Profumo di vaniglia

di LadyBones
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo uno ***
Capitolo 3: *** Capitolo due ***
Capitolo 4: *** Capitolo tre ***
Capitolo 5: *** Capitolo quattro ***
Capitolo 6: *** Capitolo cinque ***
Capitolo 7: *** Capitolo sei ***
Capitolo 8: *** Capitolo sette ***
Capitolo 9: *** Capitolo otto ***
Capitolo 10: *** Capitolo nove ***
Capitolo 11: *** Capitolo dieci ***
Capitolo 12: *** Capitolo undici ***
Capitolo 13: *** Capitolo dodici ***
Capitolo 14: *** Capitolo tredici ***
Capitolo 15: *** Capitolo quattordici ***
Capitolo 16: *** Capitolo quindici ***
Capitolo 17: *** Capitolo sedicesimo ***
Capitolo 18: *** Capitolo diciassette ***
Capitolo 19: *** Capitolo diciotto ***
Capitolo 20: *** Capitolo diciannove ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Caro Sully,

sono passati sei mesi da quando te ne sei andato nel cuore della notte. Sei mesi in cui ho sperato in un tuo ritorno. Sei mesi in cui ho cercato di ricominciare cercando di convincermi che ti avrei dimenticato ma a quanto pare mi sono solo illusa.

Ogni sera siedo nella veranda con in mano un bicchiere di vino, come vedi non ho perso la nostra piccola abitudine, cercando di immaginarti accanto a me. Sono rimasta al tuo fianco per due lunghi anni. Ti ho amato più di chiunque altro. A dire il vero non credo di aver provato un sentimento così forte prima d’ora. Mi sono messa in gioco, ho avuto il coraggio ti rischiare e tu? Tu invece che cosa hai fatto?

Mi hai lasciata sola senza darmi la possibilità di scegliere. Hai infranto ogni mia certezza, ogni mio sogno. Pensavo tu fossi diverso, fossi migliore che mi avresti potuto regalare un futuro migliore di quello che ho sempre immaginato. Credevo in noi, in te, nelle tue promesse e invece, adesso, capisco che sono state semplici parole al vento. Parole alle quali io ho dato un peso.

Ogni mattina ti dico addio, ma puntualmente ogni notte mi rimangio tutto. Non puoi neanche immaginare il dolore che provo in questo momento scrivendoti. Il dolore che provo ogni singolo giorno perché ogni cosa,ogni piccola stupida cosa, mi ricorda te.

Fa male perché ti amo.

Soprattutto fa male, perché odio me stessa per averti permesso di ridurmi in questo stato. Io la donna della razionalità fatta a pezzi dall’irrazionalità. Non posso cambiare le cose e non posso mandare indietro il tempo, è scientificamente impossibile, ma posso chiederti di tornare.

O almeno di degnarmi di una spiegazione.

Dimmi perché. Dimmi che cosa c’è che non va in me. Dimmi perché. Dimmi che cosa ti ho fatto per farti scappare. Dimmi qualcosa, qualsiasi cosa.

Ti prego.


Temperance

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Capitolo 2
*** Capitolo uno ***


Sono quasi le otto quando un uomo si avvia verso la sua auto pronto per tornare a casa dopo una lunga e stressante giornata di lavoro. Si immette nel traffico di Washington leggermente pensieroso, sperando di riuscire a rientrare prima che inizi la tanto attesa partita di hockey.

Accende la radio cercando di distendere i pensieri che per tutto il giorno gli hanno occupato la mente. Si passa una mano dietro la nuca come a voler sciogliere la tensione, per un attimo sembra riuscirci. Le canzoni continuano a susseguirsi una dopo l’altra. Improvvisamente alcune note sembrano catturare la sua attenzione. La riconosce. I don’t want to miss a thing.

Una lieve malinconia inizia ad impossessarsi del suo corpo mentre una fitta allo stomaco gli mozza il respiro. Cambia velocemente stazione dandosi dello stupido per come una semplice canzone gli faccia un effetto del genere. Jared ha ragione.

Deve cercare di andare avanti, dimenticarla e ricostruirsi una vita. Una tutta sua dove il suo ricordo non possa continuare a vivere. Sembra facile eppure è da un po’ che tra loro è finita ormai dovrebbe averci fatto l’abitudine. Lei non era quella giusta per te, continua a sentirsi dire. Già. Peccato che lui credesse il contrario.

Arrivato a destinazione parcheggia velocemente per poi scendere dall’auto e camminare in direzione del suo appartamento. Sale di corsa le scale cercando di allontanare quella strana sensazione che sembra non voglia abbandonarlo.

Raccoglie velocemente la posta gettata maldestramente sullo zerbino per poi rifugiarsi tra le quattro mura della sua nova casa. Poggia le chiavi sul mobile vicino all’ingresso per poi disfarsi del giubbotto di pelle lanciandolo sulla prima poltrona libera. Entra in cucina afferrando una birra gelata dal frigo.

Lascia che il liquido scorra lentamente lungo la sua gola assaporandone ogni piccolo sorso. Si riscuote dal suo torpore quando decide di accendere la piccola tv in soggiorno. Non è più abituato al silenzio, sembra volergli perforare i timpani disorientandolo. Sintonizza sul canale sportivo.

La partita inizierà tra una decina di minuti giusto il tempo per prepararsi la cena. Afferra un panino, lo apre in due per poi infilarci dentro quasi l’intero contenuto della credenza. Una volta soddisfatto del risultato, afferra la sua seconda birra e si sistema al centro del divano beige.

Inizia a gustare la sua cena complimentandosi con se stesso per l’ottimo risultato raggiunto prestano attenzione al gioco. Per un attimo rimpiange di non aver accettato l’invito del suo amico, ma subito si convince che è stata la scelta migliore di tutto il giorno.

Sicuramente Lance avrebbe colto l’occasione per parlare e offrirgli qualche consiglio, ma non sarebbe stato dell’umore giusto per farsi psicanalizzare. Non oggi. Per essere sinceri nessun giorno è adatto ma oggi in particolare.

Oggi sono sei mesi che lei se ne è andata.

Ricorda con esattezza il momento in cui, tornando a casa dopo il lavoro, si era fermato a comprare l’anello, convinto che era il momento perfetto. L’occasione giusta per essere ancora più felici di quanto non lo fossero già.

Quella sera, in preda ad una euforia insolita, lui le aveva chiesto di sposarlo. Vivevano insieme da quasi un anno ed erano insieme da due. Tutto questo sarebbe bastato, ma non a lui. Aveva sempre desiderato una famiglia tutta sua. Una casa con un giardino, cinque figli, un cane e naturalmente lei.

Rebecca, la donna della sua vita o almeno così credeva.

Lei al contrario non era di questa opinione. Ha rifiutato la proposta di matrimonio e dopo cinque giorni era sgattaiolata via dal loro appartamento senza dargli una spiegazione. Non che ce ne fosse stato bisogno, lui aveva capito. È sempre stato bravo con le persone, non gli ci è voluto molto per comprendere le sue motivazioni, sebbene non le accettasse.

Lui l’amava o forse è meglio dire che il ricordo di lei non se ne è mai andato. Neanche adesso che per evitare di impazzire del tutto aveva deciso di cambiare casa. È già trascorso un mese dal suo trasloco anche se non si è ancora abituato all’idea di vivere in un luogo diverso.

Perso nei suoi pensieri continua a fissare la tv senza seguire realmente le dinamiche del gioco. Si passa una mano sugli occhi consapevole che un’altra giornata è trascorsa e che un’altra notte insonne lo attende.

Lentamente si solleva dal divano cercando di dare una ripulita quanto inavvertitamente urta il piccolo tavolino posizionato davanti a sé. La pila di lettere che aveva raccolto entrando in casa cade sul pavimento color nocciola.

Si piega su se stesso raccogliendole velocemente quando una di esse attira la sua attenzione. Una scrittura femminile molto delicata e raffinata. La rigira tra le mani notando solo adesso che non è lui il destinatario di quella lettera, probabilmente doveva essere indirizzata al vecchio inquilino dell’appartamento.

Decide di posarla sulla mensola in modo da ricordarsi di farla recapitare alla persona interessata. La fissa ancora per un attimo per poi andare in bagno. Lentamente si disfa dei jeans e della t-shirt, indossa il pantalone di una vecchia tuta e si fissa per un momento nello specchio. Quasi stenta a riconoscersi.

Spegne le luci e si infila nel suo comodo letto fissando il soffitto. Come ogni sera inizia a rigirarsi da una parte all’altra sperando che il sonno lo assalga ma senza nessun risultato. Fissa ancora una volta il soffitto, poi, preso da un impulso di curiosità si alza dal letto e, come guidato da una forza misteriosa, afferra la busta posata sulla mensola.

Ritorna in camera e sistemandosi il cuscino dietro la schiena inizia ad osservarla. Sembra piccola e fragile tra le sua grandi mani. La apre guardandosi intorno come per paura che qualcuno lo scopra con il corpo del reato, conscio di invadere la privacy di una persona a lui del tutto sconosciuta.

Inizia a leggerla una volta. Due. Tre. Quelle parole gli scivolano addosso lasciando un segno invisibile ad occhio nudo sulla sua pelle. La ripiega e la sistema sul comodino e facendo un bel sospiro si lascia cullare dal lieve odore di vaniglia sprigionato da quelle righe scritte con il cuore.

Quella notte, dopo molto tempo, finalmente, Seeley riesce ad addormentarsi serenamente con la consapevolezza di non essere poi così solo. Da qualche parte lì fuori, un’altra anima ferita, sta cercando di guarire le sue profonde ferite.

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Capitolo 3
*** Capitolo due ***


Seduta davanti alla finestra della sua camera, Temperance inizia a spazzolarsi i capelli bagnati intenta a fissare un punto lontano oltre l’orizzonte. È avvolta nel suo accappatoio color pesca avvertendo una sensazione di freschezza dovuta al bagno rigenerante che è solita concedersi alla fine di ogni giornata.

Lentamente si risveglia dal suo torpore iniziando ad asciugare la pelle ancora leggermente bagnata. Si avvicina all’armadio prendendo un paio di pantaloncini in jeans e una canotta blu. Sistema i capelli umidi in un piccolo chignon per poi scendere al piano inferiore.

La casa è perfettamente ordinata e un lieve odore di biscotti alla cannella invade le stanze. Entra in cucina versandosi del vino rigorosamente rosso. Poggia le mani sul marmo freddo sbirciando dalla finestra che da sul piccolo cortile. Intravede delle figure camminare lungo il vialetto.

Si avvia verso l’ingresso aprendo loro la porta.

“Ciao tesoro..” la saluta l’amica abbracciandola.

“Ciao ragazze..entrate vi stavo aspettando!” ricambia il saluto facendole accomodare nel salotto.

Come sono solite fare da un paio di mesi a questa parte, ogni venerdì si riuniscono a turno nella casa di ognuna di loro con l’intento di discutere dei libri. Un club del libro l’aveva definito sua zia, in realtà tutti sapevano, lei compresa, che più che altro quello era un modo per starle vicino ed evitare che facesse qualche pazzia. Non che qualcuno l’avesse ritenuto possibile.

Tutti sapevano che lei non era il tipo da fare pazzie per amore, ma come si dice, in questi casi la prudenza non è mai troppa.

Sono tutte sedute con i loro libri in mano mentre Temperance sistema sul tavolino del vino e qualcosa da mangiare. Afferra un cuscino sedendosi poi a sua volta sul pavimento freddo.

“Allora possiamo iniziare, chèrie?” chiede Caroline, una donna robusta e sicura di sé.

“Si, certo zia! A te l’onore!” sussurra Temperance sollevando il bicchiere nella sua direzione.

“Per essere precisi toccherebbe a te, tesoro. La casa è tua quindi sei tu che devi iniziare, tecnicamente parlando!” afferma Angela lievemente titubante.

“Ehm..cosa dovrei dire?” chiede perplessa la padrona di casa.

“Prova ad iniziare dicendo che cosa pensi della storia!” la incoraggia Camille sistemandosi meglio sul divano.

“Ah..va bene..ehm..ecco..io credo che sia una bella storia..” risponde Temperance scrollando le spalle.

“Una bella storia? Tutto qui?” le chiede Cam con aria interrogativa.

“Si! È ben scritta ed è molto fluida però non credo sia molto fattibile, andiamo nessun uomo farebbe tanta strada per trovare una donna vista solo su una fotografia.” afferma sicura Temperance.

“E’ romantico e poi quella foto lo ha salvato tante di quelle volte. È il suo portafortuna! Incontrare quella donna misteriosa è anche un modo per ringraziarla.” sorride Angela sorseggiando del vino.

“E poi nella vita bisogna pur lasciarsi guidare dall’istinto, chèrie! Tra l’altro credo che a qualcosa sia servito, no?” alza un braccio in cerca di appoggio che ovviamente non tarda ad arrivare.

“Si, Caroline ha ragione. Se il protagonista non avesse seguito il suo cuore non avrebbe mai incontrato la donna della sua vita. Sarebbe stato un vero peccato.” riflette per un attimo Cam.

“Io credo che bisogna ponderare ogni scelta basandosi sulla razionalità altrimenti si rischia di commettere un errore. Nel caso del libro si è arrivati al lieto fine ma non sempre le cose vanno in questo modo.” Sussurra Temperance abbassando lo sguardo.

“Il fatto che la tua storia sia finita male e tu sia rimasta scottata non vuol dire che le cose vadano sempre in questo modo, chèrie!” afferma Caroline accarezzando il braccio teso della nipote.

“Forse hai ragione, ma questo non vuol dire che debba cambiare il mio modo di essere.” afferma Temperance stringendo il pugno fino a far diventare le nocche bianche.

“Nessuno ti ha chiesto questo, tesoro!” la rassicura Angela andandosi a sedere al suo fianco.

La serata trascorre serenamente evitando in tutti i modi possibili di ritoccare l’argomento Sully sapendo che racchiudeva dentro di sé ancora molte ferite nascoste e parecchio profonde.

Una volta rimasta sola Temperance inizia a risistemare il piano inferiore della casa. Una volta terminato spegne le luci e si avvia in camera. Dentro l’enorme letto inizia ad avvertire il peso della solitudine mentre le parole di poco prima le invadono la mente.

È troppo agitata per dormire così afferra un foglio e una penna. Inizia a scrivere. Scrive parole che mai avrebbe immaginato di dire ma che inavvertitamente diventano pesanti da nascondere.



Caro Sully,

è l’una di notte e non riesco a prendere sonno. La mia mente continua a vagare lungo il viale dei ricordi mentre una morsa al petto mi impedisce di respirare normalmente.

Ricordo come fosse ieri i primi mesi insieme. Eravamo felici, dicevi di amarmi. Mi riempivi di attenzioni come se fossi la cosa più preziosa al mondo. Poi le cose sono iniziate a cambiare lentamente.

Non so che cosa sia successo. Lo sai non sono brava a capire gli altri.

Ho capito solo che mi volevi diversa. Diversa da quella che sono. Volevi che abbandonassi la mia perenne razionalità che mi aprissi con te. Volevi che fossi più spontanea, che ti dicessi quanto ti amassi. Volevi che fossi perfetta.

Ci ho provato ma a quanto pare non ci sono riuscita. Io non posso cambiare.

Mi dispiace.

Avrei voluto davvero poter essere all’altezza, ma non ci sono riuscita. L’ho capito adesso di aver sbagliato però sto cercando di riparare in qualche modo.

Quindi, te lo chiedo per favore, se è vero che mi ami, torna da me.

Torna.


Temperance.

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Capitolo 4
*** Capitolo tre ***


E' passato un pò di tempo dall'ultima volta che ho pubblicato, spero di poter leggere qualche vostro commento!! Fatemi sapere se vale la pena andare avanti! :) Buona lettura a tutti!!




È pomeriggio inoltrato quando Seeley termina di lavorare. Essendo ancora presto e non avendo alcuna voglia di tornare a casa decide di andare a correre per poter schiarirsi le idee ma soprattutto per allentare la tensione degli ultimi giorni.

Entra in auto e afferra il borsone infilato sotto il sedile del guidatore, quello per le emergenze. Era così che lo chiamava. Amava correre ma soprattutto amava la sensazione di libertà che gli trasmetteva così, qualche tempo fa, aveva deciso di tenere un borsone con tutto l’occorrente in auto, in caso ne avesse avuto bisogno.

Quel giorno è arrivato. Si cambia velocemente ringraziando il cielo di avere un auto con i vetri molto scuri. Si sistema i capelli leggermente arruffati specchiandosi ancora per qualche secondo. Soddisfatto della sua trasformazione sistema nuovamente il borsone per poi scendere dall’auto come se nulla fosse.

Inizia a correre lasciando che la sua mente venga invasa dai ricordi. Un piede dietro l’altro e i flashback si fanno sempre più intensi.

Era appena tornato a casa in licenza. Si trovava in stazione, una sera come un’altra in fin dei conti, se non fosse stato per quello scontro. Un attimo di distrazione ed aveva finito per urtare qualcosa. O meglio, qualcuno. Un angelo biondo, era quello che aveva pensato vedendola chinata a raccogliere alcuni oggetti fuoriusciti dalla sua borsa durante l’impatto.
“Ehi stia un po’ più attento!” grida la donna ancora accovacciata.
“Mi scusi, non l’avevo vista..” sussurra lui lievemente imbarazzato prestandosi ad aiutarla.
Alzano entrambi lo sguardo mentre le loro dita si sfiorano impercettibilmente.
“Ho notato..” sorride lei divertita.
Continua a fissarlo per un attimo poi si risistema la borsa su una spalla e si alza in piedi.
“Arriva o se ne va?” chiede indicando i treni.
“Sono appena arrivato!” le risponde guardandola di traverso.
“In questo caso..piacere Rebecca!” sorride allungando la mano speranzosa.
“Seeley, piacere!” sussurra stringendo quella mano delicata.


Aumenta la velocità cercando di rimanere lucido. Piccole goccioline di sudore iniziano a scivolargli lungo la schiena e la gola si secca sotto il peso dei ricordi. Si passa una mano sugli occhi cercando di allontanare quella sensazione di tristezza che inizia ad invadergli tutto il corpo.

È mattina presto quando lentamente riapre gli occhi. La vede. Sono stesi sul letto uno accanto all’altra. Pensa a quanto sia bella mentre dorme. Non vuole svegliarla ma la voglia di baciarla, nonostante lo abbia fatto tutta la notte, è incontrollabile. Si avvicina lentamente cercando di non fare rumore per poi posare delicatamente le labbra su quelle di lei.
“Buon giorno!” sussurra Rebecca aprendo leggermente gli occhi ancora assonnati.
“Giorno..mi spiace averti svegliata!” le sorride Seeley accarezzandole la spalla nuda.
“Mmm..forse potrei perdonarti..” afferma maliziosa.
“E sentiamo cosa dovrei fare per essere perdonato?” le chiede stando al gioco.
“Forse una cosa ci sarebbe!” gli risponde facendosi più vicina a lui.
Seeley le sorride per poi catturarle le labbra in un nuovo e più profondo bacio.


La testa inizia a girargli e il respiro è notevolmente accelerato ma imperterrito continua per la sua strada. Non vuole tornare a casa. Non adesso che aveva aperto quella porta così difficile da chiudere, ignorare ma, soprattutto, da dimenticare.

Era un martedì sera quando tornando da lavoro era stato attratto dalla vetrine di una gioielleria. Non sapendo bene perché aveva deciso di entrarci. Ci era rimasto per una decina di minuti, poi era uscito ed era tornato a casa. Lei lo stava aspettando a casa, come ogni sera.
“Rebecca? Sono a casa!” grida entusiasta.
“Tesoro finalmente sei arrivato!” gli corre incontro buttandogli le braccia al collo.
“Ho una sorpresa per te!” le sussurra baciandola.
“Che cos’è?” gli chiede curiosa ricambiando il bacio.
Lui la afferra per la vita spingendola verso il salotto. La fa sedere sul divano mentre lui si sistema sul tavolino di fronte a lei. Le accarezza le labbra con un dito sentendo il suo cuore battere ad una velocità impressionante.
“Rebecca, stiamo insieme da due anni..due anni bellissimi. Adesso viviamo insieme e siamo felici..” le sorride.
“..molto felici..” gli accarezza una guancia.
“Si, molto felici. Tu lo sai, io ti amo. Ti amo con tutto il cuore e so che potremmo essere ancora più felici di quanto non lo siamo già..” si ferma cercando di interpretare le sue emozioni.
“Come?” gli chiede lei senza riuscire a capire il senso di quelle parole.
“Rebecca vuoi sposarmi?” le chiede tirando fuori una piccola scatolina blu mostrandole il suo prezioso contenuto.
Lei resta immobile continuando a fissare l’anello cercando di metabolizzare il significato di quella domanda. I suoi occhi si velano di lacrime.
“Io..Seeley..non..n-non credo di essere pronta per questo..” sussurra abbassando lo sguardo.
“Io credevo che..comunque puoi pensarci..non devi dirmi subito di si..insomma..” inizia a balbettare cercando di capire dove o cosa avesse sbagliato.
“Io..mi dispiace..” si alza dal divano e ignorandolo si rifugia nella sua camera.
“Rebecca, aspetta!” si alza a sua volta andandole incontro.
Continua a bussare alla porta con la speranza che lei lo faccia entrare ma è tutto inutile. Quella notte lei resterà chiusa nel suo silenzio mentre lui inizierà a rigirarsi nel letto maledicendosi per come aveva fatto precipitare le cose.


Una fitta lancinante al fianco lo obbliga a fermarsi mentre cerca disperatamente di respirare regolarmente. Si piega in due per il dolore. Prova a risollevarsi e solo quando è in grado di reggersi in piedi e camminare si riavvia verso la macchina.

Forse correre non è stata una buona idea, forse avrebbe dovuto restare a casa seduto davanti alla tv con in mano una bella birra ghiacciata. Purtroppo ciò che è fatto è fatto ma ciò non toglie che possa farlo adesso.

Con questo pensiero in testa sale sul suo SUV e si immette nel traffico di Washington. Una curva dopo l’altra arriva a destinazione. Parcheggia e sale velocemente le scale fino a raggiungere il suo appartamento, come per paura di essere inseguito ancora dai fantasmi del suo passato.

Arriva davanti l’ingresso, afferra la solita pubblicità lasciata incustodita sul suo zerbino per poi chiudersi la porta alle spalle tirando un sospiro di sollievo. Poggia le chiavi sul mobile e si avvia in cucina con ancora in mano tutte quelle carte colorate.

Si avvicina alla spazzatura e le butta via senza pensarci due volte poi in pace con se stesso prende una bottiglia di birra portandosela alle labbra. Lascia vagare lo sguardo per tutta la stanza.

È un attimo. I suoi occhi vengo attratti da una lettera tra la spazzatura. Riconosce la scrittura spigolosa. Senza pensarci due volte la prende tra le mani. Lasciando la birra sul tavolo della cucina si avvia in salotto. Lentamente inizia a leggere.

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Capitolo 5
*** Capitolo quattro ***


Rieccomi con un nuovo capitolo!! Fatemi sapere che cosa ne pensate! Buona lettura! :)



La notte per Temperance è trascorsa molto velocemente tra un’emergenza e l’altra. Ha le gambe indolenzite a causa dell’intervento di sei ore che ha effettuato. Risistemare le ossa di una ragazza sedicenne caduta dal tetto di casa sua, un’operazione facile si era detta, peccato per quell’embolo che ha complicato la situazione rischiando di farle perdere la paziente. Senza aggiungere il gran mal di testa dovuto ai suoi specializzandi che hanno continuato a girarle intorno come le api con il miele con la speranza di poterla assistere.

Quando lei era una specializzanda non aveva dovuto ricorrere a tutta quella pressione né tanto meno a tutta quella lotta che si veniva a creare puntualmente, ogni volta che si presentava un caso nuovo. Non ne aveva bisogno lei era sempre stata la migliore e questo le garantiva un posto sicuro in sala operatoria.

Continuando a pensare a quel periodo ormai andato si disfa della borsa e della giacca poggiandole sul primo gradino della scala che porta al piano di sopra per poi percorrerla e rifugiarsi nella sua camera. Ancora tutta vestita si sdraia pigramente sul letto a pancia in su.

Sente le palpebre farsi sempre più pesanti e mentre si lascia cullare dolcemente dal sonno il sole inizia a fare capolino tra i tetti delle case.

È una sera d’estate, fa caldo nonostante la pioggia continui a picchiettare imperterrita contro i vetri delle finestre. Lei dorme tranquillamente rannicchiata su un fianco stringendo un lembo del cuscino mentre un piccolo sorriso le si dipinge sul volto.

