Shakespeare's Call

di _Mistletoe
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** A Call from Courage. ***



Capitolo 1
*** Prologo. ***





Benvenuti nella mia biblioteca.

Miei cari visitatori, avrei voluto riservarvi un'accoglienza più adeguata, ma parole festose, sia come lugubri, o profondamente tristi, non si addicono alla natura di questo luogo: nessuno meglio di me, infatti, sa che le parole più belle vi risiedono già candidamente all’interno, e aleggiano nell’aria, stancamente, come sussurri, e nel corso degli anni, se non ascoltate, diventano polvere.
Per questo motivo, quindi, non prendete a noia il fatto che vi accolga con nient’altro che un umile inchino e che vi intimi di non parlare: è l’unico modo per ascoltare degnamente le parole che vivono in questo piccolo regno… sia quelle dei libri che quelle dei loro lettori.
Fidatevi di me, conosco bene il mio mestiere: posso vantare di una lunga esperienza come bibliotecario.


“Bibliotecario”?... Per caso questa parola vi fa sbadigliare già al solo sentirla pronunciare? Pensate che sia “noioso”?
Oh, non preoccupatevi, sorridete pure, so bene che questo stereotipo non è di vostra creazione, ma permettete che mi riscatti.
Posso dire, a difesa della mia occupazione, che non vi è monotonia nella mia vita, e che non esistono al mondo posizioni più perfette di questa per assistere, protetto dal ruolo dello spettatore, alla ciclicità della storia.
Come uomo di cultura, posso affermare, senza superbia, con profondo amore, di conoscere ogni singolo poema, poesia, testo filosofico e trattato scientifico che sia mai entrato o uscito dalla piccola porta di legno dalla quale siete passati pure voi pochi istanti fa e, dall’altra parte, come semplice essere umano, posso dire, e questa volta con compiacenza, che nella vita di tutti i giorni non manco di assistere alle stesse eroiche battaglie, lacrime, amori e riflessioni.
Dovete sapere che per essere un buon bibliotecario servono sì un animo predisposto, ma negli anni è bene sviluppare inoltre occhi vigili, orecchie tese e bocca cucita… anche se devo ammettere che spesso mi ritrovo ad infrangere quest’ultimo punto: credo che ogni occasione sia buona per lasciarsi andare e ridere, ridere di gusto. Sarebbe davvero triste se la risata sparisse… non trovate anche voi?
Bene, ed è con le abilità elencate sopra che il bibliotecario acquisisce un potere invidiabile: quello di venire a sapere ogni cosa senza chiederla. Con l’ascolto assiduo e interessato si convincono le antiche parole della biblioteca a parlare di loro (e, credetemi, spesso sanno essere delle vere chiacchierone), mentre, per quanto riguarda gli esseri umani, è sufficiente un sorriso sognante ed un’espressione svanita perché essi inizino a parlare senza rendersene conto, e parlano di loro, dei loro sogni, si lasciano sfuggire commenti mentre leggono un libro, sospirano nei momenti di dolore, trattengono il fiato in quelli di tensione… ed è così che conversano, indirettamente, con me.


Ora, non intendo annoiarvi con un mio racconto, solo… ascoltate: la mia esperienza mi dice che quacosa si sta già muovendo.
Non riuscite a sentirlo?.... Non preoccupatevi: mi rendo conto che ve ne sono pochi, al mondo, tagliati per un ruolo come il mio.
Voi credete in me ancora una volta, e fatevi trasportare dalla più eccitante delle storie, che può nascere a bordo di una nave sperduta nell’oceano come in una modesta biblioteca londinese; ricordatevi che spesso tutto nasce nient’altro che da un malinteso, come state per vedere e sentire, o vivere in prima persona, se ce la farete.
Ci scommetto che, come ogni altra storia che piaccia, porterà amore, rabbia, forse lacrime e, incrociando le dita, anche un lieto fine.
Io, secondo le mie umili preferenze, spero che faccia anche ridere.




