Appuntamento preso con il destino

di Cleppy_Ds
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Mi fai un favore? ***
Capitolo 3: *** Momenti inopportuni ***
Capitolo 4: *** Bacio indiretto ***
Capitolo 5: *** Confusione ***
Capitolo 6: *** I'm kissing you ***
Capitolo 7: *** Sere Nere ***
Capitolo 8: *** Tanto tutto, senza te vicino è niente ***
Capitolo 9: *** Let it snow ***
Capitolo 10: *** Happy new year ***
Capitolo 11: *** Giusto o sbagliato ***
Capitolo 12: *** La perfezione ***
Capitolo 13: *** Se tu te la senti, anche io me la sento ***
Capitolo 14: *** Mi fido di te ***
Capitolo 15: *** Oggi sposi ***
Capitolo 16: *** Ricordi... ***
Capitolo 17: *** Parlami d'amore ***
Capitolo 18: *** Broken heart ***
Capitolo 19: *** Solo noi due ***
Capitolo 20: *** Il miglior compleanno della mia vita ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


  Prologo

 

  
Salve a tutti! 

Questa è la seconda fanfiction che scrivo. Spero vi piaccia :)
Per chi ha seguito anche la mia prima storia "Gli ostacoli del cuore" mi scuso per non aver ancora pubblicato l'epilogo. In realtà è quasi finito, ma ho avuto un'ispirazione per questa storia e così l'ho pubblicata. Prometto che cercherò di aggiornare il prima possibile anche l'altra.
Mi farebbe davvero tanto piacere sapere cosa ne pensate.

Grazie mille a tutti per l'attenzione!!!!!!!

                                             Cleppy

                                

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Prologo

 

 

 
Avete presente quando un sogno vi sembra cosi reale da avere quasi l'impressione di non dormire. Ecco. Credo che quello che successe a me si possa definire così. Un sogno che sembra realtà. Perchè la verità è che quel sogno, di reale aveva ben poco. Per prima cosa io ne ero la protagonista. IO. La ragazza più sfortunata dell'universo. Per seconda cosa, ma non meno importante, LUI era il mio cooprotagonista.
Lo so, il mio discorso è poco chiaro, ma del resto nella mia vita non c'è niente di chiaro.
Mi sono innamorata. Innamorata per la prima volta.
Non nego che ho avuto parecchi abbagli. Ho creduto varie volte di essere innamorata, ma la verità è che mi sbagliavo. Mi sbagliavo alla grande.
In realtà sono sempre stata innamorata solo ed esclusivamente di una persona.
Certo, c'è da dire che questa persona non sia il massimo della dolcezza. Sono più le volte che finiamo a discutere, anche per delle enormi sciocchezze. Si comporta come un bambino ventiquattro ore su ventiquattro. Però, nonostante questo...io lo amo. Ho capito che lo amo. 
Ho capito anche che gli devo delle cose.
Gli devo molte cose.
Gli devo la conoscenza dell'amore. Del primo amore.
Gli devo la felicità di alcuni, seppure brevi, attimi della mia vita.
Gli devo l'illusione di qualcosa che non c'è mai stato.
Gli devo ogni ora, minuto, secondo passato in sua presenza.
Gli devo anche i milioni e milioni di lacrime che ho versato per causa sua, perchè mi hanno fatta crescere.
Gli devo la sofferenza e il dolore, perchè mi hanno fatto capire cos'è la vita. Com'è la vita la maggior parte delle volte.
Gli devo la speranza che ho avuto per tutto questo tempo, perchè mi ha permesso di andare avanti, di non sgretolarmi, di vivere.
Gli devo anche la disillusione, la speranza distrutta, la fiducia che avevo in lui...svanita, perchè almeno così ho smesso di prendermi in giro da sola.
Gli devo anche il fatto di avermi aiutata a non aver più paura del buio. Ora grazie a lui...ho paura dell'amore.
Ho
paura degli attimi di felicità, perchè so che finiranno molto presto.
Ho paura dell'illusione, perchè non voglio vederla finire.
Ho paura di ogni ora, minuto, secondo che passerò in sua presenza, perchè non voglio andare distrutta davanti a lui. Perchè non voglio dargli soddisfazione.
Ho paura dei milioni e milioni di lacrime che sò, verserò ancora per causa sua.
Ho paura della sofferenza e del dolore, perchè temo di non riuscire a controllarli una seconda volta.
Ho paura della speranza, perchè ho imparato che non porta mai niente di buono.
Ho paura di fidarmi. Di fidarmi di lui, perchè so che non se lo merita. Perchè so che mi deluderà per l'ennesima volta.
Tutto questo grazie a lui. Questo è tutto ciò che gli devo.
L'unica cosa che penso lui debba a me, è una cosa che avrebbe dovuto appartenermi. Che non avrebbe dovuto lasciarmi mai per lui:
Il tempo speso per lui.
Lui mi deve tutto questo tempo.

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Capitolo 2
*** Mi fai un favore? ***


Capitolo 1

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Capitolo 1

Mi fai un favore?

 

                                                                                                                                                                                


Gli incontri avvengono

quando arriviamo a un limite,

quando abbiamo bisogno di morire e

 rinascere emotivamente.

  — Undici Minuti, Paulo Coelho

 

 

Odiavo la mattina. Non la mattina in se per se, ma quei dieci minuti che precedevano la campanella della prima ora. Senza contare che stare al freddo e al gelo fuori da un cancello che dava accesso all'inferno non era esattamente la prospettiva più allettante. Tra l'altro andare a letto alle due del mattino, dopo aver speso tutta la serata a chiacchierare su Facebook con la propria migliore amica, non aiutava di certo
-Oh, mi passi il libro di filosofia?- Mi voltai giusto in tempo per veder arrivare un libro enorme nella direzione del mio viso. Quando mi vedevo già svenuta perterra con l'impronta di un gigantesco libro scolastico dipinta sulla faccia, qualcuno mi afferrò per un braccio togliendomi da quella direzione
-Ehi ragazzina, che fai dormi?- A parlare era stato Marco Rocchetti, uno dei miei due migliori amici. Sbuffai infastidita da quel nomignolo che mi aveva affibiato. Il primo giorno del mio primo anno al liceo mi ero presentata a scuola con due trecce alla Pippi Calze Lunghe e da allora Marco mi aveva soprannominato "ragazzina", il che era diventato parecchio imbarazzante visto che ora eravamo al quarto anno
-Ila! Finalmente sei arrivata- Guardai confusa la mia migliore amica, Arianna Valenti. Arianna aveva un'incomprensibilissima allegria la mattina. Non sapevo come faceva ma la invidiavo. Io sembravo un zombie appena uscito dal cast di The Walking Dead, mentre lei sembrava un interprete di uno spot del Mulino Bianco, in cui si vede la famigliola felice intenta a fare colazione prima di dirigersi a scuola o a lavoro con il sorriso sulle labbra
-Che c'è? Come mai sei così allegra?- Le chiesi sbadigliando. La scuola era iniziata solo da due mesi e mezzo ed io stavo già facendo il conto alla rovescia per le vacanze di Natale. Per la precisione mancavano diciassette giorni, quattrocentotto ore, millequattrocentoquaranta minuti e ottantaseimilaquattrocento secondi. Non era poi così tanto, in fondo
-Lui viene, capisci?- Ok, cominciavo a preoccuparmi. Questa non era allegria, questo era essere fuori di testa
-No, non capisco. Ma lui chi?- Lei sbuffò togliendosi la cartella dalle spalle e sedendosi sul muretto accanto alla scuola
-Ma come chi? Il ragazzo che ho conosciuto in vacanza. Mi ha detto che verrà per le vacanze, di conseguenza mi accompagnerà alla festa di Natale- Sorrisi annuendo. La verità è che di quella dannatissima festa ne avevo fin sopra i capelli. Ogni anno la nostra scuola organizzava la festa di Natale la sera della vigilia e puntualmente io mi presentavo sempre da sola e passavo la serata a sbavare come una lumaca dietro a Leonardo Pastucci, mio amore impossibile da ben quattro anni. Dico impossibile perchè lui era il classico belloccio che capita in ogni scuola, mentre io ero la classica ragazzina anonima e idiota. L'unica a sapere della mia assurda e inutile cotta era chiaramente Arianna. A dire la verità Arianna era l'unica a sapere ogni mio piccolo e assurdo segreto, a partire dalla mia voglia color caffè che avevo sotto la tetta destra e a finire dal mio primo bacio dato a suo cugino (cesso) di secondo grado, quando avevo compiuto quattordici anni. Avevo bevuto un bicchiere di spumante che mi aveva dato alla testa, come mi succede con qualsiasi alcolico. Avevo cominciato a ridere e delirare come una povera demente e quando mi sono trovata davanti suo cugino Bruno, l'ho baciato e lui ha ricambiato. Quando sono tornata lucida c'è mancato poco che vomitassi
-Torno subito, vado a salutare Alessio- Ci disse Marco allontanandosi. Alessio era un amico di Marco, sfigato nell'amore ma fortunato nell'ambito scolastico. Per questo capitava che Marco ogni tanto ne approfittasse per copiare. Più che ogni tanto.  Mentre Arianna continuava a parlare di quel tizio, la mia attenzione era concentrata da qualcun altro. Leonardo se ne stava seduto poco più in la e stava scherzando insieme ai suoi amici
-Che palle! Abbiamo le prime due ore di matematica, oggi- Disse Arianna cambiando discorso
-Già...- Risposi continuando a guardare Leonardo
-Che guardi?- Mi chiese lei voltandosi nella mia stessa direzione
-Niente- Mi affrettai a rispondere, lisciandomi una ciocca di capelli
-Niente, eh? Ed è un niente che inizia per Leo e finisce per Nardo?-Arrossìì di colpo
-No, ti ho già detto che non...-
-Che non ti importa più niente, lo so. Ormai sono quattro anni che non fai altro che dire così- Sbuffai
-Parliamo di qualcos'altro? Non mi va che Marco ci senta- Risposi appoggiando la testa sulla sua spalla
-Ok, continuo a raccontarti di ciò che mi ha detto Fabrizio- La guardai confusa
-Chi?- Lei sbuffò, lanciandomi un'occhiataccia
-Ma mi ascolti quando parlo? Fabrizio è il ragazzo che ho conosciuto in vacanza- Disse lagnandosi. C'erano così tanti ragazzi che piacevano ad Arianna che ormai avevo perso il conto e chiaramente non ne ricordavo nemmeno più i nomi
-Ah sì, giusto- Dissi sorridendole mortificata
-Comunque ti stavo dicendo che...-
-Di un po', la tieni mai la bocca chiusa?- Sorrisi, consapevole delle grida che presto si sarebbero propagate per tutto il quartiere. Marco era tornato accanto a noi. Lui e Arianna erano peggio di un gatto e di un topo. Passavano le giornate a punzecchiarsi
-E tu invece ci riesci a non fare lo stronzo per cinque minuti?- Scoppiai a ridere, sistemandomi meglio lo zaino
-Di un po', ti sei svegliato con la luna storta?- Chiesi a Marco. Lui si voltò verso di me e si aprì in un sorriso
-Quando vedo voi, madame, il pessimo umore scompare- Mi rispose avvicinandosi e depositando un bacio sulla mia mano
-Risparmia queste belle parole per la Torri- Dissi. La torri era la professoressa più temuta in tutta la scuola. Insegnava latino, o per meglio dire, urlava e basta. Era una vecchia zitella acida, senza uno straccio di persona che le volesse bene, per questo scaricava la sua frustrazione su di noi, in particolare su Marco. Diceva che lui le ricordava un suo ex. Giancarlo, il bidello, ci aveva raccontato che l'uomo che le ricordava Marco, l'aveva mollata sull'altare per fuggire insieme a sua sorella. Perciò Marco faceva prima a mettere in conto il debito a latino per la fine di ogni anno scolastico
-Ilaria? Pianeta terra chiama Ilaria?- Mi ripresi dai miei pensieri, quando vidi la mano di Marco a tre centimetri dal mio viso
-Che c'è?- Chiesi irritata
-Oh stai calmina, è suonata la campanella- Mi rispose lui iniziando a camminare. Io gli sorrisi, dopodiché lo raggiunsi e lo presi per mano, e insieme ci diriggemmo verso l'inferno.

 

Erano già passati dieci minuti da quando era suonata la campanella. Io mi ero praticamente sdraiata sul banco. Volevo cercare di dormire cinque minuti in più, ma proprio mentre ero a metà tra la veglia e il sonno il professore di matematica entrò, sbattendo il registro e gli enormi volumi di matematica sulla cattedra. Saltai sulla sedia, cercando di sistemarmi i capelli. Dopodiché tirai fuori dalla cartella il quaderno e il libro sulle disequazioni.
Sistemai la penna all'estremità destra del banco, dopodiché tirai fuori anche una matita e una gomma da cancellare, che finirono automaticamente a far compagnia alla mia adorata penna. Tutto questo accadeva sotto lo sguardo perplesso di Arianna
-Che c'è?- Le chiesi vedendo che era più interessata a ciò che facevo io che al suo cellulare che continuava a ricevere messaggi
-Hai finito? Sembri una psicopatica. Tutti i giorni perdi almeno venti minuti a tirare fuori e a sistemare quegli inutili oggetti- Sbuffai alzando gli occhi al cielo
-E tu tutti i giorni perdi almeno un quarto d'ora a farmelo presente. Sono semplicemente una persona ordinata- Risposi sorridendo
-No tesoro, sei una pazza, maniaca dell'ordine- Disse lei iniziando a scarabbocchiare sul suo foglio a righe. Sorrisi scuotendo la testa, dopodiché presi a scarabbocchiare anche io sul foglio che avevo davanti. Proprio in quel momento però, la voce del professore mi fece rialzare lo sguardo
-Forlani- Alzai la mano per confermare che ero presente, dopodiché il professor Rossetti continuò con l'appello. In quel momento bussarono alla porta della nostra classe e dopo che il professore rispose con un annoiato "avanti", la porta si spalancò, mostrando Leonardo in tutta la sua bellezza. Sgranai gli occhi quando puntò il suo sguardo su di me. Così abbassai il mio sul libro
-Che c'è?- Mi sussurrò Arianna per non farsi sentire dal professore. Evidentemente non si era accorta di chi era entrato in classe. Sospirai per darmi una calmata
-Se alzi lo sguardo dal tuo adorato cellulare, capirai la mia reazione- Le sussurrai. Lei sbuffò alzando lo sguardo e quasi le venne un infarto
-Ma che ci fa qui?- Mi chiese. Cercai di abbassarmi il più possibile, in modo da non essere più nella visuale di Leonardo
-E io come faccio a saperlo? Ma perchè tutte a me?- Il professore si alzò in piedi e scrisse una serie di numeri che dovevano rappresentare una disequazione sulla lavagna. Se c'era una materia dove io ero una capra era proprio la matematica
-Ragazzi, devo assentarmi un secondo. La professoressa Torri mi ha mandato a chiamare. Voi intanto risolvete questa semplice disequazione- Semplice un cazzo! Ops, perfortuna che non l'avevo detto ad alta voce. Il professor Rossetti uscì dalla classe e in un attimo si creò il panico. C'era gente che faceva avanti e indietro da un banco all'altro per copiare l'esercizio. Io e Arianna ci voltammo verso Marco e Alessio, seduti dietro di noi
-Ma cazzo! E' possibile che la Torri non si ammala mai? Che ne so, una dissenteria, una colica, un mal di testa perforante? No, lei è sempre quì. Secondo me ci dorme anche in questo cesso di scuola- Sorrisi scuotendo la testa, mentre Arianna copiava dal quaderno di Alessio
-E poi chi ha mandato per chiamare il professore? Il suo alunno preferito, il suo pupillo. Leonardo Pastucci. Se c'è una persona che detesto più di lei è proprio quel coatto- Abbassai lo sguardo sul mio quaderno imbarazzata. Marco detestava Leonardo. Per questo non era a conoscenza di ciò che io provavo
-Dai, ripassa latino. Te la scrivo io la disequazione- Dissi cercando di sdrammatizzare
-Grazie, ti adoro- Mi rispose lui, dopodiché seguì il mio consiglio e aprì il libro di latino cominciando a ripassare.

 

 

Le due ore di matematica passarono lentamente. Sembrava che si fosse fermato il tempo. Senza contare che quell'idiota del professore ci fece risolvere una decina di disequazioni "tanto per tenerci in allenamento". Parole sue.
Perfortuna le due ore successive io e Arianna le passammo a giocare con il cellulare di Marco, mentre lui aveva ripassato tutto il programma di latino dell'anno precedente e quel poco che avevamo svolto durante quell'anno. Era a dir poco terrorizzato da ciò che la Torri avrebbe potuto fargli. Io invece continuavo a guardare l'ora, aspettando con impazienza la ricreazione, durante il quale, finalmente, avrei rivisto...
-Leonardo- Sgranai gli occhi, voltandomi immediatamente verso la parte da cui si era propagato quel nome. Sospirai di sollievo, quando vidi che a pronunciarlo erano state tre mie compagne di classe, che stavano giocando a Nomi, Cosa, Città e Animali.
-Che c'è, ragazzina?- Mi chiese Marco, vedendomi agitata.
-Niente- Mi affrettai a rispondere, estraendo dalla tasca il mio BlackBerry per controllare l'ora. Notai che c'era un messaggio di Alessandro. Quell'idiota di mio fratello. Se c'era un modo per rompermi le scatole, lui doveva coglierlo al volo. Quel giorno c'era lo sciopero degli autobus, quindi sarebbe dovuto passare a prendermi lui a scuola, dopo l'università. Nel messaggio però, mi diceva che era stato trattenuto e quindi sarebbe passato a prendermi il suo amico Lorenzo, soprannominato da me Mr. Ego. Come si capisce dal soprannome era un egocentrico di prima categoria. Era convintissimo di se stesso e credeva che tutte le ragazze le cadessero ai piedi solo perchè era un bel ragazzo. Un gran bel ragazzo. Sbuffai per quella cattiva notizia. Avrei dovuto farmi il viaggio fino a casa insieme a lui. Già non vedevo l'ora che quella giornata fosse finita. Non lo sopportavo proprio.
Quando inviai la risposta al suo messaggio,la campanella suonò annunciando l'inizio della ricreazione. Scattai in piedi e mi diressi nervosamente verso il cortile della scuola, insieme ad Arianna.

-Mi accompagni alle macchinette? Voglio un Twix?- Mi chiese la mia migliore amica, dirigendosi in fretta verso le scale. Sbuffando la seguìì, ma non appena varcai la porta per uscire dal piano in cui ci trovavamo, finìì contro qualcuno
-Merda- Dissi non appena mi resi conto di chi si trattava
-Che te sei fatta male?- Mi chiese Leonardo. Io mi limitai a scuotere la testa nervosamente
-Ilaria! Andiamo!- Gridò Arianna mentre scendeva le scale. Io però non riuscivo a distogliere lo sguardo dall'oggetto dei miei desideri. Se ne stava lì e mi sorrideva
-Credo che stia chiamando te. Non ricordo che il mio nome sia Ilaria- Scherzò lui, continuando a sorridere. Io diventai fuxia. Sembravo un personaggio dei cartoni animati che cambia colore ogni due secondi. Annuìì, interrompendo il contatto visivo con lui. Dopodiché raggiunsi Arianna, che si era già dileguata.

 

 

 Perfortuna il resto della giornata passò abbastanza in fretta, l'unico problema era dover tornare a casa con quell'egocentrico. Ma perchè tutte a me?
-Ila, ci vediamo domani- Mi salutò Arianna dandomi un bacio sulla guancia. Annuìì ricambiando, dopodiché si affrettò a salire in macchina di suo padre
-Se vuoi ti accompagno io, o meglio, mia madre- Mi chiese Marco prima di uscire dal cancello. Le sorrisi intenerita
-Marco ti ringrazio, ma tanto mio fratello ha chiesto ad un suo amico di passare a prendermi. Sempre che si degni di arrivare- Risposi cambiando tono di voce. Il solo nominarlo mi provocava un attacco isterico. Senza contare che ancora non si era fatto vivo
-Un amico di tuo fratello? E chi è? Non è che è il ragazzo che ti passa per la testa per tutto il giorno?- Mi chiese lui stranamente serio. Scoppiai in una risatina nervosa
-Ma figurati! Ha ventiquattro anni - Risposi imbarazzatissima. Ma che diavolo mi succedeva?
-E allora? Tu ne hai diciassette, mica tre- Bhè anche quello era vero e... Ma che cavolo mi mettevo a pensare!
-N-No, ma f-figurati se mi piace è un...- D'un tratto vidi Marco guardare al dì là della mie spalle, così mi voltai anche io e mi ritrovai faccia a faccia con Mr. Ego
-Ho solo poco tempo, dopodiché devo andarmene perchè ho da fare- Mi disse senza nemmeno guardarmi. Ok, dovevo respirare. Respirare e non prenderlo a pugni. Anche se la seconda ipotesi mi allettava di più
-Ila, allora ci sentiamo dopo- Mi disse Marco avvicinandosi per salutarmi con un bacio sulla guancia. Annuìì senza staccare gli occhi da Mr. Ego. Una volta che Marco se ne fu andato, incrociai le braccia al petto iniziando a ticchettare con il piede per terra, mentre Lorenzo continuava a digitare qualcosa sul cellulare
-Vogliamo andare si o no?- Mi chiese nuovamente, ancora senza guardarmi. A quel punto persi le staffe
-Questo è troppo! Guarda che anche io ho da fare. Senza contare che sono rimasta ad aspettarti quì fuori per dieci minuti. E ora fai l'uomo dai mille impegni e sembra anche che mi stai facendo un favore a degnarmi della tua presenza! Bhe, sai una cosa? Puoi anche andartene, prenderò un taxi o qualsiasi altra cosa!- Detto questo mi voltai e mi incamminai dalla parte opposta a lui
-Dove stai andando? Eddai Ilaria, non fare la ragazzina- Disse lui seguendomi. Sbuffai sistemandomi i capelli dietro le orecchie. Gesto che facevo sempre quando ero nervosa o imbarazzata. In quel caso ero super incazzata
-Per tua informazione, io SONO una ragazzina- Dissi
-Ma smettila! Fra due mesi compi diciotto anni- Mi voltai a guardarlo
-Sono sempre più piccola di te- Dissi additandolo
-Capirai, di sei anni- Mi rispose lui riprendendo a scrivere sul suo I-Phone. Lo odiavo. Lo odiavoooooooooo!
-Forlani! Proprio te cercavo!- Il professor Rossetti mi si parò davanti, aggiustandosi gli occhiali
-Cosa vuole?- Gridai, ancora un pochino alterata per poco prima. Quando mi resi conto di aver sbagliato tono, gli sorrisi mortificata
-Mi scusi, volevo dire...Mi dica pure- Mi ripresi. Lui si aprì in un sorriso
-Ho dimenticato di darvi queste fotocopie stamattina. Tieni- Mi disse estraendo una fotocopia dalla sua valigetta
-Oh, quando dobbiamo consegnarli?- Chiesi prendendo il foglio dalle sue mani. Ci mancavano solo i compiti di matematica
-Giovedì. Magari mettiti d'accordo con qualche tuo compagno o compagna per farli. Possibilmente non con Valenti e Rocchetti. Siete tutti e tre in una situazione...non proprio perfetta. Buon lavoro- Disse infine. Dopodiché si incamminò verso la sua macchina. Sbuffai continuando a guardare il foglio, come se il solo fatto bastasse a rendere quei numeri quantomeno comprensibili
-Fa vedere!- Lorenzo, con mio enorme disappunto mi strappò il foglio dalle mani -Disequazioni? Niente di più facile- Disse restituendomi il foglio che mi affrettai a riporre in cartella
-Per te è facile, visto che sei all'università. Per me non lo è per niente- Risposi seguendolo verso la sua Peugeot 206
-Studia- Lo fulminai con lo sguardo, mentre apriva lo sportello della macchina
-Complimenti Sherlock! Non c'ero arrivata. Grazie a te ho capito qual'è la soluzione per avere tutti dieci- Ironizzai salendo in auto -Razza di scemo, secondo te non studio? Studio in continuazione, ma questa inutile materia che inizia per M e finisce per A si rifiuta di entrarmi in testa- Continuai allacciandomi la cintura di sicurezza. Era vero. Avevo problemi con la matematica sin dalle elementari
-Bhè e allora tu...- Lorenzo fu interrotto da Erica Rondelli, mia compagnia (stronza) di scuola. Erica era la persona che più detestavo a questo mondo. Stava sempre appiccicata a Leonardo e credeva di essere la sua "ragazza" solo perchè lui le concedeva qualche bacio ogni tanto. Per la precisione era una cosa che faceva con tutte
-Ilaria!- Mi disse con quella sua vocina irritante, attraverso il finestrino
-Cosa vuoi?- Le chiesi io irritata. Non riuscivo a sopportarla e non era perchè era cotta di Leonardo. Ok, forse un pochino era per quello
-Volevo chiederti se hai un accompagnatore per la festa di Natale. Quest'anno le regole sono un po' cambiate e visto che tu tutti gli anni ti presenti da sola, mi sono sentita in dovere di avvisarti che quest'anno sarà vietato presentarsi senza un accompagnatore- Mi disse soddisfatta. Quanto mi sarebbe piaciuto darle un pugno sul quell'orribile naso da Pinocchio che si ritrovava. Invece mi limitai a sorriderle falsamente. Dopodiché presi la mano di Mr. Ego e feci ciò che mai in vita mia mi sarei sognata di fare
-Bhè...per tua informazione lui è il mio ragazzo. Perciò per la festa sono apposto- Le risposi sorridendo. Lei mi lanciò un'occhiata incredula, tutto questo sotto gli occhi confusi di Lorenzo
-Ok...allora ciao- Mi disse allontanandosi, liberandomi finalmente da quel suo profumo nauseante. Iniziai a sventolare con la mano per fare sparire anche gli ultimi residui di quell'odore disgustoso
-Mi vuoi spiegare perfavore?- Guardai Lorenzo, sorridendo imbarazzata. Merda! E ora che gli dicevo?
-Senti, questa cosa infastidisce me quanto infastidisce te, ma tu me lo devi questo favore- Dissi avvicinandomi a lui implorante
-Ma quale favore?- Possibile che non avesse ancora capito? Ma allora era davvero stupido
-Puoi...puoi fingere di essere il mio ragazzo alla festa di Natale?- Le chiesi sbattendo le ciglia. Lui mi guardò come se fossi impazzita, dopodiché si aprì in una fragorosa e irritante risata
-Ma tu sei pazza! Io dovrei venire ad una festa di liceali? No, non ci contare- Mi rispose mettendo in moto la macchina
-Ma scusa, poco fa hai detto che non sono tanto più piccola di te e che...-
-Quello che ho detto poco fa, l'ho detto semplicemente per convincere una cocciuta RAGAZZINA a salire in macchina- Assottigliai gli occhi, già pronta a rispondergli per le rime, ma poi capìì che così non avrei risolto nulla
-Lorenzo ti prego. Fallo....se non vuoi farlo per me, fallo per mio fratello- Lui mi guardò perplesso
-Ma se tuo fratello ti detesta. Cosa vuoi che gliene importi a lui- Proprio mentre stavo per rispondergli, mi tornò in mente una cosa
-Ok, come vuoi. Allora dirò ad Alessandro che sei stato tu a fregargli Paola Moschetti al liceo- Sorrisi soddisfatta quando vidi la sua espressione preoccupata
-Cos...? No, tu non lo farai- Mi rispose. Io sorrisi di nuovo
-Oh, lo farò eccome. E gli racconterò anche della posizione in cui vi ho trovato quando sono entrata...nella sua camera da letto- Lorenzo sgranò gli occhi
-Sei una...- Scossi la testa sempre sorridendo
-No Lore, non dire cose di cui potresti pentirti- Lui in compenso mi lanciò una delle sue peggiori occhiate
-Ok, hai vinto. Quando c'è questa maledetta festa?- Mi chiese stringendo la presa sul volante. Sorrisi poggiando il braccio sul finestrino
-Il ventiquattro- Risposi
-Cosa? La sera della vigilia? Non se ne parla proprio. Io e tuo fratello siamo già d'accordo per andare a...- Si interruppe quando vide come lo stavo guardando -E va bene, accidenti! Ma sei in debito con me- Sorrisi, dopodiché mi lanciai letteralmente addosso a lui per abbracciarlo
-Grazie grazie grazie grazie- Dissi stringendogli le braccia attorno al collo
-Ok, ok, ora lasciami però, altrimenti alla festa di Natale non ci arriviamo ne tu ne io- Mi rispose sorridendo. Sorrisi a mia volta tornando a sedermi. Dopodiché chiusi gli occhi sollevata, immaginando la faccia che avrebbe fatto Leonardo nel vedermi insieme a Lorenzo. Non vedevo l'ora del ventiquattro.

      

 ________________________________________________________
  Salve a tutti!!!!
Volevo ringraziare chiunque abbia letto il capitolo precedente.
Spero che vi sia piaciuto e che continuiate a leggere.
In questo capitolo ho fatto una rapida presentazione di tutti i personaggi e nel prossimo capitolo
inserirò anche le loro foto.
Ringrazio ancora tutti e in gran parte
 saketta e  FedeKiryu
per aver recensito


                                                   

 

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Capitolo 3
*** Momenti inopportuni ***


Capitolo 2

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Capitolo 2

Momenti inopportuni

 Esiste una legge di attrazione universalmente riconosciuta,
che non segue le regole della fisica,

più forte dell'attrazione magnetica,
 più inarrestabile di quella gravitazionale:
è l'attrazione fra due individui.
La sola certezza è che, inspiegabilmente, esiste. - Paola Melone  

-Secondo te dovrei comprare il vestito rosso o quello bianco?- Io e Arianna eravamo fuori in cortile e lei mi stava aggiornando sul vestito che avrebbe indossato alla festa. Ormai mancavano esattamente dodici giorni alle vacanze di Natale e due giorni dopo ci sarebbe stato il grande evento. Ringraziando il cielo non sentivo Mr. Ego da quando lo avevo convinto a fingersi il mio accompagnatore. Eravamo rimasti d'accordo che avremmo evitato di comportarci come due fidanzatini fino alla festa. Io irritavo lui e lui irritava (da morire) me
-...Un vero disastro. Ha messo come foto del profilo, una foto in cui stà baciando una ragazza. Ti rendi conto?- Da quanto aveva cambiato discorso? In realtà io non la stavo nemmeno ascoltando. Guardavo dall'altra parte del cortile. Leonardo stava poggiato contro il muro, in una posa che sembrava voler dire "Sono quì, fammi ciò che vuoi", o forse ero io che la interpretavo così. Purtroppo aveva vicina quella strega di Erica, che stava letteralmente cercando di fregargli la sigaretta dalla bocca
-Ma mi stai ascoltando?- Cavolo! Mi aveva beccata
-Certo!- Mentìì. In realtà non ne potevo più. Da quando era riniziata la scuola, subito dopo le vacanze estive puntualmente mi parlava di quel tizio di cui non ricordavo nemmeno il nome
-Non è vero! Tu stai mentalmente stuprando Leonardo- Arrossìì di colpo
-Ma che dici? Io non lo sto affatto stuprando mentalmente. Stavo guardando...lì- Dissi indicando nella direzione del cancello
-Ah sì? Stavi guardando Giancarlo che spazza via le foglie dal cortile?-
-Eddai Ari! Abbi pazienza, dopo due ore di latino e due di inglese come pretendi che possa prestare attenzione a tutto quello che dici?- Lei mi guardò, fingendosi offesa
-Ah sì? Allora vacci da sola al cinema- Prima che potessi rispondere, una mano mi coprì gli occhi
-Cinema? Vengo anche io- Sorrisi vedendo che si trattava di Marco
-Se viene lui, io non vengo di certo- Disse Arianna incamminandosi verso l'interno dell'edificio
-Tesoro, anche io ti adoro- Le rispose Marco sorridendo -Scherzi a parte, che andiamo a vedere?-
-Non lo so, decidiamo lì...- Risposi mettendomi lo zaino sulle spalle
-Ti passo a prendere a casa?- Lo guardai ironica incamminandomi verso scuola -Che c'è? Guarda che ho il foglio rosa- Continuò lui venendomi dietro. Scoppiai a ridere voltandomi a guardarlo
-No grazie. Non ho niente contro di te Marcolino, è solo che...finché non compi diciotto anni e non prendi la patente non vengo in macchina con te- Mi voltai ricominciando a camminare, ma sfortunatamente finìì contro qualcuno, facendogli rovesciare il bicchiere di plastica contenente la cioccolata calda addosso
-Oddio! Scusami- Dissi mettendomi le mani davanti al viso. Ma cazzo, era possibile che di tutti gli studenti presenti in quella maledettissima scuola io dovessi finire ogni volta contro Leonardo? Ma poi da dove era sbucato fuori? Poco prima era fuori a fumare e ora si era teletrasportato alle macchinette
-Ma sei stupida? Potevi anche farlo ustionare!- Erica mi si parò davanti (anche lei era apparsa dal nulla) cominciando a starnazzare come una gallina. Quando parlava con quella vocina nasale che si ritrovava mi veniva voglia di tapparmi le orecchie
-Ehi, calmati Barbie. Non l'ha mica fatto apposta- Intervenne Arianna. Se c'era una persona che detestava Erica più di me quella era proprio lei. Da quando Erica gli aveva soffiato un ragazzo in primo liceo, Arianna le aveva chiaramente dichiarato guerra, sostenuta da me ovviamente
-Vado a prendere dei fazzolettini da Giancarlo- Rispose la Barbie dileguandosi. Puntai lo sguardo su Leonardo, intento a pulire la sua felpa come meglio poteva
-Scusami, davvero. Non...non ti avevo visto- Dissi io abbassando lo sguardo. Ma perchè proprio lui?
-Succede spesso ultimamente- Mi rispose sorridendomi. Sul mio viso non potè fare a meno di dipingersi un sorrisetto ebete. Possibile che quando lo vedevo diventavo così deficente?
-Eh...g-già...- Risposi senza accennare a smettere di sorridere
-Ok, ora che abbiamo chiarito possiamo dirigersi verso la nostra classe. Andiamo Ila- Marco mi afferrò per lo zaino trascinandomi verso le scale. Io non sarei stata neanche in grado di camminare da sola. Ogni volta che mi trovavo Leonardo davanti finiva sempre così
-Quanto è bello!- Cominciai a strillare come un'invasata per le scale. Ops, non mi ero resa conto di essere in presenza di Marco
-Oh no, ora anche tu sei caduta al fascino di quell'idiota? Ora cammina che La Torri mi interroga in prima ora e se arrivo tardi per colpa tua, ti uccido- Disse Marco continuando a tirarmi.

 

Dopo le lezioni io, Arianna e Marco ci incamminammo verso la fermata dell'autobus. Mi sedetti sulla ringhiera e mi sporsi per vedere meglio dalla parte opposta. Leonardo era seduto accanto ai suoi amici e stavano fumando e commentando un gruppo di ragazze...diciamo non proprio vestite decentemente.
-...Ok?- Mi riscossi quando sentìì la voce di Marco più vicina al mio orecchio
-Cosa?-
-Dicevo che ci vediamo alle tre e mezza sotto casa tua- Lo guardai confusa. Chissà perchè, non riuscivo più a ragionare
-Per andare dove?- Chiesi. Marco alzò gli occhi al cielo, sbuffando
-Oddio! Ilaria ma dove ce l'hai la testa oggi? Dobbiamo andare al cinema. Solo che c'è un piccolo cambio di programma...- Mi rispose cambiando tono di voce
-Cioé?- Chiesi continuando a guardare Leonardo. Ora si era aggiunta anche la Barbie e gli stava incollata addosso
-Viene mezza scuola- Alle sue parole quasi mi strozzai con la mia stessa saliva
-C-Cosa? Ma come cavolo ti è saltato in mente di invitare mez...-
-Guarda che non è colpa mia. Prenditela con la tua amichetta dalla lingua lunga- In quel preciso istante Arianna tornò vicino a noi, anche se io non mi ero resa nemmeno conto che si fosse allontanata. Sia io sia Marco le tirammo un'occhiataccia
-Che c'é?- Ci chiese lei cadendo dalle nuvole. Dopodiché si appoggiò contro la ringhiera
-Ma come che c'é? Ari, ma come hai potuto invitare mezza scuola? Se l'invito arriva all'orecchio a Leonardo io...- Mi interruppi guardando Marco. Ormai aveva decisamente capito che avevo una cotta stratosferica per Leonardo. In classe gli avevo parlato e gli avevo detto di aver iniziato a provare qualcosa per Leonardo, da poco. Se gli avessi detto che erano già quattro anni che gli andavo dietro mi avrebbe uccisa
-Veramente...Non ti arrabbiare, però...Leonardo lo sa già e ha detto che viene anche lui- Mi feci calare teatralmente a terra. La mia fine era vicina
-Sono rovinata. Io non vengo, non vengo- Dissi coprendomi la faccia con le mani
-Ah, se non vai tu non vado nemmeno io. Magari ce ne andiamo a prendere un gelato o...- Marco venne interrotto da Arianna che si inginocchiò accanto a me
-Ma quale gelato e gelato! Ila, tu vieni eccome. Cosa ti importa di quel deficente. E' lui l'intruso, io ho chiesto di venire con noi solamente a Virginia e Maria, ma lo sai come sono quelle. Hanno esteso l'invito a tutta scuola. Ma che ti frega, mica ti devi sedere vicino a lui. Perciò tu mia cara, vieni- Dopodiché spostò il suo sguardo su Marco e ghignò -Tu Marco puoi anche non venire, nessuno sentirà la tua mancanza- Marco ricambiò con un gesto...non proprio carino
-Ok, vengo. Ma ci sediamo come minimo a tre file di distanza. Non voglio avere tutto il tempo davanti gli occhi lui e la Barbie che si sbaciucchiano- Dissi rialzandomi in piedi. Tutta colpa di quelle due pettegole. Virginia e Maria erano due nostre compagne di classe, completamente cretine, che non erano nemmeno in grado di tenere la loro boccaccia chiusa.
Sospirai tornando a sedermi sulla ringhiera, ma quando guardai verso la Barbie e Leonardo notai che lui non c'era più. Uffa, ma perchè dovevo avere quella sfiga?

 

Dopo aver fatto i compiti decisi di iniziare la "mission impossible": Setacciare l'armadio alla ricerca di qualcosa di decente da indossare.
La lotta con l'armadio non fu affatto facile, ma alla fine trovai nell'angolo più remoto di esso qualcosa di vagamente accettabile.
Dopo essermi fatta una doccia mi cambiai e mi diedi una rapida truccata. Bhè...non ero Belen Rodriguez ma potevo andare. Sospirai uscendo dal bagno e come mi accadeva spesso ultimamente, andai a sbattere contro qualcuno
-Oh, ma come siamo eleganti. Cos'è? Hai torvato un accompagnatore per la festa, liberando me da quella tortura- Assottigliai gli occhi, ravviandomi i capelli
-No, per tua sfortuna e soprattutto per la mia, dovrai ancora venire con me. Sempre che tu non voglia far sapere ad Alessa...- Lorenzo fece uno slancio in avanti tappandomi la bocca con la sua mano
-Zitta! Non parlare così forte- Gli morsi la mano, godendo per la rezione che ebbe. Iniziò a saltellare come un matto massaggiandosela
-Che stronza- Sibilò per non farsi sentire da mia madre. Sorrisi afferrando la borsa, dopodiché mi diressi verso la porta e uscìì
Ad essere sincera rimasi un minuto buono ferma fuori dalla porta. Non riuscivo a capire cosa accidenti mi era preso però...quando Lorenzo mi era venuto così vicino, il cuore...aveva preso a battere più forte. Sicuramente era per l'irritazione che mi provocava stargli così vicino. Si, evidentemente era così. Presi un bel respiro e scesi le scale. Fuori dal portone trovai ad aspettarmi Marco e Arianna
-Wow...messa in ghingheri per quello stro...carinissimo ragazzo- Guardai Marco sorridendo
-No, Non mi sono messa in ghingheri- Risposi prendendo a camminare verso la fermata dell'autobus, seguita da loro due.

 

 

Arrivammo davanti al cinema una decina di minuti dopo. Rimasi letteralmente a bocca aperta. Per la quantità di gente che faceva parte della mia scuola, le altre persone erano state costrette ad aspettare l'apertura del cinema in mezzo alla strada
-Ari, ma quanta gente hai invitato?- Le chiesi, guardandomi intorno disorientata. Neanche ad una gita scolastica c'era mai stata tutta quella gente
-Te l'ho detto, io non c'entro- Mi rispose lei disorientata quanto me
-Guarda guarda chi si vede- Quando sentìì la voce irritante e nasale di Erica storsi la bocca contrariata
-Cosa vuoi?- Le chiesi incrociando le braccia al petto. Lei non mi rispose, si limitò a guardare il posto vuoto accanto a me scuotendo la testa
-Dov'è il tuo bel ragazzo? Possibile che non ha accompagnato il suo amoruccio?- Sgranai gli occhi. Ora ero nella merda. Cosa potevo inventarmi
-Lavora. Non è potuto venire perchè è...è a lavoro- Risposi nervosa. Arianna e Marco mi guardavano come se fossi impazzita. Speravo che avessero capito che dovevano coprirmi anche a costo della vita
-Ah sì? Non è che invece non è realmente il tuo ragazzo?- Ok, mi stava semplicemente venendo un attacco di panico. Dovevo respirare ma non ricordavo come si faceva
-Perchè non ti fai gli affari tuoi, Barbie? Pensa piuttosto a te, Leonardo mi sembra abbastanza..."occupato"- Disse Arianna intervenendo al posto mio. Le concessi un grazie con lo sguardo, dopodiché guardai anche io verso Leonardo che si stava baciando con una ragazza del primo. Anche se "baciarsi" era un po' riduttivo. Sospirai abbassando lo sguardo. Avevo voglia di piangere ma non dovevo cedere davanti ad Erica
-Torno subito- Ci liquidò Erica, dirigendosi verso la coppietta felice. Non osavo alzare lo sguardo. Avevo paura che se lo avessi fatto avrei visto Erica, Leonardo e quella del primo cimentarsi in una cosa a tre. Sarebbe stato troppo. Sarei morta a due mesi e mezzo dal mio compleanno e non era decisamente una bella cosa
-Ilaria!- Rialzai lo sguardo quando Arianna mi strattonò per un braccio - Non so cosa intendeva la Barbie, ma quello che so è che ti devi sbrigare. Avanti, cerca di fare qualcosa- Mi disse. Ma che potevo fare? Non c'era niente che potessi fare. Non avevo nemmeno il numero di Lorenzo, come avrei potuto rintracciarlo? Poi ebbi un'illuminazione. Mi sembrava di sentire un coro di angeli accorsi per lodare la mia idea. Presi il mio cellulare e composi il numero di mio fratello. Ero sicura che quei due erano insieme. Come sempre, d'altronde. Quei due erano peggio di due fratelli siamesi
-Pronto?- Mi rispose la voce annoiata e insopportabile di mio fratello
-Passami quell'idiota del tuo amico- Dissi senza nemmeno salutarlo. Non c'era tempo per sentire le cretinate che uscivano da quella bocca
-Lorenzo?- Sbuffai a quella sua domanda
-No, il Papa. Ma certo che intendo Lorenzo. Sbrigati!- Sentìì un po' di confusione e qualche risatina sommessa. Mi parve di sentire anche un aggettivo non poco carino, ma cercai di tranquillizzarmi
-Che vuoi?- Presi un bel respiro per evitare di rispondere "Prenderti a pugni fino a farti stramazzare a terra", ma capìì che se lo avessi fatto, Mr. Ego non mi avrebbe aiutato
-Devi venire immediatamente quì, davanti al cinema- Lui scoppiò in una fragorosa e itìrritantissima risata
-E chi sei? Mia madre? Non ci penso nemmeno- Mi rispose con quella sua voce annoiata
-Ok, allora ripassami Alessandro. Devo fare due chiacchiere con...-
-Va bene. Arrivo- Mi rispose interrompendomi. Sorrisi soddisfatta, riagganciando. Dopodiché cercai di spiegare ai miei amici super confusi cosa stava succedendo.

 

Un quarto d'ora dopo ero ancora fuori dal cinema ad aspettare che quell'idiota si degnasse di venire. Avevo detto a Marco e Arianna di entrare, così avrebbero preso i posti. Sbuffai guardando la locandina di un film senza il minimo interesse. Continuava a tornarmi in mente la sensazione che avevo avuto quando Lorenzo mi si era avvicinato. Non riuscivo proprio a spiegarmi da cosa fosse scaturita.
-Eccomi!- Sobbalzai perdendo l'equilibrio. Prontamente due mani mi circondarono la vita, evitandomi lo schianto a terra
-Sò che quando passo io tutte le ragazze mi cadono ai piedi, ma tu esageri- Scherzò lui, avvicinandosi. Deglutìì imbarazzata. Dopodiché lo colpìì su un braccio, facendolo mugulare di dolore. Puntò il suo sguardo su di me, incredulo per quel mio gesto
-Ben ti sta. Mi hai fatto aspettare un quarto d'ora!- Dissi portandomi le mani sui fianchi. In realtà non ero poi così arrabbiata, stavo solo cercando di non lasciar trasparire la sensazione che stavo provando. Ma che diavolo mi succedeva?
-Ringrazia che sono venuto. Mi hai fatto perdere un'occasione. Stavo per fa...- Sgranai gli occhi quando capìì cosa stava per dire
-Zitto! Non lo voglio sapere. E ora muoviti, il film sarà già iniziato- Dissi incamminandomi verso l'entrata. Senza che me lo aspettassi, Lorenzo mi cinse la vita con un braccio. Lo guardai sorpresa e lui mi rivolse un sorriso. Accidenti, certo che era davvero bello. Anche se la sua bellezza era compensata alla grande con la sua stronzaggine.
Non appena entrammo nella sala fummo avvolti dal buio. Lo sapevo! Il film era già iniziato. Cercai di intravedere i posti in cui erano seduti Marco e Arianna, ma come risultato ottenni solo un mucchio di brutte parole dalla persona a cui avevo accidentalmente pestato un piede. Continuai con la mia ricerca, quando ad un tratto mi sentìì tirare per un braccio. Atterrai su una poltrona e subito mi voltai per vedere vicino a chi ero finita
-Durante la pubblicità cercheremo i tuoi amici. Per adesso è meglio stare quì. Non ho voglia di fare a pugni con qualcuno perchè "la mia ragazza" gli ha rotto qualcosa atterrandoci sopra- Assottigliai gli occhi, dopodiché mi voltai verso lo schermo e ringraziai mentalmente che ci fosse tutto quel buio. Se Lorenzo avesse visto a che gradazione di rosso erano arrivate le mie guancie in quel momento, mi avrebbe presa in giro a vita. E tutto per cosa? Perchè aveva detto "la mia ragazza". Stavo veramente messa male.

 

Ero più tesa di una corda di violino. Ogni volta che Lorenzo respirava, sbadigliava, sbuffava o rideva io stringevo il bracciolo della poltrona. Non mi sentivo a mio agio. Mi sembrava di essere sotto esame e non era per nulla piacevole. Senza contare che avevo una voglia matta di tapparmi gli occhi con il mio adorato cuscino di Titty, che tenevo sempre ai piedi del letto. Ma perchè avevo accettato di vedere un film horror. Ero terrorizzata e ogni volta che qualcuno dava un calcio alla mia poltrona, saltavo come una pazza. Dovevo ricordarmi di rifiutare la prossima volta.
All'improvviso ci fu una scena che, ero sicura, mi avrebbe terrorizzato fino alla mia morte, sempre che non morissi d'infarto in quel momento. Terrorizzata mi gettai alla mia sinistra e affondai il viso nel petto di Mr. Ego. In quel preciso istante mi sembrò reale. Voglio dire, mi sembrò che io e Lorenzo fossimo realmente fidanzati. Lui mi sorrise intenerito, dopodiché mi passò un braccio attorno alle spalle e mi avvicinò di più a lui. Io sorrisi e mi adagiai meglio tra le sue braccia. Come sempre lo odiavo, però...in quel momento stavo bene così.
Sentire il suo profumo inebriarmi. Sentire il suo cuore battere forte quando c'era una scena che faceva paura. Sentirmi protetta. Tutte quelle cose mi stavano provocando una sensazione unica. Non riuscivo proprio a spiegarmi il perchè, in fin dei conti noi non ci sopportavamo.
In quel momento il cellulare nella mia tasca vibrò, facendomi quasi gridare per lo spavento. Promemoria: Quando vedevo un film dell'orrore era assolutamente vietato mettere la vibrazione al cellulare. Era meglio tenerlo spento.
Dopo essermi ripresa da quello spavento, lessi il messaggio che mi aveva mandato Marco...

"Dove sei? Stai ancora aspettando quel tipo?"

Mi guardai intorno per cercare di vedere qualcosa, ma sembrava ancora più buio di prima. Allora puntai nuovamente lo sguardo sul cellulare e risposi...

"Siamo dentro. Non riesco a vedervi perché è troppo buio. Ci vediamo dopo"

Mentre lo inviavo, vidi con la coda dell'occhio che Lorenzo mi fissava, così alzai lo sguardo infastidita
-Che vuoi?- Gli chiesi riponendo il cellulare in borsa e non in tasca. La vibrazione mi aveva fregata una volta, era più che sufficiente
-Niente. Che c'è? No posso guardarti?- Mi chiese con un ghigno. Sbuffai infastidita
-No, mi consumi- Risposi tornando a guardare il film, di cui non stavo capendo un cavolo. Ma perchè mi metteva così in imbarazzo il fatto che mi stesse guardando? Lo aveva fatto anche altre volte e non mi ero mai sentita così, o almeno credo
-Tuo fratello mi ha detto che hai un ragazzo- Quando pronunciò quelle parole, quasi mi strozzai con la mia stessa saliva. Puntai il mio sguardo nel suo. Era serio. Ma come poteva credere una cosa del genere? Avrei ucciso Alessandro, questo era certo
-Io non ho nessun ragazzo, altrimenti non avrei mai chiesto a te, la persona che più detesto a questo mondo dopo mio fratello, di aiutarmi- Dissi distogliendo lo sguardo
-Però lui mi ha detto che porti sempre un ragazzo a casa e che vi chiudete sempre nella tua stanza a "studiare"- Disse mimando le virgolette con le dita alla parola "studiare". Lo guardai allibita. Stava insinuando che...che mi portavo i ragazzi in camera per farci sesso? Stava cominciando ad esagerare
-Io non mi porto nessun ragazzo in camera!- Dissi alzando un po' troppo la voce. Una ragazza abbastanza robusta si voltò verso di me e mi intimò in modo estremamente minaccioso di abbassare la voce. Io le sorrisi mortificata, prima di puntare il mio sguardo furioso su Lorenzo
-Invece sì che lo hai fatto. Inoltre Alessandro mi ha detto che si chiama Marco e fino a tre secondi fa stavi mandando dei messaggini d'amore ad un ragazzo di nome Marco- La bocca mi arrivò fino al pavimento. Ero completamente basita. Non avevo parole per rispondere a quel...quel...non c'era aggettivo abbastanza volgare per descriverlo
-Marco? Ma è solo un amico. Anzi, lo considero un fratello- Dissi, senza rendermi conto che in quel momento si accesero le luci nella sala per via della fine del primo tempo del film. Mi voltai quando sentìì una presenza alle mie spalle. Trovai gli occhi di Marco, passare da me a Lorenzo ininterrottamente
-Arianna è seduta laggiù- Mi disse solamente, indicando una decine di file più avanti alla nostra. Sorrisi imbarazzata e mentre stavo per rispondere, Marco si voltò e uscì dalla sala. Mi alzai poggiando la borsa sulla poltrona
-Torno subito- Dissi a Lorenzo, dopodiché mi diressi a cercare Marco fuori dalla sala. Non riuscivo a capire perchè avesse reagito in quel modo. Era infastiditoda qualcosa, ma da cosa?

Lo trovai seduto sulle scale accanto ai bagni. Mi avvicinai lentamente e mi misi a sedere accanto a lui. Mi sembrava di essere in New Moon, nella scena in cui Bella e Jacob sono al cinema e lei si siede accanto a lui sulle scale, subito dopo essere usciti dalla sala
-Che c'è Marco? Come mai sei uscito dalla sala con quella faccia?- Gli chiesi, poggiandogli una mano sulla spalla. Con mia enorme sopresa lui si ritrasse
-Ma non ti piaceva quel tronista mancato? Cos'è? ora ti piace quell'idiota?- Scossi la testa senza guardarlo
-No, mi piace ancora Leonardo. Lorenzo è solo un amico, anzi, è un amico di mio fratello che mi sta facendo un favore- Risposi esaminandomi una ciocca di capelli
-In ogni caso non sono fatti miei- Mi liquidò lui alzandosi in piedi e dirigendosi nuovamente verso la sala. Poi si fermò a metà strada senza voltarsi
-Non sono mai stati fatti miei- Continuò, dopodiché riprese a camminare e rientrò in sala. Ma che voleva dire con "Non sono mai stati fatti miei"?
Mi alzai anche io e mi diressi a passo spedito fuori dal cinema. Avevo bisogno di prendere un po' d'aria. Mi sentivo strana, non riuscivo a capire cosa mi stesse succedendo. era come se avessi la sensazione che presto...la mia vita sarebbe cambiata. Però ero spaventata, perchè non avevo idea se lo avrebbe fatto in meglio o in peggio.
Mi appoggiai alla porta del cinema e chiusi gli occhi respirando l'aria gelida di Dicembre. Com'erano cambiati i tempi. Quando ero più piccolina, in questo periodo non si poteva uscire se non ci si erano messe almeno un paio di felpe. Invece ora, nonostante fosse Dicembre non faceva esattamente un freddo glaciale
Sentìì la porta aprirsi e quasi caddi all'indietro, visto che c'ero praticamente spalmata sopra. Per fortuna riuscìì a riprendere l'equilibrio e mi rimisi in piedi
-Ultimamente finisce sempre così- Sgranai gli occhi spaventata quando sentìì quella voce. Leonardo se ne stava appoggiato dove ero io un minuto prima, cercando di accendersi una sigaretta, nonostante il vento continuasse a spegnere la fiamma del suo accendino. Abbassai immediatamente lo sguardo. Ci mancava solo questa
-C-così come?- Gli chiesi io più rossa di un pomodoro. Lui soffiò fuori il fumo dalla sua bocca e mi sorrise in un modo estremamente sexy
-Che mi cadono addoso belle ragazze dal nulla- Ok, dovevo respirare. Non potevo morire proprio ora. Iniziai a pregare mentalmente che non si trattasse di un sogno, come sempre, come tutto quello che riguardava me e lui. Quando alzai lo sguado su di lui, notai che si era fatto più vicino a me. Deglutìì imbarazzata. Doveva trattarsi per forza di un sogno. Non c'eravamo quasi mai rivolti la parola e ora veniva a dirmi che ero...una bella ragazza? Di sicuro sognavo. Ma già che c'ero, perchè non approfittarne. Chiusi gli occhi avvicinandomi anche io. Quando arrivai ad un centimentro dalla sua bocca, qualcuno mise una mano davanti alla mia di bocca. Riaprìì gli occhi, disorientata. Come succede non appena ci si sveglia da un sogno. Da un bellissimo sogno.
-Amore! Ti stavo cercando dappertutto- Mi disse Lorenzo dandomi un bacietto sulla guancia. Immediatamente puntai il mio sguardo su
Leonardo. Ci guardava sorpreso, come se non si aspettasse che io potessi avere un ragazzo
-Scusate, non avevo capito...è meglio se rientro- Disse spegnendo la sigaretta con la scarpa. Dopodiché riaprì la porta ed entrò dentro. Io spiaccicai tutta la faccia addosso alla porta a vetri e quando Leonardo scomparì dal mio campo visivo, mi voltai come una furia. Sembravo la regina di Cuori di Alice nel paese delle meraviglie, nella scena in cui le si vedono le mutande con i cuori
-Tu! Tu sei un...un...- Non riuscivo a parlare. Continuavo ad agitargli un dito davanti agli occhi. Tremavo dalla rabbia e avevo voglia di prenderlo a pugni
-Tradisci il povero Marco con questo bellimbusto? Non si fa, piccola Ilaria- Presi un bel respiro. In fin dei conti tra un paio di mesi avrei compiuto diciotto anni, quindi se avessi ucciso qualcuno avrebbero potuto anche darmi l'ergastolo
-Mi spieghi perchè l'hai fatto? Tu non hai la minima idea di quanto tempo sia che aspettavo quel momento- Gridai allacciandomi meglio il cappotto
-Andiamo, siamo pari. Tu mi hai obbligato a venire quì rovinandomi l'appuntamento con una ragazza e io...- Non aspettai nemmeno che finisse di parlare, mi voltai e cominciai a camminare senza meta
-Ma dove vai?- Mi chiese seguendomi. Io non risposi, continuai a camminare asciugandomi una lacrima. Non dovevo piangere. Non volevo piangere. Non davanti a uno stronzo del genere
-Mi spieghi perchè te la prendi tanto?- Non lo sopportavo più. Avevo voglia di piangere e di conseguenza volevo stare sola. C'erano dei momenti in cui non avrei voluto far altro che chiudermi in camera e interrompere per un po' i contatti con il mondo esterno. Magari alzare la musica al massimo e non pensare a niente. Purtroppo in quel caso non potevo farlo, visto che quell'idiota continuava a seguirmi
-Dai Ilaria! Ti ho risparmiato uno squallido bacietto da uno che bacia tutte. Poco fa, prima che uscisse quà fuori stava baciando un'altra ragazza. Credo che fosse quella biondina che ti ha detto della festa di...-
-Ora basta! Ma ci godi a vedermi star male?- Alla fine esplosi. Non lo sopportavo più, sentire le cose che diceva mi stava solo facendo sentire peggio
-Ma no, io non...- Mi voltai di nuovo asciugandomi gli occhi
-Basta! Lasciami in pace- Dissi con la voce rotta dal pianto. Detestavo
essere debole davanti a persone che non lo meritavano e Lorenzo era uno di queste
-Non vorrai dirmi che ti piace quel tipo?- Puntai il mio sguardo carico di odio verso di lui
-Secondo te? Credi che io mi faccia baciare da chiunque? Ah, giusto! Tu e mio fratello siete convinti che io mi porti i ragazzi nella mia stanza per farci sesso- Dissi sprezzante. Dopodichè mi sedetti su una panchina continuando a dargli le spalle
-Ilaria...io non credo una cosa del genere, così come non lo crede tuo fratello. Stavo semplicemente scherzando prima- Mi disse lui sedendosi accanto a me e poggiandomi una mano sulla spalla. Io mi ritrassi, come scottata, dopodiché allacciai il mio sguardo al suo
-Fammi una cortesia, non rivolgermi la parola. Da questo momento puoi fare quello che vuoi. Non devi più accompagnarmi da nessuna parte. Quindi considerati libero per la Vigilia di Natale- Dissi rialzandomi in piedi. Dopodiché ripresi a camminare. Ero infuriata. Non volevo più vederlo. Come se non bastasse a farmi stare peggio, ci si metteva anche questa orribile sensazione allo stomaco, che si accentuava quando pensavo al fatto che Lorenzo...non mi avrebbe più rivolto la parola.

Forse avevo un pochino esagerato, però ero infastidita. Ero infastidita dal comportamento di lorenzo, come sempre d’altronde.
Quando ero tornata a casa mi ero chiusa in camera mia a ragionare e avevo capito di essermi comportata da immatura. Però Lorenzo riusciva a scatenare il peggio di me.
Mi sdraiai sotto il mio piumone imbottito, con il portatile sulle gambe. Dopo essere entrata su Facebook, digitai il profilo di Leonardo.
Quando lessi un suo stato, che risaliva a cinque minuti prima, provai un fastidio tremendo. C'era scritto:

"Delirio assoluto..."
"Presso: Casa di Erica"

Chiusi immediatamente il portatile e lo appoggiai sulla scrivania. Sospirai già pronta a sdraiarmi, quando sentìì bussare alla mia porta.
Sbuffai dicendo con voce annoiata -Avanti- Non avevo voglia di vedere nessuno. Nè mia madre, nè mio padre, nè tantomeno mio fratello. Ma quando si aprì la porta mi resi conto che c'era qualcun altro che avrei voluto vedere ancora meno
-Che ci fai quì? Esci dalla mia stanza- Dissi a Lorenzo indicandogli la porta. Lui mi ignorò deliberatamente e si sedette sulla sedia della mia scrivania. Io lo guardai come per chiedergli cosa volesse. Sembrava...dispiaciuto
-Volevo solo chiederti scusa per oggi. Sono stato un coglione e mi dispiace- Annuìì, completamente d'accordo con le parole che aveva detto. Lui in cambio mi sorrise, ma era un sorriso nervoso. Come se avesse paura di qualcosa
-E' che quel tipo non mi piace. L'ho inquadrato subito. Comunque se a te piace...- Lo guardai stupita dalle sue parole, dopodichè riassunsi la classica espressione sostenuta che avevo sempre in sua presenza
-Sì, a me piace. Comunque ti perdono- Cedetti infine, inziando a tirarmi l'elastico dei pantaloni del pigiama, per l'imbarazzo
-Quindi... sono riassunto?- Mi chiese sorridendo. lo guardai confusa. Questo ragazzo cominciava a dare i numeri. Chissà cosa facevano lui e quell'idiota di mio fratello chiusi in camera. Altro che studiare
-In che senso?- Gli chiesi mordendomi l'unghia del mignolo
-Posso continuare a fare finta di essere il tuo "ragazzo" ?- Sorrisi di sottecchi, dopodiché mi voltai verso il muro riacquistando l'espressione sostenuta
-Dai...- Mi pregò avvicinandosi a me e sedendosi sul mio letto -Hai detto che mi perdonavi- Mi voltai a guardarlo. Accidenti! Era vicinissimo. Il mio cuore aumentò i battiti. Sì, lo detestavo, però dopotutto era davvero un gran figo. Sorrisi annuendo
-O-ok- Balbettai infine, rossa come un peperone. Lui mi sorrise a sua volta e si gettò letteralmente su di me, facendomi cadere all'indietro. Fortuna che stavamo sul letto. Entrambi scoppiammo a ridere. Subito dopo però, iniziammo a guardarci l'un l'altro ed ero quasi certa che la sua faccia, in particolare la sua bocca, si facesse sempre più vicina. Deglutìì chiudendo gli occhi. Ma in quel preciso istante la porta della mia stanza si spalancò. Sempre nei momenti meno opportuni! Chiunque fosse stato ad aprire la porta, me l'avrebbe pagata.

                                                                         _________________________________________________________________

Salve a tutti!
Non mi uccidete, lo so che non è una fine accettabile, ma cercherò di postare il prima possibile.
 Domani, o al più tardi dopodomani dovrebbe essere pronto il nuovo capitolo.
Inoltre sto lavorando ad un trailer per la storia, ma non so per quando sarà pronto.
Ringrazio ancora chiunque segua la mia storia, spero che continuerete a farlo.
Inoltre ringrazio FedeKiryu saketta e _Renesmee Cullen_
per le splendide recensioni che mi lasciano :D
Quì in basso ho pubblicato le foto dei personaggi.
Fatemi sapere cosa ne pensate!





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Capitolo 4
*** Bacio indiretto ***


Capitolo 3

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Capitolo 3

 

Bacio indiretto 

Una bella giornata così brutta non l'avevo mai vista.
- William Shakespeare








Le donne sono specializzate nell'amare chi non le merita.
- Walter Di Gemma.




 

 
Deglutìì chiudendo gli occhi. Ma in quel preciso istante la porta della mia stanza si spalancò. Sempre nei momenti meno opportuni! Chiunque fosse stato ad aprire la porta, me l'avrebbe pagata
-Ma che state facendo?- Lorenzo si rialzò di colpo e si ravviò i capelli con un gesto secco della mano. Io rimasi sdraiata, lanciando delle occhiatacce verso la porta
-Niente, sai come siamo noi. Ci stuzzichiamo e alla fine...ci...bhè...Come va con la tesina di anatomia?- Cambiò discorso Lorenzo. Sbuffai alzandomi in piedi anche io
-Alessandro, io vorrei sapere invece perchè non bussi mai. Questa è la mia stanza. Io non entro nella tua ogni volta che ne ho voglia- Dissi puntando le mani sui fianchi. Mio fratello mi lanciò uno sguardo annoiato
-Sono venuto a salvare Lorenzo da una psicopatica come te. Non lo vedevo più tornare e quindi sono venuto a cercarlo. E ho fatto bene a farlo, visto che tu lo stavi infastidendo come tuo solito- Aprìì la bocca, basita. Dopodiché mi avvicinai alla porta e la spalancai
-Fuori di quì!- Dissi puntando i miei occhi su mio fratello, che non tardò ad eseguire il mio ordine seguito da Mr. Ego. Non ne potevo più di quei due. Volevo solo andare a dormire e dimenticarmi di quella brutta, bruttissima giornata. Prima però...dovevo risolvere una cosa...
-Lorenzo, aspetta!- Dissi fermandolo per un polso -Posso parlarti un secondo?- Gli chiesi non accennando a lasciarlo andare
-Di che gli devi parlare?- Mi chiese mio fratello tornando indietro di qualche passo. Sbuffai per la sua invadenza
-Non sono affari tuoi, comunque volevo chiedergli scusa per poco fa. Ora ci lasci un secondo da soli?- Alessandro spostò il suo sguardo da me a Lorenzo per almeno un paio di volte, dopodiché se ne tornò nella sua stanza per niente convinto. Feci rientrare Lorenzo nella mia camera e mi assicurai che la porta fosse chiusa a chiave. Dovevo chiedergli spiegazioni riguardo quello che era successo poco prima. E anche di tutto quello che era successo in quei giorni.
Lui mi guardò a disagio. Continuava a ticchettare con le mani sulla scrivania e spostava lo sguardo di tanto in tanto sul suo orologio
-Allora? Di che...di che mi dovevi parlare?- Mi chiese incrociando le braccia al petto. Sospirai in imbarazzo e mi sedetti sul letto. Cominciai ad arrotolarmi una ciocca di capelli lungo il dito e cercavo di non guardarlo negli occhi, altrimenti potevo dire addio alla mia intenzione di chiarire
-Di...di quello che è successo, o meglio, di quello che non è successo...poco fa- Dissi infine, guardandomi le unghie
-Bhè...e...cosa vuoi che...che ti dica?- Alzai lo sguardo verso di lui, delusa. Evidentemente lui non aveva avvertito ciò che avevo avvertito io
-Niente, anzi guarda, esci dalla mia stanza- Dissi afferrandolo per il colletto della camicia, dopodiché riaprìì la porta e lo spinsi fuori -Torna pure dal tuo amichetto, non so nemmeno io cosa mi ero messa in testa e...-
-Aspetta, aspetta. Non ti arrabbiare, io non..- Sbuffai abbassando lo sguardo, ma Lorenzo mi afferrò per il mento costringendomi a guardarlo -Non posso, capisci?- Continuò avvicinandosi a me. Io scossi la testa imbarazzata
-No, non capisco. Cosa non puoi?- Gli chiesi ad un centimetro dal suo viso. Era incredibile. Non riuscivo a far altro che fissare le sue labbra, così invitanti, così estremamente vicine alle mie. Chiusi gli occhi avvicinandomi di più. Non sapevo cosa mi stava succedendo, ma avevo bisogno di baciarlo. Avevo bisogno di sentire le sue labbra a contatto con le mie. Quando le sfiorai, Lorenzo si tirò indietro
-Mi spiace, ma non posso- Disse di nuovo, prima di dirigersi verso la camera di mio fratello.
Mi richiusi la porta alle spalle e andai a sdraiarmi di nuovo sotto le coperte. Cosa cavolo stavo per fare? Non ero in me, quel ragazzo doveva avermi fatto qualcosa. Insomma, io lo detestavo, no? Giusto? Ma certo che lo detestavo. Evidentemente si trattava solo di semplice attrazione fisica, niente di più. Dovevo resistere fino alla vigilia, dopodiché potevo anche riprendere la mia normale vita. Una vita dove Lorenzo tornava ad essere...il mio peggior nemico.

 

-7.
Mancavano esattamente sette giorni alle vacanze di Natale, vale a dire nove giorni per la festa. Dovevo resistere.
Sbuffai sciacquandomi le mani. La giornata era inziata malissimo. Avevo perso l'autobus e quell'imbecille di mio fratello si era letteralmente rifiutato di accompagnarmi. Perciò ero stata costretta ad entrare in seconda ora, motivo per il quale la D'Avelli, professoressa di storia, mi aveva interrogata sugli interminabili paragrafi del quinto capitolo del libro. Perfortuna me l'ero cavata con un sei pieno. Purtroppo però, nell'ora successiva avevo preso un quattro al compito di matematica. Ciliegina sulla torta, appena cinque minuti prima della lezione di educazione fisica avevo avuto una piccola sorpresina. Mi era arrivato il ciclo con cinque giorni di anticipo, perciò mi aveva colta impreparata. Per mia fortuna Arianna aveva sempre un assorbente in cartella, per i casi di emergenza come quello. Dovevo cominciare ad essere un pochino più previdente anche io.
Uscìì dagli spogliatoi, tenendomi a malapena in piedi. Avevo dei crampi allucinanti nel basso ventre e avevo una nausea incredibile, senza contare che sentivo la testa girare come una trottola. Mi lasciai cadere sulla panchina che era sotto gli appendiabiti, dopodiché appoggiai la testa contro il muro e chiusi gli occhi per cercare almeno di far fermare la stanza. Mi sembrava di essere in un carosello del Luna Park, quello con i cavalli che non fanno altro che girare a due all'ora, facendoti venire il voltastomaco
-Forlani!- Accidenti! Riaprìì gli occhi non appena sentìì la voce del professore -Che fai lì seduta? Vieni insieme agli altri tuoi compagni- Possibile che si dovesse accorgere proprio di me? Il resto dei mie compagni andava avanti e indietro per la scuola tornando con snack e bevande prese alle macchinette e lui nemmeno ci faceva caso, una volta che ero io a prendermela comoda doveva accorgersene. Scossi la testa imbarazzata al massimo. Prima che il professore continuasse con il suo interrogatorio, mi ricordai che era giovedì. Il giovedì noi facevamo educazione fisica con il 5A. Il 5A era la classe di Leonardo. Deglutìì e voltai lo sguardo nella parte ovest della palestra. Come volevasi dimostrare. Più sfigata di me non esisteva al mondo. Leonardo era appoggiato al termosifone e mi fissava divertito, come il resto dei suoi compagni
-Cosa vorrebbe dire? Perchè non puoi fare lezione?- Guardai il professore rossa come un peperone. Ma perchè non potevamo avere una professoressa donna? Mi alzai in piedi, avvicinandomi alla cattedra
-Non posso fare lezione perchè ho...bhè..problemi da donna- Sussurrai. Il professore abbassò lo sguardo, imbarazzato più di me. Non capivo perchè gli uomini si imbarazzassero così tanto a sentir parlare del ciclo. Sospirai sollevata quando lessi sul registro una "G" accanto al mio nome. "G", stava per giustificata. Mentre stavo per tornare a sedermi, Erica mi si parò davanti con un sorrisetto che non lasciava presagire nulla di buono
-Visto che...non fai lezione, potresti tenermi il cellulare?- Mi chiese estraendo il suo I-phone dalla tasca della tuta. Era molto strano che Erica chiedesse a me di tenerle il cellulare, visto che la banda delle sue amichette stava tranquillamente piazzata davanti alle macchinette senza far nulla. Comunque annuìì prendendo il cellulare dalle sue mani. Non credevo che avesse qualcosa in mente. Non appena mi voltai per tornare a sedermi sentìì la voce di Erica propagarsi per tutta la palestra
-Ragazzi! Se avete bisogno di qualcuno che vi tenga cellulari o I-pod potete darli a Ilaria. Dal momento che ha...- No no no no no no -Il ciclo non farà lezione- Maledetta strega! Il mio sguardo corse immediatamente a Leonardo. Mi stava guardando, sentendosi quasi male dal ridere. Quando mi voltai a guardare il resto dei miei compagni mi accorsi che stavano facendo esattamente la stessa cosa, così  mi voltai nuovamente verso Erica che mi stava guardando con un ghigno e le tirai il cellulare addosso. Dopodiché corsi via, rifugiandomi negli spogliatoi.


