Forgotten Flowers

di Memel
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Episodio 207 - Vol. 26 ***
Capitolo 2: *** Episodio 182 - Vol. 24 ***
Capitolo 3: *** Episodio 290 - Vol. 33 ***
Capitolo 4: *** SPECIAL - School ***
Capitolo 5: *** Episodio 537 - Vol. 50 ***



Capitolo 1
*** Episodio 207 - Vol. 26 ***


 

1#

Episodio 207 - Vol. 26


Era quasi il tramonto quando Sonoko arrivò all’agenzia investigativa Mori.

Ad aprirle venne un Kogoro piuttosto fuori di sé che, borbottando frasi sconnesse, l’accolse con un’occhiata furente.

Ran le venne incontro, sfoggiando uno dei suoi sorrisi migliori, sorriso che sembrò sul punto di scemare quando intercettò lo sguardo gelido del padre.

 «Sonoko forse è meglio se mi segui in camera mia» esclamò, lanciandole un’occhiata allusiva e trascinandola nell’appartamento sopra l’ufficio.

Chiuse la porta a chiave, attirandosi gli sguardi interrogativi dell’amica:

«Non dirmi che è ancora arrabbiato?»

«Già! E da dopo la recita che non mi rivolge la parola; e quando prima gli ho detto di stasera è esploso! Ha detto che se lui osa solo sfiorarmi gli fa rimpiangere di essere tornato!» concluse arrossendo

«Povero Kudo! E pensare che è stato davvero coraggioso da parte sua osare tanto! Non me lo sarei davvero aspettato da lui!»

«Sonoko! Non dovresti prenderlo in giro! E poi non sarà niente di formale, anche se non capisco ancora il perché di questo invito … »

«Certo che a volte sei proprio scema! Ma questa volta non ti dirò nulla: ho promesso di aiutarti e lo farò ma il resto lo lascio a te!» concluse ammiccandole maliziosa

E detto questo, dopo averla caricata di qualche dozzina di vestiti e buste, afferrò il necessario che si era portata dietro e la trascinò in bagno.

«E ora lascia fare alla grande Sonoko! Ti prometto che quando uscirai di qui Kudo cadrà ai tuoi piedi!» esclamò, ridacchiando divertita tra le proteste imbarazzate della diretta interessata.

Dopo aver inutilmente tentato di farle indossare uno dei suoi abiti più succinti, optò per un vestito turchese che accontentò entrambe: semplice ed elegante al punto giusto.

Le lasciò i capelli sciolti lungo la schiena, e procedette con il trucco, chiacchierando per ingannare l’attesa.

Ran chiuse gli occhi tentando di rilassarsi anche se non poté fare a meno di pensare al fatto che quella sera avrebbe rivisto quello sciocco detective che aspettava da tanto, e che in quel momento si trovava nella sua stessa situazione.

O quasi.

•••

 

Lo squillo del telefono di casa Kudo riecheggiò a lungo tra le stanze della grande villa, fino a quando l’unico suo abitante non si decise a rispondere, dirigendosi controvoglia verso lo spazioso soggiorno.

«Pronto?»

«Shin-chan!!» esclamò una raggiante Yukiko facendo sobbalzare il ragazzo

«Mamma! Mi spieghi cos’hai da urlare tanto! » esclamò lui infastidito

«Ma come caro, stasera finalmente passerai una serata super romantica con Ran e non dici niente alla tua mammina?»

Shinichi allontanò la cornetta lanciando un’occhiata assassina in direzione della casa del suo vicino, il Professor Agasa, tentando al contempo di reprimere l’istinto di andare lì e strozzarlo.

«Tesoro ci sei ancora? Scusa se ti chiamo solo adesso ma quell’idiota di tuo padre ha detto di non ricordarsi più il nome del ristorante, così è toccato a me chiamare e organizzare tutto quanto!»

«Allora è stato papà a dirtelo! Ma aspetta un attimo … vuoi dirmi che hai già prenotato?» esclamò dopo aver riacquistato lucidità e un colorito più normale.

