Il viaggiatore.

di FannyHarris
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1: Benjamin ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2:Flashback (pt.1) ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1: Benjamin ***


Il viaggiatore

Il viaggio

“Io so cosa voglio, Io dico cosa voglio e nessuno può portarmelo via”

 Il vermiglio tramonto rendeva il panorama incantevole e speciale ai suoi occhi.. Eppure quella era la città che l’aveva cresciuto e che l’indomani si sarebbe lasciato alle spalle. Il sole, che nella giornata era stato d’oro e aveva illuminato tutto, ora era color cremisi e pareva che avrebbe inghiottito tutto ciò che gli si fosse parato di fronte.. Lui compreso. Quel ragazzo era diverso, più guardava quel sole rosso d’oriente e più restava affascinato dalla sua terra natia che proprio in quel momento aveva appena realmente conosciuto.. Ed era proprio questo che lo portava ad andarsene. Voi lettori vi chiederete ora il perché fosse la bellezza della sua terra a far sì che scappasse ma dovete capire che egli non scappava affatto. Stare lì ad ammirare quel posto era per lui qualcosa che lo portava a vivere un bel sogno; ma stare lì troppo tempo, viverci tutta la vita che gli restava, sognare in eterno insomma, avrebbe reso quel bel posto banale e stupido, privo di originalità e splendore.

 Il giovane Benjamin si trovava sul piccolo balcone della stanza che per ben 17 anni lo aveva protetto e visto crescere. Amava la sua casa e quella stanza, dove sin da piccolo aveva iniziato a maturare la sua sete di conoscenza. I suoi coetanei erano intrappolati in un ottuso sogno ma lui era riuscito a uscirne in tempo. Tutti quei ragazzi vedevano la vita scivolar via sulla loro pelle e non facevano nulla per impedirlo. Lui aveva trovato il modo invece..

“Ben!” Una voce soave lo chiamò dall’interno della casa e, visto il tono con cui proferì quel nome, quella donna doveva essere davvero molto tesa e preoccupata. Benjamin si voltò di scatto pronto a varcare la soglia della porta quando diede un ultimo sguardo al cielo. Il sole non aveva fatto altro che inghiottirsi e morire in se stesso, e ora la flebile luce della luna stava lentamente prendendo posto a illuminare quel paesaggio così quieto ora e dove tante ombre iniziavano la vita che durante il giorno è loro negata. Ben entrò in casa e si diresse in soggiorno, il luogo da dove aveva sentito la voce della donna della sua vita, e, varcata quella soglia, tutti i suoi pensieri svanirono e  fu solo uno, diverso, ad occupare la sua mente.

“Ben ti prego.. Siediti qui. Ho bisogno di parlarti.” Proferì più parole quella voce così musicale e dolce anche se molto angustiata.

“Abbiamo già parlato e ci siamo già detti tutto.” Disse Benjamin ancora sulla soglia della porta mentre osservava l’angelica figura di sua madre che si portò le mani al volto appena udite quelle sue dure parole. Lui non voleva essere duro con lei perché l’amava tanto e vederla così faceva soffrire anche lui, ma doveva farle capire che aveva preso la sua decisione e non sarebbe tornato indietro, mai. Ben sapeva che doveva cercare di non mostrarsi debole o insicuro visto che quando quel giorno fece la sua scelta era davvero roso dai dubbi e dalle insicurezze, ora erano sparite si; ma doveva comunque prestare molta attenzione perché la gente fraintende, molto spesso.

“Io ho già deciso. Domattina partirò.” Continuò deciso e severo in volto.

“Ben.. ti prego non abbandonarmi anche tu..Non voglio restare sola.” Disse fra le lacrime e i singhiozzi cercando di essere chiara nel parlare anche se le riusciva molto difficile. Il mio piccolo ben.. Non può farmi questo.. Abbandonarmi anche lui.. Pensò la donna affranta.

Daphne.. Sei mia madre, mi hai cresciuto con tanto amore nonostante il grande dolore che ancora oggi lacera il tuo cuore.. E di questo ti sarò per sempre grato..” Fece Benjamin sempre serio ma ora con un tono molto più amorevole e dolce e si avvicinò alla madre sedendosi accanto a lei. Le prese la mano color avorio e la guardò dritto negli occhi verdi arrossati di lei. “.. Ma sento anche il bisogno della tua benedizione, è molto importante per me mamma! Ho bisogno che tu mi capisca..” Concluse posando i suoi occhi neri e così elettrici su quelli abbattuti di Daphne. “Ben.. Tu sei sempre il mio piccolo, io ho paura per te e saperti lontano e da solo mi preoccupa molto..” Disse la donna adagiando l’altra mano su quella del figlio e fissandolo intensamente quasi sperando che le avrebbe detto ciò che lei sperava; ma la sua parte razionale sapeva fin troppo bene, anche se non voleva darlo a credere al suo cuore, che non avrebbe mai ricevuto quella tanto agognata risposta.

