A new life in our family

di CUCCIOLA_83
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** capitolo 1 ***


Tonks e Remus erano seduti da quasi quindici minuti nella sala d’attesa del reparto di ginecologia dell’ospedale San Mungo quando un’infermiera li venne a chiamare «signori Lupin? La guaritrice Galt vi sta aspettando. Prego, da questa parte» disse facendo strada, i due coniugi la seguirono immediatamente.

Lo studio in cui entrarono era molto accogliente, i mobili erano tutti in legno, di un marrone, al posto delle fredde sedie che si trovano abitualmente in un qualsiasi studio di un guaritore, c’erano delle comode poltrone rivestite di un piacevole tessuto a fantasia floreale, alle pareti, dietro al grande tavolo che fungeva da scrivania, erano appese molte foto e ritratti di bambini appena nati che si muovevano nelle culle, tra quelle c’era anche la foto di Alexandra, Remus sorrise guardandola. In quel momento entrò la guaritrice Galt «Tonks, Remus! Che piacere rivedervi» disse avvicinandosi, «ciao Libby come stai?» chiese Remus « tutto bene grazie, sommersa di lavoro come sempre, ma quando ho ricevuto il messaggio di Tonks ho fatto di tutto per liberarmi» disse sedendosi di fronte a loro «ti ringrazio Libby» disse Tonks, «figurati, questo ed altro per la donna che è riuscita a far capitolare in buon vecchio Remus. Credo che nessuno ai tempi della scuola avrebbe scommesso su una cosa del genere. Ma a pensarci bene nemmeno in seguito»disse ridendo la guaritrice mentre Remus fece finta di offendersi «ma passiamo al motivo del vostro appuntamento, il possibile arrivo di un fratellino o di una sorellina per Alexandra» disse, i due annuirono «bene comincia a raccontarmi come ti senti» disse ancora Libby, «beh, nelle ultime settimane mi sento un poco stanca, poi ho spesso dei giramenti di testa e comincio ad avere delle nausee» disse Tonks «capisco, a questo punto non ci resta che la visita di conferma, vieni» disse alzandosi e conducendola in un'altra stanza dove al centro era sistemato un lettino «i camici sono sempre nello stesso posto, chiamami quando sei pronta» disse, Tonks annuì, entrò, e si chiuse la porta alle spalle.

Rimasti soli, Libby e Remus cominciarono a parlare «grazie, per averci ricevuti in tempi così brevi» disse Remus «te l’ho già detto, questo e d’altro per i vecchi compagni di scuola» disse Libby «come sta Daniel? È da un po’ che non lo vedo» chiese Remus, «sempre indaffaratissimo, il reparto dove lavora è sempre uno dei più attivi. Anche se dalla fine della guerra gli attacchi sono diminuiti. In compenso sono aumentate le ferite magiche causate da incantesimi scagliati da famigliari verso altri famigliari» disse «lo immagino» commentò Remus ridendo, «sono pronta!» disse Tonks dall’altra stanza, «arrivo, Remus vuoi assistere anche tu?» chiese «va bene, andiamo»

Nel successivo quarto d’ora la guaritrice si mise all’opera, prima cominciò ad esaminarla con le mani, poggiandole sul suo addome, poi puntò la bacchetta verso sempre verso l’addome di Tonks, sussurrò una formula subito dopo dalla puntata della bacchetta cominciarono ad uscire scintille blu e viola, «beh a questo punto non credo che ci siano più dubbi, tra sette mesi avrete un nuovo bambino per casa, Congratulazioni» disse Libby, Tonks sentendole dire quelle parole scoppiò a piangere dalla felicità, anche Remus si commosse, abbracciò la moglie e la baciò, «grazie tesoro» le disse, «e di cosa? mica ho fatto tutto da sola» disse sorridendo tra le lacrime, Remus l’abbracciò ancora più forte a sé.

Usciti dallo studio della guaritrice decisero di tornare a casa con mezzi babbani, così d’avere il tempo di elaborare la cosa per poterla spiegare meglio ad Alexis, «come credi che la prenderà?» chiese Tonks, «sinceramente non lo so, ma spero davvero che ne sia felice, se non fosse così però, toccherà a noi spiegare che anche se non sarò più figlia unica questo non vuol dire che le vorremo meno bene» disse Remus, Tonks annuì «gia io non ho mai avuto fratelli o sorelle, quindi non so come ci si possa sentire» disse Tonks, «nemmeno io. Credo che i miei genitori abbiano voluto dedicarsi completamente a me vista la mia condizione. O ameno mi piace pensare che fosse davvero così» disse a sua volta Remus «perché? Non sei convinto che fosse quello il motivo?» chiese Tonks, «no, non è questo. E’ solo che a volte, soprattutto da piccolo, ho pensato che avessero paura che io potessi fare del male ad un possibile fratello o sorella» rispose Remus guardando fuori dal finestrino del bus, Tonks lo guardò con occhi sgranati «dai non può essere così. I tuoi genitori ti volevano bene, è assurdo e improbabile che pensassero una cosa del genere» disse Tonks, «lo so ma nelle mie condizione aera lecito pensarlo. Comunque spero che Alexis reagisca bene» disse Remus, «tra poco lo sapremo»» disse appoggiando la testa sulla spalla del marito.

Come aprirono la porta di casa vennero assaliti dalla piccola Alexis «mamma, papà che bello siete tornati!» disse saltando direttamente tra le braccia del padre «ciao piccola, ti sei divertita con la nonna?» le chiese «sì! Abbiamo fatto i biscotti per il Tè» disse la bimba indicando il tavolino stata sua l’idea »disse Andromeda avvicinandosi «ciao Andromeda, grazie per essere stata con lei» disse Remus mettendo a terra Alexis, «non vi preoccupate sapete che adoro stare con lei, in fondo è la mia unica nipote» disse Andromeda, in quel momento Remus e Tonks si guardarono «ho detto qualcosa che non va?» chiese, «hem, no mamma, è solo che.. vieni con me» disse trascinandola al piano di sopra. Remus le osservò per qualche istante «papà vieni ad assaggiare i miei biscotti!» disse prendendolo per mano e per mano e portandolo vicino al tavolino.

