Appuntamento preso con il destino di Cleppy_Ds (/viewuser.php?uid=131581)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Mi fai un favore? ***
Capitolo 3: *** Momenti inopportuni ***
Capitolo 4: *** Bacio indiretto ***
Capitolo 5: *** Confusione ***
Capitolo 6: *** I'm kissing you ***
Capitolo 7: *** Sere Nere ***
Capitolo 8: *** Tanto tutto, senza te vicino è niente ***
Capitolo 9: *** Let it snow ***
Capitolo 10: *** Happy new year ***
Capitolo 11: *** Giusto o sbagliato ***
Capitolo 12: *** La perfezione ***
Capitolo 13: *** Se tu te la senti, anche io me la sento ***
Capitolo 14: *** Mi fido di te ***
Capitolo 15: *** Oggi sposi ***
Capitolo 16: *** Ricordi... ***
Capitolo 17: *** Parlami d'amore ***
Capitolo 18: *** Broken heart ***
Capitolo 19: *** Solo noi due ***
Capitolo 20: *** Il miglior compleanno della mia vita ***
Capitolo 1 *** Prologo ***
Prologo
Salve a tutti!
Questa è
la seconda fanfiction che scrivo. Spero vi piaccia :)
Per chi ha seguito anche la mia prima storia "Gli ostacoli del cuore"
mi scuso per non aver ancora pubblicato l'epilogo. In realtà
è quasi finito, ma ho avuto un'ispirazione per questa storia
e
così l'ho pubblicata. Prometto che cercherò di
aggiornare
il prima possibile anche l'altra.
Mi farebbe davvero tanto piacere sapere cosa ne pensate.
Grazie mille a
tutti per l'attenzione!!!!!!!♥
Cleppy
Prologo
Avete presente quando un sogno vi sembra cosi
reale da avere quasi l'impressione di non dormire. Ecco. Credo che
quello che
successe a me si possa definire così. Un sogno che sembra
realtà. Perchè la
verità è che quel sogno, di reale aveva ben poco.
Per prima cosa io ne ero la
protagonista. IO. La ragazza più sfortunata dell'universo.
Per seconda cosa, ma
non meno importante, LUI era il mio cooprotagonista.
Lo so, il mio discorso è poco chiaro, ma del resto nella mia
vita non c'è
niente di chiaro.
Mi sono innamorata. Innamorata per la prima volta.
Non nego che ho avuto parecchi abbagli. Ho creduto varie volte di
essere
innamorata, ma la verità è che mi sbagliavo. Mi
sbagliavo alla grande.
In realtà sono sempre stata innamorata solo ed
esclusivamente di una persona.
Certo, c'è da dire che questa persona non sia il massimo
della dolcezza. Sono
più le volte che finiamo a discutere, anche per delle enormi
sciocchezze. Si
comporta come un bambino ventiquattro ore su ventiquattro.
Però, nonostante
questo...io lo amo. Ho capito che lo amo.
Ho capito anche che gli devo delle cose.
Gli devo molte cose.
Gli devo la conoscenza dell'amore. Del primo amore.
Gli devo la felicità di alcuni, seppure brevi,
attimi della mia vita.
Gli devo l'illusione di qualcosa che non c'è mai stato.
Gli devo ogni ora, minuto, secondo passato in sua presenza.
Gli devo anche i milioni e milioni di lacrime che ho versato per causa
sua, perchè
mi hanno fatta crescere.
Gli devo la sofferenza e il dolore, perchè mi hanno
fatto capire cos'è la vita. Com'è la vita la
maggior parte delle volte.
Gli devo la speranza che ho avuto per tutto questo tempo,
perchè mi ha permesso
di andare avanti, di non sgretolarmi, di vivere.
Gli devo
anche la disillusione, la speranza distrutta, la fiducia che avevo in
lui...svanita, perchè almeno così ho smesso di
prendermi
in giro da sola.
Gli devo anche il fatto di avermi aiutata a non aver più
paura del buio. Ora grazie
a lui...ho paura dell'amore.
Ho paura degli attimi di
felicità, perchè so che finiranno molto presto.
Ho paura dell'illusione, perchè non voglio vederla finire.
Ho paura di ogni ora, minuto, secondo che passerò in sua
presenza, perchè non
voglio andare distrutta davanti a lui. Perchè non voglio
dargli soddisfazione.
Ho paura dei milioni e milioni di lacrime che sò,
verserò ancora per causa sua.
Ho paura della sofferenza e del dolore, perchè temo di non
riuscire a controllarli
una seconda volta.
Ho paura della speranza, perchè ho imparato che non porta
mai niente di buono.
Ho paura di fidarmi. Di fidarmi di lui, perchè so che non se
lo merita. Perchè
so che mi deluderà per l'ennesima volta.
Tutto questo grazie a lui. Questo è tutto ciò che
gli devo.
L'unica cosa che penso lui debba a me, è una cosa che
avrebbe dovuto
appartenermi. Che non avrebbe dovuto lasciarmi mai per lui:
Il tempo speso per lui.
Lui mi deve tutto questo tempo.
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Capitolo 2 *** Mi fai un favore? ***
Capitolo 1
Capitolo
1
Mi
fai un favore?
Gli incontri avvengono
quando
arriviamo a un limite,
quando abbiamo
bisogno di morire e
rinascere
emotivamente.
— Undici Minuti,
Paulo Coelho —
Odiavo la
mattina. Non la mattina in se per se, ma
quei dieci minuti che precedevano la campanella della prima ora. Senza
contare
che stare al freddo e al gelo fuori da un cancello che dava accesso
all'inferno
non era esattamente la prospettiva più allettante. Tra
l'altro andare a letto
alle due del mattino, dopo aver speso tutta la serata a chiacchierare
su
Facebook con la propria migliore amica, non aiutava di certo
-Oh, mi passi il libro di filosofia?- Mi voltai giusto in tempo per
veder
arrivare un libro enorme nella direzione del mio viso. Quando mi vedevo
già
svenuta perterra con l'impronta di un gigantesco libro scolastico
dipinta sulla
faccia, qualcuno mi afferrò per un braccio togliendomi da
quella direzione
-Ehi ragazzina, che fai dormi?- A parlare era stato Marco Rocchetti,
uno dei
miei due migliori amici. Sbuffai infastidita da quel nomignolo che mi
aveva
affibiato. Il primo giorno del mio primo anno al liceo mi ero
presentata a
scuola con due trecce alla Pippi Calze Lunghe e da allora Marco mi
aveva
soprannominato "ragazzina", il che era
diventato parecchio
imbarazzante visto che ora eravamo al quarto anno
-Ila! Finalmente sei arrivata- Guardai confusa la mia migliore amica,
Arianna
Valenti. Arianna aveva un'incomprensibilissima allegria la mattina. Non
sapevo
come faceva ma la invidiavo. Io sembravo un zombie appena uscito dal
cast di
The Walking Dead, mentre lei sembrava un interprete di uno spot del
Mulino Bianco,
in cui si vede la famigliola felice intenta a fare colazione prima di
dirigersi
a scuola o a lavoro con il sorriso sulle labbra
-Che c'è? Come mai sei così allegra?- Le chiesi
sbadigliando. La
scuola era iniziata solo da due mesi e mezzo ed io stavo già
facendo il conto
alla rovescia per le vacanze di Natale. Per la precisione mancavano
diciassette
giorni, quattrocentotto ore, millequattrocentoquaranta minuti e
ottantaseimilaquattrocento secondi. Non era poi così tanto,
in fondo
-Lui viene, capisci?- Ok, cominciavo a preoccuparmi. Questa non era
allegria, questo
era essere fuori di testa
-No, non capisco. Ma lui chi?- Lei sbuffò togliendosi la
cartella dalle spalle
e sedendosi sul muretto accanto alla scuola
-Ma come chi? Il ragazzo che ho conosciuto in vacanza. Mi ha detto che
verrà
per le vacanze, di conseguenza mi accompagnerà alla festa di
Natale- Sorrisi
annuendo. La verità è che di quella dannatissima
festa ne avevo fin sopra i
capelli. Ogni anno la nostra scuola organizzava la festa di Natale la
sera
della vigilia e puntualmente io mi presentavo sempre da sola e passavo
la
serata a sbavare come una lumaca dietro a Leonardo Pastucci, mio amore
impossibile da ben quattro anni. Dico impossibile perchè lui
era il classico
belloccio che capita in ogni scuola, mentre io ero la classica
ragazzina
anonima e idiota. L'unica a sapere della mia assurda e inutile cotta
era
chiaramente Arianna. A dire la verità Arianna era l'unica a
sapere ogni mio
piccolo e assurdo segreto, a partire dalla mia voglia color
caffè che avevo sotto la
tetta destra e a finire dal mio primo bacio dato a suo cugino (cesso)
di
secondo grado, quando avevo compiuto quattordici anni. Avevo bevuto un
bicchiere di spumante che mi aveva dato alla testa, come mi succede con
qualsiasi alcolico. Avevo cominciato a ridere e delirare come una
povera
demente e quando mi sono trovata davanti suo cugino Bruno, l'ho baciato
e lui
ha ricambiato. Quando sono tornata lucida c'è mancato poco
che vomitassi
-Torno subito, vado a salutare Alessio- Ci disse Marco allontanandosi.
Alessio
era un amico di Marco, sfigato nell'amore ma fortunato nell'ambito
scolastico. Per questo
capitava che Marco ogni tanto ne approfittasse per copiare.
Più che ogni tanto.
Mentre Arianna continuava a parlare di quel tizio, la mia
attenzione era
concentrata da qualcun altro. Leonardo se ne stava seduto poco
più in la e stava scherzando insieme ai suoi amici
-Che palle! Abbiamo le prime due ore di matematica, oggi- Disse Arianna
cambiando discorso
-Già...- Risposi continuando a guardare Leonardo
-Che guardi?- Mi chiese lei voltandosi nella mia stessa direzione
-Niente- Mi affrettai a rispondere, lisciandomi una ciocca di capelli
-Niente, eh? Ed è un niente che inizia per Leo e finisce per
Nardo?-Arrossìì di
colpo
-No, ti ho già detto che non...-
-Che non ti importa più niente, lo so. Ormai sono quattro
anni che non fai altro
che dire così- Sbuffai
-Parliamo di qualcos'altro? Non mi va che Marco ci senta- Risposi
appoggiando
la testa sulla sua spalla
-Ok, continuo a raccontarti di ciò che mi ha detto Fabrizio-
La guardai confusa
-Chi?- Lei sbuffò, lanciandomi un'occhiataccia
-Ma mi ascolti quando parlo? Fabrizio è il ragazzo che ho
conosciuto in
vacanza- Disse lagnandosi. C'erano così tanti ragazzi che
piacevano ad Arianna
che ormai avevo perso il conto e chiaramente non ne ricordavo nemmeno
più i
nomi
-Ah sì, giusto- Dissi sorridendole mortificata
-Comunque ti stavo dicendo che...-
-Di un po', la tieni mai la bocca chiusa?- Sorrisi, consapevole delle
grida che
presto si sarebbero propagate per tutto il quartiere. Marco era tornato
accanto
a noi. Lui e Arianna erano peggio di un gatto e di un topo. Passavano
le
giornate a punzecchiarsi
-E tu invece ci riesci a non fare lo stronzo per cinque minuti?-
Scoppiai a
ridere, sistemandomi meglio lo zaino
-Di un po', ti sei svegliato con la luna storta?- Chiesi a Marco. Lui
si voltò
verso di me e si aprì in un sorriso
-Quando vedo voi, madame, il pessimo umore scompare- Mi rispose
avvicinandosi e
depositando un bacio sulla mia mano
-Risparmia queste belle parole per la Torri- Dissi. La torri era la
professoressa più temuta in tutta la scuola.
Insegnava latino, o per meglio
dire, urlava e basta. Era una vecchia zitella acida, senza uno straccio
di
persona che le volesse bene, per questo scaricava la sua frustrazione
su di
noi, in particolare su Marco. Diceva che lui le ricordava un suo ex.
Giancarlo,
il bidello, ci aveva raccontato che l'uomo che le ricordava Marco,
l'aveva
mollata sull'altare per fuggire insieme a sua sorella.
Perciò Marco faceva
prima a mettere in conto il debito a latino per la fine di ogni anno
scolastico
-Ilaria? Pianeta terra chiama Ilaria?- Mi ripresi dai miei pensieri,
quando
vidi la mano di Marco a tre centimetri dal mio viso
-Che c'è?- Chiesi irritata
-Oh stai calmina, è suonata la campanella- Mi rispose lui
iniziando a
camminare. Io gli sorrisi, dopodiché lo raggiunsi e lo presi
per mano, e
insieme ci diriggemmo verso l'inferno.
Erano
già passati dieci minuti da quando era suonata
la campanella. Io mi ero praticamente sdraiata sul banco. Volevo
cercare di
dormire cinque minuti in più, ma proprio mentre ero a
metà tra la veglia e il
sonno il professore di matematica entrò, sbattendo il
registro e gli enormi
volumi di matematica sulla cattedra. Saltai sulla sedia, cercando di
sistemarmi
i capelli. Dopodiché tirai fuori dalla cartella il quaderno
e il libro sulle
disequazioni.
Sistemai la penna all'estremità destra del banco,
dopodiché tirai fuori anche
una matita e una gomma da cancellare, che finirono automaticamente a
far
compagnia alla mia adorata penna. Tutto questo accadeva sotto lo
sguardo
perplesso di Arianna
-Che c'è?- Le chiesi vedendo che era più
interessata a ciò che facevo io che al
suo cellulare che continuava a ricevere messaggi
-Hai finito? Sembri una psicopatica. Tutti i giorni perdi almeno venti
minuti a
tirare fuori e a sistemare quegli inutili oggetti- Sbuffai alzando gli
occhi al
cielo
-E tu tutti i giorni perdi almeno un quarto d'ora a farmelo presente.
Sono
semplicemente una persona ordinata- Risposi sorridendo
-No tesoro, sei una pazza, maniaca dell'ordine- Disse lei iniziando a
scarabbocchiare sul suo foglio a righe. Sorrisi scuotendo la testa,
dopodiché
presi a scarabbocchiare anche io sul foglio che avevo davanti. Proprio
in quel
momento però, la voce del professore mi fece rialzare lo
sguardo
-Forlani- Alzai la mano per confermare che ero presente,
dopodiché il professor
Rossetti continuò con l'appello. In quel momento bussarono
alla porta
della nostra classe e dopo che il professore rispose con un annoiato
"avanti", la porta si spalancò,
mostrando Leonardo
in tutta la sua bellezza. Sgranai gli occhi quando puntò il
suo
sguardo su di
me. Così abbassai il mio sul libro
-Che c'è?- Mi sussurrò Arianna per non farsi
sentire dal professore.
Evidentemente non si era accorta di chi era entrato in classe. Sospirai
per
darmi una calmata
-Se alzi lo sguardo dal tuo adorato cellulare, capirai la mia reazione-
Le
sussurrai. Lei sbuffò alzando lo sguardo e quasi le venne un
infarto
-Ma che ci fa qui?- Mi chiese. Cercai di abbassarmi il più
possibile, in modo
da non essere più nella visuale di Leonardo
-E io come faccio a saperlo? Ma perchè tutte a me?- Il
professore si alzò in
piedi e scrisse una serie di numeri che dovevano rappresentare una
disequazione
sulla lavagna. Se c'era una materia dove io ero una capra era proprio
la
matematica
-Ragazzi, devo assentarmi un secondo. La professoressa Torri mi ha
mandato a
chiamare. Voi intanto risolvete questa semplice disequazione- Semplice
un
cazzo! Ops, perfortuna che non l'avevo detto ad alta voce. Il professor
Rossetti uscì dalla classe e in un attimo si creò
il panico. C'era gente che
faceva avanti e indietro da un banco all'altro per copiare l'esercizio.
Io e
Arianna ci voltammo verso Marco e Alessio, seduti dietro di noi
-Ma cazzo! E' possibile che la Torri non si ammala mai? Che ne so, una
dissenteria, una colica, un mal di testa perforante? No, lei
è sempre quì.
Secondo me ci dorme anche in questo cesso di scuola- Sorrisi scuotendo
la
testa, mentre Arianna copiava dal quaderno di Alessio
-E poi chi ha mandato per chiamare il professore? Il suo alunno
preferito, il
suo pupillo. Leonardo Pastucci. Se c'è una persona che
detesto più di lei è
proprio quel coatto- Abbassai lo sguardo sul mio quaderno imbarazzata.
Marco
detestava Leonardo. Per questo non era a conoscenza di ciò
che io provavo
-Dai, ripassa latino. Te la scrivo io la disequazione- Dissi cercando
di
sdrammatizzare
-Grazie, ti adoro- Mi rispose lui, dopodiché
seguì il mio consiglio e aprì il
libro di latino cominciando a ripassare.
Le due ore di
matematica passarono lentamente.
Sembrava che si fosse fermato il tempo. Senza contare che quell'idiota
del
professore ci fece risolvere una decina di disequazioni "tanto
per tenerci in
allenamento". Parole sue.
Perfortuna le due ore successive io e Arianna le passammo a giocare con
il
cellulare di Marco, mentre lui aveva ripassato tutto il programma di
latino
dell'anno precedente e quel poco che avevamo svolto durante quell'anno.
Era a
dir poco terrorizzato da ciò che la Torri avrebbe potuto
fargli. Io invece
continuavo a guardare l'ora, aspettando con impazienza la ricreazione,
durante il
quale, finalmente, avrei rivisto...
-Leonardo- Sgranai gli occhi, voltandomi immediatamente verso la parte
da cui
si era propagato quel nome. Sospirai di sollievo, quando vidi che a
pronunciarlo erano state tre mie compagne di classe, che stavano
giocando a
Nomi, Cosa, Città e Animali.
-Che c'è, ragazzina?- Mi chiese Marco, vedendomi agitata.
-Niente- Mi affrettai a rispondere, estraendo dalla tasca il mio
BlackBerry per
controllare l'ora. Notai che c'era un messaggio di Alessandro.
Quell'idiota di
mio fratello. Se c'era un modo per rompermi le scatole, lui doveva
coglierlo al
volo. Quel giorno c'era lo sciopero degli autobus, quindi sarebbe
dovuto
passare a prendermi lui a scuola, dopo l'università. Nel
messaggio però, mi
diceva che era stato trattenuto e quindi sarebbe passato a prendermi il
suo
amico Lorenzo, soprannominato da me Mr. Ego. Come si capisce dal
soprannome era
un egocentrico di prima categoria. Era convintissimo di se stesso e
credeva che
tutte le ragazze le cadessero ai piedi solo perchè era un
bel ragazzo. Un gran
bel ragazzo. Sbuffai per quella cattiva notizia. Avrei dovuto farmi il
viaggio
fino a casa insieme a lui. Già non vedevo l'ora che quella
giornata fosse finita.
Non lo sopportavo proprio.
Quando inviai la risposta al suo messaggio,la campanella
suonò annunciando
l'inizio della ricreazione. Scattai in piedi e mi diressi nervosamente
verso il
cortile della scuola, insieme ad Arianna.
-Mi accompagni
alle macchinette? Voglio un Twix?- Mi
chiese la mia migliore amica, dirigendosi in fretta verso le scale.
Sbuffando la seguìì, ma
non appena varcai la porta per uscire dal piano in cui ci trovavamo,
finìì
contro qualcuno
-Merda- Dissi non appena mi resi conto di chi si trattava
-Che te sei fatta male?- Mi chiese
Leonardo. Io mi limitai a
scuotere la testa nervosamente
-Ilaria! Andiamo!- Gridò Arianna mentre scendeva le scale.
Io però non riuscivo
a distogliere lo sguardo dall'oggetto dei miei desideri. Se ne stava
lì e mi
sorrideva
-Credo che stia chiamando te. Non ricordo che il mio nome sia Ilaria-
Scherzò
lui, continuando a sorridere. Io diventai fuxia. Sembravo un
personaggio dei
cartoni animati che cambia colore ogni due secondi.
Annuìì, interrompendo il
contatto visivo con lui. Dopodiché raggiunsi Arianna, che si
era già dileguata.
Perfortuna
il
resto della giornata passò abbastanza in fretta, l'unico
problema era dover
tornare a casa con quell'egocentrico. Ma perchè tutte a me?
-Ila, ci vediamo domani- Mi salutò Arianna dandomi un bacio
sulla guancia.
Annuìì ricambiando, dopodiché si
affrettò a salire in macchina di suo padre
-Se vuoi ti accompagno io, o meglio, mia madre- Mi chiese Marco prima
di uscire
dal cancello. Le sorrisi intenerita
-Marco ti ringrazio, ma tanto mio fratello ha chiesto ad un suo amico
di
passare a prendermi. Sempre che si degni di arrivare- Risposi cambiando
tono di
voce. Il solo nominarlo mi provocava un attacco isterico. Senza contare
che
ancora non si era fatto vivo
-Un amico di tuo fratello? E chi è? Non è che
è il ragazzo che ti passa per la
testa per tutto il giorno?- Mi chiese lui stranamente serio. Scoppiai
in una
risatina nervosa
-Ma figurati! Ha ventiquattro anni - Risposi imbarazzatissima. Ma che
diavolo
mi succedeva?
-E allora? Tu ne hai diciassette, mica tre- Bhè anche quello
era vero e... Ma che
cavolo mi mettevo a pensare!
-N-No, ma f-figurati se mi piace è un...- D'un tratto vidi
Marco guardare al dì
là della mie spalle, così mi voltai anche io e mi
ritrovai faccia a faccia con
Mr. Ego
-Ho solo poco tempo, dopodiché devo andarmene
perchè ho da fare- Mi disse senza
nemmeno guardarmi. Ok, dovevo respirare. Respirare e non prenderlo a
pugni.
Anche se la seconda ipotesi mi allettava di più
-Ila, allora ci sentiamo dopo- Mi disse Marco avvicinandosi per
salutarmi con
un bacio sulla guancia. Annuìì senza staccare gli
occhi da Mr. Ego. Una volta
che Marco se ne fu andato, incrociai le braccia al petto iniziando a
ticchettare con il piede per terra, mentre Lorenzo continuava a
digitare qualcosa
sul cellulare
-Vogliamo andare si o no?- Mi chiese nuovamente, ancora senza
guardarmi. A quel
punto persi le staffe
-Questo è troppo! Guarda che anche io ho da fare. Senza
contare che sono
rimasta ad aspettarti quì fuori per dieci minuti. E ora fai
l'uomo dai mille
impegni e sembra anche che mi stai facendo un favore a degnarmi della
tua
presenza! Bhe, sai una cosa? Puoi anche andartene, prenderò
un taxi o qualsiasi
altra cosa!- Detto questo mi voltai e mi incamminai dalla parte opposta
a lui
-Dove stai andando? Eddai Ilaria, non fare la ragazzina- Disse lui
seguendomi.
Sbuffai sistemandomi i capelli dietro le orecchie. Gesto che facevo
sempre
quando ero nervosa o imbarazzata. In quel caso ero super incazzata
-Per tua informazione, io SONO una ragazzina- Dissi
-Ma smettila! Fra due mesi compi diciotto anni- Mi
voltai a guardarlo
-Sono sempre più piccola di te- Dissi additandolo
-Capirai, di sei anni- Mi rispose lui riprendendo a scrivere sul suo
I-Phone. Lo odiavo. Lo odiavoooooooooo!
-Forlani! Proprio te cercavo!- Il professor Rossetti mi si
parò davanti,
aggiustandosi gli occhiali
-Cosa vuole?- Gridai, ancora un pochino alterata per poco prima. Quando
mi resi
conto di aver sbagliato tono, gli sorrisi mortificata
-Mi scusi, volevo dire...Mi dica pure- Mi ripresi. Lui si
aprì in un sorriso
-Ho dimenticato di darvi queste fotocopie stamattina. Tieni- Mi disse
estraendo
una fotocopia dalla sua valigetta
-Oh, quando dobbiamo consegnarli?- Chiesi prendendo il foglio dalle sue
mani.
Ci mancavano solo i compiti di matematica
-Giovedì. Magari mettiti d'accordo con qualche tuo compagno
o compagna per
farli. Possibilmente non con Valenti e Rocchetti. Siete tutti e tre in
una
situazione...non proprio perfetta. Buon lavoro- Disse infine.
Dopodiché si
incamminò verso la sua macchina. Sbuffai continuando a
guardare il foglio, come
se il solo fatto bastasse a rendere quei numeri quantomeno comprensibili
-Fa vedere!- Lorenzo, con mio enorme disappunto mi strappò
il foglio dalle mani
-Disequazioni? Niente di più facile- Disse restituendomi il
foglio che mi affrettai
a riporre in cartella
-Per te è facile, visto che sei all'università.
Per me non lo è per niente-
Risposi seguendolo verso la sua Peugeot 206
-Studia- Lo fulminai con lo sguardo, mentre apriva lo sportello della
macchina
-Complimenti Sherlock! Non c'ero arrivata. Grazie a te ho capito
qual'è la
soluzione per avere tutti dieci- Ironizzai salendo in auto -Razza di
scemo,
secondo te non studio? Studio in continuazione, ma questa inutile
materia che
inizia per M e finisce per A si rifiuta di entrarmi in testa- Continuai
allacciandomi
la cintura di sicurezza. Era vero. Avevo problemi con la matematica sin
dalle elementari
-Bhè e allora tu...- Lorenzo fu interrotto da Erica
Rondelli, mia compagnia (stronza) di scuola. Erica era la
persona che più detestavo a questo mondo. Stava sempre
appiccicata a Leonardo e
credeva di essere la sua "ragazza" solo
perchè lui le concedeva
qualche bacio ogni tanto. Per la precisione era una cosa che faceva con
tutte
-Ilaria!- Mi disse con quella sua vocina irritante, attraverso il
finestrino
-Cosa vuoi?- Le chiesi io irritata. Non riuscivo a sopportarla e non
era perchè era cotta di Leonardo. Ok, forse un pochino era
per
quello
-Volevo chiederti se hai un accompagnatore per la festa di Natale.
Quest'anno
le regole sono un po' cambiate e visto che tu tutti gli anni ti
presenti da
sola, mi sono sentita in dovere di avvisarti che quest'anno
sarà vietato
presentarsi senza un accompagnatore- Mi disse soddisfatta. Quanto mi
sarebbe
piaciuto darle un pugno sul quell'orribile naso da Pinocchio che si
ritrovava.
Invece mi limitai a sorriderle falsamente. Dopodiché presi
la mano di Mr. Ego e
feci ciò che mai in vita mia mi sarei sognata di fare
-Bhè...per tua informazione lui è il mio ragazzo.
Perciò per la festa sono apposto-
Le risposi sorridendo. Lei mi lanciò un'occhiata incredula,
tutto questo sotto
gli occhi confusi di Lorenzo
-Ok...allora ciao- Mi disse allontanandosi, liberandomi finalmente da
quel suo
profumo nauseante. Iniziai a sventolare con la mano per fare sparire
anche gli
ultimi residui di quell'odore disgustoso
-Mi vuoi spiegare perfavore?- Guardai Lorenzo, sorridendo imbarazzata.
Merda! E
ora che gli dicevo?
-Senti, questa cosa infastidisce me quanto infastidisce te, ma tu me lo
devi
questo favore- Dissi avvicinandomi a lui implorante
-Ma quale favore?- Possibile che non avesse ancora capito? Ma allora
era
davvero stupido
-Puoi...puoi fingere di essere il mio ragazzo alla festa di Natale?- Le
chiesi
sbattendo le ciglia. Lui mi guardò come se fossi impazzita,
dopodiché si aprì
in una fragorosa e irritante risata
-Ma tu sei pazza! Io dovrei venire ad una festa di liceali? No, non ci
contare-
Mi rispose mettendo in moto la macchina
-Ma scusa, poco fa hai detto che non sono tanto più piccola
di te e che...-
-Quello che ho detto poco fa, l'ho detto semplicemente per convincere
una
cocciuta RAGAZZINA a salire in macchina- Assottigliai gli occhi,
già pronta a
rispondergli per le rime, ma poi capìì che
così non avrei risolto nulla
-Lorenzo ti prego. Fallo....se non vuoi farlo per me, fallo per mio
fratello-
Lui mi guardò perplesso
-Ma se tuo fratello ti detesta. Cosa vuoi che gliene importi a lui-
Proprio
mentre stavo per rispondergli, mi tornò in mente una cosa
-Ok, come vuoi. Allora dirò ad Alessandro che sei stato tu a
fregargli Paola Moschetti al liceo- Sorrisi soddisfatta quando vidi la
sua espressione preoccupata
-Cos...? No, tu non lo farai- Mi rispose. Io sorrisi di nuovo
-Oh, lo farò eccome. E gli racconterò anche della
posizione in cui vi ho
trovato quando sono entrata...nella sua camera da letto- Lorenzo
sgranò gli
occhi
-Sei una...- Scossi la testa sempre sorridendo
-No Lore, non dire cose di cui potresti pentirti- Lui in compenso mi
lanciò una
delle sue peggiori occhiate
-Ok, hai vinto. Quando c'è questa maledetta festa?- Mi
chiese stringendo la
presa sul volante. Sorrisi poggiando il braccio sul finestrino
-Il ventiquattro- Risposi
-Cosa? La sera della vigilia? Non se ne parla proprio. Io e tuo
fratello siamo
già d'accordo per andare a...- Si interruppe quando vide
come lo stavo
guardando -E va bene, accidenti! Ma sei in debito con me- Sorrisi,
dopodiché mi
lanciai letteralmente addosso a lui per abbracciarlo
-Grazie grazie grazie grazie- Dissi stringendogli le braccia attorno al
collo
-Ok, ok, ora lasciami però, altrimenti alla festa di Natale
non ci arriviamo ne tu
ne io- Mi rispose sorridendo. Sorrisi a mia volta tornando a sedermi.
Dopodiché
chiusi gli occhi sollevata, immaginando la faccia che avrebbe fatto
Leonardo
nel vedermi insieme a Lorenzo. Non vedevo l'ora del ventiquattro.
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Salve a tutti!!!!
Volevo ringraziare chiunque abbia letto il capitolo precedente.
Spero che vi sia piaciuto e che continuiate a leggere.
In questo capitolo ho fatto una rapida presentazione di tutti i
personaggi e nel prossimo capitolo
inserirò anche le loro foto.
Ringrazio ancora tutti e in gran parte
saketta
e FedeKiryu
per aver recensito
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Capitolo 3 *** Momenti inopportuni ***
Capitolo 2
Capitolo
2
Momenti
inopportuni
Esiste
una legge di attrazione universalmente riconosciuta,
che non segue le regole della fisica,
più forte dell'attrazione magnetica,
più inarrestabile di quella gravitazionale:
è l'attrazione fra due individui.
La sola certezza è che, inspiegabilmente, esiste. - Paola
Melone
-Secondo te
dovrei comprare il vestito rosso o
quello bianco?- Io e Arianna eravamo fuori in cortile e lei mi stava
aggiornando sul vestito che avrebbe indossato alla festa. Ormai
mancavano
esattamente dodici giorni alle vacanze di Natale e due giorni dopo ci
sarebbe
stato il grande evento. Ringraziando il cielo non sentivo Mr. Ego da
quando lo
avevo convinto a fingersi il mio accompagnatore. Eravamo rimasti
d'accordo che
avremmo evitato di comportarci come due fidanzatini fino alla festa. Io
irritavo lui e lui irritava (da morire) me
-...Un vero disastro. Ha messo come foto del profilo, una foto in cui
stà
baciando una ragazza. Ti rendi conto?- Da quanto aveva cambiato
discorso? In
realtà io non la stavo nemmeno ascoltando. Guardavo
dall'altra parte del
cortile. Leonardo stava poggiato contro il muro, in una posa che
sembrava voler
dire "Sono quì, fammi ciò che vuoi",
o forse ero io che la
interpretavo così. Purtroppo aveva vicina quella strega di
Erica, che stava
letteralmente cercando di fregargli la sigaretta dalla bocca
-Ma mi stai ascoltando?- Cavolo! Mi aveva beccata
-Certo!- Mentìì. In realtà non ne
potevo più. Da quando era riniziata la
scuola, subito dopo le vacanze estive puntualmente mi parlava di quel
tizio di
cui non ricordavo nemmeno il nome
-Non è vero! Tu stai mentalmente stuprando Leonardo-
Arrossìì di colpo
-Ma che dici? Io non lo sto affatto stuprando mentalmente. Stavo
guardando...lì- Dissi indicando nella direzione del cancello
-Ah sì? Stavi guardando Giancarlo che spazza via le foglie
dal cortile?-
-Eddai Ari! Abbi pazienza, dopo due ore di latino e due di inglese come
pretendi che possa prestare attenzione a tutto quello che dici?- Lei mi
guardò,
fingendosi offesa
-Ah sì? Allora vacci da sola al cinema- Prima che potessi
rispondere, una mano
mi coprì gli occhi
-Cinema? Vengo anche io- Sorrisi vedendo che si trattava di Marco
-Se viene lui, io non vengo di certo- Disse Arianna incamminandosi
verso
l'interno dell'edificio
-Tesoro, anche io ti adoro- Le rispose Marco sorridendo -Scherzi a
parte, che
andiamo a vedere?-
-Non lo so, decidiamo lì...- Risposi mettendomi lo zaino
sulle spalle
-Ti passo a prendere a casa?- Lo guardai ironica incamminandomi verso
scuola
-Che c'è? Guarda che ho il foglio rosa- Continuò
lui venendomi dietro. Scoppiai
a ridere voltandomi a guardarlo
-No grazie. Non ho niente contro di te Marcolino, è solo
che...finché non compi
diciotto anni e non prendi la patente non vengo in macchina con te- Mi
voltai
ricominciando a camminare, ma sfortunatamente
finìì contro qualcuno, facendogli
rovesciare il bicchiere di plastica contenente la cioccolata calda
addosso
-Oddio! Scusami- Dissi mettendomi le mani davanti al viso. Ma cazzo,
era
possibile che di tutti gli studenti presenti in quella maledettissima
scuola io
dovessi finire ogni volta contro Leonardo? Ma poi da dove era sbucato
fuori?
Poco prima era fuori a fumare e ora si era teletrasportato alle
macchinette
-Ma sei stupida? Potevi anche farlo ustionare!- Erica mi si
parò davanti (anche
lei era apparsa dal nulla) cominciando a starnazzare come una gallina.
Quando
parlava con quella vocina nasale che si ritrovava mi veniva voglia di
tapparmi
le orecchie
-Ehi, calmati Barbie. Non l'ha mica fatto apposta- Intervenne Arianna.
Se c'era
una persona che detestava Erica più di me quella era proprio
lei. Da quando
Erica gli aveva soffiato un ragazzo in primo liceo, Arianna le aveva
chiaramente dichiarato guerra, sostenuta da me ovviamente
-Vado a prendere dei fazzolettini da Giancarlo- Rispose la Barbie
dileguandosi.
Puntai lo sguardo su Leonardo, intento a pulire la sua felpa come
meglio poteva
-Scusami, davvero. Non...non ti avevo visto- Dissi io abbassando lo
sguardo. Ma
perchè proprio lui?
-Succede spesso ultimamente- Mi rispose sorridendomi. Sul mio viso non
potè
fare a meno di dipingersi un sorrisetto ebete. Possibile che quando lo
vedevo
diventavo così deficente?
-Eh...g-già...- Risposi senza accennare a smettere di
sorridere
-Ok, ora che abbiamo chiarito possiamo dirigersi verso la nostra
classe.
Andiamo Ila- Marco mi afferrò per lo zaino trascinandomi
verso le scale. Io non
sarei stata neanche in grado di camminare da sola. Ogni volta che mi
trovavo
Leonardo davanti finiva sempre così
-Quanto è bello!- Cominciai a strillare come un'invasata per
le scale. Ops, non
mi ero resa conto di essere in presenza di Marco
-Oh no, ora anche tu sei caduta al fascino di quell'idiota? Ora cammina
che La
Torri mi interroga in prima ora e se arrivo tardi per colpa tua, ti
uccido-
Disse Marco continuando a tirarmi.
Dopo le lezioni
io, Arianna e Marco ci incamminammo
verso la fermata dell'autobus. Mi sedetti sulla ringhiera e mi sporsi
per
vedere meglio dalla parte opposta. Leonardo era seduto accanto ai suoi
amici e
stavano fumando e commentando un gruppo di ragazze...diciamo non
proprio
vestite decentemente.
-...Ok?- Mi riscossi quando sentìì la voce di
Marco più vicina al mio orecchio
-Cosa?-
-Dicevo che ci vediamo alle tre e mezza sotto casa tua- Lo guardai
confusa.
Chissà perchè, non riuscivo più a
ragionare
-Per andare dove?- Chiesi. Marco alzò gli occhi al cielo,
sbuffando
-Oddio! Ilaria ma dove ce l'hai la testa oggi? Dobbiamo andare al
cinema. Solo
che c'è un piccolo cambio di programma...- Mi rispose
cambiando tono di voce
-Cioé?- Chiesi continuando a guardare Leonardo. Ora si era
aggiunta anche la
Barbie e gli stava incollata addosso
-Viene mezza scuola- Alle sue parole quasi mi strozzai con la mia
stessa saliva
-C-Cosa? Ma come cavolo ti è saltato in mente di invitare
mez...-
-Guarda che non è colpa mia. Prenditela con la tua amichetta
dalla lingua
lunga- In quel preciso istante Arianna tornò vicino a noi,
anche se io non mi
ero resa nemmeno conto che si fosse allontanata. Sia io sia Marco le
tirammo
un'occhiataccia
-Che c'é?- Ci chiese lei cadendo dalle nuvole.
Dopodiché si appoggiò contro la
ringhiera
-Ma come che c'é? Ari, ma come hai potuto invitare mezza
scuola? Se l'invito
arriva all'orecchio a Leonardo io...- Mi interruppi guardando Marco.
Ormai
aveva decisamente capito che avevo una cotta stratosferica per
Leonardo. In classe
gli avevo parlato e gli avevo detto di aver iniziato a provare qualcosa
per
Leonardo, da poco. Se gli avessi detto che erano già quattro
anni che gli andavo
dietro mi avrebbe uccisa
-Veramente...Non ti arrabbiare, però...Leonardo lo sa
già e ha detto che viene
anche lui- Mi feci calare teatralmente a terra. La mia fine era vicina
-Sono rovinata. Io non vengo, non vengo- Dissi coprendomi la faccia con
le mani
-Ah, se non vai tu non vado nemmeno io. Magari ce ne andiamo a prendere
un
gelato o...- Marco venne interrotto da Arianna che si
inginocchiò accanto a me
-Ma quale gelato e gelato! Ila, tu vieni eccome. Cosa ti importa di
quel
deficente. E' lui l'intruso, io ho chiesto di venire con noi solamente
a
Virginia e Maria, ma lo sai come sono quelle. Hanno esteso l'invito a
tutta
scuola. Ma che ti frega, mica ti devi sedere vicino a lui.
Perciò tu mia cara,
vieni- Dopodiché spostò il suo sguardo su Marco e
ghignò -Tu Marco puoi anche
non venire, nessuno sentirà la tua mancanza- Marco
ricambiò con un gesto...non
proprio carino
-Ok, vengo. Ma ci sediamo come minimo a tre file di distanza. Non
voglio avere
tutto il tempo davanti gli occhi lui e la Barbie che si sbaciucchiano-
Dissi
rialzandomi in piedi. Tutta colpa di quelle due pettegole. Virginia e
Maria erano
due nostre compagne di classe, completamente cretine, che non erano
nemmeno in
grado di tenere la loro boccaccia chiusa.
Sospirai tornando a sedermi sulla ringhiera, ma quando guardai verso la
Barbie
e Leonardo notai che lui non c'era più. Uffa, ma
perchè dovevo avere quella
sfiga?
Dopo aver fatto
i compiti decisi di iniziare la
"mission impossible": Setacciare l'armadio
alla ricerca di qualcosa
di decente da indossare.
La lotta con l'armadio non fu affatto facile, ma alla fine trovai
nell'angolo
più remoto di esso qualcosa di vagamente accettabile.
Dopo essermi fatta una doccia mi cambiai e mi diedi una rapida
truccata.
Bhè...non ero Belen Rodriguez ma potevo andare. Sospirai
uscendo dal bagno e
come mi accadeva spesso ultimamente, andai a sbattere contro qualcuno
-Oh, ma come siamo eleganti. Cos'è? Hai torvato un
accompagnatore per la festa,
liberando me da quella tortura- Assottigliai gli occhi, ravviandomi i
capelli
-No, per tua sfortuna e soprattutto per la mia, dovrai ancora venire
con me.
Sempre che tu non voglia far sapere ad Alessa...- Lorenzo fece uno
slancio in
avanti tappandomi la bocca con la sua mano
-Zitta! Non parlare così forte- Gli morsi la mano, godendo
per la rezione che
ebbe. Iniziò a saltellare come un matto massaggiandosela
-Che stronza- Sibilò per non farsi sentire da mia madre.
Sorrisi afferrando la
borsa, dopodiché mi diressi verso la porta e
uscìì
Ad essere sincera rimasi un minuto buono ferma fuori dalla porta. Non
riuscivo
a capire cosa accidenti mi era preso però...quando Lorenzo
mi era venuto così
vicino, il cuore...aveva preso a battere più forte.
Sicuramente era per
l'irritazione che mi provocava stargli così vicino. Si,
evidentemente era così.
Presi un bel respiro e scesi le scale. Fuori dal portone trovai ad
aspettarmi Marco
e Arianna
-Wow...messa in ghingheri per quello stro...carinissimo ragazzo-
Guardai Marco
sorridendo
-No, Non mi sono messa in ghingheri- Risposi prendendo a camminare
verso la
fermata dell'autobus, seguita da loro due.
Arrivammo
davanti al cinema una decina di minuti
dopo. Rimasi letteralmente a bocca aperta. Per la quantità
di gente che faceva
parte della mia scuola, le altre persone erano state costrette ad
aspettare
l'apertura del cinema in mezzo alla strada
-Ari, ma quanta gente hai invitato?- Le chiesi, guardandomi intorno
disorientata. Neanche ad una gita scolastica c'era mai stata tutta
quella gente
-Te l'ho detto, io non c'entro- Mi rispose lei disorientata quanto me
-Guarda guarda chi si vede- Quando sentìì la voce
irritante e nasale di Erica storsi
la bocca contrariata
-Cosa vuoi?- Le chiesi incrociando le braccia al petto. Lei non mi
rispose, si
limitò a guardare il posto vuoto accanto a me scuotendo la
testa
-Dov'è il tuo bel ragazzo? Possibile che non ha accompagnato
il suo amoruccio?-
Sgranai gli occhi. Ora ero nella merda. Cosa potevo inventarmi
-Lavora. Non è potuto venire perchè
è...è a lavoro- Risposi nervosa. Arianna e
Marco mi guardavano come se fossi impazzita. Speravo che avessero
capito che
dovevano coprirmi anche a costo della vita
-Ah sì? Non è che invece non è
realmente il tuo ragazzo?- Ok, mi stava
semplicemente venendo un attacco di panico. Dovevo respirare ma non
ricordavo
come si faceva
-Perchè non ti fai gli affari tuoi, Barbie? Pensa piuttosto
a te, Leonardo mi
sembra abbastanza..."occupato"- Disse Arianna
intervenendo al posto
mio. Le concessi un grazie con lo
sguardo, dopodiché guardai anche
io verso Leonardo che si stava baciando con una ragazza del primo.
Anche se "baciarsi" era un po' riduttivo.
Sospirai abbassando lo sguardo.
Avevo voglia di piangere ma non dovevo cedere davanti ad Erica
-Torno subito- Ci liquidò Erica, dirigendosi verso la
coppietta
felice. Non osavo alzare lo sguardo. Avevo paura che se lo
avessi fatto
avrei visto Erica, Leonardo e quella del primo cimentarsi in una cosa a
tre.
Sarebbe stato troppo. Sarei morta a due mesi e mezzo dal mio compleanno
e non
era decisamente una bella cosa
-Ilaria!- Rialzai lo sguardo quando Arianna mi strattonò per
un braccio - Non
so cosa intendeva la Barbie, ma quello che so è che ti devi
sbrigare. Avanti,
cerca di fare qualcosa- Mi disse. Ma che potevo fare? Non c'era niente
che
potessi fare. Non avevo nemmeno il numero di Lorenzo, come avrei potuto
rintracciarlo? Poi ebbi un'illuminazione. Mi sembrava di sentire un
coro di
angeli accorsi per lodare la mia idea. Presi il mio cellulare e composi
il
numero di mio fratello. Ero sicura che quei due erano insieme. Come
sempre,
d'altronde. Quei due erano peggio di due fratelli siamesi
-Pronto?- Mi rispose la voce annoiata e insopportabile di mio fratello
-Passami quell'idiota del tuo amico- Dissi senza nemmeno salutarlo. Non
c'era
tempo per sentire le cretinate che uscivano da quella bocca
-Lorenzo?- Sbuffai a quella sua domanda
-No, il Papa. Ma certo che intendo Lorenzo. Sbrigati!-
Sentìì un po' di
confusione e qualche risatina sommessa. Mi parve di sentire anche un
aggettivo
non poco carino, ma cercai di tranquillizzarmi
-Che vuoi?- Presi un bel respiro per evitare di rispondere "Prenderti
a
pugni fino a farti stramazzare a terra", ma
capìì che se lo avessi fatto,
Mr. Ego non mi avrebbe aiutato
-Devi venire immediatamente quì, davanti al cinema- Lui
scoppiò in una fragorosa
e itìrritantissima risata
-E chi sei? Mia madre? Non ci penso nemmeno- Mi rispose con quella sua
voce annoiata
-Ok, allora ripassami Alessandro. Devo fare due chiacchiere con...-
-Va bene. Arrivo- Mi rispose interrompendomi. Sorrisi soddisfatta,
riagganciando. Dopodiché cercai di spiegare ai miei amici
super confusi cosa
stava succedendo.
Un quarto d'ora
dopo ero ancora fuori dal cinema ad
aspettare che quell'idiota si degnasse di venire. Avevo detto a Marco e
Arianna
di entrare, così avrebbero preso i posti. Sbuffai guardando
la locandina di un
film senza il minimo interesse. Continuava a tornarmi in mente la
sensazione
che avevo avuto quando Lorenzo mi si era avvicinato. Non riuscivo
proprio a spiegarmi
da cosa fosse scaturita.
-Eccomi!- Sobbalzai perdendo l'equilibrio. Prontamente due mani mi
circondarono
la vita, evitandomi lo schianto a terra
-Sò che quando passo io tutte le ragazze mi cadono ai piedi,
ma tu esageri-
Scherzò lui, avvicinandosi. Deglutìì
imbarazzata. Dopodiché lo colpìì su un
braccio, facendolo mugulare di dolore. Puntò il suo sguardo
su di me, incredulo
per quel mio gesto
-Ben ti sta. Mi hai fatto aspettare un quarto d'ora!- Dissi portandomi
le mani
sui fianchi. In realtà non ero poi così
arrabbiata, stavo solo cercando di non
lasciar trasparire la sensazione che stavo provando. Ma che diavolo mi
succedeva?
-Ringrazia che sono venuto. Mi hai fatto perdere un'occasione. Stavo
per fa...-
Sgranai gli occhi quando capìì cosa stava per dire
-Zitto! Non lo voglio sapere. E ora muoviti, il film sarà
già iniziato- Dissi
incamminandomi verso l'entrata. Senza che me lo aspettassi, Lorenzo mi
cinse la
vita con un braccio. Lo guardai sorpresa e lui mi rivolse un sorriso.
Accidenti, certo che era davvero bello. Anche se la sua bellezza era
compensata
alla grande con la sua stronzaggine.
Non appena entrammo nella sala fummo avvolti dal buio. Lo sapevo! Il
film era
già iniziato. Cercai di intravedere i posti in cui erano
seduti Marco e
Arianna, ma come risultato ottenni solo un mucchio di brutte parole
dalla
persona a cui avevo accidentalmente pestato un piede. Continuai con la
mia
ricerca, quando ad un tratto mi sentìì tirare per
un braccio. Atterrai su una
poltrona e subito mi voltai per vedere vicino a chi ero finita
-Durante la pubblicità cercheremo i tuoi amici. Per adesso
è meglio stare quì.
Non ho voglia di fare a pugni con qualcuno perchè "la
mia ragazza"
gli ha rotto qualcosa atterrandoci sopra- Assottigliai gli
occhi, dopodiché mi
voltai verso lo schermo e ringraziai mentalmente che ci fosse tutto
quel buio.
Se Lorenzo avesse visto a che gradazione di rosso erano arrivate le mie
guancie
in quel momento, mi avrebbe presa in giro a vita. E tutto per cosa?
Perchè
aveva detto "la mia ragazza". Stavo veramente
messa male.
Ero
più tesa di una corda di violino. Ogni volta che
Lorenzo respirava, sbadigliava, sbuffava o rideva io stringevo il
bracciolo della
poltrona. Non mi sentivo a mio agio. Mi sembrava di essere sotto esame
e non
era per nulla piacevole. Senza contare che avevo una voglia matta di
tapparmi
gli occhi con il mio adorato cuscino di Titty, che tenevo sempre ai
piedi del
letto. Ma perchè avevo accettato di vedere un film horror.
Ero terrorizzata e
ogni volta che qualcuno dava un calcio alla mia poltrona, saltavo come
una
pazza. Dovevo ricordarmi di rifiutare la prossima volta.
All'improvviso ci fu una scena che, ero sicura, mi avrebbe terrorizzato
fino
alla mia morte, sempre che non morissi d'infarto in quel momento.
Terrorizzata
mi gettai alla mia sinistra e affondai il viso nel petto di Mr. Ego. In
quel
preciso istante mi sembrò reale. Voglio dire, mi
sembrò che io e Lorenzo
fossimo realmente fidanzati. Lui mi sorrise intenerito,
dopodiché mi passò un
braccio attorno alle spalle e mi avvicinò di più
a lui. Io sorrisi e mi adagiai
meglio tra le sue braccia. Come sempre lo odiavo, però...in
quel momento stavo
bene così.
Sentire il suo profumo inebriarmi. Sentire il suo cuore battere forte
quando
c'era una scena che faceva paura. Sentirmi protetta. Tutte quelle cose
mi
stavano provocando una sensazione unica. Non riuscivo proprio a
spiegarmi il
perchè, in fin dei conti noi non ci sopportavamo.
In quel momento il cellulare nella mia tasca vibrò,
facendomi quasi gridare per
lo spavento. Promemoria: Quando vedevo un film dell'orrore era
assolutamente
vietato mettere la vibrazione al cellulare. Era meglio tenerlo spento.
Dopo essermi ripresa da quello spavento, lessi il messaggio che mi
aveva
mandato Marco...
"Dove
sei? Stai ancora aspettando quel
tipo?"
Mi guardai
intorno per cercare di vedere qualcosa,
ma sembrava ancora più buio di prima. Allora puntai
nuovamente lo sguardo sul
cellulare e risposi...
"Siamo
dentro. Non riesco a vedervi perché è
troppo buio. Ci vediamo dopo"
Mentre lo
inviavo, vidi con la coda dell'occhio che
Lorenzo mi fissava, così alzai lo sguardo infastidita
-Che vuoi?- Gli chiesi riponendo il cellulare in borsa e non in tasca.
La
vibrazione mi aveva fregata una volta, era più che
sufficiente
-Niente. Che c'è? No posso guardarti?- Mi chiese con un
ghigno. Sbuffai
infastidita
-No, mi consumi- Risposi tornando a guardare il film, di cui non stavo
capendo
un cavolo. Ma perchè mi metteva così in imbarazzo
il fatto che mi stesse
guardando? Lo aveva fatto anche altre volte e non mi ero mai sentita
così, o
almeno credo
-Tuo fratello mi ha detto che hai un ragazzo- Quando
pronunciò quelle parole,
quasi mi strozzai con la mia stessa saliva. Puntai il mio sguardo nel
suo. Era
serio. Ma come poteva credere una cosa del genere? Avrei ucciso
Alessandro,
questo era certo
-Io non ho nessun ragazzo, altrimenti non avrei mai chiesto a te, la
persona
che più detesto a questo mondo dopo mio fratello, di
aiutarmi- Dissi
distogliendo lo sguardo
-Però lui mi ha detto che porti sempre un ragazzo a casa e
che vi chiudete
sempre nella tua stanza a "studiare"- Disse
mimando le virgolette con
le dita alla parola "studiare". Lo guardai
allibita. Stava insinuando
che...che mi portavo i ragazzi in camera per farci sesso? Stava
cominciando ad
esagerare
-Io non mi porto nessun ragazzo in camera!- Dissi alzando un po' troppo
la
voce. Una ragazza abbastanza robusta si voltò verso di me e
mi intimò in modo
estremamente minaccioso di abbassare la voce. Io le sorrisi
mortificata, prima
di puntare il mio sguardo furioso su Lorenzo
-Invece sì che lo hai fatto. Inoltre Alessandro mi ha detto
che si chiama Marco
e fino a tre secondi fa stavi mandando dei messaggini d'amore ad un
ragazzo di
nome Marco- La bocca mi arrivò fino al pavimento. Ero
completamente basita. Non
avevo parole per rispondere a quel...quel...non c'era aggettivo
abbastanza
volgare per descriverlo
-Marco? Ma è solo un amico. Anzi, lo considero un fratello-
Dissi, senza
rendermi conto che in quel momento si accesero le luci nella sala per
via della
fine del primo tempo del film. Mi voltai quando
sentìì una presenza alle mie
spalle. Trovai gli occhi di Marco, passare da me a Lorenzo
ininterrottamente
-Arianna è seduta laggiù- Mi disse solamente,
indicando una decine di file più
avanti alla nostra. Sorrisi imbarazzata e mentre stavo per rispondere,
Marco si
voltò e uscì dalla sala. Mi alzai poggiando la
borsa sulla poltrona
-Torno subito- Dissi a Lorenzo, dopodiché mi diressi a
cercare Marco fuori
dalla sala. Non riuscivo a capire perchè avesse reagito in
quel modo. Era
infastiditoda qualcosa, ma da cosa?
Lo trovai seduto
sulle scale accanto ai bagni. Mi
avvicinai lentamente e mi misi a sedere accanto a lui. Mi sembrava di
essere in
New Moon, nella scena in cui Bella e Jacob sono al cinema e lei si
siede
accanto a lui sulle scale, subito dopo essere usciti dalla sala
-Che c'è Marco? Come mai sei uscito dalla sala con quella
faccia?- Gli chiesi,
poggiandogli una mano sulla spalla. Con mia enorme sopresa lui si
ritrasse
-Ma non ti piaceva quel tronista mancato?
Cos'è? ora ti piace
quell'idiota?- Scossi la testa senza guardarlo
-No, mi piace ancora Leonardo. Lorenzo è solo un amico,
anzi, è un amico di mio
fratello che mi sta facendo un favore- Risposi esaminandomi una ciocca
di
capelli
-In ogni caso non sono fatti miei- Mi liquidò lui alzandosi
in piedi e
dirigendosi nuovamente verso la sala. Poi si fermò a
metà strada senza voltarsi
-Non sono mai stati fatti miei- Continuò,
dopodiché riprese a camminare e
rientrò in sala. Ma che voleva dire con "Non
sono mai stati fatti
miei"?
Mi alzai anche io e mi diressi a passo spedito fuori dal cinema. Avevo
bisogno
di prendere un po' d'aria. Mi sentivo strana, non riuscivo a capire
cosa mi
stesse succedendo. era come se avessi la sensazione che presto...la mia
vita
sarebbe cambiata. Però ero spaventata, perchè non
avevo idea se lo avrebbe fatto
in meglio o in peggio.
Mi appoggiai alla porta del cinema e chiusi gli occhi respirando l'aria
gelida
di Dicembre. Com'erano cambiati i tempi. Quando ero più
piccolina, in questo
periodo non si poteva uscire se non ci si erano messe almeno un paio di
felpe.
Invece ora, nonostante fosse Dicembre non faceva esattamente un freddo
glaciale
Sentìì la porta aprirsi e quasi caddi
all'indietro, visto che c'ero
praticamente spalmata sopra. Per fortuna riuscìì
a riprendere l'equilibrio e mi
rimisi in piedi
-Ultimamente finisce sempre così- Sgranai gli occhi
spaventata quando sentìì quella
voce. Leonardo se ne stava appoggiato dove ero io un minuto
prima, cercando di accendersi una sigaretta, nonostante il vento
continuasse a
spegnere la fiamma del suo accendino. Abbassai immediatamente lo
sguardo. Ci
mancava solo questa
-C-così come?- Gli chiesi io più rossa di un
pomodoro. Lui soffiò fuori il fumo
dalla sua bocca e mi sorrise in un modo estremamente sexy
-Che mi cadono addoso belle ragazze dal nulla- Ok, dovevo respirare.
Non potevo
morire proprio ora. Iniziai a pregare mentalmente che non si trattasse
di un
sogno, come sempre, come tutto quello che riguardava me e lui. Quando
alzai lo
sguado su di lui, notai che si era fatto più vicino a me.
Deglutìì imbarazzata.
Doveva trattarsi per forza di un sogno. Non c'eravamo quasi mai rivolti
la
parola e ora veniva a dirmi che ero...una bella ragazza? Di sicuro
sognavo. Ma
già che c'ero, perchè non approfittarne. Chiusi
gli occhi avvicinandomi anche
io. Quando arrivai ad un centimentro dalla sua bocca, qualcuno mise una
mano
davanti alla mia di bocca. Riaprìì gli occhi,
disorientata. Come succede non
appena ci si sveglia da un sogno. Da un bellissimo sogno.
-Amore! Ti stavo cercando dappertutto- Mi disse Lorenzo dandomi un
bacietto
sulla guancia. Immediatamente puntai il mio sguardo su
Leonardo. Ci guardava sorpreso, come se non si aspettasse che io
potessi avere
un ragazzo
-Scusate, non avevo capito...è meglio se rientro- Disse
spegnendo la sigaretta
con la scarpa. Dopodiché riaprì la porta ed
entrò dentro. Io spiaccicai tutta
la faccia addosso alla porta a vetri e quando Leonardo
scomparì dal mio campo
visivo, mi voltai come una furia. Sembravo la regina di Cuori di Alice
nel
paese delle meraviglie, nella scena in cui le si vedono le mutande con
i cuori
-Tu! Tu sei un...un...- Non riuscivo a parlare. Continuavo ad agitargli
un dito
davanti agli occhi. Tremavo dalla rabbia e avevo voglia di prenderlo a
pugni
-Tradisci il povero Marco con questo bellimbusto? Non si fa, piccola
Ilaria-
Presi un bel respiro. In fin dei conti tra un paio di mesi avrei
compiuto diciotto
anni, quindi se avessi ucciso qualcuno avrebbero potuto anche darmi
l'ergastolo
-Mi spieghi perchè l'hai fatto? Tu non hai la minima idea di
quanto tempo sia
che aspettavo quel momento- Gridai allacciandomi meglio il cappotto
-Andiamo, siamo pari. Tu mi hai obbligato a venire quì
rovinandomi
l'appuntamento con una ragazza e io...- Non aspettai nemmeno che
finisse di
parlare, mi voltai e cominciai a camminare senza meta
-Ma dove vai?- Mi chiese seguendomi. Io non risposi, continuai a
camminare
asciugandomi una lacrima. Non dovevo piangere. Non volevo
piangere.
Non davanti a uno stronzo del genere
-Mi spieghi perchè te la prendi tanto?- Non lo sopportavo
più. Avevo voglia di
piangere e di conseguenza volevo stare sola. C'erano dei momenti in cui
non avrei
voluto far altro che chiudermi in camera e interrompere per un po' i
contatti
con il mondo esterno. Magari alzare la musica al massimo e non pensare
a
niente. Purtroppo in quel caso non potevo farlo, visto che quell'idiota
continuava a seguirmi
-Dai Ilaria! Ti ho risparmiato uno squallido bacietto da uno che bacia
tutte.
Poco fa, prima che uscisse quà fuori stava baciando un'altra
ragazza. Credo che
fosse quella biondina che ti ha detto della festa di...-
-Ora basta! Ma ci godi a vedermi star male?- Alla fine esplosi. Non lo
sopportavo più, sentire le cose che diceva mi stava solo
facendo sentire peggio
-Ma no, io non...- Mi voltai di nuovo asciugandomi gli occhi
-Basta! Lasciami in pace- Dissi con la voce rotta dal pianto. Detestavo
essere debole davanti a persone che non lo meritavano e Lorenzo era uno
di
queste
-Non vorrai dirmi che ti piace quel tipo?- Puntai il mio sguardo carico
di odio
verso di lui
-Secondo te? Credi che io mi faccia baciare da chiunque? Ah, giusto! Tu
e mio
fratello siete convinti che io mi porti i ragazzi nella mia stanza per
farci
sesso- Dissi sprezzante. Dopodichè mi sedetti su una
panchina continuando a
dargli le spalle
-Ilaria...io non credo una cosa del genere, così come non lo
crede tuo
fratello. Stavo semplicemente scherzando prima- Mi disse lui sedendosi
accanto
a me e poggiandomi una mano sulla spalla. Io mi ritrassi, come
scottata,
dopodiché allacciai il mio sguardo al suo
-Fammi una cortesia, non rivolgermi la parola. Da questo momento puoi
fare
quello che vuoi. Non devi più accompagnarmi da nessuna
parte. Quindi
considerati libero per la Vigilia di Natale- Dissi rialzandomi in
piedi.
Dopodiché ripresi a camminare. Ero infuriata. Non volevo
più vederlo. Come se
non bastasse a farmi stare peggio, ci si metteva anche questa orribile
sensazione allo stomaco, che si accentuava quando pensavo al fatto che
Lorenzo...non mi avrebbe più rivolto la parola.
Forse avevo un
pochino esagerato, però ero
infastidita. Ero infastidita dal comportamento di lorenzo, come sempre
d’altronde.
Quando ero tornata a casa mi ero chiusa in camera mia a ragionare e
avevo
capito di essermi comportata da immatura. Però Lorenzo
riusciva a scatenare il
peggio di me.
Mi sdraiai sotto il mio piumone imbottito, con il portatile sulle
gambe. Dopo
essere entrata su Facebook, digitai il profilo di Leonardo.
Quando lessi un suo stato, che risaliva a cinque minuti prima, provai
un
fastidio tremendo. C'era scritto:
"Delirio
assoluto..."
"Presso: Casa di Erica"
Chiusi
immediatamente il portatile e lo appoggiai
sulla scrivania. Sospirai già pronta a sdraiarmi, quando
sentìì bussare alla
mia porta.
Sbuffai dicendo con voce annoiata -Avanti- Non avevo voglia di vedere
nessuno.
Nè mia madre, nè mio padre, nè
tantomeno mio fratello. Ma quando si aprì la
porta mi resi conto che c'era qualcun altro che avrei voluto vedere
ancora meno
-Che ci fai quì? Esci dalla mia stanza- Dissi a Lorenzo
indicandogli la porta.
Lui mi ignorò deliberatamente e si sedette sulla sedia della
mia scrivania. Io
lo guardai come per chiedergli cosa volesse. Sembrava...dispiaciuto
-Volevo solo chiederti scusa per oggi. Sono stato un coglione e mi
dispiace-
Annuìì, completamente d'accordo con le parole che
aveva detto. Lui in cambio mi
sorrise, ma era un sorriso nervoso. Come se avesse paura di qualcosa
-E' che quel tipo non mi piace. L'ho inquadrato subito. Comunque se a
te
piace...- Lo guardai stupita dalle sue parole, dopodichè
riassunsi la classica
espressione sostenuta che avevo sempre in sua presenza
-Sì, a me piace. Comunque ti perdono- Cedetti infine,
inziando a tirarmi
l'elastico dei pantaloni del pigiama, per l'imbarazzo
-Quindi... sono riassunto?- Mi chiese sorridendo. lo guardai confusa.
Questo
ragazzo cominciava a dare i numeri. Chissà cosa facevano lui
e quell'idiota di
mio fratello chiusi in camera. Altro che studiare
-In che senso?- Gli chiesi mordendomi l'unghia del mignolo
-Posso continuare a fare finta di essere il tuo "ragazzo"
?- Sorrisi
di sottecchi, dopodiché mi voltai verso il muro
riacquistando l'espressione
sostenuta
-Dai...- Mi pregò avvicinandosi a me e sedendosi sul mio
letto -Hai detto che
mi perdonavi- Mi voltai a guardarlo. Accidenti! Era vicinissimo. Il mio
cuore
aumentò i battiti. Sì, lo detestavo,
però dopotutto era davvero un gran figo.
Sorrisi annuendo
-O-ok- Balbettai infine, rossa come un peperone. Lui mi sorrise a sua
volta e
si gettò letteralmente su di me, facendomi cadere
all'indietro. Fortuna che
stavamo sul letto. Entrambi scoppiammo a ridere. Subito dopo
però, iniziammo a
guardarci l'un l'altro ed ero quasi certa che la sua faccia, in
particolare la
sua bocca, si facesse sempre più vicina.
Deglutìì chiudendo gli occhi. Ma in
quel preciso istante la porta della mia stanza si spalancò.
Sempre nei momenti
meno opportuni! Chiunque fosse stato ad aprire la porta, me l'avrebbe
pagata.
_________________________________________________________________
Salve a tutti!
Non mi uccidete, lo so che non è una fine accettabile, ma
cercherò di postare il prima possibile.
Domani, o al più tardi dopodomani dovrebbe essere
pronto il nuovo capitolo.
Inoltre sto lavorando ad un trailer per la storia, ma non so per quando
sarà pronto.
Ringrazio ancora chiunque segua la mia storia, spero che continuerete a
farlo.
Inoltre ringrazio FedeKiryu
saketta
e _Renesmee
Cullen_
per le splendide recensioni che mi lasciano :D
Quì in basso ho pubblicato le foto dei personaggi.
Fatemi sapere cosa ne pensate!
♥
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Capitolo 4 *** Bacio indiretto ***
Capitolo 3
Capitolo 3
Bacio indiretto
Una
bella giornata così brutta non l'avevo mai vista.
- William Shakespeare
Le donne
sono specializzate nell'amare chi non le merita.
- Walter Di Gemma.
Deglutìì
chiudendo gli occhi. Ma in quel preciso
istante la porta della mia stanza si spalancò. Sempre nei
momenti meno
opportuni! Chiunque fosse stato ad aprire la porta, me l'avrebbe pagata
-Ma che state facendo?- Lorenzo si rialzò di colpo e si
ravviò i capelli con un
gesto secco della mano. Io rimasi sdraiata, lanciando delle occhiatacce
verso
la porta
-Niente, sai come siamo noi. Ci stuzzichiamo e alla
fine...ci...bhè...Come va
con la tesina di anatomia?- Cambiò discorso Lorenzo. Sbuffai
alzandomi in piedi
anche io
-Alessandro, io vorrei sapere invece perchè non bussi mai.
Questa è la mia
stanza. Io non entro nella tua ogni volta che ne ho voglia- Dissi
puntando le
mani sui fianchi. Mio fratello mi lanciò uno sguardo annoiato
-Sono venuto a salvare Lorenzo da una psicopatica come te. Non lo
vedevo più
tornare e quindi sono venuto a cercarlo. E ho fatto bene a farlo, visto
che tu
lo stavi infastidendo come tuo solito- Aprìì la
bocca, basita. Dopodiché mi
avvicinai alla porta e la spalancai
-Fuori di quì!- Dissi puntando i miei occhi su mio fratello,
che non tardò ad
eseguire il mio ordine seguito da Mr. Ego. Non ne potevo più
di quei due.
Volevo solo andare a dormire e dimenticarmi di quella brutta,
bruttissima
giornata. Prima però...dovevo risolvere una cosa...
-Lorenzo, aspetta!- Dissi fermandolo per un polso -Posso parlarti un
secondo?-
Gli chiesi non accennando a lasciarlo andare
-Di che gli devi parlare?- Mi chiese mio fratello tornando indietro di
qualche
passo. Sbuffai per la sua invadenza
-Non sono affari tuoi, comunque volevo chiedergli scusa per poco fa.
Ora ci
lasci un secondo da soli?- Alessandro spostò il suo sguardo
da me a Lorenzo per
almeno un paio di volte, dopodiché se ne tornò
nella sua stanza per niente
convinto. Feci rientrare Lorenzo nella mia camera e mi assicurai che la
porta
fosse chiusa a chiave. Dovevo chiedergli spiegazioni riguardo quello
che era
successo poco prima. E anche di tutto quello che era successo in quei
giorni.
Lui mi guardò a disagio. Continuava a ticchettare con le
mani sulla scrivania e
spostava lo sguardo di tanto in tanto sul suo orologio
-Allora? Di che...di che mi dovevi parlare?- Mi chiese incrociando le
braccia
al petto. Sospirai in imbarazzo e mi sedetti sul letto. Cominciai ad
arrotolarmi una ciocca di capelli lungo il dito e cercavo di non
guardarlo
negli occhi, altrimenti potevo dire addio alla mia intenzione di
chiarire
-Di...di quello che è successo, o meglio, di quello che non
è successo...poco
fa- Dissi infine, guardandomi le unghie
-Bhè...e...cosa vuoi che...che ti dica?- Alzai lo sguardo
verso di lui, delusa.
Evidentemente lui non aveva avvertito ciò che avevo
avvertito io
-Niente, anzi guarda, esci dalla mia stanza- Dissi afferrandolo per il
colletto
della camicia, dopodiché riaprìì la
porta e lo spinsi fuori -Torna pure dal tuo
amichetto, non so nemmeno io cosa mi ero messa in testa e...-
-Aspetta, aspetta. Non ti arrabbiare, io non..- Sbuffai abbassando lo
sguardo,
ma Lorenzo mi afferrò per il mento costringendomi a
guardarlo -Non posso,
capisci?- Continuò avvicinandosi a me. Io scossi la testa
imbarazzata
-No, non capisco. Cosa non puoi?- Gli chiesi ad un centimetro dal suo
viso. Era
incredibile. Non riuscivo a far altro che fissare le sue labbra,
così
invitanti, così estremamente vicine alle mie. Chiusi gli
occhi avvicinandomi di
più. Non sapevo cosa mi stava succedendo, ma avevo bisogno
di baciarlo. Avevo
bisogno di sentire le sue labbra a contatto con le mie. Quando le
sfiorai,
Lorenzo si tirò indietro
-Mi spiace, ma non posso- Disse di nuovo, prima di dirigersi verso la
camera di
mio fratello.
Mi richiusi la porta alle spalle e andai a sdraiarmi di nuovo sotto le
coperte.
Cosa cavolo stavo per fare? Non ero in me, quel ragazzo doveva avermi
fatto
qualcosa. Insomma, io lo detestavo, no? Giusto? Ma certo che lo
detestavo.
Evidentemente si trattava solo di semplice attrazione fisica, niente di
più.
Dovevo resistere fino alla vigilia, dopodiché potevo anche
riprendere la mia
normale vita. Una vita dove Lorenzo tornava ad essere...il mio peggior
nemico.
-7.
Mancavano esattamente sette giorni alle vacanze di Natale, vale a dire
nove
giorni per la festa. Dovevo resistere.
Sbuffai sciacquandomi le mani. La giornata era inziata malissimo. Avevo
perso
l'autobus e quell'imbecille di mio fratello si era letteralmente
rifiutato di
accompagnarmi. Perciò ero stata costretta ad entrare in
seconda ora, motivo per
il quale la D'Avelli, professoressa di storia, mi aveva interrogata
sugli
interminabili paragrafi del quinto capitolo del libro. Perfortuna me
l'ero
cavata con un sei pieno. Purtroppo però, nell'ora successiva
avevo preso un
quattro al compito di matematica. Ciliegina sulla torta, appena cinque
minuti
prima della lezione di educazione fisica avevo avuto una piccola
sorpresina. Mi
era arrivato il ciclo con cinque giorni di anticipo, perciò
mi aveva colta
impreparata. Per mia fortuna Arianna aveva sempre un assorbente in
cartella,
per i casi di emergenza come quello. Dovevo cominciare ad essere un
pochino più
previdente anche io.
Uscìì dagli spogliatoi, tenendomi a malapena in
piedi. Avevo dei crampi
allucinanti nel basso ventre e avevo una nausea incredibile, senza
contare che
sentivo la testa girare come una trottola. Mi lasciai cadere sulla
panchina che
era sotto gli appendiabiti, dopodiché appoggiai la testa
contro il muro e
chiusi gli occhi per cercare almeno di far fermare la stanza. Mi
sembrava di
essere in un carosello del Luna Park, quello con i cavalli che non
fanno altro
che girare a due all'ora, facendoti venire il voltastomaco
-Forlani!- Accidenti! Riaprìì gli occhi non
appena sentìì la voce del
professore -Che fai lì seduta? Vieni insieme agli altri tuoi
compagni-
Possibile che si dovesse accorgere proprio di me? Il resto dei mie
compagni
andava avanti e indietro per la scuola tornando con snack e bevande
prese alle
macchinette e lui nemmeno ci faceva caso, una volta che ero io a
prendermela
comoda doveva accorgersene. Scossi la testa imbarazzata al massimo.
Prima che
il professore continuasse con il suo interrogatorio, mi ricordai che
era
giovedì. Il giovedì noi facevamo educazione
fisica con il 5A. Il 5A era la
classe di Leonardo. Deglutìì e voltai lo sguardo
nella parte ovest della
palestra. Come volevasi dimostrare. Più sfigata di me non
esisteva al mondo.
Leonardo era appoggiato al termosifone e mi fissava divertito, come il
resto
dei suoi compagni
-Cosa vorrebbe dire? Perchè non puoi fare lezione?- Guardai
il professore rossa
come un peperone. Ma perchè non potevamo avere una
professoressa donna? Mi
alzai in piedi, avvicinandomi alla cattedra
-Non posso fare lezione perchè ho...bhè..problemi
da donna- Sussurrai. Il
professore abbassò lo sguardo, imbarazzato più di
me. Non capivo perchè gli
uomini si imbarazzassero così tanto a sentir parlare del
ciclo. Sospirai
sollevata quando lessi sul registro una "G"
accanto al mio nome.
"G", stava per giustificata. Mentre stavo per
tornare a sedermi,
Erica mi si parò davanti con un sorrisetto che non lasciava
presagire nulla di
buono
-Visto che...non fai lezione, potresti tenermi il cellulare?- Mi chiese
estraendo il suo I-phone dalla tasca della tuta. Era molto strano che
Erica
chiedesse a me di tenerle il cellulare, visto che la banda delle sue
amichette
stava tranquillamente piazzata davanti alle macchinette senza far
nulla. Comunque annuìì
prendendo il cellulare dalle sue mani. Non credevo che avesse qualcosa
in
mente. Non appena mi voltai per tornare a sedermi
sentìì la voce di Erica propagarsi
per tutta la palestra
-Ragazzi! Se avete bisogno di qualcuno che vi tenga cellulari o I-pod
potete
darli a Ilaria. Dal momento che ha...- No no no no no no -Il ciclo non
farà
lezione- Maledetta strega! Il mio sguardo corse immediatamente a
Leonardo. Mi
stava guardando, sentendosi quasi male dal ridere. Quando mi voltai a
guardare
il resto dei miei compagni mi accorsi che stavano facendo esattamente
la stessa
cosa, così mi
voltai nuovamente verso
Erica che mi stava guardando con un ghigno e le tirai il cellulare
addosso.