«Certo che sì sciocchino! Ero così felice quando ho letto la mail che hai inviato a Yusaku! Ahhh ma certo che sei davvero un romanticone! Ran è davvero fortunata! Però dichiarati come si deve, non fare come quell’idiota di tuo padre che mi ha spiattellato il tutto in una manciata di secondi! Non sai che faccia ho fatto! E poi-»

«Senti mamma adesso devo proprio scappare, ci sentiamo un’altra volta, ok?» esclamò il giovane detective spazientito

«Ah aspetta! Ricordati che il completo che cercavi è nell’armadio di Yusaku: in alto a destra! Usa pure la nostra carta di credito! E divertitevi! Baciii» concluse maliziosa

Shinichi era ormai più che abituato ai modi e al carattere di sua madre, ma quando cominciava a intromettersi nel suo rapporto con Ran ogni tentativo di portar pazienza svaniva di fronte all’urgenza di farla smettere.

Sbuffò sonoramente, dirigendosi controvoglia verso la camera da letto dei suoi genitori;

Si vestì velocemente e dopo aver gettato un’occhiata impaziente sospirò rendendosi conto solo allora di essere in anticipo di più di un’ora.

Sconfortato, cominciò a vagare senza metà per la villa deserta, tentando di evitare di prestare ascolto a quella domanda che da ore, o meglio, da anni lo assillava:

Che cosa le dirò?

E mentre pensava a questo quasi non si era accorto di essere capitato nella sua amata biblioteca, proprio di fronte a quei volumi che da sempre lo avevano affascinato.

Ma questa volta Holmes non poteva proprio aiutarlo.

 

•••

 

Si guardò un ultima volta allo specchio, presa dall’ennesimo ripensamento;

«Oh insomma Ran! Stai calma! Stai benissimo e se non ti muovi rischiamo di restare a piedi!» concluse eloquente Sonoko indicandole l’orologio con un gesto sbrigativo

«Arrivo! Tu scendi pure: sarà meglio che avverta mio padre prima … »

E detto questo scese quei pochi scalini che la separavano dall’ufficio e aperta con cautela la porta, entrò circospetta;

Kogoro era stravaccato sul divano, l’immancabile lattina di birra in mano e lo sguardo incollato alla televisione; gettò un rapido sguardo alla figlia prima di tornare a fissare la sua idol preferita.

«Bè, che cosa vuoi?» proruppe fissandola imbronciato

«Volevo solo dirti che mi accompagna Sonoko al ristorante e che ti ho prenotato la cena da Poirot … » disse lei a disagio fissandosi i sandali nuovi che già le davano fastidio

«C’è altro?» borbottò il detective, tentando di mantenere un tono neutro e distaccato

«Al ritorno potresti venire a prendermi tu? Sempre se ti va … »

«Uhm»

«Bè allora io vado! A dopo papà!» concluse, voltandogli le spalle

«Ran!!» strillò l’uomo non riuscendo più a trattenersi «Promettimi che se quel detective da quattro soldi osa fare qualcosa di sconveniente lo atterrerai con una mossa di karate!»

«M-ma certo» rispose lei imbarazzata, tentando di rassicurarlo

Quando sentì la porta richiudersi alla sue spalle Kogoro scoppiò in un pianto dirotto biascicando parole come “la mia bambina”,”farabutto pervertito” e “giuro che lo ammazzo”, ma l’inizio del programma della sua cara Yoko lo distrasse, tranquillizzandolo del tutto.

 

 

                •••

 

Si sistemò la cravatta per l’ennesima volta, osservando il suo viso preoccupato, nel riflesso di una vetrina.

Era riuscito, forse per la prima volta nella sua vita, ad arrivare puntuale ad un appuntamento ed ora stava pagando la sua premura a caro prezzo , dato che la sua testa era sul punto di scoppiare dal nervosismo.

Stava per controllare di nuovo che ore fossero, quando udì distintamente il suo nome, pronunciato da una ragazza che lui conosceva piuttosto bene:

«Ran!»

«Scusa il ritardo, ma c’era un traffico pazzesco e Sonoko si è pure messa a flirtare con il tassista e … »

Shinichi annuì distrattamente, mentre un sorriso sempre più grande si allargava sul suo viso, ormai privo di qualsiasi traccia di preoccupazione o ansia.

Anche quelle domande che poche ore prima lo avevano tormentato erano svanite insieme ad ogni dubbio.

