La nostra vita! di sofy_96 (/viewuser.php?uid=167276)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sentirsi persi... ***
Capitolo 2: *** I suoi occhi... ***
Capitolo 3: *** Un piccolo aiuto... ***
Capitolo 4: *** Un piano perfetto... ***
Capitolo 5: *** L'incontro... ***
Capitolo 6: *** Confessioni e... ***
Capitolo 7: *** La mattina dopo... ***
Capitolo 8: *** La Nostra Vita! ***
Capitolo 1 *** Sentirsi persi... ***
sentirsi persi
*Rick*
Ero
in ospedale ormai non sapevo più quanto tempo era passato,
le
avevano sparato e da quel momento tutto era sembrato confuso...
Le
persone che gridavano di chiamare i soccorsi, quando mi ero
avvicinato a lei non riuscivo quasi a respirare. Vederla stesa a terra
sapendo che forse quella era l'ultima volta in cui la vedevo, l'ultimo
momento in cui potevo dirle quello che provavo per lei... L'avevo
fatto! Ero finalmente riuscito ad esprimere a parole quello che
provavo per lei, solo quelle due parole perfette “ti
amo”.
Dopo
quello che le avevo detto non potevo sopportare l'idea di perderla...
Con l'arrivo dell'ambulanza era iniziata la corsa dei medici
contro il
tempo per poterla salvare, in ambulanza mi sentivo morire anche io
mentre vedevo che non reagiva e arrivati in ospedale l'avevano
portata in sala operatoria...
Lanie
era stata vicino a me fino a quando non erano arrivati Ryan ed
Esposito lei era andata con loro e dopo non so quanto tempo erano
andati a riposarsi, io ero rimasto solo mia madre ed Alexis,
naturalmente anche il padre di Kate non si era mai allontanato un
attimo.
Stavamo
tutti aspettando notizie e io ero preso dai miei pensieri tanto da
non sentire Alexis che si era avvicinata.
“Papà
dovremo andare a riposarci anche noi solo le 3 di notte, prima il
dottore a detto che bisogna aspettare, il padre di Kate ci
avviserebbe subito se si svegliasse” disse la mia piccola
appena la
guardai, capii che era preoccupatissima riuscivi a leggerglielo negli
occhi.
Continuava
a fissarmi aspettando una risposta ma io non sapevo come sarebbe
uscita la mia voce e non sapevo cosa dirle per giustificare il fatto
che avevo bisogno di stare li vicino a lei.
“Scusami
piccola mia lo so che sarete stanchissime ma io ho bisogno di stare
qui” le risposi con una voce sorprendentemente calma e sicura
di
quello che stavo dicendo, lei alzò lo sguardo e in quel
momento mi
sentii davvero la persona più triste del mondo avevo gli
occhi
lucidi e di sicuro aveva già pianto tanto, ero stato egoista
a
chiudermi nella mia tristezza non pensando che anche mia figlia
poteva essere altrettanto triste e persa in quella situazione.
Mi
abbracciò più forte e io la strinsi
più che potevo... “Mi
dispiace tantissimo papà non è giusto quello che
è successo”
disse con voce rotta stava rincominciando a piangere e io non riuscii
più a trattenere neanche le mie di lacrime, che iniziarono a
scendere silenziose quando dopo tantissimo tempo ci staccammo da
quell'abbraccio lei mi prese per mano e mi trascinò fino ad
un taxi
per farci tornare a casa.
*Kate*
Appena
aprii gli occhi non riuscii a capire dove mi trovavo, mi ci volle un
po' di tempo ma poi richiudendo gli occhi ricordai lo sparo, sentire
il proiettile dentro di me e tutte le persone che avevano iniziato a
gridare intorno a me.
Io
però ero riuscita a concentrarmi su una cosa solo, su una
sola voce
che mi chiedeva di rimanere con lui ed era tutto quello che volevo e
poi mi aveva detto che mi amava io avrei voluto rispondergli senza
paure che anche io lo amavo ma non potevo, non ci riuscivo.
Quando
mi decisi ad aprire gli occhi definitivamente la persona che avevo di
fianco non era lui e non aveva la sua voce, Josh era davvero gentile
e dolce con me e molto probabilmente mi amava e io non lo meritavo
perchè non ricambiavo il suo sentimento pienamente... Josh
non era
abbastanza... non era lui. Ero sicura che mi stesse stringendo la
mano così la mossi per attirare la sua attenzione e fargli
capire
che ero sveglia.
“Kate
sei sveglia... come ti senti?” mi chiese con fare premuroso,
dovevo
lasciarlo ma era difficile quando lui mi guardava come se fossi la
cosa più importante della sua vita.
“Non
lo so forse un po' frastornata ma diciamo bene” mentre
parlavo
cercai di sorridere per rendere più vera possibile la mia
affermazione, lui mi guardava come se sapesse che stavo per dirgli
qualcosa che non gli sarebbe piaciuto e forse io cercavo anche di
farglielo capire dal modo in cui lo guardavo volevo che capisse ma
sapevo che si sarebbe arrabbiato.
“Dovresti
andare a fare tutti gli esami e dovremmo avvisare che sei sveglia...
Dopo parliamo ok?” lo disse tutto di un fiato e
uscì dalla stanza,
quando guardai l'orologio vidi che erano le 7 di mattina ero ancora
confusa ma di certo sapevo che Josh aveva capito tutto.
Passai
il resto della mattinata tra esami e accertamenti per vedere se
andava tutto bene e a quanto pare mi ero ripresa senza problemi ma
avrei comunque avuto bisogno di una lunga pausa... Nel pomeriggio
vennero a trovarmi un sacco di persone dal distretto ma non lui
pensavo che appena mi fossi svegliata lui sarebbe arrivato subito
dopo ma invece non era così... parlai con Josh facendogli capire
che non potevamo più stare insieme, lui non si
arrabbiò,
di sicuro era triste ma capiva che io non potevo più stare
con lui.
*Rick*
Mi
svegliai di colpo senza neanche un motivo preciso ma avevo la
sensazione che dormire a casa in quel momento fosse la cosa sbagliata
da fare e volevo con tutto me stesso tornare in ospedale... sentii
Alexis parlare al telefono e mi alzai raggiungendola nel salotto
quando riattaccò lei mi vide e mi sorrise.
“Buongiorno!
Devi vestirti subito dobbiamo andare in ospedale!” mi disse
mentre
mi abbracciava e mi stringeva forte.
“Io
in realtà non volevo neanche lasciarlo l'ospedale”
le risposi
mentre la distanziavo e la guardavo come se fosse colpevole del
più
grande dei crimini.
“Mi
dispiace papà ma dovevi riposare e infatti hai dormito come
un sasso
fino alle 3 di pomeriggio ma ora sono contenta di dirti che
c'è un
buon motivo per tornare in ospedale quindi... Preparati veloce! Si
è
svegliata!” disse tutto di un fiato ma per la prima parte del
discorso parlava colpevole e nell'ultima parte era piena di gioia
sentendo le sue ultime tre parole andai a prepararmi e in meno di
mezz'ora eravamo entrambi pronti per tornare in ospedale.
Durante
in tragitto Alexis continuava a ripetermi che dovevo prendere dei
fiori o portarle qualsiasi cosa e che non potevo presentarmi a mani
vuote... così dopo 10 minuti mi obbligò a
fermarmi davanti ad un
piccolo negozio di fiori e le comprai 3 rose rosse... mia figlia mi
aveva detto che 3 era il numero perfetto anche se dopo che mi aveva
convinto avrei voluto comprarne molte di più.
Arrivati
in ospedale la mia bambina mi fece capire che lei non sarebbe entrata
e che poteva perfettamente salutare Kate in un altro momento.
Il mio angolino *-*
Come ho anticipato è la mia prima fan-fiction e non so neanche se sia
venuta bene... accetto anzi gradisco critiche che possano aiutare a
migliorarmi... e penso ci sarà un altro capitolo presto :D Aspetto le
vostre recensioni :D
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Capitolo 2 *** I suoi occhi... ***
I suoi occhi...
2_
I suoi occhi...
*Kate*
Era
già la terza volta che l'infermiera entrava e per tutte e tre le
volte avrei voluto che non entrasse lei, ma un altra persona. Iniziai
a pensare a cosa avrei potuto dirgli se fosse entrato da quella
porta, sapeva che in qualche modo doveva rispondere a quella sua
confessione, ma forse, in ospedale non era per niente romantico.
I
suoi pensieri furono interrotti da qualcuno che bussava alla porta, e
dopo pochi secondi lui era finalmente entrato nella stanza e
nascondeva qualcosa dietro alla schiena.
“Buongiorno...
posso entrare?” chiese lui con leggerezza mentre mi sorrideva in un
modo meraviglioso, sapevo che ero arrossita e che non potevo
semplicemente continuare a fissarlo.
“Buongiorno...
ormai sei entrato quindi non ho intenzione di cacciarti” tentavo di
sembrare seria, mentre pronunciavo quelle parole, ma nel mio cuore
non potevo fare a meno di sorridere, avevo sperato tutto il giorno di
poterlo vedere e ora però mi sentivo imbarazzata, perché non sapevo
cosa dire.
