Forgotten Flowers di Memel (/viewuser.php?uid=47112)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Episodio 207 - Vol. 26 ***
Capitolo 2: *** Episodio 182 - Vol. 24 ***
Capitolo 3: *** Episodio 290 - Vol. 33 ***
Capitolo 4: *** SPECIAL - School ***
Capitolo 5: *** Episodio 537 - Vol. 50 ***
Capitolo 1 *** Episodio 207 - Vol. 26 ***
1#
Episodio 207 - Vol. 26
Era
quasi il
tramonto quando Sonoko arrivò all’agenzia
investigativa Mori.
Ad
aprirle
venne un Kogoro piuttosto fuori di sé che, borbottando frasi
sconnesse,
l’accolse con un’occhiata furente.
Ran
le venne
incontro, sfoggiando uno dei suoi sorrisi migliori, sorriso che
sembrò sul
punto di scemare quando intercettò lo sguardo gelido del
padre.
«Sonoko forse
è meglio se mi segui in camera
mia» esclamò, lanciandole un’occhiata
allusiva e trascinandola
nell’appartamento sopra l’ufficio.
Chiuse
la porta
a chiave, attirandosi gli sguardi interrogativi dell’amica:
«Non
dirmi
che è ancora arrabbiato?»
«Già!
E da
dopo la recita che non mi rivolge la parola; e quando prima gli ho
detto di stasera è
esploso! Ha detto che se lui osa
solo sfiorarmi gli fa rimpiangere
di essere tornato!» concluse arrossendo
«Povero
Kudo! E pensare che è stato davvero coraggioso da parte sua
osare tanto! Non me
lo sarei davvero aspettato da lui!»
«Sonoko!
Non
dovresti prenderlo in giro! E poi non sarà niente di
formale, anche se non
capisco ancora il perché di questo
invito … »
«Certo
che a
volte sei proprio scema! Ma questa volta non ti dirò nulla:
ho promesso di
aiutarti e lo farò ma il resto lo lascio a te!»
concluse ammiccandole maliziosa
E
detto
questo, dopo averla caricata di qualche dozzina di vestiti e buste,
afferrò il
necessario che si era portata dietro e la trascinò in bagno.
«E
ora
lascia fare alla grande Sonoko! Ti prometto che quando uscirai di qui
Kudo
cadrà ai tuoi piedi!» esclamò,
ridacchiando divertita tra le proteste
imbarazzate della diretta interessata.
Dopo
aver
inutilmente tentato di farle indossare uno dei suoi abiti
più succinti, optò
per un vestito turchese che accontentò entrambe: semplice ed
elegante al punto
giusto.
Le
lasciò i
capelli sciolti lungo la schiena, e procedette con il trucco,
chiacchierando per
ingannare l’attesa.
Ran
chiuse
gli occhi tentando di rilassarsi anche se non poté fare a
meno di pensare al fatto
che quella sera avrebbe rivisto quello sciocco detective che aspettava
da
tanto, e che in quel momento si trovava nella sua stessa situazione.
O
quasi.
•••
Lo
squillo
del telefono di casa Kudo riecheggiò a lungo tra le stanze
della grande villa,
fino a quando l’unico suo abitante non si decise a
rispondere, dirigendosi
controvoglia verso lo spazioso soggiorno.
«Pronto?»
«Shin-chan!!»
esclamò una raggiante Yukiko facendo sobbalzare il ragazzo
«Mamma!
Mi
spieghi cos’hai da urlare tanto! »
esclamò lui infastidito
«Ma
come
caro, stasera finalmente passerai una serata super romantica con Ran e
non dici
niente alla tua mammina?»
Shinichi
allontanò la cornetta lanciando un’occhiata
assassina in direzione della casa
del suo vicino, il Professor Agasa, tentando al contempo di reprimere
l’istinto
di andare lì e strozzarlo.
«Tesoro
ci
sei ancora? Scusa se ti chiamo solo adesso ma quell’idiota di
tuo padre ha
detto di non ricordarsi più il nome del ristorante,
così è toccato a me
chiamare e organizzare tutto quanto!»
«Allora
è
stato papà a dirtelo! Ma aspetta un attimo … vuoi
dirmi che hai già prenotato?»
esclamò dopo aver riacquistato lucidità e un
colorito più normale.
«Certo
che
sì sciocchino! Ero così felice quando ho letto la
mail che hai inviato a
Yusaku! Ahhh ma certo che sei davvero un romanticone! Ran è
davvero fortunata!
