SasuNaru's week

di rekichan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** #1 Baci ***
Capitolo 2: *** Alba e tramonto ***
Capitolo 3: *** #3 Vasca da bagno ***



Capitolo 1
*** #1 Baci ***


#1 Baci

 

La mattina c’erano i baci dolci, quelli dati quando erano entrambi ancora troppo rintontiti dal sonno perché uno dei due si ricordasse che erano due uomini fatti e finiti, troppo virili per perdersi in smancerie da femminucce. Naruto si svegliava sempre con le labbra di Sasuke sulle proprie. Le socchiudeva leggermente e il compagno, con una dolcezza che non rivelava mai durante il resto della giornata, continuava a riempirle di piccoli baci umidi, leggere carezze che riempivano il momento del risveglio. Naruto ci si crogiolava come in sogno, finché la sveglia non ricordava loro che stavano facendo tardi ed erano costretti ad alzarsi rapidamente dal letto e precipitarsi sotto la doccia.

Subito dopo c’erano i baci affamati, rapidi e voraci che si scambiavano sotto l’acqua scrosciante, a volte troppo fredda, a volte troppo calda. Si mordevano le labbra, se le strappavano a suon di morsi e baci violenti, le lingue che lottavano per entrare nella cavità dell’altro. E finiva sempre con la lingua di Naruto nella bocca di Sasuke e Sasuke dentro Naruto, mentre l’acqua e il sapone scivolavano su di loro, dimenticati.

I baci della colazione erano quelli più frettolosi. Le loro labbra si inseguivano rapide, col sapore del caffè e del latte che si mischiavano. Restavano bramose ed insoddisfatte, mentre correvano uno all’ufficio dell’Hokage, l’altro al campo d’allenamento ad occuparsi di tre mocciosi di dodici anni. E rimanevano con il sapore del compagno sulla bocca senza potersi saziare.

A pranzo Sasuke s’intrufolava di nascosto nell’ufficio di Naruto e finalmente la fame della mattina passava. Le loro bocche si nutrivano l’una dell’altra e dei loro corpi in una sinfonia di sapori e umori. Quando Sakura bussava perché Naruto doveva firmare delle pratiche, non era raro che Uchiha sparisse di colpo sotto la scrivania e i suoi baci si spostassero dalla bocca a ben altra parte.

Il pomeriggio non si incrociavano mai. Naruto languiva nell’assenza dei baci di Sasuke ed entrambi aspettavano ansiosi la sera, quando finalmente si incontravano. Quello era il momento della giornata preferito da Naruto, perché i loro baci avevano lo stesso sapore del ramen di Ichiraku e Sasuke era buffissimo quando, immancabilmente, un tagliolino gli schizzava del brodo sul naso.

Sasuke invece preferiva i loro baci notturni. Caldi e passionali, ma dati senza fretta. Si consumavano come il fuoco del camino che si spegne piano e lascia dietro di sé il leggero tepore delle braci. Così i loro baci partivano lenti, ardevano come i loro corpi e si spegnevano lentamente, lasciandoli scivolare abbracciati nel sonno, in attesa di una nuova giornata.

 

 

N/A: ho appena inaugurato la settimana delle flash. Ne scriverò una al giorno (o anche di più), fino a domenica prossima. Se volete lasciarmi un bel prompt su cui scrivere una flash SasuNaru andate pure sulla mia pagina autore.

Per ora i prompt sono questi:

#1 – Baci (Kei)

#2 – Alba (Kei)

#3 – Vasca da bagno (Kimmy90)

#4 - Calchi di pene – Sai

#5 – Detersivo (Mad)

#6 – Divano

#7 – coccole

#8 – Caramelle

#9 – Sonniferi

#10 – Tramonto (kei)

#11 – Mare (kei)

#12 – Maleficient (Kei)

#13 – Mermaid (kei)

 

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Capitolo 2
*** Alba e tramonto ***


#2 Alba&Tramonto

Sasuke aveva l’abitudine di svegliarsi all’alba. Non l’avrebbe mai ammesso, ma gli piaceva osservare il sole mentre sorgeva e illuminava il mondo. Lo riempiva di una gioia e di una speranza che difficilmente riusciva a ritrovare negli altri momenti della giornata, come se presenziasse ad una rinascita. Era attirato dalle sfumature del cielo che passavano dal cupo blu della notte all’azzurro acceso del cielo primaverile. Il mondo si illuminava e, per quei pochi secondi, pensava che nulla sarebbe potuto andare storto.

Naruto preferiva il tramonto, quando il cielo assumeva tinte fosche e diventava arancione, rosa, rosso fino ad assumere i contorni del blu notturno. In quel momento poteva pensare che un’altra giornata era trascorsa e che poteva finalmente gettarsi le ansie e le preoccupazioni alle spalle, sprofondando nel sonno. Era attirato dalle sfumature del cielo che andavano verso l’imbrunire, fino ad immergersi totalmente in quel blu quasi nero che riluceva di stelle. Il mondo scivolava nelle ombre e, per quei pochi secondi, pensava che nulla sarebbe potuto andare storto.

Quando era ad Oto con Orochimaru, Sasuke aspettava con ansia e timore l’alba. Fremeva di paura e aspettativa, sapendo che avrebbe dovuto sottoporsi ad allenamenti duri e sfiancanti, ma che era un giorno in più che lo avvicinava allo scontro con Itachi. Allora osservava il cielo schiarirsi e tingersi d’azzurro, stringeva i denti e in quel colore trovava la forza di andare avanti.

