Enjoy the Silence

di Ginny_Lally
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** How are You? ***
Capitolo 2: *** Your past, My Future ***
Capitolo 3: *** No more Fear ***
Capitolo 4: *** I Wanna Touch You ***
Capitolo 5: *** Will you love me,tomorrow? ***



Capitolo 1
*** How are You? ***


 
Enjoy The Silence
 
 
 
Chapter one: HowAre You?
 
 
 
Inverno.
 
Erano le sei e mezza di sera.
 
Con una Marlboro (quasi finita) fra le labbra , fissavo l'enorme edificio bianco
che avevo davanti ed osservavo la gente che entrava e che usciva da lì, chi per
affari, chi per ritirare soldi,o chi, magari, che come me cercava una buona
strategia per entrare e...
 
Ormai non potevo ritirarmi.
 
Avevo un morboso bisogno di soldi, ed ecco il lampo di genio: la banca al centro
di Helsinki.
 
Così eccomi lì, a cercare di capire quale fosse il momento migliore.
 
Ormai era semi vuota,mi guardai un attimo attorno… Era il momento “O adesso o mai più”
 
Mi avvicinai alla magnificenza delle porte scorrevoli, mentre abbassavo il
passamontagna nero ed estraevo lentamente la pistola...
 
- Fuori i soldi! - urlai, puntando la mia fedele "amica" contro una delle
cassiere. 
 
Lei mi guardò terrorizzata, poi  cominciò a contare i soldi con mani
tremolanti, mentre mi fissava con due occhioni da cucciolo ferito.
 
"Nessuna pietà, Ville" mi ritornarono alla mente le parole di Linde "nemmeno se
è tua madre"
 
Scossi il capo, non dovevo lasciarmi intimidire solamente da uno sguardo.
 
- Mettili qui dentro - E le tirai il classico sacco malandato, cercando di non
guardarla negli occhi.
 
Cosa mi stava succedendo? Perché il suo sguardo mi intimoriva così?
 
Io, Ville Valo, non avevo mai avuto esperienze di questo tipo... avevo sempre
fatto come mi diceva Linde, non avevo mai avuto pietà per nessuno... nessuno.
 
E allora perché...?
 
Sbarrai gli occhi sentendo quel fastidioso rumore delle sirene della polizia e
mi voltai verso il resto delle persone che c'erano dentro.
 
- Chi li ha chiamati...? - Ruggii, puntando la pistola contro una dozzina di
idioti ricconi - Non avete il coraggio di rispondere, eh? – Dissi ma senza ottenere 
la risposta della prima domanda - Bene, vedo che avete avuto il culo di
chiamarli ma che non avete le palle per dirmi chi è stato!-
 
Cosa cazzo te ne frega di chi è stato? Prendi i soldi e vattene!
 
Riflettei un attimo : la polizia era ormai vicina... sì... la soluzione migliore era quella
di prendere un fottutissimo ostaggio e di uscire minacciando che l'avrei ucciso.
 
Tanto lo avrei rilasciato due isolati più in là...
 
- Tu - afferrai il braccio della ragazza con gli occhioni spaventati - Vieni con
me – A quell’affermazione assunse uno sguardo di puro terrore.
 
La tenni per un polso e me la strinsi addosso, puntandole contro la tempia la
vecchia e fidata Beretta - Restate con le mani alzate finché non ci vedete più,
altrimenti …- Caricai la pistola e sorrisi malevolmente, raccogliendo la borsa
con i soldi.
 
Uscii da quel buco di posto e cominciai a correre, trascinandomi dietro la
ragazza. Dovevo costantemente tenerla per il polso altrimenti sarebbe potuta
fuggire. La sentivo tremare, doveva essere molto spaventata.
 
Ti credo, l'avevo appena minacciata di morte!
 
Buttai il passamontagna in un cestino dell' immondizia nascosto in un vicolo
cieco, e strinsi il sacco pieno di soldi sulla mano destra voltandomi, sentendo
lo sguardo di lei contro il mio volto.
 
- Che hai da guardare?
 
Abbassò immediatamente lo sguardo a terra, e la sentii trattenere un gemito di
pianto.
 
Le puntai la pistola sulla schiena, ma fui costretto ad appoggiare una mano sul
suo braccio, per nascondere l'arma e per fare finta di essere una coppietta
felice.
 
- In questo momento io e te siamo assieme - le sussurrai gentilmente
all'orecchio - ..Quindi sorridi un po' di più... sei o no, insieme alla persona
che ami di più al mondo?-
 
La sentii annuire piano, mentre ci dirigevamo a piedi verso la stazione: 
c'era un treno che ci avrebbe portato a Kuopio solo che, non avendo predetto
l'ostaggio... avevo il biglietto solo per me... Sinceramente la storia del
biglietto mi faceva un po' ridere: un dannato e viscido ladro qual ero, ero
andato a preoccuparmi di prendere il biglietto?
 
Beh, casomai avrei pagato... tanto avevo appena derubato una banca!
 
Arrivammo alla stazione e ci sedemmo, ad aspettare, su una panchina di ferro
 
Fui costretto a nascondere la pistola dentro al sacco, che all'occorrenza poteva
sembrare una borsa da viaggio, e a circondare le spalle della mia "amata", per
non farla andare via.
 
Onestamente mi faceva un po' pena: se io fossi stato nei suoi panni, mi sarei
già cagato addosso.
 
Non so come facesse lei a starsene buona, buona e con le mani appoggiate al
grembo. E poi sorrideva costantemente, come se fosse davvero insieme all'uomo
che amava di più al mondo.
 
E poi, eccolo, il treno. Ci alzammo e lei mi fissò stranita.
 
- Non fare quella faccia - Dissi - se ci chiedono il biglietto diremo che l'hai
lasciato a casa, e io sarò costretto a pagare... non dovrei avere nessun
problema, no?-
 
Mentre salii pensai ad una cosa: me la stavo trascinando fino a Kuopio, quando
solitamente rilasciavo gli ostaggio poco più in là da dove lo avevo "preso".
 
In quel momento non mi fidavo molto di quella ragazza... era così spaventata che
non parlava neanche, però(secondo me) avrebbe sputato tutto in faccia ad un
poliziotto, se ne avesse avuto l'occasione... Ci sedemmo in uno scompartimento
più che vuoto, e la lasciai accasciare vicino al finestrino, mentre io mi sedevo
davanti a lei guardando quella sottospecie di stanza per le scope dove eravamo
seduti.
 
Aveva questi grandi sedili verde scuro, con dell' ovatta che usciva dalle
cuciture. I finestrini erano più o meno puliti, anche se erano così strisciati
che se avessi dovuto distinguere un uomo da un albero... Beh, avrei faticato molto.
 
Il pavimento aveva una moquette rosso scuro, che mi dava semplicemente il
voltastomaco, come le pareti, marroncine con delle decorazioni davvero schifose
di colore bianco.
 
Sbuffai, appoggiando stancamente la testa sul finestrino.
 
