Guerre Stellari (ovviamente provvisorio)

di silvia_arena
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Viaggio di ritorno per Alderaan ***
Capitolo 2: *** Bloccata sulla Morte Nera ***
Capitolo 3: *** Su Tatooine ***
Capitolo 4: *** Obi-Wan e la Forza ***
Capitolo 5: *** Il comandante Han Solo e il Millennium Falcon ***



Capitolo 1
*** Viaggio di ritorno per Alderaan ***


«Quante volte ancora dovrò risponderti di no?» dissi ridendo a mio padre, dopo che mi chiese per la decima volta circa se avessi una cotta per Luke Skywalker. «Piuttosto, in questa settimana ho passato tutto il mio tempo con Luke.» Mio padre sorrise. «Non perché mi piace» aggiunsi «ma perché è il mio migliore amico.» Mio padre fece un'espressione alla “non la racconti giusta”, ma lo ignorai e continuai. «Dicevo, ho passato tutto il tempo con Luke e non ti ho quasi visto, nonostante dormissimo nella stessa casa. Cosa hai fatto tu?»
«Nulla di divertente» rispose mio padre. «Al contrario tuo, io devo lavorare...»
«Sì, sì, certo» lo interruppi prima che potesse farmi un altro discorso su “Luke è solo due anni più grande di te e già lavora”. «E su cosa hai lavorato?»
«Sembra che Tatooine non sia interessato alla ribellione contro l'Impero, per questo cerco di stringere alleanze con il senato.»
«E per quale motivo?» domandai.
«Niente che abbia a che fare con una guerra, spero. Ma non si sa mai.»
«Vorresti combattere al fianco dell'Impero?» gli chiesi stupita.
«Lo sai che non provo tutta questa simpatia per l'Impero» cercò di tranquillizzarmi mio padre. «Sarà dura scegliere da che parte stare. Ma siamo politici, se ci dichiariamo contro l'Impero saremo i primi ad essere uccisi... Ecco la Morte Nera, siamo quasi arrivati ad Alderaan.»
Guardai fuori dalla vetrata destra dell'astronave. «È bello essere a ca...» Non ebbi il tempo di finire, perché la nostra astronave venne colpita.
Notai che il raggio proveniva dalla Morte Nera.
«Fermate l'astronave e seguiteci, fecce ribelli!»
«No, avete commesso un errore, non facciamo parte dell'Alleanza Ribelle! Sono il senatore Jones di Alderaan!» rispose mio padre.
«Seguiteci se non volete essere distrutti!»
«Papà, seguili» lo incitai. «Vedranno che non siamo dei ribelli e ci lasceranno tornare a casa.»
Mio padre non sembrava per niente convinto, ma visto che non avevamo scelta, ci avviammo verso la Morte Nera.

Una volta scesi dall'astronave, le Truppe d'Assalto Imperiali ci furono addosso.
«A quanto pare non mentivano, sono davvero il senatore Jones e sua figlia» osservò Dart Fener.
Trattenni il “mi pare ovvio” e dissi «Bene, ora che è tutto chiarito potremmo tornare ad Alderaan?»
Mio padre mi guardò male. «Non volevo essere scortese» assicurai.
«Temo che il vostro soggiorno alla Morte Nera sarà prolungato, senatore» annunciò Dart Fener. «Avrei delle questioni riguardanti Alderaan da discutere con voi.»
«D'accordo. Solo, lasciate andare mia figlia.»
«Non siete prigionieri, senatore Jones. Ho solo bisogno di parlare con voi. Portate la ragazza nella prima camera libera che trovate» ordinò Dart Fener ai soldati. «Fate come se foste a casa vostra.»
«Basterebbe un minuto per arrivare nella mia vera casa» borbottai.

«Ehi, sei tutta intera?»
Sobbalzai. «Accidenti, Luke!»
«Scusami Cece, non volevo spaventarti» rise Luke. «Ma avevi promesso che mi avresti contattato, una volta arrivata su Alderaan.»
«Oh, hai ragione, scusa» dissi, riprendendo a disfare la valigia.
«Sei sicura che vada tutto bene?» chiese Luke incerto. «Il viaggio è filato liscio?»
«Sì, sì, alla grande, non preoccuparti» mentii.
«Allora... ci vediamo presto» disse Luke.
«Sicuro» cercai di sorridergli. «Ciao ciao» spensi l'ologramma.
Mio padre entrò nella stanza.
«Ehi» mi salutò. Aveva l'aria distrutta, come se non avesse dormito per giorni, anche se erano passate solo poche ore.
«Ehi» ricambiai. «Com'è andata?»
«Bene. Ho un lavoro da sbrigare su Alderaan» m'informò mio padre.
«Grandioso, torniamo a casa!» esclamai, prendendo i vestiti che avevo ripiegato nei cassetti e lanciandoli nella valigia senza alcun ordine.
«No, tu resterai qui.»
Ci misi un po' per elaborare l'informazione.
«Come? Ma perché?» domandai sconvolta. «Se devi andare su Alderaan puoi lasciarmi a casa...»
«No» rispose secco mio padre. «Appena concluderò questa faccenda tornerò qui e andremo insieme su Alderaan, ma per ora tu devi rimanere qui, è un lavoro che devo fare da solo.»
«Ma papà...»
«Ti prego, non ne voglio discutere.» Uscì dalla stanza senza salutarmi o degnarmi di uno sguardo.

