you have a stray heart and sometimes love doesn't work out

di shesafeandsound
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** can I tell him that I can't breathe when he walks by? ***
Capitolo 2: *** minds change like the wather ***
Capitolo 3: *** Fever ***
Capitolo 4: *** you're doing perfectly. ***
Capitolo 5: *** well,I gonna drink to forget ***



Capitolo 1
*** can I tell him that I can't breathe when he walks by? ***


 

Chapter 1




 can I tell him that I can’t breathe?


Drew talks to me, I laugh cause it’s so damn funny
That I can’t even see anyone when he’s with me
He says he’s so in love, he’s finally got it right,
I wonder if he knows he’s all I think about at night
-Teardrops on my guitar-

 




Ero pronta per partire, o forse no.
Quelle valigie rosse erano accanto al mio letto color mogano dalla sera scorsa e non aspettavano altro che essere riempite da qualche vestito e molti ricordi di quella Londra che amo tanto. Continuavo a fissarle, senza motivo, come se il mio sguardo fosse altrove. Sembravo un anima in pena, con occhi verdi scavati e circondati dalle occhiaie causate dal poco sonno di quei giorni.
Mia madre entrò in camera mia senza bussare, come sempre, più le dicevo di farlo meno lo faceva, perciò con il tempo ci avevo rinunciato.
“Fatte le valigie?” mi chiese avvicinandosi a me.
“No!” le risposi sgarbatamente, come avevo sempre fatto.

Il nostro era il tipico rapporto madre-figlia adolescente,non dico di odiarla ma mi da fastidio averla intorno, mi danno fastidio le sue domande, lei vuole sapere troppo della mia vita come se fosse la mia migliore amica. Certo, lei per me c’è sempre e se mi vede piangere mi consola e mi lascio consolare ma eccetto queste situazioni, in casa si sentono solo le nostre urla e la porta della mia camera sbattere.

“E quando le fai?” mi disse alzando la voce. Io sbuffai infastidita.
“Non urlare, mamma, non c’è bisogno. Ora le faccio,tanto non dobbiamo partire domani!”

Oh, si, mi danno fastidio anche le sue urla. Comincia ad urlare per tutto. Quella donna dovrebbe farsi una bella dose di camomilla e calma.
Dovevamo partire fra qualche settimana ma avremmo dovuto smontare i mobili e quindi i vestiti sarebbe stato meglio metterli nelle valigie prima.

Uscii dalla camera senza dirmi nulla ed io mi sentii subito in colpa, perché in fondo le volevo bene e, quando le rispondevo male, avevo paura di ferirla ma quando era vicino a me i miei nervi saltavano impulsivamente senza motivo e tutto ciò che riuscivo ad essere era sgarbata.
Mi buttai con la schiena indietro sul letto. Feci un lungo respiro e chiusi gli occhi, ero stanca ed era stato l’ultimo giorno di scuola.
Erano le 23:58, meglio dormire.
Volevo andarmene lontano ma non volevo trasferirmi, perché qui avevo la mia migliore amica che significa tutto per me.

Aprii gli occhi lentamente, il sole che sbatteva sulle mie palpebre socchiuse mi fece svegliare. Mi alzai dal letto dopo una bella dormita e cominciai a togliere tutti gli abiti dall’armadio.

 


***


 
 

Mamma io vado un po’ al mare, dissi prendendo la borsa sulla sedia e correndo verso l’uscita.
“No!” disse con un tono acido.
“Mamma smettila! È importante!” dissi di fretta.

Perché doveva sempre farmi perdere tempo ? vedi che sono di fretta, lasciami uscire!

“Ho già …”
Non ascoltai le ultime parole che uscii di casa, senza darle conto.
“Ho già detto di no, bla, bla, bla!” dissi prendendola in giro una volta fuori.
Corsi verso la spiaggia che distava circa 350 metri da casa: sempre dritto, giri a destra, poi sinistra,ancora diritto e quando vedi un gruppo di marmocchi che urlano per l’acqua gelata, allora, sei arrivata.
Erano i primi di giugno ed era tutto così bello, l’aria calda che faceva ondeggiare i miei capelli castani mossi, il sole caldo che batteva su i miei occhiali … tutto perfetto.
Lui era in piedi vicino al muretto di uno stabilimento qualunque, mi sorrise e mi salutò facendo sventolare la mano sinistra.
Immediatamente, un sorriso si disegno sulle mie labbra.
Lui era il mio fidanzato, si, nella mia mente stavamo insieme ed eravamo fidanzati, ma, nella realtà, lui era solo Louis, il migliore amico di mio fratello.
 

 -Lui è Louis, viene a scuola con me. Dì alla mamma che si fermerà a pranzo con noi!- Disse Harry, mio fratello, il primo giorno che portò il suo amico a casa nostra. Da quella volta in poi, cominciarono a stare sempre insieme ed io mi innamorai della sua simpatia, del suo sorriso, delle sua labbra, del suo modo di essere … di lui. Nessuno lo sapeva, tantomeno lui. Erano 4 anni che nascondevo tutto questo mio amore e avrei continuato così, a me stava bene. Mi piaceva guardarlo da lontano ed immaginarmi una vita con lui: il matrimonio,  la nostra prima volta, i nostri figli e la nostra casa.

 

 
Lo salutai con un bacio sulla guancia e ci dirigemmo verso la spiaggia. Per me era come un fratello maggiore anche se volevo fosse qualcosa di più.
Salimmo sugli scogli e stendemmo gli asciugamani. Era presto, circa le 7.30, e la spiaggia era deserta, c’era solo qualche proprietario di alcuni bar dei vari stabilimenti.
I miei piedi erano immersi nell’acqua, e le mie cosce nude stavano diventando calde per il calore del sole mattutino. Dei riflessi di arancione chiaro, giallo, si disegnavano nell’acqua ogni volta che le onde si infrangevano sugli scogli, rispecchiando la luce fioca del sole.

Stavamo scherzando sulle cazzate che avevano fatto il giorno scorso lui e mio fratello, quando ad un certo punto mi avvicinai a tentai di baciarlo.

“No, Rosalie, no!”
 
Sei una cretina! Ora hai rovinato la vostra amicizia e non  hai ottenuto nulla,brava cogliona!