Va bene, non era successo nulla di grave. Non è che mi fossi fatta qualcosa addosso o che avessi fatto qualcosa di altrettanto imbarazzante. Il problema stava nel fatto che Leonardo rideva di me. Mi asciugai una lacrima dalla guancia. Ero stata tentata di tirare il cellulare di Erica a terra, ma io non ero come lei. Per questo avevo preferito lanciarglielo addosso. Però se l'avessi presa in bocca facendole rompere tutti i denti sarebbe stato meglio. Sorrisi al solo pensiero, dopodiché guardai l'ora. Mancava ancora mezz'ora alla fine della lezione. La cosa che mi consolava era che all'ora successiva, vale a dire l'ultima della giornata, avevamo inglese e per nostra fortuna il professore stava male già da una settimana, di conseguenza avevamo un'ora di buco
-Allora sei quì?- Sgranai gli occhi spaventata. Quando mi resi conto che si trattava di Marco rimasi un po' delusa. Avevo passato venti minuti ad immaginarmi che Leonardo avrebbe gridato contro ad Erica di essere una strega, dopodiché sarebbe venuto a cercare me e mi avrebbe...
-Sei sveglia?- Puntai il mio sguardo in quello di Marco, sorridendo
-Purtroppo sì. Se stessi dormendo, ciò che è accaduto poco fa sarebbe stato solo un sogno- Risposi. Marco si fece calare a sedere accanto a me
-Andiamo, non è successo niente di grave. I nostri compagni sono degli idioti che ridono per qualsiasi cosa- Annuìì sospirando. Se non altro Marco aveva ragione
-E' per lui che stai così, vero?- Mi voltai a guardarlo. Stava trattendendo il respiro e aveva i muscoli del viso tesi
-Mi da fastidio il fatto che lui rida di me- Risposi mordendomi l'unghia dipinta di blu
-Se ride di te è un idiota- Sorrisi poggiando la testa sulla spalla di Marco
-Grazie, ma resta comunque il fatto che mi piace. Nonostante sia un idiota- Marco non rispose. Si limitò ad appoggiare la testa sulla mia e ad accarezzarmi i capelli
-Io penso che tu ti sia innamorata della persona sbagliata- Se ne uscì dopo un po'. Lo guardai sorridendo
-Davvero? Questa è una grande novità- Scherzai. Erano quattro anni che me non facevo altro che ripetermelo, ma purtroppo al cuor non comanda
-Ah ah, che spiritosa- Mi disse. Io gli sorrisi -A parte gli scherzi, secondo me...dovresti provare a...a uscire con qualcuno. Nel mare ci sono molti pesci, e poi come si dice, chiodo scaccia chiodo-
-Bhè se fosse così facile lo avrei già fatto, non credi?- Risposi
-No. Secondo me sei tu che non vuoi dimenticarlo. Voi ragazze siete fatte così, siete masochiste. Non siete in grado di stare con un ragazzo che vi ricambia. Non siete nemmeno in grado di capire che piacete a qualcuno- Lo guardai, incredula per le sue parole
-Veramente chi non è in grado di capirlo siete voi ragazzi- Risposi. Questo era veramente il colmo. Tra l'altro non riuscivo a spiegarmi perchè diavolo continuasse a venirmi in mente la faccia di Lorenzo. Ci manacava solo lui a rovinarmi la giornata
-Ma non è vero! Non siamo tutti e così. E poi...-
-Ah! Siete quì, vi ho cercato ovunque. Mi accompagnate a prendere qualcosa alla macchinetta?- Ci interruppe Arianna. Io annuìì alzandomi in piedi. Quando guardai Marco però, notai che aveva uno sguardo strano...sembrava triste
-Marcolino andiamo?- Gli dissi allungando una mano. Lui mi guardò scuotendo la testa
-No, vado a fumarmi una sigaretta- Mi rispose. Dopodiché si diresse verso la porta della scala antincendio. Ma che gli prendeva?

 

Guardai l'ora sul display del cellulare. La campanella di fine lezione era suonata già da dieci minuti e Arianna era ancora davanti alla macchinetta, senza aver ancora scelto cosa cavolo prendersi
-Che dici, mi prendo il thè alla pesca?- Mi chiese facendo roteare i soldi da una mano all'altra
-Sì, prendi quello e torniamo in palestra- Le dissi avvicinandomi a lei. Avevamo lasciato i giacchetti e gli zaini negli spogliatoi e dovevamo sbrigarci ad andare a prenderli, prima che le bidelle iniziassero a pulirli
-Oh merda! Ho sbagliato a digitare il numero. Ora chi lo beve? A me non piace- Disse sventolandomi davanti una lattina di Chinotto. Sbuffai irritata dalla sua indecisione. Io, come penso si sia capito, ero una persona abbastanza precisa e ordinata e mi turbava l'idea di aver lasciato le mie cose in un posto aperto a chiunque
-Dammi quà, tu intanto prendi quel benedetto Thè- Presi il chinotto dalle sue mani e dopo aver aperto la lattina ne bevvi un sorso. Pessimo errore. Quel Chinotto era la cosa più disgustosa che avessi mai bevuto
-Oh mio Dio! Ma fa schifo- Dissi pulendomi ripetutamente la bocca -Lo butto via- Continuai. Dopodiché mi avvicinai al secchio della spazzatura e quando stavo per gettare la lattina, qualcuno mi afferrò il polso impedendomelo
-Posso berlo io?- Rimasi letteralmente sconvolta quando mi resi conto di chi avevo davanti
-M-ma m-ma m-ma s-sì s-sì- Risposi senza staccare gli occhi dai suoi
-Dovresti lasciare la lattina- Mi disse lui con quel sorriso meraviglioso dipinto sulle labbra
-Oh, giusto!- Mollai la presa dalla lattina e rimasi a guardarlo mentre ne beveva un sorso. In quel momento mi resi conto di quanto avessi perso la testa. Pensai che, visto che avevamo bevuto entrambi a quella lattina, era come se ci fossimo dati un bacio indiretto. Sgranai gli occhi a quel pensiero. Dopodiché mi voltai senza dire nulla e mi incamminai verso gli spogliatoi, lasciando Leonardo a pensare sicuramente a quanto fossi matta.


Dopo aver preso sia la mia roba e sia quella di Arianna mi diressi verso l'uscita della palestra
-Chi si rivede...- Ecco! Gli infarti ti fanno sentire esattamente in questo modo. Mi voltai spaventata quando sentìì qualcuno parlare. Poi, quando mi accorsi che si trattava di Leonardo, mi resi conto quanto stessi sfiorando sempre di più l'infarto
-Scusa, ti ho spaventata?- Mi chiese prendendomi una mano tra le sue. Scoppiai in un'imbarazzantissima risatina isterica
-N-no...figurati. Che...che ci fai quì?- Che domanda del cazzo! Ma come mi era saltato in mente di chiederglielo?
-Perchè, ti infastidisce la mia presenza?- Mi affrettai a scuotere la testa
-M-ma n-no. E' solo che...- Mi bloccai. Le parole non volevano proprio saperne di uscire
-Che?- Mi incitò a continuare
-Niente, lascia stare. D-devo tornare in classe- Dissi abbassando lo sguardo e riprendendo a camminare
-Ci vieni alla festa di Natale?- Mi chiese facendomi bloccare al centro della palestra. Deglutìì imbarazzata, dopodiché mi voltai di nuovo verso di lui
-S-sì...credo di sì- Risposi mordendomi le labbra. Dio quanto volevo baciarlo. All'improvviso mi tornò in mente il quasi bacio che c'eravamo dati davanti al cinema e il mio odio per Lorenzo crebbe sempre di più
-Ci vai con il ragazzo che era con te, l'altro giorno al cinema?- Mi chiese fissandomi. Io abbassai lo sguardo imbarazzata, annuendo
-Me lo immaginavo. Io penso che andrò con Erica- Strinsi i pugni a quelle parole. Perchè? Perchè doveva dirmi una cosa simile? Non capiva che mi faceva star male? Evidentemente no
-A-anche io lo immaginavo. Sta-state davvero bene insieme- Risposi rischiando di rompere la lampo dello zaino per quanto la stavo tirando
-Ti va di vederci oggi pomeriggio?- Sgranai gli occhi, sorpresa da quella bizzarra richiesta
-Non..non credi che Erica potrebbe restarci male? Senza contare che io e lei neanche ci sopportiamo e...- Mi interruppi, quando lo sentìì ridere
-Lo so. Me ne sono accorto prima, in palestra- Diventai più rossa di un pomodoro, ripensando a ciò che era successo appena un'ora prima
-G-già. Ad ogni modo non credo che...- Mi interruppe avvicinandosi a me
-Mi farebbe piacere se venissi con me. Vorrei farti vedere una cosa- Disse. Dopodiché fece scorrere una ciocca dei miei capelli tra le sue dita e si avvicinò, scoccandomi una bacio sulla guancia. Cosa che mi fece completamente andare fuori di testa. Ok, stavo sognando o cosa?
-Allora, ci vediamo alle quattro quì davanti?- Annuìì, incapace di rispondere a parole. Leonardo si avvicinò di nuovo e mi diede di nuovo un bacio sulla guancia. Dopodiché si incamminò verso la sua classe.
Sorrisi come una deficente, dopodiché iniziai a salire le scale due a due per tornare in classe. Leonardo mi aveva davvero chiesto di uscire con lui? O mio Dio. Nonostante questa giornata era iniziata da schifo, cominciava a migliorare parecchio.



Dopo quell'interminabile ora di buco finalmente la campanella suonò, annunciando la fine delle lezioni. Uscìì dal cancello con un  sorriso che mi partiva da un orecchio e finiva dall'altro. Continuavo a pensare a ciò che era accaduto in palestra con Leonardo appena un'ora prima. Arianna continuava a parlare del ragazzo conosciuto in vacanza ma io non riuscivo a far altro che sorridere e vagare con la mente a quello stesso pomeriggio. D'un tratto mi bloccai, guardando dall'altra parte della strada. Arianna continuava a parlare, ma io ero completamente paralizzata. Non riuscivo a muovere un muscolo.
Leonardo stava baciando Erica. Non riuscivo a crederci. Ero stata davvero una stupida a credere di potergli interessare anche solo un pochino. Chinai la testa guardandomi la punta delle scarpe. In realtà sentivo le lacrime pungermi per uscire, ma non volevo piangere. Se avrei pianto avrei dovuto dare spiegazioni ad Arianna e non volevo dirle quanto fossi stata stupida ad essermi illusa
-Allora io vado. Ho la visita dal dentista alle tre e se non mi sbrigo faccio tardi- Disse Arianna salutandomi frettolosamente con un bacio sulla guancia
-A domani- Riuscìì solamente a dire. Dopodiché presi a camminare verso la fermata dell'autobus, facendo bene attenzione a non guardare verso "quella" parte. Continuai a guardare a terra e come era prevedibile finìì contro qualcuno
-Scusa- Dissi senza alzare lo sguardo, prima di ricominciare a camminare
-Cos'è? Hai deciso di non guardarmi per paura di innamorarti di me?- Quando sentìì quella voce irritante ma allo stesso tempo perfetta, mi bloccai voltandomi lentamente
-O mio Dio! Sei un incubo. Cosa ci fai quì?- Lorenzo mi sorrise, dopodiché si fece più vicino e mi stampò un bacio sulla guancia, lasciandomi ferma come un salame. Ma perchè mi faceva quell'effetto la sua vicinanza?
-Qualcosa non va?- Mi chiese vedendo che non mi muovevo più. Credo che non stessi neanche respirando
-S-si...ma che ci fai quì?- Gli chiesi sistemandomi la tracolla sulle spalle
-Come che ci faccio quì? Sono passato a prendere la mia fidanzatina. Ma perchè hai quella faccia? Scommetto che c'entra il tuo Play Boy- Assottigliai gli occhi quando cominciò a guardarsi intorno sorridendo
-Non è il mio Play Boy, altrimenti non starebbe ficcando la lingua in gola alla sua stupida ragazza- Risposi facendo un passo, ma immediatamente Lorenzo mi bloccò
-Dai! Dimmi dov'è?- Iniziò a lagnarsi come un bambino che vuole un giocattolo. Sbuffai guardandomi anche io intorno. Quando mi accorsi che Leonardo stava ancora baciando quella strega, sentìì lo stomaco contorcersi e le lacrime che avevo trattenuto fino quel momento presero ad uscire
-Che c'é?- Mi chiese Lorenzo avvicinandosi -Non ti sarai offesa per...- Scossì la testa asciugandomi con un gesto secco della mano le lacrime che mi scorrevano lungo le guancie. Quanto ero stupida. Possibile che dopo quattro anni ancora non avevo imparato la lezione. A Leonardo non importava niente di me. Per lui ero solo una stupida ragazzina da aggiungere alla lista infinita delle sue conquiste
-E' lì- Dissi puntando il dito alla sua destra. Lorenzo assunse un'espressione improvvisamente seria, dopodiché si voltò verso di me e mi avvicinò a sè tirandomi per la vita. Lo guardai confusa e allo stesso tempo imbarazzata per quella vicinanza
-Ma che fai?- Gli chiesi quando portò la sua mano destra sulla mia guancia
-Shh...tranquilla- Mi rispose, dopodiché si avvicino ancora di più al mio viso e mi sfiorò le labbra con le sue. Non riuscivo più a ragionare. Sentivo il suo respiro contro la mia pelle. Aveva un'odore così buono, non sapevo
spiegare cosa mi ricordasse, ma era una fragranza dolcissima che mi stava letteralmente mandando fuori di testa.
Dopo qualche minuto, o forse qualche ora si allontanò da me. Io riaprìì gli occhi sentendo improvvisamente freddo
-Andiamo?- Mi chiese facendomi passare il suo braccio intorno alle spalle. Io non ero più in grado di rispondere, così mi limitai ad annuire e a cercare di ricordarmi come si facesse a camminare. Quel ragazzo mi avrebbe ucciso, prima o poi.

 


Avevo dimenticato tutto, persino Leonardo e le sue labbra su quelle di Erica. Avevo dimenticato il quattro preso al compito di matematica e l'interrogazione infinita di storia. Avevo dimenticato perfino la figura di merda che Erica mi aveva fatto fare in palestra. Purtroppo però non avevo affatto dimenticato i crampi alla pancia. Mi allacciai le braccia intorno al ventre, colta da un'insopportabilissima fitta
-Va tutto bene?- Mi chiese Lorenzo un po' preoccupato. Annuìì con un sorriso fin troppo tirato. Evidentemente non ero stata abbastanza convincente però, perchè Lorenzo posteggiò la macchina in una via che non era decisamente quella di casa mia
-Avanti, dimmi cos'hai. E' per quel tizio?- Mi chiese voltandosi verso di me
-No- Risposi scuotendo la testa, ma il mio finto sorriso lasciò intendere tutt'altro
-Sì, certo come no- Mi rispose lui per nulla convinto, ripartendo con la macchina. Aveva un'espressione così seria che mi venne da sorridere
-Mi spieghi perchè sei venuto a prendermi a scuola?- Gli chiesi giocherellando con una ciocca di capelli. Era una domanda che avrei voluto fargli fin da subito, ma poi con la storia di Leonardo me ne ero dimenticata
-Così, mi dispiaceva che dovessi tornare con l'autobus- Sgranai gli occhi sorpresa della sua risposta
-Cosa? Tu eri dispiaciuto per me? Questa sì che è un'edizione straordinaria- Dissi sorridendo, cosa che fece anche lui. In fin dei conti non era poi tanto male parlare con lui
-Sì, ma non ci fare l'abitudine. Oggi ho finito prima le lezioni all'università e quindi mi sono messo una mano sulla coscienza- Mi rispose ricambiando il sorriso. Dopodiché si voltò a guardarmi. Il mio cuore doveva aver perso almeno una ventina di battitti
-Te l'avevo detto che quel ragazzo non mi piaceva- Disse ticchettando con le dita sul volante. Mi voltai di nuovo a guardarlo confusa
-Come scusa?- Gli chiesi. Mi concesse una breve occhiata, prima di tornare a guardare la strada davanti a sé
-Il ragazzo del cinema. E' un Don Giovanni- Gli lanciai un'occhiataccia, dopodiché sbuffai -Intendo che è uno che se la fa con tutte, che...- Mi stava prendendo per deficente? Secondo lui io non sapevo cosa significasse?
-Guarda che lo so cos'è un Don Giovanni- Lo interruppi. Si voltò a guardarmi sorridendo
-Ah sì?- Annuìì con un ghigno
-Sì. Tu ad esempio- Alle mie parole inchiodò con la macchina e si voltò verso di me
-C'è una bella differenza tra me e quel tipo- Lo guardai scettica. Questa si che era bella. Lui cambiava ragazze all'ordine del giorno e veniva anche a dirmi che c'era una bella differenza?
-Ah sì? E quale sarebbe?-Gli chiesi. Lui mi sorrise, dopodiché ripartì
-Io non illudo le ragazze- Scoppiai in una risata carica di amarezza. Questo ragazzo doveva essere ubriaco.
-Ah! Questa sì che è bella- Vorrei fare due chiacchiere con tutte le ragazzine stupide e immature con cui sei stato a liceo. Chissà loro cosa ne penseranno di questa tua affermazione- Dissi, soddisfatta delle mie parole
-E' diverso. Erano altri tempi- Scoppiai a ridere di nuovo
-Era cinque anni fa. Ti stai arrampicando sugli specchi, mio caro- Lui si limitò a guardarmi innervosito. Dopodiché continuò a guidare senza rispondermi. Per una volta Mr. So-tutto-io non sapeva cosa dire. Sorrisi, fiera di me, dopodiché mi voltai verso il finestrino.

 

Dopo qualche minuto mi voltai verso di lui di nuovo. Era così...serio. Quando aveva quell'espressione era ancora più bello
-Mi spieghi una cosa?- Mi concesse una breve occhiata, prima di annuire -Perchè passi la maggior parte del tempo a casa mia? Voglio dire, perché Alessandro non viene mai da te?- Lui scoppiò a ridere ed io gonfiai le guance offesa, peggio di una bambina di due anni. Che cosa avevo detto di così divertente?
-Scusa, non rido per la tua domanda. Lo sai che quando ti arrabbi ti si formano le fossette sulle guancie?- Mi chiese sfiorandone una. Sussultai per quel contatto, dopdodiché cercai di spiaccicarmi contro lo sportello senza attirare la sua attenzione. Dovevo cercare di stargli lontana o i miei ormoni avrebbero avuto la meglio e gli sarei saltata addosso
-Allora? La smetti di ridere e mi rispondi, si o no?- Gli chiesi impaziente di sapere qualcosa su di lui. Nonostante lui e mio fratello fossero amici da anni, mi ero resa conto di non conoscerlo quasi per niente. Non sapevo neanche se fosse figlio unico, non sapevo nemmeno quando era nato. L'unica cosa che sapevo era il suo nome e che facoltà frequentava all'università
-E' semplice. Io abito da solo e preferisco venire io da voi perchè...mi manca avere delle persone intorno- Lo guardai sorpresa. In fin dei conti di cosa mi stupivo. Era logico che abitasse da solo, aveva ventiquattro anni, mica sedici
-Capisco. E come mai...non...come mai ti senti solo? Non parli con i tuoi?- Strinse il volante digrignando i denti
-Non vado molto d'accordo con loro, in particolare con mio padre- Mi rispose con una stonatura nella voce
-Come mai?- A quella domanda puntò i suoi meravigliosi occhi nei miei -Se posso saperlo, è chiaro- Mi affrettai a dire. Non volevo fargli pressioni. Ero sempre più vicina ad assomigliare ad una fidanzatina apprensiva
Scrollò le spalle, prima di schiarirsi la voce
-Non mi costa nulla dirtelo. Vedi, lui non accetta che io abbia scelto la facoltà di medicina. Secondo lui io sarei dovuto diventare un maledetto avvocato come lui- Sputò fuori, stringendo sempre di più la presa sul volante
-Mia madre ha provato a convincerlo un sacco di volte a lasciarmi fare quello che mi piaceva, ma lui non ne ha voluto sapere. Si sente in grado di poter decidere per tutto e tutti solo perchè è uno stramaledetto avvocato. Non fa altro che tradire mia madre con le molteplici segretarie che cambia di giorno in giorno. Il colmo è che mia madre sa tutto ma fa finta di nulla, per non infangare il buon nome della "famiglia"- Disse mimando le virgolette alla parola "famiglia" -Non appena ho potuto me ne sono andato da quello schifo di farsa. Ora li vedo solo durante le feste. L'unico di cui sento la mancanza è mio cugino Cristiano. E' il figlio del fratello di mio padre. Vive con noi da quando i suoi genitori sono...- Si interruppe parcheggiando sotto casa mia
-Morti?- Gli chiesi io dispiaciuta. Lui si voltò verso di me guardandomi serissimo, dopodiché scoppiò a ridere come un idiota
-Cosa c'è da ridere?- Chiesi io colpendolo su una spalla. Lui si massaggiò il punto leso, continuando comunque a ridere
-Non sono morti, sono divorziati, ma avresti dovuto vedere la tua espressione. Sembrava che stessi per piangere da un momento all'altro-
-Sei proprio un idiota, io ancora che perdo tempo con te- Dissi aprendo lo sportello per uscire dalla macchina, ma lui mi fermò per un polso facendomi tornare a sedermi
-Te ne vai...senza neanche darmi un bacietto?- Mi chiese fingendosi offeso. Cominciai a sentire un caldo incredibile. Mi sembrava di essere dentro una stufa. Deglutìì, dopodiché mi avvicinai a lui e tentennai per qualche secondo davanti al suo viso. Ero tentata di darglielo in bocca, tanto aveva gli occhi chiusi. Ma poi ci ripensai, non aveva senso che io lo baciassi. Tra noi due non c'era niente. Per lui ero solo l'odiosa sorellina del suo amichetto idiota, mentre per me lui era...l'odioso amichetto di quell'idiota di mio fratello. Deglutìì nuovamente, dopodiché lo bacia sulla guancia, ad almeno cinque centimetri dalla bocca. Riaprì gli occhi ammiccandomi
-Pensavo che ne avresti approfittato per darmi un bacio in bocca. Questa è un'occasione che capita una volta nella vita- Assottigliai lo sguardo e lo colpìì nuovamente sul braccio. Dopodiché uscìì dalla macchina, sbattendomi dietro lo sportello
-Sei un idiota!- Gridai. Lui mi sorrise, mordendosi le labbra in modo decisamente sexy
-Ti amo anche io!- Mi gridò dal finestrino, prima di ripartire. Nonostante stesse scherzando...quelle parole, mi provocarono una stranissima sensazione all'altezza dello stomaco. Sorrisi come un' idiota, dopdiché entrai nel portone e mi diressi verso la porta di casa mia. Che giornata stressante. E non era ancora finita. Non sapevo se avrei accettato di vedere Leonardo oppure no. Non sapevo proprio cosa fare.

 _____________________________________________________________
Bon Jour!

Come state? Spero bene.
Questo è stato un capitolo abbastanza confusionario.
Ilaria prova qualcosa sia per Leonardo, sia per Lorenzo.
Continua a ripetersi che per Lorenzo sia solo attrazione fisica, ma chi lo sa?
Nel prossimo capitolo potrei inserire anche un P.O.V di Lorenzo, per capire cosa ne pensa lui di tutto quello che sta succedendo. Mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate :D
Inoltre vorrei consigliarvi di leggere
Chi l'avrebbe mai detto di _Renesmee Cullen_


Ringrazio come sempre tutte le persone che leggono la mia storia. Grazie davvero.
Un ringraziamento speciale va come sempre a
_Renesmee Cullen_ FedeKiryu e saketta 
per le splendide recensioni che mi lasciano.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto.
Alla prossima! :D

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Capitolo 5
*** Confusione ***


Capitolo 4

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Capitolo 4

Confusione

Di solito l’istinto ti dice quel che devi fare

molto prima di quanto occorra alla tua mente

per capirlo.

- Edmund Burke


 

 

 

Io e Leonardo camminavamo da circa venti minuti, quando ad un tratto lui si bloccò e si sedette su una panchina. Mi sorrise e mi invitò a sedermi accanto a lui. Io, imbarazzatissima, accettai il suo invito e mi sedetti. Avevo il cuore in gola. Alla fine avevo accettato di uscire insieme a lui, nonostante lo avessi visto con Erica. Volevo sapere cosa aveva da dirmi. Confesso che ero contentissima di aver accettato. Lui mi aveva spiegato tutto. Mi aveva detto che era stata Erica a baciarlo e che lui l'aveva ricambiata per gentilezza. Una volta che avevano sciolto il bacio lui le aveva chiaramente detto di non essere interessato a lei
-Ti ho chiesto di uscire con me...perchè avevo davvero bisogno di parlarti- La voce di Leonardo mi fece riscuotere dai miei pensieri. Gli sorrisi annuendo
-Dimmi- Lui ricambiò il sorriso e mi prese le mani tra le sue
-E' da un po' di tempo che...volevo parlarti di questa cosa. Non è facile, perchè...ho paura che a te possa non farti piacere- Accidenti! Chissà a cosa si riferiva. Forse voleva dirmi che aveva mollato Erica per qualche altra ragazzina idiota, o peggio ancora...magari era gay. Non che avessi qualcosa in contrario verso i gay, anzi, avevo tantissimi amici che lo erano. Però se Leonardo fosse stato uno di loro io...avrei tranquillamente potuto dirgli addio. A meno che non mi fossi sottoposta ad un cambio di sesso...
-Vedi...io sono...-
Gay...
-Innamorato di te- Sgranai gli occhi a quelle parole. Lo aveva davvero detto o me lo ero sognato?
-Io...tu....ecco...io...- Non sapevo più nemmeno cosa stessi dicendo. Deglutìì a fatica e sorrisi. Dopodiché, incapace di rispondere a voce, annuìì. Lui ricambiò il sorriso e si avvicinò al mio viso, in particolare alle mie labbra. Chiusi gli occhi, pronta a ricevere il suo bacio e...
Riaprìì gli occhi quando sentìì una cosa fredda toccarmi il braccio.
-Ti sei addormentata?- Mi chiese mia madre continuando ad accarezzarmi un braccio. Mi misi seduta sul letto, ravviandomi i capelli con entrambe le mani. Era tutto un sogno. Uno stramaledettissimo sogno
-Già- Risposi alla domanda di mia madre. Dopodiché mi sdraiai nuovamente e misi la testa sotto al cuscino
-Mi avevi detto di ricordarti di un appuntamento che avevi. Mi ero del tutto dimenticata. Magari fai ancora in tempo, in fin dei conti sono ancora le quattro- Guardai la sveglia a forma di luna sul mio comodino. Le quattro. Di sicuro Leonardo mi stava già aspettando. Io però non sapevo che fare. La parte responsabile di me stessa diceva di non andare, ma la parte più stupida e volubile mi suggeriva tutto il contrario
-Sì, ti ringrazio mamma- Le dissi scoccandole un bacio sulla guancia. Dopodiché uscìì fuori dalla mia stanza per andare in bagno, ma la mia attenzione venne attirata dai continui gridolini provenienti dalla camera di Alessandro. Mi avvicinai lentamente, senza fare rumore. Perfortuna la porta era socchiusa così potevo vedere all'interno. Alessandro era seduto davanti al computer e Lorenzo era sdraiato sul suo letto. Mentre mio fartello scriveva, l'idiota del suo amico dettava
-Dai, dai, dai! Dille di venire, perchè abbiamo una sorpresa per loro- Chissà con chi stavano chattando
-Dice che vengono solo loro due perchè la loro amica ha un esame domani- Lorenzo sbuffò, lanciando una pallina di carta dentro al cestino
-Pazienza. Vorrà dire che Mario resterà a bocca asciutta- Disse poi, aprendosi in un'irritantissima risata. I maschi erano dei veri e propri maniaci
-Ok, allora dille di venire a casa mia alle nove. Puntuale però. Dio mio, sarà una settimana che non...- Richiusi la porta prima di sentire il resto. Non sapevo nemmeno io perchè mi desse così fastidio il fatto che Lorenzo avesse...un appuntamento con una ragazza. Però era così, mi dava un enorme fastidio.
Strinsi i pugni, per evitare di rientrare in quella stanza e picchiarlo fino a farlo star male, dopodiché presi il cappotto e uscìì di casa, diretta verso l'unica altra persona che era in grado di farmi stare male. Leonardo.

 

Arrivai davanti scuola alle cinque meno venti. Mi guardai intorno, ma di Leonardo nemmeno l'ombra. Sospirai abbattuta e mi sedetti sul muretto accanto alla scuola. Ma perchè doveva andare tutto storto? Non c'era una sola cosa che andasse per il verso giusto in quel periodo.
Mi strinsi di più nel cappotto. Sentivo freddo e volevo tornare a casa, senza contare che stava di nuovo tornando il dolore alla pancia. Mi allacciai le braccia attorno al ventre, rabbrividendo. In altre circostanze sarei tornata a casa, ma non mi andava di incontrare Lorenzo. Non vedevo l'ora che arrivasse quella maledetta festa, così non avrei dovuto più vederlo, eccetto nelle occasioni in cui era in presenza di mio fratello.
Sospirai nuovamente, rimettendomi in piedi. Era assurdo rimanere ferma lì per non dover incontrare quell'idiota. E poi ero io che abitavo lì, quindi avevo tutto il diritto di tornarci. Mi allacciai meglio il cappotto e feci per andarmene, ma una mano gelida mi fermò per il polso. Mi voltai sorpresa da quel contatto e quando incontrai gli occhi meravigliosi e profondi di Leonardo, dimenticai tutti i miei problemi
-Temevo che non venissi più- Mi disse non accennando a lasciarmi. Sorrisi in imbarazzo e abbassai a terra lo sguardo
-Ho avuto...un contrattempo. Scusami- Era il colmo che io dovessi scusarmi, ma d'altronde non potevo nemmeno fargli una scenata di gelosia per il bacio, visto che io non ero la sua ragazza
-Tranquilla. Ti avrei aspettato per tutto il giorno- Mi rispose sorridendo. Ricambiai il sorriso imbarazzata, dopodiché iniziai a guardarmi la punta delle scarpe. Non riuscivo a capire cosa mi stesse succedendo. Avrei dovuto essere contenta della frase di Leonardo. Invece, da brava idiota continuavo a pensare a Lorenzo. Ma perchè cavolo mi infastidiva così tanto il fatto che dovesse vedersi con una ragazza? In fin sei conti io lo detestavo
-Va tutto bene?- Leonardo mi costrinse ad alzare il viso per guardarlo negli occhi prendendomi il mento tra le mani -Ho detto qualcosa di sbagliato?- Scossi la testa, sorridendo
-No. E' che non mi sento tanto bene- Dissi allontanandomi da lui di qualche passo. Avvertivo una strana sensazione. Era come se...mi infastidisse il suo contatto
-Se vuoi ti riaccompagno a casa. Ho la macchina quà dietro- A casa? No, non volevo tornarci. D'altra parte non avevo voglia di restare nemmeno lì con lui. Avevo bisogno di restare da sola. Volevo restare da sola per riflettere. Scossi la testa, dopodiché puntai gli occhi nei suoi
-Ti ringrazio, ma preferisco fare due passi. Magari sarà per un'altra volta- Dissi cercando di sorridere, ma non ero pienamente certa di esserci riuscita
-Ok, però ci conto. Ho davvero bisogno di parlarti...faccia a faccia- Deglutìì imbarazzata, quando mi accorsi della sua vicinanza. Mi sorrise e poi si chinò a baciarmi una guancia. Sentivo il cuore martellare nel petto, perchè nonostante sentissi il bisogno di stare da sola, la vicinanza di Leonardo mi faceva ancora questo effetto
-A domani- Mi disse voltandosi e incamminandosi verso la sua macchina. Finalmente sola! Non sapevo nemmeno io cosa avrei fatto. Sapevo solamente che avevo bisogno di restare da sola.

 

 
Vagai per le strade del quartiere per almeno un paio d'ore, dopodiché decisi che era arrivato il momento di tornare a casa. Magari, con un po' di fortuna Lorenzo se ne era tornato a casa sua.
Mi strinsi nel cappotto e mi diressi alla fermata dell'autobus. Erano solo le otto di sera ed era già buio. Presi il cellulare e mi accorsi che c'era un messaggio di Marco

 
"Ciao ragazzina! Ci vediamo dopo cena?"

 
Io e Marco abitavamo appena a cento metri di distanza l'uno dall'altra e spesso capitava che dopo cena ci incontravamo nel parco sottocasa e passavamo la serata a chiacchierare

 
"Stasera non mi va molto di uscire. Facciamo domani?"

 
Risposi in fretta. Stavo a dir poco congelando e non vedevo l'ora di poter infilare le mani fredde come ghiaccioli nelle tasche del cappotto

 
"Ok :D. T.v.t.t.t.t.t.b."

 
Sorrisi quando lessi il messaggio e dopo avergli risposto con un "anche io", riposi il cellulare in tasca e mi coprìì meglio.

Dopo dieci minuti ero ancora lì. L'autobus non arrivava e mia madre mi aveva già chiamata due volte per dirmi di sbrigarmi a 
tornare per cena. Sbuffai soffiando sulle mani per cercare di riscaldarmi. Ma chi me lo aveva fatto fare di uscire? A quest'ora potevo essere a casa a godermi la cena, invece ero seduta sotto un cartello pubblicitario che raffigurava due ragazze in bikini. Beate loro, almeno non avevano freddo
-Scusami?- Mi disse una voce sconosciuta. Alzai gli occhi e mi trovai un ragazzo di circa una ventina d'anni davanti
-Si?- Risposi cortesemente. Se non altro parlare mi avrebbe riscaldata
-Mi sapresti dire se nei dintorni c'è un supermercato?- Mi chiese. Scossi la testa
-Mi dispiace ma non ne ho idea. Non abito quì- Risposi mortificata
-Capisco. Ma tu che fai quì tutta sola? Una bella ragazza come te dovrebbe avere come minimo la fila di ragazzi che l'accompagnano- Lo guardai confusa e confesso, anche un po' spaventata. In fin dei conti, quello chi lo conosceva?
-T-ti ringrazio, ma non credo che...-
-Non ce l'hai il ragazzo?- Mi chiese lui sorridendomi. Dopodiché fece un passo in avanti
-Ah bè...ecco...- Ero già pronta a gridare come una matta, quando...
-Certo che ce l'ha. E ti conviene sparire subito- Ok! Io dovevo essermi addormentata e adesso stavo sognando
-Scusami. Non avevo capito che...-
-Bhè adesso che l'hai capito puoi andare- Disse Lorenzo cingendomi la vita con un braccio. Il ragazzo lanciò un'occhiata a me di sfuggita e poi si dileguò
-Ma sei completamente impazzito?- Dissi togliendomi il suo braccio dalla vita. Nonostante avessi regito in quel modo, il mio cuore si era dileguato per un paese sconosciuto
-Tu sei impazzita casomai. Stavi parlando con quel ragazzo senza conoscerlo. E se fosse stato un maniaco?- Nonostante ci avessi pensato anche io, non volevo dargliela vinta. Noi eravamo fatti così in fondo. Lui diceva una cosa e io lo contraddicevo, io dicevo una cosa e lui faceva lo stesso con me
-Un maniaco? Tu guardi troppi film- Risposi tornando a sedermi
-E tu troppo pochi- Mi rispose lui, guardandomi serio incrociando le braccia al petto
-Mi spieghi cosa fai qui? Tu e Alessandro non avevate un appuntamento?- Cazzo! Ma perchè lo avevo detto. Ero proprio un'idiota! In teoria io non avrei dovuto saperlo
-Sono uscito per comprare...alcune cose e mentre tornavo a casa ti ho vista parlare con un aspirante serial killer- Lo guardai confusa, mentre una parte di me voleva gridare "Che bello, Lorenzo si è preoccupato per me!", l'altra stava ringraziando Dio che non si fosse reso conto della mia gaffe
-Bhè non eri comunque autorizzato a mandarlo via. Poverino, mi stava chiedendo semplicemente se sapessi se da queste parti ci fosse un supermercato- Dissi incrociando le braccia con aria di sufficienza
-Si come no! Appena qualcuno ti fa i complimenti non ragioni più...saresti pronta a seguirlo anche nel deserto- Assottigliai gli occhi
-Ma smettila! Non è affatto vero- Lui sorrise scompigliandosi i capelli, dopodiché mi rivolse un'occhiata confusa
-Mi spieghi perchè ti sei riseduta?- Mi chiese. Questa volta fu il mio turno di guardarlo confusa
-Perchè..Perchè non mi va di aspettare l'autobus in piedi- Lui mi guardò, scuotendo la testa e coprendosi la faccia con le mani
-Dai, non fare la bambina...Alzati, ti dò un passaggio io- Scossi velocemente la testa. Non volevo tornare con lui, perchè la sensazione sgradevole che avevo avvertito quando lo avevo sentito parlare con mio fratello era ancora lì, al centro del mio stomaco
-Io non faccio la bambina...però con te non vengo- Dissi voltandomi dalla parte opposta alla sua. Sembravo proprio una ragazzina di due anni
-Dai Ilaria...andiamo-
-No- Non avrei mai e dico mai ceduto
-Ma perchè no?- Mi chiese con gli occhioni da cucciolo bastonato. Dopodiché si avvicinò a me
-Perchè non mi va di tornare a casa!- Dissi. Ok, lo so. Ero lo spirito della contraddizione. Fino a tre secondi prima avrei voluto essere a casa al calduccio e ora...non avevo intenzione di tornarci. Ma la verità era che...stare lì con Lorenzo mi piaceva. Preferivo di gran lunga litigare con lui che tornarmene a casa e passare la solita, monotona serata da sola
-Va bene, vorrà dire che usciremo. Ora alzati e vieni in macchina. Sto congelando- A quelle parole quasi mi strozzai con la mia stessa saliva. Mi aveva letto nel pensiero
-C-cosa? Usci-uscire?- Gli chiesi stringendo la borsa tra le mani per l'imbarazzo. Lui annuì sorridendo
-Che c'è di strano? Sono o non sono il tuo fidanzatino?- Lo colpìì su un braccio, ma lui sembrò non accorgersene nemmeno. Possibile che fossi così debole in confronto a lui?
-Si ma...E va bene, ma solo perchè non mi va di tornare a casa. Sono ancora arrabbiata a morte con te- Risposi alzandomi e dirigendomi con lui verso la macchina
-E per cosa, scusa?- Accidenti! Avevo di nuovo parlato a sproposito
-Bhè...per tutto quanto. E' da quando ti conosco che mi fai arrabbiare- Dissi cercando di riprendermi come meglio potevo. Lui sorrise scuotendo la testa, dopodichémi aprì lo sportello della macchina per farmi salire. Quandò salì anche lui, accese la radio e partì, diretto chissà dove.

 


Lorenzo P.O.V

Eravamo in viaggio verso casa mia, anche se lei non lo sapeva ancora. Dovevo assolutamente tornare nel mio appartamento, visto che per correre a cercare lei avevo mollato a casa mia una splendida ragazza che frequentava l'università con me. Quando sua madre aveva chiamato a casa mia per avvertire Alessandro che sua sorella non era ancora tornata, avevo afferrato le chiavi e, dopo essermi inventato una scusa ero corso a cercarla. Possibile che lei avesse questo maledettissimo potere? Ogni volta che sentivo il suo nome andavo completamente in confusione. Non ragionavo più. La cosa peggiore era che non riuscivo assolutamente a spiegarmi il perchè. La guardai con la coda dell'occhio per non farmi beccare mentre la fissavo. Era davvero tenera. Guardava fuori dal finestrino, canticchiando Rolling in the deep di Adele e continuando a stringere tra le dita la lampo del cappotto. Sorrisi impercettibilmente e puntai nuovamente lo sguardo sulla strada. Dovevo iniziare a pensare a una scusa per allontanarmi e cacciare di casa Alessandro e le due ragazze dal mio appartamento senza che Ilaria se ne accorgesse, ma soprattutto senza che Alessandro si rendesse conto che ero in presenza di sua sorella. Nonostante non ci fosse nulla di male, non mi andava di metterlo al corrente dei fatti. Svoltai e parcheggiai sottocasa mia, dopodiché scesi dalla macchina e corsi ad aprire lo sportello ad Ilaria
-Grazie- Mi rispose lei diventando più rossa di un pomodoro. Le sorrisi, dopodiché le allacciai un braccio intorno alle spalle
-M-ma dove siamo?- Mi domandò lei, sussultando per quel contatto. Le sorrisi di nuovo, stringendola di più a me. Avevo bisogno di un contatto. Volevo starle vicino. Non sapevo perchè, ma ne sentivo il bisogno
-Io abito quì. Quella è la finestra di casa mia- Le dissi indicandole la finestra del secondo piano del palazzo. Lei aprì la bocca un paio di volte, richiudendola ogni volta senza dire nulla. Sorrisi  stringendola di più a me
-Visto che stamattina, quando sono venuto a prenderti a scuola mi hai chiesto dove abitassi ho deciso di farti fare un giro turistico della mia regia. Certo, sempre che tu non abbia paura che io ti salti addosso- Le dissi ghignando, guadagnandomi un pugno sulla spalla e uno sguardo omicida
-Cretino!- Mi rispose lei, abbassando lo sguardo. Sorrisi di nuovo. Quando arrossiva diventatava ancora più bella e... Ma che diavolo mi succedeva? Da quando ero diventato così smielato?
-Prima...vieni con me. Vorrei presentarti una persona- Le dissi trascinandola alla porta del pianoterra. Lì abitava la signora De Biasi. Era sola al mondo, non aveva nè marito nè figli e quando mi ero trasferito in quell'appartamento, dopo l'ennesima lite con mio padre, lei mi fece visita e da allora prendemmo confidenza. Quando aveva qualche problema io correvo ad aiutarla. Un giorno mi confessò che mi considerava il figlio che non aveva mai avuto e che mio padre era uno stupido a non apprezzarmi.
Avevo deciso di presentarla ad Ilaria, così avrei inventato una scusa per svignarmela e per far andar via Alessandro e le ragazze
-Oh! Lorenzo, stavo giusto pensando a te. Ho preparato la torta al limone che ti piace tanto e...Oh, che maleducata! Non ti avevo vista tesorino- Disse la mia vicina ad Ilaria. Le sorrise e le poggiò una mano sul braccio
-Ilaria, lei è Rita. Signora Rita, lei è Ilaria, è la sorella del mio amico Alessandro- Le presentai. Dopodiché la signora Rita prese Ilaria sottobraccio e ci fece accomodare in casa. Prima di sedermi, finsi di ricordarmi di aver dimenticato una cosa in macchina e mi fiondai fuori dalla porta, sospirando di sollievo. Se non altro avevo parecchio tempo per cacciarli di casa, visto che quando la signora Rita iniziava a parlare non smetteva fino a quando non iniziava una qualche telenovelas in Tv.
Risalìì la rampa di scale più in fretta che potevo, dopodiché spalancai la porta e trovai Alessandro intento a giocare alla mia preziosa X Box, mentre le due ragazze erano sedute davanti al mio computer e navigavano sui siti di moda. Tanto a fine mese pagavo io!
-Eccoti! Ma che fine hai fatto?- Mi chiese Alessandro senza nemmeno guardarmi. Iniziai a togliere i bicchieri di plastica contenenti bevande poco raccomandabili dal pavimento
-Dovevo comprare...delle cose. Comunque ora devo...andare a casa dei miei. Mia madre vuole...vuole presentarmi degli amici- Dissi gettando il sacco della spazzatura fuori al balcone, cercando di sembrare calmo
-Ok, va pure. Noi ti aspettiamo quà- Mi rispose Alessandro continuando a giocare. Sbuffai irritato, dopodiché staccai la presa dell X Box dalla tv
-No! Ma che hai fatto? Ho perso tutti i progressi- Mi gridò contro Leonardo alzandosi in piedi e gettando il Joystick sul divano
-Ale scusami, ma non torno stasera. Prometto che rimedieremo domani- Dissi dandogli delle leggere pacche sulle spalle. Quando Alessandro si innervosiva era capace di tenermi il broncio per oltre un mese
-Va bene. Allora vado. Ci vediamo domani- Mi rispose afferrando la giacca e uscendo dalla porta. Sospirai di sollievo. Dopodiché mi voltai e mi resi conto che le due ragazze, del quale non ricordavo nemmeno il nome erano ancora davanti al mio computer
-Ehm...ragazze?- Si voltarono ammiccandomi -Scusate ma...io starei uscendo, perciò se non vi dispiace...- Mi interruppi indicando la porta. Le due si alzarono e afferrarono le borse, dopodiché si avvicinarono a me
-Ok...allora noi andiamo- Mi disse una delle due facendosi particolarmente vicina al mio viso -Chiamami- Sussurrò, prima di stamparmi un bacio sulle labbra. Dopodiché uscì, seguita dalla sua amica. Maledizione! Che spreco. Speravo con tutto me stesso che avrei avuto l'occasione di recuperare.
Afferrai le chiavi di casa e tornai nuovamente all'appartamento della signora Rita.

 

Ilaria P.O.V

 

Ero confusa. Perchè Lorenzo mi aveva portato a casa sua? Insomma, non che non mi facesse piacere, solo che non capivo. E poi perchè mi aveva presentato la signora Rita? A quanto avevo capito lei lo considerava come un figlio, quindi il fatto di avermela presentata doveva avere un qualche significato
-Vuoi dei biscottini, cara?- Mi chiese la signora Rita, versandomi un bicchiere di cioccolata calda. Sorrisi scuotendo la testa
-No, la ringrazio- Bevvi un sorso di cioccolata e mi ustionai la lingua. Come minimo sarei stata incapace di parlare per almeno una settimana
-Allora, da quanto tempo conosce Lorenzo?- Le chiesi soffiando nel mio bicchiere per non ripetere l'errore di prima. Lei, prima di rispondermi bevve un sorso del suo thè caldo e mi sorrise
-Da quattro anni. Da quando è venuto a vivere quì. E' davvero un caro ragazzo, come ti ho già detto lo considero come un figlio. Gli voglio un gran bene- Sorrisi intenerita, bevendo un'altro sorso di cioccolata. Ero contenta che Lorenzo avesse qualcuno vicino. Quando mi aveva raccontato la storia della sua famiglia e di come veniva trattato, avevo sentito una morsa allo stomaco. Stavo male, male fisicamente. Stavo male per lui e questo mi spaventava. Mi spaventava perchè voleva dire che...provavo qualcosa per Lorenzo. In quel preciso istante bussarono alla porta e la signora Rita si alzò dalla sedia andando ad aprire. Mi alzai anche io e la seguìì. Trovai Lorenzo intento ad abbracciarla mentre lei gli accarezzava i capelli. Sorrisi intenerita, dopodichè afferrai la borsa e il cappotto e mi avvicinai a loro due
-Arrivederci signora- Le dissi avvicinandomi a Lorenzo, che mi cinse la vita con un braccio. Cominciavo a farci l'abitudine. Ormai il contatto con lui stava diventando una cosa quotidiana. Indispensabile, quasi vitale oserei dire
-E' stato un piacere cara. E tu giovanotto, non lasciartela sfuggire. Hai una ragazza d'oro- Disse indicandomi con la testa. Arrossìì di colpo. Credeva che noi...stessimo insieme? Un tempo mi avrebbe irritato a morte, ma ora...mi faceva...quasi piacere
-Ci conti- Rispose Lorenzo, guardando me. Io ero incapace di sostenere il suo sguardo, così iniziai a fissare la punta delle mie scarpe.
Dopo cinque minuti di saluti, baci e abbracci, io e Lorenzo ci incamminammo verso il suo appartamento
-Vieni, entra. Scusa il disordine ma...- Sorrisi scuotendo la testa
-Tranquillo, questo è niente in confronto a quello che devo subire con Alessandro- Lo interruppi richiudendomi la porta di casa alle spalle
-Eh già, tuo fratello l'ordine non sa nemmeno cosa sia- Scherzò lui aprendosi una birra -Posso offrirti qualcosa?- Mi chiese gettando il tappo di plastica nella spazzatura
-No, ti ringrazio. La signora Rita mi ha già rimpinzato abbastanza- Mi sedetti sul divano. Ero molto tesa e a disagio. Sentivo lo sguardo di Lorenzo su di me e questo bastava a rendermi ancora più nervosa. D'un tratto mi tornò in mente una cosa. Una cosa gravissima!
-Merda!- Dissi rialzandomi in piedi di colpo. Lorenzo quasi si strozzò con la birra per lo spavento
-Cazzo! Ma mi vuoi far morire d'infarto? Che è successo?-Mi chiese asciugandosi la bocca con un tovagliolo di carta. Iniziai a frugare nella borsa alla ricerca del mio cellulare
-Devo avvertire mia madre- Risposi afferrando il mio BlackBerry. Lui annuì tornando a sedersi -Cosa le dico?-
-Che vuoi che ne sappia? Dille che sei da un'amica- Mi rispose, accendendo la tv. Ecco che tornava ad essere il solito stronzo di sempre.

 

Dopo un quarto d'ora di chicchiere inutili con mia madre, riuscìì a riattaccare. Avevo inventato di essere a casa di Arianna e che sarei tornata appena finivamo di vedere un film. Chiaramente avevo messo al corrente anche Arianna di questa mia piccolissima balla.
Tornai in soggiorno e trovai Lorenzo che dormiva sul divano. Sorrisi intenerita. Dopodiché mi sedetti accanto a lui e continuai ad osservarlo. Avevo paura. Una paura incredibile. Non volevo affezionarmi a lui, perchè lui non teneva a me nemmeno un po'. Innamorarmi di Lorenzo sarebbe stata solo l'ennesima cavolata che commettevo. Purtroppo però, se continuavo così sarebbe potuto anche succedere. Sempre che non lo fossi già. Ma no! Ma cosa mi veniva in mente, figuriamoci se io ero...innamorata di un egocentrico e spocchioso come lui. Non esisteva proprio.
In momenti come quelli, mi veniva voglia di gridare al mio cuore di smetterla di cadere nelle trappole degli amori impossibili, perchè tanto solo di quelli si trattavano. Di amori impossibili e niente altro. A partire da Leonardo e a finire da Lorenzo.
Lui in gran parte era l'amore che io avrei rinnegato fino alla morte. Era l'amore che non volevo per niente al mondo. Era un amore che non doveva assolutamente nascere, ma che invece stava nasc...
-Lo sai che è da maniaci fissare una persona che dorme?- Sobbalzai per lo spavento. Lorenzo aveva ancora gli occhi chiusi, però era più sveglio di me
-Io non ti stavo fissando. Controllavo semplicemente se stessi dormendo. Vorrei ricordarti che devi riaccompagnarmi a casa- Risposi incrociando le braccia al petto e allontanandomi da lui e dal suo irresistibile profumo
-Cosa hai detto a tua madre?- Mi chiese aprendo solo l'occhio destro
-Le ho detto che ero a casa di una mia amica e che tornavo a casa quando finiva il film che stavamo vedendo- Risposi fissandomi le unghie con disinteresse. D'un tratto sentìì due braccia avvolgermi le spalle e vidi la mia testa spiaccicarsi completamente contro il petto di Lorenzo
-Bene. Allora dormiamo un po' e poi ti riaccompagno- Mi disse accarezzandomi i capelli e chiudendo nuovamente gli occhi. Ormai io avevo detto addio al mio cuore, partito per una vacanza ai tropici. Questo ragazzo voleva forse uccidermi? Io penso proprio di sì
-Ma cosa ti salta in mente! Io non voglio affatto dormire- Lo sentìì sorridere sui miei capelli, così sbuffai preparandomi al peggio: Le sue stupide battutine tristi e per nulla divertenti
-Davvero? Non credevo che fossi così determinata. Se non vuoi dormire, cosa vuoi fare? Non vorrai mica saltarmi addosso?- Mi chiese fintamente spaventato. Scossi la testa e lo colpì su un braccio, anche se avrei preferito dargli un pugno in faccia. Dopodiché lo spinsi via e permisi così ai miei polmoni di resipirare dell'aria che non fosse impregnata di quel magnifico profumo
-Smettila di fare l'imbecille. Piuttosto, posso guardare una cosa su internet?- Gli chiesi alzandomi in piedi. Lui annuì, indicandomi un portatile che si trovava sopra ad una scrivania accanto alla finestra. Lo ringrazia sorridendo, dopodiché mi sedetti sulla sedia e lo accesi, ma quando lo feci quasi mi venne un attacco di cuore
-Mmm, davvero interessante- Dissi con un tono d'irritazione nella voce. Ero sicura che stessi emettendo anche del fumo dal naso, per quanto ero infuriata
-Cosa?- Mi chiese lui spegnendo la tv e avvicinandosi a me. Sorrisi indispettita, coprendo lo schermo con una mano
-Leggo io cosa c'è scritto- Gli dissi minacciosa, fulminandolo con lo sguardo. Dopodiché iniziai a leggere cosa c'era scritto su un foglio di Word, lasciato aperto da qualche ochetta che era stata a quel computer prima di me
-"Quando leggi questo messaggio, ti prego di chiamarmi. Ti lascio scritto il mio numero quì sotto perchè sono sicura che lo hai perso. Perfavore chiamami, ho voglia di te"- Una volta finito di leggere puntai il mio sguardo nel suo e notai che stava trattenendo una risata -Di un po', ma questa è uscita da un romanzetto di Moccia? "Ho voglia di te"? Ma quanti anni ha? Dodici?- Gli domandai irritata, storcendo le labbra disgustata nel pronunciare la parola "questa", dopodiché spensi nuovamente il computer e mi alzai in piedi per fronteggiarlo. Sapevo che stavo esagerando, però non riuscivo proprio a controllarmi. Io ero certa che avesse annullato l'appuntamento, invece quello stronzo aveva prima fatto i suoi porci comodi e poi aveva pensato bene di venire a rompere le scatole a me. Che povera illusa che ero
-Veramente ne ha ventidue, comunque non capisco perchè ti scaldi così tanto- Mi disse incrociando le braccia. E ora cosa cavolo gli dicevo? Ma perchè ero sempre così impulsiva?
-Mi scaldo perchè...Io non mi sono affatto scaldata. Sono affari tuoi questi, figurati cosa me ne importa- Mentìì sedendomi nuovamente sul divano e fingendo di messaggiare con qualcuno con il cellulare
-Devo ricordarti mia cara, che le bugie non le sai dire- Mi disse avvicinandosi a me -Di un po', sei gelosa?- Mi sussurrò a due centimetri dalla faccia. Istintivamente chiusi gli occhi, cercando di respirare con la bocca e non con il naso, altrimenti se avessi sentito di nuovo quel profumo gli sarei saltata addosso
-N-no...non sono affatto gelosa- Sibillai. Accidenti! Dovevo cercare di uscire da quella situazione o mi sarei fregata con le mie stesse mani
-Si, come no- Mi rispose lui, soddisfatto. Dopodiché, per mia (S)fortuna si allontanò -Mi spieghi che ci facevi alla fermata dell'autobus a quell'ora?- Mi chiese poi, sistemandosi i capelli con le mani. Lo guardai sorpresa dalla sua domanda. Ma cosa gliene importava?
-Stavo tornando da...un appuntamento- Risposi puntando i miei occhi su di lui. Quello che vidi mi lasciò abbastanza confusa. I muscoli del collo gli si irrigidirono, così come la mandibola. Dopodiché strinse i pugni e mi guardò serio
-Con chi? L'idiota che stava per baciarti al cinema?- Annuìì incapace di guardarlo negli occhi. Mi sentivo...colpevole, nonostante non avessi fatto nulla per sentirmi così -Lo stesso idiota che stamattina stava pomiciando con quella biondina?- Alzai lo sguardo ferita dalle sue parole. Perchè doveva dirmi una cosa simile?
-Già, ma perlomeno lui ha diciotto anni. Non e' come altre persone che superati i vent'anni continuano a portarsi a letto questo mondo e quell'altro- Dissi acida. Dopodiché mi alzai in piedi, incapace di rimanere seduta accanto a lui. Era incredibile la capacità che avesse nel farmi arrabbiare. Scattò in piedi anche lui
-Cosa stai insinuando? Che io faccio questo?- Mi chiese afferrandomi per un polso. Cercai di divincolarmi, ma non c'era nulla da fare. Non riuscìì a muovermi nemmeno di un millimetro
-Già. Perchè, non è così?- Dissi indicandogli con un gesto della testa il computer portatile, dove avevo letto il messaggio di quell'oca. Strinse di più la presa su di me
-Tu non capisci un cazzo- Disse guardando al di là delle mie spalle. Confesso che quella sua frase mi irritò non poco
-Ma chi ti credi di essere per dirmi una cosa del genere? E poi lasciami andare!- Gridai riuscendo a liberarmi dalla sua presa. Iniziai a massaggiarmi il polso indolensito e lo guardai delusa dal suo comportamento
-Ho sbagliato. Ho sbagliato tutto- Disse portandosi le mani tra i capelli e sedendosi nuovamente sul divano. Questo ragazzo era davvero enigmatico. Certe volte non riuscivo proprio a capire cosa intendesse. Rimasi a guardarlo confusa, per almeno due minuti
-Cosa hai sbagliato?- Gli chiesi tornando a sedermi accanto a lui. Alzò lo sguardo e capìì. Capìì che era cambiato qualcosa. Aveva uno sguardo perso, freddo...vuoto
-Ho sbagliato a portarti quì. Dammi due minuti e ti riporto a casa- Disse infine alzandosi dal divano e dirigendosi verso quello che doveva essere il bagno. Io rimasi seduta sul divano a fissare il vuoto dove fino a tre secondo prima era seduto lui. Avevo voglia di piangere, ma non sapevo nemmeno io il perchè. In fin dei conti Lorenzo si era smepre comportato così. Però quello sguardo...mi aveva trafitta. Era stato in grado di farmi pietrificare. Era stato in grado di ferirmi. Io odiavo sentirmi così. Odiavo sentirmi persa. Odiavo essere senza parole per rispondere. Odiavo essere confusa. Soprattutto odiavo non sapere cosa Lorenzo fosse per me. Perchè mi importava così tanto del suo giudizio? Perchè era riuscito a farmi stare male con un semplicissimo sguardo? Odiavo che lui avesse tutto quel potere su di me. Odiavo il fatto che mi importasse così tanto di lui. Odiavo soprattutto il fatto che forse aveva ragione. Ero gelosa di lui. Possibile che mi stessi...innamorando?

 

 Parcheggiò sottocasa mia e mi saluto freddamente, senza nemmeno guardarmi. Sospirai, ferita da quel suo comportamento, dopodiché aprìì lo sportello e uscìì richiudendomelo alle spalle. Non feci in tempo a fare nemmeno un passo che Lorenzo era già ripartito, portandosi dietro la consapevolezza...di esserci cascata con tutte le scarpe.
Rientrai in casa cercando di fare piano. Non mi andava che mia madre cominciasse con l'interrogatorio. Entrai in camera mia e mi gettai a peso morto sul letto. Non riuscivo a crederci. Possibile che mi fossi innamorata di Lorenzo. In fin dei conti tra noi due non era cambiato niente. Ci comportavamo così da sempre. Mi sembrava una cosa così assurda. Senza contare che io ero certa di essere innamorata di Leonardo. Ma è impossibile amare due persone contemporaneamente. Questo significava che per uno dei due non provavo realmente amore. Il problema stava nel fatto che...non sapevo di chi dei due fossi...innamorata. Sapevo che quella storia...avrebbe finito per mettermi nei casini, più di quanto non fossi già.

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Salve a tutti!!!!!!!
Vi chiedo di scusarmi se ci sono errori di ortografia, ma non ho potuto ricontrollare il capitolo :D
Spero vi sia piaciuto, nonostante la lite tra Lorenzo e Ilaria.
Lei è abbastanza confusa, ma comincia a farsi delle domande su chi sia relamente il ragazzo che ama.
Lorenzo è enigmatico, non lascia capire se sia interessato a lei o se la stia solo prendendo in giro. Voi che dite?
Leonardo invece sembra abbastanza chiaro, ma chi lo sa? Nella vita tutto può succedere.
Secondo voi Leonardo è sincero?
Fatemi sapere cosa ne pensate, cercherò di postare il prima possibile il prossimo capitolo.
Grazie ancora :D

Un ringraziamento speciale va come sempre a _Renesmee Cullen_ FedeKiryu e saketta 
per le splendide recensioni che mi lasciano.

Alla prossima!

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Capitolo 6
*** I'm kissing you ***


Capitolo 5

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Capitolo 5

I’m kissing you

 

 

Molti danno agli altri ciò di cui avrebbero

maggiormente bisogno per se stessi.

- Il ritratto di Dorian Gray, O. Wilde.

 

 

Io ho bisogno che qualcuno abbia bisogno di me,

ecco cosa. Ho bisogno di qualcuno per cui

essere indispensabile.

Di una persona che si divori tutto il mio tempo libero,

 la mia attenzione. Qualcuno che dipenda da me.

Una dipendenza reciproca.

Come una medicina,

che può farti bene e male al tempo stesso.  

- Chuck Palahniuk.

 

 

 

Era passata una settimana. Un'intera settimana e di Lorenzo nemmeno l'ombra. Non l'avevo più visto dopo quella sera a casa sua. Ogni volta che doveva vedersi con mio fratello, citofonava per avvertirlo di essere arrivato e dopo andava ad aspettarlo in macchina. Io in compenso ero sempre più confusa. Non riuscivo a capire ancora se fossi...innamorata di lui. Questa distanza che aveva messo tra di noi era insopportabile, ma questo non significava che ne fossi innamorata. Uffa! Ma perchè mi ero cacciata in un simile problema? Tutte a me dovevano capitare. Se non altro era finalmente giunto l'ultimo giorno di scuola e il preside aveva deciso di organizzare un'uscita didattica al cinema. Io non avevo assolutamente voglia di sedermi e vedere un noiosissimo film di tre ore, ma mia madre aveva invitato mia zia e i miei "adorabili" cugini a casa nostra e persino passare la mattinata chiusa in una stanza di tre centimetri per tre centimetri a studiare mi sembrava più allettante che stare a casa a sentire mia madre e mia zia spettegolare mentre io dovevo stare a guardare i miei cugini distruggere la mia povera casetta. Se non altro avevo chiuso la mia adorabile stanza a chiave.
Eravamo in fila da almeno quaranta minuti, aspettando che aprisse il cinema. Non era ancora iniziato il film e io già non vedevo l'ora di uscire da lì per andare a farmi un giro per negozi insieme a Marco e Arianna
-Che palle. Si gela, ma tra quanto ci fanno entrare?- Sbuffai muovendomi da un piede all'altro per cercare di non andare in ipotermia. Era assurdo che ci facessero rimanere fuori al freddo per quasi un'ora
-N-n-non ne ho i-idea- Mi rispose Arianna balbettando per il freddo. L'abbracciai per cercare di dar sollievo sia a lei, sia a me. Le mani ormai non le sentivo neanche più
-Posso unirmi anche io?- Mi chiese Marco sorridendomi. Aprìì le braccia pronta ad accogliere anche lui, ma Arianna mi afferrò un braccio per allacciarlo nuovamente attorno alla sua vita
-N-n-non az-z-zzardarti nemmeno ad avvicinarti a n-n-noi- Disse guardando minacciosamente Marco. Lui assottigliò gli occhi e sbuffò, cominciando a soffiare sulle sue mani per avere almeno un po' di sollievo
-Sei una...- Arianna lo guardò nuovamente con aria minacciosa, facendolo zittire
-Ora basta, non litigate. Anche perchè se doveste prendervi a pugni le vostre ossa si sgretolerebbero con questo freddo. Cercate di controllarvi- Dissi io continuando a saltellare. Il freddo era ufficialmente arrivato e non vedevo l'ora di partire con i miei amici per andare a sciare. La sorella maggiore di Arianna, Margherita,  aveva accettato di accompagnarci in un fantastico chalet di montagna che si trovava in Valle D'aosta. Arianna, Margherita, Marco ed io saremmo partiti il giorno dopo Capodanno, vale a dire il due gennaio, e saremmo tornati l'otto gennaio, vale a dire l'ultimo giorno di vacanza prima di tronare a scuola.
-Oh, finalmente hanno aperto- Disse Arianna lasciandomi andare. Il freddo mi invase nuovamente e rabbrividìì stringendomi nel cappotto
-Se vuoi ti abbraccio, così ti riscaldi?- Disse una voce alle mie spalle. Sobbalzai per lo spavento, dopodiché quasi svenìì rendendomi conto che si trattava di Leonardo. Mi limitai a sorridere, incapace di parlare. Anche lui mi sorrise e si fece più vicino a me. Deglutìì imbarazzata al massimo
-Dopo il cinema hai da fare? Vorrei parlarti?- Mi chiese allacciandomi le braccia attorno alla vita. Sussultai per quel contatto e per chissà quale stranissima ragione mi tornò alla mente il volto arrabbiato e serio di Lorenzo. Abbassai lo sguardo e mi allontanai dalla sua presa come scottata. Ma che diavolo mi succedeva?
-Che succede?- Mi chiese lui confuso dal mio atteggiamento. Deglutìì a disagio, scuotendo la testa
-N-niente. Sarà meglio entrare e...- Mi interruppe avvicinandosi nuovamente e arrivando ad un centimetro dalle mie labbra
-Mi prometti che dopo il film ci vediamo?- Mi chiese. Sentivo il suo alito fresco di caramella alla menta infrangersi contro la mia pelle, così mi venne spontaneo chiudere gli occhi. Dopodiché annuìì e mi allontanai di nuovo da lui
-Ci vediamo all'uscita posteriore del cinema, appena finisce il film- Mi disse lui precedendomi ad entrare e raggiungendo i suoi amici idioti. Io rimasi lì, ferma per almeno due minuti. Ma perchè? Perchè dovevo avere sempre in mente Lorenzo? Avrei dovuto essere arrabbiata con lui, visto
che non si faceva vivo da una settimana appositamente per evitare me. Era chiaro visto ciò che mi aveva detto quella maledettissima mattina...
"-E' semplice. Io abito da solo e preferisco venire io da voi perchè...mi manca avere delle persone intorno-"...
Sbuffai e mi sistemai meglio la sciarpa, dopodiché mi affrettai ad entrare per evitare di trasformarmi in un ghiacciolo. Avevo deciso ormai. Sarei uscita con Leonardo. E al diavolo Lorenzo! 

 

Dopo un'ora e mezza ci fu finalmente la pausa tra una parte e l'altra del film. Mi alzai stirandomi scompostamente. Se mia madre mi avesse vista mi avrebbe di sicuro rotto le scatole per un mese. Sbadigliai mettendomi una mano davanti alla bocca, dopodiché tornai a sedermi. In quel preciso istante mi vibrò il cellulare. Lo presi con le mani che tremavano. Che idiota che ero! Per un secondo avevo sperato che fosse Lorenzo, ma perchè avrebbe dovuto chiamarmi? Non ce ne era motivo. Probabilmente era con qualche ochetta dell'università. Magari proprio con quella del messaggio da dodicenne innamorata sul computer. Sbuffai leggendo con noia cosa mi chiedeva quell'altro cretino di mio fratello. Tse, questo era il colmo. Diceva che avevo preso per sbaglio anche il suo mazzo di chiavi e che dovevo portargliele non appena uscivo dal cinema. Figuriamoci se io avevo le sue chiavi. Frugai nella borsa e quando riconobbi la forma quadrata del suo portachiavi della Roma, sbuffai estremamente irritata

"Ho da fare con un amico dopo il cinema, arrangiati!"


Mi affrettai a rispondere quando vidi Marco tornare a sedersi accanto a me. Non volevo dirgli che davo buca a lui e ad Arianna per uscire con Leonardo. Ero sicura che non me lo avrebbe mai perdonato. Infatti avevo inventato di sentirmi poco bene e che preferivo tornare a casa per non rischiare di ammalarmi e non poter festeggiare come si deve il Natale. Appena venti secondi dopo il mio cellulare vibrò nuovamente

"Secondo te a me importa qualcosa di quello che devi fare? Portami le chiavi e poi vai dove ti pare e con "chi" ti pare"

Spalancai la bocca, basita per le sue parole. Non lo sopportavo più. Ma quand'è che finalmente avrebbe deciso a spiccare il volo e a lasciare il nido famigliare?

"Se vuoi le tue maledettissime chiavi, vieni tu a prenderle. Vado al centro commerciale vicino scuola. Fammi uno squillo e te le porto fuori. Prendere o lasciare"

Scrissi il più in fretta possibile. Io di certo non avrei mai rinunciato al mio appuntamento con Leonardo perchè il signorino era troppo pigro per venire a prendere lui le sue chiavi. Per quanto mi riguardava si sarebbe arrangiato.

"Che stronza che sei. Non ti farò mai più un favore. Ci vediamo lì fuori, fammi uno squillo quando arrivi al centro commerciale così ti raggiungo"

Sorrisi soddisfatta. Dopodiché riposi il cellulare in borsa giusto in tempo prima che si spegnessero di nuovo le luci in sala.
Sbadigliai annoiata, mentre nel film un uomo aveva preso una pistola dal cassetto e la stava puntando verso quello che doveva essere suo fratello maggiore. Pensandoci bene era una buona idea. Avrei dovuto provare a farlo anche io con Alessandro. Sorrisi per quel pensiero, dopodiché poggiai il mento sulla mia mano destra e chiusi gli occhi. Avevo un gran voglia di dormire, ma non potevo. Se la Torri mi avesse vista mi avrebbe di sicuro sospesa. Sbuffai chiudendo nuovamente gli occhi. In fin dei conti chiuderli per cinque secondi non poteva che darmi sollievo
-Guarda che ti vibra il cellulare- Mi disse Marco, che era seduto alla mia sinistra, sospirando. Riaprìì gli occhi sbuffando per l'interruzione del mio pisolino. Presi il cellulare dalla borsa e guardai il mittente del messaggio: Sconosciuto.
Decisi di aprirlo lo stesso

"Quando dormi sei ancora più bella"

Aggrottai la fronte confusa. Dopodiché, con il cellulare ancora in mano iniziai a guardarmi intorno. Poi lo vidi.
Leonardo era seduto alle file alla mia sinistra e mi fissava. Sorrisi imbarazzata e abbassai lo sguardo sul display del cellulare. Chissà come faceva ad avere il mio numero. Decisi di chiederglielo. Qualsiasi cosa risultava più interessante che guardare quel film

"Come fai ad avere il mio numero?"

Dopo qualche secondo la risposta non tardò ad arrivare

"Me l' ha dato una tua compagna di classe. Perchè, ti da fastidio?"

Mi voltai nuovamente verso la sua direzione e scossi la testa, mentre lui si aprì in un sorriso. Ero pronta a mandargli l'ennesimo messaggio, ma Marco mi strappò il cellulare dalle mani e se lo mise nella tasca del cappotto. Lo guardai perplessa
-Ma che...?-
-Shh, la vecchia cornacchia ti stava guardando- Mi sussurrò in un orecchio. Mi voltai con studiata indifferenza verso la Torri e mi accorsi che Marco aveva ragione. Mi stava fissando
-Se vuoi parlare con il tuo Romeo, è meglio che non ti siedi vicino a me. Lo sai che quella vecchia strega mi tiene d'occhio ogni volta che ne ha l'occasione- Sorrisi dandogli una pacca di consolazione sulla spalla
-Già, hai ragione. Però preferisco decisamente rimanere accanto al mio migliore amico, piuttosto che parlare con il "mio"...Romeo- Risposi appoggiando la testa sulla sua spalla. Lui sorrise impercettibilmente, dopodiché incrociò le braccia al petto e continuò a guardare il film più noioso della storia.
Senza farmi accorgere dalla Torri, cercai di guardare oltre la testa di Marco. Notai che Leonardo continuava a fissarmi. Chi li capisce i ragazzi.