Lui è in piedi vicino al bordo del letto. È pronto per uscire sebbene siano solo le tre di notte. Nella mano stringe un borsone mentre nell’altra un foglietto che lascia scivolare sul materasso. La guarda un’ultima volta per poi scendere silenziosamente le scale. Afferra la maniglia della porta e fa per uscire ma si blocca, si volta un attimo.

“Mi dispiace!”

Velocemente si chiude la porta alle spalle e sparisce nell’oscurità della notte.

Temperance si rigira nel letto e con una mano inizia a tastare l’altra parte del materasso. Le sue dita, con grande sorpresa, sfiorano la carta ruvida. A quel contatto lentamente apre gli occhi notando l’assenza dell’uomo che fino a qualche ora fa occupava l’altra metà del letto.

Si mette a sedere afferrando il pezzo di carta piegato in due. Lo apre ed inizia a leggerne il contenuto.

Addio.

Una semplice parola che la travolge come un treno in piena corsa mentre i suoi occhi si riempiono di calde lacrime. Velocemente si alza dal letto andando verso l’armadio. Apre convulsamente tutte le ante notando la mancanza dei suoi vestiti. Passa così ai cassetti. Niente. Il bagno. Niente.

Erano sparite tutte le sue cose.

Una morsa inizia ad attanagliarle la gola impedendole di respirare normalmente. Corre giù per le scale sperando di essersi sbagliata. Sperando che fosse solo uno stupido sogno. Inizia a chiamarlo.

“Sully..Sully dove sei?”

Nessuna risposta.

“Se è uno scherzo è di cattivo gusto..per favore!”

Ancora nessuna risposta. Apre la porta ed esce sul portico sperando che fosse seduto lì fuori. Lui però non c’era. Non era in camera, in bagno o in qualunque altra stanza della casa né tanto meno seduto sulla poltrona del portico. Nulla.

Se ne era andato lasciandola sola e con un biglietto con su scritto una sola piccola parola. Le lacrime adesso iniziano a scendere velocemente sulle sue guance arrossate e senza pensarci attraversa il portico lasciando che la pioggia la investa. Priva di forze si lascia cadere a terra, le mani poggiate sul vialetto lastricato, la testa china, le spalle scosse dai singhiozzi.

“Te ne sei andato anche tu..”


Quelle parole le rimbombano in testa costringendola a svegliarsi. Scatta a sedere sul letto portandosi una mano agli occhi. Respira lentamente cercando di riprendere il battito normale del suo cuore.

Quando sembra finalmente esserci riuscita allunga la mano verso la sveglia.

Mezzogiorno.

Si alza dal letto ancora scombussolata dall’incubo appena fatto dovrebbe mettere qualcosa nello stomaco ma non ne ha alcuna voglia. Lascia scivolare lo sguardo per tutta la stanza e finalmente decide il da farsi.

Sarebbe andata a farsi una bella doccia rilassante per distendere la tensione dei muscoli e poi avrebbe scritto. Si volta verso il comodino, apre il primo cassetto e tira fuori la carta stampata e la penna.

Avrebbe tentato ancora. Questa volta, però, sarebbe stata l’ultima.

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Capitolo 6
*** Capitolo cinque ***


 

Nuovo capitolo in arrivo! Buona lettura a tutti!



Domenica mattina. Il suono della sveglia si propaga per tutta la camera da letto. Seeley si rigira nel letto allungando un braccio verso il comodino cercando a tentoni quel ingegno infernale. Lo trova e lo spegne con un po’ troppa foga, facendolo finire sul pavimento con un tonfo.

“Dannazione!”

Controvoglia si mette a sedere sul bordo del letto. Si passa una mano sugli occhi. Lentamente si sporge fino ad arrivare ad afferrare i pezzi sparsi qua e la della sveglia. Posa tutto sul comodino consapevole di doverne comprare al più presto un’altra. La terza in un mese, avrebbe dovuto darsi una controllata o avrebbe finito per spendere il suo stipendio nel comprare tutte quelle sveglie.

Entra in bagno ancora leggermente pensieroso. Si guarda allo specchio ancora assonnato per poi disfarsi di tutti gli indumenti ed infilarsi sotto il getto di acqua calda della doccia. Poggia la testa e le mani sulle mattonelle fredde del muro lasciando che l’acqua gli scivoli lungo la schiena.

La sua mente viene catturata da mille pensieri che iniziano a rigirargli in testa come se fossero piccole schegge impazzite. Questa volta, però, il centro di tutta quella confusione sembra essersi spostato. Non è più la donna dai capelli biondi che gli ha spezzata il cuore ma la donna senza volto.

L’anima con le ali spezzate e il cuore sanguinante.

Da giorni non fa altro che chiedersi che aspetto e che colori avesse ma nulla sembra mai avvicinarsi all’immagine che le sue lettere danno di lei. Continua a pensare a quanto possa sentirsi sola e priva di forze e ogni volta che quel pensiero si fa strada in lui, una insensata voglia di stringerla fra le braccia che lo travolge come un’ondata violenta.

Velocemente si riscuote da quei pensieri. Esce dalla doccia avvolgendosi un asciugamano sui fianchi per poi dirigersi verso la camera da letto dove velocemente si riveste.

Dopo aver bevuto una tazza di caffè afferra le chiavi dell’auto. Di solito le domeniche mattine le lasciava libere per poter trascorrere del tempo con suo fratello sebbene il più delle volte finivano con il litigare. Nonostante questo continuavano a volersi bene e ovviamente a ripetere le loro giornate tra uomini.

Così quella mattina avevano deciso di incontrarsi al parco per poi pranzare insieme parlando del più e del meno. Tuttavia, sapeva bene che non avrebbe potuto fare a meno di sentire la solita predica, cosa che suonava tremendamente assurda visto e considerato che il fratello maggiore era lui.

Nonostante questo lo lasciava fare perché, doveva ammetterlo, era bello vedere Jared preoccuparsi per lui. Quel pensiero gli fa spuntare il sorriso sulle labbra. Il primo dopo chissà quanto tempo.

Dopo una decina di minuti arriva al suo appuntamento.

“Ehi fratellino..” lo saluta dandogli una pacca sulla spalla.

“Seeley..ti trovo in forma..” gli sorride Jared.

“Si..bè..mi sto dando una regolata..” scrolla le spalle.

“E’ un buon segno, sono contento.” afferma il fratello guardandolo negli occhi.

“Già così pare. Allora come vanno le cose?” gli chiede cercando di cambiare discorso più che per curiosità.

“Alla grande, anzi volevo farti una proposta..” gli dice titubante.

“Mmm..sentiamo..” gli risponde Seeley cercando di capire dove voglia arrivare.

“Ho deciso che andrò a fare un viaggio in India..verresti con me?” afferma tutto d’un fiato leggermente emozionato.

“In India?” chiede perplesso il fratello maggiore.

“Siiii! Non credi sia emozionante? Io e te su una moto..avanti non puoi dirmi di no..” implora Jared.

“Non so che dire..” afferma sinceramente Seeley.

“Di di si!” gli risponde.

“E se ti dico che ci penso?” si arrischia a dire.

“Basta che non ci metti troppo!” sorride divertito.

La giornata continua tranquillamente e quando finalmente torna a casa Seeley non vede l’ora di stendersi sul divano con la sua fedele bottiglia di birra.

Si è appena sistemato con i piedi sul tavolino mentre con il telecomando inizia a fare zapping. Continua a pensare alla proposta di suo fratello indeciso se accettare o meno. Deve ammettere di essere parecchio
allettato dall’idea. Dovrebbe chiedere un permesso speciale in caserma ma non sarebbe quello il problema. Ce la farebbe a resistere tutto quel tempo fuori casa?

Non ha il tempo di continuare a pensarci che sente qualcuno bussare alla porta. Controvoglia si alza dal divano poggiando la birra sul tavolino per poi avviarsi verso l’ingresso. Si ritrova davanti il vicino di casa, un uomo brizzolato, sulla sessantina.

“Salve signore, mi spiace disturbarla a quest’ora ma per sbaglio ho preso la sua posta.” sussurra l’uomo leggermente in imbarazzo.

“Non si preoccupi. Grazie, arrivederci.” Gli risponde gentilmente.

Guarda la busta bianca tra le sue mani e un senso di familiarità inizia ad invadergli il corpo nel notare quella scrittura femminile. Spegne la televisione e si risistema sul divano. L’avrebbe letta come le precedenti ma per farlo voleva l’assoluto silenzio intorno a lui. Solo così avrebbe potuto assaporare ogni sensazione ed emozione che quelle parole riuscivano a sprigionare.

Dopo averla letta con calma la ripiega e va a conservarla nel cassetto del suo comodino insieme alle altre. Poi afferra il telefono e compone velocemente un numero. Attende pazientemente fino a quando non sente una voce femminile rispondergli dolcemente.

“Salve in che cosa posso esserle utile?”

Ci sono volte nella vita in cui bisogna lasciarsi andare e seguire l’istinto, senza pensare a quali potrebbero essere le conseguenze..

“Vorrei un biglietto per Wilmington. North Carolina.”

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Capitolo 7
*** Capitolo sei ***




Nella vita ci sono cose che imparerai da qualcuno più grande di te, altre le imparerai con l’esperienza ed altre ancora le imparerai solo sbagliando e altre, invece, non le imparerai mai.

Seeley sa per certo che di errori nella sua vita ne ha fatti molti, alcuni poteva evitarli altri erano invece inevitabili nonostante tutto non è pentito delle sue scelte. Lo hanno fatto crescere in fondo, anche se alcune continuano a bruciargli sotto la pelle.

È quello che continua a pensare seduto su una delle tante poltrone dell’aeroporto. Con lo sguardo inizia a scrutare nervosamente la folla fino a quando non intravede due volti familiari venirgli incontro. Si alza e li raggiunge a metà strada.

“Ciao ragazzi..eccovi finalmente!” sorride salutando suo fratello Jared e il suo amico Lance.

“Sei ufficialmente diventato matto?” chiede l’amico.

“Hai intenzione di suicidarti buttandoti sotto un treno?” chiede il fratello apprensivo.

“Sono contento anche io di vedervi, comunque no non sono impazzito e no, non ho intenzione di buttarmi sotto un treno visto e considerato che qui ci sono solo aerei!” afferma portandosi una mano su un fianco e guardandoli scioccato.

“Ottima osservazione!” concorda Jared leggermente perplesso.

“Allora che cosa ci facciamo qui?” sussurra Lance spaesato.

“Semplice siete venuti a salutarmi visto che sto per partire..” afferma fiero di sé Seeley.

“Oh..parti?” chiede ancora più perplesso Jared.

“Si di solito è questo che si fa in un aeroporto.” risponde il fratello maggiore indicando con un dito l’ambiente circostante.

“Comunque dicevo che sto per partire andrò in North Carolina..diciamo per una missione..” afferma lievemente imbarazzato.

“Che tipo di missione?” chiede stupido l’amico.

“Ah..ehm..non ha importanza..sappiate che resterò via uno o due giorni niente di più, quindi non state in pensiero..” sorride cercando di rassicurarli.

“Non si tratterà mica di quelle lettere di cui mi hai parlato..” indaga Sweets pensieroso.

“No! Si! Forse..devo andare l’aereo sta per partire..” si affretta a tagliare corto Seeley.

“Ehi aspetta quali lettere?” chiede incuriosito Jared.

“Niente di importante ti spiego tutto quando ritorno..ciaooo!” grida salutandoli con la mano e allontanandosi sempre più velocemente.

“Scappare non aiuta a risolvere la situazione e poi che cosa ti aspetti di trovare una volta lì?” chiede Lance imperterrito nonostante sia consapevole che non potrà ascoltarlo lontano com’è.

“Ok qualcuno potrebbe gentilmente informarmi di quello che sta succedendo?” chiede spazientito Jared senza che nessuno, però, gli presti attenzione.

Una volta preso posto sull’aereo, Seeley inizia a pensare se quella sia la decisione giusta. In fondo non conosce affatto quella donna se non per quelle poche righe che continua a rileggere come a voler cercare qualche dettaglio che sia sfuggito.

E se non la trovasse? O se lo scambiasse per un maniaco? D'altronde che diritto ha lui di entrare in quel modo nella vita di un’altra persona che per giunta sta attraversando un periodo così difficile?

Nessuno si continuava a ripetere quasi come fosse un mantra. Eppure aveva deciso di mettersi in gioco, quindi l’unica cosa che gli restava da fare era giocare sebbene rischiasse di ferire e ritrovarsi a sua volta ferito.



************




Respirare. È quello di cui ogni tanto tutti noi abbiamo bisogno e non mi riferisco al semplice atto di immettere ossigeno nel nostro corpo, no. Mi riferisco al fatto che molti di noi, spesso, sentono l’esigenza di voltare pagina e provare a sentire quel nuovo odore di cui la nostra vita si impregna e a cui ti aggrappi irrimediabilmente.

Sono le sei del pomeriggio e Temperance è seduta in cucina con una tazza di tè verde in mano. Tra un paio d’ore inizia il suo turno in ospedale quindi ha deciso di concedersi un attimo di relax prima di buttarsi nella mischia.
È intenta a disegnare piccoli cerchi concentrici con il cucchiaino quando il telefono inizia a squillare facendola sobbalzare.

“Pronto?” risponde lievemente irritata.

“Ciao cheriè..non ti disturbo, vero?” chiede gentilmente la donna all’altro capo del telefono.

“No, certo che no zia..” la rassicura Temperance tornando ad occuparsi dei suoi cerchi.

“Bene, perché ti volevo ricordare che venerdì c’è il nostro solito incontro a casa mia..” afferma decisa Caroline.

“Zia sei consapevole del fatto che siamo ancora a lunedì? Io non dimentico mai nulla, puoi stare tranquilla..” le risponde tranquillamente Temperance.

“Si ma non si sa mai, alle volte è meglio precisare le cose..” ribadisce convinta.

“Sai alle volte non riesco proprio a capirti..” sussurra lievemente perplessa.

“Tranquilla cheriè, ancora non è nata la persona capace di comprendermi..” afferma per poi scoppiare in una lieve risata.

Temperance rimane leggermente interdetta, il braccio con il cucchiaino a mezz’aria sta per rispondere ma si blocca quando il suono del campanello si spande per tutta la casa.

“Ehm..zia scusami ma devo lasciarti, hanno suonato..” afferma velocemente.

“Vai cheriè, potrebbe essere il destino che bussa alla tua porta..meglio non far aspettare..” sussurra maliziosa.

Temperance velocemente chiude la chiamata scuotendo la testa. Quella donna prima o poi la farà impazzire, ne è convinta. Poggia cucchiaino e telefono sul tavolo della cucina per poi dirigersi verso l’ingresso.

Afferra la maniglia e la lascia girare. Lentamente spalanca la porta ritrovandosi davanti uno sconosciuto dai capelli corti. Vestito con semplici jeans, una t-shirt e un giubbotto di pelle. Un paio di occhiali gli incorniciano il volto impedendole di guardarlo negli occhi.

“Salve..” sussurra lei.

“Salve, mi spiace disturbarla, stavo cercando la signorina Temperance Brennan..” afferma l’uomo leggermente imbarazzato.

“L’ha trovata, sono io!”




Nota dell'autrice:

Ammetto di essere in ritardo nel postare il capitolo ma le vacanze non mi hanno lasciato un attimo di tempo così ne approfitto adesso per aggiornare! Spero che questo capitolo vi piaccia...i nostri protagonisti si stanno per incontrare, chissà che cosa succederà!

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Capitolo 8
*** Capitolo sette ***


Wilmington, North Carolina ore sette e trenta.

Il sole sta lentamente tramontando quando Seeley esce dalla sua camera d'albergo. L'aereo è atterrato in perfetto orario quindi ha avuto il tempo di rinfrescarsi e pensare. Soprattutto pensare. Molte volte è stato tentato di tornare indietro ma qualcosa dentro di lui lo ha sempre bloccato.
Ora che è davanti alla piccola casa bianca non può più avere ripensamenti, così tira un profondo sospiro per prendere coraggio.
Attraversa la strada picchiettando le dita sulle gambe per sciogliere la tensione. Percorre il vialetto di ghiaia fino ad arrivare dinanzi la porta di un color gianduia. Suona lievemente per poi abbassare lo sguardo ed attendere paziente che qualcuno gli apra.
Dopo un minuto per lui interminabile una giovane donna dai lunghi capelli castani e due occhi azzurri come il cielo d'estate gli apre la porta sorridendo appena. Indossa un paio di jeans che le fasciano le gambe e una canottiera turchese con i bordi in pizzo. Lui continua a guardarla da sotto i suoi occhiali da sole.
“Salve..” sussurra lei
Seeley rimane incantato dal suono della sua voce fino a quando lo avverte. Avverte quel profumo che per tutto questo tempo gli ha fatto compagnia durante le sue notti insonni facendolo sentire a casa. Vaniglia.
Non ci sono dubbi. È lei la donna che sta cercando.
“Salve, mi spiace disturbarla, stavo cercando la signorina Temperance Brennan..” afferma, nonostante non ce ne sia alcun bisogno, leggermente imbarazzato senza riuscire a distogliere lo sguardo su di lei.
“L’ha trovata, sono io!” afferma sorridendogli.
Lui sorride per la prima volta mentre lei lo invita ad entrare facendolo accomodare in salotto.
“Mi spiace piombarle così in casa, io sono Seeley Booth..” sussurra allungando la mano.
“Piacere di conoscerla..prego si accomodi!” afferma ricambiando la sua forte stretta di mano.
“Ecco dovrei parlarle ma non so da dove cominciare..” le dice togliendosi gli occhiali da sole svelando due caldi e profondi occhi nocciola.
“Provi ad iniziare dal principio!” lo incoraggia lei restando incantata dal suo sguardo.
Sul volto di Seeley compare una smorfia sperando di riuscire ad andare fino in fondo al suo discorso possibilmente senza ferire la donna che gli siede di fronte, i cui occhi sembrano celare profondi segreti e vecchie ferite.
“Io abito a Washington e da quasi un mese mi sono trasferito in un nuovo appartamento..” afferma lui abbassando lo sguardo.
Il volto di Temperance si trasforma in una maschera di perplessità non riuscendo a cogliere il significato di quel discorso.
“..qualche settimana fa ho iniziato a ricevere delle lettere..” continua lui cercando allo stesso tempo di decifrare le reazioni della donna.
“Ehm..non credo di riuscire a seguirla..” afferma Temperance sfregandosi una mano contro l'altra.
Seeley la osserva per un attimo notando quanto sia bella seduta su quel divano, le spalle rivolte alla finestra, dalla quale filtra qualche debole raggio del sole non ancora del tutto tramontato, risaltando ancora la di più la sua pelle incredibilmente chiara.
Lentamente infila una mano nella tasca interna della giacca tirando fuori delle buste bianche e leggermente stropicciate. Le posa delicatamente sul piccolo tavolino al centro della stanza che fa da ostacolo tra di loro.
Nel vederle gli occhi di Temperance si posano velocemente su di loro e poi su di lui e viceversa senza però riuscire a dire nulla.
“Mi spiace doverle dire che purtroppo le lettere non sono arrivate al vero destinatario. Aveva già lasciato l'appartamento!” sussurra debolmente in preda all'imbarazzo.
“So-sono aperte?!?” chiede incredula cercando di reprimere le lacrime che iniziano a pungerle gli occhi.
“Ah..ehm..io..ecco..si, sono aperte..” ammette Seeley abbassando lo sguardo.
“Per quale motivo?” continua con le domande mentre automaticamente si alza per andarsi a sistemare dietro il divano come a volersi proteggere.
Quel gesto non sfugge all'uomo.
“Non lo so..all'inizio per curiosità poi ecco..” cerca di trovare le parole giuste che però non sembrano voler arrivare.
“Le ha lette?” le mani di Temperance iniziano ad aumentare la stretta intorno alla carta bianca.
“Si..devo scusarmi per questo..so che non avevo alcun diritto di farlo..quindi le chiedo scusa..”
afferma Seeley alzandosi in piedi facendo un passo nella sua direzione.
“Si infatti! Lei non aveva alcun diritto..è privacy..lei ha violato la mia vita..” gli risponde alzando la voce cercando di incutergli timore mentre la rabbia si impossessava di lei.
“Lo so perfettamente..mi deve scusare..io” continua Seeley cercando di calmarla.
“NO! Fuori, se ne vada e non si faccia vedere mai più..” questa volta gli occhi le si velano di lacrime mentre si dirige verso la porta aprendola con foga.
Lui decide di assecondarla sapendo di aver fatto abbastanza danni e di averla irrimediabilmente ferita.
“Mi spiace..” le sussurra passandole accanto prima di attraversa la soglia di casa.
“Non me ne faccio nulla delle sue scuse!” gli risponde per poi chiudere la porta sbattendola violentemente.
Lentamente si lascia scivolare sul pavimento freddo mentre piccole lacrime iniziano ad accarezzarle il viso accaldato. Seeley, invece, resta a fissare quella porta inanimata dandosi dello stupido per il suo impulsivo comportamento. Forse è questo che lo rende così dannatamente sbagliato.





Il silenzio della camera d'albergo lo avvolge completamente mentre lentamente si stende sul letto al centro della stanza. Indossa la solita tuta, guarda il solito programma sportivo, beve la solita birra. È tutto come al solito, se non fosse che lui si trova in un altro stato e che per la prima volta non ha nulla a cui aggrapparsi durante la notte per evitare di precipitare nell'oblio degli incubi. Gli stessi che aveva imparato ad affrontare, ma ci sarebbe voluto ben altro per sconfiggerli definitivamente! Seeley lo aveva sempre saputo ma sperava che incontrare la persona che lo aveva scosso dal torpore lo avrebbe aiutato in qualche modo, ma come al solito aveva finito per rovinare tutto. Non avrebbe mai dovuto oltrepassare la linea, eppure lo aveva fatto e la certezza di non poter tornare indietro lo travolge come un'onda impetuosa che si scaglia contro una roccia. Peccato che lui non sia tanto forte da contrastarla. Non dopo tutto questo tempo. Non dopo aver detto addio al vecchio Seeley Booth di cui adesso non rimaneva che il suo spettro.
Avrebbe dovuto fare qualcosa e chiedere scusa. Avrebbe dovuto farsi perdonare, ma soprattutto, avrebbe dovuto rivedere gli splendidi zaffiri che quella donna aveva a posto degli occhi.




La notte è incredibilmente scura, nessuna stella in cielo e la luna sembra voler nascondersi oltre la coltre di nubi.
Proprio come ha deciso di fare Temperance questa sera. Appena arrivata in ospedale per il suo turno si è cambiata velocemente e si è diretta in pronto soccorso. Non aveva voglia di stare dietro ai suoi specializzandi né tanto meno dover continuamente fingere che tutto andasse bene di fronte ai suoi colleghi. Senza contare il fatto che aveva bisogno di non pensare e cosa c'era di meglio di una serata passata in pronto soccorso, dove da un momento all'altro poteva scatenarsi l'inferno?
Peccato però che le uniche cose di cui si era occupata fino a quel momento fossero semplici slogature, contusioni e una braccio rotto.
Con la mente ancora affollata e la rabbia che continuava a ribollirle sotto pelle è rimasta nella sala gessi a contemplare un punto fisso oltre il muro, fino a quando la voglia di rompere, frantumare e polverizzare non l'aveva spinta a distruggere il pezzo di gesso posto sul tavolo davanti a lei.
Senza fermarsi continua nel suo intento assestando colpi sempre più forti. Improvvisamente la porta si spalanca rivelando la figura di Cam che velocemente scivola all'interno della stanza.
“Cosa sta succedendo?” le chiede con tono apprensivo.
“Sto rompendo del gesso!” afferma Temperance tranquillamente.
“Si lo vedo..ma perché?” sussurra l'amica alzando un sopracciglio.
“Perché ne ho voglia! Ho voglia di spaccare tutto perché sono arrabbiata e frustrata e delusa e..” alza lievemente la voce.
“Ok va bene..adesso fermati..non puoi continuare in questo modo..va a casa!” le suggerisce Cam.
“Non posso, non ho ancora finito il turno!” ribatte caparbia.
“Si ma in questo stato non saresti d'aiuto!” le sussurra avvicinandosi e sfiorandole un braccio come per rassicurarla.
“Non voglio tornare a casa..” risponde Temperance cercando di convincerla.
“Lo so..ma se non lo farai giuro che ti ci porto io! Non obbiettare Brennan, ricordati che il capo qui sono io!” afferma autoritaria sperando di riuscire, almeno questa volta, ad incuterle un minimo di timore.
Temperance annuisce più che altro perché troppo stanca per controbattere così lentamente lascia la stanza e si avvia verso lo spogliatoio. Quando finalmente è pronta per tornare a casa si sistema la borsa sulla spalla ed esce nella fresca notte di Wilmington.
Percorre con passo lento la strada che la separa dalla sua meta per poi arrivare, finalmente, a destinazione. Lascia scivolare la chiave nella toppa e con una incredibile lentezza la lascia girare al suo interno, una, due, tre, quattro volte. Apre e si rifugia in quella che un tempo doveva essere un posto sicuro e che adesso non fa altro che ricordarle momenti che sebbene felici la feriscono come una lama affilata. Accende la luce e lascia chiudere la porta alle sue spalle quando avverte qualcosa di strano sotto il suo piede. Un biglietto color avorio con su scritto il suo nome di battesimo. Lo afferra incuriosita rigirandoselo tra le mani. Lancia la borsa sulla poltrona per poi stendersi sul divano. Una volta comoda lo apre notando una scrittura maschile arrotondata e molto disordinata.