“Tu sei una bellissima ragazza ma io ... sono fidanzato” disse incerto ad ogni parola.
“con chi?” chiesi io. 


 




myspace

buonsalve ragazze. eccomi qua a rompervi con la mia terza fan fiction *O* ok, no. ahahahah
spero che l'inizio vi piaccia, anche se sarà una cosa totalmente diversa dalle mie altre ff.
all'inizio metterò dei pezzi di canzoni che possano riportare un po' al capitolo. nulla (?) spero vi piaccia.
un bacio,
Noemi

 

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Capitolo 2
*** minds change like the wather ***


Chapter 2
 

Minds change like the weather

Cuz there’ll be no sunlight, if I lose you baby
There’ll be no clear skies, if I lose you baby
Just like the clouds pass, I would do the same,
If you walk away, everything will rain, rain, rain
-it will rain-



 

 
“con chi?” chiesi io. 
Ci fu un momento di silenzio imbarazzante. Avrei preferito cominciasse a piovere, in modo tale che, l’immagine dei nostri volti sarebbe stata confusa e non mi sarei dovuta vergognare troppo a guardarlo in faccia.
Finalmente Louis decise di riempire il vuoto con delle parole.
“con … tuo fratello … sono gay” disse abbassando lo sguardo.

 
Ok. Devo ammettere che questa sua risposta mi aveva shockata, ma non tanto perché fosse gay, il mio migliore amico è gay, io adoro i gay, ma per il semplice fatto che né lui né mio fratello mi avessero mai detto nulla per tutto questo tempo. Diavolo, avevo 16 anni, non ero una bambina, le capivo queste cose.

 
Distolsi lo sguardo dal suo volto e cominciai a guardare i miei piedi dentro l’acqua per poi fissare l’orizzonte. Mi alzai,presi l’asciugamano,la borsa e me ne andai.

“Dove vai?” urlò Louis, ma la sua voce era solamente un accenno fra tutti i rumori della spiaggia che cominciava ad affollarsi, si iniziava a piantare i primi ombrelloni e a gonfiare le prime ciambelle per tutti quei bambini che non avevano ancora imparato a nuotare.

Presi il cellulare e digitai un numero che sapevo a memoria.
“Oi,fra 10 minuti vieni a casa mia? Avvisa anche Daniel!” attaccai subito. Avevo telefonato alla mia migliore amica, Claudia. Le nostre chiamate erano sempre corte e coincise, ci saremmo detto tutto a voce. Daniel è il mio migliore amico, invece, gay. Erano due amici su cui potevo sempre contare, c’erano sempre per me.

Entrai dentro casa e gettai la borsa sul divano, sbuffando.
“Ti avevo detto che non potevi andare!” urlò mia madre uscendo dalla cucina con un grembiule da cuoco legato ai fianchi.
“Si, va bene. Claudia e Daniel vengono a pranzo!” dissi salendo le scale per poi sbattere la porta della mia camera.


 
 
 

 ***


 

 
“Louis è gay!” dissi facendo sedere i miei amici nella mia camera mia azzura e spugnata di nero, erano i miei colori preferiti.
“Che cosa?” mi chiese Claudia. Sono sicura che se avesse avuto dell’acqua in bocca l’avrebbe sputata, come in tutti quei soliti, prevedibili, film.
“Veramente?” domandò Daniel, anche se lui sembrava più eccitato alla notizia, che scioccato … era comprensibile.
“E sapete con chi sta?” chiesi io ancora più agitata.
“Con tuo fratello!” affermò il mio amico. Io e Claudia ci girammo e lo guardammo male … come aveva fatto a scoprirlo? Io non gliel'avevo ancora detto!
“Tu come lo sai?” gli chiesi.
“Si vede, stanno sempre insieme! Andiamo, ci doveva pur essere qualcosa sotto!” disse come niente fosse.

Non sapevo come rispondere. Ce li avevo avuti sempre sotto i miei occhi e non mi ero mai accorta di nulla, non ero riuscita a vedere una cosa che sembrava così evidente!

“Cosa vuoi fare, ora?” mi chiese Claudia.
“Cosa dovrei fare? Nulla!” risposi quasi scocciata. “Dai, cambiamo argomento! Te come va con Zayn?” le chiesi cercando di pensare ad altro.
“Bene, ma non credo sia il momento più adatto per parlarne!”
“No, stai tranquilla! Sto bene, anzi, devo distrarmi!” le spiegai, lei cercava sempre di non ferirmi, per questo l’adoravo.
“Dai racconta!” esclamò Daniel.
Io e la mia amica scoppiammo a ridere, quel ragazzo era un pettegolo.
“Cosa vi devo dire?” rispose imbarazzata.
“Avete già fatto sesso?” chiese il nostro amico moro, guardandola con gli occhi verdi puntati addosso a lei. Ad un certo punto, cominciai anche io a fissarla, dovevo sapere cosa aveva combinato con quello.
“Si” rispose incerta. Non amava parlare della sua vita sentimentale con un altro maschio ad ascoltare, nonostante Dani fosse il nostro migliore amico e nonostante fosse gay, lei si sentiva continuamente in imbarazzo.
“Quando?” le chiesi visto che non sapevo nulla.
“Ieri sera!”
Io e Daniel le facemmo un applauso e ci demmo un abbraccio.

“Ragazzi, è pronto!” urlò mia mamma dal piano inferiore.
“Arriviamo” le risposi senza essere troppo acida, davanti ai miei amici, nonostante loro sapessero e conoscessero il nostro rapporto, non mi andava di urlare.
 
Ci sedemmo e incominciammo a mangiare la pasta che mia mamma aveva cucinato poco fa, infatti il piatto ancora fumava. Ogni tanto, io e il mio amico ci scambiavamo delle occhiate e ridevamo, mettendo a disagio Claudia, mentre sul viso di mia mamma, circondato dalle prime rughe, si disegnava un’ espressione interrogativa.