Dopodiché corsi via, rifugiandomi negli spogliatoi.
Va bene, non era successo nulla di grave. Non è che mi fossi
fatta qualcosa
addosso o che avessi fatto qualcosa di altrettanto imbarazzante. Il
problema
stava nel fatto che Leonardo rideva di me. Mi asciugai una lacrima
dalla
guancia. Ero stata tentata di tirare il cellulare di Erica a terra, ma
io non
ero come lei. Per questo avevo preferito lanciarglielo addosso.
Però se
l'avessi presa in bocca facendole rompere tutti i denti sarebbe stato
meglio.
Sorrisi al solo pensiero, dopodiché guardai l'ora. Mancava
ancora mezz'ora alla
fine della lezione. La cosa che mi consolava era che all'ora
successiva, vale a
dire l'ultima della giornata, avevamo inglese e per nostra fortuna il
professore stava male già da una settimana, di conseguenza
avevamo un'ora di
buco
-Allora sei quì?- Sgranai gli occhi spaventata. Quando mi
resi conto che si
trattava di Marco rimasi un po' delusa. Avevo passato venti minuti ad
immaginarmi che Leonardo avrebbe gridato contro ad Erica di essere una
strega,
dopodiché sarebbe venuto a cercare me e mi avrebbe...
-Sei sveglia?- Puntai il mio sguardo in quello di Marco, sorridendo
-Purtroppo sì. Se stessi dormendo, ciò che
è accaduto poco fa sarebbe stato
solo un sogno- Risposi. Marco si fece calare a sedere accanto a me
-Andiamo, non è successo niente di grave. I nostri compagni
sono degli idioti
che ridono per qualsiasi cosa- Annuìì sospirando.
Se non altro Marco aveva
ragione
-E' per lui che stai così, vero?- Mi voltai a guardarlo.
Stava trattendendo il
respiro e aveva i muscoli del viso tesi
-Mi da fastidio il fatto che lui rida di me- Risposi mordendomi
l'unghia
dipinta di blu
-Se ride di te è un idiota- Sorrisi poggiando la testa sulla
spalla di Marco
-Grazie, ma resta comunque il fatto che mi piace. Nonostante sia un
idiota- Marco
non rispose. Si limitò ad appoggiare la testa sulla mia e ad
accarezzarmi i
capelli
-Io penso che tu ti sia innamorata della persona sbagliata- Se ne
uscì dopo un
po'. Lo guardai sorridendo
-Davvero? Questa è una grande novità- Scherzai.
Erano quattro anni che me non
facevo altro che ripetermelo, ma purtroppo al cuor non comanda
-Ah ah, che spiritosa- Mi disse. Io gli sorrisi -A parte gli scherzi,
secondo me...dovresti
provare a...a uscire con qualcuno. Nel mare ci sono molti pesci, e poi
come si
dice, chiodo scaccia chiodo-
-Bhè se fosse così facile lo avrei già
fatto, non credi?- Risposi
-No. Secondo me sei tu che non vuoi dimenticarlo. Voi ragazze siete
fatte così,
siete masochiste. Non siete in grado di stare con un ragazzo che vi
ricambia.
Non siete nemmeno in grado di capire che piacete a qualcuno- Lo
guardai,
incredula per le sue parole
-Veramente chi non è in grado di capirlo siete voi ragazzi-
Risposi. Questo era
veramente il colmo. Tra l'altro non riuscivo a spiegarmi
perchè diavolo
continuasse a venirmi in mente la faccia di Lorenzo. Ci manacava solo
lui a rovinarmi la giornata
-Ma non è vero! Non siamo tutti e così. E poi...-
-Ah! Siete quì, vi ho cercato ovunque. Mi accompagnate a
prendere qualcosa alla
macchinetta?- Ci interruppe Arianna. Io annuìì
alzandomi in piedi. Quando
guardai Marco però, notai che aveva uno sguardo
strano...sembrava triste
-Marcolino andiamo?- Gli dissi allungando una mano. Lui mi
guardò scuotendo la
testa
-No, vado a fumarmi una sigaretta- Mi rispose. Dopodiché si
diresse verso la
porta della scala antincendio. Ma che gli prendeva?
Guardai l'ora
sul display del cellulare. La
campanella di fine lezione era suonata già da dieci minuti e
Arianna era ancora
davanti alla macchinetta, senza aver ancora scelto cosa cavolo prendersi
-Che dici, mi prendo il thè alla pesca?- Mi chiese facendo
roteare i soldi da
una mano all'altra
-Sì, prendi quello e torniamo in palestra- Le dissi
avvicinandomi a lei.
Avevamo lasciato i giacchetti e gli zaini negli spogliatoi e dovevamo
sbrigarci
ad andare a prenderli, prima che le bidelle iniziassero a pulirli
-Oh merda! Ho sbagliato a digitare il numero. Ora chi lo beve? A me non
piace-
Disse sventolandomi davanti una lattina di Chinotto. Sbuffai irritata
dalla sua
indecisione. Io, come penso si sia capito, ero una persona abbastanza
precisa e
ordinata e mi turbava l'idea di aver lasciato le mie cose in un posto
aperto a
chiunque
-Dammi quà, tu intanto prendi quel benedetto Thè-
Presi il chinotto dalle sue
mani e dopo aver aperto la lattina ne bevvi un sorso. Pessimo errore.
Quel
Chinotto era la cosa più disgustosa che avessi mai bevuto
-Oh mio Dio! Ma fa schifo- Dissi pulendomi ripetutamente la bocca -Lo
butto
via- Continuai. Dopodiché mi avvicinai al secchio della
spazzatura e quando
stavo per gettare la lattina, qualcuno mi afferrò il polso
impedendomelo
-Posso berlo io?- Rimasi letteralmente sconvolta quando mi resi conto
di chi
avevo davanti
-M-ma m-ma m-ma s-sì s-sì- Risposi senza staccare
gli occhi dai suoi
-Dovresti lasciare la lattina- Mi disse lui con quel sorriso
meraviglioso
dipinto sulle labbra
-Oh, giusto!- Mollai la presa dalla lattina e rimasi a guardarlo mentre
ne
beveva un sorso. In quel momento mi resi conto di quanto avessi perso
la testa.
Pensai che, visto che avevamo bevuto entrambi a quella lattina, era
come se ci
fossimo dati un bacio indiretto. Sgranai gli occhi a quel pensiero.
Dopodiché
mi voltai senza dire nulla e mi incamminai verso gli spogliatoi,
lasciando
Leonardo a pensare sicuramente a quanto fossi matta.
Dopo aver preso sia la mia roba e sia quella di Arianna mi diressi
verso
l'uscita della palestra
-Chi si rivede...- Ecco! Gli infarti ti fanno sentire esattamente in
questo
modo. Mi voltai spaventata quando sentìì qualcuno
parlare. Poi, quando mi accorsi che si trattava di Leonardo, mi resi
conto quanto stessi sfiorando sempre
di più l'infarto
-Scusa, ti ho spaventata?- Mi chiese prendendomi una mano tra le sue.
Scoppiai
in un'imbarazzantissima risatina isterica
-N-no...figurati. Che...che ci fai quì?- Che domanda del
cazzo! Ma come mi era
saltato in mente di chiederglielo?
-Perchè, ti infastidisce la mia presenza?- Mi affrettai a
scuotere la testa
-M-ma n-no. E' solo che...- Mi bloccai. Le parole non volevano proprio
saperne
di uscire
-Che?- Mi incitò a continuare
-Niente, lascia stare. D-devo tornare in classe- Dissi abbassando lo
sguardo e
riprendendo a camminare
-Ci vieni alla festa di Natale?- Mi chiese facendomi bloccare al centro
della
palestra. Deglutìì imbarazzata,
dopodiché mi voltai di nuovo verso di lui
-S-sì...credo di sì- Risposi mordendomi le
labbra. Dio quanto volevo baciarlo.
All'improvviso mi tornò in mente il quasi bacio che
c'eravamo dati davanti al
cinema e il mio odio per Lorenzo crebbe sempre di più
-Ci vai con il ragazzo che era con te, l'altro giorno al cinema?- Mi
chiese
fissandomi. Io abbassai lo sguardo imbarazzata, annuendo
-Me lo immaginavo. Io penso che andrò con Erica- Strinsi i
pugni a quelle
parole. Perchè? Perchè doveva dirmi una cosa
simile? Non capiva che mi faceva star male? Evidentemente no
-A-anche io lo immaginavo. Sta-state davvero bene insieme- Risposi
rischiando
di rompere la lampo dello zaino per quanto la stavo tirando
-Ti va di vederci oggi pomeriggio?- Sgranai gli occhi, sorpresa da
quella
bizzarra richiesta
-Non..non credi che Erica potrebbe restarci male? Senza contare che io
e lei
neanche ci sopportiamo e...- Mi interruppi, quando lo
sentìì ridere
-Lo so. Me ne sono accorto prima, in palestra- Diventai più
rossa di un
pomodoro, ripensando a ciò che era successo appena un'ora
prima
-G-già. Ad ogni modo non credo che...- Mi interruppe
avvicinandosi a me
-Mi farebbe piacere se venissi con me. Vorrei farti vedere una cosa-
Disse.
Dopodiché fece scorrere una ciocca dei miei capelli tra le
sue dita e si avvicinò,
scoccandomi una bacio sulla guancia. Cosa che mi fece completamente
andare
fuori di testa. Ok, stavo sognando o cosa?
-Allora, ci vediamo alle quattro quì davanti?-
Annuìì, incapace di rispondere a
parole. Leonardo si avvicinò di nuovo e mi diede di nuovo un
bacio sulla
guancia. Dopodiché si incamminò verso la sua
classe.
Sorrisi come una deficente, dopodiché iniziai a salire le
scale due a due per
tornare in classe. Leonardo mi aveva davvero chiesto di uscire con lui?
O mio
Dio. Nonostante questa giornata era iniziata da schifo, cominciava a
migliorare
parecchio.
Dopo
quell'interminabile ora di buco finalmente la
campanella suonò, annunciando la fine delle lezioni.
Uscìì dal cancello con
un sorriso che mi
partiva da un orecchio
e finiva dall'altro. Continuavo a pensare a ciò che era
accaduto in palestra
con Leonardo appena un'ora prima. Arianna continuava a parlare del
ragazzo
conosciuto in vacanza ma io non riuscivo a far altro che sorridere e
vagare con
la mente a quello stesso pomeriggio. D'un tratto mi bloccai, guardando
dall'altra parte della strada. Arianna continuava a parlare, ma io ero
completamente paralizzata. Non riuscivo a muovere un muscolo.
Leonardo stava baciando Erica. Non riuscivo a crederci. Ero stata
davvero una
stupida a credere di potergli interessare anche solo un pochino. Chinai
la
testa guardandomi la punta delle scarpe. In realtà sentivo
le lacrime pungermi
per uscire, ma non volevo piangere. Se avrei pianto avrei dovuto dare
spiegazioni ad Arianna e non volevo dirle quanto fossi stata stupida ad
essermi
illusa
-Allora io vado. Ho la visita dal dentista alle tre e se non mi sbrigo
faccio
tardi- Disse Arianna salutandomi frettolosamente con un bacio sulla
guancia
-A domani- Riuscìì solamente a dire.
Dopodiché presi a camminare verso la
fermata dell'autobus, facendo bene attenzione a non guardare verso
"quella" parte. Continuai a guardare a terra e
come era prevedibile
finìì contro qualcuno
-Scusa- Dissi senza alzare lo sguardo, prima di ricominciare a camminare
-Cos'è? Hai deciso di non guardarmi per paura di innamorarti
di me?- Quando
sentìì quella
voce irritante ma allo stesso tempo perfetta, mi
bloccai voltandomi lentamente
-O mio Dio! Sei un incubo. Cosa ci fai quì?- Lorenzo mi
sorrise,
dopodiché si
fece più vicino e mi stampò un bacio sulla
guancia,
lasciandomi ferma come un salame. Ma perchè mi faceva
quell'effetto la sua vicinanza?
-Qualcosa non va?- Mi chiese vedendo che non mi muovevo più.
Credo che non
stessi neanche respirando
-S-si...ma che ci fai quì?- Gli chiesi sistemandomi la
tracolla sulle spalle
-Come che ci faccio quì? Sono passato a prendere la mia
fidanzatina. Ma perchè
hai quella faccia? Scommetto che c'entra il tuo Play Boy- Assottigliai
gli occhi
quando cominciò a guardarsi intorno sorridendo
-Non è il mio Play Boy,
altrimenti non starebbe ficcando la lingua
in gola alla sua stupida ragazza- Risposi facendo un passo, ma
immediatamente
Lorenzo mi bloccò
-Dai! Dimmi dov'è?- Iniziò a lagnarsi come un
bambino che vuole un giocattolo.
Sbuffai guardandomi anche io intorno. Quando mi accorsi che Leonardo
stava
ancora baciando quella strega, sentìì lo stomaco
contorcersi e le lacrime che
avevo trattenuto fino quel momento presero ad uscire
-Che c'é?- Mi chiese Lorenzo avvicinandosi -Non ti sarai
offesa
per...- Scossì
la testa asciugandomi con un gesto secco della mano le lacrime che mi
scorrevano lungo le guancie. Quanto ero stupida. Possibile che dopo
quattro anni ancora non avevo imparato la lezione. A Leonardo non
importava niente di me. Per lui ero solo una stupida ragazzina da
aggiungere alla lista infinita delle sue conquiste
-E' lì- Dissi puntando il dito alla sua destra. Lorenzo
assunse un'espressione
improvvisamente seria, dopodiché si voltò verso
di me e mi avvicinò a sè
tirandomi per la vita. Lo guardai confusa e allo stesso tempo
imbarazzata per
quella vicinanza
-Ma che fai?- Gli chiesi quando portò la sua mano destra
sulla mia guancia
-Shh...tranquilla- Mi rispose, dopodiché si avvicino ancora
di più al mio viso
e mi sfiorò le labbra con le sue. Non riuscivo
più a ragionare. Sentivo il suo
respiro contro la mia pelle. Aveva un'odore così buono, non
sapevo
spiegare cosa mi ricordasse, ma era una fragranza dolcissima che mi
stava
letteralmente mandando fuori di testa.
Dopo qualche minuto, o forse qualche ora si allontanò da me.
Io riaprìì gli
occhi sentendo improvvisamente freddo
-Andiamo?- Mi chiese facendomi passare il suo braccio intorno alle
spalle. Io
non ero più in grado di rispondere, così mi
limitai ad annuire e a cercare di
ricordarmi come si facesse a camminare. Quel ragazzo mi avrebbe ucciso,
prima o poi.
Avevo dimenticato tutto, persino Leonardo e le sue labbra su quelle di
Erica.
Avevo dimenticato il quattro preso al compito di matematica e
l'interrogazione
infinita di storia. Avevo dimenticato perfino la figura di merda che
Erica mi
aveva fatto fare in palestra. Purtroppo però non avevo
affatto dimenticato i
crampi alla pancia. Mi allacciai le braccia intorno al ventre, colta da
un'insopportabilissima fitta
-Va tutto bene?- Mi chiese Lorenzo un po' preoccupato.
Annuìì con un sorriso
fin troppo tirato. Evidentemente non ero stata abbastanza convincente
però,
perchè Lorenzo posteggiò la macchina in una via
che non era decisamente quella
di casa mia
-Avanti, dimmi cos'hai. E' per quel tizio?- Mi chiese voltandosi verso
di me
-No- Risposi scuotendo la testa, ma il mio finto sorriso
lasciò intendere
tutt'altro
-Sì, certo come no- Mi rispose lui per nulla convinto,
ripartendo con la
macchina. Aveva un'espressione così seria che mi venne da
sorridere
-Mi spieghi perchè sei venuto a prendermi a scuola?- Gli
chiesi giocherellando
con una ciocca di capelli. Era una domanda che avrei voluto fargli fin
da
subito, ma poi con la storia di Leonardo me ne ero dimenticata
-Così, mi dispiaceva che dovessi tornare con l'autobus-
Sgranai gli occhi
sorpresa della sua risposta
-Cosa? Tu eri dispiaciuto per me? Questa sì che è
un'edizione straordinaria-
Dissi sorridendo, cosa che fece anche lui. In fin dei conti non era poi
tanto
male parlare con lui
-Sì, ma non ci fare l'abitudine. Oggi ho finito prima le
lezioni all'università
e quindi mi sono messo una mano sulla coscienza- Mi rispose ricambiando
il
sorriso. Dopodiché si voltò a guardarmi. Il mio
cuore doveva aver perso almeno
una ventina di battitti
-Te l'avevo detto che quel ragazzo non mi piaceva- Disse ticchettando
con le
dita sul volante. Mi voltai di nuovo a guardarlo confusa
-Come scusa?- Gli chiesi. Mi concesse una breve occhiata, prima di
tornare a guardare
la strada davanti a sé
-Il ragazzo del cinema. E' un Don Giovanni- Gli lanciai
un'occhiataccia,
dopodiché sbuffai -Intendo che è uno che se la fa
con tutte, che...- Mi stava
prendendo per deficente? Secondo lui io non sapevo cosa significasse?
-Guarda che lo so cos'è un Don Giovanni- Lo interruppi. Si
voltò a guardarmi sorridendo
-Ah sì?- Annuìì con un ghigno
-Sì. Tu ad esempio- Alle mie parole inchiodò con
la macchina e si voltò verso
di me
-C'è una bella differenza tra me e quel tipo- Lo guardai
scettica. Questa si che era bella. Lui cambiava ragazze all'ordine del
giorno e veniva anche a dirmi che c'era una bella differenza?
-Ah sì? E quale sarebbe?-Gli chiesi. Lui mi sorrise,
dopodiché ripartì
-Io non illudo le ragazze- Scoppiai in una risata carica di amarezza.
Questo ragazzo doveva essere ubriaco.
-Ah! Questa sì che è bella- Vorrei fare due
chiacchiere con tutte le ragazzine
stupide e immature con cui sei stato a liceo. Chissà loro
cosa ne penseranno di
questa tua affermazione- Dissi, soddisfatta delle mie parole
-E' diverso. Erano altri tempi- Scoppiai a ridere di nuovo
-Era cinque anni fa. Ti stai arrampicando sugli specchi, mio caro- Lui
si
limitò a guardarmi innervosito. Dopodiché
continuò a guidare senza rispondermi.
Per una volta Mr. So-tutto-io non sapeva cosa dire. Sorrisi, fiera di
me,
dopodiché mi voltai verso il finestrino.
Dopo qualche
minuto mi voltai verso di lui di nuovo.
Era così...serio. Quando aveva quell'espressione era ancora
più bello
-Mi spieghi una cosa?- Mi concesse una breve occhiata, prima di annuire
-Perchè
passi la maggior parte del tempo a casa mia? Voglio dire,
perché Alessandro non
viene mai da te?- Lui scoppiò a ridere ed io gonfiai le
guance offesa, peggio
di una bambina di due anni. Che cosa avevo detto di così
divertente?
-Scusa, non rido per la tua domanda. Lo sai che quando ti arrabbi ti si
formano
le fossette sulle guancie?- Mi chiese sfiorandone una. Sussultai per
quel
contatto, dopdodiché cercai di spiaccicarmi contro lo
sportello senza attirare
la sua attenzione. Dovevo cercare di stargli lontana o i miei ormoni
avrebbero avuto la meglio e gli sarei saltata addosso
-Allora? La smetti di ridere e mi rispondi, si o no?- Gli chiesi
impaziente di
sapere qualcosa su di lui. Nonostante lui e mio fratello fossero amici
da anni,
mi ero resa conto di non conoscerlo quasi per niente. Non sapevo
neanche se
fosse figlio unico, non sapevo nemmeno quando era nato. L'unica cosa
che sapevo
era il suo nome e che facoltà frequentava
all'università
-E' semplice. Io abito da solo e preferisco venire io da voi
perchè...mi manca
avere delle persone intorno- Lo guardai sorpresa. In fin dei conti di
cosa mi
stupivo. Era logico che abitasse da solo, aveva ventiquattro anni, mica
sedici
-Capisco. E come mai...non...come mai ti senti solo? Non parli con i
tuoi?-
Strinse il volante digrignando i denti
-Non vado molto d'accordo con loro, in particolare con mio padre- Mi
rispose
con una stonatura nella voce
-Come mai?- A quella domanda puntò i suoi meravigliosi occhi
nei
miei -Se posso
saperlo, è chiaro- Mi affrettai a dire. Non volevo fargli
pressioni. Ero sempre più vicina ad assomigliare ad una
fidanzatina apprensiva
Scrollò le spalle, prima di schiarirsi la voce
-Non mi costa nulla dirtelo. Vedi, lui non accetta che io abbia scelto
la
facoltà di medicina. Secondo lui io sarei dovuto diventare
un maledetto avvocato
come lui- Sputò fuori, stringendo sempre di più
la presa sul volante
-Mia madre ha provato a convincerlo un sacco di volte a lasciarmi fare
quello
che mi piaceva, ma lui non ne ha voluto sapere. Si sente in grado di
poter
decidere per tutto e tutti solo perchè è uno
stramaledetto avvocato. Non fa altro
che tradire mia madre con le molteplici segretarie che cambia di giorno
in
giorno. Il colmo è che mia madre sa tutto ma fa finta di
nulla, per non
infangare il buon nome della "famiglia"- Disse
mimando le virgolette alla
parola "famiglia" -Non appena ho potuto me ne
sono andato da quello
schifo di farsa. Ora li vedo solo durante le feste. L'unico di cui
sento la
mancanza è mio cugino Cristiano. E' il figlio del fratello
di mio padre. Vive
con noi da quando i suoi genitori sono...- Si interruppe parcheggiando
sotto
casa mia
-Morti?- Gli chiesi io dispiaciuta. Lui si voltò verso di me
guardandomi
serissimo, dopodiché scoppiò a ridere come un
idiota
-Cosa c'è da ridere?- Chiesi io colpendolo su una spalla.
Lui si massaggiò il
punto leso, continuando comunque a ridere
-Non sono morti, sono divorziati, ma avresti dovuto vedere la tua
espressione.
Sembrava che stessi per piangere da un momento all'altro-
-Sei proprio un idiota, io ancora che perdo tempo con te- Dissi aprendo
lo
sportello per uscire dalla macchina, ma lui mi fermò per un
polso facendomi
tornare a sedermi
-Te ne vai...senza neanche darmi un bacietto?- Mi chiese fingendosi
offeso.
Cominciai a sentire un caldo incredibile. Mi sembrava di essere dentro
una
stufa. Deglutìì, dopodiché mi
avvicinai a lui e tentennai per qualche secondo
davanti al suo viso. Ero tentata di darglielo in bocca, tanto aveva gli
occhi
chiusi. Ma poi ci ripensai, non aveva senso che io lo baciassi. Tra noi
due non
c'era niente. Per lui ero solo l'odiosa sorellina del suo amichetto
idiota,
mentre per me lui era...l'odioso amichetto di quell'idiota di mio
fratello. Deglutìì
nuovamente, dopodiché lo bacia sulla guancia, ad almeno
cinque centimetri dalla
bocca. Riaprì gli occhi ammiccandomi
-Pensavo che ne avresti approfittato per darmi un bacio in bocca.
Questa è
un'occasione che capita una volta nella vita- Assottigliai lo sguardo e
lo
colpìì nuovamente sul braccio.
Dopodiché uscìì dalla macchina,
sbattendomi
dietro lo sportello
-Sei un idiota!- Gridai. Lui mi sorrise, mordendosi le labbra in modo
decisamente sexy
-Ti amo anche io!- Mi gridò dal finestrino, prima di
ripartire.
Nonostante
stesse scherzando...quelle parole, mi provocarono una stranissima
sensazione
all'altezza dello stomaco. Sorrisi come un' idiota, dopdiché
entrai nel portone
e mi diressi verso la porta di casa mia. Che giornata stressante. E non
era ancora finita. Non sapevo se avrei accettato di vedere Leonardo
oppure no. Non sapevo proprio cosa fare.
_____________________________________________________________
Bon
Jour!
Come state? Spero bene.
Questo è stato un capitolo abbastanza confusionario.
Ilaria prova qualcosa sia per Leonardo, sia per Lorenzo.
Continua a ripetersi che per Lorenzo sia solo attrazione fisica, ma chi
lo sa?
Nel prossimo capitolo potrei inserire anche un P.O.V di Lorenzo, per
capire cosa ne pensa lui di tutto quello che sta succedendo. Mi farebbe
piacere sapere cosa ne pensate :D
Inoltre vorrei consigliarvi di leggere Chi
l'avrebbe mai detto di _Renesmee
Cullen_
Ringrazio come sempre tutte le persone che leggono la mia storia.
Grazie davvero.
Un ringraziamento speciale va come sempre a _Renesmee
Cullen_
FedeKiryu
e
saketta
per le splendide recensioni
che mi lasciano.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto.
Alla prossima! :D
|
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Capitolo 5 *** Confusione ***
Capitolo 4
Capitolo
4
Confusione
Di solito
l’istinto ti dice quel che devi fare
molto prima di
quanto occorra alla tua mente
per capirlo.
- Edmund Burke
Io e Leonardo
camminavamo da circa venti minuti,
quando ad un tratto lui si bloccò e si sedette su una
panchina. Mi sorrise e mi
invitò a sedermi accanto a lui. Io, imbarazzatissima,
accettai il suo invito e
mi sedetti. Avevo il cuore in gola. Alla fine avevo accettato di uscire
insieme
a lui, nonostante lo avessi visto con Erica. Volevo sapere cosa aveva
da dirmi.
Confesso che ero contentissima di aver accettato. Lui mi aveva spiegato
tutto.
Mi aveva detto che era stata Erica a baciarlo e che lui l'aveva
ricambiata per
gentilezza. Una volta che avevano sciolto il bacio lui le aveva
chiaramente
detto di non essere interessato a lei
-Ti ho chiesto di uscire con me...perchè avevo davvero
bisogno di parlarti- La
voce di Leonardo mi fece riscuotere dai miei pensieri. Gli sorrisi
annuendo
-Dimmi- Lui ricambiò il sorriso e mi prese le mani tra le sue
-E' da un po' di tempo che...volevo parlarti di questa cosa. Non
è facile,
perchè...ho paura che a te possa non farti piacere-
Accidenti! Chissà a cosa si
riferiva. Forse voleva dirmi che aveva mollato Erica per qualche altra
ragazzina idiota, o peggio ancora...magari era gay. Non che avessi
qualcosa in
contrario verso i gay, anzi, avevo tantissimi amici che lo erano.
Però se
Leonardo fosse stato uno di loro io...avrei tranquillamente potuto
dirgli
addio. A meno che non mi fossi sottoposta ad un cambio di sesso...
-Vedi...io sono...-
Gay...
-Innamorato di te- Sgranai gli occhi a quelle
parole. Lo aveva davvero detto o me lo ero sognato?
-Io...tu....ecco...io...- Non sapevo più nemmeno
cosa stessi dicendo. Deglutìì a fatica e sorrisi.
Dopodiché, incapace di
rispondere a voce, annuìì. Lui
ricambiò il sorriso e si avvicinò al mio viso,
in particolare alle mie labbra. Chiusi gli occhi, pronta a ricevere il
suo
bacio e...
Riaprìì gli occhi quando
sentìì una cosa fredda
toccarmi il braccio.
-Ti sei addormentata?- Mi chiese mia madre
continuando ad accarezzarmi un braccio. Mi misi seduta sul letto,
ravviandomi i
capelli con entrambe le mani. Era tutto un sogno. Uno
stramaledettissimo sogno
-Già- Risposi alla domanda di mia madre.
Dopodiché
mi sdraiai nuovamente e misi la testa sotto al cuscino
-Mi avevi detto di ricordarti di un appuntamento che
avevi. Mi ero del tutto dimenticata. Magari fai ancora in tempo, in fin
dei
conti sono ancora le quattro- Guardai la sveglia a forma di luna sul
mio
comodino. Le quattro. Di sicuro Leonardo mi stava già
aspettando. Io però non
sapevo che fare. La parte responsabile di me stessa diceva di non
andare, ma la
parte più stupida e volubile mi suggeriva tutto il contrario
-Sì, ti ringrazio mamma- Le dissi scoccandole un
bacio sulla guancia. Dopodiché uscìì
fuori dalla mia stanza per andare in
bagno, ma la mia attenzione venne attirata dai continui gridolini
provenienti
dalla camera di Alessandro. Mi avvicinai lentamente, senza fare rumore.
Perfortuna la porta era socchiusa così potevo vedere
all'interno. Alessandro
era seduto davanti al computer e Lorenzo era sdraiato sul suo letto.
Mentre mio
fartello scriveva, l'idiota del suo amico dettava
-Dai, dai, dai! Dille di venire, perchè abbiamo una
sorpresa per loro- Chissà con chi stavano chattando
-Dice che vengono solo loro due perchè la loro amica
ha un esame domani- Lorenzo sbuffò, lanciando una pallina di
carta dentro al
cestino
-Pazienza. Vorrà dire che Mario resterà a bocca
asciutta- Disse poi, aprendosi in un'irritantissima risata. I maschi
erano dei
veri e propri maniaci
-Ok, allora dille di venire a casa mia alle nove.
Puntuale però. Dio mio, sarà una settimana che
non...- Richiusi la porta prima
di sentire il resto. Non sapevo nemmeno io perchè mi desse
così fastidio il
fatto che Lorenzo avesse...un appuntamento con una ragazza.
Però era così, mi
dava un enorme fastidio.
Strinsi i pugni, per evitare di rientrare in quella
stanza e picchiarlo fino a farlo star male, dopodiché presi
il cappotto e uscìì
di casa, diretta verso l'unica altra persona che era in grado di farmi
stare male.
Leonardo.
Arrivai davanti
scuola alle cinque meno venti. Mi
guardai intorno, ma di Leonardo nemmeno l'ombra. Sospirai abbattuta e
mi
sedetti sul muretto accanto alla scuola. Ma perchè doveva
andare tutto storto?
Non c'era una sola cosa che andasse per il verso giusto in quel periodo.
Mi strinsi di più nel cappotto. Sentivo freddo e
volevo tornare a casa, senza contare che stava di nuovo tornando il
dolore alla
pancia. Mi allacciai le braccia attorno al ventre, rabbrividendo. In
altre
circostanze sarei tornata a casa, ma non mi andava di incontrare
Lorenzo. Non
vedevo l'ora che arrivasse quella maledetta festa, così non
avrei dovuto più
vederlo, eccetto nelle occasioni in cui era in presenza di mio fratello.
Sospirai nuovamente, rimettendomi in piedi. Era
assurdo rimanere ferma lì per non dover incontrare
quell'idiota. E poi ero io
che abitavo lì, quindi avevo tutto il diritto di tornarci.
Mi allacciai meglio
il cappotto e feci per andarmene, ma una mano gelida mi
fermò per il polso. Mi
voltai sorpresa da quel contatto e quando incontrai gli occhi
meravigliosi e
profondi di Leonardo, dimenticai tutti i miei problemi
-Temevo che non venissi più- Mi disse non accennando
a lasciarmi. Sorrisi in imbarazzo e abbassai a terra lo sguardo
-Ho avuto...un contrattempo. Scusami- Era il colmo
che io dovessi scusarmi, ma
d'altronde non potevo nemmeno fargli
una scenata di gelosia per il bacio, visto che io non ero la sua ragazza
-Tranquilla. Ti avrei aspettato per tutto il giorno-
Mi rispose sorridendo. Ricambiai il sorriso imbarazzata,
dopodiché iniziai a
guardarmi la punta delle scarpe. Non riuscivo a capire cosa mi stesse
succedendo. Avrei dovuto essere contenta della frase di Leonardo.
Invece, da
brava idiota continuavo a pensare a Lorenzo. Ma perchè
cavolo mi infastidiva
così tanto il fatto che dovesse vedersi con una ragazza? In
fin sei conti io lo
detestavo
-Va tutto bene?- Leonardo mi costrinse ad alzare il
viso per guardarlo negli occhi prendendomi il mento tra le mani -Ho
detto
qualcosa di sbagliato?- Scossi la testa, sorridendo
-No. E' che non mi sento tanto bene- Dissi
allontanandomi da lui di qualche passo. Avvertivo una strana
sensazione. Era
come se...mi infastidisse il suo contatto
-Se vuoi ti riaccompagno a casa. Ho la macchina quà
dietro- A casa? No, non volevo tornarci. D'altra parte non avevo voglia
di
restare nemmeno lì con lui. Avevo bisogno di restare da
sola. Volevo restare da sola per
riflettere. Scossi la testa, dopodiché
puntai gli occhi nei suoi
-Ti ringrazio, ma preferisco fare due passi. Magari
sarà per un'altra volta- Dissi cercando di sorridere, ma non
ero pienamente
certa di esserci riuscita
-Ok, però ci conto. Ho davvero bisogno di
parlarti...faccia a faccia- Deglutìì imbarazzata,
quando mi accorsi della sua
vicinanza. Mi sorrise e poi si chinò a baciarmi una guancia.
Sentivo il cuore
martellare nel petto, perchè nonostante sentissi il bisogno
di stare da sola,
la vicinanza di Leonardo mi faceva ancora questo effetto
-A domani- Mi disse voltandosi e incamminandosi
verso la sua macchina. Finalmente sola! Non sapevo nemmeno io cosa
avrei fatto.
Sapevo solamente che avevo bisogno di restare da sola.
Vagai per le strade del quartiere per almeno un paio
d'ore, dopodiché decisi che era arrivato il momento di
tornare a casa. Magari,
con un po' di fortuna Lorenzo se ne era tornato a casa sua.
Mi strinsi nel cappotto e mi diressi alla fermata
dell'autobus. Erano solo le otto di sera ed era già buio.
Presi il cellulare e
mi accorsi che c'era un messaggio di Marco
"Ciao ragazzina! Ci vediamo dopo cena?"
Io e Marco abitavamo appena a cento metri di
distanza l'uno dall'altra e spesso capitava che dopo cena ci
incontravamo nel
parco sottocasa e passavamo la serata a chiacchierare
"Stasera non mi va molto di uscire. Facciamo
domani?"
Risposi in fretta. Stavo a dir poco congelando e non
vedevo l'ora di poter infilare le mani fredde come ghiaccioli nelle
tasche del
cappotto
"Ok :D. T.v.t.t.t.t.t.b."
Sorrisi quando lessi il messaggio e dopo avergli
risposto con un "anche io", riposi il
cellulare in tasca e mi coprìì
meglio.
Dopo dieci
minuti ero ancora lì. L'autobus non
arrivava e mia madre mi aveva già chiamata due volte per
dirmi di sbrigarmi a
tornare per cena. Sbuffai soffiando sulle mani per cercare di
riscaldarmi. Ma
chi me lo aveva fatto fare di uscire? A quest'ora potevo essere a casa
a
godermi la cena, invece ero seduta sotto un cartello pubblicitario che
raffigurava due ragazze in bikini. Beate loro, almeno non avevano freddo
-Scusami?- Mi disse una voce sconosciuta. Alzai gli
occhi e mi trovai un ragazzo di circa una ventina d'anni davanti
-Si?- Risposi cortesemente. Se non altro parlare mi
avrebbe riscaldata
-Mi sapresti dire se nei dintorni c'è un
supermercato?- Mi chiese. Scossi la testa
-Mi dispiace ma non ne ho idea. Non abito quì-
Risposi mortificata
-Capisco. Ma tu che fai quì tutta sola? Una bella
ragazza come te dovrebbe avere come minimo la fila di ragazzi che
l'accompagnano- Lo guardai confusa e confesso, anche un po' spaventata.
In fin
dei conti, quello chi lo conosceva?
-T-ti ringrazio, ma non credo che...-
-Non ce l'hai il ragazzo?- Mi chiese lui
sorridendomi. Dopodiché fece un passo in avanti
-Ah bè...ecco...- Ero già pronta a gridare come
una
matta, quando...
-Certo che ce l'ha. E ti conviene sparire subito-
Ok! Io dovevo essermi addormentata e adesso stavo sognando
-Scusami. Non avevo capito che...-
-Bhè adesso che l'hai capito puoi andare- Disse
Lorenzo cingendomi la vita con un braccio. Il ragazzo lanciò
un'occhiata a me di sfuggita e poi si dileguò
-Ma sei completamente impazzito?- Dissi togliendomi
il suo braccio dalla vita. Nonostante avessi regito in quel modo, il
mio cuore
si era dileguato per un paese sconosciuto
-Tu sei impazzita casomai. Stavi
parlando con quel ragazzo senza conoscerlo. E se fosse stato un
maniaco?-
Nonostante ci avessi pensato anche io, non volevo dargliela vinta. Noi
eravamo
fatti così in fondo. Lui diceva una cosa e io lo
contraddicevo, io dicevo una
cosa e lui faceva lo stesso con me
-Un maniaco? Tu guardi troppi film- Risposi tornando
a sedermi
-E tu troppo pochi- Mi rispose lui, guardandomi
serio incrociando le braccia al petto
-Mi spieghi cosa fai qui? Tu e Alessandro non
avevate un appuntamento?- Cazzo! Ma perchè lo avevo detto.
Ero proprio un'idiota! In teoria io non avrei dovuto saperlo
-Sono uscito per comprare...alcune cose e mentre
tornavo a casa ti ho vista parlare con un aspirante serial killer- Lo
guardai
confusa, mentre una parte di me voleva gridare "Che bello,
Lorenzo si è
preoccupato per me!", l'altra stava ringraziando Dio che
non si fosse reso
conto della mia gaffe
-Bhè non eri comunque autorizzato a mandarlo via.
Poverino, mi stava chiedendo semplicemente se sapessi se da queste
parti ci
fosse un supermercato- Dissi incrociando le braccia con aria di
sufficienza
-Si come no! Appena qualcuno ti fa i complimenti non
ragioni più...saresti pronta a seguirlo anche nel deserto-
Assottigliai gli
occhi
-Ma smettila! Non è affatto vero- Lui sorrise
scompigliandosi i capelli, dopodiché mi rivolse un'occhiata
confusa
-Mi spieghi perchè ti sei riseduta?- Mi chiese.
Questa volta fu il mio turno di guardarlo confusa
-Perchè..Perchè non mi va di aspettare l'autobus
in
piedi- Lui mi guardò, scuotendo la testa e coprendosi la
faccia con le mani
-Dai, non fare la bambina...Alzati, ti dò un
passaggio io- Scossi velocemente la testa. Non volevo tornare con lui,
perchè
la sensazione sgradevole che avevo avvertito quando lo avevo sentito
parlare
con mio fratello era ancora lì, al centro del mio stomaco
-Io non faccio la bambina...però con te non vengo-
Dissi voltandomi dalla parte opposta alla sua. Sembravo proprio una
ragazzina
di due anni
-Dai Ilaria...andiamo-
-No- Non avrei mai e dico mai ceduto
-Ma perchè no?- Mi chiese con gli occhioni da
cucciolo bastonato. Dopodiché si avvicinò a me
-Perchè non mi va di tornare a casa!- Dissi. Ok, lo
so. Ero lo spirito della contraddizione. Fino a tre secondi prima avrei
voluto
essere a casa al calduccio e ora...non avevo intenzione di tornarci. Ma
la
verità era che...stare lì con Lorenzo mi piaceva.
Preferivo di gran lunga
litigare con lui che tornarmene a casa e passare la solita, monotona
serata da
sola
-Va bene, vorrà dire che usciremo. Ora alzati e
vieni in macchina. Sto congelando- A quelle parole quasi mi strozzai
con la mia
stessa saliva. Mi aveva letto nel pensiero
-C-cosa? Usci-uscire?- Gli chiesi stringendo la
borsa tra le mani per l'imbarazzo. Lui annuì sorridendo
-Che c'è di strano? Sono o non sono il tuo
fidanzatino?- Lo colpìì su un braccio, ma lui
sembrò non accorgersene nemmeno.
Possibile che fossi così debole in confronto a lui?
-Si ma...E va bene, ma solo perchè non mi va di
tornare a casa. Sono ancora arrabbiata a morte con te- Risposi
alzandomi e
dirigendomi con lui verso la macchina
-E per cosa, scusa?- Accidenti! Avevo di nuovo
parlato a sproposito
-Bhè...per tutto quanto. E' da quando ti conosco che
mi fai arrabbiare- Dissi cercando di riprendermi come meglio potevo.
Lui
sorrise scuotendo la testa, dopodichémi aprì lo
sportello della macchina per
farmi salire. Quandò salì anche lui, accese la
radio e partì, diretto chissà
dove.
Lorenzo P.O.V
Eravamo
in viaggio verso casa mia, anche se lei non
lo sapeva ancora. Dovevo assolutamente tornare nel mio appartamento,
visto che
per correre a cercare lei avevo mollato a casa mia una splendida
ragazza che
frequentava l'università con me. Quando sua madre aveva
chiamato a casa mia per
avvertire Alessandro che sua sorella non era ancora tornata, avevo
afferrato le
chiavi e, dopo essermi inventato una scusa ero corso a cercarla.
Possibile che
lei avesse questo maledettissimo potere? Ogni volta che sentivo il suo
nome
andavo completamente in confusione. Non ragionavo più. La
cosa peggiore era che
non riuscivo assolutamente a spiegarmi il perchè. La guardai
con la coda
dell'occhio per non farmi beccare mentre la fissavo. Era davvero
tenera.
Guardava fuori dal finestrino, canticchiando Rolling in the deep di
Adele e
continuando a stringere tra le dita la lampo del cappotto. Sorrisi
impercettibilmente e puntai nuovamente lo sguardo sulla strada. Dovevo
iniziare
a pensare a una scusa per allontanarmi e cacciare di casa Alessandro e
le due
ragazze dal mio appartamento senza che Ilaria se ne accorgesse, ma
soprattutto
senza che Alessandro si rendesse conto che ero in presenza di sua
sorella.
Nonostante non ci fosse nulla di male, non mi andava di metterlo al
corrente
dei fatti. Svoltai e parcheggiai sottocasa mia, dopodiché
scesi dalla macchina
e corsi ad aprire lo sportello ad Ilaria
-Grazie- Mi rispose lei diventando più rossa di un
pomodoro. Le sorrisi, dopodiché le allacciai un braccio
intorno alle spalle
-M-ma dove siamo?- Mi domandò lei, sussultando per
quel contatto. Le sorrisi di nuovo, stringendola di più a
me. Avevo bisogno di
un contatto. Volevo starle vicino. Non sapevo perchè, ma ne
sentivo il bisogno
-Io abito quì. Quella è la finestra di casa mia-
Le
dissi indicandole la finestra del secondo piano del palazzo. Lei
aprì la bocca
un paio di volte, richiudendola ogni volta senza dire nulla. Sorrisi stringendola di
più a me
-Visto che stamattina, quando sono venuto a
prenderti a scuola mi hai chiesto dove abitassi ho deciso di farti fare
un giro
turistico della mia regia. Certo, sempre che tu non abbia paura che io
ti salti
addosso- Le dissi ghignando, guadagnandomi un pugno sulla spalla e uno
sguardo
omicida
-Cretino!- Mi rispose lei, abbassando lo sguardo.
Sorrisi di nuovo. Quando arrossiva diventatava ancora più
bella e... Ma che
diavolo mi succedeva? Da quando ero diventato così smielato?
-Prima...vieni con me. Vorrei presentarti una
persona- Le dissi trascinandola alla porta del pianoterra.
Lì abitava la
signora De Biasi. Era sola al mondo, non aveva nè marito
nè figli e quando mi
ero trasferito in quell'appartamento, dopo l'ennesima lite con mio
padre, lei
mi fece visita e da allora prendemmo confidenza. Quando aveva qualche
problema
io correvo ad aiutarla. Un giorno mi confessò che mi
considerava il figlio che
non aveva mai avuto e che mio padre era uno stupido a non apprezzarmi.
Avevo deciso di presentarla ad Ilaria, così avrei
inventato una scusa per svignarmela e per far andar via Alessandro e le
ragazze
-Oh! Lorenzo, stavo giusto pensando a te. Ho
preparato la torta al limone che ti piace tanto e...Oh, che maleducata!
Non ti
avevo vista tesorino- Disse la mia vicina ad Ilaria. Le sorrise e le
poggiò una
mano sul braccio
-Ilaria, lei è Rita. Signora Rita, lei è Ilaria,
è
la sorella del mio amico Alessandro- Le presentai. Dopodiché
la signora Rita
prese Ilaria sottobraccio e ci fece accomodare in casa. Prima di
sedermi, finsi
di ricordarmi di aver dimenticato una cosa in macchina e mi fiondai
fuori dalla
porta, sospirando di sollievo. Se non altro avevo parecchio tempo per
cacciarli
di casa, visto che quando la signora Rita iniziava a parlare non
smetteva fino
a quando non iniziava una qualche telenovelas in Tv.
Risalìì la rampa di scale più in
fretta che potevo,
dopodiché spalancai la porta e trovai Alessandro intento a
giocare alla mia
preziosa X Box, mentre le due ragazze erano sedute davanti al mio
computer e
navigavano sui siti di moda. Tanto a fine mese pagavo io!
-Eccoti! Ma che fine hai fatto?- Mi chiese
Alessandro senza nemmeno guardarmi. Iniziai a togliere i bicchieri di
plastica
contenenti bevande poco raccomandabili dal pavimento
-Dovevo comprare...delle cose. Comunque ora
devo...andare a casa dei miei. Mia madre vuole...vuole presentarmi
degli amici-
Dissi gettando il sacco della spazzatura fuori al balcone, cercando di
sembrare
calmo
-Ok, va pure. Noi ti aspettiamo quà- Mi rispose
Alessandro continuando a giocare. Sbuffai irritato,
dopodiché staccai la presa
dell X Box dalla tv
-No! Ma che hai fatto? Ho perso tutti i progressi-
Mi gridò contro Leonardo alzandosi in piedi e gettando il
Joystick sul divano
-Ale scusami, ma non torno stasera. Prometto che
rimedieremo domani- Dissi dandogli delle leggere pacche sulle spalle.
Quando
Alessandro si innervosiva era capace di tenermi il broncio per oltre un
mese
-Va bene. Allora vado. Ci vediamo domani- Mi rispose
afferrando la giacca e uscendo dalla porta. Sospirai di sollievo.
Dopodiché mi
voltai e mi resi conto che le due ragazze, del quale non ricordavo
nemmeno il
nome erano ancora davanti al mio computer
-Ehm...ragazze?- Si voltarono ammiccandomi -Scusate
ma...io starei uscendo, perciò se non vi dispiace...- Mi
interruppi indicando
la porta. Le due si alzarono e afferrarono le borse,
dopodiché si avvicinarono
a me
-Ok...allora noi andiamo- Mi disse una delle due
facendosi particolarmente vicina al mio viso -Chiamami-
Sussurrò, prima di
stamparmi un bacio sulle labbra. Dopodiché uscì,
seguita dalla sua amica.
Maledizione! Che spreco. Speravo con tutto me stesso che avrei avuto
l'occasione di recuperare.
Afferrai le chiavi di casa e tornai nuovamente
all'appartamento della signora Rita.
Ilaria P.O.V
Ero confusa.
Perchè Lorenzo mi aveva portato a casa
sua? Insomma, non che non mi facesse piacere, solo che non capivo. E
poi perchè
mi aveva presentato la signora Rita? A quanto avevo capito lei lo
considerava
come un figlio, quindi il fatto di avermela presentata doveva avere un
qualche
significato
-Vuoi dei biscottini, cara?- Mi chiese la signora Rita,
versandomi un bicchiere di cioccolata calda. Sorrisi scuotendo la testa
-No, la ringrazio- Bevvi un sorso di cioccolata e mi
ustionai la lingua. Come minimo sarei stata incapace di parlare per
almeno una
settimana
-Allora, da quanto tempo conosce Lorenzo?- Le chiesi
soffiando nel mio bicchiere per non ripetere l'errore di prima. Lei,
prima di
rispondermi bevve un sorso del suo thè caldo e mi sorrise
-Da quattro anni. Da quando è venuto a vivere
quì.
E' davvero un caro ragazzo, come ti ho già detto lo
considero come un figlio.
Gli voglio un gran bene- Sorrisi intenerita, bevendo un'altro sorso di
cioccolata. Ero contenta che Lorenzo avesse qualcuno vicino. Quando mi
aveva
raccontato la storia della sua famiglia e di come veniva trattato,
avevo
sentito una morsa allo stomaco. Stavo male, male fisicamente. Stavo
male per
lui e questo mi spaventava. Mi spaventava perchè voleva dire
che...provavo
qualcosa per Lorenzo. In quel preciso istante bussarono alla porta e la
signora
Rita si alzò dalla sedia andando ad aprire. Mi alzai anche
io e la seguìì.
Trovai Lorenzo intento ad abbracciarla mentre lei gli accarezzava i
capelli.
Sorrisi intenerita, dopodichè afferrai la borsa e il
cappotto e mi avvicinai a
loro due
-Arrivederci signora- Le dissi avvicinandomi a
Lorenzo, che mi cinse la vita con un braccio. Cominciavo a farci
l'abitudine.
Ormai il contatto con lui stava diventando una cosa quotidiana.
Indispensabile,
quasi vitale oserei dire
-E' stato un piacere cara. E tu giovanotto, non
lasciartela sfuggire. Hai una ragazza d'oro- Disse indicandomi con la
testa.
Arrossìì di colpo. Credeva che noi...stessimo
insieme? Un tempo mi avrebbe
irritato a morte, ma ora...mi faceva...quasi piacere
-Ci conti- Rispose Lorenzo, guardando me. Io ero
incapace di sostenere il suo sguardo, così iniziai a fissare
la punta delle mie
scarpe.
Dopo cinque minuti di saluti, baci e abbracci, io e
Lorenzo ci incamminammo verso il suo appartamento
-Vieni, entra. Scusa il disordine ma...- Sorrisi
scuotendo la testa
-Tranquillo, questo è niente in confronto a quello
che devo subire con Alessandro- Lo interruppi richiudendomi la porta di
casa
alle spalle
-Eh già, tuo fratello l'ordine non sa nemmeno cosa
sia- Scherzò lui aprendosi una birra -Posso offrirti
qualcosa?- Mi chiese
gettando il tappo di plastica nella spazzatura
-No, ti ringrazio. La signora Rita mi ha già
rimpinzato abbastanza- Mi sedetti sul divano. Ero molto tesa e a
disagio.
Sentivo lo sguardo di Lorenzo su di me e questo bastava a rendermi
ancora più
nervosa. D'un tratto mi tornò in mente una cosa. Una cosa
gravissima!
-Merda!- Dissi rialzandomi in piedi di colpo.
Lorenzo quasi si strozzò con la birra per lo spavento
-Cazzo! Ma mi vuoi far morire d'infarto? Che è
successo?-Mi chiese asciugandosi la bocca con un tovagliolo di carta.
Iniziai a
frugare nella borsa alla ricerca del mio cellulare
-Devo avvertire mia madre- Risposi afferrando il mio
BlackBerry. Lui annuì tornando a sedersi -Cosa le dico?-
-Che vuoi che ne sappia? Dille che sei da un'amica-
Mi rispose, accendendo la tv. Ecco che tornava ad essere il solito
stronzo di
sempre.
Dopo un quarto
d'ora di chicchiere inutili con mia
madre, riuscìì a riattaccare. Avevo inventato di
essere a casa di Arianna e che
sarei tornata appena finivamo di vedere un film. Chiaramente avevo
messo al
corrente anche Arianna di questa mia piccolissima balla.
Tornai in soggiorno e trovai Lorenzo che dormiva sul
divano. Sorrisi intenerita. Dopodiché mi sedetti accanto a
lui e continuai ad
osservarlo. Avevo paura. Una paura incredibile. Non volevo affezionarmi
a lui,
perchè lui non teneva a me nemmeno un po'. Innamorarmi di
Lorenzo sarebbe stata
solo l'ennesima cavolata che commettevo. Purtroppo però, se
continuavo così
sarebbe potuto anche succedere. Sempre che non lo fossi già.
Ma no! Ma cosa mi
veniva in mente, figuriamoci se io ero...innamorata di un egocentrico e
spocchioso come lui. Non esisteva proprio.
In momenti come quelli, mi veniva voglia di gridare
al mio cuore di smetterla di cadere nelle trappole degli amori
impossibili,
perchè tanto solo di quelli si trattavano. Di amori
impossibili e niente altro.
A partire da Leonardo e a finire da Lorenzo.
Lui in gran parte era l'amore che io avrei rinnegato
fino alla morte. Era l'amore che non volevo per niente al mondo. Era un
amore
che non doveva assolutamente nascere, ma che invece stava nasc...
-Lo sai che è da maniaci fissare una persona che
dorme?- Sobbalzai per lo spavento. Lorenzo aveva ancora gli occhi
chiusi, però
era più sveglio di me
-Io non ti stavo fissando. Controllavo semplicemente
se stessi dormendo. Vorrei ricordarti che devi riaccompagnarmi a casa-
Risposi
incrociando le braccia al petto e allontanandomi da lui e dal suo
irresistibile
profumo
-Cosa hai detto a tua madre?- Mi chiese aprendo solo
l'occhio destro
-Le ho detto che ero a casa di una mia amica e che
tornavo a casa quando finiva il film che stavamo vedendo- Risposi
fissandomi le
unghie con disinteresse. D'un tratto sentìì due
braccia avvolgermi le spalle e
vidi la mia testa spiaccicarsi completamente contro il petto di Lorenzo
-Bene. Allora dormiamo un po' e poi ti riaccompagno-
Mi disse accarezzandomi i capelli e chiudendo nuovamente gli occhi.
Ormai io
avevo detto addio al mio cuore, partito per una vacanza ai tropici.
Questo
ragazzo voleva forse uccidermi? Io penso proprio di sì
-Ma cosa ti salta in mente! Io non voglio affatto
dormire- Lo sentìì sorridere sui miei capelli,
così sbuffai preparandomi al
peggio: Le sue stupide battutine tristi e per nulla divertenti
-Davvero? Non credevo che fossi così determinata. Se
non vuoi dormire, cosa vuoi fare? Non vorrai mica saltarmi addosso?- Mi
chiese
fintamente spaventato. Scossi la testa e lo colpì su un
braccio, anche se avrei
preferito dargli un pugno in faccia. Dopodiché lo spinsi via
e permisi così ai
miei polmoni di resipirare dell'aria che non fosse impregnata di quel
magnifico
profumo
-Smettila di fare l'imbecille. Piuttosto, posso
guardare una cosa su internet?- Gli chiesi alzandomi in piedi. Lui
annuì,
indicandomi un portatile che si trovava sopra ad una scrivania accanto
alla
finestra. Lo ringrazia sorridendo, dopodiché mi sedetti
sulla sedia e lo
accesi, ma quando lo feci quasi mi venne un attacco di cuore
-Mmm, davvero interessante- Dissi con un tono
d'irritazione nella voce. Ero sicura che stessi emettendo anche del
fumo dal
naso, per quanto ero infuriata
-Cosa?- Mi chiese lui spegnendo la tv e
avvicinandosi a me. Sorrisi indispettita, coprendo lo schermo con una
mano
-Leggo io cosa c'è scritto- Gli dissi minacciosa,
fulminandolo con lo sguardo. Dopodiché iniziai a leggere
cosa c'era scritto su
un foglio di Word, lasciato aperto da qualche ochetta che era stata a
quel
computer prima di me
-"Quando leggi questo messaggio, ti prego di
chiamarmi. Ti lascio scritto il mio numero quì sotto
perchè sono sicura che lo
hai perso. Perfavore chiamami, ho voglia di te"- Una volta
finito di
leggere puntai il mio sguardo nel suo e notai che stava trattenendo una
risata
-Di un po', ma questa è
uscita da un romanzetto di Moccia? "Ho
voglia di te"? Ma quanti anni ha? Dodici?- Gli domandai
irritata,
storcendo le labbra disgustata nel pronunciare la parola "questa",
dopodiché spensi nuovamente il computer e mi alzai in piedi
per fronteggiarlo.
Sapevo che stavo esagerando, però non riuscivo proprio a
controllarmi. Io ero
certa che avesse annullato l'appuntamento, invece quello stronzo aveva
prima
fatto i suoi porci comodi e poi aveva pensato bene di venire a rompere
le
scatole a me. Che povera illusa che ero
-Veramente ne ha ventidue, comunque non capisco
perchè ti scaldi così tanto- Mi disse incrociando
le braccia. E ora cosa cavolo
gli dicevo? Ma perchè ero sempre così impulsiva?
-Mi scaldo perchè...Io non mi sono affatto scaldata.
Sono affari tuoi questi, figurati cosa me ne importa-
Mentìì sedendomi
nuovamente sul divano e fingendo di messaggiare con qualcuno con il
cellulare
-Devo ricordarti mia cara, che le bugie non le sai
dire- Mi disse avvicinandosi a me -Di un po', sei gelosa?- Mi
sussurrò a due
centimetri dalla faccia. Istintivamente chiusi gli occhi, cercando di
respirare
con la bocca e non con il naso, altrimenti se avessi sentito di nuovo
quel
profumo gli sarei saltata addosso
-N-no...non sono affatto gelosa- Sibillai.
Accidenti! Dovevo cercare di uscire da quella situazione o mi sarei
fregata con
le mie stesse mani
-Si, come no- Mi rispose lui, soddisfatto.
Dopodiché, per mia (S)fortuna si
allontanò -Mi spieghi che ci facevi alla
fermata dell'autobus a quell'ora?- Mi chiese poi, sistemandosi i
capelli con le
mani. Lo guardai sorpresa dalla sua domanda. Ma cosa gliene importava?
-Stavo tornando da...un appuntamento- Risposi
puntando i miei occhi su di lui. Quello che vidi mi lasciò
abbastanza confusa.
I muscoli del collo gli si irrigidirono, così come la
mandibola. Dopodiché
strinse i pugni e mi guardò serio
-Con chi? L'idiota che stava per baciarti al
cinema?- Annuìì incapace di guardarlo negli
occhi. Mi sentivo...colpevole,
nonostante non avessi fatto nulla per sentirmi così -Lo
stesso idiota che stamattina
stava pomiciando con quella biondina?- Alzai lo sguardo ferita dalle
sue
parole. Perchè doveva dirmi una cosa simile?
-Già, ma perlomeno lui ha diciotto anni. Non e' come
altre persone che superati i vent'anni continuano a portarsi a letto
questo mondo
e quell'altro- Dissi acida. Dopodiché mi alzai in piedi,
incapace di rimanere
seduta accanto a lui. Era incredibile la capacità che avesse
nel farmi
arrabbiare. Scattò in piedi anche lui
-Cosa stai insinuando? Che io faccio questo?- Mi
chiese afferrandomi per un polso. Cercai di divincolarmi, ma non c'era
nulla da
fare. Non riuscìì a muovermi nemmeno di un
millimetro
-Già. Perchè, non è così?-
Dissi indicandogli con un
gesto della testa il computer portatile, dove avevo letto il messaggio
di
quell'oca. Strinse di più la presa su di me
-Tu non capisci un cazzo- Disse guardando al di là
delle mie spalle. Confesso che quella sua frase mi irritò
non poco
-Ma chi ti credi di essere per dirmi una cosa del
genere? E poi lasciami andare!- Gridai riuscendo a liberarmi dalla sua
presa.
Iniziai a massaggiarmi il polso indolensito e lo guardai delusa dal suo
comportamento
-Ho sbagliato. Ho sbagliato tutto- Disse portandosi
le mani tra i capelli e sedendosi nuovamente sul divano. Questo ragazzo
era
davvero enigmatico. Certe volte non riuscivo proprio a capire cosa
intendesse.
Rimasi a guardarlo confusa, per almeno due minuti
-Cosa hai sbagliato?- Gli chiesi tornando a sedermi
accanto a lui. Alzò lo sguardo e
capìì. Capìì che era
cambiato qualcosa. Aveva
uno sguardo perso, freddo...vuoto
-Ho sbagliato a portarti quì. Dammi due minuti e ti
riporto a casa- Disse infine alzandosi dal divano e dirigendosi verso
quello
che doveva essere il bagno. Io rimasi seduta sul divano a fissare il
vuoto dove
fino a tre secondo prima era seduto lui. Avevo voglia di piangere, ma
non
sapevo nemmeno io il perchè. In fin dei conti Lorenzo si era
smepre comportato
così. Però quello sguardo...mi aveva trafitta.
Era stato in grado di farmi
pietrificare. Era stato in grado di ferirmi. Io odiavo sentirmi
così. Odiavo
sentirmi persa. Odiavo essere senza parole per rispondere. Odiavo
essere
confusa. Soprattutto odiavo non sapere cosa Lorenzo fosse per me.
Perchè mi
importava così tanto del suo giudizio? Perchè era
riuscito a farmi stare male
con un semplicissimo sguardo? Odiavo che lui avesse tutto quel potere
su di me.
Odiavo il fatto che mi importasse così tanto di lui. Odiavo
soprattutto il
fatto che forse aveva ragione. Ero gelosa di lui. Possibile che mi
stessi...innamorando?
Parcheggiò
sottocasa mia e mi saluto freddamente,
senza nemmeno guardarmi. Sospirai, ferita da quel suo comportamento,
dopodiché
aprìì lo sportello e uscìì
richiudendomelo alle spalle. Non feci in tempo a
fare nemmeno un passo che Lorenzo era già ripartito,
portandosi dietro la
consapevolezza...di esserci cascata con tutte le scarpe.
Rientrai in casa cercando di fare piano. Non mi
andava che mia madre cominciasse con l'interrogatorio. Entrai in camera
mia e
mi gettai a peso morto sul letto. Non riuscivo a crederci. Possibile
che mi
fossi innamorata di Lorenzo. In fin dei conti tra noi due non era
cambiato
niente. Ci comportavamo così da sempre. Mi sembrava una cosa
così assurda.
Senza contare che io ero certa di essere innamorata di Leonardo. Ma
è
impossibile amare due persone contemporaneamente. Questo significava
che per
uno dei due non provavo realmente amore. Il problema stava nel fatto
che...non
sapevo di chi dei due fossi...innamorata. Sapevo che quella
storia...avrebbe
finito per mettermi nei casini, più di quanto non fossi
già.
_______________________________________________________________
Salve a tutti!!!!!!!
Vi chiedo di scusarmi se ci sono errori di ortografia, ma non ho potuto
ricontrollare il capitolo :D
Spero vi sia piaciuto, nonostante la lite tra Lorenzo e Ilaria.
Lei è abbastanza confusa, ma comincia a farsi delle domande
su chi sia relamente il ragazzo che ama.
Lorenzo è enigmatico, non lascia capire se sia interessato a
lei o se la stia solo prendendo in giro. Voi che dite?
Leonardo invece sembra abbastanza chiaro, ma chi lo sa? Nella vita
tutto può succedere.
Secondo voi Leonardo è sincero?
Fatemi sapere cosa ne pensate, cercherò di postare il prima
possibile il prossimo capitolo.
Grazie ancora :D
Un ringraziamento speciale va come sempre a _Renesmee
Cullen_ FedeKiryu
e
saketta
per
le splendide recensioni che mi lasciano.
Alla prossima!
|
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Capitolo 6 *** I'm kissing you ***
Capitolo 5
Capitolo
5
I’m
kissing you
Molti danno agli
altri ciò di cui avrebbero
maggiormente
bisogno per se stessi.
- Il
ritratto di
Dorian Gray, O. Wilde.
Io
ho bisogno
che qualcuno abbia bisogno di me,
ecco cosa. Ho
bisogno di qualcuno per cui
essere
indispensabile.
Di una persona
che si divori tutto il mio tempo libero,
la
mia attenzione. Qualcuno che dipenda da me.
Una dipendenza
reciproca.
Come una
medicina,
che
può farti
bene e male al tempo stesso.
-
Chuck
Palahniuk.
Era passata una
settimana. Un'intera settimana e di
Lorenzo nemmeno l'ombra. Non l'avevo più visto dopo quella
sera a casa sua.
Ogni volta che doveva vedersi con mio fratello, citofonava per
avvertirlo di
essere arrivato e dopo andava ad aspettarlo in macchina. Io in compenso
ero
sempre più confusa. Non riuscivo a capire ancora se
fossi...innamorata di lui.
Questa distanza che aveva messo tra di noi era insopportabile, ma
questo non
significava che ne fossi innamorata. Uffa! Ma perchè mi ero
cacciata in un simile
problema? Tutte a me dovevano capitare. Se non altro era finalmente
giunto
l'ultimo giorno di scuola e il preside aveva deciso di organizzare
un'uscita
didattica al cinema. Io non avevo assolutamente voglia di sedermi e
vedere un
noiosissimo film di tre ore, ma mia madre aveva invitato mia zia e i
miei
"adorabili" cugini a casa nostra e persino
passare la mattinata
chiusa in una stanza di tre centimetri per tre centimetri a studiare mi
sembrava più allettante che stare a casa a sentire mia madre
e mia zia
spettegolare mentre io dovevo stare a guardare i miei cugini
distruggere la mia
povera casetta. Se non altro avevo chiuso la mia adorabile stanza a
chiave.
Eravamo in fila da almeno quaranta minuti, aspettando che aprisse il
cinema.
Non era ancora iniziato il film e io già non vedevo l'ora di
uscire da lì per
andare a farmi un giro per negozi insieme a Marco e Arianna
-Che palle. Si gela, ma tra quanto ci fanno entrare?- Sbuffai
muovendomi da un
piede all'altro per cercare di non andare in ipotermia. Era assurdo che
ci
facessero rimanere fuori al freddo per quasi un'ora
-N-n-non ne ho i-idea- Mi rispose Arianna balbettando per il freddo.
L'abbracciai per cercare di dar sollievo sia a lei, sia a me. Le mani
ormai non
le sentivo neanche più
-Posso unirmi anche io?- Mi chiese Marco sorridendomi.
Aprìì le braccia pronta
ad accogliere anche lui, ma Arianna mi afferrò un braccio
per allacciarlo
nuovamente attorno alla sua vita
-N-n-non az-z-zzardarti nemmeno ad avvicinarti a n-n-noi- Disse
guardando
minacciosamente Marco. Lui assottigliò gli occhi e
sbuffò, cominciando a
soffiare sulle sue mani per avere almeno un po' di sollievo
-Sei una...- Arianna lo guardò nuovamente con aria
minacciosa, facendolo
zittire
-Ora basta, non litigate. Anche perchè se doveste prendervi
a pugni le vostre
ossa si sgretolerebbero con questo freddo. Cercate di controllarvi-
Dissi io
continuando a saltellare. Il freddo era ufficialmente arrivato e non
vedevo
l'ora di partire con i miei amici per andare a sciare. La sorella
maggiore di
Arianna, Margherita, aveva
accettato di
accompagnarci in un fantastico chalet di montagna che si trovava in
Valle D'aosta.
Arianna, Margherita, Marco ed io saremmo partiti il giorno dopo
Capodanno, vale
a dire il due gennaio, e saremmo tornati l'otto gennaio, vale a dire
l'ultimo
giorno di vacanza prima di tronare a scuola.
-Oh, finalmente hanno aperto- Disse Arianna lasciandomi andare. Il
freddo mi
invase nuovamente e rabbrividìì stringendomi nel
cappotto
-Se vuoi ti abbraccio, così ti riscaldi?- Disse una voce
alle mie spalle.
Sobbalzai per lo spavento, dopodiché quasi
svenìì rendendomi conto che si
trattava di Leonardo. Mi limitai a sorridere, incapace di parlare.
Anche lui mi
sorrise e si fece più vicino a me.
Deglutìì imbarazzata al massimo
-Dopo il cinema hai da fare? Vorrei parlarti?- Mi chiese allacciandomi
le
braccia attorno alla vita. Sussultai per quel contatto e per
chissà quale
stranissima ragione mi tornò alla mente il volto arrabbiato
e serio di Lorenzo.
Abbassai lo sguardo e mi allontanai dalla sua presa come scottata. Ma
che
diavolo mi succedeva?
-Che succede?- Mi chiese lui confuso dal mio atteggiamento.
Deglutìì a disagio,
scuotendo la testa
-N-niente. Sarà meglio entrare e...- Mi interruppe
avvicinandosi nuovamente e
arrivando ad un centimetro dalle mie labbra
-Mi prometti che dopo il film ci vediamo?- Mi chiese. Sentivo il suo
alito
fresco di caramella alla menta infrangersi contro la mia pelle,
così mi venne
spontaneo chiudere gli occhi. Dopodiché
annuìì e mi allontanai di nuovo da lui
-Ci vediamo all'uscita posteriore del cinema, appena finisce il film-
Mi disse
lui precedendomi ad entrare e raggiungendo i suoi amici idioti. Io
rimasi lì,
ferma per almeno due minuti. Ma perchè? Perchè
dovevo avere sempre in mente
Lorenzo? Avrei dovuto essere arrabbiata con lui, visto
che non si faceva vivo da una settimana appositamente per evitare me.
Era
chiaro visto ciò che mi aveva detto quella maledettissima
mattina...
"-E' semplice. Io abito da solo e preferisco venire io da voi
perchè...mi
manca avere delle persone intorno-"...
Sbuffai e mi sistemai meglio la sciarpa, dopodiché mi
affrettai ad entrare per
evitare di trasformarmi in un ghiacciolo. Avevo deciso ormai. Sarei
uscita con
Leonardo. E al diavolo Lorenzo!
Dopo un'ora e
mezza ci fu finalmente la pausa tra
una parte e l'altra del film. Mi alzai stirandomi scompostamente. Se
mia madre
mi avesse vista mi avrebbe di sicuro rotto le scatole per un mese.
Sbadigliai
mettendomi una mano davanti alla bocca, dopodiché tornai a
sedermi. In quel
preciso istante mi vibrò il cellulare. Lo presi con le mani
che tremavano. Che
idiota che ero! Per un secondo avevo sperato che fosse Lorenzo, ma
perchè
avrebbe dovuto chiamarmi? Non ce ne era motivo. Probabilmente era con
qualche
ochetta dell'università. Magari proprio con quella del
messaggio da dodicenne
innamorata sul computer. Sbuffai leggendo con noia cosa mi chiedeva
quell'altro
cretino di mio fratello. Tse, questo era il colmo. Diceva che avevo
preso per
sbaglio anche il suo mazzo di chiavi e che dovevo portargliele non
appena
uscivo dal cinema. Figuriamoci se io avevo le sue chiavi. Frugai nella
borsa e
quando riconobbi la forma quadrata del suo portachiavi della Roma,
sbuffai
estremamente irritata
"Ho da fare con un amico dopo il cinema, arrangiati!"
Mi affrettai a rispondere quando vidi Marco tornare a sedersi accanto a
me. Non
volevo dirgli che davo buca a lui e ad Arianna per uscire con Leonardo.
Ero sicura
che non me lo avrebbe mai perdonato. Infatti avevo inventato di
sentirmi poco
bene e che preferivo tornare a casa per non rischiare di ammalarmi e
non poter
festeggiare come si deve il Natale. Appena venti secondi dopo il mio
cellulare
vibrò nuovamente
"Secondo te a me importa qualcosa di quello che devi fare? Portami le
chiavi e poi vai dove ti pare e con "chi" ti pare"
Spalancai la bocca, basita per le sue parole. Non lo sopportavo
più. Ma quand'è
che finalmente avrebbe deciso a spiccare il volo e a lasciare il nido
famigliare?
"Se vuoi le tue maledettissime chiavi, vieni tu a prenderle. Vado al
centro commerciale vicino scuola. Fammi uno squillo e te le porto
fuori.
Prendere o lasciare"
Scrissi il più in fretta possibile. Io di certo non avrei
mai rinunciato al mio
appuntamento con Leonardo perchè il signorino era troppo
pigro per venire a
prendere lui le sue chiavi. Per quanto mi riguardava si sarebbe
arrangiato.
"Che stronza che sei. Non ti farò mai più un
favore. Ci vediamo lì fuori,
fammi uno squillo quando arrivi al centro commerciale così
ti raggiungo"
Sorrisi soddisfatta. Dopodiché riposi il cellulare in borsa
giusto in tempo
prima che si spegnessero di nuovo le luci in sala.
Sbadigliai annoiata, mentre nel film un uomo aveva preso una pistola
dal
cassetto e la stava puntando verso quello che doveva essere suo
fratello
maggiore. Pensandoci bene era una buona idea. Avrei dovuto provare a
farlo
anche io con Alessandro. Sorrisi per quel pensiero,
dopodiché poggiai il mento
sulla mia mano destra e chiusi gli occhi. Avevo un gran voglia di
dormire, ma
non potevo. Se la Torri mi avesse vista mi avrebbe di sicuro sospesa.
Sbuffai
chiudendo nuovamente gli occhi. In fin dei conti chiuderli per cinque
secondi
non poteva che darmi sollievo
-Guarda che ti vibra il cellulare- Mi disse Marco, che era seduto alla
mia
sinistra, sospirando. Riaprìì gli occhi sbuffando
per l'interruzione del mio
pisolino. Presi il cellulare dalla borsa e guardai il mittente del
messaggio:
Sconosciuto.
Decisi di aprirlo lo stesso
"Quando dormi sei ancora più bella"
Aggrottai la fronte confusa. Dopodiché, con il cellulare
ancora in mano iniziai
a guardarmi intorno. Poi lo vidi.
Leonardo era seduto alle file alla mia sinistra e mi fissava. Sorrisi
imbarazzata e abbassai lo sguardo sul display del cellulare.
Chissà come faceva
ad avere il mio numero. Decisi di chiederglielo. Qualsiasi cosa
risultava più
interessante che guardare quel film
"Come fai ad avere il mio numero?"
Dopo qualche secondo la risposta non tardò ad arrivare
"Me l' ha dato una tua compagna di classe. Perchè, ti da
fastidio?"
Mi voltai nuovamente verso la sua direzione e scossi la testa, mentre
lui si
aprì in un sorriso. Ero pronta a mandargli l'ennesimo
messaggio, ma Marco mi
strappò il cellulare dalle mani e se lo mise nella tasca del
cappotto. Lo
guardai perplessa
-Ma che...?-
-Shh, la vecchia cornacchia ti stava guardando- Mi sussurrò
in un orecchio. Mi
voltai con studiata indifferenza verso la Torri e mi accorsi che Marco
aveva
ragione. Mi stava fissando
-Se vuoi parlare con il tuo Romeo, è meglio che non ti siedi
vicino a me. Lo
sai che quella vecchia strega mi tiene d'occhio ogni volta che ne ha
l'occasione- Sorrisi dandogli una pacca di consolazione sulla spalla
-Già, hai ragione. Però preferisco decisamente
rimanere accanto al mio migliore
amico, piuttosto che parlare con il "mio"...Romeo-
Risposi
appoggiando la testa sulla sua spalla. Lui sorrise impercettibilmente,
dopodiché incrociò le braccia al petto e
continuò a guardare il film più noioso
della storia.
