Orgogliosamente fiera di non avere pregiudizi

di T_Jey
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una logorroica scocciatura rosa confetto ***
Capitolo 2: *** Scambio d'identità ***
Capitolo 3: *** Incontri e scontri ***
Capitolo 4: *** The show must go on - Un thè dai tuoi ***
Capitolo 5: *** Imprevedibile, destabilizzante. ***
Capitolo 6: *** Colazione da Tiffany ***
Capitolo 7: *** Il mondo si è messo a girare al contrario e nessuno mi ha detto niente! Begli amici... ***
Capitolo 8: *** Storm in heaven ***
Capitolo 9: *** Orgogliosamente FIERO di non avere pregiudizi...secondo lui. ***
Capitolo 10: *** Il diavolo veste prada, io gucci ***
Capitolo 11: *** Si inizia a sgobbare... ***
Capitolo 12: *** Pretty woman ***
Capitolo 13: *** Damerino in partenza. ***
Capitolo 14: *** La paranoia è femminile, ma l'idiozia prettamente maschile ***
Capitolo 15: *** Sua sorella...!! ***
Capitolo 16: *** The day after ***



Capitolo 1
*** Una logorroica scocciatura rosa confetto ***


Orgogliosamente fiera di non avere pregiudizi.


Una logorroica scocciatura rosa confetto!



"è una verità universalmente riconosciuta
che uno scapolo in possesso di un buon patrimonio
debba necessariamente cercare una moglie."
Orgoglio e Pregiudizio - J. Austen



Immaginatevi una signora sulla cinquantina, strizzata in un tayer rosa confetto e in testa uno stupido cappellino, con tanto di velina che vi rincorre per la strada, con quella sua voce da gallina,mentre vi parla di come gli anni stiano passando e che ormai sarebbe proprio ora di conoscere qualcuno di interessante...

traduzione di "interessante", non come pensate voi, intellettualmente interessante o fisicamente interessante,ma con un conto in banca interessante.

Stavamo dicendo, immaginatevi questa gallina, racchiusa in un tayer confetto che vi rincorre, con le sue gambine corte e grassottelle,mentre continua a sventolare davanti alla vostra faccia la mano, su cui un qualche strano uccello aveva appena deposto un anello con una pietra grande come un uovo. Ovviamente un falso.

Tutto può andare bene, tutto è perlomeno accettabile; andare almeno una volta alla settimana a fare shopping con la vostro matrigna vi pare solo che un gesto di cortesia, adatto a una brava ragazza come voi che è sicura, in questo modo, di fare un piacere al povero padre a cui volete tanto bene, ma che continuate a non comprendere: perché si è sposato con una tale oca?

Sapete però che questo non deve essere un vostro problema, perché non siete voi a doverla sopportare ventiquattro ore su ventiquattro e sette giorni su sette,ma ancora non riuscite a giustificare il vostro buon e gentile genitore, che in una giornata di bontà divina ha deciso che anche lui doveva fare qualcosa per il bene comune e si è voluto sposare questa cozza.

La cozza mi sorride. Deve essere la prima volta in due ore di shopping in cui mi giro a guardarla dall'alto del mio metro e settantacinque.

La sua fissa?
Fare shopping.

Il nostro patto per una convivenza felice, ossia, io in una casa a non meno di un'ora di distanza da quella dei miei e un giorno alla settimana un intero pomeriggio a fare shopping come delle normali madre e figlia.
Solo che in noi non c'è niente di normale.
Lei non smette di parlare un attimo. E vi assicuro che non scherzo.
Entriamo in un negozio:parla. Si prova un vestito:parla. Mi provo un vestito: parla. Non ha importanza se qualcuno la ascolta. Lei deve parlare.
Ma infondo, che volete che sia, per quattro ore in una settimana? Pur di non averla tutto il giorno vicino, come compromesso è più che accettabile.
Io sono contenta gli altri sei giorni della settimana, lei è contenta sette giorni su sette e così anche mio padre, anche se la sua carta di credito lo è un po' meno.
Quel che è certo che in fatto di vestiti, scarpe o altro non ho alcun problema. O me lo compro io, o me lo compra lei.

é una convivenza felice: lei parla, facciamo compere e ... mi combina incontri al buio con i figli dei suoi amici.

- Cosaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!?!?!?- Mi blocco di colpo in mezzo alla strada. Vedo con la coda dell'occhio un paio di passanti che mi scansano solo per un soffio, mentre io me ne sto impalata con uno sguardo shockato a fissare quella sottospecie di confetto che mi guarda con quei suoi occhietti vispi e attenti e le sue labbra, di un rosa accecante che continuano inesorabilmente a muoversi.

- ma sì cara, ne stavo appunto parlando con tuo padre, non è possibile che a 22 anni tu non sia ancora fidanzata. O meglio che tu non ti sia mai fidanzata! Oh, io alla tua età ero già prossima al matrimonio, con il mio caro Alfred, oh, caro il mio povero Alfred, che tesoro d'uomo! Era una persona così cara e ci siamo amati tanto...ma poi il Signore l'ha chiamato a sè, e il nostro amore non ha potuto niente, ma vedi, cara, tu devi assolutamente trovarti un marito, sei così caruccia ed è un peccato che tu rimanga sprecata! Mi sono detta: "Qua ci vuole il mio intervento!" e poi ho conosciuto quei cari signori e poi ho scoperto che hanno un bel figliolo, sai, un bel ragazzo, proprio un bel ragazzo. Alto!! Alto così e poi ha proprio un bel fisico, ma soprattutto, viene da una famiglia mooolto interessante! -
Io la guardo con la bocca spalancata. Non ci posso credere! Ha raggiunto il culmine della pazzia e mio padre non mi ha avvisata! Si è messa ad organizzarmi uscite al buio con ragazzi che nemmeno lei ha mai visto, ma chissene frega che non li abbia mai visti!! Si è messa a organizzarmi appuntamenti al buio!!!!
Oh mio dio!! Mi sembra di vedermi, io che la guardo con la bocca spalanca e gli occhi fuori dalle orbite.
Un cartone animato.
Ma veramente non ho parole. Come diavolo è possibile! Ma continua a parlare - allora mi hanno detto che non sono mai stati alla fiera del paese, e io subito mi sono scandalizzata, lo sanno tutt che la nostra fiera è rinomata in tutto il paese. Ma è stato qua che per tua fortuna mi sono ricordata di te! Visto che mi avevano accennato di avere un figlio che in questo periodo è venuto con loro qui a Netherfield, allora gli ho proposto di vederci tutti assieme alla fiera venerdì sera. Guarda, hanno accettato più che volentieri,ma hanno detto che con il figlio è venuto anche un amico...bah...per questo magari potresti portarti un'amica, mi raccomando, bruttina! Non sia mai che magari si invaghisca di lei invece che di te! Dopo tutti gli sforzi che ho fatto per convincerli a venire! I miei nervi stavano quasi per cedere per la tensione!-
Venerdì sera. Domani sera! - ma è domani!-
- ma lo so mia cara, non penserai mica che sto perdendo colpi! e adesso andiamo a comprarti un bel vestito, così farai un figurone con i signori Bingley!-
-ma io...- dovevo vedermi con i miei amici!! Oddio! Questa è la volta buona che la uccido!

- papàààààààààààààà! -
- l'ha fatto -
- l'ha fatto?!?! Tu lo sapevi e non mi hai detto niente?!?
- tesoro siamo al telefono,e come mi dicevi tu fino a qualche anno fa, non c'è bisogno che gridi, non devi raggiungermi con la voce, ci sento benissimo. -
Ci sono momenti in cui amo mio padre; è una persona così mite e gentile e molto intelligente, con un'ironia molto sottile, molto inglese che in certi casi adoro,ma in altri...
- padre -
- no cara, il prete non è qui... ma se posso bastare io... -
Me lo immagino che sghignazza, tutto contento per la sua battuta.
- Signor Bennett, pensa veramente di essere spiritoso? Ha idea di cosa abbia architettato sua moglie? Immagino proprio di si! In che modo pensa di scusarsi per non avermi avvisata!? -
- Suvvia Lizzy, mi sembra che tu stia un po' esagerando. Infondo non ti ha mica combinato il matrimonio.-
Il silenzio regnò sovrano per un paio di secondo, durante i quali il dubbio si intrufolò meschinamente nei miei pensieri.
- Oh,Mio, Dio. Non l'ha fatto? Vero che non l'ha fatto?? Dico io, non ci possono essere molte persone al mondo che sentendo una cosa del genere non penserebbero che sia una proposta fuori di testa! Un matrimonio combinato nel 2009?! Oddio no ti prego! Dimmi che non ha nemmeno provato a farlo! Ti supplico, in questo momento, ho un vitale bisogno di certezze!-
- beh...no. -
Riprendo a respirare. Nemmeno mi ero accorta di aver trattenuto il respiro. Le dita della mia mano sinistra iniziano a intorpidirsi, le guardo e sono incrociate. Ho addirittura incrociato inconsciamente le dita!? Era dalle elementari che non facevo più una cosa del genere!
- ma non posso negare che non ne abbia accennato...-
Mi manca un battito.
- scusa? -
- ma ovviamente stava scherzando...- No, non stava scherzando, lo so io e dal suo tono di voce, lo sa anche mio padre.
- ma tranquilla, non ha insistito, specie quando i signori Bingley hanno iniziato a scherzare su quanto dovesse essere la tua dote... allora si è cambiato discorso...-
Una risata al quanto sforzata risuona alle mie orecchie altrettanto falsa quanto il mio divertimento -Ah. Ah. Ah. -
- Lizzy, scusa, ma adesso devo proprio andare, è appena tornata e avrà sicuramente qualcosa da dirmi urgentemente, quindi vado a fingere di essere immensamente impegnato così dovrà desistere dal raccontarmi ogni momento della giornata, ci vediamo domani, ciao. -
Neanche il tempo di salutarlo che già il telefono mi fa intendere che la discussione è terminata.

-Beeene.-

Il rumore della porta che si apre mi fa girare.
Jane appare da dietro la porta. Mi sorride. Sa come ho passato le ultime ore e immagina come mi possa sentire.
Ma non ha la minima idea di come mi possa sentire.
- ehi, come mai oggi sembri ancora più stravolta del solito?- scherza lei,solo perchè non sa che presto anche lei entrerà nel mio incubo.
- Jane, hai per caso qualche impegno domani sera?-
Non so se mi guardi stranita più per lo sguardo che ho negl'occhi o per la domanda che le ho appena fatto.
- boh, niente di particolare, perchè?-
- perchè la mia matrigna mi ha organizzato un incontro la buio con un tipo che non ho mai visto e un suo amico. Tu sei invitata. - faccio per andare in cucina, ma mi giro per mettere ben in chiaro le cose

- non è un invito a cui puoi dire di no.-

L'unico rumore è provocato dalle nostre forchette e dai coltelli.
La sento bere e percepisco anche il suo sguardo su di me.
- dai forza, chiedimelo -
I suoi occhi azzurri stanno ridendo. Ridendo a crepapelle.
- ma io non voglio chiederti niente, figurati -
Sbuffo.
-ho detto, chiedimelo.-
Lei mi fissa,seria.
- ok...Perchè?-
Mi alzo di scatto al solo pensare la risposta. Mi porto dietro il piatto e lo metto nel lavandino.
- ecco! Lo sapevo! Non dovevo chieder -
- vuole che trovi un marito -
Silenzio.
- s-scusa? -
- mi vuole trovare un marito. -
Deglutisce molto lentamente,è una persona educata, non mi vuole scoppiare a ridere in faccia, ma a forza di trattenersi sta diventando viola. E poi le scappa la risatina. Si copre la bocca imbarazzata e scuote la testa.
- pfff....oddio, mi dispiace, io, ...pfffhihi...ahahaha marito? -
Zittisce scossa dalle risate trattenute.
- ooooooh, su Jane! - sorrido imbarazzata - ridi decentemente e basta! Anche io ci devo ancora credere! Ma ti rendi conto?! Ah! Ovviamente, indovina com'è la sua famiglia? La famiglia di lui intendo!- inarco un sopraciglio.
Lei mi fissa intensamente, poi con un sorriso che cerca di stirarle le labbra tenta la risposta - interessante?-
Getto le braccia verso il cielo - esatto!! e sai cosa vuol dire? Che domani sera dovremo passare la serata con due mostriciattoli,viziati figli di papà!-
- ma dai Lizzy, adesso esageri, magari è carino...-
-sarà insignificante!-
- magari ti piacerà il suo amico -
- no! Mai! -
- a questo punto immagino che dirai che è brutto anche se ti piacerà...-
- Ehi! Ma da che parte stai?-
Fa la faccia offesa - ma come!? È ovvio! Dalla parte della tua matrigna!- e scappa via evitando la spugnetta che le ho lanciato dietro.

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Capitolo 2
*** Scambio d'identità ***


Orgogliosamente fiera di non avere pregiudizi.

Scambio d’indentità

Gira e rigira, gira e rigira.
Girati pure quante volte vuoi Lizzy, ma tanto il vestito che hai addosso è così e non cambia.
è blu e lungo fin sopra al ginocchio.
Si,è vero,è simile a quello di Marilyn, ma tu non hai nessun bisogno di passare sopra alle grate della metropolitana... in paese semplicemente non ce ne sono!
No, non si alza. No, il bamboccio non ti vedrà le mutandine nemmeno se ti girerai di scatto facendo volteggiare la gonna.
Sei paranoica.

-mi preoccupi.-

Jane mi guarda preoccupata dalla porta di camera mia.
Il mio sguardo deve essere sorpreso, sì perchè è ormai una cosa che abbiamo appurato da anni, perchè dirmi qualcosa che già so? Io preoccupo la maggior parte delle persone che mi conoscono, sono troppo riflessiva e la cosa non si ripercuote positivamente sull’immagine che do di me. Sembra che faccia sempre molto cose strane. Per non parlare delle mie idee strane...sto divagando.
-se continui a girare ancora un paio di volte mi verrà male. Comunque quelle scarpe mi piacciono molto, nuove?-
Semplici decoltè bianche, lucide, tacco non troppo alto.
-boh, si, se vuoi te le impresto qualche volta... dici che è troppo? - afferro i lati della gonna e li tiro un po’ su.
Scuote la testa divertita. - troppo cosa? Elegante? Mi piace...secondo me va bene... ti rubo gli orecchini con le cosette verdi...- sorride mentre si avvia verso dove sa che tengo gli orecchini.
La sento rovistare mentre continuo a guardarmi allo specchio e far girare e rigirare il mio riflesso.
Non voglio piacergli, ma non voglio nemmeno sembrare brutta, o volgare. Semplicemente voglio essere me stessa,ma per essere me stessa, dovrei indossare un paio di allstar, dei jeans e una bella maglietta.
Se lo facessi la mia matrigna non mi darebbe più tregua.
Sarebbe capace a suon di chili e chili di parole stridule di convincermi a tornare a casa a cambiarmi. Tanto vale...
-sono le 6.30, dovremmo andare...-
Il mio orologio vivente, grazie di esistere.
-ok, bianconiglio, adesso mi trucco in 5 secondi e possiamo andare - la guardo un attimo - che dici basta il copri spalle bianco? Tu che metti?-
Lei si guarda. Gonna bianca, maglietta in seta azzurra, con delle fantasie verdi, e stivali in pelle morbida bianchi. - prendo la giacca bianca...- - quella leggera?- - si, si- -già tanto siamo in piena estate, no? - fa una smorfia - anche se di sera non èche faccia sto gran caldo...siamo pur sempre in Inghilterra,mia cara-

7.30 spaccate.
Le due dolci donzelle arrivano puntuali al punto di incontro e a quanto pare sono le ultime.
-buonasera, scusate se siamo arrivate in ritardo...-
-oooooh! Eccola, la mia cara figliastra! é lei -
Con la forza di uno scaricatore di porto la mia “amata” matrigna mi afferra per un braccio e mi tira davanti al naso degli ospiti, due care personcine dai capelli un po’ grigi, l’aspetto gentile, paziente e un po’ imbarazzato, ma sorridenti.
Forse però tra i tre sono io quella più imbarazzata. Già. La fortunata con l’appuntamento al buio.
E non, come gentilmente mi aveva fatto notare Jane con un sorriso divertito sulle labbra “alla luce del giorno”. Sono le sette e mezzo di sera e sarà anche estate, ma il sole non si vede più da almeno un'ora.
Il mio sorriso imbarazzato parla per me.
Mi guardo in giro per rivolgere il sorriso imbarazzato anche al fortunato...ma non c’è.
Oh mio dio! Sono salva! Almeno lui si è rifiutato di prendere parte a questa buffonata!
Aspetta un attimo.
Oh mio dio! Mi ha dato buca! Mi ha dato buca uno che non ho mai visto!
Sento le loro voci mentre si presentano, rumori indistinti, di sottofondo al mio ego infuocato.
Sento la rabbia ribollire dentro. Sto stronzo mi ha dato buca!
Ovviamente la voce della mia matrigna non può passare inosservata nemmeno durante un uragano, per cui acuta mi perfora un timpano.
-allora, visto che arriveranno a momenti, li aspettate voi, noi dobbiamo proprio andare, sennò perdiamo la prenotazione da Broudy, mi raccomando ragazze.- sorride maliziosa - fate le brave.-
Io la uccido. Fate le brave?! Ma per chi ha preso? Due dodicenni?! Mica gli saltiamo addosso!
Aspetta un attimo. Ma a chi dobbiamo saltare addosso se non vengono?
Mi sento strattonare ancora una volta.
Guardo in basso verso la mia matrigna che mi sussurra - avevo detto bruttina! Jane ti sembra bruttina per caso! Incrocia le dita mia cara! E spera che non gli piacciano le biondine innocenti!-

La guardo stralunata e pronta a scoppiarle a ridere in faccia.
Invece la vedo allontanarsi veloce sulle sue gambine corte e grassocce.

Scoppio a ridere.
-che ha detto? -
-ti ha dato della biondina innocente e penso che abbia anche sottointeso che sei più bella di me... penso che il mio ego ne rimarrà profondamente ferito... Io comunque ho perso un passaggio, sempre per colpa del mio ego ovviamente, dove sono i due...cosi-
Gesto del capo per indicare le presenze non presenti.
Jane sbuffa - ma dai Lizzy ti ha detto che sono andati a parcheggiare!-
Il mio cervello per il bene comune inizia a funzionare, allora non ci hanno dato buca. beh, se sono andati a parcheggiare allora arriveranno tra poco...
- ma dopo dobbiamo raggiungerli al ristorante?-
Jane scuote la testa - no Lizzy, non hai sentito tuo padre, ha detto che hanno deciso di lasciarci liberi di fare quello che vogliamo! Lizzy, seriamente, ogni tanto mi preoccupi!-
Ok, allora, sti due che non abbiamo mai visto stanno per arrivare, non ci conoscono e noi non li abbiamo mai visti, ma come facciamo a riconoscerli?
- Ma come facciamo a sapere chi sono? e anche loro...-
Uno strano progetto, volto anche solo a infastidire ancora di più la mia matrigna, si sta formando nella mia mente contorta.
Se loro non sanno che io sono Lizzy, io non sono Lizzy. Io sono Jane. E Jane è Lizzy.
Un sorriso malvagio si distende sulle labbra di chi macchina ingegnose malefatte.
Le mie labbra.
Jane mi guarda e non capisce.
Jane mi guarda e intuisce che ne sto per fare una delle mie.
Porta le mani avanti. - no Lizzy non possiamo andarcene e far finta di non averli trovati.-
Ma che?! Come mi sottovaluta!
Faccio la faccia offesa.
-Mia cara Lizzy, tu mi sottovaluti!-
-Mia cara Jane, vorrai dire -
Sorrido - no, mia cara Lizzy, sta proprio qua il punto...-
Jane strabuzza gli occhi - oddio, no! Non ci posso credere - scuote la testa - non se ne parla.-
-ma come Lizzy, non eri tu a dire che l’idea di un incontro combinato non era male, è la tua occasione!- ammicco e Jane fa per ribattere, ma si trattiene e fissa qualcuno dietro di me.
Mi giro e a meno di due metri ci sono due ragazzi che si stanno avvicinando e hanno lo sguardo fisso su di noi.
-Buonasera. Scusate siete voi per caso Elizabeth Bennett? - Mi chiede uno dei due, sembra imbarazzato, è alto e con i capelli rossi e a guardarlo bene assomiglia molto ai suoi genitori.
Io sorrido - no, io sono una sua amica, piacere Jane Bennett, amica nonchè cugina di Lizzy - e con un gesto elegante gli indico la mia cara e dolce Jane, che a questo punto non può fare altro che ballare o fare una figura molto imbarazzante, per i suoi canoni, troppo imbarazzante.
Esulto mentre titubante allunga la mano e si presenta - p-piacere, io sono J, ehm, Lizzy! - e cerca di dissimulare l’errore con un sorriso tirato.
Lui neanche 5 secondi e ne sembra già rapito. La fissa intensamente facendola arrossire visibilmente.
Ma che cavolo!
Anche il baciamano! Ma che è?!?
Intanto anche il suo amico si fa avanti.
Beh, ragazze mie, l’amico non ha niente da invidiare al signorino Bingley. Alto, prestante, moro, occhi blu...sguardo freddo? Di ghiaccio! Distaccato. Impersonale! O no... mi guarda con uno sguardo di sufficienza..ah, perfetto, lo snob! Ho beccato lo snob!
-piacere, io sono William Darcy - Dice con voce profonda.
Io accetto la mano e gli do due baci sulle guance, mi sorprende che non si sia scostato disgustato.
Il suo dopobarba mi inebria i sensi. Ebbene sì ho un debole per i dopo barba e questo è particolarmente buono. Non ne so il motivo, forse perchè fa così...'uomo'...
- piacere,io sono Jane.-
Finite tutte le presentazioni ovviamente si fa spazio il silenzio.
- ehm,i miei, uhm i signori Bennett e i vostri genitori sono andati via, perchè sennò perdevano la prenotazione...- cerco di rompere il ghiaccio. No, non il caro signorino Darcy, ma il silenzio imbarazzante in cui ci si guarda negli occhi non sapendo che dire, nè che fare.
Il rosso sorride grato -allora voi cosa proponete di fare? -
Io guardo Jane - beh, alla festa del paese fanno da mangiare e ci sono le giostre, se volete vedere la festa, andiamo là.. sennò..- sorrido - il Cukie - so di aver un espressione birichina.
Jane strabuzza gli occhi - il Cukie?! -
Mi mordo un labbro e guardo indecisa i due. - beh, è un bel locale dove il venerdì sera c’è sempre parecchio movimento, dobbiamo prendere la macchina e in quindici minuti ci siamo...però prima ci converrebbe andare a mangiare da qualche parte...-
I due si guardano. Sembrano uomini di mondo. A quanto ho capito abitano metàdell’anno a Londra,figurati se non si sanno divertire, non possono dire di no a una serata in discoteca...infatti
- okey, dove andiamo a mangiare? -

Il signorino Bingley offre la cena.
Mi sa che qui qualcuno vorrà essere rimborsato in natura e per come fissa Jane, di certo non pretende il risarcimento da me.
Mi giro a guardare William. E lo colgo in fallo. Anche lui mi sta guardando. Sorrido.
Lui invece fa una faccia strana
-William, dove studi? -
-Oxford. Legge.-
-Ah, davvero? Non l’avrei mai detto.- sorrido
-Dici che sia scontato? Mio padre ha uno studio a Londra e io dovrò subentrare al suo posto prima o poi, è quasi un dovere per me...-
Bingley che ascoltava sorride - il solito modesto - si rivolge verso di me. - devi sapere che il signorino subentrerà al posto di uno dei soci del più famoso studio di Londra. Dai Will, almeno per una volta, vantati un po’!-
Darcy sembra contrariato dall’interruzione dell’amico - non volevo annoiare con la mia boria, o sembrare al più arrogante... e lo sai che non sono proprio il tipo di persona che si vanta del suo conto in banca, e immagino che ci siano ben poche persone a cui interessa.-
Che sta farneticando il caro signor Darcy? A parte il fatto che dal tono con cui parla sembra dire l’esatto contrario, ma che c’entra il conto in banca, a che stava pensando?
Un finto tono di sufficienza mi intrometto - non sempre è vero, ci sono persone che a queste cose fanno attenzione, o meglio fanno attenzione se uno è povero o meno. Ma come siamo arrivati a questo discorso?- anche io a vaneggiare sono molto brava - Dai, su! Che per arrivare al cookie ci vuole mezz’ora! Ci conviene andare...-
-Jane ha ragione! Andiamo! -
-Prendiamo la mia macchina? - Chiede Bingley fissando la mia cara cuginetta
William si intromette - se prendi la macchina, poi i tuoi genitori come tornano a casa?-
Bingley rimane interdetto - giusto! Allora li chiamo e dico che prendiamo la macchina...-
Io e Darcy lo guardiamo straniti -mah se ti ho appena detto ...-
A quanto pare Jane lo sta proprio facendor rimbecillire, e sì che lei non sta nemmeno facendo niente! Anzi timida com'è sembra quasi non ricambiare tutte queste attenzioni...
Bingley si gira verso di noi - uhm, giusto, allora taxi. Ma mezz’ora hai detto?-
Faccio spallucce - un quarto d’ora in verità-

Dopo un quarto d’ora di taxi...
Davanti all’entrate c’è già la fila.
Darcy paga la corsa e scende e mi si avvicina. - sembra un posto affollato -
-beh, sì è abbastanza rinomato, ma io ho le mie conoscenze...-
Lui mi guarda sicuramente incuriosito dalla mia espressione.
-dai andiamo -
Prendo sottobraccio Darcy, Jane fa lo stesso con Bingley che ci guardano l’uno sorpreso,l’altro piacevolmente sorpreso.
Arrivati dal bodyguard aspetto che mi guardi - ciao Boe.-
Boe guarda prima Darcy,poi me. E strabuzza gli occhi sorpreso.
-ehi! Lizzy! Ciao! Come va? - trasalisco quando mi chiama con il mio nome...non avevo pensato a questo particolare...fare finta di niente è l'unico modo
-ciao Boe, tutto bene, possiamo passare io, Lizzy e i nostri amici? -
Lui mi guarda stranito - tu e Lizzy? Ma... -
Oddio! Ma sei tonto Boe! Dai stai al gioco! Gli faccio l’occhiolino.
Non avevo previsto questo...Imprevisto!
Lui si guarda attorno, poi guarda la lista, forse dissimula, ha capito? Che fa?
Lui mi guarda - non c’è problema, ma sai, non credo che Collins sarà contento di vederti in compagnia - sorride saputo.
Oddio Collins! Quella sanguisuga, io che speravo che oggi non ci fosse...inevitabile però...il posto è suo!
Io sbuffo. Al diavolo Collins!
Sento lo sguardo del bel moro su di me. Mi volto verso William e sorrido- entriamo?-

Mentre ci avviciniamo sentiamo la musica aumentare sempre di più.
Ci fermiamo al guardaroba a lasciare le giacche e poi entriamo nel locale vero e proprio.
Una specie di discoteca, con tutta una serie di schermi appesi alle pareti e specchi e drappi di tessuto nero alle pareti, lampadari e specchi.
é un posto molto elegante, è molto sofisticato e si vede che non è opera di Collins.
Io e Jane andiamo in bagno e quando esco torno verso i due che ci aspettano quasi fuori dalla porta. Sto per girare l’angolo quando sento la voce di Bingley - cavolo Will, mi piace un sacco, ho fatto bene ad accettare questo appuntamento! E tu? Che ne pensi di Jane? -
-si è carina, ma onestamente non è molto interessante...ho visto di meglio e poi mi sembra così fredda. -
Proprio in quel momento Jane mi raggiunge - ehi! Eccoti! Andiamo -
Io sono scossa.
Wow. Simpatico il gentiluomo. Non sono poi così interessante, buono a sapersi...e anche fredda...senti chi parla! Che snob del cavolo!
Sorriso forzatamente a Jane - si andiamo - e esco facendo finta di non sapere che sono esattamente dietro alla tenda e tiro dritto, quando mi sento afferrare un polso.
Mi giro.
William Darcy mi fissa.
Sorride.
Sorride? Ma che vuole?
-vuoi ballare? - lo guardo stralunata.
Ma chi lo segue questo? Ho bisogno di bere! - ho bisogno di bere qualcosa prima!-
Lui fa un cenno d’assenso e lo dice agli altri due.
Poi ci dirigiamo verso il bancone.
Ma prima mi giro verso di lui. Non so nemmeno io perchè lo faccio, non me lo so spiegare, o forse non lo voglio sapere. So solo che voglio che lui sappia.
-io mi chiamo Lizzy.-
Lui mi guarda e sorride. - lo William. -
Rimango spiazzata dalla sua risposta, mi prende in giro?
Barista!
- una tequila, grazie.-

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Capitolo 3
*** Incontri e scontri ***


Orgogliosamente fiera di non avere pregiudizi

Incontri e scontri

Sale.
Tequila.
Limone.

Sale.
Tequila.
Limone.

