Perchè proprio lui?!

di Alexxassa
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Strano ***
Capitolo 3: *** Ti devo parlare ***
Capitolo 4: *** Viaggio nel vagone dei ricordi ***
Capitolo 5: *** Stronze all'attacco! ***
Capitolo 6: *** Chiudi gli occhi ***
Capitolo 7: *** Sorpresa! ***
Capitolo 8: *** Ti amo. ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Lo guardai negli occhi, in quei bellissimi occhi verdi, gli accarezzai la guancia, mi avvicinai lentamente a lui e lo baciai lentamente, con passione.

 

Il sogno si interruppe di colpo a causa della sveglia. Mi alzai di malavoglia dal letto. Che strano sogno... chissà di chi erano quegli occhi verdi...

Mi preparai per andare a scuola, quella schifo di scuola che avevo scelto per chissà quale motivo...

Come ogni mattina ero in ritardo, così incominciai a correre verso l'autostazione. Per fortuna una delle cinque corriere non era ancora partita, perchè sì nel paesino in cui vivevo non bastavano 2 o 3 corriere ma 5 la mattina per arrivare alla città. E pensate un po', in cinque corriere che arrivavano non trovavi mai l'ombra di neanche un posto! Raramente ero tra le fortunate che trovavano posto...

Dopo quaranta minuti di viaggio arrivammo nel centro studi della città, scesi giusto in tempo per trovarmi davanti Francesco, un ragazzo che più di chiunque altro amava rompermi i coglioni, il peggio era che lo sopportavo da più di otto anni! Sinceramente ancora on arrivo a capire perchè continuavo a rivolgergli la parola...

Ciao Francesco, come va?” gli chiedo mentre faccio la strada con lui verso la scuola, perchè forse non ve l'ho detto ma a quanto pare a mia insaputa lui aveva scelto la mia stessa scuola!

Bene bene!” mi risponde lui secco.

Dopo tutto i nostri discorsi sono sempre così, lui è lo stronzo io sono l'amica! Siamo strani, anzi io sono strana, perchè dopo tutto quello che mi ha fatto passare giorno dopo giorno io continuo a volergli bene!

Vado dalle mie amiche ok?” gli faccio andandomene.

Ehi! Alessandra aspetta!” dice prendendomi la mano per fermarmi. “Si saluta!”

Quando mi giro per rispondergli rimango a bocca aperta, ha gli occhi più verdi che abbia mai visto, li ho visto solo da un'altra parte, in un sogno.

Oh, cazzo!” dico senza rendermene conto. “No, cioè... si ciao!”

Ecco, questa sono io: io normale ragazza di quattordici anni, imbranata, piuttosto nerd e con una perenne confusione in testa...



NdA:
Ok.... questo non è praticamente niente della storia, è solo per introdurla un po' e per vedere se vi interessa...
è da tanto che pensavo di scriverla... spero che come inizio vi dica qualcosa, lasciatemi una recensione per vedere cosa ne pensate...
Baci
Alexxassa

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Capitolo 2
*** Strano ***


“Che schifo di giornata!” dissi a Giulia, la mia migliore amica. “Incominciando da quel sogno!”
“Ma perchè ti dà tanto fastidio?”
“Perchè non mi piace Francesco!” quasi gridò...
“E va beh... non è mica successo veramente!”
Non capivo, solo per me era una cosa tanto strana?! L'ho sempre odiato, anche se sotto  sotto gli volevo bene, ma solo come amico, anche se lui non lo era. Mi sentivo felice in sua compagnia anche se mi rompeva continuamente. Lo conoscevo da così tanto che ormai mi ero abituata a sopportare la sua stronzaggine.
“Di che parlate?” chiede Elise, una nostra compagna stronza e rompicoglini, arrivandoci alle spalle.
“Niente di interessante...” dico io per farla andare via.
“Mmh... vabbè come vi pare...” disse Elise andandosene.
“Sai, fino qualche giorno fa volevo parlare a Francesco...” dico a Giulia quando non ci sono più orecchie indiscrete ad ascoltare.
“Riguardo a cosa?”
“Beh, noi due, io in questi ultimi tempi non lo sopporto più... volevo cercare di farlo smettere di comportarsi come uno stronzo con me... o qualcosa di simile...”
“E perchè non l'hai fatto?”
“Perchè nonostante sia uno stronzo ci tengo a lui e non voglio perderlo...”
“Che cavolo centra??”
“Se non fa più lo stronzo con me fa? Non mi parlerebbe più...”
“Secondo me lui ci tiene a te...”
“Se vabbè... contaci! Vediamo di seguire la prof, mi sembra che ci stia fulminando da tutta l'ora...” dico cambiando argomento.
 
Era Martedì, il che significava che sarei stata in corriera con Francesco, e come al solito mi sarei seduta accanto a lui… l’unico problema era che quel sogno mi metteva ancora in imbarazzo, cioè non ero davvero sicura fosse lui… mi ricordo solo due occhi fottutamente verdi come i suoi… e comunque un sogno non significava niente…
Mentre andavo alla fermata delle corriere cercavo di rallentare il più possibile le mie amiche, così da poter arrivare giusto in tempo, ma loro si erano prese una cotta per l’amico di Francesco e ad ogni costo volevano vederlo… Così mi ritrovai con le cuffie a mille per non sentire niente del mondo esterno e evitando completamente lui…
Non lo avessi mai fatto… quando si rende conto che non lo sto ascoltando mi prende l’mp3 e in comincia a cambiarmi canzoni.
È talmente vicino a me che arrivo a percepire il suo respiro.
“Che cavolo di musica ascolti?! Metallica? Iron Maiden? Da quando ti sei data al metal?” mi chiede guardandomi negl’occhi.
A fatica rispondo: “Da un po’… ma non ascolto solo metal se vedi meglio c’è un po’ di tutto…”
“Sei cambiata…” sussurra. Non arrivo a capire cosa intende… che ne sa lui di come sono cambiata nei vari anni? E il fatto che se ne sia accorto solo ora conferma il fatto che di non glene frega un emerito cazzo… ma se così fosse, come mai aveva notato la differenza?
La corriera arriva, ci sediamo nel nostro solito posto, questa volta sono io la prima ad arrivare e arrivo a prendere il posto vicino alla finestra.
Si siede accanto a me e incomincia a giocare con il nintendo.
“Anch’io ce l’ho così!” dico, tanto per tirare fuori un argomento sicuro di cui parlare.
“Ma il mio è grigio!” dice lui, come se fosse l’unico al mondo.
“Anch’io… e anch’io usco il pennino del NDSi perché ho perso il mio… straordinario…”
“Sei un idiota!” mi dice guardandomi come se fossi la persona più stupida al mondo. “Mi fai ascoltare un po’?”
Questa richiesta mi stupisce ma gli passo comunque una cuffia.
“Cos’è sei depressa o non hai trovato niente di meglio di ‘Nathing else Metters’ dei Metallica?” dice guardandomi storto.
“E che palle! Non l’ho scelta io ma l’mp3… metti pure quello che vuoi se preferisci altro…” gli dico passandogli l’mp3.
“Ma leggi qua… AC/DC, Aerosmith, Queen, Kiss, Sum 41 e altri che nemmeno conosco… che fina ha fatto la vecchia Alessandra?” mi chiede.
“E tu che ne sai della vecchia Alessandra?”
“Forse non ne so tanto ma era una ragazza che sorrideva alla vita anche quando quella la mandava a fanculo, solo per far vedere agli altri che c’era qualcosa di meglio…” quella frase mi stupisce, era una frase profonda, o almeno lo era più di qualsiasi altra sua frase.
“Non ti hanno mai detto che la musica non è lo specchio di chi l’ascolta? Non tutti quelli che ascoltano punk/rock o metal sono metallare o che so’… depressi… sono cambiata, è vero, ma come chiunque altro, non sono un'altra persona…” dopo questa frase quasi non parliamo più, lui sembra perso nei suoi pensieri… era strano, era la prima volta che non mi rompeva veramente i coglioni… era stato perfino gentile.
Quello che aveva detto era vero, ormai mi ero abituata a portare sempre un sorriso… falso o vero che fosse… ma su una cosa si sbagliava… non lo facevo per gli altri, lo facevo per me stessa.