Senza farmi accorgere dalla Torri, cercai di guardare oltre la testa di
Marco.
Notai che Leonardo continuava a fissarmi. Chi li capisce i ragazzi.
Dopo due ore, le
due ore più noiose della mia vita,
mi avvolsi meglio nel cappotto e finsi di stare male davanti a Marco
per non
farlo insospettire
-Vado anche io a casa- Mi disse alalcciandosi la lampo del cappotto ed
infilando le mani in tasca. Merda! Questo era il brutto di abitare
vicini
-Io non vado a casa. Cioè, non vado a casa mia. Vado da mia
nonna- Dissi la prima
cosa che mi venne in mente
-Ok, allora ti accompagno a casa da tua nonna e poi me ne...-
-No!- Dissi un po' troppo scocciata. La sua espressione si fece ad un
tratto
delusa -Mi dispiace, non volevo dire no. Mi andrebbe molto di fare il
viaggio
fino a casa con te. Ma...c'è mio fratello che mi aspetta
perchè ha bisogno
delle chiavi di casa. Perciò torno con lui- Continuai
aprendomi in un sorriso
-Ok. Allora ci vediamo domani?- Mi chiese lui ricambiando il sorriso.
Annuì
scoccandogli un bacio sulla guancia.
Non appena rimasi sola, corsi immediatamente verso l'uscita posteriore
del
cinema. Di Leonardo nemmeno l'ombra. Mi strinsi di più nel
cappotto e mi
incamminai per una viuzzola deserta, a parte qualche eccezione per dei
venditori ambulanti che occupavano i marciapiedi. E se ci avesse
ripensato?
Magari non voleva più uscire con me. In fin dei conti la
reputazione di
Leonardo parlava chiara. Magari mi stava solo prendendo in giro. Magari
voleva
vedere se abboccavo ai suoi stupidi giochetti per poi ridere di me con
i suoi
amici. Oppure...
-Scusami. E' da tanto che mi aspetti?- Due braccia forti mi
circondarono la
vita, facendomi provare all'improvviso un insolito caldo
-No, sono appena arrivata- Risposi voltandomi verso di lui. Mi sorrise
facendomi perdere almeno venti battiti cardiaci. Dio, com'era bello
-Andiamo?- Mi chiese indicandomi la sua BMW, parcheggiata dall'altra
parte
della strada. Annuìì come una cretina. Davo
l'impressione di saper
fare solo quello. Dopodiché lo seguìì
verso la macchina e dopo essere saliti a
bordo ci diriggemmo verso il centro commerciale.
Un quarto d'ora
dopo eravamo lì davanti. Ero tesa.
Tesa e curiosa. Chissà di cosa voleva parlarmii Leonardo.
-Tu comincia pure ad entrare. Io ti raggiungo subito- Dissi fermandomi
davanti
le porte a vetro del centro commerciale. Leonardo tornò
indietro di qualche
passo
-Sicura? Se vuoi ti aspetto e...- Scossi la testa sorridendogli
-No, tranquillo. Arrivo tra un attimo- Alle mie parole, si
aprì anche lui in un
sorriso e mi prese una mano tra le sue
-Va bene, ti aspetto dentro. Così intanto ordino da
mangiare- Annuìì di nuovo e
quando si chinò a baciarmi la guancia
sentìì lo stomaco girare su se stesso ad
una velocità impressionante.
Mi sedetti su una panchina gelida, guardando di tanto in tanto l'ora
sul
cellulare. Gli avevo fatto uno squillo per avvertirlo di essere
arrivata già da
dieci minuti. Possibile che ancora non fosse arrivato?
Mi strinsi di più nel cappotto, facendo arrivare la lampo
fino al naso. Se
continuavo così sarei diventata un pupazzo di neve. Mi
guardai intorno per
cercare di far passare un po' il tempo, ma soprattutto per non pensare
al
freddo che sentivo. La mia intenzione sembrò funzionare
quando vidi una cosa
che mi fece raggelare sì, ma non per il freddo. Mi alzai in
piedi
immediatamente, con l'intenzione di entrare nel centro commerciale e
raggiungere Leonardo. Poco prima di entrare però,
sentìì una voce, quella
voce chiamare il mio nome. Affrettai il passo senza voltarmi
-Ilaria! Ilaria, cazzo ti fermi?- Cominciai a correre, mentre la
distanza tra
me e le porte a vetro del centro commerciale si riducevano sempre di
più.
Arrivata a tre centimetri di distanza da quelle maledettissime porte,
una mano
fredda mi avvolse il polso ancora più freddo, costringendomi
a fermarmi. Mi
voltai scuotendo la testa
-Lasciami!- Gridai cercando di togliermi le sue mani di dosso. Lorenzo
sembrava
non aver sentito nemmeno minimamente le mie proteste
-Coraggio, vieni- Disse tirandomi verso una panchina. Puntai i piedi
per terra,
opponendomi con tutte le mie forze
-La pianti di fare la ragazzina?- Mi chiese trascinandomi, sotto gli
occhi
confusi e sorpresi della gente
-Ti ho detto di lasciarmi! Ma che vuoi?- Gridai riuscendo finalmente a
liberarmi dalla sua stretta e, a ricominciare a camminare verso le
porte a
vetri
-Aspetta!- Disse lui alzando la voce
-Mi spieghi che vuoi?- Gli chiesi quando mi afferrò di nuovo
per un polso
-Chiarire- Mi rispose continuando a tenermi, nonostante le mie continue
proteste
-Bhè io non ho voglia di chiarire. Vattene da quella
cretina- Provai a muovere
un passo, ma niente. Continuava a tenermi e a guardarmi con quello
sguardo
freddo più del ghiaccio
-Invece chiariamo. A costo di rimanere fuori da questo cazzo di centro
commerciale per tutto il giorno- Disse alzando la voce e aumentando la
presa
sul mio polso
-Certo! Adesso che ti fa comodo vuoi chiarire. Hai passato una
settimana,
un'intera settimana ad evitarmi, senza motivo tra l'altro e ora vuoi
chiarire?
Va bene, chiariamo- Dissi alzando la voce. Ero davvero stufa di quel
suo
comportamento
-Io non volevo evitarti! Dannazione! Non posso, capisci? Non posso!- Lo
guardai
perplessa. Si teneva le mani davanti al viso e aveva i muscoli
più tesi di una
corda di violino
-No! Io non capisco. Se provassi a spiegarti ogni tanto, invece
dì...- Mi
interruppe prendendomi le mani e avvicinandomi a se in modo brusco
-Non posso spiegarti. E' proprio questo il problema- Ormai mi limitavo
a
guardarlo confusa per le sue parole enigmatiche. La vicinanza a lui mi
stava
mandando fuori di testa e in quel preciso istante mi resi conto di
quanta
voglia avessi di baciarlo. Morivo dalla voglia di sentire le sue labbra
a
contatto con le mie. Morivo dalla voglia di sentire il suo sapore. Era
una
voglia indescrivibile, che non provavo neanche per Leonardo. Chiusi gli
occhi
istintivamente e li riaprìì solo quando
sentìì la sua voce allontanarsi
-Forse...è meglio che alla festa ti accompagni
qualcun'altro- Mi disse
voltandosi -Quasi dimenticavo. Le chiavi di tuo fratello. Lui non
è potuto
venire, per questo ho...- Lo interruppi lanciandogliele. Avevo voglia
di
prenderlo a schiaffi per quanto stavo mal in quel momento.
Dopodiché mi
ringraziò e raggiunse quell'ochetta che stava abbracciando
appena due secondi
prima. Sospirai chiudendo gli occhi...
"-Forse...è meglio che alla festa ti accompagni qualcun
altro-"...
La faceva facile lui. Se avessi avuto qualcun altro a cui chiedere lo
avrei
fatto, invece di rivolgermi a lui. Probabilmente a quest'ora sarei
stata molto
meglio.
Diedi un'ultima occhiata a quei due, mentre andavano via.
Dopodiché mi voltai
ed entrai finalmente nel centro commerciale.
Non appena
entrai fui invasa dall'aria calda del
riscaldamento. Chiusi gli occhi provando sollievo. Mi veniva da
piangere, ma
non valeva nemmeno la pena. Lorenzo era solo un immaturo, codardo,
incapace di
risolversi i problemi da solo. Salìì con la scala
mobile al piano superiore ed
entrai nel Mc Donald's. Individuai subito Leonardo, dalla parte opposta rispetto a dove mi trovavo
io. Sorrisi e mi
avvicinai, sedendomi accanto a lui
-Eccomi. Scusa se c'ho messo tanto- Dissi arrotolandomi una ciocca di
capelli
attorno al dito. Gesto che facevo sempre quando ero nervosa o in
imbarazzo
-Tranquilla. Ho ordinato un Cheesburger per tutti e due. Ti va bene o
vuoi
qualcos'altro? Se vuoi vado a...- Scossi la testa afferrando il panino
-Va benissimo il Cheesburger, grazie- Dissi scartandolo.
Dopo mangiato finalmente Leonardo si decise a parlare
-Devo dirti una cosa- Io annuìì mordendomi le
labbra, dopodiché bevvi un sorso
di coca cola dal momento che avevo la gola più secca di un
deserto
-Penso che avrai capito che mi piaci- Se ne uscì lui
all'improvviso, facendomi
risputare l'intero sorso di coca cola. Gli chiesi scusa asciugandomi la
bocca
con un fazzolettino
-I-io n-non so che dire-
-E' tutta la settimana che avrei voluto chiederti di venire alla festa
con me,
dopodomani. Purtroppo però... non posso farlo- Disse
guardandomi negli occhi.
Io nel frattempo, per l'agitazione avevo afferrato un fazzoletto di
carta e avevo
iniziato a farlo a pezzetti
-Per Erica. Mi ha praticamente costretto ad accompagnarla. Ma ti
assicuro che
io e lei abbiamo rotto- Disse vedendo che avevo assunto un'espressione
piuttosto irritata
-Davvero? Sò che non sono fatti miei, però...la
scorsa settimana, ho visto te e
Erica...baciarvi fuori scuola e...- Lui sospirò,
afferrandomi la mano
-E' vero. Ci siamo baciati. Erica mi aveva pregato di tornare insieme e
io
avevo accettato, però poi le ho detto che non me la sentivo
più di stare con
lei e a parte quel bacio, ti assicuro che non c'è stato
nient'altro- Era tutto
così...inverosimile. Non fosse stato per il fastidio che
provavo allo stomaco
da quando avevo discusso con Lorenzo, avrei pensato che si trattava di
un
sogno. Di nuovo
-Volevo semplicemente dirti che mi piaci e che mi piacerebbe davvero
tanto se
accettassi un vero appuntamento...con me. Dopo il ballo- Me lo stava
chiedendo
davvero? Dopo quattro anni in cui non avevo fatto altro che sbavargli
dietro,
Leonardo mi stava davvero chiedendo di uscire con lui...per un vero
appuntamento? Avrei dovuto fare i salti di gioia, gridare come una
matta, fare
le capriole e via dicendo, ma mi sentivo così
estremamente...satura. Non sapevo
cosa mi prendeva. Non avevo forza neanche di rispondere e non
perchè fossi
troppo felice per farlo. Tutto il contrario. In realtà mi
sentivo da schifo
perchè credevo che quello fosse il mio più grande
desiderio. Credevo che il mio
più grande desiderio fosse il fatto che il ragazzo dei miei
sogni mi chiedeva
di uscire e mi diceva di essere interessato a me. Invece mi ritrovavo
ad
immagnare un altro volto al posto del suo. Un'altra voce al posto della
sua.
Altre magnifiche labbra che mi parlavano al posto delle sue. Ero una
persona
orribile, lo so, ma non potevo far altro che immaginare Lorenzo al
posto di
Leonardo e mi odiavo per questo. Mi odiavo perchè lui non se
lo meritava e per
colpa sua stavo per sprecare l'opportunità della mia vita
-Sì...per...per me va bene- Dissi stringendogli la mano che
ancora era avvolta
alla mia. Lui si aprì in un sorriso e mi fece capire che
stavo facendo la cosa
giusta. Dopodiché si avvicinò di più a
me ed eliminò la distanza tra le nostre
labbra. Rimasi per un attimo sorpresa. Non riuscivo a muovere un
muscolo. Dio
solo sapeva quanto avessi aspettato quel momento e non me lo sarei di
certo
lasciato rovinare da un cretino che odiavo. Chiusi gli occhi e
dischiusi le
labbra, per permettergli di approfondire il bacio. La sua lingua non
impegò
molto a trovare la mia. Istintivamente mi aggrappai di più a
lui, mentre lui mi
cinse la vita avvicinandomi di più a sè. In fin
dei conti, non avevo affatto
bisogno di Lorenzo. Ma allora perchè continuavo a pensare a
lui?
Il ventiquattro Dicembre
arrivò inesorabile e io
desiderai con tutta me stessa di emigrare ai tropici, o in qualsiasi
altro
paese lontano. Arianna mi aveva trascinata dal parrucchiere e subito
dopo a
casa sua, dove aveva ingaggiato una truccatrice professionista. Tutto
per
quell'insulsa festa. Non le avevo ancora raccontato nulla di quanto era
successo con Leonardo. A dire la verità non riuscivo ancora
a credere a quanto
fosse successo. Leonardo si era dichiarato e mi aveva anche baciata.
C'era da
ammettere che il bacio che mi aveva dato Leonardo, non era neanche
paragonabile
a quello che avevo ricevuto da Bruno, il cugino di Arianna. Roba da far
accapponare
la pelle. Sbuffai mentre la truccatrice di Arianna mi passava uno
strato di
mascara sugli occhi
-Potevo truccarmi benissimo da sola- Dissi agitandomi sulla sedia
leopardata
che si trovava in camera di Arianna
-Sì come no. Mettersi un filo di lucidalabbra trasparente,
uno strato di matita
quasi invisibile e arricciarsi un po' i capelli, secondo te
è truccarsi?- Mi
rispose lei mordendo un fazzoletto per alleggerire un po' il rossetto
che
aveva. Sbuffai di nuovo e presi a mordicchiarmi l'unghia fresca di
smalto
-Ilaria! Togli subito quella povera unghia dalla tua boccaccia!- Le
lanciai
un'occhiataccia e feci come voleva lei. Dovevo dirle la
verità. Dovevo dirle
che io non sarei andata al ballo. Avevo deciso di far finta di stare
male
all'ultimo minuto, ma Arianna mi conosceva meglio di chiunque altro e
non mi
avrebbe creduto
-Ari senti....- Iniziai con lo sguardo rivolto altrove
-Dimmi- Mi rispose lei sistemandosi i capelli con una molletta a forma
di cuore
-Io non vengo. Alla festa intendo- Arianna cominciò a
tossire, evidentemente le
era andata della saliva per traverso. Dopodiché
puntò il suo sguardo sorpreso
sulla truccatrice
-Scusami Olive, potresti lasciarci un secondo da sole?- La ragazza
annuì senza
dire una parola, dopodiché aprì la porta e
uscì dalla stanza
-Ora tu mi spieghi cos'è questa storia che non vieni- Disse
sedendosi di fronte
a me
-Non ho un accompagnatore. Erica è stata chiara. Se non vai
accompagnata non
entri- Dissi giocherellando con il tappo del mascara
-Ma scusa, cosa ne è stato dell'amico di tuo fratello? Non
avevi chiesto a lui
di...- Si interruppe quando la guardai scuotendo la testa
-Abbiamo litigato- Dissi abbassando lo sguardo nel ricordarlo
-Ma perchè?- Scrollai le spalle puntando nuovamente lo
sguardo su di lei
-A dire la verità...non lo so nemmeno io- Dissi alzandomi in
piedi e
avvicinandomi alla finestra. Se ripensavo a ciò che era
successo non riuscivo a
capire quale fosse stato il motivo del nostro litigio
-Oh.Mio.Dio. Ti piace?- La guardai confusa. Ma di cosa stava parlando?
-Chi?- Lei mi sorrise, avvicinandosi
-Non mi inganni tesoro. A te piace l'amico di tuo fratello- Sgranai gli
occhi e
aprìì la bocca per negare, ma le parole
sembravano non voler uscire. Che
diavolo mi succedeva? Perchè non riuscivo a replicare? A me
non piaceva
Lorenzo, giusto?
Mi sedetti sulla sedia di nuovo e mi presi la testa tra le mani. Cosa
mi stava
succedendo? Avevo il ragazzo che avevo sempre desiderato e pensavo al
ragazzo
che avevo sempre odiato? Quì c'era qualcosa che non quadrava
-E' così, non è vero?- Mi chiese Arianna
inginocchiandosi davanti a me. Rialzai
il viso e solo allora mi resi conto di aver iniziato a piangere
-Non lo so Ari. Io non ci capisco niente- Dissi gettandole le braccia
attorno al
collo -Sto male. E' inutile che lo nego. Forse hai ragione tu. Forse
provo
qualcosa per lui ma...- Mi interruppi ricordandomi improvvisamente di
Leonardo
-Ma cosa?- Mi chiese lei asciugandomi una lacrima dalla guancia
-A lui di me non importa nulla. L'altro ieri stava abbracciando una
ragazza che
sembrava appena uscita da un film vietato ai minori e quando mi ha
vista mi è
corso incontro e mi ha chiaramente detto di cercarmi un altro
accompagnatore
per la festa- Dissi torturandomi il labbro
-Che stronzo- Sorrisi per quella sua esclamazione e
annuìì d'accordo con lei
-Non è tutto- Dissi puntando il mio sguardo su di lei -Credo
che...bhè...penso
di essere diventata la ragazza di Leonardo- Arianna cominciò
a tossire
nuovamente e dovette sventolare la mano davanti al suo viso per farsi
aria
-C-cosa? Ma che cavolo dici?- Sorrisi mordendomi nuovamente le labbra
-Già, è stata la stessa reazione che ho avuto io
quando lui mi ha detto che gli
piaccio- Dissi sdraiandomi sul suo letto. Avrei tanto voluto
sprofondarci in
quel letto, almeno mi sarei risparmiata l'umiliazione per non essere
andata a
quella festa
-L-lui ti ha detto che gli piaci e non mi hai detto niente? Forza,
racconta!-
Disse gettandosi letteralmente sul letto accanto a me
-Mi ha anche baciata- Aggiunsi chiudendo gli occhi, pronta ad una sua
imminente
reazione
-Ahhhh! Che bello! La mia migliore amica ha fatto colpo-
Iniziò a canticchiare.
Mi misi a sedere sul letto e le tappai la bocca con la mano
-Shh, smettila adesso- Le intimai minacciosa
-Non ci credo Ila! Hai rubato il ragazzo alla Barbie- Ci pensai un
attimo su.
Era vero. Avevo battuto la strega. Sorrisi lievemente anche io
-Ma non capisco. Se sei la sua ragazza, perchè non vai con
lui alla festa?- Mi
chiese lei sistemandosi i capelli -Non vorrà mica tenere la
vostra relazione
segreta?-
Sospirai, scuotendo la testa
-No. La Barbie l'ha costretto ad accompagnarla alla festa. Lui mi ha
chiaramente detto che dopo questa sera lei cesserà di
esistere nella sua vita-
Dissi arrotolandomi una ciocca di capelli attorno al dito
-Senti, io ti conosco. Forse ti conosco meglio di chiunque altro. Sono
la tua
migliore amica e ti voglio bene, lo sai. Secondo me dovresti cercare di
toglierti dalla testa quell'idiota di Lorenzo e concentrarti su
Leonardo. Sei
innamorata di lui da una vita e adesso che anche lui ha detto di
provare le
stesse cose per te...dovresti cogliere quest'occasione. Sono sicura che
ciò che
provi per Lorenzo passerà. Pensaci un attimo, dopo quello
che ha fatto potrai
fidarti ancora di lui?- Ci pensai per un istante, dopodiché
scossi la testa
-No...io non mi fido più- Dissi
-Bene. Ora per quanto riguarda la festa, chiama l'idiota e digli di
accompagnarti- Disse lei tornando davanti allo specchio e ritoccandosi
il
lucidalabbra
-Quale idiota, scusa?- Le chiesi perplessa
-Ma come chi? Marco chiaramente- Scoppiai a ridere e corsi ad
abbracciarla
-Grazie Ari- Le dissi scoccandole un bacio sulla guancia,
dopodiché afferrai il
cellulare e chiamai l'idiota, volevo dire Marco e gli chiesi di
accompagnarmi
alla festa. Lui accettò immediatamente e aggiunse che
sarebbe passato a
prendermi a casa di Arianna dopo un'oretta. Quando riattaccai, la
truccatrice
era già rientrata in camera e mi afferrò per un
polso facendomi sedere
nuovamente per continuare la tortura. Se non altro Lorenzo non si era
fatto nè
sentire nè tantomeno vedere. Almeno dimenticarlo sarebbe
stato più facile. O
almeno speravo.
_______________________________________________
Salve!!!
Scusate il ritardo,
sò che avrei dovuto postare già da qualche giorno
e vi chiedo scusa.
Capitolo parecchio movimentato
e scommetto che a nessuna avrà fatto piacere il
fatto
che Leonardo abbia baciato
Ilaria.
C'è da dire che
Lorenzo continua ad essere parecchio strano ed enigmatico,
inoltre non è che
si sia comportato proprio tanto bene con lei.
Nel prossimo capitolo ci
sarà chiaramente la festa e succederanno parecchie cose :D
Spero che il capitolo vi sia
piaciuto.
Cercherò di postare
l'altro il prima possibile.
Grazie ancora a tutti!!!!
Vorrei consigliarvi di leggere
Chi
l'avrebbe mai detto di _Renesmee
Cullen_
Inoltre ringrazio come
sempre
_Renesmee
Cullen_
FedeKiryu
e
saketta
per le splendide recensioni :D
Alla prossima!!!
|
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Capitolo 7 *** Sere Nere ***
Capitolo
6
Sere
Nere
Ci
credo che al cuore non si comanda: non capisce un cazzo.
-
Diego De Silva -
Domani,
quando ci vedremo, per favore corrimi incontro.
L’ho
sperato tutti questi giorni e non è mai successo.
-
Enrico Brizzi -
Quando Olive, la
truccatrice, ebbe finito di
truccarmi dovetti cercare di non svenire. Quella che c'era dall'altra
parte
dello specchio non potevo essere io. Sembrava piuttosto una bambola
gonfiabile
-Ari! Ma come diavolo mi ha conciata?- Le chiesi quasi in lacrime
-Perchè? Secondo me stai benissimo- Mi rispose lei infilando
il cellulare nella
pochette. Continuai a guardarmi per almeno un paio di minuti. Io non e
ripeto
il NON, sarei mai uscita in quello stato
-Io non ci esco con un chilo di stucco in faccia- Dissi guardando
Arianna. Lei
sbuffò infilandosi il cappotto
-Ma quale stucco, è fondotinta. Fammi una cortesia, togliti
da quel maledetto
specchio e mettiti il cappotto che è arrivato l'idiota-
Scossi la testa e mi
sedetti sulla sedia accavallando le gambe
-Io così non esco- Arianna mi guardò
minacciosamente, dopodiché si avvicinò a
me e mi fece alzare di forza
-Muoviti! Mettiti questo cappotto e fila- Disse spingendomi fuori di
casa. La
guardai sbuffando, dopodiché afferai il mio cappotto dalle
sue mani e lo
indossai
-Ripeti con me: Io mi divertirò- Disse fissandomi negli
occhi. Io sbuffai di
nuovo e abbassai lo sguardo -Ila! Ripeti- Mi intimò
-Io mi divertirò- Ripetei annoiata
-Brava. E ora muoviti- Disse indicandomi la rampa di scale. Le sorrisi,
dopodiché raggiunsi Marco che mi aspettava in macchina.
Avevo parecchio paura a
salire in macchina con lui visto che aveva solo il foglio rosa, ma in
qualche
modo dovevo pur arrivarci a quel ballo e l'autobus non si intonava con
il mio
vestito (Qui)
Per la festa, il
preside aveva deciso di affittare
una sala all'interno di un locale situato al centro di Roma. Circa
quaranta minuti
dopo eravamo là davanti.
Scesi dalla macchina allacciandomi di nuovo il cappotto che avevo
slacciato per
via del riscaldamento acceso in macchina. Mi sistemai i capelli e
stando
attenta a non cadere con i tacchi vertiginosi, mi accinsi ad entrare
affiancata
da Marco. Avevano fatto le cose in grande. Le decorazioni natalizie
erano ovunque,
sembrava quasi di stare nel paese di "Chinonso"
aspettando di
festeggiare il Natale con i "Nonsochi", anche
se in realtà io avevo
lo stesso stato d'animo del Grinch. Sbuffai mettendomi sottobraccio a
Marco,
pronta a subirmi le frecciatine che dì lì a poco
avrei ricevuto da Erica.
Una ragazza con gli occhiali e un assurdo vestito che ricordava della
carta
argentata prese i nostri nomi, dopodiché ci concesse di
entrare.
All'interno era anche peggio che all'esterno. Sembrava di trovarsi
all'interno
di un albero di Natale. Mi slacciai il cappotto di nuovo, visto il
caldo che
faceva là dentro. Dovevano aver acceso i riscaldamenti al
massimo. Considerato
che a scuola erano rotti da circa cinque anni, era parecchio picevole
scoprire
che lì funzionavano alla grande.
Seguìì Marco e ci sedemmo al primo tavolo libero
che trovammo
-Perfortuna ci sono quattro posti, così quando Arianna e il
suo ragazzo
arrivano si siedono quì- Dissi giocherellando con l'apertura
a scatto della mia
pochette
-Che palle! Devono proprio sedersi con noi?- Si lamentò lui
guardandomi con gli
occhioni da cucciolo. Sorrisi annuendo
-Sì, mio caro. Senza Arianna questa festa sarebbe una noia
mortale. Senza
offesa per te Marcolino- Dissi afferrandogli la mano. Lui mi sorrise e
aprì la
bocca per dire qualcosa, ma sfortunatamente venne interrotto
-Ilaria!- La voce nasale di Erica mi fece sbuffare sonoramente. Presi
un bel
respiro, pronta al peggio. Mi voltai e vidi Erica avanzare verso di
noi,
tenendo per mano Leonardo. Con lui avrei fatto i conti più
tardi
-Erica- Dissi per salutarla. Lei si avvicinò e mi
schioccò un bacio su entrambe
le guancie. La guardai disgustata, dopodiché cercai di
pulirmi la scia di
lucidalabbra appiccicaticcio che mi aveva lasciato sulla guancia,
sfregandola
contro la mia spalla
-Non vedo il tuo bellissimo ragazzo- Disse fingendosi sorpresa mentre
si
guardava intorno. Automaticamente il mio sguardo si posò su
Leonardo, che
ricambiò facendomi l''occhietto e mimando un "sei
bellissima" con le labbra.
Arrossì voltandomi verso Marco, che aveva assistito a tutta
la scena e mi guardava
con uno strano sguardo
-Io e lui...ci siamo lasciati- Dissi abbassando lo sguardo. Parlare di
lui mi
provocava delle terribili fitte allo stomaco
-Che peccato! Non sai quanto mi dispiace- Che falsa! -Tesoro, se vuoi
parlare
io ci sono- Continuò appoggiandomi una mano sulla spalla.
Sì, come no.
Piuttosto che farmi consolare da lei, avrei preferito mangiare un
esercito di
formiche
-Ti ringrazio, ma sto bene- Dissi sorridendogli falsamente
-Bhè...allora noi andiamo a ballare. Bye bye
honey- Disse trascinando Leonardo
in pista da ballo. Mi voltai assottigliando lo sguardo
-Dio, quanto la prenderei a schiaffi- Dissi stritolando una forchetta.
Marco mi
sorrise e mi tolse la posata dalle mani
-Calmati ragazzina. Non è il caso di uccidere nessuno- Mi
disse dandomi un
lieve bacio sulla guancia. Lo fissai confusa. Quel bacio mi aveva dato
una
stranissima sensazione. Sembrava quasi che volesse dirmi qualcosa. Lui
ricambiò
lo sguardo e mi sembrò quasi che avesse avanzato verso di me
di qualche
centimetro. Proprio in quel momento la voce squillante di Arianna
giunse alle
nostre orecchie e Marco tornò a sedersi composto,
lasciandosi andare ad un
sospiro
-Eccoli!- Disse trascinandosi dietro un ragazzo davvero molto carino
-Siete arrivati, finalmente- Dissi io alzandomi in piedi e dando un
bacio sulla
guancia ad Arianna. Automaticamente spostai il mio sguardo sul ragazzo
che era
con lei, che mi salutò con un cenno della testa sguito da un
sorriso davvero
molto molto sensuale. Lo guardai perplessa. Quel tipo stava con Arianna
e se ne
andava in giro a cercare di flirtare con le altre? Probabilmente avevo
frainteso.
Sì, doveva essere così
-Ilaria, lui è Fabrizio...il mio orsacchiottino-
Disse prendendo la mano del
ragazzo tra le sue -Fabri, lei e Ilaria- Disse indicandomi. Sorrisi di
nuovo,
con un pizzico di imbarazzo stavolta, dopodiché strinsi la
mano del ragazzo con
una certa soggezione. Lui me la strinse molto energicamente, prima di
spostare
il suo sguardo su Marco, che era intento a bere un bicchiere d'acqua
-Ah sì, giusto- Disse Arianna cambiando tono di voce nel
constatare che c'era
anche Marco -Lui è Marco, alias l'idiota-
Aggiunse cominciando a ridere
scompostamente -Marco, lui è il mio or..- Marco si
alzò in piedi e con il suo
metro e ottantadue di altezza sovrastò sia Ilaria, quasi
più bassa di me, sia
il suo "orsacchiottino"
-Sì, il tuo orsacchiottino. Ho
afferrato il nome. Molto piacere- Disse
stringendo la mano dell'orsacchiottino, volevo dire di Fabrizio.
Dopodiché
raggiunse il buffet- Puntai lo sguardo su Arianna e notai che lo aveva
seguito
con lo sguardo e continuava a guardarlo. Non riuscivo a capire
perchè quei due
si ostinassero a fingere di odiarsi quando si vedeva lontano un miglio
che si
piacevano
-Bene. Sediamoci- Disse Arianna riprendendosi dal suo stato di trance.
Sorrisi
di sottecchi e mi sedetti anche io
-Allora Fabrizio, finalmente ci conosciamo. Arianna non ha fatto altro
che
parlare di te- Dissi sorridendo alla mia amica. Era davvero radiosa
quella
sera. Nonostante fossi certa che tra lei e Marco potesse nascere
qualcosa, si
vedeva che questo Fabrizio le piaceva molto ed io ero felicissima per
lei
-Anche io ho sentito parlare moltissimo di te, Ilaria- Disse con fare
suadente.
Questa volta non me lo ero affatto immaginato. Quel tipo ci stava
provando,
percaso? Però
Arianna sembrava non
accorgersi di niente. Sorrisi a disagio, dopodiché mi
guardai intorno alla ricerca
di Marco. Chissà dove si era cacciato
-Scusatemi, vado un secondo in bagno- Dissi alzandomi e afferrando la
pochette.
Avevo bisogno di allontanarmi un po'. Quel tipo mi provocava una
stranissima
sensazione. Non mi convinceva molto.
Entrai nel bagno
e mi appoggiai contro la porta
prendendo un bel respiro
"Non
pensare a Lorenzo"
"Non pensare a Lorenzo"
"Non pensare a Lorenzo"
"Non pensare a Lorenzo"
"Non pensare a Lorenzo"
Cazzo! ma
perchè pensavo a Lorenzo? Lui non doveva minimamente
passarmi di
mente, visto ciò che aveva fatto. Basta, da quel momento in
poi avrei smesso di
pensare a lui, ai suoi occhi, alle sue magnifiche labbra, ai suoi
capelli, ai
suoi.... Va bene, non mi aiutava di certo elencare tutte le sue parti
del
corpo. Anche perchè avevo già la bava alla bocca
e....Basta! Dovevo smetterla e
concentrarmi su qualcos'altro. Mi avvicinai al lavandino e mi sciacquai
le
mani, tanto per distrarmi.
Non c'era una sola cosa che andasse bene. A cominciare da Lorenzo e a
finire da
L...
Due mani mi cinsero la vita e mi fecero indietreggiare fino a
scontrarmi contro
qualcuno. Mi voltai spaventata e mi trovai davanti il sorriso di
Leonardo
-Scusa, ma non ho resistito. Quando ti ho vista entrare in bagno ho
inventato
una scusa e ti ho seguita- Gli sorrisi, pronta per rispondere, ma le
labbra di
Leonardo me lo impedirono. Ricambiai il bacio non tanto convinta. In
fin dei
conti lui ora stava con me e vederlo con Erica mi infastidiva
tremendamente.
per la verità neanche più di tanto e questo non
era un buon segno per il nostro
rapporto. Il leggero fastidio che avevo provato nel vedere lui e la
Barbie
insieme non era neanche minimamente paragonabile a quello che avevo
provato nel
vedere Lorenzo e quella stupida, davanti al centro commerciale. Sciolsi
il
bacio e incrociai le braccia, offesa
-Ma davvero? Non resistevi? A me sembrava che tu fossi perfettamente a
tuo agio
con Erica- Dissi puntandogli il dito contro. Lui scoppiò a
ridere e automaticamente
contagiò anche me
-Sei ancora più bella quando ti arrabbi. Ti vengono delle
dolcissime fossette
sulle guancie- Sgranai gli occhi per quelle parole...
"Lo sai che quando ti arrabbi ti si formano le fossette
sulle
guancie?"...
Ripensare alle parole di Lorenzo non portava niente di buono. Il
sollievo che
mi aveva procurato il bacio di Leonardo era stato di nuovo sostituito
dalla
tristezza che provavo.
Mi mancava Lorenzo, era inutile negarlo. Stavo male, male da morire
senza di
lui. Ecco, adesso cominciavo anche a delirare sulle frasi delle mie
canzoni
preferite
"Perchè fa male, male, male da morire senza te"
Tiziano Ferro non aveva tutti i torti. Faceva male da morire stare
senza
Lorenzo. In tutti quegli anni trascorsi a detestarci non mi ero mai
resa conto
di come potessi stare male senza vederlo. Per me, avere Lorenzo accanto
era...vitale, inevitabile
-Stai bene?- Mi chiese Leonardo. Doveva essersi accorto della mia
espressione
sofferente. Cercai di trattenere le lacrime che non ne volevano sapere
di non
uscire. Dopodiché mi stampai un sorrisetto falso sul viso e
annuìì
-Si. Ora è meglio che torniamo di là- Dissi poi
continuando a sorridere. Lui
ricambiò il sorriso e si avvicinò a me.
Dopodiché mi stampò un altro bacio
sulle labbra e mi solleticò una guancia con le dita
-Esco prima io. Ci rivediamo dopo?- Mi chiese continuando a tenermi la
mano.
Annuìì, incapace di parlare. Leonardo mi concesse
un ultimo bacio a stampo,
prima di uscire dal bagno, delle femmine tra l'altro. Sospirai e mi
poggiai
contro la porta. Ma perchè? Perchè dovevo stare
così male?
Senza che me ne resi conto, la porta si spalancò facendomi
quasi cadere a
terra. Mi voltai e mi ritrovai Arianna davanti.
Quando mi accorsi dell'espressione che aveva,
capìì. Mi resi conto che stavo
piangendo. Mi asciugai le lacrime e le sorrisi facendo finta di niente
-Che succede?- Mi chiese lei avvicinandosi. Scossi la testa, abbassando
lo
sguardo
-Ma niente. Mi ha semplicemente dato fastidio...Leonardo e la Barbie
che si
tenevano per mano. Niente di grave, tranquilla- Risposi fingendo un
sorriso.
Lei mi fissò per nulla convinta della mia spiegazione
-Secondo me c'entra quell'idiota dell'amico di tu fratello. E'
così, non è
vero?- Certo che non potevo nasconderle niente. Sorrisi scuotendo di
nuovo la
testa
-Ma no, è tutto ok. Come mai sei quì?- Le chiesi,
cambiando argomento. Parve
funzionare visto che si aprì in un sorriso
-Di là stanno ballando tutti. Avanti, vieni. Marco ti stava
cercando
dappertutto- Disse aprendo la porta -Ah! Quasi dimenticavo. Mentre
ballate
stampagli un bacio in bocca, così vedi come ci rimane
quell'idiota
del tuo ragazzo- Disse riferendosi a Leonardo. Dopodiché
uscìì dal bagno,
richiudendosi la porta alle spalle. Presi un bel sospiro e mi sistemai
il
trucco, colato per via delle lacrime.
Quando tornai nella sala, individuai subito Arianna che ballava insieme
a
Fabrizio, Leonardo che ballava insieme ad Erica e Marco che se ne stava
seduto
al nostro tavolo e si guardava intorno. Presi di nuovo un bel respiro,
dopodiché mi avvicinai a lui. Quando mi vide mi sorrise e mi
invitò a ballare
con un gesto della mano. Annuìì sorridendo, anche
se dentro di me morivo dalla
voglia di ballare con qualcun altro. Ci dirigemmo anche noi al centro
della
sala, mentre Alejandro di Lady Gaga
terminava. Proprio in quel momento in Dj
fece partire l'ultima canzone che avrei creduto di sentire:
Sere Nere di Tiziano Ferro. (Qui)
Chiusi gli
occhi, quando un dolore lancinante allo stomaco si fece vivo.
Perchè
doveva mancarmi così tanto Lorenzo? E poi, come se la
risposta fosse piovuta
dal cielo...capìì.
Io lo amavo. Forse lo avevo sempre amato, nonostante fossi convinta del
contrario...
"Ripenserai agli angeli
Al caffè caldo svegliandoti
Mentre passa distratta la notizia di noi due
Dicono
che mi servirà
Se non uccide fortifica "
Si come no, facile parlare se non si è coinvolti nella
situazione. Chiusi gli
occhi appoggiando la testa sulla spalla di Marco...
"Mentre passa distratta la tua voce alla tv
Tra la radio e il telefono risuonerà il tuo addio
Di
sere nere
Che non c'è tempo
Non c'è spazio
E mai nessuno capirà
Puoi rimanere
Perché fa male male
Male da morire
Senza te "
Ecco, appunto...
"Ripenserei che non sei qua..."
Infatti non c'era e probabilmente non ci sarebbe stato mai. Proprio in
quel
momento Marco si separò da me e mi indicò
qualcosa alle mie spalle. Lo guardai
confusa, dopodiché mi voltai. Lorenzo stava in piedi,
dall'altra parte della
sala, aveva uno smoking nero. Sembrava quasi uno...sposo. Sorrisi per
quel
pensiero e quando sentìì qualcosa di tiepido
scorrermi lungo le guancie, mi
resi conto che stavo piangendo. Sorrisi di nuovo, prima di guaradre
Marco in
cerca di una risposta che speravo con tutta me stessa di ricevere. Lui
mi
guardò per un istante interminabile, dopodiché mi
sorrise di un sorriso triste
e annuì. Lo baciai su una guancia e corsi incontro a
Lorenzo, verso l'unico
posto che sognavo dall'inizio della serata. "Le sue
braccia".
Mi gettai praticamente contro il suo petto e inspirai quel profumo che
mi era
mancato così tanto
"Ma
mi distrae la pubblicità
Tra gli orari ed il traffico lavoro e tu ci sei
Tra il balcone e il citofono ti dedico i miei guai "
Alzai lo sguardo e vidi che stava sorridendo
-Noto con piacere che ti sono mancato- Scherzò lui
accarezzandomi i capelli.
Gli sorrisi con le lacrime che ancora scorrevano
-No, non mi sei mancato affatto- Dissi asciugandomi gli occhi, cercando
di star
attenta al trucco, anche se in quel momento del trucco non mi importava
nulla
-Ah no? Vuoi forse dirmi che mi sono vestito da pinguino per niente?-
Mi chiese
indicandosi. Scoppiai a ridere, rendendomi conto solo allora di quanto
era
buffo vestito così
-Visto che sono gentile ti concedo un ballo- Dissi indicandogli la
pista. Lui
ghignò e io mi preparai a una delle sue scemenze
-Uno solo? Hai paura che a mezzanotte tornerai ad essere una zucca?-
Assottigliai gli occhi e lo colpiìì su una spalla
-Sei un idiota- Dissi, mentre lui continuava a ridere come un cretino.
Sbuffai incrociando
le braccia al petto
-Andiamo, piccola zucca- Disse afferrandomi la mano e trascinandomi a
ballare
in mezzo agli altri
"Di
sere nere
Che non c'è tempo
Non c'è spazio
E mai nessuno capirà
Puoi rimanere
Perché fa male male
Male da morire
Senza te "
Mi appoggiai al suo petto, mentre lui mi cingeva la vita con le
braccia. Era
incredibile come la presenza o l'assenza di una persona potesse
deciderne lo
stato d'animo. Fino a tre minuti prima stavo male, ero distrutta.
Mentre ora
non c'era altra cosa che volessi di più che restare
abbracciata a Lorenzo per
molto molto tempo
"Ho combattuto il silenzio parlandogli addosso
E levigato la tua assenza solo con le mie braccia
E
più mi vorrai e meno mi vedrai
E meno mi vorrai e più sarò con te
E più mi vorrai e meno mi vedrai
E meno mi vorrai e più sarò con te
E più sarò con te, con te, con te
Lo giuro"
Era vero, meno lo volevo e cercavo di convincermi di odiarlo e
più lui era con
me, nei miei pensieri e...nel mio cuore
Smisi di ballare e puntai il mio sguardo nei suoi bellissimi occhi.
Quegli
occhi che mi erano mancati e che probabilmente mi aevvano fatta
innamorare di
lui
-Devo...devo dirti una cosa- Dissi continuando a guardarlo. La sua
espressione
mutò in un secondo. Divenne inspiegabilmente...serio
-Anche io- Disse distogliendo lo sguardo dal mio
-Comincia tu- Dissi. Ero davvero curiosa di sapere cosa
dovesse dirmi di così grave per cambiare
addirittura espressione. Lui si schiarì la voce e
pronunciò quelle parole. Le
parole che mai avrei creduto potessero farmi così male dette
da lui
-Sono venuto quì stasera, per chiederti scusa per l'altro
giorno. Io ti avevo
fatto una promessa e dovevo mantenerla- Il sorriso che avevo dipinto
sulle
labbra cominciò ad inclinarsi lievemente e il cuore
cominciò a battere più
forte. Deglutìì spaventata per il tono in cui mi
stava parlando
"Di sere nere
Che non c'è tempo
Non c'è spazio "
-Però...se sono quì era per dirti un'altra cosa.
Una cosa che non credo ti
importi ma...mi sentivo in dovere di dirtelo- Continuò lui
diminuendo la presa
sui miei fianchi. Abbassai lo sguardo sulle sue mani che erano sempre
più
vicine a lasciarmi andare totalmente -Io mi sto...vedendo con un'altra
persona-
Disse lasciandomi andare. Il sorriso mi morì sulle labbra e
probabilmente
sarebbero dovuti passare mesi e mesi, prima di vederlo apparire di
nuovo sulle
mie labbra
-Cosa sei venuto a fare?- Gli chiesi piensa di rabbia, togliendo le mie
mani
dal suo petto. Lui mi guardò ferito. Era il colmo. Lui
era ferito?
"E mai nessuno capirà
Puoi rimanere"
-Ilaria, tu non capisci. Io...- Disse avvicinandosi di nuovo. Io
indietreggiai
e scossi la testa
-Non mi toccare. Hai ragione, io non capisco. Non capisco
perchè sei venuto quì
stasera e soprattutto non capisco perchè vieni a dire a me,
la persona che più
ti detesta a questo mondo, che ti vedi con una persona?- Dissi cercando
con
tutta me stessa di trattenere le lacrime
-Perchè tu mi...perchè io ti...- Si interruppe
guardandomi negli occhi. Io
abbassai lo sguardo automaticamente. Ero ferita e mi era insopportabile
anche
solo guardarlo negli occhi
-Sai una cosa? Siamo pari. Anche io stò con un'altra
persona- Dissi sorridendo
soddisfatta. In realtà ero molto, molto arrabbiata. La sua
espressione cambiò e
mi accorsi che stava stringendo i pugni fino a far diventare le sue
nocche
bianche
-Il ragazzo del cinema, vero?- Mi chiese con un tono misto tra la
sofferenza e
l'arrabbiatura. Io annuìì sorridendo falsamente
-Già. Stiamo insieme- Dissi fiera di me e della mia
reazione. Lui distese le
dita e si lasciò andare ad un sospiro. Dopodiché
fece un passo in avanti verso
di me
-Congratulazioni. Però voglio farti una domanda. Come mai
non ti ha
accompagnato lui a questa festa?- Alzai lo sguardo fino ad incontrare
il suo
-Prova a darti una risposta- Continuò.
"Perché fa male male
Male da morire
Senza te
Senza te
Senza te"
Dopodiché riprese a camminare e come era arrivato, se ne
andò. Io rimasi ferma,
immobile. Avevo paura che mi sarei...sgretolata...
"Senza te"....
Dopo qualche minuto Marco mi corse incontro e cominciò a
scuotermi preoccupato,
visto che continuavo a guardare nel vuoto, incapace di muovermi
-Ilaria! Mi rispondi?- Sussultai quando mi allacciò un
braccio attorno alla
vita, dove appena qualche minuto prima c'era quello di Lorenzo
-Se n'è andato- Dissi guardandolo negli occhi. Lui
sospirò, visibilmente
incavolato
-Vieni, sediamoci- Mi disse trascinandomi verso il tavolo. Mi
aiutò a sedermi e
mi mise davanti un bicchiere d'acqua
-Dove si sarà cacciata Arianna, era quì fino a
due secondo fa. Cercava Fabrizio-
Disse guardandosi intorno
-Andiamo a...andiamo a cercarla- Dissi asciugando una lacrima solitaria
che smi
stava scorrendo sulla guancia. Mi alzai in piedi anche io e mi diressi
verso i
bagno per cercarla.
Dopo una decina di minuti non l'avevo ancora trovata e cominciavo a
spaventarmi. Non era da Arianna andarsene senza avvertirmi. Entrai in
un'altra
sala, piuttosto buia e non appena lo feci mi giunsero alle orecchie dei
singhiozzi.
Mi avvicinai e trovai Arianna accovacciata a terra che si teneva le
mani
davanti la faccia
Mi inginocchiai e la costrinsi a guardarmi
-Ari, ma che è successo?- Le chiesi abbracciandola. Puzzava
d'alcool in modo
incredibile. Doveva esserle successo per forza qualcosa, non era da lei
bere
così tanto
-Ilaria...portami a casa, mi sento male- Disse appoggiando la testa
sulla mia
spalla. Annuìì aiutandola ad alzarsi
-Mi vuoi dire che è successo?- Le chiesi camminando insieme
a lei
-Fabrizio e Erica- Disse tra un singhiozzo e l'altro. Non c'era bisogno
di altre
parole. Avevo capito perfettamente.
Rientrammo nella sala e Marco ci corse in contro
-Che è successo?- Mi chiese preoccupato, prima di prendere
Arianna tra le sue
braccia. Lei gli sorrise, stranamente, dopodiché gli
allacciò le braccia alle
spalle e si lasciò sollevare da lui
-Portala in macchina. Io arrivo subito- Dissi guardando verso Erica,
che stava
seduta a ridere con quelle cretine delle sue amiche, mentre accarezzava
la
guancia di Leonardo.
Mi avvicinai a lei, estremamente incazzata, scusate la
volgarità, ma quando ci
vuole ci vuole
-Ilaria. Ho visto che ballavi con il tuo ragazzo. Avete rifatto pace?-
Mi
chiese guardandosi intorno. Le sorrisi, dopodiché le stampai
un bello schiaffo
in faccia
-Se ti avvicini di nuovo alla mia amica, giuro che me la paghi- Dissi,
dopodiché
mi voltai pronta ad andarmene
-Ma figurati cosa me ne importa di voi due. Non siete in grado neanche
di
tenervi un ragazzo- Quella fu la goccia che fece traboccare il vaso. In
quel
momento non ci vidi più dalla rabbia e mi voltai di nuovo
-Ah sì. Per tua informazione, se quì
c'è una che non sa tenersi un ragazzo sei
tu, visto che io e Leonardo ci stavamo baciando nei bagni neanche due
ore fa-
Dissi soddisfatta. Tutta la rabbia che provavo nei confronti di Lorenzo
la
stavo riversando su Erica. Lei spostò immediatamente il suo
sguardo su Leonardo
che di conseguenza guardava me. Forse avevo un pochino esagerato, ma se
gli
piacevo doveva affrontare le conseguenze e dire di noi ai suoi amici
-Anzi, forse qualche ragazzo sai tenertelo. Quello di qualcun'altra-
Le dissi
sprezzante, dopodiché girai i tacchi e me ne andai,
raggiungendo Arianna e
Marco nel parcheggio
Marco l'aiutò a salire in auto, dopodiché si
voltò verso di me con uno sguardo
preoccupato
-Mi dici che è successo?- Mi chiese appoggiandosi allo
sportello. Sospirai e
gli raccontai tutto
-Cosa? Qull'idiota! Ci penso io, lo faccio...- Lo bloccai afferrandolo
per il
bordo della giacca
-Lascia stare. Meglio così, quel tipo non mi convinceva
affatto. Torniamo a
casa- Gli dissi lasciando la presa, subito dopo mi avvicinai allo
sportello
della macchina e lo aprìì, ma prima che potessi
salire a bordo Marco mi bloccò
per un polso
-Stai bene?- Mi chiese avvicinandosi pericolosamente a me. Io
annuìì, anche se
dentro di me mi sentivo morire...
"Io mi sto...vedendo con un'altra persona"...
Scossi la testa a quel pensiero, dopodiché mi stampai un
sorriso più falso di
una banconota falsa e mi voltai di nuovo per salire a bordo
-Aspetta!- Sentìì gridare, prima di sentire una
mano avvolgere il mio polso.
Dovevano avermi scambiato per uno yo-yo. Possibile che mi fermavano
tutti per
un polso? Mi voltai e mi trovai gli occhi di Leonardo che mi fissavano
davanti
-Ti accompagno io a casa- Mi disse lui tirandomi lievemente verso di
lui.
Scossi la testa voltandomi verso la macchina
-Non vuole venire con te quindi la porto io, se non ti dispiace- Disse
Marco
avvicinandosi a noi e togliendo bruscamente la mano di Leonardo da
sopra la mia
-Senti damerino, perchè
non te ne ritorni da dove sei venuto-
Replicò Leonardo afferrandomi nuovamente
-Questo sono io a dirtelo. Lei è venuta con me e torna con
me- Aggiunse Marco
afferrandomi l'altro braccio. L'avevo detto io che mi avevano scambiata
per uno
yo-yo. Cominciavo a sentirmi parecchio irritata per quella situazione.
Mi
stavano letteralmente sballottando da una parte all'altra, nemmeno
fossi una
palla.
-Hai capito male, caro. Io sono il
suo ragazzo. Quindi viene con
me- Sia io, sia Marco guardammo increduli Leonardo. Si era davvero
definito il
"mio" ragazzo?
-Cosa? Ma che sta dicendo?- Mi chiese confuso Marco. Solo in quel
momento mi
resi conto che Marco non sapeva nulla di me e Leonardo. Sospirai e
puntai il
mio sguardo su di lui
-Ascolta, ora accompagna Arianna a casa. Prometto che domani ne
parliamo, ok?-
Gli dissi afferrandogli una mano. Lui mi guardò non tanto
convinto, dopodiché
annuì e salì in macchina, partendo verso casa di
Arianna. Io mi voltai verso
Leonardo che mi guardava scocciato, per cosa poi non lo sapevo.
Dopodiché mi
guidò fino alla sua macchina e dopo esserci saliti, anche
lui partì, diretto
verso casa mia. Che brutta, bruttissima serata.
_________________________________________________________________________________
Salve!!!!
Spero che il
capitolo vi sia piaciuto :D
So che non
è finito nel migliore dei modi, ma cercherò di
postare il prima possibile il prossimo capitolo
dove
svelerò chi è la ragazza che sta uscendo con
Lorenzo.
Spero davvero che il
capitolo vi sia piaciuto :D
Ringrazio come
sempre
_Renesmee
Cullen_
FedeKiryu
saketta Jonas_sister
e loveis4ever
per le splendide
recensioni che mi lasciano :D
|
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Capitolo 8 *** Tanto tutto, senza te vicino è niente ***
Capitolo 7
Capitolo
7
Tanto
tutto,
senza te vicino è niente
Se è
scritto che
due pesci nel mare debbano incontrarsi,
non
servirà al
mare essere cento volte più grande.
-
Stefano Benni -
Il viaggio in
macchina fu la ciliegina sulla torta
per rovinare quello schifo di serata
-Cazzo! Io proprio non capisco che bisogno c'era di dire che stiamo
insieme
davanti a tutti- Gridò Leonardo stringendo la presa sul
volante
-Mi dispiace- Dissi senza guardarlo. All'improvviso un'inspiegabile
rabbia mi
prese in contropiede -E invece no! Non mi dispiace affatto. Tu! Sei
stato tu a
dirmi che ti piaccio. Sei stato tu a baciarmi e sei stato tu che
mezz'ora fa ti
sei definito il mio ragazzo- Dissi fuori di me. Lui accostò
la macchina in
qualche via prima di quella di casa mia
-Io mi considero davvero il tuo ragazzo- Mi disse guardandomi negli
occhi.
Scrollai le spalle, più arrabbiata di prima
-E allora, perchè stai facendo questa scenata semplicemente
perchè ho detto ai
tuoi "amici" che ci siamo baciati?
Cos'è? Vuoi che stiamo
insieme...in segreto?- Gli chiesi stringendo la presa sulla mia
pochette. Lui
scosse la testa, avvicinandosi a me
-No, assolutamente no. Il fatto è che i miei amici non...non
capirebbero.
Ilaria...tu mi piaci davvero tanto e voglio stare con te. I miei amici
sono
superficiali. Loro non...digerirebbero il fatto che io stia con
qualcun'altra
all'infuori di Erica- Disse accarezzandomi una guancia. Io mi scostai,
come
scottata e lo guardai delusa
-Allora è per questo che stasera sei venuto con Erica. Non
è lei che ti ha
obbligato. E' stata la paura del giudizio degli altri che l'ha fatto-
Dissi
puntando lo sguardo fuori dal finestrino. Lui scosse la testa, provando
ad
avvicinarsi di nuovo, ma io mi voltai visibilmente arrabbiata
-No, non è così. Io...- Lo interruppi voltandomi
di nuovo verso il finestrino
-Possiamo andare, perfavore. Sono piuttosto stanca- Dissi continuando a
fissare
fuori. Vidi con la coda dell'occhio che annuiva. Dopodiché
ripartì con la
macchina. In quel preciso istante si accese automaticamente la radio e
le note
di Sere Nere si propagarono per tutta l'auto di Leonardo.
Automaticamente
sgranai gli occhi...
"Io mi sto...vedendo con un'altra persona"...
Quando mi tornarono alla mente quelle parole, mi voltai e cambiai
stazione.
Leonardo mi lanciò un'occhiata confusa
-Non mi piace molto questa canzone- Dissi voltandomi di nuovo verso il
finestrino
-Che coincidenza. Prima alla festa, il Dj ha messo proprio quella
canzone-
Disse continuando a lanciarmi delle occhiate piene di un significato
che io non
capivo
-Ah sì? Non mi ricordo- Dissi facendo la finta tonta.
Accidenti, ci mancava solo
che Leonardo capisse qualcosa
-Sì, ha messo proprio quella. Strano che non te ne ricordi.
Io ballavo con
Erica e tu se non sbaglio, stavi ballando con quel ragazzo del cinema.
Quello
che ha detto di essere il tuo ragazzo- Accidenti! Se lo ricordava. Ero
fritta
-E' un amico di mio fratello. Quel mattina davanti al cinema, ha detto
di
essere il mio ragazzo per...prendermi in giro- Dissi cercando di
arrampicarmi sugli
specchi come meglio potevo
-Però se non sbaglio, Erica ha chiesto di lui per tutta la
sera, riferendosi a
lui come se fosse il tuo ragazzo- Quella stupida pettegola. Uno
schiaffo non
era abbastanza. Dovevo prenderla a pugni
-Già...l'ho usato come...copertura per la nostra storia- Lui
parve sorpreso da
quella risposta, dopodiché annuì, apparentemente
convinto. Colpito e affondato!
Appoggiai la fronte sul finestrino e chiusi gli occhi.
Perchè? Perchè dovevo
essermi resa conto di provare qualcosa per Lorenzo? Perchè
le cose erano
cambiate così radicalmente? Dovevo essere sfinita,
perchè mi addormentai
profondamente.
Fu Leonardo a svegliarmi circa venti minuti dopo, sottocasa mia.
Aprìì gli
occhi e uscìì dalla macchina senza quasi reggermi
in piedi. Prima che potessi
entrare nel portone Leonardo mi afferrò per un polso e mi
riportò davanti a lui
-Ilaria, scusami. Hai completamente ragione ad essere arrabbiata, ma ti
prego...perdonami.
Ti giuro che domani lo dico a tutti. Sì, non ci
sarà una sola persona nella
nostra scuola che non saprà di noi- Disse facendomi
sorridere. In fin dei conti
Leonardo mi piaceva ancora, nonostante non ne fossi innamorata come
credevo.
-Ti ho fatta ridere- Disse accarezzandomi una guancia. Annuì
continuando a
sorridere
-Buonanotte- Gli dissi poi, voltandomi per entrare nel portone, ma la
voce, o
meglio le parole di Leonardo mi fecero bloccare dov'ero
-Te ne vai senza darmi neanche un bacio?- Mi chiese sorridendo...
"Te ne vai...senza neanche darmi un bacietto?"...
Non riuscìì a trattenere le lacrime, che scesero
infrangendosi sull'asfalto
gelido. Mi asciugai gli occhi, continuando a dare le spalle a Leonardo.
non
avevo neanche la forza di girarmi
-Che c'è? Ti senti bene?- Mi chiese preoccupato,
avvicinandosi. Presi un bel
respiro e mi voltai, cercando di sembrare naturale
-Ma si, certo- Dissi sorridendo. Dopodiché gli diedi un
bacio a stampo e corsi
dentro al portone.
Quella notte non riuscìì a chiudere occhio.
Quando ero tornata a casa avevo
trovato i miei genitori, insieme a parenti e ad amici, intenti a
scambiarsi gli
auguri di buon Natale. Avevo guardato l'ora sull'orologio della cucina.
Mezzanotte. Ero tornata a casa a mezzanotte ed ero tornata ad essere
una zucca,
metaforicamente parlando, proprio come aveva detto Lorenzo. Ero tornata
di
nuovo alla realtà di sempre. Quella in cui lui...non era
niente, per me.
La mattina
seguente la passai in camera mia. Era
Natale e i parenti erano venuti a trovarci per passare insieme quel
giorno così
"allegro". Io ero tutto fuorché allegra. Avevo
detto a mia madre di
non sentirmi bene, così mi permise di rimanere nella mai
stanza, a patto che ne
fossi uscita per andare a giocare con loro a tombola. Ogni tanto
ricevevo
qualche messaggino da parte di Leonardo che mi diceva che gli mancavo e
che
voleva vedermi. La verità era che nemmeno lui riusciva a
farmi sollevare il
morale. L'unica persona in grado di riuscirci era...
-Lorenzo!- La voce squillante di mia madre mi giunse alle orecchie,
nonostante
la porta della mia stanza fosse chiusa. Che diavolo era venuto a fare a
casa
mia?
-Scusi se disturbo, ma sono venuto a farvi gli auguri- Sussultai quando
sentìì
la sua voce. Era inceredibile. Fino a qualche mese prima quella voce
era
l'unica a provocarmi un'immensa irritazione ed ora mi mettevo a
sussultare come
una ragazzina?
-Ilaria è nella sua stanza- Disse mia madre. Sgranai gli
occhi a quelle parole
e mi assicurai che la porta fosse chiusa a chiave. Evidentemente si
stava guardando
intorno per paura di incontrarmi.
Sospirai accovacciandomi sul letto. Dopodiché poggiai la
testa al muro e chiusi
gli occhi, tappandomi le orecchie con le cuffiette dell'I-pod. L'ultima
cosa
che desideravo era sentire la "sua" voce...
"Scusa il disturbo, volevo solo dimostrarti, anche se sbaglio, che se
scrivo
ho più coraggio per parlare,
per dimostrarti che anche quando stiamo insieme e sto in silenzio provo
di
tutto..
e mi chiedo, senza mai capire bene, quello che tu stai provando.. "
Le parole di “Tutto non è
niente” invasero le mie orecchie. Sospirai di
nuovo.
Ma era possibile che ogni santa canzone che sentivo doveva ricordarmi
Lorenzo?
"E mi confondi e mi accontento di far l'amore con la pelle, con un tuo
abbraccio,
con un semplice mano nella mano, camminando passo dopo passo
anche se soffro... e anche se sbaglio.. "
Sorrisi nel ripensare a quando io e Lorenzo c'eravamo incontrati la
prima
volta. Avrò avuto si e no otto anni, mentre lui ne aveva
quattordici e
frequentava il primo liceo insieme a mio fratello. Alessandro lo aveva
portato
a casa per giocare con la PlayStation ad un gioco che mamma e
papà gli avevano
regalato per il suo quattordicesimo compleanno e quando me lo ero
trovato
davanti, mi ero accorta che aveva usato un foglio dove avevo disegnato
con
tanto amore, per disegnarci sopra una bruttissima copia di Crash,
il
personaggio del videogioco a cui si divertivano a giocare. C'eravamo
messi
subito a litigare e da allora non avevamo fatto altro.
"Non sono un santo e te l'ho detto. Non l'ho nascosto sin dal primo
giorno
in cui ti ho conosciuta
e ti ho rivelato che son pazzo..
ma sono pronto a dimostrarti che c'è altro
e vorrei tanto regalarti tutto il meglio che mi porto dentro e
cancellare il
resto
ma tu sei fredda e ti difendi e di barriere ti circondi.. "
Di sicuro lui santo non era proprio. Quanto mi sarebbe piaciuto sapere
con chi
stava uscendo. Giusto per farmi un'idea su chi avrai volentieri
strangolato
"Sarò banale ma son sicuro che da amici non potrebbe
funzionare
quando provi un'attrazione così forte da non riuscire
più a pensare a niente
tranne a quanto sei speciale e a come poi mi fai sentire quando vedo
che stai
bene
anche in un piccolo paese senza case e senza strade
con te accanto posso rinunciare a tutto..
Tanto tutto senza te vicino è niente... "
Era vero. Senza di lui per me non esisteva più niente.
Nonostante passavamo le
giornate a litigare anche per la minima sciocchezza, a me piaceva. Mi
piaceva
perchè...era con lui che litigavo
"Ti prego dì qualcosa anche se può far male
chiedimi pure di sparire, di dimenticare, di non tornare,
di far finta che non sei speciale
ma allontanami ti prego se poi pensi che in qualunque modo tra noi due
non
possa funzionare,
no tra noi due non possa funzionare, no tra noi due non possa
funzionare...
E lui lo aveva fatto alla grande. Aveva detto quel "qualcosa" che mi
faceva star male, mi aveva allontanata, senza un valido motivo.
-Ilaria!- La voce di mia madre mi fece venire quasi un infarto
-Cosa c'è?- Le chiesi sbuffando
-Vieni a salutare Lorenzo. E' venuto a farci gli auguri- Disse
annientando
tutte le speranze che avevo rivolto sul fatto che magari, con un po' di
fortuna
non avrei dovuto vederlo. Alzai gli occhi al cielo e poggiai l'I-pod
sulla
scivania. Dopodiché mi ravviai i capelli e
uscìì dalla mia stanza. Entrai in
salone e trovai mia zia intenta ad abbracciare Lorenzo. Nemmeno lo
conosceva!
Mi schiarìì la voce, in modo da attirare la "sua"
attenzione. Quando
puntò il suo sguardo su di me, sentìì
le gambe tremare e un'insopportabilissimo
fastidio mi attanagliò lo stomaco
-Buon Natale...Lorenzo- Dissi indugiando sul suo nome. Lui mi sorrise
di un
sorriso triste
-Auguri anche a te- Mi rispose continuando a fissarmi. Abbassai lo
sguardo,
incapace di sostenere il suo. Stavo male. Non riuscivo nemmeno a
guardarlo,
figuriamoci ad intraprendere un discorso
-Bhè...io torno in camera mia- Dissi. Dopodiché
mi voltai e tornai nella mia
stanza. Mi gettai sul letto e mi coprìì la testa
con un cuscino. Dovevo
dimenticarlo. Dovevo dimenticarlo al più presto.
Sentìì il rumore di una porta che si richiudeva
lentamente, ma non gli diedi
peso. E facevo male...
-Ti senti bene?- Sgranai gli occhi quando sentìì "quella"
voce.
Merda! Non avevo richiuso la porta a chiave. Rimasi immobile, incapace
di
voltarmi verso di lui. Non sapevo cosa rispondere. Non sapevo cosa
fare. In
realtà mi sarebbe piaciuto prenderlo per i capelli e
sbatterlo fuori dalla mia
stanza e gridargli di andarsene a fanculo con tutta la forza che avevo.
Ma non
riuscivo nemmeno a muovermi, figuriamoci a gridare. Mi limitai a
restare in
silenzio, dandogli le spalle
-Ascolta...per quello che è successo ieri...- Fece una
pausa. Per un momento
pensai che, vista la mia reazione se ne fosse andato, ma poi
sentìì il mio
letto abbassarsi e una mano mi accarezzò i capelli. Io mi
scosati bruscamente,
facendomi ancora più vicina al muro. Ma perchè
avevo quella maledettissima
voglia di voltarmi e di abbracciarlo e baciarlo? Perchè non
potevo
semplicemente odiarlo e smettere di sentirmi così male?
-Non capisco perchè sei così arrabbiata. Sono
venuto alla festa e tu mi hai
mandato via. Cos'altro pretendevi che facessi?- Mi chiese cercando di
tenere
bassa la voce. Io continuavo a stare zitta, voltata verso il muro. Non
volevo
nemmeno rispondere, anche perchè ero sicura che se l'avessi
fatto sarei
scoppiata a piangere e non volevo dargli soddisfazione -Mi rispondi?-
Mi chiese
lui, poggiando nuovamente la mano sulla mia spalla,
dopodiché con una lieve
spinta mi fece voltare verso di lui.
Incontrare di nuovo i suoi occhi era...destabilizzante. Non poteva
starsene lì
a guardarmi così, non poteva!
-Cosa vuoi che ti risponda?- Dissi con un filo di voce, mentre dentro
di me
immaginavo già di prenderlo, sbatterlo sul letto e...No,
dovevo darmi un
contegno -Vuoi...sapere perchè sono arrabbiata?- Continuai.
Lui annuì
guardandomi con una strana espressione, quasi come se sperasse che gli
rispondessi qualcosa che a me sfuggiva
-Sì- Disse continuando a guardarmi
-Bhè, piacerebbe saperlo anche a me. Mi dispiace, ma non lo
so- Dissi
voltandomi di nuovo. E invece sì che lo sapevo!
Perchè ti amo, razza di idiota!
-Per qualsiasi motivo sia, ti chiedo scusa- Mi rispose.
Dopodiché si alzò dal
letto ed uscì dalla mia stanza. Non appena
sentìì la porta chiudersi, mi voltai
a guardare il posto dove lui era seduto fino a cinque secondi prima.
Mi alzai lentamente dal letto e mi avvicinai alla porta, chiudendola a
chiave.
In quel preciso istante il mio cellulare iniziò a vibrare,
avvertendomi di aver
ricevuto un messaggio
"Ciao stellina. Volevo augurarti la buonanotte e chiederti se domani
mattina
possiamo vederci. Baci...Leonardo"
Risposi velocemente con un "Sì, possiamo
vederci. Buonanotte anche a
te", dopodiché mi sdraia nuovamente sul letto
con il volume dell'I-pod al
massimo. Per il momento non avevo voglia di fare nient'altro.
Il resto della
giornata passò molto lentamente. Ero
stata praticamente costretta ad andare a giocare a tombola da mia
madre,
insieme ai parenti. Non c'era che detestassi di più, anche
perchè ero l'unica
persona sotto i quarant'anni d'età. Alessandro era uscito
con Lorenzo.
Sicuramente c'era anche...la sua
ragazza. Ero stata tentata per un
secondo di chiedere informazioni a quell'idiota di mio fratello, ma non
volevo
destare sospetti. Senza contare che non me l'avrebbe mai, MAI, detto.
Dopo aver salutato tutti gli ospiti andai a rintanarmi nella mia
adorata
stanzetta. Mi gettai a peso morto sul letto e chiusi gli occhi
portandomi una
mano sulla fronte. Avevo un grandissimo mal di testa e volevo andare a
dormire.
Ero talmente distrutta che non riuscivo neanche ad alzarmi per andare a
mettere
il pigiama. Porprio mentre ero tra la veglia e il sonno il mio
cellulare prese
a squillare. Riaprìì gli occhi sbuffando e lo
afferrai, dopodiché risposi senza
nemmeno guardare chi fosse
-Pronto?- Dissi con la voce insonnolita. Non avevo chiuso occhio la
notte
precedente, per via di quello che era successo e ora il mio corpo ne
risentiva
-Ila?- La voce spenta di Arianna mi giunse alle orecchie.
Riaprìì gli occhi e
mi misi a sedere sul letto
-Ari! Come ti senti?- Le chiesi di getto. Ero preoccupata per lei.
Doveva stare
molto male per Fabrizio
-Benissimo, perchè?- Corrugai la fronte confusa. Stava bene?
Forse era ancora
ubriaca e non ricordava nulla
-No...me lo chiedevo perchè...bhè...- Accidenti,
non riuscivo a trovare le
parole adatte. Dall'altra parte del telefono
sentìì sbuffare
-Dio mio, Ila! Non mi frega niente di Fabrizio e di quella scema di
Erica. Per
quanto mi riguarda possono anche sposarsi- Disse apparentemente
tranquilla, ma
io la conoscevo benissimo e riuscìì a cogliere
una stonatura nella voce
-Ok, ok, calma- Dissi. Quando Arianna si arrabbiava era davvero tremenda
-Ad ogni modo, scusa se non ti ho risposto oggi, ma ero dai parenti di
mia
madre e non ho sentito il cellulare. Oltretutto la sbronza che ho preso
ieri
sera non ha aiutato per niente- Disse. In effetti mi ero un po'
preoccupata
quando l'avevo chiamata e non mi aveva risposto, ma perfortuna era
tutto
apposto
-Tranquilla, volevo solo sapere come stavi- Le risposi mettendo il
vivavoce
mentre mi infilavo il pigiama
-Ci vediamo domani?- Mi chiese lei. Prima di risponderle con un
sì, mi ricordai
che avevo appuntamento con Leonardo
-Scusa Ari, ma domani esco con Leonardo e domani pomeriggio devo andare
con i
miei a trovare dei parenti- Dissi sbuffando alla sola idea
-Va bene, non sia mai che Romeo e Giulietta si separino-
Scherzò lei facendomi
scoppiare a ridere -Allora ci sentiamo, così mi racconti che
avete fatto-
Continuò cambiando tono di voce. Arianna era posseduta dal
demone della
curiosità e non era possibile farla ragionare quando esso si
impossessava di
lei
-Va bene- Le risposi -Allora a domani-
-A domani- Mi rispose lei. Poco prima che stessi per riattaccare lei mi
richiamò -Ila?-
-Dimmi?-
-Grazie...per non aver fatto domande- Sorrisi intenerita. Arianna non
era tipo
che mostrava facilmente i suoi sentimenti, ma io sapevo esattamente
distinguere
quando stava male da quando stava bene
-Ti voglio bene- Dissi, prima di interrompere la chiamata. Poggiai il
cellulare
sul comodino, dopodiché mi infilai sotto il mio bel piumone
caldo caldo e in un
secondo mi addormentai.
La mattina dopo
fui letteralmente buttata giù dal
letto dagli assurdi canti natalizi di mio padre. Mi alzai sbuffando e
quando
lessi l'ora sul display del cellulare, desiderai seriamente la morte.
Le sette.
Erano solo le sette del mattino. Di questo passo le vacanze natalizie
non
avrebbero portato alcun sollievo al mio povero corpo stanco. Avevo
bisogno di
dormire e avevo atteso a lungo queste benedettissime vacanze per farlo,
ma
dovevo mettere in conto il fatto che le vacanze natalizie erano
arrivate anche
per il mio caro paparino, che non riusciva mai e ripeto il mai, ad
alzarsi più
tardi delle sei. Sbuffai di nuovo e dopo essermi preparata (Qui)
decisi
di
passare le due ore e mezza restanti prima dell'appuntamento con
Leonardo, a
cercare di finire i compiti assegnati per le vacanze.
Quando arrivai a leggere cosa diceva il testo della quarta disequazione
di
matematica, decisi che ne avevo avuto abbastanza per quel giorno.
Chiusi i
libri e dopo aver preso la borsa e il cappotto mi fiondai letteralmente
fuori
di casa.
Arrivai
là davanti con qualche minuto d'anticipo,
così decisi di entrare e di aspettarlo all'interno del bar,
visto il freddo
glaciale che faceva. Mi sedetti ad un tavolo per due e mi sfregai le
mani per
cercare di riscaldarle
-Ti porto qualcosa?- Mi chiese il barista, sorridendomi. Ricambiai il
sorriso,
scuotendo la testa
-No, grazie. Aspetto una persona e...- Venni interrotta dalla bocca di
Leonardo
che iniziò a baciarmi possessivamente. Quando sciolse il
bacio, lanciò uno
sguardo al cameriere con un sorrisetto soddisfatto
-Aspettava me- Disse con uno sguardo abbastanza incazzato. Che diavolo
gli
succedeva? Il cameriere si dileguò e Leonardo si sedette
accanto a me,
sorridendomi
-A cosa devo questa tua improvvisa voglia di baciarmi?- Gli chiesi
seccata, abbassando
lo sguardo. Lui sbuffò obbligandomi a rialzarlo
-Quel tizio ci stava provando, era così ovvio- Disse
leggendo il menù senza
prestargli una particolare attenzione
-Non è vero. E poi non capisco perchè io non
posso dire che stiamo insieme
davanti ai tuoi amici, mentre tu ne dai dimostrazione in un bar pieno
di gente-
Dissi guardandomi attorno. Mi sentivo davvero a disagio, avevo sempre
paura che
da un momento all'altro potesse sbucare fuori Lorenzo con...la
sua ragazza
-Che c'è?- Mi domandò lui, puntando il suo
sguardo su di me, per poi spostarlo
in ogni angolo del locale. Scossi la testa, sorridendo
-Niente. Allora? Di cosa volevi parlarmi?- Gli chiesi cercando di
cambiare
argomento. Lui si aprì in un sorriso afferrandomi una mano
tra le sue
-Ho due regali di Natale per te- Disse accarezzandomi una guancia. Lo
guardi
sorpresa
-Ti ringrazio, ma non dovevi farmi nessun regalo. Io non ti ho regalato
nulla-
Dissi mortificata. Che idiota! Quando ero andata a fare shopping
natalizio con
mia madre avevo dimenticato di avere un ragazzo. Che brutta figura.