Non importava che cosa le avrebbe detto, in fondo aveva aspettato talmente tempo per poterle stare accanto che quello che si sarebbero detti non aveva importanza.

Aveva ripetuto quelle parole dentro di sé talmente tante volte che qualsiasi cosa sarebbe successo non avrebbe permesso più a niente, o a nessuno di ostacolarlo.

Erano destinati a stare assieme e un giorno o l’altro quel futuro che avevano troppe volte rimandato si sarebbe finalmente concretizzato.

Non ci si può opporre al destino.

E questo lo avrebbero scoperto entrambi quella stessa sera.

•P.S• Eccomi qua con una nuova raccolta incentrata sulla mia coppia preferita in assoluto, e ne arriveranno presto altre!
Questa la dedico al mio caro Dany il mio prof di latino e greco che mi ha ispirato questa oneshot mentre spiegava Callimaco!
E soprattutto ringrazio Sara Kudo del DC Forum per avermi ispirato da una sua immagine la storia che vedete!
Un bacione!

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Capitolo 2
*** Episodio 182 - Vol. 24 ***


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Episodio 182 - Vol. 24

Ran tamburellò con le dita sulla scrivania consunta dell’agenzia investigativa, trattenendo a stento una risata:

«Perché ridi?»

«Non è niente … »

Shinichi sospirò, lanciando uno sguardo imbarazzato al maglione che indossava e sospirando sollevato.

«Ma ti è piaciuto, allora?» chiese timidamente lei

«Certo che mi è piaciuto, scema! Solo che potevi dirmelo, mi hai fatto preoccupare … » borbottò il ragazzo, nascondendosi dagli sguardi divertiti del professore e di Ai.

«Davvero?» rispose Ran arrossendo, presa in contropiede

«Davvero.» sussurrò lui, sentendo le guance in fiamme

Ran sorrise, contenta di aver messo per una volta in difficoltà la pazienza di quel detective sbruffone, che fin troppo spesso la faceva stare in ansia.

«Scusami Ran! Va verso casa … Io ti raggiungo subito!»

«Non posso ancora tornare, ci sono delle svolte che riguardano il caso su cui sto indagando … »

«Non ti preoccupare, tornerò presto»

 

Poi le tornò in mente lo strano atteggiamento di Conan quella sera, a casa di Araide, e di come spesso lo aveva sorpreso a fissarla con sguardo preoccupato e confuso, non proprio l’espressione di un bambino dell’elementari …

Sciocca, che vai a pensare!

Eppure …

Eppure quello sguardo assente e quell’espressione corrucciata le avevano dato,

 seppur per poco,

l’illusione di avere di fronte Shinichi;

Impossibile?

Ma come spiegare, allora, quella totale somiglianza che troppe volte aveva fatto vacillare le sue convinzioni e l’aveva lasciata perplessa?

Come dare una spiegazione a quel presentimento che puntualmente percepiva quando incontrava lo sguardo disarmante di quel bambino, troppo simile a lui?

Occhi blu,

 troppo blu,

troppo sinceri …

… o forse troppo bugiardi?

E se …

 

«Non è che eri geloso?» chiese, scacciando quelle assurde teorie.

Assurde?

Ne sei davvero sicura, Ran?

 

«Cosa? Io geloso? Scema! Non mi pare ci sia una qualche relazione tra te e quel dottore, e poi lui non è il tuo tipo, credimi, lascialo perdere ... » le rispose concitato e con tono acceso il ragazzo

«Ma … ti stai forse riferendo al dottor Araide? Non pensavo vi conosceste!» chiese perplessa

«Ehm, credo che Conan me lo abbia nominato in una mail, si deve essere andata proprio così!» esclamò sulla difensiva, rendendosi conto troppo tardi dell’errore commesso

«Ah, capisco … » disse Ran, facendosi d’un tratto più dolce e arrotolando una ciocca castana, sovrappensiero.

Se solo ne avessi la conferma,

se fossi davvero lui allora io …

«Ran … adesso devo proprio andar-»

«Shinichi!»

«Sì?»

Quante cose avrebbe voluti dirgli, confessargli, rivelargli.

 

Ma il destino,

quel dannato destino che li aveva separati

non ne voleva sapere di arrendersi,

non ne voleva sapere di restituirglielo.

