Never Without You

di Risu
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** My Wammy's life ● ***
Capitolo 2: *** Homeworks ● ***
Capitolo 3: *** What love is for you? ● ***
Capitolo 4: *** Distracted ● ***
Capitolo 5: *** A new friendship ● ***
Capitolo 6: *** Zombie 3 ● ***
Capitolo 7: *** When you smile ● ***
Capitolo 8: *** You drive me crazy ● ***
Capitolo 9: *** Sadness ● ***
Capitolo 10: *** Equivocal ● ***
Capitolo 11: *** Revenge ● ***
Capitolo 12: *** Don't leave me ● ***



Capitolo 1
*** My Wammy's life ● ***


[myMadness]
Mi sono sempre chiesta come sarebbe stata la mia vita se fossi vissuta alla Wammy's House.
Ovviamente, questo non lo saprò mai, ma ho deciso di provare ad immaginare la mia storia lì.
La mia avventura insieme ai miei personaggi preferiti di Death Note.
Ora che l'ho scritta, mi sento come se l'avessi vissuta e mi sono sentita di condividerla con tutti.
Questa è una fanfiction semplice e senza pretese, ma soprattutto è la mia prima fanfiction quindi abbiate pietà >.<
Vi lascio alla storia, Grazie.

Never without you .•●.


●•.My Wammy's life.

-Parker!-
La voce adirata del professore risuonò all'interno dell'aula come un tuono.
-Quante volte ti avrò detto che non puoi bere la CocaCola in classe!?-
Sobbalzai sul posto facendomi uscire buona parte di Coca dal naso per lo spavento, suscitando così le risa fragorose dei miei compagni.
L'insegnante non si era mosso dalla cattedra, con le braccia puntate sulla scrivania e lo sguardo fisso su di me, che attendeva impaziente una risposta.
Tentai di dire qualcosa, ma riuscii solo a biascicare qualche verso indefinito prima che egli parlasse nuovamente.
-Silenzio!-
E l'intera classe fu zittita, mentre io a malincuore mettevo via la lattina ancora mezza piena.-Allora prima di andare devo informarvi che domani inizierà il programma di Educazione Sessuale del 2° anno! Quindi mi aspetto da voi un
comportamento maturo ed esemplare!-
E intanto si sentivano già i risolini delle ragazze e i commenti più o meno educati dei ragazzi.
*Driiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiin*
Finalmente l'ora di pranzo!
Quella mattina non avevo fatto colazione e stavo letteralmente morendo di fame, ciò fu confermato da un più che udibile boato che uscì dal mio stomaco.
-Wow qualcuno sembra affamato!-
Con la mano destra appoggiata sulla mia spalla, Matt sorrise portandosi i suoi soliti goggles arancioni sopra la testa con la sinistra.
-Ehmbè cosa pretendi? Stamattina non ho mangiato niente..- dissi con aria sofferente.
-Beh allora rimediamo subito!- e così dicendo mi prese per mano e mi trascinò fino alla sala mensa.
Velocemente prendemmo un vassoio e ci mettemmo in fila.
La mensa a pranzo era sempre affollatissima ed era impossibile camminare senza scontrarsi con tutto e tutti, invece a cena era decisamente meno caotica perché ognuno poteva scendere a mangiare quando voleva, mentre a quest'ora avevamo poco tempo prima di tornare a lezione.
Riuscimmo miracolosamente a farci servire abbastanza in fretta e ci sedemmo al nostro solito tavolo con il nostro gruppo.
I ragazzi che frequentavamo non erano veri e propri amici ,erano conoscenti, mentre l'unico vero amico che avevo era Matt e viceversa.
Ci eravamo conosciuti un anno e mezzo prima quando lui arrivò alla Wammy's.
Io ero lì da pochi giorni e avevo già molti amici superficiali, grazie al mio carattere estremamente estroverso, ma di lì a poco arrivò un nuovo ragazzo che venne collocato in con me..

-Ciao!-
-Ciao-
-Ti chiami Mail vero?-
-Sì, ma per gli amici sono Matt-
-Piacere Matt, io sono Eleanor! Ma tu puoi chiamarmi Ely! ..Wow che belli!!-
-Cosa?-
-Quegli occhiali che hai in testa!-
-Ah,grazie-
-Posso provarli??-
-Ehm non lo so, ci tengo molto-
-Per favoreee! Prometto che te li ridò tutti interi!-
-Ok..-
-Allora? Come sto? Ehi ma si vede tutto arancione attraverso questi cosi, forte!-
Un piccolissimo, impercettibile sorriso si dipinse sul suo volto.
***
-A cosa stai giocando?-
-Pes..-
-Naaah..è cento volte meglio Fifa!-
-Ti piacciono i videogiochi?-
-Scherzi? Li adoro! Anche se quelli sportivi non sono proprio il mio genere..-
-E allora che genere ti piace?-
-Mmm..azione, picchiaduro, di guerra..-
-Lo conosci Naruto Shippuden per PS?-
-Ovvio!-
-Allora..beh, ti va di fare una partita?-
-Sìì! Io voglio usare Sasori!-
-Cosa? Nono, lui lo uso io!-
-Pazienza.. vada per Hiruko!-
Sorrise di nuovo e da allora non smise più.

Da quella volta diventammo migliori amici e scoprimmo di avere tantissime cose in comune.
Finito di mangiare decidemmo di andare fuori per goderci quel poco tempo che rimaneva per oziare.
Ci dirigemmo verso il cortile interno dell'edificio e ci sedemmo sotto un albero qualunque; Matt a fumare e io a bere Cocacola.
-Che palle..- sbuffò Matt, per attirare la mia attenzione.
Mi girai verso di lui, i suoi capelli ondeggiavano piano spinti dal vento leggero, la testa era poggiata sulla sua spalla e una sigaretta fumante penzolava dalle sue labbra.
-Che c'è?-
-Niente, è che domani c'è la lezione di Educazione Sessuale..-
-Ah già.. e quindi?-
Sospirò -E quindi spero proprio di non finire in coppia con qualche oca! E poi ti immagini l'imbarazzo?- aggiunse scocciato.
-Coppia?- chiesi curiosa.
-Uhm..? Ma non lo ascolti il prof?- domandò con un sorriso beffardo in viso.
Mugugnai sconcertata tentando di ricordare il discorso dell'insegnante. Nada.
Feci le spallucce e gli feci segno di continuare.
-Ha detto che si formeranno delle coppie per i vari esercizi!- concluse dando un ultimo tiro prima di gettare la sigaretta lontano, nell'erba.
-Ah..che tipo di esercizi?- chiesi impertinente facendogli arrossire visibilmente le gote.
-E io che diavolo ne so!?- esclamò prima di alzarsi e porgermi la mano per aiutarmi a sollevarmi.
Alzandomi più lenta di un ottantenne con il mal di schiena venni quasi accecata dal bagliore che i goggles di Matt emisero colpiti dal sole del pomeriggio.
Strizzai gli occhi e feci per imprecare, quando suonò la campanella, segno che dovevamo rientrare.
E di nuovo giungemmo in classe, mentre io ancora vedevo qualche macchia di colore qua e là.
Dopo 2 ore di matematica mi sentii la testa scoppiare, avevo bisogno di una Coca.
Velocemente io e Matt prendemmo tutte le nostre cose e schizzammo in camera.
...
-Io faccio una docciaaa!- gli urlai dal bagno.
-Okkkk!- sentii in risposta; così azionai l'acqua calda e mi spogliai, ma poco prima di entrare nella cabina l'occhio mi cadde sulla vasca.
“Magari potrei fare un bagno..” pensai, e difatti dieci minuti dopo ero immersa nell'acqua bollente fino al collo.
Affondai più a fondo bagnando le punte color miele dei miei capelli e mi rilassai scendendo
sempre di più con la testa sotto il livello dell'acqua, cadendo quasi in trance.
Improvvisamente sentii bussare alla porta talmente forte che per un attimo credetti che sarebbe caduta e per poco non affogai dallo spavento.
Ma che cavolo poteva esserci di così urgente da disturbare il mio profondo stato di quiete??
-Ely sono Matt! Posso entrare??- la sua voce sembrava agitata e impaziente.
-Perchèè?- chiesi.
-Mi scappa!! Non la tengo più!- disse in tono quasi supplicante.
“Ah ecco svelato il mistero!” pensai.
-Ma sono nella vasca!- ribattei seccata.
-Vabbè non guardo dai!- lo sentivo dall'altra parte della porta saltellare come un grillo per non farsela addosso.
-Uffa..Entra dai!- dissi rassegnata.
La porta si spalancò sbattendo con un tonfo sordo contro il muro, mentre Matt attraversava il bagno balzellando e correndo.-Grazie grazie grazie grazie grazie!- disse tra un saltello e l'altro.
Quando cominciò a slacciarsi i jeans diventai paonazza.
-Ma cavolo, senso del pudore zero, eh!?!- dissi girando la testa da un lato per non vedere.
-Bah, per me puoi anche guardare, non mi dà fastidio!- ribatté con una risatina.
-Blaaach, Matt muoviti e vattene!- gli intimai ridendo a mia volta, mentre uno scroscio di sottofondo riempiva la stanza.
-Aaaaaaaaaaah sì, ci voleva proprio!- concluse lui con aria decisamente soddisfatta tirando lo sciacquone.
-Ecco adesso esci!- gli intimai schizzandolo d'acqua e schiuma.
-Hahaha..vado vado!- rispose lui correndo fuori dal bagno prima che lo infradiciassi.
Il mattino seguente mi svegliai, prima che suonasse la sveglia, un po' agitata.Seppur non capendo bene il motivo di tale ansietà, incolpai l'imminente lezione di Educazione sessuale, in particolare il fatto delle coppie che mi aveva abbastanza turbata.
Mi preparai con calma, mentre Matt dormiva ancora beatamente.Prima di scendere a fare colazione lo osservai.
Dormiva così bene che non me la sentii di svegliarlo, tanto a breve sarebbe trillata la sveglia.
Finito di mangiare misi il vassoio con i pochi residui del pasto nell'apposito carrello.
Prima di voltarmi ed incamminarmi verso la classe un rumoroso -Buongiornooooo!- mi prese alla sprovvista.
-Sì buongiorno anche a te megafono ambulante!- risposi girandomi per vedere Matt che sorrideva tutto contento.
-Come mai tutto questo entusiasmo oggi?- domandai sturandomi un orecchio con un indice.
-Mah,così..-“Così..? Non me la dai a bere Matt!” pensai.
-Invece tu? Non sembri molto allegra..- disse scrutandomi e assottigliando gli occhi a due fessure.
-Anch'io, così..- giustificai; e in breve ci dirigemmo verso l'aula in assoluto silenzio.
...
-Buon dì ragazzi!- squittì una vocina flebile e sgraziata.
-Io sono la professoressa Hall, e sono qui per introdurvi alla sessualità!-

Continua... .•●

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Capitolo 2
*** Homeworks ● ***


 

●•.Homeworks.


 

Immediatamente la classe divenne tutto un brusio di voci e risolini maliziosi, sotto lo sguardo miserevole dell'insegnante che era sicuramente abituata a certe situazioni.
Finalmente cominciò a parlare e dopo un interminabile discorso sulla meccanica sessuale e una spiegazione (forse troppo) dettagliata degli organi riproduttivi, l'insegnante esclamò -Adesso formiamo le coppie di studio ragazzi!- e la stanza si riempì di un silenzio d'attesa impaziente.
Poi la prof aprì uno scricchiolante cassetto della scrivania, estraendone una piccola scatola metallizzata.
Dopo averla aperta ne tirò fuori due bigliettini con sopra i nomi che sarebbero andati a formare la prima coppia -Jeevas e Wright!-
"Wow l'hanno estratto subito!" pensai rivolta a Matt, e subito mi guardai attorno in cerca di Hester Wright, una ragazzina dai capelli biondi scuri e un paio di occhiali quadrati che andavano a coprire dei bellissimi occhi azzurrini, che in questo
momento sembravano brillare.. di gioia?
Notando che anche Matt si era girato verso di lei gli diedi una gomitata che lo fece trasalire.
-Direi che sembra contenta! Hahaha- commentai.
Lui in tutta risposta mi diede uno spintone che quasi mi fece cadere dalla sedia.
-Dici?- mi disse serio osservandomi attraverso gli occhialoni.
-E tu Matt?- aggiunsi sfrontata -Tu sei felice?-
-Io? Nooo, ma va.. Nononono è escluso!- esclamò quasi urlando.
-Se lo dici tu..- ridacchiai sotto i baffi.
Non credevo che a Matt potesse piacere quella ragazza.
"Beh, non sono affari miei" pensai ancora sogghignando.
Dopo innumerevoli altre coppie finalmente lo sentii, il mio nome.
-Parker e...- disse la professoressa, mentre si apprestava a prendere un secondo foglietto.
Sembrava una scena da film a rallentatore, la mano dell'insegnante che lenta prendeva il biglietto e ancor più lentamente lo apriva.
-Dai, dai, muoviti!- sussurrai.
-Keehl!- concluse mostrando un sorriso a 32 denti, palesemente forzato.
Che cosa??
No! Lui no! Mello no!
Mi voltai a sinistra, e proprio nel banco di fianco al mio c'era l'unico stramaledetto compagno di classe col quale non avevo mai scambiato nemmeno una singola, piccolissima, insignificante parola.
Ma tra tutti gli studenti che c'erano proprio lui doveva capitarmi?
Proprio il compagno di classe per il quale avevo sempre avuto una cotta?
Eh già, era dalla prima volta che lo avevo visto che mi era piaciuto.
Ma per ora era solo attrazione fisica, anzi a livello di carattere mi stava anche abbastanza antipatico, ma forse prima di giudicarlo avrei dovuto conoscerlo.
"Andiamo bene.."
Incontrai il suo sguardo gelido, che cominciò a squadrarmi da capo a piedi, per finire con un volutamente rumoroso sbuffo.
“Ma chi cavolo si crede di essere?? Sbuffare? A me?? Ma come si permette?” pensai.
Ingoiai a fatica tutte le imprecazioni che mi stavano attraversando la mente e le sostituii con un grosso, fintissimo sorriso, che venne subito ricambiato da un'occhiataccia.
Contorsi il viso in una smorfia e strinsi i denti, ma quando feci per dirgli qualcosa venni bruscamente interrotta dalla campanella che subito mi riportò alla realtà.
-Va bene ragazzi, prima di andare vi darò queste schede di esercizi da fare con il vostro compagno di studio!--E ricordatevi che sono per mercoledì prossimo!- così dicendo la prof incominciò a distribuire gli esercizi.
Osservai attentamente le 28, ripeto, ben 28 schede!
*Esercizio 1.
Insieme al vostro compagno parlate di ciò che per voi significa “amore” e cosa significa “sesso”.
“Cominciamo bene..” pensai abbattuta.
*Esercizio 2.
Eseguite uno schema dettagliato sugli organi riproduttivi.
*Esercizio 3.
Fate una breve ricerca sulle malattie trasmissibili sessualmente e sui contraccettivi che andrebbero sempre utilizzati per prevenirle.
E così via, con molti altri esercizi simili e altrettanto imbarazzanti, in particolare per una persona (in queste cose) timida come me.
Immediatamente persi il filo dei miei pensieri sentendo una dolorosissima fitta da dietro.
-#°!!*+ç=@?... Ma porc...- mi girai e vidi Mello che mi stava ancora punzecchiando l'incavo della schiena con una matita appuntita a morte!In quel momento l'avrei usata volentieri per accoltellarlo, ma decisi di trattenermi e mi limitai a sfoggiare l'ennesimo sorriso idiota.
Mi alzai dalla sedia e mi rivolsi a lui
-Sì?-
Dopo avermi fissata a lungo, quasi come per analizzarmi iniziò a parlare.
-Allora Parker, visto che purtroppo sono capitato in coppia con.. 
te- disse mettendo una buona dose d'odio in quel “te” -...voglio subito mettere in chiaro un paio di cose!-
Il suo tono autoritario mi infastidì fin da subito ma non potei far altro che ascoltare in silenzio avvolta dalla soggezione.
-Uno, comando io; due, vedi di darti da fare con questo compito perchè voglio prendere un 10, e oggi alle 16.00 in punto, non un minuto di più, non un minuto di meno, in mia!-
Così dicendo girò sui tacchetti dei luccicanti anfibi color petrolio, incamminandosi a passo fiero verso il corridoio.
Io ero ancora imbambolata in procinto di dire qualcosa.
-Aspetta!-
Si voltò interrogativo e lo raggiunsi subito.
-Qual'è la tua stanza?- chiesi arrossendo senza un motivo preciso.
-32- disse spiccio, ricominciando la sua camminata.
-O-ok..- soffiai, incantata a guardarlo allontanarsi, con lo sguardo involontariamente fisso sul suo fondoschiena stretto in dei pantaloni di pelle lucidissimi che lasciavano veramente poco all'immaginazione.
“Beh..Mica male..” pensai.
Immediatamente scossi la testa per scacciare quel pensiero equivoco.
-Wow, ma che simpatico..- disse un voce troppo familiare.
E immediatamente ricevetti un forte ceffone sulla schiena.
-Matt! Vuoi farmi sputare i polmoni??- gli urlai molto elegantemente in faccia.
-Hahaha, vedo che ti piace il tuo compagno eh!?- ribatté sarcastico.
-Giàà..ci divertiremo un sacco..- sbuffai anch'io ironica.
-Allora ci vediamo dopo Maaatttt!!- la voce di Hester risuonò per tutta l'aula.
-Certoooo! A dopoo!- rispose lui girandosi verso di lei e agitando le mani come un ossesso in un improbabile tentativo di salutarla.
-Sembrate già una bella coppietta!- sghignazzai.
-Eh? No, ma, cioè..dai, perchè..sì, beh...-
-Sì vabbè ho capito tutto.. dai andiamo!- conclusi piuttosto divertita e iniziammo a camminare.
-Momento!- esclamai d'un tratto alzando un braccio davanti a Matt per bloccarlo.
-Che cos'abbiamo adesso?- non mi ricordavo che materia avremmo avuto, forse ero troppo sovrappensiero.
-Arte..- mi rispose annoiato; Matt odiava arte!
-Sììì è vero! Evvivaa!- gli presi la mano e lo trascinai quasi di peso, saltellando allegramente verso l'aula di laboratorio.
-Buongiorno!- mi rivolsi raggiante all'insegnante che ricambiò -Buongiorno!-
Velocemente, facendomi strada nell'andirivieni della classe, aprii l'armadietto e ne tirai fuori una scultura di creta con sopra uno strofinaccio per tenerla umida.
Riposi lo straccio e dovetti nuovamente farmi largo fra gli altri studenti anche loro in cerca del loro materiale; infine mi sedetti vicino a Matt che svogliatamente stava tirando fuori pennelli, tempere e oggetti vari per il nostro progetto.
Avevamo cominciato una scultura di uno Shinigami, e stava anche venendo piuttosto bene, ero sicura che avremmo preso almeno 9!
Passate un paio d'ore suonò la campanella del pranzo e dopo aver riposto il materiale ci dirigemmo affamati verso la mensa.
***
La giornata passò svelta e in un baleno furono le 16.00.