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Capitolo 2
*** Bloccata sulla Morte Nera ***


I giorni che passai sulla Morte Nera sembrarono durare anni.
Non uscivo quasi mai dalla mia stanza se non per non diventare matta per claustrofobia.
Un giorno, mentre passeggiavo per i corridoi, sentii una discussione tra Dart Fener e il governatore Tarkin.
«Ci ha appena contattato il senatore Jones da Alderaan» disse Tarkin.
«È riuscito nella sua missione?» chiese Dart Fener.
«No, signore. Gli ho ordinato di restare su Alderaan.»
«Perfetto, procediamo con l'operazione.»
Sentendo dei passi verso la porta, corsi in camera per non farmi beccare mentre li spiavo.
Quale missione ha fallito? E perché dovrebbe restare su Alderaan? E se lui resta lì, come tornerò io? Non credo che un soldato imperiale sia così gentile da accompagnarmi fino a casa. Con quale operazione dovranno procedere? Mentre mi ponevo queste domande, qualcuno entrò nella mia stanza senza bussare.
«Dart Fener» dissi sorpresa.
«Sì, signorina Jones. Devo porvi una domanda. Cosa facevate su Tatooine, voi e vostro padre?»
«Mio padre doveva...» cercai in fretta una scusa. Non potevo dirgli che stringeva alleanze con il senato di Tatooine, anche se per conto dell'Impero. Avrei rivelato informazioni che di certo mio padre non vorrebbe che loro sapessero. «...vedere un suo caro amico.» In fondo non stavo mentendo. Owen Lars, uno dei migliori amici di mio padre, ci aveva ospitati: io passavo tutto il tempo con suo nipote Luke e lo aiutavo con il lavoro, e mio padre, quando non era impegnato con il senato, aiutava il suo amico Owen con il suo di lavoro. In cambio lui ci dava l'alloggio a casa sua.
«Nient'altro?» chiese Dart Fener «Vostro padre ha parlato di un viaggio di lavoro.»
«Be', sì, aiutavamo i Lars con il loro lavoro» risposi, sperando che mio padre non avesse menzionato il Senato.
«Sono politici? Fanno parte del senato come vostro padre?» domandò Dart Fener.
«No, no, loro sono contadini.» Dart Fener sospirò, come se avvertisse che gli stavo nascondendo qualcosa.
«Dimmi cosa mi stai nascondendo» ordinò.
«Io non...» stavo per dire, un po' sorpresa che passò dal “voi” al “tu”, ma ad un tratto mi sentii strana, come se mi si fosse disconnesso il cervello.
«Mio padre stringeva alleanze con il Senato di Tatooine in caso di una guerra. Sarebbe stato dalla parte dell'Impero. Eravamo ospitati a casa di un suo amico di vecchia data, Owen Lars, con sua moglie Beru e loro nipote Luke Skywalker» dissi tutto d'un fiato.
Mentre cercavo di riprendermi e mi domandavo perché avessi riferito tutte quelle cose, Dart Fener esitò «Skywalker, hai detto?»
Non risposi, ero ancora sconvolta per quello che avevo appena detto, ma Dart Fener uscì dalla porta senza dare spiegazioni.

