Metal Gear Solid Philanthropy

di Rostislav
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


973 Base Operativa Foxhound

 

  Il denso fumo del sigaro riempiva la sala conferenze, rendendo l'aria irrespirabile. Big Boss era in piedi davanti al suo interlocutore, incurante della sua reazione verso il fumo. E in effetti Edwyn non sopportava il fumo, ma teneva per sé i suoi pareri al riguardo. Il capo della Foxhound non ascoltava quasi nessuno quando egli si lamentava. L'Unità Forze Speciali ad Alta Tecnologia o più semplicemente Foxhound era un'unità di forze militari specializzata nelle infiltrazioni con un singolo individuo. Nata nel 1971 sotto il comando del leggendario soldato Big Boss, è diventata in poco tempo una delle unità più forti sul territorio mondiale. Gli agenti della Fox-unit sono presenti in Vietnam, URSS, Africa, Brasile e ogni missione finisce sempre con un esito positivo.

  La sala conferenze era uno di quei luoghi che le persone vedevano di solito nei film di spionaggio come quelli dell'agente 007. Diverse armi sperimentali erano appese al muro come un quadro, mentre il muro più grande era occupato dal logo che raffigurava una volpe con un pugnale in bocca, a fianco c'era scritto “Foxhound special force group”.

  • Come ben sai- disse finalmente Big Boss- la Foxhound è cresciuta in modo davvero enorme in questi due anni. Abbiamo i nostri agenti in ogni località e non abbiamo fallito in nessuna missione. Tu hai contribuito a questa crescita, e lo stai facendo tuttora. Il problema adesso sta nel numero dei soldati che possiamo mantenere nelle nostre basi, i posti scarseggiano, ma le reclute continuano ad arrivare. Quindi stavo pensando alla costruzione di una nuova base dove potremo reclutare nuove reclute.- concluse il capo aspirando altro fumo dal suo sigaro

  • E cosa centro io in tutta questa storia?- chiese il giovane senza provare un benché minimo interesse. Il suo carattere apatico era sempre piaciuto a Big Boss che in qualche modo vedeva in Edwyn se stesso.

  • Tu avrai un compito più che importante in quest'operazione che voglio attuare. Supervisionerai il progetto, e al lavoro compiuto prenderai comando della base.

  • Perché proprio io? Ci sono tanti altri soldati con delle qualità superiori alle mie che potrebbero benissimo svolgere tale compito.- Disse Edwyn lasciando trasparire la propria curiosità.

  • Semplice, ho fiducia nelle tue capacità. Sei giovane e hai delle capacità che vanno aldilà di molti dei tuoi camerati. La missione sarà segreta a tutti, anche a tutti tuoi compagni d'armi, tranne quelli che verranno con te. Nessuno dovrà conoscere l'esistenza del nuovo quartier generale. La tua assenza sarà giustificata con la tua morte. Insceneremo una finta morte dove tu e i tuoi compagni perderete la vita. La copertura dovrà rimanere intatta per molto tempo, molto più di ciò che potresti immaginare.- concluse Big Boss. Il giovane soldato era confuso, sorpreso, ma il volto non lasciava nessun segno. Era come se tanti pensieri scorressero in una statua di marmo. Il capo invece era come sempre sciolto e disinvolto come se non gli interessasse niente.

  • Non credo di avere un'alternativa se non accettare la proposta.- disse il giovane dopo qualche minuto di silenzio

  • Credi bene. A volte non abbiamo altra scelta se non obbedire agli ordini che ci vengono dati, ma è per questo che il soldato vive, obbedire agli ordini. Ti sarà dato un plotone d'uomini, un gruppo di scienziati e lavoratori, in caso di necessità potrai richiedere altre forze. La base militare assieme al quartier generale sarà sito in Groenlandia dentro il monte Gunbjorn. Dovrete faticare, perché la base dovrà stare dentro il monte.- disse Big Boss

  • Come mai un luogo cosi caldo e accogliente?- chiese sarcastico Edwyn

  • Un luogo dove è perfetto allenarsi, dove nasceranno dei soldati coraggiosi, pronti a tutto. La base si trova in un posto sicuro, quindi nessuno saprà della sua esistenza.

  • Chi dovrebbe cercarla? E perché devo fingere d'essere morto?- chiese Edwyn.

  • Ho i miei motivi. In seguito sarai informato su tutto, ma non è questo il momento. Hai due mesi di tempo per prepararti.- concluse seccamente il capo

  Senza una risposta Edwyn si alzò in piedi, salutò il proprio capo e lasciò la stanza. Big Boss rimase da solo, tra i suoi pensieri, ricordi, con un sigaro quasi consumato. Si avvicinò al tavolo, dove qualche minuto fa era seduto il suo soldato e mise il sigaro nel posacenere. Lo sguardo era perso in un passato duro, triste, pieno di cicatrici.

  • Boss...

   

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


CAPITOLO 1

2006 Italia-Napoli

 

  Lo Spaccanapoli era come sempre affollata di turisti, anche in estate, quando non c'erano i presepi. D'estate era una via che ti conduceva in tanti altri posti, via Toledo, Piazza Dante, monastero di Santa Chiara, piazza Garibaldi, Napoli Sotterraneo. Era un via vai continuo. Chi scatta le foto, chi compra i classici souvenir d'origine tipicamente Napoletana.

  Solid Snake camminava per quella via, curioso come un bambino. Mai aveva visto in vita sua un fiume di gente cosi grande in delle vie cosi strette, e mai aveva udito tante voci parlare all'unisono. A New York, come in altre città Americane c'erano tantissime persone, ma erano tutti cosi freddi e distanti che sembrava d'essere solo. L'ex agente Foxhound era vestito con un jeans blu, delle scarpe sportive e una camicia bianca. La sua barba incolta lo faceva apparire come sempre affascinante agli occhi delle donne che non perdevano tempo per mangiarlo con lo sguardo.

  Dopo l'incidente di Shadow Moses Otacon, Snake, Mei Ling e Nastasha fondarono il gruppo Philanthropy, il cui scopo era individuare i vari Metal Gear sparsi per il mondo e informare l'ONU. In poco tempo ben cinque diversi modelli di Metal Gear sono stati individuati e distrutti. E grazie ai fondi ottenuti dal libro di Nastasha “In the darkness of Shadow Moses” e a tutte le novità che Mei Ling riusciva a procurare dai servizi segreti, la Philanthropy riusciva a finanziarsi ed effettuare missioni in tutto il mondo. E ora era arrivato un periodo di libertà nel quale Snake decise di viaggiare per l'Europa.

  Uscito a piazza Dante, Snake si diresse con tutta calma verso i vicoli più vicini. Non era un classico turista che era solito a visitare via Roma o Vomero in cerca di qualcosa da comprare. I vicoli nascondevano tutta la storia della città, oltre a nascondere i vari delinquenti. In troppi considerava quei vicoli la parte più brutta della città, ma l'ex agente non era d'accordo e voleva controllare di persona.

  Dopo essersi immerso negli stretti vicoli Napoletani Snake s'accorse di due cose. La prima, che si era perso, e la seconda e forse la più importante, era seguito. Due, forse tre persone, non erano esperti nel pedinamento e anche un dilettante se ne sarebbe accorto. Questo inizio a divertire Snake, che dopo altri dieci minuti di cammino girò a destra e si nascose dietro ad un bidone della spazzatura. Dopo poco apparvero anche i tre inseguitori, e quando il primo era alla portata di Snake, egli lo afferro immobilizzandolo con il braccio al collo, mentre gli altri due tiravano dei coltelli dalle tasche. L'ex agente spinse il proprio ostaggio contro un altro che per errore infilzo il coltello nella gamba dell'amico, intanto senza perdere tempo il terzo cerco di attaccare Snake, ma prima di poterlo sfiorare era già a terra. In meno di dodici secondi i tre erano a terra pieni di dolori e la loro preda diventata predatore se ne stava andando via tranquillamente. Era una cosa normale essere derubati a Napoli, diventata una città con un tasso di criminalità talmente elevato da far invidia alle peggiori città europee.

  Uscito in via Roma, l'uomo prosegui la sua camminata fino ad arrivare alla piazza Plebiscito. Due turisti qua e la erano occupati a scattarsi le foto, altri erano nei vari bar e le pizzerie. L'aroma del caffè era ovunque, quell'odore unico del caffè napoletano. All'improvviso squillò il cellulare, Snake prese il suo Iphone e vide che a chiamarlo era il suo amico Otacon.

  • Pronto- rispose

  • Pronto Snake, vedo che ti stai divertendo in Italia eh? - disse l'amico

  • Ho bisogno di un attimo di pace, e questa città ha tanto da offrire, una delle città più belle che io abbia mai visto.- disse l'uomo.

  • Già, una città splendida, con una storia profondissima. E intanto io stavo perlustrando dei possibili luoghi dove possano esserci dei Metal Gear. Non ho scoperto niente di nuovo, ma Mei Ling si. Un informatore la informò di una base militare contenente un modello di Metal Gear perfettamente funzionante.