Poco prima che uscissi dalla stanza per andare da Mello sentii bussare alla porta.
-Chi è?- chiesi, ma ancor prima di ricevere una risposta, Matt urlò di gioia.
-E' Hesterrrrrr! Vado io!!- squittiva peggio di una scolaretta innamorata.
-Ah ok- risposi ridacchiando sottovoce per il comportamento anomalo che quella ragazza gli causava.
Li raggiunsi tranquillamente -Ciao Hester!- esclamai sorridente.
-Sì ciao..- rispose annoiata evitando di guardarmi.
Un po' imbarazzata, nonché confusa, decisi di dileguarmi.
-Vabbè vado a studiare anch'io! A dopo!-
-A dopo!-
L'unica voce a rispondermi fu quella di Matt.
Uscii dalla porta e senza preoccuparmi più di tanto per la scortesia che Hester aveva mostrato nei miei confronti mi avviai verso la camera 32. 


Continua... .•●

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Capitolo 3
*** What love is for you? ● ***


●•.What love is for you?


 

*Toc Toc Toc*
Nessuna risposta.
Notando che la porta era aperta decisi di entrare lo stesso.
Appena misi il naso dentro la stanza mi trovai davanti un ragazzino basso, dai capelli bianchi, la pelle bianca, i vestiti bianchi e gli occhi grigi e spenti.
-Ehm..scusami, ho bussato e non ha risposto nessuno perciò..- tentai di giustificarmi.
-Non fa nulla. Cerchi Mello vero?-
-Sì dobbiamo fare alcuni esercizi..-
-Aspetta qui, vado a chiamarlo..-concluse secco.
-Ah comunque piacere! Mi chiamo Ely!- dissi prima che si voltasse, porgendogli gentilmente la mano e sfoggiando un gran bel sorriso.
-Piacere..- rispose disinteressato, ignorando il mio braccio sporto in avanti.
Detto questo si trascinò verso una porta sparendovi all'interno senza nemmeno dirmi il suo nome.
Quella stanza era molto grande rispetto alla mia: aveva un'entrata con un divano in pelle beige, una tv , una libreria in legno scuro e un grosso tappeto color avorio al centro; poi vi era un piccolo corridoio sulla destra nel quale erano situate tre porte, una collegata al bagno e le altre due ad altrettante camere da letto separate.
Mentre nella mia stanza tutto il mobilio era situato nell'unico locale che c'era, oltre al bagno.
Inoltre non c'erano né un divano né una libreria, ma solo qualche mensola e un piccolo televisore.
“Che ingiustizia.. perchè loro hanno questa specie di suite e io il monolocale?” pensai.
Nell'attesa mi sedetti comodamente sul divano e udii delle voci provenire da una delle due camere da letto in cui era entrato quel ragazzo così bizzarro.
-C'è qui una certa Ely..- disse una prima voce.
-Ma chi diavolo ti ha detto che potevi entrare brutto idiota?!?- esclamò la seconda voce evidentemente arrabbiata.
-Ti ho detto che questa zona per te è off-limits! Dille che arrivo e porta il culo fuori da qui!-
Dopodiché vidi il ragazzino bianco venire (letteralmente) buttato fuori dalla stanza con un calcio in culo.
Ma il bimbetto non mutò la sua espressione annoiata che gli conferiva un'aria terribilmente flemmatica.
“Chissà quanti anni ha.. Sembra piuttosto piccoletto” pensai seguendolo con la coda dell'occhio mentre si rialzava da terra e si dirigeva verso di me, strascicando i piedi.
-Arriva..- disse, per poi svanire in un ulteriore stanza.
“Che tipo strano, mi sembra l'omino dello zucchero” risi da sola pensando all'omino dello zucchero, che senza nessuna motivazione particolare mi faceva sempre sbellicare dalle risate.
Annoiata tirai fuori una CocaCola dal mio zaino che avevo appoggiato per terra e cominciai a bere, almeno per passare il tempo, finché una voce proveniente da dietro, sebbene non fosse forte o aggressiva, mi fece quasi sobbalzare.
-Ben arrivata- disse il biondo quasi forzatamente.
Si sedette vicino a me tirò fuori una miriade infinita di volumi di scienze.
-Ehm, sì..grazie..-risposi sorridendo imbarazzata mentre fissavo quei libri che uno alla volta venivano gettati senza pietà sul tavolino davanti a noi con un tonfo.
Sembravano non finire mai.
-Ok al lavoro!- disse tirando fuori anche una tavoletta di cioccolato e cominciando a scartarla.
-Che dobbiamo fare?- domandai un po' spiazzata.
-Beh direi di cominciare dal primo esercizio no!?- mi schernì, sventolandomi davanti al viso le schede degli esercizi che ci erano state consegnate quella mattina e addentando quadratino di cioccolata.
Mi limitai a rispondere un insicuro “Ok” tirando fuori anche le mie.
-Allora..- cominciò a leggere a voce alta la traccia.
-Sembra facile..-si disse.
-Bene..che cos'è per te l'amore?- mi chiese per nulla a disagio, sicuramente la risposta non gli interessava.
-Ehm, cosa? N-non lo so..- balbettai turbata.
-Per te?- gli domandai a mi volta cercando di passare a lui la domanda.
-Mmm.. beh io non avendo mai provato amore per nessuno, non posso saperlo!- rispose sicuro.
-Cosa? Per nessuno??- replicai incredula.
-Sì- chiarì, irritato dal mio tono di voce alquanto polemico.
-Ma..è impossibile! Insomma non hai mai avuto neanche una piccola cotta?- richiesi insistente.
-No- finì deciso assottigliando gli occhi.
Sinceramente non gli credevo.
Mentiva, perchè per quanto una persona goda di un ottimo autocontrollo o sia sommamente intelligente, non può sfuggire alle proprie emozioni.
-E allora come descriveresti l'amore non avendolo mai conosciuto?- domandai con aria di sfida.
-Dal punto di vista scientifico, direi che l'amore è un impulso dei nostri sensi che ci spinge verso una determinata persona- concluse sorridendo soddisfatto.
-Beh non fa una piega- commentai ridente.
-Continuiamo..- disse scrivendo un paio di appunti sulla scheda.
Andammo avanti così per qualche ora, lui leggeva e svolgeva gli esercizi mentre io non cercavo nemmeno di collaborare, tanto era lampante che non avrebbe accettato il minimo aiuto se non fosse stato richiesto nei compiti.
Mi limitai ad osservarlo scrivere ed elaborare senza sosta, senza fermarsi se non per addentare occasionalmente della cioccolata extra fondente.
Era indubbio che preferisse lavorare da solo.
Però stare ferma a guardare, senza che mi fosse concesso di contribuire non era nel mio modo di fare.
-Sicuro di non volere una mano?- chiesi esitante, temevo di infastidirlo di nuovo.
-Sicurissimo- tagliò, senza smettere di trascrivere sul foglio.
-Ma non dovrebbe essere un lavoro di coppia?- domandai insistente.
-Sì ma tu non mi saresti utile, non hai un'intelligenza sufficiente per esserlo, quindi non vedo il motivo di intraprendere una collaborazione quando è ovvio che da solo farei un lavoro migliore-
-Ah..- commentai un poco delusa.
-Aspetta mi stai dando della stupida??-
-Senti, visto che non stai facendo niente, a parte bere litri di veleno (si riferiva alla CocaCola), mi lasceresti lavorare in pace??-
-Beh non hai tutti i torti..in effetti mi sto trastullando da quasi 3 ore..Hahaha..- come al solito, anche dopo essere stata insultata apertamente, non potei far a meno di prenderla con ilarità.
-Tre ore?? Ma è tardissimo!!- esclamò allarmato.
-Che ore sono?- chiese scattando giù dal divano e saltando il tavolinetto basso con un'acrobazia degna dei migliori ginnasti.
-Mmh..- presi fuori il mio cellulare per poi constatare che erano le 18.53.
-Perchè? Hai fretta?-
-Cazzo, tra meno di dieci minuti devo essere all'appuntamento con Elle!- rispose guardandomi come se fosse la cosa più ovvia al mondo.
-Ah già- esclamai con le idee più chiare.
Elle.
Tutti alla Wammy's House lo veneravano quasi fosse un dio.
Che ci trovassero in lui poi, proprio non lo so..
Sì, insomma era sicuramente un detective intelligente e di successo, forse un genio, ma a parte quello?
Personalmente non avevo mai provato il minimo interesse per Elle, ma non avevo nulla contro di lui; più che altro mi rimaneva totalmente indifferente.
Sospirai.
Una volta al mese veniva in visita e incontrava i 3 migliori studenti dell'istituto: Nate River, Mihael Keehl e Mail Jeevas.
Gli altri alunni non ne erano al corrente, e io lo sapevo solo perchè mi era stato rivelato da Matt.
Adesso che ci penso.. non avevo proprio idea di chi fosse Nate, o come lo chiamavano tutti Near..
L'avevo solo sentito nominare ma non conoscevo il suo aspetto o la sua età.
Interruppi il flusso dei miei pensieri quando vidi il ragazzino bianco sgusciare fuori dalla stanza nella quale era entrato qualche ora addietro senza più uscirne.
-Stupido, idiota!- sbraitò Mello mentre cercava di infilarsi gli anfibi neri saltellando qua e là.
-Perchè non mi hai avvertito che mancava poco all'incontro con Elle?? Brutto...-non riuscì a finire l'insulto che quasi inciampò in una piega del tappeto.
L'altro arricciandosi i capelli albini si diresse verso la porta che aprì per poi richiuderla silenziosamente alle sue spalle.
Abbastanza confusa decisi che era meglio dare segni di vita ed uscire dal ruolo di spettatrice della commedia in corso.
Mi alzai pigramente dal divano che per quasi 3 ore aveva accolto il mio gentil sedere e che ora mostrava un solco abbastanza profondo.
Mi fermai qualche secondo a riflettere su quanto dovevo essere pesante per aver lasciato un solco del genere, poi riscossi la testa e capii che era meglio congedarsi.
-Beh allora io vado!-
-Sì. Domani alla stessa ora..- rispose indifferente.
-Oook!- risposi cortesemente ignorando i suoi modi sgarbati e ostili.
Chissà perchè cominciava a diventarmi simpatico..
-Però!- aggiunse -Non qui, in sala computer- specificò.
-Ok, a domani allora!-
Presi lo zaino ponendomelo su una spalla e uscii dalla porta, notando la sagoma del bimbetto in bianco girare l'angolo in fondo al corridoio.
Camminando verso la mia avvertii un presentimento..

 

 
Presi il cellulare e composi il numero di Matt.
*Tuu tuu.. tuu tuu..*

-Pronto?-
-Matt sono io-
-Ah ciao, che c'è?-
-Tra cinque minuti hai l'incontro con Elle-
-Oddio l'incontroooo!!-
Dopo di ché sentii solo un gran frastuono provenire dall'altro capo del telefono, così prima che mi scoppiassero i timpani riagganciai.
“Lo sapevo che si era dimenticato..”

Continua... .•●

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Capitolo 4
*** Distracted ● ***


●•.Distracted.


