore, cosa che era riuscita a
fargli superare i dolori che aveva già dovuto subire.
“Meuuu!”
Il gattino,
allora, aveva fissato il signor Misaki con i suoi grandi occhioni pieni di
riconoscenza, e , dopo essersi stiracchiato un pochino, l’ aveva seguito.
Ichiro aveva
cercato di fare in tutto per tutto quello che faceva suo figlio, cercando di
imitarne perfino l’ atteggiamento.
Taro gli
aveva spiegato che Yotaro aveva già sofferto molto e che ci voleva molta
pazienza con lui.
Yotaro, prima
di andare a vivere con i Misaki, non aveva mai avuto dei contatti diretti con
gli esseri umani, ed, i primi giorni, era stato molto diffidente, soprattutto
nei confronti di Ichiro, e, solo l’ affetto di Taro, era riuscito a farlo
ammorbidire.
“Bene Yotaro,
questa è la tua pappa … mangia con calma, che poi andiamo a controllare come
sta il tuo amico Taro.”
Ichiro era
consapevole di quanto fosse importante quel gatto per suo figlio ed aveva
intenzione d’ impegnarsi al massimo per rendere contento il suo Taro.
Yotaro in
poco tempo aveva terminato tutto ed, insieme, erano ritornati nella camera di
Taro che, nel frattempo, si era addormentato.
Ichiro si era
rimesso a sedere accanto al letto, mentre Yotaro, delicatamente, era salito
sulle coperte, acciambellandosi accanto a Taro.
Yotaro
fingeva di dormire e, a volte, apriva un ‘occhio per fissare il signor Misaki,
pensando che fosse bello anche avere un papà, e, sentendosi felice, perché ora
non si sentiva più solo, ma tanto amato anche lui.
Fine
Disclaimer
I personaggi presenti in questa
storia appartengono a Yoichi Takahashi.
Note
- Yotaro è un personaggio di Yoichi Takahashi ed
appare in una piccola vignetta del volume. 25 di ‘Capitan Tsubasa’ in cui
dice ‘Salve, sono Yotaro Misaki!’
- Yotaro era anche l’ amato gatto di Yoichi Takahashi,
e, l’ autore, al termine di ‘Capitan Tsubasa World Youth’ scrive ‘Infine, dopo undici anni di vita
insieme, proprio nel periodo in cui finivo questo lavoro, è spirato il mio
amato gatto Yotaro, possa riposare in pace …’, Yoichi Takahashi
ottobre 1997
- Questa storia è ispirata dai miei gatti e dalle loro
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Capitolo 11 *** Un chat ***
11 Un chat
Ringrazio tutte le persone che leggono
le mie storie … buona lettura!
Sanae78
“Un
chat”
di
Sanae78
“No, aspetta
Yotaro! Ti prego non farlo!”
Il gattino
era seduto sul divano e teneva la cosa alzata.
Taro sapeva
benissimo cosa stava per accadere e voleva impedire che accadesse.
Yotaro, a
volte, non capiva l’ atteggiamento di quel ragazzino, anche perché era solo da
pochi giorni che viveva in quell ‘appartamento con lui e suo padre.
Comunque Taro
aveva ragione, perché lui stava per farlo, o, meglio, stava per farla.
Allora, Taro,
l’ aveva sollevato con dolcezza mettendolo sul pavimento, e, lui, l’ aveva
fatta, aveva fatto la pipì.
“Uh, che
spavento che mi hai fatto prendere Yotaro … comunque meglio qui che sul divano
… ora mi toccherà anche pulire …”
Taro guardava
Yotaro come se avesse fatto qualcosa di sbagliato, ma, Yotaro, non riusciva a
capire cos’ avesse fatto di male, perché si era limitato a soddisfare i suoi
bisogni.
Infatti la
sua mamma gli aveva insegnato che poteva farli dove preferiva.
Taro un po’
sconsolato era andato in cucina a prendere uno straccio per pulire e si era
trovato di fronte suo padre Ichiro.
“L’ ha fatta
di nuovo, vero?”
“Si, papà!”
“E dove?
Ancora sul divano?”
“No, per
fortuna sono riuscito a spostarlo sul pavimento, ma ci è mancato davvero poco.”
“Lo sai che
questa cosa non va bene Taro?”
“Si, lo so
papà! Ma ti prometto che non accadrà più!”
“Va bene,
Taro!”
Taro era
tornato in sala un po’ amareggiato, consapevole, che se Yotaro non avesse
imparato a comportarsi meglio, suo padre, forse, avrebbe potuto chiedergli di
mandarlo via.
Ma si
sbagliava, perché Ichiro aveva capito quanto tenesse a Yotaro e voleva aiutarlo
a prendersi cura di lui, così un giorno gli aveva fatto un regalo.
“Tieni e per
te?”
“Che cos’è
papà?” suo padre gli aveva appena regalato qualcosa.
“Guarda!”
Taro aveva scartato
il pacchetto esclamando: “Ma questo un manuale che spiega come educare ed
allevare un gatto … grazie papà!”