Ho sbagliato ma vorrei rimediare.
Me ne daresti la possibilità?


Seeley.




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Capitolo 9
*** Capitolo otto ***


Sono le nove del mattino quando Temperance apre gli occhi svegliandosi da un tranquillo e lungo sonno. La sera prima, dopo essere rincasata, aveva finito per addormentarsi sul divano completamente vestita e con ancora in mano il piccolo biglietto.
Si mette a sedere sbadigliando lasciando scivolare il pezzo di carta sul tavolino mentre con le mani cerca di sistemarsi i capelli arruffati alla meno peggio. Resta per un attimo immobile a fissare il camino spento decidendo cosa fare.


Me ne daresti la possibilità?



Quella frase continuava a tornarle in mente, facendosi prepotentemente spazio tra i suoi pensieri. Appena letta le aveva lasciato addosso una strana sensazione e non riusciva a farla andare via in nessun modo. E sapeva esattamente il perché.
Improvvisamente il suo sguardo scivola sull'orologio che ha al polso così senza pensarci due volte sale velocemente le scale per poi infilarsi sotto la doccia.
Sarebbe uscita e avrebbe fatto una passeggiata con la speranza che tutta quella confusione nella sua testa si sarebbe placata.
Dopo una doccia veloce indossa un grazioso vestitino color lavanda raccogliendo i capelli in una coda perfetta. Afferra la borsa che mette a tracolla ed esce.
Non sa esattamente dove andare così decide di lasciarsi guidare dalla strada come le aveva insegnato sua madre.
“Se sei triste o arrabbiata e vorresti allontanarti ma nessun posto sembra andare bene lasciati guidare dall'asfalto. Lui ti riporterà a casa!” le diceva sempre.
E lei quel consiglio lo ha seguito senza alcun risultato, o almeno è questo quello che pensa, eppure ogni volta eccola lì a girovagare per la città. Forse il suo è solo un modo per ricordare qualcosa che c'era e ora non c'è più.
Continuando a camminare si dirige verso il molo. Lo attraversa con calma assaporando l'odore della mattina e il calore del sole sulla sua pelle morbida. Si appoggia ad una delle balaustre in legno lasciando vagare lo sguardo sull'acqua limpida ammirando la sua immagine riflessa. Da quella angolazione riesce a vedere i segni della stanchezza e della delusione e per un attimo ha paura di quello che sta diventando. Qualcuno a lei sconosciuto facile da piegare e spezzare. Lei non era così non lo era mai stata eppure lo era diventata e si odiava per questo.
Una lacrima inizia a scenderle lungo la guancia. Velocemente l'asciuga alzando appena la testa. Quel poco è bastato a notarlo seduto ad un tavolino del bar intento a bere del caffè.
Resta un attimo a fissare quella figura così forte e sicura di sé. Si è questo quello che aveva pensato la prima volta che lo aveva visto davanti alla porta di casa sua e continuava a pensarlo.
Continuando a riflettere si avvicina al suo tavolo. Vorrebbe urlargli contro come il giorno precedente ed essere ancora più dura di quanto non lo sia stata però nel vederlo tutte le parole sembrano essersi volatilizzate e le certezze crollate.
“Salve..” si limita a sussurrare una volta davanti al suo tavolo.
“S-salve..” le risponde lui alzando la testa e rimanendo sorpreso nel vederla.
“Ho ricevuto il suo biglietto..” afferma leggermente imbarazzata e sospettosa.
“Avanti siediti..” la incoraggia lui spostandole una sedia per farla accomodare.
Temperance accetta in silenzio.
“Ti spiace se ci diamo del tu?” le chiede Seeley sorridendole.
“Non la conosco abbastanza..” si difende lei.
“D'accordo..ti spiace però se io ti do del tu? Credo di conoscerti abbastanza..” le risponde titubante alludendo alle lettere.
“Io..no, credo di no..” sussurra abbassando lo sguardo sentendosi improvvisamente scoperta davanti ai suoi occhi così penetranti.
“Ti posso offrire qualcosa?” le chiede gentilmente cercando di metterla a suo agio.
“Sono ancora arrabbiata con lei! Non aveva alcun diritto di fare ciò che ha fatto..” gli dice tutto d'un fiato.
“Lo capisco anche io lo sarei al tuo posto e..” cerca di terminare la frase ma viene bloccato.
“Peccato però che sia io quella a cui sono state lette delle lettere private..quindi non cerchi di fare il carino cercando di addolcirmi perché non funzionerebbe!” alza leggermente la voce come a sottolineare le sue parole.
“Non era mia intenzione!” afferma improvvisamente serio fissandola negli occhi.
“Bene!” dice ferma Temperance.
“Bene..” ribadisce Seeley sorseggiando il caffè.
Restano un attimo in silenzio studiandosi a vicenda cercando di trovare il punto debole dell'altro fino a quando uno dei due non interrompe quella battaglia fatta di sguardi.
“Hai detto di aver letto il mio biglietto ma non mi hai detto che cosa hai deciso..” afferma poggiando la tazza sul tavolino guardandola di traverso.
“Credo..credo che potrei darle una possibilità! Però deve promettermi che non menzionerà né le lettere né il loro contenuto e non mi chiederà nulla al riguardo!” lo minaccia guardandolo dritto negli occhi.
“Prometto che non farò nulla del genere!” la rassicura portandosi una mano sul cuore.
“Perfetto. Quindi cosa avrebbe intenzione di fare per rimediare? L'avviso sono di gusti difficili.” afferma portandosi le mani al grembo.
“Non mi dire! Comunque avevo pensato di invitarti a cena questa sera!” le risponde Seeley evitando il suo sguardo.
“Si credo che potrebbe andare..facciamo alle otto da me?” chiede Temperance ormai in piedi.
“Alle otto da te!” concorda lui guardandola allontanarsi dandogli le spalle.

Seeley finisce di bere il suo caffè continuando a fissare la direzione intrapresa dalla donna . Si chiede come possa una donna all'apparenza tanto forte riuscire ad essere spezzata in due, fino ad essere ridotta in polvere e fatta volare via, come se non fosse mai esistita. Eppure lei c'è. Lui l'ha letta. Ha letto di una donna fragile, forte, fiera la cui richiesta è solo quella di essere amata dall'unica persona che l'ha veramente ferita più di chiunque altro.
Come si può fare tanto male ad una persona che si ama? È quello che si chiede da quando ha letto quell'ultima lettera. Seeley è cosciente di essere un uomo con mille difetti e mille debolezze ma mai e poi sarebbe arrivato a tanto. L'ha promesso a quella sconosciuta, che ora più tanto sconosciuta non è, una sera di qualche giorno fa, quando le sue parole sono riuscite a sfiorargli il cuore in una piccola e lieve carezza.

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Capitolo 10
*** Capitolo nove ***


È una fresca serata di primavera. Le luci illuminano la città mentre una lieve brezza si alza scuotendo la verde chioma degli alberi.
Seeley cammina lentamente lasciando che il vento gli accarezzi la pelle. Indossa un paio di jeans e una semplice camicia nera. Nulla di particolare, non voleva darle un'impressione sbagliata.
Ed ora eccolo lì davanti alla porta di casa sua. Una leggera ansia inizia ad impadronirsi di lui, ma la scaccia prepotentemente prima di bussare.
Sente dei rumori provenire dall'interno quindi istintivamente fa un passo indietro.
La porta lentamente si apre scoprendo una Temperance più bella del solito. Anche lei ha optato per un abbigliamento semplice. Jeans e una camicetta lilla. I capelli lasciati sciolti sulle spalle.
“Ciao..” le sussurra debolmente.
“Ciao..” ricambia il saluto per poi chiudere velocemente casa e avviarsi lungo il vialetto.
“E' una bella serata non trovi?” Seeley cerca di rompere il ghiaccio.
“Si lo credo anche io. Allora dove andiamo?” gli chiede incuriosita.
“Ho prenotato un tavolo in un ristorante italiano qui vicino..mi hanno detto che è il migliore della zona..” afferma fiero di sé.
“Perfetto..” asserisce Temperance alzando il passo superandolo.
Lui la guarda camminare sicura di sé sorridendo debolmente. No, non sarebbe stata affatto una semplice serata e questo lo incuriosiva parecchio.
“Ehi aspetta! Di questo passo riuscirai a vincere la prossima maratona!” afferma raggiungendola.
“Non capisco che cosa voglia dire!” ribadisce voltandosi a guardarlo ma senza rallentare il passo.
“Vuol dire che possiamo anche camminare lentamente non ci corre dietro nessuno..” la rassicura sorridendole.
“Va bene come vuole..” scrolla le spalle rallentando.
“Grazie gentile da parte tua!” le risponde strappandole per la prima volta un sorriso.
Continuano a camminare in silenzio l'uno accanto all'altra scrutandosi a vicenda alla ricerca di qualcosa che potesse aiutarli ad inquadrare la persona accanto.



Una volta arrivati a destinazione si fanno strada all'interno del locale. Un ambiente molto colorato, caloroso ma non molto intimo. Il ritrovo perfetto per amici e famiglie.
Una giovane cameriera li accompagna al loro tavolo posizionato in un angolo della sala vicino alla vetrata che si affaccia sul giardino retrostante.
Restano per alcuni minuti in silenzio intenti a contemplare i nomi dei mille piatti scritti sui menù.
“Salve, avete deciso cosa ordinare?” chiede un anziano signore dall'accento improbabile.
“Per me un'insalata verde con pomodorini!” afferma Temperance restituendo il suo menù.
“Per me una bistecca ai ferri con patatine” ribatte Seeley.
“Da bere?” chiede ancora il cameriere.
“Birra..” rispondono all'unisono.
Si guardano negli occhi per poi abbassare lo sguardo impacciati.
“Sicura di volere solo un'insalata?” le chiede perplesso.
“Sicurissima! E lei è sicuro di voler mangiare una bistecca?” sussurra alzando un sopracciglio.
“Certo! Adoro le bistecche!” afferma orgoglioso di sé.
Temperance in tutta risposta storce il naso mordendo un grissino.
“Allora che cosa fai nella vita?” le chiede Seeley cambiando discorso per poi imitarla con un grissino.
“Lavoro all'ospedale della città. Sono un chirurgo ortopedico.” gli risponde fiera di sé.
“Wow..un chirurgo, eh?!? Quindi salvi la gente..” sorride sinceramente interessato.
“Si, ci provo!” gli dice Temperance mentre il cameriere porta le loro ordinazioni.
Iniziano a mangiare lasciando che il silenzio gli faccia compagnia per un po'.
“Lei invece che lavoro fa?” chiede improvvisamente incuriosita.
“Sono un soldato..momentaneamente mi occupo delle scartoffie all'interno della base militare in attesa di una missione..” afferma Seeley addentando un pezzo di carne.
“Sono pericolose queste missioni?” gli chiede sorseggiando la birra ghiacciata.
“Ah..ehm..dipende..non sempre..ma si alcune volte lo sono..” le dice evitando di proposito il suo sguardo.





Dopo cena decidono di camminare ancora un po' prima di rientrare. La notte è tranquilla e il vento è una dolce carezza sulla pelle tiepida.
“Sei molto silenziosa..” le fa notare Seeley a pochi centimetri da lei.
“Io..si..non mi piace parlare molto di me se non dello stretto necessario..soprattutto con persone che sanno cose di me che non dovrebbero..” lo ammonisce con lo sguardo.
“Già..senti perché non incominciamo tutto dall'inizio? Voglio dire facciamo finta che io non abbia mai letto quelle lettere..” le propone Seeley parandosi davanti a lei come a bloccarle la strada in modo che possano guardarsi negli occhi.
“Credo che sia impossibile..” afferma lei imperterrita.
“Potremmo sempre provarci..cosa abbiamo da perdere?” la incoraggia speranzoso.
“E cosa dovremmo fare secondo lei?” gli chiede titubante.
“Cinque domande! Abbiamo cinque domande a testa a cui dovremmo rispondere sinceramente..in questo modo impareremo a conoscerci un po' di più..ovviamente non sei obbligata a dire di si!” Seeley si blocca le mani unite come se stesse pregando.
“Va bene..però inizi lei!” sorride debolmente.
Lui la guarda per un attimo trovando irresistibile la sua ostinazione nel volergli continuare a dare del lei. Si risistema al suo fianco cercando di trovare una domanda adeguata rispolverando tra quelle che aveva sempre desiderato porgli ancora prima di incontrarla.
“Ok..allora..vediamo..perché hai deciso di fare il medico?” le chiede decidendo di restare sul vago.
“Amo la scienza..la mia vita si basa su di essa..ho deciso di fare medicina per questo e poi ho sempre trovato incredibilmente interessante il corpo umano..le ossa in particolare..lo sa che sono 206 le ossa del nostro corpo?” sussurra presa nel suo discorso.
“Interessante, non pensavo ne avessimo così tante!” afferma stupito notando quella nuova luce che le accende gli occhi.
“Oh si..e ognuna ha un suo preciso nome e..ah..ehm..mi scusi la starò annoiando..di solito la gente non è interessata a questo tipo di discorsi..” si blocca improvvisamente rabbuiandosi leggermente.
“No, a me sembra interessante e comunque non devi scusarti..” la rassicura sorridendole.
“Allora adesso tocca a me, no? Lei perché ha deciso di entrare nell'esercito?” gli chiede cercando di riprendere il controllo di sé.
“Suppongo per via della mia famiglia e per il dovere verso la patria..si credo sia per questo. Hai fratelli o sorelle?” le pone la sua domanda guardando fisso davanti a sé.
“Si un fratello..Russ..lui abita a Charlotte..lei?” gli chiede Temperance guardandolo di sottecchi.
“Ehi..guarda che non vale rifare la stessa domanda!” la ammonisce Seeley.
“Bè avrebbe dovuto dirlo prima..” si difende alzando le mani.
“Eh va bene per questa volta passi! Comunque si ho un fratello anche io..è più piccolo di me, si chiama Jared! Ti piacciono i bambini?” infila le mani in tasca sollevando leggermente le spalle.
“Che razza di domanda sarebbe?” chiede perplessa Temperance fermandosi a guardarlo negli occhi.
“Una domanda come un'altra! Cosa avrebbe di sbagliato?” Seeley si blocca a sua volta allargando le braccia per dare più enfasi alle sue parole.
“E' in-insolita..non ci ho mai pensato..non credo che sarei una buona madre..diciamo che non sarei in grado di prendermi cura di un'altra persona..forse mi manca l'esempio dei miei genitori..” abbassa la voce riprendendo a camminare con lo sguardo fisso a terra.
“Forse proprio per questo sarai una madre migliore..” sussurra Seeley restando leggermente dietro di lei.
“Possibile! È legato sentimentalmente con qualcuno?” cambia velocemente discorso ponendogli una nuova domanda.
“Woow..non perdi proprio tempo, eh?” le risponde sarcastico sorridendo divertito.
“E' una domanda come un'altra..” si difende lei scuotendo la testa.
“Si, certo! Comunque no..ho rotto qualche mese fa con la mia fidanzata..bè ex fidanzata ormai..stavamo insieme da due anni circa..eravamo andati a vivere insieme e..eh..ma a quanto pare non era una storia seria..” sussurra debolmente mentre i ricordi iniziano ad investirlo uno dopo l'altro.
“Chi dei due è stato a lasciare l'altro?” chiede Temperance cercando di trovare un contatto con gli occhi nocciola di Seeley.
“Ha importanza?” le risponde lui fermandosi e voltandosi nella sua direzione.
“Si..ne ha!” afferma lei e non mente.
Glielo legge negli occhi. La speranza di sapere che non è la sola ad essere stata abbandonata e ad aver sofferto. Di sapere che non è l'unica a portarsi dietro quelle pesanti cicatrici impossibili da condividere con qualcun altro. Di sapere che forse quell'uomo che le sta davanti non è poi tanto diverso da lei.
“E' stata lei..dopo che io le avevo chiesto di sposarmi..” le risponde sincero.
Vuole che Temperance si fidi di lui e soprattutto vuole dimostrarle che non è da sola nel mondo.
“Mi spiace..” si limita a sussurrare lei presa in contropiede.
Nel sentire quella storia aveva presupposto che fosse stata per colpa di Seeley se la storia era finita e invece si era sbagliata.
Continuano a camminare uno accanto all'altro senza che nessuno proferisca parola lasciando che il silenzio li guidi lungo il marciapiedi.
“Siamo quasi arrivati quindi credo sia meglio passare all'ultima domanda..” afferma Seeley spezzando il silenzio.
Temperance annuisce semplicemente.
“D'accordo..ehm..so che avevo promesso di non parlare delle lettere, ma c'è una cosa che devo chiederti. Mentre leggevo ho avvertito un odore, a dire il vero lo avverto ancora adesso, mi piace molto. È vaniglia?” chiede leggermente imbarazzato.
“Si..è vaniglia!” concorda sorridendogli appena.
Percorrono il vialetto e si fermano davanti la porta di casa. Uno di fronte all'altro.
“L'ultima domanda spetta a te adesso!” le fa notare Seeley piegando leggermente la testa di lato.
“Perché sei venuto a cercarmi?” dice tutto d'un fiato.
Lui resta un attimo a guardarla non lasciandosi sfuggire quel piccolo cambiamento nel sua ultima frase e per un attimo una sensazione di piacere inizia ad invadergli il corpo. Dopo essersi riscosso da quel piacevole torpore le risponde cercando di trovare le parole giuste.
“Sinceramente non lo so..l'unica cosa di cui sono sempre stato certo è che anche tu come me stai soffrendo e forse è stupido ed impossibile ma mi sento legato a te per questo..” abbassa lo sguardo spostandosi da un piede all'altro.
“Mia madre..la vaniglia mi ricorda mia madre..è l'unico ricordo che ho di lei..” sussurra Temperance cercando di sfuggire al suo sguardo.
“E' un buon profumo..mi piace..” le sorride accarezzandola con gli occhi.
Restano ancora un attimo fermi nelle loro posizioni come per paura di fare una mossa sbagliata.
“Ehm..credo che sia ora che vada..è stata una bella serata..grazie per aver accettato il mio invito..” la ringrazia Seeley sincero.
“Anche per me è stata una bella serata..” afferma Temperance.
Lo saluta ancora una volta per poi aprire la porta. Sta per entrare quando viene bloccata.
“Temperance?”
Lei si volta in direzione di Seeley avvertendo una strana sensazione nel sentire il suo nome pronunciato da quell'uomo.
“Spero di essere riuscito a farmi perdonare..” le sorride allungandole una scatola rettangolare.
Senza aggiungere altro la saluta ancora con la mano per poi ripercorrere il vialetto e ritornare in albergo.



Una volta rimasta sola, Temperance si disfa dei suoi indumenti indossando una maglia lunga e larga. Si infila sotto le coperte. Sta per addormentarsi quando il suo pensiero vola a quella scatolina posata sul comodino ancora chiusa.
Ha evitato con tutte le sue forze di aprirla da quando aveva chiuso la porta quasi per paura che il suo contenuto potesse spaventarla. Un pensiero stupido si era detta eppure continuava a tormentarlo.
Accende la piccola abate-jour e la afferra.
È calda e liscia a contatto con le sue mani. Lentamente la apre.
Una penna lucida nera con delle rifiniture dorate e una piccola stella sulla parte superiore.
Temperance la fissa incredula ancora per un po' fino a quando un sorriso le spunta sulle labbra. Delicatamente la richiude mettendola al sicuro sul ripiano in legno.
Si sistema meglio nel letto lasciandosi cullare dal sonno.
Quella notte non ci sarebbe stato spazio per i suoi incubi.

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Capitolo 11
*** Capitolo dieci ***


Sono le due di notte, Seeley è steso sul letto intento a contemplare il soffitto. Le luci si susseguono lentamente assecondando i fari delle macchine che percorrono quel tratto di strada.
I suoi pensieri sono ancora rivolti alla serata appena trascorsa e soprattutto a lei, Temperance. Per tutta la serata non aveva fatto altro che tracciare una linea invisibile tra di loro evitando accuratamente di oltrepassarla. Lui l'aveva lasciata fare assecondandola e aveva funzionato.
Alla fine lei si era scoperta appena rivelando quella fragilità che lui aveva imparato a riconoscere, a rispettare. A quel punto avrebbe potuto dire o fare qualsiasi cosa, ma aveva preferito guardarla ancora una volta e poi lasciarla sola.
Qualsiasi altro uomo non si sarebbe lasciato sfuggire un'occasione del genere ma lui sapeva che quello di cui Temperance aveva bisogno era il tempo. Di certo Seeley non glielo avrebbe negato.
Si rigira su un fianco stringendo a sé il cuscino cercando di prendere sonno mentre una domanda continua a ronzargli in testa.
Le sarà piaciuto il mio regalo?





9,30.
La sveglia suona già da un po' quando Temperance decide finalmente di spegnerla.
Si solleva ancora assonnata cercando di coprirsi gli occhi da quel po' di luce che filtra dalla finestra.
Resta un attimo immobile assaporando quel momento di tranquillità. Quando i pensieri piano piano iniziano a farsi strada dentro di lei invadendo la sua mente con tutta la loro potenza, si alza di scatto dal letto per raggiungere il bagno.
Si infila sotto la doccia.
Il getto d'acqua calda sembra rassicurarla mentre le immagini iniziano a susseguirsi man mano sempre più velocemente.
Chiude gli occhi come a voler vedere meglio nella sua mente.
Sully che le sorride. Seeley che la fa innervosire. Sully che l'abbraccia. Seeley che la rassicura con lo sguardo. Sully che le fa un regalo. Seeley che la sorprende. Sully e il suo amore per lei. Seeley e i suoi occhi nocciola incredibilmente intensi.
Sente il suo sguardo addosso e improvvisamente si riscuote da quel torpore mentre una strana sensazione le invade il corpo.
Si asciuga velocemente cercando di allontanare quelle immagini che hanno finito per sovrapporsi una sull'altra confondendola.
Indossa i vestiti che le capitano tra le mani per poi fissarsi un attimo nello specchio.
Che cosa le stava accadendo?
Chi stava diventando?
Sistema i capelli in una coda perfetta, apre l'anta sinistra dell'armadio e afferra la borsa nera che mette prontamente su una spalla.
Fa per uscire ma si blocca nel momento in cui il suo sguardo cade sulla scatola poggiata sul comodino la sera precedente.
La fissa per un attimo indecisa sul da farsi.
Un mezzo sorriso le spunta sulle labbra mentre istintivamente l'afferra e la ripone al sicuro nella sua borsa.