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Capitolo 3
*** Ti devo parlare ***


Svegliarsi quella mattina sembrava più difficile del solito… il mondo sembrava essersi capovolto e non capivo se la cosa mi facesse piacere o no…
Ormai la sua mente era sempre persa in pensieri su Francesco, non riusciva a capire perché… era tutto troppo strano!       
Mi conveniva parlargli… per quanto odiassi l’imbarazzo che provavo nel dire ad una persona: “Ti devo parlare…”
Sapevo già che avrei fatto una figura di merda, che magari mentre parlavo la mia voce avrebbe tremato, ma sapevo anche che era la cosa giusta da fare. Per una volta nella vita non volevo fare la vigliacca, volevo avere abbastanza coraggio da aprirmi.
Unico problema? Più facile a dirsi che a farsi!
Passai la giornata ad ignorare i professori e a fingere con le mie amiche che io stessi bene quando in realtà mi sentivo nella pancia una scimmia saltellante che piano piano mi distruggeva le budella. Ero davvero la persona più tranquilla del mondo!
Mi stupivo nel sentirmi così solo perché dovevo parlare con lui, chi cavolo era lui per farmi sentire in questo modo?!
Quando la scuola finì avevo ancora un’ora libera, quel avevo il corso di cinese che seguivo con le mie amiche, prima che anche Francesco finesse scuola. Infatti solo due volte alla settimana finivamo le lezioni alla stessa ora.
Andammo a pranzare e poi a chiacchierare fuori dal bar, io partecipavo poco perché stavo organizzando le idee per fare un discorso sensato a Francesco.
“Oggi possiamo stare ad aspettare Anghel?” mi chiede Jemy, una delle mie amiche. Anghel era l’amico di Francesco per cui le mie due amiche, Giulia e Jemy, avevano preso una cotta.
“Fate come volete… per una volta dovrete arrangiarvi da sole… devo fare una cosa…” risposi ancora sovrappensiero.
“Ma come non vuoi salutare Francy?” dissero loro due in coro, odiavo il modo in cui lo chiamavano… non gli avevano mai rivolto la parola, infatti non lo conoscevano minimamente, ma non perdevano mai l’occasione di prendermi in giro, tirandolo in ballo…
In fatti avevo raccontato loro che lo conoscevo da molto, e più di una volta le mie amiche analizzavano il modo in cui ci parlavamo, ridevamo o altro, da quel momento avevano deciso che lui era perfetto come modo per darmi fastidio, in fatti avevano centrato il punto in pieno. Quando si trattava di lui ero vulnerabile, e tutti ormai lo sapevano.
“Devo parlargli infatti…”  accidenti… sembrava che dovessi dirgli che mi voglio  suicidare! Non aveva questa grande importanza! Perché dovevo preoccuparmi cosi tanto?!
La campanella suonò e vidi passare le varie classi, aspettai di vedere Francesco, che mi salutò velocemente con la mano.
Mi avvicinai a lui.
“Ti posso parlare un attimo?”
“Muoviti però perché altrimenti perdo la corriera!” dice avviandosi verso gli spalti, era il posto più tranquillo per parlare…
“Sì, beh anch’io devo fare in fretta… sta per iniziare la lezione…”
Passò qualche secondo e poi lui mi guardò come per dirmi “Allora? Ti muovi?!”
“Ehm… si giusto…” dissi per prepararmi. “Ok, senti… sei strano va bene? Non so cos’è o perché non sei più stronzo ma questo tuo lato improvvisamente gentile non mi dispiace. Ma visto che bastava così poco a farti diventare sopportabile, anche se non so cos’ho fatto, te lo devo chiedere… perché prima eri così stronzo? Perché ogni volta che ti vedevo dopo mi facevi sentire una vera merda? Ti piaceva così tanto farmi soffrire?” mi sentivo una vera cretina a dirglielo, però in tutti questi anni avevo sofferto per colpa sua, era tempo che lo sapesse. Mi sentivo ancora più stupida perché mentre glielo dicevo mi sentivo ancora più ferita di quanto lo fossi veramente…
“Scusami.” Disse solamente lui.
“Ma vaffanculo! Ti ho fatto una domanda! Per una volta nella ua stramaledettissima vita hai intenzione di rispondere alla mia domanda?!” quel suo scusami mi aveva fatto incazzare… cosa faceva? Mi prendeva per il culo forse? Non avevo più la minima intenzione di sopportarlo di farmi trattare come una povera deficiente, a cui è inutile perfino rivolgere la parola.
“Il fatto è che non pensavo che prendessi sul serio tutto quello che dicevo… mi diaspiace… ho sempre pensato che fosse un nostro modo di trattarci, senza mai prendere niente sul serio…”
“Per i primi cinque anni non ho preso sul serio tutto quello che mi dicevi, ma poi sai… come dici tu, sono cambiata… Non eri solo tu ad insultarmi ma ero anch’io… la mia autostima è ormai inesistente e i tuoi commenti non sono d’aiuto.”
Mi sorpresi nel sentire che mi stringeva la mano, era la prima volta che lo faceva, o meglio la prima volta che lo faceva sinceramente.
“Mi dispiace!” ripeté, questa volta guardandomi negli occhi. Gli credetti, e mi sentii stupida per aver fatto un tale polverone solo per delle scuse. Ma ero felice di averlo fatto.
Gli strinsi la mano.
“Ci vediamo domani!” mi disse, io gli sorrisi e corsi in classe.
Era definitivo: ero completamente andata!
Era stupido sentirsi sollevata in quel modo dopo aver ricevuto delle scuse? Dopo aver sentito la sua calda mano stringere la mia? Sinceramente non mi interessava, volevo solo godermela, la mia serenità!


