Song ~

di m a r c h
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ~ ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1; Scrivimi ~ ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2; Incancellabile ~ ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3; Tra te e il mare ~ ***



Capitolo 1
*** Prologo ~ ***


Prologo
Forse, è solamente destino.
Oppure, incomprensioni in fatto di amore.
E se fossero invece gli amici?
No.
L'hanno semplicemente deciso loro.
Loro hanno capito il pericolo,
ma nonostante questo,
hanno voluto lottare, difendere e proteggere.
E così, sono cresciute.
Ora sono in grado di eseguire la missione che gli è stata affidata.

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Capitolo 2
*** Capitolo 1; Scrivimi ~ ***


  

Capitolo 1; Scrivimi ~

E se non avrai da dire niente di particolare

non ti devi preoccupare. Io saprò capire.

A me basta di sapere che mi pensi anche un minuto,

perché io so accontentarmi anche di un semplice saluto.

Ci vuole poco per sentirsi più vicini.

 

Sole. Tanto, troppo sole. Una giornata di quelle perfette, con il cielo terso, zero nuvole all'orizzonte e il sole estivo. Tutto perfetto. Già, così doveva essere. Invece, nel Pianeta Wonder, accadeva tutt'altro. Più precisamente, nel Regno Solare andava tutto storto.

Le due gemelle erano in camera loro. Da lì, non si udivano gridi di gioia o baccano da distruggere l'intero palazzo reale. Strano... Fine e Rein si erano chiuse nella loro stanza da ore, ormai. E sospiravano. Eccome, se sospiravano. Rein era sul suo letto, e sul lenzuolo ricamato leggeva un foglio, su cui erano scritte parole in una calligrafia elegante e fine, in inchiostro blu. Fine invece, era affacciata alla finestra, e fissava con i suoi occhi color rubino un punto fisso nel cielo azzurro. Anche lei, in mano, teneva un foglio, un po' stropicciato. Rein alzò il viso dal foglio: scrutò un poco Fine, e poi abbassò di nuovo lo sguardo sul foglio. Sembrava indecisa sul da farsi, ma alla fine parlò: -Fine... Torneranno, vero?- era titubante, e la sua voce solitamente argentina, suonava malinconica. Fine si voltò verso la gemella. Prima di rispondere, esitò un poco: -Ma certo sciocchina! Cosa ti fa pensare che non li rivedremo più, eh? Dai, non pensare sempre negativamente! Ci vuole ottimismo in questi casi!- nel dirlo, tirò fuori un sorrisone. Ma era tutt'altro che ottimismo il suo: era una maschera. Non voleva far vedere alla gemella che anche lei aveva paura. Anche lei, aveva voglia di piangere, di urlare. Disperarsi, perché loro non erano più lì.

Shade e Bright erano partiti tre mesi prima, poiché sul Pianeta Sudno era scoppiata una terribile rivolta. I due ragazzi, erano partiti per aiutare il re di quel Regno, e da lì non si erano fatti più vedere. Solo qualche settimana fa, alle gemelle erano arrivate due lettere dai loro principi preferiti, e avevano anche risposto ovviamente.

Nella lettera dei due ragazzi, c'erano scritte poche righe, per di più rassicurazioni sul fatto che lì andava tutto bene. E alla fine, una piccola ma grande frase: Ci rivedremo presto.

Ma a Fine e Rein sembrava che quel “presto” non arrivava mai. Ogni giorno che passava, speravano di vedere la mongolfiera di Shade e Bright ritornare da loro. Ed ora, aspettavano con ansia la risposta dei loro paladini, ma ancora niente di niente. Stavano cominciando a perdere le speranze.

Un lieve sorriso attraversò il viso di Rein, ma per pochi istanti. Poi, abbassò nuovamente lo sguardo, e una lacrima cadde sulla lettera del principe Bright. Fine la notò, e iniziò a camminare verso di lei. La abbracciò da dietro, e la strinse forte a sé. Almeno, loro erano vicine.

-Dai Rein, fatti forza... Vedrai che torneranno, e allora saremo sempre insieme...- provò a rincuorarla la rossa, ma senza alcun risultato. Anche a lei, una lacrima rigò la guancia.