Lei aveva la testa abbassata.
 
Piangeva…
 
Perché qusto mi dava in un certo fastidio? Non potevo mica aspettarmi che fosse contenta di essere presa come ostaggio, no? 
 
- Come ti chiami?- Le chiesi…”Ma che diavolo facevo?...Il rapitore che cerca di fare conversazione…bella questa!
 
Lei rispose con un filo sottile di voce tremolante
- Allie- Riuscì a dire
 
…Passarono altri 5 minuti di silenzio, interrotti solo dai suoi singhiozzi (trattenuti male) e dal rumore del treno.
 
Avevo di nuovo appoggiato la testa sul vetro del finestrino quando “Alliesussurrò qualcosa che non riuscii a capire
- Cosa?- Le chiesi
- Q…Quando…?-
- Quando cosa?- Risposi irritato
- Quando..m-mi la-lasci libera- Completò la frase con grande sforzo
- Questo dipenderà da te- Cosa che era parzialmente vera
 
Allora alzò lo sguardo e mi fissò un istante con quei suoi occhi nocciola pieni di lacrime eppure lì in fondo si intravedeva anche coraggio…Poi riabbassò la testa
 
Il viaggio si rivelò senza imprevisti (nessuno ci controllò il biglietto) e per il tempo che ci volle per giungere a destinazione la ragazza  se ne stava completamente immobile e silenziosa
Forse quello che le avevo detto aveva avuto qualche effetto
 
***
 
Come ero finita in una situazione del genere? Perché io! Non poteva prendere qualcun altro?!
 
Qualcun altro… 
 
Prima mentre aspettavamo il treno…avevo dovuto dare fondo a tutto il mio controllo cercando di sembrare felice, sorridente…quando invece non riuscivo a calmarmi, presa come ero dalla paura di quella maledetta pistola 
 
“…dipenderà da te”
 
Da me? Cosa intendeva…?
 
Però, forse…c’era un modo per uscire da quella situazione…
 
Dovevo aspettare il momento buono, anche se probabilmente era una follia…
 
 
***
 
Il treno si fermò. Era la nostra stazione 
Fu in quel momento che la vidi scattare verso la porta dello scompartimento…Ma prima che potesse arrivarci riuscii ad afferrarla per un braccio e a bloccarla tra la porta chiusa e me mentre con la mano le tenevo la bocca chiusa per impedirle di urlare
 
- Ascoltami bene…ti conviene non provarci mai più se non vuoi finire veramente male- Sibilai  a pochi centimetri da lei e mentre la sentivo tremare sotto la mia presa
 
Il tempo stringeva…dovevamo scendere
 
- Hai capito?- Le ripetei minaccioso
 
Annuì
 
-Bene- Dissi piano mentre levavo la mia mano dalla sua bocca
 
Ora sembrava , se possibile, ancora più spaventata di prima e le mani le tremavano visibilmente…ma almeno ero sicuro che non avrebbe più osato una cosa del genere anche se quello scatto mi aveva sorpreso…non me lo aspettavo proprio….e per questo era meglio che la tenessi d’occhio più di prima.
 
Mentre Allie se ne stava lì immobile, e mi guardava supplicante, io recuperai la borsa e il resto e scendemmo da quel dannato treno
 
Era sorprendete come in pochi secondi avesse  ricominciato la sua finzione perfetta “Sono con l’amore della mia vita”…incredibile che il cambiamento da ragazza impaurita a una sicura e sorridente fosse avvenuto in pochi secondi. Tutto merito delle minacce e della pistola?
 
Beh, veramente non me ne doveva  fregare niente…Quello che contava era che eravamo arrivati a Kuopio
 
 
 
_________________________________________________________________________

Ehi Ehi…fateci sapere come l’avete trovato!—Ovvero COMMENTATEEE!se nessuno ci dice cosa ne pensa, poi noi pvere autrici si rimaniamo male no? non fate i cattivoni eh?!^_-

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Capitolo 2
*** Your past, My Future ***


Chapter two: Your Past, My Future

 

Chapter two:  Your Past, My Future
 
 
 
Se c'è un posto che detesto... Quello è proprio Kuopio.
 
Non mi è mai piaciuta, non succede mai niente di interessante... anche se... è
qui che ho "imparato" tutto...
 
Tenevo saldamente Allie per un polso, mentre a grandi passi ci dirigevamo
nell'albergo dove lavorava uno dei miei più grandi amici.
 
Aprii la porta in uno scadente legno di pesco dell' albergo - Oh, Ville - mi
arrivò una voce famigliare all' orecchio - E' un piacere rivederti!!
 
Guardai nella direzione della reception e vidi una figura già nota: capelli
lunghi, legati in una coda...
 
- Burton?!
 
Mi avvicinai - Come ti butta? - chiese amichevolmente - E chi è la signorina? -
rivolse un sorriso ad Allie
 
Mi voltai a guardarla e le lanciai uno sguardo minaccioso sfumato di supplica 
-La mia ragazza, è di Helsinki.- Risposi
 
- Oh, piacere, io sono Burton.- Disse Burton 
- Allie, piacere mio – Rispose, o meglio sussurrò, mentre gli stringeva la mano 
 
- Scusala, non ha voce - dissi, strattonandole la manica in modo che Burton non
vedesse niente - Senti, saresti così gentile da darci una stanza?-
 
- Volentieri - Si girò a guardare le chiavi fino ad allungare la mano sulla
numero trentadue - Sei fortunato se trovi una stanza libera, ultimamente abbiamo
molti clienti, sarà perché si avvicina il Natale... Per quanto ti fermi?- 
 
- Ah - presi le chiavi dalla sua mano e lo guardai imbarazzato... Non sapevo
proprio per quanto saremo restati lì - Non lo so... penso per tre o quattro
giorni... perché, ti serve la camera?- Gli domandai
 
- Oh, no stai tranquillo, era per sapere...- Rispose Burton 
 
Mi diressi all'ascensore, stavolta tenendo Allie per mano(pensava o no che fosse
la mia ragazza?).
 Quando si chiusero le porte e schiacciai il bottone del terzo
piano, la lasciai andare, anche se avevo paura che quando si fossero aperte
avrebbe provato ad andarsene come in stazione, anche se ne dubitavo.
 
Ma poi, che me ne importava? 
 
Se fosse scappata, avrei potuto prendere il mio
sacco e rifugiarmi in Svezia, da Gas. Lui mi avrebbe ospitato volentieri. E
magari avrei potuto fare un saltino a salutare Linde, era da una vita che non lo
vedevo o sentivo...
 
Arrivammo al terzo piano e, mentre si aprivano le porte, Allie mi fissò
abbattuta senza scatti improvvisi e senza fiatare
 
La presi per il solito braccio e la trascinai verso la  stanza trentadue.
 
