Come granelli di sabbia in una clessidra di My Pride (/viewuser.php?uid=39068)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Yo ho ho! And a bottle of rum! ~ Rufy x Ace ***
Capitolo 2: *** Embarrassment of the first day ~ Zoro x Sanji ***
Capitolo 3: *** Dead men tell no tales ~ Brook Centric ***
Capitolo 4: *** Don't stare, fuckin' moss head ~ Zoro x Sanji ***
Capitolo 5: *** Trouble on the Thousand Sunny ~ Mugiwara Centric ***
Capitolo 6: *** My little, baby, Captain ~ Mugiwara Centric ***
Capitolo 7: *** Captain's decision ~ Rufy Centric ***
Capitolo 8: *** Fear and airplane ~ Ace Centric ***
Capitolo 9: *** Hot pictures ~ Ace x Zoro ***
Capitolo 10: *** Madame, my heart is yours! ~ Brook x Nami ***
Capitolo 11: *** You, me and the lion behind us ~ Zoro x Sanji + Ace ***
Capitolo 12: *** Just married, Dead Bones? ~ Franky x Brook ***
Capitolo 13: *** I'm walking in your shoes ~ Rufy + Usopp ***
Capitolo 14: *** Do you wanna go out with me, Uso-kun? ~ Robin x Usopp ***
Capitolo 15: *** I wanna eat you (with love) ~ Franky + Sanji ***
Capitolo 16: *** Situation for two (with a glass of tea) ~ Franky x Robin ***
Capitolo 17: *** King, queen and chocolate cake ~ Rufy x Nami + Ace ***
Capitolo 18: *** Happy birthday to you, fuckin' girl ~ Robin x Nami ***
Capitolo 19: *** I think I'm gonna die (don't leave me alone) ~ Zoro x Usopp ***
Capitolo 20: *** Argh! Call a doctor! (that's you!) ~ Sanji x Zoroko, Brook + Chopper ***
Capitolo 21: *** Try again, Chopper-san ~ Sanji x Zoro, Chopper Centric ***
Capitolo 22: *** I wanna suck your blood, pervert man ~ Vampire!Zoro x Priest!Sanji ***
Capitolo 23: *** I can be your hero, baby ~ Zoro + Chopper Centric ***
Capitolo 24: *** I'm the Great General Usopp, Nobunaga-sama! ~ Usopp Centric ***
Capitolo 25: *** Not everyone can do it ~ Franky x Robin ***
Capitolo 26: *** A sweetnest moment (only for you, Chopper) ~ Zoro + Chopper ***
Capitolo 1 *** Yo ho ho! And a bottle of rum! ~ Rufy x Ace ***
Yo ho ho! And a bottle of rum!
Titolo: Yo ho ho!
And a bottle of rum!
Autore: My
Pride
Fandom: One
Piece
Tipologia: Flash
Fiction [ 447 parole ]
Personaggi: Portgas
D. Ace, Franky "Cutty Flam", Monkey D. Rufy [ Rufy x Ace ]
Situazione: #1. Ace
e
Franky sono ubriachi, Rufy ne approfitta
Genere: Generale,
Vagamente
Comico, Vagamente Sentimentale
Rating: Giallo
Avvertimenti: Shounen
ai, Slice of life, Assurdità sparse
ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.
Nessuno,
nel vedere Monkey D. Rufy intento a scaccolarsi con un'espressione
inebetita dipinta in viso, avrebbe mai pensato che nel cervello del
pirata dal Cappello di Paglia si stesse facendo largo la bizzarra idea
di approfittarsi di quella situazione che era venuta a crearsi. Franky
e suo fratello Ace ci avevano dato giù di brutto con il
liquore
- facendo praticamente man passa delle scorte che avevano stipate in
cambusa e attirando le ire di Sanji senza fregarsene minimamente -, e
adesso, dopo ben due ore passate a scolare bicchieri su bicchieri,
avevano cominciato a parlottare fra loro e a litigare su
chissà
cosa, schizzando ovunque goccioline di liquore ogni qual volta
agitavano la mano con cui reggevano i boccali.
Chissà se era più
comico il fatto che fossero
estremamente seri nonostante il viso reso rosso dall'alcool e la
parlantina a singhiozzo, o i discorsi inconcludenti a cui stavano dando
vita. Perché un qualcosa che suonava vagamente come un «Il
mio è più grosso» in riferimento ad un
bernoccolo
che si erano procurati da soli cadendo dallo sgabello e riversando il
liquore sul pavimento, beh, non poteva di certo definirsi una
conversazione sensata, men che mai avrebbe potuto rientrare nella
categoria di una bella chiacchierata fra amici. Rotolando con il culo
nel liquore, tra l'altro, Ace si era persino sporcato i pantaloni, e
adesso una bella macchia alquanto imbarazzante faceva vistosamente
mostra di sé, come se se la fosse appena fatta addosso. E,
c'era
da dirlo, anche quel particolare aveva la sua parte nel rendere
divertente la situazione.
Era proprio quel loro essere ubriachi,
però, che aveva
fatto muovere gli ingranaggi nella mente di Rufy. Quando gli sarebbe
potuto capitare un'altra volta, difatti, di trovare il suo adorato
fratellone completamente inerme - beh, non proprio, dato che cercava in
tutti i modi di abbrustolire le chiappe di Franky mentre litigavano - e
di poterne dunque approfittare?
Alzandosi con un rapido movimento dallo sgabello, si gettò
verso
gli altri due e afferrò il viso di Pugno di Fuoco con
entrambe
le mani, schiacciandogli praticamente le guance e conferendogli un'aria
ancor più idiota, abbozzando un enorme sorriso. Ace
lo guardò con gli occhi annebbiati dall'alcool, le gote
completamente paonazze che facevano risaltare in modo assurdo le
lentiggini e la bocca un po' schiusa, borbottando un «Rufy? Che
stai-» che si perse ben presto
a metà quando sulle sue labbra si poggiarono quelle del
ragazzo
di gomma, in un bacio che sapeva di rhum, carne e saliva.
Il mattino dopo Pugno di Fuoco non
avrebbe ricordato più
niente, ma si sarebbe di sicuro domandato perché mai il
morso
che spiccava rosso sul suo collo ricordasse vagamente la dentatura di
Rufy.
_Note inconcludenti dell'autrice
Allora, lo dico già da questo primo capitolo: non prendete
troppo sul serio questa raccolta, perché vi assicuro che le
situazioni della challenge sono una peggio dell'altra e le accoppiate
sono assurde x)
Quindi, aye, potrebbero uscire fuori flash fiction senza il
benché minimo senso e anche senza pairing, oppure con
pairing
assolutamente crack che non vi verrebbe mai in mente di shippare in
momenti di sanità mentale, ma il bello è
proprio la situazione stramba in cui potranno trovarsi determinati
protagonisti :)
Inoltre, questa storia è dedicata alla mia nipotola, Red
Robin ♥
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Capitolo 2 *** Embarrassment of the first day ~ Zoro x Sanji ***
Embarrassment of the first day
Titolo: Embarrassment
of the first day
Autore: My
Pride
Fandom: One
Piece
Tipologia: Flash
Fiction [ 612 parole ]
Personaggi: Roronoa
Zoro, Sanji Black-Leg [ Zoro x Sanji ]
Situazione: #4.
Primo giorno di lavoro per Sanji e Zoro. Si vedranno le mutande di
Sanji.
Genere: Generale,
Vagamente
Comico, Vagamente Sentimentale
Rating: Giallo
Avvertimenti: Shounen
ai, Slice of life, Assurdità sparse, Linguaggio a tratti un
po' colorito, AU
ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.
«Merda».
Era la
quinta volta che Zoro tentava di annodare da solo quella maledetta
cravatta che era stato costretto ad indossare, ma quella bastarda
ancora non si decideva a collaborare e a smetterla di fargli perdere
tempo. Lui e il suo stupido compagno non avevano sentito la
sveglia, e adesso, dopo aver fatto le corse per tentare di non
arrivare in esorbitante ritardo al loro primo giorno di lavoro, si
trovavano nel bagno dell'edificio, intenti a darsi un'ultima sistemata
a causa della corsa trafelata in moto con cui erano arrivati fin
lì. Non che a lui importasse poi tanto di presentarsi un po'
scarmigliato, se proprio doveva essere sincero con se stesso, ma
sapendo quanto fosse rompiscatole quell'idiota con cui condivideva
l'appartamento, beh, preferiva evitare litigi già di prima
mattina. Perché se avessero cominciato a discutere... a quel
punto sì che avrebbero fatto davvero tardi, dato che ogni
volta
sfociavano in risse degne di uno dei bar dei peggior sobborghi della
città. E forse avrebbero persino distrutto il bagno, non si
poteva mai sapere.
«Vuoi
darti una mossa, stupido marimo?» sbottò Sanji
mentre
sbirciava in corridoio da uno spiraglio della porta, già
pronto
di tutto punto da una buona manciata di minuti. Lui non aveva di certo
avuto problemi con quell'assurdo pezzo di stoffa, dato che lo indossava
praticamente ogni istante della giornata. «Giuro
che ti prendo a calci in culo, se mi fai arrivare in ritardo».
«Se hai tutta questa fretta
vattene da solo, sopracciglia a ricciolo», berciò
in
risposta, esultando qualche istante dopo nel riuscire finalmente ad
avere la meglio su quella dannatissima cravatta. Ancora poco e sarebbe
andato di matto, poco ma sicuro. Scoccò infine una rapida
occhiata al compagno e, con un borbottio sommesso che suonava vagamente
come un insulto, gli si accostò prima di spalancare la porta
lui
stesso.
Sanji sorrise ironico, incamminandosi
per primo senza fare
commenti. Sapeva che quell'idiota non aveva il benché minimo
senso dell'orientamento, e se avesse lasciato che fosse lui a guidarlo,
beh, allora sarebbero stati fortunati ad arrivare per la pausa pranzo. «Datti
una mossa, marimo»,
lo richiamò svelto, portandosi una mano in tasca per
sfiorare il
pacchetto di sigarette che si era diligentemente portato dietro in
attesa di potersi fumare una stecca in santa pace.
Dal canto suo, continuando a
bofonchiare, Zoro fu costretto a
seguirlo, e fu proprio in quel mentre che, nel guardare distrattamente
il compagno, si accorse di un piccolo particolare che lo fece quasi
ridere sguaiatamente. Non tanto per quello, probabilmente, ma forse
proprio perché era bizzarro vedere quel damerino di merda
ridotto in quello stato. Lui, sempre così attento al suo
aspetto
e accorto che nemmeno una folata di vento gli scompigliasse quel
ridicolo ciuffo! Decise dunque di lasciar momentaneamente perdere,
almeno finché non arrivarono a destinazione e i presenti
cominciarono a sghignazzare sotto lo sguardo stralunato di Sanji.
«Che
diavolo hanno tutti da ridere?»
Era forse arrivato il momento di dirglielo, finalmente? Gli aveva fatto
fare praticamente tre piani di scale e persino
il tratto che divideva i bagni dagli uffici conciato
in quel modo, quindi, beh, magari avrebbe potuto evitargli di fare una
figura di merda anche con il capo il primo giorno di lavoro, per quanto
la cosa lo stuzzicasse malignamente. «Ti si
vedono le mutande»,
cominciò,
sbirciando verso il basso
per notare le lettere cucite a mano - sua madre, gran donna, ma i suoi
regali non erano davvero il massimo e il suo senso dell'umorismo
era ancor peggio - sul risvolto in licra. Poi abbozzò un
sorriso nel vedere la bocca spalancata del compagno, dandogli una pacca
su una spalla prima di aggiungere
distrattamente, «e dal nome
sembrano le mie».
_Note inconcludenti dell'autrice
Io certe volte per cretinate del genere mi picchierei, ma ho
esplicitamente detto che la raccolta è assurda, dunque non
c'è da meravigliarsi se escono fuori idiozie simili v.v
Aye, le mutande che indossa Sanji sono di Zoro. E sono un bel regalo
della sua mammina, chiunque ella sia x)
Ma l'idea di una ipotetica mamma di Zoro con un pessimo - o nullo, in
questo caso - senso dell'umorismo mi ha fatta sorridere come una scema
e non ho potuto proprio evitare di scrivere una cosa del genere
Ogni tanto ci vuole, non credete anche voi? x)
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Capitolo 3 *** Dead men tell no tales ~ Brook Centric ***
Dead men tell no tales
Titolo: Dead men tell
no tales
Autore: My
Pride
Fandom: One
Piece
Tipologia: Flash
Fiction [ 318 parole ]
Personaggi: Brook
Situazione: #23. Mi
dispiace, Brook, ma ti tocca morire. Death-Fic!
Genere: Generale
; Malinconico
Rating: Giallo
Avvertimenti: Death Fic!
Benvenuti al banco dei prompt:
Pacchetto angst › 03. Gioco
ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.
Era stato
bello.
Brook aveva pensato esattamente quelle
parole quando lo
sguardo
smorto si era perso verso il cielo sopra di lui e la gabbia toracica,
perfettamente visibile al di sotto dell'elegante foulard che indossava,
si era sollevata un'ultima volta in un flebile respiro, assestandosi
poi immobile e priva della consueta energia vitale.
In fin dei conti avrebbe dovuto
aspettarselo. Prima o poi il
giorno in cui sarebbe morto davvero
sarebbe
giunto, ma aveva sempre sperato che esso non si presentasse
mai. Oh, quanti rimpianti si sarebbe portato dietro, stavolta. Quante
cose avrebbe voluto vedere - le mutandine di Nami-san, ad esempio -, e
quante ancora avrebbe voluto farne fino allo sfinimento più
completo. Non
era nemmeno riuscito ad esplorare il Nuovo Mondo per poter
così
tornare da Loovon, che da amico fedele, memore
della promessa che si erano fatti,
continuava pazientemente ad aspettarli da oltre cinquant'anni.
A quei pensieri, distese le braccia e si
accasciò
del
tutto inerme sul ponte erboso della Sunny, sentendo pian piano la vita
scivolare via dalle sue dita ossute. Non era pronto. Non lo sarebbe mai stato.
Aveva ancora una vita intera dinanzi a sé. Och, beh,
probabilmente, suppose con le ultime forze, quello dipendeva dai punti
di vista. Eppure... eppure eccolo lì, immobile e senza
più un filo di fiato in corpo. Era giunta la sua ora.
Aprì la bocca scheletrica e
si lasciò
scappare un
lamento, con il cuore che aveva cominciato a palpitare nel suo petto
sempre più piano, fino ad arrestarsi del tutto e...
scattò a sedere come uno di quegli stupidi pupazzi a molla,
ridendo a crepapelle sotto lo sguardo sconcertato di tutti. Capitano
escluso, ovvio. «Yo-hohoho
♪~ Ma io il cuore non ce l'ho! Skull joke
♪~»
esclamò divertito, e il calcio che arrivò qualche
istante dopo lo spedì irrimediabilmente in mare.
Se avesse continuato con quelle idiozie, forse sarebbe
morto sul serio,
un giorno o l'altro.
_Note inconcludenti dell'autrice
Questa volta avete tutto il permesso di picchiarmi per
l'assurdità di questa storia... certe volte me le vo a
cercare x)
Non ho aggiunto all'inizio l'avvertimento comico altrimenti sarebbe
crollata tutta la trama che avevo messo su, però come si
può facilmente vedere, beh... è
un'assurdità bella
e buona x)
In fin dei conti, però, da un tipo come Brook non ci si
può aspettare qualcosa di diverso.
Ammetto che la storia, essendoci l'avvertimento Death-Fic,
all'inizio sarebbe dovuta essere un pochino più drammatica,
però... essendomi capitato proprio Brook, non sono riuscita
a
frenarmi dallo scrivere una cosa simile x)
Non avrei avuto altre possibilità per farlo, altrimenti u_u
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Capitolo 4 *** Don't stare, fuckin' moss head ~ Zoro x Sanji ***
Don't stare, fuckin' moss head
Titolo: Don't stare,
fuckin' moss head
Autore: My
Pride
Fandom: One
Piece
Tipologia: Flash
Fiction [ 524 parole ]
Personaggi: Roronoa
Zoro, Sanji Black-Leg [ Zoro x Sanji ]
Situazione: #7. Zoro
compra un regalo orribile per Sanji e non è neanche
impacchettato bene.
Genere: Generale, Vagamente
Comico, Vagamente Sentimentale
Rating: Verde /
Giallo
Avvertimenti: Slice of
life, Linguaggio a tratti un po' colorito, Assurdità sparse
ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.
Più
Sanji guardava quel coso
-
definirlo pacco era troppo per la sua sanità mentale -,
più si
domandava cosa avesse spinto quel cretino d'un marimo a
consegnarglielo. Perché se c'era qualcosa di strano in Zoro
che faceva
un regalo - e c'era anche da chiedersi come avesse fatto a farsi
prestare dei soldi da Nami, data la montagna di debiti sotto cui era
seppellito -, c'era decisamente qualcosa che non quadrava in
Zoro che faceva un regalo a lui.
Lui, il “cuoco dal sopracciglio a ricciolo
pervertito e donnaiolo”,
come tanto gli piaceva apostrofarlo quand'era di buon umore. Ed era
pura ironia, la sua.
Se aggiungeva poi che quel regalo non
era nemmeno
impacchettato
bene - dunque si riusciva benissimo a capire che cosa fosse -, e che
sarebbe sicuramente stato apprezzato maggiormente da una ragazza -
già gli sembrava di vedere la sua splendida Nami-san o la
sua
favolosa Robin-chan indossarlo, e la sola immagine rischiò
quasi
di provocargli un'abbondante emorragia nasale -, Sanji cominciava
davvero a temere per il poco cervello che era rimasto a quella testa
verde. Che quei due anni l'avessero privato dell'unico pizzico di
intelligenza che aveva? Beh, molto probabile, altrimenti avrebbe di
sicuro trovato un senso in quell'orribile regalo, che gli aveva
ricordato tra l'altro le terribili esperienze passate su quella cazzo
di isola pullulante di okama. E, dannazione! Il fatto che si trovasse a
petto nudo davanti a quello stupido spadaccino era un dettaglio
irrilevante, se confrontato per l'appunto con l'oggetto che reggeva fra
le mani.
«Okay, marimo»,
cominciò pacato, sollevando il pacco come se si fosse
trattato di una bomba pronta ad esplodere. Avrebbe dovuto essere felice
che quel cretino gli avesse fatto un regalo - perché, accidenti, era
praticamente un evento rarissimo, quello -, però gli sarebbe
piaciuto molto di più se si fosse trattato di qualcosa di decente. «Che
cosa significa questo?»
Zoro scrollò semplicemente le
spalle, buttando un
occhio al morbido tessuto prima di sollevare lo sguardo sul viso del
cuoco. E, nay, non era una sua impressione: quel damerino era arrossito
davvero. «So
che a te queste cose piacciono, cuoco»,
si giustificò con una faccia tosta inaudita, e poco ci
mancò che a Sanji si staccasse la mascella, data la bocca
esageratamente spalancata.
Il cuoco tentò di calmarsi, ma ormai la vena che ballava
sulla sua fronte non prometteva nulla di buono. E rischiò
quasi di esplodere quando, senza tanti preamboli, fu il Vice Capitano
stesso a scartare quel che restava del pacco regalo, gettare la carta
un po' dove capitava e ad afferrare con due dita le bretelle di
quell'indumento, premendolo contro il suo petto come se stesse
controllando come gli stava.
A quel fare, Sanji sollevò un
angolo della bocca
in un sorriso nervoso, sentendo le vene aumentare e il sangue salirgli
alle guance a causa della rabbia. Non perse tempo a riflettere,
rifilando un calcio a quell'idiota e facendo volare sia lui sia il suo
stupido regalo dall'altro lato della cabina, ignorando volutamente il
fatto che così facendo avesse praticamente sfondato il muro
di legno.
«Questo non
spiega perché diavolo mi hai comprato un reggiseno, marimo
di merda».
_Note inconcludenti dell'autrice
Non è colpa mia. Lo
giuro, non è colpa mia! *Indica Iva-sama, che
si sta bellamente facendo i fatti suoi mentre si lima le unghie* Nay,
okay, diciamo piuttosto che io adoro Sanji in crossdressing,
dunque nella mia testolina anche Zoro adora Sanji in crossdressing e sa
che a lui piace vestirsi così - non è vero che a
cook-san piace, era per spiegare la battuta di Zoro «So
che a te queste cose piacciono, cuoco»
-,
quindi ecco perché quell'idiota d'un marimo gli ha regalato
un reggiseno x)
Sclero
a parte, commenti e critiche, come sempre, son ben accetti, e se a
qualcuno interesse, ho postato anche il nuovo capitolo della raccolta Zeal
and Sweet, 21 years :3
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Capitolo 5 *** Trouble on the Thousand Sunny ~ Mugiwara Centric ***
Trouble on the Thousand Sunny
Titolo: Trouble on
the Thousand Sunny
Autore: My
Pride
Fandom: One
Piece
Tipologia: Flash
Fiction [ 779 parole fiumidiparole ]
Personaggi: Chopper,
Nami, Brook, Mugiwara
Situazione: #8. Gender
Bender! Nami e Brook cambiano sesso, ops! Tutta colpa di Chopper.
Genere: Generale, Vagamente
Comico, Vagamente Sentimentale
Rating: Verde /
Giallo
Avvertimenti: Slice of
life, Assurdità sparse, Genderswap
Benvenuti al banco dei prompt:
Pacchetto genere libero › 05. "Ti prego"
ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.
«Ti prego,
Chopper, dimmi che c'è una soluzione». La
voce supplicante che gli era giunta alle orecchie non avrebbe avuto
niente di strano se fosse appartenuta realmente ad un ragazzo.
Più guardava quel giovane dai capelli rossi e dalla
corporatura
massiccia, difatti, più il povero dottore non riusciva a
credere
che quello lì fosse Nami.
