Le Cronache di Narnia: Il principe Caspian

di strongfordrew
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Nostalgia e ritorno inaspettato. ***
Capitolo 2: *** Trumpkin; Il corno di Susan e Aslan. ***
Capitolo 3: *** Il principe Caspian; Buonanotte al miele e dopobarba ***
Capitolo 4: *** When you're gone. ***
Capitolo 5: *** L'amore è bello, ma fa soffrire. E il mio è sbagliato....ancora peggio. ***
Capitolo 6: *** Freccia avvelenata. ***
Capitolo 7: *** Sarcasmo e provocazioni. ***
Capitolo 8: *** Battaglia.... ***
Capitolo 9: *** Sono talmente presa dal decifrare le mie emozioni e i miei problemi che non mi accorgo che la mia sorellina li ha già capiti da un pezzo. ***
Capitolo 10: *** Finalmente sorrido. ***



Capitolo 1
*** Nostalgia e ritorno inaspettato. ***


Seduto con le mani in mano sopra una panchina fredda del metro 
sei lì che aspetti quello delle 7.30 chiuso dentro il tuo palteot 
un tizio legge attento le istruzioni sul distributore del caffè 
e un bambino che si tuffa dentro a un bignè 
e l'orologio contro il muro segna l'una e dieci da due anni in qua 
il nome di questa stazione è mezzo cancellato dall'umidità .
_______________________________________________________________________
 

Sfoglio distrattamente il giornale mentre attendo l'arrivo dell'ora prevista per entrare a scuola. Da quando siamo andati via da Narnia è stato difficile per me riprendere il ritmo e accettare il fatto che la mia vita è qui, in Inghilterra.Prima dovevo accettare che Narnia era il mio destino, ora il contrario.

Cerco di non pensarci perchè renderebbe le cose ancora più difficili....
Con la coda dell'occhio vedo un ragazzo che si avvicina a me: è alto, porta gli occhiali e ha il viso che lo fa sembrare il classico cervellone. Lo ignoro. È sempre stato faticoso per me fare amicizia. Quando non sono con i miei fratelli e la mia sorellina, preferisco stare da sola e immergermi nei miei pensieri. Così,mi sento al sicuro...
 
"Ciao."Esordisce."Sai, ti ho visto a scuola e ho notato che stai sempre per conto tuo o con i tuoi fratelli..."
"Preferisco la solitudine alla compagnia."
"Anche io, qual è il tuo nome?" Mi sorride. Un sorriso invadente, non caldo e rassicurante come quello di Peter. 
Un momento.Cosa centra adesso il sorriso di Peter? Mi maledico mentalmente. Sarà perchè è mio fratello e il mio migliore amico, ma in qualche modo il filo dei miei pensieri torna sempre a lui...
"Allora?"Chiede il ragazzo. Okay, adesso mi sta davvero irritando. Mi fissa talmente tanto che sembra mi voglia fare una radiografia!
"Ehm...Phillis."Non ho intenzione di dirgli il mio vero nome.D'ora in poi lo scopo della mia vita sarà evitarlo il più possibile, perchè vedo che apre la bocca ancora una volta per parlare: evidentemente il suo piano non è quello di arrendersi.
"Susan!Susan, devi venire subito" Qualcuno faccia subito santa questa ragazza...Penso mentre guardo mia sorella correre verso di me. Appena mi raggiunge mi tira verso l'entrata per la metropolitana. Il ragazzo con gli occhiali mi guarda confuso: ha notato l'uso da parte di Lucy del mio vero nome.

Comunque, appena entro, quel pensiero scompare e viene sostituito da un altro, ma è più una sensazione. Una sensazione di dolore che mi ferma il respiro e mi schiacca sotto il suo enorme peso.
In un angolo della metropolitana alcuni ragazzi pestano Peter: lo colpiscono sul viso, in pancia e gli piegano le braccia. Cerca di reagire. Per un attimo ci riesce e fa in tempo a guardarmi negli occhi. Esprimono lo stesso dolore impresso nei miei..
Non ce la faccio a vederlo così....
Al nostro fianco compare Edmund. Io non riesco a parlare, così è Lucy a spiegargli la situazione.Si lancia in mezzo alla rissa arrampicandosi sopra la schiena di uno dei bulli nel tentativo di aiutare Peter come può.
Si sentono dei fischi e delle urla: sono arrivati i militari.La rissa si interrompe bruscamente.

Tiro un sospiro di sollievo quando vedo Ed e Peter che si fanno strada, scossi ma illesi, verso me e Lucy. Ma siamo costrette ad andare avanti per via della folla così ci sediamo su una panchina. Appena ci raggiungono salto al collo di Peter senza troppi complimenti e scoppio a piangere.
"Ssh, Susan. Va tutto bene, stai tranquilla." Cerca di rassicurarmi accarezzando i miei capelli. Ci riesce, come al solito.Solo lui è capace di farlo: anche quando ero piccola, a consolarmi non era la mamma, ma lui. Con un semplice sorriso riesce a farmi sentire allegra e spensierata.
Asciugo le mie lacrime, do una sistemata ai capelli, poi mi siedo al suo fianco sulla panchina.La sua vicinanza ultimamente mi scombussola un po'. Cioè, abbiamo sempre fatto così, però da un po' di tempo sento che stiamo cambiando. Forse dipende dal fatto che stiamo crescendo...
"Comunque...questa volta, perchè è scoppiata?" Chiedo riferendomi alla rissa.Chiudo gli occhi per cercare di rilassarmi.
"Uno spintone..."
"E non potevi lasciar perdere?"Continua Lucy.
"No..."
"Perchè?"Insiste.
"Perchè, dopo avermi spintonato, pretendeva da me delle scuse.E io ho rifiutato, naturalmente."
Apro gli occhi giusto in tempo per vedere il ragazzo di prima avvicinarsi.
"Fate finta di parlare con me"Bisbiglio.Mi guardano confusi.
"Come se non lo stessimo già facendo..."Guardo Ed come per dire Tu fallo e basta!. Lucy e Peter ridacchiano.
"Vedete quel ragazzo laggiù?" Chiedo indicandolo con un lieve cenno della testa.Loro annuiscono. "Prima ero in edicola che leggevo il giornale e si è avvicinato lui. Ha detto che ha notato che sto sempre sola o con voi.Allora io gli ho detto che preferisco la solitudine alla compagnia, giusto perchè capisse che la sua non era gradita. E lui cos'ha detto?!?"
"Cos'ha detto?"Chiede Ed.
"Anche io qual è il tuo nome? Che viscido, mi fissava talmente tanto che mi sentivo quasi nuda!"
"Tu si che sai come conquistare un ragazzo Susan!"
"Eh già" Gli da man forte Lucy. Io sono allucinata.
Peter invece ha assottigliato gli occhi e ora guarda in malo modo lo studente. Chissà cosa pensa...Beh, a giudicare dallo sguardo che gli sta riservando ne deduco che non piaccia neanche a lui, odia i secchioni. Qualunque secchione tranne me, perlomeno.
"Comunque io non lo voglio un ragazzo"Dico. I muscoli del suo volto pare che si rilassino. Mi sorride e ridacchia piano.

D'un tratto una folata di vento bruttissima spazza via tutti i piccoli oggetti come fogli sparsi per terra e la metropolitana ci sfreccia davanti ad una velocità altissima.Dai finestrini noto un chiarore sempre più evidente e mi pare di scorgere una scogliera.
Gli altri studenti non si accorgono di quello che sta succedendo, sembra siano immuni. Non più alcun dubbio, questa è...
"MAGIA!QUESTA è MAGIA, PRESTO TENIAMOCI PER MANO!"Grida Lucy. Prendo la sua mano e quella di Peter.
"FIGURATI SE TI DO LA MANO!" Dice Ed a quest'ultimo.
"FALLO E BASTA!"
Ora dai finestrini della metropolitana ancora in corsa si vede un'intera spiaggia, il mare e le scogliere.

Attendiamo e dopo pochi minuti ci ritroviamo dentro una specie di caverna. Lucy mi sorride e capisco cosa vuole fare.Corro con lei verso la riva e iniziamo a schizzarci. Peter e Edmund ci raggiungono e ci buttano in acqua.
Era da tempo  che non ridevamo e non ci divertivamo così. I miei ricordi risalgono a prima dell'inizio, quando non c'era il costante rischio di morire, quando potevi sdraiarti in giardino a leggere senza temere di essere colpita da una bomba o quando potevi ridere senza sembrare inopportuna dato il periodo.
"Secondo voi dove siamo?"Ed mi riporta alla realtà. Lo guardo scettica: dove altro potremmo essere se non a Narnia?
"Tu che dici?"Chiede Peter, confuso quanto me.
"Beh, non ricordavo rovine a Narnia..."
Seguo l'indirizzo del suo sguardo. In effetti quelle in cima alla scogliera sono proprio le rovine di un castello, sembra che sia stato eroso dal tempo.

**

Dopo dieci minuti di camminata raggiugiamo le rovine.Mi dirigo verso quello che un tempo doveva essere stato un grande giardino. Enormi alberi e cespugli fioriti dominano lo spiazzo e dei rampicanti circondano le colonne di un arco.
Cammino lentamente ammirando tutto ciò che vedo: nonostante ci siano solo i resti, deduco che questo castello doveva essere bellissimo prima. Lo stile antico adesso lo renderebbe classico e maestoso. 

Per sbaglio calpesto un piccolo oggetto posato sull'erba. È un pezzo degli scacchi che mi riporta indietro nel tempo, come in un episodio vissuto tanto tempo fa ma che non riesco a visualizzare.
"Chissà chi ci viveva..."Mormora Lucy.
"Noi....credo"Dico ancora dubbiosa.
"Ehi, quello è mio" Edmund indica il pezzo degli scacchi.
"Tuo?"Peter lo guarda perplesso.
"Beh, non ho di certo degli scacchi d'oro in Inghilterra,no?" Si avvicina al pezzo di una colonna e continua:
"Comunque non è stato eroso dal tempo...Secondo me Narnia è stata attaccata dopo che ce ne siamo andati e qui non ci viveva più nessuno."
"Cair Paravel" Mormora Peter dietro di me. Poi avanza e socchiude i suoi bellissimi occhi azzurri come per vedere meglio.
Bellissimi occhi azzurri? Susan, torna in te! Mi dico.Lo guardo bene in viso e mi accorgo che Peter è proprio bello. Lo è sempre stato ma adesso sul suo viso cominciano a vedersi i tratti adulti di chi sta crescendo. Però, una cosa che non è cambiata è il suo sguardo. Ha conservato quegli occhi del bambino di 10 anni fa che mi faceva ridere con delle facce buffe.

Nel frattempo mio fratello si è avvicinato insieme a Ed ad una lastra di pietra. La sposta, dietro di essa c'è una porta. La apro e sbircio dentro, ma non si vede niente, è tutto buio.
"Ce l'hai un fiammifero?" Peter si strappa un lembo della camicia e lo attorciglia ad un rametto.
"No, ma questa può aiutare?" Risponde Edmund tirando fuori una torcia dalla tracolla.
"Potevi aspettare ancora un po' a dirlo, forse mi sarei messo fuoco io!"
Scoppio a ridere con Lucy, poi lei entra insieme a Ed oltre la porta.Peter mi fa segno di precederlo.
"Prima le signore..."
Com'è cavalleresco...Subito dopo averlo pensato scuoto la testa infastidita  e varco la soglia scendendo le scale.Eh cara Susan, ti si sta fondendo il tuo bel cervellino...
Man mano che scendiamo la luce si fa più intensa.

La stanza in cui ci troviamo è ovale, illuminata da piccole torce infuocate (Edmund si sarà trovato qualche fiammifero nella borsa...) e delle statue con ai piedi dei bauli  seguono la sua forma. Le statue rappresentano i quattro regnanti di un tempo: noi.
Non ho la forza di avvicinarmi. Mi ci è voluto così tanto tempo per abituarmi all'Inghilterra, ora sarebbe come tornare a soffrire perchè poi dovrò accettare che me ne dovrò andare. Di nuovo. Abbandonare il mio mondo per qualcosa di incerto, fastidioso, che non mi donerà mai tutta quella felicità che ho trovato qui, a Narnia.

Le lacrime scendono copiose sul mio volto dando sfogo al tormento interiore che sto provando. Sento la presa sicura ma allo stesso tempo delicata di Peter sulle mie spalle. Peter, ancora lui. Lui che non mi ha mai abbandonata, lui che ha sopportato i miei pianti e le mie urla. Lui che adesso mi guarda attendendo una mia qualsiasi reazione. Ma io non do nessun segnale, riesco solo a guardarlo con gli occhi pieni di lacrime e con sguardo perso, vuoto. Vuoto come tutto dentro me.Sembra capire cosa sto provando.
"Susa, Susan tranquilla, Non sarà come l'altra volta, okay? Scopriremo cosa sta succedendo e resteremo qui. Non torneremo più in Inghilterra e saremo di nuovo felici. Te lo prometto."
Riesce a tranquillizzarmi anche questa volta, ma prima o poi il dolore tornerà a tormentarmi.
Vengo trascinata piano verso il baule ai piedi della mia statua. Peter raggiunge il suo e m'incoraggia ad aprire quello di fronte a me.
Lo faccio lentamente, ancora indecisa. Dentro ci sono il mio arco e le frecce, dei vestiti regali per uso quotidiano e uno da combattimento. E frugando più a fondo trovo anche quello che ho indossato nella battaglia contro la Strega Bianca, ma è piccolo per me ormai quindi lo do a Lucy. Sembrano passati secoli da quando l'abbiamo sconfitta, da quando abbiamo scoperto quello che credevamo il nostro destino.