Infilai la chiave nella toppa della porta  e la girai, mentre fissavo i numeri  3 e 2 incisi sulla porta e laccati d’oro
 
Spalancata la porta, mi ritrovai a guardare una delle stanze più grandi che
avessi mai visto in tutti gli anni della mai vita. Questo dimostra che non
bisogna mai giudicare un libro dalla copertina.
 
Forse Burton aveva fatto apposta, ma c'era un letto matrimoniale con delle
strane coperte rosse, molto spazioso e dall'aria comoda.
 
C'era anche uno strano dipinto, una suora che si teneva la pancia da donna
incinta.
 
Entrammo e, prima di assicurarmi di avere chiuso la porta e di aver messo le
chiavi in tasca, mi sedetti sfinito nel letto.
 
Dopo qualche minuto mi voltai verso Allie: era ancora davanti alla porta a
guardare la stanza e a stringersi convulsamente le mani dietro la schiena.
 
- Vuoi restare lì tutta la notte? - Chiesi con un tono decisamente sgarbato.
 
Mugolò qualcosa di incomprensibile poi prese coraggio e si avvicinò lentamente
al quadro, guardandolo rapita... o, almeno, facendo finta di esserlo. Qualche
minuto dopo si sedette su una sedia poco più in là del dipinto.
 
Io mi tolsi la giacca e il maglione nero. Era pieno inverno, ma avevo caldo.
 
Mi ritrovai a petto nudo e con gli occhi nocciola di Allie fissi su di me. E mi
sentii estremamente a disagio.
 
Cosa diavolo mi era preso? Togliermi la maglia davanti a lei...
 
Decisi di "rifugiarmi" in bagno, facendo finta di dovermi fare la doccia.
Finzione che decisi di trasformare in realtà, ficcandomici sotto per davvero.
 
Uscii poco dopo e, approfittando degli asciugamani dell'albergo, uscii con uno
di essi agganciato alla vita, per controllare che lei fosse ancora lì.
 
Trovai il mio ostaggio , seduto sulla sedia, con la testa appoggiata alla scrivania e nascosta tra le braccia.
 
... Forse piangeva ancora? O ero io paranoico?
 
All'improvviso alzò lentamente la testa e mi guardò con quegli occhi
spaventati... vidi il suo sguardo fissare sconvolto il mio corpo...
 
- Che c'é? - chiesi - Non hai mai visto un uomo semi nudo?
 
Non rispose e  si limitò a riabbassare la testa 
 
Tornai in bagno, e in un qualche modo mi rivestii per tornare fuori e mettermi
sotto le coperte.
 
... Ok, avevo solo un paio di boxer addosso, ma sinceramente dormire nudo non mi ha mai attirato.
 
- Senti… - Domandai irritato, strattonando violentemente le coperte e sedendomi
sul letto - Dormi sopra quel tavolo o che?-
 
- ... C... cosa? – Rispose sorpresa 
 
- Il letto è grande... e poi chi mi dice che tu non te ne scappi dalla finestra
o mi prendi le chiavi per andartene?Vieni qui, e non fare storie! Altrimenti
sarò costretto a...
 
Non finii la frase che la vidi avvicinarsi intimorita al letto, sdraiarcisi
sopra e mettersi alla massima estremità, voltandomi le spalle.
 
Singhiozzava ancora...
 
Mi girai verso di lei e le strinsi il polso, appoggiando il mio petto contro la
sua schiena... sarei dovuto restarle appiccicato per tutta la notte...
 
***
Mio Dio…così vicini come eravamo in quel letto…beh l’imbarazzo stava cominciando a superare addirittura la paura
 
E poi, prima,…mi dovevo voltare proprio nell’istante in cui si era tolto la maglietta?...Non ci avevo fatto apposta, ma alla fine mi ero ritrovata a fissarlo e lui lo aveva visto…
 
Come se non bastava mi aveva costretto a letto con lui e anche se io avevo cercato d’allontanarmi il più possibile lui mi aveva afferrato per un polso e si era avvicinato a me! …Era TROPPO vicino!
 
Che potevo fare? 
 
Diedi un occhiata alla porta del bagno
Sembrava un ottima via di fuga…momentanea. Giusto per permettermi di recuperare un po’ di controllo
 
-Ehm..- Mi azzardai a chiedergli piano
- Cosa vuoi?- Rispose incavolato
- D- Dovrei andare al bagno- Dissi con voce malferma
- Non lo potevi dire prima?-
- Ehm…ci devo andare adesso non prima- Replicai
- Va bene- Rispose e mollò il mio polso
 
Così seguita dal suo sguardo scesi dal letto e entrai in fretta in bagno.
 
All’iniziò fissai per un po’ il mio riflesso allo specchio: I capelli lunghi e biondo scuro erano arruffati e avevo gli occhi lucidi per via del pianto…ma se non si guardava da vicino non ci si faceva caso
 
Aprii il rubinetto dell’acqua fredda e mi rinfrescai un po’…
 
***
Allie se n’era andata in bagno in gran fretta….era bisogno o altro…? Beh dal bagno non poteva fuggire visto che non c’erano finestre (solo la ventola)
 
Sentii dell’acqua scorrere per poi fermasi poco dopo…ma nessuno uscire
 
Aspettai altri cinque minuti…e ancora niente
 
Alla fine decisi di scendere dal letto e andare a controllare, aprii la porta senza bussare e la trovai con la schiena appoggiata al lavandino e un espressione pensierosa in viso
 
- Stai pensando a una via di fuga?- Chiesi 
- E dove vado?- Rispose in tono afflitto
- Bene…Se hai fatto possiamo tornare di là- Sentenziai
- No- Rispose sicura
- Che vuoi dire?- Le domandai un po’ incazzato
- Che… “Prendi tempo…” Che non mi sembra tanto l’ora di andare a dormire-
 
Ecco questa si che era bella…”Non le sembra l’ora giusta per andare a dormire”
 
Beh pensandoci non aveva tutti i torti…Non so  lei ma io non avevo ancora messo niente sotto i denti
- Bene…Allora vieni!- Dissi scorbuticamente e la trascinai fuori da quel bagno
 
Per tutta risposta Allie brontolò qualcosa
- Che hai detto?- Le chiesi mentre la facevo sedere sulla sedia alla scrivania e io prendevo il telefono
- Non c’è bisogno che mi trascini di qua e di là,posso camminare  da sola - Rispose con voce timorosa
 
Forse quella era la cosa più lunga che avesse detto. Ignorando la sua affermazione chiamai Burton alla reception…Sicuramente lui ci avrebbe trovato qualcosa da mettere sotto i denti
- Cosa vuoi da mangiare?- Domandai alla spiccia
- Niente- Rispose laconica
- Non sia mai che mi muori di fame…Allora decido io per te- Tagliai corto
 
Lei si limitò ad annuire
***
 
Mangiare….con tutto quello che era successo quel pomeriggio la fame non mi aveva nemmeno sfiorato! 
 
E questo qui poteva pure degnarsi di usare un po’ più di gentilezza ma alla fine cosa volevo? era un ladro e un rapitore ..che mi aspettavo?!
 
