Wicked

di _lovecurlyhair
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Occhi simili, cuori diversi ***
Capitolo 3: *** Complici innamorati ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


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Dedico questa fan fiction
                                                            A Erika, per aver trovato la forza di lottare con le unghie, e per gli infiniti ricordi che ci legano assieme,
                             Al  silenzio, per fare costantemente parte della mia vita,
Alla figlia perfetta che non riesco ad essere,
Alla sorella maggiore che non ho mai avuto,
E a quel ragazzo che un giorno incontrerò nel parco, e di cui ricorderò gli occhi ma non il nome.

 

 
 

 

 Prologo

 

 
Rachel non si mosse.
Gli occhi azzurri guardavano il terreno fertile dello Yorkshire, senza però soffermarsi sulle prime foglie d’autunno cadute a terra.
Le mani fragili e delicate erano portate alla bocca, che tradiva il terrore che si era insinuato dentro di lei, e che era diventato parte del suo stesso corpo.
Ciò nonostante, la ragazza non esitava a muoversi e sembrava che il forte vento che soffiava nel giardino del collegio non le provocasse alcun tipo di brivido.
Cadde a terra, posando le mani su delle erbacce e tirando su col naso.
Ma prima che tutto il dolore e lo strazio la sopprimesse in modo irreparabile, Jack le corse incontro e le circondò le spalle con un braccio, attirandola dolcemente a sé e cullandola nel freddo di quel giorno, e di quel momento.
“Lo sa Olivia?” sussurrò il ragazzo per poi allontanarsi di poco da lei e osservarle gli occhi arrossati e gonfi, segno che non aveva dormito per giorni.
“Non ho avuto il coraggio di dirglielo” rispose lei, lasciandosi scappare una lacrima.
“Di dirmi cosa?” domandò una ragazza a pochi metri da loro, con lo sguardo vispo e le mani strette sui fianchi. “Avanti rispondete” continuò ancora, più testarda di prima, vedendo che i due non accennavano a parlare.
Rachel provò ad aprire la bocca, ma la voce le morì in gola.
E vedendo quanto male provasse la ragazza a dirlo, Jack parlò per lei, cosciente di quello che sarebbe successo di lì a poco.
“Charles è morto”. Dirlo ad alta voce rese la cosa ancora più vera e più cruda di quanto non fosse già nella mente dei due ragazzi.
Gli occhi verdi di Olivia diventarono limpidi in un attimo, e la smorfia di dolore che le si era formata sul volto, fu un chiaro presagio che di lì a poco sarebbe scoppiata in lacrime.
Ma all’improvviso, quella smorfia sparì e gli occhi ritornarono del verde intenso di prima.
“Chi è stato?” la voce della ragazza risuonò cruda e letale, quasi fosse un’arma indistruttibile.
“L’hanno fatto di nuovo quei maledetti, comandati dal più scemo di questo pianeta. Ieri sera, alla festa di Kim. E’ bastato un po’ di alcool per farli andare ulteriormente di fuori, l’hanno fermato e hanno cominciato a picchiarlo, così quasi fosse uno scherzo o un brutto gioco. Deve averle prese più del solito, perché è entrato in coma; e stamattina quando due ragazzi hanno trovato il suo corpo pieno di sangue, hanno avvertito la preside e l’hanno ricoverato d’urgenza in ospedale, ma era già troppo tardi. E poche ore fa ho saputo che se la sono date a gambe quei bastardi, perché è arrivata la polizia ad indagare sul caso” sibilò Rachel quando trovò il coraggio di raccontare tutto all’amica.
Olivia non parlò, le mani strinte a pugni al punto da far diventare le nocche bianche, e gli occhi rivolti verso il basso, in un disperato gesto di dolore.
Ma quando lo strazio, il male e  il rimorso di non averlo aiutato e di non averlo protetto, si attutì del tutto, si fece luogo in lei uno strano sentimento misto a rabbia e a dolore.
E quando alzò gli occhi e li rivolse ai ragazzi di fronte a lei, quest’ultimi notarono che erano di uno strano colore, come fossero cambiati in quei pochi minuti in cui li aveva rivolti al terreno.
A Jack parvero un grigio chiaro, quasi tendente al rosso, screziati di sfumature verdi e ardenti di una volontà a lui sconosciuta.
“Lo troverò statene certi, dovessi cercarlo per tutta l’Inghilterra. E gli farò pagare tutto quello che ha fatto a Charles, ogni singola cosa”
Forse per le sue parole, o per il fatto che non avevano mai visto la loro amica così, i due ragazzi ebbero un’improvvisa paura.
Paura di lei, e di quello che sarebbe stata capace di fare.
 