Perchè
invece di ricordarmi il
regalo per
quell'idiota di mio fratello, non mi ero ricordata di Leonardo?
-Tranquilla- Disse facendomi immergere nella profondità dei
suoi occhi -L'unica
cosa che desideravo è seduta al mio fianco-
Arrossìì abbassando lo sguardo. E
quella da dove gli usciva? Non che non mi avesse fatto piacere,
è solo che non
mi sembrava il tipo che dicesse queste frasi così
stucchevoli -Ad ogni modo,
questo è il primo regalo- Continuò porgendomi una
scatolina blu rettangolare.
L'afferrai sorridendogli, dopodiché scartai il pacchetto e
aprìì la scatola per
vedere cosa contenesse. Spalancai la bocca sorpresa. Era una collanina
con
l'iniziale L (Qui)
-G-grazie- Dissi
continuando a guardare la collana
-Sono felice che ti piaccia. Così, quando la guardi penserai
al
nome...-
Lorenzo...
-Leonardo, o meglio ancora...a me- Concluse la frase, prendendo la
collana tra
le sue mani. Poi puntò il suo sguardo nel mio e mi chiese di
voltarmi. Lo feci
con il cuore che batteva a mille. Mi allacciò la collana al
collo sorridendomi.
Grandioso! Come se non bastasse il fatto che avevo Lorenzo in mente
ventiquattro ore su ventiquattro, adesso dovevo anche portare
l'iniziale del
suo nome al collo
-Mi...mi piace molto- Dissi cercando di abbozzare un sorriso
-Lo so...che forse è un po' presto per regalarti la mia
iniziale, ma tu mi
piaci molto Ilaria- Disse prendomi la mano tra le sue -E con te
stò veramente
bene. Così bene che...mi sono sentito pronto per farti un
regalo del genere-
Continuò indicandomi la collana con un cenno della testa.
Automaticamente mi
portai una mano sul collo e presi il ciondolo tra le dita, continuando
a
guardarlo
-Non è presto- Dissi avvicinandomi. Gli stampai un bacio a
fior di labbra, che lui
non perse tempo ad approfondire. Leonardo mi aveva fatto un regalo
bellissimo e
lo aveva accompagnato da parole altrettanto belle....e io che facevo?
Pensavo
all'ultima persona a cui avrei dovuto pensare. Da adesso in poi avrei
pensato
solo a Leonardo, il mio ragazzo
-Vorrei chiederti una cosa- Dissi sciogliendo il bacio. Lui mi
guardò e prese
ad accarezzarmi la guancia
-Dimmi- Presi un bel respiro. In fin dei conti non gli stavo chiedendo
mica di
sposarmi. E poi, averlo più vicino mi avrebbe aiutato ad
innamorarmi di lui e a
dimenticare...l'idiota
-Il due Gennaio vado in settimana bianca con i miei amici. Mi farebbe
piacere
se tu venissi con me. Chiaramente se ti va. Insomma, non devi sentirti
costretto a...- Iniziai a straparlare talmente ero imbarazzata. Non era
da me
fare delle richieste del genere, ma se volevo dimenticarmi di Lorenzo dovevo cominciare a
sciolgiermi un pochino
-Ilaria- Mi chiamò lui sorridendo, ma io continuavo a
parlare come una
macchinetta, non riuscivo proprio a stare zitta -Ilaria- Mi
chiamò lui nuovamente,
stavolta facendomi zittire
-Scusami- Dissi sorridendo imbarazzata. Lui ricambiò il
sorriso e mi bacio
sulle labbra. In fin dei conti cominciavo ad abituarmi ai suoi baci
improvvisi
ma sempre graditi
-Non devi scusarti. Volevo semplicemente dirti che...vengo con molto
piacere-
Mi aprìì in un sorriso e gli allacciai le braccia
al collo. Dovevo concentrarmi
sul mio splendido ragazzo e su nessun altro
-Qual'era l'altro regalo?- Chiesi ricordandomi all'improvviso della sua
frase...
Ho due regali di Natale per te...
-Ah, sì giusto. Volevo chiederti se...ti va di passare la
vigilia di Capodanno
insieme. Alcuni miei amici organizzano una festa e mi farebbe piacere
se tu
venissi con me- Mi stava davvero proponendo di passare il Capodanno
insieme?
Tra l'altro, portandomi alla festa dei suoi amici. Un sorriso mi
spuntò sulle
labbra. Certo, sarebbe stato molto complicato convincere i miei, mio
padre più che
altro, ma ne valeva la pena
-Sì, certo che mi va- Risposi giocherellando con la lampo
del cappotto. Ero
nervosa. Quello sarebbe stato il primo Capodanno che passavo con un
ragazzo.
Con il mio ragazzo, ma io non
riuscivo a fare altro che desiderare
di passarlo con...
-...Lorenzo- Sgranai gli occhi non appena sentìì
pronunciare quel nome. Mi
voltai verso Leonardo con una lentezza esasperante. Mi ero distratta a
pensare
che non dovevo pensare a Lorenzo e non avevo ascoltato il resto della
frase di
Leonardo
-C-c-cosa?- Gli chiesi deglutendo. Ero fritta e strafritta. Cosa potevo
inventarmi adesso? Chissà per quale cavolo di motivo aveva
detto proprio quel
nome. Quel dannatissimo perfettissimo nome
-Perchè ti agiti tanto? Ti ho semplicemente detto che la
festa di Capodanno si
svolgerà a casa del mio amico Lorenzo- Il respiro
cominciò a regolarizzarsi. Mi
portai una mano sul petto, cercando di non attirare l'attenzione di
Leonardo.
Dopodiché scoppiai in una risatina isterica
-N-n-n-non avevo capito- Continuavo a ridere come una povera deficente.
Dovevo
cercare di stare più attenta quando qualcuno mi parlava
-Ok. Allora, ti va se andiamo a farci un giro?- Mi chiese. Sinceramente
non
avevo voglia di andare da nessuna parte. Non avevo voglia di stare in
giro. Non
avevo voglia di incontrare Lorenzo e quella,
se non altro nella mia
stanza ero al sicuro
-Scusami ma...devo tornare a casa- Risposi fingendomi dispiaciuta. Lui
a quanto
pare, dispiaciuto lo era davvero
-Va bene. Allora vieni che ti accompagno a casa. Almeno questo me lo
concedete
vostra maestà- Mi chiese porgendomi la mano. Sorrisi
afferrandola, dopodiché
uscimmo dal bar e ci dirigemmo verso la sua macchina.
Dopo un intero
pomeriggio passato a fare i compiti
per le vacanze, mi concessi un po' di riposo. Mia madre aveva
chiaramente detto
che se non finivo i compiti prima della partenza, non mi avrebbe
mandata in
settimana bianca. Grossomodo li avevo finiti, ad eccezione di un paio
di
disequazioni che avrei tranquillamente copiato dal quaderno di Alessio,
l'amico
secchione di Marco.
Mi stravaccai sul divano, coprendomi con la coperta di pile. Iniziai a
girare
nervosamente i canali della televisione. Non c'era un emerito cavolo.
Sotto
Natale facevano sempre e solo gli stessi film natalizi. Da piccola li
adoravo,
ma ora cominciavo a non sopportarli più.
Alla fine mi arresi e lasciai Il Grinch. Da piccola ero letteralmente
terrorizzata da quel film. La prima volta che lo avevo visto avevo
avuto gli
incubi per un mese.
Ero quasi arrivata alla scena in cui lui, vestito da Babbo Natale va in
giro
per le case di tutti i Nonsochi a
rubargli regali e decorazioni,
che il mio cellulare prese a squillare
-Pronto?- Risposi abbassando il volume della televisione
-Ila! Sono Arianna- Sorrisi nel sentire la sua voce. Mi alzai dal
divano e mi
diressi in camera mia. Quando parlavo al cellulare c'era sempre
qualcuno che si
impicciava di cosa dicevo
-Dimmi- Dissi chiudendo la porta
-Volevo avvisarti che c'è un piccolo cambio di programma che
riguarda la nostra
partenza- Mi sedetti sul letto giocherellando con l'elastico per
capelli che
avevo attorno al polso -Invece di partire il due Gennaio, dobbiamo
anticipare
la partenza al trentuno Dicembre- Cavolo! Avevo già detto a
Leonardo che avrei
passato la vigilia di Capodanno con lui
-Come mai?- in ogni caso sarei partita lo stesso. In fin dei conti ero
certa
che Leonardo avrebbe accettato, l'importante era passare il Capodanno
insieme
-Mia cugina Giuliana si sposa e ha chiesto a me e a mia sorella di
farle da
damigelle. Si sposerà il sette Gennaio. Quando Margherita le
ha detto che
durante quel periodo saremmo state in Valle D'Aosta, lei ha deciso di
organizzare
il matrimonio in montagna e quindi dovremmo anticipare il viaggio per i
preparativi delle nozze. Se non te la senti più di partire
ti capisco e...-
-Ma no, certo che me la sento di partire. A questo proposito, volevo
informarti
che...ho invitato Leonardo a venire con noi- Arianna l'avrebbe presa
benissimo,
era Marco che mi preoccupava
-Oh, allora è una cosa seria- Disse allusiva. Una cosa
seria? Non ne avevo la
più pallida idea
-Più o meno- Risposi mangiucchiandomi le unghie. Possibile
che tra me e
Leonardo fosse una cosa seria e che io non me ne fossi nemmeno resa
conto?
-Ma come più o meno? Ila, aspetti questo momento da quattro
anni. non sei
contenta?-
No...
-Sì, certo che lo sono. Ari, scusa ma devo andare a cenare.
Ci sentiamo
domani?- Non avevo voglia di intraprendere quel discorso con lei.
Non...avrei
saputo cosa rispondergli. Non volevo dirle che mi ero innamorata di
Lorenzo,
altrimenti avrebbe cominciato ad assillarmi
-Ok. A domani-
-A domani- Riattaccai e poggiai la testa sulla superfice gelida della
scrivania. Ma che razza di casino. Possibile che dovessi mettermi
sempre in
queste situazioni?
Il trentuno
Dicembre arrivò in un baleno. Avevo
avvertito Leonardo che la partenza era stata anticipata, ero riuscita a
finire
i compiti in tempi da record e avevo avuto anche il tempo di comprare
qualche
vestito elegante per il matrimonio di Giuliana, usando i soldi che mi
avevano
regalato alcuni parenti che non avevano avuto la più pallida
idea di cosa farmi
per Natale.
Leonardo venne a prendermi sottocasa e ci fermammo a prendere anche
Marco che,
non proprio al settimo cielo aveva accettato di fare il viaggio in
macchina con
noi. Avevamo appuntamento con Arianna e sua sorella in un autogrill
sull'autostrada, in modo che non ci sparpagliassimo con le macchine.
Arrivammo
lì davanti con qualche minuto d'anticipo,
che utilizzammo per prendere qualcosa da mangiare
-Ehi piccola, il cornetto come lo vuoi?- Mi chiese Leonardo prima di
ordinare
-Con la Nutella- Risposi stringendomi di più nel cappotto
-Con la Nutella? Cos'è, hai bisogno di affetto?
Perchè se vuoi te lo dò io un
po' di affetto- Leonardo si
avvicinò a me e mi stampò un bacio sulle labbra
che
io, chiaramente ricambiai
-Ehi, Romeo e Giulietta! Potete cercare di contenervi? Sto mangiando-
Disse
Marco, guardandoci con disappunto. Sorrisi imbarazzata e andai a
sedermi
accanto a lui, mentre Leonardo si diresse verso la cassa per ordinare.
Dopo aver fatto
colazione, tornammo verso la
macchina ad aspettare Arianna e sua sorella Margherita. Faceva un
freddo
tremendo e non vedevo l'ora di ripartire per accendere i riscaldamenti
della
macchina al massimo
-Eccole- Disse Marco, indicando con un cenno della testa una smart
grigia che
avanzava verso di noi. Ringraziai tutti i santi in cielo per non avermi
fatto
morire di ipotermia
-Buongiorno a todos! A te un po'
meno, Marco- Disse Arianna
scendendo dalla macchina e correndo ad abbracciarmi
-Se ti può consolare, oggi non è per niente un
buon giorno- Rispose Marco
guardando verso me e Leonardo che ci tenevamo per mano
-Possiamo andare?- Dissi io, già con un piede all'interno
della macchina.
Proprio in quel momento Margherita scese dalla macchina, completamnete
incappucciata
-Ilaria, tesoro! Da quanto tempo non ci vediamo?- Disse abbracciandomi.
Mi fece aderire al suo petto enorme. Beata lei, io avevo una terza
scarsa di
reggiseno. Margherita continuava a stritolarmi contro le sue tette,
facendomi
quasi morire asfissiata per tutto il profumi che si era messa. Quando
finalmente mi lasciò, l'aria riprese a circolare nei miei
polmoni
-Da tanto tempo- Annuìì. Margherita era sempre
stata un punto di riferimento
per me. Avendo solo un fratello maschio, spesso ripiegavo su di lei
quando
avevo bisogno di consigli
-Allora, che mi racconti?- Mi chiese, poggiandosi con il gomito sul
tettuccio
della macchina. Mi venne istintivo guardare verso Leonardo. avrei
dovuto
presentarglielo, ma come? Potevo considerarlo o no...il mio ragazzo?
-Per la verità....vorrei...vorrei presentarti Leonardo-
Cominciai, indicandolo
con un lieve cenno della testa -Lui
è...è...lui...è- Ok, Dovevo prendere
un bel
respiro e parlare
-Sono il suo ragazzo- Leonardo mi cinse la vita, finendo la frase per
me.
Sospirai sollevata e gli concessi un sorriso di gratitudine
-Il tuo ragazzo? Ari non mi aveva detto niente. Piacere, Margherita-
Disse
allungando la mano per stringere quella di Leonardo
-Tu invece? Che mi racconti?- Le chiesi prendendo la mano di Leonardo
tra le
mie
-Ah, eccoli finalmente!- Disse Margherita fissando qualcosa alle mie
spalle. La
guardai confusa. Non riuscivo proprio a capire a cosa si riferisse
-Anche io
vorrei presentarti una persona- Continuò lei, afferrandomi
per le spalle e
facendomi voltare nella direzione in cui guardava poco prima -Ila, ti
presento
Lorenzo- Quando incontrai quegli occhi quasi svenni. La testa
iniziò a girarmi
e il cuore si bloccò di colpo. Non capivo. Ma cosa ci faceva
Lorenzo lì? Forse
era meglio non capire. Fu questo il pensiero che mi si
presentò quando sentìì
il resto della frase di Margherita
-Il mio fidanzato-
_________________________________________________________________________________
Salve a
todos!
Non so
perchè, ma oggi sono fissata con lo spagnolo XD
Allora,
capitolo abbastanza chiarificatore.
La
ragazza di Lorenzo altri non era che Margherita, la sorella di Arianna
(più in basso troverete una sua foto)
Tra
lorenzo e Ilaria le cose non si sono ancora chiarite, ma già
dal prossimo capitolo le cose tra loro
comincieranno
un po' a cambiare :D
Non mi
dilungo oltre, perchè ho le dita completamente ghiacciate.
Quì a Roma fa freddissimo visto quanto
ha
nevicato.
Da voi
è arrivata la neve?
Fatemi
sapere cosa ne pensate del capitolo.
Vi
ringrazio tantissimo :D
Ringrazio
come
sempre
_Renesmee
Cullen_
FedeKiryu
saketta Jonas_sister
e
loveis4ever
per le
splendide
recensioni che mi lasciano :D
|
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Capitolo 9 *** Let it snow ***
Capitolo 8
Capitolo
8
Let
it snow
Il giorno mi
pento d'averti incontrato,
la notte ti
vengo a cercare.
[L.
Tenco.]
Lorenzo e
Margherita? Margherita e Lorenzo?
No, non era possibile. Evidentemente stavo sognando. Sì, non
era la prima volta
che facevo un sogno così reale. Ma se stavo solo
sognando...cos'era
quell'insopportabilissima fitta al cuore? Perchè sentivo gli
occhi bruciare e
le lacrime implorarmi di lasciarle uscire?
Non poteva essere vero. Lorenzo...il "mio"
Lorenzo non poteva essere
il ragazzo di Margherita. Mi sentivo distrutta. Non avevo forza nemmeno
di
parlare. Semplicemente me ne stavo ferma lì, a guardarli
mentre si tenevano per
mano. E Lorenzo non era da meno. Continuava a guardarmi fisso negli
occhi, con
un'espressione indecifrabile. Scossi impercettibilmente la testa, ma
lui sembrò
accorgersene, perchè chiuse gli occhi prendendo un enorme
sospiro
-E tu che accidenti ci fai quì?- Quando
sentìì la voce di mio fratello, mi
voltai di scatto con gli occhi sgranati
-Io devo partire. Tu cosa ci fai, piuttosto?- Risposi incrociando le
braccia al
petto. Cavolo, ero fritta. Avevo omesso ai miei che sarebbe venuto
anche
Leonardo. Se avessero saputo che veniva anche il mio ragazzo non mi
avrebbero
mai dato il permesso di partire
-Bhè...anche io devo partire- Mi rispose lui, abbassando lo
sguardo a disagio.
Quando capìì il perchè del suo
atteggiamento, un sorrisetto soddisfatto si
aprìì sulle mie labbra
-Ah sì? Ma non avevi detto a mamma che andavi in ritiro con
i tuoi compagni di
corso per dedicarti allo studio intensivo pre-esame?- Mi
fissò impaurito. Se lo
avessi raccontato ai miei avrebbe passato davvero dei guai seri
-Ti prego sorellina! Non dire niente, ti supplico- Cominciò
a piagnucolare
inginocchiandosi a terra. Avevamo lo sguardo di tutti puntato addosso.
Quell'idiota! Quando gli serviva era capace anche di portarmi in
braccio in
ogni posto della città. Lo afferrai per un orecchio e lo
costrinsi a rialzarsi
-Smettila, sei ridicolo- Dissi scuotendo la testa. Lui mi fissava
implorante.
Sospira incrociando nuovamente le braccia sotto al petto -Io non
dirò nulla a
mamma e papà ad una condizione...- Gli occhi gli si
illuminarono e mi gettò le
braccia al collo
-Grazie grazie grazie. Farò tutto quello che vuoi. Ti
rifarò il letto per un
mese, ti preparerò la colazione, ti...- Lo spinsi via,
aggiustandomi il
cappello di lana sulla testa
-Figurati se mangio qualcosa preparata da te. L'ultima volta che mi hai
preparato
la colazione ho avuto un'indegestione- Dissi continuando a guardarlo
-Va bene, allora cosa vuoi che faccia? Dimmelo e lo farò-
Automaticamente
guardai Leonardo che si trovava alle sue spalle. Alessandro si
voltò a guardare
da cosa era attirata la mia attenzione -Che guardi?- Mi chiese confuso
-Per la verità...era proprio questo che volevo chiederti-
Cominciai,
torturandomi il labbro -Lui è Leonardo. Il mio ragazzo-
Dissi indicandoglielo
con un cenno della testa. Alessandro digrignò i denti e mi
afferrò velocemente
per un polso, cominciando a tirarmi verso la macchina di Lorenzo
-Ma che fai?- Chiesi io confusa dal suo atteggiamento
-Ti riporto a casa. Non esiste che tu vada in vacanza con un ragazzo-
Mi rispose
continuando a trascinarmi
-Cosa? E Marco allora?- Alessandro si voltò a guardare Marco
che a sua volta
guardava me
-Marco non fa testo! Non mi preoccupa affatto- Arianna
scoppiò a ridere,
colpendo con un gomito il diretto interessato
-Grazie tante- Disse Marco, non molto contento per l'affermazione di
mio
fratello
-Alessandro smettila, stai esagerando! Io non ci torno a casa- Puntai i
piedi
per terra, impedendo a mio fratello di continuare a tirarmi
-Si, che ci torni-
-No. Se non mi molli chiamo mamma e papà e gli racconto la
bugia che gli hai
detto- Assottigliò lo sguardo sbuffando
-E va bene. Ma vi terrò d'occhio...e quando non ci
sarò io, mi sostituirà
Lorenzo. Vero amico?- Sussultai a quella frase. Dopo aver concesso a
Lorenzo
uno sguardo veloce, mi avvicinai a Leonardo e lo presi per mano.
Lorenzo
continuava a guardarci. Non riuscivo a sostenere il suo sguardo. Mi
faceva male
guardarlo negli occhi
-Certo amico, conta pure su di me- Rispose poi, puntando lo sguardo su
Leonardo
-Ma smettetela! Lasciate in pace quei poveri ragazzi e pensate a salire
in
macchina piuttosto- Si intromise Margherita, prendendo ad accarezzare i
capelli
di Lorenzo. Ok, dovevo cercare di non strozzarla. Mi voltai e feci per
salire
nell'auto di Leonardo, ma Alessandro mi afferrò di nuovo per
un polso e mi fece
indietreggiare
-Figurati se ti lascio andare in macchina con questo ragazzino con gli
ormoni in
subbuglio- Lo guardai confusa
-E allora con chi dovrei andare in macchina, scusa?- Alessandro
puntò il suo
sguardo su Lorenzo, sorridendo
-Con Lorenzo- A quelle parole, anche Lorenzo si voltò a
guardarci e, dopo aver
sospirato annuì prendendo a camminare verso di noi
-Cosa? Un momento, io non vado affatto in macchina con lui. Alessandro,
smettila di fare il cretino- Mi lagnai. Ci mancava solo che dovessi
farmi il
viaggio con Lorenzo
-Scegli, o vai con Lore oppure ti prendo di peso e ti riporto a casa-
Sbuffai
calciando un sassolino
-Va bene- Cedetti alla fine. Non potevo fare altro che accettare
-Perfetto. Saggia scelta sorellina- Alessandro mi poggiò una
mano sulla spalla.
Io mi scostai rischiando quasi di farlo cadere. Ben gli stava!
-Andiamo o no?- Chiesi a mio fratello, vedendo che continuava a restare
immobile vicino alla macchina di Leonardo
-Tu e Lore andate. C'è posto per una sola persona. Nei
sedili posteriori ci
sono i bagagli. Io andrò con il tuo bambolottino- Mi
rispose, afferrando
Leonardo per le guancie. In altre circostanze mi sarei vergognata da
morire per
l'atteggiamento di quell'idiota di Alessandro, ma le parole appena
pronunciate
dall'idiota in questione continuavano a girarmi in testa...
"Tu e Lore andate"...
No, mi rifiutavo di fare il viaggio in macchina da sola con lui. Puntai
lo
sguardo su Arianna e mi avvicinai a lei
-Ari, sapevi che tua sorella si vedeva con l'amico di mio fratello?- Le
chiesi
sussurrando. Lei scosse la testa mortificata
-No, Marghe mi aveva accennato che si frequentava con un ragazzo, ma
non avevo
idea che fosse lui- Mi rispose comprensiva. Accidenti, ma
perchè il mondo era
così piccolo? -Tuo fratello non ne sapeva nulla?-
Continuò lei puntando lo
sguardo su Alessandro
-Figurati! Quel cretino neanche la conosceva tua sorella. Si sono visti
di
sfuggita solo una volta, nell'androne di casa mia- Risposi estremamente
irritata
-Ma ti...piace anc...-
-No, per niente. Anzi lo detesto- La interruppi. Non potevo certo
confessare ad
Arianna che ero innamorata del ragazzo di sua sorella. Lei parve
sollevata
dalla mia risposta
-Mi dispiace, ora dovrai anche farci il viaggio insieme. Ti inviterei a
salire
in macchina con noi, ma purtroppo Margherita ha preso la Smart e ci
sono solo
due posti- Annuìì, cercando di sembrare
indifferente
-Tranquilla Ari, posso sopportarlo per qualche ora- Dissi, aprendomi in
un
sorriso tiratissimo. Dopodiché mi avvicinai alla macchina di
lorenzo e puntai
lo sguardo sui due piccioncini che continuavano a baciarsi.
Incredibile, erano
già tutti in macchina pronti per partire e loro continuavano
a baciarsi,
facendo perdere a tutti del tempo prezioso
-Ok, ok...ora basta. Se continuate così faccio prima a farmi
il viaggio a
piedi- Dissi facendoli (finalmente) staccare. Margherita mi sorrise e
dopo
averlo baciato di nuovo raggiunse sua sorella in macchina, mentre
Lorenzo si
avvicinò a me con un sorrisetto soddisfatto
-Gelosa?- Mi sussurrò all'orecchio prima che salissi in
macchina. Lo guardai
senza trovare le parole per rispondere. Figuriamoci se io ero gelosa.
Bhè....
sì, lo ero
-Di te? Ma figurati- Risposi allacciandomi la cintura
-A me sembra tutto il contrario- Disse lui stampandosi per l'ennesima
volta
quel dannatissimo sorriso sulle labbra
-Ti detesto- Risposi digrignando i denti. Dopodiché mi
voltai verso il
finestrino, decisa ad ignorarlo per il resto del viaggio.
-Allora, come va con il tuo ragazzo?- Mi chiese lui dopo una decina di
minuti.
Gli lanciai un'occhiataccia
-Affari miei- Risposi tornando a guardare fuori dal finestrino
-Come siamo scontrose. Ti sei svegliata male stamattina?- Sbuffai senza
rispondere. Io mi ero svegliata benissimo, era lui che mi aveva
rovinato la giornata
-Possibile che sei ovunque?- Sbottai alla fine. Non riuscivo a stare
zitta e ad
ignorarlo, perchè nonostante fossi innamorata di
lui...continuava ad irritarmi
come nessun altro
-Cosa? Quella sarai tu, casomai. Come potevo immaginare che l'amica
della
sorellina della mia ragazza fossi tu?- Lo guardai spalancando la bocca?
-Sorellina? Guarda che Arianna ha la mia età- In tutta
risposta lui scoppiò a
ridere
-Appunto, è la sua sorellina- Assottigliai lo sguardo e
sbuffai
-Fammi una cortesia, non mi rivolgere la parola per tutto il viaggio-
-Come vuoi, piccola mia- Mi voltai a guardarlo
-Non mi chiamare così. Primo, perchè non sono
piccola e secondo, perchè non
sono tua- Anche lui si voltò a guardarmi e per un istante,
per un
piccolissimo microscopico istante mi sembrò di leggere nei
suoi occhi qualcosa
di molto simile alla...delusione
-Scusami. Hai perfettamente ragione- Mi rispose tornando a guardare la
strada.
Avevo un nodo in gola. Non sapevo se sarei riuscita a resistere per
otto
lunghissime ore accanto a lui, da sola. Presi un respiro e tornai a
guardare
fuori dal finestrino.
Il silenzio era talmente fitto che pesava sul cuore.
Cercavo in ogni angolo della mia mente qualsiasi parola che fosse in
grado di
spezzarlo, ma non sapevo cosa dire. Non riuscivo a parlare.
Così mi limitai a gurdare
la strada...in silenzio.
All'incirca quattro ore dopo decidemmo di fermarci in un paesino
completamente
innevato, per pranzare. Io e Lorenzo avevamo passato tutto il tempo in
silenzio. Non mi piaceva quella situazione. Se non altro prima
discutevamo
sempre, ma non eravamo mai stati nello stesso posto senza rivolgerci la
parola.
Come eravamo arrivati a quella situazione?
-Ila?- La voce di Leonardo mi fece riprendere dai miei pensieri. Alzai
la testa
e gli sorrisi. Allacciò la sua mano calda alla mia,
completamente ghiacciata.
Chiusi gli occhi per il sollievo e presi a camminare insieme a lui
verso il
ristorante
All'interno sembrava di essere in una vera e propria grotta. Quando
arrivammo
al tavolo io e Leonardo ci sedemmo istintivamente negli unici due posti
liberi
vicini
-Che illusi che siete- La voce di mio fratello ci fece sobbalzare per
lo spavento
-Coraggio ragazzino, siediti accanto a me- Istintivamente guardai verso
la
parte del tavolo dov'era seduto Alessandro e incrociai gli occhi di
Lorenzo. Mi
affrettai ad abbassare lo sguardo, sentendomi bruciare fin dentro
l'anima.
Anche un solo sguardo da parte sua mi faceva stare male
-Cosa?- Leonardo era a dir poco irritato e non mi sarebbe dispiaciuto
se avesse
dato un pugno in faccia a quell'idiota di mio fratello
-Hai capito bene, mocciosetto- Questo
ragazzo cominciava ad
esagerare -Lore, ti dispiace fare a cambio di posto con il bebè?-
Nonostante mio fratello fosse un perfetto cretino, non
riuscìì a trattenermi
dal ridere.
Leonardo invece non sembrava apprezzare quel soprannome e...un momento?
Non
c'era proprio niente per cui sorridere. Lorenzo si sedette accanto a
me,
continuando a tenere lo sguardo in basso. Sbuffai cercando di
allontanarmi di
qualche millimetro da lui, ma era praticamente impossibile visto quanto
eravamo
stretti a quel tavolo. Inevitabilmente avevo il gomito che sfiorava il
suo e
questo bastava per dare vita a quegli inutili insetti nel mio stomaco.
Nonostante Alessandro avesse provveduto a spostare Leonardo dall'altra
parte
del tavolo, era comunque seduto di fronte a me. Concessi una veloce
occhiata a
Lorenzo, ma quando mi accorsi che Leonardo mi stava guardando in modo
strano,
mi affrettai a puntare lo sguardo sul contenuto del mio piatto ancora
stracolmo. Non avevo neanche toccato cibo. Di questo passo sarei
diventata
un'acciughina. Il solo stare nella stessa stanza con Lorenzo mi faceva
passare
l'appetito
-Amore? Non mangi?- Alzai gli occhi e mi accorsi che a parlare era
stata
Margherita. Quello era il colmo. Amore? No dico, amore? Erano
già a quella
fase?
Istintivamente posai lo sguardo sul piatto di Lorenzo e mi accorsi che
anche
lui aveva mangiato pochissimo. Anzi, non aveva praticamente toccato
cibo. La
forchetta era ancora perfettamente pulita
-No, non mi sento tanto bene- Le rispose. Dopodiché si
alzò in piedi, poggiando
il tovagliolo sul tavolo -Vado fuori a prendere una boccata d'aria-
Aggiunse
muovendo qualche passo, prima di puntare lo sguardo su di me.
Sussultai, ma
decisi di sostenerlo. Mi fece un cenno con la testa, invitandomi a
seguirlo,
prima di scomparire dietro le porte a vetri.
Attesi qualche secondo, dopodiché mi scusai e fingendo di
dover andare in bagno
lo raggiunsi.
Mi guardai intorno ma di lui nemmeno l'ombra. Mi insultai mentalmente,
pensando
per un attimo di aver frainteso il suo gesto. Quando mi voltai per
rientrare
una mano si avvolse alla perfezione al mio polso, facendomi voltare.
Incontrare
quegli occhi mi provocava sempre l'accelerazione dei battiti cardiaci
-M-mi hai spaven...- Mi interruppi, quando mi lasciò andare
bruscamente. Lo
guardai confusa, mentre mi massaggiavo il polso indolenzito grazie alla
sua
stretta
-Mi spieghi cosa accidenti pretendi da me? Cosa vuoi?- Mi chiese con un
tono di
voce più freddo di un iceberg
-Cosa? Ma di che parli?- Mi concesse un'occhiataccia, prima di
allontanarsi di
qualche passo e voltarsi, dandomi le spalle. Non riuscivo a capire cosa
gli fosse
preso
-Perchè continui a fissarmi? Possibile che non capisci che
così mi...- Si
interruppe sgranando gli occhi. Dopodiché si strinse i
capelli tra le dita
nervosamente
-Io volevo semplicemente...- Non riuscivo a terminare la frase. Non
riuscivo a
parlare. Avevo un nodo in gola che mi impediva di farmi uscire la voce.
Una
lacrima mi rigò la guancia e notai per un secondo
un'espressione dispiaciuta
nel volto di Lorenzo. Mi asciugai la lacrima con un gesto secco della
mano. Lui
sospirò e mosse qualche passo avvicinandosi a me
-Mi dispiace piccola, io non...- Si interruppe quando mi allontanai da
lui
-Ti ho già detto che non devi chiamarmi piccola- Dissi
alzando la voce -Io
torno dentro- Continuai abbassando lo sguardo sul polso arrossato,
prima di
rientrare nel ristorante raggiungendo gli altri.
Verso le sei del pomeriggio arrivammo a destinazione. Quel posto era a
dir poco
favoloso. Le uniche due cose che facevano da paesaggio erano la neve e
gli
addobbi natalizi. Senza contare la piazza completamente innevata e
allestita
per la festa di Capodanno di quella sera.
Io stavo andando letteralmente fuori di testa. Non ero mai stata in
montagna,
quindi era più che logico che fossi letteralmente entusiasta.
Leonardo mi fissava con un sorriso sulle labbra. Dovevo sembrargli
davvero una
perfetta idiota. Sorrisi anche io e abbassai lo sguardo diventando
più rossa di
un peperone
-Ehi, non devi imbarazzarti. Trovo molto tenero questo tuo lato
da....bambina
sorpresa- Disse accarezzandomi i capelli. Mi chinai in avanti
e gli stampai un bacio a fior di labbra. Quando mi sciolsi il bacio,
notai che
Lorenzo non ci aveva tolto gli occhi di dosso nemmeno per un secondo.
Oltretutto sembrava anche parecchio arrabbiato. Quello era il colmo. Io
sarei dovuta esserlo, visto come mi aveva trattata al
ristorante. Senza contare che poi avevamo dovuto passare il resto del
viaggio
in macchina da soli dove gli unici rumori presenti in auto erano quelli
provenienti dall'esterno.
Mi voltai dandogli le spalle e presi a camminare affiancata da Leonardo.
Avevo voglia di andare da lui e dirgli di fermarsi solo per un secondo.
Di
fermarsi un secondo e di osservarmi. Di accorgersi di quello che mi
stava
succedendo...
"Perchè continui a fissarmi?"...
Se si fosse fermato a guardarmi solo per un istante di sicuro si
sarebbe
accorto del perchè continuavo a fissarlo. Del
perchè le mie mani tremavano
quando mi parlava. Del perchè il mio cuore aumentava i
battiti quando mi
guardava. Del perchè quando guardavo tra la folla...era
sempre lui che cercavo.
Se solo si fosse fermato un secondo ad osservarmi...si sarebbe accorto
che...tutto quello che facevo, lo facevo perchè...ero
innamorata di lui.
Quando arrivammo allo chalet che avevamo scelto, io, Arianna e
Margherita
raggiungemmo Giuliana, la loro cugina nel ristorante dell'hotel
-Giuly!- Gridò Margherita quando la vide seduta ad un tavolo
poco lontano da
noi. Giuliana si alzò in piedi e si gettò
praticamente tra le braccia di
Margherita
-Marghe e Giuliana sono molto unite- Mi sussurrò Arianna. Le
sorrisi annuendo,
dopodiché anche noi ci avvicinammo alla futura sposa
-Ari, come ti sei fatta grande- Arianna fu letteralmente spiaccicata da
sua
cugina contro il suo petto, mentre Margherita mi passò un
braccio attorno alle
spalle stringendomi a sè. Era davvero un bel problema. Il
solo esserle così
vicina mi provocava un immenso fastidio. Ma perchè di tutte
le
ragazze che ci sono nel mondo, Lorenzo aveva dovuto scegliere proprio
la sorella
della mia migliore amica?
-Tranquilla Ila, cercherò di tenere tuo fratello lontano da
te. Così almeno tu
e il tuo bellissimo ragazzo potrete godervi la vacanza- Disse
sorridendomi.
Ricambiai con un sorriso tiratissimo
-Grazie- Risposi con un tono abbastanza scocciato
-Mi è sembrato di capire che...tu e Lorenzo vi conoscete da
molto tempo-
Sussultai nel sentire quel nome. Margherita mi fissava profondamente.
Merda, ci
mancava solo che capisse qualcosa
-Sì, lui e Alessandro sono amici da anni ed
è...per questo che anche io conosco
Lorenzo- Mi affrettai a rispondere rivolgendo il mio sguardo su Arianna
e
Giuliana che continuavano a rinvangare i vecchi tempi
-Capisco- Margherita mi sorrise, prima di abbracciare di nuovo sua
cugina
Ero nei guai. Di questo passo Margherita avrebbe di sicuro capito
qualcosa.
Dovevo cercare di tenermi il più lontano possibile da
Lorenzo.
Dopo aver
salutato per bene le sue cugine, Giuliana
ci condusse verso le nostre rispettive camere. Dal momento che si
sarebbe
sposata la settimana dopo aveva deciso, in quanto noi eravamo invitati
al suo
matrimonio, di prenotare delle camere anche per noi. Io e Arianna
condividevamo
la stanza. Marco, con suo enorme disappunto era stato costretto a
condividere
la camera con Leonardo. Mio fratello aveva una camera tutta per
sè. Per finire
Margherita condivideva la camera con...Lorenzo
-E' bellissima questa stanza, vero?- Mi chiese Arianna sdraiandosi sul
letto
-Sì- Risposi mentre svuotavo i bagagli. Ero parecchio
irritata dal fatto che
Lorenzo e Margherita dovessero condividere la camera, ma in fin dei
conti non
potevo fare nulla per evitarlo
-Stai bene?- La mano di Arianna si posò sulla mia spalla e
per un attimo mi
sentìì tremendamente in colpa per i brutti
pensieri che il mio cervello
rivolgeva a sua sorella. Mi affrettai ad annuire, prima di ricominciare
a
sistemare i vestiti nell'armadio.
Era una situazione tremenda. Non vedevo l'ora di
fare questo viaggio per
cercare di togliermi dalla testa Lorenzo, ma togliermelo dalla testa
mentre lui
si trovava a tre camere di distanza dalla mia era parecchio complicato.
Dopo esserci concesse una bella doccia, io e Arianna ci preparammo per
la festa
di Capodanno che si teneva nell'hotel. Margherita aveva insistito per
prestarmi
un suo vestito e io alla fine ero stata costretta ad accettarlo.
Avevamo appuntamento con gli altri nella sala principale, dove si
sarebbe
svolta la festa
-Allora io comincio a scendere. Ti aspetto di sotto- Mi disse Arianna.
Io
rimasi in camera ad aspettare Leonardo. Ero parecchi tesa. L'idea di
rivedere
Lorenzo non mi entusiasmava di certo.
Ad un tratto sentìì aprire la porta della stanza.
Ero voltata di spalle, ma
visto che ero convinta fosse Leonardo non mi voltai
-Sono quasi pronta, prendo il cappotto e andiamo- Dissi continuando a
rimanere
di spalle. Poco prima di voltarmi sentìì due mani
ghiacciate cingermi la vita.
Mi voltai sussultando per quel contatto assolutamente ben gradito e mi
ritrovai
occhi negli occhi con Lorenzo
-Che ci fai quì?- Sussurrai. Ero a dir poco terrorizzata.
Ero terrorizzata da
quello che sarebbe potuto accadere vista la mia scarsa forza di
volontà.
Lorenzo non mi rispondeva. Si limitava a guardarmi con un'espressione
indecifrabile sul viso.
Quando lo vidi sporgersi in avanti, la porta della stanza si
spalancò di colpo.
Leonardo ci fissava a metà tra il sorpeso e l'arrabbiato.
Deglutìì cercando di
riacquistare lucidità. Mi allontanai di qualche passo da
Lorenzo, che a sua
volta fissava abbastanza irritato Leonardo
-Sono pronta. Possiamo andare- Dissi avvicinandomi a Leonardo che mi
precedette
ad usicre dalla stanza. Prima di seguirlo concessi un'ultima occhiata a
Lorenzo
e scossi la testa confusa e delusa dal suo atteggiamento.
Dopodiché uscìì richiudendomi
la porta alle spalle.
Le decorazioni erano un qualcosa di meraviglioso. Nell'immensa sala
spiccavano in gran parte i colori argento, oro e rosso. Al centro della
sala
c'era un enorme albero di Natale che arrivava a sfiorare l'altissimo
soffitto.
Io e Leonardo ci sedemmo accanto ad Arianna e Marco, che viste le loro
faccie
dovevano annoiarsi a morte. Guardai Leonardo che continuava ad
aggiustarsi
nervosamente la cravatta. Non aveva detto nulla riguardo quanto era
successo
nella mia stanza
-Tutto ok?- Gli domandai accarezzando lentamente la sua mano destra.
Lui puntò
i suoi occhi nei miei e improvvisamente mi sentìì
malissimo. Gli occhi di
Leonardo sarebbero dovuti essere gli occhi che più preferivo
ma...non erano
quelli di Lorenzo
-Non capisco cosa ci faceva il ragazzo di Margherita così
vicino a te- Mi
rispose voltandosi completamente verso di me
-Hai ragione ad essere arrabbiato, ma ti assicuro che non è
come pensi.
Perfavore credimi...io e lui non...- Non potei continuare la frase
perchè mi
ritrovai le labbra di Leonardo sulle mie. Sorrisi sollevata,
ricambiando il
bacio. Quando lo sciogliemmo notai che al nostro tavolo si erano
aggiunti
Lorenzo e Margerita. Abbassai lo sguardo imbarazzata. Ci mancava solo
quella.
-Potresti passarmi l'acqua, perfavore?- Chiesi guardando Leonardo, ma
prima che
lui potesse afferrare la bottiglia, Lorenzo lo precedette e me ne verso
un
bicchiere continuando comunque a guardare Leonardo con aria di sfida
-Forse non ti sei reso conto che lo stava chiedendo a me- Disse
Leonardo
stringendo i pugni. Lorenzo di limitò a scrollare le spalle
-Io ero più vicino- Fu l'unica cosa che disse
-Si, bhè...- Leonardo mi afferrò una mano
-Però Ilaria è la mia ragazza e se
c'è qualcuno che deve provvedere a lei sono io- Vidi Lorenzo
irrigidirsi. Aveva
i denti stretti e stava letteralmente stritolando la tovaglia
-Ma io la conosco da più tempo- Disse puntando lo sguardo su
di me. Io lo
sostenni imbarazzata al massimo. Sembrava che stessero...discutendo per
me
-Però io potrei essere il suo futuro marito- A quelle parole
quasi mi strozzai
con l'acqua. Come eravamo arrivati a parlare di matrimonio ora?
-Sì certo, come no. Dalla reazione che ha avuto lei nel
sentire la tua frase io
non ci conterei troppo- Lorenzo si poggiò allo schienale
della sedia, stendendo
un braccio sulla sedia di Margherita e uno su quella di Marco
-Ma io...- Mi alzai in piedi, afferrando Leonardo per un braccio e lo
costrinsi
ad alzarsi. Ero davvero stufa di quel battibecco senza senso
-Andiamo a ballare- Dissi. Dopodiché io e Leonardo ci
allontanammo dal tavolo
sotto lo sguardo indecifrabile di
Lorenzo.
-Quello è proprio un coglione- Io e Leonardo stavamo
ballando già da dieci
minuti e non c'eravamo rivolti la parola. Sorrisi stringendomi di
più contro di
lui
-Già, sono completamente d'accordo con te- Risposi prendendo
ad accarezzargli i
capelli
-Non mi piace come ti guarda- Sussultai, immaginando il suo sguardo.
Chiusi gli
occhi sospirando
-Non...non c'è motivo di preoccuparti. Io non...non..-
Accidenti. Perchè dire
una bugia mi risultava così difficile? -Io non provo niente
per lui- Dissi in
fine, con una stonatura nella voce -E lui non prova niente per me-
Continuai stringendomi
ancora di più a lui
-Io non ne sarei tanto sicuro- Rispose Leonardo. Presi un bel respiro e
lo
guardai negli occhi, prima di concedergli un bacio a fior di labbra -Mi
piace
il tuo modo di rassicurarmi- Scherzò lui mordendomi le labbra
-Ah sì?-
-Sì, decisamente sì- Mi rispose staccandosi da me
-Vado un secondo in bagno-
Continuò sorridendomi. Guardai l'ora sul grande orologio
appeso in cima alla
scalinata centrale della sala
-Ok, ma sbrigati. Mancano sei minuti a mezzanotte- Lui annuì
baciandomi una
guancia, dopodiché si diresse verso la toilette.
Mi guardai intorno e vidi che tutti gli invitati si stavano dirigendo
fuori
dalla porta della sala che conduceva al giardino. Mi avvicinai al
tavolo ormai
vuoto e presi il cappotto, dopodiché mi diressi anche io
all'esterno.
Mi guardai intorno alla ricerca degli altri, ma non riuscivo a vedere
nessuno.
Presi a camminare e mi ritrovai in una parte del giardino completamente
deserta. Mi sedetti su una panchina e mi strinsi nel
cappotto. Era uno spettacolo bellissimo. L'hotel si trovava in cima ad
una
piccola montagna e dal posto in cui mi trovavo io si vedeva il paese
sottostante completamente illuminato. Sorrisi alzandomi in piedi per
godermi
ancora meglio quel meraviglioso panorama
-E' bellissimo, vero?- Sobbalzai per lo spavento e mi voltai lentamente
alle mie
spalle. Lorenzo se ne stava appoggiato contro il muro con le braccia
incrociate
-Già- Risposi con un tono serio. Mi voltai di nuovo dandogli
le spalle
-Anche tu...sei bellissima stasera- La voce mi arrivò
più vicina questa volta.
Ad un tratto la sua mano si avvolse alla perfezione attorno al mio
polso e mi
fece voltare. Eravamo talmente vicini che il suo respiro si infrangeva
contro
la mia fronte. Mi costrinse al alzare lo sguardo verso di lui e mi
sorrise
accarezzandomi la guancia con il pollice.
Deglutìì imbarazzata al massimo,
prima di abbassare nuovamente lo sguardo, ma lui mi costrinse
nuovamente a
rialzarlo
-Non ha senso- Mi sussurrò sfiorandomi le labbra.
Deglutìì guardandolo negli
occhi
-Cosa non ha senso?- Sussurrai. Non ero neanche in grado di parlare in
quel
momento
-Scappare ancora...non ha senso- Mi rispose, prima di far aderire alla
perfezione le sue labbra sulle mie. Chiaramente ricambiai il bacio. Gli
allacciai le braccia attorno al collo tirandogli i capelli di tanto in
tanto.
Dischiusi le labbra per permettere alla sua lingua di unirsi alla mia,
mentre
lui mi cinse la vita con le braccia e mi fece avvicinare maggiormente a
sè. Mi
alzai di poco sulle punte, nonostante avessi i tacchi rimanevo comunque
più
bassa di lui. Mi avvinghiai letteralmente a lui e in quel preciso
istante una leggera neve cominciò a cadere dal cielo scuro
come la pece. Non
c'era nient'altro. D'un tratto le luci, il Capodanno, la mezzanotte,
Leonardo,
Margherita avevano cessato di esistere nella mia vita. Esistevamo solo
io e
Lorenzo. Probabilmente non appena ci fossimo resi conto di
ciò che stavamo
facendo ci saremmo sentiti malissimo, ma non importava in quel momento.
Non
importava niente in quel momento,
esclusi noi due. Il resto non era
importante. C'eravamo solo io, Lorenzo e la neve e andava
benissimo così.
______________________________________________________________________________
Salve a tutti!!!
Finalmente
si sono baciati, direte.
Purtroppo
le cose non si risolveranno tanto facilmente.
C'è
però da dire che le cose cambieranno radicalmente tra loro
due.
Chi può dire se in meglio o in peggio :D
Grazie
mille per aver letto anche questo capitolo.
Più
in basso ho inserito il vestito di Ilaria.
Grazie
ancora :D
Alla
prossima!!!!
Ringrazio
come
sempre
_Renesmee
Cullen_
FedeKiryu
saketta Jonas_sister
e
loveis4ever
per le
splendide
recensioni che mi lasciano :D
(Vestito)
|
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Capitolo 10 *** Happy new year ***
Capitolo
9
Happy
new year
Una
bella giornata così brutta non l'avevo mai vista.
- William Shakespeare
Mi sembrava
incredibile.
Io stavo baciando il mio peggior nemico di cui tra l'altro ero
innamorata
persa. Non poteva essere vero.
Mi appropriai per
l'ultima volta delle
sue labbra, prima di dividerci. Lorenzo poggiò la fronte
sulla mia e prese ad
accarezzarmi la guancia. Sorrisi chiudendo gli occhi. Stentavo ancora a
credere
a ciò che stava succedendo
-Buon anno- Disse lui, prima di concedermi un breve bacio a fior di
labbra.
Sorrisi di nuovo. Ormai era l'unica cosa che sapevo fare. Mi avvicinai
per
baciarlo di nuovo, ma una voce mi riportò alla
realtà
-Ilaria! Ma dove ti sei cacciata?- Sgranai gli occhi quando
sentìì la voce di
Leonardo avvicinarsi. Mi allontanai alla svelta da Lorenzo, prima di
vedere
Leonardo apparire dal nulla
-Ah! Sei quì- Disse avvicinandosi a me. Quando si rese conto
della presenza di
Lorenzo cambiò letteralmente espressione -Disturbo?- Chiese
alternando lo sguardo
su di me e su Lorenzo
-No, figurati- Dissi prendendolo per mano. Notai che Lorenzo aveva
abbassato lo
sguardo e stringeva i pugni
-Allora, vogliamo tornare dentro?- Prima di poter rispondere a
Leonardo,
Lorenzo mi afferrò per un polso e mi trascinò
via. Questo ragazzo aveva la
segatura nel cervello. Provai ad impormi nel modo più
assoluto, ma lui era
decisamente più forte di me. Quando arrivammo in una sala
dell'hotel completamente
deserta, mi lasciò andare
-Di un po', sei impazzito percaso?- Gli chiesi incrociando le braccia
al petto.
Lui si avvicinò, facendomi indietreggiare fino al muro
-Sì- Mi rispose vicinissimo alle mie labbra.
Deglutìì imbarazzata e confusa
-C-cosa?- Gli chiesi con una stonatura nella voce, cercando di aderire
completamente al muro dietro di me.
-Sei tu che mi stai facendo impazzire- Posizionò le mani ai
lati del mio viso.
Ero in trappola - Io ti avevo avvertita. Adesso ne paghi le
conseguenze- Prima
che potessi rispondere, Lorenzo si appropriò nuovamente
delle mie labbra e
spostò le mani possessivamente prima sul mio viso, poi sui
miei capelli e
infine dietro alla mia schiena. Io gli allacciai le braccia attorno al
collo e
ricambiai. Ero una stupida. Evidentemente lui si sarebbe pentito non
appena
avessimo sciolto il bacio, ma non mi importava. Io lo amavo e lui mi
stava
baciando. Andava decisamente bene così.
Lorenzo P.O.V
Ero arrivato al limite. La stavo baciando e la cosa più
grave era che non ero
per nulla pentito. Sapevo che non era bello nei confronti di nessuno
quello che
stavo facendo. Margherita e Leonardo probabilmente ci stavano
rispettivamente
cercando, ma non me ne importava nulla. In quel momento esistevamo solo
io e
lei e andava benissimo così. L'unico nome che continuava a
girarmi nella testa
e a farmi ricredere su ciò che avevo appena pensato
era...Alessandro, il mio
migliore amico nonché fratello apprensivo della ragazza che
stavo baciando
e...di cui ero innamorato. Mi allontanai lentamente da lei. Le sorrisi,
accarezzandole i capelli
-Devo fare una cosa. Prometto che torno il prima possibile. Mi
aspetti?- Gli
chiesi trattenendo il respiro, avendo paura della sua risposta. Lei
sembrò
pensarci sù per un tempo interminabile. Alla fine
puntò di nuovo il suo sguardo
su di me e si aprì in un sorriso
-Sì. Sì, ti aspetto- Mi rispose sorridendo.
Ricambiai il sorriso e le concessi
un ultimo bacio a fior di labbra, prima di correre verso l'unica
persona in
grado di decidere il mio futuro.
Trovai
Alessandro fuori in giardino, intento a
chiacchierare con Marco. Mi avvicinai a lui e gli poggiai una mano
sulla spalla
-Ehi Lore! Che fine hai fatto? Margherita ti stà cercando
ovunque- Mi disse lui
sorridendo. Presi un bel respiro e puntai gli occhi nei suoi
-Ale, devo parlarti. E' urgente- Alessandrò
cambiò espressione. Era...preoccupato
-Ok, ma tu stai bene?- Mi chiese appoggiandomi entrambe le mani sulle
spalle.
Annuìì per nulla convinto, dopodiché
lo invitai a seguirmi in un posto meno
affollato.
-Allora? Cosa devi dirmi?- Mi chiese sedendosi scompostamente su una
panchina.
Sospirai di nuovo, coprendomi il volto con le mani. Come potevo
dirglielo? Come
potevo dirgli che io, il suo migliore
amico, la persona di cui più
si fidava al mondo...ero innamorato della sua unica sorella. Sorella
minore tra
l'altro
-Noi...ecco...- Non riuscivo a trovare le maledette parole adatte per
spiegargli cosa stava succedendo. Sbuffai stringendomi i capelli tra le
dita
-Lore? Sei sicuro di stare bene? Ti vedo parecchio...strano- Emisi un
enorme
sospiro, dopodiché andai a sedermi accanto a lui sulla
panchina
-Ale, io non ho fratelli, ma...tu, in tutti questi anni mi sei stato
vicino,
sei da sempre un punto di riferimento per me e ho capito che...anche se
non ho
un fratello vero e proprio....è come se ce l'avessi-
Alessandro sorrise
annuendo
-Anche tu sei come un fratello. La mia famiglia ti considera uno della
famiglie
e...nonostante quella viziata di mia sorella trovi sempre il modo per
litigare
con te, si vede che anche lei ti considera come un fratello- Sgranai
gli occhi
a quelle parole. Accidenti, ma come avevo fatto a finire in quella
situazione?
Come avevo fatto ad innamorarmi di Ilaria? In realtà, fin da
quando c'eravamo
conosciuti...avevo sempre sentito di provare qualcosa per lei.
Nonostante
quando l'avevo vista per la prima volta era ancora un'ingenua ragazzina
di otto
anni, era l'unica in grado di farmi stare...bene
-Ehi Lore? Sei sicuro che va tutto bene? Ti vedo parecchio scosso-
Annuìì
guardando nel vuoto. Come potevo digli cosa provavo per sua sorella?
Come
minimo non avrebbe più voluto vedermi
-Ascolta Lore, ti vedo parecchio strano e credo di aver capito cosa ti
succede-
Alzai gli occhi sorpreso. Possibile che avesse capito?
-Davvero?-
-Ma certo. Per me...va benissimo. Potete stare insieme se è
questo ciò che
volete. Si vede che lei ti rende....felice. Da
quando la conosci
sembri molto più sereno. E' vero che...inizialmente ero
parecchio geloso, ma tu
sei il mio migliore amico e l'importante è che tu sia
felice- Disse passandomi
una mano attorno alle spalle. Non potevo crederci. Possibile che
accettasse
così facilmente il fatto che io fossi innamorato di sua
sorella? Inoltre se ne
era reso conto anche lui. Anche lui aveva notato che da quando Ilaria
era
entrata a far parte della mia vita, ero molto più felice.
Sorrisi annuendo
-Io non so che dire. Quindi per te...va bene?- Dissi commosso.
Alessandro era
davvero un grandissimo amico
-Ma sì! Ti ripeto che inizialmente ero geloso di te e
Margherita...- Cosa?
Margherita? -Insomma, credevo che il fatto che tu avessi una storia
seria
potesse cambiare le cose tra di noi. Pensavo che non saremmo
più riusciti a
divertirci, ma mi sbagliavo amico mio. Perciò se Margherita
ti fa stare così
bene...tienitela stretta- Era troppo bello per essere vero
-Già...- Dissi rassegnato
-Se ci pensi non è nulla di grave. Avresti potuto fare di
peggio. Magari
innamorarti di mia sorella- Disse scoppiando in una risata -Ma ci
pensi? Tu con
mia sorella...assurdo- Disse continuando a ridere
-Assurdo- Dissi io abbozzando un sorriso. Dovevo rassegnarmi.
Ilaria P.O.V
Di sicuro avevo sognato tutto. Sì doveva essere proprio
così. Lorenzo non
poteva avermi baciato davvero? Era assurdo.
Aprìì la porta del bagno lasciandomi cadere lungo
la porta. Scoppiai in
un'imbarazzantissima risata da stupida. Sembravo una cretina. Ci
mancava
che mi mettessi a
saltellare gridando
"evviva! Lore mi ha baciata". Ma in
quell'attimo di felicità non
potei fare a meno di pensare a Leonardo. Come potevo guardarlo ancora
negli
occhi, dopo che avevo baciato un altro ragazzo?
D'un tratto la porta del bagno si spalancò mostrandomi una
Margherita a dir
poco preoccupata
-Ila, hai visto Lore percaso?- Sgranai gli occhi nel sentire quelle
parole. Mi
sentivo veramente male. Ero colpevole, sia nei confronti di Leonardo e
sia in
quelli di Margherita. Scossi la testa abbassando lo sguardo sul
pavimento
-Sono preoccupata. E' da prima di mezzanotte che non lo vedo-
Continuò lei
avvicinandosi allo specchio per aggiustarsi i capelli
-Sono sicura che...sta bene. Probabilmente è andato solo a
prendere un po'
d'aria- Dissi alzandomi in piedi e aggiustandomi il vestito.
-Si, probabilmbente hai ragione tu. Vado a vedere se lo trovo fuori in
girdino.
A dopo- Mi rispose uscendo dal bagno, lasciandomi di nuovo da sola con
i miei
pensieri.
Dopo qualche
minuto uscìì anche io dal bagno e
trovai Leonardo seduto su una poltrona, intento a contemplarsi la punta
delle
scarpe
-Ehi- Dissi avvicinandomi a lui. Alzò lo sguardo e
sentìì una fitta tremenda
allo stomaco. Sembrava che con lo sguardo mi stesse dicendo di sapere
già quella
verità che non volevo dirgli
-Non volevo disturbarvi- Disse con tono freddo, riferendosi a me e a
Lorenzo.
Scossi la testa inginocchiandomi a terra e costringendolo a guardarmi
di nuovo
-Mi dispiace. Non avrei dovuto seguirlo, ma...- Mi bloccai. Non
riuscivo a
finire la frase. Lui annuìì comprensivo
-Ma non potevi evitarlo, non è così- Scossi la
testa mordendomi le labbra -Sei
innamorata di lui?- Mi chiese, stranamente calmo.
Abbassai lo sguardo incapace di rispondere. Lui annuì di
nuovo, prima di
alzarsi in piedi, aiutando me a fare lo stesso
-Perchè stiamo insieme?- Mi chiese stringendomi la mano.
Possibile che fossi
diventata muta? Non riuscivo a spiccicare parola
-Perchè sì- Fu l'unica cosa che
riuscìì a dire, prima di abbassare nuovamente
lo sguardo
-Ilaria?- Mi chiamò. Non avevo coraggio di ricambiare lo
sguardo -Ilaria?- Mi
costrinse a guardarlo nuovamente. Sospirai arrendendomi ai suoi occhi
-Tu lo
ami?- Scossi la testa mordendomi le labbra, quasi fino a farle
sanguinare -Lo
ami?- Mi chiese nuovamente lui, alzando la voce
-No- Dissi alla fine, quasi piangendo -Non lo amo- Continuai abbassando
lo
sguardo. Dopodiché presi a correre verso la mia stanza. Non
ne potevo più di
sentirmi costantemente sotto pressione. Non ne potevo più di
dover rispondere
sempre a domande di cui nemmeno io sapevo la risposta. Ero stufa di
tutto e
tutti. Entrai nella stanza e mi gettai a peso morto sul letto. Un
Capodanno
memorabile.
Mi portai le dita sulle labbra e chiusi gli occhi, ripensando al bacio
che
Lorenzo mi aveva dato...
"Devo fare una cosa. Prometto che torno il prima possibile.
Mi
aspetti?"...
Avevo detto che lo avrei aspettato, ma ero stufa di farlo. Lo aspettavo
da
troppo tempo ormai.
Lorenzo P.O.V
Tornai nuovamente nella sala, convinto di trovare Ilaria ad aspettarmi,
ma
quando mi accorsi che non c'era mi diedi mentalmente dell'idiota. Come
potevo
anche solo credere che lei provasse ciò che provavo io. Lei
mi odiava. Mi aveva
sempre odiato. Senza contare che il suo ragazzo era quell'emerito
idiota.
Non riuscivo a pensare di averla persa. Non riuscivo a pensare che le
piacesse
quell'idiota.
Presi un bel respiro e mi diressi verso l'ascensore che mi avrebbe
riportato nella
mia stanza, ma quando arrivai nell'atrio notai Ilaria avvicinarsi al
cretino
che aveva come ragazzo. Mi nascosi dietro ad una colonna, cercando di
sentire
cosa dicevano, ma con tutto il baccano che c'era in quello
stramaledettissimo
hotel mi era impossibile.
La vidi inginocchiarsi a terra. Cosa diavolo stava facendo? Sembrava
quasi che
gli stesse chiedendo di sposarla. Strinsi i pugni e continuai a fissarli
-Scusi? Ha bisogno di aiuto?- Sobbalzai, dopodiché mi voltai
per vedere chi
aveva parlato.
Una ragazza vestita da cameriera mi guardava abbastanza sconcertata.
Logico,
visto che ero praticamente nascosto dietro una colonna. Sembravo un
maniaco.
Sorrisi e scossi la testa
-No, ti ringrazio...- Lessi il nome della ragazza sul cartellino
-...Raffaella-
Continuai facendola arrossire -Stò solo facendo uno scherzo
ai miei amici- Mi
sorrise
-Perfetto. Allora se hai bisogno di qualcosa mi
trovi alla
reception- Mi rispose ammiccando. Sorrisi come un idiota, guardandola
allontanarsi. In altri momenti le avrei chiesto il numero, ma ora ero
impegnato
con Margherita. Senza contare che il mio cuore....apparteneva solo alla
ragazza
che si trovava a circa quindici metri da me.
Tornai a guardarli e notai che entrambi si era alzati in piedi e che
lui le
stringeva la mano. Diedi un pugno alla colonna, mugugnando per il
dolore. Non
mi importava niente, in quel momento avrei preso a pugni qualsiasi cosa.
Lo vidi alzarle il mento, per permettere ai loro occhi di incontrarsi.
Non
sopportavo più di vederli così vicini. Quando
quella stessa mattina Alessandro
mi aveva chiesto di tenerli d'occhio e di fare il viaggio con Ilaria,
avevo
esultato mentalmente, ma poi mi ero reso conto che io non avevo alcun
diritto
per desiderare che Ilaria stesse lontana da quel tipo. Io stavo con
Margherita
e lei...stava con lui. Non potevo continuare a cercare di dissuaderla
dall'idea
di essere la ragazza di quel ragazzino con gli ormoni in subbuglio.
Quando al
ristorante ero stato costretto a sedermi accanto a lei, avevo dovuto
sfruttare
tutto il mio autocontrollo per non baciarla, ma le sue occhiate verso
di me non
aiutavano di certo, per questo l'avevo trattata così male.
Volevo che lei
ricominciasse a guardarmi come prima. Volevo che lei continuasse a
detestarmi,
così da rendermi più facile il compito di starle
lontano.
-Lo ami?- Alzai nuovamente lo sguardo quando
sentìì l'idiota alzare la voce. Ma
amare chi? Possibile che si stesse riferendo a...me?
Senza accorgermene presi a trattenere il respiro, preoccupato per la
risposta
che avrebbe dato Ilaria
-No- Disse scuotendo la testa, con la voce rotta dal pianto -Non lo
amo-
Continuò, prima di correre verso le scale, che di sicuro
l'avrebbero condotta
nella sua stanza.
Senza pensarci due volte, la seguìì.
Ilaria P.O.V
Qualcuno bussò alla porta. Non avevo voglia di vedere
nessuno e sperai con
tutta me stessa che se non avessi risposto, la persona in questione si
sarebbe
rassegnata a non entrare. Chiusi gli occhi, ma quel qualcuno
bussò nuovamente.
Sbuffai mettendomi a sedere sul letto
-Avanti- Dissi guardando fuori dalla finestra
-Posso?- Quella voce era in grado di farmi fermare il cuore e farlo
ripartire
alla velocità della luce
-S-sì...entra- Risposi stringendo il cuscino tra le dita.
Accidenti. Quel bacio
non aveva fatto altro che complicare la situazione. Ora la voglia che
avevo di
baciarlo faceva quasi male
-Come....come va?- Mi chiese lui sedendosi sul letto, tenendosi il
più lontano
possibile da me
-Tutto ok- Risposi continuando a tenere lo sguardo verso il basso. Lui
annuì
pensieroso, puntando anche lui lo sguardo sul pavimento. A far da
colonna
sonora a quel momento imbarazzante, c'era soltanto il ticchettio
dell'orologio
e la musica che proveniva dalla sala. Segno che la festa stava
continuando
-Ho parlato con tuo fratello- Disse lui, romopendo il silenzio. Lo
guardai
senza rispondere -Ha...ha dato la sua benedizione a me e a Margherita-
Il cuore
faceva male, male da impazzire. Non capiva che con quelle parole mi
feriva?
-Ha detto che si vede che lei mi rende felice e che...- Lo interruppi
coprendomi le orecchie con le mani, mentre continuavo a scuotere la
testa
-No, basta. Basta, non voglio più ascoltarti- Dissi
alzandomi in piedi, pronta
a dirigermi in bagno, ma prontamente la sua mano si avvolse attorno al
mio
polso, costringendomi a sedermi, o meglio, a sdraiarmi sul letto. Ero
praticamente sopra di lui e riuscivo a sentire chiaramente il suo cuore
che
batteva in coppia con il mio. Sorrisi impercettibilmente. Il pensiero
dei
nostri cuori che battevano insieme mi diede, stranamente, una
bellissima
sensazione
-Tuo fratello non mi conosce poi così bene-
Sussurrò ad un centimetro dalle mie
labbra - Non è Margherita a rendermi felice-
Continuò, con uno sguardo pieno di
significato. Deglutìì, distogliendo lo sguardo
-Margherita ti stava cercando- Dissi, insultandomi mentalemente. Lui
sorrise,
prima di prendermi per il mento e costringermi a guardarlo negli occhi
-E io cercavo te- Lo guardai confusa. Il mio povero stomaco stava per
emettere
l'ultimo respiro -Se non sbaglio avevi detto che mi avresti aspettato-
Continuò
giocherellando con una ciocca dei miei capelli
-Sai che non potevo farlo- Dissi con una voce che non mi apparteneva.
la voglia
di baciarlo mi stava distruggendo
-Ma lo volevi, non è vero?- Ma perchè finivo
sempre in questi giochi di parole
così assurdi. Cercai di divincolarmi, ma le sue braccia
dietro la mia schiena
mi tenevano perfettamente inchiodata sopra di lui
-Mi spieghi cosa vuoi?- Gli chiesi leggermente nervosa. Lui sorrise,
annientando così l'ultimo neurone in grado di resistere alla
voglia di
baciarlo. Mi avventai letteralmente sulle sue labbra, portando le mani
sui
bordi della sua maglietta. Gliela sfilai con poca fatica e presi a
baciarlo
nuovamente. Le sue mani mi slacciarono la cerniera del vestito, prima
di sfiorare
ogni più piccola parte della mia pelle. Gemetti per quel
contatto che
desideravo come nient'altro in vita mia. Lui si allontanò
dalle mie labbra,
sorridendo di nuovo
-Te- Disse con la voce accecata dal desiderio
-E' te che voglio- Continuò,
prima di riprendere a baciarmi. Sorrisi sulle sue labbra, ricambiando
il
bacio...
"Te...è te che voglio"...
Non c'era risposta migliore di questa.
____________________________________________________________
Salve a
tutti!!!
Come va?
Questo
capitolo è un pochino più corto degli altri, ma
probabilmente il prossimo sarà abbastanza lungo.
Spero vi
sia piaciuto.
Nonostante
le cose non sembrano andare poi così male, nel prossimo
capitolo le cose si faranno un pochino
più
complesse, ma nel giro di qualche capitolo dovrebbero appianarsi :D
Ora vi
saluto.
Ringrazio
come
sempre
_Renesmee
Cullen_
FedeKiryu
saketta Jonas_sister
e
loveis4ever
per
le loro splendide recensioni :D
Grazie
mille!
|
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Capitolo 11 *** Giusto o sbagliato ***
Capitolo 10
Capitolo
10
Giusto
o
sbagliato
Mi ha
accarezzato i capelli
e il mio cuore ha
martellato così forte
che ho pensato: se
mi bacia muoio.
Purtroppo mi ha risparmiato.
- S. Benni -
Non riuscivo a
riflettere.
Sapevo che stavo facendo un errore. Sapevo che stavo sbagliando, ma non
riuscivo a fermarmi. Non volevo
fermarmi.
Mi sentitvo male per una sola ragione.
Leonardo e Margherita.
Sapevo che li avrei feriti, ma se mi fossi divisa da Lorenzo in quel
momento,
quella ferita sarei stata io. Volevo godermi ancora un po' quella
sensazione
meravigliosa che solo Lorenzo sapeva darmi. Sapevo che una volta
sciolto il
bacio, tutto sarebbe tornato come prima. Era inevitabile.
Mi appropriai per l'ultima volta delle sue labbra, prima di
allontanarmi da
loro. Rimasi a fissare quegli occhi stupendi, capaci di farmi perdere
la
ragione. Non sapevo proprio come avrei fatto a rinunciare a lui. Non
sapevo
come avrei fatto a rassegnarmi all'idea che di baci come quello...non
ce ne
sarebbero stati più.
Rimanemmo a guardarci intensamente negli occhi, respirando a fatica per
via
dell'intensità del bacio appena sciolto. Lo vidi deglutire,
prima di scuotere
la testa, chiudendo gli occhi. Deglutìì anche io,
spostando lo sguardo verso la
finestra alla mia sinistra. Era come se quel magico momento si
fosse...spezzato.
Mi alzai in piedi cercando di non inciampare, mentre lui si sedette sul
letto
recuperando la sua maglietta
-E'...E' m-meglio che vada- Disse poi mordendosi le labbra. Io
annuìì,
abbassando lo sguardo. Non ruscivo a sostenere il suo senza affogarci
dentro.
Si alzò in piedi e si infilò la maglietta.
Dopodiché continuando a guardarmi si
diresse verso la porta e uscìì.
Sola.
Sola di nuovo.
Mi diressi lentamente verso la porta e dopo aver appoggiato una mano
sulla
maniglia, mi lasciai cadere a terra contro di essa. Sospirai. Ero
proprio una
stupida. Mi ero lasciata baciare, illudendomi che poteva nascere
qualcosa tra
me e lui. Mi morsi le labbra alla ricerca di una minima traccia del suo
sapore.
Era stato di sicuro il bacio più bello della mia vita.
Chiusi gli occhi
portandomi le mani tra i capelli. Ma che cavolo avevo fatto di male?
Feci per alzarmi, ma proprio in quel momento
sentìì un rumore fuori dalla
porta. Mi alzai lentamente, indecisa se aprire o no. Alla fine cedetti
e
spalancai la porta, facendo cadere a terra Lorenzo
-Accidenti- Disse massaggiandosi la testa. Non potei trattenere una
risata
-Mi spieghi che ci facevi seduto quì fuori?- Gli chiesi
allungando una mano per
aiutarlo a rialzarsi. Lui mi sorrise e strinse la sua mano alla mia
-E' un paese libero, o sbaglio? Ognuno sta dove vuole- Rispose
distogliendo lo
sguardo. Sbuffai mordendomi nervosamente le labbra. Non potevo fare a
meno di
fissare le sue, così incredibilemente morbide
-N-no no...hai ragione. Puoi stare dove vuoi- Dissi deglutendo, quando
lo vidi
avvicinarsi di qualche passo
-Posso...- Mi circondò la vita con un braccio -Stare...-
Posizionò la mano tra
i capelli -Dove...- Mi strinse completamente al suo petto -Voglio-
Terminò,
facendo aderire le sue labbra alle mie. Gli passai entrambe le braccia
attorno
al collo e cercai di avvicinarlo il più possibile a me. Ne
avevo bisogno. Era
una bisogno vitale. Incontrollabile. Innarrestabile.
Gli passai le mani tra i capelli, ma proprio in quel momento qualcuno
bussò
alla porta
-Ilaria, apri un secondo? Devo parlarti- La voce di quell'idiota di mio
fratello si propagò per tutta la stanza. Guardai Lorenzo
allarmata
-Cosa facciamo?- Mi chiese lui a bassa voce. Mi guardai attorno, prima
di
afferrarlo per un braccio e spingerlo sotto al letto
-Forza, vai lì sotto- Dissi spingendolo a terra. Ignorai le
sue proteste e
corsi ad aprire la porta
-Cosa vuoi?- Chiesi ad Alessandro, cercando di sistemarmi i capelli
come meglio
potevo
-Parlarti- Disse spostandomi per andare a sedersi sul letto. Cavolo!
Eravamo
nella merda fino al collo. Deglutìì richiudendomi
la porta alle spalle
-E...e di c-cosa vorresti parlarmi?- Gli chiesi, prima di accorgermi
della mano
di Lorenzo che sbucava da sotto al letto. Corsi a sedermi anche io e la
calpestai. Probabilmente aveva dovuto tapparsi la bocca per non gridare
dal
dolore, considerato che gli avevo centrato il dorso della mano con il
tacco
-Di Lorenzo- Mi rispose Alessandro, apparentemente serio. Il cuore si
fermò, si
fermò totalmente, mentre il cervello prese ad escogitare le
scuse più assurde
per giustificare quella situazione
-C-c-co-cosa?- Mi portai una mano sul petto. Avevo il cuore a mille.
