Noemi

di roby chan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** // ***
Capitolo 2: *** Colei che rinchiuse ***
Capitolo 3: *** Colui che tutto sapeva ***



Capitolo 1
*** // ***


NOEMI


Dormi e sogna.
Dormi e sogna, piccolo.
E mentre dormi lascia che ti racconti una storia.
Lascia che la mia voce scivoli nei tuoi sogni.
Tanto quando ti sveglierai non ricorderai nulla.
Come sempre.
Già perchè ogni giorno della mia non-vita lo passo accanto a te.
Non-vita.
Non-esistenza.
Del resto come la definiresti una vita sigillata, rinchiusa in una fredda prigione di cristallo.
Costretta in un sonno senza fine.
Un sonno innaturale.
Un sonno di protezione, nelle intenzioni di chi mi pose in questa bara trasparente.
La LORO protezione.
Non di certo la mia.
"Figlia del Mostro", "Creatura Infernale" e altri simili nomi mi sono stati affibbiati per anni.
Circa tre.
Dalla morte di mia madre al momento in cui mi rinchiusero nel mio feretro.
Per quanto giovane, la mia mente capiva ogni stilla delle loro cattiverie.
E il mio piccolo cuore soffriva.
Ma l'unica parola, quella che mi descriveva senza inganni, nessuno la diceva, urlava o bisbigliava.
Mezzosangue
Ciò che ero.
Ciò che sono.
Ciò che sarò per sempre.
Metà umana e metà...
No, ora non te lo dirò.
Magari più tardi, quando si avvicinerà il sorgere del sole.
Lascia che continui la storia.

Il tempo iniziò a passare.
Per quanto il mio corpo dormisse, la mia mente e il mio spirito erano svegli e vigili.
Inconsciamente, un giorno iniziai ad usare i miei poteri.
Separai il mio spirito dal corpo e lo lasciai vagare.
Dapprima per brevi periodi.
Poi sempre più a lungo.
Fu in una di queste occasioni che t’incontrai.
Ti vidi solo e mi avvicinai.
Mi sentii subito legata a te.
Iniziai a seguirti in ogni dove.
A casa a scuola, nei giardini e nelle vie della città.
Passavo accanto a molte persone per restati accanto, ma nessuno, neanche tu, si è mai reso conto della mia silenziosa presenza.

Più il tempo passava, più io diventavo potente.
Più diventavo potente, più poteri potevo gestire.
Restandoti accanto, apprendevo tutto quello che imparavi tu.
Non senza una punta d'orgoglio posso dirti che sarei stata una studentessa migliore di te.
Apprendevo con facilità, e più imparavo più volevo sapere.
Fu per questo motivo che in un impeto di disperazione mi recai nella biblioteca della scuola.
Ma per quanto lo desiderassi non potevo toccare nulla nella mia forma incorporea.
In quell’occasione però scoprii che potevo assimilare i contenuti dei libri.
Passai quella notte e quelle seguenti in ogni biblioteca o libreria della città.
(Ad essere sinceri non ci misi poche notti, ma svariati mesi)
E più imparavo, meglio gestivo i miei poteri.

Però nulla di quello che assimilavo o apprendevo, poteva liberarmi.
Intanto il tempo continuava a scorrere.
Ho assistito ad ogni tua prova.
Per esempio ero accanto a te il giorno del tuo diploma.
Ero accanto a te, quando fu formatala tua squadra.
(Ti ricordi il bacio? Ammetto una piccola spinta da parte mia)
In ogni tua piccola avventura e in ogni grande battaglia ero accanto a te.
Ti ho visto felice, triste, arrabbiato e disperato.
Ma non ho mai potuto fare nulla per te.
Oggi hai lasciato il villaggio e non so quando tornerai.
... tra una parola e l'altra la notte è finita, per far posto al nuovo giorno.
Presto ti sveglierai per cominciare il tuo addestramento.
Piccolo lascia che ti faccia una promessa.
Rimarrò sempre con te.
Parola di Noemi.
Figlia della demone kitsune conosciuta col nome di Kyubi.