 

Dopo due ore, le due ore più noiose della mia vita, mi avvolsi meglio nel cappotto e finsi di stare male davanti a Marco per non farlo insospettire
-Vado anche io a casa- Mi disse alalcciandosi la lampo del cappotto ed infilando le mani in tasca. Merda! Questo era il brutto di abitare vicini
-Io non vado a casa. Cioè, non vado a casa mia. Vado da mia nonna- Dissi la prima cosa che mi venne in mente
-Ok, allora ti accompagno a casa da tua nonna e poi me ne...-
-No!- Dissi un po' troppo scocciata. La sua espressione si fece ad un tratto delusa -Mi dispiace, non volevo dire no. Mi andrebbe molto di fare il viaggio fino a casa con te. Ma...c'è mio fratello che mi aspetta perchè ha bisogno delle chiavi di casa. Perciò torno con lui- Continuai aprendomi in un sorriso
-Ok. Allora ci vediamo domani?- Mi chiese lui ricambiando il sorriso. Annuì scoccandogli un bacio sulla guancia.
Non appena rimasi sola, corsi immediatamente verso l'uscita posteriore del cinema. Di Leonardo nemmeno l'ombra. Mi strinsi di più nel cappotto e mi incamminai per una viuzzola deserta, a parte qualche eccezione per dei venditori ambulanti che occupavano i marciapiedi. E se ci avesse ripensato? Magari non voleva più uscire con me. In fin dei conti la reputazione di Leonardo parlava chiara. Magari mi stava solo prendendo in giro. Magari voleva vedere se abboccavo ai suoi stupidi giochetti per poi ridere di me con i suoi amici. Oppure...
-Scusami. E' da tanto che mi aspetti?- Due braccia forti mi circondarono la vita, facendomi provare all'improvviso un insolito caldo
-No, sono appena arrivata- Risposi voltandomi verso di lui. Mi sorrise facendomi perdere almeno venti battiti cardiaci. Dio, com'era bello
-Andiamo?- Mi chiese indicandomi la sua BMW, parcheggiata dall'altra parte della strada. Annuìì come una cretina. Davo l'impressione di saper
fare solo quello. Dopodiché lo seguìì verso la macchina e dopo essere saliti a bordo ci diriggemmo verso il centro commerciale.

Un quarto d'ora dopo eravamo lì davanti. Ero tesa. Tesa e curiosa. Chissà di cosa voleva parlarmii Leonardo.
-Tu comincia pure ad entrare. Io ti raggiungo subito- Dissi fermandomi davanti le porte a vetro del centro commerciale. Leonardo tornò indietro di qualche passo
-Sicura? Se vuoi ti aspetto e...- Scossi la testa sorridendogli
-No, tranquillo. Arrivo tra un attimo- Alle mie parole, si aprì anche lui in un sorriso e mi prese una mano tra le sue
-Va bene, ti aspetto dentro. Così intanto ordino da mangiare- Annuìì di nuovo e quando si chinò a baciarmi la guancia sentìì lo stomaco girare su se stesso ad una velocità impressionante.
Mi sedetti su una panchina gelida, guardando di tanto in tanto l'ora sul cellulare. Gli avevo fatto uno squillo per avvertirlo di essere arrivata già da dieci minuti. Possibile che ancora non fosse arrivato?
Mi strinsi di più nel cappotto, facendo arrivare la lampo fino al naso. Se continuavo così sarei diventata un pupazzo di neve. Mi guardai intorno per cercare di far passare un po' il tempo, ma soprattutto per non pensare al freddo che sentivo. La mia intenzione sembrò funzionare quando vidi una cosa che mi fece raggelare sì, ma non per il freddo. Mi alzai in piedi immediatamente, con l'intenzione di entrare nel centro commerciale e raggiungere Leonardo. Poco prima di entrare però, sentìì una voce, quella voce chiamare il mio nome. Affrettai il passo senza voltarmi
-Ilaria! Ilaria, cazzo ti fermi?- Cominciai a correre, mentre la distanza tra me e le porte a vetro del centro commerciale si riducevano sempre di più. Arrivata a tre centimetri di distanza da quelle maledettissime porte, una mano fredda mi avvolse il polso ancora più freddo, costringendomi a fermarmi. Mi voltai scuotendo la testa
-Lasciami!- Gridai cercando di togliermi le sue mani di dosso. Lorenzo sembrava non aver sentito nemmeno minimamente le mie proteste
-Coraggio, vieni- Disse tirandomi verso una panchina. Puntai i piedi per terra, opponendomi con tutte le mie forze
-La pianti di fare la ragazzina?- Mi chiese trascinandomi, sotto gli occhi confusi e sorpresi della gente
-Ti ho detto di lasciarmi! Ma che vuoi?- Gridai riuscendo finalmente a liberarmi dalla sua stretta e, a ricominciare a camminare verso le porte a vetri
-Aspetta!- Disse lui alzando la voce
-Mi spieghi che vuoi?- Gli chiesi quando mi afferrò di nuovo per un polso
-Chiarire- Mi rispose continuando a tenermi, nonostante le mie continue proteste
-Bhè io non ho voglia di chiarire. Vattene da quella cretina- Provai a muovere un passo, ma niente. Continuava a tenermi e a guardarmi con quello sguardo freddo più del ghiaccio
-Invece chiariamo. A costo di rimanere fuori da questo cazzo di centro commerciale per tutto il giorno- Disse alzando la voce e aumentando la presa sul mio polso
-Certo! Adesso che ti fa comodo vuoi chiarire. Hai passato una settimana, un'intera settimana ad evitarmi, senza motivo tra l'altro e ora vuoi chiarire? Va bene, chiariamo- Dissi alzando la voce. Ero davvero stufa di quel suo comportamento
-Io non volevo evitarti! Dannazione! Non posso, capisci? Non posso!- Lo guardai perplessa. Si teneva le mani davanti al viso e aveva i muscoli più tesi di una corda di violino
-No! Io non capisco. Se provassi a spiegarti ogni tanto, invece dì...- Mi interruppe prendendomi le mani e avvicinandomi a se in modo brusco
-Non posso spiegarti. E' proprio questo il problema- Ormai mi limitavo a guardarlo confusa per le sue parole enigmatiche. La vicinanza a lui mi stava mandando fuori di testa e in quel preciso istante mi resi conto di quanta voglia avessi di baciarlo. Morivo dalla voglia di sentire le sue labbra a contatto con le mie. Morivo dalla voglia di sentire il suo sapore. Era una voglia indescrivibile, che non provavo neanche per Leonardo. Chiusi gli occhi istintivamente e li riaprìì solo quando sentìì la sua voce allontanarsi
-Forse...è meglio che alla festa ti accompagni qualcun'altro- Mi disse
voltandosi -Quasi dimenticavo. Le chiavi di tuo fratello. Lui non è potuto venire, per questo ho...- Lo interruppi lanciandogliele. Avevo voglia di prenderlo a schiaffi per quanto stavo mal in quel momento. Dopodiché mi ringraziò e raggiunse quell'ochetta che stava abbracciando appena due secondi prima. Sospirai chiudendo gli occhi...
"-Forse...è meglio che alla festa ti accompagni qualcun altro-"...
La faceva facile lui. Se avessi avuto qualcun altro a cui chiedere lo avrei fatto, invece di rivolgermi a lui. Probabilmente a quest'ora sarei stata molto meglio.
Diedi un'ultima occhiata a quei due, mentre andavano via. Dopodiché mi voltai ed entrai finalmente nel centro commerciale.

 

Non appena entrai fui invasa dall'aria calda del riscaldamento. Chiusi gli occhi provando sollievo. Mi veniva da piangere, ma non valeva nemmeno la pena. Lorenzo era solo un immaturo, codardo, incapace di risolversi i problemi da solo. Salìì con la scala mobile al piano superiore ed entrai nel Mc Donald's. Individuai subito Leonardo, dalla parte opposta  rispetto a dove mi trovavo io. Sorrisi e mi avvicinai, sedendomi accanto a lui
-Eccomi. Scusa se c'ho messo tanto- Dissi arrotolandomi una ciocca di capelli attorno al dito. Gesto che facevo sempre quando ero nervosa o in imbarazzo
-Tranquilla. Ho ordinato un Cheesburger per tutti e due. Ti va bene o vuoi qualcos'altro? Se vuoi vado a...- Scossi la testa afferrando il panino
-Va benissimo il Cheesburger, grazie- Dissi scartandolo.


Dopo mangiato finalmente Leonardo si decise a parlare
-Devo dirti una cosa- Io annuìì mordendomi le labbra, dopodiché bevvi un sorso di coca cola dal momento che avevo la gola più secca di un deserto
-Penso che avrai capito che mi piaci- Se ne uscì lui all'improvviso, facendomi risputare l'intero sorso di coca cola. Gli chiesi scusa asciugandomi la bocca con un fazzolettino
-I-io n-non so che dire-
-E' tutta la settimana che avrei voluto chiederti di venire alla festa con me, dopodomani. Purtroppo però... non posso farlo- Disse guardandomi negli occhi. Io nel frattempo, per l'agitazione avevo afferrato un fazzoletto di carta e avevo iniziato a farlo a pezzetti
-Per Erica. Mi ha praticamente costretto ad accompagnarla. Ma ti assicuro che io e lei abbiamo rotto- Disse vedendo che avevo assunto un'espressione piuttosto irritata
-Davvero? Sò che non sono fatti miei, però...la scorsa settimana, ho visto te e Erica...baciarvi fuori scuola e...- Lui sospirò, afferrandomi la mano
-E' vero. Ci siamo baciati. Erica mi aveva pregato di tornare insieme e io avevo accettato, però poi le ho detto che non me la sentivo più di stare con lei e a parte quel bacio, ti assicuro che non c'è stato nient'altro- Era tutto così...inverosimile. Non fosse stato per il fastidio che provavo allo stomaco da quando avevo discusso con Lorenzo, avrei pensato che si trattava di un sogno. Di nuovo
-Volevo semplicemente dirti che mi piaci e che mi piacerebbe davvero tanto se accettassi un vero appuntamento...con me. Dopo il ballo- Me lo stava chiedendo davvero? Dopo quattro anni in cui non avevo fatto altro che sbavargli dietro, Leonardo mi stava davvero chiedendo di uscire con lui...per un vero appuntamento? Avrei dovuto fare i salti di gioia, gridare come una matta, fare le capriole e via dicendo, ma mi sentivo così estremamente...satura. Non sapevo cosa mi prendeva. Non avevo forza neanche di rispondere e non perchè fossi troppo felice per farlo. Tutto il contrario. In realtà mi sentivo da schifo perchè credevo che quello fosse il mio più grande desiderio. Credevo che il mio più grande desiderio fosse il fatto che il ragazzo dei miei sogni mi chiedeva di uscire e mi diceva di essere interessato a me. Invece mi ritrovavo ad immagnare un altro volto al posto del suo. Un'altra voce al posto della sua. Altre magnifiche labbra che mi parlavano al posto delle sue. Ero una persona orribile, lo so, ma non potevo far altro che immaginare Lorenzo al posto di Leonardo e mi odiavo per questo. Mi odiavo perchè lui non se lo meritava e per colpa sua stavo per sprecare l'opportunità della mia vita
-Sì...per...per me va bene- Dissi stringendogli la mano che ancora era avvolta alla mia. Lui si aprì in un sorriso e mi fece capire che stavo facendo la cosa giusta. Dopodiché si avvicinò di più a me ed eliminò la distanza tra le nostre labbra. Rimasi per un attimo sorpresa. Non riuscivo a muovere un muscolo. Dio solo sapeva quanto avessi aspettato quel momento e non me lo sarei di certo lasciato rovinare da un cretino che odiavo. Chiusi gli occhi e dischiusi le labbra, per permettergli di approfondire il bacio. La sua lingua non impegò molto a trovare la mia. Istintivamente mi aggrappai di più a lui, mentre lui mi cinse la vita avvicinandomi di più a sè. In fin dei conti, non avevo affatto bisogno di Lorenzo. Ma allora perchè continuavo a pensare a lui?

 

 

Il ventiquattro Dicembre arrivò inesorabile e io desiderai con tutta me stessa di emigrare ai tropici, o in qualsiasi altro paese lontano. Arianna mi aveva trascinata dal parrucchiere e subito dopo a casa sua, dove aveva ingaggiato una truccatrice professionista. Tutto per quell'insulsa festa. Non le avevo ancora raccontato nulla di quanto era successo con Leonardo. A dire la verità non riuscivo ancora a credere a quanto fosse successo. Leonardo si era dichiarato e mi aveva anche baciata. C'era da ammettere che il bacio che mi aveva dato Leonardo, non era neanche paragonabile a quello che avevo ricevuto da Bruno, il cugino di Arianna. Roba da far accapponare la pelle. Sbuffai mentre la truccatrice di Arianna mi passava uno strato di mascara sugli occhi
-Potevo truccarmi benissimo da sola- Dissi agitandomi sulla sedia leopardata che si trovava in camera di Arianna
-Sì come no. Mettersi un filo di lucidalabbra trasparente, uno strato di matita quasi invisibile e arricciarsi un po' i capelli, secondo te è truccarsi?- Mi rispose lei mordendo un fazzoletto per alleggerire un po' il rossetto che aveva. Sbuffai di nuovo e presi a mordicchiarmi l'unghia fresca di smalto
-Ilaria! Togli subito quella povera unghia dalla tua boccaccia!- Le lanciai un'occhiataccia e feci come voleva lei. Dovevo dirle la verità. Dovevo dirle che io non sarei andata al ballo. Avevo deciso di far finta di stare male all'ultimo minuto, ma Arianna mi conosceva meglio di chiunque altro e non mi avrebbe creduto
-Ari senti....- Iniziai con lo sguardo rivolto altrove
-Dimmi- Mi rispose lei sistemandosi i capelli con una molletta a forma di cuore
-Io non vengo. Alla festa intendo- Arianna cominciò a tossire, evidentemente le era andata della saliva per traverso. Dopodiché puntò il suo sguardo sorpreso sulla truccatrice
-Scusami Olive, potresti lasciarci un secondo da sole?- La ragazza annuì senza dire una parola, dopodiché aprì la porta e uscì dalla stanza
-Ora tu mi spieghi cos'è questa storia che non vieni- Disse sedendosi di fronte a me
-Non ho un accompagnatore. Erica è stata chiara. Se non vai accompagnata non entri- Dissi giocherellando con il tappo del mascara
-Ma scusa, cosa ne è stato dell'amico di tuo fratello? Non avevi chiesto a lui di...- Si interruppe quando la guardai scuotendo la testa
-Abbiamo litigato- Dissi abbassando lo sguardo nel ricordarlo
-Ma perchè?- Scrollai le spalle puntando nuovamente lo sguardo su di lei
-A dire la verità...non lo so nemmeno io- Dissi alzandomi in piedi e avvicinandomi alla finestra. Se ripensavo a ciò che era successo non riuscivo a capire quale fosse stato il motivo del nostro litigio
-Oh.Mio.Dio. Ti piace?- La guardai confusa. Ma di cosa stava parlando?
-Chi?- Lei mi sorrise, avvicinandosi
-Non mi inganni tesoro. A te piace l'amico di tuo fratello- Sgranai gli occhi e aprìì la bocca per negare, ma le parole sembravano non voler uscire. Che diavolo mi succedeva? Perchè non riuscivo a replicare? A me non piaceva Lorenzo, giusto?
Mi sedetti sulla sedia di nuovo e mi presi la testa tra le mani. Cosa mi stava succedendo? Avevo il ragazzo che avevo sempre desiderato e pensavo al ragazzo che avevo sempre odiato? Quì c'era qualcosa che non quadrava
-E' così, non è vero?- Mi chiese Arianna inginocchiandosi davanti a me. Rialzai il viso e solo allora mi resi conto di aver iniziato a piangere
-Non lo so Ari. Io non ci capisco niente- Dissi gettandole le braccia attorno al collo -Sto male. E' inutile che lo nego. Forse hai ragione tu. Forse provo qualcosa per lui ma...- Mi interruppi ricordandomi improvvisamente di Leonardo
-Ma cosa?- Mi chiese lei asciugandomi una lacrima dalla guancia
-A lui di me non importa nulla. L'altro ieri stava abbracciando una ragazza che sembrava appena uscita da un film vietato ai minori e quando mi ha vista mi è corso incontro e mi ha chiaramente detto di cercarmi un altro accompagnatore per la festa- Dissi torturandomi il labbro
-Che stronzo- Sorrisi per quella sua esclamazione e annuìì d'accordo con lei
-Non è tutto- Dissi puntando il mio sguardo su di lei -Credo che...bhè...penso di essere diventata la ragazza di Leonardo- Arianna cominciò a tossire nuovamente e dovette sventolare la mano davanti al suo viso per farsi aria
-C-cosa? Ma che cavolo dici?- Sorrisi mordendomi nuovamente le labbra
-Già, è stata la stessa reazione che ho avuto io quando lui mi ha detto che gli piaccio- Dissi sdraiandomi sul suo letto. Avrei tanto voluto sprofondarci in quel letto, almeno mi sarei risparmiata l'umiliazione per non essere andata a quella festa
-L-lui ti ha detto che gli piaci e non mi hai detto niente? Forza, racconta!- Disse gettandosi letteralmente sul letto accanto a me
-Mi ha anche baciata- Aggiunsi chiudendo gli occhi, pronta ad una sua imminente reazione
-Ahhhh! Che bello! La mia migliore amica ha fatto colpo- Iniziò a canticchiare. Mi misi a sedere sul letto e le tappai la bocca con la mano
-Shh, smettila adesso- Le intimai minacciosa
-Non ci credo Ila! Hai rubato il ragazzo alla Barbie- Ci pensai un attimo su. Era vero. Avevo battuto la strega. Sorrisi lievemente anche io
-Ma non capisco. Se sei la sua ragazza, perchè non vai con lui alla festa?- Mi chiese lei sistemandosi i capelli -Non vorrà mica tenere la vostra relazione segreta?-
Sospirai, scuotendo la testa
-No. La Barbie l'ha costretto ad accompagnarla alla festa. Lui mi ha chiaramente detto che dopo questa sera lei cesserà di esistere nella sua vita- Dissi arrotolandomi una ciocca di capelli attorno al dito
-Senti, io ti conosco. Forse ti conosco meglio di chiunque altro. Sono la tua migliore amica e ti voglio bene, lo sai. Secondo me dovresti cercare di toglierti dalla testa quell'idiota di Lorenzo e concentrarti su Leonardo. Sei innamorata di lui da una vita e adesso che anche lui ha detto di provare le stesse cose per te...dovresti cogliere quest'occasione. Sono sicura che ciò che provi per Lorenzo passerà. Pensaci un attimo, dopo quello che ha fatto potrai fidarti ancora di lui?- Ci pensai per un istante, dopodiché scossi la testa
-No...io non mi fido più- Dissi
-Bene. Ora per quanto riguarda la festa, chiama l'idiota e digli di accompagnarti- Disse lei tornando davanti allo specchio e ritoccandosi il lucidalabbra
-Quale idiota, scusa?- Le chiesi perplessa
-Ma come chi? Marco chiaramente- Scoppiai a ridere e corsi ad abbracciarla
-Grazie Ari- Le dissi scoccandole un bacio sulla guancia, dopodiché afferrai il cellulare e chiamai l'idiota, volevo dire Marco e gli chiesi di accompagnarmi alla festa. Lui accettò immediatamente e aggiunse che sarebbe passato a prendermi a casa di Arianna dopo un'oretta. Quando riattaccai, la truccatrice era già rientrata in camera e mi afferrò per un polso facendomi sedere nuovamente per continuare la tortura. Se non altro Lorenzo non si era fatto nè sentire nè tantomeno vedere. Almeno dimenticarlo sarebbe stato più facile. O almeno speravo.

_______________________________________________

Salve!!!

Scusate il ritardo, sò che avrei dovuto postare già da qualche giorno e vi chiedo scusa.

Capitolo parecchio movimentato e scommetto che a nessuna avrà fatto piacere il fatto 

che Leonardo abbia baciato Ilaria.

C'è da dire che Lorenzo continua ad essere parecchio strano ed enigmatico,

inoltre non è che si sia comportato proprio tanto bene con lei.

Nel prossimo capitolo ci sarà chiaramente la festa e succederanno parecchie cose :D

Spero che il capitolo vi sia piaciuto.

Cercherò di postare l'altro il prima possibile.

Grazie ancora a tutti!!!!

Vorrei consigliarvi di leggere

Chi l'avrebbe mai detto di _Renesmee Cullen_

Inoltre ringrazio come sempre 

_Renesmee Cullen_ FedeKiryu e saketta 

per le splendide recensioni :D

Alla prossima!!!

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Capitolo 7
*** Sere Nere ***


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Capitolo 6


Sere Nere

 

 

 

 Ci credo che al cuore non si comanda: non capisce un cazzo.

- Diego De Silva -

Domani, quando ci vedremo, per favore corrimi incontro. 

L’ho sperato tutti questi giorni e non è mai successo.

- Enrico Brizzi -  

 

Quando Olive, la truccatrice, ebbe finito di truccarmi dovetti cercare di non svenire. Quella che c'era dall'altra parte dello specchio non potevo essere io. Sembrava piuttosto una bambola gonfiabile
-Ari! Ma come diavolo mi ha conciata?- Le chiesi quasi in lacrime
-Perchè? Secondo me stai benissimo- Mi rispose lei infilando il cellulare nella pochette. Continuai a guardarmi per almeno un paio di minuti. Io non e ripeto il NON, sarei mai uscita in quello stato
-Io non ci esco con un chilo di stucco in faccia- Dissi guardando Arianna. Lei sbuffò infilandosi il cappotto
-Ma quale stucco, è fondotinta. Fammi una cortesia, togliti da quel maledetto specchio e mettiti il cappotto che è arrivato l'idiota- Scossi la testa e mi sedetti sulla sedia accavallando le gambe
-Io così non esco- Arianna mi guardò minacciosamente, dopodiché si avvicinò a me e mi fece alzare di forza
-Muoviti! Mettiti questo cappotto e fila- Disse spingendomi fuori di casa. La guardai sbuffando, dopodiché afferai il mio cappotto dalle sue mani e lo indossai
-Ripeti con me: Io mi divertirò- Disse fissandomi negli occhi. Io sbuffai di nuovo e abbassai lo sguardo -Ila! Ripeti- Mi intimò
-Io mi divertirò- Ripetei annoiata
-Brava. E ora muoviti- Disse indicandomi la rampa di scale. Le sorrisi, dopodiché raggiunsi Marco che mi aspettava in macchina. Avevo parecchio paura a salire in macchina con lui visto che aveva solo il foglio rosa, ma in qualche modo dovevo pur arrivarci a quel ballo e l'autobus non si intonava con il mio vestito 
(Qui)

Per la festa, il preside aveva deciso di affittare una sala all'interno di un locale situato al centro di Roma. Circa quaranta minuti dopo eravamo là davanti.
Scesi dalla macchina allacciandomi di nuovo il cappotto che avevo slacciato per via del riscaldamento acceso in macchina. Mi sistemai i capelli e stando attenta a non cadere con i tacchi vertiginosi, mi accinsi ad entrare affiancata da Marco. Avevano fatto le cose in grande. Le decorazioni natalizie erano ovunque, sembrava quasi di stare nel paese di "Chinonso" aspettando di festeggiare il Natale con i "Nonsochi", anche se in realtà io avevo lo stesso stato d'animo del Grinch. Sbuffai mettendomi sottobraccio a Marco, pronta a subirmi le frecciatine che dì lì a poco avrei ricevuto da Erica.
Una ragazza con gli occhiali e un assurdo vestito che ricordava della carta argentata prese i nostri nomi, dopodiché ci concesse di entrare.
All'interno era anche peggio che all'esterno. Sembrava di trovarsi all'interno di un albero di Natale. Mi slacciai il cappotto di nuovo, visto il caldo che faceva là dentro. Dovevano aver acceso i riscaldamenti al massimo. Considerato che a scuola erano rotti da circa cinque anni, era parecchio picevole scoprire che lì funzionavano alla grande.
Seguìì Marco e ci sedemmo al primo tavolo libero che trovammo
-Perfortuna ci sono quattro posti, così quando Arianna e il suo ragazzo arrivano si siedono quì- Dissi giocherellando con l'apertura a scatto della mia pochette
-Che palle! Devono proprio sedersi con noi?- Si lamentò lui guardandomi con gli occhioni da cucciolo. Sorrisi annuendo
-Sì, mio caro. Senza Arianna questa festa sarebbe una noia mortale. Senza offesa per te Marcolino- Dissi afferrandogli la mano. Lui mi sorrise e aprì la bocca per dire qualcosa, ma sfortunatamente venne interrotto
-Ilaria!- La voce nasale di Erica mi fece sbuffare sonoramente. Presi un bel respiro, pronta al peggio. Mi voltai e vidi Erica avanzare verso di noi, tenendo per mano Leonardo. Con lui avrei fatto i conti più tardi
-Erica- Dissi per salutarla. Lei si avvicinò e mi schioccò un bacio su entrambe le guancie. La guardai disgustata, dopodiché cercai di pulirmi la scia di lucidalabbra appiccicaticcio che mi aveva lasciato sulla guancia, sfregandola contro la mia spalla
-Non vedo il tuo bellissimo ragazzo- Disse fingendosi sorpresa mentre si guardava intorno. Automaticamente il mio sguardo si posò su Leonardo, che ricambiò facendomi l''occhietto e mimando un "sei bellissima" con le labbra. Arrossì voltandomi verso Marco, che aveva assistito a tutta la scena e mi guardava con uno strano sguardo
-Io e lui...ci siamo lasciati- Dissi abbassando lo sguardo. Parlare di lui mi provocava delle terribili fitte allo stomaco
-Che peccato! Non sai quanto mi dispiace- Che falsa! -Tesoro, se vuoi parlare io ci sono- Continuò appoggiandomi una mano sulla spalla. Sì, come no. Piuttosto che farmi consolare da lei, avrei preferito mangiare un esercito di formiche
-Ti ringrazio, ma sto bene- Dissi sorridendogli falsamente
-Bhè...allora noi andiamo a ballare. Bye bye honey- Disse trascinando Leonardo in pista da ballo. Mi voltai assottigliando lo sguardo
-Dio, quanto la prenderei a schiaffi- Dissi stritolando una forchetta. Marco mi sorrise e mi tolse la posata dalle mani
-Calmati ragazzina. Non è il caso di uccidere nessuno- Mi disse dandomi un lieve bacio sulla guancia. Lo fissai confusa. Quel bacio mi aveva dato una stranissima sensazione. Sembrava quasi che volesse dirmi qualcosa. Lui ricambiò lo sguardo e mi sembrò quasi che avesse avanzato verso di me di qualche centimetro. Proprio in quel momento la voce squillante di Arianna giunse alle nostre orecchie e Marco tornò a sedersi composto, lasciandosi andare ad un sospiro
-Eccoli!- Disse trascinandosi dietro un ragazzo davvero molto carino
-Siete arrivati, finalmente- Dissi io alzandomi in piedi e dando un bacio sulla guancia ad Arianna. Automaticamente spostai il mio sguardo sul ragazzo che era con lei, che mi salutò con un cenno della testa sguito da un sorriso davvero molto molto sensuale. Lo guardai perplessa. Quel tipo stava con Arianna e se ne andava in giro a cercare di flirtare con le altre? Probabilmente avevo frainteso. Sì, doveva essere così
-Ilaria, lui è Fabrizio...il mio orsacchiottino- Disse prendendo la mano del ragazzo tra le sue -Fabri, lei e Ilaria- Disse indicandomi. Sorrisi di nuovo, con un pizzico di imbarazzo stavolta, dopodiché strinsi la mano del ragazzo con una certa soggezione. Lui me la strinse molto energicamente, prima di spostare il suo sguardo su Marco, che era intento a bere un bicchiere d'acqua
-Ah sì, giusto- Disse Arianna cambiando tono di voce nel constatare che c'era anche Marco -Lui è Marco, alias l'idiota- Aggiunse cominciando a ridere scompostamente -Marco, lui è il mio or..- Marco si alzò in piedi e con il suo metro e ottantadue di altezza sovrastò sia Ilaria, quasi più bassa di me, sia il suo "orsacchiottino"
-Sì, il tuo orsacchiottino. Ho afferrato il nome. Molto piacere- Disse stringendo la mano dell'orsacchiottino, volevo dire di Fabrizio. Dopodiché raggiunse il buffet- Puntai lo sguardo su Arianna e notai che lo aveva seguito con lo sguardo e continuava a guardarlo. Non riuscivo a capire perchè quei due si ostinassero a fingere di odiarsi quando si vedeva lontano un miglio che si piacevano
-Bene. Sediamoci- Disse Arianna riprendendosi dal suo stato di trance. Sorrisi di sottecchi e mi sedetti anche io
-Allora Fabrizio, finalmente ci conosciamo. Arianna non ha fatto altro che parlare di te- Dissi sorridendo alla mia amica. Era davvero radiosa quella sera. Nonostante fossi certa che tra lei e Marco potesse nascere qualcosa, si vedeva che questo Fabrizio le piaceva molto ed io ero felicissima per lei
-Anche io ho sentito parlare moltissimo di te, Ilaria- Disse con fare suadente. Questa volta non me lo ero affatto immaginato. Quel tipo ci stava provando, percaso?  Però Arianna sembrava non accorgersi di niente. Sorrisi a disagio, dopodiché mi guardai intorno alla ricerca di Marco. Chissà dove si era cacciato
-Scusatemi, vado un secondo in bagno- Dissi alzandomi e afferrando la pochette. Avevo bisogno di allontanarmi un po'. Quel tipo mi provocava una stranissima sensazione. Non mi convinceva molto.

 

Entrai nel bagno e mi appoggiai contro la porta prendendo un bel respiro

"Non pensare a Lorenzo"
"Non pensare a Lorenzo"
"Non pensare a Lorenzo"
"Non pensare a Lorenzo"
"Non pensare a Lorenzo"

Cazzo! ma perchè pensavo a Lorenzo? Lui non doveva minimamente passarmi di mente, visto ciò che aveva fatto. Basta, da quel momento in poi avrei smesso di pensare a lui, ai suoi occhi, alle sue magnifiche labbra, ai suoi capelli, ai suoi.... Va bene, non mi aiutava di certo elencare tutte le sue parti del corpo. Anche perchè avevo già la bava alla bocca e....Basta! Dovevo smetterla e concentrarmi su qualcos'altro. Mi avvicinai al lavandino e mi sciacquai le mani, tanto per distrarmi.
Non c'era una sola cosa che andasse bene. A cominciare da Lorenzo e a finire da L...
Due mani mi cinsero la vita e mi fecero indietreggiare fino a scontrarmi contro qualcuno. Mi voltai spaventata e mi trovai davanti il sorriso di Leonardo
-Scusa, ma non ho resistito. Quando ti ho vista entrare in bagno ho inventato una scusa e ti ho seguita- Gli sorrisi, pronta per rispondere, ma le labbra di Leonardo me lo impedirono. Ricambiai il bacio non tanto convinta. In fin dei conti lui ora stava con me e vederlo con Erica mi infastidiva tremendamente. per la verità neanche più di tanto e questo non era un buon segno per il nostro rapporto. Il leggero fastidio che avevo provato nel vedere lui e la Barbie insieme non era neanche minimamente paragonabile a quello che avevo provato nel vedere Lorenzo e quella stupida, davanti al centro commerciale. Sciolsi il bacio e incrociai le braccia, offesa
-Ma davvero? Non resistevi? A me sembrava che tu fossi perfettamente a tuo agio con Erica- Dissi puntandogli il dito contro. Lui scoppiò a ridere e automaticamente contagiò anche me
-Sei ancora più bella quando ti arrabbi. Ti vengono delle dolcissime fossette sulle guancie- Sgranai gli occhi per quelle parole...
"Lo sai che quando ti arrabbi ti si formano le fossette sulle guancie?"...
Ripensare alle parole di Lorenzo non portava niente di buono. Il sollievo che mi aveva procurato il bacio di Leonardo era stato di nuovo sostituito dalla tristezza che provavo.
Mi mancava Lorenzo, era inutile negarlo. Stavo male, male da morire senza di lui. Ecco, adesso cominciavo anche a delirare sulle frasi delle mie canzoni preferite
"Perchè fa male, male, male da morire senza te"
Tiziano Ferro non aveva tutti i torti. Faceva male da morire stare senza Lorenzo. In tutti quegli anni trascorsi a detestarci non mi ero mai resa conto di come potessi stare male senza vederlo. Per me, avere Lorenzo accanto era...vitale, inevitabile
-Stai bene?- Mi chiese Leonardo. Doveva essersi accorto della mia espressione sofferente. Cercai di trattenere le lacrime che non ne volevano sapere di non uscire. Dopodiché mi stampai un sorrisetto falso sul viso e annuìì
-Si. Ora è meglio che torniamo di là- Dissi poi continuando a sorridere. Lui ricambiò il sorriso e si avvicinò a me. Dopodiché mi stampò un altro bacio sulle labbra e mi solleticò una guancia con le dita
-Esco prima io. Ci rivediamo dopo?- Mi chiese continuando a tenermi la mano. Annuìì, incapace di parlare. Leonardo mi concesse un ultimo bacio a stampo, prima di uscire dal bagno, delle femmine tra l'altro. Sospirai e mi poggiai contro la porta. Ma perchè? Perchè dovevo stare così male?
Senza che me ne resi conto, la porta si spalancò facendomi quasi cadere a terra. Mi voltai e mi ritrovai Arianna davanti.
Quando mi accorsi dell'espressione che aveva, capìì. Mi resi conto che stavo piangendo. Mi asciugai le lacrime e le sorrisi facendo finta di niente
-Che succede?- Mi chiese lei avvicinandosi. Scossi la testa, abbassando lo sguardo
-Ma niente. Mi ha semplicemente dato fastidio...Leonardo e la Barbie che si tenevano per mano. Niente di grave, tranquilla- Risposi fingendo un sorriso. Lei mi fissò per nulla convinta della mia spiegazione
-Secondo me c'entra quell'idiota dell'amico di tu fratello. E' così, non è vero?- Certo che non potevo nasconderle niente. Sorrisi scuotendo di nuovo la testa
-Ma no, è tutto ok. Come mai sei quì?- Le chiesi, cambiando argomento. Parve funzionare visto che si aprì in un sorriso
-Di là stanno ballando tutti. Avanti, vieni. Marco ti stava cercando dappertutto- Disse aprendo la porta -Ah! Quasi dimenticavo. Mentre ballate stampagli un bacio in bocca, così vedi come ci rimane quell'idiota
del tuo ragazzo- Disse riferendosi a Leonardo. Dopodiché uscìì dal bagno, richiudendosi la porta alle spalle. Presi un bel sospiro e mi sistemai il trucco, colato per via delle lacrime.
Quando tornai nella sala, individuai subito Arianna che ballava insieme a Fabrizio, Leonardo che ballava insieme ad Erica e Marco che se ne stava seduto al nostro tavolo e si guardava intorno. Presi di nuovo un bel respiro, dopodiché mi avvicinai a lui. Quando mi vide mi sorrise e mi invitò a ballare con un gesto della mano. Annuìì sorridendo, anche se dentro di me morivo dalla voglia di ballare con qualcun altro. Ci dirigemmo anche noi al centro della sala, mentre Alejandro di Lady Gaga terminava. Proprio in quel momento in Dj fece partire l'ultima canzone che avrei creduto di sentire:
Sere Nere di Tiziano Ferro. (Qui)

Chiusi gli occhi, quando un dolore lancinante allo stomaco si fece vivo. Perchè doveva mancarmi così tanto Lorenzo? E poi, come se la risposta fosse piovuta dal cielo...capìì.
Io lo amavo. Forse lo avevo sempre amato, nonostante fossi convinta del contrario...

"Ripenserai agli angeli
Al caffè caldo svegliandoti
Mentre passa distratta la notizia di noi due

Dicono che mi servirà
Se non uccide fortifica "

Si come no, facile parlare se non si è coinvolti nella situazione. Chiusi gli occhi appoggiando la testa sulla spalla di Marco...

"Mentre passa distratta la tua voce alla tv
Tra la radio e il telefono risuonerà il tuo addio

Di sere nere
Che non c'è tempo
Non c'è spazio
E mai nessuno capirà
Puoi rimanere
Perché fa male male
Male da morire
Senza te "

Ecco, appunto...

"Ripenserei che non sei qua..."

Infatti non c'era e probabilmente non ci sarebbe stato mai. Proprio in quel momento Marco si separò da me e mi indicò qualcosa alle mie spalle. Lo guardai confusa, dopodiché mi voltai. Lorenzo stava in piedi, dall'altra parte della sala, aveva uno smoking nero. Sembrava quasi uno...sposo. Sorrisi per quel pensiero e quando sentìì qualcosa di tiepido scorrermi lungo le guancie, mi resi conto che stavo piangendo. Sorrisi di nuovo, prima di guaradre Marco in cerca di una risposta che speravo con tutta me stessa di ricevere. Lui mi guardò per un istante interminabile, dopodiché mi sorrise di un sorriso triste e annuì. Lo baciai su una guancia e corsi incontro a Lorenzo, verso l'unico posto che sognavo dall'inizio della serata. "Le sue braccia".
Mi gettai praticamente contro il suo petto e inspirai quel profumo che mi era mancato così tanto

"Ma mi distrae la pubblicità
Tra gli orari ed il traffico lavoro e tu ci sei
Tra il balcone e il citofono ti dedico i miei guai "

Alzai lo sguardo e vidi che stava sorridendo
-Noto con piacere che ti sono mancato- Scherzò lui accarezzandomi i capelli. Gli sorrisi con le lacrime che ancora scorrevano
-No, non mi sei mancato affatto- Dissi asciugandomi gli occhi, cercando di star attenta al trucco, anche se in quel momento del trucco non mi importava nulla
-Ah no? Vuoi forse dirmi che mi sono vestito da pinguino per niente?- Mi chiese indicandosi. Scoppiai a ridere, rendendomi conto solo allora di quanto era buffo vestito così
-Visto che sono gentile ti concedo un ballo- Dissi indicandogli la pista. Lui ghignò e io mi preparai a una delle sue scemenze
-Uno solo? Hai paura che a mezzanotte tornerai ad essere una zucca?- Assottigliai gli occhi e lo colpiìì su una spalla
-Sei un idiota- Dissi, mentre lui continuava a ridere come un cretino. Sbuffai incrociando le braccia al petto
-Andiamo, piccola zucca- Disse afferrandomi la mano e trascinandomi a ballare in mezzo agli altri

"Di sere nere
Che non c'è tempo
Non c'è spazio
E mai nessuno capirà
Puoi rimanere
Perché fa male male
Male da morire
Senza te "


Mi appoggiai al suo petto, mentre lui mi cingeva la vita con le braccia. Era incredibile come la presenza o l'assenza di una persona potesse deciderne lo stato d'animo. Fino a tre minuti prima stavo male, ero distrutta. Mentre ora non c'era altra cosa che volessi di più che restare abbracciata a Lorenzo per molto molto tempo

"Ho combattuto il silenzio parlandogli addosso
E levigato la tua assenza solo con le mie braccia

E più mi vorrai e meno mi vedrai
E meno mi vorrai e più sarò con te
E più mi vorrai e meno mi vedrai
E meno mi vorrai e più sarò con te
E più sarò con te, con te, con te
Lo giuro"


Era vero, meno lo volevo e cercavo di convincermi di odiarlo e più lui era con me, nei miei pensieri e...nel mio cuore
Smisi di ballare e puntai il mio sguardo nei suoi bellissimi occhi. Quegli occhi che mi erano mancati e che probabilmente mi aevvano fatta innamorare di lui
-Devo...devo dirti una cosa- Dissi continuando a guardarlo. La sua espressione mutò in un secondo. Divenne inspiegabilmente...serio
-Anche io- Disse distogliendo lo sguardo dal mio
-Comincia tu- Dissi. Ero davvero curiosa di sapere cosa  dovesse dirmi di così grave per cambiare addirittura espressione. Lui si schiarì la voce e pronunciò quelle parole. Le parole che mai avrei creduto potessero farmi così male dette da lui
-Sono venuto quì stasera, per chiederti scusa per l'altro giorno. Io ti avevo fatto una promessa e dovevo mantenerla- Il sorriso che avevo dipinto sulle labbra cominciò ad inclinarsi lievemente e il cuore cominciò a battere più forte. Deglutìì spaventata per il tono in cui mi stava parlando

"Di sere nere
Che non c'è tempo
Non c'è spazio "

-Però...se sono quì era per dirti un'altra cosa. Una cosa che non credo ti importi ma...mi sentivo in dovere di dirtelo- Continuò lui diminuendo la presa sui miei fianchi. Abbassai lo sguardo sulle sue mani che erano sempre più vicine a lasciarmi andare totalmente -Io mi sto...vedendo con un'altra persona- Disse lasciandomi andare. Il sorriso mi morì sulle labbra e probabilmente sarebbero dovuti passare mesi e mesi, prima di vederlo apparire di nuovo sulle mie labbra
-Cosa sei venuto a fare?- Gli chiesi piensa di rabbia, togliendo le mie mani dal suo petto. Lui mi guardò ferito. Era il colmo. Lui era ferito?

"E mai nessuno capirà
Puoi rimanere"

-Ilaria, tu non capisci. Io...- Disse avvicinandosi di nuovo. Io indietreggiai e scossi la testa
-Non mi toccare. Hai ragione, io non capisco. Non capisco perchè sei venuto quì stasera e soprattutto non capisco perchè vieni a dire a me, la persona che più ti detesta a questo mondo, che ti vedi con una persona?- Dissi cercando con tutta me stessa di trattenere le lacrime
-Perchè tu mi...perchè io ti...- Si interruppe guardandomi negli occhi. Io abbassai lo sguardo automaticamente. Ero ferita e mi era insopportabile anche solo guardarlo negli occhi
-Sai una cosa? Siamo pari. Anche io stò con un'altra persona- Dissi sorridendo soddisfatta. In realtà ero molto, molto arrabbiata. La sua espressione cambiò e mi accorsi che stava stringendo i pugni fino a far diventare le sue nocche bianche
-Il ragazzo del cinema, vero?- Mi chiese con un tono misto tra la sofferenza e l'arrabbiatura. Io annuìì sorridendo falsamente
-Già. Stiamo insieme- Dissi fiera di me e della mia reazione. Lui distese le dita e si lasciò andare ad un sospiro. Dopodiché fece un passo in avanti verso di me
-Congratulazioni. Però voglio farti una domanda. Come mai non ti ha accompagnato lui a questa festa?- Alzai lo sguardo fino ad incontrare il suo -Prova a darti una risposta- Continuò.

"Perché fa male male
Male da morire
Senza te
Senza te
Senza te"


Dopodiché riprese a camminare e come era arrivato, se ne andò. Io rimasi ferma, immobile. Avevo paura che mi sarei...sgretolata...

"Senza te"....

Dopo qualche minuto Marco mi corse incontro e cominciò a scuotermi preoccupato, visto che continuavo a guardare nel vuoto, incapace di muovermi
-Ilaria! Mi rispondi?- Sussultai quando mi allacciò un braccio attorno alla vita, dove appena qualche minuto prima c'era quello di Lorenzo
-Se n'è andato- Dissi guardandolo negli occhi. Lui sospirò, visibilmente incavolato
-Vieni, sediamoci- Mi disse trascinandomi verso il tavolo. Mi aiutò a sedermi e mi mise davanti un bicchiere d'acqua
-Dove si sarà cacciata Arianna, era quì fino a due secondo fa. Cercava Fabrizio- Disse guardandosi intorno
-Andiamo a...andiamo a cercarla- Dissi asciugando una lacrima solitaria che smi stava scorrendo sulla guancia. Mi alzai in piedi anche io e mi diressi verso i bagno per cercarla.


Dopo una decina di minuti non l'avevo ancora trovata e cominciavo a spaventarmi. Non era da Arianna andarsene senza avvertirmi. Entrai in un'altra sala, piuttosto buia e non appena lo feci mi giunsero alle orecchie dei singhiozzi. Mi avvicinai e trovai Arianna accovacciata a terra che si teneva le mani davanti la faccia
Mi inginocchiai e la costrinsi a guardarmi
-Ari, ma che è successo?- Le chiesi abbracciandola. Puzzava d'alcool in modo incredibile. Doveva esserle successo per forza qualcosa, non era da lei bere così tanto
-Ilaria...portami a casa, mi sento male- Disse appoggiando la testa sulla mia spalla. Annuìì aiutandola ad alzarsi
-Mi vuoi dire che è successo?- Le chiesi camminando insieme a lei
-Fabrizio e Erica- Disse tra un singhiozzo e l'altro. Non c'era bisogno di altre parole. Avevo capito perfettamente.
Rientrammo nella sala e Marco ci corse in contro
-Che è successo?- Mi chiese preoccupato, prima di prendere Arianna tra le sue braccia. Lei gli sorrise, stranamente, dopodiché gli allacciò le braccia alle spalle e si lasciò sollevare da lui
-Portala in macchina. Io arrivo subito- Dissi guardando verso Erica, che stava seduta a ridere con quelle cretine delle sue amiche, mentre accarezzava la guancia di Leonardo.
Mi avvicinai a lei, estremamente incazzata, scusate la volgarità, ma quando ci vuole ci vuole
-Ilaria. Ho visto che ballavi con il tuo ragazzo. Avete rifatto pace?- Mi chiese guardandosi intorno. Le sorrisi, dopodiché le stampai un bello schiaffo in faccia
-Se ti avvicini di nuovo alla mia amica, giuro che me la paghi- Dissi, dopodiché mi voltai pronta ad andarmene
-Ma figurati cosa me ne importa di voi due. Non siete in grado neanche di tenervi un ragazzo- Quella fu la goccia che fece traboccare il vaso. In quel momento non ci vidi più dalla rabbia e mi voltai di nuovo
-Ah sì. Per tua informazione, se quì c'è una che non sa tenersi un ragazzo sei tu, visto che io e Leonardo ci stavamo baciando nei bagni neanche due ore fa- Dissi soddisfatta. Tutta la rabbia che provavo nei confronti di Lorenzo la stavo riversando su Erica. Lei spostò immediatamente il suo sguardo su Leonardo che di conseguenza guardava me. Forse avevo un pochino esagerato, ma se gli piacevo doveva affrontare le conseguenze e dire di noi ai suoi amici
-Anzi, forse qualche ragazzo sai tenertelo. Quello di qualcun'altra- Le dissi sprezzante, dopodiché girai i tacchi e me ne andai, raggiungendo Arianna e Marco nel parcheggio


Marco l'aiutò a salire in auto, dopodiché si voltò verso di me con uno sguardo preoccupato
-Mi dici che è successo?- Mi chiese appoggiandosi allo sportello. Sospirai e gli raccontai tutto
-Cosa? Qull'idiota! Ci penso io, lo faccio...- Lo bloccai afferrandolo per il bordo della giacca
-Lascia stare. Meglio così, quel tipo non mi convinceva affatto. Torniamo a casa- Gli dissi lasciando la presa, subito dopo mi avvicinai allo sportello della macchina e lo aprìì, ma prima che potessi salire a bordo Marco mi bloccò per un polso
-Stai bene?- Mi chiese avvicinandosi pericolosamente a me. Io annuìì, anche se dentro di me mi sentivo morire...
"Io mi sto...vedendo con un'altra persona"...
Scossi la testa a quel pensiero, dopodiché mi stampai un sorriso più falso di una banconota falsa e mi voltai di nuovo per salire a bordo
-Aspetta!- Sentìì gridare, prima di sentire una mano avvolgere il mio polso. Dovevano avermi scambiato per uno yo-yo. Possibile che mi fermavano tutti per un polso? Mi voltai e mi trovai gli occhi di Leonardo che mi fissavano davanti
-Ti accompagno io a casa- Mi disse lui tirandomi lievemente verso di lui. Scossi la testa voltandomi verso la macchina
-Non vuole venire con te quindi la porto io, se non ti dispiace- Disse Marco avvicinandosi a noi e togliendo bruscamente la mano di Leonardo da sopra la mia
-Senti damerino, perchè non te ne ritorni da dove sei venuto- Replicò Leonardo afferrandomi nuovamente
-Questo sono io a dirtelo. Lei è venuta con me e torna con me- Aggiunse Marco afferrandomi l'altro braccio. L'avevo detto io che mi avevano scambiata per uno yo-yo. Cominciavo a sentirmi parecchio irritata per quella situazione. Mi stavano letteralmente sballottando da una parte all'altra, nemmeno fossi una palla.
-Hai capito male, caro. Io sono il suo ragazzo. Quindi viene con me- Sia io, sia Marco guardammo increduli Leonardo. Si era davvero definito il "mio" ragazzo?
-Cosa? Ma che sta dicendo?- Mi chiese confuso Marco. Solo in quel momento mi resi conto che Marco non sapeva nulla di me e Leonardo. Sospirai e puntai il mio sguardo su di lui
-Ascolta, ora accompagna Arianna a casa. Prometto che domani ne parliamo, ok?- Gli dissi afferrandogli una mano. Lui mi guardò non tanto convinto, dopodiché annuì e salì in macchina, partendo verso casa di Arianna. Io mi voltai verso Leonardo che mi guardava scocciato, per cosa poi non lo sapevo. Dopodiché mi guidò fino alla sua macchina e dopo esserci saliti, anche lui partì, diretto verso casa mia. Che brutta, bruttissima serata.

_________________________________________________________________________________

Salve!!!!

Spero che il capitolo vi sia piaciuto :D

So che non è finito nel migliore dei modi, ma cercherò di postare il prima possibile il prossimo capitolo

dove svelerò chi è la ragazza che sta uscendo con Lorenzo.

Spero davvero che il capitolo vi sia piaciuto :D

Ringrazio come sempre 

_Renesmee Cullen_ FedeKiryu  saketta  Jonas_sister

e  loveis4ever

per le splendide recensioni che mi lasciano :D


 

 

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Capitolo 8
*** Tanto tutto, senza te vicino è niente ***


Capitolo 7

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Capitolo 7

Tanto tutto, senza te vicino è niente

 

 

 

Se è scritto che due pesci nel mare debbano incontrarsi,

non servirà al mare essere cento volte più grande.

- Stefano Benni -

 

 

Il viaggio in macchina fu la ciliegina sulla torta per rovinare quello schifo di serata
-Cazzo! Io proprio non capisco che bisogno c'era di dire che stiamo insieme davanti a tutti- Gridò Leonardo stringendo la presa sul volante
-Mi dispiace- Dissi senza guardarlo. All'improvviso un'inspiegabile rabbia mi prese in contropiede -E invece no! Non mi dispiace affatto. Tu! Sei stato tu a dirmi che ti piaccio. Sei stato tu a baciarmi e sei stato tu che mezz'ora fa ti sei definito il mio ragazzo- Dissi fuori di me. Lui accostò la macchina in qualche via prima di quella di casa mia
-Io mi considero davvero il tuo ragazzo- Mi disse guardandomi negli occhi. Scrollai le spalle, più arrabbiata di prima
-E allora, perchè stai facendo questa scenata semplicemente perchè ho detto ai tuoi "amici" che ci siamo baciati? Cos'è? Vuoi che stiamo insieme...in segreto?- Gli chiesi stringendo la presa sulla mia pochette. Lui scosse la testa, avvicinandosi a me
-No, assolutamente no. Il fatto è che i miei amici non...non capirebbero. Ilaria...tu mi piaci davvero tanto e voglio stare con te. I miei amici sono superficiali. Loro non...digerirebbero il fatto che io stia con qualcun'altra all'infuori di Erica- Disse accarezzandomi una guancia. Io mi scostai, come scottata e lo guardai delusa
-Allora è per questo che stasera sei venuto con Erica. Non è lei che ti ha obbligato. E' stata la paura del giudizio degli altri che l'ha fatto- Dissi puntando lo sguardo fuori dal finestrino. Lui scosse la testa, provando ad avvicinarsi di nuovo, ma io mi voltai visibilmente arrabbiata
-No, non è così. Io...- Lo interruppi voltandomi di nuovo verso il finestrino
-Possiamo andare, perfavore. Sono piuttosto stanca- Dissi continuando a fissare fuori. Vidi con la coda dell'occhio che annuiva. Dopodiché ripartì con la macchina. In quel preciso istante si accese automaticamente la radio e le note di Sere Nere si propagarono per tutta l'auto di Leonardo. Automaticamente sgranai gli occhi...
"Io mi sto...vedendo con un'altra persona"...
Quando mi tornarono alla mente quelle parole, mi voltai e cambiai stazione. Leonardo mi lanciò un'occhiata confusa
-Non mi piace molto questa canzone- Dissi voltandomi di nuovo verso il finestrino
-Che coincidenza. Prima alla festa, il Dj ha messo proprio quella canzone- Disse continuando a lanciarmi delle occhiate piene di un significato che io non capivo
-Ah sì? Non mi ricordo- Dissi facendo la finta tonta. Accidenti, ci mancava solo che Leonardo capisse qualcosa
-Sì, ha messo proprio quella. Strano che non te ne ricordi. Io ballavo con Erica e tu se non sbaglio, stavi ballando con quel ragazzo del cinema. Quello che ha detto di essere il tuo ragazzo- Accidenti! Se lo ricordava. Ero fritta
-E' un amico di mio fratello. Quel mattina davanti al cinema, ha detto di essere il mio ragazzo per...prendermi in giro- Dissi cercando di arrampicarmi sugli specchi come meglio potevo
-Però se non sbaglio, Erica ha chiesto di lui per tutta la sera, riferendosi a lui come se fosse il tuo ragazzo- Quella stupida pettegola. Uno schiaffo non era abbastanza. Dovevo prenderla a pugni
-Già...l'ho usato come...copertura per la nostra storia- Lui parve sorpreso da quella risposta, dopodiché annuì, apparentemente convinto. Colpito e affondato!
Appoggiai la fronte sul finestrino e chiusi gli occhi. Perchè? Perchè dovevo essermi resa conto di provare qualcosa per Lorenzo? Perchè le cose erano cambiate così radicalmente? Dovevo essere sfinita, perchè mi addormentai profondamente.

Fu Leonardo a svegliarmi circa venti minuti dopo, sottocasa mia. Aprìì gli occhi e uscìì dalla macchina senza quasi reggermi in piedi. Prima che potessi entrare nel portone Leonardo mi afferrò per un polso e mi riportò davanti a lui
-Ilaria, scusami. Hai completamente ragione ad essere arrabbiata, ma ti prego...perdonami. Ti giuro che domani lo dico a tutti. Sì, non ci sarà una sola persona nella nostra scuola che non saprà di noi- Disse facendomi sorridere. In fin dei conti Leonardo mi piaceva ancora, nonostante non ne fossi innamorata come credevo.
-Ti ho fatta ridere- Disse accarezzandomi una guancia. Annuì continuando a sorridere
-Buonanotte- Gli dissi poi, voltandomi per entrare nel portone, ma la voce, o meglio le parole di Leonardo mi fecero bloccare dov'ero
-Te ne vai senza darmi neanche un bacio?- Mi chiese sorridendo...
"Te ne vai...senza neanche darmi un bacietto?"...
Non riuscìì a trattenere le lacrime, che scesero infrangendosi sull'asfalto gelido. Mi asciugai gli occhi, continuando a dare le spalle a Leonardo. non avevo neanche la forza di girarmi
-Che c'è? Ti senti bene?- Mi chiese preoccupato, avvicinandosi. Presi un bel respiro e mi voltai, cercando di sembrare naturale
-Ma si, certo- Dissi sorridendo. Dopodiché gli diedi un bacio a stampo e corsi dentro al portone.

Quella notte non riuscìì a chiudere occhio. Quando ero tornata a casa avevo trovato i miei genitori, insieme a parenti e ad amici, intenti a scambiarsi gli auguri di buon Natale. Avevo guardato l'ora sull'orologio della cucina. Mezzanotte. Ero tornata a casa a mezzanotte ed ero tornata ad essere una zucca, metaforicamente parlando, proprio come aveva detto Lorenzo. Ero tornata di nuovo alla realtà di sempre. Quella in cui lui...non era niente, per me.

 

La mattina seguente la passai in camera mia. Era Natale e i parenti erano venuti a trovarci per passare insieme quel giorno così "allegro". Io ero tutto fuorché allegra. Avevo detto a mia madre di non sentirmi bene, così mi permise di rimanere nella mai stanza, a patto che ne fossi uscita per andare a giocare con loro a tombola. Ogni tanto ricevevo qualche messaggino da parte di Leonardo che mi diceva che gli mancavo e che voleva vedermi. La verità era che nemmeno lui riusciva a farmi sollevare il morale. L'unica persona in grado di riuscirci era...
-Lorenzo!- La voce squillante di mia madre mi giunse alle orecchie, nonostante la porta della mia stanza fosse chiusa. Che diavolo era venuto a fare a casa mia?
-Scusi se disturbo, ma sono venuto a farvi gli auguri- Sussultai quando sentìì la sua voce. Era inceredibile. Fino a qualche mese prima quella voce era l'unica a provocarmi un'immensa irritazione ed ora mi mettevo a sussultare come una ragazzina?
-Ilaria è nella sua stanza- Disse mia madre. Sgranai gli occhi a quelle parole e mi assicurai che la porta fosse chiusa a chiave. Evidentemente si stava  guardando intorno per paura di incontrarmi. Sospirai accovacciandomi sul letto. Dopodiché poggiai la testa al muro e chiusi gli occhi, tappandomi le orecchie con le cuffiette dell'I-pod. L'ultima cosa che desideravo era sentire la "sua" voce...

"Scusa il disturbo, volevo solo dimostrarti, anche se sbaglio, che se scrivo ho più coraggio per parlare,
per dimostrarti che anche quando stiamo insieme e sto in silenzio provo di tutto..
e mi chiedo, senza mai capire bene, quello che tu stai provando.. "


Le parole di “Tutto non è niente” invasero le mie orecchie. Sospirai di nuovo. Ma era possibile che ogni santa canzone che sentivo doveva ricordarmi Lorenzo?

"E mi confondi e mi accontento di far l'amore con la pelle, con un tuo abbraccio,
con un semplice mano nella mano, camminando passo dopo passo
anche se soffro... e anche se sbaglio.. "


Sorrisi nel ripensare a quando io e Lorenzo c'eravamo incontrati la prima volta. Avrò avuto si e no otto anni, mentre lui ne aveva quattordici e frequentava il primo liceo insieme a mio fratello. Alessandro lo aveva portato a casa per giocare con la PlayStation ad un gioco che mamma e papà gli avevano regalato per il suo quattordicesimo compleanno e quando me lo ero trovato davanti, mi ero accorta che aveva usato un foglio dove avevo disegnato con tanto amore, per disegnarci sopra una bruttissima copia di Crash, il personaggio del videogioco a cui si divertivano a giocare. C'eravamo messi subito a litigare e da allora non avevamo fatto altro.

"Non sono un santo e te l'ho detto. Non l'ho nascosto sin dal primo giorno in cui ti ho conosciuta
e ti ho rivelato che son pazzo..
ma sono pronto a dimostrarti che c'è altro
e vorrei tanto regalarti tutto il meglio che mi porto dentro e cancellare il resto
ma tu sei fredda e ti difendi e di barriere ti circondi.. "


Di sicuro lui santo non era proprio. Quanto mi sarebbe piaciuto sapere con chi stava uscendo. Giusto per farmi un'idea su chi avrai volentieri strangolato

"Sarò banale ma son sicuro che da amici non potrebbe funzionare
quando provi un'attrazione così forte da non riuscire più a pensare a niente
tranne a quanto sei speciale e a come poi mi fai sentire quando vedo che stai bene
anche in un piccolo paese senza case e senza strade
con te accanto posso rinunciare a tutto..
Tanto tutto senza te vicino è niente... "


Era vero. Senza di lui per me non esisteva più niente. Nonostante passavamo le giornate a litigare anche per la minima sciocchezza, a me piaceva. Mi piaceva perchè...era con lui che litigavo

"Ti prego dì qualcosa anche se può far male
chiedimi pure di sparire, di dimenticare, di non tornare,
di far finta che non sei speciale
ma allontanami ti prego se poi pensi che in qualunque modo tra noi due non possa funzionare,
no tra noi due non possa funzionare, no tra noi due non possa funzionare...


E lui lo aveva fatto alla grande. Aveva detto quel "qualcosa" che mi faceva star male, mi aveva allontanata, senza un valido motivo.
-Ilaria!- La voce di mia madre mi fece venire quasi un infarto
-Cosa c'è?- Le chiesi sbuffando
-Vieni a salutare Lorenzo. E' venuto a farci gli auguri- Disse annientando tutte le speranze che avevo rivolto sul fatto che magari, con un po' di fortuna non avrei dovuto vederlo. Alzai gli occhi al cielo e poggiai l'I-pod sulla scivania. Dopodiché mi ravviai i capelli e uscìì dalla mia stanza. Entrai in salone e trovai mia zia intenta ad abbracciare Lorenzo. Nemmeno lo conosceva!
Mi schiarìì la voce, in modo da attirare la "sua" attenzione. Quando puntò il suo sguardo su di me, sentìì le gambe tremare e un'insopportabilissimo fastidio mi attanagliò lo stomaco
-Buon Natale...Lorenzo- Dissi indugiando sul suo nome. Lui mi sorrise di un sorriso triste
-Auguri anche a te- Mi rispose continuando a fissarmi. Abbassai lo sguardo, incapace di sostenere il suo. Stavo male. Non riuscivo nemmeno a guardarlo, figuriamoci ad intraprendere un discorso
-Bhè...io torno in camera mia- Dissi. Dopodiché mi voltai e tornai nella mia stanza. Mi gettai sul letto e mi coprìì la testa con un cuscino. Dovevo dimenticarlo. Dovevo dimenticarlo al più presto.
Sentìì il rumore di una porta che si richiudeva lentamente, ma non gli diedi peso. E facevo male...
-Ti senti bene?- Sgranai gli occhi quando sentìì "quella" voce. Merda! Non avevo richiuso la porta a chiave. Rimasi immobile, incapace di voltarmi verso di lui. Non sapevo cosa rispondere. Non sapevo cosa fare. In realtà mi sarebbe piaciuto prenderlo per i capelli e sbatterlo fuori dalla mia stanza e gridargli di andarsene a fanculo con tutta la forza che avevo. Ma non riuscivo nemmeno a muovermi, figuriamoci a gridare. Mi limitai a restare in silenzio, dandogli le spalle
-Ascolta...per quello che è successo ieri...- Fece una pausa. Per un momento pensai che, vista la mia reazione se ne fosse andato, ma poi sentìì il mio letto abbassarsi e una mano mi accarezzò i capelli. Io mi scosati bruscamente, facendomi ancora più vicina al muro. Ma perchè avevo quella maledettissima voglia di voltarmi e di abbracciarlo e baciarlo? Perchè non potevo semplicemente odiarlo e smettere di sentirmi così male?
-Non capisco perchè sei così arrabbiata. Sono venuto alla festa e tu mi hai mandato via. Cos'altro pretendevi che facessi?- Mi chiese cercando di tenere bassa la voce. Io continuavo a stare zitta, voltata verso il muro. Non volevo nemmeno rispondere, anche perchè ero sicura che se l'avessi fatto sarei scoppiata a piangere e non volevo dargli soddisfazione -Mi rispondi?- Mi chiese lui, poggiando nuovamente la mano sulla mia spalla, dopodiché con una lieve spinta mi fece voltare verso di lui.
Incontrare di nuovo i suoi occhi era...destabilizzante. Non poteva starsene lì a guardarmi così, non poteva!
-Cosa vuoi che ti risponda?- Dissi con un filo di voce, mentre dentro di me immaginavo già di prenderlo, sbatterlo sul letto e...No, dovevo darmi un contegno -Vuoi...sapere perchè sono arrabbiata?- Continuai. Lui annuì guardandomi con una strana espressione, quasi come se sperasse che gli rispondessi qualcosa che a me sfuggiva
-Sì- Disse continuando a guardarmi
-Bhè, piacerebbe saperlo anche a me. Mi dispiace, ma non lo so- Dissi voltandomi di nuovo. E invece sì che lo sapevo! Perchè ti amo, razza di idiota!
-Per qualsiasi motivo sia, ti chiedo scusa- Mi rispose. Dopodiché si alzò dal letto ed uscì dalla mia stanza. Non appena sentìì la porta chiudersi, mi voltai a guardare il posto dove lui era seduto fino a cinque secondi prima.
Mi alzai lentamente dal letto e mi avvicinai alla porta, chiudendola a chiave. In quel preciso istante il mio cellulare iniziò a vibrare, avvertendomi di aver ricevuto un messaggio

"Ciao stellina. Volevo augurarti la buonanotte e chiederti se domani mattina possiamo vederci. Baci...Leonardo"

Risposi velocemente con un "Sì, possiamo vederci. Buonanotte anche a te", dopodiché mi sdraia nuovamente sul letto con il volume dell'I-pod al massimo. Per il momento non avevo voglia di fare nient'altro.

 

Il resto della giornata passò molto lentamente. Ero stata praticamente costretta ad andare a giocare a tombola da mia madre, insieme ai parenti. Non c'era che detestassi di più, anche perchè ero l'unica persona sotto i quarant'anni d'età. Alessandro era uscito con Lorenzo. Sicuramente c'era anche...la sua ragazza. Ero stata tentata per un secondo di chiedere informazioni a quell'idiota di mio fratello, ma non volevo destare sospetti. Senza contare che non me l'avrebbe mai, MAI, detto.
Dopo aver salutato tutti gli ospiti andai a rintanarmi nella mia adorata stanzetta. Mi gettai a peso morto sul letto e chiusi gli occhi portandomi una mano sulla fronte. Avevo un grandissimo mal di testa e volevo andare a dormire. Ero talmente distrutta che non riuscivo neanche ad alzarmi per andare a mettere il pigiama. Porprio mentre ero tra la veglia e il sonno il mio cellulare prese a squillare. Riaprìì gli occhi sbuffando e lo afferrai, dopodiché risposi senza nemmeno guardare chi fosse
-Pronto?- Dissi con la voce insonnolita. Non avevo chiuso occhio la notte precedente, per via di quello che era successo e ora il mio corpo ne risentiva
-Ila?- La voce spenta di Arianna mi giunse alle orecchie. Riaprìì gli occhi e mi misi a sedere sul letto
-Ari! Come ti senti?- Le chiesi di getto. Ero preoccupata per lei. Doveva stare molto male per Fabrizio
-Benissimo, perchè?- Corrugai la fronte confusa. Stava bene? Forse era ancora ubriaca e non ricordava nulla
-No...me lo chiedevo perchè...bhè...- Accidenti, non riuscivo a trovare le parole adatte. Dall'altra parte del telefono sentìì sbuffare
-Dio mio, Ila! Non mi frega niente di Fabrizio e di quella scema di Erica. Per quanto mi riguarda possono anche sposarsi- Disse apparentemente tranquilla, ma io la conoscevo benissimo e riuscìì a cogliere una stonatura nella voce
-Ok, ok, calma- Dissi. Quando Arianna si arrabbiava era davvero tremenda
-Ad ogni modo, scusa se non ti ho risposto oggi, ma ero dai parenti di mia madre e non ho sentito il cellulare. Oltretutto la sbronza che ho preso ieri sera non ha aiutato per niente- Disse. In effetti mi ero un po' preoccupata quando l'avevo chiamata e non mi aveva risposto, ma perfortuna era tutto apposto
-Tranquilla, volevo solo sapere come stavi- Le risposi mettendo il vivavoce mentre mi infilavo il pigiama
-Ci vediamo domani?- Mi chiese lei. Prima di risponderle con un sì, mi ricordai che avevo appuntamento con Leonardo
-Scusa Ari, ma domani esco con Leonardo e domani pomeriggio devo andare con i miei a trovare dei parenti- Dissi sbuffando alla sola idea
-Va bene, non sia mai che Romeo e Giulietta si separino- Scherzò lei facendomi scoppiare a ridere -Allora ci sentiamo, così mi racconti che avete fatto- Continuò cambiando tono di voce. Arianna era posseduta dal demone della curiosità e non era possibile farla ragionare quando esso si impossessava di lei
-Va bene- Le risposi -Allora a domani-
-A domani- Mi rispose lei. Poco prima che stessi per riattaccare lei mi richiamò -Ila?-
-Dimmi?-
-Grazie...per non aver fatto domande- Sorrisi intenerita. Arianna non era tipo che mostrava facilmente i suoi sentimenti, ma io sapevo esattamente distinguere quando stava male da quando stava bene
-Ti voglio bene- Dissi, prima di interrompere la chiamata. Poggiai il cellulare sul comodino, dopodiché mi infilai sotto il mio bel piumone caldo caldo e in un secondo mi addormentai.

 

La mattina dopo fui letteralmente buttata giù dal letto dagli assurdi canti natalizi di mio padre. Mi alzai sbuffando e quando lessi l'ora sul display del cellulare, desiderai seriamente la morte. Le sette. Erano solo le sette del mattino. Di questo passo le vacanze natalizie non avrebbero portato alcun sollievo al mio povero corpo stanco. Avevo bisogno di dormire e avevo atteso a lungo queste benedettissime vacanze per farlo, ma dovevo mettere in conto il fatto che le vacanze natalizie erano arrivate anche per il mio caro paparino, che non riusciva mai e ripeto il mai, ad alzarsi più tardi delle sei. Sbuffai di nuovo e dopo essermi preparata (Qui)
decisi di passare le due ore e mezza restanti prima dell'appuntamento con Leonardo, a cercare di finire i compiti assegnati per le vacanze.
Quando arrivai a leggere cosa diceva il testo della quarta disequazione di matematica, decisi che ne avevo avuto abbastanza per quel giorno. Chiusi i libri e dopo aver preso la borsa e il cappotto mi fiondai letteralmente fuori di casa.

