CAMBIAMENTI

di lynn12
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 - Henka ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 - Atarasisa ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 - Shingetsu ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 - Yakkai No Sirusi ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 - Deai ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 - Yuukai ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 - Tsuki ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 - Konnan ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 - Syoototu ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 - Mirai ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 - Henka ***


CAPITOLO 1: HENKA (Cambiamenti)

I lievi raggi del sole filtravano attraverso la chioma degli alberi, creando un particolare gioco di luci ed ombre sul tronco del Goshimboku, il grande albero sacro soggetto di numerose leggende e testimone di centinaia di anni di storia. Ai suoi piedi, una ragazza era seduta a gambe incrociate, le mani appoggiate sulle ginocchia, gli occhi chiusi e l’espressione seria e concentrata. La leggera brezza autunnale accarezzava la sua figura, facendo oscillare la lunga chioma corvina. Tutto intorno regnava il più assoluto silenzio, rotto solamente dal lieve frusciare delle foglie.

All’improvviso, senza apparente motivo, Kagome aprì gli occhi e sospirò.

-Inuyasha, ti avevo detto che volevo restare sola per poter meditare in pace- disse apparentemente rivolta al nulla

Invece, un attimo dopo, una figura vestita di rosso e dai lunghi capelli argentei sbucò dal folto degli alberi, andandole incontro.

-Ma come hai fatto a sentirmi?- esclamò stupito Inuyasha –Ho fatto in modo di non produrre il minimo rumore!-

-Infatti non ti ho sentito...- replicò Kagome con un sorriso –Ti ho percepito-

-I tuoi poteri di sacerdotessa migliorano di giorno in giorno- si complimentò il mezzo demone

-Già, e riuscirei anche a controllarli meglio se potessi allenarmi senza continue interruzioni- fece la ragazza di rimando con finta aria di rimprovero

-Lo so, è solo che mi annoiavo. Da qualche mese ormai non succede niente! E poi...- Inuyasha si interruppe, muovendosi a disagio, mentre un lieve rossore, segno del suo imbarazzo, appariva sulle sue guance

In effetti, da circa tre mesi a quella parte, ossia dal giorno in cui la Shikon no tama non esisteva più, gli attacchi al villaggio di Edo da parte dei demoni erano gradualmente cessati, fino a diventare qualche sporadico evento causato da qualche demone in cerca di cibo.

-E poi cosa?- lo incitò Kagome, incuriosita

-E poi...sei qui da tutta la mattina...Mi mancavi- disse Inuyasha fissando il terreno, imbarazzato

Un dolce sorriso distese le labbra della ragazza a quelle parole. Nonostante il suo hanyou preferito restasse la persona più orgogliosa e testarda che avesse mai conosciuto, negli ultimi tempi, e in particolar modo da quando stavano insieme, aveva iniziato ad essere più aperto e sincero riguardo i suoi sentimenti e spesso se ne usciva con qualche frase affettuosa o romantica. Come quelle due semplici parole, “mi mancavi”, che le erano arrivate dritte al cuore, facendogli fare una capriola nel petto e facendola sciogliere come neve al sole. Kagome scosse la testa, continuando a sorridere e guardandolo con affetto. Che tenero! Aveva condiviso tutto con lui, risate, lacrime, rabbia, paura, dolore, felicità...Gli aveva donato il suo corpo e la sua anima...E Inuyasha ancora si imbarazzava nel dirle che gli mancava!

Kagome gli si avvicinò e gli cinse il collo con le braccia.

-Anche tu mi mancavi- gli disse prima di sfiorargli le labbra con le proprie

Rassicurato, Inuyasha la strinse a se.

-Mi dispiace se ho interrotto la tua meditazione-

-Oh, non fa niente. Avevo deciso comunque di tornare al villaggio. Anche se, dopo un’intera mattinata di allenamento per riuscire ad usare meglio i miei poteri, non mi sembra di aver concluso molto...-

-Sono un po’ di giorni che ti alleni assiduamente...Come mai questo accanimento? Inoltre mi sembri preoccupata, va tutto bene?-

-In effetti ho una strana sensazione...-

-Che tipo di sensazione?- le chiese perplesso l’hanyou

-Vedi, è come se, da quando la sfera è scomparsa, dentro di me sia cambiato qualcosa, come se i miei poteri si siano intensificati...- gli spiegò Kagome –Mi sento molto più forte, ecco. Ma non sono sicura che le due cose siano collegate-

-Uhm...Hai provato a parlarne con Kaede?-

-No, ma credo proprio che lo farò-

Non le sembrò il caso di dirgli anche che negli ultimi tempi non si era sentita molto bene. Si sentiva spesso molto stanca e ogni tanto aveva un po’ di nausea, ma preferiva tenerlo per se per non preoccuparlo inutilmente. Probabilmente tutto ciò era causato dall’intruglio che le aveva dato Sango. Visti gli ultimi sviluppi nella sua relazione con l’hanyou e visto che nell’epoca Sengoku non esistevano i contraccettivi e che spiegare a Inuyasha cosa fossero sarebbe stato troppo complicato e troppo imbarazzante, aveva chiesto consiglio all’amica sterminatrice e questa le aveva dato un infuso di erbe che le donne di quell’epoca utilizzavano per non rimanere incinta. Lo si doveva prendere una volta al giorno, nella settimana del mese più fertile, Sango diceva che solitamente veniva usato da donne più mature, quando queste decidevano di smettere di avere figli, e sembrava funzionare a meraviglia...Tuttavia, aveva un sapore veramente orribile. Kagome aveva pensato di andare da un medico della sua epoca e di farsi prescrivere la pillola, ma, essendo ancora minorenne, avrebbe dovuto farsi accompagnare da sua madre e non voleva che lei sapesse che il suo rapporto con Inuyasha si era evoluto fino a quel punto. Non sapeva come l’avrebbe presa, e poi era troppo imbarazzante!

-Allora torniamo?- le chiese Inuyasha distogliendola dai suoi pensieri

Kagome annuì e, fianco a fianco, si incamminarono verso il villaggio.

-Senti Kagome, se non ricordo male, tra qualche giorno avremo qualcosa di cui festeggiare...- disse ad un certo punto il mezzo demone

La ragazza lo guardò stupita.

-Non dirmi che ti sei ricordato del mio compleanno?!-

In effetti, tra quattro giorni Kagome avrebbe compiuto 17 anni. Erano già trascorsi due anni dal giorno in cui era caduta nel pozzo ed era capitata nell’epoca Sengoku. Oramai non era più una studentessa delle medie, ma era entrata alle superiori. Tuttavia, visto che trascorreva la maggior parte del tempo in quell’epoca, la mamma e il nonno avevano deciso, usando sempre la scusa della sua salute cagionevole, di farla studiare a casa. A Kagome un po’ dispiaceva non poter frequentare la scuola con le sue amiche come tutte le studentesse normali, ma conveniva anche lei che in quel modo era tutto più semplice. Le dispiaceva persino non poter più indossare la sua uniforme, che era divenuta la sua tenuta abituale...Ora, invece, portava un kimono da sacerdotessa come quello di Kaede, anche se il suo aveva la parte inferiore verde scuro invece che rossa. L’anziana miko lo aveva confezionato apposta per lei e aveva scelto gli stessi colori della sua ex divisa da studentessa per farle piacere.

Due anni...A volte aveva l’impressione che il tempo fosse volato, mentre altre si sentiva come se quella vita le fosse sempre appartenuta. C’era da dire che in quei due anni ne erano successe di cose...E lei si sentiva diversa dal giorno del suo quindicesimo compleanno. Ed era certa che gran parte di quel cambiamento era dovuto all’incontro con Inuyasha e dall’essersi innamorata di lui. A volte si chiedeva come sarebbe stata la sua vita se quel giorno non fosse stata trascinata nel pozzo da quel demone e se non avesse mai incontrato Inuyasha...Probabilmente avrebbe continuato con la sua vita da studentessa, uscendo con le amiche, con i ragazzi, magari si sarebbe messa con Hojo...Di una cosa era sicura, però. Nessuna vita e, soprattutto, nessun ragazzo le avrebbe mai fatto provare emozioni così intense come solo Inuyasha sapeva fare.

-E ora perchè fai quella faccia?!- esclamò offeso l’hanyou –Ti sembra così strano che io mi ricordi del tuo compleanno?!-

-Beh, a dire la verità l’anno scorso te lo sei dimenticato...-

-Che c’entra? L’anno scorso stavamo ancora dando la caccia a Naraku, perciò avevo altro per la mente...E poi non stavamo ancora insieme...-

-Questo vuol dire che quest’anno avrò diritto ad un regalo?- gli chiese Kagome allegra  

-Certo- annuì il mezzo demone leggermente imbarazzato

Lei allora si fermò e gli allacciò le braccia al collo.

-Grazie, Inu-chan! Sei davvero dolce!-

-Kagome, quante volte ti devo dire che non mi piace quel soprannome?! E men che meno essere chiamato dolce?!-

-Sì, sì, va bene, scusa. Me n’ero scordata-

-Tsk. E io dovrei crederci?-

Kagome gli sfiorò le braccia con le proprie.

-Sono perdonata adesso?- gli chiese poi

-Mmh...Non ancora- rispose Inuyasha prima di chinarsi a baciarla

Un bacio che ben presto si fece più appassionato, lasciandoli senza fiato.

-Kagome, hai fretta di tornare al villaggio?- le chiese il mezzo demone mentre la sua bocca scendeva a baciarle il collo

-No...Perchè?- rispose la ragazza facendo finta di non aver capito dove voleva andare a parare

Con un sorrisetto malizioso, Inuyasha la sollevò agilmente tra le braccia e si diresse dietro un gruppo di cespugli...

 

Quello stesso pomeriggio, Kagome parlò con Kaede delle sue impressioni riguardo i suoi poteri spirituali.

Le due stavano passeggiando per le vie del villaggio.

-Mi aspettavo che succedesse prima o poi- fu la risposta dell’anziana sacerdotessa

-Cosa vuole dire?- le chiese perplessa Kagome

-Vedi Kagome, una volta che la sfera dei quattro spiriti svanisce dopo che il desiderio è stato espresso, l’anima di Midoriko, che era contenuta nella Shikon no tama e che teneva legati i quattro spiriti, ritorna nel regno dei morti-

-I quattro spiriti? Intende Ai, Yu, Shin e Chi?-

-Esatto. E perchè questi non si disperdano, creando confusione tra gli elementi, essi trovano dimora nel corpo della sacerdotessa protettrice della sfera-

-Vuole dire che i quattro spiriti sono ora dentro di me?- esclamò stupita Kagome

-Esattamente- rispose Kaede

-Ed è per questo motivo che i miei poteri sono aumentati?-

-In un certo senso sì. Vedi, i poteri dei quattro spiriti uniti ai tuoi poteri di sacerdotessa ti hanno resa una dea immortale-

 

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 - Atarasisa ***


CAPITOLO 2: ATARASISA (Novità)

-Una che?? Una dea immortale?- Kagome era sempre più sbalordita dalle parole di Kaede

-Bada bene, però, che con immortale non intendo dire che tu non possa essere ferita e uccisa. Tuttavia, il tuo corpo ora è molto più resistente e il tuo ciclo della vita è rallentato. È un po’ come per i demoni e i mezzo demoni, che possono sopravvivere a ferite che per un essere umano sarebbero mortali e che possono vivere anche per centinaia di anni-

Per qualche minuto, Kagome continuò a camminare a fianco di Kaede in silenzio, riflettendo su quello che l’anziana sacerdotessa le aveva detto. Tutto si sarebbe aspettata, tranne che venire a sapere di essere diventata una dea immortale. Tuttavia, doveva ammettere che quella notizia le toglieva un peso dal cuore. Più di una volta, infatti, da quando lei e Inuyasha stavano insieme, aveva riflettuto su quello che sarebbe potuto essere il loro futuro e, per quanto si amassero, c’era una cosa contro cui non potevano fare nulla: lei era umana, mentre lui era un mezzo demone. Inuyasha poteva vivere anche per centinaia di anni, mentre lei no. Si ricordò che, prima che decidessero di esprimere il desiderio di lasciare il pozzo aperto, l’hanyou si era offerto di diventare umano. Ma Kagome aveva categoricamente rifiutato. Nonostante fosse sicura della sincerità della sua offerta, sapeva quanto Inuyasha odiasse trasformarsi in umano nelle notti di luna nuova, quanto si sentisse impotente in quella forma e sapeva che, prima o poi, si sarebbe pentito di quella decisione, rimpiangendo la sua forza e i suoi poteri. Inoltre, Kagome non voleva che Inuyasha cambiasse, gli piaceva così com’era. Si era innamorata dell’Inuyasha mezzo demone e amava tutto di lui: la testardaggine e l’orgoglio che derivavano dal suo sangue demoniaco, ma anche la dolcezza e la generosità che provenivano dal suo lato umano.

