Guardami.

di Japanese Zombie Heroez
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Non sono stanco morto. ***
Capitolo 2: *** Guardami. ***



Capitolo 1
*** Non sono stanco morto. ***


L

La mia prima fanfiction sui Dir en Grey T_T. Era una vita che desideravo realizzarne una ma proprio non riuscivo ad iniziare.
Mi passano per la mente diecimila tramine diverse ma non riesco a svilupparne neanche una. Sarà che sono ferma da un bel pò, sarà che tendo un pò troppo ad impigrirmi quando si tratta di trasporre i pensieri in parole.
Quindi ne è uscita questa PWP. Due capitoli di trama inutile. (.___.)
Nella speranza di farmi uscire qualcosa di più sensato in futuro...

Come per ogni mia fissa ho un portavoce. Che non sempre è la mia musa ispiratrice. Quale portavoce migliore di un bel giapponesone efebico, bellissimo e meravigliosamente ambiguo? :D

Massacratemi pure, sono conscia che fa schifo.

**

Perchè dovrei preoccuparmene?
Cioè...insomma...non sono più un ragazzetto. La retta via l'ho lasciata già da un pezzo.
E, oggettivamente, ho sempre badato a non farmi scrupoli. Di qualunque genere.
Sin da quel giorno in cui, uscendo di casa, promisi di non tornarci. Niente rimpianti, niente lacrime, niente di niente.
Qualunque cosa faccia è fine a se stessa. Non ripercuote il mio futuro. Non ripercuote il mio passato.
Anche se dovessi arrivare a ferire qualcuno con il mio egoismo.

Un'ultima occhiatina allo specchio. Un sorriso che non potrei permettermi.
La ragazza di turno che mi si avvicina con un pettine ed inizia ad aggiustarmi la frangia.
Ed io puntualmente la guardo negli occhi, comunicandole telepaticamente che forse, se lei fosse disponibile, una bevuta insieme potremmo anche farcela...
Lei arrossisce, si inchina, fugge via. Ed io perdo già interesse facendo vagare volutamente lo sguardo per la stanza.
Tutti hanno qualcosa di veloce da concludere. O qualcosa di cui discutere. Il grosso orologio appeso alla parete sembra sorvegliarci tutti.
I secondi scanditi rumorosamente assomigliano ad un tremendo countdown. L'ansia sale.
Le grida del pubblico mi arrivano confuse dall'esterno.
E so che lui mi sta guardando. Ah...lo so eccome. Anche se non lo vedo.
Posso immaginare la sua espressione truce, le braccia incrociate. Le gambe muoversi frenetiche per l'agitazione.
La sua aura piena di sicurezza incorniciarlo deliziosamente, un pò per intimidirci, un pò per difesa.
Oh no...non gli darò soddisfazione. Non mi volterò facendolo trasalire e immediatamente direzionare lo sguardo altrove.
Sarebbe come bruciare in fretta le pedine.
Mi sollevo dalla sedia molto svogliatamente. Qualcuno urla che tra 5 minuti si va in scena. Sento i brusii dietro di me aumentare improvvisamente di volume.
Sedie spostarsi, rumori metallici. Ordini impartiti.
Forse prima non era l'ultima volta. Mi riguardo allo specchio, stavolta per valutare la mia immagine completa.
E so che meglio di così non si poteva fare.
I capelli freschi di tintura turchese svettano imperiosi sul mio capo. Il trucco magistralmente intonato a chioma e vestiti.
Il pvc che mi avvolge il corpo, lasciando scoperte gambe e braccia. Quelle calze carine che comprai quando ancora non eravamo nessuno.
L'anello che non tolgo mai dal dito. Il mio basso poggiato in un'angoletto piuttosto vicino.
Mi scosto una ciocca di capelli dal viso, lancio un'occhiatina all'indietro fugacemente e vinco la scommessa con me stesso.
Due occhi castani roteano di scatto altrove. Sorrido, recupero il basso, mi allontano.