Lentamente
lui si avvicinò al letto, si sedette su una sedia vicino,
mostrandomi quello che aveva nascosto dietro la schiena; erano tre
rose rosse, perfette e stupende.
“Queste
non sono niente rispetto a tutti i fiori che ci sono in questa camera
ma … pensavo che ti sarebbero piaciute” sembrava imbarazzato, con
la sua faccia da cucciolo smarrito, mentre si guardava in giro, molti
di quei fiori arrivavano dal distretto.
“Sono
bellissime! I fiori che vedi intorno a te non me li ha mandati una
sola persona sai, queste rose mi piacciono moltissimo così...
Grazie!” avevo cercato di smorzare l'imbarazzo, regalarmi dei
fiori, anche se poteva sembrare scontato, era un gesto davvero
dolcissimo.
“A
dire la verità sono state un'idea di Alexis... ehm... Come stai?”
mi chiese diventando serio e preoccupato, io iniziai a pensare che
questa conversazione sarebbe arrivata a toccare un punto che non mi
sentivo ancora pronta ad affrontare.
“Bene...
sono ancora un po' confusa ma i dottori hanno confermato che sto
bene” gli risposi freddamente, non era mia intenzione farlo, ma
volevo cambiare argomento e lui sembrava averlo capito.
“Prima
ho visto Josh, era strano, l'ho salutato ma lui mi è passato di
fianco senza dire niente... sembrava sconvolto” era un
affermazione, ma in parte sapevo che era un modo per chiedermi se fra
me e lui andava tutto bene.
“Io
e Josh non stiamo più insieme” lo dissi tutto di un fiato, volevo
che lui lo sapesse.
“Ti
ha lasciata?” il suo tono di voce era diventato dolce, preoccupato
e in parte forse un po' arrabbiato, come se pensasse che sarei
crollata da un momento all'altro. “No, l'ho lasciato io” dopo
aver sussurrato quella frase non riuscivo più a decifrare il suo
sguardo, sembrava combattuto tra la curiosità e forse la paura di
sapere il motivo.
*Rick*
Da
quando ero entrato Kate sembrava strana, come se fosse cambiato
qualcosa in lei, mi sorpresi di come anche in un letto d'ospedale era
capace di essere misteriosa e davvero molto complicata.
Aveva
iniziato a fissarmi, a sorridermi in un nuovo modo e io non potevo
fare a meno di pensare che anche con un camice da ospedale e tutta
spettinata... Era stupenda!
Appena
mi avvicinai mi persi nei suoi occhi, che si illuminarono luccicando
quando le mostrai le rose, dovevo tenere a mente di ringraziare la
mia piccolina per l'ottimo consiglio.
Nell'istante
in cui aveva detto che lei e Josh si erano lasciati, anzi che lei lo
aveva lasciato, il mio cuore era impazzito, avevo iniziato a
fantasticare sul motivo, avrei voluto chiedere ma non volevo sembrare
troppo invadente.
Lei
sembrò leggermi nel pensiero perché continuò a parlare senza
bisogno di domande...
“Oggi
pensavo che... ehm... forse lui, non è la persona giusta per me”
mentre sussurrava quelle parole aveva abbassato lo sguardo assumendo
un espressione triste e combattuta.
Avevo
la tentazione di iniziare a fare domande, ma ci ripensai... Tra di
noi si era creato un silenzio imbarazzante che venne interrotto da
qualcuno che bussò alla porta e la testolina rossa della mia
piccolina apparve sporgendosi dalla porta, Kate sorrise felicemente
nel vederla e lei ricambiò avvicinandosi ed abbracciandola in
silenzio.
“Spero
di non aver interrotto niente, volevo solo salutarla” Alexis parlò
molto lentamente come se non le piacesse mettersi in mezzo, ma quando
mi guardò le sorrisi, avevo una teoria che si stava facendo strada
nella mia testa; la mia bambina stava origliando e capendo che ci
eravamo bloccati era voluta intervenire.
*Kate*
L'abbraccio
di Alexis era stata una delle cose più belle della giornata, mi ero
affezionata molto a quella ragazzina, assomigliava molto a Richard ed
ero contentissima di ricevere un po' di affetto.
“Tranquilla
Al! Non hai interrotto niente, stavamo solo parlando” le sorrisi
tranquillizzandola, non volevo che si sentisse in colpa per essere
entrata “Sono felice che tu sia qui” le accarezzai dolcemente la
testa, lei si staccò dall'abbraccio e mi guardò dritta negli occhi.
“Grazie
Kate! Come va? Stai bene vero? Eravamo tutti preoccupati!” aveva
iniziato a parlare molto velocemente come se non riuscisse a
trattenersi dalla gioia, non potevo fare altro che guardarla e
sorridere, era una ragazza intelligente, che nel momento in cui aveva
pronunciato la parola “preoccupati” si era girata verso suo
padre. Mi sentii un po' in imbarazzo, perché sapevo che Alexis aveva
capito tutto quello che succedeva, tra me e il suo papà, da un bel
po'. Forse avrei dovuto parlarne con lei prima di dichiararmi a Rick,
lei sapeva tutto su di lui, ma di sicuro non potevo farlo in
ospedale, dovevo assolutamente trovare un modo per guadagnare tempo.
“Si
sto bene... forse però dovrei riposarmi... sono ancora un po'
frastornata” ,era più facile guardare quella ragazzina, mentre
parlavo e non Castle. Infatti quando mi girai verso di lui il mio
cuore perse un battito, si era rattristato improvvisamente, era
difficile continuare a parlare sapendo che stava così a causa mia...
No! Per non avere più paura avevo bisogno di sentirmi pronta, e in
quel momento non lo ero.
“Dovreste
andare...” sospirai cercando di convincermi che era la cosa giusta,
Alexis capì subito che avevo bisogno di tranquillità e di rimanere
un po' da sola; quindi mi abbracciò di nuovo velocemente, poi uscì
dalla stanza, Rick era ancora immobile con lo sguardo basso ma dopo
pochi secondi si decise ad alzarsi... “Castle...” lo richiamai,
per un secondo, quando mi mostrò i suoi occhi tristi, le parole mi
morirono in gola, respirai profondamente e continuai “... Non
dovresti venire in questi giorni... ti chiamo appena esco
dall'ospedale...” sussurrai quelle parole con il cuore in gola,
anche se era solo per una settimana, sapevo che mi sarebbe mancato,
lui annuì senza parlare e uscì dalla stanza.
Il
mio angolino *-*
Ecco
il 2° capitolo, forse molte di voi non si erano immaginate così il
continuo di questa storia, ma ho pensato di provare a renderla unica,
spero di non avervi deluso :D al prossimo capitolo...
P.S.
= Non so ancora quanti capitoli saranno per ora io scrivo e se voi
continuate a seguire e leggere la storia ne sarei felicissima...
Aspetto le vostre recensioni!
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Capitolo 3 *** Un piccolo aiuto... ***
3_ un piccolo aiuto...
3_
Un piccolo aiuto...
*Rick*
Era
passata una settimana ormai da quando eravamo andati a trovarla in
ospedale. Mi ero sentito terribilmente triste quando Kate ci aveva
«obbligati» ad uscire dalla stanza, forse aveva bisogno di stare da
sola per riprendersi, ma non capivo il suo improvviso cambiamento di
umore.
Alexis
quel giorno, subito dopo essere tornati a casa, aveva chiamato
Martha, alla scuola di recitazione, per avvisarla che Kate si era
svegliata e stava bene.
Ora
la mia bambina era entrata nello mio studio, nel quale passavo la
maggior parte delle mie giornate, e si era sdraiata sul divanetto,
senza dire una parola.
Decisi
di andarle a parlare per capire se andava tutto bene... mi misi
seduto sul bordo del divanetto e lei mi fece spazio per non farmi
scivolare di lato.
«Va
tutto bene?» le chiesi... Quando si girò vidi che era preoccupata,
forse voleva sapere come stava Kate o forse come stavo io...
«Sei
triste... non devi esserlo! Aveva solo bisogno di riposarsi... non
avrei dovuto interrompervi, ma eravate in silenzio da più di un
minuto.» Avevo la figlia più dolce del mondo ed ero sempre capace
di rovinare tutto con le mie stupide preoccupazioni...
Non
avevo bisogno che mi spiegasse di cosa stava parlando, io pensavo
sempre a Kate, anche se negli ultimi giorni era diventata un
argomento tabù in casa...
La
abbracciai per paura che si mettesse a piangere da quanto si sentiva
colpevole.
Poi
la staccai di poco dall'abbraccio solo per poterla guardare negli
occhi... «Non è colpa tua! Hai ragione doveva solo riposarsi. Io
sono triste perchè quando sei uscita mi ha detto che non voleva che
andassi a trovarla... deve riprendersi e a quanto pare vuole farlo da
sola. Ha detto che avrebbe chiamato lei... Tu non centri
assolutamente niente, anzi ci hai tolti entrambi da un momento di
imbarazzo» ammisi per discolparla e farla sentire meglio e la mia
piccolina mi stinse ancora più a sé... «Ma ora dobbiamo discutere
di una piccola cosa.» continuai, e lei dopo pochi secondi si mise a
fissarmi con aria confusa «Di cosa dobbiamo discutere?» chiese...
stavo cercando un modo per farla sorridere e presto ci sarei
riuscito!