Decisa a chiedere spiegazioni a Dart Fener, uscii dalla mia stanza per andare a cercarlo. Lo intravidi con il governatore Tarkin e – mi morsi la lingua per non urlare – la principessa Leila. Mi nascosi e rimasi ad ascoltare di cosa stessero parlando.
«Sono sorpresa che abbiate il coraggio di assumervi questa responsabilità» stava dicendo la principessa.
«Principessa Leila, prima della vostra esecuzione vorrei che foste mia ospite ad una cerimonia che renderà operativa questa stazione da battaglia. Nessun sistema stellare oserà più opporsi all’Imperatore» disse Tarkin. Trattenni le lacrime. L'avevano condannata a morte.
«Quanto più stringete la presa, Tarkin, tanti più sistemi vi sgusceranno via tra le dita» rispose la principessa.
«Non quando avremo dimostrato la potenza di questa stazione» ribatté Tarkin. «Lo sapete? Voi avete determinato la scelta del pianeta che verrà distrutto per primo. Data la vostra riluttanza a rivelarci l’ubicazione della base ribelle dimostreremo la micidialità di questa stazione da battaglia contro il vostro patrio pianeta Alderaan.»
«No!» urlò la principessa. «Alderaan è pacifico, non abbiamo armi! Voi non potete fare...»
«Preferireste un altro bersaglio? Un bersaglio militare? Dite il nome del sistema. Ditelo. Sono stanco di chiedervelo, quindi questa è l’ultima volta. Dov’è situata la base ribelle?»
La principessa guardò Alderaan dall'enorme finestra della Morte Nera. «Dantooine. Sono su Dantooine.»
«Ecco. Vedi, Lord Fener? Sa anche essere ragionevole. Proseguite con l’operazione. Potete sparare appena pronti.»
«Cosa?» esclamò la principessa.
«Siete proprio un’ingenua» disse Tarkin. «Dantooine è troppo lontano per una dimostrazione efficace, ma non temete: mi occuperò dei vostri amici ribelli quanto prima.»
Un raggio verde uscì dalla Morte Nera che colpì in pieno Alderaan e lo fece esplodere.

Non contai i giorni che passai a piangere. Avevano distrutto Alderaan, l'avevano spazzato via come se fosse un edificio. E mio padre si trovava lì. Era morto. Adesso ero definitivamente orfana, come Luke. E l'unica abitante di Alderaan oltre me, la nostra principessa, era stata condannata a morte dall'Impero. L'avrebbero uccisa entro pochi giorni.
Cosa mi restava adesso? Non avevo una casa, non avevo una famiglia, non avevo amici.
Dart Fener entrò nella mia stanza come aveva fatto qualche giorno prima.
«Dovete andare su Tatooine» ordinò.
«Perché, mi avete trovato una casa lì?» domandai sarcastica.
«Sapete della distruzione di Alderaan» affermò sorpreso. «Come avete fatto? Non siete uscita da questa stanza.»
«Ho sentito i soldati parlarne» inventai.
Dart Fener continuò senza domandare scuse. «Dovete andare su Tatooine e portarmi qui Luke Skywalker» disse.
Il suo ordine mi sorprese e mi ricordò quando gli rivelai tutte quelle cose sul nostro viaggio a Tatooine. Ma non gli chiesi spiegazioni su quello. «E perché dovrei? Cosa c'entra Luke?»
«Non sono affari vostri. Dovete portarlo qui» ripeté.
«No» risposi solamente.
In quel momento non pensavo che Dart Fener aveva quasi l'importanza dell'Imperatore. Non pensavo che non avevo mio padre a difendermi, nel caso provassero ad uccidermi. Pensavo solo che avevo perso la mia casa e la mia famiglia a causa loro, e non avevo intenzione di mettere nei guai anche Luke.
«Vostro padre non è morto» disse improvvisamente Dart Fener.
«Cosa?» chiesi stupita.
«Non si trovava su Alderaan quando è esploso.»
«Ma avevate...» mi fermai quando mi accorsi che stavo per rivelare di aver origliato, ma per fortuna non notò la mia interruzione e continuò «Se mi porterete qui Skywalker, lo potrete rivedere. Se vi rifiutate, non lo rivedrete mai più.»
Mi stava ricattando. Come potevo fare? Di certo non voleva Luke per fare conoscenza. Portarlo qui era come portarlo a morte, senza contare che non sapevo cosa inventarmi per farlo venire sulla Morte Nera. E se facessi finta? Potrei andare su Tatooine e tornare dicendo che non ero riuscita a convincerlo, e magari risparmieranno la vita a mio padre.
«Partirò domani» dissi a Dart Fener.
«Bene» rispose, ed uscì dalla stanza.

Arrivata su Tatooine, iniziai a riflettere. Quanto dovrò restare qui per farlo sembrare credibile? Dove starò? Non avevo scelta: dovevo andare dai Lars e inventarmi una scusa per la mia visita.
Atterrai vicino la loro casa. Appena scesi dall'astronave, vidi Luke uscire di casa.
«Cece! Avevo sentito un'astronave arrivare! Perché non mi hai detto che saresti venuta?» disse, correndo ad abbracciarmi.
«Ehm, è una storia lunga» risposi.
«Vado a dire agli zii che sei arrivata» disse Luke, ma lo trattenni.
«No, aspetta. Quanto tempo hai?» gli chiesi.
«Perché?»
«Avrei urgenza di raccontarti la storia lunga» affermai, decisa a non mentirgli e a dirgli tutta la verità.

