Un amore senza confini

di LadySweet
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una scoperta inaspettata ***
Capitolo 2: *** Colpito, affondato, riemerso. ***
Capitolo 3: *** Amore mio dove sei??? ***
Capitolo 4: *** Speranza... ***
Capitolo 5: *** Io ti salverò, Oscar!! ***
Capitolo 6: *** Tutti al salvataggio!! ***
Capitolo 7: *** Una notte di veglia e preghiera ***
Capitolo 8: *** Risveglio! ***
Capitolo 9: *** Uomo?... Donna! ***
Capitolo 10: *** Aria di cambiamenti in casa Jarjayes ***
Capitolo 11: *** Amori vecchi e nuovi! ***
Capitolo 12: *** Aguato in mezzo al verde! ***
Capitolo 13: *** Pensieri e Ricordi... ***
Capitolo 14: *** La festa... della verità! ***
Capitolo 15: *** Un nuovo futuro! ***
Capitolo 16: *** Sotto lo stesso cielo... sotto tetti diversi... ***
Capitolo 17: *** Il duello!! ***
Capitolo 18: *** Deja-vu! ***
Capitolo 19: *** Questo matrimonio non sa' da fare! ***
Capitolo 20: *** Quando la fortuna non ti accompagna... ***
Capitolo 21: *** La fuga di Danielle! ***
Capitolo 22: *** Gara di cervelli!! ***
Capitolo 23: *** Il trionfo del vero amore!! ***
Capitolo 24: *** Happy Ending!! ***



Capitolo 1
*** Una scoperta inaspettata ***


Successe tutto in un attimo.
Un secondo prima stavano danzando, il secondo dopo il suo sgurado incedulo e stupito la passò da parte a parte come una lama affilata. L'aveva riconosciuta. La partita era finita. Aveva perso. Corse via dalle sue braccia trattenedo le lacrime giusto il tempo necessario ad uscire da quella sala troppo affollata, e con la testa china per evitare che qualcun'altro la vedesse. Usci fuoi e sentì la leggera brezza della sera sulle sue guance calde e rosse come due ciliege. I capelli che fino a poco prima erano ordinati, ora erano scomposti, piccole ciocche le ricadevano morbie sul viso e sulle spalle, lo chignon le si era scomposto e un piccolo codino pendeva dalla sua testa. 
Si fermò davanti alla fontana e diede sfogo alle sue lacrime, la Oscar donna... quella donna che, in quel momento, non avrebbe mai voluto essere. 
Non sapeva che dall'altra parte della fontana, due occhi verdi come un smerldo avevano assistito alla scena e un cuore aveva sofferto della sua sofferenza. André, molto di piu di un semplice attendente, il suo migliore amico, il suo angelo custode, era venuto li per proteggerla, ma era arrivato troppo tardi. Il dolore e la sofferenza dovuti al rifuto del conte svedese erano arrivati prima di lui. 
Non seppe resistere all'impulso di stringerla forte a se, per consolare quel dolore che stava distruggendo il cuore della sua Oscar. Lei dal canto suo, presa dal pianto, non si accorse dei suoi passi, e quando lui le posò una mano sulla spalla, lei sobbalzò e si voltò di scatto. Lo guardò con gli occhi pieni di lacrime, lo sgurdo sconfitto. Non l'aveva mai vista in quello stato, ma anche così conciata, non potè fare a meno di pensare qualnto fosse bella.
 Senza dire niente la accolse tra le sue forti braccia, e la strinse forte a se. Quel contatto cosi intimo, fece nascere in lui una sensazione molto forte, nel cuore e nel corpo... voglia di lei, di poterla far sentire meglio, voglia di donarle il suo cuore e vederla sorridere, voglia di sentire quel corpo sotto il suo, voglia di sentire il calore della sua pelle sotto il suo tocco, voglia di... NO! Non era quello il momento adatto per quel tipo di pensieri. Ora lei stava soffrendo e lui doveva consolarla. Lei si era affidata a quella gentilezza che, fin da bambino, l'aveva caratterizzato e sulla quale, Oscar aveva sempre potuto fare affidamento. Rimasero così abbracciati per dei minuti che a lui parvero ore, ma che gli sarebbe piaciuto che non finissero mai, per non essere costretto a lasciare andare quel corpo cosi fragile.
Quando smise di piangere, pian piano lei si scostò da lui e rimase alcuni secondi immobile davati a lui a testa china. Andre le porse un fazzoletto, che prese con un gesto lento, si girò e si asciugò le lacrime rimaste sugli occhi. Quando ebbe finito girò lievemente la testa dietro di se e, con la voce roca di chi ha appena pianto, disse.
- Andrè.. portami a casa...
- Certo Oscar.
Durante il viaggio, lei poggiò la testa sulla spalla di lui e chiuse gli occhi. André, pensando che si fosse addormentata, rimase tutto il tempo a guardare quella dea bellissima ma ferita e ad accarezzare i suoi biondi capelli, che ora erano sciolti e le cadevano morbidi sul collo e la schiena.
"Quanto sei bella mia dolce Oscar. Sei un dolce bocciolo che sta sbocciando sotto il sole di una calda mattina di primavera. Hai fatto una pazzia stasera. Speravi davvero che il conte di Fersen dimenticasse la regina per te? Lui non ti ha mai meritata Oscar. Lui non sa come realmente sei. Lui non ti ha mai considerato donna davvero. Io si. Lo faccio sempre. Ti ho visto diventare donna nel corpo, un corpo tentatore il tuo, che induce ogni uomo a pensare cose indegne. Per anni ho sperato e pregato che diventassi donna anche nel cuore, ma quando questo momento è arrivato,  tu lo hai fatto per qualcuno che non sono io. Ma perché Oscar? Perché non riesci a capire quello che il mio cuore prova per te da una vita? Se solo tu sapessi sarebbe piu facile per tutti vivere. Ma tu non puoi capire. Per te sono solo il tuo migliore amico... non potrò mai essere qualcosa di più per te. Ed è proprio questo che ogni giorno, lentamente, mi sta ucciendo. Solo tu puoi salvarmi da questa eterna agonia amore mio. Io non perderò mai la speranza, che un giorno tu possa riicambiare il mio sentimetno. Se solo tu volessi ti darei il mondo. Se solo tu volessi ti darei tutto l'amore di cui sono capace..."
Le parole di Andrè erano un sussuro. Ma nonstante tutto lei riuscì lo stesso a sentirli. Oscar non dormiva. Aveva si gli occhi chiusi, ma non riusciva a dormire. Era ancora troppo agitata. Le parole di Andre arrivarono come un soffio d'aria gelida. Possibile che non si fosse mai accorta che tutti quegli sguardi, tutte quelle attenzioni, non erano dovute ad una semplice amiciza come lei riteneva, ma erano amore? A quel pensiero, sentì che il dolore che fino a quel momento stava provando svaniva piano piano, e una sensazione nuova prendeva posto nel suo cuore. Si sentiva strana, felice che lui fosse con lei, un calore mai provato prima scaldarle il cuore. 
Stranamente il viaggio di ritorno sembro durare ore. Quando finalmente i cancelli di palazzo Jarjayes si aprirono e la carrozza si fermò davanti al grande portone, Andre poggiò una mano sul suo baccio e lievemente la scollò per svegliarla. Lei aprì subito gli occhi e scesero dalla carrozza. Entrati nel grande salone lui si fermo e le chiese: 
- Oscar vuoi che ti accopagni in camera?
- No grazie. Ho bisogno di restare da sola. - disse restando girata.
- Ok. Buona notte Oscar.
- Buona notte Andre... e grazie mille per prima - Il suo tono sembrava leggermente felice
- E  mio dovere proteggerti e consolarti - disse lui sorridendole.
Così dicendo si salutarono e ognuno raggiunse la propria stanza. Oscar si tolse quel vestito che ora le stava scomodo e stretto, infilò la camicia da notte e si rifugiò tra le lenzuola del suo letto, un luogo sicuro ed accogliente... come le braccia di Andre... COSA?? Ma cosa le veniva in mente? Quel pensiero la riportò a poco prima, nella carrozza, al discroso che Andre aveva fatto credendola addormentata. Lui le aveva confessato (pare per la miglionesima volta) il suo sconfinato amore. Un mix di emozioni invadevano il suo cuore quella sera. Quel gran pensare fu interotto da un suono sordo di un vetro infranto. Oscar si alzò si scatto del letto. Il vetro della sua stanza era stato rotto da una sasso scagliatovi contro. Con cautela si avvicno alla finestra e quello che vide la scosse terribilmente lasciandola impietrita davanti al davanzale, con  il viso sbiancato...
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Cosa avrà visto Oscar?? =)

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Capitolo 2
*** Colpito, affondato, riemerso. ***


Rieccomi qui! Ringrazio di cuore tutte coloro che mi hanno lasciato una recensione/commento e ringrazio acnhe quelli che hanno semlicemente letto. =)Sta volta ho usato l'HTML!! =) Comunque se c'è ancora qualche errore di battitura, non me ne vogliate! =) 
Dunque, cosa era successo? Chi aveva tirato il sasso contro la finestra di Oscar? 
Buona lettura a tutti!! =)
 
- Non posso crederci! Conte di Fersen voi qui? -  Il cuore le batteva all'impazzata, era diventata pallida e sudava freddo. Dopo quello che stava passando possibile che non poteva trovare un'attimo di pace nemmeno in casa sua? Cos'altro voleva? Non bastava il male che le aveva appena fatto??
- Si madamigella Oscar! Ho un urgente bisogno di parlare con voi - 
- Che bisogno c'era di rompere il vetro conte? Non vorrete svegliare tutti quanti?... ahhh... Venite alla porta, vengo ad aprirvi. -
Oscar indossò rapidamente la sua vestaglia, accese una candela e scese al portone. Il conte di Fersen la aspettava impaziente.  
- Che sta succedendo conte di Fersen? - chiese Oscar stizzita
- Madamigella e successa una cosa stranissima che mi ha messo in agitazione e ho pensato che voi eravate l'unica persona a cui potevo rivogermi. So che puo sembrare assurdo ma per me e importante.
- Ma di cosa state parlando? Avanti entrate! - Lei cercava di trattenere tutto quel garbuglio di emozioni che stava provando (e che per essere tutte nella stessa sera erano anche troppe!!) facendo finta che quello che era appena successo con lui al ballo, non fosse mai accaduto.
Entrarono in casa e si misero a sedere davanti ad un piccolo fuocherello nella stanzetta dove lei stava di solito. Nel frattempo anche Andrè aveva sentito il rumore dei vetri e insospettito si era alzato per andare a controllare. Avvolto nel mantello dell'oscurita della casa, fermo sulle scale, vide lei davanti alla porta ma non riusciva a capire chi ci fosse dall'altra parte, fuori la porta. Quando poi, le due figure si avviarono verso la saletta, e la fiamma della candela illuminò il viso della seconda figura, e ne riconobbe quello di Fersen una rabbia quasi incontenibile inziò a bruciargli dentro come un enorme incendio. "Che cosa ci faceva lui a casa loro? Dopo quello che era appena successo oltretutto! E come mai lei lo ha fatto entrare?" Doveva trovare a tutti i costi una risposta. Così decise di approfittare del fatto che poteva passare inosservato grazie al buio e osservare di nascosto. 
- Oscar mi dispiace molto di aver rotto il vostro vetro ma ho visto la luce accesa nella vostra camera e quello è stato il primo modo per attirare la vostra attenzione.
- Non fa niente, e solo che mi avete spaventata! Che cos'e successo di tanto grave?
- Vedete, stasera al ballo di corte ho danzato con una ragazza. Dicevano che era una contessa di un paese straniero. Ma ad un certo punto questa ragazza è fuggita via.
- Perdonatemi Fersen, ma non riesco a trovare la gravità della situazione.
- Vedete Oscar, questa ragazza era molto simile a voi - Oscar iniziava ad innervosisrsi - e dopo averci riflettuto sono giunto alla conclusione che... - "Oddio no, ti prego non anche questo!!" pensò lei -... solo voi potevate essere quella contessa! - 
La vide sbiancare e sgranare gli occhi. Era la conferma che aveva ragione. 
Oscar rimase immobile, avvolta nella sua vestaglia bianca, i capelli legati da una parte da un nstro rosso, con il cuore che batteva a mille. Questo fu il colpo di grazie che le distrusse completamente il cuore. Iniziò a piangere. Lacrime amare che non aveva mai pianto in viat sua! Delle lacrime che sembravano scie di fuoco sul suo viso, bruciavano! Lacrime come goccie di sangue di un cuore aperto!  André che aveva visto e sentito tutto, senza pensarci su due volte entrò nella stanza senza bussare, si chinò davanti ad Oscar e la strinse a se per quanto poteva. Nel mentre girò la testa verso il conte che se ne stava lì, in piedi poco lontano dalla poltrona di Oscar, con lo sguardo perso chissà dove. Le parole di Andrè lo riportarono alla realtà.
- Ma che diavolo vi è saltato in mente di fare Fersen?? Non credete di averla già ferita abbastanza per stasera? Questo è stato un colpo basso e meschino! La ragazza che ora stà piangendo difronte a voi a rinunciato a tutto il suo essere per una sera SOLO per voi... e qual'e stata la vostra reazione? - Indicò Oscar che piangeva tra le sua braccia. Poi riprese: -  Se fossi in voi adesso me ne andrei e penserei a lungo alle mie azioni! Vi consiglio vivamente di non tornare più a palazzo Jarjayes conte di Fersen... non penso siate più il benvenuto! - Detto questo Fersen si diresse con gli occhi pieni di lacrime di vegogna, verso il portone e se ne andò. Andre si rivolse ad Oscar, che dal tanto piangere non aveva ascoltato quello che André aveva detto al conte di Fersen, e in quel momento nemmeno le interessava. Qualunque cosa gli avesse detto, se lo era meritato!
- Oscar... va tutto bene, se ne andato... shhh calmati adesso, va tutto bene... ci sono io qui con te! - André cercava di consolarla, non sopportava vederla piangere. Era una sofferenza per lui vederla cosi. Dopo qualche minuto lei si calmò, lui le offrì nuovamente un fazzoletto e lei si asciugò occhi e naso. Poi lo guadò: ripensò a quello che aveva sentito nell carrozza e un leggero rossore le colorò le gote. Il sorriso che lui aveva sul viso, per calmarla, ebbe effetto e lei abbozzò un sorriso a sua volta. Lui si alzò in piedi, le tese la mano, sempre sorridendo. Lei la prese, si alzò e, tenendola per mano, Andrè portò Oscar verso la sua stanza. Arrivati davanti alla porta lei lo invitò ad entrare. Entrarono e lei si appoggiò alla porta, con lo sguardo chino, mentre lui le stava di fronte.
- André... grazie per avermi aiutata: sia prima giù, che al ballo. Non saprei davvero come fare senza di te! Tu ci sei sempre quando ho bisogno di qualcosa. A volte mi chiedo come fai ad essere onnipresente. Ad ognimodo... mi chiedevo se... ti andava di rimanere con me questa notte, come facevamo da bambini. Ricordi quando venivi nel mio letto, quando eravamo malati, per tenermi compagnia? Ricordi com'era bello stare sotto le stesse coperte?
- Certo che lo ricordo Oscar! Come potrei dimenticarlo? Davvero vuoi che rimanga con te come una volta? - chiese stupito
- Si! Sento che tra le tue braccia sono al sicuro dal resto del mondo... stasera mi sento cosi fragile... ho bisogno di te!
Non ci fù bisogno di altre parole: si presero per mano, e si infilarono sotto le coperte. Lui la abbracciò e lei appoggiò la testa sul petto di lui. Quel calore le donò un senso di tranquillità e protezione. Si adormentò tranquilla. Anche Andrè si addrmentò felice.
Era notte inoltrata quando Andrè si svegliò e notò che erano scoperti e che la camicia da notte di Oscar si era alzata fino a sotto le natiche, lasciando scoperte quelle lunghe gambe da sogno. Da vicino erano acnora più belle... non resistette all'impullso di accarezzarle... le sue dita facevano su e giù dalla coscia al ginocchio. Sentì, ad un tratto, che lei si era svegliata, e la guardò.Stranamente non aveva opposto resistenza a quelle carezze così intime. Anzi, per lei erano una sensazione nuova e molto bella, tant'è che voleva che lui continuasse. 
- Cos'è quello sguardo malizioso Oscar? - le chiese con un tono altrettanto malizioso
- Lo sai benissimo! - rispose lei facendogli l'occhiolino
Cosi...
 
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Cosa sta per succedere in quella stanza???? =) Mah.... =) Commentate mi raccomando =)

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Capitolo 3
*** Amore mio dove sei??? ***


Eccomi dinuovo qui ad aggiornare questa storia! Ringrazio sempre tutte coloro che hanno lasciato i loro commenti =)
Allora, ci eravamo lasciati che i nostri due ragazzi, dopo una notte piena di emozioni forti trovano conforto l'uno nelle braccia dellaltra... ma cosa succede di preciso? Andiamolo a scoprire! Buona lettura =)
 
Non aveva mai visto quello sguardo negli occhi di Oscar e non sapeva bene come interpretarlo. Cosa voleva da lui: Amore? Passione? Conforto? Qualcosa di più? 
- Cos'è quello sguardo malizioso Oscar?
- Lo sai benissimo...
Lui la guardò intensamente neglio occhi, poi prima che potesse fare qualsisasi cosa, lei gli pizzicò un fianco, prendendolo completamente alla sprovvista. Non si aspettava una reazione di quel genere! 
-Voglio giocare Andrè, come quando eravamo bambini! Ricordi quante lotte di solletico e cuscini facevamo? - E cosi dicendo gli aveva tirato un cuscino dritto sulla faccia, iniziando a ridere della reaziona avuta dall'amico. 
André aveva frainteso le sue intenzioni. Per un atiimo aveva sperato che volesse sentirsi donna davvero. Ma lei voleva solo sentirsi una bambina spensierata, senza preoccupazioni, ma non poteva esserlo senza il suo compagno di giochi. Lui ridacchiò per un paio di secondi e poi le rilanciò indietro il cuscino che lei gli aveva lanciato poco prima, e da lì iniziò una battaglia di cuscini come non ne facevano da anni. Lui la guardava ridere e si sentiva felice: era riuscito a farla divertire, anche se avrebbe preferito un'altro tipo di divertimento. Ma gli andava bene lo stesso. Se lei era felice, lo era anche lui. Si sentiva anche più fiducioso per il futuro. Adesso che Fersen non era più un problema per lui, magari avrebbe avuto una possibilità in più di dimostrarle il suo amore. Ma ora voleva solo divertirsi a giocare con lei. Si disse che tutto sommato anche lui aveva bisogno di qual momento di svago. Giocarono per ore per tutta la stanza, per poi cadere sfiniti sul letto. Si guardarono e scoppiarono a ridere di nuovo. Poi le prime luci dell'alba, illuminarono la stanza, e i loro visi, avvolti da un leggero alone di sudore. 
- Chissa se abbiamo fatto troppo rumore... 
- Tranquilla Oscar, se così fosse, mia nonna sarebbe di sicuro venuta a sgridarci!
- Hai ragione... sai... era tanto che non ci divertivamo così. Avevo proprio bisogno di svagarmi dopo una notte come quella di ieri.
- Già. Bella faccia tosta quel conte da strapazzo!
- Ah, ora che mi viene in mente... cosa gli hai detto per mandarlo via?
- Gli ho solo detto che era uno stupido a non aver apprezzato una donna bellisma come te - disse con un gran sorriso.
Lei lo guardò e gli sorrise. Poi si avvicinò a lui, stendendosi su un fianco vicino al suo petto, poggiò una mano sui suoi addominali e tirò un gran sospiro. Lui le mise un braccio attorno e la strinse forte a se. Quel momento così magico fece capire ad Oscar quanto lui fosse pazzo di lei. E anche lei si sentiva troppo bene tra le sue braccia. Mentre erano abbracciati, lei guardo l'orologio e chinò la testa. Lui se ne accorse.
- Che c'è Oscar?
- Sono quasi le 6...
- E allora?
- Beh tra poco tua nonna verrà a "svegliarmi"... però sai una cosa... - chiuse gli occhi - vorrei poter restare tra le tue braccia così per sempre... - disse di getto lei.
Quelle parole sorpresero entrambi. Oscar si alzò di scatto con lo sguardo perso e rimase di spalle ad Andrè che intanto si era messo a sedere sul letto con il cuore a mille. Dopo attimi di silenzio che sembravano ore lei parlò.
- Ora è...è meglio che vai André... tua... tua nonna sta per arrivare... ci vediamo dopo a....a colazione...
- Si... a dopo Oscar...
Chiuse la prota dietro di se, e lei si sentì un attimo meglio. Perchè aveva detto quella cosa? Che diavolo le prendeva? Ripensò a quel calore e a quella sensazione meravigliosa che il contatto con lui le aveva dato; a quelle parole sputate senza pensarci... non poteva essere, non si poteva innamorare del suo migliore amico! Era da pazzi, e poi la differernza di rango che c'era tra loro era troppa. Si disse che era senz'altro dovuta agli avvenimenti della notte prima... Allora perché già le mancava il suo abbraccio? "BASTA! Oggi è un nuovo giorno e bisogna pensare al da farsi. Vedrai che appena ti concentri sul lavoro e non ci pensi più andra meglio" pensò. In quel momento antrò Nanny.
- Buon giorno cara, come mai già in piedi? Non ti senti bene?
- No Nanny, ero solo un attimo sovrapensiero, tutto qui! 
- Allora, com'è andata al ballo ieri sera? Con quanti signori hai danzato? Voglio sapere tutto!! - diveva entusiasta mentre le preparava il bagno mattutino.
- Non c'è niente di particolare da dire, ho danzato con un conte, ma poi mi annoiavo e sono venuta a casa. Tutto qui... - ma con la mente tornò a cio che era realmente successo al ballo. Ma una cosa strana le successe. Mentre ripensava al momento in cui ballava con Fersen, il volto del conte si trsformò in quello di André... 
- Oscara, cara vieni! Il bagno e pronto!
- Arrivo...
Nanny la aiutò a spogliarsi e i immergersi nella vasca d'acqua. 
- Ma cos'hai bambina mia, ti vedo pensierosa... e forse successo qualcosa? Con me puoi parlare di tutto, lo sai...
- Nanny come fai a capire quando sei innamorata di qualcuno? Quali sono i sintomi che ti fanno capire...
- Sintomi?? Hahaha ma mia cara l'amore non è una malattia! Vedi bambina, quando sei innamorata, tutto è più bello, senti una felicità mai provata prima, hai le farfalle nello stomaco al solo nominare l'uomo di cui sei innamorata, ti brillano gli oocchi... e poi saresti capace di cose che prima ritenevi assurde... Ma dimmi Oscar, chi è il fortunato?
- Ma no, Nanny cos'hai capito!! - cercava di far finta di niente - Era solo una curiosità...
Nanny era si anziana, ma non stupida. Aveva capito che qualcosa turbava la sua Oscar. Magari André lo sapeva. Lasciò Oscar da sola nella sua stanza e andò da suo nipote. Trovò già in piedi anche lui.
- Beh, ma cos'avete tutti oggi??
- Perchè nonnna, che succede?
- Quando sono andato da Oscar, prima era già sveglia. Ora vengo per svegliare te, e sei già sveglio anche tu! Ma vi siete messi d'accordo?
- Oscar era già sveglia? E come mai? - cercò di essere stupito della faccenda
- Era quello che volevo chiedere io a te! Tu sai qualcsa su ieri sera?
- Nonna, non la vedo da quando è partita da casa, cosa vuoi che ne sappia!
- Scusa andré e che mi ha fatto una domanda strana, non è da lei...
- Cioè?
- Beh mi ha chiesto come si fa a capire quando si è innamorati... però ha detto che era per semplice curiosità... Che strano!
- Nonna Oscar è pur sempre una ragazza, è normale per voi donne porsi certe domande anche senza un motivo specifico. Ti preoccupi per niente!
- Sarà...
PIù tardi a colazione Nanny tenne d'occhio sia Oscar che André e notò che entrambi avevano un comportamento strano. Ma non volle fare domande. Poi arrivò il momento in cui dovettero prepararsi per andare a corte. Durante il tragitto André chiese.
- Oscar c'è qualcsa che non va? Ti vedo strana... 
- Beh non lo so... e che... stavo ripensando a prima, in camera mia... André io... - si fermò - non sò come mi sia uscita quella frase prima, ma sento che era la varità!
- Oscar... avevi bisogno d'affetto, e io te l'ho dato! Tranquilla! E tutto apposto!
- Grazie André!
 Arrivati a corte Oscar fù convocata subito dai sovrani per una questione uregente.
- Vostre maestà - disse Oscar inchinandosi davati ai sovrani.
- Madamigella, vi abbiamo fatto chiamare con urgenza poiché vogliamo affidarvi una questione della massima importanza - disse il re.
- Vedete madamigella Oscar, di recente un ladro, chiamato "Il cavaliere nero" si aggira tra i castelli dei nobili, derubandoli dei loro averi: giorielli, denaro... Questo fatto ci turba molto, e temiamo che possa presentarsi anche qui a palazzo dopodomani sera, al ballo. Noi vorremmo che foste voi ad occuparvi della faccenda! - disse la regina.
- Vostre maestà, io vi ringrazio molto della fiducia accordatami, e vi prometto che farò tutto ciò che è in mio potere, per catturare questo criminale.
-Grazie madamigella, sapevamo di poter contare su di voi e il vostro coraggio.
Uscita dalla stanza, lei ed André (che la aspettava fuori) andarono dalle guardie reali e riferì la situazione a Girodelle e ai suoi uomini.
- Uomini, siamo stati incaricati dal re e dalla regina di occuparci del caso del "Cavaliere Nero". Girodelle, voi sapete qualche particolare in più?
- So che lui arriva nel mezzo di un ballo e furtivamente ruba gioielli, denaro e oggetti di valore ai nobili prestenti e poi fugge, distribuendo la refurtiva al popolo. Per questo tutti a parigi lo reputano un eroe.
- Mmm.. questo potrebbe essere un problema... Comunque, dopodomani sera ci sarà il ballo qui a palazzo e voiglio e che da oggi stesso fino a quell'evento i turni di guardia siano raddoppiati. Ci saranno più uomini in più punti del castello e vi voglio tutti in allerta, sempre! 
- SI COMANDANTE! - Dissero i soldati.
Arrivò la sera del ballo a corte, ed Oscar era molto nervosa. Voleva prendere quel furfante a tutti i costi! Per metà della serata, tutto filò liscio. Poi un grido nella folla. Il buio. I nobili che urlavano e si agitavano, correndo da tutte le parti. La rista che fece voltare tutti dalla stessa parte, verso il Cavaliere Nero!
- Muahahahahaha. Non mi prebderete mai! Io porto la giustizia per conto del popolo!!!
- Eccolo! Maldetto! Sparate!! - gridò Oscar ai suoi unomini. Ma il cavaliere era pià veloce e salto giù dalla finestra evitando i colpi!
Oscar corse fuori sul suo cavallo e lo inseguì. André tento di starle dietro, ma ad un certo punto la perse nel buio della strada. Dov'era finita? Decise di tornare indietro sperando di vederla tornare... ma i minuti passavano e lei non tornava. Era ormai tardi e tornò a casa. Andò dritto nella sua stanza e pensò per ore dove poteva essere finta... Non aveva idea di dove cercarla. Si sentiva impotente, la gola gli si stringeva, il cuore batteva più forte... "Oscar... Oscar... dove sei...?" Alla fine si addormentò ancora vestito con gli occhi piangenti. Quando si svegliò, sentì un grande vuoto dentro al cuore, il pensiero della sua amata Oscar persa e sola chissà dove con quel mascalzone gli fece ribollire il sangue nelle vene. Tirò un pugno contro il suo armadio, rimase fermo in quella posizione e poi pianse ancora. Alla fine scese nel salone dove c'erano tutti, tutti preoccupati per lei: il generale faceva avanti e indietro con le mani dietro la schina e la testa china, sua moglie piangeva, consolata da sua nonna, che a stento tratteneva le lacrime. Nessuno parlava. L'atmosfera era pesante. Ad un tratto bussarono alla porta. Tutti si girarono verso il grande portone. I cuori battevano tutti all'unisiono, con un battito accellerato. Una sola speranza aleggiava nel cuore di tutti... André si fiondò ad aprire, ma non c'era nessuno sull'uscio. Poi guardò in basso. Una lettera...
 
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Di chi sarà quella lettera? Che fine ha fatto la nostra Oscar? 
Continuate a leggere e commentare!! A presto con il prossimo capitolo!!! =)

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Capitolo 4
*** Speranza... ***


Eccomi ancora qui con il nuovo capitolo! =) Ringrazio sempre tutte quelle che commentano, e quelle che semplicemente leggono! =)
Allora, eravamo rimsti alla famosa lettera... di chi sarà mai? Cos'è successo alla nostra Oscar? Buona lettura!!
 
Quando Andrè aprì la porta e non trovò nessuno, il suo cuore, come quello di tutti nella stanza, si fermò per un secondo. Poi gli altri si girarono tornando all'angoscia di prima. Lui si chinò, prese la lettera con mani tremanti e chiuse piano la porta alle sue spalle. 
- Generale... c'è una lettera indirizzata a voi...
- C'è scritto chi la manda?
- .... No... solo il vostro nome...
- Leggila tu... per favore...
- Si...- Aveva paura di leggere quelle parole, aveva la brutta sensazione che non portassero buone notizie... - Allora dice: "Generale Jarjayes, abbiamo preso in ostaggio vostra figlia. Se rispetterete la nostra condizione, non le verrà fatto alcun male. In caso contrario, potrete dire addio a madamigella Oscar. La condizione è questa: vogliamo 500 fucili. Avete due possibilità adesso: o ce li consegnate; o ci fornite il denaro necessario per acquistarli. A voi la scelta. Avete 3 giorni. Ci faremo senire noi"... E' tutto signore.
- Maledetti!! Moglie mia, cosa mi consigliate di fare?
- Voi pensate che dei fucili o del denaro valgano la vita di nostra figlia?
- Ovviamente no... ma se acconsensto a dare dei fucili a quelle persone faranno una strage... e la stessa cosa con il denaro. Magari ci vorrà più tempo ma il risultato sarà il medesimo...
- State dicendo che dovremo sacrificare nostra figlia??? NO! Non ve lo permetto!!!!! Se sarà necessario darò io il denaro a quelle persone, non importa!! L'importante e che mia figlia torni a casa sana e salva!! 
A quelle parole, il generale rimase senza una risposta. André e Nanny, non avevano mai visto la signora così arrabbiata e sconvolta. L'amore di una madre per la propria figlia emergeva in quel momento come mai si era visto prima. Il rapporto di Oscar con la madre è sempre stato doverso da quello delle sue sorelle. Il fatto di aver ricevuto una educazione maschile, non le ha permesso di ricevere la stessa quantità d'affeto da parte di madame Jarjayes. Ma non per questo il suo amore per la madre sia stato inferiore a quello delle sue sorelle. In quel momento madame provava rabbia profonda per il marito che le aveva impedito di amare la figlia nel dovuto modo. Prima d'ora non aveva mai pensato all'eventualità che succedesse qualcosa alla sua bambina; ma ora che stava per perderla si era resa conto di quante occsioni aveva sprecato per stare con sua figlia. Aveva paura. Non avrebbe permesso a nessuno di toglierle la sua piccola!
Il silenzio calò nella stanza. André capì che il generale e sua moglie volvano restare da soli, quindi prese sua nonna sottobraccio e la portò in cucina. 
- André.. cos'è successo ad Oscar? Tu sai qualcosa?
- No nonna... io ricordo solo che stavo cercando di starle dietro, ma lei era troppo lontanto e poi è sparita nel buio... non l'ho più vista o sentita... Giuro che mi sento tremendamente in colpa per non averla protetta... me la sono lasciata scappare... - disse dando le salle a sua nonna seduta al tavolo, e gaurdando fuori dalla finestra come se potesse lei spuntare dall'orizonte all'improvviso. 
Il cuore gli si era spezzato per l'ennesima volta... Ma questa non era come le altre. Nemmeno come quando aveva scoperto che lei era innamorata del conte di Fersen (e dire che quella volta aveva sofferto davvero parecchio!!). No, sta volta era diverso. Sta volta sentiva che una parte di lui era scomparsa con lei... sta volta si sentiva perso. Doveva fare qualcosa per trovarla al più presto! Ma cosa? A chi poteva rivolgersi? Chi avrebbe ascoltato un semplice attendente? "Pensa André, pensa..." Poi il lampo di genio. Forse era una follia, forse una sciocchezza... ma era l'unico modo che aveva. Uscì di corsa e si diresse verso le stalle. Una piccola speranza gli illuminava gli occhi verde smeraldo. Cavalcò e cavalcò, fichè non arrivò davanti a quel palazzo. Bussò alla porta e un uomo gli aprì.
- Desidera?
- Devo parlare urgentemente con il vostro padrone. 
- Il vostro nome prego?
- André... André Granier.
- Attendete nel salotto prego. 
E così dicendo lo fece accomodare in un salottino. André vide quel uomo salire delle scale e sparire girato l'angolo. Il suo cuore batteva com un tamburo a ritmo di guerra. Sentì bussare alla porta. "toc toc"
- Avanti!
- Scusate se vi disturbo signore, ma un certo André Grandier chiede di essere ricevuto da voi con urgenza...
- Cosa?!?! André Grendier avete detto?
- Si signore.
- Fatelo accomodare!
 Vide l'ometto tornare giù.
- Il signore vi attende nella stanza di sopra.
- Grazie!
André si alzò e salì le scale pù velocemente possibile. Arrivò alla stanza con la porta socchiusa e sbirciò dentro. "Eccolo"... Bussò. "toc toc"
- Avanti.
- Salve conte di Fersen... grazie per avermi ricevuto.
- André... mi ha sorpreso la vostra visita, specie dopo il nostro ultimo incontro. Cosa succede?
- Conte non sarei tornato se non fosse stata una questione della massima uregnza... - Lo sguardo di André divvene triste e buio.
- Buon Dio André parlate! Non tenetemi sulle spine, avanti parlate!
- Conte di Fersen, Oscar è stata rapita!
- Come avete detto?!?! E chi è stato??
- Supponiamo che sia stato il Cavaliere Nero, visto che la sera che è scomparsa lo stava inseguendo...
- Il Cavaliere Nero avete detto? Si... ne ho sentito parlare... Povera Oscar... 
- C'è dell'altro conte... sta mattina è arrivata una lettera anonima di riscatto: vogliono 500 fucili, o denaro suffecente per acquistarli entro 3 giorni. Hanno detto che si faranno sentire loro tra 3 giorni... Io ho pensto che voi, avendo delle conoscenze, potevate aiutarci a cercarla.
- Ma certo André, avete fatto bene a venire da me! 
- Grazie conte di Fersen. 
- Domani, sul tardo pomeriggio passerò da voi ad aggiornarvi delle novità...
- NO! E' meglio che sia io a venire da voi. Nessuno sa che sono qui, e finchè non avremo novità è meglio che questo nostro patto rimanga segreto. Anche a sua maestà la Regina. Sapete quanto lei sia legata ad Oscar, non è il caso di allarmarla inutilmente.
- Hai ragione Andrè... allora passate domani verso il tramonto.
- Grazie di tutto conte di Fersen.
Così detto tornò a casa. L'aria si era leggermente calamta, ma si respirava lo stesso un gran disagio in quella casa... Fu una giornata lunghissima... ma finalmente arrivò la sera. Fu difficile addomentarsi. E quando ci riuscì un terribile incubo lo tormentò: Si trovava in un bosco innevato. Il vento gelido lo colpiva. Il corpo di Oscar coperto da un lenzuolo. I suoi capielli biondi sparsi attorno al viso in maniera disordinata. lI viso insanguinato. In lontananza il Cavaliere Nero che rideva maligno... 
Si svegliò sudato e spaventato. No, la sua Oscar non era morta, lei stava bene, se lo sentiva. Voleva fidarsi di quella sensazione. Era l'unico appiglio che gli permetteva di non impazzire. Quel giorno André rimase con sua nonna e le diede una mano nelle faccende domestiche (che non aveva mai fatto!) ed era un disastro, ma era un modo per distrarsi un po'. Quando fu il tramonto Andrè andò al palazzo del conte Fersen come accordatosi il giorno prima. Bussò alla porta e fu lui direttamente ad aprirgli. 
- Buona sera conte di Fersen...
- Presto Andrè entrate! Ho delle notizie molto interessanti da darti... Riguardano Oscar....
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Cosa avrà scoperto il Conte di Fersen? Chi gli avrà dato quelle informazioni? Saranno attendibili??
Lo saprete nel prossimo capitolo!! =) Commentate sempre! I vostri commenti sono molto preziosi per me!!! =)
A presto!!! =)

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Capitolo 5
*** Io ti salverò, Oscar!! ***


Ecco il nuovo capitolo!! =) Ringazio le mie fedelissime che seguono e recensicono ogni capitolo =) e ringrazio anche tutte quelle che leggono senza recensire!!! =) siete davvero tantissime!!! =) grazie mille!!!! =) Bene, ci eravamo lasciati con le misteriose notizie che Fersen doveva dare ad Andrè... ma non è ancora il momento di saperle. Questa volta ci occuperemo di altri personaggi. Buona lettura.
 