In compenso avevo evitato il letto…almeno per un altro po’
 
 
***
Burton ci rimediò un ottima cena (bistecca) accompagnata  da un buon vino rosso
 
Dopo averla sistemata sulla scrivania ci sedemmo a “tavola”: Allie sulla sedia mentre io presi lo sgabello che stava vicino all’armadio
 
Così uno vicino all’altra consumammo la nostra “cenetta”
 
A dire il vero per cinque minuti buoni la ragazza fissò depressa il piatto…forse non le piaceva?...Peggio per lei!
 
***
Guadai la mia bistecca intensamente per alcuni secondi…Tutto pur d’ignorare il fatto che il mio rapitore mi stava fissando con interesse
 
Accidenti! Quando qualcuno mi fissa mi fa agitare! E se questo qualcuno è lo stesso che ti ha minacciato di morte con una pistola…è ancora peggio!
 
Cos’è aveva paura che gli sfuggissi da sotto il naso? 
 
Sospirando, presi forchetta e coltello e infilzai la bistecca
*** 
La nostra bella “cenetta” fu davvero silenziosa…
- Che ragazza silenziosa- Commentai con ironia nella voce
- Uhm- Si limitò a rispondere 
 
Bene…Ville, se non l’hai ancora capito…Non ha nessuna intenzione di parlare con te!
 
Beh ma prima o poi avrebbe dovuto farlo, no?! Forse domani si sarebbe convinta ad aprire un po’ do più la bocca e …a degnarmi di uno sguardo in più
 
Lasciai perdere…Perché m’interessava tanto? E Poi era il primo giorno,no? Probabilmente era ancora leggermente scioccata…Probabilmente.
 
- Ora che hai finito…che abbiamo lo stomaco pieno…Possiamo andarcene al letto?- “Cristo sembravo un marito che parla alla moglie”
- Si- Rispose con la solita voce debole…Cominciavo a chiedermi se ce l’avesse così di natura
 
La guardai un attimo…jeans e maglioncino forse non erano il massimo della comodità…Così mi venne l’assurda idea di fare una stupida proposta
 
- Vuoi che ti presti qualcosa da metterti ?-
- Come?- Chiese mentre mi guardava con stupore
- Beh che ne so…quello che porti non mi sembra molto comodo per dormire-
- Ahm..No non fa niente!- S’affretto a rispondere
- Guarda una maglietta…qualcosa…- Tentai di nuovo “Che cazzo stavo facendo?”
- NO grazie…quello che ho andrà bene- “Più vestiti ho addosso e meglio è”
- Va bene…Allora ora andiamo a letto….E niente storie- Le dissi arrabbiato
 
Perché me l’ero presa?
 
Cosi tornammo nel nostro rosso letto matrimoniale, lei sul bordo che mi dava la schiena e io che le tenevo per il polso e me ne stavo appoggiato a lei.
 
Chiusi gli occhi e appoggiai la testa vicino alla sua
 
Certo che i suoi capelli avevano davvero un buon profumo… MA che andavo a pensare???
 
“ Lascia perdere! “ Mi ripetei mentalmente e m’imposi di dormire
 
***
Se possibile la situazione era divenuta peggiore di prima…ora, altro che appiccicato…era qualcosa di più!
 
Sentivo addirittura il suo fiato sul mio collo scoperto…cosa che mi fece venire i brividi
 
Dai Allie….Non ci pesare…Non ci pensare! Domani andrà meglio!
 
E con quell’ultimo pensiero mi addormentai! 

 

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Tadaaan ed ecco a voi il numero due di questa fic!^^  Sperando che non vi abbia fatto schifo, che vi sia piaciuto, che ..ecc

E io (alias Lally) e  Ginny volevo ringraziare le tre anime pie che hanno commentato questa fic ovvero Belial_Valo, Shilalla e Carmen….Grazieee  a tutte e 3!

( MAGARI questa volta  oltre alle tre anime pie sopra citate…qualcun altro commenterà….MAGARI…la speranza è l’ultima a morire no?)

Ok ok taglio corto che si vede che oggi sono più matta del solito!

Alla prossiiima!

By Ginny & Lally

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Capitolo 3
*** No more Fear ***


Chapter three: No More Fear
Chapter three: No More Fear
 
 
Aprii lentamente gli occhi... e mi accorsi che nella mano non stavo stringendo
un bel niente.
 
Mi sollevai appena, voltandomi dall' altra parte scoprendo che il  letto era vuoto...
 
- Dove cazzo è an... - mi misi seduto e la vidi rannicchiata per terra, davanti a quel dannato quadro - Allie...?-
 
Si girò di scatto e mi guardò leggermente infastidita - ... B... buongiorno... -
Disse, quando mi sarei aspettato un "che cazzo vuoi, idiota?"
 
- Che ci fai lì? Ti avevo detto di non…-
 
- Ma... mi piace quel quadro....- Rispose in fretta
 
Era la prima volta che un ostaggio mi interrompeva mentre parlavo...
probabilmente il coraggio che avevo visto nei suoi occhi in stazione si stava
mostrando...
 
Alzai gli occhi da lei, fino al dipinto che era ritornata a guardare
 - Cos'ha di speciale, quel coso?- Domandai
 
Non rispose, però fece ricascare la testa da un lato.
 
Irritato (ma perché mi dovevo sempre incavolare di prima
mattina...?) mi alzai e mi sedetti accanto a lei, osservando quella suora che si
accarezzava la pancia...
 
- ... Da quanto sei qui? - le domandai.
 
- N-non lo so... penso da qualche ora...- Disse cauta
 
Perfetto... quella notte avevo rischiato grosso, allora...
 
- Mi spieghi… - Continuai, fissandola mentre continuava a guardare quell'affare  -Cosa c'è di così bello?-
 
- Ma non vedi? Non vedi l'innocenza di quella donna?-
 
Poi si tappò la bocca con una mano, forse pensava di aver parlato troppo...
Sbaglio, o avevamo trovato un argomento su cui parlare?
 
- No... continua - La esortai, stavolta senza toni bruschi o che altro.
 
- S-sì, insomma... lo... lo vedi quel ciuffo di capelli che le spunta da quella
sottospecie di cuffia... che hanno le suore? E'... è segno... di una ribellione
verso le sue "sorelle", tipo... per via del bambino che aspetta... - mi guardò
per un secondo, poi si voltò dall'altra parte - ma ovviamente... ognuno la pensa in modo diverso...- Concluse
 
- Oh, allora - guardai ancora un po' il quadro, poi mi rivoltai verso di lei 
- Io e te la pensiamo esattamente allo stesso modo...- Dissi anche se a dire il vero tutte quelle cose in quel quadro io non ce l’avrei mai viste
 
A quel punto lei mi fissò pensierosa  per qualche secondo, poi tornò ad osservare il quadro
 
***
 
La mattina del secondo giorno del mio rapimento, non cominciò poi tanto male. 
 