 

«Ecco, io … Torna presto!» sussurrò, conscia di come odiasse lasciarlo, di come odiasse vivere nell’attesa della sua voce, che ultimamente non le bastava più.

 

“Shinichi.”

 

Non fece nemmeno in tempo a rispondere che aveva già riattaccato.

 

Distante.

Sempre più distante

 

Sorrise, inconsapevole del fatto che presto si sarebbe rivisti davvero.

 

Eppure così vicino.

 



•P.S• Scusate il supermega ritardo ma in questi giorni non sono stata molto al computer!
E infatti devo ancora rispondere alle adorabili anime sante che hanno recensito il primo chap! Vi amooo!
E amo tutti coloro che leggono, seguono questa raccolta a cui mi sto terribilmente affezzionando!
Sì perchè a scuola nei momenti di pura noia c'è sempre il mio diario-block notes-quaderno di mate a registrare i frutti del mio scazzo scolastico XD
Beh sappiate soltanto che questo cap lo avevo scritto prima del precedente ma ho invertito l'ordine e nn mi ricordo perchè!
OK, scappo a vedere se Torrent mi ha scaricato le ultime 2 puntate di Sherlock della BBC *ç*
Un forte abbraccio!

 

 

 

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Capitolo 3
*** Episodio 290 - Vol. 33 ***


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Episodio 290 - Vol. 33

Scivolo lentamente lungo la fredda parete che ci separa.

Non pensavo che le mie ginocchia avrebbero retto tanto.

Non pensavo che la mia falsa maschera e i miei finti sorrisi mi avrebbero sostenuto così a lungo.

Giusto il tempo per allontanarmi da te.

Per allontanarsi dai tuoi singhiozzi repressi, malamente celati dietro uno sguardo che non riesco più a sostenere.

Uno sguardo sempre più assente, sempre più distante.

Lo sguardo di chi sta lentamente perdendo la speranza di tornare a sorridere, ad amare, a sperare;

Di chi sta sempre più abbandonando la fiducia in quella persona che credeva di conoscere più di tutti,

fiducia che lascia il posto all’amara consapevolezza di essere rimasti soli.

Delusa.

Ti ho delusa Ran non è vero?

Ma non sei l’unica a soffrire.

Se c’è qualcuno che più di tutti ha il diritto di odiare Shinichi Kudo, ecco, quello sono io.

Quell’arroganza di credersi il migliore,

quella curiosità che lo ha reso tanto famoso,

quell’intelligenza tanto ammirata,

e quella perspicacia, che da sempre lo hanno distinto tra tutti: in questo momento odio tutto di lui.

Potrai anche pensare che io sia forte e invincibile, ma non è vero, non è vero niente.

In realtà la mia spavalderia è solo debolezza.

Il mio coraggio, solo insicurezza.

Sono un codardo di fronte a tutto ciò che non è asettico, schematico e logico come un omicidio.

Tutta la mia sfrontatezza scompare quando sono con te.

Le tue parole mi affascinano.

I tuoi sorrisi mi spiazzano.

Il tuo sguardo mi paralizza.

Ma le tue lacrime,

le tue lacrime mi uccidono.

Come una goccia che lentamente cade, incessante e perpetua, fino a corrodere la roccia più dura, così, anche le tue lacrime scavano dentro di me, mettendo a nudo le mie debolezze e spogliandomi del mio sangue freddo.

Anche guardarmi allo specchio ultimamente è diventato difficile.

Il bambino che mi guarda dall’altra parte del vetro ha un’aria così serena, così innocente.

E’ così diverso dal ragazzo tormentato che si agita dentro di me,

che dimena i pugni, graffiandosi impotente, preda di muti deliri.

Lo vedi come sono egoista?

Nonostante io sia consapevole del male e del dolore che ogni giorno ti infligga, perdo del tempo a compatirmi.

Ma la verità è che ho paura.

Paura che quelle lacrime cessino di cadere.

Paura che quei sospiri e quei singhiozzi, che accompagnano le tue giornate, scompaiano, insieme al ricordo di me.

Paura che un giorno tu ti accorga di essere innamorata di un ragazzo che non esiste più,

di un fantasma bugiardo,

che è morto e che è rinato sotto mentite spoglie

solo per accrescere le sofferenze di questa assenza,

solo per cancellare definitivamente ogni sorriso dalla tuo volto.