Erano seduti sul divano da qualche minuto quando sentirono un urlo provenire dal piano di sopra, «cosa?!?!» Remus si voltò di scatto «papà cosa succede? La nonna non si sente bene?» chiese guardando il padre, «non lo so, vado a vedere. Resta qui» disse, «prendi, portalo alla nonna così magari si sente meglio» disse la bimba porgendogli il piattino con i biscotti, «buona idea. Torno subito» disse, poi si diresse verso le cale. Arrivato a metà della scalinata incontrò Andromeda seguita da Tonks, «Remus vieni qui!» disse abbracciandolo «sono felice» disse un po’ troppo ad alta voce «zitta!» disse Tonks, «dobbiamo ancora dirlo ad Alexis. E non sappiamo come reagirà» disse Remus, «ma non fatevi tanti problemi, ne sarà felicissima» disse la donna, «dove siete finiti tutti? Li mangio tutti io i biscotti!»disse Alexis dal salotto «arriviamo tesoro, lasciacene qualcuno» disse Remus, «mamma ti prego, tienitelo per te, dobbiamo darla noi la notizia, a tutti!» disse Tonks, la madre annuì.

Terminato di prendere il Tè, Andromeda decise di tornare a casa per lasciarli soli.

Tonks e Remus si ritrovarono in cucina «allora, dobbiamo dirglielo» disse Tonks, «già, vieni» disse prendendola per mano e uscendo in giardino dove Alexis stava giocando. Nel frattempo Alexis era seduta al suo tavolino intenta a disegnare, non si accorse dei che genitori che le si stavano avvicinando «ciao tesoro, cosa disegni di bello?» chiese Tonks, sedendosi vicino a lei «la mia bicicletta nuova, quella che mi hanno regalato i nonni» disse la bimba «davvero bella» commentò Remus sedendosi anche lui al tavolino, Tonks alzò lo sguardo verso il marito, Remus capì subito cosa voleva dirgli «tesoro, posso farti una domanda?» chiese, «hai presente la famiglia della zia Molly e dello zio Arthur? Sono in tanti vero?» la bimba annuì ancora, «Ecco, volevo chiederti se anche a te piacerebbe avere una sorellina o un fratellino?» le chiese infine, Alexis smise per qualche istante di colorare «dici come Ginny, Ron, Fred, George e tutti gli altri?» chiese a sua volta, «sì più o meno, magari non così tanti» disse sorridendo in direzione di Tonks che lo stava già guardando sorto, «credo di sì, ho visto che loro si divertono sempre tanto. Perché?» chiese visibilmente incuriosita dall’atteggiamento dei genitori «vedi, oggi siamo stati al San Mungo, da Libby, ti ricordi di lei?» chiese Tonks, Alexis annuì «ecco, quando siamo stati da lei, dopo avermi visitata, ci ha dato una bella notizia, tra sette mesi circa avremo un bambino, o una bambina» disse Tonks mettendosi entrambe le mani sull’addome, la bambina la guardò stupita, poi anche lei poggiò una mano vicino a quelle della madre «e io sarò la sorella maggiore?» chiese «sì proprio così, e il tuo sarà il ruolo più importante» disse Remus avvicinandosi ad entrambe, la bambina sorrise «papà ma sarò ancora la tua streghetta?» chiese con viso preoccupato, «ma certo piccola!» disse prendendola in braccio, «sarai sempre la mia streghetta» disse abbracciandola.

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Capitolo 2
*** capitolo 2 ***




Eccomi qui con un nuovo capitolo, volevo ringraziare tutte le persone che hanno comentato fino ad ora tutte le mie FF. Grazie!

buona lettura!


Dopo aver dato la notizia ad Alexis fu il turno di dirlo agli amici. Remus e Tonks pensarono di comunicarlo a tutti durante la classica cena di metà estate che si svolgeva nel giardino della Tana.

Erano tutti radunati in torno al grande tavolo, la cena preparata da Molly si era rivelata fantastica come sempre, il vociare era allegro, tutti parlavano tra di loro del più e del meno, mentre i bambini, si alzavano da tavola ogni cinque secondi per andare a giocare tra i richiami dei rispettivi genitori. Verso fine cena i coniugi Lupin si guardarono e si capirono all’istante Remus si alzò in piedi richiamando l’attenzione dei presenti, «scusate, mi dispiace disturbavi ma è solo per qualche istante, poi vi lascerò finire la cena in pace» disse, «Remus, taglia corto e dicci quello che devi dire, ho sbirciato in cucina e non vedo l’ora di assaggiare quel dolce» disse Sirius, «ok Sirius. Allora, io e Tonks dobbiamo dirvi una cosa» cominciò, prendendo per mano la moglie, «qualche giorno fa siamo stati al San Mungo e..» disse, «uno dei due sta male? Oddio no vi prego…» disse Molly interrompendolo e portandosi le mani alla bocca, spaventata «no Molly stai tranquilla nessuno dei due sta male. Dicevo, al San Mungo ci hanno detto che tra sette mesi, circa, ci sarà un nuovo membro della famiglia Lupin tra noi» disse infine, tutti rimasero un attimo in silenzio, probabilmente per elaborare la notizia che avevano appena sentito pronunciargli. La prima che esplose su Molly, «ragazzi! È fantastico! Sono così felice per voi!» urlò andando verso di loro e abbracciando, dopo di lei tutti si mossero in massa per congratularsi con loro.

Vedendo tutto quel movimento a tavola, anche i bambini si avvicinarono, «papà, cosa succede?» chiese Julian a Sirius, il padre lo prese in braccio e indicò Remus e Tonks «stiamo festeggiando loro. Presto Alexis avrà un fratellino o una sorellina» disse, il bambino lo guardò stupito «perché lei si e io no?» chiese quasi offeso, Sirius, spaesato si voltò verso la moglie la quale si mise a ridere, e come lei anche tutti gli altri.

Tornati a casa, Remus andò a mettere a letto Alexis, mentre Tonks crollò sul divano.