Scusate lo schifo di capitolo... immagino avrei potuto fare di meglio... ma spero che vi piaccia comunque!
Vorrei ringraziare tay98 e SofiDJBiebs per aver recensito! Grazie mille adoro leggere le recensioni!
WillBeSweet e _clau_ per averla messa tra le seguite! è un piacere sapere che la storia interessa!
E tay98 di nuovo per averla messa nelle preferite! Grazie mille davvero sei fantastica! MI rendi davvero felice!
Spero che ci saranno molti altri lettori e sopratutto recensioni!
Baci
          ALe

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Capitolo 4
*** Viaggio nel vagone dei ricordi ***


Passarono due giorni in fretta, vidi Francesco solamente la mattina per salutarlo, non era cambiato molto tra noi, scherzavamo ancora tra di noi ma lui non era più così pesante. La ricreazione ogni tanto veniva nella mia classe a salutarmi visto che nel pomeriggio non ci saremmo visti… era sempre gentile e la cosa mi sembrava ancora strana, ma per fortuna la sua gentilezza non durava tantissimo. Infatti in meno di due minuti già aveva fatto almeno una delle sue battutine. Per la prima volta da anni, insieme stavamo serenamente.

Venerdì pomeriggio decisi di aspettare la corriera con lui, finivamo a l’una questo significava che era quasi impossibile trovare posto, ma lui in un modo o in una altro lo trovava.

“Ciao, arrivi a trovare un posto anche per me in corriera?” gli dico avvicinandomi.

“Wow, neanche due secondi e già mi chiedi un favore? Comunque va bene, oggi però saliamo d’avanti.”

“Perfetto!” dico sorridendogli, ormai era un’abitudine, stare in sua compagnia mi faceva sorridere, mi faceva sentire bene. La cosa strana però era che averlo lontano mi faceva sentire abbandonata.

Arrivò la corriera e ci sedemmo vicini.

“Voglio farti leggere una cosa, però non ridere!” gli dico prendendo un piccolo quadernino dalla cartella.

“Ti prometto che qualunque cosa sia non riderò!” dice prendendolo.

Incomincia a leggere: “ ‘Potresti essere la mia scelta, involontaria di vivere la mia vita offerta. Potresti essere colui che amerò sempre. Potresti essere colui che ascolta le mie inquisizioni più profonde. Potresti essere colui che amerò sempre.‘Nulla dura per sempre, ed entrambi sappiamo che i nostri cuori possono cambiare, ma è difficile far durare una candela nella fredda pioggia di Novembre.’  ‘ Niente di tutto quello che Dio o Satana potevano infliggerci, niente avrebbe potuto separarci!’ Ok mi fermo perché sono troppe, ma cosa sono? Le hai scritte tu?”

“Scherzi?! No non le ho scritte io! Sono frasi di canzoni, libri o film che mi piacciono particolarmente…” era una specie di mio segreto quel libricino, mi ero messa davvero d’impegno per scriverlo e non sarebbe mai finito perché sapevo che esistevano ancora persone che sapevano dire cose fantastiche, e io volevo ricordarle.

“Sei innamorata?” mi chiede interrompendo i miei pensieri.

“Cosa?!” quasi grido per lo shock della domanda.

“Queste frasi sono bellissime, davvero, ma praticamente tutte sono dediche d’amore… magari era perché sei innamorata…”

“No, non sono innamorata! Sono solo un inguaribile romantica… non voglio innamorarmi…”

“Perché?!” mi guardava intensamente negli occhi, con tutta l’attenzione del mondo. Il suo sguardo mi metteva leggermente in soggezione.

“Fin da quand’ero piccola i ragazzi che mi piacevano non mi ricambiavano, a quei tempi non mi interessava, ma adesso… adesso non voglio soffrire!”

“Come sarebbe a dire fin da piccola?! Ti sei già dimenticata? Prima elementare… noi due… il cappello…” disse con un sorrisetto divertito.

“Sai come si dice… il primo bacio non si dimentica mai…” dissi sorridendogli di rimando, ricordavo sempre con un sorriso la prima elementare. Era vero ero piccola, e non era una cosa che contava molto… Ma era stato il mio primo bacio.

Me lo ricordo ancora oggi come fosse stato ieri.

In prima elementare noi due eravamo molto amici, davvero uniti, anzi ci piacevamo. Eravamo piccoli, non sapevamo neanche come si diceva, ma ci eravamo messi insieme, o morosati, come dicevamo noi… il primo bacio me lo aveva dato lui, per farmi sorridere.

Ero arrabbiata con una mia amica, così mi ero nascosta dietro delle scale, lui mi aveva trovato e voleva che andassi a giocare con lui, ma io non volevo farmi vedere dalla mia amica. Così per farmi tornare a sorridere mi diede un bacino, leggero sulle labbra e poi incominciò a scappare, così lo inseguii e voglia o non voglia giocai con lui. Mi imbarazza dirlo, ma quello non fu l’ultimo, eravamo piccoli ma ci volevamo bene, e avevamo già trovato un modo per dimostrarcelo. Un mia amica ci aveva sposato un milione di volte durante una ricreazione, e ogni volta che ci baciavamo dopo il ‘lo voglio’ lei ci metteva un cappello davanti alle facce, in modo che nessuno ci vedesse.

 

“Anche i maschi non lo dimenticano…” disse lui risvegliandomi dai ricordi.

“Io una cosa che non mi dimenticherò mai è che per colpa tua, in prima elementare la maestra mi aveva buttata fuori dalla porta, era stata la prima ed ultima volta, per fortuna, ma me la ricorderò sempre!”

“Perché colpa mia? Che cosa avevo fatto?!” disse con lo sguardo disorientato.

“Mi avevi buttato giù dalla sedia…”

“Hai ragione… non sona cambiato di molto vero?” mi disse, sembrava un po’ triste per questo.

“Certo che sei cambiato, solo che ti piace ancora adesso Fare l’idiota…”

“Grazie” disse girandosi verso la finestra, sembrava pensieroso…

“Di cosa???” non lo capivo.

“Di quando mi hai difeso con i nostri compagni, quando hai zittito le voci su mio padre e di quando hai chiesto a Federico di farmi sorridere quando pensavo che non avrei rivisto mio padre per sempre.” Disse. Non sapevo fosse a conoscenza di queste cose, ero sicura che non se ne fosse mai accorto, ho sempre cercato di stargli vicino, di aiutarlo ma soprattutto di ascoltarlo. Ma negli anni lui si era allontanato da me, ma a quanto pare non quanto pensavo.

“Sono tua amica, ti starò sempre vicina!” gli dico stringendogli la mano, sembrava un gattino ferito in quel momento.