Però dichiarati come si deve, non fare come
quell’idiota di tuo padre che mi ha
spiattellato il tutto in una manciata di secondi! Non sai che faccia ho
fatto!
E poi-»
«Senti
mamma
adesso devo proprio scappare, ci sentiamo un’altra volta,
ok?» esclamò il
giovane detective spazientito
«Ah
aspetta!
Ricordati che il completo che cercavi è
nell’armadio di Yusaku: in alto a
destra! Usa pure la nostra carta di credito! E divertitevi!
Baciii» concluse maliziosa
Shinichi
era
ormai più che abituato ai modi e al carattere di sua madre,
ma quando
cominciava a intromettersi nel suo rapporto con Ran ogni tentativo di
portar
pazienza svaniva di fronte all’urgenza di farla smettere.
Sbuffò
sonoramente, dirigendosi controvoglia verso la camera da letto dei suoi
genitori;
Si
vestì
velocemente e dopo aver gettato un’occhiata impaziente
sospirò rendendosi conto
solo allora di essere in anticipo di più di un’ora.
Sconfortato,
cominciò a vagare senza metà per la villa
deserta, tentando di evitare di
prestare ascolto a quella domanda che da ore, o meglio, da anni lo
assillava:
Che
cosa le dirò?
E
mentre
pensava a questo quasi non si era accorto di essere capitato nella sua
amata
biblioteca, proprio di fronte a quei volumi che da sempre lo avevano
affascinato.
Ma
questa
volta Holmes non poteva proprio aiutarlo.
•••
Si
guardò un
ultima volta allo specchio, presa dall’ennesimo ripensamento;
«Oh
insomma
Ran! Stai calma! Stai benissimo e se non ti muovi rischiamo di restare
a piedi!»
concluse eloquente Sonoko indicandole l’orologio con un gesto
sbrigativo
«Arrivo!
Tu
scendi pure: sarà meglio che avverta mio padre prima
… »
E
detto
questo scese quei pochi scalini che la separavano
dall’ufficio e aperta con
cautela la porta, entrò circospetta;
Kogoro
era
stravaccato sul divano, l’immancabile lattina di birra in
mano e lo sguardo
incollato alla televisione; gettò un rapido sguardo alla
figlia prima di
tornare a fissare la sua idol preferita.
«Bè,
che
cosa vuoi?» proruppe fissandola imbronciato
«Volevo
solo
dirti che mi accompagna Sonoko al ristorante e che ti ho prenotato la
cena da
Poirot … » disse lei a disagio fissandosi i
sandali nuovi che già le davano
fastidio
«C’è
altro?»
borbottò il detective, tentando di mantenere un tono neutro
e distaccato
«Al
ritorno
potresti venire a prendermi tu? Sempre se ti va … »
«Uhm»
«Bè
allora
io vado! A dopo papà!» concluse, voltandogli le
spalle
«Ran!!»
strillò
l’uomo non riuscendo più a trattenersi
«Promettimi che se quel detective da
quattro soldi osa fare qualcosa di sconveniente lo atterrerai con una
mossa di
karate!»
«M-ma
certo»
rispose lei imbarazzata, tentando di rassicurarlo
Quando
sentì
la porta richiudersi alla sue spalle Kogoro scoppiò in un
pianto dirotto
biascicando parole come “la mia
bambina”,”farabutto pervertito” e
“giuro che lo
ammazzo”, ma l’inizio del programma della sua cara
Yoko lo distrasse,
tranquillizzandolo del tutto.
•••
Si
sistemò la cravatta per l’ennesima volta,
osservando il suo viso
preoccupato, nel riflesso di una vetrina.
Era
riuscito, forse per la prima volta nella sua vita, ad arrivare puntuale
ad un appuntamento ed ora stava pagando la sua premura a caro prezzo ,
dato che
la sua testa era sul punto di scoppiare dal nervosismo.
Stava
per controllare di nuovo che ore fossero, quando udì
distintamente il suo nome, pronunciato da una ragazza che lui conosceva
piuttosto bene:
«Ran!»
«Scusa
il ritardo, ma c’era un traffico pazzesco e Sonoko si
è pure
messa a flirtare con il tassista e … »
Shinichi
annuì distrattamente, mentre un sorriso sempre
più grande si
allargava sul suo viso, ormai privo di qualsiasi traccia di
preoccupazione o
ansia.