Questo gioco si è protratto troppo a lungo. E' ora che scenda in campo.

**

Fu un concerto particolarmente bollente. L'atmosfera del club, in quello striminzito paesino di provincia, sembrava fare a pugni con la placida neve che scendeva in strada, rendendo ovattato qualsiasi rumore proveniente dall'esterno.
Parecchi, tra il pubblico, erano bagnati come pulcini. Il mascara sciolto sui volti delle ragazze in prima fila sembrava dire tanto di più degli urli che scoppiarono nel momento in cui i ragazzi si posizionarono sul palco.
La security affannava per trattenere le transenne, qualcuno già veniva estratto dal pubblico svenuto.
E' sempre così, all'inizio. Tutti lo sanno, anche i fan stessi.
Il boato di approvazione non appena Kaoru lanciò l'attacco per il primo pezzo sembrò far esplodere la Hall.
Una canzone...due canzoni...un numero di cellulare sul palco.
Toshiya ci piazzò il piede sopra ed identificò la figura nel pubblico.
Con nonchalance sorrise e spinse il foglietto di carta al sicuro, sotto l'amplificatore.
La ragazza che l'aveva lanciato urla qualcosa alle amiche, che la ignorano continuando a saltare.
Routine.
A fine concerto i fogli si sono moltiplicati, inutilmente accartocciati tra loro.
Era quello che il pubblico voleva. Una piccola speranza, mentre gridava a perdifiato i loro nomi. Mentre si esaltava in maniera esagerata solo vedendoli avvicinarsi tra loro.
Il gioco era quello. Avvicinarsi, toccarsi. Lasciare il tutto incompleto per poco. Le ragazze impazzivano per un misero abbraccio. E poi speravano che la stessa persona che si strusciava addosso al suo compagno sul palco se le portasse a letto.
Era abituato a tutto questo. Lo divertiva da morire.
Avrebbe continuato tutta la notte e quando si scoprì a pensarlo Kyo annunciò l'ultima canzone. Che passò in un lampo.
Senza neanche rendersene conto si trovò a posare il basso in braccio ad un volto familiare che gli fece un sorriso e a stravaccarsi sul palchetto della batteria, affannato.
Il sipario calato dinanzi a loro. Il rumore di passi che abbandonavano la sala. Qualche urlo ancora soffocato, qualche insistenza.
"Sei stanco?" chiese una voce fin troppo vicina facendolo trasalire. Era lì, e lo stava guardando come sempre. Solo che stavolta resse lo sguardo e gli porse una mano per farlo rialzare.
"Io non sono mai stanco, boss. Ricordatelo una buona volta!" esclamò accettando l'aiuto e tirandosi in piedi sovrastando il ragazzo di parecchi centimetri "Mica sono un vecchietto come te, Kaorukun"
Gli piazzò una mano dietro la testa, premendogli i capelli di un fuxia acceso sulla nuca e lo costrinse a dirigersi verso i camerini, mentre Kaoru mugugnava qualcosa a labbra strette.
Negli ultimi tempi succedeva sempre, durante i concerti. Che il loro fanservice si spingesse un pò troppo in là rispetto al normale. Lo aveva notato, non era stato per scherzo, e un pò per copione, come accade di solito.
C'era stato un momento in cui avrebbe giurato di sentirlo sussultare durante un'abbraccio. E poi quelle occhiate continue, che sembravano voler dire molte cose.
A Toshiya questo gioco piaceva da matti e avrebbe preferito essere frustato piuttosto che mettervi fine ma ormai, se ne rendeva conto, erano arrivati al limite. C'era assolutamente da capire, da scoprire, quanto di vero c'era in quello che aveva intuito.