“Ora ne ho davvero bisogno.” Dice girandosi di nuovo verso di me e appoggiando la testa sulla mia spalla, stringendo ancora la mia mano. Era strano ma non volevo lamentarmi.

“Ti ascolto.” 







NdA:
Vi avviso non abituatevi a trovare i capitoli così presto, oggi avevo la giornata libera quindi sono riuscita a scrivere ma non sarà sempre così...
detto questo... spero che questo capitolo vi piaccia... e un po' un viaggio nei ricordi anche per spiegare meglio il rapporto che c'è tra loro e per mostrarvi un po' come è nato...
Srivetemi una recensione per dirmi cosa ne pensate, mi basta che scriviate 'mi piace' oppure 'trova qualcos'altro da fare, perdi tempo a scrivere' perchè mi piache leggere recensioni!
Ringrazio tutte le persone che seguono la storia e chi l'ha messa tra Preferiti/seguiti/da ricordare!!! vi adoro e spero continuiate a leggere!

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Capitolo 5
*** Stronze all'attacco! ***


 
 
“Ehm… senti Fra saranno passati 5 minuti e tu non hai ancora spiccicato parola… hai cambiato idea?” avevo persino pensato che si fosse addormentato, non diceva niente guardava solo d’avanti a sé…
“No è che non so bene che cosa o meglio, come dire…” dice tirandosi su dalla mia spalla, che ormai si era addormentata.
“Senti, la corriera tra poco arriva alla mia fermata, ok che ti ascolto ma non ho tutto il tempo del mondo!”
“Ma mi vergogno! È una roba da femminucce andare a parlare con l’amichetta…” dice tutto imbarazzato. Rido alla parola ‘amichetta’ non mi aveva mai chiamato così, quello si che era un nomignolo da rincretiniti.
“Madonna, fregatene e basta!”
“Ok, non voglio diventare un coglione come mio padre, non voglio finire col rovinare una mia futura famiglia e, soprattutto, non voglio finire a marcire in prigione come lui…” dice tutto d’un fiato. Era la prima volta che lo sentivo ammettere che suo padre era prigione, prima di adesso aveva sempre negato, con tutti. Lo ammeto, mi sentii importante!
“Ti dico un segreto” dico avvicinando la bocca al suo orecchio, come fanno i bambini. “Sei sulla buona strada!”
A quel punto la corriera si ferma e io scendo alla mia fermata salutandolo.
 
Appena scesi la prima cosa che pensai fu. ‘O merda! Mi sono innamorata!!’
Odiavo il fatto di essere così vulnerabile al solo pensiero, ma ormai era impossibile non pensare a LUI.
Non capivo perché, cioè lui è un coglione pazzesco, mi ha sempre trattato di merda e solo perché ora era gentile, sincero e chissà cos’altro mi dovevo innamorare?! No, beh aspetta… forse innamorata era una parola un po’ troppo grossa, magari mi ero preso solo una gran bella cotta per uno stronzo patentato convertito al gentilismo…
Comunque non finirò mai di chiedermelo: Perché proprio lui?!
 
Che palle che palle che palle!!!! Io quando mi prendo una cotta divento una pacchia depressa! In più dovevo rendermi conto che mi piace proprio quando iniziava il periodo della settimana in cui lo vedo di meno??
Sono ossessionata dai suoi stramaledettissimi occhi verdi, dai suoi ricci, che non si lascia mai toccare, dal suo bellissimo naso, ha il naso più bello che io abbia mai visto, o anche più semplicemente dalle sue labbra. Mi manca tantissimo la sensazione che provavo nel baciarlo, per quanto ero piccola i brividi li sentivo comunque. Mi sentivo una di quelle tante bimbeminkia che sclerano al  pensioro di un ragazzo, il problema è che io non ero così! Non sono mai stata così! E in più mi facevo tutte queste paranoie, per poi ritrovarmi sul banco di scuola più depressa di prima!
“Senti Ale che cazzo hai?” mi chiede Giulia avvinandosi al mio banco.
“Niente” le dico cercando di fare uno dei miei sorrisi.
“Ma smettila! Dimmi che hai!” dice scuotendomi.
Io nascondo la faccia tra le braccia e mugolo: “è troppo patetico!”
“Dai mo! Sei la mia migliore amica e non ti voglio vedere così!”
“OK! Che palle!” dico. “Mi manca” sussurro, mantenendo la voce il più bassa possibile.
“Che cosa?” quasi urla, non aveva capito.
“Mi manca!” dico alzando di poco la voce.
“Ma come cavolo parli? Non si capisce niente!”
“Mi manca!” quasi le urlo in faccia.
“Chi?” mi chiede lei cadendo dalle nuvolo.
“Beh chi secondo te?” la guardo come se la risposta fosse ovvia.
“Sinceramente hai molti ragazzi che ti potrebbero piacere, ci sono due fighi nella tua corriera, poi c’è il compagno di classe del tuo amico e poi… boh…”
“Quelli sono i tipi che piacciono a te!” le dico ridacchiando.
“E allora chi è?”
“Quello che conosco meglio…”
Lei ci pensa su un momento, poi le si accende una lampadina. “AH, ho capito… Francesco!”
Era la mia migliore amica perché nonostante spesso facesse l’idiota mi capiva, anche se ci metteva tanto a volte.
“Si” dico tirando un sospiro e ricominciando a nascondere la faccia tra le braccia.
“Aspetta un attimo ti piace Francesco?!” grida lei. Come non detto tutti si girano a guardarmi. “Ops…” certe volte Giulia si comporta da vera stupida!
Quella stronza di Elise si avvicina a me e mi chiede: “Allora… chi è questo Francesco?”
“Un mio amico…”
“Senti, voglio essere gentile e sincera con te, perché… beh mi piace la tua grinta, io ti rispetto! Per questo te lo devo dire… Sinceramente anche se fosse il tipo più sfigato del mondo, penso proprio che tu non gli possa piacere…” questo commento mi stupisce ma mi fa anche incazzare. Come cazzo si permette?!
“Ok, cara Elise, ora voglio essere gentile pure io! Sai in questa scuola non c’è nessuno che ti sopporta, nelle altre classi sono tutti che ti sputtanano, fai tanto la figa ma poi alla fine sei più sfigata di me! Ah e un'altra cosa… magari non piacerò mai a Francesco, ma almeno io non sto ancora con un coglione come il tuo Lorenzo solo perché non vuoi ricominciare da capo una storia in cui non potresti da subito scopare! Piccolo consiglio? Non parlare dei cazzi tuoi dove chiunque ti può sentire!” detto questo esco dalla classe, mi sento l’adrenalina che mi percorre il corpo. Lo ammetto, non avevo mai fatto una cosa simile prima di allora.
Appena arrivai agli spalti della scuola mi sedetti e riprendetti fiato. Quello che aveva detto Elise mi aveva ferito… ma era vero.
Mi sorpresi nel vedere che le mie amiche mi avevano seguito, di solito erano più vigliacche di me.
“Stai bene?” mi chiede Jemy sedendosi accanto a me.
“Sì” dico prima di scoppiare a piangere. Nella mia vecchia scuola ero famosa per il fatto che piangevo sempre, ma da quando avevo cambiato scuola quella era la prima volta che mi facevo vedere piangere da qualcuno, per me era un record.
“Perché piangi?”
“Perché quello che ha detto Elise ha un fondo di verità!”
“Ma dai! Lei è solo una stronza!” dice Giulia che era appena arrivata.
“Ma guardatemi! Sono patetica!”
“Vallo a chiamare, intanto sto io con lei!” dice Jemy a Giulia.
“Chi andate a chiamare?”
“L’unica persona che conosco che ti fa sorridere con un solo ‘ciao’!”
“No no, ti prego non chiamarlo! Non voglio farmi vedere piangere da lui!”
“Non dire cazzate Ale!” sento una voce un po’ lontana, era lui, era Francesco.
“Cos’è successo?” chiede Francesco a Jemy.
“una stronza della nostra classe ha detto una cosa che l’ha ferita, ma la cosa peggiore è che lei ci crede!”
“Ale vieni qui un attimo…” mi dice tirandomi su dagli spalti.
Quando mi avvicino a lui, mi abbraccia e mi sussurra all’orecchio: “So già che non mi dirai qual è la cosa che ti ha detto, ma mi sento ancora in colpa per aver diminuito la tu autostima a zero. Ti posso assicurare che qualunque cosa quella stronza ti abbia detto non è vero e che avrai sempre un mare di gente che ti sta intorno e che ti vuole bene. Compreso me!” finisce asciugandomi le lacrime con i pollici.
“Perché sei sempre così gentile?” gli chiedo.
“Perché non voglio diventare come lui!”
“Intendevo con me!”
“Perché te lo meriti!” dice sorridendomi. Odio quando fa così! Mi fa sentire ancora di più i brividi che provo solo grazie alla sua vicinanza.
“Ti voglio bene anch’io!” dico poco prima che suoni la campanella.
“Ah, oggi prendo la corriera con te!” dice prima di incominciare ad avviarsi verso la sua classe.
“Ma è lunedì! Finisco alle due!”
“Non importa!” dice salutandomi con la mano ed entrando in classe.
Poi mi avvicino a Giulia.
“Sì, mi piace Francesco!”