-Senta, somma Kaede, come posso fare per controllare i miei poteri?- chiese alla fine Kagome –Ho tentato un sacco di volte, ma proprio non ci riesco...-

-Non ti preoccupare, ti insegnerò degli esercizi da fare. Vedrai che, se ti impegnerai, molto presto non avrai più alcun problema- le rispose l’anziana miko

 

Kagome stava tornando da Inuyasha per parlare di lui di quello che Kaede le aveva detto, quando si sentì chiamare. Si voltò nella direzione da cui proveniva la voce e vide Sango che le correva incontro.

-Accidenti, Kagome-chan...- esclamò la sterminatrice fermandosi di fronte a lei con il fiatone –Saranno almeno dieci minuti che ti chiamo, non mi hai sentito?-

-Scusami, Sango. Ero totalmente immersa nei miei pensieri- le rispose Kagome

-Devono essere pensieri molto importanti...- le sorrise Sango

-In effetti...-

Kagome le raccontò quello che le aveva appena detto Kaede.

-Caspita! In confronto a questo la notizia che ti devo dare io è quasi banale!- commentò la sterminatrice di demoni alla fine

-Perché? Che notizia devi darmi?- le chiese Kagome incuriosita

-Ecco...io...aspetto un bambino- le guance di Sango si tinsero di rosa

-Oh, Sango...È fantastico!- l’amica l’abbracciò di slancio –Sono così contenta per te e Miroku!-

Le due ragazze restarono ancora un po’ a parlare, poi Kagome si congedò per andare da Inuyasha.

Lo trovò in cima al tempio shintoista del villaggio, intento ad aiutare a riparare il tetto dell’edificio. Si fermò a guardarlo con un dolce sorriso sulle labbra. Fino a qualche tempo prima, una cosa del genere sarebbe stata impossibile da vedere, ma oramai Inuyasha si era integrato interamente e la gente del villaggio lo aveva accettato come uno di loro.

-Kagome!- Con un balzo, l’hanyou la raggiunse –Allora, cosa ti ha detto Kaede?-

-Vieni, andiamo a fare due passi- gli disse Kagome prendendolo per mano

Si incamminarono verso la collina che spalleggiava il tempio, sulla cui vetta si trovava un’enorme quercia. La ragazza raccontò anche a lui tutto quello che la vecchia miko le aveva rivelato riguardo ai suoi poteri.

-Una dea immortale?? E questo cosa significa?- esclamò Inuyasha alla fine seduto ai piedi della quercia

-Significa che non dovremo più preoccuparci del fatto che tu puoi vivere centinaia di anni e io no. Ora, grazie ai miei poteri, il mio ciclo vitale si è rallentato e anch’io posso vivere quanto un demone o un mezzo demone-

-Accidenti!- esclamò l’hanyou colpito

-Eh già...-

Kagome, in piedi di fronte a lui, lo guardò rimuginare su quanto gli aveva appena detto.

-Sono sollevato- disse infine Inuyasha

-Sei sollevato?- fece lei perplessa

-Sì, sono sollevato-

-Beh, mi sarei aspettata che mi dicessi che sei sorpreso, scioccato...persino felice, magari...ma sollevato...-

Con un sorriso, Inuyasha le afferrò un polso e la fece sedere sulle sue gambe.

-Beh, sono felice. Ma sono anche enormemente sollevato- le disse guardandola intensamente negli occhi –Vedi, da quando io e te stiamo insieme...Anzi, a dire la verità già da prima, la nostra diversità, il fatto che tu fossi un essere umano e io un mezzo demone, mi ha sempre preoccupato. Io ho già qualche centinaio di anni, Kagome, mentre tu solo 17 e, se non avessi subito questo cambiamento, per quanto a lungo tu vivessi o per quanto a lungo io fossi in grado di proteggerti e vegliare su di te, tu presto o tardi mi avresti lasciato. E vederti morire... Perderti è l’ultima cosa che voglio. Perciò avevo deciso che, appena tu mi avessi lasciato, io ti avrei seguito-

Kagome lo guardò, profondamente turbata dalle sue parole.

-Io...non ne avevo idea...Davvero questa cosa ti preoccupava così tanto?- balbettò emozionata

-Sì. Puoi darmi dello stupido, mandarmi a cuccia per aver pensato di togliermi la vita, ma io lo avrei fatto...Perchè non posso vivere senza di te-

Al contrario delle sue aspettative, Kagome gli buttò le braccia al collo e si strinse a lui.

-Non posso darti dello stupido o arrabbiarmi con te...- mormorò -Perché se i ruoli fossero stati invertiti, io avrei fatto lo stesso-

Stringendola nel suo abbraccio, Inuyasha le cercò le labbra per unirle in un bacio intenso e passionale.

 

Visto che quella sera Sango e Miroku li avevano invitati nella loro capanna per festeggiare il loro bambino e il “nuovo stato” di Kagome, la ragazza lo costrinse a tornare nella sua epoca per comprare un regalo alla coppia. Saltarono perciò nel pozzo, si fermarono alla casa di Kagome per cambiarsi e poi si recarono ai grandi magazzini. Per più di due ore, lo trascinò da un negozio all’altro, estasiata di fronte ad ogni sorta di vestitini, peluches, giocattoli e chi più ne ha più ne metta.

Ad un certo punto, mentre Kagome, indecisa tra una tutina verde con disegnato un coniglietto e una rossa con un orsacchiotto, cercava di scegliere, Inuyasha si fermò a contemplarla. Era bellissima...Ed apparteneva a lui. Così come lui apparteneva a lei. Sapere che sarebbero rimasti insieme per sempre, che oramai non c’era più alcun ostacolo tra loro e il loro futuro, gli riempiva il cuore di felicità. Felicità... Fino a qualche tempo prima, non conosceva nemmeno il significato di quella parola. Così come non sapeva cosa significasse realmente vivere finché Kagome non lo aveva liberato dal Goshimboku. Lei gli aveva donato così tanto...Fiducia in se stesso e negli altri, amicizia...amore. Lei lo aveva accettato così com’era, apprezzando i suoi pregi e perdonando i suoi difetti, amandolo senza chiedere nulla in cambio. E lui che ci aveva messo quasi due anni per capire quanto fosse fortunato...Che idiota che era!

-Inuyasha? Inuyasha! Ci sei?- Kagome gli sventolò una mano di fronte agli occhi

-Eh? Sì, che c’è?- rispose l’hanyou tornando alla realtà

-Ma a cosa stavi pensando? Saranno dieci minuti che ti chiamo!-

-Ehm...Niente, niente. Ti sei decisa alla fine?- sviò lui  

-Sì, scelgo quella rossa. Ora mi dici quello a cui stavi pensando?-

-Uff, quanto sei curiosa! Ma perchè ti interessa tanto quello che penso?-

-Perché, quando hai quell’espressione seria, significa che stai pensando a qualcosa di importante!-

-Beh...Sì, in effetti è così- fece Inuyasha sibillino senza tuttavia aggiungere altro

-Allora? Ti decidi a dirmelo?- insistette Kagome

Invece di risponderle, Inuyasha la prese tra le braccia e la baciò. Non era bravo con le parole, meglio passare ai fatti.

-Hai capito ora?- le chiese poi

-Uhm...Più o meno...Credo di aver bisogno di qualche altra spiegazione...- rispose lei sorridente prima di unire nuovamente le loro labbra

-Guarda quei due ragazzi, che carini!-

-Già. Probabilmente lei aspetta un bambino...-

Le voci delle altre clienti riportarono i due innamorati sulla terra. Rossi per l’imbarazzo, si affrettarono a pagare il loro acquisto e ad uscire dal negozio. Appena fuori, tuttavia, non poterono fare a meno di scoppiare a ridere per la figura appena fatta. Poi, mano nella mano, tornarono verso casa.

 

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 - Shingetsu ***


CAPITOLO 3: SHINGETSU (Luna nuova)

-Mi ero dimenticata che oggi era una notte di luna nuova- disse Kagome mentre, tornati nell’epoca Sengoku, camminavano verso il villaggio di Edo

-Già- rispose Inuyasha senza aggiungere altro

Arrivati al villaggio, si recarono subito alla capanna di Sango e Miroku, dove tutto il resto del gruppo era già riunito. Cenarono e chiacchierarono allegramente per tutta la sera, ridendo dei battibecchi tra Sango e Miroku, visto che quest’ultimo ancora non aveva perso la sua mania di allungare le mani, e di quelli tra Inuyasha e Shippo.

-Beh, si è fatto tardi. È meglio andare, Sango non deve stancarsi nelle sue condizioni- disse Kagome ad un certo punto

-Kagome ha ragione- fece Kaede alzandosi –E poi, anch’io preferisco andare a riposare-

Così, dopo aver salutato Sango, Miroku e Kohaku, gli altri si incamminarono verso la capanna di Kaede. A quell’ora di notte, il villaggio era deserto e immerso nel silenzio, tutti gli abitanti erano nelle loro case a dormire, visto che per tutti la giornata sarebbe iniziata molto presto la mattina dopo.

-Io vado a fare un giro. Ho bisogno di prendere un po’ d’aria- disse Inuyasha quando furono arrivati

-Vengo con te- replicò Kagome

-Kagome, non ce n’è bisogno...-

-Vengo con te- ripeté lei decisa

-State attenti- raccomandò loro Kaede con un leggero sorriso prima di entrare nella sua capanna seguita da Shippo

Inuyasha e Kagome camminarono in silenzio per un po’, dirigendosi fuori dal villaggio, verso la foresta. Arrivati ad una piccola radura, attraversata dal ruscello che arrivava anche al villaggio, il mezzo demone si fermò.

-Perché hai insistito per seguirmi?- le chiese

-E tu perchè ogni notte di luna nuova ti rinchiudi in se stesso e ti isoli dal gruppo?- replicò lei –Odi così tanto il tuo lato umano?-

-Non è questo...-

-E allora cos’è? Da quando stiamo insieme hai iniziato ad aprirti di più con me, mi parli di quello che pensi, di quello che provi...Di tutto, ma non di questo. Perchè?-

-Perché non mi piace parlare delle mie paure- rispose Inuyasha fissando lo sguardo al bagliore delle stelle che si rifletteva sulle acque del ruscello

Kagome restò a guardarlo per qualche secondo, sorpresa dalle sue parole, poi, addolcendo lo sguardo, gli chiese quasi sussurrando:

-Di cos’è che hai paura?-

L’hanyou si voltò verso di lei, facendo incontrare i loro occhi.

-Ho paura di non saperti proteggere-

-Inuyasha...- Kagome gli sorrise con dolcezza –Oramai sono in grado di difendermi da sola, con i miei poteri di sacerdotessa. Puoi smetterla di preoccuparti per me...Per non parlare del fatto che anche da umano sei molto forte-

Inuyasha le si avvicinò e le accarezzò il viso con una mano.

-Kagome, io non potrò mai smettere di preoccuparmi per te- le disse con un lieve sorriso

-D’accordo...Allora potresti preoccuparti un po’ di meno, ok?-

-Ci proverò- fece lui prima di chinarsi a baciarla -Ti va di restare a dormire qui stanotte?- le chiese poi quando il bacio ebbe fine –Voglio restare un po’ solo con te-

-Va bene- rispose Kagome –Vado a prendere una coperta e torno-

-Non ce n’è bisogno- la fermò Inuyasha prima che si allontanasse

-Ma siamo ad ottobre...-

Senza ascoltare le sue proteste, il mezzo demone la condusse ai piedi di un grande albero. Si sedette a gambe incrociate con la schiena contro il tronco e poi la fece accomodare sulle sue gambe, evitandole il contatto con il freddo terreno. Infine, si tolse il pezzo superiore del suo kariginou e vi avvolse entrambi per tenerli al caldo durante la notte.

-Stai comoda?- le chiese Inuyasha

-Comodissima- gli sorrise Kagome circondandogli il collo con le braccia e stringendosi a lui –Buonanotte, Inuyasha-

-Buonanotte, Kagome-

Per un po’, l’hanyou rimase a guardarla dormire, godendosi il calore del corpo di lei contro il suo, inebriandosi del suo profumo e controllando che non avesse freddo. Infine, cullato dal dolce suono del respiro di Kagome, chiuse gli occhi e si lasciò vincere dal sonno anche lui.