  • Hai un pessimo tempismo Otacon. Proprio mentre sto cercando di rilassarmi tu mi dici queste belle cose- disse sarcastico il l'ex agente Foxhound. Proseguendo sempre più avanti si accorse però d'essere di nuovo seguito. Stavolta però l'esperienza degli inseguitori si notava e se Snake non fosse abile come pochi non se ne sarebbe mai accorto. - Otacon passo alla conversazione in Codec.- disse spegnendo il telefono

  Il Codec era un sistema di comunicazione creato da Mei Ling e utilizzato da molti operatori delle forze speciali. Funziona con delle frequenze radio e non risente delle condizioni del tempo, ma è impossibile usarlo in un luogo con una risonanza magnetica alta. E' impiantato nell'orecchio e solo il soldato interessato può sentire ciò che gli dicono, allo stesso modo egli può decidere se farsi sentire dagli altri o solo da una persona specifica. Era un modo molto comodo per comunicare in tempo reale senza la paura delle intercettazioni.

  • Otacon, sono seguito da due individui, a ore otto e a ore tre.- disse Snake attraverso il Codec

  • Credo che sia solo la malavita locale, nessuno sa niente del tuo arrivo e della tua permanenza qui- rispose lo scienziato.

  • Non molto tempo fa fui attaccato da tre malviventi del posto, mi aggredirono in uno dei vicoli. Questi che mi stanno seguendo hanno un'abilità non indifferente. Si direbbe che non fanno parte di nessuna organizzazione malavitosa, credo che sono della S.I.O.S.

  • Intendi forse dire “Servizio Informazioni Operative e Situazioni”? Che cosa vorrebbero da te? Soprattutto, come fanno a conoscere il posto dove ti trovi?- chiese stupefatto Otacon

  • Questo non so, ma come ben sai, i vari governi ci tengono sott’occhio. Stiamo rubando il loro lavoro. Credo che il governo Italiano ha saputo della mia visita e ha deciso di spedirmi qualche agente per saperne di più. Ora cercherò di condurli in trappola, qualche volta la preda diventa predatore.- disse l’ex agente spegnendo il Codec.

Arrivato a piazza Garibaldi, gli inseguitori erano ancora lì, silenziosi e nascosti tra la folla. Ogni passo di Snake equivaleva ad uno dei due, erano diventati la sua ombra. Adesso l’unica cosa che rimaneva da fare era affrontarli a faccia a faccia senza nascondersi. Sceso nella metro, l’agente del gruppo Philanthropy si diresse verso i bagni, l’unico posto poco affollato. Dopo aver atteso per una ventina di minuti, entrarono i due uomini e iniziarono a ispezionarle una a una. Arrivate a quella giusta i due non ebbero tempo per aprire la porta che si ritrovarono per terra dando cosi qualche secondo a Snake per prepararsi e mettersi in guardia. I tre erano a faccia a faccia, come animali non avevano bisogno del linguaggio per parlarsi, gli occhi esprimono più di quanto lo possano fare le parole. Il combattimento era già iniziato molto tempo fa, ora era la battaglia finale, quella che avrebbe deciso il vincitore e il vinto.

L’uomo più robusto si scagliò contro la sua preda cercando di colpirlo al volto con un dritto, ma i riflessi di Snake entrarono in funzione e dopo aver schivato il colpo egli diede un montante e poi fini con una serie di calci bassi. L’uomo si accasciò a terra mentre quello più magro e veloce era già dietro l’agente pronto a scagliarsi. Dopo nemmeno dieci secondi la situazione era tornata allo stato originale, i due davanti a Snake, pronti ad attaccarlo. Stavolta attaccarono in due, uno prendendo l’agente per il collo cercando di soffocarlo e l’altro scagliando i pugni a raffica nel torace. Aspettato il momento giusto, l’uomo scaglio aggressore sull’altro compagno e mentre i due si alzavano sferro un potente calcio diretto nel ginocchio del nemico. L’uomo magro si butto a terra urlando e gemendo dal dolore, mentre l’atro colto di sorpresa si ritrovo con entrambi i polsi spezzati. Snake li ispeziono velocemente e uscì altrettanto velocemente dal bagno, dove tra non molto sarebbero arrivate le forze dell’ordine Italiane. Non era certo la miglior opzione rimanere in un bagno con due agenti S.I.O.S. a terra e i loro connazionali pronti a spararlo.

  • Otacon, sono Snake, mi ricevi?

  • Forte e chiaro, cosa è successo? Che fine hanno fatto i due amici?

  • Stanno riposando nel bagno, come sospettavo non erano dei semplici delinquenti. Sul fodero delle loro pistole c’era inciso “S.I.O.S.”. Come temevo il nostro arrivo non è passato inosservato. Ora mi sto dirigendo verso il mare, quanto ci metti ad arrivare qua?- chiese l’agente

  • Massimo un'ora, mi stavo già dirigendo verso la tua posizione con un Boeing CH-47 Chinook.

  • Da quando abbiamo un elicottero da trasporto?

  • Avere gli amici che lavorano nella Marine porta molti privilegi, questo ci è stato gentilmente donato da Mei-Ling. E’ del 1962, ma svolge bene il suo lavoro, il nostro modello è ricoperto dalla vernice antiradar. Cosi saremo invisibili agli occhi dei radar, ma non a quello dei passanti.

  • Bene, ti aspetto sulla cosa, segui la mia posizione.- disse Snake accendendo una sigaretta.

La costa non era distante e ci vollero pochi minuti prima che arrivasse Otacon con l’elicottero. Un Boeing nero come la notte atterrò sulla spiaggia e tra la folla di curiosi che si misero a fotografare Snake salì e il mezzo non tardò a prendere il volo e scomparire.

L’interno era costruito con la migliore tecnologia disponibile, dei grandi monitor LCD erano appesi alle pareti. Ognuno di quegli schermi mostrava delle informazioni differenti. Alla guida dell’elicottero c’era Otacon, il cofondatore dell’organizzazione Philanthropy. Non cambiava mai la pettinatura e sembrava che nemmeno i vestiti erano cambiati. Quei soliti occhiali messi sul naso gli davano l’aria da scienziato (che effettivamente era visto che era lui a progettare il Metal Gear REX), ma il volto era cambiato dall’incidente di Shadow Moses. Dopo aver creato una bestia capace di distruggere tutto egli si sentiva sempre in colpa, quei sensi di colpa che lo divoravano da dentro gli davano un aria appesantita, stanca. Si volto verso il suo amico e lo salutò con un breve cenno con la mano. Snake occupò il posto accanto all’amico e si allaccio le cinture, era stupefatto dall’abilità dell’amico nel pilotare una bestia come il CH-47.

  • Dove hai imparato a pilotare l’elicottero di questa portata?- chiese Snake attraverso il microfono delle cuffie aeronautiche.

  • Addestramento VR amico mio. La tecnologia fa i passi da gigante.

  • Ed io rimango sempre più indietro.- disse l’ex agente con un sorriso sarcastico –Come hai fatto a passare inosservato in Italia?

  • Non ho fatto niente, semplicemente non potrebbero attaccarci, immagina se tutti venissero a sapere che uno dei paesi dell’ONU ha tentato di eliminare un ex agente Foxhound. Si scatenerebbe un casino.

  • Giusta osservazione, tornando alle cose più serie, prima mi avevi parlato qualcosa a proposito del Metal Gear, di che si tratta?- chiese Solid osservando la terra che lenta scompariva oltre l’orizzonte.

  • Un informatore ha inviato a Mei Ling dei dati riguardanti un nuovo prototipo di Metal Gear, cioè non è proprio nuovo, è in sviluppo da più di cinque anni. Dai dati risulta che la base contenente il Metal Gear si trova in Groenlandia, dentro il monte Gunbjorn. Controllando con il satellite ho riscontrato degli sbalzi di calore in quella zona, è come se all’interno di fossero tante forme di vita, quindi presuppongo che il nostro bersaglio si trovi veramente all’interno del monte. Il tuo compito sarà penetrare dentro la base, prendere più informazioni possibili su questo modello e scoprire quando verrà attivato. Nel peggiore dei casi dovrai distruggerlo. – concluse l’amico

  • Roba da niente allora. A quanto pare non ci sarà nessun momento in cui potrò riposare, tranne che da morto. In fondo fui creato per questo scopo… - seguì un lungo silenzio durante il quale i due percorrevano i propri ricordi. – Dove ci stiamo dirigendo in questo momento?

  • Inghilterra, lì potremo riposarci qualche ora, spiegarti il piano nei minimi dettagli e spedirti tra i pinguini.- disse Otacon con un sorriso sarcastico.

Il viaggio durò poche ore, nonostante il peso e la lunghezza, il CH-47 era veloce come gli elicotteri della nuova generazione. Otacon ci lavorò come si deve, potenziandolo da fuori e da dentro. Lo ricoprì con la vernice antiradar e sul lato destro scrisse con in bianco “PHILANTHROPY” , il lavoro di Otacon era sempre distinguibile per la precisione con la quale egli lo eseguiva e anche qui si notava da un miglio la mano esperta. Le due turbine erano dotate di sistemi per sopprimere le radiazioni infrarosse, rendendolo invisibile anche al radar IR. Un lavoro degno di un professionista.