Ok... spero che questo capitolo penoso vi piaccia...
anche se sinceramente fa un po' schifo...
Ringrazio tutte le persone che hanno messo la storia tra preferiti/ricordati/seguiti, chi la legge e basta e soprattutto quelle due fantastiche ragazze che mi fanno il magnifico piacere di mettere una recensione ad ogni capitolo! Grazie mille!
Baci
Ale

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Capitolo 6
*** Chiudi gli occhi ***


 

Devo ammettere che non mi aspettavo di trovarlo veramente ad aspettare la corriera delle due, faceva un freddo cane… era da stupidi stare al freddo per un’ora intera, però lui c’era.
“Tu sei pazzo!” gli dissi avvicinandomi.
“Decisamente! Sto congelando! Scusami Ale ma non ho intenzione di farlo di nuovo!” disse sorridendomi.
“Non importa!”
“Non c’è Arianna?” mi chiese. Arianna era una ragazza che l’anno scorso veniva nella nostra scuola, quando eravamo alle medie ci odiavamo ma conoscendoci meglio eravamo diventate amiche.
“Si ma è venuta con una sua compagna di classe… Viene con me e le mie amiche solo quando non c’è lei.”
“Quanto manca all’arrivo della corriera?” mi chiese battendo i denti.
“Una decina di minuti…”
Mi guardò sconvolto. “Fa un freddo cane!”
“Ascolta un po’ di musica, fa passare il tempo più velocemente…”
“Mi si è scaricato l’i-Pod circa venti minuti fa…”
“Tieni” gli passai una cuffia sedendomi accanto a lui.
“Ma che schifo di cose ascolti?”
“Ricominci?” gli chiedo.
“Che ci fai qui?” era arrivato qualcuno alle nostre spalle, e ‘parlando’ non ce ne eravamo accorti. Era Arianna. “Hai perso la corriera?” gli chiede con un sorriso furbo.
Una volta aveva perso la corriera assieme, tutti tre, e per un’ora Francesco mi aveva rotto dicendo che era colpa mia e altre cagate.
“No! Alessandra non stava molto bene così sono venuto per farle compagnia…” dice lui con un alzata di spalle.
“Sei pazzo!” ribatte lei.
“Me l’hanno già detto…”
“Arriva!” li avviso quando vedo la nostra corriera.
“Sììììì! Finalmente!!!” quasi grida Francesco.
Saliamo sulla corriera, Francesco si siede in parte a me, Arianna dietro di lui.
“Non me lo dirai vero quello che ti ha detto la stronza della tua classe vero?” mi chiede, girando a malapena la testa.
“No” scuoto la testa.
Dopo il mio, per tutto il viaggio, non parliamo. Io ascolto un po’ di musica mentre lui guarda fuori dalla finestra.
Vicino a lui mi sentivo serena, protetta. Sentivo che la sua gentilezza era sincera. Che lui era sincero.
 
La mattina dopo, lo vidi in stazione in mezzo alla mischia di altre persone che aspettavano le corriere. Mi avvicinai, e di colpo mi venne in mente una strana idea. La mia testa non controllava più il mio corpo.
Mi avvicinai, facendo attenzione a non farmi vedere, quando gli fui abbastanza vicina mi nascosi dietro una ragazza e controllai che intorno a lui non ci fossero suoi amici. Gli chiusi gli occhi, senza farmi notare. Sentii lo stupore che provava attraverso i palmi delle mani, appoggiati ai suoi occhi.
“Sei Michele? O Davide?” chiede muovendo leggermente la testa. “Non credete di essere un po’ grandi per queste cose?”
Un sorriso mi spunta sul viso. Prima che ricominciasse a parlare, e prima di perdere tutto il coraggio che avevo trovato chissà dove, avvicinai il mio viso al suo e lo baciai. Mi stupii nel sentire che ricambiava il bacio. Quel semplicissimo contatto mi vece tornare alla mente momenti bellissimi, passati con lui. Discorsi lunghissimi, seri e non. Sguardi che dicevano più di mille parole.
Quando mi staccai dal bacio ero rossissima in viso, controllai che nessuno ci avesse notato. Stavo per togliere le mani dai suoi occhi e andarmene quando lui incomincia a parlare: “Spero vivamente che tu non sia un maschio!”
In quel momento arriva una corriera e una massa di persone incomincia a muoversi, così ne approfitto e me ne vado con un sorriso stampato in faccia.
 