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Capitolo 3
*** Su Tatooine ***


Guardai il paesaggio con occhi malinconici. Avevo sempre legato il meraviglioso ambiente sabbioso di Tatooine a ricordi felici, fatti che adesso dubito accadranno.
«Quindi Alderaan non esiste più e questo tale vorrebbe che io venissi sulla Morte Nera altrimenti non vedrai più tuo padre?» domandò Luke, seduto su una roccia vicino a me, dopo un minuto circa di silenzio. Gli avevo raccontato tutto senza fermarmi e lui non mi aveva interrotto, e alla fine ha impiegato il tempo necessario per elaborare le informazioni.
«Già. Il mio piano era di ritornare dicendo che non ti avevo trovato o che non ti avevo convinto a venire, ma poi ho pensato che Dart Fener... non so, è come se capisse quando sto mentendo. Te l'ho raccontato, no? Non so cosa sia successo, cosa lui abbia fatto, ma ho vuotato il sacco senza averne la minima intenzione.»
Ci fu un altro minuto di silenzio.
«Be', allora cosa stiamo aspettando?» disse Luke «Facciamo rotta per la Morte Nera.»
«Cosa? Stai scherzando?» esclamai «Vuoi consegnarti a Fener?»
«No, andiamo e combatteremo Fener» spiegò Luke.
«Ma come, Luke? Non puoi combatterlo. L'unico modo per sconfiggerlo è ucciderlo.»
«E allora lo uccideremo.»
«Non puoi ucciderlo, è come l'Imperatore! E poi è impossibile, Luke, non illuderti. Devi solo aiutarmi a trovare una scusa credibile che si avvicini il più possibile alla verità.»
«Ma io voglio venire con te...»
«Non se ne parla, Luke! Sarebbe un suicidio!» lo rimproverai. «Sei due anni più grande di me, dovresti essere tu quello ragionevole!»
«Anche per te sarebbe un suicidio tornare lì!» ribatté Luke «Se mi lasciassi venire, potrei proteggerti! Se non vuoi che io venga, non ti muoverai da Tatooine, al costo di trattenerti con la forza.»
Rimasi spiazzata e non sapevo proprio cosa rispondere. Avrei potuto dire tante cose: “Grazie, Luke, sei molto gentile, accetto volentieri”, “Grazie Luke, accetterei volentieri, ma che ne sarà di mio padre?”, “Oh no, Luke, hai perso la ragione? Non potrei mai importi la mia presenza qui”. Ma l'unica cosa che riuscii a dire fu «Sono venuta con una loro astronave, possono rintracciarmi.»
«Vado immediatamente a distruggerne i circuiti» rispose Luke alzandosi e correndo verso casa sua, dove avevo lasciato l'astronave.
«Luke!» Si voltò. «Grazie.» Mi sorrise e andò via. Mi alzai e lentamente lo seguii.