Come ogni giorno, il sole sorse.
Come ogni giorno un ragazzo fu svegliato dai suoi raggi.
Come ogni giorno si stropicciò gli occhi.
Ma quello non era un giorno come tanti.
Aveva da poco lasciato il suo villaggio per diventare più forte.
Per seguire il suo sogno.
E per mantenere una promessa.
I suoi occhi si fecero duri per un istante, sommersi dai ricordi.
Poi scosse la testa.
C'era tempo per questo.
Anni sicuramente.
Scosse ancora la testa e i capelli gli finirono negli occhi.
Capelli biondi.
Naruto si alzò e iniziò a stiracchiarsi.
Si voltò verso la finestra aperta.
Come tutte le mattine la vide.
Una sagoma evanescente, quasi del tutto invisibile.
Non sapeva chi o cosa fosse.
Sapeva solo che era sempre accanto a lui.
E questo gli bastava.
Sorrise.
Poi andò a svegliare l'eremita porcello.
Un'altra giornata era iniziata.


FINE

Finalmente il blocco dello scrittore sembra guarito.
Data la storia non mi sembra il caso di fare siparietti.
Se e quando ci riuscirò, aggiungerò alcune Side Story.
Per ora vi chiedo solo di:
COMMENTARE , COMMENTARE , COMMENTARE !!!

See You Soon!

Roby-chan

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Capitolo 2
*** Colei che rinchiuse ***


Noemi - Side Story 1 : Colei che rinchiuse

Un'altra notte arrivò al villaggio della Foglia.
Tsunade, come ogni sera da oltre un anno a quella parte, ovvero da quando era tornata, guardò i volti dei quattro Hokage che l'avevano preceduta.
Accanto ai 4 volti di pietra che da anni osservavano e proteggevano il villaggio, c'era un'impalcatura e l'abbozzo di un nuovo volto.
Il suo.
Ma quella sera gli occhi di Tsunade si soffermarono particolarmente sul volto del Quarto Hokage.
Chiuse gli occhi per un istante e le sembrò di vedere oltre quel volto di pietra.
Seguendo un impulso momentaneo uscì dal suo ufficio.
Attraversò il villaggio immerso nel silenzio.
Rapidamente raggiunse la parete di roccia e senza esitazione entrò in una porta segreta.
Camminò in stretti corridoi e salì ripide scale.
Raggiunse, infine, la sua meta, una porta chiusa, Tsunade sospirò, sciolse i sigilli ed aprì la porta.
Per un istante dopo il buio della strada fatta, fu accecata dalla luce.
Appena le tornò la vista, entrò nella stanza.
Una sala scavata nella roccia, eppure ben illuminata, benché senza alcuna finestra.
Lentamente camminò sul pavimento di cristallo.
Già cristallo, materiale trasparente ed infrangibile, adatto a proteggere i numerosi sigilli.
Sigilli che proteggevano e bloccavano.
Imprigionavano un'innocente rinchiusa in un feretro di cristallo, costretta nel regno di Morfeo.
Si avvicinò alla bara e fu sommersa dai ricordi, di molti anni prima.

Il villaggio della Foglia era passato attraverso il suo giorno più duro.
Prima l'attacco della Volpe a nove code, poi la morte del suo più grande guerriero.
Dopo tutto questo era rimasto solo: un villaggio in ginocchio ed un bambino con un difficile destino.
Molti erano i caduti e Tsunade aveva passata la notte e la mattinata a salvare vite, o a provarci, ed a maledire la forma di quindicenne che aveva scelto di mantenere.
Come se non bastasse, il cielo stava piangendo tutte le sue lacrime.
Per di più, Jiraya era sparito.
Quando finalmente Tsunade decise di riposarsi, fu chiamata dal Maestro Sarutobi.
Sapeva qual'era il problema: un bambino di pochi mesi di nome Naruto.
Raggiunse il Maestro e, mentre questi stava per iniziare a parlare, apparve il domatore di rane fradicio, semi imbacuccato in una cerata scura.
Stranamente i suoi occhi erano seri.
Con un gesto della mano si tolse il telo impermeabile, teneva in mano un fagotto chiaro sporco di sangue.
La sorpresa quando il fagotto si mosse.
Tra le macchie di sangue spiccavano due dolci polle celesti.
Alla domanda chi fosse, Jiraiya diede la peggiore delle risposte.
- Noemi, la figlia di Kyubi.