Anche
quelle domande che poche ore prima lo avevano tormentato erano
svanite insieme ad ogni dubbio.
Non
importava che cosa le avrebbe detto, in fondo aveva aspettato
talmente tempo per poterle stare accanto che quello che si sarebbero
detti non
aveva importanza.
Aveva
ripetuto quelle parole dentro di sé talmente tante volte che
qualsiasi cosa sarebbe successo non avrebbe permesso più a
niente, o a nessuno
di ostacolarlo.
Erano
destinati a stare assieme e un giorno o l’altro quel futuro
che
avevano troppe volte rimandato si sarebbe finalmente concretizzato.
Non ci si può
opporre al destino.
E questo lo avrebbero scoperto
entrambi
quella stessa sera.
•P.S•
Eccomi qua con una nuova raccolta incentrata sulla mia coppia preferita
in assoluto, e ne arriveranno presto altre!
Questa
la dedico al mio caro Dany il mio prof di latino e greco che mi ha
ispirato questa oneshot mentre spiegava Callimaco!
E
soprattutto ringrazio Sara Kudo del DC Forum per avermi ispirato da una
sua immagine la storia che vedete!
Un
bacione!
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Capitolo 2 *** Episodio 182 - Vol. 24 ***
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2#
Episodio 182 - Vol. 24
Ran
tamburellò con le dita sulla scrivania consunta dell’agenzia investigativa,
trattenendo a stento una risata:
«Perché
ridi?»
«Non è
niente … »
Shinichi
sospirò, lanciando uno sguardo imbarazzato al maglione che indossava e
sospirando sollevato.
«Ma ti è
piaciuto, allora?» chiese timidamente lei
«Certo che
mi è piaciuto, scema! Solo che potevi dirmelo, mi hai fatto preoccupare … »
borbottò il ragazzo, nascondendosi dagli sguardi divertiti del professore e di
Ai.
«Davvero?»
rispose Ran arrossendo, presa in contropiede
«Davvero.»
sussurrò lui, sentendo le guance in fiamme
Ran sorrise,
contenta di aver messo per una volta in difficoltà la pazienza di quel
detective sbruffone, che fin troppo spesso la faceva stare in ansia.
«Scusami Ran! Va verso
casa … Io ti raggiungo subito!»
«Non posso ancora
tornare, ci sono delle svolte che riguardano il caso su cui sto indagando … »
«Non ti preoccupare,
tornerò presto»
Poi le tornò
in mente lo strano atteggiamento di Conan quella sera, a casa di Araide, e di
come spesso lo aveva sorpreso a fissarla con sguardo preoccupato e confuso, non
proprio l’espressione di un bambino dell’elementari …
Sciocca, che vai a
pensare!
Eppure …
Eppure quello sguardo
assente e quell’espressione corrucciata le avevano dato,
seppur per poco,
l’illusione di avere di
fronte Shinichi;
Impossibile?
Ma come spiegare,
allora, quella totale somiglianza che troppe
volte aveva fatto vacillare le sue convinzioni e l’aveva lasciata perplessa?
Come dare una
spiegazione a quel presentimento che puntualmente percepiva quando incontrava
lo sguardo disarmante di quel bambino, troppo simile a lui?
Occhi blu,
troppo blu,
troppo sinceri …
… o forse troppo
bugiardi?
E se …
«Non è che
eri geloso?» chiese, scacciando quelle assurde teorie.
Assurde?
Ne sei davvero sicura,
Ran?
«Cosa? Io
geloso? Scema! Non mi pare ci sia una qualche relazione tra te e quel
dottore, e poi lui non è il tuo tipo, credimi, lascialo perdere ... » le rispose
concitato e con tono acceso il ragazzo
«Ma … ti
stai forse riferendo al dottor Araide? Non pensavo vi conosceste!» chiese perplessa
«Ehm, credo
che Conan me lo abbia nominato in una mail, si deve essere andata proprio
così!» esclamò sulla difensiva, rendendosi conto troppo tardi dell’errore
commesso
«Ah, capisco
… » disse Ran, facendosi d’un tratto più dolce e arrotolando una ciocca
castana, sovrappensiero.
Se solo ne avessi la
conferma,
se fossi davvero lui allora io …
«Ran …
adesso devo proprio andar-»
«Shinichi!»
«Sì?»