“Taro tu non
hai mai avuto un gatto prima d’ ora ed ho pensato che ti servisse una mano.”
“Grazie
papà!”
“Però sappi
che dovrai impegnarti per istruire al meglio il piccola Yotaro, così potremo
vivere tutti al meglio questa casa.”
“Ti prometto
papà che Yotaro diventerà il gattino più educato di tutta Parigi!”
“Ok, Taro!”
Yotaro, da un
nascondiglio, aveva osservato tutta la scena ed aveva sentito che stavano
parlando di lui.
Aveva capito
che in quei giorni non si era comportato tanto bene, mettendo in difficoltà
Taro con suo padre e sperava che il suo amico umano lo aiutasse a capire.
Quella sera
Taro aveva iniziato subito a leggere il manuale, ed, il giorno seguente, aveva
usato tutti i suoi risparmi per acquistare tutto ciò che era necessario per
prendersi cura del gattino.
Poi aveva
sistemato il lettino di Taro vicino al suo, messo le ciotole del micio in
cucina e disposto varie lettiere in punti strategici della casa.
Adesso veniva
il bello, avrebbe insegnato a Yotaro dove fare i suoi bisogni, non gli restava
che aspettare.
Taro aveva atteso
che Yotaro si mettesse in posizione, e, dopo pochi minuti la sua pazienza era
stata premiata: il gattino stava per farla di nuovo sul pavimento.
Yotaro si era
sentito, ancora una volta osservato e, poi Taro, delicatamente l ‘aveva
sollevato appoggiandolo dentro una delle lettiere ed il micetto l’ aveva fatta
lì.
“Bravo,
Yotaro!”
Yotaro non
riusciva a capire bene cosa fosse successo, però si era reso conto che era
piacevole fare i propri bisogni su quella sabbietta.
“Bene,
Yotaro! Questa è una delle tue toilettes e d’ ora in avanti dovrai imparare ad
usarle come si deve!”
Yotaro era
ancora un po’ confuso, il suo amico umano sembrava contento di lui, e, forse,
lui aveva intuito quello che doveva fare.
Taro era
stato costretto a ripetere quel gesto ancora un paio di volte, ma poi Yotaro
aveva capito e, quando gli scappava, si fiondava su una delle sue lettiere.
“Papà vieni a
vedere!”
Yotaro in
quel momento stava facendo la pipì in uno dei suoi bagni privati.
“E’ proprio
diventato educato il nostro Yotaro!”
“Si, papà!
Grazie!”
“E di che?”
“Non ce l’
avrei mai fatta senza il libro che mi hai regalato!”
“Di nulla
figliolo … sono felice anch’ io per il nostro Yotaro!”
Poi avevano
riso contenti.
In quell’
istante Yotaro si era sentito fissato, quei due sembravano davvero preoccupati
che facesse le sue cose per bene, si era sentito un po’ offeso e se ne era
andato.
In fondo
anche un gatto, in certi momenti, aveva bisogno della sua privacy.
Fine
Disclaimer
I personaggi presenti in questa
storia appartengono a Yoichi Takahashi.
Note
- Yotaro è un personaggio di Yoichi Takahashi ed
appare in una piccola vignetta del volume. 25 di ‘Capitan Tsubasa’ in cui
dice ‘Salve, sono Yotaro Misaki!’
- Yotaro era anche l’ amato gatto di Yoichi
Takahashi, e, l’ autore, al termine di ‘Capitan Tsubasa World Youth’ scrive
‘Infine, dopo undici anni di vita
insieme, proprio nel periodo in cui finivo questo lavoro, è spirato il mio
amato gatto Yotaro, possa riposare in pace …’, Yoichi Takahashi
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- ‘Chat’ significa ‘Gatto’ in Francese
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Capitolo 12 *** Un Natale da gatto ***
12 Un Natale da gatto
Ringrazio tutte le persone che leggono
le mie storie … buona lettura e buon Natale a tutti!
Sanae78
“Un
Natale da gatto”
di
Sanae78
“Ricordati
Yotaro, puoi guardare ma non toccare!”
Taro gli
aveva parlato con tono deciso e Yotaro sapeva che doveva ubbidire.
Era sera
tardi, il ragazzo stava sistemando gli ultimi regali sotto il loto albero,
perché l’ indomani sarebbe stato Natale e gli avrebbero aperti.
Yotaro era
affascinato da quei pacchetti incartati, così luminosi e brillanti, e, si era
subito chiesto, se, tra quelle cose, ci fosse qualcosa anche per lui.
“Ci sono
anche dei pensieri per te, uno da parte mia e uno da parte di papà.”
Quei due si
ricordavano sempre di lui, ed, anche se spesso combinava dei guai, continuavano
a volergli bene, proprio come il primo giorno in cui lo avevano accolto nella
loro casa di Parigi.
“Quest’ anno
devo dire che sei già stato molto bravo … guarda l’ albero è ancora in piedi e
nessuna delle decorazioni è stata rotta.”