Alessandro
sospirò, giocherellando con il bordo di un cuscino
-Voglio parlarti di Lorenzo. Perchè fai quella faccia?- Mi
tranquillizzai
sospirando di sollievo. Se non altro non immaginava nulla
-Non faccio nessuna faccia- Risposi incrociando le braccia al petto
-Perchè
vorresti parlare di Lorenzo con me?- Gli chiesi poi, stringendo
energicamente
la collana che avevo al collo, per cercare di allentare la tensione
-Non sta bene. C'è qualcosa che lo preoccupa. Poco fa
è venuto a parlarmi,
faceva dei discorsi stranissimi. Io credevo che la sua preoccupazione
riguardasse la sua storia con Margherita, ma credo ci sia dell'altro-
Lo
guardai sorpresa. Possibile che Lorenzo...fosse andato a parlare con
Alessandro
di noi due?
-Magari era semplicemente un po' confuso. Sono certa che se ci fosse
qualcosa che lo preoccupa te ne avrebbe già parlato. Tu sei
il suo migliore
amico- Risposi sorridendo. Alessandro ricambiò il sorriso e
si alzò in piedi
-Hai ragione tu- Disse dirigendosi verso la porta, aprendola
-Però...- Si voltò
a guardarmi -Potresti tenerlo d'occhio? Nel caso capissi cos'ha...-
Lasciò la
frase in sospeso. Io annuìì
-Te lo dirò- Terminai la frase per lui. Alessandro mi
sorrise di nuovo, prima
di uscire dalla porta e chiudersela alle spalle di nuovo.
Mi lasciai andare ad un sospiro, prima di coprirmi il volto con le
mani. Ero
stanchissima. Era stata davero una lunga, lunghissima giornata
-Ma sei matta?- Mi chiese Lorenzo stringendosi la mano sinistra con la
destra
-Mi hai quasi fracassato una mano- Disse sventolandola in aria.
Scrollai le
spalle, prima di alzarmi in piedi e dirigermi
verso la mia valigia
-Se Alessandro ti avesse visto, adesso non avresti nulla da sventolare
quindi
ritieniti fortunato- Dissi afferrando il pigiama, prima di iniziare a
camminare
verso il bagno
-Aspetta- Mi fermò per un polso, facendomi avvicinare a lui
-Per quello che è
successo io...- Si interruppe accarezzandomi una guancia
-Tu sei il ragazzo di Margherita e io sono la ragazza di Leonardo. Noi
due non
abbiamo niente da chiarire- Dissi sforzandomi di non piangere. Lo so,
ero
stupida. Però restava comunque il fatto che Lorenzo non
avrebbe mai e poi mai
accettato di stare con me. Lui mi vedeva ancora come l'odiosa sorellina
del suo
migliore amico. Se mi aveva baciato era semplicemente per il fatto
che...si era
arreso all'idea che anche io ero cresciuta. Si era arreso al fatto che
qualcosa
di me gli importasse. Si era arreso al fatto di non riuscire
più a vedermi come
una sorella. Si era arreso al fatto di essere attratto da me,
nonostante tutto
-Non dirlo- Sussurrò a poca distanza dalle mie labbra.
Deglutìì, arrendendomi
alle lacrime
-Cosa?- Gli chiesi asciugandone una che si era fermata sul mento
-Che sei la sua ragazza- Disse
poggiando la fronte sulla mia.
Questo ragazzo voleva uccidermi forse?
-Posso anche non dirlo, ma le cose stanno così. Lui
è il mio ragazzo- Risposi,
facendo pressione sul suo petto per allontanarlo, ma senza risultati
-Tu non sei sua e lo sai anche tu- Continuò sempre
più vicino alle mie labbra.
Certo che lo so! Razza di idiota. Di sicuro però non lo
avrei mai
confessato
-Lui...ci tiene a me- Dissi riuscendo ad allontanarlo. Lui sorrise,
mordendosi
il bordo del labbro inferiore. Sì, voleva uccidermi
-Lui forse si- Disse avvicinandosi di qualche passo a me -Ma tu? Tu,
Ilaria? Tu
lo ami?- Continuò cingendomi nuovamente la vita. Sussultai
quando mi fece aderire
completamente al suo petto
-Lo ami?- Mi chiese nuovamente, prima di cominciare a depositare dei
baci per
nulla casti sul mio collo. Sospirai di piacere, stringendo i suoi
capelli tra le
dita
-Lo ami?- Continuò quella meravigliosa tortura lungo il
collo, fino ad arrivare
alla mia spalla lasciata nuda dalle spalline troppo fine del vestito.
Chiusi
gli occhi, mordendomi le labbra quasi fino a farle sanguinare per non
lasciarmi
andare a delle urla di piacere. Incredibile come riuscisse a farmi
diventare
matta anche per la minima sciocchezza. Ero debole. Non ero in grado
neanche di
resistergli ed era l'errore più grande che stavo
commettendo. Non potevo farmi
manipolare così da lui
-Lo a...- Lo interruppi spingendolo via. Mi guardò sorpreso
per un istante.
Evidentemente non si aspettava che lo rifiutassi
-Non sono affari tuoi se amo o no il mio ragazzo- Dissi voltandomi per
entrare
in bagno
-E invece sì- Mi bloccai davanti alla porta del bagno, senza
voltarmi -Sono
anche affari miei-
-E perchè sarebbero affari tuoi, sentiamo- Mi voltai verso
di lui incrociando
le braccia al petto. Mi sorrise e fece per parlare
-Perchè io t...- La maniglia della porta si
abbassò. Entrambi ci voltammo verso
di essa, consapevoli di non poter chiarire almeno per quella sera
-Ila? Perchè ti sei chiusa dentro?- La voce di Arianna ci
giunse alle orecchie.
Sospirai chiudendo gli occhi. Speravo solo che vedendo Lorenzo in
stanza con me
non sospettasse nulla. Mi avvicinai alla porta e la
aprìì, permettendo ad
Arianna di entrare in camera
-Ma come mai ti sei...- Si interruppe accorgendosi di Alessandro
-Scusate. Ho
interrotto qualcosa?- Ci chiese lei, imbarazzatissima
-Ma no. Alessandro mi ha chiesto di...parlare con Lorenzo e
quindi...no, non
hai interrotto nulla. Lore, ci vediamo domani- Dissi avvicinadomi verso
la
porta del bagno
-A domani- Rispose lui uscendo dalla stanza, richiudendosi la porta
alle
spalle. Sospirai di sollievo, dopodiché afferrai nuovamente
il pigiama ed
entrai in bagno.
Mi rigiravo nel letto da almeno un'ora. Non riuscivo a prendere sonno.
Continuavo a pensare a ciò che era successo con Lorenzo e
non riuscivo a
sentirmi neanche un po' in colpa. Ero una persona orribile. Mi voltai
verso il
muro, dopodiché chiusi gli occhi per cercare di conciliare
il sonno, ma proprio
in quel momento la porta della stanza si aprì lentamente.
Strinsi il lenzuolo
impaurita. E se fosse stato qualche manico? Chiusi nuovamente gli
occhi,
fingendo di dormire. Quando sentìì il letto
abbassarsi e una mano posarsi sul
mio fianco, spalancai la bocca per gridare, ma prontamente una mano mi
coprì le
labbra impedendomelo
-Shh...sono io- Sospirai sollevata e mi voltai socchiudendo gli occhi,
fingendomi infastidita
-Ti sembra il modo di entrare nella camera di una povera ragazza
indifesa che
dorme?- Leonardo scoppiò a ridere e mi strinse contro il suo
petto
-Povera ragazza indifesa? Come si vede che non ti conosci bene- Lo
colpìì sul
braccio, facendolo scoppiare a ridere. Ero piuttosto scarsa in quanto a
difesa
personale
-Non sei affatto divertente- Sussurrai per non svegliare Arianna.
Leonardo mi
sorrise, prima di baciarmi a fior di labbra
-Il tuo amico Marco russa- Disse stringendomi di più a
sé
-Per questo sei venuto a farmi quasi prendere un infarto?- Gli chiesi
sorridendo. Presi a solleticargli la mano che aveva
poggiata sul mio fianco
-Per questo e anche perchè mi mancavi- Sorrisi stringendolo
più forte. Ora sì
che stavo di merda. Mi sentivo tremendamente in colpa per quello che
avevo fatto. Leonardo era il mio ragazzo ed io ero andata a baciarmi
con un
altro ragazzo. Ero davvero una persona orribile. Ero una traditrice
-Anche tu mi mancavi- Dissi chiudendo gli occhi. Era meglio che non lo
avessi
fatto. A far da ciliegina sulla torta era il sorriso di Lorenzo che mi
era
venuto in mente non appena li avevo chiusi
-Ti amo-
Come possono due parole riuscire a far fermare il cuore di una
persona?
Leonardo Pastucci, il ragazzo con la lista di conquiste più
lunga del mondo, il
mio primo amore impossibile, aveva davvero detto quelle due paroline
magiche
alla sottoscritta?
A me, la ragazza più anonima della scuola?
Leonardo Pastucci si era davvero innamorato di me?
Cosa avevo fatto per farmi amare?
Deglutìì e chiusi gli occhi. Non parlai. Non
risposi. Non potevo dire
"anche io" quando il mio cuore batteva per un
altro ragazzo. Non
potevo dire "ti amo" a Leonardo, quando in
realtà l'unico ragazzo a
cui sognavo di dirlo era Lorenzo.
Lo strinsi più forte e affondai il viso contro al suo petto.
Lui ricambiò
l'abbraccio e mi baciò i capelli, accarezzandomi lentamente
la schiena.
In quel preciso istante realizzai quanto è strana la vita.
Avevo passato
quattro anni della mia vita sognando questo momento. Avevo atteso per
quattro
lunghissimi anni che Leonardo, il ragazzo più corteggiato in
tutta la scuola,
il ragazzo che probabilmente non si era mai innamorato in vita sua,
venisse da
me e mi dicesse di amarmi.
Era successo.
Dopo quattro anni di amore a senso unico era successo.
Era successo e io continuavo solo ad immaginare la voce di un'altra
persona.
Gli occhi di un'altra persona. Le labbra di un'altra persona. Le mani,
i
capelli, il sorriso e il profumo di un'altra persona.
Io amavo un'altra persona.
Quando la mattina seguente aprìì gli occhi, mi
resi conto che avevo dormito per
tutta la notte abbracciata a Leonardo...
..."Ti amo "
Accidenti! Non avevo affatto sognato questa volta. Come avrei fatto a
guardarlo
negli occhi? Ero troppo imbarazzata.
Puntai il mio sguardo sui suoi occhi ancora chiusi. Sorrisi e poggiai la testa sul suo petto,
chiudendo nuovamente
gli occhi. In fin dei conti non era poi tanto male stare
così.
-Buongiorno- Disse Leonardo, continuando a tenere gli occhi chiusi.
Sollevai la
testa e lo baciai a fior di labbra
-Buongiorno- Risposi accarezzandolo. Dopodiché poggiai
nuovamente la testa sul
suo petto e chiusi gli occhi.
In quel preciso istante la porta della stanza si aprì e
l'ultima persona al
mondo che sarebbe dovuta entrare, entrò
-Che cazzo state facendo?- Chiese Lorenzo stringendo i pugni.
Mi misi a sedere immediatamente sul letto e puntai gli occhi su di lui,
che ci
guardava incredibilmente e inspiegabilmente incazzato
-Dormiamo, o meglio, dormivamo. Prima che un idiota venisse a
disturbarci-
Rispose Leonardo, mettendosi a sedere anche lui
-Ilaria, ma sei impazzita? Tuo fratello ti uccide se lo scopre- Disse
rivolgendosi a me. Quando mi tornò in mente che lui aveva
dormito insieme a
Margherita, la rabbia e la gelosia presero il sopravvento
-Alessandro non è quì e nè io
nè Leonardo diremo nulla. Ti pregherei di tenere
la bocca chiusa, visto e considerato che questi non sono affari tuoi-
Dissi
togliendomi le coperte di dosso per alzarmi in piedi. Mi diressi verso
il
bagno, ma la mano destra di Lorenzo si avvolse al mio polso
-Non fare la ragazzina- Disse stringendo la presa. Lo guardai con un
sorrisetto
sarcastico, prima di fronteggiarlo
-Non ti ricordi? Io sono una
ragazzina- Risposi cercando di
liberarmi della sua presa.
Ero arrabbiata.
Ero arrabbiata perchè aveva passato la notte con Margherita
e non con me.
Ero arrabbiata perchè avrebbe passato ogni notte con
Margherita e non con me.
Ero arrabbiata perchè Leonardo mi aveva detto ti amo e non
lui.
Ero arrabbiata perchè mi aveva baciata e mi aveva fatto
innamorare di lui
ancora di più.
-Perfetto. Le ragazzine non hanno il permesso per dormire con il
proprio
ragazzo- Lo guardai ferita, prima di togliermi le sue mani di dosso
-Non mi toccare!- Dissi allontanandomi -Perchè non te ne
torni dalla tua
ragazza e mi lasci in pace?- Gridai, dopodiché entrai in
bagno e chiusi la
porta a chiave.
Cosa diavolo voleva ancora?
Mi aveva baciato circa venti volte la sera prima, ciò
nonostante aveva comunque
trascorso la notte con Margherita.
Mi sedetti sul bordo della vasca e poggiai la testa al muro. Ero una
povera
scema.
Avevo paura. Avevo paura perchè avevo capito di amarlo
troppo.
Mi presi la testa tra le mani e diedi sfogo alle lacrime. Cominciavo
davvero a
diventare una ragazzina piagnucolosa e tutto questo per colpa sua.
-Ilaria? Ilaria mi apri perfavore?- Disse Lorenzo bussando
continuamente alla
porta. Mi asciugai le lacrime con un gesto secco della mano,
dopodiché aprìì la
porta arrabbiata a morte
-Che vuoi?- Dissi incrociando le braccia al petto. Lui mi
guardò negli occhi
con sguardo sofferente, poi alzò la mano destra fino a
toccare il mio viso per
asciugarmi una lacrima
-Perchè piangi?- Mi chiese accarezzandomi i capelli
-Affari miei. Mi dice che vuoi?- Gli chiesi di nuovo, togliendomi
bruscamente
la sua mano di dosso
-Posso sapere che cazzo avete fatto tu e quell'idiota?- Mi chiese lui
incrociando le braccia. Sorrisi amareggiata
-Come ti permetti di farmi queste domande? Sono affari miei, capito? Io
non
vengo da te a chiedere cosa fai con la tua ragazza. E poi
dov'è Leonardo?- Gli chiesi cercando di uscire
dal bagno, ma lui era praticamente davanti alla porta e mi era
impossibile
passare
-Gli ho detto che era meglio se spariva.- Mi rispose senza spostarsi
minimamente -Quindi avete fatto sesso?- Mi chiese contraendo la
mandibola
-Se anche fosse?- la "e" finale si perse nel
nulla, visto il rumore
fortissimo del pugno che Lorenzo aveva appena dato alla porta
-Maledizione!- Disse a voce alta, continuando a stringere i pugni
-Maledizione
Ilaria- Disse di nuovo abbassando la voce e avvicinandosi al mio viso.
Sussultai quando le sue mani si posarono ai lati del mio viso
-Perfavore dimmi
che non l'avete fatto- Continuò accarezzandomi la guancia.
Chiusi
automaticamente gli occhi e strinsi i pugni. Non riuscivo a trattenere
la
voglia che avevo di baciarlo -Lo avete fatto o no?- Mi chiese
solleticandomi il
collo con il naso. Deglutìì stringendo ancora di
più i pugni, pungendomi i palmi delle mani con le unghie -Lo
avete fatto, Ilaria?- Questo ragazzo giocava
sporco. Percorse con le mani la mia schiena, fino ad arrivare al bordo
della
maglietta del pigiama, dopodiché me la sfilò
-Ila...lo
avete...-
-No, non l'abbiamo fatto- Lo interruppi con una voce che non mi
apparteneva.
Riaprìì gli occhi e notai che sul suo volto si
era dipinto un sorriso.
Automaticamente sorrisi anche io, prima di afferrare il bordo della sua
maglietta per sfilargliela. La gettai a terra e mi avvicinai al suo
viso, in
particolare alle sue labbra per baciarlo.
Lui mi sorrise nuovamente e mi sfiorò le labbra con le sue
-Lore!- La voce di Margherita che si faceva sempre più
vicina, ci fece tornare
in noi. Sgranai gli occhi e mi allontanai recuperando la mia maglia.
Lorenzo
fece la stessa cosa, dopodiché si diresse verso la porta del
bagno per uscire.
Prima di farlo si voltò a guardarmi e mi sorrise
-Ci vediamo quì dopo aver fatto colazione, ok?- Mi chiese
continuando a
guardarmi. Senza nemmeno pensarci, ricambiai il sorriso e
annuìì. Dopodiché
Lorenzo si diresse fuori dalla mia stanza.
Dopo essermi
preparata (Qui) scesi in sala
per fare
colazione.
Lorenzo era seduto accanto a Margherita che a sua volta era seduta
accanto a
Giuliana, sua cugina. Di fronte Marco si teneva la testa tra le mani,
mentre mio fratello continuava a giocare con il cellulare.
Di Arianna e di
Leonardo nemmeno l'ombra.
Mi sedetti accanto a Marco, sentendo lo sguardo insistente di Lorenzo
su di me
-Marcolino che ti è successo?- Gli chiesi afferrando un
cornetto. Lui alzò la
testa puntando i suoi occhi nei miei
-Diciamo che ieri sera ho bevuto qualche bicchierino di troppo- Mi
rispose,
poggiando la testa sul tavolo. Sorrisi accarezzandogli la spalla
-Vuoi che ti prenda qualcosa. Un'aspirina o...-
-No, ti ringrazio. Tra poco passerà. Spero- Mi rispose
coprendosi la testa con
le mani. Sorrisi di nuovo, prima di addentare il mio cornetto
-Ciao amore mio- Leonardo mi afferrò il viso e mi
baciò a fior di labbra.
Sorrisi imbarazzata. Sapevo che Lorenzo ci stava guardando
-Hei hei hei, bambolottino tieni a bada gli ormoni- Disse mio fratello
alzandosi in piedi e afferrando Leonardo per un braccio. Sbuffai
contrariata e
incrociai le braccia al petto
-Alessandro, la smetti di rompere- Dissi assottigliando gli occhi
-No mia cara. Tu sei sotto la mia responsabilità,
perciò devi...-
-Ma smettila, sei ridicolo. Ho diciotto anni faccio quello che voglio-
Lo
interruppi alzandomi in piedi
-Per tua informazione ne hai diciassette ancora per un mese, quindi no,
non fai
quello che vuoi- Scossi la testa, dopodiché mi voltai e mi
diressi nella mia
stanza.
In realtà, se me l'ero presa così tanto era
perchè sapevo che Alessandro non
avrebbe mai permesso a Lorenzo e a me di stare insieme. Per lui ero
ancora una
ragazzina scema che non poteva avere un ragazzo e questo mi faceva
imbestialire.
Mi richiusi la porta della mia stanza alle spalle e mi gettai a peso
morto sul
letto. Uffa, che situazione del cavolo
-Ila? Che hai?- Arianna uscì dal bagno e si sedette accanto
a me sul letto.
Sbuffai mettendomi a sedere anche io
-Niente. Quel cretino di mio fratello mi impedisce di stare insieme a
L...a
Leonardo- Dissi incrociando le braccia al petto
-Effettivamente è parecchio apprensivo- Rispose lei,
poggiandomi una mano sulla
spalla
-Già, è un rompiscatole- Continuai sdraiandomi
nuovamente
-Scendo un secondo giù per fare colazione. Quando risalgo
andiamo a farci un
giro?- Mi chiese Arianna afferrando la borsa
-Si, certo. A dopo- Le risposi.
Sospirai poggiandomi un braccio sopra la fronte. Le cose erano
cambiate, così,
all'improvviso, inesorabilmente. Senza un preavviso. Non mi aspettavo
di certo
che qualcuno venisse da me e mi dicesse "Mi dispiace
cocca, ma ti sei
innamorata della persona che più detesti. Del migliore amico
di tuo fratello.
Del ragazzo della sorella della tua migliore amica. Di Lorenzo...",
però
mi aspettavo un preavviso da parte mia. Dentro di me. Una specie di
sensazione, di nodo allo
stomaco, di groppo alla gola che mi faceva presagire un qualche
cambiamento.
Invece niente. Un giorno, semplicemente mi sono svegliata ed ero
innamorata di
lui. Un giorno ho aperto gli occhi e ho avvertito qualcosa, qualcosa
che
somigliava alla...mancanza. Ho avvertito che mi mancava qualcosa, o
meglio
qualcuno. Quel qualcuno era Lorenzo.
Mi ero innamorata di Lorenzo senza nessun preavviso, semplicemente era
successo
e la cosa peggiore era che non c'era alcuna soluzione a tutto questo.
Riaprìì gli occhi sospirando,
dopodiché mi alzai e mi diressi in bagno.
Lorenzo P.O.V
Mi alzai da
tavola e uscìì fuori a prendere una
boccata d'aria. Dovevo assolutamente parlare con Ilaria. Dovevo
assolutamente
confessarle cosa provavo.
Dovevo dirle che l'amavo, forse da sempre. Una parte di me aveva sempre
saputo che quel giorno sarebbe arrivato. Avevo sempre saputo che prima
o poi mi
sarei reso conto di essere innamorato di lei.
Mi rendevo perfettamente conto che era sbagliato. Non era sbagliato il
fatto
che fossi innamorato di lei, ma era sbagliato il fatto che fossi
innamorato
della sorella minore del mio migliore amico. Era sbagliato il fatto che
fossi
innamorato della migliore amica della sorella della mia ragazza. Era
sbagliato
che avessi una ragazza, quando in realtà ne amavo un'altra.
Era sbagliato che
fossi innamorato di una ragazza già impegnata con un altro
ragazzo.
Era sbagliato il fatto che non mi sentivo neanche un po' in colpa.
L'unica cosa
a cui pensavo in quel momento era a quanto fosse giusto quello che
provavo per
lei, nonostante non lo fosse neanche lontanamente
-Ehi amico, tutto ok?- Alessandro mi diede una pacca sulla spalla e si
sedette insieme
a me su una staccionata che si trovava nel giardino dell'hotel
-Sì è tutto ok- Risposi sospirando
-Lore mi dici che hai?- Alzai lo sguardo e notai che Alessandro aveva
assunto
un'espressione molto seria...
"Sono innamorato di tua sorella"...
-Ma niente, cosa vuoi che abbia?- Risposi alzandomi in piedi
-Sei strano. Ho l'impressione che tu mi stia nascondendo qualcosa-
Scossi la
testa abbassando lo sguardo
-No amico, non ti nascondo nulla- Dissi voltandomi
-Lore?- Mi richiamò Alessandro
-Dimmi-
-Che te ne pare di Leonardo? Secondo te va bene per Ilaria?- Strinsi i
pugni
fino a far diventare le mie nocche bianche
-Sì, secondo me sì. Ora rientro prima di
diventare un
ghiacciolo- Risposi infine, voltandomi di nuovo e rientrando in hotel.
Ormai lo avevo capito. Avevo capito quanto fosse sbagliato.
Avevo capito che tra me e Ilaria....non poteva esserci nulla. Non
importava
quanto potesse essere giusto per noi due. La verità era che
per il resto del
mondo era sbagliato.
Ilaria P.O.V
Dopo qualche minuto uscìì dal bagno e non appena
aprìì la porta trovai Lorenzo
sdraiato sul mio letto con le braccia incrociate dietro alla testa
-Ma come hai fatto ad entrare?- Gli chiesi sussultando
-Piccola Ilaria, non sei sveglia come pensavo. Sono entrato dalla
porta- Mi
rispose mettendosi a sedere. Deglutìì e mi
strinsi contro il muro
-Lo so che sei entrato dalla porta, ma credevo fosse chiusa a chiave-
Risposi
arrotolandomi una ciocca di capelli tra le dita. Mi sorrise, prima di
alzarsi
in piedi. Si avvicinò molto (troppo) lentamente a me.
Istintivamente gli
poggiai le mani sul petto, per cercare di allontanarlo un po'
-Invece era aperta, perfortuna- Mi sussurrò all'orecchio.
Chiusi gli occhi
sospirando. Io prima o poi sarei morta
-D-di co-cosa dobbiamo parlare?- Gli chiesi deglutendo. Credevo
veramente che
le cose potessero sistemarsi. Credevo che Lorenzo finalmente si fosse
reso
conto di ciò che provava per me. Credevo che si fosse reso
conto di cosa
provavo io.
Quanto mi sbagliavo.
_________________________________________________
Hola!!!
Prima che mi uccidiate, vorrei tranquillizarvi dicendo che
le cose si sistemeranno prima del previsto, prometto :D
D'altra parte non potevo far andare le cose per il verso giusto
così presto, non credete?
Prometto che tra un paio di capitoli la situazione si
stabilirà parecchio :D
Come al solito vi ringrazio tantissimo, sono davvero felice che la
storia vi piaccia, dico sulserio :D
Un ringraziamento speciale va come sempre a
_Renesmee
Cullen_
FedeKiryu
saketta Jonas_sister
e
loveis4ever
Alla prossima!!!!!!!!!!
|
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Capitolo 12 *** La perfezione ***
Capitolo
11
La
perfezione
"Com'è
cominciato?" disse.
"Non posso dire l'ora precisa, il luogo, lo sguardo,
le parole che stanno alla base di tutto.
Mi ci sono trovato
nel mezzo
prima di accorgermi
che fosse
iniziato".
- Jane Austen -
Credo di essermi
innamorato di lei
fin dal primo momento.
Non saprei spiegare perché.
Chi lo sa. A volte accade:
quando gli occhi di una persona non si limitano a guardarti,
ma ti assorbono,
ti introducono in un tunnel
dove puoi soltanto abbracciarti alla vertigine.
- D. Trueba -
Entrai in cucina
per bere del succo di frutta. Erano
passati esattamente cinque giorni dalla sera in cui io e Lorenzo
avevamo
"chiarito" le cose. Eravamo al sei di Gennaio
e l'indomani Giuliana,
la cugina di Arianna e Margherita, si sarebbe sposata.
Avevo cercato di evitare Lorenzo il più possibile dopo
quella fatidica sera.
Per i primi due giorni c'ero anche riuscita, ma purtroppo Giuliana aveva
affittato un enorme chalet privato per ospitare la sua intera famiglia
ed
eravamo stati costretti a lasciare tutti quanti l'albergo per
stabilirci in
quell'enorme casa.
Aprii il frigo e dopo aver preso un bicchiere, versai il succo di
frutta al suo
interno
-Ehi!- Sobbalzai facendo quasi cadere il bicchiere a terra e rischiando
quasi
di strozzarmi
-Mi dispiace Ila, io non so cosa mi sia preso in questi
giorni. L'unica
cosa che so è che abbiamo fatto un errore. L'unica cosa che
so è che io
sono...sono- Non avevo mai visto Lorenzo in quello stato. Sembrava
quasi che
stesse per piangere. Chiuse gli occhi e continuò a parlare
-Sono innamorato di
Margherita- Disse voltandosi velocemente e muovendosi verso la porta.
Una più
che giustificabile rabbia mi invase. Mi alzai in piedi e lo afferrai per la camicia, costringendolo
a voltarsi di
nuovo
-Dimmelo in faccia. Guardami negli occhi e dimmi...- Mi interruppi,
avvicinandomi alle sue labbra -Dimmi che ami Margherita- Continuai
sfiorandole
con le mie. Lo sentìì trattenere il respiro e mi
accorsi che continuava a
deglutire nervosamente -Dimmelo Lorenzo- Continuai, prendendo ad
accarezzargli
il petto, lasciato scoperto da alcuni bottoni slacciati della camicia
-Io...- Oh mio Dio, quella era davvero la sua voce? Sembrava che stesse
per
emettere l'ultimo respiro -Io...- Sorrisi compiaciuta, quando feci
scorrere le
mani fino ad arrivare al bordo dei suo jeans e lo
sentìì sussultare. Mi
avvicinai ancora di più ed eliminai la distanza tra le
nostre labbra. Lorenzo
ricambiò il bacio e mi allacciò le braccia
attorno alla vita, stringendomi di
più contro di lui. Mi fece aderire alla parete e mi
portò le mani tra i
capelli. Sorrisi e lo strinsi maggiormente a me. In quel preciso
istante
Lorenzo si allontanò bruscamente e si voltò,
dandomi le spalle
-Ascoltami, io amo Margherita. Puoi anche non crederci, ma è
così- Disse, prima
di cominciare a camminare verso la porta. Una volta uscito se la
richiuse alle spalle. Io mi sedetti a terra, ma non piansi. Non ne
avevo nè la
forza nè la voglia.
-Ma sei impazzito? Mi hai fatto prendere un colpo- Dissi vedendo che la
persona
responsabile della mia quasi morte, era Lorenzo
-Non fare la melodrammatica! Volevo semplicemente chiederti di
lasciarmene un
po'. Ogni volta che ho voglia di succo mi accorgo che è
finito- Mi rispose lui
prendendo un bicchiere dalla credenza
-Stai insinuando che sono io a finirlo?- Mi guardò
sorridendo e, dopo essersene
versato un po', si avvicinò a me
-Cin!- Disse facendo scontrare i nostri bicchieri. Dopo aver bevuto
tutto d'un
sorso il contenuto del bicchiere, si voltò e fece per
andarsene
-Aspetta!- Lo richiamai. Non sapevo nemmeno io cosa volevo dirgli
-Dimmi- Mi rispose lui vedendo che non accennavo a parlare
-Per quello che....che è successo l'altro giorno...Bhe
insomma...non c'è
bisogno di...-
-Hai ragione, non c'è bisogno di parlarne ulteriormente,
giusto?- Mi chiese
sorridendo. Mi costrinsi ad annuire. Dopodiché lo guardai
allontanarsi. Ero
incapace di muovermi. Quelle sue parole bruciavano più del
fuoco. Come poteva
non aver significato nulla quello che era successo?
Probabilmente ero solo un'illusa. Un'illusa incapace di dimenticare,
mentre lui
era un maledettissimo nodo che si rifiutava categoricamente di andare
via.
Mi sembrava così assurdo il fatto che non riuscissi a
dimenticarlo dopo tutto
il male che mi aveva fatto, seppur inconsciamente.
La cosa che più mi dispiaceva era che, se solo lui mi avesse
dato
un'opportunità, magari si sarebbe innamorato di me.
Misi il bicchiere nel lavello e uscii dalla cucina per tornare in
camera mia
-Oh Ilaria! Perfortuna che ti ho incontrata- Margherita mi venne
incontro come
una matta. Involontariamente sbuffai. Ultimamente non sopportavo di
vederela
-Che succede?- Chiesi esaminandomi le unghie. Non riuscivo a guardarla
in
faccia. Era più forte di me. Se da una parte mi sentivo in
colpa per
essermi innamorata del suo fidanzato, dall'altra provavo fastidio. Ero
infastidita dal suo amore perfetto e completamente ricambiato.
-Stò cercando Arianna come una matta. L'hai vista?- Mi
chiese aprendo la sua
pochette ed estraendone il suo I- Phone
-No. Perchè? Che succede?- Iniziai a battere un piede sul
pavimento
nervosamente, in attesa di una sua risposta che non accennava ad
arrivare,
visto che era occupatissima a smanettare con il cellulare
-Niente, non mi risponde neanche Lorenzo- A quel nome sentii lo stomaco
contorcersi
-Ascolta Ila, dovresti farmi un enorme favore. Giuliana ha dimenticato
le fedi
nuziali a casa. Devo tornare a Roma per prenderle e ho bisogno che
Arianna mi
accompagni. Potresti cercare Lorenzo e dirgli che torniamo domattina?-
Sgranai
gli occhi sorpresa
-Cosa? Ma stasera c'è la cena di prova e...-
-Lo so, però devo andare per forza io. Sono la sua damigella
e sò dove si trova
casa sua. Perfavore. Sò che ti sto chiedendo un enorme
favore, visto che non
fai nemmeno parte della famiglia, però ti conosco da sempre
e mi fido
ciecamente di te. Per me sei come una sorella- Incredibile. Con quelle
parole
era riuscita a farmi sentire un autentico schifo
-O-ok. Ma cosa vuoi che faccia?- La vidi illuminarsi
-Devi semplicemente sostituirmi per questa sera. Fatti aiutare da
Lorenzo-
-Ma veramente...-
-Grazie! Ti devo un enorme favore- Mi interruppe baciandomi sulla
guancia,
dopodiché corse via.
Ci mancava solo questa. Dovevo passare l'intera serata sola con
Lorenzo. Potevo
essere più sfortunata di così?
-Dove va Margherita così di corsa?- Evidentemente
sì. La sfortuna non è mai
troppa. Guardai Lorenzo emettendo un enorme sospiro,
dopodiché gli raccontai
tutto
-Io e te da soli? Fantastico- Disse senza un minimo d'entusiasmo. Era
incredibile. Riusciva a farmi stare male anche con una semplice parola
-Se ti dà così fastidio, puoi anche farne a meno.
Io non ho di certo bisogno
della balia- Dissi voltandomi e incamminandomi verso la mia camera
-Ilaria! Ilaria aspetta!- Non mi voltai. Ignorai categoricamente il suo
richiamo. Mi aveva ferita, più di una volta. Ed ora ero
veramente stufa.
Non appena
entrai in camera, mi lasciai cadere sul
letto. Ero davvero stanca. Ma chi me lo aveva fatto fare di accettare
l'invito
a quel dannato matrimonio?
-Che succede, Ila?- Mi chiese Marco entrando nella mia stanza
-Niente. Sento semplicemente la mancanza di casa- Risposi mettendomi a
sedere
-Bhè, devi resistere ancora due giorni. Dopodomani potrai
tornare nuovamente
nella tua accogliente casetta- Mi disse sorridendo e mettendosi a
sedere vicino
a me
-Già. Non sai quanto lo desideri- Risposi guardando fuori
dalla finestra. D'un
tratto sentii la sua mano sulla spalla, dopodiché mi
avvicinò a lui, facendo
poggiare la mia testa al suo petto
-Sai che puoi contare sempre su di me- Lo guardai e gli sorrisi. Prima
che
potessi replicare, la porta della mia stanza si aprì
-Oh! Scusate- Disse Lorenzo imbarazzato al massimo. Io puntai i miei
occhi nei
suoi e notai un'espressione indecifrabile -Disturbo?- Chiese con una
lieve
stonatura nella voce
-N...-
-Si. Per la verità, si- Dissi interrompendo Marco, che mi
guardò sorpreso
-Volevo solo dirti...che se vuoi, stasera...possiamo andare al
ristorante
insieme- Mi chiese estremamente irritato
-No, non importa. Vado insieme a Leonardo- Risposi guardandolo negli
occhi.
Lorenzo annuì, inspiegabilmente infastidito,
dopodiché uscì senza nemmeno
salutare.
Solo in quel momento mi accorsi che stavo trattenendo il respiro,
così me ne
concessi uno di sollievo, prima di gettarmi all'indietro sul materasso
con gli
occhi chiusi. Li riaprii sentendomi osservata
-Che c'è'?- Chiesi facendo la finta tonta
-Niente. E' solo che...quand'è che a Leonardo è
scesa la febbre? Comincio
a preoccuparmi per la mia memoria- Scoppiai a ridere, colpendolo con un
cuscino. Da quando avevamo lasciato l'albergo per sistemarci nello
chalet,
Leonardo si era preso l'influenza, con tanto di febbre a quaranta ed
era stato
costretto a passare le giornate al letto
-Scemo! E' solo che...non mi andava di andare con lui. Non mi
è molto
simpatico. Mi sembra logico che sarai tu ad accompagnarmi- Risposi.
Avevo
mentito. Lorenzo mi era tutto fuorchè antipatico. Anche se a
volte riusciva ad
essere davvero insopportabile
-Lui e Margherita stanno ancora insieme, vero?-
-Si- Risposi abbastanza scocciata -Perchè?- Continuai,
cercando di calmarmi. Ci
mancava solo che Marco capisse qualcosa, per firmare la mia condanna a
morte
-Non lo so. Mi è sembrato un po'...- Lo guardai confusa
-Un po'?-
-Un pochino...geloso- Scoppiai a ridere nervosamente. Figuriamoci se
Lorenzo
era geloso di me
-Oh mio Dio, Marco! Capisco che sia un bel ragazzo, ma che sia
addirittura
riuscito a farti diventare gay, mi sembra esagerato- Scherzai per
sdrammatizzare
-Scema! Intendevo che...sembra geloso di te- Sgranai gli occhi e cercai
di
inghiottire quel flotto di saliva presente all'interno della mia bocca,
che
però, vista la situazione non accennava a scendere
-Tu stai delirando. Sicuro di non avere la febbre? Forse Leonardo ti ha
contagiato?- Mi alzai dal letto nell'imbarazzo più totale,
dopodiché presi il
mio BlackBerry per vedere se avessi qualche messaggio da parte di
Arianna
-Pensa pure quello che vuoi, ma sono più che certo che
è geloso- Mi voltai a
guardarlo, facendomi improvvisamente seria
-Come fai ad esserne così certo?- E un applauso per la
deficente dell'anno va
a...me chiaramente
-Sveglia! Sono un ragazzo, certe cose si capiscono. Anche io mi
comporto così
quando vedo t... una ragazza che mi piace
abbracciata ad un altro- Mi
rispose aprendo la porta della mia camera e facendo per uscire,
improvvisamente
imbarazzato
-C'è una cosa che non mi spiego- Disse voltandosi verso di
me. Trattenni il
respiro, credendo che avesse capito qualcosa
-Come fa ad essere geloso di te. Quel ragazzo ha bisogno di un paio di
occhiali- Mi rispose scoppiando a ridere come un cretino. Afferrai il
cuscino e
glielo lanciai con tutta la forza che avevo in corpo. Sfortunatamente
riuscì a
schivarlo
-Ci vediamo stasera, mademoiselle- Continuò richiudendosi la
porta alla spalle.
Mi sedetti sulla sedia della scrivania scuotendo la testa…
…"Pensa pure quello che vuoi, ma sono
più che certo che è geloso"…
Scrollai la testa per scacciare via quelle parole. Figuriamoci se
Lorenzo era
geloso di me. Si vedeva lontano un miglio che l'unica di cui gli
importava era
Margherita. Dovevo soltanto accettare che, non solamente per il fatto
che
Lorenzo si trovasse nel mio cuore, doveva trovarsi automaticamente
anche nella
mia vita. La mia era soltanto un'insensata speranza. Un amore senza
senso.
Dovevo smetterla di pensare a lui, perchè lui non pensava a
me.
La cosa che mi faceva più rabbia era che, non c'era uno
stramaledettissimo
rimedio a tutto quello. I poeti e gli scrittori sono solo in grado di
raccontare dell'amore e di come una persona lotta per vederlo
trionfare, ma non
spiegano un accidenti su come fare quando l'amore non è
corrisposto. Come fare
quando al centro dei pensieri di una persona c'è un amore
impossibile. Non
spiegano mai cosa fare se trovi il tuo Romeo ma tu non sei la sua
Giulietta. Se
lui è il tuo Mr Darcy ma tu non sei la sua Elizabeth.
Se...Ok, il concetto era
chiaro.
Lorenzo era la conferma che l'amore non porta niente di buono, che fa
solo
piangere e star male. Che è uno spreco di energie. Che
è controproducente. Per
citare una delle mie canzoni preferite "L'amore
è una cosa da niente, non
è come ti fanno credere", nessuna frase
potrebbe essere più azzeccata di
questa.
Non capivo. Non capivo quale scopo avesse l'amore. Non capivo
perchè gli fosse
concesso tutto questo potere. Cioè quello di distruggere le
persone. Non farle
ragionare più. Farle solo stare male.
A volte quando vedevo Lorenzo, avevo voglia di dirgli tutto, ma poi in
me
subentrava la paura. La mia era una situazione complicatissima. Se
avessi
confessato cosa provavo per lui, avrei automaticamente perso la mia
migliore
amica, che si sarebbe schierata logicamente dalla parte di sua sorella.
Senza
contare il fatto che, nonostante Margherita non mi fosse
simpaticissima, sarei stata
davvero male se avesse cominciato ad odiarmi.
Mi alzai dalla sedia e mi gettai nuovamente sul letto. Non ne potevo
più di
quella situazione. Volevo tornare a casa mia e tornare a fare quello
che stavo
facendo prima di quella maledettissima festa di Natale.
Perchè? Perchè a me? Non resistevo
più. Non ce la facevo più. Mi sentivo in
trappola. Non riuscivo a respirare. Non sapevo più come si
faceva a ridere. Mi
faceva male e lui neanche se ne accorgeva. Il piede di un gigante sopra
di me
avrebbe fatto meno male di quanto me ne faceva il suo comportamento. La
cosa peggiore
era che lui non capiva.
Lui non capiva quanto stavo male.
Lui non capiva che stavo male a causa sua.
Alle otto in punto ero pronta.
Presi la borsa e mi incamminai verso la camera di Marco, ma
sfortunatamente
incrociai l'ultima persona che avrei dovuto incontrare nel corridoio
-Ciao- Mi disse Lorenzo, visibilmente imbarazzato
-Ciao- Risposi abbassando lo sguardo
-Sei bellissima- Arrossìì come un peperone.
Dopodiché puntai il mio sguardo su
di lui e sorrisi
-Grazie-
-Mi dispiace per oggi pomeriggio. Mi dispiace anche per l'altra ser...-
In quel
preciso istante la porta della stanza di Marco si spalancò
-Ops- Disse, alternando lo sguardo da me a Lorenzo -Interrompo
qualcosa?-
Chiese guardandomi. Scossi la testa sospirando, dopodiché
tornai a guardare
Lorenzo
-Allora ci vediamo al ristorante- Disse lui, voltandosi e
incamminandosi verso
le scale
-Tutto ok?- Mi chiese Marco, una volta rimasti soli. Mi sforzai di
sorridere
-Certo. Andiamo, altrimenti facciamo tardi- Dissi superandolo.
In realtà niente andava bene. Era tutto un enorme disastro
senza via d'uscita.
Ma perchè era così difficile dimenticare una
persona che non faceva altro che
farmi stare male?
Perchè invece era stato così facile innamorarsi
di Lorenzo?
Se me lo avessero detto qualche mese prima non ci avrei creduto, invece
sbagliavo. Io ero sempre stata innamorata di Lorenzo. Forse era proprio
quello
il problema.
Io lo avevo sempre amato, mentre lui non lo aveva mai fatto e non lo
avrebbe
mai fatto.
Di questo ne ero certa.
Arrivammo al ristorante verso le otto e dieci. Giuliana mi venne
incontro più
agitata che mai
-Ilaria, perfortuna che tu ci sei- Prese un bel respiro e si
lasciò cadere
sulla sedia, poggiando la testa sul tavolo
-Ehi, respira. Andrà tutto bene, vedrai- Dissi poggiandole
una mano sulla
spalla -In fin dei conti ti sposi domani non questa sera. Ora prendi un
bel
respiro e sorridi. E' soltanto la cena di prova, per le crisi di panico
c'è
tempo- Continuai sorridendo. lei ricambiò il sorriso e si
alzò in piedi
-Grazie mille- Mi rispose, prima di raggiungere gli altri invitati.
Mi guardai un po' attorno. Ero piuttosto imbarazzata. Mi sentivo
fuoriluogo più
che altro.
Individuai Marco e lo raggiunsi al tavolo. Mi sedetti, lisciandomi la
gonna dle
vestito
-Ehi?- Alzai gli occhi e trovai Marco intento a guardarmi -Va tutto
bene?- Mi
chiese bevendo un sorso d'acqua
-Diciamo di sì- Risposi
-Che c'è? Ti manca il bambolotto?- Sorrisi capendo che si
riferiva a Leonardo.
in realtà non era lui il bambolotto, volevo dire, non era
lui il ragazzo in
questione
-Sì...sì mi manca Leonardo- Risposi
più a me stessa che a lui
-Coraggio, pensa che mancano solo un'infinità di portate
prima di arrivare al
dolce. Dopodiché potremmo andarcene- Sorrisi di nuovo,
sistemandomi i capelli
dietro le orecchie
-Ti ringrazio Marcolino. Tu riesci a tranquillizzare le persone alla
perfezione. Ti pregherei di non parlare con la sposa, altrimenti domani
lo
sposo sarà costretto a sposarsi con un ologramma- Marco
scoppiò a ridere,
iniziando a tossicchiare per dell'acqua andatagli per traverso.
Sorrisi anche io, scuotendo la testa
-Menomale, ecco gli antipasti- Tre camerieri si avvicinarono al nostro
tavolo,
che condividevamo con altre quattro persone sconosciute.
Dopodiché iniziarono a
servire gli antipasti.
In realtà non avevo molta fame, ma mi costrinsi lo stesso a
mangiare. La serata
sarebbe stata lunghissima enon volevo di certo svenire davanti a tutti.
Ero già
abbastanza imbarazzata.
Dopo circa un
paio d'ore i camerieri continuavano a
servirci portate su portate. Mancava davvero poco e la chiusura lampo
del mio
vestito sarebbe esplosa
-Marco, scusami un secondo. Vado in bagno- Dissi alzandomi. Lui
annuìì,
tuffandosi nuovamente in un qualche tipo di alimento che non avevo la
forza di
identificare.
Entrai in bagno e notai che c'era una fila immensa. Mi poggiai contro
il muro e
chiusi gli occhi.
Quando li riaprìì notai che il bagno si era
svuotato. Mi avvicinai al lavandino
e mi sciacquai le mani. Non avevo visto Lorenzo per tutta la sera.
Cominciavo seriamente a credere che non fosse venuto.
Mi diedi una ritoccata al lucidalabbra, dopodiché
aprìì la porta e feci per
uscire, ma mi trovai Leonardo davanti
-E tu che ci fai quì?- Gli chiesi piuttosto sorpresa
-Mi ero rotto di stare a casa, così ti ho raggiunta.
Perchè, ti dispiace?- Mi
chiese allacciandomi le braccia attorno alla vita. Scossi la testa e
ricambiai
l'abbraccio
-No, no. E' che fino a ieri avevi la febbre alta e non è il
caso che...- Mi
interruppe avventandosi sulle mie labbra
-Guarisco più in fretta se ci sei tu- Disse facendomi
aderire al muro.
Ricambiai il bacio con poco trasporto. Cominciavo seriamente a credere
che la
mia storia con Leonardo fosse giunta di già al capolinea. Da
quando avevo
baciato Lorenzo mi ero resa conto di voler
baciare solo lui e,
anche se mi dispiaceva per Leonardo in una maniera incredibile, non
potevo più
stare con lui, non così. Non se amavo un'altra persona
-Leonardo...- Dissi staccandomi da lui
-Dimmi- Mi rispose continuando ad accarezzarmi la guancia e a lasciarmi
dei
baci a fior di labbra
-Io....noi non...- In quel momento la porta del bagno si
spalancò. Mio fratello
entrò e afferrò Leonardo per il colletto della
camicia
-Ehi bambolottino, questo è il bagno delle femmine. Tu
non sei una femmina, non
ancora, ma se vuoi ti aiuto io- Disse tirandolo fuori. Chiusi gli occhi
sospirando e quando li riaprìì mi trovai gli
occhi furenti di Lorenzo davanti
-Che cazzo stavate facendo?- Mi chiese entrando in bagno, richiudendosi
la
porta alle spalle
-Sei nel bagno delle femmine- Risposi allontanandomi da lui
-Non mi hai risposto-
-Forse perchè non meriti risposta. Forse perchè
non ti riguarda- Risposi
voltandomi di spalle
-Mi riguarda eccome- Mi prese per il polso, costringendomi a voltarmi
-No! No invece. Non ti riguarda per niente- Dissi togliendomi le sue
mani di
dosso -Cosa sei per me? Lorenzo, che ruolo occupi nella mia vita? Chi
sei per
chiedermi cosa faccio o non...- Non potei continuare, visto che mi
ritrovai con le sue labbra sulle mie e le sue mani dappertutto. Cercai
di
spingerlo via, ma era fatica sprecata. Così lo afferrai per
i capelli e lo
tirai indietro
-No, tu non...- Mi interruppe baciandomi di nuovo. Così non
mi rimase che
mordergli le labbra. Mugulò di dolore e si
allontanò appena, sfiorandosi le
labbra con le dita
-Dimmi cosa cavolo vuoi da me? Sei stato tu a dirmi di essere
innamorato di
Margherita. Sei stato tu a dirmi che quel bacio non era significato
niente.
Perciò, cosa accidenti vuoi? Vuoi che mi umili un altro
po'?- Dissi fuori di me
dalla rabbia. Lui scosse la testa, ma io non me ne accorsi -Vuoi sapere
cosa
stavo facendo con Leonardo? Bhè, io stavo...- Mi interruppi
quando mi afferrò
per la vita
-Cosa? Cosa stavate facendo?- Mi chiese stringendomi le spalle
-Lo stavo lasciando- Dissi tutto d'un fiato. Lorenzo alzò
gli occhi e io
automaticamente li abbassai
-Perchè?- Mi chiese continuando a guardarmi -Ilaria,
perchè lo volevi
lasciare?- Mi prese per il mento, costringendomi a guardarlo negli occhi
-Non lo so, forse perchè sono una stupida. Una stupida che
non è in grado di
dimenticare- Dissi allontanandomi da lui, dopodiché presi a
camminare verso la porta
-Ilaria- Mi chiamò lui. Mi bloccai senza voltarmi
-Cosa c'è?- Gli chiesi rassegnata. Ormai non ne potevo
davvero più
-Io ti amo- Probabilmente non c'era altra frase che poteva reggere il
confronto...
Io ti amo...
Era semplicemente la perfezione.
____________________________________________________________________
Scusatemi, dico davvero.
Sò di essere in ritardo pazzesco, ma lo studio mi ha tenuta
molto occupata in questo periodo.
Perfortuna che tra due mesi circa inizieranno le vacanze (magra
consolazione) :D
Bene bene, penso che almeno per questo capitolo io sia in salvo. In fin
dei conti è finito abbastanza bene, ma ricordate sempre
che non bisogna fasciarsi la testa prima di rompersela. Le cose tra
Lorenzo e Ilaria non sono
poi così facili ed è tutta colpa di Alessandro,
anche se in parte c'entra anche Margherita, visto che è la
sorella di Arianna.
Ora vi saluto, sperando di riuscire a postare presto questa volta :D
Grazie mille!!!!!
Alla prossima!!!!
Un
ringraziamento speciale va come sempre a
_Renesmee
Cullen_
FedeKiryu
saketta Jonas_sister
e
loveis4ever
E
a tutte le splendide persone che hanno recensito. Grazie di cuore.
Baci.
|
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Capitolo 13 *** Se tu te la senti, anche io me la sento ***
Capitolo
12
Se
tu te
la
senti,
anche io me la sento
Sono
venuta qui per dirti che noi, ad esempio,
siamo dannatamente sbagliati insieme.
Eppure tu mi fai sentire giusta.
Giusta per te, non per il mondo.
- Finessi R. -
Sentivo
che stavo finalmente facendo lo sbaglio giusto.
- David Grossman.
"Io
ti amo"...
"Io ti amo"...
"Io ti amo"...
"Io ti amo"...
"Io ti amo"...
Continuavano a
rimbombare nella mia mente, quelle
tre magnifiche parole. Sorrisi, o forse no. Ormai non capivo
più niente. Non
riuscivo nemmeno a rendermi conto delle mie azioni.
Mi appoggiai al muro, reggendomi a malapena in piedi
-Non dici niente?- Mi chiese lui, visibilmente imbarazzato
-Perchè?- Dissi solamente. Nonostante fossi la ragazza
più felice del mondo,
avevo paura di quello che sarebbe o non sarebbe successo
-Perchè cosa?- Mi
guardò confuso.
Effettivamente non sapevo nemmeno io cosa intendessi
-Perchè ora? Perchè la scorsa settimana mi hai
chiaramente detto di amare
Margherita e oggi mi dici che mi ami?- Lui sospirò,
coprendosi il volto con le
mani
-Quello che ti ho detto la scorsa settimana era una bugia. Io non...io
non sono
innamorato di Margherita- Mi rispose, avvicinandosi
-Tu mi ami- Dissi più a me che a lui, sorridendo. Stentavo
ancora a crederci
-Perchè mi hai detto una bugia? Perchè hai detto
di amare Margherita?- Gli
chiesi appoggiando le mani sul suo petto
-Perchè...perchè volevo evitare questo-
Disse indicandoci. Lo
guardai confusa
-"Questo" cosa?- Non riuscivo a capire di cosa
stesse parlando
-Ilaria, io e te non...non possiamo stare insieme- Disse accarezzandomi
una
guancia. Con un gesto secco della mano lo colpìì,
togliendomi la sua dalla
faccia
-Vaffanculo- Dissi fuori di me dalla rabbia, prima di correre via.
Corsi verso l'esterno del ristorante. Eravamo a soli dieci minuti dallo
chalet.
Pur di andarmene di lì, avrei fatto anche tutta la strada a
piedi, nonostante
il metro di neve che c'era e nonostante i tacchi
-Ilaria, aspetta- Lorenzo mi fermò per un polso,
costringendomi a voltarmi.
Non appena mi trovai i suoi occhi davanti, gli schioccai uno schiaffo
sulla
faccia
-Non mi devi toccare. Io ti odio, hai capito?- Gridai,
dopodiché provai a
colpirlo di nuovo, ma lui me lo impedìì
afferrandomi le mani
-Hai ragione, hai ragione, hai ragione. Calmati però,
perfavore- Io continuavo
a dimenarmi per riuscire a togliermi le sue mani di dosso
-No! Non mi calmo. Non sono io che sono venuta a cercarti e non sono io
che ti
ho detto di essere innamorata di te. Hai fatto tutto tu, io non ti ho
chiesto
niente- Dissi scoppiando in lacrime. Perchè mi aveva detto
di amarmi se poi non
voleva stare con me?
-Cazzo! Mi ascolti un attimo?- Disse, stringendomi ancora di
più i polsi
-Cosa? Cosa devo ascoltare? Hai già parlato abbastanza-
Risposi, rinunciando a
liberarmi dalla sua stretta
-Non sono io che non voglio stare con te. Io lo voglio eccome. Non
dormo la
notte pensando a te, mi sveglio con il tuo sorriso in testa. Io
stò impazzendo
per questa situazione. Non sò che fare- Disse sedendosi su
una panchina.
Dopodiché si coprì la faccia con le mani.
Sospirai e mi sedetti accanto a lui, incrociando le braccia
-Cosa c'è, Lorenzo? Se vuoi stare con me, se stai impazzendo
perchè mi vuoi,
qual'è il problema?- Chiesi poggiandogli una mano sulla
spalla
-Tuo fratello- Corrugai la fronte, confusa. Cosa c'entrava Alessandro?
-Che vuoi dire?- Lui alzò lo sguardo su di me
-Se sapesse che mi sono innamorato di te...non mi rivolgerebbe
più la parola e
credimi, io ti amo, ma non posso perdere l'amicizia di tuo fratello- Mi
rispose, accarezzandomi i capelli con la mano destra
-Perchè dici che non ti rivolgerebbe più la
parola? Lui è il tuo migliore amico
e si fida di te- Lui scosse la testa -Sì invece. Lui
vorrebbe solo vederti
felice e se per esserlo hai bisogno di me...capirà- Sorrise
intenerito dalle
mie parole
-Piccola, vorrei tanto che fosse così semplice, ma purtroppo
Alessandro è fatto
così. Lui è geloso di te. E' molto geloso di te.
Guarda come si comporta con
quell'idiota del tuo ex- Aggrottai le sopracciglia e sulle mie labbra
si
dipinse un sorrisetto divertito
-Scusa? Quale ex?- Lui puntò i suoi occhi nei miei -Io e
Leonardo non ci siamo
lasciati- Continuai, portando una mano sulla collana che mi aveva
regalato
Leonardo
-E' solo questione di tempo. L'hai detto tu che eravate in bagno
perchè lo
stavi scaricando- Mi rispose, fin troppo sicuro di sè.
Posizionò le braccia
lungo lo schienale della panchina e accavallò le gambe in
modo estremamente
sexy
-Non è affatto questione di tempo. Io non ho intenzione di
lasciarlo- Dissi
continuando a rigirare la collana tra le dita
-Sì che ne hai intenzione- Rispose lui, fissando il vuoto
davanti a sé
-No invece. Tu non sei nella mia testa, non sai quello che mi passa per
la
mente- Risposi incrociando le braccia
-Ma andiamo! Come puoi stare con quel bamboccio con gli ormoni a
duemila?- Mi
chiese fin troppo irritato. Sorrisi e lo indicai con un gesto della
testa
-Senti chi parla, hai detto tu stesso che la mattina ti svegli pensando
a me e
sono certa che non pensi a me solo con la mente- Dissi scoppiando a
ridere. La
sua espressione imbarazzata era il massimo
-Non posso evitarlo, in fin dei conti sono pur sempre un ragazzo- Mi
rispose
stringendosi nel cappotto
-Bhè...nemmeno Leonardo può evitarlo. Sai
com'è, è un ragazzo anche lui-
Risposi avvicinandomi leggermente a lui
-Sempre se tuo fratello non ha provveduto a farlo diventare donna-
Disse lui,
facendo lo stesso
-Pazienza, in ogni caso non ho intenzione di lasciarlo- Risposi.
Lorenzo mi
allacciò un braccio dietro alle spalle e mi fece aderire al
suo petto. Sorrisi
stringendomi di più contro di lui
-Sì, che devi lasciarlo- Mi disse, accarezzandomi i capelli
-Perchè dovrei farlo?- Lui mi strinse maggiormente a
sé
-Perchè stò male a vedervi insieme- Chiusi gli
occhi, godendomi la sensazione
meravigliosa che mi aveva provocato quella frase
-Se è per questo, stò male anche io- Dissi
sospirando
-Davvero? Bacia così male?- Mi chiese lui, scoppiando a
ridere. Assottigliai
gli occhi e lo colpìì su una spalla
-No, razza di cretino! Bacia molto meglio di te, se proprio vuoi
saperlo- Lo
vidi assumere un'adorabile espressione offesa -E comunque mi riferivo a
te e
Margherita- Dissi allontanandomi da lui
-Ah sì? E perchè ti darebbe fastidio che io e
Margherita stiamo insieme?- Lo
guardai confusa -Voglio dire, io sono innamorato di te e devo dire che,
anche
se ho avuto baci migliori, non baci poi così male- Spalancai
la bocca, allibita
per le sue parole -Mentre tu non hai motivo di stare male per me e
Margherita.
Non hai di certo detto di ricambiarmi e poi hai appena affermato che un
diciottenne idiota e con gli ormoni a mille bacia meglio di me-
Continuò,
fingendosi offeso. Sorrisi e mi alzai in piedi
-Allora ciao- Dissi coprendomi meglio. Vidi con la coda dell'occhio che
aveva
alzato lo sguardo su di me
-Dove vai?- Mi chiese continuando a fissarmi
-Oh bhè...torno dal mio ragazzo- Lo vidi stringere i pugni
-Tanto quì i miei
baci non sono indispensabili, giusto?- Continuai voltandomi.
Immediatamente,
sentìì le sue mani avvolgersi attorno ai miei
polsi
-Rimani- Mi sussurrò all'orecchio.
Rabbrividìì, e non di certo per la neve e
per i -10° che c'erano quella sera
-Perchè?- Gli chiesi, chiudendo gli occhi
-Perchè sì- Fu la sua unica risposta.
Dopodiché mi fece voltare e fece scorrere
una mano tra i miei capelli
-Perchè sì? Ma non è una risposta. Tu
non...- Mi interruppe annullando le
distanze tra le nostre labbra. Chiaramente ricambiai il bacio. Lo
ricambiai
perchè ne avevo bisogno. Perchè lo amavo.
Perchè non mi importava di niente e
nessuno in quel momento, ma solo di me e di lui.
Sapevo che aveva ragione. Sapevo che Alessandro non avrebbe mai
permesso che io
e Lorenzo stessimo insieme. Lo sapevo, ma non me ne importava niente.
Non me ne
importava perchè non è possibile scegliere di chi
innamorarsi e se io e lui c'
eravamo innamorati, Alessandro non avrebbe potuto fare niente per
impedirlo.
Niente.
Dopo qualche minuto, o forse qualche ora, io e Lorenzo sciogliemmo il
bacio.
Lui mi tenne stretta contro il suo petto, cullandomi leggermente per
cercare di
riscaldarmi
-Anche io- Dissi chiudendo gli occhi. Lui corrugò la fronte,
confuso
-Anche tu, cosa?- Sorrisi stringendomi di più contro di lui
-Anche io ti amo- Risposi. Lo sentìì sorridere,
mentre mi baciava i capelli
-Che dici, rientriamo?- Mi chiese allontanandomi da lui, con mio enorme
disappunto -Stai diventando un cubetto di ghiaccio- Continuò
prendendomi una
mano tra le sue
-Ok- Risposi, consapevole che una volta dentro le cose sarebbero
tornate uguali
a prima. Una volta dentro io e Lorenzo saremmo tornati alla dura
realtà. Una
realtà in cui io e lui dovevamo continuare a fingere di
odiarci, cercando di
smetterla di amarci.
Camminammo qualche passo, fino a raggiungere la porta d'entrata del
ristorante.
In quel preciso istante Lorenzo mi tirò indietro, fino a
farmi arrivare a tre
centimetri dal suo viso. Chiusi gli occhi, istintivamente
-Ascoltami bene. Sarà dura, molto dura, però io
ti amo e non intendo rinunciare
a te- Quelle parole mi provocarono un immenso sollievo -Se tu te la
senti di
correre il rischio per stare con me...allora me la sento anche io-
Continuò
accarezzandomi una guancia. Sorrisi poggiando la mia mano sulla sua
-Io me la sento- Dissi abbracciandolo, prima di lasciargli un bacio a
stampo
-Perfetto- Disse.
Annuìì e poi feci per entrare, ma lui mi fece
indietreggiare di nuovo
-Che c'è?- Gli chiesi io, confusa
-Non posso lasciare Margherita- Mi disse sospirando. Una più
che giustificata
rabbia mi invase tutto il corpo e mi venne voglia di prenderlo a pugni
-Cosa?- Gli chiesi minacciosa
-Prima che ti arrabbi, lascia che ti spieghi. Non posso lasciarla
perchè
daremmo troppo nell'occhio- Alzai lo sguardo sul suo viso e notai che
era serio
-Quindi per non dare nell'occhio devo sopportare ancora di vedervi
insieme? Di
vedere che vi baciate, che dormite nella stessa stanza e che...- Mi
interruppe
attirandomi a sè, scuotendo la testa
-Ti prometto, ti giuro che non succederà più
niente tra me e lei. Non appena
torneremo a Roma e non saremo più costretti a convivere
tutti insieme la
lascerò- Continuò accarezzandomi i capelli. Ci
pensai su un istante e capìì che
non era poi una cattiva idea, ma decisi comunque di prendermi una
piccola
rivincita
-Perfetto, credo che tu abbia ragione- Lui sorrise sollevato, prima di
aprire
la porta del ristorante -Tu continuerai a stare con Margherita e io con
Leonardo, mi sembra perfetto- Continuai, precedendolo ad entrare.
Prima di entrare nella sala riservata agli ospiti del matrimonio,
Lorenzo mi
afferrò per un polso
-Come scusa? Che bisogno c'è che tu e quell'idiota
continuiate a stare insieme?
Non ha senso- Mi disse stringendo la presa sul mio polso
-Lo hai detto tu, è per non destare sospetti- Risposi,
liberandomi della sua
stretta. Dopodiché presi a camminare verso il tavolo che,
vista la breve
assenza di Margherita e Arianna, condividevo con Marco, Alessandro,
Leonardo
e...Lorenzo, che mi raggiunse subito dopo.
Sapevo che era sbagliato nei confronti di Leonardo, ma avrei chiarito
con lui
non appena saremmo tornati a Roma. Lui era stato davvero magnifico con
me e non
si meritava di soffrire a causa mia
-Amore, ma che fine avevi fatto?- Mi sussurrò all'orecchio
non appena mi
sedetti tra lui e mio fratello
-Ero...sono tornata un istante allo chalet. Avevo dimenticato il
cellulare in
camera- Risposi aprendomi in un sorriso tiratissimo. Anche Lorenzo si
sedette.
Sfortunatamente per me si sedette proprio di fronte a noi.
Dopo cena, i
futuri sposi aprirono le danze e tutte
le coppie presenti in sala si alzarono per ballare. Leonardo era in
bagno già
da qualche minuto e Marco mi invitò a ballare
-Lo so che non siamo una coppia, ma potrei avere l'onore di questo
ballo?- Mi
chiese porgendomi la mano. Gli sorrisi intenerita e, dopo aver poggiato
la mia
pochette sulla sedia, mi alzai e lo seguìì in
pista
-Allora, mi dici cos'hai?- Mi chiese lui, spiazzandomi
-Ma niente, sono solo un po' stanca- Risposi, poggiando la testa sul
suo petto
-Sì, come no e io sono Batman- Mi disse facendomi scoppiare
a ridere
-Davvero? Ma non era Spiderman il tuo supereroe preferito?
Così ti fai
concorrenza da solo- Risposi guadagnandomi un leggero colpo sulla
spalla da
parte sua
-Dico davvero. Che hai? Si vede che qualcosa ti preoccupa- Accidenti.
Possibile
che fosse così chiaro? Ero davvero un libro aperto per Marco
-Sì, qualcosa mi preoccupa- Risposi pensando alla situazione
in cui ci
trovavamo io e Lorenzo
-Cosa? Cos'è che ti preoccupa, a me puoi dirlo- Presi a
guardarlo negli occhi e
mi resi conto che mi avrebbe fatto bene parlarne con qualcuno
-Ok, te lo dico. Però non quì- Marco si
guardò intorno, dopodiché mi afferrò
una mano e mi trascinò il un corridoio che accedeva ad altre
sale
-Coraggio parla- Disse Marco, sedendosi su un divanetto in pelle
-Non è così facile da dire Marcolino. Io mi fido
di te e sò che non mi
giudicheresti mai, però sono io a giudicarmi. Stò
facendo una cosa sbagliata
per gli altri, ma giusta per me. Stò facendo un un torto a
persone che non lo
meritano neanche un po', ma non ne sono per niente pentita- Dissi
coprendomi la
faccia con le mani
-Ti sei innamorata di Lorenzo- Disse Marco, come se fosse la cosa
più ovvia del
mondo. Sgranai gli occhi e deglutìì, imbarazzata
al massimo
-C-com...co-cosa...- Non riuscivo neanche a formulare una frase
sensata. Marco
mi sorrise
-E' evidente che ti sei innamorata di quel tipo, com'è
altrettanto evidente che
anche lui ti ama. Solo un cieco non se ne accorgerebbe- Si
avvicinò a me e mi
accarezzò i capelli
-Ila, io ti voglio bene e ci sarò sempre per te, sai che
puoi fidarti di me-
Annuìì, prima di gettarmi tra le sue braccia
-Marco, non sò che fare. Non voglio che Arianna smetta di
parlarmi- Dissi
scoppiando a piangere. Marco mi strinse più forte contro il
suo petto
-Credo che sia meglio che per ora non diciate niente. Con il tempo si
vedrà
cosa fare. Sono certo che quando ti sentirai pronta per parlarle, lei
capirà-
Guardai Marco e gli sorrisi. Ero davvero fortunata ad avere un amico
come lui.
Non lo avrei perso per niente al mondo
-Grazie Marco, ti voglio tanto bene- Dissi abbracciandolo di nuovo. Per
un
momento mi sembrò di sentirlo stringere i pugni, ma poi
ricambiò l'abbraccio
-Anche io- Mi rispose -Non sai quanto- Continuò stringendomi
più forte. Ero
davvero un'ingenua. Non compresi neanche minimamente a cosa si riferiva
Marco,
nonostante fosse così chiaro come il sole.
Dopo circa dieci
minuti, che avevo passato a
spiegare a Marco come stavano le cose tra me e Lorenzo, tornammo al
nostro
tavolo
-Tutto ok?- Mi chiese Leonardo prendendomi una mano tra le sue.
Annuìì,
sorridendogli con un sorriso tiratissimo. Sentivo gli occhi di Lorenzo
su di me
e questo mi provocava una sensazione incredibile
-Dov'è la sposa? C'è il lancio del bouquet?-
Guardai mio fratello confusa. Ma
cosa stava farneticando?
-E' completamente ubriaco- Mi spiegò Leonardo, sorridendo.
Sorrisi anche io nel
vederlo in quello stato
-Me ne ero accorta- Risposi avvicinandomi a lui -Ale? Ale, come stai?-
Gli
chiesi toccandolo sul braccio. Lui si voltò verso di me,
prima di allacciarmi
le braccia attorno al collo
-Sorellina! Sorellina, ciao. Ti voglio bene, lo sai?- Era decisamente
ubriaco
fradicio
-Alessandro, sei ubriaco- Dissi cercando di togliermelo di dosso
-No!....Sì, sono ubriaco- Disse scoppiando a ridere.
Dopodiché mi lasciò andare
per abbracciare Lorenzo. Non potei trattenere una risata quando
sentìì cosa gli
stava dicendo Alessandro
-Lo sai Lore? Non sei niente male. Fossi una ragazza farei sicuramente
un
pensierino su di te- Scoppiai a ridere, arrivando quasi alle lacrime,
quando
vidi la faccia imbarazzata di Lorenzo
-Sì, come no. Amico, è meglio se ti porto a casa-
Alessandro sorrise
-Perchè? Vuoi abusare di me? E' illegale, vostro onore-
Stava completamente
delirando
-Ehi, amore?- Mi voltai verso Leonardo e gli sorrisi
-Visto che tuo fratello è...bhè sì,
diciamo che è fuori gioco. Che ne dici se
ce ne andiamo a dormire- Stavo già per annuire, ma mi fermai
non appena finì la
frase -O a non dormire...insieme?- Sgranai gli occhi, impreparata dalle
sue
parole. Mi voltai verso Lorenzo. Perfortuna non aveva sentito niente
-Io non...bhè..non...- Leonardo mi prese la mano e la
baciò
-Amore, calmati. Se non te la senti, non importa. Però non
c'è niente di male
nel dormire insieme, giusto?- Mi chiese continuando a tenermi la mano.
Non
potevo certo dirgli di no. Avevamo dormito insieme già altre
volte e se gli
avessi detto di no quella volta, avrebbe capito che c'era qualcosa che
non
andava
-Sì, andiamo- Risposi afferrando la giacca.
Mi avvicinai a Lorenzo e lo vidi sorridermi in modo decisamente
malizioso,
prima di farmi l'occhietto. Arrossì abbassando lo sguardo
-Io e Leonardo andiamo a casa. Ci pensate tu e Marco ad Alessandro?-
Gli
chiesi, continuando a tenere lo sguardo rivolto verso il basso
-Andate?- Mi chiese Lorenzo, fin troppo
seccato. Alzai lo sguardo e
notai che stava letteralmente fulminando Leonardo. Mi avvicinai di
più a lui e
gli poggiai una mano sul braccio, attirando la sua attenzione
-Andiamo, sì. Ci vediamo
più tardi- Risposi sorridendo. Lui ricambiò il
sorriso
e si voltò verso mio fratello per aiutarlo ad alzarsi
-Andiamo?- Mi chiese Leonardo quando mi avvicinai di nuovo a lui.
Annuìì
sistemandomi il cappotto. Dopodiché
seguìì Leonardo fino alla sua macchina.
Andai in bagno
per mettermi il pigiama. Alessandro
era completamente andato. Non appena Lorenzo e Marco lo avevano
sistemato sul suo
letto, si era addormentato.
Quando uscìì dal bagno, trovai Leonardo sdraiato
sul mio letto, intento a
rigirare un mio braccialetto tra le mani. Non appena mi vide, mi
sorrise,
invitandomi a sdraiarmi accanto a lui. Deglutìì,
abbastanza nervosa e mi
infilai sotto le coperte
-Ti amo- Mi disse facendomi accoccolare tra le sue braccia. Era
caldissimo,
così pensai che gli fosse tornata la febbre
-Sei bollente. Ti è salita di nuovo la febbre?- Gli chiesi,
poggiandogli una
mano sulla fronte. Lo sentìì sussultare per quel
contatto, prima di aprirsi in
una risata abbastanza imbarazzata
-No, non è la febbre- Mi rispose guardandomi negli occhi
-Ah no? E cos'è allora?- Gli domandai, ingenuamente. Lui mi
sorrise e si
avvicinò alle mie labbra
-Sei tu che mi fai questo effetto- Mi sussurrò sfiorandomi
le labbra.
Cominciavo a sentire caldo anche io, ma per il motivo opposto al suo.
Io non
volevo di certo spingermi oltre. Non con lui - Dio mio, ho una voglia
matta
di...- Sgranai gli occhi, facendolo allontanare da me
-Leonardo, scusami, ma non me la sento. Non questa sera- Dissi
sistemandomi la
maglietta. Lui mi sorrise, intenerito. Dopodiché mi fece
sdraiare nuovamente
sul suo petto, prendendo ad accarezzarmi i capelli
-Tranquilla, amore mio. Non dobbiamo fare niente che tu non voglia. Io
ti amo e
sono disposto ad aspettarti quanto vuoi- Mi veniva da piangere.
Leonardo era
davvero un ragazzo d'oro e mi amava. Mi amava e io lo stavo solo
prendendo in
giro. Non potevo farlo. Non potevo prendermi gioco di lui
-Leonardo, devo dirti una cosa. E' molto importante, si tratta di...-
Lui mi
interruppe, baciandomi a fior di labbra
-Qualsiasi cosa sia per me va bene- Mi disse facendomi sdraiare
nuovamente. Chiusi
gli occhi, cullata dalle sue braccia e dai leggeri baci che mi lasciava
sui
capelli.
Dopo qualche ora
mi svegliai con la gola secca.
Controllai l'ora sul cellulare. Erano le quattro del mattino.
Mi alzai, cercando di non svegliare Leonardo. Dopodiché mi
avvicinai alla porta
e dopo averla aperta, mi diressi fuori dalla stanza.
Dopo aver bevuto, risalìì le scale per tornare in
camera mia, ma era buio nel
corridoio e finìì contro qualcosa
-Accidenti- Dissi massaggiandomi la testa che avevo battuto contro
quel qualcosa
-Fatta male?- Una lucetta illuminò leggermente il corridoio,
mostrandomi contro
cosa, o meglio, chi ero finita
-E tu che ci fai sveglio a quest'ora?- Chiesi a Lorenzo. Lui
alzò il suo
sguardo serio verso di me
-Non riuscivo a dormire- Deglutìì, quando lo vidi
avvicinarsi di qualche passo
verso di me
-E...e come mai?- Gli chiesi aderendo completamente contro il muro
-In realtà...- Mi cinse la vita con le braccia -Non sopporto
l'idea che...- Si
avvicinò, arrivando a circa due centimetri dalla mia faccia,
in particolare
dalle mie labbra -Tu e quel cretino dormiate nella stessa stanza...- Mi
depositò un bacio per nulla casto sul collo -Nello
stesso letto-
Continuò, sfiorandomi il collo con il naso
-Lore?- provai a spingerlo via, ma senza risultati
-Non lo sopporto- Mi disse, continuando a tenermi ferma contro il muro
-Lore, spostati. Qualcuno potrebbe vederci e...- Mi interruppe,
afferrandomi le
braccia e portandole dietro al suo collo
-Non me ne importa niente- Disse spiazzandomi. Dopodiché mi
sorrise, prima di
avventarsi sulle mie labbra.