Si trovavano in un piccolo centro operativo sito vicino a Londra. Una grande villa stile liberty a due piani nascondeva al suo interno una sala operativa, una piccola armeria e varie stanze in cui riposarsi. Entrato in casa Snake si trovò in ciò che si poteva definire paradiso degli otaku e dei programmatori e in effetti Hal Otacon Emmerich era entrambe di queste cose . Percorso un lungo corridoio, si arrivava in una stanza piena di computer e tappezzata di poster. Seduto sul divano Snake guardò l’amico che era occupato ad accendere tutta l’attrezzatura.

  • Allora, cos’altro mi puoi dire di questa nuova base?- disse finalmente Solid

  • A quanto pare i membri della base di questo Metal Gear stanno sviluppando e testando alcune armi biologiche, uno dei virus che hanno testato è stato il virus Marburg.

  • Intendi dire quel virus che tra il 1997 e il 2000 stermino più di centoventiquattro persone nella Repubblica Democratica del Congo?- domando Snake.

  • Beh a dire la verità quel numero era una farsa, in realtà il numero dei morti ammontava a qualcosa come settecentotrenta, ma i governi a quanto sembra collaboravano con i gli artefici del virus. Secondo me sono stati ricattati, hanno resistito a lungo, ma quando il numero dei morti era troppo alto decisero di arrendersi e non rivelare niente agli altri governi mondiali. Naturalmente dopo il 2000 tutti i politici sono diventati più ricchi e non solo loro, molti signori della guerra, del traffico degli esseri umani si sono arricchiti. Credi che ci sia una collaborazione tra tutte queste entità. Comunque il virus Marburg è stato potenziato per uccidere un determinato numero di persone, ma è uno dei tanti, molti sono sconosciuti e molto più pericolosi. Credo che il Metal Gear sia progettato per lanciare le armi biologiche e nucleari, ma non ho nessun dato su come è fatto, su chi l’abbia progettato.- concluse Hal versando del caffè in una tazza.

  • Beh allora un po’ di tempo per raccogliere le forze, prepararmi e partiamo. Mentre mi divertirò a correre tra le montagne ghiacciate potresti trovare qualcosa riguardo all’attacco di prima da parte del S.I.O.S.?

  • Certo, intanto vai e fatti una bella dormita.

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


CAPITOLO 2

Groenlandia

La fredda tempesta di neve non permetteva al CH-47 di muoversi in assoluta libertà. La visibilità pari a zero poi, complicava non poco le cose. Manovrare un bestione simile è un impresa di cui pochi piloti sono capaci e Otacon è rientra perfettamente in quella categoria. Nonostante il suo era solo un allenamento VR era abile quanto un pilota professionista. Il problema della visibilità era risolto con il navigatore GPS-soliton, un miscuglio tra il GPS normale e il radar soliton installato nel codec di Solid Snake. Il navigatore mostrava le immagini via satellite e la posizione in tempo reale, mostrando anche i vari edifici, veicoli e velivoli presenti in zona.

Solid Snake, seduto su uno dei sediolini per i passeggeri e respirava l’ossigeno puro, pronto per un lancio dall’elicottero. L’ossigeno era indispensabile per non perdere conoscenza nel volo. Morire di ipossia durante il volo non era una delle cose piacevoli, l’ossigeno puro serviva a liberare i vasi sanguigni. La mente libera da ogni pensiero, libera dai dispiaceri e dal

destino. Prima di ogni lancio tutti paracadutisti eseguono medesime operazioni per rilassare la mente e controllare e ricontrollare la propria attrezzatura. Non avendo un compagno che poteva controllare l’attrezzatura dell’agente, era obbligato a farlo da solo, sempre se non voleva rischiare un guasto e una morte certa.

  • Snake, mancano trenta minuti. Ti avverto che con questa tempesta non puoi eseguire un lancio HALO, dovrò scendere fino alla superficie.- comunicò Otacon con il Codec. Il lancio HALO (High Altitude Low Opening) era la variante del classico lancio HAHO (High Altitude High Opening), il soggetto si lanciava da un altezza di circa otto mila metri e l’apertura del paracadute avveniva a ottocento metri dal suolo. L’altezza del velivolo permette ai radar nemici di individuarlo.

  • Grazie per avermi avvertito adesso, dopo che mi sono preparato e controllato il paracadute e dopo una bombola di ossigeno. Non mi dirai che avrò le armi PSP?- domandò Snake con un certo sarcasmo e fastidio

  • No, quello no. Avrai una pistola Mark 23, ormai sei abituato credo, e un fucile VSS-Vintorez. Tra gli accessori hai un visore termico, un visore notturno e il binocolo. Il tutto si trova nell’armadietto alla tua destra.

Snake si tolse il paracadute, la maschera d’ossigeno e apri l’armadietto metallico alla sua destra. In un zaino nero si trovavano i visori, il binocolo e il fucile da precisione mentre la pistola era infoderata e pronta per essere indossata. Controllo il fucile ripiegato dentro lo zaino, un VSS-Vintorez automatico di fabbricazione Russa, munito di un silenziatore. Le dimensioni ridotte, la velocità di fuoco e la sua silenziosità, rendevano questo piccolo gioiello il preferito dello Spetsnaz negli assalti urbani. L’unica pecca risiedeva nella sua gittata, che si fermava ai cinquecento metri. In Groenlandia era un arma perfetta a breve distanza, alla quale Snake doveva restare anche non volendo, visto che la visibilità non permetteva di più.

  • Snake, ti ho inviato la mappa della base, la mappa ci è stata gentilmente data dall’informatore. Quindi non sperare di trovarci tutte le stanze, molte non saranno visibili forse. Insomma, non affidarti troppo a quella mappa.

  • Bene, grazie dell’informazione. Quanto manca?- chiese l’agente

  • Dieci minuti, preparati, starai completamente solo. Siamo fortunati che il Codec funziona con le frequenze più basse di quelle utilizzate dall’esercito, cosi possiamo comunicare liberamente.

  • Di la verità, ti mancherò cosi tanto da farmi chiamare ogni cinque minuti?

  • Non scherzare. Siamo fortunati a non essere sulle frequenze ELF, a meno che non abbiano dei rilevatori del Codec.

Snake non rispose, preferiva spendere gli ultimi dieci minuti a controllare le armi e le munizioni. La Heckler & Koch Mark 23 Socom era una pistola tedesca per l’eccellenza. Semiautomatica, calibro 45 con una capacità di caricatore di dodici colpi e con una gittata di cinquanta metri era una delle pistole più utilizzate, ed era la pistola che Solid conosceva bene. L’operazione sull’isola di Shadow Moses infatti, fu combattuta proprio con quella pistola, accompagnata da un FAMAS-F1.

L’elicottero atterrò in mezzo alla neve e riparti appena Snake scese sul suolo ghiacciato della Groenlandia. L’agente si trovava a un kilometro dalla montagna, ma un kilometro camminato nella neve che arriva alle ginocchia e con il vento che taglia il viso come una lama non rendeva questo kilometro lungo e difficile da percorrere. Il tempo che calcolato da Snake per percorrere il kilometro che lo separava dal monte era di due ore, forse poco meno. Secondo le coordinate, l’entrata nella base del Metal Gear era a quattrocento metri dai piedi del monte. Quindi valeva a dire, altre tre ore di marcia ininterrotta.

  • Sono Snake, Otacon mi ricevi?- chiese Snake attraverso il Codec

  • Forte e chiaro, rimarrò nei paraggi, tra quanto pensi di arrivare alla base?

  • Calcolando la velocità con la quale mi sposto, credo tra cinque ore. Sempre se non ci saranno gli imprevisti. Fortuna che le nanomacchine funzionano ancora e tengono il mio corpo a temperatura ottimale. – disse Snake proseguendo per la neve

  • Eh già, la tecnologia aiuta se utilizzata bene. Ah, quasi dimenticavo, appena arrivi alla base dovrai contattare il nostro informatore. La sua frequenza è 103.85.

  • Messaggio ricevuto.

La tempesta di neve diventava sempre più lieve, fino a scomparire del tutto. Erano passate due ore da quando Solid era atterrato nelle fredde terre della Groenlandia e aveva raggiunto i piedi della montagna. Maestosa come un monte alto più di sei mila metri sa essere, il suo colore bianco lo faceva apparire più grande di ciò che era. Cercare a vuoto l’ingresso in quel muro bianco sarebbe stata un impresa inutile e richiedeva troppo tempo. Era il momento di accendere il Codec per visualizzare la mappa, ma nemmeno quello mostrava ancora niente. Era molto più in alto l’ingresso segnalato e quindi senza perdere un minuto l’agente iniziò la salita. La densità dell’aria mischiata al freddo faceva si che respirare era sempre più complicata, a peggiorare le cose era anche l’altezza che aumentava di continuo, ma Snake era abituato a queste condizioni atmosferiche grazie alla sua permanenza in Alaska.

Dopo due ore di salita ininterrotta, il Codec produsse il solito rumore simile a quello di un radar. L’entrata della base era a meno di quattrocento metri dall’agente, e questo significava che tra non molto egli avrebbe incontrato le prime guardie. Si mise la visione notturna e cliccò sulla modalità “Visione termica”, che grazie alle nuove modifiche fatte da Otacon, individuava i nemici ad una distanza superiore quasi il doppio di quelle in dotazione all’esercito degli Stati Uniti. Poi con cura montò il VSS e iniziò a dirigersi cautamente all’ingresso segnalato.