 

Arrivai là davanti con qualche minuto d'anticipo, così decisi di entrare e di aspettarlo all'interno del bar, visto il freddo glaciale che faceva. Mi sedetti ad un tavolo per due e mi sfregai le mani per cercare di riscaldarle
-Ti porto qualcosa?- Mi chiese il barista, sorridendomi. Ricambiai il sorriso, scuotendo la testa
-No, grazie. Aspetto una persona e...- Venni interrotta dalla bocca di Leonardo che iniziò a baciarmi possessivamente. Quando sciolse il bacio, lanciò uno sguardo al cameriere con un sorrisetto soddisfatto
-Aspettava me- Disse con uno sguardo abbastanza incazzato. Che diavolo gli succedeva? Il cameriere si dileguò e Leonardo si sedette accanto a me, sorridendomi
-A cosa devo questa tua improvvisa voglia di baciarmi?- Gli chiesi seccata, abbassando lo sguardo. Lui sbuffò obbligandomi a rialzarlo
-Quel tizio ci stava provando, era così ovvio- Disse leggendo il menù senza prestargli una particolare attenzione
-Non è vero. E poi non capisco perchè io non posso dire che stiamo insieme davanti ai tuoi amici, mentre tu ne dai dimostrazione in un bar pieno di gente- Dissi guardandomi attorno. Mi sentivo davvero a disagio, avevo sempre paura che da un momento all'altro potesse sbucare fuori Lorenzo con...la sua ragazza
-Che c'è?- Mi domandò lui, puntando il suo sguardo su di me, per poi spostarlo in ogni angolo del locale. Scossi la testa, sorridendo
-Niente. Allora? Di cosa volevi parlarmi?- Gli chiesi cercando di cambiare argomento. Lui si aprì in un sorriso afferrandomi una mano tra le sue
-Ho due regali di Natale per te- Disse accarezzandomi una guancia. Lo guardi sorpresa
-Ti ringrazio, ma non dovevi farmi nessun regalo. Io non ti ho regalato nulla- Dissi mortificata. Che idiota! Quando ero andata a fare shopping natalizio con mia madre avevo dimenticato di avere un ragazzo. Che brutta figura. Perchè invece di ricordarmi  il regalo per quell'idiota di mio fratello, non mi ero ricordata di Leonardo?
-Tranquilla- Disse facendomi immergere nella profondità dei suoi occhi -L'unica cosa che desideravo è seduta al mio fianco- Arrossìì abbassando lo sguardo. E quella da dove gli usciva? Non che non mi avesse fatto piacere, è solo che non mi sembrava il tipo che dicesse queste frasi così stucchevoli -Ad ogni modo, questo è il primo regalo- Continuò porgendomi una scatolina blu rettangolare. L'afferrai sorridendogli, dopodiché scartai il pacchetto e aprìì la scatola per vedere cosa contenesse. Spalancai la bocca sorpresa. Era una collanina con l'iniziale L 
(Qui)
-G-grazie- Dissi continuando a guardare la collana
-Sono felice che ti piaccia. Così, quando la guardi penserai al nome...-
Lorenzo...
-Leonardo, o meglio ancora...a me- Concluse la frase, prendendo la collana tra le sue mani. Poi puntò il suo sguardo nel mio e mi chiese di voltarmi. Lo feci con il cuore che batteva a mille. Mi allacciò la collana al collo sorridendomi. Grandioso! Come se non bastasse il fatto che avevo Lorenzo in mente ventiquattro ore su ventiquattro, adesso dovevo anche portare l'iniziale del suo nome al collo
-Mi...mi piace molto- Dissi cercando di abbozzare un sorriso
-Lo so...che forse è un po' presto per regalarti la mia iniziale, ma tu mi piaci molto Ilaria- Disse prendomi la mano tra le sue -E con te stò veramente bene. Così bene che...mi sono sentito pronto per farti un regalo del genere- Continuò indicandomi la collana con un cenno della testa. Automaticamente mi portai una mano sul collo e presi il ciondolo tra le dita, continuando a guardarlo
-Non è presto- Dissi avvicinandomi. Gli stampai un bacio a fior di labbra, che lui non perse tempo ad approfondire. Leonardo mi aveva fatto un regalo bellissimo e lo aveva accompagnato da parole altrettanto belle....e io che facevo? Pensavo all'ultima persona a cui avrei dovuto pensare. Da adesso in poi avrei pensato solo a Leonardo, il mio ragazzo
-Vorrei chiederti una cosa- Dissi sciogliendo il bacio. Lui mi guardò e prese ad accarezzarmi la guancia
-Dimmi- Presi un bel respiro. In fin dei conti non gli stavo chiedendo mica di sposarmi. E poi, averlo più vicino mi avrebbe aiutato ad innamorarmi di lui e a dimenticare...l'idiota
-Il due Gennaio vado in settimana bianca con i miei amici. Mi farebbe piacere se tu venissi con me. Chiaramente se ti va. Insomma, non devi sentirti costretto a...- Iniziai a straparlare talmente ero imbarazzata. Non era da me fare delle richieste del genere, ma se volevo dimenticarmi di Lorenzo  dovevo cominciare a sciolgiermi un pochino
-Ilaria- Mi chiamò lui sorridendo, ma io continuavo a parlare come una macchinetta, non riuscivo proprio a stare zitta -Ilaria- Mi chiamò lui nuovamente, stavolta facendomi zittire
-Scusami- Dissi sorridendo imbarazzata. Lui ricambiò il sorriso e mi bacio sulle labbra. In fin dei conti cominciavo ad abituarmi ai suoi baci improvvisi ma sempre graditi
-Non devi scusarti. Volevo semplicemente dirti che...vengo con molto piacere- Mi aprìì in un sorriso e gli allacciai le braccia al collo. Dovevo concentrarmi sul mio splendido ragazzo e su nessun altro
-Qual'era l'altro regalo?- Chiesi ricordandomi all'improvviso della sua frase...
Ho due regali di Natale per te...
-Ah, sì giusto. Volevo chiederti se...ti va di passare la vigilia di Capodanno insieme. Alcuni miei amici organizzano una festa e mi farebbe piacere se tu venissi con me- Mi stava davvero proponendo di passare il Capodanno insieme? Tra l'altro, portandomi alla festa dei suoi amici. Un sorriso mi spuntò sulle labbra. Certo, sarebbe stato molto complicato convincere i miei, mio padre più che altro, ma ne valeva la pena
-Sì, certo che mi va- Risposi giocherellando con la lampo del cappotto. Ero nervosa. Quello sarebbe stato il primo Capodanno che passavo con un ragazzo. Con il mio ragazzo, ma io non riuscivo a fare altro che desiderare di passarlo con...
-...Lorenzo- Sgranai gli occhi non appena sentìì pronunciare quel nome. Mi voltai verso Leonardo con una lentezza esasperante. Mi ero distratta a pensare che non dovevo pensare a Lorenzo e non avevo ascoltato il resto della frase di Leonardo
-C-c-cosa?- Gli chiesi deglutendo. Ero fritta e strafritta. Cosa potevo inventarmi adesso? Chissà per quale cavolo di motivo aveva detto proprio quel nome. Quel dannatissimo perfettissimo nome
-Perchè ti agiti tanto? Ti ho semplicemente detto che la festa di Capodanno si svolgerà a casa del mio amico Lorenzo- Il respiro cominciò a regolarizzarsi. Mi portai una mano sul petto, cercando di non attirare l'attenzione di Leonardo. Dopodiché scoppiai in una risatina isterica
-N-n-n-non avevo capito- Continuavo a ridere come una povera deficente. Dovevo cercare di stare più attenta quando qualcuno mi parlava
-Ok. Allora, ti va se andiamo a farci un giro?- Mi chiese. Sinceramente non avevo voglia di andare da nessuna parte. Non avevo voglia di stare in giro. Non avevo voglia di incontrare Lorenzo e quella, se non altro nella mia stanza ero al sicuro
-Scusami ma...devo tornare a casa- Risposi fingendomi dispiaciuta. Lui a quanto pare, dispiaciuto lo era davvero
-Va bene. Allora vieni che ti accompagno a casa. Almeno questo me lo concedete vostra maestà- Mi chiese porgendomi la mano. Sorrisi afferrandola, dopodiché uscimmo dal bar e ci dirigemmo verso la sua macchina.

 

Dopo un intero pomeriggio passato a fare i compiti per le vacanze, mi concessi un po' di riposo. Mia madre aveva chiaramente detto che se non finivo i compiti prima della partenza, non mi avrebbe mandata in settimana bianca. Grossomodo li avevo finiti, ad eccezione di un paio di disequazioni che avrei tranquillamente copiato dal quaderno di Alessio, l'amico secchione di Marco.
Mi stravaccai sul divano, coprendomi con la coperta di pile. Iniziai a girare nervosamente i canali della televisione. Non c'era un emerito cavolo. Sotto Natale facevano sempre e solo gli stessi film natalizi. Da piccola li adoravo, ma ora cominciavo a non sopportarli più.
Alla fine mi arresi e lasciai Il Grinch. Da piccola ero letteralmente terrorizzata da quel film. La prima volta che lo avevo visto avevo avuto gli incubi per un mese.
Ero quasi arrivata alla scena in cui lui, vestito da Babbo Natale va in giro per le case di tutti i Nonsochi a rubargli regali e decorazioni, che il mio cellulare prese a squillare
-Pronto?- Risposi abbassando il volume della televisione
-Ila! Sono Arianna- Sorrisi nel sentire la sua voce. Mi alzai dal divano e mi diressi in camera mia. Quando parlavo al cellulare c'era sempre qualcuno che si impicciava di cosa dicevo
-Dimmi- Dissi chiudendo la porta
-Volevo avvisarti che c'è un piccolo cambio di programma che riguarda la nostra partenza- Mi sedetti sul letto giocherellando con l'elastico per capelli che avevo attorno al polso -Invece di partire il due Gennaio, dobbiamo anticipare la partenza al trentuno Dicembre- Cavolo! Avevo già detto a Leonardo che avrei passato la vigilia di Capodanno con lui
-Come mai?- in ogni caso sarei partita lo stesso. In fin dei conti ero certa che Leonardo avrebbe accettato, l'importante era passare il Capodanno insieme
-Mia cugina Giuliana si sposa e ha chiesto a me e a mia sorella di farle da damigelle. Si sposerà il sette Gennaio. Quando Margherita le ha detto che durante quel periodo saremmo state in Valle D'Aosta, lei ha deciso di organizzare il matrimonio in montagna e quindi dovremmo anticipare il viaggio per i preparativi delle nozze. Se non te la senti più di partire ti capisco e...-
-Ma no, certo che me la sento di partire. A questo proposito, volevo informarti che...ho invitato Leonardo a venire con noi- Arianna l'avrebbe presa benissimo, era Marco che mi preoccupava
-Oh, allora è una cosa seria- Disse allusiva. Una cosa seria? Non ne avevo la più pallida idea
-Più o meno- Risposi mangiucchiandomi le unghie. Possibile che tra me e Leonardo fosse una cosa seria e che io non me ne fossi nemmeno resa conto?
-Ma come più o meno? Ila, aspetti questo momento da quattro anni. non sei contenta?-
No...
-Sì, certo che lo sono. Ari, scusa ma devo andare a cenare. Ci sentiamo domani?- Non avevo voglia di intraprendere quel discorso con lei. Non...avrei saputo cosa rispondergli. Non volevo dirle che mi ero innamorata di Lorenzo, altrimenti avrebbe cominciato ad assillarmi
-Ok. A domani-
-A domani- Riattaccai e poggiai la testa sulla superfice gelida della scrivania. Ma che razza di casino. Possibile che dovessi mettermi sempre in queste situazioni?

 

 

Il trentuno Dicembre arrivò in un baleno. Avevo avvertito Leonardo che la partenza era stata anticipata, ero riuscita a finire i compiti in tempi da record e avevo avuto anche il tempo di comprare qualche vestito elegante per il matrimonio di Giuliana, usando i soldi che mi avevano regalato alcuni parenti che non avevano avuto la più pallida idea di cosa farmi per Natale.
Leonardo venne a prendermi sottocasa e ci fermammo a prendere anche Marco che, non proprio al settimo cielo aveva accettato di fare il viaggio in macchina con noi. Avevamo appuntamento con Arianna e sua sorella in un autogrill sull'autostrada, in modo che non ci sparpagliassimo con le macchine.


Arrivammo lì davanti con qualche minuto d'anticipo, che utilizzammo per prendere qualcosa da mangiare
-Ehi piccola, il cornetto come lo vuoi?- Mi chiese Leonardo prima di ordinare
-Con la Nutella- Risposi stringendomi di più nel cappotto
-Con la Nutella? Cos'è, hai bisogno di affetto? Perchè se vuoi te lo dò io un po' di affetto- Leonardo si avvicinò a me e mi stampò un bacio sulle labbra che io, chiaramente ricambiai
-Ehi, Romeo e Giulietta! Potete cercare di contenervi? Sto mangiando- Disse Marco, guardandoci con disappunto. Sorrisi imbarazzata e andai a sedermi accanto a lui, mentre Leonardo si diresse verso la cassa per ordinare.


Dopo aver fatto colazione, tornammo verso la macchina ad aspettare Arianna e sua sorella Margherita. Faceva un freddo tremendo e non vedevo l'ora di ripartire per accendere i riscaldamenti della macchina al massimo
-Eccole- Disse Marco, indicando con un cenno della testa una smart grigia che avanzava verso di noi. Ringraziai tutti i santi in cielo per non avermi fatto morire di ipotermia
-Buongiorno a todos! A te un po' meno, Marco- Disse Arianna scendendo dalla macchina e correndo ad abbracciarmi
-Se ti può consolare, oggi non è per niente un buon giorno- Rispose Marco guardando verso me e Leonardo che ci tenevamo per mano
-Possiamo andare?- Dissi io, già con un piede all'interno della macchina. Proprio in quel momento Margherita scese dalla macchina, completamnete incappucciata
-Ilaria, tesoro! Da quanto tempo non ci vediamo?- Disse abbracciandomi.
Mi fece aderire al suo petto enorme. Beata lei, io avevo una terza scarsa di reggiseno. Margherita continuava a stritolarmi contro le sue tette, facendomi quasi morire asfissiata per tutto il profumi che si era messa. Quando finalmente mi lasciò, l'aria riprese a circolare nei miei polmoni
-Da tanto tempo- Annuìì. Margherita era sempre stata un punto di riferimento per me. Avendo solo un fratello maschio, spesso ripiegavo su di lei quando avevo bisogno di consigli
-Allora, che mi racconti?- Mi chiese, poggiandosi con il gomito sul tettuccio della macchina. Mi venne istintivo guardare verso Leonardo. avrei dovuto presentarglielo, ma come? Potevo considerarlo o no...il mio ragazzo?
-Per la verità....vorrei...vorrei presentarti Leonardo- Cominciai, indicandolo con un lieve cenno della testa -Lui è...è...lui...è- Ok, Dovevo prendere un bel respiro e parlare
-Sono il suo ragazzo- Leonardo mi cinse la vita, finendo la frase per me. Sospirai sollevata e gli concessi un sorriso di gratitudine
-Il tuo ragazzo? Ari non mi aveva detto niente. Piacere, Margherita- Disse allungando la mano per stringere quella di Leonardo
-Tu invece? Che mi racconti?- Le chiesi prendendo la mano di Leonardo tra le mie
-Ah, eccoli finalmente!- Disse Margherita fissando qualcosa alle mie spalle. La guardai confusa. Non riuscivo proprio a capire a cosa si riferisse -Anche io vorrei presentarti una persona- Continuò lei, afferrandomi per le spalle e facendomi voltare nella direzione in cui guardava poco prima -Ila, ti presento Lorenzo- Quando incontrai quegli occhi quasi svenni. La testa iniziò a girarmi e il cuore si bloccò di colpo. Non capivo. Ma cosa ci faceva Lorenzo lì? Forse era meglio non capire. Fu questo il pensiero che mi si presentò quando sentìì il resto della frase di Margherita
-Il mio fidanzato-

_________________________________________________________________________________

Salve a todos!

Non so perchè, ma oggi sono fissata con lo spagnolo XD

Allora, capitolo abbastanza chiarificatore.

La ragazza di Lorenzo altri non era che Margherita, la sorella di Arianna (più in basso troverete una sua foto)

Tra lorenzo e Ilaria le cose non si sono ancora chiarite, ma già dal prossimo capitolo le cose tra loro 

comincieranno un po' a cambiare :D

Non mi dilungo oltre, perchè ho le dita completamente ghiacciate. Quì a Roma fa freddissimo visto quanto 

ha nevicato. 

Da voi è arrivata la neve?

Fatemi sapere cosa ne pensate del capitolo.

Vi ringrazio tantissimo :D

Ringrazio come sempre 

_Renesmee Cullen_ FedeKiryu  saketta  Jonas_sister

e  loveis4ever

per le splendide recensioni che mi lasciano :D

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Capitolo 9
*** Let it snow ***


Capitolo 8

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Capitolo 8

Let it snow

Il giorno mi pento d'averti incontrato,

la notte ti vengo a cercare.

[L. Tenco.]

 

 

 

 

Lorenzo e Margherita? Margherita e Lorenzo?
No, non era possibile. Evidentemente stavo sognando. Sì, non era la prima volta che facevo un sogno così reale. Ma se stavo solo sognando...cos'era quell'insopportabilissima fitta al cuore? Perchè sentivo gli occhi bruciare e le lacrime implorarmi di lasciarle uscire?
Non poteva essere vero. Lorenzo...il "mio" Lorenzo non poteva essere il ragazzo di Margherita. Mi sentivo distrutta. Non avevo forza nemmeno di parlare. Semplicemente me ne stavo ferma lì, a guardarli mentre si tenevano per mano. E Lorenzo non era da meno. Continuava a guardarmi fisso negli occhi, con un'espressione indecifrabile. Scossi impercettibilmente la testa, ma lui sembrò accorgersene, perchè chiuse gli occhi prendendo un enorme sospiro
-E tu che accidenti ci fai quì?- Quando sentìì la voce di mio fratello, mi voltai di scatto con gli occhi sgranati
-Io devo partire. Tu cosa ci fai, piuttosto?- Risposi incrociando le braccia al petto. Cavolo, ero fritta. Avevo omesso ai miei che sarebbe venuto anche Leonardo. Se avessero saputo che veniva anche il mio ragazzo non mi avrebbero mai dato il permesso di partire
-Bhè...anche io devo partire- Mi rispose lui, abbassando lo sguardo a disagio. Quando capìì il perchè del suo atteggiamento, un sorrisetto soddisfatto si aprìì sulle mie labbra
-Ah sì? Ma non avevi detto a mamma che andavi in ritiro con i tuoi compagni di corso per dedicarti allo studio intensivo pre-esame?- Mi fissò impaurito. Se lo avessi raccontato ai miei avrebbe passato davvero dei guai seri
-Ti prego sorellina! Non dire niente, ti supplico- Cominciò a piagnucolare inginocchiandosi a terra. Avevamo lo sguardo di tutti puntato addosso. Quell'idiota! Quando gli serviva era capace anche di portarmi in braccio in ogni posto della città. Lo afferrai per un orecchio e lo costrinsi a rialzarsi
-Smettila, sei ridicolo- Dissi scuotendo la testa. Lui mi fissava implorante. Sospira incrociando nuovamente le braccia sotto al petto -Io non dirò nulla a mamma e papà ad una condizione...- Gli occhi gli si illuminarono e mi gettò le braccia al collo
-Grazie grazie grazie. Farò tutto quello che vuoi. Ti rifarò il letto per un mese, ti preparerò la colazione, ti...- Lo spinsi via, aggiustandomi il cappello di lana sulla testa
-Figurati se mangio qualcosa preparata da te. L'ultima volta che mi hai preparato la colazione ho avuto un'indegestione- Dissi continuando a guardarlo
-Va bene, allora cosa vuoi che faccia? Dimmelo e lo farò- Automaticamente guardai Leonardo che si trovava alle sue spalle. Alessandro si voltò a guardare da cosa era attirata la mia attenzione -Che guardi?- Mi chiese confuso
-Per la verità...era proprio questo che volevo chiederti- Cominciai, torturandomi il labbro -Lui è Leonardo. Il mio ragazzo- Dissi indicandoglielo con un cenno della testa. Alessandro digrignò i denti e mi afferrò velocemente per un polso, cominciando a tirarmi verso la macchina di Lorenzo
-Ma che fai?- Chiesi io confusa dal suo atteggiamento
-Ti riporto a casa. Non esiste che tu vada in vacanza con un ragazzo- Mi rispose continuando a trascinarmi
-Cosa? E Marco allora?- Alessandro si voltò a guardare Marco che a sua volta guardava me
-Marco non fa testo! Non mi preoccupa affatto- Arianna scoppiò a ridere, colpendo con un gomito il diretto interessato
-Grazie tante- Disse Marco, non molto contento per l'affermazione di mio fratello
-Alessandro smettila, stai esagerando! Io non ci torno a casa- Puntai i piedi per terra, impedendo a mio fratello di continuare a tirarmi
-Si, che ci torni-
-No. Se non mi molli chiamo mamma e papà e gli racconto la bugia che gli hai detto- Assottigliò lo sguardo sbuffando
-E va bene. Ma vi terrò d'occhio...e quando non ci sarò io, mi sostituirà Lorenzo. Vero amico?- Sussultai a quella frase. Dopo aver concesso a Lorenzo uno sguardo veloce, mi avvicinai a Leonardo e lo presi per mano. Lorenzo continuava a guardarci. Non riuscivo a sostenere il suo sguardo. Mi faceva male guardarlo negli occhi
-Certo amico, conta pure su di me- Rispose poi, puntando lo sguardo su Leonardo
-Ma smettetela! Lasciate in pace quei poveri ragazzi e pensate a salire in macchina piuttosto- Si intromise Margherita, prendendo ad accarezzare i capelli di Lorenzo. Ok, dovevo cercare di non strozzarla. Mi voltai e feci per salire nell'auto di Leonardo, ma Alessandro mi afferrò di nuovo per un polso e mi fece indietreggiare
-Figurati se ti lascio andare in macchina con questo ragazzino con gli ormoni in subbuglio- Lo guardai confusa
-E allora con chi dovrei andare in macchina, scusa?- Alessandro puntò il suo sguardo su Lorenzo, sorridendo
-Con Lorenzo- A quelle parole, anche Lorenzo si voltò a guardarci e, dopo aver sospirato annuì prendendo a camminare verso di noi
-Cosa? Un momento, io non vado affatto in macchina con lui. Alessandro, smettila di fare il cretino- Mi lagnai. Ci mancava solo che dovessi farmi il viaggio con Lorenzo
-Scegli, o vai con Lore oppure ti prendo di peso e ti riporto a casa- Sbuffai calciando un sassolino
-Va bene- Cedetti alla fine. Non potevo fare altro che accettare
-Perfetto. Saggia scelta sorellina- Alessandro mi poggiò una mano sulla spalla. Io mi scostai rischiando quasi di farlo cadere. Ben gli stava!
-Andiamo o no?- Chiesi a mio fratello, vedendo che continuava a restare immobile vicino alla macchina di Leonardo
-Tu e Lore andate. C'è posto per una sola persona. Nei sedili posteriori ci sono i bagagli. Io andrò con il tuo bambolottino- Mi rispose, afferrando Leonardo per le guancie. In altre circostanze mi sarei vergognata da morire per l'atteggiamento di quell'idiota di Alessandro, ma le parole appena pronunciate dall'idiota in questione continuavano a girarmi in testa...
"Tu e Lore andate"...
No, mi rifiutavo di fare il viaggio in macchina da sola con lui. Puntai lo sguardo su Arianna e mi avvicinai a lei
-Ari, sapevi che tua sorella si vedeva con l'amico di mio fratello?- Le chiesi sussurrando. Lei scosse la testa mortificata
-No, Marghe mi aveva accennato che si frequentava con un ragazzo, ma non avevo idea che fosse lui- Mi rispose comprensiva. Accidenti, ma perchè il mondo era così piccolo? -Tuo fratello non ne sapeva nulla?- Continuò lei puntando lo sguardo su Alessandro
-Figurati! Quel cretino neanche la conosceva tua sorella. Si sono visti di sfuggita solo una volta, nell'androne di casa mia- Risposi estremamente irritata
-Ma ti...piace anc...-
-No, per niente. Anzi lo detesto- La interruppi. Non potevo certo confessare ad Arianna che ero innamorata del ragazzo di sua sorella. Lei parve sollevata dalla mia risposta
-Mi dispiace, ora dovrai anche farci il viaggio insieme. Ti inviterei a salire in macchina con noi, ma purtroppo Margherita ha preso la Smart e ci sono solo due posti- Annuìì, cercando di sembrare indifferente
-Tranquilla Ari, posso sopportarlo per qualche ora- Dissi, aprendomi in un sorriso tiratissimo. Dopodiché mi avvicinai alla macchina di lorenzo e puntai lo sguardo sui due piccioncini che continuavano a baciarsi. Incredibile, erano già tutti in macchina pronti per partire e loro continuavano a baciarsi, facendo perdere a tutti del tempo prezioso
-Ok, ok...ora basta. Se continuate così faccio prima a farmi il viaggio a piedi- Dissi facendoli (finalmente) staccare. Margherita mi sorrise e dopo averlo baciato di nuovo raggiunse sua sorella in macchina, mentre Lorenzo si avvicinò a me con un sorrisetto soddisfatto
-Gelosa?- Mi sussurrò all'orecchio prima che salissi in macchina. Lo guardai senza trovare le parole per rispondere. Figuriamoci se io ero gelosa. Bhè.... sì, lo ero
-Di te? Ma figurati- Risposi allacciandomi la cintura
-A me sembra tutto il contrario- Disse lui stampandosi per l'ennesima volta quel dannatissimo sorriso sulle labbra
-Ti detesto- Risposi digrignando i denti. Dopodiché mi voltai verso il finestrino, decisa ad ignorarlo per il resto del viaggio.

-Allora, come va con il tuo ragazzo?- Mi chiese lui dopo una decina di minuti. Gli lanciai un'occhiataccia
-Affari miei- Risposi tornando a guardare fuori dal finestrino
-Come siamo scontrose. Ti sei svegliata male stamattina?- Sbuffai senza rispondere. Io mi ero svegliata benissimo, era lui che mi aveva rovinato la giornata
-Possibile che sei ovunque?- Sbottai alla fine. Non riuscivo a stare zitta e ad ignorarlo, perchè nonostante fossi innamorata di lui...continuava ad irritarmi come nessun altro
-Cosa? Quella sarai tu, casomai. Come potevo immaginare che l'amica della sorellina della mia ragazza fossi tu?- Lo guardai spalancando la bocca?
-Sorellina? Guarda che Arianna ha la mia età- In tutta risposta lui scoppiò a ridere
-Appunto, è la sua sorellina- Assottigliai lo sguardo e sbuffai
-Fammi una cortesia, non mi rivolgere la parola per tutto il viaggio-
-Come vuoi, piccola mia- Mi voltai a guardarlo
-Non mi chiamare così. Primo, perchè non sono piccola e secondo, perchè non sono tua- Anche lui si voltò a guardarmi e per un istante, per un
piccolissimo microscopico istante mi sembrò di leggere nei suoi occhi qualcosa di molto simile alla...delusione
-Scusami. Hai perfettamente ragione- Mi rispose tornando a guardare la strada. Avevo un nodo in gola. Non sapevo se sarei riuscita a resistere per otto lunghissime ore accanto a lui, da sola. Presi un respiro e tornai a guardare fuori dal finestrino.
Il silenzio era talmente fitto che pesava sul cuore.
Cercavo in ogni angolo della mia mente qualsiasi parola che fosse in grado di spezzarlo, ma non sapevo cosa dire. Non riuscivo a parlare. Così mi limitai a gurdare la strada...in silenzio.


All'incirca quattro ore dopo decidemmo di fermarci in un paesino completamente innevato, per pranzare. Io e Lorenzo avevamo passato tutto il tempo in silenzio. Non mi piaceva quella situazione. Se non altro prima discutevamo sempre, ma non eravamo mai stati nello stesso posto senza rivolgerci la parola. Come eravamo arrivati a quella situazione?
-Ila?- La voce di Leonardo mi fece riprendere dai miei pensieri. Alzai la testa e gli sorrisi. Allacciò la sua mano calda alla mia, completamente ghiacciata. Chiusi gli occhi per il sollievo e presi a camminare insieme a lui verso il ristorante
All'interno sembrava di essere in una vera e propria grotta. Quando arrivammo al tavolo io e Leonardo ci sedemmo istintivamente negli unici due posti liberi vicini
-Che illusi che siete- La voce di mio fratello ci fece sobbalzare per lo spavento -Coraggio ragazzino, siediti accanto a me- Istintivamente guardai verso la parte del tavolo dov'era seduto Alessandro e incrociai gli occhi di Lorenzo. Mi affrettai ad abbassare lo sguardo, sentendomi bruciare fin dentro l'anima. Anche un solo sguardo da parte sua mi faceva stare male
-Cosa?- Leonardo era a dir poco irritato e non mi sarebbe dispiaciuto se avesse dato un pugno in faccia a quell'idiota di mio fratello
-Hai capito bene, mocciosetto- Questo ragazzo cominciava ad esagerare -Lore, ti dispiace fare a cambio di posto con il bebè?- Nonostante mio fratello fosse un perfetto cretino, non riuscìì a trattenermi dal ridere.
Leonardo invece non sembrava apprezzare quel soprannome e...un momento? Non c'era proprio niente per cui sorridere. Lorenzo si sedette accanto a me, continuando a tenere lo sguardo in basso. Sbuffai cercando di allontanarmi di qualche millimetro da lui, ma era praticamente impossibile visto quanto eravamo stretti a quel tavolo. Inevitabilmente avevo il gomito che sfiorava il suo e questo bastava per dare vita a quegli inutili insetti nel mio stomaco.
Nonostante Alessandro avesse provveduto a spostare Leonardo dall'altra parte del tavolo, era comunque seduto di fronte a me. Concessi una veloce occhiata a Lorenzo, ma quando mi accorsi che Leonardo mi stava guardando in modo strano, mi affrettai a puntare lo sguardo sul contenuto del mio piatto ancora stracolmo. Non avevo neanche toccato cibo. Di questo passo sarei diventata un'acciughina. Il solo stare nella stessa stanza con Lorenzo mi faceva passare l'appetito
-Amore? Non mangi?- Alzai gli occhi e mi accorsi che a parlare era stata Margherita. Quello era il colmo. Amore? No dico, amore? Erano già a quella fase?
Istintivamente posai lo sguardo sul piatto di Lorenzo e mi accorsi che anche lui aveva mangiato pochissimo. Anzi, non aveva praticamente toccato cibo. La forchetta era ancora perfettamente pulita
-No, non mi sento tanto bene- Le rispose. Dopodiché si alzò in piedi, poggiando il tovagliolo sul tavolo -Vado fuori a prendere una boccata d'aria- Aggiunse muovendo qualche passo, prima di puntare lo sguardo su di me. Sussultai, ma decisi di sostenerlo. Mi fece un cenno con la testa, invitandomi a seguirlo, prima di scomparire dietro le porte a vetri.
Attesi qualche secondo, dopodiché mi scusai e fingendo di dover andare in bagno lo raggiunsi.
Mi guardai intorno ma di lui nemmeno l'ombra. Mi insultai mentalmente, pensando per un attimo di aver frainteso il suo gesto. Quando mi voltai per rientrare una mano si avvolse alla perfezione al mio polso, facendomi voltare. Incontrare quegli occhi mi provocava sempre l'accelerazione dei battiti cardiaci
-M-mi hai spaven...- Mi interruppi, quando mi lasciò andare bruscamente. Lo guardai confusa, mentre mi massaggiavo il polso indolenzito grazie alla sua stretta
-Mi spieghi cosa accidenti pretendi da me? Cosa vuoi?- Mi chiese con un tono di voce più freddo di un iceberg
-Cosa? Ma di che parli?- Mi concesse un'occhiataccia, prima di allontanarsi di qualche passo e voltarsi, dandomi le spalle. Non riuscivo a capire cosa gli fosse preso
-Perchè continui a fissarmi? Possibile che non capisci che così mi...- Si interruppe sgranando gli occhi. Dopodiché si strinse i capelli tra le dita nervosamente
-Io volevo semplicemente...- Non riuscivo a terminare la frase. Non riuscivo a parlare. Avevo un nodo in gola che mi impediva di farmi uscire la voce. Una lacrima mi rigò la guancia e notai per un secondo un'espressione dispiaciuta nel volto di Lorenzo. Mi asciugai la lacrima con un gesto secco della mano. Lui sospirò e mosse qualche passo avvicinandosi a me
-Mi dispiace piccola, io non...- Si interruppe quando mi allontanai da lui
-Ti ho già detto che non devi chiamarmi piccola- Dissi alzando la voce -Io torno dentro- Continuai abbassando lo sguardo sul polso arrossato, prima di rientrare nel ristorante raggiungendo gli altri.


Verso le sei del pomeriggio arrivammo a destinazione. Quel posto era a dir poco favoloso. Le uniche due cose che facevano da paesaggio erano la neve e gli addobbi natalizi. Senza contare la piazza completamente innevata e allestita per la festa di Capodanno di quella sera.
Io stavo andando letteralmente fuori di testa. Non ero mai stata in montagna, quindi era più che logico che fossi letteralmente entusiasta.
Leonardo mi fissava con un sorriso sulle labbra. Dovevo sembrargli davvero una perfetta idiota. Sorrisi anche io e abbassai lo sguardo diventando più rossa di un peperone
-Ehi, non devi imbarazzarti. Trovo molto tenero questo tuo lato da....bambina sorpresa- Disse accarezzandomi i capelli. Mi chinai in avanti
e gli stampai un bacio a fior di labbra. Quando mi sciolsi il bacio, notai che Lorenzo non ci aveva tolto gli occhi di dosso nemmeno per un secondo. Oltretutto sembrava anche parecchio arrabbiato. Quello era il colmo. Io sarei dovuta esserlo, visto come mi aveva trattata al ristorante. Senza contare che poi avevamo dovuto passare il resto del viaggio in macchina da soli dove gli unici rumori presenti in auto erano quelli provenienti dall'esterno.
Mi voltai dandogli le spalle e presi a camminare affiancata da Leonardo.
Avevo voglia di andare da lui e dirgli di fermarsi solo per un secondo. Di fermarsi un secondo e di osservarmi. Di accorgersi di quello che mi stava succedendo...
"Perchè continui a fissarmi?"...
Se si fosse fermato a guardarmi solo per un istante di sicuro si sarebbe accorto del perchè continuavo a fissarlo. Del perchè le mie mani tremavano quando mi parlava. Del perchè il mio cuore aumentava i battiti quando mi guardava. Del perchè quando guardavo tra la folla...era sempre lui che cercavo. Se solo si fosse fermato un secondo ad osservarmi...si sarebbe accorto che...tutto quello che facevo, lo facevo perchè...ero innamorata di lui.


Quando arrivammo allo chalet che avevamo scelto, io, Arianna e Margherita raggiungemmo Giuliana, la loro cugina nel ristorante dell'hotel
-Giuly!- Gridò Margherita quando la vide seduta ad un tavolo poco lontano da noi. Giuliana si alzò in piedi e si gettò praticamente tra le braccia di Margherita
-Marghe e Giuliana sono molto unite- Mi sussurrò Arianna. Le sorrisi annuendo, dopodiché anche noi ci avvicinammo alla futura sposa
-Ari, come ti sei fatta grande- Arianna fu letteralmente spiaccicata da sua cugina contro il suo petto, mentre Margherita mi passò un braccio attorno alle spalle stringendomi a sè. Era davvero un bel problema. Il solo esserle così vicina mi provocava un immenso fastidio. Ma perchè di tutte le
ragazze che ci sono nel mondo, Lorenzo aveva dovuto scegliere proprio la sorella della mia migliore amica?
-Tranquilla Ila, cercherò di tenere tuo fratello lontano da te. Così almeno tu e il tuo bellissimo ragazzo potrete godervi la vacanza- Disse sorridendomi. Ricambiai con un sorriso tiratissimo
-Grazie- Risposi con un tono abbastanza scocciato
-Mi è sembrato di capire che...tu e Lorenzo vi conoscete da molto tempo- Sussultai nel sentire quel nome. Margherita mi fissava profondamente. Merda, ci mancava solo che capisse qualcosa
-Sì, lui e Alessandro sono amici da anni ed è...per questo che anche io conosco Lorenzo- Mi affrettai a rispondere rivolgendo il mio sguardo su Arianna e Giuliana che continuavano a rinvangare i vecchi tempi
-Capisco- Margherita mi sorrise, prima di abbracciare di nuovo sua cugina
Ero nei guai. Di questo passo Margherita avrebbe di sicuro capito qualcosa. Dovevo cercare di tenermi il più lontano possibile da Lorenzo.

 

Dopo aver salutato per bene le sue cugine, Giuliana ci condusse verso le nostre rispettive camere. Dal momento che si sarebbe sposata la settimana dopo aveva deciso, in quanto noi eravamo invitati al suo matrimonio, di prenotare delle camere anche per noi. Io e Arianna condividevamo la stanza. Marco, con suo enorme disappunto era stato costretto a condividere la camera con Leonardo. Mio fratello aveva una camera tutta per sè. Per finire Margherita condivideva la camera con...Lorenzo
-E' bellissima questa stanza, vero?- Mi chiese Arianna sdraiandosi sul letto
-Sì- Risposi mentre svuotavo i bagagli. Ero parecchio irritata dal fatto che Lorenzo e Margherita dovessero condividere la camera, ma in fin dei conti non potevo fare nulla per evitarlo
-Stai bene?- La mano di Arianna si posò sulla mia spalla e per un attimo mi sentìì tremendamente in colpa per i brutti pensieri che il mio cervello rivolgeva a sua sorella. Mi affrettai ad annuire, prima di ricominciare a sistemare i vestiti nell'armadio.
Era una situazione tremenda. Non vedevo l'ora di fare questo viaggio per
cercare di togliermi dalla testa Lorenzo, ma togliermelo dalla testa mentre lui si trovava a tre camere di distanza dalla mia era parecchio complicato.


Dopo esserci concesse una bella doccia, io e Arianna ci preparammo per la festa di Capodanno che si teneva nell'hotel. Margherita aveva insistito per prestarmi un suo vestito e io alla fine ero stata costretta ad accettarlo.
Avevamo appuntamento con gli altri nella sala principale, dove si sarebbe svolta la festa
-Allora io comincio a scendere. Ti aspetto di sotto- Mi disse Arianna. Io rimasi in camera ad aspettare Leonardo. Ero parecchi tesa. L'idea di rivedere Lorenzo non mi entusiasmava di certo.
Ad un tratto sentìì aprire la porta della stanza. Ero voltata di spalle, ma visto che ero convinta fosse Leonardo non mi voltai
-Sono quasi pronta, prendo il cappotto e andiamo- Dissi continuando a rimanere di spalle. Poco prima di voltarmi sentìì due mani ghiacciate cingermi la vita. Mi voltai sussultando per quel contatto assolutamente ben gradito e mi ritrovai occhi negli occhi con Lorenzo
-Che ci fai quì?- Sussurrai. Ero a dir poco terrorizzata. Ero terrorizzata da quello che sarebbe potuto accadere vista la mia scarsa forza di volontà.
Lorenzo non mi rispondeva. Si limitava a guardarmi con un'espressione indecifrabile sul viso.
Quando lo vidi sporgersi in avanti, la porta della stanza si spalancò di colpo. Leonardo ci fissava a metà tra il sorpeso e l'arrabbiato. Deglutìì cercando di riacquistare lucidità. Mi allontanai di qualche passo da Lorenzo, che a sua volta fissava abbastanza irritato Leonardo
-Sono pronta. Possiamo andare- Dissi avvicinandomi a Leonardo che mi precedette ad usicre dalla stanza. Prima di seguirlo concessi un'ultima occhiata a Lorenzo e scossi la testa confusa e delusa dal suo atteggiamento. Dopodiché uscìì richiudendomi la porta alle spalle.



Le decorazioni erano un qualcosa di meraviglioso. Nell'immensa sala
spiccavano in gran parte i colori argento, oro e rosso. Al centro della sala c'era un enorme albero di Natale che arrivava a sfiorare l'altissimo soffitto.
Io e Leonardo ci sedemmo accanto ad Arianna e Marco, che viste le loro faccie dovevano annoiarsi a morte. Guardai Leonardo che continuava ad aggiustarsi nervosamente la cravatta. Non aveva detto nulla riguardo quanto era successo nella mia stanza
-Tutto ok?- Gli domandai accarezzando lentamente la sua mano destra. Lui puntò i suoi occhi nei miei e improvvisamente mi sentìì malissimo. Gli occhi di Leonardo sarebbero dovuti essere gli occhi che più preferivo ma...non erano quelli di Lorenzo
-Non capisco cosa ci faceva il ragazzo di Margherita così vicino a te- Mi rispose voltandosi completamente verso di me
-Hai ragione ad essere arrabbiato, ma ti assicuro che non è come pensi. Perfavore credimi...io e lui non...- Non potei continuare la frase perchè mi ritrovai le labbra di Leonardo sulle mie. Sorrisi sollevata, ricambiando il bacio. Quando lo sciogliemmo notai che al nostro tavolo si erano aggiunti Lorenzo e Margerita. Abbassai lo sguardo imbarazzata. Ci mancava solo quella.
-Potresti passarmi l'acqua, perfavore?- Chiesi guardando Leonardo, ma prima che lui potesse afferrare la bottiglia, Lorenzo lo precedette e me ne verso un bicchiere continuando comunque a guardare Leonardo con aria di sfida
-Forse non ti sei reso conto che lo stava chiedendo a me- Disse Leonardo stringendo i pugni. Lorenzo di limitò a scrollare le spalle
-Io ero più vicino- Fu l'unica cosa che disse
-Si, bhè...- Leonardo mi afferrò una mano -Però Ilaria è la mia ragazza e se c'è qualcuno che deve provvedere a lei sono io- Vidi Lorenzo irrigidirsi. Aveva i denti stretti e stava letteralmente stritolando la tovaglia
-Ma io la conosco da più tempo- Disse puntando lo sguardo su di me. Io lo sostenni imbarazzata al massimo. Sembrava che stessero...discutendo per me
-Però io potrei essere il suo futuro marito- A quelle parole quasi mi strozzai con l'acqua. Come eravamo arrivati a parlare di matrimonio ora?
-Sì certo, come no. Dalla reazione che ha avuto lei nel sentire la tua frase io non ci conterei troppo- Lorenzo si poggiò allo schienale della sedia, stendendo un braccio sulla sedia di Margherita e uno su quella di Marco
-Ma io...- Mi alzai in piedi, afferrando Leonardo per un braccio e lo costrinsi ad alzarsi. Ero davvero stufa di quel battibecco senza senso
-Andiamo a ballare- Dissi. Dopodiché io e Leonardo ci allontanammo dal tavolo sotto lo sguardo indecifrabile di Lorenzo.

-Quello è proprio un coglione- Io e Leonardo stavamo ballando già da dieci minuti e non c'eravamo rivolti la parola. Sorrisi stringendomi di più contro di lui
-Già, sono completamente d'accordo con te- Risposi prendendo ad accarezzargli i capelli
-Non mi piace come ti guarda- Sussultai, immaginando il suo sguardo. Chiusi gli occhi sospirando
-Non...non c'è motivo di preoccuparti. Io non...non..- Accidenti. Perchè dire una bugia mi risultava così difficile? -Io non provo niente per lui- Dissi in fine, con una stonatura nella voce -E lui non prova niente per me- Continuai stringendomi ancora di più a lui
-Io non ne sarei tanto sicuro- Rispose Leonardo. Presi un bel respiro e lo guardai negli occhi, prima di concedergli un bacio a fior di labbra -Mi piace il tuo modo di rassicurarmi- Scherzò lui mordendomi le labbra
-Ah sì?-
-Sì, decisamente sì- Mi rispose staccandosi da me -Vado un secondo in bagno- Continuò sorridendomi. Guardai l'ora sul grande orologio appeso in cima alla scalinata centrale della sala
-Ok, ma sbrigati. Mancano sei minuti a mezzanotte- Lui annuì baciandomi una guancia, dopodiché si diresse verso la toilette.
Mi guardai intorno e vidi che tutti gli invitati si stavano dirigendo fuori dalla porta della sala che conduceva al giardino. Mi avvicinai al tavolo ormai vuoto e presi il cappotto, dopodiché mi diressi anche io all'esterno.
Mi guardai intorno alla ricerca degli altri, ma non riuscivo a vedere nessuno. Presi a camminare e mi ritrovai in una parte del giardino completamente deserta. Mi sedetti su una panchina e mi strinsi nel
cappotto. Era uno spettacolo bellissimo. L'hotel si trovava in cima ad una piccola montagna e dal posto in cui mi trovavo io si vedeva il paese sottostante completamente illuminato. Sorrisi alzandomi in piedi per godermi ancora meglio quel meraviglioso panorama
-E' bellissimo, vero?- Sobbalzai per lo spavento e mi voltai lentamente alle mie spalle. Lorenzo se ne stava appoggiato contro il muro con le braccia incrociate
-Già- Risposi con un tono serio. Mi voltai di nuovo dandogli le spalle
-Anche tu...sei bellissima stasera- La voce mi arrivò più vicina questa volta. Ad un tratto la sua mano si avvolse alla perfezione attorno al mio polso e mi fece voltare. Eravamo talmente vicini che il suo respiro si infrangeva contro la mia fronte. Mi costrinse al alzare lo sguardo verso di lui e mi sorrise accarezzandomi la guancia con il pollice. Deglutìì imbarazzata al massimo, prima di abbassare nuovamente lo sguardo, ma lui mi costrinse nuovamente a rialzarlo
-Non ha senso- Mi sussurrò sfiorandomi le labbra. Deglutìì guardandolo negli occhi
-Cosa non ha senso?- Sussurrai. Non ero neanche in grado di parlare in quel momento
-Scappare ancora...non ha senso- Mi rispose, prima di far aderire alla perfezione le sue labbra sulle mie. Chiaramente ricambiai il bacio. Gli allacciai le braccia attorno al collo tirandogli i capelli di tanto in tanto. Dischiusi le labbra per permettere alla sua lingua di unirsi alla mia, mentre lui mi cinse la vita con le braccia e mi fece avvicinare maggiormente a sè. Mi alzai di poco sulle punte, nonostante avessi i tacchi rimanevo comunque più bassa di lui. Mi avvinghiai letteralmente a lui e in quel preciso istante una leggera neve cominciò a cadere dal cielo scuro come la pece. Non c'era nient'altro. D'un tratto le luci, il Capodanno, la mezzanotte, Leonardo, Margherita avevano cessato di esistere nella mia vita. Esistevamo solo io e Lorenzo. Probabilmente non appena ci fossimo resi conto di ciò che stavamo facendo ci saremmo sentiti malissimo, ma non importava in quel momento. Non importava niente in quel momento, esclusi noi due. Il resto non era importante. C'eravamo solo io, Lorenzo e la neve e andava benissimo così.

        ______________________________________________________________________________
Salve a tutti!!!

Finalmente si sono baciati, direte.

Purtroppo le cose non si risolveranno tanto facilmente.

C'è però da dire che le cose cambieranno radicalmente tra loro due. Chi può dire se in meglio o in peggio :D

Grazie mille per aver letto anche questo capitolo.

Più in basso ho inserito il vestito di Ilaria.

Grazie ancora :D

Alla prossima!!!!

Ringrazio come sempre 

_Renesmee Cullen_ FedeKiryu  saketta  Jonas_sister

e  loveis4ever

per le splendide recensioni che mi lasciano :D

(Vestito)

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Capitolo 10
*** Happy new year ***


 

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Capitolo 9

Happy new year

 

 

 Una bella giornata così brutta non l'avevo mai vista.
- William Shakespeare 

 

 

 

Mi sembrava incredibile.
Io stavo baciando il mio peggior nemico di cui tra l'altro ero innamorata persa. Non poteva essere vero.
Mi appropriai  per l'ultima volta delle sue labbra, prima di dividerci. Lorenzo poggiò la fronte sulla mia e prese ad accarezzarmi la guancia. Sorrisi chiudendo gli occhi. Stentavo ancora a credere a ciò che stava succedendo
-Buon anno- Disse lui, prima di concedermi un breve bacio a fior di labbra. Sorrisi di nuovo. Ormai era l'unica cosa che sapevo fare. Mi avvicinai per baciarlo di nuovo, ma una voce mi riportò alla realtà
-Ilaria! Ma dove ti sei cacciata?- Sgranai gli occhi quando sentìì la voce di Leonardo avvicinarsi. Mi allontanai alla svelta da Lorenzo, prima di vedere Leonardo apparire dal nulla
-Ah! Sei quì- Disse avvicinandosi a me. Quando si rese conto della presenza di Lorenzo cambiò letteralmente espressione -Disturbo?- Chiese alternando lo sguardo su di me e su Lorenzo
-No, figurati- Dissi prendendolo per mano. Notai che Lorenzo aveva abbassato lo sguardo e stringeva i pugni
-Allora, vogliamo tornare dentro?- Prima di poter rispondere a Leonardo, Lorenzo mi afferrò per un polso e mi trascinò via. Questo ragazzo aveva la segatura nel cervello. Provai ad impormi nel modo più assoluto, ma lui era decisamente più forte di me. Quando arrivammo in una sala dell'hotel completamente deserta, mi lasciò andare
-Di un po', sei impazzito percaso?- Gli chiesi incrociando le braccia al petto. Lui si avvicinò, facendomi indietreggiare fino al muro
-Sì- Mi rispose vicinissimo alle mie labbra. Deglutìì imbarazzata e confusa
-C-cosa?- Gli chiesi con una stonatura nella voce, cercando di aderire completamente al muro dietro di me.
-Sei tu che mi stai facendo impazzire- Posizionò le mani ai lati del mio viso. Ero in trappola - Io ti avevo avvertita. Adesso ne paghi le conseguenze- Prima che potessi rispondere, Lorenzo si appropriò nuovamente delle mie labbra e spostò le mani possessivamente prima sul mio viso, poi sui miei capelli e infine dietro alla mia schiena. Io gli allacciai le braccia attorno al collo e ricambiai. Ero una stupida. Evidentemente lui si sarebbe pentito non appena avessimo sciolto il bacio, ma non mi importava. Io lo amavo e lui mi stava baciando. Andava decisamente bene così.

 

 

Lorenzo P.O.V


Ero arrivato al limite. La stavo baciando e la cosa più grave era che non ero per nulla pentito. Sapevo che non era bello nei confronti di nessuno quello che stavo facendo. Margherita e Leonardo probabilmente ci stavano rispettivamente cercando, ma non me ne importava nulla. In quel momento esistevamo solo io e lei e andava benissimo così. L'unico nome che continuava a girarmi nella testa e a farmi ricredere su ciò che avevo appena pensato era...Alessandro, il mio migliore amico nonché fratello apprensivo della ragazza che stavo baciando e...di cui ero innamorato. Mi allontanai lentamente da lei. Le sorrisi, accarezzandole i capelli
-Devo fare una cosa. Prometto che torno il prima possibile. Mi aspetti?- Gli chiesi trattenendo il respiro, avendo paura della sua risposta. Lei sembrò pensarci sù per un tempo interminabile. Alla fine puntò di nuovo il suo sguardo su di me e si aprì in un sorriso
-Sì. Sì, ti aspetto- Mi rispose sorridendo. Ricambiai il sorriso e le concessi un ultimo bacio a fior di labbra, prima di correre verso l'unica persona in grado di decidere il mio futuro.

 

Trovai Alessandro fuori in giardino, intento a chiacchierare con Marco. Mi avvicinai a lui e gli poggiai una mano sulla spalla
-Ehi Lore! Che fine hai fatto? Margherita ti stà cercando ovunque- Mi disse lui sorridendo. Presi un bel respiro e puntai gli occhi nei suoi
-Ale, devo parlarti. E' urgente- Alessandrò cambiò espressione. Era...preoccupato
-Ok, ma tu stai bene?- Mi chiese appoggiandomi entrambe le mani sulle spalle. Annuìì per nulla convinto, dopodiché lo invitai a seguirmi in un posto meno affollato.
-Allora? Cosa devi dirmi?- Mi chiese sedendosi scompostamente su una panchina. Sospirai di nuovo, coprendomi il volto con le mani. Come potevo dirglielo? Come potevo dirgli che io, il suo migliore amico, la persona di cui più si fidava al mondo...ero innamorato della sua unica sorella. Sorella minore tra l'altro
-Noi...ecco...- Non riuscivo a trovare le maledette parole adatte per spiegargli cosa stava succedendo. Sbuffai stringendomi i capelli tra le dita
-Lore? Sei sicuro di stare bene? Ti vedo parecchio...strano- Emisi un enorme sospiro, dopodiché andai a sedermi accanto a lui sulla panchina
-Ale, io non ho fratelli, ma...tu, in tutti questi anni mi sei stato vicino, sei da sempre un punto di riferimento per me e ho capito che...anche se non ho un fratello vero e proprio....è come se ce l'avessi- Alessandro sorrise annuendo
-Anche tu sei come un fratello. La mia famiglia ti considera uno della famiglie e...nonostante quella viziata di mia sorella trovi sempre il modo per litigare con te, si vede che anche lei ti considera come un fratello- Sgranai gli occhi a quelle parole. Accidenti, ma come avevo fatto a finire in quella situazione? Come avevo fatto ad innamorarmi di Ilaria? In realtà, fin da quando c'eravamo conosciuti...avevo sempre sentito di provare qualcosa per lei. Nonostante quando l'avevo vista per la prima volta era ancora un'ingenua ragazzina di otto anni, era l'unica in grado di farmi stare...bene
-Ehi Lore? Sei sicuro che va tutto bene? Ti vedo parecchio scosso- Annuìì guardando nel vuoto. Come potevo digli cosa provavo per sua sorella? Come minimo non avrebbe più voluto vedermi
-Ascolta Lore, ti vedo parecchio strano e credo di aver capito cosa ti succede- Alzai gli occhi sorpreso. Possibile che avesse capito?
-Davvero?-
-Ma certo. Per me...va benissimo. Potete stare insieme se è questo ciò che volete. Si vede che lei ti rende....felice. Da quando la conosci sembri molto più sereno. E' vero che...inizialmente ero parecchio geloso, ma tu sei il mio migliore amico e l'importante è che tu sia felice- Disse passandomi una mano attorno alle spalle. Non potevo crederci. Possibile che accettasse così facilmente il fatto che io fossi innamorato di sua sorella? Inoltre se ne era reso conto anche lui. Anche lui aveva notato che da quando Ilaria era entrata a far parte della mia vita, ero molto più felice. Sorrisi annuendo
-Io non so che dire. Quindi per te...va bene?- Dissi commosso. Alessandro era davvero un grandissimo amico
-Ma sì! Ti ripeto che inizialmente ero geloso di te e Margherita...- Cosa? Margherita? -Insomma, credevo che il fatto che tu avessi una storia seria potesse cambiare le cose tra di noi. Pensavo che non saremmo più riusciti a divertirci, ma mi sbagliavo amico mio. Perciò se Margherita ti fa stare così bene...tienitela stretta- Era troppo bello per essere vero
-Già...- Dissi rassegnato
-Se ci pensi non è nulla di grave. Avresti potuto fare di peggio. Magari innamorarti di mia sorella- Disse scoppiando in una risata -Ma ci pensi? Tu con mia sorella...assurdo- Disse continuando a ridere
-Assurdo- Dissi io abbozzando un sorriso. Dovevo rassegnarmi.

 

 

Ilaria P.O.V


Di sicuro avevo sognato tutto. Sì doveva essere proprio così. Lorenzo non poteva avermi baciato davvero? Era assurdo.
Aprìì la porta del bagno lasciandomi cadere lungo la porta. Scoppiai in un'imbarazzantissima risata da stupida. Sembravo una cretina. Ci mancava che  mi mettessi a saltellare gridando "evviva! Lore mi ha baciata". Ma in quell'attimo di felicità non potei fare a meno di pensare a Leonardo. Come potevo guardarlo ancora negli occhi, dopo che avevo baciato un altro ragazzo?
D'un tratto la porta del bagno si spalancò mostrandomi una Margherita a dir poco preoccupata
-Ila, hai visto Lore percaso?- Sgranai gli occhi nel sentire quelle parole. Mi sentivo veramente male. Ero colpevole, sia nei confronti di Leonardo e sia in quelli di Margherita. Scossi la testa abbassando lo sguardo sul pavimento
-Sono preoccupata. E' da prima di mezzanotte che non lo vedo- Continuò lei avvicinandosi allo specchio per aggiustarsi i capelli
-Sono sicura che...sta bene. Probabilmente è andato solo a prendere un po' d'aria- Dissi alzandomi in piedi e aggiustandomi il vestito.
-Si, probabilmbente hai ragione tu. Vado a vedere se lo trovo fuori in girdino. A dopo- Mi rispose uscendo dal bagno, lasciandomi di nuovo da sola con i miei pensieri.

Dopo qualche minuto uscìì anche io dal bagno e trovai Leonardo seduto su una poltrona, intento a contemplarsi la punta delle scarpe
-Ehi- Dissi avvicinandomi a lui. Alzò lo sguardo e sentìì una fitta tremenda allo stomaco. Sembrava che con lo sguardo mi stesse dicendo di sapere già quella verità che non volevo dirgli
-Non volevo disturbarvi- Disse con tono freddo, riferendosi a me e a Lorenzo. Scossi la testa inginocchiandomi a terra e costringendolo a guardarmi di nuovo
-Mi dispiace. Non avrei dovuto seguirlo, ma...- Mi bloccai. Non riuscivo a finire la frase. Lui annuìì comprensivo
-Ma non potevi evitarlo, non è così- Scossi la testa mordendomi le labbra -Sei innamorata di lui?- Mi chiese, stranamente calmo.
Abbassai lo sguardo incapace di rispondere. Lui annuì di nuovo, prima di alzarsi in piedi, aiutando me a fare lo stesso
-Perchè stiamo insieme?- Mi chiese stringendomi la mano. Possibile che fossi diventata muta? Non riuscivo a spiccicare parola
-Perchè sì- Fu l'unica cosa che riuscìì a dire, prima di abbassare nuovamente lo sguardo
-Ilaria?- Mi chiamò. Non avevo coraggio di ricambiare lo sguardo -Ilaria?- Mi costrinse a guardarlo nuovamente. Sospirai arrendendomi ai suoi occhi -Tu lo ami?- Scossi la testa mordendomi le labbra, quasi fino a farle sanguinare -Lo ami?- Mi chiese nuovamente lui, alzando la voce
-No- Dissi alla fine, quasi piangendo -Non lo amo- Continuai abbassando lo sguardo. Dopodiché presi a correre verso la mia stanza. Non ne potevo più di sentirmi costantemente sotto pressione. Non ne potevo più di dover rispondere sempre a domande di cui nemmeno io sapevo la risposta. Ero stufa di tutto e tutti. Entrai nella stanza e mi gettai a peso morto sul letto. Un Capodanno memorabile.
Mi portai le dita sulle labbra e chiusi gli occhi, ripensando al bacio che Lorenzo mi aveva dato...
"Devo fare una cosa. Prometto che torno il prima possibile. Mi aspetti?"...
Avevo detto che lo avrei aspettato, ma ero stufa di farlo. Lo aspettavo da troppo tempo ormai. 

 

 

Lorenzo P.O.V


Tornai nuovamente nella sala, convinto di trovare Ilaria ad aspettarmi, ma quando mi accorsi che non c'era mi diedi mentalmente dell'idiota. Come potevo anche solo credere che lei provasse ciò che provavo io. Lei mi odiava. Mi aveva sempre odiato. Senza contare che il suo ragazzo era quell'emerito idiota.
Non riuscivo a pensare di averla persa. Non riuscivo a pensare che le piacesse quell'idiota.
Presi un bel respiro e mi diressi verso l'ascensore che mi avrebbe riportato nella mia stanza, ma quando arrivai nell'atrio notai Ilaria avvicinarsi al cretino che aveva come ragazzo. Mi nascosi dietro ad una colonna, cercando di sentire cosa dicevano, ma con tutto il baccano che c'era in quello stramaledettissimo hotel mi era impossibile.
La vidi inginocchiarsi a terra. Cosa diavolo stava facendo? Sembrava quasi che gli stesse chiedendo di sposarla. Strinsi i pugni e continuai a fissarli
-Scusi? Ha bisogno di aiuto?- Sobbalzai, dopodiché mi voltai per vedere chi aveva parlato.
Una ragazza vestita da cameriera mi guardava abbastanza sconcertata. Logico, visto che ero praticamente nascosto dietro una colonna. Sembravo un maniaco. Sorrisi e scossi la testa
-No, ti ringrazio...- Lessi il nome della ragazza sul cartellino -...Raffaella- Continuai facendola arrossire -Stò solo facendo uno scherzo ai miei amici- Mi sorrise
-Perfetto. Allora se hai bisogno di qualcosa mi trovi alla reception- Mi rispose ammiccando. Sorrisi come un idiota, guardandola allontanarsi. In altri momenti le avrei chiesto il numero, ma ora ero impegnato con Margherita. Senza contare che il mio cuore....apparteneva solo alla ragazza che si trovava a circa quindici metri da me.
Tornai a guardarli e notai che entrambi si era alzati in piedi e che lui le stringeva la mano. Diedi un pugno alla colonna, mugugnando per il dolore. Non mi importava niente, in quel momento avrei preso a pugni qualsiasi cosa.
Lo vidi alzarle il mento, per permettere ai loro occhi di incontrarsi. Non sopportavo più di vederli così vicini. Quando quella stessa mattina Alessandro mi aveva chiesto di tenerli d'occhio e di fare il viaggio con Ilaria, avevo esultato mentalmente, ma poi mi ero reso conto che io non avevo alcun diritto per desiderare che Ilaria stesse lontana da quel tipo. Io stavo con Margherita e lei...stava con lui. Non potevo continuare a cercare di dissuaderla dall'idea di essere la ragazza di quel ragazzino con gli ormoni in subbuglio. Quando al ristorante ero stato costretto a sedermi accanto a lei, avevo dovuto sfruttare tutto il mio autocontrollo per non baciarla, ma le sue occhiate verso di me non aiutavano di certo, per questo l'avevo trattata così male. Volevo che lei ricominciasse a guardarmi come prima. Volevo che lei continuasse a detestarmi, così da rendermi più facile il compito di starle lontano.
-Lo ami?- Alzai nuovamente lo sguardo quando sentìì l'idiota alzare la voce. Ma amare chi? Possibile che si stesse riferendo a...me?
Senza accorgermene presi a trattenere il respiro, preoccupato per la risposta che avrebbe dato Ilaria
-No- Disse scuotendo la testa, con la voce rotta dal pianto -Non lo amo- Continuò, prima di correre verso le scale, che di sicuro l'avrebbero condotta nella sua stanza.
Senza pensarci due volte, la seguìì.

 

 

 

Ilaria P.O.V


Qualcuno bussò alla porta. Non avevo voglia di vedere nessuno e sperai con tutta me stessa che se non avessi risposto, la persona in questione si sarebbe rassegnata a non entrare. Chiusi gli occhi, ma quel qualcuno bussò nuovamente. Sbuffai mettendomi a sedere sul letto
-Avanti- Dissi guardando fuori dalla finestra
-Posso?- Quella voce era in grado di farmi fermare il cuore e farlo ripartire alla velocità della luce
-S-sì...entra- Risposi stringendo il cuscino tra le dita. Accidenti. Quel bacio non aveva fatto altro che complicare la situazione. Ora la voglia che avevo di baciarlo faceva quasi male
-Come....come va?- Mi chiese lui sedendosi sul letto, tenendosi il più lontano possibile da me
-Tutto ok- Risposi continuando a tenere lo sguardo verso il basso. Lui annuì pensieroso, puntando anche lui lo sguardo sul pavimento. A far da colonna sonora a quel momento imbarazzante, c'era soltanto il ticchettio dell'orologio e la musica che proveniva dalla sala. Segno che la festa stava continuando
-Ho parlato con tuo fratello- Disse lui, romopendo il silenzio. Lo guardai senza rispondere -Ha...ha dato la sua benedizione a me e a Margherita- Il cuore faceva male, male da impazzire. Non capiva che con quelle parole mi feriva?
-Ha detto che si vede che lei mi rende felice e che...- Lo interruppi coprendomi le orecchie con le mani, mentre continuavo a scuotere la testa
-No, basta. Basta, non voglio più ascoltarti- Dissi alzandomi in piedi, pronta a dirigermi in bagno, ma prontamente la sua mano si avvolse attorno al mio polso, costringendomi a sedermi, o meglio, a sdraiarmi sul letto. Ero praticamente sopra di lui e riuscivo a sentire chiaramente il suo cuore che batteva in coppia con il mio. Sorrisi impercettibilmente. Il pensiero dei nostri cuori che battevano insieme mi diede, stranamente, una bellissima sensazione
-Tuo fratello non mi conosce poi così bene- Sussurrò ad un centimetro dalle mie labbra - Non è Margherita a rendermi felice- Continuò, con uno sguardo pieno di significato. Deglutìì, distogliendo lo sguardo
-Margherita ti stava cercando- Dissi, insultandomi mentalemente. Lui sorrise, prima di prendermi per il mento e costringermi a guardarlo negli occhi
-E io cercavo te- Lo guardai confusa. Il mio povero stomaco stava per emettere l'ultimo respiro -Se non sbaglio avevi detto che mi avresti aspettato- Continuò giocherellando con una ciocca dei miei capelli
-Sai che non potevo farlo- Dissi con una voce che non mi apparteneva. la voglia di baciarlo mi stava distruggendo
-Ma lo volevi, non è vero?- Ma perchè finivo sempre in questi giochi di parole così assurdi. Cercai di divincolarmi, ma le sue braccia dietro la mia schiena mi tenevano perfettamente inchiodata sopra di lui
-Mi spieghi cosa vuoi?- Gli chiesi leggermente nervosa. Lui sorrise, annientando così l'ultimo neurone in grado di resistere alla voglia di baciarlo. Mi avventai letteralmente sulle sue labbra, portando le mani sui bordi della sua maglietta. Gliela sfilai con poca fatica e presi a baciarlo nuovamente. Le sue mani mi slacciarono la cerniera del vestito, prima di sfiorare ogni più piccola parte della mia pelle. Gemetti per quel contatto che desideravo come nient'altro in vita mia. Lui si allontanò dalle mie labbra, sorridendo di nuovo
-Te- Disse con la voce accecata dal desiderio -E' te che voglio- Continuò, prima di riprendere a baciarmi. Sorrisi sulle sue labbra, ricambiando il bacio...
"Te...è te che voglio"...
Non c'era risposta migliore di questa.


____________________________________________________________

Salve a tutti!!!

Come va?

Questo capitolo è un pochino più corto degli altri, ma probabilmente il prossimo sarà abbastanza lungo.

Spero vi sia piaciuto.

Nonostante le cose non sembrano andare poi così male, nel prossimo capitolo le cose si faranno un pochino

più complesse, ma nel giro di qualche capitolo dovrebbero appianarsi :D

Ora vi saluto.

Ringrazio come sempre 

_Renesmee Cullen_ FedeKiryu  saketta  Jonas_sister

e  loveis4ever

per le loro splendide recensioni :D

Grazie mille!

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Capitolo 11
*** Giusto o sbagliato ***


Capitolo 10

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Capitolo 10

Giusto o sbagliato

 

 

 

 

 

 

Mi ha accarezzato i capelli
 e il mio cuore ha martellato così forte
 che ho pensato: se mi bacia muoio.
Purtroppo mi ha risparmiato.
- S. Benni -  

 

 

Non riuscivo a riflettere.
Sapevo che stavo facendo un errore. Sapevo che stavo sbagliando, ma non riuscivo a fermarmi. Non volevo fermarmi.
Mi sentitvo male per una sola ragione.
Leonardo e Margherita.
Sapevo che li avrei feriti, ma se mi fossi divisa da Lorenzo in quel momento, quella ferita sarei stata io. Volevo godermi ancora un po' quella sensazione meravigliosa che solo Lorenzo sapeva darmi. Sapevo che una volta sciolto il bacio, tutto sarebbe tornato come prima. Era inevitabile.
Mi appropriai per l'ultima volta delle sue labbra, prima di allontanarmi da loro. Rimasi a fissare quegli occhi stupendi, capaci di farmi perdere la ragione. Non sapevo proprio come avrei fatto a rinunciare a lui. Non sapevo come avrei fatto a rassegnarmi all'idea che di baci come quello...non ce ne sarebbero stati più.
Rimanemmo a guardarci intensamente negli occhi, respirando a fatica per via dell'intensità del bacio appena sciolto. Lo vidi deglutire, prima di scuotere la testa, chiudendo gli occhi. Deglutìì anche io, spostando lo sguardo verso la finestra alla mia sinistra. Era come se quel magico momento si fosse...spezzato.
Mi alzai in piedi cercando di non inciampare, mentre lui si sedette sul letto recuperando la sua maglietta
-E'...E' m-meglio che vada- Disse poi mordendosi le labbra. Io annuìì, abbassando lo sguardo. Non ruscivo a sostenere il suo senza affogarci dentro.
Si alzò in piedi e si infilò la maglietta. Dopodiché continuando a guardarmi si diresse verso la porta e uscìì.
Sola.
Sola di nuovo.
Mi diressi lentamente verso la porta e dopo aver appoggiato una mano sulla maniglia, mi lasciai cadere a terra contro di essa. Sospirai. Ero proprio una stupida. Mi ero lasciata baciare, illudendomi che poteva nascere qualcosa tra me e lui. Mi morsi le labbra alla ricerca di una minima traccia del suo sapore. Era stato di sicuro il bacio più bello della mia vita. Chiusi gli occhi portandomi le mani tra i capelli. Ma che cavolo avevo fatto di male?
Feci per alzarmi, ma proprio in quel momento sentìì un rumore fuori dalla porta. Mi alzai lentamente, indecisa se aprire o no. Alla fine cedetti e spalancai la porta, facendo cadere a terra Lorenzo
-Accidenti- Disse massaggiandosi la testa. Non potei trattenere una risata
-Mi spieghi che ci facevi seduto quì fuori?- Gli chiesi allungando una mano per aiutarlo a rialzarsi. Lui mi sorrise e strinse la sua mano alla mia
-E' un paese libero, o sbaglio? Ognuno sta dove vuole- Rispose distogliendo lo sguardo. Sbuffai mordendomi nervosamente le labbra. Non potevo fare a meno di fissare le sue, così incredibilemente morbide
-N-no no...hai ragione. Puoi stare dove vuoi- Dissi deglutendo, quando lo vidi avvicinarsi di qualche passo
-Posso...- Mi circondò la vita con un braccio -Stare...- Posizionò la mano tra i capelli -Dove...- Mi strinse completamente al suo petto -Voglio- Terminò, facendo aderire le sue labbra alle mie. Gli passai entrambe le braccia attorno al collo e cercai di avvicinarlo il più possibile a me. Ne avevo bisogno. Era una bisogno vitale. Incontrollabile. Innarrestabile.
Gli passai le mani tra i capelli, ma proprio in quel momento qualcuno bussò alla porta
-Ilaria, apri un secondo? Devo parlarti- La voce di quell'idiota di mio fratello si propagò per tutta la stanza. Guardai Lorenzo allarmata
-Cosa facciamo?- Mi chiese lui a bassa voce. Mi guardai attorno, prima di afferrarlo per un braccio e spingerlo sotto al letto
-Forza, vai lì sotto- Dissi spingendolo a terra. Ignorai le sue proteste e corsi ad aprire la porta
-Cosa vuoi?- Chiesi ad Alessandro, cercando di sistemarmi i capelli come meglio potevo
-Parlarti- Disse spostandomi per andare a sedersi sul letto. Cavolo! Eravamo nella merda fino al collo. Deglutìì richiudendomi la porta alle spalle
-E...e di c-cosa vorresti parlarmi?- Gli chiesi, prima di accorgermi della mano di Lorenzo che sbucava da sotto al letto. Corsi a sedermi anche io e la calpestai. Probabilmente aveva dovuto tapparsi la bocca per non gridare dal dolore, considerato che gli avevo centrato il dorso della mano con il tacco
-Di Lorenzo- Mi rispose Alessandro, apparentemente serio. Il cuore si fermò, si fermò totalmente, mentre il cervello prese ad escogitare le scuse più assurde per giustificare quella situazione
-C-c-co-cosa?- Mi portai una mano sul petto. Avevo il cuore a mille. Alessandro sospirò, giocherellando con il bordo di un cuscino
-Voglio parlarti di Lorenzo. Perchè fai quella faccia?- Mi tranquillizzai sospirando di sollievo. Se non altro non immaginava nulla
-Non faccio nessuna faccia- Risposi incrociando le braccia al petto -Perchè vorresti parlare di Lorenzo con me?- Gli chiesi poi, stringendo energicamente la collana che avevo al collo, per cercare di allentare la tensione
-Non sta bene. C'è qualcosa che lo preoccupa. Poco fa è venuto a parlarmi, faceva dei discorsi stranissimi. Io credevo che la sua preoccupazione riguardasse la sua storia con Margherita, ma credo ci sia dell'altro- Lo guardai sorpresa. Possibile che Lorenzo...fosse andato a parlare con Alessandro di noi due?
-Magari era semplicemente un po' confuso. Sono certa che se ci fosse
qualcosa che lo preoccupa te ne avrebbe già parlato. Tu sei il suo migliore amico- Risposi sorridendo. Alessandro ricambiò il sorriso e si alzò in piedi
-Hai ragione tu- Disse dirigendosi verso la porta, aprendola -Però...- Si voltò a guardarmi -Potresti tenerlo d'occhio? Nel caso capissi cos'ha...- Lasciò la frase in sospeso. Io annuìì
-Te lo dirò- Terminai la frase per lui. Alessandro mi sorrise di nuovo, prima di uscire dalla porta e chiudersela alle spalle di nuovo.
Mi lasciai andare ad un sospiro, prima di coprirmi il volto con le mani. Ero stanchissima. Era stata davero una lunga, lunghissima giornata
-Ma sei matta?- Mi chiese Lorenzo stringendosi la mano sinistra con la destra -Mi hai quasi fracassato una mano- Disse sventolandola in aria. Scrollai le spalle, prima di alzarmi in piedi e dirigermi  verso la mia valigia
-Se Alessandro ti avesse visto, adesso non avresti nulla da sventolare quindi ritieniti fortunato- Dissi afferrando il pigiama, prima di iniziare a camminare verso il bagno
-Aspetta- Mi fermò per un polso, facendomi avvicinare a lui -Per quello che è successo io...- Si interruppe accarezzandomi una guancia
-Tu sei il ragazzo di Margherita e io sono la ragazza di Leonardo. Noi due non abbiamo niente da chiarire- Dissi sforzandomi di non piangere. Lo so, ero stupida. Però restava comunque il fatto che Lorenzo non avrebbe mai e poi mai accettato di stare con me. Lui mi vedeva ancora come l'odiosa sorellina del suo migliore amico. Se mi aveva baciato era semplicemente per il fatto che...si era arreso all'idea che anche io ero cresciuta. Si era arreso al fatto che qualcosa di me gli importasse. Si era arreso al fatto di non riuscire più a vedermi come una sorella. Si era arreso al fatto di essere attratto da me, nonostante tutto
-Non dirlo- Sussurrò a poca distanza dalle mie labbra. Deglutìì, arrendendomi alle lacrime
-Cosa?- Gli chiesi asciugandone una che si era fermata sul mento
-Che sei la sua ragazza- Disse poggiando la fronte sulla mia. Questo ragazzo voleva uccidermi forse?
-Posso anche non dirlo, ma le cose stanno così. Lui è il mio ragazzo- Risposi, facendo pressione sul suo petto per allontanarlo, ma senza risultati
-Tu non sei sua e lo sai anche tu- Continuò sempre più vicino alle mie labbra. Certo che lo so! Razza di idiota. Di sicuro però non lo avrei mai confessato
-Lui...ci tiene a me- Dissi riuscendo ad allontanarlo. Lui sorrise, mordendosi il bordo del labbro inferiore. Sì, voleva uccidermi
-Lui forse si- Disse avvicinandosi di qualche passo a me -Ma tu? Tu, Ilaria? Tu lo ami?- Continuò cingendomi nuovamente la vita. Sussultai quando mi fece aderire completamente al suo petto
-Lo ami?- Mi chiese nuovamente, prima di cominciare a depositare dei baci per nulla casti sul mio collo. Sospirai di piacere, stringendo i suoi capelli tra le dita
-Lo ami?- Continuò quella meravigliosa tortura lungo il collo, fino ad arrivare alla mia spalla lasciata nuda dalle spalline troppo fine del vestito. Chiusi gli occhi, mordendomi le labbra quasi fino a farle sanguinare per non lasciarmi andare a delle urla di piacere. Incredibile come riuscisse a farmi diventare matta anche per la minima sciocchezza. Ero debole. Non ero in grado neanche di resistergli ed era l'errore più grande che stavo commettendo. Non potevo farmi manipolare così da lui
-Lo a...- Lo interruppi spingendolo via. Mi guardò sorpreso per un istante. Evidentemente non si aspettava che lo rifiutassi
-Non sono affari tuoi se amo o no il mio ragazzo- Dissi voltandomi per entrare in bagno
-E invece sì- Mi bloccai davanti alla porta del bagno, senza voltarmi -Sono anche affari miei-
-E perchè sarebbero affari tuoi, sentiamo- Mi voltai verso di lui incrociando le braccia al petto. Mi sorrise e fece per parlare
-Perchè io t...- La maniglia della porta si abbassò. Entrambi ci voltammo verso di essa, consapevoli di non poter chiarire almeno per quella sera
-Ila? Perchè ti sei chiusa dentro?- La voce di Arianna ci giunse alle orecchie. Sospirai chiudendo gli occhi. Speravo solo che vedendo Lorenzo in stanza con me non sospettasse nulla. Mi avvicinai alla porta e la aprìì, permettendo ad Arianna di entrare in camera
-Ma come mai ti sei...- Si interruppe accorgendosi di Alessandro -Scusate. Ho interrotto qualcosa?- Ci chiese lei, imbarazzatissima
-Ma no. Alessandro mi ha chiesto di...parlare con Lorenzo e quindi...no, non hai interrotto nulla. Lore, ci vediamo domani- Dissi avvicinadomi verso la porta del bagno
-A domani- Rispose lui uscendo dalla stanza, richiudendosi la porta alle spalle. Sospirai di sollievo, dopodiché afferrai nuovamente il pigiama ed entrai in bagno.