Raggirare gli zii di Luke fu facile. Bastò dir loro che mio padre aveva un lungo lavoro da sbrigare su un altro pianeta e non voleva lasciarmi a casa da sola.
Luke era straordinario. Non mi abbandonava mai durante le mie crisi di pianto, anzi, mi consolava e continuava a ripetermi che avremmo trovato mio padre senza cedere al ricatto di Fener.
I suoi due droidi, D-3BO e C1-P8, erano sempre in giro. C1-P8 era un droide astro-meccanico, quindi non faceva altro che fare avanti e indietro emettendo suoni elettronici. Il problema era D-3BO. Lui era un droide protocollare, conosceva più di sei milioni di lingue e non faceva altro che parlare. Lei due frasi che pronunciavo più frequentemente a lui erano “Smettila di chiamarmi "signorina Jones". Io sono Cece” e “Non per essere scortese, 3BO, ma fai silenzio!”.
Una sera me ne stavo rannicchiata sul letto di Luke, pensierosa come sempre.
«Signorina Jones, c'è qualcosa che non va? Sembrate alquanto abbattuta.»
«No, 3BO, sto bene. E smettila di chiamarmi "signorina Jones". Io sono Cece.»
«Ma, signorina Jones, se c'è qualcosa, una qualsiasi cosa che io potrei fare per tirarvi su il morale, sappiate che la farò con estremo piacere.»
«C'è una cosa che potresti fare, 3BO. Non per essere scortese, ma, fa' silenzio!»
«Sì, signorina, vado via.» Il droide si avviò verso la porta. «Oh, salve, signorino Luke. State bene?»
«Sì, sì, 3BO. Va' via, per favore.»
«Subito, signore.»
Luke si avvicinò verso di me e si sedette sul letto.
«Stai bene?» La sua premura nei miei confronti mi commuoveva sempre. Luke era più di un amico per me. Ormai lo sentivo come un fratello. Il sentimento che provavo per lui era qualcosa di davvero forte, qualcosa che non ho mai provato con nessuno.
«Be', sto cercando di auto-convincermi che mio padre veramente non si trovava su Alderaan quando è esploso e che Lord Fener mi ha proposto veramente qualcosa che potrà mantenere.»
Luke si stese sul letto vicino a me e mi abbracciò forte.
«Io ti assicuro che faremo del nostro meglio per trovare tuo padre.»
«Ma non stiamo facendo del nostro meglio, Luke. Stiamo qui a divertirci.»
«Divertirci? Sarebbe più corretto “disperarci”.»
«Qualunque cosa stiamo facendo, non ci stiamo impegnando abbastanza.»
«Hai idea di dove possa essere?» domandò Luke, dopo un attimo di silenzio.
«Se segue un qualunque ordine datogli dall'Impero, non ne ho proprio la minima idea. Il fatto è che Tarkin gli aveva ordinato di rimanere su Alderaan, ecco perché credo che sia... Comunque, se non seguiva nessun ordine imperiale, gli ultimi due pianeti di cui doveva incontrare il Senato sono Coruscant e Naboo.»
«Be', mettiamoci in viaggio per uno dei due.»
«Con quale astronave, Luke?»
«Ne troveremo una.»
«Con quali soldi?»
«Tu sei ricca.»
«Mio padre è ricco. Io non ho niente in questo momento.»
Luke sospirò rumorosamente, e mi strinse più forte a sé. Avvertivo la sua disperazione.
«Ce la faremo, Cece, devi fidarti di me. Troveremo un modo.»
«Non mi sembra che ci siano molti modi.»
Luke mi prese il viso tra le mani e mi guardò negli occhi. «Abbi fiducia in me. Per favore.»
Abbassai lo sguardo. «Scusami. Davvero, sto diventando noiosa, non faccio altro che lamentarmi.»
Luke mi sollevò il mento con due dita.
«Ehi, tu non sei noiosa. Sei la persona migliore che io conosca. È normale che tu sia così, adesso. Stai attraversando un momento tremendo. Ed io non so proprio come aiutarti, davvero. Mi sento così inutile.»
Fu incredibile come la situazione si ribaltò. Fui io a consolare lui.
«Luke, tu non sei inutile! Se non fosse per te, io adesso starei vagando per Tatooine decidendo quale sarebbe stato il momento giusto per tornale alla Morte Nera. Sei tu la persona migliore che io conosca!»
Luke si avvicinò di più a me. «Ti ringrazio.»
«Grazie a te» risposi.
Avvicinò il suo viso al mio. Le nostre labbra quasi si sfioravano.
«Luke! Cece! La cena!» la zia di Luke ci chiamò dalla cucina.
Io e Luke ci guardammo negli occhi, ancora vicinissimi. Poi lui, lentamente, si allontanò da me e si alzò dal letto. Mi alzai anch'io e ci dirigemmo verso la cucina.

«Indovina.» Luke mi raggiunse mentre ammiravo il tramonto dei due Soli di Tatooine.
«Indovinare cosa?» gli domandai.
«Se te lo dico non potrai indovinare.»
«Luke.» Provai ad usare un tono serio da “Non ho tempo per i giochi di parole” ma quando lo guardai mi venne da ridere.
«Cece» rispose, tentando d'esser serio anche lui ma scoppiando a ridere.
Quando finimmo di ridere, gli chiesi «Sul serio, cosa dovrei indovinare? Non ne ho la minima idea.»
«So dove possiamo trovare una nave. Qua vicino c'è un locale pieno di piloti. Sono sicuro che potremmo trovarne uno che non voglia pagata una fortuna per un viaggio su Coruscant o Naboo.»
«Oh, Luke, grazie, grazie! Cosa stiamo aspettando, allora? Andiamo!» salii sullo sprinter di Luke aspettando che mi seguisse.

Fummo interrotti a metà strada. O almeno, Luke s'interruppe. Aveva visto dei Sabbipodi ed è voluto scendere necessariamente a controllare, nonostante i miei tentativi di fargli capire che fosse una cosa estremamente infantile.
«Fortuna che avevo questo binocolo nello sprinter» osservò felice Luke, appostato dietro una roccia.
«Oh sì, che gran fortuna» commentai, vicina a lui con le spalle poggiate alla roccia, completamente non interessata a ciò che cercava di vedere.
«Guarda! Sono proprio dei Sabbipodi!» esclamò Luke.
«Grandioso! Possiamo andare?»
«Andiamo a vederli da più vicino.»
«Oh, Luke!» mi lamentai.
«Dai, vieni con me.» Luke mi prese per mano, ma appena ci voltammo, ci ritrovammo di fronte un Sabbipode in tutta la sua enorme bruttezza.
Entrambi indietreggiamo ma ci dimenticammo della roccia alle nostre spalle, perciò inciampammo e cademmo all'indietro.
Luke fu più sveglio e si resse sui gomiti, mentre io battei la testa a terra e svenni.