1.2.3. ora mi giro e ...
Il suo profumo di dopobarba mi inebria, é vicino, molto vicino, sento il suo corpo aderire al mio, la sua mano sulla mia spalla e le sue labbra vicino al mio orecchio.
deglutisco, cercando di buttare giù il groppo.
- andiamo?-
Mi giro e annuisco.
Si, siamo estremamente vicini. Dissimula Lizzy, dissimula! Fai come se per te lui non fosse niente!
Aspetta! Ma per te lui non è niente! No, non è niente! Sì, è un arrogante, sbruffone, snob con dei due occhi blu bellissimi e un culo da favola... oddio...
Gli afferro la mano e lo porto in centro alla pista e iniziamo a ballare.
E siamo distanti. Guardo verso di lui e ha come lo sguardo perso altrove. Bene. Che abbia già trovato qualcuno di più interessante della fredda "Jane"? Ma a questi gentiluomini non insegnano più come ci si deve comportare? Se inviti una donna a ballare come minimo devi ballarci assieme!
Dopo 20 minuti che balliamo, 5 tipe che si sono messe a strusciarsi contro il bel Darcy e un paio di mani che mi hanno toccato il culo,mentre lui continua a ballare per conto suo, io me ne vado!! Che sto qua a fare? O mi trovo qualcuno con cui ballare... e come se l'avessi chiamata arriva Jane tutta sorridente che inizia a incitarmi a ballare con lei. Le sorrido grata. Anche se dubito seriamente che abbia la minima idea di come stia andando con Darcy. Anzi ora che ci ripenso, sembra quasi che Darcy abbia voluto dare spazio al suo amico. Povero William si è sacrificato, ha fatto da brava spalla, si è preso l'amica e l'ha distratta.
Che rabbia! Stupido, idiota e damerino di un William Darcy!
Sto ballando con Jane da una decina di minuti, quando arriva qualcuno da dietro e inizia a strusciarmisi addosso.
Poco prima avevo intravisto il damerino dietro di me...hai capito? Quando non ti filo più allora vieni all'attacco?
Inizio ad assecondare i suoi movimenti lenti e sensuali.
Mi giro...Collins?!?!?
Lui sorride beffardo come un gatto con il topo e mi afferra per la vita nell'esatto momento in cui cercavo di allontanarmi.
Mi stringe a sè - Buona sera Lizzy, benvenuta nel mio modesto locale, ti stai divertendo? -
Lo guardo con astio cercando di divincolarmi dalla sua morsa, assottiglio lo sguardo e sto per riempirlo di improperi di quelli forti e colorati quando mi stringe ancora di più e mi bacia a forza,iniziando anche ad abbassare le mani, mentre io continuo a divincolarmi.
Che schifoo! Maledetto bastardo! Adesso ti rifilo un pestone che timarrai zoppo per tutta la vita.
Collins si stacca da me, preso di sprovvista e si gira guardare il suo braccio su cui qualcuno ha appoggiato unamano. Allo stesso tempo allenta un po' la presa e io gli ritiro quel pestone, usando il tacco ovviamente, che lo fa schizzare indietro. Io indietreggio,ma mi sento afferrare e vado a adagiarmi contro un petto largo e rassicurante e con un odore familiare.
Alzo lo sguardo e c'è un William Darcy dall'espressione estremamente seria che fissa il mio assalitore.
Mi passo una mano sulla bocca. Solo l'idea di essere stata baciata da quel viscido mi fa venire la nausea.
Collins avanza verso di noi con il dito puntato. -Lizzy, sei proprio una troia -
Sto per assalirlo a suon di parole e non solo, quando William mi stringe ancora più a sè.
Lo guardo spiazzata e anche Collins lo guarda veramente per la prima volta. La sua espressione cambia immediatamente. Sembra impaurito,imbarazzato.
- oh, salve signor Darcy - inizia a balbettare
- Collins -
La voce di Darcy è estremamente seria e ha un suono di tale disgusto. A quanto pare conosce anche lui Collins.
Si volta e mi trascina con sè.
Appena arriviamo nel guardaroba prende il cellulare e ci smanetta un po'. Poi si fa dare le nostre giacche a prendendomi per mano mi porta fuori.
Dopo 15 minuti di taxi siamo davanti a casa mia.
Durante tutto il viaggio non ci siamo scambiati una sola parola, nemmeno un grazie da parte mia. Io tiro fuori le chiavi ed apro la porta. Lui è subito dietro di me.
- ti va...di entrare?-
Lui mi fissa, ancora serio e annuisce. - Si grazie -
Entriamo nel mio appartamento e siamo ancora al buio quando lui chiude la porta e io mi giro verso di lui.
L'unica fonte di luce sono le finestre che danno sulla strada che lasciano entrare la luce del lampione, conferendo all'intera sala un aspetto spettrale.
Quasi nello stesso istante io lascio cadere a terra la borsa e lui mi afferra e mi bacia.
Io afferro il suo viso.
Ho quasi paura che resosi conto di quel che sta facendo si tiri indietro.
Senza smettere di baciarmi inizia a togliersi la giacca e la lascia cadere per terra, poi iniziamo ad avvanzare fino allo stipide della porta dietro di me.
In questo momento è solo passione e nient'altro, è voglia e semplice attrazione tra uomo e donna.
Ci vogliamo, ci desiaderiamo.
Io inizio a guidarlo verso camera mia, senza mai interrompere il contatto delle nostre labbra, mentre con le mani ci studiamo a vicenda.
Tanto era freddo prima, quando adesso è irruente e passionale, un'altra persona.
Le nostre lingue si accarezzano prima piano, poi più combattive.
Sento l'eccitazione scorrermi nelle vene, come lava incandescente che cola dal vulcano.
In poco più di 5 secondi ci ritroviamo stesi nudi e sudati sul mio letto e i vestiti sparsi per tutta la camera.
Domani sarà una vera odiessa ritrovarli tutti, specie la sua camicia, visto che mi è sembrato di averla lanciata sull'armadio.
Oddio.
Chi se ne frega!
Al diavolo quei vestiti non gli rendevano nemmeno giustizia.
Guardo i suoi muscoli ben in evidenza per lo sforzo e accarezzo con lussuria ogni centimetro del suo corpo tonico e possente.
Non riesco a pensare ad altro che a lui e al piacere che provo e dai suoi gemiti ad ogni spinta sembra che anche per lui sia così.
Vengo travolta dal piacere e gemo il suo nome mentre stringo tra le dita di suo capelli e lo bacio intensamente e anche lui subito dopo inarca la schiena e viene sospirando il mio nome.
Si stende accanto a me ancora ansimante e non molla la stretta delle nostre mani, bensì fa qualcosa che mi lascia stranita.
Porta la mia mano alla sua bocca e depone un bacio sul dorso.
Rimango spiazzata da un gesto tanto intimo, ma faccio finta di niente e gli salgo a cavalcioni e incomincio a depositargli baci sul tutto il petto risalendo piano piano su per il collo, fino a raggiungere le sue labbra, gonfie dei nostri baci.

Piano piano sento la realtà spazio tra le tenebre del sonno.
Sorrido ripensando al sogno che ho fatto questa notte.
Ho sognato Darcy ed era un sogno molto realistico. Peccato che la situazione non fosse neanche minimamente realistica.
Io e lui a letto insieme! Ah,ah,ah! Ma nemmeno tra cent'anni.
Subito al primo appuntamento?! Sarei dovuta essere ubriaca!
Faccio per girarmi su un fianco, quando improvvisamente realizzo di non avere la testa appoggiata sul mio morbido cuscino.
Inoltre sento di non essere che coperta dal lenzuolo, ma nonostante ciò di non avere freddo perchè scaldata da qualcos'altro, un qualcos'altro che mi stringe in un abbraccio.
Apro gli occhi di scatto.
E realizzo di essere dentro al mio sogno molto concreto.
Ho la testa appoggiata sul braccio di William e l'altro suo braccio che mi stringe al suo corpo.
Sento il suo respiro sul mio collo e le nostre gambe intrecciate.
Oddio!
Sento il panico che fa strada dentro di me.
Improvvisamente il ghiaccio mi permea ogni vena e i ricordi della notte passata mi attraversano la mente come i flash di un film.
Oh, mio, Dio!
Ci sono andata a letto!!
Come ho potuto andare a letto con uno stronzo del genere?!?
E che cavolo ci fa ancora nel mio letto?!?
Non poteva fare come tutti gli stronzi, svegliarsi prima di me e scappare?
Invece no!
Adesso dovrò morire di imbarazzo! Certo perchè come minimo devo svegliarlo per riuscire a districarmi dalla sua morsa micidiale! Non riesco a muovere un solo muscolo senza avere la certezza di svegliarlo!
Mi sento rigida come una statua di marmo ed estremamente in imbarazzo.
- Uhm - Lo sento mugugnare nel mio orecchio - vedo che ti sei svegliata, buongiorno -
La sua voce impastata dal sonno rimane pur sempre una voce estremamente sexy e devo combattere contro me stessa per non girarmi a baciarlo.
Mi muovo un po' irrequieta - b-buongiorno - e faccio per girarmi che lui in cinque secondi è già fuori dal letto, si mette i boxer e guarda in giro con un'espressione strana.
Ma guarda sto stronzo! Cos'è? Si è reso conto di chi c'era nel letto??
Lo guardo torva mentre gira per la stanza in cerca dei pezzi.
Io mi alzo nuda e gli passo davanti. Tanto ormai.
Lo sento immobilizzarsi - Lizzy, scusa, dov'è il bagno? - ha un tono di voce strano,che mi fa incazzare ancora di più.
Mi giro a guardarlo mentre mi infilo la vestaglia.
E' tutto spettinato, ma è pur sempre molto bello. Un bello stronzo!
E sembra anche un po' imbarazzato. - la porta in fondo al corridoio.- vorrei essere scortese,ma non ce la faccio - vuoi un caffè?-
Lui mi fissa - se non ti dispiace, magari - e poi sparisce fuori dalla porta a torso nudo.
Mi sa che non ha trovato la camicia.
Sorrido e guado verso l'armadio.
Sopra si intravede appena un lembo blu di tessuto.
Cavoli suoi.
Mi avvio in cucina e inizio a preparare il caffè.
Acqua. Miscela. Accendo il fornello e intanto tiro fuori due tazze, scaldo un po' di latte e faccio la schiuma con la frustina elettrica.
Verso il caffè e il latte ed ecco due capuccini all'italiana.
Tiro fuori zucchero e biscotti e mi siedo.
In quel momento entra William ancora a torso nudo e faccia dubbiosa.
- Scusa, ma tu hai visto la mia camicia?-
Io faccio la finta sorpresa - La tua camicia? Te l'ho tolta in camera mia, ma non so dove sia finita... - "poker face mode on" - se vuoi il capuccino è pronto, ti conviene berlo subito che sennò la schiuma si scioglie...-
- capuccino? - fa lui sorpreso sedendosi accanto a me.
Prende la tazza e inizia a bere.
Io guardo il suo profilo aristocratico. Ha anche un bel naso.
Lui mi guarda.
- biscotto? -
Lui accetta, lo immerge nel capuccino e poi lo mangia, ma una goccia gli cola sul mento e con il pollice la catturo e poi la lecco via.
Mi guarda intensamente. - vado a cercare la camicia -
Io annuisco e riprendo a mangiare i biscotti.
Dopo un paio di minuti in cui il nulla aveva preso possesso della mia mente, troppo stufa di dover pensare sempre a lui sento rumore di chiavi e la porta che si apre.
Jane entra a casa vestita come la sera precedente e lo sguardo assente ma estasiato.
Sorrido.
Lei sussulta. Presa com'era non si era nemmeno accorta della mia presenza.
- oh Lizzy! - esclama lei sedendosi con un sorriso ebete stampato in faccia.
- ma brava! Ti sembra l'ora di tornare a casa? Le 9 di mattina?? Come minimo mi devi raccontare tut...-
Non faccio in tempo a finire la frase che una voce subito fuori dalla cucina mi chiama - Lizzy io...-
Darcy si immobilizza non appena, alzando lo sguardo vede Jane seduta in cucina.
Lei fa una faccia sorpresa poi passa lo sguardo da lui con la camicia stropicciata ancora completamente aperta e tutto spettinato, a me in vestaglia e capelli arruffati.
Fa un faccia eloquente. - Buongiorno William, dormito bene?-
Lui fa una faccia seria - Buongiorno Jane...-
Io lo fisso - stavi dicendo?-
Lui guarda prima me, poi Jane e scuote la testa - No, niente, dicevo che ho trovato la camicia ed è tardi. Io...dovrei andare.-
Finisce di allacciarsi la camicia e poi alza lo sguardo su di me.
Mi fissa intensamente - Grazie...- mormora - grazie per la colazione, era ottima, scusate.Io vado. Ci vediamo.-
Rimango esterrefatta.
Grazie?!?
Grazie per la scopata?
Scappa Signor Darcy e spera che non mi venga la tentazione di lanciarti un vaso di fiori in testa! Bastardo! Vai via veloce! Snob del cavolo!
Jane mi fissa scandalizzata.
-Lizzy! Ma quello era Darcy?!? Mi sa che qui c'è qualcun altro che deve raccontare tutto!-

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Il francobollo dell'autore: Ciao a tutte! Grazie a tutte per le recensioni e per aver aggiunto la storia tra i preferiti o tra le seguite!!
Immagino che questo capitolo sia stato un po' destabilizzante...ma la mia intenzione era di metterlo in netto contrasto con la storia originale, dove è già tanto se i due si baciano alla fine...
Spero che non vi sia dispiaciuto :D
Ciao ciao,al prossimo capitolo!
Freeze
p.s.: Dato che non ho ricontrollato molto bene...se ci sono errori, anche di battitura mi potete avvisare? Grazie mille!

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Capitolo 4
*** The show must go on - Un thè dai tuoi ***


Orgogliosamente fiera di non avere pregiudizi!


The show must go on - Un thè dai tuoi



Faccio l'ultimo tiro e spengo la sigaretta nel portacenere.
Non fumo tanto. Quasi mai.
Solo quando...non sono esattamente tranquilla...o se sono in compagnia. Di altri che fumano...
Jane è ancora in silenzio. Le ho raccontato tutto.
Nei minimi particolari. Come sempre.

- ora tocca a te raccontare...-
- mamma mia, Collins sarebbe proprio da denuncia!-
- ma vai! Non ne vale la pena! Su! Non cambiare discorso! Siete andati a Netherfield?-
Lei scuote la testa. Ha le guance rosse.
- abbiamo parlato tutta la notte...-
Io faccio tanto d'occhi - e tu speri che ci creda?-
Lei ridacchia - giuro! - mette una mano sul cuore - non ci siamo dati da fare come qualcun'altro - mi guarda maliziosa.
E' il mio turno di ridacchiare. - e non sai quante volte! - e faccio l'occhiolino.
Dentro di me sprofondo nella vergogna, consapevole che non lo rivedrò molto presto...se mai lo rivedrò. Maledetto William Darcy.
Maledetta la volta che l'ho invitato a salire! E lui che ha risposto di sì! E la tequila! E quell'idiota di un Collins! E la mia matrigna!
Maledizione! Via tutti dalla mia mente!!

- Ma dai Jane! Vuoi dirmi che non ti ha dato nemmno un bacio?!?-
Lei arrosisce. - in verità ha detto che era tutta la sera che voleva baciarmi, ma che essendo il nostro primo appuntamento, non voleva osare troppo...però...-
Io congiungo le mani in posa da preghiera. - dimmi che almeno un bacio te lo ha dato! Un bacio di saluto! Sotto casa? No?- Oddio uno si fa problemi per un bacio l'altro va a letto con una che nemmeno gli piace, ma na via di mezzo non la potevano fare?
Lei scuote la testa - solo sulla guancia, anche se però è stato molto intenso!- aggiunge lei con la sua solita innocenza.
Tesoro, che stella, un intenso bacio sulla guancia. In confronto mi sento satana! Questa ragazza dovrebbe andare in paradiso.
- la mia matrigna aveva ragione, a Bingley piacciono le bionde santarelline!- faccio io mestamente scuotendo la testa.
-ahahah...guarda, voglio proprio vedere che dirai alla tua matrigna...-
Il telefono inizia a squillare.
Io e Jane ci guardiamo.
- che le siano fischiate le orecchie?!?-
Lei fa spallucce e poi una faccia maliziosa - magari invece è qualcuno che si è dimenticato qualcosa...-
Ma va'...le faccio la linguaccia e vado a rispondere - pront..-
- Elizabeeeeeeeeeth!! AAAaaaaallooooooraaaaaaa?!? Com'èè andataaa?-
Allontano di scatto la conrnetta dall'orecchio.
Roteo gli occhi e Jane trattiene una risata.
- ciao, è un piacere sentirti. Si ieri è andato tutto bene, sono stati molto simpatici e mi dispiace, ma avevi ragione tu, preferisce le bionde santerelline. Ciao ciao, salutami papà e mandagli un bacio. Ci vediamo giovedì prossimo.-
Abbasso la cornetta. Sbuffo e porta le mani ai fianchi.
- io vado a farmi la doccia.-
e esco dalla cucina proprio quando il telefono rincomincia a suonare.
- ehi Lizzy! Non ci provare! Non puoi farlo!! Ehi! Continuerà a suonare tutto il giorno! Non posso rispondere io dopo quello che le hai detto! Lizzy! Lizzy!!-
Sbam.
Godo profondamente nel sentire il rumore della porta che si chiude.
toc toc toc.
-Lizzy! Maledizione! Non puoi farlo!-
Io apro la porta - Mi spiace Jane, ma è con te che Bingley vuole andare a letto,non con me. Quindi non ho nient'altro da dire alla mia cara matrigna e figurati se le racconto di Darcy, tanto per quel che vale è come se non lo avessi mai conosciuto!-
- ma dai Lizzy ti prego! Infondo è stata tua l'idea dello scambio d'identità!-
Io riapro la porta - tanto lo sanno perfettamente che ci siamo scambiate di nome - e richiudo la porta davanti alla sua faccia da pesce lesso.

L'acqua scorre.
Ma non fa altro che portare via il sapone.
I ricordi rimangono indelebili come il segno sul mio collo.
L'acqua scorre e mi sembra di sentire di nuovo il suo tocco ardente sulla mia pelle.
Rabbrividisco.
L'acqua scotta.
La chiudo e rimango ancora un po' imbambolata con lo sguardo perso dietro a una gocciolina solitaria che scivola in solitudine, giù, giù verso lo scolo.
Io mi sento un po' come quella gocciolina, sola e che scivola verso lo scolo.

Maledizione,come puoi ridurmi in questo stato?

Esco dal box della doccia e mi guardo decisa allo specchio.
Uhm. Passo una mano sullo specchio per togliera la condensa.
Ecco. Ora mi guardo decisa allo specchio. Beh, no , c'è ancora un alone che mi taglia via un occhio, in stile pirata.
Pirata o meno, mi guardo decisa allo specchio e mi faccio una promessa.
Lizzy, ti concedo 4 giorni...ok, una settimana, ma perchè sono buona! Se si fa vivo, ti permetto di pensarci ancora, sennò no!
Madonna che coscienza severa che ho...ma è meglio così.

Torno in camera mia in accappatoio e mi soffermo davanti al letto rifatto.
Ma guarda te, Jane!
-Jane!- grido a squarciagola, tanto che sono sicura che mi sentiranno anche i vicini.
Lei sbuca da dietro l'angolo e io la guardo severa - non serviva che mi rifacessi il latto -
Lei mi guarda stranita - infatti io non ti ho rifatto proprio niente, antipatica come sei non lo meriti!- mi fa la linguaccia e se ne va.
Io rimango spiazzata, da varie cose.
Primo dalla sua risposta.
Forse se l'è presa un po' perchè l'ho lasciata per un ora con il telefono di casa che squillava e dopo che ha staccato quello, ha iniziato a suonare il mio cellulare e ha messo a tacere pure questo.
Ridacchio.
Ma la cosa che mi lascia più stranita è che lui si sia premurato di rifare il letto.
Noto sul cuscino un biglietto.
Arrosisco leggendo l'elegante calligrafia.
Lizzy, grazie.
Vado su tutte le furie prendo il biglietto lo appallottolo e lo lancio verso non so bene dove.
Grazie!? Te lo do io il tuo maledetto grazie!!

Ok. Lizzy, calma, respira, respira e calma.
D'ora in avanti lui per te non è niente.

Assolutamente niente.

Passano i giorni e niente non si fa sentire.

Il telefono.
Perchè sto fissando il telefono?
Perchè non suoni telefono?
Sento un tono triste nei miei pensieri.
Meledizione!
Ritorno a leggere l'ultimo libro di Gibson che ho comprato .
Monna Lisa Cyber Punk.
Ma è un insieme intricato di storie. Non so come mai adesso sto leggendo di due fattoni strani chiusi in un magazzino se fino a cinque secondi fa c'era una tipa che si prendeva dei cristalli, cose strane.
Oddio. Sbuffo.
Lancio via il libro e mi stendo per lungo sul divano.
Devo cambiare aria.
Vado a fare una passeggiata!
Guardo l'ora, sono le due e mezzo.
Sono le due e mezzo di un giovedì pomeriggio e non so che fare.
Oddio! E' giovedì pomeriggio! Schizzo in piedi, prendo la borsa mentre cerco di infilarmi saltellando da un piede all'altro per mettermi le scarpe.
Mi guardo riflessa nello specchio in entrata.
No. Non posso uscire così, mi stresserà per mezz'ora.
Tentenno. Chissene tanto mi romperà per la storia dei Bingley, tanto vale.
Afferro le chiavi della macchina e mi fiondo giù per le scale.
Monto in macchina e via.

Suono.
Aspetto che mi venga ad aprire.
Ehi! Ma che modi, adesso non mi aprono nemmeno più!?
Suono un'altra volta. E un'altra. Così imparano a non aprirmi.
La serratura scatta e mi trovo davanti a mio padre dall'aria contrariata.
- ma Lizzy insomma, ti pare il modo di suonare? Perchè non apri con le tue chiavi?-
Io lo guardo stralunata
- papà è giovedì, dove?-
Anche lui fa una faccia contrariata - ma come, non ti ha avvisata? Sta prendendo il thè con i signori Bingley e il signor Darcy.-
Impallidisco mentre entro in casa.
- cosa? - faccio flebile.
- Senti Lizzy, sono in salottino, devo tornare che sennò sai che si indispettisce...- avanza e mi guarda - tu non vieni?-
Io lo guardo con tanto d'occhi e mi guardo.
- io...io arrivo subito, vado un attimo di sopra! In bagno! -
Lui fa spallucce e si avvia.

Marda,merda,merda,merda! Guarda come sono conciata!! Sembro un spaventa passeri!!
Corro su per le scale senza fare il minimo rumore e mi fiondo nella mia camera, o meglio nella mia ex camera da letto.
Mi guardo in giro.
Ho tenuto dei vestiti qua.
Apro l'armadio. Oddio no.
C'è solo quel vestito.
Ninete. Corro in bagno e davanti allo specchio mi studio.
1) Un po' di trucco.
Fondotinta, eyeliner, cipria, mascara, fard.
2) I capelli.
Slegati.
Inizio a pettinarli.
Manca qualcosa.
Un po' di lucido e il mio profumo.
Mi guardo in giro. Eccolo, il mio bulgari.
3) La maglietta.
Devo cambiarla. Corro in camera e inizio a guardare nei cassetti.
Ok. Un camicia.
La mia vista è completamente offuscata dalla maglia quando sento aprire la porta.
Me la tolgo di scatto da sopra la testa. - sto arrivando è che avevo notato che la maglietta aveva una macchia e allora...-
mi giro a prendere la camicia e inizio a sbottonarla quando alzo lo sguardo le mani mi si immobilizzano.

Mi sta guardando con quegli occhi blu.
Un brivido lungo tutta la schiena mi fa venire la pelle d'oca.

-oh...- è tutto quello che mi viene da dire.
Complimenti Elizabeth, 10 e lode!
Lui distoglie lo sguardo scusandosi.- stavo cercando il bagno...mi avevano detto la seconda porta a destra...-
la seconda porta a destra? Ma se è in fondo al corridoio.
Mi infilo la camicia - mi sa che hai capito male, perchè anche qua è in fondo al corridoio...-
Lui si gira di scatto, forse per il mio tono rude. - Tuo padre... -
Mi sta guardando negli occhi e io non riesco a leggere i suoi.
Che stai pensando signor Darcy?
- scusami ancora - distoglie lo sguardo e esce chiudendosi la porta dietro.
Io sospiro ed esco anche io.

Davanti alla porta del salotto faccio un respiro, mi ravvivo i capelli e imposto il sorriso, poi la mia mano abbassa la maniglia ed entro.
Appena mi vede mio padre esclama - oh, Elizabeth, finalmente, ti davamo per dispersa - ghigna saputo - hai incontrato qualche ostacolo lungo il cammino? Non trovavi più il bagno?-
Ma com'è possibile che lui sappia sempre tutto? Cos'ha messo, delle telecamere per controllarmi?
Io lo fulmino con lo sguardo ma sorrido - certo che no papà, anche se è da tanto che non vengo,io mi ricordo ancora dov'è il bagno, in fondo al corridoio...-
poi mi rivolgo verso gli ospiti e faccio il mio sorriso più dolce e sincero - Buonasera e scusate il ritardo, come state?-
Dopo un paio di battute e due baci sulla guancia come saluto da parte di Bingley anche Darcy rientra in salotto.
- Hai visto Will chi è arrivato?- fa tutto contento Bingley.
William lo guarda serio poi passa lo sguardo su di me e mi saluta - ciao Lizzy -
Anche io come lui faccio come se non mi avesse appena visto in reggiseno in camera mia e sorrido - ciao William -
Poi i discorsi riprendono normalmente.
Nè io, nè lui, però, siamo di molte parole,nè tanto meno i discorsi sono abbastanza interessanti per poter coinvolgermi nella discussione, tanto da distrarmi dai miei pensieri.
Alle 6 e mezza la signora Bingley si alza esclamando - oh, ma come è tardi! Caroline! Arriverà tra poco in stazione! -
Chi cavolo è Caroline?
La famiglia Bingley si riscuote. - Hai ragione cara! Facciamo così, mandiamo avanti i ragazzi e noi torniamo a casa a prepararle il benvenuto! -
Anche la signora Bennet si alza in piedi - carissimi! E' stato un vero piacere passare il pomeriggio con voi! -
La signora Bingley si gira verso di lei e si porta una mano alla fronte - oh, mia cara, ma che sbadata che sono oggi! Ma ancora non ti ho detto niente del pranzo di sabato pomeriggio, vero? -
La signora Bennet scuote la testa tutta contenta, finalmente potrà vedere la casa dei Bingley e magari lascierà in pace, noi povere anime erranti che hanno avuto la sfortuna in incontrarla. Cielo Lizzy, che drammatica!
- Allora siete tutti invitati tra due giorni a pranzo da noi! Vi aspetto per le 11.30! - poi si gira verso di me - cara, - sorride - potresti estendere l'invito anche a Jane? Ieri mi sono completamente dimenticata di invitarla, ma sai - scherza - la vecchiaia gioca brutti scherzi -
Io annuisco. Ieri? A brava Jane! Non mi aveva mica avvisata che continuava a uscire con Bingley, anche se effettivamente è palese, negli ultimi giorni non è mai a casa e quando è a casa ha sempre stampato in faccia un sorriso ebete...
e io in questi giorni non sono stata molto disponibile a parlare...
Sorrido a Bingley che mi raggiunge per salutarmi.
- Vedrai Lizzy, mia sorella ti starà simpatica...è stato un piacere rivederti! Salutami tanto Jane e dille che non vedo l'ora di rivederla - mi dice con tono timido che mi fa una tenerezza infinta. Oh, che cavolo! Bingley è così dolce! - sisi, tranquillo, - sorrido, poi per gentilezza - non vedo l'ora di conoscere tua sorella!- quando in verità non mi interessa molto...
Darcy si intromette - allora sabato vieni?-
Lo guardo stranita, che vuoi dire? - si, perchè? -
Lui fa spallucce, poi si avvicina a mi da due baci sulle guance - allora arrivederci Lizzy -
- arrivederci William - mormoro mentre i due si allontanano.
Bingley sarà anche dolce, ma mi rendo conto che non sarebbe proprio il mio tipo. Troppo semplice.
No, a me piacciono i tipi complicati, tanto complicati che non si capisce niente di quello che fanno.

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Il francobollo dell'autore:Scusate, so che questo capitolo non è molto brillante, nè tanto meno interessante...ma, anche se a grandi linea la storia è già nella mia testolina, ci sono alcuni punti di passaggio che sto ancora elaborando, spero, che tutto questo intromettersi della coscienza di Lizzy non renda la narrazione noiosa.
Questo capitolo come avrete capito serve per introdurre l'arrivo della sorella di Bingley, Caroline, che come sanno tutti quelli che hanno letto Orgoglio e Pregiudizio, ha un debole (eufemismo) per Darcy. In poche parole Elizabeth si troverà di fronte a una rivale...o no? Non si sa, visto che Darcy continua ad essere così criptico che non si capisce niente,vero? Stavo pensando che finita questa fic, magari potrei riscriverla vista dal punto di vista di Darcy, anche se da donna, io come pensano i maschi non l'ho mai capito molto bene!XD Quel che è certo è che quello che fanno i vari personaggi e come si comportano, essendo filtrato dagli occhi e dalle impressioni del narratore, viene anche distorto, quindi... veramente Darcy è così freddo, distante e scostante come Lizzy lo vede? Mah, leggere per sapere! ;D

Grazie a tutti quelli che hanno aggiunto la storia tra le seguite o tra i preferiti e un grazie a Celine che continua a commentare!;D
Sì, anche a me piace molto Darcy e spero che la storia continui a stupirvi, così continuate a leggerla, no? :D
Ciao e buona lettura!!:D

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Capitolo 5
*** Imprevedibile, destabilizzante. ***


Imprevedibile, destabilizzante...
Ossia, quando tu fai di tutto per confondermi e stupirmi.





Mamma mia!
Ma è una reggia!
Parcheggio la macchina.
Cerchiamo di evitare di buttare giù qualche statua che non mi sembra il caso. Sorrido divertita all'idea di fare strike della venere di fronte a me...meglio di no...

- cavolo Jane, ma questo posto è immenso!-

Esco il più agilmente possibile dalla macchina, stando ben attenta a non pestare con la testa. Lo faccio spesso.
Le chiavi!! Sono talmente presa dall'ammirazione di questa casa che nemmeno me le ricordo...
Le tolgo dal cruscotto e le metto in tasca della gonna, che sistemo con un gesto distratto... quando guido mi sale su...
Ma guarda che facciata!
- che dici Jane, neoclassico? Guarda che fila di colonne...e che scalinata...i proprietari dovevano essere proprio dei megalomani...-
Jane sorride.
Ma dubito stia sorridendo a me, quanto più al suo principe azzurro che sta agilmente scendendo la scalinata.
Ovviamente in cima chi c'è?
Lui.
Serio e composto come la solito, elegante anche nella sua tenuta casual...oddio. No.
Mi guardo i piedi, si, Lizzy, oggi hai optato per i tuoi mocassini scamosciati beige chiaro.
Mi guardo le maniche, si, Lizzy purtroppo oggi hai la camicia blu, quella del colore dei suoi occhi.
Mi guardo le gambe, si, Lizzy hai ancora la gonna in jeans addosso.
Lo guardo. Sospiro. Brava Lizzy, lascia stare, non ci pensare.