Percorso duecento metri apparve la prima guardia, seduto su un cumulo di neve era impegnato a leggere un libro, senza prestare troppa attenzione al suo lavoro di guardia. Per sorpassarla e dirigersi nuovamente verso l’ingresso ci voleva troppo tempo e il rischio d’essere individuato dalle altre guardie era troppo, la miglior soluzione era eliminare la guardia e travestirsi per penetrare indisturbato dentro la base. Sdraiato a terra, l’occhio destro puntato nel visore ottico del fucile, l’agente fece una veloce perlustrazione della zona, assicurandosi che non ci fossero altre guardie appostate in giro. Accertatosi d’essere solo lui e la guardia, caricò il caricatore con i proiettili 9x39mm SP-5 subsonici sviluppati appositamente per il VSS Vintorez. Ora che l’obbiettivo era sotto tiro Solid iniziò a regolare il respiro e aspettare il momento più adatto, anche se la distanza era nulla, lui voleva fare centro sicuro. Calibrato il respiro e preso bene la mira, partì il colpo, la punta in tungsteno raggiunse la guardia in meno di un secondo e si conficco in mezzo agli occhi facendo scorrere parecchio sangue mandando a pezzi metà testa. I proiettili SP-5 avevano la capacità di penetrare l’acciaio puro a cento metri, a cinquecento metri diventavano praticamente inutili vista la poca potenza del fucile. A duecento metri però la testa di un essere umano coperta con il classico elmetto militare diventava burro. Il grande vantaggio di un VSS era la canna completamente avvolta nel silenziatore, che quindi produce rumori minimi e comunque impercettibili all’aperto.

Avvicinatosi cautamente al soldato appena ucciso, l’agente prese i vestiti del soldato e se li mise addosso. Poi velocemente smonto il VSS e lo rimontò nel zainetto che mise sulle spalle. Dopo lo sguardo cadde sul libro che la guardia stava leggendo “Quartine” di Omar Khayyam, prese il libro e lo aprì leggendo un pezzettino “Non ricordare il giorno trascorso //e non perderti in lacrime sul domani che viene: //su passato e futuro non fare affidamento // vivi dell’oggi e non perdere al vento la vita.”.

  • Una quartina perfetta per quest’occasione.- pensò Snake

Dopo aver nascosto il cadavere nella neve l’invasore iniziò la sua camminata verso l’ingresso, con il passo calmo e deciso, quasi si trovasse in una città e non nella base nemica. L’ingresso era praticamente invisibile visto che le porte erano camuffate dai pezzi della montagna. All’ingresso c’era un’altra guardia, che, vedendo Snake lo saluto con un cenno e aprì la porta.

  • Più facile di quel che pensavo, ma è meglio non abbassare la guardia. Forse ci sono le camere di sorveglianza e se mi hanno visto, beh allora questa è una trappola e io ci sto cascando in pieno.- mille pensieri attraversarono la mente del serpente, ma nonostante la paura che questa sia una trappola era alta, continuò a camminare.

Si ritrovo in un lungo corridoio, con delle porte nei muri laterali. Il pavimento, costruito in gomma faceva sì che i passi dell’agente erano silenziosi come se egli stesse volando. L’odore era simile a quella di un ospedale, candeggina e altri detergenti erano cosi utilizzati che l’odore penetrava fin nel cervello e ci vollero alcuni minuti prima di abituarsi. Nel soffitto c’erano delle lampade, che emanavano una forte luce bianca prodotta dal gas nobile Xeno, che venendo a contatto con delle scariche elettriche produce la particolare luce bianca, simile a quella diurna. Man mano che l’agente proseguiva, la temperatura aumentava, fino a stabilizzarsi sui 25 °C. Arrivato in fondo al corridoio c’era un’altra porta, simile a quelle ai lati, ma con la scritta “F floor”. Quando Snake si avvicino alla porta essa si apri, rivelando una piccola città sotterranea al suo interno.

Osservato il Codec, l’infiltrato capì che si trovava in una base di proporzioni enormi, costruita su cinque piani, conteneva tutto ciò di cui i soldati avevano bisogno. Una casa, il campo d’addestramento, c’erano persino i bar. Insomma, una piccola città fatta apposta per i militari. Era inutile cercando di andare a vuoto alla ricerca dell’arma, aveva bisogno d’aiuto. Digitò, le coordinate nel Codec e chiamò il basista.

  • Qui Snake, qualcuno mi riceve?

  • Snake, ciao, aspettavo la tua chiamata. Mei ling mi ha avvisato che non ti saresti perso l’occasione per frugare in una base con un Metal Gear all’interno- disse il basista, la voce limpida e giovane facevano trasparire la sua giovane età, che confermo l’immagine apparsa sul piccolo schermo del Codec – Mi chiamo Brandon, lavoro su questa base da qualche anno ormai.

  • Capisco, - lo interruppe l’agente – senti, mi sapresti dire dove si trova il Metal Gear? Cosi ce ne andremo più in fretta da qui.

  • Se fosse cosi facile pensi che ti avremo chiamato? Le porte che portano al piano “A” sono tutte chiuse e a noi non è permesso entrarci.

  • Come fai a sapere che c’è un Metal Gear su quel piano allora?

  • Una volta siamo riusciti a passare con il nostro superiore. Lui dice che serve per uno scopo nobile, creare un mondo migliore. Tutte frottole, secondo me vuole imporre la propria supremazia grazie a quell’arma.

  • Creare un mondo migliore eh? Sembra che Liquid avesse dei seguaci. – disse sarcastico Snake continuando a camminare attraverso la città. – Allora come ci arriveremo al piano “A”?

  • Snake, tu ti trovi al piano “F” giusto?

  • Esatto

  • Allora incontriamoci nel bar all’est della città, si chiama “Old Snake”, ci vediamo li tra un ora.

  • Ricevuto. – risposte Snake chiudendo la conversazione e aprendo quella con Otacon – Otacon, mi ricevi? Sono dentro la base. E’ stato più facile del previsto.

  • Snake, bene, hai già contattato il basista?

  • Ci vedremo in un bar tra un ora per parlare a proposito del piano.

  • Bar?

  • Sembra strano, ma qui c’è come una città sotterranea nella quale vivono i soldati. Hanno ricreato una vera e propria città. Chissà da quanti anni esiste questo luogo. Ora chiudo.

Chiusa la conversazione, non restava che raggiungere il bar, che si trovava praticamente dall’altra parte della città. Girato a destra la città iniziò ad infittirsi di palazzi e di strade, che serpentine andavano a sperdersi a destra e a manca. Non mancavano i marciapiedi, le macchine parcheggiate ai bordi. Era una città nel vero senso della parola. I palazzi arrivavano ai venti metri d’altezza e ne mancavano altri venti prima di toccare il soffitto, sul quale erano appese grosse lampade al Xeno. Le persone camminavano tranquille sulle strade, uomini e donne vestiti da militari. Era come se quello fosse il loro mondo. Il mondo di un guerriero, forse il sogno di ogni mercenario.

L’unica cosa che mancava erano i bambini, non se ne vedeva nemmeno uno camminare per le vie. Questo faceva supporre che i soldati venivano reclutati per vivere un periodo di permanenza in quel luogo. Il bar era situato in una parte quasi abbandonata della città, una piccola locanda con un serpente posto sull’insegna, serpente morto.

  • Non è il massimo come insegna – pensò Snake entrando nel locale.

Entrato nel bar, Solid si trovò in uno dei posti più squallidi mai visitati prima d’ora. I muri erano tappezzati dalle foto di donne nude e di prigionieri torturati. L’aria era impregnata di sudore, sangue e vomito, insopportabile, penetrava le narici impossessandosi dei polmoni. Il barista era un tipo di mezza età, muscoloso come Rambo, e infondo, aveva qualche somiglianza. Sparsi qua e là, i clienti consumavano i loro pranzi o bevevano alcolici, incuranti dello squallore nel quale si trovavano. Il basista era uno di loro, ma non sarebbe stata una buona idea andare a chiederlo a tutti. Quindi impostato il Codec sula frequenza di Brandon, Snake iniziò a mandare il messaggio criptato in codice morse con il messaggio “Sono qui”, rappresentato da “---- --- -. --- --.- ..- ..”, la risposta arrivò dopo pochi secondi “--. .. .-. .- - ..” che stava per “girati”. Giratosi, l’infiltrato individuò l’uomo in fondo alla sala che gli fece un piccolo occhiolino. Giovane, di bell’aspetto, curato e privo di barba. Snake si sedette di fronte a Brandon e ordinò una birra al barista.

  • Piacere di conoscerti Snake, sei una leggenda.- disse Brandon porgendo la mano all’altro

  • Cosi dicono, ma per le persone chiunque fuori dalle regole diventa una leggenda, nel bene e nel male. Ma se non abbassi la voce, non lo sarò ancora per molto.

  • Scusa, è l’emozione a fare i brutti scherzi. Beviamo la birra, poi ci sposteremo in un luogo più sicuro.