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Capitolo 4
*** Obi-Wan e la Forza ***


Mi risvegliai in una casa che non era quella dei Lars. Luke mi fu subito addosso.
«Ehi, ti sei ripresa! Come ti senti? Eri messa abbastanza male!»
«Non peggio di come eri combinato tu» ribatté un'anziana voce.
Provai ad alzarmi ma mi venne un capogiro, così Luke mi sorresse.
«Cece, ti presento Ben Kenobi. Ci ha salvato la vita.»
«Oh, grazie, signor Kenobi» dissi.
«Puoi chiamarmi Obi-Wan» rispose. Guardai Luke interrogativa.
«Sì, ho appena scoperto che il suo vero nome è Obi-Wan» spiegò Luke.
«Grazie a me, signore» s'intromise... D-3BO? «Io vi ho seguito, padron Luke, e ho chiesto subito aiuto appena ho visto che quelle bestiacce vi aggredivano.»
«Grazie, 3BO» sorrisi.
«Non c'è di che, signorina Cece.»
«Facciamo progressi!» esclamai felice.
«Cece, stavo riparando 3BO, ha avuto qualche problema mentre provava ad attaccare i Sabbipodi. Ti dispiace continuare tu? Devo controllare cos'ha C1, sembra andato in tilt.»
«Certo» risposi.
«Non ricordo di cosa stavamo discutendo prima, giovane Luke. Potresti ricordarmi?» chiese Obi-Wan.
«Parlavamo della Guerra dei Quoti e no, mio padre non ha fatto la guerra. Era ufficiale di rotta su un’astronave da carico» disse Luke.
«Questo è quello che ti ha detto tuo zio» rispose Obi-Wan. «Non condivideva gli ideali di tuo padre. Pensava che dovesse restare qui e non farsi coinvolgere.»
«Tu hai fatto la Guerra dei Quoti?» domandò Luke.
«Sì. Una volta io ero un cavaliere Jedi, come tuo padre.»
Ci fu un attimo di silenzio.
«Vorrei averlo conosciuto» sussurrò Luke, con una malinconia che mi commosse.
«Era il migliore stella-pilota della galassia, e un astuto guerriero. Ho sentito che sei diventato un ottimo pilota anche tu» sdrammatizzò Obi-Wan. Luke sorrise. «Ed era un caro amico. Oh, a proposito, ho qui qualcosa per te» Obi-Wan si alzò. «Tuo padre voleva che tu l’avessi quando raggiungevi l’età giusta, ma tuo zio non ne volle sapere. Temeva che potessi seguire il vecchio Obi-Wan in qualche pazza crociata idealistica come fece tuo padre.» Obi-Wan prese uno strano oggetto e lo porse a Luke.
«Se non ha bisogno di me, signorina, io mi spegnerei per un po’» disse 3BO.
«Fai pure, certo» risposi, e mi avvicinai a Luke per vedere meglio.
«Che cos’è?» domandò Luke.
«È la spada laser di tuo padre» Luke la prese e con un solo movimento la fece accendere. «Questa è l’arma dei cavalieri Jedi. Non è goffa o erratica come un fulminatore. È elegante, invece, per tempi più civilizzati» spiegò Obi-Wan. «Per oltre mille generazioni i cavalieri Jedi sono stati i guardiani di pace e giustizia nella vecchia Repubblica, prima dell’oscurantismo, prima dell’Impero.»
Luke spense la spada a la ridiede a Obi-Wan. «Com’è morto mio padre?»
«Un giovane Jedi di nome Dart Fener, che era stato mio allievo finché non si volse al male, aiutò l’Impero a dare la caccia ai cavalieri Jedi e a distruggerli. Egli tradì e assassinò tuo padre.»
La sue parole mi lasciarono di stucco e per poco non scoppiai a piangere. Il sentimento che mi tratteneva era la rabbia. La rabbia verso un uomo che ho conosciuto e con cui ho dialogato, che ha ucciso il padre del mio migliore amico. La rabbia verso un uomo che era dalla parte del bene, che avrebbe potuto vivere una felice vita come cavaliere Jedi, ma che ha preferito diventare una macchina da combattimento dell'Imperatore. Un uomo che tradì i Jedi e un suo amico passando al male, solo per avere il potere.