Sceso di nuovo in salotto si avvicinò alla moglie, «ti senti bene?» le chiese, Tonks annuì poco convinta, «vieni, ti aiuto ad andare in camera» disse porgendogli la mano, «sinceramente il divano non è così scomodo, potrei anche decidermi di accamparmi qui per i prossimi sette mesi» rispose lei, «sì, potesti, ma credo che il letto sia molto più comodo» disse a sua volta Remus, «lo so, ma le scale non lo sono altrettanto» disse ancora Tonks, «a questo rimediamo subito» disse prendendola in braccio e portandola in camera. Appena arrivati al piano di sopra Tonks cominciò a cambiarsi, «vuoi che ti dia una mano anche per quello?» le chiese avvicinandosi, «no, grazie. Credo di riuscirci da sola» disse sorridendo mentre s’infilava la camicia da notte. Dopo essersi messi a letto, Tonks si addormentò immediatamente, Remus, invece, rimase per un po’ ad osservarla poi si addormentò anche lui.

*****

Passarono circa tre mesi dall’annuncio della nuova gravidanza di Tonks. Remus fu costretto a tornare, a malincuore, a Hogwarts, se fosse stato per lui le avrebbe portate entrambe con sé, com’era successo sei anni prima, ma questa volta, essendo Alexis in età da scuola, lei e la madre rimasero a casa. Andromeda si offrì di trasferirsi da loro per dare una mano a Tonks, all’inizio la figlia era riluttante all’idea di disturbarla ma alla fine riuscirono a convincerla.

La mattina del primo settembre Remus si svegliò di buonora per controllare che tutto fosse pronto per la sua imminente partenza, poi scese in cucina e cominciò a preparare la colazione. Al piano di sopra cominciò a diffondersi l’aroma di caffè e di pane tostato, Tonks ed Alexis si svegliarono all’istante, la bimba scese di corsa le scale tre scalini alla volta, per fortuna non aveva ereditato la sbadataggine della madre, fino ad arrivare in cucina, «ciao papà!» urlò prendendolo alla sprovvista, «ciao piccola, gia in piedi?» la bambina mugugnò, addentando una fetta di pane con la marmellata, risposta che suonava come “si avevo fame”, Remus sorrise guardandola con la faccia piena di marmellata, le si avvicinò e la ripulì «tesoro, devi farmi una promessa, prenditi cura della mamma con la nonna mentre sono via» le disse, la bimba annuì. In quel momento scese anche Tonks, «cosa state combinando voi due?» chiese mentre si sedeva a tavola pronta a gustarsi la colazione, «niente mamma, mi ero sporcata tutta di marmellata» disse Alexis, «capisco. Amore hai intenzione di avere ospiti per colazione? Qui c’è da mangiare per un esercito» disse guardando la tavola imbandita, «no, nessun ospite. Solo avevo molto tempo» disse sedendosi vicino a lei e dandole un bacio, «sicuro che devi proprio partire?» chiese Tonks, «sì, se fosse per me farei avanti e in dietro tutti i giorni, ma a lungo andare sarebbe davvero complicato. Mi dispiace lasciarvi qui, proprio adesso» disse Remus, «tranquillo, mia madre ha colto l’occasione al volo, da questa sera si trasferirà in pianta stabile qui, e non la schioderà più nessuno per molto, moltissimo tempo» disse Tonks, «vedila così, almeno ti darà una mano» le disse, «sono perfettamente in grado di fare tutto da sola» sbuffò lei, Remus si mise a ridere e la baciò.

Dopo circa due ore si ritrovarono davanti al camino per gli ultimi saluti, «ciao streghetta, ricordati di fare la brava mentre sono via» le disse dandole un bacio sulla fronte, Alexis annuì, vedere il suo adorato papà che se ne andava era sempre difficile per lei. Dopo aver salutato la figlia Remus passò alla moglie, la quale gli buttò le braccia al collo, «vorrei venire con te» gli sussurrò, «lo vorrei anche io, ma è impossibile, per ora» le disse e la baciò, poi le mise una mano sul grembo che cominciava a farsi notare, «e tu piccolino fai il bravo» disse sorridendo. Subito dopo si diresse verso il camino, entrò e salutandole per l’ultima volta poi scomparve in una fiammata verde.

Riapparve pochi minuti dopo nell’ufficio di Silente. Si diede una sistemata ancora nel camino per evitare di sporcare il pavimento di fuliggine, poi uscì e salutò il preside, «ben arrivato Remus, puntuale come sempre» disse Silente facendolo accomodare, «salve preside, ho preferito arrivare prima. Se avessi aspettato ancora non avrei più trovato il coraggio di allontanarmi da casa» rispose Remus, «capisco. So che non deve essere stato facile per te lasciarle. In particolare vista la nuova gravidanza di Tonks» disse, «siamo stati l’altro giorno da Abby, e ci ha detto che per ora procede tutto bene» disse Remus, «mi fa piacere. Ma ricordati che se ti serviranno dei permessi non esitare a chiederli» disse Silente, «grazie lo terrò presente. Ora è meglio che vada così avrò il tempo di sistemarmi. Sirius e Silphie sono gia arrivati?» chiese, ma l’espressione del preside bastò a dargli una riposta, «capisco. Li vedrò più tardi. Quando arriveranno» e così dicendo se ne andò

Quella sera arrivarono tutti gli stende. Il banchetto d’inizio anno si rivelò piuttosto movimentato, anche grazie a Sirius che, come al solito. Arrivò in ritardo.

*****

Andromeda ormai si era stabilita a casa della figlia da parecchie settimane, Tonks però, nonostante questo, no perdeva mai l’occasione per ribadire quanto tutto questo fosse superfluo, «mamma, sono perfettamente in grado di continuare ad occuparmi di Alexis, della casa e del mio lavoro» disse Tonks dopo che per l’ennesima volta Andromeda le aveva “suggerito” di starsene a casa dal lavoro, «forse tu non te ne sei accorta ma la gravidanza comincia ad essere piuttosto evidente» disse la madre, «certo che me ne sono accorta. Ma quando aspettavo Alexis ho lavorato fino al settimo mese. Ora sono solo al quinto» disse Tonks, «lo so, ma ciò non toglie che potesti prenderti il congedo un poco prima questa volta» ribadì la Andromeda «ma a me piace il mio lavoro! Ahhhh!!!» un urlo però non le fece finire la frase, la ragazza si piegò su se stessa in preda agli spasmi, i quali erano accompagnati da urli terrificanti. Andromeda accorse in suo aiuto, cercando di capire cosa le stesse succedendo, osservandola meglio vide che si teneva stretto il grembo e una piccola pozza di sangue aveva macchiato il tappeto. Furono le urla e le richieste d’aiuto della figlia a destarla dai suoi mille pensieri che l’avevano assalita, si diresse verso il camino e fece arrivare degl’infermieri dal San Mungo. In pochi minuti arrivarono e verificate le condizioni di Tonks si smaterializzarono con lei.