Stringo i pugni con tutta la forza che questo nuovo, debole, corpo mi concede, fino a vedere le nocche sbiancare.

Apro la porta con uno scatto secco e deciso, avvicinandomi a te.

Nell’agenzia regna il silenzio, spezzato solamente dal muto rumore di una nevicata da poco cominciata.

Sei bellissima quando dormi, lo sai?

Quelle labbra leggermente socchiuse,

umide,

bellissime;

Quelle ciocche indomabili, che ti incorniciano il viso,

così scure e contrastanti sul tuo candido volto.

Vacillo.

Il battito spaventosamente accelerato,

le ginocchia sul punto di cedere,

il respiro mozzato,

sentendomi solo allora, in colpa come non mai.

Detective, certo,

ma anche involontariamente colpevole.

Le domande che mi assillano da sempre sembrano tacere di fronte al tuo respiro regolare e placido.

La pace del tuo sonno mi infonde la lucidità necessaria per dar voce ai dubbi che da sempre mi tormentano, ma che accanto a te perdono consistenza fino a dissolversi nella luce della certezza più cieca.

E allora capisco.

Mi rendo finalmente conto

di quanto tu sia importante per me,

sorridente,

radiosa,

perfetta come non mai;

Assolutamente consapevole di quanto la tua presenza conti per me.

Non vorrei mai chiederti di dimenticarmi, sò benissimo di non averne il coraggio,

ma se l’averti vicina significa dover dimenticare il suono della tua risata e la bellezza di un tuo sorriso, allora preferisco di gran lunga mettere da parte il mio egoismo, il mio cuore, e lasciarti andare.

Ma varrà davvero la pena, per entrambi, soffrire così tanto?

Shinichi

Dici con voce flebile, sospirando nel sonno.

Arrossisco violentemente, sentendo il sangue inondarmi le guance, ormai bollenti.

Dimmi,

come fai a cancellare ogni volta

tutte le mie esitazioni,

i miei dubbi,

e le mie certezze, più salde e concrete?

Ma in fondo conosciamo entrambi troppo bene la risposta.

Anche a costo di soffrire,

di consumare ogni istante di questa frenetica, folle vita

di sacrificare tutto e tutti,

non taglieremo mai quel filo rosso che ci lega e che vincola ogni nostra scelta,

ogni nostra azione,

sia essa passata,

presente,

 o futura.

Non spezzeremo mai quel vincolo, quella speranza, che ci permette di andare avanti, nonostante ogni incomprensione e difficoltà, e di cancellare ogni nostra esitazione.

E anche se ancora non posso dirti questo a parole, mettendo da parte ogni bugia, continuerò ad andare avanti, pensando al momento in cui pronuncerò davvero quelle parole che perseguitano i miei sogni e che concretizzeranno il nostro futuro.

Tre semplici parole.

Le dirò.

Te lo prometto.

 

(…)

 

Tokyo è quasi completamente innevata quando decidi di aprire gli occhi.

Il sapore del cioccolato da poco mangiato addolcisce il mio sguardo, mentre seguo con attenzione ogni tuo minimo movimento.

Stai osservando la foto che ti ho scattato prima, sorridendo imbarazzata con espressione sorpresa, e guardandoti intorno con aria spaesata e ancora confusa.

Indugio ancora un po’ soffermandomi sull’immagine che illumina il display del cellulare che ho in mano.

Sorrido tra me e me, mentre digito quel numero che ormai conosco a memoria.

 

Ti prometto che un giorno non ci sarà più nessun muro a dividerci,

nessuna voce metallica a sostituirmi,

nessuna distanza a separarci.

Solo io e te.

Ran e Shinichi.

Shinichi e Ran.

Per sempre.