"....................................................fuori?" la voce di Kaoru gli arrivò improvvisamente all'orecchio, costringendolo a fermarsi.
"Eh?" esclamò chinandosi un pò come se servisse a sentirlo meglio.
Gli tolse la mano dal capo e se la poggiò sul fianco, un gesto che sapeva rendere longilinea e delicata al massimo la sua figura.
Kaoru deglutì leggermente, e guardò altrove "Gli altri vanno a bere qualcosa con lo Staff. Se vai con loro ti conviene sbrigarti a far la doccia" ripetè in tono pacato.
La voce di Kaoru aveva qualcosa di meravigliosamente maturo. E non dipendeva solo dal fatto che fosse calda e profonda, a volte un pò roca. Ma dal modo in cui il suo viso e la sua voce sembravano andare in sintonia. Era difficile da spiegare.
Ma era così.
Toshiya sembrò tornare in sè e scosse un pò il capo riflettendo sulla proposta. "Tu ci andrai?" chiese fingendo noncuranza e facendo un passetto all'indietro.
"Ho da fare..." fu l'asciutta risposta. "...torno in albergo". Toshiya lo seguì con lo sguardo, un pò deluso.
"Sono stanco morto" aggiunse poi Kaoru con un sorrisetto che contagiò anche l'altro.
"Anche io torno in albergo" rispose dopo averci riflettuto un pò piazzandogli un braccio attorno alle spalle e spingendolo verso i camerini.
E una cosa era certa.
Toshiya non era stanco.

**

CONTINUA

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Capitolo 2
*** Guardami. ***


L

Ringrazio davvero tantissimo tutti coloro che hanno avuto la pazienza e il coraggio di leggere il primo capitolo T_T. E ovviamente ringrazio anticipatamente chi si sta accingendo a leggere questo secondo ed ultimo.
Sono le tre del pomeriggio ed ho un mal di testa pazzesco quindi diciamo che ho bisogno di sfogare lo stress u_ù.
Che scema...ahahahah!
A voi il seguito! E grazie per i commenti!

**

Non credeva fosse possibile.
Insomma...si trovavano nel paese più sperduto del Giappone, circondati solo da neve, montagne...e neve. Il centro abitato era lontano e l'albergo così piccolo e malridotto che forse manco se fossero stati degli studentelli squattrinati lo avrebbero scelto come rifiugio per la notte.
Stava per protestare caldamente su quanto sprovveduti fossero stati quelli dell'organizzazione quando mise piede nella Hall.
Un piccolo paradiso scavato nella montagna.
Le luci soffuse illuminavano per quel che era necessario un'enorme reception dai colori caldi. Sembrava una baita enorme. Anzi tante baite accozzate l'una contro l'altra e private delle pareti. Qualche divanetto sparso in giro e un chiacchiericcio rilassante.
Nonostante l'ora era gremito di gente, perlopiù anziani probabilmente attratti dalle terme del luogo.
"L'esterno è rovinato dal clima...ma all'interno è davvero bellissimo..." sentì dire al loro autista, impegnato a parlare con chissà chi.
Quel posto gli diede calore. In maniera quasi infantile. La ragazza dietro al banco sorrise al gruppetto di persone che si erano avvicinate e solo in quel momento si rese conto che era Toshiya, che aveva appena suonato in un concerto e che, per quanto il tutto emanasse un'aria innocente e domestica, lui aveva una missione.
"Parte delle persone che sono con noi torneranno abbastanza tardi. Può fare in modo che non rimangano a dormire sulla neve?" sentì dire da una voce alle sue spalle alla tipa dell'albergo che sorrise ancora più largamente. Kaoru aveva questo dono.
A furia di vederlo tutto incazzoso e serio, una volta che ti sorrideva poteva uccideti, nel senso buono.
Stette per buoni cinque minuti ad ascoltare distrattamente lo scambio di chiacchiere tra i due chiedendosi furiosamente come mai quella mezza cozza (in realtà appena entrato l'aveva subito messa in lista come possibile passatempo per il giorno dopo) non li avesse neanche riconosciuti. E gli montò dentro una rabbia cieca nel solo sentirla parlare così tranquillamente col leader del suo gruppo.
Glielo avrebbe voluto gridare. Ehi stronza stai parlando con un mezzo genio quindi abbassa la cresta!
"Noi siamo stanchissimi, ci dia le chiavi delle nostre camere" si sentì dire in maniera seccata, senza neanche pensarlo. Sia Kaoru che la donna si voltarono a guardarlo all'unisono e anche quel gesto gli diede fastidio.
"Oh...ma certo! Scusi dovete essere davvero stravolti..." mugugnò lei imbarazzata facendo un'inchino formalissimo ed allontanandosi.
Toshiya la seguì con lo sguardo e Kaoru gli si avvicinò battendogli la mano sul fianco "Non rientra nelle tue preferenze o sbaglio?" chiese ridacchiando. L'altro lo guardò un pò titubante e poi si lasciò andare ad una risatina.
"Per nulla...però è molto bello qui" convenne alzando un sopracciglio.
"Aha. Molto bello. Se per bello vogliamo considerare quattro mura nella neve e una banda di vecchiardi che discutono..."
Si guardarono restando in silenzio per qualche secondo, poi scoppiarono a ridere come se quella fosse la battuta dell'anno.
E per un'attimo Toshiya ebbe la vaga impressione che quella notte non se la sarebbe dimenticata per molto tempo.