Oscar balzò sul suo cavallo bianco e si lanciò all'inseguimento del Cavaliere Nero. Vide di sfuggita Andrè seguirla, ma non ci fece molto caso, non voleva perdere di vista il suo obbiettivo. Cavalcavano veloci e si inseguivano trasportati dal vento della notte. Arrivarono vicino ad un bosco, la notte scura e nera non aiutava la vista. Si fermò e cercò di scrutarsi intorno, di carpire il minimo suono che potesse aiutarla a capire dove fosse... "E adesso??" Iniziava ad essere leggermente impaurita da quella sensazione di vuoto intorno a lei... quando ad un tratto un trotto di cavallo le arrivò alle spalle. Si girò ma non vide nessuno... BAM! Un violento ed improvviso dolore alla testa. La caduta da cavallo. Delle voci. Poi il nulla. 
Quando riaprì gli occhi era stesa su un lettino da cella, in una piccola stanzetta fredda ed umida, "Forse è lo scantinato di qualcosa" si disse dall'odore di muffa proveniente dalle pareti. Tentò di alzarsi, ma un forte capogiro la bloccò e tornò a stendersi, portandosi una mano sul posto in cui sentiva dolore. Una crosta... sangue. Si sentiva più leggera.. notò che le erano stati sottratti spada e pistola... Maledizione! Accanto al letto, per terra, c'erano dei fogli, una piuma e un calamaio con dell'inchiostro. Non capiva. Tentò di fare mente locale su cio che era successo ma il mal di testa non le premetteva grandi sofrzi di memoria. Dopo qualche minuto provò nuovamente ad alzarsi e questa volta non si fece vincere dal dolore. SI alzò in piedi. Si sentiva leggermente indolenzita. Si appoggiò con una mano alla parete del letto e l'altra mano sulla fronte. "Forza Oscar, ricorda, fai uno sforzo!" Scene confuse le apparivano come brevi flasch. Il salto dalla finestra. L'inseguimento. Il buio. Il colpo alla testa... Ecco ora qualcosa cominciava a ricrodare... Il Cavaliere Nero... Alzò lo sguardo. C'era una piccola finestra sbarrata da grosse barre di ferro, ma era piuttosto in alto e le pareti non permettevano grandi appigli. Mentre rifletteva qualcuno bussò pesantemente alla porta della cella ed aprì una piccola finestrella nella porta. Vide due occhi nocciola avvicinarvisi.
- Bene vedo che ti sei ripresa comandante 
- Chi sei? Perchè mi tieni chiusa qui? Cosa vuoi da me?
- Calma comandante, calma. Una domanda per volta. Beh chi sono dovresti capirlo da sola...
- Tu sei... il cavaliere nero dico bene?
- Brava comandante! Sei perspicace! Beh da te in particolare non vogliamo niente. Abbiamo solo bisogno di un piccolo favore da tuo padre.
- Abbiamo?? Tu e chi altri?
- Non ti è dato saperlo madamigella... 
- Maledetto!! Tirami fuori di qui!!!
- Hahahaha grida pure qunto vuoi, tanto non ti sentirà nessuno! 
E così dicendo se ne andò. Rimase di nuovo sola. Era nervosa, arrabbiata... voleva assolutamente uscire da li. Voleva raggiungere suo padre, dirgli che era in pericolo. Ma come? Si sedette sul letto, i gomiti poggiati sulle cosce e la testa chinata verso il basso tra le mani. I lunghi capelli biondi che pendevano ai lati del volto quasi a coprirlo. In quella posizione pensò e ripensò.
Intanto a Versaille era il tramonto e Girodelle aveva finito la sua giornata lavorativa. Per tutto il giorno non avendo visto arrivare ne il comandante ne il suo attendente, a quel punto inizò a preoccuparsi e decise di andare a chiedere a sua maetà la regina se madamigella Oscar avesse chiesto dei gionri di permesso senza dirgli nulla. 
- Msestà perdonatemi se vi disturbo...
- Ma no Girodelle, dite pure! 
- Grazie! Maestà mi chiedevo se madamigella Oscar vi avesse chiesto dei giorni di permesso e non ne fossi stato ancora informato.
- Non mi risluta, come mai?
- Ecco vedete maestà, oggi madamigella Oscar non si è presentata. Pensavo fosse in ritardo, ma quando non l'ho vsta arrivare per tutta la giornata ho cominicato a preoccuparmi...
- COSA?? Madamigella non è venuta senza avvisare? Strano non è da lei comportarsi così... Credete che le sia successo qualcosa Girodelle?
- Spero proprio di no vostra altezza... ma confesso che non sono tranquillo...
- Girodelle vi ordino di andare subito a casa Jarjayes e informarvi su madamigella Oscar. Appena avete notizie, venite subito qui da me, non importa che ora sia! DIte che avete svolto una commissione urgente per conto mio e che è necessario che io vi riceva subito!
- Si vostra altezza, vado immediatamente!
Era il tramonto, e mentre un unomo a cavallo usciva da palazzo Jarjayes, uno vi entrava. Si scambiarono un'occhiata reciproca di slauto quasi forzato. André non era mai entrato nelle simpatie del conte di Girodelle, e il vice di Oscar non era mai stato simpatico ad Andrè. Quando lo vide si chiese cosa fosse venuto a fare, poi pensandoci su un attimo si disse che Oscar non si era presentata a lavoro quella mattina e lui si era proccupato. Da tempo aveva notato che gli sguardo che rivolgeva ad OScar erano cambaiti... assomigliavano ai suoi... ma non erano la stessa cosa. Solo lui poteva davvero amarla come si deve... Girodelle non la conosceva bene come lui... si ritrovò ad essere geloso del vice di Oscar. Il conte Victor Clement de Girodelle bussò alla porta di casa Jarjayes e la vecchia goverante Nanny gli aprì.
- Buona sera. Sono il Conte Grodelle. Vengo a far visita al generale.
- Prego conte, accomodatevi. Riferirò il vostro arrivo al generale. - disse con lo sguardo triste e l'aria cupa. Si diresse nell'altra stanza. - Perdonatemi generale... il conte Girodelle chiede di parlare con voi... l'ho fatto accomodare nel salotto di la.
- Si, digli che lo raggiungo subito.
- Certo generale. - e come un fantasma ritrnò nel salottino. - Il gerenale sarà qui a momenti.
- Bene... Oh generale Jarjayes vi vedo triste. Cos'è successo?
- Vedete Girodelle, di sicuro avrete notato la mancanza di Oscar questa mattina...
- Esatto! Ed è proprio per questo che sono qui. Mi manda la regina in persona! 
- Beh mi duole dirvi Girodelle che mia figlia è stata rapita... Non la vediamo da due giorni. 
- Cosa????
- Già... è arrivata una lettera ieri mattina, che chiedeva un riscatto per la sua vita, ma nessun nome o nessun indizio. Ci hanno dato un ultimatum che scade domani...
- Generale cosa vogliono?
- 500 fucili, o il denaro necessario per l'acquisto... 
- Entro domani? E dove bisogna portare il riscatto?
- NON LO SO!!! Non so niente... non so nemmeno se Oscar sia ancora viva o se l'abbiano già uccisa... Hanno detto che si faranno risentire loro domani con le nuove informazioni... 
- Generale cosa intendete fare?
- Non lo so...
- Come non lo sapete?? Non volete salvare la vita di vostra figlia?
- Si ma se do loro quello che vogliono, chiunque essi siano faranno una strage, e io mi sentirò tremendamente responsabile... no potrei riuscire a sopportare tante vite sulla cocsienza...
- Generale, non dovrete preoccuparvi di questo, gli tenderemo un'imbosacta! Appena Oscar sarà al sicuro io e i miei uomini ci riprenderemo i fucili o il denaro.
- Voi fareste questo Girodelle?
- Generale tutti a corte rivogliono la splendida madamigella Oscar... io in prima persona... Vedete generale, io credo di essermi innamorato di vostra figlia... e presto sarei venuto a chiervi la sua mano!
- Oh conte Girodelle, questo mi riempie di gioia!! 
- Generale domani, appena vi arriva la lettera, venite da me a Versaille e insieme organizzeremo il piano d'azione!
- Si d'accordo Girodelle. A domani allora, e grazie infinte!!
Una nuova speranza aleggiava in casa Jarjayes. André era appena arrivato a casa e voleva solo andare in camera sua con il cuore pieno di gioia. Incrociò il generale. Si guardarono ed entrambi notarono speranza negli occhi dell'altro... Non sapevano se fosse per lo stesso motivo, ma nessuno dei due chiese. André salutò il generale e si diresse verso la sua stanza. Entrò e andò tritto alla finestra... guardò il cielo ormai scuro... "Oscar, amore mio, c'è ancora speranza. Non tutto è perduto! Tieni duro!! Presto verrò a salvarti!!"
Girodelle, mentre cavalcava verso casa sua pensava che presto il suo sogno d'amore con Oscar si sarebbe coronato... lui l'avrebbe salvata, e lei considerandolo un eroe avrebbe accettato di sposarlo...
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Bene, chi sarà a salvare madamigella Oscar? 
Commentate, commentate, commentate!! =) A presto mie care!!

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Capitolo 6
*** Tutti al salvataggio!! ***


Rieccomi qui con il nuovo capitolo di questa avventura! =) Ed ecco a voi il momento che tutte stavate aspettando! =) Le famigerate notizie di Fersen!! =) Cos'avrà mai scoperto? Andiamolo a vedere e buona lettura!
 
André guardava il cielo stellato e sorrideva... Gli tornarono in mente le parole di Fersen quel pomeriggio...
- Allora cos'avete scoperto?
- Ecco Andrè, sarò franco con te... Oscar è tenuta in ostaggio dagli scagnozzi del cavaliere nero... ma il mandante non è lui...
- Cosa??? E Voi come fate ad esserne certo??
- Beh vedi Andrè, oggi ho chiesto in giro ma nessuno ha saputo dirmi niente. Poi mentre venivo a casa ho notato per caso trovato questo appena fuori da Versaille... 
- Cos'e?
- Leggila tu stesso e capirai...
André lesse quel foglietto che era stato piegato in quattro. Quello che lesse fu incredibile.
"Caro duca d'Orlean,
abbiamo preso madamigella Oscar viva come promesso. L'abbiamo portata due sere fa a palazzo, nelle prigioni. Come da lei ordinato, non abbiamo usato nessun riguardo nei suoi confronti. Domani spediremo la lettera di condizioni al generale... dopo di che uccideremo madamigella davanti ai suoi occhi. L'unico problema signore e che si rifiuta di scrivere il messaggio! Abbiamo provato di tutto, a toglierle il cibo e l'acqua per un giorno intero, ma niente! Proveremo con la torutra... Ma le assicuro che entro domani avrà il messaggio pronto. 
Saluti BC"
Le mani gli tremavano, il cuore batteva forte, il respiro affannato... Non poteva permettere che ciò accadesse, doveva trovarla subito!
- Dobbaimo andare subito da lei!!! Non possiamo permettere che le facciano del male!!! 
- Calmati André... devo dirti un'altra cosa... la regina ha saputo della scomparasa di Oscar... Quel guastafeste di Girodelle e andato da lei... E sicuramente mobiliterà le guardie reali o chissà cos'altro.
- Conte ditemi che avete un piano...
- In effetti si... Vedi, prima di tornare a casa, sono andato fino a palazzo reale, e ho visto di sfuggita una porticina sul retro, con due tipi che la sorvegliavano e il cavaliere nero che entrava. Ecco io ho pensato che se uno di noi si travestisse da cavaliere nero potremmo riuscire ad entrare e salvare madamigella... Ma dobbiamo attendere domani mattina, quando il duca non c'è... così avremo più libertà di muoverci. 
- Avete ragione... lo farò io! 
- No André. tu domani mattina ti recherai a palazzo dalla regina per rassicurarla del fatto che Oscar sia al sicuro. Le dirai che ha avuto una febbre improvvisa; niente di grave, ma le serve qualche giorno per riprendersi. Mentre tu terrai impegnata la regina io potrò andare via da Versaille e agire. 
- No conte di Fersen.. e meglio che dalla regina ci andiate voi... Potete dirle che siete venuto a casa nostra per assicurarvi di persona delle condizioni di Oscar, nel mentre io agiro... Non me ne vogliate conte, ma io sono il suo attendente ed è mio preciso dovere starle accanto, proteggerla o in questo caso salvarla!
- Capisco... senti.. tu l'ami davvero?
- Si... ho vissuto quasi tutta la vita al suo fianco e alla fine ho finito per innamorarmene. Lei è l'unica donna che potrei mai amare in tutta la mia vita. Ormai è diventata la mia aria, il mio sole... lei è tutto per me. Ecco perchè devo essere io a salvarla. 
- Va bene allora! Solo una cosa non capisco... chi è questo BC?
- Sembrano le iniziali di qualcuno... ma di chi non saprei... Ad ogni modo, come restiamo d'accordo per domani?
- Allora domani mattina ci vediamo vicino al palazzo reale di Parigi alle 6.45. Io mi procurerò un costume da cavaliere nero... so già anche come. E domani poi ti faccio vedere tutto ciò che può esserti utile.
- Va bene. A domani allora conte! Buona Notte e grazie davvero del vostro aiuto!
- Di nulla! Buona Notte anche a te!
Ritornò con la mente al presente. La serata era tranquilla e calda. Poi ripensò alla strana faccia felice del generale. Di sicuro aveva a che fare con la visita di Girodelle. Era venuto a chiedere di Oscar... ne era certo. Ad André non andava a genio il vice di Oscar... prima lo considerava un viziato egoista in cerca solo di fama e belle dame da corteggiare. Ora era diventato "grande" riconoscendo i suoi sentimenti per Oscar ed era diventato un suo rivale... una sfida che lui non avrebbe mai potuto vincere. Lui non era un nobile. Non avrebbe mai potuto chiederla in sposa. Non avrebbe mai potuto amarla sotto la luce del sole... Girodelle invece poteva... Che rabbia!!!  Chissa poi cosa si erano detti: e se lui avesse chiesta la sua mano al generale? Ma ripensandoci quello era il meno. Ripensò alla lettera. Si rattristò e pensò alla sua Oscar che probabilmente adesso stava subendo chissà quali atroci torture... MALEDETTI CANI ROGNOSI pensò. Le mani gli tremavano, e divennero dei pugni. Lo sguardo infuocato dall'odio. Se l'indomani avesse avuto qualcuno di loro per le mani lo avrebbe mangiato vivo! 
Con certi pensieri fu davveri difficile prendere sonno, e quando finalmente ci ruscì fù un sonno tormentato. Finalmente arrivò mattina. Il sole stava sorgendo e lui scese in cucina a mangiare un boccone. Doveva avere le energie pronte. Quando scese le scale vide che erano tutti li, nel salone, come quando arrivò la prima lettera... lettera... Ma certo!!! Quella mattina arrivava la lettera con le condizioni... "A quanto pare è già arrivata!".
- André vieni qui per favore...
- Si generale, eccomi.
- Leggi la lettera e consigliami tu...
André prese la lettera. Volevano i 500 fucili o i soldi nel bosco dietro Versaille alle 13. Perchè in pieno giorno...??
- Signore se io fossi in voi farei come vogliono. La vita di Oscar è più importante.
- Anche tu di questa opinione?
- Si signore. La vita di Oscar vale molto di più. Ora con il vostro permesso mi ritiro. 
- Si vai pure...
Passò dalla cucina, prese qualche biscotto e poi andò a finire di prepararsi. Scese nelle stalle, preparò il suo cavallo e galoppò fino al palazzo reale di parigi. Arrivarono quasi insieme.
- Buon giorno conte di Fersen
- Buon giorno anche a te André! Allora sei nervoso?
- No... ho solo paura di come potrò trovarla...
In quel momento tre spari squarciarono il silenzio mattutino. Un senso di paura invase gli occhi dei due che si guardarono intorno e poi si lanciarono una rapida occhiata d'intesa. Partirno al galoppo verso le strade di Parigi cercando la provenienza degli spari. Qualcosa nei loro cuori gi diceva che Oscar era lì in mezzo....
Intanto anche il generale era uscito poco dopo, diretto a Versaille, dove una volta arrivato trovò Girodelle che passeggiava in attesa dei suoi uomini.
- Buon giorno Girodelle.
- Buon giorno generale... cosa ci fate qui così presto? Non mi dite che...
Il generale tirò fuori dalla tasca della giacca la lettera che Girodelle riconobbe come quella dei rapitori. La prese e la lesse.
- Beh generale siamo fortunati... essendo qui vicino sarà tutto più facile. 
In quel momento un uomo entrò di corsa nel cortile urlando che c'era appena stata una sparatoria vicino il palazzo reale di Parigi e che avevano visto scappare il Cavaliere Nero ferito... Girodelle e il generale si guardarono, montarono su due cavalli dei soldati della guardia e corsero fino a Parigi. Una strana sensazione gli diceva che in tutta la faccenda centrava Oscar...
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Cosa sarà successo? Chi arriverà per primo a salvare la nostra Oscar? Chi è questo misterioso BC??
Commentate!!! =) A presto donzelle!!!! =)

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Capitolo 7
*** Una notte di veglia e preghiera ***


Eccomi qui con il nuovo capitolo! =) Ringrazio sempre tutte quelle che commentano e anche quelle che semplicemenete leggono =) 
Allora chi riuscirà a salvare la nostra bella Oscar? Andimolo a scoprire! =) Buona lettura!! =)
 
Quattro cavalli correvano nella stessa direzione. Quattro persone diverse con un unico pensiero: Oscar tieni duro, sto venendo a salvarti!! 
Nessuno sapeva esattamente cosa avesse trovato una volta arrivato sul luogo della sparatoria, ma la priorità era cercare Oscar.
Da qualsiasi parte si arrivava, una grande colonna di fumo nero usciva da una casa, tra i vicoli di parigi, e si alzava verso il cielo. Si incontrarono tutti e quattro: due da una parte e due dall'altra. In mezzo a loro gente che gridava, correva e portava secchi d'acqua per spegnere l'incendio. Loro, invece rimasero fermi ognuno sul suo cavallo per alcuni secondi, sconvolti da quello spettacolo. I loro occhi viaggiavano su e giu, da destra a sinistra cercando di scorgere anche una piccola parte di lei... Poi qualcosa attirò l'attenzione di André... dei capelli biondi e ricci... li riconobbe subito! Scese subito da cavallo, e iniziò a correre nella direzione della scia dorata. Fersen e gli altri lo seguirono... 
- André l'hai vista?
- André che succede?
- André dove stai andando?
Lui si fermò di colpo e gli altri dietro di lui... Se la ritrovarono davanti... sporca, i vestiti strappati qui e la, macchie di sangue su un braccio, una gamba e una spalla, lasciavano presumere delle ferite... ma la cosa strana e che lei sorrise a tutti loro per un secondo, e poi guardò da un'altra parte, la sua esprssione cambiò, si fece seria, si voltò e iniziò a correre in mezzo alla folla come se stesse inseguendo qualcuno. Sparì di nuovo.
Dopo una buona mezz'ora mentre loro si erano divisi per cercarla tra la gente, finalmente l'inciendio si spense e la situazione tornò più tranquilla. Ora si medicavano i feriti, si piangevano le vittime... e loro non avevano ancora trovato Oscar. Si sedettero su un muetto uno accanto all'tro sconsolati. Poi la videro arrivare dopo poco con il cavaliere nero aggrappato alle sue spalle. Gli corsero incontro.
- OSCAR!!!! - gridarno in coro.
- Venite, non c'è un minuto da perdere! Dobbiamo portarlo da un dottore! 
- Ci penso io, datelo a me madamigella - disse Girodelle.
- Oscar, figlia mia! Stai bene! Sono così felice!! 
Il generale andò verso di lei e la bbracciò forte!! Non aveva mai visto suo padre piangere per lei... a dire il vero non lo aveva mai visto piangere in generale. Faceva uno strano effetto. Visto così non sembrava per niente il generale severo che per tutti questi anni l'aveva addestrata... ora sembrava solo un padre felice di aver ritrovato viva sua figlia. Mentre era abbracciata con suo padre lo sguardo le cadde su Andrè, poco distante, anche lui con le lacrime agli occhi e un dolce sorriso di sollievo. Una sensazione mai provata prima in lei la sorprese: avrebbe voluto abbracciarlo forte... Quando erano bambini e lei veniva sgidata, Andrè l'abbracciava sempre per consolarla... ma adesso la voglia di un suo abbraccio era diversa, più profonda... nuova. In quel momento arrivò Giroldelle, e il generale sciolse l'abbraccio.
- Il cavaliere nero è sotto le cure di un dottore amico della mia famiglia madamigella. Ha detto che sono solo ferite superficiali e che si rimetterà presto. Appena potrà ricevere visite ve lo farò sapere.
- Bene Girodelle, vi ringrazio molto.
Comparì in quel momento anche il conte di Fersen che si era allontanato per lasciare soli Oscar e suo padre.
- Fersen anche voi? Ma... non capisco... che ci fate tutti qui?
I quattro uomini si guardarono con un fare sospetto e curioso... Solo ora si erano accorti che nessuna delle due coppie sapeva perchè l'altra era li... anche se il motivo era ben immaginabile. 
- Gia... Conte di fersen, Andrè cosa ci fate voi qui? - chiese Girodelle
- Eravamo venuti a salvare Oscar! - disse il conte di Fersen, e André annui conferamando - E voi generale e Girodelle?
- Che razza di domande, eravamo quì per lo stesso motivo! - esplose il generale.
La ragazza scoppiò in una sonora risata, davanti alla scena che le si era presentata davanti. Ci pensò un attimo... "I miei uomini sono venuti a cercarmi... che carini! Mio padre, l'uomo che mi ha cresciuta ed allevata come un uomo e che dietro alla sua maschera di duro ha il cuore di un padre affettuoso e premuroso. Girodelle, il mio vice, l'uomo che mi obbedisce sempre cpn il sorriso. Lavoriamo fianco a fianco da tanti anni. In fondo mi sono affezzionata a lui. Il conte di Fersen... la mia prima cotta da donna, un mio carissimo amico... un uomo fantastico. E poi c'è lui... André: il mio migliore amico, il mio fratello maggiore, il mio compagno di giochi, di avventure, di tutta una vita! L'uomo che mi ama da anni in segreto, che mia ha sempre protetto. Cosa farei senza di loro?"
Mentre lei era assorta da questi pensieri, tra i quattro uomini era sorta una discussione che si stava accendendo sempre più. Le parve che non si trattava più solo del suo salvatgaggio, la discussione stava prendendo la piega matrimonio (da quel che ruscì a capire). Decise che doveva farmarli prima che si azzuffassero.
- Ehm scusate... scusatemi... SIGNORI!!!! 
Si girarono ammutoliti.
- Io vi ringrazio di cuore per esservi preoccupati per me, ed essere accorsi in mio aiuto, ma come vedete non ce ne è stato bisogno.
- Già! Oscar come hai fatto a liberarti?
- Non ci crederete mai... - in quel momento però le forze l'abbandonarono e cadde al suolo priva di sensi. Il primo a soccorrerla fu Andrè. La caricò sul suo cavallo, gli altri montarono sui loro e andarono tutti verso palazzo Jarjayes al galoppo.
Fu subito chiamato il dottore di famiglia che arrivò dopo pochi minuti. La visitò alla presenza di Nanny e madame Jarjayes che, quando il dottore ebbe finito, rimasero dentro con lei. Fuori dalla stanza di Oscar André, il generale, Fersen e Girodelle aspettavano con ansia che il dottore uscisse. Quando lo videro arrivare si avvicinaro tutti con aria seriamente preoccuapta e le notizie che ricevettero non fecero che peggiorare i loro umori gia bassi.
- Allora dottore come sta mia figlia?
- Generale sarò schietto: madamigella ha preso tantissimo sangue. In più ha riportato delle ferite da torure abbastanza gravi. L'ho trovata anche leggermente denutrita. Quanto tempo tempo è rimasta prigioniera? 
- Circa quattro giorni. 
- Capisco... io ho fatto tutto il possibile. Ora sta solo a madamigella Oscar lottare per la sua vita... tutto dipende da questa notte. Se la supera ci sono buone possibilità che si rimetta in un paio di mesi... ma generale... sinceramente... tempo che farà fatica a passare la notte... mi dispiace generale. Ad ogni modo, torno domani mattina presto per controllarla. 
- Grazie mille dottore... lei ha fatto il possibile. A domani...
Il dottore se ne andò e loro entrarono nella stanza. Il generale si strinse a sua moglie che piangeva seduta accanto al letto della figlia. André andò ad abbracciare sua nonna che piangeva anche lei dall'altra parte. Fersen e Girodelle rimasero ai piedi del letto, accanto alle due colonne del baldacchino. Si accorsero di avere le lacrme che sgorgavano dai loro occhi. 
Nessuno se la sentiva di lasciare la stanza, ma non potevano resistere ai richiami del proprio corpo. Uno dopo l'altro si alternarono in bagno, Nanny andò in cucina controvoglia per preparare la cena e diede ordine alle cameriere di preparare due stanze degli ospiti per i due conti. 
Fu una notte lunga, piena di preghiere e silenzi. Si davano i turni per vegliare Oscar. I primi furono i suoi genitori. Si scambiarono poche parole. Le loro attenzioni erano tutte per la figlia che soffriva accanto a loro. Dopo 3 ore fu il turno di Girodelle e Fersen rimanere in compagnia della ragazza moribonda. Non ci furono parole tra loro. Entrambi pregavano silenziosamente il Signore che risparmiasse la vita di questa ragazza meravigliosa. Dopo altre 4 ore di veglia Andrè diede il cambio ai due conti. Lui era da solo perchè la anziana nonna era crollata dopo tanto piangere. Aveva pensato che svegliarla per fare la veglia ad Oscar con lui, le avrebbe provocato altro dolore inutile, che alla sua età non le giovava. 
La gaurdava contorcere il viso in smorfie di dolore ad ogni minimo movimento e lui sentiva il suo cuore frantuamrsi... non riusciva proprio a vederla così... il pensiero che era sul punto di perderla lo uccideva... Si sentiva impotente... lei stava morendo e lui non poteva fare niente per salvarla. Si disse che era tutta colpa sua! Se quella sera non l'avesse persa di vista a quest'ora lei sarebbe stata salva... viva e allegra come lo era sempre!! Si disse che se lei non sarebbe sopravvissuta, uan volta ufficializzata la sua morte, lui l'avrebbe raggiunta in paradiso. Una vita senza Oscar non era più vita. Era seduto accanto a lei e le teneva stretta la mano. Voleva bearsi del tocco della sua pelle, guardare il suo divino volto per un ultima volta. Non gli sarebbe stato concesso di perdersi un ultima volta nel blu dei suoi occhi però, e questo gli dispiacque molto. Preso da questi pensieri riprese a piangere con la testa poggiata sul braccio di Oscar. Una sola preghiera uscì dalle sue labbra tristi: "Oscar ti prego non mi lasciare!! Oscar rimani con me!! Non smettere mai di lottare!! La tua vita è troppo importante per me!! Se tu dovessi... dovessi... - non riusciva nemmeno a pronunciare quell'eventualità - io non posso vivere senza di te!! Ti prego non rinunciare alla tua vita in questo modo, non lasciarti andare! Combatti!! Tu hai sempre combattutto per gli altri! Ora è il momento di combattere per te sessa! Sii forte, non perdere la speranza!! Oscar io ti amo e non voglio perderti!! Non lo sopporterei!!! Ti prego non mi lasciare!!" 
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Ce la farà la nostra Oscar a passare la notte e guarire? Oppure dovremo dire addio alla nostra eroina?? 
Riusciremo a sapere come è riuscita a liberarsi??
Commentate sempre in tante mi raccomando!! =) I vostri commenti sono molto preziosi!! =) Vi ringrazio in anticipo!!! =) 
A presto ragazze!!! =) 

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Capitolo 8
*** Risveglio! ***


Eccomi!! Scusate se questa volta ci ho messo un po' troppo ad aggiornare... =) Ma tranquille sono tornata! =) Ringrazio sempre calorosamente quelle che recensiscono e chi semplicemente legge =) Allora... riuscirà la nostra beniamina a sveglirasi?? Andiamo a vedere =) Buona lettura!! =)
 
Era l'alba. Il sole, una palla di fuoco ardente color rosa-rosso si alzava piano nel cielo arancione. Tutte le speranze erano riposte in quell'alba di quel nuovo giorno che tutti a palazzo Jarjayes volevano non finisse mai per darle più tempo. Già, più tempo... ma quanto? Da quando era sventua a Parigi non aveva ancora dato segni di rirpesa, era rimasta lì ferma come una statuta di ghiaccio. Nemmeno il calore delle lacrime che tutti avevano versato su di lei sembravano in grado di sciogliere quella coltre di ghiaccio che la teneva assopita in chissà quale strano sonno. André non aveva chiuso occhio per riposare nemmeno un secondo. Il suo cuore traboccante di speranza non aveva mai smesso di credere in lei. Ora stava seduto su una sedia vicinissima al letto, con la tesa poggiata da un lato accanto al braccio di Oscar. Gli occhi spalancati a fissare il vuoto. Dopo qualche minuto bussarono alla porta "toc toc"
- Andrè, che novità? - chiese madame con tono poco speranzoso
- Nessuna purtroppo madame....
- Ohhh pover figlia mia.... Ohhh la mia bambina.... 
- Suvvia cara non disperate... vedrete che si riprenderà, dopotutto è quasi mattina e il dottore arriverà tra poco... 
Ma queste parole non riuscirono a consolarla granchè... Madame si chinò sul petto della figlia e tese l'orecchio... il cuore batteva... battiti deboli... ma c'erano. Questo la tranquillizzò di poco. Arrivarono poi anche gli ospiti e la vecchia Nanny... erano tutti intorno al letto della ragazza. Nessuno parlava. Una preghiera veniva recitata all'unisono sottovoce, nel silenzio. Passarono i minuti e finalmente il dottore arrivò.
- Com'è andata questa notte?
- E' rimasta così... non ha dato nessun segno...
- Capisco... beh proverò a visitarla di nuovo... signori devo chiedervi di uscire dalla stanza... madame voi potete restare se lo desiderate.
- Si ovvio che resto.
Più i minuti passavano, più l'agitazione cresceva... i quattro uomini erano nel cossiroio. Il generale faceva avanti e indietro; Andrè era affacciato al corrimano delle scale. Fersen e Girodelle erano seduti su delle sedie accanto alla porta. Poi nel silenzio si levò un urlo strazienate...
Un senso di paura pervase i loro animi. Si precipitarono tutti nella stanza di Oscar e trovarono madame inginocchiata a terra che piangeva disperata insieme a Nanny. Il dottore, voltato ancora verso Oscar, non parlava. Rimase immobile. 
- Che succede??? - chiese il generale. SI getto subito accanto alla moglie, le sollevò il viso per guardarla e la trovò sconvolta. Mai l'aveva vista piangere in quel modo. Poi guardò il dottore, che si girò: anche lui aveva le lacrime agli occhi. André, Fersen e Girodelle stavano sulla porta, incapaci di muovere un passo. 
Il generale si avvicinò al letto. Vide che Oscar era diventata più pallida... sfiorando la sua mano la sentì fredda... ghiaccita... Allora, in quel momento, vide tutto quello che aveva sempre temuto prendere forma... La sua adorata figlia, il suo erede... si era spenta.
- Oscar... NOOOOO!!!!!!!!!!!!
In quel momento le gambe non lo sorressero più; scivolò a terra accanto al letto, afferrando con forza le coperte e scoppiò in un pianto rabbioso e disperato. I tre uomini sulla porta sentirono un colpo al cuore. Andrè non sapeva cosa fare. Le lacrime gli sgorgavano dagli occhi come fiumi in piena. Sentiva il suo cuore battere all'impazzata. Non era vero. La sua Oscar non se ne era potuta andare via così. Non poteva credere che avesse perso la battaglia per la vita. Era andata via e lo aveva lasciato solo. Non aveva fatto in tempo a confessarle apertamente il suo amore. Non aveva avuto il tempo di rubarle un bacio. E ora quelle occasioni sprecate non sarebbero più tornate indietro. Non avrebbe potuto più perdersi in quel magnifico blu dei suoi occhi. Non avrebbe più potuto toccare la sua pelle di seta, ne sentire la sua risata, ne vederla in tutta la sua bellezza... Tutto questo gli era appena stato tolto da un destino già troppo crudele, che lo aveva fatto nascere senza un titolo nobilare che gli avrebbe permesso di sposarla.
Dopo dei minuti che sembravano ore, in cui ognuno pianse, il dottore intimò a tutti di lasciare la stanza, in modo che potesse occuparsi del corpo. Si fece forza e accompagno fuori tutti lasciando Andrè per ultimo. 
- Andrè so che tu eri molto legato a madamigella Oscar... questo è l'ultimo momento per dirle addio. Vi lascio soli per un attimo. - e così dicendo uscì dalla stanza chiudendo la porta.
Andrè la sollevo un poco con le mani tremanti e se la portò fra le braccia. Era fredda e troppo bianca. La guardò per qualche istante poi scoppiò a piangere. Piangeva e le batteva forti pugni all'altezza del cuore. 
- Perché?? Perché signore perché??? Io ti amavo Oscar, ti ho amata per non sò quanti anni... tu eri la mia unica ragione di vita. Io senza di te sono perso!! Ti prego non puoi lasciarmi così!!! 
E proprio quel susseguirsi di colpi fece scattare qualcosa. Oscar riprese un leggero colorito e un pochino di tepore corporeo, si mosse tra le sue braccia e dopo qualche piccolo colpo di tosse aprì lentamente gli occhi. Lo sguardò di Andrè si illuminò di gioia. 
- Oscar... hei come ti senti?
- A...Andrè... sei... sei proprio tu... io... io mi sento un po' stordita...
- Ohh Oscar sono così felice! Ti credevamo morta... Ohh Dio sono così felice che non riesco a smettere di ridere e... e piangere... Devo dirlo agli altri... tu aspetta qui...
E così dicendo la riappoggiò delicatamente sui cuscini e corse fuori dalla stanza urlando.
- Oscar è viva!!! Oscar è viva!!!
A quella affermazione tutti si girarno verso di lui guardandolo in cagnesco. Pensavano che si stesse burlando di loro e Andrè lo capì e continuò:
- Vi dico che è viva, se non ci credete venite a vedere voi stessi!! 
A quel punto il dottore e madame Jarjayes si alzarono e corsero nella stanza, seguiti da Nanny e il generale, e poi anche da Fersen e Girodelle. 
E fù così che la trovarono con la testa girata verso di loro e gli occhi blu che li guardavano sorridenti. Nessuno poteva crederci. Rimasero tutti sbalorditi! 
- Andrè come hai fatto?? - chiese il dottore.
- Non lo so... io, preso dalla rabbia le ho dato dei piccoli colpi qui (indicando la zona del cuore sul suo petto con un dito)...
- Hai stimolato il cuore! Con i tuoi colpi hai stimolato il cuore a riprendere i suo batttiti! Ma è fantastico!!!
Madame e il generale intanto si erano stretti intorno alla figlia, Nanny era abbracciata al nipote. Perfino Fersen e Girodelle si scambiarono un abbraccio amichevole!
Ma i festeggiamenti durarono poco. Oscar era ancora debole. Il dottore fece un'altra visita, più accurata a madamigella e poi lasciò a Nanny e madame le istruzioni per la buona guarigione di Oscar. Fersen e Girodelle tornarono alle loro case. Concordarono con il generale che a corte era meglio dire che madamigella aveva preso una brutta influenza e che si sarebbe ripresa del tutto in un mese per ordine del dottore. 
L'indomani mattina Girodelle andò dalla regina a raccontarle della febbre di Oscar, e poco dopo arrivò a casa Jarjayes un messaggero con un augurio di pronta guarigione e un piccolo dono da parte dei sovrani. Tempo prima era successo che una volta la regina disse che i capelli di Oscar erano così belli ma abbastanza ribelli e che ci voleva un'arma speciale per tenerli a bada. Memore di quell'episodio, la regina mandò ad Oscar una delle sue spazzole. "Che pensiero carino... com'è dolce la mia Regina!" Dolcezza... Oscar pensò che anche altre persone erano state dolci con lei... in primis sua madre... poi Nanny... e Andrè. Le tornò in mente la sera in cui, tornando dal ballo a cui aveva preso parte con abiti femminili, Andrè le aveva dichiarato il suo amore credendola addormenata. Vederlo lì che la teneva tra le braccia quando il giorno prima si era risvegliata, era stata per lei una sensazione meravigliosa. Per qualche motivo, da quella sera, si sentiva strana quando pensava a lui. Si ritrovava gli occhi brillanti e il cuore batterle forte. 
Nel pomeriggio Andrè andò a farle visita.
- Oscar, stai riposando? Posso Entrare?
- Certo Andrè vieni! Vieni a sederti qui sul letto accanto a me.
- Allora, come ti senti oggi?
- Meglio devo dire. Sa Andrè non ti ho ancora ringraziato per avermi salvato la vita...
- E' stato un gesto istintivo... sai quando credevo di averti persa io... non c'ho più visto... Io senza di te sarei perso. Oscar io... io...
- No! Non dire niente... abbracciami forte!! 
Quella richiesta lo colse di sorpresa, ma non attese a prendere Oscar tra le braccia e stringerla forte a se (per quanto le ferite gli consentivano). Che bella sensazione poterla tenere così... sentire il suo abbraccio... il suo viso sul mio petto... "Avrei tanta voglia di baciare le tue labbra adesso piccola mia".Lei dal canto suo si sentiva così bene avvolta dalle sue braccia. Voleva che le cose tra loro cambiassero, come lui (e adesso anche lei) voleva che abdassero. Quella era l'occasione perfetta. Così, come se avesse potuto sentire i suoi pensieri, lei alzo il viso, prese quello di lui tra le mani e con le labbra cercò le sue e lo baciò. Subito fù un bacio leggero, dolce... Poi la passione che da troppo tempo Andrè aveva respinto venne a galla e trasformò quel bacio in qualcosa di più. La lingua di Andrè cercava di far schiudere le labbra di lei per coinvolgerla in quel vortice d'amore e passione. E lei acconsentì a lasciarsi andare. Fu un bacio intenso e colmo d'amore. Quando finirono il bacio si staccarono di pochi millimetri, in modo da poter continuare a sentire l'uno il respiro dell'altra. Era un attimo così magico, così bello... Ma le cose belle finiscono presto. Entrando André aveva distrattamente lasciato la porta socchiusa. Il generale, che era andato da Oscar a trovarla, aveva visto tutto e irruppe nella stanza sorprendendo i due ragazzi e....
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Alla fine la nostra Oscar si è salvata! Ma adesso... cosà farà il generale?
Ecco che il destino presenta ai nostri giovani eroi un'altro ostacolo da superare.
Commentate ragazze, commentate che mi fa sempre piacere!!! =) A presto donzelle!! =)

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Capitolo 9
*** Uomo?... Donna! ***


Eccomi di nuovo qui =) grazie mille a tutte quelle che come sempre commentano e chi solo legge!! =) Bene, eravamo rimaste nel momento in cui il generale interrompe la scena di magia... vediamo che succede ora! =) Buona lettura!! =)

 

Il generale entrò nella stanza sbattendo la porta al muro. I due ragazzi si voltarono di scatto, e alla vista del padre di Oscar i loro occhi si riempirono di paura.

-Cos'è questa storia?? André come ti sei permesso di baciare mia figlia???

-Padre non è come sembra! Non fraintendete la situazione...

-Ah no? E com'è allora? André tu sei un servo, non avrai mai il diritto di chiedere la sua mano! Pensi che non me ne sia accorto? Si vede benissimo che tu sei innamorato di mia figlia, ma non sei un nobile, cerca di ricordarlo. Tu sei un servo!!

-P Padre...

-No madamigella, vostro padre ha ragione. Io sono un servo e come tale devo mantenere le distanze. Perdonatemi signore, e anche voi madamigella... Ora con il vostro permesso mi ritiro. -Padre non credete di aver esagerato con lui? Dopo tutto non è solo il mio attendente, ma un fratello per me!

-Non mi pare che i fratelli si scambino baci...

-Padre voi non capite....

In quel momento Nanny bussò alla porta....

-Scusate se vi interrompo ma, signor generale c'è un ospite che chiede di voi...

-E chi è, di grazia?

-Forse è meglio se venite a vedere voi stesso...

-Va bene, arrivo, arrivo. Finiremo questo discorso più tardi! - disse alla figlia girandosi verso la porta.

Mio dio... ma perché mi sono lasciata andare come una ragazzina... Anche se però... devo ammettere che il tocco delle sue labbra sulle mie... ha scatenato in me una sensazione strana... sentivo il cuore battere forte, uno strano brivido scorrermi lungo la schiena... desideravo stringere il suo corpo forte contro il mio, volevo far scorrere le mie mani sul suo possente petto scolpito... “ Qualcuno interruppe quei pensieri bussando alla porta.

-Scusate madamigella, ve la sentite di scendere le scale per raggiungere il resto della famiglia al piano di sotto?

-Si perché?

-C'è qualcuno che dovete conoscere.

Aggrappata a Nanny da una parte e al corrimano dall'altra, Oscar scese le scale e raggiunse il salotto dove suo padre, sua madre, André e alcune cameriere erano intente ad intrattenersi con un ragazzino che a vederlo così avrà avuto circo 8 anni. Guardandolo bene in faccia Oscar rimase stupita.

-Padre, chi è questo bambino? La somiglianza con voi è straordinaria!!

-Mi chiamo Sebastien signore, sono il figlio del generale Jarjayes.

-COSA!?!?!?! Il figlio del generale Jarjayes?? Ma sei sicuro piccolo?

-Si signore!

-Madre... - lo sguardo di madame era perso nel vuoto... Non aveva mai visto sua madre così triste e arrabbiata nello stesso tempo... Da quello sguardo Oscar capì che sua madre non era la madre del bambino che le stava davanti.

-Padre che storia è questa?

-Oscar io giuro che non sapevo niente di questo ragazzo... Te lo giuro Oscar

-Quindi che avete intenzione di fare padre?

-Mia madre mi ha lasciato questa per voi signore – disse il bambino, estraendo dalla tasca della giacca una lettera leggermente stropicciata. - Ve la manda mia madre chiedendovi di prendervi cura di me... vedete lei è morta e io non ho nessuno con cui stare... tranne voi.

-Cara vi prego dite qualcosa! - tutti pendevano dalle sua labbra... da lei sarebbe giunto il verdetto sul quel bambino... e anche sul suo matrimonio. Lei era stata sempre fedele e innamorata di suo marito come il primo giorno. Adesso, per la prima volta dopo tanti anni iniziava ad avere dei dubbi sul marito. Lei aveva sempre cercato di soddisfarlo in tutti i modi... tranne uno... ecco allora una possibile spiegazione a quel bambino che le stava davanti. Forse ha cercato in un altra quello che lei, non per volontà sua, non era mai riuscita a dargli... Un maschio. Se avesse saputo che un giorno si sarebbe arrivato a questo si sarebbe opposta quando la sua povera Oscar veniva scelta come erede.

-Beh forse non ho motivo di biasimarvi per ciò che è successo. Io non sono stata capace di darvi un vero maschio... e quindi avete cercato di averne uno da un'altra parte. Mi sembra giusto, infondo la nostra Oscar è diventata una splendida donna ed è giusto che abbiate altri progetti per lei, nonostante abbiamo ricoperto perfettamente il ruolo che voi avete scelto per lei alla nascita. Oscar, mia cara, ti presento il tuo fratellino Sebastien de Jarjayes, l'erede del generale, colui tra pochi anni erediterà la carica di comandante delle guardie reali!

Rimasero tutti esterrefatti da quella affermazione detta con tono fiero. Com'era possibile che madame non si sentisse tradita ma avesse accettato quella bizzarra situazione...

-Dunque volete che lo riconosca come mio figlio legittimo?

-Non è quello che avete sempre desiderato?

-Si ma... ma..

-Allora niente ma allora caro. Non indugiate ancora a riconoscere come vostro questo ragazzo.

-Ma... ma... cosa diremo a sua maestà?

-Ricordate che ero stata lontano da palazzo per lunghi mesi anni fa? Diremo che mi ero allontanata per dedicarmi a questa gravidanza, ma non abbiamo detto niente perché volevamo prima decidere sul da farsi con Oscar nel caso in cui fosse stato un maschio.