Quante cose
avrebbe voluti dirgli, confessargli, rivelargli.
Ma il destino,
quel dannato destino che li aveva separati
non ne voleva sapere di arrendersi,
non ne voleva sapere di restituirglielo.
«Ecco, io … Torna presto!» sussurrò, conscia di
come odiasse lasciarlo, di come odiasse vivere nell’attesa della sua voce, che
ultimamente non le bastava più.
“Shinichi.”
Non fece nemmeno in tempo a rispondere che aveva già
riattaccato.
Distante.
Sempre più distante
Sorrise, inconsapevole del fatto che presto si sarebbe rivisti davvero.
Eppure così vicino.
•P.S• Scusate il supermega ritardo ma in questi giorni non sono stata molto al computer!
E infatti devo ancora rispondere alle adorabili anime sante che hanno recensito il primo chap! Vi amooo!
E amo tutti coloro che leggono, seguono questa raccolta a cui mi sto terribilmente affezzionando!
Sì perchè a scuola nei momenti di pura noia c'è
sempre il mio diario-block notes-quaderno di mate a registrare i frutti
del mio scazzo scolastico XD
Beh sappiate soltanto che questo cap lo avevo scritto prima del
precedente ma ho invertito l'ordine e nn mi ricordo perchè!
OK, scappo a vedere se Torrent mi ha scaricato le ultime 2 puntate di Sherlock della BBC *ç*
Un forte abbraccio!
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Capitolo 3 *** Episodio 290 - Vol. 33 ***
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3#
Episodio 290 - Vol. 33
Scivolo lentamente lungo la fredda parete che ci separa.
Non pensavo che le mie ginocchia avrebbero retto tanto.
Non pensavo che la mia falsa maschera e i miei finti sorrisi mi
avrebbero sostenuto così a lungo.
Giusto il tempo per allontanarmi da te.
Per allontanarsi dai tuoi singhiozzi repressi, malamente celati dietro
uno sguardo che non riesco più a sostenere.
Uno sguardo sempre più assente, sempre più distante.
Lo sguardo di chi sta lentamente perdendo la speranza di tornare a
sorridere, ad amare, a sperare;
Di chi sta sempre più abbandonando la fiducia in quella persona che
credeva di conoscere più di tutti,
fiducia che lascia il posto all’amara consapevolezza di essere rimasti
soli.
Delusa.
Ti ho delusa Ran non è vero?
Ma non sei l’unica a soffrire.
Se c’è qualcuno che più di tutti ha il diritto di odiare Shinichi Kudo,
ecco, quello sono io.
Quell’arroganza di credersi il migliore,
quella curiosità che lo ha reso tanto famoso,
quell’intelligenza tanto ammirata,
e quella perspicacia, che da sempre lo hanno distinto tra tutti: in
questo momento odio tutto di lui.
Potrai anche pensare che io sia forte e invincibile, ma non è vero, non
è vero niente.
In realtà la mia spavalderia è solo debolezza.
Il mio coraggio, solo insicurezza.
Sono un codardo di fronte a tutto ciò che non è asettico, schematico e
logico come un omicidio.
Tutta la mia sfrontatezza scompare quando sono con te.
Le tue parole mi affascinano.
I tuoi sorrisi mi spiazzano.
Il tuo sguardo mi paralizza.
Ma le tue lacrime,
le tue lacrime mi uccidono.
Come una goccia che lentamente cade, incessante e perpetua, fino a
corrodere la roccia più dura, così, anche le tue lacrime scavano dentro di me,
mettendo a nudo le mie debolezze e spogliandomi del mio sangue freddo.
Anche guardarmi allo specchio ultimamente è diventato difficile.
Il bambino che mi guarda dall’altra parte del vetro ha un’aria così
serena, così innocente.
E’ così diverso dal ragazzo tormentato che si agita dentro di me,
che dimena i pugni, graffiandosi impotente, preda di muti deliri.
Lo vedi come sono egoista?
Nonostante io sia consapevole del male e del dolore che ogni giorno ti
infligga, perdo del tempo a compatirmi.
Ma la verità è che ho paura.
Paura che quelle lacrime cessino di cadere.
Paura che quei sospiri e quei singhiozzi, che accompagnano le tue
giornate, scompaiano, insieme al ricordo di me.