Vado incontro a Bingley e lo saluto con un sorriso che viene ampiamente ricambiato.
- Benvenute! Siete le prime! -
Sorrido. A forza di sorridere mi si stireranno i muscoli del viso,ma con lui è così, Bingley è così solare e caro che ti viene sempre da sorridergli con sincerità!
- grazie! Si in effetti siamo partite con un po' di anticipo,perchè, non sapendo la strada, abbiamo pensato che era meglio prenderci un po' di tempo, sai in caso ci fossimo perse...- si, non siamo arrivate prima perchè tu e Jane poteste stare un po' da soli in pace, nooooo...

- venite che vi presento mia sorella!-
Annuiamo. Già, la sorella, chissà che tipo è...
Io la mia idea me la sono fatta: magretta, pallidina, caruccia, con i capelli rossicci, gli occhi azzurri e timida,timida, timida!
Saliamo la scalina e lui ci viene incontro.
Uhm, io continuo a chiamarlo "lui" ma immagino avrete inteso a chi mi riferisco...a una delle mie sco...scoperte! meno gradite dell'ultimo periodo...Mr Darcy e il suo cavallo bianco...il suo cavallo bianco? Oddio...lasciamo perdere.
Come sempre per educazione sorrido e saluto. Due baci e l'inebriante dopobarba mi avvolge.
Mi allontano velocemente conscia della mia voglia di struciare la mia guancia contro la sua...
Improvvisamente sento un po' più caldo e mi sbottono un attimo la camicia, ma trattengo l'istinto di sventolarmi con la mano.
Esagerata, come sono esagerata!
Jane mi guarda strano - tutto ok?-
Annuisco convinta - ho solo un po' di caldo -
Mi guarda stupita, io non ho mai caldo,sono freddolosa!
Sorrido - allora tua sorella? Dai che non vedo l'ora di conoscerla!-
Ci avviamo tutti dentro e passando per stanze dai soffitti affrescati e altissimi e con mobili stupendi, arriviamo fino a un salottino dove troviamo un ragazza seduta a un tavolino intenta alla lettura di una rivista...scandalistica?
Bingley le si avvicina - Carol - la richiama.
Guarda te, neanche si è scomposta sentendoci arrivare, deve essere interessante quel gossip...inevitabilmente sento il mio sopraciglio destro alzarsi.
Jane lo nota e mi guarda incuriosita non capendo cosa possa avermi "infastidita".
La gentile signorina abbassa intanto la sua rivista, la posa sul tavolo e fa la faccia sorpresa - oh, Charles non vi avevo sentiti arrivare...- sorride.
Il sorriso del falso che sa di star mentendo.
Lo conosco.
Lo uso spesso anche io!
Charles le sorride dolcemente. Le crede.
Jane o meno, Bingley è molto ingenuo.
- Carol ti presento Jane ed Elizabeth Bennet. Le abbiamo conosciute da poco, ma ti posso assicurare che sono già due nostre care amiche - si gira tutto sorridente verso Darcy - vero Will? -
E sì Charles, e non sai nemmeno quanto...o forse sì?! No! Che glielo abbia detto?? Beh, io infondo l'ho detto a Jane...O è stata lei a dirlo a lui?
Sento il suo sguardo, suo di lui,su di me, ma io non stacco gli occhi da lei, che nel compenso guarda prima me poi Darcy, incuriosita molto probabilmente dalla frase del fratello...in effetti, saputo che rapporto c'è tra lui e Jane verrebbe naturale anche a me sospettare una qualche tresca...ma che tresca e tresca! Qua si è andati subito al sodo e poi basta!
Caroline si alza, si avvicina a noi e ci saluta con un bacio sulla guancia. Sorride.
- se siete amiche di mio fratello e di William, allora dobbiamo essere amiche!- poi si gira verso di lui. - Hai notato William, tu e Elizabeth siete vestiti uguali, che carini -
Sorride e mi guarda.
- ah - esclamo facendo finta di essere sorpresa - non lo avevo proprio notato! -
Sì, come no! Appena arrivata ti è quasi venuto un colpo!
Mi sistemo un attimo il colletto e - oh Elizabeth, hai proprio un brutto segno sul collo...- fa' con aria preoccupata lei e di nuovo si gira verso Darcy - hai visto anche tu?-
Io mi porto una mano al collo coprendo l'area interessata e arrossendo.
- eh, già, sai una botta...-
- sul collo? Strano posto per prendere una botta - insiste lei e si volta verso Darcy che impassibile mi guarda - non credi Will?-
Lui la guarda e limpido le risponde - Carol, sai perfettamente che quello è un succhiotto, vuol dire semplicemente che Lizzy ha una vita...-
AAAAAAAArg! Ma che vai in giro a direeeeeeee!?!?
Anzi, visto che siamo in vena di parlare, perchè non le dici anche di chi è colpa? Ti voglio vedere!
Sono rossa peperone. Sento le guance in fiamme e sono consapevole del silenzio imbarazzato.
Mi giro verso Bingley - scusami, dove trovo il bagno? -

Cinque secondi e ci sono chiusa dentro.
Mi guardo attorno. Sicuramente qua dentro nessuno potrebbe soffrire di claustrofobia, al massimo di agorafobia...
Faccio scorrere l'acqua fredda e metto le mani sotto il getto.
Che situazione assurda. E la sorella!
5 minuti che la conosco e già non la sopporto. Cosa avevo detto, timida e caruccia?
Con quel nasino da topo, quei capelli biondicci e insinificanti e quegli occhi languidi con cui cerca a tutti i costi di scorgere nel "suo" William un minimo di interesse o ammirazione!
Appunto per la giornata,meglio evitarla in tutti i modi.

Toc toc.

Chiudo l'acqua e asciugo le mani.
Apro la porta.
Lui.
- sono arrivati i tuoi...- interessante - tutto ok? -
Mi studia con il suo sguardo blu.
Prendo il colletto e lo scosto.
- vedi questo? Starei meglio se non ci fosse! Ma si può sapere che rispo.-
Le sue labbra sulle mie,il mio viso tra le sue mani, il suo dopobarba. Scordo improvvisamente quello che stavo dicendo...
Un leggero contatto,ma intenso.
Poi con un "scusa" tutto scompare e lui già scappa via. Di nuovo.
Questa volta almeno non ha detto grazie.
Un leggero tocco, ma di un peso enorme. Che gli è preso? Cos'era quello? Che gli passa per la testa?
Mi stacco dalla porta su cui mi ero inconsciamente adagiata e lo seguo.
E' curioso come da quel giorno non ne abbiamo mai parlato. Quasi non ci siamo più parlati in verità...in fondo che ci sarebbe da dire?
E' stata solo l'avventura di una notte, una notte di passione, niente di più...l'unico problema è che continuo a rivederlo.E ogni volta che lo rivedo rivivo quella notte, che ormai si è come moltiplicata per ogni istante passato insieme.
Le voci degli altri mi spronano a non pensarci più, come sarebbe giusto che sia.

Appoggio il cucchiaino del dolce sul piatto.
Sono piena e il sorbetto al limone ha decretato la fine.
Sorrido, almeno il pranzo è stato tranquillo, nessun momento imbarazzante, nessuna domanda invadente, ovviamente senza tener conto della mia sempre esuberante e espansiva matrigna,ma ormai non ci faccio nemmeno più caso.
Sicuramente è stata alquanto imbarazzante quando si è messa a discutere con Darcy a proposito degli avvocati, ma è il minimo. Quel che è certo è che adesso anche a lei Darcy non sta molto simpatico...e dalla faccia che ha fatto lui, non ha una gran considerazione della mia matrigna...
Tutti iniziano ad alzarsi per trasferirsi in uno dei salottini, ma il mio sguardo viene attirato dal parco esterno e mi viene un'idea...
- Charles, non è che ci mostreresti il parco?-
E accettata da tutti ben volentieri la proposta ci avviamo fuori...
- due passi aiuteranno la digestione...-

Stiamo passeggiando tranquillamente, a passo lento per poter ammirare per bene quel giardino tanto bello e tanto grande...
Ogni centimetro quadrato di verde è estremamente curato, partendo dalle distese chilometriche di prato erboso all'inglese, fino alle composizioni floreali che decorano le aiuole, con fantasiosi accostamenti di fiori coloratissimi e profumatissimi...
Per non parlare dei cespugli e delle siepi! Tutte curatissime e dalle forme più fantasiose! Un giardino da film...una vera meraviglia.
Inizio a guardarmi attorno e Darcy accanto a me mi guarda incuriosito - cosa cerchi?-
-Jack-
-chi?- chiede dubbioso.
Io sorrido immaginandomi la reazione di sdegno che farà a sentire la mia risposta.
- ma il giardiniere! Jack mani di forbici! - esclamo convinta.
Con la coda dell'occhio vedo Jane coprirsi gli occhi sconsolata, ma con un accenno di sorriso sulle labbra e Bingley fare un'aria stralunata, mentre sua sorella, ma che abbia veramente capito la battuta?? fa una smorfia, se non la capisci non è mica colpa mia!
Lui però mi spiazza. Fa un ghigno saputo e divertito.
Non è possibile! Tu! Serio e composto, davanti a una battuta così demenziale, e me lo dico da sola, dovresti indignarti! Non è giusto!! Volevo vedere anche la tua di smorfia aristocratica!
- Io proprio non capisco! Si può sapere perchè ce l'avete tanto con sto Jack mani di forbici? -
Io guardo Bingley senza capire il senso della sua esclamazione.
- Mi spiace Lizzy, ma sei arrivata tardi, il tuo ormai è plagio, riceverai presto notizie dai miei avvocati - sghignazza il moro e io rimango basita.
sicuramente mai quanto Caroline, ma dopo questo mi cadono un po' di convinzioni, no, non pregiudizi!
Io sono orgogliosamente fiera di non avere pregiudizi!
Ma esattamente non so cosa mi spiazzi di più; che anche lui si sappia divertire con battutine cretine che vanno a intaccare il suo portamento algido e aristocratico, oppure il fatto stesso che le battutine cretine le dica anche lui!
Sono decisamente scossa e a quanto pare anche Caroline che ne approfitta per reggersi al caro signor Darcy, una volta aristocratico bastardo,ma forse ora non più...
E improvvisamente davanti alle due coppiette a braccetto mi sento di troppo; è palese come anche la sorella di Bingley pensi la stessa cosa, infatti tiene occupato con chiacchiere idiote il povero Will, che però sembra molto preso dai suoi discorsi, non so se per cortesia o per vero interesse, mentre Jane e Charles un po' più distanti sono presi da reciproco imbarazzo e completamente isolati dal resto del mondo, nel loro timido silenzio...chissà come fanno!
Camminano tranquilli mano nella mano, rigorosamente in silenzio e si lanciano ogni tanto occhiate a vicenda, per finire in un ancora più imbarazzato silenzio.
Esattamente non so se sono più invidiosa della loro ingenuità o del loro amore innocente...
E questi pensieri mi riportano su di lui, sul suo corpo atletico e slanciato e al suo viso, al suo profilo bellissimo e alle sue labbra morbide, per non parlare dei suoi occhi blu.
Distolgo lo sguardo dal suo portandolo verso l'orologio.
- oh, sono già le tre! - esclamo.
Via, voglio solo andare via in questo momento e non vedere più quella smorfiosa attaccata al suo braccio, consapevole del fatto che lei rispetta tutti i canoni della donna aristocratica perfetta per Darcy.
Stupida, elegante, con la puzza sotto al naso, composta, brava donnina da salotto... uhm...che bello, sono felice di non essere così!
- devo proprio andare, ho un impegno! - mi giustifico allo sguardo interrogativo di Jane che fa per mollare la mano di Jim - Jane, spero non ti spiaccia se ti lascio qui -
lei si volta verso di me e fa per parlare - ma non posso riportarti a casa è troppo tardi, sono sicura che a Benjamin non darà fastidio darti un passaggio fino a casa...- sorrido vedendo lui annuire.
- ti accompagno - Darcy si libera dalla morsa d'acciaio della piovra e fa un passo verso di me con uno strano sguardo negli occhi.
- no, grazie, rimani a far compagnia a Caroline, sono sicura di essere in grado di ritrovare la strada anche da sola - sorrido freddamente.
- ne dubito, ti accompagno.- afferma lui secco.
Io lo guardo allibita. Io veramente non riesco a seguire tutti i suoi cambiamenti! Anzi, non ci provo nemmeno.
- bene - mormoro stizzita, saluto tutti e mi avvio.
Lui accanto a me.
L'unico suono è il rumore dei nostri passi sul vialetto e i rumorosi pensieri che vorticano nella mia testa.
A un certo punto mi afferra per il braccio e mi trattiene. Io mi giro fulminandolo,oggi mi ha fatto proprio perdere la pazienza, adesso che cavolo vuole?
- di qua.-
ah.
- visto che avevo ragione...-
Io lo uccido.
- ci sarei arrivata lo stesso...-

Arriviamo alla macchina e lui mi apre lo sportello.
Lo guardo.
C'è come un momento di stallo, tutto si ferma.
Lui si sporge e mi posa un bacio non proprio sulla guancia ma nemmeno sulla bocca.
- arrivederci Elizabeth...-
Io, come sempre, inebriata dal suo dopobarba e dai suoi modi strani e imprevedibili, non riesco a fare altro che annuire e salire in macchina.
Lui chiude la portiera e ci guardiamo ancora attraverso il vetro.
Poi mi rendo conto di essermi seduta con ancora le chiavi in tasca e distolgo lo sguardo per tirarle fuori.
Un secondo, ma quando rialzo lo sguardo verso dove un attimo prima c'era lui non c'è più. Lo vedo invece allontanarsi velocemente nella direzione da cui eravamo giunti.
Sbuffo.
Non riesco a seguirti William, non riesco a capire!

Mi sento improvvisamente sconsolata. Scuoto la testa e metto in moto.
Guido e le mie mani mi portano in centro... sono solo le tre e mezzo.
Parcheggio e inizio a camminare per la via, specchiandomi nelle vetrine.
Cammino distratta e come ogni persona che cammina distratta vado a sbattere contro qualcosa.
O meglio, qualcuno.

Dispiaciuta alzo lo sguardo verso lo sventurato.
- scusami! Non ti avevo proprio visto! -
Lui sorride gentilmente - scusami tu, sono io che non stavo guardando...- beh, in effetti se due persone si vanno addosso, infondo la colpa è di entrambi! Mi sta già simpatico questo qui.
Sorrido anche io, aiutandolo a riprendere tutte le buste che nello scontro gli sono sfuggite di mano.
- shopping? -
Lui ride. - non io, faccio da chaperon e porta borse a due mie amiche -
Sorrido - mi sembrava strano! Piacere io sono Lizzy e scusa ancora se ti sono venuta addosso -
Lui cerca in qualche modo di porgermi una mano, ma pieno com'è di buste non riesce a far altro che porgermi un mignolo e a guardarmi divertito dalla situazione - ehm, ti darei anche la mano, ma non ho un dito libero se non il mignolo! Piacere, George - Io gli stringo il mignolo con il mio e ridacchio anche io divertita dalla situazione.
E' alto, magro, biondo e con i capelli un po' lunghi tirati indietro; tutto l'opposto di lui.
- Georgeeeeeee -
Una voce squillante ci fa girare entrambi verso due ragazzine di circa la mia età che ci raggiungono con altre borse in mano.
Arrivano tutte allegre e non appena mi vedono esclamano in coro, sempre con vocina stridula - Lizzyyy!!-
Beh, penso sia ovvio a chi assomigliano queste due. Matte shopping, vocine stridule e un po' sceme...a chi assomigliano se non alla zia alias la mia matrigna?!
Mi chiedo se sia possibile usare il termine cuginastre, perchè questo è proprio il caso.
Le mie due cuginastre si avventano su di me, abbracciandomi, baciandomi e colpendomi ripetutamente e ovviamente inconsciamente con le borse.
Io cerco il prima possibile di ristabilire una distanza di sicurezza tra me e le due cuginastre strillanti, mentre intravedo nello sconosciuto appena conosciuto uno sguardo a metà tra il divertito e il sorpreso.
- Lizzy! E' da un'enormità che non ci vediamo! Come stai? Ti vedo così in forma! Oh, ma sai che quei mocassini sono proprio uguali a quelli che volevo prendere anche io l'altro giorno, ma è un vero piacere rivederti! E' passato tanto tempo dall'ultima volta che sei venuta a trovarci con zia! Dovresti venire più spesso! Sai che ci fa sempre piacere vederti e poi magari un giorno potremmo andare a fare shopping tutte assieme! Ma Jane come sta? La zia? Lo zio? Tutti bene? E un ragazzo - ammicca - allora, te lo sei trovata un bel ragazzo da sposare? - si illumina - a proposito di ragazzo, che maleducata che sono! Ti presento George Wickham.-
Io che sotto quella cascata di parole avevo trattenuto inconsciamente il respiro tiro un sospiro e sorrido - Kitty, Lydia è un vero piacere vedervi e - mi giro verso George - ci siamo appena conosciuti, gli sono appena andata addosso - sorrido colpevole.
Loro mi guardano entusiaste - sai! Lui è appena stato trasferito qua, è stato assegnato qua in città, fa il poliziotto!- sorridono entusiaste...
Già, che clichè ragazze, una storia da film, la relazione con bel poliziotto. Le guardo divertita, che facciano una cosa a tre? Oddio che idee che ti vengono Lizzy.
- che stai facendo di bello?- mi chiede Kitty con un sorriso e io mi ritrovo imbarazzata a rispondere con un "niente di che, passeggiavo".
Alle due si illuminano gli occhi e dopo mezz'ora mi ritrovo a condividere la stessa sorte del povero George, che mi sorride complice all'ennesimo negozio di scarpe.
- Infondo questo è il mio lavoro, servire la comunità - scherza lui alla mia domanda, "ma chi te l'ha fatto fare, per me è un obbligo di famiglia, ma a te..."
Io rido.
E' bello passare il tempo a parlare con lui, si scherza ed è semplice, nessuna complicazione, nessuna frase criptica.
Sospiro. William, sempre è in mezzo...
George mi guarda incuriosito - chi è che ti fa sospirare in questo modo? -
Io lo guardo sorpresa, - come fai a sapere che è qualcuno? -
- beh, hai una faccia, quella faccia, quella di chi pensa a qualcuno... ti va di parlarne?-
E improvvisamente sento che è l'unica cosa che vorrei fare. Parlarne con qualcuno e mi rendo anche conto che nonostante abbia raccontato tutto di quella sera a Jane, dopo quel giorno non le ho più detto niente, ho tenuto tutto dentro.
Sorrido imbarazzata. - in verità sì...ma...- nemmeno ti conosco!
Lui sorride dolcemente - sai, parlare con gli sconosciuti è la cosa migliore, tanto nemmeno sei sicuro di incontrarli di nuovo e poi non sei mica costretta a dirmi chi è, puoi solo raccontare cosa è successo...che ne dici?-
Io annuisco - grazie...- guardo l'ora, sono quasi le 7,30...tutti i negozi sono chiusi...
- io però ora devo andare, per te è un problema se ci vediamo domani...-
- a pranzo?-
Annuisco - bene - gli lascio il mio numero e dopo aver riconsegnato tutte le buste alle mie cuginastre, le saluto e mi dirigo verso la mia macchina. Destinazione casa.

** I nomi di Bingley e Wickham, che magari vi hanno sorpreso li ho trovati su Wiki, perchè anche io non me li ricordavo... e perchè effettivamente a memoria non ci sono sul libro, ma sono quelli che vengono usati nella serie Tv di Orgoglio e Pregiudizio. Io non ho mai visto questa serie, ma a quanto pare esiste...boh!

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Salve a tutti!
Voglio ringraziare chi ha commentato, grazie mille, siete troppo gentili! e chi mi ha aggiunto tra i preferiti e tra le storie seguite!
Ora che sono arrivata al quinto capitolo e che ho ricevuto tutti questi complimenti, penso di essere pronta a ricevere le critiche ^^.
Scherzo ovviamente!!
Spero che continuerete a seguire la storia anche dopo l'annuncio che sto per fare.
Venerdì parto per Barcellona con i miei compagni di classe...(viaggio di maturità ;D) e poi quando torno, a parte per un giorno sarò presissima e poi riparto con i miei...quindi...non so esattamente quando posterò di nuovo, ma vi prometto che in viaggio, magari in aereo butto giù qualche riga del prossimo capitolo!
:D
Auguro a tutti delle buone vacanze!
Arrivederci al prossimo capitolo e grazie!

Baci Freeze.

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Capitolo 6
*** Colazione da Tiffany ***


Colazione da Tiffany



Brrrr Brrrrr Brrrr
Brrrr brrrrr brrrr
Brrrrr sbamcrash!

Oddio! Che è stato?
Mi alzo di scatto dalla scrivania e corro in entrata...lì mi aspetta una scena straziante; il mio povero piccolo cellulare spalmato sul pavimento d'entrata vicino al tavolino dove l'avevo lasciato mezz'ora prima...ovviamente vicino al bordo.
Dispiaciuta mi piego a rimprendere i pezzi, la tastiera sotto il tavolo, la mascherina davanti un po' più a sinistra, la mascherina dietro un metro più in là...ecco fatto. Un attimo! E la batteria?
Inizio a guardarmi attorno.
Non c'è.
Come diavolo è possibile che non ci sia?!? E' tutto qui!
Sbadata come sono ricontrollo che non sia già al suo posto, ma un desolante vuoto conferma la mia teoria, la batteria ha preso il volo. Dove?
Mi appiattisco a terra per cercarla in controluce, ma nonostante il culo all'insù e la faccia spalmata sul pavimento la batteria risultava ancora dispersa.
Sempre nella stessa posizione inizio a vagare per tutta l'entrata e per il salotto...
Eccola!!
E' sotto il divano!
Infondo, infondo! Maledetta! Come cavolo ci sei arrivata lì infondo?!? Non potevi startene assieme a tutti gli altri pezzi vicino al mobile? NO!
Mi avvicino gattonando al divano e inizio a scivolarci sotto cercando di allungarmi al massimo per raggiungere la maledetta.

- Lizzie!-
Il gridolino di sorpresa dalla mia coinquilina mi prende di sorpresa e mi fa sbattera la testa sul fondo del divano senza riuscire ad afferrare la batteria perchè ancora troppo lontana.
Dolorante e impacciata, ovvero sventolando il mio culo per riuscire a sgusciare da sotto quel maledetto divano indietreggiando, riesco a tirare fuori la testa e a guardare con aria contrariata la mia coinquilina...il suo ragazzo, e l'amico del suo ragazzo. Oddio che vergogna!!
Improvvisamente mi ricordo di essere in canottierina e mutandine...brava Lizzie. Bello spettacolo!
Dire che sono imbarazzata è dire poco. Un eufemismo. Cavolo! Potevano almeno girarsi invece di rimanere a fissarmi il culo!
Mi alzo di botto in piedi -stavo cercando di riprendere la batteria del cellulare, è finita lì sotto- indico con astio il divano, mostrando nell'altra mano il cellulare senza batteria.
Senza dire niente Will si avvicina al divano, lo solleva un attimo, lo sposta, si china con estrema eleganza e compostezza, si ritira su e mi porge la mano con il pugno chiuso.
- apri la mano -
Io eseguo e lui lascia cadere quella maledetta batteria. - dove siete voi uomini quando una donna ha bisogno? - bofonchio io contrariata.
Non ci avevo nemmeno pensato a spostare il divano invece che strusciarci sotto come un vermiciattolo!
Inserisco la batteria e me ne torno in camera mia, consapevole dei risolini trattenuti di Jane e Charles.
Riaccendo il cellulare e guardo di chi era la chiamata che aveva causato tutto quel casino.
Un numero sconosciuto. Chiama.
- pronto?-
- ciao, sono Lizzie, ho appena ricevuto una tua chiamata...- faccio con voce dura, se sono i soliti delle offerte pubblicitarie li mando a quel paese.
- ciao Lizzie, sono George, ti ricordi? -
Mi illumino e esco dalla stanza dove e trovo ancora i due che ridono e il terzo seduto in poltrona con l'eleganza di un lord. Maledetto.
- ciao George! Che piacere sentirti - faccio civettuola e noto il suo sguardo scattare su di me.
- vederci per pranzare assieme? Certo che mi farebbe piacere! Va bene, allora tra un'ora e mezza, da Tiffany? Ah, sì, mi ricordo, va bene, allora a dopo ciao. -
Chiudo la chiama e mi avvio verso il tavolino in entrata,faccio per appoggiare il cellulare sul bordo. No, meglio evitare.
Lo piazzo ben in mezzo.
E ora vediamo come fai a cadere!
- Lizzie! -
Mi giro verso Jane che mi guarda contrariata. -sì?-
- ma noi volevamo invitarti a colazione con noi! -
La guardo senza sapere esattamente che risponderle per non essere scortese, guardo anche lui che mi fissa con il suo solito sguardo strano, quasi contrariato e poi di nuovo lei - mi spiace Jane, hai sentito anche tu cosa gli ho appena detto... Adesso scusatemi ma è proprio il caso che vada a farmi una doccia, come avete visto ho appena cercato di pulire tutti i pavimenti della casa...- mi avvio verso il bagno poi mi fermo e mi rigiro, - ah, Will, grazie per l'aiuto -

Il ristorantino Tiffany è di una simpatica signora, ormai di una certa età, che aprì il locale, proprio l'anno in cui uscì il film Colazione da Tiffany.
Dire che ne rimase innamorata è un eufemismo. Sta di fatto che l'interno del locale ha molti riferimenti al film, partendo da un gatto che gira sempre indisturbato, a un telefono dentro a una valigia aperta, a varie gigantografie di Audrey Hepburn e tanti altri piccoli particolari,come un bollettino metereologico sempre diverso scritto su una lavagnetta all'entrata.

Oggi era: In mattinata leggeri rovesci, nel pomeriggio il tempo va in peggioramente con tempasta e vento da nord.

Wow, la signora oggi non doveva avere proprio una splendida giornata.
Sorrido a George.
Una cameriera,ah! Piccolo particolare, le cameriere sono vestite come Audrey, con un lungo vestito nero, ci fa sedere a bel tavolino sotto una gigantografia in stile pop.
Io sospiro. Adoro questo ristorante,anche se è un po' caro.
George mi guarda sorpreso. - non ti piace questo posto?-
Io sorrido dolcemente -Se io trovassi un posto a questo mondo che mi facesse sentire come da Tiffany, comprerei i mobili e darei al gatto un nome.-
Lui mi guarda stranito, poi comprendendo la citazione ridacchia. - allora mi sa che ho scelto il posto giusto...-

Io non saprei spiegare come sia possibile, ma parlare con George mi faceva sentire bene. Era come se parlassi a un vecchio amico e mi ritrovai a raccontargli quasi tutto quello che era successo con Will, omettendo ovviamente il nome dell'interessato e la prima notte, trasformandola in un'intesa ora di strusciamenti e baci vogliosi in discoteca, che non sarenno la stessa cosa, ma possono far intendere un grande interesse da parte dell'altro.
Mi guarda divertito.
- non so Lizzie, io direi che questo è innamorato marcio di te, ma non risco a capire tu che provi per lui...sembri scissa tra un amore e odio...-
-io non provo niente per quello snob del cavolo! E se provo qualcosa non è di certo amore! - esclamo contrariata, ma consapevole di un gruppo in mezzo al petto. - è tanto probabile che io provi qualcosa per lui quanto lui per me. In confronto preferirei innamorarmi di te -
Lui sorride - grazie -
Gioco un po' con le posate del dolce, poi lo fisso negli occhi - perchè secondo te lui è innamorato di me? -
Lo vedo pensare, forse per trovare le parole giuste - beh, perchè se non lo fosse sarebbe un idiota. -
arrosisco per significato sottointeso - dai George! Dico seriamente...- lui mi guarda deciso - anche io! Se ha fatto tutto quel che hai detto di aver fatto o è uno stronzo abituato a giocare con le persone o è innamorato di te, e tra le due penso che sia più probabile la seconda!-
Io scuoto la testa pentita di avergli fatto quella domanda.
Almeno inizialmente ero incerta, ma adesso dopo quella risposta, sentivo che la verità era lì, pronta a essere accettata.
Io che lo conosco posso dire che lo snob di Londra si sta divertendo con il suo giocattolo estivo. Quando vuole lo provoca e ci gioca e quando se ne stanca lo ignora. Finite le vacanze lo getterà tra gli altri giocattoli occasionali e se ne dimenticherà per sempre.
Bene. Allora lo faccio anche io.

Pagato il conto e cambiato discorso usciamo dal ristorantino e ci dirigiamo verso il centro.
Stiamo passeggiando a braccetto quando George si ferma - ti va se andiamo a vederci un film?-
-sisi, cosa? - Lui ci pensa - che ne dici dell'ultimo di Sandra Bullock? -
Mi illumino, era da un bel po' che mi ripromettevo di andarlo a vedere - The Proposal! - esclamo annuendo - bellissimo!-
Lui ride - andiamo - e mi offre di nuovo il braccio. Lo adoro.