 
 
 
   


 
 
 
Ciao a tutte directioners!!!
Dopo una fan fiction su Justin Bieber, mi sono convertita all’immenso potere seduttivo (?) degli 1D :)
Questo è solamente il prologo, ma spero con tutto il mio cuoricino che vi sia piaciuto e vi abbia incuriosito almeno un po’.
Non so quanto tempo impiegherò ad aggiornare, perché tra il liceo e i mille impegni non riesco mai a respirare!
Comunque vi prometto che cercherò di fare il prima possibile ;)
Inoltre volevo dirvi che ho cambiato il titolo da "You're impossible to resist" a questo, e mi scuso anche per lo schifoso banner che avete visto all'inizio, ma sono negata in queste cose!
Vi mando un caloroso abbraccio.
Lucrezia
 







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Capitolo 2
*** Occhi simili, cuori diversi ***


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"Dovrebbe essere questa" esclamò Rachel, togliendo la cartina che era intenta ad osservare, per rivelare un edificio scuro e terribilmente tetro, che di certo non invogliava gli studenti ad entrarci o addirittura a frequentarlo.

Un cartello a pochi passi recitava prepotente la scritta:"Holmes Chapel Comprehensive School" che fu una conferma per i tre ragazzi.

Olivia guardò sospettosa i liceali entrare svogliati dentro la scuola, osservando di tanto in tanto Jack e Rachel che la guardavano premurosi e preoccupati.

"Cosa hai intenzione di fare?" sibilò Jack, assumendo un'espressione contrita e sedendosi sul muretto che circondava l'angusto edificio.

"Mi sembra logico" rispose la ragazza inarcando un sopracciglio "entrerò là dentro, mi confonderò tra gli alunni e poi..." 

"Poi?" chiese Rachel interessata ai piani dell'amica.

"Poi improvviserò. Come sempre" dichiarò Olivia, girandosi verso gli amici e rivolgendo loro un ampio sorriso.

"Fagliela pagare, intesi?" continuò poi Jack, ricambiando il sorriso dell'amica con uno alquanto divertito.

"Oh puoi contarci" fu l'unica risposta che Olivia gli dette, prima di avvicinarsi a loro e soffocarli in un abbraccio.

"Ah e cerca di fare il prima possibile con la tua missione, massimo uno o due mesi, poi non penso che io e Jack riusciremmo a far credere alla preside del collegio, che sei andata a trovare dei parenti, e lo sai meglio di me: non è proprio quel tipo di persona che si definisce comprensiva, ecco" esclamò Rachel, liberandosi dalla presa della ragazza e storcendo le labbra in una smorfia.

Olivia annuì:"due mesi mi basteranno" aggiunse poi, sotto lo sguardo preoccupato e ansioso dell'amica.

Rachel acconsentì e la guardò intrufolarsi tra la folla di studenti, domandandosi inevitabilmente da dove le provenisse tutto questo coraggio.

"Siamo cresciuti in un collegio, Jack. Ho paura che non ce la faccia" esclamò poi al ragazzo, che guardava curioso gli alunni del liceo.

"Se la caverà. E poi non ce l'avremmo mai fatta a placare la sua sete di vendetta" asserì lui, facendo segno all'amica di tornare in collegio, quello che per loro era ormai diventato una casa.

 

 

Olivia spalancò la porta dell'aula 27, non curandosi minimamente di bussare e chiedere permesso.

Un professore accigliato la scrutava vigile da dietro la montatura dei suoi occhiali, che nascondevano a sua volta degli occhi piccoli e scuri.

"Sono Olivia Walker" esclamò la ragazza al bizzarro signore e ai suoi nuovi compagni.

"Oh sapevo che doveva arrivare signorina Walker, ma credevo si trasferisse dallo Yorkshire tra ben due settimane" rispose l'uomo, aprendo il registro e sistemandosi la cravatta.