-Come volete mia cara... Bene allora... Nanny

-Si signore?

-Preparate questo ragazzo, andiamo subito da sua maestà il re ad annunciarlo!

-Certo. Vieni con me caro.

Quando Nanny e le altre cameriere se ne furono andate rimasero solo Oscar, André il generale e sua madre nella sala.

-Oscar figlia mia... vieni con me. Voglio farti vedere una cosa.

-Si certo madre. André tu puoi andare... ci vediamo dopo.

E così dicendo se ne andarono tutti lasciando il generale solo con i suoi pensieri.


Entrarono in camera della madre, e lei prese fuori da dietro la porta un grosso baule azzurro con le rifiniture dorate. Era leggermente impolevaro. A sua madre però brillavano gli occhi mentre lo spingeva verso il letto con il suo aiuto. Doveva esserci qualcosa di davvero importnte per lei.
-Vieni cara Oscar, voglio mostrarti cosa c'è in questo baule...

-Madre ditemi la verità... cosa ne pensate di questa situazione, vi prego non fingete con me... dopo tutto sono pur sempre vostra figlia!

-Hai ragione Oscar... devo ammettere che tutto questo mi infastidisce e non poco... ma alla fine tuo padre ha ottenuto ciò che voleva... e ora finalmente tesoro mio potrai abbandonare questa uniforme che, per quanto ti doni, non è più affare tuo!

-Madre ma che dite? Il piccolo Sebastien è ancora troppo giovane...

-Questi sono problemi di tuo padre! Su adesso spogliati e provati solamente questo abito.

E così dicendo tirò fuori dal baule un bellissimo abito seta bordò, con le rifiniture bianche. Era un abito semplice ma che risultava davvero molto elegante! Oscar con quelache perplessità si cambiò d'abito, e sua madre la aiutò con il corsetto. Poi la fece sedere davanti allo specchio e con la sua spazzola le pettinò, con gesti delicati i lunghi capelli biondi. Quando ebbe finito madame guardò la figlia... era davvero stupenda. Non si era mai vista tanta bellezza fino a quel momento in casa Jarjayes.

-Sei radiosa figliola. Sai, io indossavo questo abito il giorno che conobbi tuo padre.

-Dite davvero madre?

-Si cara... devo ammettere che tuo padre era davvero un giovane affascinante all'epoca. Non che ora sia brutto, ma si sa, la giovinezza è il periodo più bello!

-Ma perché me lo raccontate madre?

-Vedi Oscar, ora che non dovrai più essere un soldato è giusto che inizi ad imparare come si comporta una vera madamigella. Anche se questa storia la sanno anche le tue sorelle, questo abito non l'ho mai fatto provare a nessuna di loro. Tu sei la prima.

-Madre così mi onorate... - disse arrossendo leggermente – come mai allora lo fate indossare proprio a me?

-Adesso è presto figliola... ma a breve capirai ogni cosa. Adesso ti dispiacerebbe prendere i nastri che tieni conservati nel tuo cassetto per favore?

-Conciata così?

-Ma certo! Tanto la tua stanza è vicina! Su ora vai!

Oscar ancora più confusa di prima uscì dalla stanza e dopo pochi passi sentì qualcuno che la chiamava.

-Oscar... ma sei proprio tu?

Lei si girò, in tutta la sua bellezza, e il povero André rimase abbagliato da tanta meraviglia. Il suo cuore accelerò i battiti, le sue gote divennero rosse e la gola gli si seccò.

-Sono davvero così ridicola? - chiese Oscar fraintendendo la reazione di lui

-No no... al contrario... sei meravigliosa! Non ho mai visto niente di più bello!

-Dai André così mi fai arrossire!

-Dove stai andando?

-Semplicemente a prendere dei nastri per mia madre... credo voglia giocare un po con i miei capelli...

-Chi non vorrebbe...

-Cosa?

-Ah... ahahaha no niente... Io... devo andare! - E corse via.

-Ma che diavolo gli ha preso? Mah... - La reazione di André l'aveva lasciata stupita. In quel momento le tornò in mente quel bacio... il calore che aveva sentito, il desiderio di essere ancora tra le sue braccia... Si senti le guance bollire e così ridacchiò e scacciò quei pensieri dalla testa. Andò in camera sua. Prese i nastri e fece ritorno in camera della madre...

-Ecco a voi madre.

-Bene, ora siedi e lascia fare a me! A quanto pare hai lasciato senza parole il povero André?

-E voi come...

-Ho sentito delle voci e mi sono affacciata alla porta, e non ho potuto fare a meno di notare la faccia di André... Di e diventato davvero un bell'uomo vero?

-Beh suppongo di si madre, ma che domande mi fate, lo sapete bene che lui è il mio migliore amico!

-Il vestito che indossi ora lo avevo su anche quando tuo padre e io ci amammo per la prima volta.

Una sensazione di disgusto pervase Oscar...

-Tranquilla, è pulito...

-Non è per quello madre...

-Tranquilla.... vedi ti ho fatto mettere questo vestito e ti ho chiesto di uscire così perché aveva sentito André da queste parti e volevo che ti vedesse così bella.

-Perché madre?

-Vedi quando tua padre è entrato nella tua stanza, mentre vi “osservava” dalla porta io ero con lui, ed ho capito subito che tra voi due era scattata la scintilla. Volevo che tu ti sentissi apprezzata anche da vera donna quale sei, non solo da pravo soldatino. Non ti sei sentita bene quando l'hai visto arrossire davanti a te?

-Beh in effetti si...

-E non ti sei sentita finalmente una donna?

-Si ma – in effetti le aveva fatto molto piacere che André la avesse apprezzata. Si era sentita stranamente bene. E poi si vedeva anche bella tutto sommato in abiti femminili.

-Allora figlia mia abbandona ora l'uniforme e fai il tuo debutto in società come Lady Jarjayes!!

-Ma madre, se io divento una donna completamente che ne sarà di André? Mi verrebbe tolto come attendente e messo al servizio di Sebastien....

-Stai tranquilla, su questo ci penserò io... farò in modo che lui rimanga il tuo attendente in modo che possiate vivere il vostro amore!

-Oh madre io vi ringrazio!! Vi prometto che penserò seriamente a quanto mi avete detto!!

-Oscar, bambina mia! Questo vestito ora e tuo! Sento che sarà più utile a te che a me ormai! Vai ora!

-Grazie madre, di cuore!

Mentre parlavano la madre di oscar le aveva legato le ciocche di capelli accanto agli occhi in un elegante codino con un fiocco bianco. In quel momento il generale entrò nella stanza per prendere prendere la spada e vide le due donne... Ma il suo sguardo si soffermò sulla figlia.

-Oscar... sei davvero bellissima. Non ti avevo mai vista con un abito da s... ma aspettate... cara, quello non è forse l'abito di...

-Si.

-E non è lo stesso abito di quella volta che...

-Esatto. Non le sta di incanto?

-Si, meraviglioso.

-Bene allora dovrai farci l'abitudine mio caro perché d'ora innanzi è così che vedrai nostra figlia. Una donna, quale è sempre stata!

-Ma che dite?

-Ho deciso che insegnerò ad Oscar come essere una damigella perfetta e lei farà il suo debutto a corte come Lady Jarjayes!

-Non potete!

-Si che posso! Lei è mia figlia tanto quanto lo è vostra!

-Non lo permetterò....

Scusate se questo capitolo è un po' lungo ma andava fatto. Bene sono successe tante cose in questo capitolo. Abbiamo un nuovo personaggio,Sebastien, presunto fratello di Oscar (ho preso liberamente spunto dal fumetto numero 23 di Lady Oscar). Oscar che diventa una dama... ce la farà o il padre si intrometterà ancora una volta? Riuscirà la nostra bella a dichiarare finalmente a se stessa e ad André i suoi sentimenti?? Commentate!! =) Baci!! =)

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Capitolo 10
*** Aria di cambiamenti in casa Jarjayes ***


Eccomi qui con il nuovo capitolo! =) Lo so che ho pubblicato il nono solo ieri, ma questo in teoria doveva essere una capitolo solo, ma era trooppo lungo e quindi l'ho dovuto spezzare. In quello di ieri c sono troppi interrogatici che rimangono in sospeso, quindi ho deciso di pubblicare il seguito adesso in modo da sciogliere tutti i dubbi. =) Allora, dove siamo rimasti?? Oscar ha iniziato a capire che prova qualcosa per André. E' arrivato un bambino che dice di essere figlio del generale. Madame alla luce di questo vuole che sua figlia diventi finalmente una donna a tutti gli effetti. Bene vediamo allora che succede. Buona lettura! E sempre grazie a chi legge o/o commenta!! =)

 

L'aria nella stanza era davvero molto tesa. Oscar non aveva mai visto i suoi genitori litigare. Per lei erano sempre stati una coppia affiatata e unita. E adesso li vedeva guardarsi in cagnesco. Prima il bambino e ora il suo futuro. “Mio padre ha deciso quale sarebbe stata la mia vita quando sono nata. E nessuno ha tentato ad opporsi. Adesso è mia madre a scegliere per me... Ma nessuno mi ha mai chiesto cosa volessi fare IO della MIA vita. Io so che loro lo fanno per il mio bene, che vogliono solo il meglio per me... ma dopotutto sono abbastanza grande per decidere della mia vita! “

I suoi pensieri furono interrotti da un gesto folle. Suo padre aveva alzato una mano... sapeva bene lei quale significato avesse quel gesto e istintivamente si gettò davanti alla madre con le braccia aperte a mo di difesa.

-Padre che state facendo? Vorreste alzare le mani su mia madre? Non ve lo permetto!
-Levati di mezzo tu, non sono questioni che ti riguardano!!

-Sbagliate padre! Qui si tratta della MIA vita! Per tutta la vita non h fatto altro che obbedire ai vostri ordini e vivere come voi mi avete sempre imposto! Ma ora basta! Sono adulta, sono matura e perfettamente in grado di decidere della mia vita! Non potete cancellare che io sia nata donna, e nonostante io abbia vissuto vestendomi e comportandomi da uomo, tale non sono e non sarò mai completamente! Avete avuto il coraggio di andare con un'altra donna, mentre mia madre vi è sempre rimasta fedele. Il signore, ha voluto comunque concedervi la grazie di una figlio maschio, e mia madre ha sorvolato su questo fatto ingoiando del fiele amaro. Non tutte le donne sarebbero state disposta ad accettare una fatto così grave! Ora che avete il vostro erede istruitelo come si conviene al figlio del generale come avete fatto con me, infondo e solo un paio d'anni più avanti di quanti non ne avessi io quando ho iniziato ad avere il precettore. Sono scura che essendo figlio vostro imparerà in fretta tutto quello che c'è da imparare, e lasciate che io viva la mia vita in pace!!!

-Oscar...

Da dietro le spalle della ragazza madame ascoltava la figlia difendere lei e se stessa, e piangeva lacrime di commozione. Il generale guardava quella donna con l'abito bordò, i capelli biondi e gli occhi blu del mare decidere della sua vita e ribellarsi ai suoi ordini. Doveva ammetterlo, non era più una bambina... era diventata una donna... una bellissima donna... e dopo tutto non sarebbe stato giusto privarla ancora della felicità. Tuttavia temeva che se lei si fosse ritirata adesso i Girodelle avrebbero preteso il posto che occupava Oscar e lui non avrebbe permesso che i Jarjayes diventassero secondi a qualcuno.. Quindi fece un profondo respiro, si rilassò qualche secondo e disse con tono pacato.

-Hai ragione Oscar, ma vedi Sebastien è ancora un bambino, e se tu lasci adesso... Il conte Girodelle potrebbe pretendere il tuo posto e non posso permettere che tuo fratello diventi il suo secondo. Perciò ti chiedo umilmente di avere pazienza ancora qualche anno. Appena Sebastien sarà pronto potrai lasciare l'uniforme e vivere come vorrai. Non opporrò nessuna obiezione alle tue decisioni.

Oscar ci rifletté sopra un momento. In effetti il padre non aveva poi tutti i torti. Quindi facendo due conti avrebbe dovuto essere il comandante delle guardie reali ancora 6 anni. Poi le venne in mente André, quel bacio, la sua reazione poco prima...

-Padre, avete ragione, difenderò l'onore della mia famiglia ricoprendo ancora il mio ruolo finché il piccolo Sebastien non sarà pronto. Ma ad una condizione: All'interno del palazzo voglio vivere come una ragazza, imparerò da mia madre quello che lei avrà da insegnarmi sulle buone maniere da damigella. E voglio che André continui a farmi da attendente. Ormai lui è come un fratello per me...

-Sei sicura Oscar? Ormai siete adulti e non penso che...

-Questa è la mia condizione padre. O così oppure mi ritiro adesso!

-Ahhhh e va bene. Hai vinto. Accetto le tue condizioni... e ti ringrazio.

In quel momento bussarono alla porta.

-Generale il bambino è pronto, e la carrozza è fuori che vi attende.

-Grazie Nanny. Vieni Sebastien, andiamo a corte dal re!

Così prese per mano il bambino e insieme si diressero verso il giardino. Quando la porta si chiuse dietro di loro Oscar si inginocchiò a terra e tirò un sospiro di sollievo. Era la prima volta che si ribellava a suo padre tenendogli testa in quel modo e riuscendo perfino ad ottenere ciò che aveva chiesto. Alzò gli occhi che iniziavano a perdere lacrime e vide sua madre che la guardava con ancora gli occhi rossi e gonfi di lacrime anch'essa. Allora madame si inginocchiò e abbracciò forte la figlia, come se l'avesse ritrovata dopo molto tempo. E forse era stato davvero così. Nanny era rimasta qualche secondo dietro la porta della stanza per assicurarsi che tutto fosse tranquillo, ma quando senti le due donne piangere entrò: la scena che aveva davanti era quella che aveva sognato per anni. La sua bambina finalmente libera (o quasi) di essere donna! Madame e Oscar si girarono e videro la vecchia e cara governante che si stava commuovendo. Così Oscar si alzò e andò ad abbracciare la donna che aveva allargato le braccia. Anche madame andò ad abbracciare la governante a cui era molto grata per aver dato alla figlia quell'affetto che lei non aveva potuto donarle. Le tre donne rimasero così per qualche minuto, finché André, che stava cercando sua nonna, non sentì il pianto comune e si affacciò alla porta. Non sapeva che fare. Erano così dolci tutte e tre insieme che gli dispiaceva rompere quel momento. MA non poteva vedere il volto della sua Oscar rigato dalle lacrime, anche se di gioia. Decide di bussare lievemente alla porta.

-Scusate se vi interrompo signore...

-Vieni André caro, vieni qui... - disse madame tendendo una mano, che André avvicinandosi prese con un po di imbarazzo. Madame mise la mano di Oscar sopra quella di André e si allontanò di un paio di passi dai due, con Nanny accanto. I due ragazzi tennero lo sguardo fisso sulle loro mani e poi timidamente si guardarono. Entrambi avevano le gote arrossate. Oscar sorrideva imbarazzata. André la guardò con attenzione e vide i capelli di Oscar: quel codino così semplice le dava un'aria da vera dama. Era sempre più bella.

-Guarda Nanny... l'amore! - Disse madame osservando compiaciuta la scena.

-Avete ragione madame.

Oscar ritirò la sua mano da quella di André, si girò verso la madre e le sorrise. I suoi occhi brillavano di una nuova luce.

-Madame, posso chiedervi una cosa?

-Certo.

-Ora che quel bambino è il nuovo erede di vostro marito... che ne sarà do Oscar... e di me?

-Vedi Sebastien è ancora piccolo e deve essere istruito bene. Quindi Oscar manterrà il suo posto a Corte come comandante almeno finché il piccolo non sarà pronto. Ma solo alla reggia. Quando sarà in casa potrà essere una ragazza. Le insegnerò come essere più femminile, più donna e qualche buona maniera in più che si addice ad una ragazza. Tu resterai il suo attendente.

-Dite davvero? Ma ora che lei diventerà una ragazza non avrà bisogno di qualcuno per i vestiti, il trucco...

-Tranquillizzati André, per quello ci penseremo io e Nanny. E poi ci sono molte cameriere, tutte in grado di darle una mano. Tu sei stato portato qui per proteggerla. E il tuo compito continua ad essere ancora questo.

-Grazie madame!

-Non devi ringraziare me ma Oscar. E' stata proprio lei ad imporre questa condizione al generale.

-Tu Oscar? Perché?

-Beh... tu sei troppo importante per me... non sarebbe la stessa cosa senza di te... - disse la ragazza visibilmente rossa in viso.

In quel momento il cuore del ragazzo sembrò esplodere. Era stata proprio lei a volerlo ancora con se. Allora quel bacio non era stato solo un momento di debolezza come aveva pensato in un primo momento. Qualcosa in lei c'era davvero! Le sue preghiere stavano per essere esaudite. La sua Oscar vestita come una donna e il suo amore che veniva finalmente ricambiato. Si sentì il ragazzo più fortunato e felice del mondo.

 

Intanto il generale e il piccolo Sebastien erano giunti a corte, ricevuti dal re e dalla regina.

-Generale, come possiamo esservi utile?

-Vedete altezze, volevo presentarvi il mio nuovo erede.

-Un nuovo erede avete detto?

-Si altezza. Rammentate mia regina quando mia moglie qualche anno or sono non era venuta per lungo tempo a palazzo per motivi di salute?

-Cero che lo ricordo.

-Beh in realtà lei aspettava un figlio. E dopo sei figlie femmine, finalmente è arrivato il tanto atteso erede.

-Oh generale sono davvero contenta per voi. Ma perché ci avete tenuto all'oscuro di tutto per tanto tempo?

-Ecco vedete maestà, noi volevamo prima pensare bene cosa fare anche con Oscar. Vedete anche se l'ho cresciuta ed educata con splendidi risultati come un uomo, non potrà mai esserlo completamente, e adesso che lei è adulta, non mi sembra giusto continuare a costringerla a fare una vita che non è sua per natura.

-Capisco generale. Quindi avete deciso di ritirare madamigella dalla vita militare?

-Non ancora vostra altezza. Lei continuerà a mantenere il suo posto di capitano finché i giovane Sebastien non sarà pronto a sostituirla.

-Bene generale. Possiamo conoscere questo vostro figlio?

-Certo. Sebastien, vieni figliolo.

Dalla porta degli appartamenti del re fece capolino un bambino minuto, con la pelle chiara e i capelli riccioli e biondo scuro. Portava un vecchio completo di Oscar che tenevano per le grandi occasioni. Il piccolo si avvicinò al padre e si inchinò. Il re lo chiamo vicino.

-E' davvero un bambino molto grazioso generale, non trovate anche voi mia regina.

-Avete ragione sire. E proprio molto dolce. Vi somiglia molto generale. Ha i vostri stessi occhi e i vostri stessi lineamenti.

-Vi ringrazio altezze reali. Bene Sebastien, adesso che il re e la regina hanno approvato la tua educazione possiamo tornare a casa. Su saluta come si deve i sovrani.

-Arrivederci altezze – Disse il piccolo con una vocina dolce.

Così il generale riprese il bambino per mano e soddisfatto tornò a palazzo, dove iniziò ad addestrarlo con la spada, come tanti anni prima aveva fatto con Oscar.

 

Il sole ormai stava tramontando, il cielo si dipingeva di rosso, ma i pochi raggi rimasti riscaldavano lo stesso. Nel roseto del giardino di casa Jarjayes André ed Oscar (con ancora indosso il vestito della madre) passeggiavano come due fidanzatini. Lui la teneva braccetto, sapendo che lei era ancora debole. Nessuno dei due parlava. Poi quando arrivarono sotto l'arco delle rose, lui si fermò, la girò e guardandola negli occhi posò delicatamente le labbra su quelle di lei. Stranamente lei non reagì con uno schiaffo o altro, ma rispose a quel bacio. Come quel pomeriggio, anche adesso, il loro bacio da tenero ed innocente, si fece passionale e intriso di sentimento. André la teneva stretta tra le sue braccia forti e muscolose. Lei si sentiva stranamente al sicuro. Sentiva che sarebbe potuta rimanere li per sempre. Quando si staccarono dal bacio, si guardarono dolcemente negli occhi. Lei si perse nel verde parto degli occhi di André; lui si lasciò dolcemente trasportare dalle onde del mare blu degli occhi di Oscar. Il tramonto sullo sfondo incorniciava quella che era una tacita promessa d'amore tra due giovani che erano nati per amarsi. Tornarono a palazzo sempre sottobraccio. Lui la accompagnò davanti alla porta della sua stanza. Lei entrò, e prima di chiedere la porta gli fece un sorriso. Lui le ricambiò quel sorriso e poi, una volta che lei si fu chiusa la porta alle spalle si diresse nella sua stanza. Quella sera a cena Oscar si presentò con un abito semplice, con la gonna non molto larga, per lasciarle la possibilità di muoversi meglio, visto che era ancora in fase di convalescenza, nonostante le sue condizioni fossero migliorate parecchio. Era strano per lei vedere seduto a tavola quel bambino che in pochi minuti aveva sconvolto la sua vita. Senza il suo arrivo tutto sarebbe stato come prima. L'idea di vivere come una donna non l'avrebbe nemmeno sfiorata. L'adulterio commesso da suo padre non sarebbe mai venuto a galla, Ma soprattutto l'amore tra lei e André sarebbe stato molto più difficile: quel pomeriggio in camera di sua madre, lei le aveva promesso che avrebbe li avrebbe aiutati ad avere qualche momento in più per stare da soli a godersi il loro amore. Tutto sarebbe stato più facile. Più guardava Sebastien e più sentiva che gli si stava affezionando sempre di più. Quella sua aria dolce ed innocente ti intenerivano il cuore. Si disse che tutto sommato avere un fratellino non era poi così male. Dopo cena, mentre Oscar si stava ritirando nelle sue stanze, una vocina la chiamò.

-Oscar... posso chiamarvi così?

-Ma certo, dopo tutto siamo fratelli. Dimmi pure.

-Posso venire in camera con voi...?

-Ma certamente. Vieni.

Oscar lo prese per mano e lo portò in camera con se. Arrivati Sebastien si sedette sul letto e Oscar s mise sulla sua poltrona.

-Oscar posso chiedervi perché una bella ragazza come voi porta un nome da maschio.

-Vedi Sebastien... io sono la sesta femmina. Nostro padre ha sempre voluto invece un maschio per poter continuare la tradizione militare della famiglia. Così visto che non nascevano maschi nostro padre, quando sono nata, ha deciso di dare a me un nome maschile e di educarmi come un maschio, insegnandomi ad usare la spada, il fucile, la pistola, ad andare a cavallo, a fare a cazzotti, oltre che affiancarmi un precettore che mi ha insegnato a leggere, a scrivere, a far di conto...

-Sembra così difficile imparare tutte queste cose da sola...

-Ma io non ero sola, mai. Con me c'era André... quel ragazzo che ci serve il vino a cena, hai presente?

-Si certo.

-Vedi lui è arrivato che io aveva 4 anni e lui 5. Nostro padre me lo ha affiancato perché imparassi comportarmi come un vero maschio, ma lo fatto anche in modo che lui mi proteggesse e mi aiutasse quando ne avessi avuto bisogno. Lui ed io siamo cresciuti insieme e abbiamo imparato tutto insieme.

-Ma io non ho uno come lui...

-Ti sbagli... tu hai noi! Io e André ti staremo sempre accanto e ti proteggeremo e ti aiuteremo sempre quando avari bisogno!! - Disse Oscar che si era andata a sedere accanto al fratellino e lo aveva abbracciato forte!!

Che bella sensazione avere questo piccolo tra le braccia. Si, io farò di tutto per proteggere il mio adorato fratellino!!”

-Cara sorella, sono così contenta di avervi trovato!

-Anche io sono contenta!!

Ma che bella scena! Non pensavo che Oscar avesse accettato questo bambino così bene, e invece guardali... La mia Oscar è proprio speciale.” Pensò André che, era entrato dopo che non avevano sentito bussare. Bussò un'altra volta, più forte e i due sciolsero l'abbraccio.

-Ciao André -salutò Sebastien.

-Signorino, vostro padre mi ha chiesto di accompagnarvi nella vostra stanza. Ora dovete andare a dormire. Domani arriva il precettore per iniziare le lezioni.

-Grazie André. Sorella. Vi prometto che mi impegnerò tantissimo per imparare e diventare come voi. Buona notte!

-Bravo fratellino. Buona notte anche a te!

E così uscì dalla stanza. Prima che però André potesse chiudere la porta lei le disse.

-Ti aspetto, non appena avrai messo a letto Sebastien. - facendo l'occhiolino.

-Certo – rispose lui sorridendo. E chiuse la porta.

Quando i due se ne andarono Oscar rimase sola con i suoi pensieri... Quante cose erano successe in pomeriggio soltanto. Tutto era cambiato... Lei che diventava una donna. Si era innamorata del suo attendente non che migliore amico, ora ne era certa. Aveva avuto un fratellino che avrebbe presto preso il suo posto. Si guardò allo specchio con quell'abito. Forse diventare una donna (a modo suo) non sarebbe stato male. E poi era sicura che André sarebbe stato contento. Si sciolse il codino e lasciò che le ciocche che erano raccolte, le ricadessero morbide sul viso. Dopo pochi minuti, qualcuno bussò. -Avanti

André entrò e chiuse la porta alle sue spalle.

La vide stesa sul suo letto con una piede poggiato per terra, le bracci tese verso il viso, i riccioli biondi sparsi un po sul suo petto e un po sul cuscino. Gli occhi chiusi. Era davvero bellissima così, con l'abito da donna. Già in un'altra occasione l'aveva vista vestita da donna, ma per quanto divina era, non le piacque davvero del tutto perché quel vestito era solo un arma per attirare le attenzioni di un uomo. Ma non era il caso di pensarci ora. Lei era sua adesso e non avrebbe permesso a nessuno di portargliela via! Si diresse verso il letto. Oscar che lo stava sentendo arrivare aprì gli occhi e si alzò dal letto aspettandolo in piedi. Lui la prese tra le braccia e la baciò delicatamente. Le sue mani affondarono in quella moltitudine di riccioli dorati. Le sue sue labbra morbide e carnose lo facevano impazzire. Si staccò e la allontano da se qualche istante per guardarla interamente. Era da mozzare il fiato. Poi la prese in braccio di scatto e la poggiò sul letto. Il suo sguardo era pieno di desiderio quanto quello di lui...

Quante cose sono successe in questo capitolo! Si sono stravolte un po' tutte le cose tranne una. L'amore tra Oscar è André.... A questo punto riusciranno i nostri ragazzi a coronare il loro amore in questa calda notte d'estate?? Cos'altro riserva il destino ai nostri ragazzi?? Leggete e commentate!!! =) A presto donne =)
P.S Scusate per la linea che c'è in mezzo al testo tra la fine del racconto e il mio commento. Non sò perché venga fuori. Arriva automaticamente quando carico il testo!! ... =(

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Capitolo 11
*** Amori vecchi e nuovi! ***


 

Ecco qui il nuovo capitolo! =) Ringrazio davvero quelli che leggono e commentano! O chi solo legge! =) Sono molto contenta!!! =) Bene, riprendiamo la nostra avventura! =) André e Oscar riescono finalmente a trovare un momento di pace dopo che in un solo pomeriggio il mondo si era stravolto. Buona lettura! =)

 

Erano finalmente soli. Lei nella braccia di lui. I loro sguardi pieni di desiderio. I loro cuori che battevano sempre più veloci. Le loro bocche che si cercavano. I loro sguardi si perdevano l'uno nell'altro. Fino a quel momento le loro lingue intrecciate avevano detto quello che il cuore gridava da tempo e che la voce non aveva mai detto. Poi Oscar lo guardò e disse:

-André io... credo di averlo capito... io credo proprio di... essermi innamorata di te... - non era stato facile per lei dire certe cose, e le sue gote rosse ne erano la prova. Lei, il fiero comandante della guardia reale era stata sconfitta dalla donna che per tanti anni era rimasta assopita dentro di lei. E lui aveva pregato Dio non sapeva nemmeno per quanti notti, che questo accadesse, Ora il suo sogno stava per realizzarsi! La guardò dolcemente, come per accarezzarla con il suo sguardo. Piegò la testa verso il suo orecchio, immergendola in quel mare di riccioli color del sole e le sussurrò

-Ti amo amore mio! Ti amo da sempre, ti amo da una vita! Non sai per quanto tempo ho aspettato che tu te ne accorgessi, e potessi ricambiare questi miei sentimenti. Ti amo! E adesso che sei mia nessuno potrà portarti via di me!

Quelle parole la commossero. Due lacrime calde e salate le spuntarono dagli occhi e le scesero lungo le guance. Lui la guardò e poi baciò quelle lacrime. Fu un gesto che la sorprese, e in quel momento si rese conto di quanto lui fosse speciale!! Lei gli prese il viso tra le mani e lo baciò con tutto l'amore che provava. Poi quando fu sicura che lui ricambiava quel bacio con la stessa intensità, lasciò che le sue mani (come se avessero vita proprio) andarono alla scoperta di quel corpo. Riuscì a percepire i brividi che il suo tocco gli provocava sotto le dita, i sospiri che lui faceva quando le mani di lei raggiungevano punti delicati. Era una sensazione magnifica sentire le sue mani che desideravano il suo corpo. Ad un certo punto, il desiderio di averla lo stava divorando e perciò le prese le braccia e la baciò con foga. Sta volta fu il suo turno di esplorazione del corpo. Quel corpo che per tante notti aveva dominato i suoi sogni. Quel corpo che gli faceva perdere la testa. Ora finalmente stava per diventare suo. Le tolse piano le scarpe e le calze. Poi le sua mani scivolarono sotto la sua gonna, lungo quelle gambe da urlo, sulla pelle delicata delle sue cosce. Ma non gli bastava. Le tolse il vestito, e con sua sorpresa notò che non portava il bustino. La sorpresa di quel seno nudo sotto i suoi occhi, proprio non se l'aspettava.

-Me lo sono tolto prima mentre tu eri con Sebastien... iniziava a darmi noia – gli spiegò lei vedendo il suo sguardo sorpreso.

Lui la guardò nell'insieme. La sua pelle bianchissima illuminata dai raggi della luna che entravano dalla grande finestra lasciata aperta, e i lunghi capelli biondi che le ricadevano sul petto e sul cuscino, la rendevano ancora più bella, come una dea venuta sulla terra per porre fine alla sua pazzia. La vista di quello spettacolo bellissimo accrebbe ancora di più il suo desiderio e così si spogliò più in fretta che poté. Quando anche lui eliminò l'unico ostacolo al loro contatto completo, tornò a stendersi su di lei. Sentire la sua pelle calda sotto la sua era pazzesco. Il suo profumo inebriava i suoi sensi. Le sue labbra cercarono impazienti quelle di lei. Poi scesero sul suo collo, provocandole piccoli brividi e facendola sospirare. Ma e labbra di André reclamavano ogni centimetro di quel corpo da favola. Quindi scese sul petto soffermandosi sui seni, e sui capezzoli che si erano inturgiditi al tocco con le labbra. Lei si lasciava baciare e permise alle nuove emozioni che stava vivendo di impossessarsi della sua mente e lasciò che la sua voce esternasse il piacere che sentiva. Nel mentre le sue dita prima e la sua bocca poi erano arrivate nella parte del corpo che la rendeva donna. Una sensazione di piacere ancora più grande la travolse e iniziò ad inarcare la schiena. Nel vederla così eccitata e nel sentire i suoi gemiti la sua virilità era arrivata nella condizione di non poter più passare inosservata. Dopo qualche minuto la senti sussurrare

-André non resisto più. Sento di volere di più da te a questo punto.

-Amore sei sicura di volerlo? Vuoi davvero essere mia stanotte?

-Si, ne sono sicura. Amami!

-Se senti male dimmelo subito. Non voglio ferirti. Voglio che per te sia speciale questa notte. Tutto deve essere perfetto.

Lei fece un cenno di consenso con la testa. A quel punto non ci fu più bisogno di parole. Delicatamente lui entrò in lei. La vide chiudere gli occhi e fare una piccola smorfia di dolore per pochi secondi, ma dopo pochi secondi riaprì gli occhi e il suo sguardo era più acceso che mai. Lei avvolse André con le sue gambe e gettò le sue braccia al collo del ragazzo. Subito furono spinte dolci e con ritmo lento, Voleva che entrambi potessero assaporare in pieno tutto il piacere che la loro unione poteva donargli. Poi le spinte divennero sempre più veloci. I respiri sempre più affannati. I gemiti di lei sempre più acuti (per quanto le era possibile per non fare troppo rumore). Alla fine raggiunsero il massimo piacere in contemporanea e lui abbandonò la testa sul suo petto, ancora immerso in lei. Entrambi rilassarono i muscoli e respirarono profondamente. Lei gli accarezzò i capelli con uno strano sorriso sulle labbra.

-Grazie amore mio! E' stata la cosa più bella che io abbia mai vissuto.

-Sono io che devo ringraziare te!

André alzò la testa e la baciò. Poi lui uscì dal suo corpo e si stese. Lei gli accoccolò accanto, con la testa poggiata sul suo petto e un braccio che lo cingeva. Era felice ora. Si sentiva una donna nuova. Il sonno arrivò all'improvviso e si impossessò di entrambi. Si addormentarono felice l'una tra le braccia dell'altro. Nulla, questa volta, avrebbe potuto rovinare quella notte, che ormai apparteneva a loro, e gli sarebbe appartenuta per sempre.

 

Quando André apri gli occhi il sole stava facendo capolino dall'orizzonte. Si prospettava un'altra calda giornata estiva. Voltò la testa e vide che Oscar era ancora profondamente addormentata. Le accarezzò i capelli e rimase a guardarla dormire. Dopo tutto era stata una giornata molto lunga per lei. La sua vita era stata stravolta nell'arco di una giornata. “Ieri mattina ho rischiato seriamente di perderti. Quando abbiamo sentito il grido e siamo corsi dentro tu eri lì, in quel letto. Morta. La tua pelle era bianca come un cencio e fredda come il ghiaccio. Non sentivo più i tuoi battiti, i tuoi respiri. Eri immobile come una statua. In quel momento mi è crollato il mondo addosso. Il mio cuore si è frantumato in un milione di pezzi. La mia testa era impazzita. Non riuscivo più a ragionare, a pensare... Vedevo tutti che piangevano... e io non riuscivo a versare una lacrima. Cercavo un modo per uccidermi. Non potevo più vivere senza di te! Poi quando ti ho dato quei colpi sul cuore sfogando la mia rabbia tu ti svegliata, riportando la lucidità nella mia testa, rimarginato il mio cuore in un secondo. Vederti aprire gli occhi è stata una emozione fortissima. Non ci credevo quasi. Adesso sei qui accanto a me che dormi come un angelo. Sta notte mi hai donato il tuo corpo, il tuo amore, la tua essenza di donna. Sei diventata mia! Ti amo!”

La vide muoversi, e sbattendo le ciglia, aprire gli occhioni blu mare. Dio com'era bella!

-Buona giorno bellissima dea del cielo! -disse lui sorridendole

-Buon giorno... - disse lei con un pochino di timidezza, mentre si stiracchiava, Si sentiva indolenzita, specie nel basso ventre. Ma non era un problema. Anzi era la prova che quello che era accaduto qualche ora prima non era stato un sogno, ma era tutto vero.

-Come ti senti?

-Un po' indolenzita, ma credo sia normale. Sai devo ringraziarti André...

-Per cosa Oscar?

-Per questa notte. E' stato tutto bellissimo.

-Questo è solo una parte dello sconfinato amore che provo per te!

E si chinò a baciarla. I raggi del sole del mattino la illuminarono: I suoi capelli divennero color dell'oro. La sua pelle prese un color giallo caldo. Vista così era talmente bella che risvegliò il desiderio in lui. Ma non poteva lasciarsi andare perché tra un'ora Nanny sarebbe venuta tra un'ora circa a svegliare lui prima e lei dopo. Un velo di tristezza scese sul suo viso.

-Hei, che ti prende?

-Devo andare adesso... tra poco mia nonna verrà a svegliarmi.

-E' già così tardi? Non voglio che tu vada via... perché questa notte meravigliosa deve finire? - chiese la ragazza accoccolandosi sul petto del suo uomo e beandosi del contatto.

-Amore mio non temere. Dovremo stare separati solo un'oretta... poi ci vedremo a colazione e appena potrò verro a vedere come stai. Lo sai che il dottore ha detto che devi stare a riposo per un mese, per rimetterti da.... quello che hai passato. Dobbiamo solo stare attenti a non dare troppo nell'occhio quando siamo con gli altri.

-E' proprio questo quello che non mi va giù. Il fatto che dobbiamo nasconderci. Io vorrei che potessimo vivere il nostro amore alla luce del sole.

-Lo so Oscar... credimi anche io lo vorrei tanto. Vorrei poterti chiamare “amore mio” davanti a tutti. Vorrei poter gridare a squarciagola che ti amo... ma per ora non possiamo. Solo per qualche tempo. Vedrai, troverò un modo per non doverci più nascondere. Riuscirai a sopportare questo periodo?

-Per te farei qualsiasi cosa André.

Si baciarono, questa volta in modo molto dolce. Poi lui si rivestì e piano uscì dalla stanza di Oscar e corse verso la sua. Rimasta sola si stese a gambe e braccia aperte sul letto... Si stiracchiò una seconda volta e poi si riaddormentò. Quando Nanny le poggiò una mano e la scrollò delicatamente per svegliarla, ad Oscar sembrarono passare solo 5 minuti, mentre il sole era già alto nel cielo. Sapendo che era in convalescenza, l'aveva lasciata dormire un po di più del solito.

-Buon giorno bambina cara. Come ti senti questa mattina?

-Buon giorno nonna. Meglio devo dire... ma... è già così tardi?

-Beh visto che devi riposare ti ho lasciato dormire un po' più del solito. Ma come mai sei completamente nuda?

-Ohhh beh... ecco... sta notte ho avuto particolarmente caldo che per riuscire a prendere sonno mi sono dovuta togliere tutto... - Accidenti c'era mancato un soffio. Non aveva pensato a rivestirsi anche lei... poteva almeno mettersi la sua camicia da notte. Ma per fortuna Nanny si era bevuta la sua scusa.

Si fece un bel bagno rinfrescante Nanny la aiutò a prepararsi e scese in cucina. Dopo un paio di minuti passati a guardarsi allo specchio e convincersi che avrebbe dovuto farci l'abitudine a quella immagine,scese per la colazione con un abito semplice, non stretto come la sera prima, che le permettesse di stare comoda. I capelli erano pettinati in una morbida coda alta. Quando André la vide entrare in cucina rimase imbambolato per un istante poi si riprese.

-Nonna dove sono tutti?

-Beh tuo padre e Sebastien sono con il precettore. Mentre madame è andata alla reggia dalla regina.

-Capisco. Sapete quando tornerà?

-Nel pomeriggio ha detto. E ora siediti mia cara e mangia qualcosa. La tua Nanny ti ha preparato la torta al cioccolato che ti piace tanto.

-Ohh Nanny sei un tesoro!

Oscar mangiò ben tre fette di torta e bevve due bicchieri di buon latte fresco. Quando ebbe finito ringraziò ancora la nonna.

-Nanny, sei la migliore! Come cucini tu non cucina nessuno!

-Oh bambina mia sei così cara.

-Senti nonna visto che mia madre per ora non c'è... posso chiederti André in prestito finché mia madre non sarà tornata?

-Ma certo cara.

Fu così che lei lo prese sottobraccio ridendo e se lo portò nel giardino. Si sedettero sul prato illuminato dal sole che riscaldava l'aria. E rimasero li fino all'ora di pranzo. Per tutta la mattina giocarono a carte, risero, chiacchierarono e André la intratteneva con qualche trucchetto che aveva imparato dagli altri domestici. M tra un gioco e l'altro ci scappava sempre qualche attimo di dolcezza e qualche baciò. Prima di rientrare per il pranzo André colse una bellissima rosa bianca, avvolse il gambo in un fazzoletto piegato in quattro (per evitare che le spine la pungessero) e la porse ad Oscar, la quale gli diede un bacio sulla guancia come ringraziamento. Durante il pranzo Oscar rimase ad ascoltare il fratellino che le raccontava di come fosse rimasto affascinato dalla scrittura, dalla lettura, dai numeri... Vederlo così pieno di voglia di imparare la rendeva felice. Era sicura che sarebbe diventato un ottimo soldato... ma prima di un soldato sarebbe diventato un ragazzo meraviglioso... già... proprio come il suo André. A quel pensiero divenne leggermente rossa. Le sue riflessioni vennero interrotte da Sebastien che le gridava contro.

-Ma Oscar, mi state ascoltando?

-Certo Sebastien... parlavi dei numeri...

-No cara sorella, siete rimasta indietro! Vi stavo descrivendo il precettore. E' proprio buffo!