 


Mi rigiravo nel letto da almeno un'ora. Non riuscivo a prendere sonno. Continuavo a pensare a ciò che era successo con Lorenzo e non riuscivo a sentirmi neanche un po' in colpa. Ero una persona orribile. Mi voltai verso il muro, dopodiché chiusi gli occhi per cercare di conciliare il sonno, ma proprio in quel momento la porta della stanza si aprì lentamente. Strinsi il lenzuolo impaurita. E se fosse stato qualche manico? Chiusi nuovamente gli occhi, fingendo di dormire. Quando sentìì il letto abbassarsi e una mano posarsi sul mio fianco, spalancai la bocca per gridare, ma prontamente una mano mi coprì le labbra impedendomelo
-Shh...sono io- Sospirai sollevata e mi voltai socchiudendo gli occhi, fingendomi infastidita
-Ti sembra il modo di entrare nella camera di una povera ragazza indifesa che dorme?- Leonardo scoppiò a ridere e mi strinse contro il suo petto
-Povera ragazza indifesa? Come si vede che non ti conosci bene- Lo colpìì sul braccio, facendolo scoppiare a ridere. Ero piuttosto scarsa in quanto a difesa personale
-Non sei affatto divertente- Sussurrai per non svegliare Arianna. Leonardo mi sorrise, prima di baciarmi a fior di labbra
-Il tuo amico Marco russa- Disse stringendomi di più a sé
-Per questo sei venuto a farmi quasi prendere un infarto?- Gli chiesi sorridendo. Presi a solleticargli la mano che aveva  poggiata sul mio fianco
-Per questo e anche perchè mi mancavi- Sorrisi stringendolo più forte. Ora sì che stavo di merda. Mi sentivo tremendamente in colpa per quello che avevo fatto. Leonardo era il mio ragazzo ed io ero andata a baciarmi con un altro ragazzo. Ero davvero una persona orribile. Ero una traditrice
-Anche tu mi mancavi- Dissi chiudendo gli occhi. Era meglio che non lo avessi fatto. A far da ciliegina sulla torta era il sorriso di Lorenzo che mi era venuto in mente non appena li avevo chiusi
-Ti amo-
Come possono due parole riuscire a far fermare il cuore di una persona?

Leonardo Pastucci, il ragazzo con la lista di conquiste più lunga del mondo, il mio primo amore impossibile, aveva davvero detto quelle due paroline magiche alla sottoscritta?
A me, la ragazza più anonima della scuola?
Leonardo Pastucci si era davvero innamorato di me?
Cosa avevo fatto per farmi amare?
Deglutìì e chiusi gli occhi. Non parlai. Non risposi. Non potevo dire "anche io" quando il mio cuore batteva per un altro ragazzo. Non potevo dire "ti amo" a Leonardo, quando in realtà l'unico ragazzo a cui sognavo di dirlo era Lorenzo.
Lo strinsi più forte e affondai il viso contro al suo petto. Lui ricambiò l'abbraccio e mi baciò i capelli, accarezzandomi lentamente la schiena.
In quel preciso istante realizzai quanto è strana la vita. Avevo passato quattro anni della mia vita sognando questo momento. Avevo atteso per quattro lunghissimi anni che Leonardo, il ragazzo più corteggiato in tutta la scuola, il ragazzo che probabilmente non si era mai innamorato in vita sua, venisse da me e mi dicesse di amarmi.
Era successo.
Dopo quattro anni di amore a senso unico era successo.
Era successo e io continuavo solo ad immaginare la voce di un'altra persona. Gli occhi di un'altra persona. Le labbra di un'altra persona. Le mani, i capelli, il sorriso e il profumo di un'altra persona.
Io amavo un'altra persona.

 


Quando la mattina seguente aprìì gli occhi, mi resi conto che avevo dormito per tutta la notte abbracciata a Leonardo...
..."Ti amo "
Accidenti! Non avevo affatto sognato questa volta. Come avrei fatto a guardarlo negli occhi? Ero troppo imbarazzata.
Puntai il mio sguardo sui suoi occhi ancora chiusi. Sorrisi e poggiai  la testa sul suo petto, chiudendo nuovamente gli occhi. In fin dei conti non era poi tanto male stare così.
-Buongiorno- Disse Leonardo, continuando a tenere gli occhi chiusi. Sollevai la testa e lo baciai a fior di labbra
-Buongiorno- Risposi accarezzandolo. Dopodiché poggiai nuovamente la testa sul suo petto e chiusi gli occhi.
In quel preciso istante la porta della stanza si aprì e l'ultima persona al mondo che sarebbe dovuta entrare, entrò
-Che cazzo state facendo?- Chiese Lorenzo stringendo i pugni.
Mi misi a sedere immediatamente sul letto e puntai gli occhi su di lui, che ci guardava incredibilmente e inspiegabilmente incazzato
-Dormiamo, o meglio, dormivamo. Prima che un idiota venisse a disturbarci- Rispose Leonardo, mettendosi a sedere anche lui
-Ilaria, ma sei impazzita? Tuo fratello ti uccide se lo scopre- Disse rivolgendosi a me. Quando mi tornò in mente che lui aveva dormito insieme a Margherita, la rabbia e la gelosia presero il sopravvento
-Alessandro non è quì e nè io nè Leonardo diremo nulla. Ti pregherei di tenere la bocca chiusa, visto e considerato che questi non sono affari tuoi- Dissi togliendomi le coperte di dosso per alzarmi in piedi. Mi diressi verso il bagno, ma la mano destra di Lorenzo si avvolse al mio polso
-Non fare la ragazzina- Disse stringendo la presa. Lo guardai con un sorrisetto sarcastico, prima di fronteggiarlo
-Non ti ricordi? Io sono una ragazzina- Risposi cercando di liberarmi della sua presa.
Ero arrabbiata.
Ero arrabbiata perchè aveva passato la notte con Margherita e non con me.
Ero arrabbiata perchè avrebbe passato ogni notte con Margherita e non con me.
Ero arrabbiata perchè Leonardo mi aveva detto ti amo e non lui.
Ero arrabbiata perchè mi aveva baciata e mi aveva fatto innamorare di lui ancora di più.
-Perfetto. Le ragazzine non hanno il permesso per dormire con il proprio ragazzo- Lo guardai ferita, prima di togliermi le sue mani di dosso
-Non mi toccare!- Dissi allontanandomi -Perchè non te ne torni dalla tua ragazza e mi lasci in pace?- Gridai, dopodiché entrai in bagno e chiusi la porta a chiave.
Cosa diavolo voleva ancora?
Mi aveva baciato circa venti volte la sera prima, ciò nonostante aveva comunque trascorso la notte con Margherita.
Mi sedetti sul bordo della vasca e poggiai la testa al muro. Ero una povera scema.
Avevo paura. Avevo paura perchè avevo capito di amarlo troppo.
Mi presi la testa tra le mani e diedi sfogo alle lacrime. Cominciavo davvero a diventare una ragazzina piagnucolosa e tutto questo per colpa sua.
-Ilaria? Ilaria mi apri perfavore?- Disse Lorenzo bussando continuamente alla porta. Mi asciugai le lacrime con un gesto secco della mano, dopodiché aprìì la porta arrabbiata a morte
-Che vuoi?- Dissi incrociando le braccia al petto. Lui mi guardò negli occhi con sguardo sofferente, poi alzò la mano destra fino a toccare il mio viso per asciugarmi una lacrima
-Perchè piangi?- Mi chiese accarezzandomi i capelli
-Affari miei. Mi dice che vuoi?- Gli chiesi di nuovo, togliendomi bruscamente la sua mano di dosso
-Posso sapere che cazzo avete fatto tu e quell'idiota?- Mi chiese lui incrociando le braccia. Sorrisi amareggiata
-Come ti permetti di farmi queste domande? Sono affari miei, capito? Io non vengo da te a chiedere cosa fai con la tua ragazza. E poi dov'è Leonardo?- Gli chiesi cercando di uscire dal bagno, ma lui era praticamente davanti alla porta e mi era impossibile passare
-Gli ho detto che era meglio se spariva.- Mi rispose senza spostarsi minimamente -Quindi avete fatto sesso?- Mi chiese contraendo la mandibola
-Se anche fosse?- la "e" finale si perse nel nulla, visto il rumore fortissimo del pugno che Lorenzo aveva appena dato alla porta
-Maledizione!- Disse a voce alta, continuando a stringere i pugni -Maledizione Ilaria- Disse di nuovo abbassando la voce e avvicinandosi al mio viso. Sussultai quando le sue mani si posarono ai lati del mio viso -Perfavore dimmi che non l'avete fatto- Continuò accarezzandomi la guancia. Chiusi automaticamente gli occhi e strinsi i pugni. Non riuscivo a trattenere la voglia che avevo di baciarlo -Lo avete fatto o no?- Mi chiese solleticandomi il collo con il naso. Deglutìì stringendo ancora di più i pugni, pungendomi i palmi delle mani con le unghie -Lo avete fatto, Ilaria?- Questo ragazzo giocava sporco. Percorse con le mani la mia schiena, fino ad arrivare al bordo della maglietta del pigiama, dopodiché me la sfilò -Ila...lo avete...-
-No, non l'abbiamo fatto- Lo interruppi con una voce che non mi apparteneva. Riaprìì gli occhi e notai che sul suo volto si era dipinto un sorriso. Automaticamente sorrisi anche io, prima di afferrare il bordo della sua maglietta per sfilargliela. La gettai a terra e mi avvicinai al suo viso, in particolare alle sue labbra per baciarlo.
Lui mi sorrise nuovamente e mi sfiorò le labbra con le sue
-Lore!- La voce di Margherita che si faceva sempre più vicina, ci fece tornare in noi. Sgranai gli occhi e mi allontanai recuperando la mia maglia. Lorenzo fece la stessa cosa, dopodiché si diresse verso la porta del bagno per uscire. Prima di farlo si voltò a guardarmi e mi sorrise
-Ci vediamo quì dopo aver fatto colazione, ok?- Mi chiese continuando a guardarmi. Senza nemmeno pensarci, ricambiai il sorriso e annuìì. Dopodiché Lorenzo si diresse fuori dalla mia stanza.

 

 

Dopo essermi preparata (Qui) scesi in sala per fare colazione.
Lorenzo era seduto accanto a Margherita che a sua volta era seduta accanto a Giuliana, sua cugina. Di fronte Marco si teneva la testa tra le mani, mentre mio fratello continuava a giocare con il cellulare.
Di Arianna e di Leonardo nemmeno l'ombra.
Mi sedetti accanto a Marco, sentendo lo sguardo insistente di Lorenzo su di me
-Marcolino che ti è successo?- Gli chiesi afferrando un cornetto. Lui alzò la testa puntando i suoi occhi nei miei
-Diciamo che ieri sera ho bevuto qualche bicchierino di troppo- Mi rispose, poggiando la testa sul tavolo. Sorrisi accarezzandogli la spalla
-Vuoi che ti prenda qualcosa. Un'aspirina o...-
-No, ti ringrazio. Tra poco passerà. Spero- Mi rispose coprendosi la testa con le mani. Sorrisi di nuovo, prima di addentare il mio cornetto
-Ciao amore mio- Leonardo mi afferrò il viso e mi baciò a fior di labbra. Sorrisi imbarazzata. Sapevo che Lorenzo ci stava guardando
-Hei hei hei, bambolottino tieni a bada gli ormoni- Disse mio fratello alzandosi in piedi e afferrando Leonardo per un braccio. Sbuffai contrariata e incrociai le braccia al petto
-Alessandro, la smetti di rompere- Dissi assottigliando gli occhi
-No mia cara. Tu sei sotto la mia responsabilità, perciò devi...-
-Ma smettila, sei ridicolo. Ho diciotto anni faccio quello che voglio- Lo interruppi alzandomi in piedi
-Per tua informazione ne hai diciassette ancora per un mese, quindi no, non fai quello che vuoi- Scossi la testa, dopodiché mi voltai e mi diressi nella mia stanza.
In realtà, se me l'ero presa così tanto era perchè sapevo che Alessandro non avrebbe mai permesso a Lorenzo e a me di stare insieme. Per lui ero ancora una ragazzina scema che non poteva avere un ragazzo e questo mi faceva imbestialire.
Mi richiusi la porta della mia stanza alle spalle e mi gettai a peso morto sul letto. Uffa, che situazione del cavolo
-Ila? Che hai?- Arianna uscì dal bagno e si sedette accanto a me sul letto. Sbuffai mettendomi a sedere anche io
-Niente. Quel cretino di mio fratello mi impedisce di stare insieme a L...a Leonardo- Dissi incrociando le braccia al petto
-Effettivamente è parecchio apprensivo- Rispose lei, poggiandomi una mano sulla spalla
-Già, è un rompiscatole- Continuai sdraiandomi nuovamente
-Scendo un secondo giù per fare colazione. Quando risalgo andiamo a farci un giro?- Mi chiese Arianna afferrando la borsa
-Si, certo. A dopo- Le risposi.
Sospirai poggiandomi un braccio sopra la fronte. Le cose erano cambiate, così, all'improvviso, inesorabilmente. Senza un preavviso. Non mi aspettavo di certo che qualcuno venisse da me e mi dicesse "Mi dispiace cocca, ma ti sei innamorata della persona che più detesti. Del migliore amico di tuo fratello. Del ragazzo della sorella della tua migliore amica. Di Lorenzo...", però mi aspettavo un preavviso da parte mia. Dentro di me. Una specie di sensazione, di nodo allo stomaco, di groppo alla gola che mi faceva presagire un qualche cambiamento. Invece niente. Un giorno, semplicemente mi sono svegliata ed ero innamorata di lui. Un giorno ho aperto gli occhi e ho avvertito qualcosa, qualcosa che somigliava alla...mancanza. Ho avvertito che mi mancava qualcosa, o meglio qualcuno. Quel qualcuno era Lorenzo.
Mi ero innamorata di Lorenzo senza nessun preavviso, semplicemente era successo e la cosa peggiore era che non c'era alcuna soluzione a tutto questo.
Riaprìì gli occhi sospirando, dopodiché mi alzai e mi diressi in bagno.

 

 

 

Lorenzo P.O.V

 

Mi alzai da tavola e uscìì fuori a prendere una boccata d'aria. Dovevo assolutamente parlare con Ilaria. Dovevo assolutamente confessarle cosa provavo.
Dovevo dirle che l'amavo, forse da sempre. Una parte di me aveva sempre saputo che quel giorno sarebbe arrivato. Avevo sempre saputo che prima o poi mi sarei reso conto di essere innamorato di lei.
Mi rendevo perfettamente conto che era sbagliato. Non era sbagliato il fatto che fossi innamorato di lei, ma era sbagliato il fatto che fossi innamorato della sorella minore del mio migliore amico. Era sbagliato il fatto che fossi innamorato della migliore amica della sorella della mia ragazza. Era sbagliato che avessi una ragazza, quando in realtà ne amavo un'altra. Era sbagliato che fossi innamorato di una ragazza già impegnata con un altro ragazzo.
Era sbagliato il fatto che non mi sentivo neanche un po' in colpa. L'unica cosa a cui pensavo in quel momento era a quanto fosse giusto quello che provavo per lei, nonostante non lo fosse neanche lontanamente
-Ehi amico, tutto ok?- Alessandro mi diede una pacca sulla spalla e si sedette insieme a me su una staccionata che si trovava nel giardino dell'hotel
-Sì è tutto ok- Risposi sospirando
-Lore mi dici che hai?- Alzai lo sguardo e notai che Alessandro aveva assunto un'espressione molto seria...
"Sono innamorato di tua sorella"...
-Ma niente, cosa vuoi che abbia?- Risposi alzandomi in piedi
-Sei strano. Ho l'impressione che tu mi stia nascondendo qualcosa- Scossi la testa abbassando lo sguardo
-No amico, non ti nascondo nulla- Dissi voltandomi
-Lore?- Mi richiamò Alessandro
-Dimmi-
-Che te ne pare di Leonardo? Secondo te va bene per Ilaria?- Strinsi i pugni fino a far diventare le mie nocche bianche
-Sì, secondo me sì. Ora rientro prima di diventare un ghiacciolo- Risposi infine, voltandomi di nuovo e rientrando in hotel.
Ormai lo avevo capito. Avevo capito quanto fosse sbagliato.
Avevo capito che tra me e Ilaria....non poteva esserci nulla. Non importava quanto potesse essere giusto per noi due. La verità era che per il resto del mondo era sbagliato.

 

Ilaria P.O.V



Dopo qualche minuto uscìì dal bagno e non appena aprìì la porta trovai Lorenzo sdraiato sul mio letto con le braccia incrociate dietro alla testa
-Ma come hai fatto ad entrare?- Gli chiesi sussultando
-Piccola Ilaria, non sei sveglia come pensavo. Sono entrato dalla porta- Mi rispose mettendosi a sedere. Deglutìì e mi strinsi contro il muro
-Lo so che sei entrato dalla porta, ma credevo fosse chiusa a chiave- Risposi arrotolandomi una ciocca di capelli tra le dita. Mi sorrise, prima di alzarsi in piedi. Si avvicinò molto (troppo) lentamente a me. Istintivamente gli poggiai le mani sul petto, per cercare di allontanarlo un po'
-Invece era aperta, perfortuna- Mi sussurrò all'orecchio. Chiusi gli occhi sospirando. Io prima o poi sarei morta
-D-di co-cosa dobbiamo parlare?- Gli chiesi deglutendo. Credevo veramente che le cose potessero sistemarsi. Credevo che Lorenzo finalmente si fosse reso conto di ciò che provava per me. Credevo che si fosse reso conto di cosa provavo io.
Quanto mi sbagliavo.

_________________________________________________
Hola!!!
Prima che mi uccidiate, vorrei tranquillizarvi dicendo che
le cose si sistemeranno prima del previsto, prometto :D
D'altra parte non potevo far andare le cose per il verso giusto così presto, non credete?
Prometto che tra un paio di capitoli la situazione si stabilirà parecchio :D
Come al solito vi ringrazio tantissimo, sono davvero felice che la storia vi piaccia, dico sulserio :D
Un ringraziamento speciale va come sempre a 

_Renesmee Cullen_ FedeKiryu  saketta  Jonas_sister

e  loveis4ever

Alla prossima!!!!!!!!!!

 

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Capitolo 12
*** La perfezione ***


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Capitolo 11

La perfezione

 

 

"Com'è cominciato?" disse.
"Non posso dire l'ora precisa, il luogo, lo sguardo,
le parole che stanno alla base di tutto.
 Mi ci sono trovato nel mezzo
 prima di accorgermi che fosse iniziato".

- Jane Austen -

 

 

Credo di essermi innamorato di lei
fin dal primo momento.
Non saprei spiegare perché.
Chi lo sa. A volte accade:
quando gli occhi di una persona non si limitano a guardarti,
 ma ti assorbono,
ti introducono in un tunnel
dove puoi soltanto abbracciarti alla vertigine.

- D. Trueba -

 

 

 

 

Entrai in cucina per bere del succo di frutta. Erano passati esattamente cinque giorni dalla sera in cui io e Lorenzo avevamo "chiarito" le cose. Eravamo al sei di Gennaio e l'indomani Giuliana, la cugina di Arianna e Margherita, si sarebbe sposata.
Avevo cercato di evitare Lorenzo il più possibile dopo quella fatidica sera. Per i primi due giorni c'ero anche riuscita, ma purtroppo Giuliana aveva
affittato un enorme chalet privato per ospitare la sua intera famiglia ed eravamo stati costretti a lasciare tutti quanti l'albergo per stabilirci in quell'enorme casa.
Aprii il frigo e dopo aver preso un bicchiere, versai il succo di frutta al suo interno
-Ehi!- Sobbalzai facendo quasi cadere il bicchiere a terra e rischiando quasi di strozzarmi


-Mi dispiace Ila, io non so cosa mi sia preso in questi giorni. L'unica cosa che so è che abbiamo fatto un errore. L'unica cosa che so è che io sono...sono- Non avevo mai visto Lorenzo in quello stato. Sembrava quasi che stesse per piangere. Chiuse gli occhi e continuò a parlare -Sono innamorato di Margherita- Disse voltandosi velocemente e muovendosi verso la porta. Una più che giustificabile rabbia mi invase. Mi alzai in piedi e lo afferrai per  la camicia, costringendolo a voltarsi di nuovo
-Dimmelo in faccia. Guardami negli occhi e dimmi...- Mi interruppi, avvicinandomi alle sue labbra -Dimmi che ami Margherita- Continuai sfiorandole con le mie. Lo sentìì trattenere il respiro e mi accorsi che continuava a deglutire nervosamente -Dimmelo Lorenzo- Continuai, prendendo ad accarezzargli il petto, lasciato scoperto da alcuni bottoni slacciati della camicia
-Io...- Oh mio Dio, quella era davvero la sua voce? Sembrava che stesse per emettere l'ultimo respiro -Io...- Sorrisi compiaciuta, quando feci scorrere le mani fino ad arrivare al bordo dei suo jeans e lo sentìì sussultare. Mi avvicinai ancora di più ed eliminai la distanza tra le nostre labbra. Lorenzo ricambiò il bacio e mi allacciò le braccia attorno alla vita, stringendomi di più contro di lui. Mi fece aderire alla parete e mi portò le mani tra i capelli. Sorrisi e lo strinsi maggiormente a me. In quel preciso istante Lorenzo si allontanò bruscamente e si voltò, dandomi le spalle
-Ascoltami, io amo Margherita. Puoi anche non crederci, ma è così- Disse, prima di cominciare a camminare verso la porta. Una volta uscito se la
richiuse alle spalle. Io mi sedetti a terra, ma non piansi. Non ne avevo nè la forza nè la voglia.



-Ma sei impazzito? Mi hai fatto prendere un colpo- Dissi vedendo che la persona responsabile della mia quasi morte, era Lorenzo
-Non fare la melodrammatica! Volevo semplicemente chiederti di lasciarmene un po'. Ogni volta che ho voglia di succo mi accorgo che è finito- Mi rispose lui prendendo un bicchiere dalla credenza
-Stai insinuando che sono io a finirlo?- Mi guardò sorridendo e, dopo essersene versato un po', si avvicinò a me
-Cin!- Disse facendo scontrare i nostri bicchieri. Dopo aver bevuto tutto d'un sorso il contenuto del bicchiere, si voltò e fece per andarsene
-Aspetta!- Lo richiamai. Non sapevo nemmeno io cosa volevo dirgli
-Dimmi- Mi rispose lui vedendo che non accennavo a parlare
-Per quello che....che è successo l'altro giorno...Bhe insomma...non c'è bisogno di...-
-Hai ragione, non c'è bisogno di parlarne ulteriormente, giusto?- Mi chiese sorridendo. Mi costrinsi ad annuire. Dopodiché lo guardai allontanarsi. Ero incapace di muovermi. Quelle sue parole bruciavano più del fuoco. Come poteva non aver significato nulla quello che era successo?
Probabilmente ero solo un'illusa. Un'illusa incapace di dimenticare, mentre lui era un maledettissimo nodo che si rifiutava categoricamente di andare via.
Mi sembrava così assurdo il fatto che non riuscissi a dimenticarlo dopo tutto il male che mi aveva fatto, seppur inconsciamente.
La cosa che più mi dispiaceva era che, se solo lui mi avesse dato un'opportunità, magari si sarebbe innamorato di me.
Misi il bicchiere nel lavello e uscii dalla cucina per tornare in camera mia
-Oh Ilaria! Perfortuna che ti ho incontrata- Margherita mi venne incontro come una matta. Involontariamente sbuffai. Ultimamente non sopportavo di vederela
-Che succede?- Chiesi esaminandomi le unghie. Non riuscivo a guardarla in faccia. Era più forte di me. Se da una parte mi sentivo in colpa per
essermi innamorata del suo fidanzato, dall'altra provavo fastidio. Ero infastidita dal suo amore perfetto e completamente ricambiato.
-Stò cercando Arianna come una matta. L'hai vista?- Mi chiese aprendo la sua pochette ed estraendone il suo I- Phone
-No. Perchè? Che succede?- Iniziai a battere un piede sul pavimento nervosamente, in attesa di una sua risposta che non accennava ad arrivare, visto che era occupatissima a smanettare con il cellulare
-Niente, non mi risponde neanche Lorenzo- A quel nome sentii lo stomaco contorcersi
-Ascolta Ila, dovresti farmi un enorme favore. Giuliana ha dimenticato le fedi nuziali a casa. Devo tornare a Roma per prenderle e ho bisogno che Arianna mi accompagni. Potresti cercare Lorenzo e dirgli che torniamo domattina?- Sgranai gli occhi sorpresa
-Cosa? Ma stasera c'è la cena di prova e...-
-Lo so, però devo andare per forza io. Sono la sua damigella e sò dove si trova casa sua. Perfavore. Sò che ti sto chiedendo un enorme favore, visto che non fai nemmeno parte della famiglia, però ti conosco da sempre e mi fido ciecamente di te. Per me sei come una sorella- Incredibile. Con quelle parole era riuscita a farmi sentire un autentico schifo
-O-ok. Ma cosa vuoi che faccia?- La vidi illuminarsi
-Devi semplicemente sostituirmi per questa sera. Fatti aiutare da Lorenzo-
-Ma veramente...-
-Grazie! Ti devo un enorme favore- Mi interruppe baciandomi sulla guancia, dopodiché corse via.
Ci mancava solo questa. Dovevo passare l'intera serata sola con Lorenzo. Potevo essere più sfortunata di così?
-Dove va Margherita così di corsa?- Evidentemente sì. La sfortuna non è mai troppa. Guardai Lorenzo emettendo un enorme sospiro, dopodiché gli raccontai tutto
-Io e te da soli? Fantastico- Disse senza un minimo d'entusiasmo. Era incredibile. Riusciva a farmi stare male anche con una semplice parola
-Se ti dà così fastidio, puoi anche farne a meno. Io non ho di certo bisogno della balia- Dissi voltandomi e incamminandomi verso la mia camera
-Ilaria! Ilaria aspetta!- Non mi voltai. Ignorai categoricamente il suo richiamo. Mi aveva ferita, più di una volta. Ed ora ero veramente stufa.

 

Non appena entrai in camera, mi lasciai cadere sul letto. Ero davvero stanca. Ma chi me lo aveva fatto fare di accettare l'invito a quel dannato matrimonio?
-Che succede, Ila?- Mi chiese Marco entrando nella mia stanza
-Niente. Sento semplicemente la mancanza di casa- Risposi mettendomi a sedere
-Bhè, devi resistere ancora due giorni. Dopodomani potrai tornare nuovamente nella tua accogliente casetta- Mi disse sorridendo e mettendosi a sedere vicino a me
-Già. Non sai quanto lo desideri- Risposi guardando fuori dalla finestra. D'un tratto sentii la sua mano sulla spalla, dopodiché mi avvicinò a lui, facendo poggiare la mia testa al suo petto
-Sai che puoi contare sempre su di me- Lo guardai e gli sorrisi. Prima che potessi replicare, la porta della mia stanza si aprì
-Oh! Scusate- Disse Lorenzo imbarazzato al massimo. Io puntai i miei occhi nei suoi e notai un'espressione indecifrabile -Disturbo?- Chiese con una lieve stonatura nella voce
-N...-
-Si. Per la verità, si- Dissi interrompendo Marco, che mi guardò sorpreso
-Volevo solo dirti...che se vuoi, stasera...possiamo andare al ristorante insieme- Mi chiese estremamente irritato
-No, non importa. Vado insieme a Leonardo- Risposi guardandolo negli occhi. Lorenzo annuì, inspiegabilmente infastidito, dopodiché uscì senza nemmeno salutare.
Solo in quel momento mi accorsi che stavo trattenendo il respiro, così me ne concessi uno di sollievo, prima di gettarmi all'indietro sul materasso con gli occhi chiusi. Li riaprii sentendomi osservata
-Che c'è'?- Chiesi facendo la finta tonta
-Niente. E' solo che...quand'è che a Leonardo è scesa la febbre? Comincio
a preoccuparmi per la mia memoria- Scoppiai a ridere, colpendolo con un cuscino. Da quando avevamo lasciato l'albergo per sistemarci nello chalet, Leonardo si era preso l'influenza, con tanto di febbre a quaranta ed era stato costretto a passare le giornate al letto
-Scemo! E' solo che...non mi andava di andare con lui. Non mi è molto simpatico. Mi sembra logico che sarai tu ad accompagnarmi- Risposi. Avevo mentito. Lorenzo mi era tutto fuorchè antipatico. Anche se a volte riusciva ad essere davvero insopportabile
-Lui e Margherita stanno ancora insieme, vero?-
-Si- Risposi abbastanza scocciata -Perchè?- Continuai, cercando di calmarmi. Ci mancava solo che Marco capisse qualcosa, per firmare la mia condanna a morte
-Non lo so. Mi è sembrato un po'...- Lo guardai confusa
-Un po'?-
-Un pochino...geloso- Scoppiai a ridere nervosamente. Figuriamoci se Lorenzo era geloso di me
-Oh mio Dio, Marco! Capisco che sia un bel ragazzo, ma che sia addirittura riuscito a farti diventare gay, mi sembra esagerato- Scherzai per sdrammatizzare
-Scema! Intendevo che...sembra geloso di te- Sgranai gli occhi e cercai di inghiottire quel flotto di saliva presente all'interno della mia bocca, che però, vista la situazione non accennava a scendere
-Tu stai delirando. Sicuro di non avere la febbre? Forse Leonardo ti ha contagiato?- Mi alzai dal letto nell'imbarazzo più totale, dopodiché presi il mio BlackBerry per vedere se avessi qualche messaggio da parte di Arianna
-Pensa pure quello che vuoi, ma sono più che certo che è geloso- Mi voltai a guardarlo, facendomi improvvisamente seria
-Come fai ad esserne così certo?- E un applauso per la deficente dell'anno va a...me chiaramente
-Sveglia! Sono un ragazzo, certe cose si capiscono. Anche io mi comporto così quando vedo t... una ragazza che mi piace abbracciata ad un altro- Mi
rispose aprendo la porta della mia camera e facendo per uscire, improvvisamente imbarazzato
-C'è una cosa che non mi spiego- Disse voltandosi verso di me. Trattenni il respiro, credendo che avesse capito qualcosa
-Come fa ad essere geloso di te. Quel ragazzo ha bisogno di un paio di occhiali- Mi rispose scoppiando a ridere come un cretino. Afferrai il cuscino e glielo lanciai con tutta la forza che avevo in corpo. Sfortunatamente riuscì a schivarlo
-Ci vediamo stasera, mademoiselle- Continuò richiudendosi la porta alla spalle. Mi sedetti sulla sedia della scrivania scuotendo la testa…
…"Pensa pure quello che vuoi, ma sono più che certo che è geloso"…
Scrollai la testa per scacciare via quelle parole. Figuriamoci se Lorenzo era geloso di me. Si vedeva lontano un miglio che l'unica di cui gli importava era Margherita. Dovevo soltanto accettare che, non solamente per il fatto che Lorenzo si trovasse nel mio cuore, doveva trovarsi automaticamente anche nella mia vita. La mia era soltanto un'insensata speranza. Un amore senza senso. Dovevo smetterla di pensare a lui, perchè lui non pensava a me.
La cosa che mi faceva più rabbia era che, non c'era uno stramaledettissimo rimedio a tutto quello. I poeti e gli scrittori sono solo in grado di raccontare dell'amore e di come una persona lotta per vederlo trionfare, ma non spiegano un accidenti su come fare quando l'amore non è corrisposto. Come fare quando al centro dei pensieri di una persona c'è un amore impossibile. Non spiegano mai cosa fare se trovi il tuo Romeo ma tu non sei la sua Giulietta. Se lui è il tuo Mr Darcy ma tu non sei la sua Elizabeth. Se...Ok, il concetto era chiaro.
Lorenzo era la conferma che l'amore non porta niente di buono, che fa solo piangere e star male. Che è uno spreco di energie. Che è controproducente. Per citare una delle mie canzoni preferite "L'amore è una cosa da niente, non è come ti fanno credere", nessuna frase potrebbe essere più azzeccata di questa.
Non capivo. Non capivo quale scopo avesse l'amore. Non capivo perchè gli fosse concesso tutto questo potere. Cioè quello di distruggere le persone. Non farle ragionare più. Farle solo stare male.
A volte quando vedevo Lorenzo, avevo voglia di dirgli tutto, ma poi in me subentrava la paura. La mia era una situazione complicatissima. Se avessi confessato cosa provavo per lui, avrei automaticamente perso la mia migliore amica, che si sarebbe schierata logicamente dalla parte di sua sorella. Senza contare il fatto che, nonostante Margherita non mi fosse simpaticissima, sarei stata davvero male se avesse cominciato ad odiarmi.
Mi alzai dalla sedia e mi gettai nuovamente sul letto. Non ne potevo più di quella situazione. Volevo tornare a casa mia e tornare a fare quello che stavo facendo prima di quella maledettissima festa di Natale.
Perchè? Perchè a me? Non resistevo più. Non ce la facevo più. Mi sentivo in trappola. Non riuscivo a respirare. Non sapevo più come si faceva a ridere. Mi faceva male e lui neanche se ne accorgeva. Il piede di un gigante sopra di me avrebbe fatto meno male di quanto me ne faceva il suo comportamento. La cosa peggiore era che lui non capiva.
Lui non capiva quanto stavo male.
Lui non capiva che stavo male a causa sua.

 


Alle otto in punto ero pronta.
Presi la borsa e mi incamminai verso la camera di Marco, ma sfortunatamente incrociai l'ultima persona che avrei dovuto incontrare nel corridoio
-Ciao- Mi disse Lorenzo, visibilmente imbarazzato
-Ciao- Risposi abbassando lo sguardo
-Sei bellissima- Arrossìì come un peperone. Dopodiché puntai il mio sguardo su di lui e sorrisi
-Grazie-
-Mi dispiace per oggi pomeriggio. Mi dispiace anche per l'altra ser...- In quel preciso istante la porta della stanza di Marco si spalancò
-Ops- Disse, alternando lo sguardo da me a Lorenzo -Interrompo qualcosa?- Chiese guardandomi. Scossi la testa sospirando, dopodiché tornai a guardare Lorenzo
-Allora ci vediamo al ristorante- Disse lui, voltandosi e incamminandosi verso le scale
-Tutto ok?- Mi chiese Marco, una volta rimasti soli. Mi sforzai di sorridere
-Certo. Andiamo, altrimenti facciamo tardi- Dissi superandolo.
In realtà niente andava bene. Era tutto un enorme disastro senza via d'uscita.
Ma perchè era così difficile dimenticare una persona che non faceva altro che farmi stare male?
Perchè invece era stato così facile innamorarsi di Lorenzo?
Se me lo avessero detto qualche mese prima non ci avrei creduto, invece sbagliavo. Io ero sempre stata innamorata di Lorenzo. Forse era proprio quello il problema.
Io lo avevo sempre amato, mentre lui non lo aveva mai fatto e non lo avrebbe mai fatto.
Di questo ne ero certa.

 


Arrivammo al ristorante verso le otto e dieci. Giuliana mi venne incontro più agitata che mai
-Ilaria, perfortuna che tu ci sei- Prese un bel respiro e si lasciò cadere sulla sedia, poggiando la testa sul tavolo
-Ehi, respira. Andrà tutto bene, vedrai- Dissi poggiandole una mano sulla spalla -In fin dei conti ti sposi domani non questa sera. Ora prendi un bel respiro e sorridi. E' soltanto la cena di prova, per le crisi di panico c'è tempo- Continuai sorridendo. lei ricambiò il sorriso e si alzò in piedi
-Grazie mille- Mi rispose, prima di raggiungere gli altri invitati.
Mi guardai un po' attorno. Ero piuttosto imbarazzata. Mi sentivo fuoriluogo più che altro.
Individuai Marco e lo raggiunsi al tavolo. Mi sedetti, lisciandomi la gonna dle vestito
-Ehi?- Alzai gli occhi e trovai Marco intento a guardarmi -Va tutto bene?- Mi chiese bevendo un sorso d'acqua
-Diciamo di sì- Risposi
-Che c'è? Ti manca il bambolotto?- Sorrisi capendo che si riferiva a Leonardo. in realtà non era lui il bambolotto, volevo dire, non era lui il ragazzo in questione
-Sì...sì mi manca Leonardo- Risposi più a me stessa che a lui
-Coraggio, pensa che mancano solo un'infinità di portate prima di arrivare al dolce. Dopodiché potremmo andarcene- Sorrisi di nuovo, sistemandomi i capelli dietro le orecchie
-Ti ringrazio Marcolino. Tu riesci a tranquillizzare le persone alla perfezione. Ti pregherei di non parlare con la sposa, altrimenti domani lo sposo sarà costretto a sposarsi con un ologramma- Marco scoppiò a ridere, iniziando a tossicchiare per dell'acqua andatagli per traverso.
Sorrisi anche io, scuotendo la testa
-Menomale, ecco gli antipasti- Tre camerieri si avvicinarono al nostro tavolo, che condividevamo con altre quattro persone sconosciute. Dopodiché iniziarono a servire gli antipasti.
In realtà non avevo molta fame, ma mi costrinsi lo stesso a mangiare. La serata sarebbe stata lunghissima enon volevo di certo svenire davanti a tutti. Ero già abbastanza imbarazzata.

 

Dopo circa un paio d'ore i camerieri continuavano a servirci portate su portate. Mancava davvero poco e la chiusura lampo del mio vestito sarebbe esplosa
-Marco, scusami un secondo. Vado in bagno- Dissi alzandomi. Lui annuìì, tuffandosi nuovamente in un qualche tipo di alimento che non avevo la forza di identificare.
Entrai in bagno e notai che c'era una fila immensa. Mi poggiai contro il muro e chiusi gli occhi.
Quando li riaprìì notai che il bagno si era svuotato. Mi avvicinai al lavandino e mi sciacquai le mani. Non avevo visto Lorenzo per tutta la sera.
Cominciavo seriamente a credere che non fosse venuto.
Mi diedi una ritoccata al lucidalabbra, dopodiché aprìì la porta e feci per uscire, ma mi trovai Leonardo davanti
-E tu che ci fai quì?- Gli chiesi piuttosto sorpresa
-Mi ero rotto di stare a casa, così ti ho raggiunta. Perchè, ti dispiace?- Mi chiese allacciandomi le braccia attorno alla vita. Scossi la testa e ricambiai l'abbraccio
-No, no. E' che fino a ieri avevi la febbre alta e non è il caso che...- Mi interruppe avventandosi sulle mie labbra
-Guarisco più in fretta se ci sei tu- Disse facendomi aderire al muro. Ricambiai il bacio con poco trasporto. Cominciavo seriamente a credere che la mia storia con Leonardo fosse giunta di già al capolinea. Da quando avevo baciato Lorenzo mi ero resa conto di voler baciare solo lui e, anche se mi dispiaceva per Leonardo in una maniera incredibile, non potevo più stare con lui, non così. Non se amavo un'altra persona
-Leonardo...- Dissi staccandomi da lui
-Dimmi- Mi rispose continuando ad accarezzarmi la guancia e a lasciarmi dei baci a fior di labbra
-Io....noi non...- In quel momento la porta del bagno si spalancò. Mio fratello entrò e afferrò Leonardo per il colletto della camicia
-Ehi bambolottino, questo è il bagno delle femmine. Tu non sei una femmina, non ancora, ma se vuoi ti aiuto io- Disse tirandolo fuori. Chiusi gli occhi sospirando e quando li riaprìì mi trovai gli occhi furenti di Lorenzo davanti
-Che cazzo stavate facendo?- Mi chiese entrando in bagno, richiudendosi la porta alle spalle
-Sei nel bagno delle femmine- Risposi allontanandomi da lui
-Non mi hai risposto-
-Forse perchè non meriti risposta. Forse perchè non ti riguarda- Risposi voltandomi di spalle
-Mi riguarda eccome- Mi prese per il polso, costringendomi a voltarmi
-No! No invece. Non ti riguarda per niente- Dissi togliendomi le sue mani di dosso -Cosa sei per me? Lorenzo, che ruolo occupi nella mia vita? Chi sei per chiedermi cosa faccio o non...- Non potei continuare, visto che mi
ritrovai con le sue labbra sulle mie e le sue mani dappertutto. Cercai di spingerlo via, ma era fatica sprecata. Così lo afferrai per i capelli e lo tirai indietro
-No, tu non...- Mi interruppe baciandomi di nuovo. Così non mi rimase che mordergli le labbra. Mugulò di dolore e si allontanò appena, sfiorandosi le labbra con le dita
-Dimmi cosa cavolo vuoi da me? Sei stato tu a dirmi di essere innamorato di Margherita. Sei stato tu a dirmi che quel bacio non era significato niente. Perciò, cosa accidenti vuoi? Vuoi che mi umili un altro po'?- Dissi fuori di me dalla rabbia. Lui scosse la testa, ma io non me ne accorsi -Vuoi sapere cosa stavo facendo con Leonardo? Bhè, io stavo...- Mi interruppi quando mi afferrò per la vita
-Cosa? Cosa stavate facendo?- Mi chiese stringendomi le spalle
-Lo stavo lasciando- Dissi tutto d'un fiato. Lorenzo alzò gli occhi e io automaticamente li abbassai
-Perchè?- Mi chiese continuando a guardarmi -Ilaria, perchè lo volevi lasciare?- Mi prese per il mento, costringendomi a guardarlo negli occhi
-Non lo so, forse perchè sono una stupida. Una stupida che non è in grado di dimenticare- Dissi allontanandomi da lui, dopodiché presi a camminare verso la porta
-Ilaria- Mi chiamò lui. Mi bloccai senza voltarmi
-Cosa c'è?- Gli chiesi rassegnata. Ormai non ne potevo davvero più
-Io ti amo- Probabilmente non c'era altra frase che poteva reggere il confronto...
Io ti amo...
Era semplicemente la perfezione.

____________________________________________________________________
Scusatemi, dico davvero.
Sò di essere in ritardo pazzesco, ma lo studio mi ha tenuta molto occupata in questo periodo.
Perfortuna che tra due mesi circa inizieranno le vacanze (magra consolazione) :D
Bene bene, penso che almeno per questo capitolo io sia in salvo. In fin dei conti è finito abbastanza bene, ma ricordate sempre
che non bisogna fasciarsi la testa prima di rompersela. Le cose tra Lorenzo e Ilaria non sono
poi così facili ed è tutta colpa di Alessandro, anche se in parte c'entra anche Margherita, visto che è la sorella di Arianna.
Ora vi saluto, sperando di riuscire a postare presto questa volta :D
Grazie mille!!!!!

Alla prossima!!!!

Un ringraziamento speciale va come sempre a 

_Renesmee Cullen_ FedeKiryu  saketta  Jonas_sister

e  loveis4ever


E a tutte le splendide persone che hanno recensito. Grazie di cuore.

Baci.



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Capitolo 13
*** Se tu te la senti, anche io me la sento ***


 

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Capitolo 12

Se tu te la senti, anche io me la sento

 

 

 

 Sono venuta qui per dirti che noi, ad esempio, 
siamo dannatamente sbagliati insieme.
Eppure tu mi fai sentire giusta. 
Giusta per te, non per il mondo.
- Finessi R. -

 

Sentivo che stavo finalmente facendo lo sbaglio giusto.
- David Grossman.

 

 

 

"Io ti amo"...
"Io ti amo"...
"Io ti amo"...
"Io ti amo"...
"Io ti amo"...

Continuavano a rimbombare nella mia mente, quelle tre magnifiche parole. Sorrisi, o forse no. Ormai non capivo più niente. Non riuscivo nemmeno a rendermi conto delle mie azioni.
Mi appoggiai al muro, reggendomi a malapena in piedi
-Non dici niente?- Mi chiese lui, visibilmente imbarazzato
-Perchè?- Dissi solamente. Nonostante fossi la ragazza più felice del mondo, avevo paura di quello che sarebbe o non sarebbe successo
-Perchè cosa?-  Mi guardò confuso. Effettivamente non sapevo nemmeno io cosa intendessi
-Perchè ora? Perchè la scorsa settimana mi hai chiaramente detto di amare Margherita e oggi mi dici che mi ami?- Lui sospirò, coprendosi il volto con le mani
-Quello che ti ho detto la scorsa settimana era una bugia. Io non...io non sono innamorato di Margherita- Mi rispose, avvicinandosi
-Tu mi ami- Dissi più a me che a lui, sorridendo. Stentavo ancora a crederci -Perchè mi hai detto una bugia? Perchè hai detto di amare Margherita?- Gli chiesi appoggiando le mani sul suo petto
-Perchè...perchè volevo evitare questo- Disse indicandoci. Lo guardai confusa
-"Questo" cosa?- Non riuscivo a capire di cosa stesse parlando
-Ilaria, io e te non...non possiamo stare insieme- Disse accarezzandomi una guancia. Con un gesto secco della mano lo colpìì, togliendomi la sua dalla faccia
-Vaffanculo- Dissi fuori di me dalla rabbia, prima di correre via.
Corsi verso l'esterno del ristorante. Eravamo a soli dieci minuti dallo chalet. Pur di andarmene di lì, avrei fatto anche tutta la strada a piedi, nonostante il metro di neve che c'era e nonostante i tacchi
-Ilaria, aspetta- Lorenzo mi fermò per un polso, costringendomi a voltarmi.
Non appena mi trovai i suoi occhi davanti, gli schioccai uno schiaffo sulla faccia
-Non mi devi toccare. Io ti odio, hai capito?- Gridai, dopodiché provai a colpirlo di nuovo, ma lui me lo impedìì afferrandomi le mani
-Hai ragione, hai ragione, hai ragione. Calmati però, perfavore- Io continuavo a dimenarmi per riuscire a togliermi le sue mani di dosso
-No! Non mi calmo. Non sono io che sono venuta a cercarti e non sono io che ti ho detto di essere innamorata di te. Hai fatto tutto tu, io non ti ho chiesto niente- Dissi scoppiando in lacrime. Perchè mi aveva detto di amarmi se poi non voleva stare con me?
-Cazzo! Mi ascolti un attimo?- Disse, stringendomi ancora di più i polsi
-Cosa? Cosa devo ascoltare? Hai già parlato abbastanza- Risposi, rinunciando a liberarmi dalla sua stretta
-Non sono io che non voglio stare con te. Io lo voglio eccome. Non dormo la notte pensando a te, mi sveglio con il tuo sorriso in testa. Io stò impazzendo per questa situazione. Non sò che fare- Disse sedendosi su una panchina. Dopodiché si coprì la faccia con le mani.
Sospirai e mi sedetti accanto a lui, incrociando le braccia
-Cosa c'è, Lorenzo? Se vuoi stare con me, se stai impazzendo perchè mi vuoi, qual'è il problema?- Chiesi poggiandogli una mano sulla spalla
-Tuo fratello- Corrugai la fronte, confusa. Cosa c'entrava Alessandro?
-Che vuoi dire?- Lui alzò lo sguardo su di me
-Se sapesse che mi sono innamorato di te...non mi rivolgerebbe più la parola e credimi, io ti amo, ma non posso perdere l'amicizia di tuo fratello- Mi rispose, accarezzandomi i capelli con la mano destra
-Perchè dici che non ti rivolgerebbe più la parola? Lui è il tuo migliore amico e si fida di te- Lui scosse la testa -Sì invece. Lui vorrebbe solo vederti felice e se per esserlo hai bisogno di me...capirà- Sorrise intenerito dalle mie parole
-Piccola, vorrei tanto che fosse così semplice, ma purtroppo Alessandro è fatto così. Lui è geloso di te. E' molto geloso di te. Guarda come si comporta con quell'idiota del tuo ex- Aggrottai le sopracciglia e sulle mie labbra si dipinse un sorrisetto divertito
-Scusa? Quale ex?- Lui puntò i suoi occhi nei miei -Io e Leonardo non ci siamo lasciati- Continuai, portando una mano sulla collana che mi aveva regalato Leonardo
-E' solo questione di tempo. L'hai detto tu che eravate in bagno perchè lo stavi scaricando- Mi rispose, fin troppo sicuro di sè. Posizionò le braccia lungo lo schienale della panchina e accavallò le gambe in modo estremamente sexy
-Non è affatto questione di tempo. Io non ho intenzione di lasciarlo- Dissi continuando a rigirare la collana tra le dita
-Sì che ne hai intenzione- Rispose lui, fissando il vuoto davanti a sé
-No invece. Tu non sei nella mia testa, non sai quello che mi passa per la mente- Risposi incrociando le braccia
-Ma andiamo! Come puoi stare con quel bamboccio con gli ormoni a duemila?- Mi chiese fin troppo irritato. Sorrisi e lo indicai con un gesto della testa
-Senti chi parla, hai detto tu stesso che la mattina ti svegli pensando a me e sono certa che non pensi a me solo con la mente- Dissi scoppiando a ridere. La sua espressione imbarazzata era il massimo
-Non posso evitarlo, in fin dei conti sono pur sempre un ragazzo- Mi rispose stringendosi nel cappotto
-Bhè...nemmeno Leonardo può evitarlo. Sai com'è, è un ragazzo anche lui- Risposi avvicinandomi leggermente a lui
-Sempre se tuo fratello non ha provveduto a farlo diventare donna- Disse lui, facendo lo stesso
-Pazienza, in ogni caso non ho intenzione di lasciarlo- Risposi. Lorenzo mi allacciò un braccio dietro alle spalle e mi fece aderire al suo petto. Sorrisi stringendomi di più contro di lui
-Sì, che devi lasciarlo- Mi disse, accarezzandomi i capelli
-Perchè dovrei farlo?- Lui mi strinse maggiormente a sé
-Perchè stò male a vedervi insieme- Chiusi gli occhi, godendomi la sensazione meravigliosa che mi aveva provocato quella frase
-Se è per questo, stò male anche io- Dissi sospirando
-Davvero? Bacia così male?- Mi chiese lui, scoppiando a ridere. Assottigliai gli occhi e lo colpìì su una spalla
-No, razza di cretino! Bacia molto meglio di te, se proprio vuoi saperlo- Lo vidi assumere un'adorabile espressione offesa -E comunque mi riferivo a te e Margherita- Dissi allontanandomi da lui
-Ah sì? E perchè ti darebbe fastidio che io e Margherita stiamo insieme?- Lo guardai confusa -Voglio dire, io sono innamorato di te e devo dire che, anche se ho avuto baci migliori, non baci poi così male- Spalancai la bocca, allibita per le sue parole -Mentre tu non hai motivo di stare male per me e Margherita. Non hai di certo detto di ricambiarmi e poi hai appena affermato che un diciottenne idiota e con gli ormoni a mille bacia meglio di me- Continuò, fingendosi offeso. Sorrisi e mi alzai in piedi
-Allora ciao- Dissi coprendomi meglio. Vidi con la coda dell'occhio che aveva alzato lo sguardo su di me
-Dove vai?- Mi chiese continuando a fissarmi
-Oh bhè...torno dal mio ragazzo- Lo vidi stringere i pugni -Tanto quì i miei baci non sono indispensabili, giusto?- Continuai voltandomi. Immediatamente, sentìì le sue mani avvolgersi attorno ai miei polsi
-Rimani- Mi sussurrò all'orecchio. Rabbrividìì, e non di certo per la neve e per i -10° che c'erano quella sera
-Perchè?- Gli chiesi, chiudendo gli occhi
-Perchè sì- Fu la sua unica risposta. Dopodiché mi fece voltare e fece scorrere una mano tra i miei capelli
-Perchè sì? Ma non è una risposta. Tu non...- Mi interruppe annullando le distanze tra le nostre labbra. Chiaramente ricambiai il bacio. Lo ricambiai perchè ne avevo bisogno. Perchè lo amavo. Perchè non mi importava di niente e nessuno in quel momento, ma solo di me e di lui.
Sapevo che aveva ragione. Sapevo che Alessandro non avrebbe mai permesso che io e Lorenzo stessimo insieme. Lo sapevo, ma non me ne importava niente. Non me ne importava perchè non è possibile scegliere di chi innamorarsi e se io e lui c' eravamo innamorati, Alessandro non avrebbe potuto fare niente per impedirlo. Niente.


Dopo qualche minuto, o forse qualche ora, io e Lorenzo sciogliemmo il bacio. Lui mi tenne stretta contro il suo petto, cullandomi leggermente per cercare di riscaldarmi
-Anche io- Dissi chiudendo gli occhi. Lui corrugò la fronte, confuso
-Anche tu, cosa?- Sorrisi stringendomi di più contro di lui
-Anche io ti amo- Risposi. Lo sentìì sorridere, mentre mi baciava i capelli
-Che dici, rientriamo?- Mi chiese allontanandomi da lui, con mio enorme disappunto -Stai diventando un cubetto di ghiaccio- Continuò prendendomi una mano tra le sue
-Ok- Risposi, consapevole che una volta dentro le cose sarebbero tornate uguali a prima. Una volta dentro io e Lorenzo saremmo tornati alla dura realtà. Una realtà in cui io e lui dovevamo continuare a fingere di odiarci, cercando di smetterla di amarci.
Camminammo qualche passo, fino a raggiungere la porta d'entrata del ristorante. In quel preciso istante Lorenzo mi tirò indietro, fino a farmi arrivare a tre centimetri dal suo viso. Chiusi gli occhi, istintivamente
-Ascoltami bene. Sarà dura, molto dura, però io ti amo e non intendo rinunciare a te- Quelle parole mi provocarono un immenso sollievo -Se tu te la senti di correre il rischio per stare con me...allora me la sento anche io- Continuò accarezzandomi una guancia. Sorrisi poggiando la mia mano sulla sua
-Io me la sento- Dissi abbracciandolo, prima di lasciargli un bacio a stampo
-Perfetto- Disse.
Annuìì e poi feci per entrare, ma lui mi fece indietreggiare di nuovo
-Che c'è?- Gli chiesi io, confusa
-Non posso lasciare Margherita- Mi disse sospirando. Una più che giustificata rabbia mi invase tutto il corpo e mi venne voglia di prenderlo a pugni
-Cosa?- Gli chiesi minacciosa
-Prima che ti arrabbi, lascia che ti spieghi. Non posso lasciarla perchè daremmo troppo nell'occhio- Alzai lo sguardo sul suo viso e notai che era serio
-Quindi per non dare nell'occhio devo sopportare ancora di vedervi insieme? Di vedere che vi baciate, che dormite nella stessa stanza e che...- Mi interruppe attirandomi a sè, scuotendo la testa
-Ti prometto, ti giuro che non succederà più niente tra me e lei. Non appena torneremo a Roma e non saremo più costretti a convivere tutti insieme la lascerò- Continuò accarezzandomi i capelli. Ci pensai su un istante e capìì che non era poi una cattiva idea, ma decisi comunque di prendermi una piccola rivincita
-Perfetto, credo che tu abbia ragione- Lui sorrise sollevato, prima di aprire la porta del ristorante -Tu continuerai a stare con Margherita e io con Leonardo, mi sembra perfetto- Continuai, precedendolo ad entrare.
Prima di entrare nella sala riservata agli ospiti del matrimonio, Lorenzo mi afferrò per un polso
-Come scusa? Che bisogno c'è che tu e quell'idiota continuiate a stare insieme? Non ha senso- Mi disse stringendo la presa sul mio polso
-Lo hai detto tu, è per non destare sospetti- Risposi, liberandomi della sua stretta. Dopodiché presi a camminare verso il tavolo che, vista la breve assenza di Margherita e Arianna, condividevo con Marco, Alessandro, Leonardo e...Lorenzo, che mi raggiunse subito dopo.
Sapevo che era sbagliato nei confronti di Leonardo, ma avrei chiarito con lui non appena saremmo tornati a Roma. Lui era stato davvero magnifico con me e non si meritava di soffrire a causa mia
-Amore, ma che fine avevi fatto?- Mi sussurrò all'orecchio non appena mi sedetti tra lui e mio fratello
-Ero...sono tornata un istante allo chalet. Avevo dimenticato il cellulare in camera- Risposi aprendomi in un sorriso tiratissimo. Anche Lorenzo si sedette. Sfortunatamente per me si sedette proprio di fronte a noi.

 

 

Dopo cena, i futuri sposi aprirono le danze e tutte le coppie presenti in sala si alzarono per ballare. Leonardo era in bagno già da qualche minuto e Marco mi invitò a ballare
-Lo so che non siamo una coppia, ma potrei avere l'onore di questo ballo?- Mi chiese porgendomi la mano. Gli sorrisi intenerita e, dopo aver poggiato la mia pochette sulla sedia, mi alzai e lo seguìì in pista
-Allora, mi dici cos'hai?- Mi chiese lui, spiazzandomi
-Ma niente, sono solo un po' stanca- Risposi, poggiando la testa sul suo petto
-Sì, come no e io sono Batman- Mi disse facendomi scoppiare a ridere
-Davvero? Ma non era Spiderman il tuo supereroe preferito? Così ti fai concorrenza da solo- Risposi guadagnandomi un leggero colpo sulla spalla da parte sua
-Dico davvero. Che hai? Si vede che qualcosa ti preoccupa- Accidenti. Possibile che fosse così chiaro? Ero davvero un libro aperto per Marco
-Sì, qualcosa mi preoccupa- Risposi pensando alla situazione in cui ci trovavamo io e Lorenzo
-Cosa? Cos'è che ti preoccupa, a me puoi dirlo- Presi a guardarlo negli occhi e mi resi conto che mi avrebbe fatto bene parlarne con qualcuno
-Ok, te lo dico. Però non quì- Marco si guardò intorno, dopodiché mi afferrò una mano e mi trascinò il un corridoio che accedeva ad altre sale
-Coraggio parla- Disse Marco, sedendosi su un divanetto in pelle
-Non è così facile da dire Marcolino. Io mi fido di te e sò che non mi giudicheresti mai, però sono io a giudicarmi. Stò facendo una cosa sbagliata per gli altri, ma giusta per me. Stò facendo un un torto a persone che non lo meritano neanche un po', ma non ne sono per niente pentita- Dissi coprendomi la faccia con le mani
-Ti sei innamorata di Lorenzo- Disse Marco, come se fosse la cosa più ovvia del mondo. Sgranai gli occhi e deglutìì, imbarazzata al massimo
-C-com...co-cosa...- Non riuscivo neanche a formulare una frase sensata. Marco mi sorrise
-E' evidente che ti sei innamorata di quel tipo, com'è altrettanto evidente che anche lui ti ama. Solo un cieco non se ne accorgerebbe- Si avvicinò a me e mi accarezzò i capelli
-Ila, io ti voglio bene e ci sarò sempre per te, sai che puoi fidarti di me- Annuìì, prima di gettarmi tra le sue braccia
-Marco, non sò che fare. Non voglio che Arianna smetta di parlarmi- Dissi scoppiando a piangere. Marco mi strinse più forte contro il suo petto
-Credo che sia meglio che per ora non diciate niente. Con il tempo si vedrà cosa fare. Sono certo che quando ti sentirai pronta per parlarle, lei capirà- Guardai Marco e gli sorrisi. Ero davvero fortunata ad avere un amico come lui. Non lo avrei perso per niente al mondo
-Grazie Marco, ti voglio tanto bene- Dissi abbracciandolo di nuovo. Per un momento mi sembrò di sentirlo stringere i pugni, ma poi ricambiò l'abbraccio
-Anche io- Mi rispose -Non sai quanto- Continuò stringendomi più forte. Ero davvero un'ingenua. Non compresi neanche minimamente a cosa si riferiva Marco, nonostante fosse così chiaro come il sole.

 

Dopo circa dieci minuti, che avevo passato a spiegare a Marco come stavano le cose tra me e Lorenzo, tornammo al nostro tavolo
-Tutto ok?- Mi chiese Leonardo prendendomi una mano tra le sue. Annuìì, sorridendogli con un sorriso tiratissimo. Sentivo gli occhi di Lorenzo su di me e questo mi provocava una sensazione incredibile
-Dov'è la sposa? C'è il lancio del bouquet?- Guardai mio fratello confusa. Ma cosa stava farneticando?
-E' completamente ubriaco- Mi spiegò Leonardo, sorridendo. Sorrisi anche io nel vederlo in quello stato
-Me ne ero accorta- Risposi avvicinandomi a lui -Ale? Ale, come stai?- Gli chiesi toccandolo sul braccio. Lui si voltò verso di me, prima di allacciarmi le braccia attorno al collo
-Sorellina! Sorellina, ciao. Ti voglio bene, lo sai?- Era decisamente ubriaco fradicio
-Alessandro, sei ubriaco- Dissi cercando di togliermelo di dosso
-No!....Sì, sono ubriaco- Disse scoppiando a ridere. Dopodiché mi lasciò andare per abbracciare Lorenzo. Non potei trattenere una risata quando sentìì cosa gli stava dicendo Alessandro
-Lo sai Lore? Non sei niente male. Fossi una ragazza farei sicuramente un pensierino su di te- Scoppiai a ridere, arrivando quasi alle lacrime, quando vidi la faccia imbarazzata di Lorenzo
-Sì, come no. Amico, è meglio se ti porto a casa- Alessandro sorrise
-Perchè? Vuoi abusare di me? E' illegale, vostro onore- Stava completamente delirando
-Ehi, amore?- Mi voltai verso Leonardo e gli sorrisi
-Visto che tuo fratello è...bhè sì, diciamo che è fuori gioco. Che ne dici se ce ne andiamo a dormire- Stavo già per annuire, ma mi fermai non appena finì la frase -O a non dormire...insieme?- Sgranai gli occhi, impreparata dalle sue parole. Mi voltai verso Lorenzo. Perfortuna non aveva sentito niente
-Io non...bhè..non...- Leonardo mi prese la mano e la baciò
-Amore, calmati. Se non te la senti, non importa. Però non c'è niente di male nel dormire insieme, giusto?- Mi chiese continuando a tenermi la mano. Non potevo certo dirgli di no. Avevamo dormito insieme già altre volte e se gli avessi detto di no quella volta, avrebbe capito che c'era qualcosa che non andava
-Sì, andiamo- Risposi afferrando la giacca.
Mi avvicinai a Lorenzo e lo vidi sorridermi in modo decisamente malizioso, prima di farmi l'occhietto. Arrossì abbassando lo sguardo
-Io e Leonardo andiamo a casa. Ci pensate tu e Marco ad Alessandro?- Gli chiesi, continuando a tenere lo sguardo rivolto verso il basso
-Andate?- Mi chiese Lorenzo, fin troppo seccato. Alzai lo sguardo e notai che stava letteralmente fulminando Leonardo. Mi avvicinai di più a lui e gli poggiai una mano sul braccio, attirando la sua attenzione
-Andiamo, sì. Ci vediamo più tardi- Risposi sorridendo. Lui ricambiò il sorriso e si voltò verso mio fratello per aiutarlo ad alzarsi
-Andiamo?- Mi chiese Leonardo quando mi avvicinai di nuovo a lui. Annuìì sistemandomi il cappotto. Dopodiché seguìì Leonardo fino alla sua macchina.

 

 

Andai in bagno per mettermi il pigiama. Alessandro era completamente andato. Non appena Lorenzo e Marco lo avevano sistemato sul suo letto, si era addormentato.
Quando uscìì dal bagno, trovai Leonardo sdraiato sul mio letto, intento a rigirare un mio braccialetto tra le mani. Non appena mi vide, mi sorrise, invitandomi a sdraiarmi accanto a lui. Deglutìì, abbastanza nervosa e mi infilai sotto le coperte
-Ti amo- Mi disse facendomi accoccolare tra le sue braccia. Era caldissimo, così pensai che gli fosse tornata la febbre
-Sei bollente. Ti è salita di nuovo la febbre?- Gli chiesi, poggiandogli una mano sulla fronte. Lo sentìì sussultare per quel contatto, prima di aprirsi in una risata abbastanza imbarazzata
-No, non è la febbre- Mi rispose guardandomi negli occhi
-Ah no? E cos'è allora?- Gli domandai, ingenuamente. Lui mi sorrise e si avvicinò alle mie labbra
-Sei tu che mi fai questo effetto- Mi sussurrò sfiorandomi le labbra. Cominciavo a sentire caldo anche io, ma per il motivo opposto al suo. Io non volevo di certo spingermi oltre. Non con lui - Dio mio, ho una voglia matta di...- Sgranai gli occhi, facendolo allontanare da me
-Leonardo, scusami, ma non me la sento. Non questa sera- Dissi sistemandomi la maglietta. Lui mi sorrise, intenerito. Dopodiché mi fece sdraiare nuovamente sul suo petto, prendendo ad accarezzarmi i capelli
-Tranquilla, amore mio. Non dobbiamo fare niente che tu non voglia. Io ti amo e sono disposto ad aspettarti quanto vuoi- Mi veniva da piangere. Leonardo era davvero un ragazzo d'oro e mi amava. Mi amava e io lo stavo solo prendendo in giro. Non potevo farlo. Non potevo prendermi gioco di lui
-Leonardo, devo dirti una cosa. E' molto importante, si tratta di...- Lui mi interruppe, baciandomi a fior di labbra
-Qualsiasi cosa sia per me va bene- Mi disse facendomi sdraiare nuovamente. Chiusi gli occhi, cullata dalle sue braccia e dai leggeri baci che mi lasciava sui capelli.

 

Dopo qualche ora mi svegliai con la gola secca. Controllai l'ora sul cellulare. Erano le quattro del mattino.
Mi alzai, cercando di non svegliare Leonardo. Dopodiché mi avvicinai alla porta e dopo averla aperta, mi diressi fuori dalla stanza.
Dopo aver bevuto, risalìì le scale per tornare in camera mia, ma era buio nel corridoio e finìì contro qualcosa
-Accidenti- Dissi massaggiandomi la testa che avevo battuto contro quel qualcosa
-Fatta male?- Una lucetta illuminò leggermente il corridoio, mostrandomi contro cosa, o meglio, chi ero finita
-E tu che ci fai sveglio a quest'ora?- Chiesi a Lorenzo. Lui alzò il suo sguardo serio verso di me
-Non riuscivo a dormire- Deglutìì, quando lo vidi avvicinarsi di qualche passo verso di me
-E...e come mai?- Gli chiesi aderendo completamente contro il muro
-In realtà...- Mi cinse la vita con le braccia -Non sopporto l'idea che...- Si avvicinò, arrivando a circa due centimetri dalla mia faccia, in particolare dalle mie labbra -Tu e quel cretino dormiate nella stessa stanza...- Mi depositò un bacio per nulla casto sul collo -Nello stesso letto- Continuò, sfiorandomi il collo con il naso
-Lore?- provai a spingerlo via, ma senza risultati
-Non lo sopporto- Mi disse, continuando a tenermi ferma contro il muro
-Lore, spostati. Qualcuno potrebbe vederci e...- Mi interruppe, afferrandomi le braccia e portandole dietro al suo collo
-Non me ne importa niente- Disse spiazzandomi. Dopodiché mi sorrise, prima di avventarsi sulle mie labbra.
In quel momento pensai che forse sarebbe stato meglio fermarlo. Allontanarlo da me, andando contro anche alla mia volontà. Che sarebbe stato meglio finirla lì, per non soffrire, per non farmi del male. Ma poi capìì che non mi importava. Forse avrei sofferto. Forse mi sarei fatta del male. Non me ne importava. Preferivo soffrire e star male, piuttosto che non sapere come sarebbe andata. Così, mi avvicinai di più a lui e ricambiai il bacio. Lo ricambiai alla grande e non ne ero per nulla pentita.