"Cambio di programma" farfugliò la mora, avviandosi verso l'unico banco vuoto.

"Aspetti signorina venga qui e si presenti alla sua classe" sbraitò il professore, terribilmente acido.

La ragazza tornò dove era prima e si sistemò una ciocca di capelli ribelli. "Gliel'ho già detto, mi chiamo Olivia Walker" sibilò poi, facendo inevitabilmente scappare un sorriso ai suoi nuovi compagni.

"Ci dica di più" continuò il signore, prepotente. "Sono Olivia Walker e mi sono trasferita dallo Yorkshire" aggiunse poi lei, testarda.

"Con chi si è trasferita qui? Con la sua famiglia?" domandò il professore, nervoso e agitato per il comportamento della nuova arrivata.

"Non ho una famiglia" rispose lei, addolcendo per un attimo l'espressione che le si era formata sul volto.

"Signorina Walker, a meno che non sia volata qui su un magico unicorno, qualcuno deve averla accompagnata in questo posto" sputò lui, cattivo.

"Mi ha accompagnato un amico" disse Olivia, incrociando le braccia e osservando l'espressione attonita del signore dietro la cattedra.

"Certo..certo... si sieda pure adesso" borbottò quest'ultimo, moralmente sconfitto.

La ragazza si sedette alla sedia che aveva visto prima, con un sorriso malizioso e vittorioso sul volto.

Sorriso a cui i suoi compagni avrebbero dovuto farci l'abitudine: perché Olivia Walker non sa neanche cosa provi colui che perde.

 

I ragazzi la osservavano curiosi, domandandosi come aveva fatto a trovare la determinazione e l'acidità giusta per zittire un uomo come lui; scrutavano attenti i suoi grandi occhi verdi, quasi sperando di potere trovare in essi una risposta alla loro domanda, quasi sperando di capire chi fosse, o chi fosse stata.

Lei contraccambiava i loro sguardi ogni tanto, attribuendo a ciascuno di loro le varie personalità; e dopo un po', sollevando gli occhi dal quaderno degli appunti, era stata catturata in un modo quasi maniacale da un ragazzo.

Aveva le iridi come lei, solo più chiare e con meno cromature, ma erano ammalianti e dannatamente seducenti.

La osservava meravigliato e attratto anche lui, che di certo non si aspettava un interessante arrivo quella mattina.

Quando la campanella suonò frenetica e insistente, si alzò per andare da lei.

"Ciao mi chiamo Harry, volevo solo dirti che sei stata forte oggi a rispondere a quel vecchio scorbutico" sorrise istintivamente, portandosi un braccio dietro la nuca, visibilmente imbarazzato.

"Non sono io ad essere stata forte, siete voi stupidi per non esprimere le vostre opinioni" commentò lei, acida.

Di certo il ragazzo dai capelli ricci si aspettava una risposta più calda e gentile, tipo un beh mi è venuto naturale, anche se ero impaurita, ma alla fin fine anche un grazie sussurrato gli sarebbe andato più che bene.

Quindi rimase interdetto da quella risposta che non aveva programmato, e deluso dal fatto di non aver intrapreso con lei una conversazione.

"Come hai detto che ti chiami?"domandò la ragazza, strappandolo dai suoi pensieri e fissandolo curiosa.

"Harry, Harry Styles" biascicò lui,  sorpreso dal suo improvviso interessamento.

La bocca di lei si aprì in un sorriso, che se alla vista di lui era apparso dolce e incredibilmente affascinante, era tutto il contrario.

L'aveva trovato. 

Il ragazzo dagli occhi verdi era uno degli uccisori del suo migliore amico. E per questo, e per essersela data a gambe meritava una vendetta, una condanna per tutto quello che aveva fatto.

Lei, Olivia Walker, era lì per quello, per vendicare l'amico e per porre fine al dolore che l'aveva sovrastata negli ultimi mesi.

Dolore che vedeva riflesso negli occhi del ragazzo e che era diventato il ragazzo.

La cosa era semplice: eliminando il ragazzo, eliminava il dolore.

 

 

 

 

 

 

 

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Ciao gente!!!!!!