Quando arrivo a scuola lo vedo assieme alla sua classe, ma decido di nascondermi. Non sapevo come comportarmi… che cosa dovevo fare? La cosa migliore mi sembrava fingere che non fosse successo niente e tentare di stargli lontano. Solo che le uniche volte che cerco di stargli lontano sono le volte in cui lo incontro di più!
Il pomeriggio era inevitabile che lo incontrassi, non avevo ancora detto niente alle mie amiche quindi non potevo contare su di loro per andare in centro e evitare così di vederlo…
Mi avvicinai a lui come facevo ogni martedì, dopo aver salutato le mie amiche.
“Ciao, come va?” gli chiesi.
“Benissimo” aveva un sorriso smagliante.
“Che mi racconti di nuovo?” sinceramente volevo sapere se mi avrebbe parlato del bacio.
“Mh… ok, se ti dico questa cosa poi tienitela per te… tipo… tipo un segreto ok?”
“Ehm… certo!”
“Stamattina, mentre aspettavo la corriera qualcuno mi ha chiuso gli occhi e poi mia ha baciato, è stato strano ma… non so, allo stesso tempo era bellissimo!” gli brillavano gli occhi, e brillava di felicità. Un po’ come me dopo averlo baciato.
“E che cosa ne pensi?” non sapevo neanche io che cosa intendevo esattamente con quella domanda, volevo solo sapere… qualcosa…
“Sinceramente?” mi guarda un po’ timoroso.
“Sinceramente!” dico annuendo.
“All’inizio, quando mi aveva chiuso gli occhi, pensavo fosse uno dei miei amici, e quando mi ha baciato mi è venuto un colpo perché ero ancora convinto fosse un ragazzo, ma dopo soli pochi secondi ho capito che era una ragazza, il modo in cui mi ha baciato era dolcissimo, timido e sincero. Non so che cosa rappresentava quel bacio, ma mi ha sicuramente migliorato la giornata!” mi sentii lodata, non sapevo ancora perché lo avevo baciato, ok che mi piaceva ma non così tanto da baciarlo di nascosto… o almeno lo credevo fino ad ora…
Ero davvero felice. Più di qualunque altra cosa al mondo.
Lo volevo baciare e l’ho fatto, senza conseguenze. 








Ciao a tutte! Scusate tutto questo ritardo! mi dispiace che dopo tutto il tempo che vi ho fatto aspettare vi devo far leggere questa schifezza di capitolo!
Credo ci siano molti errori coi verbi... ma avevo così poco tempo che non sono riuscita a ricontrollarlo...
Per il prossimo capitolo proverò a scrivere qualcosa di meglio....

Ale

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Capitolo 7
*** Sorpresa! ***


Era da giorni ormai che pensavo a quel bacio. Che pensavo a lui. Ma ero tormentata da un altro pensiero: ‘Posso davvero dimenticare così facilmente nove anni in cui mi sono sentita una vera merda per colpa sua? Posso dimenticare tutto solo perché è cambiato?’. Non sapevo come rispondere a questa domanda. Il nuovo Francesco mi piaceva, e molto direi, ma continuavo a confrontarlo a quello vecchio, continuavo a ricordare.
Non avrei mai pensato di riuscire a rendermi così vulnerabile per lui. Prima di questa rivoluzione che ha avuto noi due ci odiavamo, quasi. Io di certo si. Ma ugualmente poterlo vedere ogni giorno mi rendeva felice anche prima. Quando ho scoperto di non averlo perso, come invece era successo con molti altri miei compagni di classe, mi sono sentita davvero felice. Perché ho sempre avuto l’ingenua sensazione che tra me e lui ci fosse qualcosa di più profondo. Quando dicevo che gli sarei stata sempre acconto lo dicevo sul serio. Ogni volta che lui mi trattava di merda io non mi vendicavo, io ero gentile con lui.
Era stupido da parte mia, ma lui era sempre stato importante per me.
Il perché di quel bacio era semplice. Mi ero innamorata di lui. O forse lo ero sempre stata, ma solo ora ho avuto il coraggio di dimostrarglielo, ma troppo vigliacca per dirgli che ero io.
Una cosa non era cambiata… ero sempre sotto il suo controllo.
 