 

-Ti ha parlato di me??- chiesi sbarrando gli occhi e chinandomi in avanti di scatto.
-Eh sì!- mi rispose Matt, allontanandosi lievemente evitando una violenta testata.
-E che ti ha detto??- domandai sempre più curiosa.
-Sicura di volerlo sapere?- chiese a sua volta, predisponendomi per una risposta sgradevole.
-Certo che voglio saperlo! Daiii.. dimmelo, dimmelo, dimmelooo!- gridai scuotendolo per le braccia, facendo così tremare tutto il letto sul quale stavamo seduti, uno di fronte all'altro.
Fece un tiro alla sua sigaretta e buttò fuori una nuvola di fumo grigiastro che mi colpì in pieno viso.
-Dice che sei una stupida ragazzina che ride sempre, noiosa e superficiale. Ah, e dice anche che le tue lattine di Coca te le ficcherebbe volentieri nel..-
-Ok, ok ho capito, non c'è bisogno di enfatizzare! Quindi è questo che pensa?-
-Questo è quello che mi ha detto..-
-Beh, presto cambierà idea! Bwhahaha!- risi in modo agghiacciante intrecciando le mani.
Ci mancava poco che mi uscissero i lampi di malvagità dagli occhi.
-Così mi fai paura!- esplicò Matt preso dalla mia risata dannatamente contagiosa.
Mello gli aveva detto queste cose quella stessa sera quando si erano visti all'incontro con Elle.
Facevo finta di passarci sopra, ma in realtà quelle parole mi avevano ferito profondamente..
Non credevo di apparire così futile agli occhi degli altri.
Ma dopo tutto non era forse quello che volevo?
Sembrare serena e spensierata, coprendo il mio vero essere con ilarità? Sì.
-Ma come mai ti interessava tanto sapere quello che pensa di te?- chiese lui schiacciando la sigaretta nel portacenere annerito, nel quale giacevano già numerose cicche.
-No boh così..a caso.. Solo per sapere...- e senza rendermene conto arrossii violentemente.
Ormai era quasi notte fonda e la luce lunare filtrava debole dalla finestra, illuminando i nostri volti della sua opacità.
Nessuno dei due aveva molto sonno.
-E invece tu?-
-Cosa?-
-Come va con Hester? Eh!?- domandai ridacchiando.
-Cosa? Hester? Niente dai..bene..cioè..perchè, sì dai così..- balbettò vagando con lo sguardo per tutta la stanza, evitando di guardarmi negli occhi.
-Hahaha.. ti piace proprio eh?- gli chiesi fissandolo insistentemente.
Senza che me ne accorgessi il mio tono di voce era diventato più serio e la mia espressione più dolce.
-Già..- rispose lui, sorridendo malinconico.
Abbassò lo sguardo e poggiò i suoi goggles sul comodino.
-Ehi, guarda che anche tu le piaci!- dissi per rassicurarlo, avevo notato l'insicurezza nella sua voce.
-Come fai a dirlo?-
-Diciamo che tra ragazze si vede. Non puoi capire, è roba da femmine!-
-Tu? Una femmina? Ma se sei un maschiaccio!- rise fragorosamente.
-Non è vero!!- replicai incrociando le braccia imbronciata.
-Sei il mio maschiacciooo!- esclamò nuovamente Matt saltandomi addosso e abbracciandomi forte.
Era una bella sensazione, mi sentivo tranquilla e protetta.
-Stupido..- dissi accennando un sorriso.
Continuammo a parlare per qualche ora, finché il sonno ci prese e ci addormentammo quasi insieme.
***
La mattina dopo mi svegliai colpita dai raggi del sole, che impetuosi sovrastavano il letto illuminandolo di luce intensa.
Improvvisamente sentii uno strano suono.
Individuai il rumore molesto vedendo Matt russare come un ippopotamo e sbavare a bocca aperta sul cuscino.
Feci una smorfia a metà tra lo schifato e l'amorevole.
Buttai un occhio alla sveglia e constatai che erano le 7.11.
Mi guardai attorno, e capii che mi ero addormentata con la testa ai piedi del letto.
Mi alzai pigramente e sollevai le coperte scoprendo parte delle gambe di Matt.
Sogghignai e cominciai a fargli il solletico sotto la pianta dei piedi.
-Sveglia dormiglioneeee, è mattinaaa!!-
Immediatamente iniziò a ridere e a dimenarsi freneticamente, rischiando così di darmi qualche calcio in faccia.
Quando decisi che aveva sofferto abbastanza mi arrestai e ridacchiai compiaciuta portandomi le mani ai fianchi.
-Questa me la paghi..- disse lui con la testa affondata sul cuscino e la voce ovattata.
Ancora sghignazzando mi avviai verso il bagno.
Mi sciacquai il viso, le mani e i denti.
Uscendo trovai il rosso intento a frugare nell'armadio in cerca dei suoi vestiti.
-Se devi andare in bagno io ho finito..- gli feci notare lanciandogli un'occhiata di scherno.
-Mhmm.. Ok..- rispose entrandovi quasi barcollando ancora scosso dal sonno, con in mano una maglia a righe nere e rosse e dei strappati.
Seguendo il suo esempio presi un paio di pantaloncini di 
jeans, una maglia a maniche lunghe color grigio opaco e un gilet nero.
Indossai i vari indumenti e vagai per la 
camera a caccia delle mie All Stars nere.
Ficcai la testa sotto al letto e allungando un braccio, tanto da rischiare una lussazione, le tirai fuori.
Mi sedetti per terra e me le infilai lentamente, sbadigliando e stiracchiandomi lievemente.
Dopo qualche minuto Matt uscì dal bagno già vestito, ogni traccia di sonnolenza era sparita e sembrava completamente rigenerato.
-Hai visto i miei stivali?- chiese facendo schizzare lo sguardo in tutte le direzioni.
-No..prova sotto al tuo letto, le mie scarpe erano lì-
-Eccoli! Avevi ragione!- esclamò sorpreso.
-Mi sembra ovvio! Io ho 
sempre ragione!- sottolineai.
-Modesta come al solito.. Sei pronta? Voglio scendere a fare colazione! Ho una fame..- e a confermarlo ecco un lamento per niente silenzioso provenire dal suo stomaco.
-Arrivo.. devo solo truccarmi un po'-
-Ok, ma fai veloce per favore..- replicò quasi sofferente buttandosi sul mio letto a peso morto.
Aprii il cassetto del mio comodino e ne tirai fuori una matita nera e un mascara, anch'esso nero.
Mi misi davanti allo specchio e cominciai a sistemarmi.
Non ero solita a truccarmi molto, e nemmeno bene.
-Pronta!- così dicendo gettai i trucchi sul letto con noncuranza e ci dirigemmo giù in mensa.
Penso che se ci avessi messo qualche minuto di più Matt sarebbe morto di fame lì in 
camera.
...
-Schifooo! Come fai a mangiare quella roba a quest'ora?- chiesi a Matt osservando pressoché disgustata il piatto che teneva tra le mani.
Pancetta, uova e pane.
-Che c'è di strano?- domandò perplesso.
-Ma mangi salato!! Ed è mattina!- spiegai come se la cosa palesemente assurda.
-E quindi?-
-E quindi non ti viene.. non lo so.. tipo da vomitare?-
-No, e non vedo cosa ci sia di tanto sconvolgente nel mangiare salato di mattina. Molti lo fanno-
Sospirai -Vabbè non sto neanche più a insistere, tanto non ci arrivi- conclusi rassegnata.
Mi fissò a lungo cercando di capire le motivazioni dei miei deliri mattutini, invano.
Rapidamente finimmo di mangiare, lui la sua roba salata e io il mio bombolone alla nutella e il mio latte al cioccolato.
Ci incamminammo tranquillamente verso la classe notando che avevamo ancora tempo.
Sbadigliai rumorosamente e strizzai gli occhi.
Ero davvero assonnata.
Entrati in classe la prima cosa che feci fu andare con lo sguardo al banco di Mello, non seppi nemmeno il perchè.
Per un attimo incrociai i suoi occhi celesti, ma subito guardai altrove, intimidita da quello sguardo rigido, mentre il sangue fluiva fulmineo sulle mie gote.
Lentamente mi sedetti al mio posto e dopo aver tirato fuori il materiale una voce attirò la mia attenzione.
-Ely, Ely, ho dimenticato di fare la parafrasi di letteratura! Me la fai copiare prima che arrivi il prof?-
-Certo Linda..tieni!-
-Grazie, sei la migliore!-
La letteratura era decisamente il mio forte, e mi piaceva anche moltissimo.
Quello con i voti più alti (sempre in letteratura) era Mello, ma lui non concedeva mai a nessuno di copiare o di dare un'occhiata ai suoi compiti.
Dopo circa 5-6 minuti entrò il professore e la lezione poté cominciare.
-Grazie- mi sussurrò Linda mentre mi porgeva la mia relazione e filava a posto.
L'insegnante lesse per quasi tutta l'ora l'”Iliade” di Omero, ma io avevo la testa fra le nuvole e non facevo altro che disegnare cuoricini sul banco.
-Quindi Parker, quale fu il presagio che ricevettero i Greci e i Troiani riguardo alla guerra?- domandò il professore, notando che non ero attenta, con tutta la classe in ascolto per una risposta.
-Un' aquila che stringeva nel becco una serpe volò sul campo di battaglia, quando improvvisamente il serpente le diede un morso facendola cadere a terra e riuscendo così a scappare. Questo venne interpretato come un segnale del fatto che per il momento sembrava che fossero i Troiani ad avere in pugno la vittoria, ma che quando meno se lo sarebbero aspettato gli Achei avrebbero ribaltato la situazione avendo la meglio- risposi tranquillamente, guardando in un punto preciso del pavimento di parquet dell'aula, senza vederlo realmente.
-Mhh, bene..- probabilmente l'insegnante era rimasto deluso aspettandosi una scena muta, ma fortunatamente avevo già letto l'”Iliade” almeno dieci volte, per passione personale.
Suonò la campanella, ma io non me ne accorsi.
Con una velocità pari a quella della luce Matt mi diede un violento cazzotto sulla nuca.
Mi voltai a polverizzarlo con lo sguardo.
-Te l'avevo detto che me la pagavi per stamattina!- spiegò mostrando un sorriso di soddisfazione.
-Idiota- risposi a mia volta sorridendo, gliele perdonavo tutte!
-Dai andiamo, sennò faremo tardi!- dissi, raccattando libri e materiale dal banco.
-Eh?- chiese lui con un'espressione spaesata.
-A lezione-
-Ma non ti ricordi?- chiese.
-Cosa?- domandai anch'io, confusa.
-Oggi avevamo solo le prime due ore!- spiegò, illuminandomi.
-Aaah, hai ragione!- esclamai, dandogli uno spintone.
Era tutta la mattina che perdevo colpi..
-E allora che fac..!- non riuscii a finire la frase, perchè qualcuno mi tirò all'indietro per un braccio, facendomi voltare.
-Tu adesso vieni con me-
Mello mi guardava, come al solito, serio ed impassibile.
-Eh? E perchè?- domandai accigliata.
-Perchè se studiamo adesso, non dovremo farlo oggi pomeriggio- rispose annoiato, guardando di lato a sè.
-Ah..Ok..Aspetta, torno subito!- mi diressi saltellando verso Matt, che si era messo a fissare Hester che conversava con una sua amica nel corridoio.
Una gocciolina di saliva penzolò dal suo labbro.
-Matt stai sbavando!- lo avvertii, e prontamente si pulì con la manica della maglia a righe.
-Oh cavolo! Non mi ha visto vero??- chiese preoccupato.

-No.. senti io vado da Mello, ma tu cerca di non allagare la classe spiando Hester, ok?-

-Ha-ha-ha.. Ok, ci vediamo dopo allora-

Notai che Hester gli stava lanciando delle rapide occhiate timide, mentre le sue guance arrossivano a dismisura.

Ghignai e salutai Matt con un veloce bacio a fior di labbra.
-A dopo Matt!- dissi raggiante, correndo verso Mello e agitando la mano.
Lo avevo preso un po' alla sprovvista, ma avevo avuto l'effetto che desideravo su Hester, che ora mi guardava con odio.
Adesso era gelosa e probabilmente si sarebbe fatta avanti con Matt, almeno così speravo.
La mattinata passò veloce e così anche il pomeriggio.
Durante lo studio avevo tentato di parlare con Mello, ma proprio come l'altra volta mi aveva ignorato ed era stato evasivo su ogni argomento esterno ai compiti.
Quel giorno ero proprio stordita.. ma non mi sarei data per vinta!
Con le buone o con le cattive avrei attirato l'attenzione di quel cioccolatomane di un biondino!
Poco ma sicuro.

Continua... .•●

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Capitolo 5
*** A new friendship ● ***


●•.A new friendship.


 

-Cazzo sono già le 8.09!- esclamò Matt, guardando l'enorme orologio situato sopra al grande portone della mensa.
-Merda hai ragione!-
Nessuno dei due si era accorto che ormai erano quasi tutti in classe e il locale era deserto.
“Troppa stanchezza..” pensai, in un tentativo di giustificarmi con me stessa.
-Muoviamoci!- dicemmo quasi in coro, e lasciando i nostri vassoi sul tavolo, senza curarci di metterli a posto corremmo verso la nostra aula.
Bussai educatamente alla porta e girai la maniglia.
-Scusi il ritardo prof!- dissi dirigendomi a gran velocità verso il mio banco, seguita da Matt che fece lo stesso.
-Mmhh..- fu la risposta della professoressa irritata; evidentemente avevamo interrotto la lezione appena cominciata.
Guardai alla mia sinistra e notai con mia grande sorpresa che Mello non c'era.
La cosa stranamente mi rattristò.
-Allora ragazzi, come stavo dicendo, domani andremo alla “Tate Modern”. Quindi fatevi trovare in classe per le 8.00! Partiremo di qui e torneremo alle 14.00-
Io ero con la testa altrove, ma un lampo attraversò la mia mente.
-Lo zaino!- sbottai attirando involontariamente l'attenzione di tutti i compagni.
-Come prego?- chiese la prof, guardandomi severamente da dietro la cattedra.
-Ho dimenticato lo zaino su in ! Posso andare a prenderlo?- chiesi moderando il tono della voce, per evitare di far peggiorare l' esasperazione che avevo suscitato nella professoressa fin da quando ero entrata.
-Sì..- sbuffò.
-Ma smettila di fare scompiglio Parker!- aggiunse l'insegnante.
Ringraziai e corsi fuori dalla classe.
Salendo le scale smisi di correre, ormai sicura di essere fuori dalla portata d'ascolto della prof.
Tranquillamente arrivai fino alla mia stanza e dopo aver recuperato la cartella mi incamminai per tornare in classe.
Inavvertitamente passai davanti alla stanza 32.
La sua.
Ricordandomi di non aver visto Mello a lezione pensai di fare un salto a vedere se stava bene. Così.. giusto per cortesia.
Bussai alla porta che dopo poco si aprì, ponendomi davanti ad un Mello dal viso smunto e opaco. -Cosa vuoi?- chiese scocciato.
“Gentile come al solito”
-Ehilà. Ero di passaggio, ho visto che non eri in classe, e così ho pensato di vedere come stavi!- spiegai.
-Come ti sembra che stia!?- la sua voce suonava leggermente nasale.
-Beh non molto bene direi! Mi sembri un po' palliduccio..- risposi ridendo portandomi una mano dietro alla nuca.
-Perspicace..- commentò sarcastico, distogliendo lo sguardo.
-Che cos'hai esattamente?-
-Ho solo un po' di mal di testa e un po' di raffreddore..-
-Accidenti mi dispiace! Quindi per oggi non se ne fa niente vero?- chiesi giusto per sicurezza.
-No no! Oggi invece continuiamo quella cavolo di ricerca sui contraccettivi! Intesi!?- disse passando da annoiato a serio.
Incredibile quanto fosse disposto a lavorare solo per un compito.
-Sissignore!- risposi prontamente portando la mano alla fronte come saluto militare.
-Non sarebbe meglio che andassi in classe?- chiese evasivo.
-Ah già! Allora ci vediamo! Ciaooooo!- gli urlai agitando un braccio mentre stavo già correndo verso la scalinata.
-Pff..- soffiò e richiuse la porta.
Adesso era freddo nei miei confronti, ma ero decisa a farmelo diventare amico!
Anche se avessi dovuto usare la forza saremmo diventati amici!
Passarono un paio d'ore e fu ora della lezione di musica.
Passando per il corridoio vidi Matt e Hester camminare mano nella mano, sorridenti e sereni.
Confermato, il bacio aveva funzionato.
Istintivamente sorrisi, ma sentii anche una sgradevole sensazione gravare sul petto.