 

Ti amo Ran

•P.S• Eccomi finalmente qua con un nuovo capitolozzo!!!
Come avrete capito nn sono mai puntuale con gli aggiornamenti ma il fatto è che volevo postare per S.Valentino dato che questo capitolo centra molto!
Allora, innanzitutto ringrazio gli angeli che continuano a seguire la fanfic e a commentare e a leggere i folli parti della mia mente! XD
Questa volta ho dato sfogo alla mia vena poetica sperando di aver ottenuto qualcosa di decente!! Forse un pò troppo malinconica ma l'ho scritta una sera, ascoltanto alcune canzoni suicide,
di Tiziano Ferro ò__ò cosa nn da me ma quel giorno ero troppo giù concedetemelo!!
Spero davvero che il capitolo vi sia piaciuto e vi auguro un buon S.Valentino!! XD
Un abbraccione!! ^__^

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Capitolo 4
*** SPECIAL - School ***


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Special - School Time (1)


#1 [Ran]

«Ma mi spieghi perché quelle poche volte che ti degni di venire a scuola ti manca sempre qualcosa??» strepitò un’infuriata Ran fissandolo torva.

Poi dopo aver brontolato e sbuffato a sufficienza di fronte al suo immancabile sorriso smagliante, che non faceva che accrescere la sua irritazione, gli lanciò una penna a caso, cercando di centrarlo in pieno, per  farlo smettere di ridacchiare.

Ma in realtà non le dispiaceva affatto ripetere questa loro routine quotidiana, fatta di risate, battibecchi e prestiti, anche se talvolta la sfrontatezza e la cocciutaggine di quel detective troppo arrogante la facevano davvero imbestialire.

Sì perché lei amava, anche se non lo avrebbe ammesso neanche sotto tortura, tenere in mano quello stesso oggetto che poco prima lui aveva usato, e soprattutto amava immaginare il suo tocco, ruvido e delicato allo stesso tempo;

Ma certamente non sapeva che le dimenticanze di Shinichi fossero qualcosa di studiato e voluto, affinché anche lui potesse,seppur per poco, condividere qualcosa con lei.

 

 •  •

#2  [Shinichi]

Non sapeva perché le lezioni lo annoiassero tanto, ma sapeva, invece, che ogni tentativo per rimanere sveglio falliva miseramente di fronte al programma scolastico che considerava sempre troppo semplice e banale per una mente geniale come la sua.

E così dopo pochi sbadigli, chinava il capo stanco sul banco, piombando in un sonno senza sogni.

Era sempre Ran a svegliarlo al termine della lezione: se la ritrovava a pochi centimetri dal viso, intenta a scrutarlo accigliata e a rimproverarlo, arrabbiata.

Così vicina da solleticargli la fronte con le sue lunghe ciocche nocciola.

Così vicina da permettirgli di ammirare ogni sfumatura dell’azzurro dei suoi occhi.

Così vicina da sentire il suo respiro caldo sul collo, e il battito irregolare del suo cuore.

Restava a fissarla con aria impacciata e assonnata fino a quando la lucidità non prendeva il sopravvento incendiandogli le guance e facendolo sudare freddo.

In fondo perdere qualche ora di sonno non era poi così male …

•P.S• Scusate se vedete l'aggiornamente così tardi ma ormai avrete capito che nn sn molto puntuale , ehehe XD
E' quella dannata scuola che mi sta massacrando! (vi prego se ci tenete alla vostra salute mentale state lontane dal liceo classico !!)
Questo chap è uno special infatti ho in mente di inserire anche brevi chap collocati a caso -passato/presente/futuro- spero vi piacciano lo stesso.
Che poi adesso che ci penso, questo chap risale al giorno del terremoto in Veneto! Ero a scuola e stavo scrivendo queste drabble sul diario quando è cominciato l'inferno *__* arght lasciamo perdere va'!
Martedì 20 parto per una sett in Germania con la mia classe ma forse, e dico forse, riesco a postare qualcosa per il White Day!! <3
L'idea c'è , ma manca il tempo XD
Spero in un miracolo!!
Bacioni!!

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Capitolo 5
*** Episodio 537 - Vol. 50 ***


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Episodio 537 - Vol. 50

I fiocchi di neve volteggiano flebilmente nel buio della notte prima di spegnersi ai piedi di una timida luna.

La neve avvolge ogni rumore nel suo abbraccio, mascherando sospiri e sussurri, protagonista indiscussa di quella notte stellata.

La osserva dalla finestra della sua camera, come ipnotizzata, Ran, incapace di chiudere occhio di fronte agli avvenimenti di quella strana giornata appena conclusa.

Quella storia l’aveva davvero incuriosita e intimorita allo stesso tempo, affascinandola al pari di quelle stesse storie di paura che rifuggiva e ricercava allo stesso tempo.