Paura che un giorno tu ti accorga di essere innamorata di un ragazzo
che non esiste più,
di un fantasma bugiardo,
che è morto e che è rinato sotto mentite spoglie
solo per accrescere le sofferenze di questa assenza,
solo per cancellare definitivamente ogni sorriso dalla tuo volto.
Stringo i pugni con tutta la forza che questo nuovo, debole, corpo mi
concede, fino a vedere le nocche sbiancare.
Apro la porta con uno scatto secco e deciso, avvicinandomi a te.
Nell’agenzia regna il silenzio, spezzato solamente dal muto rumore di
una nevicata da poco cominciata.
Sei bellissima quando dormi, lo sai?
Quelle labbra leggermente socchiuse,
umide,
bellissime;
Quelle ciocche indomabili, che ti incorniciano il viso,
così scure e contrastanti sul tuo candido volto.
Vacillo.
Il battito spaventosamente accelerato,
le ginocchia sul punto di cedere,
il respiro mozzato,
sentendomi solo allora, in colpa come non mai.
Detective, certo,
ma anche involontariamente colpevole.
Le domande che mi assillano da sempre sembrano tacere di fronte al tuo
respiro regolare e placido.
La pace del tuo sonno mi infonde la lucidità necessaria per dar voce ai
dubbi che da sempre mi tormentano, ma che accanto a te perdono consistenza fino
a dissolversi nella luce della certezza più cieca.
E allora capisco.
Mi rendo finalmente conto
di quanto tu sia importante per me,
sorridente,
radiosa,
perfetta come non mai;
Assolutamente consapevole di quanto la tua presenza conti per me.
Non vorrei mai chiederti di dimenticarmi, sò benissimo di non averne il
coraggio,
ma se l’averti vicina significa dover dimenticare il suono della tua
risata e la bellezza di un tuo sorriso, allora preferisco di gran lunga mettere
da parte il mio egoismo, il mio cuore, e lasciarti andare.
Ma varrà davvero la pena, per entrambi, soffrire così tanto?
Shinichi
Dici con voce flebile, sospirando nel sonno.
Arrossisco violentemente, sentendo il sangue inondarmi le guance, ormai
bollenti.
Dimmi,
come fai a cancellare ogni volta
tutte le mie esitazioni,
i miei dubbi,
e le mie certezze, più salde e concrete?
Ma in fondo conosciamo entrambi troppo bene la risposta.
Anche a costo di soffrire,
di consumare ogni istante di questa frenetica, folle vita
di sacrificare tutto e tutti,
non taglieremo mai quel filo
rosso che ci lega e che vincola ogni nostra scelta,
ogni nostra azione,
sia essa passata,
presente,
o futura.
Non spezzeremo mai quel vincolo, quella speranza, che ci permette di
andare avanti, nonostante ogni incomprensione e difficoltà, e di cancellare
ogni nostra esitazione.
E anche se ancora non posso dirti questo a parole, mettendo da parte
ogni bugia, continuerò ad andare avanti, pensando al momento in cui pronuncerò
davvero quelle parole che perseguitano i miei sogni e che concretizzeranno il
nostro futuro.
Tre semplici parole.
Le dirò.
Te lo prometto.
(…)
Tokyo è quasi completamente innevata quando decidi di aprire gli occhi.
Il sapore del cioccolato da poco mangiato addolcisce il mio sguardo,
mentre seguo con attenzione ogni tuo minimo movimento.
Stai osservando la foto che ti ho scattato prima, sorridendo
imbarazzata con espressione sorpresa, e guardandoti intorno con aria spaesata e
ancora confusa.
Indugio ancora un po’ soffermandomi sull’immagine che illumina il
display del cellulare che ho in mano.
Sorrido tra me e me, mentre digito quel numero che ormai conosco a
memoria.
Ti
prometto che un giorno non ci sarà più nessun muro a dividerci,
nessuna
voce metallica a sostituirmi,
nessuna
distanza a separarci.
Solo
io e te.
Ran
e Shinichi.
Shinichi
e Ran.
Per
sempre.
Ti
amo Ran
•P.S• Eccomi finalmente qua con un nuovo capitolozzo!!!
Come avrete capito nn sono mai puntuale con gli aggiornamenti ma il
fatto è che volevo postare per S.Valentino dato che questo
capitolo centra molto!