*myspace
buonasera ragazzuole.
innanzitutto scusate se è corto ma volevo aggiornare anche se non avevo troppo tempo ùù
ebbene si, Louis e Harry sono gay **
Grazie mille per le recensioni,per i commenti su twitter e per le visite. 
spero che vi piaccia anche questo capito.
un bacio
:*

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Capitolo 3
*** Fever ***


Chapter 3



 

Oh baby, lights on but your mom's not home 
I'm sick of laying down alone 
With this fever, fever, My one and own 
I wanna get you alone.
Give you a fever, fever yeah
(fever-adam lambert)

 
 
Chiusi lo sportello della credenza amareggiata  che non avessi trovato nulla da mangiare.
“Harry, mi vai a comprare qualcosa che ho fame?” urlai facendo avanti e indietro nel salone in cui passavamo la maggior parte delle serate con i nostri familiari.
“Te non puoi comprartelo da sola?” mi domandò curioso dalla sua stanza.
“No,perché se andassi a comprare del cibo dopo avrei ancora più fame e ti farei spendere ancora più soldi … ah, si, prestami i soldi!”  gli dissi mettendo su un sorriso a 32 denti.
“Tu sei un caso perso! Come fai ad essere così magra se mangi per 5 persone?” mi chiese scioccato guardando lo schermo del computer. “Comunque, aspetto Louis e poi andiamo insieme!” esclamò girandosi verso di me.
“Uh,ok!” dissi alzando le spalle ed uscendo dalla stanza da letto.
Una volta chiusa la porta alla mie spalle, corsi in camera mia, aprii l’armadio e presi il vestito più corto che avessi mai indossato . era un vestito nero di chanel con dei drappeggi alla fine. Mi precipitai in bagno,accesi l’ Ipod, selezionai la canzone ‘Fever’ e lo poggiai sul lavandino. Un po’ di matita, fondotinta, ombretto, eyeliner, mascara e rossetto. Mi guardai decisa nello specchio, non mi ero mai piaciuta troppo, ma per un ragazzo avrei fatto di tutto. Non volevo di certo far cambiare gusti a Louis, ma volevo fargli capire cosa si perdeva.
Sentii il campanello suonare, aprii di scatto la porta del bagno, e con una corsa velocissima mi piombai all’entrata. “Apro io!” urlai ad Harry, sistemandomi il vestito e passando una mano fra i capelli.
Aprii la porta e salutai Louis con un sorriso raggiante.
“Ciao” mi disse incerto.
“Harry, è Louis!” strillai.
Vidi mio fratello entrare in salone, dove si trovava il portone, e, dopo un sorriso complice al suo fidanzato, mi squadrò.
“Tu dove pensi di andare con quel vestitino?”
“Devo uscire con un ragazzo!” dissi fiera di me.
“Oh, fa come vuoi, ma attenta!” esclamò per poi andare in camera sua seguito a ruota da Louis.
Tornai in bagno, misi le cuffiette e continuai ad ascoltare Adam Lambert sulle note di Aftermath.
 
 

Harry

 
Guardai il mio ragazzo da capo a piedi e con un sorriso ammaliante mi avvicinai pericolosamente al suo corpo. Poggiai le mie labbra sulle sue che erano così calde.
“No, Harry, devo parlarti!” esclamò lui, bloccandomi.
“Cosa?” gli chiesi preoccupato.
Lui era il mio fidanzato ma era anche il mio migliore amico e mi faceva sempre piacere ascoltare i suoi problemi.
“Tua sorella sa che siamo gay!”
“Come fa a saperlo?” gli chiesi divertito, credendo fosse uno scherzo.
“Gliel’ho detto” mi rispose abbassando gli occhi.
“Dio, perché l’hai fatto?” gli domandai, sentendo salire la rabbia fino al cervello.
“Perché stava tentando di baciarmi e visto che è una bella e brava ragazza, ed è tua sorella, non volevo farla soffrire! E poi, il suo migliore amico è gay, cavolo ci capisce, non è stupida!” il suo tono si fece caldo e dolce, si preoccupava di mia sorella più di quanto facessi io. Mi sedetti gentilmente accanto a lui, sul letto color verde mela.
“Va bene” gli risposi prendendo il suo mento e portando la sua bocca sulla mia. Sentii la sua lingua cercare la mia per poi unirci in una danza di sentimenti proibiti.
C’era qualcosa che andava oltre l’attrazione fisica e sessuale, infatti, io amavo Louis perché era un ragazzo estremamente intelligente e sensibile con qualsiasi persona.
Sentii la mia gamba vibrare. “Ti ecciti con poco, Styles” disse ridendo, il mio fidanzato. Gli tirai un pugno sulla spalla “Coglione, è il telefono!” gli risposi lasciandolo con un’espressione delusa sul volto.
“è Liam, dice che sta uscendo con mia sorella! Ecco con chi usciva, quella!” esclamai stupito.

Mia sorella era una bella ragazza che piaceva a tutti i miei amici ma lei, fino ad ora, non era mai stata con nessuno … ora le cose sembravano cambiare e questo mi dava un po’ fastidio, ma lasciai correre.

“Meno male che le piacevo io” esclamò Louis con un tono divertito e amareggiato allo stesso tempo. Si passò una mano fra la barba corta che pungeva ogni volta, sul mio viso, quando ci baciavamo.
“Ma che t’importa, fanno tutte così” risposi sorridendo per poi riprendere con le sue labbra.
Fece correre una mano fra i miei capelli e ci stendemmo sul letto. Si fermò e spinse il mio viso contro la sua bocca. Lasciai scivolare la mia mano fra il cavallo dei suoi calzoni e strinsi la presa, lui mi sorprese con una risata per poi baciarmi sul collo.

“Harry, senti io vad … oh, ma per favore!” esclamò mia sorella entrando in camera senza preavviso.
“Oh cazzo, Rosalie, non ti hanno insegnato a bussare?” le ringhiai contro.
“Non mi sciocco di certo per questo! Comunque sto per uscire con Liam” esclamò con un’espressione accigliata.
“Lo so, dai, vai!” esclamai turbato.
“Tranquilli, ora vi lascio da soli! Ma attenti che mamma arriva fra un’ora e mezza e se vi vede nudi nel letto a fare tutto ciò, non credo la prenderà bene” mi fece notare per poi uscire dalla camera. Fuori dalla porta si sentì in lontananza un “Ciao”.
Sbuffai. Mi aveva fatto passare la voglia di fare l’amore con Louis. Mi alzai dal letto ed andai in bagno.
 