Angolo delle autrici.
C: Finalmente siamo riuscite a postare il Prologo!!
G: Mi sento come se avessi realizzato il sogno di una vita! Soprattutto dopo aver sparso lacrime e sangue per scrivere qualcosa che ti soddisfacesse...
C: E-Ehi! Stai insinuando che sono incontentabile? =__=
G: Non lo sto insinuando, ne ho le prove!
C: A che ti riferisci...?!
G: Devo menzionare quante volte abbiamo corretto il Prologo?
C: E certo, a te quando una cosa non ti va bene non me la dici chiaramente! U3U Più che revisione è stata interpretazione!
G: E' perchè voglio lasciarti il tuo spazio...
C: ...Io. Ti. Malmeno.
G: Questo dovrebbe essere uno spazio dedito all'amore ed ai sentimenti positivi... e tu mi malmeni?!
C: *ha appena fatto saltare la sua copertura* Ehm...*si volta verso il pubblico* Ma no, io sono una persona buonissima, salvo i gattini sugli alberi e faccio attraversare le strade alle vecchiette! Quindi non abbiate paura e commentate! ^^"
G: Ma se stavi per trapassarmi la mano con la tua affilatissima G-TEC .__. E tu mi parli di gattini e vecchiette? Stiamo andando fuori tema, questo dovrebbe essere il momento clou di Undertaker!
C: Già, povero, nemmeno credo si capisca che è lui che parla T__T (voi lettori l'avevate capito, vero?!)
G: Si accettano scommesse riguardo l'intuizione dell'identità dell'oratore qui sopra ^^
C: Sul serio, nessuno l'aveva capito..? Oh, bè...massì!..Era voluto! Un personaggio misterioso! Indizi per capire chi fosse!...Era tutto calcolato! u.u
G:...Davvero? Ok, come autrici ci stiamo scoprendo un po' troppo ^^"
C: Giusto, giusto ^^ Quindi per adesso basta rivelazioni!.. Io non vedo l'ora di leggere i commenti! *alla socia*
G: Ooh, anch'io! Beh, allora sarà meglio chiudere questo "angolo" prima che diventi più lungo del Prologo..(anche se credo che abbiamo già sforato o.o)
C: Hai ragione. Ci salutiamo, cari lettori! :3
C & G: Alla prossima!



Cactus e Granoturco.

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Capitolo 2
*** A Call from Courage. ***


                                                                                                                                                                    A Call from Courage.


                                                                                                                                                                                                                                                                

"Buon pastore, dì a questi giovani cosa significa amore[...]"

"Esso è fatto di sospiri e lacrime... è fatto di fede e servizio...
è fatto di fantasia, di passioni e brame, di adorazione,
dovere e osservanza, di umiltà, di pazienza e impazienza,
di purezza, di tribolazione, di reverenza [...]"

Come vi piace - William Shakespeare

 

La vita è imprevedibile. A volte ti gioca degli scherzi sorprendenti.
Me ne sono reso conto poche settimane fa, quando la mia è cambiata definitivamente. Senza contare la piega fantascientifica che aveva preso tutta la faccenda. Voglio dire: io in una biblioteca?
Ah no, posso affermare che non è luogo per me. Sono un tipo a cui piace divertirsi, uscire e stare a contatto con le persone, non certo rinchiudersi in un luogo (secondo me claustrofobico, con tutti quei libri) all’apoteosi dell’asocialità come una biblioteca. Se proprio vogliamo rimanere in argomento si può dire che sia un “libro aperto”: insomma, basta guardarmi per capire che persona sono.
Quindi ora, per favore, qualcuno potrebbe spiegarmi che cosa ci faccio io, seduto ad un tavolo, con un libro sotto al naso, in una stramaledetta biblioteca?!
Io?! Stiamo parlando dello stesso Eric che fino a poco tempo fa usava i vocabolari (regalo della nonna) come fermaporte? Lo stesso che però, pur di rincontrare quel fanatico dei libri, si è dato per disperso (con tanto di lettera d’addio, c’è da aggiungere)?
Beh, credo proprio di si, non penso che ci siano in giro molti giganti di un metro e novanta con una pettinatura come la mia.
E ora, per concludere questo preambolo, spiegherò la ragione del mio cambiamento. Cioè, non la “ragione”… semmai la “causa”, anzi, no: il “motivo”. Ecco, usiamo il maschile. Insomma, lui.