Gelosia?
Di cosa?
Di Hester? No..
Di quella felicità? Forse..
Entrai nell'aula di musica e mi sedetti davanti al mio strumento, la batteria.
Lentamente anche gli altri studenti presero posto, ognuno con il proprio strumento.
...
-Ahia!- gridai strizzando gli occhi.
Qualcuno mi aveva strappato un capello.
-Matt, vaffanculo!-
-Hahaha! Eddai non fare la bambina!-
-Te la do io la bambina!!- urlai ficcandogli le bacchette della batteria nella pancia.
-Ahio..- disse piegandosi, forse per le risate.
Lo guardai minacciosa -Vattene a posto va'!- gli intimai.
-Ehi tutto bene?- chiese facendosi improvvisamente serio, sembrava preoccupato.
-Sì perché?- domandai.
-Non so, mi sembravi un po'..-
-No sto bene! Sono solo un po' in ansia, ecco tutto..- spiegai interrompendolo bruscamente.
-A proposito, ho notato che oggi il tuo ragazzo non è venuto!- esclamò ghignando.
-Come??-
-Mello! Non c'è!- constatò.
-I-il mio r-ragazzo?? Ma come ti permetti!?- mi alzai dalla sedia mentre lui aveva già cominciato a correre.
-Canaglia, adesso le prendi!- gli urlai, facendomi strada fra tutti gli studenti che rumorosamente stavano prendendo posto.
Poi entrò l'insegnante, che ci ammonì subito, e la lezione cominciò.
Dopo un'ora fu il momento di andare a pranzare.
-Ely vado fuori a fumare prima del pranzo, vieni con me?- domandò Matt che stava già estraendo dalla tasca dei un pacchetto di sigarette.
-No, resto un altro po'.. tu vai pure, magari ti raggiungo dopo!- risposi sorridente.
-Ok, allora a dopo-
Mi alzai e raggiunsi un pianoforte che se ne stava tutto solo in un angolo, in fondo alla classe, ormai spopolata.
Mi sedetti sullo sgabello e pensai a qualcosa da suonare.
Roulette.
La mia canzone preferita.
Poggiai le dita sui tasti e cominciai a pigiarli uno ad'uno per creare quella bella melodia.
Suonai per circa mezz'ora.
Le persiane delle finestre erano abbassate quasi del tutto, ma i raggi solari riuscivano comunque a passarvi attraverso, illuminando tutto l'ambiente di un caldo color giallo-arancio.
Mai mi ero sentita così in pace, quell'atmosfera che si era creata era davvero rilassante.
Sicuramente tutti in quel momento stavano mangiando, ma io non avevo fame.
Stavo troppo bene lì.
Intonai il ritornello, quando un rumore di mani che battevano mi fece sussultare.
Smisi immediatamente di suonare, credendo che qualche professore fosse venuto a rimproverarmi per non essere in mensa.
Mi voltai, ma con mio grande stupore non vidi un'insegnante arrabbiato, ma bensì Hester che appoggiata all'uscio della porta, stava ancora applaudendo pacatamente.
-Sei molto brava-
-Ehm.. grazie..- risposi, un po' in imbarazzo.
Ci fissammo in completo silenzio per qualche secondo.
-Che ci fai qui a quest'ora? Non dovresti essere a pranzo?- mi chiese.
-Non dovresti esserci anche tu?-
-Non hai tutti i torti..-
Mi spostai un po' di lato sullo sgabello e battei la mano sul cuscinetto facendole segno di sedersi.
Si accomodò al mio fianco e pigiò distrattamente sui tasti.
-Come va lo studio con Mello?-
-Come!?- chiesi, un po' spiazzata da quella domanda fuori luogo.
-Ne parla tutta la classe..-
-Oh.. davvero?-
-Sì, siete al centro dei pettegolezzi, sulla bocca di tutti- esplicò sorridendomi.
-Beh.. diciamo che va.. E invece come vanno le cose con Matt?- domandai amichevolmente.
-Mhmm..- si rabbuiò all'istante.
-Senti, per quel bacio che gli ho dato oggi..-
-Non fa niente..-
-No, sul serio, l'ho fatto solo per attirare la tua attenzione-
-Quindi.. Tra te e lui non c'è niente?- chiese guardandomi con occhi speranzosi.
-No, solo una grande amicizia!- la confortai sorridente.

-...grazie-
-Di cosa?-
-Mi hai tolto molti dubbi-
-Beh, figurati- dissi sorridendo serenamente.
Parlammo per un po' del più e del meno.
Scoprii a mio malgrado che tutta la classe sparlava alle mie spalle e a quelle di Mello, tutti dicevano che i miei tentativi di legare con lui sarebbero stati inutili.
Beh, questo era ancora da vedere.
Ma poi, i miei compagni non avevano niente di meglio da fare che ficcare il naso negli affari altrui?
La campanella ci richiamò all'ordine e insieme, io e Hester, andammo in classe.
Entrambe allegre.
Sentivo che sarebbe stato l'inizio di una splendida amicizia.


Continua... .•●

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Capitolo 6
*** Zombie 3 ● ***


●•.Zombie 3.


 

Ero stesa supina sul letto.
Di lì a poco sarei dovuta andare da Mello per studiare, anche se si era un po' ammalato.
Fissavo il soffitto con aria assente, mentre Matt, disteso per terra, giocava con la sua PSP.
Allungai il braccio verso il comodino e afferrai una lattina di CocaCola.
Mi misi a sedere sul bordo del materasso e armeggiai con la linguetta di ferro.
*Toc, toc, toc*
-Chi è?- chiesi, prendendone un sorso.
-Sono Hester!- rispose una voce dall'altra parte della porta.
Matt sembrò riscuotersi magicamente dal suo gioco e corse fulmineo ad aprire.
-Che ci fai qui? Oggi non dovevamo studiare- domandò lui.
-Lo so, ma sono venuta ad invitarvi fuori!- rispose mettendosi a sedere vicino a me.
-Fuori? E dove?- chiesi un po' sorpresa.
-Ho ottenuto un permesso per uscire in città per qualche ora domani pomeriggio! Così pensavo che potremmo andare a fare un giro insieme!-
-Sììì volentierissimo!- gridò gioioso Matt.
Io ci pensai un po' su.
Insomma, loro erano quasi fidanzati e io sarei stata solo d'impiccio.
Non mi andava di fare il terzo in comodo..
-Beh, mi piacerebbe ma non vorrei mettermi in mezzo..- ammisi imbarazzata.
-Esatto! Penso anch'io che sia meglio se andiamo solo noi due!- esclamò Matt.
Lo fulminai con lo sguardo.
-Perchè non porti qualcuno?- chiese Hester -Così usciamo in quattro!-
Chi potevo portare?
-Mhmm.. Ok, vedrò di trovare qualcuno!-
Accettai; dopotutto non era facile procurarsi dei permessi per uscire dall'istituto e avrei fatto meglio ad approfittarne.

-Senti Mello, posso chiederti un favore?-
-Dipende..-
-Usciresti con me, Matt e Hester domani pomeriggio?-
-No-
-Cosa? Perchè no??-
-Perchè non vi sopporto-
-Eddai, sarà divertente!-
-No-
-E se ti compro 10 barrette di cioccolato?-
-Trenta-
-Quindici-
-Venticinque-
-Venti-
-Ok!-
-Sììì, grazie!-
-Uff..-
-Sei il migliore!-
-Staccati di dosso!-
***
Ci incontrammo alle 15.oo davanti ai cancelli della Wammy's.
Ci salutammo allegramente, tutti tranne Mello che evitava accuratamente di aprir bocca.
Camminammo per il marciapiede fuori dall'edificio.
-Allora? Dove volete andare?- chiese Matt.
-Mhmm.. Vi va di andare a prendere un gelato? Ho un caldo pazzesco..-
Infatti quel giorno gravava su Londra un'afa insopportabile.
Io mi ero messa solo una canottiera grigia, decisamente troppo larga per me, e dei pantaloncini bianchi di .
Mello invece indossava un gilet di pelle aderentissimo e dei pantaloni lunghi, anch'essi di pelle nera.
Come faceva a non avere caldo?
Io solo a guardarlo vestito in quel modo grondavo di sudore.
-Mi sembra un'ottima idea!- esclamò Hester, che come me stava patendo la calura.
Mello sbuffò rumorosamente.
Matt e Hester passeggiavano davanti a noi tenendosi la mano, riempiendo l'aria di sdolcinatissimi “amoruccio”, “tesoro”, “pucci pucci”, eccetera.
“Disgustoso..” pensai.
Odiavo i nomignoli affettuosi o le romanticherie.. Roba da femminucce..
Probabilmente il biondo era nauseato quanto me, data l'espressione schifata che aveva stampata in viso.
Il silenzio che si era creato tra di noi era insopportabile.
Mi irritava troppo stare zitta.
-Ti stai annoiando?-
-Sì-
-Perchè?-
-Perchè non avevo voglia di uscire-
-Però sei venuto!- dissi sorridente.
-L'ho fatto solo per la cioccolata, quindi non farti illusioni-
-Illusioni?-
Si fermò di colpo.
-Mettiamo le cose in chiaro. Io, non sarò mai tuo amico! Mettitelo in testa!- esclamò alzando lievemente il tono della voce.
Ricominciammo ad avanzare.
-Ah sì? E perchè?- chiesi leggermente divertita.
-Cazzo! Ma non ti sto antipatico??- domandò tutto d'un fiato.
-Assolutamente no!- risposi sinceramente, sfoggiando un enorme sorriso.
-Ma non vedi come mi comporto? Non mi trovi odioso?-
Ebbi l'impressione di aver abbattuto una parte di quella barriera che si era creato.
La sua voce appariva piuttosto insicura.
-Per niente, anzi, mi stai simpatico!- dissi tranquillamente.
-Io non ti capisco..-Abbassò lo sguardo.
-Tu non sei così- dissi d'un tratto continuando a camminare e sorridendo serenamente.
-Come?- mi scrutò con i suoi occhi celesti che in quel momento erano estremamente confusi.
-Hai capito- affermai.
-Ehi ragazzi va bene qui??- urlò Matt da lontano indicando una gelateria dall'altra parte della strada; ormai eravamo in centro.
-Okayyy!-
Rapidamente li raggiungemmo e ci sedemmo in uno dei tavolinetti.
Il posto era molto accogliente, e purtroppo anche parecchio affollato.
Sfogliammo i menù, io optai per una cosa chiamata “La maxi 10 gusti”.
Arrivò una cameriera dall'aspetto cortese che prese le ordinazioni.
-Cosa prendete ragazzi?-
-Io un cono al cocco e nocciola!- disse Matt.
-Io una coppetta piccola di gelato alla fragola!- rispose Hester.
Mello ordinò un affogato al cioccolato e chissà perchè la cosa non mi stupì affatto.
-Io questa cosa qui da 10 gusti- dissi alla signorina, indicandole la scritta sul menù.
-Dieci gusti?- chiese Matt sbigottito.
-Sì, Che c'è?- domandai notando che anche Hester e Mello avevano spalancato gli occhi dallo stupore.
-Ehm.. niente..-
Dopo qualche minuto arrivarono le ordinazioni, e la mia occupava quasi tutto il tavolino.
-Secondo me non ce la fai a finirla- disse Mello.
-Scommettiamo?- esclamai ghignando.
-Ci sto!-
Sorrisi, ma non per la scommessa, bensì perchè Mello si stava lasciando andare.
Dopo 20 minuti ero piena, stavo per scoppiare.
-Oddio.. sto per vomitare..- mi lamentai, ormai senza forze.
-Questo vuol dire che ho vinto!- constatò Mello, sogghignando.
-Dannazione..-
-Ok ragazzi, andiamo!- esclamò improvvisamente Hester.
-E dove?- chiese Matt.
-Al cinema, ovviamente!-
-Al cinema?-
-Esatto! Su su, forza!- pagammo e ci trascinammo fino al cinema più vicino.
Ci fermammo davanti all'entrata ad osservare i cartelloni dei vari film.
-Che ne dite di andare a vedere quello?- domandò Hester indicando il poster di un film d'amore.
-Noo..- ci lamentammo quasi in coro io, Matt e Mello.
-E quello?- chiese Matt, puntando un film dell'orrore.
Zombie 3.
Il titolo mi piaceva.
-Io ci sto!-
-Anch'io-
-Bene, è deciso!-
Eravamo tutti soddisfatti, tranne la povera Hester, che voleva vedere un film romantico.
Prendemmo i biglietti ed entrammo in sala.
Mi sedetti tra Mello e Hester, che ad ogni scena paurosa o sanguinolenta artigliava il mio braccio e la mano di Matt, stringendoli con forza.
Io invece, che ho sempre avuto un debole per gli horror e gli splatter, osservavo lo schermo attentamente senza mai staccare gli occhi, per non perdermi neanche una scena.
Matt era nel mio stesso stato incantato, mentre Mello sembrava strano.
Aveva un'espressione bizzarra, come se fosse agitato.
No! E' assurdo!
Mello che si fa impressionare da un qualunque film di zombie?
Impossibile.
Istintivamente presi la sua mano, che straordinariamente si strinse alla mia.
Rimasi molto colpita da quel gesto; non me l'aspettavo per niente.
Inspiegabilmente il mio cuore cominciò a palpitare come un matto, minacciando di uscire dal petto.
Finita la proiezione si accesero le luci, e forse solo allora Mello si accorse di avere la mano legata alla mia.
La ritrasse improvvisamente, mentre le sue guance arrossivano impercettibili.
La felicità mi avvolse e sorrisi.
Dopotutto, forse i miei tentativi di legare non erano inutili.
Uscimmo dalla sala quando ormai tutti se n'erano andati.
-Wow, che sballo! E' stato troppo bello!- esclamò Matt, decisamente entusiasta.
-Sì, stupendo! E poi quanto è stata bella quella scena dove gli zombie attaccavano il centro commerciale e mangiavano la gente viva!?- dissi, anch'io euforica.
-Io non ci vengo mai più con voi al cinema!- esclamò Hester, pressoché traumatizzata, mentre Mello era stranamente taciturno.
Si era fatto tardi e dovemmo tornare verso l'istituto.
Era stato proprio un pomeriggio piacevole.
Ci fermammo davanti al portone dell'edificio per congedarci.

 

 
-Mi sono proprio divertita!- esclamò Hester raggiante.
-Già, anch'io!- confermai.
-Allora ci vediamo domani a lezione!-
La salutai con un veloce abbraccio, mentre Matt le diede un bacio.
Poi Mello si rivolse a me.
-A domani- disse sbrigativo, ma quando fece per andarsene lo bloccai per un braccio e lo tirai verso di me.
Lo abbracciai lasciandolo visibilmente sorpreso.
-Grazie, mi sono divertita molto oggi..- gli sussurrai all'orecchio, mentre ancora lo stringevo.
Mi voltai di scatto e rapidamente filai in camera insieme a Matt.


Continua... .•●

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Capitolo 7
*** When you smile ● ***


●•.When you smile.


 