Era successo tutto per caso, in
verità, ma negare che non
fosse stata colpa sua sarebbe stato inutile. Aveva miscelato le
sostanze sbagliate e aveva inavvertitamente lasciato la fiala
contenente il liquido ottenuto in giro, provocando quel disastro a cui
adesso cercava di porre in qualche modo rimedio. E non solo a causa del
tono cantilenante e lamentoso con cui Nami gli si rivolgeva,
bensì anche per non sorbirsi la crisi isterica che aveva
colpito
Sanji non appena si era ritrovato davanti un navigatore
anziché
la sua bella
navigatrice quando le aveva portato il solito cocktail pomeridiano.
Erano rimasti un po' tutti
sconvolti da quel repentino e
improvviso cambiamento, ad eccezion fatta del Capitano, che l'aveva
trovato bizzarramente divertente - guadagnandoci un pugno ben poco
cordiale dall'ormai ragazzo dai capelli rossi -, e di Brook, a sua
volta vittima di quello scambio di sesso per aver bevuto il
contenuto della fiala dopo averlo scambiato per latte. A lui non era
importato poi molto, a dire il
vero, giacché
essendo uno scheletro aveva subito pressapoco pochi cambiamenti nella
sua struttura ossea. Che cosa poteva importargliene di un bacino un po'
più largo, in fondo, se in compenso aveva acquisito una gran
bella voce per poter cantare a squarciagola la canzone preferita del
suo defunto Capitano? E stava continuando a farlo, in quel momento,
mentre la piccola renna se ne stava china sui propri libri alla ricerca
di qualcosa che avesse potuto aiutarlo. Persino Robin si era unita a
lui per dargli una mano, ma non avevano ancora trovato nulla che
potesse essere almeno lontanamente soddisfacente.
«Kōkaishi-san,
forse tu e gli altri dovreste aspettare fuori»,
esordì
l'archeologa, voltando lo sguardo nella direzione dei suoi nakama.
Dietro Nami, nervosamente a braccia conserte accanto a Chopper, si
trovava il resto della ciurma, che lanciava di tanto in tanto qualche
occhiata obliqua al navigatore, come se si aspettasse una qualche
reazione da parte sua. Sanji sembrava persino sul punto di piangere,
sebbene per il momento si fosse limitato a mordere il lembo d'un
fazzoletto con foga e a biascicare chissà cosa sotto lo
sguardo
scettico di Zoro.
Nami scosse il capo, massaggiandosi un braccio. «Resto qui»,
rimbeccò con tono imperativo, sentendo il bisogno di non
abbandonare per nessuna ragione al mondo l'infermeria. Si sentiva
troppo a disagio in quel corpo che non le apparteneva, e preferiva
evitare di ritrovarsi sola e costatare ancora una volta con i suoi
occhi che era diventata davvero
un maschio. Accidenti, se solo pensava che aveva persino buttato un
occhio nei pantaloncini per accertarsene, le veniva nuovamente da
arrossire! Non aveva nemmeno avuto il coraggio di cambiarsi, e si
trovava dunque con in dosso gli stessi vestiti che aveva prima di
quella trasformazione. E, beh, doveva ammettere che non era un gran bel
vedere, data la maglietta ridotta praticamente ad un top e i calzoncini
che le stringevano le cosce muscolose. Per non parlare dell'intimo,
maledizione. Era la cosa che la infastidiva di più, quella.
Il silenzio che calò qualche
istante dopo durò
solo per un attimo, poiché Rufy, assumendo un'espressione
seria
nonostante il dito che si era ficcato nel naso, esordì con
un, «Ma
la fa la cacca?», rimediandoci un calcio da parte di Sanji,
per
quanto non si fosse ancora del tutto ripreso dallo shock.
«Che diavolo di domande fai, imbecille!»
sbraitò, portando poi lo sguardo sulla sua Nami-san... o,
per
meglio dire, sul ragazzo che sarebbe dovuto essere la sua Nami-san. Oh,
perché era successo proprio ad una bella donna come lei? In
quel
mentre entrò Brook, che aveva finalmente finito di
strimpellare
allegramente. Sanji lo guardò di sottecchi e si
lasciò
sfuggire un lugubre lamento, rendendosi conto che non avrebbe nemmeno
potuto consolarsi con la visione del suo corpo, essendo tutt'ossa.
Dannazione, gli sarebbe andato bene persino se l'avesse bevuto quel
cretino d'un marimo, quell'intruglio! Almeno avrebbe potuto vedere
un'altra ragazza!
Intento com'era nel piangersi addosso e
nel vagare fra i suoi
sogni infranti, nemmeno si accorse che Brook si era avvicinato a Nami
con passo elegante e che si era portato entrambe le mani al petto,
puntando il sedere scheletrico all'insù. «Yo-hohoho
♪~ Nami-san,
adesso che è un uomo»,
cominciò, richiamando l'attenzione di tutti i presenti e del
navigatore, che si accigliò nell'osservare quella posizione,
«le
dispiace farmi vedere le sue mutandine?»
Il pugno che quasi gli fracassò la mascella gli diede una
risposta fin troppo esaustiva.
_Note inconcludenti dell'autrice
Finale di merda, lo so.
Ma non ho resistito *Viene pestata a sangue*
Riusciranno Nami e Brook a ritornare normali? Probabilmente no,
perché sono bastarda e lascio tutto al caso :D
*Viene pestata di
nuovo, stavolta con maggior violenza*
Il piccolo Chopper dovrà fare del suo meglio per riuscire a
riportarli al loro stato normale, altrimenti Brook finirà
sicuramente per andare in pezzi sotto i pugni di Namizou, dato che li
tira molto più forti di quando è donna u_u
E,
aye... Sanji vorrebbe un pochino di quella pozioncina per Zoro u_u
Sclero a parte, commenti e critiche, come sempre, son ben accetti :3
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Capitolo 6 *** My little, baby, Captain ~ Mugiwara Centric ***
My little, baby, Captain
Titolo: My little,
baby,
Captain
Autore: My
Pride
Fandom: One
Piece
Tipologia: Flash
Fiction [ 710 parole fiumidiparole ]
Personaggi: Monkey D.
Rufy, Nami, Roronoa Zoro, Usopp [ ZoLu Bromance ]
Situazione: #16. Time
Warp! Rufy è diventato un bambino!
Genere: Generale, Vagamente
Comico, Vagamente Sentimentale
Rating: Verde /
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life, Assurdità sparse, What if?
Benvenuti al banco dei prompt:
Pacchetto Slice of life › 03. Confusione
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«Ditemi che
non è vero»,
aveva farfugliato Nami in preda al panico e alla più totale
confusione nell'osservare quella piccola
peste che scorrazzava sul ponte e saltellava praticamente ovunque,
rincorrendo il povero Usopp che, giustamente, cercava di
sfuggirgli come poteva. Il Capitano era già difficile da
gestire
quand'era normale, dati i suoi comportamenti spesso infantili...
figurarsi adesso che era realmente
un bambino! Per quanto Nami cercasse di trovare un senso a
quell'assurda situazione, l'unica cosa coerente che riuscì a
formulare la sua povera mente affaticata fu che Rufy ne aveva di sicuro
combinata un'altra delle sue.
Al suo fianco, poggiato con un braccio
sulla balaustra, uno
Zoro
alquanto divertito non la finiva di ghignare e di tenere d'occhio quel
tornado in miniatura, trovando il tutto abbastanza buffo. Beh, secondo
il parere della navigatrice, aveva davvero un pessimo senso
dell'umorismo, lo spadaccino! «Secondo
me ha mangiato qualcosa di strano come al solito»,
se ne uscì poi d'un tratto senza smettere di ridacchiare,
rimediandoci un'occhiata di fuoco dalla ragazza.
«Lo trovi divertente?»
sbottò lei, riportando ben presto lo sguardo verso il basso
quando sentì un urlo proveniente dalla gola del cecchino. A
quanto sembrava il piccolo Capitano l'aveva riacciuffato, e gli era
letteralmente saltato in spalla, tirandogli le guance come se si
aspettasse che esse si allungassero da un momento all'altro.
Però era lui l'uomo di gomma, accidenti.
Zoro
lanciò a sua volta uno sguardo verso la scena che Cappello
di Paglia stava regalando a tutti loro, e alla domanda della
navigatrice scrollò semplicemente le spalle, in un gesto che
avrebbe potuto significare tutto o niente. «L'abbiamo sempre
saputo che Rufy era un po' bambino, dov'è la
novità?»
rimbeccò, e a Nami per poco non cascò la mascella
per l'aver spalancato esageratamente la bocca. Era idiota o cosa,
quello stupido spadaccino?
«Non
è per niente la stessa
cosa», sbuffò poi, incrociando le braccia sotto al
seno prosperoso.
«Insomma, guardalo!»
esclamò, accennando con il capo al bambino in questione, che
si era frattanto stufato di rompere le scatole ad Usopp per dedicarsi a
tutt'altro. E ne sarebbe anche stato pienamente felice, il cecchino, se
il piccolo Rufy non avesse cominciato ad imbrattare con la pittura - ma
quando diavolo l'aveva fregata dalla cambusa, quel moccioso di gomma? -
le assi di legno del ponte della Merry. «Come
possiamo navigare con il nostro Capitano ridotto in quello stato?»
«Datti una
calmata, ragazzina», disse pacatamente il Vice Capitano,
ignorando con calma micidiale l'occhiataccia che gli venne lanciata
qualche micro-secondo dopo. «Anche
se in quelle condizioni, Rufy è pur sempre il nostro Capitano»,
declamò con aria solenne, sollevando persino lo sguardo
dinanzi a sé e assumendo un'aria impettita. «Sapremo
cavarcela benissimo anche se in questo momento è soltanto un
bambino. E' o non è colui che diventerà il Re dei
Pirati?»
Nami lo guardò perplessa, non
sapendo se dicesse
sul serio o se il sole, che quel giorno era decisamente cocente, avesse
dato alla testa anche a lui. Come se avere a che fare con un mini Rufy
non fosse già abbastanza, poi. Capendo però che
lo spadaccino credeva fermamente in ciò che aveva appena
affermato, si ritrovò a scuotere il capo e ad abbozzare una
sorta di sorriso, dovendo ammettere che, sebbene in un modo tutto suo,
quello scemo aveva ragione. Rufy sarebbe diventato il Re dei Pirati...
non poteva essere un dramma avere a che fare per un po' con la sua
versione formato bambino, no?
«Attenzione!»
Il grido di Usopp richiamò l'attenzione di entrambi, ma,
prima ancora che potesse spostarsi, una macchia
giallo paglierino sporcò immediatamente il volto del Vice
Capitano, che rimase lì per lì immobile al
proprio posto, sbattendo le palpebre; sollevò poi un braccio
e si passò una mano sul viso, sputacchiando la vernice che
gli era finita in bocca. Si ritrovò poi ad una spanna dalla
faccia il sorriso divertito di quel piccolo Rufy, che reggeva
in una mano il grosso pennello che aveva utilizzato per colorare il suo
Vice.
«Giochi con
me, Zoro?»
A dispetto di quanto aveva detto pochi attimi prima, Zoro
sentì una vena pulsare pericolosamente sulla sua fronte,
tanto che non ci mise molto a mettere mano alle sue katane mentre,
ridendo come un pazzo, Rufy se la dava a gambe per la Merry.
«Vieni qui che ti faccio a fette, brutto marmocchio!»
_Note inconcludenti dell'autrice
Oddio, che idiozia, anche se è stata una situazione
divertente. Su
questo punto di vista sono stata fortunata che mi sia capitato proprio
Rufy, perché se fosse stato qualcun altro probabilmente non
mi
sarei divertita in questo modo. Nay, forse con un mini Brook
sì,
chi lo sa... x)
Da come si può vedere, però, questa flash
è
ambientata proprio agli inizi, ovvero prima ancora che Sanji entrasse a
far parte della ciurma. Niente Zoro sfregiato da Mihawk, questa volta.
O almeno non ancora x)
Ah, diciamo pure che è ZoLu ad interpretazione strettamente
personale, dato che io stavolta da parte di Zoro ci ho visto unicamente
una profonda devozione nei confronti di Rufy, colui che, appunto,
diventerà il Re dei Pirati. Quindi possiamo chiamarlo
Bromance, su u_u
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Capitolo 7 *** Captain's decision ~ Rufy Centric ***
Captain's decision
Titolo: Captain's
decision
Autore: My
Pride
Fandom: One
Piece
Tipologia: Flash
Fiction [ 512 parole fiumidiparole ]
Personaggi: Monkey D.
Rufy, Sanji Black-Leg, Usopp
Situazione: #11. Rufy
non riesce a decidersi tra Usopp e Sanji, ma non c’entra
l’amore.
Genere: Generale, Vagamente
Comico
Rating: Verde
Avvertimenti: Slice of
life, Assurdità sparse
ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.
Era la
prima volta che Rufy si ritrovava a dover compiere una scelta
così difficile riguardo ai suoi nakama.
Zoro si era prontamente tagliato fuori
da quella faccenda,
affermando candidamente che avrebbe fatto coppia con Brook piuttosto
che prender parte a quell'assurda pagliacciata, dunque, purtroppo per
il Capitano, lo spadaccino era fuori dai giochi. Nami e Robin avevano
espresso la loro opinione e avevano a loro volta rifiutato,
così come Franky e Chopper, entrambi impegnati con le
proprie mansioni. Restavano soltanto Sanji e Usopp, gli
unici che, in quel momento di profonda sconsolazione
- o almeno così l'aveva soprannominato lui -, sembravano
essere i due candidati migliori. Il punto, però, era che non
sapeva proprio decidersi.
Usopp non era forte come gli altri
né tanto meno
imbattibile, era un gran bugiardo ed era pronto a cercare sempre
soluzioni che evitassero lo scontro diretto, ma quando c'era da
combattere tentava di essere risoluto e coraggioso, lottando al fianco
della ciurma come il compagno leale che era. Non era inoltre
da sottovalutare la sua abilità di cecchino, un sicuro punto
a suo favore agli occhi del giovane Capitano.
D'altro canto, però, Sanji
era... Sanji. Sebbene
a prima vista apparisse come un damerino effeminato - a detta di Zoro,
non sua, dato che non era mai riuscito a capire il perché di
quell'affermazione da parte dell'ex cacciatore di taglie -, sapeva
sferrare dei calci portentosi grazie all'arte marziale imparata da Zeff
ed era in grado di sgominare decine di nemici, a dispetto della faccia
da cascamorto che possedeva. E poi, beh... lui sapeva cucinare
divinamente.
Rufy si scompigliò la zazzera
mora, calcandosi
poi, in un secondo momento, il cappello di paglia in testa. Certo che
era una scelta piuttosto ardua, quella. E se compiendola avesse ferito
uno dei suoi nakama? Non gli sembrava giusto dover scegliere tra uno
dei due e scartare l'altro, accidenti.
«Guarda
che non devi preoccuparti, Rufy. Uno dei due saprà farsene
una ragione».
Sanji parve leggergli nel pensiero, abbozzando una sottospecie
di sorrisetto - tra il divertito e il sarcastico, probabilmente -
mentre sorreggeva come suo solito una sigaretta fra le labbra. Era
spenta, per il momento, ma sembrava che stesse fremendo
dall'accendersela.
Lì per lì Rufy lo
guardò,
quasi stesse soppesando con attenzione quelle parole, dando poi vita a
quella sua risata cristallina, particolare e inconfondibile. «Allora
vorrà dire che andrò con Usopp!»
esclamò, e il diretto interessato sbiancò di
colpo, venendo immediatamente affetto dalla sindrome “non
sono in grado di abbandonare la nave perché ho un brutto
presentimento” mentre si attaccava inutilmente con le mani
alla balaustra della Sunny. «Sarà
divertente esplorare quelle grotte maledette! Una vera avventura!»
soggiunse il ragazzo di gomma in tono allegro e con un'altra risatina,
ignorando palesemente i lamenti e le preghiere del cecchino per
trascinarselo tranquillamente dietro.
L'ululato di terrore che sopraggiunse
una ventina di minuti
dopo, convinse l'intera ciurma che non sempre le decisioni del Capitano
si rivelavano giuste. E Usopp, intento a scappare a gambe levate da
quella caverna pullulante di mostri mentre Rufy se la rideva bella
grossa, non era mai stato così maledettamente d'accordo con
loro.
_Note inconcludenti dell'autrice
Questa storia non ha un senso logico, lo ammetto. Però non
ho proprio resistito a scrivere un'idiozia del genere e a farci andare
di mezzo Usopp, dato che è risaputo che preferisce
restarsene sulla nave piuttosto che avventurarsi in luoghi misteriosi x)
In fin dei conti la traccia parlava chiaro e, per quanto mi abbia un
po' stuzzicato scrivere una Rufy/Usopp effettiva o, meglio ancora, una
SanLu, alla fine ho deciso di lasciare tutto al caso ed ecco cosa
è venuto fuori. E forse è stato meglio
così, suppongo u_u
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Capitolo 8 *** Fear and airplane ~ Ace Centric ***
Fear and airplane
Titolo: Fear and
airplane
Autore: My
Pride
Fandom: One
Piece
Tipologia: Flash
Fiction [ 318 parole fiumidiparole ]
Personaggi: Portgas D.
Ace, Marco [ Marco x Ace ad interpretazione ]
Situazione: #21. One
Shot! Ace ha paura di volare.
Genere: Generale, Vagamente
Comico
Rating: Verde
Avvertimenti: Slice of
life, Assurdità sparse, AU, Shounen ai ad interpretazione
ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.
A Portgas
D. Ace non era mai piaciuto volare.
Sin da bambino aveva sempre pensato che
mai e poi mai
sarebbe salito su un ammasso di ferraglia che sfidava la sorte e si
librava in volo, eppure era proprio su uno di quegli aggeggi che si
trovava. Ace chiuse gli occhi, cercando di trarre un lungo respiro per
calmarsi. Ma non ci riusciva per niente, accidenti.
Gli sembrava già di poter
vedere i titoloni sui
giornali che recitavano tipo “Aereo
precipitato nell'Atlantico”
o cose del genere. Non era stato entusiasta di quel volo nemmeno per un
attimo, ma, date le insistenze del compagno, alla fine aveva ceduto.
Peccato, però, che adesso se ne stesse amaramente pentendo.
Aveva cercato inutilmente di
auto-convincersi che lui era
forte e che nulla al mondo avrebbe potuto spaventarlo, però
aveva subito mandato all'aria quelle rassicurazioni non appena si era
reso conto che non sarebbero servite a nulla. Odiava ammetterlo, ma
aveva fottutamente paura di quel maledetto aereo.
Il sedile su cui era accomodato
tremò, e Ace non
poté fare a meno di stringere con foga entrambe le mani sui
braccioli. Sarebbero precipitati. Se lo sentiva sin dentro le viscere. Quel
giorno avrebbe segnato la sua fine, e ormai non avrebbe potuto
più fare niente per tentare di fuggire dal proprio destino.
Udì ancora un rumore
stridente, e ci
mancò poco che si mettesse ad urlare
come una femminuccia. «Che cazzo
è stato?!» gli venne però spontaneo
domandare, cercando di non rendere troppo squillante o impaurita la
propria voce. Avrebbe fatto una sicura figura di merda, se lo avesse
fatto.
Accanto a lui, tranquillamente
accomodato sul sedile, Marco
si passò una mano fra i capelli e sospirò,
gettandogli una rapida occhiata prima di dargli una leggera pacca su
una spalla e passargli un braccio dietro la schiena a mo' di
rassicurazione. Mai viste tante scenate per un'idiozia del genere,
davvero. «E'
solo partita la simulazione del gioco, Ace».
_Note inconcludenti dell'autrice
Oddio, questa flash è talmente assurda che non posso credere
di averla scritta x)
Ero partita in un'altro modo, ma l'idea della simulazione di volo e di
Ace che ne aveva paura era così carina che non ho resistito.
So inoltre che Pugno di Fuoco risulta un pochino OOC - anzi, forse
nemmeno un pochino, lo è completamente -, ma non sapevo bene
come giostrarmi la cosa, vista la traccia della challenge.
L'inserimento di Marco era per dare quel tocco in più alla
storia, dato che sto sperimentando e sto praticamente scrivendo di
tutto u_u
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Capitolo 9 *** Hot pictures ~ Ace x Zoro ***
Hot pictures
Titolo: Hot pictures
Autore: My
Pride
Fandom: One
Piece
Tipologia: Flash
Fiction [ 664 parole fiumidiparole ]
Personaggi: Nico
Robin, Portgas D.
Ace, Roronoa Zoro [ Ace x Zoro || Zoro x Sanji || Rufy x Ace ]
Situazione: #10.
Quella furbacchiona di Nico Robin ha scattato delle foto piccanti
a Ace e ora minaccia di mostrarle in giro. Se Nico Robin non
conosce l’esistenza delle macchine fotografiche, tanto meglio.
Genere: Generale, Vagamente
Comico
Rating: Verde /
Giallo
Avvertimenti: Slice of
life, Assurdità sparse, Shounen Ai, What if?
ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.
Nico
Robin sorrise, continuando ad osservare quasi distrattamente la
fotografia che sorreggeva con due dita mentre beveva tranquilla il
cocktail che, esattamente pochi minuti prima, le era stato
così
gentilmente portato dal cuoco di bordo.
In verità quella cosa era
nata solo per gioco, un
piccolo
passatempo ideato nel tentativo di rompere la monotonia che, da un po'
di tempo a quella parte, sembrava essere calata sull'intera ciurma. Il
periodo che stavano vivendo era bizzarramente tranquillo, dunque anche
le loro solite avventure, con forte disappunto del Capitano, si erano
praticamente ridotte al minimo.