Però manca il mio corno...penso. 

"Manca il mio corno...devo averlo lasciato nella mia sella il giorno che ce ne siamo andati."
"Sono passati secoli.Il signor Tumnus, i castori...tutti quelli che conoscevamo non ci sono più..."Bisbiglia Lucy, che nel frattempo si è cambiata nella stanza accanto.
"Bisogna scoprire cosa è successo..."Le fa eco Peter. 
Io annuisco, prendo un abito marrone dal baule poi mi rivolgo a lui e a Edmund.
"Ehm...ragazzi noi dovremmo cambiarci."In realtà dovevo cambiarmi solo io, ma sarebbe rimasta a farmi compagnia sicuramente.
Ed annuisce e si dirige verso le scale.Invece Peter....
"E allora? Io rimango volentieri qui a fare compagnia a Susan, tanto Lucy è già pronta." Dice. Arrossisco violentemte e mi maledico col pensiero per essermi esposta così...
Lui mi fa l'occhioline e sorride, sempre nella mia direzione ed esce trascinato via da quel santo di ragazzo che è mio fratello minore.

"Forse è meglio che resti Lucy, eh Peter?"

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Capitolo 2
*** Trumpkin; Il corno di Susan e Aslan. ***


CAPITOLO 2.
E ora non piangere perché 
presto la notte se ne andrà 
con le sue perle stelle e strisce 
in fondo al cielo 
e ora sorridimi perché 
presto la notte finirà 
con le sue stelle arrugginite 
in fondo al mare. 
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Sono distrutta. Tutto questo camminare ha consumato tutte le mie forze. Abbiamo raggiunto la riva di un fiume in cui ci sono delle pietre abbastanza grandi su cui potersi sedere.Sembra il genere di posto che puoi trovare solo nelle favole; forse Narnia è proprio una favola e noi i protagonisti che la vivono....
Tutto a partire dai ruscelli dall'acqua cristallina fino ai boschi mi ricorda le storie che mi raccontava Peter prima di andare a letto. Allora sembrava tutto così impossibile, irreale e invece...

"Tu che dici, qui va bene?" La voce di due uomini mi riporta bruscamente alla realtà. Mi guardo intorno in cerca dei due. Eccoli, sono su una barca.Non sembra che ci abbiano notato.
"Che staranno facendo?" Chiede Peter.
Stanno sollevando qualcosa di piccolo, imbavagliato e legati alle mani e ai piedi e cerca di liberarsi, invano. Credo che lo vogliano buttare in acqua. 
Nell'istante in cui mi rendo conto che è un abitante di Narnia mi preparo a scoccare la freccia e grido:
"Mollatelo!" Mi guardano sorpresi, non se lo aspettavano. Così lasciano andare il nano, che cade nel fiume. Peter si tuffa per salvarlo. Io faccio scoccare la freccia nella direzione dei due uomini, per farli tuffare e lasciare la barca. Ci potrebbe servire, così Ed va a recuperarla e la porta a riva.
Lucy libera il nano dalle corde con il suo pugnale, poi torna al mio fianco. L'abitante di Narnia sputacchia un po' d'acqua e  si gira verso di me.
"Mollatelo? Non ti è venuto niente di meglio da dire?" Mi accusa piuttosto sgarbatamente. 
"Stai attento a come le parli..."Ringhia Peter in mia difesa. Gli sorrido riconoscente.
"Perchè volevano ucciderti?" Chiede Lucy.
"Gli abitanti di Telmar, quello fanno."
Edmund:"Abitanti di Telmar, qui a Narnia?" Sono stupita anche io quanto lui. 
Nano:"Ma dove siete stati negli ultimi secoli?"
Lucy:" È una lunga storia" 
Il nano ci guarda per un attimo confuso, poi spalanca gli occhi e mormora:"Volete prendermi in giro...voi siete i Re e le Regine di un tempo?" 
Noi annuiamo.
"Perbacco, quel corno ha funzionato..."
"Il corno....vuoi dire il mio?" Chiedo.
"Certo Sua Maestà. Il principe Caspian ha radunato tutti gli abitanti e le truppe di Narnia!"
"Il principe Caspian?"
" È il principe di Telmar, ma non è come i seguaci di suo zio. Se n'è andato perchè volevano ucciderlo, cosicchè lo zio potesse prendere il trono al posto suo. Stiamo reclutando più alleati possibili."
"Portaci da lui." Ordina Peter.

**

Trumpkin, il nano, ci ha indicato la zona in cui in teoria dovrebbero essersi rifugiati gli altri abitanti di Narnia. Peter si ricorda la strada , quindi ci guida lui. A parer suo questa che stiamo percorrendo è la via più breve per arrivarci, ma il nano e Lucy non sono d'accordo.Lei si è ormai alleata al suo C.P.A ("Caro Piccolo Amico"), così adesso ogni cosa che dice lui è sacra.

Diamine, ha sedici anni!Non può ancora farsi condizionare così, manco fosse una poppante!

Insomma, sono contenta che si sia affezionata a lui, ma mettere in dubbio la parola di suo fratello solo perchè non la pensa come il nano è esagerazione. Io mi fido di più di Peter che di uno sconosciuto, se permette!

Non ho un buon senso dell'orientamente, lo ammetto. Quindi mi limito a camminare al fianco di mio fratello.Nel frattempo grazie alla mia passione per lo studio cerco di classificare le piante. Non riesco molto bene, evidentemente anche la vegetazione è diversa da quella del mondo normale anche se non consideriamo gli alberi magici. In compenso ogni tanto incontro qualche cespuglio di rose, le mie preferite.
Trumpkin sta continuando a borbottare che stiamo sbagliando strada. Peter si gira e lo fulmina con lo sguardo. Ho capito perchè è infastidito: davanti a noi c'è uno strapiombo e sotto un torrente. Credo proprio che la nostra camminata sia arrivata ad un vicolo cieco....
"Aslan! guardate, c'è Aslan lì" Grida poi Lucy.
Ci voltiamo tutti di scatto nella direzione indicata da lei, ma niente. Neanche l'ombra del maestoso leone.  Guardiamo Lucy scettici.
"Io non sono pazza..."Mormora. "Era lì. Voleva che lo seguissimo."
Scuoto la testa. Non possiamo buttarci dallo strapiombo, rischiando di morire, a causa di un leone di cui, ora come ora, non si sa l'esistenza certa. 
"Ci saranno sicuramente molti leoni, nelle vicinanze. Magari ti sei confusa."Le dice Peter.
"Penso di saper riconoscere Aslan quando lo vedo."Risponde lei stizzita. 
"Mi dispiace Lucy, ma non possiamo..." Intervengo in aiuto di Peter. "Possiamo attraversare il fiume con la barca. Che ne dite?" Continuo rivolta agli altri.
"Per me va bene. Mi dispiace Sua Maestà, ma in questi tempi non ci possiamo permettere alcun passo falso."
Lucy annuisce un po' titubante alle parole del nano. 

Raggiungiamo il fiume e saliamo sulla barca dei soldati di Telmar. I miei fratelli remano, Trumpkin è di vedetta in caso di attacco e Lucy lo aiuta. Io,beh...me ne sto appoggiata alla schiena di Peter con gli occhi chiusi, cercando di rilassarmi. Per tutto il tragitto non ho fatto altro che tirarmi dietro Lucy, che diceva di essere troppo stanca.Quindi adesso mi merito un po' di riposo.
La mia mente, poi, va alla stanza delle statue e alla frase di Peter. Il buio mi aiuta a pensare e a rilassarmi più facilmente, così mi sforzo di ricordare.

FLASHBACK.
"Emh...ragazzi noi dovremmo cambiarci." Avevo detto. Ed si era avviato annuendo verso le scale. Peter no, aveva detto:
"E allora? Io rimango volentieri qui a fare compagnia a Susan, tanto Lucy è già pronta."
Io sono arrossita tanto da sembrare un peperone ambulante. Lui, dopo avermi fatto l'occhiolino sorridendo, era stato trascinato fuori da Ed.
FINE FLASHBACK.

OH DIO! Che cosa voleva dire con quella frase, e perchè io sono arrossita? E perchè continuo a maledirmi mentalmente ogni volta che arrossisco? Ma sopratutto, perchè lo faccio ogni volta che mi guarda?!?
Comincio a sproloquiare senza senso adesso. Benissimo...Insomma non c'è niente di cui preoccuparsi, siamo fratelli, abbiamo sempre fatto così! Beh, non proprio ma....NO! ADESSO BASTA, SUSAN RIPRENDITI! 
I miei rimproveri verso me stessa si affievoliscono pian piano, proprio come le mie forze. Mi sento improvvisamente più debole di prima, stanca e intontita. Percepisco che mi abbandono contro la schiena di Peter, poi più niente.

**
Qualcuno mi sta scuotendo. Lo sento che mi chiama ma non riesco a identificarne la voce e la provenienza. Sembra talmente distante....e più cerco di capire a chi appartenga più mi sugge, quasi come una stazione radio sintonizzata male.

Apro gli occhi lentamente ma vedo tutto sfocato e buio.Cerco di adattarmi all'oscurità, e riesco a riconoscere i volti dei miei fratelli che mi fissano preoccupati. Sbatto le palpebre un po' confusa.Ma cosa mi è successo?
"Susan, ti prego rispondimi. Ti senti bene?" Mi chiede Peter spaventato.
"Ma cosa mi è successo? Non ricordo niente..." Mi abbraccia, sollevato che gli abbia risposto.Poi mi spiega.
"Beh, eri appoggiata alla mia schiena e sembravi pensierosa. Poi, quando abbiamo raggiunto questa sponda del fiume sei svenuta. Non riuscivamo a farti riprendere, sembravi quasi morta tanto eri pallida..."
"Credo che sia la stanchezza e il fatto che stamattina non ho fatto colazione. Per favore possiamo fermarci qui a dormire? Non credo di sentirmi tanto bene..."Sussurro.
"Certo. Ed accendi il fuoco tu? Io e Lucy restiamo con Susan."Mio fratello annuisce e, insieme a Trumpkin, s'incammina in cerca di legna per il fuoco.
Peter mi posa sulla fronte il fazzoletto bagnato di Lucy. Anche quando ho la febbre il panno bagnato mi aiuta a restare lucida e mi rinfresca le idee. L'ho sempre trovato un buonissimo rimedio contro il mal di testa.
Dopo aver acceso il fuoco Ed, Lucy e Trumpkin si addormentano, esausti dal viaggio.

Gli unici svegli siamo io e Peter a questo punto. Mi sento stremata, così appoggio la testa sul suo petto e mi lascio accarezzare dolcemente i capelli. È sempre stato così tra di noi: ci consolavamo e ci consigliavamo a vicenda. Non abbiamo mai avuto bisogno di parole, bastavano e bastano tutt'ora piccoli gesti per capirci. Ora sta diventando qualcosa di molto più profondo, ma non riesco a dargli un nome.
 
Poi mi sorge una domanda che mi distrae da questi pensieri.
 
"Secondo te, perchè non abbiamo visto Aslan?"
 
"Non lo so Susie, non lo so...Vorrei averlo visto, credimi. Avrei avuto un briciolo di motivo in più per andare avanti. Non ci capisco più niente, cosa vuole da noi questo Principe Caspian?" Risponde Peter.
 
"Sono d'accordo con te. Perchè per riprendersi il suo trono ha radunato tutti gli abitanti di Narnia? E cosa c'entrano quelli di Telmar?"
 
"Chissà...però ti giuro che lo scopriremo, costi quel che costi."
 
Ci addormentammo così, abbracciati e pieni di dubbi. Dimenticai anche che i nostri corpi erano talmente vicini da poter combaciare.
 
-La mattina dopo.
 
Sento un po' di freddo. Strano, ricordo di essermi addormentata tra le braccia di Peter: mi sentivo così al cado, così al sicuro. Perchè adesso ho freddo e una brutta sensazione? Apro gli occhi spaventata e mi guardo intorno. Peter e Lucy non ci sono. Guardo dietro i cespugli, ma niente. Mi spingo un po' più in là, ma di loro nessuna traccia.  Sveglio Ed e Trumpkin preoccupata e subito ci mettiamo a cercarli.
 
Imbocchiamo un sentiero stretto, in mezzo alla boscaglia, non molto lontanto dalla riva del fiume. Per sicurezza porto con me l'arco e le frecce.C'è un silenzio tremendo, quasi la foresta si fosse ammutolita. 
Poi, d'un tratto, sento delle voci e dei suoni metallicci. Come se qualcuno stesse combattendo.
Corro in quella direzione a tutta velocità, scavalcando arbusti, rocce e tronchi d'albero.

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Capitolo 3
*** Il principe Caspian; Buonanotte al miele e dopobarba ***


CAPITOLO 3.
 
Due occhi di cielo dentro i miei
lo stringo forte a me
le sue parole dolci più che mai....
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"PETER! PETER! LUCY, DOVE DIETE?" Urlo disperata. Le voci ora si fanno più nitide e sembra che provengono da dietro un'enorme roccia davanti a me. Mi arrampico e in pochi secondi la scavalco insieme a Ed e al nano. 
 