Dopo aver finito la birra, che aveva un retrogusto di altre bibite bevute in precedenza dal bicchiere, i due uscirono dal locale. Le luci Xeno iniziavano a perdere l’intensità, erano regolate per spegnersi quasi del tutto durante il periodo notturno, da dare cosi l’idea di un passaggio giorno-notte continuo. Uno dei pochi modi per non perdere le cognizioni del tempo. I due percorsero quasi tutta la città, arrivando dalla parte opposta del bar. Piccoli palazzi, vecchi forse di dieci anni erano sparsi qua e là, mentre in mezzo c’era un parcheggio pieno di camion militari. Ogni cosa era morta qui, non c’era nessuno che passeggiava e l’unico rumore che si sentiva era quello dei altri quartieri.

Snake, seguendo Brandon arrivò in uno dei palazzi posti attorno al parcheggio. Salirono fino all’ultimo piano e lì l’infiltrato si trovo in un appartamento che assomigliava più ad un centro operativo di un qualche governo del terzo mondo. Computer sparsi su ogni tavolo, enormi monitor che mostravano l’intera città e altri piani della base, armi appoggiate vicino alla porta e tutto lungo i muri. La stanza era piena di persone indaffarate con i computer o con l’osservazione delle varie parti della città. Nessuno sulle prime s’accorse che i due erano entranti, quando un giovane di circa diciotto anni riconobbe il basista e si fece capire a tutti che era qui. Tutti si alzarono all’unisono e salutarono i due con un cenno militare.

  • Compagni, questo è l’uomo che l’impossibile lo rende possibile, ed è qui per aiutarci. L’eroe di Zanzibar Land, Outer Heaven e Shadow Moses, Solid Snake.- la presentazione sembrava più quella di un divo del cinema piuttosto che di un soldato. Gli altri lo guardavano come se fosse una leggenda vivente, che in effetti era. – Grez, Frey, Athom, preparate tutto per un briefing, dobbiamo fare il punto della situazione e spiegare tutto al nuovo arrivato. Tra poco sarà l’ora di agire, dov’è Viktoria?- chiese infine

  • Pattugliamento del quadrante Y, tornerà tra qualche ora.- rispose un uomo seduto dietro ad uno dei computer. Volto magro, capelli lunghi disordinati e quegli occhiali, era una copia di Otacon. L’uomo guardo Snake e si rimise a fissare lo schermo digitando codici incomprensibili.

In pochi istanti la stanza si oscurò e un grande proiettore mostrava uno sfondo bianco su un muro. Tutti i presenti dentro la stanza presero i propri posti, ad eccezione di Brandon, Grez, Frey e Athom, tutti imponenti. Il proiettore mostrò le prime immagini raffiguranti le mappe degli edifici , foto di vari veicoli. L’uomo con gli occhiali era rimasto dietro allo schermo del suo computer, incurante di ciò che stava succedendo.

  • Siamo qui per spiegare al nuovo arrivato il punto della situazione, quindi siete pregati non interrompere, ne di fare domande. Le uniche domande accettate sono di Snake. – iniziò Brandon con un tono minaccioso- Iniziamo dal principio, questa base nasce a metà degli anni settanta. Costruita su richiesta di Big Boss, la base doveva essere uno dei campi d’addestramento per le nuove reclute nel suo esercito, il comando fu affidato ad uno dei militari prediletti da Big Boss. Anni dopo però, questa base iniziò a diventare una vera e propria fortezza, qui si costruivano nuove armi sperimentali, qui venivano montati alcuni dei più importanti veicoli e velivoli da combattimento. Insomma, questo posto iniziò ad ampliarsi. Nel 1999, Big Boss viene ucciso da te Snake, ma già nel 1995 la perse quasi tutti contatti con la Fox Hound, erano divisi da degli ideali differenti, ma non erano nemici. Dopo la morte di Big Boss inizia la costruzione di una nuova arma, capace di lanciare un attacco nucleare o biologico da qualunque parte della terra. A differenza degli altri Metal Gear creati in precedenza però, questo doveva diventare l’arma definitiva.- le immagini mostravano alcune parti della macchina.- Il nome in codice assegnato a questa macchina è Metal Gear Tuhan, che vuol dire Dio. Credimi, è il nome che più si addice ad una macchina come quella. Come avrai notato, questa base è molto grande, quindi da solo hai poche possibilità di riuscire nella tua missione. Noi siamo un gruppo di soldati che non credono più nelle favole raccontate dal capo, vogliamo liberarci da questo mostro. Operiamo su ogni piano, quindi se vorrai spostarti non avrai difficoltà a farlo. Devi distruggere questa macchina, ma non puoi restare con questi abiti, non per molto, ti daremo una nuova tuta. La tua missione sarà quella di entrare dentro il Metal Gear e piazzare delle cariche all’interno, le nostre truppe ti aiuteranno se ti troverai in difficoltà…

  • Scusami, ma se siete cosi ben organizzati, perché non ci pensate voi a distruggerlo? Siete un numero abbastanza elevato, no?- chiese Snake interrompendo il basista

  • Il capo Edwyn, ha creato un gruppo di soldati chiamati Mongoose Troops, le nostre truppe non hanno possibilità. Tu, hai affrontato nemici ben peggiori e sei sempre uscito illeso. Questo è il motivo per cui ci serve la tua collaborazione, le nostre truppe saranno utili quando qua dentro si scatenerà una vera e propria guerra. Siamo cresciuti qui, siamo venuti con l’idea di libertà, con l’idea di militarismo. Nel mondo noi siamo considerati assassini, se invece vinciamo, siamo degli eroi. Arrivati qui però, ci siamo accorti, che qui la libertà è assente, con la copertura di una squadra mercenaria qui costruivano armi di distruzione di massa, qui venivano addestrati i soldati più sanguinari. Credi che gli Iracheni, Afghani, potevano creare tutti quegli attentati? Siamo stati noi, qui venivano addestrati tutti kamikaze.

  • Capisco, parlami un po’ di questi Mongoose…

  • Si, allora le Mongoose Troops sono un gruppo di soldati scelti. Addestrati per uccidere, senza chiedere perché, senza conoscere il motivo. Un po’ come successe con Frank Jagger anni fa, quando era Null. Tu hai conosciuto Frank quando era un uomo, Big Boss l’ha incontrato quando era un bambolotto in mano ai militari. Nessuno di noi ha visto i Mongoose, ma le loro gesta sono famose, sono un mix di crudeltà, rabbia, violenza… Sono composti da cinque comandanti, Sam Fleight, Omar Afel, Ivan Dimitrovic, Augusto Del Giudice, Madison Jedis. Ognuno controlla un piccolo gruppo di cinque uomini. Adesso però dobbiamo fornirti armi ed equipaggiamento.

Un soldato portò un FN F2000 con il mirino ottico, una Glock 26, un Type 05 e varie granate, fumogeni, chaff e una tuta. Una tuta da infiltrazione creata dentro la base, di colore nero. Con tante tasche sparse nei punti strategici, la tuta permetteva all’infiltrato di rimanere nell’ombra senza aver paura di essere scoperto. L’occhio umano riesce a riconoscere anche nel buoi la figura umana, le tasche servivano a confondere la persona con dei semplici oggetti. Il materiale era leggero, ma resistente allo stesso tempo. Snake prese la tuta ed il FN F2000 e le granate, lasciando il resto.

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


CAPITOLO 3

La fioca luce della camera metallica illuminava quattro uomini, occupati a parlare tra loro. A terra giacevano due uomini morti, trivellati di proiettili. Il sangue era sparso per tutta la stanza, ma i quattro sembravano puliti come dopo una doccia. Continuando a parlare uscirono dalla camera e si diressero nel centro comando. La sala, rotonda con un disegno sul pavimento che raffigurava la testa di una mangusta era piena di computer e degli operatori intenti a controllare, guardare e aggiustare dei dati. Al centro, su una sedia c’era seduto un uomo di mezz’età. I lineamenti irregolari e gli occhi freddi come il ghiaccio incutevano paura in tutti quelli che lo incontravano. I capelli neri gli scendevano fino alle spalle e qualche ciocca bianca spuntava di qua e di là come a voler dire che lui è un uomo di una certa età. Era lui che controllava tutte le operazioni dentro la base, Edwyn.

I quattro si avvicinarono al capo e gli diedero un foglio con degli appunti. Dopo aver letto più di una volta la pagina, Edwyn la piegò accuratamente e la mise nel taschino della sua giacca nera. Prese un sigaro dalla tasca destra e la accese senza preoccuparsi dell’ambiente in cui si trovavano. Guardo i quattro uomini senza battere ciglio per poi concentrarsi su uno dei schermi appesi sul muro. Lo schermo mostrava un uomo mentre ne uccideva un altro con un fucile da precisione. Poi l’uomo entro in una porta e si ritrovò in un lungo corridoio ben illuminato.

  • Come previsto è riuscito a penetrare dentro la base senza alcuna difficoltà. Si vede che lui è il figlio di Big Boss. –disse Edwyn senza togliere gli occhi dallo schermo. –Ho bisogno che qualcuno che lo vada a prendere e me lo porta vivo, non morto. Voglio fare una chiacchierata con lui. Madison, la missione è affidata a te quindi portamelo qui, vivo ed intero.

  • Niente di più facile. – risposte l’altro. Madison, giovane membro delle Mongoose Troops, di bell’aspetto strinse i pugni facendo uscire scariche elettriche dal corpo. L’aria inizio a scoppiettare e presto l’uomo diventò avvolto in una nube di scariche elettriche. – Lo porterò qui vivo, solo un po’ confuso. Voi invece guardate e cercate di imparare dai più giovani.