La presenza del fratello di Rufy sulla
nave,
però, aveva
portato un pizzico di colore in quelle grigie giornate, ed era stato
proprio durante una sera come quella che Robin si era ritrovata dinanzi
ad una situazione inusuale quanto divertente. Come avrebbe potuto, in
fondo, lasciarsi sfuggire un'occasione del genere? Era stato dunque per
quel motivo che era andata a prendere la macchina fotografica -
trafugandola fra le cianfrusaglie che Usopp teneva stipate nella sua
Usopp Factory - e ne aveva scattata una ad Ace, che, una volta
ripresosi dalla sbronza colossale che si era preso, aveva tentato in
tutti i modi di farsela ridare per timore che la donna la mostrasse a
Rufy. E a dargli manforte ci si era messo anche Zoro, ritratto a sua
volta in quella foto che di innocente non aveva un bel niente.
Peccato, però, che Pugno di
Fuoco e Vice Capitano
non
avessero armi contro il sadico divertimento della bella e intelligente
archeologa. Quando si annoiava, difatti, trovava sempre un modo per
svagarsi un po', e stavolta sembrava l'avesse trovato a spese dello
spadaccino e del fratello del Capitano, per quanto i diretti
interessati non lo trovassero per niente divertente. Per quanto la
situazione in cui si erano ritrovati i due non fosse stata per niente
intenzionale, vista da occhi estranei sarebbe apparsa esattamente per
quella che era: il viso di Zoro praticamente affondato in mezzo alle
cosce di Ace, a cavallo dei suoi pantaloni.
Robin diede un'altra rapida occhiata
alla fotografia in
questione, carezzandosi poi un labbro con il limitare di essa. Per
scherzare aveva minacciato Ace di mostrarla a Rufy, e il ragazzo era
immediatamente entrato nel panico. Di sicuro non si era aspettata una
reazione del genere e, per quanto non l'avrebbe di sicuro fatto sul
serio, era divertente vedere come Pugno di Fuoco si facesse in quattro
per provare a rubarle quella maledetta foto incriminante.
«Robin».
Il tono scontroso che le giunse alle orecchie apparteneva di sicuro a
Zoro, e fu con un altro sorriso che l'archeologa si girò
nella
sua direzione, vedendolo avanzare verso di lei a grandi falcate insieme
ad Ace.
«Hai bisogno di qualcosa, kenshi-san?»
gli domandò di rimando con fare ironico, facendo
sì che lo spadaccino aggrottasse la fronte.
«La foto»,
disse senza mezzi termini, allungando una mano come se volesse che
gliela consegnasse.
La donna
ridacchiò, poggiando con delicatezza il bicchiere sul
tavolino che aveva dinanzi. «Non
so di cosa
parli», ribatté, e fu proprio in quel mentre che
catturò con la coda dell'occhio le figure di Rufy e Sanji.
Lanciò dunque una rapida occhiata allo spadaccino, dando
sfoggio
al sorriso più sensuale che possedeva prima di lasciare
andare
la foto.
Ace la osservò con tanto
d'occhi e
provò a
riprendersela, ma una mano comparve dal nulla e fece casualmente cadere
la foto in questione nelle grinfie del Capitano, che inclinò
il
capo di lato come se stesse cercando di capire che cosa rappresentasse.
«Shishishi!
Sembra proprio un posto comodo dove dormire!»
ridacchiò poi, con sommo sollievo di Ace. Il suo fratellino
l'aveva presa bene, a quanto pareva, e per questa volta l'aveva
scampata.
Zoro non poté ritenersi
altrettanto fortunato,
invece.
Quando anche Sanji si soffermò a sua volta su quella foto,
difatti, lo spadaccino fu strasicuro che, per quanto stesse sorridendo
nell'osservare le figure ritratte, il cuoco avesse buttato uno sguardo
verso il castello di prua e l'avesse fulminato con una sola occhiata.
Si prospettava un sicuro mese di notti in bianco, decisamente.
_Note inconcludenti dell'autrice
Erano secoli che non aggiornavo questa raccolta, ma l'ispirazione era
catastroficamente morta e mi sono dunque concentrata su ben altro, sia
in fatto di raccolte sia in fatto di fandom o contest. Stamani
alle quattro del mattino - eh, già, io scrivo ad orari
improponibili in cui si dovrebbe solo dormire -, però, forse
anche a causa del sakè che ho bevuto a cena, è
tornata, e ho colto la palla al balzo per scrivere un'idiozia del
genere x)
Probabilmente fa schifo perché a causa del raffreddore
indisponente ero in preda
ai deliri provocatomi dalla vivin c, che mi ha fatta tipo
salire pure la febbre e credo di averla tuttora, o forse è
dovuto al fatto che mi sono crogiolata al sole e ho in qualche modo
inglobato il calore u_u
Cosa c'entra tutto questo? Assolutamente niente, in verità,
sono semplicemente pazza x)
Grazie inoltre a chi ha commentato il capitolo venti della raccolta Waiting
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Capitolo 10 *** Madame, my heart is yours! ~ Brook x Nami ***
Madame, my heart is yours
Titolo: Madame, my
heart is yours! (But I haven't a heart, yo-hohoho!)
Autore: My
Pride
Fandom: One
Piece
Tipologia: Flash
Fiction [ 833 parole fiumidiparole ]
Personaggi: Brook,
Nami [ Brook x Nami ]
Situazione: #13b. Brook
è geloso di Nami e la pedina.
Genere: Generale, Vagamente
Comico, Vago OOC di Brook
Rating: Verde /
Giallo
Avvertimenti: Slice of
life, Assurdità sparse, What if?
ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.
Era
cominciato tutto per caso, in verità, e non aveva nemmeno
avuto intenzione di farlo, la prima volta.
Quando avevano attraccato su una piccola
isola il cui villaggio
si era scorto sin dal promontorio dove avevano ormeggiato la Sunny,
Brook aveva visto distrattamente Nami scendere a terra in compagnia
di Nico Robin e Sanji, facendo immediatamente caso a come quest'ultimo
si facesse
letteralmente in quattro per le due ragazze, tra volteggi in aria,
nomignoli affettuosi e risatine divertite. Nulla di strano, aveva
pensato in un primo momento, dato che il cuoco si comportava sempre in
quel modo, con il gentil sesso. Eppure, mentre se ne stava a
strimpellare un motivetto con il violino come suo solito, seduto a
gambe accavallate sul parapetto di prua, aveva cominciato a pensare che
gli sarebbe tanto piaciuto essere al posto del cuoco per poter rimanere
almeno accanto a Nami.
Le ragazze tutto pepe gli erano sempre
piaciute, e la
navigatrice aveva un diretto da mozzare il fiato nei polmoni - anche se
lui, precisò la sua testa, i polmoni non li aveva, yo-hohoho -
che l'aveva conquistato sin da subito. Era stato proprio per quel
motivo, forse, che aveva pensato di pedinare Nami con quanta
più
nonchalance possibile, sebbene per lui fosse alquanto difficile passare
in osservato in mezzo alla folla. Uno scheletro con un afro non era una
cosa che si vedeva tutti i giorni, in fondo. Qualcuno dall'alto,
però, sembrava essere stato alquanto benevolo con lui,
poiché era riuscito ad intrufolarsi nello stesso negozio di
vestiti in cui le ragazze erano entrate, mandando un Sanji alquanto
deluso a fare ben altre commissioni.
Brook, dal nascondiglio in cui si
trovava, poté benissimo
sentirlo borbottare il proprio disappunto mentre si allontanava,
lagnandosi del fatto che non avrebbe potuto godere della visione delle
sue sirene in abitini succinti e costumi da bagno. E lo scheletro, a
quella visione che passò immediatamente nella sua testa,
avrebbe
di sicuro sanguinato dal naso, se avesse potuto. Ridacchiò
in
silenzio e si mosse insieme alle sue due compagne di viaggio, che si
stavano dirigendo verso i camerini con qualche vestito appena preso.
Tutto fremente ed eccitato, si affrettò a seguirle il
più
in fretta possibile, stando al contempo attento a non esser visto da
nessun altro. Avrebbe solo causato il panico e il suo sogno di vedere
Nami in vesti provocanti sarebbe sfumato all'istante.
«Provati
questo». La voce di Robin gli giunse flautata alle orecchie,
e
Brook si avvicinò maggiormente per riuscire a vederle,
passando
dietro ai manichini per cercare il primo nascondiglio che gli
capitò sottotiro. Forse starsene dietro alle panche non era
il
massimo, ma da lì aveva un'ottima visuale e poteva anche
facilmente infilarsi sotto le sediole di legno, sfruttando le lenzuola
colorate che le ricoprivano per evitare che qualcuno lo notasse.
Brook si sporse proprio nel momento in
cui Nami uscì dal
camerino con in dosso un vestito nero da sera - che aveva uno spacco da
favola, a parer suo - e i capelli raccolti, sfilando avanti e indietro
come se volesse che anche Robin approvasse. Tornò dentro
solo
dopo che la donna ebbe sorriso e le passasse un altro abito,
scegliendone qualcun altro con aria quasi pensosa. Lo scheletro si
immaginò Nami mentre si liberava di quel vestito ingombrante
e
metteva in bella mostra la sua biancheria intima, e forse fu proprio a
causa di quel pensiero che si fece coraggio e fece in modo di farsi
ancor più vicino, tanto che sarebbe bastato entrare nel
camerino
accanto e allungarsi di poco per riuscire a vedere tranquillamente in
quello occupato dalla ragazza. E infatti
lo fece, eccitato come un bambino che aveva appena ricevuto un nuovo
gioco dalla madre. Si sentiva come
se il suo cuore - e, accidenti,
dettagli se il cuore non lo aveva più -
battesse unicamente per la navigatrice... o per il desiderio di poter
anche solo sbirciare le sue mutandine, a dir si voglia.
Si poggiò contro il muro del
camerino e, traendo un lungo
respiro come se volesse prepararsi alla splendida visione che stava per
ricevere come dono dal cielo, gettò uno sguardo oltre il
parapetto che divideva le due sezioni, contento più che mai
di
poter avere l'onore di vedere prima del cuoco gli indumenti intimi
della navigatrice. Tutto il suo entusiasmo, però, si
freddò nel momento stesso in cui si rese conto che nel
camerino
non c'era più Nami, allontanatasi probabilmente mentre lui
perdeva tempo a prepararsi, bensì una signora grassa che di
attraente non aveva nemmeno le mutande.
Brook scivolò a peso morto
verso il pavimento per
inginocchiarsi su di esso con fare demoralizzato, nemmeno fosse stato
appena investito in pieno da un Negative Hollow di Perona. Non era
giusto, accidenti. Per una volta che le sue preghiere potevano essere
esaudite, ecco che il suo pedinamento si rivelava un catastrofico buco
nell'acqua con un nulla di fatto.
Non si sarebbe lasciato battere,
però, e lo giurò a se stesso. Alla
prossima occasione sarebbe riuscito a vedere una volta per tutte quelle
preziose mutandine. Parola sua.
_Note inconcludenti dell'autrice
Questo
è ciò che io chiamo crack pairing, ecco. In
verità avrei voluto usare la versione A del prompt della
challenge, però c'erano due problemini: uno, la storia
sarebbe
dovuta necessariamente essere a rating rosso dato che c'era un NC-17
vicino agli avvertimenti, e la raccolta arriva massimo all'arancione e
non ho intenzione di cambiare rating per una sola storia; due, Brook
è uno scheletro e nemmeno io arrivo a scrivere una storia a
rating rosso con uno scheletro! Accidenti, anche io ho i miei limiti,
eh, non c'entra nulla che sia
arrivata a slashare anche le volpi e le tigri, qui si parla comunque di
uno scheletro tutt'ossa x)
Ecco, dopo questo piccolo sclero, spero comunque che la storia vi abbia
strappato un piccolo sorriso... e se non l'ha fatto la fic, spero che
lo faccia almeno l'avatar qui a lato x)
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Capitolo 11 *** You, me and the lion behind us ~ Zoro x Sanji + Ace ***
You, me and the lion behind us
Titolo: You, me and
the lion behind us
Autore: My
Pride
Fandom: One
Piece
Tipologia: Flash
Fiction [ 725 parole fiumidiparole ]
Personaggi: Portgas D.
Ace, Roronoa Zoro, Sanji Black-Leg [ Zoro x Sanji + Ace ]
Situazione: #17. Zoo
Safari! Ace, Zoro e Sanji diventano animali.
Tabella AUverse: 10. Animali
Genere: Generale, Vagamente
Comico, Vagamente Sentimentale?
Rating: Verde /
Giallo
Avvertimenti: Slice of
life, AU, Assurdità sparse, What if?, Linguaggio a tratti un
po' colorito, Personaggi con fattezze animali
ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.
Sanji
si appiattì quanto più possibile contro il tronco
dell'albero, nella vana speranza che quella tigre di merda o quello
stupido leone non lo trovassero per nessuna ragione al mondo. Sapeva
che avrebbero potuto fiutare il suo odore di volpe anche a chilometri
di distanza, certo, ma per il momento era troppo occupato a scappare da
entrambi per occuparsi di simili sottigliezze. Avrebbe anche potuto
gettarsi nel primo fiume che gli fosse capitato a tiro, però
qualcosa, e non riusciva a capire con esattezza cosa, gli dava la
certezza che sarebbero riusciti a trovarlo comunque e gli avrebbero poi
fatto passare minuti d'inferno.
La povera volpe si lasciò
sfuggire un lugubre lamento,
appiattendosi le orecchie con una delle proprie zampe. C'era qualcosa
che proprio non riusciva a capire, in loro. Zoro, quella stupida tigre
che sul capo aveva quell'altrettanta stupida peluria verde - ricordo di
quand'era un cucciolo che lavorava in un circo dal quale era fuggito -,
da
quando aveva fiutato il suo odore non lo lasciava in pace nemmeno per
un secondo. Invece
di concentrarsi com'era giusto sulle femmine della sua specie, che
avrebbero potuto corteggiarlo quanto più lo aggradava e
avrebbe
potuto tranquillamente accoppiarsi con loro, gironzolava nei dintorni
della sua tana dal momento in cui aveva compiuto i cinque anni, periodo
in cui aveva finalmente raggiunto la propria maturità
sessuale.
Però, accidenti,
lui
non ne voleva sapere in nessun modo di accoppiarsi con una tigre. Primo
fra tutti, perché era un maschio. Secondaria cosa, lui era
una
volpe. Una dannatissima
volpe,
e non ci voleva un cervello chissà quanto evoluto per
riuscire a
comprenderlo. Stesso discorso dicasi per quello stupido leone.
Perché diamine non si accoppiavano tra di loro, se ci
tenevano
così tanto, e non lasciavano lui in pace?
Troppo preso in quei suoi drastici pensieri, Sanji non si accorse che
qualcosa gli aveva afferrato violentemente la coda, e si
lasciò
scappare un urlo sorpreso nell'avvertire le zanne affondare nella
morbida peluria dorata. «Ecco
dove diavolo eri finita, stupida volpe», bofonchiò
Zoro
alle sue spalle, e si voltò così rapidamente
nella sua
direzione che ci sarebbe mancato poco che si rompesse l'osso del collo.
«Molla
la mia coda, tigre di merda», sbottò di rimando,
dignignando i denti e facendo vibrare la gola a dimostrazione che
stavolta faceva sul serio. L'avrebbe preso a morsi e a zampate, e al
diavolo se quell'idiota avrebbe in qualche modo contrattaccato, dato
che non sarebbe stata affatto la prima volta. Sin da cuccioli, dal
momento in cui si erano conosciuti, avevano sì giocato
insieme e
dormito negli angoli più disparati della tana che
condivideva
con il resto del branco, però erano sempre stati dei
tremendi
attaccabrighe. E avrebbe ammazzato lui e quel cretino d'un leone, se
solo avessero continuato a pensare che il suo culo fosse di loro
proprietà.
«Di' un po', ti ho forse fatto qualcosa?»
borbottò di rimando Zoro, lasciandogli andare a poco a poco
la
coda solo per frustrare poi il terreno con la propria. I peli sul dorso
della sua schiena erano ritti e i suoi occhi dorati lo fissavano con
attenzione, come avrebbe fatto se si fosse trattato di una sua preda. E
la cosa, a Sanji, non piacque neanche un po'. Forse uno dei motivi per
cui fuggiva da lui era anche questo, dato che non aveva la
benché minima intenzione di diventare il suo pasto.
A quelle sue stesse costatazioni, la
volpe si ritrovò ad
allontanarsi il più possibile, sentendo i baffi fremere ad
ogni
occhiata che gli veniva lanciata. «Certo
che mi hai fatto qualcosa, stupida tigre in calore!»,
berciò, trotterellando svelta all'indietro. Non ebbe il
tempo di
aggiungere altro, però, che sentì un brivido
corrergli
lungo la schiena, e non perché Zoro si fosse messo in
posizione
sulle zampe anteriori e si fosse
sollevato su quelle posteriori,
come se si stesse preparando a saltargli addosso, bensì
perché da lontano riuscì benissimo a vedere la
figura
imponente e maestosa di Ace, che stava venendo loro in contro con la
lunga criniera nera al vento. Oh, dannazione!
Sanji si affrettò a darsela a
gambe il più
rapidamente possibile, ignorando la protesta di Zoro e il ruggito
lontano di Ace, certo che non sarebbe riuscito a cavarsela se quei due
felini di merda si fossero in qualche modo coalizzati contro di lui.
Prima della fine della stagione degli amori sarebbe sicuramente morto.
Ne era certo.
_Note inconcludenti dell'autrice
Era dai
tempi della storia Tiger's
Scent (Mating season) che avevo intenzione di scriverne
un'altra in cui
i personaggi apparivano come animali, e la challenge è stata
praticamente perfetta per far sì che io potessi dar vita a
quest'assurdità. Ovviamente,
com'è giusto che sia, Sanji è una volpe e Zoro
una tigre
- suvvia, io così li adoro, lo dimostra anche l'immagine
delle
mie note autore nella mia pagina iniziale -, dunque perché
associare ad Ace proprio un leone? Semplice: il leone è il
Re
degli animali, no? u_u
Aye, lo so che è Rufy colui che vuole diventare il Re dei
Pirati, però la combinazione Ace Leone = Re degli animali +
Rufy
leoncino = Futuro Re degli animali mi tentava come non mai e non ho
resistito u_u *Arrivano dei simpatici omini bianchi che vogliono
riportarla in manicomio, ma riesce fortunatamente a scappare a gambe
levate*
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Capitolo 12 *** Just married, Dead Bones? ~ Franky x Brook ***
Just married, Dead Bones
Titolo: Just married,
Dead Bones?
Autore: My
Pride
Fandom: One
Piece
Tipologia: Flash
Fiction [ 890 parole fiumidiparole ]
Personaggi: Brook,
Franky "Cutty
Flam" [ Franky x Brook ], Mugiwara
Situazione: #18. Franky
vuole sposare Brook, ma Brook non per forza è consenziente.
Matrimonio a Las Vegas!
Genere: Generale, Vagamente
Comico, Vagamente Sentimentale?
Rating: Verde /
Giallo
Avvertimenti: Shounen
ai, Slice of
life, Assurdità sparse, What if?, Vago OOC di Franky
(Giustificato)
Benvenuti al banco dei prompt:
Pacchetto romantico › 12. Scelta
ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.
Solo
un'indigestione di cola o un mal funzionamento avrebbero potuto
spiegare l'assurda idea che era passata nella testa di quello stupido
cyborg. Aveva cominciato a blaterare di matrimonio e di un posto che
aveva chiamato Las Vegas, affermando che lì, senza che
nessuno
facesse domande o chiedesse il perché di quella unione,
avrebbe
potuto felicemente sposare Brook. Quel
Brook,
accidenti. Lo spadaccino canterino tutt'ossa che aveva quella
bruttissima quanto imbarazzante
abitudine di chiedere alle ragazze di mostrar lui le mutandine che
indossavano.
Brook, ovviamente, al principio aveva
guardato Franky con
fare
piuttosto perplesso, almeno per quanto glielo consentisse il suo viso
scheletrico. Se avesse avuto l'epidermide, difatti, tutti i Mugiwara
presenti nella camerata dei ragazzi avrebbero potuto vedere la sua
fronte aggrottata e un sopracciglio
sollevato, come se non si capacitasse dell'improvvisa richiesta che il
carpentiere gli aveva fatto dinanzi a tutta la ciurma. E tuttora non
riusciva a comprendere cosa diavolo gli fosse passato per la testa, per
quanto il cyborg, attraverso le lenti scure che portava calate appena
sul naso, lo stesse fissando con un'espressione così seria
che
sembrava quasi non appartenergli.
«Yo-hohoho
♪~»,
ridacchiò nervoso quando si fu un po' ripreso da quella
stramba
richiesta di matrimonio, abbassando violino e arco lungo i fianchi
snelli, poggiandoseli in grembo. Si carezzò poi l'afro
distrattamente, muovendosi vistosamente a disagio sul bordo del letto
sul quale era accomodato. «Sei
sicuro di sentirti bene, Franky-san?»
«Ti sarai mica ubriacato di cola, amico?»
ironizzò a sua volta Zoro, ricevendo una gomitata nelle
costole
da Sanji e un'occhiata veloce da Usopp, mentre Rufy ridacchiava in
silenzio tra sé e sé. Le possibilità
di quel modo
di fare erano due: o il Capitano trovava davvero divertente l'idea che
Franky, chissà come e chissà perché,
volesse
sposare Brook, passando per lo scemo di turno, oppure sapeva qualcosa
che gli altri membri dell'equipaggio ignoravano, dato che aveva
allargato il sorriso nel fissare il carpentiere. Bah. Chi lo capiva era
bravo, quel ragazzo di gomma.