Eccoli. Lucy sta quasi di fianco a me e guarda Peter- puntato con una spada alla gola da un ragazzo dai capelli corvini- ansiosa, quasi temesse la reazione di nostro fratello che non si è ancora accorto della nostra presenza. Intorno a loro vi sono tutti gli abitanti di Narnia e i soldati nelle loro armatura, quasi si aspettassero un nostro attacco.
 
"PETER!"Grido ancora una volta per richiamare la sua attenzione.
 
"Oh, Susan. Perchè ti sei alzata? Sei ancora debole, non credi che dovresti riposare?" Mi domanda con volce dolce. Mi avvicino a lui sorridendo, scuoto la testa e lascio che mi passi un braccio intorno alla vita tirandomi verso di sè.
 
"Sicura?"
 
"Sicurissima. Tranquillo." Rispondo. Poi volto lo sguardo verso il ragazzo che punta ancora la spada contro la sua gola  e guarda confuso il suo braccio intorno alla mia vita. Arrossisco ancora una volta. Peter sembra che se ne sia accorto, perchè sorride e mi avvicina ancora di più a sè. Ma in questo momento non oso guardarlo per potermene accertare, sono troppo occupata a cercare di capire chi è il ragazzo di fronte a noi.
 
"Tu sei Re Peter!" Esclama lui come colto da un'illuminazione.
 
"Si, credo tu ci abbia chiamati, principe Caspian." Ah, ora ho capito. 
 
"Oh, si. Immagino che voi vogliate sapere la storia completa."
 
Io e i miei fratelli annuiamo. Dopotutto siamo i re e le regine di Narnia, abbiamo tutto il diritto di sapere cosa sta succedendo e il dovere di intervenire.
Ci fanno strada attraverso la foresta e attraversiamo uno o due fiumi con delle barche. Poi, eccoci arrivati. Davanti a noi si estende un enorme campo di battaglia e alla fine vi è una specie di fortezza costruita interamente in pietra. 
Giunti a quella che dovrebbe essere l'entrata, i centauri si dispongono in due file e sollevano le spade. Noi (io, Peter, Edmund e Lucy) ci avviamo verso l'enorme portone per primi, essendo i regnanti, gli altri ci seguono poco dopo.
 
Un centauro, Oreius, ci mostra la fortezza e le nostre stanza. Ne abbiamo una ciascuno, poi ci sono quelle dei soldati, del principe Caspian, e le altre che ospitano il resto degli abitanti quasi tutti arruolati. Poi ci sono quelle destinate alla zona guerra: una per le armi, un'altra per le armature e un'altra ancora è destinata a produrre attrezzi come catapulte ecc...
Ora siamo nella stanza principale, dove di solito si fanno le riunioni e si discute sulla situazione. 
 
"Vedete" Comincia il principe. "Mio zio Miraz, ha ordinato ai suoi uomini di uccidermi perchè vuole prendere il mio posto come Re di Telmar. E questo non può succedere finchè io sarò in vita perchè, essendo l'unico erede del defunto Re, il trono è mio di diritto. Per questo ha convinto tutto il regno che io sono l'istigatore della rivolta degli abitanti di Narnia."
 
"Ma cos'è successo a Narnia, mentre noi non c'eravamo?" Domanda Edmund.
 
"Narnia, una volta che voi, Re e Regine ve ne siete andati, è rimasta priva di protezione quindi i miei antenati hanno attaccato i suoi abitanti fino a impossessarsi del territorio e a cacciarli. Poi, con l'ascesa al trono di mio padre la guerra e le persecuzioni sono finiti. Però mio padre è morto, non so a causa di chi ma ne ho una vaga idea adesso, e Miraz ha preso il potere. Per ora non si è ancora spostato dal castello, ma non posso garantire che si trattenga molto dal dichiarare guerra." Nel precisare "una volta che voi, Re e Regine ve ne siete andati" la sua voce aveva assunto un tono amaro, quasi arrogante.
 
"Ci tengo a precisare che noi non ce ne siamo andati intenzionalmente e che non ne abbiamo tutt'ora intenzione!" Sibilo nella sua direzione. Non mi piace come si rivolge a Peter e a me. Quasi fossimo di troppo. E non ho esitato a ricordargli che è stato lui a chiamarci.
Lui mi guarda di sfuggita, come se non fossi degna della sua attenzione, e prende a guardare i miei fratelli e Lucy. Peter se ne accorge e indurisce lo sguardo. Poi si rivolge ai soldati.
 
"Allora, prima di tutto. Come siamo messi riguardo ad armi?" 
 
"Mio Signore, se mi posso permettere. Io e i miei uomini abbiamo procurato armi a sufficienza per l'intero esercito e ci stiamo occupando delle altre." Risponde Ripiccì. Ripiccì è un grazioso topolino che fa parte dei cavalieri di Narnia insieme alla sua squadra. Ed e Lucy l'hanno subito preso in simpatia per il suo carattere allegro e coraggioso. Io e Peter (ma sopratutto lui, per il fatto che sia un abile spadaccino) ne siamo altrettanto entusiasti. 
 
"Bene Rip. Io propongo di trarli in un'imboscata: attaccheremo il castello!" Dichiara mio fratello. Ed annuisce insieme a me. Perchè per quanto ben equipaggiati non potremmo resistere a lungo in caso di attacco.
Di solito sono più pacifista( non a caso sono stata nominata la Regina Susan, la Dolce.) ma se penso a quello che il mio popolo ha passato durante tutti questi secoli non posso trattenere la rabbia e anche il desiderio di vendetta nei confronti dei persecutori.
 
"Quel castello non è mai stato invaso prima d'ora! Sarebbe un suicidio!" Esclama inferocito Caspian.
 
"Ma non possiamo lo stesso resistere qui ancora a lungo!" Ribatto io. Lui mi guarda male.
 
"E poi, se non avessi notato questa non è una fortezza, è una tomba! Non siamo in grado di proteggerci e progettare un piano d'attacco allo stesso tempo!" Interviene Peter che poi si gira verso Oreius, il capo dei centauri.
In effetti quella che a prima vista mi era sembrata una fortezzasi si è rivelata più simile ad una tomba, considerato che ci troviamo sotto terra.
 
"Se riesco a farvi entrare lì, vi occuperete delle guardie?" Il centauro lo guarda per un attimo poi risponde con voce sicura, venerante. 
"Fino alla morte."
 
"È proprio questo che mi preoccupa. C'è solo una possibilità per voi: morire lì o morire qui."
 
"Lucy, ragiona. Non possiamo difenderci qui sotto, e non abbiamo neanche il tempo di progettare un piano d'attacco in caso ci prendano alla sprovvista." Le dico io. Sembra convincersi."Quindi, li attaccheremo prima noi." Annuisce e mi sorride, questa volta convinta del tutto.
Caspian si reca nella sua stanza sbattendo la porta. Peter stringe i pugni alla vista. Le accarezzo un braccio, un po' imbarazzata, cercando di infonderle calma poi mi dirigo anche io verso la mia.
 
È piccola, con un grande letto a baldacchino al centro e un armadio sul lato est. Non è di certo uguale ad una stanza che ben si addicerebbe ad una regina, ma di questi tempi non si può pretendere molto. E poi forse la preferisco così, non mi sono mai piaciute le cose sfarzose. Sul lato ovest invece c'è un'altra porta oltre la quale vi è il bagno. Entro, mi sfilo l'abito marrone e lo sostiuisco con una vestaglia bianca, un po' trasparente, che ho trovato dentro l'armadio. Mi pettino i capelli che subito assumono la solita forma ordinata di lunghi boccoli anzichè l'acconciatura trascurata di prima.

Avanzo sino al letto e faccio per sdraiarmi, quando sento che qualcuno apre piano la porta.È Peter. Sembra voler dire qualcosa ma si blocca e sorride vedendo la mia vestaglia. Arrossisco sotto il suo sguardo intenso, quasi stessi bruciando. Ma non mi sento come quella volta del cervellone: lì ero schifata, adesso sono piuttosto imbarazzata ma quasi...compiaciuta di fare quest'effetto a mio fratello. 
Cerco di scacciare quei pensieri dalla mia testa ma per sbaglio i miei occhi incrociano i suoi e la mia mente viene invasa da una strana sensazione. Lo vedo avanzare verso di me e fermarsi a pochi passi di distanza. Posso sentire il suo dolce profumo: miele e dopobarba alla menta.
 
"Volevo solo dirti grazie per avermi sostenuto oggi. E mi dispiace che tu debba sopportare quel principino che si crede chissà chi. Tu fai tanto per me che a volte ho la senzazione di non fare io altrettanto per te."
 
"Non preoccuparti Peter. Tu fai tantissimo ogni giorno per me, e lo so che ci tieni. Non c'è bisogno che me lo dimostri, mi basta che tu mi stia vicino qualunque cosa accada nel momento in cui mi sentirò di cadere, come hai sempre fatto fino ad ora."Deglutisco dal nervoso che mi procura la sua vicinanza ma cerco di rassicurarlo lo stesso. Lui mi sorride, ma credo si sia accorto dell'effetto che ha su di me perchè si china verso il mio viso e sussurra:
 
"Allora buonanotte Susie." Poi si volta ed esce dalla stanza silenziosamente.
Sento che potrei svenire e mi tremano le gambe tanto da dovermi sostenere ad un palo del letto. Poggio una mano sul mio petto, sento che il mio cuore ha preso a battere veloce come le ali di un colibrì e potrei giurare che sulle mie guance ora sia apparso un lieve rossore in contrasto con la mia carmagione chiara. 
Mi sdraio sul letto e chiudo gli occhi nella speranza di tranquillizzarmi. Poi, pian piano, mi lascio cadere tra le braccia di Morfeo.

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Capitolo 4
*** When you're gone. ***


CAPITOLO 4.
 
When you're gone,
the pieces of my heart are missing you...
When you're gone,
the face I came to know is missing too 
When you're gone 
The words I need to hear to always get me through the day and make it ok 
I miss you.
_________________________________________________________
 
"Forza mia Regina, metta il piede come le ho detto!" Cerco di fare come mi dice Oreius. Ma purtroppo sono un po' limitata con la spada. Non la so proprio impugnare bene. I miei fratelli non sono d'accordo che la usi ma Lucy e io siamo convinte che un giorno mi potrà servire.
Quindi ho chiesto al centauro di insegnarmi la scherma, ma con scarsi risultati.
"Ci sto provando..."Dico allo stremo delle forze. Oreius abbassa la spada.
"Forse è meglio se riproviamo domani, sua Maestà. La vedo un po' pallida." Detto questo se ne va a studiare le strategie con Peter e Edmund.
Lucy si avvicina a me e mi propone una passeggiata.
Usciamo dal grande portone e percorriamo il confine del campo lentamente. Non è quel che si dice una giornata soleggiata, però ogni tanto piccoli raggi di sole filtrano dalle nuvole e la fanno sembrare una tipica giornata autunnale.
 
"Cosa ti succede Susie? Ti vedo un po' strana ultimamente..." Come te lo vorrei dire Lucy, ma credimi non posso. Non capiresti...è troppo complicato. E poi prima di riuscire a dirlo a te lo devo capire io. 
"Niente Lucy, tutto bene. Sono solo un po' stanca per via degli allenamenti con l'arco, la spada e poi ultimamente non sto dormendo molto bene. Questione di stress, insomma." Domani ci sarà la battaglia, e sono un po' preoccupata." Mento,tranne nella parte del sonno. È vero che non sto dormendo molto...
 
"Sei sicura Susie? Perchè non sei solo tu. Ed mi ha detto che anche Peter ultimamente è strano. Insomma, più del solito." Ridacchia piano, poi ritorna seria e continua.
" Cosa vi succede? Lo sai che puoi dirmi tutto..."
 
"Certo che lo so. Ma davvero Lucy, non lo so nemmeno io. Appena lo capirò sarai la prima a saperlo."
Il resto della passeggiata  la trascorriamo in religioso silenzio. Lucy non ha insistito, è una delle sue qualità che apprezzo di più. Ti sa capire, non pretende di sapere tutto.
Torniamo nella sala delle riunioni, e ci aggiorniamo sul piano.
 
"Allora"Comincia Peter rivolgendosi a me." Susan, tu verrai con me sulla torre principale e ci occuperemo dello zio di Caspian." Annuisco. Poi Edmund si avvicina a Oreius.
 
"Io invece starò sulla torre minore, e se la via è libera vi farò un segnale con la torcia. Solo a quel punto voi, centauri eccetera, entrerete in azione dal cancello che verrà aperto da Caspian. Tutto chiaro?" 
 
"Si, mio Signore." Risponde Oreius.
 
"Bene, domani quando saremo certi che Miraz e la moglie sono a letto, ci avvieremo verso il castello.Potete andare a riposarvi." Peter congeda tutti dalla sala. Mi siedo di fianco a lui, e poggio la testa sulla sua spalla, nascondendo a fatica il velo d'imbarazzo, e mormoro:

"Ho paura....cosa succede a casa se si muore qui?"È vero. Ho una paura tremenda. Lucy non parteciperà all'imboscata, resterà qui ma temo lo stesso di non rivederla, che possa andare tutto storto. 
Peter non mi abbraccia questa volta, si limita ad accarezzarmi i capelli. La paura scompare temporaneamente al suo tocco.