**

Okay aveva una stanza. Accanto alla sua.
E qualcuno, debitamente stipendiato, aveva pensato a disfargli le valige, cambiargli l'accappatoio nel bagno con quello suo (da qualche tempo era diventato insofferente alla biancheria degli hotel) e lasciargli sul tavolino una bottiglia di vino rosso e qualche rivista.
Come per il piano di sotto, anche le camere avevano un'aria totalmente rustica ed accogliente. Il bagno poi era abbastanza grande per ospitare una famiglia di quattro persone e sempre quel qualcuno doveva aver lasciato qualche fiore secco in un posacenere per donare una fragranza particolare all'ambiente.
Gettò i fiori sul tavolino e si accese una sigaretta, recuperando il posacenere.
Sembrava assurdo ma si sentiva incatenato. Nel momento in cui aveva varcato la soglia della stanza e dato la buonanotte più falsa del mondo a Kaoru, i dubbi avevano iniziato a farsi strada nei suoi cattivi propositi.
Forse si stava sbagliando? Forse tutto quello che sospettava era frutto della sua immaginazione.
Gettò il posacenere sul letto, accanto a lui, e si stese perso nei suoi pensieri. Con gli occhi socchiusi si perse a contemplare il soffitto riuscendone ad identificare solo le sfumature marroni del legno...
Se rimaneva in quella posizione riusciva a sentire ogni minimo rumore.
La goccia che cadeva ogni tanto nel lavandino del bagno. Il tabacco incandescente corrodere piano la cartina della sigaretta.
Una macchina passare in lontananza. Lenta, sulla neve.
Qualcuno bussare alla porta di Kaoru.
La cenere cadere nel pos...un momento.
Tornò indietro col cervello. Qualcuno aveva sicuramente bussato alla porta di Kaoru. E lui aveva aperto. E ora stavano dicendo qualcosa che non riusciva a capire. E quella era una cazzo di voce femminile!
Saltò in piedi come una molla gettando la sigaretta nel posacenere senza curarsi di quanto sia pericoloso lasciare qualcosa di incandescente su una coperta di lana.
Si sentì un'enorme cretino nel momento in cui si spalmò dietro la sua di porta per origliare. Ma i due parlavano così fitto che era quasi impossibile.
Quella era la SUA preda. Non poteva lasciare che gli sfuggisse così.
Stava meditando una possibile soluzione al problema quando senti la porta di Kaoru chiudersi ma nessun passo dirigersi verso le scale.
Okay era venuto il momento di agire.
Sentì il corpo scosso da un'emozione nuova. Le vene iniziarono a pulsargli e il cervello a lavorare freneticamente.
Si guardò intorno nella stanza e, in un lampo, afferrò quella maledetta bottiglia di vino rosso sul tavolo. Un'occhiatina veloce allo specchio, che non ci sta mai male, ed uscì dritto in corridoio, trovandosi davanti la stanza di Kaoru in un'attimo.
Resistette all'impulso di origliare per capire che aria tirava all'interno, decidendo che l'effetto sorpresa sarebbe stato più gradito, e bussò frenetico.
Dall'interno nessuna risposta, nè rumore. Solo un fruscio molto soffocato.