Allora, innanzitutto ringrazio gli angeli che continuano a seguire la
fanfic e a commentare e a leggere i folli parti della mia mente! XD
Questa volta ho dato sfogo alla mia vena poetica sperando di aver
ottenuto qualcosa di decente!! Forse un pò troppo malinconica ma
l'ho scritta una sera, ascoltanto alcune canzoni suicide,
di Tiziano Ferro ò__ò cosa nn da me ma quel giorno ero troppo giù concedetemelo!!
Spero davvero che il capitolo vi sia piaciuto e vi auguro un buon S.Valentino!! XD
Un abbraccione!! ^__^
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Capitolo 4 *** SPECIAL - School ***
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4#
Special - School Time (1)
#1 [Ran]
«Ma mi spieghi perché quelle poche volte che ti degni di venire a
scuola ti manca sempre qualcosa??» strepitò un’infuriata Ran fissandolo torva.
Poi dopo aver brontolato e sbuffato a sufficienza di fronte al suo
immancabile sorriso smagliante, che non faceva che accrescere la sua
irritazione, gli lanciò una penna a caso, cercando di centrarlo in pieno, per farlo smettere di ridacchiare.
Ma in realtà non le dispiaceva affatto ripetere questa loro routine
quotidiana, fatta di risate, battibecchi e prestiti, anche se talvolta la
sfrontatezza e la cocciutaggine di quel detective troppo arrogante la facevano davvero
imbestialire.
Sì perché lei amava, anche se non lo avrebbe ammesso neanche sotto
tortura, tenere in mano quello stesso oggetto che poco prima lui aveva usato, e soprattutto amava
immaginare il suo tocco, ruvido e
delicato allo stesso tempo;
Ma certamente non sapeva che le dimenticanze di Shinichi fossero
qualcosa di studiato e voluto, affinché anche lui potesse,seppur per poco, condividere
qualcosa con lei.
• • •
#2 [Shinichi]
Non sapeva perché le lezioni lo annoiassero tanto, ma sapeva, invece,
che ogni tentativo per rimanere sveglio falliva miseramente di fronte al
programma scolastico che considerava sempre troppo semplice e banale per una
mente geniale come la sua.
E così dopo pochi sbadigli, chinava il capo stanco sul banco, piombando
in un sonno senza sogni.
Era sempre Ran a svegliarlo al termine della lezione: se la ritrovava a
pochi centimetri dal viso, intenta a scrutarlo accigliata e a rimproverarlo,
arrabbiata.
Così vicina da solleticargli la fronte con le sue lunghe ciocche
nocciola.
Così vicina da permettirgli di ammirare ogni sfumatura dell’azzurro dei
suoi occhi.
Così vicina da sentire il suo respiro caldo sul collo, e il battito
irregolare del suo cuore.
Restava a fissarla con aria impacciata e assonnata fino a quando la
lucidità non prendeva il sopravvento incendiandogli le guance e facendolo
sudare freddo.
In fondo perdere qualche ora di sonno non era poi così male …
•P.S• Scusate se vedete l'aggiornamente così tardi ma ormai avrete capito che nn sn molto puntuale , ehehe XD
E' quella dannata scuola che mi sta massacrando! (vi prego se ci tenete
alla vostra salute mentale state lontane dal liceo classico !!)
Questo chap è uno special infatti ho in mente di inserire anche
brevi chap collocati a caso -passato/presente/futuro- spero vi
piacciano lo stesso.
Che poi adesso che ci penso, questo chap risale al giorno del terremoto
in Veneto! Ero a scuola e stavo scrivendo queste drabble sul diario
quando è cominciato l'inferno *__* arght lasciamo perdere va'!
Martedì 20 parto per una sett in Germania con la mia classe ma
forse, e dico forse, riesco a postare qualcosa per il White Day!! <3
L'idea c'è , ma manca il tempo XD
Spero in un miracolo!!
Bacioni!!
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Capitolo 5 *** Episodio 537 - Vol. 50 ***
2dc
5#
Episodio 537 - Vol. 50
I fiocchi di
neve volteggiano flebilmente nel buio della notte prima di spegnersi ai piedi
di una timida luna.
La neve
avvolge ogni rumore nel suo abbraccio, mascherando sospiri e sussurri,
protagonista indiscussa di quella notte stellata.
La osserva dalla
finestra della sua camera, come ipnotizzata, Ran, incapace di chiudere occhio
di fronte agli avvenimenti di quella strana giornata appena conclusa.
Quella storia l’aveva davvero incuriosita e
intimorita allo stesso tempo, affascinandola al pari di quelle stesse storie di
paura che rifuggiva e ricercava allo stesso tempo.