Il “lui” in questione è un topo di biblioteca che mi ha procurato un mezzo infarto.
Non saprei dare un nome diverso a quel … brivido spaventoso, seguito da un battito mancato, che ho sentito appena l’ho visto.
Si, deve essere stato un infarto. Altre possibilità non ci sono, perché, parliamoci chiaro, non sono una di quelle ragazzine in piena fase ormonale che credono a stupidaggini come “il colpo di fulmine”. Sono un uomo adulto e vaccinato, io!
Sta di fatto che, il giorno dopo averlo visto, mi sono trovato con un libro sotto braccio (titolo e contenuto del tutto ignoti), occhiali da intellettuale sul naso e quanto più gel avessi potuto mettere nei capelli.
Per settimane (settimane!!) non ho fatto altro che marinare i vari part-time e correre alla biblioteca per sistemarmi a un tavolo adatto ad osservarlo da lontano, per poi cominciare a sospirare (in un modo molto virile, c’è da aggiungere) guardandolo sfogliare libri.
E’ da quel momento che ho iniziato a cambiare, e tanto drasticamente da lasciarmi agghiacciato.
Come se la mia presenza in una biblioteca non costituisse già una prova sufficiente, ecco che la mia natura espansiva, che non ha paura di parlare a sproposito o di fare figuracce, si annulla appena lui entra nel mio campo visivo e mi fa diventare la persona più timida, imbranata e stordita del pianeta. Dio solo sa quanto avrei voluto che il pavimento si aprisse e mi divorasse quella volta in cui, dopo non averlo visto per BEN due giorni, sono stato abbagliato dalla sua bellezza.
Prendiamo poi quella finestra che si interponeva tra me ed il mio amato, aggiungiamoci un Eric in astinenza da contemplazione e avremo come risultato una meravigliosa, gigantesca, incredibile figura di merda.
Il fatto, poi, di essermi quasi rotto il naso su quel maledetto pezzo di vetro non ha così tanta rilevanza in confronto al pensiero che tutto ciò è avvenuto sotto gli occhi del mio lui (e buona parte della popolazione della biblioteca...)!
E quel dannato psicopatico di un bibliotecario di certo non aiuta con le sue insopportabili risatine.
Ma lasciamo perdere queste settimane di puro inferno, le idiozie e i tentativi (falliti) di avvicinarmi, e passiamo direttamente alla svolta.