Superfluo aggiungere cosa disse e cosa "fece" il Consiglio nei giorni seguenti.
Già aveva deciso una vita di difficoltà per Naruto, ma per Noemi voleva la morte.
Fu una lotta, ma alla fine Tsunade, Jiraiya e il Terzo Hokage riuscirono a salvare la vita della bambina.
Una vita sempre sotto stretto controllo, ma pur sempre vita.
I problemi iniziarono circa un anno dopo.
Alcuni Anbu, spinsero il Consiglio a scavalcare l'Hokage e a rivolgersi al Daimyo.
Questi fu esageratamente informato della pericolosità della bambina.
Così il Daimyo ordinò un Sigillo Eterno alla vita di Noemi, in pratica una condanna a morte.
L'unica concessione al Maestro Sarutobi fu il tempo, due anni.
Fu allora che il Terzo Hokage chiese aiuto ai Sennin.

Tsunade accarezzò il cristallo che proteggeva una complessa riga di sigilli.
C'era voluto tempo per creare il tutto.
Prima c'era stato lo studio dei poteri demoniaci, in particolare delle volpi a nove code; seguì il calcolo delle variabili date dalla natura mista della piccola.
Il cercare la soluzione perfetta, per non ucciderla e per non farla soffrire.
Si resero infine conto che l'unica possibilità era un eterno coma.
A quel punto l'unico problema era il dove; e per il come, c'era la migliore specialista della cura del villaggio: Tsunade.
Fu Jiraiya a proporre di creare una sala nella roccia, dietro il volto del Quarto Hokage.
Lui che aveva protetto il villaggio, si sarebbe di certo preso cura della bambina.
Così con molto lavoro crearono la sala, incisero i sigilli (che dovevano prendersi cura del suo corpo e della sua salvaguardia) e li protessero con il cristallo.
Rimaneva poco da fare: trovare un letto adatto dove adagiare in eterno Noemi; imporre il sigillo di Morfeo alla bambina; ed infine attivare tutte le protezioni della sala.
Grande fu la sorpresa quando, il giorno prima dell'atto finale, comparve nella sala una grande teca di cristallo decorato, sorretta da un pregiato blocco di marmo con altri sigilli di protezione ed anche una bellissima targa d'oro con scritto Noemi.
Solo anni dopo si scoprì che era un dono del Terzo Hokage.
Tutto era pronto, mancava solo la protagonista principale.

A tre anni, ormai Noemi si era abituata a tutto: la solitudine, gli insulti e gli "incidenti".
Si era abituata anche alle presenze silenziose che la seguivano sempre; Grigione, Sopracciglione, Barbetta e Dango erano i suoi preferiti.
Li vedeva appena, ma sapeva che perlomeno uno di loro era quasi sempre in zona.
Quel giorno si sorprese, quando arrivò una signora, di solito i grandi stavano con lei il minimo necessario, ma non in quel caso.
Le fece un lungo bagno e la vestì con un abito lunghissimo e larghissimo, le pettinò addirittura i capelli, cortissimi a causa di una kunai "fuori controllo".
Alla fine la mise in braccio al Vecchietto, anche se abitava in casa sua, lo vedeva poco perché era sempre impegnato.
Lui la strinse e all'improvviso non erano più a casa, ma in una sala molto luminosa.
C'erano anche due amici del Vecchietto: Biancone e Signorina.
Avevano tutti gli occhi tristi.
Signorina la prese dalle braccia di Vecchietto e le disse - Mi dispiace.
Poi Noemi si addormentò.