Per non
parlare dell’orribile crimine che si era da poco consumato su quelle innocenti
piste, crimine che aveva cancellato in un sol colpo ogni traccia di
spensieratezza da quella che avrebbe dovuto essere un’indimenticabile gita.
Non riusciva
ad addormentarsi, troppo suggestionata per abbandonarsi senza pensieri alle
docili ed esperte braccia di Morfeo; Sonoko, al contrario, dormiva
profondamente, sognando volti di affascinanti sconosciuti tradita da
un’inquietante espressione beata e trasognata.
Nonostante
la pressante sensazione di panico che l’attanagliava decise di alzarsi e
dirigersi verso l’unico posto dove avrebbe potuto calmare i propri nervi.
Si infilò
una felpa sopra il pigiama pesante e con passo furtivo aprì la porta,
ritrovandosi nel corridoio deserto dell’albergo. Trattenendo a stento la voglia
di urlare, ingoiò paura e panico e prendendo coraggio bussò frettolosamente
alla porta che aveva davanti.
Si udì un
borbottio infastidito, un passo strascicato e lo scatto cigolante di una
serratura che si apriva.
La faccia di
uno Shinichi piuttosto scocciato e leggermente infastidito fece capolino dalla
camera.
«Ci avrei
scommesso che saresti venuta!» esclamò squadrandola piuttosto divertito
«E’ tutta
colpa tua! Non avresti dovuto raccontarmi una storia del genere!»
«Ma se sei
stata tu a costringermi a raccontanterla!»
«Si ma ti
saresti dovuto imporre! Frenarmi o avvertirmi perlomeno!»
«Testarda
come sei non mi avresti minimamente ascoltato!»
«Ti sembra
il momento di urlare questo?! Sono le due di notte passate!»
«Appunto!
Dovremmo dormire a quest’ora! Cosa che stavo appunto facendo prima
“Miss-Fifona” partisse all’attacco!»
«Oh lo sai
che non riesco a dormire!» borbottò, dopo l’ennesima linguaccia
«Lo
supponevo,infondo non hai toccato cibo e hai passato l’intera serata a guardare
con sguardo vacuo e piuttosto terrorizzato fuori dalla finestra, mentre la
tempesta di neve infuriava.» la rimproverò con sorrisetto irritante
«Hai
intenzione di farmi entrare sì o no? Qui si gela!» esclamò lei con veemenza,
interrompendolo e battendo i denti teatralmente
Seguì uno
sbuffo da parte dell’amico, che trattenendo un sorriso divertito per le
circostanze, si fece da parte per farla entrare. Solo quando sentì la porta
richiudersi alle sue spalle, Ran poté tirare un sospiro di sollievo.
«Ehi ma il
letto di Keichi è vuoto! Dove è andato?» chiese dopo una veloce occhiata alla
stanza semibuia
«Oh, è nella
stanza di Ando, pare che si siano riuniti là per guardare alcuni film … »
concluse, distogliendo lo sguardo per mascherare un certo, crescente imbarazzo
«Ah, capisco
… » borbottò nervosamente lei, capendo l’allusione
«Bè sei
sempre il solito asociale! Non ti tradisci mai! Scommetto che hai passato di
nuovo la notte su qualche romanzo giallo!» disse lei con sorrisetto beffardo,
sedendosi sul letto vuoto di fronte a lui, decisa a punzecchiarlo
«Invece ti
sbagli di grosso; Sai bene che mia mamma mi ha severamente vietato di portare
libri in gita, minacciandomi caldamente. Ma fortunatamente ho trovato qualcosa
di altrettanto interessante … » concluse con ghigno allusivo
«Ah ti
riferisci al caso … » gli rispose, ignorando volutamente il suo diabolico
sarcasmo
«Meglio
cambiare argomento?» suggerì lui notando il suo crescente pallore
«Meglio,
molto meglio … »
«Anche se
non capisco come una storia del genere possa terrorizzarti! Neppure i bambini
ci credono!» esclamò sdraiandosi stancamente sul letto disfatto
«Preferirei
non parlarne … » sospirò, imitandolo
«Ma non
capisco come … »
«Shinichi!»
lo zittì lei, glaciale
«Oh, come
vuoi! E sentiamo, venendo qui che cosa aspettavi di trovare?»