-L'importante è che sia bravo a farti capire le cose.

-Oh si quello lo sa fare molto bene.

-Bene allora.

-Senti Osacr, pensavo di organizzare una grande festa qui a casa nostra e chiamare tutte le tue sorelle con le loro famiglie per festeggiare l'arrivo di Sebastien nella famiglia. Tu sei d'accordo?

-Mi sembra una brillante idea padre.

-Bene. Ti sarei grato se riferissi a tua madre l'idea e mi dicessi poi cosa ne pensa.

-Ma padre perché non la fate voi dopotutto... - vide lo sguardo di suo padre rabbuiarsi – Ahh Sebastien, Nanny ha fatto la torta al cioccolato. Perché non le chiedi di fartene assaggiare una fetta li in cucina, cosi se poi è buona ce lo dici?

-Davvero ha fatto la torta al cioccolato? Vado subito!!

-Padre... cosa avete. Cos'è quello sguardo cupo nei vostri occhi?

-Vedi Oscar, le cose con tua madre non vanno bene. Lei non mi rivolge quasi più la parola. Non mi guarda. Non c'è più il minimo contatto tra noi... la notte resta sempre dalla sua parte del letto e non mi lascia avvicinare in alcun modo... Io non so più che fare per chiederle perdono.

-Beh padre, io credo che ve lo sareste dovuto aspettare. Infondo quello che avete fatto è molto grave. Ma ditemi voi credete ancora nell'amore che tanti anni fa vi ha spinti sull'altare?

-Certo, che domande! Io ho sempre continuato ad amare tua madre, dal primo momento che la vidi affacciata a quel balcone.

-Quale balcone?

-Beh devi sapere che la prima volta che vidi Marguerite lei, era affacciata ad un balcone a Versailles, durante un ballo con quel bellissimo vestito bordeaux che indossavi tu ieri . Io ero comandante delle guardie reali da un paio d'anni. Lei aveva da poco fatto il suo debutto in società. Era una giovane davvero stupenda. Rimasi subito colpito da lei. Affacciata a quel balcone si era concedeva una boccata d'aria fresca. Aveva le guance tutte rosse per il troppo ballare. Era da sola. Aveva gli occhi chiusi e l'aria rilassata. Davvero uno spettacolo incantevole. La raggiunsi su quel balcone e con una scusa le rivolsi la parole. Dopo qualche chiacchiera le chiesi di ballare e lei acconsentì contro ogni mia aspettativa. Dopo quella sera ci incontrammo spesso a corte. Erano passati solo 8 mesi quando mi presentai a casa sua chiedendo a suo padre la sua mano. Lui fu contento e accettò la mia richiesta. Ma quella più felice fu lei. Quando le diedi la notizia lei mi getto le braccia al collo ridendo dalla gioia! Pochi giorni ci fu a vesta del nostro fidanzamento e lei indossava ancora quell'abito bordeaux. Fu quella notte che... si insomma divenne mia... ecco – ammise il generale con un po di imbarazzo.

Oscar lo ascoltava rapita, guardando gli occhi del padre brillare per tutto il racconto.

-Ora Oscar non te la prendere, ma quando sei nata tu,e decisi che saresti stata il mio erede, lo feci in buona fede. Guadandoti crescere e diventare una bellissima donna iniziai a chiedermi se feci la cosa giusta a crescerti così. Iniziai ad avere dei ripensamenti. Un paio di giorni incontrai per caso a Parigi, la figlia di una delle cameriere che lavoravano a casa mia. Da ragazzo ne ero invaghito prima di conoscere tua madre. Così mi fermai a parlare con lei, e così tra un bicchiere di vino di troppo e l'altro... ho fatto il guaio. Non hai idea di quanto mi sentissi da schifo quando mi risvegliai il mattino dopo, con un mal di testa senza precedenti. Subito non ricordavo. Poi quando vidi Elise nude che dormiva accanto a me arrivai all'unica spiegazione possibile. La prima persona a cui pensai fu tua madre. All'epoca era cagionevole di salute, lo ricordi? Così per non recarle altro male inutile non le dissi niente. Non volevo perdere la mia amata Marguerite! Credimi, mai mi sarei aspettato un risvolto un risvolto del genere. Io lo so che tua madre non ce l'ha con il bambino, ecco perché lo ha accettato, lo tratta come un figlio e si fa chiamare madre. Lei è adirata con me e sta cercando di farmela pagare. - disse quando una lacrima iniziò a rigargli il viso – ma io la amo ancora come quel giorno sotto quel balcone!!

Nessuno dei due si era accorta che madame era arrivata quando il generale aveva iniziato il suo racconto. André rimase in silenzio accanto a madame, nascosti dietro una colonna ad ascoltare. Di solito era le che raccontava questa storia quando le figlie chiedevano come era avvenuto il loro primo incontro. Non aveva mai sentito la storia raccontata dal suo punto di vista. Solo ora capiva che quell'atto era stato compiuto inconsciamente; lui non aveva mai smesso di amarla. Voleva solo proteggerla. Non le aveva mai fatto una colpa del fatto che dava alla luce solo figlie femmine. Madame si ritrovò gli occhi gonfi di lacrime. Guardò André che le fece cenno con la testa di andare da loro. Quando madame spuntò da dietro la colonna, il generale la guardo con gli occhi rossi di pianto. Si scambiarono un sorriso e si corsero incontro abbracciandosi forte. André sbucò alle spalle di Oscar, prendendola per un braccio e portandola in cucina.

-Lasciamoli soli. Ne hanno bisogno.

-Hai ragione. Come sono belli!

-Si, ma mai quanto noi!

-Sei il solito!

-Mi ami anche per questo, dico bene? - disse ridacchiando

-Hai ragione - rispose lei mettendosi a ridacchiare a sua volta.

Tutto si era sistemato. Finalmente. Per Oscar era dure vedere i suoi genitori evitarsi. Ma ora che erano tornati insieme si sentiva finalmente tranquilla. Il piccolo Sebastien si sistemò in mezzo ad Oscar e André e Nanny si mise accanto a suo nipote. Tutti insieme osservavano da lontano quella scena meravigliosa.

Nei giorni seguenti tutta la casa era in fermento per i preparativi della grande festa per il benvenuto del piccolo Sebastien. Oscar però non era tranquilla. Sapeva che la sua seconda sorella più grande aveva avuto un figlio maschio e che essendo il primo nato il posto di comandante in ordine di successione sarebbe toccato a lui. Stravedeva per il generale e si stava impegnando molto all'accademia militare per renderlo orgoglioso. Ora che però c'era Sebastien, essendo figlio diretto del generale, i posto sarebbe toccato a lui non appena lei si fosse dimessa. Pier era sempre stato molto competitivo, fin troppo. Non accettava mai la sconfitta, da nessuno. A volte usava anche metodi poco educati per risolvere le questioni. Temeva che alla festa sarebbe successo qualcosa al suo fratellino adorato...

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Bene! Un trionfo d'amore in questo capitolo! Ho lasciato libero sfogo alla mia fantasia e ho cercato di immaginare come il generale e madame si fossero conosciuti. Spero che vi sia piaciuto! =) A questo punto fa bene Oscar a temere per il fratellino, oppure si preoccupa per niente? Come verrà accolto il piccolo dalla famiglia? Lo scoprirete nel prossimo capitolo!! =) Commentate sempre numerose donzelle! Mi fanno molto piacere le vostre recensioni!! =) Baci!! =)

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Capitolo 12
*** Aguato in mezzo al verde! ***


Rieccomi qui con il nuovo capitolo! Una grazie di cuore a tutte quelle che spendono un po' del loro tempo a leggere e recensire la mia storiella senza pretese! =) Bene, abbiamo lasciato un quadretto famigliare molto dolce! =) Ma un brutto presentimento tormenta la nostra Oscar. Vediamo di che si tratta! =) Buona lettura!!! =)

 

La casa era stata rimessa a nuovo come non succedeva da molto tempo. L'ultima volta era stata per il matrimonio dell'ultima sorella! Le tende erano state lavate e profumate. Ai letti erano state messe le lenzuola con i ricami di pizzo che Nanny metteva solo per le grandi occasioni (ed evidentemente quella lo era!!). Tutte le stanze erano state rese ancora più splendenti del solito. Madame aveva portato il piccolo Sebastien dalla sarta di famiglia per comprargli degli abiti nuovi. I messaggeri erano già partiti con destinazione le abitazioni delle 5 sorelle di Oscar. I servizi di piatti bicchieri e posate erano stati sostituiti con quelli d'argento buono. Tutto era perfetto.

Ma Oscar in cuor suo aveva un brutto presentimento. André in quei giorni era super impegnato ad aiutare Nanny e le altre cameriere nei preparativi e alla sera era sempre stanco morto che si chiudeva in camera sua e dormiva pesantemente fino al mattino successivo. Erano davvero pochi i momenti in cui riuscivano a stare davvero insieme per più di un paio di minuti di fila. E di questo Oscar ne risentiva. Si sentiva anche stranamente infastidita dal fatto che stava più con le cameriere (che lo guardavano in certi modi!!) che con lei. Ma non poteva darlo a vedere, perciò passava le sue giornate tra Versaille (dove vi si recava da sola) e la camera della madre, per il suo corso di buone maniere. La sera, guardava fuori dalla finestra, e lasciava che la calda aria estiva riempisse la stanza, togliendo le briglie alla sua immaginazione. Già, da quando André era sempre così impegnato, lei cercava di immaginare come avrebbero potuto trascorrere quelle belle giornate se avessero avuto l'opportunità di stare insieme. Quanto desiderava restare ancora una volta abbracciata ad André senza niente, per bearsi del contatto con la sua pelle. “Questa idea della festa inizia a darmi sui nervi” pensò.

Chiuse gli occhi per un attimo, e sentì una rabbia molto intensa ribollirle nelle vene, e salirle fino al cervello. A quel punto tese un braccio sul tavolino accanto e scaraventò l'oggetto che aveva afferrato contro il muro con uno scatto veloce accompagnato da un urlo di sfogo. L'oggetto fece un rumore ovatto colpendo il muro e un tonfo per terra. Era un libro. Non aveva nemmeno fatto caso a cosa avesse preso dal tavolino. Riaprì gli occhi. Per qualche istante rimase con il braccio del lancio teso, e fece respiri prima affannati, poi via via più lenti e profondi. Qualcuno aprì di corsa la porta.

-Santo cielo piccola che è successo? Ti sei fatta male?

Poi vide il braccio teso e poco distante il libro sul pavimento. Allora comprese l'accaduto. Ma non riusciva a capire il perché di tale gesto.

-Scusa se ti ho spaventata Nanny... non volevo... è stato solo una scatto di rabbia.

-Perché sei arrabbiata bambina mia? Cos'è che ti turba?

-Beh, siete tutti impegnati con i preparativi della festa, e io... mi sento sola...

-Con tutti intendi André vero?

-Si... non abbiamo più un minuto nemmeno per dirci “ciao, come stai”!!! La sera è talmente stanco morto che non viene nemmeno a darmi la buona notte. La mattina quando vado via è già intento a scaricare sacchi e pacchi dal carro di non so chi!! Ma non è solo per lui... ho uno strano presentimento. Ho paura per Sebastien. Temo che possa avere dei problemi con Pier. Problemi seri. E c'è anche che mi ricordata che non ho più avuto notizie del Cavaliere Nero. Girodelle avrebbe dovuto informarmi, ma ora come ora non ho nessuna voglia di stare a far niente. Le buone maniere delle damigelle iniziano a stancarmi “non fare questo, non fare quello, non respirare...” Da qualche tempo a questa parte ringrazio dio che mio padre mi abbia cresciuta come un uomo e... - piangeva e non se ne rendeva conto. Le lacrime le rigavano il viso esternando il dolore accumulato nemmeno lei sapeva più da quando. Troppe cose le frullavano nella testa e non aveva più nessuno con cui parlarne... Sua madre era sempre via con suo fratello. Nanny era sempre indaffarata, con suo padre era meglio non parlare di certe cose... Nemmeno il suo André aveva un minuto per darle un po' di conforto.

-Mio dio, da quanto tempo ti tieni dentro tutta questa rabbia tesoro mio?

-Ohh non lo so... non me lo ricordo... sono stanca di questa situazione Nanny. - disse sedendosi sulla poltrona rivolta verso la finestra continuando a permettere alle lacrime di sgorgarle dagli occhi blu mare. - Vorrei fuggire via, in campagna e vivere lontano dall'etichetta e da tutti per sempre. Vivere come pare a me. Libera di dire e fare quello che voglio come voglio...

In quel momento bussarono alla porta.

-Ti senti meglio adesso che ti sei sfogata cara?

-Si grazie davvero Nanny, che sei rimasta ad ascoltarmi! Se non ci fossi tu a volte temo che esploderei!

-Sono contenta. E ora ti lascio al tuo ospite. Buona notte bambina!

-Buona notte Nanny.

E così dicendo le sorrise e aprendo la porta si trovò il nipote davanti. Lo guardò con tenerezza e lo lasciò entrare, chiudendosi la porta alle spalle. Oscar che aveva gli occhi ancora pieni di lacrime, rimase seduta dando le spalle al ragazzo che rimase li fermo appena davanti alla porta. Sapeva che l'aveva trascurata molto in questi ultimi giorni. Ma non era dipeso da lui tutta quella mole di lavoro extra dopotutto. Tuttavia nell'aria avvertiva che qualcosa la turbava. Non sapeva bene da dove iniziare. Decise che un semplice “ciao” poteva andare bene. Quindi, ancora un po' incerto, ci provò:

-Ciao...

-Ciao.

Che passo avanti... - si disse sconsolato - Chiederle come sta... non sembra il momento adatto... che diavolo le dico...”

-Come mai non sei già a letto?

-Volevo vederti.

-Che onore che mi concedi. Allora ti sei ricordato che ci sono anche io in questa casa oltre il lavoro, Marie, Charoltte e Sibille.

Ma che le aveva preso? Ahhh era gelosa che lui passasse tutto il suo tempo a lavorare con le cameriere e non avesse mai un minuto per lei. Come poteva fare per scusarsi??

-Oscar mi dispiace! Ti giuro che non è dipeso da me tutto questo... stare così lontano da te mi stava facendo perdere la testa.

-Ed è per questo che sei qui stasera?

-Avevo bisogno di stringerti a me per non perdere la ragione. Ricordati che tu sei indispensabile per la mia vita. Ogni volta che non posso vederti o almeno stringerti la mano mi sento morire. E questi giorni sono stati davvero duri. Oggi mi sono ripromesso che avrei trovato la forza per venire da te! Lo so che ti ho trascurata e questo mi fa star male. Ma non devi essere gelosa delle cameriere. Me ne sono accorto degli sguardi che mi lanciano... ma io voglio te! Voglio solo te!! Io ti amo!! Le altre non mi interessano!!... Oscar se non ti abbraccio entro un minuto giurò che rischio davvero la pazzia!!

Allora la vide alzarsi lentamente dalla poltrona, girarsi e andargli incontro. Gli occhi rossi e gonfi. L'aria triste. La ragazza gli gettò le braccia al collo e lui la strinse forte a se. Quel contatto diede un brivido ad entrambi. Era dalla sera in cui i genitori di Oscar avevano fatto pace che non stavano un po' insieme, da soli per due minuti consecutivi. Lui affondò il viso tra i suoi capelli e ritrovò quel profumo famigliare che gli era tanto mancato in questi giorni. Avere quel corpo tra le braccia ancora una volta gli scaldò il cuore. Lei ritrovò un po' di quella pace interiore che le permise di non impazzire. Tra le braccia del suo uomo si sentiva davvero a casa. Sentiva che li non poteva correre rischi. Ritrovava se stessa, in quel piccolo e caldo rifugio che lei sapeva, non le sarebbe mai stato negato. Poi dopo lunghi momenti di silenzio in cui entrambi assaporavano il profumo dell'altro Oscar sussurrò:

-Mi sei mancato tantissimo...

-Anche tu amore.... Scusami se la notte non passavo da te, ma ero esausto!

-Non ti preoccupare. Lo vedevo che eri sfinito. E che quelle ragazze ti stanno sempre intorno, mentre io mi sono accontentata di guardarti dalla finestra per pochi secondi...

-Shhh amore mio non ci pensare! Ora sono qui! E niente mi farà lasciare questa stanza prima dell'alba!!

Cosi con le lacrime che ripresero a scendere, lo riabbracciò forte. Lui le accarezzava i capelli con una mano, e con l'altro braccio la stringeva. Poi le sollevò il mento con un dito, la guardò dritto negli occhi per qualche secondo, e la baciò. Questo però era un bacio diverso da quelli che si erano dati le altre volte. Questo bacio portava con se tutta la tristezza e la pesantezza della separazione che avevano vissuto in quei giorni. Era un bacio intenso. Ma che alleggeriva i loro animi. Finalmente dopo il bacio Oscar accennò un sorriso e gli occhi di André si illuminarono. Vederla sorridere era sempre una immensa gioia per lui. Specie dopo che aveva pianto. E ora che gli tornava in mente aveva una buona notizia.

-Hei ho una buona notizia!

-Davvero?

-Domani è il giorno prima della festa ed ormai i lavori pesanti sono finiti e mia nonna mi lascia la giornata libera.! Così ho deciso di portarti in un posto speciale.

-Dici sul serio??

-Certo!

-Che bello!!!

E così finalmente avevano ritrovato quella magia che rendeva unico il loro amore. Quella sera, rimasero a coccolarsi con teneri baci e carezze, lunghi sguardi e dolci parole sussurrate. Poi Morfeo li accolse tra le braccia ancora vestiti, ma l'una tra le braccia dell'altro. Fu una notte tranquilla e serena. Al loro risveglio i raggi del sole già riscaldavano quello che entrava nel loro fascio di luce. Oscar aprì gli occhi quando un raggio si posò delicato sul suo viso. La luce sugli occhi aveva sempre interrotto il suo sonno. Sbatté le palpebre qualche volta per mettere bene a fuoco e si mise a sedere. La sua stanza era luminosa. Poi voltò lo sguardo. André accanto a lei dormiva tranquillo. “Sembra un bimbo... è così dolce! Non vedo l'ora che questa giornata tutta per noi inizi!”. Poi guardò l'ora sull'orologio a pendolo appesa alla sua parete. Segnava le sei meno un quanto... Così a malincuore dovette svegliarlo, ma decise di farlo dolcemente. Quindi si chinò verso il suo viso e iniziò a ricoprirgli il viso di piccoli baci delicati. André si sveglio sommerso da quei baci e sorridendo si voltò per catturare le labbra di lei con le sue. Dopo un bacio di buon giorno André si chiuse la porta dietro di se, dopo aver sorriso ancora alla sua amata, che avrebbe rivisto tra qualche minuto. Si guardò allo specchio. Aveva ancora i vestiti del giorno prima. Se lo tolse in fretta, si mise la sua camicia da notte, socchiuse le tende e si rimise a letto. Chiuse gli occhi e si rilassò pensando a cosa poteva riservarle la giornata che si accingeva a cominciare. Dopo pochi minuti arrivò Nanny. Poggiò i secchi d'acqua tiepida ad un lato della stanza, andò ad aprire le tende, e poi si sedette al bordo del letto, e poggiandole un braccio sulla spalla la chiamò.

-Buon giorno bambina mia!

-mmm Buon giorno... - dopo tutto era sempre stata una buona attrice.

-Dormito bene?

-Magnificamente! Erano giorni che non dormivo così bene!

-Scommetto che è per via della visita di André...

-Hai ragione!

-Bene, mi fa molto piacere! Adesso vieni che ti preparo il bagno.

Così si alzò dal letto e svuotò i secchi d'acqua nella vasca di bronzo. Poi aiutò Oscar a immergersi nella vasca.

-Ah Oscar, non so se André ti ha già avvisata, ma oggi gli ho dato la giornata libera, visto che non ho cosa da fargli fare.

-Si me lo ha detto ieri. Gli ho già chiesto di preparare i cavalli per stamattina. Voglio andare a fare una cavalcata. Ormai è da un po' che non cavalco.

-Bene. State attenti ragazzi!

-Certo Nanny, tranquilla.

La lasciò sola immersa nell'acqua. Quel giorno tornò ad indossare degli abiti maschili per uscire. Si legò i capelli con un nastro azzurro (come i pantaloni che portava) in una coda bassa da un lato. Quando entrò in cucina fece colazione e poi raggiunse André nelle scuderie.

-Buon giorno?? - disse la ragazza cercando la risposta di qualcuno.

-Buon giorno a te!- le rispose una voce allegra e molto famigliare. Da dietro Cesar apparve André.

-I cavalli sono pronti!! Tu sei pronta?

-Prontissima!!

Così montarono a cavallo e cavallo e si lanciarono al galoppo verso una radura che André aveva scoperto qualche tempo prima, non lontano dalle terre dei Jarjayes. Arrivarono in questo grande prato verde, E immersa nell'erba c'era una casetta di legno. Andrano verso la casa. Smontarono dai cavalli e si fermarono davanti alla porta.

-Dietro questa porta c'è una sorpresa per te...

-Adoro le sorprese!

-Bene! Allora girati e chiudi gli occhi.

Lei si girò e chiuse gli occhi. Lui le mise una mano sugli occhi per evitare che sbirciasse, e con l'altra aprì la porta. Per un momento ci fu il silenzio... poi Oscar sentì André respirare affannosamente e dire

-Oh no!!

-Che succede André?

E tolse la sua mano aprendo gli occhi... La sua espressione divenne come quella del suo uomo....

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Cosa sarà successo?? Chi o casa c'è dentro quella casetta?

Bene donne... a questo punto a voi la parola! Commentate!!! =)

A presto con il prossimo capitolo!! =)

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Capitolo 13
*** Pensieri e Ricordi... ***


Eccomi qui con il nuovo capitolo!! =) Grazie mille a tutte per le vostre recensioni =) Bene la scorsa volte ci siamo lasciate con un dubbio: cosa sarà successo o chi c'è nella casetta in mezzo al verde? Andiamolo a scoprire! Buona lettura!

 

Quando anche Oscar aprì gli occhi un senso di sconforto le invase il cuore. In quel momento avrebbe voluto piangere e gridare allo stesso tempo. Le parve che tutto fosse contro di lei. Non riusciva a voltare la sguardo vero il ragazzo che le stava accanto, ma sapeva che aveva la sua identica espressione. Nonostante il sole fuori fosse caldo, una brezze fresca invase la stanza facendo venire brividi di fredda alla ragazza. Com'era possibile che conoscesse questo posto? Come aveva fatto a capire che si sarebbero diretti li? C'era una spia tra le cameriere? O forse era lui che li spiava? Ci fu un lungo attimo di silenzio in cui nessuno parlò. Rimasero tutti e tre in silenzio. Poi Oscar prese la parola. Non sapeva bene cosa dire ma... qualcosa doveva dirla. Dopo tutto conosceva bene suo padre e sapeva come avrebbe potuto reagire.

-Padre... cosa ci fate voi qui?

-Potrei farti la stessa domanda...

-Beh oggi è il mio giorno di riposo e non credo di dovere delle spiegazioni a nessuno su cosa faccio o dove vado. Credo di avere una età in cui possa badare a me stessa per un giorno senza nessuno intorno che mi dica cosa dire o fare...

-Allora come mai c'è anche lui con te?

-Beh padre lui è il mio attendente e il mio migliore amico da una vita. E' scontato per me che lui mi segua. Dopo tutto il suo compito è quello di servirmi no? Voi piuttosto, vi ripeto la domanda. Cosa ci fate qui? Ci avete per caso seguiti? - Era già la seconda volte che affrontava suo padre in situazioni personali. La prima volta l'aveva scampata, forse anche per la presenza della madre. Non era certa che anche questa volta sarebbe uscita vincitrice da questo scontro. L'unica cosa che la rassicurava era che André fosse li con lei. Sapeva che l'avrebbe difesa ed aiutata. Poteva contare ciecamente su di lui. Per qualsiasi cosa.

-Non ne aveva bisogno. Ho sentito André parlare con Nanny di questo posto e così vi ho preceduti.

-Con quale scopo?

-Pensi che io sia uno stupido Oscar?

Non stupido, solo folle ed egoista” Pensò la ragazza tra se e se

-No padre. Penso però che siete stato irrispettoso nei confronti di André e di Nanny, e anche nei miei.

-Cosa siete venuti a fare qui voi due?

Fino a quel momento André non aveva spiccicato parola. Aveva assistito alla discussione senza muoversi o intervenire. In quel momento però parlò. Dopo tutto nemmeno lei sapeva esattamente cosa erano venuti a fare di preciso in quel posto. Voleva che fosse una sorpresa, e quindi l'aveva tenuta all'oscuro.

-Vedete signor generale, io ho portato qui Oscar oggi perché qualche giorno fa avevo ricevuto delle informazioni dal medico dei Girodelle sulle condizioni del cavaliere nero e volevo parlarne con Oscar lontano dalla servitù curiosa e pettegola. Siccome lei mi aveva detto che oggi voleva cavalcare ho pensato che questo era un buon posto per ottenere entrambi gli scopi. “Ecco, sorpresa rovinata. Generale io ti odio! Arrivi sempre nei momenti meno opportuni!! Per fortuna che non devo rivelare la seconda parte della mia sorpresa. Sperando che il generale non ci faccia rientrare”.

-Davvero André hai avuto notizie? - chiese la ragazza ansiosa. Era da qualche giorno che ci stava pensando.

-Si. Sai qualche giorno fa, quando sono andato a Parigi per delle commissioni, ho incontrato un ragazzo, mio amico, che fa il servo nella casa del medico dei Girodelle, e così parlando parlando siamo arrivati fino a casa sua. Una volta nel giardino il conte mi ha visto e dopo qualche minuto è tornato dicendomi che doveva darmi delle informazioni per te. E così mi ha detto che aveva visto il medico il giorno prima e gli ha detto che il cavaliere nero si è ripreso dalle ferite riportate quel giorno della sparatoria. Non immaginerai mai dove alloggia.

-Da chi? Dai non tenermi sulle spine, dimmelo.

-A casa della nostra Rosalie.

-Dici davvero?

-Te lo giuro. Sono anche andato da lei per controllare che fosse vero, perché quando me l'ha detto non ci credevo. E ti posso assicurare che è proprio così.

-Come diavolo c'è finito uno come lui a casa di Rosalie?

-Beh a quanto mi hanno raccontato loro, la piccola Rosalie aveva soccorso il cavaliere nero per prima quel giorno. Ed ha aiutato il medico a portarlo fino al suo studio. Da quel giorno si recava li tutti i giorni per il cavaliere nero. Quando poi il dottore ha decretato che era guarito, Rosalie ha chiesto a lui se voleva andare da lei per qualche tempo, almeno finché non avesse trovato un'altra sistemazione, perché casa sua era andata distrutta nell'esplosione. Ma alla fine quei due si sono innamorati e lui non se n'è più andato. Hanno in mente di sposarsi tra qualche mese.

-Non ci posso credere. Ma tu hai parlato con lui, hai scoperto chi è?

-Quando sono andato da Rosalie, lui era uscito. Ma lei mi ha detto che si chiama Bernard Chatelet, fa il giornalista ed è amico di Robespierre.

I due ragazzi parlavano e discutevano della faccenda, dimenticandosi per qualche minuto della presenza del generale. Lui intanto ascoltava il racconto di André e osservava i due giovani. Sperava di coglierli in atteggiamenti intimi o da coppia, invece si comportavano esattamente come quando erano bambini. Anche se sapeva bene che, almeno da parte di André, c'era un forte sentimento che andava ben oltre l'amicizia. Poi notò nella figlia uno strano sguardo verso André. Allora capì che anche lei aveva superato la fase amicizia. Ma André non era un nobile. Non poteva approvare questa unione. Conosceva bene sua figlia. Sapeva che era una impulsiva. Sin da bambina più lui la obbligava a fare qualcosa, più lei si rifiutava, Una volta era persino scappata di casa per un giorno intero perché non voleva obbedire ad una sua decisione. Ricordò quanto fosse stato preoccupato per lei qual giorno. Gli tornò in mente anche quando per qualche minuto credette di averla persa... In entrambi i casi se lei era ancora lì era merito di André. Lui sapeva sempre dov'era, come stava, se c'era qualcosa che la turbava, e come salvarla. Era sicuro che lui l'avrebbe resa felice. A quel punto si alzò.

-Bene ragazzi. Visto che non avete strane idee in testa io torno a palazzo.

-Bene padre. Ci vediamo questa sera per la cena.

Detto questo fece un cenno di saluto e se ne Andò. I due ragazzi rimasero sulla porta a guardare il generale che si allontanava al galoppo. Quando fu sufficientemente lontano i due si guardarono, sorrisero ed entrarono in casa abbracciati.

-Certo che tuo padre è strano Oscar. Non vorrei che fosse l'età che inizia a fargli brutti scherzi- disse André ridendo di gusto.

-Ma che idiozie dici? - rispose lei ridacchiando. - Hei ma è vera la storia sul cavaliere nero di prima.

-Certo. Voleva pararti anche di questo oggi, ma non subito. Ti ho portata qui perché mi sembrava un luogo sicuro per poter stare da soli, in pace per qualche ora.

Si avvicinò a lei e lasciò che le sue braccia scorressero delicatamente sui suoi fianchi per poi tirarla a se e stringerla forte contro il suo petto. Sentì le braccia di Osar che si adagiavano intorno al suo collo mentre i loro sguardi si intrecciavano e le loro labbra si univano in un bacio. Quando si staccarono i loro visi erano sorridenti e gli occhi brillavano, illuminati gli uni dalla luce irradiata dagli altri. Il calore dei loro corpi dava una sensazione meravigliosa, e scambiandosi un altro rapido bacio si sentirono a casa. Quella capanna poi, gli dava l'idea di essere in un piccolo mondo solo loro.

Quella bellissima giornata passò tra le risate, i duelli, e i momenti di passione che li travolgevano spesso. E il letto della casetta era il luogo perfetto per far ardere quella passione. Il tramonto li sorprese ancora nudi e accaldati, l'uno tra le braccia dell'altra.

-Credo che dovremmo avviarci verso il castello. Tra poco sarà ora di cena... Ho promesso a mio padre che sarei stata presente alla cena.

-Lo so... peccato però... si sta tanto bene qui...

-Ci torneremo presto! Vedrai.

-Va bene. Adesso è meglio se ci muoviamo altrimenti tuo padre questa volta ci uccide davvero!

Così si rivestirono, raccolsero i pochi oggetti che avevano portato. Montarono a cavallo e si diressero vero il palazzo, attraversando quel mare d'erba che ora era arancione, mentre la grande sfera di fuoco continuava la sua discesa sotto l'orizzonte alle loro spalle. Arrivarono a palazzo ed entrarono nelle scuderie. André controllò che non ci fosse nessuno, le rubò un bacio e la lasciò andare da sola, mentre lui sistemava i cavalli nei loro posti per la notte. Oscar mentre andava in camera sua incontrò sua madre e insieme entrarono nella stanza della ragazza. Mentre Oscar si toglieva gli abiti maschili per mettere un abito per la sera, sua madre iniziò a parlare.

-Allora come hai trascorso questa giornata cara.

-Bene madre. Mi sono davvero rilassata. Ne avevo bisogno.

-Sono contenta. E André si è divertito anche lui?

-Si madre. Siamo stati molto bene.

-Mi fa piacere. Senti oggi tuo padre mi ha fatto una proposta... su di te...

In quel momento il cuore della ragazza iniziò ad accelerare i battiti. E mentre sua madre l'aiutava con il corpetto si sentì mancare anche il fiato.

-Di che si tratta? - chiese con voce timorosa. Sapeva che quando un discorso iniziava così non portava mai a nulla di buono.

-Oh nulla di grave o preoccupante cara. Domani alla festa, prima di annunciare il riconoscimento di Sebastien, tuo padre vorrebbe annunciare la tua decisione di vivere come una damigella...

-Cosa? Ma se perché io lasci l'uniforme devono passare ancora sei anni? E' una cosa che non ha senso!

-Hai ragione cara. Tuo padre me ne ha solo parlato come idea. Voleva che io lo dicessi a te per sapere la tua opinione. Gli riferirò il tuo pensiero. Bene ora finisci di prepararti per la cena. Ormai è quasi pronto.

-Si madre. Vi ringrazio.

Madame uscì dalla stanza e sulle scale vide il marito che aspettava. Si diresse verso di lui.

-Allora?

-Beh in effetti ha ragione lei.

-Cioè?

-Beh secondo lei è ancora prematuro fare questo annuncio perché prima che lei lasci l'uniforme ci vogliono ancora degli anni... E non ha tutti i torti in effetti.

-Si hai ragione... però la mia idea era quella di annunciare alle sorelle che la sua decisione, non di annunciarla come Lady. Ad ogni modo ne parleremo a cena.

In quel momento Oscar uscì dalla sua camera. Indossava un semplice abito lilla, con la gonna ampia ma morbida, che le arrivava alla caviglia. I capelli erano stati semplicemente pettinati e lasciati liberi.

-Bene ora possiamo andare a cena. -disse la ragazza.

La cena fu tranquilla. Nanny aveva cucinato divinamente anche questa volta. Tutti gradirono il pasto, lasciando sempre i piatti vuoti, e Sebastien a volte faceva anche il bis. Dopo la cena la famiglia si mise in salotto, davanti al camino.

-Oscar, stasera verrete voi a mettermi a letto? Ve ne prego!

-Ma certo. Però stasera devi andare a letto presto. Domani sarà un grande giorno per te!

-Va bene! Allora andiamo!!

Oscar si alzò dalla sua poltrona, prese per mano il fratellino e si girò augurando a tutti i presenti la buona notte, e il bambino la imitò. Si diressero su per le scale, fino alla stanza del bambino.

 

Era la stanza della prima delle figlie del generale. La stanza della sorella era stata arredata con mobili neutri prima della sua nascita. Quando scoprirono che era una femmina vennero aggiunti dei dettagli femminili che furono tolti quando si sposò, quindi non ci fu bisogno di riadattare il mobilio. Vennero aggiunti solo dei particolare da maschio. Da bambina entrava raramente nelle stanze delle sorelle. All'epoca, essendo convinta di essere un maschio riteneva che entrare nella stanza di una femmina non fosse affar suo. Poi una mattina presto (fuori era ancora buio), aveva dodici anni, quando si svegliò trovo una chiazza di sangue sulle coperte e sulla camicia da notte all'altezza del basso ventre. Prese un panno e se lo strinse in mezzo alle gambe dove si vide sporca e correndo verso la stanza di André, vide la maggiore tra le sorelle, con un candelabro in una mano e una brocca d'acqua nell'altra.

-Cosa succede Oscar? -le chiese la sorella.

-Oh Josephine ti prego vieni a vedere, ho una malattia terribile!!

-Oscar che succede? Cosa ti senti?

Ma lei non disse nella. La prese per la gonna della sua camicia da notte e la guidò fino a dentro la sua stanza. Una volta dentro le indicò il letto. La sorella vide la chiazza di sangue. Poi si girò verso Oscar è noto il panno in mezzo alle gambe. Allora iniziò a capire.

-Oscar perché tieni un panno in mezzo alle gambe?

-E da qui che mi è uscito il sangue... ma che significa? Che cos'ho?

-Oh piccola Oscar, questa è una cosa normale nelle ragazze!!

-Ma io sono un maschio!

-E no sorellina mia. Sei una femminuccia come tutte le tue sorelle! Questa ne è la prova – disse tirandole via il panno dalle gambe. Vide i suoi occhi riempirsi di lacrime. Allora la abbracciò forte e le accarezzò i capelli.

-Va tutto bene Oscar. Non sei malata. Sei solo diventata una donna!. Ora stai qui un momento buona e tranquilla. Vado a chiamare Nanny e la mamma.

Così vide la sorella uscire con il sorriso. “Sei una ragazza... sei una ragazza...” Quelle parole le risuonarono in testa come tamburi. Pochi minuti la sorella tornò con la madre, Nanny e André. Già... c'era anche lui perché la credeva ammalata e voleva assolutamente vere se stesse bene. La trovò in lacrime, con la camicia sporca di sangue e la chiazza sul letto. La nonna gli spiegò che Oscar era finalmente diventata una donna. Quel giorno rimase in camera sua tutto il giorno. Dovettero portarle da mangiare in camera perché si rifiutava di scendere. Da una parte si vergognava di quello che era successo. Dall'altra era arrabbiata con tutti perché non le avevano mai detto la verità. Ora si sentiva confusa. Quella sera poi sua madre riuscì a farsi aprire. Le spiegò come stavano le cose e lei si sentì più tranquilla...

 

I suoi ricordi furono interrotti da Sebastien che le strattonava la mano.

-Oscar!! Ma mi state ascoltando??

-Scusami Sebastien... pensavo ad altro... dicevi?

-Vi ho chiesto se ho dei cugini maschi con cui poter stare domani, o se sarò circondato da femmine.

-Beh c'e il primogenito di Josephine, Luis che ha 18 anni, poi c'è Pier, che ne ha 12 ed è il secondogenito di Valerie, la seconda più grande, e poi c'è Michelle, ma a solo 3 anni, ed è il primo ed unico figlio, per ora, dell'ultima prima di me.

-Capisco. Sono simpatici?

-Beh... io sono anni che non li vedo. Spero che dall'ultima volta sia migliorati. Adesso è ora di dormire.

Aiutò il fratello ad infilarsi a letto (notando che si era già messo in tenuta da notte), gli rimboccò le coperte e gli diede la buona notte spegnendo la candela e chiudendo la porta alle sue spalle. Davanti alla porta della sua stanza c'era André.

-Ciao

-Ah sei qui. Avevo bussato ma non mi hai aperto. Dov'eri?

-Ho messo a letto Sebastien. Vieni entra.

-Sai prima quando sono entrata nella stanza mi sono ricordata di quella famosa mattina della chiazza di sangue... te lo ricordi?

-Eccome!! Credevo che stessi male. Per fortuna non avevi niente!

-Già... se ci penso adesso questo è il segno che potrei diventare madre... Senti André... quando noi facciamo... ecco insomma... Stiamo rischiando grosso... capisci quello che intendo?

Li per li André non capiva. Poi ripensò a quando facevano l'amore e allora capì dove volesse arrivare.

-Sai devo ammettere che non ci avevo mai pensato. D'ora in poi faremo attenzione.

-Bene, sperando di non aver già combinato qualche guaio. Ma non pensiamoci più. Cosa eri venuto a dirmi?

-Volevo solo darti la buona notte e stare con te un po', visto che domani non avremo molto tempo per stare da soli...

-Hai ragione! Sai però ho davvero voglia di rivedere le mie sorelle. Ormai è tanto che non le vedo. Però....

-Però?

-Non so ho un brutto presentimento. Ho paura per Sebastien...

-Temi che le tue sorelle non lo accetteranno?

-No... ho paura di Pier.

-Dici il figlio di Valerie?

-Si esatto... ti ho raccontato di lui...

-Si... quel ragazzo ha un bel caratterino... ma a quanto ho potuto notare in questi giorni il piccolo Sebastien sa cavarsela bene. Con la spada impara in fretta.

-Non è nemmeno quello che mi preoccupa... vedi Pier era il prossimo in ordine di successione al posto di comandante delle guardie reali dopo di me... e sai quanto impegno ci sta mettendo in accademia...

-Già... lui vuole diventare come te... ma non capisco cosa centra questo adesso?

-Beh centra perché adesso è Sebastien il prossimo in linea di successione in quanto erede diretto del generale. Quindi quando io lascerò il porto sarà lui a sostituirmi... vedi io ho paura che Pier possa prendere troppo a male questa cosa... sai che quel ragazzino è capace di tutto nonostante la sua età...

-Sai potresti aver ragione... ma secondo me ti preoccupi troppo. Infondo nessuno di noi premetterebbe che succedesse qualcosa a tuo fratello. Hei non è che tra questo bambino e gli abiti di seta ti stai rammollendo?

-Mi pare di averti stracciato ieri al parco... o sbaglio?

-Non in quel senso, io parlavo di animo... insomma... mia nonna parla di istinto materno...

-Istinto materno hai detto? Beh non lo so se sia quello il suo nome, ma io mi sento in dovere di proteggere e difendere mio fratello... E' più forte di me preoccuparmi...

-Lo sai... sei davvero dolce... stai diventando una donna a tutti gli effetti! - La guardava rapito da quell'immagine di donna. Poi la prese tra le braccia e rimase a coccolarla per un po'. Alla fine sciolse l'abbraccio.

-Ora è meglio ce io vada. Abbiamo bisogno entrambi di riposare. Domani sarà una lunga giornata per tutti.

-Va bene... Buona notte allora!

-Buona notte amore!