 

Rosalie

 
“Come stai?” mi chiese Liam baciandomi una guancia per salutarmi.
“Bene, te?” gli chiesi sorridendogli.
“Bene. Sono felice che alla fine abbia deciso di darmi  una possibilità” disse ridendo.
Io non risposi, solamente, lo guardai e gli stampai un bacio sulla guancia.
Ok, forse lo stavo facendo solo per fare invidia a Louis, anche se sapevo che era una cosa stupida ed inutile, ma lo facevo anche perché gli amici di mio fratello erano tutti bellissimi.





*my space
alluora,ciao ragazze! grazie per le 22 recensioni fra i 2 capitoli hduh2e
** spero che vi piaccia anche questo! un bacio <3 <3
-Noemi

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Capitolo 4
*** you're doing perfectly. ***


Chapter 4
 

Come and take a walk on the wild side 
Let me kiss you hard in the pouring rain 
You like your girls insane.Choose your last words 
This is the last time 
Cause you and I, we were born to die 
(born to die- lana del rey)

 


 

Rosalie

 

“Allora è vero che i tuoi partono per due settimane?” mi chiese Liam circondando i miei fianchi con il braccio sinistro e tirandomi a sé.
“si,per 18 giorni! Vanno in Messico e a New York per il venticinquesimo di matrimonio e partono fra 2 giorni!” dissi guardandolo dal basso a causa della mia scarsa altezza. Gli sorrisi e lui mi diede un bacio sulla fronte.
Si alzò un forte vento che fece volare via tutti gli uccelli che si erano radunati nella piazza in cui stavamo passeggiando. C’erano delle mamme che compravano dei gelati ai loro bambini, anziane donne che uscivano dai negozi con carretti pieni di cibo e dei nonni che camminavano con il bastone da una parte, e dall’altra, si tenevano al braccio del loro nipote. Sembrava tutto così perfetto. Mi guardai intorno e mi accorsi di essermi dimenticata di Louis e, immediatamente, divenne tutto più spontaneo.
“prendiamo un caffè?” mi chiese Liam passando davanti ad un bar anni 90.
“si,certo!” risposi sorridendo. Aprii la porta di quell’aristocratico bar, che somigliava più ad una reggia color argento che ha un posto in cui sedersi a giocare a carte.
“buonasera” disse il mio accompagnatore avvicinandosi alla cassa, che stranamente non era bloccata da una fila chilometrica. “due caffè, macchiati?” mi chiesi girandosi verso di me. Io annuii e lui confermò l’ordine. Mi sedetti ad un tavolo qualunque, non importava. Era un tavolo molto bello a vedere e chiunque avesse arredato quel posto avevo molto stile. Sul tavolino rotondo c’era una tovaglia rettangolare che lasciava cadere gli angoli lungo i bordi del mobile, un portatovaglioli ed un piccolo vaso di vetro con dentro una rosa blu. Perfetto. Sistemai la borsa alla sedia per poi vedere avvicinarsi Liam con un vassoio che appoggiò delicatamente vicino alla mia mano.
“Ho preso anche due cornetti,va bene?” mi chiese lui sedendosi. Io non risposi, mi limitai a sorridere.
Aprii una bustina di zucchero e la versai nella tazza di caffè fumante.
“Ti sei fatta molto bella” esclamò Liam avvicinandosi a me con la testa. Non nascosi un sorriso imbarazzato “non è vero, ma grazie” risposi sorseggiando la bevanda.
“Comunque – disse leggendo un messaggio- ti saluta Claudia.”
“oh,risalutala! Che fa tua sorella? Sta con Zayn?” gli chiesi incuriosita. Sua sorella, Claudia, era la mia migliore amica e volevo sapere sempre tutto su di lei.
“un attimo che glielo chiedo!” mi rispose sorridendo per poi poggiare il telefono sul tavolo, dopo aver mandato il messaggio, e dare un mozzico al cornetto.


 


Harry

 

Mi avvicinai alla finestra del bagno ed ammirai il paesaggio. La nostra casa si affacciava proprio sul Tamigi ed osservare il lago mi restituiva calma e tranquillità.
“Che succede?” mi chiese Louis entrando. Mi girai e diedi le spalle al fiume. Lo guardai, indossava una maglia bianca e rossa a righe, il suo solito, dei jeans e delle converse, niente di più normale.
“Tu lo sai che sono bisessuale vero?” gli chiesi abbassando lo sguardo come se mi vergognassi della mia domanda. “Non ti da fastidio che io possa lasciarti qui per andare con un’altra o un altro?” continuai a chiedergli.
Ci fu un istante di gelido silenzio fra noi due, ma poi lui decise di rispondere mantenendo i nervi saldi.
“certo che lo so. Ma ho capito che se voglio stare con te devo lasciarti libero, no? Come dice quel modo di dire? lascialo andare e se ti ama ritornerà, no?” esclamò perdendosi in una risata.
Non capivo veramente come potesse scherzare visto che io, al suo posto, avrei fatto una scenata, mentre lui sapeva di essere il mio fidanzato e si fidava, tutto ciò era magnifico e rassicurante.
“Ma come diamine fai?” dissi alterando il tono della mia voce, e divenni subito irrequieto.
Lui non rispose, si avvicinò lentamente a me, mise due dita sulle mie labbra e poi mi sussurrò all’orecchio destro “smettila di farti tutti questi problemi” esclamò. Prese le mie guancie fra la sua mano e mi guardò negli occhi ma c’era qualcosa nel suo sguardo che diceva “dannazione, baciami!” e così feci.
“andiamo in cucina?” gli chiesi dopo un lungo bacio.
Lui annuì ed oltrepassammo il salone e giungemmo nella stanza dove avevo proposto di andare due minuti prima. Aprii il frigorifero, presi del pancarré e del salame.
Preparai due panini ed uno lo porsi sul tavolo al mio “amico”.
“Non vedo l’ora che i miei partano!” dissi lasciando andare uno sbuffo.  Mi sedetti sullo sgabello posto davanti alla cucina a penisola.
Lui rise per poi addentare il panino che gli avevo preparato  e per un attimo desiderai che quelle fossero le mie labbra.
“Io vengo qui da te, quando i tuoi se ne vanno!” esclamò inghiottendo il boccone.
Mi si illuminarono gli occhi, non potevo chiedere nulla di meglio.
“Certo!” risposi sorridendo. Ok, ero il ragazzo più felice sulla faccia della terra, ma cercai di non darlo troppo a vedere.
Mangiammo il panino discutendo su cosa stesse facendo mia sorella con Liam e di quanto le donne fossero complicate da capire.
“Andiamo a giocare a freccette?” mi chiese pulendosi la bocca con il tovagliolo di carta.
Io non feci in tempo a rispondere che stavo già correndo nel garage. “Io prendo il blu!” urlai dalle scale interne di casa.