Per non parlare dell’orribile crimine che si era da poco consumato su quelle innocenti piste, crimine che aveva cancellato in un sol colpo ogni traccia di spensieratezza da quella che avrebbe dovuto essere un’indimenticabile gita.

Non riusciva ad addormentarsi, troppo suggestionata per abbandonarsi senza pensieri alle docili ed esperte braccia di Morfeo; Sonoko, al contrario, dormiva profondamente, sognando volti di affascinanti sconosciuti tradita da un’inquietante espressione beata e trasognata.

Nonostante la pressante sensazione di panico che l’attanagliava decise di alzarsi e dirigersi verso l’unico posto dove avrebbe potuto calmare i propri nervi.

Si infilò una felpa sopra il pigiama pesante e con passo furtivo aprì la porta, ritrovandosi nel corridoio deserto dell’albergo. Trattenendo a stento la voglia di urlare, ingoiò paura e panico e prendendo coraggio bussò frettolosamente alla porta che aveva davanti.

Si udì un borbottio infastidito, un passo strascicato e lo scatto cigolante di una serratura che si apriva.

La faccia di uno Shinichi piuttosto scocciato e leggermente infastidito fece capolino dalla camera.

«Ci avrei scommesso che saresti venuta!» esclamò squadrandola piuttosto divertito

«E’ tutta colpa tua! Non avresti dovuto raccontarmi una storia del genere!»

«Ma se sei stata tu a costringermi a raccontanterla!»

«Si ma ti saresti dovuto imporre! Frenarmi o avvertirmi perlomeno!»

«Testarda come sei non mi avresti minimamente ascoltato!»

«Ti sembra il momento di urlare questo?! Sono le due di notte passate!»

«Appunto! Dovremmo dormire a quest’ora! Cosa che stavo appunto facendo prima “Miss-Fifona” partisse all’attacco!»

«Oh lo sai che non riesco a dormire!» borbottò, dopo l’ennesima linguaccia

«Lo supponevo,infondo non hai toccato cibo e hai passato l’intera serata a guardare con sguardo vacuo e piuttosto terrorizzato fuori dalla finestra, mentre la tempesta di neve infuriava.» la rimproverò con sorrisetto irritante

«Hai intenzione di farmi entrare sì o no? Qui si gela!» esclamò lei con veemenza, interrompendolo e battendo i denti teatralmente

Seguì uno sbuffo da parte dell’amico, che trattenendo un sorriso divertito per le circostanze, si fece da parte per farla entrare. Solo quando sentì la porta richiudersi alle sue spalle, Ran poté tirare un sospiro di sollievo.

«Ehi ma il letto di Keichi è vuoto! Dove è andato?» chiese dopo una veloce occhiata alla stanza semibuia

«Oh, è nella stanza di Ando, pare che si siano riuniti là per guardare alcuni film … » concluse, distogliendo lo sguardo per mascherare un certo, crescente imbarazzo

«Ah, capisco … » borbottò nervosamente lei, capendo l’allusione

«Bè sei sempre il solito asociale! Non ti tradisci mai! Scommetto che hai passato di nuovo la notte su qualche romanzo giallo!» disse lei con sorrisetto beffardo, sedendosi sul letto vuoto di fronte a lui, decisa a punzecchiarlo

«Invece ti sbagli di grosso; Sai bene che mia mamma mi ha severamente vietato di portare libri in gita, minacciandomi caldamente. Ma fortunatamente ho trovato qualcosa di altrettanto interessante … » concluse con ghigno allusivo

«Ah ti riferisci al caso … » gli rispose, ignorando volutamente il suo diabolico sarcasmo

«Meglio cambiare argomento?» suggerì lui notando il suo crescente pallore

«Meglio, molto meglio … »

«Anche se non capisco come una storia del genere possa terrorizzarti! Neppure i bambini ci credono!» esclamò sdraiandosi stancamente sul letto disfatto

«Preferirei non parlarne … » sospirò, imitandolo

«Ma non capisco come … »

«Shinichi!» lo zittì lei, glaciale

«Oh, come vuoi! E sentiamo, venendo qui che cosa aspettavi di trovare?»