In quel momento pensai che forse sarebbe stato meglio fermarlo.
Allontanarlo da
me, andando contro anche alla mia volontà. Che sarebbe stato
meglio finirla lì,
per non soffrire, per non farmi del male. Ma poi
capìì che non mi importava.
Forse avrei sofferto. Forse mi sarei fatta del male. Non me ne
importava.
Preferivo soffrire e star male, piuttosto che non sapere come sarebbe
andata.
Così, mi avvicinai di più a lui e ricambiai il
bacio. Lo ricambiai alla grande
e non ne ero per nulla pentita.
______________________________________________________________
Salve a
tutti!!!!
Preparate
i festeggiamenti!!
Finalmente si sono dichiarati entrambi ed ora
le cose miglioreranno parecchio, ma si sà, non
andrà tutto rosa e fiori fino alla fine.
Entrambi sono abbastanza gelosi, Lorenzo di Leonardo
e Ilaria di Margherita, ma almeno per i prossimi tre capitoli
la gelosia di Lorenzo sarà l'argomento principale.
Ogni tanto è anche il suo turno di essere geloso, non
credete? XD
Ora vi
lascio, con la promessa di postare il prossimo capitolo il prima
possibile :D
Un
ringraziamento speciale va come sempre a
_Renesmee
Cullen_
FedeKiryu
saketta Jonas_sister
e
loveis4ever
E
chiaramente a tutte le splendide persone che mi lasciano sempre delle
magnifiche recensioni.
Grazie
davvero!
Alla
prossima!!!!!
|
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Capitolo 14 *** Mi fido di te ***
Capitolo 13
Capitolo
13
Mi fido
di te
Una
realtà non
ci fu data e non c'è,
ma dobbiamo farcela noi, se vogliamo essere:
e non sarà mai una per tutti,
una per sempre,
ma di continuo e infinitamente mutabile.
- Luigi Pirandello -
Non avevo riflettuto molto su quello che stavo
facendo, o per meglio dire, che stavamo
facendo. Sapevo solo che
volevo farlo. Volevo farlo perchè mi faceva stare bene ed
era l'unica cosa che
volevo veramente fare.
Lorenzo mi cinse la vita con un braccio e mi fece avvicinare ancora di
più a
lui per approfondire quel bacio che stava facendo impazzire entrambi.
Proprio
in quel momento la porta in fondo al corridoio si aprì, ma
io e Lorenzo non ce
ne accorgemmo subito
-Ehi!- Una voce ci fece interrompere il bacio. Lorenzo mi spinse dietro
ad un
muro là vicino e io iniziai seriamente ad avere paura -Ma
che state facendo?-
La voce impastata dall'alcool di Alessandro mi arrivò alle
orecchie e iniziai a
pregare che abbassasse la voce, altrimenti avrebbe svegliato tutti,
compreso
Leonardo
-Ale, ma di cosa parli?- Lorenzo si avvicinò a mio fratello
e lo afferrò per un
braccio facendolo rimettere in piedi. Fortuna che la sbornia non gli
era ancora
passata
-Io ti ho visto...eri lì, con Margherita...travestita da mia
sorella- Disse
scoppiando a ridere. Trattenni il respiro. Avevo paura che avesse
capito
qualcosa e allora sì, che avremmo avuto problemi
-Ma no, Ale. Sei ancora ubriaco, coraggio vieni in camera e mettiti a
dormire
di nuovo- Disse Lorenzo, trascinandolo via. Rimasi dietro a quel muro
fino a
quando non sentìì la porta della mia camera
aprirsi
-Ilaria, ma che fai quì dietro?- La voce di Leonardo mi fece
sobbalzare. Mi
voltai e incrociai il suo sguardo confuso e assonnato. Se non altro non
aveva
capito niente
-Ero scesa giù per prendere un bicchiere d'acqua- Risposi
nervosa. Accidenti,
le bugie non sapevo proprio dirle
-Ho sentito dei rumori- Disse strofinandosi gli occhi -Delle voci
più che
altro- Continuò, puntando di nuovo lo sguardo su di me
-S-s-sì...mio fratello si è alzato e ha inziato
di nuovo a farneticare cose
senza senso. E' ancora ubriaco, perciò qualsiasi cosa dica
di aver visto non è
chiaramente la verità- Dissi. In realtà avevo
paura che il giorno dopo potesse
ricordarsi di ciò che aveva visto, quindi era meglio mettere
le cose in chiaro
-Bene, torniamo a letto?- Mi chiese poi, sorridendo. Guardai verso la
camera di
Alessandro, dopodiché puntai nuovamente lo sguardo su
Leonardo e annuìì,
seguendolo in camera.
In realtà mi sentivo in colpa a dividere la stanza e il
letto con Leonardo,
considerando che tra virgolette avevo una storia
con Lorenzo, ma
d'altra parte non potevo dirgli
nulla
per adesso. Non appena tornati a casa però, gli avrei
raccontato tutta la verità.
Magari omettendo qualche particolare.
L'indomani fui
svegliata da qualcosa che mi
solleticava il collo. Aprìì gli occhi, ancora
molto assonnata e trovai Leonardo
intento a lasciarmi dei baci sul collo.
Finsi di dovermi
stiracchiare, così fu costretto a
smettere
-Buongiorno- Mi disse sorridendo, prima di chinarsi a lasciarmi un
bacio a fior
di labbra
-Buongiorno- Risposi, sorridendogli imbrazzata. Non vedevo l'ora di
tornare a
casa, almeno avrei messo fine a questa storia e la mia coscienza
sarebbe tornata
apposto
-Vado in camera mia a cambiarmi, ci vediamo giù per fare
colazione?- Mi chiese
accarezzandomi i capelli. Annuìì,
dopodiché Leonardo si alzò dal letto e
uscì
dalla mia stanza, dirigendosi nella sua. Sospirai di sollievo, prima di
alzarmi
anche io per andare in bagno a farmi una doccia.
Quando tornai in camera ero ancora in accappatoio.
Aprìì l'armadio per prendere
i vestiti, ma due mani mi circondarono i polsi e mi costrinsero a
voltarmi
-No dico, ma sei matto?- Lorenzo mi guardava estremamente incavolato. E
ora
cosa gli prendeva?
-Si, come no- Mi rispose lui, lasciandomi andare. Lo guardai confusa
-Ma si può sapere cosa ti prende?- Gli chiesi, mentre lui si
sedeva sul mio
letto
-Cosa mi prende?- Davvero non riuscivo a capire perchè fosse
arrabbiato
-Sì, perchè sei arrabbiato?- Si alzò
di nuovo dal letto e si avvicinò a me,
costringendomi ad aderire completamente alla parete
-Non lo so- Disse furente -Forse perchè ieri sera, quando
sono tornato da te
non c'eri più, o forse perchè mi hai dato buca
per tornare in camera, Dio solo
sa a fare cosa, con quel cretino- Continuò stringendo i
pugni. Sgranai gli
occhi, incredula per le sue parole. Questo ragazzo era fuori di testa
-Dio solo sa a fare cosa?- Dissi stringendo i denti -Sei proprio un
cretino,
Lorenzo- Continuai spingendolo lontano da me
-E perchè sarei un cretino?-
-Cosa credi che abbiamo fatto?- Gli risposi con un'altra domanda. Non
potevo
neanche per idea cominciare una storia con un ragazzo che non si fidava
di me
-Ah, proprio non lo so. Dimmelo tu- Mi rispose lui, incrociando le
braccia. Ero
davvero offesa da quel suo comportamento
-Sai una cosa? Pensa quello che vuoi, a me non importa nulla- Dissi
avvicinandomi alla porta -Ma ti dò un consiglio, vedi di
crescere un po'-
Continuai, prima di uscire e sbattermi la porta dietro.
Ero letteralmente offesa per quel suo comportamento. Ma per chi mi
aveva presa?
Se pensava una cosa del genere evidentemente non mi conosceva per
niente. Di
sicuro io non ero proprio la persona che cinque minuti prima si baciava
con un
ragazzo e cinque minuti dopo andava a letto con un altro. Ma il fatto
che lui pensava
questo di me mi irritava da morire.
Era davvero un grandissimo idiota.
Dopo essermi
asciugata i capelli e vestita, scesi di
sotto per la colazione.
Trovai già intenti a mangiare Marco, Leonardo, Lorenzo e il
futuro marito di
Giuliana. Sospirai e mi sedetti accanto a Leonardo che mi aveva tenuto
un
posto, sfortunatamente davanti a me era seduto Lorenzo
-Buongiorno a tutti- Dissi sorridendo imbarazzata
-Tieni amore- Leonardo posizionò davanti a me un cornetto
-Grazie- Risposi afferrandolo. Sentivo gli occhi di Lorenzo puntati su
di me ed
ero tesissima, anche perchè Leonardo poteva accorgersene
-Dormito bene?- Fu proprio la voce di Lorenzo a farmi quella domanda.
Non ero
stupida, avevo colto benissimo il vero significato che si celava dietro
quelle
parole. Puntai il mio sguardo serio e arrabbiato nel suo
-Benissimo, grazie- Risposi afferrando un bicchiere di succo di frutta.
Proprio
in quel momento Alessandro entrò in sala da pranzo, con gli
occhiali da sole
neri e intento a massaggiarsi la testa
-La prossima volta che mi vedete con un bicchiere di qualsiasi alcolico
in
mano, fermatemi- Disse sedendosi accanto a Lorenzo, prima di poggiare
la testa
sul tavolo. Sorrisi, mordendo il mio cornetto. Non avevo mai visto
Alessandro
in quello stato
-Amico, dici sempre così e poi la volta successiva bevi
più della volta
precedente- Lo prese in giro Lorenzo, porgendogli un'aspirina con un
bicchire
d'acqua -Tieni-
-Ah, grazie Lore. Sento come se un martello pneumatico mi stesse
fracassando la
testa- Disse Alessandro, prima di prendere l'aspirina e l'acqua.
Dopodiché
puntò lo sguardo su di me -Come mai voi due state vicini?-
Mi chiese,
togliendosi gli occhiali
-Ale, non cominciare. Siamo solo seduti vicini, non ci stiamo mica
sposando-
Risposi sbuffando. Stranamente Alessandro alzò una mano
verso di me per farmi
stare zitta
-Ti prego, non cominciare a parlare con quella voce fastidiosa. Per
quanto stò
male oggi potete anche sposarvi, vi assicuro che non muoverò
un dito per
fermarvi. Non ne avrei la forza- Disse massaggiandosi le tempie.
Sorrisi,
scuotendo la testa
-Ecco, bravo. Dovresti ubriacarti tutte le sere se poi sei
così permissivo-
Risposi io, divertita
-Si, come no. Non potete immaginare che sogno assurdo ho fatto
stanotte-
Automaticamente io e Lorenzo ci lanciammo un'occhiata veloce
-C-cosa...cosa hai sognato?- Gli chiesi io, con il cuore a mille
-Che tu e Lorenzo vi stavate baciando nel corridoio- Disse scoppiando a
ridere
-E io, uscendo dalla camera vi beccavo, vi giuro era così
reale- Continuò. Ok,
ero fritta. O meglio, eravamo fritti
-S-sì sembrava reale, ma non lo era affatto- Disse Lorenzo,
in preda al panico.
Sentivo lo sguardo di Leonardo su di me, speravo solo non avesse capito
nulla
-Già...- Alessandro poggiò di nuovo la testa sul
tavolo e chiuse gli occhi.
Proprio in quel momento, Margherita entrò in sala da pranzo,
facendomi segno di
stare zitta, dopodiché coprì gli occhi di Lorenzo
-Chi sono?- Gli chiese poi, con voce suadente. Lorenzo
deglutì, visibilmente in
imbarazzo
-N-non saprei proprio- Rispose con una stonatura nella voce. Margherita
gli
tolse le mani dagli occhi e si chinò a baciarlo
-Amore, sono io- Disse poi, sedendosi in braccio a lui. Lorenzo mi
lanciò una
veloce occhiata che io non ricambiai. Ero troppo arrabbiata con lui. E
anche
parecchio gelosa
-Io e Leonardo andiamo a fare un giro- Dissi alzandomi in piedi, prima
di
prendere per mano Leonardo e trascianarlo dietro di me. Vidi Lorenzo
seguirci
con lo sguardo, stringendo i pugni
-Ti va bene che vadano da soli?- Chiese irritato a mio fratello.
Alessandro
alzò lo sguardo su Lorenzo e scrollò le
spalle
-Non credo di avere la forza di fermarli. E poi siamo in pieno giorno,
cosa
vuoi che facciano?- Rispose, prima di abbassare nuovamente la testa
Lorenzo P.O.V
Incredibile!
Contavo sul fatto che Alessandro non avrebbe mai permesso a quei due di
stare
soli e invece quell'idiota si era ubriacato e non aveva forza neanche
di
respirare
-Amore, ti sono mancata?- Mi chiese Margherita. Si come no, mi era
mancata
tantissimo. Per la verità non mi era mancata per niente.
Volevo bene a
Margherita, ma non l'amavo
-Ma sì, sì certo- Risposi abbracciandola. Lei
ricambiò l'abbraccio, stringendomi
i capelli tra le dita
-Ti va se andiamo a fare un giro anche noi?- Mi chiese prendendomi per
mano.
Presi un respiro, annuendo. Se non altro avrei potuto cercare di
seguire Ilaria
e quel cretino
-Andiamo- Le risposi, intrecciando la mia mano alla sua.
Avevamo girato mezzo paese e di Ilaria nemmeno l'ombra. Cominciavo
veramente ad
irritarmi. Chissà cosa facevano.
Alla fine decisi che era meglio fermarci per un po', anche
perchè Margherita
rischiava di andare in ipotermia, visto il freddo che faceva. Entrammo
in un
bar e ci sedemmo su un divanetto bianco, ordinando due cioccolate calde
-Fa davvero freddo, vero?- Mi chiese Margherita
-Già, parecchio- Risposi bevendo un sorso di cioccolata
calda. Vidi Margherita
sospirare con una strana espressione
-Amore, va tutto bene? Ti vedo strano- Mi chiese prendendomi una mano
tra le
sue
-Ma sì, va tutto bene. E' che...- Mi interruppi quando vidi
chi c'era
dall'altra parte del bar. Ilaria e Leonardo erano seduti e lui le stava
facendo
assaggiare la torta che aveva davanti. La cosa più grave
è che la stava
imboccando. Spalancai la bocca incredulo. Quello era veramente troppo
-Non ci posso credere- Mi lasciai sfuggire, continuando a guardare la
coppietta
felice. Menomale che voleva lasciarlo. Di questo passo si sarebbero
sposati
prima di tornare a Roma
-Cosa non puoi credere?- Mi chiese Margerita, abbastanza confusa.
Distolsi lo
sguardo da loro e scossi la testa, imbarazzato
-Ma no, niente. Un ragazzino ha fatto lo sgambetto ad un povero signore
anziano- Risposi, inventando una balla. Morivo dalla voglia di alzarmi e
andare a prendere a pugni quel cretino. Magari gli andava di traverso
quella
dannata torta.
Quando vidi Ilaria alzarsi e andare in bagno, mi scusai con Margherita
e la
seguìì. Dovevo assolutamente parlare con lei.
Entrai nel bagno delle femmine, fortunatamente per me era vuoto,
dopodiché la
trascinai all'interno di una delle cabine, chiudendo a chiave la porta
-Ma si può sapere cos'hai nel cervello?- Mi chiese lei,
visibilmente arrabbiata
-Credimi, non vorresti saperlo- Risposi, spingendola contro il muro. La
vidi
deglutire nervosamente. Allora gli facevo ancora quell'effetto.
-Mi spieghi che vuoi?- Mi chiese incrociando le braccia sotto al petto.
Ghignai,
accarezzandole la guancia
-Che la pianti di farti imboccare da quell'imbecille- Risposi,
stringendo i
pugni
-Quello che faccio con il mio ragazzo
non ti riguarda- Disse
-Perchè non torni dalla tua dolce metà?-
Continuò guardando la porta del bagno
-Non è il tuo ragazzo- Le sussurrai ad un centimetro dalle
labbra. La vidi
sussultare di nuovo
-Ah no? E tu cosa ne sai?- Mi chiese, fingendo di essere calma e
tranquilla
-Perchè se non sbaglio ieri sera hai detto di essere
innamorata di me- Le dissi
accarezzandole i capelli con una mano e cingendole la vita con l'altra
-Quello era prima- Mi rispose abbassando lo sguardo. Corrugai la fronte
confuso
-Prima di cosa?-
-Prima che insinuassi che tra me e Leonardo è successo
qualcosa stanotte- Disse
cercando di togliersi le mie mani di dosso -Prima che tornasse
Margherita.
Prima- Mi rispose con una stonatura nella voce. Sorrisi intenerito,
costringendola
a guardarmi negli occhi
-Mi dispiace per quello che ti ho detto stamattina, sò che
tra te e quel
cretino non è successo niente. E poi dimentichi un piccolo
dettaglio- La vidi
guardarmi confusa
-Quale?- Mi chiese
-Che anche io ti amo- Risposi, prima di eliminare al distanza tra le
nostre
labbra. Lei rimase per un attimo incredula, poi ricambiò il
bacio allacciandomi
le braccia dietro al collo. Le cinsi la vita con entrambe le braccia e
la
avvicinai a me ancora di più.
Era la pura e semplice verità. Io ero completamente
innamorato di lei.
Ilaria P.O.V
Era davvero incredibile come Lorenzo riuscisse a farmi cambiare idea
così velocemente.
Due minuti prima lo odiavo con tutta me stessa e due minuti dopo
eravamo contro
il muro di un bagno pubblico a baciarci. Era davvero il colmo
-Ilaria?- La voce di Leonardo ci fece interrompere il bacio. Allontanai
Lorenzo
con una spinta e cercai di calmarmi
-Sì, sono quì- Risposi chiudendo gli occhi
-Scusa se sono entrato, ma volevo sapere se stavi bene. Sei
quì dentro già da
un po'- Cavolo, ora controllava anche quanto stavo in bagno
-Sì, sì è tutto ok. Tra un attimo
esco- Risposi, sperando che se ne tornasse al
tavolo ad aspettarmi, altrimenti avrebeb visto che nel bagno insieme a
me c'era
anche Lorenzo
-Allora ti aspetto al tavolo-
-Ok, grazie- Risposi. Quando sentìì la porta
chiudersi mi concessi un respiro
di sollievo
-Abbiamo rischiato, amore- Disse Lorenzo avvicinandosi a me, ma io lo
allontanai di nuovo
-No, no fermo- Dissi. Un'adorabile espressione contrariata gli si
dipinse sul
viso
-Che ti succede ora?- Mi chiese, incrociando le braccia
-Io non ti ho ancora perdonato. Quello che hai detto stamattina mi ha
fatto
molto male. Se non hai fiducia in me allora...- Non potei finire la
frase,
visto che mi trovai nuovamente con le sue labbra incollate alle mie.
Cercai di
allontanarlo, ma era tutto inutile, così mi arresi e lo
lasciai fare
-Io mi fido- Mi sussurrò, quando sciolse il bacio -Mi fido e
ti amo- Anche se
ero ancora leggermente arrabbiata con lui non
riuscìì ad evitare di sorridere
-Va bene, per questa volta ti perdono. Ma non insinuare mai
più una cosa del
genere- Risposi baciandolo a fior di labbra, prima di allungare una
mano per
aprire la porta
-No, cosa fai?- Mi chiese lui, richiudendola
-Torno al tavolo. Se Leonardo non mi vede tornare si insospettisce-
-Dammi un bacio e ti lascio uscire- Mi rispose lui, ghignando. Scossi
la testa,
sorridendo. Dopodiché mi avvicinai per lasciargli un leggero
bacio, ma lui mi
afferrò per la vita e approfondì il bacio in
maniera incredibile. Io gli
allacciai le braccia attorno al collo, mentre lui prese ad accarezzarmi
la
schiena, facendo scorrere le mani sulla pelle sotto la maglietta.
Sospirai
sulle sue labbra e continuai ad assaporare quelle labbra meravigliose.
Ancora
non credevo a ciò che stava succedendo tra me e Lorenzo.
Assaporai per l'ultima
volta le sue labbra, prima di sciogliere il bacio
-Ora devo andare- Dissi accarezzandogli una spalla
-Sì, sarà meglio che vada anche io- Mi rispose
lui, continuando ad accarezzarmi
la guancia. Corrugai la fronte, confusa
-Margherita dov'è?- Gli chiesi
-E'...bhè...è di là, siamo venuti
insieme- Mi rispose lui, grattandosi la testa
imbrazzato. Abbassai lo sguardo sulle mie mani
-Bhè, allora non farla aspettare- Dissi cominciando a
camminare, ma la sua mano
si avvolse attorno al mio polso
-Ehi, guardami- Mi ordinò, facendomi alzare lo sguardo
-Ricorda che è te che
amo e che non appena torneremo a casa...metterò le cose in
chiaro con
Margherita., capito?- Mi disse sorridendo.
Annuìì, ricambiando il sorriso.
Dopodiché gli concessi un bacio a fior di labbra ed entrambi
tornammo
rispettivamente dai nostri fidanzati.
Dopo aver finito le nostre cioccolate calde, decidemmo di tornare allo
chalet
per prepararci. Dovevamo essere in chiesa tre ore dopo per il
matrimondio di
Giuliana e se volevamo arrivare in tempo dovevamo sbrigarci.
Entrai nella mia stanza e mi diressi a passo spedito verso l'armadio
per
prendere il vestito per la cerimonia
-Ciao Ila- Disse Arianna, abbracciandomi. Ricambiai l'abbraccio
-Ari, com'è andato il viaggio?- Scherzai. In fin dei conti
erano dovute tornare
a Roma e poi erano ripartite subito
-Continuo ad affermare che mia sorella guida come una matta- Mi rispose
lei,
asciugandosi i capelli con un asciugamano -Come va con Leonardo?- Mi
chiese,
sorridendo. Per un attimo mi sentìì tremendamente
in colpa. Io avrei tanto
voluto raccontarle di me e Lorenzo, in fin dei conti era la mia
migliore amica,
ma non potevo farlo e questo mi faceva stare male
-Tutto bene- Risposi, aprendomi in un sorriso tiratissimo -Ora comincio
a
prepararmi, altrimenti non arriverò in tempo al matrimonio
di tua cugina- Dissi
indicandole il vestito che avevo tra le mani
-Sì, vado anche io. A dopo, allora- Mi rispose aprendo la
porta
-A dopo- Dopodiché Arianna uscì dalla mia stanza
e si diresse nella sua. Non ne
potevo più di quella situazione. Non vedevo l'ora di tornare
a casa, almeno
sarebbe stato più semplice per me e Lorenzo nascondere "la
cosa".
Sospirai, scrollando la testa per togliermi di mente quei pensieri,
dopodiché inziai
finalmente a prepararmi.
Dopo essermi truccata e sistemata i capelli, infilai il vestito che
Giuliana
aveva fatto cucire dalla sua sarta per me, ma sfortunatamente la lampo
si
incastrò. Proprio in quel momento
sentìì bussare alla porta della mia stanza e
subito dopo vidi entrare Leonardo, già perfettamente
vestito. Nonostante fossi
sempre più convinta che volessi solo un gran bene a
Leonardo, non potei fare a
meno di arrossire nel vederlo così elegante. Rimaneva
comunque un bellissimo
ragazzo
-Tutto ok?- Mi chiese vedendomi che avevo qualche difficoltà
con il vestito-
Scossi la testa, sbuffando
-Questa lampo del cavolo si rifiuta di chiudersi- Dissi lagnandomi come
una
bambina. Se c'era una cosa che mi irritava era quando le chiusure lampo
si
incastravano
-Lascia...- Disse lui, togliendo dolcemente le mie mani dalla lampo
-Faccio io-
Continuò, sorridendo. Ricambiai il sorriso e mi voltai con
la schiena verso di
lui, in modo da aiutarlo ad allacciare il vestito
-Ecco fatto- Mi sussurrò su un orecchio, prima di
depositarmi un bacio sul
collo. Sussultai imbarazzata per quel gesto
-Grazie- Dissi con una stonatura nella voce. Mi cinse la vita con una
mano e mi
fece voltare verso di luo, avvicinandosi particolarmente a me
-Figurati- Disse, prima di avvicinarsi ulteriormente con la bocca. Io
non
riuscivo a muovermi, ero paralizzata. Non volevo ferire Leonardo
rifiutandolo,
ma d'altronde non volevo neanche che mi baciasse. Non lui.
proprio mentre stavo per spingerlo via, la porta della mia stanza si
aprìì e il
sorriso di Lorenzo si spense non appena vide me e Leonardo
così vicini
-Scusate se disturbo- Disse con voce tagliente -Volevo
semplicemente...niente,
lascia stare- Disse, voltandosi e uscendo dalla mia stanza.
Mi sentìì tremendamente in colpa per quanto era
successo, ma in fin dei conti
non era successo nulla tra me e Leonardo. Dovevo assolutamente
spiegarlo a
Lorenzo
-Leonardo, scusami. Torno subito, devo chiedere...una cosa ad Arianna-
Dissi
correndo fuori dalla stanza per dirigermi in quella di Lorenzo.
Non appena spalancai la porta della sua stanza quasi mi venne un
infarto.
Lorenzo si stava infilando la giacca dello smoking e io stavo sbavando
come una
lumaca. Se Leonardo stava benissimo vestito così, Lorenzo
era davvero
meraviglioso
-Che vuoi?- Mi chiese, ravviandosi i capelli. Sospirai, richiudendomi
la porta
della sua stanza alle spalle -Sei venuta a lamentarti perchè
ho interrotto quel
magico momento tra voi due?- Mi chiese con un sorrisetto scarcastico e
arrabbiato
dipinto sulle labbra
-No, sono venuta per dirti che non è come credi- Dissi
avvicinandomi lentamente
a lui
-Ma davvero? E com'è allora- Mi chiese incrociando le
braccia. Mi avvicinani
ancora di più e gli poggiai una mano sul braccio, facendolo
sussultare. Sorrisi
compiaciuta per quella sua reazione
-Leonardo stava per baciarmi, ma prima che tu entrassi nella stanza
stavo per
allontanarlo, te lo giuro- Dissi cercando il suo sguardo, che
continuava a
sfuggirmi arrabbiato -Lore?- Lo chiamai. Nel momento esatto in cui lui
posò lo
sguardo su di me, il mio cuore aumentò i battiti -Te lo
giuro- Aggiunsi,
avvicinandomi ancora di più per abbracciarlo. Gli allacciai
le braccia attorno
al collo e poggiai la testa sul suo petto, chiudendo gli occhi, mentre
lui
continuava a tenere le braccia stese lungo i fianchi. Lo
sentìì sospirare,
dopodiché mi cinse la vita avvicinandomi a sè,
ricambiando l'abbraccio. Lo
strinsi più forte e inspirai profondamente il magnifico
profumo che aveva
-Non lo sopporto quel cretino- Disse in tono arrabbiato. Sorrisi
accarezzandogli i capelli
-Dai, non è un cretino- Dissi sorridendo
-Oh, sì che lo è- Mi rispose lui, accarezzandomi
la schiena -Perfortuna domani
torniamo a casa e questa storia finisce. Sarà molto
più facile mantenere
segreta la nostra storia se non abitiamo tutti quanti sotto lo stesso
tetto-
Continuò, sciogliendo l'abbraccio ma continuando a cingermi
la vita
-Già- Risposi abbassando lo sguardo. Avevo paura. Paura che
una volta tornati a
casa Lorenzo avrebbe riflettuto sulla situazione e avrebbe cambiato
idea. Io non
avrei saputo come sopportarlo
-Ehi- Mi fece alzare lo sguardo -Che hai?- Sospirai preoccupata per
ciò che
sarbbe potuto succedere
-E se quando torniamo a casa tu cambi idea e decidi che è
meglio chiudere?- Gli
chiesi mordendomi le labbra. Lo vidi sospirare, prima di prendermi le
mani tra
le sue
-Ascoltami bene, non succederà. Io ti amo e non credo sia
possibile che cambi
idea- Mi strinse a sè accarezzandomi i capelli -Io voglio
stare con te, capito?
Con te e nessun'altra- Disse stringendomi più forte.
Ricambiai l'abbraccio e
sorrisi per le sue parole
-Anche io ti amo- Dissi. Lorenzo sciolse l'abbraccio e si
avventò letteralmente
sulle mie labbra. Gli allacciai le braccia attorno al collo e ricambiai
il
bacio. La sua lingua iniziò a danzare con la mia e sentivo
che non avrei mai
voluto smettere di baciarlo, ma la voce di mio fratello ci fece
letteralmente
allontanare di almeno tre metri l'uno dall'altra
-Lore? Quanto ti manca? Devi aiutarmi a fare il nodo alla cravatta-
Urlò mio
fratello dall'altra parte della porta
-Ale, arrivo tra un attimo- Rispose Lorenzo, con una voce che non gli
apparteneva. Evidentemente anche lui era ancora provato dopo quel bacio
che
c'eravamo dati
-Ok, ti aspetto in camera mia- Continuò Alessandro
-E' meglio che vada a finire di prepararmi- Dissi avvicinandomi a lui
per
salutarlo. Mi cinse la vita, baciandomi una guancia
-Ok- Mi rispose, dandomi un altro bacio sulla guancia
-A proposito, cosa volevi dirmi quando sei venuto nella mia stanza?-
Gli chiesi
mordendomi le labbra
-Ah, giusto! Potremmo approfittare del fatto che Alessandro non vuole
che tu vada
in macchina da sola con Leonardo per fare il viaggio insieme, noi due-
Mi
spiegò, sorridendo. Questo ragazzo ne sapeva una
più del diavolo. Sorrisi anche
io, baciandolo a fior di labbra
-Mi sembra una buona idea, ci vediamo giù tra un'ora?- Gli
chiesi aprendo la
porta
-Sì, a dopo- Mi rispose lui, dopodiché
uscì dalla stanza e mi diressi nella
mia.
Dopo un'ora e mezza ero pronta. Ero in ritardo con Lorenzo di circa
mezz'ora,
ma dopo il nostro incontro nella sua
stanza avevo dovuto rifare il
trucco tutto da capo e così anche l'acconciatura. Per questo
avevo ritardato un
pochino.
Mi guardai alla specchio lisciandomi il vestito, dopodiché
uscìì dalla mia
stanza e mi diressi al piano di sotto.
Margherita e Arianna stavano ancora aiutando la sposa a prepararsi e
sarebbero
venute insieme a lei, in quanto sue damigelle.
Marco stava messaggiando con suo cugino al cellulare e stava aspettando
che
Leonardo si decidesse a partire, visto che dovevano dividere la
macchina.
Mio fratello aveva ancora gli occhiali sugli occhi e continuava a
massaggiarsi
le tempie.
Lorenzo invece era poggiato contro il cofano della sua macchina e aveva
le mani
in tasca. Non appena mi vide mi sorrise, facendomi l'occhiolino. Io
arrossìì,
cercando di non cadere per via dei tacchi
-Wow...sei...sei bellissima- Disse Leonardo, porgendomi una mano per
aiutarmi
ad arrivare alla macchina
-Grazie- Risposi, lanciando una veloce occhiata a Lorenzo che a sua
volta mi
guardava come se mi stesse spogliando con gli occhi
-Bene, direi che possiamo andare- Disse Lorenzo avvicinandosi a me
-Ila,
chiaramente tu viene con me, lo so che ti scoccia, ma sai
com'è tuo fratello-
Sorrisi, pronta a salire sulla sua auto, quando....
-No Lore, tranquillo. Se Ilaria vuole andare con il suo ragazzo
può farlo.
Anzi, mi scuso se sono stato così pesante- Disse guardando
Leonardo -Ma lei è
la mia sorellina, per questo sono così apprensivo. comunque
per oggi voglio
essere buono e voglio fidarmi. Potete andare in macchina insieme, io e
Marco
andremo con Lorenzo- Ok, questo ragazzo non era mio fratello. Avevo
voglia di
piangere per il nervoso. Quando volevo evitare Lorenzo mi costringeva a
fare il
viaggio insieme a lui, ora che io e Lorenzo volevamo fare il viaggio
insieme
lui mi dava la sua benedizione per stare con Leonardo.
Guardai Lorenzo, che a sua volta mi guardava rattristato
-Ma sei sicuro, fratellino? Non è che è uno dei
tuo scherzi?- Gli chiesi,
sperando fosse così
-No, te l'ho detto. Per oggi voglio essere buono. Ora andiamo
altrimenti faremo
tardi- Disse salendo a bordo della macchina di Lorenzo.
Sospirai aprendo lo sportello dell'auto di Leonardo e, dopo essere
saliti
entrambi a bordo, partimmo verso la chiesa.
Era veramente una congiura verso di me.
____________________________________________________________________________
Salve a tutti!!!
Lo so, sono davvero
imperdonabile.
E' da tantissimo tempo che non aggiorno, ma ho avuto tantissimo da
studiare, fortunatamente manca poco all'estate.
Senza contare che quest'anno ho anche gli esami e quindi sono stata
sommersa dalle tre prove d'esame che mi hanno fatta
letteralmente impazzire XD
Detto questo, spero che il capitolo vi sia piaciuto.
Come vi avevo già anticipato nello scorso capitolo, per il
prossimi tre capitoli l'argomento principale
sarà la gelosia di Lorenzo XD
Prometto che cercherò di postare il prima possibile questa
volta :D
Vi ringrazio ancora una volta.
Grazie di cuore davvero :D
Alla prossima!!!!!
Un ringraziamento speciale va
come sempre a
_Renesmee
Cullen_
FedeKiryu
saketta Jonas_sister
e
loveis4ever
(Ilaria)
(Lorenzo)
(Leonardo)
|
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Capitolo 15 *** Oggi sposi ***
Capitolo
14
Oggi
sposi
C'era quella
calma che ti massacra.
Quando tutto sembra perfetto e invece è una merda.
- Isabella Santacroce -
Avrei voluto
toccarlo,
dirgli che non l’avrei mai lasciato
anche se tutti lasciano tutti.
- Jonathan Safran Foer –
Una volta
arrivati in chiesa, Leonardo mi aiutò a scendere dalla
macchina. Mi guardai un
po' attorno alla ricerca di Lorenzo e gli altri, ma non li vedevo da
nessuna
parte
-Sai...- La voce di Leonardo mi fece riscuotere dai miei pensieri
-Credo che
tuo fratello finalmente mi stia accettando- Disse prendendomi la mano
tra la
sua. Mi aprìì in un sorriso tiratissimo, tornando
a guardarmi intorno.
Accidenti, aveva ragione lui. Alessandro sembrava approvare la mia
storia con
Leonardo, anche se non ne capivo il motivo.
Quando vidi la macchina di Lorenzo fare manovra per parcheggiare mi
sentìì
sollevata. Ormai stavo diventando dipendente da lui, non riuscivo a
stare senza
Lorenzo neanche per un attimo. Nonostante la voglia che avessi di
corrergli
incontro, mi trattenni
-Eccoci- Disse Marco, cingendomi le spalle con un braccio. Gli sorrisi,
ricambiando l'abbraccio. Ultimamente mi ero resa conto di quanto
volessi bene a
Marco, lui riusciva ad esserci sempre, in ogni momento e questo era
davvero
importante per me
-Ale, non gli chiedi cosa hanno fatto?- Gli chiese Lorenzo scherzando,
sorridendomi di sfuggita
-No, non credo che ci sia bisogno che mi preoccupi- Rispose Alessandro,
togliendosi gli occhiali da sole.
Ok, questo non era mio fratello. Pretendevo di sapere che fine avesse
fatto
-Grazie Alessandro, ti assicuro che non farei mai nulla che possa far
soffire
tua sorella- Disse Leonardo, stringendomi di più la mano.
Deglutìì imbarazzata,
lanciando una veloce occhiata a Lorenzo, che a sua volta mi fissava
preoccupato
da quella situazione
-Allora, cominciamo ad entrare? Altrimenti congeliamo- Disse
Alessandro, dando
una pacca sulla spalla a Lorenzo, che gli rivolse un sorriso
tiratissimo.
Dopodiché tutti quanti entrammo in chiesa.
Mi sedetti accanto a Leonardo e a Marco, che a sua volta era seduto
accanto a
Lorenzo, che era seduto accanto ad Alessandro. Sospirai mordendomi le
labbra.
Che situazione del cavolo!
Dopo circa dieci minuti, decisi che non potevo più sostenere
quella situazione.
Mi alzai in piedi, sistemandomi il vestito
-Sapete dov'è il bagno?- Chiesi nervosa. Marco si
alzò in piedi e mi indicò una
porta che dava accesso ad altre tre porte, una delle quali conduceva in
bagno.
Lo ringraziai, dopodiché mi diressi verso la toilette delle
femmine.
Non appena entrai, afferrai il cellulare e mandai un messaggio a
Lorenzo,
dicendogli di raggiungermi in bagno con una scusa, dopodiché
mi sedetti su uno
dei divanetti presenti all'interno e inziai a ticchettare con il tacco
sul
pavimento. Ero davvero tesa per quella situazione.
Dopo meno di cinque minuti, Lorenzo entrò nel bagno
avventandosi letteralmente
su di me, che mi ero alzata in piedi andandogli incontro.
Ricambiai il bacio, socchiudendo le labbra per permettere alla sua
lingua di
intrecciarsi alla mia. Mi era mancato, nonostante fossero solo un paio
d'ore che non stavamo insieme da soli. Gli strinsi i capelli,
continuando a
baciarlo, mentre lui mi cinse la vita con le braccia e mi
attirò ancora di più
a sè, solleticandomi il palato con la lingua.
Dopo qualche minuto sciogliemmo il bacio, entrambi senza fiato. Sorrisi
accarezzandogli il collo
-Mi sei mancato- Sussurrai, lasciandogli un bacio sul mento. Lui
ricambiò il
sorriso e mi strinse maggiormente a sé
-Anche tu- Mi rispose, lasciandomi un bacio sulla testa -Tu non
immagini
neanche quanto io sia incazzato- Alzai lo sguardo su di lui, confusa
-Perchè?- Gli chiesi sorridendo
-Perchè Alessandro comincia ad accettare quello
spaventapasseri di Leonardo, ma
non accetterà mai me come tuo ragazzo- Mi rispose,
abbassando lo sguardo.
Sapevo che aveva ragione, quindi non dissi niente e mi limitai a
stringerlo più
forte
-Non importa, tra un mese sarò maggiorenne e non
dipenderò più da nessuno, allora
potremmo dirlo a tutti- Dissi baciandolo, ma lui non
ricambiò -Che c'è?- Gli
chiesi confusa
-Non è solo questo il problema- Con mio enorme disappunto mi
lasciò andare,
sedendosi sul divanetto dove ero seduta io poco prima
-E quale sarebbe?- Gli chiesi, sedendomi accanto a lui e prendendogli
la mano.
Lui mi sorrise, accarezzandomi il dorso della mia mano con il pollice
-Io voglio bene a tuo fratello, lo considero un fratello e non...- Si
interruppe, guardandomi negli occhi. Annuìì
abbassando lo sguardo
-Non vuoi perdere la sua amicizia- Finìì io la
frase per lui -Quindi? Non
capisco cosa stiamo facendo?- Gli chiesi, togliendo la mia mano dalla
sua. Lui
corrugò la fronte e si chinò a terra per
guardarmi meglio negli occhi
-Amore, che intendi?- Mi chiese accarezzandomi una guancia
-Che senso ha quello che stiamo facendo? Che senso ha stare insieme
così?-
Dissi alzandomi in piedi
-Io non ti capisco- Disse lui, con voce seria. Scossi la testa
-Non è una novità- Dissi poggiando le mani sul
bordo del lavandino.
Avevo voglia di dormire, di piangere, di fare qualsiasi cosa, ma non di
intraprendere
quel discorso con lui
-Mi spieghi cosa intendi, perfavore?- Mi chiese con voce tagliente,
afferrandomi con forza il polso
-Intendo dire che la nostra storia non ha senso, non così-
Risposi, voltandomi
a guardarlo negli occhi -Come facciamo a mantenere il segreto su noi
due?
Insomma, questo può andare bene per qualche settimana,
qualche mese, ma poi?
Cosa facciamo?- Gli chiesi con la voce rotta dal pianto
-Non lo so, ma un modo lo troveremo e...- Si interruppe, quando scossi
la
testa, aprendomi in un sorriso rassegnato
-No Lore, non c'è modo. Non in queste condizioni- Dissi
-Alessandro è mio
fratello, io gli voglio bene e non sarebbe giusto prenderlo in giro a
vita. Se
vogliamo stare insieme prima o poi dovremo dirglielo- Continuai
abbassando lo
sguardo
-Tu sei sua sorella, prima o poi ti perdonerebbe, ma io perderei la sua
amicizia per sempre- Disse avvicinandosi, ma io indietreggiai
-Mi dispiace Lore, ma devi scegliere. Dovrai essere in grado di
scegliere tra
me e Alessandro- Dissi, triste per ciò che stava succedendo.
Lo guardai e lo
vidi abbassare lo sguardo. Annuìì facendo lo
stesso
-Mi sembra chiara la tua decisione- Dissi, voltandomi ed uscendo dal
bagno.
La cerimonia era durata un'eternità ed io non vedevo l'ora
di ripartire per
tornare a casa.
Per tutto il tempo Lorenzo non aveva fatto altro che guardarmi e questa
cosa mi
faceva star male. Stavo male perchè avevo voglia di
baciarlo, di stringerlo, di
stare accanto a lui, ma evidentemente per lui io non ero poi
così importante,
altrimenti non avrebbe esitato un secondo a scegliere me.
Una volta usciti dalla chiesa c'eravamo diretti in un ristorante, in
cui
Giuliana aveva prenotato un'intera sala con tanto di pista da
pattinaggio nel
giardino.
Mi sedetti al tavolo insieme a Leonardo, Marco e mio fratello, mentre
Arianna e
Margherita erano sedute al tavolo dei testimoni della sposa e dello
sposo.
Inoltre Margherita aveva chiesto a Giuliana di inserire a quel tavolo
anche
Lorenzo, in quanto suo ragazzo voleva averlo vicino.
Io non avevo preso male la notizia, in un certo senso era meglio
così, perchè
non sarei riuscita ad averlo vicino dopo quanto era successo
-Va tutto bene?- Mi chiese Marco, facendomi riscuotere dai miei
pensieri. Gli
sorrisi triste, ma speravo che lui non se ne rendesse conto
-No, ma non ho voglia di parlarne- Risposi, abbassando lo sguardo. Lui
annuì
comprensivo e mi afferrò una mano tra le sue. Alzai lo
sguardo su di lui e gli
sorrisi di gratitudine. Senza Marco non avrei saputo proprio cosa fare
-Quando vuoi io ci sono- Mi disse accarezzandomi il dorso della mano
-Grazie, Marco-
-Ma figurati, ti ho solo...- Lo interruppi scuotendo la testa
-No, intendo...grazie di tutto- Dissi
stringendogli la mano. Lui mi sorrise
annuendo.
Non servivano altre parole per capire cosa intendevo
-Ila, posso parlarti un secondo?- La voce di Alessandro mi fece voltare
alle
mie spalle. Gli lanciai un'occhiata seria, dopodiché
annuìì e lo raggiunsi in
una sala vuota
-Dimmi- Dissi sedendomi su un divanetto accanto al tavolo dei regali
nuziali
-In questi giorni ho riflettuto e...ho capito che...- Si interruppe
sedendosi
accanto a me -Ho capito di aver esagerato con Leonardo, ti chiedo
scusa. Volevo
dirti che se sentite il bisogno di stare da soli potete farlo. Domani
potete
tornare a Roma insieme- Disse. Io non riuscivo a credere alle mie
orecchie. Ma
perchè ora mi permetteva di vedere Leonardo con
così tanta tranquillità?
-Mi spieghi che ti succede? Ora ti fidi di Leonardo?- Gli chiesi
incrociando le
braccia al petto
-Mi fido di te- Mi rispose. Con quelle esatte parole era riuscito a
farmi
sentire un autentico schifo. Se mi trattava male e mi parlava come se
fossi una
stupida ragazzina che non sa cosa vuole dalla vita, rendeva tutto
più semplice
il fatto di non sentirmi in colpa per la mia storia con Lorenzo, ma se
diceva
di fidarsi di me peggiorava solo le cose
-Bhè...grazie- Dissi solamente, abbassando lo sguardo
-Torniamo di là?- Mi chiese alzandosi in piedi. Alzai lo
sguardo su di lui
-Tu vai pure, io arrivo tra un attimo- Gli risposi.
Dopodiché lui annuì e tornò
al tavolo.
Mi presi la testa tra le mani. Mi faceva un male incredibile, non
risucivo neanche
a tenere gli occhi aperti.
Ma perchè doveva essere tutto così complicato?
Perchè per Alessandro era così
assurdo pensare a una possibile relazione tra me e Lorenzo?
-Stai bene?- Quella voce mi fece
bloccare il cuore. Scossi la
testa, rialzando lo sguardo
-No, non stò bene- Dissi puntandolo a terra di nuovo
-Posso fare qualcosa per...- Lo interruppi alzandomi in piedi e
incominciando a
camminare verso la sala dove si svolgeva il rinfresco
-Sì, puoi cercare di starmi lontano e di evitarmi- Dissi
fermandomi dietro di
lui -Almeno semplificheremo le cose per tutti- Continuai, riprendendo a
camminare.
Lorenzo P.O.V
..."Almeno semplificheremo le cose per tutti"...
Quella frase continuava a girarmi per la mente. A me non le
semplificava
affatto le cose.
Quando avevo visto il suo sguardo rassegnato nel dirmi che la mia
decisione era
già chiara mi ero sentito morire.
Avrei voluto rispondere. Avrei voluto dirle che io sceglievo lei, che
mi
importava di lei e di nessun altro. Avrei voluto farlo, ma non potevo.
Non
potevo perchè non era così. Per me anche
Alessandro era importante, anche se in
modo diverso.
Alessandro era la mia famiglia. Ilaria era la ragazza che amavo. Non
credevo ci
potesse essere scelta più difficile di questa
-Lorenzo?- Alzai lo sguardo e mi ritrovai Marco davanti -Scusa, potrei
parlarti
un secondo- Mi chiese infilandosi le mani in tasca
-Ma sì, sì certo- Risposi annuendo.
Chissà cosa voleva dirmi
-Ascolta, non ci giro intorno perchè non ha senso- Corrugai
la fonte, confuso
-Io sò tutto- Quando pronunciò quelle parole mi
fu tutto più chiaro
-Capisco- Mi limitai a dire
-Sò che non sono fatti miei, ma Ilaria è la mia
migliore amica, ci conosciamo
da anni ormai e le voglio un bene dell'anima. Io non ti conosco e non
mi
permetto di giudicarti, ma Ilaria ti ama veramente e non merita di
soffrire per
causa tua. Perciò se intendi...ferirla, anche
inconsapevolmente, ti pregherei
di non farlo e di mettere subito le cose in chiaro con lei. Prima che
sia troppo
tardi- Disse tutto d'un fiato, stringendo le tasche dei jeans
-Ok- Risposi, ancora scosso per le sue parole. Non potevo dire
nient'altro
perchè aveva ragione. Aveva ragione su tutto
-Bene, allora...io torno di là- Disse, dopodiché
si voltò e tornò al suo tavolo.
Quelle parole mi avevano colpito. Io non sapevo cosa fare. Ero in un
bivio. E
la cosa peggiore era che...era tutta colpa mia.
Completamente colpa mia.
Mia e di nessun altro.
Ilaria P.O.V
Mi sentivo soffocare.
Me ne stavo seduta a quello stupido tavolo, fingendo di sorridere come
se
niente fosse, mentre il ragazzo che amavo ballava da oltre venti minuti
con la
sorella della mia migliore amica, oltretutto sua ragazza.
-Ila?- La voce di Arianna mi fece riprendere dai miei pensieri. Le
sorrisi,
mentre lei si sedeva accanto a me -Ti stai divertendo?- Mi chiese
-Sì, sì- Mi affrettai a rispondere, bevendo un
sorso d'acqua dal mio bicchiere
-Tua cugina è splendida- Continuai, guardando verso Giuliana
che ballava al
centro della sala con suo marito
-Già, è davvero bella stasera- Mi rispose lei
sorridendo a sua cugina -Ila, mi
dispiace- Continuò poi, guadagnandosi una mia occhiata
confusa e...per un
secondo anche spaventata. E se avesse saputo di me e Lorenzo?
-Di cosa?- Le chiesi, poggiando il bicchiere sul tavolo
-Ti avevo proposto una vacanza sulla neve insieme e invece guarda,
domani
partiamo e non siamo state insieme quasi per niente- Disse,
ticchettando con le
dita sul tavolo
-E' vero, ma perchè ti scusi. Non è mica colpa
tua- Le risposi, afferrandole la
mano. L'unica colpevole ero io. Avevo trascurato la mia migliore amica,
mentre
mi dividevo tra Leonardo e Lorenzo
-Invece sì. Ho dedicato tutto il mio tempo al matrimonio di
mia cugina
trascurando te, sono davvero imperdonabile-
-Ma no, Ari. Non è affatto vero. Se quì
c'è una colpevole sono io, che non ho
fatto altro che...- Lei mi interruppe sorridendo
-Non hai fatto altro che stare con il tuo ragazzo, quindi ti perdono-
Finì lei
la frase per me. Mi aprìì in un sorriso
tiratissimo
-Allora abbiamo risolto. Io perdono te e tu perdoni me- Scherzai,
guardandomi
intorno. Mio fratello stava guardando qualcosa sul cellulare insieme a
Marco,
Leonardo era in bagno e Lorenzo...stava ancora ballando con Margherita.
Nel
momento in cui puntò il suo sguardo su di me, mi
sentìì morire. Non riuscivo a
resistere dalla voglia di corrergli incontro per baciarlo, ma mi
trattenni
-Tutto bene, Ila?- Mi chiese Arianna. Evidentemente si era accorta del
mio
cambio d'umore
-Non proprio, ho mal di testa- Risposi, massaggiandomi le tempie per
essere più
credibile
-Vuoi qualcosa per il dolore? Provo a guardare nel...- Scossi la testa,
sorridendole
-No, grazie Ari. Credo di aver solo bisogno di una bella dormita-
Risposi,
mordendomi le labbra, lanciando una veloce occhiata a Lorenzo che
continuava a
guardarmi
-Uffa...voglio ballare- Si lagnò Arianna, guardandosi
intorno -Ehi, sottospecie
di ragazzo?- Disse rivolgendosi a Marco. Lui alzò lo sguardo
dal suo cellulare
e assottigliò gli occhi
-Cosa vuoi?- Lei sorrise, alzandosi in piedi
-Voglio tante cose. La pace nel mondo, voglio essere ricca, voglio...-
Marco la
interruppe con un cenno della mano. Quei due facevano sempre
così. Sembravano
cane e gatto
-Intendo dire...cosa vuoi in questo momento? Cosa vuoi da me?- Chiese
nuovamente lui, specificando a cosa si riferiva
-Voglio ballare e visto che non ho uno straccio di ragazzo mi servi tu-
Rispose
lei, come se fosse la coa più normale del mondo
-Ok- Rispose Marco. Arianna sorrise e si avvicinò a lui,
guardandolo confusa
quando lui non si alzò
-Allora? Intendi ballare da seduto?- Marco scosse la testa, ghignando
-Ballo con te solo se dici il mio nome, seguito da un adorabile "per
favore"- Sorrisi quando sentìì le
parole di Marco. Era furbo il ragazzo
-Che palle che sei!- Disse lei, sbuffando -Va bene...Marco, balli con
me?-
Chiese Arianna, guardando da un'altra parte
-Per favore- Disse Marco, sorridendo
-Per favore- A quel punto Marco si alzò e la prese per mano,
dirigendosi sulla
pista da ballo, insieme agli altri. Almeno loro si divertivano
-Ehi- Mi voltai verso mio fratello. Ora cosa voleva?
-Cosa c'è?- Gli chiesi, tamburellando con le dita sul tavolo
-Dov'è il tuo Cicciobello?-
Mi chiese, riferendosi a Leonardo
-Credo sia in bagno- Risposi. In realtà non me ne importava
niente. Non mi
importava nè di lui nè di nessun altro. Ad
esclusione di Lorenzo
-Le cose tra voi due non vanno, eh?- Mi chiese lui, scalando di due
sedie per
sedersi accanto a me. Ma che gli succedeva?
-No, vanno benissimo. Perchè?- Finsi di sorridere. Non
vedevo l'ora che il
rinfresco fosse finito, almeno sarei potuta andare a dormire
-Non so...lui mi sembra molto preso da te, ma tu...mi sembri distante-
Accidenti, possibile che Alessandro mi conoscesse così bene?
E' vero che ero
sua sorella, però lui non aveva mai prestato attenzione a
ciò che facevo
-La verità è che...non so se sia il ragazzo
adatto a me- Ammisi -Proprio non lo
so-
-Cosa non sai?- Mi voltai di scatto e mi trovai il sorriso di Leonardo
davanti
-Niente, stavamo parlando di una cosa nostra- Rispose mio fratello al
posto
mio. Lo guardai, ringraziandolo con un sorriso
-Balliamo?- Mi chiese Leonardo. Guardai mio fratello in cerca di una
conferma.
Mi dispiaceva lasciarlo da solo al tavolo. Lui annuì
-Sì- Risposi a Leonardo. Dopodiché mi alzai e lo
seguìì al centro della
sala.
Io e Leonardo
ballammo per circa dieci minuti.
In quel momento il DJ che Giuliana e suo marito avevano ingaggiato per
movimentare la festa propose di fare un gioco divertente.
In pratica dovevamo scambiarci il partner ogni volta che il DJ cambiava
canzone. Avrei voluto tornare al tavolo per evitare di ballare con
Lorenzo, ma
se lo avessi fatto Leonardo si sarebbe insospettito.
Ballai con circa sei amici dello sposo e tre amici della sposa. Poi fu
il turno
di Marco e finìì persino a ballare con Arianna
per scherzo. Alla fine, l'inevitabile
arrivò.
Lorenzo si avvicinò a me più imbarazzato che mai
e mi circondò la vita con un
braccio, rimanendo comunque distanziato da me. Io sospirai,
allacciandogli le braccia attorno al collo. Dopodiché
inziammo a ballare sulle
note di "Per fare a meno di te". (Qui)
Mi sentivo stupida. Stupida e impacciata. Stupida, impacciata
e...completamente
al settimo cielo.
Era l'effetto che mi faceva Lorenzo. Nonostante tutti i problemi che
avevamo,
stare abbracciata a lui, stargli così vicina mi rendeva
felice.
Chiusi gli occhi e mi poggiai con la testa sul suo petto, insipirando
il suo
profumo. Sentìì Lorenzo rilassarsi e stringermi
di più a lui, infilando una
mano tra i miei capelli per accarezzarli
"Per fare a meno di te
non so dove me ne andrò che cosa inventerò
Per fare a meno di te
Io no, non mi sveglierò non ti ricorderò"
Non potevo neanche lontanamente pensare alla mia vita senza di lui. Non
riuscivo a farmene una ragione. Però era l'unica soluzione.
Non potevo stare
con lui sapendo che preferiva l'amicizia con mio fratello all'amore che
provava
per me. Forse ero un'egoista, ma non riuscivo a stare con lui. Non a
queste
condizioni
-Lore?- Lo chiamai, stringendo automaticamente la sua giacca
-Dimmi- Mi rispose lui, depositandomi un bacio sulla testa
"Per fare a meno di te
Non so quanto cuore avrò io mi difenderò "
Avevo paura. Paura di come sarebbero andate le cose, ma dovevo
affrontare la
realtà
-Io e te non possiamo stare insieme- Dissi, stringendo di
più la presa sulla sua
giacca
-Lo so- Mi rispose lui, accarezzandomi la schiena
"Quando guardo il cielo cerco te
Distrattamente guardo il cielo e cerco te
E mi sollevo"
Sapevo che ogni volta che avrei guardato il cielo sarebbe stato sempre
lui che
avrei cercato, ma stavo male. Stavo troppo male per accettare di stare
con lui
a quelle condizioni
-Però ti amo, ti giuro che ti amo- Dissi, scoppiando a
piangere. Fortuna che
avevano abbassato le luci nella sala, altrimenti avrebbero visto tutti
che
piangevo
-Sò anche questo- Disse stringendomi di più a
sè -E anche io ti amo- Continuò,
chiudendo gli occhi
"Sulle circostanze il tempo scivola (sopra di noi)
L'infinito sceglie la sua lacrima
Dove cercare (qualcosa di più) ancora (ancora)
E fare a meno di te"
Deglutìì allontanandomi un po' da lui per
guardarlo negli occhi
-Forse sono un'immatura, egoista, ma ho troppa paura di stare male. Non
posso
stare con te sapendo che tu sceglieresti mio fratello al posto mio-
Dissi,
asciugandomi una lacrima
-Non è che sceglierei tuo fratello, Ila. Il fatto
è che lui è il mio migliore amico,
lo conosco da sempre ed è come un fratello. Se sapesse di
noi due, visto com'è
protettivo verso di te, smetterebbe di parlarmi e io non voglio- Disse
abbassando lo sguardo -Quindi direi che se c'è un egoista
sono io-
"Quando guardo il cielo cerco te
Distrattamente guardo il cielo e cerco te"
-Allora...che facciamo adesso?- Gli chiesi, asciugandomi una lacrima
dal mento
-In che senso?- Mi domandò lui, continuando a baciarmi i
capelli
-Come rimaniamo? Torniamo ad essere...amici?- Gli chiesi, anche se
sapevo già
la risposta
-Amici? Quando mai lo siamo stati- Scherzò lui, pizzicandomi
un fianco
-Mai- Scoppiai a ridere, ma in realtà volevo solo piangere
-Potremmo diventarlo adesso- Mi strinsi nuovamente a lui
"E scioccamente mi sollevo... su con te"
Non risposi subito. Avevo bisogno di stare abbracciata a lui, in
silenzio, per
qualche secondo
-No, non potremmo. Lo sai- Dissi infine, sciogliendo l'abbraccio. Non
appena lo
feci sentìì subito freddo
"Su con te”
Mi voltai e presi a camminare verso il tavolo. Ne avevo abbastanza di
ballare.
Volevo solo andare in pezzi in santa pace.
"Su con te"…
Proprio quando mi sedetti al tavolo, il DJ annunciò che era
arrivato il momento
del lancio del bouquet
-Andiamo, Ila!- Mi disse Arianna, alzandosi in piedi per posizionarsi
al centro
della sala. Io scossi la testa. Sapevo che non sarei stata di sicuro la
prossima a sposarsi, di conseguenza non avevo alcuna voglia di alzarmi
e
rischiare di prendere uno stupidissimo mazzo di fiori in faccia
-No, non mi va- Dissi, poggiando la schiena contro lo schienale della
sedia
-Sicura?-
-Sì, ho ancora mal di testa- Risposi, cercando di sorridere.
Arianna ricambiò
il sorriso e si posizionò tra le altre aspiranti spose.
Giuliana si voltò di spalle e con un colpo lanciò
dietro di sè il bouqet. Non vidi
subito chi fu a prenderlo.
Solo dopo che le aspiranti spose tornarono ai rispettivi tavoli con la
coda tra
le gambe potei notare che a prenderlo era stata Margherita, che ora
teneva il bouquet come se fosse un tesoro prezioso e nel frattempo
baciava
Lorenzo, come se fosse il suo...sposo.
Per me non c'era di sicuro posto.
Io non avrei fatto parte della vita di Lorenzo.
Mai.
___________________________________________________________________________
Salve a tutte!!!!
Prima che mi uccidiate per come ho concluso il capitolo, vorrei dirvi
che
è solo un piccolo inconveniente che nel prossimo capitolo si
risolverà...abbastanza bene.
Anche se i problemi non sono ancora finiti, ma non dico nient'altro XD
Grazie mille per le splendide recensioni che lasciate e grazie anche a
chi aggiunge la mia storia
tra le preferite, seguite e ricordate. Davvero grazie di cuore :D
Ora vi saluto!
Grazie ancora!
Alla prossima!!!
Un ringraziamento speciale va
come sempre a
_Renesmee
Cullen_
FedeKiryu
saketta Jonas_sister
e
loveis4ever
|
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Capitolo 16 *** Ricordi... ***
Capitolo
15
Ricordi…
Non
abbiamo
bisogno di spiegare il nostro amore.
Abbiamo solo bisogno di mostrarlo.
- P. Coelho -
Non voglio
mancarti quando sei solo,
ma quando hai tutto e,
nonostante tutto senti che ti manco ancora.
- H. Flame -
Finalmente
eravamo tornati a casa dopo quell'orribile
vacanza a sulla neve.
La scuola era riniziata già da una settimana e io cercavo in
tutti i modi di
evitare Leonardo. Stavo così male per lui, ma non avevo la
forza neanche per
chiudere con lui. Continuavo a pensare solo ed esclusivamente a
Lorenzo. Non lo
vedevo dalla mattina in cui eravamo tornati a casa, quando aveva
riaccompagnato
me e Alessandro a casa. Lo avevo salutato appena ed ero entrata nel
portone.
Ora mi ritrovavo a fissare il muro come un vegetale. Sapevo che sarei
stata
meglio prima o poi, ma ora faceva troppo male. Non riuscivo neanche a
respirare.
Qualcuno bussò alla porta della mia stanza che subito dopo
si aprì. Arianna
entrò richiudendosi la porta alle spalle e si sedette sul
bordo del mio letto
-Ila, mi dici cos'hai?- Disse guardandomi seria. Presi un bel respiro e
le rivelai
solo in parte la verità
-Sto pensando di rompere con Leonardo- Dissi mettendomi a sedere.
Arianna mi
guardò sorpresa e allo stesso tempo confusa. Anche io avrei
reagito così se
fossi stata al posto suo. Avevo passato quattro anni a sbavare dietro a
Leonardo e adesso che ero la sua ragazza volevo lasciarlo
-Ma perchè?- Mi chiese lei. Abbassai lo sguardo sulle mie
Converse e presi un
bel respiro
-Perchè non lo amo, Ari- Risposi. Era così
purtroppo. Nonostante non potevo
negare che un po' mi piaceva ancora, sapevo benissimo di non essere
innamorata
di lui
-Bhè... non posso di certo essere io a dirti cosa fare. E'
una cosa che devi
sentire tu. E' una decisione che puoi prendere solamente tu- Mi
rispose,
sorridendomi. Ricambiai il sorriso e l'abbracciai
-Cambiamo discorso?- Le chiesi, sciogliendo l'abbraccio. Lei
annuì prendendo un
bel respiro
-Ho sentito Margherita stamattina. Era a dir poco sconvolta- Alzai lo
sguardo
su di lei, sorpresa. Margherita sconvolta? Chissà cosa era
successo
-Ah sì? E ti ha detto come mai?- Le chiesi con un po' troppa
curiosità
-Sì, a quanto pare quel cretino di Lorenzo l'ha mollata- Mi
rispose lei,
inziando a sfogliare annoiata una rivista che avevo sul letto
-Davvero?- Ok, forse avevo un pochino esagerato. Sembravo prossima a
fare il
salti di gioia e sicuramente per Arianna doveva essere un tantino
strano
-Insomma, è davvero uno stupido- Continuai, cercando di
riprendermi
-Già, uno stupido gigantesco- Mi rispose lei -A quanto pare
ieri pomeriggio è
passato a casa di mia sorella e l'ha lasciata con una banalissima
scusa-
Aggrottai le sopracciglia
-Con quale scusa?- Le chiesi fin troppo curiosa. Non riuscivo a credere
che
Lorenzo avesse lasciato Margherita, non mi sembrava vero
-Le ha detto che nonostante le voglia un bene dell'anima e nonostante
lei sia
una ragazza favolosa, lui non è innamorato di lei- Mi
rispose Arianna,
continuando a girare le pagine della rivista con più enfasi
-A-accidenti... davvero uno...-
-Stronzo- Concluse lei la frase al posto mio
-Stavo per dire scemo, ma stronzo è meglio- Dissi io,
abbastanza imbarazzata
per quella situazione
-Mi dispiace parlarne con te, visto che lui è il migliore
amico di tuo
fratello, ma giuro che se me lo ritrovo davanti lo prendo a pugni in
faccia-
Deglutìì alzandomi in piedi
-M-ma figurati, parlane pure quanto vuoi. Io lo detesto-
Mentìì prendendo il
mio cellulare per verificare se ci fossero messaggi. Era una situazione
davvero
imbarazzante
-Se poi dovessi mai vederlo con qualcun'altra lo investirei con la
macchina, visto
quello che ha fatto a mia sorella- Iniziai a tossire per della saliva
andata
per traverso
-G-g-già... hai ragione- Riuscìì a
dire, colpendomi il petto per tentare di non
soffocarmi
-Ora vado, tesoro. Ci sentiamo più tardi- Disse Arianna
dandomi un bacio sulla
guancia. Dopodiché si avvicnò alla porta e
l'aprì -Grazie per avermi ascoltata-
Continuò
-Ma figurati, quando vuoi- Risposi, salutandola con la mano.
Dopodiché uscì e
si richiuse la porta alle spalle.
Maledizione. Non potevo continuare a reagire così, o Arianna
avrebbe capito che
c'era qualcosa che non andava tra me e Lorenzo.
Decisi di distrarmi e di dare un'occhiata al mio profilo di Facebook,
visto che
era da una vita che non lo controllavo.
Dopo una decina di minuti sentìì dei rumori che
provenivano dal corridoio fuori
dalla mia stanza, cosa molto strana visto che ero sola om casa e che
nessuno
sarebbe tornato prima di pranzo. Mi alzai dalla scivania e mi avvicinai
alla
porta, aprendola appena. Quando vidi un'ombra svanire all'interno della
stanza
di mio fratello, ci mancò poco che mi venisse un infarto.
Afferrai un ombrello,
pronta a darlo in testa a chiunque si fosse introdotto in casa.
Uscìì
lentamente dalla mia stanza, cercando di non far rumore.
Quando arrivai davanti alla stanza di mio fratello, sbirciai
all'interno, ma
proprio in quel momento la porta si spalancò e io caddi in
avanti. Chiusi gli
occhi, pronta a schiantarmi contro il pavimento, ma mi
sentìì afferrare e andai
a finire con la faccia contro qualcosa di morbido e... accogliente.
Riaprìì gli occhi, immaginando il ladro che mi
puntava un coltello alla gola,
ma quando capìì contro chi ero finita il mio
stomaco iniziò a fare di nuovo le
capriole, ma non per la paura
-E...e tu che cavolo ci fai quì?- Chiesi con un filo di
voce, mentre mi
rimettevo in piedi. Lorenzo mi sorrise, accarezzandomi una guancia, ma
io per
non rischiare di saltargli addosso e baciarlo mi ritrassi. Lui se ne
accorse e
infilò le mani in tasca, abbassando lo sguardo imbarazzato
-Tuo fratello aveva lezione e io no, così mi ha chiesto di
passare a casa sua a
prendere un libro di economia che gli serve per la prossima lezione- Mi
rispose
tutto d'un fiato
-Potevi suonare, mi avresti risparmiato l'infarto- Dissi incrociando le
braccia. Lui scoppiò a ridere e il mio cuore
accelerò i battiti
-Pensavo che non ci fossi, tuo fratello mi ha dato le chiavi di casa e
così
sono entrato- Mi rispose lui. Annuìì, prima di
abbassare lo sguardo sulle sue
mani ancora in tasca
-E dov'è il libro?- Gli chiesi, guardando verso la stanza di
mio fratello
-Quale libro?-
-Il libro che dovevi prendere ad Alessandro- Risposi. Lui si diede un
leggero schiaffo
sulla fronte e sorrise
-Già, il libro. Veramente non sono riuscito a trovarlo- Mi
rispose,
ticchettando le dita contro il muro. Mi venne spontaneo sorridere.
Eravamo
imbarazzatissimi tutti e due e stavamo parlando a vanvera
-Se... se vuoi ti aiuto io- Cavolo, ma che diamine avevo in testa?
Perchè
andavo sempre a cacciarmi in simili situazioni? Ora speravo solo che mi
dicesse
di no
-Sì, ti ringrazio- Ecco, come non detto.
Io e Lorenzo iniziammo a frugare in ogni angolo della camera di
Alessandro e
dopo anche in salone, cucina e addirittura in bagno. Purtroppo del
libro
neanche l'ombra
-Sembra che non ci sia. Magari l'ha preso e si è
dimenticato. Sai com'è
Alessandro, dimenticherebbe anche la testa se non l'avesse attaccata al
collo-
Dissi io, chiudendo il frigorifero. Meglio controllare ovunque, non si
sa mai
-Già.... però.....- Lorenzo si interruppe,
avvicinandosi a me
-Però cosa?- Gli chiesi io, allontanandomi automaticamente
-So dov'è il libro- Corrugai la fronte, confusa
-Lo sai?- Lui annuì guardandomi negli occhi -E
dov'è?-
-Nel mio zaino- Rispose lui, indicando lo zaino dell'Eastpak poggiato
sul
divano. Non capivo, ma se l'aveva già trovato,
perchè a me aveva detto di non
averlo visto da nessuna parte?
-Nel tuo zaino?- Lui annuì, abbassando lo sguardo sulle sue
Nike -Ma allora
perchè mi hai detto che non lo trovavi?- Lo vidi deglutire,
subito dopo, senza
sapere come, mi ritrovai attaccata al muro con il suo viso a due
centimetri dal
mio
-Ho detto una bugia per... perchè volevo che tu mi aiutassi
a cercarlo. Perchè
volevo stare un po' con te, senza aver paura che tu mi mi mandassi via-
Non
riuscivo a parlare. Le parole mi morivano in gola. Cosa avrei potuto
dirgli?
Forse che ero felice del fatto che avesse finto di non trovarlo,
perchè anche
io volevo passare un po' di tempo con lui? Ma purtroppo non era affatto
così.
Per quanto fossi stata felice di trascorrere
un po' di tempo da sola con lui, sapevo che quando fosse arrivato il
momento di
salutarsi di nuovo...sarei stata malissimo.
Abbassai lo sguardo, allontanandolo leggermente da me
-Lore, ti prego non complicare le cose- Dissi, tenendo lo sguardo a
terra. Non
avevo il coraggio di guardarlo negli occhi
-Mi manchi, lo so che tra noi due è impossibile,
però mi manchi- Disse
avvicinandosi nuovamente a me
-Ma io...- Mi interruppi, quando lo vidi avvicinarsi ancora di
più
-Amore mio, io non ci so stare senza di te- Disse togliendomi una
ciocca di
capelli dalla fronte
-Nemmeno io, ma se... se stiamo insieme quando arriverà il
momento di dirci
addio di nuovo staremo ancora peggio- Dissi, cercando di trattenere le
lacrime
-Ilaria, io ti amo. Ti amo e non voglio dirti addio- Disse sfiorandomi
le
labbra con le sue, ma io lo allontanai nuovamente da me
-Adesso- Dissi alzando lo sguardo su di lui -Adesso non vuoi dirmi
addio, ma
che futuro abbiamo se tu senti di non volerne mai parlare con mio
fratello?-
-E' difficile, lo so. Ma io non... Ilaria io sto male senza di te-
-Lo so, ma perchè non capisci che io sto male con te? Io non
riesco a stare con
te e a fingere che non ci siano problemi. Anche io ti amo, ma non me la
sento
di stare con te a queste condizioni e...-
-Ieri ho lasciato Margherita- Mi interruppe, abbassando lo sguardo
-Lo so, me l'ha detto Arianna- Mi sedetti sul divano, seguita da lui
che fece
lo stesso. Quando mi prese la mano tra le sue fui tentata di tirarla
indietro,
ma non lo feci. Forse perchè volevo farmi del male. Si
avvicinò di più a me e
mi circondò le spalle con l'altro braccio.
Dopodiché mi sfiorò le labbra con le
sue, ma proprio quando stavamo per approfondire il bacio, la porta di
casa si
aprì e io spinsi via Lorenzo, alzandomi in piedi
-Mamma!- Dissi con troppa enfasi. Lei poggiò le buste della
spesa a terra,
massaggiandosi i polsi
-Tesoro, mi daresti una mano?- Mi chiese, indicandomi le buste
-Lasci, faccio io- Lorenzo mi superò e afferrò
due buste con una mano e tre con
l'altra
-Oh Lorenzo, scusami non ti avevo visto- Rispose mia madre.
Dopodiché lo seguì
fino in cucina, mentre io rimasi ferma davanti al divano
..."Amore mio, io non ci so stare senza di te"...
Sorrisi, ripensando a quelle parole. Nonostante fosse sbagliato
illudersi
ancora, quella frase era riuscita a farmi toccare il cielo con un dito
-Arrivederci signora, io vado- Disse Lorenzo, tornando in salone. Non
appena lo
vidi tornare, cercai di risultare completamente calma e indifferente.
Posai lo
sguardo fuori dalla finestra, ma quando una mano mi afferrò
per un polso e mi
tirò indietro fu un po' difficile fingermi indifferente
-Lore, ma che fai?- Gli chiesi quasi sussurrando -C'è mia
madre di là,
lasciami- Continuai cercando di liberarmi dalla sua stretta
-Ti lascio se mi dai un bacio- Mi rispose lui
-No, ma sei matto?- Mi voltai verso la cucina. Se mia madre ci avesse
trovati
in quella situazione sarebbe stata la fine
-Allora non ti lascio- Puntai lo sguardo verso di lui e mi venne da
sorridere.
Aveva un adorabile broncio dipinto sulla faccia e continuava a mordersi
le
labbra nervosamente, mentre con il pollice della mano con cui mi stava
tenendo
il polso, prese ad accarezzarmi il dorso della mano. Senza pensarci due
volte
mi avvicinai a lui ed eliminai la distanza tra di noi. Immediatamente
mi
circondò la vita provando ad approfondire il bacio, ma io lo
spinsi via
delicatamente
-Avevi detto un bacio. Ora vai- Dissi spingendolo fuori dalla porta
-Uffa, quanto sei noiosa- Sorrisi e feci per richiudere la porta
-Lorenzo!- Mia madre entrò in salone e mi spinse via
riaprendo la porta -Lorenzo,
perchè non ti fermi a pranzo con noi?- Accidenti, ma
perchè mia madre doveva
mettersi sempre in mezzo?