Tsunade ancora ricordava quando i dolci occhi celesti si chiusero in un sonno che si prospettava eterno.
Era stato sfiancante collegare poi la bambina ai vari sigilli.
C'era voluta la forza di due Sennin e di un Hokage, ma tutto era andato alla perfezione.
Gli ultimi ricordi in quella sala erano dedicati a Jiraiya, prima di chiudere definitivamente la sala aveva piazzato tra le mani della bambina una foto dei genitori in una cornice argentata e un peluche di una volpe a nove code.
In seguito, disgustata da ciò che aveva fatto, la domatrice di lumache aveva lasciato il villaggio con la sua migliore studentessa, Shizune, e non vi era tornata per più di dieci anni.
Tornando al presente, la Quinta Hokage raccolse tutta la sua determinazione e guardò l'ormai ragazza.
Magra, questa fu la prima cosa che notò; un corpo armonioso e ben sviluppato nonostante tutto, fu la seconda e per ultimo lasciò il volto.
Noemi era bella, tratti delicati, pelle bianca e perfetta, labbra piene e rosse.
Ma la cosa più intrigante erano i capelli.
Tsunade ricordava una chiara, cortissima lanugine, ma adesso…
Una meravigliosa, ricca, folta cascata dorata, animata da nove ciocche bronzee.
La donna sorrise quando vide l'espressione serena della ragazza.
In quel momento, prese una decisione che non sarebbe piaciuta al Consiglio.
Avrebbe portato lì Sakura e Shizune, e avrebbe raccontato loro la storia di Noemi.
Al termine di questi pensieri, decise di tornare al suo ufficio.

Una volta lì, nella luce del mattino, tornò a guardare i volti di coloro che l'avevano preceduta.
Come la sera prima il suo sguardo si fermò su quello di Shin, il Quarto Hokage.
Tsunade sorrise e iniziò a mormorare qualcosa, solo il vento riuscì a sentire le sue parole.
Il vento e una ragazza incorporea dagli occhi celesti.

Shin, continua a proteggere la tua bambina, anzi i tuoi figli. E poi un giorno chissà…

Fine

Ha Ha Ha
E qui se ne mette di carne al fuoco…
Nota Bene: il nome del Quarto Hokage è puramente inventato.

NOEMI QUIZ

Cari lettori, provate ad indovinare chi sono:
Grigione, Sopracciglione, Barbetta, Dango, Vecchietto, Biancone e Signorina.
E' piuttosto facile non preoccupatevi.

Mi raccomando: COMMENTATE, COMMENTATE, COMMENTATE.

See You Soon

P.S.: Spero di riuscire a sfornare presto un'altra Side Story, ma il blocco dello scrittore è in agguato.

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Capitolo 3
*** Colui che tutto sapeva ***


Noemi – Side Story 2 : Colui che tutto sapeva

Domani finalmente saremo al Villaggio.
Dopo due anni e mezzo d'allenamenti, sono riuscito nei miei propositi.
Ho preparato Naruto al suo destino. O almeno spero…
Anche se manca poco meno di un'ora di cammino, ho preferito bivaccare qui in questo boschetto.
Ho lasciato il cucciolo a dormire al campo e mi sono addentrato tra gli alberi.
La mia meta è una grotta qui vicino.
Sembra strano, ma non pare che qui siano passati quindici anni, come allora le piante sono rigogliose e il silenzio perfetto.
Con gesti sicuri scosto una fitta coltre di foglie ed entro in una spaccatura nascosta.
Tutto è rimasto come allora.
Sembra sempre che sia appena passato un ciclone.
Graffi sul pavimento e i muri, mobili distrutti e tanto sangue in giro, particolarmente concentrato intorno e su una culla lignea e in un'alcova di roccia piena di pelli.
Come allora i miei occhi si soffermano sulle cornici rotte, ricordi e simboli di un amore.
Senza rendermene conto ne sollevo una, dalla foto una donna dai capelli rossi e gli occhi sanguigni mi sorride, mentre si accarezza il ventre gonfio.
Kyubi, la demone volpe.
Ne sollevo un'altra, Kyubi è teneramente abbracciata ad un uomo biondo con gli occhi azzurri.
Shin, il quarto Hokage.
Infine una terza foto, Shin seduto accanto a Kyubi, mentre lei tiene in braccio un fagotto da cui spunta un ciuffo dorato.
Noemi.
Un sospiro mi sale alle labbra.
Kyubi, Shin e Noemi non sono stati di certo baciati dalla fortuna…