______________________________________________________________

Salve a tutti!!!!

Preparate i festeggiamenti!!
Finalmente si sono dichiarati entrambi ed ora 
le cose miglioreranno parecchio, ma si sà, non andrà tutto rosa e fiori fino alla fine.
Entrambi sono abbastanza gelosi, Lorenzo di Leonardo
e Ilaria di Margherita, ma almeno per i prossimi tre capitoli
la gelosia di Lorenzo sarà l'argomento principale.
Ogni tanto è anche il suo turno di essere geloso, non credete? XD

Ora vi lascio, con la promessa di postare il prossimo capitolo il prima possibile :D

Un ringraziamento speciale va come sempre a 

_Renesmee Cullen_ FedeKiryu  saketta  Jonas_sister

e  loveis4ever

E chiaramente a tutte le splendide persone che mi lasciano sempre delle magnifiche recensioni.

Grazie davvero!

Alla prossima!!!!!

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Capitolo 14
*** Mi fido di te ***


Capitolo 13


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Capitolo 13
Mi fido di te

 

 

Una realtà non ci fu data e non c'è,
ma dobbiamo farcela noi, se vogliamo essere:
e non sarà mai una per tutti,
 una per sempre,
ma di continuo e infinitamente mutabile.
- Luigi Pirandello -

 

 

 

 

 

 

 

 

 
Non avevo riflettuto molto su quello che stavo facendo, o per meglio dire, che stavamo facendo. Sapevo solo che volevo farlo. Volevo farlo perchè mi faceva stare bene ed era l'unica cosa che volevo veramente fare.
Lorenzo mi cinse la vita con un braccio e mi fece avvicinare ancora di più a lui per approfondire quel bacio che stava facendo impazzire entrambi. Proprio in quel momento la porta in fondo al corridoio si aprì, ma io e Lorenzo non ce ne accorgemmo subito
-Ehi!- Una voce ci fece interrompere il bacio. Lorenzo mi spinse dietro ad un muro là vicino e io iniziai seriamente ad avere paura -Ma che state facendo?- La voce impastata dall'alcool di Alessandro mi arrivò alle orecchie e iniziai a pregare che abbassasse la voce, altrimenti avrebbe svegliato tutti, compreso Leonardo
-Ale, ma di cosa parli?- Lorenzo si avvicinò a mio fratello e lo afferrò per un braccio facendolo rimettere in piedi. Fortuna che la sbornia non gli era ancora passata
-Io ti ho visto...eri lì, con Margherita...travestita da mia sorella- Disse scoppiando a ridere. Trattenni il respiro. Avevo paura che avesse capito qualcosa e allora sì, che avremmo avuto problemi
-Ma no, Ale. Sei ancora ubriaco, coraggio vieni in camera e mettiti a dormire di nuovo- Disse Lorenzo, trascinandolo via. Rimasi dietro a quel muro fino a quando non sentìì la porta della mia camera aprirsi
-Ilaria, ma che fai quì dietro?- La voce di Leonardo mi fece sobbalzare. Mi voltai e incrociai il suo sguardo confuso e assonnato. Se non altro non aveva capito niente
-Ero scesa giù per prendere un bicchiere d'acqua- Risposi nervosa. Accidenti, le bugie non sapevo proprio dirle
-Ho sentito dei rumori- Disse strofinandosi gli occhi -Delle voci più che altro- Continuò, puntando di nuovo lo sguardo su di me
-S-s-sì...mio fratello si è alzato e ha inziato di nuovo a farneticare cose senza senso. E' ancora ubriaco, perciò qualsiasi cosa dica di aver visto non è chiaramente la verità- Dissi. In realtà avevo paura che il giorno dopo potesse ricordarsi di ciò che aveva visto, quindi era meglio mettere le cose in chiaro
-Bene, torniamo a letto?- Mi chiese poi, sorridendo. Guardai verso la camera di Alessandro, dopodiché puntai nuovamente lo sguardo su Leonardo e annuìì, seguendolo in camera.
In realtà mi sentivo in colpa a dividere la stanza e il letto con Leonardo, considerando che tra virgolette avevo una storia con Lorenzo, ma d'altra parte non potevo  dirgli nulla per adesso. Non appena tornati a casa però, gli avrei raccontato tutta la verità. Magari omettendo qualche particolare.

 

 

L'indomani fui svegliata da qualcosa che mi solleticava il collo. Aprìì gli occhi, ancora molto assonnata e trovai Leonardo intento a lasciarmi dei baci sul collo.

Finsi di dovermi stiracchiare, così fu costretto a smettere
-Buongiorno- Mi disse sorridendo, prima di chinarsi a lasciarmi un bacio a fior di labbra
-Buongiorno- Risposi, sorridendogli imbrazzata. Non vedevo l'ora di tornare a casa, almeno avrei messo fine a questa storia e la mia coscienza sarebbe tornata apposto
-Vado in camera mia a cambiarmi, ci vediamo giù per fare colazione?- Mi chiese accarezzandomi i capelli. Annuìì, dopodiché Leonardo si alzò dal letto e uscì dalla mia stanza, dirigendosi nella sua. Sospirai di sollievo, prima di alzarmi anche io per andare in bagno a farmi una doccia.
Quando tornai in camera ero ancora in accappatoio. Aprìì l'armadio per prendere i vestiti, ma due mani mi circondarono i polsi e mi costrinsero a voltarmi
-No dico, ma sei matto?- Lorenzo mi guardava estremamente incavolato. E ora cosa gli prendeva?
-Si, come no- Mi rispose lui, lasciandomi andare. Lo guardai confusa
-Ma si può sapere cosa ti prende?- Gli chiesi, mentre lui si sedeva sul mio letto
-Cosa mi prende?- Davvero non riuscivo a capire perchè fosse arrabbiato
-Sì, perchè sei arrabbiato?- Si alzò di nuovo dal letto e si avvicinò a me, costringendomi ad aderire completamente alla parete
-Non lo so- Disse furente -Forse perchè ieri sera, quando sono tornato da te non c'eri più, o forse perchè mi hai dato buca per tornare in camera, Dio solo sa a fare cosa, con quel cretino- Continuò stringendo i pugni. Sgranai gli occhi, incredula per le sue parole. Questo ragazzo era fuori di testa
-Dio solo sa a fare cosa?- Dissi stringendo i denti -Sei proprio un cretino, Lorenzo- Continuai spingendolo lontano da me
-E perchè sarei un cretino?-
-Cosa credi che abbiamo fatto?- Gli risposi con un'altra domanda. Non potevo neanche per idea cominciare una storia con un ragazzo che non si fidava di me
-Ah, proprio non lo so. Dimmelo tu- Mi rispose lui, incrociando le braccia. Ero davvero offesa da quel suo comportamento
-Sai una cosa? Pensa quello che vuoi, a me non importa nulla- Dissi avvicinandomi alla porta -Ma ti dò un consiglio, vedi di crescere un po'- Continuai, prima di uscire e sbattermi la porta dietro.
Ero letteralmente offesa per quel suo comportamento. Ma per chi mi aveva presa?
Se pensava una cosa del genere evidentemente non mi conosceva per niente. Di sicuro io non ero proprio la persona che cinque minuti prima si baciava con un ragazzo e cinque minuti dopo andava a letto con un altro. Ma il fatto che lui pensava questo di me mi irritava da morire.
Era davvero un grandissimo idiota.

 



Dopo essermi asciugata i capelli e vestita, scesi di sotto per la colazione.
Trovai già intenti a mangiare Marco, Leonardo, Lorenzo e il futuro marito di Giuliana. Sospirai e mi sedetti accanto a Leonardo che mi aveva tenuto un posto, sfortunatamente davanti a me era seduto Lorenzo
-Buongiorno a tutti- Dissi sorridendo imbarazzata
-Tieni amore- Leonardo posizionò davanti a me un cornetto
-Grazie- Risposi afferrandolo. Sentivo gli occhi di Lorenzo puntati su di me ed ero tesissima, anche perchè Leonardo poteva accorgersene
-Dormito bene?- Fu proprio la voce di Lorenzo a farmi quella domanda. Non ero stupida, avevo colto benissimo il vero significato che si celava dietro quelle parole. Puntai il mio sguardo serio e arrabbiato nel suo
-Benissimo, grazie- Risposi afferrando un bicchiere di succo di frutta. Proprio in quel momento Alessandro entrò in sala da pranzo, con gli occhiali da sole neri e intento a massaggiarsi la testa
-La prossima volta che mi vedete con un bicchiere di qualsiasi alcolico in mano, fermatemi- Disse sedendosi accanto a Lorenzo, prima di poggiare la testa sul tavolo. Sorrisi, mordendo il mio cornetto. Non avevo mai visto Alessandro in quello stato
-Amico, dici sempre così e poi la volta successiva bevi più della volta precedente- Lo prese in giro Lorenzo, porgendogli un'aspirina con un bicchire d'acqua -Tieni-
-Ah, grazie Lore. Sento come se un martello pneumatico mi stesse fracassando la testa- Disse Alessandro, prima di prendere l'aspirina e l'acqua. Dopodiché puntò lo sguardo su di me -Come mai voi due state vicini?- Mi chiese, togliendosi gli occhiali
-Ale, non cominciare. Siamo solo seduti vicini, non ci stiamo mica sposando- Risposi sbuffando. Stranamente Alessandro alzò una mano verso di me per farmi stare zitta
-Ti prego, non cominciare a parlare con quella voce fastidiosa. Per quanto stò male oggi potete anche sposarvi, vi assicuro che non muoverò un dito per fermarvi. Non ne avrei la forza- Disse massaggiandosi le tempie. Sorrisi, scuotendo la testa
-Ecco, bravo. Dovresti ubriacarti tutte le sere se poi sei così permissivo- Risposi io, divertita
-Si, come no. Non potete immaginare che sogno assurdo ho fatto stanotte- Automaticamente io e Lorenzo ci lanciammo un'occhiata veloce
-C-cosa...cosa hai sognato?- Gli chiesi io, con il cuore a mille
-Che tu e Lorenzo vi stavate baciando nel corridoio- Disse scoppiando a ridere -E io, uscendo dalla camera vi beccavo, vi giuro era così reale- Continuò. Ok, ero fritta. O meglio, eravamo fritti
-S-sì sembrava reale, ma non lo era affatto- Disse Lorenzo, in preda al panico. Sentivo lo sguardo di Leonardo su di me, speravo solo non avesse capito nulla
-Già...- Alessandro poggiò di nuovo la testa sul tavolo e chiuse gli occhi. Proprio in quel momento, Margherita entrò in sala da pranzo, facendomi segno di stare zitta, dopodiché coprì gli occhi di Lorenzo
-Chi sono?- Gli chiese poi, con voce suadente. Lorenzo deglutì, visibilmente in imbarazzo
-N-non saprei proprio- Rispose con una stonatura nella voce. Margherita gli tolse le mani dagli occhi e si chinò a baciarlo
-Amore, sono io- Disse poi, sedendosi in braccio a lui. Lorenzo mi lanciò una veloce occhiata che io non ricambiai. Ero troppo arrabbiata con lui. E anche parecchio gelosa
-Io e Leonardo andiamo a fare un giro- Dissi alzandomi in piedi, prima di prendere per mano Leonardo e trascianarlo dietro di me. Vidi Lorenzo seguirci con lo sguardo, stringendo i pugni
-Ti va bene che vadano da soli?- Chiese irritato a mio fratello. Alessandro alzò lo sguardo su Lorenzo e scrollò le spalle    
-Non credo di avere la forza di fermarli. E poi siamo in pieno giorno, cosa vuoi che facciano?- Rispose, prima di abbassare nuovamente la testa

 

 

 


Lorenzo P.O.V

Incredibile!
Contavo sul fatto che Alessandro non avrebbe mai permesso a quei due di stare soli e invece quell'idiota si era ubriacato e non aveva forza neanche di respirare
-Amore, ti sono mancata?- Mi chiese Margherita. Si come no, mi era mancata tantissimo. Per la verità non mi era mancata per niente. Volevo bene a Margherita, ma non l'amavo
-Ma sì, sì certo- Risposi abbracciandola. Lei ricambiò l'abbraccio, stringendomi i capelli tra le dita
-Ti va se andiamo a fare un giro anche noi?- Mi chiese prendendomi per mano. Presi un respiro, annuendo. Se non altro avrei potuto cercare di seguire Ilaria e quel cretino
-Andiamo- Le risposi, intrecciando la mia mano alla sua.



Avevamo girato mezzo paese e di Ilaria nemmeno l'ombra. Cominciavo veramente ad irritarmi. Chissà cosa facevano.
Alla fine decisi che era meglio fermarci per un po', anche perchè Margherita rischiava di andare in ipotermia, visto il freddo che faceva. Entrammo in un bar e ci sedemmo su un divanetto bianco, ordinando due cioccolate calde
-Fa davvero freddo, vero?- Mi chiese Margherita
-Già, parecchio- Risposi bevendo un sorso di cioccolata calda. Vidi Margherita sospirare con una strana espressione
-Amore, va tutto bene? Ti vedo strano- Mi chiese prendendomi una mano tra le sue
-Ma sì, va tutto bene. E' che...- Mi interruppi quando vidi chi c'era dall'altra parte del bar. Ilaria e Leonardo erano seduti e lui le stava facendo assaggiare la torta che aveva davanti. La cosa più grave è che la stava imboccando. Spalancai la bocca incredulo. Quello era veramente troppo
-Non ci posso credere- Mi lasciai sfuggire, continuando a guardare la coppietta felice. Menomale che voleva lasciarlo. Di questo passo si sarebbero sposati prima di tornare a Roma
-Cosa non puoi credere?- Mi chiese Margerita, abbastanza confusa. Distolsi lo sguardo da loro e scossi la testa, imbarazzato
-Ma no, niente. Un ragazzino ha fatto lo sgambetto ad un povero signore anziano- Risposi, inventando una balla. Morivo dalla voglia di alzarmi e
andare a prendere a pugni quel cretino. Magari gli andava di traverso quella dannata torta.
Quando vidi Ilaria alzarsi e andare in bagno, mi scusai con Margherita e la seguìì. Dovevo assolutamente parlare con lei.
Entrai nel bagno delle femmine, fortunatamente per me era vuoto, dopodiché la trascinai all'interno di una delle cabine, chiudendo a chiave la porta
-Ma si può sapere cos'hai nel cervello?- Mi chiese lei, visibilmente arrabbiata
-Credimi, non vorresti saperlo- Risposi, spingendola contro il muro. La vidi deglutire nervosamente. Allora gli facevo ancora quell'effetto.
-Mi spieghi che vuoi?- Mi chiese incrociando le braccia sotto al petto. Ghignai, accarezzandole la guancia
-Che la pianti di farti imboccare da quell'imbecille- Risposi, stringendo i pugni
-Quello che faccio con il mio ragazzo non ti riguarda- Disse -Perchè non torni dalla tua dolce metà?- Continuò guardando la porta del bagno
-Non è il tuo ragazzo- Le sussurrai ad un centimetro dalle labbra. La vidi sussultare di nuovo
-Ah no? E tu cosa ne sai?- Mi chiese, fingendo di essere calma e tranquilla
-Perchè se non sbaglio ieri sera hai detto di essere innamorata di me- Le dissi accarezzandole i capelli con una mano e cingendole la vita con l'altra
-Quello era prima- Mi rispose abbassando lo sguardo. Corrugai la fronte confuso
-Prima di cosa?-
-Prima che insinuassi che tra me e Leonardo è successo qualcosa stanotte- Disse cercando di togliersi le mie mani di dosso -Prima che tornasse Margherita. Prima- Mi rispose con una stonatura nella voce. Sorrisi intenerito, costringendola a guardarmi negli occhi
-Mi dispiace per quello che ti ho detto stamattina, sò che tra te e quel cretino non è successo niente. E poi dimentichi un piccolo dettaglio- La vidi guardarmi confusa
-Quale?- Mi chiese
-Che anche io ti amo- Risposi, prima di eliminare al distanza tra le nostre
labbra. Lei rimase per un attimo incredula, poi ricambiò il bacio allacciandomi le braccia dietro al collo. Le cinsi la vita con entrambe le braccia e la avvicinai a me ancora di più.
Era la pura e semplice verità. Io ero completamente innamorato di lei.

 



Ilaria P.O.V

Era davvero incredibile come Lorenzo riuscisse a farmi cambiare idea così velocemente.
Due minuti prima lo odiavo con tutta me stessa e due minuti dopo eravamo contro il muro di un bagno pubblico a baciarci. Era davvero il colmo
-Ilaria?- La voce di Leonardo ci fece interrompere il bacio. Allontanai Lorenzo con una spinta e cercai di calmarmi
-Sì, sono quì- Risposi chiudendo gli occhi
-Scusa se sono entrato, ma volevo sapere se stavi bene. Sei quì dentro già da un po'- Cavolo, ora controllava anche quanto stavo in bagno
-Sì, sì è tutto ok. Tra un attimo esco- Risposi, sperando che se ne tornasse al tavolo ad aspettarmi, altrimenti avrebeb visto che nel bagno insieme a me c'era anche Lorenzo
-Allora ti aspetto al tavolo-
-Ok, grazie- Risposi. Quando sentìì la porta chiudersi mi concessi un respiro di sollievo
-Abbiamo rischiato, amore- Disse Lorenzo avvicinandosi a me, ma io lo allontanai di nuovo
-No, no fermo- Dissi. Un'adorabile espressione contrariata gli si dipinse sul viso
-Che ti succede ora?- Mi chiese, incrociando le braccia
-Io non ti ho ancora perdonato. Quello che hai detto stamattina mi ha fatto molto male. Se non hai fiducia in me allora...- Non potei finire la frase,
visto che mi trovai nuovamente con le sue labbra incollate alle mie. Cercai di allontanarlo, ma era tutto inutile, così mi arresi e lo lasciai fare
-Io mi fido- Mi sussurrò, quando sciolse il bacio -Mi fido e ti amo- Anche se ero ancora leggermente arrabbiata con lui non riuscìì ad evitare di sorridere
-Va bene, per questa volta ti perdono. Ma non insinuare mai più una cosa del genere- Risposi baciandolo a fior di labbra, prima di allungare una mano per aprire la porta
-No, cosa fai?- Mi chiese lui, richiudendola
-Torno al tavolo. Se Leonardo non mi vede tornare si insospettisce-
-Dammi un bacio e ti lascio uscire- Mi rispose lui, ghignando. Scossi la testa, sorridendo. Dopodiché mi avvicinai per lasciargli un leggero bacio, ma lui mi afferrò per la vita e approfondì il bacio in maniera incredibile. Io gli allacciai le braccia attorno al collo, mentre lui prese ad accarezzarmi la schiena, facendo scorrere le mani sulla pelle sotto la maglietta. Sospirai sulle sue labbra e continuai ad assaporare quelle labbra meravigliose. Ancora non credevo a ciò che stava succedendo tra me e Lorenzo. Assaporai per l'ultima volta le sue labbra, prima di sciogliere il bacio
-Ora devo andare- Dissi accarezzandogli una spalla
-Sì, sarà meglio che vada anche io- Mi rispose lui, continuando ad accarezzarmi la guancia. Corrugai la fronte, confusa
-Margherita dov'è?- Gli chiesi
-E'...bhè...è di là, siamo venuti insieme- Mi rispose lui, grattandosi la testa imbrazzato. Abbassai lo sguardo sulle mie mani
-Bhè, allora non farla aspettare- Dissi cominciando a camminare, ma la sua mano si avvolse attorno al mio polso
-Ehi, guardami- Mi ordinò, facendomi alzare lo sguardo -Ricorda che è te che amo e che non appena torneremo a casa...metterò le cose in chiaro con Margherita., capito?- Mi disse sorridendo. Annuìì, ricambiando il sorriso. Dopodiché gli concessi un bacio a fior di labbra ed entrambi tornammo rispettivamente dai nostri fidanzati.




Dopo aver finito le nostre cioccolate calde, decidemmo di tornare allo chalet per prepararci. Dovevamo essere in chiesa tre ore dopo per il matrimondio di Giuliana e se volevamo arrivare in tempo dovevamo sbrigarci.
Entrai nella mia stanza e mi diressi a passo spedito verso l'armadio per prendere il vestito per la cerimonia
-Ciao Ila- Disse Arianna, abbracciandomi. Ricambiai l'abbraccio
-Ari, com'è andato il viaggio?- Scherzai. In fin dei conti erano dovute tornare a Roma e poi erano ripartite subito
-Continuo ad affermare che mia sorella guida come una matta- Mi rispose lei, asciugandosi i capelli con un asciugamano -Come va con Leonardo?- Mi chiese, sorridendo. Per un attimo mi sentìì tremendamente in colpa. Io avrei tanto voluto raccontarle di me e Lorenzo, in fin dei conti era la mia migliore amica, ma non potevo farlo e questo mi faceva stare male
-Tutto bene- Risposi, aprendomi in un sorriso tiratissimo -Ora comincio a prepararmi, altrimenti non arriverò in tempo al matrimonio di tua cugina- Dissi indicandole il vestito che avevo tra le mani
-Sì, vado anche io. A dopo, allora- Mi rispose aprendo la porta
-A dopo- Dopodiché Arianna uscì dalla mia stanza e si diresse nella sua. Non ne potevo più di quella situazione. Non vedevo l'ora di tornare a casa, almeno sarebbe stato più semplice per me e Lorenzo nascondere "la cosa".
Sospirai, scrollando la testa per togliermi di mente quei pensieri, dopodiché inziai finalmente a prepararmi.

Dopo essermi truccata e sistemata i capelli, infilai il vestito che Giuliana aveva fatto cucire dalla sua sarta per me, ma sfortunatamente la lampo si incastrò. Proprio in quel momento sentìì bussare alla porta della mia stanza e subito dopo vidi entrare Leonardo, già perfettamente vestito. Nonostante fossi sempre più convinta che volessi solo un gran bene a Leonardo, non potei fare a meno di arrossire nel vederlo così elegante. Rimaneva comunque un bellissimo ragazzo
-Tutto ok?- Mi chiese vedendomi che avevo qualche difficoltà con il vestito- Scossi la testa, sbuffando
-Questa lampo del cavolo si rifiuta di chiudersi- Dissi lagnandomi come una bambina. Se c'era una cosa che mi irritava era quando le chiusure lampo si incastravano
-Lascia...- Disse lui, togliendo dolcemente le mie mani dalla lampo -Faccio io- Continuò, sorridendo. Ricambiai il sorriso e mi voltai con la schiena verso di lui, in modo da aiutarlo ad allacciare il vestito
-Ecco fatto- Mi sussurrò su un orecchio, prima di depositarmi un bacio sul collo. Sussultai imbarazzata per quel gesto
-Grazie- Dissi con una stonatura nella voce. Mi cinse la vita con una mano e mi fece voltare verso di luo, avvicinandosi particolarmente a me
-Figurati- Disse, prima di avvicinarsi ulteriormente con la bocca. Io non riuscivo a muovermi, ero paralizzata. Non volevo ferire Leonardo rifiutandolo, ma d'altronde non volevo neanche che mi baciasse. Non lui.
proprio mentre stavo per spingerlo via, la porta della mia stanza si aprìì e il sorriso di Lorenzo si spense non appena vide me e Leonardo così vicini
-Scusate se disturbo- Disse con voce tagliente -Volevo semplicemente...niente, lascia stare- Disse, voltandosi e uscendo dalla mia stanza.
Mi sentìì tremendamente in colpa per quanto era successo, ma in fin dei conti non era successo nulla tra me e Leonardo. Dovevo assolutamente spiegarlo a Lorenzo
-Leonardo, scusami. Torno subito, devo chiedere...una cosa ad Arianna- Dissi correndo fuori dalla stanza per dirigermi in quella di Lorenzo.
Non appena spalancai la porta della sua stanza quasi mi venne un infarto.
Lorenzo si stava infilando la giacca dello smoking e io stavo sbavando come una lumaca. Se Leonardo stava benissimo vestito così, Lorenzo era davvero meraviglioso
-Che vuoi?- Mi chiese, ravviandosi i capelli. Sospirai, richiudendomi la porta della sua stanza alle spalle -Sei venuta a lamentarti perchè ho interrotto quel magico momento tra voi due?- Mi chiese con un sorrisetto scarcastico e arrabbiato dipinto sulle labbra
-No, sono venuta per dirti che non è come credi- Dissi avvicinandomi lentamente a lui
-Ma davvero? E com'è allora- Mi chiese incrociando le braccia. Mi avvicinani ancora di più e gli poggiai una mano sul braccio, facendolo sussultare. Sorrisi compiaciuta per quella sua reazione
-Leonardo stava per baciarmi, ma prima che tu entrassi nella stanza stavo per allontanarlo, te lo giuro- Dissi cercando il suo sguardo, che continuava a sfuggirmi arrabbiato -Lore?- Lo chiamai. Nel momento esatto in cui lui posò lo sguardo su di me, il mio cuore aumentò i battiti -Te lo giuro- Aggiunsi, avvicinandomi ancora di più per abbracciarlo. Gli allacciai le braccia attorno al collo e poggiai la testa sul suo petto, chiudendo gli occhi, mentre lui continuava a tenere le braccia stese lungo i fianchi. Lo sentìì sospirare, dopodiché mi cinse la vita avvicinandomi a sè, ricambiando l'abbraccio. Lo strinsi più forte e inspirai profondamente il magnifico profumo che aveva
-Non lo sopporto quel cretino- Disse in tono arrabbiato. Sorrisi accarezzandogli i capelli
-Dai, non è un cretino- Dissi sorridendo
-Oh, sì che lo è- Mi rispose lui, accarezzandomi la schiena -Perfortuna domani torniamo a casa e questa storia finisce. Sarà molto più facile mantenere segreta la nostra storia se non abitiamo tutti quanti sotto lo stesso tetto- Continuò, sciogliendo l'abbraccio ma continuando a cingermi la vita
-Già- Risposi abbassando lo sguardo. Avevo paura. Paura che una volta tornati a casa Lorenzo avrebbe riflettuto sulla situazione e avrebbe cambiato idea. Io non avrei saputo come sopportarlo
-Ehi- Mi fece alzare lo sguardo -Che hai?- Sospirai preoccupata per ciò che sarbbe potuto succedere
-E se quando torniamo a casa tu cambi idea e decidi che è meglio chiudere?- Gli chiesi mordendomi le labbra. Lo vidi sospirare, prima di prendermi le mani tra le sue
-Ascoltami bene, non succederà. Io ti amo e non credo sia possibile che cambi idea- Mi strinse a sè accarezzandomi i capelli -Io voglio stare con te, capito? Con te e nessun'altra- Disse stringendomi più forte. Ricambiai l'abbraccio e sorrisi per le sue parole
-Anche io ti amo- Dissi. Lorenzo sciolse l'abbraccio e si avventò letteralmente sulle mie labbra. Gli allacciai le braccia attorno al collo e ricambiai il bacio. La sua lingua iniziò a danzare con la mia e sentivo che non avrei mai voluto smettere di baciarlo, ma la voce di mio fratello ci fece letteralmente allontanare di almeno tre metri l'uno dall'altra
-Lore? Quanto ti manca? Devi aiutarmi a fare il nodo alla cravatta- Urlò mio fratello dall'altra parte della porta
-Ale, arrivo tra un attimo- Rispose Lorenzo, con una voce che non gli apparteneva. Evidentemente anche lui era ancora provato dopo quel bacio che c'eravamo dati
-Ok, ti aspetto in camera mia- Continuò Alessandro
-E' meglio che vada a finire di prepararmi- Dissi avvicinandomi a lui per salutarlo. Mi cinse la vita, baciandomi una guancia
-Ok- Mi rispose, dandomi un altro bacio sulla guancia
-A proposito, cosa volevi dirmi quando sei venuto nella mia stanza?- Gli chiesi mordendomi le labbra
-Ah, giusto! Potremmo approfittare del fatto che Alessandro non vuole che tu vada in macchina da sola con Leonardo per fare il viaggio insieme, noi due- Mi spiegò, sorridendo. Questo ragazzo ne sapeva una più del diavolo. Sorrisi anche io, baciandolo a fior di labbra
-Mi sembra una buona idea, ci vediamo giù tra un'ora?- Gli chiesi aprendo la porta
-Sì, a dopo- Mi rispose lui, dopodiché uscì dalla stanza e mi diressi nella mia.





Dopo un'ora e mezza ero pronta. Ero in ritardo con Lorenzo di circa mezz'ora, ma dopo il nostro incontro nella sua stanza avevo dovuto rifare il trucco tutto da capo e così anche l'acconciatura. Per questo avevo ritardato un pochino.
Mi guardai alla specchio lisciandomi il vestito, dopodiché uscìì dalla mia stanza e mi diressi al piano di sotto.
Margherita e Arianna stavano ancora aiutando la sposa a prepararsi e sarebbero venute insieme a lei, in quanto sue damigelle.
Marco stava messaggiando con suo cugino al cellulare e stava aspettando che Leonardo si decidesse a partire, visto che dovevano dividere la macchina.
Mio fratello aveva ancora gli occhiali sugli occhi e continuava a massaggiarsi le tempie.
Lorenzo invece era poggiato contro il cofano della sua macchina e aveva le mani in tasca. Non appena mi vide mi sorrise, facendomi l'occhiolino. Io arrossìì, cercando di non cadere per via dei tacchi
-Wow...sei...sei bellissima- Disse Leonardo, porgendomi una mano per aiutarmi ad arrivare alla macchina
-Grazie- Risposi, lanciando una veloce occhiata a Lorenzo che a sua volta mi guardava come se mi stesse spogliando con gli occhi
-Bene, direi che possiamo andare- Disse Lorenzo avvicinandosi a me -Ila, chiaramente tu viene con me, lo so che ti scoccia, ma sai com'è tuo fratello- Sorrisi, pronta a salire sulla sua auto, quando....
-No Lore, tranquillo. Se Ilaria vuole andare con il suo ragazzo può farlo. Anzi, mi scuso se sono stato così pesante- Disse guardando Leonardo -Ma lei è la mia sorellina, per questo sono così apprensivo. comunque per oggi voglio essere buono e voglio fidarmi. Potete andare in macchina insieme, io e Marco andremo con Lorenzo- Ok, questo ragazzo non era mio fratello. Avevo voglia di piangere per il nervoso. Quando volevo evitare Lorenzo mi costringeva a fare il viaggio insieme a lui, ora che io e Lorenzo volevamo fare il viaggio insieme lui mi dava la sua benedizione per stare con Leonardo.
Guardai Lorenzo, che a sua volta mi guardava rattristato
-Ma sei sicuro, fratellino? Non è che è uno dei tuo scherzi?- Gli chiesi, sperando fosse così
-No, te l'ho detto. Per oggi voglio essere buono. Ora andiamo altrimenti faremo tardi- Disse salendo a bordo della macchina di Lorenzo.
Sospirai aprendo lo sportello dell'auto di Leonardo e, dopo essere saliti entrambi a bordo, partimmo verso la chiesa.
Era veramente una congiura verso di me.

____________________________________________________________________________

Salve a tutti!!!

Lo so, sono davvero imperdonabile.
E' da tantissimo tempo che non aggiorno, ma ho avuto tantissimo da studiare, fortunatamente manca poco all'estate.
Senza contare che quest'anno ho anche gli esami e quindi sono stata sommersa dalle tre prove d'esame che mi hanno fatta
letteralmente impazzire XD
Detto questo, spero che il capitolo vi sia piaciuto.
Come vi avevo già anticipato nello scorso capitolo, per il prossimi tre capitoli l'argomento principale
sarà la gelosia di Lorenzo XD 
Prometto che cercherò di postare il prima possibile questa volta :D
Vi ringrazio ancora una volta.
Grazie di cuore davvero :D

Alla prossima!!!!!

Un ringraziamento speciale va come sempre a  
_Renesmee Cullen_ FedeKiryu  saketta  Jonas_sister

e  loveis4ever


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(Ilaria)

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(Lorenzo)

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(Leonardo)

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Capitolo 15
*** Oggi sposi ***


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Capitolo 14

Oggi sposi

 

 

C'era quella calma che ti massacra.
Quando tutto sembra perfetto e invece è una merda.

- Isabella Santacroce -

 

Avrei voluto toccarlo,
dirgli che non l’avrei mai lasciato
anche se tutti lasciano tutti.

- Jonathan Safran Foer –

 

 

 

 

 

 


Una volta arrivati in chiesa, Leonardo mi aiutò a scendere dalla macchina. Mi guardai un po' attorno alla ricerca di Lorenzo e gli altri, ma non li vedevo da nessuna parte
-Sai...- La voce di Leonardo mi fece riscuotere dai miei pensieri -Credo che tuo fratello finalmente mi stia accettando- Disse prendendomi la mano tra la sua. Mi aprìì in un sorriso tiratissimo, tornando a guardarmi intorno.
Accidenti, aveva ragione lui. Alessandro sembrava approvare la mia storia con Leonardo, anche se non ne capivo il motivo.
Quando vidi la macchina di Lorenzo fare manovra per parcheggiare mi sentìì sollevata. Ormai stavo diventando dipendente da lui, non riuscivo a stare senza Lorenzo neanche per un attimo. Nonostante la voglia che avessi di corrergli incontro, mi trattenni
-Eccoci- Disse Marco, cingendomi le spalle con un braccio. Gli sorrisi, ricambiando l'abbraccio. Ultimamente mi ero resa conto di quanto volessi bene a Marco, lui riusciva ad esserci sempre, in ogni momento e questo era davvero importante per me
-Ale, non gli chiedi cosa hanno fatto?- Gli chiese Lorenzo scherzando, sorridendomi di sfuggita
-No, non credo che ci sia bisogno che mi preoccupi- Rispose Alessandro, togliendosi gli occhiali da sole.
Ok, questo non era mio fratello. Pretendevo di sapere che fine avesse fatto
-Grazie Alessandro, ti assicuro che non farei mai nulla che possa far soffire tua sorella- Disse Leonardo, stringendomi di più la mano. Deglutìì imbarazzata, lanciando una veloce occhiata a Lorenzo, che a sua volta mi fissava preoccupato da quella situazione
-Allora, cominciamo ad entrare? Altrimenti congeliamo- Disse Alessandro, dando una pacca sulla spalla a Lorenzo, che gli rivolse un sorriso tiratissimo. Dopodiché tutti quanti entrammo in chiesa.
Mi sedetti accanto a Leonardo e a Marco, che a sua volta era seduto accanto a Lorenzo, che era seduto accanto ad Alessandro. Sospirai mordendomi le labbra. Che situazione del cavolo!
Dopo circa dieci minuti, decisi che non potevo più sostenere quella situazione. Mi alzai in piedi, sistemandomi il vestito
-Sapete dov'è il bagno?- Chiesi nervosa. Marco si alzò in piedi e mi indicò una porta che dava accesso ad altre tre porte, una delle quali conduceva in bagno.
Lo ringraziai, dopodiché mi diressi verso la toilette delle femmine.
Non appena entrai, afferrai il cellulare e mandai un messaggio a Lorenzo, dicendogli di raggiungermi in bagno con una scusa, dopodiché mi sedetti su uno dei divanetti presenti all'interno e inziai a ticchettare con il tacco sul pavimento. Ero davvero tesa per quella situazione.
Dopo meno di cinque minuti, Lorenzo entrò nel bagno avventandosi letteralmente su di me, che mi ero alzata in piedi andandogli incontro.
Ricambiai il bacio, socchiudendo le labbra per permettere alla sua lingua di intrecciarsi alla mia. Mi era mancato, nonostante fossero solo un paio
d'ore che non stavamo insieme da soli. Gli strinsi i capelli, continuando a baciarlo, mentre lui mi cinse la vita con le braccia e mi attirò ancora di più a sè, solleticandomi il palato con la lingua.
Dopo qualche minuto sciogliemmo il bacio, entrambi senza fiato. Sorrisi accarezzandogli il collo
-Mi sei mancato- Sussurrai, lasciandogli un bacio sul mento. Lui ricambiò il sorriso e mi strinse maggiormente a sé
-Anche tu- Mi rispose, lasciandomi un bacio sulla testa -Tu non immagini neanche quanto io sia incazzato- Alzai lo sguardo su di lui, confusa
-Perchè?- Gli chiesi sorridendo
-Perchè Alessandro comincia ad accettare quello spaventapasseri di Leonardo, ma non accetterà mai me come tuo ragazzo- Mi rispose, abbassando lo sguardo.
Sapevo che aveva ragione, quindi non dissi niente e mi limitai a stringerlo più forte
-Non importa, tra un mese sarò maggiorenne e non dipenderò più da nessuno, allora potremmo dirlo a tutti- Dissi baciandolo, ma lui non ricambiò -Che c'è?- Gli chiesi confusa
-Non è solo questo il problema- Con mio enorme disappunto mi lasciò andare, sedendosi sul divanetto dove ero seduta io poco prima
-E quale sarebbe?- Gli chiesi, sedendomi accanto a lui e prendendogli la mano. Lui mi sorrise, accarezzandomi il dorso della mia mano con il pollice
-Io voglio bene a tuo fratello, lo considero un fratello e non...- Si interruppe, guardandomi negli occhi. Annuìì abbassando lo sguardo
-Non vuoi perdere la sua amicizia- Finìì io la frase per lui -Quindi? Non capisco cosa stiamo facendo?- Gli chiesi, togliendo la mia mano dalla sua. Lui corrugò la fronte e si chinò a terra per guardarmi meglio negli occhi
-Amore, che intendi?- Mi chiese accarezzandomi una guancia
-Che senso ha quello che stiamo facendo? Che senso ha stare insieme così?- Dissi alzandomi in piedi
-Io non ti capisco- Disse lui, con voce seria. Scossi la testa
-Non è una novità- Dissi poggiando le mani sul bordo del lavandino.
Avevo voglia di dormire, di piangere, di fare qualsiasi cosa, ma non di intraprendere quel discorso con lui
-Mi spieghi cosa intendi, perfavore?- Mi chiese con voce tagliente, afferrandomi con forza il polso
-Intendo dire che la nostra storia non ha senso, non così- Risposi, voltandomi a guardarlo negli occhi -Come facciamo a mantenere il segreto su noi due? Insomma, questo può andare bene per qualche settimana, qualche mese, ma poi? Cosa facciamo?- Gli chiesi con la voce rotta dal pianto
-Non lo so, ma un modo lo troveremo e...- Si interruppe, quando scossi la testa, aprendomi in un sorriso rassegnato
-No Lore, non c'è modo. Non in queste condizioni- Dissi -Alessandro è mio fratello, io gli voglio bene e non sarebbe giusto prenderlo in giro a vita. Se vogliamo stare insieme prima o poi dovremo dirglielo- Continuai abbassando lo sguardo
-Tu sei sua sorella, prima o poi ti perdonerebbe, ma io perderei la sua amicizia per sempre- Disse avvicinandosi, ma io indietreggiai
-Mi dispiace Lore, ma devi scegliere. Dovrai essere in grado di scegliere tra me e Alessandro- Dissi, triste per ciò che stava succedendo. Lo guardai e lo vidi abbassare lo sguardo. Annuìì facendo lo stesso
-Mi sembra chiara la tua decisione- Dissi, voltandomi ed uscendo dal bagno.

 




La cerimonia era durata un'eternità ed io non vedevo l'ora di ripartire per tornare a casa.
Per tutto il tempo Lorenzo non aveva fatto altro che guardarmi e questa cosa mi faceva star male. Stavo male perchè avevo voglia di baciarlo, di stringerlo, di stare accanto a lui, ma evidentemente per lui io non ero poi così importante, altrimenti non avrebbe esitato un secondo a scegliere me.
Una volta usciti dalla chiesa c'eravamo diretti in un ristorante, in cui Giuliana aveva prenotato un'intera sala con tanto di pista da pattinaggio nel giardino.
Mi sedetti al tavolo insieme a Leonardo, Marco e mio fratello, mentre Arianna e Margherita erano sedute al tavolo dei testimoni della sposa e dello sposo. Inoltre Margherita aveva chiesto a Giuliana di inserire a quel tavolo anche Lorenzo, in quanto suo ragazzo voleva averlo vicino.
Io non avevo preso male la notizia, in un certo senso era meglio così, perchè non sarei riuscita ad averlo vicino dopo quanto era successo
-Va tutto bene?- Mi chiese Marco, facendomi riscuotere dai miei pensieri. Gli sorrisi triste, ma speravo che lui non se ne rendesse conto
-No, ma non ho voglia di parlarne- Risposi, abbassando lo sguardo. Lui annuì comprensivo e mi afferrò una mano tra le sue. Alzai lo sguardo su di lui e gli sorrisi di gratitudine. Senza Marco non avrei saputo proprio cosa fare
-Quando vuoi io ci sono- Mi disse accarezzandomi il dorso della mano
-Grazie, Marco-
-Ma figurati, ti ho solo...- Lo interruppi scuotendo la testa
-No, intendo...grazie di tutto- Dissi stringendogli la mano. Lui mi sorrise annuendo.
Non servivano altre parole per capire cosa intendevo
-Ila, posso parlarti un secondo?- La voce di Alessandro mi fece voltare alle mie spalle. Gli lanciai un'occhiata seria, dopodiché annuìì e lo raggiunsi in una sala vuota
-Dimmi- Dissi sedendomi su un divanetto accanto al tavolo dei regali nuziali
-In questi giorni ho riflettuto e...ho capito che...- Si interruppe sedendosi accanto a me -Ho capito di aver esagerato con Leonardo, ti chiedo scusa. Volevo dirti che se sentite il bisogno di stare da soli potete farlo. Domani potete tornare a Roma insieme- Disse. Io non riuscivo a credere alle mie orecchie. Ma perchè ora mi permetteva di vedere Leonardo con così tanta tranquillità?
-Mi spieghi che ti succede? Ora ti fidi di Leonardo?- Gli chiesi incrociando le braccia al petto
-Mi fido di te- Mi rispose. Con quelle esatte parole era riuscito a farmi sentire un autentico schifo. Se mi trattava male e mi parlava come se fossi una stupida ragazzina che non sa cosa vuole dalla vita, rendeva tutto più semplice il fatto di non sentirmi in colpa per la mia storia con Lorenzo, ma se diceva di fidarsi di me peggiorava solo le cose
-Bhè...grazie- Dissi solamente, abbassando lo sguardo
-Torniamo di là?- Mi chiese alzandosi in piedi. Alzai lo sguardo su di lui
-Tu vai pure, io arrivo tra un attimo- Gli risposi. Dopodiché lui annuì e tornò al tavolo.
Mi presi la testa tra le mani. Mi faceva un male incredibile, non risucivo neanche a tenere gli occhi aperti.
Ma perchè doveva essere tutto così complicato? Perchè per Alessandro era così assurdo pensare a una possibile relazione tra me e Lorenzo?
-Stai bene?- Quella voce mi fece bloccare il cuore. Scossi la testa, rialzando lo sguardo
-No, non stò bene- Dissi puntandolo a terra di nuovo
-Posso fare qualcosa per...- Lo interruppi alzandomi in piedi e incominciando a camminare verso la sala dove si svolgeva il rinfresco
-Sì, puoi cercare di starmi lontano e di evitarmi- Dissi fermandomi dietro di lui -Almeno semplificheremo le cose per tutti- Continuai, riprendendo a camminare.

 



Lorenzo P.O.V


..."Almeno semplificheremo le cose per tutti"...
Quella frase continuava a girarmi per la mente. A me non le semplificava affatto le cose.
Quando avevo visto il suo sguardo rassegnato nel dirmi che la mia decisione era già chiara mi ero sentito morire.
Avrei voluto rispondere. Avrei voluto dirle che io sceglievo lei, che mi importava di lei e di nessun altro. Avrei voluto farlo, ma non potevo. Non potevo perchè non era così. Per me anche Alessandro era importante, anche se in modo diverso.
Alessandro era la mia famiglia. Ilaria era la ragazza che amavo. Non credevo ci potesse essere scelta più difficile di questa
-Lorenzo?- Alzai lo sguardo e mi ritrovai Marco davanti -Scusa, potrei parlarti un secondo- Mi chiese infilandosi le mani in tasca
-Ma sì, sì certo- Risposi annuendo. Chissà cosa voleva dirmi
-Ascolta, non ci giro intorno perchè non ha senso- Corrugai la fonte, confuso -Io sò tutto- Quando pronunciò quelle parole mi fu tutto più chiaro
-Capisco- Mi limitai a dire
-Sò che non sono fatti miei, ma Ilaria è la mia migliore amica, ci conosciamo da anni ormai e le voglio un bene dell'anima. Io non ti conosco e non mi permetto di giudicarti, ma Ilaria ti ama veramente e non merita di soffrire per causa tua. Perciò se intendi...ferirla, anche inconsapevolmente, ti pregherei di non farlo e di mettere subito le cose in chiaro con lei. Prima che sia troppo tardi- Disse tutto d'un fiato, stringendo le tasche dei jeans
-Ok- Risposi, ancora scosso per le sue parole. Non potevo dire nient'altro perchè aveva ragione. Aveva ragione su tutto
-Bene, allora...io torno di là- Disse, dopodiché si voltò e tornò al suo tavolo.
Quelle parole mi avevano colpito. Io non sapevo cosa fare. Ero in un bivio. E la cosa peggiore era che...era tutta colpa mia.
Completamente colpa mia.
Mia e di nessun altro.

 

 

 

Ilaria P.O.V


Mi sentivo soffocare.
Me ne stavo seduta a quello stupido tavolo, fingendo di sorridere come se niente fosse, mentre il ragazzo che amavo ballava da oltre venti minuti con la sorella della mia migliore amica, oltretutto sua ragazza.
-Ila?- La voce di Arianna mi fece riprendere dai miei pensieri. Le sorrisi, mentre lei si sedeva accanto a me -Ti stai divertendo?- Mi chiese
-Sì, sì- Mi affrettai a rispondere, bevendo un sorso d'acqua dal mio bicchiere -Tua cugina è splendida- Continuai, guardando verso Giuliana che ballava al centro della sala con suo marito
-Già, è davvero bella stasera- Mi rispose lei sorridendo a sua cugina -Ila, mi dispiace- Continuò poi, guadagnandosi una mia occhiata confusa e...per un secondo anche spaventata. E se avesse saputo di me e Lorenzo?
-Di cosa?- Le chiesi, poggiando il bicchiere sul tavolo
-Ti avevo proposto una vacanza sulla neve insieme e invece guarda, domani partiamo e non siamo state insieme quasi per niente- Disse, ticchettando con le dita sul tavolo
-E' vero, ma perchè ti scusi. Non è mica colpa tua- Le risposi, afferrandole la mano. L'unica colpevole ero io. Avevo trascurato la mia migliore amica, mentre mi dividevo tra Leonardo e Lorenzo
-Invece sì. Ho dedicato tutto il mio tempo al matrimonio di mia cugina trascurando te, sono davvero imperdonabile-
-Ma no, Ari. Non è affatto vero. Se quì c'è una colpevole sono io, che non ho fatto altro che...- Lei mi interruppe sorridendo
-Non hai fatto altro che stare con il tuo ragazzo, quindi ti perdono- Finì lei la frase per me. Mi aprìì in un sorriso tiratissimo
-Allora abbiamo risolto. Io perdono te e tu perdoni me- Scherzai, guardandomi intorno. Mio fratello stava guardando qualcosa sul cellulare insieme a Marco, Leonardo era in bagno e Lorenzo...stava ancora ballando con Margherita. Nel momento in cui puntò il suo sguardo su di me, mi sentìì morire. Non riuscivo a resistere dalla voglia di corrergli incontro per baciarlo, ma mi trattenni
-Tutto bene, Ila?- Mi chiese Arianna. Evidentemente si era accorta del mio cambio d'umore
-Non proprio, ho mal di testa- Risposi, massaggiandomi le tempie per essere più credibile
-Vuoi qualcosa per il dolore? Provo a guardare nel...- Scossi la testa, sorridendole
-No, grazie Ari. Credo di aver solo bisogno di una bella dormita- Risposi, mordendomi le labbra, lanciando una veloce occhiata a Lorenzo che continuava a guardarmi
-Uffa...voglio ballare- Si lagnò Arianna, guardandosi intorno -Ehi, sottospecie di ragazzo?- Disse rivolgendosi a Marco. Lui alzò lo sguardo dal suo cellulare e assottigliò gli occhi
-Cosa vuoi?- Lei sorrise, alzandosi in piedi
-Voglio tante cose. La pace nel mondo, voglio essere ricca, voglio...- Marco la interruppe con un cenno della mano. Quei due facevano sempre così. Sembravano cane e gatto
-Intendo dire...cosa vuoi in questo momento? Cosa vuoi da me?- Chiese nuovamente lui, specificando a cosa si riferiva
-Voglio ballare e visto che non ho uno straccio di ragazzo mi servi tu- Rispose lei, come se fosse la coa più normale del mondo
-Ok- Rispose Marco. Arianna sorrise e si avvicinò a lui, guardandolo confusa quando lui non si alzò
-Allora? Intendi ballare da seduto?- Marco scosse la testa, ghignando
-Ballo con te solo se dici il mio nome, seguito da un adorabile "per favore"- Sorrisi quando sentìì le parole di Marco. Era furbo il ragazzo
-Che palle che sei!- Disse lei, sbuffando -Va bene...Marco, balli con me?- Chiese Arianna, guardando da un'altra parte
-Per favore- Disse Marco, sorridendo
-Per favore- A quel punto Marco si alzò e la prese per mano, dirigendosi sulla pista da ballo, insieme agli altri. Almeno loro si divertivano
-Ehi- Mi voltai verso mio fratello. Ora cosa voleva?
-Cosa c'è?- Gli chiesi, tamburellando con le dita sul tavolo
-Dov'è il tuo Cicciobello?- Mi chiese, riferendosi a Leonardo
-Credo sia in bagno- Risposi. In realtà non me ne importava niente. Non mi importava nè di lui nè di nessun altro. Ad esclusione di Lorenzo
-Le cose tra voi due non vanno, eh?- Mi chiese lui, scalando di due sedie per sedersi accanto a me. Ma che gli succedeva?
-No, vanno benissimo. Perchè?- Finsi di sorridere. Non vedevo l'ora che il rinfresco fosse finito, almeno sarei potuta andare a dormire
-Non so...lui mi sembra molto preso da te, ma tu...mi sembri distante- Accidenti, possibile che Alessandro mi conoscesse così bene? E' vero che ero sua sorella, però lui non aveva mai prestato attenzione a ciò che facevo
-La verità è che...non so se sia il ragazzo adatto a me- Ammisi -Proprio non lo so-
-Cosa non sai?- Mi voltai di scatto e mi trovai il sorriso di Leonardo davanti
-Niente, stavamo parlando di una cosa nostra- Rispose mio fratello al posto mio. Lo guardai, ringraziandolo con un sorriso
-Balliamo?- Mi chiese Leonardo. Guardai mio fratello in cerca di una conferma. Mi dispiaceva lasciarlo da solo al tavolo. Lui annuì
-Sì- Risposi a Leonardo. Dopodiché mi alzai e lo seguìì al centro della sala.

 

 

Io e Leonardo ballammo per circa dieci minuti.
In quel momento il DJ che Giuliana e suo marito avevano ingaggiato per movimentare la festa propose di fare un gioco divertente.
In pratica dovevamo scambiarci il partner ogni volta che il DJ cambiava canzone. Avrei voluto tornare al tavolo per evitare di ballare con Lorenzo, ma se lo avessi fatto Leonardo si sarebbe insospettito.
Ballai con circa sei amici dello sposo e tre amici della sposa. Poi fu il turno di Marco e finìì persino a ballare con Arianna per scherzo. Alla fine, l'inevitabile arrivò.
Lorenzo si avvicinò a me più imbarazzato che mai e mi circondò la vita con un braccio, rimanendo comunque distanziato da me. Io sospirai, allacciandogli le braccia attorno al collo. Dopodiché inziammo a ballare sulle note di "Per fare a meno di te". (Qui)
Mi sentivo stupida. Stupida e impacciata. Stupida, impacciata e...completamente al settimo cielo.
Era l'effetto che mi faceva Lorenzo. Nonostante tutti i problemi che avevamo, stare abbracciata a lui, stargli così vicina mi rendeva felice.
Chiusi gli occhi e mi poggiai con la testa sul suo petto, insipirando il suo profumo. Sentìì Lorenzo rilassarsi e stringermi di più a lui, infilando una mano tra i miei capelli per accarezzarli

"Per fare a meno di te
non so dove me ne andrò che cosa inventerò
Per fare a meno di te
Io no, non mi sveglierò non ti ricorderò"


Non potevo neanche lontanamente pensare alla mia vita senza di lui. Non riuscivo a farmene una ragione. Però era l'unica soluzione. Non potevo stare con lui sapendo che preferiva l'amicizia con mio fratello all'amore che provava per me. Forse ero un'egoista, ma non riuscivo a stare con lui. Non a queste condizioni
-Lore?- Lo chiamai, stringendo automaticamente la sua giacca
-Dimmi- Mi rispose lui, depositandomi un bacio sulla testa

"Per fare a meno di te
Non so quanto cuore avrò io mi difenderò "


Avevo paura. Paura di come sarebbero andate le cose, ma dovevo affrontare la realtà
-Io e te non possiamo stare insieme- Dissi, stringendo di più la presa sulla sua giacca
-Lo so- Mi rispose lui, accarezzandomi la schiena

"Quando guardo il cielo cerco te
Distrattamente guardo il cielo e cerco te
E mi sollevo"

Sapevo che ogni volta che avrei guardato il cielo sarebbe stato sempre lui che avrei cercato, ma stavo male. Stavo troppo male per accettare di stare con lui a quelle condizioni
-Però ti amo, ti giuro che ti amo- Dissi, scoppiando a piangere. Fortuna che avevano abbassato le luci nella sala, altrimenti avrebbero visto tutti che piangevo
-Sò anche questo- Disse stringendomi di più a sè -E anche io ti amo- Continuò, chiudendo gli occhi

"Sulle circostanze il tempo scivola (sopra di noi)
L'infinito sceglie la sua lacrima
Dove cercare (qualcosa di più) ancora (ancora)
E fare a meno di te"


Deglutìì allontanandomi un po' da lui per guardarlo negli occhi
-Forse sono un'immatura, egoista, ma ho troppa paura di stare male. Non posso stare con te sapendo che tu sceglieresti mio fratello al posto mio- Dissi, asciugandomi una lacrima
-Non è che sceglierei tuo fratello, Ila. Il fatto è che lui è il mio migliore amico, lo conosco da sempre ed è come un fratello. Se sapesse di noi due, visto com'è protettivo verso di te, smetterebbe di parlarmi e io non voglio- Disse abbassando lo sguardo -Quindi direi che se c'è un egoista sono io-

"Quando guardo il cielo cerco te
Distrattamente guardo il cielo e cerco te"


-Allora...che facciamo adesso?- Gli chiesi, asciugandomi una lacrima dal mento
-In che senso?- Mi domandò lui, continuando a baciarmi i capelli
-Come rimaniamo? Torniamo ad essere...amici?- Gli chiesi, anche se sapevo già la risposta
-Amici? Quando mai lo siamo stati- Scherzò lui, pizzicandomi un fianco
-Mai- Scoppiai a ridere, ma in realtà volevo solo piangere
-Potremmo diventarlo adesso- Mi strinsi nuovamente a lui

"E scioccamente mi sollevo... su con te"

Non risposi subito. Avevo bisogno di stare abbracciata a lui, in silenzio, per qualche secondo
-No, non potremmo. Lo sai- Dissi infine, sciogliendo l'abbraccio. Non appena lo feci sentìì subito freddo

"Su con te”

Mi voltai e presi a camminare verso il tavolo. Ne avevo abbastanza di ballare. Volevo solo andare in pezzi in santa pace.

"Su con te"…

Proprio quando mi sedetti al tavolo, il DJ annunciò che era arrivato il momento del lancio del bouquet
-Andiamo, Ila!- Mi disse Arianna, alzandosi in piedi per posizionarsi al centro della sala. Io scossi la testa. Sapevo che non sarei stata di sicuro la prossima a sposarsi, di conseguenza non avevo alcuna voglia di alzarmi e rischiare di prendere uno stupidissimo mazzo di fiori in faccia
-No, non mi va- Dissi, poggiando la schiena contro lo schienale della sedia
-Sicura?-
-Sì, ho ancora mal di testa- Risposi, cercando di sorridere. Arianna ricambiò il sorriso e si posizionò tra le altre aspiranti spose.
Giuliana si voltò di spalle e con un colpo lanciò dietro di sè il bouqet. Non vidi subito chi fu a prenderlo.
Solo dopo che le aspiranti spose tornarono ai rispettivi tavoli con la coda tra le gambe potei notare che a prenderlo era stata Margherita, che ora teneva il bouquet come se fosse un tesoro prezioso e nel frattempo baciava Lorenzo, come se fosse il suo...sposo.
Per me non c'era di sicuro posto.
Io non avrei fatto parte della vita di Lorenzo.
Mai.

___________________________________________________________________________

Salve a tutte!!!!
Prima che mi uccidiate per come ho concluso il capitolo, vorrei dirvi che
è solo un piccolo inconveniente che nel prossimo capitolo si risolverà...abbastanza bene.
Anche se i problemi non sono ancora finiti, ma non dico nient'altro XD
Grazie mille per le splendide recensioni che lasciate e grazie anche a chi aggiunge la mia storia
tra le preferite, seguite e ricordate. Davvero grazie di cuore :D
Ora vi saluto!
Grazie ancora!

Alla prossima!!!

Un ringraziamento speciale va come sempre a  
_Renesmee Cullen_ FedeKiryu  saketta  Jonas_sister

e  loveis4ever

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Capitolo 16
*** Ricordi... ***


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Capitolo 15
Ricordi…

 

Non abbiamo bisogno di spiegare il nostro amore.
Abbiamo solo bisogno di mostrarlo.
- P. Coelho -



Non voglio mancarti quando sei solo,
ma quando hai tutto e,
nonostante tutto senti che ti manco ancora.
- H. Flame -

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Finalmente eravamo tornati a casa dopo quell'orribile vacanza a sulla neve.
La scuola era riniziata già da una settimana e io cercavo in tutti i modi di evitare Leonardo. Stavo così male per lui, ma non avevo la forza neanche per chiudere con lui. Continuavo a pensare solo ed esclusivamente a Lorenzo. Non lo vedevo dalla mattina in cui eravamo tornati a casa, quando aveva riaccompagnato me e Alessandro a casa. Lo avevo salutato appena ed ero entrata nel portone.
Ora mi ritrovavo a fissare il muro come un vegetale. Sapevo che sarei stata meglio prima o poi, ma ora faceva troppo male. Non riuscivo neanche a respirare.
Qualcuno bussò alla porta della mia stanza che subito dopo si aprì. Arianna entrò richiudendosi la porta alle spalle e si sedette sul bordo del mio letto
-Ila, mi dici cos'hai?- Disse guardandomi seria. Presi un bel respiro e le rivelai solo in parte la verità
-Sto pensando di rompere con Leonardo- Dissi mettendomi a sedere. Arianna mi guardò sorpresa e allo stesso tempo confusa. Anche io avrei reagito così se fossi stata al posto suo. Avevo passato quattro anni a sbavare dietro a Leonardo e adesso che ero la sua ragazza volevo lasciarlo
-Ma perchè?- Mi chiese lei. Abbassai lo sguardo sulle mie Converse e presi un bel respiro
-Perchè non lo amo, Ari- Risposi. Era così purtroppo. Nonostante non potevo negare che un po' mi piaceva ancora, sapevo benissimo di non essere innamorata di lui
-Bhè... non posso di certo essere io a dirti cosa fare. E' una cosa che devi sentire tu. E' una decisione che puoi prendere solamente tu- Mi rispose, sorridendomi. Ricambiai il sorriso e l'abbracciai
-Cambiamo discorso?- Le chiesi, sciogliendo l'abbraccio. Lei annuì prendendo un bel respiro
-Ho sentito Margherita stamattina. Era a dir poco sconvolta- Alzai lo sguardo su di lei, sorpresa. Margherita sconvolta? Chissà cosa era successo
-Ah sì? E ti ha detto come mai?- Le chiesi con un po' troppa curiosità
-Sì, a quanto pare quel cretino di Lorenzo l'ha mollata- Mi rispose lei, inziando a sfogliare annoiata una rivista che avevo sul letto
-Davvero?- Ok, forse avevo un pochino esagerato. Sembravo prossima a fare il salti di gioia e sicuramente per Arianna doveva essere un tantino strano -Insomma, è davvero uno stupido- Continuai, cercando di riprendermi
-Già, uno stupido gigantesco- Mi rispose lei -A quanto pare ieri pomeriggio è passato a casa di mia sorella e l'ha lasciata con una banalissima scusa- Aggrottai le sopracciglia
-Con quale scusa?- Le chiesi fin troppo curiosa. Non riuscivo a credere che Lorenzo avesse lasciato Margherita, non mi sembrava vero
-Le ha detto che nonostante le voglia un bene dell'anima e nonostante lei sia una ragazza favolosa, lui non è innamorato di lei- Mi rispose Arianna, continuando a girare le pagine della rivista con più enfasi
-A-accidenti... davvero uno...-
-Stronzo- Concluse lei la frase al posto mio
-Stavo per dire scemo, ma stronzo è meglio- Dissi io, abbastanza imbarazzata per quella situazione
-Mi dispiace parlarne con te, visto che lui è il migliore amico di tuo fratello, ma giuro che se me lo ritrovo davanti lo prendo a pugni in faccia- Deglutìì alzandomi in piedi
-M-ma figurati, parlane pure quanto vuoi. Io lo detesto- Mentìì prendendo il mio cellulare per verificare se ci fossero messaggi. Era una situazione davvero imbarazzante
-Se poi dovessi mai vederlo con qualcun'altra lo investirei con la macchina, visto quello che ha fatto a mia sorella- Iniziai a tossire per della saliva andata per traverso
-G-g-già... hai ragione- Riuscìì a dire, colpendomi il petto per tentare di non soffocarmi
-Ora vado, tesoro. Ci sentiamo più tardi- Disse Arianna dandomi un bacio sulla guancia. Dopodiché si avvicnò alla porta e l'aprì -Grazie per avermi ascoltata- Continuò
-Ma figurati, quando vuoi- Risposi, salutandola con la mano. Dopodiché uscì e si richiuse la porta alle spalle.
Maledizione. Non potevo continuare a reagire così, o Arianna avrebbe capito che c'era qualcosa che non andava tra me e Lorenzo.
Decisi di distrarmi e di dare un'occhiata al mio profilo di Facebook, visto che era da una vita che non lo controllavo.
Dopo una decina di minuti sentìì dei rumori che provenivano dal corridoio fuori dalla mia stanza, cosa molto strana visto che ero sola om casa e che nessuno sarebbe tornato prima di pranzo. Mi alzai dalla scivania e mi avvicinai alla porta, aprendola appena. Quando vidi un'ombra svanire all'interno della stanza di mio fratello, ci mancò poco che mi venisse un infarto. Afferrai un ombrello, pronta a darlo in testa a chiunque si fosse introdotto in casa. Uscìì lentamente dalla mia stanza, cercando di non far rumore.
Quando arrivai davanti alla stanza di mio fratello, sbirciai all'interno, ma proprio in quel momento la porta si spalancò e io caddi in avanti. Chiusi gli occhi, pronta a schiantarmi contro il pavimento, ma mi sentìì afferrare e andai a finire con la faccia contro qualcosa di morbido e... accogliente.
Riaprìì gli occhi, immaginando il ladro che mi puntava un coltello alla gola, ma quando capìì contro chi ero finita il mio stomaco iniziò a fare di nuovo le capriole, ma non per la paura
-E...e tu che cavolo ci fai quì?- Chiesi con un filo di voce, mentre mi rimettevo in piedi. Lorenzo mi sorrise, accarezzandomi una guancia, ma io per non rischiare di saltargli addosso e baciarlo mi ritrassi. Lui se ne accorse e infilò le mani in tasca, abbassando lo sguardo imbarazzato
-Tuo fratello aveva lezione e io no, così mi ha chiesto di passare a casa sua a prendere un libro di economia che gli serve per la prossima lezione- Mi rispose tutto d'un fiato
-Potevi suonare, mi avresti risparmiato l'infarto- Dissi incrociando le braccia. Lui scoppiò a ridere e il mio cuore accelerò i battiti
-Pensavo che non ci fossi, tuo fratello mi ha dato le chiavi di casa e così sono entrato- Mi rispose lui. Annuìì, prima di abbassare lo sguardo sulle sue mani ancora in tasca
-E dov'è il libro?- Gli chiesi, guardando verso la stanza di mio fratello
-Quale libro?-
-Il libro che dovevi prendere ad Alessandro- Risposi. Lui si diede un leggero schiaffo sulla fronte e sorrise
-Già, il libro. Veramente non sono riuscito a trovarlo- Mi rispose, ticchettando le dita contro il muro. Mi venne spontaneo sorridere. Eravamo imbarazzatissimi tutti e due e stavamo parlando a vanvera
-Se... se vuoi ti aiuto io- Cavolo, ma che diamine avevo in testa? Perchè andavo sempre a cacciarmi in simili situazioni? Ora speravo solo che mi dicesse di no
-Sì, ti ringrazio- Ecco, come non detto.
Io e Lorenzo iniziammo a frugare in ogni angolo della camera di Alessandro e dopo anche in salone, cucina e addirittura in bagno. Purtroppo del libro neanche l'ombra
-Sembra che non ci sia. Magari l'ha preso e si è dimenticato. Sai com'è Alessandro, dimenticherebbe anche la testa se non l'avesse attaccata al collo- Dissi io, chiudendo il frigorifero. Meglio controllare ovunque, non si sa mai
-Già.... però.....- Lorenzo si interruppe, avvicinandosi a me
-Però cosa?- Gli chiesi io, allontanandomi automaticamente
-So dov'è il libro- Corrugai la fronte, confusa
-Lo sai?- Lui annuì guardandomi negli occhi -E dov'è?-
-Nel mio zaino- Rispose lui, indicando lo zaino dell'Eastpak poggiato sul divano. Non capivo, ma se l'aveva già trovato, perchè a me aveva detto di non averlo visto da nessuna parte?
-Nel tuo zaino?- Lui annuì, abbassando lo sguardo sulle sue Nike -Ma allora perchè mi hai detto che non lo trovavi?- Lo vidi deglutire, subito dopo, senza sapere come, mi ritrovai attaccata al muro con il suo viso a due centimetri dal mio
-Ho detto una bugia per... perchè volevo che tu mi aiutassi a cercarlo. Perchè volevo stare un po' con te, senza aver paura che tu mi mi mandassi via- Non riuscivo a parlare. Le parole mi morivano in gola. Cosa avrei potuto dirgli? Forse che ero felice del fatto che avesse finto di non trovarlo, perchè anche io volevo passare un po' di tempo con lui? Ma purtroppo non era affatto così. Per quanto fossi stata felice di trascorrere
un po' di tempo da sola con lui, sapevo che quando fosse arrivato il momento di salutarsi di nuovo...sarei stata malissimo.
Abbassai lo sguardo, allontanandolo leggermente da me
-Lore, ti prego non complicare le cose- Dissi, tenendo lo sguardo a terra. Non avevo il coraggio di guardarlo negli occhi
-Mi manchi, lo so che tra noi due è impossibile, però mi manchi- Disse avvicinandosi nuovamente a me
-Ma io...- Mi interruppi, quando lo vidi avvicinarsi ancora di più
-Amore mio, io non ci so stare senza di te- Disse togliendomi una ciocca di capelli dalla fronte
-Nemmeno io, ma se... se stiamo insieme quando arriverà il momento di dirci addio di nuovo staremo ancora peggio- Dissi, cercando di trattenere le lacrime
-Ilaria, io ti amo. Ti amo e non voglio dirti addio- Disse sfiorandomi le labbra con le sue, ma io lo allontanai nuovamente da me
-Adesso- Dissi alzando lo sguardo su di lui -Adesso non vuoi dirmi addio, ma che futuro abbiamo se tu senti di non volerne mai parlare con mio fratello?-
-E' difficile, lo so. Ma io non... Ilaria io sto male senza di te-
-Lo so, ma perchè non capisci che io sto male con te? Io non riesco a stare con te e a fingere che non ci siano problemi. Anche io ti amo, ma non me la sento di stare con te a queste condizioni e...-
-Ieri ho lasciato Margherita- Mi interruppe, abbassando lo sguardo
-Lo so, me l'ha detto Arianna- Mi sedetti sul divano, seguita da lui che fece lo stesso. Quando mi prese la mano tra le sue fui tentata di tirarla indietro, ma non lo feci. Forse perchè volevo farmi del male. Si avvicinò di più a me e mi circondò le spalle con l'altro braccio. Dopodiché mi sfiorò le labbra con le sue, ma proprio quando stavamo per approfondire il bacio, la porta di casa si aprì e io spinsi via Lorenzo, alzandomi in piedi
-Mamma!- Dissi con troppa enfasi. Lei poggiò le buste della spesa a terra, massaggiandosi i polsi
-Tesoro, mi daresti una mano?- Mi chiese, indicandomi le buste
-Lasci, faccio io- Lorenzo mi superò e afferrò due buste con una mano e tre con l'altra
-Oh Lorenzo, scusami non ti avevo visto- Rispose mia madre. Dopodiché lo seguì fino in cucina, mentre io rimasi ferma davanti al divano
..."Amore mio, io non ci so stare senza di te"...
Sorrisi, ripensando a quelle parole. Nonostante fosse sbagliato illudersi ancora, quella frase era riuscita a farmi toccare il cielo con un dito
-Arrivederci signora, io vado- Disse Lorenzo, tornando in salone. Non appena lo vidi tornare, cercai di risultare completamente calma e indifferente. Posai lo sguardo fuori dalla finestra, ma quando una mano mi afferrò per un polso e mi tirò indietro fu un po' difficile fingermi indifferente
-Lore, ma che fai?- Gli chiesi quasi sussurrando -C'è mia madre di là, lasciami- Continuai cercando di liberarmi dalla sua stretta
-Ti lascio se mi dai un bacio- Mi rispose lui
-No, ma sei matto?- Mi voltai verso la cucina. Se mia madre ci avesse trovati in quella situazione sarebbe stata la fine
-Allora non ti lascio- Puntai lo sguardo verso di lui e mi venne da sorridere. Aveva un adorabile broncio dipinto sulla faccia e continuava a mordersi le labbra nervosamente, mentre con il pollice della mano con cui mi stava tenendo il polso, prese ad accarezzarmi il dorso della mano. Senza pensarci due volte mi avvicinai a lui ed eliminai la distanza tra di noi. Immediatamente mi circondò la vita provando ad approfondire il bacio, ma io lo spinsi via delicatamente
-Avevi detto un bacio. Ora vai- Dissi spingendolo fuori dalla porta
-Uffa, quanto sei noiosa- Sorrisi e feci per richiudere la porta
-Lorenzo!- Mia madre entrò in salone e mi spinse via riaprendo la porta -Lorenzo, perchè non ti fermi a pranzo con noi?- Accidenti, ma perchè mia madre doveva mettersi sempre in mezzo?
-Ah, bhè...- Lorenzo tentennò, puntando lo sguardo su di me in cerca di una conferma
-Io vado a pranzo con Ari- Dissi, voltandomi per tornare in camera mia
-Non credo proprio- Mia madre mi afferrò per un polso e mi riportò accanto a lei -So bene che tu e Lorenzo non andate molto d'accordo, ma lui
è come se facesse parte della famiglia ed è il migliore amico di tuo fratello. Perciò, perchè non ti comporti da ragazza matura ed educata?- Mia madre di quella storia non ci aveva capito un cavolo. Credeva che fosse perchè non sopportavo Lorenzo che volessi andare a pranzo con Arianna, ma in realtà era lontana anni luce dalla verità. Io non sopportavo di stare nella stessa stanza con lui e fingere di non sopportarlo quando in realtà volevo solo baciarlo
-Signora, la ringrazio, ma non importa. Tanto ora devo tornare all'università per portare un libro ad Alessandro e poi magari andrò...-
-No, rimani a pranzo. Cercherò di comportarmi da persona matura- Lo interruppi io, senza guardarlo negli occhi. Dopodiché mi voltai e tornai nella mia stanza.
Ora ero fritta.