Stiamo prendendo i pop corn e stiamo parlando del più e del meno, quando mi giro e mi ritrovo davanti Darcy e Bingley che mi guardano sorpresi.
- ciao Lizzie! -
- c-ciao ragazzi...Jane? -
-è in sala a prendere i posti, noi i pop corn...- annuisco...
ecco perchè Jane ci teneva che venissi anche io oggi...che amica d'oro.
Mi ero quasi scordata di essere in compagnia quando George mi richiama - Lizzie, ho fatto andiamo? -
vedo Will che guarda il mio accompagnatore e un lampo di sorpresa gli attraversa lo sguardo, si irrigidisce e il suo sguardo diventa di ghiaccio.
Sento George che lo saluta - signor Darcy- mentre lui sembra sforzarsi nel momorare anche solo un - Wickham -.
Guardo Bingley per vedere se anche lui ha notato il cambiamento di Will,ma fissa qualcosa altrove e sembra non essersi accorto di nulla.
Che sarà successo?
Ci allontaniamo verso la sala di proiezione.
- allora conosci William Darcy? - Provo a investigare.
George alza le spalle e mette in bocca un pop corn - si, purtroppo...è una storia lunga...- sorride - adesso godiamoci il film! -e mi porge un pop corn.

Aggiorno a breve...tranquille :D
Freeze

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Capitolo 7
*** Il mondo si è messo a girare al contrario e nessuno mi ha detto niente! Begli amici... ***


Il mondo si è messo a girare al contrario e nessuno mi ha detto niente!! Begli amici...
Ovvero, quando non riesci proprio a star dietro agli eventi...

Non avevo smesso di ridere un attimo.
Usciamo dal cinema ricordandoci a vicenda le varie scene più divertenti, tipo quando si ritrovano distesi tutti nudi l'uno sopra l'altro,o quando lei gli chiede se i suoi parenti gli hanno detto di licenziarsi e lui risponde:come ogni giorno. ( chiedo perdono,ma nonostante io abbia cercato di vedere il film in streaming non ci sono riuscita, questi sono solo estratti del trailer...)
Sento le risate scuotermi e sono felice e tranquilla. Non ho preoccupazioni.
Lo guardo. E penso che un uomo così mi potrebbe piacere, potrebbe essere il mio uomo ideale. Gentile, dolce, simpatico... l'uomo ideale per una storia tranquilla, una vita ordinaria,normale...sarebbe l'uomo perfetto...almeno all'apparenza...
riconosco di non conscerlo affatto e di non sapere niente su di lui...non voglio rifare lo stesso sbaglio commesso con Will...
Anche se però, uno che fa il polizziotto non deve essere poi così male...
Camminiamo lentamente per le strade del centro, io assorta nei miei pensieri, lui guardandosi attorno in tranquillità.
- che ne dici di prenderci un gelato e sederci su una panchina?- propone lui
e in un paio di minuti mi ritrovo con un cono alla stracciatella tra le mani seduta su una panchina e con una domanda insistente sulla punta della lingua...
- posso sapere come mai c'è tanta tensione tra te e William Darcy -
Lui mi guarda sorpreso, poi annuisce - si, certo, anche se in verità non mi piace parlare male delle persone...-
fa lui vago prendendomi alla sprovvista.
E' possibile parlar male di Darcy? Cosa può aver mai fatto di sbagliato Mr Perfezione?
- cosa intendi? -
- beh, si, nella storia che vuoi che ti racconti...lui è quello che ne esce male... devi sapere che io e William siamo praticamente cresciuti assieme. Mio padre era l'autista di suo padre e io praticamente vivevo a casa loro, tanto che alla fine il signor Darcy mi trattava come fossi suo figlio e a Will questo non faceva molto piacere...suo padre era sempre stato un uomo molto impegnato e aveva poco tempo per lui...immagino che dover dividere questo poco tempo con qualcun altro...non doveva farlo impazzire...Comunque siamo sempre stati in buoni rapporti e quando mio padre è morto, avevo solo 16 anni, il signor Darcy mi ha accolto a casa sua e si è proposto di diventare mio padrino e di aiutarmi negli studi...io avevo i soldi che mi aveva lasciato mio padre,ma con la sua influenza riuscii ad entrare all'università con William. L'anno scorso dovevo laurearmi e con me Darcy...Non ti dico quanto tempo avevo passato su quella tesi! Ci avevo sputato sangue! Era il mio pensiero fisso...beh...sta di fatto che Darcy me l'ha copiata...-
Io sento un singulto di sorpresa uscire dalle mie labbra, Darcy che copia? Non ci posso crede... Che bastardo! - e che hai fatto? Cioè, immagino tu l'abbia denunciato! -
George sorride amaramente - Lizzie, dai, io ero il figlio dell'autista, se andavo in quell'università era solo grazie a suo padre e nonostante il bene che mi voleva, non si sarebbe mai messo contro il suo unico figlio maschio, colui che dovrà prendere il suo posto...così Darcy mi denunciò dicendo che ero stato io a copiare la sua tesi e per questo venni cacciato dall'università...-
Mi sento scossa. Più conosco George più riesco a comprendere meglio che razza di stronzo sia Darcy e quanto sbruffone e arrogante e squallido e... Sento un moto di compassione scorrermi nelle vene. Abbraccio George di slancio. Vorrei poter avere le parole giuste per consolarlo, per rassicurarlo...ma non ne ho. Non so che dire. L'unica cosa che riesco a pensare è quanto sia stronzo Darcy.
Lui ricambia il mio abbraccio, poi molla la presa e mi sorride tranquillo. Cavolo che forte che è. Ormai si è rassegnato.
- Non vale più la pena...ora ho una nuova vita...ora me la devo cavare da solo.-
-Ma il signor Darcy non ti aiuta più? -
Lui fa una smorfia - no, il mio gesto l'ha deluso molto, ho tradito la sua fiducia - recita, come stesse ripetendo le parole di un altro...forse le parole stesse del signor Darcy.
- la serata era stata bellissima...mi dispiace di averla conclusa così...-
Io sussulto. Guardo l'orologio e questo dice che è ora di salutarci. Gli sorrido teneramente.
- Dai, George, sei stato sfortunato,ma ti auguro di essere più fortunato in futuro...-
lui mi prende la mano e mi fa un elegante baciamano.
- Lizzie, ti faccio i miei più sentiti auguri con il tuo amante misterioso. Sono sicuro che lui ti ami. Adesso l'unica che si deve convincere sei tu.-
Con dolore ripenso a tutto quello che ho appreso in poche ore sul mio amante e scuoto la testa. - Non credo proprio George. Non potrei mai.-

Rientro a casa e appoggio le chiavi sul mobile.
Saluto ma non c'è nessuno.
Mi vado a stendere sul divano.
Come ha potuto Darcy comportarsi in quel modo? Come ha potuto fare una cosa così abominevole?!
Non ne ho idea. Quel che è certo è che non potrò più vederlo con gli stessi occhi...e che non mi farò più sfiorare da lui. Non potrei mai.
Come si può trattare in questo modo qualcuno con cui si è passata l'infanzia?
E' come se io, che ne so...ha fatto una cosa così squallida che non ho nemmeno modo di fare paragoni...come se andassi a letto con il fidanzato di una mia amica...non so...di Charlotte. Non potrei mai!
Charlotte! A proposito di Charlotte, è da un sacco di tempo che non la sento!

Mi alzo di scatto dal divano e vado a prendere il telefono.
Compongo il numero.
Ecco, lei è proprio il mio equivalente di George per Darcy. Ci sono cresciuta assieme e ho sempre condiviso con lei ogni cosa...solo che ultimamente, con l'università, con gli esami...ci siamo perse un po' di vista...

-pronto?-
- ciao Chocò, sono Lizzie...-
- oh, mio Dio Lizzie! Stavo proprio per chiamarti!!-
Io sorrido contenta - allora non ce l'hai con me perchè non mi faccio mai sentire...-
- ma non essere sciocca Lizzie! Lo so che l'università ti tiene molto impegnata! Te l'avevo detto che fare legge non sarebbe stato semplice!-
eheh...eccolo un piccolo particolare su cui ultimamente avevo preferito sorvolare...anche io faccio legge... - Già...ma dimmi perchè mi stavi per chiamare tu?-
- Mi sposo!!-
Silenzio.
Il Nulla.
Avvisiamo la gentile clientela che il servizio è momentaneamente sospeso...i neuroni di Elizabeth Bennet si scusano per l'incoveniente e assicurano che riprenderanno il servizio appena possiabile.
- Lizzie? Hai sentito? Mi sposo!-
Su dì qualcosa Lizzie, parla!!
- Complimenti!!! -
Se Chocò mi avesse vista in faccia penso che non avrebbe minimamente creduto a quello che le stavo dicendo - è stupendo!! Ma quando te l'ha?? Chi è il fortunato?-
Brava Lizzie continua così...
- Oh, Lizzie non sai quanto sono contenta... me l'ha appena chiesto...e io gli ho risposto subito di sì! Dovresti vedere com'è bello l'anello! Ha un brillante bellissimo! -
- cavolo Charlotte, sono così contenta per te...non sapevo stessi frequentando qualcuno in particolare...-
- Lizzie, sono così felice...domani dobbiamo assolutamente vederci, così mi aiuti a organizzare le nozze...-
- certo...tra quando volete farle? -
- il prima possibile...sai Collins ha ricevuto un'offerta più che conveniente...diventerà direttore dell'Hotel Rosings di Catherine De Bourgh nell'Hertfordshire!...sai quello famosissimo a 5 stelle...quindi a breve dovrà trasferirsi e io andrò con lui...quindi entro la fine dell'anno-
- Collins? Charlotte, non starai mica parlando di quel Collins...quello del Cookie? -
- sì, Lizzie, proprio lui. E' un brav'uomo, con un buon lavoro...-
ma Charlotte! Come puoi dire una cosa del genere su quel verme, ma! - ma almeno lo ami? -
Una risata amara mi raggiunge dall'altro capo del telefono - dai Lizzie, non essere infantile, lo sai che l'amore è un cosa per pochi. Per ragazze come me un buon matrimonio come questo viene prima dell'amore!-
- ma sarà un matrimonio di convenienza!- e infelice per di più! Ragiona Chocò!
- a me va bene così, impareremo ad amarci a vicenda..con il tempo...-
- come preferisci tu Chocò...-
- non parlarmi con questo tono, Lizzie, ti prego ...-
- mi spiace Chocò... ma non so che tono usare con la mia migliore amica, quando mi dice che sta per traferirsi a 3 ore di macchina da qui. Già ci vediamo e sentiamo raramente, immaginati dopo...-
- mi dispiace Lizzie...ma lo devo fare...per me...senti, immgino tu abbia bisogno di qualche giorno per accettare l'idea...so come sei fatta...ti aspetto domenica a casa mi...va bene?-
La mia risposta fu un semplice grugnito, ma lei capì che era un sì...
- ah, porta anche Jane, almeno lei mi aiuterà...- il suo tono ironico mi ricordò perchè eravamo ancora amiche...perchè era una delle poche in grado di sopprotarmi, come Jane.

Come aveva previsto Charlotte, il quinto giorno ero giunta alla ressagnazione.
Avevo più volte contemplato l'idea di dire a Chocò chi fosse realmente chi stava per sposare...ma poi pensandoci bene, nemmeno io conoscevo bene Collins.
Con me aveva sempre fatto lo scemo...ma che fosse un gran lavoratore non era mai stato messo in dubbio da nessuno...
Sennò quella scorbutica della De Bourgh sicuramente non lo avrebbe preso a dirigere il suo Hotel...anche se...tutti sapevano che lei adorava prendere tanti fantocci facili da ammaestrare e che fossero bravi a leccare il culo...e in quello Collins era sicuramente il migliore.
Ripenso alla scenata del giorno prima che mi ero dovuta sorbire dalla mia matrigna...
Se l'avesse sentita Charlotta sicuramente ne sarebbe rimasta offesa a morte...ma si sa, la mia matrigna non ricopre nessuno di complimenti, a meno che non siano le sue nipotine preferite...è già tanto se considera me decente...
Cavolo quante ne aveva detto...e non aveva risparmiato nemmeno me...beh, sì, perchè se Bingley non mi aveva notata era solo colpa mia.
Mi riconosceva il fatto di aver "forse" fatto colpo su Darcy,ma che non si capiva bene...e comunque, anche se dicevano in giro che fosse ricchissimo dicevano anche che fosse già promesso in matrimonio a non si sa bene quante ragazze e che era tanto antipatico quanto ricco...
Ah! Sì novità della settimana. In meno di tre giorni mi era giunta voce che William Darcy fosse fidanzato con la sua lontana cugina, nonchè figlia della De Bourgh, che fosse in procinto di sposarsi con una francese, tutta smorfiette, di una famiglia molto ricca con cui il padre aveva impegni di lavoro e che fosse semi-fidanzato, o comunque in stretti rapporti sia con la sorella di Bingley, che con altre tipette in giro per l'Inghilterra.
Motivo per cui, negli ultimi giorni avevo rifiutato tutti gli inviti di Jane e avevo cambiato strada ogni volta che avevo notato qualcuno che potesse anche solo assomigliargli.
Molto infantile come comportamento. Lo so. Ma non so come potrei reagire a vederlo.

Fortunatamente l'idea di passare il pomeriggio da Charlotte mi spaventa tanto da dimenticarmi di pensare a lui e alle sue amanti.
Guardo Jane che suona il campanello e prendo un respiro profondo.
Libero la mente e stiro le labbra in un sorriso...falso...ma meglio di una smorfia.
La porta si apre e Charlotte appena ci vede ci investe con il suo sorriso luminoso e contaggioso, così che anche il mio si trasforma in un sorriso sincero e fanculo a tutto il resto. La guardo ed è contenta come non l'ho mai vista! Così contenta che ci stritola entrambe in un abbraccio e poi rimane a guardarci con gli occhi scintillanti e questa eccitazione nell'aria.
Mi sento euforica per lei. Ci sono talmente tante emozioni nell'aria che non riesco a rimanerne immune, le sento scivolare sulla pelle e entrarmi dentro per ogni poro.
Le posso inspirare e sento che hanno odore di fiori.
Mi guardo attorno e mi rendo conto che in verità è la stanza che è piena di fiori.
- ti piacciono? -
Io annuisco inebetita guardandomi attorno...io non vado pazza per i fiori, mi piacciono solo alcuni in particolare, tipo le calla o le rose, solo quelle bianche e le orchidee, ma nella stanza c'è questa composizione sublime di fiori di cui non conosco nemmeno i nomi che mi rapiscono, piena di ammirazione.
- sono bellissimi...- biascico appena.
Charlotte si avvicina al mazzo e li guarda con imbarazzo - me li ha mandati Lady Catherine De Bourgh, con l'invito ad andare a celebrare il matrimonio direttamente là...-
Il momento di incanto crolla in meno di...5 secondi??
Cosa!?!? Lì?? E perchè mai? Così da poterli avere sotto le sue grinfie da subito?? Chocò come potresti voler andare a sposarti a 3 ore da casa tua invece che nelle chiesa di Maryton dove si sono sposati anche i tuoi 30 anni fa?
Charlotte mi guarda con aria preoccupata. Non ho ancora aperto bocca e forse questo la spaventa più di una mia sfuriata...
- lì...nell'Hertfordshire? - balbetto sicura di aver capito male...
- Si, a quanto mi ha detto lì c'è questa graziosa chiesetta che fa parte della tenuta dell'hotel, dove mi ha detto che si sono sposate anche diverse celebrità...sarebbe enormemente contenta che celebrassimo lì le nozze...- il mio sguardo diventava sempre più dubbioso - ma ovviamente la scelta rimane a noi...però ci ha invitati ad andare a vederla prima di decidere...quindi, mi chiedevo se vi andasse di venire a vederla con me...-
Io e Jane ci guardiamo...
Certo che la scelta rimane a loro...specie a Collins, di andare a fare le nozze lì ed avere il lavoro o di farle dove accidenti vogliono e restarsene anche lì. La scelta la lascia sicuramente a loro...tanto a lei non cambia niente...sai quanto ci mette a trovare qualcun altro disposto a dirigere il tuo hotel.
Jane che intanto si è seduta mi guarda titubante - mi hanno detto che lì hanno un magnifico roseto...e anche un parco enorme,ne parlavo ieri con Bingley...lui c'è stato con Darcy una volta, quando sono andati in visita a Lady De Bourgh...-
- circa quanta gente pensavi di invitare?- indago io scostando una sedia e crollandoci sopra... non so quanto resisterò a parlare di bomboniere e di invitati e di torte nuziali e di confetti e di vestiti da sposa...
- onestamente non saprei, sulle 150...-
Sento i miei occhi spalancarsi con la potenza della mia sorpresa - scusa? - mi volto verso di lei che mi guarda imbarazzata.
- beh, si, pensavamo di invitare tutti i parenti e gli amici di entrambe le famiglie, poi Lady Chaterine ha chiesto se poteva invitare anche due o tre suoi conoscenti...e ovviamente non potevamo di certo dire di no, visto che non ci fa nemmeno pagare il buffet e la chiesa...-
Io faccio spallucce, ormai ...- ma si...150 invitati alla fine non sono così tanti, anzi, direi quasi pochi...mi stupisce che non voglia arrivare a 200...-
Charlotte mi raggiunge e mi mette una mano sul braccio. Io la guardo e lei ha quello sguardo, di quando vuole chiedermi qualcosa,ma non sa bene come per paura della mia reazione... -dimmi Chocò,non sono arrabbiata, stai tranquilla, chiedimi tutto quello che vuoi...-
Annuisce - mi faresti da testimone? -
Io rimango basita.
Non ci avevo minimamente pensato alla questione dei testimoni... e forse inconsciamente ero convinta che lo avrebbe chiesto a Jane...
Io le sorrido, mi sento così felice, ma un flash mi fa tentennare. - Charlotte io ti faccio da testimone solo se posso decidere io il vestito! - esclamo con sguardo serio.
Lei entusiasta annuisce e mi abbraccia con trasporto - grazie Lizzie! -

Con appuntamento a una settimana dopo per partire per L'Hertfordshire ci salutiamo.
- Sai Jane, quest'estate si sta rivelando essere assurdamente stressante! Altro che vacanze di riposo! Dopo la comparsa dei due londinesi il mondo è improvvisamente impazzito e tutto ha incominciato a girare al contrario -
Jane ride - invece secondo me sono le vacanze più belle da un lungo periodo,specie quest'ultimo mese...peccato che ormai stia finendo agosto...ancora pochi giorni e poi ci toccherà ritornare alla solita routine, casa, università, esami, ecc...-
Camminiamo in silenzio ognuna assorta nei suoi pensieri. - ti ha detto quando parte? -
Jane scuote la testa - non ha ancora deciso, ha detto che vorrebbe restare qua per sempre, ma anche lui ha l'università da finire... senti, ma tu quest'anno non devi andare a fare l'anno di praticantato? -
- si...ho mandato in giro alcune richieste...dovrebbero arrivarmi le risposte in questi giorni..-
- quindi mi abbandoni anche tu? - scherza Jane, ma non so quanto sia stata una mia impressione il suo tono triste...
Io le sorrido, - non sperare di liberarti di me così facilmente! Verrò a trovarti così spesso che non avrai nemmeno il tempo di sentire la mia mancanza! - Ridiamo.
- dove hai fatto richiesta? -
- beh, io punto su uno studio a Londra, abbastanza importante,ma non sono sciocca, so che è raro che prendano studenti del quarto anno, quindi ho mandato il curriculum anche in altri piccoli studi sia a Londra che nei dintorni...-
Jane mi tira una gomitata - e chi vuoi che non ti prenda? Con i tuoi voti?! Non fai altro che studiare, anche adesso, sei sempre sui libri...-
Già, ultimamente per non pensare sono rimasta sui libri più del solito, a parte qualche pomeriggio con George... solo per non pensare a Darcy, ai suoi strani modi di fare, a come si era comportato con George,ma specialmente, alla notte in cui ci eravamo conosciuti, episodio particolarmente amato dal mio subconscio che si diverte a ripropormelo in sogno una notte sì e una no...
e più cerco di non pensarci più mi rendo conto che i momenti passati con George non sono minimamente paragonabili agli istanti passati con lui. Le sensazioni, le emozioni, sono su due lunghezze donda completamente diverse.
Così via a studiare...
- si Jane,ma io studio per non pensare a lui...-
Jane si gira sorpresa verso di me.
- Lui chi? -
- William.-
- Darcy?-
Io non le rispondo, mi sembra ovvio.
Lei si ferma e io mi giro a guardarla. Sembra offesa - Lizzie perchè non mi hai detto niente? -
- perchè non c'era niente da dire...-
Mi raggiunge e mi guarda negli occhi - ma allora chi era quello dell'altro giorno? -
- George è solo un amico purtroppo...Jane è una storia così lunga e complicata...torniamo a casa e ti racconto tutto. Ok?-
- io che credevo che a te William non piacesse... dai,andiamo a casa!-

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Hola, devo dedurre che l'ultimo capitolo non vi è piaciuto molto...beh, non so allora cosa penserete di questo!
Porgo i miei saluti a LadyElizabeth e la ringrazio per i commento!

Domani sarà il mio compleanno e partirò di nuovo, questa volta per la croazia...quindi auguro tanti auguri a tutti coloro che come me sono nati nel pieno dell'estate, il 30 luglio e come me sono dei bellissimi leoni! e vi saluto per un mesetto circa..forse meno...

Mille baci a chi segue la mia storia strampalata e a chi come me ama Darcy! XD

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Capitolo 8
*** Storm in heaven ***


Storm in heaven.



Il cucchiaino esegue un cerchio perfetto nella tazza,lentamente.
Ancora,ancora e ancora.
Lo zucchero sul fondo è ormai sicuramente sciolto, ma lui continua il suo moto circolare in quel liquido torbido.
Thè con il latte.
Prettamente inglese.
Io non lo sopporto. Non perchè sia cattivo, ma per l'effetto che fa il latte nel thè, diventa... torbido, le due sostanze non si amalgamano bene e la cosa mi infastidisce.
Continuo a fissare il liquido invece che berlo e quando lo devo bere mi fa alquanto senso.
Il silenzio regna nella stanza.
Tutti troppo intenti a mangiarsi i biscottini...i petit bourrè...io odio i petit bourrè...sanno di cartone!
o forse l'unica cosa che odio è il modo il cui mi sta guardando sta Lady-io-sono-la-meglio-Chaterine-de-Bourgh.
Ha degli occhietti azzurri che sono in grado di leggerti nella mente...indovina un po' che sto pensando vecchia racchia?
Sorseggio ancora un po' questa specie di lava incandescente che Lady Chaterine chiama thè e il suono della tazzina sul piattino sembra l'equivalente del gong del primo round.
Sorrido immaginandomi la cameriera che entra nella stanza portando il cartellino con scritto "1°" facendo il giro del salotto, sculettando e sorridendo maliziosa ai presenti...magari con un completino da cameriera da playboy...uhm, che vaneggio.
-...di Rosing?-
Oh.oh. Che ha detto? Ho perso un pezzo...improvvisiamo?
- beh, sicuramente è un posto incantevole...- che altro volete che mi abbia chiesto, che ne penso di Rosing...no? No?!
Sorride. Allora forse ho risposto giusto.
- Allora converrete con me nel dire che sarebbe adatto per il matrimonio...- cazzo.
Ecco dove voleva andare a parare...Lady Chaterine sferra un destro potente che colpisce l'avversario in pieno stomaco.
Lizzie sembra cercare riparo chiudendo meglio la difesa...indietreggia nell'angolo.
- beh, onestamente credo che questa decisione spetti agli sposi, o al caso ai genitori...-
Sorride. - Sono sicura che i signori Lucas saranno d'accordo con me, infondo Rosing ha una certa fama, è un posto alla moda, di classe...-
Io le sorrido a mia volta,per educazione ovviamente.
Non è da signorine per bene sbottare a ridere in faccia a una signora di una certa età, specie se è la tua ospite.
- certo,è solo che sa, i Lucas si sposano alla chiesa di Maryton da ormai 4 generazioni...ma immagino che non ne faranno una tragedia se la loro unica figlia - casualmente calco su unica - si sposa a Rosing, infondo è a solo 4 ore di macchina da casa...-
Oh oh oh, signore e signori, Lizzie Bennet è partita all'attacco con un bel destro-sinistro-destro che sembra aver stordito l'avversario che però si regge ancora in piedi...il pubblico è in sobbuglio...o forse troppo preoccupato per le sorti dei due combattenti...non emette un fiato.
Guardo Chocò che sembra alquanto imbarazzata dalle mie parole...e mi rendo conto che per quanto io tenga duro al primo round sono K.O..
- Sono la prima a sostenere che le tradizioni sono importanti, ma ogni tanto c'è bisogno di qualche innovazione...- osserva la mia ospite.
Finisco il mio thè molto lentamente...
- Ha perfettamente ragione...-
Signore e signori, che colpo di scena, il primo round se lo aggiudica Lady Chaterine, sembra quasi che l'avversario si sia lasciato buttare al tappeto...ma non è ancora finita, ora i campioni sono all'angolo a consultarsi con gli allenatori...
Mi rivolgo verso Charlotte, controllando con la coda dell'occhio che la padrona di casa sia abbastanza occupata ad ascoltare Collins.
- Chocò, ho capito, il matrimonio fatelo dove volete,ma sia chiaro sul vestito da damigella non transigo...mi dispiace veramente tanto, ma non lascerò vestire da bomboniera solo perchè tiene Collins per le palle...- soffio decisa alla mia amica.
In effetti l'ammutinamento mi ha un po' indispettito,mi aspettavo che anche lei lottasse con me per il matrimonio a Maryton,ma forse ho fatto i calcoli in modo sbagliato.
Il suo sorriso dolce e un po' colpevole mi rincuora. - tranquilla Lizzie, il vestito lo scegliamo assieme! -
Sento un sorriso sincero salirmi alle labbra -grazie...-
Sento Jane farmi gomito e mi volto a guardarla, con la testa mi fa cenno verso Lady Chaterine.
- mi dica...-
Il secondo round è già iniziato...chissà come andrà a finire...
- avete già iniziato le lezioni di ballo?-
Lizzie viene colta di sorpresa e colpita al fianco.
-lezioni di ballo? Perchè? - scioccamente metto allo scoperto tutta la mia sorpresa.
Lei mi guarda come fossi l'essere più stupido sulla terra...beh...non il più stupido...ma sicuramente non il più intelligente...
- ma perchè i testimoni dovranno ballare il primo valzer...-
-ah, siamo già all'organizzazione del dopocena...e la cena? -
-ma ovviamente ci abbiamo già pensato! Appena saputo del matrimonio ho chiamato il mio organizzatore d'eventi e abbiamo preparato la scaletta delle varie giornate...-
- certo, ovviamente... ma scusate, avete detto giornate? -
- ma si, la cena di prova, le prove del matrimonio, le prove dei vestiti, le prove delle danze...e il resto...-
- già...anche il resto...-
- a proposito la sarta vuole sapere quando è libera per andare a fare la prova vestito...-
- scusi, ma di quale vestito?- eh no,qua si esagera!
- ma quello da damigella della sposa ovviamente...è in coordinato con quello della sposa...-
Io sorrido,ma in verità mi verrebbe voglia di ringhiare.
- no, vede, il vestito me lo scelgo io. - nel mio tono non c'è nulla di cordiale. Chiaro e secco. Impossibile fraintendere.
Per la prima volta Lady Chaterine sembra varamente confusa.
La cosa che mi infastidisce di più è non capire se è confusa dalla decisione della mia risposta o per il fatto che secondo lei sono così stupida da non capire qualcosa che per lei è ovvio come l'alfabeto.
- Signorina Bennet,ma cosa vuole dire? -
Che io la detesto e non mi lascerò trattare come un cagnolino!
- che con tutto il rispetto per i suoi gusti e per quelli della sarta, indosserò solo il vestito che vorrò io. E' da quando ho cinque anni che decido io come vestirmi e ho intenzione di continuare a farlo per ancora un bel po' di tempo.-
Ok, lo so, sono stata aducatamente sgarbata,ma se l'è voluta.
Lei annuisce gravemente, mentre attorno a noi si fa il silezio. Che siano preoccupati per la sua possibile reazione?
Che diamine! Mica è il Papa! E io non sono mica un suo vescovo!
- sono sicura che riusciremo a trovare un accordo, ma ci tengo ad insistere a proposito delle lezioni di ballo...- Lady Chaterine ha appena lanciato un'offerta.
Sento Charlotte irrigidirsi al mio fianco e sospiro tra me e me...
Ho capito come funziona, se voglio averla vinta sul vestito dovrò cedere sulle lezioni di danza...dare per avere...più che giusto...cioè non proprio, ma da lei...è già tanto.
Annuisco gravamente - certo, se pensa che sia il caso...ma io non saprei proprio dove cercare...specie a Londra, sarà tutto nuovo per me...-
- Londra?- chiede falsamente interessata.
- si, mi trasferisco a Londra per un anno...per motivi di lavoro e di studio...non è che lei per caso conosce una qualche sala...?-
Annuisce - certo, anzi se è a Londra è tutto più semplice, organizzo tutto io,lei mi lasci il suo numero che le farò sapere...-
A quanto pare per oggi lo scontro finisce patta...ok, non è proprio un termine da pugilato...ma è finita più come un incontro di scacchi...e si è deciso per una parità...un punto a testa...se ne riparlerà più avanti...speriamo moolto più avanti!
Il mio sguardo cade su Jane.
Non è stata molto socievole questo pomeriggio...e come biasimarla?
Bingley è ripartito per Londra e presto partirò anche io...
L'estate è finita e la vita torna alla normalità... i Bingley sono tornati alla loro vita mondana a Londra e Darcy e la vipera dai capelli rossi si sono portati via un recalcitrante Charlie che aveva tutte le intenzioni di rimane accanto alla mia dolce cuginetta.
Certo, si sento per internet e via sms...ma che cos'è una storia a distanza? Una storia destinata a morire,specie perchè non ha ancora avuto il tempo di piantare per bene le radici e di crescere. Sento di provare del risentimento contro Darcy. Lo ritengo parzialmente responsabile della partenza di Bingley.
E possiamo dirlo chiaramente, non ho di certo bisogno di altri motivi per odiarlo, dopo aver sentito la carognata che ha combinato a George.
E' andato via senza nemmeno venire a salutare. Che stronzo.