E mentre lo spadaccino imprecava
all'indirizzo del cuoco,
ingaggiando con lui la solita lite innescata per un nonnulla - una
tirata di guance e una parola di troppo, stavolta - sotto lo sguardo a
dir poco scombussolato di Usopp, Franky aveva cominciato a guardare
Brook con uno sguardo a dir poco... oh, dannazione. Era uno sguardo
adorante, quello che gli stava rivolgendo. C'era
decisamente qualcosa che non quadrava, anche perché Franky
non
aveva mai guardato nessuno in quel modo. Forse la maestosa Thousand
Sunny una volta terminata, ma uno scheletro... «Brook»,
iniziò in tono solenne, avvicinandosi al letto per afferrare
con
le sue grandi mani quelle scheletriche del musicista, che si
ritrovò a sgranare gli occhi - oh, lui gli occhi non li
aveva, yo-hohoho - e a
fissare Franky con fare esterrefatto.
«Franky-san?»
ripeté pazientemente, pensando al contempo di andare a
chiamare
Chopper. Il carpentiere stava sicuramente male, non c'era altra
spiegazione, e non c'entrava solo il fatto che blaterasse di luoghi
immaginari e di matrimoni con un non-morto, dato che persino la sua
espressione stava cominciando a preoccuparlo. O forse a fargli paura,
chi poteva dirlo, visto che lui, pur essendo uno scheletro, era un tipo
che si spaventava anche per un'idiozia.
«Mi faresti l'onore di diventare mia moglie?»
A quelle parole, Zoro scoppiò in una di quelle rare
risate
liberatorie che si lasciava scappare, seguito a ruota da Sanji, che
cominciò a rotolarsi sul proprio materasso in preda a
risatine
convulse e isteriche; Usopp per poco non cascò dal letto,
borbottando tra sé e sé qualcosa che suonava un
po' come «Non
è possibile che l'abbia detto davvero»
mentre cercava al contempo di fare il punto della situazione; il
diretto interessato, dal canto suo, se avesse potuto avrebbe di sicuro
deglutito, incapace di credere che il carpentiere gli avesse fatto una
dichiarazione in piena regola. Chi si era imbronciato, invece, era
stato Rufy, e la cosa, conoscendolo, risultava alquanto strana.
«Così non va bene, Franky!»
parve quasi lagnarsi, richiamando su di sé gli sguardi della
ciurma, anche se a fatica. La richiesta del cyborg nel chiedere a Brook
di diventare “la signora Franky”
aveva scombussolato tutti - Zoro aveva addirittura le lacrime agli
occhi per il troppo ridere, il che era a dir poco sconcertante -, e il
disappunto del Capitano era stata la ciliegina sulla torta. «Persino
Shanks l'ha chiesto meglio a Makino, e lui era pure ubriaco!»
Nay, il resto dell'equipaggio ci stava capendo sempre meno, questo era
poco ma sicuro. Cosa diavolo andava blaterando Rufy, adesso? Che
fossero impazziti entrambi? Usopp l'avrebbe anche chiesto, se solo
Franky, sbuffando come una teiera, non avesse mollato di botto le mani
di Brook e si fosse diretto alla porta a passi pesanti, borbottando tra
sé e sé.
«Mi sono stancato di queste stronzate preliminari, vado a
parlarne direttamente con Robin»,
sbottò, lasciando tutti ancor più sconcertati di
quanto
non avesse fatto fino a quel momento. Sanji si riprese persino tutto
d'un botto e, dopo essere letteralmente saltato in piedi ed avergli
urlato contro un «Cosa
diavolo vorresti fare, tu,
con la mia Robin-chan?!»,
gli corse dietro con foga a dir poco spiazzante, ignorando, ovviamente,
i richiami indispettiti dello spadaccino.
Dal canto suo, invece, Brook rimase ad
osservare la porta
senza
essere riuscito a capire con esattezza che cosa fosse successo. Di una
cosa, però, era sicuro: gli ci sarebbe voluta la visione di
parecchie
mutandine, per riprendersi.
_Note inconcludenti dell'autrice
Aye. Esattamente.
Tutto il casino che aveva messo su Franky era per provare a chiedere a
Robin di sposarlo u_u e ovviamente Rufy sapeva tutto dato che il
carpentiere si era confidato con lui... il Capitano sarà
pure
scemo, il più delle volte, ma quando vuole sa essere anche
un
ragazzo serio che capisce tutto, ecco u_u
Okay, lo so che mi vorreste lanciare delle scarpe addosso per questo finale di
merda
per questo crack pairing assurdo, però quando le idee
chiamano e
vi ricordo che questa è una challenge e i personaggi delle
situazioni non li scelgo io ma il numeratore, lol,
alla fine non posso fare altro che seguirle anche quando sono assurde
u_u e poi, aye, lo ammetto spudoratamente: avevo una voglia
assurda di
inserire un pizzico di FRobin, dato che il pairing mi è
sempre
piaciuto insieme allo ZoSan e al RuNami x)
Qual modo migliore, dunque, di inserire il crack pairing della
challenge e al tempo stesso un pairing meno crack? Non mi sarebbe
potuta
capitare una nuova occasione, no? u_u
E, prima che ve lo chiediate... aye, non ve lo siete immaginato: c'è anche lo ZoSan,
in questa flash.
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Capitolo 13 *** I'm walking in your shoes ~ Rufy + Usopp ***
I'm walking in your shoes
Titolo: I'm walking
in your shoes
Autore: My
Pride
Fandom: One
Piece
Tipologia: One-shot
[ 1040 parole fiumidiparole ]
Personaggi: Usopp,
Monkey D. Rufy, Chopper, Mugiwara
Situazione: #9. Usopp
e Rufy si scambiano di corpo, ma questa volta Chopper è
innocente.
Genere: Generale, Vagamente
Comico, Vagamente Sentimentale
Rating: Verde /
Giallo
Avvertimenti: Slice of
life, Assurdità sparse, Linguaggio a tratti un po' colorito,
Genderswap, Character Alternation
Benvenuti al banco dei prompt:
Pacchetto genere libero › 01. "Non farlo!"
ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.
Con
assoluto disappunto di Nami, che da un po' di tempo a quella parte
aveva preteso d'esser chiamata Namizou, nome che lei stessa si era
affibbiata tempo addietro a Thriller Bark nel far finta di essere uomo
- e mai avrebbe creduto che sarebbe successo davvero, maledizione a
Chopper e ai suoi intrugli -, la piccola renna non era riuscita a
trovare una soluzione a quel problema che aveva investito l'ormai
navigatore e Brook, entrambi con i sessi ancora scambiati.
Per quanto Nami continuasse a disperarsi
- seguita a ruota da
Sanji, che, con forte disappunto di Zoro, piagnucolava come un cretino
per la scomparsa di una delle sue muse -, affermando che nessun ragazzo
l'avrebbe voluta adesso che era un uomo grande e grosso con una stazza
maggiore del normale, Brook si era lamentato ben poco, trovandosi
persino ancor più a suo agio di quanto non avesse fatto al
principio di tutta quell'assurda storia. Gli era anche venuto da
ridacchiare quando aveva visto che la navigatrice, spronata da una
comprensiva Nico Robin, aveva infine deciso di cambiarsi d'abito -
anche perché, per amor di decenza, non avrebbe potuto
continuare
a starsene vestita da ragazza con quell'aspetto mascolino -,
arrangiandosi con uno dei vecchi vestiti dismessi di Zoro fino a che
non avevano attraccato e non aveva così potuto comprare
qualcosa
della sua taglia.
Ed era stato proprio su quell'isola che
era subentrato il
secondo problema per la ciurma di Cappello di Paglia. Scesa a terra per
fare compere, accompagnata dalla fidata amica Robin e, purtroppo, anche
da quei due scemi di Rufy e Usopp - che fortunatamente avevano fatto
pochi danni ed erano rientrati prima di loro -, quando era tornata a
sua volta alla nave aveva subito capito che qualcosa non quadrava,
lì. Perché vedere Rufy tremare da capo a piedi e
cominciare a blaterare cose che suonavano tanto come sventure e presagi
di morte, in perfetto stile negativo alla Usopp, e quest'ultimo
starsene in piedi sulla poppa della Sunny sprezzante del pericolo,
aveva fatto sì che il navigatore sollevasse un sopracciglio
e
richiamasse tutti all'ordine in un tono perentorio che non ammetteva
repliche. Erano tutti riuniti in infermeria per l'ennesima volta,
adesso, incapaci quanto Nami
stessa di capire cosa diavolo stesse succedendo.
«Questo
è tutto un brutto sogno», si auto-convinse per
l'ennesima
volta Rufy, o almeno il tizio con il suo aspetto e la sua voce. Ormai
quelle poche parole aveva cominciato a ripetersele in continuazione,
come se si fosse trattato di una specie di mantra, e aveva rischiato
più volte che Zoro, innervosito sia dal modo di fare sia per
i suoi allenamenti interrotti, lo
tagliasse a fette.
«Io
voglio scendere e tornare ad esplorare la città, ci sono un
sacco di cose interessanti», rimbeccò di rimando
Usopp,
richiamando su di sé l'attenzione dell'intera ciurma. E
solo quando si ritrovò a borbottare qualcosa riguardo ad
un'avventura, a del cibo strano e a tante altre chincaglierie varie,
capirono realmente cosa fosse successo. Chissà come,
chissà in che modo, quei due si erano scambiati di corpo.
Ecco
spiegato il perché dell'atteggiamento di Rufy, allora...
c'era
Usopp, nel suo corpo.
«Nay, non
farlo! Come
se poi non bastasse ciò che è successo a
Nami-san,
accidenti», borbottò d'un tratto Sanji, sentendo
l'irrefrenabile bisogno di accendersi una sigaretta o due. Non solo non
aveva più la sua bella navigatrice - e fare la corte a
Robin-chan era un tantino difficile, con Franky nei paraggi -, ma quei
due idioti si erano anche scambiati le personalità. Di bene
in
meglio, insomma. Perché diavolo capitavano tutte a quella
benedetta ciurma? Quale Dio perverso e crudele, se davvero ne esisteva
uno, ce l'aveva così tanto con loro?
«Yo-hohoho
♪~ dev'essere
divertente», replicò Brook con voce soave, e il
cuoco non
lo fulminò con lo sguardo o lo colpì solo
perché,
scheletro o meno, era una donna. E a lui era stato insegnato a trattare
le donne - qualsiasi tipo di donna - come se fossero fiori delicati,
non come punching ball. Colpire Brook sarebbe stato un po' come andare
contro i suoi stessi principi, accidenti.
«Non
è divertente», replicò Usopp. «Io
non so combattere come Rufy, che succederebbe se i marines mi
scoprissero?»
Al solo pensiero divenne bianco come un cencio, accasciandosi sul
pavimento dell'infermeria. «Mi
è venuta la sindrome “non posso
scendere dalla Sunny per paura della mia
stessa taglia”»,
cominciò a sussurrare, rimediandoci solo uno sbuffo da parte
di Zoro.
«Quante
lagne, Chopper troverà una soluzione»,
bofonchiò,
registrando con la coda dell'occhio un bicchierino di sake.
Chissà chi l'aveva portato lì dentro... non perse
tempo a
rifletterci oltre, allungando una mano verso di esso con il chiaro
intento di scolarselo tutto d'un sorso, giusto per non pensare oltre a
quell'assurda situazione; non fece in tempo a sentire l'ammonizione del
medico che già l'aveva ingurgitato, cominciando
però a
sentire qualcosa che non andava quache istante dopo. E mentre lui
sgranava gli occhi e cercava di sorreggere i propri pantaloni,
diventati tragicamente larghi, Sanji, a
quella visione, rettificò immediatamente quanto aveva
affermato poco prima: quel Dio non
doveva essere poi così perverso
e crudele, se gli aveva offerto su un piatto d'argento quel piccolo
dono dal cielo per compensare la perdita dell'aspetto femmineo di
Nami-san. Qualcuno dall'alto lo amava, non c'era altra spiegazione.
Sotto lo sguardo ancor più
sconcertato della ciurma,
Zoro, o per meglio dire la ragazza che aveva preso il suo posto, si
voltò furioso verso la piccola renna, cercando di mantenere
con
una mano i calzoni senza preoccuparsi del petto scoperto. «Dannazione,
Chopper, non ti eri ancora liberato di quell'intruglio?!»
berciò, ma le sue preoccupazioni si rivelarono ben presto
essere
ben altre: un Sanji che perdeva copiosamente sangue dal naso nel
fissargli le tette e un Brook che gli chiedeva di vedere le sue
mutandine. Due idioti ai quali sferrò un bel diretto,
uscendo
dall'infermeria a passo di marcia e fregandosene al tempo stesso di
star mostrando il seno all'intera ciurma, borbottando solo il
proprio disappunto tra colorite imprecazioni mentre quello scemo d'un
cuoco lo seguiva.
«Aspettami,
mellorine
~♥»
«Non
rompere le palle, cuoco di merda!»
Chopper e Nico Robin si guardarono per
attimi che parvero
interminabili, sospirando poi nel medesimo istante prima di scuotere il
capo con fare arreso. Quella sottospecie di incubo era destinato a
durare ancora a lungo, purtroppo.
_Note inconcludenti dell'autrice
Questo
è il seguito di Trouble
on the Thousand Sunny, già. Era troppo divertente
lasciare Brook e Nami ancora un po' in versione
genderswap, così ho pensato di prendere due piccioni con una
fava, unendo le due flash per la challenge e inserendo,
anziché
una soluzione al primo problema non avrei nemmeno
saputo come risolverlo, lol, e comunque mi faceva troppo ridere
lasciarli in quello stato e far sclerare Sanji, anche un
secondo intoppo per il povero e sfigato equipaggio u_u e la Zoroko
finale doveva esserci perché sì
Io ce lo vedo troppo Zoro che piglia, trova qualcosa che sembra a prima
vista sake e
quanto cacchio è buono il sake,
e se lo beve senza tanti complimenti u_u facciamo contento a Sanji per
una volta, su, era dalla scorsa shot che sognava Zoro donna! x)
Comunque... riusciranno Rufy e Usopp a tornare ognuno nel corpo
dell'altro prima che la marina li becchi e loro si ritrovino con un
pugno di mosche in mano, non potendo contare sulle proprie
abilità? Chissà x)
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Capitolo 14 *** Do you wanna go out with me, Uso-kun? ~ Robin x Usopp ***
Do you wanna go out with me, Uso-kun
Titolo: Do you wanna
go out with me, Uso-kun?
Autore: My
Pride
Fandom: One
Piece
Tipologia: Flash
Fiction [ 605 parole fiumidiparole ]
Personaggi: Usopp,
Nico Robin [ Robin x Usopp ], Mugiwara
Situazione: #2. Nico
Robin vuole chiedere un appuntamento a Usopp, ma qualcosa o qualcuno le
metterà i bastoni tra le ruote.
Genere: Generale, Vagamente
Comico, Vagamente Sentimentale
Rating: Verde /
Giallo
Avvertimenti: Slice of
life, Assurdità sparse, What if?
ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.
Quella che
era sorta si era rivelata una giornata piuttosto piacevole, dal punto
di vista della bella archeologa.
Aveva trovato qualche nuovo libro
interessante nella libreria
dell'isola sulla quale erano sbarcati, aveva fatto visita alle
splendide e antiche rovine che si trovavano al limitare della foresta
e, in ultimo, aveva distrattamente assistito ad un piccolo spettacolo
pirotecnico per le prove della festa che si sarebbe svolta quella sera
stessa. Ed era stato proprio nell'osservare quelle scintille colorate
che le era balenata nella testa l'idea di invitare Usopp, che sapeva
essere appassionato di petardi e fuochi d'artificio. Aveva dunque
registrato con lo sguardo la figura del cecchino e, con un piccolo
sorriso, gli si era avvicinata alle spalle con passo sinuoso, vedendolo
cincischiare con qualche oggettino gettato sulle bancarelle con la
stessa espressione entusiasta di un bambino davanti a dei giocattoli.
Poco lontano, praticamente a portata di orecchio, si trovavano anche
gli altri componenti della ciurma, che stavano cercando di tenere a
bada il Capitano per non rischiare che si spazzolasse tutti gli assaggi
di cibo gratis.
«Trovato
qualcosa di interessante, Usopp-kun?» gli domandò
tranquillamente Robin nel chinarsi di poco con il busto verso di lui,
le braccia dietro alla schiena e un'aria serena dipinta in volto; il
cecchino sussultò e per poco non rischiò di far
cadere la
sottospecie d'arma che aveva fra le mani, voltandosi poi verso la donna
con una risatina nervosa per quel suo arrivo così
improvviso.
Era rimasto talmente incantato da quella bancarella, difatti, che si
era quasi estraneato dal mondo circostante.
«Solo questo nunchaku un po' particolare, con tre
estremità e due catene alla fine di esse»,
spiegò, atteggiando il viso alla
“io conoscevo già quest'arma”, sebbene
si vedesse
perfettamente che stava palesemente mentendo. Robin, però,
sorrise maggiormente, lasciando che il cecchino le decantasse, per
quanto fossero sicure bugie, tutte le potenzialità di
quell'arma, enfatizzando ogni parola e gesticolando tutto eccitato.
Quando si trattava di armi strane, Usopp diventava un po' come Chopper
e il Capitano, e a Robin quella caratteristica era sempre piaciuta,
forse perché lo riteneva stranamente... carino.
E fu solo quando concluse che si
puntellò a sua volta sui
calcagni, chiudendosi meglio la camicietta che indossava per non
rischiare di far vedere a tutti più di quanto volesse. «Che
ne diresti di venire a vedere i fuochi d'artificio con me, stasera,
Usopp-kun?» gli domandò divertita e senza mezzi
termini,
lasciando spiazzato il suddetto interessato e, c'era da dirlo, anche
due persone in particolare che si trovavano a non pochi passi da
lì e che avevano sentito tutto dalla prima all'ultima
parola.
«R-Robin-chwan»,
piagnucolò Sanji, e poco ci sarebbe mancato che scoppiasse a
piangere.
Franky ebbe una reazione un po' diversa,
avvicinandosi a
passo di marcia con la sua enorme stazza - facendo tremare il povero
Usopp, che fino a prova contraria era altamente innocente - e passando
un braccio robusto dietro alle spalle esili del cecchino.
«Io e te
dobbiamo fare due chiacchiere, fratello».
«M-Ma,
io...», cominciò quest'ultimo, scoccando
un'occhiata a
Robin che, accigliandosi, si chiese cosa stesse succedendo e
perché il carpentiere si stesse praticamente portando via il
ragazzo, per quanto cercasse in qualche modo di sfuggirgli.
L'archeologa comprese ben presto, scuotendo di poco la testa. L'istinto super
protettivo del cyborg era alquanto esagerato, certe volte. In fin dei
conti non aveva chiesto al cecchino un vero e proprio appuntamento...
spiegarlo ad un uomo innamorato, specialmente se quell'uomo era Franky,
però, era più difficile di quanto
sembrasse.
Robin ridacchiò, sollevando con fare noncurante lo sguardo
al
cielo azzurro mentre nelle orecchie risuonavano le voci lontane di
Usopp e Franky, che avevano cominciato a rincorrersi come due
ragazzini. Già, dopotutto era proprio una bella giornata.
_Note inconcludenti dell'autrice
Sto
cominciando ad adorare questa challenge ogni minuto di più.
Non solo perché con la lista di personaggi che ho, le
accoppiate
che mi stanno uscendo sono assurde e divertentissime, ma proprio per le
situazioni in cui i personaggi sopra citati si possono trovare e che
fanno dunque nascere idee bizzarre x)
Sono per lo più flash fiction un po' assurde, lo so,
però
il bello di questa challenge è proprio questo, no? :3
Se diventassero troppo serie annoierebbero persino me e calerebbe il
divertimento della challenge a cui partecipo, dato che le situazioni
stesse diventerebbero monotone e farebbero sbadigliare
Okay, perché questa necessità di mettere nero su
bianco
queste cose? Nulla, è che ogni tanto mi vien voglia di
lamentarmi, ecco tutto u_u
La pianto di sclerare e commenti e
critiche, come sempre, son ben accetti :3
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Capitolo 15 *** I wanna eat you (with love) ~ Franky + Sanji ***
I wanna eat you
Titolo: I wanna eat
you (with love)
Autore: My
Pride
Fandom: One
Piece
Tipologia: Flash
Fiction [ 593 parole fiumidiparole ]
Personaggi: Sanji
Black-Leg, Franky "Cutty
Flam" [ Franky + Sanji ], Brook
Situazione: #22. Perché
Sanji ha paura di Franky? (Bonus! Perché Franky ha mangiato
Brook.)
Genere: Generale, Vagamente
Comico, Suspance
Rating: Verde /
Giallo
Avvertimenti: Slice of
life, Assurdità sparse, What if?, Linguaggio colorito
ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.
La
scena che gli si era parata dinanzi agli occhi non appena aveva messo
piede in cucina, e che nella sua mente aveva reputato da film
dell'orrore di serie B, aveva lasciato Sanji letteralmente paralizzato.
Non c'era sangue che chiazzava
esageratamente le pareti come
in
quei particolari tipi di film, certo, né tanto meno corpi
martoriati in giro o budella gettate in angoli disparati della stanza,
eppure... eppure, dannazione, vedere Franky che se ne stava seduto sul
pavimento della cucina a gambe incrociate mentre sgranocchiava
tranquillamente le ossa di un braccio umano, faceva molta
più
paura di tutte quelle cose messe insieme.
Sanji deglutì e fece un passo
indietro, andando a
sbattere contro la porta. Quando l'aveva chiusa? Nemmeno se lo
ricordava. Fu proprio nel sentire quel tonfo, però, che il
carpentiere alzò lo sguardo, spezzando con i denti il polso.