"Non lo so....però ti giuro che non ti succederà niente, Susan. Adesso vai a letto, devi essere stanca..." Ha una voce forzata, quasi fredda. 
L'ho visto un po' distante in questi giorni da quando ho cominciato a prendere lezioni di scherma, ma non credevo a tal punto. Mi alzo furente di rabbia e lo fisso con sguardo di sfida.
 
"Adesso, oltre che non guardarmi più negli occhi, neanche mi tocchi? E cos'è questa storia che non posso prendere lezioni di scherma? Rispondimi Peter, perchè da sola  non ci arrivo!"
 
"Non è questo, Susan.Non è vero che non ti guardo e non ti tocco più. Sono solo molto occupato con il piano.Per quanto riguarda la scherma non ritengo sia necessario prendere queste lezioni." Potrà cascarci Ed a queste bugie, ma io no. Lo conosco troppo bene. C'è qualcos'altro anche se non so di cosa si tratta.
 
"Sei un idiota se credi che mi beva questa storia!" Sibilo. Giro i tacchi, rossa di rabbia, e mi sbatto la porta della mia stanza alle spalle. 
Mi tolgo subito questo scomodissimo vestito e lo sostituisco con una camicia da notte azzurra abbastanza leggera. Purtroppo anche questa è semitrasparente come quella bianca e come tutte le altre che ho trovato nell'armadio. Evidentemente le regine indossano questo tipo di vestaglie sotto gli abiti regali. Mi infilo sotto le coperte e spengo la candela. 
 
Ore 23.00: mi giro sul lato destro del letto;
Ore 23.30 mi giro sul lato sinistro;
Ore 24.00 mi metto a pancia in giù;
Ore 1.00 giro il cuscino sul lato fresco;
Ore 2.00 sbuffo riprendendo la posizione iniziale;
Ore 3.00 mi sposto al centro del letto.
 
Inutile non riesco a dormire. Sono troppo amareggiata per riuscire a fare sogni tranquilli.  Accendo di nuovo la candela e fisso il soffitto con sguardo vacuo.
Non riesco proprio a capire cosa sta succedendo a Peter. Dalla notte in cui è venuto in camera mia si comporta quasi come uno sconosciuto: è sempre distante, freddo e assente, quasi si fosse pentito di quegli attimi di intimità passati insieme. E da quando mi sono convinta dell'utilità della spada è sempre peggio.
E io anzichè lasciar perdere, come ho fatto con tutte le altre persone che mi hanno fatto soffrire, ci sto male. Maledettamente male. Da quando non mi abbraccia più, non mi sorride più, da quando i miei occhi non incontrano il suo sguardo dolce e rassicurante, mi sento come se mancasse un pezzo di me. Non mi sento più completa. Mi sento trascurata e gettata via come un vaso rotto a cui mancano dei pezzi e che nessuno saprà aggiustare. Mi sento sola, sola e ferita.
Non mi sento più Susan. La Susan dolce e allegra di sempre. La Susan che se ne fregava del giudizio delle persone. Mi sento e mi vedo più come un fantasma...
Mi sento morire dentro ogni volta che mi avvicino e lui si scosta, ogni volta che mi rendo conto che è l'unico che voglio ma anche l'unico che non posso avere.
Ogni volta che mi rendo conto che:
 
Primo. Sono innamorata di Peter. Del fratello che mi leggeva le favole a 5 anni, che mi faceva il solletico per farmi ridere quando mi sbucciavo le ginocchia e piangevo, dello stesso fratello che 2 settimane fa mi ha asciugato le lacrime perchè avevo paura di soffrire di nuovo.
Secondo. Queste sensazioni, per quanto assurde e irrazionali, non mi sono mai sembrate così vere e presenti dentro di me.
Terzo. Una parte di Peter- chissà quale e quanto tenuta in considerazione da lui- forse provava lo stesso.
Quarto. Nonostante mi senta così leggera per aver trovato la soluzione a tutti i miei dubbi, resta comunque- secondo molte persone- una cosa assolutamente sbagliata, folle e irrazionale.Ma d'altra parte ci troviamo in un mondo magico, sconosciuto  dal resto della società inglese e del mondo intero e una piccola parte di me spera che qui a Narnia l'amore che una ragazza può provare per suo fratello, per quanto irrazionale sia, non venga giudicato e ostacolato. 
 
Mi alzo dal letto, per niente insonnolita, e decido di andare nella stanza in cui i soldati tengono le loro armi. Se proprio devo restare sveglia è meglio che mi impegni in qualcosa di utile invece che riempirmi la testa con questo tipo di preoccupazioni.
Che poi, cosa ho da preoccuparmi? Peter non mi guarderà mai come io guardo lui. Non mi penserà e non mi considererà mai come la ragazza che dovrà amare per tutta la sua vita. Quando tutto questo finirà torneremo a regnare su Narnia e si troverà una fidanzata molto più bella di me, molto più raffinata di me e magari anche più intelligente di me. E diventerà la sua Regina. Maledettamente sua. E io li guarderò da lontano, fingendo che non mi importi mentre continuerò a morire dentro.
Scuoto la testa nel tentativo di non pensarci ma, purtroppo per me, il dolore è troppo forte persino da non riuscire ad ignorarlo col pensiero.
Entro nella stanza cercando di fare meno rumore possibile e accertandomi che non ci sia nessuno nelle vicinanze mi chiudo la porta alle spalle e, silenziosamente, cerco la spada che uso di solito con Oreius. Mi risulta alquanto difficile dato che qui è presente ogni tipo di scudo, archi e frecce, spade e lance. Ne osservo i riflessi argentei ancora più luminosi evidenziati da dei timidi raggi di luna provenienti da una piccola finestrella che fa da lucernario, poi scorgo in mezzo a delle spade troppo grandi per me, quella che stavo cercando. 
La lucido e poi la impugno. Cerco di mettermi nella posizione esatta ma un rumore sospetto mi fa girare di scatto e punto la spada verso il punto da cui proviene il tonfo. Da quell'angolo buio fuoriesce Peter, con un sorrisetto sarcastico sul volto, che si appoggia sulla parete di fronte a me a braccia incrociate.
 
"Che vuoi?" Non vorrei essere così dura ma sono ancora infuriata con lui per il fatto di stasera. E non ho di certo intenzione di dimenticarlo troppo presto...mi aspetto ancora delle spiegazioni.
 
"Cosa credi di fare con quella spada?" Chiede lui ignorando la mia domanda.

"Tu che dici? Sei così idiota da non accorgerti che mi sto allenando?" Sputo tra i denti.

"A quest'ora della notte e con quella vestaglia trasparente?" 

"Non sono affari tuoi l'ora in cui mi alleno e nemmeno il modo in cui mi vesto per farlo..." Mormoro poco convinta notando che il suo sguardo si sta soffermando troppo sul mio corpo. Non che mi dispiaccia, ma sento che se continua così morirò per autocombustione.

"Certo. Ma visto che ti stai allenando..." Detto questo impugna sfila la sua spada dalla cintura e comincia ad attacarmi. I suoi affondi sono precisi, mirati, da abile cavaliere. 

"Idiota esibizionista...."Sussurro imbufalita.
Cerco di difendermi come meglio mi riesce, mettendo il piede nella posizione che mi ha indicato Oreius e tentando di disarmarlo, però non so per quanto tempo resisterò. Ma questa mia concentrazione mi sta costando cara: Peter avanza sempre di più mentre io indietreggio consapevole. Riesce addirittura ad accorciarmi la vestaglia e ad abbassarmi una bretella con un semplice movimento del polso.
"Apprezzo molto le migliorie alla tua vestaglia, comunque..." Arrossisco di botto e perdo del tutto la concentrazione.
Con movimenti veloci mi disarma facilmente e, mentre la mia spada cade a terra seguita dalla sua, mi prende per i fianchi e avvicina i nostri volti sino a quando vi sono solo pochi millimetri a separarci. I nostri nasi si sfiorano, i nostri respiri quasi si confondono...posso sentire il suo indugiare sulle mie labbra.
 
"Questo idiota ti ha appena battuto...."

"Esibizionista. Ti ho dato dell'idiota esibizionista..." Preciso io con un sorrisetto soddisfatto stampato in viso.
Si avvicina ancora di più a me, sfiorando le mie labbra con le sue. Posso sentire il desiderio che cresce e un brivido, provocato dalla sua vicinanza, che mi percorre tutta la lunghezza della schiena e il mio respiro già affannato. Sta per annullare la distanza che separa le nostre labbra quando....

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Capitolo 5
*** L'amore è bello, ma fa soffrire. E il mio è sbagliato....ancora peggio. ***


CAPITOLO 5.

Strano il mio destino che mi porta qui 
A un passo dal tuo cuore senza arrivare mai 
Chiusa nel silenzio sono andata via 
Via dagli occhi, dalle mani, da te
___________________________________________
 
SBAM! La porta si apre improvvisamente facendoci allontanare di scatto, come scottati, alla vista del Principe. 
 
Peter: "Emh...Susan dovresti andare in camera tua.Ormai è tardi e domani abbiamo bisogno di tutto il sostegno possibile. Buonanotte...e cerca di ricordare la posizione corretta da adottare in caso di attacco. " Mi ha detto questo quasi fossi un'estranea. Evidentemente non vuole fare brutte figure davanti a Caspian. Dimentico persino che sono mezza nuda davanti a loro. Piango, di nuovo.Lui mi guarda un po' sorpreso e apre la bocca per dire qualcosa ma viene interrotto da Caspian:
 
"Scusate por l'interruzione ma Oreius mi ha riferito che aveva sentito dei rumori sospetti e...e così sono venuto a controllare." Dice col suo solito tono arrogante.
 
Non lo ascolto, sono troppo ferita dalle parole usate da Peter e forse anche di più dal tono. Corro via e mi chiudo nella mia stanza che mi sembra troppo piccola per contenere tutto il dolore che sto provando, troppo fragile per sopportarne il peso, troppo sconosciuta per poterne capire il significato.È acuto, penetrante, come una pugnalata al cuore. 
Lacrime, singhiozzi e disperazione.
Dubbi, domande e risposte senza un perché.
Ecco tutto ciò che domina la mia mente in questo momento, annebbiandola e facendomi sentire banale, abbandonata e infelice come mai prima d'ora. 
Nel mio cuore c'è il nulla. Mi sento svuotata da ogni emozione che non sia nostalgia:
la sua nostalgia, la nostalgia dei momenti in cui potevo stargli vicino senza sentirmi sbagliata e colpevole dei miei sentimenti, nostalgia del suo sguardo che mi penetrava ogni volta che i miei occhi incontravano i suoi. 
Blu intenso e azzurro.Notte e giorno. Uno scontro di sguardi che mi faceva sentire leggera come una piuma.

Mi sono sempre sentita sbagliata, mai nel posto adatto a me, ma andavo avanti nonostante tutto; andavo avanti grazie a lui, ai suoi sorrisi, alle sue parole rassicuranti, alle chiaccherate davanti al fuoco la vigilia di Natale mentre tutti dormivano. Poi è arrivata Narnia e mi sono finalmente sentita completa, finalmente avevo trovato il posto in cui brillare, il sogno di una vita. Ma si sa: dai sogni ci si sveglia prima o poi. Quando mi sono svegliata, le mie certezze sono cadute ed è tornato lo smarrimento. 
Adesso che sono tornata ho scoperto che il mio sogno si è trasformato in un incubo:Narnia è stata invasa, il mio popolo perseguitato per secoli e non ho più Peter. O meglio:non ho più il mio Peter, quello dolce che mi aiutava a rialzarmi quando cadevo. 
Mi addormento così: con il viso rigato di lacrime e il corpo scosso dai singhiozzi.
 
**
"Susan, Susan dai svegliati! Susan, muoviti è tardi..." La voce di Lucy che mi scuote dolcemente mi risveglia dal sonno profondo in cui ero caduta.
"Ma cosa dici Lucy? Sarà solo mattina...."Sussurro con la faccia contro il cuscino.
"Ma quale mattina e mattina?!? Fra un'ora dovete andare al castello per l'imboscata!"
Apro di scatto gli occhi e la guardo shockata.
"COSA?!? E NON VI È PASSATO PER L'ANTICAMERA DEL CERVELLO DI SVEGLIARMI?"
"Ehi ehi Su calmati. Ho detto agli altri che ultimamente non dormivi molto, così Peter mi ha detto di non svegliarti che dovevi riposare..." Mormora Lucy offesa.
"Oh Lucy, scusa. Sono un po' nervosa. Sai, per la missione...mi aiuti a prepararmi? Ho visto il vestito da combattimento e ho notato che sarà un po' difficile da indossare.."
"Certo, tranquilla."
 
 
10 minuti dopo...

Ci è voluto un bel lasso di tempo prima che Lucy riuscisse ad allacciare tutti quei lacci e laccetti ma alla fine ce l'abbiamo fatta.
Ora che l'abito è sistemato passiamo ai capelli: raccolgo i miei lunghi boccoli corvini in un'ordinata coda di cavallo per non rischiare che mi oscurino la visuale durante l'attacco.
Raggiungiamo gli altri fuori. C'è tensione; parecchia anche. Mi posiziono affianco a Peter visto che devo andare con lui, ma neanche sembra accorgersi della mia presenza. Continua a ricapitolare il piano agli altri. Sbuffo cercando di non farmi sentire, Ed mi lancia uno sguardo comprensivo.
 