Poco distante, nascosta dietro il tronco di un albero, una figura immersa nell’oscurità si allontanò silenziosamente...

 

La mattina dopo, Kagome fu la prima a svegliarsi. Ma, decisamente, non fu un buon risveglio, poiché la nausea tornò a tormentarla. “Accidenti! Questa è già la terza mattina consecutiva!” pensò con un sospiro. Eppure in quel periodo non stava prendendo quella specie di intruglio che le aveva dato Sango...“Forse mi sto prendendo l’influenza” Per cercare di calmare il malessere, chiuse gli occhi e tentò di concentrarsi su altre cose, come il respiro caldo di Inuyasha che le solleticava dolcemente la guancia o il battito regolare del suo cuore...Ma neppure quello sembrava funzionare. Riaprì allora gli occhi e il suo sguardo si posò sulle orecchie di Inuaysha, che oramai era tornato ad essere un hanyou. Con un sorriso birichino, Kagome allungò le mano e iniziò a giocherellare con quelle adorabili e pelose orecchie da cane. Il mezzo demone faceva un sacco di storie quando gli chiedeva di farlo, ma alla fine cedeva sempre e lei sapeva che, sotto sotto, gli piaceva quando gliele accarezzava. Quasi a conferma delle sue supposizioni, l’hanyou, ancora addormentato, iniziò ad emettere degli strani mugolii, quasi delle fusa, segno che apprezzava quello che lei stava facendo.

Inuyasha, in realtà, non stava affatto dormendo. Anche quando si concedeva un po’ di riposo, i suoi sensi rimanevano sempre all’erta, soprattutto nelle notti di novilunio, nel caso di un eventuale attacco. Non poteva correre il rischio di farsi cogliere di sorpresa, men che meno quando ad essere in gioco era la vita di Kagome. Per questo motivo, appena lei aveva iniziato a muoversi, si era svegliato, ma non aveva aperto gli occhi, deciso a godersi ancora un po’ la vicinanza del suo corpo e il delizioso tocco delle sue mani sulle sue orecchie. Non aveva mai permesso a nessuno, prima di lei, di toccargliele...Beh, tranne a  sua madre ovviamente. Loro erano le uniche due persone a cui aveva dato la sua totale e incondizionata fiducia.

-Ti stai divertendo?- le chiese malizioso sentendola ridere leggermente senza tuttavia aprire gli occhi

-Ma allora sei sveglio!- esclamò sorpresa Kagome

-Ti sembra che avrei potuto continuare a dormire con quello che stavi facendo?- replicò il mezzo demone aprendo gli occhi

-Non sembrava che ti dispiacesse, però- fece maliziosa la ragazza

-Non ho mai detto questo- l’hanyou incontrò i suoi occhi, guardandola con intensità

Stava per chinarsi e augurarle il buongiorno con un bacio, quando avvertì un odore familiare che si avvicinava.

-Accidenti!- borbottò contrariato

-Cosa c’è?- gli chiese Kagome perplessa

-Sta arrivando Miroku- le rispose Inuyasha

Qualche secondo dopo, infatti, la ben nota figura del loro amico monaco spuntò dalla foresta.

-Oh, eccovi qui, piccioncini!- esclamò Miroku vedendoli

-Che cosa vuoi, bonzo?- gli chiese brusco Inuyasha

-A quanto vedo ci siamo svegliati di cattivo umore, eh Inuyasha? Eppure dopo aver trascorso la notte in dolce compagnia della divina Kagome dovresti essere al settimo cielo...- replicò il monaco malizioso

-Ci stavi cercando, Miroku?- intervenne Kagome prima che Inuyasha prendesse a botte l’amico

-Sì, la divina Kaede vuole parlare con noi. E dalla sua espressione non sembrano essere buone notizie-

Kagome e Inuyasha si guardarono, un unico pensiero attraversò le loro menti: la pace e la tranquillità che avevano regnato finora sembravano essere finite...

 

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 - Yakkai No Sirusi ***


CAPITOLO 4: YAKKAI NO SIRUSI (Segno di sventura)

-Sono venuta a conoscenza di alcuni rapimenti che sono avvenuti nei villaggi poco più ad ovest- disse loro l’anziana Kaede quando tutto il gruppo fu riunito nella capanna della miko

-Rapimenti?- le fece eco Miroku –E da parte di chi?-

-Da parte di alcuni demoni, ma non si sa da chi fossero guidati. Tutto ciò di cui sono a conoscenza è che ad essere rapite sono state delle sacerdotesse-

-E che se ne fanno dei demoni di alcune sacerdotesse?- intervenne Inuyasha

-Non posso dirlo con certezza, ma credo che qualcuno voglio utilizzare il loro potere per un qualche scopo. Molto probabilmente qualcosa di maligno. Inoltre...si stanno avvicinando sempre di più al nostro villaggio- disse Kaede

-E scommetto che tu vorresti che andassimo a indagare su questa faccenda, non è così?- chiese il mezzo demone

L’anziana miko annuì con un cenno del capo.

-Bene. Allora partiremo domani stesso- concluse Kagome

-Scusa, e perchè non oggi stesso?- chiese perplesso l’hanyou

-Beh...Perchè prima vorrei fare un salto a casa...- rise nervosamente la ragazza –Dopo tutti questi mesi di pace non sono preparata per affrontare un viaggio!-

-Uff, e ti pareva!- sbuffò Inuyasha –Ogni scusa è buona per tornartene di là!-

-In realtà, a tutti noi farebbe comodo un giorno per preparaci al viaggio- intervenne in quel momento Miroku –Non sappiamo quanto tempo ci vorrà, né cosa ci aspetta, perciò sarà bene non essere frettolosi e rischiare di farci trovare impreparati-

-E va bene- cedette l’hanyou –Vi concedo un giorno, partiremo domani mattina all’alba. Prima partiamo e prima risolveremo questa storia-

-D’accordo. Allora sarà meglio andare a levigare l’Hiraikotsu- fece Sango alzandosi

-Sango...- la fermò Miroku –Sarebbe meglio che tu restassi qui al villaggio insieme alla divina Kaede. Nelle tue condizioni potrebbe essere pericoloso venire con noi...-

-Non se ne parla neanche!- rispose decisa la sterminatrice di demoni –Non ho alcuna intenzione di lasciarvi partire da soli, mentre io me ne resto qui a preoccuparmi! E poi sono solo nei primi mesi di gravidanza, vedrai che andrà tutto bene- concluse facendo l’occhiolino al marito e prendendogli affettuosamente la mano

-E va bene...Tanto tentare di farti cambiare idea sarebbe tutto fiato sprecato- cedette il monaco                     –Tuttavia, Shippo, tu resti al villaggio e su questo non si discute- fece Inuyasha

-Cosa? E perchè mai? Io voglio venire con noi!- protestò il cucciolo di kitsune

-Non sappiamo quello che ci aspetta, ci saresti solo d’intralcio!-

-Non è vero, io sono molto utile!-

-Hai ragione, Shippo, tu sei indispensabile per noi- intervenne Kagome –Proprio per questo devi restare qui al villaggio, chi lo proteggerà altrimenti finché noi siamo via?-

-Beh, in questo caso...Va bene, resterò io al villaggio a fare la guardia- promise Shippo con espressione fiera e solenne

-Grazie mille, Shippo-chan- gli sorrise la ragazza facendogli una carezza sulla testa

-Bene, ora che tutto è stabilito, accompagno Kagome nella sua epoca. Ci vediamo più tardi- disse Inuyasha alzandosi

Anche Kagome salutò e, insieme, i due uscirono dalla capanna e si diressero verso il pozzo.

 

Quella sera, mentre tutti si erano addormentati, Inuyasha era ancora sveglio. Giocherellava distrattamente con i capelli di Kagome, che si era addormentata con la testa sulle sue gambe, mentre rifletteva su tutta quella storia. Kaede aveva detto che quei demoni rapivano solo sacerdotesse...E Kagome era una sacerdotessa. Inoltre, aveva un brutto presentimento. Sentiva che, tra tutti loro, lei era quella che correva più pericoli, anche se non sapeva per quale motivo. Oltretutto, ora lei era una dea, il suo corpo era diventato più resistente, perciò non aveva motivo di preoccuparsi in quel modo...Chinò la testa per osservare il viso di Kagome addormentato, rischiarato dalla debole luce del fuoco. Dio, quanto l’amava...Il suo amore per lei sembrava crescere ogni giorno di più. Voleva trascorrere il resto della sua vita con lei. Aveva deciso che, una volta risolta quella faccenda dei rapimenti, le avrebbe chiesto di andare a vivere con lui, in una capanna tutta loro. Era stanco di stare nella casa di Kaede, non c’era un minimo di pace, ogni volta che lui e Kagome volevano stare soli dovevano andare nella foresta! Sospirò, accarezzandole lievemente la guancia con la mano. A quel contatto, Kagome si mosse leggermente, accoccolandosi meglio sulle gambe di Inuyasha, e sorrise nel sonno. Vedendolo, Inuyasha a sua volta accennò ad un sorriso. Chissà se avrebbe accettato di vivere con lui...Al di là del pozzo lei aveva la sua famiglia, i suoi amici, la sua scuola...D’altra parte, anche lì nell’epoca Sengoku aveva degli amici...e aveva lui. Perchè non avrebbe dovuto accettare? Con un altro sospiro, Inuyasha decise di rimandare questi pensieri e chiuse gli occhi, lasciandosi sopraffare dal sonno.

La mattina dopo, poco prima dell’alba, Kagome si stava sciacquando il viso al ruscello in preda ad un nuovo attacco di nausea, quando fu raggiunta da Sango.

-Buongiorno, Sango-chan! Già sveglia?- la salutò

-Nausea mattutina- rispose la sterminatrice con una smorfia

-A chi lo dici...- borbottò Kagome

-Soffri di nausea anche tu?-

-Sì, da un po’. All’inizio mi capitava solo di tanto, ma adesso succede praticamente ogni giorno. Forse sarà un po’ si stanchezza...O forse quell’intruglio di erbe che mi hai dato tu per evitare gravidanze!-

-Mmh...Quell’infuso non ha mai dato problemi a nessuno, è strano...- mormorò l’altra con uno strano sguardo –E dimmi, Kagome-chan, per caso hai avuto anche dei giramenti di testa, un aumento della fame e ti stanchi più facilmente?-

-Sì...- rispose sorpresa l’altra –Ma tu come fai a saperlo?-

-Kagome, questi sono gli stessi malesseri che ho io! Non hai pensato alla possibilità che potresti essere incinta?-

-Incinta?! Stai scherzando, spero! Io non posso essere incinta!- esclamò shockata Kagome

Sango la guardò con un sorriso malizioso sulle labbra, senza dire nulla.

-Ok, va bene, tecnicamente potrei essere incinta, ma è proprio per questo che ti ho chiesto di darmi quell’infuso! Tu hai detto che funzionava!-

-Beh, sì...Ma è stato fatto pensando a donne di una certa età e magari non funziona su una persona giovane come te...- ipotizzò Sango –E in ogni caso, non è infallibile-

-Oh mio Dio! E adesso cosa faccio?- fece Kagome nascondendosi il viso con le mani

-Perché non ne parli con Inuyasha?-

-No. Non finché non ne sarò sicura. E poi mi impedirebbe di partire con voi. Uff, se potessi tornare nella mia epoca potrei fare un test di gravidanza...-

-Nella tua epoca esiste un test per sapere se aspetti un bambino o no?-

-Esatto. Qui nell’epoca Sengoku invece come fate ad accertarlo?-

Sango scrollò le spalle.

-Una donna le sente queste cose- rispose

-Beh, io invece non mi sento niente!-

-È perchè ora sei confusa, Kagome- l’amica le passò un braccio intorno alle spalle per confortarla –Lascia passare qualche giorno e vedrai che, una volta che ti sarai schiarita le idee, avrai la risposta che cerchi-

-D’accordo. Ma nel frattempo non dire niente agli altri, va bene?-

-Hai la mia parola-

-Grazie, Sango-chan. Sei davvero un’amica-

Le due ragazze si abbracciarono con affetto.