Cazzo, aveva perso di mano la situazione.
Bussò di nuovo "Kaoru! Sono io! Apri, è importante!"
Silenzio assoluto di nuovo.
Pensò che fosse il momento di passare alle maniere forti. Sistemò per bene la bottiglia di vino abbastanza lontano dalla sua visuale e cominciò a prendere a spallate la porta. Come un'ossesso.
Fin quando avvertì dei passi avvicinarsi. Recuperò immediatamente la bottiglia, scelse il sorriso più idiota del mondo e la posa da -aspettavochemiaprissinonstavoprendendoaspallatelaporta-.
Si trovò davanti il Kaoru più seccato che si fosse mai visto.
Capelli scompigliati, sguardo assente, però vestito da capo a piedi. E questo gli fece tirare un sospiro di sollievo.
Lo vide trasalire non appena si rese conto di averlo davanti e cercare di rendersi presentabile, almeno col pensiero. Toshiya sorrise più largamente e si rese conto di avercelo in pugno, spazzando via le incertezze.
"Totchi...credevo dormissi..." mormorò Kaoru meravigliato senza accennare a lasciarlo entrare.
Toshiya spiò all'interno della stanza ma non c'era l'ombra di altro essere vivente. Altro sospiro di sollievo, si disse che magari il vociferare di poco prima era soltanto frutto della sua immaginazione.
"Veramente.....mh...non riuscivo a prender sonno. Così mi chiedevo se ti andava di brindare un pò" agitò la bottiglia di vino, certissimo di ricevere un si.
Invece l'espressione di Kaoru non mutò. Anzi diventò ancora più sospetta e lanciò un'occhiatina all'interno della stanza prima di fare un passetto verso di lui.
"Veramente...."
"Veramente cosa?" sbottò Toshiya, un pò sulla difensiva.
Altra occhiatina all'interno. Cosa che gli fece girare i maroni in maniera inaudita. Cazzo cosa gli costava guardarlo? Era quello che faceva sempre, no?
"....sono in compagnia..." disse con un'aria complice che bastò a rendere l'incazzatura di Toshiya una furia senza eguali
"...ti telefono...tra qualche ora, okay?"
Okay un corno. Non poteva permettersi di essere in compagnia in quel momento. Aveva pensato a tutto, ci pensava da ore e lui stava osando rovinare la serata per....per una DONNA?
No, era tutto sbagliato.
"Non mi interessa..." borbottò in risposta posando una mano sul petto del ragazzo e costringendolo ad arretrare, entrando in camera quasi cacciando fumo dalle narici. "...ho bisogno di brindare ora. Manda via la puttanella e ne riparliamo"
"Toshiya..." mormorò Kaoru cercando di opporre resistenza invano.
"Toshiya un corno!" urlò l'altro stizzito. Quando vide la porta del bagno aprirsi e venirne fuori lei, la tipa della reception. Con sollievo notò che anche lei era vestita e molto meno scombinata dell'amico. Certamente li aveva interrotti sul nascere e ringraziò il tempismo e la velocità che lo contraddistinguevano.
Si aspettava da un momento all'altro di sentirsela urlare e sbraitare contro ma, con grande sorpresa di entrambi, recuperò la borsetta abbandonata sul divano ed uscì.