"Allora io, Susan, Ed e Caspian saremo trasportati dagli ippogrifi. Ed come già stabilito starà sulla torre minore, io e Susan su quella maggiore, Caspian e Ripiccì si occuperanno delle guardie che stanno di guardia nel ponte levatoio. Tutto chiaro?" Stava dicendo Peter.
 
Oreius: "Tutto chiaro, mio Signore."
Soldati: "Tutto chiaro."
 
Detto questo noi ci dirigiamo verso gli ippogrifi. Il mio ha le piume azzurrine e bianche ed è anche abbastanza grosso quindi è un po' difficile per me salire in fretta come gli altri. Mi aggrappo ad una piuma cercando di fare leva quando mi sento sollevare da qualcuno e mi ritrovo sulla groppa dell'animale. Guardo giù e vedo Peter che mi sorride.
Dio solo sa quanto vorrei rispondere a quel sorriso e osservarlo fino a quando le mie palbebre non chiederebbero riposo. Ma no, non lo faccio; non lo faccio perché mi ritorna in mente il mio corpo scosso dai singhiozzi ieri notte e mi sento di nuovo delusa, di nuovo sola. 
Volto il viso dall'altra parte, fingendo indifferenza. 
"Susan guardami...ti prego." Non rispondo.
"Ti prego Susan...." Mi volto: non riesco più a resistere.Tutto di me ha bisogno di incontrare i suoi occhi. Sono limpidi, imploranti, quasi esprimessero lo stesso bisogno che sento io. Non abbasso comunque la guardia.
"Possiamo andare?" Dico un po' fredda.
"Certo, ma dobbiamo parlare..."
"Io non ho niente da dirti."
"Parlerò io allora."
Si allontana da me e sale sul suo ippogrifo.
 
Arriviamo dopo circa 30 minuti e sorvoliamo il castello. Ed e Caspian vengono scortati per primi. Io e Peter intanto raggiungiamo la torre maggiore dove, secondo Caspian, dovrebbe trovarsi la camera da letto di Miraz.
Percorriamo i corridoi silenziosamente e attenti in caso di presenza di qualche guardia. 
Sento un tonfo metallico dietro di me. Mi giro: una guardia, a cui è caduta la spada, ci guarda con gli occhi spalancato. Scocco la freccia senza pensarci. Non gli ho dato il tempo neanche di reagire.
Sono arrivati i rinforzi. Peter comincia a combattere contro due soldati. Cerco di aiutarlo ma sono trattenuta per le braccia da una guardia che è sbucata dietro di me prendendomi alla sprovvista. Il mio arco e le frecce sono a terra.
"Non toccarla!" Grida Peter. Ma per quanto cerchi di raggiungermi, non ce la fa.
È costretto a guardare le mani del soldato sulle mie braccia che mi stringono con violenza,strattonandomi rude tanto che dalla mia bocca fuoriesce un gemito di dolore. 
Oh accidenti! Mi usciranno i lividi....
Mi dimeno con forza riuscendo a girarmi, così adesso mi ritrovo faccia a faccia con il mio avversario.
Sorrido: un sorriso falso, costruito a posta per distrarlo. Poi, solo quando sulla  sua faccia compare la confusione, gli tiro una bella ginocchiata in mezzo alle gambe. Si butta a terra dolorante.
"Questo è per i lividi che mi usciranno!" Questa volta gli do un calcio nello stomaco.
"E questo è per la prossima volta!"
Peter si è sbarazzato delle altre guardie e mi ha raggiunto.
 
"Tutto bene Susan?" 
"Benissimo, grazie..."
Mio fratello guarda il soldato- che ora è a terra svenuto- a bocca aperta.
"Dico solo questo: WOW"
"Si, si. Possiamo andare a finire lo zio di Caspian adesso?"Ribatto scocciata.
"Senti, mi dispiace per l'altra notte. Io, devi credermi, ho perso il controllo...mi dispiace per come ti ho trattata, davvero." Mi dice notando il mio comportamento.
"Non è nè il momento nè il luogo adatto per affrontare questi discorsi. Andiamo?" Chiedo indifferente. Annuisce e sussurra per non farsi sentire:
"Ma sappi che non è finita qui..."

Secondo Caspian, la camera da letto dello zio dovrebbe essere quella reale e in teoria si trova nel terzo corridoio del quarto piano, ovvero sulla torre maggiore.
Noi adesso siamo al terzo, quindi ci affrettiamo a salire le scale facendo attenzione alle guardie. Ne abbiamo incontrate molte ma non hanno avuto il tempo neanche di vederci che le ho traffitte con le mie frecce. Credo che dipenda dal fatto che cerco un modo per scaricare il dolore e Peter continua a guardarmi imbambolato.
Un'altra rampa di scale e siamo arrivati. 
"Ehi!Dove credete di andare?" Una voce interrompe il nostro cammino.
Sfilo una freccia, la posiziono sull'arco, poi mi giro e lo trafiggo. 
"Ad uccidere quel...quel...quella canaglia del tuo padrone!" Purtroppo nel vocabolario di una regina non esistono termini abbastanza crudi e volgari per esprimere il mio concetto di Miraz, quindi mi limito a chiamarlo canaglia.
Peter se la ride di gusto.
"Zitto idiota! Vuoi farci scoprire?" Chiedo irritata. Lui smette- anche se sulle sue labbra c'è ancora quel sorrisetto ironico- poi mi prende per la vita e mi appoggia delicatamente sulla parete dietro di me.
"A uccidere quella canaglia del tuo padrone?" Sarcasmo. Io e lui ce l'abbiamo sempre avuto e il più delle volte lo usavamo contro Ed che ci faceva i dispetti. Era una gara di parole: io e Peter eravamo bravi a scuola e quindi sapevamo più vocaboli, Ed non ne voleva sapere di studiare così la maggior parte delle volte vincevamo noi.
"ll vocabolario di una regina non comprende parole tanto volgari per poterlo descrivere..." Senza volerlo arrossisco. Ma non so se è causato più dalla sua vicinanza o dalla mia incapacità di essere volgare. Credo che si compensino comunque.
"Sei ancora più bella quando arrossisci." Mi dice lui. Spalanco gli occhi dalla sorpresa e non posso evitare di sentire nascere dentro di me un po' di speranza. Ma la sensazione dura poco: è tornato il dolore. Perché mi illude così? Non capisce che soffro, che muoio ogni volta che ricostruisco le mie certezze e lui me le distrugge solo guardandomi? Perché mi ha fatto innamorare? Non poteva lasciarmi tranquilla, serena come quando lo consideravo solo un fratello?
È così ingiusto che io mi senta felice? Tornano le lacrime che, oltre a bagnarmi il viso, distruggono anche quella maschera di indifferenza che mi ero creata.
"Perché piangi?" Non glielo posso dire. Sarebbe schifato e mi rifiuterebbe sapendo il peccato di cui sono colpevole. L'amore è bello, ma fa soffrire. E il mio è sbagliato...ancora peggio. 
Il nostro destino si incrocia sempre, ma quando le cose per me vanno per il verso giusto vengo strappata via dalla mia favola, dalle sue parole dolci, dal suo sorriso, dai suoi occhi. Da lui.
"Non è niente, lascia perdere..." Scaccio le lacrime dal mio viso, mi libero dalla sua presa e continuo a salire le scale. Sento i suoi passi dietro di me, ma non mi volto, o leggerebbe il dolore che sto provando nei miei occhi. Mi ha sempre saputo capire al volo e non credo che sia cambiato in questo lato.

Eccoci: siamo arrivati alla torre maggiore. Davanti a noi vi è un grande portone che conduce all'interno della camera reale. C'è silenzio, interrotto solo dal suono dei respiri regolari di Miraz e la moglie. 
Peter si posiziona davanti a me e- dopo che ho impugnato l'arco- spalanca il portone con un calcio.

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Capitolo 6
*** Freccia avvelenata. ***


CAPITOLO 6.


La stanza è grande, circolare e arredata da tantissimi mobili di legni pregiati con intarsi dorati ma totalmente immersa nell'oscurità e nel silenzio. C'è anche una finestra ma le grosse tende impediscono alla luce della luna di illuminare la stanza.
Ci guardiamo intorno in cerca di segni della presenza di Miraz e la moglie: il letto è sfatto come se fosse appena stato usato, le candele sono spente e la cera consumata. 
Io e Peter ci scambiamo uno sguardo confuso: eppure abbiamo seguito le indicazioni nel modo corretto. Abbiamo sbagliato noi oppure qualche guardia ci è sfuggita ed è riuscita ad avvertire lo zio di Caspian?
 
"Questa era la mia camera da letto...una volta." Dall'angolo più buio della stanza la figura di un uomo avanza a passi lenti verso di noi. Man mano si fa sempre più definita
e si riconoscono la maggior parte dei tratti del viso e di tutto il resto del corpo. Miraz è esattamente come l'ha descritto Caspian: freddo e distaccato nei movimenti, i muscoli del viso tesi, la mascella contratta e sulle labbra quella persistente smorfia insoddisfatta che a quanto pare lo caratterizza da sempre. 

"Esatto: una volta. Stai tranquillo che fra poco di servirà a ben poco una comoda stanza da letto!" Sibilo. Tutta la rabbia e il dolore accumulati in questi giorni stanno esplodendo come un fiume in piena e mi rendono più combattiva, più agguerrita in difesa del mio popolo. Mi aggrappavo con tutte le mie forze all'unica certezza che mi era rimasta, Narnia. 

"Oh oh. La Regina Susan, la Dolce. Sai, da come sei nota non ti avrei mai immaginato così agguerrita."  Peter mi osservava ansioso mentre ascoltava quel piccolo scambio di battute tra me e Miraz.

"Rimarrai sorpreso allora...."
"Secondo me sarà il contrario, ragazzina insolente."
"Non ti azzardare a rivolgerti a lei con questi toni!" Ringhia Peter puntandogli la spada alla gola. Poggio una mano sulla sua spalla per calmarlo poi miro il mio arco contro Miraz.

"Non lo farai...." Mi dice lui quasi schernendomi.
"Te l'ho già detto: rimarrai sorpreso."
"Spostati, devo dirgli un paio di cose..." La voce di Caspian interrompe lo zio che aveva aperto la bocca per parlare. Non era arrogante questa volte ma assumeva lo stesso un che di autoritario. Io e Peter ci facciamo da parte. Mio fratello non è molto contento che Caspian non abbia rispettatom il piano e io- seppur controvoglia- sono d'accordo con lui. Ci avrebbe fatto perdere tempo. 

Intanto si cominciavano a sentire i suoni della battaglia fuori dal castello. Sbircio dalla finestra la situazione. Il mio cuore perde un battito e guardo spaventata Peter: siamo in minoranza numerica, bisogna battere in ritirata.
"Diamine, no!" Sibila Peter correndo fuori dalla camera. Io lo seguo, di Miraz se ne occuperà Caspian. Scendiamo scale, percorriamo i corridoi, affrontiamo guardie senza mai smettere di correre a tutta velocità, siamo quasi vicini.
Poi davanti a noi ecco le nostre truppe che combattono contro i soldati di Telmar, agguerrite, pronte a rivendicare la loro libertà. Combattiamo con loro, complici e uniti dal desiderio di pace e libertà del nostro popolo.
Combatto, sì. Ma ciò non mi impedisce di osservare ammirata Peter, i movimenti precisi del suo polso, i tratti del viso contratti dallo sforzo e dalla rabbia, i suoi bellissimi occhi ridotti a fessure per la concentrazione. Il suo sguardo s'incatena al mio e non lo lascia per gli altri minuti che seguono.
Minuti in cui mi sono sentita di nuovo appagata, felice e serena. Di nuovo la Regina Susan, la Dolce; non la regina che sono stata fino a qualche ora fa: spenta, triste, il fantasma della mia vera essenza. I suoi occhi continuano ad osservarmi e per la prima volta la speranza nasce e persiste dentro di me. Prima svaniva ed era fragile come una foglia in autunno.
"Battete in ritirata! Sono troppi!" Grida Peter a Oreius. Nonostante ciò continua a guardarmi e tende le braccia nella mia direzione come per abbracciarmi.
Trafiggo l'ennesimo avversario e avanzo verso di lui, sempre senza interrompere il contatto visivo. Forse è un sogno, forse quello che leggo nei suoi occhi non è lo stesso amore che io provo per lui ma per adesso -mi illudo, di nuovo- mi può bastare.
Poi tutte le emozioni provate in questo momento svaniscono e torna il dolore, torna la sofferenza: una freccia, arrivata all mie spalle, mi ha colpito il fianco.
Sento l'urlo disperato di Peter e le sue braccia forti che mi tengono impedendomi di cadere, poi più niente. Affogo in un abisso sconosciuto di dolore e sento forti fitte all'addome. Mi sento invadere da scosse sempre più forti e lancinanti, che mi bruciano tutta la zona ferita.
Combatto l'oscurità impedendole di schiacciarmi completamente, provo ad aprire gli occhi per cercare il volto dei miei fratelli. Voglio sentirmi dire che il dolore presto finirà e che alla fine non assomiglierò ad una carbonella come mi sento di essere adesso. Voglio sentire la voce calda di Peter che mi dice " Va tutto bene Susan, tranquilla."; quella limpida e sempre allegra di Lucy che mi sussurra "Ti voglio bene sorellona" e persino le battutine ironiche di Ed.