-Guarda, si sono svegliati anche gli altri- le disse poi Sango indicando alle spalle di Kagome, in direzione della capanna della vecchia Kaede

-Kagome!- Inuyasha le andò incontro, mentre la sterminatrice si dirigeva verso Miroku

-Buongiorno, Inuyasha- gli sorrise lei

-Va tutto bene? Hai un’espressione strana...Di cosa stavate parlando tu e Sango?- le chiese l’hanyou

-Ehm...Nulla, nulla. Cose di donne...-

 

Giunsero al villaggio più vicino solo dopo un giorno di cammino. Kaede aveva detto loro che i demoni si stavano avvicinando da ovest e il primo villaggio in quella direzione era abbastanza lontano. Inoltre, il gruppo di Inuyasha e compagni si fermava abbastanza di frequente per far riposare Sango e, anche se nessuno ne era conoscenza, anche Kagome era grata di queste pause. Nella sua testa continuava a ripensare alle parole di Sango e si convinceva sempre di più che l’amica avesse ragione. Era davvero incinta. I suoi sintomi parlavamo chiaro, inoltre doveva ammettere di sentirsi diversa, come se dentro il suo corpo stesse avvenendo un cambiamento. Solo che non sapeva assolutamente come comportarsi...Lì, nell’epoca Sengoku, avere un bambino a 17 anni era una cosa più che normale, ma nella sua epoca era tutta un’altra storia...Come avrebbero reagito i suoi amici e la sua famiglia? Sua madre e suo nonno si sarebbero arrabbiati? L’aspettavamo giorni alquanto difficili...Eppure, il pensiero di non avere quel bambino non le aveva nemmeno sfiorato la mente. Quella creatura era il frutto dell’amore tra lei e  Inuyasha e Kagome già sentiva di amarlo come amava il padre.

Gli abitanti del villaggio dissero loro che non erano così fortunati da vantare la presenza di una sacerdotessa, perciò non rappresentava un possibile bersaglio per un attacco dei demoni. Le persone dotate di poteri spirituali erano molto rare, per questo motivo erano pochi i villaggi che avevano tra gli abitanti una sacerdotessa. Inuyasha e i suoi compagni decisero di proseguire ulteriormente, ma di trascorrere la notte che stava giungendo lì al villaggio, in modo da permettere a Sango e Kagome di dormire su di un comodo futon.

 

-Mmh...Non mi piace per niente...È un segno di sventura- mormorò Miroku con tono preoccupato

Lui e Inuyasha erano fuori sul patio della casa del capo villaggio aspettando che la cena fosse pronta, quando il monaco aveva notato qualcosa di strano.

-Già, credo tu abbia ragione- fece il mezzo demone

-Cosa c’è che non va?- chiese in quel momento la voce di Kagome che stava uscendo dalla casa insieme a Sango

-Guarda lassù- le disse l’hanyou facendo un cenno col capo in direzione del cielo stellato

Sopra le loro teste brillava una tonda e luminosa luna piena.

-Ma come può esserci la luna piena se solo ieri notte era il novilunio?!- esclamò Sango

-Credete che questo abbia un qualche nesso con la storia delle sacerdotesse rapite?- chiese Kagome

-Non saprei dirlo, divina Kagome- le rispose Miroku –Ma c’è un solo essere in grado di controllare le fasi lunari: Tsuki, la dea della luna. Il suo castello si trova sulla cima più alta della catena montuosa dell’Ovest, il monte Hosi-

-E tu pensi che ci sia lei dietro tutto questo?- intervenne Inuyasha

-Non mi sentirei di escluderlo, tuttavia...c’è qualcosa che non mi convince. Tsuki è una dea della natura e per questo è un essere buono...- fece dubbioso il monaco 

-Beh, per avere delle risposte non ci resta che andare a fare una visitina a questa Tsuki- concluse l’hanyou

 

 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 - Deai ***


CAPITOLO 5: DEAI (Incontri)

La mattina dopo, ancora prima dell’alba, la prima a svegliarsi fu di nuovo Kagome. Questa volta non era stata solo la nausea, ma anche il fatto che praticamente non aveva chiuso occhio per tutta la notte. Il suo cervello aveva continuato a lavorare incessantemente: lei che era diventata una dea, i rapimenti, il sospetto di essere incinta, la luna piena...Troppe cose erano successe e tutte insieme.

Cercando di non svegliare gli altri, si alzò e uscì sul patio, stiracchiandosi con un sospiro. La casa del capo villaggio era immersa nel silenzio, tutti stavano ancora dormendo. Decise di approfittare di quella pace per fare qualcuno degli esercizi che Kaede le aveva insegnato per imparare a controllare i suoi poteri spirituali.

Mezz’ora dopo, era veramente soddisfatta di se stessa. Grazie a quegli esercizi riusciva a utilizzare molto meglio i suoi poteri di sacerdotessa. In quel momento, sentì la porta dietro di se aprirsi e subito dopo vide Inuyasha uscire.

-Buongiorno!- lo salutò con un sorriso –Come mai già in piedi?-

-Sono sveglio da mezz’ora in realtà- rispose il mezzo demone –Mi accorgo subito quando non sei più accanto a me, ma ho visto che ti stavi allenando e non volevo disturbarti-

-Mi dispiace di averti svegliato- gli disse lei in tono dolce

-Non importa- Inuyasha si sedette accanto a lei –Piuttosto, come mai ti sei alzata così presto?-

-Non riuscivo a dormire. Dopo tre mesi di inattività tutti questi misteri mi mettono agitazione!-

-In effetti sei un po’ pallida, sei sicura di stare bene?-

-Sì, non preoccuparti-

Improvvisamene a disagio, l’hanyou le prese una mano e si mise a giocherellare con le sue dita.

-Senti, Kagome, quando tutta questa storia sarà finita, dovrei parlarti di una cosa- le disse

-D’accordo...Ma come mai non puoi parlarmene ora?- gli chiese perplessa lei

-Ecco...è una cosa importante, perciò preferisco parlartene con più calma-

-Va bene, allora. In effetti...anch’io devo parlarti di una cosa-

Inuyasha la guardò incuriosito, ma non disse nulla. Si limitò a voltarle le spalle e a lasciarsi cadere indietro, così da appoggiare la testa sulle ginocchia della ragazza. Come per un tacito accordo, Kagome iniziò ad accarezzargli i capelli. L’hanyou adorava quando lo faceva. Sentire il tocco delicato della sua mano lo faceva rilassare completamente e sentire in pace con il mondo. E i kami sapevano quanto ne avesse bisogno in quel momento. Il suo sesto senso gli diceva che presto avrebbero dovuto affrontare una battaglia e che non sarebbe stato per nulla facile uscirne vincitori...

-Oh, quasi mi dimenticavo!- Inuyasha si rialzò a sedere improvvisamente e le sfiorò le labbra con un bacio –Buon compleanno, Kagome-

Lei gli sorrise.

-Grazie- gli disse, poi, con una smorfia:-Anche se me l’ero immaginato un po’ diverso!-

-Non preoccuparti, festeggeremo una volta tornati a casa- la rassicurò il mezzo demone

-Hai ragione. E allora mi darai anche il mio regalo?- gli chiese Kagome maliziosa

-Promesso- rispose Inuyasha facendole l’occhiolino

 

Uno dei due villaggi che attraversarono dopo essersi rimessi in viaggio era stato attaccato di recente. La descrizione degli avvenimenti che gli abitanti fecero loro confermarono che si trattava dello stesso gruppo di demoni a cui stavano dando la caccia. Anche lì una sacerdotessa era stata rapita. Poiché erano ormai vicini al monte Hosi, decisero di affrettare il passo e arrivare ai piedi della montagna prima del tramonto.

Giunti alla meta, si accamparono in una piccola radura ed accesero il fuoco. Stavano per mettere a bollire l’acqua, quando Inuyasha balzò in piedi e sguainò la sua Tessaiga.

-Cosa succede, Inuyasha?- gli chiese Kagome

-Sta arrivando Sesshomaru- rispose questo fissando guardingo un punto preciso della foresta

Da quello stesso punto, qualche attimo dopo, comparve il potente signore dell’Ovest, seguito dal suo servitore Jaken e dalla piccola Rin.

-E ti pareva. Dove ci sono guai c’è sempre anche il mio fratellino- esordì Sesshomaru fermandosi di fronte a Inuyasha

-Che cosa ci fai tu qui, Sesshomaru?- gli chiese Inuyasha ignorando il suo commento

-Sono venuto a conoscenza dei rapimenti che stanno avvenendo e sono venuto a controllare-

-Tsk. E come mai sei così interessato a questa faccenda?-

-Se non fossi così ignorante lo capiresti da solo. Questi territori appartengono alla nostra famiglia, perciò ora sono sotto il mio controllo. Tu, piuttosto, cosa sei venuto a fare qui?-

-Non sono affari tuoi! Comunque, se vuoi saperlo, i demoni responsabili di questi rapimenti si stavano avvicinando al nostro villaggio, perciò siamo venuti a dare un’occhiata-

-Non lo sapete che tra fratelli non si dovrebbe litigare?- intervenne in quel momento una voce sconosciuta

Tutti si voltarono in quella direzione e videro di fronte a loro un demone dai lunghi capelli blu e occhi dello stesso colore, dalla pelle chiara e vestito con una sorta di kimono bianco e blu. Sia sul volto di Inuyasha che su quello di Sesshomaru si dipinse un’espressione di disappunto. Come mai non lo avevano sentito arrivare?

-Non stupitevi del fatto che non avete avvertito la mia presenza...- disse il demone quasi leggendo loro nel pensiero –Io sono Kurai, un demone dell’oscurità. Posso rendermi invisibile e annullare la mia aura demoniaca-

-E cosa diavolo vuoi da noi?- gli chiese con fare aggressivo Inuyasha

-Siete entrati nei territori della mia regina. Perchè siete qui?-

-Se permetti, questi sono affari nostri-

-Vi conviene andarvene, se non volete fare una brutta fine- disse Kurai percorrendo con lo sguardo il gruppo –Ma quella è una sacerdotessa...- fece poi con un ghigno soddisfatto soffermandosi su Kagome         –Questo è proprio il mio giorno fortunato...Lei viene con me!-

Inuyasha si frappose tra il suo sguardo e Kagome, sguainando Tessaiga in posizione di difesa.

-Te lo puoi scordare, maledetto!- esclamò con ira

-Vorrà dire che prima mi divertirò un po’ uccidendo tutti voi, cagnolino- replicò Kurai schioccando le dita

A quel segnale, una ventina di demoni circondarono il gruppo.

-Uccideteli e portatemi la sacerdotessa!- ordinò loro

I demoni partirono all’attacco, ma erano troppo deboli per Inuyasha e i suoi compagni e per Sesshomaru e ben presto Kurai si ritrovò da solo.

-Devo dire che la fama del signore dell’Ovest e del suo fratellino mezzo demone non è immeritata- esclamò Kurai ironico –Bene, la prossima volta non sarà così facile, vi avverto-

Detto questo, il demone in un secondo divenne invisibile. Né Inuyasha né Sesshomaru riuscirono ad avvertire la sua presenza nelle vicinanze.

 

-Questa storia mi piace sempre meno- disse Miroku qualche minuto dopo

Il gruppo di Inuyasha si era seduto attorno al fuoco, gustando uno dei piatti precotti portati dal suo tempo da Kagome, mentre Sesshomaru, Rin e Jaken si erano accampati ad un paio di metri da loro, abbrustolendo dei pesci che Jaken era riuscito miracolosamente a pescare in un lago vicino, poiché mai e poi mai il signore dell’Ovest si sarebbe abbassato a condividere qualcosa con il fratello.

-Che cosa ti preoccupa, Miroku?- gli chiese Inuyasha

-Quel demone, Kurai, sembrava conoscere molto bene sia te che Sesshomaru, ciò vuol dire che probabilmente si è informato su di noi...Magari ci ha persino spiato-

-Intendi forse che il nostro arrivo potrebbe non essere risultato inaspettato per loro?- intervenne Sango

-Proprio così- confermò il monaco –Anche l’attacco di oggi...Ho l’impressione che sia stato più che altro un modo per saggiare la nostra forza-

-Pensi che Tsuki ci stia tendendo una trappola, vero?- fece il mezzo demone

-Credo di sì-

-Ma, allora, credi che anche i rapimenti siano solo un pretesto per attirarci qui?- gli chiese Kagome

-Mmh...No, non penso che si darebbe tanto da fare se non avesse un valido motivo. Penso che, come ha detto la divina Kaede, i poteri spirituali delle sacerdotesse rapite le servano per qualche oscura ragione, solo che...- Miroku si interruppe, incerto

-Solo che?- lo incitò Inuyasha

-Solo che ritengo che lo scopo principale che la spinge ad agire sia attirare qui la sacerdotessa protettrice della sfera- concluse il monaco

-La protettrice della sfera? Intendi Kagome?- gli chiese stupita Sango

Il marito annuì.