-Ah, bhè...- Lorenzo tentennò, puntando lo
sguardo su di me in cerca di una
conferma
-Io vado a pranzo con Ari- Dissi, voltandomi per tornare in camera mia
-Non credo proprio- Mia madre mi afferrò per un polso e mi
riportò accanto a
lei -So bene che tu e Lorenzo non andate molto d'accordo, ma lui
è come se facesse parte della famiglia ed è il
migliore amico di tuo fratello.
Perciò, perchè non ti comporti da ragazza matura
ed educata?- Mia madre di
quella storia non ci aveva capito un cavolo. Credeva che fosse
perchè non
sopportavo Lorenzo che volessi andare a pranzo con Arianna, ma in
realtà era
lontana anni luce dalla verità. Io non sopportavo di stare
nella stessa stanza
con lui e fingere di non sopportarlo quando in realtà volevo
solo baciarlo
-Signora, la ringrazio, ma non importa. Tanto ora devo tornare
all'università
per portare un libro ad Alessandro e poi magari andrò...-
-No, rimani a pranzo. Cercherò di comportarmi da
persona matura- Lo
interruppi io, senza guardarlo negli occhi. Dopodiché mi
voltai e tornai nella
mia stanza.
Ora ero fritta.
-No, Ari- Ero al telefono con Arianna da circa venti minuti. Lorenzo e
Alessandro erano già tornati dall'università e si
erano rintanati nella stanza
di mio fratello a fare chissà cosa. Io invece, stavo
cercando di
tranquillizzare Arianna che mi stava chiedendo se Lorenzo si fosse
presentato
con un'altra ragazza
-Sicura? Perchè altrimenti vengo a casa tua e lo strangolo.
E tu mi dai una
mano, vero?- Deglutìì imbarazzata e mi sedetti
sulla sedia
-Se si presentasse a casa mia con un'altra ragazza, fidati, non avresti
neanche
modo di riconoscerlo quando arriveresti quì- Dissi
stringendo i pugni. Arianna
scoppiò a ridere
-Tranquilla mi fido, so quanto tieni a Margherita- In realtà
la mia frase era
per evitare che capitasse a me. Se Lorenzo si fosse presentato con una
ragazza
davanti a me, probabilmente lo avrei castrato
-Ora vado a pranzo, ci sentiamo dopo- Dissi alzandomi in piedi
-A dopo- Poggiai il cellulare sulla scrivania, prima di aprire la porta
della
mia stanza. Non appena lo feci mi trovai davanti Lorenzo
-Mi hai fatto prendere un colpo- Dissi, portandomi una mano sul cuore.
Lui
sorrise, prima di prendere a camminare verso la sala da pranzo. Dopo
aver preso
un bel respiro, mi diressi anche io verso il tavolo, dove scoprii con
orrore di
essere seduta di fronte a lui.
Il pranzo fu un vero e proprio incubo. Ogni tanto mi scontravo il piede
contro
quello di Lorenzo, senza contare che gli avevo anche rovesciato un
bicchiere di
aranciata nel piatto.
Non appena finii il secondo, mi alzai immediatamente da tavola e con la
scusa
di dover ripassare per il giorno dopo corsi in camera mia.
Di questo passo sarei morta giovane.
Presi i libro di filosofia e iniziai a leggere il capitolo che la
professoressa
ci aveva assegnato per le vacanze, ma in realtà non sapevo
neanche cosa ci
fosse scritto. Leggevo senza capire. Continuavo a pensare ad altro.
A qualcun altro. All'improvviso
sentìì bussare alla porta. Alzai lo
sguardo dal libro e vidi entrare Lorenzo, che si richiuse la porta alle
spalle
-Sto andando via- Disse poggiandosi contro di essa
-Ciao- Risposi io, tornando a "leggere" il
capitolo. Ero tesissima.
Stare vicina a lui mi provocava sempre il batticuore
-Ila, perfavore- Alzai nuovamente lo sguardo e notai che si era
avvicinato.
Deglutìì, chiudendo il libro e tornando a
guardarlo negli occhi
-Cosa? Perfavore cosa?- Gli chiesi, incrociando le braccia al petto. Lo
vidi
tentennare per un secondo, prima di vederlo inginocchiarsi a terra e
prendere
le mie mani tra le sue
-Non mi evitare. Non fare finta che tra noi due non ci sia niente-
Sbuffai,
alzandomi in piedi. Non potevo resistere se lui mi diceva quelle cose.
Dovevo
cercare di allontanarlo in qualche modo
-Io non faccio finta, Lorenzo- Dissi dandogli le spalle -Tra me e te
non c'è
niente- Continuai trattenendo a stento le lacrime
-Non è vero e lo sai- Lorenzo mi afferrò per un
polso e mi costrinse a voltarmi
verso di lui.
Ora potevo scegliere.
Scegliere di soffrire per mio fratello e per le bugie che io e Lorenzo
gli
avremmo raccontato se fossimo stati insieme, oppure scegliere di
soffrire
per Lorenzo, rinunciando a lui per non far finire l'amicizia tra lui e
mio
fratello.
Scelsi la seconda.
Non sarei mai riuscita a sopportare se per causa mia si fosse rotta la
loro
amicizia
-Io...io mi sono resa conto di provare qualcosa...qualcosa di molto
forte per
Leonardo, mi dispiace- Dissi, mentre le lacrime scorrevano sulle mie
guance.
Vidi Lorenzo stringere i pugni e battere più volte gli
occhi, incredulo.
Dopodiché mi lasciò andare e si voltò,
uscendo dalla mia stanza, ma non dal mio
cuore.
Mi feci scivolare lungo il muro e mi sedetti a terra, coprendomi il
viso con le
mani e dando sfogo alle lacrime.
Forse sarei stata malissimo, forse non mi sarei più ripresa,
ma era la cosa
giusta da fare.
Era l'unica cosa da fare.
Dopo un paio d'ore, qualcuno bussò alla mia porta.
Da quando Lorenzo era andato via mi ero un po' ripresa. Avevo smesso di
piangere e avevo ricominciato a "studiare"
-Posso?- Il viso di mio fratello fece capolino dalla porta della mia
stanza. Lo
guardai e annuii
-Entra-
Alessandro si sedette ai piedi del mio letto e prede a ticchettare con
il piede
a terra, guardandosi attorno
-Io e te non...non siamo mai andati poi così d'accordo, ma
sei pur sempre mia
sorella e anche se avrò gli incubi dopo quello che sto per
dirti...devo
dirtelo- Lo guardai confusa -Ti voglio bene- Incominciai a tossire per
della
saliva andata per traverso. Quello non era mio fratello
-Cosa?- Gli chiesi con gli occhi lucidi per il mio quasi soffocamento
-Ti voglio bene. E adesso non farmelo ripetere di nuovo- Aggiunse lui,
abbassando
lo sguardo imbarazzato
-Sei ubriaco percaso?- Gli chiesi, sorridendo
-Non scherzare. Sono quì per chiederti una cosa- Disse lui,
facendosi
improvvisamente serio
-Dimmi-
-Ti piace Lorenzo?- In quel preciso istante il mio cuore
cessò di battere e
l'aria non arrivò più ai polmoni. Sembrava che mi
fossi allonata anni luce da
quella stanza. Sentivo solo un fastidiosissimo fischio nelle orecchie e
non
riuscivo a rispondere. Guardai mio fratello sbattendo varie volte le
palpebre, ancora
sconvolta per quella sua domanda. Dopodiché mi costrinsi a
sorridere, ma non
fui sicura di aver sorriso davvero
-Ma...ma....n-n-no- Dissi mordendomi le labbra. Accidenti, ma
perchè finivo
sempre in questi casini.
Lo vidi scuotere la testa, prima di alzarsi e di avvicinarsi a me
-Lo spero. Spero davvero che non ti piaccia, perchè
altrimenti sarebbe un bel problema-
Disse lui, preoccupato
-E perchè? Perchè sarebbe un problema?- Volevo
sapere perchè Alessandro non
riusciva ad accettare una possibile relazione tra me e Lorenzo
-Perchè Lorenzo è il mio migliore amico e tu sei
mia sorella. E non siamo di
certo in un film, dove la protagonista finisce per fidanzarsi con il
ragazzo
bello e buono e superano tutti i problemi, vivendo felici e contenti.
Quì siamo
nella vita reale e finireste per ferirvi e iniziare ad odiarvi
più di quanto
già non facciate. A quel punto io sarei costretto a
scegliere e chiaramente
sceglierei te e non potrei mai più essere amico di Lorenzo,
sapendo che ha
fatto del male a mia sorella. Io voglio bene a Lorenzo e non vorrei che
andasse
a finire così- Il suo discorso non faceva una piega, ma
restava comunque il
fatto che non era scritto da nessuna parte che io e Lorenzo avremo
finito per
ferirci
-Stai tranquillo, io detesto Lorenzo esattamente come prima- Mi
costrinsi a
dire, riprendendo a leggere il capitolo di filosofia.
Mio fratello annuì, per nulla convinto, prima di avvicinarsi
alla porta per
uscire
-E comunque ti voglio bene anche io- Dissi senza alzare lo sguardo dai
libri.
Con la coda dell'occhio lo vidi sorridere. Dopodiché
uscì dalla mia stanza,
richiudendosi la porta alle spalle.
Mi concessi un sospiro di sollievo e mi poggiai con la testa sulla
scrivania.
Ero veramente in un bel casino.
Lorenzo P.O.V
Ero sdraiato sul divano di casa mia e stavo contemplando il televisore
spento.
Non avevo voglia di fare nulla, figuriamoci accendere la tv.
..."Io...io mi sono resa conto di provare
qualcosa...qualcosa di molto
forte per Leonardo, mi dispiace"...
Mi coprii la testa con il cuscino e lo strinsi forte. Quelle parole mi
avevano
letteralmente distrutto. Non ero riuscito neanche a risponderle per
quanto ero
sconvolto. Mi ero limitato semplicemente ad andarmene. Come un codardo.
Sentii il campanello suonare e, dopo aver concesso un'altra stretta
fortissima
al cuscino che avevo in faccia, lo lanciai via e mi alzia in piedi
andando ad
aprire la porta.
Mi trovai davanti Alessandro con due scatole di pizza in mano
-Pizza?- Mi chiese, prima di entrare e dirigersi in cucina. Richiusi la
porta e
sorrisi. Era esattamente per motivi come questo che non riuscivo a
parlare di
me e di Ilaria con Alessandro. Semplicemente lui c'era. C'era sempre e
non
potevo fare a meno di lui
-Voglio augurarmi che tu abbia preso quella con...- Alessandro
aprì il cartone
di pizza, facendomi interrompere
-Quella con i Wurstel- Finì lui la frase al posto mio,
avvicinando la pizza
verso di me
-Grazie, amico- Dissi addentandone un pezzo
-Allora, com'è andata con Margherita ieri?- Mi chiese,
mastricando. Bevvi un
sorso di birra e puntai lo sguardo su di lui
-Male. L'ho lasciata e si è incavolata- Dissi, addentando un
altro pezzo
-Ma perchè l'hai lasciata?- Mi chiese lui, con la bocca
piena. Mi venne da
sorridere per il modo buffo in cui aveva parlato
-Perchè non l'amavo e non volevo prenderla in giro.
Margherita è una brava
ragazza e non mi andava di ferirla- Dissi. Mi alzai per prendere dei
tovaglioli
di carta e qualcosa che si trovava sulla credenza attirò la
mia attenzione.
Il disegno.
Era il foglio che avevo conservato il primo giorno che avevo incontrato
Ilaria,
quando ero andato per la prima volta a giocare alla play a casa di
Alessandro.
Avevo disegnato un personaggio del videogame alla quale stavamo
giocando,
utilizzando un foglio su cui Ilaria aveva disegnato una farfalla.
Sorrisi e lo
sfiorai
Io e Alessandro stavamo giocando alla play già
da qualche ora e avevo
particolarmente fame.
Presi un foglio a caso che si trovava sul tavolo sotto una manciata di
colori e
pennarelli che apparteneva alla sorellina di Alessandro Da quanto
diceva lui
era una mocciosetta SoTuttoIo. Iniziai a disegnare il profilo di "Crash
Bandicoot" e quando terminai il disegno gettai nuovamente il foglio
accanto
ai colori, seguendo Alessandro in cucina per mangiare qualcosa.
Dopo una decina di minuti, Alessandro andò in bagno, mentre
io rimasi seduto a
mangiare la torta che aveva preparato la mamma di Alessandro.
Mentre stavo per inghiottire, un urlo mi giunse alle orecchie e ci
mancò poco
che mi soffocassi con la torta. Subito dopo una ragazzina con delle
trecce alla Pippi Calze Lunghe entrò in cucina, sventolando
in aria un foglio
di carta
-Tu!- gridò la mocciosa, indicandomi con un dito. Aggrottai
le sopracciglia e
mi guardai alle spalle, credendo che stesse parlando con qualcun altro
-Dici a me?- Le chiesi, con un ghigno sulle labbra
-Vedi altri cretini quì intorno?- Accidenti, sagace la
ragazzina. Sorrisi
avvicinandomi alla mocciosa
-Ehi, mocciosetta. Ho ben sei anni più di te, porta rispetto
per gli adutli-
Dissi io, accarezzandole la testa. Lei si tirò indietro,
lanciandomi il foglio
in faccia
-Moccioso ci sarai, visto che disegni come un bambino della materna-
Disse
incrociando le braccia -La prossima volta che vuoi divertirti a fare
inutili e
insensati scarabocchi, evita di danneggiare uno dei miei bellissimi
disegni,
chiaro?- Accidenti per essere una ragazzina, aveva la lingua piuttosto
lunga
-Non voglio immaginare che caratterino avrai da grande- Mi sedetti
nuovamente e
incrociai le gambe sotto al tavolo
-Io "sono" grande, ho otto anni e mezzo. Tra poco mi sposerò
anche.
Con Luca, il mio compagno di banco- Scoppiai a ridere nel vedere quel
suo
adorabile e buffissimo broncio
-Allora mi reputo invitato al tuo matrimonio- Scoppiò a
ridere, per poi puntare
nuovamente lo sguardo su di me
-Non so se ti voglio al mio matrimonio- Sorrisi di nuovo
-Andiamo, so che ti sono simpatico. Sei ancora piccola però.
Se vuoi aspetto
che cresci un pochino e poi ti sposo io- Scherzai appallottolando un
tovagliolo
di carta per poi lanciarlo nel secchio
-Non ci penso neanche. Io con una "palletta gonfiata" come te non
voglio avere niente a che fare. Nè ora nè mai-
Disse, prima di voltarsi ed
uscire dalla cucina
-Si dice pallone gonfiato!- Le gridai io, sorridendo.
Quella ragazzina aveva davvero un bel caratterino.
No, non potevo rinunciare a lei. Alessandro era il mio migliore amico e
non avrei voluto perderlo per niente al mondo. Ma quella ragazzina con
quelle
trecce, quello sguardo furbo e quel carattere saccente mi aveva
stregato sin
dal primo giorno, tramutando l'affetto che avevo per lei, in amore.
Probabilmente Alessandro, una volta che fosse venuto da sapere di me e
di sua
sorella, non avrebbe più voluto parlarmi. Ma io amavo troppo
Ilaria, per
rinunciare a lei
-Ehm...Ale, scusa ma tra poco devo andare dai miei. Ti dispiace se ci
vedimo
più tardi?- Gli chiesi, sperando che capisse il mio
messaggio. Volevo che se ne
andasse così avrei avuto modo di parlare con Ilaria
-Ma si, certo. A dopo allora- Disse lui afferrando la giacca, prima di
uscire
dalla porta.
Afferrai il cellulare e senza pensarci due volte chiamai l'unica
persona in
grado di farmi stare meglio.
Ilaria P.O.V
Ero sdraiata sul divano ed ero sola in casa. Alessandro era uscito per
andare
chissà dove e i miei erano andati a cena fuori. Avevano
chiesto anche a me di
andare, ma con tutto quello che era successo non ne avevo proprio
voglia.
Chiusi gli occhi e mi tornò alla mente il mio primo incontro
con Lorenzo.
Mi mancava. Dio, quanto mi mancava.
Avevo voglia di abbracciarlo, di baciarlo o anche solo di parlare con
lui, di
sentire la sua voce.
Forse avevo sbagliato a mandarlo via così quel pomeriggio.
Forse avevo
sbagliato a rinunciare a lui così in fretta, senza neanche
provarci.
Io lo amavo e volevo stare con lui, nonostante tutto.
Mi alzai in piedi e decisi di andare da lui. Dovevo vederlo. Dovevo
parlarci.
Dovevo chiarire con lui.
Mi infilai le scarpe e dopo aver chiuso la porta di casa a chiave,
presi
l'autobus e mi diressi verso il suo appartamento, sperando che lui
fosse lì.
Scesi dall'autobus e mi guardai attorno per cercare di ricordarmi quale
fosse
il suo palazzo.
Proprio in quel momento mi vibrò il cellulare e quando lessi
sul display il nome
"Lore", deglutìì e
risposi
-P-pronto?- Dissi, imbarazzata
-Ilaria, ti prego ascoltami. Non riattaccare- Mi strinsi di
più nel cappotto e
ricominciai a camminare verso il suo appartamento -Come prima cosa ti
chiedo
scusa. Ti chiedo scusa per come mi sono comportato in tutti questi
anni. In
realtà cercavo di farmi odiare da te per tenerti lontana, ma
questo non ha
funzionato perchè tu ti sei resa conto di amarmi. Durante
questi anni però, è
successa una cosa incredibile. Non avrei mai potuto immaginare che io e
te...insomma....che tra me e te nascesse quello che è nato.
So che in questi
giorni sono stato davvero un cretino. Ora ti chiedo scusa e ti chiedo
di
perdonarmi, perchè io ti amo- Sorrisi nel sentire quelle
parole -Io ti amo,
amore mio- Continuò -Ti prego, se anche tu mi ami, vieni da
me- Non me lo feci
ripetere due volte.
Lorenzo P.O.V
-Ti prego, se anche tu mi ami, vieni da me- Non appena pronunciai
quelle
parole, lei riagganciò e io mi sentii tremendamente
impotente. Ormai stava a
lei decidere, io non potevo fare più nulla.
Mi coprii la faccia con le mani e mi tirai leggermente i capelli visto
quanto
ero nervoso.
Proprio in quel momento sentii bussare alla porta. Mi avvicinai
tentennando,
alla fine la aprii con il cuore in gola.
Quando mi trovai il suo sorriso
mischiato alle lacrime, non potei
fare a meno di avvicinarmi a lei e di eliminare la distanza tra noi due.
L'abbracciai e la strinsi forte, ispirando a pieni polmoni l'odore del
suo
profumo
-Accidenti, sei stata veloce- Scherzai, stringendola ancora
più forte. Lei mi
sorrise e prese ad accarezzarmi i capelli
-In realtà, prima della tua chiamata stavo venendo
quì per dirti che non me ne
importa un accidenti degli altri, perchè è te che
amo ed è te che voglio. Te e
nessun altro- Disse. Mi chinai in avanti e la baciai. La baciai come
non avevo
mai fatto. La baciai perchè ne avevo bisogno. La baciai
perchè l'amavo
-Mi sei mancata, amore mio- Dissi a due centimetri dalle sue labbra.
Lei
sorrise e si strinse contro il mio petto
-Anche tu- Rispose -Ti amo-
Sorrisi.
Lei era l'unica in grado di farmi stare bene. Era così. Era
sempre stato così.
Sarebbe sempre stato così.
______________________________________________________________________
Salve a tutti!!!!!!!
Come avete visto e come vi avevo annunciato nell'altro capitolo
la separazione di Lorenzo e Ilaria è stata abbastanza breve
e i due almeno
per qualche capitolo non avranno problemi :D
Finalmente un po' di tranquillità anche per loro XD
Come penso abbia fatto piacere a tutti
Lorenzo ha finalmente mollato Margherita, era ora XD
Toccherà molto presto anche a Leonardo, anche se
continuerà ad essere
fonte di gelosia per Lorenzo ancora per un po'.
Neanche Margherita è del tutto scomparsa, anzi...
Io ringrazio come
sempre tutti voi per le magnifiche recensioni che mi lasciate sempre
Grazie di cuore :D
Grazi mille anche a
tutte le persone che hanno aggiunto la storia tra le preferite, seguite
e ricordate
e grazie tantissimo anche a chi legge solamente :D
Un ringraziamento
speciale va come sempre a
_Renesmee
Cullen_
FedeKiryu
saketta Jonas_sister
e
loveis4ever
|
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Capitolo 17 *** Parlami d'amore ***
Capitolo 15
Capitolo
16
Parlami d’amore
(Trailer)
Esiste sempre
qualcuno che desidera
esattamente quello che desideri tu.
- P. Coelho -
Parlami d' amore
parlami di te, soffiami
sul cuore che bruciava ma già vuole te.
Parlami d' amore e io ti ascolterò
se è vero che mi vuoi non ti deluderò
e di volerti io non smetterò
-
Giorgia -
Parlami d'amore -
E' buffo.
Un istante prima la tua vita ti sembra vuota, senza senso.
Un istante dopo capisci di essere la persona più fortunata e
felice
dell'universo.
La cosa buffa è che tutto questo avviene grazie ad un
cambiamento. Grazie alla
presenza di una persona indispensabile nella nostra vita.
Tutto questo avviene quando si trova l'amore.
Io e Lorenzo stavamo insieme. Finalmente insieme. Senza nessun senso di
colpa e
senza nessun impegno con altre persone. Bhè, quasi...
-Aspetta- Interruppi il bacio che ci stavamo dando da circa un'ora. Lui
sorrise
in modo malizioso e prese a baciarmi di nuovo. Lo spinsi via
sorridendo, quando
sul suo viso comparve un adorabile broncio
-Cosa c'è?- Mi chiese incrociando le braccia al petto e
poggiando la testa
sullo schienale del divano. Mi sistemai la camicetta quasi del tutto
sbottonata da lui,
prima di iniziare a parlare
-Dobbiamo mettere in chiaro delle cose- Dissi, guadagnandomi
un'occhiata
annoiata da parte di Lorenzo
-E dobbiamo metterle in chiaro ora?-
Sembrava parecchio irritato,
ma se non avessi messo in chiaro le cose mi sarei sentita in colpa
-Già- Si voltò dall'altra parte e
sbuffò -O preferisci andare in bianco per il
resto della tua vita?- Continuai con un ghigno. Lui si volto verso di
me,
sorpreso per le mie parole. Dopodiché abbassò lo
sguardo e annuì, sbuffando
-Sentiamo, cosa dobbiamo chiarire?- Mi chiese prendendomi una mano tra
le sue
-Tanto per cominciare, hai davvero chiuso con Margherita?- Gli chiesi,
temendo
la risposta. Nonostante l'avesse lasciata, avevo paura che potessero
tornare
insieme da un momento all'altro. Lui mi sorrise, accarezzandomi i
capelli
-Ma è ovvio, tra me e Margerita è tutto finito-
Sorrisi sollevata. Lui scambiò
il mio sorriso per un invito a ricominciare, così si
chinò a baciarmi di nuovo
-Lore!- Lo spinsi via nuovamente, più forte di prima.
Possibile che fosse così
appiccicoso?
-Che c'è?- Mi chiese lui, irritato dal mio continuo
rifiutarlo
-Non ho finito di parlare- Sbuffò di nuovo e mi
invitò a continuare con un
gesto della mano -Per ora...Alessandro non dovrà sapere
nulla di noi. Quando
saremo pronti gliene parleremo, sia a lui e sia ai miei genitori- Lo
vidi
annuire, completamente d'accordo con me
-Per me va benissimo-
-Poi, per non attirare l'attenzione su noi due e non far insospettire
nè Ari,
nè Marghe, nè i miei genitori e mio fratello,
continueremo a comportarci come
sempre. Vale a dire, io odio te e tu odi me- Continuai. Lo vidi
sorridere
divertito
-Non credo sia un problema- Lo colpii su un braccio facendolo mugolare
di
dolore. Dopodiché mi voltai e incrociai le braccia al petto,
offesa
-Dai amore, lo sai che scherzo- Provò ad abbracciarmi, ma si
guadagnò un altro
schiaffo -Sei arrabbiata?- Mi chiese, prima di avvicinarsi a me per
lasciarmi
una serie di fantastici baci lungo il collo. Sorrisi, voltandomi verso
di lui.
Dopodiché lo baciai e lui chiaramente ricambiò.
Non
riuscivo ad essere arrabbiata con lui se mi baciava così.
Mi allacciò le braccia sui
fianchi e mi attirò a sè, facendomi sedere sopra
di lui.
Mi passò le mani tra i
capelli, avvicinando ancora di più il mio viso al suo,
mentre io
presi a giocare con i suoi capelli, facendogli scorrere di tanto in
tanto le
mani lungo il collo. Quando iniziò nuovamente a slacciarmi
la
camicetta, lo
fermai
-Non ho ancora finito- Dissi mettendomi a sedere accanto a lui. Lui
sbuffò di
nuovo, puntando lo sguardo su di me -Possibile che non riesci ad
aspettare due
minuti?- Gli chiesi, irritata dal suo atteggiamento
-La colpa è tua. Non riesco a resistere- Si
avvicinò di nuovo a me
-Bhè, cerca di resistere- Si morse nervosamente le labbra
-Devo dirti una cosa- Dissi abbassando lo sguardo. Ero certa che si
sarebbe
incavolato -Io e... vedi... non ho ancora lasciato Leonardo- Dissi
tentennando
-Cosa? Cioè, fammi capire. Avevi detto che una volta a Roma
lo avresti lasciato
e ora mi vieni a dire che non l'hai ancora fatto?- Si alzò
in piedi a dir poco
furibondo
-Mi dispiace, ma non ne avevo il coraggio- Dissi mordendomi le labbra.
Lui si
voltò di spalle, portandosi le mani tra i capelli
-Che significa che non ne avevi il coraggio? Tu non lo ami, giusto?- Mi
chiese,
alzando la voce. Scossi la testa, continuando a mordermi le labbra
-No-
-Bene, allora non capisco cosa ci sia di tanto difficile. Io ho
lasciato
Margherita, eppure non sto piangendo come una bimba della materna-
Alzai lo
sguardo, ferita dalle sue parole. Dopodiché mi alzai in
piedi e me ne andai,
senza neanche degnarlo di una risposta.
Mentre camminavo per arrivare in fermata, il cellulare prese a vibrare.
Quando
lessi sul display il nome "
Lore" non risposi.
Era davvero un idiota. Mi aveva dato della bambina della materna senza
motivo.
Capivo che potesse essere arrabbiato, ma così
aveva esagerato
davvero.
Mi sedetti alla fermata dell'autobus e mi strinsi nel cappotto, mentre
il
cellulare continuava a vibrare. Non avevo voglia di parlare con lui,
ero troppo
arrabbiata.
Quando il cellulare smise di squillare, pensai che avesse capito che
non volevo
parlargli, invece, proprio in quel momento lo vidi dall'altra parte
della
strada.
Mi alzai in piedi, intenzionata ad andare a piedi fino a casa pur di
non
parlare con lui, ma l'autobus arrivò con un tempismo
perfetto. Si fermò davanti
a me, mentre Lorenzo attraversava la strada, correndo verso di me.
Salii
sull'autobus e le porte si richiusero.
Feci un sospiro di sollievo, pensando di essere al sicuro, invece
Lorenzo prese
a battere contro il vetro e l'autista fu costretto a farlo salire.
Sbuffai, andandomi a sedere il più lontano possibile da lui,
ma sfortunatamente
l'autobus era mezzo vuoto, quindi non impiegò molto a
raggiungermi.
Si sedette accanto a me, restando il silenzio. Dopo qualche secondo
provò a
prendermi la mano, ma io la infilai in tasca senza neanche guardarlo
-Mi dispiace- Disse, continuando a guardarmi con gli occhi da cucciolo
-Sono un
cretino, ma questo dovresti saperlo, no?- Non risposi. Mi limitai
semplicemente
a lanciargli un'occhiataccia
-Amore, ti prego- Mi prese nuovamente la mano, ma questa volta lo
lasciai fare
-Non voglio litigare con te. Mi dispiace- Disse baciandomi la mano,
prima di
avvicinarsi lentamente a me. Deglutii imbarazzata e chiusi
automaticamente gli
occhi, non appena sentii le sue labbra a contatto con le mie. Era un
bacio
dolce, ma ugualmente sconvolgente. Gli allacciai le braccia attorno al
collo e
sciolsi il bacio, lasciandomi abbracciare
-Neanche io voglio litigare con te- Dissi infine, chiudendo gli occhi
-Mi
dispiace se non ho ancora detto a Leonardo come stanno le cose, ma...
è
difficile per me. Non sono abituata a lasciare un ragazzo, ma ti
prometto che
gli parlerò il prima possibile. Chiaramente omettendo la
nostra storia-
Continuai. Lui mi sorrise e mi prese per mano, facendomi alzare dal
sedile
dell'autobus
-Andiamo- Disse, prenotando la prossima fermata a cui scendere
-Andiamo dove?-
-A casa mia. Dopo ti riaccompagno io a casa tua- Mi lasciò
un bacio a fior di
labbra e poi scese dall'autobus aiutando anche me
-Ma cosa racconto a mia madre?- Gli chiesi dandogli la mano, camminando
verso
casa sua
-Non lo so, inventa che sei a casa di Arianna- Scossi la testa,
mordendomi le
labbra
-Non posso, stamattina Ari è stata a casa mia e ha detto a
mia madre che
stasera sarebbe andata a cena dai suoi nonni- Risposi pensando a
qualche altra
scusa
-Allora, visto che non hai ancora mollato quell'idiota inventa che sei
con lui
e tra un po' ti riporto a casa- Lo guardai negli occhi. Non era una
buona idea
mentire a mia madre. Io e le bugie non andavamo molto d'accordo, ma
volevo
stare con Lorenzo, non avevo voglia di tornare già a casa
-Ok- Dissi. Dopodiché chiamai mia madre, mentre ci
incamminavamo verso il suo
appartamento.
-No, è molto meglio Eclipse- Mi lagnai io. Ero ancora a casa
di Lorenzo.
Avevamo appena finito di mangiare la pizza che gli aveva portato mio
fratello
ed ora stavamo litigando su quale film vedere
-Non ci penso nemmeno. Se non vuoi vedermi dormire cinque minuti dopo i
titoli
iniziali, cambia film- Disse lui sedendosi sul divano, posizionando le
braccia
sullo schienale e incrociando le gambe
-Uffa, quanto sei noioso. Allora scegli tu, io non ho idea di cosa
vedere- Mi
sedetti sul divano, mentre lui si alzò avvicinandosi al
televisore
-Che ne pensi di questo?- Mi chiese, sventolandomi davanti il Dvd di Avatar.
Sbuffai, scuotendo la testa
-Nemmeno morta. Alessandro mi ha obbligata a vederlo e non so nemmeno
io come
abbia resistito a vederlo tutto- Ripose il film e si mise alla ricerca
di
qualcos'altro.
Dieci minuti dopo eravamo sdraiati sul divano a vedere il telegiornale.
Non mi
sarei mai mossa da quella posizione. Io ero completamente accoccolata
con la
schiena contro il petto di Lorenzo, mentre lui mi circondava la vita
con
entrambe le braccia e aveva il mento poggiato sulla mia spalla.
Sorrisi, quando iniziò a baciarmi i capelli in modo
decisamente
seducente.
Mi voltai verso di lui, dando le spalle al televisore,
dopodiché
mi sporsi in avanti e lo baciai lentamente. Lui aumentò la
presa
sui miei fianchi e mi fece poggiare una gamba sopra di lui, prendendo
ad accarezzarla.
Aprii leggermente la bocca, permettendo alla sua lingua di cominciare a
giocare
con la mia. Quando insinuò una mano sotto la mia camicetta,
apiiì gli occhi e
lessi che ora era, sull'orologio appeso al muro
-Sono le dieci e mezza- Dissi alzandomi in piedi e ravviandomi i
capelli.
Lorenzo si mise a sedere sul divano e mi sorrise
-Andiamo, perchè non chiami tua madre e le chiedi il
permesso di stare fuori un
pochino di più. Almeno un'altra oretta?- In effetti quando
l'avevo chiamata e
le avevo detto che ero andata a cena fuori con un ragazzo era stata
piuttosto
contenta. Avrei comunque potuto dirle che avevamo deciso di andare al
cinema e
che quindi sarei tornata un po' più tardi
-Ok, la chiamo- Dissi prendendo il cellulare dalla borsa
-Però per mezzanotte
devo essere a casa- Lui annuì, sorridendo.
Dopodiché mi allontanai un po' dal
soggiorno per non far sentire a mia madre il rumore della tv e la
chiamai.
Perfortuna mi diede il permesso, a patto che per mezzanotte, massimo
mezzanotte
e mezza fossi tornata a casa.
Tornai in salone da Lorenzo che si era addormentato. Sorrisi e mi
accoccolai di
nuovo fra le sue braccia, inserendo la sveglia al mio cellulare per
precauzione
nel caso mi fossi addormentata anche io.
Non appena gli sfiorai il braccio, Lorenzo riaprì gli occhi
e mi sorrise,
facendomi spazio accanto a lui. Mi circondò la vita con un
braccio, facendomi
aderire completamente contro il suo petto. Io mi rannicchiai contro di
lui e
chiusi gli occhi. Per la prima volta non avrei voluto addormentarmi,
visto che
la realtà superava di gran lunga i sogni. Sorrisi per quel
pensiero e mi morsi
le labbra. Finalmente ero dove volevo essere.
Lorenzo P.O.V
Nonostante mi dispiacesse da morire mentire ad Alessandro, avrei
rifatto
esattamente le stesse identiche cose che avevo fatto, se avessi avuto
la
certezza di stare con Ilaria.
Mi sentivo bene. Finalmente bene. Incredibilmente bene.
Il fatto che lei non avesse ancora mollato quel cretino con i neuroni
fusi mi
provocava un certo fastidio, ma io mi fidavo di lei e sapevo che mi
amava e che
avrebbe messo molto presto fine alla sua "storia"
con quel
pagliaccio.
Eravamo entrambi sdraiati sul divano e averla così vicina a
me mi stava
mandando al manicomio. Avrei voluto approfondire
i baci che
c'eravamo dati poco prima, ma dovevo rispettare i suoi tempi e non
potevo di
certo rovinare tutto con una richiesta del genere. Di sicuro, quando
sarebbe
stata pronta lo sarei stato anche io.
Restava comunque il fatto che averla così vicina mi stava
facendo impazzire.
L'amavo, Dio quanto l'amavo. Avevo aspettato così tanto quel
momento che non mi
sembrava vero che stesse succedendo davvero. La strinsi di
più contro di me ed
inspirai profondamente l'odore di ciliegia che avevano i suo capelli.
Ero molto confuso. Non sapevo minimamente cosa sarebbe successo da quel
giorno
in poi e sinceramente neanche me ne importava molto.
L'importante era stare con lei. L'importante era che anche lei mi amava.
L'importante eravamo noi due e nient'altro.
Chiusi gli occhi e la strinsi di più.
Noi due e nient'altro.
Ilaria P.O.V
Stavo benissimo.
Quel dolce topore in cui mi trovavo era rilassante e... piacevole.
Non avrei mai voluto riaprire gli occhi da quell'angolo di paradiso in
cui mi
trovavo, ma qualcosa di estremamente assordante mi costrinse a farlo.
Immediatamente una luce accecante mi colpì gli occhi e fui
costretta a
chiuderli di nuovo per non rimanere cieca.
Provai una seconda volta ad aprirli, molto più lentamente di
prima e finalmente
riuscii a capire da cosa provenisse quel rumore fastidioso.
Un cellulare.
Un cellulare sul tavolino accanto a me.
Un cellulare che non era il mio.
Una stanza che non era decisamente la mia.
Mi voltai di poco alla mia sinistra e quasi mi venne un infarto quando
vidi chi
era sdraiato accanto a me.
Lorenzo.
Ero a casa di Lorenzo. Ancora.
Non poteva essere vero.
Presi il mio cellulare accanto a quello di Lorenzo che continuava ad
emettere
quell'assordante musichetta.
Le otto. Erano le otto di mattina ed io non ero tornata a casa. Oh
cazzo! Ora
si che ero nella M... fino al collo.
Mi alzai di corsa dal divano, urtando per sbaglio con il gomito il viso
di
Lorenzo. Lui sembrò non accorgersene. Accidenti, aveva il
sonno pesante il
ragazzo.
Iniziai a scuoterlo, estremamente nervosa. Quando aprì
finalmente gli occhi, mi
guardò e mi sorrise, prima di chiuderli nuovamente
-Buongiorno amore- Disse con la voce impastata dal sonno. Evidentemente
non si
era reso conto della gravità della situazione
-Lore, sono le otto! Devo tornare immediatamente a casa- Dissi
infilandomi le
scarpe. Lui riaprì gli occhi, realizzando che ora fosse
-Oh cazzo! Hai dormito quì?- Disse con gli occhi sgranati.
Annuii afferrando il
cappotto
-Forza, alzati. Devi portarmi a casa di corsa, magari con un po' di
fortuna i
miei non se ne sono accorti- Presi il cellulare in mano e dovetti
ricredermi
immediatamente.
C'erano circa novanta chiamate senza risposta di mia madre, sessanta di
mio
padre e trentacinque di Alessandro. Inoltre avevo almeno venti nuovi
messaggi,
inviati da mia madre, mio padre, Alessandro e anche da Arianna.
Ero morta.
Avevo dimenticato di togliere la vibrazione al cellulare, ecco
perchè non
avevamo sentito la sveglia che avevo messo per mezzanotte, ed ecco
perchè non
avevo sentito neanche il milione di chiamate che mi avevano fatto i
miei.
Richiamai Arianna per sapere se mi fossi dovuta preparare al mio
funerale
-Ila?- Rispose dopo appena due squilli
-Ari- Dissi sospirando, mentre Lorenzo si infilava le scarpe
-Ilaria, ma che fine hai fatto? Mi ha chiamata tua madre in preda al
panico
dicendo che stanotte non sei tornata a casa? Ma dove sei?- Ecco, ora
come
glielo spiegavo dov'ero?
Dire "Sono a casa del ragazzo che ha spezzato il cuore di
tua sorella e
abbiamo dormito insieme sul divano di casa sua" non mi
sembrava
esattamente la cosa migliore
-Ero... sono con...- Che cavolo di casino
-Sei con Leonardo, vero?- Sì, ero salva!
-Esatto. Ieri sera siamo usciti e ci siamo addormentati sul divano di
casa sua.
Ma ti assicuro che non è successo nulla- Dissi seguendo
Lorenzo fuori dal suo
appartamento. Aspettai che chiudesse la porta, dopodiché ci
fiondammo
letteralmente verso la sua macchina
-Bhè amica mia, sbrigati a tornare a casa. Tua madre
avrà già chiamato polizia,
carabinieri e servizi segreti- Accidenti, mia madre ne era davvero
capace
-Sì, sono già per strada. Ora riattacco, ci
sentiamo più tardi e grazie- Dissi
-A dopo e buona fortuna- Mi rispose lei. Infilai nuovamente il
cellulare in
borsa e guardai Lorenzo. Era agitato almeno quanto me. Si stava
mordendo le labbra, quasi fino a farle sanguinare e teneva gli occhi
fissi
sulla strada. Gli presi la mano destra che teneva sul cambio e lui
sussultò per
quel contatto.
Portò il suo sguardo su di me e mi sorrise nervosamente
-Amore, calmati. Andrà tutto bene. Nessuno pensa che io
abbia dormito a casa
tua. Vedrai, me la caverò con qualche insulsa punizione.
Stai tranquillo- Dissi
stringendogli di più la mano. Lui mi sorrise di nuovo,
accarezzandomi il dorso
della mano. Dopodiché puntò nuovamente lo sguardo
sulla strada un po' più
tarnquillo.
Io in compenso me la stavo facendo sotto dalla paura. Casa mia si
faceva sempre
più vicina e anche l'ora della mia morte precoce.
Maledizione.
Dopo una decina di minuti, Lorenzo parcheggiò davanti al
portone prima del mio.
Gli sorrisi, baciandolo a fior di labbra, prima di aprire lo sportello
per
scendere
-Aspetta- Disse lui, afferrandomi per un polso e facendomi risedere
all'interno
della macchina -Vuoi che venga con te? Possiamo inventare qualcosa
e...- Lo
interruppi, baciandolo nuovamente a fior di labbra.
Dopodiché scossi la testa e
scesi dalla macchina, pronta per assistere alla terza guerra mondiale.
Salii lentamente le scale, consapevole che i miei sapessero
già del mio ritorno
a casa. Avevo dimenticato le chiavi a casa di Lorenzo ed ero stata
costretta a
suonare al citofono.
Trovai la porta di casa accostata. Deglutii, aprendola lentamente. Mia
madre
era seduta sul divano e si teneva le mani davanti al viso, con un'aria
estremamente preoccupata. Mio padre era di spalle e guardava fuori
dalla
finestra, mentre mio fratello era seduto accanto a mia madre sul divano
e le
teneva la mano.
Avevo veramente esagerato.
Mi tolsi il cappotto e lo poggiai sulla poltrona, dopodiché
mi sedetti di
fronte a mia madre e ad Alessandro e abbassai lo sguardo, colpevole
-Vi chiedo scusa- La mia voce spezzata ruppe quel silenzio
così denso da far
male -Vi chiedo scusa di avervi fatto preoccupare. Però
vorrei spiegarvi-
Puntai lo sguardo su mio padre, che era ancora di schiena
-Papà, potresti
guardarmi perfavore?- Gli chiesi, con la voce rotta dal pianto. Mio
padre si
voltò e preferii che non l'avesse fatto. Non era arrabbiato,
deluso o
infastidito. Era preoccupato. Spaventato
-Sono uscita con un mio ami...con il mio ragazzo. Alessandro lo conosce
e può
confermarvi che sia un bravo ragazzo- Mi madre puntò lo
sguardo su Alessandro,
che a sua volta guardava me. Mio fratello annuì e io
continuai a parlare
-Siamo andati a cena fuori e poi al cinema. Il film è finito
presto, così
abbiamo deciso di andare a casa sua, per...parlare un po'. Ci siamo
seduti sul
divano, ma eravamo così stanchi che ci siamo addormentati-
Dissi abbassando lo
sguardo. Non ero capace a raccontare bugie. Se li avessi guardati in
faccia,
avrebbero capito che mentivo
-Vi assicuro che le cose sono andate così, inoltre c'erano
anche i suoi
genitori in casa. Ve lo assicuro- Continuai. Mio padre venne a sedersi
accanto
a me e iniziò a fissarmi -Avevo la vibrazione al cellulare e
ho dimenticato di
toglierla- Continuai, asciugandomi una lacrima dalla guancia. Mio padre
allungò
una mano verso di me e mi accarezzò la guancia, dove un
istante prima c'era la
lacrima. Dopodiché mi abbracciò forte,
stringendomi a sè.
Ero davvero confusa. Mio padre mi stava abbracciando, oppure stavo
sognando?
Perchè mi abbracciava? Perchè non era arrabbiato
con me?
In un secondo, anche mia madre si unì a mio padre e mi
abbracciò, accarezzandomi
i capelli. Alessandro si alzò in piedi e con fare
indifferente si avvicinò a me
e mi diede una pacca sulla testa. Sorrisi per quei loro bizzari e
assurdi
comportamenti e ricambiai l'abbraccio di mia madre e di mio padre.
Quando avevamo sciolto l'abbraccio, i miei mi avevano spiegato che
avevano davvero temuto il peggio quando non mi avevano vista rientrare
a casa.
Quando poi non avevo risposto alle loro innumerevoli chiamate avevano
rischiato
l'attacco di cuore. Per questo avevano reagito così. Per
questo
non si erano
arrabbiati. Perchè avevano temuto di perdermi.
Tutto sommato me l'ero cavata con poco
-Sì, sono in punizione per un mese. Non posso uscire
nè la sera nè il pomeriggio,
esclusi motivi scolastici- Ero al telefono con Lorenzo da circa venti
minuti.
Stavo cercando di concentrarmi sugli esercizi d'inglese, ma con lui al
telefono
non era così facile
-Ma come per un mese? Così non possiamo vederci- Disse lui,
sbuffando
-E invece no, perchè io ho pensato a tutto. Mi porti a
scuola e vieni a
ripredendermi, e già così acquistiamo un po'di
tempo per stare insieme. Per
quanto riguada il pomeriggio, quando vieni a trovare mio fratello
possiamo
sempre appartarci da qualche parte. E poi mia madre ti adora e si fida
di te,
perciò puoi sempre offrirti di accompagnarmi a casa di Ari
con la scusa che dobbiamo fare
un compito insieme, ma in realtà non è
decisamente a casa sua che andiamo-
Dissi con un ghigno. Ero davvero un genio del male
-Fammi capire, io ti faccio da tassista per la scuola e in cambio
ricevo due
baci come mancia, vengo a trovare tuo fratello e mi becco due bacini
dati di
sfuggita dentro a qualche armadio e come se non bastasse, devo fingere
di
scarrozzarti a casa di una tua amica, per poi portarti nel mio
appartamento,
dove comunque devi studiare?- Detta così suonava male
-Bhè...sì. E' un problema?- Gli chiesi, temendo
la risposta
-No, direi di no. Per stare con te anche solo due minuti, sarei
disposto ad
iscrivermi di nuovo al liceo- Scoppiai a ridere, sdraiandomi sul letto
-Esagerato- Lo sentii ridere
-No, dico davvero. Mi manchi- Disse. Mi morsi le labbra, cercando
qualche
residuo del suo sapore che magari mi aveva lasciato sulle labbra quella
stessa
mattina
-Anche tu. Ma perchè deve essere tutto così
complicato- Mi coprii la faccia con
un cuscino
-Vedrai che le cose miglioreranno. Volevo vederti stasera. Il mio
divano sembra vuoto senza di te- Scherzò lui. Sorrisi per
quelle
sue parole e mi venne
un lampo di genio
-Vieni-
-Dove?- Mi chiese lui confuso
-A cena quì. Io non posso uscire, ma tu puoi entrare- Quella
era la soluzione
migliore
-Ma come faccio? Non posso di certo presentarmi a casa vostra e
autoinvitarmi a
cena-
-No, ma se fingi di dover portare qualcosa ad Alessandro, mia madre ti
invita a
rimanere di sicuro- Mia madre aveva una sorta di ossessione per
Lorenzo. Quando
lo vedeva non capiva più niente. Lo considerava come un
figlio
-Ma sì, potrei passare a chiedergli alcuni appunti che non
ho preso a lezione
stamattina- Sorrisi. Avevamo trovato la soluzione
-Bene. Ora finisco di studiare inglese. Ci vediamo dopo- Dissi
abbassando la
voce
-A dopo, amore- Rigganciai, poggiando il cellulare sulla scrivania.
Dopodiché
presi un bel respiro e tornai di nuovo a leggere Il
ritratto di Dorian
Grey in lingua originale.
Vero le otto e mezza suonarono alla porta.
Corsi ad aprire e quando vidi chi avevo davanti quasi mi venne un
infarto.
Leonardo.
Cosa cavolo ci faceva Leonardo a casa mia e oltretutto all'ora di cena?
-Leonardo, ciao!- Dissi enfatizzando un po' troppo
-Amore, scusa se ti disturbo, ma volevo chiederti se ti andava di
cenare
insieme. Ho provato a chiamarti, ma avevi il cellulare spento- Oh
cazzo! E
adesso che mi inventavo?
Se anche avessi accettato l'invito di Leonardo, cosa che non volevo
assolutamente fare, mia madre non mi avrebbe mai dato il permesso per
uscire
con lui, visto ciò che era successo la sera prima.
Oltretutto i
miei sapevano
che ero stata con Leonardo. Mio padre era fuori città per
lavoro, ma mia madre era in casa e se gli avesse fatto qualche domanda
sulla sera prima
e lui avesse negato sarei stata in un mare di guai
-Ho dimenticato di caricarlo- Risposi uscendo sul pianerottolo e
accostando la
porta di casa
-Allora? Ti va di cenare insieme?- Mi allacciò le braccia
dietro la vita e mi
attirò a sè. Cavolo, come potevo uscire da quella
situazione? Se gli avessi
detto di non poter uscire, sarei comunque stata costretta ad invitarlo
a cenare
a casa mia. Se fossi uscita con lui, Lorenzo si sarebbe incavolato.
C'era però da dire che se fossi uscita con Leonardo, mia
madre non mi avrebbe
mai dato il permesso di uscire con lui da sola, quindi avrebbe chiesto
a mio
fratello di venire con noi e di conseguenza anche a Lorenzo. In questo
modo
sarebbe stato più facile stare un po' da soli
-Sì, aspetta solo un secondo quì fuori. Torno
subito- Riaprii la porta e corsi
in cucina da mia madre
-Tesoro, potresti apparecchiare, perfavore? E' quasi pronto- Ecco, ora
o mai
più
-Mamma, lo so che sono in punizione e so anche che non posso uscire a
divertirmi, ma il fatto è che...Leonardo mi ha chiesto di
andare a cena fuori e
io vorrei tanto andarci- Dissi facendo gli occhioni da cucciola. Il
Gatto con
gli stivali di Sherek mi faceva un baffo
-Leonardo sarebbe il ragazzo con cui sei uscita ieri sera?- Annuii -E
quello
con cui hai passato la notte?- Uffa, detta così suonava male
-Già, ma chiaramente non uscirei con lui da sola. Chiederei
ad Alessandro e
Lorenzo di accompagnarci. Per favore- Congiunsi le mani, fingendo di
pregare.
Lei alzò lo sguardo su di me e sbuffò
-E va bene, ma solo le vengono anche loro- L'abbracciai, baciandole la
guancia.
Mia madre era davvero grande.
Proprio in quel
momento qualcuno suonò
il campanello. Alessandro andò ad aprire e due secondi dopo
sentii la voce di
Lorenzo
-Amico, scusa il disturbo, ma mi chiedevo se potessi prestarmi gli
appunti di
oggi- Aveva un tono di voce diverso...
serio.
Poi capii. Oh cavolo,
avevo lasciato Leonardo davanti la porta di casa e Lorenzo
evidentemente lo
aveva visto.
Corsi immediatamente in soggiorno, dove trovai Lorenzo che apriva la
porta di casa,
pronto ad andarsene con gli appunti.
Puntai lo sguardo su di lui e notai che era parecchio arrabbiato
-Lorenzo ciao- Disse mia madre, sorridendogli. Lui ricambiò
il sorriso
-Sera signora-
-Mi chiedevo se tu e Alessandro poteste farmi la cortesia di
accompagnare
Ilaria e il suo amico a cena fuori- Lorenzo
strinse i pugni e puntò
lo sguardo su di me. Io annuii impercettibilmente e gli sorrisi per
rassicurarlo. Lui ci pensò un attimo su e poi
sospirò
-Per me va bene. Non ho impegni per questa sera- Mi concessi anche io
un
sospiro di sollievo e fissai Alessandro aspettando la sua risposta
-Che palle! Non mi va di fare da baby sitter a due marmocchi- Gonfiai
le
guancie offesa, puntando lo sguardo su mia madre
-Alessandro, hanno diciassette anni, non cinque. Potresti fare questo
favore a
tua sorella, non credi?- Quando mia madre voleva era davvero adorabile.
Le
sorrisi per ringraziarla
-Va bene. Ma voglio tornare a casa presto- Si diresse verso la sua
stanza per
prendere il cappotto
-Ila, ma come facevi a sapere che Lorenzo sarebbe venuto?- Mi chiese
mia madre.
Le lanciai un'occhiata confusa. Ma a cosa si riferiva?
-Che vuoi dire?-
-Mentre eravamo di là, mi hai detto che ti avrebbero
accompagnato Alessandro e
Lorenzo, ma lui non era ancora arrivato- Oh cazzo, ero proprio una scema
-M-ma sì, l'ho detto perchè...Lorenzo viene
sempre e ho dato per scontato che
lo facesse anche stasera- Dissi nervosa. Mi madre ci pensò
per un istante su e
poi sorrise, puntando lo sguardo su Lorenzo
-Bhè, ad ogni modo a noi fa piacere che lui passi
così tanto tempo a casa
nostra- Disse, prima di entrare in cucina
-Parla per te, a me non fa piacere affatto- Scherzai io, facendo
l'occhiolino a
Lorenzo, che però continuava a guardarmi serio. Mi avvicinai
a lui per
chiarire, ma proprio mentre stavo per parlare, mio fratello
tornò in salone,
sbuffando
-Allora, andiamo o no?- Mi chiese, allacciandosi il cappotto
-Sì, mi cambio e arrivo- Dissi. Dopodiché entrai
nella mia stanza per
cambiarmi.
Venti minuti dopo ero pronta. (Qui)
Leonardo chiese a mio fratello se potevo andare in macchina con lui e
mio
fratello acconsentì, mentre lui e Lorenzo si diressero al
ristorante con l'auto
di Lorenzo.
Ero davvero preoccupata. Lore mi sembrava parecchio arrabbiato e volevo
assolutamente spiegargli la situazione.
In quel preciso istante il mio cellulare prese a squillare e il nome di
mio fratello
lampeggiò sul display.
-Pronto?- Alessandro aveva la musica a palla e ci mise circa venti
secondi
prima di rispondermi
-Ascolta, visto che stasera dipendi da me, ho deciso che venire al
ristorante con
te e il tuo pupazzetto mi annoiava, così ho cambiato
programma. Se volete
potete venire con noi, altrimenti fate marcia indietro e tornate a
casa-
Sbuffai taburellando con le dita sul finestrino
-E quale sarebbe questo cambio di programma?- Gli chiesi scocciata
-Andiamo al Qube- Sgranai gli occhi
alle sue parole
-In discoteca?- Gli chiesi incredula. Lo sentii scoppiare a ridere
-No, in Chiesa. Certo che in discoteca. Io e Lore abbiamo radunato
qualche
amico e qualche amica- Nel dire "qualche
amica" scoppiò a ridere
maliziosamente -Se volete venire, alla prossima svoltate a destra e
proseguite
dritti fino a che non leggete la scritta "Qube".
A dopo- Riattaccò la
comunicazione, lasciandomi perplessa
..."Già, io e Lore abbiamo radunato qualche amico e qualche
amica"...
-Tutto ok?- Mi chiese Leonardo, evidentemente preoccupato per la mia
reazione.
Non potevo di certo tornarmene a casa mentre Lorenzo se la spassava con
qualche
stupida ochetta. Non l'avrei mai permesso
-Leo, ti dispiacerebbe cambiare meta?- Gli chiesi, aprendomi in un
sorrisetto
da gatta morta
-No, dove vuoi andare?- Mi rispose sorridendo
-Al Qube. Lo conosci?- Mi
guardò sorpreso. Evidentemente lo
conosceva
-Sì, mi sorprende che sia tu a conoscerlo- Mi sentii un po'
offesa per quella
sua risposta. Perchè io non potevo conoscerlo? Ma poi capii
che non l'aveva
detto per offendermi, quindi decisi di non arrabbiarmi. Mi sorrise e
svoltò a
destra, proseguendo sempre dritto fino a quel dannatissimo locale. Se
non altro
avevo fatto bene a cambiarmi.
Arrivammo davanti al locale circa un quarto d'ora dopo.
Alessandro e Lorenzo erano davanti all'entrata e stavano scherzando con
un
buttafuori del locale. Strinsi la presa sulla mia pochette, molto, ma
molto
infastidita. Quindi era quì che mio fratello e Lorenzo
passavano le serate
-Ah, avete deciso di venire- Lorenzo quando voleva sapeva essere
davvero
stronzo. Lo fulminai con lo sguardo, ma poi cercai di capire il
perchè del suo
atteggiamento. In fin dei conti se mi fossi trovata io nei suoi panni
avrei
reagito nello stesso modo
-Già- Risposi distanziandomi leggermente da Leonardo
-Allora? Entriamo oppure
dobbia...- Venni interrotta da una massa di capelli neri, ricci che si
gettò
praticamente tra le braccia di Lorenzo. Aprii la bocca, incredula. Ma
chi
cavolo era quella cretina?
-Lore, da quanto tempo! Non mi hai più chiamata- Disse l'oca
con quella sua
vocina stridula, colpendo leggermente Lorenzo su una spalla
-Hai ragione, ma sono stato occupatissimo con l'università-
Rispose lui con un
sorrisetto da cretino sulle labbra. Questa me l'avrebbe pagata cara.
Molto cara
-Va bene, ma pretendo un appuntamento questa settimana- Prima che
Lorenzo
potesse rispondere, rischiando così di essere investito con
un tir dalla
scottoscritta, mi schiarii la voce, attirando l'attenzione di tutti i
presenti. Quando fui certa che anche Lorenzo mi stesse guardando, mi
misi sottobraccio
a Leonardo e sorrisi
-Scusate se ho interrotto le vostre pianificazioni
sull'appuntamento
perfetto, ma esistiamo anche noi e ci stiamo anche leggermente
congelando,
quindi se non vi dispiace noi entriamo- Dissi. Non appena mossi un
passo,
inciampai con il tacco e rischiai di cadere. Per fortuna Leonardo mi
afferrò,
evitandomi quell'imbarazzantissima caduta. Perchè dovevo
fare sempre queste
figure di merda?
-Per la prima volta nella sua vita la mia adorabile sorellina ha
ragione-
Lanciai un'occhiataccia a quel decerebrato di mio fratello
-Oh, ma che carina! E' la tua sorellina- La ragazza che si era
arpionata al
braccio di mio fratello era abbastanza carina: Capelli lisci, lunghi
fino alle
spalle, rossi. Il problema? Il suo cervello inesistente
-Noi entriamo- Dissi tirando
per un
braccio Leonardo.
Ero stata in un locale del genere solo due volte ed entrambe le volte
si
trattava di una festa di compleanno. Quella sera invece, ero
lì per un altro
motivo.
Tenere d'occhio quell'idiota che mi ritrovavo come ragazzo.
Incredibile. Era già un'ora che eravamo in quel cavolo di
locale e Lorenzo
aveva passato tutto il tempo a ballare con quella stupida.
Sbuffai, bevendo l'ultimo sorso di coca cola che avevo davanti. Se
avessi
potuto lo avrei strozzato
-...Che ne dici?- Cavolo! Non avevo capito cosa aveva detto Leonardo.
Accennai
un sorriso e mi avvicinai a lui per farmi sentire
-Scusami, ma non ho capito cosa hai detto! E' colpa di questa musica
troppo
alta- Dissi. Lui mi sorrise e si avvicinò al mio orecchio
-Ti ho chiesto cosa ne dici se ce ne andiamo. Almeno stiamo un po' di
tempo
insieme. Da soli- Andarmene? Questo ragazzo era fuori di testa.
Non avrei mai lasciato Lorenzo a ballare con
quell'oca. Dovevo tenere d'occhio la situazione
-Rimaniamo un altro po'. Mi sto divertendo- Lessi sul suo viso un misto
di sorpresa
e delusione
-Davvero? Credevo che ti stessi annoiando- Mi rispose, bevendo un sorso
della
sua birra
-Ehi ragazzi! Non andate in pista?- Ci chiese Alessandro, sedendosi
accanto a
me. Anche lui aveva ballato tutto il tempo con quell'altra oca. Proprio
in quel
momento anche Lorenzo tornò al tavolo, mentre l'oca number
one gli stava appiccicata
-Noi stavamo pensando di andare
via- Puntai lo sguardo su Leonardo, sorpresa. Ma se gli avevo detto che
mi stavo divertendo. Vidi Lorenzo stringere i pugni,
prima di voltarsi verso l'oca
-Ti va se andiamo al bar a prendere qualcosa? Dopo aver ballato con te
mi viene
sempre una gran sete- Spalancai la bocca a dir poco basita
-Certo- Le rispose melliflua la scema.
No, quello era davvero troppo. Mi alzai in piedi e li raggiunsi. Presi
Lorenzo
per un braccio e lo tirai verso i bagni. Almeno avevamo un po' di
privacy
-Se stai cercando di farmi arrabbiare, sappi che non ci riuscirai-
Dissi
mordendomi le labbra. Lo vidi sorridere e fui tentata di prenderlo a
pugni
-Ah no? A me sembrava di sì- Assottigliai gli occhi e
incrociai le braccia al
petto
-Smettila di fare l'idiota- Sospirò, guardando in basso.
Dopodiché si avvicinò
a me e mi cinse la vita
-Non voglio farti arrabbiare. Mi sto comportando così
perchè altrimenti
Alessandro si sarebbe insospettito- Cavolo, non ci avevo pensato. Che
stupida
che ero
-Hai ragione, non ci avevo pensato- Dissi abbassando lo sguardo.
Lorenzo mi
costrinse a rialzarlo
-Dopo ti accompagno io a casa- Lo guardai confusa
-Come?- Lui sorrise accarezzandomi i capelli
-Alessandro torna con la sua amica e tu torni con me- Sorrisi
avvicinandomi, ma
lui mi fermò togliendo le mani dalla mia vita
-Ti giuro che ho una voglia matta di baciarti, ma se lo faccio
quì c'è rischio
che tuo fratello ci veda- Annuii abbassando lo sguardo. Ero davvero
stufa di
tutta quella storia. Non volevo tenere segreto quello che c'era tra noi
-Ehi? Amore?-
Alzai lo sguardo e incontrai i suoi meravigliosi occhi -Non devi stare
male, la
situazione si aggiusterà. Capito?- Annuii sorridendo. Aveva
ragione. Noi ci
amavamo e prima o poi si sarebbe risolto tutto
-Ora torno al tavolo- Dissi cominciando a camminare -Lore?- Mi fermai e
mi
voltai verso di lui che a sua volta guardava me
-Dimmi-
-Tieni le mani a posto con quella- Dissi assottigliando gli occhi. Lui
scoppiò
a ridere, annuendo. Dopodiché tornò al bancone da
quell'ochetta.
Sorrisi tornando al tavolo.
Se non altro avevamo chiarito tutto.
Niente e nessuno avrebbe rovinato quella serata, ma purtroppo dovevo
farlo.
Dovevo parlare con Leonardo.
Dovevo.
____________________________________________________________
Salve a
tutti!!!!!!!!
Finalmente ho postato direte XD
Vi chiedo scusa per il ritardo, ma è colpa della scuola che
perfortuna oggi è finita *.*
anche se ora ho gli esami di maturità -_-
Vi avevo detto che le cose si aggiustavano subito XD
Nel prossimo capitolo ci sarà la rottura tra Leonardo ed
Ilaria. Finalmente!
Inoltre ho creato un video trailer della storia e l'ho postato in cima
al capitolo.
Grazie ancora :D
Alla
prossima!!!!!!!!!!!
Un ringraziamento
speciale va come sempre a
_Renesmee
Cullen_
FedeKiryu
saketta Jonas_sister
e
loveis4ever
|
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Capitolo 18 *** Broken heart ***
Capitolo 17
Capitolo
17
Broken
heart
(Trailer)
E lei si sentiva
strana dentro,
soprattutto all’altezza dello stomaco,
irritato da emozioni complicate,
rabbia e qualcos’altro
a cui non avrebbe
saputo dare un nome,
ma che faceva più male di tutto.
- Jeffrey Eugenide -
Sentivo il cuore
battere fortissimo.
Per la prima volta in quattro anni ero io che avevo il controllo.
Avevo incontrato Leonardo, lo avevo desiderato, lo avevo ottenuto e mi
ero resa
conto di non averlo mai amato.
Gli volevo bene, un sacco. Gli volevo bene ma non lo amavo, per questo
motivo
dovevo essere sincera con lui.
Presi un bel respiro e mi avvicinai al tavolo
-Leonardo, possiamo parlare un secondo?- Lui puntò lo
sguardo su di me e mi
sorrise. Come avrei potuto guardarlo negli occhi e dirgli che non
potevo più stare
con lui perchè ero innamorata di un altro?
-Ma certo. Usciamo fuori, così parliamo meglio- Mi rispose,
prima di prendermi
la mano. Dopodiché ci incamminammo fuori dal locale.
Leonardo poggiò la schiena al muro e mi sorrise, incitandomi
a parlare.
Cosa dovevo dire? Come potevo lasciarlo senza che mi odiasse?
-Non è facile da dire- Iniziai calciando un sassolino. Mi
sentivo male.
Malissimo
-Ilaria, che succede? Mi sembri pallida- Si avvicinò a me e
mi portò una mano
sulla guancia, ma io mi scostai lentamente e mi asciugai una lacrima
dalla
guancia
-Io...sono stata innamorata di te per quattro anni. Un solo sguardo che
rivolgevi verso di me bastava per farmi sentire bene. Stavo bene. Tu mi
avevi
guardata e io stavo bene. Quando mi hai parlato per la prima volta, ho
creduto
di toccare il cielo con un dito. Insomma, tu sapevi che
esistevo. Tu, Leonardo Pastucci,
sapevi che esistevo. Quando ero a scuola e
la lezione si rivelava più noiosa del solito io...pensavo a
te. Immaginavo noi
due e credevo che niente potesse reggere il confronto. Io sono
stata...-
Deglutii, cercando di mandare giù quel dannatissimo nodo che
mi attanagliava la
gola -Io ti giuro che sono stata alla grande insieme a te e sono
davvero felice
che tu sia stato il mio primo ragazzo. Davvero, non avrei potuto
desiderare di
meglio-
-Ilaria, cosa stai cercando di dirmi?- Guardai Leonardo. Era parecchio
preoccupato e questo bastò a farmi sentire ancora peggio
-Voglio dirti che credevo che non potesse importarmi di nessun altro
all'infuori di te. Lo credevo- Mi
avvicinai a lui e gli poggiai una
mano sulla spalla -Probabilmente dopo stasera, le cose tra noi due
torneranno
uguale a prima. Probabilmente tu smetterai di considerarmi e farai
finta che io
non esista. Ma stavolta me lo merito. Me lo merito perchè
non ho saputo
apprezzare quello che avevo. Me lo merito perchè ti ho
ferito. Anche tu mi hai
ferita continuamente, ma lo hai fatto senza volerlo. Io invece, so
benissimo
quello che sto facendo e ti chiedo scusa-
-Ilaria, mi spaventi. Cosa vuoi d...-
-Leonardo io non sono innamorata di te- Lo vidi spalancare gli occhi,
sorpreso
e completamente...deluso
-Cosa?- Deglutii, asciugandomi con un gesto secco della mano le lacrime
che mi
solcavano le guance
-Mi dispiace, sapessi quanto vorrei esserlo. Quanto vorrei essere
innamorata di
te, ma purtroppo non ti amo- Dissi avvicinandomi a lui. Alzai una mano
in
direzione di una sua guancia, ma lui si spostò, senza
degnarmi di uno sguardo.
Lo vidi stringere i pugni
-Sei innamorata di un altro?- Mi chiese, continuando a guardare davanti
a sè.
Annuii, cosciente del fatto che lui non potesse vedermi, ma sapeva
benissimo la
risposta
-Dovevo immaginarlo. Come ho fatto ad essere così stupido-
Diede un calcio ad
un secchio dell'immondizia, facendolo cadere a terra.
Sospirai, avvicinandomi cautamente a lui. Dopodiché gli
poggiai una mano sulla
spalla, convinta che si sarebbe spostato. Con mia grande sorpresa
rimase fermo,
immobile.
Rimanemmo in quella posizione per almeno dieci minuti. Senza guardarci.
Senza
parlarci. Eravamo solo io e lui, immobili e in silenzio.
Stavo malissimo. Nonostante fossi completamente innamorata di Lorenzo,
un tempo
avevo provato qualcosa anche per Leonardo ed ora era tutto finito, per
questo
stavo male.
Lo sentii sospirare, prima di voltarsi verso di me. Aveva gli occhi
lucidi, ma
non piangeva. Mi accarezzò una guancia e mi sorrise,
asciugandomi una lacrima
sul mento
-Sei stata la prima ragazza di cui io mi sia mai innamorato e
probabilmente
proverò sempre qualcosa per te. So che in questi quattro
anni ti ho fatto
soffrire e ti giuro che mi dispiace molto- Scossi la testa, provando a
rispondere, ma lui mi zittì portandomi un dito sulle labbra
-Ilaria io ti amo, e niente che tu dirai o farai potrà farmi
cambiare idea-
-Leonardo, io però...-
-Shh- Si avvicinò a me e mi cinse i fianchi con il braccio
destro -Lo so, non
sei innamorata di me. Non più. Però lo sei stata
e sono sicuro che qualcosa di
quello che provavi per me è ancora dentro di te. Spetta a me
farlo uscire. E
credimi, ci riuscirò- Ero completamente paralizzata dalle
sue parole. Senza che
potessi accorgermene si chinò e mi baciò a fior
di labbra. Dopodiché mi lasciò
andare e se ne andò.
Rimasi ferma per almeno un paio di minuti. Le parole di Leonardo mi
avevano
lasciato una stranissima sensazione...
..."Spetta a me farlo uscire. E credimi, ci riuscirò"...
-Ila?- Mi voltai e vidi Lorenzo accanto alla porta del locale. Mi aprii
in un
sorriso tiratissimo e mi avvicinai a lui -Che succede?-
-Niente, sono solo un po'...- Presi un bel respiro e lo guardai negli
occhi -Ho
appena lasciato Leonardo- Lorenzo mi guardò sorpreso, prima
di aprirsi in un
sorriso. Si avvicinò ancora di più a me e, dopo
essersi guardato intorno, mi lasciò
un bacio a fior di labbra
-Finalmente- Abbassai lo sguardo. Lorenzo si avvicinò a me e
mi abbracciò
-Amore mio, lo so che ti fa soffrire il fatto di averlo ferito, ma
vedrai che
starà meglio- Prese ad accarezzarmi la schiena e io mi
adagiai contro il suo
petto
-Lo so-
-Ci è rimasto molto male?-
..."Ilaria io ti amo, e niente che tu dirai o farai potrà
farmi cambiare
idea"...
-Abbastanza- Risposi, stringendomi di più a lui. Lorenzo mi
depositò un bacio
tra i capelli, dopodiché mi lasciò
andare
-Cerchiamo tuo fratello e gli diciamo che sei stanca e che ti
riaccompagno a
casa?- Annuii senza aprire bocca. Lui mi sorrise e mi prese per mano,
conducendomi all'interno del locale.
Trovammo Alessandro ancora in pista a ballare con una delle due oche
-Ehi Lore! Dov'eri finito?-
-Ero...ero fuori a prendere una boccata d'aria. Ascolta amico, Ilaria
mi ha
chiesto se posso riaccompagnarla a casa. Ti dispiace se ce ne andiamo?-
Alessandro smise di ballare e ci fissò per un tempo
interminabile
-E il tuo Cicciobello?- Abbassai lo
sguardo, sospirando
-Ci siamo lasciati- Mio fratello mi guardò sorpreso
-E perchè?-
-Ale, sono affari miei. Ora voglio solo andare a casa. Mi dai il
permesso
oppure devo stare quì a guardare tu e questa
che ballate?- Mio
fratello sospirò, dopodiché puntò lo
sguardo su Lorenzo per poi puntarlo su di
me
-Ok, andate-
-Lore! Te ne vai già?- Quella sottospecie di gallina si
arpionò letteralmente
al collo di Lorenzo, ma io continuavo a tenerlo per un braccio
-Sì, sono stanco e domani ho l'università-
Rispose lui, guardandomi di sfuggita
-Va bene, però domani mi chiami? E' da tanto che...non
stiamo un po' insieme-
L'oca gli ammiccò, arpionandosi ancora di più al
suo collo. Io sbuffai, stringendo
di più la presa sul suo braccio. La cretina lo spinse
leggermente verso di se e
io fui costretta a lasciarlo andare
-O-ok ti chiamo- Si voltò verso di me con sguardo
mortificato, mentre quell'oca
lo stringeva rischiando di stritolarlo
-Ale ci vediamo a casa. Io aspetto fuori- Dissi fuori di me dalla
rabbia. Mi
infilai il cappotto e uscii di nuovo.
Mi poggiai contro il muro dove solo una decina di minuti prima era
appoggiato
Leonardo.
Io avevo avuto una serata terribile. Avevo lasciato un ragazzo
meraviglioso,
che mi amava e che mi riempiva di attenzioni. Lo avevo lasciato
perchè ero
innamorata di quello che un tempo era stato il mio peggior nemico,
inoltre era
l'ex ragazzo della sorella della mia migliore amica e migliore amico di
mio
fratello (apprensivissimo) maggiore. Un vero disastro insomma. Ma io lo
amavo e
mi importava solo di quello. Al contrario di lui che non si preoccupava
minimamente di quanto pesante potesse essere stata la mia giornata.
Semplicemente se ne stava lì dentro a fissare appuntamenti
con delle ochette
slavate, utilizzando la scusa di dover fingere per non far insospettire
mio
fratello
-Ehi, sei quì- Mi voltai verso l'entrata e vidi Lorenzo
avanzare verso di me
con un sorriso. Mi voltai di nuovo, abbastanza incavolata
-Logico che sono quì. Cos'è, ti ho rovinato i
piani? Se hai altro da fare non
ti disturbare ad accompagnarmi. Aspetterò mio fratello
quì fuori, o prenderò un
taxi, o magari accetterò un passaggio da qualche
sconosciuto, perchè tutto
questo mi sembra molto meglio che fare il viaggio con te- Incrociai le
braccia
al petto, mentre lui mi guardava confusa
-Ma che ti prende?- Si avvicinò e mi poggiò una
mano sulla guancia, ma io
voltai il viso dalla parte opposta -Mi dici perchè sei
arrabbiata?- Gli lanciai
un'occhiataccia
-Hai anche il coraggio di chiedermelo? Ho appena lasciato il mio
ragazzo per
te. Ho appena spezzato il cuore ad un ragazzo fantastico, per
te.
Tutto questo mentre tu te ne stavi lì dentro a fare il
cretino con quella scema
che non faceva che abbracciarti. E non ti sei neanche preoccupato che
quella
che dovrebbe essere la tua ragazza ti stava guardando- Ero fuori di me
dalla
rabbia. Stavo gridando, facendo voltare tutto le persone verso di noi
-Mi dici che problema hai? Ti ho spiegato almeno cento volte che mi sto
comportando così per non far insospettire tuo fratello. Ma
sai cosa credo?-
-No, cosa?-
-Credo che sei incazzata perchè non volevi mollare
quell'idiota. Perchè sei
innamorata di lui e ti serve solo un pretesto per litigare con me.
Anche io ho
lasciato Margherita, che nel caso non lo sapessi è una
ragazza strepitosa.