 

 

Claudia

 

Guardai Zayn persa nei dettagli del suo viso. Era perfetto.
Stava sudando ed aveva i brividi, si era addormentato da poco e temevo avesse la febbre, così appoggiai le mie labbra sulla sua fronte cercando di non svegliarlo. Era caldo, così mi affrettai a scendere dal letto per prendere la coperta che era stata gettata la sera prima su una sedia vicino l’armadio.
La poggiai delicatamente sul suo corpo ma le sue palpebre si aprirono lentamente mostrando i suoi occhi nocciola. Sorrise a fatica ma fece di tutto per non dimostrarsi debole. Era da un po’ di giorni che non stava tanto bene e da questa mattina aveva i brividi e la febbre alta. Mi stavo preoccupando.
“Ora ti faccio un the!” esclamai stampandogli un bacio sulla guancia. Stavo per scendere dal letto quando mi trattenne per il polso e mi baciò. “Grazie” sussurrò premendo le sue labbra sulle mie.
Mi sistemai un ciocca di capelli castani dietro l’orecchio e poi andai in cucina. Eravamo da soli in casa, il resto della famiglia di Zayn era andata a far visita a un loro parente ma, lui, viste le condizioni, aveva preferito rimanere a casa.
Aprii lo scaffale sopra il lavandino e presi una tazza. Nell’altro mobile presi una bustina di tè e il barattolo di zucchero, misi a riscaldare l’acqua nella tazza ed una volta preparato il tutto lo porta al mio fidanzato.
“Non ci serviva!” mi disse sedendosi sul letto per appoggiarsi alla spalliera.
Gli sorrisi e mi sedetti accanto a lui.
“domani io devo cominciare a studiare per il debito di matematica, quindi non potremo vederci tutti i giorni” dissi con un filo di tristezza nella voce.
“Va bene,tranquilla. Pensa a superare l’anno!” mi disse dandomi un bacio sulla guancia.



 

Harry

 

Era da venti minuti che stavamo giocando, ormai sia io che Louis c’eravamo abituati a quell’aria consumata e all’odore di chiuso e allo stesso tempo di vino che aleggiava in garage da anni, ormai.
“Sei un asso,non è possibile che vinca sempre tu!” esclamai sbuffando per poi stravaccarmi sul divano color pesca con aria sconfitta.
“Sei un perdente” mi rispose ridendo.
Rimasi in silenzio e poi gli lanciai un guanto di sfida: una rivincita.
Mi alzai prontamente dal divano e presi le freccette, questa volta, dell’altro colore, sperando mi portassero fortuna ma, se non hai un certo stile nel tirare, come Louis, la fortuna non serve a nulla.
Cercai di andare il più vicino possibile al centro colorato di giallo,ma il massimo risultato che riuscì ad ottenere era lanciare la freccetta non troppo fuori dal tabellone. Sì, ero negato in questa specie di attività, ma d’altronde non era uno sport e non era neanche uno sport olimpico perciò potevo continuare a vivere felice anche se la mia mira faceva veramente pena.
Dopo due sconfitte imbarazzanti, tornai a sedermi, stavolta, sulla sedia vicino al tavolo. Con una mano sul tavolo e l’altra fra i capelli, la mia delusione nel vedere il mio fidanzato esultare per le sue vittorie era immensa.
Louis si mise seduto su di me e cominciò a baciarmi il collo, amavo quando lo faceva ed ora, era come se, mi stesse consolando.
“non sei capace a fare neanche 10 punti!” disse con aria di sufficienza e superiorità.
“smettila di sfottermi, forse non sono il massimo in questo gioco per bambini ma sai cosa so fare?” dissi ammiccando maliziosamente.
“cosa?” mi chiese avvicinandosi al mio volto.
Feci strusciare le mie labbra sulle sue, erano così calde e facevano sesso solo al pensiero di toccarle, per poi sorridergli. “ so fare ben …”
“Harry? Rosalie? C’è qualcuno a casa?” urlò mia madre dal piano di sopra facendo alzare in piedi Louis e bloccando il mio discorso ammaliante.
“Ci sono io! Rosa è uscita con Liam, io sto in garage con Louis!” strillai urtato, quella donna era capace di rovinare anche il migliore dei momenti.
“Va bene, chiedigli se si vuole fermare a cena!”  dopo aver sentito questa sua ultima frase andai a chiudere la porta che era sempre stata aperta, già sapevo che non serviva una risposta: era scontata, lui si sarebbe fermato come ogni sabato praticamente.
Nessuno nella mia famiglia sapeva che io fossi bi eccetto mia sorella che, speravo, non dicesse nulla. Non volevo essere lo zimbello del mio quartiere.
“Io amo tua madre” esclamò il mio fidanzato ridendo. Feci una smorfia infastidito per poi sentire il calore del fiato di Louis sulla mia bocca. Sentii i suoi denti mordere le mie labbra, così, preso da una voglia di sentire il suo corpo sul mio, feci scivolare le mie mani lungo la sua schiena e strinsi i suoi glutei.