Infatti, stranamente il ladro/ rapitore  aveva iniziato a trattarmi abbastanza "dolcemente"?...E ciò mi faceva sentire più sollevata e un pochettino felice…(sconcertante)  
 
Non so perché, ora non mi terrorizzava più come prima, il che era strano visto che aveva minacciato per ben due volte di farmi fuori!
 
Abbassai immediatamente lo sguardo, e mi ritrovai ad osservare meravigliata le punte delle mie scarpe, finché non vidi il mio rapitore alzarsi e andarsene in
bagno...
 
Il mio rapitore...
 
Chissà come si chiamava?
 
Mi alzai e mi distesi sul letto... avevo dormito pochissimo per via di "quella
mano", avevo sudato da matti  e ora reclamavo la doccia...
 
- Non hai dormito abbastanza? - sbarrai gli occhi e mi ritrovai davanti lui che
mi guardava contrariato(e finalmente si era rivestito)
 
- Ehm... s-sì... -
 
Scosse il capo e non disse niente, avvicinandosi a una delle finestre e
guardando di fuori... strano, perché mi sarei aspettata una cosa tipo "Rialzati,
allora!", e invece...
 
Mi misi seduta... tanto valeva provare...
 
- Posso... andare a farmi una doccia?-
 
Passò qualche secondo - La strada per andare in bagno la sai, no?- Rispose ironicamente
 
Quell’ uomo mi stupiva ogni secondo di più...
 
Chiusi la porta del bagno, mi tolsi i vestiti e m'infilai sotto la doccia,finché sentii un leggero bussare alla porta   -Allie – Mi chiamo…aveva ripreso a parlare con il suo tono scorbutico - Io devo scendere da Burton e non provare ad andartene, perché tanto chiudo la porta.-
 
Uscii dalla doccia e presi un asciugamano che mi avvolsi intorno velocemente...magari, mentre aspettavo potevo usufruire della televisione che avevamo di là...
 
Uscii, convintissima di non trovare nessuno e invece... la mia convinzione fu
tutt'altro che giusta.
 
Lui era ancora davanti alla finestra con la cicca in bocca e che guardava fuori. Sentendomi uscire si voltò verso di me e mi guardò... meravigliato?
 
D’altronde, avevo un asciugamano che copriva a malapena tutto... e poi lui era un uomo, cavolo!
 
Quei due occhi verdi non si volevano staccare di dosso e per qualche interminabile secondo non riuscii a muovermi…poi rientrai il più velocemente possibile in bagno e mi sbattei la porta alle spalle
 
- Oh... ehm... a-adesso scendo... – Disse a voce alta , per farsi sentire.. non solo ma sembrava anche imbarazzato
 
Rimasi in silenzio, lo sentii avviarsi verso la porta e uscire. Allora rilasciai il respiro che non mi ero nemmeno accorta di trattenere. Aprii lentamente la porta e uscii di nuovo dal bagno…
 
***
 
Uscii in fretta dalla stanza e chiusi velocemente la porta a chiave…
 
Accidenti!...Perché non ero riuscito a staccarle gli occhi di dosso nemmeno per un attimo?
 
Che mi era preso?....Dopo tutto ci mancava pure che mi prendesse per un maniaco!
 
Era meglio non pensarci.
 Dovevo andare da Burton,no?...E poi sarei rientrato in quella stanza come se niente fosse...Certo!
 
***
Dopo essermi rivestita mi sedei sul letto e accesi la tv...dopo un po’ di zapping mi ritrovai a guardare il notiziario che parlava di una certa rapina alla banca e di come il rapinatore aveva preso in ostaggio una cassiera (che storia familiare eh?)…e alla fine comparve pure la mia foto. Cosa che mi lasciò sconcertata per qualche secondo
 
- Che stai guardando?- Domandò il mio rapitore
 
Ero così presa a guardare che neanche mi ero accorta che fosse rientrato e infatti la sua domanda improvvisa mi fece sobbalzare sulla sedia
 
Non ci fu bisogno di rispondergli perché appena il suo sguardo si posò sulla tv accesa…Lo vidi sgranare gli occhi
 
- Dobbiamo andarcene il più presto possibile!- Esclamò agitato mentre cominciava a raccogliere le sue cose rapidamente
-E dove pensi di andare?- Chiesi o meglio mi sfuggì
- Da un mio amico…forza andiamo- Disse afferrandomi per il polso,tirandomi in piedi e trascinandomi verso la porta
-Ehi ehi aspetta!- Riuscii a dire mentre puntavo i piedi a terra
- Sta zitta!- Mi urlò contro arrabbiato
- Ah no!- Ribattei, riuscendo a sfuggire alla sua presa e indietreggiando di qualche passo
 
Si voltò di scatto e mi guardò male, tanto mi fece paura
 
- A-Ascolta…Dove pensi di andare?...A cosa servirebbe?-
- Cosa vuoi dire?- Chiese fermandosi a pochi passi dalla porta
- Che…beh la mia foto al telegiornale…e non so te ma qualcuno lo guarda e credi che non mi riconosceranno?!-
 
Lui mi guardò incredulo forse stupito da quello che avevo detto e a dire il vero pure io ero stupita “Brava Allie…aiutalo pure!....Ti sei bevuta il cervello?”
 
 
- Credo che tu abbia ragione..- Concedette-…Dovrò trovarti un travestimento-
- T-Travestimento?- Gli chiesi sorpresa 
 
E venni ricambiata da un sorriso malizioso che non mi piacque affatto
 
Nel frattempo, la tv era rimasta accesa e in quel momento sentii due voci  che conoscevo bene…quella dei miei genitori. Ma non feci  in tempo a sentire perché lui la spense
 
Feci per replicare ma lasciai perdere…Tanto a cosa sarebbe servito?
***
Incredibile, non era mai successo che una delle mie rapine finisse in tv…beh però non era mai successo che non rilasciassi un ostaggio e lo tenessi così “a lungo”
 
La cosa che però mi sorprese di più fu il fatto che Allie mi aveva dato una mano…perché suggerendomi che l’avrebbero riconosciuta…beh sicuramente avrebbero fatto 2+2 e avrebbero capito chi ero io
 
Strano, davvero strano quello che aveva fatto….forse c’era qualcosa sotto…forse le era semplicemente “sfuggito”
 
Cazzo, Ville ora che te ne frega? Ti sembra il momento di preoccuparsene? 
 
No quello non era sicuramente il momento adatto per pensarci…Avevo altre cose più importanti da fare, tanto per cominciare trovarle un travestimento o qualcosa del genere e poi   andarcene il più in fretta possibile da Kuopio  .