  • He he he, attento però, perché non verremo ad aiutare il tuo culo nel caso di difficoltà. –disse uno dei Mongoose. Un uomo alto, con il fisico di un wrestler e la faccia piena di cicatrici e bruciature.

  • Ben detto Ivan, questi giovani non sanno fare niente, non hanno la nostra esperienza. Vedrete che alla fine saremo noi a risolvere tutti casini che Madison ci procurerà. –Disse un uomo di colore vestito con una mimetica deserto.

  • Lo vedremo, lo vedremo. Intanto voi state qui e giratevi i pollici, io vado a divertirmi. –disse il giovane mentre usciva dalla sala accompagnato dalle continue esplosioni di scariche elettriche. Gli altri rimasero dov’erano, osservando il giovane lasciare la stanza. Madison non era un semplice soldato, era un guerriero, e tutti lo sapevano. Ognuno dei quattro era un professionista che sapeva il suo lavoro.

  • A proposito, dov’è Sam? Perché non è venuto?- chiese Edwyn guardando i schermi. Gli occhi erano freddi, come il ghiaccio che ricopriva il monte.

  • E’ fuori ad osservare il nostro intruso. Ha detto che vuole vederlo dal vivo, ma onestamente Sam non era se stesso. Era troppo ansioso e il che non è da lui. Penso che vuole affrontarlo in battaglia. –disse il terzo uomo, di media altezza, con una fisionomia da attore hollywoodiano. Vestito con una mimetica nera era il più composto degli altri

  • Antonio, Sam non farà niente. Senza il mio ordine non farà niente. La fedeltà è l’unico concetto che conosce, come ogni soldato. Voi tre, siete liberi per adesso. Potete tornare alle vostre faccende.

Senza fare domande i tre abbandonarono la sala. Appena usciti dalla stanza si separarono e ognuno prese una via diversa, senza un saluto.

***

Solid Snake si muoveva con cautela, cercando di evitare ogni contatto visivo con altri soldati e la nuova tuta aiutava non poco nel suo intento. Quando l’essere umano osservava nel buio una forme dalle sembianze più strane non ci faceva caso, perché il cervello non mandava il segnale d’allerta.

Mentre quando l’occhio riconosceva la forma dell’essere umano (anche nella sua forma più vaga), scattava l’allerta e in quel caso il contatto con il nemico era inevitabile. Dal momento dell’infiltrazione l’agente uccise quattro guardie che stavano per scoprirlo. Nessuno dei quattro riuscì a capire chi li stava colpendo. Ormai l’invisibilità era diventata un abitudine, e non abbandonava nemmeno durante le giornate di riposo. La vera vita di Snake sul campo di battaglia e lui, più di chiunque altro lo sapeva. Sapeva che non avrebbe mai avuto una vita tranquilla, una famiglia. I stessi geni, appartenenti al leggendario Big Boss lo condannavano ad essere diverso. Non c’era verso di combatterli, non c’era modo per opporsi. Una persona cresciuta su un campo di battaglia, morirà sul campo di battaglia. Chissà, forse senza i geni di Big Boss adesso Solid Snake sarebbe un padre di famiglia, un uomo ordinario che lavora in un ufficio. Lo stesso Solid sperava che prima o poi le cose si sarebbero messe su questo piano, ma adesso non era più cosi ottimista. Sapeva che è questa la sua casa e che l’unica persona che lo accompagnerà sempre è il suo amico Otacon. L’unica persona che non ha mai cercato di ingannarlo, ma che al contrario si è rivelato per ciò che è, un buon amico.

I palazzi erano uno uguale all’altro e senza l’aiuto del Codec sarebbe molto difficile uscire da lì. La mappa della città sembrava quella di New York, tutti palazzi quadrati formati nei quartieri quadrati. Forme poco gradevoli per una persona normale, ma un soldato ci vive benissimo. Perdersi lì era facile come bere un bicchiere d’acqua.

Arrivato fino all’ascensore Snake si trovo davanti ad uno scenario al quanto strano. L’ascensore non aveva i tasti per scendere, ma solo quelli per salire di qualche piano. L’esistenza dei piani sottostanti era sicura al 100% eppure l’ascensore non segnava niente. Senza pensarci due volte il soldato schiacciò il tasto per il piano superiore e attese con pazienza che l’arrivo al piano superiore. Il piano “D”, che contiene i laboratori di ricerca e le infermerie. Dall’uscita dell’ascensore partivano tre vie, a destra, a sinistra e una che portava in fondo. Il piano “D” era un po’ più piccolo di quello precedente, ma la forma era pressoché uguale. I laboratori erano delle stanze quadrate, divise da delle vie, che formavano una grossa scacchiera. A differenza del paino “F”, questo era ancora più illuminato e l’aria impregnata di uno strano odore, un odore dolciastro.

Il Codec non segnava nessuna presenza nemica nelle vicinanze, ma questo non rallegrò lo stato d’animo dell’infiltrato. Anzi, questa calma lo mise in guardia. Senza fare minimo rumore egli si diresse verso la porta del laboratorio più vicino. Le porte, fatte di metallo, avevano una piccola parte fatta di vetro, il che permetteva di vedere l’interno. Un gruppo di scienziati attorno ad un tavolo osservavano qualcosa che si muoveva su di esso. Una persona si contorceva, cercando di urlare, ma le parole morivano prima di uscire dalla bocca. Infine lo scienziato più alto, con la faccia dai lineamenti irregolari prese una siringa e la iniettò direttamente nel petto del poveretto. Dopo pochi secondo i scienziati erano vicino ai propri pc, mentre l’uomo sul tavolo esalava l’ultimo respiro con le lacrime agli occhi. Senza farsi accorgere, Snake passò senza farsi accorgere dai scienziati, ora intenti a scrivere cose sui pc. Arrivato alla fine del laboratorio, il Codec iniziò a segnalare varie telecamere poste all’entrata di tutti laboratori, controllando praticamente tutto il piano. Non c’era nessun modo per aggirarle e passare inosservato. Nessuna via d’uscita se non tornare indietro, ma l’ascensore va solo in una direzione e l’ultima fermata è quella dove Snake si trovava. Controllando dentro lo zaino l’agente trovo una granata chaff, che prese e richiuse lo zaino. Una granata chaff, esplodendo rilasciava tanti piccoli filetti metallici che disturbavano tutte le comunicazioni elettroniche, quindi oscurando per un breve tratto tutte le videocamere. Oltre che nelle granate, lo usavano anche gli aerei per togliere l’attenzione dei missili. Snake controllò la distanza che lo sperava dalla parte opposta della stanza e dopo aver contato i passi ed i secondi necessari per arrivarci, si preparò ad una folle corsa contro il tempo. Lanciata la granata e aspettato lo scoppio, la corsa ebbe inizio, senza prestare attenzione alle possibili guardie o scienziati il percorso fu raggiunto in tempo minore della scomparsa delle particelle metalliche. La velocità era uno dei requisiti fondamentali per un agente d’infiltrazione solitaria come Solid Snake. La forza fisica è una necessaria, ma senza tecnica e velocità è inutile.

Dall’altra parte del piano c’era un altro ascensore, con il segnale occupato e lo schermo mostrava che la direzione in cui si stava dirigendo era il piano D. Tra un minuto al massimo si sarebbe aperto con qualche agente o qualche scienziato che avrebbe dato l’allarme, la decisione andava presa in millesimi di secondi. Per un civile, la cosa avrebbe prodotto un gran problema, ma per un agente come Solid Snake, l’agire velocemente gli aveva salvato la vita diverse volte. In pochi secondi la posizione dell’uomo era dietro vicino muro alla destra dell’ascensore. Aspettare con calma, respirando in modo regolare e non fare mosse azzardate era il modo migliore per non commettere errori e non uccidere un innocente. La porta si aprì, ma dall’ascensore non uscì nessuno, era vuoto. Come se qualcuno si divertisse a prendere in giro Snake, che in effetti si sentì preso in per i fondelli. Dopo aver atteso altri cinque secondi ed esseri accertato che l’ascensore era vuoto, l’uomo ci entrò senza indugiare, ma con il grande rammarico constatò che il tasto per andare ai piani inferiori era bloccato e l’ascensore iniziò ad andare verso l’alto. Non c’era nessun dubbio ormai, qualcuno sapeva che c’era un infiltrato e che era seguito passo per passo.

-Otacon, sono Snake, mi ricevi?- disse l’agente al Codec

-Forte e chiaro, come sta procedendo il piano?- chiese Otacon con il suo solito spirito giovanile, in effetti, per quanto fosse stressante a volte, era sempre lui a mettere un po’ di allegria nei momenti difficili.

-Qualcuno sa che sono qui e si sta prendendo gioco di me. Sono nell’ascensore e sto salendo sempre verso l’alto, i tasti manuali non funzionano. Credo che non passerà molto tempo prima di un combattimento.-

-Ti sto seguendo dal mio monitor. Grazie alle nano macchine riesco a vedere la tua posizione dentro la base. In effetti, mi sembra strano che tu non abbia incontrato nessuna guardia su quel piano. Stai in guardia, io cerco di capire che sistema di controllo hanno dentro la base. Se riuscirò ad infiltrarmi nel sistema, potremo controllare tutti gli ascensori e le telecamere.-

-Va bene, passo e chiudo- disse Snake chiudendo la comunicazione.