Toshiya solo in quel momento iniziò a sentirsi molto stupido. Si era comportato come una specie di bambino deficiente, aveva preteso che Kaoru interrompesse il suo piano di conquista per cosa?
Probabilmente se a Kaoru serviva portarsi in camera la prima troietta beccata per strada, tanto perso di lui non era.
E se ne rese conto un pò troppo tardi. Ora doveva soltanto prendere il coraggio a quattro mani e risolvere la questione che aveva tirato in ballo.
"......vino?" propose con una grande faccia di corno alzando la bottiglia.
Kaoru inspirò profondamente ed incrociò le braccia. In quel momento sembrò più grosso e severo di quanto non lo fosse in realtà.
"Toshiya che ti ha preso? Non sei stato educato..." disse apparentemente calmo.
"Niente...vino?" insistè alzando un sopracciglio e guardandosi intorno alla ricerca di qualcosa utile ad aprire una bottiglia.
"...chiamarla in quel modo e costringerla ad andar via! Ma dico io sei impazzito? Che cazzo ti è successo, me lo dici?"
"Ah...la apro con questa!"
Tlack. Fece leva col portachiavi in ferro della camera. La bottiglia si aprì.
Kaoru sospirò di nuovo e la cosa non prometteva nulla di buono.
Rimasero in quella posizione per parecchi minuti. Uno a braccia incrociate e sguardo indagatore, l'altro con una bottiglia in mano e gli occhi incollati sul pavimento.
Fin quando Toshiya non si decise ad interrompere il silenzio.
"Kaoru, mi ha dato fastidio, okay? Tutto qui."
"Ti ha dato fastidio?"
"Si mi ha dato fastidio" disse avvicinandosi con la bottiglia in mano "Bevi a canna. Non abbiamo bicchieri."
"Ma Toshiya vorrei cap...."
"BEVI!" urlò. Ma togliendogli la bottiglia dinanzi.
Kaoru restò imbambolato per l'urlo dell'amico e lasciò cadere le braccia lungo i fianchi senza sapere cos'altro dire. Ma non ce ne fu bisogno.
Perchè in un lampo Toshiya buttò la bottiglia sul pavimento provocando un terribile rumore, amplificato dal silenzio dell'albergo.
Si avventò su Kaoru e lo costrinse a stendersi sul letto, mettendoglisi a calvacioni sopra.
"Mi hai stufato, capisci? Stufato!"
"Ma stufato per cosa....?" chiese l'altro con una vocina quasi isterica, imbarazzatissimo. Lasciò che il viso gli scivolasse di lato, poggiando la guancia dallo zigomo pronunciato sulla coperta fresca.
"Stufato perchè hai smesso! Hai smesso di guardarmi! Guardami, forza!" urlò Toshiya preso da un'improvviso raputs di rabbia prendendo il viso di Kaoru tra le dita e costringendolo a voltarsi.
"Sei stato tu a volere tutto questo, te ne rendi conto, heh Kaoru? Sei tu che mi guardi. Sei tu che desideri che ti tocchi. E sei tu che mi hai appena preferito ad una....DONNA! UNA SCIALBA DONNACCIA!"
"Toshiya tu non capisci..."
"Non capisco un corno! Ora farai quello che hai sempre voluto fare! Va bene? Forza. Guardami." mugulò disperato lasciandogli andare il viso e aggrottando la fronte.
Kaoru restò molle sotto di lui per qualche secondo, con gli occhi incollati alla parete. Poi, lentamente, girò lo sguardo verso di lui.
Come se fosse il segnale. Come se fosse lo sparo in una corsa di automobili.