-Allor, un, due, tre, un, due..Nononooooo, signorina Bennet non ci siamo! -
Sbuffo. Mi guardo la punta del piede ed esamino per bene la pelle della scarpa...poi studio il tacco. Non è a spillo, è basso, piccolo e squadrato,ma sono sicura che possa far altrettando male se usato nel modo giusto.
- allora?! Mi sta ascoltando? - rialzo lo sguardo su di lui e faccio finta di guardalo, ma inevitabilmente il mio sguardo cade sulla figura slanciata dell'insegnante di tango argentino che dietro di noi sta insegnando a una coppia il passo...caliente...è da quando sono entrata che il mio sguardo sta continuando a scapparmi sulla sua figura.
Tutto vestito di nero, con questi occhi di un verde intenso e uno sguardo da...per non parlare del suo corpo e del suo c...portamento!
Mica come sta oca che continua a starnazzarmi dietro! Mica è colpa mia se mi distraggo a guadarlo!
Lo sento sospirare esasperato. - allora, ha capito? -
Lo fisso intensamente - si certo - Io so già ballare, ma vallo a dire alla strega,meglio farsi due lezioni e avere il vestito che scelgo io piuttosto che andare in giro vestita come una bomboniera!
- allora riprendiamo, un due tre, a tempo con la musica, un due tre, su con le spalle, un due tre, in dentro la pancia e in fuori il seno, in giù il sedere, non si deve vedere! un, duhoc -
mi stacco. Mavvaf. Lascia stare il mio sedere se vuoi uscire da questo posto reggendosi sui tuoi piedi.
- sono mortificata! - esclamo fingendomi dispiaciuta.
Lui scrolla il piede e scuote la testa. - non fa niente, riprendiamo,mano. Mano. Bene, la posizione c'è, adesso perfavore,lasci che sia io a portare, non può portare lei! Lei è la dama, deve lasciarsi condurre!-
Arrosisco. Non è vero che voglio portare io...è lui che non sa farsi valere! Un uomo deve essere in grado di farsi valere e ottenere il comando.
Juanes ci passa accanto e io mi distraggo.
Inevitabilmente il mio tacco finisce sul morbido.
- aaah, ma porc.tr.-
- Andrew! Tutto bene?-
Gelo.
Orrore.
Terrore.
Terremoto.
Tragedia.
Tutto ma lui no. Non lui.
- Lizzie?- la sua voce è sorpresa - stai cercando di azzoppare Andrew? - la sua voce è ironica e divertita.
- signor Darcy. -
Lui mi guarda intensamente. Sembra deluso.
Cosa speravi stronzo? Un caloroso benvenuto?
- che ci fai qua? -
- sono il testimone. -
oh.no.
- scusa?-
Lui mi porge la mano e incosciamente io gli offro la mia. Lui l'afferra e mi attira a sè lentamente.
- io sono il tuo cavaliere. - e come sempre il suo profumo mi avvolge.
Un Bulgari Marine. No, lo so, non è un dopobarba...credevo...è il suo profumo...e mi da impazzire.
Ebbene sì, sono andata a cercarlo. Un giorno in profumeria non ho resistito. Ho fatto impazzire la commessa per cercarlo.
Alla fine, quando l'ho trovato mi sono sentita troppo in colpa.
L'ho comprato. Adesso nel mio bagno c'è un flacone di profumo da uomo.
Ogni tanto lo spruzzo. Non perchè mi ricorda lui,ma solo perchè mi piace da impazzire. Ovviamente.

Sento la sua mano sul mio fianco e la mia sulla sua spalla...oddio, ho perso qualche passaggio!
Com'è che adesso siamo a volteggiare in mezzo alla sala??
Cerco il suo sguardo,ma lui guarda altrove. A che pensi William?
- non sembri contenta di vedermi...- mormora.
Mi irridisco e lui mi guarda negli occhi.
E i suoi occhi sono in tempesta. Hanno un colore scuro, più scuro del solito.
- dovrei? - il mio tono è duro e tagliente.
Corruga la fronte - io continuo a non capire dove sbaglio con te. E' vero. Inizialmente pensavo fosse uno sbaglio,da pazzi...ho carcato di farmi rinsavire. Cavolo! Con una provinciale...non volevo...mi tenevo a distanza, ti consideravo...accettabile, ma il tuo sguardo i tuoi occhi -
Le sue parole sono uno schiaffo in pieno viso.
-diavolo non riesco proprio a dimenticarti! Sì che Charoline ci ha provato con molto impegno e in vari modi, eppure... tu. Tu, solo tu, sei rimasta sempre nella mia mente...Inizialmente pensavo che fosse per il tuo corpo, o per quella serata...ma poi...poi ho capito di essermi innamorato dei tuoi modi di fare e ...-
Mi fermo. Basta. Lo guardo furente e allo stesso tempo allibita.
Ma chi si crede di essere.Che si aspetta che faccia adesso? Che cada ai suoi piedi dopo questa...come definirla questa...dovrebbe essere una dichiarazione d'amore?? No, perchè a me più che altro sembra il discorso più offensivo che io abbia mai avuto la sfortuna di ascoltare!
Un applauso ci interrompe. La bolla scoppia.
- bravi, molto bravi,siete in perfetta sintonia!- escalma quell'idiota di insegnante tutto contento, convinto che sia merito suo.
- in sintonia un corno! Io me ne vado.-
Esco dalla sala portandomi dietro la mia sacca con il ricambio e ancora in pantaloni a trequarti e canottiera esco in strada dove piove a dirotto.
Mi guardo attorno un po' persa in cerca della via principale per fermare un taxi. Dieci secondi e mi ritrovo completamente fradicia.
Faccio per avviarmi quando mi sento afferrare per un braccio.
- io non ti capisco!- esclama lui - io ti dico che ti amo e tu te ne vai come se ti avessi offesa!- mi giro e anche lui è fradicio, con i capelli appiccicati sulla fronte.
- tu! - esclamo e tutta la frustrazione nei suoi confronti accumulata in tutta l'estate esplode. - tu! Entri nella mi vita così! Andiamo a letto insieme e poi mi tratti come una troia. Mi ringrazi e te ne vai senza farti più vivo. Poi ci incontriamo e non una parola e poi? Quel bacio? Chi sei?! Cosa vuoi!? EH? Si può sapere? Cosa volevi? Un'altra botta e via? E questa sera? Mi ami? Sei innamorato di me? Della provinciale? Perchè non te ne torni dalla tua bella aristocratica isterica? Io non ho bisogno della tua carità! Noi! Noi non abbiamo bisogno di te! Come potrei amare una persona come te? Come hai potuto trattare George in quel modo? Tu...- sento che vorrei dire cento altre cose, ma non so nemmeno esattamente io cosa. Vorrei ferirlo come lui ha ferito me,ma non so come! Lui sembrava così convinto, io mi sento così,...così, senza motivi! Ma allo stesso tempo convinta di aver ragione! Convinta che lui ha torto e che è lui che ha sbagliato e che si è comportato male! E che vive di pregiudizi, perchè io non sono una provinciale! Non lo sono! Non lo sono mai stata!

Il suo sguardo mi colpisce. E' ferito.Lui non ha diritto di fare l'aria ferita! Noi, che veniamo travolti al suo passaggio ne abbiamo diritto non lui! Dal suo fascino, dal suo carisma e dal suo egoismo!
- Elizabeth...io...- distoglie lo sguardo. - per questa sera ci siamo detti abbastanza. - si volta e si allontana verso il parcheggio.
La sua figura curva che avanza sotto la pioggia mi fa rabbia e tristezza allo stesso tempo.
Come puoi chiudere così una discussione del genere? Mi lasci senza parole e con un gran dolore. Vorrei urlarti che sei un vile! Ma stranamente ho anche l'istinto di correrti dietro e afferrarti e abbracciarti e costringerti a dirmi perchè! Perchè?!

Perchè cosa?

Jane.
Oddio Jane. Non puoi immaginare che è successo. No. Non ne ha idea. Non potresti. Quasi quasi nemmeno io ce l'ho.
E l'ho vissuto. Ti scrivo una e-mail...si, forse a parole sarebbe più facile da spiegare...scrivere è sempre complicato,ma mi aiuterà a chiarirmi le idee.
Quando avrai finito di leggere, mi telefonerai tu e ...
Non puoi immaginare quanta rabbia ...quanto l'ho odiato! Non credevo di serbare tanto rancore per lui...eppure quando ho iniziato...una valanga!
E devo averlo colpito in pieno.
Ma è stato tutto inutile, tutto inutile.
Di chi sto parlando? Certo, fino ad ora devo essert sembrata una pazza isterica...ahah...già,...rileggendo è proprio un delirio...
Darcy.E non sai la notizia bomba! Lui sarà anche il testimone!
Io non ce la faccio. No,no, no. Io adesso torno a casa. Londra a quanto pare è troppo piccola!
e io...

Toc toc.
Mi giro verso la porta.
Mia zia è lì e mi guarda con un'aria strana...sembra titubante...pensierosa.
- zia?-
- Lizzie, c'è un ragazzo che chiede di te giù...è in salotto...- pare ripensarci - in verità ho insistito io perchè rimanesse, voleva lasciare una lettera e fuggire come un ladro...ma,ho ritenuto più giusto che te la desse di persona...io però ho altro da fare,quindi muoviti! Che ci fai ancora lì seduta?-
Mia zia ha una curiosa luce negli occhi. La guardo senza capire.
Scendo le scale e entro in salotto ma non ci trovo nessuno.
Che fa la zia? Gli scherzi? No.
E là. Di spalle che guarda la libreria...chissà che ha trovato di così interessante.
Mi rendo conto che non mi ha sentito arrivare per cui sta continuando la sua ispezione hai libri dello zio.
Lo guardo. E' vestito come ieri sera. Stessa giacca, stessi pantaloni...tutto molto sgualcito...è per questo che mia zia ci teneva tanto che lo vedessi?
Faccio un passo avanti e una maledettissima asse scricchiola.
Si gira di scatto come una preda che si accorge del cacciatore, è allerta e sembra molto teso.Ci fissiamo in silenzio.
I suoi occhi sono scuri e sul suo viso ci sono marcate occhiaie.
I suoi capelli sono spettinati.
Non sembra nemmeno lui da quanto è trasandato, sono quasi sicura che non si è fatto la barba.
Che ti è successo? Cosa ti ha scombussolato a tal punto? Come fai ad essere comunque bellissimo?

Nella mano destra stringe una lettera.La prende con entrambe le mani e abbassa lo sguardo.
- io...- rompe il silenzio.
- William -
Pronuncio il suo nome...e non so perchè. Forse perchè se pronuncio il suo nome a voce alta mi convincerò della sua effettiva presenza nel salotto. O in segno di saluto. O perchè mi va, o perchè lo voglio rassicurare.
- Elizabeth, sono passato solo per lasciare questa. Ha insistito tua zia per farmi entrare...- si gira a cercarla, forse perchè vorrebbe qualcuno che confermasse la sua affermazione.
Annuisco. - me l'ha detto...ma ha avuto le sue motivazioni...-
Mi porge la lettera.
- Io, non ti voglio disturbare oltre...io...volevo solo...tieni -
Ci siamo avvicinati e ora siamo a un metro l'uno dall'altro.
Allo stesso tempo troppo e troppo poco.
Afferro la lettera e lui la trattiene.
Ci fissiamo ancora in silenzio e io leggo nei suoi occhi l'angoscia.
La molla si volta e se ne va. Ma sulla porta si gira e sussurra un saluto - spero che questo sia solo un arrivederci - tentenna e chiude la porta dietro di se.

Guardo la lettera.
E ora.

Mia zia entra nella stanza. Mi guarda.
- io non so cosa gli hai fatto, ma quel che è certo è che qualcosa gli attanaglia il cuore e che soffre per amore...-
Poi il suo sguardo si posa sulla lettera - non capisco perchè non l'hai ancora aperta.-
Ed esce.

Sbatto gli occhi. Ho come l'impressione di vivere in una dimensione parallela e mi zia non aiuta.
Sempre meglio della mia matrigna però.

Strappo la busta, tiro fuori la lettera,la spiego e mi lascio cadere sul divano.

Lizzie.
Non riesco a dormire perchè non posso non ripensare a quello che mi hai detto.
Lascia che ti spieghi...
Io ci tengo a precisare che non ti ho mai considerato una troia e non ho nemmeno mai pensato a te in questi termini! Come si può farlo di una persona che si stima e per cui si provano dei sentimenti...forti come quelli che tu mi ispiri?
Ma partiamo dal principio....
Direi di iniziare da quella sera che ci siamo conosciuti...
Io non posso pentirmene, mentirei e non voglio, voglio parlarti con sincerità e l'unico modo per farlo è, per una volta, mostrare i miei sentimenti a qualcun altro oltre a me. Mostrarli a te, perchè sei tu che me li hai fatti provare.
Quella sera che ci siamo conosciuti...devo dire che l'idea dell'appuntamento combinato non mi aveva predisposto molto bene nei tuoi confronti. Anzi mi aveva completamente maldisposto, mi sembrava così completamente...assurdo, per non parlare dei modi di fare della tua matrigna, io...io credevo che tu fossi un po' come lei...e il fatto che vi siate scambiate di nome...onestamente mi aveva dato di che pensare, ma più passavano i minuti, più parlavamo, più l'immagine che avevo di te continuava a voler mutare e io non riuscivo a capacitarmene. Non volevo che tu fossi diversa da quel che mi aspettavo. Ci terrei a precisare che sapevamo già prima chi era chi...tua madre ti aveva descritto per filo e per segno. Tu non sei bionda...Hai dei stupendi capelli castano chiaro e i tuoi occhi sono verdi e intelligenti...
Solo dopo ho capito che hai un caratterino deciso e che quella sera stavi facendo di tutto pur di mandare a monte l'appuntamento. E questa idea mi ha fatto pensare che forse quella sera, quando mi hai chiesto di salire, era più per sottolineare la cosa, più che perchè forse io ti piaccio...Non so se mi riesco a spiegare...
La mattina dopo, quando mi sono svegliato io non sapevo che fare. Sarei dovuto andare via prima che ti svegliassi? Non volevo. Volevo rimanere e sentire il calore del tuo corpo vicino al mio e poter accarezzare la tua pelle. Ma mi sono sentito di troppo, fuori luogo e volevo chiederti di rivederci, volevo invitarti a cena, te l'ho anche scritto sul biglietto che ho lasciato sul letto. Non mi hai mai chiamato. Io me ne sono andato via perchè pansavo di metterti in imbarazzo con Jane. Me ne sono andato nonostante volessi chiederti di rivederci e ho aspettato come un idiota una tua chiamata, ma non è mai arrivata e devo confessarti che non l'ho presa bene. Tutte le volte che ci siamo rivisti poi c'era una specie di tensione tra noi che non riuscivo a spiegare. Sentivo quasi i brividi. Ho carcato di fare finta di niente, ma una parte di me era convinta che mi sbagliavo e che anche tu provavi interesse per me...e alla fine ti ho baciata. Mi dispiace, ma lo desideravo troppo. Se ne sono accorti tutti che ormai non pensavo che a te, per questo Charoline ti ha trattata in quel modo e ha fatto notare il segno sul collo. Sperava di farmi capire che non eri quella giusta per me, non sapendo che ero stato io a fartelo,credeva che pensando che tu avessi un altro uomo io mi sarei rassegnato. Illusa.
Poi ti ho vista con George e ho provato quella cosa che tutti chiamano gelosia e ho iniziato a preoccuparmi perchè lui, al contrario di me, riesce simpatico a tutti. Lui è così aperto, così gentile e simpatico, spigliato e socievole,come io non riesco ad essere; io sono silenzioso e cupo, un po' timido forse...ma ti assicuro che io a lui non ho fatto nessun torto... no. Adesso ti racconterò cos'è successo realmente,ma ci terrei a pregarti di non far leggere ad altri questa lettera perchè la cosa non riguarda me personalmente, ma la persona che a me è più cara al mondo, mia sorella Georgia. Lei è dolce e innocente e non è giusto che per colpa di quell'essere ne rimetta ulteriormente. Ha già sofferto tanto e io me ne sento responsabile perchè George era un mio amico e non mi sono accorto di nulla. Con lui sono cresciuto, come saprai era il figlio dell'autista di mio padre, e ci ho passato assieme l'infanzia, siamo sempre stati a scuola insieme,lo consideravo mio fratello.Sai quello un po' più spigliato e affascinante. Un giorno scopro che aveva fatto la corte a mia sorella. Le aveva giurato amore eterno e poi una sera aveva cercato di approfittare di lei. Lei si era rifiutata e così lui arrabbiato si era mostrato per quello che era. Un infame che si era mangiato tutti i soldi che gli aveva lasciato il padre alla morte e che sperava di sistemarsi per la vita mettendo incinta mia sorella e ricattandoci per sposarla. Io e mio padre lo abbiamo costratto a sparire dalla circolazione. All'università era ormai indietro con tutti i corsi, a un passo dall'espulsione se non fosse stato per mio padre. Gli abbiamo consigliato di non farsi più vedere se non avesse voluto passare il resto della sua vita in prigione e poi abbiamo pagato i suoi debiti in giro perchè potesse partire senza doverne più sentire parlare. L'unica cosa che mi dispiace è che Georgia abbia sofferto, che sia stata la vera vittima di tutto ciò, avrei preferito essere io, ma è a lei che è stato spezzato il cuore. Lo amava, ma fortunatamente è stata abbastanza intelligente da capire. Ti prego per questo di non farne parola con anima viva di questa storia, perchè l'unica che ne soffrirebbe sarebbe sempre e solo lei e questo non è giusto. Se chiedi di Wickham in giro qua a Londra, la sua fama lo precede e ti assicuro che se non torna a Londra non è solo per le mie minacce. Tu sei libera di non credermi, ma ti giuro che è solo la pura e squallida verità.
Come sono veri i sentimenti di cui ti ho parlato ieri sera.

Tuo, ora e per sempre,
William Darcy.

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Oddddddioooo! Questa lettera è stata una tortura! Per non parlare dell'intero capitolo!
Siete contente? Sono tornata! Scusate il ritardo!
Prima di tutto voglio ringraziare chi ha commentato e lasciatemelo dire,sono ultra contenta che la mia storia vi piaccia!
In verità non ci speravo...
Spero di aggiornare presto...ma dipende tutto dalla mia testolina...
Baci a tutte!

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Capitolo 9
*** Orgogliosamente FIERO di non avere pregiudizi...secondo lui. ***


Allora, prima di tutto: chiedo perdono. Scusatemi.
Per scusarmi però ho un regalino.
E' una cosa molto semplice e che voglio specificare, non c'entra con la storia.

Diciamo che è uno Spoiler, ma non proprio, perchè il capitolo, che ho quasi finito, non va proprio così anche se è dalla parte di lei, come il resto del racconto.
Questa era solo una prova...per magari un'altra storia, o la stessa,solo dal punto di vista di Darcy, quel gran figo...hhuhum...eheh...
non uccidetemi...è corto...ma è solo per scusarmi e per dimostrarvi che ho continuato a pensare alla storia nonostante i casini con l'università.
Grazie a tutti voi che leggete e che mi fate tanti complimenti, vi ringrazio e vi assicuro che mi fanno tanto bene!


Orgogliosamente FIERO di non avere pregiudizi

Secondo lui...

Leggo. Ora leggo e non ci penso più.
Dichiara...sicuramente...del signor tal dei tali...ma come faccio?
E dai! William! Che vuoi che sia?!? Ormai lei sa. Ha letto! Non potrà non crederti.
Ma se mi parla ancora in quel modo...io...posso sopportarlo una volta ed è più che abbastanza!
Non ne aveva il diritto! Avrebbe dovuto venire a chiedermi! E poi... Basta. Ho detto basta pensarci anche perché tra poco sarà qui.
Già...d’ora in avanti lavoreremo gomito a gomito...che sia stata una buona idea? Che poi non è nemmeno mia come idea, ma dato che sono l’associato più giovane...uff...ma non ha nemmeno finito l’università...non ancora...è presto per un praticantato in uno studio del genere...beh...anche se in effetti anche io all’epoca ho fatto praticantato in questo studio...ma perché mio padre è uno dei soci anziani…insomma! ...Raccomandata? Oddio William, come sei patetico, cos’è? Non può essere abbastanza brava da essere accettata in questo studio per uno stage? Certo che sì! Non è che solo il fatto che sia una bellissima ragazza di provincia, con degli occhi molto espressivi e un fisico niente male vuol dire che sia scema e che tutto ciò che vuole lo può ottenere anche solo grazie al suo fascino.
William Darcy! Da quand’è che sei diventato così...maschilista?
Poi su di lei! Fosse scema! Ma invece no! La conosci perfettamente e sai che è una ragazza intelligente e che in questo studio si troverà benissimo, perché verrà accolta con calore da tutti i soci maschi che non vedranno l’ora di portarsela a letto come fanno con ogni assistente o segretaria che passa... Ah! Ecco cos’era signor Darcy, siamo…gelosi?
NO!
Beh...non ... forse...ecco, solo un pochino.
Ma dai, infondo io sono molto meglio di Long. Ho un profilo più bello, sono più simpatico, sono più ricco... e modesto...già
William si tira un colpo in fronte. Basta. È decisamente ora di finirla con sta storia.
Mi sta venendo un mal di testa allucinante.

Preme il bottone.
Dal ricevitore gracchia una voce femminile.
- Si signor Darcy? -
- Sue, non è che avresti un’aspirina? Ho un mal di testa... - Il tono lamentoso della mia voce, lo so, la farebbe correre fino in farmacia in due secondi pur di accontentarmi.
- Oh, signore, adesso provvedo a portagliela, due secondi e arrivo.-
Sorrido - grazie -
Che mal di testa.
Mi porto un dito in mezzo alla fronte. Come se potesse alleviare il dolore. Forse dormire 5 ore in due giorni non mi ha fatto molto bene...direi proprio di no...tutta colpa sua...e mia in effe…e…e…ciù.
Tiro su col naso.
Dannazione!
-salute.-
Alzo lo sguardo.
Una donna stupenda, affascinante e con uno stupendo sorriso mi guarda dalla porta.
- Lizzie…-
Lei distoglie lo sguardo. Poi lo riposa su di me.
Mi sento un cretino. Il tono con cui ho detto il suo nuome…patetico!
Lei sorride però…anche se sembra in imbarazzo.
- non sapevo lavorassi qua…-
- Questo studio lo ha fondato mio padre.-
Si morde il labbro. Che vorrà dire?
- già, che stupida....- si gira verso il corridoio e tentenna - io...- inizia - io dovrei andare dal mio responsabile…anche se…- mi guarda negli occhi - non so ancora chi sia -
- sono io -
La sua reazione non saprei come interpretarla, ma forse è meglio così.



allora? Che ne dite? XP

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Capitolo 10
*** Il diavolo veste prada, io gucci ***


SAAAAAAAAAAAAAAALVEEEE!!

Questo è il vero Nuovo Capitolo.

Alcuni ringraziamenti :D


Sif,sarawinky,Irish,Kyryu,Sognatricecoipiediperterra,LadyElizabeth,Isy_264,tartis,kiravf,daydreamer88,Caline e tutti/e coloro che mi hanno messo tra i preferiti o tra le storie seguite!

Vi ringrazio perchè è per voi che mi sono imposta di continuare questa storia, e non ho fatto come il mio solito e ho lasciato tutto a metà...

Grazie per le vostre bellissime recensioni e grazie per aver letto la mia storia.
Grazie per tutti i complimenti! In poche parole...Grazie di tutto!!:D
Ma mi raccomando, continuate a seguirmi ;D!!


Il diavolo veste prada, io Gucci.

Avrete sicuramente visto il film “Il diavolo veste Prada”, insomma, chi non l’ha mai visto?
Io un sacco di volte. In effetti… forse troppe.
Comunque…Avete presente l’entrata del grattacielo degli uffici di Runway?? Ecco la hall degli uffici è circa simile, in senso sulla stessa tipologia, piano terra di un immenso grattacielo, decine di uomini e donne vestiti estremamente eleganti e un arredo che grida da ogni lato, siamo fighi, abbiamo soldi e abbiamo molto stile...insomma siamo 20 passi avanti a te.
La segretaria dietro al bancone in marmo verde mi guarda da dietro le finte lenti dei suoi occhiali dalla montatura improbabile.
“’cavolo hai da fissare?”
-Buongiorno, ho un appuntamento con...il responsabile degli stagisti? -
Improvvisamente mi rendo conto di non avere la minima idea di con chi devo parlare…
- ho parlato con la signorina Rose...-
- uh-uhm, si, un attimo, il suo nome? -
Si guarda le unghie con non curanza.
- Elizabeth Bennett...- la mia voce esce fredda e acida.
Un’antipatia a pelle per questa donna mi fa venire un’irritazione... “calma Eli, calma, non puoi staccarle la testa, non sarebbe carino, adesso hai altri casini da risolvere, non puoi farti mettere in cella, poi non riusciresti più a risolvere con lui, respira e sorridi….”
La segretaria ripone la cornetta e mi guarda con sufficienza, ma la vedo tentennare.
Io sorrido ancora di più. Lei schiarisce la voce e si fa seria.
- 40° piano, terza porta a sinistra- Scrive qualcosa su un pezzo di carta e lo fa scivolare verso di me sul bancone. - aspetti nella saletta. Buona giornata. -

Sollevo il foglietto e mi dirigo verso gli ascensori. “aspetti nella saletta? Che vuol dire?”
Entro in ascensore e non sono sola. Altri due uomini. Vestiti elegante. Sguardi allegri e superbi.
Mi squadrano e fanno un sorrisetto.
Io mi sistemo la gonna e la borsa sulla spalla.
Mi sento a disagio. Li guardo seria. Appena le porte si aprono sfilo via dall’ascensore e mi dirigo a destra e vado dritta con passo deciso.
Infondo ho il mio vestito di Gucci! Accidenti! Devo darmi un attimo di tono! Ok, è vero, il diavolo vesterà anche Prada, ma io vesto Gucci, che è meglio!
Guardo il foglio.
Mi giro e torno sui miei passi.
Sempre con passo deciso.
“Cazzo!”
Uff...ma come si fa?? Ma perché devo sempre fare queste figure?!
Ovviamente ripasso davanti ai due uomini e sento i loro occhi seguirmi fino alla terza porta a “sinistra”.
Mi fermo e respiro. Bene Lizzie, adesso rimetti in moto il cervello, bussa e vai!
Toc toc.
Apro la porta e ...
Mi ritrovo davanti una segretaria di una certa età in una spaziosa saletta d’aspetto.
La signora mi sorride.
- Buongiorno,lei deve essere la signorina Bennett, vero?- annuisco. Sul cartellino sul tavolo c’è scritto Emily Rose. - sieda qua, arriveranno subito - sorride.
Impacciata ricambio e mi avvio verso il divanetto nero.
Io odio i divanetti. Specie quando sono in tacchi e ho una gonna stretta.
Lo osservo e mi decido. Mi siedo.
Sento il tessuto della gonna che inizia a tirare e in bilico sui tacchi non so bene come riesco a sedermi senza fare un tonfo molto sgraziato e alquanto imbarazzante.
Solo l’idea che a in un secondo momento dovrò rialzarmi mi fa sentire male.
Per distrarmi faccio vagare lo sguardo per la stanza e per caso si posa su una porta dove una targhetta dorata avvisa che quello è l’ufficio dell’avvocato FizWilliam Hunter.
Fizwilliam.
Fiz.
William.
William...già...
Perchè tra tanti nomi proprio questo?
William.
Una settimana. È passata un’intera settimana da quando è venuto a consegnarmi quella lettera e non l’ho più visto. Né sentito. Non si è fatto vivo. Non ha chiamato…
Forse dovrei fare io il primo passo.
Forse.
Adesso però, ho altro a cui pensare. Appena uscirò da questo ufficio...no, ok edificio...il mio sguardo si posa sui tetti delle case fuori dalla vetrata alla mia destra...ok, grattacielo, lo chiamo. Giuro.
Vengo ridestata dal mio mondo di pensieri attorno a lui dallo schiarirsi di voce della segretaria ora in piedi in mezzo alla stanza.
Sorride.
- cara, io devo andare a fare delle commissioni, lei aspetti qui, non ci vorrà molto…se vuole là ci sono delle riviste.-
Il mio sguardo segue il suo gesto e cade su un mobiletto dove sono disposte molto ordinatamente tutta una serie di riviste su avvocati e legge, corte e giornali del giorno.
“un cosmo no eh? Vabbè…”
Sorrido - grazie -
È stata gentile ad avvisarmi che prima che veda qualcuno passerà qualche ora…già.
Mi siedo più comodamente sul divano.
Guardo l’ora. 10:30.
Si sono stata puntuale come un orologio svizzero...
Inizio a sfogliare delle riviste…
Guardo l’ora. 11.15.
Le scarpe stringono e inizio a sfilarle leggermente… la segretaria intanto è tornata.
La guardo e incrocio il suo sguardo. Mi sorride colpevole e alza le spalle come per dire, mi dispiace, ma non posso farci nulla.
Mi siedo di traverso sul divano.
Tiro fuori il mio i-pod.
A mali estremi, estremi rimedi, non mi risulta che ascoltare la musica sia un segno di maleducazione. Per sicurezza lo tengo a volume basso.
Guardo l’orologio. 11:45.
Mi sfilo la giacca.
Il sole illumina tutta la città e un colombo passa danti alla vetrata.
Mi sfilo le scarpe.
Sono le 12:30.
La segretaria si alza e prende la borsa.
- Cara, io vado a pranzo, ma vedrà che adesso finiscono -
Sorride gentile.
Io sorrido “si, finisco subitissimo...già…circa altre tre ore…ma che vuole che sia…”
Appena esce dall’ufficio mi alzo in piedi. Dopo essermi sfilate le scarpe ovviamente!
Senza i tacchi è semplicissimo.
Alzo un po’ il volume sulle note di Bob Dylan e inizio a gironzolare per l’ufficio, iniziando a leggere le varie targhe appese al muro.
Diploma,specialistica, onorificenze, altre targhe strane, una foto…
Tre uomini in giacca e cravatta che sorridono.
Quello a sinistra ha un’aria familiare.
È un bell’uomo, alto, ma con i capelli bianchi, ma uno sguardo intelligente e blu.
Molto, ma molto familiare.
Mi avvicino per guardarlo meglio.
Faccio un salto quando mi sento toccare una spalla.
Sussulto e mi giro di scatto.
E poi mi viene un infarto.
Due occhi quasi identici a quelli dell’uomo nella foto mi guardano divertiti.
I miei di occhi devono essere leggermente allucinati. Io almeno mi sento così.
Che diavolo?
Bob Dylan ora è di troppo. Mi strappo le cuffiette dalle orecchie e mi esce spontaneo un - Darcy? - intriso di stupore,meraviglia e delusione. Non era così che volevo rincontrarlo!
Ma…ma lui che ci fa qui?
Lui sorride divertito. Si gira verso un altro uomo, un po’ più in carne,o meglio, grassoccio, lo stesso nella foto con l’altro uomo dallo sguardo blu.
- Fizwilliam, ti presento Elizabeth Bennett, la nuova stagista dello studio…-
Lui mi guarda, ha un’aria simpatica, gioviale, da buono; mi sorride - beh, siamo fortunati, - mi porge la mano - piacere signorina, sono Fizwilliam Hunter, benvenuta in famiglia - scherza.
Io spaesata gli porgo la mano.
Che diavolo ci fa qua Darcy?? E che ne sa che sono la nuova stagista? E poi non so nemmeno io se sono la nuova stagista.
Lui mi guarda con i suoi intensi occhi blu e il suo solito sguardo enigmatico.
Profondo.
Magnetico.
- Mi spiace per il ritardo. Ma eravamo in riunione…adesso pensavamo di andare a pranzo, vuoi venire con noi?-
Ok. Sto perdendo qualche passaggio. Accetto.
Annuisco. -si, andiamo…-
Lui sorride. Sembra così rilassato, così tranquillo…
Poi il suo sguardo cade giù sui miei piedi.
Attraverso le calze color carne si intravedono le mie unghie smaltate di nero.
Io seguo il suo sguardo e sorrido imbarazzata.
- Giusto! un attimo che prendo la borsa e arrivo -
Con passetti veloci raggiungo il divano e mentre afferro la borsa mi infilo le mie scarpette di cristallo alte 10 cm e li raggiungo con la giacca in mano e un sorriso falso come pochi..
Non mi sono mai vergognata tanto.
In corridoio rincontriamo i due uomini dell’ascensore e questa volta sembra quasi che non mi vedano, salutano seri con un gesto del capo e tirano dritto.
Io mi volto a guardare i due uomini che camminano con me.
I nostri sguardi si incrociano e il suo è allegro.