Appena se ne furono andati, Andromeda sentì dei passi per le scale, si voltò e vide Alexis che stava scendendo in salotto, visibilmente assonnata, «nonna, ho sentito dei rumori. Cosa succede? Dov’è la mamma?» chiese, «tra poco andremo da lei, ora vai di sopra a vestiti, mentre io scrivo al papà per dirgli dove andiamo» le ripose la nonna, Alexis non capì molto di quello che stava succedendo ma obbedì alla nonna e andò in camera sua. Quando tornò al piano di sotto trovò il padre in evidente stato d’agitazione «papà come mai sei a casa?» gli chiese, trovandolo lì la bambina cominciò ad agitarsi «dov’è la mamma?» chiese ancora. Ormai sul punto di mettersi a piangere, il padre le si avvicinò e l’abbracciò «piccola non piangere, ora andiamo da lei. Tu e la nonna andrete dalla mamma come fanno i babbani, mentre io mi materializzerò lì e vi aspetterò» disse, ma la bimba scosse la testa «anche io mi voglio materlallizzare con te» disse, il padre sorrise per l’errore di pronuncia «sei ancora troppo piccola, non credo che sia il caso di..» ma la bambina fu irremovibile, Remus si voltò verso la suocera la quale annuì, «va bene, prendi il mio braccio e non lasciarlo per nessun motivo fino a quando te lo dico io. Hai capito?» le disse porgendoglielo, la bimba annuì e lo afferrò saldamente, «bene, allora andiamo» disse, ed entrambi scomparvero, seguiti subito dopo da Andromeda.

Riapparvero poco dopo in un vicolo stretto tra due grandi palazzi. Usciti da lì, si ritrovarono davanti ad un vecchio grande magazzino, si avvicinarono ad un manichino in vetrina e Remus gli disse qualcosa che Alexis non riuscì a sentire bene, subito dopo il manichino annuì e fece loro segno di entrare. In pochissimi istanti si ritrovarono all’interno dell’ospedale San Mungo, dove maghi e streghe correvano freneticamente da una parte all’altra, Alexis era sempre più agiata e ritrovarsi lì non migliorò molto la situazione, Remus andò subito verso la stregaccoglienza «salve, mia moglie è stata portata qui d’urgenza. Niphadora Lupin» disse, la strega guardò per qualche istante una lista «la stanno visitando proprio ora. Al sesto piano» disse, Remus la ringraziò poi tornò da Andromeda ed Alexis, ripeté loro quello che gli era appena stato detto ma la sua attenzione venne attirata dalla figlia che lo stava tirando per un lembo della veste, «come mai la mamma è qui?» chiese visibilmente preoccupata, Remus capì che non poteva rimandare «vedi, la mamma ha avuto un malore, così la nonna l’ha fatta portare qui» disse prendendola in braccio, la bambina si aggrappò a lui mentre si dirigevano al sesto piano.

Arrivati nel reparto indicatogli poco prima incrociarono un tirocinante, «mi scusi, stiamo cercando Ninphadora Lupin» disse Remus, «camera 120 a sinistra. Ma non potete entrare la stanno visitando» rispose il tirocinante, Remus lo ringraziò, poi andò a sedersi su delle seggiole poco distanti dalla camera, sempre tenendo la figlia in braccio. Dopo circa mezz’ora un guaritore uscì dalla stanza, Remus fece sedere Alexis sulle ginocchia della nonna e gli andò in contro «mi scusi, sono il merito della signora lupin, come sta?» chiese preoccupato, «per ora è stabile ma le sue condizioni sono gravi» rispose il guaritore, «e il bambino?» chiese sempre preoccupato «è in buone condizioni ma le prossime ore saranno decisive» disse ancora il guaritore, «possiamo vederla?»chiese, «sì certo. Ma ora sta riposando» ripose, «capisco. Non la disturberemo. Grazie» promise, il guaritore annuì e si allontanò.

Entrarono nella camera in penombra, trovarono Tonks profondamente addormentata. Alexis stava per correre da lei, ma Remus la fermò in tempo, la bimba lo guardò stupita «non dobbiamo svegliarla. Il guaritore ha detto che deve posare» le disse, «a bene papà» disse annuendo, il padre le sorrise e le scompigliò i capelli, poi però si bloccò di colpo guardandola «cosa succede?» chiese la bimba, Remus scosse la testa «no, niente piccola mi era sembrato che.. vieni, andiamole vicino» le disse e prendendola per mano raggiunsero Andromeda e Tonks.

Remus guardò la moglie distesa in quel letto d’ospedale, così indifesa proprio come otto anni prima. Si sedette vicino a lei, le prese una mano e con l’altra le accarezzò i capelli, in quel momento castani e lunghi, poi le si avvicinò e le sfiorò la fronte con le labbra, anche Alexis si avvicinò alla madre e prese l’altra mano. Piccole lacrime cominciarono a scendere dai suoi occhi «mamma non volevo» sussurrò, Remus e Andromeda la guardarono «cosa vuoi dire?» le chiese il padre, ma la bimba non rispose, Andromeda le si avvicinò «vieni, andiamo a fare quattro passi. Magari andiamo a prendere qualcosa da bere. È stata una lunga serata» disse cercando di portarla fuori, ma Alexis non si mosse, Andromeda ritentò usando un poco più di forza «No! È tutta colpa mia! Voglio restare qui!» urlò la bimba, spiazzando il padre e la nonna, Remus le si avvicinò «piccola, cosa è colpa tua?» le chiese con dolcezza inginocchiandosi davanti a lei «questo..» disse indicando Tonks, «non dire così. Quello che è successo non è colpa tua» le disse «sì invece!! Qualche giorno fa stavo parlando con Julian e gli ho detto che forse non volevo un fratellino, volevo essere la vostra unica streghetta. Ma non volevo che succedeva tutto questo!» disse lasciandosi andare ad un pianto liberatore tra le braccia del padre, il quale cercò di consolarla.