Quando era in viaggio con Jiraya, Naruto aspettava con ansia e timore il tramonto. Era il segno del suo insuccesso, perché anche quel giorno non era riuscito a trovare Sasuke, ma allo stesso tempo lo confortava, perché sapeva che la notte gli avrebbe permesso di riordinare i pensieri ed escogitare un modo – l’ennesimo – per riportare l’amico a Konoha. Allora osservava il cielo adombrarsi e tingersi di nero, stringeva i denti e in quel colore trovava la forza di andare avanti.

Dopo essere tornato a Konoha, Sasuke aveva iniziato ad apprezzare i tramonti. Prima li schivava perché l’avvento della notte gli pareva una piccola morte; un giorno finito, perso e irrecuperabile. Il rosso era il colore del sangue e il nero dell’oscurità di cui era sempre stato avvolto. Adesso, invece, il tramonto rappresentava il momento in cui si coricava al fianco di Naruto, si lasciava alle spalle le preoccupazioni della giornata e, nel suo abbraccio, poteva lasciarsi il passato alle spalle.

Dopo aver riportato Sasuke a Konoha, Naruto aveva iniziato ad apprezzare le albe. Prima le schivava, perché il sole che sorgeva gli ricordava i suoi insuccessi; un giorno nuovo, solitario e terribile senza Sasuke. Il rosa del cielo era l’amica a cui aveva fatto una promessa che non riusciva a mantenere e l’azzurro quello dei suoi occhi sempre diretti altrove. Adesso, invece, l’alba rappresentava il momento in cui si svegliava al fianco di Sasuke, gli incubi della notte sparivano e, nel suo abbraccio, poteva guardare al loro futuro insieme.

 

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Capitolo 3
*** #3 Vasca da bagno ***


#3 Vasca da bagno

 

Naruto sbuffò sonoramente, stiracchiandosi. Si aggiustò le pieghe della tunica da Hokage, si ravvivò i capelli con aria annoiata e lanciò speranzose occhiate all’orologio a muro a forma di rana che gli aveva regalato Sakura, pregando che le lancette scorressero più rapide.

Da quando era diventato Hokage, Naruto non aveva mai molto tempo per le missioni. Tutt’altro, capitava molto di rado di poter avere anche solo un giorno per uscire dall’ufficio. Aveva così cominciato a provare un feticismo insano per tutto ciò che riguardava anche la più semplice attività ninja. Persino recuperare il vecchio gatto Tama gli sembrava un’attività più interessante che firmare pratiche.

Attese con ansia il ritorno a casa, pregustandosi già il lungo bagno caldo che avrebbe fatto. Una volta rientrato, si spogliò completamente e si immerse nelle acque roventi con una buona quantità di bagnoschiuma.

Lasciò che l’acqua gli scivolasse addosso, godendosi il profumo del sapone e il calore del fluido. Si stava quasi per addormentare, quando la porta si aprì e la figura di Sasuke gli apparve davanti agli occhi.

«Non dovevi rientrare domani?»

Chiese, sorridendo. Sasuke fece spallucce, cominciando a spogliarsi. Naruto lo osservò, gustandosi ogni movimento; i muscoli guizzanti della schiena che venivano lasciati scoperti dai vestiti sporchi, il torace ben allenato, il viso sporco di polvere e sudore… si leccò le labbra, gustandosi lo spogliarello inconsapevole di Sasuke. Quando Uchiha ebbe finito di denudarsi Naruto ce lo aveva già duro e lo fissava come un animale pronto a balzare addosso alla preda.

«Che c’è?»

Domandò Sasuke, apparentemente inconsapevole dell’effetto che aveva sul compagno. Naruto si rigirò sinuoso nella vasca, appoggiandosi con le braccia al bordo.

«Domani non hai missioni», constatò.

«A dire il vero sì.»

«Non era una domanda, Uchiha.»

Ghignò Naruto. Sasuke abbozzò un sorriso in rimando. Naruto si leccò nuovamente le labbra, protendendosi quando Uchiha si chinò verso di lui a baciarlo. Gli passò la mano tra i capelli biondi, costringendolo a restare attaccato alla sua bocca; insinuò prepotente la lingua a cercare quella di Uzumaki e, quando si ritenne soddisfatto, gli mordicchiò il labbro inferiore, soffiando sulla carne umida:

«Se l’Hokage decide di lasciarmi libero.»

Naruto sogghignò appena, riconoscendo dallo sguardo di Sasuke che quello stronzo, ben lungi dall’essere ingenuo come sembrava, era perfettamente conscio di come riduceva i suoi poveri ormoni.

«A lui ci penso io», commentò, prima di afferrare Uchiha per il collo e trascinarlo nella vasca con sé.

 

Un’ora dopo Naruto fissava Sasuke mentre si frizionava i capelli con l’asciugamano. Era comodamente sdraiato sul letto avvolto nell’accappatoio bianco di Uchiha e dondolava i piedi per aria con un sorriso sornione stampato in volto.

«Cosa c’è da ridere, dobe?»

Domandò Sasuke, girandosi verso di lui.

«Niente, pensavo che è un peccato essere puliti.»

«Perché?»

«Perché non possiamo rifarci il bagno insieme.»

«Se è solo per questo - Sasuke ghignò, gattonando sopra Naruto – conosco un modo molto rapido per sporcarsi di nuovo.»

 

 

 

 

 

 

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