Anche io ho rotto con lei, per te. Ma sai qual'è la
differenza, Ilaria?- Si
allontanò da me di qualche passo -Che io non te l'ho
rinfacciato- Scossi la
testa, amareggiata
-Lo hai appena fatto- Sussurrai. Dopodiché presi a
camminare, ma Lorenzo mi
circondò il polso con la mano
-Aspetta- Mi disse facendomi voltare -Perchè stiamo
litigando? Non ha senso-
Effettivamente aveva ragione. Avevo un pochino esagerato, ma anche lui
non
c'era andato leggero
-Non lo so perchè stiamo litigando- Risposi guardando in
basso
-Per favore, perdonami. Non volevo dire quello che ho detto. Lo so bene
che non
sei innamorata di Leonardo, ma prova a metterti nei miei panni. Da
quando l'hai
lasciato il tuo viso ha cambiato espressione. Sembri...triste- Annuii,
mordendomi le labbra
-Perchè lo sono. Sono triste, ma non perchè sia
innamorata di lui. Il fatto è
che Leonardo è stato un ragazzo importantissimo per me e mi
fa male pensare di
averlo ferito. Tutto quì- Dissi. Lorenzo mi costrinse ad
alzare lo sguardo e mi
sorrise
-Lo so, hai ragione. Che ne dici se ce ne andiamo?- Ricambiai il
sorriso e
annuii. Lorenzo mi prese per mano e insieme ci incamminammo alla
macchina
Dopo venti minuti Lorenzo parcheggiò sotto casa mia
-Arrivati- Disse
-Già- Mi voltai a guardarlo -Lore, mi dispiace. Non volevo
urlarti contro. Il
fatto è che mi è dispiaciuto tantissimo per
Leonardo e poi...- Mi interruppi,
mordendomi le labbra
-E poi?-
-E poi vedere quella scema abbracciata a te mi ha infastidito da
morire. Lei
poteva abbracciarti e io no. E' un'ingiustizia- Lorenzo mi sorrise,
prima di
chinarsi su di me per lasciarmi un bacio
-Dispiace tanto anche a me. Ammetto di aver calcato troppo la mano con
quella
ragazza, ma quando sono arrivato a casa tua e ho trovato Leonardo sul
pianerottolo, non lo so, mi sono innervosito da morire- Sorrisi,
accarezzandogli una guancia
-Mi dispiace- Lui scosse la testa e si avvicinò
ulteriormente a me. Dopodiché
mi cinse la vita con le braccia e mi baciò. Gli passai le
braccia attorno al
collo e lo attirai ancora di più a me, approfonendo il
bacio. Proprio in quel
momento il cellulare di Lorenzo prese a squillare
-Pronto?- Sbuffai, sedendomi meglio, mentre Lorenzo parlava con il
guastafeste
che l'aveva chiamato -Ecco...sì Ale, siamo appena arrivati.
Non so perchè
Ilaria non risponde al cellulare. Ok, va bene. Ma sì, glielo
dico. Ok, ciao- Lo
guardai confusa
-Che succede?- Gli chiesi
-Era tuo fratello. Mi ha chiesto dov'eravamo e perchè non
rispondi al cellulare-
Presi il mio cellulare dalla borsa e mi resi conto che era spento.
Cavolo, si
era scaricato
-E' scarico- Risposi, infilandolo di nuovo in borsa -Ma non capisco
perchè
voleva sapere dov'eravamo-
-Non lo so. Ultimamente tuo fratello è strano. E se avesse
scoperto qualcosa?-
Sgranai gli occhi e lo guardai
-Dici?-
-Non lo so, ma se fosse così...saremo in un bel guaio-
Annuii, sospirando.
Perchè tutti questi problemi?
-Ora vado, domani ho scuola- Dissi, sistemandomi il cappotto. Lorenzo
mi
sorrise, avvicinandosi a me e lasciandomi un bacio a fior di labbra
-Vengo a prenderti all'uscita. Pranziamo insieme?- Gli sorrisi,
annuendo.
Dopodiché gli lasciai un bacio sulla guancia e uscii dalla
macchina.
La mattina seguente avevo faticato e non poco ad alzarmi. Avevo un
sonno
pazzesco, visto che non avevo chiuso occhio per tutta la notte. Avevo
paura che
Alessandro da un momento all'altro fosse entrato nella mia stanza e mi
avesse
gridato di sapere di me e Lorenzo.
-Ila? Tutto ok?- Io e Arianna eravamo sedute sul banco. Per fortuna la
professoressa dell'ultima ora si era assentata, così avevamo
passato l'intera
lezione a non fare niente
-Sì sì, è che stanotte ho dormito
poco- Dissi, puntando lo sguardo sulle mie
Converse
-Capito. E...a quanto pare neanche la notte precedente hai chiuso
occhio,
vero?- Arianna mi sorrise, colpendomi con il gomito. Puntai lo sguardo
su di
lei, scuotendo la testa
-Ari, ieri ho lasciato Leonardo- Arianna mi guardò sorpresa
-Davvero? E lui come l'ha presa?- Deglutii imbarazzata...
..."Spetta a me farlo uscire. E credimi, ci riuscirò"...
..."Ilaria io ti amo, e niente che tu dirai o farai potrà
farmi cambiare
idea"...
Abbassai lo sguardo, sospirando
-Non molto bene, ha detto che mi ama e che niente che dico o faccio
potrà
fargli cambiare idea- Risposi. In realtà avevo dormito
pochissimo anche perchè
quelle maledette parole continuavano a ruotarmi in mente. Ma che mi
succedeva?
Perchè non riuscivo a togliermi la sensazione che mi aveva
lasciato
quell'ultimo bacio a fior di labbra che Leonardo mi aveva dato prima di
andare
via?
Proprio in quel momento la campanella suonò. Raccolsi tutte
le mie cose e mi
diressi all'uscita insieme ad Arianna
-Viene a prendermi Margherita. Vuoi un passaggio?- Quando sentii quella
frase,
il cuore mi balzò in gola. Ormai sentire il nome di
Margherita mi faceva
quell'effetto
-No, ti ringrazio. Forse viene a prendermi Alessandro- Mentii. Non
potevo di
certo dirgli che andavo a pranzo con l'ex di sua sorella
-Ok, allora a domani tesoro- Mi disse, lasciandomi un bacio su entrambe
le
guance. Dopodiché si diresse verso l'auto di sua sorella.
Sbuffai, prendendo il cellulare dalla tasca dei jeans. Avevo una fame
da lupi e
Lorenzo mi aveva mandato un messaggio a ricreazione, dicendomi di
avvertirlo
non appena Arianna se ne fosse andata e io fossi rimasta sola.
Digitai alla svelta un "Via libera" e poi infilai nuovamente il
cellulare in tasca
-Parli con lui?- Mi voltai spaventata, rischiando di far cadere il
cellulare
sul terreno bagnato dalla leggera pioggia che cadeva da quella mattina.
Leonardo se ne stava davanti al cancello, con la cartella su una spalla
e le
chiavi della macchina nella mano destra
-N-no. Stavo...ecco...mandavo un messaggio a Lorenzo. Mio fratello ha
chiesto a
lui di venire a prendermi- Non avevo detto la verità, ma
nemmeno una bugia
-Capisco. Bhè...allora inutile chiederti se vuoi un
passaggio. Sarà per la
prossima volta- Dissi avvicinandosi pericolosamente a me. Deglutii
imbarazzata
e strinsi con forza il bordo del mio cappotto
-S-sì, grazie lo stesso- Dissi allontanandomi di qualche
passo. Ma perchè cavolo
mi rendeva così nervosa?
-Allora ciao, piccola- Arrossii per il modo in cui mi aveva chiamata,
mentre
lui si dirigeva verso la sua macchina.
Proprio in quel momento vidi la macchina di Lorenzo, parcheggiata
dall'altra
parte della strada. Presi un bel respiro e lo raggiunsi
-Ciao amore- Dissi avvicinandomi per baciarlo, ma lui si
voltò -Che succede?-
-Cosa voleva quel'idiota?- Cavolo, ci aveva visti
-Niente Lore, voleva semplicemente chiedermi se mi serviva un
passaggio, tutto
quì- Risposi, accendendo la radio. Lorenzo con uno scatto la
spense di nuovo,
prima di puntare lo sguardo su di me
-E come mai tutta questa gentilezza? Dovrebbe odiarti no? Tu stessa hai
detto
che gli hai spezzato il cuore- Disse con voce tagliente, prima di
mettere in
moto
-Quindi tu preferiresti se mi odiasse? Se pensasse che sono una persona
orribile?-
Lo vidi tentennare sulla risposta, prima di emettere un lungo sospiro,
per poi
puntare lo sguardo su di me
-Ma no, vorrei solo che la smettesse di starti così addosso.
Sono geloso, ok?-
Sul suo volto si dipinse un adorabile espressione imbarazzata. Quindi
anche il
signorino arrossiva
-Oh, amore! Come sei tenero quando arrossisci- Dissi prendendolo in
giro. Lui
sbuffò, trattenendo a stento un sorriso
-Se lo dici a qualcuno...-
-Per adesso non lo dirò a nessuno, ma magari un giorno mi
servirà per
ricattarti se ci sarà una nuova festa di Natale, a cui non
potrò partecipare
senza accompagnatore- Lui mi sorrise e si avvicinò per
lasciarmi un bacio a
fior di labbra
-Non avrai bisogno di nessun ricatto. Se ci sei tu io vado ovunque- Mi
sorrise,
accarezzandomi i capelli. Io avevo un ragazzo fantastico, che mi amava
e che
amavo. Perchè continuavo ancora a farmi problemi per
Leonardo? Ok, mi dispiaceva
di avergli spezzato il cuore, ma non c'era niente che lui potesse fare
per
farmi tornare da lui. Niente. Per il semplice motivo che....io non ero
mai
stata sua, ero stata sempre e solo di Lorenzo
-Ti amo- Dissi poggiandogli una mano sulla gamba
-Anche io, non immagini quanto- Gli sorrisi, sistemandomi meglio sul
sedile,
mentre lui poggiò una mano sul volante e una sulla mia gamba
sinistra
-Ora andiamo perchè muoio di fame- Dissi. Lui mi sorrise,
partendo con la
macchina diretti chissà dove.
Io e Lorenzo avevamo pranzato in un ristorante dall'altra parte di Roma
e poi
eravamo andati a fare una passeggiata in centro.
Era stata una giornata meravigliosa e adesso, mentre eravamo in
macchina di
fronte al portone prima di quello di casa mia, avevo cominciato a
desiderare
che fosse durata ancora di più
-Non voglio che vai a casa- Disse Lorenzo, accarezzandomi il dorso
della mano
-Nemmeno io voglio andare a casa, ma se non torno mia madre potrebbe
insospettirsi. Ricorda che sono ancora in punizione- Avevo detto a mia
madre
che sarei andata da Arianna per studiare per il compito di matematica
che ci
sarebbe stato il giorno dopo. Per fortuna ci aveva creduto
-Quando finirà questa maledetta punizione?- Mi chiese
Lorenzo, prendendo a
depositarmi dei baci all'angolo della bocca
-Mmm...più o meno il giorno del mio compleanno. Tra un mese-
-Che palle, oggi hai usato la scusa dello studio, quindi domani sarai
costretta
a tornare a casa e non potremo vederci- Sospirai annuendo. Purtroppo
era così
-Già. Ora però vado, ci sentiamo stasera?-
Lorenzo annuì, prima di avvicinarsi
a me per baciarmi. In un secondo mi ritrovai completamente addosso a
lui. Aprii
leggermente le labbra per permettere alla sua lingua di entrare in
contatto con
la mia. Lui mi cinse la vita, spingendomi delicatamente contro di lui
ancora di
più
-Ci sentiamo stasera- Disse sciogliendo il bacio. Annuii, aprendo lo
sportello
per uscire
-A dopo- Dissi, dopodiché richiusi lo sportello e mi
incamminai verso casa,
distante ancora qualche metro.
Quando arrivai davanti al mio portone quasi mi venne un infarto.
Leonardo era
poggiato contro di esso, con una sigaretta in bocca e l'I-Pod nelle
orecchie.
Cavolo, cosa ci faceva lì?
-Leonardo- Dissi avvicinandomi a lui. Non appena lo chiamai,
puntò lo sguardo
su di me e mi sorrise
-Ehi- Mi rispose, togliendosi le cuffiette dalle orecchie
-Come mai quì?- Mi sorrise, avvicinandosi a me
-Sono arrivato più o meno un paio d'ore fa. Ho suonato e tua
madre mi ha detto
che eri da Arianna a studiare, così ho deciso di aspettarti-
Mi aveva aspettata
per due ore? Questo ragazzo era veramente una sorpresa continua
-Mi dispiace se hai dovuto aspettare così tanto, se avevi
bisogno di dirmi
qualcosa potevi chiamarmi al cellulare- Lui annuì,
mordendosi le labbra
-Bhè...sì, ma in realtà volevo
vederti- Sgranai gli occhi sorpresa. Voleva
vedermi? Allora...
..."Spetta a me farlo uscire. E credimi, ci riuscirò"...
..."Ilaria io ti amo, e niente che tu dirai o farai potrà
farmi cambiare
idea"...
...Era serio. Era davvero intenzionato a non arrendersi
-Capisco. Leonardo, mi dispiace davvero per come sono andate le cose,
ma temo
che tu stia solo sprecando il tuo tempo. Quello che mi hai detto ieri
sera...non potrà mai accadere, capisci?- Lui scosse la
testa, con un ghigno
-Sei tu che non capisci, Ila- Corrugai la fronte, mentre lui si fece
ancora più
vicino -Tu provi qualcosa per me. Lo sai tu e lo so io. Devi soltanto
accettarlo- Quando si chinò per baciarmi, mi spostai
-No, Leonardo. Sei tu che devi accettare che tra di noi è
finita. Mi dispiace
ma è così- Dissi tenendo lo sguardo basso
-Se è così, allora perchè non mi
guardi negli occhi?- Mi costrinse ad alzare il
viso, avvicinandosi nuovamente. Io deglutii, prima di spingerlo vi
-Devo andare- Dissi. Dopodiché salii su casa.
Questo ragazzo era veramente cocciuto.
Due giorni.
Mancavano esattamente due giorni al mio compleanno.
Mancavano due giorni e la mia punizione sarebbe finita.
Eravamo nel mese di Febbraio.
Io e Lorenzo avevamo passato un mese da incubo, sempre a nasconderci
per
vederci e sempre stando attenti a non farci scoprire. Ma allo stesso
tempo era
stato anche il mese più bello della mia vita.
Non avevo raccontato a Lorenzo del mio incontro
con Leonardo, sotto
casa mia. Si sarebbe infuriato e non volevo di certo litigare con lui.
-Allora, è tutto pronto per Sabato?- Io e Arianna eravamo in
giro per negozi.
Stavamo definendo gli ultimi particolari per la mia festa. Avevo
deciso di invitare i miei compagni di scuola solo ed esclusivamente
perchè i
diciotto anni si compiono una volta sola
-Sì sì, il locale è prenotato per le
otto- Risposi sedendomi alla fermata
dell'autobus. Arianna si sedette accanto a me, morendosi nervosamente
le labbra
-Ari, che succede?- Lei mi guardò negli occhi, con
un'espressione abbastanza
imbarazzata
-Devo chiederti un favore, ma non so come chiedertelo- La guardai,
incitandola
a continuare. Si vedeva che era parecchio a disagio
-Avanti, dimmi. Non ti mangio mica- Scherzai. Lei sorrise appena e poi
prese un
bel respiro
-Volevo chiederti se...potresti evitare di invitare Lorenzo alla tua
festa-
Iniziai a tossire per della saliva andata per traverso. Mi stava
davvero chiedendo
di non invitare Lorenzo?
-Ari...-
-Lo so benissimo che è una richiesta grandissima e so
benissimo che Lorenzo è
il migliore amico di tuo fratello, ma Marghe non l'ha ancora superata
e...mi
dispiace vederla così abbattuta. Volevo che per una sera si
distraesse e il tuo
compleanno è capitato proprio al momento giusto, ma se viene
lui...lei sarà a
disagio- Abbassai lo sguardo, annuendo
-Hai ragione, ti assicuro che se fosse per me...Lorenzo non sarebbe di
certo
nella mia lista degli invitati, ma mio fratello gliene ha
già parlato e anche
mia madre. Se non lo invitassi non me lo perdonerebbero mai- Risposi,
stringendo con forza il braccialetto che avevo attorno al polso
-Già, hai ragione. Vorrà dire che
terrò Marghe il più lontano possibile da Lorenzo-
Sorrisi e l'abbracciai
-Mi dispiace, Ari- Lei scosse la testa, ricambiando l'abbraccio
-Tranquilla. Non è mica colpa tua, in fondo neanche tu lo
sopporti, no?- Chiusi
gli occhi ancora abbracciata a lei e scossi la testa
-No- Strinsi i pugni -Non lo sopporto-
La situazione era molto più complicata di quanto credessi.
_____________________________________________________________________
Salve
a tutti!!!!!!!!
Come va?
Come avete visto in questo capitolo Ilaria ha finalmente rotto con
Leonardo,
anche se lui sembra non aver intenzione di farsi da parte.
Questo chiaramente scatenerà l'ira di Lorenzo, che non
accetterà "l'amicizia" tra Ilaria e Leonardo.
Ora vi lascio, con la promessa di postare il prossimo capitolo molto
presto :D
Grazie a tutti!!!
Alla prossima!!!!
Un ringraziamento
speciale va come sempre a
_Renesmee
Cullen_
FedeKiryu
saketta Jonas_sister
e
loveis4ever
|
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Capitolo 19 *** Solo noi due ***
Capitolo 18
Capitolo
18
Solo
noi due
(Trailer)
E ora che son
qui vicino a te
Mi rendo conto che non ho bisogno piu' di niente
Mi bastan le tue mani e gli occhi tuoi
Per capire che non serve avere piu' di quel che hai
- Modà -
Vorrei donare il tuo sorriso alla
luna perché
Di notte chi la guarda possa pensare a te
Per ricordarti che il mio amore è importante
Che non importa ciò che dice la gente
E poi..
Amore dato, amore preso, amore mai reso
Amore grande come il tempo che non si è arreso
Amore che mi parla coi tuoi occhi qui di fronte
Sei tu, sei tu, sei tu, sei tu, sei tu, sei tu, sei tu, sei tu
Il regalo mio più grande
- Tiziano Ferro -
Sabato
arrivò in un batter d'occhio.
Fortunatamente la mia punizione era finita, quindi avevo passato
l'intera
giornata con Lorenzo. Per il mio compleanno aveva voluto portarmi a
pranzo
fuori e devo ammettere che c'eravamo divertiti moltissimo. L'unica cosa
che
frenava il mio entusiasmo era il messaggio che continuavo a leggere da
almeno
un'ora
"Piccola, ti faccio tantissimi auguri per i tuoi diciotto anni :D Ci
vediamo stasera, così ti darò il mio regalo."
Fosse stato di Lorenzo non ci avrei trovato nulla di strano, ma dal
momento che
il mittente di quel messaggio era Leonardo stavo avendo una crisi di
nervi.
Alla fine decisi di cancellare quel maledetto messaggio per evitare
sgradevoli
incidenti.
Presi il cappotto e mi diressi a casa di Arianna. Le avevo promesso che
sarei
passata a casa sua perchè i suoi genitori volevano farmi gli
auguri di
compleanno.
Non appena arrivai fui accolta da Margherita. Mi sentivo molto a
disagio quando
la vedevo, visti i precedenti
-Ila! Tesoro, tantissimi auguri- Disse abbracciandomi -Allora, cosa si
prova ad
essere maggiorenni?- Sorrisi, ricambiando l'abbraccio
-Nulla di particolare, a parte per il fatto che ora posso bere e
che...posso
andare in prigione- Scherzai. Lei mi sorrise, avvolgendomi le spalle
con un
braccio
-Tu in prigione? Ma figurati, sei la persona
più buona che conosca- Disse
dirigendosi in cucina. Con quella semplice frase riuscì a
farmi sentire un
autentico schifo.
Lei mi considerava la persona più buona che conosceva? Se
avesse saputo come
stavano le cose avrebbe cambiato di sicuro opinione su di me
-Ila! Auguri!!!- Arianna mi saltò letteralmente al collo,
rischiando di
stritolarmi -Ci divertiremo un mondo stasera-
-Sempre che io riesca ad arrivarci- Risposi cercando di farle allentare
la
presa sul mio povero collo
-Perchè?-
-Ari, mi stai strangolando- Ringraziando Dio mi mollò
-Scusami, è che sono così emozionata. La mia
migliore amica è diventata
maggiorenne!- Gridò. In quel momento sua madre e suo padre
vennero a salutarmi,
facendomi gli auguri. Adoravo la famiglia di Arianna. Mi trattavano
come se ne
facessi parte. Mi aprii in un sorriso, quando mi resi conto della
presenza di
Giuliana e di suo marito. Entrambi vennero a salutarmi e mi fecero
tanti
auguri. Dopo di loro fu il turno di un'altra cugina di Arianna e
Margherita.
Angela.
Anche lei era sposata e aveva avuto da poco una spendida bambina.
Angela era
molto simpatica e veniva spesso a trovare la famiglia di Arianna, per
questo la
conoscevo abbastanza bene.
-Allora Ilaria, che fate stasera di bello?- Mi chiese Angela. Eravamo
in
soggiorno e la mamma di Arianna aveva insistito a tutti i costi per
farmi assaggiare
uno dei suoi cupcakes
-Ho affittato una sala in un locale e ho invitato alcuni miei compagni
di
scuola e alcuni amici- Risposi pulendomi la bocca con un fazzolettino
-Che bello avere diciotto anni. Ricordo ancora che io li festeggiai in
spiaggia. Fortunatamente sono nata a Giugno- Disse Angela. Sorrisi,
passando lo
sguardo sulla piccola Mara, sua figlia
-Tra qualche mese le faremo il battesimo, spero che ci sarai. Ormai fai
praticamente parte della famiglia- Mi disse Angela, sorridendo. Puntai
lo
sguardo su di lei e annuii
-Certo che ci sarò- Mi sentivo davvero un'orribile persona.
Tornai a casa abbastanza depressa. Mi dispiaceva tantissimo per
Margherita. Lei
non meritava quello che io e Lorenzo le stavamo facendo. Non lo
meritava
affatto. Senza contare che stavo malissimo anche per Arianna. Lei aveva
fiducia
in me e io la stavo tradendo.
Verso le sei decisi di iniziare a prepararmi. Feci una doccia veloce,
dopodiché
mi arricciai un po' i capelli, indossai il vestito e mi diedi una
rapida
truccata.
-Tesoro, sei pronta? Alessandro ti aspetta in macchina- Mia madre
bussò alla
mia stanza, mentre io stavo indossando il cappotto
-Sì, pronta- Dissi, aprendo la porta. Mia madre mi sorrise e
mi abbracciò
-La mia bambina è diventata grande- Ecco che ripartiva.
Aveva passato l'intera
giornata ad abbracciarmi e a ricordarmi quanto fossi diventata grande.
La salutai frettolosamente, cosa che feci anche con mio padre,
dopodiché mi
affrettai a raggiungere mio fratello in macchina.
Dopo venti minuti di silenzio totale, mi fratello decise di parlare
-Toglimi una curiosità- Puntai lo sguardo su di lui,
incitandolo a continuare
-Come mai è finita tra te e lo spaventapasseri?-
-Non che siano affari tuoi, comunque mi sono resa conto di non amarlo-
Risposi,
sistemandomi i capelli
-E' perchè sei innamorata di qualcun altro?- Quella sua
domanda mi lasciò
parecchio perplessa. Come faceva a saperlo?
-M-ma n-no, cosa ti viene in mente. Semplicemente non amo lui- Risposi
spostando lo sguardo fuori dal finestrino, giusto in tempo per vedere
l'insegna
del locale dove si svolgeva la festa.
Mio fratello parcheggiò, dopodiché entrambi
scendemmo dalla macchina.
Non appena entrai nel locale, notai che Lorenzo era già
lì e stava sistemando il
cibo e le bevande sul tavolo
-Vado ad aiutare Lore- Disse Alessandro, aiutandomi a togliere il
cappotto -Tra
poco i tuoi amici saranno quì e visto che tu sei la
festeggiata...ho deciso di
non farti faticare- Sorrisi. Quello era davvero mio fratello?
-Grazie, fratellone- Dissi sollevandomi sulle punte per abbracciarlo.
Dopo
appena due secondi lui mi spinse via
-Ok, ok! Ora non farci l'abitudine- Sorrisi, scuotendo la testa mentre
lui
raggiungeva Lorenzo, che non appena si accorse della nostra presenza
mollò
tutto quello che stava facendo e corse ad abbracciarmi. Gli allacciai
le
braccia dietro al collo, mentre lui mi sollevava da terra
-Tantissimi auguri- Mi disse, stringendomi contro di sè.
Puntai lo sguardo su
Alessandro. Non ci toglieva gli occhi di dosso
-Grazie, Lore- Risposi sciogliendo l'abbraccio -Meglio se aiuto mio
fratello-
Lui mi fermò per un polso e mi sorrise
-No, sei la festeggiata. Tranquilla, ci penso io- Detto questo mi
accarezzò il
dorso della mano e tornò da mio fratello.
In quel momento gli invitati iniziarono ad arrivare e dopo venti minuti
il
locale era già pienissimo.
Io non ero una persona molto portata per le feste e nonostante si
trattasse
della mia mi sentivo molto a disagio
-Ehi, tanti auguri- Mi voltai e mi trovai davanti il sorriso di
Leonardo. Mi
venne istintivo sorridergli
-Grazie- Risposi abbassando lo sguardo con un pizzico d'imbarazzo
-Spero che non ti dispiace se sono venuto- Leonardo mi costrinse a
rialzare il
volto. Gli sorrisi, scuotendo la testa
-No, anzi. Grazie mille per essere venuto, davvero- Per qualche secondo
rimanemmo a guardarci -Ora vado dagli altri invitati, ci vediamo
più tardi-
Detto questo, mi voltai e mi incamminai verso il bagno.
Ma perchè ero così in agitazione quando parlavo
con
Leonardo? Io non lo amavo, di questo ne ero certa. Magari mi sentivo
così imbarazzata perchè ero
stata io a lasciarlo e mi sentivo colpevole.
Presi un bel respiro e mi costrinsi a tornare dagli altri, ma non
appena uscii
dal bagno due mani mi allacciarono i polsi e mi costrinsero a rientrare
-Non ce la facevo più- Non ebbi neanche il modo di
replicare, che le labbra di
Lorenzo si appropriarono delle mie. Sorrisi e ricambiai il bacio,
allacciandogli le braccia al collo e stringendolo di più
contro di me. Lui mi
fece indietreggiare fino ad entrare in uno dei bagni.
Dopodiché richiuse la
porta alle nostre spalle con un calcio.
Sciolse il bacio per un secondo e mi sorrise, subito dopo si
avventò nuovamente
sulle mie labbra. Feci correre le mani sotto la sua camicia e gli
accarezzai
lentamente la schiena, sorridendo sulle sue labbra quando lo sentii
rabbrividire
per quel mio tocco
-Amore- mi chiamò lui cercando di interrompere il bacio, ma
io continuavo a
stringerlo e a spingerlo contro le mie labbra -Amore...aspetta- Mi
spinse via
delicatamente
-Che c'è?- Lo guardai confusa. Non capivo perchè
mi avesse fermata
-E' che non...non ho molto autocontrollo- Mi rispose imbarazzato.
Corrugai la
fronte, confusa. Quando capii non potei fare a meno di arrossire
-Oh, capisco- Dissi allontanandomi da lui. Gli sorrisi e gli accarezzai
una
guancia -Scusa- Aggiunsi
-Guarda che non devi scusarti, anzi- Mi baciò la mano e mi
abbracciò
accarezzandomi i capelli. Quando ero con Lorenzo non esisteva
nient'altro. Di
colpo tutto quanto scompariva ed esisteva soltanto lui.
-Ora torno di là- Dissi baciandolo a fior di labbra -Ci
vediamo dopo-
-A dopo- Lui mi sorrise e mi baciò sul mento.
Dopodiché uscii dal bagno e
tornai dagli invitati.
Continuavo a guardare quella scena come se stessi per esplodere.
Margherita era appena arrivata e mi aveva salutata.
Era stupenda quella sera, quasi avevo faticato a riconoscerla.
Lorenzo era seduto e stava parlando con Alessandro e due miei compagni
di
scuola cretini. Ridevano come dei matti, parlando di qualche video che
girava
su You Tube.
Non si erano ancora visti.
Margherita e Lorenzo non si erano ancora visti, e io sapevo che la fine
era
vicina.
-Ila? Ti senti bene?- sorrisi ad Arianna e l'abbracciai, ringraziandola
ancora
una volta per essere venuta alla festa nonostante la
situazione complicata
-Sarà meglio intervenire- Arianna mi indicò
qualcosa alle mie spalle. Mi voltai
e vidi Lorenzo e Margherita avvicinarsi l'uno all'altra.
Lorenzo non mi aveva raccontato nulla del modo in cui si erano
lasciati. Dalle
parole e dal rancore di Margherita, non in modo amichevole
-Lore! Ciao- Margherita si avvicinò a Lorenzo e gli diede un
bacio sulla
guancia
-Margherita, ciao- Lorenzo puntò lo sguardo su di me -Non
sapevo che saresti
venuta- Abbassai lo sguardo, colpevole.
Non avevo detto nulla a Lore, per paura della sua reazione, ma
Margherita era
la sorella della mia migliore amica, non potevo non invitarla alla
festa dei
miei diciotto anni
-Bhè, invece eccomi quì. Ila mi ha invitata e io
ho accettato più che
volentieri. Anche se ero sicura che avrei incontrato qualche
persona...sgradevole- Detto questo, Margherita si voltò e si
dissolse nella
folla.
In un secondo mi ritrovai Lorenzo accanto
-Dobbiamo parlare- Disse afferrandomi per un polso e tirandomi verso il
bagno
-Lore, ma sei impazzito?- Dissi liberandomi dalla sua stretta -Pensa se
qualcuno ci ha visti e...- Mi afferrò per le spalle
facendomi aderire al muro
dietro di me
-Non me ne frega un cazzo- Sgranai gli occhi, sorpresa per la sua
reazione
-Mi spieghi cosa ti è saltato in mente?- Evidentemente era
arrabbiato perchè
avevo invitato Margherita
-Andiamo, capisco che tu possa essere infastidito visto che
è la tua ex, ma non
ti sembra di esagerare?-
-Infatti io non mi riferisco a Margherita- Corrugai la fronte, confusa
-Ah no? E a che ti riferisci?- Strinse nuovamente la presa sul mio
polso, puntando
il suo sguardo glaciale nel mio
-Mi riferisco a quel cretino del tuo ex- Mi lasciò andare,
allontanandosi di
qualche passo -Come ti è saltato in mente di
invitarlo?-Cavolo, lo aveva visto
allora. Abbassai lo sguardo, colpevole
-Mi dispiace, ma non potevo non invitarlo. La voce si è
sparsa e lui
è...semplicemente venuto. Non potevo di certo mandarlo via,
no?- Lorenzo si
strinse i capelli tra le mani e diede un pugno al muro
-Mi infastidisce vederlo quì. Capisco che non vuoi ferirlo,
davvero ti capisco-
Si poggiò contro il muro -Ma resta comunque il fatto che ti
amo, che sei la mia
ragazza e che nessuno e dico nessuno...può portarti via da
me- Sorrisi, prima
di avvicinarmi a lui. Gli allacciai le braccia dietro al collo e
iniziai a
giocare con i suoi capelli
-Ti amo anche io- Dissi lasciandogli un bacio a fior di labbra -Ma lo
sai che
hai colto il punto?- Lo vidi lanciarmi un'occhiata confusa
-Nessuno e dico nessuno può portarmi via da te,
perchè io ti amo e niente e
nessuno potrà cambiare quello che provo per te- Mi sporsi
leggermente in avanti
e feci aderire le mie labbra alle sue. Lui rimase sorpreso per un
attimo, ma
subito dopo ricambiò il bacio, stringendomi le mani attorno
alla vita e facendomi
aderire maggiormente a lui
-Andiamocene- Mi sussurrò in un orecchio -Andiamo via, solo
io e te- Sorrisi
stringendolo forte
-Mi piacerebbe, ma sono la festeggiata. Non posso mollare la festa
così- Annuì,
sciogliendo l'abbraccio
-Allora vai, però dopo torni a casa con me. Non mi importa
come faremo, voglio
stare con te ad ogni costo- Sorrisi, annuendo. Dopodiché gli
lasciai un bacio a
fior di labbra e uscii fuori, tornando dagli altri.
Effettivamente avevo avuto anche io l'idea di andare a casa sua. Era
già da un
paio di settimane che ci pensavo. Avevo paura sì, ma mi
sentivo pronta.
Pronta per fare l'amore con Lorenzo. Lui mi amava e io amavo lui,
questo e solo
questo era l'importante.
La festa era -finalmente- giunta al termine.
Gli invitati si accingevano ad andarsene ed io li stavo ringraziando
per i
meravigliosi regali che avevo ricevuto
-Ilaria- Mi voltai e mi trovai Leonardo davanti -Ancora tanti auguri-
Mi disse,
avvicinandosi. Mi guardai attorno, intimorita. Fortuna che Lorenzo era
andato
insieme a mio fratello a caricare i regali in macchina
-Grazie, ma ormai, ufficialmente, non è più il
mio compleanno- Dissi voltandomi
di nuovo per afferrare il cappotto. Senza che potessi accorgermene, le
sue mani
mi circondarono i polsi e mi costrinsero ad aderire al muro dietro di me
-Scusa, prometto che ti lascio subito. Volevo solo darti il mio regalo-
Leonardo si avvicinava sempre di più ed io cominciavo
seriamente ad avere
paura. Avevo paura che il regalo in questione fosse un bacio da parte
sua ed io
non lo volevo per nessuna ragione al mondo. Senza contare che se Lore
fosse
arrivato in quel momento, sarebbe stato Leonardo a ricevere un bel
regalino. Un
bel destro in pieno viso
-Leonardo, che...- Mi interruppe, poggiandomi l'indice sulle labbra.
Dopodiché
afferrò qualcosa dalla sua tasca e mi porse un pacchettino
rosa
-Tieni e tanti auguri- Mi lasciò andare, prima di dirigersi
verso l'uscita.
Rimasi a fissare quel pacchetto per almeno un paio di minuti. Mi
sentivo strana
e colpevole.
Leonardo pensava ancora a me, mentre io probabilmente non lo avevo mai
amato
davvero.
Lorenzo mi aspettava fuori ed io nel frattempo mi facevo incantare dal
mio ex
ragazzo.
Decisi di aprire il regalo di Leonardo e quando vidi di cosa si
trattava mi
sentii ulteriormente uno schifo. Era una foto. Una foto di noi due.
L'avevamo
scattata quando eravamo sulla neve per il matrimonio della
cugina di Arianna e Margherita. Io ero in braccio a lui e lo stavo
baciando,
mentre lui mi teneva le mani sul viso. La foto era inserita all'interno
di un
medaglione a forma di cuore con incise le lettere L.I.
Avevo voglia di piangere. Possibile che Leonardo fosse così
innamorato di me?
Mi portai le mani sul viso e mi massaggiai le tempie
-Ila?- Alessandro mi poggiò una mano sulla spalla, attirando
la mia attenzione
-Mi hai spaventata- Dissi portandomi una mano sul cuore, prima di
infilare il
regalo in borsa
-Scusa- Mi infilai il cappotto -Io vado, domani mi alzo presto per
l'università. Marco mi ha detto che ti fermi a dormire da
lui- Corrugai la
fronte confusa, ma prima che potessi rispondere, vidi Marco farmi dei
segni
-Ah, s-sì...mi f-fermo da lui- Risposi, abbastanza confusa e
sorpresa.
Alessandro annuì, infilandosi le mani in tasca
-Allora buonanotte, sorellina- Alzai lo sguardo su di lui e notai che
sorrideva
-Eri davvero...bhè...eri...sei bellissima stasera- Disse
imbarazzato più che
mai. Sorrisi e mi lanciai contro di lui per abbracciarlo
-Grazie fratellone- Lo strinsi forte e lui ricambiò
l'abbraccio -Ti voglio
bene-
-Anche io- Disse accarezzandomi i capelli -Ma solo quando dormi e tieni
chiusa
la tua boccaccia- Assottigliai lo sguardo e lo colpii su una spalla,
provocando
la risata di entrambi
-Simpaticone-
-Allora vado- Annuii -A domani-
-A domani- Dissi, prima di vederlo uscire dalla porta. Puntai lo
sguardo su
Marco, pronta ad ascoltare le sue spiegazioni
-Mi devi un grosso, grossissimo favore, cara mia- Corrugai la fronte,
sempre
più confusa
-Mi spieghi che succede-
-Circa un quarto d'ora fa il tuo ragazzo è venuto da me,
estremamente
disperato, e mi ha pregato di fingere che tu dovessi dormire da me- In
un
secondo, capii.
Lorenzo aveva chiesto a Marco di coprirci. Sorrisi, alzandomi sulle
punte per
abbracciare Marco
-Grazie grazie grazie- Dissi muovendo la sua testa a destra e a sinistra
-Ok, ok, ho capito- Lo lasciai andare e gli baciai una guancia
-Ora vado e ti giuro che farò qualsiasi cosa per te,
Marcolino- Mi allacciai il
cappotto -Grazie davvero, Marco. Ti voglio bene- Detto questo, uscii
immediatamente
per correre da Lorenzo.
Quando lo trovai intento in un'interessantissima conversazione con
Margherita,
mi venne spontaneo voltarmi per tornare indietro.
Fui tentata di tornare dentro da Marco, ma mi sentivo così
stupida e umiliata
che decisi di sedermi a terra e aspettare che Lorenzo e Margherita si
decidessero a chiudere quel loro dannatissimo discorso. Poggiai la
testa al
muro e chiusi gli occhi.
Chissà cosa cavolo si stavano dicendo. Secondo Lorenzo io
non potevo parlare
con Leonardo, ma lui poteva benissimo avere conversazioni con
Margherita. Non
appena fosse venuto a cercarmi mi avrebbe sentita.
La stanchezza della serata, la tensione verso Margherita, Arianna e
Alessandro
e i tre bicchieri di Cosmopolitan che avevo bevuto, contribuirono a
farmi
addormentare contro quel muro sudicio e gelido.
Qualche minuto dopo, o forse qualche ora, avvertii qualcosa di caldo
scorrermi
lungo la guancia.
Riaprii gli occhi, ancora mezza addormentata e vidi il sorriso di
Lorenzo
vicinissimo al mio viso
-Ehi, Bella Addormentata, andiamo a casa- Mi fece passare le braccia
dietro le
gambe e mi sollevò da terra. Gli strinsi le braccia attorno
al collo e mi
poggiai con la testa sul suo petto, inspirando il suo meraviglioso
profumo.
Il modo in cui mi aveva accarezzata, il modo in cui mi aveva presa in
braccio e
il modo in cui mi aveva detto "andiamo a casa",
mi fecero sorridere e
dimenticare del perchè fossi arrabbiata con lui. Alzai la
testa, tenendo ancora
gli occhi chiusi e gli lasciai un bacio a fior di labbra. Lo sentii
sorridere,
prima di stringermi ancora di più a sè.
Dopo qualche minuto sentii il sedile gelido della sua auto a contatto
con il
mio corpo. Poggiai la testa sullo schienale e sorrisi. Sorrisi
perchè Lorenzo
mi era accanto. Sorrisi perchè mi sentivo bene. Sorrisi
perchè ero felice.
Lorenzo mi poggiò una mano sulla gamba e subito dopo
partì, diretto verso casa
sua.
Lorenzo mi portò in braccio fino a casa sua e non appena
entrammo
nell'appartamento, mi fece sdraiare sul letto e mi lasciò
per andare in bagno.
Ero agitata.
Avevo paura, ma allo stesso tempo ero pronta.
Non appena sentii la porta del bagno aprirsi e i passi di Lorenzo farsi
sempre
più vicini, chiusi nuovamente gli occhi e mi rannicchiai
dalla mia parte del
letto.
Lui si sdraiò accanto a me e mi accarezzò i
capelli, lasciando poi un bacio tra
di essi. Sorrisi, fingendo di dormire.
Quando sentii che toglieva la mano dai miei capelli, mi voltai verso di
lui e
l'afferrai
-Credevo che stessi dormendo- Disse sorpreso
-Invece ero sveglia- Risposi, avvicinandomi a lui. Sorrisi e lo baciai.
Dopo un
attimo di smarrimento da parte sua, mi circondò la vita con
le braccia e mi
avvicinò a sè, facendomi aderire contro il suo
petto
-Ti amo- Mi sussurrò, prima di avventarsi nuovamente sulle
mie labbra
-Anche io- Gli strinsi i capelli tra le dita per cercare di avvicinarlo
ulteriormente
a me -Non sai quanto-
Alzai una gamba e la avvolsi alla sua, insinuando poi le mani al di
sotto della
sua felpa. Lui ricambiò, facendo scorrere le mani sulla mia
schiena.
D'un tratto però, mi spostò leggermente di lato e
si mise seduto sul letto
-Credo sia meglio smetterla- Mi disse, dispiaciuto -Non...non credo che
riuscirei a fermarmi se continuiamo- Era imbarazzato. Imbarazzato da
morire.
Sorrisi intenerita e gli presi il volto tra le mani, tornando di nuovo
a
baciarlo. Lui ricambiò, ma teneva le mani sul letto
anziché su di me.
Sciolsi il bacio, continuando a tenergli il viso, dopodiché
gli sorrisi poggiando
la mia fronte sulla sua
-Io non voglio che ti fermi- Sussurrai sulle sue labbra. Lorenzo
sgranò gli
occhi, deglutendo a fatica
-Che...che hai detto?- Lo baciai, facendolo sdraiare nuovamente accanto
a me
-Esattamente quello che hai capito- Portai nuovamente la gamba su di
lui -Non
voglio che ti fermi- Presi nuovamente a baciarlo, mentre lui mi cinse
la vita e
iniziò ad acarezzarmi la schiena.
Feci risalire le mie mani lungo il suo petto, trovando la zip della
felpa che
indossava. La tirai giù lentamente, continuando comunque a
baciarlo. Si tolse
la felpa e la lanciò da qualche parte nella stanza, prima di
ricominciare a
dedicarsi a me. Mi baciò il collo, scrutando con le mani
ogni parte del mio
corpo ancora coperta dal vestito che indossavo alla festa. Portai le
mani sulla
sua schiena e iniziai ad accarezzarlo, cercando di avvicinarlo
ulteriormente a
me.
Lorenzo portò le mani dietro la mia schiena, afferrando la
zip del vestito per
tirarla giù. Io mi alzai leggermente per facilitargli il
compito. Tirò giù la lampo del vestito e poi
prese a guardarmi. Non mi chiese
niente. Nessuna domanda. Mi chiese semplicemente una conferma con lo
sguardo.
Io mi morsi le labbra, portando una mano sulla sua spalla e, dopo aver
annuito,
lo avvicinai a me e lo baciai.
Le sue mani tornarono nuovamente alle prese con il mio vestito, mentre
le sue
labbra si dedicarono al mio collo e alle mie labbra.
Mi tolse il vestito, lanciandolo a far compagnia alla sua felpa.
Sorrisi,
stringendomi ancora di più contro di lui. Feci scorrere le
mani sul suo petto,
fino a che non trovai -finalmente- ciò che stavo cercando.
Il bordo dei
pantaloni. Slacciai lentamente l'elastico dei pantaloni della tuta che
indossava, dopodiché glieli sfilai.
Lorenzo mi sganciò il gancetto del reggiseno, prima di
sciogliere il bacio per
puntare gli occhi nei miei
-Sei...sei sicura?- Mi chiese, accarezzandomi la guancia.
Ne ero sicura? Sì, assolutamente. Io lo amavo e mi sentivo
pronta. Avevo paura,
una paura incredibile, ma lo amavo e non me ne importava nulla.
-Ti amo- Dissi, avvicinandomi di nuovo a lui per lasciargli un bacio
sulla
guancia -E non sono mai stata così sicura in vita mia-
Aggiunsi sorridendo.
Lorenzo ricambiò il sorriso, prima di avvicinarsi a due
centimetri dalle mie
labbra -Anche io ti amo, amore mio- Mi sussurrò in un
orecchio. Dopodiché
eleminò la distanza tra di noi e si sdraiò
nuovamente su di me.
Mi tolse le mutandine, continuando a baciarmi, mentre io mi feci
coraggio e
infilai la mano nei suoi boxer. Un gemito uscì dalle sue
labbra e si affrettò a
fare lo stesso con me. Conficcai le unghie nella sua schiena e chiusi
gli
occhi, colta dal piacere.
Ormai ne ero certa. Lo amavo immensamente e non desideravo altro che
lui, senza
sensi di colpa, senza problemi nè complicazioni.
Semplicemente io amavo lui e
lui amava me. E lì, nel calore della sua stanza, quella
notte esistevamo solo
io e lui.
Solo noi due.
___________________________________________________________
Salve gente!
Come prima cosa vi
chiedo immensamente scusa per questo immenso ritardo.
Non ho scuse lo so, ma
sono stata in vacanza e quando sono tornata ho avuto
davvero tanto, ma
tanto bisogno di rassegnarmi all'idea di rivedere il mare solo la
prossima estate :(
E voi come avete, o
state, passando le vacanze? :D Spero che vi stiate divertendo :D
So di essere
imperdonabile, ma spero davvero che siate soddisfatte del capitolo :D
Finalmente il momento
tanto atteso è arrivato :D
Nel prossimo capitolo
ci sarà qualche piccola tensione, ma niente di preoccupante
tranquille :D (Per ora XD)
Vi ringrazio
infinitamente e vi chiedo ancora scusa per il ritardo :D
In basso ho inserito
una foto di Ilaria, Arianna e Margherita alla festa :D
Alla prossima!!!
|
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Capitolo 20 *** Il miglior compleanno della mia vita ***
Capitolo 19
Capitolo
19
Il
miglior compleanno
della mia vita
(Trailer)
Odio tante cose
da quando ti conosco
e non ne conosco neanche il perché
ma lo intuisco
odio... il mio nome solo senza il tuo
ogni fottuto addio
io odio quando ti odi e mi allontani perché
hai delle isole negli occhi
e il dolore più profondo
riposa almeno un'ora solo se ti incontro.
La mattina
seguente mi svegliai, ma in realtà mi
sembrò lo stesso di sognare.
Lorenzo dormiva ancora e mi cingeva la vita con un braccio. Sorrisi e
gli
accarezzai i capelli arruffati dal troppo movimento.
Mi venne da sorridere, mentre mi alzavo coprendomi come meglio potevo.
Era successo. Io e Lorenzo avevamo fatto l'amore e niente avrebbe
potuto
rovinare quella giornata.
Entrai in bagno, chiudendomi la porta alle spalle. Mi guardai allo
specchio e
non mi riconobbi.
Ero raggiante. Avevo un sorriso che non accennava a scomparire neanche
se mi
sforzavo. Gli occhi mi brillavano e la pelle sembrava più
distesa.
Tutto questo lo dovevo a Lorenzo.
Sorrisi, cercando di sistemarmi i capelli, dopodiché mi
sciacquai il viso e
tornai in camera da letto.
Iniziai a raccogliere i miei vestiti, sparsi ovunque nella stanza, ma
una mano
calda mi circondò il polso facendomi piombare sul letto
-Dove credi di andare?- Mi chiese Lorenzo, stringendomi contro il suo
petto
nudo. Arrossii fino alle punte dei capelli. Quella notte mi aveva fatto
diventare una vera e propria manica. Non riuscivo a smettere di
ripensare a
quello che...era successo, e allo stesso tempo
non riuscivo a
smettere di desiderare che succedesse di nuovo. Quel ragazzo mi aveva
letteralmente rovinata
-A casa- Risposi sorridendo. Lorenzo mi baciò e io
ricambiai. Eccome se
ricambiai
-Come stai?- Mi chiese sciogliendo il bacio. Sorrisi e mi strinsi di
più contro
di lui
-Bene, anzi...- Gli lasciai un bacio a fior di labbra -Per la
verità non sono
mai stata meglio- Continuai.
Lorenzo mi sorrise, accarezzandomi una guancia
-La punizione è finita, giusto?- Mi chiese poi, guardandomi
negli occhi.
Annuii, guardandolo confusa -Perfetto, allora vestiti. Ti porto a fare
colazione-
Si alzò dal letto, lasciandomi un bacio sulla fronte, prima
di andare in bagno
a prepararsi.
Dieci minuti dopo era pronto, con un paio di jeans e una maglietta
nera, mi
aspettava seduto sul divano
-Io non posso andare in giro vestita così alle dieci e mezza
di mattina- Dissi
indicando l'abito che portavo la sera prima. Lorenzo trattenne a stento
una
risata, portandosi una mano sulla bocca
-Ma dai, amore. Non è poi così evidente-
Assottigliai gli occhi
-Non è evidente?- Mi guardò dalla testa ai piedi
per poi puntare nuovamente lo
sguardo su di me
-Un pochino sì, devo ammetterlo- Sbuffai, sedendomi accanto
a lui
-Se mi avessi informata prima di questa tua idea di farmi dormire
quì, avrei
portato un cambio- Lorenzo si alzò in piedi e si diresse
verso la sua stanza
senza dire nulla. Tornò qualche secondo più tardi
con una busta regalo in mano
-Tieni- Disse sedendosi di nuovo accanto a me. Aggrottai la fronte,
confusa
-Cos'è?- Lorenzo scoppiò a ridere, tornando poi a
guardarmi
-Il tuo regalo, piccolo genietto. Se non sbaglio non ti avevo ancora
dato il
mio-
Sorrisi maliziosa, chianandomi per baciarlo
-Oh, sì invece- Dissi, riferendomi a ciò che era
successo quella notte
-Sai, penso che la mia influenza ti faccia male. Stai diventando una
maniaca-
Scoppiai a ridere, colpendolo su una spalla, dopodiché
afferrai quella busta
dalle sue mani e l'aprii
-Ma è bellissimo- Dissi con gli occhi a cuoricino. Era un
vestito, molto più
semplice di quello che indossavo, ma decisamente più bello.
Non era da sera,
perciò potevo benissimo metterlo anche per una semplice
uscita con il mio
ragazzo
-Non avevo dubbi- Sorrise, accarezzandomi i capelli. Lo guardai,
immaginando
già come avrebbe continuato la frase. Sicuramente avrebbe
detto "E' tuo,
per questo è bellissimo". Sorrisi,
già pronta a sentire quelle parole
-L'ho scelto io, per forza è bellissimo-
Assottigliai gli occhi, rendendomi conto della persona che avevo
davanti. Anche
se io e Lorenzo stavamo insieme rimaneva comunque uno stronzo,
egocentrico e
idiota. Lo colpii su una spalla, lanciandogli in faccia la busta del
vestito
-Cretino- borbottai alzandomi in piedi, dirigendomi in bagno per
cambiarmi,
mentre lui se la rideva sdraiato sul divano.
Qualche minuto dopo venne a bussare alla porta del
bagno
-Cosa c'è?- Gli chiesi, mentre mi sistemavo i capelli
-Avevo dimenticato di darti queste- Mi voltai verso la porta, non
appena sentii
la voce di Lorenzo all'interno del bagno.
Se ne stava poggiato contro di essa e teneva in mano una scatola
-Ma sei matto?!- Poggiai la spazzola sul mobile -E se fossi stata
nuda?-
Lorenzo sorrise, ammiccandomi, prima di avvicinarsi e di cingermi la
vita con
un braccio
-Veramente ci speravo- Disse, prima di scoppiare a ridere -Ma pazienza,
vorrà
dire che avrò pazienza e...-
-Sei un cretino lo sai?- Gli chiesi interrompendolo. Lui sorrise, prima
di
baciarmi a fior di labbra
-Tieni- Disse porgendomi la scatola che aveva in mano. L'afferrai e
l'aprii.
Un paio di ballerine.
Sorrisi, puntando lo sguardo su di lui
-E' un modo carino per dirmi che non ti piace come mi vesto, quello di
rifarmi
il guardaroba?- Scherzai, poggiando la scatola a terra e allacciandogli
le
braccia dietro al collo
-Scherzi?- Mi rispose -Il tuo abbigliamento da maschiaccio mi
è sempre
piaciuto- Scoppiò a ridere, guadagnandosi una delle mie
peggiori occhiate
-Scemo-
-Grazie- Mi rispose, prima di eliminare la distanza tra le nostre
labbra.
Sorrisi, ricambiando il bacio. Possibile che nonostante fosse febbraio
sentissi
così caldo?
Di che mi stupivo? Quando avevo lui vicino era sempre così
-Ora che hai le scarpette e il vestito, mia cara Cenerella, muoviti che
ho
fame- Disse, banciandomi un'ultima volta a fior di labbra, prima di
uscire dal
bagno.
Sorrisi, afferrando le scarpe.
Potevo chiedere di meglio?
No, direi di no.
Io e Lorenzo avevamo fatto colazione e subito dopo avevamo deciso di
fare una
passeggiata in centro
-Ho fame- Se ne uscì ad un tratto, allacciandomi la vita con
un braccio
-Effettivamente anche io- Risposi, afferrando il cellulare per guardare
l'ora -E' l'una e mezza. Devo tornare a casa, ho promesso a mia madre
che ci sarei
stata per pranzo-
-Ok, oggi pomeriggio però ci vediamo?- Annuii, avvicinandomi
al suo viso per
baciarlo -E stasera dormi da me- Mi sussurrò sulle labbra
-Come faccio? Stasera non posso- Lorenzo mise sù un
adorabile broncio -Amore,
domani ho scuola e non posso dire che vado di nuovo da Marco-
-Uffa, va bene dai- Mi poggiò il braccio destro sulle spalle
-Andiamo che ti
riporto a casa dai topini, mia cara Cenerella-
Sorrisi, abbracciandolo e seguendolo verso la sua macchina.
Aprì lo sportello
per farmi salire, dopodiché salì anche lui e mise
in moto.
Arrivammo sotto casa mia circa un quarto d'ora dopo
-Bene Cenerella, spero che la carrozza sia stata di suo gradimento-
Scoppiai a
ridere, avvicinandomi al suo viso per baciarlo
-Un po' fatiscente, ma ci si può lavorare-
Ricambiò il bacio, stringendomi
contro di se.
Sciogliere il bacio fu la cosa più difficile del mondo, ma
d'altra parte erano
già le due meno venti ed ero in ritardissimo
-Amore, devo andare- Dissi.
Prima di scendere dalla macchina però, ebbi un colpo di
genio -Vieni anche tu-
-Cosa?- Mi guardò confuso -E dove?-
-A pranzo da me- Risposi come se fosse la cosa più ovvia del
mondo -Non è mica
la prima volta, ormai mamma ti considera come uno della famiglia-
Lorenzo ci pensò su un istante, dopodiché mi
sorrise e annuì
-Va bene, andiamo- Spense il motore e uscì dalla macchina,
seguito da me.
Mi allacciò un fianco, nonostante le mie proteste. In fin
dei conti eravamo
sotto casa mia. E se ci avesse visto qualcuno?
-Ma andiamo, è ora di pranzo e sai che tua madre ci tiene
alla puntualità- Mi
sorrise -Saranno già tutti a tavola a pa...-
-Ilaria? Lorenzo? Ma che fate?-
In quel preciso istante capii cosa significasse avere un infarto.
Mia madre ci guardò confusa e abbastanza perplessa. Aveva un
vassoio di carta
in mano, che evidentemente conteneva una torta
-Ehm...ecco...- Eravamo fritti. Non riuscivo neanche a parlare -Marco
mi ha...e
poi noi ci siamo...vedi è successo che...- Non trovavo una
spiegazione a quello
che aveva davanti agli occhi
-Signora, veramente sono passato quì perchè ieri
ho saltato la lezione di
chimica e volevo chiedere ad Alessandro gli appunti. Mentre stavo per
citofonare ho incontrato Ilaria che tornava da casa di Marco e
così ci siamo
salutati e...- Il mio ragazzo era un autentico genio
-Già...- Lo interruppi, fingendo di essere seccata con lui
-E non appena ho
riniziato a camminare lui ha iniziato ad infastidirmi come al solito.
Regolare
amministrazione, mamma- Dissi, lanciando a Lorenzo un'occhiatina
divertita
-Io penso proprio che sia il contrario. Lorenzo non è certo
tipo da infastidire
qualcuno, tu piuttosto, lo fai in continuazione- Come volevasi
dimostrare. Mia
madre dava ragione a Lorenzo, come sempre d'altra parte -Lascia un po'
in pace
questo povero ragazzo-
Mia madre ricominciò a camminare, aprendo il portone con le
chiavi
-Dìa pure a me- Lorenzo, con il suo solito modo da
leccapiedi, tolse di mano il
vassoio a mia madre, che lo guardò con i cuoricini agli occhi
-Sei proprio il ragazzo perfetto, caro mio. La tua ragazza è
proprio fortunata-
Sorrisi. Inconsapevolmente mia madre mi aveva dato della ragazza
fortunata.
Salimmo tutti e tre sull'ascensore e Lorenzo spinse il pulsante del
nostro
piano
-Il tuo caro ragazzo perfetto, cara mammina, si è
autoinvitato a pranzo- Dissi,
non appena l'ascensore si fermò al nostro piano. Lorenzo mi
lanciò
un'occhiataccia e io sorrisi. Così imparava a fare il
leccapiedi
-Non dire sciocchezze, Ilaria. Lorenzo è sempre il
benvenuto- Stavolta fu il
suo turno di sorridere.
Sbuffai, aspettando che mia madre aprisse la porta
-Vai pure Lore. Alessandro è in camera sua- Disse mia madre,
afferrando il
vassoio dalle mani di Lorenzo, prima di dirigersi in cucina.
Sospirai, iniziando a camminare verso la mia stanza con indifferenza
-Dove credi di andare?- Mi sussurrò in un orecchio Lorenzo,
bloccandomi per un
polso
-In camera mia, leccapiedi- Risposi,
sorridendo
-Io sarò anche un leccapiedi, ma tu sei la solita
rompiscatole. Hai persino
detto a tua madre che mi sono autoinvitato a pranzo- Scoppiai a ridere,
tirandolo dentro la mia stanza
-E qual'è la novità, scusa? Ti sei sempre
autoinvitato a pranzo- Non appena
terminai la frase, Lorenzo mi sollevò, gettandomi sul mio
letto. Scoppiai a
ridere, cercando di tenere bassa la voce
-Lore, smettila! Se ci sentono siamo...- Lorenzo mi zittì
baciandomi
-Vado da vostro fratello- Si alzò in piedi avvicinandosi
alla porta -Cenerella-
Concluse la frase ammiccandomi. Dopodiché uscì
dalla mia stanza.
Sorrisi come una scema, accarezzandomi le labbra.
Quello era stato senza dubbio il miglior compleanno della mia vita.
Il pranzo procedeva abbastanza tranquillo.
Alessandro era stato molto sorpreso nel vedere Lore, ma fortunatamente
il mio
ragazzo sapeva come gestire la situazione, quindi non si
insospettì.
Mia madre non faceva che parlare delle sue amiche sceme da
più di due ore,
mentre mio padre si limitava ad annuire
-Ilaria, tesoro, dove l'hai preso quel vestito?- Mi chiese mia madre,
rischiando di farmi soffocare con un sorso d'acqua -Non te l'ho mai
visto
indossare-
Il mio sguardo saettò su Lorenzo, che mi guardava
altrettanto serio
-Ehm...veramente me l'ha...me l'ha regalato una mia compagna di scuola,
ieri,
alla festa- Riuscii a dire, abbassando poi lo sguardo sul piatto che
avevo
davanti
-Chi?- Continuò mia madre
-Non...non la conosci- Mio fratello si schiarì la voce
-Che strano- Disse, versandosi un bicchiere d'acqua. Alzai lo sguardo
su di
lui, incitandolo a continuare -Anche io ero alla festa, ieri, ma non ho
notato
questo regalo-
-Ho dimenticato di fartelo vedere, tutto quì- Possibile che
Alessandro fosse
sempre così impiccione
-Ok, ok non c'è bisogno di scaldarsi tanto- Mi rispose lui,
alzandosi da tavola
-Lore?-
Il mio ragazzo alzò lo sguardo su di lui -Partitina alla
Play?- Lorenzo sorrise
annuendo, dopodiché si alzò da tavola anche lui
ed entrambi si chiusero nella
stanza di Alessandro
-Amore, mi aiuti a sparecchiare la tavola?- Mi chiese mia madre.
Annuii,
leggermente infastidita.
Capivo che Alessandro fosse il migliore amico di Lorenzo, ma lui non
aveva
esitato un secondo a chiudersi in camera per giocare con lui. In fin
dei conti
era venuto a pranzo a casa nostra per stare con me, non per giocare con
mio
fratello.
Capivo benissimo che era impossibile stare insieme con mia madre, mio
padre e
Alessandro in giro per casa, ma potevamo benissimo sederci tutti
insieme e
guardare un film magari
-Tesoro?- La voce di mia madre mi fece tornare alla realtà.
La guardai confusa
e spaesata -Tutto ok?- Continuò lei, infilando i piatti
sporchi nel lavello
-Sì...sì, tutto ok. Mamma ti dispiace se vado in
camera mia? Dovrei finire dei
compiti per domani- Le chiesi, poggiando i bicchieri che avevo in mano
sul
tavolo
-No, vai- Annuii, voltandomi per uscire dalla cucina -Ilaria?- Mi
richiamò lei
-Dimmi-
-Sei sicura che va tutto bene?- Mi costrinsi a sorridere.
Dopodiché annuii,
incamminandomi verso la mia stanza.
Mi ero chiusa in camera mia, con l'I-pod nelle orecchie e il capitolo
della
vita di Dante Alighieri aperto davanti agli occhi.
Erano almeno venti minuti che sottolineavo ogni parola presente in quel
maledettissimo capitolo.
Mi infastidiva a morte l'idea di Lore e Alessandro chiusi in camera a
fare
chissà cosa.
Li avevo spiati per anni, chiusi in quella maledettissima stanza, che
chattavano con ragazze aspiranti modelle, leggevano riviste non
propriamente
consigliabili e si facevano confidenze sull'amichetta di
turno.
La cosa che mi infastidiva più di tutto però, era
il fatto che Lorenzo non si
era minimamente fatto scrupoli a chiudersi in camera con Alessandro,
mollandomi
da sola come una povera scema.
Iniziai a frugare nervosamente nel mio astuccio, alla disperata ricerca
del mio
adorabile evidenziatore verde.
Non c'era.
Eppure io non lo toglievo mai da...
"-Ehi sfigata, mi presti l'evidenziatore? Sto studiando per un esame e
il
mio deve essere finito- Sbuffai, lanciando letteralmente
l'evidenziatore in
faccia a mio fratello, che dopo aver mormorato un adorabile "stupida"
rivolto alla sottoscritta, si dileguò per tornare nella
topaia che aveva come
stanza."
Avevo del tutto dimenticato quell'episodio, successo circa un paio di
giorni
prima.
Sbuffai, poggiando -lanciando più che altro- l'astuccio
sulla scrivania,
dopodiché mi alzai e mi diressi nella stanza di quel
decerebrato.
Notai che la porta era accostata, così, cercando di non fare
rumore, cercai di
sentire cosa stavano dicendo i due cretini
-Guarda che pure l'Angelucci te la darebbe- Sgranai gli occhi
incredula. Mio
fratello era davvero un porco
-Lo so benissimo, infatti me l'ha già data- Questa volta
però, rischiai quasi
di morire. Sentivo che il respiro mi mancava, e qualcosa nella parte
sinistra
del mio petto si disintegrò
-Che stronzo! E non mi hai detto niente?- Strinsi con forza il bordo
del
vestito che indossavo, desiderando intensamente di toglierlo, farlo a
pezzi e
bruciarlo
-Mi sono dimenticato. Con la festa di tua sorella e
l'università ho
completamente dimenticato di parlartene- Volevo adarmene. In camera mia
o da
qualsiasi altra parte, ma non riuscivo a muovermi
-Ecco perchè sei sparito ultimamente. Quando è
successo?- Gli chiese mio
fratello. Trattenni il respiro, chiudendo gli occhi
-Lunedì scorso- Rispose Lorenzo, soddisfatto di quella
risposta -Nei bagni del
Qube- Aggiunse, sorridendo
-Ilaria, ma che fai?- Sgranai gli occhi, voltandomi lentamente alle mie
spalle.
Possibile che mia madre arrivasse sempre nei momenti meno opportuni
-Io...dovevo...- In quel preciso istante la porta che avevo davanti si
spalancò, rivelando gli sguardi incredibilmente sorpresi dei
due idioti.
Puntai il mio sguardo estremamente risentito in quello di Lorenzo, che
a sua
volta mi guardava incredibilmente dispiaciuto
-Hai ancora il mio evidenziatore- Dissi rivolgendomi a mio fratello.
Lui sbuffò,
voltandosi verso la scrivania
-Devo cercarlo- Rispose facendomi segno di entrare. Mia madre ci
sorrise,
tornando poi in soggiorno.
Presi un bel respiro, stringendo i pugni, prima di entrare in quel
tugurio.
Lorenzo, seduto sul letto di mio fratello, mi fissava intensamente, ma
io
cercavo in tutti i modi di evitare il suo sguardo.
Quando Alessandro si voltò, ancora in cerca del mio
evidenziatore, Lore mi
afferrò un polso cercando di avvicinarmi a lui, ma io mi
scrollai di dosso le
sue mani
-Ale, l'hai trovato?- Gli chiesi impaziente di andarmene di
lì
-Un secondo. Devo averlo lasciato dentro qualche libro- Annuii,
cercando di
tenermi a debita distanza da quello che avevo smesso di considerare il
mio
ragazzo.
Lorenzo sbuffò, scompigliandosi i capelli -Vado un secondo
in bagno- Disse poi,
uscendo in fretta dalla stanza di mio fratello.
Mi concessi un silenzioso sospiro di sollievo, prendendo a tamburellare
con il
piede sul pavimento
-Eccolo, trovato- Mio fratello mi sventolò davanti alla
faccia l'evidenziatore,
che io non persi tempo ad afferrare, voltandomi per uscire di
lì
-Grazie- Dissi uscendo e richiudendomi la porta alle spalle.
Sospirai, stringendo con forza l'evidenziatore, dopodiché mi
diressi verso la
mia stanza.
Quando passai davanti al bagno, che sfortunatamente si trovava proprio
accanto
alla mia stanza, due mani mi circondarono con forza il polso e mi
tirarono
all'interno
-Lasciami immediatamente- Dissi a bassa voce, ma estremamente tagliente.
Lorenzo sbuffò, facendomi aderire al muro dietro di me
-Ascoltami- Scossi la testa, cercando inutilmente di liberarmi dalla
sua
stretta
-Non voglio ascoltare niente- Dissi abbassando lo sguardo -Ho
già sentito tutto
quello che dovevo sentire. Ora lasciami e torna a divertirti nei bagni
del
Qube-
Invece di lasciarmi però, Lorenzo mi strinse più
forte
-Era una cazzata, ok?- Disse cercando di mantenere bassa la voce -Io
non ho
fatto proprio niente nei bagni del Qube-
Sorrisi sarcastica
-Perfetto, allora torna in qualsiasi bagno sia di tuo gradimento, ma
esci
immediatamente da quello di casa mia- Lorenzo sbuffò di nuovo
-Ila, io non ho fatto niente con nessuna ragazza in nessun
bagno del mondo-
Allentò la presa dai miei polsi -Ho inventato tutto per
togliere ogni dubbio a
tuo fratello. In camera sua aveva inziato a fare degli strani discorsi.
Mi ha
detto che era da tanto che non mi facevo vedere e mi ha chiesto in modo
estremamente sospettoso se c'entrava una ragazza. Cosa potevo fare? Non
immaginavo di certo che la mia ragazza stesse spiando dietro la porta-
Quell'ultima frase la disse estremamente divertito. Sorrisi leggermente
anche
io, riacquistando immediatamente un'autentica espressione seria
-Resta comunque il fatto che sei uno stronzo- Dissi, poggiandogli le
mani sul
petto. Lui gonfiò le guance, fintamente offeso
-No, non è vero- Si avvicinò alle mie labbra,
sfiorandole, ma prima che potesse
approfondire il bacio lo allontanai
-Me lo giuri che era tutta una bugia?- Lui sorrise, prima di eliminare
definitivamente la distanza tra le nostre labbra. Ricambiai il bacio,
avvinghiandomi
letteralmente a lui.
Lorenzo mi
circondò la vita con un
braccio, mentre con l'altro prese ad accarezzarmi la schiena. Sorrisi
sulle sue
labbra, prima di sciogliere il bacio
-Devo andare- Sussurrai sulle sue labbra -Dante mi aspetta- Lorenzo
sorrise,
stringendomi di più contro di lui
-Devo essere geloso? Non è che devo farmi crescere il naso
come lui?- Scoppiai
a ridere, baciandolo a fior di labbra
-Prima che vai via vieni a salutarmi?- Gli chiesi, guardandolo negli
occhi
-No- Mi rispose lui, scuotendo la testa -Tu vieni con me. Dì
che devi uscire e
mi aspetti giù- Sorrisi, annuendo
-Tra quanto?-
-Verso le cinque va bene?- Annuii di nuovo, baciandolo nuovamente
-A dopo- Dissi, prima di uscire dal bagno.
Mi sedetti nuovamente alla mia scrivania, scuotendo la testa. Ero
proprio diventata
la classica ragazza gelosa e paranoica.
Verso le cinque meno dieci iniziai a sistemarmi.
Misi un po' di lucidalabbra e un po' di ombretto, presi la borsa e
infilai il
cellulare al suo interno, dopodiché sistemai i libri in
cartella e mi diressi
in soggiorno
-Mamma, io esco. Ci vediamo stasera- Dissi infilandomi il cappotto
-Dove vai, tesoro?- Mi chiese lei, abbassando il volume della tv.
Sbuffai,
chiudendo la lampo
-A casa di Arianna e poi forse mi vedo per mangiare qualcosa con Marco-
Risposi, aprendo la porta di casa -Allora vado eh-
-Va bene, ma non fare tanto tardi- Annuii, uscendo finalmente dalla
casa degli
interrogatori.
Scesi in fretta le scale e andai a sedermi su una panchina difronte al
mio
palazzo.
Lorenzo però non si fece vedere fino a un'ora dopo, quando
lo vidi uscire dal
portone insieme ad Alessandro. Mi alzai in piedi e mi nascosi dietro
una
macchina.
Li vidi sorridere, prima di salutarsi con un paio di pacche sulle
spalle.
Dopodiché Alessandro si diresse verso la sua macchina,
mentre Lorenzo, fingendo
di cercare le chiavi della sua nella tasca dei jeans, si guardava
attorno.
Aspettai di vedere Alessandro partire con la sua macchina, prima di
uscire
fuori dal mio nascondiglio.
Gli occhi di Lorenzo si posarono su di me, prima di sorridermi e di
venirmi
incontro
-Prima che ti arrabbi, ho provato ad andare via alle cinque, come ti
avevo
detto, ma tua madre mi ha praticamente costretto ad assaggiare la torta
al
limone che tua nonna ti aveva mandato per compleanno- Mi
guardò mortificato
-Amore, mi dispiace veramente di averti lasciata quà da sola
per un'ora-
Sostenni per qualche secondo il suo sguardo, prima di abbassarlo sulle
mie
scarpe, annuendo
-Ok, ora però andiamo. Ho paura che qualcuno ci veda- Senza
aspettare una sua
risposta mi avvicinai alla sua macchina e salii a bordo, seguita subito
dopo da
lui.
Mise in moto, dirigendosi chissà dove.
In realtà
sapevo che non era colpa sua,
ma di mia madre estremamente rompiscatole, però mi dava
fastidio il fatto che
non avesse trovato neanche due secondi per mandarmi un messaggio
-Amore, mi dispiace. Parlami per favore- Puntai lo sguardo su di lui
-Potevi avvertirmi- Dissi, mordendomi le labbra
-Sì, volevo avvertirti, ma tuo fratello mi ha sequestrato il
cellulare per
giocarci- Mi rispose, parcheggiando davanti a un parco completamente
deserto
-Sei arrabbiata?- Mi chiese.
Lo guardai, sorridendo
-No- Mi chinai a baciarlo -Ma perchè siamo quì?
Non
vorrai mica uccidermi e poi seppellire il mio corpo in questo parco
deserto- Lui scoppiò a
ridere, inziando a frugare nelle sue tasche in cerca di qualcosa
-Veramente siamo quì perchè...- si
zittì un istante, estraendo qualcosa dal suo
cappotto -Per darti questo- Mi porse una scatolina azzurra, quadrata
-Ma cos'è?- Gli chiesi sorpresa, afferrandola lentamente
-Il tuo regalo- Sorrise -Credevi veramente che avrei mandato la mia
Cenerella
al ballo, senza il pezzo forte?- Sorrisi, gettandomi letteralmente
contro di
lui per baciarlo.
Lui ricambiò, accarezzandomi la guancia
-Ehi, non ringraziarmi prima di averlo aperto. Può anche
essere che non ti
piaccia- Sorrisi, scuotendo la testa
-Se me lo regali tu, deve piacermi per forza- Risposi, puntando lo
sguardo sul
regalo.
Lo scartai con le mani che tremavano.
Una collana.
E non una qualsiasi.
Una collana a forma di chiave con incisa la parola "Love".
La strinsi tra le dita, chianandomi a baciarlo di nuovo
-Tu sei pazzo- Sussurrai sulle sue labbra
-Sì, di te- Catturò nuovamente le mie labbra,
stringendomi contro di lui
-Me la metti?- Gli chiesi, porgendogli la collana. Lui
annuì, facendomi
voltare, prima di allacciarmi quella bellissima collana al collo
-Ti amo. Ti amo nonostante i bagni del Qube, nonostante la tua
stronzaggine, ti
amo nonostante sei il migliore amico di mio fratello e il leccapiedi di
mia
madre. Ti amo perchè sei tu. E non ti cambierei neanche per
Jhonny Depp-
Sorrise, stringendomi contro il suo petto
-La collana ha avuto i suoi frutti- Sussurrò tra i miei
capelli.
Sorrisi, prima di eliminare la distanza tra le nostre labbra.
Non c'erano dubbi.
Il miglior compleanno della mia vita.
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Sono
veramente imperdonabile, lo so.
Ho postato dopo almeno un secolo, ma ultimamente sono occupatissima.
Finalmente però, sono riuscita a postare :D
Spero che il capitolo vi sia piaciuto :D
Quì sotto ho inserito il link dei regali che Lorenzo ha
fatto ad Ilaria :D
Purtroppo non so quando posterò il prossimo capitolo, ma
cercherò di farlo il prima possibile :D
Anche perchè non ne mancano ancora tantissimi per giungere
alla fine :D
Grazie mille a tutte quante e ancora vi chiedo scusa per il ritardo
imperdonabile.
Baci baci
Alla
prossima!!!
(Regali)
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