In mezzo a tutto quel frastuono Tonks aprì gli occhi, «Dora! Come ti senti!» le chiese la madre, «sono stata meglio» disse con voce rauca abbozzando un sorriso «Mamma!!» urlò Alexis correndo verso di lei «piccola mia perché piangi?le chiese accarezzandole i capelli «scusami mamma non volevo! È tutta colpa mia!» disse tra i singhiozzi «cos’è colpa tua?» le chiese anche lei, «tutto questo» disse indicando il letto «ma non è stata colpa tua. Sono io che ho lavorato troppo in..» Tonks si bloccò di colpo guardando la figlia ancora in lacrime «Re.. Remus..guarda» balbettò, Remus guardò a sua volta la figlia e anche lui come Tonks rimase a bocca aperta. I capelli di Alexis erano diventati improvvisamente viola, poi azzurri e dopo ancora blu. Sentendosi osservata, Alexis, guardò i genitori, «perché mi guardate così?» chiese asciugandosi gli occhi dalle lacrime, nessuno gli rispose, poi però Andromeda prese uno specchietto dalla sua borsa e lo diede alla nipote, «guarda» le disse soltanto, mettendoglielo davanti, la bimba all’inizio non capì poi però «ahhh!! Cosa succede?» chiese visibilmente disorientata «ora assomigli ancora di più alla mamma» le disse Remus, «cosa? anche io sono una metamolformagus?» chiese ancora stupita mentre osservava i suoi capelli che, nel frattempo, continuavano a cambiare colore, «Metamorfomagus. Sì, direi proprio di sì» le rispose Tonks, sorridendo.

A far tornare tutti alla realtà ci pensò il guaritore che poco prima avevano visto in corridoio «vedo che si è svegliata. Come si sente?» chiese a Tonks, «un poco meglio» rispose lei, «bene, mi fa piacere. Ma non siete ancora fuori pericolo. Nessuno dei due. Ho contattato la guaritrice Galt e tutti e due concordiamo che le serve riposo assoluto» disse il guaritore, «va bene. per quanto tempo?» chiese Tonks, «fino al termine della gravidanza» disse ancora il guaritore «cosa?? No, non ci penso nemmeno! Ho un lavoro e ho un’altra figlia, non poso starmene a letto per tre mesi!» disse tentando d’alzarsi «ferma!» disse Remus rimettendola a letto, «signora la capisco. Ma è troppo pericoloso. Non vorrà mettere a rischio la sua vita e quella del bambino» disse il guaritore, Tonks scosse la testa, «resterai a letto, a costo di legartici» disse Remus, «e poi ci sarò io a darti una mano» disse a sua volta Andromeda.

*****

Come promesso Tonks, appena arrivata a casa, si mise a letto, «amore, ti serve qualcosa?» le chiese Remus sedendosi vicino a lei, Tonks scosse la testa e poi si appoggiò al marito, il quale la tenne tra le sue braccia, « ho avuto tanta paura» disse all’improvviso lei, «anche io. Quando ho visto tua madre comparire nel camino mi si è fermato il cuore. Sentivo che doveva essere successo qualcosa» rispose Remus, stringendola ancora di più a sé, «mi dispiace..» disse ancora Tonks, «non dire così. Non è..» disse, «è colpa mia. Dovevo dar retta a mia madre. Ho esagerato nelle ultime settimane. Volevo dimostrare a tutti che ero in grado di fare tutto da sola» disse lei, «l’importante è che ora si sia sistemato tutto. Hai sentito il guaritore, dovrai solo restare a riposo» disse Remus, «già. Quando devi tornare a Hogwarts?» chiese, «domani mattina. Ma credo che tornerò a casa tutte le sere» disse Remus, «ma non è necessario! Non voglio che tu lo faccia» protestò lei, «sì invece. Non mi va di lasciarti troppo da sola. In più ora Alexis non può tornare a scuola. Una mano in più è sempre utile» disse Remus «è vero! Alexis non può tornare a scuola..Dovremo dargli lezioni private noi. Ma è ancora così piccola…per me all’inizio non è stato semplice affrontare il fatto di essere una metamorfomagus …» disse Tonks «da quello che mi hai raccontato ti do ragione. Ci divideremo le cose da fare» propose Remus, «no! Tu devi pensare ai tuoi studenti. Ad Alexis ci penseremo io e mia madre» disse Tonks, «ma anche io voglio contribuire» protestò Remus, «lo farai durante le vacanze. Sono confinata a letto per i prossimi tre mesi, dovrò pur far qualcosa» ribadì Tonks ridendo, «ok hai vinto. Ma le vacanze sono mie» disse Remus rassegnandosi.

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Capitolo 3
*** capitolo 3 ***




Eccoci giunti alla conclusione di questa storia, spero che questo capitolo vi piaccia come i precedenti. Un grazie speciale alle persone che hanno commentato fino ad ora le mie storie, e un altro grazie a quelli che le commenteranno in futuro. Buona lettura.


le settimane passarono decisamente troppo lente per Tonks, lei che era sempre abituata a correre da una parte all’altra sia per lavoro che per diletto. Il suo unico svago era quello di aiutare la figlia nei suoi studi.

La mattina la dedicavano allo studio di materie babbane mentre il pomeriggio era riservata al mondo magico. Remus, costretto dalla moglie, rinunciò alla sua idea di tornare a casa tutte le sere, invece, decise di tornare ogni week end, con estrema gioia della sua streghetta, la quale on aspettava altro che vederlo tornare ogni venerdì sera per potergli raccontare tutte le cose che aveva imparato.