«Qualcuno
mentre io e una certa altra persona parlavamo... stava ascoltando
tutto per poter intervenire se avesse sentito silenzio per troppo
tempo, o sbaglio?» mentre parlavo mi avvicinai di più a lei e
iniziai a farle il solletico. Lei iniziò a ridere come una matta e
quando mi fermai per un secondo alzò le mani in segno di resa,
decisi di fermarmi per pochi secondi e lasciarla parlare... «Ok
forse quel qualcuno voleva sentire una certa conversazione» disse
ancora con il fiatone e continuando a ridere...
«Volevo
solo vedere se parlavate di qualcosa di interessante e poi fuori da
sola ad aspettare mi annoiavo» mi fece gli occhietti dolci e non
potei non scoppiare a ridere. Era davvero tenerissima!
Dopo
un po' tornò seria come se stava per chiedermi qualcosa di molto
importante...
«Papà
dici che se chiamo Kate lei si arrabbierà? Non vorrei darle fastidio
mentre si sta riposando, ma è da tanto tempo che non la sento.»
Sembrava molto agitata nel farmi quella domanda come se pensasse che
le avrei risposto di no.
«Certo
che puoi, credo che le farebbe molto piacere sentirti... di sicuro le
manchi tanto» Ero sicuro di quello che stavo dicendo, molte volte
Kate si era preoccupata di chiedermi come stava Alexis.
«Grazie
mille papà! Vuoi che la saluto da parte tua?» Quella richiesta mi
sorprese, forse era meglio di no, avrebbe potuto pensare che usavo
mia figlia per poterle parlare.
«No,
grazie tesoro» dissi, lei mi abbracciò e poi scomparve dallo studio
in pochissimi secondi.
*Kate*
Dopo
una settima passata al chiuso nell'ospedale non vedevo l'ora di
uscire. Rick non era venuto a trovarmi come gli avevo chiesto,
infondo speravo di vederlo arrivare, ma sapevo che mi avrebbe
lasciato il mio spazio. Mio papà era venuto a prendermi per portarmi
al mio appartamento, prima di partire per la casa di campagna...
sarei stata via per tanto tempo e non sapevo se chiamare Rick oppure
no.
Appena
salii nella macchina di mio padre il mio cellulare prese a
squillare... numero sconosciuto, dopo aver aspettato un altro squillo
decisi di rispondere per capire chi era...
«Pronto...»
«Ciao
Kate! Sono Alexis»
«Oh!
Ciao scusa ma non avevo il tuo numero e non sapevo chi fosse... Tutto
bene?»
«Si
si tutto bene... tu come stai?»
«Bene
grazie... Avrei voluto chiamarti anche io, potremmo incontrarci da
qualche parte. Sono appena uscita dall'ospedale e... ehm... avrei
bisogno di raccontarti una cosa»
«Certo!
Potrei prendere un taxi e venire a casa tua se vuoi?»
«No
tranquilla! Se puoi uscire di casa passo a prenderti... Mio padre mi
sta portando a casa ora... Andrebbe bene?»
«Si,
perfetto! Esco subito!»
Riattaccai
e tornando alla realtà vidi che mio padre era girato un po' verso di
me e mi guardava confuso... gli spiegai che dovevano andare a
prendere Alexis e che poi lui poteva tornare a casa... Fortunatamente
acconsentì senza fare domande.
Dopo
neanche mezz'ora, io e Alexis eravamo già a casa mia sedute in
salotto.
«Come
mai mi avevi chiamato prima?» chiesi per rompere il ghiaccio e
riuscire ad iniziare il mio discorso.
«Volevo
solo sapere come stavi e avevo voglia di sentirti» rispose
sorridente, era così dolce... «Tu di cosa mi dovevi parlare?» mi
chiese con la stessa dolcezza.
Mi
bloccai di colpo non sapendo come iniziare il discorso e come
spiegarle tutto senza fraintendimenti.
«E'
un discorso complicato...» feci una pausa, forse un po' troppo
lunga...
«Allora
si tratta di mio padre?!» chiese sempre con fare innocente, sapevo
che quella ragazzina era intelligente... Questo mi diede il coraggio
per proseguire il mio discorso...
«Si!
Tuo padre... ehm... mi ha detto che mi ama» dissi in un sussurro
arrossendo vistosamente.
«Me
lo ha detto! Lui ti ha sempre amata magari non dal primo momento in
cui ti ha vista, ma dopo pochissimi giorni era già nel suo cuore...»
lei sembrava altrettanto imbarazzata, ma voleva farmi sapere che per
Rick non ero solo un gioco e questo mi rendeva molto felice.
«Sappi
che io non volevo che tuo padre ci rimanesse male quando vi ho
mandati via. Io... ehm...» sospirai era così difficile trovare le
parole giuste... forse potevo aspettare che capisse da sola e non ci
mise molto...
«Lo
sapevo! Anche tu lo ami» senza lasciarmi il tempo di rispondere o di
pensare a qualsiasi cosa mi stinse in un abbraccio fortissimo. Dopo
secondi ricambiai e scoppiai a ridere, mentre lei decise che voleva
continuare a parlare... «Lui ci è rimasto male perchè gli manchi
moltissimo, anche se è passata solo una settimana... Hai intenzione
di confessargli il tuo amore per lui?» non mi aspettavo quella
domanda e a pensarci bene anche lui mi era mancato tantissimo...
«Si!
Voglio dirglielo, ma... non trovo mai il momento giusto, in ospedale
non mi sembrava il caso e da domani andrò alla casa in campagna di
mio padre per un po'... Poi non ci sarà più tempo!» esposi tutte
le mie paure e dubbi parlando velocissimamente. Lei era diventata
pensierosa... stava cercando di pensare ad una modo che fosse
perfetto e non complicato.
«Forse
ho in mente una cosa...» disse dopo qualche minuto con uno sguardo
furbo e felice.
«Cosa?
Ti prego, io non ho idee!» le chiesi sconsolata.
«Tu
devi andare in quella casa! Io penserò a tutto il resto, devi solo
aspettarti una visita da parte sua... Sarai sola lì, vero?» ero un
po' stupita e non capivo dove volesse arrivare, lei si accorse del
mio sguardo confuso. «Se sarete lì da soli potrete parlare, passare
del tempo insieme senza che nessuno vi disturbi e sarebbe molto più
romantico dell'ospedale» finì di spiegare, era molto soddisfatta di
essere riuscita a inventarsi quel piano perfetto.
«Si
sarò da sola... Sarebbe stupendo, ma come farai a convincere Rick a
venire da me?» chiesi e solo dopo che aveva sgranato gli occhi e
sorriso mi resi conto di aver chiamato suo padre per nome senza
pensarci.
«Ci
penserò io a fare in modo che Rick venga da te. Di questo non
te ne devi preoccupare» aveva detto la frase ridendo e dicendo
'Rick' per evidenziare il modo in cui l'avevo chiamato prima. Non
potei fare a meno di scoppiare a ridere insieme a lei e di stringerla
in forte abbraccio.
Dopo
quasi un'ora passata a chiacchierare si era fatto tardi e Alexis
dovette tornare a casa... promettendo che mi avrebbe chiamato presto
e raccomandandomi di stare tranquilla.
Il mio angolino *-*
Regalino in anticipo per tutti voi!!! Spero
che vi piaccia anche questo capitolo... avevo davvero tanta voglia di
mettere in mezzo Alexis e ci sono riuscita... Se vi va recensite...
Grazie mille per seguirmi! :D
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Capitolo 4 *** Un piano perfetto... ***
4_ un piano perfetto
4_
Un piano perfetto...
*Rick*
Ero
rimasto per la maggior parte del pomeriggio in casa da solo, Alexis
era uscita e rientrata dopo circa un'ora quando le avevo provato a
parlare aveva detto che doveva pensare ad una cosa molto importante.
Io ero andato per un po' nel mio studio, ma la fame mi aveva
costretto ad andare in cucina.
«Alexis!!!
Viene ad aiutarmi a cucinare!» gridai per farmi sentire in tutta la
casa.
Lei
scese le scale e mi si avvicinò... «Certo! Però dopo dovremmo
parlare di una cosa importante, d'accordo?» mi girai verso di lei un
po' stupito, pronto per fare una battuta, ma lei era seria e decisi
semplicemente di annuire.
La
nostra serata passò velocemente. Cucinammo, con molta fatica, tra
scherzi e lanci di farina, e mangiammo le pizze, poi ci sdraiammo
insieme sul divano e alla fine del film che stavamo guardando sapevo
che era arrivato il momento di parlare.
«Papà
riesci a stare serio e a farmi spiegare tutto senza intervenire?» mi
chiese girandosi verso di me e ricevendo tutta la mia attenzione,
doveva essere qualcosa di davvero molto importante, annuii senza fare
storie e mi posizionai meglio sul divano per poterla guardare negli
occhi.