-Ma per quale motivo? La sfera ormai non esiste più!- esclamò Kagome

-Questo proprio non ve lo so dire-

 

Sesshomaru, le spalle rivolte verso il gruppo, ascoltava quei discorsi senza farsi notare. Anche lui aveva riflettuto su quegli strano rapimenti e sull’attacco avvenuto poco prima ed era arrivato alle stesse conclusioni del monaco. Tuttavia, nemmeno lo youkai era in grado di capire quale fosse il motivo che spingeva la dea Tsuki ad agire in quel modo. Poiché Tsuki dimorava in un castello che si trovava sui territori di suo padre, Sesshomaru aveva avuto modo di conoscerla in passato. L’impressione che ne aveva avuto era di una donna disgustosamente buona e gentile, un po’ come la donna di suo fratello Inuyasha. Allora perchè aveva deciso di rapire quelle sacerdotesse? Qual’era il suo piano?

Le sue riflessioni furono interrotte dalla voce di Rin, che gli annunciava che il pesce era pronto. Senza dire una parola, afferrò lo spiedino che la bambina gli porgeva e iniziò a mangiare.

-Signor Sesshomaru, ha visto? Anche stasera c’è una bellissima luna!- gli disse entusiasta la bambina

Sesshomaru alzò lo sguardo verso il cielo e, proprio come la sera precedente, vide che sopra le loro teste una splendente e perfettamente circolare luna piena rischiarava la notte.

 

 

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 - Yuukai ***


CAPITOLO 6: YUUKAI (Rapimento)

Il sentiero che portava alla vetta del monte Hosi era difficoltoso e irto di ostacoli, era evidente che non veniva percorso da moltissimo tempo. La pendenza del cammino era resa ancora più insopportabile dall’aura maligna che si avvertiva sempre più distintamente a mano a mano che si avvicinavano alla vetta, divenendo sempre più spessa e pesante. Inuyasha e Miroku, dopo aver insistito non poco, erano riusciti a convincere Kagome e Sango a farsi trasportare da Kirara, in modo da limitare la fatica.

-In realtà, io avrei preferito che tu ci aspettassi ai piedi del monte, Sango- le disse Miroku

-Scordatelo, Miroku!- replicò decisa la sterminatrice –Non sono una di quelle moglie che aspettano il maritino a casa preparandogli da mangiare! Senza contare il fatto che Tsuki deve essere molto potente e io posso esservi di aiuto-

-Tsk, figuriamoci! Io basto e avanzo per occuparmi di quella!- esclamò Inuyasha con tono arrogante –Tu potevi benissimo aspettarci al villaggio insieme al rospo e alla mocciosa. E anche tu, Kagome- “Così io sarei stato più tranquillo” aggiunse il mezzo demone tra se

Il viso di Kagome si adombrò.

-Inuyasha, a cuccia!- gridò

L’hanyou come al solito fu brutalmente attirato verso il terreno. La ragazza lo guardò storto. Sapeva che Inuyasha diceva quelle cose solo perchè era preoccupato per lei, però la infastidiva lo stesso quando si comportava in quel modo. E poi era nervosa e mandarlo a cuccia era un ottimo modo per scaricarsi un po’!

-Ma che ho detto?- si lamentò Inuyasha rialzandosi

-Sai benissimo che non sarei rimasta ad aspettarti per niente al mondo! Sono due anni che combatto al tuo fianco e intendo continuare a farlo!- rispose lei decisa, poi, con un sorriso ironico, aggiunse:-E poi, se non ci sono io, come minimo ti metteresti a litigare con Sesshomaru e ti dimenticheresti del motivo per cui siamo qui!-

Il signore dell’Ovest, infatti, stava seguendo il gruppo di Inuyasha. Visto che lo youkai era lì per il loro stesso motivo, Kagome aveva pensato di invitarlo ad unirsi a loro, pensando che l’aiuto di un demone potente come lui potesse sempre fare comodo. Quando Sesshomaru, senza dire una parola e senza perdere la sua usuale compostezza, aveva iniziato a seguirli, l’aveva preso come un “sì”. Come dire, chi tace acconsente! In quel momento il signore dell’Ovest stava osservando i loro battibecchi a qualche passo di distanza con espressione tra il disgustato e il rassegnato.

-Sono felice che tu abbia una così alta considerazione di me!- esclamò offeso Inuyasha

Kagome, Sango e Miroku scoppiarono a ridere di fronte a quell’espressione così conosciuta. Un battibecco  tra il mezzo demone e la sua compagna era un metodo eccellente per allentare la tensione!

-Se avete finito di perdere tempo, possiamo rimetterci in cammino- intervenne in quel momento Sesshomaru in tono freddo

-Tsk. Per una volta sono d’accordo con il mio ghiacciolo di fratello- disse Inuyasha ironico –Muoviamoci!-

 

Al tramonto, decisero di fermarsi e accamparsi per la notte. Avevano ormai compiuto più di metà della scalata e, se tutto andava secondo i piani, il giorno successivo sarebbero giunti al castello di Tsuki.

-Stranamente oggi non abbiamo subito nessun attacco...- commentò Sango mentre Inuyasha e Miroku accendevano il fuoco

-Non è strano affatto- replicò freddamente Sesshomaru

-Già, stanno cercando di farci innervosire- intervenne Inuyasha –Probabilmente ci attaccheranno durante la notte o, al più tardi, domani mattina, prima che possiamo raggiungere il castello di Tsuki-

-È opportuno che questa notte ci sia sempre qualcuno di sveglio in modo da non essere colti di sorpresa- fece Miroku –Io, Inuyasha e Sesshomaru ci daremo il cambio-

Dopo una veloce cena a base di ramen precotti, Kagome, Sango, Miroku e Sesshomaru si misero a riposare, mentre Inuyasha rimaneva sveglio per primo a sorvegliare i dintorni. Tuttavia, Kagome non riusciva ad addormentarsi. Durante il giorno non aveva il tempo di riflettere su tutto quello che era successo e così alla sera i pensieri si affollavano nella sua testa. Primo fa tutti quale sarebbe stata la reazione di Inuyasha alla notizia che sarebbe diventato padre. Si portò la mano al ventre ancora piatto in un gesto protettivo. Non dubitava dell’amore che l’hanyou nutriva nei suoi confronti, ma, a conti fatti, loro due stavano insieme solo da pochi mesi, nonostante si conoscessero da due anni e insieme avessero affrontato ogni sorta di situazioni e di difficoltà. Erano davvero pronti per avere un figlio? Non che avessero molta scelta, comunque...

-Kagome, cosa c’è? Non riesci a dormire?- Inuyasha le si avvicinò e si sedette al suo fianco

-Mmh...No. Stavo pensando ad alcune cose- rispose la ragazza

-Dovresti cercare di riposare. Domani sarà una giornata dura e per sconfiggere Tsuki ci serviranno anche i tuoi poteri di sacerdotessa-

Kagome si alzò a sedere con aria sbalordita.

-Che c’è? Perchè mi guardi così?- le chiese il mezzo demone

-Questa è la prima volta che mi chiedi apertamente di aiutarti in una battaglia!- esclamò lei

-Tsk! Io ho sempre pensato che tu fossi molto forte-

La ragazza lo guardò con dolcezza, poi, però, un’ombra di preoccupazione le attraversò lo sguardo.

-Credi davvero che domani potrò esservi di aiuto? In fondo non sono ancora in grado di controllare bene i miei poteri...-

-Sono sicuro che ci riuscirai- la rassicurò Inuyasha –E poi...tu mi sei di aiuto anche solo stando al mio fianco- concluse chinandosi a sfiorarle le labbra con le proprie

-Grazie, Inuyasha- gli sorrise felice Kagome

-Ora dormi-

La ragazza si distese nuovamente e chiuse gli occhi. Rassicurata dalla vicinanza di Inuyasha e cullata dalla dolcezza delle sue mani che le accarezzavano i capelli, riuscì finalmente ad addormentarsi.

Tuttavia, un paio d’ore dopo, fu svegliata da una brutta sensazione. Sentiva che un gran numero di demoni si stavano avvicinando. Anche Inuyasha e Sesshomaru se ne erano accorti ed erano già pronti a combattere, mentre Miroku stava svegliando Sango.

-Kagome, resta dietro di me- le disse Inuyasha estraendo Tessaiga

Pochi istanti dopo, Kurai, seguito da un nutrito numero di demoni, era di fronte a loro.

-Oh, peccato, siete già svegli...E io che speravo di svegliarvi a modo mio!- esclamò ironico il demone dell’oscurità

-Fai poco lo spiritoso e vedi di levarti dai piedi!- replicò Inuyasha bellicoso –Non ho voglia di perdere tempo con gente inutile come te e i tuoi amichetti!-

-Se fossi in te starei attento a come parli, cagnolino. Sai, la luna piena ha uno strano effetto sui demoni, li rende stranamente aggressivi e basta un niente per istigarli-

-Questo perchè sono dei demoni di basso livello- commentò sprezzante Sesshomaru

-Vedremo se tra qualche istante sarete dello stesso parere- fece Kurai con un ghigno –Tuttavia, stanotte mi sento generoso, voglio darvi la possibilità di vivere ancora un po’: se mi consegnate la sacerdotessa, vi lascerò andare senza farvi nulla-

-Te lo puoi scordare!- gridò Inuyasha –Ti ammazzerò prima che tu possa anche solo fare un passo in direzione di Kagome!-

-Bene, l’avete voluto voi-

Detto questo, Kurai ordinò alla sua schiera di attaccare Inuyasha e il suo gruppo. Questa volta lo youkai si era portato appresso un gruppo di demoni più potente, ma, nonostante ciò, non ancora sufficiente ad avere la meglio su di loro. Uno alla volta, i demoni venivano fatti a pezzi dalla lama di Tessaiga o dagli artigli di Sesshomaru, tranciati i due dall’Hiraikotsu o dal bastone di Miroku oppure distrutti da una freccia sacra di Kagome. Questa si teneva in disparte per non intralciare i suoi amici e, non fidandosi ancora dei suoi poteri, si limitava a tenere a distanza coloro che cercavano di avvicinarsi a lei grazie al suo arco e alle sue frecce. Ben presto, i nemici furono tutti sconfitti.

-Tsk! Credo che tu stia continuando a sottovalutarci- esclamò Inuyasha in direzione di Kurai dopo aver fatto a pezzi l’ultimo demone

-Forse sei tu che dovresti essere un po’ meno sicuro di te stesso- replicò Kurai schioccando le dita

A quel gesto, un altro numeroso gruppo di demoni circondò il mezzo demone e i suoi amici.

-A questo punto dovreste essere alquanto affaticati e non credo che riuscirete a cavarvela così facilmente stavolta-

Ad un altro cenno, gli youkai partirono all’attacco. Kurai aveva ragione. Inuyasha e gli altri avevano esaurito gran parte delle loro forze per neutralizzare il primo gruppo di demoni e non si erano aspettati un secondo attacco. Oltretutto, questi erano di livello superiore rispetto ai loro predecessori. La lotta era difficoltosa ed estenuante.

Soddisfatto di quello che vedeva, Kurai si diresse verso Kagome. La ragazza, accortasi che si stava avvicinando, gli puntò contro l’arco.

-Non un passo di più o scaglio una freccia- lo minacciò

Per nulla preoccupato, il demone continuò ad avanzare.

-Forza, provaci. Voglio proprio vedere cosa sei in grado di fare- la schernì con un sorrisetto sarcastico

Prendendo di mira il petto, Kagome scagliò la freccia, che, avvolta dalla sua forza spirituale, si diresse precisa verso il bersaglio. Tuttavia, un attimo prima che il dardo lo colpisse, Kurai scomparve come per magia e la freccia si andò a conficcare nel tronco di un albero. Stupita, Kagome si guardò intorno, ma il demone sembrava sparito nel nulla. Improvvisamente, Kurai riapparve alle sue spalle, puntandole un pugnale alla gola.

-Mi dispiace, ma non hai avuto fortuna- le sussurrò all’orecchio –Ora lascia cadere a terra quell’arco-

-Ti illudi se credi che riuscirai a rapirmi indisturbato- rispose Kagome obbedendo  

-Sei convinta che il tuo mezzo demone arriverà in tempo per salvarti, vero? Beh, se fossi in te non ci conterei così tanto. Guarda là-

La ragazza spostò lo sguardo nella direzione indicata da Kurai. Quello che vide la fece inorridire. I suoi amici erano in seria difficoltà, feriti e stremati, stavano dando fondo alle loro ultime forze per non soccombere. Persino Sesshomaru sembrava dover impegnarsi più del dovuto per riuscire ad abbattere i demoni che lo attaccavano. In mezzo a quella confusione, gli occhi di Kagome cercarono allora Inuyasha. Una morsa le attanagliò il cuore. L’hanyou aveva uno squarcio che gli attraversava il petto e sembrava fare fatica persino per tenersi in piedi. Anche lui stava per esaurire le sue energie.