Sedute al bancone di un bar tre donne parlano tra loro cercando di ricordare i tempi andati di una di loro con l'intento di distrarsi.
“Aspetta e lui cosa ti disse?” chiede la donna dai lunghi capelli scuri e dalla pelle color cioccolato.
“Nulla..se ne andò semplicemente!” sorride soddisfatta Caroline continuando a passare lo straccio sul bancone cercando di pulirlo al meglio.
“Non ci posso credere...perchè non ho mai avuto un'idea del genere?” la fissa stupita Angela.
“Quale idea?” la voce di Temperance le raggiunge all'improvviso facendole sussultare.
“Ciao tesoro..tua zia ci stava raccontando di come una volta ha liquidato un tizio che le stava sempre appiccicato!” le risponde Angela abbracciandola.
“E come avresti fatto?” si incuriosisce ricambiando l'abbraccio dell'amica.
“Una lunga storia cheriè! Allora che cosa posso offrirti?” le chiede la zia da perfetta padrona del locale.
“Sto bene così. Ho sentito che giovedì sera ci sarà una banda che suona dal vivo!” esordisce Temperance.
“Forse volevi dire una band?!?” si azzarda a correggerla Cam.
“E' quello che ho detto!” ribadisce convinta.
“Certo, cheriè! Comunque si, sono riuscita a trovare dei ragazzi disponibili. È dura gestire un locale! Vi avverto, quando non avrò più l'età per queste cose vendo tutto e mi trasferisco a Bhora Bhora!” le indica tutte e tre con un dito alzando un sopracciglio per confermare la serietà della sua affermazione.
“E noi da brave amiche ti accompagneremo..” propone Cam.
“Vero..le amiche si vedono nel momento del bisogno e sicuramente tu avrai tanto bisogno..” ammicca Angela sorridente.
“Fammi capire, cherè! Mi hai dato della vecchia incapace?” la guarda fulminandola con lo sguardo.
“No zia. Nessuno di noi si permetterebbe mai di dire una cosa del genere. Stiamo solo dicendo che ad una persona anziana fa bene avere un po' di compagnia!” sorride Temperance restando al gioco.
Nel sentire quella frase si voltano tutte nella sua direzione osservandola perplesse.
“Cosa c'è?” chiede la donna preoccupata.
“Ti senti bene, tesoro?” le chiede Angela balzando in piedi iniziando a tastarle la fronte.
“Certo..perchè non dovrei?” guarda le sue amiche con aria corrucciata.
“Perchè non è da te fare battute del genere” le risponde tranquillamente Cam.
“C'è sempre una prima volta, no?” fa spallucce lei.
“Cheriè l'importante è che non diventi un'abitudine. Potrebbe destabilizzare il nostro equilibrio una cosa del genere.” le sorride Caroline lanciandole addosso lo straccio rosso che continuava a rigirare tra le mani.
Temperance riesce a prenderlo prima che la colpisca in piena faccia.
“Grazie tante! Comunque visto che sono qui vi do una mano per sistemare questo posto. Domani è giovedì e avete ancora tanto da fare!” le ammonisce lei guardandole di sbieco.
“Sembra che ti sei alzata con il piede giusto questa mattina.” le fa notare sua zia.
“Ehm..io..non lo so! Spero di scoprirlo entro la fine della giornata!” sorride Temperance iniziando a darsi da fare seguita dalle sue amiche rimaste un attimo interdette.




Il pomeriggio lentamente sta cedendo il passo alla sera quando Seeley si ritrova a camminare lungo la spiaggia. Una lieve brezza gli accarezza la pelle accaldata. Si disfa delle scarpe lasciando che la sabbia si infili tra le dita dei piedi. Arrotola i jeans lungo il polpaccio e si dirige verso la riva. L'acqua è fredda al contatto con la sua pelle. Sussulta leggermente. Piano piano inizia ad abituarsi a quel contatto.
Lascia vagare il suo sguardo lungo la linea dell'orizzonte assaporando quella pace e quella tranquillità difficile da trovare a Washington ma così famigliare qui.
Inevitabilmente il suo pensiero va a lei, ancora una volta. Chiude gli occhi, la testa reclinata all'indietro lasciandosi cullare dal rumore delle onde che si infrangono sulla riva. Sulle sue caviglie.
Gli sembrava di essere in paradiso e un sorriso inizia a farsi strada fra le sue labbra. Era da molto tempo che non si allontanava da casa, dal suo lavoro e di conseguenza da tutte le preoccupazioni che lo affliggevano in questo periodo.
Qui sembra tutto così diverso. Cosa succederà quando domani salirà sull'aereo pronto a riportarlo alla sua vecchia vita?
Le domande sono tante ma le risposte inesistenti.
Respira a pieni polmoni cercando di assaporare ogni piccola sfumatura che riesce a percepire sperando di riuscire ad intrappolarle tra i suoi ricordi, perchè nonostante tutto non si sarebbe mai dimenticato di questi pochi giorni. Di lei. No, di questo ne è più che sicuro.
Peccato che tutto stia per finire. Se solo avesse trovato un buon motivo per restare. Uno solo.
“Ehi, straniero..” una voce lo riporta alla realtà costringendolo ad aprire gli occhi.
Seeley si volta nella direzione in cui sente arrivare quella voce basa e dolce ma allo stesso tempo sensuale.
Resta un attimo a guardare quella figura così esile incorniciata dai pochi raggi di sole ancora visibili. Le sorride.
Forse non doveva cercare poi così lontano, bastava aprire gli occhi.

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Capitolo 12
*** Capitolo undici ***


È pomeriggio inoltrato quando Temperance decide di concedersi una breve passeggiata lungo il bagnasciuga. Era da molto che non lo faceva. Ascoltare il rumore del mare e lasciarsi cullare mentre quell'odore forte di sale le entra in circolo confondendosi con il suo stesso odore.
Le è sempre piaciuto così tanto questo posto che ormai è diventato il suo rifugio segreto, merito del fatto che di solito questa parte di spiaggia è deserta vista la presenza di alcune barche di proprietà dei pescatori della zona.
E come ogni regola che si rispetti anche questa ha la sua eccezione.
Il suo sguardo viene catturato dalla figura di un uomo, le caviglie lambite dall'acqua leggermente tiepida, il capo reclinato all'indietro. Si incuriosisce nel vederlo così immobile, forte, sicuro di sé.
Lentamente gli si avvicina quasi titubante come se non volesse disturbarlo ma la sua curiosità la spinge ad avanzare passo dopo passo.
Solo quando è a pochi centimetri da lui, si accorge dei suoi occhi chiusi e per un attimo vorrebbe sapere che cosa stia pensando ma soprattutto che cosa celi il suo sguardo.
Un piccolo sorriso amaro spunta sulle labbra dell'uomo che si increspano leggermente. Quella visione la intenerisce e inconsapevolmente si ritrova a sorridere. Rimane ancora un attimo a contemplarlo, avvolto nella luce argentea del tramonto che sembra voglia risaltare ancora di più la sua bellezza. Già, bellezza. Per la prima volta si accorge di quanto sia bello con quel lieve filo di barba che gli incornicia il volto dandogli quel tocco di mistero da cui ogni donna viene attratta segretamente.
Inclina la testa a destra mentre un immagine le si dipinge nella mente.
Achille.
L'eroe greco possente, invincibile, fiero e sicuro di sé che nessuno riuscì a piegare in battaglia. Immortale se non fosse che per il suo unico punto debole che gli costò la vita. Forse anche lui aveva il suo tallone nascosto? Possibile?
Temperance scaccia velocemente quei pensieri da sé. Si schiarisce la gola e dopo aver raccolto quel briciolo di coraggio che le è rimasto fa notare la sua presenza.
“Ehi straniero..”
Nel sentire la sua voce Seeley si volta leggermente imbarazzato rimanendo a fissarla per un istante.
“Ehi bell'anima..”
La saluta sorridendole sincero felice per averla incontrata mentre lei abbassa lo sguardo muovendosi da un piede all'altro incerta.
“Ho aperto il tuo regalo..” sussurra Temperance titubante abbassando lo sguardo.
“Spero ti sia piaciuto..” afferma brevemente lui inclinando la testa e riducendo i suoi occhi a due piccole fessure come a voler interpretare le sue reazioni.
“Si, molto! Grazie..” gli sorride di rimando come a non poterne fare a meno.
Nel sentire quelle parole Seeley fa un sospiro di sollievo soddisfatto per essere riuscito almeno in questo intento.
“Quindi questo vuol dire scuse accettate?” chiede speranzoso incrociando il suo sguardo.
“Mmm..può darsi..” gli risponde alzando un sopracciglio con fare plateale.
“Può darsi?” chiede Seeley leggermente perplesso ma senza smettere di sorridere.
“Si..può darsi..” ribatte lei scalciando con un piede dell'acqua limpida bagnandosi il polpaccio candido.
“Non potresti semplicemente dire si o no?” si volta verso di lei allargando le braccia e scrollando la testa.
“Effettivamente si..però non sarebbe così divertente!” sorride innocentemente.
“Oh grazie tante..sai, di solito, si tende ad essere gentili con gli ospiti..” l'ammonisce lui alzando un dito in segno di disappunto.
“Si ma di solito gli ospiti vengono prima invitati e tra l'altro non spiano le persone..” afferma facendo roteare gli occhi con fare innocente.
“Io non ho spiato nessuno..tecnicamente..” le risponde preso contropiede.
“Ne sei convinto?” lo sfida Temperance posizionandosi di fronte a lui, le braccia incrociate sul petto.
“Si..no..magari non tanto, ma non significa nulla!!” cerca di trovare una via di uscita a quella situazione.
“E ci credi davvero?” continua Temperance imperterrita.
“Lo sai che sei parecchio ostinata?” l'accusa con il suo sguardo che finisce per scivolarle addosso come una carezza.
“Non sei il primo che me lo dice!” gli risponde sicura.
“Ma non mi dire?!?” afferma divertito notando la sua faccia buffa nel sentire la sua risposta.
“Non capisco che cosa tu voglia dire!” risponde guardandolo di traverso.
I loro occhi si incrociano per un attimo come a volersi fondere gli uni con gli altri ma poi una lieve brezza si alza portandosi via quella piccola magia che si era venuta a creare.
“Devo dirti una cosa..”
“Devo chiederti una cosa..”
Affermano all'improvviso mentre le loro voci si fondo insieme.
“Prima tu..” le concede Seeley.
“No..vai tu!” ribatte Temperance.
“Tranquilla fammi la tua domanda..” la incoraggia.
“No davvero parla prima tu..” ribadisce ancora una volta.
“Per l'amor del cielo Temperance, lasciami fare il gentiluomo una volta tanto!” le risponde leggermente esasperato.
“Va bene, non c'è bisogno di scaldarsi! Comunque volevo..si..ecco..insomma..domani sera suona un gruppo musicale nel bar di mia zia..mi..mi chiedevo se volessi venire dare un'occhiata..” dice tutto d'un fiato.
“Mi stai chiedendo un appuntamento per caso?” la punzecchia lui.
“No..stavo solo cercando di essere gentile, ma se non vuoi venire non c'è problema!” scrolla le spalle con aria di indifferenza.
“Non mi pare di aver detto nulla del genere!” le sorride Seeley sfacciato.
“Quindi?” chiede Temperance titubante.
“Quindi accetto volentieri il tuo invito!” le risponde guardandola dritta negli occhi azzurri.
“Bene..comunque tengo a precisare che non è un appuntamento!” ribadisce convinta fissando l'orizzonte.
Lui si volta a guardarla mentre Temperance, sebbene avverta il suo sguardo addosso, continua ad ignorarlo.
Sul volto di Seeley si dipinge un lieve sorriso mentre nella sua mente inizia a prendere forma un'idea che piano piano accendo un luce di sfida nei suoi occhi nocciola.
Si allontana di qualche passo da lei si volta leggermente nella sua direzione.
“Temperance?” la chiama quasi in un sussurro.
“Mmm?” si volta nella sua direzione sovrappensiero.
Seeley sfodera uno dei suoi sorrisi sfrontati e con un calcio lascia che l'acqua la investa prendendola di sorpresa. Un urlo esce dalla gola di Temperance che velocemente si scosta cercando di evitare gli schizzi, senza riuscirci.
Lei lo guarda spalancando gli occhi incredula.
“Sei impazzito?” chiede con voce stridula!
“Scusa..mi spiace..non era mia intenzione!” alza le mani cercando di difendersi mentre i suoi occhioni si spalancano e le sue labbra si allargano in una piccola smorfia.
“Non importa..” sussurra Temperance.
Senza prestargli molta attenzione inizia ad asciugarsi alla meno peggio quando all'improvviso dell'altra acqua le finisce addosso facendola urlare ancora una volta.
“Ehi!!!”
“Scusami..ahahah..scusa..” continua a guardarla ridendo.
“Lo trovi divertente?!?” lei lo guarda con finto rimprovero, le mani sui fianchi, cercando di trattenere un sorriso.
“Ti posso assicurare che la tua faccia lo è..ahahah..” Seeley si porta una mano sulla pancia cercando di darsi un contegno.
“Va bene..lo hai voluto tu!” afferma sicura di sé avvicinandosi allo specchio d'acqua limpida.
“Che cosa hai intenzione di fare?” le chiede allarmato.
“Questo..” sussurra inarcandosi in avanti lasciando che le sue mani sfiorino l'acqua e velocemente le inclina nella sua direzione fino a far nascere mille schizzi che lo colpiscono in pieno.
Seeley la guarda di traverso mentre cerca di capire l'entità del danno subito.
“Contenta adesso?” le chiede ironico.
“Si! Devo dire che anche la tua faccia è molto buffa!” sorride trionfante.
“Ah si? Lo sai questo che cosa significa?” finisce la frase avvicinandosi un po' di più a lei.
“Cosa?” chiede lei titubante indietreggiando d'istinto.
“Che adesso devo fartela pagare..” un sorriso malizioso spunta sul suo volto.
“Stai scherzando vero?!?” sussurra Temperance guardandolo come a volerlo implorare mentre cerca di mantenere le distanze.
“Se fossi in te inizierei a correre!” le consiglia Seeley divertito.
“Oh..no!” afferma lei portando le braccia in avanti come a volerlo bloccare.
“Oh..si!” grida lui che con uno scatto balza in avanti.
Temperance di rimando inizia a correre il più velocemente possibile tenendo d'occhio il suo avversario. Seeley cerca di lasciarle un minimo di vantaggio sapendo di poterla raggiungere facilmente non smettendo di ridere per quanto gli appaia buffa.
“Tanto non mi prendi!” gli urla Temperance tra una risata e l'altra.
Nel sentire quelle parole lui aumenta quel po' che basta la velocità fino a raggiungerla per poi afferrarla con un braccio per la sua esile vita.
“Cosa stavi dicendo?” la provoca lui.
“Mettimi giù..no!” lo implora mentre la trascina con sé in acqua.
“Puoi sempre arrenderti..” le sussurra lui all'orecchio.
“Mai!!” grida lei cercando di divincolarsi.
“Peggio per te..” le dice Seeley che ormai sta per inzupparla completamente di acqua lasciando la presa.
“Ok..va bene! Mi arrendo..” afferma Temperance mentre lui la lascia andare.
“Non era poi così difficile!” le risponde sfoderando uno di quei suoi sorrisi sfacciati e dolci allo stesso tempo.
Sono a pochi centimetri di distanza. Gli occhi negli occhi, un gesto sbagliato e rischiano di sfiorarsi. Il fiato corto per via della corsa.
“Posso farti una domanda?” le chiede lui improvvisamente.
Lei annuisce semplicemente aspettando che lui continui.
“Perchè hai deciso di darmi una possibilità?” quelle parole escono dalla sua bocca insicure mentre lui continua a guardarla come per paura che possa scomparire da un momento all'altro.
“Semplicemente perchè me l'hai chiesto! Mi ai dato la possibilità di scegliere..” sussurra abbassando lo sguardo.
Restano immobili lasciando che l'acqua li sostenga mentre i loro odori iniziano a confondersi e a fondersi.
“Devo andare adesso..tra poco ho il turno in ospedale e..e devo ripulirmi visto che sono tutta inzuppata!” lo ammonisce con lo sguardo.
“Vorrei dirti che mi spiace ma mentirei..mi piace vederti ridere..” si azzarda a dire sperando di non aver fatto un passo troppo lungo.
“Ah..ehm..devo andare..” sussurra nuovamente Temperance lievemente imbarazzata.
“Si, certo..buon lavoro!” le augura Seeley guardandola negli occhi ancora una volta.
“Grazie..!” lo ringrazia e senza aggiungere altro si volta iniziando a camminare lentamente e con un filo di ansia nei movimenti conscia del suo sguardo addosso.
“A domani..” le ricorda lui con un mezzo sorriso.
“Si, a domani!” conferma scuotendo la testa debolmente.
Continua a camminare imperterrita quando improvvisamente si blocca e si gira verso la sua direzione notando che lui non ha mai smesso di osservarla.
“Ah..Seeley..cosa dovevi dirmi prima?” gli chiede dopo essersi ricordata del loro battibecco precedente.
Lui resta un attimo interdetto per poi riprendersi velocemente.
“Mmm..nulla!” le sorride sperando di essere riuscito a convincerla.
Temperance sorride e lo saluta nuovamente con un lieve cenno del capo riprendendo a camminare senza però più voltarsi indietro.
Seeley resta ancora un attimo nella sua posizione aspettando che la sua dolce figura diventi un puntino lontano cercando di riempirsi gli occhi di lei imprimendosi la sua immagine nella mente. Una dea.
Ecco che cosa le ricordava. Una dea dalla bellezza unica, la forza di una guerriera e la fragilità, che solo una divinità possiede, nascosta nei suoi occhi color mare che pochi riescono a vedere. E lui, lui era sicuro di averla vista, sentita ma soprattutto amata. Perchè quello che rende unica quella donna è il suo sguardo di bambina.








Quella stessa sera, molto più tardi, Seeley, dopo aver disdetto il suo volo e riconfermato la prenotazione per la sua stanza, compone il numero del cellulare di suo fratello.
“Ehi Jared..”
“Ciao, Seeley..pensavo di doverti dare per disperso..tutto bene?” gli chiede l'uomo all'altro capo del telefono.
“Si certo..tutto bene! Tu stai facendo il bravo?” sussurra il fratello maggiore.
“Seel non ho più undici anni! Comunque Lance mi ha raccontato tutto..perchè non mi hai detto nulla?” il suono della sua voce fa sembrare la sua domanda un rimprovero.
“Non era una cosa a cui avevo dato molto peso..” cerca di lasciar cadere l'argomento speranzoso.
“Ah per questo hai preso un aereo per andare chissà dove a trovare una donna di cui non conoscevi nulla se non il suo nome?!?” gli risponde decidendo di non mollare la presa.
“Ti posso garantire che la conoscevo bene almeno quanto conosco te..” afferma spazientito Seeley.
“Almeno l'hai vista?”
“Si..effettivamente si!” sorride al pensiero.
“Come è andata?” chiede improvvisamente incuriosito Jared.
“Beh, diciamo che sarebbe potuta andare peggio..” sussurra Seeley rimanendo sul vago.
“E' bella?” si azzarda a domandargli il fratello.
“E'..è stupenda..” afferma dopo un attimo di esitazione mentre l'immagine del suo volto si fa strada tra i suoi ricordi.
“Ahi..allora la cosa è seria! Seeley non ti starai mica cacciando in un pasticcio, vero? Devo ricordarti com'è finita l'ultima volta?” chiede titubante Jared facendo trasparire la sua preoccupazione.
“Ehi non sono un ragazzino e tra l'altro il fratello maggiore qui sarei io. Non c'è bisogno che mi ricordi quello che è successo, lo so benissimo! Comunque adesso devo andare, volevo solo avvertirti che ho rimandato la partenza..ti faccio sapere la data del ritorno al più presto. Ciao..” lo saluta senza dargli il tempo di ricambiare il suo saluto.
Non si stava cacciando in un pasticcio. Stava solo cercando di aiutare una donna in difficoltà. Nell'esercito, durante le sue missioni, aveva aiutato un sacco di persone, tra cui donne e bambini. Che cosa c'era di diverso questa volta? Nulla, assolutamente nulla.
Già.
Peccato che neanche lui riesce a credere alle sue stesse parole.

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Capitolo 13
*** Capitolo dodici ***


Una nuvola di vapore invade la stanza bianca del bagno. Temperance avvolta nel suo morbido accappatoio beige, i capelli bagnati, passa una mano sul vetro appannato scoprendo la sua immagine.
“Che cosa sto facendo??” sussurra debolmente nella speranza che qualcuno le risponda.
Quella risposta tanto attesa però tarda ad arrivare o forse non è destinata ad essere posta ad uno specchio freddo e senza vita.
Si asciuga velocemente i capelli per poi passare ai vestiti. Un paio di jeans e una maglia verde smeraldo sono disposti ordinatamente sul letto. Semplice ed elegante allo stesso tempo, un risultato che pochi riescono ad ottenere ma a lei viene naturale, senza bisogno di sforzarsi più di tanto.
Lega al collo una collana etnica, una di quelle che non indossava da chissà quanto tempo. Un filo di trucco a colorarle il viso. Afferra la giacca e sta per scendere al piano di sotto quando si ferma a metà strada. Torna dentro la camera. Si avvicina al baule di mogano e afferra una boccetta di profumo tonda e colorata. Lascia che due gocce le scivolino lungo la pelle diafana del collo. Una lieve fragranza di vaniglia si diffonde lentamente nella camera.


Sono passate da poco le otto di sera quando sente bussare lievemente alla porta. Il cuore inizia a batterle più velocemente andando all'unisono con quello che pazientemente attende oltre la soglia di casa. Oltre il limite che divide i loro destini. La porta si apre lentamente svelando la figura leggermente inclinata in avanti dell'uomo. Le mani infilate in tasca.
“Ciao..” sussurra Seeley lasciando che il suo sguardo le scivoli addosso.
“Ciao..” risponde lei impacciata.
“Sei..sei..ecco, si, stai molto bene vestita..così..si..” balbetta titubante come un ragazzino alle prese con il suo primo appuntamento.
“Ehm..grazie..anche tu stai bene vestito così..” afferma sincera.
“Grazie..allora andiamo?!” la incalza lui cercando di stemperare l'atmosfera.
Lei annuisce semplicemente sorridendogli appena e chiudendo dietro di sé la porta di casa. Uno vicino all'altra camminano lungo il vialetto per poi immettersi lungo il viale alberato. Si lasciano trasportare dal silenzio della sera, godendo di quella sensazione di familiarità che li avvolge. Restano in silenzio scambiandosi qualche sguardo di tanto in tanto mentre le loro mani sembrano volersi sfiorare, ma hanno troppa paura per farlo.
“Il locale non è molto lontano da qui...” sussurra debolmente.
“Perfetto! Hai detto che è di tua zia..” afferma a mezz'aria.
“Si, la sorella di mia madre! Ha aperto l'attività parecchi anni fa e devo dire che è riuscita a portarla avanti con successo anche se da sola..” gli spiega.
“Deve essere una donna in gamba!” afferma sicuro di sé.
“Si lo è! Credo che ti piacerà..” sorride divertita.
“E da cosa lo deduci?!?” chiede incuriosito.
“Lei piace a tutti!” gli risponde tranquillamente.
Lui la guarda negli occhi cercando di decifrare il suo sguardo quasi enigmatico. Temperance gli sfiora leggermente il braccio indicandogli con la testa il locale. Una scritta di colore azzurro lampeggia ad intermittenza. The Lab.
Lei lo precede facendogli strada mentre lui la segue in silenzio dando un'occhiata in giro. Vicino l'entrata una piccola cerchia di persone blocca il passaggio. Temperance cerca di trovare un modo per passare tra tutta quella gente sgomitando quel tanto che potrebbe bastare ma, non sembra succedere nulla. Seeley istintivamente le posa una mano tra le scapole facendosi più vicino a lei riuscendo a crearle un varco.
Una volta dentro la musica che avvolge la stanza li travolge con i suoi suoni. Alcune persone sono intente a dare il meglio di loro sulla pista da ballo, altre sono poggiate al bancone o sedute ai tavolini a chiacchierare sorseggiando qualche drink.
“E' un bel posto..” le dice Seeley alzando la voce quel tanto per farsi udire in mezzo a tutto quel frastuono.
“Si è vero..diciamo che io sono cresciuta qui..” gli risponde indicandogli un tavolino dove accomodarsi.
Si sistemano in un angolo, dove il rumore è più lieve, disfandosi delle loro giacche.
“...mia madre non c'era più e mio padre lavorava...così...” lascia cadere la frase a metà.
“Di cosa si occupa tuo padre?” le chiede incuriosito.
“E' un insegnante di scienze...è molto in gamba, a quanto dicono!” afferma sovrappensiero.
Seeley è tentato di farle qualche altra domanda in proposito ma l'arrivo di una giovane cameriera lo ferma.
“Ciao tesoro, che cosa ti..vi..salve! Io sono Angela!” afferma ammiccando la donna.
“Ehm..piacere, Seeley!” sorride titubante.
“Angela è la mia migliore amica...” spiega Temperance leggermente sulle spine.
“Si, confermo… invece tu sei?” chiede incuriosita.
“Ehm..sono..sono un amico!” le risponde Seeley rivolgendo uno sguardo alla donna seduta al suo fianco.
“Non ti ho mai visto da queste parti..” sussurra senza farsi sfuggire quello strano scambio di sguardi.
“Perché non sono di qui!” risponde leggermente divertito.
“Ehm..Ange puoi portarci una birra e..” afferma rivolgendosi a Seeley.
“...una birra anche per me!” conferma sorridendole.
“Due birre in arrivo per voi! È stato un piacere!” si congeda la donna facendo l'occhiolino.
Una volte che si è allontanata Seeley si sofferma a guardare il volto leggermente rabbuiato di Temperance. Gli occhi bassi come a voler nascondere chissà quale verità.
“Deduco che non hai detto nulla di me ai tuoi amici..” sussurra debolmente cercando il suo sguardo.
“Ah..ecco..io..no, non ho detto nulla a nessuno! Pensavo che sarebbe stato più facile una volta che fossimo venuti qui..” gli risponde sapendo di camminare su un filo sottilissimo.
“..ma?” la sprona a parlare.
“..ma a quanto pare mi sbagliavo! Mi spiace di aver rovinato tutto..come al solito..” sussurra quasi impercettibilmente.
Seeley la guarda cercando di trovare le parole giuste ma, quando sta per risponderle viene bloccato dall'arrivo delle loro birre. Lei afferra la sua bottiglia iniziando a sorseggiare il liquido ambrato. Lui decide di imitarla.
“So quanto gli amici possano risultare..invadenti, alle volte! Se non lo fossero credo che non sarebbe la stessa cosa. È il loro modo per dimostrarci quanto tengano a noi e ci vogliano bene!” le risponde semplicemente.
“E' uno strano modo di voler bene!” sussurra riflettendo sulle sue parole.
“L'amore è fatto così. Non c'è un modo giusto o sbagliato. C'è solo amore!” afferma sempre più convinto di quanto quelle parole facciano male a lei ma soprattutto a lui. Si passa velocemente una mano sugli occhi cercando di allontanare i ricordi che, in quel momento, sembra vogliano, egoisticamente, rubargli l'attenzione.
“Non ha molto senso..” storce il naso lievemente contrariata.
Seeley tira un sospiro cercando di darle una risposta che possa soddisfarla.
“Si, se tu gliene dai uno..” lui la guarda reprimendo l'impulso sempre più forte di abbracciarla.
Temperance sembra meditare su quelle parole notando come per la prima volta qualcuno sia stato incredibilmente sincero con lei. Lui, uno sconosciuto che le parla come se la conoscesse da sempre. Forse è così. Infondo lui conosceva una parte di lei sconosciuta al resto del mondo. Conosceva quella Temperance che non era riuscita a rivelare mai a nessuno. Improvvisamente inizia a sentirsi un po' troppo scoperta davanti agli occhi così caldi e veri di quell'uomo. L'aria sembra diminuire intorno a lei. Gli occhi iniziano a luccicarle sotto i fari delle luci e il peso delle lacrime che sembrano volerle uscire come un fiume in piena.
“Temperance va tutto bene?!?” le chiede sfiorandole una mano.
Il suo tocco leggero sembra lasciarle un segno invisibile sulla pelle bruciandola lentamente.
“Si, scusami..vado un attimo in bagno! Scusa..” arrossisce impercettibilmente.
“Certo..io ti aspetto qui!” le sue labbra si allargano in uno dei suoi sorrisi semplici ma disarmanti.
Lei annuisce dileguandosi tra la folla non prima di averlo guardato ancora una volta negli occhi.