Le vacanze di carnevale erano iniziate da un giorno, e l’ultima persona che mi aspettavo di trovare davanti alla mia porta alle nove di mattina era lui. Francesco.
“Cosa ci fai qui? O come fai a sapere dove vivo?” gli chiedo appena apro la porta.
“Ciao anche a te! Ho chiesto in giro e ti ho trovato… Ti va una serata tra amici? Giù ci sono due miei compagni di classe e la tua amica, Giulia mi sembra….”
“Alle nove di mattina?” gli chiedo sconvolta, ancora in pigiama. “Ci sono le vacanze! Io dormo fino, beh ok, le nove e mezza, però ci tenevo a quella mezz’ora in più!”
“Ti ho svegliato?” mi chiede poi lui cadendo dalle nuvole.
“Beh… sono in pigiama! Comunque come facevi ad avere il numero di Giulia?”
“L’ho chiesto ha un’amica che avevamo in comune. Ora basta con questo interrogatorio, vieni o no?” mi aveva chiesto sbuffando.
“Sì, vabbè vengo, aspettate che mi prepari però… intanto puoi chiamare su gli altri così mentre mi aspettate potete… che so guardare la TV?” gli chiesi lasciandolo entrare… ancora sconvolta da l’essermelo trovato d’avanti.
Andai a chiudermi in camera mia a cercare qualcosa di decente da mettermi, il più in fretta possibile per non farli aspettare troppo. Mi sistemai i miei ricci in una coda, piastrandomi la frangia, mi truccai il più leggermente possibile, per non farlo notare troppo. In meno di venti minuti ero pronta. Record!
Andai in sala.
“Allora… dove si va?” chiesi direttamente a Francesco, servendo una fulminata a Giulia… Poteva avvisarmi!
“Non ne ho la più pallida idea! Qualche suggerimento?” chiede con un sorriso a cinquantamila denti che mi fece scioglere. Cercai di rimanere concentrata.
“Io sì! Potevi non svegliarmi se non sapevi dove andare!” gli dissi facendogli la linguaccia. “Non ci siamo ancora presentati… Io sono Alessandra e voi siete?” chiesi ai due amici di Fra.
“Io sono Anghel” disse un tipo che avevo già visto da qualche parte, era carino, leggermente scuro di pelle capelli neri e occhi color acqua, fantastico abbinamento!
“Ci siamo già visti vero?” gli chiedo.
“Si ogni tanto alla fermata di Francesco” dice sorridendomi.
“Scusa sai com’è la vecchiaia!” dissi sorridendo, per scusarmi. “E tu?” chiesi all’altro, capelli neri, pallido, e occhi azzurro-verde.
“Io sono Andrea.”
“Piacere!” dissi. “Allora genio della lampada ti è venuta in mene qualche idea?” chiede rivolgendomi a Francesco questa volta.
“Non so! Andiamo in centro e poi si vedrà!” disse con un alzata di spalle.
Così ci alzammo e uscimmo da casa mia. Io lasciai un biglietto a mia sorella nel caso si fosse svegliata prima del mio ritorno.
Appena usciti presi sotto braccio Giulia e mi allontanai di poco dai ragazzi.
“Io ti uccido! Come vorrei uccidere lui!” le dico.
“Come sarebbe a dire… pensavo che ti avrebbe fatto piacere vederlo!” dice come per giustificarsi.
“Certo che mi va di vederlo, ma io non volevo che mi vedesse appena svegliata!”
“Dai voi due! Smettetela di bisbigliare! State anche con noi!” dice Francesco facendoci segno di avvicinarci.
“Beh non mi frega! Hai visto che figo il suo amico? Anghel! C’è Anghel! Jemy morirà di invidia quando lo scoprirà! “disse ridacchiando e riunendosi al gruppo.
“Potremmo andare in un bar… tanto per iniziare” dissi andando vicino a Francesco.
“Ok!” dissero in coro.
Andammo al bar più vicino, io mi sedetti vicino a Francesco, con Giulia difronte. Gli amici di Francesco ai lati.
Ordinammo tutti una cioccolata calda. E mentre aspettavamo parlavamo del più e del meno.
“Allora Ale, adesso che abbiamo le vacanze cosa fai di bello?” mi chiede Francesco ad un certo punto.
“Non lo so… Niente di che comunque… al massimo vado al città fiera con mio padre, visto che  è da molto che non sto con lui…” dico alzando le spalle.
“Ecco! Potremmo andare al città fiera oggi!” dice Andrea.
“Buona idea Andre!” gli dice lui.
Finiamo la cioccolata e andiamo in autostazione. Quando arriviamo al centro commerciale è già ora di pranzo.
“Dove si mangia?” chiedo appena entrati.
“Io voglio cinese!” dice Andrea mentre tutti gli altri dicono McDonald. Lo guardo un po’ stupita… io adoro il cibo cinese.
“Io vado con Andrea! Ci dividiamo e tra venti minuti ci ritroviamo qui?” chiedo.
“Perché? Dai Venite con noi!” dice Giulia.
“Facciamo così… noi ordiniamo da McDonald e poi portiamo la roba ai tavoli del ristorante cinese, tanto sono attaccati, così stiamo tutti insieme!” dice Fra.
Io e Andrea ci sediamo e ordiniamo entrambi riso cantonese.
Chiacchieriamo un po’ mentre aspettiamo che arrivi la nostra ordinazione. Scopro di avere tantissime cose in comune con lui.
“Davvero leggi manga?” gli chiedo.
“Sì! Sono una specie di nerd, solo che non ci capisco niente di computer. In pratica sono nerd solo per i fumetti, i film di fantascienza e cose simili.” Dice con un alzata di spalle.
“Anch’io più o meno, anche se non lo dico in molto in giro perché mi credono sempre cretina quando lo dico. Aspetta però non sarai mica uno di quei ossessionati con Star Wars o cose simili?” chiedo un po’ preoccupata. Stare con questo ragazzo mi aveva impedito di pensare a LUI per qualche minuto. Era fantastico. Ma se era un ossessionato non credo che mi sarebbe più piaciuto.
“Scherzi? Non li ho neanche mai visti! Li trovo ridicoli!” aveva detto sorridendo. Oh mio Dio! Questo ragazzo era il mio equivalente maschile!
“Di che parlate?” chiede Francesco sedendosi accanto ad Andrea.
“Star Wars!” diciamo in contemporanea, ridendo poi.
Giulia mi da una gomitata e mi lancia un occhiata complice.
Passiamo quasi tutta la giornata al cinema o a giocare ai videogiochi nei vari negozi. Ci divertiamo un sacco, posso tantissimo tempo con Andrea ma Francesco ne sembrava infastidito. Non capivo perché, ma la cosa non mi dispiaceva.
Tornammo a case che erano le sei di pomeriggio. Ci eravamo divertiti un sacco!
Andrea mi lasciò il suo numero e poi se ne andarono tutti tranne Giulia.
“Ti va di rimanere a dormire qui?” le chiedo. Avevo voglio di parlare con una mia amica adesso.
“Sì! Ti confesso che avevo già chiesto ai miei!” disse. Così iniziò il nostro ‘pigiama party’. 


Ciao! Scusa se ci ho messo tanto a scrivere ma non ero sicura di come continuare! Questo capitolo l'avrò scritto tipo cinque volte, ma poi ho votato per questo... Spero vi piaccia!
Allora... abbiamo l'entrata in scena di un nuovo personaggio Andrea... Non sono ancora sicura se sarà un personaggio importante o no... ma spero che vi piaccia comunque!
Recensite e ditemi cosa ne pensate!
Al prossimo capitolo
Ale

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Capitolo 8
*** Ti amo. ***


Io e Giulia andammo in camera mia per guardare un film, avevamo scelto ‘Tutta colpa dell’amore’, ma non lo seguivamo particolarmente visto che eravamo impegnate a parlare del pomeriggio appena passato.
“Allora com’è Anghel? Ti piace?” le chiedo.
“Si, beh è carino e tutto quello che vuoi ma a dire la verità lo trovo noioso…” diceva Giulia un po’ tra le nuvole. “Sai mentre eravamo ad ordinare c’era francesco inparte a noi che continuava borbottare qualcosa di impossibile da capire… ma mi sembrava ovvio che fosse geloso! Secondo me c’è rimasto male.”
“Mi dispiace per lui, ma in un modo o in un altro me lo devo scordare! Non posso perdonargli così da un giorno all’altro 8 anni di giornate in cui mi ha fatto sentire di merda, non posso dimenticarmi tutto il male che mi ha fatto solo perché non è più così…” dico con un alzata di spalle, come se non mi importasse. Magari fosse stato così facile!
“Come vuoi… ma io resto dell’idea che ti piaceva anche prima!”
“Come mai Anghel ti sembrava noioso?” cercai di cambiare argomento.
“Dai! Devi affrontarlo! Devi affrontare i problemi. Segui quello che ti dice il cuore!!” non aveva funzionato molto bene il mio cambio d’argomento, e Giulia aveva centrato il punto.
“Non so nemmeno cosa significa ‘Segui il tuo cuore!’, cioè il mio cuore non mi ha mai detto niente! Non è che quando ce l’ho davanti il mio istinto mi dice qualcosa!” cercai di spiegarmi, e anche un po’ per non sentirmi del tutto vigliacca per aver scelto la via più semplice. “Comunque guarda che Andra non è poi così male!”
“Ma non sarà mai Francesco!”
Non sapevo che fare, Andrea lo conoscevo da pochissimo, non sapevo praticamente niente di lui, era ovvio che non fossi seriamente interessata a lui, però… quando stavo con lui mi dimenticavo del resto del mondo. Ma quando ero Francesco, lui era il mio mondo.
Che cosa significava?
Io e Giulia parlammo fino a tarda notte, e quando finalmente ci addormentammo erano le due di mattina passate. Ci svegliammo entrambe intorno alle dieci. Ci preparammo e andammo a fare un giro fuori.
“Hai pensato a cosa fare?” mi chiede Giulia appena fuori casa.
“Sono più confusa di prima! Lascerò semplicemente che le cosa succedano. Sperò solo che capirò presto cosa fare!”
Non finii di parlare che mi arrivò un messaggio, era Andrea: ‘Ciao, sono Andrea xD Ti andrebbe di vederci questo pom?’
Avevo detto che avrei lasciato che le cose succedano, quindi accettai.
“A che ora ti vengono a prendere i tuoi?” chiedo a Giulia dopo aver risposto al messaggio.
“Tra un’oretta credo, perché?”
“Esco con Andrea!” le dico sorridendo.
 