 

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Ed eccoci al capitolo numero tre! (evvai). Perdonateci per il ritardo con cui lo abbiamo postato nonostante fosse pronto già da un po’!...E poi bisogna ringraziare Rayne, Belial_Valo e Shilalla e Anima Bianca per i commenti! Graaaziiiieeeee ^__^

 

Shilalla: eeeh e chi non se lo terrebbe stretto?  Anzi posso dire che IO rapirei LUI ^_-…Ah abbiam saputo che te ne vai ad Helsinki..beh buon viaggio! Pensa ai poveracci che sognano di andarci e invece sono ancora a casina…un posticino in valigia ce lo potevi trovare , cattiva ç_ç…Scherzavo! Spero che il soggiorno in Finlandia ti  vada magnificamente  e se incontri Ville…ehm me lo riporteresti?? Sii? Grazie allora lo aspetto :P *sospir*

 

Belial_Valo: Tessoro 100.000 euro e per questa modica cifra puoi entrare nella storia e fare quel che ti pare con villino…(Ma che fai? Non ti far corrompere??!nd.Allie) no ok sherzavo mi spiace non si può entrare nella storia…comunque aspetta e vedrai, FORSE succederà qualcosa…FORSE

 

Rayne: sii che DISGRAZIA enorme si si proprio ENORME *ç*…ehm grazie per i complimenti, comunque brave perché questa fic è a quattro mani (ovvero le dolcini manine di Ginny e le mie hihi)

 

Anima Bianca: l’idea di Ville che fa il ladro è tutto merito di Ginny eeeh che bel pezzo di ladro! **…Oooh grazie per i complimenti, è davvero una cosa molto bella sapere che non scriviamo da schifo e riusciamo a far immedesimare i lettori nei personaggi! ^_^

 

Alla prossiiiimaaa!

Baci!

Lally & Ginny

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Capitolo 4
*** I Wanna Touch You ***


Chapter four:
Chapter four: 
 
I Wanna Touch You
 
 
 
- Tieni – Disse il mio rapitore lanciandomi una confezione rettangolare
 
Lessi l’etichetta e rimasi di stucco 
- ...Tintura per capelli?!...Addirittura nero/viola?!!!- Commentai incredula
- Sì, - mi guardò i capelli e ammiccò – Ho pensato che non ti sarebbe stato male-
 
Lo guardai scandalizzata. Avere i capelli neri non era esattamente la mia massima aspirazione.
 
 Poi,lo vidi tirare fuori anche  un’altra confezione,che lanciò nuovamente.
 
- Lenti a contatto grigio/ azzurre? –
 
No non ci credevo…pure le lenti a contatto! 
 
Stupida Allie! Perché prima non te ne sei stata zitta?
 
- Esattamente, e sarà meglio che ti sbrighi, sia a fare la tinta, sia a mettere su quegli affari – M’intimò indicando  le scatole appoggiate sul mio grembo
 - Poi ti porto a prendere qualche vestito nuovo - Sorrise vedendo la mia espressione sconvolta - Shopping! - esclamò ironicamente.
***
Guardai la porta del bagno chiudersi e la figura di Allie sparire dietro di
essa.
 
Non era stata molto contenta di quello che le avevo preso e a dire il vero oltre che incredula mi era sembrata pure arrabbiata… non che si fosse lamentata ma il suo sguardo era stato abbastanza
 
Ripensandoci, perché non la scaricavo lì e me ne andavo solamente io? Che senso aveva portarsela dietro fino in Svezia? Non sapevo nemmeno se Linde fosse d'accordo che ci fosse anche lei...
 
Passai un' ora a osservare il pavimento finché, stufo d’aspettare, aprii leggermente la  porta del bagno, per vedere cosa stesse mai facendo Allie lì dentro
 
- Allie... – Chiamai e  la vidi a schiena piegata verso il lavandino, mentre si
sciacquava i capelli... in reggiseno e jeans.(vicino al lavandino erano stati appoggiati una maglia e una felpa)
 
 
- Ehm... – Disse a disagio - Puoi aspettare che mi rivesta almeno, rapitore?-
 
Ascoltai a malapena quello che mi disse... ero troppo preso a guardare ben
altro...
 
- Ah... scusa... - tossicchiai, richiudendo la porta - Comunque mi chiamo Ville.- Aggiunsi e tornai a sedermi sul letto
 
Perché gli avevo detto il mio nome?…Come se avrebbe potuto interessarla”
***
 
Mi rivestii in  gran fretta
 
Accidenti! Mi aveva beccata di nuovo seminuda! Cominciavo a pensare ,seriamente,che ci stesse facendo apposta!
 
In compenso,però,avevo scoperto il suo nome. 
 
“Ville…è un bel nome”  Pensai prima di aprire la porta e uscire allo scoperto
 
- Fatto! - Esclamai, uscendo dal bagno. 
 
Non avevo nemmeno avuto il coraggio di guardarmi allo specchio.
 
Ville si voltò e mi guardò per qualche secondo.
 
- Perfetta - Approvò. Prese in mano la confezione di lenti e si avvicinò a me -
Ti mancano queste e poi possiamo andare.- Disse porgendomi la confezione
 
Presi la scatola e la squadrai per qualche attimo – Senti…- Iniziai- io... io non sono capace di metterle su...- “Bene ora si che ti prende per una cretina”
 
- Leggi le istruzioni, per Dio! - esclamò, un po' irato.
- E' inutile - sospirai afflitta - Le ho già provate una volta, e proprio non ne
sono capace.
 
Scosse il capo e si riprese la confezione - E va bene - sospirò - Te le metto io.
 
Guardai a terra, per nascondere il leggero rossore che era comparso sulle mie guance. Me le metteva lui? LUI?
 
Uh…possibile che mi agitassi per così poco! In fondo erano solo un paio di lenti a contatto
 
 
 
- Ok, ho capito -  Disse alzando lo sguardo dal foglietto delle istruzioni - Vieni qui! – Mi chiamò facendomi segno d’avvicinarmi ed estraendo la lente dal suo contenitore
 
Riluttante m’avvicinai
 
- Apri bene un occhio - Ordinò, mentre appoggiava una mano sotto la mia guancia.
 
Feci come disse e aspettai qualche secondo, stringendo i denti. “Dio, che
sensazione fastidiosa...”
 
- Ora l'altro - Disse ripetendo la stessa operazione di prima- ... Ecco - Sussurrò.
 
Finalmente quella tortura era finita, ma come mai, se aveva fatto, sentivo ancora la sua mano calda sul mio viso?
 
Lo guardai  interrogativamente e  vidi il suo sguardo addolcirsi sempre di
più, mentre con l'indice dell'altra mano, mi sfiorava le labbra.
 
In quell’istante divenni come paralizzata, incapace di fare anche il minimo movimento
 
- Stai... benissimo – Confessò con una sfumatura d imbarazzo nella voce.
 
Tolse le mani e si avviò verso la porta - Ora andiamo a prenderti i vestiti.- Mi disse, tornando a parlare con la  solita voce scorbutica  - Muoviti , dobbiamo andarcene e pagare pure il conto a Burton.- Mi ammonì mentre apriva la porta 
 
***
Che cazzo ti era venuto in mente di fare eh Ville?
 
Ricordi che dovevi metterle le lenti a contatto…solo quelle…non dovevi fare altro.!
 