Piccole goccioline di acqua scivolano lente sulla pelle liscia del suo viso. Una dopo l'altra fanno a gare su chi deve cadere per prima. Lei le lascia disputare la loro personale gara fino a quando stanca di nascondersi pone fine a quella strana danza.
Butta un pezzo di carta nel cestino accanto alla porta che improvvisamente si apre facendo spazio a due donne.
“Ah allora sei qui!” esclama Cam.
“Dove volevi che fossi?!?” domanda perplessa all'amica.
“Vicino a quel bel fusto del tuo amico!” ammicca Angela.
“Questo sembra un agguato in piena regola!” afferma Temperance incrociando le braccia sul petto.
“Noi non saremmo mai capaci di una cosa del genere!!” esclama Angela quasi indignata portandosi una mano alla bocca.
“Che cosa volete sapere?” chiede rassegnata.
“Chi è, da quanto lo conosci, come lo conosci e cosa c'è tra voi..” la incita Cam.
“Se è impegnato..soprattutto se è impegnato!!” sorride Angela eccitata.
“Si chiama Seeley è di Washington. Lavora per l'esercito..è un mio amico, lo conosco da un po' di tempo..” risponde velocemente.
“Perché è qui?” continua Cam.
“E'..è venuto a cercarmi per ridarmi una cosa che mi appartiene..” sussurra vagamente.
“Deve essere qualcosa di importante per farlo venire fin qui..” constata Angela facendosi più vicina e riducendo gli occhi a due fessure.
“Si, lo era..” dice Temperance pacatamente.
“Era vuol dire che non lo è più?!?” chiede l'amica non volendo mollare la presa.
“Vuol dire che non lo so e che sarebbe il caso che tornassi di là!” replica passando tra le sue due amiche per arrivare fino alla porta.
“Ci nascondi qualcosa?” chiede Cam incuriosita.
“Si è possibile, come è possibile che presto vi dirò tutto quello che c'è da sapere..” sorride loro per poi uscire dal bagno.
“Secondo te che cosa ci sta nascondendo?!?” chiede Cam non appena la loro amica le ha lasciate sole.
“Non lo so..ma ho intenzione di scoprirlo!” esclama Angela sicura di sé.




Seeley è seduto sulla piccola poltrona. Tra le mani la bottiglia di birra che continua a rigirare. La scuote leggermente alla ricerca di una goccia residua. Nulla. Con la coda dell'occhio vede una figura avvicinarsi nella sua direzione ed istintivamente alza la testa sorridendo. Le sue aspettative sono però deluse.
“Ciao..” sussurra la giovane donna dai lunghi capelli biondi.
“Ciao a te..” risponde facendo vagare lo sguardo per il resto della stanza.
“Non credo di averti mai visto da queste parti..” afferma accomodandosi sulla poltrona libera.
“Sei la seconda persona in meno di mezz'ora che fa la stessa osservazione..” sospira posando la bottiglia verde ormai vuota sul tavolino.
“Di solito qui vediamo sempre le stesse facce quindi un turista o una persona nuova salta all'occhio immediatamente..comunque io sono Hannah, piacere di conoscerti!” sorride sporgendosi verso Seeley.
“Seeley..” risponde semplicemente.
“Di dove sei?” chiede incuriosita.
“Washington..”
“E come mai sei da queste parti?” continua imperterrita.
“Per incontrare una persona..” risponde velocemente cercando di rimanere sul vago mentre con lo sguardo continua a scrutare la stanza.
“Sembri un uomo di poche parole..”
“E tu una donna dalle mille domande..”
le fa notare.
“Deformazione professionale..noi giornalisti difficilmente molliamo la presa quando qualcosa attira la nostra attenzione.” afferma ammiccando posando una mano sul bracciolo della sedia al suo fianco fino a sfiorare la mano di Seeley.
Lui solleva lo sguardo fissando la donna sedutagli di fronte. Sorride scuotendo leggermente la testa.
“Mmm..alle volte però bisogna saper lasciar andare..” gli sorride mentre il suo sguardo viene catturato da una figura alle spalle della donna bionda.
Senza aggiungere altro si alza in piedi raggiungendo il bancone al lato della stanza lasciando interdetta la donna che fino a pochi minuti prima parlava con lui e che adesso lo guarda allontanarsi leggermente sconsolata.




Temperance è poggiata sul bancone del bar intenta ad ordinare una seconda birra quando avverte la presenza di qualcuno accanto a lei.
“Ehi..” sussurra Seeley incrociando il suo sguardo.
“Ehi..scusami non volevo farti aspettare tanto..” abbassa lo sguardo titubante.
“Nessun problema..” la rassicura lui.
“Ti va un'altra birra?” gli chiede gentilmente.
“Una birra non si rifiuta mai..” le fa l'occhiolino sorridendo.
Temperance fa un cenno al barista che immediatamente è da lei. Fa la sua ordinazione e in meno di cinque minuti sono entrambi serviti. Iniziano a sorseggiare lentamente la bevanda mentre la musica continua ad andare a ripetizione. Una canzone dopo l'altra.
“Oh...adoro questa canzone...” esclama Temperance posando istintivamente una mano sul braccio dell'uomo che le sta di fronte.
Gli occhi lucidi persi in chissà quali ricordi, sicuramente felici visto il suo viso sognante.
“L'ho sentita la prima volta quando ero una ragazzina è da tanto che non l'ascoltavo..Kiss from a rose..” sussurra voltandosi in direzione della band.
Seeley posa la sua bottiglia sul bancone sfilando poi dalle mani quella di lei. Temperance si volta non riuscendo a capire che cosa stia succedendo.
“Ti va di ballare?” le chiede tendendole la mano.
Lei per un attimo resta immobile a fissare quella mano ai suoi occhi così perfetta e rassicurante. Lo fissa indecisa sul da farsi. Il suo cervello però agisce prima che lei possa prendere una decisione ed eccoli camminare lungo la pista da ballo. Impacciati. Uno accanto all'altra. Mani che si cercano. Occhi che si perdono negli occhi. Sempre più vicini cercando di andare a tempo.
Temperance cerca di ricordare l'ultima volta che ha ballato con un uomo. Non ha un ricordo preciso ma sa che la sensazione che prova in questo momento è diversa. Non sa come definirla sa solo di sentirsi bene. Al sicuro. Serena. Come se tutte le cose fossero al loro posto, come se tutto fosse come dovesse andare.
Seeley la stringe a sé quasi volesse auto convincersi di quello che sta succedendo. Sembra tutto uguale eppure sa che lentamente tutto sta cambiando, tutto diventa diverso. La sua vita inizia ad assumere nuove forme, colori. Nuove sensazioni. Il suo profumo, lo stesso che lo cullava nelle notti scure di Washington, gli solletica le narici tranquillizzandolo.
La canzone lentamente inizia a perdere sfumature segno che sta per terminare così lui cerca in tutti i modi di imprimersi nella mente quell'immagine.
“Temperance?” sussurra debolmente.
Lei si scosta quel tanto da poterlo guardare negli occhi.
“Non devi scusarti per come sei...non con me!” le accarezza il viso quasi impercettibilmente con la paura che possa scappare da un momento all'altro.
Lei, invece, rimane lì annuendo semplicemente sorprendendolo e sorprendendosi.





La serata è trascorsa tranquillamente e forse per certi versi troppo velocemente. Adesso sono di fronte a casa di lei pronti a salutarsi. Forse il loro sarà un semplice arrivederci o forse un addio sta di fatto che le domande per entrambi sono tante e molto probabilmente per alcune di esse ci vorrà tempo prima di dar loro una risposta. Se per lei quell'uomo è ancora un'incognita e non sa se fidarsi o meno nonostante ogni singola parte di lei è sempre ,e più che mai, attratta dai suoi occhi così sicuri ma allo stesso tempo così fragili. Per lui, invece, Temperance è più di quanto egli stesso riesca a definire, più di quanto lei possa immaginare. La ragione per cui ha deciso di darsi una seconda possibilità.
“Grazie per la bella serata anche se..” stava per scusarsi ancora una volta quando lui la blocca.
“Di nulla...è stata una bella serata anche per me!” le sorride facendole l'occhiolino.
Lei sorride appena divertita da quella intesa così inaspettata che si è venuta a creare tra loro.
Si osservano per qualche minuto senza sapere bene cosa dire.
“Mi spiace che tu non abbia conosciuto mia zia...” dice ad un tratto lei.
“Anche a me...magari sarà per la prossima volta...” risponde sinceramente.
“Ci sarà una prossima volta?” chiede Temperance di getto senza rifletterci.
Seeley la guarda negli occhi cercando di decifrare il senso di quella domanda consapevole che la sua risposta è stata un po' troppo azzardata.
“Ehm...sinceramente io...io n-non lo so...” afferma titubante non sapendo che cos'altro dire.
“A me...p-piacerebbe rivederti...ancora...” sussurra abbassando lo sguardo imbarazzata mentre il suo cervello cerca di elaborare le parole appena pronunciate dalla sua bocca.
Seeley piega la testa di lato cercando di decifrare cosa le passi per la testa ma, non sembra riuscirci e prima ancora che lui riesca a pensare la sua mano si muove verso il volto di Temperance. Le sfiora una guancia con le dita in una piccola carezza.
I loro occhi si incrociano per la millesima volta in questa serata ma sembrano non accorgersene. Lui si avvicina nella sua direzione.
“Forse tu devi ritornare a casa...” sussurra lei cercando di ritrovare il suo autocontrollo ormai perduto.
“...forse posso posticipare la partenza...” afferma cercando di convincersi che quello che sta succedendo non sia solo un'altra illusione.
“...forse non è una buona idea...” gli dice cercando di ritornare in sé.
“...forse ti sbagli...” continua senza lasciarla andare.
“...forse stai cercando di farmi cambiare idea in proposito...” lo ammonisce lei.
“...forse hai ragione...” le concede lui.
Sono sempre più vicini l'uno all'altra.
“Mi stai dando ragione?” chiede lei sorpresa.
“Si...ma solo per zittirti...”
Senza aggiungere altro le passa un braccio intorno alla vita colmando quella piccola distanza che continuava a separarli. Le sfiora le labbra con un dito e quando è finalmente sicuro che non scapperà o che lo respingerà la bacia con delicatezza.
Lei resta immobile per un attimo ma piano piano si lascia andare a quel bacio che sembra ridarle l'aria che in tutti questi mesi le è mancata. Quel bacio che rimette in moto il cuore di Seeley che per troppo tempo era rimasto chiuso a chiave.
Un semplice e piccolo bacio per ridar vita a due persone che credevano di essersi perse per sempre e, invece, sono lì, ad un passo di distanza l'uno dall'altra.

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Capitolo 14
*** Capitolo tredici ***


Ci sono volte in cui tutto sembra non avere più senso, in cui tutto ci sembra inutile e senza senso, in cui decidiamo di mollare la presa, ma, poi, arriva quel qualcosa che, a volte, non siamo neanche in grado di definire ma che riesce a riportarci alla vita.
Temperance l'ho ha provato sulla sua pelle quando finalmente le sue labbra si sono posate su quelle di Seeley.
Un bacio.
Sì, un semplice e insicuro bacio per far battere di nuovo due cuori dimenticati chissà dove. Però lui questa volta lo aveva sentito e per un attimo ha avuto paura di vederlo schizzare fuori dal suo petto e perderlo per sempre. Invece è rimasto lì al suo posto battendo sempre più velocemente per lei. Per quella donna che ora resta in silenzio a fissare gli occhi dell'uomo che le sta davanti sperando di poterlo baciare ancora.
“Buona notte, Temperance...” sussurra Seeley lasciando che le sue labbra sfiorino una sua guancia accaldata.
Lei lo lascia andare anche se vorrebbe fermalo, sapendo di doverlo fermare perché lasciarlo andare così non sarebbe giusto, ma soprattutto sapendo che se lo avesse richiamato allora non sarebbe più potuta tornare indietro.
Chiude gli occhi per un attimo e raccoglie quel briciolo di coraggio che le è rimasto mentre con filo di voce lascia che le parole le escano di bocca.
“Io non so che cosa stiamo facendo...non so che cosa sto facendo...so che è sbagliato tutto questo, che non ha senso perché tu sei un perfetto sconosciuto che è entrato nella mia vita da un momento all'altro travolgendola completamente. Sai cose di me che non dovresti sapere e questo mi fa sentire un passo indietro perché io so poco di te mentre tu sembri leggermi nel pensiero...e poi c'è Sully e io...” si ferma un attimo come a voler trovare qualcosa a cui aggrapparsi.
“Cosa?” sussurra lui voltandosi nella sua direzione e guardandola negli occhi.
“...non so se posso fidarmi di te...” sussurra abbassando lo sguardo.
Seeley respira profondamente per poi allungare una mano nella sua direzione.
“Puoi fidarti di me...ma so che le mie parole non ti basteranno...” le risponde semplicemente.
“Vorresti dimostrarmelo allora?” chiede quasi titubante.
Lui la guarda di traverso non sapendo che cosa aspettarsi da quella domanda ma nonostante tutto decide di buttarsi.
“Come?” dice con un filo di voce.
“Resta con me questa notte...” afferma quasi sorprendendosi.
Lui le si avvicina ancora un po' catturandole le labbra in un nuovo e veloce bacio per poi annuire sicuro della sua scelta.
Lei risponde al bacio per poi stringergli la mano e condurlo in casa. Si disfano delle giacche lasciandole cadere sui braccioli delle poltrone. Temperance imbarazzata gli fa cenno di seguirlo al piano di sopra, così in silenzio salgono le scale fino ad arrivare davanti alla porta semi aperta della sua camera da letto in fondo al corridoio.
Lei si volta per un attimo verso di lui guardandolo negli occhi più insicura che mai, così lui la precede prendendole il polso delicatamente conducendola sul letto color panna. Lascia che si sistemi a pancia in su per poi imitarla.
Sono sdraiati uno accanto all'altra quando lui le tende la mano.
“Ci sarò ancora domani mattina quando ti sveglierai...” le sussurra guardandola negli occhi.
Lei afferra la sua mano voltandosi su un fianco per poterlo osservare mentre il chiarore della luna proveniente dalla finestra lo illumina debolmente. Seeley le sorride per un attimo per poi scostarle una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
Lentamente Temperance si lascia cullare dal respiro dell'uomo steso al suo fianco fino a prendere sonno mentre Seeley resta sveglio ancora un po' osservandola dormire tranquillamente.


E’ quasi mattina il sole comincia lentamente a sorgere quando Temperance si rigira nel letto. Allunga il braccio tastando con la mano il lato opposto al suo. Piano piano riapre gli occhi scoprendo che al suo fianco non c'è traccia dell'uomo che ha dormito con lei.
I suoi occhi si riempiono di lacrime quando la realtà le cade addosso. Nuovo giorno, nuova sconfitta, nuova delusione.
Si solleva a fatica dal letto strofinandosi il viso ancora stanco dandosi della stupida per aver creduto in qualcosa, in qualcuno che a quanto pare non meritava la sua fiducia.
A testa bassa si avvia verso la porta aprendola rischiando di scontrarsi con l'uomo nascosto dietro di essa.
“Ehi...attenta!” la blocca Seeley prima che sia troppo tardi.
“Sei ancora qui?” chiede lei perplessa.
Seeley la osserva per un attimo per poi afferrarla per una mano e attirarla a sé attento a non rovesciare il contenuto della tazza che teneva saldamente con l'altra mano.
“Ti avevo promesso che mi avresti trovato qui al tuo risveglio...ti puoi fidare di me Temperance...” le accarezza il viso ormai a pochi centimetri di distanza.
Lei annuisce semplicemente cercando di ricacciare indietro le lacrime. Tutto quello che sembrava complicato all'apparenza si stava rivelando facile anche per lei che di facile non aveva mai avuto nulla nella vita.
“Che cos'hai lì in mano?” gli chiede lei ad un tratto riprendendosi dai suoi pensieri.
“Caffè?” sorride leggermente.
Temperance afferra la tazza bevendo un lungo sorso del liquido nero e bollente. Per un attimo si ferma ad osservare gli occhi di Seeley che sono fissi su di lei intenti ad ammirarla.
“Hai fame?” le chiede ad un tratto lui sorridendole.
“Si, a dire il vero ne ho parecchia...” sussurra guardandolo di sbieco.
Seeley allarga ancora di più il suo sorriso sfregandosi le mani in segno di approvazione.
“Perfetto...andiamo allora!” afferma lui entusiasta.
“Dove?” chiede lievemente perplessa lei.
Seeley le fa l'occhiolino e la invita a seguirla giù per le scale. Si avviano verso la cucina. Il tavolo è ricoperto da una sottile tovaglia azzurrina e sopra di esso ci sono due bicchieri di spremuta e dei cornetti caldi.
“Hai fatto tutto tu?” si stupisce lei.
“Sono uscito un attimo e ho preso un paio di cornetti...forse un po' troppi ma non sapevo che cosa preferivi...quindi ho preso un po' di tutto...” afferma lui imbarazzato.
Lei lo osserva ancora un po' cercando di imprimersi nella mente quell'immagine che per troppo tempo le era mancata e che a dire il vero forse non aveva mai visto. Improvvisamente capisce che potrebbe buttarsi in questa storia anche se potrebbe andare male, anche se potrebbe rivelarsi una lama a doppio taglio, anche se potrebbe vederla sconfitta un'altra volta. Però lei è più che abituata alle ferite, al dolore, alla separazione e dopo che la sua ultima vita è stata portata via, che cos'ha da perdere ancora?
Nulla.
E con questo pensiero in testa decide di lasciarsi andare o almeno di provarci.
“Ce n'è uno al cioccolato?” chiede fissando il vassoi dorato posato sul tavolo.
Seeley le porge uno dei tanti cornetti caldi mentre le sue labbra si allargano in uno dei suoi sorrisi. Quelli che da tempo avevano smesso di illuminare il suo volto.



La mattina lentamente lascia il posto ai tenui colori del pomeriggio ormai inoltrato.
Sono entrambi seduti sul divano del soggiorno di Temperance. Lei attaccherà il turno il mattino seguente mentre Seeley ha rimandato ancora una volta la sua partenza.
Hanno passato l'intera mattinata insieme intenti a parlare di cose più o meno importanti cercando di conoscersi meglio di quanto non avessero fatto fino a quel momento.
Tranquillamente hanno toccato ogni tipo di argomento, dalla loro infanzia all'ultimo acquisto fatto ma mai nessuno aveva accennato al fattore ex. Il loro tacito accordo sul non rivangare un passato non tanto lontano ma molto doloroso sembrava funzionare.
“Quindi tuo fratello si è preso cura di te quando eri più piccola?” le chiede lui incuriosito.
“Si bhe diciamo che il grosso è stato fatto da zia Caroline. Mio padre era occupato con il lavoro e Russ... bhe lui mi ha sempre protetta dal mondo anche se non credo che ci sia riuscito.” sussurra amaramente.
“E' il ruolo dei fratelli maggiori quello!” afferma lui convinto.
“Anche tu facevi così?” chiede inclinando il suo volto verso quello di Seeley.
“L'ho sempre fatto anche se in quest'ultimo periodo i ruoli si sono un attimo capovolti...” ammette sinceramente.
Temperance beve l'ultimo sorso di tè caldo mentre la sua mente inizia a vagare tra i ricordi. All'improvviso un'immagine si crea nella sua mene ed istintivamente volge il capo di lato in direzione del giardino alle spalle della sua casa. Si solleva velocemente per poi rivolgersi al suo ospite.
“Vieni...voglio farti vedere una cosa...” Lo incoraggia a seguirla.
Attraversano la cucina ed escono fuori dalla porta di servizio.
Camminano per un po' lungo il prato verde superando il gazebo nocciola fino ad arrivare vicino ad un'altalena di legno.
“La costruì mio fratello per me dopo che mia madre se ne andò. Lui aveva bisogno di qualcosa che lo tenesse impegnato e io di qualcosa che mi distraesse...” si siede velocemente in uno dei due posti e piano piano inizia a dondolarsi.
“E' bello questo posto...” sussurra Seeley imitandola.
“Già...vengo qui quando ho bisogno di non essere trovata o disturbata...” afferma dondolandosi lentamente.
“Quindi questo è il tuo nascondiglio...” sorrida entusiasta.
“Non è un nascondiglio è...un posto...semplicemente un posto...” sottolinea lei.
“Oh no...questo è il tuo posto segreto!” ride divertito.
“No che non lo è!” afferma sicura.
“Puoi negarlo quanto vuoi ma sai che ho ragione!” ammicca verso di lei.
“Il posto segreto è per i bambini di cinque anni...” protesta Temperance.
“Ti stai arrampicando sugli specchi!” sogghigna soddisfatto.
“Non è affatto così!”
“Quanto ti costa ammettere che ho ragione?” alza un sopracciglio cercando di restare serio.
“Probabilmente tanto quanto costa a te ammettere che ti sbagli...” sorride alzandosi in piedi per poi voltarsi verso di lui.
“Ouch...colpito ed affondato! Comunque sei molto fortunata ad avere un posto tutto per te!” le concede lui.
Temperance gli sorride divertita mentre lentamente si avvicina al gazebo in legno non poco lontano da loro. Sorpassa la piccolo arcata e si poggia delicatamente con le mani sullo schienale davanti a sé mentre lui la raggiunge subito dopo sistemandosi dalla parte opposta.
“Tu non è hai mai avuto uno?” chiede più curiosa che mai.
“No! Ci sono stati momenti in cui ne avrei voluto uno soprattutto quando ero più piccolo...” lascia cadere la frase a metà tornando improvvisamente serio.
“Forse adesso è troppo tardi ma...ma se vuoi puoi usare il mio...quando ne avrai bisogno...intendo...” sussurra imbarazzata abbassando lo sguardo.
Seeley solleva la testa osservando la figura di quella donna che con i suoi gesti, le sue parole, i suoi silenzi non fa altro che attirarlo a sé senza neanche rendersene conto.
Si fa più vicino a lei accorciando le distanze tra loro.
Le prende il volto tra le mani osservando quegli occhi così chiari sotto la luce gialla dei lampioni. Lentamente avvicina le sue labbra a quelle morbide di lei.
La bacia piano come se volesse assaporarla a fondo e con la speranza di non interrompere mai quel contatto.
Seeley la stinge forte a sé mentre lei si lascia andare a quella dolcezza così diversa da tutte quelle provate fino a quel momento. Temperance capisce che quel bacio non è una pretesa, non è una presa di possesso, non è disperazione e non è neanche amore, non ancora, ma una semplice e delicata carezza di speranza.