«Tutto
bene, fratello?»
gli domandò con noncuranza esasperante, ingoiando i
frammenti
d'osso prima di sputare un pezzo di stoffa. E a quella vista, il cuoco
sgranò gli occhi, appiattendosi il più possibile
contro
la porta. Non stava
succedendo quello che pensava. Non era possibile.
Però, nel continuare a guardare Franky spazzolarsi quelle
ossa
con gusto, nemmeno si fosse trattato di una succulenta bistecca, Sanji
cominciò a rendersi sempre più conto che il
cyborg stava mangiando
un loro compagno. Brook, nella fattispecie. E il solo pensiero, per
quanto non vi fossero carne o muscoli maciullati, riuscì a
far
salire al cuoco un conato di vomito.
«C-Che cosa stai facendo, Franky?»
riuscì finalmente a pigolare, udendo persino da solo
l'incrinazione nervosa e impaurita che si era impossessata della sua
voce. Non si era più spaventato in quel modo da quando aveva
trovato Zoro in un inferno di sangue a Thriller Bark, ma chiunque fosse
stato al suo posto, in quel momento, avrebbe avuto la sua stessa e
identica reazione. Scheletro o meno, quello era cannibalismo in piena
regola.
«Faccio uno
spuntino», rispose con calma disarmante il carpentiere, e la
cosa fece ancor più paura al povero cuoco.
L'espressione di Franky, qualche attimo dopo, divenne a dir poco
sconcertante, e non appena il cyborg gli si avventò contro,
come
se volesse fargli fare la stessa orribile fine che aveva fatto fare al
povero Brook, Sanji aprì di scatto gli occhi, risvegliandosi
sudato e paonazzo fra le braccia di Zoro, che russava beatamente al suo
fianco. Cosa cazzo...?
Si
guardò intorno, almeno per quanto concessogli dalla luce
pressocché inesistente, e si rese conto di trovarsi in
cambusa,
esattamente nel luogo in cui si era addormentato con quella testa
d'alga dopo aver fatto sesso.
Con una certa difficoltà,
Sanji si
districò dalla
morsa d'acciaio dello spadaccino - che continuava a ronfare
tranquillamente come se nulla fosse, anche se aveva mugugnato qualcosa
fra sé e sé - e, dopo essersi issato a sedere
sulla
branda, si passò rapido il dorso di una mano sulla fronte,
facendo mente
locale in un attimo. Se non fosse stato un cuoco, e non fosse stato
certo che la cena che aveva lui stesso preparato e mangiato era
perfetta in ogni minimo dettaglio, avrebbe di sicuro dato la colpa di
quel fottutissimo incubo ad una dannatissima indigestione. Forse la
colpa era da imputare a quel cretino di un Vice Capitano, chi poteva
dirlo. In fin dei conti si era comportato in modo più strano
del
solito, e probabilmente ciò aveva influito anche sui suoi
sogni.
Sanji scosse il capo e
sbuffò, allungandosi per
prendere
i pantaloni e cercare il suo prezioso pacchetto di sigarette. Non
sarebbe mai più andato a dormire con quello stupido marimo
in
quell'altrettanto stupida cambusa. Promesso.
_Note inconcludenti dell'autrice
Io. Amo.
Prendere per il culo. Sanji. E anche fare in modo che i personaggi
abbiano sogni strani e si
sveglino tutti spaventati, aye. In fin dei conti molte situazioni sono
assurde e inserire dunque
scenette di questo genere mi sembra abbastanza divertente, anche
perché come cacchio si inserisce la scena in cui Franky si
mangia quel poveraccio di Brook e giustificare in questo modo la paura
di Sanji nei suoi confronti? x)
Sto cominciando a straparlare e non capisco più quello che
sto
dicendo, perdonatemi u_u però, aye, c'è anche qui
lo
ZoSan, come si può benissimo notare dal finale e dal
riferimento
a Thriller Bark u_u
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Capitolo 16 *** Situation for two (with a glass of tea) ~ Franky x Robin ***
Situation for two
Titolo: Situation for
two (with a glass of tea)
Autore: My
Pride
Fandom: One
Piece
Tipologia: Flash
Fiction [ 692 parole fiumidiparole ]
Personaggi: Franky
"Cutty Flam", Nico Robin [ Franky x Robin ]
Situazione: #6. Franky
e Nico Robin finiscono nei guai. Ci deve essere un piede di porco o un
pappagallo o un cane impagliato.
Genere: Generale, Vagamente
Comico, Vagamente Sentimentale
Rating: Verde /
Giallo
Avvertimenti: Slice of
life, Assurdità sparse, What if?
30 modi di amare,
più qualche delizia: Pacchetto kiss
› Bacio a fior di labbra
ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.
L'idea
iniziale, nella testa di Franky, comprendeva una piccola uscita a due -
e per due intendeva lui e Robin, senza quello scemo di Sanji che li
perseguitava con aria incazzata - contornata da una piacevole
chiacchierata seduti al tavolino di un bel localino, magari con una
bella tazza di the al limone, il preferito della sua compagna. Peccato,
però, che i marines avessero messo lui i bastoni fra le
ruote e
fosse stato costretto a perdere la maggior parte del suo tempo a
liberarsi di loro e a fare in modo che perdessero le loro tracce, non
riuscendoci immediatamente come aveva sperato.
Il problema era sorto dopo. Lontani
chissà quanto
dalla
scogliera dinanzi alla quale avevano ormeggiato la Sunny e con i
marines ancora alle calcagna - avrebbe sì potuto eliminarli
in
un attimo, ma c'era da calcolare il fattore discrezione,
cosa che in quel periodo avevano cominciato ad adottare dopo la loro
fuga da Thriller Bark - si erano ritrovati in un negozio che definire
sinistro sarebbe stato un eufemismo. Ovviamente Robin aveva cominciato
ad osservare i dintorni e tutti gli oggetti bizzarri ivi contenuti con
un certo interesse, richiamando l'attenzione dell'ometto tarchiato
dietro al bancone.
«E questo qui?»
chiese di punto in bianco l'archeologa, fissando dall'alto in basso
quello che, accidenti, sembrava avere tutta l'aria di un cane
impagliato. Ricordava più che altro quel cerbero con una
testa di volpe che avevano visto a Thriller Bark, a ben pensarci, e
forse era stato proprio quel particolare a richiamare l'attenzione di
Nico Robin. O, molto più semplicemente, la spiegazione stava
nel fatto che la donna fosse sempre stata attratta da simili diavolerie
e orrori.
L'ometto aggirò il bancone e
le si
avvicinò a passi rapidi e guardinghi, tenendo di tanto in
tanto d'occhio Franky - che, tra l'altro, non si era mosso
dall'angolino in cui si era rifugiato,
troppo concentrato nel sentire i suoni provenienti da fuori - come se
volesse evitare che rubasse qualcosa, dato che secondo il suo parere
aveva un'aria sospetta. Beh, quel nanetto poteva tranquillizzarsi: in
quel buco non c'era niente che il carpentiere considerava di valore,
nemmeno il piede di porco placcato di nero che si trovava incatastato
in quello che aveva tutta l'aria di essere un teschio.
«Questo
è un cane mangiauomini che un mio trisavoro uccise ed
impagliò», cominciò il negoziante, con
il tono viscido che ci si sarebbe aspettati da un tipo con gli
occhietti neri come quelli di un topo. «Viene
considerato un portafortuna da molti, mia cara signorina»,
soggiunse, e non appena sfiorò con una mano l'avambraccio
della donna con fare lascivo, Franky si frappose immediatamente fra
loro con la sua enorme mole, guadagnandoci una risatina da Robin e uno
sguardo terrorizzato dal povero ometto.
«Non ci
interessa, grazie», borbottò, trascinando fuori da
lì l'archeologa senza che quest'ultima facesse questioni. In
fin dei conti a cose come i portafortuna non ci aveva mai creduto, e in
quel negozio, oltre quello strambo cane impagliato, non c'era niente
che la interessasse davvero. Nemmeno un libro sull'archeologia del
posto, se proprio voleva essere pignola.
«Devi averlo spaventato davvero tanto, poverino»,
esordì di punto in bianco Robin, gettando un'occhiata alle
sue spalle per osservare distrattamente il negozio dal quale si stavano
allontanando sempre di più. Le veniva da sorridere, forse
perché non era la prima volta che Franky si ritrovava a dar
sfoggio a tutta la sua gelosia. Una delle sue vittime era stato Usopp,
in fin dei conti. E anche Sanji più e più volte,
sebbene quest'ultimo non ne volesse sapere di arrendersi nonostante le
ammonizioni del cyborg e dello spadaccino.
«Meglio
così», bofonchiò per tutta risposta il
carpentiere, facendo sollevare a Robin lo sguardo al cielo.
«Franky»,
lo richiamò poi all'ordine, e quest'ultimo ebbe appena il
tempo di
voltarsi nella sua direzione prima di sentire le rosee e morbide labbra
di lei premere contro le sue, regalandogli un bacio che durò
solo un attimo, appena uno sfiorarsi, ma che gli parve quasi protrarsi
per attimi infiniti che gli mandarono in tilt il cervello.
Beh... in fin dei conti, per quanto quella
sottospecie di appuntamento non si
fosse svolto esattamente
come aveva immaginato, per lui si
era risolto nel migliore dei modi.
_Note inconcludenti dell'autrice
Era
da tantissimo tempo che volevo scrivere una Franky x Robin che non
comprendesse il rating rosso - la p0rn fest ringrazia sentitamente per
l'essere stata sfruttata in quel modo -, e, anche se ammetto che questa
cosetta fa un po' cagare, mi è piaciuto concentrarmi
maggiormente sul lato sentimentale della cosa e lasciare un pochino da
parte lo sclero che permea tutta la raccolta
Non che questa flash fiction si salvi dalle restanti, eh...
è
comunque sclerotica, però ha quel pizzico di sentimentalismo
in
più che non guasta mai, quando si tratta di personaggi del
genere x)
Aye, sono questo tipo di personaggi che mi provocano un fluff infinito,
stesso dicasi per Rufy e Nami. E, a tal proposito, credo proprio che la
prossima flash comprenderà proprio loro. Dipende solo se mi
viene l'idea per quella determinata situazione x)
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Capitolo 17 *** King, queen and chocolate cake ~ Rufy x Nami + Ace ***
King, queen and chocolate cake
Titolo: King, queen
and chocolate cake
Autore: My
Pride
Fandom: One
Piece
Tipologia: Flash
Fiction [ 603 parole fiumidiparole ]
Personaggi: Portgas D.
Ace, Nami, Monkey D. Rufy [ Rufy x Nami + Ace ]
Situazione: #5. Nami
e Ace hanno una cotta per la stessa persona oppure una torta da finire.
Genere: Generale, Vagamente
Comico, Vagamente Sentimentale, Introspettivo
Rating: Verde /
Giallo
Avvertimenti: Slice of
life, Assurdità sparse, What if?
ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.
Nami
continuò a sorseggiare distrattamente il drink che Sanji le
aveva portato in attesa del dolce, continuando a far vagare lo sguardo
da Rufy, come al solito seduto sulla polena della Merry ad osservare il
mare che si stagliava all'orizzonte, a suo fratello Ace, accovacciato
poco distante, che aveva momentaneamente accettato di viaggiare con
loro prima di riprendere il proprio cammino.
In verità la navigatrice era
ancora alquanto scettica
riguardo al legame che li univa, e, sebbene Rufy le avesse spiegato
più volte come stavano le cose, dal momento in cui avevano
lasciato Alabasta aveva visto Pugno di Fuoco girare sempre intorno al
suo Capitano, crollando di tanto in tanto sul ponte a peso morto prima
di riprendersi come se nulla fosse. In un primo momento, e lo ammetteva
spudoratamente, lei aveva trovato spaventosi quei suoi improvvisi
attacchi di narcolessia, forse perché la prima volta che era
successo le era caduto addosso e si erano ritrovati a rovinare
distrastrosamente a terra. E, accidenti, aveva creduto che fosse morto
fra le sue braccia, quel cretino.
Il punto non era quello,
però, quanto più il
sentimento che Portgas sembrava provare nei confronti di Rufy. Okay,
probabilmente non avrebbe dovuto essere gelosa di Ace - in fin dei
conti Rufy le aveva più volte dimostrato quanto tenesse a
lei,
sin da quando l'aveva salvata da Arlong, sebbene lei li avesse al
principio traditi -, ma certe volte le sembrava che il suo affetto
andasse ben oltre a quello fraterno, quando erano insieme. Magari era
semplice paranoia, però era dubbiosa e supponeva che Ace
avesse
una cotta per Rufy.
A quei suoi stessi pensieri scosse
energicamente il capo,
bevendo un altro lungo sorso del suo buon Paradise. Oh, quant'era
stupida! Si stava comportando come una ragazzina, ecco tutto. Vedeva
fantasmi anche dove non c'erano, e forse si stava anche immaginando il
bacio sulla fronte che Ace aveva appena regalato a un Rufy sceso
proprio in quel momento dalla polena. Forse.
Sbatté più volte le palpebre e guardò
meglio,
vedendoli semplicemente mentre si avviavano verso la cucina,
sicuramente affamati entrambi e desiderosi di mettere di tutto sotto i
denti. Beh, aye, aveva senza dubbio una fervida immaginazione, se si
immaginava cose del genere. O forse Rufy aveva qualcosa che non andava
e l'unica ad essersene resa conto era stata lei.
Con
la coda dell'occhio vide anche l'avvicinarsi di Zoro, che di solito era
quello che più di tutti riusciva a comprendere Cappello di
Paglia, e mai come in quel momento il suo arrivo le parve
provvidenziale. «Zoro»,
lo chiamò, e lui si girò nella sua direzione con
un
sopracciglio inarcato, quasi fosse infastidito da quell'interruzione. E
per quell'espressione le spiegazioni erano solo due: stava andando a
prendere del sake o, cosa molto probabile, a rompere le scatole a Sanji.
«Che vuoi?»
borbottò, ma la navigatrice non si fece scoraggiare dal tono
nervoso, continuando.
«Non ti sembra che Rufy sia un po' strano?»
domandò, facendo aggrottare la fronte al Vice Capitano.
Quest'ultimo scrollò poi le spalle in un gesto che avrebbe
potuto significare tutto o niente, grattandosi dietro al collo con
nonchalance.
«Per niente. Perché?»
Nami aprì la bocca per rispondere, venendo immediatamente
interrotta da un grido proveniente dalla cucina, prima che da essa
uscissero a velocità supersonica Ace e Rufy, quest'ultimo
con il
viso e la bocca imbrattate di glassa al cioccolato.
«Rufy,
chi ti ha detto che potevi mangiare la torta di Nami-san?!»
berciò Sanji, correndogli dietro con fare adirato sotto lo
sguardo accigliato, ma al contempo rasserenato, della navigatrice, che
si ritrovò a ridacchiare qualche istante dopo con fare
divertito.
Beh, poteva smetterla di preoccuparsi:
quello scemo di un
Capitano era sempre il solito.
_Note inconcludenti dell'autrice
E
finalmente sono riuscita a scrivere anche questa piccola Rufy x Nami in
cui compare anche Ace x)
Okay, non è niente di che, però io adoro questi
due e
avevo tanta voglia di scrivere una cosettina demenziale e sentimentale
al tempo stesso, in cui Nami si preoccupa un po' per la relazione che
la lega alla sua dolce metà
Rufy è sempre un po' scemotto, certo, ma non è
adorabile proprio per questo? ♥
Alla
fine ci ho
messo anche la torta della situazione oltre alla cotta di Nami e Ace
per il Capitano, ed era ovvio che la storia si concludesse con
l'ingurgitazione della suddetta torta da parte del nostro caro ragazzo
di gomma u_u
In settimana - o forse sarebbe più giusto dire
lunedì o
giù di lì - dovrei riuscire anche ad aggiornare
la
raccolta Waiting
for ~ 30 Shattered Pieces
con il ventiduesimo capitolo, anche se non prometto nulla... ho un
esame abbastanza importante e, mio malgrado, devo studiare parecchio se
voglio passarlo u_u
Anyway!
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Capitolo 18 *** Happy birthday to you, fuckin' girl ~ Robin x Nami ***
Happy birthday to you
Titolo: Happy
birthday to you, fuckin' girl
Autore: My
Pride
Fandom: One
Piece
Tipologia: Flash
Fiction [ 523 parole fiumidiparole ]
Personaggi: Nami, Nico
Robin [ Robin x Nami ]
Situazione: #15. Nami
non è stata invitata alla festa di compleanno di Nico Robin
e intende fargliela pagare.
Genere: Generale, Vagamente
Comico, Sentimentale
Rating: Verde /
Giallo
Avvertimenti: Shoujo ai,
AU, Slice of
life, Assurdità sparse, What if?
ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.
Quella era
stata la goccia che aveva fatto traboccare il vaso.
Poteva capire che, da un po' di tempo a
quella parte, la sua
compagna aveva dimezzato i momenti in cui potevano vedersi
perché aveva un esame importante alla facoltà di
archeologia e aveva dunque bisogno di studiare come una bestia, ma le
sembrava a dir poco assurdo il fatto che avesse festeggiato il suo
compleanno - così aveva sentito dire in tutto l'istituto,
almeno
- senza nemmeno invitarla. Aveva avuto persino il dubbio che volesse
piantarla, e, per quanto fosse una tipetta tutto pepe, avrebbe anche
potuto accettarlo, se glielo avesse detto in faccia. Quei sottefugi per
non vederla, però, non le andavano per niente
giù, ed era
dunque più che convinta dell'idea che era baluginata nella
sua
testa non appena aveva saputo di quel colpo basso da parte di Robin,
che aveva persino invitato Franky. Franky,
accidenti!
Era risaputo da tutti che lui aveva una cotta per la ragazza, per
quanto sapesse che fosse lesbica e anche impegnata. Beh, l'avrebbe
fatta pagare ad entrambi, poco ma sicuro. Ed era più che
capace
di spaccar loro la testa senza nemmeno pensarci due volte.
«Nami-swan ~♥».
La voce gioviale di Sanji, il ragazzo che frequentava economia
domestica insieme ad un suo
vecchio amico di infanza,
quell'armadio a quattro ante di Zoro - assolutamente negato per quella
materia, dunque non riusciva proprio a capire perché diavolo
si
ostinasse a seguire i corsi -, le giunse alle orecchie come un trapano
e la risvegliò dai suoi pensieri, rendendosi così
finalmente conto di essersi fermata nel bel mezzo del corridoio per una
buona decina di minuti. Oh, dannazione. Quella storia l'avrebbe fatta
uscire di matto.
La ragazza ebbe appena il tempo di
girarsi nella sua direzione,
prima di vedere Zoro afferrare Sanji per il colletto della divisa e
trascinarselo dietro tra un borbottio e l'altro che
suonava tanto come un «Abbiamo lezione»,
ignorando le lacrime agli occhi del povero biondino e le mani che si
agitavano inutilmente nel vuoto. Quei due erano uno più
scemo
dell'altro. Si lasciò sfuggire un sospiro e fece per
andarsene,
ma con la coda dell'occhio vide l'avvicinarsi della figura dell'ultima
persona che avrebbe mai voluto incontrare in quel momento. C'era
sicuramente qualcuno che la odiava, non c'era altra spiegazione.
«Nami»,
cominciò la futura archeologa, ma la ragazza alzò
una mano e la interruppe.
«Non dire niente, Robin, ho già capito»,
borbottò poi. «Vuoi
mollarmi», soggiunse, e si irritò maggiormente
quando
sentì la sua ex ridere, vedendola abbozzare un sorriso prima
di
farsi più vicina, ad una spanna da lei, tanto che sarebbe
bastato chinare appena il viso per far sì che le loro fronti
si
sfiorassero.
«Non
proprio», rimbeccò, poggiandole un dito sulle
labbra come
se volesse zittirla, allargando maggiormente il sorriso. «Il
mio compleanno è oggi,
Nami»,
le disse con tranquillità inaudita prima di passarle le
braccia
intorno ai fianchi, e Nami si sentì una perfetta stupida.
Come
aveva fatto a non accorgersene prima? Eppure stavano insieme da
più di tre anni, non avrebbe dovuto dubitare in quel modo
per
una cosa così idiota.
Si guardarono entrambe negli occhi e
risero, sigillando quell'attimo nella semplicità d'un bacio.
_Note inconcludenti dell'autrice
E con
questa ho anche realizzato uno dei miei buoni propositi ficcynari per
l'anno nuovo. Aye, a me piace anche il femslash e la coppia Robin x
Nami, non
è mica la prima volta che creo una cosetta del genere in cui
le
due belle ragazze compongono una coppia a dir poco esplosiva. E, nay,
lo ZoSan nel centro della storia non ve lo siete per niente sognati x)
Non è detto in modo esplicito perché volevo
concentrarmi
sul punto di vista di Nami e sulla sua credenza che Robin volesse
lasciarla, però, beh, per chi vuol vedere lo ZoSan, allora
lo
ZoSan c'è di sicuro u_u ah, come spero si sia notato, questa
qui
è stata un pochino più sentimentale delle altre
flash
Okay, ciò detto, la pianto di perdere tempo e scappo, dato
che non dovrei essere qui x)
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Capitolo 19 *** I think I'm gonna die (don't leave me alone) ~ Zoro x Usopp ***
I think I'm gonna die
Titolo: I think I'm
gonna die (don't leave me alone)
Autore: My
Pride
Fandom: One
Piece
Tipologia: Flash
Fiction [ 711 parole fiumidiparole ]
Personaggi: Roronoa
Zoro, Usopp [ Zoro x Usopp ]
Situazione: #14. Zoro,
Usopp e un orso polare. Che magnifica avventura! O forse no.
Genere: Generale, Vagamente
Comico, Vagamente Sentimentale
Rating: Verde /
Giallo
Avvertimenti: Shounen
ai, Slice of
life, Assurdità sparse, What if?, Linguaggio colorito
ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.
Quella
situazione non gli piaceva per niente.