Il giorno dopo mi svegliai raggiante.
Appena suonò la sveglia saltai giù dal letto con un balzo e nel giro di cinque minuti mi ero già lavata la faccia, i denti ed ero già completamente vestita.
-Matt, svegliati!- dissi, scossandogli le spalle.
-Mhmm..-
-Io vado a fare colazione! Ci vediamo in classe!-
-Eh? Ma che dici? Guarda che oggi è domenica..- esclamò stropicciandosi gli occhi e tornando a ronfare.
Spalancai gli occhi.
-Davvero? Me n'ero dimenticata.. Mhmm.. Vabbè! Ormai sono sveglia!- conclusi.
Velocemente afferrai il mio cellulare e il mio zaino ancora contenente i libri per la lezione e sgusciai fuori.
Saltellai allegramente per il corridoio fischiettando, diretta in mensa.
Erano circa le 8.00 di mattina, perciò la trovai deserta; a quell'ora probabilmente erano ancora quasi tutti a letto.
Però notai con mia somma gioia di non essere sola.
Vidi Mello seduto di spalle ad un tavolo intento a sgranocchiare una tavoletta di cioccolato.
Lui non si era ancora accorto della mia presenza, così mi avvicinai a passo felpato e silenziosamente mi sedetti vicino a lui.
-BUONGIORNO!!-
-Buongiorno- disse girandosi e rivolgendomi un leggero sorriso, il ché mi fece davvero molto piacere.
-Uffa, non ti sei spaventato! Volevo farti paura!- dissi dispiaciuta.
-Come mai sei già sveglia a quest'ora?- chiese cambiando discorso.
-Ehm.. mi ero dimenticata che oggi è domenica..- ammisi un po' imbarazzata.
Prima che potesse dire qualcosa per schernirmi parlai nuovamente.
-E tu?-
-Io mi sveglio sempre a quest'ora, anche di domenica- spiegò.
-Oh, davvero? E perchè?-
-Perchè è bello fare colazione quando non c'è nessuno- esplicò rigirandosi distrattamente un pezzetto di cioccolata tra le dita.
-Hai ragione, è davvero bello!- dissi guardandomi attorno.
Ci fissammo per un po' negli occhi, in silenzio.
-Che cosa hai in programma di fare oggi?- domandai.
-Mhmm.. non saprei. Credo che studierò per il test di giovedì-
-Cosa?? Ma così sprecherai la tua domenica!- esclamai.
-E allora cosa dovrei fare?-
-Non lo so. Potresti uscire..-
-Ma siamo già usciti ieri. Non credo che mi darebbero di già un altro permesso-
-Beh, in effetti non c'è proprio niente in questo istituto per ammazzare il tempo..- dissi pensando a cosa si poteva fare.
Cosa facevo di solito io la domenica?
Mi lobotomizzavo davanti alla tv a giocare alla playstation con Matt, ma dubito che se avessi invitato Mello si sarebbe divertito.
Inoltre, probabilmente Matt sarebbe andato da Hester per fare.. gli affari loro.
-Allora, visto che l'unica opzione sembra lo studio, studieremo insieme! Ti va?- chiesi giusto per cortesia.
Tanto anche se mi avesse detto di no l'avrei seguito in sua e non mi sarei mossa di lì.
-Ehm.. Ok..- rispose guardando da un'altra parte.
-Perfetto! Però prima ti andrebbe di uscire mezz'oretta in cortile? Ho bisogno di una boccata d'aria- dissi estraendo dallo zaino una lattina di Cocacola.
-Va bene, ma non fai colazione prima?-
-Naaah, mi è passata la fame!- così dicendo ci avviammo nel giardino interno.
Anche lì non vi era anima viva.
La luce tutta intorno era lievemente arancione e sembrava l'alba.
Chissà perchè di domenica, il sole sbuca fuori più tardi..
Mi appoggiai al muro di mattoni dell'edificio e mi lasciai scivolare fino a terra.
Mi sedetti a gambe incrociate sull'erba e cominciai a smuovere la linguetta della lattina.
Contai le lettere.
-A, b, c, d, e..-
-Che fai?- chiese d'un tratto la voce di Mello, che se ne stava appoggiato alla parete, scrutandomi dall'alto.
-Faccio il gioco delle lettere!- risposi rivolgendogli un sorrisetto.
-Il gioco delle lettere?- domandò confuso.
-Non lo conosci?-
-Come funziona?-
-Bisogna muovere la linguetta della lattina avanti e indietro contando le lettere dell'alfabeto ad ogni movimento, quando la linguetta si stacca la lettera corrispondente è l'iniziale della persona che ti ama!- spiegai, riprendendo a contare subito dopo.
-Che cazzata, non ci crederai spero!-
-Hahaha, no che non ci credo; però è divertente lo stesso!- risi e finalmente la linguetta si staccò.
-Z??- esclamai indignata.
Mello mi guardò interrogativo.
-Che diavolo dovrei farci con una Z!? Sposare Zorro??-
Il biondo cercò di non farsi notare, ma io mi accorsi subito del fatto che stava ridendo, anche se a voce bassissima.
Lo osservai per qualche secondo, ammirandolo.
Contemplai il suo sorriso, che era semplicemente qualcosa di sublime.
Inoltre non l'avevo mai visto con un'espressione così felice in volto, ed era davvero stupendo.
Improvvisamente il portone esterno si aprì scricchiolando.
Mi voltai in direzione del cigolio e vidi un ragazzino tutto bianco sbucare da dietro il legno.
Era il compagno di stanza di Mello.
Infatti il biondo non mancò di notarlo immediatamente.
Lo vidi seguirlo con la coda dell'occhio mentre si dirigeva sui gradini esterni della scala antincendio.
Mi accorsi solo dopo averlo osservato con più attenzione, che il bimbetto portava sottobraccio un puzzle completamente bianco.
Lo esaminai con lo sguardo mentre si sedeva su uno scalino e rovesciava tutti i pezzi del puzzle a terra.
Alzai un sopracciglio.
-Ma che sta facendo?- chiesi rivolgendomi a Mello, che probabilmente mi avrebbe dato una risposta, essendo il suo compagno di stanza.
-Pff.. fa l'esibizionista! Come al solito- lo vidi fulminarlo con lo sguardo.
Chissà perchè Mello era così ostile nei confronti di quel piccoletto in bianco.
Anche in altre occasioni avevo potuto constatare l'odio profondo che il biondo provava verso di lui.
Chissà..
L'albino cominciò tranquillamente ad assemblare i pezzi l'uno con l'altro, senza degnarci di uno sguardo.
Sicuramente si era accorto di noi e ci ignorava semplicemente.
-Andiamo- disse duro Mello.
-Ok..- risposi un po' spaesata.
Salimmo le scale che portavano al secondo piano e brevemente fummo davanti alla porta della stanza 32.
-Senti, perchè ce l'hai tanto con lui?- chiesi diretta.
Lui, che stava girando la chiave nella serratura si fermò di colpo.
-Perchè sì- tagliò, facendo scattare la serratura e spalancando la porta.
-Chissà perchè la tua risposta non mi convince per niente..- dissi sarcastica richiudendo la porta alle mie spalle.
-E' strano che tu non lo sappia. Lo sanno tutti- esclamò buttandosi sul divano.
-Ah sì? Beh allora illuminami!- dissi buttando lo zaino malamente a terra.
-C'è molta rivalità tra di noi, soprattutto da parte mia, perchè lui è il numero uno qui alla Wammy's, quindi io voglio superarlo a tutti i costi- spiegò inclinando la testa all'indietro e poggiandola sullo schienale del divano.
-Aspetta.. Quindi lui sarebbe, Near?- domandai spalancando le palpebre.
-Esatto-
-Quello lì è il ragazzo più intelligente della Wammy's House?- richiesi incredula.
-Sìì, quante volte te lo devo dire?- replicò Mello, un po' scocciato.
Scoppiai in una fragorosa risata.
-Hahahaha..!!-
-Si può sapere che diavolo hai da ridere?- chiese il biondo con voce atona.
-Ma dai! Quella specie di puffo candeggiato?? Hahahaha, non ci posso credere!-
-Beh, che tu ci creda o no è così-
Mi calmai e ripresi fiato, mentre ancora mi tenevo la pancia, dolorante per le troppe risate.
-Cavolo, ne avevo sentito parlare, ma non me lo immaginavo proprio così!- dissi trattenendomi dallo scoppiare nuovamente a ridere.
Mi sedetti accanto a Mello e imitai la sua posizione; gambe allargate, braccia spalancate e testa all'indietro.
D'un tratto lo sentii ridere di gusto.
Rialzai il capo e lo osservai, stupita e incuriosita.
-In effetti non hai tutti i torti..- disse -..neanch'io avrei mai pensato che un piccolo albino amorfo potesse essere più intelligente di me- spiegò ricominciando a ridacchiare.
Lo fissai meravigliata.
-Lo sai che sei bellissimo così?- dissi con il cuore in gola.
Lo vidi ridestarsi per poi rivolgermi un'occhiata strana.
-Così come?- chiese facendosi un po' più serio.
-Così allegro. Sei bellissimo quando ridi..- ammisi arrossendo a dismisura.
Abbassai lo sguardo imbarazzata, rendendomi conto di quello che aveva appena detto.
Non me n'ero nemmeno accorta, le parole erano uscite da sole senza neanche chiedere il permesso.
Non lo vidi e non lo sentii nemmeno rispondere.
Rialzai lo sguardo per vedere se era ancora sul divano o se si era già alzato per mandarmi a quel paese.
In in istante sentii le sue labbra premere sulle mie.
Istintivamente chiusi gli occhi e ricambiai.
In quella frazione di secondo mille pensieri attraversarono come lampi al mia mente.
Cercai di fare dei collegamenti tra quello che avevo detto e quello che aveva fatto.
Cosa poteva aver scatenato in lui quella reazione?
Sinceramente.. Chissene importa!
Scacciai tutti quegli inutili quesiti dalla mia testa e focalizzai la mia attenzione su quello che stava accadendo.
Sentii la sua lingua chiedere timida il permesso di entrare nella mia bocca e immediatamente schiusi le mie labbra acconsentendo.
Portai una mano tra i suoi capelli, spingendo la sua nuca verso di me, mentre il suo braccio destro mi cingeva un fianco.
Le nostre lingue si sfiorarono e si cercarono per poco, ma abbastanza per mandarmi il cervello in panne.
All'improvviso udimmo la porta aprirsi con un forte stridio.
Sentii le labbra di Mello staccarsi fulminee dalle mie.
Entrambi fissammo l'uscio, dove se ne stava impalato Near.
Vergogna, imbarazzo, disagio, fastidio, soggezione, turbamento.
-Ops..- sussurrò appena lui.
Mi alzai di scatto e raccattai il mio zaino.
-Scusate è meglio se vado- dissi sbrigativa correndo fuori dalla stanza, senza guardarmi indietro.
Sbattei violentemente la porta e corsi verso la mia camera.

Scendendo le scale non riuscii a far altro che maledire mentalmente quel dannatissimo nano bianco.


Continua... .•●

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Capitolo 8
*** You drive me crazy ● ***


●•.You drive me crazy.

 

Era l'ora di geografia ed io ero seduta al mio posto.
Disegnavo distrattamente sul banco.
Non riuscivo a seguire la lezione perchè avevo la testa altrove.
Mi riscossi dai miei pensieri notando che fino adesso avevo disegnato una miriade di cuoricini di varie forme e dimensioni in un angolo del tavolo.
Sbuffai e mi voltai in direzione del banco di Mello e lo osservai a lungo prendere appunti.
Quella mattina non avevamo ancora avuto l'occasione di parlare dell'accaduto.
Io avrei voluto parlarne subito, ma volevo che fosse lui a venire da me.
In seguito focalizzai la mia attenzione sulla professoressa che avrebbe assegnato i compiti.
-Quindi ragazzi, per la prossima volta voglio che facciate una ricerca su uno dei paesi europei di cui abbiamo parlato oggi, a vostra scelta!-
“Ecco ci mancava solo una ricerca.. Odio geografia!”
Dopo poco suonò la campanella del pranzo.
Mi alzai svogliatamente da quella sedia legnosa e scricchiolante emettendo un forte cigolio e raccolte le mie cose raggiunsi Matt, ancora seduto al suo banco.
Lo salutai con un cenno della testa e sorrisi.
-Allora che paese hai deciso di fare per la ricerca?- chiese con aria allegra.
-Mhmm.. non lo so, devo ancora pensarci! Tu?- chiesi a mia volta.
-Norvegia!-
-Norvegia?-
-Norvegia!- confermò entusiasta.
-E perchè?- chiesi un po' scettica.
-Boh, mi ispira!-
All'improvviso qualcosa mi artigliò le spalle e mi scostò da un lato, urlandomi nelle orecchie con voce acuta.
-Buongiorno!!-
-Buongiorno Hester- risposi, massaggiandomi la zona timpani.
-Buongiorno anche a te amoriuccio, pulcino, ciccino, micetto, amoreee!- disse buttandosi in braccio a Matt e cominciando a sbaciucchiarlo con disinvoltura.
Io mi gira dall'altra parte piuttosto a disagio.
Diedi qualche colpo di tosse per richiamare la loro attenzione, ma nessuno dei due parve sentirmi.
-Matt! Hester! Devo ricordarvi che siamo in classe??- sbottai di colpo, stufa di assistere allo spettacolino.
Subito si staccarono, leggermente imbarazzati.
-Ehm.. scusa- dissero quasi all'unisono.
-Allora ragazze, pranziamo insieme?- chiesi Matt, ancora euforico per la pomiciata in pubblico.
-Certo!- rispose la vocina di Hester.
Io meditai un po' sul da farsi.
Seguii con la coda dell'occhio la figura di Mello che stava uscendo dall'aula tranquillamente.
Volevo parlare con lui il prima possibile, ma come ho già detto, volevo che fosse lui a farsi avanti.
Annuii debolmente e ci dirigemmo verso la mensa.

16.45
Ero in biblioteca e vagavo con lo sguardo tra gli scaffali delle gigantesche librerie in mogano, alla ricerca della sezione storica-geografica.
Cercavo un libro sulla storia sovietica, per la ricerca che ci avevano assegnato quella stessa mattina.
Alla fine avevo scelto la Russia.
Era un stato affascinante, che mi aveva sempre incuriosita.
-Ma dove sarà?- dissi a bassa voce, per non risaltare nel silenzio tombale in cui stagnava la sala di lettura.
Finalmente trovai il libro interessato e mi misi in punta di piedi, allungando un braccio per prenderlo.
Purtroppo qualcosa andò storto, perchè urtai involontariamente una lunga pila di enciclopedie facendole cadere una dopo l'altra dritte sulla mia testa.
-Cazzo!!- gridai, mentre un ultimo manuale mi colpì la nuca, attirando l'attenzione di tutti i presenti.
Prontamente venni zittita da uno -Shhhhhh!- della vecchia bibliotecaria, che mi scrutò severa dalla sua scrivania.
Rapidamente rimisi al loro posto originario, uno per uno, tutti i libri che avevo fatto cadere, tenendo solo quello che mi serviva, che fortunatamente era caduto insieme agli altri.
Mi diressi verso la zona lettura e mi sedetti in fondo ad uno dei lunghi tavoli di legno che riempivano la stanza, affiancati da delle finestre di dimensioni mastodontiche.
Guardai fuori e vidi che il cielo si era rannuvolato ed ingrigito, minacciando un temporale.
Infatti non tardarono molto ad arrivare tuoni e lampi, accompagnati da una forte pioggia che picchiettava insistente sul vetro degli infissi.
Estesi un' interminabile paragrafo di storia russa, dopodiché decisi di passare all'economia.
Mi avviai verso la zona computer per cercare qualche informazione più attuale.
Camminando per una delle corsie, formate dalle file di librerie, incrociai Mello che stava sfogliando un libro sulla geografia territoriale della Germania.
Mi bloccai a metà corridoio e lui mi notò subito.
Gli sorrisi dubbiosa e attesi che mi raggiungesse.
Si fermò a pochi passi da me e abbassò lo sguardo sul pavimento.
-Ciao- disse con voce insicura.
-Ciao- risposi con un groppo alla gola.
-Volevo parlarti- aggiunse, rialzando il capo.
-Anch'io- risposi col batticuore.
-Ma non qui- aggiunsi, prendendolo per mano e conducendolo fuori in corridoio.
Per fortuna il posto era deserto e avremmo potuto parlare senza problemi.
Io mi sorressi al termosifone, che in quel momento emanava un forte calore, e lui mi si parò davanti.
Con uno scatto appoggiò le mani al muro, bloccandomi fra sé e la parete.
Avvampai all'istante e lo fissai con insistenza nelle iridi azzurre dei suoi occhi.
-Senti.. per ieri..- iniziò incerto.
-Non importa..- lo interruppi.
-Invece importa!- disse facendosi serio e osservando la moquette blu sotto ai nostri piedi.
-Io.. volevo chiederti scusa- disse in un sussurro appena udibile.
-Scusa? E per cosa?- domandai sorpresa.
-Non avrei dovuto baciarti così all'improvviso- spiegò rialzando lo sguardo su di me.
-Ma mi è piaciuto..- ammisi arrossendo all'inverosimile.
Lui assunse un' espressione stupita, nonché confusa.
-Però.. c'è una cosa che vorrei sapere- dissi con un filo di voce.
Faticavo a far uscire le parole, ero troppo in soggezione con quegli occhi indecifrabili puntati addosso.
Deglutii e vuoto e finalmente riuscii a parlare.
-Perchè l'hai fatto?- soffiai tutto d'un fiato.
Lo vidi pensarci, per poi rispondere.
-Io.. credo..-
Prese un lungo respiro e nel frattempo percepii i battiti del suo cuore diventare più numerosi.
-..credo.. che tu mi piaccia-
A quelle parole non riuscii più a trattenermi e mi fiondai su quelle labbra, che avevo desiderato baciare di nuovo fin da quando eravamo usciti dalla biblioteca.
Lui non oppose la minima resistenza e mi schiacciò col peso del suo corpo contro il muro.
Posi le mie braccia ai lati del suo collo e lui mi fece sollevare ancorando le gambe ai suoi fianchi.
Dopo qualche minuto rimanemmo entrambi senza respiro e ci staccammo per riprendere fiato.
Gli presi il volto tra le mani e lo vidi sorridere con una strana luce negli occhi.
D'un tratto sentii qualcosa di duro premere contro il mio bacino.
Allora scesi dalla posizione in cui ci eravamo sistemati e gli sorrisi a mia volta.
Afferrai la sua mano e corsi lungo il corridoio tirandomelo dietro.
-Che fai?- chiese, ancora ansando per la corsa.
Non risposi e mi limitai a fermarmi davanti ai bagni del piano terra.
Gli lanciai un'occhiata eloquente ed entrammo in una delle toilette.
Lo feci sedere sul water e mi abbassai all'altezza dei suoi fianchi.
Mi fissò per un po' e poi capì cosa volevo fare.
Gli sorrisi dolcemente e lui fece lo stesso.
Feci per slacciargli la zip dei pantaloni quando udimmo dei rumori provenire dal bagno vicino al nostro.
Sembravano quasi dei gemiti indistinti.
Ci guardammo confusi, poi Mello si alzò, permettendomi di salire in piedi sul sanitario.
Feci un leggero salto e afferrai saldamente i bordi della parete che separava i due bagni.
Sbirciai e ciò che vidi dall'altra parte mi lasciò stupefatta.
Sgranai gli occhi e scesi ancora a bocca aperta.
-Cos'hai visto?- sussurrò Mello incuriosito.
-M.. Matt..- ripresi fiato, indicando in direzione dei suoni.
-He.. Hes.. Hester..- balbettai sottovoce.
Il biondo comprese e spalancò gli occhi.
-Stanno...?- bisbigliò.
-Sì!- mormorai ancora shoccata.
-Ma.. proprio in quel senso lì?-
-Sì!!-
-Oddio..-
Improvvisamente i rumori cessarono e sentimmo la porta che veniva aperta e dei passi che rapidi si dirigevano fuori dal bagno, accompagnati da dei risolini maliziosi.
Attendemmo che se ne fossero andati e scoppiammo a ridere.
-Oddio che cosa imbarazzante!- disse Mello ancora ridendo.
-Non ci posso credere!- esclamai tenendomi la pancia.
-È meglio se usciamo prima che entri qualcun'altro- disse lui aprendo la porta.
-Ma.. non vuoi..?- chiesi incerta tenendolo per un braccio, ricordandomi il motivo per cui eravamo entrati.
-Posso aspettare- esplicò sorridendomi sincero.
Non potei fare a meno di pensare che Mello era davvero il ragazzo più straordinario che avessi mai conosciuto.
Uscimmo in corridoio e ci fermammo davanti alla porta della sala di lettura.
-È meglio se vado, ho ancora lo zaino in biblioteca-
-Ok-
-Ci vediamo domani in classe!- esclamai, dandogli un ultimo bacio prima di correre via a prendere le mie cose.
Ora mi sentivo felice ed appagata.
***
-Dove sei stata oggi pomeriggio?- domandò Matt scrutandomi sospettoso da dietro ai goggles.
-In biblioteca. E tu?- chiesi sogghignando.
-Mhmm.. Sono stato con un paio di amici a giocare a calcio, fuori in cortile.. niente di speciale!-
Certo..