Accidenti a me!Non ero riuscito a controllarmi!
 
Cosa avrà pensato Allie?”…
 
Ahh perché te ne importava?!
 
Lascia perdere la faccenda, fa come se non fosse successo niente  e la prossima volta che le sei vicino vedi di tenerti a freno!
 
Continuando a maledirmi mentalmente aprii la porta della stanza e le dissi , fingendo di essere incazzato, di muoversi e di seguirmi
 
Si, per ora quella maschera andava bene ma per quanto a lungo,ancora, sarei riuscito fingere?
***
 
 
Senza fiatare, e ancora perplessa per la scena di poco prima, lo seguii.
 
 
Scendemmo velocemente le scale fino ad arrivare alla reception ( vuota).
 
- Ville, Ville, Ville - Sospirò Burton, guardando il sacco di soldi che lui
stringeva in mano - Ho visto il telegiornale... Farò finta di non avervi visto,
se dovessero chiedermi qualcosa...-
 
Dalla mia posizione potei notare chiaramente gli occhi verdi di Ville velarsi di rimpianto - Grazie, Burton
 
- Pensavo che il tuo problema con i soldi fosse finito, invece... - Scosse il
capo - Potresti fare come ho fatto io, trovare un lavoro... Ah, non pagare, dai – Disse agitando una mano verso i soldi che l’altro stava per porgergli
- Sicuro?- Domandò il mio rapitore
- Sì , ma adesso andatevene …  i poliziotti girano e sta sicuro che ora sono in allerta- Ci avvertì -Anche se…  Sembri davvero un’altra persona- Esclamò squadrandomi compiaciuto
 
Dopo i vari saluti, uscimmo dall'hotel, diretti verso il primo negozio di vestiti che trovammo aperto
 
Scelsi roba che non dava nell'occhio e che costava poco, ovvero: jeans blu scuro , maglioncino rosa scuro, una giacchetta nera con un po’ di volan  sul colletto e sui polsini e alla fine aggiunsi  una sciarpa dello stesso colore del maglione
 
Guardai soddisfatta la mia immagine allo specchio. Dovevo ancora abituarmi a vedermi mora ma nel complesso non stavo male
 
- E se ormai ti prendessi anche un paio di scarpe? - Chiese, guardando le mie
scarpe da ginnastica  bianche e consumate
 
- Come ti pare.- Risposi piatta 
 
Entrammo in un negozio di scarpe e dopo quasi mezz'ora ne uscii con ai piedi degli stivaletti neri lucidi
Nel mio paio nuovo di scarpe c’era solo un piccolo problema chiamato “tacco”, infatti non ero abituata ad indossarli spesso e tanto meno a camminarci. Difatti  fui costretta a fare  passi piccoli e a fermarmi di tanto in tanto
 - Stai bene? – Domandò Ville, visibilmente nervoso
- Sì, solo che non sono abituata a camminare con questi “cosi”- Confessai 
-…ma posso provar— Tentai d’aggiungere ma non  riuscii a finire la frase, che mi ritrovai a terra.
 
- Allie... - Sospirò Ville, cercando di non ridere
 
Non so perché ma vederlo trattenere una risata mi fece stare meglio
 
- Ti do una mano.- Si offrì, afferrandomi per un braccio e facendomi alzare.
- Grazie – Dissi con il mio miglior sorriso
 
 Mentre io mi rimettevo in piedi,però, lui fece scendere lentamente la sua
mano lungo il mio braccio ...
 
C-Cosa stava succedendo? Cos’era lo strano sguardo dolce ma confuso che leggevo nei suo occhi?
 
***
 
Mi ero avvicinato troppo… dannatamente troppo vicino.
 
La sentivo tremare sotto la mia mano, ma stavolta ero sicuro che non fosse per paura.
 
Venni preso dal desiderio di passare le mie braccia attorno i suoi fianchi e
di stringerla a me ma resistetti e m’accontentai di annusare il delicato profumo dei suoi capelli... 
 
Era  davvero buono..., come la sera prima
 
Spalancai gli occhi, rendendomi conto di quello che stavo facendo: una parte di me voleva che mi allontanassi subito da lei, l'altra mi stava suggerendo di fare ben altro.
 
Poi, con mia sorpresa Allie si avvicinò, passandomi le braccia attorno la schiena e fissandomi intimorita e allo stesso tempo sorpresa da quello che stava accadendo…
 
Era una bella sensazione averla vicino ma…
 
Cristo non puoi pensare a queste cose!...Ricordati che è un ostaggio! Ricordati che dovete andarvene in fretta da Kuopio e che la porti in Svezia con te!
 
E se ti pentissi delle tua azioni?...Che cosa farai visto che dovete ancora passare del tempo assieme?...V’ignorerete a vicenda? Fingendo che non sia successo niente?...Sarete in grado di farlo?
 
 
Mi staccai da lei di colpo, voltandomi dall'altra parte.
 
- Andiamo, sbrigati - Le intimai cercando di far suonare la mia voce “normale”.
 
All’improvviso…non avevo il coraggio di guardarla in faccia. Forza Ville sei un uomo non un rammollito!
 
Così, voltandomi ma evitando d’incrociare il suo sguardo le porsi la mano 
- Dammi la mano,così non scappi! Forza, dobbiamo andare!...- Le dissi mascherando di nuovo la mia voce con la rabbia
 
Dopo qualche istante d’esitazione, Allie la prese e con la sua mano liscia e morbida  nella mia  ci dirigemmo, nuovamente, verso la stazione
 
 
***
Allie, Allie che combini? Cosa ti è preso?
 
Un semplice sguardo ti basta per non capire più niente?
 
Perché ti sei avvicinata?  Perché l’ho abbracciato?”
 
E poi…cosa ci avevo guadagnato?...Niente!
 
Anche se non volevo ammetterlo a me stessa, ci ero rimasta male quando si era scostato all’improvviso e ancora più male mi aveva fatto vederlo arrabbiato.
 
Ora cosa facevo?...Come dovevo comportarmi?
 
Accettai con riluttanza la mano che mi porse, era meglio non pensare ,era meglio ignorare tutto se volevo che il nostro “viaggio”  procedesse bene.
Per il momento, l’unica cosa da fare era fingere che nulla fosse successo
 
Si, dovevo fingere… di non aver provato niente …dovevo fingere che in quel momento in mio cuore non aveva battuto forte
 

________________________________________________________________________________

A dire il vero questo capitolo era pronto già da un po’ ma mi ero dimenticata di postarlo ^^”. (scusate ultimamente sono smemorata)

Io e Ginny speriamo che vi sia piaciuto (aah su non potete dirci che non vi sia piaciuta...ad esempio la scena finale su su commentateee ^^)

Un grazie a :Belial_Valo, Anima Bianca e Rayne per i commenti (e i complimenti ^//^)

Alla prossima!