Seduti al ristorante mi sarei aspettata che William restasse serio e facesse finta di non sapere più di tanto su di me, invece appena seduti mi prende una mano tra le sue.
- mi spiace davvero per prima, ma ci sono alcuni problemi con un caso che stiamo seguendo assieme, te ne parlerò… spero mi perdonerai…-
Io continuo imperterrita nel mio silenzio attonito…
E lui sorride ancora.
- ti vedo sorpresa di vedermi...ma cosa ti aspettavi? Che lavoravo in uno studio legale a Londra te l’avevo detto. Non avrai pensato che lavorassi alla concorrenza? Era ovvio che lavoravo alla Brandly e Darcy, non credi? -
B&D.
Brandly.
&.
Darcy.
Oddio ecco dove l’avevo già sentito.
Scuoto la testa. - non avevo collegato. Stupidamente non avevo minimamente collegato - faccio una smorfia - non molto buono come inizio, no? Un avvocato dovrebbe essere un minimo perspicace…io in questo caso… -
Fizwilliam ridacchia - su signorina, non si preoccupi, ormai lo studio è conosciuto più semplicemente come sigla che con i nomi per esteso,in pochi se lo ricordano ancora che i due soci fondatori sono il signor Darcy e il signor Brandly… -

Faccio una smorfia e svuoto il bicchiere.

Resoconto della giornata: non sono nemmeno le due e non ne è andata bene una. Perfetto!

Ci penso su.
Beh, dai, non è vero.
William mi tratta bene, sono la nuova stagista dello studio più illustre della città e da oggi in poi lavorerò a stretto, strettissimo contatto con un bel moro dagli occhi azzurri,che potrei voler di più? L’amore della mia vita?
Mi lascio scappare un sorriso radioso e mi sento stringere la mano da una stretta calorosa.
Un paio di occhi blu mi guardano pieni d’amore.
Beh…forse ce l’ho.

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Capitolo 11
*** Si inizia a sgobbare... ***


Orgogliosamente fiera di non avere pregiudizi!


Si inizia a sgobbare... il primo giorno...


Un rumore di macchina che si ferma davanti alla porta cattura l’attenzione della signora Gardiner seduta in cucina a leggere il giornale sorseggiando un tè caldo.
Il rumore di passi sulla ghiaia la convincono a posare la tazza e a sbirciare dalla finestra.
La vista della macchina scura ferma davanti alla scalinata e dell’uomo davanti alla porta la fanno sorridere.
Al suono del campanello, si avvia con calma verso la porta e con un sorriso gentile sulle labbra apre la porta.
buongiorno, è un piacere rivederla -
buongiorno a lei -
vuole entrare? Le posso offrire un tè? -
grazie mille, ma sono solo passato per offrire un passaggio a Miss Bennet -
Lei fa un faccia dispiaciuta - mi spiace caro, ma Lizzy è già uscita da un’oretta ormai...-
lui la guarda stupito - davvero? Ma sono solo le 8, dov’è andata? -
La signora Gardiner sorride - beh, era talmente elettrizzata dall’idea del suo primo giorno di lavoro che non è riuscita a stare a letto più a lungo delle 6, senza ovviamente risparmiare nessuno in casa...già... l’unica mia fortuna è che a una certa età ci si alza comunque presto... - fa oscillare un po’ la testa - non che mio marito la pensi esattamente così...ma ...è uscita verso le 7, mi spiace...però immagino le farà piacere sapere che è passato... -
lui si schiarisce la voce imbarazzato - si, in verità passavo di qua per una questione di lavoro così ho pensato che...vabbè - sorride con gentilezza a quella strana signora che ogni volta lo mette in imbarazzo - la saluto e le auguro buona giornata e ... - scuote leggermente la testa corrucciando le labbra - non è strettamente necessario che avvisi Lizzy che sono passato - tenta lui invano.
La signora Gardiner ridacchia - oh, ma si figuri Signor Darcy, sarà un vero piacere farlo, non si preoccupi, buona giornata -
-come non detto... eheh, - commenta lui piano - buona giornata a lei signora Gardiner, arrivederci...- saluta ancora lui allontanandosi sul vialetto.
lo spero!- commenta la donna sorridendo saputa e si chiude la porta alle spalle.





In un primo momento l’idea di andare a lavoro presto le era sembrata brillante. Stupenda. Da fare subito.
Adesso, in un secondo momento quell’insana idea le si rivelava in tutta la sua stupidità.
Non tanto per il fatto che non le era ancora stato assegnato nessun compito o che non sapesse nemmeno dove dovesse andare o a chi si dovesse rivolgere.
Neanche perchè a quell’ora non c’era nessun altro oltre a lei e gli addetti alle pulizie, almeno in teoria.
No, non era quello il problema.
Le piaceva poter girare indisturbata per l’edificio e poter entrare in quelle sale spaziose e importanti dove ogni giorno avvenivano incontri tra grandi avvocati e dove si sente aleggiare una sorta di atmosfera particolare, come un odore, di competenza e serietà. Per non parlare di come le era palpitato il cuore nell’entrare nella biblioteca. Si, ovvio, tutti i libri riguardavano codici giuridici, penali, precedenti e simili, ma il tutto era rilegato con tanta cura e l’intera stanza trasudava così tanto sapere che si era sentita trasportare indietro nel tempo, alla prima volta che era entrata nello studio di mio padre. Lì in verità quello che si sentiva più forte era l’odore della pipa di suo padre,dettagli, ma quella sensazione di infinita inferiorità rispetto al luogo in cui si trovava, forse data anche dal fatto che in quella stanza non sarebbe proprio dovuta entrare...
“Già, non sarei dovuta entrare.”
Se l’era già ripetuto circa un centinaio di volte da quando, dopo aver fatto un giro completo su se stessa per poter rimirare meglio la sala si era accorta che a una delle poltrone era comodamente seduto qualcuno con un libro sulle gambe e una tazza in mano.
Ovviamente quello non poteva essere altri se non il suo capo.
Non che lo avesse mai visto di persona,ma tra la foto vista il giorno prima e la somiglianza con il figlio non le era servito un secondo sguardo per riconoscerlo.
buongiorno -
Anche il tono di voce era lo stesso. Superiore.
mi scusi, signor Darcy, non era proprio mia intenzione disturbarla, io...non l’avevo vista e stavo ammirando la stanza e...- faccio un respiro - mi scusi, la lascio non voglio disturbarla oltre -
Se è minimamente uguale al figlio la mia interruzione deve averlo alterato non poco, specie per la mia “insolenza” nell’irrompere in quel modo a disturbarlo.
Già, peccato che in verità ero sgusciata dentro in punta dei piedi senza fare il minimo rumore e che non avevo fatto niente per disturbarlo.
L’unico rumore che ho prodotto è stato un “wow” e anche abbastanza sussurrato... cioè, mica sono il tipo di persone che va a disturbare la gente che legge! So cosa vuol dire non voler essere disturbati mentre si è assorti nella lettura!
signorina? -
Mi blocco alla porta che ormai avevo raggiunto nella mia fuga. Mi rigiro e sorrido con aria addolorata.
signorina, non serve che se ne vada, la stanza è talmente grande che anche se siamo in due ci non disturberemo e così poi, lei potrà continuare ad ammirare estasiata i libri... - sorride divertito.
Già...ammirare estasiata. Devo dire che sono sconcertata...dalla sua gentilezza.
dice davvero? Non la disturbo? - Lui annuisce e un sorriso mi nasce spontaneo. - grazie - e così torno sui miei passi.
Beh, dai infondo pensavo peggio...non mi ha neanche fatto domande...
Prendo coraggio e mi avvicino di più agli scaffali e inizio a leggere i titoli sui dorsi dei libri, poi ne afferro uno e mi siedo tutta contenta al grande tavolo al centro della sala.

Il rumore della porta che si apre mi fa alzare lo sguardo.
Lizzy! Eccoti! E’ un’ora che ti cerco! Che fai qua? -
Sono sorpresa - Ma che ore sono? -
le 8.25...-
corrugo la fronte - ah...è presto... -
-uhm, sì...ma, non era per lavoro...no, ti cercavo perchè ti volevo chiedere...- William inizia ad aggirare il tavolo per raggiungermi.
Io spalanco gli occhi.
Getto uno sguardo alle mie spalle e cerco di fargli cenno per fargli notare l’altro ospite della stanza.
Will mi guarda come fossi pazza,mentre con un leggero scattino con la testa cerco di spingere il suo sguardo verso le poltrone poste dietro di me.
tutto bene? -
Io mi alzo di scatto - certo! - e con la mano cerco di non farmi vedere mentre gli faccio segno di guardare dietro di me, mentre vado a riporre il libro.
Lui sembra capire e...vedere.
Buongiorno papà, non ti avevo visto! -
Il vecchio fa un cenno con il capo - buongiorno William - e sorride.
Io e Will lo guardiamo in silenzio, come in attesa di qualche sua frase...ma niente. Will si gira verso di me, schiarisce la voce e ... - Bennet, adesso dobbiamo andare, così ti mostro la tua scrivania e iniziamo a lavorare... -
Il signor Darcy si alza - Ah, così è lei la nuova stagista... Benvenuta allo studio signorina Bennet... - poi si gira verso il figlio - Will, non ti puoi certo lamentare, quest’anno oltre che brava è anche molto bella... - si dirige verso la libreria e depone il libro, poi si gira verso di me. - Will è sempre stato diffidente verso le donne avvocato, mi raccomando, gli dimostri il contrario! Ho fiducia in lei, infondo l’ho scelta io tra le migliaia di domande! -
Io sono basita.
Il signor Darcy si spazzola velocemente i vestiti per far andare via le pieghe dai vestiti, mentre Will ha lo sguardo fisso per terra, come se improvvisamente gli arabeschi del tappeto fossero diventati l’elemento più interessante della sala.
beh, ragazzi miei, forza! Al lavoro! Siete giovani ed energici, siete il futuro dello studio! Dovete darvi da fare! - Io sobbalzo leggermente e dopo un saluto veloce e un cenno del capo seguo Darcy fuori dallo studio e poi giù per vari corridoi.
Arriviamo infine in un ufficio dall’arredamento severo ed essenziale, con totale assenza di foto o riferimenti al suo occupante, ma molto spazioso. Io guardo Darcy che si dirige direttamente alla scrivania ordinata,ma ricolma di fogli e incartamenti. Sì è la prima volta che vedevo una scrivania stracolma di roba,ma ordinata.
Un brivido mi percorre la schiena, è un maniaco dell’ordine...
Rimango immobile al centro dell’ufficio mentre lui inizia a rovistare tra le carte.
Dopo un paio di minuti sbuffa e il faccio un passo avanti. - maledizione! -
-hu? -
Lui punta i suoi occhi su di me - non puoi essere arrabbiata con me, io non ho alcun potere decisionale su chi viene assunto, mi sono semplicemente limitato a stare zitto...- “mi sembra un ottimo motivo...” poi piega la testa... - beh, in verità qualche candidato ho anche spinto perchè venisse scartato....ma...se tu sei qua...- “ ah! Non esserne troppo entusiasta “ torna a rovistare...
-hum...-
-ma dove cavolo hanno messo quel fascicolo?! -
Con un gesto riesce a spalmare ogni superficie del tavolo con qualche carta, e non è un tavolo piccolo...
Fortuna che era maniaco dell’ordine.
senti! vieni qua a darmi una mano che se rimani là a fissarmi con quell’aria non sei di nessun aiuto! Aiutami a trovare la cartella del caso Kazin; hanno messo le mani tra le mie cose e hanno cambiato l’ordine e la disposizione dei fascicoli...-
Io alzo un sopracciglio “ah, ecco...e comprarsi uno schedario?”
- e non so...una di quelle cose chiamate...schedario? - lo provoco avvicinandomi al tavolo.
lui mi guarda male - un’altra frecciatina signorina Bennet e passerà il resto della settimana a ricopiare atti...- e riprende le ricerche mentre scoppio a ridere - perchè? Invece volevi mettermi a lavorare a una causa? - - ora non più...-
Io prendo un fascicolo in mano e inizio a sfogliarlo - uhm...che peccato...era un caso di affidamento... -
Lui alza la testa di scatto e si allunga a prendere il fascicolo - Bennet, leggi bene ogni riga perchè ti toccherà ricopiarla in triplice copia - mi sibila velenoso mentre io mi allontano impedendogli di afferrarlo.
Tra me e me ridacchio, mentre osservo di nuovo lo studio e noto per terra degli scatoloni con dentro degli oggetti.
ma stai cambiando ufficio? -
Lui mi raggiunge afferrando l’incartamento - no, l’ho appena cambiato...-
perchè? -
perchè nell’altro non ci stavano due scrivanie! -
ah... e perchè ti tocca dividere l’ufficio? -
Mi guarda come se fossi una mongola - perchè sennò tu finivi a lavorare in corridoio...-
“ah...” - ah, grazie... - mi avvicino agli scatoloni e mi cade lo sguardo su una foto dove ci sono Darcy e una bella ragazza abbracciati e sorridenti su una barchetta. La tiro su e gliela mostro - quindi questa foto è tua - gli domando con astio. “ma guarda te questo! Vediamo se ha il coraggio di smentire adesso! Ma guarda lei! Sembra così giovane!!”
Lui la guarda e sorride - Georg... -
“ georg? Che nome è? “ io riguardo la foto.
te la devo far conoscere, beh...lei in effetti voleva vederti prima del matrimonio,...- “ matrimonio?!?” - ma adesso è a Parigi, studia là... - “ è a Parigi? Quindi tu sei libero di fare quello che vuoi?! ma brutto bas...” - anche se nostro padre non ne è molto entusiasta, è logico no? è la sua bambina in giro per il mondo da sola ...- “nostro padre? la sua bambina?!” sono stranita. - anche tuo padre non dev’esser stato entusiasta della tua part... tutto bene Lizzy? -
Io lo guardo con l’aria confusa - ma è tua sorella? -
Lui mi guarda sorpreso - certo, è Georgiana - e io piego un attimo la testa - ma di che matrimonio stavi parlando? -
Lui sbatte gli occhi, del tipo “sogno o son desto?” - Lizzy, quello della tua migliore amica, quello dove farai da testimone, quello per cui oggi dobbiamo andare a provare i vestiti...hai presente? Quello per cui stiamo facendo le lezioni di danza? -
Mi illumino come una lampadina. Infatti divento incandescente.
Il matrimonio!! Come cavolo avevo fatto a dimenticarmi del matrimonio e di quel mostro della zia di Darcy?! E di dovermi trovare un vestito!
Cazzo.
ah che pensavi? - mi domanda incuriosito lui...
eheh...niente - cerco di eludere, guardandomi in giro alla ricerca di qualcosa che possa distogliere la sua attenzione e... -... oh! Degli uomini con una scrivania! -
Dalla porta aperta entrano tre uomini piegati sotto il peso di una semplice scrivania nera e chiedono dove appoggiarla con l’aria di chi sta soffrendo parecchio e Darcy gliela fa posizionare sulla destra.
Darcy si avvicina al tavolo e ci passa sopra una mano poi si gira verso i tre uomini - il resto? -
arriva subito - e schizzano fuori dalla stanza.


Le due ore successive sono intervallate dall’entrata di pezzi del mobilio, tra cui schedari vuoti che mi toccherà riempire e scatole di libri da disporre nella libreria...in ordine alfabetico per titolo e autore.
A mezzogiorno la mia schiena è a pezzi, so il titolo di ogni libro della libreria privata di William Darcy e provo un certo odio per il mio diretto superiore e un odio profondo per la sua segretaria, che più di una volta è entrata in tutto il suo splendore nello studio per consegnare degli appunti, sculettando sui suoi tacchi alti, mentre io ero alle prese con la catalogazione dei libri.
Secondo me lui non si rende conto del modo in cui lei lo guarda. Ma non ci credo! Cazzo! Lo spoglia con lo sguardo! Bah...magari hanno avuto una storia...
Guardo il nome dell’autore Foucault...”oddio...sono solo alla F...”


Il mio cellulare suona. Chi chiama?
Mia zia. Rispondo. - ciao! Cosa? Ah...davvero? Hmpf...si, ok, no dai, non mi sembra, uff,...va bene...ciao zia.-

Quando chiudo la chiamata sorrido. Con la coda dell’occhio vedo Will agitarsi sulla sedia.
Signor Darcy ... -
Lui alza lo sguardo ed assume un espressione severa. - si Lizzy? Spero che sia una cosa importante...-
Io annuisco convinta e lui sembra ingoiare a forza.
-mia zia chiede se domani mattina vorrà fermarsi a fare colazione con noi e se preferisce latte o caffè... -
Si porta una mano alla cravatta e si sistema il nodo, mentre, forse è solo una mia impressione, il suo viso si colora un po’ di rosso.
Ringraziala, ma dille che domattina sarò impegnato e che oggi...come le avevo già detto, è stato solo un caso...passavo di là...-
Il mio sopracciglio si alza. - Passavi di la? - mi alzo da terra e mi avvicino alla sua scrivania e lo guardo negli occhi - sei passato a prendermi questa mattina? -
Lui mi guarda serio - non te lo aveva detto? - tentenna.
Io sono sorpresa, piacevolmente ovvio! - no! -
Lui sbuffa e sorride - che pollo... - mi guarda sorridendo, poi inizia a spiegare - ero passato a prenderti per andare a fare colazione assieme...per questo sta mattina...beh...adesso lo sai...e te l’ho detto io...- scuote la testa sorridendo.
Io mi siedo sul tavolo - beh...possiamo sempre andare a pranzo assieme se ti va’... ma stavolta offro io! -
Lui mi sorride.
Mi piace quando sorride.
Entra la segretaria e si ferma a guardarci interdetta.
Io la guardo. -si? - “ brutta baldracca? ” sorrido maligna.
-Signore, -si rivolge a Will - il signor Darcy desidera vedervi nel suo studio ...entrambi.-

-------
Popopooooo...Buon anno a tuttiii!! :D
Ammetto che il capitolo l’ho cambiato...inizialmente l’avevo pensato diversamente...ma forse è meglio spostarlo più avanti...cioè per la prossima puntata.
Sono un po’ interdetta su Darcy Senior...perchè la Austen non ne parlava...dovrebbe essere morto...ma si sa...oggigiorno la gente vive più a lungo!
Ho provato a farne una figura un po’ enigmatica...severo, ma nel suo lavoro, e sveglio, non troppo all’antica, simpatico e gentile,ma comunque una persona autoritaria e ferma nei suoi principi...
Una persona diversa dal figlio, più chiuso e rispettoso del codice. Il padre ha più esperienza ed è più flessibile.
E soprattutto non è stupido, per niente.


Vi è piaciuto il capitolo?

Ringrazio di cuore chi ha commentato.
Channy: troooooppo gentile! Devo confessarti che il intento era proprio quello! Sono felice di esserci riuscita! Grazie! ;D
Irish: dici troppo presto(la stretta di mano)? Ma sai, io ho scoperto che gli uomini sono così...incostanti e imprevedibili. Ogni tanto ti verrebbe da spaccargli la testa ogni tanto li vorresti baciare. Hanno in testa qualcosa che li fa essere così...chissà cos’è? Darcy reagisce solo al modo di fare di Lizzy...vede che è positiva, che non è arrabbiata e quindi, crede di avere qualche speranza...poi in definitiva è un gesto non molto intimo che fanno praticamente non visti,seduti in un ristorante qualsiasi in presenza solo di un amico di vecchia data.
E poi, la verità è che mi piace gestire la storia in modo spensierato...almeno in apparenza, perchè infondo le azioni delle persone molte volte sono imprevedibili e l’unico modo per essere verosimili è provare ad esserlo a mia volta.
Isy_264: Si, io torno sempre, prima o poi. :D Tu dirai meglio prima che poi...in effetti...non hai molto torto. Mi spiace per le lunghe attese...è che sono un tipo scostante...:D
Però sono felice che la storia ti piaccia!
Sognatricecoipiediperterra: (nick impegnativo,ma interessante ;D) Grazie, mi fa piacere che ti piaccia la scena...devo dire che anche a me è piaciuta molto...ho resistito alla tentazione di farla trovare distesa sul divano al contrario, con le gambe appoggiate allo schienale e la testa a penzoloni e i capelli sparsi sul pavimento...sarebbe stato troppo XD
Grazie mille per i complimenti!
Sif: ma ciao! Grazie per la valanga di commenti! XD Davvero credi che sia uno dei capitoli migliori? Grazie! E dei titoli? Nessuno me li commenta mai...e io che ogni volta mi ci scervello sopra per ore(non questa volta...XP)...sono almeno un po’ carini? Pensa che ogni tanto, in base al titolo del capitolo, (che scelgo sempre una volta subito prima di postare) cambio perfino alcune parti della storia ...eheh...sono lesa,lo so...

Ancora un grazie a tutti quelli che seguono, leggono e commentano!
Buona giornataaa!

Non vi dico a presto, perchè non voglio essere ipocrita, quindi...

Alla prossima... e speriamo che non sia troppo in là ;D

Freeze



Se vedete qualche orrore ortografico, vi prego, avvisatemi,perchè sono una donna distratta e non posso farci nulla...:(...grazie :D

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Capitolo 12
*** Pretty woman ***


Pretty Woman...

Avevo sempre sostenuto che lo shopping fa male. Nei lunghi pomeriggi con la mia personale oca rosa e ciarlante a fare shopping ero arrivata a questa conclusione:stare troppo in un camerino, specie se questo è illuminato direttamente fa faretti che farebbero arrosto anche un maialino con la mela in bocca, fa rincretinire.

Oggi ho concluso che non fa solo rincretinire...può fare anche di peggio!
Specie se sai che dietro a quella velina bianca e semitrasparente che le commesse chiamano “tenda”, c’è seduto un uomo alto moro e dagli occhi color mare in tempesta...

Che caldooooo...

Mi faccio un po’ d’aria con una mano.
L’immagine di lui che, in un momento di distrazione delle commesse, si intrufola dentro al mio camerino mentre sono ancora mezza nuda continua a ripetersi a cadenza regolare nella mia mente. E’ come come stare in un film. Mi basta chiudere un occhio che mi appare davanti tutta la scena come fossi un’attrice in un film...uhm...vietato ai minori.
Lui entra furtivamente e io mi giro verso di lui scandalizzata cerando di coprirmi con il vestito che non so perchè, ma chissene frega, non sto nemmeno cerando di indossare. Lui mi guarda con i suoi occhi di fuoco e passione e mi dice
“ dio mio! Ma hai bisogno di qualcuno che ti aiuti a metterti il vestito?!? Cavolo per provarti due stracci ci stai impiegando tre ore!!”
Rimango basita dal mio stesso pensiero.
Meglio che mi sbrigo ad uscire da sto posto prima che Darcy entri effettivamente a dire quello che ho pensato!!

-tadaaaaan -
esco fuori dal camerino con il trecentesimo vestito.
Guardo verso di lui e ...
Vuoto.
Mi guardo attorno e...non c’è nessuno.
Ma che?? Forse inconsciamente sapevo che sarebbe successo una cosa del genere...
Arriva la commessa sorridente...
Un moto di stizza sale sale su per il vestito bianco da damigella...
Oh signorina, che bene che le sta questo!! - esclama gioiosa.
si, tanto bene, come gli altri 299...Il signor Darcy?-
oh, ha ragione le stanno bene tutti - risponde senza raccogliere la mia provocazione ...maledetta vecchietta smielosa...- il Signor Darcy è andato un attimo a sgranchirsi le gambe...sa...erano 3 ore che stava seduto lì....-
Ah ah, frecciatina...sospiro affranta.
Già, tre lunghe ore, da quando mi ha praticamente costretta a lasciare l’ufficio.
Io l’avevo avvisato che non sarebbe stata un’impresa semplice.
Un altro sospiro e mi metto a rigirarmi affranta davanti allo specchio...

-bah...non mi convince tanto...è troppo...vaporoso...sembro una...meringa...no...meglio una...-

ehi principessa - Beh, non proprio,ma se lo dice lui mi fido...
Mentre mi giro mi costringo a togliermi dagli occhi quel luccichio che ho visto nello specchio al sentire la sua voce.
Lui mi guarda allegro. Io lo guardo basita.
- ho trovato il vestito! - esclama contento.
Io lo guardo dubbiosa.
dopo 3 non hai ancora capito che è un’impresa titanica?? Come puoi averlo trovato al primo colpo?! -
invece... - mi mostra un vestito bianco, semplice, in raso senza nessun pizzo, ricamo, strafante, schifezza,fiore, rosa, perlina, stronzata o altro e con una forma semplice ma bellissima, con solo un nastro sul fianco.
E’ tanto bello che lo sento che mi chiama.
Nello stesso momento arriva la commessa e visto il vestito si allarma.
oh no! Quello non è proprio il caso! Quello non va bene per questa occasione! -
perchè no? - sento una certa irritazione sulleticarmi..
perchè è quello che costa meno di tutti, il più semplice, per chi non ha soldi!! - risponde indignata. Sono basita. Cioè, mi sta facendo un problema di soldi??
ma se quello è l’unico vestito decente di tutta la vostra collezione! -
ops! Forse mi sono lasciata scappare qualche parolina di troppo. La smielosa commessa mi guarda allucinata. - state scherzando? -
Will mi guarda e scuote la testa divertito.
Afferro il vestito ed entro nel camerino.
Inizio a cercare di slacciarmi il vestito che però oppone resistenza, quando una nuova visione fa capolino tra le pieghe della tenda.
Io sobbalzo e la testa sospesa in mezzo alla velina bianca sorride maliziosa - hai bisogno di una mano con la zip? -
Strizzo gli occhi e li riapro e la visione mi guarda divertito - tutto ok Lizzy? Zip?-
Io annuisco in tranche, questa volta la visione è così reale...mi volto e chino il capo in avanti reggendo i capelli perchè non diano fastidio...
Che cosa stupida sperare che una visione, anche se così reale possa tirarti giù la zip e slacciarti i lacci del vestito.
Tanto più immaginare che lo faccia scivolare a terra e che ti lasci una carezza lungo tutta la schiena tanto da farti venire i brividi.
Quando il vestito cade a terra e io sono in mutande davanti alla mia visione, con la mani incrociate al petto per coprire pudicamente il seno ai suoi occhi scuri mi sorge un dubbio...
forse è meglio se ti lascio vestire, sennò... -
la mia visione mi fa l’occhiolino e si ritrae, scomparendo dietro alla tenda.

ti ti ti tiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!

Sento il viso andare a fuoco.
Velocemente prendo l’altro vestito e lo indosso.
Quella non era una visione!
Sono rossa come un peperone, imbarazzata eccitata e...lasciamo perdere.
Lizzy, fai finta di niente ed esci.

-Ok, che ne dici?? -

Sento i suoi occhi su di me
Faccio una piroetta per non guardarlo, ancora troppo imbarazzata...anche se tra me e me sorrido come un’idiota...

Clap clap clap
-bellissima! -

Mi giro a guardare da dove venga l’applauso e trovo Chacha.

“andremo assieme a prendere il tuo vestito, ok??”
Oh cazzo, è vero.