Il secondo week end di novembre stava per volgere e, mentre Andromeda ed Alexis erano uscite per fare una passeggiata, Remus e Tonks riuscirono a ritagliarsi un memento tutto per loro, «sono stanca di stare qui senza fare niente» sbuffò Tonks abbandonandosi tra le braccia del marito, la guaritrice Galt le aveva dato il permesso di avventurarsi fino al salotto per qualche ora al giorno, «lo so tesoro, ma non manca molto. In oltre così hai tutto il tempo che vuoi da dedicare ad Alexis, quando nascerà il bambino non ne avrai più così tanto» disse Remus, «questo è vero. Ma anche dopo il parto voglio continuare a seguirla negli studi. Mi piace farlo» disse Tonks, «e stai facendo un ottimo lavoro»confermò lui dandogli un bacio sulla fronte «grazie, ma è anche merito suo. Credo che per quanto riguarda lo studio abbia preso da te» disse sorridendo, «speriamo..» rise «ma a parte gli scherzi, avete già affrontato l’argomento “metamorfismo”?» chiese Remus, «più o meno. È solo che è così piccola. Io ho scoperto di essere così verso gli otto anni, lei ne ha solo sei. Non credo che possa capire a pieno la situazione» disse Tonks, «già, credo che per lei sia più che altro un gioco. Ed è proprio su questa strada che dovresti proseguire» disse, «cosa vuoi dire» chiese incuriosita, «quando eri piccola, non avevi altri metamorfomagus vicini che ti potessero aiutare a capire, invece, ora tu puoi fare per lei tutto il necessario per farle affrontare al meglio questa novità» le spiegò, Tonks ci pensò per qualche istante, poi «hai ragione, in questo modo per lei potrebbe essere meno traumatico» disse, Remus annuì.

Poco dopo un piccolo uragano entrò in salotto «siamo tornate!!» urlò piombando sul divano «ciao piccola, vi siete divertite?» chiese Remus, «sì! Siamo andate al parco e i miei capelli non hanno mai cambiato colore davanti agli altri bambini» disse particolarmente fiera di sé, «ma che brava!» si congratulò. Tonks, invece, ci mise qualche minuto a riprendersi dall’entrata della figlia «tutto bene?» le chiese Remus, lei annuì riprendendo fiato.

Quella stessa sera Remus tornò a Hogwarts, lasciandole di nuovo sole. Tonks ripensò al discorso fatto quel pomeriggio, quindi raggiunse la figlia in camera sua, rimase per un po’ a guardarla giocare con le sue bambole poi decise di entrare «ciao piccola. Cosa fai di bello?»le chiese sedendosi sul letto «c’è Mary che ha litigato con Lulù» rispose indicando le due bambole girate di schiena con le braccia incrociate «e come mai hanno litigato?» chiese ancora Tonks «per quello» disse indicando questa volta un vestitino fatto a pezzi «sì, le capisco è un bel vestito. Facciamo così» puntò la bacchetta verso il vestito e in un attimo questo tornò come nuovo poi, con un altro tocco di bacchetta ne fece comparire un altro identico» la bambina la guardò con ammirazione, adorava guardare i genitori fare delle magie «grazie mamma!» disse porgendo i due vestiti alle bambole, le quali gradirono molto e se l’infilarono subito. Alexis le osservò ancora un po’ mentre si pavoneggiavano con le altre bambole «ti va di parlare un po’?» le chiese Tonks, lei annuì e si mise seduta sul letto vicino alla madre «di cosa parliamo?» chiese, cosa ne pensi del metamorfismo?» le chiese, «non lo so. Mi piace avere i capelli diversi. Ma non mi piace che lo devo nascondere agli altri bambini. Succedeva anche a te quando eri piccola?» chiese la bimba, «certo, anche se io avevo otto anni quando tutto questo – s’indicò la testa dove i capelli cominciarono a cambiare colore – è venuto alla luce» disse Tonks, «eri spaventata?» chiese ancora «un po’. Non capivo perché fosse successo proprio a me. In più non avevo nessuno vicino che mi capisse davvero» le rispose «io ho te!» disse sorridente Alexis, «certo, quindi se hai qualche domanda non esitare a chiedere» Alexis cominciò a pensare, aveva così tante domande che non sapeva da dove cominciare «anche tu hai dovuto smettere di andare a scuola con i babbani?», Tonks annuì, «ma lo controlli bene..», «ora lo controllo, anzi non sempre, ma mi ci sono voluti tanti anni ed esercizi per riuscirci»disse Tonks, «e li insegnerai anche a me?» chiese con gli occhi luccicosi «ma certo tutto quello che vuoi!» disse ancora Tonks felice di vederla così desiderosa di imparare, Alexis le si gettò tra le braccia entusiasta all’idea d’imparare ad usare il suo potere al meglio.

*****

Per le successive due settimane madre e figlia si concentrarono molto sulle nuove lezioni. L’inizio non fu proprio dei migliori, ma col passare dei giorni le cose migliorarono sensibilmente. Alexis imparava velocemente tanto che agli inizi di dicembre era gia in grado di modificare la lunghezza dei capelli anche se di solo qualche centimetro.

Tonks era costretta a passare ancora buona parte delle giornate a letto ma questa “nuova missione” risultò di grande aiuto, e ben presto si ritrovò a dover ammette che mai nessuna missione affrontata in passato l’aveva mai gratificata tanto come aiutare la propria figlia a prendere dimestichezza col suo essere metamorfomagus.

Anche dopo il ritorno a casa di Remus le loro lezioni speciali, così le chiamava Alexis, continuarono ininterrottamente, sotto lo sguardo ammirato dello stesso Remus, era sbalordito nel vedere come Alexis ormai riuscisse a cambiare colore di capelli guardando un semplice cartoncino colorato mostratogli dalla madre.

Il pomeriggio del 24 dicembre giunse a casa Lupin una bellissima notizia, visto che nelle ultime settimane Tonks si era comportata bene, senza sgarrare mai dagli ordini dei guaritori, le diedero il permesso di partecipare alla festa della vigilia di Natale a casa Black, a patto che non si sforzasse troppo. Detto fatto, arrivati a casa Black, Remus fece sedere Tonks sul divano del salotto di fronte al camino e le ordinò di non alzarsi, per maggior sicurezza chiese a Ginny e Hermione di tenerla d’occhio. Nonostante, quel sentirsi continuamente osservata, Tonks, decise di non preoccuparsi era ben decisa a trascorrere una bellissima serata attorniata da tutti i suoi amici.