«Una
mia amica è andata lontano per un po' di tempo...» iniziò a
parlare seria come non mai
«...Vorrei
andare a trovarla, ma come ho già detto è lontano e non posso
andarci da sola, ho bisogno di te... dovresti accompagnarmi e tenermi
compagnia!» pensavo che entro poco si sarebbe messa a piangere,
sembrava tenere davvero moltissimo a questa ragazza... «e mi devi
promettere che non te ne andrai, ok?!» non sapevo chi fosse quella
persona, ma avrei fatto di tutto per vedere la mia piccolina
sorridere, sembrava molto turbata e visto che sembrava aver finito di
parlare, iniziai a parlare io.
«Prometto!
Mi puoi dare qualche indizio sul luogo, come faccio ad accompagnarti
se non so dove?» lei sorrise, ma non rispose subito.
«No,
non potrai sapere niente fino a domani sera!» disse e scappò in
camera sua.
Non
sapevo se essere felice o triste da quella richiesta e non riuscivo a
interpretare Alexis prima era triste e un secondo dopo felicissima,
ma la sua faccina preoccupata e seria di poco prima era impossibile
da ignorare.
Mia
madre entrò mi salutò e come sua nipote si dileguò in pochissimi
secondi, rimasi solo a pensare quando mi mancasse la mia musa, era
diventata il mio unico pensiero, e avevo una voglia incredibile di
chiamare Kate, ma non era il caso, non avevo neanche chiesto ad
Alexis se alla fine era riuscita a chiamarla.
*Alexis*
Entrai
in camera mia dopo aver lasciato mio padre in salotto, una parte del
mio piano era completata; l'unico punto mancante era da chi farmi
aiutare, Kate sapeva già troppo volevo fare una cosa magica, e
questo voleva dire che nessuno dei due doveva sapere...
'Potrei
andare al distretto … No, ho un'idea migliore!' pensai mentre mi
accucciavo nel mio letto.
La
mattina seguente mi svegliai prestissimo, papà ancora dormiva, ma la
nonna era sveglia e si stava preparando la colazione...
«Buongiorno
nonna!» le saltai addosso per salutarla a dovere «Avrei bisogno di
un favore» dissi con lo sguardo più dolce e compassionevole che
potevo.
«Buongiorno
tesoro, sarei felice di aiutarti se mi dicessi di cosa si tratta» le
sorrisi soddisfatta della risposta.
«Per
caso sai se papà tieni i numeri delle persone del distretto da
qualche parte?» chiesi con leggerezza, non volevo doverle raccontare
il motivo della mia richiesta.
«Dovrebbe
avere qualcosa nel suo studio...» appena finì la frase corsi nello
studio, senza prestare ascolto a lei che mi chiedeva a cosa mi
servissero. Trovai quello che stavo cercando in una specie di
rubrica, tornai in salotto...
«Ciao
nonna... Grazie mille! Devo andare, avvisi tu papà vero?» senza
neanche lasciarle il tempo di rispondere, uscii di casa chiudendo la
porta alle mie spalle e chiamai la persona con cui volevo parlare.
«Pronto?
Chi parla?»
«Ciao
Lanie... sono Alexis»
«Oh!
Ciao hai bisogna di qualcosa?»
«In
realtà si, è una sorpresa per Kate e mi servirebbe il tuo aiuto»
«Certo!
Oggi non devo andare a lavorare, c'è un bar infondo alla tua via,
giusto?»
«Si,
io sono già fuori casa; ti aspetto lì»
«Tranquilla
piccolina, arrivo fra poco».
Riattaccai
e pensai che tutte le persone che aveva conosciuto mio padre, erano
gentilissime nei miei confronti.
Arrivai
al bar e aspettai solo pochi minuti prima di vedere la migliore amica
di Kate ,entrare nel bar e venire a sedersi davanti a me.
«Ciao
Alexis! Devi parlarmi di qualcosa d'importante, vero?» mi chiese
ancora prima che io potessi aprire bocca, Kate mi aveva detto che lei
sapeva già tutta la storia e che era l'unica persona, a parte me, a
conoscere quello che provava per mio padre.
«Ciao!
Si avevo bisogno di qualcuno che mi aiutasse...» dissi con lo
sguardo basso, non avevo mai parlato da sola con Lanie e mi sembrava
stranissimo ritrovarmi a chiedere il suo aiuto.
«Cosa
ti serve? Hai detto che si tratta di Kate... di una sorpresa.»
chiese forse impaziente di sapere che cosa avevo escogitato e per
quale motivo.
«Ehm...
Tu sai tutta la storia tra Kate e mio padre, giusto?» chiesi per
essere sicura non volevo fare o dire qualcosa di sbagliato.
«Si
mi ha raccontato tutto... e anche tu a quanto pare sai tutto, ma ora
Kate è alla casa di campagna di suo padre. A cosa staresti
pensando?» sentivo la sua curiosità aumentare lentamente, mentre io
continuavo il discorso.
«Mio
padre andrà da lei, di lui me ne occupo io, ma vorrei rendere tutto
più bello e vorrei che fosse una sorpresa anche per Kate...» parlai
lentamente e molto imbarazzata, avevo paura che lei mi dicesse di
non potermi aiutare.
«Sarebbe
un'idea stupenda e domani Kate starà tutto il giorno fuori con suo
padre… potremmo rendere l'atmosfera romantica e farli incontrare
come nei film. Ti hanno mai detto che sei una ragazza troppo
intelligente?» mi chiese lei ridendo, risi anche io prima di
risponderle seria e con gli occhi luccicanti.
«Allora
mi aiuterai?» avevo sempre paura che mi dicesse di no, nonostante
pensasse che fosse una buona idea, «Certo che ti aiuterò, domani
appena so che Kate è uscita ti passo a prendere e andiamo nella casa
in campagna, ci sono già stata altre volte e non sarà difficile
renderla romantica , c'è già un panorama stupendo!» ero davvero
felicissima delle sue parole .«Io poi devo far venire mio padre...»
iniziai «... e io andrò a prendere Kate e la porterò lì!» finì
lei la frase.
Ci
fermammo ancora un po' a parlare dei dettagli, poi fui costretta a
tornare a casa.
Dopo
aver passato quasi tutto il giorno con la mia famiglia, andando a
letto iniziai a fantasticare su quello che sarebbe potuto succedere
in quella casa.
Il
mio angolino *-*
Spero
che anche questo capitolo vi piaccia e che non vi dispiaccia il fatto
di aver aggiunto una parte di Alexis... e spero che gradirete anche
la sua nuova complice :D
Ho
deciso di pubblicarlo oggi questo capitolo visto che vede che molte
persone seguono la storia!
Forse
è un po' strana e diversa dalla serie la mia storia... ma credo che
sia abbastanza carina... spero che siate d'accordo!
Aspetto
le vostre recensioni! … Al prossimo capitolo ;)
|
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Capitolo 5 *** L'incontro... ***
5_ l'incontro
5_
L'incontro
*Alexis*
Quella
mattina Lanie mi aveva chiamato presto dicendomi che Kate era già da
suo padre. Poi era passata a prendermi.
La
sera precedente avevo parlato con mio padre dicendogli che stavo
quasi tutto il giorno con un amica e che verso sera mi avrebbe dovuto
portare in quel posto, a lui ancora sconosciuto.
Quando
arrivammo alla casa di campagna rimasi a bocca aperta.
“Lanie
questo posto è magnifico” dissi osservando la piccola, ma
bellissima casa.
“Si
lo so tesoro, ho già spostato dentro alcune cose per creare
l'atmosfera, spero che ti piacciano” mi disse facendomi entrare e
mostrandomi i vari oggetti già posizionati nella casa.
Al
piano terra della casa c'era la sala collegata alla cucina a vista e
un bagno piccolo, al primo piano invece si trovava quella che era la
camera dei genitori di Kate con un letto matrimoniale e altre 2
stanze con letti da una piazza e mezza.
Dovevamo
solo sistemare le cose che aveva portato Lanie e poi sarebbe stato
tutto perfetto!
*Kate*
Era
quasi sera il sole stava per tramontare, avevo passato la giornata
con mio padre a casa sua, ogni tanto mi divertivo a passare un po' di
tempo con lui.
Lui
aveva deciso di riaccompagnarmi alla casa in campagna. Voleva restare
con me, ma io avevo insistito che mi lasciasse davanti a casa... me
la sarei cavata benissimo da sola.
Quando
mi avvicinai la porta era chiusa, ma le chiavi non erano all'esterno.
Bussai
e sentii due persone che urlavano.
La
porta si aprì e qualcuno mi mise le mani davanti agli occhi e poi mi
bendò.
“Tranquilla
sono Alexis, non mi uccidere” disse prima che io cercassi di
liberarmi “Hai rovinato tutto” continuò con fare triste.
“Scusa,
ma cosa ci fai qui? Sei da sola? E perchè mi hai bendato?” chiesi
pur sapendo la risposta alla prima domanda.
“Non
sono sola... sai perchè sono qui e non puoi vedere niente per ora
per questo sei bendata... ti prego potresti assecondarci?” chiese
supplicandomi.