-Perché non ci hanno risposto...- sussurrò l'azzurra tra le lacrime. Quest'ultima strinse a sé la gemella e iniziò a piangere. Anche Fine, stava per cadere in una profonda disperazione. Ma riuscì a trattenere le lacrime; Anche sua sorella se le pulì, strofinandosi gli occhi con un lembo del lenzuolo.

-Sì.. Torneranno.- disse di nuovo Rein, stavolta più calma e tranquilla. Fine le fece un sorriso: -Bisogna soltanto avere fiducia. E chissà, dopo tutto questo tempo, avranno più cose da raccontarci!-

Le gemelle si abbracciarono, e quell'abbraccio durò secondi, forse minuti, forse ore. Ma si volevano bene, e questo non le avrebbe mai separate. Ma in cuor loro, speravano tutte e due la stessa cosa: Scrivimi.

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Capitolo 3
*** Capitolo 2; Incancellabile ~ ***


 

~CAPITOLO 2 – INCANCELLABILE}

 

E più mi manchi, più tu stai

al centro dei pensieri miei. Tu non lasciarmi mai.

Perché oramai sarai incancellabile.

 

Le gemelle uscirono dalla loro camera. Fecero molta attenzione a non farsi sentire da nessuno, poiché le avrebbero seppellite di domande sul perché della loro depressione. Andarono in giardino: il profumo dei fiori e il rumore del vento tra le foglie le aveva sempre aiutate a ritrovare la calma. Si rifugiarono sulla casetta sull'albero che avevano costruito mesi prima, insieme ai loro principi. Entrarono. Tutto lì dentro parlava di loro. Le pennellate di Shade color fuoco sull'angolino, che aveva segnato mentre lui e la rossa si divertivano a dipingersi. Ed ecco la rosa bianca del principe Bright, nel vaso di cristallo blu posto su di un ripiano di legno, che aveva donato a Rein appena finita la casetta. Quei ricordi le facevano sentire vicino ai loro principi, e così decisero di stare lì. Più li guardavano, più sentivano di amarli. Come avrebbero voluto averli lì, vicino a loro. Ma non era possibile, almeno in quel momento.

-Questi ricordi...- disse Fine, avvicinandosi alla pennellata, sfiorandola delicatamente. -Mi fanno sentire felice.-

-Ti capisco.- aggiunse Rein, annusando la rosa candida. -In fondo, ce li hanno lasciati loro.

Ecco di nuovo un sospiro lungo, malinconico. In quella casetta, era tutto perfetto: il muro era di legno, chiaro e resistente, proprio come il pavimento e il tetto. Sulle assi di legno che costituivano il pavimento, era steso un tappeto né troppo piccolo né troppo grande; diciamo di media grandezza, morbido e profumato, color del cielo. Sulla parete sinistra, era posta una piccola finestra, con delle tendine rosse, leggere e semi trasparenti. Poi, l'arredamento era particolare e bizzarro: da tutte le parti sbucavano fuori ricordi. Era bellissimo quel luogo, e le gemelle lo amavano con tutte loro stesse. Era il loro rifugio segreto. In quel momento si sentivano quasi complete. Ora che avevano ritrovati quei piccoli ma grandi doni, avevano ricominciato a sperare.

Restarono lì ancora un poco. Quel luogo era calmo e rilassante. Unico. Le faceva sentire meglio, libere. Sorrisero, e si presero la mano. La loro unione, il loro legame, forte e indistruttibile. Come doveva essere quella stretta di mano. Un raggio di sole accarezzò il loro viso.