“Mamma ti ringrazio di preoccuparti per me, ma sappi che non sparirò per sempre e ti scriverò il più spesso possibile.” Ben amava quella bellissima donna di 37 anni dalla carnagione chiara ma dai capelli castani scuri quasi a rendere questo contrasto in maniera ancor più accentuata. Daphne capì che era inutile controbattere, quello era pur sempre suo figlio e lei era una donna decisa e risoluta nelle sue scelte. Decise che per far entrambi felici doveva dargli la sua benedizione. “Va bene Ben.. So che per te è molto importante e non ti ostacolerò oltre. Sei mio figlio e non posso pretendere in eterno che tu resti legato a me. Hai la mia benedizione figliolo. Sei un ragazzo maturo e saprai gestire le nuove situazioni che ti si presenteranno anche senza di me. Beh ti ho o no cresciuto io?” Disse accennando un flebile sorriso e accarezzando la rosea guancia del figlio con la bianca mano per poi incatenarlo in un caldo abbraccio. “Grazie.” Disse Ben sciogliendo quel dolce abbraccio materno che gli sarebbe tanto mancato e schioccando un piccolo bacio sulla guancia della madre che si fece forza per non piangere. Ben si allontanò dalla sua vista entrando nella sua camera facendo rumore con le sue cose. Adesso una nuova vita ha inizio. Pensò e volse lo sguardo verso la finestra e verso quelle stelle così piccole ma così tanto lucenti e coraggiose.

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2:Flashback (pt.1) ***


Capitolo 2

Le ultime ombre cominciarono a disperdersi e lentamente morirono per far spazio alla luce e alla vita giornaliera. Il sole, come la giornata precedente si era inghiottito nelle sue incandescenze all’orizzonte, pareva quasi che quel nuovo giorno fosse rinato e cominciava così il suo lento cammino.. Era proprio come la fenice, moriva nelle sue ceneri fiammeggianti per poi rinascere da quelle stesse ceneri.. Benjamin aveva deciso anche per sua madre che sarebbe stato meglio non vedersi, infatti aveva lasciato la sua casa molto presto e silenziosamente si era incamminato verso quell’infinito orizzonte. Vide di nuovo quell’immensa stella: la sera prima morire, quella mattina rinascere.  Rimase così affascinato nel vedere come fosse magica e misteriosa la natura che per tanti anni aveva avuto sotto i suoi occhi e nemmeno aveva mai saputo apprezzare e scoprire. Tornò indietro con la mente a ripercorrere le tappe fondamentali della sua vita fino a quel momento perché sapeva che non gli sarebbe stato più concesso voltarsi al passato. Fu solo uno il ricordo che maggiormente lo scosse.. Quel giorno così vicino ma anche lontano nel tempo.

- Benjamin Blaine! - Una voce severa lo chiamò e Benjamin sapeva che non doveva farla aspettare.

- Eccomi. - Disse composto entrando nel lussuoso soggiorno della villa Blaine dove seduto su una delle preziosissime poltrone in pelle color bordeaux c’era un uomo sulla quarantina, molto alto, dai capelli biondo cenere e dagli occhi nerissimi e profondi.

 - Benjamin tu verrai con me, questo è un ordine e non permetterti a controbattere. –

Proferì l’uomo deciso senza nemmeno guardare Ben negli occhi ma limitandosi a sorseggiare un pregiato vino d’annata.

-           No papà, io ho deciso che non verrò con te a Oxford. Questa è la mia scelta e tu non puoi.. – Fece altrettanto risoluto e cercando gli occhi neri del padre con i suoi. Ben si trovava ancora in piedi all’entrata del soggiorno e capendo che quel contatto visivo non ci sarebbe stato pose lo sguardo su un particolare dipinto.

-         Hai solo 16 anni e non essendo ancora maggiorenne sei di mia proprietà e DEVI stare ai miei ordini, hai capito? E’ tutta colpa di quella svergognata di tua madre, ma ora sarà tutto diverso perché tu verrai a Oxford con me. Oxford sarà il nostro futuro e dovrai lasciarti questo posto alle spalle una volta per tutte. – Parlò con voce solenne e autoritaria. Benjamin voleva molto bene a suo padre, ma da quando era successo quell’orribile avvenimento 10 anni prima suo padre era cambiato. Prima gli dedicava mille attenzioni ed era un padre così amichevole e affettuoso.. ma dopo quel giorno il piccolo Ben, che all’epoca aveva solo 6 anni, notò quei cambiamenti prima molto insignificanti ma che col tempo andarono a diventare sempre più netti e radicali.

-         Non devi parlare così della mamma, lei è la donna che ami! Come puoi dire questo? Ancora non riesci a dimenticare?? – Controbatté il più giovane della famiglia Blaine sbattendo furiosamente la porta alle sue spalle e correndo per il lungo e adorno corridoio. Si mise il suo lungo cappotto nero e uscì dal quel luogo così famigliare un tempo ma anche così estraneo.

-         Benjamin! Benjamin! Benjamin! – Urlò il più grande della famiglia Blaine mentre correva dietro al figlio ormai troppo lontano.

-         Scusi se la disturbo signor William ma c’è una chiamata per lei, cosa devo rispondere – fece una vocina alle spalle dell’uomo che si voltò di scatto fulminando l’ inserviente. La donna restò molto colpita e spaventata..

-         Non ci sono per nessuno. Lasciatemi riposare nelle mie stanze.. In pace. Non voglio vedere nessuno chiaro? – disse molto aggressivo e andandosene via senza nemmeno ascoltare la risposta della donna.

-         Ok Signore.. – Parlò a sé stessa …

Benjamin si scosse per un attimo sentendo la gelida brezza perforargli l’anima.   

 

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