Un ultimo bacio fugace e poi lo vide entrare nel buio del corridoio. Chiuse la porta e si guardò allo specchio. “Ma che cosa mi prende? Istinto materno? Ma andiamo! E' mio fratello! E' normale che mi preoccupi per lui!” Sorrise, si mise anche lei la sua camicia da notte e andò a dormire ma no prese subito sonno. Un pensiero la colse di sorpresa. Si chiese che giorno era... “Allora vediamo oggi e il 15... il mese scorso ho avuto la perdita di sangue... che giorno era.... il 5.... Oddio! Sono 10 giorni di ritardo... strano... non era mai successo... In questi giorni con tutto quello che è successo non ci aveva badato... Si sarà stata l'agitazione di questi giorni a causare questo posticipo... domani comunque chiederò a Nanny...” Così pensando si addormentò, non esattamente tranquilla.

Intanto il generale e sua moglie stavano parlando su come dire alle figlie del bambino. Avrebbero detto la verità o si sarebbero inventati una storia credibile? E se avessero detto la verità, le figlie lo avrebbero odia e reputato un pessimo marito? E cosa avrebbero detto su Oscar? Questi pensieri spaventavano il generale a tal punto da non farlo dormire. Così la moglie accese una candela e lo guardò.

-Ranier cosa c'è?

-Marguerite sei sicura che dire la verità alle nostre figlia sia la cosa migliore?

-Ne abbiamo già discusso a lungo e abbiamo decise di dire una verità modificate. Le altre possibili storie non reggerebbero.

-E se poi dovessero odiarmi?

-Non ti odieranno. Per come la racconteremo non potranno prendersela con nessuno. Ora tranquillizzati e torna a dormire.

Il generale pensò alla variante che avevano pensato apposta per le figlie e si sentì tranquillo. Così si addormentò.

Il sole era sorto. Un nuovo giorno stava nascendo. Il giorno delle verità.

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Bene. Questo è un capitolo un po' lungo, pieno di pensieri e ricordi... Ma sono necessari per quello che accadrà nel prossimo capitolo! Spero di non avervi annoiate! =) Attendo i vostri commenti =) A presto!!

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Capitolo 14
*** La festa... della verità! ***


Ecco qui a voi il nuovo capitolo!! Vediamo quali verità verranno svelate! Un grazie a che legge e commenta!! =) I vostri commenti sono sempre utili e sempre graditi!! =)

 

Il sole, come una palla di fuoco faceva capolino dall'orizzonte, colorando di arancio il cielo. Era un'altra calda mattina d'estate. L'aria era già tiepida. Tutto dormiva dentro e fuori palazzo Jarjayes. Gli occhi di Oscar si aprirono quando un raggio dorato le si posò sul volto illuminandola. Era un giorno importante quello. Aveva tante aspettative per quella giornata. Voleva rivedere le sue sorelle e stare con loro dopo tanto tempo. Voleva scoprire cosa sarebbe accaduto tra Pier e Sebastien. Avrebbe difeso il suo fratellino ad ogni costo. E infine, ma non meno importante, avrebbe palato con Nanny, con sua madre, e con ognuna delle sue sorelle se necessario, del suo ritardo per scoprirne il motivo. Non era mai successo e si sentiva nervosa. Ma con André non ne avrebbe fatto parola, finché non avesse saputo qualcosa di rilevante.

Si alzò dal letto e andò davanti alla finestra. Le era sempre piaciuta l'alba. Era un momento così tranquillo, così intriso di speranza. Un nuovo giorno che nasce, nuove cosa da fare, nuove persone da incontrare... nuove verità da svelare.
Qualche giorno prima, sua madre le chiese come si sarebbe vestita quel giorno e lei aveva risposto che non ci aveva ancora pensato e che avrebbe deciso la mattina stessa. “Beh quella mattina è arrivata – si disse – è arrivato il momento di scegliere.” Allora andò davanti al suo armadio. Ripensò alla proposta del padre la sera prima... si disse che essere presentata come damigella non era del tutto sbagliato. Quella mattina a colazione lo avrebbe detto a suo padre. Da quando era arrivato Sebastien, il suo armadio era stato diviso in due: nella parte sinistra c'erano gli abiti importanti, quelli per le occasioni; in quella destra gli abiti morbidi che indossava per cena quando non c'erano ospiti per stare comoda. I suoi abiti maschili erano stati piegati e messi nella cassettiera. Li utilizzava quando andava a cavallo e quando usava le armi.

Quel giorno era una occasione e quindi guardò nella parte sinistra. Poi guardò ancora fuori e vide che il cielo stava acquistando un bell'azzurro, quindi optò anche lei per un abito dello stesso colore. Era un abito semplice ma che faceva la sua bella figura. Il corpetto era contornato con dei pizzo bianco. La gonna ampia scendeva morbida lungo i fianchi con una fascia bianca che si legava dietro in un grande fiocco. Fino a qualche tempo prima un abito del genere le sarebbe sembrato una trappola. Adesso invece aveva assunto un aspetto più gradevole.
Lo prese e lo poggiò delicatamente sul letto. Poi si accovacciò sulla poltrona con entrambe le gambe piegate di lato, e si avvolse nel lenzuolo tirato via dal letto, quando una leggera brezza mattutina entrò nella stanza. Guardava fuori e fantasticava con la mente su tutto in generale... Chinò il capo sulla spalla e si addormentò nuovamente.
Il rumore della porta che si apriva la svegliò.

-Buon giorno cara. MA che ci fai sulla poltrona? Non dirmi che hai dormito li sopra tutta la notte?

-Buon giorno Nanny. No no tranquilla. E che mi sono svegliata un po' presto e mi ero messa qui a guardare l'alba. Devo essermi riaddormentata...

-Capisco. C'è qualcosa che ti preoccupa? Sai, si dice che chi guarda l'alba ha qualcosa che lo tormenta...

-Beh in effetti non sono esattamente tranquilla...

-Lo sai che con me puoi parlare di tutto...

-Beh effettivamente c'è qualcosa di cui voleva parlarti...

-Dimmi bambina mia.

-Ecco, facendo un piccolo calcolo ho scoperto che... insomma... la mia perdita è in ritardo di 11 giorni con oggi...

-Oh santo cielo! Mi ero dimenticata di questo fatto... In ritardo di addirittura 11 giorni... Non era mai successo...

-Lo so Nanny... è per questo che sono preoccupata. Non riesco a spiegarmi come sia potuto accadere!

Nanny ci pensò su. Poi le venne in mente che lei e André erano una coppia...

-Dimmi una cosa Oscar... tu e André avete... si insomma avete già...

-Oh... si. Più di una volta... perché?

-E lui è...

-Cosa?

-Beh insomma nel momento culminante lui è rimasto dentro di te?

-Ehhhh si...

-Oh santo dio del cielo. Bambina mia che cosa avete combinato??

-Nanny che succede? Io ho paura!!

-Non è ancora sicuro ma... Oscar quando un uomo rimane dentro la sua donna in “quel” momento... beh da li potrebbe iniziare una gravidanza...

-Cosa?? Oh mio dio... - Oscar era sconsolata... si lasciò cadere sulla poltrona che stava ancora sotto di lei e pianse. La vecchia governate si avvicinò alla sua bambina. Non sapeva come fare per consolarla e rassicurarla... ma un modo doveva trovare.

-Senti Oscar, non è sicuro. Ma per oggi dovremo mantenere il segreto. Domani poi ci pensiamo meglio. Te la senti di tenere duro fino a domani?

-Si... devo riuscirci!

-Bene allora vado a dire a Marie di portarti l'acqua per il bagno.

-Ah Nanny... ti prego non dirgli niente! Almeno per oggi! Per favore... ci penserò io domani!

-Come vuoi bambina mia...

La porta si richiuse e lei rimase nuovamente sola, ora più triste di prima. “Una gravidenza... una gravidanza...”

Non riusciva a pensare ad altro. Era spaventata, ma non poteva farlo vedere... nemmeno al suo uomo. Avrebbe indossato la sua maschera migliore e avrebbe vissuto la giornata come se niente fosse. Lo faceva per il bene di tutti. Si convinse di questo. Quando arrivò la cameriera con l'acqua iniziò la sua messinscena. Per la colazione scese con un vestito diverso da quello che aveva scelto per la giornata.
Quando scese quel mattino a colazione, un qualcosa dentro le diceva che era meglio non guardare ne parlare con lui in presenza di altre persone. Quindi si impose di ignorarlo, anche se le faceva male. Lei fece colazione e poi si diresse in camera sua con la madre senza rivolgergli ne uno sguardo ne una parola. Questo lo lasciò perplesso.
La madre la aiutò a sistemare i capelli. Le raccolse i capelli in uno chignon dietro la nuca, tenuto su con un ferma capelli con pietre azzurre, dal quale qualche ricciolo le ricadeva leggero sul collo. Un filo di trucco per renderla ancora più bella e poi era definitivamente pronta per la festa. Il padre, dopo che Oscar gli aveva annunciato la decisione presa quella mattina, aveva deciso di fare una sorpresa agli ospiti: avrebbero aspettato che tutti fossero arrivati, e solo allora lei e Sebastien sarebbero scesi, prima uno e poi l'altra, nel salone. Ne parlò a colazione con il resto della famiglia, e tutti furono d'accordo. E così avvenne.
Pian piano arrivarono tutte e 5 le sorelle Jarjayes con i mariti e i figli, che giocando tra loro animarono il palazzo, dandogli un tocco di vita. Quando tutti arrivarono, furono tutti riuniti davanti alla scala principale. Fu allora che i due fecero il loro ingresso trionfale. Il generale, si mise al lato della scala e annunciò:

-Mie adorate figlie, miei cari generi, carissimi nipoti, permettetemi di presentarvi un nuovo membro della nostra famiglia. Il giovane Sebastien de Jarjayes, mio legittimo erede al posto di capitano della guardia reale... Tutti guardarono in cima alle scale. Il piccolo aveva un vestito molto elegante color azzurro. Scese la scalinata con grande nobiltà e grazia. A tutti venne in mente quando Oscar scese la stessa scalinata con la divisa della accademia militare i giorno del diploma. Quando Sebastien fu arrivato accanto al padre, lui gli mise un braccio attorno alle spalle.

-Ma padre chi è questo bambino?

-Vedi mia cara Josephine... lui è vostro fratello.

-Ma com'è possibile... quando e nato? Come mai non ne siamo mai venuti a conoscenza prima d'ora? E Oscar allora?

-Lasciate che vi spieghi, e tutto vi sarà più chiaro. Vedete Circa una decina di anni fa, nel periodo in cui vostra madre ebbe quel malore... Beh una sera che era fuori città per lavoro, incontrai una ragazza di cui ero innamorato da ragazzo. Decidemmo di andare a bere qualcosa e raccontarci delle nostre vite. Purtroppo bevemmo troppo e finimmo a letto insieme.

A quella dichiarazione si levò un brusio di voci... Il generale se lo aspettava, ma la parte che lo avrebbe salvato doveva ancora arrivare.

-Vedete, quando mi resi conto dell'errore madornale che avevo commesso andai via subito e tornai qui da vostra madre che intanto stava guarendo. Non le dissi niente perché non volevo provocarle altro dolore inutile. Con questa donna persi ogni contatto. Poi qualche giorno fa arrivò alla nostra porta questo bambino. Mi disse che sua madre era morta e che lui non aveva nessun altro al mondo tranne me. Mi disse di essere il figlio di quella donna... e io capì all'istante che era il frutto di quell'errore. Ma a pensarci adesso fu un errore che ha il suo lato buono. Questo giovane è stato riconosciuto davanti al re come mio legittimo figlio. Vostra madre mi ha perdonato per quella avventura di una notte ed ha accolto Sebastien come un figlio. Ma soprattutto questo bambino ha ridato alla sua vera vita vostra sorella. Ed è così che con grande onore vi presento Lady Oscar Françoise de Jarjayes!

E dalla cima della scala apparve lei, radiosa e splendente come un angelo! André che osservava la scena dalla porta laterale perse forse due battiti nel vederla scendere. Quel magnifica abito azzurro del cielo le stava d'incanto. I suoi capelli raccolti lo lasciarono senza fiato. Quelle labbra tinte di rosso acceso erano superbe. Si dovette reggere allo stipite della porta per non svenire. La reazione che gli ospiti ebbero non fu diversa dalla sua. Rimasero tutti a bocca aperta, con lo sguardo illuminato dalla luce che irradiava Oscar. Quando anche lei arrivò affianco al padre, lui le porse la mano e lei vi poggiò la sua sopra. Il generale la portò al centro della sala e fece qualche passo indietro, portandosi accanto alla moglie. Dopo un momento in cui tante paia di occhi la guardarono da vicino le sorelle le furono subito intorno facendole un mucchio di domande. Ma prima di rispondere alle loro domande pose lei un quesito:

-Sorelle mie carissime, io ho accettato il piccolo Sebastien come mio fratello e gli voglio molto bene. Vorrei conoscere il vostro parere prima di rispondere alle vostre domande.

-Le donne rimasero sorprese per un momento, poi guardandosi le une con le altre e rivolgendo uno sguardo al bambino che stava in piedi vicino ai genitori sorrisero, e la più grande si fece portavoce anche per le altre dicendo:

-Cara Oscar, saremmo liete di accogliere anche noi questo bambino che ha portato tanta gioia nella vostra vita!

Così dicendo si abbracciarono, Oscar tese una mano al piccolo per invitarlo in mezzo a loro e lui la prese timidamente. Quando fu circondato da tutte le sue nuove sorelle si sentì a casa e tutti insieme si avviarono nella sala da pranzo. Il generale e sua moglie si guardarono e quando tutti si furono avviati si scambiarono un rapido bacio.

-Alla fine è andato tutto bene. Tuo figlio è stato accolto dalle altre, e Oscar è bellissima come un angelo.

-Hai ragione mia cara. Abbiamo proprio una famiglia meravigliosa.

Il pranzo fu consumato tra chiacchiere, risate e tanta voglia di stare in famiglia. Dopo il pasto le donne si misero nel gazebo montato apposta ne giardino per stare più freschi. Gli uomini andarono ad una piccola battuta di caccia nelle terre vicine e i bambini giocavano nel giardino. Oscar avevano notato che suo nipote Pier non aveva ancora rivolto la parola a Sebastien. Allora andandogli incontro lo chiamò:

-Pier vieni qui per favore?

-Dite pure zia.

-Come mai non hai ancora parlato con Sebastien? Sai lui non vedeva l'ora di conoscerti...

-Non voglio parlare con un ladro.

-Ladro?? E perché?

-Perché mi ha rubato il posto in successione. Il posto che ora ricoprite voi doveva essere mio!!

-Tutto qui? Guarda che non c'è solo il posto di capitano delle guardie reali. C'è anche i posto di capitano delle guardie di palazzo, che quello che viene subito dopo. Sta sotto al mio di mezzo gradino. A te verrà riservato quel posto e nessuno te lo ruberà!

-Dite davvero? Ma non potrebbe andarci lui?

-No. Non si può!

-Capisco... Ad ogni modo zia per quanto siate bella vestita da donna... siete buffa.

-Lo so, è una cosa nuova anche per me... ma non temere. E solo per oggi. Da domani mattina indosserò ancora l'uniforme. Adesso mi prometti che vai da Sebastien e fate amicizia come bravi amici?

-Si zia promesso.

E così lo vide correre verso il fratello e iniziare a giocare felicemente. Bene... due su tre si erano risolte. Mentre tornava al tavolo delle signore si sentì chiamare. Vide André spuntare da dietro un tronco. Senza farsi veder lo raggiunse.

-Finalmente mi degni di uno sguardo!!

Lei non parlò. Non sapeva cosa dirgli. Si limitò a tenere lo sguardo fisso a terra.

-Perché non mi guardi? Perché non mi dici niente? Oscar ti prego guardami – e questa volta fu costretta poiché lui le prese il mento con due dita e lo alzò. Quando i suoi occhi incontrarono quelli di lui, si sentì il cuore piangere. Allora lui abbassò la testa e poggiò le labbra su quelle di lei. Un breve bacio. Lei disse soltanto “devo andare” e scappò via, lasciandolo li senza una spiegazione. Sapeva di averlo ferito ma in quel momento era inevitabile. La vide prendere posto al tavolo e continuare la conversazione lasciata a metà. Per il resto della giornata rimase in camera sua con le sue domande. Iniziava a pensare che lei avesse avuto dei ripensamenti su di loro. Quando uscì dalla sua stanza era sera e gli ospiti stavano tornando alle loro case.
Quando anche gli ultimi ospiti se ne furono andati il primo pensiero di Oscar fu di andare da lui e spiegargli tutto. Andando vero camera sua lo vide.

-André...

-Allora te lo ricordi il mio nome... - era arrabbiato. Doveva aspettarselo.

-Devo parlarti, ti prego è urgente.

Andarono nella sua stanza. Si sedettero sul letto.

-Senti André innanzi tutto volevo scusarmi con te per come mi sono comportata oggi. E solo che è da ieri sera che un pensiero mi tormenta e...

-Riguarda tuo fratello? No perché

-No... è qualcosa che riguarda me... Sai non è stata facile questa giornata. Ho finto tutto il tempo di stare alla grande, quando l'unica cosa che volevo era starmene in camera mia da sola.

-Mi dici cos'è allora?

-Non posso dirtelo adesso perché non so nemmeno io cosa sia. Domani però scoprirò cos'è e la prima cosa che farò sarà venire da te a dirti tutto te lo prometto! Devi fidarti di me!

-Va bene Oscar, come vuoi. MI fido ti te.

Così la abbracciò forte a se. La baciò con tutto l'amore che aveva e la guardò vestita come una dea per l'ultima volta, prima di andare a dormire.

Oscar invece non riusciva a dormire. Era troppo nervosa al pensiero di quello che le aveva detto Nanny quella mattina... Dopo ore che era sveglia decise che non voleva più aspettare. Si mise i suoi vestiti maschili e un mantello. Andò nelle scuderie, trovò il suo cavallo e quello di André sellati (non sapeva perché). Montò in sella al suo Cesar e si diresse verso Parigi.

***

Un cavallo bianco trottava nell'oscurità della notte. Qualcuno piangeva la realizzazione del suo incubo. La notizia tanto attesa era arrivata...

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Che succede?? Chi è che piange? Che notizia sarà mai arrivata?

Fanciulle a voi la parola. Spero che questo capitolo vi abbia schiarito un po' le idee... Bene attendo i vostri commenti!! A presto con il prossimo capitolo!! =)

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Capitolo 15
*** Un nuovo futuro! ***


Ecco a voi il nuovo capitolo!! =) Alcune di voi hanno provato ad ipotizzare chi potrebbe essere la persona che piange con cui o chiuso il capitolo scorso, e come mai. Vediamo che avrà indovinato! =) un grazie infinito a chi legge e commenta!! =)

 

Cesar trottava nelle vie scure di Parigi. Non aveva come meta palazzo Jarjayes, non ancora. La sua padrona, seduta sulla sella, piangeva. Già Oscar piangeva, non sapeva nemmeno lei se per tristezza o felicità.

Qualche ora prima era uscita da palazzo galoppando verso casa del dottore. Un pensiero la tormentava e non riusciva a toglierselo dalla testa. Arrivò a casa del dottore. Bussò alla porta. Dopo qualche istante qualcuno le venne ad aprire. Scusandosi per l'ora chiese urgentemente del dottore. Il dottore era al servizio della famiglia Jarjayes da tantissimi anni, aveva visto nascere e crescere la ragazza, per cui quando gli annunciarono che era lei, non esitò a riceverla nel suo studio. 

-Madamigella, cosa vi porta qui a quest'ora?

-Vedete dottore, io ho una terribile sensazione....

-Parlate!

-Beh vedete... io ho un ritardo di ben 11 giorni nelle mie perdite mensili... Non era mai successo prima d'ora...

-Mmm ditemi madamigella, voi avete per caso consumato un rapporto con un uomo?

-Si dottore...

-E dite, quando ve ne siete accorta di questo ritardo?

-Un paio di sere fa...

-Devo fare un paio di considerazioni... ricordate le date dei vostri rapporti?

-Fatemi pensare... Allora.... il 30 e il 14...

-E quando sarebbe dovuta arrivare la perdita?

-Il 5....

In quel momento il viso di Oscar divenne pallido. Lei si portò una mano davanti alla bocca e uno sullo stomaco. Il dottore le porse subito un secchio e lei vomitò.

-Madamigella io non voglio allarmarvi ma.... ci sono già due sintomi... ditemi, quante volte fate pipì in questi giorni?

-In effetti più del solito....

-Come immaginavo... -Poi le fece scoprire il ventre e vi poso una mano; la tasto in qualche punto, e notò che la forma era leggermente cambiata. - Madamigella, sono sicuro al 90% che voi siete incinta.

-Che cosa? Ma non può... -Ma un altro conato di vomito interruppe la frase. - Come posso essere incinta... non è possibile...

-Vedo che la notizia più che rallegrarvi vi ha sconvolta...

-Sinceramente lo temevo, ma non volevo crederci... Dottore vi ringrazio davvero per avermi ricevuta a quest'ora. Tornerò tra qualche giorno.

-Figuratevi Oscar! A presto madamigella.
Così era uscita da quella casa con il viso pallido, lo sguardo perso e la conferma che il suo presentimento era esatto. Che fare adesso? André sarebbe stato felicissimo... ma come lo avrebbe spiegato a sua madre? Peggio ancora come lo avrebbe nascosto a suo padre? E quando non si poteva nascondere cosa avrebbe fatto? Avere un figlio era senz'altro una delle gioie più bella per una donna... ma per lei era diverso. In quel momento proprio non ci voleva... 


Oscar tirò le briglie del suo cavallo e Cesar si fermò. Si passò una mano prima sugli occhi per asciugare le lacrime e poi sul ventre. Dopo di che lanciò il purosangue al galoppo verso il palazzo Jarjayes. Passò dalle scuderie e lasciò Cesar. Poi si diresse a passo svelto in camera di André. Bussò più volte con il cuore martellante nel petto. Quando lui finalmente le aprì, lei entrò senza dire nulla e andò dritta a sedersi sul letto nascondendo il viso tra le mani.

-Oscar ma che succede?? - disse il ragazzo seriamente preoccupato richiudendo la porta dietro se.

-Come faccio a dirtelo?

-Provaci e basta... Amore mi stai facendo spaventare, ti prego parla!

-Sai quella cosa che ti ho detto prima di andare a letto?

-Si... quella che non potevi dirmi...

-Beh ora ho scoperto cos'è...

-Mi devo preoccupare?

-Io lo sono parecchio... poi vedi tu. Come la prenderesti se ti dicessi che sono incinta? - sputò tutto d'un fiato.

-Tu cosa? - furono le uniche parole che riuscì a dire. Si lasciò cadere sul letto affianco ad Oscar con lo sguardo perso. Rimasero in silenzio per qualche momento poi André si riprese dallo shock.

-Ma ne sei sicura?

-Si... sono appena stata dal dottore. Mi ha visitata e me lo ha confermato...

-Amore mio ma è una cosa stupenda!! Avremo un figlio tutto nostro! Il frutto del nostro amore! Che cosa meravigliosa!!

Oscar aveva rimesso la faccia tra le mani. I gomiti puntati sulle cosce. André vide una lacrima cadere a terra. Si inginocchiò davanti alla ragazza, cercò il suo viso e lo vide rigato dalle lacrime. Gli occhi rossi e gonfi.

-Amore mio, queste non sono lacrime di gioia vero?

-Hai ragione... dovrei essere felice, ma non ci riesco... Questo bambino è la cosa più sbagliata in questo momento... - André si fece serio.

-Ehi, guardami! Non voglio più sentirti dire una cosa come questa! Un bambino non è mai sbagliato! E' vero, non sarà facile, ma noi affronteremo insieme qualsiasi ostacolo. E poi ricordati che tua madre e mia nonna stanno dalla nostra. E io per primo farò in modo che non capiti niente alla mia famiglia!! Oscar per una vita intera ho sognato e sperato che tu ricambiassi il mio amore. Da quando sei diventata mia ha cominciato a frullarmi in testa l'idea di una famiglia tutta nostra. Evidentemente il Signore ha esaudito le mie preghiere! In questo momento il mio cuore trabocca di gioia!

-Ohh André!!

Oscar gettò le braccia al collo del suo uomo e scoppiò a piangere più forte di prima. Le parole di André la avevano tranquillizzata un pochino ma aveva ancora un po' di paura. Poi sorse il sole, e una nuova giornata iniziava. Quel giorno sarebbe dovuta tornare a Versailles dopo la convalescenza della sua malattia. Si calmò e tornò in camera sua. Si preparò, fece colazione e con André al seguito si diresse verso la reggia. Al sua arrivo a corte tutte le damigelle e i nobili le davano il ben tornato dicendosi felici per la sua riuscita guarigione. Quando arrivò al cospetto dei sovrani, che loro furono felici del suo ritorno. La regina chiese a madamigella un colloquio privato. Così le due donne si diressero negli appartamenti di sua maestà.

-Prego madamigella sedetevi pure, mettetevi comoda.

-Grazie vostra altezza.

-Perdonatemi se vi ho portata qui d'urgenza ma volevo sapere come mai vi siete trattenuta così tanto a casa. Girodelle mi ha detto che sareste dovuta rientrare qualche giorno fa... Spero che vada tutto bene.

-Oh scusate maestà, ma abbiamo avuto dei festeggiamenti in famiglia e mi sono trattenuta a casa! Va tutto bene altezza...

-Madamigella sarete brava ad ingannare gli altri ma io so riconoscere il vostro sguardo. Sono tanti anni che siamo amiche ed ho imparato ad osservarvi. Voi avete qualcosa che vi preoccupa. Sapete quanto io vi sia affezionata, e non dovete avere timore a parlare con me di qualunque cosa. Se c'è qualcosa che posso fare ditemelo!

-Siete davvero buona mia regina! Beh vedete... da qualche tempo a questa parte mi sono resa conto di provare dei sentimenti profondi per un uomo...

-Ohh Oscar, io lo sapevo che prima o poi la donna che è in voi sarebbe trionfata! E ditemi chi è costui.??

-Ecco... qualcuno che mi è accanto da sempre...

-Lasciatemi indovinare... si tratta del vostro bell'attendente André vero?

-Si altezza! Avete indovinato. Ma lui purtroppo non è un nobile e non avremo mai la possibilità di amarci alla luce del sole...

-Come vi capisco amica mia... purtroppo anche io sono costretta a vivere il mio amore in segreto, voi lo sapete bene. Non è facile!

-Ma le cose sono più complicate purtroppo... vedete maestà io... aspetto un figlio suo... e non so cosa fare!

-Ohh Oscar, mia carissima amica, che bella notizia che mi date! Sono felicissima per voi! Ad ogni modo capisco qual'è il vostro problema! Voi avete fatto tantissimo per me in questi anni. Adesso è giunto il momento che faccia io qualcosa per voi. Datemi qualche giorno madamigella e vedrete!

-Oh maestà! Non so come ringraziarvi!!

Le due donne si abbracciarono. L'amicizia profonda che le legava era qualcosa di prezioso per entrambe. Oscar non sapeva cosa avesse in mente la regina ma si fidava di lei. Quando uscì dalle stanze della regina si sentiva più rilassata. André che la aspettava li fuori non poté fare a meno di notare questo cambiamento di espressione sul suo viso. Ma dovette trattenere la sua curiosità fino al viaggio di ritorno a casa. E nemmeno in quell'occasione riuscì ad ottenere delle informazioni utili. Quella sera madame andò in camera della figlia. Anche lei aveva notato un cambiamento in Oscar.

-Oscar posso entrare?

-Certo madre, venite pure!

-Come stai tesoro?

-Bene madre! E voi?

-Tutto bene. Senti volevo chiederti... è forse successo qualcosa?

-In che senso?

-Beh mi sembri diversa. Ieri alla festa sotto quel sorriso nascondevi un aria triste...

-Allora ve ne siete accorta...

-Beh sono tua madre, certo che me sono accorta. Vuoi dirmi che succede?

-Vedete madre due sere fa mi sono accorta che avevo un grosso ritardo nelle perdite di ogni mese... ieri mattina ne ho parlato con Nanny quando è venuta a svegliarmi... e lei mi ha detto che di solito quello era segno di una gravidanza... Quando poi ieri sera gli ospiti sono partiti e voi tutti siete andati a dormire io sono andata dal dottore. Non riuscivo a stare tranquilla. Quando sono arrivata da lui ho vomitato più volte... e lui ha riconosciuto tutti i sintomi confermandomi che... aspetto un figlio!

-Santo cielo bambina mia! E' di André questo bambino?

-Si madre...

-Ohh piccola mia!! Da una parte è una notizia splendida! Ma dall'altra... stavo pensando a tuo padre...

-Anche io madre ci ho pensato e non vi nego che ho tanta paura... E' strano per me provare così tanta paura. Mi è stato insegnato a non temere niente nella vita!

-Oscar cara, questa è una situazione completamente diversa... André lo sa?

-Si, gliel'ho detto appena sono tornata dal dottore.

-E lui come l'ha presa?

-Benissimo naturalmente. E non è il solo a saperlo...

-L'hai detto anche a Nanny?

-No... alla regina...

-Cosa?? Oscar perché lo hai detto anche a sua maestà?

-Vedete lei mi ha chiesto un colloquio privato e ha notato il mio turbamento... così inconsciamente mi sono aperta con lei. Ha detto di darle qualche giorno di tempo e avrebbe trovato una soluzione...

-Ohh che pensiero gentile. Deve essere proprio affezionata a te la nostra regina.

-Esatto.

-Beh tu continua a fare finta di niente con tuo padre. Ma credo che a Nanny dovresti dirlo...

-Voi credete?

-Si, lei è una esperta in queste situazioni ormai. Può aiutarti quando starai male.

In quel momento un messaggero della reggia era arrivato a casa Jarjayes.

-Ma che succede?

Le due aprirono la porta e si affacciarono alla balaustra della scala. E videro che c'erano anche gli altri.

-Sua maestà la regina Maria Antonietta convoca con urgenza André Grandier al suo cospetto per un colloquio privato!

-Cosa, io? E cosa vuole la regina da me?

-Cosa aspetti André vai subito a scoprirlo! - disse sua nonna porgendogli il mantello.

Oscar vide André seguire il messaggero alla carrozza. Forse la regina aveva trovato al soluzione al loro problema... Una piccola speranza illuminò gli occhi della ragazza. Nanny alzò lo sguardo verso la scala e vide madre e figlia affacciate. Oscar le fece cenno di raggiungerle. Quando l'anziana governante raggiunse la stanza della ragazza, lei le rivelò il fatto di essere incinta e la donna esplose di gioia. La mise al corrente anche del colloquio avuto con la regina, e che probabilmente lei lo aveva convocato perché aveva trovato la soluzione. Le tre decisero che lo avrebbero aspettato.

Intanto la carrozza era arrivata a Versailles. André si diresse verso gli appartamenti della regina. Ancora titubante bussò leggermente e la regina stessa gli aprì.

-Prego André accomodati.

-Grazie altezza.

-Ti starai chiedendo perché ti ho fatto convocare d'urgenza a quest'ora della sera.

-In effetti è così maestà.

-Vedi questa mattina, quando ho parlato in privato con madamigella, siccome noi due siamo molto amiche e quindi siamo in confidenza, lei mi ha confessato di voi due e della sua gravidanza. Io sono molto affezionata a Oscar e voglio bene anche a te André, per questo le ho promesso che avrei trovato un soluzione alla vostra situazione. Ebbene eccoti svelato il motivo della tua presenza qui: Pochi giorni fa è giunta voce che un conte molto importante qui a corte vedovo e senza figli stia cercando un erede poiché lui è quasi sul punto di morte, e ha chiesto al re di trovare un giovanotto intelligente da riconoscere come nipote. Quando nel pomeriggio il re mi ha chiesto se conoscessi qualcuno adatto ,io gli ho detto di si e che mi sarei occupata personalmente di questa faccenda. Tu André diventeresti il conte André Grandier de Dubois. In questo modo avresti la possibilità di sposare la tua Oscar e cresce quel bambino in maniera legittima. Allora André cosa mi rispondi?

-Maestà io sono senza parole! Non saprò mai come ringraziare il vostro cuore nobile e magnanimo!! - Il ragazzo aveva gli occhi pieni di lacrime di gioia. Non riusciva a crederci! Avrebbe potuto sposare legalmente la sua amata!

-Bene allora adesso vai a casa e raccogli le tue cose. Domani ti dovrai trasferire a casa del conte Dubois.

-Certo altezza! Grazie infinite maestà!!

-A presto André! E porta i miei saluti a Oscar!

-Senz'altro!

Così André si congedò dalla regina e uscendo dal castello trovò la carrozza che lo aspettava. Sali a bordo e i cavalli partirono. Il cuore era così ricolmo di gioia che temeva che gli scoppiasse da un momento all'altro! Il viaggio di ritorno gli sembrò durare un'eternità. Ma quando finalmente arrivò corse in camera di Oscar. Con sua sorpresa trovò che sua nonna e madame erano lì.

-Vieni André, ti stavamo aspettando! - Disse Oscar prendendolo per mano e portandolo a sedere accanto a lei sul letto. -Allora cosa ti ha detto la regina??

-Non ci crederai mai! Diventerò un conte!!

-Cosa un conte?? Ma come?

-Il conte Dubois è in punto di morte senza un erede, e ha chiesto al re di cercargli un giovanotto che potesse adottare come nipote, a cui lasciare la sua vasta eredità e a cui trasmettere il suo titolo, e la regina ha scelto me! Domani andrò a vivere a casa del conte per il riconoscimento e per conoscere la sua situazione. Dopo di che sarò un nobile e potrò venire da tuo padre a chiederti in moglie! Potremo crescere nostro figlio alla luce del sole!!

-Mio dio non posso crederci!! Che Dio protegga e benedica sempre la nostra amata regina!!

E così dicendo i due si abbracciarono forte. Era come se in quel momento fossero soli.

Madame e Nanny si congratularono con André, poi si congedarono e andarono nelle loro stanze lasciando soli i due ragazzi.

-Amore mio ma ci pensi? Tra pochi giorni potremo vivere il nostro amore senza doverci più nascondere!!

-Si però...

-Cosa?

-Questo vuol dire che non abiterai più qui... Dovremo stare lontani...

-Non temere piccola mia. Dopo il riconoscimento verrò qui tutti i giorni per starti vicino. E quando ci sposeremo verrai a vivere a casa mia e staremo insieme in ogni momento!!

-André visto che questa è l'ultima notte che passerai qui a palazzo, resteresti con me?

-Ma certo Oscar!

Così si misero a letto e tra baci e carezze si addormentarono abbracciati. L'alba arrivò. A colazione André comunicò il trasferimento al generale. Sulle prime fu sorpreso, ma alla fine non ci pensò più di tanto. Se era una decisione presa dalla regina, a lui stava bene. Vide che anche Oscar aveva accettato di buon grado questa situazione, quindi non si preoccupò. Finita la colazione fece i suoi auguri al ragazzo e poi andò a lavoro. Quando anche lui e Oscar furono pronti, dopo un ultimo saluto a Nanny e un doveroso ringraziamento a madame i due ragazzi partirono alla volta di Versailles. Arrivati alla reggia la carrozza che avrebbe portato André nella sua nuova casa era già li. La regina l'aveva fatta arrivare in un piazzale secondario per dare la possibilità ai due di salutarsi come si deve.

-Beh Oscar ci siamo... adesso devo andare.

-Già... mi mancherai!

-Anche tu amore mio... hei prenditi cura di lui... o lei. Tornerò tra qualche giorno! - disse mettendo una mano sul ventre di Oscar.
Le diede un bacio dolce e carico del suo amore, sperando che le fosse bastato in attesa del suo ritorno, e poi montò sulla carrozza. Oscar rimase li a guardare la carrozza che si allontanava finché non la vide sparire voltando l'angolo.

Tornò a palazzo e andò dalla regina per ringraziarla.

-Vostra maestà posso entrare?

-Ma certo madamigella Oscar! Venite pure!!

-Maestà io sono venuta a ringraziarvi di quello che avete fatto per noi! Non so davvero come sdebitarmi con voi!

-Amica mia voi avete fatto così tanto per me in questi anni che mi è sembrato il minimo! Non avete nulla da sdebitarvi madamigella! Per il riconoscimento ci vorranno all'incirca tre gironi, dopo di che André tornerà a corte come conte Grandier de Dubois. Ma ditemi di voi madamigella, come vi sentite quest'oggi?

-Bene maestà!

-Niente nausea mattutina?

-E' capitato solo una volta... ma credo che sia presto perché certi sintomi siano persistenti...

-Si avete ragione. Quando io aspettavo i miei figli ho iniziato ad avere la nausea quasi tutti i giorni dal 5° mese in poi... uno strazio! Oh santo cielo com'è tardi! -disse guardando l'orologio- Adesso devo andare, le udienze stanno per iniziare. A presto madamigella!

E così la regina andò verso la sala delle udienze e Oscar si diresse verso i suoi soldati.
La giornata fu piuttosto lunga, e per di più il pensiero che André non era li la intristì ancora di più. Quando entrò in casa vide Girodelle e suo padre che parlavano scendendo dalle scale. Notando la sua presenza suo padre se ne andò lasciandoli soli.

-Madamigella, perdonatemi se sono andato via prima oggi ma, come vedete avevo un appuntamento con vostro padre.

-A proposito di cosa, se posso chiedere?

-Beh Oscar io nutro per voi dei sentimenti particolari e profondi, quindi sono venuto qui da vostro padre a chiedere la vostra mano!

-Che cosa??

-Posso capire che la cosa possa lasciarvi sorpresa. Per ora vi chiedo di rifletterci su. Vostro padre è favorevole, ma vorrebbe conoscere anche la vostra opinione. Pensateci va bene? Poi mi direte. Non abbiate fretta madamigella. Prendetevi tutto il tempo che vi occorre. Voglio che siate convinta della vostra scelta.
E così dicendo se ne andò.
Oh no! E adesso? Devo cercare di prendere tempo per consentire ad André di fare la sua proposta!!”

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Ce la farà il nostro André ad arrivare in tempo per chiedere la mano della sua bella??
Lo scoprirete nei prossimi capitoli! =) Attendo i vostri pareri!! =) A presto donne!! =)

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Capitolo 16
*** Sotto lo stesso cielo... sotto tetti diversi... ***


Ecco a voi il nuovo capitolo!! =) Grazie a tutti quelli che continuano a leggere e commentare!! =) Allora ci eravamo lasciate con la proposta di Girodelle, con un tempismo perfetto (ironicamente parlando). Vediamo che succede!! Buona lettura!! =)

 

Quando Girodelle se ne andò, Oscar rimase per qualche secondo immobile davanti alla porta. Il sole stava ormai tramontando e tutto era riflesso di arancione. In quel momento in cui ogni cosa, anche l'aria attorno a lei era calda, dentro provo una sensazione del freddo ghiaccio. Si sentì le lacrime invaderle gli occhi, si voltò e corse in camera sua, sbattendo la porta. Si tolse la spada gettandola a terra, gli stivali e la giacca della divisa. Si rannicchiò davanti alla grande finestre e pianse. Erano lacrime di sconforto quelle. “La situazione no potrebbe andare peggio: prima il bambino, poi tu sei andato via e la tua assenza già mi lacera il cuore, e ora questo!! - poi si mise in ginocchio, e sempre con le lacrime agli occhi uni le mani e con lo sguardo verso il cielo pregò – Signore ti supplico, ascolta la mia preghiera. Io non ti ho mai chiesto niente e ho sempre cercato di essere una brava credente. Adesso però ho bisogno del tuo aiuto più che mai. Fa che André riesca a poter presentare la sua proposta di matrimonio in tempo! Signore io voglio davvero unirmi a quest'uomo in matrimonio davanti a te, ma tu devi darci l'occasione per farlo. Ti prego Signore, ascolta la mia supplica. Ti parlo come una donna in quanto essere umano e non come contessa.”

Quella supplica fatta con voce sincera la calmò.

Per la prima volta si sentiva una donna completa, ma soprattutto un essere umano. Senza rango, senza posizione sociale... Solo Oscar. Poi istintivamente poggiò una mano sul suo ventre e chiuse gli occhi. Quella piccola creatura che giorno dopo giorno prendeva forma dentro di lei, il frutto del loro amore, come l'aveva definito André, fino a quel momento era stata una cosa astratta... ma il quel momento diventò più vera che mai. Si rese allora conto di provare un bene sconfinato per quel bambino!!