 



-No, Ari- Ero al telefono con Arianna da circa venti minuti. Lorenzo e Alessandro erano già tornati dall'università e si erano rintanati nella stanza di mio fratello a fare chissà cosa. Io invece, stavo cercando di tranquillizzare Arianna che mi stava chiedendo se Lorenzo si fosse presentato con un'altra ragazza
-Sicura? Perchè altrimenti vengo a casa tua e lo strangolo. E tu mi dai una mano, vero?- Deglutìì imbarazzata e mi sedetti sulla sedia
-Se si presentasse a casa mia con un'altra ragazza, fidati, non avresti neanche modo di riconoscerlo quando arriveresti quì- Dissi stringendo i pugni. Arianna scoppiò a ridere
-Tranquilla mi fido, so quanto tieni a Margherita- In realtà la mia frase era per evitare che capitasse a me. Se Lorenzo si fosse presentato con una ragazza davanti a me, probabilmente lo avrei castrato
-Ora vado a pranzo, ci sentiamo dopo- Dissi alzandomi in piedi
-A dopo- Poggiai il cellulare sulla scrivania, prima di aprire la porta della mia stanza. Non appena lo feci mi trovai davanti Lorenzo
-Mi hai fatto prendere un colpo- Dissi, portandomi una mano sul cuore. Lui sorrise, prima di prendere a camminare verso la sala da pranzo. Dopo aver preso un bel respiro, mi diressi anche io verso il tavolo, dove scoprii con orrore di essere seduta di fronte a lui.
Il pranzo fu un vero e proprio incubo. Ogni tanto mi scontravo il piede contro quello di Lorenzo, senza contare che gli avevo anche rovesciato un bicchiere di aranciata nel piatto.
Non appena finii il secondo, mi alzai immediatamente da tavola e con la scusa di dover ripassare per il giorno dopo corsi in camera mia.
Di questo passo sarei morta giovane.
Presi i libro di filosofia e iniziai a leggere il capitolo che la professoressa ci aveva assegnato per le vacanze, ma in realtà non sapevo neanche cosa ci fosse scritto. Leggevo senza capire. Continuavo a pensare ad altro. A qualcun altro. All'improvviso sentìì bussare alla porta. Alzai lo sguardo dal libro e vidi entrare Lorenzo, che si richiuse la porta alle spalle
-Sto andando via- Disse poggiandosi contro di essa
-Ciao- Risposi io, tornando a "leggere" il capitolo. Ero tesissima. Stare vicina a lui mi provocava sempre il batticuore
-Ila, perfavore- Alzai nuovamente lo sguardo e notai che si era avvicinato. Deglutìì, chiudendo il libro e tornando a guardarlo negli occhi
-Cosa? Perfavore cosa?- Gli chiesi, incrociando le braccia al petto. Lo vidi tentennare per un secondo, prima di vederlo inginocchiarsi a terra e prendere le mie mani tra le sue
-Non mi evitare. Non fare finta che tra noi due non ci sia niente- Sbuffai, alzandomi in piedi. Non potevo resistere se lui mi diceva quelle cose. Dovevo cercare di allontanarlo in qualche modo
-Io non faccio finta, Lorenzo- Dissi dandogli le spalle -Tra me e te non c'è niente- Continuai trattenendo a stento le lacrime
-Non è vero e lo sai- Lorenzo mi afferrò per un polso e mi costrinse a voltarmi verso di lui.
Ora potevo scegliere.
Scegliere di soffrire per mio fratello e per le bugie che io e Lorenzo gli avremmo raccontato se fossimo stati insieme, oppure scegliere di soffrire
per Lorenzo, rinunciando a lui per non far finire l'amicizia tra lui e mio fratello.
Scelsi la seconda.
Non sarei mai riuscita a sopportare se per causa mia si fosse rotta la loro amicizia
-Io...io mi sono resa conto di provare qualcosa...qualcosa di molto forte per Leonardo, mi dispiace- Dissi, mentre le lacrime scorrevano sulle mie guance.
Vidi Lorenzo stringere i pugni e battere più volte gli occhi, incredulo. Dopodiché mi lasciò andare e si voltò, uscendo dalla mia stanza, ma non dal mio cuore.
Mi feci scivolare lungo il muro e mi sedetti a terra, coprendomi il viso con le mani e dando sfogo alle lacrime.
Forse sarei stata malissimo, forse non mi sarei più ripresa, ma era la cosa giusta da fare.
Era l'unica cosa da fare.

 



Dopo un paio d'ore, qualcuno bussò alla mia porta.
Da quando Lorenzo era andato via mi ero un po' ripresa. Avevo smesso di piangere e avevo ricominciato a "studiare"
-Posso?- Il viso di mio fratello fece capolino dalla porta della mia stanza. Lo guardai e annuii
-Entra-
Alessandro si sedette ai piedi del mio letto e prede a ticchettare con il piede a terra, guardandosi attorno
-Io e te non...non siamo mai andati poi così d'accordo, ma sei pur sempre mia sorella e anche se avrò gli incubi dopo quello che sto per dirti...devo dirtelo- Lo guardai confusa -Ti voglio bene- Incominciai a tossire per della saliva andata per traverso. Quello non era mio fratello
-Cosa?- Gli chiesi con gli occhi lucidi per il mio quasi soffocamento
-Ti voglio bene. E adesso non farmelo ripetere di nuovo- Aggiunse lui, abbassando lo sguardo imbarazzato
-Sei ubriaco percaso?- Gli chiesi, sorridendo
-Non scherzare. Sono quì per chiederti una cosa- Disse lui, facendosi improvvisamente serio
-Dimmi-
-Ti piace Lorenzo?- In quel preciso istante il mio cuore cessò di battere e l'aria non arrivò più ai polmoni. Sembrava che mi fossi allonata anni luce da quella stanza. Sentivo solo un fastidiosissimo fischio nelle orecchie e non riuscivo a rispondere. Guardai mio fratello sbattendo varie volte le palpebre, ancora sconvolta per quella sua domanda. Dopodiché mi costrinsi a sorridere, ma non fui sicura di aver sorriso davvero
-Ma...ma....n-n-no- Dissi mordendomi le labbra. Accidenti, ma perchè finivo sempre in questi casini.
Lo vidi scuotere la testa, prima di alzarsi e di avvicinarsi a me
-Lo spero. Spero davvero che non ti piaccia, perchè altrimenti sarebbe un bel problema- Disse lui, preoccupato
-E perchè? Perchè sarebbe un problema?- Volevo sapere perchè Alessandro non riusciva ad accettare una possibile relazione tra me e Lorenzo
-Perchè Lorenzo è il mio migliore amico e tu sei mia sorella. E non siamo di certo in un film, dove la protagonista finisce per fidanzarsi con il ragazzo bello e buono e superano tutti i problemi, vivendo felici e contenti. Quì siamo nella vita reale e finireste per ferirvi e iniziare ad odiarvi più di quanto già non facciate. A quel punto io sarei costretto a scegliere e chiaramente sceglierei te e non potrei mai più essere amico di Lorenzo, sapendo che ha fatto del male a mia sorella. Io voglio bene a Lorenzo e non vorrei che andasse a finire così- Il suo discorso non faceva una piega, ma restava comunque il fatto che non era scritto da nessuna parte che io e Lorenzo avremo finito per ferirci
-Stai tranquillo, io detesto Lorenzo esattamente come prima- Mi costrinsi a dire, riprendendo a leggere il capitolo di filosofia.
Mio fratello annuì, per nulla convinto, prima di avvicinarsi alla porta per uscire
-E comunque ti voglio bene anche io- Dissi senza alzare lo sguardo dai libri. Con la coda dell'occhio lo vidi sorridere. Dopodiché uscì dalla mia stanza, richiudendosi la porta alle spalle.
Mi concessi un sospiro di sollievo e mi poggiai con la testa sulla scrivania.
Ero veramente in un bel casino.

 

 

 


Lorenzo P.O.V


Ero sdraiato sul divano di casa mia e stavo contemplando il televisore spento.
Non avevo voglia di fare nulla, figuriamoci accendere la tv.
..."Io...io mi sono resa conto di provare qualcosa...qualcosa di molto forte per Leonardo, mi dispiace"...
Mi coprii la testa con il cuscino e lo strinsi forte. Quelle parole mi avevano letteralmente distrutto. Non ero riuscito neanche a risponderle per quanto ero sconvolto. Mi ero limitato semplicemente ad andarmene. Come un codardo.
Sentii il campanello suonare e, dopo aver concesso un'altra stretta fortissima al cuscino che avevo in faccia, lo lanciai via e mi alzia in piedi andando ad aprire la porta.
Mi trovai davanti Alessandro con due scatole di pizza in mano
-Pizza?- Mi chiese, prima di entrare e dirigersi in cucina. Richiusi la porta e sorrisi. Era esattamente per motivi come questo che non riuscivo a parlare di me e di Ilaria con Alessandro. Semplicemente lui c'era. C'era sempre e non potevo fare a meno di lui
-Voglio augurarmi che tu abbia preso quella con...- Alessandro aprì il cartone di pizza, facendomi interrompere
-Quella con i Wurstel- Finì lui la frase al posto mio, avvicinando la pizza verso di me
-Grazie, amico- Dissi addentandone un pezzo
-Allora, com'è andata con Margherita ieri?- Mi chiese, mastricando. Bevvi un sorso di birra e puntai lo sguardo su di lui
-Male. L'ho lasciata e si è incavolata- Dissi, addentando un altro pezzo
-Ma perchè l'hai lasciata?- Mi chiese lui, con la bocca piena. Mi venne da sorridere per il modo buffo in cui aveva parlato
-Perchè non l'amavo e non volevo prenderla in giro. Margherita è una brava ragazza e non mi andava di ferirla- Dissi. Mi alzai per prendere dei tovaglioli di carta e qualcosa che si trovava sulla credenza attirò la mia attenzione.
Il disegno.
Era il foglio che avevo conservato il primo giorno che avevo incontrato Ilaria, quando ero andato per la prima volta a giocare alla play a casa di Alessandro.
Avevo disegnato un personaggio del videogame alla quale stavamo giocando, utilizzando un foglio su cui Ilaria aveva disegnato una farfalla. Sorrisi e lo sfiorai



Io e Alessandro stavamo giocando alla play già da qualche ora e avevo particolarmente fame.
Presi un foglio a caso che si trovava sul tavolo sotto una manciata di colori e pennarelli che apparteneva alla sorellina di Alessandro Da quanto diceva lui era una mocciosetta SoTuttoIo. Iniziai a disegnare il profilo di "Crash Bandicoot" e quando terminai il disegno gettai nuovamente il foglio accanto ai colori, seguendo Alessandro in cucina per mangiare qualcosa.
Dopo una decina di minuti, Alessandro andò in bagno, mentre io rimasi seduto a mangiare la torta che aveva preparato la mamma di Alessandro.
Mentre stavo per inghiottire, un urlo mi giunse alle orecchie e ci mancò poco che mi soffocassi con la torta. Subito dopo una ragazzina con delle
trecce alla Pippi Calze Lunghe entrò in cucina, sventolando in aria un foglio di carta
-Tu!- gridò la mocciosa, indicandomi con un dito. Aggrottai le sopracciglia e mi guardai alle spalle, credendo che stesse parlando con qualcun altro
-Dici a me?- Le chiesi, con un ghigno sulle labbra
-Vedi altri cretini quì intorno?- Accidenti, sagace la ragazzina. Sorrisi avvicinandomi alla mocciosa
-Ehi, mocciosetta. Ho ben sei anni più di te, porta rispetto per gli adutli- Dissi io, accarezzandole la testa. Lei si tirò indietro, lanciandomi il foglio in faccia
-Moccioso ci sarai, visto che disegni come un bambino della materna- Disse incrociando le braccia -La prossima volta che vuoi divertirti a fare inutili e insensati scarabocchi, evita di danneggiare uno dei miei bellissimi disegni, chiaro?- Accidenti per essere una ragazzina, aveva la lingua piuttosto lunga
-Non voglio immaginare che caratterino avrai da grande- Mi sedetti nuovamente e incrociai le gambe sotto al tavolo
-Io "sono" grande, ho otto anni e mezzo. Tra poco mi sposerò anche. Con Luca, il mio compagno di banco- Scoppiai a ridere nel vedere quel suo adorabile e buffissimo broncio
-Allora mi reputo invitato al tuo matrimonio- Scoppiò a ridere, per poi puntare nuovamente lo sguardo su di me
-Non so se ti voglio al mio matrimonio- Sorrisi di nuovo
-Andiamo, so che ti sono simpatico. Sei ancora piccola però. Se vuoi aspetto che cresci un pochino e poi ti sposo io- Scherzai appallottolando un tovagliolo di carta per poi lanciarlo nel secchio
-Non ci penso neanche. Io con una "palletta gonfiata" come te non voglio avere niente a che fare. Nè ora nè mai- Disse, prima di voltarsi ed uscire dalla cucina
-Si dice pallone gonfiato!- Le gridai io, sorridendo.
Quella ragazzina aveva davvero un bel caratterino.



No, non potevo rinunciare a lei. Alessandro era il mio migliore amico e
non avrei voluto perderlo per niente al mondo. Ma quella ragazzina con quelle trecce, quello sguardo furbo e quel carattere saccente mi aveva stregato sin dal primo giorno, tramutando l'affetto che avevo per lei, in amore.
Probabilmente Alessandro, una volta che fosse venuto da sapere di me e di sua sorella, non avrebbe più voluto parlarmi. Ma io amavo troppo Ilaria, per rinunciare a lei
-Ehm...Ale, scusa ma tra poco devo andare dai miei. Ti dispiace se ci vedimo più tardi?- Gli chiesi, sperando che capisse il mio messaggio. Volevo che se ne andasse così avrei avuto modo di parlare con Ilaria
-Ma si, certo. A dopo allora- Disse lui afferrando la giacca, prima di uscire dalla porta.
Afferrai il cellulare e senza pensarci due volte chiamai l'unica persona in grado di farmi stare meglio.

 




Ilaria P.O.V


Ero sdraiata sul divano ed ero sola in casa. Alessandro era uscito per andare chissà dove e i miei erano andati a cena fuori. Avevano chiesto anche a me di andare, ma con tutto quello che era successo non ne avevo proprio voglia. Chiusi gli occhi e mi tornò alla mente il mio primo incontro con Lorenzo.
Mi mancava. Dio, quanto mi mancava.
Avevo voglia di abbracciarlo, di baciarlo o anche solo di parlare con lui, di sentire la sua voce.
Forse avevo sbagliato a mandarlo via così quel pomeriggio. Forse avevo sbagliato a rinunciare a lui così in fretta, senza neanche provarci.
Io lo amavo e volevo stare con lui, nonostante tutto.
Mi alzai in piedi e decisi di andare da lui. Dovevo vederlo. Dovevo parlarci. Dovevo chiarire con lui.
Mi infilai le scarpe e dopo aver chiuso la porta di casa a chiave, presi l'autobus e mi diressi verso il suo appartamento, sperando che lui fosse lì.
Scesi dall'autobus e mi guardai attorno per cercare di ricordarmi quale fosse il suo palazzo.
Proprio in quel momento mi vibrò il cellulare e quando lessi sul display il nome "Lore", deglutìì e risposi
-P-pronto?- Dissi, imbarazzata
-Ilaria, ti prego ascoltami. Non riattaccare- Mi strinsi di più nel cappotto e ricominciai a camminare verso il suo appartamento -Come prima cosa ti chiedo scusa. Ti chiedo scusa per come mi sono comportato in tutti questi anni. In realtà cercavo di farmi odiare da te per tenerti lontana, ma questo non ha funzionato perchè tu ti sei resa conto di amarmi. Durante questi anni però, è successa una cosa incredibile. Non avrei mai potuto immaginare che io e te...insomma....che tra me e te nascesse quello che è nato. So che in questi giorni sono stato davvero un cretino. Ora ti chiedo scusa e ti chiedo di perdonarmi, perchè io ti amo- Sorrisi nel sentire quelle parole -Io ti amo, amore mio- Continuò -Ti prego, se anche tu mi ami, vieni da me- Non me lo feci ripetere due volte.

 

 



Lorenzo P.O.V


-Ti prego, se anche tu mi ami, vieni da me- Non appena pronunciai quelle parole, lei riagganciò e io mi sentii tremendamente impotente. Ormai stava a lei decidere, io non potevo fare più nulla.
Mi coprii la faccia con le mani e mi tirai leggermente i capelli visto quanto ero nervoso.
Proprio in quel momento sentii bussare alla porta. Mi avvicinai tentennando, alla fine la aprii con il cuore in gola.
Quando mi trovai il suo sorriso mischiato alle lacrime, non potei fare a meno di avvicinarmi a lei e di eliminare la distanza tra noi due.
L'abbracciai e la strinsi forte, ispirando a pieni polmoni l'odore del suo profumo
-Accidenti, sei stata veloce- Scherzai, stringendola ancora più forte. Lei mi sorrise e prese ad accarezzarmi i capelli
-In realtà, prima della tua chiamata stavo venendo quì per dirti che non me ne importa un accidenti degli altri, perchè è te che amo ed è te che voglio. Te e nessun altro- Disse. Mi chinai in avanti e la baciai. La baciai come non avevo mai fatto. La baciai perchè ne avevo bisogno. La baciai perchè l'amavo
-Mi sei mancata, amore mio- Dissi a due centimetri dalle sue labbra. Lei sorrise e si strinse contro il mio petto
-Anche tu- Rispose -Ti amo-
Sorrisi.
Lei era l'unica in grado di farmi stare bene. Era così. Era sempre stato così.
Sarebbe sempre stato così.

______________________________________________________________________

Salve a tutti!!!!!!!
Come avete visto e come vi avevo annunciato nell'altro capitolo
la separazione di Lorenzo e Ilaria è stata abbastanza breve e i due almeno
per qualche capitolo non avranno problemi :D
Finalmente un po' di tranquillità anche per loro XD
Come penso abbia fatto piacere a tutti
Lorenzo ha finalmente mollato Margherita, era ora XD
Toccherà molto presto anche a Leonardo, anche se continuerà ad essere
fonte di gelosia per Lorenzo ancora per un po'.
Neanche Margherita è del tutto scomparsa, anzi...

Io ringrazio come sempre tutti voi per le magnifiche recensioni che mi lasciate sempre
Grazie di cuore :D

Grazi mille anche a tutte le persone che hanno aggiunto la storia tra le preferite, seguite e ricordate
e grazie tantissimo anche a chi legge solamente :D

Un ringraziamento speciale va come sempre a

_Renesmee Cullen_ FedeKiryu  saketta  Jonas_sister

e  loveis4ever

 

                                     

                                                          

 

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Capitolo 17
*** Parlami d'amore ***


Capitolo 15

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Capitolo 16
Parlami d’amore

 (Trailer)

Esiste sempre qualcuno che desidera
esattamente quello che desideri tu.

- P. Coelho -

 

 

Parlami d' amore parlami di te, soffiami
sul cuore che bruciava ma già vuole te.
Parlami d' amore e io ti ascolterò
se è vero che mi vuoi non ti deluderò
e di volerti io non smetterò

- Giorgia - Parlami d'amore -

 

 

 

E' buffo.
Un istante prima la tua vita ti sembra vuota, senza senso.
Un istante dopo capisci di essere la persona più fortunata e felice dell'universo.
La cosa buffa è che tutto questo avviene grazie ad un cambiamento. Grazie alla presenza di una persona indispensabile nella nostra vita.
Tutto questo avviene quando si trova l'amore.
Io e Lorenzo stavamo insieme. Finalmente insieme. Senza nessun senso di colpa e senza nessun impegno con altre persone. Bhè, quasi...
-Aspetta- Interruppi il bacio che ci stavamo dando da circa un'ora. Lui sorrise in modo malizioso e prese a baciarmi di nuovo. Lo spinsi via sorridendo, quando sul suo viso comparve un adorabile broncio
-Cosa c'è?- Mi chiese incrociando le braccia al petto e poggiando la testa sullo schienale del divano. Mi sistemai la camicetta quasi del tutto sbottonata da lui, prima di iniziare a parlare
-Dobbiamo mettere in chiaro delle cose- Dissi, guadagnandomi un'occhiata annoiata da parte di Lorenzo
-E dobbiamo metterle in chiaro ora?- Sembrava parecchio irritato, ma se non avessi messo in chiaro le cose mi sarei sentita in colpa
-Già- Si voltò dall'altra parte e sbuffò -O preferisci andare in bianco per il resto della tua vita?- Continuai con un ghigno. Lui si volto verso di me, sorpreso per le mie parole. Dopodiché abbassò lo sguardo e annuì, sbuffando
-Sentiamo, cosa dobbiamo chiarire?- Mi chiese prendendomi una mano tra le sue
-Tanto per cominciare, hai davvero chiuso con Margherita?- Gli chiesi, temendo la risposta. Nonostante l'avesse lasciata, avevo paura che potessero tornare insieme da un momento all'altro. Lui mi sorrise, accarezzandomi i capelli
-Ma è ovvio, tra me e Margerita è tutto finito- Sorrisi sollevata. Lui scambiò il mio sorriso per un invito a ricominciare, così si chinò a baciarmi di nuovo
-Lore!- Lo spinsi via nuovamente, più forte di prima. Possibile che fosse così appiccicoso?
-Che c'è?- Mi chiese lui, irritato dal mio continuo rifiutarlo
-Non ho finito di parlare- Sbuffò di nuovo e mi invitò a continuare con un gesto della mano -Per ora...Alessandro non dovrà sapere nulla di noi. Quando saremo pronti gliene parleremo, sia a lui e sia ai miei genitori- Lo vidi annuire, completamente d'accordo con me
-Per me va benissimo-
-Poi, per non attirare l'attenzione su noi due e non far insospettire nè Ari, nè Marghe, nè i miei genitori e mio fratello, continueremo a comportarci come sempre. Vale a dire, io odio te e tu odi me- Continuai. Lo vidi sorridere divertito
-Non credo sia un problema- Lo colpii su un braccio facendolo mugolare di dolore. Dopodiché mi voltai e incrociai le braccia al petto, offesa
-Dai amore, lo sai che scherzo- Provò ad abbracciarmi, ma si guadagnò un altro schiaffo -Sei arrabbiata?- Mi chiese, prima di avvicinarsi a me per lasciarmi una serie di fantastici baci lungo il collo. Sorrisi, voltandomi verso di lui. Dopodiché lo baciai e lui chiaramente ricambiò. Non riuscivo ad essere arrabbiata con lui se mi baciava così.
Mi allacciò le braccia sui fianchi e mi attirò a sè, facendomi sedere sopra di lui. Mi passò le mani tra i capelli, avvicinando ancora di più il mio viso al suo, mentre io presi a giocare con i suoi capelli, facendogli scorrere di tanto in tanto le mani lungo il collo. Quando iniziò nuovamente a slacciarmi la camicetta, lo fermai
-Non ho ancora finito- Dissi mettendomi a sedere accanto a lui. Lui sbuffò di nuovo, puntando lo sguardo su di me -Possibile che non riesci ad aspettare due minuti?- Gli chiesi, irritata dal suo atteggiamento
-La colpa è tua. Non riesco a resistere- Si avvicinò di nuovo a me
-Bhè, cerca di resistere- Si morse nervosamente le labbra
-Devo dirti una cosa- Dissi abbassando lo sguardo. Ero certa che si sarebbe incavolato -Io e... vedi... non ho ancora lasciato Leonardo- Dissi tentennando
-Cosa? Cioè, fammi capire. Avevi detto che una volta a Roma lo avresti lasciato e ora mi vieni a dire che non l'hai ancora fatto?- Si alzò in piedi a dir poco furibondo
-Mi dispiace, ma non ne avevo il coraggio- Dissi mordendomi le labbra. Lui si voltò di spalle, portandosi le mani tra i capelli
-Che significa che non ne avevi il coraggio? Tu non lo ami, giusto?- Mi chiese, alzando la voce. Scossi la testa, continuando a mordermi le labbra
-No-
-Bene, allora non capisco cosa ci sia di tanto difficile. Io ho lasciato Margherita, eppure non sto piangendo come una bimba della materna- Alzai lo sguardo, ferita dalle sue parole. Dopodiché mi alzai in piedi e me ne andai, senza neanche degnarlo di una risposta.


Mentre camminavo per arrivare in fermata, il cellulare prese a vibrare. Quando lessi sul display il nome "                   Lore" non risposi.
Era davvero un idiota. Mi aveva dato della bambina della materna senza motivo. Capivo che potesse essere  arrabbiato, ma così aveva esagerato davvero.
Mi sedetti alla fermata dell'autobus e mi strinsi nel cappotto, mentre il cellulare continuava a vibrare. Non avevo voglia di parlare con lui, ero troppo arrabbiata.
Quando il cellulare smise di squillare, pensai che avesse capito che non volevo parlargli, invece, proprio in quel momento lo vidi dall'altra parte della strada.
Mi alzai in piedi, intenzionata ad andare a piedi fino a casa pur di non parlare con lui, ma l'autobus arrivò con un tempismo perfetto. Si fermò davanti a me, mentre Lorenzo attraversava la strada, correndo verso di me. Salii sull'autobus e le porte si richiusero.
Feci un sospiro di sollievo, pensando di essere al sicuro, invece Lorenzo prese a battere contro il vetro e l'autista fu costretto a farlo salire.
Sbuffai, andandomi a sedere il più lontano possibile da lui, ma sfortunatamente l'autobus era mezzo vuoto, quindi non impiegò molto a raggiungermi.
Si sedette accanto a me, restando il silenzio. Dopo qualche secondo provò a prendermi la mano, ma io la infilai in tasca senza neanche guardarlo
-Mi dispiace- Disse, continuando a guardarmi con gli occhi da cucciolo -Sono un cretino, ma questo dovresti saperlo, no?- Non risposi. Mi limitai semplicemente a lanciargli un'occhiataccia
-Amore, ti prego- Mi prese nuovamente la mano, ma questa volta lo lasciai fare -Non voglio litigare con te. Mi dispiace- Disse baciandomi la mano, prima di avvicinarsi lentamente a me. Deglutii imbarazzata e chiusi automaticamente gli occhi, non appena sentii le sue labbra a contatto con le mie. Era un bacio dolce, ma ugualmente sconvolgente. Gli allacciai le braccia attorno al collo e sciolsi il bacio, lasciandomi abbracciare
-Neanche io voglio litigare con te- Dissi infine, chiudendo gli occhi -Mi dispiace se non ho ancora detto a Leonardo come stanno le cose, ma... è difficile per me. Non sono abituata a lasciare un ragazzo, ma ti prometto che gli parlerò il prima possibile. Chiaramente omettendo la nostra storia- Continuai. Lui mi sorrise e mi prese per mano, facendomi alzare dal sedile dell'autobus
-Andiamo- Disse, prenotando la prossima fermata a cui scendere
-Andiamo dove?-
-A casa mia. Dopo ti riaccompagno io a casa tua- Mi lasciò un bacio a fior di labbra e poi scese dall'autobus aiutando anche me
-Ma cosa racconto a mia madre?- Gli chiesi dandogli la mano, camminando verso casa sua
-Non lo so, inventa che sei a casa di Arianna- Scossi la testa, mordendomi le labbra
-Non posso, stamattina Ari è stata a casa mia e ha detto a mia madre che stasera sarebbe andata a cena dai suoi nonni- Risposi pensando a qualche altra scusa
-Allora, visto che non hai ancora mollato quell'idiota inventa che sei con lui e tra un po' ti riporto a casa- Lo guardai negli occhi. Non era una buona idea mentire a mia madre. Io e le bugie non andavamo molto d'accordo, ma volevo stare con Lorenzo, non avevo voglia di tornare già a casa
-Ok- Dissi. Dopodiché chiamai mia madre, mentre ci incamminavamo verso il suo appartamento.



-No, è molto meglio Eclipse- Mi lagnai io. Ero ancora a casa di Lorenzo. Avevamo appena finito di mangiare la pizza che gli aveva portato mio fratello ed ora stavamo litigando su quale film vedere
-Non ci penso nemmeno. Se non vuoi vedermi dormire cinque minuti dopo i titoli iniziali, cambia film- Disse lui sedendosi sul divano, posizionando le braccia sullo schienale e incrociando le gambe
-Uffa, quanto sei noioso. Allora scegli tu, io non ho idea di cosa vedere- Mi sedetti sul divano, mentre lui si alzò avvicinandosi al televisore
-Che ne pensi di questo?- Mi chiese, sventolandomi davanti il Dvd di Avatar. Sbuffai, scuotendo la testa  
-Nemmeno morta. Alessandro mi ha obbligata a vederlo e non so nemmeno io come abbia resistito a vederlo tutto- Ripose il film e si mise alla ricerca di qualcos'altro.
Dieci minuti dopo eravamo sdraiati sul divano a vedere il telegiornale. Non mi sarei mai mossa da quella posizione. Io ero completamente accoccolata con la schiena contro il petto di Lorenzo, mentre lui mi circondava la vita con entrambe le braccia e aveva il mento poggiato sulla mia spalla. Sorrisi, quando iniziò a baciarmi i capelli in modo decisamente seducente.
Mi voltai verso di lui, dando le spalle al televisore, dopodiché mi sporsi in avanti e lo baciai lentamente. Lui aumentò la presa sui miei fianchi e mi fece poggiare una gamba sopra di lui, prendendo ad accarezzarla. Aprii leggermente la bocca, permettendo alla sua lingua di cominciare a giocare con la mia. Quando insinuò una mano sotto la mia camicetta, apiiì gli occhi e lessi che ora era, sull'orologio appeso al muro
-Sono le dieci e mezza- Dissi alzandomi in piedi e ravviandomi i capelli. Lorenzo si mise a sedere sul divano e mi sorrise
-Andiamo, perchè non chiami tua madre e le chiedi il permesso di stare fuori un pochino di più. Almeno un'altra oretta?- In effetti quando l'avevo chiamata e le avevo detto che ero andata a cena fuori con un ragazzo era stata piuttosto contenta. Avrei comunque potuto dirle che avevamo deciso di andare al cinema e che quindi sarei tornata un po' più tardi
-Ok, la chiamo- Dissi prendendo il cellulare dalla borsa -Però per mezzanotte devo essere a casa- Lui annuì, sorridendo. Dopodiché mi allontanai un po' dal soggiorno per non far sentire a mia madre il rumore della tv e la chiamai.
Perfortuna mi diede il permesso, a patto che per mezzanotte, massimo mezzanotte e mezza fossi tornata a casa.
Tornai in salone da Lorenzo che si era addormentato. Sorrisi e mi accoccolai di nuovo fra le sue braccia, inserendo la sveglia al mio cellulare per precauzione nel caso mi fossi addormentata anche io.
Non appena gli sfiorai il braccio, Lorenzo riaprì gli occhi e mi sorrise, facendomi spazio accanto a lui. Mi circondò la vita con un braccio, facendomi aderire completamente contro il suo petto. Io mi rannicchiai contro di lui e chiusi gli occhi. Per la prima volta non avrei voluto addormentarmi, visto che la realtà superava di gran lunga i sogni. Sorrisi per quel pensiero e mi morsi le labbra. Finalmente ero dove volevo essere.




Lorenzo P.O.V

Nonostante mi dispiacesse da morire mentire ad Alessandro, avrei rifatto esattamente le stesse identiche cose che avevo fatto, se avessi avuto la certezza di stare con Ilaria.
Mi sentivo bene. Finalmente bene. Incredibilmente bene.
Il fatto che lei non avesse ancora mollato quel cretino con i neuroni fusi mi provocava un certo fastidio, ma io mi fidavo di lei e sapevo che mi amava e che avrebbe messo molto presto fine alla sua "storia" con quel pagliaccio.
Eravamo entrambi sdraiati sul divano e averla così vicina a me mi stava mandando al manicomio. Avrei voluto approfondire   i baci che c'eravamo dati poco prima, ma dovevo rispettare i suoi tempi e non potevo di certo rovinare tutto con una richiesta del genere. Di sicuro, quando sarebbe stata pronta lo sarei stato anche io.
Restava comunque il fatto che averla così vicina mi stava facendo impazzire.
L'amavo, Dio quanto l'amavo. Avevo aspettato così tanto quel momento che non mi sembrava vero che stesse succedendo davvero. La strinsi di più contro di me ed inspirai profondamente l'odore di ciliegia che avevano i suo capelli.
Ero molto confuso. Non sapevo minimamente cosa sarebbe successo da quel giorno in poi e sinceramente neanche me ne importava molto.
L'importante era stare con lei. L'importante era che anche lei mi amava.
L'importante eravamo noi due e nient'altro.
Chiusi gli occhi e la strinsi di più.
Noi due e nient'altro.




Ilaria P.O.V

Stavo benissimo.
Quel dolce topore in cui mi trovavo era rilassante e... piacevole.
Non avrei mai voluto riaprire gli occhi da quell'angolo di paradiso in cui mi trovavo, ma qualcosa di estremamente assordante mi costrinse a farlo.
Immediatamente una luce accecante mi colpì gli occhi e fui costretta a chiuderli di nuovo per non rimanere cieca.
Provai una seconda volta ad aprirli, molto più lentamente di prima e finalmente riuscii a capire da cosa provenisse quel rumore fastidioso.
Un cellulare.
Un cellulare sul tavolino accanto a me.
Un cellulare che non era il mio.
Una stanza che non era decisamente la mia.
Mi voltai di poco alla mia sinistra e quasi mi venne un infarto quando vidi chi era sdraiato accanto a me.
Lorenzo.
Ero a casa di Lorenzo. Ancora.
Non poteva essere vero.
Presi il mio cellulare accanto a quello di Lorenzo che continuava ad emettere quell'assordante musichetta.
Le otto. Erano le otto di mattina ed io non ero tornata a casa. Oh cazzo! Ora si che ero nella M... fino al collo.
Mi alzai di corsa dal divano, urtando per sbaglio con il gomito il viso di Lorenzo. Lui sembrò non accorgersene. Accidenti, aveva il sonno pesante il ragazzo.
Iniziai a scuoterlo, estremamente nervosa. Quando aprì finalmente gli occhi, mi guardò e mi sorrise, prima di chiuderli nuovamente
-Buongiorno amore- Disse con la voce impastata dal sonno. Evidentemente non si era reso conto della gravità della situazione
-Lore, sono le otto! Devo tornare immediatamente a casa- Dissi infilandomi le scarpe. Lui riaprì gli occhi, realizzando che ora fosse
-Oh cazzo! Hai dormito quì?- Disse con gli occhi sgranati. Annuii afferrando il cappotto
-Forza, alzati. Devi portarmi a casa di corsa, magari con un po' di fortuna i miei non se ne sono accorti- Presi il cellulare in mano e dovetti ricredermi immediatamente.
C'erano circa novanta chiamate senza risposta di mia madre, sessanta di mio padre e trentacinque di Alessandro. Inoltre avevo almeno venti nuovi messaggi, inviati da mia madre, mio padre, Alessandro e anche da Arianna.
Ero morta.
Avevo dimenticato di togliere la vibrazione al cellulare, ecco perchè non avevamo sentito la sveglia che avevo messo per mezzanotte, ed ecco perchè non avevo sentito neanche il milione di chiamate che mi avevano fatto i miei.
Richiamai Arianna per sapere se mi fossi dovuta preparare al mio funerale
-Ila?- Rispose dopo appena due squilli
-Ari- Dissi sospirando, mentre Lorenzo si infilava le scarpe
-Ilaria, ma che fine hai fatto? Mi ha chiamata tua madre in preda al panico dicendo che stanotte non sei tornata a casa? Ma dove sei?- Ecco, ora come glielo spiegavo dov'ero?
Dire "Sono a casa del ragazzo che ha spezzato il cuore di tua sorella e abbiamo dormito insieme sul divano di casa sua" non mi sembrava esattamente la cosa migliore
-Ero... sono con...- Che cavolo di casino
-Sei con Leonardo, vero?- Sì, ero salva!
-Esatto. Ieri sera siamo usciti e ci siamo addormentati sul divano di casa sua. Ma ti assicuro che non è successo nulla- Dissi seguendo Lorenzo fuori dal suo appartamento. Aspettai che chiudesse la porta, dopodiché ci fiondammo letteralmente verso la sua macchina
-Bhè amica mia, sbrigati a tornare a casa. Tua madre avrà già chiamato polizia, carabinieri e servizi segreti- Accidenti, mia madre ne era davvero capace
-Sì, sono già per strada. Ora riattacco, ci sentiamo più tardi e grazie- Dissi
-A dopo e buona fortuna- Mi rispose lei. Infilai nuovamente il cellulare in borsa e guardai Lorenzo. Era agitato almeno quanto me. Si stava mordendo le labbra, quasi fino a farle sanguinare e teneva gli occhi fissi sulla strada. Gli presi la mano destra che teneva sul cambio e lui sussultò per quel contatto.
Portò il suo sguardo su di me e mi sorrise nervosamente
-Amore, calmati. Andrà tutto bene. Nessuno pensa che io abbia dormito a casa tua. Vedrai, me la caverò con qualche insulsa punizione. Stai tranquillo- Dissi stringendogli di più la mano. Lui mi sorrise di nuovo, accarezzandomi il dorso della mano. Dopodiché puntò nuovamente lo sguardo sulla strada un po' più tarnquillo.
Io in compenso me la stavo facendo sotto dalla paura. Casa mia si faceva sempre più vicina e anche l'ora della mia morte precoce.
Maledizione.


Dopo una decina di minuti, Lorenzo parcheggiò davanti al portone prima del mio. Gli sorrisi, baciandolo a fior di labbra, prima di aprire lo sportello per scendere
-Aspetta- Disse lui, afferrandomi per un polso e facendomi risedere all'interno della macchina -Vuoi che venga con te? Possiamo inventare qualcosa e...- Lo interruppi, baciandolo nuovamente a fior di labbra. Dopodiché scossi la testa e scesi dalla macchina, pronta per assistere alla terza guerra mondiale.
Salii lentamente le scale, consapevole che i miei sapessero già del mio ritorno a casa. Avevo dimenticato le chiavi a casa di Lorenzo ed ero stata costretta a suonare al citofono.
Trovai la porta di casa accostata. Deglutii, aprendola lentamente. Mia madre era seduta sul divano e si teneva le mani davanti al viso, con un'aria estremamente preoccupata. Mio padre era di spalle e guardava fuori dalla finestra, mentre mio fratello era seduto accanto a mia madre sul divano e le teneva la mano.
Avevo veramente esagerato.
Mi tolsi il cappotto e lo poggiai sulla poltrona, dopodiché mi sedetti di fronte a mia madre e ad Alessandro e abbassai lo sguardo, colpevole
-Vi chiedo scusa- La mia voce spezzata ruppe quel silenzio così denso da far male -Vi chiedo scusa di avervi fatto preoccupare. Però vorrei spiegarvi- Puntai lo sguardo su mio padre, che era ancora di schiena -Papà, potresti guardarmi perfavore?- Gli chiesi, con la voce rotta dal pianto. Mio padre si voltò e preferii che non l'avesse fatto. Non era arrabbiato, deluso o infastidito. Era preoccupato. Spaventato
-Sono uscita con un mio ami...con il mio ragazzo. Alessandro lo conosce e può confermarvi che sia un bravo ragazzo- Mi madre puntò lo sguardo su Alessandro, che a sua volta guardava me. Mio fratello annuì e io continuai a parlare
-Siamo andati a cena fuori e poi al cinema. Il film è finito presto, così abbiamo deciso di andare a casa sua, per...parlare un po'. Ci siamo seduti sul divano, ma eravamo così stanchi che ci siamo addormentati- Dissi abbassando lo sguardo. Non ero capace a raccontare bugie. Se li avessi guardati in faccia, avrebbero capito che mentivo
-Vi assicuro che le cose sono andate così, inoltre c'erano anche i suoi genitori in casa. Ve lo assicuro- Continuai. Mio padre venne a sedersi accanto a me e iniziò a fissarmi -Avevo la vibrazione al cellulare e ho dimenticato di toglierla- Continuai, asciugandomi una lacrima dalla guancia. Mio padre allungò una mano verso di me e mi accarezzò la guancia, dove un istante prima c'era la lacrima. Dopodiché mi abbracciò forte, stringendomi a sè.
Ero davvero confusa. Mio padre mi stava abbracciando, oppure stavo sognando?
Perchè mi abbracciava? Perchè non era arrabbiato con me?
In un secondo, anche mia madre si unì a mio padre e mi abbracciò, accarezzandomi i capelli. Alessandro si alzò in piedi e con fare indifferente si avvicinò a me e mi diede una pacca sulla testa. Sorrisi per quei loro bizzari e assurdi comportamenti e ricambiai l'abbraccio di mia madre e di mio padre.


Quando avevamo sciolto l'abbraccio, i miei mi avevano spiegato che avevano davvero temuto il peggio quando non mi avevano vista rientrare a casa. Quando poi non avevo risposto alle loro innumerevoli chiamate avevano rischiato l'attacco di cuore. Per questo avevano reagito così. Per questo non si erano arrabbiati. Perchè avevano temuto di perdermi.
Tutto sommato me l'ero cavata con poco
-Sì, sono in punizione per un mese. Non posso uscire nè la sera nè il pomeriggio, esclusi motivi scolastici- Ero al telefono con Lorenzo da circa venti minuti. Stavo cercando di concentrarmi sugli esercizi d'inglese, ma con lui al telefono non era così facile
-Ma come per un mese? Così non possiamo vederci- Disse lui, sbuffando
-E invece no, perchè io ho pensato a tutto. Mi porti a scuola e vieni a ripredendermi, e già così acquistiamo un po'di tempo per stare insieme. Per quanto riguada il pomeriggio, quando vieni a trovare mio fratello possiamo sempre appartarci da qualche parte. E poi mia madre ti adora e si fida di te, perciò puoi sempre offrirti di accompagnarmi a casa di Ari con la scusa che dobbiamo fare un compito insieme, ma in realtà non è decisamente a casa sua che andiamo- Dissi con un ghigno. Ero davvero un genio del male
-Fammi capire, io ti faccio da tassista per la scuola e in cambio ricevo due baci come mancia, vengo a trovare tuo fratello e mi becco due bacini dati di sfuggita dentro a qualche armadio e come se non bastasse, devo fingere di scarrozzarti a casa di una tua amica, per poi portarti nel mio appartamento, dove comunque devi studiare?- Detta così suonava male
-Bhè...sì. E' un problema?- Gli chiesi, temendo la risposta
-No, direi di no. Per stare con te anche solo due minuti, sarei disposto ad iscrivermi di nuovo al liceo- Scoppiai a ridere, sdraiandomi sul letto
-Esagerato- Lo sentii ridere
-No, dico davvero. Mi manchi- Disse. Mi morsi le labbra, cercando qualche residuo del suo sapore che magari mi aveva lasciato sulle labbra quella stessa mattina
-Anche tu. Ma perchè deve essere tutto così complicato- Mi coprii la faccia con un cuscino
-Vedrai che le cose miglioreranno. Volevo vederti stasera. Il mio divano sembra vuoto senza di te- Scherzò lui. Sorrisi per quelle sue parole e mi venne un lampo di genio
-Vieni-
-Dove?- Mi chiese lui confuso
-A cena quì. Io non posso uscire, ma tu puoi entrare- Quella era la soluzione migliore
-Ma come faccio? Non posso di certo presentarmi a casa vostra e autoinvitarmi a cena-
-No, ma se fingi di dover portare qualcosa ad Alessandro, mia madre ti invita a rimanere di sicuro- Mia madre aveva una sorta di ossessione per Lorenzo. Quando lo vedeva non capiva più niente. Lo considerava come un figlio
-Ma sì, potrei passare a chiedergli alcuni appunti che non ho preso a lezione stamattina- Sorrisi. Avevamo trovato la soluzione
-Bene. Ora finisco di studiare inglese. Ci vediamo dopo- Dissi abbassando la voce
-A dopo, amore- Rigganciai, poggiando il cellulare sulla scrivania. Dopodiché presi un bel respiro e tornai di nuovo a leggere Il ritratto di Dorian Grey     in lingua originale.



Vero le otto e mezza suonarono alla porta.
Corsi ad aprire e quando vidi chi avevo davanti quasi mi venne un infarto.
Leonardo.
Cosa cavolo ci faceva Leonardo a casa mia e oltretutto all'ora di cena?
-Leonardo, ciao!- Dissi enfatizzando un po' troppo
-Amore, scusa se ti disturbo, ma volevo chiederti se ti andava di cenare insieme. Ho provato a chiamarti, ma avevi il cellulare spento- Oh cazzo! E adesso che mi inventavo?
Se anche avessi accettato l'invito di Leonardo, cosa che non volevo assolutamente fare, mia madre non mi avrebbe mai dato il permesso per uscire con lui, visto ciò che era successo la sera prima. Oltretutto i miei sapevano che ero stata con Leonardo. Mio padre era fuori città per lavoro, ma mia madre era in casa e se gli avesse fatto qualche domanda sulla sera prima e lui avesse negato sarei stata in un mare di guai
-Ho dimenticato di caricarlo- Risposi uscendo sul pianerottolo e accostando la porta di casa
-Allora? Ti va di cenare insieme?- Mi allacciò le braccia dietro la vita e mi attirò a sè. Cavolo, come potevo uscire da quella situazione? Se gli avessi detto di non poter uscire, sarei comunque stata costretta ad invitarlo a cenare a casa mia. Se fossi uscita con lui, Lorenzo si sarebbe incavolato.
C'era però da dire che se fossi uscita con Leonardo, mia madre non mi avrebbe mai dato il permesso di uscire con lui da sola, quindi avrebbe chiesto a mio fratello di venire con noi e di conseguenza anche a Lorenzo. In questo modo sarebbe stato più facile stare un po' da soli
-Sì, aspetta solo un secondo quì fuori. Torno subito- Riaprii la porta e corsi in cucina da mia madre
-Tesoro, potresti apparecchiare, perfavore? E' quasi pronto- Ecco, ora o mai più
-Mamma, lo so che sono in punizione e so anche che non posso uscire a divertirmi, ma il fatto è che...Leonardo mi ha chiesto di andare a cena fuori e io vorrei tanto andarci- Dissi facendo gli occhioni da cucciola. Il Gatto con gli stivali di Sherek mi faceva un baffo
-Leonardo sarebbe il ragazzo con cui sei uscita ieri sera?- Annuii -E quello con cui hai passato la notte?- Uffa, detta così suonava male
-Già, ma chiaramente non uscirei con lui da sola. Chiederei ad Alessandro e Lorenzo di accompagnarci. Per favore- Congiunsi le mani, fingendo di pregare. Lei alzò lo sguardo su di me e sbuffò
-E va bene, ma solo le vengono anche loro- L'abbracciai, baciandole la guancia. Mia madre era davvero grande.
 Proprio in quel momento qualcuno suonò il campanello. Alessandro andò ad aprire e due secondi dopo sentii la voce di Lorenzo
-Amico, scusa il disturbo, ma mi chiedevo se potessi prestarmi gli appunti di oggi- Aveva un tono di voce diverso...            serio. Poi capii. Oh cavolo, avevo lasciato Leonardo davanti la porta di casa e Lorenzo evidentemente lo aveva visto.
Corsi immediatamente in soggiorno, dove trovai Lorenzo che apriva la porta di casa, pronto ad andarsene con gli appunti.
Puntai lo sguardo su di lui e notai che era parecchio arrabbiato
-Lorenzo ciao- Disse mia madre, sorridendogli. Lui ricambiò il sorriso
-Sera signora-
-Mi chiedevo se tu e Alessandro poteste farmi la cortesia di accompagnare Ilaria e il suo amico a cena fuori- Lorenzo strinse i pugni e puntò lo sguardo su di me. Io annuii impercettibilmente e gli sorrisi per rassicurarlo. Lui ci pensò un attimo su e poi sospirò
-Per me va bene. Non ho impegni per questa sera- Mi concessi anche io un sospiro di sollievo e fissai Alessandro aspettando la sua risposta
-Che palle! Non mi va di fare da baby sitter a due marmocchi- Gonfiai le guancie offesa, puntando lo sguardo su mia madre
-Alessandro, hanno diciassette anni, non cinque. Potresti fare questo favore a tua sorella, non credi?- Quando mia madre voleva era davvero adorabile. Le sorrisi per ringraziarla
-Va bene. Ma voglio tornare a casa presto- Si diresse verso la sua stanza per prendere il cappotto
-Ila, ma come facevi a sapere che Lorenzo sarebbe venuto?- Mi chiese mia madre. Le lanciai un'occhiata confusa. Ma a cosa si riferiva?
-Che vuoi dire?-
-Mentre eravamo di là, mi hai detto che ti avrebbero accompagnato Alessandro e Lorenzo, ma lui non era ancora arrivato- Oh cazzo, ero proprio una scema
-M-ma sì, l'ho detto perchè...Lorenzo viene sempre e ho dato per scontato che lo facesse anche stasera- Dissi nervosa. Mi madre ci pensò per un istante su e poi sorrise, puntando lo sguardo su Lorenzo
-Bhè, ad ogni modo a noi fa piacere che lui passi così tanto tempo a casa nostra- Disse, prima di entrare in cucina
-Parla per te, a me non fa piacere affatto- Scherzai io, facendo l'occhiolino a Lorenzo, che però continuava a guardarmi serio. Mi avvicinai a lui per chiarire, ma proprio mentre stavo per parlare, mio fratello tornò in salone, sbuffando
-Allora, andiamo o no?- Mi chiese, allacciandosi il cappotto
-Sì, mi cambio e arrivo- Dissi. Dopodiché entrai nella mia stanza per cambiarmi.



Venti minuti dopo ero pronta. (Qui)

Leonardo chiese a mio fratello se potevo andare in macchina con lui e mio fratello acconsentì, mentre lui e Lorenzo si diressero al ristorante con l'auto di Lorenzo.
Ero davvero preoccupata. Lore mi sembrava parecchio arrabbiato e volevo assolutamente spiegargli la situazione.
In quel preciso istante il mio cellulare prese a squillare e il nome di mio fratello lampeggiò sul display.
-Pronto?- Alessandro aveva la musica a palla e ci mise circa venti secondi prima di rispondermi
-Ascolta, visto che stasera dipendi da me, ho deciso che venire al ristorante con te e il tuo pupazzetto mi annoiava, così ho cambiato programma. Se volete potete venire con noi, altrimenti fate marcia indietro e tornate a casa- Sbuffai taburellando con le dita sul finestrino
-E quale sarebbe questo cambio di programma?- Gli chiesi scocciata
-Andiamo al Qube- Sgranai gli occhi alle sue parole
-In discoteca?- Gli chiesi incredula. Lo sentii scoppiare a ridere
-No, in Chiesa. Certo che in discoteca. Io e Lore abbiamo radunato qualche amico e qualche amica- Nel dire "qualche amica" scoppiò a ridere maliziosamente -Se volete venire, alla prossima svoltate a destra e proseguite dritti fino a che non leggete la scritta "Qube". A dopo- Riattaccò la comunicazione, lasciandomi perplessa
..."Già, io e Lore abbiamo radunato qualche amico e qualche amica"...
-Tutto ok?- Mi chiese Leonardo, evidentemente preoccupato per la mia reazione. Non potevo di certo tornarmene a casa mentre Lorenzo se la spassava con qualche stupida ochetta. Non l'avrei mai permesso
-Leo, ti dispiacerebbe cambiare meta?- Gli chiesi, aprendomi in un sorrisetto da gatta morta
-No, dove vuoi andare?- Mi rispose sorridendo
-Al Qube. Lo conosci?- Mi guardò sorpreso. Evidentemente lo conosceva
-Sì, mi sorprende che sia tu a conoscerlo- Mi sentii un po' offesa per quella sua risposta. Perchè io non potevo conoscerlo? Ma poi capii che non l'aveva detto per offendermi, quindi decisi di non arrabbiarmi. Mi sorrise e svoltò a destra, proseguendo sempre dritto fino a quel dannatissimo locale. Se non altro avevo fatto bene a cambiarmi.



Arrivammo davanti al locale circa un quarto d'ora dopo.
Alessandro e Lorenzo erano davanti all'entrata e stavano scherzando con un buttafuori del locale. Strinsi la presa sulla mia pochette, molto, ma molto infastidita. Quindi era quì che mio fratello e Lorenzo passavano le serate
-Ah, avete deciso di venire- Lorenzo quando voleva sapeva essere davvero stronzo. Lo fulminai con lo sguardo, ma poi cercai di capire il perchè del suo atteggiamento. In fin dei conti se mi fossi trovata io nei suoi panni avrei reagito nello stesso modo
-Già- Risposi distanziandomi leggermente da Leonardo -Allora? Entriamo oppure dobbia...- Venni interrotta da una massa di capelli neri, ricci che si gettò praticamente tra le braccia di Lorenzo. Aprii la bocca, incredula. Ma chi cavolo era quella cretina?
-Lore, da quanto tempo! Non mi hai più chiamata- Disse l'oca con quella sua vocina stridula, colpendo leggermente Lorenzo su una spalla
-Hai ragione, ma sono stato occupatissimo con l'università- Rispose lui con un sorrisetto da cretino sulle labbra. Questa me l'avrebbe pagata cara. Molto cara
-Va bene, ma pretendo un appuntamento questa settimana- Prima che Lorenzo potesse rispondere, rischiando così di essere investito con un tir dalla scottoscritta, mi schiarii la voce, attirando l'attenzione di tutti i
presenti. Quando fui certa che anche Lorenzo mi stesse guardando, mi misi sottobraccio a Leonardo e sorrisi
-Scusate se ho interrotto le vostre pianificazioni sull'appuntamento perfetto, ma esistiamo anche noi e ci stiamo anche leggermente congelando, quindi se non vi dispiace noi entriamo- Dissi. Non appena mossi un passo, inciampai con il tacco e rischiai di cadere. Per fortuna Leonardo mi afferrò, evitandomi quell'imbarazzantissima caduta. Perchè dovevo fare sempre queste figure di merda?
-Per la prima volta nella sua vita la mia adorabile sorellina ha ragione- Lanciai un'occhiataccia a quel decerebrato di mio fratello
-Oh, ma che carina! E' la tua sorellina- La ragazza che si era arpionata al braccio di mio fratello era abbastanza carina: Capelli lisci, lunghi fino alle spalle, rossi. Il problema? Il suo cervello inesistente
-Noi entriamo- Dissi  tirando per un braccio Leonardo.



Ero stata in un locale del genere solo due volte ed entrambe le volte si trattava di una festa di compleanno. Quella sera invece, ero lì per un altro motivo.
Tenere d'occhio quell'idiota che mi ritrovavo come ragazzo.
Incredibile. Era già un'ora che eravamo in quel cavolo di locale e Lorenzo aveva passato tutto il tempo a ballare con quella stupida.
Sbuffai, bevendo l'ultimo sorso di coca cola che avevo davanti. Se avessi potuto lo avrei strozzato
-...Che ne dici?- Cavolo! Non avevo capito cosa aveva detto Leonardo. Accennai un sorriso e mi avvicinai a lui per farmi sentire
-Scusami, ma non ho capito cosa hai detto! E' colpa di questa musica troppo alta- Dissi. Lui mi sorrise e si avvicinò al mio orecchio
-Ti ho chiesto cosa ne dici se ce ne andiamo. Almeno stiamo un po' di tempo insieme. Da soli- Andarmene? Questo ragazzo era fuori di testa.

Non avrei mai lasciato Lorenzo a ballare con quell'oca. Dovevo tenere d'occhio la situazione
-Rimaniamo un altro po'. Mi sto divertendo- Lessi sul suo viso un misto di sorpresa e delusione
-Davvero? Credevo che ti stessi annoiando- Mi rispose, bevendo un sorso della sua birra
-Ehi ragazzi! Non andate in pista?- Ci chiese Alessandro, sedendosi accanto a me. Anche lui aveva ballato tutto il tempo con quell'altra oca. Proprio in quel momento anche Lorenzo tornò al tavolo, mentre l'oca number one gli stava appiccicata
-Noi stavamo pensando di andare via- Puntai lo sguardo su Leonardo, sorpresa. Ma se gli avevo detto che mi stavo divertendo. Vidi Lorenzo stringere i pugni, prima di voltarsi verso l'oca
-Ti va se andiamo al bar a prendere qualcosa? Dopo aver ballato con te mi viene sempre una gran sete- Spalancai la bocca a dir poco basita
-Certo- Le rispose melliflua la scema.
No, quello era davvero troppo. Mi alzai in piedi e li raggiunsi. Presi Lorenzo per un braccio e lo tirai verso i bagni. Almeno avevamo un po' di privacy
-Se stai cercando di farmi arrabbiare, sappi che non ci riuscirai- Dissi mordendomi le labbra. Lo vidi sorridere e fui tentata di prenderlo a pugni
-Ah no? A me sembrava di sì- Assottigliai gli occhi e incrociai le braccia al petto
-Smettila di fare l'idiota- Sospirò, guardando in basso. Dopodiché si avvicinò a me e mi cinse la vita
-Non voglio farti arrabbiare. Mi sto comportando così perchè altrimenti Alessandro si sarebbe insospettito- Cavolo, non ci avevo pensato. Che stupida che ero
-Hai ragione, non ci avevo pensato- Dissi abbassando lo sguardo. Lorenzo mi costrinse a rialzarlo
-Dopo ti accompagno io a casa- Lo guardai confusa
-Come?- Lui sorrise accarezzandomi i capelli
-Alessandro torna con la sua amica e tu torni con me- Sorrisi avvicinandomi, ma lui mi fermò togliendo le mani dalla mia vita
-Ti giuro che ho una voglia matta di baciarti, ma se lo faccio quì c'è rischio che tuo fratello ci veda- Annuii abbassando lo sguardo. Ero davvero stufa di tutta quella storia. Non volevo tenere segreto quello che c'era tra noi
-Ehi? Amore?- Alzai lo sguardo e incontrai i suoi meravigliosi occhi -Non devi stare male, la situazione si aggiusterà. Capito?- Annuii sorridendo. Aveva ragione. Noi ci amavamo e prima o poi si sarebbe risolto tutto
-Ora torno al tavolo- Dissi cominciando a camminare -Lore?- Mi fermai e mi voltai verso di lui che a sua volta guardava me
-Dimmi-
-Tieni le mani a posto con quella- Dissi assottigliando gli occhi. Lui scoppiò a ridere, annuendo. Dopodiché tornò al bancone da quell'ochetta.
Sorrisi tornando al tavolo.
Se non altro avevamo chiarito tutto.
Niente e nessuno avrebbe rovinato quella serata, ma purtroppo dovevo farlo. Dovevo parlare con Leonardo.
Dovevo.

____________________________________________________________

Salve a tutti!!!!!!!!
Finalmente ho postato direte XD
Vi chiedo scusa per il ritardo, ma è colpa della scuola che perfortuna oggi è finita *.*
anche se ora ho gli esami di maturità -_-
Vi avevo detto che le cose si aggiustavano subito XD
Nel prossimo capitolo ci sarà la rottura tra Leonardo ed Ilaria. Finalmente!
Inoltre ho creato un video trailer della storia e l'ho postato in cima al capitolo.
Grazie ancora :D

Alla prossima!!!!!!!!!!!

Un ringraziamento speciale va come sempre a

_Renesmee Cullen_ FedeKiryu  saketta  Jonas_sister

e  loveis4ever

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Capitolo 18
*** Broken heart ***


Capitolo 17

 

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Capitolo 17

Broken heart

(Trailer)

 

 

E lei si sentiva strana dentro,
soprattutto all’altezza dello stomaco,
irritato da emozioni complicate,
rabbia e qualcos’altro
 a cui non avrebbe saputo dare un nome,
ma che faceva più male di tutto.

- Jeffrey Eugenide -

 

 

 

Sentivo il cuore battere fortissimo.
Per la prima volta in quattro anni ero io che avevo il controllo.
Avevo incontrato Leonardo, lo avevo desiderato, lo avevo ottenuto e mi ero resa conto di non averlo mai amato.
Gli volevo bene, un sacco. Gli volevo bene ma non lo amavo, per questo motivo dovevo essere sincera con lui.
Presi un bel respiro e mi avvicinai al tavolo
-Leonardo, possiamo parlare un secondo?- Lui puntò lo sguardo su di me e mi sorrise. Come avrei potuto guardarlo negli occhi e dirgli che non potevo più stare con lui perchè ero innamorata di un altro?
-Ma certo. Usciamo fuori, così parliamo meglio- Mi rispose, prima di prendermi la mano. Dopodiché ci incamminammo fuori dal locale.
Leonardo poggiò la schiena al muro e mi sorrise, incitandomi a parlare.
Cosa dovevo dire? Come potevo lasciarlo senza che mi odiasse?
-Non è facile da dire- Iniziai calciando un sassolino. Mi sentivo male. Malissimo
-Ilaria, che succede? Mi sembri pallida- Si avvicinò a me e mi portò una mano sulla guancia, ma io mi scostai lentamente e mi asciugai una lacrima dalla guancia
-Io...sono stata innamorata di te per quattro anni. Un solo sguardo che rivolgevi verso di me bastava per farmi sentire bene. Stavo bene. Tu mi avevi guardata e io stavo bene. Quando mi hai parlato per la prima volta, ho creduto di toccare il cielo con un dito. Insomma, tu sapevi che esistevo. Tu, Leonardo Pastucci, sapevi che esistevo. Quando ero a scuola e la lezione si rivelava più noiosa del solito io...pensavo a te. Immaginavo noi due e credevo che niente potesse reggere il confronto. Io sono stata...- Deglutii, cercando di mandare giù quel dannatissimo nodo che mi attanagliava la gola -Io ti giuro che sono stata alla grande insieme a te e sono davvero felice che tu sia stato il mio primo ragazzo. Davvero, non avrei potuto desiderare di meglio-
-Ilaria, cosa stai cercando di dirmi?- Guardai Leonardo. Era parecchio preoccupato e questo bastò a farmi sentire ancora peggio
-Voglio dirti che credevo che non potesse importarmi di nessun altro all'infuori di te. Lo credevo- Mi avvicinai a lui e gli poggiai una mano sulla spalla -Probabilmente dopo stasera, le cose tra noi due torneranno uguale a prima. Probabilmente tu smetterai di considerarmi e farai finta che io non esista. Ma stavolta me lo merito. Me lo merito perchè non ho saputo apprezzare quello che avevo. Me lo merito perchè ti ho ferito. Anche tu mi hai ferita continuamente, ma lo hai fatto senza volerlo. Io invece, so benissimo quello che sto facendo e ti chiedo scusa-
-Ilaria, mi spaventi. Cosa vuoi d...-
-Leonardo io non sono innamorata di te- Lo vidi spalancare gli occhi, sorpreso e completamente...deluso
-Cosa?- Deglutii, asciugandomi con un gesto secco della mano le lacrime che mi solcavano le guance
-Mi dispiace, sapessi quanto vorrei esserlo. Quanto vorrei essere innamorata di te, ma purtroppo non ti amo- Dissi avvicinandomi a lui. Alzai una mano in direzione di una sua guancia, ma lui si spostò, senza degnarmi di uno sguardo. Lo vidi stringere i pugni
-Sei innamorata di un altro?- Mi chiese, continuando a guardare davanti a sè. Annuii, cosciente del fatto che lui non potesse vedermi, ma sapeva benissimo la risposta
-Dovevo immaginarlo. Come ho fatto ad essere così stupido- Diede un calcio ad un secchio dell'immondizia, facendolo cadere a terra.
Sospirai, avvicinandomi cautamente a lui. Dopodiché gli poggiai una mano sulla spalla, convinta che si sarebbe spostato. Con mia grande sorpresa rimase fermo, immobile.
Rimanemmo in quella posizione per almeno dieci minuti. Senza guardarci. Senza parlarci. Eravamo solo io e lui, immobili e in silenzio.
Stavo malissimo. Nonostante fossi completamente innamorata di Lorenzo, un tempo avevo provato qualcosa anche per Leonardo ed ora era tutto finito, per questo stavo male.
Lo sentii sospirare, prima di voltarsi verso di me. Aveva gli occhi lucidi, ma non piangeva. Mi accarezzò una guancia e mi sorrise, asciugandomi una lacrima sul mento
-Sei stata la prima ragazza di cui io mi sia mai innamorato e probabilmente proverò sempre qualcosa per te. So che in questi quattro anni ti ho fatto soffrire e ti giuro che mi dispiace molto- Scossi la testa, provando a rispondere, ma lui mi zittì portandomi un dito sulle labbra
-Ilaria io ti amo, e niente che tu dirai o farai potrà farmi cambiare idea-
-Leonardo, io però...-
-Shh- Si avvicinò a me e mi cinse i fianchi con il braccio destro -Lo so, non sei innamorata di me. Non più. Però lo sei stata e sono sicuro che qualcosa di quello che provavi per me è ancora dentro di te. Spetta a me farlo uscire. E credimi, ci riuscirò- Ero completamente paralizzata dalle sue parole. Senza che potessi accorgermene si chinò e mi baciò a fior di labbra. Dopodiché mi lasciò andare e se ne andò.
Rimasi ferma per almeno un paio di minuti. Le parole di Leonardo mi avevano lasciato una stranissima sensazione...
..."Spetta a me farlo uscire. E credimi, ci riuscirò"...
-Ila?- Mi voltai e vidi Lorenzo accanto alla porta del locale. Mi aprii in un sorriso tiratissimo e mi avvicinai a lui -Che succede?-
-Niente, sono solo un po'...- Presi un bel respiro e lo guardai negli occhi -Ho appena lasciato Leonardo- Lorenzo mi guardò sorpreso, prima di aprirsi in un sorriso. Si avvicinò ancora di più a me e, dopo essersi guardato intorno, mi lasciò un bacio a fior di labbra
-Finalmente- Abbassai lo sguardo. Lorenzo si avvicinò a me e mi abbracciò -Amore mio, lo so che ti fa soffrire il fatto di averlo ferito, ma vedrai che starà meglio- Prese ad accarezzarmi la schiena e io mi adagiai contro il suo petto
-Lo so-
-Ci è rimasto molto male?-
..."Ilaria io ti amo, e niente che tu dirai o farai potrà farmi cambiare idea"...
-Abbastanza- Risposi, stringendomi di più a lui. Lorenzo mi depositò un bacio tra i capelli, dopodiché mi lasciò  andare
-Cerchiamo tuo fratello e gli diciamo che sei stanca e che ti riaccompagno a casa?- Annuii senza aprire bocca. Lui mi sorrise e mi prese per mano, conducendomi all'interno del locale.

 



Trovammo Alessandro ancora in pista a ballare con una delle due oche
-Ehi Lore! Dov'eri finito?-
-Ero...ero fuori a prendere una boccata d'aria. Ascolta amico, Ilaria mi ha chiesto se posso riaccompagnarla a casa. Ti dispiace se ce ne andiamo?- Alessandro smise di ballare e ci fissò per un tempo interminabile
-E il tuo Cicciobello?- Abbassai lo sguardo, sospirando
-Ci siamo lasciati- Mio fratello mi guardò sorpreso
-E perchè?-
-Ale, sono affari miei. Ora voglio solo andare a casa. Mi dai il permesso oppure devo stare quì a guardare tu e questa che ballate?- Mio fratello sospirò, dopodiché puntò lo sguardo su Lorenzo per poi puntarlo su di me
-Ok, andate-
-Lore! Te ne vai già?- Quella sottospecie di gallina si arpionò letteralmente al collo di Lorenzo, ma io continuavo a tenerlo per un braccio
-Sì, sono stanco e domani ho l'università- Rispose lui, guardandomi di sfuggita
-Va bene, però domani mi chiami? E' da tanto che...non stiamo un po' insieme- L'oca gli ammiccò, arpionandosi ancora di più al suo collo. Io sbuffai, stringendo di più la presa sul suo braccio. La cretina lo spinse leggermente verso di se e io fui costretta a lasciarlo andare
-O-ok ti chiamo- Si voltò verso di me con sguardo mortificato, mentre quell'oca lo stringeva rischiando di stritolarlo
-Ale ci vediamo a casa. Io aspetto fuori- Dissi fuori di me dalla rabbia. Mi infilai il cappotto e uscii di nuovo.
Mi poggiai contro il muro dove solo una decina di minuti prima era appoggiato Leonardo.
Io avevo avuto una serata terribile. Avevo lasciato un ragazzo meraviglioso, che mi amava e che mi riempiva di attenzioni. Lo avevo lasciato perchè ero innamorata di quello che un tempo era stato il mio peggior nemico, inoltre era l'ex ragazzo della sorella della mia migliore amica e migliore amico di mio fratello (apprensivissimo) maggiore. Un vero disastro insomma. Ma io lo amavo e mi importava solo di quello. Al contrario di lui che non si preoccupava minimamente di quanto pesante potesse essere stata la mia giornata. Semplicemente se ne stava lì dentro a fissare appuntamenti con delle ochette slavate, utilizzando la scusa di dover fingere per non far insospettire mio fratello
-Ehi, sei quì- Mi voltai verso l'entrata e vidi Lorenzo avanzare verso di me con un sorriso. Mi voltai di nuovo, abbastanza incavolata
-Logico che sono quì. Cos'è, ti ho rovinato i piani? Se hai altro da fare non ti disturbare ad accompagnarmi. Aspetterò mio fratello quì fuori, o prenderò un taxi, o magari accetterò un passaggio da qualche sconosciuto, perchè tutto questo mi sembra molto meglio che fare il viaggio con te- Incrociai le braccia al petto, mentre lui mi guardava confusa
-Ma che ti prende?- Si avvicinò e mi poggiò una mano sulla guancia, ma io voltai il viso dalla parte opposta -Mi dici perchè sei arrabbiata?- Gli lanciai un'occhiataccia
-Hai anche il coraggio di chiedermelo? Ho appena lasciato il mio ragazzo per te. Ho appena spezzato il cuore ad un ragazzo fantastico, per te. Tutto questo mentre tu te ne stavi lì dentro a fare il cretino con quella scema che non faceva che abbracciarti. E non ti sei neanche preoccupato che quella che dovrebbe essere la tua ragazza ti stava guardando- Ero fuori di me dalla rabbia. Stavo gridando, facendo voltare tutto le persone verso di noi
-Mi dici che problema hai? Ti ho spiegato almeno cento volte che mi sto comportando così per non far insospettire tuo fratello. Ma sai cosa credo?-
-No, cosa?-
-Credo che sei incazzata perchè non volevi mollare quell'idiota. Perchè sei innamorata di lui e ti serve solo un pretesto per litigare con me. Anche io ho lasciato Margherita, che nel caso non lo sapessi è una ragazza strepitosa. Anche io ho rotto con lei, per te. Ma sai qual'è la differenza, Ilaria?- Si allontanò da me di qualche passo -Che io non te l'ho rinfacciato- Scossi la testa, amareggiata
-Lo hai appena fatto- Sussurrai. Dopodiché presi a camminare, ma Lorenzo mi circondò il polso con la mano
-Aspetta- Mi disse facendomi voltare -Perchè stiamo litigando? Non ha senso-
Effettivamente aveva ragione. Avevo un pochino esagerato, ma anche lui non c'era andato leggero
-Non lo so perchè stiamo litigando- Risposi guardando in basso
-Per favore, perdonami. Non volevo dire quello che ho detto. Lo so bene che non sei innamorata di Leonardo, ma prova a metterti nei miei panni. Da quando l'hai lasciato il tuo viso ha cambiato espressione. Sembri...triste- Annuii, mordendomi le labbra
-Perchè lo sono. Sono triste, ma non perchè sia innamorata di lui. Il fatto è che Leonardo è stato un ragazzo importantissimo per me e mi fa male pensare di averlo ferito. Tutto quì- Dissi. Lorenzo mi costrinse ad alzare lo sguardo e mi sorrise
-Lo so, hai ragione. Che ne dici se ce ne andiamo?- Ricambiai il sorriso e annuii. Lorenzo mi prese per mano e insieme ci incamminammo alla macchina





Dopo venti minuti Lorenzo parcheggiò sotto casa mia
-Arrivati- Disse
-Già- Mi voltai a guardarlo -Lore, mi dispiace. Non volevo urlarti contro. Il fatto è che mi è dispiaciuto tantissimo per Leonardo e poi...- Mi interruppi, mordendomi le labbra
-E poi?-
-E poi vedere quella scema abbracciata a te mi ha infastidito da morire. Lei poteva abbracciarti e io no. E' un'ingiustizia- Lorenzo mi sorrise, prima di chinarsi su di me per lasciarmi un bacio
-Dispiace tanto anche a me. Ammetto di aver calcato troppo la mano con quella ragazza, ma quando sono arrivato a casa tua e ho trovato Leonardo sul pianerottolo, non lo so, mi sono innervosito da morire- Sorrisi, accarezzandogli una guancia
-Mi dispiace- Lui scosse la testa e si avvicinò ulteriormente a me. Dopodiché mi cinse la vita con le braccia e mi baciò. Gli passai le braccia attorno al collo e lo attirai ancora di più a me, approfonendo il bacio. Proprio in quel momento il cellulare di Lorenzo prese a squillare
-Pronto?- Sbuffai, sedendomi meglio, mentre Lorenzo parlava con il guastafeste che l'aveva chiamato -Ecco...sì Ale, siamo appena arrivati. Non so perchè Ilaria non risponde al cellulare. Ok, va bene. Ma sì, glielo dico. Ok, ciao- Lo guardai confusa
-Che succede?- Gli chiesi
-Era tuo fratello. Mi ha chiesto dov'eravamo e perchè non rispondi al cellulare- Presi il mio cellulare dalla borsa e mi resi conto che era spento. Cavolo, si era scaricato
-E' scarico- Risposi, infilandolo di nuovo in borsa -Ma non capisco perchè voleva sapere dov'eravamo-
-Non lo so. Ultimamente tuo fratello è strano. E se avesse scoperto qualcosa?- Sgranai gli occhi e lo guardai
-Dici?-
-Non lo so, ma se fosse così...saremo in un bel guaio- Annuii, sospirando. Perchè tutti questi problemi?
-Ora vado, domani ho scuola- Dissi, sistemandomi il cappotto. Lorenzo mi sorrise, avvicinandosi a me e lasciandomi un bacio a fior di labbra
-Vengo a prenderti all'uscita. Pranziamo insieme?- Gli sorrisi, annuendo. Dopodiché gli lasciai un bacio sulla guancia e uscii dalla macchina.