Un nuovo capitolo per tutte voi :)

vi ringrazio per le numerose visite, ma mi farebbbe piacere sapere quello che vi passa per la testa.

Quinidi pubblico solo se riceverò quattro recensioni!!!! Fatelo per i ragazzi <3

Vi auguro un bellissimo anno, all'insegna degli 1D e di tutto quello che vi piace.

Tantissimi auguri.

Lucrezia

 

 

 

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Capitolo 3
*** Complici innamorati ***


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Quando Olivia Walker aveva visto il cadavere dell'amico, non ci aveva messo molto a fare due più due e a immaginare cosa gli fosse successo: le era bastato osservare attentamente il sangue sui polsi e sul viso per trovare una risposta al suo quesito.

E quando Rachel le aveva raccontato della morte orribile a cui era stato sottoposto, in lei era scattato qualcosa di immediato e furtivo, che l'aveva portata a pensare cosa avrebbe potuto fare per ristabilire l'equilibrio in lei.

Equilibrio che si era spezzato nell'esatto momento in cui aveva visto il corpo di Charles. 

Così si era ritrovata ad architettare nei minimi dettagli un piano, esattamente come un assassino fa con la sua vittima.

Dopo averne parlato con Rachel e Jack, aveva capito che l'unica cosa che poteva fare, che rientresse nel suo corportamento morale e non implicasse un ulteriore omicidio (ebbene sì, per un folle e sconsiderato momento aveva pensato anche a come farlo fuori) era farlo arrestare.

Si immagianva già la scena: lei, che prontamente chiamava la polizia e osservava con un sorriso compiacuto e cattivo, il ragazzo andare via, con le manette alle mani e gli occhi tristi e gonfi, di chi ha appena capito di essere stato tradito.

Per fare tutto questo, doveva però avvicinarsi  lui, apparire dolce e gentile, legarsi a lui e fare finta che per lei fosse importante.

Sarebbe potuto bastare anche diventare sua amica e costruire con il ragazzo un solido rapporto, ma sapeva che solo facendolo innamorare l'avrebbe seguita e appoggiata, e soprattutto non avrebbe dubitato di quello che lei avrebbe fatto.

Ingannarlo, era il suo vero obbiettivo.

E se tutto sarebbe andato secondo i suoi piani, in due mesi circa sarebbe riuscita a vendicare l'amico, per tornare poi in collegio e ricominciare la solita, monotona e stancante vita di sempre. 

 

 

Quando Harry entrò nell'aula di chimica, la professoressa Parker aveva già iniziato la sua lezione, incaricando gli alunni di formare delle coppie e iniziare la ricerca.

Olivia aveva accuratamente lasciato libero il posto accanto a sè, per fare in modo che il ragazzo, al suo arrivo, non si sedesse accanto a qualche amico.

Harry sorrise vedendo lo sgabello libero e si affrettò a raggiungerlo, sotto lo sguardo allibito della professoressa di chimica.

"Allora Harold..."comiciò la ragazza, chiamandolo col nome per intero, cosa che irrigidì i muscoli del ragazzo.

Odiava essere chiamato così, odiava quando lo faceva sua madre per riprendere il suo comportamento scapestrato, e odiò a maggior ragione quando lo fece lei, ma non se la sentì di intimarle a chiamarlo semplicemente Harry, perchè la ragazza non gli diede il tempo e perchè non voleva apparire scontroso o antipatico.

Sì limitò ad alzare gli angoli della bocca, notando poi che lo faceva troppo spesso, soprattutto in sua presenza.

"Hai idea di quale composto vada usato?" chiese Olivia, scrutando le varie boccette davanti a lei.

"Prendi questa" dichiarò Harry, passandole una di un colore non ben definito.

La ragazza afferrò la boccetta di vetro e la maneggiò con cura.

Osservarla per lui diventava eccitante ad ogni secondo che passava, e la sua vicinanza gli faceva uno strano effetto.

Dopo una decina di minuti in cui l'aveva scrutata attentamente, gli sembrò di averla già incontrata quella ragazza.

Quegli occhi verdi e quei capelli lunghi gli erano vagamente familiari, per non parlare poi delle labbra piene e rosse, spesso piegate in uno strano sorriso.