La porta dell’ascensore si aprì e l’agente si ritrovò in un campo pieno di edifici distrutti, simile a quello F per altezza e a quello D per la dimensione. L’odore che regnava in questo piano era un misto di sangue e polvere da sparo, l’odore della guerra.

-Snake, mi senti?- disse una voce al Codec

- Forte e chiaro, Brandon, qui c’è qualcosa che non va. - rispose l’agente

- Infatti, a quanto sembra la tua infiltrazione è stata notata dalla sala controllo. Ti stanno tenendo d’occhio. Adesso ti trovi nel campo d’addestramento. Qui si allenano tutti soldati che vengono reclutati e credimi, è uno dei posti peggiori. Se ti hanno portato qui allora vuol dire che voglio fare qualcosa. Stai in guardia Snake, noi monitoreremo i tuoi passi e nel caso le cose dovessero peggiorare, entreremo in azione.- Disse Brandon chiudendo la conversazione

Dopo aver fatto i primi passi Snake si accorse che tutto questo era una trappola. Come ha detto Brandon, era sempre osservato, la sua entrata è stata vista dalle persone che volevano vederlo. Ora riusciva a percepire i nemici, più di uno, nelle vicinanze. Sapeva che lo vedevano e che l’avrebbero attaccato da un momento all’altro, quindi fece l’unica cosa che poteva fare, proseguire in avanti. Passo dopo passo l’aria si faceva più pesante, piena di zolfo, come prima di un temporale. Dopo aver percorso altri venti metri, dal palazzo alla destra di Snake uscì un uomo. Un giovane con un fisico atletico ed un viso di bella presenza. Addosso aveva una tuta marrone a quadrati, che sembravano muoversi come se fossero vivi. Sulle spalle spuntavano tre punte metalliche per spalla, da ogni punta partiva una scarica elettrica che toccava quella successiva. Gli occhi non esprimevano nessun’emozione, come se fossero morti. Dietro il giovane spuntarono altri cinque uomini, vestiti con una mimetica nera che copriva perfino la testa… Tra le mani gli uomini stringevano una H&K USP Compact, piccola, ma letale. I sei si avvicinavano senza parlare, il giovane per primo, mentre i cinque puntavano le pistole sull’agente.

Snake, con un movimento felino scattò verso il primo palazzo più vicino, accompagnato dai proiettili che gli sfioravano la testa. Dopo aver trovato un riparo ed aver constatato d’avere tutte le parti del corpo al posto giusto, l’uomo mirò alla testa del giovane, che camminava piano senza temere d’essere colpito. Il proiettile partì dalla canna del M23 e volò in direzione del giovane. Prima di raggiungerlo però, il proiettile esplose in mille pezzi. Incredulo, Snake sparò altri quattro colpi, ma tutti quanti esplosero senza raggiungere il bersaglio. Quindi correndo via digitò la frequenza di Brandon, dopo qualche secondo il volto del giovane apparve nello schermo del Codec.

  • Snake, non dirmi niente, adesso sei di fronte ad uno dei membri dei Mongoose Troops. E’ il giovane Madison, detto anche Volt. Ha addosso una tuta che sprigiona una potentissima scarica elettrica. E’ molto simile ad un pesce coltello elettrico, detto comunemente l’anguilla elettrica. Quelle punte sulle sue spalle e sulla schiena generano una scarica capace non solo di uccidere, ma anche di deviare o far esplodere i proiettili. – disse Brandon - Quelle punte sprigionano una massa di ioni di carica positiva che rientra nelle cellule e le rende negative, quindi parte la scarica. Il tutto accade in pochissimi istanti, quindi è impossibile prevenire questo processo.

  • Non ho il tempo per le spiegazioni scientifiche, dimmi solo come si uccide..- sbottò secco l’agente, cercando un nuovo riparo dai proiettili dei nemici, che avanzavano lentamente- Dimmi come si fa ad abbatterlo, dopo potrai spiegarmi tutto quello che desideri.

  • Bene, allora, non esiste un modo per uccidere normalmente il tuo nemico. Però forse se tu usassi una granata chaff, potresti spegnere i suoi dispositivi che gli permettono la carica elettrica, ma non è detto che funzioni il metodo. La cosa migliore sarebbe quella di colpire la granata mentre quella non ha ancora raggiunto la distanza che può raggiungere il suo campo.

  • Bene, niente di più facile, vero? Vado a farlo se non ci sono alternative. A dopo.- chiuse la comunicazione e si diresse verso il palazzo successivo. Madison continuava ad avvicinarsi assieme ai suoi uomini, lento e paziente.

Entrato in un palazzo in un palazzo di tre piani, Snake decise di andare al primo piano e attendere lì il proprio avversario. Sparare ad una granata in volo non era un'impresa fattibile e l'agente lo sapeva bene. La cosa migliore era appoggiare la granata vicino alla scala e spararle quando il nemico sarà appena salito. Nascosto nella parte più lontana del corridoio che portava dalle scale alle varie stanze, tutte distrutte dai vari addestramenti militari. L'odore della polvere da sparo e del piombo era talmente forte da battere quello dello zolfo. Ogni muscolo era pronto allo scatto, perché l'effetto della chaff durava pochissimo tempo. In mente aveva programmato già tutto, previsto i propri movimenti e i colpi da eseguire. In battaglia la cosa più importante è il funzionamento delle armi, la grande paura di Snake. Se una delle due armi non dovesse funzionare, sarebbe la fine, in quel corridoio non c'erano vie di fuga e ne i modi per colpire il nemico. Nel caso di difficoltà, l'unico modo per fuggire sarebbe buttarsi da una finestra, ma la distanza dalla prima finestra è troppo grande e sicuramente un proiettile avrebbe raggiungo Snake in testa o nel petto. Come al solito, il dovere di scontrarsi con la morte era più alto di quello della vita.

-O la va o la spacca- si disse l'agente

Passarono due minuti, che per l'infiltrato apparvero come un eternità. Poi i passi iniziarono a farsi sentire dei passi, molto rumorosi. Evidentemente al gruppo non importava essere silenziosi, avevano la piena sicurezza di vincere. Era proprio questo un errore degli esperti, erano troppo sicuri di se ed eseguivano le azioni da manuale. Era l'unico vantaggio che Snake aveva, lui ragionava in modo differente grazie agli anni d'esperienza, e la cosa che imparò e che non doveva mai sottovalutare un nemico. Quindi quel poco di tempo che restava Snake lo passò a ripercorrere mentalmente il piano, e si rese nuovamente conto che le possibilità di farcela erano del 50%, ma anche questa diventava un abitudine dopo tanti anni di esperienza. L'importante è agire sempre con la mente lucida e non buttarsi sugli istinti. I passi si facevano sempre più vicini, ormai i nemici erano sulle scale e tra meno di trenta secondi. Quando il passo si fece più pesante per via della vicinanza, e un piede sbuco dall'angolo del muro l'agente prese la mira e appena il capo usci nel corridoio due proiettili che perforarono la granata chaff. Milioni di particelle metalliche si dispersero nell'aria rendendo il corridoio luminescente. Al suono delle esplosioni i cinque uomini corsero su per le scale a velocità da sportivi, ma cinque colpi di proiettile erano già in serbo per loro. Il primo uscì dalle scale e prima ancora di potersi girare, cadde a terra con un buco in testa. Gli altri videro il corpo dell'amico morto e corsero ad una velocità ancora più grande, ma stavolta preparati per un combattimento. Uscito il secondo, il proiettile si conficco nella gola lasciandolo morire in preda al dolore. A quel punto ne mancavano solo tre più il capo, che si era rifugiato in una stanzetta per non ricevere un proiettile. I tre uscirono dall'angolo all'unisono, ma una raffica di FN F2000 sputò una decina di colpi, che andarono a conficcarsi nelle varie articolazioni dei corpi dei nemici. Una seconda raffica finì con uccidere i tre feriti. I cinque uomini erano morti, mentre il capo era nascosto in una delle stanze del piano. Mancava solo un minuto prima che l'effetto della granata chaff avrebbe smesso di fare effetto. Preso una seconda granata Snake corse da una stanza all'altra, contando i secondi e preparandosi a lanciarla per avere altro tempo a disposizione. Il nemico si trovava in una stanza senza finestre, con una sola porta d'ingresso, con la pistola spianata verso l'unica via d'uscita. Se i riflessi dell'agente non fossero quelli di un soldato ben addestrato, sarebbe morto appena la sua testa si era esposta dal muro dell'uscita. Nascosto dietro al muro Snake fece esplodere l'altra granata chaff e si preparò una strategia per il seguito. Doveva giocare con lui molto velocemente, lo sapeva, senza le particelle metalliche il nemico avrebbe riacquistato la sua carica elettrica e avrebbe fritto l'agente. Tentare il tutto per tutto, era questa l'unica possibilità.