«Ora i Jedi sono praticamente estinti» continuò Obi-Wan. «Fener fu sedotto dalla parte tetra e oscura della Forza.»
«La Forza?» domandammo io e Luke.
«Be', la Forza è quella che dà al Jedi la possanza» spiegò Obi-Wan. «È un campo energetico creato da tutte le cose viventi. Ci circonda, ci penetra. Mantiene unita tutta la galassia.»
Io e Luke ci guardammo.
«Obi-Wan... è possibile, con la Forza, indurre qualcuno... a fare qualcosa?» domandai.
«Cosa vuoi dire, ragazza mia?»
«Be', quando mi trovavo sulla Morte Nera, Dart Fener voleva sapere cosa facevamo io e mio padre su Tatooine; io non volevo dirglielo, ma poi...»
«Sì. Ha usato un trucco mentale Jedi. Mi dispiace, piccola» disse Obi-Wan.
«Fa niente» risposi, mentre in realtà il sentimento di rabbia che provavo aumentava. «Ti aiuto a capire cosa non va in C1» proposi a Luke.
«Grazie» rispose.
Ci chinammo e iniziammo a scrutare C1, ma appena Luke lo toccò, emise un raggio che ci fece cadere all'indietro. Era un ologramma della principessa Leila.
«Generale Kenobi, anni fa tu hai servito sotto mio padre nella Guerra dei Quoti. Ora egli ti prega di aiutarlo nel conflitto contro l'Impero. Sono spiacente di non poter presentare di persona la richiesta di mio padre, ma la mia astronave è stata catturata, e il mio tentativo di portarti ad Alderaan è fallito. Ho affidato delle informazioni vitali per la sopravvivenza della Ribellione al sistema mnemonico di questa unità C1. Mio padre saprà come recuperarle. Devi far sì che questo droide arrivi da lui sano e salvo ad Alderaan. È la nostra ora più disperata. Aiutami, Obi-Wan Kenobi. Sei la mia unica speranza.»
Ci fu un attimo di silenzio, in cui ci fissammo tutti.
«Dovrai imparare le vie della Forza se devi venire con me ad Alderaan» disse Obi-Wan a Luke.
«Obi-Wan, Alderaan... non esiste più.»
«Cosa intendi dire?»
Gli raccontai tutto quanto, da quando mio padre mi annunciò di dover discutere con il Senato di Tatooine, a quando tornai su Tatooine mandata dall'Impero.
«Oh cielo, ragazza mia, dire che non ne hai passate di tutti i colori è un eufemismo.»
«Capite perché ho tanta fretta di controllare se mio padre si trova su Coruscant o Naboo?»
«Certo, certo che capisco. Ma non capisco perché non hai altrettanta fretta di salvare la principessa Leila. Siete le uniche superstite di Alderaan.»
«Avete ragione, Obi-Wan, la principessa viene prima di tutto.»
«Allora andremo alla Morte Nera, per prima.»
«Andremo? Obi-Wan, avete intenzione di venire con noi?»
«Ma certo, ragazza mia, e ti dirò di più: se mi lascerai venire, in modo che potrò addestrare il giovane Luke per diventare un cavaliere Jedi, pagherò l'astronave per te.»
Inutile dire che accettai subito. Luke era esaltato dall'idea di diventare un cavaliere Jedi, seguendo le orme di suo padre.
Volammo verso casa di Luke, per avvisare i suoi zii del nostro viaggio, ma nessuno si seppe spiegare ciò che successe. La casa era distrutta, gli zii di Luke morti. Per mano dell'Impero, disse Obi-Wan. Avevano seguito i due droidi che la famiglia di Luke aveva comprato.
Luke, al contrario mio, si riprese in fretta e decise, nonostante ciò che successe, di intraprendere il viaggio per la Morte Nera.