Immagino che nessuno se lo ricordi, cioè infondo, era così per dire, no?? Insomma, mi ricordo che ce lo siamo promesse, io e lei a scegliere il mio vestito, ma mica è colpa mia....cioè vuoi mettere, lui...e lei? Immagino che Cha non si sarà arrabbiata perchè sono andata a vedere il vestito senza di lei...

Scriiii

Si, lo so, non sono molto brava ad arrampicarmi sugli specchi, specie se il mio ultimo neurone è andato a farsi benedire dopo l’ultima visione in camerino...

Ghghgh...

L’abbraccio e non sembra essere troppo offesa, però vedo il suo sguardo soffermarsi su di lui.
Si piega verso di me e sussurra:
e così mi hai mollata per lui eh? Brava... - si guarda attorno - lo avrei fatto anche io!!-

Ahahahaha...già, chi non lo avrebbe fatto??

allora che ne pensi??? Ti piace?? - faccio un altro volteggio.

Quando conosci qualcuno da tanto tempo basta solo un minuscolo movimento muscolare per capire che pensa, o quale sarà la sua risposta e quel suo luccichio negli occhi mi diceva tutto.
Non mi serviva sentire la sua voce tremare per capire che era commossa e nemmeno vederla scuotere la testa, solo il suo sorriso saputo, per sapere che mi avrebbe rimproverato di essere sempre la stessa e di aver scelto il modello più sobrio,ma quello più mio...quello che più mi rappresenta.
Semplice ma elegante, non costoso,ma con un grande valore aggiunto, la bellezza.

sei bellissima, come al solito - e come previsto scuote la testa e un luccichio le illumina gli occhi.
Il suo sorriso è dolce e contagioso...tanto che non riesco a fare altro che abbracciarla.

lei deve essere la sposa, vero? -

William si fa avanti con il suo solito fascino da nobiluomo capace di far innamorare di se anche un comodino, risaputamente mobile insensibile e crudele.Eh? Vabbè...
Charlotte annuisce e gli porge la mano imbarazzata - piacere, Charlotte -
Lui la prende delicatamente tra le sue e...si, fa quello che ogni donna vorrebbe le venisse fatto, la fa un baciamano da manuale.
Nessun contatto tra mano e labbra, ma contatto visivo prolungato e intenso.
Sverrei...se non fosse che non l’ha fatto a me,ma a una mia amica.
Grrrrrr...
Non so come faccio, sono gelosa, ma non di lei...della sua mano.

Oh, credevo che vi conosceste già, infondo lui è il testimone del tuo fidanzato... -
Charlotte scuote la testa e sembra un po’ sorpresa - ah, non è il tuo fidanzato? -

Tadadadaaaaaaaaaaaaaaaaan!
Quasi mi strozzo con la mia saliva.
Ma no Chacha, anzi! Lui è il mio capo! -

Sia lei che lui si girano a fissarmi.
Lei sorpresa, lui... deluso?
Mi immobilizzo.
Rimedia rimedia rimedia rimedia rimedia rimedia!!!!!
Un vocina insiste nella mia mente...che sia l’ultimo neurone che tenta la riscossa?
Dissimulo ridendo - in verità la situazione è un po’ diversa, noi...ci siamo uhm, come dire, “conosciuti” quest’estate - molto intimamente -...e poi, guarda te il destino beffardo, ci siamo rincontrati ...- mi giro verso di lui e lo fisso negli occhi e il suo sguardo è intenso, profondo - e poi incontrati ancora...- mi fermo a pensare ...e mi scappa un sorriso...
a dire il vero ...continuiamo a rincontrarci ovunque... no Will? Sembra quasi che non ne possiamo fare a meno...-
Chacha mi guarda con un’espressione strana e poi guarda lui, ma sono troppo presa dai miei pensieri per farci caso. Come avevo fatto a non notarlo? O forse l'avevo notato?
Continuiamo a incontrarci e a scontrarci...non possiamo farne a meno...io! non posso farne a meno...ovunque andiamo ci incontriamo. Sembra quasi una storia d’amore, alla Austen...che buffo...riusciranno i nostri eroi a coronare il loro sogno d'amore?! Oddio! Ho un sogno d'amore???

Mi dirigo verso il camerino, frastornata dai miei pensieri...
-ho deciso, prendo questo...ci faremo della aggiunte...-







(scusate il ritardo...) Freeze

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Capitolo 13
*** Damerino in partenza. ***


Come in ogni piccola comunità, anche all’interno di un ufficio, che sia grande o piccolo, tutti sanno tutto di tutti, in modo particolare le segretarie, astute ascoltatrici e esperte osservatrici.
Per questo motivo tutti sanno che per rimanere informati sui gossip, o per fare in modo che non ne girino troppi sul proprio conto, il modo migliore è tenersi amiche le segretarie e intrattenerle ogni tanto davanti alla macchinetta del caffè.
Si perchè è risaputo da tutti che la pausa caffè, più che altro, è un pretesto per potersi scambiare informazioni tra amiche, sparlare del culo del fattorino o ridacchiare del modo di vestire dell’ultima assistente dello studio.
Così ridendo e parlottando con in mano un caffè si può venire a conoscenza di qualunque cosa, al modico prezzo di una sterlina.
Questo a meno che l’unica segretaria con cui tu abbia rapporti non sia la stessa donna con cui ogni che vi incontrate intraprendi una lotta allo sguardo più velenoso.
In questo caso la tattica migliore è prendersi il caffè e poi aspettare nascosta che le due segretarie di turno inizino a sparlare.

Per questo motivo Lizzy si ritrova da sola appoggiata a un muro a bere un caffè, schifoso, con lo sguardo perso nel vuoto.
Solo perchè si sta concentrando intensamente per tradurre in frasi di senso compiuto gli starnazzi delle due oche.
Ogni tanto le viene perfino il dubbio che stiano ancora parlando la sua stessa lingua tanto sono incomprensibili le frasi che le giungono alle orecchie.

-e quella, cioè, non so se sai, ma ...ti ricordi il fattorino? Quello della westexpress??-
-ma dici quello con i pantaloni...- esclama l’altra con voce stridula...
Ma và che aveva i pantaloni, pensavo andasse in giro in mutande...ma di chi cazzo stanno parlando???
-ecco, si lui, l’altra sera ero al bar quello carino, hai presente quello rosa? - Oddio, se lo descrivi così dettagliatamente è ovvio che capis..
-l’Hot Rush?- ma come cazzo fanno??! Secondo me usano il linguaggio dei segni.
Lizzy si sporge a guardare, senza farsi vedere, ma le mani delle due donne si agitano in modo convulso e senza, almeno all’apparenza, fare gesti che abbiano un minimo significato.
-Siii! Quello, guarda è un posto stupendo...e comunque, no che li vedo che se la fanno in un angolo?-
Che?? “No” che cosa?!
-ma nooooo?!- Cosa “nooooo”. Cazzo. Devo aver perso un passaggio...
- ti giuro! Cioè lei non si può proprio vedere, cioè, con quelle gambe... -
-già hai ragione... e lui ha un culo così sodo....-
Ma che c’entraaaa?!?
-già... -
Oddio già me le immagino a sbavare...sono pure in religioso silenzio... Ma come fanno ad essere così stupide?! Oh cavolo, speriamo non sia contagioso...
-ah! - esclama una della due, come le fosse tornato in mente qualcosa di veramente interessante, facendo però trasalire Lizzy, credendo di esser stata scoperta - io ho sentito dalla Kety, quella giù in portineria... - Lizzy tira un sospiro di sollievo...ma che ti urli?!
-ma dai! Ti fidi ancora di quello che di quella là? -
-mica scema, ma me l’ha confermato anche George...-
Giusto perchè gli uomini non sono pettegoli...
-aaaaah, allora dai! Racconta! -
-beh, in verità è una brutta notizia, tieniti forte...-
Sì, teniamoci forte, che sennò qua crolla tutto... oddio, chi si sarà rifatto le tette questa volta? O chi si sarà trombato chi?? Uff...ma perché ascolto ‘sti discorsi....
Per sapere che si dice su di me ovviamente...
Sospira
-cosa?! Nooo!!-
Lizzy trasalisce. Oh merda mi son distratta... un altro “noooo”...doveva essere una cosa importante!
-ma si, ti dico... cioè, l’hanno visto con sta qua...dicono che sia una donna di gran classe... mica come la sua stagista...-
Che?! Stagista di chi? Chi è di gran classe??
- e così William-“granfigo”-Darcy è di nuovo fuori dalla piazza... eh sì che ultimamente c’era rimasto per un bel po’...- Will-granfigochi?!
-è vero...ma girava voce che fosse perchè è stato respinto...-
-respinto?-
-ma si, come fai a non saperlo?? Non si parlava d’altro dopo quest’estate... - oddio, come cavolo l’hanno saputo?! -sembrava che avesse conosciuto una tipa quest’estate, e che se ne fosse innamorato, ma lei...che a quanto dicono fosse un’americana con il padre pieno di soldi l’ha rifiutato... - eh?! Americana?!?
-ma che?! Ma quelle voci erano false! - Appunto!!! Non sono americana... e mio padre...beh....non è pieno di soldi. Lizzy si tende di più verso le due pettegole.
-come false?
- ma si, lui quest’estate è andato in campagna con il suo migliore amico e la sorella di lui, quella mezza smorfiosa dai capelli rossi che ogni tanto si aggira per lo studio... dicono che sia lei mette in giro la voce che si devono sposare...-
Una delle due ride di gusto. - ah! povera illusa...- ben detto!! - beh, comunque la voce della sua nuova fidanzata è più che fondata... Li hanno visti insieme più persone, in giro a fare shopping e a pranzo assieme... quindi sembra sicuro...-
-ah... e io che credevo che si fosse fatto incastrare da quella scalatrice sociale della sua assistente...- cosaaaaa?!?! SCALATRICE A CHI?!? - dicono che si conoscessero anche prima...- Ma brutte impiccione, brutte acide zitelle...
-Ma quella là? Ma l’hai vista oggi com’era vestita? E’ così...sciatta, proprio campagnola, come potrebbe mai piacerle una così?! -
l’altro giorno però...-

Lizzy si allontana rumorosamente e schiacciando il bicchiere tra le dita, facendosi notare dalle due pettegole, che si zittiscono fulminandola.

Per oggi ho sentito anche troppo.
Così io sarei una scalatrice sociale?!
Ma quelle stupide oche...
...
Darcy ha una nuova fidanzata. Lui se n’è trovata un’altra.
Curioso che non sia mai venuta qua in ufficio...o forse no, visto che ci sono io. Forse lui le ha parlato di me.
Le ha parlato di me? E cosa avrebbe potuto dirle?? Di quella notte??? Le ha detto della sua confessione??
Chissà se Charlie ne sa niente...
Mi sento come in uno di quei sogni dove ogni gesto viene rallentato come fossi immerso in un qualche liquido strano.
Lizzy quasi senza rendersene conto si ritrova in ufficio a guardare la sua immagine riflessa nello specchio.
Beh, in effetti questa mattina non mi sono vestita proprio in modo “ricercato”, ma non vedo niente di male in una gonna nera e una camicia bianca.
Sbuffa.
Sembro vestita da segretaria...
Si lascia cadere pesantemente sulla sedia.
Chissà dov’è finito Darcy...è tutta la mattina che non si fa vedere, eppure solitamente è sempre puntuale...
Lizzy guarda i vari fascicoli appoggiati sul suo tavolo. Ha un sacco di lavoro che l’aspetta e la voglia sotto i tacchi.
-al lavoro! - mormora sconsolata, afferrando una matita e aprendo il fascicolo.
Ovviamente il suo lavoro è controllare vecchie pratiche, aggiornare alcuni fascicoli, stilare attestati richiesti...lavori stupidi che anche una segretaria sarebbe in grado di fare...senza nulla togliere alle segretarie... a parte alcune ovviamente...

Il rumore dello scatto della porta richiama l’attenzione di Elizabeth.
Darcy entra in ufficio, ma quasi non la degna di uno sguardo e si dirige al tavolo alla ricerca di qualcosa.
-buongiorno -
Lui non alza nemmeno lo sguardo dai cassetti - buongiorno Elizabeth - mormora distratto.
Lei rimane colpita dal suo comportamento. Ma che diavolo sta facendo?
- che cerchi? -
- uhmmm...-
- Darcy? -
Lui alza lo sguardo verso di lei e ha uno strano sguardo.
- il mio passaporto... l’hai visto? - chiede titubante.
Il passaporto? Che cavolo gli serve il passaporto?
- bhe, no, ma...onestamente dubito che lo troverai nel cassetto delle pratiche... -
Lo guarda dubbiosa, perchè dai gesti le è sembrato nervoso.
Lui si blocca con le mani nel cassetto e focalizza. - beh, si, in effetti hai ragione. -
e inizia a cercare nell’altro cassetto, fino a che, non tira fuori esultante un librettino.
Lei sente una strana sensazione scorrerle per le vene.
- Will - lo chiama con voce bassa e prima di continuare aspetta che lui si giri verso di lei. Cosa che lui fa lentamente,almeno a suo avviso. -si Lizzy? - - dove vai? -
Lui sospira e le si avvicina fino a sedersi alla sedia davanti al suo tavolo. Tiene lo sguardo basso sul passaporto tra le sue mani.
- vado in America... - cosa!? Lizzy spalanca gli occhi - mio padre, tempo fa, mi aveva proposto di fare la specialistica lì... Harvard - un sorrisetto gli compare sulle labbra - e....così devo andare lì a informarmi...a vedere.... - Lizzy sbatte gli occhi un paio di volte, confusa. - cio...cioè, tu ti trasferisci in America?! -
Che diamine sta dicendo?!
Il suo tono si fa strozzato e Will alza lo sguardo su di lei.
- No! - haaaaaaa - cioè...- no o cioè?! - non per adesso.... Il prossimo anno...quando inizieranno i corsi... -
Lizzy senza parole, non sa cosa dire... - perchè?!-
Lui abbassa di nuovo lo sguardo e lei cerca di rimediare - no, insomma, è fantastico, Harvard, cavolo!! E’ un’ottima università.... magari poterci andare....ma...insomma...sì, sai...lo studio?! - Io?! Chi cavolo se ne frega dello studio!!? IO?! Cosa faccio IO?!?
- lo studio??? ...mio padre, e lo puoi vedere anche tu, ha detto che non è un problema se decido di assentarmi altri due anni per la specialistica, insomma...saranno solo credenziali in più... -
Lizzy stringe i pugni. Non sa perchè ma l’idea di non rivederlo più... non ci vuole nemmeno pensare. Tanto che non resiste e la domanda le scappa dai denti - e io? - sussurra.
- no, per il tuo stage, tranquilla, lo finirai senza problemi, sì perché io comunque andrò via solo a settembre prossimo e si...no, cioè...io partirò quando tu non ci sarai più....e io sarò di nuovo...solo... - Elizabeth non fa nemmeno il tempo di alzare lo sguardo su di lui che è già alla porta Ma che gli prende?! Non sa nemmeno più parlare...
- devo andare, l’aereo non mi aspetta... -
- ma come!? Parti subito? Adesso? -
Lui si porta una mano alla nuca - in verità sono passato solo per il passaporto... -
- Senza nemmeno salutare?! Ma quando torni?? - Lizzy lo raggiunge alla porta.
- non lo so..tra una settimana...tra due....-
- ma c’è il matrimonio tra due settimane! Non puoi non venire, sei il testimone dello sposo!-Gli sussurra per non farsi sentire dalla segretaria.
Che cavolo ci devi fare in America due cazzo di settimane?!
Lui la guarda serio. - si giusto, ci sarò... Adesso però devo andare -
Darcy si gira e inizia ad allontanarsi mentre lei lo guarda andare via, senza nemmeno voltarsi.
Stupido, stupido, stupido di un Darcy! Stupido damerino!!
- Buon viaggio stupido damerino... - mormora lei tornandosene alla scrivania.

Si siede e lo sguardo torna alla sedia dove neanche 5 minuti prima era seduto quello stupido uomo dal dopobarba inebriante.
Stupido anche il dopobarba.
- oh cazzo! -
Lizzy si alza di scatto, gira attorno al tavolo e afferra il librettino marrone appoggiato sulla sedia. Ma dove cavolo l’hai lasciata la testa stupido uomo che scappi in America??

Quel che è certo è che senza testa, sì, ma senza passaporto di certo non lo lasciano partire.
Afferrata la giacca e la borsa in corsa, Lizzy si precipita fuori dall’ufficio al grido di - aeroporto darcy passaporto.- davanti a una segretaria frastornata.

Battendo ogni record riesce ad essere in strada in un battibaleno alla ricerca di un taxi, riuscendo a fermarne uno al volo.
- dove la porto? -
- all’aeroporto! -
Il taxista rimane a guardarla e lei lo fissa sconvolta - che fa? Si vuole sbrigare? Ho fretta! -
Lui sorride - signora, io posso anche partire, ma le ricordo che Londra ha tre aeroporti, in quale vuole andare? -
Oddio. -Intanto, signorina!! E poi...lei parta io intanto mi informo...-
5 secondi dopo.
-Al Gatwick... Di corsa! -
- le costerà parecchio ...-
- non sono affari suoi, si muova! Ed eviti il traffico, grazie!-

-arrivati! -
Lizzy si precipita fuori dal taxi - tenga il resto! - e si dirige ai banchi dei check in alla ricerca di quello per il volo per New York.
Fa per voltarsi e correre ma viene fermata da una stretta al braccio - Elizabeth?! -
Lizzy si gira e si blocca a fissarlo.
Per l’agitazione ha il cuore a mille.
- Che ci fai qui? Dovresti essere allo studio - la rimprovera lui.
Lei lo fulmina con lo sguardo. Guarda te questo, spendo un centinaio di sterline per portargli il passaporto e questo mi fa pure la predica.
- Non so dove hai la testa tu ultimamente, ma hai dimenticato due cose, prima di partire! -
Lei gli sventola il passaporto sotto il naso e lui strabuzza gli occhi e fa per cercarlo in tasca, andando a vuoto.
Sorride colpevole e Lizzy si ritrova a guardarlo imbambolata.
grazie -
Lui fa per prenderlo dalle mani di lei, ma lei non lo molla.
- pensi di cavartela con un grazie? - chiede lei alzando un sopracciglio.
- mi son fatta tutta questa strada per un semplice “grazie” secondo te? -
Lui la guarda stranito - mi stai chiedendo un aumento Bennet? -
Le scoppia a ridere.
- C’è un’altra cosa che hai dimenticato... -
Lui la guarda ancora più sorpreso. - Che cosa? Onestamente mi sembra di aver preso tutto...-
Lei sorride e gli prende il viso tra mani.
- Hai dimenticato di salutarmi per bene, stupido damerino -
E lo bacia.
Le loro labbra si incontrano lentamente, si accarezzano.
Will rimane impietrito dallo stupore.
Non più di un secondo e senza troppi problemi lascia cadere a terra la borsa e passandole le braccia attorno alla vita la stringe a se’ approfondendo il bacio.
Lei sorride felice nel bacio.

scusate? -
Una voce acuta e sconvolta li richiama alla realtà.
Lizzy impietrisce riconoscendola e William gira la testa sbuffando.
- William? Ma che cavolo fai? -
Lui si gira verso Caroline.
- Carol ...-
Lizzy si allontana di scatto da lui, facendolo preoccupare.
Oh mio Dio, allora non era vero, cioè erano vere le voci su di loro e lui...
Inorridisce.
Lui vede le espressioni sul viso di lei e si preoccupa.
Lei fa per allontanarsi ma lui la trattiene per una mano e si gira verso l’altra.
- vuoi sapere che faccio? - chiede lui sicuro.
Caroline annuisce incazzata come una vipera e speranzosa che la spiegazione di lui sia un cosa tipo "la sto per denunciare per molestie sessuali!", ma lui si rigira verso Elizabeth che lo guarda arrabbiata triste e confusa.
Le sorride tristemente. - sto salutando la donna che amo perchè non la vredò per due settimane... - sussurra.
Poi l’attira verso di se e l’abbraccia.
- Lizzy adesso devo andare, ma quando torno riprendiamo il discorso... -
Le poggia una carezza sul viso e la bacia dolcemente.
Lei annuisce perdendosi nella dolcezza dei suoi gesti.
E lui se ne va seguito da un’urlante “mezza smorfiosa”, mentre un sorriso raggiante le illumina il viso.

Sospira.
Due settimane senza di te. Come farò?
Intanto torniamo in ufficio...
Lizzy si blocca.
Oh cazzo! Altre 80 sterline per tornare in ufficio??
Prendo un treno!


E con il sorriso si avvia alla metro...

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Capitolo 14
*** La paranoia è femminile, ma l'idiozia prettamente maschile ***


ATTENZIONE: CAPITOLO MODIFICATO!!


La paranoia è femminile.


Ma senza dubbio l’idiozia è prettamente maschile.



Ovvero, se un uomo non chiama, non si fa più sentire per giorni dopo averti fatto promesse o dichiarazioni, beh la donna la prima cosa che pensa è:


si è pentito di quel che ha detto - oppure - ha già trovato con chi sostituirmi.



Se invece una donna non chiama, l’unica cosa che pensa un uomo il più delle volte è -vabbè a parte, “niente”,- l’altra cosa è, come forse sarebbe più logico: sarà impegnata, oppure, ma questo in caso di una qualsiasi relazione - è incazzata.


Solo quelli più ansiosi, se non rispondi al telefono possono iniziare a preoccuparsi pensando che ti sia successo qualcosa, e o sono tuoi amici, oppure sono gay.



Il vero motivo, il più delle volte è soggettivo, si parte dalla distrazione per passare per l’impegno, le incombenze, il lavoro, la stanchezza, ma quel che è sicuro è che, se una donna ci tiene, ti chiama se avevate stabilito che dovesse farlo lei, sennò il motivo, unico e ovvio è che sta aspettando dall’altra parte della cornetta 24/24 in attesa di un maledettissimo squillo del telefono, che sia di chiamata o di messaggio, ma basta solo un segno di vita.



L’uomo però dovremmo ormai saperlo, è fondamentalmente pirla.



Perchè?


Ma per vari motivi, ovviamente!


Dobbiamo veramente farne una lista? Non credo sia possibile non dimenticarne qualcuno, ma sicuramente ci sono i principali, per l’uomo “di norma”;


la cosa più stupida che gli capita di pensare è che sia la donna che li deve chiamare; okey, siamo nel ventunesimo secolo, l’emancipazione della donna ha più di mezzo secolo ormai, ma si può sapere questo cosa c’entra con il fatto ovvio che sia l’uomo che deve richiamare?


Più che altro è quello che una donna si aspetta, perchè ovviamente è segno di interesse da parte di lui...pare la cosa più elementare del mondo, ma forse oggigiorno anche gli uomini sono della stessa mentalità, se le interesso mi chiamerà.


Oddio che sciocchezza.



L’allergia per le date è sicuramente il secondo elemento distintivo di un uomo.


Sia mai che possano ricordarsi di un compleanno/anniversario/ricorrenza; sarebbe a questo punto troppo strano, giusto perchè non esistono agende, calendari elettronici nel computer o reminder nel cellulare, ma cheeeeeeeeeee... per poterli impostare dovresti almeno sapere la data,o considerarla di importanza tale da doverla ricordare.


Bisogna ammettere però che c’è una sola donna di cui non si dimenticano mai, e no, non parlo dell’amante, ma della mamma.


Quindi rallegriamoci tutte, perchè almeno siamo sicure che dopo i quarant’anni ci sarà sempre almeno un uomo che si ricorderà di noi. Che sollievo.



Lo spirito d’osservazione di un falco invece, se ce l’hanno, lo lasciano sempre e sicuramente in riserbo per la prima bella bionda/mora che passa ci accanto mentre si passeggia per la strada, mano nella mano; perchè se il nuovo taglio di capelli che da stile madonna del Botticelli ti ha trasformato in “valentina” con tanto di cambio di colore (cosa che abbiamo fatto solo per lui! Dio quanto possiamo essere idiote), non è stato notato se non dopo un mese, al sopraggiungere della ricrescita, alla osservazione “tesoro, ma che hai fatto ai capelli? Forse dovresti andare a farteli sistemare” ( da omicidio) o al commento lusinghiero di un altro uomo; invece, la lunghezza del vestito, la forma degli “occhi”, la lunghezza della gambe della casuale passeggiatrice sono elementi catalogati e impressi a fuoco nella memoria per poter essere riportati in mente nella prima discussione casuale con gli amici al bar.



Allora non si capisce come diavolo possano farci cadere come pere cotte tra le loro braccia a forza di lusinghe e piccole carinerie nate da un’attenta osservazione della preda.


Bisogna riconoscere che quando un uomo è a caccia, beh ha uno spirito d’osservazione impressionante, che sia questo il problema? Che si stufino o che esauriscano le pile durante il corteggiamento, tanto da rimanerne a secco per il resto della storia?



Lizzy non sapeva più che pensare, ed era per quello che aveva deciso di smettere completamente.


Si era fatta una doccia, si era depilata per bene, si era truccata con attenzione e vestita con quell’abito che era da mesi che voleva mettersi, ma che l’aveva sempre spaventata un po’, poi aveva abbinato le scarpe e la pochette più adatte.



Ed era così che l’avevano trovata Charlotte e le altre invitate all’addio al nubile.


Estremamente seria, elegante e rossa.



Lei invece quando le trovò si pentì amaramente di non essersi scolata un paio di bicchieri di whyskei prima di uscire di casa.


Non si era di certo immaginata che un addio al nubilato di una quasi trentenne venisse celebrato con delle amiche dall’età media di 45/50 anni, per essere cortesi.



Ringrazia il cielo quando Charlotte le presenta una sua amica che aveva circa stessa età, anzi adirittura più giovane.


- Georgia, tu non hai la minima idea di quanto mi faccia piacere conoscerti in questo frangente.-


La mora la guarda seria e poi scoppia a ridere - ti posso assicurare che per me è la stessa cosa! Cioè, guardami! Io sono vestita da addio al nubilato! -


Georgia apre il trench mettendo in mostra un mini-abito da discoteca, non troppo appariscente, ma sicuramente poco adatto a una cena in un ristorante di lusso come quello in cui stavano per entrare.


- Io ti adoro.- Lizzy non riuscì a dire altro, mentre guardava con ammirazione le calze a rete e le scarpe con il tacco a spillo.


- Io adoro il tuo vestito invece, cavolo, dove l’hai trovato? Posso rubartelo non appena finirai stesa a terra d’alcol?-


Lizzy sorride estasiata - se riesci a farmi svenire a terra ubriaca ti regalo anche scarpe e borsetta -


Georgia ammicca - tesoro questa è una promessa!-


l’altra scuote la testa - no, mia cara, questa è una sfida-




Un’ora più tardi Georgia sapeva più o meno tutta la storia su Lizzy e il suo damerino di cui non si poteva sapere il nome, perchè a quanto pare era un "bastardo traditore" che le aveva promesso amore pur avendo una fidanzata ufficiale, mentre Lizzy sapeva più o meno quanto era desolante la vita sentimentale di Georgia che si trovava sempre l’uomo sbagliato da amare e quello ancora più sbagliato da portarsi a letto.



Come il suo ultimo amante, che aveva scoperto poi essere il cugino di quello di cui si era follemente innamorata, e a cui aveva spezzato il cuore inemicandosi allo stesso tempo anche il suo amato.


Era stato un completo disastro.


Oppure quello prima, che alla fine aveva scoperto che l'unica cosa che gli interessava di lei erano i soldi di suo padre; un vero schifo.


Dopo un’ora Charlotte era abbanstanza sollevata nel vedere che le uniche due persone che sperava venissero alla "festa" e che si divertissero assieme a lei, alla fine si erano trovate abbastanza in sintonia da poter passare la serata piacevolmente, raccontandosi a vicenda delle reciproche sventure, senza doversi sorbire, anche loro, l’insistente cicaleccio di quelle vecchie bagasce che la conoscenza di Lady Chaterine la aveva costretto a invitare.



Lei che già si sognava di ballare sui tavoli schiacciata tra due begli omoni muscolosi rivestiti di nient’altro che olio per far luccicare gli addominali e striminziti perizomini glitterati per coprire decorosamente qualcosa che non fosse imbottitura.


Solo a pensarci si sentiva arrossire di lussuria.


Invece le toccava stare là e sorridere alle stronzate che venivano sparate da quelle oche.



Era sicura che se Lizzy fosse stata in grado di sentire i suoi pensieri sarebbe stata molto orgogliosa di lei.



Però invece era benissimo in grado di sentire cosa stava per insinuare quella grossa baldracca della Ford che stava per certo per sparare una delle sue solite stronzate; perchè l'aveva invitata??


Ah, si...Lady Chaterine de Bourgh.



- Elizabeth, cara, ma che fine ha fatto il testimone?-


L’interpellata gira il volto nella direzione della donna - ad essere sinceri, non sono fatti che mi riguardino - il sorriso che le stende le labbra sa di un "vaffanculo" a lettere cubitali.


La donna però non si scoraggia - ma come?! Credevo che oltre ad essere la testimone dovesse essere anche la sua accompagnatrice, non è vero? Inoltre lei lavora nel suo stesso studio; non mi vorrà dire che non sa se si farà vivo o meno!-


- sono quasi sicura che si farà vivo, non si permetterebbe mai di fare un affronto del genere a Lady de Bourgh...- la presa del tovagliolo sotto il tavolo le stava facendo diventare le nocche completamente bianche per lo sforzo.


Non c’erano alternative però, o le teneva occupate a strozzare il tovagliolo o le sarebbero scappate a strozzare quella maledetta gallina.


- oh, certo, hai sicuramente ragione, mia cara, ho sentito però che verrà accompagnato dalla sua fidanzata, non è così? -


Lizzy sorride ancora - non saprei cosa risponderle, mia cara, non tendo a prestare ascolto ai pettegolezzi, quindi non ho la più pallida idea di quel che si dice sul conto del signor Darcy, anche perchè, come ha ben detto lei prima, è un mio collega, e lo stimo troppo per potermi abbassare ad ascoltare il gossip che si fa alle sue spalle. -


Il silenzio, dopo quella risposta, era sceso sul tavolo.