Cacciò una granata a frammentazione e tirò l'anello di sicurezza, aspettò altri due secondi e lancio la granata all'interno della stanza. Come aveva sperato il nemico uscì di corsa, seguito da Snake che correndo mirava alla gamba di madison e sparava, ma senza colpirla. Una grande esplosione fece tremare tutto il palazzo e i due si trovarono su un terreno somigliante ad una tavola da surf, dove tenere l'equilibrio era la cosa pi complicata. Senza pensarci due volte Snake si gettò sul nemico immobilizzandolo per il collo. Madison si trovò a terra, con la pancia in giù e le mani immobilizzate da una mano, mentre l'altra stringeva attorno al collo facendogli mancare l'ossigeno. Dopo una decina di secondi l'effetto iniziò a funzionare ed il giovane si trovò a lottare contro lo svenimento, prossimo ad arrivare. Dopo che il giovane perse i sensi Solid Snake prese M23 e sparò alcuni colpi nei punti dove veniva generata l'energia, cosi da rendere innocuo Madison dopo il suo risveglio e lo trascinò fuori dall'edificio.

Svegliatisi, il giovane si ritrovò privato di qualsiasi arma da fuoco, ma con un Ka-Bar appoggiato alla sua destra. Snake era seduto su una cassetta di legno con in mano un coltello da combattimento Fox Survival Explorer. Il coltello militare di fabbricazione italiana era uno dei pezzi preferiti dall'agente, progettato appositamente per lui da Oreste Frati. Dopo la sua creazione, il coltello è stato duplicato in tantissime copie e venduto come ogni normale coltello militare, ma quello di Snake era di una qualità superiore. L'accciaio scuro non dava segni della classica freddezza del metallo e la mano che lo reggeva non dava nessun segno di tremolio, classico degli soldati che hanno combattuto troppo.

  • Ed eccoti sveglio, mettiamo in chiaro alcune cose. Se provi a fare qualche scherzetto finirai all'altro mondo prima ancora di poterti rendere conto di cosa stia succedendo. Ti ho levato ogni mezzo per attaccarmi a lunga distanza, cosi sono sicuro che non farai degli scherzetti.- disse Snake con un sorriso forzato

  • Allora perché hai rimasto il coltello? Pensi che non lo sappia usare?- sbottò Madison

  • So che lo sai usare, ed è lo stesso motivo per cui ti ho rimasto vivo. Voglio divertirmi con te e sapere tutto ciò che sai sul nuovo tipo di Metal Gear. Se farai il bravo e collaborerai non avremo bisogno dei coltelli, altrimenti dovrò farti molto male.- disse contorcendo il viso in un sorriso sarcastico.

  • Muori...- rispose il giovane con arroganza. S'alzò di scatto e prese il coltello poggiato a terra. Snake era già nella posizione difensiva filippina rovesciata, con una mano posta all'altezza della gola e l'altra un po' più in basso, con il coltello nella posizione icepick grip. I piedi erano in un continuo footwork, un modo per essere sempre pronti a cambiare direzione, mentre le mani mai ferme perché durante un combattimento con il coltello una mano ferma è una mano tagliata.

Madison invece assunse in pochi secondi la tipica guardia militare, molto utilizzata durante la seconda guerra mondiale. La mano armata avanzata e la mano libera vicino al petto per difendersi. Come era ovvio aspettarsi, il giovane conosceva bene il grande svantaggio della posizione e attaccò senza pensarci due volte. Un fendente al basso ventre che Snake contrasto con la presa a farfalla del braccio. Chiuse il braccio del nemico mandando il pugnale a finire quasi nella spalla, poi diede un calcio nel fianco destro e si allontanò nella misura di sicurezza. Conosceva bene i tipi come Madison, calmi, ma dopo un paio tentativi malriusciti furiosi e troppo frettolosi. Dopo qualche secondo partì il secondo attacco del giovane, ma qui Snake decise di dare un taglio al combattimento, aveva una missione e non aveva tempo per giocare un novellino. Un fendente all'altezza della gola partì fulmineo dal giovane. L'agente si sposto quel che basta per non finire con la lama nella gola, ma allo stesso momento abbastanza vicino per prenderlo nuovamente con la presa farfalla, ma stavolta al contrario. In pochi istanti il braccio del giovane si ruppe con un rumoroso crack, accompagnato dal rilascio del coltello e dall'urlo del giovane. Lasciato il braccio Snake si avvicinò e diede a Madison un pugno nel Plesso solare e senza lasciar tregua lo prese per la gola lo buttò a terra con tutta la potenza che aveva nelle braccia. Il corpo del giovane, rimasto senza fiato, cadde a terra con un tonfo simile ad un sacco da boxe. La sua faccia rossa era la chiara dimostrazione che l'ossigeno era troppo poco e che il dolore procurato dal braccio rotto toglieva quel poco che ne rimaneva. Dopo pochi istanti però una grande chiazza rossa usci da sotto al giovane. Era caduto sul coltello. In preda al panico egli chiedeva aiuto all'unica persona che c'era, Snake, che posò il suo coltello e lentamente si avvicinò.

  • Ecco vedi, te l'avevo detto che ti saresti fatto del male. Ne valeva la pena? Hai tempo adesso, quindi dimmi ciò che voglio sapere. Dimmi chi siete, dove si trova il passaggio per il Metal Gear e quali sono i vostri piani. - domandò Snake senza curarsi delle condizioni del giovane

  • Il Metal Gear si trova al piano inferiore, ma questo... lo sai già. Come arrivarci? Perché dovrei dirtelo? Tanto morirò ugualmente. Mi hai battuto solo perché la tuta non funzionava più- sbotto tra mille dolori

  • Me lo devi dire per un motivo, posso rendere la tua vita un inferno oppure posso addolcirla. Sta a te decidere. E ricorda, mai fidarsi della tecnologia, devi fidarti solo del tuo istinto e dell'addestramento. Credo che però non ti serviranno più questi consigli. Allora, mi vuoi dire come fare ad arrivare al piano inferiore?- domandò mentre la mano destra ficcava la lama del suo FOX nella coscia recidendo il muscolo sartorio. Il giovane urlò di dolore, ma presto si riprese.

  • Devi uscire dall'edificio e scendere lungo il sentiero che troverai. La porta d'uscita si trova in fondo a sinistra di questo piano. Tutte le coordinate le troverai qui- disse mentre scriveva le coordinate sul suo palmare. Sceso al piano dove è nascosto il Metal Gear non ti resta che distruggerlo. - In quanto a me, sono pronto per morire. Infondo non ho niente da lasciare a questo mondo. Non sono nemmeno un bravo combattente. Faccio parte dei Mongoose Troops perché avevo soldi a sufficienza per finanziare i loro progetti e per via della mia tuta, che mi rendeva praticamente invincibile. Tu sei il primo che capisce il suo funzionamento e distrugge i meccanismi. Non sei una preda facile, nemmeno per una mangusta. Stai attento però, gli altri non usano i miei metodi. Sono preparati con i tuoi metodi...

  • Un vero soldato non dovrebbe mai riporre la sua vita in un aggeggio tecnologico. Tu l'hai fatto e hai visto com'è andata a finire.

  • Beh... almeno... mi sono confrontato il miglior guerriero di quest'epoca.- disse il giovane e poi spirò il suo ultimo respiro.

Troppe cose sono accadute in una ventina di minuti, e il tempo per capire il perché dell'omicidio non c'era. Nella mente di Snake balenavano dei sensi colpi, mai provati prima per un morto. Forse perché era giovanissimo, forse perché non era molto esperto. Dopo un po' si disse che è la guerra e il giovane ha deciso di partecipare a qualcosa che non è come lo descrivono i film o i videogiochi. La guerra significava morte, e i vittoriosi dovevano combattere per morire. In momenti come questo, la mente dell'agente desiderava solo un lungo riposo, magari in una cittadina sperduta tra i monti, abitata da qualche centinaio di persone. La pensione però, non era un lusso che poteva permettere di prendere, non ancora per lo meno.

  • Snake, ce l'hai fatta... E' morto. - disse Brandon contattando Snake con il Codec -Un po' mi dispiace, una giovane vita, ma è guerra e non sarà l'unica vita ad essere sacrificata in quest'avventura.

  • Gia... non so cosa mi ha preso, potevo evitare la sua morte.

  • Non farti prendere dai sensi di colpa, non ancora almeno. Dopo la missione potrai fargli il funerale e anche una statua, ora hai una missione da sbrigare.-concluse Brandon con tono irrequieto- Abbiamo saputo che tra non molto il robot sarà operativo, ma non sappiamo il motivo della sua costruzione, non abbiamo contatti cosi in alto. La cosa che mi preoccupa sono i restanti membri mongoose. Ti daranno la caccia, è certo. Però ci penseremo più tardi, ora cerca di uscire da qui.

Snake spense il Codec e in mente iniziò a odiare questo luogo e questa gente. Soldati che chiedono il suo aiuto per fare qualcosa che potrebbero benissimo fare da sé. I mongoose troops che altro non erano che un gruppo di guerrieri sopravalutati per via della tecnologia. Davvero un posto da lasciarci la pelle. Cercando di dare un senso a tutti gli avvenimenti, Snake proseguì come detto da Madison e presto si ritrovo di nuovo fuori dal monte, in mezzo ad una bufera e con la sera che iniziava ad avvicinarsi e la peggiore delle cose era quella di rimanere in mezzo alla neve nel buio. Il visore notturno non sarebbe servito un gran che, visto che la tempesta di neve riduce la visibilità a una decina di metri. Quindi la parola d'ordine era agire subito.

 

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