Usopp aveva continuato a ripeterselo per
tutto il tempo in cui
aveva seguito Zoro, ricordandosi troppo tardi che lo spadaccino,
purtroppo, possedeva un senso dell'orientamento pari allo zero.
Lasciando che fosse lui a guidarlo fra la neve alta fino alle caviglie,
dunque, aveva praticamente firmato la sua condanna a morte. E adesso,
persi nel bel mezzo del nulla, era certo che avrebbe finito i suoi
giorni in quel posto, probabilmente sbranato da una bestia feroce. Una
prospettiva orribile, non c'era che dire.
Il cecchino sentì un peso sul
cuore mentre avanzava fra la
coltre bianca e gelida. Oh, che vita infelice, la sua. Non aveva
nemmeno mai avuto una ragazza, e l'unica persona che aveva baciato fino
a quel momento lo stava conducendo a morte certa, per quanto
continuasse a ripetere che sapeva perfettamente dove stava andando.
Och, sicuro. Lui poteva allungarsi come Rufy, allora. E la sua era pura
e semplice ironia.
«Zoro,
sei davvero sicuro che questa qui sia la direzione giusta?»
si
decise infine a chiedere con voce tremante, facendosi ancor
più
vicino a lui quando, fra la boscaglia, sentì il richiamo di
quello che doveva di sicuro essere un lupo. Si avvinghiò poi
al
suo braccio, ignorando lo sbuffo a cui lo spadaccino diede vita, e
ricominciò a guardarsi intorno, con un groppo in gola non
indifferente. Era certo che qualcosa fosse in agguato in quello stupido
posto, e quel qualcosa era di sicuro enorme, peloso e dannatamente
pericoloso.
«Non
comincerai anche tu a rompere le palle come quel cuoco di merda,
spero», borbottò in risposta il Vice Capitano,
sentendo la
presa al suo braccio divenire più ferrea.
«Ma
di qua ci siamo già passati», fece notare Usopp,
abbassando gli occhi per vedere che, effettivamente, la neve ancora
fresca segnava le impronte che avevano lasciato precedentemente.
L'aveva detto che sarebbe morto, seguendo quel cretino del suo
compagno. Non poteva andare in quella foresta insieme a Sanji o Franky?
Almeno quei due non si sarebbero persi e avrebbe avuto la
possibilità di tornare vivo alla nave.
«Ti sbagli»,
bofonchiò nuovamente lo spadaccino, anche se aveva
adocchiato a
sua volta le impronte. Oh, dannazione. Avrebbe preferito fare harakiri,
piuttosto che ammettere che non aveva la benché minima idea
di
dove fossero. E poi, beh, male che fosse andato, in qualche modo
sarebbero riusciti a trovare la strada di ritorno. «Stiamo
soltanto facendo il giro più lungo».
«Quindi
ci siamo persi», rimbeccò il cecchino,
rimediandoci
un'occhiata di fuoco dal compagno prima che quest'ultimo liberasse il
proprio braccio dalla sua morsa, anche se con suo disappunto.
«Non
ci siamo persi, nasone, e ora vedi di stare zitto se non vuoi che ti
molli qui», sbuffò, allontanandosi a grandi passi
con fare
nervoso, venendo immediatamente seguito da Usopp.
«Non
lasciarmi solo, Zoro!» piagnucolò, accostandosi
ancora una
volta a lui e ricominciando a guardarsi in giro con estrema attenzione.
Beh, in quel momento gli sembrava che stare vicino a quello scemo fosse
la cosa migliore da fare. Aveva di sicuro i riflessi più
pronti
dei suoi, ed era certo che, se fosse successo qualcosa - qualsiasi
cosa, aggiunse -, l'avrebbe salvato. Gli aveva promesso che l'avrebbe
protetto in caso di pericolo, no? E tutti sapevano quanto Zoro
mantenesse la parola data.
Il cecchino non seppe esattamente quanto
tempo passò, ma
quel di cui era sicuro era che non sentiva più le gambe, i
piedi
e le estremità delle mani. Il freddo si stava intensificando
e,
se non fossero riusciti a ritrovare presto il resto della ciurma,
avrebbero dovuto almeno fare in modo di non morire assiderati. E
sperava vivamente che Zoro accendesse un fuoco, anziché
pensare
anche solo per un momento di scaldare entrambi facendo sesso.
Un suono gutturale alle sue spalle
richiamò
immediatamente la sua attenzione, e fu con un certo nervosismo in corpo
che si voltò, trovando a pochi centimetri di distanza un
orso
alto più di due metri. Sbiancò in un lampo e poco
ci
mancò che svenisse, cominciando a pregare in un qualunque
Dio
prima del momento della fine. Sarebbe morto. L'aveva detto sin dal
principio. Quando vide Zoro lanciarsi contro l'orso, però, e
sguainare una delle sue spade per abbatterlo, il battito impazzito del
suo cuore cominciò a placarsi e un bizzarro sorriso
spuntò sulle sue labbra.
Forse non sarebbe morto davvero,
dopotutto.
_Note inconcludenti dell'autrice
E
cominciamo il nuovo mese con una Zoro x Usopp! Nay, non è un
pesce d'aprile, è semplicemente
il compleanno di Usopp ed è la seconda volta che scrivo una
Zoro x Usopp - ah, questa può
essere tranquillamente considerata il seguito o il prequel della flash
fiction Pretty
Little Liar -, e il pairing comincia stranamente a
piacermi parecchio u_u
Sarà anche a causa delle fan art che trovo - come quella del
banner iniziale, tanto per dirne una, disegnate piuttosto bene e
davvero carinissime -, o forse perché... boh, Usopp in fin
dei
conti mi fa ridere, associato ad un personaggio come Zoro u_u
E' in qualche modo adorabile, ecco u_u
Okay, lasciate perdere lo sclero di questa povera pazza, ma di tanto in
tanto ci vuole un piccolo sclero, specialmente quando le situazioni
della challenge si riducono a questo
Ecco a cosa serve il senso dell'orientamento di Zoro x)
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Capitolo 20 *** Argh! Call a doctor! (that's you!) ~ Sanji x Zoroko, Brook + Chopper ***
Argh! Call a doctor! (that's you!)
Titolo: Argh! Call a
doctor! (that's you!)
Autore: My
Pride
Fandom: One
Piece
Tipologia: One-shot
[ 1122 parole fiumidiparole ]
Personaggi: Tony Tony
Chopper, Brook [ Brook + Chopper ], Roronoa Zoro, Sanji Black-Leg [
Sanji x Zoroko ]
Situazione: #3. Chopper
ha una malattia imbarazzante. Brook lo aiuterà o se ne
approfitterà?
Tabella/Prompt: Bevande
› 15. Orgasmo
Celestial
Sunshine 10&Lode: #02. Aridità
Genere: Generale, Vagamente
Comico, Vagamente Sentimentale
Rating: Verde /
Giallo
Avvertimenti: Slice of
life, Assurdità sparse, Genderswap, What if?, Linguaggio
colorito
Benvenuti al banco dei prompt:
Pacchetto fluff › 07. Orgoglio
Di peccati e di virtù:
Carità
› Genderbender
ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.
Sollevare
quei pesi abnormi con quel corpo femminile non era per niente facile, e
forse era proprio quella la causa del nervosismo che aveva attanagliato
l'ormai spadaccina. Dopo essersi fatto prestare da Nami una maglia che
non rischiasse di mostrare per l'ennesima volta al mondo intero il suo
seno - le maglie che possedeva, difatti, erano purtroppo troppo grandi
per la taglia che si ritrovava in quel determinato frangente - e aver
optato per un pantaloncino corto - aveva sì storto il naso,
ma gli era sembrato il ripiego migliore, poiché mai e poi mai
avrebbe indossato una stupida gonna, aveva ancora il suo
orgoglio, dannazione - anche a causa
dell'afa che aveva
investito la Sunny, in quei giorni molto simile ad un deserto arido e
senza oasi per chilometri e chilometri, Zoro aveva provato a scaricare
la tensione accumulata con i soliti allenamenti, tentando al tempo
stesso di scacciare dalla sua mente quell'assurda situazione in cui si
erano ritrovati.
A parte le solite lamentele di Nami, che
non la smetteva di
ripetere che essere un uomo era tutt'altro che semplice e che voleva
tornare donna - come se lui si divertisse, poi, ad avere due tette
enormi e un fisico mingherlino che gli serviva a ben poco -, Rufy e
Usopp avevano cominciato a prendere la cosa con più calma,
sebbene di tanto in tanto anche il Capitano si lagnasse
perché lo stomaco del povero cecchino, per lui, era troppo
piccolo e non riusciva quindi a gustarsi appieno le pietanze che
venivano servite a tavola.
Chi sembrava davvero
divertito da tutto quel putiferio, invece, era proprio Sanji. Non la
smetteva di volteggiare come un idiota avanti e indietro per la nave,
riservando le sue attenzioni a Robin - come suo solito, d'altronde -, a
Brook, che per quanto fosse uno scheletro era pur sempre donna, e a
lui, anche se gli aveva più volte ripetuto che lo trovava
snervante. Erano passati appena pochi giorni e Zoro già non
ne poteva più di averlo intorno, difatti. Sperava solo che
Chopper, rinchiusosi da ore in infermeria, si affrettasse a trovare una
soluzione per tutto quel casino.
«Marimo-chwan
~♥».
Al suono di quella voce, Zoro rischiò di far cadere sul
ponte il peso che sorreggeva precariamente, e fu imprecando a
denti stretti che si voltò nella direzione da cui esso
proveniva, fulminando con lo sguardo quello stupido damerino
volteggiante e sprizzante di altrettanto stupidi cuoricini. «Ti
ho portato un rinfresco, mellorine ~♥»,
soggiunse poi Sanji con un sorriso a trentadue denti stampato in viso,
mostrandogli con fare galante il vassoio su cui troneggiava un unico
bicchiere colmo fino all'orlo.
Tutta quella teatralità, però, riuscì
solo a far sì che Zoro sollevasse un sopracciglio e
sbuffasse. «Solo
perché adesso sono una donna,
cuoco di merda, non voglio favoritismi da te»,
sbottò, cercando di trascinarsi faticosamente dietro il peso
per allontanarsi il più in fretta possibile da lui.
Detestava quel sentirsi debole, detestava quella poca forza nella
braccia e detestava quel cretino d'un cuoco, dannazione. Forse adesso
riusciva davvero
a comprendere le preoccupazioni di Kuina, ma, nel caso in cui Chopper
non sarebbe riuscito a far tornare normali tutti loro, non si sarebbe
scoraggiato e avrebbe continuato ad allenarsi, anche se ci sarebbero
voluti altri dieci anni a causa di quel corpo.
«Almeno
provalo, mellorine ~♥»,
insistette Sanji, e a quel punto la spadaccina lasciò cadere
il manubrio con un tonfo, scavalcandolo per afferrare il cuoco per il
colletto della camicia e fissarlo con astio direttamente negli occhi,
almeno per quanto concessogli dalla statura ben più bassa
del solito.
«Se non la pianti di chiamarmi così ti sfondo il
culo, damerino del cazzo»,
sibilò, e, sebbene il suo tono fosse cupo e minaccioso,
Sanji non sembrò prenderlo esattamente come tale,
poiché si limitò a sollevare un angolo della
bocca in un sorriso e a poggiare delicatamente la mano libera su quella
del Vice Capitano, allontanandogliela con destrezza.
«Provalo, Zoro»,
disse poi tranquillamente, quasi volesse fargli il contentino.
Zoro lo fissò difatti con fare piuttosto
guardingo, e fu con altrettanta incertezza che allungò
titubante una mano per afferrare il bicchiere, annusandone il contenuto
con una piccola smorfia. «Che roba è?»
gli venne spontaneo chiedere, e prima ancora che se ne rendesse conto
Sanji annullò del tutto le distanze fra loro, passandogli un
braccio intorno ai fianchi con una nonchalance inaudita. Ignorando poi
la strana espressione sconcertata che si dipinse sul volto di Zoro, si
limitò a chinarsi verso il suo viso e a sfiorargli il lobo
sinistro e gli orecchini con le labbra, sussurrando, «Un Orgasmo, mio dolce
fiorellino
~♥»,
prima di palpargli il sedere senza tanti complimenti. E fu a quel punto
che Zoro reagì, sguainando immediatamente la sua Ichimonji
per puntargli la punta lama alla gola. «Che
cazzo credi di fare, cuoco di merda?!»
berciò in tono isterico, correndogli dietro con la ferma
intenzione di farlo a fette una volta per tutte. Non ci sarebbero stati
ma, perché o come, questa volta.
Sanji non sembrava essere dello stesso
avviso,
però, giacché non faceva altro che schivare i
suoi colpi senza contrattaccare come suo solito, e tutto a causa di
quella sua stupida galanteria. Un altro punto a suo sfavore,
poiché Zoro aveva sempre odiato atteggiamenti del genere e
simili favoritismi. La spadaccina gli si gettò contro con
rinnovato vigore, ma si fermò ben presto, forse a causa
dell'urlo disumano proveniente dall'infermeria.
Il primo ad accorrere fu Brook, che
aveva a sua volta
sentito il grido e si era precipitato a vedere che cosa fosse successo.
Lo scheletro spinse piano la porta e gettò un'occhiata
veloce oltre la soglia, e si sarebbe anche accigliato non poco se
soltanto avesse posseduto le palpebre. «Chopper-san?»
chiamò preoccupato, e, per quanto avesse cominciato a
sentire la pelle d'oca - oh, che sbadato, lui la pelle non l'aveva, yo-hohoho -,
entrò in infermeria e si guardò intorno,
localizzando ben presto la figura del piccolo dottore. Tremava dalla
testa ai piedi e aveva qualcosa di strano, e Brook ci mise un po' a
capire che non aveva più quella bella e morbida pelliccia
che erano abituati a vedere.
«La formula
era sbagliata», pigolò Chopper, lo sguardo fisso
sul pelo che aveva perduto.
Brook gli si avvicinò e gli poggiò le mani
scheletriche sulle spalle esili, carezzandogliele come per confortarlo.
«Yo-hohoho
♪~ Ci penso io, Chopper-san, non preccuparti»,
cinguettò con voce tenorile, e avrebbe anche sorriso con
fare rassicurante, se avesse potuto. «Ho
un'idea che risolverà la cosa in quattro e quattrotto fino a
che non ti ricrescerà il pelo».
Seppur scettico, la piccola renna lo
lasciò fare,
rendendosi ben presto conto di aver commesso un madornale errore di
valutazione. Perché se l'idea
di Brook per aiutare Chopper era cospargerlo di miele e incollargli
addosso delle piume di piccione, beh, allora aveva toppato alla grande.
_Note inconcludenti dell'autrice
Oddio,
boh, non ho idea di cosa mi sia fumata, ma era troppo divertente
collegare le flash fiction precedenti e scrivere una scena in cui
Sanji fa finalmente la parte del pervertito con Zoro... e Zoroko dice
più parolacce di uno scaricatore di porto,
aye. Ma è pur sempre il marimo, dunque non dovrei
meravigliarmi se poi vengono fuori cose del genere, ecco u_u
Anyway! Non so bene che cosa dire o cosa spiegare, per questa one-shot,
dove il piccolo e carissimo Chopper ha purtroppo pagato le conseguenze
di tutto quel casino u_u
L'idea dalla quale ero partita comprendeva solo Chopper e Brook,
però, boh, alla fine ha avuto una vita a se stante ed ecco
il risultato x)
Ah, ovviamente il cocktail che offre Sanji a Zoro è il
famoso Orgasmo,
che si prepara con amaretto, kahlua e Baileys - ed è buono
un
accidente 'sto coso, anche se il nome è ambiguo x) -
e
ho scelto quello anche ad indicare un po' la perversione di Sanji e
il suo gesto di toccare il culo alla spadaccina. Aye, potete
picchiarmi u_u *Scappa*
Commenti
e critiche, come sempre, son ben accetti :3
Alla
prossima. ♥
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Capitolo 21 *** Try again, Chopper-san ~ Sanji x Zoro, Chopper Centric ***
Try again, Chopper-san
Titolo: Try again,
Chopper-san
Autore: My
Pride
Fandom: One
Piece
Tipologia: One-shot
[ 1322 parole fiumidiparole ]
Personaggi: Tony Tony
Chopper, Mugiwara
Situazione: #24. Oh
no, Chopper! Il tuo piano è fallito. Ora ti tocca pulire.
Tabella/Prompt: Bevande
› 02. Cedrata
Celestial
Sunshine 10&Lode: #03. Bel tempo
Genere: Generale, Comico,
Vagamente Sentimentale
Rating: Verde /
Giallo
Avvertimenti: Slice of
life, Assurdità sparse, Character Alternation, Genderswap,
What if?
ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.
Quel piano
per riportare tutto alla normalità gli era sembrato
perfetto, al principio.
Aveva passato ore ed ore in infermeria -
riuscendo
fortunatamente a farsi ricrescere la sua preziosa pelliccia, giurando a
se stesso di prestare maggior attenzione alle dosi - e aveva trovato
una soluzione alquanto presentabile, mescolando quelle che gli erano
parse essere le sostanze giuste. Adesso, però, con tutti i
suoi
nakama riuniti sul ponte e l'ampolla di antidoto ben stretta fra le
zampe, Chopper non era più tanto sicuro della riuscita di
esso.
Sarebbe davvero stato capace di aiutare i suoi compagni e a rimediare a
tutto quel casino? Oh, sperava vivamente di sì, dato che era
passata ben più di una settimana e le cose non si erano per
niente svolte per il meglio. Zoro aveva difatti provato più
e
più volte ad affettare sul
serio
Sanji, giacché quest'ultimo, sprezzante del pericolo che
correva
ogni qual volta si avvicinava a lui, non aveva smesso nemmeno per un
attimo di chiamare il Vice Capitano con nomignoli affettuosi e a
riempirlo di attenzioni al quale non era per niente abituato,
approfittandone persino per dare qualche palpatina qua e là
e
richiamando su di sé le ire della spadaccina.
Chopper abbassò le palpebre e
si fece coraggio,
stappando l'ampolla sotto lo sguardo di tutti i presenti. «Non
vi assicuro niente»,
gli parve giusto informarli, dato che non era certo degli effetti che
quell'antidoto avrebbe avuto su di loro. «Potrebbe
succedere di tutto, ma potrebbe anche non funzionare affatto. Siete
certi di volerlo provare?»
«Certo
che sì, che domande fai?» sbottarono all'unisono
Nami e
Zoro, entrambi desiderosi di riaquistare il proprio sesso. Erano stati
giorni infernali, persino sul punto di vista dell'igiene personale -
che razza di persona si faceva delle docce ad occhi chiusi ed evitava
di passarsi il sapone sulla pelle per non toccare il proprio
corpo, accidenti? -, e non vedevano l'ora di poter tornare se stessi
una volta per tutte, senza preoccuparsi di possibili effetti
collaterali. Tanto peggio di così non poteva andare.
Il dottore si arrese ben presto
all'evidenza, specialmente
quando persino Rufy sembrò non essere più nella
pelle di
assaggiare quella medicina, distribuendola ai poveri malcapitati e
facendo poi qualche passo indietro, come se volesse controllarne gli
effetti il più distante possibile da loro. Li vide gettarsi
uno
sguardo veloce prima di bere tutto d'un sorso - Nami storse persino di
poco il naso nell'annusarla, borbottando tra sé e
sé «Sembra
cedrata»,
con fare piuttosto accigliato -, e il
primo a beneficiare
dell'antidoto fu proprio Rufy, che si riscoprì nuovamente
nel
suo corpo di gomma.
«Yosh! Io
sono tornato me stesso, per fortuna!» esclamò
allegramente
il Capitano, tastandosi un po' ovunque con un enorme sorriso. Con la
coda dell'occhio intravide poi le figure dei suoi nakama, e, se
possibile, sorrise ancora di più.
«Oh! Anche Zoro, Nami e Brook sono tornati normali!»
«Quanto
mi piacerebbe poter dire la stessa cosa, Rufy», disse di
punto in
bianco Franky, e al resto della ciurma ci volle davvero poco per capire
che quella sottospecie di antidoto aveva funzionato solo a
metà.
Usopp, difatti, era purtroppo finito nel corpo del carpentiere e
viceversa, ma la cosa che lasciò tutti ancor più
perplessi fu vedere Zoro volteggiare in perfetto stile Sanji in
direzione di Nami e piegarsi poi su un ginocchio prima di afferrarle
una mano, osservandola in viso con occhi ricolmi d'amore.
«Non hai idea di quanto mi faccia felice rivedere la tua
bellezza, Nami-swan ~♥!»
cinguettò, e non appena lo fece sia lui sia la povera
navigatrice rabbrividirono nello stesso istante, tanto che lo
spadaccino si ritrovò a sollevarsi nuovamente in piedi e a
lasciare la mano della ragazza con un certo tremore. «Un
momento... perché diavolo ho la voce di quello stupido
marimo?»
«Te
lo spiego io, cuoco di merda!» esclamò
immediatamente
qualcuno alle sue spalle, ed ebbe appena il tempo di voltarsi prima che
un calcio rischiasse di centrarlo in pieno viso. Si lasciò
sfuggire un'esclamazione soffocata e indietreggiò,
inciampando
nei suoi stessi piedi e tentando di mantenere l'equilibrio mentre gli
occhi, fissi sulla figura che aveva dinanzi, faticavano a riconoscere
la stessa come un qualcosa di reale. Quello che stava osservando era il
suo corpo,
o sbagliava?
«Marimo?»
gli venne spontaneo domandare, e gli parve persino bizzarro vedere una
smorfia dipingersi sul proprio viso.