**
"Susan...." Chi sei? Una voce interrompe il mio stato di coma. Non riesco a sentirla bene, ma quel poco che ho percepito è bastato per risvegliare la mia mente, riempendola di domande.
Dove sono? Perchè non sono morta? Cosa hanno fatto i miei fratelli guardando il mio corpo inerme sul freddo pavimento di pietra?
Non sono morta.Una vocina dentro di me mi fa notare questo particolare. Ma se non sono morta, sono in paradiso? No, se fossi in paradiso non sentirei tutto questo dolore.

Quante ore, giorni o settimane sono passate? Non lo so, combatto ancora contro l'oscurità. La sto vincendo, penso. Man mano il mio respiro torna ad essere regolare, riesco a sentire il mio cuore battere veloce. Strano,pensavo che dopo tutto il dolore che ho provato sarei morta. Lo speravo, sarei voluta morire piuttosto che sopportare quel dolore. Non riuscivo a capire come una semplice freccia potesse procurare quel dolore, ma poi ho capito: veleno.Ne avevo visto alcune boccette nella scrivania di Miraz, ma non avevo detto niente. Non immaginavo che mi avrebbe colpito alle spalle, neanche per un secondo ho pensato l'eventualità di un attacco a tradimento.Poi il tempo ha ricominciato a scorrere e da quel momento in poi più il dolore svanisce più io recupero le forze.
 
Sento le voci in modo più definito e chiaro e percepisco qualcosa o qualcuno che stringe delicatamente la mia mano.
"Susan...perdonami per quello che ti ho fatto. Ti prego svegliati." Questa voce mi è famigliare: è calda, dolce ma rotta dal dolore. Non avevo mai sentito la sua voce così, me la ricordo sempre allegra e sicura. Stento a crederci.
Apro un poco gli occhi e noto che sono sdraiata sul mio letto e anche che la testa di Peter è poggiata sul mio grembo. Piange e continua a ripetere: "Perdonami, sono un idiota..."
 
"Beh, che sei un idiota lo sapevo già, te l'ho anche detto." Scherzo cercando di attirare la sua attenzione. Solleva la testa di scatto e mi guarda con gli occhi- ancora tracolmi di lacrime- spalancati, come se avesse appena visto un fantasma.
Allungo il braccio e gli accarezzo i capelli, poi continuo: "Quello che non ti ho mai detto invece è che sei un bellissimo idiota." Sorride anche lui insieme a me e mi avvolge in un abbraccio stritolatore.
"Peter....cof...non respiro...." Si stacca preoccupato di avermi fatto male. Gli accarezzo una guancia per rassicurlarlo.Chiude gli occhi al mio tocco e mormora:
"Mi dispiace, sono stato un maledetto c..." Gli tappo la bocca con la mano prima che possa dire altro. Appoggio la mia fronte sulla sua e dico:
"Basta. Non pensiamoci più.Però, promettimi che non mi abbandonerai più e che non mi farai più soffrire come hai fatto in questi giorni...." Ero sincera, tutto il dolore che avevo provato mi stava uccidendo, corrodendo anche l'ultima cellula intatta del mio cuore.
"Te lo prometto Susan. E manterrò la promessa fosse l'ultima cosa che faccio!"
Mi stringe a sè delicatamente , quasi fossi di cristallo. Ricambio la stretta, mi è mancato tanto abbracciarlo, passare la mia mano su quei morbidi capelli dorati e scompigliarli per punzecchiarlo.
Ecco quello che mi era mancato di più: quei piccoli gesti che agli occhi degli altri sembrano insignificanti,ma che per me sono tutto. 

Lo contemplo ancora, ancora e ancora.
"Ma cos'è successo al castello? E perchè sono ancora viva?" Chiedo poi ripensando alla nottata passata.
"Oh....quel bastardo ti ha colpito con una freccia avvelenata. Saresti dovuta già essere morta quando siamo arrivati qui ma non era così: avevi il viso contratto, come se ti stessi concentrando su qualcosa e il tuo cuore batteva ancora. Però non eravamo convinti del tutto che potesse guarire la ferita così è arrivata Lucy, che ti ha fatto ingoiare una goccia di quel cordiale. Pensavamo che fosse stato troppo tardi perchè di solito la pozione funziona subito....ho creduto davvero di averti perso per sempre questa volta."
La porta della mia stanza si spalanca. Non faccio in tempo neanche a capire chi è entrato che una chioma di capelli rossicci mi oscura la vista. La piccola Lucy-come mi ostino a chiamarla io fin da quando era bambina-si è buttata su di me facendo cadere Peter dal letto.
"Allora? Come stai? Ti ha fatto molto male? Giuro che quel tizio me la paga! Oh sorellona quanto mi sei mancata, adesso stai bene vero?"
"Frena Lucy, riprendi fiato. Una domanda per volta. Allora:

1. Adesso sto bene;

2.Sì, mi ha fatto piuttosto male;

3. Stai tranquilla che la pagherà anche a me!Come gli ho già detto rimarrà sorpreso...

4. Così mi soffochi Lu!"
Interrompo subito quel fiume di domande che so già, non finirà mai se non la fermo.
"Oh sì, scusa." Si stacca da me dandomi un bacio sulla guancia e lascia che Ed mi abbracci.
"Sei stata bravissima Susan, non hai mai mollato."
"L'unica cosa che vorrei mollare in questo momento è un ceffone sulla faccia di quello!" Ribatto inferocita.

Ridono. Finalmente mi sembra di tornare a essere una ragazza normale che ride e scherza con la sua famiglia.

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Capitolo 7
*** Sarcasmo e provocazioni. ***


 
 
CAPITOLO 7.



 
Non so se è amore che hai o amore che fingi quello che mi dai.
Dammelo. Così mi basta…

____________________________________________________________________

 
"No, no e ancora no!" Dico a Peter per l'ennesima volta. Siamo nella sua stanza da circa un'ora, e sta cercando di convincermi  a rimanere dentro la fortezza durante la battaglia finale.
Questa si terrà domani: Miraz ha dichiarato guerra a Narnia 2 giorni fa e si è stabilito insieme al suo esercito vicino al fiume per organizzare le strategie.
"Ti devo forse ricordare che ti ha quasi ucciso?!?" Ecco ancora la scusa del veleno, come se nelle altre battaglie non avessi fatto la mia parte. Non riesce ad accettare che non solo la donzella in pericolo da proteggere, ma una Regina ed è mio dovere presenziare alla battaglia per proteggere il mio popolo, la mia famiglia e il mio mondo. Il mondo a cui voglio appartenere, per sempre.
"Ti devo forse ricordare che ho 18 anni, sono grande e vaccinata e per altro, oltre che essere la Regina di Narnia, sono anche la comandante della squadra degli arceri?" Incrocio le braccia e mi appoggio alla porta, certa di aver ragione.
"Arrenditi, non riuscirai mai a convincermi." Affermo sicura. Ma la mia sicurezza comincia a vacillare quando lo vedo ghignare e avvicinarsi sempre di più a me. E un ghigno sulla faccia di Peter non prevede niente di buono.Guardo a destra e a sinistra in cerca di una via d'uscita, ma do le spalle alla porta quindi non posso fuggire dalla stanza neanche se lo volessi, è troppo vicino.
Poggia le mani ai lati del mio viso e abbassa il suo raggiungendo la giusta altezza, sorride e blocca le mie gambe fasciate dal vestito con le sue, impedendomi ogni movimento. Sorride e si fa più vicino.
"Allora, sentimi bene: tu domani rimarrai qui!" Dice con voce persuasiva a un centimetro dal mio volto. Sento il suo respiro sulle mie labbra, il che non mi aiuta di certo a restare lucida. La sua voce ha sempre avuto un certo effetto su di me e se- come in questo caso- è particolarmente suadente penso che potrei sciogliermi come neve al sole.
"No, non riuscirai mai a convincermi" Dico abbastanza turbata dalla sua vicinanza. Non riesco a guardarlo, così volto il viso verso sinistra e chiudo gli occhi. Cerco di autoconvincermi che non sverrò nel giro di cinque minuti a causa dell'agitazione che mi provoca ogni volta che  si avvicina pericolosamente a me.
"Davvero?" Con la punta del naso traccia il profilo della mia guancia e scende per tutta la lunghezza della mascella. Vengo attraversata da un brivido e comincio a respirare affannosamente. Peter comincia a  lasciare una scia di baci infuocati lungo tutto il mio collo, poi passa alle spalle.
"Stai barando...." Riesco a dire, soffocando un gemito di piacere. "Prima o poi mi vendico..." Continuo sempre meno convinta delle mie parole. Inoltre penso che se continua così, morirò per autocombustione. Riesco a sentire il calore del suo corpo che si mescola al mio e i nostri respiri affannatti che si confondono tra loro.
"Mmh...sei tutta rossa dall'imbarazzo. Mi piace." Sussurra divertito nel mio orecchio. Lo so benissimo che sono rossa, probabilmente ho assunto anche una tonalità vagamente bordeaux, ma non lo ammetterò mai. Per quanto riguarda l'orgoglio e la testardaggine, io e lui ci facciamo concorrenza da sempre.

Intanto lui continua a baciarmi il collo per poi risalire a mordicchiarmi un orecchio. In questo momento, se non fosse che le gambe di Peter bloccano le mie, tremanti, probabilmente sarei svenuta sicuramente.
"Io non sono rossa, e sopratutto non sono in imbarazzo."
"Sì che lo sei."
"No, invece."
"Sì,invece.
"No."
"Sì."
"No."
"Sì"
"No."
"No."
"Si, e questo è quanto."
"D'accordissimo con te!" Conclude ridendo.
Non capisco, che ha tanto da ridere? Mi ha dato ragione....?
Oh no! Mi sono fregata da sola.....  Mi maledico mentalmente per essere cascata in questo trucchetto così elementare. 
"Ti sei fregata da sola..." Appunto. Incrocio le braccia -che avevo precedentemente fatto scivolare lungo i fianchi- al petto e sbuffo. 
Mi prende il mento e delicatamente gira il mio volto in modo che lo possa guardare negli occhi, poi  mette le mani sui miei fianchi e mi tira verso di sè.
"Sappi che mi vendicherò!" Borbotto irritata. Ma non sono infastidita dal fatto che mi abbia incastrata, sono infastidita dal fatto che abbia smesso di torturarmi. Eh sì, malgrado tutta l'irritazione che proo nell'essere considerata una ragazza indifesa e da proteggere, quella dolce tortuta mi è piaciuta. Voglio sentire ancora il suo profumo e il suo respiro sul mio collo, le sue morbide labbra poggiate sulla mia pelle. E adesso so che mi desidera quanto io desiderio lui. Partendo da questa scoperta organizzerò la mia vendetta: non sarà solo io quella che viene provocata, non sarò solo io a desiderare il suo contatto. Ma sopratutto, sarà quando meno se lo aspetta.
"Ah, un'altra cosa: io parteciperò alla battaglia, che ti piaccia o no. Sono stata chiara?" Gli chiedo tirandolo per il bavero della camicia. Lui mi guarda un po' indeciso, poi credo che capisca che con me non ha nessuna possibilità di vincere dopo il suo tentativo di persuadermi e si arrende.
"Va bene. " Mormora infine. Lo lascio e apro la porta per uscire, poi mi volto sorridente.
"Bene, ora se non ti dispiace vado a letto. Domani è un giorno importante, no?" Mi dirigo nella mia stanza contenta di aver vinto e già pronta per la mia vendetta.


**
"Susan, mi raccomando: porta Lucy lontano da qui e poi torna subito da me...cioè...qui. Come hai detto tu ieri sei la comandante degli arceri, e beh non possono iniziare senza di te. E sopratutto fai attenzione...." 
Sarà la nona o decima volta che mi fa questo discorso. Penso dopo aver sentito le parole di Peter.Il piano prevede che io porti Lucy abbastanza lontano dal campo di battaglia in modo che non sia coinvolta in alcun modo nello scontro per poi tornare indietro alla fortezza e prendere le postazioni con la mia squadra. Peter, Ed e Caspian staranno nel campo insieme ai centauri, i leopardi e tutte le altre creature magiche.
Se seguiamo alla perfezione le strategie ideate dai ragazzi e facciamo attenzione, forse usciremo illesi da questo scontro. 

"Tranquillo Peter, porterò Lucy il più lontano possibile da qui come previsto dal piano okay?" Gli dico mentre io e lei saliamo in groppa al cavallo. Annuisce un po' preoccupato nonostante le mie parole rassicuranti.
"AH!" Indirizzo il cavallo in direzione del bosco che c'è dietro la fortezza, per cui sono costretta a usare la scorciatoia. Lucy non è molto contenta del fatto che non la lasciamo combattere, ma ha capito che non ha senso discutere e che lo facciamo solo per il suo bene, così ha accettato seppur a malincuore. In questi giorni è stata parecchio giù di morale per via di Aslan: teme che il maestoso leone non verrà come sempre ad aiutarci, sta perdendo la fiducia in lui. Ho cercato di spiegarle che non deve mai dibutare di Aslan, perchè so che lui è consapevole di quello che fa e che probabilmente non è intervenuto ancora perchè forse non è il momento giusto. 
"Tornerà quando meno ce lo aspettiamo, ne sono sicura." Le ho detto l'altra sera prima di andare a letto. Narnia e Aslan, per noi ma sopratutto per lei, significano molto. E quando abbiamo realizzato che in qualche modo questa volta dovevamo cavarcela da soli, è stato da una parte quasi entusiasmante perchè significa che stiamo maturando, però dall'altra abbiamo sentito la mancanza di quel leone e la sentiamo tutt'ora, in prossimità della battaglia. Quegli occhi che trasmettevano sicurezza, quella voce profonda e rassicurante, tutto ci manca di Aslan.