 

Niall

 

Stavo tirando dei pugni al sacco da boxe che si trovava poco distanza dalla zona pesi dalle palestra in cui andavo da un anno, ormai.
Mi si avvicinò Sephora, la mia fidanzata, ancheggiando per poi darmi un bacio sulla guancia.
“è passata un’ora!” mi fece notare sorridendo. Aveva sulle mani la sua giacca di pelle che a breve tornò ad indossare.
“sì, andiamo!” dissi togliendomi i guantoni e gettandoli nella borsa. Mi infilai i jeans sopra i calzoncini e presi il giacchetto dall’attaccapanni. Salutai degli amici che stavano correndo sul tapis roulant mentre altri stavano alla zona pesi.
Salimmo sulla mia macchina e mi misi alla guida. Sephora si stava guardando allo specchio e si stava rifacendo il trucco. La matita nera esaltava i suoi occhi verdi e il rossetto rosso fuoco la sua carnagione chiara.
“speriamo che stasera mia mamma faccia qualcosa di buono per cena, almeno quando ci sei te!”  dissi fermandomi al semaforo rosso.
“ma piantala, cucina da Dio quella donna!” rispose chiudendo lo specchietto e posandolo nella sua borsa insieme ai trucchi.
“tanto ancora non ci sono a casa, quindi possiamo stare da soli per un’oretta, due!”
“perfetto!” esclamò accendendo la radio.  Stava passando la canzone circus di britney spears e ci mettemmo a cantare. Lo facevamo sempre, avevamo entrambi una voce orecchiabile e amavamo cantare.
Arrivammo davanti casa mia, parcheggiai la macchina e la chiusi a chiave. Cercai, fra il mazzo, quella per aprire casa e, dopo aver fatto scattare la serratura, aprii il portone. Accesi la luce ed un salone color panna si illuminò. C’erano mobili bianchi e color vaniglia ovunque: vetrine dove tenevamo foto e bomboniere, due poltrone, un tavolo in vetro ed un acquario che dominava la stanza. “vado a farmi la doccia. Due minuti e torno!” le dissi dandole un bacio a stampo per poi correre su per le scale. Una volta finito di lavarmi, tornai in sala e la presi per mano, gli diedi un bacio sulla guancia e poi salimmo al piano superiore.
 Giungemmo al pianerottolo del secondo piano, dove, proseguendo, c’erano tutte le camere
“sei – dissi fra un bacio e l’altro- bellissima” aprii la porta della mia stanza e, senza staccarmi dalle sue labbra, a tentoni, accesi  la luce.
Lei sorrise ed esternò una dolce risata per poi cominciare a togliermi la felpa. Passo le sue mani sul mio petto, facendole aderire per bene con la mia pelle. Le baciai il collo e lei tirò indietro la faccia assecondando i miei movimenti. La spinsi verso il letto e lei si distese sul materasso coperto da un lenzuolo azzurro e dei cuscini verdi. Nel resto della camera c’era un armadio nero ed una scrivania dello stesso colore con sopra dei quaderni messi là alla rinfusa ed un computer, e poco sopra alla scrivania, c’erano delle mensole dove tenevo libri. Mi prese per il colletto della polo e, delicatamente ma in modo deciso, mi tirò sopra di lei. Le sfilai la maglia verde acqua e le slacciai il reggiseno. Cominciai a baciarle la pancia – soffriva il solletico in quel punto e, come sempre, cercò di trattenere una risata ma alla fine scoppiò a ridere.-
Sentii il portone chiudersi e, impulsivamente, mi tolsi dal corpo di Sephora.
“Mamma io e Sephi stiamo vedendo un film di sopra!” urlai rivestendomi.
“Va bene, ora preparo la cena!”
Intanto la mia fidanzata mi chiese aiuto per allacciarsi il reggiseno, e, mentre la stavo aiutando, ci perdemmo in una risata: sapevamo che non potevamo fare nulla di tutto quello che facevamo ma a noi non interessava e dovevamo sempre nasconderci. Si rimise la maglia e si legò i capelli.

 
 
“Vuoi il caffè?” chiese mia mamma dirigendosi in cucina.”
“No, non mi centra più niente dentro lo stomaco!” rispose la mia ragazza togliendosi il tovagliolo dalle gambe. Ci alzammo e ci spostammo sul divano. Accendemmo la tv e, controllando non ci fosse nessuno,  le baciai il collo, la guancia per poi arrivare alla bocca.
“dai, Niall sai che se ci vedono dopo sono casini! Non complichiamo tutto!” esclamò mostrando il suo lato responsabile.
“ok” risposi quasi deluso, così mi scompigliò il ciuffo e mi rubò un bacio a stampo ritirandosi subito indietro.
Suonò il campanello così mi alzai ed andai ad aprire.
“Niall, come stai?” mi chiese Elvis, il padre di Sephi, con quel suo solito sorriso che incuteva abbastanza timore.
“Bene! Grazie mille!”  risposi cercando di non farci troppo caso.
“C’è Sephora?”
“Si, eccomi papà!” rispose lei stiracchiandosi sul divano.
“Bene, andiamo a casa che è tardi, domani dobbiamo andare dai nonni … vuoi venire anche te?” mi chiese mantenendo quel sorriso inquietante.
“No, li sono andato a trovare da poco” tagliai corto.
“Va bene, allora saluta mamma e papà!” esclamò porgendomi la mano come se fosse  un liceale dei nostri giorni. Gli strinsi la mano, sorrisi a Sephi e chiusi la porta.



*my space
eccomi :3 lo so, è passato tantissimo tempo ma sono viva ed ho aggiornato. ** 
devo dirvi un po' di cose:
Grazie a tutti per tutte le 39 recensioni in 3 capitoli ** per non parlare poi di chi la segue su twitter senza recensire ckxskncjksncfjkdnf siete tantissime e sono contentissima vi stia piacendo.
mi avevate chiesto di scrivere più grande e l'ho fatto, se c'è qualcos'altro che posso cambiare nell'impostazione ditemelo ;)
la prossima volta vi metterò la foto di Rosalie *-*
e quindi nulla,grazie mille ancora. spero che questo capitolo vi piaccia e se così sarà (?) spero di vedere delle recensioni  :3 vi voglio bene 
Noemi

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Capitolo 5
*** well,I gonna drink to forget ***


Chapter 5



So here you are, two steps ahead and staying on guard
every lesson forms a new scar.
They never thought you’d make it this far
but turn around, they’ve surrounded you.
It’s a showdown,and nobody comes to save you now
-Eyes open, Taylor Swift-

 






 

Rosalie

“Prendi anche l’ultima valigia che il taxi sta arrivando” urlò mia madre la domenica mattina rivolgendosi a mio padre.

 
-Sì, finalmente,i miei, ma soprattutto mia madre, se ne andavano in vacanza per il venticinquesimo di matrimonio per 17 giorni. Era un sogno che si avverava, non sentire più quella donna urlare. Finalmente qualcosa di buono.-
 
Mio padre, impeccabile come sempre, vestito con una camicia e dei semplici jeans tenuti stretti da una cinta, uscì di casa portando anche l’ultimo bagaglio, lo posò sul marciapiede di casa nostra e poi si girò verso l’entrata.
 