**

 "Non era precisamente così che..." mormorò la vocina di Toshiya in maniera soffusa.
Le piccole mani di Kaoru lo avevano debitamente svestito e riposto tutto con l'eleganza di un'elefante sul pavimento. Meglio dire "gettato barbaramente" tutto sul pavimento.
Non riuscì a non notare quanto fossero carine quelle mani e in totale sintonia col corpo così minuto dell'amico. Notò anche, come se fosse la prima volta, quanto realmente fosse piccolo rispetto a lui. E in quanto poco tempo avesse preso il comando della situazione.
Con che abilità impressionante.
"Non era precisamente cosa, heh?" rispose Kaoru con un sorrisetto concentrato mentre lo faceva stendere lentamente sul letto e gli osservava il corpo nudo quasi lo stesse analizzando.
"Dai...spogliati anche tu..." mugugnò Toshiya un pò sofferente. Non era la prima volta che lo faceva con un uomo ma Kaoru aveva la forza di farlo sentire a disagio. Lo trattava con quella delicatezza eccessiva che si riserva alle ragazze particolarmente belle. O alle bambole.
"Non è necessario." rispose l'altro sottovoce. Con quella voce calda e roca che gli stava a pennello. E che in quella situazione lo rendeva diecimila volte più affascinante.
Diamine come aveva fatto fino a quel momento a resistere! Doveva farlo dal primo giorno in cui sentì che gli aveva messo gli occhi addosso.
Perlomeno ora non avrebbe sentito quella frustrazione terribile mentre gli occhi di Kaoru compievano una radiografia approfondita della sua persona.
"Hai un corpo davvero stupendo...mhhh..." allungò un braccio sottile verso il suo petto e gli premette sopra il palmo della mano. Scendendo lentamente verso il basso.
"Kaoru...non...ti prego..." fu l'inutile protesta. In realtà andava più che bene così. Ma non riusciva ad ammetterlo.
Da un momento all'altro una situazione che doveva vederlo come cacciatore lo trasformò in una preda. E il suo aguzzino sapeva schifosamente come ucciderlo a puntino.
"Se vuoi che smetta, lo faccio..." fu la risposta soffocata. Posò l'altra mano sul fianco del ragazzo e gli scivolò lentamente tra le gambe.
"...ah...se se vuoi che smetta però dovrai vedertela con tuo -fratello-...non credo sia molto daccordo...".
Risero entrambi. Un pò nervosamente.
Sentì la mano di Kaoru, la stessa mano che prima lo spogliava, toccarlo, senza esitazione.
Represse un mugolio di sorpresa mentre le dita di Kaoru si facevano sempre più forti sul suo membro.
Sentì che lo toccavano, lentamente. Poi sentì che si aggiunse anche l'altra mano. Ed un fremito fortissimo lo obbligò ad inarcare la schiena.
"Chi tace acconsente, no? Allora continuo." disse Kaoru all'improvviso, lasciando un pò la presa.
Toshiya premette forte la testa sul cuscino e si coprì il viso con le mani per reprimere l'ansimare che gli stava crescendo in gola.
La bocca di Kaoru era calda e umida. E si muoveva in maniera regolare su tutta la sua lunghezza, senza risparmiarsi di un centimetro.
Voleva dirgli qualcosa, voleva urlare di fare in fretta perchè non ne poteva più ma si limitò ad alzare il bacino verso di lui e a muoverlo appena in sintonia.
Quando sentì il sangue fluirgli verso le zone basse emise un urletto strozzato, come una persona che non parla da molto tempo.
Kaoru rimase rannicchiato tra le sue gambe per un pò. Come se dovesse riprendersi a sua volta.
Toshiya non fece in tempo a controllare se fosse successo qualcosa che lo sentì stenderglisi addosso, e premere forte il bacino contro il suo.
"Ti senti meglio....?" gli mormorò Kaoru all'orecchio, soffiandogli di proposito contro il lobo. Toshiya socchiuse gli occhi ancora affannato e riuscì a malapena ad annuire, sofferente. Una mano di Kaoru smise di stringergli la spalla e scese pericolosamente di nuovo verso il suo bacino.
"...non si direbbe..." bisbigliò Kaoru con un piccolo sorriso carico d'eccitazione "...ma forse conosco un metodo per guarirci entrambi, sai?"
Toshiya aprì la bocca. Ma non riuscì a rispondere. Kaoru gli prese le gambe e le piegò in modo tale che il bacino del ragazzo fosse abbastanza alto.
Inumidì un dito con la lingua e passò ad esplorare la cavità appena sotto di lui. "Non è la prima volta..." sentenziò sottovoce, con occhi socchiusi.
"N....no..." mugolò Toshiya sentendosi stranamente in imbarazzo per la cosa. Gli sarebbe piaciuto rispondere di si.
"Mh...peccato..." mormorò l'altro atono.
Gli avrebbe voluto chiedere perchè era un peccato. Ma non potè.
Kaoru prese a spingere così forte dentro di lui fino a fargli perdere totalmente la ragione.
Una volta...due volte...tre volte...
Sentiva i fianchi preda di lancinanti fitte di dolore, eppure trovava tutto meravigliosamente eccitante.
Decise di abbandonarsi totalmente tra le braccia di Kaoru, senza pensare a nulla. Per un'attimo lo guardò in viso. Aveva gli occhi chiusi e l'espressione impegnata.
E, nonostante il suo corpo fremesse ad ogni spinta e morisse per lui non riuscì a non ridacchiare.
"Guardami....apri gli occhi...." mormorò socchiudendo i suoi e mordendosi le labbra in preda all'orgasmo.
"Guardami."