Erano tante in effetti le cose di lei che aveva già incontrato o osservato, ma pensò che forse si confondeva, e magari aveva conosciuto un po' di tempo fa una ragazza simile a lei, a una delle feste che organizzavano i suoi amici o semplicemente nel parco vicino casa.

Sì, era solo una ragazza che aveva degli occhi che lui aveva già incontrato, e una risata che aveva già udito.

Tutto qui. Lei veniva dallo Yorkshire, e lui lì, da quello che si ricordava, c'era stato solo tre mesi, e molto tempo fa.

Quindi era categoricamente impossibile che la conoscesse. 

Assomiglierà solo a qualcuno si ripeteva nella mente, alla ricerca di quel qualcuno che avesse anche solo lo stesso meraviglioso sorriso di Olivia.

 

"Quindi ci vediamo da te alle tre" esclamò la ragazza, chiudendo il quaderno bruscamente.

"Eh?" domandò Harry, ancora perso nei suoi pensieri.

"Dobbiamo fare la ricerca, non te lo ricordi?" rispose lei, girandosi verso il ragazzo per poterlo guardare negli occhi.

"Oh sì certo, alle tre" ripetè lui, spostandosi un riccio dal viso.

"A dopo allora" sussurrò Olivia, avvicinandosi pericolosamente al suo viso, con un sorriso malizioso sul volto.

Il ragazzo pensò seriamente che fosse sul punto di baciarlo o cose simili, e rimase immobile, trattenendo il respiro.

"Devo solo riprendere il lapis, puoi respirare" rise lei, divertita dalla faccia sconvolta di lui, rimettendo al contempo la matita nell'astuccio. "Certo... il lapis" biascicò lui, sorridendo imbarazzato e donando un acceso colorito alle guance.

"A dopo Harold" esclamò di nuovo, afferrando il libro di chimica ed uscendo dalla classe, prima che lui potesse rimediare alla figura di merda appena fatta.
"A dopo" borbottò Harry, sospirando rumorosamente e pensando a quanto quella ragazza fosse riuscita in un solo giorno a mandarlo completamente fuori di testa.

 

Il ragazzo dagli occhi azzurri cristallini trascinò Olivia nello sgabuzzino del corridoio, dopo essersi accertato che nessuno lo avesse visto.

"Allora, cosa hai scoperto?" chiese poi, passandosi una mano tra i capelli.

"Per ora niente, ma ho fatto in modo che lavorassimo insieme alla ricerca di chimica; domani andrò da lui" esclamò la ragazza, scrutando con fare attento il ragazzo.

"Bene, è già un passo in avanti. Dobbiamo fare in modo che si fidi ciecamente di noi due, altrimenti non riusciremmo a farlo arrestare. Non deve assolutamente sospettare nulla" sussurò il moro, a pochi centimetri dalle labbra di Olivia, che non riuscendo a resistergli, si affrettò ad accorciare le distanze, baciandolo.

Il ragazzo sorrise malizioso e la strinse a sè, premendo le sue labbra con foga su quelle della ragazza e facendo aderire completamente i loro corpi.

Si staccò solo per riprendere ossigeno, qualche minuto più tardi, non smettendo di osservare gli occhi verdi di Olivia.

"E tu, Louis, cosa hai scoperto?" chiese poco dopo lei, sorridendo compiaciuta e meschina al ragazzo di fronte a lei.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ciao bellezze!!

Ecco qui un nuovo capitolo, in cui entra scena un nuovo personaggio: il caro Tomnlison :)

E a quanto pare ha un rapporto abbasastanza intimo con la nostra Olivia, scoprirete poi che è molto complicata la loro relazione, ma tutto questo a tempo debito.

Spero via sia piaciuto e aspetto le vostre recensioni, per capire cosa pensate di questo stravagante Louis, dei malvagi piani della ragazza, e di questo Harry troppo preso, per accorgersi della realtà.

Ditemi quale coppia vi intriga e vi incuriosisce di più tra Harry e Olivia, e Louis e Olivia.

Vi mando un bacio e un abbraccio soffocante da Horan :) (e vi chiedo umilmente scusa per il ritardo nel postare questo capitolo, che ho fatto più lungo per rimediare)

A presto (almeno si spera :D)

Lucrezia

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