Il bacio diventa subito più profondo, Temperance schiude le labbra in modo da incontrare la sua lingua e intraprendere una dolce e sinuosa danza. Pensa che non ha mai condiviso un bacio così bello nella sua vita, quell’uomo, che in fondo è ancora uno sconosciuto, le sta regalando delle emozioni che non aveva mai provato prima.
Anche Seeley è molto emozionato. Quel bacio è qualcosa di diverso da quelli che avevano condiviso fino ad ora e dentro di se pensa che quella donna meravigliosa in un modo o nell’altro farà sicuramente parte del suo futuro.
La avvicina di più a sé mettendole una mano dietro la nuca spostando la sua bocca a baciarle la guancia e il collo, portando così la donna ad inclinare la testa per dargli maggiore accesso. Con la mano libera Seeley, inizia il contatto con la sua pelle insinuandola sotto la sua maglietta, accarezzandole dolcemente il fianco e l’addome.
Temperance fa lo stesso con lui, sbottona lentamente i bottoni della sua camicia e porta le mani sul suo petto cominciando ad accarezzargli i muscoli del petto.
Adesso è lei che prende l’iniziativa, prende il suo viso tra le mani e inizia a lasciare piccoli umidi baci sulla guancia, sulla mascella fino a scendere sul collo, portando la sua eccitazione sempre più in alto.
Seeley si accorge che sta per perdere il controllo così prima di andare avanti vuole mettere le cose in chiaro ed essere sicuro che anche lei fosse pronta a continuare. La solleva in modo tale da incontrare i suoi occhi e dolcemente appoggia la fronte alla sua, mentre con una mano le accarezza teneramente una guancia.
“Temperance.. è questo che vuoi?” sussurra piano sulle sue labbra.
“Si” risponde decisa baciandolo di nuovo.
“Andiamo di la..” farfuglia senza interrompere il contatto con lei.
“No, ti voglio qui.. adesso” afferma trascinandolo sopra di lei.
Riprendono a baciarsi con foga fino a quando Seeley interrompe il contatto per sfilarle la maglietta dalla testa e concentrarsi sul resto del suo corpo. Rimane senza fiato alla vista di lei con addosso solo un reggiseno nero di pizzo e pensa che non ha mai visto una donna più bella in tutta la sua vita.
Prende in mano la sua pienezza cominciando a darle piacere strofinando i capezzoli attraverso la stoffa sottile dell’intimo e a quel contatto Temperance emette un piccolo gemito così l’uomo aumenta di più il suo movimento.
Lentamente scende a baciare la pelle scoperta portando le mani al gancetto del reggiseno lasciandolo cadere a terra. Prende così un suo capezzolo in bocca, cominciando a succhiarlo avidamente riservando successivamente anche all’altro lo stesso trattamento. La donna comincia a perdere il controllo, respira affannosamente, il suo cuore batte forte e inizia ad agitarsi sotto di lui. Vuole di più.
In un attimo i pochi vestiti rimasti finiscono a terra, Seeley si allunga facendo attenzione a non pesare troppo su di lei e la guarda intensamente negli occhi cercando il suo consenso per proseguire.
Temperance gli accarezza dolcemente il viso annuisce leggermente e lo bacia, mentre con una lo guida dentro di se.
E in una fluida dolce spinta i loro corpi sono uniti; è una sensazione meravigliosa come se il mondo intorno a loro si fosse fermato, come se il loro cervello avesse smesso di funzionare per qualche istante. L’uomo stringe le sue mani tra le sue e se le porta dietro la testa in modo da aderire completamente a lei. In quella posizione sente i suoi capezzoli turgidi contro il petto, non resistendo più comincia a muoversi trovando subito il ritmo adatto. Lei va incontro ad ogni sua spinta chiudendo gli occhi e inclinando la testa all’indietro per il grande piacere che sta provando. Dopo aver raggiunto insieme le vette più alte del piacere restano uniti ancora per un momento, fronte contro fronte, sorridendo all’unisono per quella magia che avevano appena condiviso.
Dolcemente Seeley scivola via da lei, prende un piccolo scialle di lana che era poggiato poco lontano da lui sulla panca, e si stringe a lei, facendola accoccolare sul suo petto mentre le accarezza dolcemente la schiena con piccoli movimenti circolari.
E così rimangono stretti in quell’abbraccio per svariati minuti senza parlare, lasciandosi cullare dai loro rispettivi respiri, con la consapevolezza di aver appena condiviso molto più del sesso, mettendo in gioco il loro cuore e le loro anime, lanciando i buoni propositi per un’emozionante e travolgente storia d’amore.

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Capitolo 15
*** Capitolo quattordici ***


È poco prima dell'alba quando Temperance lentamente apre gli occhi. È stesa sul letto avvolta nel lenzuolo bianco. Un braccio intorno alla vita la tiene ferma impedendole di muoversi liberamente. Piano piano brevi immagini le ritornano in mente. Si morde il labbro interiore cercando di tirarsi su senza svegliare l'uomo steso al suo fianco.
Seeley dorme beatamente a pancia in giù, i capelli lievemente arruffati e sulle labbra un sorriso appena accennato.
Temperance rimane immobile a contemplarlo. Quanto tempo è passato dall'ultima volta che ha condiviso il letto con un uomo? Quanto tempo era che non faceva l'amore? Da quanto tempo non si sentiva così desiderata?
Quell'uomo in poco tempo era riuscito a entrare nella sua vita e a capovolgerla completamente e la cosa più assurda è che lei glielo aveva permesso. Fin dal primo giorno si era detta di stare attenta a quello straniero dagli occhi nocciola ma proprio quegli occhi lentamente avevano finito per portarla ad un punto di non ritorno.
Con le dita accarezza la pelle liscia e accaldata del braccio di Seeley. Un brivido le percorre la schiena.
Inclina il capo quel poco che basta per guardare il suo volto e capire quanto l'uomo - che la stringe forte come per paura che possa scappare - sia diverso da Sully.
Non perché lui l'abbia abbandonata così da un momento all'altro, no. Sully era un brav'uomo e l'aveva sicuramente amata, almeno all'inizio, ma quando era con lui sapeva di non essere se stessa, sembrava che vivesse in una bolla di sapone.
Un fremito le corre lungo la pelle diafana diventando improvvisamente consapevole.
Consapevole che, forse, la vita vissuta fino a quel momento era solo una semplice illusione creata da lei stessa.
Questo voleva dire che tutto quello provato in tutto questo tempo non era amore? Allora che cos'era?
Improvvisamente i suoi occhi si velano di lacrime.
“Un bacio per ogni tuo pensiero...” sussurra la voce accanto a lei ancora lievemente impastata dal sonno.
“Eh? N-non era un penny?” chiede perplessa riprendendosi.
“Vero...ma i baci sono più divertenti...” le sorride malizioso.
“Pensavo solo che...insomma..l-le cose stanno cambiando...” sussurra appena abbassando lo sguardo.
“E questo ti dispiace?” chiede Seeley titubante trattenendo appena il respiro.
“Non lo so ancora...” ammette lei semplicemente.
“Mmm...magari potrei darti una mano a capire...” le risponde sorridendo mentre inizia a lasciare una scia di baci lungo il suo braccio.
“Davvero? E come vorresti aiutarmi?” sorride divertita.
“Ehm...conosco un modo...” sussurra Seeley prendendo a baciarle il collo.
Temperance inclina appena il capo permettendogli di avere un accesso migliore. Seeley l'avvicina a lui fino ad attirarla su di sé senza mai staccare la bocca dalla sua pelle candida.
Lei si solleva quel po' che basta per catturare le labbra arrossate di lui in un bacio appassionato. Lui risponde con la stessa passione lasciandosi travolgere dalle mille sensazioni di quel momento mentre con una mano inizia a tracciare una linea immaginaria sulla schiena nuda di Temperance.
Piccoli brividi iniziano a percorrere la sua pelle accaldata.
Con un unico movimento rotolano sul letto invertendo le loro posizioni.
Seeley si solleva sui gomiti osservando quegli occhi così intensi e penetranti mentre con la mano le scosta una ciocca ribelle di capelli.
“Stai tremando...” sussurra lui sfiorandole con le labbra la guancia lievemente arrossata.
“Le cose potrebbero sfuggirci di mano...potresti innamorarti di me...” si ferma un attimo cercando di calmare il respiro.
“...o potrei già esserlo!” la precede lui.
Temperance chiude gli occhi per un secondo cercando di ricacciare indietro le lacrime cercando di placare il tumulto nel suo cuore.
Seeley la stringe di nuovo a sé e lentamente iniziano ad amarsi.




Venerdì sera.
Caroline, Angela e Cam sono tutte riunite a casa di quest'ultima per il loro solito incontro.
“Qualcuno ha sentito Temperance?” chiede la padrona di casa non vedendola arrivare.
“Nonostante sia mia nipote non ho idea di dove sia finita...” afferma Caroline scoraggiata sgranocchiando delle noccioline salate.
“Prima sono passata da casa sua ma non c'era...” sussurra ammiccando Angela in piedi davanti alla finestra.
“...ora che mi ci fai pensare oggi non era neanche in ospedale...” afferma Cam sospetta.
“Che sia con quel suo amico?” sogghigna Angela continuando a sbirciare attraverso il vetro freddo.
“Me lo auguro per lei altrimenti in quanto sua zia mi sentirò in dovere di farle un discorsetto...” alza il sopracciglio seria.
“Oh eccola, eccola...è da sola...” risponde eccitata Angela prendendo posto sul divano.
Velocemente la porta di ingresso si apre mentre Temperance fa il suo ingresso nell'atrio della casa. Si disfa della giacca posandola delicatamente sull'appendiabiti.
“Ciao a tutte...scusatemi per il ritardo! Ho avuto da fare...” sorride la donna salutando le sue amiche.
“Doveva essere qualcosa di interessante visto la tua aria così...come dire...felice?!?”la punzecchia Caroline invitandola a sedersi.
“Ah...ehm...solo un impegno...” si giustifica Temperance accomodandosi di fianco ad Angela.
“Parecchio importante e impegnativo da costringerti a non venire a lavoro oggi...”indaga Cam divertita.
“Si, mi spiace per oggi ma è stato...ehm...qualcosa di improvviso...” abbassa lo sguardo appena.
“Interessante...ma toglici una curiosità per caso il tuo impegno si chiama Seeley?”ammicca Angela sporgendosi verso di lei.
“Ehm...mmm...ahm, no! No, perché dovrebbe?” sussurra lei lievemente imbarazzata afferrando uno dei bicchieri posati sul tavolino di vetro.
“Perché non sei mai stata brava a mentire, cheriè! Vuota il sacco!” la fulmina con lo sguardo sua zia.
Temperance beve un sorso di quel liquido arancio mentre tre paia di occhi sono puntati su di lei. Posa il bicchiere e fa un bel respiro.
“E va bene...mi arrendo...” ammette lei in un sospiro.
Piccoli gridolini di gioia si spandono per tutta la casa travolgendo del tutto Temperance.
“Io lo sapevo!” esulta Angela fiera dell'amica.
“Avanti racconta...” la incoraggia Cam con gli occhi luccicanti.
“Ecco...è una lunga storia anche se è iniziato tutto qualche giorno fa...” sussurra sfregandosi le mani per l'agitazione.
“Inizia dal principio...” Angela le accarezza una spalla per rassicurarla.
“Dopo che S-sully se n'è andato ho cercato di rintracciarlo e ho scoperto che si trovava a Washington e sono riuscita a avere il suo indirizzo...così...beh così ho iniziato a scrivergli...” sussurra con un filo di voce.
“Ti ha mai risposto?” chiede Cam incuriosita.
Temperance beve un altro sorso di aranciata prima di rispondere.
“No! All'inizio pensavo che mi stesse ignorando ma poi, qualche giorno fa, ho scoperto che in realtà non le ha mai ricevute...”
“Allora che fine hanno fatto?” domanda Angela puntando i suoi occhi sull'amica.
“Sono arrivate a Seeley. Si era trasferito da poco in un nuovo appartamento che era stato occupato in precedenza da Sully...” fa spallucce lei.
“Ha iniziato a leggerle, non so perché a dire il vero e poi è venuto a cercarmi per ridarmele.” continua Temperance.
“Finalmente un uomo da poter definire tale! Mi fermo qui senza andare oltre che è meglio...” sussurra soddisfatta Caroline mandando giù del vino.
La nipote la guarda di sbieco scuotendo la testa.
“E tu cosa hai fatto?” la incita a continuare Angela.
“L'ho mandato via! Ero arrabbiata perché aveva letto qualcosa di personale e perché Sully non sapeva nulla, poi però...” si ferma un attimo.
“...però hai cambiato idea!” finisce per lei Cam.
Temperance risponde annuendo semplicemente.
“Perché?” si incuriosisce sua zia.
“Ehm...io...non lo so! Ho cercato di trovare una risposta ma non ci sono riuscita...”sussurra incerta.
“Ti dispiace di aver cambiato idea?” chiede Cam.
“No, di questo ne sono sicura!”
“Ti piace?”
 arriva al sodo sua zia Caroline.
“Oh...ehm...non lo so...cioè...credo...non ne ho idea...” sussurra stropicciandosi gli occhi.
“Mi piace il modo in cui mi fa sentire, come se fossi davvero importante. Ascolta tutto ciò che dico anche se la maggior parte delle volte credo non capisca tutti quei termini scientifici. Mi permette di essere me stessa e sembra preoccupato se non lo faccio o se qualcosa non va e questo mi piace...mi fa sentire capita ma...ma...”
“...ma non sai se ti piace o meno...” conclude Cam per lei.
C'è un momento di silenzio dove i pensieri di tutte e quattro le donne, sebbene in modo diverso, sono diretti verso l'uomo del mistero.
“Vi siete baciati?” chiede tutto d'un tratto Angela non riuscendo a trattenersi.
“Ehm...si...” risponde titubante abbassando lo sguardo imbarazzata.
“Dal tuo tono sembra esserci dell'altro...” indaga sua zia.
Temperance fa spallucce cercando di non rimanere intrappolata in uno dei loro sguardi.
“...perché c'è dell'altro!” specifica Cam sorridendo.
“Non capisco a cosa vi riferite...” sussurra Temperance.
“Oh mio Dio...ci sei andata a letto!” esclama Angela su di giri.
“Bè...ecco...l'avete detto voi che non sono brava a mentire quindi...” lascia cadere la frase a metà.
“Noto con piacere che l'educazione impartitati in questi anni ha dato i suoi frutti! Inizio a capire come si sente un genitore orgoglioso di sua figlia!” esclama Caroline fiera.
“Ohohoh...che aspetti a raccontare?” l'ammonisce Angela.
“Non ci penso neanche...” scuote la testa convinta, Temperance.
“Avanti com'è stato?” chiede Cam ansiosa.
“No, mi dispiace ma non dirò una parola a riguardo...sono cose...private!” sorride divertita Temperance.
“Sei una guasta feste!” Angela le lancia un cuscino.
“Va bene gente! Possiamo finalmente buttare questi libri!” esclama sollevata Caroline.
“Perché dovremmo buttarli?” chiede sua nipote perplessa.
“Cheriè pensi davvero che avessimo tutta questa voglia di leggere libri anziché spettegolare liberamente?!? Dovevamo trovare un modo per distrarti ma adesso c'è qualcosa di meglio che ti tiene impegnata...” afferma soddisfatta.
“Bè grazie per essermi state vicine in quest'ultimo periodo anche se molto spesso credo di essere stata un po' odiosa...” ammette sinceramente.
“Solo un po'?!?” la prede in giro Cam.
“Propongo un brindisi...ai nuovi incontri...” solleva il bicchiere Angela.
“...ai grandi ritorni...” la segue a ruota Caroline.
“Io direi di aggiungere anche...il destino!” conclude Cam.
“Il destino non esiste!” la corregge immediatamente Temperance.
“Cheriè non credo che tu sia nelle condizioni per controbattere soprattutto visti gli ultimi avvenimenti!” sottolinea sua zia.
“Senza contare che sei a casa mia e in quanto ospite sei pregata di non infrangere le mie ultime illusioni!” le fa l'occhiolino Cam.
Sorridono divertite mentre tutte insieme svuotano i contenuti dei loro bicchieri.




È sera tardi quando Temperance torna a casa. È sulla via del ritorno non molto lontana dalla sua meta quando la sua mente ritorna ai discorsi precedenti.
Aveva ammesso se stessa e alle sue amiche quello che fino a poche ore prima aveva solo pensato senza avere il coraggio di dirlo ad alta voce.
Continua a camminare fino ad arrivare davanti alla facciata color crema della sua abitazione. Le luci sono spente e il tutto intorno a lei sembra silenzioso. Guarda quella grande costruzione e per la prima volta si rende conto delle sue effettive dimensioni. Vuota.
Ecco come le sembra la sua casa a quest'ora della notte. Vuota e senza vita. Non che un oggetto inanimato abbia vita si dice lei ma ormai quella non è nient'altro che un posto dove ritornare la sera a dormire. Un posto come un altro.
Temperance la osserva da lontano. Si infila le mani in tasca e ritorna indietro. Questa è una di quelle sere in cui non ha voglia di restare sola, così riprende a camminare. Non si era mai posta, in tutti questi mesi, il problema della solitudine ma adesso?
Adesso aveva provato qualcosa di diverso e il desiderio di ripetere quelle sensazioni la spingeva a camminare e camminare fino a raggiungere la sua nuova meta. Lui.
È sicura di questa decisione almeno all'inizio. Ora, di fronte alla porta della sua stanza le mani iniziano a sudarle. Che cosa pensava di fare? Quale scusa avrebbe usato per giustificare la sua presenza lì a quell'ora di notte?
Le nocche della sua mano destra stanno per sfiorare il legno scuro quando si scosta velocemente prima che sia troppo tardi.
“Stupida...” sussurra a denti stretti infilando la mano in tasca abbassando la testa in direzione delle sue scarpe.
“Che stai facendo?” una voce divertita a qualche metro di distanza da lei la fa sussultare.
“Che ci fai lì?” chiede cercando di sembrare il meno imbarazzata possibile.
“Aspettavo che ti spostassi dalla porta per farmi entrare...” sussurra Seeley appoggiato allo spigolo del muro.
“Oh...scusa!” si tira indietro lei arrossendo.
“Comunque non hai risposto alla mia domanda...” le fa notare lui facendosi spazio per aprire l'ingresso della sua camera.
“Io...ero venuta a cercarti! Da quanto tempo eri lì?” sussurra lei tutto d'un fiato volgendo lo guardo altrove.
“Meglio che tu non lo sappia...perché stavi titubando?” le chiede invitandola ad entrare.
Temperance scivola all'interno della stanza illuminata da un filo di luce guardandosi intorno.
“Perché non sapevo quale scusa inventarmi per giustificare la mia presenza qui...”ammette in un sussurro.
Seeley la osserva muoversi all'interno della sua stanza soffermandosi sui suoi lineamenti perfetti.
“Non c'è bisogno di inventare scuse...se vuoi vedermi vieni a cercarmi e basta...d'accordo?” le propone lui notando il suo imbarazzo.
“Tu farai lo stesso?” chiede lei voltandosi per guardarlo negli occhi.
Lui annuisce semplicemente ricambiando il suo lungo sguardo.
“Posso restare qui con te stanotte?” chiede all'improvviso come se si fosse ricordata in quell'istante.
Seeley le si avvicina e la bacia con delicatezza lasciando scivolare ai suoi piedi la giacca beige. Le sfiora la spalla scostandole i capelli per poi lasciarle una scia di baci lungo il collo. Si avvicinano al letto mentre i loro abiti cadono ad uno ad uno sul pavimento freddo.
Lui le accarezza il seno mentre un brivido li attraversa entrambi. Temperance si impossessa delle sue labbra assaporandole con calma venendo ricambiata. Lentamente iniziano a fare l'amore come se fosse l'unica cosa importante. Intrecciano le loro dita quasi ad avere paura di perdersi mentre l'onda della passione li travolge.




“Perché hai letto le mie lettere?” chiede in un sussurro Temperance lasciandosi cullare dall'abbraccio di lui.
Seeley le bacia la fronte accarezzandole i capelli,
“Ho aperto la prima per curiosità...l'ho letta e ho capito di non essere il solo a soffrire per amore. Più la rileggevo e più capivo di sentirmi legato a te e la cosa più assurda è che una volta averla richiusa continuavo a sentire il tuo profumo...” sussurra appena.
“Non volevo restare da sola...è per questo che sono venuta a cercarti!” ammette sinceramente stringendosi un po' di più a lui.
Seeley continua a tenerla stretta mentre lei lentamente chiude gli occhi scivolando tra le braccia di Morfeo.
Lui la bacia ancora una volta accarezzandole la spalla nuda.
“Ti amo...” sussurra appena è consapevole che lei non stia ascoltando.

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Capitolo 16
*** Capitolo quindici ***


Sono passate tre settimane da quando Seeley è entrato a far parte della sua vita. Non sa precisamente quando o come tutto questo sia successo eppure non può fare altro che notare per l'ennesima volta quanto velocemente le cose stiano cambiando senza che lei possa farci poi molto. Lentamente sta tornando a respirare e sa da una parte questo le piace dall'altra la terrorizza.
È una donna razionale e dovrebbe essere in grado di trovare un equilibrio o per lo meno un senso a tutto questo, invece, più passa il tempo e più si rende conto che stare vicino a Seeley la scombussola letteralmente.
Lo sente.
Sente di affezionarsi a lui più di quanto potesse immaginare o addirittura permettersi e questa nuova consapevolezza porta dietro di sé mille interrogativi che puntualmente cerca di ignorare.
Eppure uno di essei continua a sfuggire al suo controllo.
“E se dovessi far scappare anche lui?”
Velocemente sbatte le palpebre scrollandosi di dosso quei pensieri. Chiude di scatto l'armadietto dello spogliatoio afferrando la borsa. Il turno è finito da poco e finalmente può meritarsi un pomeriggio di assoluto riposo.
Attraversa il corridoio semipieno lanciando brevi e veloci saluti qua e là. Si affretta appena con la speranza di non perdere l'ascensore.
È dentro per un pelo quando le porte si chiudono. Inizia il conto alla rovescia dei piani.
8,7,6,5,4...
La fine sembra non arrivare mai. Spazientita inizia a battere il piede sul pavimento.
1.
Le porte si aprono con una lentezza infinita. Schizza fuori ad una velocità impressionante. Sorprendendo se stessa, in meno di cinque secondi, è fuori dall'edificio. Un mese fa neanche le minacce di Cam le avrebbero messo tanta fretta.
Volta l'angolo ritrovandosi lungo il viale che porta direttamente a casa mentre un sorriso nasce sulle sue labbra.
Lo vede seduto su una panchina a trafficare con il cellulare e a qualche centimetro dalla sua gamba due bicchieri di caffè caldo.
“Ehi straniero...” lo richiama all'attenzione.
Per un attimo rimane perplesso nel sentire la sua voce ed istintivamente mette via il telefonino balzando in piedi.
“Ehi...tutto ok?” chiede tossendo appena.
“Si! Tu stai bene? Sembri strano...”
“Ah...ehm...si bene, sono solo un po' agitato...sai per questa sera!”
“Oh non preoccuparti le mie amiche non ti mangeranno o almeno lo spero...” 
sorride cercando di prenderlo in giro.
“Simpatica! Comunque ti ho preso un caffè...attenta è bollente!”
“Grazie!”
 sussurra appena lasciando che le loro dita si sfiorino.
Si guardano negli occhi per un momento interminabile fino a che Seeley decide di accorciare le distanze ed attirarla a sé attraverso il maglioncino rosa. Lei si lascia guidare come una ballerina con il suo cavaliere. Intrecciano le dita in una morsa indivisibile mentre i loro occhi non smettono per un solo attimo di perdersi in quelli dell'altro. Seeley le accarezza una guancia la cui pelle sembra riprendere improvvisamente vita sotto il suo tocco delicato. Si avvicinano ancora, quel poco che basta alle loro labbra per sfiorarsi e perdersi in quel bacio tanto atteso.