Taro aveva
ragione, perché lui si era comportato davvero bene e aveva lasciato in pace
quell’ abete sintetico da cui penzolavano un sacco di cose che lo
incuriosivano.
C’ era da
dire che ormai era grande ed aveva finalmente capito come doveva comportarsi
per essere un gatto degno di quel nome.
E poi l’
affetto e il cibo che riceveva in cambio ne valevano la pena.
Non avrebbe
potuto chiedere di più che vivere ancora a lungo insieme a Taro e a suo padre
Ichiro.
“Forza
andiamo a dormire … vieni!”
Però Yotaro
non aveva nessuna intenzione di seguire il ragazzo come suo solito e si era fermato
sedendosi e guardando il suo amico umano con due grandi occhioni che dicevano
tutto.
Taro gli si
era inginocchiato davanti accarezzandogli dolcemente la testolina: “Ok, ho
capito! Stasera preferisci rimanere qui, dico bene Yotaro?”
“Meuuu!” Taro
ancora una volta l’ aveva capito al volo e Yotaro non poteva far altro che
ringraziarlo con un bel concertino di fusa.
“Però non
combinare guai, mi raccomando! Ci vediamo domani mattina Yotaro!”
Poi Taro era
sparito nella sua camera e Yotaro era rimasto nella stanza buia, che era solo
illuminata dalle luci colorate dell’ albero di Natale.
Yotaro, da
buon gatto, non aveva certo paura del buio, infatti, anche senza luci, ci
avrebbe visto piuttosto bene, cosa che gli umani non riuscivano mica a fare,
senza farsi aiutare da qualche strano aggeggio.
Le carte
colorate avevano dei riflessi ancora più affascinanti ed il gatto le guardava
estasiato.
In Giappone
il Natale non era una festa molto sentita, ma Taro e suo padre amano festeggiarla
per starsene un po’ in famiglia tra di loro ed, anche a Yotaro, piaceva molto.
Yotaro sapeva
anche la storia di quella festa, perché Taro gliel’ aveva raccontata.
In quella
notte sarebbe nato un piccolo essere umano che avrebbe riportato la pace nel mondo.
Questa cosa
gli era rimasta impressa ed aveva pensato che, se fosse accaduto di nuovo,
forse gli umani avrebbero imparato a rispettarsi di più, avendo rispetto anche
il mondo in cui vivevano e gli altri essere viventi che lo dividevano con loro.
Per il
momento si accontentava di vedere Taro ed Ichiro più sereni, cosa che rendeva
molto felice anche lui.
Comunque
aveva promesso che avrebbe ubbidito ed intendeva farlo, quindi si era
rannicchiato tra i regali, fino a diventare quasi invisibile e facendosi
cullare da un dolce sonno.
“Buon Natale
papà!”
“Buon Natale
Taro!”
Quella
mattina Taro e suo padre si erano incontrati in corridoio.
“E Yotaro?”
“Ha voluto
dormire di là papà.”
“Davvero?”
“Si!”
“Allora,
andiamo a vedere come sta!”
“Si, papà!”
Avevano
acceso la luce, senza riuscire a vedere Yotaro nella stanza.
“Ma dov’ è
Taro?”
“Non lo so,
l’ avevo lasciato proprio qui!”
Stavano
iniziando a preoccuparsi, quando avevano udito un rumore e, da sotto l ‘albero,
era sbucato Yotaro, che sfoggiava tutto felice una coda bella alta.
“Eccoti
finalmente!”
“Adesso ci
siamo proprio tutti Taro … dai apriamo i regali!”
Taro e suo
padre si erano scambiati i doni ed avevano lasciato che Yotaro si divertisse ad
aprire i suoi pacchetti.
Il micio
aveva faticato un pochino, divertendosi un sacco ad aprire quelle scatole, e, alla
fine, si era acciambellato dentro la più piccola, tenendo i suoi nuovi
giocattoli nascosti tra le zampe.
“Ma guardalo
papà, è distrutto!”
“Secondo me
gli sono piaciute più le scatole dei regali.”
“Hai ragione
papà!”
Nella casa
risuonavano rida di gioia che rendevano ancora più piacevole il sonno di Yotaro
che pensava soddisfatto che, anche quello, sarebbe stato uno splendido Natale
da gatto.
Fine
Disclaimer
I personaggi presenti in questa storia
appartengono a Yoichi Takahashi.
Note
- Yotaro è un personaggio di Yoichi Takahashi ed
appare in una piccola vignetta del volume. 25 di ‘Capitan Tsubasa’ in cui
dice ‘Salve, sono Yotaro Misaki!’
- Yotaro era anche l’ amato gatto di Yoichi
Takahashi, e, l’ autore, al termine di ‘Capitan Tsubasa World Youth’
scrive ‘Infine, dopo undici anni di
vita insieme, proprio nel periodo in cui finivo questo lavoro, è spirato
il mio amato gatto Yotaro, possa riposare in pace …’, Yoichi Takahashi
ottobre 1997
- Questa storia è ispirata dai miei gatti e dalle
loro avventure
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