* * *

L'aria fresca della sera giocava con le candide tende bianche della grande stanza. Un sontuoso letto a baldacchino era sistemato difronte alla finestra, con un comodino in ciliegio accanto. Sulla parete destra c'era una cassettiera dall'aspetto antico, in legno scuro. Sopra vi erano poggiate una brocca con dell'acqua, un bicchiere e un candelabro. Sopra, appeso al muro c'era uno specchio. Attorno allo specchio c'erano appese alcune pistole e un paio di fucili. Sulla parete opposta c'era un grande armadio, nella parte adiacente alla finestra; vicino alla porta invece c'era una piccola stanzetta con la vasca da bagno i gli accessori da bagno. Certo, paragonata alla stanza che aveva prima questa era una sala da ballo... ma infondo avere dello spazio in più non gli dispiaceva. Ma lui era da solo e quello spazio sarebbe stato anche troppo per lui. In quel momento i suoi pensieri andarono a lei, anzi a loro. Adesso erano in due. “Oscar, questa è la prima notte che passo lontano da casa tua... mio dio come mi manchi. E solo un giorno che non ci vediamo e già la tua assenza mi fa impazzire. Come vorrei averti qui con me...” La sua Oscar era incinta di un figlio suo. Non poteva crederci. Il suo sogno di una vita finalmente aveva preso forma... mancava solo qualche piccolo dettaglio (come il matrimonio) e poi tutto sarebbe stato perfetto! -Scusatemi signore, ma il conte chiede di voi.

-Arrivo subito.

Ancora un ultimo sguardo fuori, e poi seguì il cameriere fino alla camera del conte.

-Ragazzo mio vieni qui...

-Eccomi signore.

-Zio! Devi chiamarmi zio! Domani ci sarà il riconoscimento ufficiale. Il re mi ha mandato una lettera parlandomi molto bene di te! So che sarai un erede perfetto. Ma dimmi ragazzo, hai moglie o figli?

Domanda critica”

-Sono innamorato di una donna bellissima, e dopo il riconoscimento di domani mi recherò da suo padre a chiedere la sua mano.

-E dimmi mio giovane nipote, che è la fortunata dama?

-Si tratta del capitano delle guardie reali, madamigella Oscar.

-Hai fatto un gran colpo figliolo! Lei si che poterebbe lustro alla nostra famiglia! Bravo!!

-Grazie signo... ehm... zio! Adesso è meglio se riposate... A domani mattina!

-A domani ragazzo.

Quell'uomo grassottello e basso gli faceva tanta tenerezza, e anche un po' di pena. Si sentiva felice di poter aiutare un nobile che non fosse corrotto ed assetato di potere come gli altri nobili di Francia.

Tornò nella sua stanza. Aprì l'armadio, ne prese una tenuta da notte e poi si mise a dormire. Quel letto era di certo comodo... ma mai come quello di Oscar... chissà cosa stava facendo in quel momento. Se anche lei pensava al lui con la stessa intensità... se anche a lei mancava lui nello stesso modo straziante. Pensando alla sua amata André si addormentò.

Il mattino seguente, avrebbe segnato l'inizio della sua nuova vita.

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Questo è un capitolo abbastanza breve, di transizione per il prossimo dove accadrà... Non ve lo dico... =) lo scoprirete nel prossimo capitolo =) Spero che non sia stato troppo noioso =) A prestissimo con il prossimo capitolo!! =)

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Capitolo 17
*** Il duello!! ***


E dopo il capitoletto di transizione di ieri... ecco il vero capitolo! =)

Il sole sorgeva su quel giorno che avrebbe cambiato per sempre la sua vita. Dopo quel giorno, solo una cosa sarebbe rimasta come prima: il suo amore per Oscar e per suo figlio.
Quella mattina, aveva messo un vestito elegante che il conte aveva fatto confezionare per lui, aveva fatto una buona colazione, e si era recato nella stanza del conte. Nella stanza buia, solo un candelabro faceva una luce fioca, quel tanto che bastava al notaio per scrivere l'atto di adozione. a loro per firmarlo e al prete per dare l'estrema unzione al vecchio conte. In un angolo della stanza il dottore osservava. Era sempre presente, perché ormai all'anziano rimaneva davvero poco.
Firmarono il documento, diede una stretta di mano al conte, e poi lasciò la stanza insieme al notaio per ordine del prete. Sulla porta il conte lo chiamò.

-Ragazzo... adesso che sei... mio nipote... ti chiedo solo una cosa... dai un erede al nostro nome!

-Certo zio! Riposate in pace, e che Dio abbia in gloria la vostra anima.

Così dicendo si chiuse la porta alle spalle. Si allontanò di qualche passo. Poi tese l'orecchio e rimase in attesa per un paio di minuti. Poi la porta si riaprì. Il prete uscì e gli rivolse semplicemente le condoglianze. André si voltò verso la stanza, e due lacrime gli rigarono il viso.
Tutta la felicità che avrebbe avuto da quel momento in poi, la doveva alla regina e a quell'uomo. Poi il dottore sulla porta lo guardò, gli fece un cenno con il capo e richiuse la porta. Doveva occuparsi del corpo.
Adesso era il conte André Grandier de Dubois.
Andò nelle scuderie e disse di farse preparare una carrozza. Voleva andare subito a palazzo Jarjayes. Quando arrivò le cameriere lo riconobbero solo quando fu lui a rivelare la sua identità. Sua nonna lo salutò con un abbraccio.

-Guardati André, sei bellissimo così! E' già avvenuto il riconoscimento?

-Si nonna, pochi minuti fa. Ma purtroppo mio zio ci ha la lasciati... - un velo di tristezza lo invase.

-Ohh caro André... sei un conte adesso. Se i tuoi genitori potessero vederti ora piangerebbero di gioia!!

-Proprio come stai facendo tu ora! - Le disse ridendo.

-Vado a chiamare Oscar?

-No aspetta... voglio farle una sorpresa! Ma... come mai non è a Versailles in questo momento?

-Non si è sentita molto bene sta mattina... la gravidanza credo -disse sottovoce all'orecchio del nipote, che si era chinato sulla nonna – ora sta riposando.

-Capisco... allora dopo andrò a trovarla. Adesso devo parlare con il generale.

-Ohh, che succede??

-Niente nonna, voglio chiedergli Oscar in sposa, ora che posso farlo!

-Splendido!! Ahhh però...

-Però cosa?

-Ecco... non so se faccio bene a dirtelo ma... Ieri è venuto il conte Girodelle per lo stesso motivo. Oscar sembrava sconvolta! Lui gli ha detto di pensarci... quindi non c'è ancora niente di definitivo ma...

-Hai fatto bene a dirmelo nonna. Spero di essere ancora in tempo.

Andò fino allo studio del generale. Era strano er lui camminare per quei corridoio che conosceva sin da bambino, in veste di nobile e non più come servo. Non averre più vissuto in quel palazzo. Ora ne aveva uno tutto suo. Era venuto a portare via  Oscar. Il cuore gli batteva forte. Adesso che poteva risolvere i suoi problemi, non avrebbe permesso a nessuno di rovinargli i piani. Bussò ancora teso.

-Avanti.

-Salve generale...

-André, non ti avevo riconosciuto vestito da nobile. Vieni, siediti pure.

-Grazie generale.

-Allora come ti trovi a casa del conte?

-Bene signore... anche se il conte ci ha lasciati questa mattina, poco dopo il riconoscimento. Io sono l'unico erede.

-Mi dispiace... Ad ogni modo hai fatto un gran colpo ragazzo.

-Si... ma mi manca ancora una cosa per ritenermi del tutto fortunato...

-E cosa sarebbe?

-Oscar signore. Sono qui per chiedervi la sua mano...

-Beh... adesso sei in piena regola. Vedi anche il conte Girodelle ieri mi ha fatto la stessa proposta. Io ho fatto troppi sbagli con Oscar e quindi ho deciso che sarà lei a decidere. Personalmente sono favorevole alla vostra unione!

-Dite davvero?? Bene allora andrò a parlane subito con Oscar!!

Si alzò senza dare nell'occhio la sua felicità e andò dritto nella stanza della ragazza con il cuore che traboccava di gioia.

Aprì la porta e vide Oscar bianca in volto, seduta sul bordo del letto, con una mano sulla pancia e l'altra tra quelle di Nanny, che stava seduta accanto a lei, e con l'altro braccio le cingeva i fianchi. Un secchio davanti alle sua gambe. Quella scena era terribile. Poi si ricordò che la sua amata aspettava suo figlio, quindi si diresse subito verso di lei.

-André! - il suo sguardo si illuminò

-Ciao piccola mia! - disse sedendosi vicino a lei, dall'altra parte abbracciandola forte.

-Che ci fai qui? E' già avvenuto il riconoscimento?

-Si amore, sta mattina presto. E tutto risolto! Ho appena parlato con tuo padre e lui mi ha detto che lascerà scegliere a te chi sposare!!

-Dici sul serio?? Oh mio è fantastico!! Domani allora informerò Girodelle! Spero che non se la prenda a male....

La gioia che i due provarono in quel momento avrebbe scaldato il cuore a chiunque li avesse visti. Sapevano che con Nanny potevano stare tranquilli, quindi André prese il viso di Oscar tra le mani. La seta morbida della sua pelle agitò il suo corpo (Dio come gli era mancata, anche solo per un giorno!!!). Poi la guardò dolcemente negli occhi come solo sui sapeva fare, e lei si perse in quel verde speranza. Si, speranza... come quella che adesso colorava il loro futuro! Poi le sue labbra si poggiarono delicatamente su quelle color ciliegia di Oscar, e per i due fu il paradiso. Ritrovarsi dopo una giornata fu splendido. Il tocco reciproco diede ai due dei brividi lungo tutto il corpo. Si bearono delle loro labbra intrecciate. Finito il bacio André posò una mano sul ventre di Oscar.

-A proposito amore come stai?

-Bene... a parte qualche episodio di vomito... - disse facendo cenno con la testa verso il secchio alle sua gambe.

-Posso immaginare... - André si mise comodo e di tolse la giacca, rimanendo con la camicia bianca, la cui scollatura la sciava intravedere il suo petto ben scolpito, e tornò ad abbracciare la sua Oscar.

In quel momento dal corridoio si sentì la voce di qualcuno che chiamava Nanny. La donna si congedò dai due giovani. Tornò dopo qualche minuto.

-Oscar, André , è meglio se venite in sala.. - aveva un'aria preoccupata. E quando Nanny faceva quella faccia, significava aria di guai in vista.

Si presero per mano e scesero in salotto. Sulle poltrone il generale e Girodelle stavano parlando animatamente. Quando li videro entrare per mano, Girodelle capì al volo; notò lo sguardo innamorato che lui lanciò a lei, e come lei lo ricambiava e non ci vide più. Si alzò di scatto in piedi e con pochi passi coprì la distanza tra lui e André sguainando la spada. Un piccolo brusio di spavento si levò nella sala tra i presenti e tra i camerieri che passando avevano assistito alla scena. Nanny tirò via Oscar dal fianco del nipote portandola accanto a se. La ragazza era interdetta. Cosa stava facendo Girodelle??

-Voi! Come avete osato portarmi via Oscar! Non sapete che io avevo avanzato una proposta di matrimonio? E oltretutto non avete nessun diritto, plebeo!

-No conte vi sbagliate! Adesso abbiamo lo stesso titolo nobiliare e ho diritto quanto voi di chiedere la mano della donna che amo. E se mi permettete io conosco Oscar molto meglio di voi.

-Adesso basta! E tirò un guanto in faccia ad André a mo di schiaffo. Significava duello

-Accetto!!

-NO! -Oscar si allontanò da Nanny per mettersi in mezzo ai due uomini. -Vi prego tornate in voi Girodelle! Non capisco questa vostra reazione così esagerata! Non si può parlare da persone civili quali siamo?

-Mi dispiace madamigella Oscar, ma il vostro attendente chiedendovi in sposa mi ha offeso!

-E santo cielo per quale ragione?

-Vedete io provo dei sentimenti molto profondi per voi... e mi sono sentito preso in giro da questo buffone! Dice addirittura di avere il mio stesso titolo nobiliare... si prende anche gioco di me!

-No Girodelle... ha detto la verità. Questa mattina è stato adottato come nipote ed unico erede del conte Dubois, prima che lui morisse, su esplicito consiglio di sua maestà il re! Adesso lui è un conte.

-Non importa. Ormai il duello è stato lanciato ed accettato. - Girodelle volse lo sguardo oltre la ragazza, verso André. - André, che ne dite di sfidarci adesso. Un duello con la spada. Il primo che viene toccato perde. Chi vince avrà la mano di madamigella. - lo sguardo di Girodelle esprimeva la rabbia che provava in quel momento. Ma prima che André potesse replicare parlò Oscar irritata da quella frase.

-Cosa?? Non sono un oggetto io! Sarò una donna ma sono ancora pur sempre il vostro comandate Girodelle, e vi ordino di ritirare questa proposta assurda nei miei confronti. Se proprio volete battervi fatelo per il vostro onore offeso!

-Mia figlia ha ragione conte... mi sembra troppo esagerata una proposta del genere... - intervenne il generale per placare la situazione che stava diventando incandescente.

-E va bene, allora ci batteremo per l'onore. Ma se vinco io madamigella, voi vi impegnerete a pensare alla mia proposta ancora tre giorni!

-Accordato.

-Bene – disse il generale – io farò il vostro padrino André. Oscar tu sarai quello di Girodelle.

-Va bene padre.

Così mentre il generale andò a prendere i tre si diressero in giardino. Si fermarono davanti alla fontana e i due ragazzi si misero uno difronte all'altro. Quando il padre di Oscar tornò porse le spade ai duellanti e ricordò loro le regole del duello. Il primo che veniva toccato aveva perso. André e Girodelle incrociarono le spade, e appena il generale diede inizio al duello il secondo do Oscar partì subito all'attacco. Era forte si, ma non come Oscar. Lei colpiva più forte e più veloce, quindi per André non fu difficile difendersi e passare al contro attacco. Il rumore delle lame che si schiantavano l'una contro l'altra contrastava con quello dello sforzo dei due giovani. Oscar seguiva il duello attenta e speranzosa. Nanny accanto a lei le stringeva la mano. Nessuna delle due voleva che accadesse qualcosa ad André. Il generale osservava imparziale il duello per assicurarsi che nessuno dei due infrangesse le regole. Accade tutto in un secondo. Un colpo. Un grido. Qualcuno a terra. Il sangue. Qualcun altro che chiamava il dottore. Poi arrivarono il buio ed il silenzio...

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Cosa sarà successo? Chi è caduto? Chi si è fatto male?
A voi la parola adesso! Commentate e fatemi sapere le vostre ipotesi! =) A presto!! =)

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Capitolo 18
*** Deja-vu! ***


Eccomi qui, in ritardo spaventoso, ma con l'università, lo studio e gli esami che si avvicinano trovare il tempo materiale per scrivere tra una materia e l'altra risulta sempre più difficile. Lo farei la sera, ma sono cotta e vado a letto prestissimo!! xD Ad ogni modo vi ho lasciato in una situazione un po' confusa e dubbiosa. Prima della pausa definitiva pre-esame (riprenderò a scrivere dopo gli esami! Non me ne vogliate ma non posso fare diversamente) però voglio tranquillizzarvi e incuriosirvi, per trovarvi ancora qui a febbraio!! =) Bene ecco a voi il seguito! Buona lettura! =)

 

Il sole si stava nascondendo sotto l'orizzonte. Le luci arancioni del tramonto coloravano il cielo. Di solito era bellissimo assistere a quello spettacolo di luci e colori, ma quella sera era diverso. Volse lo sguardo verso il letto e ripensò a quanto accaduto un'ora prima.
Non doveva finire così... era uno stupido duello, nessuno si sarebbe dovuto far male. Era stato uno stupido, accecato dalla sua rabbia e da quel suo maledetto vizio di non saper accettare una sconfitta, specie se si trattava di Oscar. Si era fermato, e mentre i suoi respiri erano ancora affannati, non smetteva di guardare il suo avversario... Poi aveva gettato la spada per terra e aveva estratto un coltellino dallo stivali. Lo aveva scagliato contro André, sicuro della sua mira infallibile, ma successe qualcosa che non aveva calcolato: Oscar intuita la situazione e si era gettata davanti ad André abbracciandolo, e proteggendolo. Il pugnale la colpì al centro della schiena. Lei emise un grido strozzato. Una macchia rosso scura iniziò ad apparire sulla camicia bianca, intorno al pugnale. I volti dei presenti sbiancarono, con gli occhi sgranati per un secondo, poi tutti accorsero verso di lei. André la reggeva in piedi tenendola da sotto le ascelle. Le braccia od Oscar cadevano a penzoloni, mentre le gambe si erano fatte molli e non riuscivano più a reggerne il peso. Lui rimase sconvolto, fermo immobile al suo posto. In quel momento voleva morire. Aveva appena ferito la donna che amava. Guardando quella scena tutta la rabbia, tutto il rimorso, il senso di sconfitta... sparirono. Furono sostituiti da dolore e vergogna. Ripensò a come si erano conosciuti e a come le cose tra loro erano cambiate nel corso degli anni. Da quel giorno nel bosco, quando entrambi poco più che ragazzini, si erano battuti per il posto di capitano della guardia, e lui aveva perso, aveva guardato Oscar in modo diverso da come guardava le altre donne. Lei, oltre ad essere una ragazza di una bellezza straordinaria, aveva un carattere che sapeva incantarti. Era giusta con i deboli, credeva ciecamente nei suoi ideali, e anche se sembrava fredda, nelle vesti di capitano, se la prendevi fuori dall'ambito lavorativo era spiritosa, solare, e poi molto acculturata, con lei si poteva parlare di qualsiasi cosa. Ora che il suo pugnale aveva trafitto quel corpo così puro e maledettamente tentatore, il suo cuore era andato in pezzi. Non ebbe però il coraggio di andarsene. La preoccupazione per la sorte della donna amata era troppa. 
Il generale e André avevano portato Oscar nella sua stanza, mentre Nanny e un paio di cameriere li seguivano. Una era stata mandata a chiamare madame, mentre una seconda a chiamare il dottore, che arrivò dopo pochi minuti, e lui dovette uscire dalla stanza di Oscar, sentendo le palpitazioni crescere. Mentre il dottore visitava Oscar con l'aiuto di Nanny e di madame, lui, André e il generale aspettavano con ansia fuori dalla porta. Quando i loro sguardi si incontrarono, una sensazione di deja-vu li colpì... si, avevano vissuto una scena simile qualche settimana prima. Nessuno sapeva dire se la situazione fosse critica come la precedente, ne cosa stesse succedendo nella stanza.

-Dottore allora cosa ci dite? - chiese madame preoccupata.

-Fortunatamente è una ferita non grave. L'unica cosa che mi preoccupa un po' è il fatto che abbia subito un trauma in quella zona del corpo... Spero che questo non influisca sulla gravidanza. Per ora il feto sembra stare bene. Ma dobbiamo mantenerla monitorata per tutto il resto della gravidanza, in modo da sapere in anticipo eventuali complicazioni.

-Grazie dottore... ah aspettate. Prima di riferire agli altri, debbo informarvi che solo André è al corrente della gravidanza di Oscar, in quanto padre del bambino. Gli altri non sanno niente... vorremmo che cosa rimanesse tale... voi capite vero?

-Certo madame, capisco benissimo. Lo terrò presente.

Così uscirono fuori e il dottore tranquillizzò i tre uomini sul fatto che la ferita non fosse grave e che si sarebbe ripresa in qualche giorno, e una volta ricevuti i ringraziamenti del generale e di Girodelle, fece per andarsene. Ma André lo bloccò sulla porta...

-Dottore come sta il bambino?

-Per ora bene André... ma è necessario che Oscar si sottoponga regolarmente a delle visite... Non so ma... temo che questo colpo potrebbe non far bene al bambino tra un po'... non dovrebbe succedere niente ma, nel caso, saremo pronti subito. Ad ogni modo, Oscar deve stare tranquilla e riposarsi, quindi è tuo dovere non dirle niente. Limitati a portarla alle visite per controlli di routine.

-Certo dottore, grazie davvero!

Dopo aver chiuso la porta alla spalle del dottore, André vi si poggiò di schiena e mise la faccia tra le mani, tirando un lungo respiro. Tutto quello che era successo era colpa di Girodelle. Un senso di rabbia sempre più forte e violento cresceva dentro il suo cuore. Era il solo ed unico responsabile. Andava punito. Tornò indietro a passi lunghi e rapidi, spinto dalla voglia di vendetta. Arrivò davanti a Girodelle e il generale lo fermò in tempo per evitare che il mancato incidente del pomeriggio potesse sta volta avverarsi.

-Calmati André!

-Conte Girodelle, se dovesse succedere qualcosa ad Oscar giuro che vi riterrò personalmente responsabile!!

L'uomo con i capelli lunghi e morbidi color nocciola chiaro, non disse niente, limitandosi a chinare in basso la testa di lato. Un pesante silenzio cadde nel corridoio, per un tempo che sembrava allungarsi sempre di più. Poi finalmente Nanny uscì fuori dalla stanza dicendo che Oscar aveva ripreso conoscenza, così i 3 uomini entrarono. Le tende erano state chiuse, solo delle candele illuminavano la stanza. André corse subito al capezzale della sua amata. Le prese una mano, e con l'altra le accarezzò il viso, guardandola e sorridendo dolcemente, mentre i suoi occhi si velavano leggermente di lacrime di felicità.

-Hei... ciao amore mio...

-A... André, sei tu?

-Si Oscar sono qui...

-Ciao André...

-Ciao amore... come ti senti?

-mmm non lo so ancora... - disse abbozzando un debole sorriso.

Era stanca, doveva riposare, ma almeno era salva, e anche il bambino. Le loro parole erano sussurri. Volevano che solo loro potessero sentire i loro discorso. Il generale e sua moglie erano abbracciati poco lontano dietro André, e Girodelle, se ne stava sulla porta, con le lacrime agli occhi. Era felice che la sua Oscar stesse bene. Uscì dalla stanza cercando si non farsi notare, chiese alla anziana governante qualcosa per scrivere. Scrisse solo poche righe, chiese a Nanny di dare quella lettera ad André e se ne andò.
Era stata una giornata faticosa per Oscar, così la lasciarono dormire tranquilla. Una cameriera sarebbe rimasta con lei per un po'. Quando André uscì dalla stanza, Nanny gli diede la lettera. Curioso la aprì e la lesse:

André,
so che sei arrabbiato a morte con me. Oggi ho davvero perso il controllo di me stesso, e non sai quanto il mio cuore sia addolorato per quanto è successo ad Oscar. Ma adesso che lei è fuori pericolo e la mia rabbia si è dissolta, vi chiedo di prendervi cura della nostra Oscar. Sono certo che la renderete felice. Perdonatemi se potete.
Girodelle.

Perdonarti Girodelle?? Solo se il bambino nascerà senza problemi e Oscar uscirà illesa dal parto. Altrimenti giuro su Dio onnipotente che ti uccido!”

Nei giorni seguenti André rimase vicino ad Oscar, si prese cura di lei insieme a sua nonna, e il generale, non poté che convincersi sempre di più che lui era l'uomo giusto per sua figlia.
Finalmente, dopo una decina di giorni Oscar si era ripresa a meraviglia, ma ancora non era tornata al suo ruolo di comandante. Il dottore le aveva ordinato assoluto riposo almeno per qualche giorno ancora. Così ne approfittò per passare del tempo con il suo adorato fratellino. Mentre lei stava male, suo padre aveva deciso che era meglio che lui non si avvicinasse troppo... nessuno voleva correre inutili rischi. Infondo Sebastien era ancora un bambino, e abbastanza cagionevole di salute, a quanto aveva raccontato. Nel frattempo, l'autunno stava arrivando. Quell'estate così piena di eventi stava giungendo al termine. Un pomeriggio di inizio settembre, mentre Oscar stava guardando André e Sebastien duellare amichevolmente, vide una carrozza anonima entrare dai cancelli ed attraversare i giardini e giungere fino alla grande fontana dove si trovavano i tre. Quando anche André i il piccolo la videro, quest'ultimo corse tra le braccia della sorella seduta sul bordo della fontana, mentre André si mise accanto a lei, cingendole le spalle con le sue braccia. I tre osservarono attentamente la figura in ombra dentro la carrozza. Era una inattesa quanto insolita visita...

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Intanto fatemi sentire le vostre ipotesi! =)
A presto care, ci risentiamo a febbraio, finiti gli esami all'università! =) Auguri di buone feste a tutte!! =) Ciao!! =)

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Capitolo 19
*** Questo matrimonio non sa' da fare! ***


Eccomi! =) Sono tornata prima del previsto =) Spero che le vostre feste siano andate bene! =) Ne ho approfittato di un momento di relax ed ecco qui il nuovo capitolo come piccolo regalino della befana! =) Allora, ci eravamo lasciate a dicembre con l'arrivo di una carrozza... chi ci fosse dentro non ve lo avevo detto... Vediamo chi è! =) Buona lettura! =)

 

La carrozza che si fermò davanti ai tre era anonima, non portava le effige di nessun casato nobiliare, tanto meno quello dei sovrani. La figura all'interno era avvolta dalle ombre, ed era difficile distinguerne i tratti. Poi il paggio scese da dietro la carrozza, aprì la porta e una dama molto giovane, con un visino di carnagione chiara dagli occhi color cioccolato e un sorriso innocente, il tutto incorniciato da ciocche color rosso acceso, avvolta da mantello di lino azzurro,scese ed andò dritta verso André, gli sorrise e fece un piccolo inchino.
- Voi dovete essere monsieur André Grandier de Dubois...
- Si madame, e voi siete....?
- Mademoiselle Danielle de Suisox
- Piacere di conoscervi! Ma dite, come sapevate che ero qui? Questa non è la mia casa...
- Lo so. Infatti ero passata dalla vostra casa ma una cameriera mia ha detto che eravate qui e quindi vi ho raggiunto senza nemmeno scaricare i bagagli! Non vedevo l'ora di vedervi!
- Beh adesso mi avete trovato, ditemi, in cosa posso esservi utile mademoiselle?
- Beh sono qui per le nozze!
- Nozze? Di quali nozze state parlando? - chiese André leggermente imbarazzato.
- Ma le nostre naturalmente! Io sono la vostra promessa sposa!!
Una fitta di stupore, misto a rabbia invase, come una coltellata i cuori di Oscar e André....
- La mia cosa?!?!?! Perdonatemi Mademoiselle, ma temo proprio che ci sia un errore. Io ho già una promessa sposa, Oscar, la bellissima donna che mi sta accanto. - E fece cenno verso Oscar che tirò un piccolo sorriso forzato.
- Ma quello è un uomo!!! Santi numi, ma che razza di uomo siete??
- Forse avete frainteso... Anche se indossa abiti maschili ed ha un noma maschile, lei è una donna per nascita!
- Che assurdità. E voi dovreste sposarvi con una persona mezza uomo e mezza donna?? Ma che sciocchezze! Io sono stata promessa a voi già molto anni fa!
- Potete spiegarvi meglio per favore?
- Beh vedete, il vostro defunto zio, aveva stipulato un contratto con la mia famiglia, che sarebbe stato sancito con un matrimonio, non appena avesse trovato un erede. Voi siete quell'erede, e io sono la vostra promessa sposa!
- Se quanto affermate è vero... come mai non ne sono stato messo al corrente subito??
- Non lo venite a chiedere a me... Io sono stata mandata qui per celebrare le nozze!
- Tutto questo non ha senso...
Si voltò verso Oscar che non aveva ancora spiccicato parola, mentre teneva ancora abbracciato il fratellino. Lei, dal canto suo non sapeva cosa dire o fare. Si era trovata spiazzata esattamente quanto lui. Poi decise di farla accomodare in casa per parlarne meglio, così avrebbero avuto qualche minuto per stare da soli.
- Ahh perché non vi accomodate in casa intanto, magari restate a cena qui, così ci raccontate tutto dall'inizio... - Azzardò Oscar con voce forzatamente cordiale
- Si credo che si possa fare...
Così dicendo, Oscar mandò Sebastien a chiamare Nanny, mentre i paggi scaricavano alcuni bauli dalla carrozza.
Il sole era scomparso sotto l'orizzonte, lasciando che il cielo diventasse sempre più scuro, facendo si che le stelle e la luna facessero il loro ingresso in cielo, ad illuminare la notte. Mentre Danielle andava nella sua stanza con Nanny, i due giovani corsero nella stanza di Oscar. Chiusero la porta. Si guardarono fisso negli occhi per alcuni secondi, l'uno distante dall'altra. Gli sguardi furiosi, ma spaventati. Poi con un passo coprirono la distanza fra loro e si abbracciarono forte. L'unica cosa che importava in quel momento erano loro due. Nessun altro. Avrebbero voluto fermare il tempo.
- Amore cosa facciamo?? Io non ci ho capito niente... Che cosa vuole quella da te??
- Non lo so Oscar, non lo so... ma troverò il modo di sistemare la situazione. Cerchiamo di capire meglio a tavola cos'è questa storia del contratto e poi vediamo. - Poi le alzò il viso con un dito, la guardò dolcemente per infonderle un po' di tranquillità, e la baciò. Uno di quei baci dati con tutto l'amore e la devozione che si ha nel corpo quando hai tra le braccia la persona amata. Uno di quelli che ti infiamma l'anima, e che ti fa salire le palpitazioni a mille. Uno di quelli che ti irrigidisce il corpo, che accende qualcosa, come una voglia di possedersi. Nanny bussò alla porta.
- Entra pure Nanny – disse Oscar, ancora abbracciata ad André.
- Scusatemi ragazzi... ma che succede? Chi è quella ragazzina che va farneticando che è la tua promessa sposa André?
- Bella domanda... vorrei saperlo anche io.... è piombata qui all'improvviso, dicendo che io e lei dovevamo sposarci, che le nozze sono già organizzate per via di un contratto... credo... non ho capito molto bene... A parte che ha una vocetta acuta e fastidiosa, e poi sembra un oca, e parla troppo veloce... Già la odio! - E così dicendo, strinse ancora di più Oscar a se.
- Beh comunque... è quasi pronta la cena...
- Nanny aspetta posso chiederti una cosa?
- Certo cara! - Poi Oscar guardò André come per dirgli "lasciaci sole" e lui afferò al volo il messaggio.
- Ho capito... vi aspetto giù... intanto, se lei è li, cerco di scoprire qualcosa... a dopo... - disse, e chiuse la porta della stanza alle sue spalle rivolgendo un ultimo sorriso ad Oscar. QUando rimasero sole Oscar si concesse un momento di sfogo.
- Ohh Nanny, perché ogni volta che tutto sembra andare per il meglio c'è sempre qualcosa che deve rovinare tutto, e rischiare di rovinare il nostro futuro?? Non è giusto!! Io... Io.... Io la...
- Calmati Oscar, non dimenticarti che aspetti un bambino, e la rabbia non gli fa bene...
- Hai ragione...- disse poggiando una mano sul ventre
- Poi ancora non sappiamo chi sia questa ragazza... Magari è una impostora, che cerca di arricchirsi... stai tranquilla... non avere fretta, e tutto si sistemerà.
- Si, devo avere più fiducia. Senti per stasera voglio un abito fantastico che faccia capire a quella ragazzina che SONO una donna, e non faccio finta!
- Mmm fammi pensare... si ho l'abito che fa per noi!
Nanny andò a prendere un abito che non veniva messo spesso, ma per gli scopi di Oscar andava benissimo: era un abito color lilla chiaro, con dei fiocchetti bianchi qui e la sulla ampia gonna, e i bordi di pizzo bianco intorno alle maniche e intorno all'orlo della gonna. I capelli le furono acconciati a boccoli precisi e ordinati, e le ciocche di sopra tenute su insieme da una nastro lilla. In occasioni come quella, quando c'era un ospita a cena, Oscar e madame, usavano indossare abiti sontuosi. Per volere di Oscar, lei fu l'ultima a scendere: era gelosa di quella ragazzina, che pretendeva di portarsi via il suo uomo. Aveva osato dubitare del suo essere donna. Oscar era sembra stata molto orgogliosa, quindi, decise di mostrare tutta la sua bellezza e la sua femminilità per ripicca. Quando fece il suo ingresso nella sala da pranzo, tutti gli occhi si posarono su di lei. Era radiosa come una dea. Danielle si voltò a guardare André, rapito dalla visione della sua donna. Quando fu vicina al tavolo, lo vide alzarsi, per baciarle la mano e aiutarla a sedersi a tavola, accanto a lui, mentre lei era stata messa difronte. Nanny, entrò poco dopo con la prima portata, e il generale iniziò a fare delle domande all'ospite per saperne di più sul suo conto. Danielle parlava di se come se fosse stata la regina. Aveva un atteggiamento molto altezzoso, si dava tante arie, e questo a lungo andare infastidì tutti a cena. Dopo cena Oscar ebbe un capogiro, dovuto alla gravidanza che intanto avanzava bene, e quindi si ritirò nelle sue stanze insieme alla madre e alla governante. André rimase in compagnia della ragazza, voleva sapere di più su quel contratto e sulla storia del matrimonio... sapeva che Oscar era al sicuro con Nanny e madame.
Quando Oscar sentì bussare alla sua porta era tarda notte. Lei dormiva di già, ma di sonno leggero. Era troppo curiosa di sapere. Però non ebbe la forza di alzarsi, quindi bisbigliò “avanti” e André entrò nella stanza, andandosi a sedere sul letto.
- Hei, come ti senti?
- Mi gira la testa... mi sento abbastanza stanca, ma voglio sapere tutto quello che hai scoperto.
- Sicura? Guarda che se vuoi riposare te lo dirò domani mattina, senza fretta....
- No, voglio saperlo adesso! Non c'è tempo da perdere! Prima agiamo, prima se ne andrà dalla nostra vita.
- Hai ragione... beh secondo lei, anni fa, il vecchio conte era in combutta con un altro nobile per un pezzo di terra. La cosa andò avanti per parecchio tempo, causando non pochi problemi alle persone che vi abitavano. Così il re, decise che i due avrebbero stipulato un matrimonio tra le due famiglie, e su quella terra avrebbe vissuto la coppia. In questo modo entrambe avessero potuto usufruire (con gli accordi dei figli) delle terre. Il problema è che mio zio non aveva ancora nessun erede. Così per tutto il tempo quella terra, fu usata solo dalla famiglia di Danielle. Adesso però un erede c'è... e in teoria io dovrei sposare quell'oca per onorare il contratto.
- E adesso??
- Calma. Ho un piano. Lei ha il contratto con se. Domani andremo dal re, io gli dirò che rinuncio ai diritti che mi spetterebbero su quella terra, quindi il matrimonio verrà annullato. Tu nel mentre vai dalla regina e chiedile il permesso di sposarci...
- Ma come? Lo sai che per fare questa richiesta, la lettera deve essere accompagnata dal simbolo del fidanzamento! Noi non abbiamo....
 Fino a quel momento era stata fatta solo una richiesta ufficiale al padre della sposa, che aveva acconsentito al matrimonio, ma André non aveva mai fatto la proposta ad Oscar personalmente, ma in quel momento lui la zittì poggiandole un dito sulle labbra e la aiutò a sedersi sul letto. Poi le si inginocchiò davanti, estrasse dalla tasca della giacca una piccola scatolina di velluto blu. Vide lo sguardo di Oscar accendersi. Lui la apri, lei sorrise, gliela porse e disse:

- Oscar, io ti ho sempre amata, e continuerò a farlo per sempre. Voglio passare il resto della mia vita al tuo fianco perché sento che tu sei l'unica donna per me. Vorresti concedermi lo straordinario e meraviglioso onore e privilegio di sposarmi?
Il cuore di Oscar stava per esplodere, batteva sempre più forte. Un calore immenso si impossessò del suo corpo. Un grande sorriso illuminò il suo viso stanco. Sentì le lacrime calde scendere piano sul suo viso.
- Si... si lo voglio!!!!! - disse gettando le braccia intorno ad André, mentre lui la accoglieva tra le sue e la tirava su dal letto per metterla in piedi. Si baciarono forte, presi dalla gioia del momento! Poi André, che aveva ancora la scatolina in mano, tirò fuori l'anello e lo mise all'anulare sinistro di Oscar. Dopo un altro lungo bacio, Oscar andò alla scrivania, e presi carta e piuma, scrisse che il conte André Grandier de Dubois la contessa Oscar Françiose de Jarjayes chiedevano l'autorizzazione alle loro maestà per unirsi formalmente in matrimonio dinnanzi a Dio onnipotente. Mise la lettera dentro una busta, la sigillò con lo stemma della sua famiglia, e la lasciò poggiata sulla scrivania.
- Amore sei stanca? Perché non torni a riposare un po'? Infondo è notte, è giusto che tu dorma!
- E tu dove vai?
- Nella mia stanza, così non ti disturbo!
- No, voglio che resti qui con me, che mi tieni abbracciata tutta la notte! Ho bisogno di sentirti accanto!
- Va bene Oscar, resterò con te!
Così andarono a mettersi a letto. Lui la accolse tra le sue braccia, e lei si accoccolò sul suo petto, lasciando che il sonno prendesse il sopravvento su di lei.
Il giorno seguente, era stata fatta preparare una carrozza in cui viaggiavano solo André e Danielle. Oscar era partita prima per andare a lavoro. Quella mattina si era sentita meravigliosamente! La notizia dell'arrivo di Sebastien, del fatto che avrebbe sostituito Oscar tra qualche anno e che il padre stava cercando di maritarla era chiara a tutti a corte da tempo, quindi non si fece scrupolo di indossare l'anello di fidanzamento. André le aveva detto di comportarsi come sempre alla reggia, e di aspettare che lui risolvesse la questione prima di portare insieme la lettera alla regina.