Il sogno di Shin è sempre stato uno: Diventare Hokage.
Non lo faceva certo per il suo clan, distrutto nel tentativo di diventare potente, ma solo per se stesso.
Certo era un piccolo genio, ma possedeva un'umanità sconosciuta a molti ninja.
Quando lo conobbi mi dissi subito che sarebbe diventato un gran brav'uomo.
E, naturalmente, non mi sbagliai.
A quindici anni era già a capo della migliore squadra di Ambu col soprannome di "Fulmine Giallo".
Ogni volta che c'incontravamo, lui mi diceva di fare meno il maniaco.
Allora io gli rispondevo di divertirsi di più, di innamorarsi.
E immancabilmente lui sorrideva, un sorriso sereno, felice e appagato.
Non capii quel sorriso per anni.
I problemi iniziarono, quando lui aveva circa ventun'anni.
Al villaggio fu offerta un'alleanza con un villaggio minore.
E quale metodo migliore c'era dell'unione matrimoniale tra la figlia del capo villaggio, con il migliore dei nostri ninja?
Shin era il migliore dei nostri e il consiglio per convincerlo gli offrì la carica che tanto bramava e per piegarlo ai suoi voleri, in caso di rifiuto, ci sarebbe stata la degradazione a vita.
Non c'erano vie d'uscita, così fu costretto a sposare Rei Fon.
La loro unione non fu felice, ma neanche triste; Rei stessa era stata costretta alle nozze e col tempo strinsero una pacata amicizia.

Gli anni passarono.

Shin era un ottimo Hokage e grazie al suo lavoro eravamo in una fragile pace.
Mi sorpresi quando, al ritorno da un viaggio, Shin mi disse che sarebbe diventato padre; decisi così di rimanere al villaggio.
Fino a quando, una piovosa sera d'ottobre il mio ex-allievo m'invitò a festeggiare.
Di Shin si può dire tutto, tranne che reggesse bene l'alcool.
Dopo un paio di bicchieri iniziò a ridere e continuò per altre due bottiglie di saké, poi improvvisamente smise e cominciò a battere la testa sul tavolo dandosi dello stupido.
Decisi di chiedergli finalmente cosa festeggiassimo.
La sorpresa quando mi disse – La nascita di mia figlia. –
Mi dissi che non era possibile, tutto il villaggio sapeva che Rei aspettava un maschio.
Quando lui si spiegò rimasi di sale.
Da ragazzino aveva conosciuto una persona e con gli anni l'amicizia e l'affetto si erano trasformati in amore e in una solida relazione; volevano addirittura sposarsi e mettere su casa, ma l'alleanza e il ricatto erano arrivati prima.
Erano stati sul punto di lasciarsi, ma il loro amore era troppo forte, così erano rimasti più o meno insieme.
Rei sapeva che nel cuore di suo marito c'era un'altra donna e lo accettò; gli chiese solo di darle qualcuno da amare: un figlio.
Così Rei rimase incinta, peccato che anche l'altra donna era rimasta incinta nello stesso periodo.
E in quel giorno di pioggia era nata sua figlia, però non poteva portarla al villaggio.
La donna che amava era una demone volpe e sua figlia una mezzo demone.

Purtroppo all'epoca non riuscii a trovare un modo per aiutarlo, poi le cose precipitarono.