«Proprio
così, brutto idiota», sbottò lo
spadaccino
con la sua voce, facendo sì che gli sguardi di tutti
corressero
rapidi verso il piccolo Chopper, che si ritrovò a sospirare
e a
scuotere il capo. Un altro buco nell'acqua, grandioso. Beh, almeno era
riuscito a riparare almeno in parte all'errore precedentemente
commesso, per quanto avesse catastroficamente fallito e gli toccasse
ricominciare tutto da capo, adesso.
«Cercherò
di sistemare le cose il più in fretta possibile,
ragazzi»,
rassicurò Chopper, guardando con enorme dispiacere Franky,
Sanji, Zoro e Usopp, o almeno i corpi dei suoi quattro nakama. Con
tutti quegli scambi di personalità e di sesso, era
già un
miracolo che non fossero irrimediabilmente usciti tutti fuori di testa.
Beh, forse Nami ci era vicina, visto che non la smetteva di abbracciare
il proprio corpo e piangere di gioia.
«Lo
spero», borbottò Franky, alzando le braccia
mingherline di
Usopp verso il cielo azzurro prima di mettersi in posa e
atteggiare il
viso ad un'espressione a dir poco pazzesca. «Io
sono troppo super
per un corpo così!»
«Non
c'è fretta, Chopper», sentenziò d'un
tratto Sanji,
e fu terrificante vedere il ghigno che si era dipinto sulle sue labbra
mentre osservava il suo stesso corpo, all'interno del quale era
racchiusa la personalità dello spadaccino, che ebbe un
brutto
presentimento nel rendersi conto del luccichio che passò
come un
lampo nei suoi occhi. Era lo stesso sguardo malizioso che era solito
rivolgere a quel cretino di un cuoco, e in quel momento gli si era
ritorto contro. Oh, dannazione. Perché aveva la certezza che
quel damerino pervertito ne avrebbe approfittato e non poco? «Credò
che abituarmi per un po' al corpo di Zoro sarà piuttosto
facile, dopotutto»,
soggiunse distratto, confermando l'ipotesi del povero Zoro. Merda. Si
prospettava un'altra settimana d'inferno, e stavolta sarebbe scappato
dal suo stesso corpo, che gli si fece più vicino proprio in
quel
momento.
Sanji sorrise - e fu davvero spiacevole,
per Zoro, vedere le
sue
stesse labbra piegarsi in quel modo -, dandogli una poderosa pacca su
una spalla prima di far scivolare una mano lungo i suoi fianchi e
sussurrare, «A
quanto pare stavolta starai sotto,
spadaccino»,
recuperando dalla tasca il pacchetto di sigarette e allontanandosi poi
con una risata che ghiacciò il sangue nelle
vene al Vice Capitano.
«Prova
a
ripeterlo e ti faccio a fette, sopracciglia a ricciolo!»
sbottò il diretto interessato, ricevendoci solo un rapido
sguardo mentre il cuoco, tranquillissimo e con quel ghigno ancora
stampato in viso, si portava una stecca alle labbra, con tutta la ferma
intenzione di accendersela.
«Le tue
katane ce le ho io, spadaccino» gli fece notare poi,
riuscendo
a far schiumare di rabbia il compagno.
«Vorrà
dire che ti sfonderò di pugni!»
«Non osare
rovinare le mie preziose mani, Buddha tutto muscoli!»
«Posso anche prenderti tranquillamente a calci in culo!»
«Allora
provaci se ci riesci, marimo!»
«E tu
comincia a spegnere quella merda, invece di avvelenare il mio
corpo!»
E mentre
quei due litigavano fra loro come al solito, dandosele di santa ragione
nonostante lo svantaggio del momento - Sanji non sapeva maneggiare una
katana con la stessa abilità di Zoro, e quest'ultimo,
d'altronde, non era capace di sfruttare appieno le arti marziali di
Sanji e i suoi calci -, Chopper sospirò per l'ennesima
volta,
sentendo una mano di Robin poggiarsi su una sua spalla come per cercare
di dargli conforto.
«Vedrai
che riuscirai a trovare una soluzione, Chopper-san», lo
rassicurò con un enorme sorriso, e la piccola renna si
sforzò di ricambiare in modo goffo e impacciato, lo sguardo
che
vagava da un capo all'altro della nave come se volesse tener d'occhio
ogni singolo nakama. Avrebbe trovato un rimedio, ne era certo... o
almeno ci avrebbe provato prima che quei due zucconi si accoppassero.
_Note inconcludenti dell'autrice
Nay, dai,
va beh, adesso credo di aver ormai raggiunto il picco della follia, con
questa challenge u_u
Okay, prima di tutto la parte che mi ha fatto ridere come una scema:
immaginare Zoro che volteggia come un cretino Sanji
e sparge cuoricini mentre si dirige verso Nami. Un Character
Alternation del genere è un qualcosa che... boh, non lo so,
mi
fa letteralmente morire, forse perché è assurdo
ai limiti
dell'immaginabile x)
Ovviamente, nay, non è un elogio al SaNami o allo ZoNami -
Nami
è soltanto di Rufy, ecco, e nessuno riuscirà a
farmi
cambiare idea su questa mia convinzione, così come Robin
è solo di Franky ♥
-, e credo che la fine con Sanji che dice chiaramente a Zoro che il
passivo sarà lui, stavolta - e dettagli se il corpo
è il
suo, la personalità è dello spadaccino x) -, non
lascia
spazio a fraintendimenti su cosa volevo trasmettere in quel determinato
pezzo ;)
Ovviamente,
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Capitolo 22 *** I wanna suck your blood, pervert man ~ Vampire!Zoro x Priest!Sanji ***
I wanna suck your blood
Titolo: I wanna suck
your blood, pervert man
Autore: My
Pride
Fandom: One
Piece
Tipologia: One-shot
[ 1272 parole fiumidiparole ]
Personaggi: Roronoa
Zoro, Sanji Black-Leg [ Vampire!Zoro x Priest!Sanji ]
Situazione: #25. AU!
Zoro è un vampiro. Se è già un
vampiro, diventa una mummia.
Tabella AUverse: 67. Vampiri
Genere: Generale, Vagamente
Comico, Vagamente Sentimentale
Rating: Verde /
Giallo
Avvertimenti: Shounen
ai, AU, Slice of
life, Assurdità sparse, What if?
ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.
Il sermone
era finito da più di mezz'ora, ma lui, in quanto uomo di
Chiesa, si era attardato a parlare con i fedeli e a fugare i loro
dubbi, intrattenendo una piacevole conversazione con le più
assidue frequentatrici delle attività extra parrocchiali, le
dolci e bellissime Nami e Robin, prima di defilarsi svelto nel cortile
posteriore dell'edificio.
Per quanto fosse un prete da
più di cinque anni,
ormai, c'era da dire che Sanji, questo era il suo nome, aveva due
brutti difetti: fumava come una ciminiera, amava le donne e non si
vergognava di ammetterlo, mandando il parroco su tutte le furie ogni
qual volta che, conclusa la messa, veniva trovato a flirtare come un
ragazzino con le splendide donne che venivano in Chiesa, rimediandoci
sempre una bella strigliata. Non che gliene fosse mai importato, data
la sua indole, però le punizioni erano degradanti - non se
l'era scordato il bagno dei novizi che era stato costretto a pulire, un
ricettacolo di schifezze che gli aveva fatto storcere il naso per tre
giorni - e i Padre Nostro che era costretto a recitare per fare ammenda
arrivavano addirittura a venti, il più delle volte. Certo,
ci voleva qualcosa di più per farlo pentire e demordere dal
suo modo di comportarsi, e questo qualcosa era grosso, verde e aveva
zanne al posto degli incisivi.
A quei suoi stessi pensieri, Sanji
sospirò,
aspirando a fondo la sigaretta che si era acceso prima di sbuffare
fuori una nuvoletta di fumo azzurrognolo e poggiarsi con entrambe le
braccia sullo steccato del giardino. C'erano sere, proprio come quella
che stava vivendo in quel momento, in cui gli veniva stupidamente da
chiedersi se quel tipo che lo perseguitava come un'ombra fosse in
realtà una punizione divina per i suoi modi di fare. Non
avrebbe mai dimenticato il giorno in cui era cominciata quella storica,
una storia che lo faceva sentire ancor più stupido
nell'insistere a definirsi prete.
Una notte, tornando dalla
città, aveva trovato un
uomo riverso sul portico della Chiesa, con il viso talmente pallido che
aveva creduto che quel tipo fosse morto; quando si era avvicinato,
però, ed era stato afferrato per un polso dalla sua mano
gelida e scheletrica, per poco non si era messo a strillare come una
donnicciola, sentendo il cuore battere freneticamente nel proprio
petto. Era stato proprio quel suono a ridestare quell'uomo, che l'aveva
guardato in viso con l'unico occhio che possedeva prima di biascicare
qualcosa a mezza voce, e Sanji aveva faticato non poco a capire la
parola «Sangue».
Aveva creduto che scherzasse, in un primo momento, dovendo ricredersi
quando quel tipo aveva aperto la bocca per rivelare delle zanne lunghe
e appuntite. Oh, se solo ci pensava adesso, ancora si domandava che
cosa diavolo gli fosse passato per la testa quando aveva accettato di
farlo bere dal suo polso non appena aveva compreso che razza di
creatura fosse. Lui, un uomo di chiesa... che aiutava un dannato
vampiro. A dir poco ridicolo.
«Quella
roba ti ucciderà, prima o poi». Una voce alle sue
spalle lo fece trasalire, e poco ci mancò che Sanji
inghiottisse la sigaretta, tossendo il fumo che non era riuscito a
soffiare via prima che quell'idiota lo cogliesse di sopresa in que modo
assurdo. Si voltò poi nella sua direzione, furente e rosso
in viso.
«Ti ho
detto mille volte che devi piantarla di comparire così
all'improvviso, vampiro del cazzo!» sbottò, ma la
sua affermazione, anziché intimorire il vampiro in
questione, fu solo capace di farlo ridere.
«Hai espressioni a dir poco colorite, per essere un prete»,
lo schernì. «Mai
incontrato un tipo come te, in tanti secoli».
Per tutta risposta, Sanji
sbuffò. «Non
rompere»,
borbottò, per quanto sapesse che quello stupido vapiro
avesse ragione. Il suo linguaggio da scaricatore di porto era un altro
problema, a ben pensarci. Non si meravigliava se Don Zeff aveva
l'irrefrenabile voglia di prenderlo a calci, il più delle
volte. «Che
diamine ci fai qui, piuttosto? Mi sembrava di essere stato chiaro...
non ti voglio qui in giro. E come
diavolo fai ad entrare indisturbato nel perimetro della Chiesa? Ero
convinto che i vampiri non potessero entrare in terra
consacrata».
«Diciamo che io sono un'eccezione»,
si limitò a dire il vampiro, scrollando di poco le spalle
prima di afferrargli il mento con due dita, costringendolo a guardarlo
negli occhi. «O magari
è perché tu mi hai donato il tuo sangue,
ricciolo», soggiunse, facendo guizzare la lingua fra le
labbra per carezzarsi quello inferiore, dando vita ad un suono
gorgogliante che risalì dal fondo della sua gola. E Sanji,
notando il fremere del suo corpo e gli schiocchi di lingua in cui il
vampiro si stava dedicando, fu assalito da un orribile dubbio.
«Ohi... ti sarai mica eccitato?»
domandò insicuro, ma bastò un fugace sguardo
all'occhio dell'altro per dissipare ogni sua incertezza. «Non
ci pensare nemmeno, Zoro. I patti non erano questi».
«Ho bisogno
di bere», rimbeccò immediatamente il vampiro,
deglutendo. «Noi
vampiri ci eccitiamo diversamente da voi essere umani. E l'odore del
tuo sangue», gli cinse i fianchi con un braccio e lo
attirò a sé, ignorando i suoi impropri per
affondare il viso nell'incavo del suo collo e ispirare a fondo, «mi
eccita terribilmente».
Sanji trasalì e fece cadere
la sigaretta sul
terreno, cercando di allontanare da sé il vampiro. «Ti
sei montato la testa, idiota»,
rantolò, rabbrividento nel sentire i denti del vampiro
carezzargli la pelle. «Non...
voglio»,
pigolò, per quanto la sua protesta risultò
tremendamente inutile anche a sé stesso. Non sembrava che la
cosa gli desse fastidio come affermava, anche se stava ancora provando
a spingere via Zoro, la cui corporatura possente lo avvolgeva come un
bozzolo gelido. Reclinò il capo all'indietro e
ansimò quando le zanne di Zoro affondarono nel suo collo,
strappandogli un gemito doloroso che si trasformò ben presto
in un imbarazzante sospiro di voluttà; artigliò
fra le dita la camicia di quel suo bizzarro amante per sorreggersi, per
quanto fosse stato lui stesso a tenerlo in piedi, date le gambe che
avevano cominciato a divenire molli e insicure. Aveva già
donato il suo sangue a quel vampiro, ma non aveva mai pensato che venir
morso sul collo potesse rivelarsi così... intimo, accidenti.
Il succhiare insistente di Zoro lo agitava e lo eccitava al contempo, e
non avrebbe dovuto provare sensazioni simili, in particolar modo se
teneva conto che quello, vampiro o meno, era pur sempre un uomo.
Le ginocchia rischiarono di farlo
crollare su se stesso
quando Zoro si staccò finalmente dalla sua vena, e sarebbe
di sicuro crollato a terra se non fosse stato proprio quest'ultimo a
prenderlo al volo; ebbe appena il tempo di sollevare lo sguardo su di
lui prima che, senza nemmeno chiedere il suo consenso, Zoro si
ritrovasse a poggiare le labbra insanguinate sulle proprie, lasciandolo
di stucco e facendogli sgranare gli occhi. Sanji reagì
d'istinto, allontanandolo da sé con un calcio prima
di correre svelto verso la Chiesa, senza guardarsi indietro e senza
nemmeno accertarsi se quello scemo d'un vampiro lo stesse seguendo.
Dal canto suo, Zoro si
sgranchì il collo, senza
alzarsi dalla zolla di terra sulla quale si era ritrovato. Forse
baciarlo era stata la goccia che aveva fatto traboccare il vaso,
però non si pentiva per niente di averlo fatto, anzi. Si
lasciò scappare una risata e reclinò la testa
all'indietro, beandosi della pioggerella che aveva cominciato a cadere
in quella sera d'inizio estate. Quello
stupido prete poteva dire ciò che voleva, ma il suo corpo e
il suo odore erano molto più sinceri della sua seducente
bocca.
_Note inconcludenti dell'autrice
Aehm. Partiamo con
lo spiegare perché Sanji è un prete. Mi sono
ritrovata a rileggere una mia vecchia storia pubblicata nella
sezione FullMetal Alchemist, ovvero Il
Bacio del Vampiro,
dove avevo fatto diventare Roy - un altro pervertito aggiungerei, lol -
un uomo di chiesa, e ho deciso di richiamare questa piccola
caratteristica anche con Sanji, sebbene questa storia sia, ovviamente,
totalmente diversa da quella i cui protagonisti sono Mustang e
compagnia bella
Quella, difatti, è una storia prettamente angst, mentre
questa qui è molto più atta a voler far
sorridere. Perché? Semplice: la raccolta è stata
creata per
questo
motivo, ovvero dar vita ad una serie di piccole flash o one-shot il cui
scopo è far ridacchiare il lettore o almeno lasciare sul suo
viso un sorriso
Okay, detto ciò, spero vi sia piaciuta e, come sempre, commenti
e critiche son ben accetti :3
Alla
prossima. ♥
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Capitolo 23 *** I can be your hero, baby ~ Zoro + Chopper Centric ***
I can be your hero, baby
Titolo: I can be your
hero, baby
Autore: My
Pride
Fandom: One
Piece
Tipologia: One-shot
[ 1362 parole fiumidiparole ]
Personaggi: Mugiwara [
Accenni Sanji (Zoro) x Zoro (Sanji) ]
Situazione: #30.
Roulette! Franky o Usopp o Brook diventa eroe per caso salvando la vita
di Chopper.
Tabella/Prompt: Bevande
› 01. Coca
cola
Ideal Good 10&Lode: #04.
Felicità
Genere: Generale, Vagamente
Comico
Rating: Arancione
Avvertimenti: Shounen
ai, Slice of
life, Assurdità sparse, What if?, Character Alternation
ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.
Tutta
quella situazione stava cominciando a dargli letteralmente sui nervi.
Non solo il povero Chopper non aveva
ancora trovato una soluzione
accettabile per far sì che le cose tornassero normalmente,
ma
quello stupido cuoco, sfruttando il suo corpo come se fosse il proprio,
aveva bellamente cominciato a trascurare gli allenamenti e a
comportarsi come un idiota con le donne della ciurma, cosa che, se si
fosse trovato nel suo corpo,
non sarebbe stata poi così stramba. Lo vedeva svolazzare da
un
lato all'altro della nave con un vassoio fra le mani e l'aria di un
perfetto deficiente, e la cosa non lo avrebbe snervato più
di
tanto se quell'espressione non fosse stata dipinta sul proprio viso.
Dannazione, stava cominciando ad incasinarsi e non riusciva
più
a formulare un pensiero coerente senza impappinarsi su ciò
che
lui avrebbe dovuto o non dovuto fare, in quel momento. Di certo non se
ne sarebbe andato in cucina a preparare il pranzo, quello potevano
anche scordarselo. Né tanto meno si sarebbe acceso una
sigaretta
e avrebbe cominciato a fumare, per quanto quel corpo stesse andando in
crisi d'astinenza da nicotina. Era già tanto se aveva
permesso a
quell'idiota di fumarsene una di tanto in tanto nel suo corpo.
Anche quel giorno, con Chopper che si
era rintanato sul castello
di prua per far seccare al sole chissà quale erba medicinale
che
avrebbe potuto aiutarlo in qualche modo con quel problema, Zoro se ne
stava seduto al solito posto contro il parapetto della nave, le katane
strette in un braccio - era riuscito a recuperarle e non le aveva
più mollate da quel momento, per quanto il cuoco gli avesse espressamente
vietato di usarle con le sue mani - e lo sguardo fisso dinanzi al suo
corpo, utilizzato per fare moine e piroette attorno alle ragazze della
ciurma da quello scemo d'un cuoco. Una volta tornato normale l'avrebbe
ammazzato, parola sua. E gli avrebbe fatto pagare caro il suo essersi
approfittato della situazione per provare a stare sopra, dato che in
altre circostanze non gliel'avrebbe mai permesso. Però,
dannazione, aveva provato una sensazione a dir poco sgradevole nel
vedere l'eccitazione nei suoi stessi occhi e l'espressione che gli si
era dipinta in viso al momento dell'orgasmo, tanto che gli era venuto
naturale chiedersi se lo facesse di continuo o se fosse solo un effetto collaterale dovuto
alla presenza della personalità di quello stupido damerino.
Con uno sbuffo, Zoro si
scansò quel dannato ciuffo di
capelli dall'occhio, domandandosi come diavolo facesse quell'idiota di
un cuoco a non innervosirsi con la visuale nascosta a metà.
Erano passati appena pochi giorni e lui stava già ponderando
l'ipotesi di tagliarlo o di rapare direttamente a zero quella stupida
testa bionda, figurarsi il tenerlo costantemente dinanzi agli occhi per
un periodo che contava addirittura anni. Sapeva che era scemo, ma non
aveva mai creduto fino a quel punto.
«Nami-swan ~♥! Robin-chwan ~♥!»
Oh, no. Eccolo che ricominciava.
Perché diavolo doveva
assistere a quell'umiliazione che gli veniva così
amaramente sbattuta in faccia? Non bastava il ritrovarsi nel corpo di
quel damerino in crisi, doveva anche vedere se stesso mentre,
sorridendo come un vero e proprio marpione pervertito all'indirizzo di
Nami e Robin, porgeva galantemente loro dei cocktail con ghiaccio e
flirtava come un latin lover, facendole ridacchiare divertite. Come se
non bastasse, quell'idiota di un cuoco aveva osato rimodernare il suo
look e si era liberato del suo fedele haramaki, sostituendo maglietta e
calzoni con un completo che lui non avrebbe indossato nemmeno morto. E,
accidenti, era fin troppo sconcertante vedere il proprio corpo
castigato in un pantalone classico talmente stretto da stringere fra le
gambe, una camicia rosa di cui non voleva nemmeno sapere la provenienza
e una cintura borchiata alla quale era stata fissata anche la catena
dell'orologio da taschino, fedelmente riposto a un lato del pantalone.
Decisamente un abbigliamento che non avrebbe mai indossato, contando
anche la cravatta a righe rosse e bianche perfettamente sistemata al
collo e i capelli ravvivati all'indietro. Non si era mai visto
così.
Zoro continuò a seguirlo con
lo sguardo e lo vide
lanciare anche una bottiglia di Cola a Franky con fare svogliato,
riponendo poi il vassoio sulla piattaforma di legno dell'albero maestro
prima di infilare una mano nel taschino della camicia per prendere il
pacchetto di sigarette e l'accendino, sorridendo estasiato. Poi, dopo
essersi portato una stecca ormai accesa alle labbra e aver tratto una
bella boccata, si ritrovò a gettare un'occhiata allo
spadaccino
che si trovava nel proprio corpo, accigliandosi nel vedere
quell'espressione sul suo viso. «Uhm? E tu
che diavolo hai da fissarmi con quella brutta faccia, marimo?»
«Questa
brutta faccia è la tua, cuoco deficiente», gli
tenne
presente quest'ultimo con fare ovvio, alzando lo sguardo su di lui per
osservare attentamente se stesso con quell'occhio azzurro. «Vedi di
piantarla di perdere tempo davanti ai fornelli con il mio corpo e
riprendi gli allenamenti».
«Scherzi?
Non ci penso proprio a sollevare quei mostri che chiami
pesi», sbottò indignato. «E
poi, visto che tu non sai fare niente, chi credi che debba provvedere a
sfamare la ciurma? Io! E
devo farlo con questo tuo
stupido corpo,
che fa disastri anche per aprire un semplice barattolo! Come diavolo
fai a controllare questa dannata forza che ti ritrovi?»