Si voltarono, e aprirono la porta. Uscirono. Erano pronte ad accogliere il tiepido calore del sole sulla pelle, quando si sentirono precipitare. Già, era tutto scomparso. Si trovavano in una sorta di buco nero, dove il caos regnava sovrano. Le gemelle continuavano a precipitare sempre più giù, verso un luccichio dorato. Quello scintillio poteva essere molte cose: una pietra preziosa, l'occhio di un mostro. Oppure, una via d'uscita. Le due ragazze continuarono a stringersi la mano, sempre più forte, ancora più strette. Ad un tratto, sentirono la loro caduta cessare. Si trovavano vicino a quella lieve fonte di luce che avevano notato poco prima. Si avvicinarono: era solamente un po' di luce. A guardarlo meglio però, sembrava un medaglione: era di forma circolare, con uno strano disegno, che occupava tutto lo spazio del medaglione. Era un sole, rifinito con piccoli rubini, affiancato a tre stelle, decorate da minuscoli zaffiri. Era un oggetto molto prezioso e antico, a quanto pareva.

Un raggio di luce scaturì dal ciondolo, e vi fu un'esplosione di scintille colorate. Fine e Rein si coprirono gli occhi con le mani: cosa stava succedendo? Li riparirono, a poco a poco, e videro una figura davanti a loro: una persona. Era alta e snella. Capelli rosati le scendevano dolcemente lungo la schiena, e gli occhi color nocciola risplendevano sulla sua pelle lattea. Indossava un lungo vestito celeste, semplice, e due grandi ali candide e piumate le spuntavano dalla schiena. Tra i capelli, aveva appuntata una rosa rossa. Fine e Rein restarono a bocca aperta: non avevano mia visto un simile spettacolo. La fanciulla le sorrise. Un dolce sorriso, sincero, come i doni dei loro principi: Incancellabile. 

Angolino dell'autrice: Scusate il ritardo con il quale ho postato, ma sono presa dalla scuola in un modo assurdo. Spero vi piaccia anche questo secondo capitolo (: Aspetto impaziente le vostre recensioni ^.^

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Capitolo 4
*** Capitolo 3; Tra te e il mare ~ ***


Capitolo 3; Tra te e il mare ~

No, amore no, io non ci sto.

O ritorni o resti lì. Non vivo più, non sogno più...

Ho paura, aiutami. Amore, non ti credo più.

Ogni volta che vai via mi giuri che è l'ultima.

Preferisco dirti addio.

Un angelo. Uno splendido angelo. Era venuto a prenderle. Quella misteriosa fanciulla si avvicinò a loro. Sembrava proprio così. Ma sapevano, che non era giunta ancora la loro ora. Per fortuna. La fanciulla prese loro le mani, e ci introdusse qualcosa. Si allontanò, leggera come un petalo di rosa. Le gemelle guardarono cosa la misteriosa ragazza gli aveva dato. Rimasero a bocca aperta. Erano dei ciondoli, piccoli e graziosi, che splendevano come stelle. Un rubino quello di Fine, e uno zaffiro quello di Rein. Alzarono lo sguardo. Videro ancora la fanciulla sorridergli dolcemente, per poi sparire in un vortice di luce.

Si avvicinarono al medaglione: era meglio prendere anche quello. L'azzurra lo afferrò, e se lo mise in tasca. Ora, restava solamente un piccolo problema da risolvere: uscire da quel luogo. Si guardarono intorno, in cerca di una via d'uscita. Ma non la trovarono. Cercarono di interrogare il medaglione: magari, la ragazza di prima sarebbe uscita a dargli delle spiegazioni. Niente di niente, di nuovo. Iniziarono a sudare freddo e a preoccuparsi seriamente. E se una via d'uscita non esistesse? Se sarebbero dovute restare lì per sempre?

Scacciarono via quei brutti pensieri, cercando di pensare ad altro. Subito, I loro pensieri si rivolsero a loro, Shade e Bright. Sospiri. Di nuovo.

I ciondoli si illuminarono improvvisamente, emanando una debole luce. Fine si sentì la mano destra prendere fuoco, mentre Rein percepì un improvviso raffreddamento del palmo sinistro della sua mano. Si irrigidirono. Sentirono qualcuno parlargli. Nella testa, sentirono risuonare una voce argentina e soave, che gli dava istruzioni complete e precise. Dopo alcuni istanti, le gemelle pretesero la mano in alto.

-Enif!- gridò Fine, mentre la sua mano si illuminava di rosso, insieme al rubino del ciondolo.