La mattina seguente avevo faticato e non poco ad alzarmi. Avevo un sonno pazzesco, visto che non avevo chiuso occhio per tutta la notte. Avevo paura che Alessandro da un momento all'altro fosse entrato nella mia stanza e mi avesse gridato di sapere di me e Lorenzo.
-Ila? Tutto ok?- Io e Arianna eravamo sedute sul banco. Per fortuna la professoressa dell'ultima ora si era assentata, così avevamo passato l'intera lezione a non fare niente
-Sì sì, è che stanotte ho dormito poco- Dissi, puntando lo sguardo sulle mie Converse
-Capito. E...a quanto pare neanche la notte precedente hai chiuso occhio, vero?- Arianna mi sorrise, colpendomi con il gomito. Puntai lo sguardo su di lei, scuotendo la testa
-Ari, ieri ho lasciato Leonardo- Arianna mi guardò sorpresa
-Davvero? E lui come l'ha presa?- Deglutii imbarazzata...
..."Spetta a me farlo uscire. E credimi, ci riuscirò"...
..."Ilaria io ti amo, e niente che tu dirai o farai potrà farmi cambiare idea"...

Abbassai lo sguardo, sospirando
-Non molto bene, ha detto che mi ama e che niente che dico o faccio potrà fargli cambiare idea- Risposi. In realtà avevo dormito pochissimo anche perchè quelle maledette parole continuavano a ruotarmi in mente. Ma che mi succedeva? Perchè non riuscivo a togliermi la sensazione che mi aveva lasciato quell'ultimo bacio a fior di labbra che Leonardo mi aveva dato prima di andare via?
Proprio in quel momento la campanella suonò. Raccolsi tutte le mie cose e mi diressi all'uscita insieme ad Arianna
-Viene a prendermi Margherita. Vuoi un passaggio?- Quando sentii quella frase, il cuore mi balzò in gola. Ormai sentire il nome di Margherita mi faceva quell'effetto
-No, ti ringrazio. Forse viene a prendermi Alessandro- Mentii. Non potevo di certo dirgli che andavo a pranzo con l'ex di sua sorella
-Ok, allora a domani tesoro- Mi disse, lasciandomi un bacio su entrambe le guance. Dopodiché si diresse verso l'auto di sua sorella.
Sbuffai, prendendo il cellulare dalla tasca dei jeans. Avevo una fame da lupi e Lorenzo mi aveva mandato un messaggio a ricreazione, dicendomi di avvertirlo non appena Arianna se ne fosse andata e io fossi rimasta sola.
Digitai alla svelta un "Via libera" e poi infilai nuovamente il cellulare in tasca
-Parli con lui?- Mi voltai spaventata, rischiando di far cadere il cellulare sul terreno bagnato dalla leggera pioggia che cadeva da quella mattina. Leonardo se ne stava davanti al cancello, con la cartella su una spalla e le chiavi della macchina nella mano destra
-N-no. Stavo...ecco...mandavo un messaggio a Lorenzo. Mio fratello ha chiesto a lui di venire a prendermi- Non avevo detto la verità, ma nemmeno una bugia
-Capisco. Bhè...allora inutile chiederti se vuoi un passaggio. Sarà per la prossima volta- Dissi avvicinandosi pericolosamente a me. Deglutii imbarazzata e strinsi con forza il bordo del mio cappotto
-S-sì, grazie lo stesso- Dissi allontanandomi di qualche passo. Ma perchè cavolo mi rendeva così nervosa?
-Allora ciao, piccola- Arrossii per il modo in cui mi aveva chiamata, mentre lui si dirigeva verso la sua macchina.
Proprio in quel momento vidi la macchina di Lorenzo, parcheggiata dall'altra parte della strada. Presi un bel respiro e lo raggiunsi
-Ciao amore- Dissi avvicinandomi per baciarlo, ma lui si voltò -Che succede?-
-Cosa voleva quel'idiota?- Cavolo, ci aveva visti
-Niente Lore, voleva semplicemente chiedermi se mi serviva un passaggio, tutto quì- Risposi, accendendo la radio. Lorenzo con uno scatto la spense di nuovo, prima di puntare lo sguardo su di me
-E come mai tutta questa gentilezza? Dovrebbe odiarti no? Tu stessa hai detto che gli hai spezzato il cuore- Disse con voce tagliente, prima di mettere in moto
-Quindi tu preferiresti se mi odiasse? Se pensasse che sono una persona orribile?- Lo vidi tentennare sulla risposta, prima di emettere un lungo sospiro, per poi puntare lo sguardo su di me
-Ma no, vorrei solo che la smettesse di starti così addosso. Sono geloso, ok?- Sul suo volto si dipinse un adorabile espressione imbarazzata. Quindi anche il signorino arrossiva
-Oh, amore! Come sei tenero quando arrossisci- Dissi prendendolo in giro. Lui sbuffò, trattenendo a stento un sorriso
-Se lo dici a qualcuno...-
-Per adesso non lo dirò a nessuno, ma magari un giorno mi servirà per ricattarti se ci sarà una nuova festa di Natale, a cui non potrò partecipare senza accompagnatore- Lui mi sorrise e si avvicinò per lasciarmi un bacio a fior di labbra
-Non avrai bisogno di nessun ricatto. Se ci sei tu io vado ovunque- Mi sorrise, accarezzandomi i capelli. Io avevo un ragazzo fantastico, che mi amava e che amavo. Perchè continuavo ancora a farmi problemi per Leonardo? Ok, mi dispiaceva di avergli spezzato il cuore, ma non c'era niente che lui potesse fare per farmi tornare da lui. Niente. Per il semplice motivo che....io non ero mai stata sua, ero stata sempre e solo di Lorenzo
-Ti amo- Dissi poggiandogli una mano sulla gamba
-Anche io, non immagini quanto- Gli sorrisi, sistemandomi meglio sul sedile, mentre lui poggiò una mano sul volante e una sulla mia gamba sinistra
-Ora andiamo perchè muoio di fame- Dissi. Lui mi sorrise, partendo con la macchina diretti chissà dove.




Io e Lorenzo avevamo pranzato in un ristorante dall'altra parte di Roma e poi eravamo andati a fare una passeggiata in centro.
Era stata una giornata meravigliosa e adesso, mentre eravamo in macchina di fronte al portone prima di quello di casa mia, avevo cominciato a desiderare che fosse durata ancora di più
-Non voglio che vai a casa- Disse Lorenzo, accarezzandomi il dorso della mano
-Nemmeno io voglio andare a casa, ma se non torno mia madre potrebbe insospettirsi. Ricorda che sono ancora in punizione- Avevo detto a mia madre che sarei andata da Arianna per studiare per il compito di matematica che ci sarebbe stato il giorno dopo. Per fortuna ci aveva creduto
-Quando finirà questa maledetta punizione?- Mi chiese Lorenzo, prendendo a depositarmi dei baci all'angolo della bocca
-Mmm...più o meno il giorno del mio compleanno. Tra un mese-
-Che palle, oggi hai usato la scusa dello studio, quindi domani sarai costretta a tornare a casa e non potremo vederci- Sospirai annuendo. Purtroppo era così
-Già. Ora però vado, ci sentiamo stasera?- Lorenzo annuì, prima di avvicinarsi a me per baciarmi. In un secondo mi ritrovai completamente addosso a lui. Aprii leggermente le labbra per permettere alla sua lingua di entrare in contatto con la mia. Lui mi cinse la vita, spingendomi delicatamente contro di lui ancora di più
-Ci sentiamo stasera- Disse sciogliendo il bacio. Annuii, aprendo lo sportello per uscire
-A dopo- Dissi, dopodiché richiusi lo sportello e mi incamminai verso casa, distante ancora qualche metro.
Quando arrivai davanti al mio portone quasi mi venne un infarto. Leonardo era poggiato contro di esso, con una sigaretta in bocca e l'I-Pod nelle orecchie. Cavolo, cosa ci faceva lì?
-Leonardo- Dissi avvicinandomi a lui. Non appena lo chiamai, puntò lo sguardo su di me e mi sorrise
-Ehi- Mi rispose, togliendosi le cuffiette dalle orecchie
-Come mai quì?- Mi sorrise, avvicinandosi a me
-Sono arrivato più o meno un paio d'ore fa. Ho suonato e tua madre mi ha detto che eri da Arianna a studiare, così ho deciso di aspettarti- Mi aveva aspettata per due ore? Questo ragazzo era veramente una sorpresa continua
-Mi dispiace se hai dovuto aspettare così tanto, se avevi bisogno di dirmi qualcosa potevi chiamarmi al cellulare- Lui annuì, mordendosi le labbra
-Bhè...sì, ma in realtà volevo vederti- Sgranai gli occhi sorpresa. Voleva vedermi? Allora...
..."Spetta a me farlo uscire. E credimi, ci riuscirò"...
..."Ilaria io ti amo, e niente che tu dirai o farai potrà farmi cambiare idea"...

...Era serio. Era davvero intenzionato a non arrendersi
-Capisco. Leonardo, mi dispiace davvero per come sono andate le cose, ma temo che tu stia solo sprecando il tuo tempo. Quello che mi hai detto ieri sera...non potrà mai accadere, capisci?- Lui scosse la testa, con un ghigno
-Sei tu che non capisci, Ila- Corrugai la fronte, mentre lui si fece ancora più vicino -Tu provi qualcosa per me. Lo sai tu e lo so io. Devi soltanto accettarlo- Quando si chinò per baciarmi, mi spostai
-No, Leonardo. Sei tu che devi accettare che tra di noi è finita. Mi dispiace ma è così- Dissi tenendo lo sguardo basso
-Se è così, allora perchè non mi guardi negli occhi?- Mi costrinse ad alzare il viso, avvicinandosi nuovamente. Io deglutii, prima di spingerlo vi
-Devo andare- Dissi. Dopodiché salii su casa.
Questo ragazzo era veramente cocciuto.




Due giorni.
Mancavano esattamente due giorni al mio compleanno.
Mancavano due giorni e la mia punizione sarebbe finita.
Eravamo nel mese di Febbraio.
Io e Lorenzo avevamo passato un mese da incubo, sempre a nasconderci per vederci e sempre stando attenti a non farci scoprire. Ma allo stesso tempo era stato anche il mese più bello della mia vita.
Non avevo raccontato a Lorenzo del mio incontro con Leonardo, sotto casa mia. Si sarebbe infuriato e non volevo di certo litigare con lui.
-Allora, è tutto pronto per Sabato?- Io e Arianna eravamo in giro per negozi. Stavamo definendo gli ultimi particolari per la mia festa. Avevo
deciso di invitare i miei compagni di scuola solo ed esclusivamente perchè i diciotto anni si compiono una volta sola
-Sì sì, il locale è prenotato per le otto- Risposi sedendomi alla fermata dell'autobus. Arianna si sedette accanto a me, morendosi nervosamente le labbra
-Ari, che succede?- Lei mi guardò negli occhi, con un'espressione abbastanza imbarazzata
-Devo chiederti un favore, ma non so come chiedertelo- La guardai, incitandola a continuare. Si vedeva che era parecchio a disagio
-Avanti, dimmi. Non ti mangio mica- Scherzai. Lei sorrise appena e poi prese un bel respiro
-Volevo chiederti se...potresti evitare di invitare Lorenzo alla tua festa- Iniziai a tossire per della saliva andata per traverso. Mi stava davvero chiedendo di non invitare Lorenzo?
-Ari...-
-Lo so benissimo che è una richiesta grandissima e so benissimo che Lorenzo è il migliore amico di tuo fratello, ma Marghe non l'ha ancora superata e...mi dispiace vederla così abbattuta. Volevo che per una sera si distraesse e il tuo compleanno è capitato proprio al momento giusto, ma se viene lui...lei sarà a disagio- Abbassai lo sguardo, annuendo
-Hai ragione, ti assicuro che se fosse per me...Lorenzo non sarebbe di certo nella mia lista degli invitati, ma mio fratello gliene ha già parlato e anche mia madre. Se non lo invitassi non me lo perdonerebbero mai- Risposi, stringendo con forza il braccialetto che avevo attorno al polso
-Già, hai ragione. Vorrà dire che terrò Marghe il più lontano possibile da Lorenzo- Sorrisi e l'abbracciai
-Mi dispiace, Ari- Lei scosse la testa, ricambiando l'abbraccio
-Tranquilla. Non è mica colpa tua, in fondo neanche tu lo sopporti, no?- Chiusi gli occhi ancora abbracciata a lei e scossi la testa
-No- Strinsi i pugni -Non lo sopporto-
La situazione era molto più complicata di quanto credessi.

_____________________________________________________________________
Salve a tutti!!!!!!!!
Come va?
Come avete visto in questo capitolo Ilaria ha finalmente rotto con Leonardo,
anche se lui sembra non aver intenzione di farsi da parte.
Questo chiaramente scatenerà l'ira di Lorenzo, che non accetterà "l'amicizia" tra Ilaria e Leonardo.
Ora vi lascio, con la promessa di postare il prossimo capitolo molto presto :D
Grazie a tutti!!!
Alla prossima!!!!


Un ringraziamento speciale va come sempre a

_Renesmee Cullen_ FedeKiryu  saketta  Jonas_sister

e  loveis4ever

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Capitolo 19
*** Solo noi due ***


Capitolo 18

 


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Capitolo 18

Solo noi due

(Trailer)

 

 

 

 

E ora che son qui vicino a te
Mi rendo conto che non ho bisogno piu' di niente
Mi bastan le tue mani e gli occhi tuoi
Per capire che non serve avere piu' di quel che hai

- Modà -

 

 

Vorrei donare il tuo sorriso alla luna perché
Di notte chi la guarda possa pensare a te
Per ricordarti che il mio amore è importante
Che non importa ciò che dice la gente
E poi..
Amore dato, amore preso, amore mai reso
Amore grande come il tempo che non si è arreso
Amore che mi parla coi tuoi occhi qui di fronte
Sei tu, sei tu, sei tu, sei tu, sei tu, sei tu, sei tu, sei tu
Il regalo mio più grande

- Tiziano Ferro -

 

 

 

 

 

Sabato arrivò in un batter d'occhio.
Fortunatamente la mia punizione era finita, quindi avevo passato l'intera giornata con Lorenzo. Per il mio compleanno aveva voluto portarmi a pranzo fuori e devo ammettere che c'eravamo divertiti moltissimo. L'unica cosa che frenava il mio entusiasmo era il messaggio che continuavo a leggere da almeno un'ora

"Piccola, ti faccio tantissimi auguri per i tuoi diciotto anni :D Ci vediamo stasera, così ti darò il mio regalo."

Fosse stato di Lorenzo non ci avrei trovato nulla di strano, ma dal momento che il mittente di quel messaggio era Leonardo stavo avendo una crisi di nervi.
Alla fine decisi di cancellare quel maledetto messaggio per evitare sgradevoli incidenti.
Presi il cappotto e mi diressi a casa di Arianna. Le avevo promesso che sarei passata a casa sua perchè i suoi genitori volevano farmi gli auguri di compleanno.
Non appena arrivai fui accolta da Margherita. Mi sentivo molto a disagio quando la vedevo, visti i precedenti
-Ila! Tesoro, tantissimi auguri- Disse abbracciandomi -Allora, cosa si prova ad essere maggiorenni?- Sorrisi, ricambiando l'abbraccio
-Nulla di particolare, a parte per il fatto che ora posso bere e che...posso andare in prigione- Scherzai. Lei mi sorrise, avvolgendomi le spalle con un braccio
-Tu in prigione? Ma figurati, sei la persona più buona che conosca- Disse dirigendosi in cucina. Con quella semplice frase riuscì a farmi sentire un autentico schifo.
Lei mi considerava la persona più buona che conosceva? Se avesse saputo come stavano le cose avrebbe cambiato di sicuro opinione su di me
-Ila! Auguri!!!- Arianna mi saltò letteralmente al collo, rischiando di stritolarmi -Ci divertiremo un mondo stasera-
-Sempre che io riesca ad arrivarci- Risposi cercando di farle allentare la presa sul mio povero collo
-Perchè?-
-Ari, mi stai strangolando- Ringraziando Dio mi mollò
-Scusami, è che sono così emozionata. La mia migliore amica è diventata maggiorenne!- Gridò. In quel momento sua madre e suo padre vennero a salutarmi, facendomi gli auguri. Adoravo la famiglia di Arianna. Mi trattavano come se ne facessi parte. Mi aprii in un sorriso, quando mi resi conto della presenza di Giuliana e di suo marito. Entrambi vennero a salutarmi e mi fecero tanti auguri. Dopo di loro fu il turno di un'altra cugina di Arianna e Margherita. Angela.
Anche lei era sposata e aveva avuto da poco una spendida bambina. Angela era molto simpatica e veniva spesso a trovare la famiglia di Arianna, per questo la conoscevo abbastanza bene.
-Allora Ilaria, che fate stasera di bello?- Mi chiese Angela. Eravamo in soggiorno e la mamma di Arianna aveva insistito a tutti i costi per farmi assaggiare uno dei suoi cupcakes
-Ho affittato una sala in un locale e ho invitato alcuni miei compagni di scuola e alcuni amici- Risposi pulendomi la bocca con un fazzolettino
-Che bello avere diciotto anni. Ricordo ancora che io li festeggiai in spiaggia. Fortunatamente sono nata a Giugno- Disse Angela. Sorrisi, passando lo sguardo sulla piccola Mara, sua figlia
-Tra qualche mese le faremo il battesimo, spero che ci sarai. Ormai fai
praticamente parte della famiglia- Mi disse Angela, sorridendo. Puntai lo sguardo su di lei e annuii
-Certo che ci sarò- Mi sentivo davvero un'orribile persona.



Tornai a casa abbastanza depressa. Mi dispiaceva tantissimo per Margherita. Lei non meritava quello che io e Lorenzo le stavamo facendo. Non lo meritava affatto. Senza contare che stavo malissimo anche per Arianna. Lei aveva fiducia in me e io la stavo tradendo.
Verso le sei decisi di iniziare a prepararmi. Feci una doccia veloce, dopodiché mi arricciai un po' i capelli, indossai il vestito e mi diedi una rapida truccata.
-Tesoro, sei pronta? Alessandro ti aspetta in macchina- Mia madre bussò alla mia stanza, mentre io stavo indossando il cappotto
-Sì, pronta- Dissi, aprendo la porta. Mia madre mi sorrise e mi abbracciò
-La mia bambina è diventata grande- Ecco che ripartiva. Aveva passato l'intera giornata ad abbracciarmi e a ricordarmi quanto fossi diventata grande.
La salutai frettolosamente, cosa che feci anche con mio padre, dopodiché mi affrettai a raggiungere mio fratello in macchina.



Dopo venti minuti di silenzio totale, mi fratello decise di parlare
-Toglimi una curiosità- Puntai lo sguardo su di lui, incitandolo a continuare -Come mai è finita tra te e lo spaventapasseri?-
-Non che siano affari tuoi, comunque mi sono resa conto di non amarlo- Risposi, sistemandomi i capelli
-E' perchè sei innamorata di qualcun altro?- Quella sua domanda mi lasciò parecchio perplessa. Come faceva a saperlo?
-M-ma n-no, cosa ti viene in mente. Semplicemente non amo lui- Risposi spostando lo sguardo fuori dal finestrino, giusto in tempo per vedere l'insegna del locale dove si svolgeva la festa.
Mio fratello parcheggiò, dopodiché entrambi scendemmo dalla macchina.
Non appena entrai nel locale, notai che Lorenzo era già lì e stava sistemando il cibo e le bevande sul tavolo
-Vado ad aiutare Lore- Disse Alessandro, aiutandomi a togliere il cappotto -Tra poco i tuoi amici saranno quì e visto che tu sei la festeggiata...ho deciso di non farti faticare- Sorrisi. Quello era davvero mio fratello?
-Grazie, fratellone- Dissi sollevandomi sulle punte per abbracciarlo. Dopo appena due secondi lui mi spinse via
-Ok, ok! Ora non farci l'abitudine- Sorrisi, scuotendo la testa mentre lui raggiungeva Lorenzo, che non appena si accorse della nostra presenza mollò tutto quello che stava facendo e corse ad abbracciarmi. Gli allacciai le braccia dietro al collo, mentre lui mi sollevava da terra
-Tantissimi auguri- Mi disse, stringendomi contro di sè. Puntai lo sguardo su Alessandro. Non ci toglieva gli occhi di dosso
-Grazie, Lore- Risposi sciogliendo l'abbraccio -Meglio se aiuto mio fratello- Lui mi fermò per un polso e mi sorrise
-No, sei la festeggiata. Tranquilla, ci penso io- Detto questo mi accarezzò il dorso della mano e tornò da mio fratello.
In quel momento gli invitati iniziarono ad arrivare e dopo venti minuti il locale era già pienissimo.
Io non ero una persona molto portata per le feste e nonostante si trattasse della mia mi sentivo molto a disagio
-Ehi, tanti auguri- Mi voltai e mi trovai davanti il sorriso di Leonardo. Mi venne istintivo sorridergli
-Grazie- Risposi abbassando lo sguardo con un pizzico d'imbarazzo
-Spero che non ti dispiace se sono venuto- Leonardo mi costrinse a rialzare il volto. Gli sorrisi, scuotendo la testa
-No, anzi. Grazie mille per essere venuto, davvero- Per qualche secondo rimanemmo a guardarci -Ora vado dagli altri invitati, ci vediamo più tardi- Detto questo, mi voltai e mi incamminai verso il bagno.
Ma perchè ero così in agitazione quando parlavo con Leonardo? Io non lo amavo, di questo ne ero certa. Magari mi sentivo così imbarazzata perchè ero stata io a lasciarlo e mi sentivo colpevole.
Presi un bel respiro e mi costrinsi a tornare dagli altri, ma non appena uscii dal bagno due mani mi allacciarono i polsi e mi costrinsero a rientrare
-Non ce la facevo più- Non ebbi neanche il modo di replicare, che le labbra di Lorenzo si appropriarono delle mie. Sorrisi e ricambiai il bacio, allacciandogli le braccia al collo e stringendolo di più contro di me. Lui mi fece indietreggiare fino ad entrare in uno dei bagni. Dopodiché richiuse la porta alle nostre spalle con un calcio.
Sciolse il bacio per un secondo e mi sorrise, subito dopo si avventò nuovamente sulle mie labbra. Feci correre le mani sotto la sua camicia e gli accarezzai lentamente la schiena, sorridendo sulle sue labbra quando lo sentii rabbrividire per quel mio tocco
-Amore- mi chiamò lui cercando di interrompere il bacio, ma io continuavo a stringerlo e a spingerlo contro le mie labbra -Amore...aspetta- Mi spinse via delicatamente
-Che c'è?- Lo guardai confusa. Non capivo perchè mi avesse fermata
-E' che non...non ho molto autocontrollo- Mi rispose imbarazzato. Corrugai la fronte, confusa. Quando capii non potei fare a meno di arrossire
-Oh, capisco- Dissi allontanandomi da lui. Gli sorrisi e gli accarezzai una guancia -Scusa- Aggiunsi
-Guarda che non devi scusarti, anzi- Mi baciò la mano e mi abbracciò accarezzandomi i capelli. Quando ero con Lorenzo non esisteva nient'altro. Di colpo tutto quanto scompariva ed esisteva soltanto lui.
-Ora torno di là- Dissi baciandolo a fior di labbra -Ci vediamo dopo-
-A dopo- Lui mi sorrise e mi baciò sul mento. Dopodiché uscii dal bagno e tornai dagli invitati.




Continuavo a guardare quella scena come se stessi per esplodere.
Margherita era appena arrivata e mi aveva salutata.
Era stupenda quella sera, quasi avevo faticato a riconoscerla.
Lorenzo era seduto e stava parlando con Alessandro e due miei compagni di scuola cretini. Ridevano come dei matti, parlando di qualche video che girava su You Tube.
Non si erano ancora visti.
Margherita e Lorenzo non si erano ancora visti, e io sapevo che la fine era vicina.
-Ila? Ti senti bene?- sorrisi ad Arianna e l'abbracciai, ringraziandola ancora una volta per essere venuta alla festa nonostante la situazione complicata
-Sarà meglio intervenire- Arianna mi indicò qualcosa alle mie spalle. Mi voltai e vidi Lorenzo e Margherita avvicinarsi l'uno all'altra.
Lorenzo non mi aveva raccontato nulla del modo in cui si erano lasciati. Dalle parole e dal rancore di Margherita, non in modo amichevole
-Lore! Ciao- Margherita si avvicinò a Lorenzo e gli diede un bacio sulla guancia
-Margherita, ciao- Lorenzo puntò lo sguardo su di me -Non sapevo che saresti venuta- Abbassai lo sguardo, colpevole.
Non avevo detto nulla a Lore, per paura della sua reazione, ma Margherita era la sorella della mia migliore amica, non potevo non invitarla alla festa dei miei diciotto anni
-Bhè, invece eccomi quì. Ila mi ha invitata e io ho accettato più che volentieri. Anche se ero sicura che avrei incontrato qualche persona...sgradevole- Detto questo, Margherita si voltò e si dissolse nella folla.
In un secondo mi ritrovai Lorenzo accanto
-Dobbiamo parlare- Disse afferrandomi per un polso e tirandomi verso il bagno
-Lore, ma sei impazzito?- Dissi liberandomi dalla sua stretta -Pensa se qualcuno ci ha visti e...- Mi afferrò per le spalle facendomi aderire al muro dietro di me
-Non me ne frega un cazzo- Sgranai gli occhi, sorpresa per la sua reazione
-Mi spieghi cosa ti è saltato in mente?- Evidentemente era arrabbiato perchè avevo invitato Margherita
-Andiamo, capisco che tu possa essere infastidito visto che è la tua ex, ma non ti sembra di esagerare?-
-Infatti io non mi riferisco a Margherita- Corrugai la fronte, confusa
-Ah no? E a che ti riferisci?- Strinse nuovamente la presa sul mio polso, puntando il suo sguardo glaciale nel mio
-Mi riferisco a quel cretino del tuo ex- Mi lasciò andare, allontanandosi di qualche passo -Come ti è saltato in mente di invitarlo?-Cavolo, lo aveva visto allora. Abbassai lo sguardo, colpevole
-Mi dispiace, ma non potevo non invitarlo. La voce si è sparsa e lui è...semplicemente venuto. Non potevo di certo mandarlo via, no?- Lorenzo si strinse i capelli tra le mani e diede un pugno al muro
-Mi infastidisce vederlo quì. Capisco che non vuoi ferirlo, davvero ti capisco- Si poggiò contro il muro -Ma resta comunque il fatto che ti amo, che sei la mia ragazza e che nessuno e dico nessuno...può portarti via da me- Sorrisi, prima di avvicinarmi a lui. Gli allacciai le braccia dietro al collo e iniziai a giocare con i suoi capelli
-Ti amo anche io- Dissi lasciandogli un bacio a fior di labbra -Ma lo sai che hai colto il punto?- Lo vidi lanciarmi un'occhiata confusa
-Nessuno e dico nessuno può portarmi via da te, perchè io ti amo e niente e nessuno potrà cambiare quello che provo per te- Mi sporsi leggermente in avanti e feci aderire le mie labbra alle sue. Lui rimase sorpreso per un attimo, ma subito dopo ricambiò il bacio, stringendomi le mani attorno alla vita e facendomi aderire maggiormente a lui
-Andiamocene- Mi sussurrò in un orecchio -Andiamo via, solo io e te- Sorrisi stringendolo forte
-Mi piacerebbe, ma sono la festeggiata. Non posso mollare la festa così- Annuì, sciogliendo l'abbraccio
-Allora vai, però dopo torni a casa con me. Non mi importa come faremo, voglio stare con te ad ogni costo- Sorrisi, annuendo. Dopodiché gli lasciai un bacio a fior di labbra e uscii fuori, tornando dagli altri.
Effettivamente avevo avuto anche io l'idea di andare a casa sua. Era già da un paio di settimane che ci pensavo. Avevo paura sì, ma mi sentivo pronta.
Pronta per fare l'amore con Lorenzo. Lui mi amava e io amavo lui, questo e solo questo era l'importante.



La festa era -finalmente- giunta al termine.
Gli invitati si accingevano ad andarsene ed io li stavo ringraziando per i meravigliosi regali che avevo ricevuto
-Ilaria- Mi voltai e mi trovai Leonardo davanti -Ancora tanti auguri- Mi disse, avvicinandosi. Mi guardai attorno, intimorita. Fortuna che Lorenzo era andato insieme a mio fratello a caricare i regali in macchina
-Grazie, ma ormai, ufficialmente, non è più il mio compleanno- Dissi voltandomi di nuovo per afferrare il cappotto. Senza che potessi accorgermene, le sue mani mi circondarono i polsi e mi costrinsero ad aderire al muro dietro di me
-Scusa, prometto che ti lascio subito. Volevo solo darti il mio regalo- Leonardo si avvicinava sempre di più ed io cominciavo seriamente ad avere paura. Avevo paura che il regalo in questione fosse un bacio da parte sua ed io non lo volevo per nessuna ragione al mondo. Senza contare che se Lore fosse arrivato in quel momento, sarebbe stato Leonardo a ricevere un bel regalino. Un bel destro in pieno viso
-Leonardo, che...- Mi interruppe, poggiandomi l'indice sulle labbra. Dopodiché afferrò qualcosa dalla sua tasca e mi porse un pacchettino rosa
-Tieni e tanti auguri- Mi lasciò andare, prima di dirigersi verso l'uscita.
Rimasi a fissare quel pacchetto per almeno un paio di minuti. Mi sentivo strana e colpevole.
Leonardo pensava ancora a me, mentre io probabilmente non lo avevo mai amato davvero.
Lorenzo mi aspettava fuori ed io nel frattempo mi facevo incantare dal mio ex ragazzo.
Decisi di aprire il regalo di Leonardo e quando vidi di cosa si trattava mi sentii ulteriormente uno schifo. Era una foto. Una foto di noi due. L'avevamo scattata quando eravamo sulla neve per il matrimonio della
cugina di Arianna e Margherita. Io ero in braccio a lui e lo stavo baciando, mentre lui mi teneva le mani sul viso. La foto era inserita all'interno di un medaglione a forma di cuore con incise le lettere L.I.
Avevo voglia di piangere. Possibile che Leonardo fosse così innamorato di me?
Mi portai le mani sul viso e mi massaggiai le tempie
-Ila?- Alessandro mi poggiò una mano sulla spalla, attirando la mia attenzione
-Mi hai spaventata- Dissi portandomi una mano sul cuore, prima di infilare il regalo in borsa
-Scusa- Mi infilai il cappotto -Io vado, domani mi alzo presto per l'università. Marco mi ha detto che ti fermi a dormire da lui- Corrugai la fronte confusa, ma prima che potessi rispondere, vidi Marco farmi dei segni
-Ah, s-sì...mi f-fermo da lui- Risposi, abbastanza confusa e sorpresa. Alessandro annuì, infilandosi le mani in tasca
-Allora buonanotte, sorellina- Alzai lo sguardo su di lui e notai che sorrideva -Eri davvero...bhè...eri...sei bellissima stasera- Disse imbarazzato più che mai. Sorrisi e mi lanciai contro di lui per abbracciarlo
-Grazie fratellone- Lo strinsi forte e lui ricambiò l'abbraccio -Ti voglio bene-
-Anche io- Disse accarezzandomi i capelli -Ma solo quando dormi e tieni chiusa la tua boccaccia- Assottigliai lo sguardo e lo colpii su una spalla, provocando la risata di entrambi
-Simpaticone-
-Allora vado- Annuii -A domani-
-A domani- Dissi, prima di vederlo uscire dalla porta. Puntai lo sguardo su Marco, pronta ad ascoltare le sue spiegazioni
-Mi devi un grosso, grossissimo favore, cara mia- Corrugai la fronte, sempre più confusa
-Mi spieghi che succede-
-Circa un quarto d'ora fa il tuo ragazzo è venuto da me, estremamente disperato, e mi ha pregato di fingere che tu dovessi dormire da me- In un secondo, capii.
Lorenzo aveva chiesto a Marco di coprirci. Sorrisi, alzandomi sulle punte per abbracciare Marco
-Grazie grazie grazie- Dissi muovendo la sua testa a destra e a sinistra
-Ok, ok, ho capito- Lo lasciai andare e gli baciai una guancia
-Ora vado e ti giuro che farò qualsiasi cosa per te, Marcolino- Mi allacciai il cappotto -Grazie davvero, Marco. Ti voglio bene- Detto questo, uscii immediatamente per correre da Lorenzo.
Quando lo trovai intento in un'interessantissima conversazione con Margherita, mi venne spontaneo voltarmi per tornare indietro.
Fui tentata di tornare dentro da Marco, ma mi sentivo così stupida e umiliata che decisi di sedermi a terra e aspettare che Lorenzo e Margherita si decidessero a chiudere quel loro dannatissimo discorso. Poggiai la testa al muro e chiusi gli occhi.
Chissà cosa cavolo si stavano dicendo. Secondo Lorenzo io non potevo parlare con Leonardo, ma lui poteva benissimo avere conversazioni con Margherita. Non appena fosse venuto a cercarmi mi avrebbe sentita.
La stanchezza della serata, la tensione verso Margherita, Arianna e Alessandro e i tre bicchieri di Cosmopolitan che avevo bevuto, contribuirono a farmi addormentare contro quel muro sudicio e gelido.
Qualche minuto dopo, o forse qualche ora, avvertii qualcosa di caldo scorrermi lungo la guancia.
Riaprii gli occhi, ancora mezza addormentata e vidi il sorriso di Lorenzo vicinissimo al mio viso
-Ehi, Bella Addormentata, andiamo a casa- Mi fece passare le braccia dietro le gambe e mi sollevò da terra. Gli strinsi le braccia attorno al collo e mi poggiai con la testa sul suo petto, inspirando il suo meraviglioso profumo.
Il modo in cui mi aveva accarezzata, il modo in cui mi aveva presa in braccio e il modo in cui mi aveva detto "andiamo a casa", mi fecero sorridere e dimenticare del perchè fossi arrabbiata con lui. Alzai la testa, tenendo ancora gli occhi chiusi e gli lasciai un bacio a fior di labbra. Lo sentii sorridere, prima di stringermi ancora di più a sè.
Dopo qualche minuto sentii il sedile gelido della sua auto a contatto con il mio corpo. Poggiai la testa sullo schienale e sorrisi. Sorrisi perchè Lorenzo mi era accanto. Sorrisi perchè mi sentivo bene. Sorrisi perchè ero felice.
Lorenzo mi poggiò una mano sulla gamba e subito dopo partì, diretto verso casa sua.




Lorenzo mi portò in braccio fino a casa sua e non appena entrammo nell'appartamento, mi fece sdraiare sul letto e mi lasciò per andare in bagno.
Ero agitata.
Avevo paura, ma allo stesso tempo ero pronta.
Non appena sentii la porta del bagno aprirsi e i passi di Lorenzo farsi sempre più vicini, chiusi nuovamente gli occhi e mi rannicchiai dalla mia parte del letto.
Lui si sdraiò accanto a me e mi accarezzò i capelli, lasciando poi un bacio tra di essi. Sorrisi, fingendo di dormire.
Quando sentii che toglieva la mano dai miei capelli, mi voltai verso di lui e l'afferrai
-Credevo che stessi dormendo- Disse sorpreso
-Invece ero sveglia- Risposi, avvicinandomi a lui. Sorrisi e lo baciai. Dopo un attimo di smarrimento da parte sua, mi circondò la vita con le braccia e mi avvicinò a sè, facendomi aderire contro il suo petto
-Ti amo- Mi sussurrò, prima di avventarsi nuovamente sulle mie labbra
-Anche io- Gli strinsi i capelli tra le dita per cercare di avvicinarlo ulteriormente a me -Non sai quanto-
Alzai una gamba e la avvolsi alla sua, insinuando poi le mani al di sotto della sua felpa. Lui ricambiò, facendo scorrere le mani sulla mia schiena.
D'un tratto però, mi spostò leggermente di lato e si mise seduto sul letto
-Credo sia meglio smetterla- Mi disse, dispiaciuto -Non...non credo che riuscirei a fermarmi se continuiamo- Era imbarazzato. Imbarazzato da morire.
Sorrisi intenerita e gli presi il volto tra le mani, tornando di nuovo a baciarlo. Lui ricambiò, ma teneva le mani sul letto anziché su di me.
Sciolsi il bacio, continuando a tenergli il viso, dopodiché gli sorrisi poggiando la mia fronte sulla sua
-Io non voglio che ti fermi- Sussurrai sulle sue labbra. Lorenzo sgranò gli occhi, deglutendo a fatica
-Che...che hai detto?- Lo baciai, facendolo sdraiare nuovamente accanto a me
-Esattamente quello che hai capito- Portai nuovamente la gamba su di lui -Non voglio che ti fermi- Presi nuovamente a baciarlo, mentre lui mi cinse la vita e iniziò ad acarezzarmi la schiena.
Feci risalire le mie mani lungo il suo petto, trovando la zip della felpa che indossava. La tirai giù lentamente, continuando comunque a baciarlo. Si tolse la felpa e la lanciò da qualche parte nella stanza, prima di ricominciare a dedicarsi a me. Mi baciò il collo, scrutando con le mani ogni parte del mio corpo ancora coperta dal vestito che indossavo alla festa. Portai le mani sulla sua schiena e iniziai ad accarezzarlo, cercando di avvicinarlo ulteriormente a me.
Lorenzo portò le mani dietro la mia schiena, afferrando la zip del vestito per tirarla giù. Io mi alzai leggermente per facilitargli il compito. Tirò giù la lampo del vestito e poi prese a guardarmi. Non mi chiese niente. Nessuna domanda. Mi chiese semplicemente una conferma con lo sguardo. Io mi morsi le labbra, portando una mano sulla sua spalla e, dopo aver annuito, lo avvicinai a me e lo baciai.
Le sue mani tornarono nuovamente alle prese con il mio vestito, mentre le sue labbra si dedicarono al mio collo e alle mie labbra.
Mi tolse il vestito, lanciandolo a far compagnia alla sua felpa. Sorrisi, stringendomi ancora di più contro di lui. Feci scorrere le mani sul suo petto, fino a che non trovai -finalmente- ciò che stavo cercando. Il bordo dei pantaloni. Slacciai lentamente l'elastico dei pantaloni della tuta che indossava, dopodiché glieli sfilai.
Lorenzo mi sganciò il gancetto del reggiseno, prima di sciogliere il bacio per puntare gli occhi nei miei
-Sei...sei sicura?- Mi chiese, accarezzandomi la guancia.
Ne ero sicura? Sì, assolutamente. Io lo amavo e mi sentivo pronta. Avevo paura, una paura incredibile, ma lo amavo e non me ne importava nulla.
-Ti amo- Dissi, avvicinandomi di nuovo a lui per lasciargli un bacio sulla guancia -E non sono mai stata così sicura in vita mia- Aggiunsi sorridendo.
Lorenzo ricambiò il sorriso, prima di avvicinarsi a due centimetri dalle mie labbra -Anche io ti amo, amore mio- Mi sussurrò in un orecchio. Dopodiché eleminò la distanza tra di noi e si sdraiò nuovamente su di me.
Mi tolse le mutandine, continuando a baciarmi, mentre io mi feci coraggio e infilai la mano nei suoi boxer. Un gemito uscì dalle sue labbra e si affrettò a fare lo stesso con me. Conficcai le unghie nella sua schiena e chiusi gli occhi, colta dal piacere.
Ormai ne ero certa. Lo amavo immensamente e non desideravo altro che lui, senza sensi di colpa, senza problemi nè complicazioni. Semplicemente io amavo lui e lui amava me. E lì, nel calore della sua stanza, quella notte esistevamo solo io e lui.
Solo noi due.

___________________________________________________________
Salve gente!
Come prima cosa vi chiedo immensamente scusa per questo immenso ritardo.
Non ho scuse lo so, ma sono stata in vacanza e quando sono tornata ho avuto
davvero tanto, ma tanto bisogno di rassegnarmi all'idea di rivedere il mare solo la prossima estate :(
E voi come avete, o state, passando le vacanze? :D Spero che vi stiate divertendo :D
So di essere imperdonabile, ma spero davvero che siate soddisfatte del capitolo :D
Finalmente il momento tanto atteso è arrivato :D
Nel prossimo capitolo ci sarà qualche piccola tensione, ma niente di preoccupante tranquille :D (Per ora XD)
Vi ringrazio infinitamente e vi chiedo ancora scusa per il ritardo :D
In basso ho inserito una foto di Ilaria, Arianna e Margherita alla festa :D
Alla prossima!!!







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Capitolo 20
*** Il miglior compleanno della mia vita ***


Capitolo 19
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Capitolo 19

Il miglior compleanno della mia vita

 

(Trailer)

 

Odio tante cose da quando ti conosco
e non ne conosco neanche il perché
ma lo intuisco
odio... il mio nome solo senza il tuo
ogni fottuto addio
io odio quando ti odi e mi allontani perché
hai delle isole negli occhi
e il dolore più profondo
riposa almeno un'ora solo se ti incontro.

 

 

 

 

 

La mattina seguente mi svegliai, ma in realtà mi sembrò lo stesso di sognare.
Lorenzo dormiva ancora e mi cingeva la vita con un braccio. Sorrisi e gli accarezzai i capelli arruffati dal troppo movimento.
Mi venne da sorridere, mentre mi alzavo coprendomi come meglio potevo.
Era successo. Io e Lorenzo avevamo fatto l'amore e niente avrebbe potuto rovinare quella giornata.
Entrai in bagno, chiudendomi la porta alle spalle. Mi guardai allo specchio e non mi riconobbi.
Ero raggiante. Avevo un sorriso che non accennava a scomparire neanche se mi sforzavo. Gli occhi mi brillavano e la pelle sembrava più distesa.
Tutto questo lo dovevo a Lorenzo.
Sorrisi, cercando di sistemarmi i capelli, dopodiché mi sciacquai il viso e tornai in camera da letto.
Iniziai a raccogliere i miei vestiti, sparsi ovunque nella stanza, ma una mano calda mi circondò il polso facendomi piombare sul letto
-Dove credi di andare?- Mi chiese Lorenzo, stringendomi contro il suo petto nudo. Arrossii fino alle punte dei capelli. Quella notte mi aveva fatto diventare una vera e propria manica. Non riuscivo a smettere di ripensare a quello che...era successo, e allo stesso tempo non riuscivo a smettere di desiderare che succedesse di nuovo. Quel ragazzo mi aveva letteralmente rovinata
-A casa- Risposi sorridendo. Lorenzo mi baciò e io ricambiai. Eccome se ricambiai
-Come stai?- Mi chiese sciogliendo il bacio. Sorrisi e mi strinsi di più contro di lui
-Bene, anzi...- Gli lasciai un bacio a fior di labbra -Per la verità non sono mai stata meglio- Continuai.
Lorenzo mi sorrise, accarezzandomi una guancia
-La punizione è finita, giusto?- Mi chiese poi, guardandomi negli occhi. Annuii, guardandolo confusa -Perfetto, allora vestiti. Ti porto a fare colazione-
Si alzò dal letto, lasciandomi un bacio sulla fronte, prima di andare in bagno a prepararsi.
Dieci minuti dopo era pronto, con un paio di jeans e una maglietta nera, mi aspettava seduto sul divano
-Io non posso andare in giro vestita così alle dieci e mezza di mattina- Dissi indicando l'abito che portavo la sera prima. Lorenzo trattenne a stento una risata, portandosi una mano sulla bocca
-Ma dai, amore. Non è poi così evidente- Assottigliai gli occhi
-Non è evidente?- Mi guardò dalla testa ai piedi per poi puntare nuovamente lo sguardo su di me
-Un pochino sì, devo ammetterlo- Sbuffai, sedendomi accanto a lui
-Se mi avessi informata prima di questa tua idea di farmi dormire quì, avrei portato un cambio- Lorenzo si alzò in piedi e si diresse verso la sua stanza senza dire nulla. Tornò qualche secondo più tardi con una busta regalo in mano
-Tieni- Disse sedendosi di nuovo accanto a me. Aggrottai la fronte, confusa
-Cos'è?- Lorenzo scoppiò a ridere, tornando poi a guardarmi
-Il tuo regalo, piccolo genietto. Se non sbaglio non ti avevo ancora dato il mio-
Sorrisi maliziosa, chianandomi per baciarlo
-Oh, sì invece- Dissi, riferendomi a ciò che era successo quella notte
-Sai, penso che la mia influenza ti faccia male. Stai diventando una maniaca- Scoppiai a ridere, colpendolo su una spalla, dopodiché afferrai quella busta dalle sue mani e l'aprii
-Ma è bellissimo- Dissi con gli occhi a cuoricino. Era un vestito, molto più semplice di quello che indossavo, ma decisamente più bello. Non era da sera, perciò potevo benissimo metterlo anche per una semplice uscita con il mio ragazzo
-Non avevo dubbi- Sorrise, accarezzandomi i capelli. Lo guardai, immaginando già come avrebbe continuato la frase. Sicuramente avrebbe detto "E' tuo, per questo è bellissimo". Sorrisi, già pronta a sentire quelle parole
-L'ho scelto io, per forza è bellissimo-
Assottigliai gli occhi, rendendomi conto della persona che avevo davanti. Anche se io e Lorenzo stavamo insieme rimaneva comunque uno stronzo, egocentrico e idiota. Lo colpii su una spalla, lanciandogli in faccia la busta del vestito
-Cretino- borbottai alzandomi in piedi, dirigendomi in bagno per cambiarmi, mentre lui se la rideva sdraiato sul divano.



Qualche minuto dopo venne a bussare alla porta del bagno
-Cosa c'è?- Gli chiesi, mentre mi sistemavo i capelli
-Avevo dimenticato di darti queste- Mi voltai verso la porta, non appena sentii la voce di Lorenzo all'interno del bagno.
Se ne stava poggiato contro di essa e teneva in mano una scatola
-Ma sei matto?!- Poggiai la spazzola sul mobile -E se fossi stata nuda?- Lorenzo sorrise, ammiccandomi, prima di avvicinarsi e di cingermi la vita con un braccio
-Veramente ci speravo- Disse, prima di scoppiare a ridere -Ma pazienza, vorrà dire che avrò pazienza e...-
-Sei un cretino lo sai?- Gli chiesi interrompendolo. Lui sorrise, prima di baciarmi a fior di labbra
-Tieni- Disse porgendomi la scatola che aveva in mano. L'afferrai e l'aprii.
Un paio di ballerine.
Sorrisi, puntando lo sguardo su di lui
-E' un modo carino per dirmi che non ti piace come mi vesto, quello di rifarmi il guardaroba?- Scherzai, poggiando la scatola a terra e allacciandogli le braccia dietro al collo
-Scherzi?- Mi rispose -Il tuo abbigliamento da maschiaccio mi è sempre piaciuto- Scoppiò a ridere, guadagnandosi una delle mie peggiori occhiate
-Scemo-
-Grazie- Mi rispose, prima di eliminare la distanza tra le nostre labbra. Sorrisi, ricambiando il bacio. Possibile che nonostante fosse febbraio sentissi così caldo?
Di che mi stupivo? Quando avevo lui vicino era sempre così
-Ora che hai le scarpette e il vestito, mia cara Cenerella, muoviti che ho fame- Disse, banciandomi un'ultima volta a fior di labbra, prima di uscire dal bagno.
Sorrisi, afferrando le scarpe.
Potevo chiedere di meglio?
No, direi di no.





Io e Lorenzo avevamo fatto colazione e subito dopo avevamo deciso di fare una passeggiata in centro
-Ho fame- Se ne uscì ad un tratto, allacciandomi la vita con un braccio
-Effettivamente anche io- Risposi, afferrando il cellulare per guardare l'ora -E' l'una e mezza. Devo tornare a casa, ho promesso a mia madre che ci sarei stata per pranzo-
-Ok, oggi pomeriggio però ci vediamo?- Annuii, avvicinandomi al suo viso per baciarlo -E stasera dormi da me- Mi sussurrò sulle labbra
-Come faccio? Stasera non posso- Lorenzo mise sù un adorabile broncio -Amore, domani ho scuola e non posso dire che vado di nuovo da Marco-
-Uffa, va bene dai- Mi poggiò il braccio destro sulle spalle -Andiamo che ti riporto a casa dai topini, mia cara Cenerella-
Sorrisi, abbracciandolo e seguendolo verso la sua macchina. Aprì lo sportello per farmi salire, dopodiché salì anche lui e mise in moto.


Arrivammo sotto casa mia circa un quarto d'ora dopo
-Bene Cenerella, spero che la carrozza sia stata di suo gradimento- Scoppiai a ridere, avvicinandomi al suo viso per baciarlo
-Un po' fatiscente, ma ci si può lavorare- Ricambiò il bacio, stringendomi contro di se.
Sciogliere il bacio fu la cosa più difficile del mondo, ma d'altra parte erano già le due meno venti ed ero in ritardissimo
-Amore, devo andare- Dissi.
Prima di scendere dalla macchina però, ebbi un colpo di genio -Vieni anche tu-
-Cosa?- Mi guardò confuso -E dove?-
-A pranzo da me- Risposi come se fosse la cosa più ovvia del mondo -Non è mica la prima volta, ormai mamma ti considera come uno della famiglia-
Lorenzo ci pensò su un istante, dopodiché mi sorrise e annuì
-Va bene, andiamo- Spense il motore e uscì dalla macchina, seguito da me.
Mi allacciò un fianco, nonostante le mie proteste. In fin dei conti eravamo sotto casa mia. E se ci avesse visto qualcuno?
-Ma andiamo, è ora di pranzo e sai che tua madre ci tiene alla puntualità- Mi sorrise -Saranno già tutti a tavola a pa...-
-Ilaria? Lorenzo? Ma che fate?-
In quel preciso istante capii cosa significasse avere un infarto.
Mia madre ci guardò confusa e abbastanza perplessa. Aveva un vassoio di carta in mano, che evidentemente conteneva una torta
-Ehm...ecco...- Eravamo fritti. Non riuscivo neanche a parlare -Marco mi ha...e poi noi ci siamo...vedi è successo che...- Non trovavo una spiegazione a quello che aveva davanti agli occhi
-Signora, veramente sono passato quì perchè ieri ho saltato la lezione di chimica e volevo chiedere ad Alessandro gli appunti. Mentre stavo per
citofonare ho incontrato Ilaria che tornava da casa di Marco e così ci siamo salutati e...- Il mio ragazzo era un autentico genio
-Già...- Lo interruppi, fingendo di essere seccata con lui -E non appena ho riniziato a camminare lui ha iniziato ad infastidirmi come al solito. Regolare amministrazione, mamma- Dissi, lanciando a Lorenzo un'occhiatina divertita
-Io penso proprio che sia il contrario. Lorenzo non è certo tipo da infastidire qualcuno, tu piuttosto, lo fai in continuazione- Come volevasi dimostrare. Mia madre dava ragione a Lorenzo, come sempre d'altra parte -Lascia un po' in pace questo povero ragazzo-
Mia madre ricominciò a camminare, aprendo il portone con le chiavi
-Dìa pure a me- Lorenzo, con il suo solito modo da leccapiedi, tolse di mano il vassoio a mia madre, che lo guardò con i cuoricini agli occhi
-Sei proprio il ragazzo perfetto, caro mio. La tua ragazza è proprio fortunata-
Sorrisi. Inconsapevolmente mia madre mi aveva dato della ragazza fortunata.
Salimmo tutti e tre sull'ascensore e Lorenzo spinse il pulsante del nostro piano
-Il tuo caro ragazzo perfetto, cara mammina, si è autoinvitato a pranzo- Dissi, non appena l'ascensore si fermò al nostro piano. Lorenzo mi lanciò un'occhiataccia e io sorrisi. Così imparava a fare il leccapiedi
-Non dire sciocchezze, Ilaria. Lorenzo è sempre il benvenuto- Stavolta fu il suo turno di sorridere.
Sbuffai, aspettando che mia madre aprisse la porta
-Vai pure Lore. Alessandro è in camera sua- Disse mia madre, afferrando il vassoio dalle mani di Lorenzo, prima di dirigersi in cucina.
Sospirai, iniziando a camminare verso la mia stanza con indifferenza
-Dove credi di andare?- Mi sussurrò in un orecchio Lorenzo, bloccandomi per un polso
-In camera mia, leccapiedi- Risposi, sorridendo
-Io sarò anche un leccapiedi, ma tu sei la solita rompiscatole. Hai persino detto a tua madre che mi sono autoinvitato a pranzo- Scoppiai a ridere, tirandolo dentro la mia stanza
-E qual'è la novità, scusa? Ti sei sempre autoinvitato a pranzo- Non appena terminai la frase, Lorenzo mi sollevò, gettandomi sul mio letto. Scoppiai a ridere, cercando di tenere bassa la voce
-Lore, smettila! Se ci sentono siamo...- Lorenzo mi zittì baciandomi
-Vado da vostro fratello- Si alzò in piedi avvicinandosi alla porta -Cenerella- Concluse la frase ammiccandomi. Dopodiché uscì dalla mia stanza.
Sorrisi come una scema, accarezzandomi le labbra.
Quello era stato senza dubbio il miglior compleanno della mia vita.




Il pranzo procedeva abbastanza tranquillo.
Alessandro era stato molto sorpreso nel vedere Lore, ma fortunatamente il mio ragazzo sapeva come gestire la situazione, quindi non si insospettì.
Mia madre non faceva che parlare delle sue amiche sceme da più di due ore, mentre mio padre si limitava ad annuire
-Ilaria, tesoro, dove l'hai preso quel vestito?- Mi chiese mia madre, rischiando di farmi soffocare con un sorso d'acqua -Non te l'ho mai visto indossare-
Il mio sguardo saettò su Lorenzo, che mi guardava altrettanto serio
-Ehm...veramente me l'ha...me l'ha regalato una mia compagna di scuola, ieri, alla festa- Riuscii a dire, abbassando poi lo sguardo sul piatto che avevo davanti
-Chi?- Continuò mia madre
-Non...non la conosci- Mio fratello si schiarì la voce
-Che strano- Disse, versandosi un bicchiere d'acqua. Alzai lo sguardo su di lui, incitandolo a continuare -Anche io ero alla festa, ieri, ma non ho notato questo regalo-
-Ho dimenticato di fartelo vedere, tutto quì- Possibile che Alessandro fosse sempre così impiccione
-Ok, ok non c'è bisogno di scaldarsi tanto- Mi rispose lui, alzandosi da tavola -Lore?-
Il mio ragazzo alzò lo sguardo su di lui -Partitina alla Play?- Lorenzo sorrise annuendo, dopodiché si alzò da tavola anche lui ed entrambi si chiusero nella stanza di Alessandro
-Amore, mi aiuti a sparecchiare la tavola?- Mi chiese mia madre. Annuii, leggermente infastidita.
Capivo che Alessandro fosse il migliore amico di Lorenzo, ma lui non aveva esitato un secondo a chiudersi in camera per giocare con lui. In fin dei conti era venuto a pranzo a casa nostra per stare con me, non per giocare con mio fratello.
Capivo benissimo che era impossibile stare insieme con mia madre, mio padre e Alessandro in giro per casa, ma potevamo benissimo sederci tutti insieme e guardare un film magari
-Tesoro?- La voce di mia madre mi fece tornare alla realtà. La guardai confusa e spaesata -Tutto ok?- Continuò lei, infilando i piatti sporchi nel lavello
-Sì...sì, tutto ok. Mamma ti dispiace se vado in camera mia? Dovrei finire dei compiti per domani- Le chiesi, poggiando i bicchieri che avevo in mano sul tavolo
-No, vai- Annuii, voltandomi per uscire dalla cucina -Ilaria?- Mi richiamò lei
-Dimmi-
-Sei sicura che va tutto bene?- Mi costrinsi a sorridere. Dopodiché annuii, incamminandomi verso la mia stanza.



Mi ero chiusa in camera mia, con l'I-pod nelle orecchie e il capitolo della vita di Dante Alighieri aperto davanti agli occhi.
Erano almeno venti minuti che sottolineavo ogni parola presente in quel maledettissimo capitolo.
Mi infastidiva a morte l'idea di Lore e Alessandro chiusi in camera a fare chissà cosa.
Li avevo spiati per anni, chiusi in quella maledettissima stanza, che chattavano con ragazze aspiranti modelle, leggevano riviste non propriamente consigliabili e si facevano confidenze sull'amichetta di turno.
La cosa che mi infastidiva più di tutto però, era il fatto che Lorenzo non si era minimamente fatto scrupoli a chiudersi in camera con Alessandro, mollandomi da sola come una povera scema.
Iniziai a frugare nervosamente nel mio astuccio, alla disperata ricerca del mio adorabile evidenziatore verde.
Non c'era.
Eppure io non lo toglievo mai da...

"-Ehi sfigata, mi presti l'evidenziatore? Sto studiando per un esame e il mio deve essere finito- Sbuffai, lanciando letteralmente l'evidenziatore in faccia a mio fratello, che dopo aver mormorato un adorabile "stupida" rivolto alla sottoscritta, si dileguò per tornare nella topaia che aveva come stanza."

Avevo del tutto dimenticato quell'episodio, successo circa un paio di giorni prima.
Sbuffai, poggiando -lanciando più che altro- l'astuccio sulla scrivania, dopodiché mi alzai e mi diressi nella stanza di quel decerebrato.
Notai che la porta era accostata, così, cercando di non fare rumore, cercai di sentire cosa stavano dicendo i due cretini
-Guarda che pure l'Angelucci te la darebbe- Sgranai gli occhi incredula. Mio fratello era davvero un porco
-Lo so benissimo, infatti me l'ha già data- Questa volta però, rischiai quasi di morire. Sentivo che il respiro mi mancava, e qualcosa nella parte sinistra del mio petto si disintegrò
-Che stronzo! E non mi hai detto niente?- Strinsi con forza il bordo del vestito che indossavo, desiderando intensamente di toglierlo, farlo a pezzi e bruciarlo
-Mi sono dimenticato. Con la festa di tua sorella e l'università ho completamente dimenticato di parlartene- Volevo adarmene. In camera mia o da qualsiasi altra parte, ma non riuscivo a muovermi
-Ecco perchè sei sparito ultimamente. Quando è successo?- Gli chiese mio fratello. Trattenni il respiro, chiudendo gli occhi
-Lunedì scorso- Rispose Lorenzo, soddisfatto di quella risposta -Nei bagni del Qube- Aggiunse, sorridendo
-Ilaria, ma che fai?- Sgranai gli occhi, voltandomi lentamente alle mie spalle. Possibile che mia madre arrivasse sempre nei momenti meno opportuni
-Io...dovevo...- In quel preciso istante la porta che avevo davanti si spalancò, rivelando gli sguardi incredibilmente sorpresi dei due idioti.
Puntai il mio sguardo estremamente risentito in quello di Lorenzo, che a sua volta mi guardava incredibilmente dispiaciuto
-Hai ancora il mio evidenziatore- Dissi rivolgendomi a mio fratello. Lui sbuffò, voltandosi verso la scrivania
-Devo cercarlo- Rispose facendomi segno di entrare. Mia madre ci sorrise, tornando poi in soggiorno.
Presi un bel respiro, stringendo i pugni, prima di entrare in quel tugurio.
Lorenzo, seduto sul letto di mio fratello, mi fissava intensamente, ma io cercavo in tutti i modi di evitare il suo sguardo.
Quando Alessandro si voltò, ancora in cerca del mio evidenziatore, Lore mi afferrò un polso cercando di avvicinarmi a lui, ma io mi scrollai di dosso le sue mani
-Ale, l'hai trovato?- Gli chiesi impaziente di andarmene di lì
-Un secondo. Devo averlo lasciato dentro qualche libro- Annuii, cercando di tenermi a debita distanza da quello che avevo smesso di considerare il mio ragazzo.
Lorenzo sbuffò, scompigliandosi i capelli -Vado un secondo in bagno- Disse poi, uscendo in fretta dalla stanza di mio fratello.
Mi concessi un silenzioso sospiro di sollievo, prendendo a tamburellare con il piede sul pavimento
-Eccolo, trovato- Mio fratello mi sventolò davanti alla faccia l'evidenziatore, che io non persi tempo ad afferrare, voltandomi per uscire di lì
-Grazie- Dissi uscendo e richiudendomi la porta alle spalle.
Sospirai, stringendo con forza l'evidenziatore, dopodiché mi diressi verso la mia stanza.
Quando passai davanti al bagno, che sfortunatamente si trovava proprio accanto alla mia stanza, due mani mi circondarono con forza il polso e mi tirarono all'interno
-Lasciami immediatamente- Dissi a bassa voce, ma estremamente tagliente.
Lorenzo sbuffò, facendomi aderire al muro dietro di me
-Ascoltami- Scossi la testa, cercando inutilmente di liberarmi dalla sua stretta
-Non voglio ascoltare niente- Dissi abbassando lo sguardo -Ho già sentito tutto quello che dovevo sentire. Ora lasciami e torna a divertirti nei bagni del Qube-
Invece di lasciarmi però, Lorenzo mi strinse più forte
-Era una cazzata, ok?- Disse cercando di mantenere bassa la voce -Io non ho fatto proprio niente nei bagni del Qube-
Sorrisi sarcastica
-Perfetto, allora torna in qualsiasi bagno sia di tuo gradimento, ma esci immediatamente da quello di casa mia- Lorenzo sbuffò di nuovo
-Ila, io non ho fatto niente con nessuna ragazza in nessun bagno del mondo- Allentò la presa dai miei polsi -Ho inventato tutto per togliere ogni dubbio a tuo fratello. In camera sua aveva inziato a fare degli strani discorsi. Mi ha detto che era da tanto che non mi facevo vedere e mi ha chiesto in modo estremamente sospettoso se c'entrava una ragazza. Cosa potevo fare? Non immaginavo di certo che la mia ragazza stesse spiando dietro la porta- Quell'ultima frase la disse estremamente divertito. Sorrisi leggermente anche io, riacquistando immediatamente un'autentica espressione seria
-Resta comunque il fatto che sei uno stronzo- Dissi, poggiandogli le mani sul petto. Lui gonfiò le guance, fintamente offeso
-No, non è vero- Si avvicinò alle mie labbra, sfiorandole, ma prima che potesse approfondire il bacio lo allontanai
-Me lo giuri che era tutta una bugia?- Lui sorrise, prima di eliminare definitivamente la distanza tra le nostre labbra. Ricambiai il bacio, avvinghiandomi letteralmente a lui.
 Lorenzo mi circondò la vita con un braccio, mentre con l'altro prese ad accarezzarmi la schiena. Sorrisi sulle sue labbra, prima di sciogliere il bacio
-Devo andare- Sussurrai sulle sue labbra -Dante mi aspetta- Lorenzo sorrise, stringendomi di più contro di lui
-Devo essere geloso? Non è che devo farmi crescere il naso come lui?- Scoppiai a ridere, baciandolo a fior di labbra
-Prima che vai via vieni a salutarmi?- Gli chiesi, guardandolo negli occhi
-No- Mi rispose lui, scuotendo la testa -Tu vieni con me. Dì che devi uscire e mi aspetti giù- Sorrisi, annuendo
-Tra quanto?-
-Verso le cinque va bene?- Annuii di nuovo, baciandolo nuovamente
-A dopo- Dissi, prima di uscire dal bagno.
Mi sedetti nuovamente alla mia scrivania, scuotendo la testa. Ero proprio diventata la classica ragazza gelosa e paranoica.




Verso le cinque meno dieci iniziai a sistemarmi.
Misi un po' di lucidalabbra e un po' di ombretto, presi la borsa e infilai il cellulare al suo interno, dopodiché sistemai i libri in cartella e mi diressi in soggiorno
-Mamma, io esco. Ci vediamo stasera- Dissi infilandomi il cappotto
-Dove vai, tesoro?- Mi chiese lei, abbassando il volume della tv. Sbuffai, chiudendo la lampo
-A casa di Arianna e poi forse mi vedo per mangiare qualcosa con Marco- Risposi, aprendo la porta di casa -Allora vado eh-
-Va bene, ma non fare tanto tardi- Annuii, uscendo finalmente dalla casa degli interrogatori.
Scesi in fretta le scale e andai a sedermi su una panchina difronte al mio palazzo.
Lorenzo però non si fece vedere fino a un'ora dopo, quando lo vidi uscire dal portone insieme ad Alessandro. Mi alzai in piedi e mi nascosi dietro una macchina.
Li vidi sorridere, prima di salutarsi con un paio di pacche sulle spalle. Dopodiché Alessandro si diresse verso la sua macchina, mentre Lorenzo, fingendo di cercare le chiavi della sua nella tasca dei jeans, si guardava attorno.
Aspettai di vedere Alessandro partire con la sua macchina, prima di uscire fuori dal mio nascondiglio.
Gli occhi di Lorenzo si posarono su di me, prima di sorridermi e di venirmi incontro
-Prima che ti arrabbi, ho provato ad andare via alle cinque, come ti avevo detto, ma tua madre mi ha praticamente costretto ad assaggiare la torta al limone che tua nonna ti aveva mandato per compleanno- Mi guardò mortificato -Amore, mi dispiace veramente di averti lasciata quà da sola per un'ora- Sostenni per qualche secondo il suo sguardo, prima di abbassarlo sulle mie scarpe, annuendo
-Ok, ora però andiamo. Ho paura che qualcuno ci veda- Senza aspettare una sua risposta mi avvicinai alla sua macchina e salii a bordo, seguita subito dopo da lui.
Mise in moto, dirigendosi chissà dove.
In  realtà sapevo che non era colpa sua, ma di mia madre estremamente rompiscatole, però mi dava fastidio il fatto che non avesse trovato neanche due secondi per mandarmi un messaggio
-Amore, mi dispiace. Parlami per favore- Puntai lo sguardo su di lui
-Potevi avvertirmi- Dissi, mordendomi le labbra
-Sì, volevo avvertirti, ma tuo fratello mi ha sequestrato il cellulare per giocarci- Mi rispose, parcheggiando davanti a un parco completamente deserto -Sei arrabbiata?- Mi chiese.
Lo guardai, sorridendo
-No- Mi chinai a baciarlo -Ma perchè siamo quì? Non vorrai mica uccidermi e poi seppellire il mio corpo in questo parco deserto- Lui scoppiò a ridere, inziando a frugare nelle sue tasche in cerca di qualcosa
-Veramente siamo quì perchè...- si zittì un istante, estraendo qualcosa dal suo cappotto -Per darti questo- Mi porse una scatolina azzurra, quadrata
-Ma cos'è?- Gli chiesi sorpresa, afferrandola lentamente
-Il tuo regalo- Sorrise -Credevi veramente che avrei mandato la mia Cenerella al ballo, senza il pezzo forte?- Sorrisi, gettandomi letteralmente contro di lui per baciarlo.
Lui ricambiò, accarezzandomi la guancia
-Ehi, non ringraziarmi prima di averlo aperto. Può anche essere che non ti piaccia- Sorrisi, scuotendo la testa
-Se me lo regali tu, deve piacermi per forza- Risposi, puntando lo sguardo sul regalo.
Lo scartai con le mani che tremavano.
Una collana.
E non una qualsiasi.
Una collana a forma di chiave con incisa la parola "Love".
La strinsi tra le dita, chianandomi a baciarlo di nuovo
-Tu sei pazzo- Sussurrai sulle sue labbra
-Sì, di te- Catturò nuovamente le mie labbra, stringendomi contro di lui
-Me la metti?- Gli chiesi, porgendogli la collana. Lui annuì, facendomi voltare, prima di allacciarmi quella bellissima collana al collo
-Ti amo. Ti amo nonostante i bagni del Qube, nonostante la tua stronzaggine, ti amo nonostante sei il migliore amico di mio fratello e il leccapiedi di mia madre. Ti amo perchè sei tu. E non ti cambierei neanche per Jhonny Depp- Sorrise, stringendomi contro il suo petto
-La collana ha avuto i suoi frutti- Sussurrò tra i miei capelli.
Sorrisi, prima di eliminare la distanza tra le nostre labbra.
Non c'erano dubbi.
Il miglior compleanno della mia vita.

 

 

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Sono veramente imperdonabile, lo so.
Ho postato dopo almeno un secolo, ma ultimamente sono occupatissima.
Finalmente però, sono riuscita a postare :D
Spero che il capitolo vi sia piaciuto :D
Quì sotto ho inserito il link dei regali che Lorenzo ha fatto ad Ilaria :D
Purtroppo non so quando posterò il prossimo capitolo, ma cercherò di farlo il prima possibile :D
Anche perchè non ne mancano ancora tantissimi per giungere alla fine :D
Grazie mille a tutte quante e ancora vi chiedo scusa per il ritardo imperdonabile.

Baci baci

Alla prossima!!!

 

 

 

(Regali)

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