Poi
sentii la voce di Lanie che gridava di portarmi nella mia camera.
Quando entrammo, dopo aver chiuso la porta a chiave, Alexis mi tolse
la benda.
“Grazie
per avermi fatto vedere la mia casa, si può sapere cosa state
combinando? E Lanie cosa centra?” chiesi di nuovo sconcertata dal
loro comportamento.
“Lanie
mi ha dato una mano non potevo fare tutto da sola, ora lei ti
prepara, io devo andare” disse la piccola rossa mentre apriva e
richiudeva la porta scomparendo nel nulla.
“Ok
questo è il suo piano... c'erano candele profumate e fiori...”
dissi capendo che non avevo altra scelta se non quella di
assecondarle.
“Kate
non provarci neanche... non devi indovinare è una sorpresa anche per
te, quindi, vai a farti un bagno e poi sei mia” mi ordinò Lanie
senza lasciarmi continuare le mie considerazioni, sospirai e andai
nel bagno collegato a quella stanza.
*Alexis*
Dopo
aver sistemato le ultime cose da mangiare sul tavolo e acceso le
candele, che mancavano, chiamai un taxi e mi feci portare a casa...
'Forse,
era meglio così, Kate sarebbe stata elegante e quindi anche mio
padre doveva esserlo.' pensai durante il tragitto, quando arrivai
entrai in casa di corsa.
“Papà
sei in casa?” gridai per farmi sentire in tutto l'appartamento, lui
scese le scale di corsa e mi venne vicino.
“Eccomi,
dobbiamo andare?” chiese sapendo solo che dovevamo andare da una
mia amica.
“Papà
mi faresti un favore... ci hanno invitato a cena e dovremmo vestirci
eleganti... ti prego” dissi pregandolo e facendo l'espressione più
dolce e tenera del mondo.
“D'accordo,
cosa dovrei mettermi? E c'è altro che devo fare?” chiese
sospirando come se non capisse più niente di quello che stava
succedendo.
“In
realtà sarebbe poco carino presentarsi a mani vuote...” dissi
sperando di non esagerare sapevo che mi avrebbe adorato se avesse
saputo quello che stavo combinando, ma in quel momento avevo solo
bisogno che mi assecondasse.
“Va
bene... mi cambio e poi sulla strada ci fermiamo a prendere dei fiori
o qualcos'altro, ok?” disse avviandosi su per le scale.
“Si
va benissimo papà, ti adoro” mi andai anch’io a cambiare per non
farlo insospettire e mandai un messaggio a Lanie, per avvertirla che
saremmo partiti dopo 10 minuti, indossai il vestito che avevo messo
al party per l'uscita di Storm Fall e ripensai che quella era la
prima volta che avevo visto Kate, mi era sembrata simpatica e di
sicuro molto meglio di Gina.
*Richard*
Mi
cambiai e scesi di nuovo dalla mia bambina, era davvero stupenda con
quel vestito; guardai l'orologio era davvero tardi, fuori il sole
aveva quasi lasciato spazio ad una grossa luna.
“Allora,
così sono vestito abbastanza bene?” chiesi, vedendo che era persa
nei suoi pensieri, mi ero messo un completo nero con sotto la camicia
bianca e la cravatta rossa.
“Si
va benissimo. Grazie per assecondarmi! Ora andiamo se no facciamo
tardi dobbiamo arrivare tra...” il suo cellulare vibrò, prima di
continuare a parlare gli diede un'occhiata “... il prima possibile,
dovrai seguire le mie istruzioni mentre guidi, d'accordo?” chiese
avviandosi fuori dalla porta senza neanche lasciarmi il tempo di
rispondere.
Come
programmato comprai dei fiori per la padrona di casa. Alexis aveva
detto di non preoccuparmi e di fare come diceva lei... Tutta questa
storia mi sembrava sempre più strana, ma di nuovo mia figlia
interruppe i miei pensieri.
“Siamo
quasi arrivati, gira a sinistra” disse quasi senza neanche guardare
la strada, eravamo in periferia, non sapevo cosa stava succedendo ma
di sicuro rendeva mia figlia felicissima, che si mise a messaggiare
poco prima di dirmi che eravamo arrivati.
“Sicura
tesoro?... questa villetta sembra deserta...” chiesi dubitando che
ci potesse vivere un'intera famiglia.
“Papà
sono sicurissima mi sono imparata la strada a memoria per non
sbagliare...” disse lei con tono autoritario e decisi saggiamente
di non contraddirla, poi continuò a parlare... “Tu vai pure
avanti, mi devo incontrare con questa mia amica sul retro poi vi
raggiungiamo” disse mentre osservava di nuovo il cellulare.
“D'accordo
ti aspetto dentro.” dissi titubante ormai ero arrivato e la mia
accompagnatrice non avrebbe risposto a nessun'altra domanda, così
presi il mazzo di rose e mi avviai.
Quella
casa mi sembrava un po' famigliare, scacciai quel pensiero
chiedendomi chi fosse l'amica di Alexis e arrivato davanti alla porta
decisi di bussare, non aprì nessuno ma vidi che la porta era aperta
così entrai molto lentamente...
“C'è
qualcuno?” chiesi titubante in mezzo al salotto era un posto grande
e bellissimo.
C'erano
moltissimi petali di rose rosse, attaccato e vicino alla porta trovai
un bigliettino con scritto “x Richard” la calligrafia era quella
di Alexis, così lo aprii e lo lessi.
Scusa
papà! Non entrerò in casa...
tranquillo
non è niente di cui preoccuparsi...
ti
ho trascinato qui per un motivo che ti lascerò scoprire da solo...
magari
dandoti un aiutino...
Prova
a guardare in cima alle scale!
Alexis
Appena
finii di leggere mi voltai verso la cima delle scale, come diceva il
biglietto...
Rimasi
a bocca aperta vedendo Kate che scendeva le scale tranquillamente...
Era stupenda!
Aveva
un vestito blu ad una spallina sola, con una piccola spilla argentata
che sembrava unire la spallina al resto del vestito che le arrivava
fino alle caviglie... il corpetto era stretto e si distingueva dalla
gonna liscia, con piccoli strass sulla parte destra, grazie ad una
cintura nera, hai piedi portava dei sandali tacco 10 dello stesso
colore del piccolo mollettone argento che le raccoglieva i capelli in
uno chignon.
Ero
così concentrato a guardarla che non mi accorsi che anche lei mi
stava fissando e che si trovava ormai a meno di un metro davanti a
me.
Il
mio angolino *-*
Lo
so che molte di voi mi vorranno uccidere per aver interrotto la scena
e per il ritardo gigantesco; ma spero, come sempre, che vi piaccia
anche questo capitolo. Se vi va lasciate una recensione... Grazie
mille per seguirmi! :D
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Capitolo 6 *** Confessioni e... ***
6_Confessioni e...
6_
Confessioni e...
*Kate*
Avevo
ascoltato Lanie che mi spiegava tutto quello che dovevo fare un sacco
di volte, ora che mi trovavo davanti al mio scrittore, tutte le
certezze erano sparite e la mia mente si era svuotata.
Mi
aveva guardato a bocca aperta mentre scendevo le scale e io non
potevo fare a meno di sorridere.
“Ciao”
dissi sussurrando e aspettando la sua reazione.
“Ciao”
fece una piccola pausa per chiarirsi le idee e rincominciò. “qui è
tutto stupendo, ma sono ancora un po' confuso. Alexis a organizzato
tutto?” chiese molto stupito.
“Ehm...
Lei... Io... Io gli ho chiesto di organizzarlo” dissi balbettando e
arrossendo, lui sembrava sempre più stupito. “Non sapevo fino a
oggi pomeriggio quello che aveva fatto, ma le avevo chiesto di fare
qualcosa... e non ha fatto tutto da sola, Lanie l'ha aiutata” dissi
imbarazzatissima.
“Io
sono senza parole, tutto questo è stupendo... e tu sei stupenda”
disse mentre si avvicinava di un altro passo, ma non era ancora
arrivato il momento, avevo bisogno di parlare prima di agire, decisi
di arretrare di un passo e lui sembrava molto deluso.
“Hanno
anche preparato la cena...” dissi indicando il tavolo “Mangiamo?”
volevo fare di tutto per allentare la tensione e smorzare un po'
l'imbarazzo. Andammo verso la tavola e lui spostò la mia sedia
indietro per farmi accomodare e si sedette davanti a me.
Iniziammo
a chiacchierare e finimmo in fretta di mangiare, forse troppo in
fretta.
“Ehm...
parliamo...” dissi in un sussurro, tutte le volte che lo guardavo
negli occhi tutte le certezze e tutta la forza che avevo svanivano.
“Ok
di cosa vuoi parlare?” chiese lui mentre ci spostavamo sul divano,
posizionato vicino al camino.
“All'ospedale
non siamo riusciti a finire il discorso e... volevo continuarlo...
volevo dirti che...” sospirai forte, le mie paure si stavano
facendo strada in me, stavo lottando con tutta me stessa per
cacciarle via e per ritrovare la mia sicurezza. “volevo dirti che
dopo lo sparo... io mi ricordo tutto” riuscii finalmente a finire
la frase, speravo che capisse subito a cosa mi riferivo, volevo che
le ripetesse lui quelle parole.