-Inuyasha...- un gemito soffocato le uscì dalle labbra

Nonostante fosse lontano alcuni metri, il fine udito del mezzo demone riuscì a sentire quel richiamo. Si voltò in direzione di Kagome e la rabbia gli montò in corpo vedendola minacciata dal pugnale di Kurai.

-Maledetto bastardo, lasciala andare!- urlò in direzione dello youkai

Incurante delle ferite e della stanchezza, cercò di avvicinarsi ai due, ma un demone lo colpì alle spalle con un grosso bastone di legno, facendolo cadere in ginocchio.

-Inuyasha!-

Kagome avrebbe voluto correre da lui, ma la morsa della mano di Kurai che le stringeva il braccio e la lama del suo pugnale a pochi centimetri dalla sua gola le impedivano di farlo.

-Non agitarti, il tuo mezzo demone può ancora salvarsi, ma tutto dipende da te- le disse il demone dell’oscurità

-Che cosa vuoi dire?- gli chiese lei continuando a tenere fisso lo sguardo su Inuyasha che stava disperatamente tentando di rialzarsi

-Se vieni con me senza fare tante storie, ordinerò a quei demoni di lasciare in pace i tuoi amici-

Kagome esitò per un attimo, poi disse:

-D’accordo, verrò con te. Ma prima voglio che ordini ai tuoi demoni di ritirarsi, voglio vederlo con i miei occhi-

-Come vuoi-

Kurai emise una specie di fischio e a quel suono tutti i demoni si fermarono improvvisamente. Stupiti, Sango e Miroku si guardarono intorno per capire cosa stesse succedendo e fu in quel momento che videro Kagome prigioniera di Kurai. Anche Sesshomaru si volse verso di loro.

-Kagome!- gridò spaventata Sango muovendo alcuni passi verso di lei

-No, Sango, resta dove sei!- la fermò l’amica –Voi tutti, non muovetevi. Io...devo andare con lui. È l’unico modo per salvarvi la vita-

-Che stai dicendo?- esclamò Inuyasha –No, Kagome, non ti permetterò di fare una cosa del genere!-

-Inuyasha, mi dispiace...- Kagome lo guardò con le lacrime agli occhi –A cuccia-

Il mezzo demone fu scaraventato a terra e perse i sensi. Kagome lanciò un ultimo sguardo ai suoi amici, prima di sparire insieme a Kurai ed i suoi demoni.

 

 

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 - Tsuki ***


CAPITOLO 7: TSUKI (Luna)

Giunti al castello di Tsuki, l’aura maligna aveva raggiunto un livello così intenso da risultare mortale per qualsiasi essere umano, ma, stranamente, Kagome non ne risentiva affatto. Probabilmente questo era dovuto al fatto che ora era una dea immortale. Lo stesso Kurai si stupì di questo fatto.

-Sei più forte di qualsiasi sacerdotessa abbia mai conosciuto- le disse mentre attraversavano il cortile del castello diretti all’entrata

-E allora?- si limitò a chiedere Kagome

-Potresti essere quella giusta- le rispose il demone

-Giusta per cosa?- fece lei perplessa

Ma Kurai non disse altro. Erano arrivati all’entrata del palazzo. Lo youkai l’aprì e, dopo aver attraversato un dedalo di corridoi, giunsero in una grande sala, completamente spoglia, tranne per un grande trono al centro della parete di fronte alla soglia. Su di esso era seduta una figura femminile, dalla pelle candida come la luna e i capelli blu come la notte. Anche gli occhi erano blu, di un blu così intenso che era quasi ipnotizzante. Quella doveva essere Tsuki, la dea della luna. Eppure, Kagome avvertiva qualcosa di strano in lei, come se...come se dentro di lei ci fosse un conflitto tra due entità differenti.

-E così tu sei la sacerdotessa protettrice della Shikon no Tama...- esordì la donna

-Lo ero. La sfera dei quattro spiriti non esiste più- rispose Kagome –Che cosa ne ha fatto delle sacerdotesse rapite? E che cosa vuole da me?-

-Non preoccuparti, le sacerdotesse stanno bene...almeno per ora- le disse Tsuki –Per quanto riguarda il motivo per cui tu sei qui...Ho bisogno che tu faccia una cosa per me-

 

-Maledizione! Perchè siamo ancora qui a perdere tempo?!- sbraitò Inuyasha –Dobbiamo andare a salvare Kagome!-

-Calmati, Inuyasha. Lascia che Miroku ti medichi quelle ferite e poi ci metteremo in cammino- gli disse Sango

-Sango, ha ragione- intervenne Miroku –Come credi di riuscire a salvare la divina Kagome ridotto in queste condizioni?-

-Tsk! Io sto benissimo! Questi sono solo graffi!-

Tuttavia, l’hanyou non poté trattenere una smorfia di dolore mentre Miroku gli applicava un impacco di erbe per fermare il sangue sullo squarcio che gli attraversava il petto. Il monaco era molto contento che la notte di luna nuova ci fosse appena stata e che quindi la prossima fosse lontana, perchè quelle ferite gli sarebbero state altrimenti fatali.

-Ti hanno ridotto proprio male, Inuyasha- fece Sesshomaru con tono ironico –Forse è meglio se ci aspetti qui, ci penserò io a quella Tsuki-

Il mezzo demone si voltò verso di lui con espressione così feroce, che persino il signore dell’Ovest ne fu sorpreso e, quasi, spaventato.

-Niente mi impedirà di raggiungere quel castello e salvare Kagome!- esclamò Inuyasha con rabbia mista a determinazione

Sesshomaru dovette ammettere che quella ragazza era capace di tirar fuori dal suo fratellino una forza che aveva dell’incredibile. Per lei avrebbe dato tutto, anche la vita. Tutto, pur di proteggerla. Sesshomaru non avrebbe mai capito questi sentimenti umani...No, in realtà questa era una bugia. Perchè da quando una bambina aveva deciso di seguirlo nel suo viaggio, anche lui li aveva provati più di una volta.

Dopo aver terminato le medicazioni ad Inuyasha, il gruppo si rimise in cammino, ma avevano percorso solo un breve tratto che furono costretti a fermarsi nuovamente, poiché l’intensa aura demoniaca stava avendo la meglio su Sango.

-Sango, non essere ostinata. Non puoi continuare!- la supplicò Miroku –Devi pensare non solo a te, ma anche al bambino che porti in grembo!-

-Credo tu abbia ragione, Miroku- cedette la sterminatrice –Voi continuate, io torno indietro e vi aspetto ai piedi della montagna con Rin e Jaken-

-Non ti lascio andare da sola, è troppo pericoloso. Vengo con te- le disse il marito

-No, tu devi andare con Inuyasha e Sesshomaru e aiutarli a sconfiggere Tsuki- replicò Sango –Non preoccuparti per me, ci penserà Kirara a proteggermi-

-D’accordo, ma sta attenta-

I due si scambiarono un tenero bacio, sotto gli sguardi, l’uno imbarazzato e l’altro insofferente, di Inuyasha e Sesshomaru, dopo di che si separarono e Sango si incamminò nella direzione opposta alla loro.

-Oh, a proposito, Inuyasha...- dopo qualche passo la donna si voltò di nuovo –Guai a te se non mi riporti mio marito e la mia migliore amica tutti interi!- gli intimò puntandogli un dito contro con finto tono severo

-E ti pareva! Sono sempre io quello che ci va di mezzo alla fine!- sbuffò l’hanyou pur tuttavia con un leggero sorriso

Sango gli sorrise, poi si rimise in cammino, seguita da Kirara, mentre Inuyasha, Miroku e Sesshomaru facevano lo stesso. La cima del monte Hosi si faceva sempre più vicina...

 

-Allora, sentiamo, cosa dovrei fare io per te?- chiese Kagome alla dea della luna

-Voglio la sfera dei quattro spiriti- le rispose Tsuki

La ragazza la guardò stupita.

-Non so se ne sei al corrente, ma la sfera dei quattro spiriti non esiste più-

-Lo so benissimo. Ma voglio che tu ne crei un’altra per me-

-Cosa?! Stai scherzando, spero! Primo, non sono in grado di fare una cosa del genere; secondo, perchè mai dovrei fare una cosa del genere? Per donare un immenso potere ad una persona che sicuramente ucciderà me e i miei amici?-

-Potrei anche risparmiare le vostre vite, se tu creassi la sfera-

-Resta il fatto che io non ne sono in grado-

-Certo che lo sei. Sei una sacerdotessa molto potente, sei stata la protettrice della sfera e...sei una dea immortale anche tu-

-Come fai a saperlo?- le chiese stupita Kagome

-Tra dee ci si riconosce- le rispose ironica Tsuki

-Eppure tu non mi sembri proprio una dea- replicò seria la ragazza –Per quanto ne so, le dee sono creature generose e buone, che non sanno nemmeno cosa sia la crudeltà e l’ambizione. Inoltre...c’è qualcosa di strano in te...-

-Cosa intendi dire?- le chiese l’altra con un sibilo

-In te percepisco due entità differenti, come se il tuo corpo ospitasse due anime. Questo mi porta a pensare che tu non sia la vera Tsuki-

-Ah sì? E chi sarei allora?-

-Non so esattamente quale sia la tua vera identità, ma credo tu sia un demone che ha preso possesso del corpo della dea della luna per rubarne i poteri. Ma questi non ti bastano ancora e così ora vuoi aumentarli utilizzando la sfera-

-Molto bene. Devo dire che sei più sveglia di quanto mi aspettassi, ragazzina- si complimentò con un ghigno la finta Tsuki –In realtà il mio nome è Rikosyugi-

 

 

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 - Konnan ***


CAPITOLO 8: KONNAN (Difficoltà)

-Ora che sai la verità, muoviti, crea la sfera per me!- le intimò Rikosyugi

-Mi dispiace, ma se sapessi come fare, non accetterei mai!- replicò decisa Kagome –La sfera è un oggetto che può donare immensi poteri ed è in grado di esaudire qualsiasi desiderio, non posso permettere che un essere malvagio come te ne venga in possesso-

Il viso della falsa Tsuki si deformò in un ghigno che non prometteva nulla di buono.

-Bene, vedremo se quando arriverà il tuo hanyou sarai dello stesso parere...-

-Che cosa vuoi dire?-

Ma prima che la domanda di Kagome ottenesse risposta, si sentì un forte boato e la parete sinistra della stanza fu ridotta ad un cumulo di macerie. Dalla polvere sollevata dal crollo emerse Inuyasha, seguito subito dopo da Miroku e Sesshomaru.

-Inuyasha!- esclamò sollevata Kagome

-Kagome, stai bene?- le chiese il mezzo demone avvicinandolesi

-Sì, sto bene, non preoccuparti- lo rassicurò lei

-Bene, visto che Kagome non è ferita, ti concederò una morte breve e indolore!- fece l’hanyou all’indirizzo di quella che credeva essere Tsuki, facendo per lanciarlesi contro

-Aspetta, Inuyasha!- lo fermò Kagome afferrandolo per un braccio

-Che c’è? E adesso perchè mi fermi?- Inuyasha si voltò seccato verso di lei

-Perché non puoi ucciderla, quella in realtà non è la dea della luna-

-Che cosa intendi dire?-

-Voglio dire che un demone si è impossessato del suo corpo e dei suoi poteri. Il suo nome è Rikosyugi-

-E allora cosa dobbiamo fare?-

-Non possiamo ucciderlo, altrimenti con lui scomparirà anche la vera Tsuki che si trova dentro di lui- intervenne in quel momento Miroku –Dobbiamo trovare il modo di separare le loro due entità-

-Il tuo amico ha ragione, Inuyasha- disse Rikosyugi –Ma non credo che riuscirete così facilmente nel vostro intento- si voltò poi verso Sesshomaru –Ma bene, vedo che qui c’è anche il potente signore dell’Ovest...A cosa devo l’onore, Sesshomaru?-

-Tsk. Tra poco non avrai più molta voglia di fare lo spiritoso- replicò gelido lo youkai

-Questo lo vedremo presto. Kurai, occupati di lui-

-Con piacere- rispose il demone dell’oscurità

Si diresse lentamente verso Sesshomaru, estraendo la sua arma, una lunga katana dalla lama completamente nera.