-abitavamo in una casa in periferia, isolata dal resto del quartiere. I nostri genitori avevano fatto costruire quella casa, lontana da tutto, per tenerci fuori dai giri di droga che a quel tempo popolavano la cittadina.-
 
 Io e mio fratello uscimmo fuori e li salutammo, tutto sommato, fu un abbraccio caloroso. Il taxi svoltò verso destra e si parcheggiò davanti ai piedi di mia madre. Salirono in macchina e ci salutarono ancora una volta sventolando la mano
“fate i bravi,non rompete nulla,non organizzate feste,se vi serve qualcosa chiamate la nonna” disse mia madre affacciandosi dal finestrino.
Noi annuimmo come se l’avessimo ascoltata, li salutammo per l’ennesima volta, giusto per far vedere che ci dispiaceva che fossero andati via, aspettammo che l’autovettura girasse l’angolo e ci demmo il cinque.
Corremmo dentro casa e ci sdraiammo sul divano.
“come va con Louis?” chiesi a mio fratello accendendo la televisione a muro, che tanto amavo.
“bene,ma  a te cosa interessa?” mi rispose scocciato. “sei stata tutto questo tempo a rompermi le palle ed ora vuoi sapere veramente come va la nostra storia?”
 
-In un secondo, per colpa di una mia domanda, posta per essere gentile, la nostra complicità di pochi minuti prima era definitivamente scomparsa nel nulla.-
 
“Harry andiamo,è vero hai ragione. Me l’ero presa perché credevo mi piacesse Louis,è forse è così,però ora sto conoscendo Liam perciò al diavolo il tuo fidanzato.” Risposi sorridendo.
“sei solamente una ragazzina viziata,ma per ora non posso far altro che sopportarti … vai a prendere il  telefono”
“che ci devi fare?” gli chiesi un po’ scettica
“secondo te cosa ci faccio con il telefono,le pip … fammi stare zitto, – esclamò mettendosi una mano davanti la bocca- per favore!” rispose sempre più irritato, perciò mi alzai ed andai a prendere il cordless e glielo portai. Dopo aver digitato un numero di casa, se non sbaglio quello di Niall, aspettò che qualcuno, dall’altra parte del telefono, rispondesse.
“ amico, sono Harry! Ti volevo dire che stasera do una festa, alle 11 da me, porta anche Sephi se vuoi, ora chiamo anche gli altri, ciao!” esclamò tutto d’un fiato per poi spingere la cornetta rossa nel telefono e attaccare.
Corsi in camera, appena sentita la chiamata, decisa a trovare qualcosa da mettermi per la festa.
“te non sei invitata, frena l’entusiasmo!” esclamò il riccio seguendomi fino alla mia stanza.
“non mi serve l’invito, io abito qui!” gli feci notare con aria soddisfatta.
“senti, fai come vuoi, basta che non mi stai in mezzo ai piedi” disse girando i tacchi e allontanandosi.
 

 
 
La tavola era già piena di schifezze varie e birre, soprattutto birre.
Mi diressi verso l’impianto stereo, una delle poche cose che mi piaceva di quella casa, ed inserii il cd che mi aveva dato mio fratello, alzai il volume e andai a sistemarmi per l’ultima volta il trucco.
Io e mio fratello ci incontrammo a metà strada, nel corridoioi:io con lo spazzolino, intenta a lavarmi i denti mentre andavo a cercare le scarpe, e lui girava ancora in boxer.
Mi tolsi lo spazzolino dalla bocca e, cercando di non far cadere il dentifricio, gli chiesi cosa ci facesse ancora in quelle condizioni, lui mi rispose che era ancora presto. Feci finta che avesse ragione e andai in camera, riprendendo a spazzolarmi i denti.
Il campanello cominciò a suonare verso le 10:30: era Claudia in un abito bianco che le arrivava leggermente sopra le ginocchia, seguita a ruota da Daniel che indossava una semplice camicia e dei jeans.
Verso le 11, così come stabilito, arrivarono tutti: gli amici di mio fratello, persone che non avevo mai visto, Sephora e ancora altre persone mai viste.
 
“Ciao bellissima” esclamò Liam avvicinando la sua bocca alle mie labbra. Gli sorrisi imbarazzata “ciao” risposi per poi abbassare lo sguardo, i suoi occhi scrutarono a lungo dentro i miei ed io non riuscii a resistere a tutta quell’attenzione. Credo di essere mai stata una persona in grado di reggere gli sguardi troppo intensi. Mi sistemai una ciocca di capelli castani dietro l’orecchio e sorrisi.




Niall
 


 “la camera è libera” mi sussurrò nell’orecchio Harry, facendomi l’occhiolino.
Grazie a Dio,ne avevo bisogno. Presi Sephora per mano e la portai in camera.
“Ciao” esclamò trattenendo una risata, sentii l’odore dell’alcol uscire dalla sua bocca. Cominciò a giocare con la mia cravatta per poi slacciarmela. Le sfilai il vestito dorato che la fasciava fin sopra le ginocchia, la spinsi sul letto e cominciai a baciarle il collo. Aveva un odore buonissimo: fragola e panna, probabilmente, che contrastava con quello delle birre che aveva bevuto.
“Ni, – si interruppe e cominciò a ridere- Niall, non possiamo” il suo riso stava diventando convulsivo e divenne rossa in faccia.
“Sephi? Sephi!” esclamai dandole dei leggeri colpetti sulle guance, era andata: era ubriaca.
Mi rivestii e le rinfilai il vestito, la presi in braccio e la poggiai delicatamente sul letto di Rosalie, l’avrei riportata a casa a fine festa. Mi incamminai verso la porta per ritornare alla festa anche se, da solo, non aveva molto senso rimanere.
“Niall” mi chiamò prima che uscissi dalla stanza, girando la testa e buttandola sul cuscino verso la mia direzione.
“dimmi, amore” dissi dolcemente chiudendo la porta dietro di me per sentirla meglio, con tutto quel frastuono che veniva da sotto, nel garage, non riuscivo a percepire neanche la mia voce.
“vieni qua” ricominciò a ridere, si sfregò gli occhi con le mani e poi, una volta essermi messo seduto su una sedia marrone di plastica, posta accanto al letto, mi mise un dito sul naso. Aprì la bocca ma non disse nulla, dopo alcuni secondi rise. Fece cadere la sua mano a penzoloni giù dal letto e chiuse gli occhi. Feci per andarmene, credevo volesse dormire.
“as … aspetta” esclamò bloccandomi un’altra volta. “ma se te – fece una pausa per sospirare - sei mio cugino non potremmo stare insieme, vero?” mi chiese socchiudendo gli occhi per poi accennare ad un’altra risata.
“Non preoccuparti” mi avvicinai e le stampai un bacio sulla fronte. “no, fermo” allungò la mano “rimani con me” biascicò fra uno sbadiglio ed una risata. Mi sdraiai accanto a lei e l’abbracciai.
“mi vuoi bene?” mi chiese dopo qualche minuto
“certo! Te?” le domandai stringendo il mio braccio intorno la sua vita.
Non mi rispose, forse si era già addormentata. Sorrisi e mi misi a dormire anche io.
 