- Ohh santo cielo... quella è la reggia di Versailles? Mio dio non ci posso credere, è bellissima!
- Non siete mai stata a corte Danielle?
- No, mai... anche se mia madre quando era più giovane ci andava spesso... Quando era bambina mi raccontava sempre della reggia, dello splendore de giardini, del lusso delle stanze... Ho sempre sognato di andarci un giorno, ed ora grazie a voi potrò realizzare il mio sogno! Ma come mai avete deciso di portarmi qui?
- Tra poco ve lo spiego. Adesso scendete, siamo arrivati.
André scese per primo, porse la mano a Danielle che vi si aggrappo per scendere della carrozza. Il tocco con la ma no di André, la fece arrossire. Rimase qualche istante con la mao su quella di lui senza guardarlo. Anche André sentì qualcosa al contatto con Danielle.... sentì un leggero calore alle guance... guardò verso di lei, che sentendosi osservata alzò timida lo sguardo verso di lui. Si guardarono imbarazzati per qualche secondo, poi entrambi staccarono il contatto e André fece cenno con la mano di precederlo nell'entrata. Fece strada a Danielle fino alla sala delle udienze dove il re e la regina stavano ascoltando un altro nobile.
- Danielle avete il contratto di cui parlavamo ieri sera, qui con voi come vi avevo chiesto?
- Si certo, ma questo che centra con la nostra visita a corte?
È proprio questo il motivo... vedete, io credo nella storia che mi avete narrato la scorsa notte, ma temo di non poter accondiscendere alla richiesta che mi viene posta. Io sono il nipote della governante di casa Jarjayes. Sono stato l'attendente di madamigella Oscar per tutta una vita. Grazie a questo ho potuto studiare con lei, avere una cultura, ho imparato ad usare le armi... Poi il re mi ha dato l'onore di diventare il nipote del mio defunto zio... E se ora sono un nobile lo devo solo a lui, e gli sarò riconoscente per tutta la vita, ma ho molte ragioni per non sposarvi. La principale è che io non sono un vero membro della famiglia: non avrei mai voluto intromettermi in faccende private del conte, ma visto che sono l'unico erede della discendenza, è mio dovere decidere per il bene del mio casato. Io non so quali siano i vantaggi sulla terra del contratto, ma a questo punto non mi importa più saperlo. Le terre dei Jarjayes sono molto ampie e ricche, e unite con quelle che il mio casato possiede, diventano un vastissimo territorio. Dato che voi e la vostra famiglia avete usufruito di quella terra per anni e visto che il conte è il resto della famiglia non ci sono più, io non ho alcun interesse ad avere quella terra. Quindi sono più che lieto di annullare il contratto e di lasciare quella terra a voi e alla vostra famiglia. E poi c'è un altra cosa...
- Ma se questa è l'unica ragione non dovete preoccuparvi. La terra in questione è ricca di piantagioni, danno ottimo vino e buona frutta. Vedrete che vi piacerà molto e...
- Vi prego lasciatemi finire... dicevo... c'è un'altra importante ragione... Essendo vissuto con Oscar per anni... io sono sempre stato innamorato di lei...è l'unica donna che potrei mai amare. In questo campo abbiamo avuto non ben pochi problemi: lei era sempre combattuta tra la sua essenza di donna e la sua educazione maschile. Ma finalmente ha capito che anche lei provava gli stessi miei sentimenti. Ho fatto la richiesta di matrimonio poche settimane fa a l generale e lui ha accettato con gioia. Ho dovuto duellare con un altro pretendete per avere la sua mano, e Oscar ci ha quasi rimesso la vita per la poca onestà del mio avversario, ma anche questa era passata. Adesso siete arrivata voi a costituire un altro ostacolo alla nostra unione, ma adesso basta. Non permetterò altre intrusioni. Dinnanzi ai sovrani rinuncerò ai diritti della famiglia sulla terra e annullerò il vincolo di matrimonio. Dopo di che Oscar poterà alla regina la nostra richiesta di sposarci. Niente potrà impedire che ciò avvenga!
Gli occhi di Danielle si riempirono di lacrime... strinse forte a se il contratto e scappò via. André rimase interdetto per un attimo e poi le corse dietro sperando di raggiungerla e farla ragionare.
Aveva spezzato il suo cuore. L'aveva rifiutata. Senza nemmeno conoscerla. Lui amava quella specie di essere a metà... è vero è molto bella, ma anche lei non è da gettar via. Per anni era sempre stata l'oggetto del desiderio di molti giovani nobili della sua regione. Non le era mai capitato che qualcuno non la volesse. Correndo con gli occhi pieni di lacrime andò a sbattere contro qualcuno che non aveva riconosciuto. Poi si asciugò gli occhi e mise a fuoco: un soldato. Un bellissimo soldato. Ma quando il soldato le chiese se si era fatta male, chiamandola per nome, Danielle guardò meglio la figura che stava chinata davanti a lei, e riconobbe Oscar. Cercò di dimenarsi da lei, ma la sua presa era forte e salda.
- Danielle, vi siete fatta male?
- No, sto bene. Lasciatemi!!
- Perché stavate correndo in quel modo? Ma stavate piangendo... è successo forse qualcosa? Qualcuno vi ha offesa?
- Voi! Voi avete rovinato tutto! E solo colpa vostra!
- Danielle, calmatevi, calmatevi! Ricordate che siete alla reggia di Versailles... qui la gente vi guarda e vi giudica senza conoscervi. Ci vuole molto poco per mettere in giro delle brutte dicerie su di voi. Venite con me.
Così la prese per un braccio e la portò nei giardini dove potevano parlare liberamente.
- Allora, volete dirmi cos'è successo?
- André mi ha raccontato del vostro piano per liberarvi di me!
- Quale piano?
- Non fate finta di non sapere che André vuole annullare in contratto.
- Si sapevo di questa sua intenzione, ma era esplicita. Non era un piano segreto!
- Non ve lo permetterò!
- Perché no? Siete forse gelosa di me?
- Sono invidiosa di voi! Non mi era mai successo di essere rifiutata, da nessuno! Senza nemmeno essere stata conosciuta e apprezzata per le mie buone qualità!
- Danielle, sarò sincera con voi... Da quando siete arrivata avete dato l'impressione di essere una ragazzina viziata che si da un sacco di arie, che si sente superiore agli altri e pensa che tutto le sia dovuto, che ogni suo capriccio debba essere soddisfatto... beh credetemi, non è così che una damigella del vostro rango dovrebbe comportarsi.
- E voi cosa ne sapete di come deve comportarsi una damigella, siete cresciuta come un uomo!
- Quello che riguarda la mia vita sono cose che non vi riguardano! Non permettetevi mai più a fare certe insinuazioni su di me! Oltretutto sono più grande di voi e vi ho ospitata in casa mia... dovreste portarmi rispetto! Ad ogni modo... anche se ho ricevuto una educazione maschile, sono pur sempre una donna, e come tale, mi sono innamorata di André. Noi siamo come fratelli da sempre. Quando lui è arrivata a casa mia aveva 5 anni ed io 4. Siamo cresciuti insieme, abbiamo sempre affrontato tutto fianco a fianco. Poi diventando grandi abbiamo scoperto che quello che ci legava non era più solo una fraterna amicizia, ma era qualcosa di più... era amore! Io ho rischiato di morire parecchie volta, e c'è stato un tempo in cui avrei accettato con gioia di andarmene lottando per salvare i sovrani, a cui ho giurato fedeltà quando ancora erano dei principi ed io aveva solo 14 anni. Ma adesso le cose sono cambiate. Adesso sono una donna adulta, ho compreso quello che voglio dalla vita: stare con André e vivere finalmente liberi il nostro amore.
- Io... so che può sembrarvi strano ma... con André è stato amore a prima vista per me... Io lo voglio! Non permetterò che il contratto venga annullato. Io sposerò André, e con il tempo anche lui imparerà ad amarmi!
- Cosa? Ma che dite? Danielle...
Ma lei era già scoppiata nuovamente in lacrime e si stava già dirigendo verso la carrozza dei Jarjayes, ordinando al cocchiere di partire senza André ed Oscar. André vide Oscar nei giardini e la raggiunse.
- Che è successo? L'hai vista?
- Se n'è andata...
- Davvero? Ma è grandioso!
- No André: è tornata a casa mia tra le lacrime dopo aver detto che per lei è stato amore a prima vista con te e vuole che il matrimonio abbia luogo per forza. Ho provato a parlarle, ma non ha voluto sentire ragioni...
- Maledizione! Ti prego cerca tu una spiegazione per quanto è successo con il re e la regina, io devo tornare a casa e parlarle! 
- Ma sei senza cavallo!
- Tornerò a piedi!
- Non pensarci nemmeno, ci metterai un secolo! Prendi uno dei cavalli della mia guardia. Di che è una emergenza e che hai il mio permesso!
- Grazie amore! Vedrai... risolveremo anche questa situazione! Riusciremo a sposarci prima che il bambino nasca! Te lo prometto!
Così dopo un rapido bacio André andò verso le scuderie, mentre Oscar andò verso la sala delle udienze, sperando di trovare i sovrani ancora li, mentre pensava ad una scusa credibile.
Quando arrivò nella sala i sovrani erano ancora lì, fortunatamente. L'annunciatore disse il suo nome a voce alta, lei entrò, si diresse davanti al re e alla regina e si inchinò dinnanzi a loro.
- Madamigella Oscar vi prego alzatevi!
- Grazie maestà.
- Prego madamigella, parlate.
- Sono qui per scusarmi da parte di An... volevo dire del conte de Dubois per la mancata udienza di oggi. Vedete la damigella con cui doveva venire oggi, che è ospite a casa mia, ha avuto un improvviso malore. Abbiamo chiamato subito il dottore, non è nulla di grave, ma ci ha chiesto di tenerla a riposo per qualche giorno. Sarebbe venuto lui stesso ma ha preferito accertarsi che alla fanciulla venissero impartite tutte le cure necessarie, così ha mandato me a portare le sue più sentite scuse. Chiede un'altra udienza, con data da destinarsi, appena la ragazza si sarà rimessa del tutto.
- Oscar, dite ad André di non preoccuparsi. Capiamo benissimo le sue ragioni e auguriamo alla fanciulla una pronta guarigione. Dite anche che non appena starà meglio, di mandare qualcuno a fissare la nuova udienza.
- Grazie mia regina. Riferirò! Ed ora con il vostro permesso, torno alle mie mansioni.
- Certo madamigella, e grazie per esservi disturbata a venire. Ah madamigella, questo pomeriggio, prima che rincasiate, vorrei parlavi di una questione privata nelle mie stanze. Vi prego di raggiungermi li appena potete.
- Certamente altezza!
Fece un altro inchino e se ne andò.
Intanto André era arrivato a casa ed era andato a bussare alla porta di Danielle...

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Ecco a voi un nuovo personaggio... so già che non vi piacerà =) Riusciranno i nostri eroi a sposarsi?
A voi la parola per i commenti =) A presto mie care =)

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Capitolo 20
*** Quando la fortuna non ti accompagna... ***


Eccomi ancora qui con il nuovo capitolo! =) La volta scorsa ci siamo lasciate con l'arrivo di Danielle. Questa ragazza apparsa dal nulla che pretende di sposare il nostro André... so bene che vi sta sulle scatole! =) Vediamo allora che succede adesso! =) Buona lettura! =)

 

- Danielle vi prego apritemi... ho urgente bisogno di parlare con voi! Per favore Danielle aprite!
La testa di Danielle fece capolino da un uno spiraglio di porta. I suoi occhi erano rossi, gonfi e umidi.
- Cosa volete André? Non vi basta quello che mi avete fatto questa mattina? Volete infierire ancora su questo mio cuore già in pezzi?
Piangeva Danielle... aveva davvero il cuore infranto, per colpa sua. Ma non era dipeso da lui tutta quella situazione. Lui amava Oscar e lei lo ricambiava. Oltretutto aspettava un figlio da lui. Voleva sposarla, a tutti i costi, ma se Danielle non lo svincolava dal contratto non avrebbe mai potuto sposarsi con Oscar. Doveva farglielo capire senza ferirla nuovamente. Dopo tutto era molto giovane, aveva appena 16 anni.
- Danielle, io volevo porgervi le mie più sentite scuse per il mio comportamento. Non volevo offendervi. Giuro che non era mia intenzione... e poi volevo parlarvi anche di una questione importante. Ve ne prego!
La ragazza aprì la porta e lasciò entrare André, poi richiuse piano la porta e andò a sedersi sul letto con gambe e braccia incrociate.
- Allora, cos'è questa cosa urgente che dovete dirmi?
- Ho saputo che avete parlato con Oscar questa mattina... Posso sapere cosa vi ha detto?
- Niente di più di quello che mi avete detto voi a sua riguardo stamani.
- Capisco... non vi ha detto la cosa più importante...
- Che sarebbe...?
- Vedete Oscar aspetta un figlio... un figlio mio! Nessuno ne è al corrente tranne me, sua madre e la governante. E vi prego di mantenere il segreto!
- Perché mi state dicendo questo?
- Dovete sapere che il bambino è stato concepito prima che io venissi adottato dal conte. Se il generale, padre di Oscar, dovesse accorgersi della gravidanza prima che io la sposi, lui ucciderebbe il bambino e caccerebbe Oscar di casa, per il disonore causato al nome della famiglia. Se invece io riesco a sposarla prima che i segni della gravidanza siano visibili, lei e il bambino sarebbero salve. Vi renderete conto che tutto dipende da voi!
- Quanto tempo è che madamigella è gravida?
- Solo un mese. Il dottore dice che il bambino è piccolo e quindi fino al 6° mese non si noterà l'ingrossamento del ventre. Ma se ci sposassimo in prossimità del 6° mese e lei partorisse dopo soli 3 mesi, tutti scoprirebbero la verità. Dobbiamo agire subito!
- Non lo so... André io sono innamorata di voi! Non potete venire qui a dirmi che la donna che amate aspetta un figlio da voi e che corre dei rischi se non vi sposate in tempo e chiedermi di decidere su due piedi... Insomma, io ho anche una dignità da difendere.
- So bene cosa provate per me... e so anche che vi sto mettendo davanti ad una scelta difficile, ma vi chiedi di rifletterci più in fretta che potete. Siamo già in una situazione di ritardo.
- Ci penserò... adesso andatevene per favore. Voglio restare sola.
- Certo. Grazie Danielle.
Così André se ne andò. Scendendo le scale vide che Oscar stava tornando. Le andò incontro.
- Hei! Come stai?
- Bene... tu?
- Diciamo di si...
- Che succede?
- Vieni con me!
La prese per mano. Chiamò un servo che passava di lì, e gli disse di portare il cavallo di Oscar nelle scuderie. Poi a passo veloce la portò nel loro posto segreto in giardino. Da bambini avevano costruito una piccola casetta di assi di legno sopra i rami bassi di un albero infondo al giardino. All'epoca la usavano come base per le loro missioni quando giocavano a fare la guerra. Da adolescenti ci andavano per confidarsi e stare un po' da soli quando suo padre o il precettore non li riempivano di esercizi o compiti da fare. Poi, quando Oscar divenne capitano delle guardie reali, le loro vite cambiarono, e non tornarono più in quel posto. Oscar si sorprese di trovarlo ancora in piedi. Era diventato più piccolo di come se lo ricordasse, forse perché erano loro ad essere cresciuti. Quando furono dentro André si sedette sul vecchio mucchio di paglia, e Oscar si sedette accanto a lui poggiando la testa sulla sua spalla, mentre lui le metteva un braccio dietro il collo per abbracciarla. Rimasero in silenzio per qualche minuto, beandosi di quel momento solo per loro. Poi André ruppe il silenzio.
- Oscar di cosa avete parlato esattamente con Danielle oggi?
- Beh ho cercato di farle capire che sono una donna... da presuntuosa qual'è ha avuto da ridire anche sta volta. Comunque le ho detto che io ti amo. Le ho spiegato come ci siamo conosciuti e innamorati... tutto qui...
- E cos'altro?
- Beh...
- Parla...
- Le ho detto che da l'impressione di essere presuntuosa e rompiscatole... Non proprio così ma il concetto era quello...
- Dio ti prego Oscar dimmi che non l'hai fatto davvero!
- Si perché? Che succede??
- Beh prima sono andato a parlarle e mi è sembrata distrutta. Le ho raccontato di noi, del bambino, e di quello che potrebbe succedere se non dovessimo riuscire a sposarci in tempo.
- E lei?
- Sembrava restia ad acconsentire alla mia richiesta... Adesso so per certo che non disdirà mai il contratto...
- E tu come fai ad esserne certo?
- Se c'è una cosa che ho imparato subito di Danielle che è una ragazza troppo orgogliosa e viziata... Lo farà per vendicarsi di te!
- Oh dio no... Che stupida sono stata! Ho ceduto alle sue provocazioni come una ragazzina sciocca!! Ho mandato tutto a monte! E tutto finito, non abbiamo più speranze... è tutto perduto...
- Hei Oscar ascoltami e calmati! - Le prese il viso tra le mani e la fissò intentamente per catturare il suo sguardo e calmarla. - Non tutto è perduto. Possiamo chiedere al re se per sciogliere il contratto sono necessarie tutte le firme, visto che sono solo io a rinunciare ai diritti... vedrai ce la faremo! E se per caso non dovessimo farcela, non permetterò a nessuno di torcere un capello ne a te, ne a nostro figlio! Voi siete la mia famiglia. Vi proteggerò a costo della vita! Te lo prometto!!
- Va bene... però ho paura...
- No amore mio non temere... andrà tutto bene!
La guardò nel profondo di quel blu, dove tante volte avrebbe voluto perdersi, e poi la baciò. Fu un bacio dolce, delicato, per darle sicurezza. Lei rispose al bacio con la stessa dolcezza. Poi per mano passeggiarono per il giardino, mentre il sole raggiungeva il suo picco nel cielo. Rientrarono mentre Nanny stava servendo il pranzo. Danielle non era a tavola. La governante li informò che la ragazza non stava tanto bene e che preferiva riposare. André ed Oscar si guardarono negli occhi: loro sapevano perché.
Finito il pranzo Oscar si ricordò dell'appuntamento che aveva con la regina a fine giornata. Decise di non dire niente con André. Avrebbe provato a parlarne con lei per vedere se l'idea del suo uomo poteva funzionare. In caso contrario avrebbero trovato un'altra soluzione. Tornata alla reggia cercò di dedicarsi all'addestramento delle nuove reclute con un minimo di entusiasmo (quella era una mansione che detestava del suo lavoro, ma era un buon diversivo dai problemi).
La giornata lavorativa di Oscar era volta al termine, il sole stava tramontando ancora una volta, per lasciare posto alla notte. Congedatasi dai suoi uomini raggiunse gli appartamenti della regina. Non aveva bene idea di cosa volesse dirle, e un velo di preoccupazione cominciò ad aleggiare nel suo cuore Bussò leggermente, attese qualche momento e poi la regina le aprì, accogliendola con un grande sorriso.
- Oh Oscar, siete venuta!
- Ma certo maestà, ve lo aveva garantito, ed eccomi qui!
- Bene sono contenta! Prego sedetevi cara!
- Grazie! Allora altezza di cosa volevate parlarmi con tanta segretezza?
- Beh volevo assicurarmi che la vostra gravidanza procedesse senza intoppi. Siete la mia più cara amica.-Lo sguardo della regina indugiò sulla mano sinistra che Oscar si era portata al ventre. - Madamigella è un anello quello che vedo sul vostro anulare sinistro?
- Si altezza! André mi ha fatto la proposta la scorsa sera, e vi ringrazio per l'interessamento, la gravidanza procede bene. - Lo sguardo di Oscar tutto d'un tratto si spense, e la regina se ne accorse.
- Non lo dite convinta. Oscar. Amica mia che succede? C'è forse qualche problema con il bambino? Vi prego siate sincera con me!
- No maestà, non vi preoccupate, il bambino sta bene... E solo che... si insomma sono in una situazione complicata.
- In che senso?
- E possibile sciogliere un contratto solo da una parte?
- Dipende dal contratto, ma perché mi rivolgete una domanda simile? Avanti Oscar, con me potete confidarvi, lo sapete!
- Va bene... vedete due giorni fa è arrivata a palazzo Jarjayes una giovane ragazza che dice di essere la promessa sposa di André.
- Come?!?! Ma cosa dite? Ne siete proprio sicura?
- Beh abbiamo saputo che tanti anni fa, la famiglia del conte che ha adottato André, ha avuto da ridire con la famiglia di questa ragazza per un terreno. Il re Luigi XV aveva decretato che le due famiglie avrebbero sancito un matrimonio e che sull'appezzamento avrebbe vissuto la coppia di sposi, in modo che entrambe le famiglie avrebbero goduto dei frutti di quella terra. Il problema e che il conte non aveva eredi, e così fino a quel momento solo la famiglia della ragazza ha potuto usufruire dell'appezzamento. Adesso però l'erede c'è, e questa giovane pretende di sposare André per onorare il contratto. André intende rinunciare ai diritti di quella terra per rompere il contratto, ma lei non vuole e così mi chiedevo se è possibile annullare il contratto solo con la rinuncia di André...
- Ohh mia povera Oscar... come siete sfortunata... Beh fatemi pensare... - La regina aveva ascoltato con attenzione il racconto della amica. Le dispiaceva così tanto che ancora non riuscisse a coronare il suo sogno. Se avesse saputo prima di questa clausola, non avrebbe mai mandato André dal conte de Dubois. Doveva trovare una soluzione al più presto per aiutare la donna che nel corso degli anni le aveva salvato la vita mille volte in mille modi!
- Ditemi questa fanciulla e la stessa che oggi doveva venire all'udienza con André?

- Si esatto.
- Qualcosa mi dice che non abbia avuto un malore.
- Anche questo è vero altezza. Mi rincresce molto avervi dovuto mentire, ma quando André le ha detto le sue intenzioni, lei è scappata via con il contratto. Ho provato anche io a parlarle per farla ragionare, ma non ci sono riuscita.
- Adesso dove si trova?
- A casa mia.
- Mmm credo di avere una soluzione.

 

Nanny andava a destra e a sinistra per la casa. L'ultima volta che aveva fatto tutto questo trambusto in giro per il palazzo fu quando Oscar e André da piccoli avevano combinato delle marachelle e si nascondevano.
- Dov'è finita quella benedetta ragazza!.... André... oh santo cielo, hai visto Danielle? È tutto il giorno che la sto cercando!
- Non è da nessuna parte?
- No...
- Prova a ricontrollare nella sua stanza. Magari è uscita un attimo ed è rientrata.
- Va bene. Tu aspetta qui, magari la vedi.
Passarono pochi minuti e poi un grido attirò l'attenzione di André che corse corse verso la stanza della ragazza. Trovò sua nonna ferma immobile, in piedi davanti allo scrittoio, con un foglio in mano.
- Nonna... nonna ti senti bene?
Nanny non ebbe il coraggio di dire niente. Gli porse il foglio e si sedette sul letto alle sue spalle. André prese la lettera, e vide che era per lui:

Caro André,
vedo sempre nel tuo sguardo l'amore che provi per quella donna. Ma tu non mi conosci. Io potrei essere molto meglio di lei per te. Sono sicura che è così. Devi solo imparare a conoscermi e apprezzarmi. Io posso renderti felice! So che adesso ti senti legato a lei perché aspetta un figlio da te ma... io posso dartene quanti ne vorrai. Mi dispiace mio caro André, ma non ho nessuna intenzione di rinunciare a te! Sono scappata. Ho trovato rifugio da un nobile in città, che mi terrà al sicuro. Il contratto c'è l'ho io. Mi farò viva appena avrò trovato il modo di convincerti che sono io la donna giusta per te! Non accetterò un tuo rifiuto!
A presto mio adorato,
Danielle.

La rabbia che investì André in quel momento era indescrivibile. Le mani gli tremavano. Chiuse gli occhi e strinse i pugni stropicciando il foglio nel punto il cui lo stringeva. Fece un respiro profondo, poi con un grido di rabbia sbatte la mano sul tavolo. Rimase fermo in quella posizione qualche istante per riprendersi e poi quando sollevò la mano la lettera riemerse. Si girò verso sua nonna, che era rimasta ferma sul letto.
- Scusa nonna. Ho perso il controllo di me stesso. È solo che sono così arrabbiato. Proprio adesso che finalmente il nostro sogno poteva realizzarsi...
- Lo so André... Vedrai, un modo per sistemare le cose c'è. Basta solo trovarlo.
- Ma quanto tempo ci vorrà? Oscar sta andando bene con la gravidanza, non possiamo aspettare oltre!
In quel momento dei bisbigli riecheggiarono giù nell'atrio e attirarono la loro attenzione. André fece cenno alla nonna di restare nella stanza, si sporse alla balaustra della scala e vide Oscar con una figura incappucciata che salivano le scale in direzione opposta alla sua, verso la stanza di Oscar. Non lo avevano degnato di uno sguardo.
Senza farsi vedere si avviò in quella direzione. La porta non era sta chiusa del tutto. Sapeva bene che origliare era cattiva educazione, ma sentiva che centrava con la loro situazione, così tese l'orecchio alla porta e si mise in ascolto, facendo attenzione a non farsi scoprire....

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Cosa avrà sentito André dalla porta? Chi è la persona con Oscar? Chi tiene al sicuro Danielle?
Questo ed altro nel prossimo capitolo! =) Adesso a voi la parola per i vostri commenti e le vostre ipotesi! =) A presto!! =)

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Capitolo 21
*** La fuga di Danielle! ***


Eccomi qui con il nuovo capitolo! =) Sembra che in questo periodo possa tranquillamente conciliare la scrittura e lo studio! =) Meno male! =) Ringrazio sempre tanto chi legge e che commenta! =) Bene ci siamo lasciate l'ultima volta con tanti dubbi: Danielle (la piccola rompiscatole) è fuggita non si sa da chi; Oscar è rientrata a casa con una persona incappucciata. Chi è? Cosa si saranno detti? Beh andiamo a vedere se questo capitolo darà risposta ai nostri quesiti. Buona lettura!! =)

 

Mentre scriveva quella lettera, si dovette girare più volte per evitare che lacrime bagnassero il foglio e facessero sbiadire l'inchiostro. L'idea di lasciare quella casa, di non avere sempre la situazione sott'occhio la infastidiva parecchio, ma sapeva bene che se fosse rimasta avrebbero cercato di sottrarle il contratto di nascosto o con la forza, per potersi liberare di lei: era necessario andare via da li. Guardò il piccolo orologio che era appoggiato sul suo scrittoio: le 17.50. Tra 10 minuti la sua carrozza sarebbe venuta a prenderla. Doveva muoversi a scrivere quella lettera. Fortunatamente i suoi bagagli li aveva preparati prima, quando non era voluta scendere a pranzo. Tirò un lungo sospiro, ricacciò indietro le lacrime e concluse la sua lettera. La chiuse dentro la busta che portava già il nome del destinatario, e la lasciò in bella mostra sullo scrittorio.
-Come ti chiami?
-Marie signora.
-Bene Marie. Devo chiederti un favore. Tu sai se a quest'ora c'è qualcuno vicino alla porta sul retro?
-No signora. Non c'è quasi mai nessuno li vicino, men che meno a quest'ora. Tra un ora andrà servita la cena e quindi sono le donne sono tutte nelle cucine a preparare.
-Benissimo. Senti riesci a portare quel baule?
Marie si diresse verso il baule e provò ad alzarlo per vedere quanto pesasse... poteva farcela. La porta di servizio non era lontana da li. Annuì con la testa alla ragazza che sorrise. Prese le sue borse e si avviarono senza fare il minimo rumore. Come due fantasmi nell'oscurità del castello che pian piano veniva inghiottito dal nero della notte.
Quando arrivarono furtive alla porta di servizio una carrozza anonima come quella che l'aveva portata li, era venuta per portarla via. Marie mise il baule nel vano dietro alla carrozza aiutata dal paggio. Danielle intanto salì a bordo, chiuse lo sportello e si affacciò per dare le ultime direttive alla cameriera.
-Marie, ti ringrazio per il tuo aiuto. Adesso torna dentro e fai finta che non è successo niente. Se qualcuno ti chiede dove sono, o se sai qualcosa... tu non sai niente! Le spiegazioni di questo mio gesto sono tutte nella lettera che ho lasciato nella mia stanza, ma tu non sai niente nemmeno di quella. Lascia la mia camera così com'è. Mi raccomando, mantieni il segreto. Mi fido di te!
-Si signora. Fate buon viaggio!
Così la carrozza partì e Danielle se ne andò così come era arrivata. In silenzio. Il cocchiere sapeva esattamente dove portare la ragazza. Si fermò davanti ad una casa in aperta campagna, dopo una buona ora di viaggio. Davanti alla porta c'era un uomo che quando vide la ragazza scendere sorrise maligno. Anche Danielle fece lo stesso sorriso quando riconobbe l'uomo che aveva davanti.
-Benvenuta mademoiselle!
-Grazie monsieur! Grazie anche per ospitarmi nella vostra... sperduta villa di campagna.
-Era il posto migliore per proteggervi. Nessuno è a conoscenza di questo luogo, tranne la mia famiglia ovviamente. Ma ho detto loro che serviva a me, quindi nessuno verrà a recarvi disturbo!
-Siete davvero gentile! Spero di poter ricambiare la vostra gentilezza... -disse con un tono malizioso.
-Voi sapete già qual'è la mia condizione Danielle...
-Certo che lo so!
Così lui la prese per i fianchi tirandola verso se, e la baciò appassionatamente, mentre la ragazza rispondeva al bacio con la stessa foga...

Dallo spiraglio della porta lasciato aperto usciva la luce accecante del sole al tramonto, quindi non riusciva a vedere bene le due figure nella stanza. Decise quindi di accostare solo l'orecchio alla porta.
-Madamigella, non ero mai stata a casa vostra! Devo ammettere che nella vostra famiglia avete buon gusto!
-Vi ringrazio altezza!
Altezza? Possibile che proprio la regina Maria Antonietta fosse la figura incappucciata? Che cosa ci faceva lì?” pensò André.
-Bene bando ai convenevoli, passiamo alle cose serie. Per prima cosa vorrei che chiamaste qui quella giovane così potrò farmi spiegare bene qual'è la storia. Magari ha dei particolari che non vi ha raccontato. Ma a me non potrà nascondere nulla.
-Bene altezza vado a chiamarla. Voi mettetevi comoda.
Sentito questo André si spostò più veloce che poté e fece finta di arrivare dalle scale. Lei chiuse bene la porta dietro se e lo vide. Lo guardò e gli fece un mezzo sorriso.
-Hei dove stai andando?
-A chiamare Danielle... devo farle vedere una cosa.
-Non è nella sua stanza.
-Ah no? E allora dov'è?
Nessuna risposta...
-André dov'è Danielle?
Non poteva nasconderle la verità. Tirò fuori la lettera dalla tasca interna della giacca e gliela porse senza dire una parola.
-Cos'è questa?
Ancora silenzio. Così la prese preoccupata e la lesse. Dopo averla letta rimase con lo sguardo fisso su quel foglio per qualche secondo.
-Maledizione – sussurrò – André, sai chi c'è nella mia stanza?
-No... perché? Abbiamo un ospite?
-Nella mia stanza c'è la regina in persona!! È venuta apposta in incognito per parlare con lei!
-Perché la regina dovrebbe parlare con lei Oscar?
-Mmm è meglio non farla aspettare troppo... vieni. Andiamo di la da lei che ti racconto.
Entrando nella stanza, videro lo sguardo della regina stupirsi per la comparsa di André.
-André, sono contenta di vedervi! Ma dov'è la ragazza madamigella?
-Vedete altezza, Danielle è ancora molto giovane e impulsiva. Si è sentita minacciata così è scappata. Ha lasciato una lettera dicendo che sotto la protezione di un nobile di Parigi adesso. Non sappiamo chi sia e dove si trovi.
-Oh accidenti. Questo non ci voleva!
-Cosa intendete fare maestà?
-Lasciatemi pensare... si, la daremo come ricercata. Metteremo una taglia sulla sua testa e su chiunque le dia ospitalità!
-Maestà con tutto il rispetto non credo che sia una buona idea... Io credo di avere un'idea migliore...
Le due donne guardarono perplesse André, che intanto stava mettendo a punto silenziosamente gli ultimi dettagli del suo piano alzando lo sguardo da una parte, strofinandosi il mento con pollice e indice e facendo un sorrisino strano...

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Cosa avrà in mente il nostro André?
Piccolo capitolo di transizione. =) Spero vi piaccia =) Adesso tocca a voi farvi sentire con i vostri commenti! =) Sapete apprezzo davvero molto le vostre ipotesi fantasiose sul seguito dei miei capitoli (che a volte risultano coincidere con le mie idee!) Vi prego non smettete mai di farlo! =) A Presto care!

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Capitolo 22
*** Gara di cervelli!! ***


Ecco qui il nuovo capitolo! =) Mi complimento con tutte coloro che la volta scorsa, commentando, hanno riconosciuto la regina nella figura incappucciata. Questa volta ci sono state teorie interessanti. =) Bene vediamo chi sia il misterioso uomo che protegge Danielle e qual'è il piano di André. Buona lettura! =)

 

La fuga di Danielle era l'atto finale di una tragedia già in atto. Non solo il suo arrivo aveva stravolto la vita dei due ragazzi, che non riuscivano a coronare il loro sogno d'amore, ma aveva innescato un meccanismo del quale sarebbe stata la vittima.
Danielle era la secondogenita di una famiglia nobile francese. La sua famiglia abitava in campagna, e lei essendo l'unica femmina, era stata molto viziata. Sua madre aveva dato alla luce il suo primo figlio dando l'erede maschio al marito, avviandolo alla carriera politica. Così, qualche anno dopo, la nascita di Danielle non diede alcun problema. Ma il fatto che visse così viziata non le giovò. Crescendo era diventata insopportabile anche per gli stessi genitori, che non riuscirono più a trattenerla. Dimostrava sempre qualche anno in meno di quanti in realtà ne avesse, e sfruttava questo suo vantaggio per pavoneggiarsi con le amiche. Ben presto anche le altre damigelle della sua contea la lasciarono sola. All'età di 16 anni i genitori non erano ancora risusciti a darla in moglie. Il suo essere viziata spaventava qualsiasi nobile (gli sarebbe costata tutto il patrimonio, portandolo sul lastrico!!). Una sera i suoi genitori, rientrando dalla festa di una vicina, passarono dalla sua stanza per controllare che tutto fosse tranquillo, ma la trovarono seminuda, tra le braccia di un giovane di loro conoscenza, nelle stesse condizioni della ragazza. Suo padre era un uomo molto orgoglioso, che teneva molto al nome e alla reputazione della famiglia. Quale disonore aveva causato lei, con quel suo gesto! Preso da una rabbia funesta l'uomo cacciato via il giovane, prese sua figlia, e mollatole un ceffone sonoro le disse che l'avrebbe messa su una carrozza per Parigi il prima possibile, e che da quel momento in poi lei era diseredata. Non avrebbe mai dovuto mettere più piede in quella casa. La sera prima che partisse, sua madre andò nella sua camera di nascosto, poiché era stato proibito a tutti (anche alla servitù) di avere qualsiasi tipo di rapporto con lei. Danielle non si aspettava una visita dalla madre. Quando la vide le corse incontro piangendo. Anche la donna pianse. Aveva commesso un errore grave, ma era pur sempre sua figlia, la sua unica figlia, che dal mattino dopo non avrebbe mai più potuto rivedere. Stare tra le braccia della madre le ricrdò che infondo era ancora una bambina. Sciolto l'abbraccio e asciugate le lacrime la madre diede a Danielle un foglio.
- Ascoltami attentamente Danielle: quel foglio può salvarti la vita!
- Che cos'è madre?
- Vedi, tanti anni fa, tuo padre litigò con un conte per un pezzo di terra vicino Parigi. Era un terreno ricco e fertile, un pezzo forte per noi! La questione con l'altro conte si tirò avanti per parecchie settimane, senza che nessuno riuscisse a trovare un accordo. Così un giorno decisero di andare a Parigi dal re. Egli decise che avremmo sancito una unione con un matrimonio, tra te, che eri appena nata, e l'erede dell'altra famiglia. Ahimè il vecchio conte non aveva un erede. Disse che ci avrebbe mandato una lettera il giorno in cui il suo erede fosse arrivato, ma noi non abbiamo più ricevuto nulla. Forse questo erede ancora non c'è, o magari non hanno voluto metterci al corrente. Questo è il contratto con cui le nostre due famiglie si impegnano a sancire l'unione tra loro con il matrimonio. C'è la firma anche di tuo padre. Visto che vai a Parigi, cerca la casa del Conte de Dubois e riscatta il contratto!! Vivrai felice e sarai ricca! Non voglio che tu patisca la fame figlia mia!
- State tranquilla madre, troverò questo conte, farò valere il contratto costi quel che costi!
Era una promessa solenne quella di Danielle. L'avrebbe fatto per se stessa, ma soprattutto per sua madre! Quella sera suo padre uscì con i suoi amici come ogni domenica, e prima dell'alba non avrebbe rincasato, quindi la madre ne approfittò per passare con la figlia l'ultima notte. Separars l'una dall'altra fu davvero dura per entrambe!
L'indomani, caricato un piccolo bagaglio su una carrozza anonima, e datole un sacchetto con qualche soldo, tra le lacrime sue e di sua madre, Danielle se ne andò per sempre di casa.
I primi tempi furono difficili per lei. Dovette bussare a parecchie porte prima di trovare una donna che le offrì vitto e alloggio in cambio di aiuto nella locanda che gestiva. Lavorò duro, tenendo testa a tutti quegli ubriaconi che ci provavano con lei, e che ogni tanto... facciamo spesso la appellavano in malo modo. Ogni tanto quando la padrona le dava qualche spicciolo per il buon lavoro, lei lo metteva da parte. Passò due anni in quel modo, ma fu proprio allora che lo conobbe. Lui era seduto tutto solo in uno dei tavoli infondo alla locanda. Era già qualche volta che lo aveva notato. Era molto carino. Così quella sera decise di andare a parlargli. Subito lui era un po' titubante all'idea di scambiare qualche parola con lei, ma poi le disse che alla fine della serata l'avrebbe attesa fuori per parlare con lei. Finito il turno lui era appoggiato ad una delle colonne di legno che formavano il portico davanti alla locanda. La stava aspettando come promesso.
- Siete rimasto!
-Ve lo avevo promesso. Io mantengo sempre la mia parola.
-Questa sera avete bevuto più del solito. Come mai? C'è forse qualcosa che vi turba?
-Volete la verità Danielle? Beh vedete, oggi ho fatto la più grande cazzata della mia vita!
-Sarebbe a dire?
-Ho sfidato a duello l'altro pretendente alla mano della donna che amo più di qualsiasi altra cosa al mondo. Stavo perdendo, e così preso dalla rabbia ho estratto uno stiletto dallo stivale e l'ho lanciato contro il mio avversario. Ma non l'ho colpito...
-Tutto qui monsieur?
-No, non è tutto qui! Sai chi ho colpito? - Danielle fece cenno di no con la testa. - Ho colpito lei Danielle, e l'ho quasi uccisa. Non avevo previsto questo suo gesto perché non sapevo quanto duro fosse il legame che li lega. Dopo oggi, lei non vorrà più vedermi e lui non mi farà avvicinare a meno di qualche miglio da lei.
-Beh... mi dispiace molto per voi.... - Qualcosa scattò nella testa di Danielle... lui era un nobile, si vedeva dalla divisa che portava. Un nobile. “potrebbe conoscerlo...” si disse. Era la sua occasione. Così azzardò approfittando dello stato di poca sobrietà di lui. - Ehm mi chiedevo, qual'è il nome del vostro avversario?
-Adesso è il conte André Grandier de Dubois... maledetto il giorno in cui sei diventato nobile Grandier!
-Avete detto de Dubois?
-Si perché, lo conosci?
In quel momento la mente di Danielle iniziò a macchinare ed elaborare...
-Beh non esattamente. Se vi dicessi che c'è un modo per riprendervi la vostra amata...
-Di che diavolo parlate?
Fu così che lo portò nella sua stanza, gli fece vedere il contratto e gli raccontò tutta la storia.
-Potrebbe essere un buon piano sapete? Avete tutto il mio appoggio!
Così raccolse le sue cose, scrisse una breve lettera alla locandiera e partì con lui alla volta di casa sua. Per fortuna aveva tenuto da parte i due abiti da sera più belli nella valigia, evitando che si sporcassero. Così una volta arrivati alla dimora dei Girodelle, Victor la presentò alla famiglia come una sua cara amica, che era in difficoltà e che sarebbe rimasta a casa loro come ospite per qualche tempo. Il piano era semplice: lei sarebbe andata li, avrebbe raccolto quante più informazioni poteva, e poi sarebbe tornata da lui, per elaborare la seconda parte del piano.
E c'era riuscita! Si guardò allo specchio compiaciuta del suo operato Danielle. Aveva parecchie informazioni utili in mano. Bastava assemblarle al punto giusto e sia lei che Victor avrebbero avuto ciò che desideravano. Pensava spesso al suo passato nei momenti di sconforto, ma quello non era più il momento di rimuginare sul passato. Doveva pensare al presente e alla seconda parte del piano. In origine non aveva messo in conto l'erede. Si era sempre detta che lo avrebbe sposato anche se fosse stato brutto. Si era convinta che l'uomo che avrebbe sposato fosse poco bello. Non si era mai posta il problema contrario... Fin quando non vide André. Lui era molto bello. Poi aveva dei modi così gentili e pacati. Sempre gentile... Aveva fatto breccia nel suo cuore al primo sguardo. Adesso era più decisa che mai ad averlo. L'unico grosso problema era quella Oscar. Suppose che quella fosse la donna di cui Victor era innamorato. Cercò tra i ricordi il volto della ragazza e lo esaminò: beh certo nel contesto generale era una bella donna. Capelli biondi, occhi azzurri, pelle chiara, lineamenti fini, un bel corpo... Quale uomo non ne sarebbe rimasto colpito? Poi tornò ad esaminare il suo di viso, e si disse che anche lei era molto bella. Avrebbe trovato un modo di eliminare Oscar dalla sua strada!
I suoi pensieri furono interrotti dal bussare contro la sua porta.
-Danielle, posso entrare?
-Certo, vieni Victor!
-Allora va meglio?
-Si, mi ci voleva proprio un bagno caldo dopo il viaggio.
-Bene sono contento. Adesso potresti dirmi quali informazioni hai ricavato? Lei come sta?
-Anche troppo bene...
-Che vuoi dire?
-Reggiti forte amico mio... la tua bella aspetta un figlio da André fuori dal matrimonio.
-Che cosa? Oscar è incinta? Santo cielo!
-Già. Ecco perché hanno tutta questa fretta di sposarsi.
-Capisco. Questo complicherà le cose...
-Niente affatto caro mio! Questo ci faciliterà il compito!
-Che vuoi dire??
-Ascolta...