È pomeriggio inoltrato quando Temperance finisce di prepararsi al piano superiore mentre Seeley l'aspetta pazientemente al piano di sotto. È poggiato con una mano sulla mensola sopra il caminetto spento, la spalla incurvata e il cellulare sull'orecchio.
“Si...io...si glielo dirò...” continua a ripetere cercando di mantenere la voce bassa.
“Sweets è quello che sto cercando di dirti da più di dieci minuti!” ribadisce spazientito.
Resta un attimo in silenzio ascoltando attentamente le parole del suo interlocutore cercando di non perdersi dietro il discorso del suo amico.
“Ho detto che glielo dirò!”
“Avresti dovuto farlo giorni fa!”
 afferma seccamente Sweets.
“Si, lo so. Il punto è che non è facile!”
“Io te l'avevo detto!”
“Ehi amico, così non mi sei affatto di aiuto!”
“Era solo per sottolineare il concetto e fare in modo che tu lo capissi!”
“Non ho tre anni e ti assicuro che hai sotto...woooow...ehm Sweets ti richiamo dopo!”

Senza aggiungere altro riattacca il telefono rimanendo a contemplare la figura slanciata e incredibilmente stupenda di Temperance.
“Sei bellissima!” sussurra quasi senza fiato Seeley.
Lei sorride semplicemente arrossendo leggermente.
“Tutto bene al telefono?” chiede poi debolmente.
“Ah...oh si tutto bene! Un mio amico aveva bisogno di un consiglio...nulla di importante.”
“Allora possiamo andare?”

Seeley annuisce tendendole la mano che lei afferra senza esitazione. Insieme escono nel silenzio della sera facendosi avvolgere dal lieve calore dell'aria.



Dopo pochi minuti si ritrovano davanti ad una graziosa casa con un grande giardino che la precede. Percorrono il sottile vialetto ghiaioso per poi salire i pochi gradini che li separano dalla veranda. Una volta davanti alla porta si guardano negli occhi sorridendosi. Poi Temperance bussa appena. All'interno della casa si sentono piccoli passi avvicinarsi verso l'ingresso fino a quando non vedono l'uscio aprirsi.
“Oh eccovi! Ciao Seeley è un piacere rivederti!” lo saluta Angela affettuosamente.
“Il piacere è mio!” ricambia il saluto.
“Avanti entrate, gli altri sono nel retro.”
Silenziosamente attraversano il salotto e la cucina per poi uscire dalla porta secondaria ed immettersi nel giardino retrostante circondato da alberi fioriti. Al centro è disposto un lungo tavolo già imbandito e al lato il barbecue da cui proviene un ottimo profumo di carne. Nel veder arrivare Temperance e Seeley l'intera compagnia si volta nella loro direzione lasciando che il silenzio si impadronisca di quel momento.
“Ecco adesso dovremmo esserci tutti! Gente questo è il famoso Seeley!” sussurra Angela cercando di alleggerire il peso di quegli attimi.
“Salve a tutti!” risponde Seeley con un lieve cenno della mano.
Temperance al suo fianco, invece, continua a rimanere sulle spine nel vedere che nessuno inizia a muoversi.
“Ciao, io sono Jack il marito di Angela. Benvenuto in casa nostra!” sorride porgendogli la mano mentre nell'altra stringe le pinze per la carne.
Seeley sorride riconoscente ricambiando la stretta. A poco a poco il chiacchiericcio inizia a sollevarsi nuovamente mentre entrambi i nuovi arrivati iniziano a rilassarsi.
“Quindi tu devi essere la regione per cui ogni volta mi ritrovo con un medico in meno...”sorride divertita Cam.
“Ehm si, a quanto pare è colpa mia! Seeley, piacere!”
“Io sono Cam, lei invece è mia figlia Michelle!”
 gli risponde indicando una ragazza a pochi centimetri da loro intenta ad accarezzare un grosso cane marrone.
La ragazza nel sentirsi chiamare alza la testa sorridendo appena a Seeley che solleva la mano salutandola.
“Allora sembra che vada bene, no?” sussurra Temperance che si era un attimo allontanata.
“Si, sembra di si!”
“Viene ti presento gli altri!”

Lascia che le loro dita si intreccino sorridendosi come a farsi coraggio a vicenda mentre fanno qualche passo in direzione degli altri due ospiti intenti a chiacchierare tra di loro.
“Zia, Papà vi vorrei presentare Seeley...” sussurra Temperance leggermente imbarazzata.
“E' un piacere conoscervi!”
“Oh, il piacere è tutto mio ragazzo!”
 sorride maliziosa Caroline portandosi alla bocca un bicchiere di vino rosso.
“Io sono Max...benvenuto tra noi!”
“Grazie...”
 sussurra appena Seeley scambiando uno sguardo veloce con la donna al suo fianco.
“Se siete tutti pronti ci possiamo accomodare, la cena è pronta!” afferma Jack con in mano una coppa di insalata.
La serata passa velocemente mentre ognuno a suo modo cerca di conoscere l'ultimo arrivato in questa nuova e allargata famiglia.
“Come mai hai deciso di servire l'esercito?” chiede incuriosito Max.
“Ho deciso di servire il mio paese in realtà e così mi sono arruolato come avevano fatto prima di me mio nonno, mio padre...”
“Una generazione assoggettato ad una potenza superiore...”
“Jack sta zitto! Scusa ma mio marito è fissato con le cospirazioni...”
 sussurra Angela dando una gomitata in direzione di Hodgins.
“Tante grazie, Angie!”
“Non preoccuparti, sono abituato a discorsi del genere...”
 afferma Seeley divertito.
“Passiamo alle cose serie, indossi un'uniforme?” chiede interessata Caroline.
“Si quando vado in missione o in circostanze particolari...”
“Mmm interessante...magari un giorno potresti degnarci di una tua visione in uniforme...” ammicca la donna.
“Caroline!” l'ammoniscono in coro.
“Ahahah si forse un giorno...” l'asseconda Seeley.
“Ecco una persona educata disposta ad assecondare un'anziana donna indifesa...” gli fa l'occhiolino in segno di intesa.
“Tu indifesa? Caroline non cambierai mai!” la critica suo cognato.
“Le apparenze ingannano Max, basta vedere te!”
“Grazie mia adorata!”
 la prende in giro baciandole il dorso della mano.
“Ah falla finita, il fatto che siamo imparentati non ti rende più simpatico ai miei occhi!”
“E io che ci speravo...”
“Ci sarà mai qualcosa che vi farà andare d'accordo prima o poi?”
 li blocca Temperance prima che sia troppo tardi.
“Non credo sarà mai possibile...” scuote la testa Angela sorridendo.
Dal tavolo si leva una fragorosa risata che finisce per coinvolgere tutti anche i meno inclini. L'atmosfera man mano che le ore passano diventa sempre più leggera come se nulla fosse cambiato in tutto quel periodo e chi più chi meno riesce ad avvertire la felicità che lentamente e senza far rumore riesce ad insinuarsi tra di loro come un'onda invisibile che finisce per travolgerli.
Nonostante la cena sia finita tutti continuano a rimanere seduti intorno al tavolo parlando come se fosse l'unica ragione che li tenga uniti in quel luogo così accogliente.
“Ti stai divertendo?” chiede tutto d'un tratto Seeley voltandosi verso la donna che è al suo fianco.
“Molto...non passavo una serata del genere da molto tempo. Tu?”
“Si, mi piace la tua famiglia!” le sorride sincero.
“Sono contenta...è andata meglio di quanto pensassi...”
“Avevi dubbi?”
“No...non più...”

Restano immobili a guardarsi per un attimo interminabili consapevoli degli sguardi che improvvisamente sembrano tutti rivolti nella loro direzione. Temperance gli sfiora il dorso della mano e a quel piccolo e quasi impercettibile movimento segue il battito accelerato di parecchi cuori e in particolare dell'uomo che adesso le stringe la mano e che lentamente si avvicina alla sua guancia sfiorandole appena la pelle con le labbra accaldate.




È sera tardi quando finalmente rientrano a casa. Indugiano per un attimo davanti la porta di casa come se dividersi fosse la cosa peggiore del mondo.
“Ti va di restare?” gli chiede Temperance sorridendo.
“Mi sbaglio o questa è la domanda che ci ripetiamo ogni sera?”
“Mmm...si credo che sia questa...

Si sorridono a vicenda mentre Seeley si sporge appena a sfiorarle le labbra. Temperance ricambia quel debole bacio per poi trascinarlo in casa e approfondire il loro contatto ma lui la blocca prima che anche il suo ultimo barlume di lucidità sia perduto per sempre.
“Io...io, devo parlarti...” sussurra appena quasi per paura.
“Qualcosa non va?”
Seeley affonda il suo sguardo in quegli occhi incredibilmente chiari mentre una morsa allo stomaco inizia a stritolarlo.
“Perchè non ci sediamo?” suggerisce cercando di rimandare l'inevitabile.
Temperance annuisce appena dirigendosi sul divano dove si accomoda affondando in un angolo con le braccia incrociate al petto come se quel gesto la potesse difendere dal mondo, da quello che sta per accadere.
Seeley la imita guardandola ancora una volta e per poi abbassare lo sguardo come se continuare a fissarla volesse dire mandare il suo cuore in frantumi.
“Sono stato richiamato dall'esercito per una missione in Afghanistan...”
Gli occhi di Temperance si immobilizzano su di lui riempiendosi di lacrime involontarie.
“...volevo rifiutare ma non posso perché mesi fa fui io stesso a chiedere esplicitamente di far parte di una nuova missione...”
Si ferma un attimo in attesa che lei reagisse in qualche modo ma lei resta ferma, immobile nel suo angolo.
“La mia richiesta è sempre stata rifiutata ma a quanto pare adesso è stata riconsiderata...”
Seeley resta a fissarla preoccupato ma Temperance sembra essere immersa nei suoi pensieri. Ricordi lontani che sembrano risucchiarla via da lui, via dalla realtà.
“Ti prego dimmi qualcosa...” sussurra sfiorandole il dorso della mano.
Con quel contatto lei sembra riscuotersi e vederlo per la prima volta dopo tutto il discorso appena fatto. Cerca di trattenere le lacrime che continuano a spingere con forza per poter uscire e gridare il suo dolore morendo, poi, sulle sue guance accaldate.
“Quando andrai via?” chiede debolmente.
“Tra qualche giorno!”
“Quanto tempo starai via?”

Seeley prende fiato abbassando lo sguardo per paura di quello che potrebbe vedere.
“...un anno...”
Temperance annuisce semplicemente asciugando quel mare in tempesta che non cessa di sgorgare dai suoi occhi. Silenziosamente si alza allontanandosi da lui ma mentre cerca di superarlo lui l'afferra per un mano.
“...sai dov'è l'uscita, puoi andare...” sussurra lei mentre un brivido le corre lungo la schiena.
“...non voglio andare...”
“...ma lo farai, quindi è meglio che tu lo faccia adesso...”

Temperance si libera dalla presa e lui la lascia andare mentre una lacrima scivola via come via scivola una parte della sua felicità. Nel silenzio della casa si sente il rumore di una porta chiudersi al piano di sopra nello stesso modo in cui sembra chiudersi qualcosa fra di loro. Seeley resta un attimo immobile immaginandola stesa sul letto in lacrime, fragile, indifesa consapevole che la causa di tutto quello è lui. Se non fosse venuto a cercarla, se non si fosse impuntato ad entrare nella sua vita forse a quest'ora non sarebbe successo tutto questo.
Sta per chiudere dietro di sé la porta e allontanarsi per sempre da lei ma un impulso improvviso lo costringe a bloccarsi. No, non l'avrebbe fatto. Non sarebbe andato via nel cuore della notte consapevole che lei avrebbe continuato a stare male, le aveva promesso che non l'avrebbe lasciata e di certo non l'avrebbe fatto adesso, non a lei.
Rientra in casa, sale di corsa le scale ritrovandosi di fronte la sua camera. Prende un bel respiro per farsi coraggio. Lentamente gira la maniglia dorata scivolando all'interno della stanza. Temperance è lì come l'aveva immaginata rannicchiata su se stessa abbracciata al suo cuscino. Seeley avverte una morsa allo stomaco ma scaccia via quella sensazione, non gli è di nessun aiuto in questo momento. Si avvicina piano al letto e senza spaventarla si sistema al suo fianco cingendola con un braccio mentre le lacrime di lei aumentano a quel contatto.
“Non ti sto lasciando...non me ne sto andando...te l'ho promesso, ricordi?”
“Chiunque può infrangere una promessa...”

“...io non sono chiunque...io non sono Sully!” afferma istintivamente per poi maledirsi per quello che ha detto.
“Mi...mi dispiace, non volevo dire che...io...” cerca di scusarsi.
“Dimostramelo...” lo interrompe improvvisamente Temperance.
Lui resta in silenzio riflettendo su quello che lei le ha appena chiesto e nel farlo avvicina la sua fronte alla spalla nuda della donna che continua a stringere tra le braccia.
“Starò via per un anno ma questo non significa che mi dimenticherò di te o ti lascerò...non lo farei mai...tra un anno io sarò di nuovo qui...con te...”
“Come fai ad esserne sicuro?”
“Perché sono sicuro di amarti e questo mi basta. A te? Basta?”

Temperance non risponde ma lascia che le sue dita si intreccino con quelle di Seeley che si lascia sfuggire un debole sorriso.
“...ti aspetterò...”

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Capitolo 17
*** Capitolo sedicesimo ***


Nella vita di ognuno c’è un gran via vai di persone. Alcune sono destinate a restare, altre a scomparire, qualcuno ci delude mentre qualcun’altro finisce per amarci. A volte invece, capita di incontrare qualcuno che riesce a cambiare completamente il corso della nostra esistenza e poco può fare un imprevisto o la lontananza perché continueremo ad aspettare imperterriti il momento in cui potremmo finalmente tornare alla normalità così, manterremo fede alla nostra piccola promessa. La stessa che continua ad alimentare la nostra speranza.


I’ve been alone with you
inside my mind
and in my dreams I’ve kissed your lips
a thousand times
I sometimes see you
passing outside my door




E’ passato quasi un anno da quando le loro strade li hanno costretti a separarsi ma lui non ha smesso di pensarla.

Anche adesso, steso sulla sua branda, un braccio posato sulla sua fronte accaldata, continua a lasciare che la sua mente torni da lei come del resto ha fatto in tutti questi mesi. Nel buio della notte lascia che i ricordi tornino a galla. I suoi occhi più azzurri del cielo, i suoi sorrisi appena accennati, il suo tocco leggero sulla pelle.

Gli mancano i suoi baci delicati e respirare il suo profumo mentre la stringe tra le braccia la sera prima di addormentarsi. Continuando a tener stretta la sua immagine chiude gli occhi e si lascia scivolare nel sonno consapevole che ancora una volta abbraccerà l’aria e non il suo corpo.



Hello!
Is it me you’re looking for?
I can see it in your eyes
I can see it in your smile
you’re all I’ve ever wanted
and my arms are open wide
because you know just what to say
and you know just what to do
and I want to tell you so much
I love you




E’ impressionante come il lavoro riesca a risucchiare tutte le tue energie e come riesca a farti smettere di pensare. Purtroppo arriva il momento in cui devi tornare a casa e allora non puoi più nasconderti. Temperance ci è passata ben due volte nel giro di poco tempo e sa esattamente che cosa si prova a voler a tutti i costi allontanare il ricordo di qualcuno che si ama. Questa volta sa che le cose sono diverse. Una strana consapevolezza le invade tutto il corpo. Forse sarà colpa dei suoi occhi, del suo sorriso o di quello che è in grado di dire. Forse è il modo in cui riesce a farla sentire anche solo semplicemente guardandola. Non lo sa di preciso, l’unica cosa certa è che continuerà ad aspettarlo.

Stanca si stende sul letto, abbraccia il suo cuscino e prima di addormentarsi immagina come sarebbe riaverlo al suo fianco.


I long to see the sunlight in your hair
and tell you time and time again
how much I care
sometimese I feel my heart will overflow
Hello!
I’ve just got to let you know
because I wonder where you are
and I wonder what you do
are you somewhere feeling lonely?
Or is someone loving you?
Tell me how to win your heart
for I haven’t got a clue
but let me start by sayin I love you.




Manca poco al suo ritorno negli Stati Uniti e Seeley si chiede cosa ci sarà ad aspettarlo una volta tornato a casa.

Lei sarà ancora lì o si sarà stancata ed avrà voltato pagina?

Cosa succederebbe se tutto fosse cambiato?

Non ne ha la minima idea e forse dirle quanto lui ci tenga a lei non sarà servito a molto ma in quel momento gli è sembrata l’unica cosa giusta da fare. L’unica per cui valesse la pena esporsi così tanto. L’unica per riuscire a far breccia in quella fortezza che è il suo cuore. Con il senno di poi e a chilometri di distanza si chiede se abbia funzionato per davvero, così, le domande nella sua mente non fanno altro che aumentare una dopo l’altra.

Dove sarà in questo momento? Mi avrà mai pensato almeno un po’?



Hello!
Is it me you’re looking for?
Because I wonder where you are
and I wonder what you do
are you somewhere feeling lonley?
Or is someone loving you?
Tell me how to win your heart
for i haven’t got a clue
but le me start by saing I love you.




Qualche volta quando si ferma ad osservare la sua casa vuota e ad ascoltare il silenzio che sembra imprigionarla, alcune immagini le invadono la mente. Lei e Seeley il mattino a fare colazione o la sera a parlare restando svegli fino all’alba. Non credeva di poter mai provare queste strane sensazioni e mentre cerca di metabolizzarle razionalmente si lascia andare ad un piccolo respiro. Ancora un po’ e lo avrebbe rivisto ancora e ancora.

E se avesse cambiato idea? Se anche lui se ne andasse via come tutti gli altri senza dirle neanche “ciao”?

Cosa avrebbe fatto allora? Sarebbe potuta tornare indietro o sarebbe stato troppo tardi?

Con le lacrime che minacciano di sgorgare all’improvviso si scrolla quei pensieri di dosso mandando giù l’ultimo sorso di caffè. Afferra le sue cose e si avvia verso la porta d’ingresso, verso l’inizio di un nuovo giorno e uno in meno al suo ritorno.

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Capitolo 18
*** Capitolo diciassette ***


Troppe volte ci troviamo davanti a scelte da fare. Scelte che ci spingono a cambiare, scelte che ci travolgono come un’onda e scelte che avremmo potuto benissimo evitare di prendere. Molte, che siano prese da noi o da altri, peseranno sulle nostre spalle come un macigno perché ci costringeranno a guardare indietro in un mondo che, ormai, è lontano mille miglia da noi.

Un giorno è tutto quello che lo divide da lei. Un solo, unico giorno e poi finalmente potrà rivederla riempiendosi gli occhi della sua immagine perfetta. Le era mancata in tutto questo tempo, mancata davvero come non gli succedeva da parecchio tempo. Adesso, però, che gli resta così poco da aspettare gli sembra che il tempo si sia fermato e non voglia più continuare ad andare avanti. Così, intento a sistemare le sue cose, imperterrito continua a fissare il quadrante rotondo del suo orologio come se da un momento all’altro le cose potessero cambiare, così per magia.

Intento a sistemare tutto e con i pensieri che gli ronzano nella testa non si accorge della presenza alla sue spalle.

“Booth…”

Nel sentire il suo di quella voce così familiare si volta quasi sussultando.

“Signore…”

“Domani è il grande giorno…torni a casa finalmente!”
la sua voce roca risuona per tutta la stanza.

“Si, signore!”

“Qui siamo tutti molto contenti del lavoro che hai svolto…eccellente direi.”


“Grazie, signore…” annuisce Seeley con un mezzo sorriso sulle labbra.

“E’ per questo motivo che ci chiedevamo se tu volessi restare ancora un po’ qui continuando a svolgere il tuo lavoro…”

“Quanto dovrei restare, signore?” chiede leggermente titubante.

“Due anni. Ovviamente sei libero di rifiutare la nostra proposta. Pensaci hai un paio di ore per decidere.” Senza aggiungere altro l’uomo si allontana silenziosamente.

Seeley resta immobile al suo posto senza riuscire a dire una parola, senza riuscire a capire cosa sia successo effettivamente.

Due anni.

Due anni sono tanto, tantissimo tempo. Un periodo infinito.

Stanco si passa una mano dietro la nuca sapendo di dover prendere una decisione e, mentre questa consapevolezza si fa più intensa, il suo pensiero finisce per volare lontano.
Vola verso di lei. Verso Temperance.





Poche ore sono tutto ciò che la divide da lui. Così poco tempo e così tanta insicurezza. La stessa che continua ad impossessarsi del corpo di Temperance che, ora, non fa altro che andare avanti e indietro per il soggiorno.

I suoi pensieri non fanno altro che accavallarsi e ancora una volta continua a chiedersi se per caso non si sia sbagliata fin dall’inizio o se avesse dovuto agire diversamente. Ormai, però, è troppo tardi per tirarsi indietro.

Solo il lieve bussare alla porta riesce a strapparla dal suo mondo fatto di domande e incognite.

Si avvicina all’ingresso girando la maniglia. Una figura snella e con i capelli raccolti ordinatamente all’indietro le sorride.

“Ciao Angela…”

“Ciao tesoro…è un brutto momento?” chiede titubante l’amica.

“No, entra pure…”

Temperance la incoraggia scostandosi quel tanto per farla passa. Insieme si dirigono verso la cucina sistemandosi ai lati opposti del grande tavolo mentre tra le mani stringono due bicchieri di thè freddo.

“Allora come stai?” le chiede l’amica apprensiva.

“Bene…sto bene!”

Angela la guarda per un lungo istante cercando di decifrare i pensieri che attraversano la mente di Temperance.

“Da quanto è che non lo senti?”

“Un po’…credo fosse Pasqua…”

“Considerando che siamo quasi a Luglio direi che è parecchio tempo…ti manca?”


Temperance manda giù un sorso del liquido freddo mentre cerca una risposta giusta a quella domanda.

“Io…n-non…si, un po’!"

“Io direi più di un po’!”

“E che…insomma questa situazione è qualcosa di nuovo per me e non so come comportarmi…se dovessi sbagliare?”


“Ascolta tesoro, devi lasciarti andare non importa se sbagli. Tutti sbagliamo e poi si può sempre rimediare…non devi avere paura. Seeley è una brava persona…”

“E se non dovesse tornare? Insomma potrebbe sempre aver cambiato idea in tutto questo tempo ci siamo sentiti si e no tre volte e siamo stati insieme quanto? Un paio di mesi?” senza aggiungere altro si alza in piedi iniziando a muoversi per tutta la stanza.

Angela resta a guardarla mentre improvvisamente comprende quello che sta succedendo e un sorriso le si dipinge sul volto.

“Ti sei innamorata di lui, non è così?” le dice con un filo di voce.

Temperance si volta nella sua direzione con gli occhi leggermente lucidi.

“Non lo so…io…come faccio a capirlo?”

Nel sentire quelle parole Angela le va incontro abbracciandola.

“Tranquilla lo capirai…quando lui sarà qui e lo vedrai di nuovo tutto diventerà più chiaro te lo prometto.”

Restano strette in quell’abbraccio per parecchio tempo fino a quando non decidono che è arrivato il momento di lasciarsi.

“Adesso devo andare, posso lasciarti sola?” chiede Angela sorridendole.

Temperance annuisce semplicemente guardando la sua migliore amica scomparire oltre la porta d’ingresso.

Manca ancora molto al suo arrivo così decide di stendersi per un po’ sul letto. Sale le scale quasi a rallentatore per poi infilarsi nella sua stanza, si disfa delle scarpe e si sistema al centro del materasso lasciando che la poca luce che passa dalla finestra semi chiusa la culli dolcemente. Piano piano chiude gli occhi addormentandosi dolcemente.

Persa nel mondo dei sogni rivede stralci di una vita passata ma non tanto lontana. Pezzi di vita vissuta che l’hanno sorpresa, l’hanno cambiata e l’hanno fatta sentire amata per un attimo che però sembra durare un’eternità. Inizia, così, a rigirarsi da una parte all’altra del letto come se fosse alla ricerca di qualcosa, di qualcuno che possa confermare quella sua nuova consapevolezza. Con una mano sfiora la parte opposta del letto immaginando che quella parte non fosse così vuota come in realtà è e, così, quando la sua fantasia si infrange riapre gli occhi. Delusa, stanca, innamorata, forse, e con il battito del cuore accelerato.

Lo stesso battito che aumenta quando dal piano di sopra sente qualcuno bussare alla porta. Un sorriso nasce spontaneo sul suo viso accaldato. Si solleva velocemente dal letto, indossa le scarpe e scende giù per le scale. Arrivata a destinazione si ferma un attimo a prendere fiato sapendo che una volta aperta quella porta tutto sarebbe cambiato.

Apre.

Resta per un attimo a fissare l’uomo che le sta davanti sorridente mentre il suo sorriso come il battito del suo cuore finiscono per affievolirsi piano piano.
“Ciao, Temperance. Sono tornato…sono tornato per te!”