NdA
Questo capitolo è più corto degli altri, ma devo ancora sistemare qualcosa nel capitolo che narra l'incontro con il comandande Han Solo...
Vedo che più di venti persone hanno letto questi primi capitoli! Sono contenta!
...Recensire vi ucciderebbe? ;-) mi farebbe molto felice, anche se scriverete " questa storia è tremenda". Proverò a migliorare il mio stile di scrittura!
Grazie a tutti quelli che leggono, e a quelli che scriveranno una recensione.

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Capitolo 5
*** Il comandante Han Solo e il Millennium Falcon ***


«Han Solo. Sono il comandante del Millennium Falcon. Ciube dice che state cercando un passaggio per la Morte Nera.»
«Sì, è esatto, se la tua nave è veloce» disse Obi-Wan.
«Cosa? Come? Non avete mai sentito nominare il Millennium Falcon?»
«Veramente no» risposi io.
«È la nave che ha fatto la rotta di Kessel in meno di dodici parsec» esordì il comandante. Io e Luke ci guardammo. «Ho lasciato indietro le navi stellari dell'Impero. Non le navi mercantili, quelle è uno scherzo. Parlo delle più veloci navi da guerra imperiali. È abbastanza veloce per te, vecchio? La merce cos'è?»
«Solo passeggeri.» rispose Obi-Wan. «Vengo io, i due ragazzi, e due droidi. E non ci chiedere altro.»
«Ma cosa c'è? Avete qualche noia qui?» domandò il comandante.
«Vorremmo evitare qualsiasi complicazione di carattere... imperiale. Questo ti deve bastare» disse Obi-Wan.
«Ah... Ho capito. Allora non siete tanto in regola, eh? Questo vi costerà un po' di più. Trentacinquemila, tutti anticipati.»
«Trentacinque...?» esclamò Luke. «Potremmo quasi comprarci un mezzo nostro!»
«Ma chi lo guida, figliolo? Tu?»
«Certo che lo guido io, non sono mica male come pilota! Ma dobbiamo stare qui a sentire...»
Obi-Wan lo interruppe. «Possiamo pagarti diecimila adesso, più... quarantamila, quando saremo arrivati alla Morte Nera.»
«Cinquantamila?» chiese stupito il comandante. «Ok, avete trovato la vostra nave. Partiamo appena sarete pronti. Aggancio 94.»
«94» confermò Obi-Wan.

«Be', potete scordarvi di avere guai da quelle lumache imperiali. Te l'ho detto che li avrei seminati» disse il comandante Han Solo entrando nella stanza del Millennium Falcon dove Luke si stava allenando con la Forza.
«Non ditemi grazie tutti insieme» disse Han, notando che nessuno lo stava calcolando. «Comunque, dovremmo essere alla Morte Nera circa alle ore due del mattino.»
Io, 3BO e C1 stavamo giocando a scacchi contro il wookie - secondo pilota – Ciubecca.
«Ora stai attento, C1» accusò 3BO. «Ha fatto una mossa sleale.»
Il Wookie protestò.
«Urlare non ti aiuterà molto» disse 3BO.
«Lascialo perdere» avvertì Han. «Non è prudente far innervosire un Wookiee.»
«Ma signore, nessuno si preoccupa di non innervosire un droide» ribatté 3BO.
«Questo perché i droidi quando perdono non staccano le braccia ai loro avversari» rispose il comandante. «I Wookiee invece sono famosi per questo.»
«Ho capito la sfumatura, signore» rispose 3BO. «Propongo una nuova tattica, C1. Fai vincere il Wookiee.»
Mi alzai e mi sedetti vicino Obi-Wan, per vedere meglio i progressi di Luke.
«Ricordati che un Jedi può sentire la Forza scorrere dentro di lui» disse Obi-Wan.
«Vuoi dire che controlla le tue azioni?» domandò Luke.
«In parte» rispose Obi-Wan. «Ma inoltre obbedisce ai tuoi comandi.»
Il comandante Han Solo rise. «Le strane religioni e le loro antiche armi contano poco contro un folgoratore al fianco.»
«Non hai fede nella Forza, non è vero?» domandò Luke.
«Ragazzo, io ho girato questa galassia in lungo e in largo. Ho visto un sacco di cose curiose, però non ho visto niente che mi abbia convinto che esiste un'unica, onnipossente Forza che controlla tutto quanto. Nessun campo di energia mistica controlla il mio destino. Sono soltanto dei semplici trucchi e delle idiozie» rispose Han.
«Ti consiglierei di tentare di nuovo, Luke.» Obi-Wan si alzò e prese un casco. «Questa volta, non seguire il tuo io cosciente... e agisci solo con l'istinto» disse mettendolo in testa a Luke.
«Con il paralaser abbassato non ci vedo neanche. Come faccio a combattere?» domandò Luke.
«Gli occhi a volte ingannano» rispose Obi-Wan. «Non fidarti di loro. Espandi le tue sensazioni, Luke.»
Luke riuscì a colpire e schivare il remoto anche con gli occhi coperti.
«Visto?» si congratulò Obi-Wan. «Ce l'hai fatta.»
«Io la chiamo fortuna» disse il comandante.
«Nella mia esperienza la parola "fortuna" non esiste» ribatté Obi-Wan.
«Senti, un'azione contro i remoti è una cosa. Ma un'azione contro i vivi, eh? È una cosa diversa» disse Han. «Ah, credo che stiamo arrivando alla Morte Nera» disse alzandosi e lasciando la stanza.
«Sai, sentivo qualcosa. Potevo quasi vedere il remoto» commentò Luke.
«Mi rallegro. Hai fatto il tuo primo passo in un mondo più vasto» rispose Obi-Wan.



Questo capitolo non mi convince affatto! Comunque, CheccaWeasley, lo dedico a te visto che sei stata l'unica a recensire <3 spero che ti soddisfi abbastanza!
Continuate a seguire la storia! Migliora, ve lo assicuro ;-) E soprattutto fatemi sapere se pensate che questo capitolo sia scritto malissimo, come penso io.

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