Era un mercoledì. Avevo scelto quel giorno perché la sera prima avevo scaricato quella che speravo essere la mia ultima ragazza e perché il mio oroscopo aveva garantito successo in amore per tutta la settimana (lo ripeto: tutto veniva fatto in modo molto virile): armato di sorriso seducente, aspetto mozzafiato e solito libro sconosciuto alla mano mi sono deciso a parlargli. Dire che ero terrorizzato è un eufemismo, ma il mio ottimismo mi impediva di darmi per vinto.
Mi parai di fronte a lui, con solo il tavolo a separarci, e mi sedetti senza tante cerimonie.
La cosa più rischiosa della mia vita … ma ha funzionato! Mi darei le pacche sulle spalle da solo. Dovrei dare più ascolto al mio oroscopo. Quindi adesso, dopo una prima parte fatta di silenzi e figure di merda, posso considerarmi una grande amico di Alan.
Alan. Che bel nome. Come il suo proprietario, dopotutto. Aspetta, questa me la segno: la riutilizzerò nelle situazioni favorevoli. Già, sto diventando romantico (anche se l’idea di un’uscita al bar come primo appuntamento non la scarterei ancora!)!
Alan è un tipo pacato, silenzioso, riflessivo, l’esatto contrario delle persone con cui uscivo prima. E “contrario” è la parola adatta, considerando che queste stesse persone erano donne, specie quelle poco caste ed “esuberanti”. Forse è per questo che le mie storie non funzionavano …
Però, riflettendoci, se qualcuno che, fino a pochi giorni prima, era chiaramente attratto dal gentil sesso, si ritrova da un giorno all’altro a fare sogni erotici su un uomo, forse dovrebbe essere almeno un tantino preoccupato. Ma non io, no. Nein.
Sto bene con lui. Scherziamo, soprattutto parliamo: sia di argomenti comuni che di altri più "profondi", di ciò che sta studiando (un certo Shakespeare) o, ancora, stiamo semplicemente in silenzio a godere della reciproca compagnia (questo almeno nel mio caso)… tutte cose che non facevo assolutamente con le mie ex (dovete capirmi, eravamo impegnati in "altro").
E queste "novità", perché altrimenti non potrei definirle, mi portano a pensare di voler condividere con Alan tutto il tempo possibile.
Inoltre, secondo il Manuale dei Giovani Innamorati, questa mia mentalità “è il segno che ho raggiunto la maturità ideale e che sono pronto ad instaurare una relazione duratura.”

...Bene.
Insomma, la mia non è una semplice sbandata per il faccino carino di turno (dopotutto Alan è più che carino!), ma una vera e propria infatuazione!
Wow. Non posso crederci.
Credo che questo sia il mio primo amore.
Ehi, il mio non è un discorso da donnicciola, ci siamo capiti? Io sono un vero sciupa femmine, un gigolò, un latin lover! 
Ma questa è la prima volta che vengo coinvolto sia sul piano emotivo che su quello... carnale.


Oggi ci incontriamo per un altro “pomeriggio in biblioteca”, come dice Alan, ma purtroppo il mio cervello fa suonare quelle parole come “appuntamento”.
-Come va?- appena mi avvicino alza la testa e fa uno di quei sorrisi meravigliosi, abbastanza da farmi dimenticare di respirare per un momento. Ahhh, che bello l’amore (ehm … amore virile, molto virile, anzi, spartano!).
-Bene, ho finito il progetto per l’università.- sospira –Appena l’avrò consegnato avrò finalmente un po’ più di tempo per te … cioè, per gli amici!- arrossisce e finisce per borbottare altro che non capisco, ma mi sono già deformato in un’espressione di assoluta gioia.
Alan comincia a ridere non appena posa gli occhi su di me.
-Che c’è da ridere, eh?- il mio sorriso diventa dolce (solo per lui!) e porto la sedia più vicina alla sua.
Glielo dico, o non glielo dico? Se dovesse rifiutare che farei? Perderei anche questi momenti!
Al diavolo, sto incominciando anche a sudare.
-… Che stai studiando adesso?- non che mi interessi più di tanto, è la prima cosa che mi è venuta in mente.
-Sto rileggendo il commento a dei sonetti di Shakespeare.- sfoglia qualche pagina –Eric, per questo progetto devo stare via qualche giorno, ricordi...?-
-Si, me l’avevi accennato … quindi quando parti?-
-Domani.-

… Eh?
Aspetta.
Domani?!
Questo vuol dire che Alan per tre giorni starà a stretto contatto con degli acculturati figli di papà?! E se la loro compagnia dovesse piacergli … più della mia? Che chance avrei, dopo? Non gli ho nemmeno mai confidato …
Devo farlo ora.