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Capitolo 19
*** Capitolo diciotto ***


Cosa succederebbe se il destino decidesse di privarci dell’unica cosa che più desideriamo al mondo?
Sicuramente ci arrabbieremmo, tanto. Forse finiremmo per chiudere tutto il resto fuori dalla nostra vita.
Cosa succederebbe se, poi, ci venisse offerta una seconda possibilità migliore della precedente?
Qualcuno l’afferrerebbe al volo qualcun altro tintinnerebbe ma alla fine cederemmo tutti in un  modo o nell’altro.
Cosa succederebbe se, ancora una volta, il destino decidesse di giocare con noi, lasciandoci per l’ennesima volta da soli?
In questa occasione la rabbia svanirebbe lasciando il posto a un senso di vuoto ed inadeguatezza.
Cosa succederebbe, infine, se, tutto quello che abbiamo perso, tornasse dal passato improvvisamente sconvolgendo la nostra vita irrimediabilmente?
Certamente non resteremmo fermi a maledire il destino ma, più semplicemente, ci alzeremmo da quella poltrona, ormai consumata, asciugheremo le lacrime e prenderemmo a calci quel gran burlone del fato. Ricominceremmo tutto dall’inizio  ma, prima, ci riprenderemmo ciò che è nostro.
 
 
 
E’passata una settimana interminabile da quando Seeley sarebbe dovuto tornare da lei ma di lui neanche l’ombra. A dire il vero qualcuno alla porta di casa sua si era presentato peccato, però, che quel qualcuno non era la persona sperata.
Con questi pensieri nella testa Temperance scende le scale una per una come se camminasse a rallentatore cercando di capire che cosa sta succedendo alla sua vita ma ancora una volta sembra essere un qualcosa di estremamente complicato così decide di lasciar stare ed evitare almeno per oggi la solita emicrania.
Afferra il suo tazzone di caffè, la borsa avviandosi, poi, verso l’ingresso mentre il suo sguardo cade sul mazzo di rose rosse al centro del soggiorno.
Scuote la testa sconsolata ed esce immergendosi nel tiepido calore della mattina appena sorta.
Da quando Sully era tornato non le aveva dato un attimo di tregua. Si era presentato di punto in bianco davanti a casa sua e come se niente fosse le aveva chiesto di tornare insieme. Le aveva spiegato, come se stesse parlando con un bambino, che aveva sbagliato ad andarsene in quel modo, che avrebbe dovuto agire diversamente e che in tutto quel periodo lontano da lei, lui non aveva mai smesso di amarla.
E lei invece?
Lo amava ancora?
Non ne è poi così sicura.
Era passato un anno da quando Sully l’aveva lasciata e lei aveva dovuto reinventarsi. All’inizio era stato difficile per Temperance ma poi, a poco a poco, ci era riuscita e, adesso, è incredibilmente consapevole di come sia cambiata. Di come non sia più la stessa persona di qualche anno fa e in parte tutto questo è stato per merito di una sola persona.
La stessa che le ha promesso di non abbandonarla, che l’ha consolata quando più ne aveva bisogno. L’unica che la conosce per davvero e, forse, l’unica che l’abbia mai veramente amata solo e soltanto per quello che è.
Purtroppo, però, adesso che lei ha estremamente bisogno di quella persona al suo fianco, lui non ci sia.
Forse aveva sbagliato a fidarsi così? Forse non è stato del tutto sincero con lei?
Non lo sa con certezza ma questi mille pensieri nella testa non le impediscono di continuare ad aspettarlo sapendo, almeno in cuor suo, che prima o poi lo vedrà tornare, solo per lei.
Un piccolo sorriso si dipinge ai lati della sua bocca nel momento esatto in cui, nonostante il ritorno del suo passato, lei decide di mantenere fede alla promessa fatta a colui che è e sarà il suo futuro.
 
 
 
È pomeriggio inoltrato.
Temperance è seduta vicino ad una piccola scrivania intenta a riempire le scartoffie del suo ultimo caso clinico mentre uno degli infermieri le va incontro.
“Dottoressa Brennan?” la richiama gentilmente all’attenzione.
Lei alza semplicemente il capo guardandolo dritto negli occhi.
“Mi è stato detto di consegnarle questi…” sorride appena porgendole una scatola di cioccolatini con sopra un bigliettino.
“Grazie…” sussurra tornando poi ad abbassare il capo sui tanti fogli che occupano il tavolo.
Poco più lontano, ad assistere alla scena, c’è Cam che incuriosita dal gesto dell’amica e, soprattutto, sull’identità del mittente si avvicina silenziosamente.
“Non vedi chi te li manda?” le chiede poggiandosi con la spalla sullo stipite della porta.
“Non c’è bisogno…”
Nel sentire quella risposta gli occhi di Cam si assottigliano e il capo si piega appena mentre con una mano afferra il biglietto intrappolato nel fiocco rosso.
 
<>
 
“Che romanti…” si ferma a metà frase mentre lo sguardo le scivola sulla firma.
Temperance continua a tenere la testa bassa finendo di compilare tutte quelle schede e con la speranza che la sua amica decida di lasciarla da sola ma a quanto pare il desiderio non viene esaudito. Al contrario Camille chiude la porta alle sue spalle afferrando, poi, una sedia su cui si accomoda.
“Fammi capire…Sully è tornato?” le chiede incredula sventolandole sotto il naso quel bigliettino.
In risposta riceve solo un piccolo cenno con il capo.
“E questo quando sarebbe successo?” continua imperterrita.
“Tre giorni fa…”
“Perché non hai detto nulla?”
“Perché non c’è nulla da dire Cam. È tornato perché, secondo lui, è ancora innamorato di me ed è d’allora che mi sta riempiendo di regali…cioccolatini, fiori…”
“Però si è messo di impegno!” afferma facendo una piccola smorfia con la bocca.
“Anche troppo per i miei gusti! Ho bisogno di spazio ma non sembra capirlo…”
Restano per un attimo in silenzio ognuna delle due con la mente impegnata altrove fino a quando Cam non decide di interrompere quel momento di stallo.
“E tu?”
“Io cosa?”
“Che cosa hai intenzione di fare adesso che è tornato?”
Temperance finalmente solleva lo sguardo per puntarlo in quello sicuro di Camille che cerca di incoraggiarla con un timido sorriso.
“Non lo so. Io non pensavo neanche che tutto questo potesse succedere…” afferma ad alta voce quasi sorprendendosi.
“Tu lo ami ancora?”
“Non lo so…io…quante persone credi si possano amare nella vita?” le chiede improvvisamente.
Intuendo a cosa si voglia riferire, Cam sorride appena riflettendo un attimo sulle parole migliori da usare.
“Tesoro, credo che per la prima volta tu ti stia ponendo la domanda sbagliata!”
“E quale sarebbe quella giusta?” chiede senza capire bene che cosa voglia dire la sua amica.
“Quella giusta è: sei innamorata di Seeley Booth?”
“Seeley? Credevo stessimo parlando di Sully!” sussurra ancora più confusa.
“Oh no, il centro del nostro discorso non è mai stato lui…” sorride Cam.
“Non credo di capire!”
“Se il vero problema fosse Sully a quest’ora l’avremmo risolto!”
Nel vedere che Temperance non sembri cogliere il senso delle sue parole decide di ricominciare sperando di essere più precisa. Si schiarisce la gola prendendo un po’ di tempo per poi ricominciare dall’inizio.
“Ascolta, non puoi pensare di trovare una soluzione alla situazione che si è creata con il ritorno del tuo ex se prima non capisci che cosa succede tra te e Seeley…”
“Ahm…lui…lui non tornerà più ormai è passato troppo tempo…” sospira rassegnata Temperance.
“Se è così perché continui a crederci?”
Cam le sorride facendole l’occhiolino poi si alza ed esce dalla stanza non prima di aver preso in prestito l’intera scatola di cioccolatini.
Temperance, invece, rimasta sola, cerca di dare un senso alla conversazione appena avuta che è risultata essere ancora più strana del solito.
Decide, però, di non soffermarsi poi troppo mentre una strana voglia di casa le invade tutto il corpo, così, finito di compilare l’ultimo foglio spegne la luce e afferra la sua borsa. Attraversa il corridoio infilandosi in uno dei tanti ascensori. Poggia le spalle sulla superficie in acciaio incredibilmente fredda e per un attimo chiude gli occhi incredibilmente stanchi.
Sarebbe tutto diverso se lui fosse qui? Sarebbe diverso se ammettesse a se stessa che gli manca?
È difficile dirlo anche per lei eppure Cam ha ragione.
La sua testa continua a pensare che non lo rivedrà mai più ma il suo cuore scalpita dalla convinzione che prima o poi lei potrà rivedere quegli occhi incredibilmente nocciola. Perché per Temperance, non smettere di credere in Seeley, significa continuare a respirare. Continuare a restare viva.
 
 
 
 
Sono quasi le dieci quando finalmente rientra in casa. Appena varcata la soglia un odore di dolce, proveniente dalla cucina, le invade le narici segno che Caroline è nei paraggi.
“Zia, sei tu?” alza appena la voce in modo che possa sentirla mentre si disfa delle sue cose un po’ alla rinfusa.
Nessuna risposta.
Temperance si guarda allo specchio sistemandosi i capelli in una coda perfettamente in ordine per poi continuare nella sua ricerca.
“Zia? Che fine hai fatto?”
Intenta a sbirciare in soggiorno non si accorge della presenza di Caroline nella direzione opposta così mentre si volta finisce per finirle addosso.
“Ehi cheriè stai un po’ attenta ho pur sempre una certa età anche se non si direbbe!” l’ammonisce bonariamente con lo sguardo.
“Scusami…che fine avevi fatto? Ti stavo chiamando!”
“E ti ho sentita forte e chiaro ma ero un tantino impegnata ai fornelli succede di tanto in tanto in cucina…” le fa l’occhiolino.
“Era sarcasmo il tuo, vero?” le chiede la nipote titubante.
Caroline la osserva scuotendo la testa appena con un mezzo sorriso sulle labbra.
“Avanti cheriè non rimanere lì impalata e va in cucina o la tua cena si fredda!” la sprona mentre lei si avvia verso l’uscita.
“Tu non resti?”
“No questa sera no. Ho avuto un problema al locale e devo rimediare…”
“Spero nulla di grave...”
“Tranquilla…vai adesso e goditi la tua cena!” le sorride maliziosa uscendo nell’oscurità della notte.
Appena fuori si avvia verso il vialetto ghiaioso in direzione della sua macchina color melanzana quando il suo sguardo viene attratto da una figura maschile che cammina nella direzione opposta alla sua.
“Guarda chi si rivede…” sussurra Caroline alzando un sopracciglio.
“E’ un piacere mia cara rivederti!” le sorride l’uomo.
“Vorrei poter dire lo stesso ma poi dovrei aggiungere un peccato in più alla mia lunga interminabile lista…”
“Noto con piacere che sei rimasta sempre la stessa!”
Caroline continua a fissarlo come a volergli saltare addosso da un momento all’altro e staccargli via la testa come è solita fare con gli orsetti gommosi. Peccato che loro le fossero più simpatici.
“Temperance è in casa?” le chiede lui.
“A dire il vero no…”
“Allora perché la luce è accesa?”
“Per tenere lontano i malintenzionati come te!” sorride Caroline.
“Ahahah sempre più simpatica. Voglio solo invitarla a cena…”
“Mi spiace per te ma sta già cenando…modestamente le mie doti culinarie sono parecchie rinomati qui in città!”
“Vorrà dire che le farò compagnia…” le sorride furbamente.
“E chi ha mai detto che ne abbia bisogno?” sussurra ridendo divertita Caroline mentre lo supera.
Lui si volta nella sua direzione in tempo per vederla arrivare fino alla sua auto con passo gongolante. Caroline sale in macchina, chiude lo sportello e abbassa il finestrino.
“Stammi bene cheriè…”
“Gentile e pensare che non ti sono mai stato simpatico!”
“Ah non prenderla come un fatto personale è che i fagiolini non mi sono mai andati a genio!” sorride più divertita che mai mentre mette in moto dileguandosi nel silenzio della notte.
 
 
 
 
Nel mentre, in casa, Temperance con lo stomaco che brontola si dirige in cucina venendo completamente investita dal buon odore che si è diffuso per tutta la stanza mentre i suoi occhi vengono attirati dalla tavola apparecchiata per due.
Si avvicina ad essa con l’intento di togliere tutto ciò che era in più ma i occhi vengono attratti di nuovo da qualcosa.
Un uomo con indosso un paio di jeans e una maglietta blue e rivolto con le spalle nella sua direzione mentre con lo sguardo è perso chissà dove nel paesaggio che si apre attraverso la porta sul retro.
Temperance lo guarda per un lungo istante riconoscendo quella spalle così forti da sostenere il peso del mondo. Del suo mondo.
Gli occhi improvvisamente le si velano di lacrime mentre con passo lento come per paura che quello che vede sparisca da un momento all’altro si avvicina nella direzione in cui si trova immobile l’uomo.
Fa un profondo respiro cercando le parole giuste da dire. Aveva immaginato un paio di volte, forse più di un paio, quel momento e ogni volta aveva qualcosa di geniale e perfetto da dire ma adesso le cose sono un po’ più diverse.
All’improvviso, poi, lui si riscuote da quella specie di  trance voltandosi nella direzione di Temperance che imperterrita continua a trattenere il respiro come se questo potesse aiutarla in qualche modo.
Lui la guarda notando come non sia cambiata affatto e come sia diventata ancora più bella mente lei osserva rapita quegli occhi che per tanto tempo aveva cercato ovunque ma che aveva finito per non trovare se non in lui.
Si sorridono e Temperance è grata di ricevere ancora una volta quel sorriso così speciale da farla sentire unica.
Senza rendersene conto si ritrovano a pochi centimetri l’uno dall’altra tanto da poter sentire i loro rispettivi respiri aumentare piano piano.
Lui l’attira per i fianchi morbidi, le scosta una ciocca di capelli dagli occhi per poi prendere ad accarezzare le labbra sottili con la punta di un dito. In risposta lei lo attira ancora di più a sé per poi posare le sue labbra impazienti su quelle di lui.
Si baciano a lungo, con una delicatezza che finisce per trasformarsi in passione a poco a poco.
Si scostano appena per poter riprendere fiato ma senza mai staccarsi del tutto.
“Scusa il ritardo, ma ho dovuto attraversare mezzo mondo per tornare da te!”





NOTA DELL'AUTRICE: E con largo ritardo eccomi di nuovo qui a pubblicarvi un nuovo capitolo di questa storia sperando che sia di vostro gradimento...mi auguro di poter leggere i vostri pensieri anche su questo capitolo! A presto!

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Capitolo 20
*** Capitolo diciannove ***


Un attimo.

Un solo attimo alle volte è talmente intenso da riuscire a staccare dal resto del mondo due persone.

All'improvviso scatta una scintilla, non si sa come o perché, succede e basta. Alcune volte è una piccola fiammella destinata a morire nello stesso istante in cui nasce ma altre volta, altre volte, divampa con una tale potenza da travolgere tutto e tutti.

Ed è proprio quella fiamma che, adesso, arde sui corpi dei due amanti che, nel cuore della notte, continuano ad amari lentamente.

 

 

È quasi l'alba quando Seeley apre gli occhi pensando ti ritrovarsi immerso fino al collo nella sabbia bollente con il sole a bruciargli la pelle del viso. Quello che trova, però, è ben diverso dalla solita immagine del deserto.

Stesa al suo fianco c'è la donna per cui ha lottato in tutto questo tempo. All'inizio pensava di aver lottato per nulla. Per qualcosa che in realtà esisteva solo nella sua testa ma, poi, quando era ritornato e l'aveva vista più bella di prima aveva capito che in realtà aveva fatto bene a resistere. A sopportare e a rinunciare.

Rinunciare ad un incarico importante che molto probabilmente avrebbe cambiato la sua vita in meglio eppure gli era sembrata la cosa giusta da fare in quel momento.

Voleva sapere.

Moriva dalla voglia di sapere se tutto quello che aveva vissuto era reale o solo una stupida fantasia stile film romantico. Aveva bisogno di capire che ne valeva la pena e non solo per lui.

Aveva sperato fino alla fine di ritrovare qualcuno dietro quella porta ad aspettarlo. Di trovare lei e alla fine la sua richiesta è stata esaudita e per un attimo il suo cuore ha preso a battere sempre più veloce senza mai smettere.

Anche adesso che osserva Temperance dormire dolcemente poggiata sul suo petto sente il suo cuore battere forte come fosse un tamburo. Con le dita prende a disegnare il profilo del suo mento, della sua spalla, del suo braccio per poi continuare per la sua strada senza fretta, senza pressioni attento a non svegliarla per potersi beare ancora di quell'immagine che per tanto tempo aveva solo potuto immaginare.

Ehi...” sussurra Temperance senza aprire gli occhi.

Ehi...” le risponde Seeley baciandole la fronte.

Per un attimo restano in silenzio assaporando quel momento che avevano attesa per molto, moltissimo tempo.

Mi sei mancata...” riesce a dirle continuando ad accarezzarle la spalla.

In quel momento Temperance apre gli occhi ancora leggermente appannati sospirando appena. Si tira su un gomito per guardarlo meglio. Seeley le sorride scostandole una ciocca ondulata dal viso.

Sully è tornato...” confessa tutto d'un fiato.

Lui resta un attimo in silenzio cercando di metabolizzare in qualche modo quelle parole.

Non era questa la risposta che mi sarei aspettato...” afferma guardandola di sbieco.

Vuole ritornare con me...”

Mi correggo questo non è il risveglio che mi ero immaginato...”

Ha detto che è cambiato e che ha sbagliato a lasciarmi da sola...” continua imperterrita.

Tu gli credi?”

Non lo so...”

Entrambi restano in silenzio intenti a pensare mille cose nello stesso medesimo istante. Sarebbe finito tutto così? Il ritorno di Sully avrebbe cambiato qualcosa? L'aveva persa definitivamente?

Perché me lo stai dicendo?” le chiede con la voce leggermente incrinata per la tensione.

Perché ho mantenuto la mia promessa...pensavo fossi tu tre giorni fa quando hanno bussato alla porta e per un attimo ho pensato di essermi illusa eppure sono rimasta in attesa...”

Mi dispiace se...”

No, non...quello che voglio dire è che ho bisogno di un po' di tempo...”

Tempo e spazio?” le chiede lui in un sussurro.

Solo tempo...”

Seeley le sorride e mettendosi a sedere la tira su di sé avvolgendola con le sue braccia. Temperance si lascia andare a quel contatto posando la sua testa sulla spalla nuda di lui.

E' più bello di me?” le chiede improvvisamente.

Cosa?!? Che importanza può avere?”

Parecchia direi...avanti rispondi...” la supplica Seeley.

Questo atteggiamento da maschio alpha non ha nessun effetto su di me...a dire il vero credo che sia una cosa che dovresti evitare...”

Non so chi sia questo maschio alpha ma ti posso assicurare che molte donne affermano che io sono molto...ma molto gradevole alla vista...” ammicca divertito.

Gradevole alla vista?”

E' un modo gentile per dire che sono incredibilmente sexy...” sottolinea l'ultima parola con molta enfasi.

Temperance scoppia a ridere per poi afferrare la maglietta blu stesa sul pavimento. La infila velocemente dirigendosi verso il bagno.

Guarda che è vero...anche molte vecchiette sono interessate al sottoscritto...”

Lei continua a sorridere scuotendo la testa sempre più divertita. Seeley la guarda aggirarsi per il bagno con indosso la sua maglia consapevole di aver desiderato vedere una scena del genere tantissime volte. Si solleva dal letto infilando i pantaloni senza staccarle gli occhi di dosso. Lentamente si avvicina nella sua direzione poggiandosi sullo stipite della porta. Temperance solleva lo sguardo incrociando quello di Seeley. Per un attimo restano immobili nelle loro posizioni fino a quando lui non le si avvicina posando le mani sul lavandino impedendole di muoversi. Continuano ad osservarsi attraverso il grande specchio attaccato al muro bianco.

Hai a disposizione tutto il tempo che vuoi, questo, però, non vuol dire che io resti a guardarti andar via...ho messo in gioco il mio cuore, ho scommesso su di noi ancora prima di conoscerci! Ho dovuto fare i conti con il mio passato e non permetterò che tutto finisca senza aver prima lottato...”

Qualcosa nel petto di Temperance inizia a muoversi sempre più velocemente.

...sei libera di fare la tua scelta...sappi soltanto che io ho scelto te. E se me lo permetterai continuerò a farlo per altri 30, 40, 50 anni...”

Un fremito corre lungo la schiena della donna dagli occhi di ghiaccio che improvvisamente sembrano essersi trasformati in una distesa di acqua corrente.

...è questo il maschio alpha...” risponde lei in un sussurro.

Seeley le sorride posando le sue labbra calde sulla pelle vellutata di lei.

 

 

 

 

 

E' pomeriggio inoltrato quando Temperance si ritrova sola in casa. Seeley aveva deciso di tornare in albergo per lasciarle del tempo per pensare e lei lo aveva lasciato fare.

Peccato però che tutto quel pensare le stesse facendo venire un'incredibile emicrania ma che non fosse affatto d'aiuto alla situazione.

Svogliatamente chiude il libro che ha tra le mani stanca di restare al chiuso senza concludere nulla così afferra la giacca ed esce all'aria aperta.

Inizia a camminare indecisa sulla meta da raggiungere fino a quando non si rende conto di avere bisogno di aiuto per capirci qualcosa.

Guarda caso l'unica persona che poteva esserle d'aiuto abita a poca distanza da casa sua. Affretta il passo ritrovandosi davanti ad una casa giallo canarino. Bussa alla sua porta in attesa che qualcuno venga ad aprirle.

Ho bisogno del tuo aiuto...” sussurra tutto d'un fiato appena la porta si apre.

Ciao cheriè, felice di rivederti! Oh si anche io sto bene...fatta eccezione per qualche acciacco dovuto all'età!” le sorride Caroline facendole cenno di entrare.

Temperance non se lo lascia ripetere due volte e si intrufola all'interno della casa dirigendosi verso la cucina dove in preda all'ansia inizia a camminare avanti e indietro per tutta la superficie della stanza.

Allora di che cosa si tratta?”

Seeley è tornato e anche Sully...e...e tutti e due vogliono stare con la sottoscritta!” sussurra sfregandosi le mani una contro l'altra.

Chi tanto e chi niente...” scuota la testa sconsolata sua zia.

Nel sentire quella frase Temperance si ferma al centro della stanza fissandola alla ricerca di una spiegazione a quella parole che le risultano leggermente stonate ma non ha il tempo di pensarci troppo su che Caroline le fa cenno con la mano di continuare.

Sully dice di essersi pentito...Seeley dice che vuole stare con me per i prossimi 50 anni e io...io dovrei scegliere tra loro due...” afferma agitando le mani come a voler spiegare meglio il concetto.

E dove sarebbe il problema?” le chiede la donna dai capelli rossi con una semplicità disarmante.

Il problema è che non so quale sia la scelta giusta...”

Caroline la guarda per alcuni secondi come a volerla studiare per bene prima di darle una risposta.

Oddio ho davvero fatto un pessimo lavoro con te!” sussurra versandosi del vino.

Temperance ricambia lo sguardo con un sopracciglio alzato consapevole di essersi persa qualche passaggio della conversazione.

Mi spieghi perchè sei ancora qui a parlare con me invece che andare da quel bel fusto di un soldato e dirgli che lo ami?”

Io...” cerca di controbattere ma sua zia la blocca.

No per favore non dirmelo...dopo tutto quello che hai passato provi ancora qualcosa per Sully?”

Non lo so...” sussurra andando a sedersi portandosi una mano dietro il collo mentre il uso sguardo inizia a fissare i piccoli mattoncini del tavolo.

Oh andiamo si che lo sai...solo che devi capirlo ancora del tutto!”

E ci sarebbe un modo per capirlo?” chiede speranzosa puntato l'azzurro dei suoi occhi in direzione di Caroline.

La donna manda giù un abbondante sorso di vino pensando a quale fosse la risposta migliore da darle fino a quando non sembra trovarla.

Dire di amare qualcuno è facile ma dimostrarlo diventa un pochino più complicato...dammi il tuo cellulare...” le dice incoraggiandola con la mano destra.

A cosa ti serve il mio cellulare?” chiede la ragazza perplessa estraendolo dalla tasca dei suoi pantaloni.

Per un esperimento...”

Afferra velocemente il telefono ed inizia a digitare qualcosa senza che Temperance riesca a capire che cosa stia combinando. Una volta finito le restituisce il cellulare sorridendole soddisfatta.

E adesso?” le chiede titubante.

Adesso te ne torni a casa...ti fai un bel bagno caldo, ti rilassi e aspetti che succeda qualcosa...”

Cosa dovrebbe succedere?!?” chiede con la testa leggermente inclinata e sempre più perplessa da quelle parole.

Lo scoprirai...”

 

 

 

 

 

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