*Rick*
Appena
l'avevo vista scendere dalle scale, il mio cervello aveva smesso di
funzionare, sentivo solo il cuore che aveva iniziato a galoppare
velocissimo. Mi ero ritrovato davanti ad una donna nuova, sembrava
serena e aveva riso per tutta la serata non come la detective che
conoscevo ma come una ragazzina spensierata. Sapevo che le sue
difficoltà e le sue paure erano sempre lì.
Eravamo
seduti sul divanetto uno di fronte all'altra, quando aveva detto che
si ricordava tutto io avevo sgranato gli occhi e il mio pensiero era
andato a quello che le avevo confessato, ma dovevo esserne sicuro.
“Che
cosa ricordi?” chiesi titubante, lei era in imbarazzo e forse
l'avevo messa in una maggior difficoltà con quella domanda, capivo
quanto poteva essere complicato per lei trovare le parole giuste.
“Ricordo
lo sparo, ricordo che tu mi hai buttato a terra cercando di salvarmi
e...” sospirò di nuovo e decisi che era abbastanza così...
“ricordi che ti ho detto che ti amo” sorrisi finendole la frase e
lei arrossì dolcemente.
“Si”
disse in un sussurro appena percettibile abbassando lo sguardo e
ancora più sottovoce aggiunse “anche io” per un momento pensai
di essermelo sognato o di aver frainteso il significato, ma lei alzò
la testa di scatto e mi posò un leggerissimo bacio sulle labbra.
Non
riuscivo a crederci, lei aveva riabbassato lo sguardo e ristabilito
le distanze, mi avvicinai di più a lei cingendola con un braccio,
lei alzò di nuovo lo sguardo e mi persi nei suoi occhi sorridenti,
cancellai la poca distanza che ci separa e posai le mie labbra sulle
sue dolcemente, dopo pochissimi secondi ricambiò il bacio con più
passione...
*Kate*
Ero
felicissima, eravamo sul divano a coccolarci da non sapevo più
quanto tempo, il secondo bacio era stato meraviglioso non avrei mai
voluto staccarmi dalle sue labbra, ma la mancanza di ossigeno ci
aveva costretto ad allontanarci e il mio piccolissimo momento di
coraggio era passato e mi ero solo accoccolata vicino a lui.
“Io però
devo trovare un modo per vendicarmi” disse lui e io non capii a
cosa si stava riferendo, mi staccai un po' da lui per poterlo
guardare negli occhi con un sopracciglio alzato. “intendo dire, lo
sai quante bugie mi ha raccontato mia figlia per farmi arrivare qui
stasera” spiegò e io non potei trattenere le risate, aveva uno
sguardo preoccupatissimo al solo pensiero che Alexis gli avesse
mentito.
“Avresti
preferito non essere qui?” chiesi. “No, no no no... questa serata
è stupenda e anche se le hai assoldate tu, non c'è motivo per cui
io debba evitare di vendicarmi almeno con mia figlia...” disse lui
guadagnandosi un altro sorriso da parte mia.
“Magari
potremmo fare un scherzo ad entrambe... Lanie mi aveva detto che
sarebbe rimasta a casa tua per non lasciare sola Alexis” dissi,
mentre alcune idee iniziavano a crearsi nella mia testa.
“Potremmo
fargli credere che la serata è andata male...” continuò lui, non
potei fare a meno di emettere una piccola risatina per la sua
espressione diabolica.
“Io
potrei chiamarle facendo finta di piangere e dire che alla fine
abbiamo litigato” dissi sorridente sapevo che Lanie e Alexis
avevano lavorato tantissimo per rendere questa cosa possibile, ma in
fondo né io né Rick sapevamo niente prima di oggi, avevano
organizzato tutto senza neanche avvisarmi...
“Si ma
devi essere credibile...” disse lui titubante “sei una brava
attrice?” chiese sorridendomi sapevo che stava scherzando e io
decisi di stare al gioco... “Crede che io non sia abbastanza brava,
Signor Castle?” chiesi avvicinandomi di più a lui, adoravo
provocarlo. “Credo che tu sia fin troppo brava” disse cancellando
di nuovo la distanza tra noi e riprendendo quel bacio passionale.
E
ancora una volta quel bacio fu infinito sino a quando mi venne in
mente del dolce che Lanie mi aveva preparato e mi aveva raccomandato
di non prenderlo prima di aver parlato.
Castle
rimase immobile sul divano un po' scettico, ma quando mi vide
arrivare con il dolce si illuminò con un sorriso...
“Lanie
ha detto che dovevamo mangiarle dopo aver parlato... ti vanno?”
chiesi sedendomi di nuovo sul divano e mettendo il vassoio sulle
gambe... sopra c'erano due ciotole, una conteneva delle fragole,
mentre nell'altra c'era della panna...
“Si
a te vanno?” chiese mentre prendeva una fragola, la immergeva per
metà nella panna e poi me la portava davanti al viso, io
istintivamente annuii e aprii la bocca... Quelle fragole erano
buonissime, Lanie aveva scelto davvero bene, presi anche io una
fragola e feci lo stesso...
Passammo
il resto della serata ad imboccarci a vicenda... quella serata
diventava sempre più bella...
“Sono
felice di essere qui” disse lui mentre guardavano un po' di TV...
“Anche
io sono felice che tu sia qui... non mi diverto molto in questa casa
tutta sola” risposi mentre lo fissavo avevo voglia di baciarlo di
nuovo, riusciva ad essere un bambino e un uomo dolcissimo allo stesso
tempo...
“Magari
potrei restare qui e lo scherzo a Lanie e Alexis lo facciamo domani
mattina...” ero felicissima che avesse chiesto di poter restare
così annuii e iniziai a baciarlo... Quel bacio iniziò come tutti
gli altri ma poi diventò molto più passionale mentre salivamo le
scale fino alla mia camera, continuando a baciarmi senza mai perdere
il contatto...
Quella
sarebbe stata una delle migliori notti della mia vita!
*Il mio angolino*
Non
so cosa dire di questo capitolo solo che è wow ... io mi sono
divertita moltissimo a scriverlo... Spero che vi piaccia :)
Grazie come sempre per seguirmi e per recensire!!! :D
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Capitolo 7 *** La mattina dopo... ***
7_ la mattina dopo...
7_
La mattina dopo...
*Kate*
Quando mi
svegliai ci misi un po' a ricordare tutto... poi mi girai e mi
ritrovai davanti il mio scrittore era stupendo mentre dormiva non
riusci a non sorridere per la posizione buffa in cui si trovava... lo
accarezzai dolcemente per tentare di svegliarlo...
“Buongiorno”
disse appena aprì gli occhi, quegli occhi stupendi in cui mi era
persa un sacco di volte e che tutte le volte mi trasmettevamo una
sensazione di pace e sicurezza...
“Buongiorno
a te” dissi allegra alzandomi dal letto e portandomi dietro il
lenzuolo... arrivai fino alla sua camicia la presi e la infilai...
“Mi sta
bene?” chiesi guardandolo e facendo una giravolta... mi fissava
imbambolato come sempre, ero troppo felice quella mattina per
iniziare a fare la detective scontrosa quindi mi avvicinai e lo
baciai...
“Allora
mi sta bene o no?” chiesi staccandomi da lui che sorrise
evidentemente era contento anche lui della notte appena passata...
“Ti sta
benissimo! Sa detective lei mi stupisce sempre... Questa parte
giocosa di lei non la conoscevo ancora” disse mentre mi tirava
facendomi ricadere sul letto...
“Tantissime
cose non conosce di me signor Castle” dissi avvicinandomi, lui mi
abbracciò e mi baciò, ma io mi divincolai e corsi via verso la
cucina gridando: “E' ora di fare colazione!”
Scesa in
cucina mi resi conto che faceva troppo freddo per andarsene in giro
solo con una camicia così tornai su e mi misi altri vestiti senza
però togliermi la sua camicia, aveva il suo odore e adoravo tenerlo
vicino perchè mi ricordava che ero riuscita ad abbattere il muro che
mi impediva di essere felice e mi ricordava anche che ora quello
scrittore da strapazzo era solo mio.
Quando
ritornai giù lui non si era ancora mosso dalla camera, forse si
stava vestendo... mi accoccolai su una poltrona vicino al camino, era
tutto come l'avevamo lasciato la sera prima, mi sentivo crudele
sapendo che avrei fatto uno scherzo alle due ragazze più importanti
della mia vita e che mi avevano regalato quella serata fantastica, ma
ero curiosissima di sapere come avrebbero reagito se dicevo loro che
la serata era finita male...
*Rick*
Mi stavo
rivestendo, o almeno mettendo i pantaloni, e intanto pensavo che
quella ragazza con cui avevo parlato poco tempo prima non
assomigliava affatto alla Detective Katherine Beckett, ma sembrava
una donna sconosciuta e molto felice che indossava la mia camicia...
Sorrisi a quel pensiero, non ero mai riuscito a immaginarmela così
spensierata, ma non potevo certo dire che non mi piaceva.