-Alan … - comincio, per nulla convinto. Oddio. Mi guarda. Sento la testa girare come quando ho dovuto gonfiare i palloncini alla festa di compleanno dei miei cugini (ma perché diavolo sto pensando a cose simili in un momento come questo?!) - … devi sapere che … intendo portare avanti e non … far adagiare sugli allori la nostra vita insieme … No! Cioè, non insieme … intendo “io e te”, quindi … - niente da fare, più vedo lo sguardo di Alan farsi sbigottito più la mia pseudo dichiarazione diventa un balbettio confuso.
Respiro a fondo. Puoi farcela, Eric, puoi farcela.
La colonna sonora di Psycho mi blocca sul posto. La suoneria mi informa che la persona così dannatamente puntuale è il mio capo, sicuramente incazzato nero a causa della mia uscita anticipata. Ho personalizzato il tono di chiamata, a quel bastardo. Forse è un segno mandato per dirmi che non era il caso di trattare di questo argomento con Alan … ma anche se fosse, ora che il danno è fatto come faccio a rimangiarmi tutto? Avvisarmi un po’ prima, magari?
… No, non posso fare finta di nulla. A pensarci bene oggi non ho neanche guardato il mio oroscopo.
E sia, per Alan sfiderò anche il destino!

Soffoco il telefono nella tasca (ignorando di proposito il regolamento della biblioteca) per fissare Alan con tutta la serietà di cui sono capace -Alan.- riprendo –Io vorrei portare il nostro rapporto ad un piano diverso.- come da previsione arrossisce, ma non stacca gli occhi da me –Cioè, una relazione seria. E sai cosa intendo.-
Il silenzio imbarazzante viene spezzato dall’ennesimo attacco di Psycho.
Chiudo la chiamata nervosamente per poi ritornare da Alan –Mi spiace dirtelo così, senza preavviso … ma volevo … dovevo fartelo sapere, prima che … be’, prima che partissi.-
E’ disorientato –Eric, io … -
-Ah!- cerco di rassicurarlo –Non intendo certo metterti fretta! Non mi aspetto una risposta adesso … Mi basta solo che mi prometti che ci rifletterai.-
Quel maledetto di Psycho trilla per la terza volta.
-Ho capito!- sibilo spegnendo il telefono –Alan, devo andare assolutamente. Purtroppo credo ne avrò per tutta la sera. Senti … se per caso decidi di accettare la mia proposta … -
Già, come posso fare? Devo andarmene, ma devo trovare anche un modo per poterlo rintracciare …

- … scrivi il tuo numero sul retro di quel libro.-
La prima cosa che mi è venuta in mente, completamente improvvisata, ma può sembrare anche “romantica”, dato che il libro in questione dovrebbe essere di quell’autore amante delle soap opera spagnole … quel Shakespeare, insomma.
-Io tornerò domani a prenderlo, e se ci sarà il numero ti chiamerò.- a questo punto gli sorrido –Ora scusa, ma hanno bisogno di un eroe.- dico alzando il telefono –Fai buon viaggio.-
E così me ne vado frettolosamente, lasciando che Alan rifletta, incurante degli sguardi fin troppo interessati di quel voyeur del bibliotecario.
Andrà bene, me lo sento.










Angolo delle autrici.

G: Non posso ancora credere di aver postato il capitolo! Altro che "Prologo", questo è stato un vero e proprio parto!
C: Giusto! *si asciuga il sudore* Dobbiamo anche scusarci per il ritardo, ma a causa della neve la stesura è andata a rilento... Senza contare che Eric si è rivelato un personaggio complessissimo! ><"
G: Ed io che lo consideravo un sempliciotto con le treccine ma mi sono dovuta ricredere. Il suo amore per Alan è degno del mio rispetto! u.u
C: E degno di essere scritto! Fortunatamente tu riesci a farlo bene <3 *rivolta ai lettori* Mi raccomando, commentate!
G: *inchino* Ci scusiamo ancora una volta per il ritardo! Vi aspettiamo anche per il secondo capitolo dove finalmente-...!! *così felice che non trova le parole*
C: Si, finalmente arrivano... *manca il fiato* Oh beh, sarà una sorpresa. <3
G: Allora attendete e sperate in un miracolo che ci faccia finire il capitolo in tempo! :D
C & G: Alla prossima!

 

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