“Niall?” mi chiamò Spehora
“che c’è?” chiesi risvegliandomi prontamente.
“sono incinta” mi disse per poi ridere.
 
 


Louis

 

La casa del mio fidanzato, dopo cinque ore, era diventata un porcile, gente che dormiva, che vomitava anche la cena del giorno prima, persone prese a baciarsi, e non solo, sul divano e altre che facevano la fila per il bagno.
Mi avvicinai al tavolo e mi scolai una bottiglietta di birra, volevo divertirmi anche io, visto che Harry se la stava spassando con una biondina che non avevo mai visto in vita mia. Le stava baciando il collo e, tenendo in mano un bicchiere di vodka, le sussurrava qualcosa all’orecchio.
Andai da Daniel e cominciai a baciarlo. Il ragazzo ci sapeva fare.
“te sei ubriaco, Tomlinson!” mi disse allontanandosi da me. In effetti, non sapevo se lo stavo facendo per far ingelosire il mio ragazzo o solamente perché volevo dare una svolta alla serata, sta di fatto che le labbra di Dani mi attiravano moltissimo.
“non è vero!” esclamai per poi riprendere a baciarlo. ci sdraiammo sul divano libero, se non ricordo male.
“sei bello!” mi sussurrò mordendomi l’orecchio. Cominciai ad ansimare.
“Cazzo fai?”urlò Harry buttandomi via dal corpo di Daniel. Mi fece cadere dal divano e lanciò un pugno al mio amico.
“ma smettila, Styles! Sei uno stronzo patentato, hai Louis e tu te la fai con una che non hai mai visto prima d’ora!” esclamò alzando il tono della voce.
 In due secondi Daniel disse tutto quello che io mi tenevo dentro per paura di veder finire la nostra relazione.
La musica venne spenta da qualcuno che non voleva farsi gli affari propri, calò un silenzio gelido in quella stanza, era come se anche le persone che stessero vomitando avessero preso 10 minuti di pausa, fossero usciti dal bagno e fossero accorsi ad assistere a quello spettacolo di invidia e gelosia. Avrei voluto sotterrarmi.
“Ma te cosa ne sai? coglione!” urlò il riccio spintonando Daniel, palesemente in svantaggio in quanto forza fisica, vista la sua scarsa altezza paragonata a quella di Harry.
Qualche patetico commento e quale “uuh” si sollevò dalla folla che si era radunata intorno ai due ragazzi.
“ma che cazzo fate?” urlò Niall scendendo dalle scale interne di casa. “vogliamo far finire questa festa in un campo di battaglia? Smettetela di urlare, anche perché Sephora sta dormendo!”
Tutti i mormorii cessarono e molti cominciarono a guardare il pavimento come per scusarsi tanto si erano sentiti in colpa.
“La festa finisce qui, andate tutti a casa!” urlò Harry “noi finiamo domani!” aggiunse guardando con occhi pieni di vendetta Daniel.
Tutti cominciarono a fare dei commenti su quanto la festa avesse fatto schifo, si cominciarono a chiedere se Harry ed io fossimo gay per poi uscire indignati dalla porta.
Rimasero poche persone che si stavano rivestendo, o perlomeno si stavano mettendo in condizioni decenti per ritornare a casa.
“checca” urlò qualcuno dando una spallata ad Harry per poi uscire ridendo. Il mio, credo ancora, fidanzato tirò un calcio al divano, imprecò e salì di sopra. Non mi degnò di uno sguardo, non mi disse nulla, così uscii dal mio angoletto, dove ero stato tutto il tempo della quasi-rissa, da codardo quale sono, ed andai fuori dalla casa. Mi facevo schifo, non tanto per aver baciato Daniel, quanto per non aver mai detto nulla ad Harry che se la faceva sempre con qualcun altro e poi veniva da me quando doveva essere consolato. Diedi un calcio un sassolino per terra che rotolò fino a metà strada. Si fermò all’incrocio dove venne schiatto da una macchina.
Sentivo che qualcosa era cambiato. Mi sentivo sempre più schiacciato dall’egocentrismo e dalla voglia del mio fidanzato di aver tutto e tutti subito e ai suoi piedi, proprio come quel sassolino.
L’amore, mi hanno insegnato, non funziona così, ma so anche che l’amore non segue un piano: succede e basta. Qual’era il mio posto?





*myspace
ciaoooooo!! sì,sono ancora viva ahaha è vero ci ho messo una vita ad aggiornare ma non ero ispirata.
a me questo capitolo non piace più di tanto però dovevo pur postare quindi ditemi cosa ne pensate e spero che a voi non faccia tanto schifo *u*
riguardo al capitolo precedente,so che erano tantissimi diversi personaggi però era il trampolino di lancio (ma dove le prendo ste parole? lol) per iniziare ad introdurre tutti i personaggi ;)
pooooooooooooi vi devo chiedere una cosa. è una cosa che ho sempre voluto fare con le mie altre ff ma non l'ho mai fatto quindi ora ne parlo a voi e poi,tenendo in conto le vostre opininioni,decido. avevo pensato di dividere questa ff in due/tre parti. mi spiego meglio:a breve concluderò la prima parte (questa) poi dopo un mesetto,circa,inizierò la seconda parte ... tipo le serie dei telefilm. che ne pensate? *-*


ok,ora,come promesso ecco a voi Rosalie! Una giuovanissima (?) Megan Fox 



@shesafeandsound <3

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