-La tua fama ti precede, potente signore dell’Ovest. Sarà un onore per me ammazzarti-

-Devi solo provarci-

I due demoni incrociarono le spade, ingaggiando una lotta all’ultimo sangue.

Soddisfatto di come stavano procedendo le cose, Rikosyugi si rivolse nuovamente a Kagome.

-Bene, ora ti darò un buon motivo per accettare la mia proposta...- le disse

-Quale proposta?- chiese Miroku

-Vuole che io crei per lui un’altra sfera dei quattro spiriti- rispose la ragazza

In quel momento Rikosyugi chiuse gli occhi e iniziò a mormorare qualche parola in una lingua incomprensibile. Improvvisamente, Inuyasha sentì le proprie forze venire meno, la stessa identica sensazione di quando si trasformava in umano nelle notti di luna nuova...

-Ma che diavolo...?!- esclamò sorpreso

Preoccupata, Kagome si voltò verso di lui e si accorse che l’hanyou si stava trasformando: i suoi capelli stavano diventando neri e i suoi occhi viola.

-Cosa mi hai fatto? Perchè sono diventato umano?- chiese un infuriato Inuyasha in direzione di Rikosyugi

-Come ho detto prima alla tua donna, io posseggo i poteri di Tsuki, dea della luna, e, poiché sono a conoscenza che nelle notti di Shingetsu ti trasformi in un essere umano, ho voluto dartene una piccola dimostrazione. In questo modo non mi creerai alcun problema-

-Come diavolo fai a saperlo? Nessuno, tranne i miei amici, lo sa-

-Semplice, mezzo demone, vi ho fatto spiare da Kurai. Da tempo cercavo il luogo dove viveva la sacerdotessa protettrice della sfera e voi siete stati così gentili da condurla qui di vostra iniziativa, senza che io dovessi scomodare i miei demoni per rapirla-

-E le altre sacerdotesse? Che cosa c’entrano in tutto questo?- intervenne Miroku

-Ho pensato che, utilizzando i loro poteri spirituali, avrei potuto rendere la sfera ancora più potente-

-In ogni caso, è stato tutto inutile. Io non creerò mai la sfera per te!- esclamò Kagome

-Sei ostinata, ragazzine. Bene, vediamo se questo ti farà cambiare idea-

Con un gesto della mano, Rikosyugi scagliò un fendente di luce in direzione di Inuyasha, che, essendo  anche da umano molto agile e forte, riuscì a schivarlo. Tuttavia, a quello ne seguirono altri, che il ragazzo non riuscì ad evitare completamente, rimanendo così ferito. Stremato e sanguinante, cadde in ginocchio con un gemito di dolore.

-Inuyasha!- Kagome corse da lui

-Questa non ci voleva!- fece Miroku raggiungendola –Ora che Inuyasha è umano, le ferite infertegli nella precedente battaglia con i demoni di Rikosyugi potrebbero essergli fatali...-

Kagome lo guardò sbarrando gli occhi dalla disperazione.

-Non diciamo sciocchezze!- replicò Inuyasha con un filo di voce –Non morirò certo per questi graffietti!- cercò di alzarsi, ma le gambe non lo ressero e ricadde in ginocchio

-Inuyasha, ti prego, non sforzarti- lo supplicò Kagome

-Allora, sacerdotessa, ti sei decisa?- intervenne Rikosyugi

La ragazza spostò lo sguardo da lui ad Inuyasha, incerta su cosa fare. Alla fine, parve prendere una decisione. Chiuse gli occhi, unì i palmi delle mani e si concentrò. “Ti prego, fa che funzioni...” pensò “Devo riuscirci...” Qualche istante dopo, una luce rosata fuoriuscì dal suo corpo e andò ad avvolgere l’hanyou, formando una barriera intorno a lui.

-Ma che succede?!- esclamò questo sorpreso –Kagome, cosa vuoi fare?-

-Combatterò contro Rikosyugi- rispose lei aprendo gli occhi e puntando lo sguardo con decisione sulla falsa Tsuki –Come ti ho già detto, non creerò per te un’altra sfera dei quattro spiriti, ma non ti permetterò nemmeno di fare del male ad Inuyasha-

-Ma sei impazzita?!- Inuyasha cercò di uscire dalla barriera ma non ne fu capace –Kagome, non puoi combattere da sola! Fammi uscire di qui!-

-No, Inuyasha. Sono una sacerdotessa e una dea immortale, devo imparare a cavarmela da sola- la ragazza lo guardò con amore –Lo faccio anche per te...per noi-

Inuyasha la guardò sorpreso, poi il suo sguardo si addolcì.

-D’accordo, Kagome. Ho fiducia in te- le disse

Lei lo ricambiò con un magnifico sorriso.

-Devo dire che ne hai di fegato, ragazzina- fece Rikosyugi ironico –Ma questo tuo coraggio ti porterà solo alla morte-

-Questo lo vedremo- rispose Kagome con fare sicuro –Miroku, ho bisogno del suo aiuto- disse a bassa voce rivolta al monaco –Dobbiamo riuscire a dividere l’entità di Rikosyugi da quella di Tsuki-

-Va bene, divina Kagome. Contate su di me- le rispose Miroku

I due si posizionarono fianco a fianco e si concentrarono. La lotta stava per iniziare...

 

 

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 - Syoototu ***


CAPITOLO 9: SYOOTOTU (Scontro)

Era la prima volta, in tutta la sua vita, che in uno scontro Inuyasha aveva il semplice ruolo di spettatore. Quando si trattava di combattere, lui era sempre stato in prima fila, pronto a dare tutto se stesso per sopravvivere e per proteggere ciò che gli era caro. Mai si sarebbe aspettato che, un giorno, avrebbe dovuto rimanere a guardare mentre la donna che amava, la persona per cui avrebbe sacrificato anche la propria vita, lottava per lui. Certo, era già capitato che, durante le notti di luna nuova, i suoi amici dovessero uscire a combattere contro un demone mentre se ne stava nascosto. Ma alla fine, stanco di quel senso di impotenza, Inuyasha si era sempre unito alla lotta, nonostante la sua natura umana.

E sicuramente lo avrebbe fatto anche in quel momento, se non ci fosse stata quella barriera a fermarlo. Quello che aveva detto prima era vero, si fidava di Kagome e dei suoi poteri, ma questo non gli impediva di avere paura. Paura di perderla. Paura di dover restare a guardare mentre la persona più importante della sua vita soccombeva sotto i suoi occhi. Altro che paura, quello era terrore puro! Un sentimento che mai Inuyasha aveva provato prima di innamorarsi di Kagome. Stringendo i pugni dalla rabbia, maledisse per l’ennesima volta la sua debolezza umana e quel senso di impotenza che sperimentava ogniqualvolta i suoi poteri demoniaci lo abbandonavano.

 

Nel frattempo, lo scontro tra Sesshomaru e Kurai continuava. Il demone dell’oscurità si era ben presto reso conto della potenza del suo avversario e aveva deciso di far ricorso alla sua capacità di mimetizzarsi per coglierlo di sorpresa. Sesshomaru, lanciatosi all’attacco, si fermò di botto, non aspettandosi una mossa del genere dal suo avversario. Tuttavia, ci voleva ben altro per mettere in difficoltà il potente signore dell’Ovest. Chiuse gli occhi e si concentrò per avvertire ogni minimo spostamento d’aria, in modo da percepire la presenza di Kurai. Pochi istanti dopo, li riaprì e lanciò un fendente con la sua Tokijin alla sua destra. Il demone dell’oscurità riapparve proprio in quel punto, il braccio sinistro sanguinante.

-I tuoi trucchetti non funzionano con me- disse gelido Sesshomaru

-Già, me ne sono accorto- rispose ironico Kurai –Ma non credere per questo di aver vinto-

Detto questo, si lanciò verso il suo avversario tenendo fermamente la sua katana nella mano destra. Il signore dell’Ovest parò il suo attacco senza muoversi di un millimetro dalla sua posizione, sicuro della sua superiorità.

In effetti, ben presto, oltre a quella sul braccio sinistro, Kurai presentava numerose altre ferite, mentre Sesshomaru non aveva nemmeno un graffio. Senza esitare, scagliò verso il suo avversario un ultimo fendente di luce, il colpo finale...

 

-Miroku, quando te lo dirò io, scaglia uno dei tuoi amuleti magici verso Rikosyugi- disse Kagome al monaco mentre si preparavano alla battaglia

-Va bene- rispose Miroku

La ragazza chiuse gli occhi e si concentrò, cercando nella sua mente e nel suo cuore il sortilegio di cui aveva bisogno. Prima di partire aveva chiesto alla somma Kaede il motivo per cui non le aveva mai insegnato nessuna formula magica per combattere i demoni, ma l’anziana miko le aveva risposto che le persone con poteri spirituali, e in particolar modo lei, che aveva dentro di se la forza dei quattro spiriti, non avevano bisogno di imparare nulla, poiché tutto ciò che serviva per sconfiggere un demone o altro si trovava già dentro di loro. Il tutto stava nel controllare i propri poteri e nel trovare dentro di se il modo giusto per sconfiggere un nemico. Kagome sperava con tutto il cuore di essere in grado di farlo. Doveva riuscirci. Perchè da lei dipendeva la vita di Inuyasha, il suo compagno e il padre del bambino che cresceva nel suo grembo.

All’improvviso, nella mente di Kagome, iniziarono a formarsi delle parole, frasi in una lingua antica e di cui tuttavia, anche se non sapeva come, conosceva il significato. Iniziò a recitarle e, pochi secondi dopo, una luce azzurrina cominciò a scaturire dalle mani unite della ragazza per dirigersi poi verso Rikosyugi. Il demone dalle sembianze di Tsuki fu avvolto da quel misterioso alone.

-Ma che sta succedendo?- esclamò questo –I miei poteri si stanno indebolendo!-

La falsa dea della luna tentò di resistere al sortilegio con tutte le sue forze, ma sembrava in seria difficoltà. In quel momento, Kagome aprì gli occhi di scatto.

-Ora, Miroku!- gridò in direzione del monaco

Questi lanciò uno dei suoi amuleti magici puntando al petto di Rikosyugi, ma il demone, utilizzando le ultime forze rimastegli, lo schivò e lanciò un fendente di luce in direzione della ragazza.

-Kagome, attenta!- fece Inuyasha spaventato

Ma Kagome, senza mostrare il minimo segno di paura, non si mosse e aspettò l’arrivo del colpo, che, invece di colpirla, si scontrò con la barriera che lei aveva eretto in sua difesa. In quello stesso istante, alcuni serpenti di luce arrivarono dalla sua sinistra e andarono a imprigionare le braccia, le gambe e il corpo di Rikosyugi. Erano stati lanciati da Sesshomaru, che, dopo aver sconfitto Kurai, si era avvicinato al luogo dello scontro tra la donna di suo fratello e il demone. Non che avesse voluto aiutare gli amici di Inuyasha, ma quella storia stava iniziando a stancarlo e voleva farla finita una volta per tutte.

-Ora finalmente te ne starai un po’ fermo- disse in direzione di Rikosyugi –E voi due, cercate di sbrigarvi. Vorrei andarmene da questo posto- fece poi rivolto a Kagome e Miroku

Abituati ai suoi modi freddi e sgarbati, i due non si scomposero e ripresero da dove si erano interrotti. La ragazza intonò nuovamente la formula magica e, al suo segnale, il monaco lanciò un altro dei suoi amuleti magici. Questa volta il talismano di carta andò a colpire il petto dell’avversario, da cui scaturì una forte luce. Qualche secondo dopo, dal suo corpo fuoriuscì una figura: il vero aspetto di Rikosyugi, un enorme demone dalle sembianze di un rettile.

-Maledetta ragazzina! Me la pagherai!- gridò infuriato in direzione di Kagome

Ma un fendente di Tokijin lo fece tacere per sempre e il demone fu spazzato via in men che non si dica. Kagome tirò un sospiro di sollievo. Per fortuna era andato tutto bene, ce l’aveva fatta.

-Siete stata bravissima, divina Kagome- si complimentò Miroku al suo fianco

-Ti ringrazio, ma senza il tuo aiuto non ce l’avrei fatta- gli rispose lei con un sorriso

-Ehi, voi due, se avete finito di chiacchierare, vi dispiacerebbe farmi uscire da qui?!- esclamò irritato Inuyasha

Con un gesto della mano, Kagome fece scomparire la barriera che lo proteggeva. L’hanyou mosse un paio di passi nella sua direzione, tuttavia, a causa della debolezza e della perdita di sangue, fu incapace di proseguire e cadde in ginocchio.