Lei mi da una mano a scegliere cosa mettermi per l’appuntamento, alla fine non scegliamo niente di che, anche perché io non so cosa apsettarmi da un appuntamento simile.
Arriva l’ora dell’ incontro così mi avvio verso la fumetteria, dove ci saremmo trovati. Era l’unica in quel paesino dove vivevamo, ma l’adoravamo entrambi.
Arrivai puntuale mentre lui era già lì ad aspettarmi.
“Ciao!” lo saluto appena mi vede.
“Ciao, vuoi entrare a dare un’occhiata?” mi chiede facendomi cenno alla fumetteria.
“Puoi starne certo! È da un po’ che non ci vado!” dico avviandomi verso la porta.
“Allora qual è il tuo manga preferito?” mi chiede guardando un po’ i numeri appena arrivati.
“Beh, non ho esattamente un manga preferito… diciamo che tra i più famosi i miei preferiti sono ‘Death Note’ e ‘InuYasha’, ma anche tanti altri. Però me ne piaccio molti che non sono per niente famosi…” cerco di spiegarmi.
“No, io invece adoro in assoluto ‘Naruto’ è il mio preferito da sempre!”
Continuiamo a parlare di cose in generale finché non arriviamo al parco dove ci sediamo.
“Sai penso che tu sia fantastica!” mi dice Andrea guardandomi dritta negl’occhi. Il suo sguardo mi mette in soggezione.
“Io invece pensi che avresti bisogno degli occhiali!” dico abbassando lo sguardo e incominciando a fissarmi le scarpe.
“Perché lo dici? Sei una bellissima ragazza d auna personalità fantastica!” dice cercando il mio sguardo che restava insistente sulle mie scarpe.
“Senti, non è vero! Mi trovi interessante solo perché ci piacciono le stesse cose e perché la pensiamo allo stesso modo per molte cose. Ma sinceramente non sai niente di me!” dico guardandolo negli occhi, infastidita dal suo insistere. Quello che successe dopo mi lasciò di stucco.
Appena alzai il viso incontrai le sue labbra, mi allontanai subito ma lui mi riportò di nuovo vicino a lui, avvicinò i nostri visi e mi baciò, prima piano, dolcemente, poi con più insistenza.
Io all’inizio ricambiai il bacio poi mi bloccai, migliaia di immagini riempivano la mia mente, tutte immagini di Francesco, alcune erano di quando eravamo un po’ più piccoli altre erano più recenti. Lui che sorrideva, lui che mi abbracciava, o semplicemente LUI.
Mi staccai di colpo da Andrea. “Mi dispiace. Non posso.” Gli dico e basta, poi incomincio a correre verso la stazione.
Avevo appena capito cosa significava seguire il proprio cuore.
Lui abitava nel paese accanto al mio, con la corriera ci arrivai in dieci minuti.
Mi misi a correre verso casa sua, verso il suo ristorante di famiglia. Entrai di corsa nella hall dell’agriturismo e trovai la madre di Francesco.
“Salve, si ricorda di me? Sono Alessandra. Un’amica di Francesco. Lui c’è?” chiesi ancora col fiatone.
“Certo che mi ricordo! Vai su, è in camera sua, terza porta a destra.” Disse cortese sua madre.
Corsi verso le scale e mi ritrovai davanti alla sua porta. Presi tutto il coraggio che avevo e bussai.
“Che vuoi?!” mi chiede aprendo la porta, quando vede che sono io il suo viso si trasforma in puro stupore. “Alessandra! Scusa pensavo fossi mia ma…”
Non lo lascio finire la frase e lo bacio cercando di esprimergli tutto ciò che provo.
“Ti devo parlare!” dissi sorridendogli. Lui era sempre più stupito. “Mi piaci, mi sei sempre piaciuto. Molto probabilmente sono sempre stata innamorata di te. Te lo dico solo adesso perché sinceramente prima ero troppo piccola, lo sono ancora adesso. Sono troppo giovane per pensare di dire la parola ‘ti amo’ ma la verità è che è quello che provo! O almeno è quello che credo di provare. Non mi interessa se mi ricambi o no te lo devo dire! Forse eravamo solo bambini, forse lo siamo ancora, ma ti ho giurato amore eterno otto anni e mezzo fa, non mi è mai fregato se eri stronzo, eri tu! È vero certe volte mi facevi stare di merda, ma non eri sempre così! Eri gentile! Ed io vivevo per quei momenti! Ma ora… ora tu sei sempre gentile e sei diventato il significato della mia vita!” non sapevo se mi ero spiegata ma speravo che capisse.
“Perché hai aspettato così tanto a dirmelo?” mi chiese lui con la dolcezza nella voce.
“Perché non ne sono mai stata sicura!”
“Mi hai baciato tu di nascosto?” mi chiede avvicinandosi pericolosamente a me. Io abbassai di colpo la testa imbarazzata.
“Sì… ero io.” Sussurro.
Questa volta è lui a stupirmi. Mi alza leggermente il viso con un dito e mi bacia dolcemente. “Ti amo. E me ne frego se pensi che sia presto per dirlo!”



Fine



Ciao a tutte! Mi dispiace dirvi che la storia è già finita! Non me lo aspettavo ma con la comparsa di Andrea mi era venuta questa idea e avevo decisa di usarla e poi è venuto fuori questo finale... anche se non mi piace moltissimo...
è durata davvero poco, ma spero che vi sia piaciuta ugualmente! Magari farò un'altra storia collegata aquesta in futuro ma per ora non penso...
Spero che recensirete comunque!
Voglio anche ringraziarrvi assolutamente tutti! Tutti quelli che hanno letto, quelli che hanno seguito la storia, quelli che l'hanno messa tra i preferiti e quelli nei ricordati! Ma sopratutto un grazie enorme a chi ha recensito! Mi ha fatto davvero piacere leggere le vostre recensioni!
Ad un'altra storia (spero)
Ale
 

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