"Dovrei essere abbastanza lontano adesso..." Dico. Lucy si stringe di più a me, una muta richiesta per non andare. Vorrei farlo; vorrei proteggere la mia piccola Lucy, ma non posso. Ho un dovere verso di lei nel metterla al sicuro, ma ho un dovere anche in qualità di Regina nel partecipare alla battaglia. Per quanto irrazionale sia, questa guerra forse mi condurrà alla felicità e alla stabilità di cui ho bisogno. Mi volto accarezzandole una guancia e osservando -un'ultima volta prima di raggiungere Peter e Edmund- quegli occhi, così simili a quelli di Peter. La bacio in fronte e scendo dal cavallo.
"Vi prego, state attenti..." Sussurra. Prende le redini di Philip (il cavallo di Ed) e fa per partire, ma si gira e mi dice:
"Ah, un'altra cosa. Vedi di far uscire Peter tutto intero eh?" Mi sorride maliziosa e mi fa l'occhiolino. Io arrossisco un po' e lei ridacchia per poi spronare il cavallo a continuare il cammino.

Credo abbia capito tutto, e chissà perchè non mi sorprende: non sono mai stata brava a mentire e con Lucy anche di meno. Mi smascherava in un lampo se avevo qualcosa da nascondere, e sapeva capire un mio problema ancora prima di me. Non mi forzava però, se volevo parlagliene era disponibilissima, in caso contrario sopportava lo stesso i miei sbalzi d'umore. Come in quest'ultimo periodo: sono talmente presa dal decifrare le mie emozioni e i miei problemi che non mi accorgo che la mia sorellina li ha già capiti da un pezzo?
La mia risposta a questa domanda è sì: sono stata troppo presa dai miei pensieri. Aveva ragione Edmund quando mi diceva che certe volte è meglio non pensare, ti dimentichi del mondo intero.

Scuoto la testa e corro nella direzione opposta cercando di concentrarmi al massimo sulla battaglia.Prendo la scorciatoia e mi ritrovo di nuovo all'interno della fortezza, al sicuro. 
Peter mi viene incontro e mi chiede:
"Tutto apposto? Lucy?"
"Apposto. Lucy è partita..." 

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Capitolo 8
*** Battaglia.... ***


CAPITOLO 8.
 
 
Eccoci, pronti per la battaglia.Non so per quanto tempo l'ansia mi divorerà in attesa che cominci. Ho come un presentimento, un brutto presentimento.Come se qualcosa dovesse andare storto.Spesso l'ho avuta questa sensazione, ma mai così intensa. Non ne avevo parlato con Peter, nè dell'ansia che mi attanaglia nè dell'incredibile paura che ho di morire o veder morire lui.
Se l'avessi fatto sarebbe stato come rendere la fine più vera, più vicina a noi tanto da poterne sentire l'arrivo e distruggermi man mano che incombe, sbriciolandomi pezzo dopo pezzo;costringendomi a immaginare il dolore che proverei vedendo il mio cuore, la mia ragione di vita, l'unico motivo che mi spinge ad andare avanti, spegnersi. Ero preoccupata naturalmente anche per Ed e Lucy, mio fratello e mia sorella.Lucy probabilmente era ormai lontana, nei pressi di Cair Paravel, potevo tranquillizzarmi in teoria. Ci riuscivo, per poco ma ci riuscivo. Ed, lo vedevo ancora come il bambino di 10 anni che mi dipingeva la faccia quando mi addormentavo sul divano: si alzava apposta, solo per vedermi la mattina dopo rossa in faccia dalla rabbia. Col tempo aveva imparato a evitare questo tipo di scherzi, anche perchè da un lato era divertente, ma dall'altro....Ricordo ancora una mattina in cui mi svegliai con la faccia interamente dipinta di blu e Peter che rincorreva Edmund per tutta la casa sgridandolo di avermi fatto quello scherzo.L'unica volta che quei due erano riusciti a litigare. 

Adesso, vedendolo prepararsi per la battaglia mi faceva desiderare di tornare indietro a quando eravamo piccoli. Innocenti e ancora bisognosi della mamma per sostenerci, per coccolarci. Anche se io ho avuto sempre un rapporto più stretto con Peter, per Lucy e Edmund non era stato così: loro soffrono di più la mancanza della mamma, Lucy a volte piange ancora. Io cerco in qualche modo di essere come lei, ma mi rendo conto che è impossibile sostituire la madre nel cuore di un figlio, anche se si sta tanto tempo lontano da lei. I ricordi riaffiorano, e la maggior parte delle volte provocano dolore...

Mi scrollo di dosso quei brutti pensieri, in modo da avere la mente abbastanza lucida da poter combattere decentemente. Se sarei dovuta soccombere, avrei portato qualcuno dei soldati di Miraz con me, con le buone o con le cattive. Le buone prevedono l'uso di arco e frecce, le cattive invece quello della spada. Mi sono allenata con Oreius tanto basta per sapermi difendere.
L'attesa comincia ad infastidirmi, è snervante: i secondi sembrano minuti e i minuti sembrano ore. Posso sentire il mio cuore battere furioso, i battiti che sembrano scandire il tempo che mi resta da vivere. Stupida, mi dico. Mi faccio tanti problemi per mantenermi lucida e poi faccio supposizioni così assurde? La mia pazienza viene ricambiata però.
Dagli alberi ecco comparire le sagome dei soldati di Miraz e Miraz in testa che li guida. Trasportano anche loro delle catapulte, e centinaia di soldati a cavallo.
Dalla mia postazione posso distinguere chiaramente la grandezza dell'esercito, ma ahimè non la bravura.Sono forti,questo sicuramente, ma come aveva detto Peter non abbastante sicuri da non prendere qualche precauzione come un'altra scorta di soldati a piedi che chiudevano le estremità della formazione.
Aveva ragione. Pensai subito: le estremità della formazione erano costituite prevalentemente da soldati a piedi, ma pur sempre armati. E potevo dedurre che dentro la foresta ce ne fossero altri pronti ad intervenire in caso di difficoltà.Strategie, piano B, ecco come comunemente veniva chiamata questa situazione.Noi non abbiamo un piano B, poichè speriamo non ce ne sia bisogno.Il nostro desiderio di liberare il nostro popolo è più forte dell'istinto di sopravvivenza, lo stesso motivo che mi ha spinto a combattere e a rischiare la mia vita e quella delle persone che amo.


Gli avversari si fermano, aspettando una nostra mossa. Dalla mia posizione faccio un cenno con la testa a Peter. Lo vedo esitante,preoccupato mentre mi guarda e mi restituisce il segno.Si gira e seguito da Ed, Caspian e l'esercito comincia ad avanzare verso quello di Miraz.
La battaglia è cominciata.

TUM TUM TUM.
Cos'è? Ah, Susan...ma che domande fai? È il tuo cuore non lo senti? Ti batte talmente veloce e facendo così rumore che se non ci fossero queste urla, sei sicura che i tuoi compagni, la tua famiglia...Peter, lo sentirebbero forte e chiaro. 
 
Scocco frecce da tutte le parti, cercando di resistere alla prospettiva di non potercela fare. È logico. L'ho sempre pensato: le persone si aggrappano con tutte le loro forze alla vita quando sentono che stanno per perderla, quando tutto diventa ormai solo una nuvola di fumo che sparice al primo raggio di sole.
Riuscirò mai ad avere una vita tranquilla? Riuscirò mai a sedermi davanti al fuoco senza la costante sensazione di vuoto e di angoscia che mi pervadono sempre da 2 anni a questa parte?
 
Maledizione. Le mie frecce sono finite. Credo proprio che sia ora di entrare in scena con la mia nuova, lucidissima e affilata spada. Non sono tanto sicura di essere capace di ferire a morte con essa, ma non è il momento di farsi complessi mentali adesso. Corro a perdifiato nella direzione di Peter. Lui combatte ferocemente con Miraz. È abile e scattante, riesce a decifrare e anticipare le forze dello zio di Caspian, troppo abituato a stare dietro le quinte per poter ritenersi un abile combattente.
Su questo non posso fare altro che sentirmi sollevata.
Sfodero la spada, mio fratello mi guarda furioso ma non mi importa. 
**

Ferisco molti avversari che mi si presentano davanti, altri riesco anche ad abbatterli. Sto per dare il colpo di grazie a due soldati quando un ruggito feroce, a me famigliare, squarcia l'aria.
Sul campo di battaglia cala il sipario. Io e Peter ci voltiamo contemporaneamente nella direzione dell'imponente leone da cui proveniva il ruggito.
Aslan.
Ecco eretto in tutta la sua statura con un espressione indecifrabile sul volto. Gli avversari scappano impauriti nella direzione del fiume. Il leone ruggisce un'altra volta e le acque del fiume si librano in aria formando la figura di Nettuno, il Dio del Mare. Quest ultimo li ingoia e i soldati finiscono in balia del fiume.
Miraz, scappato con i suoi alleati, ora cerca di aggrapparsi ad una roccia sulla riva del fiume, ma la corrente lo vince e lui si abbandona lasciandosi trasportare.

Nota dell'autrice:
Lo so, lo so. Vi ho deluso perchè non ho aggiornato e sono in ritardo.
Vi prego non ignoratemi! Ho avuto molti impegni e con la scuola e gli esami di informatica non ho avuto un momento libero. SPero che continuerete a seguirmi, perchè sto continuando con il doppio dei miei sforzi e vorrei che anche questa volta vi piacesse il capitolo e che continuerete a lasciare le vostre recensioni.
Sappiate che non mi sono dimenticata :)
Con affeto,
R.

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Capitolo 9
*** Sono talmente presa dal decifrare le mie emozioni e i miei problemi che non mi accorgo che la mia sorellina li ha già capiti da un pezzo. ***


CAPITOLO 9.
E per ogni giorno 
mi prendo un ricordo che tengo nascosto lontano dal tempo 
insieme agli sguardi veloci momenti che tengo per me 
e se ti fermassi soltanto un momento 
potresti capire davvero che e questo che cerco di dirti da circa una vita 
lo tengo per me 
SEI PARTE DI ME 
e lo porto con me 
lo nascondo per me 
 
-Zero Assoluto, Sei parte di me.
___________________________________________________________
 
 
" Susan mi aiuti a chiudere il vestito?" Siamo nella mia camera reale e Lucy mi sta chiedendo un aiuto per sistemarle il vestito: stasera c'è il grande ballo in onore del nuovo Cair Paravel.
La guerra è ormai terminata da un mese e dal quel giorno ci siamo tutti impegnati a ricostruire il maestoso castello; abbiamo deciso di non cambiare il nome perchè il vecchio era parte di noi e noi eravamo parte di lui...non si può cancellare il ricordo come se fosse gesso su una lavagna. 

Siamo di nuovo i Sovrani di Narnia come 3000 anni fa e Caspian è stato incoronato Re di Telmar stringendo un Trattato di Pace con il nostro regno. Si respira soltanto pace e tranquillità.Esattamente quello che mi serviva. Ho cercato di essere una buona Regina per il mio popolo, portanto l'acqua e aiutando a costruire le case dei Narniani.
Lucy invece si prende cura dei loro figli, mentre Edmund e Peter sono in viaggio da circa 2 settimane a incontrare i sovrani dei regni confinanti.
Li rivedrò stasera al ballo: Edmund accompagnerà Lucy nelle danze e al trono, io invece sarò in coppia con Peter. Ci aspetteranno ai piedi della grande scalinata che fa da ingresso alla magnifia sala del trono. Se solo ci penso vengo pervasa da una sensazione di calore, ma una presenza dentro di me fa le fusa mugolando soddisfatta. In queste 2 settimane che Peter non c'era ho parlato con Aslan della mia situazione...
 
"Aslan, ti prego aiutami. Mi sono innamorata dell'unica persona che non potrò mai avere..." Ero chiusa in camera mia con il maestoso leone. Stavamo parlando, poi all'improvviso sono scoppiata in un pianto disperato. Tutte i sentimenti che avevo represso per tutto quel tempo sono saltati fuori guardandolo negli occhi. Mi ero sentita nuda sotto quello sguardo saggio.
 
"Mia cara Susan..." Avevo iniziato con il suo solito tono calmo ma solenne." L'amore non è mai sbagliato, proprio perché è l'amore. Ti sei innamorata di Peter perché è il ragazzo di cui hai bisogno, indipendentemente dal fatto che sia tuo fratello. Accettalo cara, non c'è dono più grande dell'amore e tu sei talmente fortunata da avere anche la certezza che lui ricambi. Susan, io lo so che lui ti ama. Forse anche più di quello che pensi...." 
Se n'era andato così, guardandomi per un'ultima volta negli occhi, lasciandomi in preda a mille emozioni: sollievo, amore, felicità e soprattutto speranza.
 
Ho deciso di prendermi ciò che so, ormai, è già mio. Dalla vigilia della battaglia non mi ha più sottomesso a quelle piacevoli attenzioni, e io non riesco a cancellare la sensazione di appagamento che ho provato nel sentire le sue labbra premute sulla mia candida pelle.
Fino adesso è stato lui a provocarmi, ma da stasera inizia la mia vendetta. 
Diventerò la sua ossessione, il pensiero che non lo fa dormire la notte, il motivo dei tanti bagni freddi che si farà, finchè non sferrerò il colpo di grazia e sarò finalmente sua.
 