-Inuyasha!- spaventata, Kagome corse al suo fianco –Dobbiamo portarti subito via di qui!-

-Non è necessario- intervenne una voce femminile

I due si voltarono e videro Tsuki, la vera Tsuki, in piedi vicino a loro. La dea della luna stese le proprie mani sopra la testa di Inuyasha e, pochi istanti dopo, questi era ritornato nella sua forma di mezzo demone. Tornato in possesso della sua forza, l’hanyou si sentì subito meglio e poté alzarsi.

-Vi ringrazio per quello che avete fatto per me- disse loro Tsuki –Mi avete liberato dal demone che si era impossessato del mio corpo-

-Feh! Quella che devi ringraziare è Kagome. È lei che ha fatto tutto il lavoro- le rispose Inuyasha

-Hai ragione, Inuyasha...È così che ti chiami, vero? Ma anche tu hai rischiato la tua vita e, se me lo permetti, vorrei ricambiare-

-Ricambiare? E in che modo?- chiese perplessa Kagome

-Esaudendo un desiderio che entrambi sognate- rispose Tsuki con un sorriso

 

 

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 - Mirai ***


CAPITOLO 10: MIRAI (Futuro)

-Un desiderio che entrambi sogniamo? Ma che vuol dire?- fece Inuyasha perplesso

-Vedete, mentre Rikosyugi era in possesso del mio corpo, io ero cosciente di tutto quello che succedeva intorno a me e ho visto come ti sentivi mentre eri un essere umano, ho percepito il tuo senso di impotenza nel non poter aiutare la tua compagna e la tua rabbia per la mancanza dei tuoi poteri demoniaci...- gli disse Tsuki

-E allora?- replicò il mezzo demone con tono brusco, un po’ imbarazzato per come la dea della luna gli aveva letto dentro come un libro aperto

-Potendo controllare la luna, le sue fasi e tutto ciò che la riguarda, posso far scomparire l’effetto che la luna nuova ha sul tuo corpo-

-Vuole dire che in questo modo Inuyasha non si trasformerà più in un essere umano?- intervenne Kagome

-Esattamente. Allora, accettare questo mio dono?-

-Feh! Sono domande da fare? Certo che accettiamo!- esclamò l’hanyou

La dea della luna sorrise, poi chiuse gli occhi e stese le mani sopra la testa di Inuyasha, come aveva fatto prima per farlo tornare un mezzo demone, e si concentrò. Subito dopo, un fascio di luce di un intenso colore blu fuoriuscì dalle sue mani e si divise in due flussi: uno andò ad avvolgere Inuyasha, mentre l’altro si diresse verso il grembo di Kagome. Alcuni minuti dopo, il rituale ebbe fine.

-Già fatto?- chiese il mezzo demone

-Sì. Per me è un procedimento molto semplice da compiere- gli rispose Tsuki

-Ma per quale motivo il tuo fascio di luce si è diretto anche verso Kagome? Cosa significa tutto ciò?- fece perplesso Inuyasha

-Questa è una cosa che dovrà spiegarti lei- la dea della luna sorrise alla ragazza

Kagome arrossì, capendo che Tsuki si era accorta che aspettava un bambino e aveva annullato l’effetto della luna nuova anche su di lui. L’hanyou la guardò con curiosità.

-Ehm...Ne parleremo più tardi, Inuyasha- gli disse impacciata –Ora che ne diresti di tornarcene a casa?-

-Ottima idea- intervenne in quel momento la voce di Miroku –Sango si starà preoccupando per noi-

-Aspettate! Dobbiamo prima liberare le sacerdotesse rapite!- li fermò Kagome

-Non preoccupatevi, ci penserò io. Rikosyugi le ha rinchiuse in una baracca nel lato est del palazzo- li tranquillizzò Tsuki

-La ringrazio, divina Tsuki- fece Miroku con un piccolo inchino

-E Sesshomaru che fine ha fatto?- chiese in quel momento il mezzo demone guardandosi intorno

-Se n’è andato- gli rispose il monaco –Ha borbottato qualcosa sul fatto che queste sciocchezze da mezzi demoni non gli interessavano minimamente e ha girato i tacchi-

-Tsk! Tipico da parte sua!- fece sprezzante Inuyasha –Forza, andiamocene anche noi-

Dopo aver salutato Tsuki, i tre ridiscesero il monte Hosi e raggiunsero il punto in cui Sango li stava aspettando. Felice di vederli tutti sani e salvi, la sterminatrice saltò al collo di suo marito e, mentre si incamminavano verso il villaggio di Kaede, questi le raccontò tutto quello che era successo alla dimora della dea della luna. Felici che anche quella volta tutto si fosse risolto per il meglio, Inuyasha e Kagome rimasero un po’ indietro, camminando tranquillamente mano nella mano e godendosi la luce dorata del sole al tramonto che si infiltrava tra le fronde degli alberi dal cielo ormai sgombro dall’aura demoniaca di Rikosyugi.

-Inuyasha?-

-Mmh?-

-Sei sicuro di stare bene? Le ferite non ti fanno male?- gli chiese Kagome un po’ preoccupata

-Non preoccuparti, sto benissimo. Le ferite sono già in via di guarigione- rispose Inuyasha -Piuttosto... Che ne dici di organizzare una piccola festa questa sera?-

-Per festeggiare la sconfitta di Rikosyugi, intendi?-

-Beh, sì, anche. Ma soprattutto per festeggiare il tuo compleanno...-

-Hai ragione! Con tutta questa storia mi ero quasi dimenticata del mio compleanno!-

-E poi, se non sbaglio, devo ancora darti il mio regalo...- le disse Inuyasha guardandola con dolcezza

-È vero- gli sorrise Kagome “Anche se, a dire la verità, sono io quella che ha una sorpresa per te” pensò poi tra se e se posandosi una mano sulla pancia

 

Era una serena notte autunnale, spirava una lieve brezza che faceva ondulare le fronde degli alberi e l’erba alta. Il cielo era completamente sereno e le stelle erano luminose e ben visibili.

Appoggiato alla parete della capanna della vecchia Kaede, Inuyasha guardava divertito la sua Kagome chiacchierare con Sango, osservando la sua espressione felice ed eccitata per la bellissima festa che i suoi amici e gli abitanti del villaggio le avevano organizzato e per i regali che le avevano fatto. Poi, la sterminatrice si staccò dall’amica per raggiungere Miroku, mentre Kagome si avvicinava a Inuyasha.

-Oh, Inuyasha, sono così felice!- esclamò la ragazza –Non immaginavo che gli abitanti del villaggio mi avrebbero fatto così tanti regali!-

-Beh, ora tu sei la loro sacerdotessa. Credo che ti ci dovrai abituare- rispose l’hanyou  

-Però, se non sbaglio, c’è ancora un regalo che non ho ricevuto...- Kagome lo guardò maliziosa e con un sorriso birichino

-Stavo solo aspettando che avessi un momento per me. Vieni- Inuyasha la prese per mano e la condusse ad uno spiazzo erboso, poco distante dalla capanna di Kaede

A qualche metro di distanza, si poteva scorgere anche l’abitazione di Sango, Miroku e Kohaku.

-Allora, cosa ne dici?- le chiese il mezzo demone fermandosi

-Di cosa?- rispose lei perplessa guardandosi intorno –Scusami, ma non capisco...-

-Del posto che ho scelto per costruire la nostra casa- le disse Inuyasha guardandola serio

Kagome si voltò verso di lui sgranando gli occhi per la sorpresa.

-La nostra...casa?- balbettò emozionata

Il mezzo demone le si avvicinò di qualche passo.

-È una cosa a cui stavo pensando già da un po’...Oramai vivi la maggior parte del tempo da questa parte, hai accettato di essere la sacerdotessa del villaggio e, cosa più importante, sei la mia compagna. Per tutti questi motivi, credo sia il momento di avere una casa tutta nostra...-

Sentendo quelle parole, Kagome non seppe più trattenere le lacrime.

-Oh, Inuyasha...- emozionata, gli buttò le braccia al collo –Io...non so cosa dire...È sicuramente il più bel regalo che avresti potuto farmi!-

-E non è ancora finita...- le disse lui con un sorriso sfiorandole le labbra con le proprie

Poi, da sotto il suo kariginou, tirò fuori un sottile cordoncino, a cui era attaccata una lucente pietra bianca a forma di goccia.

-Questa collana era di mia madre, me l’ha data prima di morire, dicendomi che un giorno avrei trovato  una persona speciale, che mi avrebbe amato per quello che ero. Mi disse che avrei dovuto donarla a quella persona e proteggerla per tutta la vita- Inuyasha le accarezzò dolcemente il viso –Prima di incontrare te non credevo che avrei mai trovato una persona del genere, non credevo nell’amore... Pensavo che gli umani fossero esseri crudeli, incapaci di accettare quelli che erano diversi da loro e spinti ad agire unicamente dalla bramosia. Ma poi sei arrivata tu...E hai stravolto il mio mondo, facendomi innamorare di te. E oggi hai persino combattuto per salvarmi la vita! Nessuno aveva mai fatto una cosa del genere per me...E per questo voglio ringraziarti- l’hanyou le mise la collana attorno al collo

-Ma...Inuyasha, io...non posso accettare...- balbettò Kagome commossa

-Io voglio che tu l’accetti, Kagome. Sei la mia compagna e voglio che tu lo sia per tutta la vita-

Lei gli sorrise, radiosa.

-Ti ringrazio, Inuyasha-

I due si scambiarono un lungo e profondo bacio.

 

Poco dopo, mentre erano sdraiati sull’erba a guardare le stelle, Kagome ruppe il silenzio che si era venuto a creare.

-Allora, sei contento del fatto che non ti trasformerai più in un essere umano?- gli chiese

-Molto contento- rispose Inuyasha –Lo sai, non ho nulla contro gli esseri umani, ma quello che ho provato oggi, mentre me ne stavo lì, impotente, a guardarti combattere per me...Non voglio provarlo mai più- chinò la testa per poter guardare negli occhi Kagome, stretta al suo petto –Per quanto tu ora sia molto potente, voglio essere io a proteggerti. È una promessa che ho fatto a me stesso molto tempo fa-

-Lo so, però sono contenta di essere riuscita a controllare con sicurezza i miei poteri- rispose lei –In questo modo, in futuro, potrai preoccuparti un po’ meno di me...Anzi, di noi- concluse con un sussurro

-Hai ragione, sei stata bravissima oggi. Ma, del resto, ero sicuro che ce l’avresti fatta...- Inuyasha si interruppe, registrando solo in quel momento le sue parole –Aspetta...Che significa quel “noi”?- chiese perplesso

-Ecco...C’è una cosa che dovrei dirti...- iniziò impacciata Kagome –Ti ricordi quando hai chiesto alla dea Tsuki per quale motivo una parte del suo potere si era diretta verso di me e lei ti ha detto che la risposta avrei dovuto dartela io?-

-Sì. E allora?- l’hanyou continuava a non capire

-Vedi...il motivo è...che aspetto un bambino-

Kagome alzò lo sguardo per studiare la reazione del mezzo demone. Lo sentì sussultare e lo vide sgranare gli occhi dalla sorpresa.

-Vuoi dire che...sto per diventare padre?- balbettò Inuyasha

-Proprio così. Lo so che è una cosa inaspettata, che in fondo stiamo insieme solo da qualche mese, però è successo e...-

-Kagome...- lui cercò di fermare quel fiume di parole

-Ti capisco se sei spaventato...- continuò lei imperterrita

-Kagome...- tentò Inuyasha di nuovo

-Anch’io sono molto spaventata...-

-Kagome!- stavolta fu quasi un urlo

Comunque, ebbe l’effetto sperato, perchè Kagome si zittì.

-È vero, è una cosa inaspettata. Ed è vero anche che sono un po’ spaventato...Anzi, un po’ tanto a dire la verità...- vedendo che lei stava per replicare, il mezzo demone le poggiò un dito sulle labbra per farla tacere –Però...è anche la notizia più bella che potessi darmi- concluse con un sorriso

-Dici davvero?- gli chiese Kagome titubante

-Assolutamente- le confermò lui

-Oh, Inuyasha!- Kagome lo abbracciò felice –Ti amo così tanto!-

-Anch’io ti amo. E sento di amare già anche il bambino che porti in grembo- le disse Inuyasha prima di chinarsi a baciarla

 

THE END

Un grazie speciale a: Elychan, MarySaeba92, Sania, Sushi_chan, lucy6 e Resha91 per i loro commenti e un grazie enorme anche a chi ha semplicemente letto la mia storia!! Un bacione, Lynn12

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