Continua... .•●

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Capitolo 9
*** Sadness ● ***


●•.Sadness.


 

-Sei mortooo!!-
Rincorsi Matt per tutta l'aula.
-Prova a prendermi!- disse ridendo.
-Maledetto! Ridammi quel foglio!- 
urlai, correndo come un razzo.
-Hahaha, prima devi raggiungermi!-
Con uno scatto energico mi diedi la spinta con i piedi e saltai in avanti con un lungo balzo.
Atterrai addosso al rosso, ancora sghignazzante, facendo cadere anche due banchi e qualche sedia.
Dopo un'ardua lotta riuscii finalmente a strappargli il pezzo di carta dalle mani.
Mi rialzai e in un attimo appallottolai il foglio, per poi ingerirlo a fatica, tutto intero.
Nel frattempo tutta la classe ci stava osservando sbigottita, ma per nostra fortuna la professoressa non era ancora arrivata.
-Ma che fai?? L' hai mangiato?- chiese Matt sollevandosi da terra.
-Almeno adesso nessuno potrà più vederlo!- conclusi assumendo un'espressione di vittoria.
-Uffa! E io che volevo farlo vedere a Mello!- si lagnò Matt, con finto dispiacere.
Il biondo, che era tranquillamente seduto al suo posto, sentendosi chiamato in causa, intervenì.
-Cos'è che avrei dovuto vedere?- chiese, rivolgendosi a tutti e due.
-Ehm.. niente, niente! E' solo una sciocchezza.. Hahaha..- risposi, avvampando per l'imbarazzo.
Lui sbuffò, ma decise di non indagare oltre, ricominciando a sgranocchiare la barretta di cioccolato che stava addentando fino a poco prima.
Nel frattempo la classe ritornò al normale scompiglio ed io feci un sospiro di sollievo.
Matt ridacchiò e mi diede una pacca sulla schiena.
-Sei proprio cotta, eh!?- esclamò alzandosi i goggles sulla testa.
Senza preavviso gli tirai il naso e gli avvicinai il viso al mio.
-La prossima volta, non la passi liscia!- bisbigliai, ridendo.
-Ok, ok, ma lasciami il naso!!- disse con voce nasale.
Se Mello avesse visto quel foglio pieno di cuoricini rossi e rosa e con il suo nome schiaffato a lettere cubitali, chissà come avrebbe reagito.
Sicuramente mi avrebbe preso per una scema.
Durante la lezione di economia, non avevo niente di meglio da fare, quindi mi sono messa a scarabocchiare il quaderno a caso, senza nemmeno rendermi conto di quello che scrivevo.
Adesso non importa però, la tragedia è stata evitata!
In seguito entrò l'insegnante di educazione sessuale, che senza perdere tempo raccolse tutti i progetti a coppie, compreso quello mio e di Mello.
Avevamo lavorato sodo entrambi e finalmente avevamo finito.
Anche se a dire il vero mi dispiaceva, perchè questo voleva dire che i nostri pomeriggi insieme erano terminati.
Ma poco importava, perchè decisi di andarci anche quel giorno, seppur senza motivo.
Semplicemente avevo voglia di vederlo.
Bussai alla porta della sua stanza e aspettai paziente che mi aprisse.
Dopo qualche minuto d'attesa, non ci fu risposta.
Sorpresa picchiai nuovamente sul legno, per assicurarmi che di essere stata sentita.
Finalmente udii dei passi e il viso di Mello sbucò dallo spiraglio della porta.
Quando mi vide fece una faccia stupita, poi si ricompose e mi rivolse la parola.
-Oh.. ciao Ely.. che ci fai qui?- domandò un po' agitato.
Sembrava sudare freddo e pareva molto nervoso.
-Sono passata a trovarti! Ma, ti senti bene?- gli chiesi, notando quanto fosse allarmato.
-Io? Sìsì certo.. Ma questo non è proprio il momento migliore.. Potresti tornare più tardi?-
Lo squadrai sospettosa.
-Perchè? Che mi stai nascondendo?- domandai in tono minaccioso.
-Niente.. ovviamente..- spiegò con l'insicurezza che trapelava chiaramente dalla sua voce.
-Ah sì? Allora non ti dispiace se entro!- esclamai, spalancando la porta con gesto fulmineo.
Mello si scostò abbassando lo sguardo e mi lasciò passare.
Rimasi a bocca aperta nel vedere che seduta sul divano, c'era una ragazza mora e dalle forme decisamente generose, che mi fissava sconcertata.
La riconobbi e capii che era una nostra compagna di classe, credo che si chiamasse Sophie Evans.
I miei occhi parvero prendere fuoco e lanciai uno sguardo di ghiaccio al biondo, che guardava dall'altra parte.
-Non è come pensi- cercò vanamente di spiegare, ma io, ormai furiosa mi voltai e corsi verso la mia stanza.
Sentivo gli occhi inumidirsi e il respiro farsi affannoso.
Non ero arrabbiata, ero solo triste.
Non mi sarei mai potuta arrabbiare con Mello, però mi sentivo ferita.
Vedere quella ragazza poi, mi aveva davvero distrutta.
Insomma, lei era mora, occhi azzurri, labbra carnose e forme accattivanti.
E io cos'ero?
Biondo-castana, occhi color grigio spento, corporatura ordinaria e banale e dalla pelle troppo chiara.
Entrai nella mia stanza sbattendo violentemente la porta, facendo sobbalzare Matt, che stava giocando alla playstation.
Lui si voltò di scatto nella mia direzione e mi rivolse uno sguardo preoccupato.
-Ehi! Che succede?- chiese con tono apprensivo, notando i miei occhi arrossati.
Cazzo, non ho mai pianto in vita mia e di certo non lo farò adesso!” pensai, ricacciando indietro le lacrime, ormai prossime ad uscire.
Il rosso si alzò e mi venne incontro.
-Non.. non è successo niente..- tentai inutilmente di dire.
-Certo, come no! Adesso siediti e quando starai meglio mi spiegherai cos'è accaduto!- esplicò, conducendomi al mio letto.
Mi stesi a pancia all'aria e Matt si sedette accanto a me.
Attese qualche minuto che mi calmassi e mi ripose la domanda.
-Allora? Cos'è successo?-
-Mello..- dissi in un sussurro.
-Mello? Avete litigato?-
-Più o meno..-
Presi un lungo respiro e buttai fuori tutta l'aria in un soffio.

-Sono andata in sua, perchè avevo voglia di vederlo e quando sono entrata c'era una ragazza in camera con lui-
Matt sgranò gli occhi e rimase in assoluto silenzio per qualche secondo.
-E.. che stavano facendo?- domandò incerto, temendo forse di irritarmi.
-Non lo so. Lei era seduta sul divano e non ho visto altro- risposi con voce stranamente calma.
-Allora non puoi essere sicura di come stanno le cose!- commentò lui, con un leggero sorriso d'incoraggiamento.
-Mhmm.. Non lo so.. So solo che non voglio vederlo per un po'..-
-Vedrai che ci sarà sicuramente una spiegazione-
Sospirai e chiusi gli occhi.
Improvvisamente sentii il sonno prendermi alla sprovvista.
L'ultima cosa che percepii fu una lieve carezza di Matt sulla guancia e poi mi addormentai ancora vestita.
***
- ..ly? Ely?-
Una voce mi chiamò più volte e svogliatamente sollevai le palpebre.
Vidi il viso di Matt che mi osservava dall'alto e mi scuoteva piano per le spalle.
-Svegliati! E' mattina!-
Mugugnai un po' e mi stiracchiai pigramente.
-Buongiorno.. mhmm..-
-Buongiorno!- mi disse sorridente.
-Che ore sono?- chiesi, cominciando ad acquisire lucidità.
-Le 7.45-
-Ok, grazie-
Il primo pensiero che attraversò la mia mente fu subito quello che era successo.
Ripensai a Mello e a Sophie, ma soprattutto al tentativo del biondo di nascondere la situazione.
Perchè non voleva che la vedessi?
Qualche idea me l'ero già fatta.
Mi ricordai anche il modo in cui lei era vestita: minigonna di , top aderente fino sopra l'ombelico e una giacchetta bianca semi-trasparente.
-Che razza di sgualdrina..- sussurrai a denti stretti.
-Come hai detto?- chiese il rosso, che stava preparando lo zaino.
-Niente, niente.. Stavo solo pensando ad alta voce-
Lentamente mi preparai, tentando di nascondere l'angoscia dallo sguardo turbato di Matt.
...
A colazione, mentre parlavamo del più e del meno, notai che si sforzava per non cadere in argomento e lo apprezzai molto.
Non avevo affatto voglia di parlarne, non adesso, non con Matt.
Finito di mangiare, entrammo in classe ed evitai accuratamente di posare gli occhi sul biondo.
Mi sedetti al mio posto ed aspettai in silenzio che la lezione iniziasse.
Durante tutta l'ora fissai insistentemente Sophie.
Mi accorsi che ogni cinque minuti faceva gli occhi dolci a Mello e lo guardava sognante.
Strinsi la matita che avevo nella mano destra, così forte da spezzarla in due e mi morsi con rabbia il labbro inferiore.
Vidi qualche goccia di sangue cadere sulla pagina candida del libro di inglese.
Portai una mano a toccarmi la bocca e le dita si tinsero di rosso.
-Cazzo..- bisbigliai.
Presi un fazzoletto dallo zaino e mi pulii cercando di non farmi notare.
Poi ebbi una forte tentazione di voltarmi a vedere se anche Mello la stava guardando, ma decisi di concentrarmi sulla lezione.
In seguito fu l'ora di ginnastica e rapida raggiunsi Matt e Hester, per percorrere con loro la strada dall'aula alla palestra.
Davanti a noi camminava Mello e di fianco a lui c'era ancora Sophie!
Gli stava attaccata come una sanguisuga e ridacchiava come una scema, mentre lui la ignorava e ogni tanto sbuffava.
Rimasi amareggiata da quella scena e decisi di superarli per non vederli più.
Nell'avanzare diedi una forte spallata al biondo e sentii i suoi occhi fissi su di me.
Giunti agli spogliatoi aspettai Hester, che era rimasta indietro con Matt ed entrammo.
Mentre ci cambiavamo, lei mi osservò per qualche secondo e sospirò.
-Qual'è?- domandò, con un certo tono di rassegnazione.
Per un attimo la fissai interrogativa, poi capii a cosa si riferiva e che Matt doveva averglielo raccontato.
-Lei- risposi acida, lanciando un'occhiata eloquente nella direzione della mora, che si stava anche lei cambiando.
-Ah.. Sarà meglio andare dai- esclamò, facendomi notare che tutte le altre ragazze si stavano uscendo.
-Tu vai avanti.. io devo andare un attimo in bagno- dissi salutandola.
-Ok, ti aspetto in palestra allora!- e così dicendo anche lei sparì dietro la porta.
In realtà non dovevo andare in bagno, avevo solo bisogno di qualche minuto per riflettere in solitudine.
Mi sedetti su una delle panche e misi la testa fra le mani.
Respirai profondamente, quando il rumore della porta che si apriva attirò la mia attenzione.
Sapevo già chi era.
-Dobbiamo parlare- disse la sua voce, prima di sedersi accanto a me.





Continua... .•●

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Capitolo 10
*** Equivocal ● ***


●•.Equivocal.


 

Inspirai profondamente, e il suo braccio mi circondò in un abbraccio.
Mi scrollai la sua mano dalla spalla e mi distanziai da lui, scorrendo sulla panchina.
-Che cosa vuoi, Mello?- chiesi in tono freddo, tentando di apparire il più distaccata possibile.
-Parlare di ieri-
-Io non ho niente da dirti..- risposi, alzandomi per andarmene.
In quel momento non avevo assolutamente voglia di stare a sentire le sue scuse.
Mossi i primi due passi, mi afferrò il braccio e mi bloccò, tirandomi di nuovo a sedere.
-Ely, ascoltami!- disse serio, appiccicandomi il suo sguardo addosso.
-Ok, sentiamo- sussurrai, arrendevole, ma comunque infastidita.
-Sophie, ieri, era in mia perchè la stavo aiutando con i compiti di Fisica. Tutto qui- spiegò, con voce calma.
-Sì certo..- borbottai, aggrottando le sopracciglia e assumendo un'espressione amareggiata.
-Non mi credi?- domandò, inarcando un sopracciglio.
-No- dissi secca.
-Ti assicuro che le cose stanno così- replicò, ancora tranquillo.
-Ah sì? Allora spiegami perchè non volevi che la vedessi!- esclamai alzando la voce.
-Perchè sapevo che ti saresti ingelosita, come volevasi dimostrare..-
-Touchè..- sbuffai -Però, perchè è tutt'oggi che ti fa gli occhi dolci e ti sta appiccicata?-
-Credo di piacerle- rispose senza peli sulla lingua.
-Sai di piacerle e accetti di darle ripetizioni??- chiesi incredula, e parzialmente offesa.
-Senti, non vedo dove sia il problema! Lei non mi piace! Mi piaci solo tu!- esplicò spazientito.
Quelle parole, “Mi piaci solo tu”, mi impressionarono molto, ma non riuscii a trattenere la diffidenza.
-E io come faccio ad esserne sicura..?- domandai con un filo di voce.
-Non lo so.. C'è qualcosa che posso fare per dimostrartelo?-
-Potresti cominciare smettendo di studiare insieme a lei magari!- esclamai irritata.
Dopotutto mi sembrava un'affermazione ovvia.
-Ok, solo questo?-
-No, voglio anche che..- non riuscii a finire la frase, la timidezza si stava impossessando di me, impedendomi di continuare.
-Che..?-
-Niente, lascia stare. Comunque.. se dici che lei non ti interessa.. ti credo..- dissi, poco convinta dalle mie stesse parole.
Lui mi strinse nuovamente, ma questa volta non mi opposi.
Cercai di rilassarmi e di godermi a pieno quell'abbraccio.
Appoggiai la testa al suo petto e chiusi gli occhi. In quel momento avvertii una sensazione mai provata prima, un misto di tranquillità, sicurezza e serenità, che mi diceva che andava tutto bene, e che potevo fidarmi.
Tutte le domande e tutti i dubbi si dissiparono, perchè in quel momento riuscivo a pensare unicamente a Mello e alla quiete che era nata.
Il biondo si ritrasse lievemente e affondò il viso tra i miei capelli.
-È meglio se andiamo, ormai la lezione sarà già iniziata- disse, scostandosi un po' di più.
A malincuore mi staccai da lui ed entrambi ci alzammo, per raggiungere la classe, in palestra.
Durante le due ore di ginnastica non facemmo altro che giocare a pallavolo.
E io odiavo pallavolo!
Casualmente io e Sophie finimmo in due squadre differenti e questo mi permise di schiacciarle una bella pallonata in faccia.
Dopo averle chiesto scusa, per ordine del professore, andai a cambiarmi soddisfatta.
Vederla con un sacchetto di ghiaccio premuto su una guancia gonfia e arrossata mi fece ghignare d' appagamento.
Forse avevo un po' esagerato, anche perchè Mello mi aveva spiegato come stavano le cose, ma non potei fare a meno di ridacchiare.

