#3 Vasca da
bagno
Naruto sbuffò sonoramente, stiracchiandosi. Si aggiustò le
pieghe della tunica da Hokage, si ravvivò i capelli con aria annoiata e lanciò
speranzose occhiate all’orologio a muro a forma di rana che gli aveva regalato
Sakura, pregando che le lancette scorressero più rapide.
Da quando era diventato Hokage, Naruto non aveva mai molto
tempo per le missioni. Tutt’altro, capitava molto di rado di poter avere anche
solo un giorno per uscire dall’ufficio. Aveva così cominciato a provare un
feticismo insano per tutto ciò che riguardava anche la più semplice attività
ninja. Persino recuperare il vecchio gatto Tama gli sembrava un’attività più
interessante che firmare pratiche.
Attese con ansia il ritorno a casa, pregustandosi già il
lungo bagno caldo che avrebbe fatto. Una volta rientrato, si spogliò
completamente e si immerse nelle acque roventi con una buona quantità di
bagnoschiuma.
Lasciò che l’acqua gli scivolasse addosso, godendosi il
profumo del sapone e il calore del fluido. Si stava quasi per addormentare,
quando la porta si aprì e la figura di Sasuke gli apparve davanti agli occhi.
«Non dovevi rientrare domani?»
Chiese, sorridendo. Sasuke fece spallucce, cominciando a
spogliarsi. Naruto lo osservò, gustandosi ogni movimento; i muscoli guizzanti
della schiena che venivano lasciati scoperti dai vestiti sporchi, il torace ben
allenato, il viso sporco di polvere e sudore… si leccò le labbra, gustandosi lo
spogliarello inconsapevole di Sasuke. Quando Uchiha ebbe finito di denudarsi
Naruto ce lo aveva già duro e lo fissava come un animale pronto a balzare
addosso alla preda.
«Che c’è?»
Domandò Sasuke, apparentemente inconsapevole dell’effetto
che aveva sul compagno. Naruto si rigirò sinuoso nella vasca, appoggiandosi con
le braccia al bordo.
«Domani non hai missioni», constatò.
«A dire il vero sì.»
«Non era una domanda, Uchiha.»
Ghignò Naruto. Sasuke abbozzò un sorriso in rimando. Naruto
si leccò nuovamente le labbra, protendendosi quando Uchiha si chinò verso di
lui a baciarlo. Gli passò la mano tra i capelli biondi, costringendolo a restare
attaccato alla sua bocca; insinuò prepotente la lingua a cercare quella di
Uzumaki e, quando si ritenne soddisfatto, gli mordicchiò il labbro inferiore,
soffiando sulla carne umida:
«Se l’Hokage decide di lasciarmi libero.»
Naruto sogghignò appena, riconoscendo dallo sguardo di
Sasuke che quello stronzo, ben lungi dall’essere ingenuo come sembrava, era
perfettamente conscio di come riduceva i suoi poveri ormoni.
«A lui ci penso io», commentò, prima di afferrare Uchiha per
il collo e trascinarlo nella vasca con sé.
Un’ora dopo Naruto fissava Sasuke mentre si frizionava i
capelli con l’asciugamano. Era comodamente sdraiato sul letto avvolto nell’accappatoio
bianco di Uchiha e dondolava i piedi per aria con un sorriso sornione stampato
in volto.
«Cosa c’è da ridere, dobe?»
Domandò Sasuke, girandosi verso di lui.
«Niente, pensavo che è un peccato essere puliti.»
«Perché?»
«Perché non possiamo rifarci il bagno insieme.»
«Se è solo per questo - Sasuke ghignò, gattonando sopra Naruto
– conosco un modo molto rapido per sporcarsi di nuovo.»