**

Toshiya aprì gli occhi. All'improvviso.
Là per là era convinto di aver dormito per giorni invece, spiando l'orologio piazzato esattamente di fronte a lui, sul muro, si accorse che erano appena passate le 3 di notte.
Abbassò lo sguardo e il braccio di Kaoru lo stava stringendo. Decise di andare in bagno a darsi una sciaquatina al viso.
Spostò cautamente il braccio del ragazzo, assicurandosi di non svegliarlo e si tirò in piedi.
"AHIA!" urlò nonappena il suo piede sfiorò il pavimento. La superfice era costellata di piccoli frammenti di vetro e il vino aveva inondato il parquet come sangue scuro.
"Cazzo...la bottiglia..." si rimise a sedere. Due braccia lo tirarono all'indietro e lo costrinsero a stendersi.
"Che c'hai da urlare a quest'ora...?"
Kaoru era davvero carino. I capelli fuxia acceso erano arruffati come lana e gli occhi pieni di sonno.
"Nulla...mi piace svegliare chi dorme con me..."Toshiya si infilò nuovamente sotto le coperte, restando un pò distante e lo guardò in silenzio per un pò.
"Che c'è adesso?"
"Kao...stasera....mhh...è difficile da chiederlo. Comunque...il fatto che stasera tu sia venuto a letto con me...è direttamente proporzionale al fatto che ultimamente mi hai un pò...come dire...notato?" chiese un pò titubante, tirandosi la coperta fino al naso e sbattendo gli occhi per il nervosismo.
Kaoru restò immobile come se stesse riflettendo. Poi la sua espressione iniziò lentamente a mutare e si sciolse in un sorriso.
In un meraviglioso sorriso.
"E così te ne sei accorto, eh?"
Vinto. Aveva vinto.
Aveva sempre avuto ragione.
Kaoru era pazzo di lui da tempo.
Gli si fece più vicino e gli appoggiò la fronte contro la sua, guardandolo fisso negli occhi.
"Mah...forse da oggi in poi un'occhiata ogni tanto te la darò anche io..."
Il sorriso di Kaoru si allargò. E Toshiya si sentì qualcosa sciogliere dentro.
"Che ore sono?"
"Le 3..."
"...Allora magari possiamo rimanere a guardarci un'altro poco..."
La voce di Kaoru si perse nell'aria. Alzò la coperta sino a coprirli entrambi e l'unica cosa che si sentì in quell'istante fu il tonfo delle spalle di Toshiya sul materasso.

**

FINE

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