Usciti dagli spogliatoi, tutti gli alunni andarono in mensa per pranzare.
Stranamente non vidi Mello.
Lo cercai con lo sguardo ma non riuscii a scorgerlo.
Improvvisamente qualcuno mi appoggiò calorosamente una mano sulla spalla.
-Ehy Ely!-
-Oh, Matt!-
-Hai visto Hester?- domandò il rosso, con un filo d'ansia.
-Ma come? Non era con te?- chiesi a mia volta, un po' perplessa.
-No..- rispose, deluso.
-Che strano.. Tu invece hai visto Mello per caso?-
-No.. Ma, sono spariti tutti e due.. Dove possono essere andati?- esclamò, stupito.
-Direi che è meglio cercarli!-
-Hai ragione! Allora io vado al primo piano, tu al secondo. Ok?-
-Va bene, a dopo!-
Ci congedammo e svelta salii la rampa di scale che portava al piano sovrastante.
Vagai per i corridoi in cerca dei due “dispersi”.
***
Mello stava immobile come una statua, a braccia incrociate.
-Allora? Cosa volevi dirmi?- chiese alla ragazza mora di fronte a lui.
-Ecco io..- tentò di dire, ma la voce non riuscì a raggiungere un tono udibile, a causa della timidezza.
Sophie strusciò un piede per terra e abbassò lo sguardo, non riuscendo a reggere quello del biondo.
Lui ancora attendeva impaziente una risposta.
Inquieto, iniziò a picchiettare ritmicamente il pavimento di moquette con uno stivale.
-Allora? Non ho tutto il giorno!- esclamò annoiato.
-Io.. volevo..-
La mora arrossì violentemente e cominciò a stropicciarsi il bordo della gonna in stile scozzese con ambedue le mani.
Prese un abbondante respiro e cercò di mantenere la calma.
-Mello.. ecco, io..-
Sophie capì che non sarebbe riuscita a dire null'altro, quindi si alzò in punta di piedi sulle sue ballerine nere e si avvicinò al viso del biondo.
Lui fece per indietreggiare, ma lei fu più rapida e si fiondò a stringere le braccia attorno al suo collo, per poi posare le proprie labbra sulle sue.
Sfortunatamente, proprio in quel preciso momento, io girai l'angolo.
Rimasi pietrificata dinnanzi alla scena, che mi si presentò.
Mello sgranò gli occhi dallo stupore e provò a staccarsi, spingendola per le spalle.
Sophie riuscì a resistere per poco e fu brutalmente spintonata per terra.
Io strinsi i pungi e mi allontanai a passo veloce, ne avevo abbastanza.
Mello pensò di corrermi dietro, ma comprese che sarebbe stato inutile.
Quindi porse la mano a Sophie, che era ancora seduta sul pavimento, massaggiandosi la schiena che aveva sbattuto contro il muro.
-Scusami. Ti sei fatta male?- chiese Mello, fingendo premura.
-No..- ripose la ragazza, sollevandosi con lentezza.
Appena si fu alzata, lui schizzò in 
camera sua, sbattendo la porta così forte da far tremare il muro.
***
-Cavolo, cavolo, cavolo!- urlava Hester, percorrendo il corridoio a grandi falcate.
-Come ho fatto a dimenticarmi gli occhiali in classe!? Mi sembrava che mi mancasse qualcosa!-
Avanzava velocemente, pensando a quanto fosse scema per non essersi nemmeno accorta di vederci male, quando inavvertitamente si scontrò con qualcosa e cadde per terra.
Quel qualcosa che l'aveva urtata cadde pesantemente sopra di lei, schiacciandola sul pavimento.
Hester alzò la testa per vedere chi fosse l'idiota che le aveva sbattuto addosso e inveire contro di lui.
Vide un cespuglio di capelli bianchi a pochi centimetri dal suo viso.
-Ehi ragazzino, guarda dove cammini!!- sbottò contro di lui, pur non conoscendolo.
Near sollevò il capo e la fissò un po' imbarazzato.
-Scusa- disse con la sua solita voce piatta e inespressiva.
-Allora? Ti alzi o no?- domandò lei, spazientita.
-Mi stai schiacciando se non te ne sei accorto!- aggiunse parecchio seccata.
Quel bimbetto lo aveva sempre visto girare per la Wammy's e le aveva sempre ispirato una certa antipatia.
Ma quando l'albino fece per alzarsi, Matt apparve in fondo al corridoio.
Come sempre la sfortuna ci metteva lo zampino, facendolo arrivare proprio nel momento più sbagliato.
Il rosso sgranò gli occhi e la sigaretta che stava fumando, infischiandosene altamente del regolamento d'istituto, gli cadde sul tappeto.
Hester lo vide troppo tardi e prima di riuscire a fermarlo, lui corse via convinto di aver compreso la situazione.
-Cavolo..- biascicò alzandosi lentamente. Near si scostò e prima di andarsene, lei si voltò e lo guardò minacciosa.
-Questa me la paghi nanetto!- scandì bene ogni parola prima di incamminarsi per il corridoio.
***
Irruppi nella mia stanza sbattendo la porta.
-Che stronzo! E io che mi ero anche fidata!- sbottai serrando i pugni tanto da farmi sbiancare le nocche.
Mi appoggiai al legno e mi lasciai scivolare a sedere per terra.
Mi presi la testa fra le mani e chiusi gli occhi cercando di rilassarmi.
D'un tratto sentii la serratura scattare e la porta aprirsi di colpo, ricevendo così una dolorosa botta sulla schiena.
Alzai lo sguardo e vidi Matt, in piedi sull'uscio, con un'espressione a metà tra l'ira e lo sconforto.
-Cazzo Matt! Mi hai fatto malissimo!- urlai, cercando di sollevarmi dal pavimento.
-Scusa..- disse senza che gli importasse realmente e richiudendo la porta alle sue spalle.
-Che è successo?- chiesi, notando il suo umore distante.
-Niente..- bisbigliò, sedendosi sul suo letto e accendendosi una sigaretta.
-Sì, come no.. Avanti dimmi che c'è! Lo sai che a me puoi dirlo!- insistetti, sedendomi dall'altro lato del materasso e poggiando la mia schiena alla sua.
-Ho visto Hester, in corridoio, stesa per terra con uno sopra!- spiegò, soffiando fuori una nube di fumo.
-E quindi?- domandai, un po' confusa.
-Come “e quindi”? E quindi era ovvio cosa stesse succedendo! E poi in un corridoio, neanche in una 
camera!-
-Appunto. Questo non ti fa sorgere nessun dubbio?-
-Cioè?-
-Cioè, che potresti aver frainteso- esplicai con tranquillità.
-Mah.. Vabbè adesso non ne voglio parlare.. Piuttosto, poi l'hai trovato Mello?-
Involontariamente sbuffai e il rosso capì che qualcosa non andava.
-E a te che è successo?- domandò con tono pacato, quasi se l'aspettasse.
Sospirai e decisi di dirglielo. Dopotutto era il mio migliore amico, e poi anche lui si era confidato con me.
-L'ho beccato proprio mentre stava baciando la stronzetta dell'altra volta..- ammisi, esprirando tutta l'aria che avevo nel petto.
-Ancora quella?- chiese sorpreso.
-Già, ancora lei..-
-Beh, pare che le sfighe capitino tutte a noi- concluse il rosso.
Conclusione azzeccata direi.
-Questa me la paga..- sussurrai, pensando al biondo e a Sophie.
-Ma non finisce qui..- mormorò Matt, rivolto a Hester e al bimbetto bianco.
Poi un'idea nacque nella mia mente.
Era stupida, ma poteva anche funzionare.
-Matt?-
-Mh?-
-Mi è appena venuta un'idea..-





Continua... .•●

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Capitolo 11
*** Revenge ● ***


●•.Revenge.


 

-La tua è un'idea stupida!- concluse Matt aspirando dal filtro della sua sigaretta fino a consumarla del tutto.
-Cosa?? Non è affatto vero!- replicai incrociando le braccia.
-Ti ho già detto che non possiamo rasargli la testa a zero! Questa proposta è scartata!- aggiunse spiaccicando la cicca nel portacenere annerito sul letto.
-E perchè no?- insistetti irremovibile.
-Perchè ci beccheremmo una punizione per tutta la vita, Heinstein!- spiegò dandomi un pugno sulla testa.
-Uffa.. E se li ricoprissimo di carta igienica o gli disegnassimo dei baffi con un indelebile mentre dormono?- proposi, con lo sguardo di chi ha avuto l'idea del secolo.
-Naaah.. non è abbastanza originale!- rispose sbuffando.
-E se provassimo a..-
-No-
-Oppure..-
-No-
-Magari potremmo..-
-No-
-Uffa ma smettila! Fattela venire tu qualche idea allora!- sbraitai spazientita.
-Mhmm.. Eureca!- esordì alzando una mano ed il dito indice.
-Spara!- lo incoraggiai incuriosita.
-Hester è cieca come una talpa senza i suoi occhiali! Stanotte mi intrufolerò nella sua stanza e glieli ruberò, così domani mattina non vedrà oltre il suo naso!- finì con una risata raggelante.
-Ma sei scemo!? Così rischia di sbattere da qualche parte e ammazzarsi!- osservai, mentre mi stupivo dell'ingegno del rosso.
-Così impara a tradirmi con l'omino dello zucchero! Dopotutto l'hai detto tu che dovevamo vendicarci, no?-
“Beh, non ha tutti i torti.. Insomma, qui siamo noi le vittime, non loro!” pensai.
Sorrisi maligna e ridacchiai -E allora, che vendetta sia!-
-Adesso però devo pensare a come farla pagare a Mello..- dissi riflettendo su varie idee che mi erano venute.
“Devo fare come Matt: portargli via qualcosa di fondamentale, di insostituibile, di inestimabile.. Ma certo!” e come un lampo di fulmine la soluzione balenò nella mia mente.
-La cioccolata!- esclamai improvvisamente.
-Come sarebbe a dire, la cioccolata?- chiese il rosso, dubbioso.
-Mello è dipendente dalla cioccolata, quindi gliela porterò via!- esplicai, fiera del mio colpo di genio.
-Perfetto! Allora, questa notte, avrà inizio l'operazione “Revenge”!-
***
Erano le 2.30 di mattina quando uscimmo furtivamente dalla nostra .
Cercando di fare meno rumori possibili richiusi silenziosamente la porta, mentre Matt si appiattiva contro il muro per controllare che ci fosse via libera dietro l'angolo.
Dovevamo solamente evitare il guardiano notturno e fare attenzione a non svegliare nessuno, e saremmo potuti entrare facilmente in qualsiasi 
camera.
Corremmo in calzini e pigiama per tutto il corridoio fino ad arrivare dinnanzi a due rampe di scale, una conducente al piano sottostante e una a quello di sopra.
Vidi Matt iniziare a salire i primi gradini per raggiungere la stanza di Hester, quindi lo bloccai afferrandolo per un braccio.
-Ehi! Dove credi di andare?- chiesi a bassa voce, fulminandolo in un istante.
-Perchè?- sussurrò.
-Io non so forzare le serrature! Devi farlo tu per me, altrimenti come faccio ad entrare in 
camera di Mello?- spiegai, facendolo retrocedere di qualche gradino.
-Ok, però facciamo in fretta!- bisbigliò per poi trascinarmi di corsa al piano di sotto, dov'era situata la camera del biondo.
Quando fummo davanti alla porta Matt tirò fuori dalla tasca del pigiama una delle mie forcine.
Dopodichè la deformò e rapidamente la introdusse nella serratura.
Dopo appena qualche minuto di lavoro udii uno scatto, segno che avrei potuto introdurmi dentro tranquillamente.
-Allora? Chi è il migliore?- chiese il rosso in tono sarcastico.
-Tu, ovviamente!- risposi scompigliandogli i capelli fulvi.
Posai la mano sulla maniglia, ma d'un tratto la voce di Matt mi interruppe.
-Aspetta!-
-Che c'è?-
-Dato che lì dentro c'è anche quel nanetto di Near.. Potresti farmi un favore?-
-Che favore?-
Con uno scatto estrasse un pennarello indelebile nero dall'altra tasca dei pantaloni.
Me lo posizionò davanti al viso e sogghignò divertito.
Immediatamente compresi quello che aveva in mente e mi unii alla sua risatina, agguantando il pennarello.
-Allora le mie idee non erano poi così stupide, eh?- lo sbeffeggiai.
-Per questa volta devo darti ragione!- ammise sorridendo.
-Buona fortuna allora!- dissi dandogli una leggera pacca sulla spalla.
-Anche a te!- rispose ammiccando.
Aspettai di vederlo sparire in cima alla scalinata e con estrema lentezza aprii la porta, che emise un lievissimo scricchiolio.
Ancor più lentamente entrai e la richiusi, notando che fortunatamente la luce della luna illuminava buona parte del locale, quindi non ebbi problemi di spostamento.
Ispezionai con calma il frigorifero, il salotto e tutto l'ambiente circostante, ma non trovai una sola briciola di cioccolato.
“Ma dove la terrà tutta quella cioccolata?” pensai irritata.
“Forse in camera sua..”
Mi avvicinai al piccolo corridoietto che dava sulle due stanze da letto e sul bagno.
Mi fermai davanti alla porta di Near, ricordandomi che dovevo lasciare un ricordino anche a lui.
Quindi la aprii cautamente e sporsi la testa all'interno, facendo penetrare qualche raggio lunare.
Vidi la sua chioma bianca spuntare da sotto un lenzuolo del medesimo colore.
Avanzai verso il letto, aggirandolo per vederlo in viso, fermandomi a pochi centimetri dal materasso.
Dopo essermi accertata che stesse dormendo, stappai il pennarello, emettendo un rumore che lo fece mugugnare.
Sudai freddo, temendo che potesse svegliarsi, ma fortuitamente si limitò a storcere il naso e tornare ai suoi sogni.
Allargai la bocca in un ghigno e piano piano gli disegnai degli elegantissimi baffi alla francese.
Soddisfatta del mio lavoro scattai fuori dalla porta e mi appropinquai di fronte alla stanza di Mello.
Adagio entrai e lo vidi girato di spalle, completamente fuori dalle coperte.
Rapidamente mi ispezionai il locale in cerca della cioccolata.
Senza fare rumore mi abbassai e guardai sotto al letto, e finalmente trovai uno scatolone con una scritta a caratteri cubitali che diceva “Scorte di Cioccolato di Mello – Don't Touch!”.
-Bingo!- sussurrai.
Mi stesi a pancia in giù sul pavimento ghiacciato e mi lasciai sfuggire qualche sospiro.
Senza curarmene più di tanto allungai un braccio nel tentativo di afferrarla.
All'improvviso sentii una forte presa sulle caviglie e sussultai, sbattendo la testa contro la rete del materasso.
-Porca miseria!- urlai, massaggiandomi la nuca.
Improvvisamente la stretta si fece più salda e venni trascinata fuori da sotto il letto di peso.
I miei piedi vennero liberati di colpo e non riuscii ad evitare di sbatterli per terra.
Mi girai dall'altro lato per vedere chi avesse osato trainarmi sul pavimento gelido a pancia scoperta e in un istante incrociai gli occhi di Mello, che mi scrutava dall'alto a braccia incrociate.
Aveva un sguardo severo ed assonnato allo stesso tempo.
-Che ci fai qui?- chiese lapidario, evidentemente innervosito per essere stato svegliato alle 3 del mattino.
-Niente..- risposi rialzandomi.
-Che cosa stavi facendo?- domandò assumendo un'aria sospettosa e sporgendosi a guardare sotto al letto.
-Ti ho detto che non stavo facendo niente!- ripetei indispettita.
-Aah.. volevi prendere la mia cioccolata..- constatò, mutando il suo tono di voce e rendendolo più pacato.
-Nient'affatto!-
-Volevi farmela pagare per aver baciato Sophie?- chiese, risollevandosi da terra.
Una volta rialzatosi tornò a fissarmi con quei suoi occhi celesti che mi incantavano ogni volta sempre di più.
Sentivo come se con quelle iridi azzurrine mi stesse leggendo dentro e non riuscii proprio a mentire.
-Forse..-ammisi abbassando lo sguardo, non riuscendo a reggere il suo.
-E volevi vendicarti rubandomi la cioccolata? Che stupida- esplicò perplesso.
-Ehi, guarda che qui lo stupido se..!-
Prendendomi alla sprovvista, senza che riuscissi a finire la frase mi afferrò i polsi e mi fece ricadere sul materasso, facendolo molleggiare e cigolare.
Lo squadrai sorpresa mentre si posizionava sopra di me, senza mollare la stretta sui polsi e portandomi le mani fin sopra la testa.
-Ma che..?- Cercai di protestare, ma venni zittita da un bacio fulmineo.
Dimenandomi, dopo pochi secondi riuscii a staccarmi e a riprendere fiato.
-Sei un bastardo!- esclamai alzando la voce.
-E tu sei una sciocca- rispose senza scomporsi minimamente.
-È possibile che tu fraintenda sempre tutto?- domandò.
-Eh!? E con questo cosa vorresti dire?- chiesi confusa, ma ugualmente infastidita dalla situazione.
-Perchè pensi sempre male di me? Mi pareva di averti già detto che mi piaci solo tu-
-Ah sì? Se è vero che ti piaccio io, allora perchè hai baciato quella là?-
-Ovviamente è lei che ha baciato me, e tu sei arrivata prima che io riuscissi a levarmela di dosso- spiegò, mantenendo un tono di estrema tranquillità.
“Ma certo! Dopotutto è plausibile.. Come ho potuto non pensarci prima? Sono stata troppo precipitosa.. Mi sono fatta coinvolgere troppo dalle apparenze..”
-Dici.. Dici sul serio?- sussurrai con una luce di speranza negli occhi.
-Certo che a volte sai essere proprio ingenua- disse, mostrandomi uno dei suoi sorrisi più dolci.
Gli sorrisi di rimando e mi sporsi in avanti per baciarlo di nuovo.
Ci staccammo poco dopo e mi sentii in dovere di scusarmi per aver dubitato di lui, il ragazzo più incredibile, straordinario e meraviglioso che avessi mai conosciuto.
-Mello.. Scusami..- mormorai spostando lo sguardo in un punto indefinito del soffitto.
Subito mi lasciò andare i polsi, per poi distendersi al mio fianco.
Mi spostai verso di lui e mi lasciai avvolgere dalle sue braccia, appoggiando la testa sulla sua spalla.
Stavo morendo di sonno e senza neanche rendermene conto mi addormentai.
Tutto ciò che riuscii a percepire prima di entrare nel mondo dei sogni, fu un leggero bacio sulla guancia e un “Ti amo”, impercettibilmente sussurrato all'orecchio.