A quella
domanda Ran avvampò violentemente: in fondo non sapeva neanche lei perché era
venuta da lui, era come se i suoi piedi si fossero mossi in automatico,
ripetendo una consuetudine per loro ormai naturale.
«Bè, ecco io
… Sonoko dormiva … non sapevo che fare … insomma … » borbottò, tradendo un certo
imbarazzo
Diventava
davvero adorabile quando veniva messa alle strette, si ritrovò a pensare
Shinichi, intento ad osservarla sovrappensiero.
«Vuoi
restare a dormire?» si lasciò sfuggire, rendendosi conto troppo tardi di ciò
che aveva appena detto, consapevolezza che fece capolino, accompagnata da un
vivace colorito acceso che lo fece balbettare impacciato
«Cioè,
v-volevo dire … i-io non … »
«Dici
davvero?» sussurrò lei, frenando il suo imbarazzo, e abbassando lo sguardo
nervosa
Shinichi si
stupì della sua reazione pacata e controllata, si aspettava di essere
apostrofato come “pazzo maniaco” o, peggio, di essere picchiato a sangue, per
aver osato tanto … non pensava certo di metterla in difficoltà!
«Se ti va sì
… il letto è libero dopotutto» disse, meravigliandosi del suo stesso coraggio
Ran sollevò
lo sguardo, incrociando gli occhi blu dell’amico, soppesando l’offerta che
l’aveva colta del tutto impreparata.
In fondo
erano quasi le 3 meno un quarto, tardissimo insomma, e lei stava davvero
morendo di sonno: di tornare in camera, poi, non se parlava certo!
«Okay» disse
con un lieve sospiro liberatorio, poco prima di tuffarsi sotto il caldo piumone;
Poi chiuse
gli occhi, trattenendo a stento un sorrisino compiaciuto.
«Buonanotte»
sussurrò con voce ovattata ma riconoscente
«Buonanotte»
borbottò lui di rimando, intento a sprimacciarsi il cuscino e a trattenere il
suo infantile compiacimento
Dopodiché si
allungò verso la lampadina situata sul comodino che li divideva, cosa che
provocò la fulminea e inaspettata reazione di Ran.
«Noo!»
esclamò secca e concisa, minacciosa ma allo stesso tempo implorante
«Che cosa
sarebbe a dire “noo”?» ribatté lui, intuendo già la sua risposta
«Ti prego
lasciala accesa!» lo scongiurò lei, completamente paonazza
«Stai
scherzando vero? Ti prego dimmi che stai scherzando!»
«Per favore
Shinichiii!»
Ci fu un
competitivo gioco di sguardi, che culminò con la vittoria della karateka, per
la “gioia” del povero detective, che esasperato si diresse verso il suo letto
con passo strascicato e sofferto.
«Faccio
finta di non conoscerti!» concluse, dandole le spalle, la voce carica di
rimprovero
«Antipatico!»
brontolò la ragazza, lanciandogli la sua ciabatta sinistra
«Comunque …
» riprese a dire poi, osservandolo seria
«Uhm?»
«Grazie!»
mormorò, prima di sotterrare la faccia bollente sotto il cuscino
«Tsk! Vedi
piuttosto di dormire, testona!» le
rispose sogghignando divertito, ignorando le sue borbottate proteste e
nascondendo a stento l’immensa felicità per averla lì accanto.
• • •
Ovviamente
fu Sonoko a beccarli il mattino seguente, insospettita dal ritardo di una Ran
solitamente mattiniera e dai continui
sbadigli di un Kudo piuttosto distratto e assente, addirittura più del solito!
Naturalmente
riuscì a farli confessare prima di pranzo, minacciando di rincarare la dose di
pettegolezzi sul loro conto, ma fortunatamente arrivarono ad un sano e comune accordo: gelato gratis per un mese, e il numero di cellulare
dell’intera squadra di calcio del Teitan!
•P.S.• Cavoliiii ma da quanto tempo non aggiornavo??
Acciderboliii XD
Capisco che vogliate linciarmi ma ho delle buone ragioni!!
Diploma,
studiare per l'università, nuovo lavoro, compleanno, vacanza in Grecia,
pigrizia estiva, mancanza di ispirazione ... etc
Cercate di perdonarmiii!
Non volevo scrivere stupidate così ho aspettato l'idea giusta!
Spero che questo capitolo porti una bella rinfrescata in questo torrido mese!
Bacioni!!
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