Baci

 

 

 

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Capitolo 5
*** Will you love me,tomorrow? ***


Chapter Five:
Chapter Five: 
 
 
Will You Love Me, Tomorrow?
 
 
 
 
 
Arrivati alla stazione, prendemmo un  dannato treno  e ci accomodammo sul primo scompartimento libero che trovammo.
 
Ville , dopo aver spalancato la porta , si sedette ma  senza smettere di tenermi la mano.
 
Io continuavo  a fissare il pavimento o a guardare fuori dal finestrino,
cercando di non guardarlo.
 
Si era scansato dal mio abbraccio…Perché?
 
Con la scusa di tornare a fissare il pavimento, guardai per un attimo le nostre
mani ancora unite, ritrovandomi a chiedermi , per l’ennesima volta: perché se si era scansato non lasciava la mia mano? Perché certe volte lo
scoprivo che mi guardava così tanto dolcemente?Perché non capivo più niente?
 
Sospirai, tornando a guardare il freddo paesaggio finlandese...
 
- ... Ti da fastidio...? – Chiese ad un tratto
 
Mi voltai verso Ville che mi stava guardando con quei occhi verdi... Si stava
chiaramente riferendo alla mano, ma io (per qualche  strano motivo), feci
finta di non capire.
 
- La... la mano – Spiegò 
 
- Ah - Risposi, cercando di non sembrare così tanto a disagio - No... figurati.-
 
- Perché non vorrei che si ripetesse quel tuo tentativo di fuga... - si affrettò
a dire, nascondendo un certo imbarazzo.
 
Mi tornò alla mente quel mio impacciato tentativo di scappare…a dire il vero cominciavo a sentirmi piuttosto felice che quel tentativo non fosse riuscito!
Che cosa stupida da pensare!
 
Passammo il resto delle tre ore di viaggio a cercare di non guardarci e a
tossicchiare ogni tanto (Come fa Lally al telefono...:p Nd Gin).
 
Scendemmo dal treno, e mentre lui continuava a tenermi per mano ci avviammo in una stradina di campagna. Strano, che vicino ad una stazione grande come quella di Stoccolma ci fosse una stradina sterrata (alquanto fuori luogo)
 
-... Dove stiamo andando? - chiesi, dimenticando tutti i timori che avevo di
parlare.
 
- Un mio amico ci ospiterà per un po'... e intanto vedremo che fare. - rispose
freddamente, continuando a inoltrarci sempre più verso una campagna tutta
svedese.
 
Camminammo per circa una mezz'ora, fino a scorgere una piccola casetta. Da lontano vidi  quella che mi sembrò la figura di una donna che si fumava una sigaretta sul portico di casa. 
 
Dopo esserci avvicinati, capii che la mia prima impressione era un tantino sbagliata…perché la figura che fumava (e che tra l’altro portava i capelli biondi acconciati con i rasta) …non era una donna bensì un uomo.
 
 
- Ville?! – Esclamò l’uomo vendendoci, spegnendo la sigaretta a terra e venendo verso di noi  -Che diavolo ci fai qui?- Domandò con un espressione più che sorpresa
 
Ville batté una mano contro la  sua spalla-Linde! – Lo salutò amichevolmente - Hai visto i telegiornali?- Gli domandò con un tono abbastanza stanco
 
Linde(se Ville l'aveva chiamato così...), si voltò a guardare la propria casa
per poi rivoltarsi verso Ville con una faccia un po' a disagio.
 
- Ma ti sembra che io possa avere una televisione?!- Affermò mentre un’espressione triste s’impadroniva del suo volto
 
Ville guardò a terra - Ah, hai ragione - Sospirò - Bhe, allora senti... ho
bisogno che ci ospiti per un po', giusto il tempo per decidere che fare...-
 
Linde guardò il sacco di soldi che Ville stringeva convulsamente con la mano
destra - Ah, ho capito in che senso... sì, tranquilli... dai entrate... Ville -
Si voltò un attimo verso il mio rapitore - Ti ho mai fatto conoscere la mia
ragazza e mia figlia?
 
- Hai avuto una figlia?- Domandò Ville mentre vedevo la sorpresa e qualcosa di più triste emergere dal suo sguardo
 
Linde sorrise- Si- Rispose
 
Quell’unica parola…un insignificante “si” era bastato per illuminargli il voltò di felicità e poi l’aveva detto con un calore tale che era impossibile non vedere quanto fosse contento di quel fatto 
 
 
Così, ancora mano nella mano, entrammo nella casa di Linde
 
Beh che dire? L’arredamento era il minimo indispensabile (e il più semplice possibile)tutto sommato, però, dava l’impressione di una di quelle case accoglienti, calde in cui ti fa piacere tornare dopo aver passato, per esempio, l’intera giornata a lavoro.
 
E poi,quando vidi quella che doveva essere la moglie del biondo, sbucare da una stanza, sorridendo a suo marito per poi rivolgere la sua attenzione a noi (mentre Linde ci presentava)…Immaginai che fosse bello tornare a casa e avere che qualcuno che ti aspetta … 
 
***
Non appena entrati in casa di Linde, Allie si diede un occhiata (molto accurata) intorno…che stesse valutando l’arredamento? (per l’altro scarso)
 
Quando la moglie di linde ci venne incontro qualcosa cambiò l’espressione di Allie…un cambiamento sottile…eppure qualcosa era cambiato ma cosa?
 
Oh dai Ville non ti puoi mettere a preoccuparti di certe cose,no? Hai abbastanza casini! E non puoi tirarci dentro anche Linde…ora, che ha avuto una figlia, più che mai!
 
Mi ero già sentito abbastanza in colpa quando Linde aveva detto di aver avuto una figlia…Chi ero io per piombare lì e incasinare ulteriormente la sua vita?
 
In quell’istante presi la decisione che mi sarei fermato lì al massimo due giorni …Non di più! 

 

_______________________________________________________________________________

 

 

Allora…tanto per dire qualcosa…mi scuso con Ginny perché mi ero dimenticata di postare il chappy (la prossima volta mi faccio un post-it)

Grazie a: Kuji13,Belial_Valo, Anima Bianca. N@i e Rayne per i commenti ** e ci auguriamo che anche questo capitolo vi sia piaciuto ^^

 

Kuji13: oh ma c’è la fila per farsi rapire da Villuccio ahahah XD (anche io sono in fila XD) Ah l’idea geniale…è merito di Ginny anche perché io in quel periodo ero un po’ troppo presa dagli esami per pensare a qualcos’altro. Hihi io e Ginny ormai siamo le veterane delle fic sugli him ehehehe :P.

 

Belial_Valo: ehm come si fa a dosare una vena sadica masochista?U.U

 

Anima Bianca: ahaha buffi finti?? Cariini però l’altro  travestimento beh forse era meglio del costume da anatra

 

N@i: eeeeh le cadute con i tacchi….eh c’è anche chi cadendo dai tacchi si è slogato la caviglia

 

 

Rayne: Grazie per i complimenti ^^

 

 

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