Zoro sollevò un sopracciglio. «Sei tu che sei un
buono a nulla».
«Che
cosa vorresti insinuare, eh?!»
«Esattamente
quello che ho detto», replicò pacato, recuperando
le spade prima di alzarsi in piedi.
«Vado a
farmi una doccia, non ho voglia di stare a sentirti».
Sanji lo
guardò per un lungo momento con i denti dignignati,
mordicchiando persino il filtro della sigaretta. Poi sbuffò,
incrociando le braccia al petto. «Bravo,
vai, vedi di non far puzzare il mio
corpo come il tuo!
Ci ho messo tre ore per tirare a lucido tutta questa inutile massa di
muscoli», borbottò, e fu solo quando lo spadaccino
cominciò ad allontanarsi che si rese conto di ciò
che
aveva appena fatto, affrettandosi a seguirlo. «Nay,
aspetta, non azzardarti a farlo!»
sbraitò. «Non
metterai così facilmente le tue manacce sui miei gioielli!»
«Fino a
prova contraria ti toccherai con le tue stesse mani,
cuoco», rimbeccò, e mentre quei due riprendevano a
battibeccare per tutta la strada verso il bagno, Chopper, appeso alla
balaustra, aveva gettato loro una rapida occhiata, sospirando
pesantemente prima di riportare la propria attenzione sulle erbe che
aveva sistemato sotto il sole su una stuoia. Tutto quel casino l'aveva
combinato lui, e aveva creato un sacco di disagi ai suoi amici per il
disastro che era sorto a causa dei suoi intrugli.
Per quanto nessuno di loro gli stesse
facendo pesare la cosa - anche se Franky, a volte, si lamentava di quel
corpo poco super
-, lui si sentiva tremendamente in colpa e stava per questo cercando in
tutti i modi di rimediare. Il problema, però, era che farlo
non
era per niente facile. Aveva provato in un milione di modi in soli
pochi giorni, e non era stato per niente certo del risultato talmente
tante di quelle volte che non aveva nemmeno avuto il coraggio di
somministrare quella soluzione ai suoi compagni, con il timore che essa
potesse causare più guai di quanto non avesse già
fatto
in quel lasso di tempo.
Il dottore sospirò e scosse
il capo, grattandosi la punta
del piccolo naso blu prima di scendere dalla balaustra. Non era il
momento per pensare a cose del genere. Doveva edere se le erbe erano
pronte e rimettersi a lavoro, rimboccandosi metaforicamente le maniche
per riuscire a far tornare tutto alla normalità. Nel mettere
uno
zoccolo in fallo, però, scivolò sul ponte del
castello di
prua, sgranando gli occhi nel ritrovarsi al di là del
parapetto
di legno; non ebbe nemmeno il tempo di gridare che si
ritrovò
fra le onde che spumeggiavano contro la chiglia della nave, e sarebbe
di sicuro affogato se, miracolosamente, non fosse immerso dall'oceano
lo Shark Submerge, facendo sì che chiunque lo stesse
guidando in
quel momento lo recuperasse letteralmente al volo senza nemmeno
rendersene pienamente conto.
Usopp,
quando aveva aperto il boccaporto e visto la piccola renna mezza
svenuta su di esso, era risalito sulla Sunny e aveva sorriso
sfavillante, potendo finalmente vantarsi di essere diventato un eroe
senza doversi inventare balle, per una volta.
_Note inconcludenti dell'autrice
Aye,
aye... le assurdità di questa raccolta non hanno limiti,
ormai. Come spero si sia capito, questo è un breve sequel
del capitolo
Try
again, Chopper-san, che a sua volta è il seguito
dei
capitoli Argh!
Call a
doctor! (that's you!), I'm
walking in your shoes e Trouble
on the Thousand Sunny
Alla fine è venuta fuori praticamente una mini-serie, ma la
cosa
era troppo divertente per fermarla in quel modo, anche
perché ci
sono dei poveri Mugiwara che hanno ancora i corpi scambiati... x)
Quindi, aye, credo proprio che ci sarà l'ennesimo seguito, e
penso anche che soprannominerò questi capitoli con il nome
di
una serie per essere facilmente rintracciabili - aye,
ho una mania di tenere tutto in ordine che non avete idea, quando si
tratta di queste cose (in compenso la mia stanza è un
casino, ma
che ci si può fare)
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Capitolo 24 *** I'm the Great General Usopp, Nobunaga-sama! ~ Usopp Centric ***
I'm the great General Usopp, Nobunaga-sama
Titolo: I'm the great
General Usopp, Nobunaga-sama!
Autore: My
Pride
Fandom: One
Piece
Tipologia: Flash
Fiction [ 667 parole fiumidiparole ]
Personaggi: Roronoa
Zoro, Sanji Black-Leg ; Usopp ; Un po' tutti
Situazione: #20. AU!
Usopp accompagna un famoso personaggio storico in un’impresa
grandiosa.
Genere: Generale, Vagamente
Comico, Storico
Rating: Verde /
Giallo
Avvertimenti: Shounen
ai, AU, Slice of
life, Assurdità sparse, What if?
Prompt: 16°
Argomento: Difetti parte 2
› Vanità
ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.
Con
il cuore che palpitava all'impazzata nel petto e l'alabarda ben salda
in una mano, Usopp osservava con sommo timore l'orda di nemici che si
parava dinanzi a lui, soldati della fazione avversaria desiderosi di
prendersi la testa del suo signore. Oh, ma lui non sarebbe fuggito, per
niente. La fuga, in quella storica battaglia, non era contemplata.
Piuttosto la morte, per quanto lui preferisse di gran lunga vivere e
veder realizzato il sogno del suo signore.
Lui, gran Generale della potente armata
di Oda Nobunaga, avrebbe
lottato estenuamente e avrebbe vinto, decimando uomini su uomini e
macchiando la propria armatura luccicante del loro sangue. E non ci
pensò due volte a lanciarsi all'attacco sul suo destriero,
gridando per dar forza a se stesso e alle proprie truppe; con la coda
dell'occhio scorse la figura del suo signore e gli uomini che,
sprezzanti del pericolo, avevano l'ardire di andargli contro a spada
tratta, e, con un urlo disumano, Usopp si parò dinanzi a
lui,
tranciando di netto la testa dello shinobi appena giunto. Si volse alla
ricerca dello shogun, certo che con la sua fine sarebbe terminata anche
quella battaglia, trottando verso di lui con la ferma
intenzione
di prendersi anche la sua vita.
«...ed
è stato quindi con il mio aiuto che Nobunaga ha vinto la
battaglia di Okehazama», terminò Usopp con un
sorriso
sornione dipinto sulle labbra, atteggiandosi a grand'uomo e assumendo
persino una posa eroica, con un piede poggiato sulla cattedra
dell'insegnante - momentaneamente assente, per sua fortuna, altrimenti
il professor Lucci gliene avrebbe sicuramente cantate quattro e altro
che idiozie del genere - e una mano contro il petto. Sembrava credere
davvero a ciò che aveva detto, e la cosa riuscì
solo a
far ridacchiare Sanji, che l'aveva ascoltato senza dire niente per
tutto quel tempo, curioso di capire dove volesse andare a parare.
«Piantala
di sparare stronzate, Usopp», rimbrottò poi
divertito, poggiando
un gomito sul limitare del banco per sorreggersi il viso sul dorso di
una mano. «Dovresti
avere più di cinquecento anni per poter affermare una cosa
simile,
te ne rendi conto... vero?» sembrò tenergli
presente,
vedendo la maschera che il ragazzo si era costruito con così
tanta fatica durante il racconto disfarsi drasticamente. Persino Zoro,
che per tutto il tempo aveva semplicemente dormito - e come ci fosse
riuscito era un mistero, visto il casino che regnava nell'intera classe
-, si lasciò scappare un mezzo sbuffo ilare, grattandosi
dietro
al collo.
«Ohi,
ohi, insinuate che il grande Usopp si sia inventato tutto di sana
pianta?» ridacchiò nervoso, avendo almeno
l'accortezza di
guardare altrove per non incrociare lo sguardo dei suoi amici, che si
erano lanciati a loro volta un'occhiata scettica e sollevato al
contempo un sopracciglio.
«Non
lo insinuiamo, ne siamo certi», lo prese in giro Sanji,
infilando
una mano nel taschino della divisa per tirar fuori il pacchetto di
sigarette, afferrandone una e portandosela alle labbra; ebbe appena il
tempo di accenderla e farsi un tiro prima che la porta venisse aperta,
mostrando la figura del professor Lucci, appena
entrato
in aula con un'aria estremamente incazzata. Probabilmente aveva avuto
una discussione con il professor Kaku, e tutti sapevano che era meglio
non intromettersi, quando si trattava proprio di lui.
«Kuroashi,
spegni quella sigaretta», lo redarguì
immediatamente, puntando la propria attenzione su Usopp. «E
tu che cosa ci fai tu qui? Questa non è la tua classe».
Grattandosi dietro al collo e gettando un'occhiata a Sanji solo per
vederlo spegnere la sigaretta sotto la suola con un borbottio, Usopp
scese svelto dalla scrivania, dirigendosi verso la porta in punta di
piedi. «Me ne vado...»
sussurrò zitto zitto, sentendo una mano del
professore poggiarsi pesantemente sulla sua spalla.
«Aspetta,
Usopp», commentò quest'ultimo con aria
estremamente serafica, «visto
che sai così tante cose sulla battaglia di Okehazama, che ne
diresti di ricominciare tutto da capo? Ah, vale per la tua media,
quindi sii conciso», soggiunse, e il piccolo mondo dorato di
Usopp parve andare in frantumi, lasciandolo esterrefatto.
Merda. La prossima volta avrebbe fatto meglio a tenere la bocca chiusa.
_Note inconcludenti dell'autrice
Okay. Ovviamente
questa flash è meno comica delle altre e ovviamente non
aggiornavo questa raccolta praticamente da una vita, però
ammetto che... ehm... mi ero un tantino dimenticata della challenge,
visto che in questo periodo ho avuto da fare, mi sono iscritta ad altre
challenge e l'ispirazione per questa, quando ancora la ricordavo, era
drasticamente calata
Me ne mancano ancora sei per completarla, ma spero che non escano fuori
assurdità come questa, anche perché avrei voluto
renderla
più divertente di come non lo sia adesso. Però,
ecco...
l'idea di Usopp che si fa tutti quei filmini mentali per far ridere gli
amici, viene sentito dal professore e costretto dallo stesso a narrare
la vera battaglia
di
Okehazama, mi faceva stupidamente ridere, visto che il nostro Usopp non
sa una cippa di storia, qui *Ride incontrollata*
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Capitolo 25 *** Not everyone can do it ~ Franky x Robin ***
Not everyone can do it
Titolo: Not everyone
can do it
Autore: My
Pride
Fandom: One
Piece
Tipologia: Flash
Fiction [ 362 parole fiumidiparole ]
Personaggi: Nico
Robin, Franky
"Cutty Flam" [ Franky x Robin ]
Situazione: #26. Nico
Robin impara a guidare un....?
Genere: Generale, Vagamente
Comico, Fluff
Rating: Arancione
Avvertimenti: Slice of
life, Assurdità sparse
ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.
Quella che
Robin stava provando in quel momento era una sensazione impareggiabile.
Sentiva l'intero corpo vibrare di un
qualcosa di sconosciuto che
mai, fino a quel momento, avrebbe creduto di poter assaporare sulla
propria pelle, e più quel riverbero continuava, martellando
nelle sue membra come una domanda insistente alla quale nessuno aveva
intenzione di dare risposta, più si sentiva sul punto di
perdere
la testa, inebriata da quello che doveva essere una sorta di bizzarro
piacere.
Era un tremolio che partiva dalle sue
cosce e risaliva lento
lungo tutto il suo corpo, ma potente come un fiume in piena che
rischiava di travolgerla in ogni momento; stringeva le dita in maniera
convulsa e, per quanto il sudore avesse cominciato ad imperlarle la
fronte e qualche ciocca di capelli le fosse ricaduta sul viso, non
aveva intenzione di fermarsi, vogliosa di giungere alla fine di quella
sua nuova scoperta.
«Ohi, Robin... adesso dovremmo fermarci».
Franky provò a farla tornare in sé, rendendosi
forse
conto che la donna ci aveva preso più gusto di quanto avesse
creduto al principio, visto il breve cenno di dissenso che gli rivolse
con il capo. Non che a lui dispiacesse, in fin dei conti... era stata
una sua idea, in fondo. Ma non avrebbe mai pensato che sarebbe riuscito
a smuoverla in quel modo e a farle abbassare le difese. In quel momento
Robin gli stava mostrando un lato di sé che lui non
conosceva, e
in un certo senso la cosa era eccitante. Tremendamente eccitante,
rettificò il carpentiere nella propria mente, e se ne rese
del
tutto conto nel vedere l'espressione assolutamente rapita che si era
dipinta sul viso di Robin.
A quella visione a quel suo stesso
pensiero, Franky rise
allegramente, cogliendo quell'occasione per cingere le spalle
dell'archeologa con un braccio e attirarla verso di sé come
se
nulla fosse, non ricevendo, per fortuna, nessuna lamentela dalla stessa.
«Okay, baby... guida questo bel giocattolino per tutto il
tempo che vuoi»,
la lasciò fare, sollevando un angolo della bocca in un
sorriso e sistemandosi gli occhiali da sole sul naso.
Se i carroarmati avevano davvero un
effetto simile su Robin,
l'avrebbe sicuramente portata a fare un giro su quelli molto
più
spesso.
_Note inconcludenti dell'autrice
Non
aggiornavo questa raccolta da secoli!
Comunque sia... sembrava un qualcosa di sconcio, vero?
Diciamo che la
cosa non era nemmeno programmata, ma avevo una voglia matta di scrivere
una cretinata del genere e di infarinare con un altro po' di FRobin
questa raccolta, visto che conta appena una o due shot in cui questa
coppia è presente x)
Non credo di essere andata OOC, visto che comunque ho descritto
più che altro le sensazioni che potrebbe provare Robin se si
lasciasse andare e decidesse davvero di guidare un carroarmato, ma in
caso perdonate l'OOC non voluto, perché non era davvero
intenzionale come potrebbe sembrare. Cioè, insomma, fa un
tantinello schifo come flash - ne sono consapevole -, però
da un
lato mi divertiva e devo comunque finire tutta la tabella
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Capitolo 26 *** A sweetnest moment (only for you, Chopper) ~ Zoro + Chopper ***
A sweetnest moment
Titolo: A sweetnest
moment (only for you, Chopper)
Autore: My
Pride
Fandom: One
Piece
Tipologia: Flash
Fiction [ 814 parole fiumidiparole ]
Personaggi: Roronoa
Zoro, Tony Tony Chopper, Black-Leg Sanji
Situazione: #19. Chopper
si prende delle libertà. Genere: Commedia.
Genere: Generale, Vagamente
Comico, Fluff
Rating: Verde /
Giallo
Avvertimenti: Shounen
ai, Slice of
life, Assurdità sparse, What if?
ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.
All'inizio,
l'idea a Zoro non era piaciuta per niente. Però, sapendo
quanto
Chopper avesse faticato giorno e notte nel vano tentativo di trovare
una
soluzione a quello scambio di corpi non voluto - al quale il cuoco
sembrava essersi abituato un po' troppo, secondo il modesto parere
dello spadaccino -, aveva dovuto ammettere anche a se stesso che anche
la piccola renna aveva bisogno di un momento di pace e
tranquillità, di qualche attimo senza starsene chiuso in
infermeria per cercare un antidoto e di tempo per sé.
Ciò
che non aveva minimamente tenuto in considerazione era il fatto che
Chopper gli avesse chiesto di accompagnarlo in città, ma
alla
fine aveva deciso di accontentarlo ed eccolo lì, nel bel
mezzo
di una piazza con il completo da damerino idiota del cuoco e quello
stupido ciuffo a nascondergli gran parte della visuale. Aveva
provato anche a tagliarlo, a dirla tutta. Peccato che il cuoco l'avesse
fermato prima ancora di riuscirci, dunque doveva subirsi quella mezza
cecità alla quale il biondo era abituato da una vita. Come
facesse, poi, era un vero e proprio mistero.
«Zoro?»
La voce di Chopper lo richiamò alla realtà e
abbassò lo sguardo su di lui, sentendosi vagamente strano
nello
specchiarsi nei suoi occhi neri. Gli faceva ancora un certo effetto
vedersi nel corpo di quello stupido ricciolo, in effetti. «Tornerai
come prima»,
dichiarò, quasi gli avesse appena letto nel pensiero. «Devo solo
trovare la formula giusta».
Lo spadaccino sorrise, infilandosi le
mani nelle tasche. A qualcosa di utile servivano davvero, quegli abiti.
«Certo
che lo farai. Sei il miglior dottore che io conosca».
«Non
devi elogiarmi, bastardo!» esclamò la renna,
cominciando
comunque a gongolare divertito sotto lo sguardo di Zoro, il quale si
ritrovò a ridacchiare prima di incamminarsi insieme a lui.
Non
aveva idea di dove Chopper volesse andare né tanto meno che
cosa
dovesse fare da quelle parti, però, quando quest'ultimo si
fermò davanti ad una libreria e osservò
avidamente
l'interno, capì subito che cosa gli sarebbe piaciuto.
«Entra e
prendi quello che vuoi».
Chopper si voltò
immediatamente verso di lui, incredulo. «Eh?
Davvero posso scegliere qualsiasi libro?» domandò
con
occhi luccicanti di eccitazione, la bocca spalancata. Era difatti
risaputo da tutti che Zoro fosse
sempre al verde, e quelle poche volte che possedeva qualche berry, beh,
stava a significare che era in debito con Nami. Ed essere in debito con
una come lei era davvero l'ultima cosa che ci si augurava. Nel vederlo
annuire, però, non perse tempo ad entrare e a sfogliare
qualunque libro gli capitasse fra le mani, leggendo le introduzioni, i
titoli, persino le prime pagine, così da potersi fare
un'idea di
cosa prendere e cosa no. Alla fine si ritrovarono con una decina di
libri e il portafogli abbastanza vuoto, ma l'espressione soddisfatta di
Chopper valeva tutti i berry spesi.
«Ah,
Zoro...»
lo chiamò di punto in bianco, e Zoro abbassò lo
sguardo su di lui.
«Cosa
c'è?»
«Sanji non
si arrabbierà?»
«E
perché dovrebbe arrabbiarsi, quello stupido cuoco?»
«Beh,
ecco... hai passato tutta la giornata con me».
Zoro non poté proprio fare a meno di lasciarsi
sfuggire uno sbuffo divertito. «Sta' tranquillo, Chopper»,
rimbeccò, calcandogli meglio il grosso cappello in testa. «Non
è tipo da arrabbiarsi per una cosa del genere. E
poi ti assicuro che da quando ci siamo scambiati il corpo passo anche
troppo tempo, con quell'idiota», asserì sicuro di
sé, ma non fece in tempo ad aggiungere altro che
sentì
una voce fin troppo conosciuta alle sue spalle, voltandosi con un
sopracciglio sollevato. In mezzo a tutta quella folla, tra la
moltitudine di gente che andava e veniva e si fermava ad osservare solo
di tanto in tanto le vetrine dei negozi o le bancarelle, Zoro ebbe
l'assoluta certezza di aver intravisto il proprio corpo, e ne ebbe la
conferma non appena il cuoco, usando le sue
mani, afferrò delicatamente quelle di una fanciulla e si
inginocchiò dinanzi a lei, decantando chissà
quali
cazzate con la sua
voce. Che pezzo di idiota. «Scusa
un attimo, Chopper».
Sotto lo sguardo curioso della renna, lo
spadaccino
scroccò le nocche di entrambe le mani e non ci
pensò due
volte a raggiungere quel cretino del suo compagno a passo di marcia,
intavolando con lui un'animata discussione che fece voltare ben
più di una persona e scappare la ragazza che il cuoco stava
importunando; finirono per fare a botte come loro solito tra un epiteto
e l'altro e a darsele di santa ragione, e, pur essendo entrambi in
svantaggio per quello scambio di corpo, stranamente la ebbe vinta uno
di loro, stavolta. E a quello
spettacolo Chopper sbatté le palpebre, stringendo al proprio
petto i libri acquistati.
Vedere il corpo di Sanji che si
trascinava dietro quello di Zoro non era una cosa da
tutti i giorni, ma la cosa più bizzarra, forse, era il fatto
che
avesse rischiato di perdere mezzo litro di sangue solo per una semplice
epistassi causata proprio dalle sue mani.
_Note inconcludenti dell'autrice
Parto
dicendo
immediatamente che questa non
è una
Zoro/Chopper, è solo un piccolo tributo al loro rapporto
d'amicizia, perché io adoro troppo il modo in cui Zoro
(anche se
in questo caso si trova nel corpo di Sanji, poveretto *rotola in un
mare di risate*) tratta la piccola renna. Lo si può vedere
ad
Alabasta, ad esempio, o in tanti altri piccoli momenti che possono
anche sembrare nulla, ma per me significano praticamente tutto.
Ho messo l'avvertimento shounen ai
solo perché ci sono degli accenni ZoSan che traspaiono dalle
parole di Chopper e anche dai gesti che Zoro e Sanji stessi si
scambiano per quei pochi momenti in cui si trovano insieme... e poi,
beh, questa flash è pur sempre un seguito delle precedenti
di
questa serie di sfortunati eventi, no? E nelle altre era fin troppo
palese che quei due stessero insieme, per quanto si prendano
continuamente a mazzate x)
Come sempre, comunque, commenti
e critiche son ben accetti :3
Alla
prossima. ♥
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