Seduti a tavola tutti ridevano e scherzavano, parlando degli argomenti più disparati, chi parlava del campionato di Quidditch, chi dei problemi nella classificazione di una nuova specie di Doxy, altri, o per meglio dire, altre discutevano sui vari nomi da dare al nascituro «se fosse una femminuccia un bel nome sarebbe Clarice, mentre se fosse un maschietto Jeffrey» disse Molly, «mamma non scherzare. Io invece direi Georgiana e Justin» disse Ginny, «davvero molto belli Ginny, ma anche Jeremy e Rebecca» disse a sua volta Hermione, «grazie, sono tutti davvero molto belli. Io e Remus come al solito siamo ancora in alto mare. Per scegliere il nome di Alexis abbiamo discusso per una settimana. Tanto che alla fine gliene abbiamo dati tre» disse Tonks cominciando a ridere, ma fermandosi di colpo «Tonks tutto bene?» chiese preoccupata Molly, «sì, sì certo, mi ha solo dato un calcio, mi ha presa un poco alla sprovvista» le rispose cercando d’apparire tranquilla, ma qualcosa dentro di lei le diceva che quello non era un semplice calcio del bambino, decise però di non darci troppo peso e la serata continuò tranquillamente.

Visto che la serata si stava prolungando più del previsto alcuni degli invitati, compresa la famiglia Lupin, decisero di trascorrere la notte lì.

La mattina seguente Tonks avvertì altre piccoli colpi provenire dal suo ventre, mentre tutti stavano scartando i rispettivi regali, agli occhi di Remus questa cosa non passò inosservata «tesoro tutto bene?» chiese preoccupato, «sì certo, è sol oche il piccolino è in vena di tirare calci» disse lei sorridendo, «ne sei sicura» chiese ancora, «certo.. questo è per me?» chiese cambiando discorso, Remus annuì, ma per il resto della giornata non le tolse gli occhi di dosso.

*****

Capodanno era ormai alle porte e da Natale, Tonks, non aveva più avvertito quegli strani calci del bambino.

Come sempre l’ultimo giorno dell’anno si ritrovarono tutti a casa black, per festeggiare insieme il nuovo anno. Nel grande salotto le decorazioni erano sfavillanti e coloratissime, gli invitati radunati vicino al camino, dove il fuoco scoppiettava allegramente, parlavano animatamente aspettando la cena, mentre i bambini, poco distanti dagli adulti, giocavano con delle costruzioni.

Verso le 20 Molly entrò annunciando a tutti di sedersi a tavola «forza bambini, di corsa a lavarvi le mani poi tutti a tavola» disse «anche noi mamma?» chiese Fred facendo il suo ingresso nel salone con suo fratello George «finalmente siete arrivati, in ritardo come sempre..certo! anche voi, subito a lavarvi le mani!» ordinò ai figli, i quali corsero subito dietro ai bambini.

La cena si rivelò, come sempre deliziosa e, come sempre, accompagnata da animate chiacchiere. Ad un tratto però si sentì infrangere a terra un bicchiere, calò per qualche istante il silenzio più total «Amore cosa ti succede?» chiese Remus, sorreggendo Tonks la quale non riuscì a rispondere a causa del dolore «mamma!!» urlò Alexis, correndo da lei. Nel giro di pochi secondi tutti i commensali, si radunarono intorno a Tonks, «lasciatela respirare! Non statele troppo addosso! Bill chiama subito qualcuno del San Mungo» disse Molly, prendendo in mano la situazione, «Charlie, Sirius portatela sul divano ma fate attenzione» i due ubbidirono, «stanno per arrivare i portantini mamma» disse Bill tornando dalla cucina, «perfetto. Ora, cara cerca di stare tranquilla, stanno per venire a prenderti» disse cercando di tranquillizzarla, «per portarmi dove?» chiese Tonks chiaramente confusa «in ospedale. Qui c’è qualcuno che ha fretta di conoscervi» disse sorridendo «no! È troppo presto! Remus è presto non può nascere adesso!» disse allarmata al marito «ma tesoro non sei tu a decidere, ora cerca di stare tranquilla» le disse accarezzandole la testa.

Dopo pochi minuti fecero il loro ingresso due portantini del San Mungo, i quali constata la situazione sparirono con Tonks, ma non prima d’aver dato le dovute indicazioni ai presenti, «Molly, puoi tenere Alexis con te questa sera?» chiese Remus, la donna annuì, «Andromeda vieni anche tu in ospedale?» chiese ancora, «certo, ma prima voglio avvertire Ted..» disse, on ti preoccupare ci pensiamo noi. Vai pure tranquilla» disse Arthur, «voglio venire anche io dalla mamma!» protestò Alexis, «ma piccola, potrebbero volerci delle ore..» disse Remus, «non m’importa !» replicò lei, «facciamo così, tu stai qui con me. Poi appena abbiamo notizie certe dalla nonna andiamo subito all’ospedale a conoscere il tuo fratellino o sorellina. Cosa ne dici?» le chiese Molly, Alexis ci pensò su per qualche istante «me lo prometti?» chiese, «certo!» la bambina allora annuì, «grazie Molly» così dicendo Remus ed Andromeda si smaterializzarono.

Riapparvero poco dopo al San Mungo, non chiesero nemmeno indicazioni, sapevano dove dovevano andare. Si diressero agli ascensori e salirono al sesto piano. Appena uscirono dall’ascensore non fecero fatica a trovare Tonks, bastò seguire le urla di protesta «non ho alcuna intenzione di entrare lì dentro senza mio marito!» urlò, «ma signora il bambino sta per nascere dobbiamo andare..» cercò di dire un’infermiera, «no!»replicò Tonks, Remus corse da lei «sono qui tesoro!» disse avvicinandosi, «Remus sei arrivato! Non volevo entrare senza di te» disse piangendo, un po’ per il dolore, un po’ per la felicità «ora possiamo andare» disse ancora Tonks, l’infermiera sorrise, ormai era abituata ai modi di fare delle partorienti. Andromeda, che nel frattempo si era avvicinata, li tranquillizzò sul fatto che sarebbe andata lei ad avvertire Molly e tutti gli altri, altrimenti Alexis non le avrebbe più rivolto la parola. In pochi istanti la sala d’attesa si riempì di gente in trepidante attesa.