Scesi poco
dopo e la trovai seduta vicino al camino, si era cambiata, ma non si
era tolta la mia camicia... Mentre mi avvicinavo pensai a un modo per
farla spaventare, ma...
“Pensavo
che non volevi più scendere” disse lei girandosi con quel sorriso
magnifico stampato sul volto
“Adesso
mi spieghi come hai fatto a sentirmi” chiesi mettendo il broncio
fingendomi arrabbiato per non essere riuscito a sorprenderle, lei
rise forse stavo facendo una faccia divertente...
“Sono
pur sempre una detective devo stare attenta ai rumori e tu dovresti
sapere che non mi piacciano le sorprese, avrei potuto colpirti”
rispose alzandosi e avvicinandosi sempre di più fino a sfiorare le
mie labbra con un tenero bacio...
“Se mi
colpisci in questo modo va a finire che ti riporto a letto” dissi
con un sorriso malizioso, poi mi sedetti sulla poltrona e la tirai
per farla sedere in braccio a me... “Cosa mangiamo per colazione?”
chiesi poi fissandola e abbracciandole la vita...
“Non lo
so in realtà il frigo è in cucina e anche i mobili, quindi dovresti
lasciarmi andare se voi mangiare qualcosa...” disse guardandomi a
sua volta “... oppure possiamo stare in questa posizione
comodissima ancora per una altro po'” continuò sorridendomi e
sistemandosi meglio sulle mie gambe e appoggiando la testa sul mio
petto...
“Credo
che potremmo stare ancora un po' così... a me non dispiace per
niente” dissi dandole un leggero bacio sul capelli... Mi piaceva
moltissimo quella posizione, lei sembrava così fragile come una
bambina che voleva sentirsi coccolata e adoravo averla così vicina e
poter sentire il suo profumo...
Il mio
stomaco interruppe quel momento perfetto brontolando, Kate scoppiò a
ridere e si alzò andando verso la parte della stanza dove c'era la
cucina...
“Forse è
meglio se mangiamo qualcosa... il tuo stomaco ha ragione” disse
ridendo ancora di più mentre prendeva della uova e del bacon dal
frigo... “Ma sai che ore sono?” chiese alzando la testa verso
l'orologio con fare sconvolto... Mi avvicinai a lei e l'abbracciai da
dietro mentre tentava di prendere una padella... “No non lo so...
che ore sono?” chiesi anche se potevo benissimo alzare la testa e
guardare l'orologio appeso alla parete davanti a noi...
“Sono
le undici... di solito neanche quando sto male mi alzo più tardi
delle nove del mattino...” disse come se fosse la fine del mondo...
“Kate lo
sai che sei in vacanza vero? Non importa a che ora ci siamo svegliati
abbiamo tutto il giorno per noi” le risposi facendola girare verso
di me, non capivo cosa importava l'ora...
“Hai
ragione scusa è che di solito sono da sola e mi programmo la
giornata in solitudine...” rispose abbassando lo sguardo
“Ora ci
sono qui io quindi ci alziamo quando vogliamo e non programmiamo un
bel niente... E' noioso programmare... e tu non hai niente di cui
scusarti” lei mi sorrise mi avvicinai di più al suo orecchio e
sussurrai: “Ti amo”
Lei si
girò verso di me e vista la poco distanza che c'era tra di noi mi
rubò un altro bacio... “Anche io ti amo Rick e non sai quanto è
bello riuscire finalmente a dirtelo” disse sorridendo e arrossendo
per poi rigirarsi lentamente verso la nostra colazione...
“Ti devo
dire due cose... la prima è che è bello anche sentirtelo dire e non
sai quanto ho aspettato per questo” disse mettendomi di fianco a
lei per lasciarla cucinare mentre parlavo... “E la secondo è che
Rick mi piace molto di più di Castle” conclusi sorridendo, notai
che era arrossita leggermente forse non si era resa conto di avermi
chiamato per nome...
Il mio angolino *-*
Scusatemi
tantissimo per il ritardo... l'avevo scritto da un po' ma con gli
impegni della scuola non era riuscita a pubblicarlo ancora!!!
Allora a me è sembrato carino questo capitolo... voi cosa ne pensate? Vi piace la 'nuova' Kate?
Grazie a tutti e al prossimo capitolo! ;)
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Capitolo 8 *** La Nostra Vita! ***
8_ La Nostra Vita!
8_
La Nostra Vita!
*Kate*
All'inizio,
mentre facevamo colazione, mi ero maledetta per averlo chiamato Rick,
poi riflettendoci mi piaceva poterlo chiamare così non sole nei miei
pensieri.
Mentre
facevamo colazione chiacchierammo un po' e mi venne in mente lo
scherzo che avevamo programmato la sera prima...
“Prendi
il tuo cellulare!” gli ordinai mentre mangiavamo cercando di essere
seria, ma quando mi fissò con lo sguardo spaventato e un po'
preoccupato gli sorrisi e continuai la frase... “Voglio vedere se
Alexis ti ha scritto qualcosa... e poi noi dobbiamo fare uno scherzo,
giusto?” dissi sorridendo tranquillamente...
“Certo!
Vado... torno subito... tu non scappare” mi si avvicinò dandomi un
piccolo bacio e poi corse al piano di sopra, lasciandomi sola per
solo pochi minuti...
Mentre
scendeva stava leggendo qualcosa sul cellulare... la mia curiosità
stava diventando troppa e quindi mi avvicinai per scoprire cosa
leggeva di così interessante...
“Allora...
ti ha mandato un messaggio?” chiesi cercando di guardare da sopra
il suo braccio...
“Si,
tranquilla ora te lo faccio leggere...” disse passandomi il
cellulare “Detective non pensavo fosse così curiosa” aggiunse
poi quando gli strappai l'apparecchio di mano per poter leggere
tranquillamente...
Il
messaggio diceva:
'Vedo che
non sei ancora tornato, potrebbe essere un buon segno o forse Kate ti
ha ucciso XD... scusami ancora per le bugie, ma erano necessarie! A'
Al
pensiero che io avessi potuto ucciderlo mi venne immediatamente da
ridere, ma restai seria e ripassai il telefono al suo proprietario...
“Ero
curiosa perchè prima Lanie mi aveva mandato un messaggio anche a
me... era quasi uguale, ma lei non aveva ipotizzato che tu avresti
potuto uccidermi” ridemmo entrambi e poi ripresi a parlare...
“Allora,
io pensavo che potevo chiamarle e mettere in viva-voce durante lo
scherzo, però tu devi promettermi che non ti metterai a ridere ok?”
chiesi seria, volevo davvero far spaventare quelle ragazze...
“Ok...
ma non voglio essere troppo spietato... in fin dei conti sono loro
che hanno reso possibile tutto questo” rispose un po' dubbioso...
“Dai...
Ti prego! È solo uno scherzo... ti prometto che la telefonata non
durerà più di 5 minuti... voglio solo far credere loro che non è
andata bene, ok?” chiesi, anzi lo stavo quasi supplicando... Si
avvicinò e mi baciò per poi scuotere la testa...
“Mi
spieghi come potrei dire di no a quello sguardo?”
Sorrisi e
prendendo il cellulare in mano selezionai il numero di Lanie e misi
in viva-voce appena iniziò a squillare...
<
Pronto? >
<
Lanie... sei ancora con Alexis > dissi fingendomi triste...
< Si,
ti ho appena messa in viva-voce... E' successo qualcosa? Ti sento giù
di morale > guardai Rick dolcemente cercando di non ridere, lui
sembrava serio, ma si notava che stava trattenendo le risate...
<
Diciamo che non è andata come vi aspettavate voi... >
<
Come?! Cosa è successo?... Mio papà non è li con te... > la
seconda frase veniva da Alexis sembravano entrambe terrorizzate e
sconvolte... Rick mi fece notare che la non avevo più tempo per lo
scherzo...
< Ho
detto che non è andata come pensavate voi... mmm... anzi molto
meglio > dissi scoppiando a ridere e baciando l'uomo che avevo
accanto... < Oh avrei tanto voluto vedervi... >
<
Katherine Beckett mi vuoi spiegare cosa stai facendo! > Lanie
forse aveva capito e quel suo tono non faceva altro che far aumentare
le mie risate...
<
Secondo voi io avrei potuto ucciderlo e perdere l'occasione che mi
avevate offerto? > chiesi sconvolta, forse ero stata un po' troppo
cattiva, ma dovevo fare qualcosa ...
< Papà
visto che ormai sappiamo che sei li potresti parlare... non sono
ancora sicura del fatto che non ti abbia ucciso... dopo questo
scherzo crudele > disse Alexis con fare serio, forse avevo davvero
esagerato non volevo che sua figlia mi odiasse ancora prima di essere
entrata completamente nella sua vita.
< Sono
qui piccolina... e sto benissimo... In realtà comunque l'idea è
stata mia, così imparati a dirmi le bugie e tendermi le imboscate >
disse lui rimproverandola... sapevo che non ora vero ed era
dolcissimo a prendersi la colpa...