A quella domanda Ran avvampò violentemente: in fondo non sapeva neanche lei perché era venuta da lui, era come se i suoi piedi si fossero mossi in automatico, ripetendo una consuetudine per loro ormai naturale.

«Bè, ecco io … Sonoko dormiva … non sapevo che fare … insomma … » borbottò, tradendo un certo imbarazzo

Diventava davvero adorabile quando veniva messa alle strette, si ritrovò a pensare Shinichi, intento ad osservarla sovrappensiero.

«Vuoi restare a dormire?» si lasciò sfuggire, rendendosi conto troppo tardi di ciò che aveva appena detto, consapevolezza che fece capolino, accompagnata da un vivace colorito acceso che lo fece balbettare impacciato

«Cioè, v-volevo dire … i-io non … »

«Dici davvero?» sussurrò lei, frenando il suo imbarazzo, e abbassando lo sguardo nervosa

Shinichi si stupì della sua reazione pacata e controllata, si aspettava di essere apostrofato come “pazzo maniaco” o, peggio, di essere picchiato a sangue, per aver osato tanto … non pensava certo di metterla in difficoltà!

«Se ti va sì … il letto è libero dopotutto» disse, meravigliandosi del suo stesso coraggio

Ran sollevò lo sguardo, incrociando gli occhi blu dell’amico, soppesando l’offerta che l’aveva colta del tutto impreparata.

In fondo erano quasi le 3 meno un quarto, tardissimo insomma, e lei stava davvero morendo di sonno: di tornare in camera, poi, non se parlava certo!

«Okay» disse con un lieve sospiro liberatorio, poco prima di tuffarsi sotto il caldo piumone;

Poi chiuse gli occhi, trattenendo a stento un sorrisino compiaciuto.

«Buonanotte» sussurrò con voce ovattata ma riconoscente

«Buonanotte» borbottò lui di rimando, intento a sprimacciarsi il cuscino e a trattenere il suo infantile compiacimento

Dopodiché si allungò verso la lampadina situata sul comodino che li divideva, cosa che provocò la fulminea e inaspettata reazione di Ran.

«Noo!» esclamò secca e concisa, minacciosa ma allo stesso tempo implorante

«Che cosa sarebbe a dire “noo”?» ribatté lui, intuendo già la sua risposta

«Ti prego lasciala accesa!» lo scongiurò lei, completamente paonazza

«Stai scherzando vero? Ti prego dimmi che stai scherzando!»

«Per favore Shinichiii!»

Ci fu un competitivo gioco di sguardi, che culminò con la vittoria della karateka, per la “gioia” del povero detective, che esasperato si diresse verso il suo letto con passo strascicato e sofferto.

«Faccio finta di non conoscerti!» concluse, dandole le spalle, la voce carica di rimprovero

«Antipatico!» brontolò la ragazza, lanciandogli la sua ciabatta sinistra

«Comunque … » riprese a dire poi, osservandolo seria

«Uhm?»

«Grazie!» mormorò, prima di sotterrare la faccia bollente sotto il cuscino

«Tsk! Vedi piuttosto di dormire, testona!» le rispose sogghignando divertito, ignorando le sue borbottate proteste e nascondendo a stento l’immensa felicità per averla lì accanto.

 •  •

Ovviamente fu Sonoko a beccarli il mattino seguente, insospettita dal ritardo di una Ran solitamente mattiniera  e dai continui sbadigli di un Kudo piuttosto distratto e assente, addirittura più del solito!

Naturalmente riuscì a farli confessare prima di pranzo, minacciando di rincarare la dose di pettegolezzi sul loro conto, ma fortunatamente arrivarono ad un sano e comune accordo: gelato gratis per un mese, e il numero di cellulare dell’intera squadra di calcio del Teitan!

•P.S.• Cavoliiii ma da quanto tempo non aggiornavo??
Acciderboliii XD
Capisco che vogliate linciarmi ma ho delle buone ragioni!!
Diploma, studiare per l'università, nuovo lavoro, compleanno, vacanza in Grecia, pigrizia estiva, mancanza di ispirazione ... etc
Cercate di perdonarmiii!
Non volevo scrivere stupidate così ho aspettato l'idea giusta!
Spero che questo capitolo porti una bella rinfrescata in questo torrido mese!
Bacioni!!
 

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