-Nier!- urlò Rein, e la sua mano luccicò di una luce azzurra, simile a quella del ciondolo di zaffiro. Le due vennero avvolte da un vortice di colori. Un momento dopo, non c'erano più. Aprirono gli occhi: sole, cielo azzurro, niente nuvole, una casetta sull'albero dietro di loro. Sorrisero. Erano ritornate a casa. Si rialzarono da terra, e iniziarono a camminare verso il palazzo. Entrate dentro, sgattaiolarono dentro la loro camera, e si distesero sul letto. Forse, tutto quello che era successo, era stato solo un sogno. Un bellissimo sogno. E se invece fosse accaduto davvero? Fine fece per darsi un pizzicotto sul braccio, ma si fermò: se era un sogno, voleva non risvegliarsi più. Sorrise, e guardò Rein. L'azzurra si stava rigirando tra le mani il medaglione. La rossa si avvicinò a lei.

-Hai sentito anche tu quella voce, prima?- chiese lei, quasi impaurita. -Sì.- rispose semplicemente Rein, continuando a studiare il prezioso oggetto. Dal medaglione, all'improvviso, scaturì una scintilla. Fu solo un momento. Un attimo che le accecò. Chiusero gli occhi e, quando li riaprirono, le due principesse videro davanti a sé due chiavi. La prima, a forma di stella, riluceva di riflessi scarlatti. La seconda era azzurro cielo, e raffigurava una mezza luna. Le gemelle ne presero una a testa, e se la rigirarono tra le mani. Si chiesero fin da subito cosa potessero aprire quelle due chiavi: non avevano mai notato, nel castello, una serratura a forma di mezza luna o a stella. E questo le incuriosì ancora di più. Si scambiarono uno sguardo d'intesa, e scesero giù dai letti. Rein afferrò il medaglione e se lo mise in tasca, e corsero fuori. Cominciarono a perlustrare il castello in lungo e in largo, ma non trovarono nulla. Si sedettero sulla scalinata del salone principale. Fine e Rein iniziarono a giocherellare con le chiavi: cosa mai potevano aprire? Porte? Scrigni? Casseforti? Le gemelle non riuscirono a darsi alcuna risposta, ma in cuor loro sapevano che sarebbe stato proprio il medaglione a condurle alla verità, in un modo o nell'altro.

Le due chiavi, in ferro e molto grosse, continuavano a tintinnare tra le mani delle due principesse. Sembravano in qualche modo raffigurare qualcosa, collegate fra loro. Le due ragazze le guardavano, e riflettevano. Cosa aprivano quelle due chiavi? Non c'erano serrature di quel genere nel castello. Questo rendeva più intrigante la situazione, ma anche più complessa. Guardarono il medaglione: perché la fanciulla misteriosa non le aiutava? Rein si rialzò. Si diresse verso la terrazza del salone, e ammirò il cielo buio, punteggiato di stelle luccicanti. Quanto le piaceva la notte. La faceva sentire sicura, protetta, e quell'alone di mistero che avvolgeva quelle dodici ore di totale oscurità la rendevano ancora più affascinante. Si voltò, verso la sorella. -È tardi. È ora di andare a letto.- disse sorridendo. La rossa annuì, e camminò verso l'azzurra. Un abbraccio. Spontaneo. E quest'ultima ricambiò, stringendola a sé. Si staccarono dolcemente l'una dall'altra. Iniziarono a salire le scale che portavano al piano superiore. In quei brevi attimi, le loro menti lavoravano, pensavano, riflettevano. Pensavano a Shade e Bright, a quando sarebbero tornati. Riflettevano su quelle chiavi, a cosa avrebbero dovuto aprire. Tra questi pensieri raggiunsero la loro camera. Si cambiarono in fretta e furia, e piombarono tra le coperte dei propri letti. Si strinsero nelle coperte, strinsero a loro I cuscini. E prima di addormentarsi, si ritrovarono a pensare ai due principi: in fondo, cosa le dividevano? Solamente milioni di anni luce. Magari fosse stato solo il mare a separarli. Invece non era così. La realtà era un'altra. E fu così che il sonno le avvolse in un dolce abbraccio.

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