< Va
bene forse potrei perdonarvi... ma prima voglio sapere tutto...
perchè non tornate qui e raccontate tutto > continuò la piccola
Castle, questa volta con un tono molto più dolce e curioso...
< No
non possiamo abbiamo bisogno di parlare di alcune cose e poi te lo
riporto a casa... ma solo quando ho finito io con lui... > dissi
maliziosa... sentii entrambe le ragazze ridere...
< Te lo
lasciamo fino a questa sera... ma lo rivogliamo intero... e io voglio
te! > avvisò Lanie...
< Certo
tranquille... ora andiamo... e non azzardatevi a dire niente a
nessuno per ora > dissi seria...
<
D'accordo! Ciao! > e la chiamata finì...
*Rick*
Dovevo
ammettere che mi ero divertito tantissimo anche io con quello
scherzo, ma poi aveva detto che dovevamo parlare e non capivo di
cosa. Mi avvicinai a lei e la feci sedere di nuovo sulle mie gambe...
“Allora...
di cosa dobbiamo parlare?” chiesi un po' preoccupato...
“Ora noi
stiamo insieme... Giusto?” mi chiese ansiosa come se non fosse
abbastanza ovvio...
“Certo!
A meno che tu non voglia...”
“No
no... voglio!” rispose baciandomi... “Ma come lo diciamo agli
altri?” disse facendo una faccia corrucciata e davvero
dolcissima...
“Potremmo
organizzare qualcosa...” iniziai a proporre un po' titubante,
mentre lei si stava illuminando...
“Una
cena! Stasera! Voglio dirlo a tutti... ci devono essere tutti!”
disse felicemente, noi potei fare a meno di sorridere era troppo
bella con quel sorriso a 32 denti...
“Quanta
fretta... vuoi che mando un SMS ad Alexis e le dico di organizzare
ormai è parte della nostra relazione quindi perchè non
coinvolgerla?” dissi sorridendo mentre le accarezzavo i capelli...
“Si...
dammi il cellulare, scrivo io... e voglio dire a tutti il prima
possibile che ormai caro scrittore tu sei MIO” disse prendendomi la
mano che avevo sui suoi capelli e baciandola dolcemente...
“Certo
Detective! Ormai non ti liberi più di me... Te lo giuro non ti
lascerò mai più da sola, potrai contare su di me... Always!”
dissi e lei alzò lo sguardo dal telefono con uno sguardo che non
riuscivo a decifrare...
“Ti amo
Rick! Lo so che non mi sto comportando normalmente oggi, ma voglio
restare sempre con te, ho troppa paura di perdere un'altra persona
importante nella mia vita e quello che hai appena detto significa
moltissimo per me... Grazie!” parlò sorridendo, anche se le scese
una lacrima alla fine del discorso... Si stava aprendo con me e
questo mi faceva piacere, ma non volevo portare a galla ricordi per
lei dolorosi... La strinsi più forte a me e lei scoppiò a piangere,
aveva tanto bisogno di sfogarsi...
“Sai una
cosa, Kate...” dissi e poi aspettai che lei mi guardasse per
continuare... “Anche io ti amo come non ho mai amato nessuno... Tu
sei speciale e mi piace questo tuo comportamento... Mi piace che tu
voglia dire al mondo che sono tuo perchè io ne sono fiero di
appartenere ad una donna così bella e forte e non scapperò, non ti
lascerò mai... Non ti liberai di me finché non sarai tu a chiedermi
di andare via” continuai asciugandole le lacrime... ora mi stava
sorridendo e quella era la cosa più bella che avessi mai potuto
vedere...
*Kate*
Mi sentivo
benissimo tra le sue braccia e avevo davvero bisogno di sentire
quelle parole...
Lo baciai
perchè lo sentivo come l'unico modo per dimostrargli tutta la
gratitudine e la felicità che provavo in quel momento, era riuscito
a scacciare i miei pensieri tristi solo con delle semplici parole ed
era anche per questo che lo amavo riusciva a farmi sentire protetta e
al sicuro.
Passammo
il resto della giornata ad organizzarci per la sera, avevamo avvisato
Alexis che saremmo arrivati nel pomeriggio e sapevo di dovermi
preparare per un interrogatorio da parte della mia migliore amica e
Rick doveva cambiarsi...
Eravamo
appena scesi dal taxi che ci aveva portati a casa Castle... gli presi
la mano per farmi forza ero davvero molto agitato, forse Lanie e
Alexis erano ancora arrabbiate con me...
“Ehi
rilassati... sei tesissima, devi solo entrare in casa mia e subire un
piccolo interrogatorio e forse essere mangiata viva” disse
scherzando quando si accorse del mio stato d'animo...
“Scusa
lo so... è solo che Alexis non deve essere arrabbiata con me, è tua
figlia ed è importante che sia tutto a posto fra noi due” dissi
agitata, lui mi mise le mani sulle spalle e mi fece girare verso di
lui...
“Ascoltami
bene... Alexis ti adora e ha organizzato tutto perchè ci vuole
vedere finalmente felici e insieme, quindi non sarà un piccolo
scherzo a rovinare il vostro rapporto... e ora fai un respiro calmati
ed entriamo... Sei la Detective più in gamba di New York non puoi
essere spaventata da mia figlia!” disse facendomi coraggio per poi
riprendere la mia mano e andare verso l'ingresso... Ci aprì Lanie
che appena vide le nostre mani intrecciate si illuminò, forse non ci
credeva fino a quando non ci avesse visto insieme...
“Buongiorno
piccioncini!” disse quasi sussurrando “Scusate ma Alexis si è
addormentata sul divano... però ha appena finito di organizzare
tutto per questa sera... Avrebbe voluto rimanere sveglia ma è
crollata” disse con un tono molto dolce, indicandoci il divano...
“D'accordo...
cosa ha organizzato per la serata?” chiese Rick avvicinandosi al
divano e trascinandomi dietro di lui...
“Ha
detto a tutti di vestirsi eleganti, senza svelare niente sul motivo
della cena... Ora Castle se non ti dispiace ti rubo la tua partner
per renderla ancora più bella” disse prendendomi per la mano
libera e tirandomi...
“Ok! Ma
la rivoglio tra due ore” disse lui lasciandomi la mano, anche se io
non volevo perdere quel contatto neanche per un secondo.
Lanie mi
fece un mare di domanda riguarda alla serata, al cibo, alla notte...
era davvero curiosissima, ma non si era dimenticata di sgridarmi per
lo scherzo crudele di quella mattina...
Dopo
un'ora e mezza ero già pronta... così decisi di scendere in
salotto. Anche Rick era già lì aveva indosso un completo nero
classico, che però non avevo mai visto... mi avvicinai a lui e lo
abbracciai...
“Sei
bellissima!” mi disse a pochi centimetri dal mio orecchio...
“Anche
tu non sei male sai” risposi a tono avvicinandomi di più a lui...
“Siete
davvero bellissimi, lo sapete vero?” Entrambi ci girammo verso la
voce... era Alexis che si era svegliata ed ora era seduta sul divano
ad osservarci... Io arrossii violentemente, mentre Castle si sedeva
sul divano vicino alla sua piccolina, come la chiamava lui...
“Grazie
per tutto piccola... Se sono felice è perchè tu hai aiutato questa
donna stupenda con i suoi complotti segreti” disse ridendo ed
abbracciandola forte, per poi girarsi verso di me chiedendomi con gli
occhi di unirmi all'abbraccio... io ero molto titubante...
“Kate...
ho davvero voglia di abbracciarti... non sono arrabbiata te lo giuro”
disse Alexis alzandosi dal divano per raggiungermi e stringermi
fortissimo... “Però la prossima volta che fai scherzi del
genere... ti cancello dalla famiglia Castle!” disse seria per poi
scoppiare di nuovo a ridere...
“Tranquilla
la mia voglia di scherzi è finita” dissi, mentre anche Rick si era
unito all'abbraccio...
“Alexis,
ma la nonna dov'è?” chiese poi lui rendendosi conto di non aver
ancora visto sua madre...
“Tranquillo
papà... Arriverà in tempo per la cena... e io ora devo andare a
cambiarmi... Gli altri arriveranno fra poco” disse per poi
dileguarsi velocemente...
Quella
serata fu la più bella della mia vita... C'erano tutti; Esposito e
Lanie, Ryan e Jenny, Martha, Alexis e perfino mio padre... Quando
annunciammo di esserci messi insieme, tutti esultarono e passammo il
resto della serata tra abbracci e frasi come 'Era ora!' o 'Finalmente
ce l'avete fatta'...
Quella
sera era l'inizio di qualcosa di stupendo... Di una nuova vita e di
un nuovo mondo in cui io facevo ormai parte della famiglia Castle...
e finalmente io e il mio scrittore potevamo iniziare a vivere la
Nostra Vita!
*Il mio angolino*
Vi
ho fatto aspettare molto ma questo è l'ultimo capitolo ed
è anche il più lungo... Spero che vi piaccia come tutti
gli altri e che non siate delusi dalla fine! :D
Recensite
se ne avete voglia e un Grazie gigantesco va a tutti quelli che hanno
messo la storia tra le preferite, seguite o ricordate! :D
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