Quando la carrozza della regina fu partita Oscar portò André da parte curiosa di sapere che cosa avesse in mente.
-Allora?
-Cosa?
-Qual'è il tuo grande piano?
-Non posso ancora dirtelo. Devo mettere a punto gli ultimi dettagli. Domani ti prometto che saprai tutto!
-Se lo dici tu...
-Non ti fidi di me, vero?
-Quand'è l'ultima volta che un tuo piano ha funzionato a dovere?
-Ehm...
-Zitto! Non rispondere! Non lo voglio sapere! Era una domanda retorica! Ad ogni modo spero che tu sappia quello che fai caro mio. Ti ricordo che qui dentro – prese una mano di André e se la poggiò sul ventre, mettendo la sua sopra quella di lui – c'è qualcosa di nostro! - Poi si fece triste - Non voglio che cresca senza di te...
-Stai tranquilla Oscar! Non è previsto l'uso delle armi, se non per difesa! La mia è una strategia tattica. Sarà lei ad uscire allo scoperto! Farà qualcosa che la porterà fuori dal suo nascondiglio... Sarà li che agiremo.
-Tutto qui? Il tuo grande piano sta nell'aspettare che lei venga fuori? Sai che potrebbe fare questo “passo falso” proprio quando nascerà il bambino! Non è stata una grande mossa dirle che sono incinta genio!
-Stai tranquilla... qualcosa mi dice che verrà fuori presto. E solo questione di giorni!
-Staremo a vedere!
L'idea di perderlo la spaventava! Così lui la strinse forte a se, poi la baciò con amore per infonderle la sua fiducia. Lui d'altro canto era ottimista. Si era sempre fidato del suo istinto, e quasi mai aveva sbagliato. Oscar si dovette ricredere, perché dopo appena 4 giorni vide Girodelle accompagnare Danielle a corte. Appena la vide il suo cuore prese a battere più forte e istintivamente si portò una mano al grembo. Andò subito ad a cercare André... Lo trovò nella sala degli specchi, dove più avanti vide anche i due.
-André!
-Oscar, li hai visti anche tu?
-Si! Devo andare ad avvertire la regina! Aspettami qui!
-Va bene!
Così Oscar andò diretta verso gli appartamenti della regina, più in fretta che poté. Lei era loro complice, doveva avvertirla del piano! Arrivò alla porta e bussò con forza. Il conte de Mercì aprì la porta sorpreso di trovare Oscar sull'uscio.
-Madamigella Oscar, cosa posso fare per voi? Vi vedo agitata. C'è forse qualcosa che non va?
-Conte devo parlare immediatamente con la regina! É una questione della massima urgenza!
-Certo.
-Oscar che cosa succede?
-Altezza è arrivata!
-Conte de Mercì, potete lasciarci sole per qualche minuto per favore?
-Subito maestà!
-Allora Oscar dite pure!
-Altezza Danielle è qui a corte! É la fanciulla assieme a Girodelle!
-Cosa, Girodelle è il suo complice?
-Non è ancora sicuro ma... ci sono buone probabilità che sia lui.
-Bene ho capito. So esattamente cosa fare! Madamigella contate pure su di me!
-Vi ringrazio davvero di cuore vostra maestà!
Quando le due donne uscirono, trovarono il re ad attenderle. Oscar li scortò fino alla sala, poi andò a mettersi accanto ad André, che si era posizionato in prima fila, lato opposto a quella di Danielle e Girodelle, qualche posto prima del loro, mentre l'annunciatore stata attirando l'attenzione dei presenti sull'arrivo delle loro maestà.
I sovrani stavano entrando nella stanza degli specchi. La “guerra” stava per iniziare. Quel giorno di giocavano il tutto per tutto! Da quella missione, dipendeva il loro futuro...

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Quale sarà il piano di Danielle e Victor? E quello di Oscar e André?
Mi complimento ancora con coloro che avevano puntato il dito contro Girodelle! =)
Come ce lo vedete dalla parte dei “cattivi”?? =) A voi la parola! =) A presto care!!

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Capitolo 23
*** Il trionfo del vero amore!! ***


Ecco qui il nuovo capitolo, abbastanza in ritardo, ma tra il computer con i suoi problemi e l'esame imminente non mi sono potuta dedicare alla scrittura. =( Ma adesso che il computer è a posto e l'esame è passato sono tornata. =) Allora: ci eravamo lasciate con la “gara di cervelli” tra André e Danielle. Ruolo essenziale in questo scontro non violento è ricoperto dalla regina, che ovviamente patteggia per Oscar e André =) Vediamo cosa succede! =) Buona lettura!!! =)

I sovrani sfilarono in mezzo al corridoio umano, che i nobili creavano al loro passaggio, sperando in un loro saluto, diretti ai loro troni, per dare inizio alle udienze. La regina Maria Antonietta, passando accanto ad Oscar e André li salutò calorosamente, poi si girò dall'altra parte fermandosi davanti a Girodelle che iniziava ad essere visibilmente nervoso.
-Tenete Girodelle, sono lieta di vedervi. Chi è questa giovane che è con voi, non l'avevo mi vista prima. É per caso una vostra parente, oppure è la vostra fidanzata?
-Ahm... no, vostra maestà, è una cara amica di famiglia venuta in visita... ecco vedete lei... si lei voleva avere l'onore di conoscervi, e ho pensato di portarla con me, quest'oggi.
-Capisco... qual'è il vostro nome mademoiselle?
-I miei omaggi altezza – disse facendo un inchino – mi chiamo Danielle vostra maestà.
-Danielle come? A quale famiglia appartenete?
-Beh ecco vedete altezza... io... si ecco io....
-Allora? Che aspettate? Non siate timida...
-Ecco... ecco io.... io.... non lo so....
-Girodelle, se questa ragazza non appartiene a nessun casato nobiliare, vi siete macchiato di una colpa molto grave! Spacciare una popolana per una nobile e condurla a corte! É una cosa vergognosa! Comandante Oscar, vi ordino di arrestare questa ragazza e dare al vostro sottoposto la punizione che si merita!
-NO! Aspettate maestà! Io... posso spiegarvi tutto! Ve ne prego!
-Mia regina, dategli la possibilità di spiegarsi. Dopo tutto la famiglia dei Girodelle ci è molto devota. Avrà certamente un'ottima spiegazione da darci riguardo questa faccenda molto sconveniente.
-Come volete sire... Avanti Girodelle, parlate.
-Vedete, Danielle è nata in un casato nobile. Ve lo posso assicurare, solo che un paio di anni fa, ha subito un'incidente e ogni tanto ha dei vuoti di memoria.
-Potete dimostrare in qualche modo che essa sia nobile di nascita?
-Si maestà.
-E potete dimostrare anche che i disturbi di memoria della ragazza sono stati accertati da un medico?
-Ehh... questo no...
-Bene. Allora verrà subito fatta visitare dai medici di corte. Se confermeranno quanto dite non ci sarà nessun problema. Se dovesse accadere il contrario la ragazza sarà messa in prigione e voi punito secondo le regole militari. Comandante Oscar, affido a voi il pieno comando della faccenda. Presenziate alla visita e poi venite a rifermi l'esito immediatamente!
-Certamente vostra maestà.
Così Oscar presa Danielle per un braccio e seguita a ruota da Girodelle e quattro guardie, si avviò verso la sala dove stavano i medici, mentre i sovrani finirono la loro traversata della sala salutando gli altri nobili presenti e dando inizio alle sedute. Intanto, quando Oscar e il suo seguito furono davanti alla sala dei medici, lei bussò con forza:
-Madamigella Oscar, cosa vi porta qui?
-Perdonate il distrurbo dottore, la regina mia ha ordinato di portarvi questa ragazza affinché la visitiate.
-Ma certo, entrate pure.
Così entrarono tutti e l'ultima guardia richiuse la porta alle loro spalle.
-Allora madamigella, ditemi, quali sintomi presenta la ragazza.
-Il tenente Girodelle afferma che la ragazza soffra di perdite di memoria. Vorremmo che la visitaste per confermare o smentire questa affermazione, con un resoconto dettagliato scritto.
-Ma certo. Vado a chiamare i miei colleghi.
Gli altri 5 medici arrivarono e tutti si prepararono. Quando tutto fu pronto per la visita, prima di iniziare, Oscar pregò il suo secondo di uscire.
-Girodelle, devo chiedervi di uscire dalla stanza finché la visita non sarà conclusa.
-Ma come? Non vedo il motivo per cui...
-Non insistete tenente! La vostra posizione nella faccenda è compromessa. Stando qui potrebbero pensare che siate suo complice. Adesso uscite! Guardie: fate in modo che non si avvicini alla porta. Non deve sentire ne vedere nulla!
-SI SIGNORE!
Così Victor uscì fuori dalla stanza, spinto a forza dalle guardie.
Tornata dentro, Danielle le andò in contro, parlandole sottovoce per non farsi sentire dai medici.
-Ritenete davvero necessaria questa visita comandante?
-Io so bene che non soffrite di alcun disturbo. Ma mi è stato ordinato dalla regina di farvi visitare, e io rispetto gli ordini. Adesso fate esattamente ciò che i dottori vi diranno di fare... - poi appena Danielle si voltò, Oscar la prese per un braccio – senza scherzi o trucchetti. Me ne accorgerò se fingerai!
Le mollò il braccio e la seguì verso i dottori. Si mise poco distante da lei, per tenerla d'occhio. I medici di corte la visitarono e arrivarono tutti allo stesso verdetto: Danielle era completamente sana di mente! Firmarono il loro verdetto e lo consegnarono ad Oscar, che afferrato il foglio con una mano, prese la ragazza per un braccio con l'altra ed usci.
-Guardie, due di voi prendano Girodelle e gli altri due prendano la ragazza. -I quattro soldati si divisero: due presero per le braccia il loro tenente, e altri due la sua accompagnatrice. - Bene adesso seguitemi. Entrarono nella sala delle conferenze interrompendo un nobile che stava esponendo un suo problema ai sovrani.
-Perdonate l'intrusione altezze, ma ho il verdetto dei medici – disse andando a passo svelto vero i troni e consegnando il foglio al re, mentre le quattro guardie portavano i loro prigionieri al cospetto del re e della regina. - Come potete vedere anche voi, la ragazza non soffre di alcun disturbo.
Il re passò il foglio alla sua consorte annuendo, confermando quanto detto da Oscar. Quando anche la regina ebbe la stessa reazione, dalla folla di nobili presenti nella sala, si levò una esclamazione di stupore.
-Conte Girodelle, volete dirci qual'è la vera identità della ragazza, come mai l'avete condotta qui, e cosa speravate di ottenere? Non siete nella posizione adatta per continuare a mentire! - Tuonò il re.
-Eh va bene altezza, vi racconterò tutto. Vedete questa ragazza è stata diseredata dal padre due anni fa. Ecco perché non ha potuto dirvi la sua famiglia di appartenenza. Lei è qui perché ha un contratto che la lega al conte de Dubois.
Con un'altra esclamazione della folla sempre più stupita, André si fece vanti.
-Non è del tutto esatto altezza. Vedete il contratto in questione è un atto firmato tanti anni fa, dal mio defunto zio, atto del quale non sono mai stato messo al corrente. Io l'ho letto questo contratto: vi è scritto che se la mia famiglia avesse voluto godere di un terreno avrebbe dovuto sancire un matrimonio con l'altra famiglia che ne rivendicava l'uso, in modo da permettere ad entrambe le famiglie di usufruire del terreno. Ebbene altezze, la mia domanda è questa: se io rinuncio ai diritti che mi spetterebbero su quella terra, lasciando alla famiglia di Danielle l'intera proprietà, non sarei più legato da nessun vincolo?
-Ovviamente se rinunciaste, non ci sarebbe più bisogno di matrimonio, quindi si sareste svincolato. Voi sareste disposto a rinunciare ai vostri diritti?
-Si vostra maestà, io rinuncio alla mia parte di terreno.
-Bene allora! Bisogna scriverlo sul contratto. Sapete dove si trova Girodelle?
-Danielle lo ha con se...
-Capitano Oscar volete gentilmente prendere il contratto?
Oscar si avvicinò a Danielle, sfilò il contratto da una delle piegature del vestito e lo porse al re, a cui intanto era stata portata una piuma e dell'inchiostro. Una volta scritto che la famiglia de Dubois rinunciava alla terra, l'erede era svincolato dal matrimonio. Il contratto fu tenuto negli archivi di corte. La regina si rivolse a Girodelle.
-Tenente, cosa speravate di ottenere aiutando questa giovane?
-Vedete altezza, io sono un soldato, ma sono pur sempre un uomo. Nel mio cuore c'è posto per una donna soltanto, e per averla farei qualsiasi cosa...
-Capisco. Ciò che avete fatto è comunque scorretto. Capitano, come suo superiore, lascio a voi la decisione della punizione più adeguata per la colpa commessa dal vostro secondo.
-Si altezza!
-In quanto a voi Danielle, essendo stata diseredata, non avete più titolo, e quindi sarete considerata una popolana qualsiasi. Io vi condanno a restare in cella per un periodo di due settimane, e quando uscirete dovrete lasciare Parigi per non tornare mai più! Sire qual'è la vostra opinione?
-Concordo con voi mia regina! Bene sapete tutti cosa fare, potete andare. Continuiamo con le udienze per favore!
Mentre Danielle veniva condotta in prigione perché scontasse la sua pena, Oscar ordinò a Girodelle di seguirla nel suo ufficio, per discutere della sua punizione. Durante il tragitto nessuno dei due parlò. Oscar cercava nella sua testa le parole più adatte per ferirlo il meno possibile. Sapeva bene che la donna di cui parlava era lei. Il suo secondo la seguiva qualche passo più indietro, a testa bassa, consapevole di averla combinata grossa. Arrivati nell'ufficio, lei andò a poggiarsi contro la scrivania, mentre lui si mise difronte, sull'attenti. Dopo qualche momento di silenzio, Oscar parlò:
-Sarò schietta con voi Victor: dopo tutto quello che ho passato per causa vostra... come avete potuto farmi questo? Sareste stato disposto a dividermi dalla persona che amo pur di avermi accanto a voi. Ma vi siete chiesto se io fossi stata d'accordo? Se fossi stata davvero felice?
-Madamigella, mi dispiace davvero tanto. É solo che io non riesco a togliervi dal mio cuore. Il mio desiderio di avervi a volte prende il sopravvento sul mio buon senso. Decidete per me quello che ritenete più opportuno... non mi opporrò.
-Visto che la colpa non è gravissima vi priverò di un grado solo, come militare. Come amico mi avete parecchio deluso. D'ora in poi niente più visite a casa mia senza un mio invito esplicito, niente tono confidenziale. Gli unici rapporti tra noi saranno quelli tra un comandante e il suo sottoposto. Niente di più. Sono stata chiara Girodelle?
-Si comandate.
-Potete andare adesso.
-Con il vostro permesso.
Fece il saluto militare e se ne andò come un cane bastonato. Lo guardò andare via e provò pena per lui. In cuor suo gli dispiaceva dover essere arrivata a tanto: nonostante tutto quello che aveva passato per causa sua, gli voleva ancora un briciolo di bene. Poi però si disse che infondo aveva fatto la cosa giusta. Lui doveva soffocare l'amore che provava per lei, e trovare una ragazza che lo avrebbe amato come meritava. Lei non ne sarebbe mai stata capace! Assorta nei suoi pensieri le venne in mente che aveva ancora nella tasca interna della divisa la lettera con cui chiedeva alla regina il permesso di sposarsi con André. Appena mosso un passo verso la porta, qualcuno bussò. Andò ad aprire e trovò André sull'uscio.
-Stavo cercando proprio te sai?
-Davvero? E come mai?
-Guarda che cos'ho? - E prese fuori la lettera.
-Ma quella non è....
-È esattamente quello che pensi
-Io direi di andare adesso, prima che succeda qualcos'altro!
Così, l'uno così vicino all'altra, tanto che le loro braccia si toccavano, si avviarono nuovamente nella sala delle udienze. I sovrani stavano per recarsi nelle loro stanza, mentre la folla di nobili stava uscendo. Oscar e André li chiamarono e loro si voltarono.
-Maestà, noi avremmo una cosa da chiedervi.
-Ma certo, dite pure!
-Vedete altezze, qualche giorno fa ho chiesto al generale Jarjayes la mano di sua figlia Oscar, e lui ha acconsentito. Poi ho fatto la proposta direttamente a lei, e anche Oscar ha detto si. Quindi noi...
-Noi siamo qui per chiedere il vostro permesso per sposarci! - Finì Oscar
-Ohh mia cara madamigella Oscar! Sono così felice per voi!! Io ritengo che non ci sia nulla in contrario, vero sire?
-Assolutamente no, mia regina. Bene se avete la lettera e l'anello procediamo alla nostra firma.
Oscar porse la mano sinistra ai sovrani, per mostrarne l'anello. Poi André diede loro la lettera che entrambi firmarono sorridendo. Finita la procedura, visto che nella sala erano rimasti solo loro quattro più il conte de Mercì e la contessa di Noailles, la regina si concesse un abbraccio con Oscar per congratularsi con la sua più cara amica.
Finalmente i loro guai erano finiti. Potevano sposarsi e coronare il loro sogno. Tornati a casa, i loro occhi brillavano di felicità. Nanny, che li accolse sulla porta, non poté fare a meno di notare che i suoi bambini sprizzavano felicità da ogni poro!
-Ragazzi miei, che vi succede? Siete particolarmente felici... è forse successo qualcosa?
-È successa una cosa meravigliosa nonna, ma adesso dobbiamo parlare con il generale. Ti spiegheremo tutto più tardi!
-Capisco... beh il padrone è nel suo studio...
Così i due ragazzi si avviarono verso lo studio del generale. Mentre salivano le scale, incontrarono madame, che salutarono con un cenno. Quando arrivò alla fine delle scale, vide che Nanny veniva in quella direzione, così si avvicinò a lei curiosa.
-Nanny, è forse successo qualcosa ai nostri ragazzi che tu sappia?
-L'avete notato anche voi?
-Si... tu sai il perché?
-No signora... hanno detto solo che è successa una cosa meravigliosa, che ci spiegheranno tutto più tardi, e che adesso dovevano parlare urgentemente con il padrone...
-Mmm credo di aver capito... - E con lo sguardo rivolto verso le scale, un sorriso illuminò il suo volto.
Intanto i due erano arrivanti davanti alla porta dello studio del generale. Oscar bussò leggermente nervosa. Suo padre la invitò ad entrare.
-Ah Oscar... André, come posso esservi utile ragazzi? Sedetevi.
-Padre, noi dobbiamo dirvi una cosa molto importante...
-Avanti allora, vi ascolto.
-Signore generale, noi oggi abbiamo ricevuto il permesso dai sovrani per sposarci!
-Cosa?? Dici sul serio? Ma l'anello...
-Ecco padre. - disse Oscar porgendo la mano sinistra al padre, che la prese per esaminare l'anello che sua figlia portava al dito.
-Beh ragazzi, io avevo già dato il mio pieno consenso alla vostra unione. Non mi rimane altro da fare che dare la mia benedizione a questo matrimonio: siate felici ragazzi miei, ve lo meritate!!
-Grazie padre! - disse Oscar andando ad abbracciare il padre.
-Grazie Signore! - disse André stringendo calorosamente la mano al generale.
Madame e Nanny, che erano dietro la porta e sentirono tutto, scoppiarono in lacrime di gioia! Finalmente tutto andava per il verso giusto. Quando i due ragazzi aprirono le porte, seguiti dal generale, e trovarono le due con gli occhi gonfi, a tutti scoppiò una risata!
-Madre, Nanny... lo sapevo che eravate dietro la porta!
-Ohh cara figliola, sono così contenta per voi! - prendendo Oscar da una parte e André dall'altra, abbracciandoli forte, mentre nuove lacrime di commozione sgorgavano dai suoi occhi.
Quella sera, Nanny si cimentò nei piatti preferiti dei suoi bambini, preparando una cena degna del banchetto del re! IL generale diede ordine di preparare una grande festa a casa Jarjayes per il fidanzamento della figlia, ma la regina insistette perché la festa si svolgesse a palazzo! Furono invitati tutti quanti, perfino Rosalie e Bernard (con un lasciapassare della regina) e Girodelle. Oscar si presentò però alla festa in alta uniforme, con il dispiacere di qualche invitato. Aveva deciso che la prima volta che sarebbe apparsa in pubblico (al di fuori della sua famiglia) con un abito femminile, sarebbe stato il giorno del suo matrimonio!
Nelle settimane che seguirono, Madame e Nanny coordinavano tutti i preparativi per la cerimonia. L'abito da sposa di Oscar fu commissionato a madame Bertan, su esplicita richiesta della regina. Come testimoni furono scelti Bernard per André e Rosalie per Oscar (purtroppo la regina non poteva svolgere questo tipo di ruolo, visto il suo rango). Come damigelle e paggetti furono scelti Sebastien e tutti i nipoti di Oscar. Il luogo scelto per l'avvenimento fu Arres, tanto caro ai futuri sposi. La cerimonia si sarebbe svolta nella chiesa in cima alla collina, mentre il ricevimento si sarebbe svolto nella tenuta dei Jarjayes.
Passate solo 3 settimane, tutto era pronto. Oscar non voleva una cerimonia sfarzosa. La sua unica raccomandazione era stata di avere una cosa semplice ma raffinata, per cui non fu difficile per Nanny e madame organizzare il tutto in poco tempo! Anche perché la gravidanza di Oscar avanzava, e meno tempo si perdeva, meglio era!
Finalmente, arrivò la notte prima delle nozze. André e Bernard furono mandati ad Arres, mentre Rosalie fu ospitata a casa Jarjayes. Quella sera madame fece visita alla figlia.
-Oscar, posso entrare?
-Si certo madre.
-Allora come ti senti? - le chiese sedendosi sul letto difronte alla figlia
-Un po' nervosa... Insomma.... ho vissuto per anni come un uomo e adesso mi ritrovo sposata, in attesa di un figlio... per me è molto strano.
-Ricorda che però accanto a te hai l'unico uomo che può renderti felice, e che ti ama più di ogni altra cosa. Trai la tua forza dal legame che esiste tra voi!
-Va bene madre, lo farò! Voi come vi siete sentita la notte prima delle nozze?
-Beh... ero nervosa, e agitata... d'altronde io ero molto più giovane di te quando mi sono sposata.
-Posso immaginare...
-Poi però, quando vidi tuo padre che mi aspettava calmo e sorridente all'altare, mi calmai anche io, e fu una giornata memorabile! Adesso voglio darti una cosa. - Entrando, madame aveva poggiato sullo scrittoio un cofanetto. Si alzò a prenderlo e si sedette più vicina ad Oscar. - Questa è una cosa che non ha mai fatto vedere a nessuna delle tue sorelle.
-Che cos'è madre?
-La tiara che portavo quando mi sposai. - E aprì il cofanetto. Dentro c'era una tiara di diamanti che nonostante il tempo passato, brillavano ancora come il primo giorno. Erano diamanti bianchi e rosa.
-Ohhh madre, ma è meravigliosa!
-Voglio che la porti domani!
-Davvero madre?
-Certo!
Così le due donne si abbracciarono. Poi madame si congedò, dicendo alla figlia che doveva riposare. Il giorno seguente sarebbe stato un giorno importante. Oscar si mise sotto le coperte e cercò di rilassarsi. Era più facile a dirsi che a farsi. Dopo essersi rigirata nel letto per più di 4 volte però, finalmente si addormentò.
Le prime luci del sole che si intrufolarono in mezzo alle tende, le si poggiarono sul viso svegliandola. Aprì gli occhi, si mise a sedere e si guardò intorno: quella era stata l'ultima notte che passava a casa sua. Oggi sarebbe diventata la contessa de Dubois. Una nuova vita la attendeva. Qualcuno bussò alla porta. La testa di Nanny fece capolino da uno spicchio di porta aperta.
-Buon giorno piccola! - Disse con un grande sorriso – Possiamo entrare?
-Certo! - “E va bene, portiamo a termine anche questa missione!!” Pensò...

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Finalmente ci siamo tolte anche Danielle dalle scatole. So quanto vi stia antipatica (a me per prima, infatti mi sono decisa ad eliminarla!!). Così i nostri due innamorati possono finalmente coronare il loro sogno d'amore! Come sarà il matrimonio? Lo saprete nel prossimo episodio. =)
Adesso sta a voi farmi sapere cosa ne pensate! =) A presto care!! =)
P.S. vi anticipo che ormai siamo agli sgoccioli di questa storia.

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Capitolo 24
*** Happy Ending!! ***


Ecco il nuovo ed ultimo capitolo, quello che forse tutte stavate aspettando =) L'attesissimo giorno delle nozze è finalmente arrivato!! =) Vediamo come lo vivranno i nostri eroi! =) Buona lettura! =)

La sua stanza era diventata improvvisamente troppo affollata! C'era gente in ogni parte, le scarpe, il trucco, i capelli e gioielli, il vestito... già, il vestito... Non l'aveva ancora visto. Quando madame Bertan era venuta a casa sua, le aveva preso le misure, e poi aveva detto: “ho già in mente il modello giusto per voi! Aspettate e vedrete!!” Era stato consegnato la sera prima, e madame lo aveva tenuto nella sua stanza apposta per evitare che la figlia sbirciasse. Voleva che fosse una sorpresa: il suo ultimo regalo per Oscar. Adesso, quell'abito misterioso era appoggiato sul suo letto, ancora coperto dalla carta, mentre lei, seduta davanti allo specchio, lasciava che mani più esperte delle sue, la truccassero e le acconciassero i capelli. Quando ebbero finito si allontanarono tutte per guardarla da lontano. Anche solo truccata e acconciata, con la camicia da notte, era già splendida.
-Adesso è l'ora del vestito cara – disse madame, togliendo la carta dal vestito e prendendolo dalle spalle per farlo vedere a sua figlia.
Oscar rimase a bocca aperta: fra tutti gli abiti che aveva visto, quello era il più bello di tutti. Era un abito semplice ma bellissimo. Era tutto bianco candido. Il corpetto aveva uno scollatura a cuore, a cui erano stati applicati dei piccoli diamantini, che formavano una fantasia floreale. Il pizzo ricopriva le sue spalle e le braccia arrivando poi ad avere un apertura ampia all'altezza del polso. Dalla vita del corpetto partivano tanti enormi petali di seta bianca che formavano una ampia gonna con un uno spacco davanti all'altezza delle ginocchia: una gonna morbida, che le permettesse di muoversi liberamente. All'attaccatura della gonna, dietro, vi era stato applicato un grande fiocco bianco che abbelliva il tutto. Scarpette rigorosamente bianche. I capelli erano stati raccolti come la sera del ballo con Fersen, ma questa volta, era la tiara bianca e rosa della madre a dare quel tocco in più. Per il volto erano stati scelti colori tendenti al bianco e al rosa. Una bella parure di diamanti bianche resero il quadro perfetto Adesso era davvero pronta. Madame, Nanny e Rosalie scoppiarono a piangere dalla commozione: Non si era mai vista tanta bellezza tutta insieme!
La carrozza arrivò con qualche minuto d'anticipo. Si dissero che visto il viaggio che dovevano affrontare, prima partivano meglio era. Oscar uscì di casa e fu scortata alla sua carrozza. Nonostante fossero i primi di ottobre, il sole era piuttosto caldo, quindi Oscar non sentì freddo coperta solo dal pizzo sulla schiena. La prima carrozza che partì da casa Jarjayes fu quella di madame e del generale su cui viaggiava anche Nanny, nella seconda c'erano Oscar e Rosalie. Il viaggio sembrò durare una eternità per Oscar che non riusciva a trattenere l'entusiasmo. Ma era anche parecchio nervosa, e la sua amica non poté fare a meno di notarlo.
-Madamigella siete nervosa?
-Si... abbastanza....
-Sapete, lo ero anche io il giorno del mio matrimonio...ma alla fine è andato tutto bene.
-Sai un po' mi vergogno di questa mia paura... insomma, ho affrontato mille pericoli, ho rischiato di morire mille volte... e non ho mai provato paura in quei momenti. Ero sempre piena di adrenalina... e adesso che sto per sposarmi sono nervosa e tesa come una corda di violino...
-Oh non fate così Oscar... vedrete che quando saremo li, non avrete più paura. Credetemi!
Finalmente arrivarono a destinazione. Era tanto tempo che non andava a quella chiesa, in cima ad una collinetta. Da lassù c'era una vista stupenda. Da bambini lei e André andavano sempre a guardare il tramonto da la...
Le carrozze si fermarono. Il paggio aiutò a scendere prima la testimone, e poi la sposa. Una delle cameriere che era li vicino, diede il bouquet a Oscar: erano tante splendide rose bianche con una rosa rossa in mezzo. Mentre Nanny e madame entrarono in chiesa a prendere il loro posto, il generale prendeva sottobraccio la figlia, mentre prima i paggetti (il primo aveva gli anelli) e le damigelle(la prima aveva il piccolo bouquet per la madre della sposa) si mettevano in fila, pronti a seminare i petali di rosa che avevano nei loro cestinetti, e Rosalie con un piccolo bouquet di roselline color pesca, come il suo abito, si posizionavano davanti a loro. Il piccolo corteo si fermò davanti all'entrata della chiesa. L'organo intonò le prime note della marcia nuziale iniziale. I bambini iniziarono ad entrare lasciando dietro di loro una scia di petali rosa e bianchi. Poi entrò Rosalie sorridente. Per ultimi Oscar e suo padre. Non appena la folla vide la ragazza, tutti rimasero piacevolmente stupiti e incantati. Ma chi lo rimase più di tutti fu André: non l'aveva mai vista così radiosa e meravigliosamente bellissima! Anche se avanzavano a passo lento, lei si teneva stratta al braccio del genitore, come sostegno morale. Lui si voltò a guardarla e si sorrisero per darsi forza l'un l'altra. Tornarono a guardare davanti a loro. Il primo pagetto e la prima damigella avevano già consegnato i loro oggetti, e gli altri si erano divisi su due file come stabilito. Rosalie era qualche passo avanti a loro ma ormai aveva finito la sua passerella. Passo dopo passo, mentre vedeva il volto di André avvicinarsi, sentiva il cuore che aumentava rapido i suoi battiti. Poi, quando furono davanti a loro, il generale posò la mano della figlia su quella del futuro genero e si spostò a prendere posto accanto alla moglie. I sovrani erano seduti in prima fila alla sinistra degli sposi. Oscar girò lo sguardo e vide la regina sorriderle e si tranquillizzò un po'. Ma si calmò del tutto, quando il suo sguardo incontrò quello di André che la guardava rapito. Sembrava che in tutta la chiesa non ci fosse altro che lei da guardare. Il prete richiamò su di se l'attenzione dei presenti, primi fra tutti gli sposi. Quando pronunciò la famosa frase “ Chi pensa che questo matrimonio non debba essere celebrato parli adesso o taccia per sempre” sia Oscar che André si irrigidirono... come se si aspettassero che da un momento all'altro, in quel silenzio, qualcuno potesse entrare da quella porta rovinando tutto. Dopo alcuni secondi, per loro due furono secoli, il prete riprese a celebrare la messa, e loro si tranquillizzarono. Adesso avevano la certezza che niente poteva più dividerli. Arrivò il momento più importante della cerimonia: lo scambio delle fedi. Il testimone dello sposo prese gli anelli ( che aveva ricevuto dal paggetto poc'anzi) e le poggiò sull'altare. Il prete le benedisse e poi fece la fatidica domanda agli sposi :
-André Grandier de Dubois volete voi prendere Oscar Françiose de Jarjayes come vostra legittima sposa, per amarla, onorarla e rispettarla nel bene e nel male, in ricchezza e in povertà, in salute e in malattia, finché morte non vi separi?
-LO VOGLIO! - Disse serio e convinto guardando negli occhi la sua sposa infilandole l'anello al dito.
-E voi Oscar Françiose de Jarjayes volete voi prendere André Grandier de Dubois come vostro legittimo sposo per amarlo, onorarlo e rispettarlo nel bene e nel male, in ricchezza e in povertà, in salute e in malattia , finché morte non vi separi?
-Lo voglio... – disse lei con le lacrime agli occhi e la voce tremante, ma con il sorriso sulle labbra mettendo la fede all'anulare sinistro di André.
-Bene, con il potere conferitomi da Dio Onnipotente, io vi dichiaro marito e moglie. Adesso potete baciare la sposa.
Così André prese la moglie per le spalle e la spinse piano verso di se, Lei si alzò leggermente in punta di piedi e le loro labbra si incontrarono in un fugace ma intenso bacio. Poi si girarono verso gli invitati che intanto si erano alzati in piedi e avevano iniziato ad applaudire agli sposi! I due si guadarono sorridenti, quasi ridevano. Finalmente c'è l'avevano fatta! Erano sposati adesso! Il sogno diventava realtà! Dopo i consueti saluti, il matrimonio si spostò nella tenuta dei Jarjayes dove venne servito il pranzo, e poi ci fu una grande festa da ballo, dove le star della serata furono loro: Oscar e André. Ballarono per tutta la sera, da soli, Oscar con suo padre e André prima con sua nonna e poi con madame, poi Oscar passò tra le braccia dei suoi cognati per un beve ballo di congratulazioni, mentre André danzava con le sue nuove cognate. I bambini danzavano a modo loro allietando la festa con le loro risate. Anche i sovrani danzarono con gli sposi, e si divertirono molto. Ovviamente durante il pranzo loro sedevano al tavolo con gli sposi e i testimoni. In tarda serata, la festa volse al termine. Le carrozze partirono una dopo l'altra lasciando in casa poche persone: gli sposi, i sovrani, i testimoni, i genitori della sposa e Nanny.
-Madamigella Oscar, congratulazioni ancora per il vostro matrimonio! Sono davvero felice per voi amica mia. Godetevi la vostra luna di miele! - Così la regina abbracciò forte la sua amica e i sovrani si congedarono dalla festa per tornare alla reggia. Anche Rosalie e Bernard tornarono a casa loro, a Parigi: li attendeva un viaggio lungo e prima partivano, prima sarebbero arrivati. Rimasti soli con i parenti, nel cortile della casa, André e il generale si diedero una stretta di mano, e quest'ultimo diede una fraterna pacca sulla spalla al suo nuovo genero. Poi Nanny avvolse il nipote in un abbraccio affettuoso, bagnato da un mare di lacrime, mentre anche la madre di Oscar abbracciava la figlia con le lacrime agli occhi. Quando si sciolsero toccò al generale salutare sua figlia, intanto la moglie andava a salutare il genero. Non ci fu bisogno di parole: loro si capivano benissimo in quel momento. Lui le augurava tutta la felicità del mondo, mentre lei lo ringraziava. Tutto in un sol sguardo. Finalmente anche loro partirono, lasciando soli i due sposi. André colse Oscar di sorpresa prendendola in braccio la moglie e portandola in casa, fino alla loro camera. La poggiò delicatamente sul letto e poi si stese accanto a lei.
-Ancora non riesco a crederci...
-A cosa?
-Che siamo sposati... insomma... fino a un mese fa sembrava irrealizzabile. Adesso invece è tutto vero!
-Hai ragione Oscar, è tutto vero! É la nostra realtà e nessuno potrà mai più cambiarla o mettersi tra di noi! Ti amo signora Grandier!
-Ti amo anche io signor Grandier!
Si baciarono, come non facevano da settimane, con passione, con quel desiderio di amarsi. Poi lui si alzò e la guardò da capo a piedi studiandola.
-Che c'è?
-Ti stavo osservando...
-Si, l'ho notato... ma perché?
-Perché sei bellissima!! Sei più bella della regine di venere e di tutte le bellezze della terre messe insieme... e sei solo mia!
-Si, finalmente sono davvero tua...
-Per sempre!!
 

***


Qualche mese più tardi, una carrozza correva nel cuore della notte verso casa Dubois. Il dottore correva da Oscar che aveva iniziato il travaglio. Si era svegliata pochi minuti prima con dei forti dolori alla pancia e si sentiva continuamente bagnata. Aveva subito svegliato André e la cameriera. Fortunatamente il dottore non abitava distante. Quando arrivò, Oscar era stesa su un letto, bagnata di sudore e ansimante, mentre André le stava inginocchiato accanto tenendole stretta una mano. Il dottore lo prego di uscire, era il momento del parto. Fuori, nel corridoio davanti alla porta chiusa, André la sentiva... urlava sforzandosi per far uscire dal suo grembo la loro creatura! Passeggiando avanti e indietro nervosamente, André, ogni volta che un urlo straziante della moglie lo colpiva, lui si sentiva stringere il cuore, impotente di alleviarle quel dolore. Dopo un tempo che per lui sembrò interminabile sentì un pianto di bambino farsi strada tra le grida di Oscar. Appena sentiti i gemiti non seppe resistere, e corse dentro alla stanza. Il dottore non si voltò quando entrò: lei era pallida, parecchio sudata e visibilmente stanca ed il dottore era chino su di lei, forse per le ultime medicazione dopo il parto. Girò lo sguardo per la stanza e vide la cameriera che stringeva tra le braccia un fagotto, da cui vide uscire due piccole braccine ancora sporche di sangue. La donna si voltò e vide il suo padrone, così gli si avvicinò e gli mise tra le braccia il fagotto.
-Congratulazioni padrone, avete una bellissima figlia!
E tornò accanto al dottore per sentire se gli servisse altro.
André rimase immobile con quel fagottino tra le braccia. Vide quegli occhi color del mare che lo guardavano curiosi, e quelle braccine che si muovevano su e giù come per afferrare qualcosa che non c'è. La pelle era chiara come quella di Oscar, ma i ciuffettini di capelli erano scuri come i suoi. Le labbra della piccola erano rosse e belle come quelle della madre. Non aveva dubbi: da grande, questa bambina sarebbe stata bellissima come la sua Oscar! Il dottore richiamò la sua attenzione, e si avvicinò con la bambina.
-Dite dottore, come sta mia moglie?
-Sta bene. La signora è molto stanca, ma con un po' di riposo e la adeguata alimentazione riprenderà le forze in un paio di
giorni. Adesso però la bambina deve mangiare. La contessa ha espressamente richiesto di essere lei ad allattare la piccola. Adesso vi lascio soli. Tornerò questa sera.

-Grazie davvero dottore, arrivederci!
André si girò verso la moglie che lo guardava con occhi sfatti.
-André... dammela.... dammi la mia bambina!
-Ecco... - disse mettendole il fagotto tra le braccia stanche. Lei la guardò attentamente. Controllò che sia le manine che i piedini avessero 5 dita ciascuno, controllò la forma del nasino, il colore degli occhi e la forma delle labbra. Poi porse il suo capezzolo alla bimba che vi si attaccò e iniziò a succhiare. Quando Oscar sentì il latte, le lacrime le rigarono il viso.
-André... la bambina sta bevendo il mio latte! Oh Dio... non è magnifico?
-È meraviglioso Oscar!
Anche André aveva le lacrime agli occhi, nel vedere quella scena. Tante notti aveva sognato una famiglia con Oscar, ma nemmeno nel più bello dei suoi sogni si era immaginato qualcosa di così perfetto, come l'immagine che aveva davanti agli occhi in quel momento.
-Oscar, come la chiamiamo?
-Io pensavo a... Gabrielle... che ne dici?
-A me piaceva Elisabett...
-mmm facciamo così, la chiameremo con entrambi: Gabrielle Elisabeth Grandier de Dubois... si, mi piace!
-Piace anche a me! Vada per questo allora!!
Si guardarono con gli occhi ricolmi di gioia, poi lui la baciò delicatamente, ma con tutta la dolcezza che quel momento così magico, aveva fatto nascere nel suo cuore.
Quel momento fu interrotto dal bussare alla porta.
-Avanti! - disse André
I genitori di Oscar e sua nonna fecero il loro ingresso nella stanza dando le congratulazioni. Si diressero tutti dalla ragazza che era intenta ad allattare la figlia. Quel gesto così materno le aveva fatto tornare un po' di colorito.
-Oscar, mio dio ma è stupend... ma è maschio o femmina?
-Femmina madre, è una bellissima bambina!
-E come si chiama questa principessina?
-Si chiama Gabrielle Elisabett Grandier de Dubois!
-Gabrielle... Elisabett... sono dei nomi adorabili!
-Congratulazioni ragazzi!! Avete fatto davvero un buon lavoro! - disse il generale con un tono gentile, guardano la piccola dalla schiena della moglie.
-Bambina mia, santo cielo, come mai la stai allattando tu? Dov'è la nutrice?
-Calmati nonna, è stata una mia scelta! Voglio essere io a occuparmi di mia figlia! Ma non preoccuparti, sto bene, ed è una sensazione bellissima!
In quel momento la piccola si staccò dal seno della madre, che si sistemò la camicia da notte. Madame la guardava con occhi meravigliati.
-Posso...? - chiese alla figlia?
-Ma certo! Ah madre, l'hanno solo pulita dal sangue ma non le hanno fatto un bagno completo...
-Ci pensiamo noi bambina, tu adesso devi riposare! - Disse Nanny.
André concordò con sua nonna, così datole un bacio sulla fronte, chiamò una cameriera che la aiutò a pulirsi e dormì fino all'ora di pranzo. Dopo aver mangiato, Oscar si mise sulla poltrona nel cortile con la piccola in braccio, suo marito accanto, mentre i suoi genitori passeggiavano mano nella mano per il giardino.
-André guarda: non è sempre stato il tuo sogno?
-Si! Il mio sogno adesso è realtà... ma il tuo?
-Anche il mio è realtà amore!
-E sarà così per sempre!!

The End

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Signore mie... siamo giunte al termine di questa storia! =) Come vedete, c'è stato il lieto fine sperato da tutte!! =) I nostri eroi hanno coronato il loro sogno! Se vogliamo, c'è una morale in questa storia: non smettete mai di credere nei vostri sogni! Non smettete mai di lottare per loro!
Una nota: la formula nuziale, non sapendo quale fosse quella dell'epoca, ho usato quella attuale. Piccola licenza! =)
Bene, spero che la storia vi sia piaciuta, e che vi siate divertite! =) Ma non disperate, a breve tornerò con un racconto mio originale, nella sezione fantasy! =) Un ringraziamento speciale va a Jane79, theangelsee89, ladymarcella, tetide, elena80 e gioia 87, e un grazie a tutti quelli che hanno lette o recensito!! =) Arrivederci a tutte!!! A presto!!! =)

                                                                                      LadySweet

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