Nel frattempo in sala-parto la situazione era altrettanto movimentata. Tonks stritolava la mano di Remus ad ogni contrazione,mentre Remus, cercando d’ignorare la prossima perdita dell’arto, cerava d’incoraggiarla a spingere, «Tonks ci siamo quasi» disse Libby, «hai sentito piccola? Manca poco» disse a sua volta Remus, «amore ti prego scambiamoci le parti per un po’, non ce la faccio più» disse Tonks al limite delle forze, «resisti, so che puoi farcela» le disse Remus accarezzandole la testa con la mano ancora integra, «no! Non ce la faccio!» urlò Tonks mentre un’altra contrazione stava arrivando, «sì che puoi farcela!» continuò lui «ci siamo! Un’ultima spinta!» disse all’improvviso Libby «hai sentito? Ci siamo!» ripeté Remus, Tonks annuì e alla successiva contrazione spinse più forte che poté «brava! Così! Eccolo!» disse Libby alzando il bimbo in modo che anche Tonks riuscisse a vederlo, «è un maschietto!» disse ancora Libby, poi lo passò alle infermiere che lo lavarono prima di portarlo tra le braccia della neo mamma, «è un bambino bellissimo» disse avvicinandosi a loro, «proprio come la sua mamma» disse Remus dandole un bacio «chiama Alexis, voglio che lo veda prima di tutti gli altri» disse Tonks ancora visibilmente affaticata, «certo, tutto quello che vuoi» disse Remus, «resta pure qui, vado io a chiamarla» disse Libby lasciandoli soli.

Poco dopo Alexis fece il suo ingresso accompagnata dalla guaritrice, «vieni qui, dobbiamo presentarti qualcuno» disse Remus, la bimba si avvicinò «è così piccolo!»esclamò, «già, tu eri piccola così quando sei nata» le disse Tonks, poi Alexis sfiorò la manina del piccolo con un dito, a quel contatto il bimbo aprì gli occhi e le strinse quello stesso dito «guardate!» disse entusiasta «ha capito che sei sua sorella» disse Remus, «ha già un nome?» chiese Alexis, Remus e Tonks si guardarono «veramente no..» disse Remus, «posso sceglierlo io?» chiese ancora, «ma certo» rispose Remus, «bene ma devo decidere tra tre nomi» disse la bimba con fare pensieroso «e quali?» chiese incuriosita Tonks, «Logan, Maximilian e Nathan» disse, «sono davvero dei bellissimi nomi» disse ancora Tonks, «scusate se vi disturbo, ma la neo mamma deve riposare» disse l’infermiera entrando nella stanza, «va bene, amore torniamo domani mattina» disse Remus, «hey aspetta, guarda che ore sono» disse Tonks improvvisamente, l’orologio che Remus portava al polso segnava mezzanotte e quindici, «buon anno amori miei» disse ancora Tonks dando un bacio a tutti e tre, « lo sarà. Buon anno»disse a sua volta Remus, poi lui e Alexis uscirono, mentre l’infermiera adagiava il bimbo nella culla.

Tornati in sala d’attesa vennero praticamente assaliti da amici e parenti «allora com’è?» chiese Molly, «è un bambino stupendo» rispose Remus, «come lo chiamerete?» chiese Hermione, «lo devo scegliere io» disse orgogliosamente Alexis, «davvero? Allora sarà sicuramente un bellissimo nome» disse ancora Hermione, «di sicuro è stato un capodanno diverso da tutti gli altri»disse Sirius facendosi avanti «questo è poco ma sicuro» disse Remus, «credo che sia ora di tornare tutti a casa, è stata una lunga serata» disse Molly, «grazie a tutti per essere rimasti qui. Molly mi dispiace per la tua cena» disse Remus, «non dire sciocchezze, mai nessuna interruzione è mai stata così gradita» rispose la donna, «ci vediamo domani» disse ancora prima di allontanarsi con il resto della comitiva.

*****

Appena mamma e figlio tornarono a casa, ci fu un grande via vai di amici e partenti, tutti ansiosi di conoscere il nuovo arrivato.

Tutti quanti appena lo videro notarono subito una strabiliante somiglianza con Remus. aveva i suoi stessi occhi ambrati, il suo stesso naso e le sue orecchie, per non parlare dei bellissimi capelli biondi che gli contornavano il visetto tondo.

Alexis ci mise qualche giorno a decidere il nome giusto, ma alla fine decise per Maximilian.

La sera prima del ritorno a scuola, Remus e Tonks si ritrovarono ad osservare il piccolo Maximilian, che dormiva tranquillo nella sua culla, «non mi stancherei mai di guardarlo. Mi voglio imprimere nella mente la sua immagine» disse Remus, «se vuoi ti manderò delle foto tutti i giorni, in oltre la metropolvere è sempre aperta» disse Tonks rimboccandogli un poco le coperte, «vorrei portarvi tutti con me, ora più che mai» disse ancora Remus, «appena potrà affrontare un viaggio così lungo, verremo a trovarti» rispose «non vedo l’ora» commentò lui, «vieni torniamo in camera. Non vorrei che si svegliasse» disse Tonks. Prima di tornare in camera loro passarono prima in quella di Alexis, dove la bimba dormiva tranquillamente abbracciata al suo peluches.

Una volta tornati in camera, si misero a letto, Remus la prese tra le braccia e sospirò «cosa c’è?» chiese Tonks, «niente, pensavo a tutto questo» disse lui, guardandosi in torno, «è tutto così.. perfetto. Mai, in passato, avrei osato sperare tanto» disse ancora, «ti capisco. Prima d’incontrarti mai avere creduto di volere un figlio. Ora ne abbiamo addirittura due» disse Tonks, «siamo sulla buona strada per imitare i Weasley» disse Remus, trattenendo a stento una risata, «non dirlo nemmeno per scherzo! E poi, sei anni tra un figlio e l’altro sono troppi. Siamo decisamente lontani dal loro ritmo» disse a sua volta Tonks, «dovremmo rimediare subito allora » disse Remus trascinandola sotto alle coperte, «no lasciami! Remus il solletico no!» urlò Tonks, tra le risate, «ho partorito da una settimana, non credo che..» disse ancora, «sei stupenda come il primo giorno. Ti amo» disse Remus senza lasciarle finire la frase, e baciandola «anche tu non sei male. E anche io ti amo» disse ricambiando il bacio, accoccolandosi meglio tra le braccia del marito.

Rimasero così, abbracciati per tutto il resto della nottata sognando, forse, la loro nuova famiglia allargata..

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