Mi dirigo da Lucy e l'aiuto stando attenta a non sciupare il vestito.
Il suo è un vestito rosa, dalla gonna vaporosa di tulle; il corpetto è rigido ma fascia alla perfezione le sue dolci curve facendola sembrare aggrazziata e leggiadra nei movimenti.
La gonna del mio abito è anch'essa di tulle ma blu notte; il corpetto, di colore azzurro, mi fascia perfettamente il busto e lascia la parte superiore dei seni scoperta. Mi dà un'aria delicata ma allo stesso tempo provocante. I miei capelli sono stati lasciati sciolti in una morbida cascata di lunghi boccoli corvini, mentre quelli di Lucy sono stati raccolti in uno chignon. 
"Allora...." Incomincia.Quando Luy usa il suo tono da " sono innocente a prescindere " mi preoccupa molto." Stasera inizia la tua vendetta eh?" 

Ed ecco che la butta sul casuale.

"Non so di cosa tu stia parlando..." Davvero brillante come risposta Susan, complimenti, davvero.
"Andiamo Susan, sai benissimo di cosa sto parlando. Non ti saresti messa quel vestito se non fosse che vuoi far penare Peter per poi "sferrargli" il colpo finale. Siete fatti l'uno per l'altra, è così ovvio! Ce ne siamo accorti tutti da un sacco di tempo. L'anno scorso quando siamo venuti per la prima volta a Narnia, Edmund aveva scommesso con Oreius che vi sareste fidanzati prima o poi! Certo, ora la scommessa non conta più, visto che Oreius è morto, ma ciò non toglie il fatto che gli unici ciechi siete stati voi. 
Peter era troppo occupato a "fare il fratello maggiore" sabotando tutti i tuoi appuntamenti mentre tu eri diventata un fantasma."
"Davvero? Era così evidente?" Chiedo. Sono completamente scioccata.. ma anche compiaciuta se penso che la ragione per cui non riuscivo mai a uscire con un ragazzo erano i sabotaggi di Peter. Sul mio viso si dipige un piccolo sorrisino soddisfatto.

"È ancora evidente Sue. Quindi ti dico una cosa: ora ai piedi delle scale c'è Peter che ti aspetta così non farti complessi mentali e abbaglialo." 
Abbraccio la mia sorellina e le poso un bacio sulla fronte.Poi mi guardo un'ultima volta allo specchio e mi chiudo la porta della mia camera alle spalle. 
Io e Lucy percorriamo i corridoi del castello per arrivare alle scale.
 

**
Prendo un respiro profondo per calmarmi e faccio un passo verso l'inizio della grande scalinata. Lucy fa lo stesso e in questo modo ora siamo fuori dall'angolino buio in cui ci eravamo rifugiate. Lei raggiunge Edmund che la conduce nella Sala del Trono. 
Io in un primo momento li seguo con lo sguardo, poi lo sposto e mi ritrovo inchiodata agli occhi di Peter. Fa il suo solito sorriso malizioso e percorre con sguardo ardente- che mi procura piacevoli brividi lungo la schiena - tutto il mio corpo. Reprimo la nascita di un ghigno soddisfatto sulle mie labbra.
Comincio a scendere la gradinata con passo lento, calcolato, senza mai staccare gli occhi da lui. Vedo che deglutisce un paio di volte man mano che mi avvicino.
"Sei bellissima, come sempre." Riesce a dire sussurrando.
Gli sorrido e ci avviamo verso il portone della Sala. 

Appena entriamo i presenti si voltano verso di noi, si inchinano e poi si dispongono ai lati della Sala. Io saluto con un cenno della mano tutti e mi faccio accompagnare da Peter al centro della pista per aprire le danze (il compito è stato affidato da Aslan, con mia somma approvazione).
Poggia le mani sui miei fianchi e si lascia circondare il collo dalle mie braccia. Edmund e Lucy ci seguono e così successivamente tutti gli invitati.
"Vivessimo ancora a Londra, ti avrei costretto a dimenticare che io ho ballato...ma non mi dispiace averti tra le braccia per tutta la sera sai?"
Rido. Una delle qualità che apprezzo di più in Peter è la sua capacità di farmi ridere, sempre e comunque.
"Ah beh...non è detto che ci sarà solo questa occasione, no?" Sussurro con una punta di malizia al suo orecchio.
Deglutisce.
Ah forse sarà anche più facile del previsto...penso guardandolo boccheggiare per un attimo.Ridacchio compiaciuta quando riprende il controllo di se stesso e sfodera un ghigno straffottente, facendo aderire ancora di più i nostri corpi, ormai ardenti.
 
Durante tutta la serata siamo restati a stretto contatto tra balli e conversazioni frivole con i nobili invitati. Ma lo vedevo più distante rispetto all'apertura delle danze.
Presumo abbia paura anche lui di quello che sentiamo, dopotutto un amore così travolgente non è molto diffusa tra normali fratelli e sorelle.
Ma è mio compito fargli capire che non è mai sbagliato se due persone si amano, altrimenti non si chiamerebbe amore no?
Ora siamo salutando le ultime persone invitate con i soliti: " Grazie per essere venuti" e "Mi raccomando siete sempre i benvenuti oppure "Dopo di lei!" e "Oh, ma si figuri, prima le signore!" ecc ecc..
3000 anni lontano da tutti questi eventi mi hanno tenuta un po' fuori allenamento...

Ma comunque la stanchezza non è tale da farmi dimenticare la prossima fase del piano: stanotte, quando sarò certa che tutti sono nelle proprie camere, sfodererò la mia nuovissima camicia da notte -in pizzo, bianca immacolata, a mezza coscia, con una scollatura quadrata sul seno e un leggerissimo velo trasparente che svivola lungo i fianchi sino a terra- e andrò in camera di Peter.
Userò una scusa: dato che è appena scoppiato un violento temporale, fingerò di avere paura e gli chederò di poter dormire con lui.
Sai che bella scusa: tu hai davvero paura del temporali! Ah, zitta. Stupida vocina interiore.
Comunque io e Lucy ci concediamo, così come i ragazzi, e ci dirigiamo, dopo aver augurato la buonanotte a tutti, nelle nostre camere.

Mi libero dell'abito da cerimonia, mi dò una controllata allo specchio e mi infilo la vestaglia candida. Questa mi scivola addosso quasi una seconda pelle aderendo perfettamente alle mie forme.
Aspetto una decina di minuti fuori dalla porta (dopo essermi accertata che non ci fosse nessuno nei paraggi ), indecisa sul da farsi.
Poi prendo un bel respiro profondo, sfodero la mia aria sicura e "sensuale" ( su questo punto non sono molto sicura di averla ) e busso.
"Avanti, stavo giusto aspettando che qualcuno mi portasse degli altri asciu..."

Peter si blocca vedendomi entrare.

......Un'atmosfera imbarazzante ci accoglie.

"Emh...mi chiedevo...se potessi dormire con te..."Deglutisce squadrandomi da capo a piedi e la mia sicurezza va a farsi benedire. "Vedi....hopauradei temporali"
L'ho detto troppo velocemente, maledizione!
Ed ecco ciò che più temevo: il ghigno di Peter. L'ho già detto che non è mai un buon segno quando compare sulla sua faccia?
Cavolo non poteva continuare ad avere la faccia da pesce lesso di prima?
Eh sì Susan, ti sei incastrata da sola. La tua recita della sorella sexy è stata troncata sul nascere dalla tua stupida paura dei temporali! Stupida, stupida, stupida....!
"Eh così hai paura dei temporali.......?" Chiede mentre si avvicina a me. Io annuisco mentre il mio respiro comincia a diventare affannoso." Mmh...mmh..." Fa per alzare una mano per accarezzarmi il viso, poi la riabbassa e nei suoi occhi compare di nuovo l'indecisione. Sembra lo stesso sguardo che avevo io prima di accettare i miei sentimenti. Forse sarà il desiderio di sentire la sua pelle sulla mia, sarà che ho bisogno di lui come una mongolfiera ha bisogno d'aria o come la Terra del Sole, saranno state tutte queste cose messe assieme, ma io prendo coraggio. Sì, prendo la sua mano e la poso sulla mia guancia. Mi avvicino sempre di più e lo bacio. 

Lui pare esitare, quasi il bacio fosse motivo di dolore. 
"Fallo ti prego....non respingermi."La mia voce esce rauca ma allo stesso tempo fioca. Se continua a respingermi non so se potrei sopravvivere. Così avverto anche sofferenza e supplica nella mia richiesta.
Forse l'ho convinto, perchè pian piano risponde al mio bacio. Prima è un semplice incontro di labbra, poi si fa più passionale. Ci fermiamo soltanto per respirare, per poi riprendere ad amarci.Ancora, e ancora,e ancora....
I nostri abiti stanno diventando un fastidio e la posizione è scomoda. Ben presto a separarci non ci sono più stoffe e i nostri corpi bollenti vengono accolti dalle morbide coperte del letto a baldacchino. 

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Capitolo 10
*** Finalmente sorrido. ***


CAPITOLO 14.

**


Non avrei mai immaginato di svegliarmi accanto a Peter e sentirmi così completa. Come se non volessi altro che sentirmi così.
Sento che sono appoggiata sul suo petto e che mi cinge la vita con un braccio. Mi accarezza piano, quindi presumo sia sveglio. Mi lascio sfuggire un sorriso e un mugolio soddisfatto quando mi stringe di più a sè.
Mi bacia la fronte e mi dice:
"Dormito bene?" Ridacchio e rispondo con un flebile sì, perché ho ancora troppo sonno.
"Che ne dici se oggi facciamo colazione a letto?"
"Mi sembra un'ottima idea" Approvo.

Si veste e, dopo avermi baciato sulle labbra, esce silenziosamente dalla stanza per far cucinare la colazione dai domestici.
Io intanto mi faccio un bel bagno caldo e indosso, provvisoriamente, la camicia da notte che avevo ieri.
Mi siedo sul letto a gambe incrociate e aspetto che arrivi Peter.
Con la mente ripercorro questa notte: è stato assolutamente fantastico sentirlo dentro di me, le sue mani che mi accarezzavano e la sua bocca sulla mia.
Avevo letto molti libri, ma ora mi rendo conto che nessuno di questi ha reso veramente l'idea di com'è fare l'amore con la persona che ami. Forse prima avrei detto che un libro è il modo migliore di descrivere anche il più piccolo particolare, prima però.
Da egoista forse vorrei non essere sua sorella, così la nostra vita sarebbe più facile.
Ma ho sentito che il fiore più bello è quello che sboccia nelle avversità, quindi va bene così.
Adesso non voglio riempirmi la testa di inutili preoccupazioni, non oggi, non dopo quello che è successo ieri notte.
Sospiro contenta annusando il profumo di Peter nel cuscino e mi abbandono nel frattempo in unos stato di dormiveglia.

La porta si apre e, come mi giro un po' intontita dal sonno, vedo lo spettacolo più esilarante che io abbia mai visto: Peter con il vassoio della colazione in mano e un mio abito in bilico sulla testa; sul viso si è dipinta una smorfia di concentrazione, preso com'è a cercare di non far cadere tutto.
Rido di gusto vedendolo appoggiare tutto sul letto e buttarsi su di esso accanto a me sfinito.
"Faccio così ridere eh?" Borbotta infastidito.
“Su Peter, non fare così!” E rido.
Questo gesto però mi costa parecchio caro, dato che Peter mi prende per i fianchi e comincia a farmi il solletico.
Continuo a ridere, poi mi fermo, estasiata dal suono della sua risata. Da tempo ormai non rideva quasi più. Ed era un peccato, visto che il suo sorriso, la sua risata, è una delle cose che più amo di lui. Il miglior rimedio contro i miei momenti bui, quasi come il panno bagnato sulla fronte contro la febbre.

“Su, facciamo colazione!” Cerco di togliermelo di dosso, ma evidentemente non riesco molto bene nell’intento, dato che cade sopra di me. I nostri nasi quasi si sfiorano e riesco a sentire il suo fiato caldo sul mio viso.
Poi le mie labbra vanno a cercare le sue, impazienti, quasi sentissi un dolore fisico non sentendole sulle mie.
Forse lui prova la stessa cosa, penso mentre lo bacio.
Un rumore sospetta ci fa scoppiare a ridere e ci costringe a fare colazione: il mio stomaco evidentemente non ne vuole sapere di aspettare.
Mangiamo con calma, poi ci vestiamo e scendiamo di sotto per partecipare alla nostra seconda prima giornata da veri regnanti.
 
Respiro l’aria di pace e felicità che ci circonda, e sorrido finalmente per davvero.
Lucy e Edmund ci guardano complici e io faccio l’occhiolino alla mia piccola Lucy.
Chissà per quanto avrei rimandato questo momento se non ci fosse stata lei…
 

THE END.

 
NOTA DELL’AUTRICE.

Spero che il capitolo conclusivo vi sia piaciuto come gli altri. Lo so, è un po’ corto, ma davvero non ho potuto fare di più. La scuola mi riempie di compiti e proprio oggi ho avuto due interrogazioni abbastanza pesanti.
Ringrazio tutte quelle che mi hanno recensito, sia per le recensioni positive, sia per quelle negative. Mi sono serviti tutti i consigli che mi avete dato, soprattutto Soffio.
Grazie mille ancora. <3
 
A presto e un bacio a tutte,
R.

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