Continua... .•●

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Capitolo 12
*** Don't leave me ● ***


●•.Don't leave me.


 

Mi svegliai alle prime luci dell'alba.
Una luce dorata invase la stanza e illuminò il mio viso ancora stanco.
Sbattei le palpebre un paio di volte prima di spostare lo sguardo sullo spiazzo del materasso accanto a me, completamente vuoto.
-Mhmm.. Mello?..- lo chiamai con la voce leggermente impastata dal sonno.
Non udii nessuna risposta, quindi decisi di alzarmi e cercarlo.
Dopotutto dove poteva essere andato? Eravamo in un istituto!
Mi sollevai a sedere sul materasso e guardai la sveglia digitale che segnava le 5.47 del mattino.
-Ma come è possibile che a quest'ora non sia a letto come la gente normale?- sussurrai stropicciandomi gli occhi.
Lentamente mi diressi verso il salotto, sbadigliando ad ogni passo sempre più rumorosamente.
-Mellooo..- chiamai a voce un po' più alta, ma ancora niente.
Inspiegabilmente avvertii una fitta al petto.
“Ma dove si è andato a cacciare quello scemo?” pensai, riflettendo su tutti i luoghi dove un pazzo cioccolatomane sarebbe potuto essere alle 6 del mattino.
Ancora in pigiama uscii nel corridoio, dove non vi era anima viva.
Camminai in direzione mensa per vedere se fosse sceso a fare colazione.
Durante il tragitto pestai qualcosa, dunque spostai il piede scalzo e lo raccolsi.
-Cioccolato?- Avevo pestato un pezzetto di cioccolato. “Che sia di Mello?.. Aspetta.. Che razza di domanda! È ovvio che è suo!”
Avanzai sempre dritto e rimasi assai sorpresa nel trovare una moltitudine di altre briciole di cacao.
Le seguii come un sentiero e le raccolsi una ad una, fino ad arrivare davanti alla porta dell'immenso terrazzo esterno del terzo piano.
Incerta la aprii e venni investita da una folata d'aria gelida.
Rabbrividii, ma mi ristabilii subito, non appena vidi qualcosa di meraviglioso davanti ai miei occhi.
Il sole all'orizzonte stava nascendo e inondava tutto l'ambiente di raggi color arancio e rosa, creando dei riflessi luminosi e rilassanti.
E come se non bastasse, Mello se ne stava seduto sulla ringhiera, con le gambe a penzoloni nel vuoto e la testa inclinata, appoggiata al muro, a guardare quel panorama mozzafiato.
Li contemplai entrambi per qualche momento, finché decisi di annunciarmi.
-Mello?- lo chiamai a voce bassa per paura di rompere l'atmosfera di calma e pace che ci stava avvolgendo.
Lui si girò verso di me, guardandomi con uno di quei suoi sorrisi da mandarti il cervello in fumo.
Sorrisi a mia volta e mi avvicinai raggelandomi le piante dei piedi, ma senza farci troppo caso.
Lo raggiunsi e mi appoggiai con i gomiti al terrazzo, senza smettere di fissare l'alba nascente.
-Allora l'hai trovata la mia scia di cioccolato..- disse all'improvviso.
-Beh, poteva essere solo tua- risposi per poi porgergli la mia mano stretta a pugno.
La dischiusi e gli mostrai tutte le briciole che avevo raccolto -Immagino che tu queste non le voglia più- detto questo le lanciai al vento, lasciando che esso le trasportasse chissà dove.
Squadrai il biondo per un po', notando piuttosto in ritardo che era in bilico sulla ringhiera e che se non stava attento rischiava di fare un volo di minimo 6-7 metri.
-Mello scendi! Così mi fai paura!- esclamai, cercando di non pensare alle mie vertigini.
-Eh? Perchè?-
-Se non fai attenzione potresti cadere, scendi per favore..-
-Ti preoccupi per me? Ma che carina- esplicò sogghignante.
-Ma che cavolo dici?! È solo che soffro di vertigini e vederti così mi fa impressione.. Tutto qui..- provai a giustificarmi arrossendo a dismisura.
Senza preavviso mi afferrò per le spalle e mi tirò su, vicino a lui. Sgranai gli occhi e l'agitazione mi prese.
-Mello cosa fai?? Lasciami! Ho paura!- alzai la voce e mi dimenai per scendere.
-No che non ti lascio. Voglio che tu stia qui vicino a me- replicò stringendomi a sé con più forza.
Respirai a fondo, mi calmai e chiusi gli occhi, decisa a non guardare giù. Sentivo il vuoto totale sotto di me e mi faceva una paura immensa.
-Tutto ok?-
Senza fiato per rispondere appoggiai il capo sulla sua spalla e lo abbracciai più forte che potevo.
Lui mi prese il mento fra il pollice e l'indice e lo sollevò per poi baciarmi a fior di labbra.
Ci staccammo e mi guardò con un espressione estremamente dolce, che non avrei mai pensato potesse avere.
Ogni residuo di ansia svanì di colpo e mi sentii in pace.
-Passata la paura?-
-Passata-
Era un momento di assoluta perfezione, era l'istante più bello della mia vita, era una sensazione così perfetta..
Ed ecco che a rovinare tutto arrivò un rutto di dimensioni bibliche direttamente dal mio stomaco.
Imbarazzata mi battei una mano sulla fronte.
Evviva la mia finezza!
“Ma porca di quella *biiiiiiip* e *biiiiip* *biiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiip*!”
Credevo che a questo punto il biondo mi avrebbe buttato giù dal balcone senza la minima esitazione, invece si mise stranamente a ridere.
-Scusami.. credo di non aver digerito bene ieri..- mormorai, ormai più rossa di un peperone.
Lui parve non sentirmi e non smise di ridere neanche per respirare.
-Uffa, ho capito che non sono miss eleganza! Adesso puoi smetterla di prendermi in giro!-
Con calma si ricompose e mi circondò le spalle con un braccio.
-È proprio perchè sei l'antitesi dell'eleganza che mi piaci..-
***
-Waaaaaaaaaaaaaaa!! Orrore, orrore, che orrore!-
-Aaaaaaaah! Che succede??- esclamò Matt sobbalzando dallo spavento.
-Vestitevi subito, schifosi che non siete altro!- urlai scandalizzata.
-Opss..- sussurrò Hester, constatando la situazione.
Tornando dalla stanza di Mello, li avevo trovati stesi nel mio letto, tutti attorcigliati fra le coperte, senza maglia, pantaloni, mutande o qualsiasi altra cosa che avrebbero dovuto indossare in mia presenza.
-Non voglio sapere come vi siete “riappacificati”, ma vi do cinque minuti per sloggiare, chiaro!?-
Senza aggiungere altro presi i primi indumenti trovati a caso nell'armadio e uscii frettolosamente.
Turbata tornai a bussare alla stanza di Mello, sperando di non scocciarlo troppo.
“Ma come si permettono? Nel mio letto poi! Se me l'hanno insozzato anche solo un po' giuro che gli riempio di ghiaccio le mutande! Tsè, se almeno ce le avessero avute le mutande..”
-Ah Ely, vuoi entrare?- chiese il biondo, leggermente sorpreso di vedermi tornare così presto.
-Grazie. Scusa se ti disturbo di nuovo, ma ho trovato Matt e Hester nel mio letto che.. capito no?-
-Oh.. Non ti preoccupare, vieni- rispose un po' sconcertato dalla mia spiegazione.
Chissà perchè la sua voce mi suonava strana.
Lui, già vestito, si sedette sul divano e si infilò degli stivaletti a punta di pelle, non senza sforzo.
La stanza mi sembrava più vuota del solito e notai anche una grande valigia nera sotto al letto.
-E quella?- domandai indicandola.
-Ah, niente. Quella è vuota-
-Mhmm.. ok. Va bene se vado a cambiarmi in bagno?- chiesi,
dirigendomi verso il corridoio.
-Ok, io intanto scendo a fare colazione-
-Allora dopo ti raggiungooo!- gli urlai mentre chiudevo la porta della toilette.
Appoggiai le mie cose sul lavandino e mi resi conto che avevo preso i vestiti dalla parte di armadio di Matt.
Infatti mi ritrovavo con una maglia a righe nere e rosse, dei jeans scoloriti e strappati, una cintura borchiata e degli anfibi neri.
-Ci mancava solo questa!-
Rassegnata iniziai a vestirmi e quando venne il momento di infilarmi il maglione, sollevandolo vi caddero dall'interno un paio di guanti da meccanica lunghi fino al gomito.
-Ok, allora non c'è alternativa. Oggi sarò Matt!- esclamai con tono fatalista.
Finii di vestirmi, mi guardai allo specchio e potei constatare che ero Matt al femminile.
Mi osservai con più attenzione. -Beh, devo dire che questi vestiti mi donano parecchio..-
Mi rimirai per qualche minuto, poi decisi finalmente andare, meravigliandomi di non aver mai notato quanto fossero belli gli indumenti di del rosso.
Velocemente raggiunsi la mensa, mentre tutti gli studenti nei corridoi mi guardavano scombussolati per come ero vestita.
Ridacchiai e incurante di quelle attenzioni saltellai verso la sala da pranzo.
Mi fermai sull'uscio e vidi Matt in fila col vassoio, quindi mi avvicinai a lui da dietro e gli punzecchiai i fianchi prendendolo di sorpresa.
-Hahahaha, no smettila, smettila.. Hahaha- gridò con tono isterico, mentre rideva come un pazzo per il solletico.
Mi fermai e lui tirò un respiro di sollievo -Ely! Uno di 'sti giorni mi verrà un infarto, ne sono sicuro!-
-Esagerato! Piuttosto..- cominciai, prendendo un vassoio -..siete tu ed Hester che mi avete quasi fatto venire un attacco di cuore stamattina!- puntualizzai.
-È che ieri alla fine abbiamo fatto pace, siamo finiti in camera e..-
-Ok Ok, non lo voglio sapere! Comunque, Hester non fa colazione con noi?-
-No, è tornata nella sua stanza per farsi una doccia e.. Ma, aspetta. Quelli sono i miei vestiti!?-
-Ahem.. Sì-
-Perchè indossi la mia roba??-
-Per colpa di “qualcuno”, nella fretta ho preso su le tue cose invece delle mie!-
-Mhmm.. Ma lo sai che ti stanno niente male?-
-Beh, l'avevo notato anch'io..-
-Allora il rosso si tolse i goggles dalla fronte e me li posizionò sugli occhi.
-Ecco, adesso sei perfetta!- esclamò sfoggiando un grosso sorriso.
Facemmo la nostra colazione scherzando e ridendo, come ai vecchi tempi, quando eravamo solo noi due.
Poi mi ricordai -Ma dov'è Mello?-
-Uhm?-
-Aveva detto che andava in mensa, ma non c'è..-
-Che strano. Vedrai che avrà finito prima di noi e sarà andato a prendere una boccata d'aria-
Rammentai la valigia sotto al suo letto e il suo strano tono di voce.
Senza dire niente mi alzai di scatto e corsi via, fino alla sua camera.
-Ely, dove vai??- mi chiamò Matt, ma io andai avanti.
Col fiatone mi arrestai davanti alla stanza 32.
Bussai col batticuore e ad aprirmi venne Near che aveva ancora i baffi di indelebile sul viso.
Ignorai lui e questo particolare, lo spintonai da un lato ed irruppi nel locale, correndo fino alla stanza del biondo.
I miei occhi puntarono automaticamente il letto di Mello e vidi che la valigia non c'era più.
-Non è possibile..!-
Mi voltai e dietro di me l'albino mi fissava immobile ed inespressivo.
In preda al panico lo afferrai per il colletto della camicia candida e lo sollevai alla mia altezza.
-Dov'è Mello??- chiesi con tono quasi supplicante.
Near esitò qualche secondo, poi senza scomporsi minimamente si decise a rispondermi impassibile.
-Mello se n'è andato-






Continua... .•●

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