Il 10 ottobre, all'ospedale del villaggio Rei partoriva suo figlio.
L'undici sera portarono il piccolo per la poppata serale. Tutto bene.
Il 12 mattina un'infermiera andò a svegliare Rei per una visita di controllo, ma Rei era morta nel sonno.
I medici dissero poi che la causa fu un aneurisma cerebrale.
Shin divenne così vedovo.
Volendo poteva portare al villaggio la donna che amava e sua figlia, però era troppo preoccupato per suo figlio che era di salute cagionevole e aveva bisogno di molte cure.
Così fu costretto a rimanergli accanto per alcuni mesi, fino a quando il piccolo non si riprese almeno un po'.
Nel frattempo erano sorti alcuni problemi ai confini e, appena fu possibile, il consiglio mandò Shin al fronte.
Riuscì a risolvere la battaglia a nostro favore in breve tempo.
Ma erano ormai tre mesi che non dava sue notizie a Kyubi, la donna che amava.
Posso supporre che a causa della preoccupazione e della mancanza di notizie lei impazzì.
Perse il controllo del suo lato più "umano" e prese forma animale.
Secondo Tsunade riprendere la forma animale, per un demone, è molto doloroso e per questo probabilmente si ferì.
In un ipotetico impeto materno, durante la mutazione, andò alla culla e la trovò vuota.
Completamente fuori di sé lasciò la caverna e attaccò il villaggio.
Quando Shin arrivò, capì caricandosi d'ogni colpa, inoltre vide tra le sue fauci uno dei pupazzi di Noemi, così decise di fermare la donna che amava con le proprie mani.
Evocò Gamabunta e il resto è storia, rinchiuse il demone dentro un contenitore vivente: suo figlio.
Quando alla fine lo raggiunsi era troppo tardi, riuscii solo a sentire le sue ultime parole: Noemi e Naruto.
In quel momento incominciò a piovere.
Lasciai subito il villaggio alla ricerca della bambina.
A tutt'oggi non so come riuscii a trovare la grotta; fortuna caso o altro.
C'era sangue, tanto sangue. E distruzione.
In un primo momento ero sicuro che Kyubi avesse dilaniato la piccola, quando vidi la culla imbrattata di sangue.
Stavo per andarmene, quando sentii un rumore provenire dal letto, con un rasengan in mano mi avvicinai e tirai un lenzuolo macchiato di sangue.
Rimasi gelato, quando vidi una bimba bionda dagli occhi celesti che si stava ciucciando il pollicione del piede che appena mi vide lasciò andare il piede e rise.
Rise come tutti i bambini felici.
Ammetto che i miei occhi si sono riempiti di lacrime.
Portai la piccola al villaggio dall'Hokage e ancora oggi me ne pento.
A causa mia Noemi è rinchiusa in un feretro di cristallo, sigillata a vita.
Tutti mi chiamano Sennin, ma dove sta la vera saggezza?

Ponendomi l'ultima domanda sono tornato al campo, ormai sta albeggiando e tra poco il cucciolo si sveglierà.
Presto dovrà affrontare Alba e Orochimaru.
Com'è che l'ha definito Itachi Uchia? Eredità del quarto Hokage? Be non sa quanto.
Mi chiedo cosa direbbe Naruto se sapesse di Shin, Rei e Noemi, i suoi genitori e sua sorella.
Sorrido, non è ancora il tempo.
Presto, forse…

- Presto, forse… - mormora la ragazza invisibile, alle spalle di Jiraya.
Sa che quel giorno, quando arriverà, nessuno potrà fermare il suo protetto, anzi suo fratello.
Lo ha sempre saputo, del resto sono sempre stati simili.
Ora bisogna solo aspettare.
Solo aspettare…

Fine

Grazie per i vostri commenti.
(L'autrice s'inchina e va a rinchiudersi in un bunker. Affida l'angolo dei commenti a Gaara.)

Gaara: Dato che l'autrice teme ripercussioni, mi ha affidato il siparietto.
Sakura: Ma lo volevo fare io!
(Sakura subisce un funerale del deserto, l'autrice dal bunker esulta.)
Gaara: Qui si termina la seconda Side Story. Vi prego di commentare.
Kisame: Non ne ho nessuna voglia.
(Kisame subisce un funerale del deserto, dopo essere stato pestato a sangue.)
Gaara: La soluzione del NOEMI QUIZ è: Grigione = Kakashi, Sopracciglione = Gai, Barbetta = Asuma, Dango = Anko, Vecchietto = Maestro Sarutobi/Terzo Hokage, Biancone = Jiraya e Signorina = Tsunade.
Sasori: Fin troppo facile.
(L'autrice esce dal bunker e smonta Sasori, poi Gaara fa cinque funerali del deserto a ciò che resta del marionettista. L'autrice torna nel bunker.)
Gaara: Hanno indovinato Giodan e Lucifer_the_Darkslayer. A loro è dedicato il capitolo.
(Nessun commento)
Gaara: Chiudo il siparietto chiedendovi ancora di commentare e arrivederci alla prossima.
(Gaara raggiunge l'autrice nel bunker, - per non farla sentire sola – dice lui.)

See You Soon

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