Il viso della Ford era diventato paonazzo, avendo senza troppe difficoltà colto il tono di scherno con cui Lizzy si era rivolta verso di lei.


- ah, davvero signorina Bennet, quindi non sa niente nemmeno delle dicerie su una sua ipotetica storia con il signor Darcy -


Brutta boriosa e infingarda cicciona, tradotto: Brutta stronza!


Lizzy con garbo depone il tovagliolo sul tavolo e si alza. - se permettete devo andare in bagno. Vi lascio ai vostri pettegolezzi. - e recuperata la borsa abbandona il tavolo sotto lo sguardo attento di Georgiana.



- una tequila, anzi no una tequila doppia. Fanne due. -


Il barista si gira confuso.


- scusi?-


- ha capito, si sbrighi. -


Il ragazzo al bar inizia ad armeggiare il più velocemente possibile con i bicchieri e la bottiglia, e infine le porge i bicchieri.


Lei recupera uno dei due e lo fissa.


- questo lo chiami doppio? Se me lo fai pagare come doppio questo si può chiamare sicuramente rapina. - e se lo scola di colpo, facendolo seguire dal secondo.



-brutta stronza impicciona.- mormora tra i denti fissando il fondo vuoto del bicchiere.



-scusi?-


-ho detto un altro e che sia veramente doppio questa volta.-



Il barista annuisce a metà tra il rapito dal fascino della ragazza fasciata in quel vestito rosso scollato e aderente e un po’ intimorito dal fare di questa, completamente stravacata sul bancone e con una mano tra i capelli, con quell'aria truce e il tono da colonnello dell'esercito.


Ecco cosa gli ricordava... ma...neanche durante il periodo di leva si era sentito tanto intimorito dal suo sergente. Era anche vero che il suo sergente molto probabilmente non portava perizoma, autoreggenti e tacchi a spillo.


Brrrrr


Solo a immaginarselo gli veniva il voltastomaco, non che il sergente fosse un uomo particolarmente brutto, ma tutto era tranne che femmineo, con quelle mani grandi come badili e le spalle larghe come un armadio...immaginarselo con le autoreggenti e i tacchi a spillo era...oddio...per non parlare del periz. No basta.


- ehi, che hai, ti sei scolato mezza bottiglia? Ti puoi sbrigare? Non ho tutta la notte! Vorrei poterla impiegare a ubriacarmi, non aspettando un solo bicchierino di tequila! -



Il barista arrossisce visibilmente e si affretta a porgerle il bicchiere.


A Lizzy viene il sospetto di avere qualcosa fuori posto, cosa che la porta a controllarsi la scollatura.


- Che c’è? Ho qualcosa che non va?- ringhia quando questi è vicino.


Il ragazzo se possibile arrossisce ancora di più.


- n-nononono! E’ che..è che, oddio, non la prenda male, è che...mi ha ricordato il mio sergente di leva...-


Lei lo guarda confusa, ma che cazzo stava blaterando quello?


- che?! - esclama - ma perché? Non mi pare di avere una mimetica... -


Il ragazzo piazza ben bene gli occhi sulla sua scol....sul suo vestito.


oh nossignore, le posso assicurare che non è proprio vestita da soldato...-


- ehi! Ma che guardi! - esclama lei coprendosi la scollatura e tirandogli dietro una manciata di noccioline recuperate dalla ciotolina sul bancone.


- ehi, barista, uno di quelli che prende lei...- poi fa passare lo sguardo divertito dall’uno all’altra - quando avrete smesso di flirtare, ovviamente...-


Georgia si mette a sedere a fianco alla nuova amica.


- che stronza quella, la solita impicciona... sapesse invece quanto soffri per quello...-


Lizzy si scola il terzo bicchiere e lo rovescia - un’altra, schiappa.-


e lui annuisce e le versa un’altra tequila, sotto lo sguardo allibito di Georgia.


- ehi, non starai mica bevendo tequila in lisciata?! Ehi tu! Non ci pensare, io qualsiasi altra cosa, ma non tequila, cazzo, credevo fosse scotch! -


- ah ecco! Mi pareva, dicevo io...cos’è sta strana passione per la tequila...-


- la sua dalla a me....-


- ehi ehi, ma quante te ne sei bevuta fin’ora?? Sei peggio di uno che conosco...-


- una -


- tre, per due-


- ehi non fare la spia! Da che parte stai? Guarda che non te le pago! -


- tre per due?? Ma,ma! Senza sale e limone, ma sei pazza?-


- ehi, dovrebbe essere normale! E’ un addio al nubilato! Dovrei essere ubriaca da un paio di ore e poi tanto meglio per te...sai, il vestito...-


- un addio al nubilato, dove? Dov’è la sposa? E’ mezza nuda, che cos’ha di imbarazzante addosso? Ehi ecco perchè sei vestita in quel modo, ma tu...tu non sei vestita da addio al nubilato con quel vestito rosso...-


Georgia guarda allibità Lizzy che lo indica - visto! anche lui lo dice! questo non è un normale addio al nubilato! Questo è la vergogna degli addii al nubilato!-


- ehi tu, sssshhh, stai buono a cuccia, il mio vestito è perfetto - lui alza le mani in segno di resa - e tu Lizzy, dove cavolo hai trovato sto qua? - e lancia un’altra occhiata stralunata al barista.


- e comunque, la tequila così?! Dio ma fa schifo! Non capisco come facciate a berla -


- naa, non sa di niente... e poi è in memoria di qualcosa...di qualcuno, con il sale, non posso proprio berla...-


I flash della notte al Cookie le ballavano ancora dietro agli occhi, del sale, la lingua, la tequila il limone...la notte...


- no, mai più tequila sale e limone...-


- si può sempre prenderla con la cannella...-


- ‘chifo.-


- ne vuoi parlare?-


- di cosa? Non ho niente di cui parlare...-


- okey...- si guarda attorno - vuoi andare a ballare? -


- non senza Charlotte.-


Georgia si scola il bicchiere e a Lizzy viene incredibilmente voglia di sentire Jane...


- senti, io devo fare una telefonata...tu torna al tavolo e appena riesci preleva Charlotte e scappiamo, non ti dirà di no...-


Georgia la guarda poco convinta, poi inidica la sala e mette il broncio - cioè, tu mi stai rimandando, da sola, nella tana dei leoni? -


Lizzy sorride - vai tigre, colpisci! -



E l’altra si allontana,in bilico sui tacchi a spillo,salutandola con il medio.



Fortuna che quello era uno dei locali più snob di Londra, figura più di merda di così di certo non avrebbero potuto farla in nessun altro locale della città.


Lizzy sospira e scrolla le spalle, poi afferra il telefono e compone il numero.


-tesoro! -


-Jane, aiuto .-


-cosa succede?-


-sono a cena con i cannibali! -


-riempigli il piatto di maiale.-


-che?-


-dicono che abbia lo stesso gusto della carne dell’uomo...una volta sazi ti lasceranno andare...-


Lizzy scoppia in una fragorosa risata che fa girare un po’ di tavoli della sala nella sua direzione.


- oh Jane, quanto ti adoro, purtroppo, l’unica cosa che può sfamare questi cannibali sono gossip freschi freschi di giornata, ancora sanguinanti...anzi, vogliono poter sentire il cuore spezzarsi sotto i loro artigli, sono spaventosi...-


- e hanno le armi per poterlo fare? -


- purtroppo non so...cioè, non ho idea di quello che sta effettivamente succedendo.-


- quanta tequila hai già bevuto?-


- ehi, ma che dici? Io non ho b-


- quanta?


- 5...-


- se vabbè... comunque forse siamo ancora in tempo...-


- per cosa? -


- per fermarti ovviamente! -


- dal fare? -


- Bah, qualcosa tipo, portarti a casa il barista, o il primo che inizierà a offrirti da bere...-


- ah ah ah, simpatica...ma non ti telefono per questo...-


- allora per cosa?-


- per farmi compatire, non deridere...-


- ma che dici?-


- non lo sento da quando è a New York..-


- cosa? Ma è più di una settimana! Quasi due...-


-...-


- no, okey, ma come è possibile? -


- ...-


- ehm, okey ritento...non sto andando molto bene, vero? Cos’è successo l’ultima volta?-


te l’ho già raccontato, ti amo, ti amo, ci sentiamo, addio.-


- wow...certo che se lo racconti così...-


- beh, non c’è molto altro, bacio a parte...se non sbaglio c’era anche una promessa di ritorno...ma non saprei...non ero del tutto lucida in quegli istanti...se mi ricordo una cosa bene bene, però è che c’era anche la sorella, quella maledetta stronza, la sorella del tuo amato...partiva con lui...e saranno ancora lì, assieme a farei fidanzatini del cazzo...-


- ma lei è tornata da più di una settimana ...-


- cosa?-


- lei-è-tornata-da-più-di-un -


- ho capito!-


- e allora perchè me l’hai richiesto? -


- ma no!? Io dicevo, come è tornata da una settimana?! -


- boh, immagino sia tornata in aereo, si insomma, la nave ci metterebbe veramente troppo...-


- cretina.-


- anche io ti amo.-


- io non lo dirò mai più a nessuno -


- almeno sei sicura che non sia lì con lei...-


- ma dove cazzo è!? Questo è il problema! E perchè non si fa sentire? -


provo a sentire Chearles, se vuoi, mi faccio dare il suo numero...-


- cosa? No! No, cioè, non credo sia il caso... Ma Chearles l’ha sentito? -


-beh...oddio, per certo non lo so, ma insomma, sono migliori amici, sì, credo che si siano sentiti... -


-okey...-


-allora, gli chiedo il numero? -


-no.-


-sicura?-


-di certo non lo chiamerò io...-


-ok....-


-adesso devo andare...-


-cosa pensi di fare stasera? -


-andare a ballare...ho un bellissimo vestito rosso e devo a tutti i costi far sì che sia valso la pena comprarlo...non hai idea di quanto mi sia costato...-


-Lizzy, che intenzioni hai? -


-di divertirmi! Non sono mica io quella che si sta per sposare, e nemmeno quella fidanzata, io sono felicemente single e dimenticata...ti saluto tesoro, un bacione..-


- ehi Lizzy, dai non mi sembra il caso che tu vada in giro da sola e mezza ubriaca! Torna a casa....-


- non sono sola e nemmeno mezza ubriaca! Con me ci sono Charlotte e la sua amica Georgia...adesso andiamo...-


- Georgia? Lizzy, ha detto Georgi....- ma Lizzy non stava più ascoltando....


Click.



- un’altra tequila? -


- non si ascoltano le chiamate altrui -


- sono pur sempre un barista, dopo il prete, sono quello a cui si rivolge più gente per parlare... e tranquilla, anche noi abbiano una sottospecie di veto di silenzio...anche perchè se parliamo rischiamo sia di essere picchiati, che di perdere il lavoro...- lui finisce di versarle la tequila e le avvicina il bicchiere -senti...ho un paio di drink offerti..te li faccio o vuoi qualcos’altro? -


- dipende, che sono? Ma lo puoi fare?-


- Per una cliente affezionata, questo ed altro, poi figurati...allora vediamo...un...beh, questo è originale, un sex on the beach, chissà cosa avrà voluto dire...pessimo, questo è furbo, un altro di quello che stai bevendo,voleva andare sul sicuro, avrebbe potuto osare un po’ di più... poi un cosmo,questo ha visto troppo sex and the city, fossi in te ci starei lontana e un moijto, ti consiglio questo, deve aver scelto quello che piace a lui... Che ti faccio? -


- un whiterussian, un alexander e beh anche il moijto, la tequila me la scali dalle mie 6...-


- oh mamma, ma poi ti porto a casa?-


- ah! Non ci sperare, l’unico posto dove mi puoi portare è a ballare...il mio letto,come il mio cuore sono accupati...-


- beh, non bisogna per forza farlo sul letto, si trova spazio anche da altre parti...- il barista sorride storto - a te il tuo whiterussian...quando ne vuoi ancora sai dove trovarmi...-e ammicca mentre lei gli tira dietro un’altra manciata di noccioline.


- mongolo....- anzi - hai ragione, tutto quest’alcol per me...ho cambiato idea, per favore puoi portarli al tavolo di sole donne in sala? Uno devi dire che uno è per la sposa, l’alexander, mentre il moijto per Georgia, quella che era qua prima...da parte di ammiratori segreti, ovviamente...-


- uhm...e come la riconosco la sposa? Lingerie in testa? Cappello a pene?-


- ah, giusto...non è riconoscibile...allora, intanto dì per la festeggiata e poi, bhe, cavolo, in quel tavolo non sarà difficile riconoscerla, è l’altra ventenne seduta al tavolo...-


E mentre il barista si allontana con il vassoio, Lizzy riprende a bere.




- il dolore non si affoga nell’alcol...-


Georgia si risiede accanto a Lizzy - grazie per il drink -


- ah non ringraziare me, ringrazia gli ammiratori segreti - e indica il suo bicchiere - come va il calvario? -


- si chiedono se sei scappata, o se sei affogata o ti sei suicidata, o meglio, se hai deciso di portarti a letto anche il barista...-


Lizzy si gira allibita verso Georgia. - scusa?-


Lei sorride - scherzo, questa è mia...ma mi ha appena chiesto, quasi implorando, il tuo numero...potresti consolarti...-


- dov’è Charlotte? -


- ehi, hai notato che eviti di rispondere alle domande scomode?-


- allora? Non l’avrai lasciata lì da sola?-


- Visto! L’hai fatto di nuovo, e comunque è in bagno, le altre se ne sono andate, adesso andiamo a ballare...-


- allora pago...-


Lizzy si gira verso il barista.


- tutto pagato...-


- chi? -


- la sposa...-


- maledetta -


L’uomo fa spallucce.


Lizzy sbuffa -senti, un bel locale qua vicino ? -


- che genere? -


- normale...un po’ chic, ma non troppo...-


- andate al Venice...è qua dietro... -


- lo conosco -


Lizzy si gira a fissare ammirata Georgia - ah brava, io che credevo che fossi solo casa, chiesa e scuola...-


- nah, la prima e unica volta che ho avuto a che fare con la chiesa è stato quando mi sono fatta il chierichetto della chiesa di c...-


- che? -


- niente....-

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Capitolo 15
*** Sua sorella...!! ***


Prima di questo, leggete il capitolo prima, perchè l'ho cambiato.


E...si, sono io, eccomi qua!


Per quanto non so, sicuramente ancora per un paio di capitoli.






A voi la storia...enjoy!






Quando il taxi le lasciò davanti alla discoteca era quasi mezzanotte e la fila per entrare raggiungeva l’angolo dell’isolato.


- cacca-


Charlotte e Georgia si girarono in sincrono verso Lizzy - scusa?! -


- brutta abitudine, data dall’avere una matrigna che ha cercato di farmi diventare la sua principessa in scatola per circa quindici anni, finendo con lo smussare gli angoli sotto colpi di martello pneumatico....-


-che?!? -


- la mia psicopatica matrigna impazziva ogni volta che dicevo merda, così un giorno ho incominciato a dire cacca. A lei viene un tic all’occhio ogni volta che lo faccio, e io mi diverto come una matta. Cacca.- sorride come una mongola.


-ah.-


Le due si voltano e iniziano a confabulare a proposito di lasciala fuori in strada e fare in modo che i bodyguard non la facciano entrare.


- ehi! Tanto, mi sa che passeremo assieme un bel po’ di tempo qua fuori in strada. -


Le due si rigirano e la squadrano.


- Lizzy, ti rendi conto di come sei vestita? Cioè, tu hai addosso un vestito da urlo, talmente tanto aderente, che lascia ben poco all’imaginazione, e hai un corpo da modella, mi stupisce che nessuno non ti si sia ancora buttato addosso (forse è per quell’aria arcigna, in effetti, o per il tuo alito da distilleria) e pretendi di rimanere in fila ad aspettare? - Georgia scuote la testa.


-tu adesso ti sistemi il trucco, ti mangi una mentina - -ehi! Non puzzo come una distilleria!- - poi tiri fuori un po’ di tette e vieni con me e Charlotte a costringere quel simpatico omone che ti fissa il culo da quando siamo arrivate a farci entrare subito.-


-capito? -insiste Charlotte sorridendo divertita dalla schiettezza dell’altra ragazza.


Lizzy non può far altro che annuire e passarsi le mani sul culo, come a proteggerlo dallo sguardo dell’uomo.


-ok, adesso mi sento veramente consapevole del vestito, grazie.- esclama sentendosi la stoffa salire sempre più su e le gambe sempre più scoperte.




- buonasera signorine -


- buonasera - rispondono le tre in coro.


- lista? - chiede l’omone facendo passare lo sguardo attento sul vestito rosso, facendo morire Lizzy di imbarazzo, dove cavolo lascio il mio sangue freddo quando serveeee?!?!


- lei si sposa, non puoi non farci entrare - esclama Giorgiana convinta indicando nella direzione delle sue amiche. Il bodyguard la fissa alzano un sopraciglio, poi passa lo sguardo sulle due amiche e infine alla lista, dove si appunta qualcosa,poi prende dalla tasca delle fascette e le lega a turno attorno al polso di ognuna e mentre fissa quello al polso di Lizzy esclama - è un peccato che ti sposi ..-


La bruna sussulta e accenna un sorriso tremolante, ritira il braccio con molta cautela - eh, già, che peccato... - e indietreggiando verso l’entrata si trascina Charlotte che esclama - ehi ma sono io che mi sposo, non lei! -


mentre Georgia si ferma dal tipo e gli chiede, senza che le altre due sentano


-sono già arrivati gli altri? -


-del tavolo “sposa” pare siano arrivati tutti tranne uno...-


-okey, grazie... -


-ehi, dice che riesce a farmi avere il numero della sua amica? -


-mi spiace, ma è già occupata con mio fratello.-






Venice, come Venezia, la città sull’acqua.


Elizabeth non ci aveva minimamente pensato fino a quando non si era ritrovata a passare una specie di ponte a cavallo di una zona divanetti prima di accedere a un livello più basso alla pista e ai tavoli nella zona VIP. Era una cosa assurda, e la pavimentazione nella zona dei tavoli, che si snodava a forma di S per la discoteca, aveva le piastrelle illuminate da piccoli led blu che la facevano sembrare un fiume...o un canale?




Che cosa kitch.


A Lizzy viene quasi da ridere vedendolo, e lo indica subito a Charlotte, che invece la ferma e la fa girare. - ma quando avete organizzato? Lo sapevi? Ma allora conoscevi già Georgia, non credevo te l’avesse presentata...-


ma a causa della musica troppo forte Lizzy non riesce a sentire - organizzato cosa? Con chi? Georgia? -


-quando avete organizzato? - grida più forte l’altra


-io non ne sapevo niente! Sono più sorpresa di te! -


-Ragazze, andiamo al tavolo!! - Georgia nel frattempo si era avvicinata e vedendole ferme indica loro da che parte andare, ma viene fermata prima


-ehi! Ma che ? Ma quanto hai speso per tutto questo? Sei pazza? -


L’altra sorride - questo è il mio regalo di matrimonio! Mio e di mio fratello! Sapevamo che non ti avrebbero sicuramente permesso un vero addio al nubilato, così abbiamo pensato, che una serata tra i tuoi veri amici l’avresti apprezzata di più!! -


Charlotte abbraccia di slancio Georgia e la ringrazia dandole anche altri due baci.


- ti adoro! Ringrazia William da parte mia! -


Lizzy si guarda attorno mentre si dirigono verso il tavolo e quasi casca a terra quando viene travolta da qualcuno che le si getta addosso abbracciandola.


Jane?


- Jane? Quando diavolo sei arrivata?!-


- Elizabeth, anche io sono felice di vederti!-


- ma noi! Ma tu...ci siamo sentite nemmeno un’ora fa! Potevi dirmelo! -


- Ehi, è stato deciso tutto all’ultimo momento...-


- ma dove stai?-


- da Chearles - e proprio in quel momento il ragazzo si fa avanti per salutare


- ehi, Lizzy, sei splendida stasera, questo vestito...ti dona un sacco! -


- grazie! Chearles, ma da quanto non ci vediamo? Pur vivendo nella stessa città è praticamente impossibile beccarci! Incredibile!...-


Lo sguardo di Lizzy inizia a vagare per lo spazio del tavolo per sondare chi c’è e chi non c’è... tornando poi a focalizzarsi su Jane.


- quindi l’hai conosciuta, che te ne pare? -


- chi? -


- come chi? Sua sorella! -


- ma la sorella di chi?? -


e Lizzy si gira proprio nel momento in cui Chearles e Georgia si salutano abbracciandosi affettuosamente quasi fossero fratelli, quasi come due che si conoscono da quando sono piccoli, amici di vecchia data.


Un click, scatta nel suo cervello e incomincia a capire chi le ricordino quel taglio degli occhi, non il colore, perchè il suo è unico, ma la forma, e il colore così nero, quasi blu, dei suoi capelli, e anche quel modo socchiudere gli occhi mentre ride.


Il gelo le passa nelle vene e un irrefrenabile voglia di scappare le fa muovere le gambe, che però la tradiscono facendola sprofondare nel divanetto.


- ehi, hai un’aria così pallida - Jane tentenna, capendo di aver fatto capire all’amica qualcosa a cui non era ancora arrivata.


-è sua sorella? -


-già -


-oh, merda. - Il ricordo della serata passata a raccontarle i fatti suoi la fa diventare paonazza e poi ancora più bianca. - ti rendi conto che le ho raccontato tutto?!? - esclama con voce acuta.


Jane la guarda sempre più preoccupata - tutto, cosa? -


-tutto!! E anche troppo! Cose, che stai certa, non vorresti sapere di tuo fratello! - Lizzy si porta le mani alla faccia - che vergogna ...-


-ma dai, solo perchè le hai svelato che il fratello ha una vita sessuale, non credo sia una disgrazia...-


-Jane, un conto è sapere che tuo fratello ha una vita sessuale, un conto è che ti venga descritto quanto bravo è a fare certe cose...quanto grosso ce l’ha, e quanto impetuoso può essere mentre ti scopa contro una parete! E ti assicuro che non credo che ti piacerebbe sentirti descrivere tuo fratello come “uno insaziabile” e uno stronzo cinico bastardo che dopo una notte di sesso, ti ringrazia e se ne và -


-uhm -


-già- risponde piccata l’altra.


-ma lei sapeva che tu sei tu e che lui era suo fratello?-


Lizzy guarda storto l’amica - come che io sono io? Ovvio che sa che io sono io...e che lui fosse suo fratello, inizialmente forse no, ma grazie a una vacca bastarda, lo avrà anche capito...-


-intendevo, lei sa chi sei per suo fratello? -


-perchè, cosa dovrei essere per suo fratello? Molto probabilmente niente più di quella che si è fatto una notte d’estate in una cittadina di provincia...-


Jane la guarda con disapprovazione.


-non avevate chiarito che lui in verità avrebbe voluto risentirti, ma sei stata tu a non richiamarlo? -


-ma io quel biglietto non l’ho mai trovato! Potrebbero essere tutte cazzate che si è inventato lui!-


-ma almeno si spiega perchè si comportava poi da stronzo, ma continuava a baciarti...era offeso, ma non poteva resisterti, così ti faceva capire a cosa stavi rinunciando...-


Lizzy scuote la testa - no, questo ragionamento è troppo da donna! -


-beh allora se hai una scusa migliore, dimmi te -


-Io non lo voglio scusare.-


-ah, ecco....-


L’altra si guarda attorno. -io voglio solo andare a ballare! -


Lizzy si alza e si tira dietro anche l’amica poi fa per uscire dalla zona divanetti ma viene fermata da una mano.


-ehi Lizzy, dove scappi? - il viso sorridente di Georgia la fa arrestare.


-dove spero di non incrociare tuo fratello - risponde seria l’altra e tira dritta, lasciando interdetta la mora.


Era consapevole che non c’era stato tradimento da parte della ragazza, ma Lizzy non si capacitava del fatto di non aver capito subito chi era e soprattutto non si capacitava di averle raccontato tutto, così, senza minimamente pensare due volte a quello che stava per fare. Aveva così tanto bisogno di sfogarsi con qualcuno, che le era andato bene la prima persona che si era fermata a darle ascolto?


Si sentiva così tremendamente sciocca e sola.


Arrivata in mezzo alla pista con l’amica subito dietro si gira e l’abbraccia.


- maledizione Jane, mi ero ripromessa di non farmi fregare da quel maledetto damerino, e invece? Eccomi qua! E la cosa veramente assurda è che ogni cosa che faccio, ogni posto in cui vado, ogni persona con cui parlo. Lui, maledizione, torna sempre in mezzo lui.-





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Salve,


se ci sono delle incongruenze, lasciate che sia. Quando la storia sarà finita rileggerò tutto e sistemerò tutto.


Nel frattempo vi auguro un buon proseguimento.



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Capitolo 16
*** The day after ***


Quel che tutti sanno, ma che nessuno si ricorda mai nel momento del misfatto, è che se bevi,bevi e bevi, e bevi, e poi bevi ancora, il giorno dopo, quando ti alzi, ne dovrai pagare le conseguenze.


E la cosa peggiore è doversi alzare per la sete, quando l’unica cosa che vorresti fare e rimanere steso a letto. Anche perchè quando ti alzi, e sei ancora mezzo ubriaco, la nausea è la prima cosa che ti prende, e che ti rende sensibile al più delicato odore nell’aria.


Nausa Malditesta Sonno Sete: Doposbornia.


Tremendo.


Ah, il malditesta.


C’è chi la mattina si prende due aspirine.


Due aspirine di prima mattina a stomaco vuoto? Ma che si fumano gli americani dei film?


Il modo migliore per perforarsi lo stomaco in 5 secondi. Complimenti per l’idea!


Tanta acqua e un caffè nero.


E ovviamente evitare di alzarsi di scatto.


Certo, sempre se si fosse in grado di alzarsi, a meno che il dolore ai piedi non vi costringa a strisciare per terra fino alla più vicina fonte d’acqua potabile.


Ok, non ti tutti passano la notte a ubriacarsi su trampoli con punta a spillo. Capita.

Oppure un mal di piedi che vi faccia camminare così lentamente da permettervi di notare, mentre passate davanti al più vicino divano, che lì c'è disteso qualcuno che non dovrebbe essere lì.


Tanto meno in casa vostra.


Tanto meno in quella città.


E per essere veramente pignoli, tanto meno in quello stato nè continente e se non sbaglio nemmeno emisfero, e perchè no, sicuramente non nello stesso fuso orario.



Ma sono questi shock mattutini che riescono a farti dimenticare completamente le sbronze.


E ti fanno fare attenzione ai piccoli particolari come ad esempio: come cavolo sono tornata a casa ieri sera?


E quando cavolo mi sono messa il pigiama?


E quando cavolo mi sono tolta il trucco?



Cosa che ti fa correre in bagno per scoprire che no, il trucco non te lo sei tolta, che in effetti non hai il tuo ultrasexy pigiama con i pinguini, ma solo una maglia extraextralarge di un gruppo rock di cui non ti sembra di aver mai sentito nemmeno parlare, ma hai ancora reggiseno e perizoma,elementi a tuo favore e a sfavore di un’ipotesi di sesso con il presunto essere disteso sul divano e per quanto riguarda il fattore ritorno a casa...beh, quella non è casa tua e quindi quello di là non è proprio il tuo divano.



- oh,mio dio, che faccio? -


Ovvio, mi lavo la faccia da questo disastro, mi lavo in un qualche modo i denti, che ho un alito con cui potrei commettere uno sterminio di massa, poi trovo il mio cellulare,alias la mia borsa, e i miei vestiti, hum,il mio vestito e perchè no anche le mie calze...



Uscita dal bagno però Lizzy non riesce a far più di tre passi senza bloccarsi rapita dall’irresistibile voglia di vedere meglio chi è disteso sul divano.


E di scoprire che non si era sbagliata.


E constatare che sì, è lui, in tutto il suo scarmigliato splendore.


Arruffato come chi non ha fatto altro che rigirarsi per tutta la notte su un divano, e rigido come chi è abbituato a dormire su qualcosa di molto più comodo e spazioso, come un bel letto a due piazze, con profumate lenzuola blu e morbidi cuscini di piume.


Maledetto damerino.


Mi spieghi che ci faccio qui?


O meglio, come ci siamo arrivati qui?



Mi da quasi fastidio lasciarlo sul divano, ma l’idea di svegliarlo comporterebbe l’inizio di un momento di terribile disagio per entrambi, sommato più al fatto di non avere la più pallida idea di come sono arrivata qui.


Devo chiamare chi per certo sa come sono andate le cose.



- pronto...ma chi è a sta ora?-


- Jane? Sono Lizzy! -


- Lizzy? Ma da che numero chiami? - sbadiglio sonoro e voce di sottofondo con relativa risposta “lizzy”


- ti chiamo da quella che immagino sia casa di Darcy...suppongo, non mi sembra un albergo,e non è casa mia...ed appunto di questo che vorrei chiederti-


- ah, già, è vero...scusa...è che sono ancora mezza addormentata....bel casino che avete combinato ieri...- sghignazzata di Jane - Charlie ha detto che non ha mai visto Will arrabbiarsi tanto...era proprio nero...-


- Cosa?! Jane ho un malditesta atroce, non mi ricordo niente di ieri e sono mezzanuda con addosso solo una maglietta di uno sfigatissimo gruppo rock di cui non ho mai sentito parlare, credi di riuscire a spiegarmi in breve che diavolo è successo ieri? -


- beh...in breve, tu hai bevuto, ti sei messa a ballare con un tipo, è arrivato lui ha preso a pugni il tipo e ti ha portato via mentre scalciavi e urlavi di lasciarti andare perchè lui era un lurido a bastardo che se ne doveva tornare dalla sua fidanzata.-


- uhm, okey, un po’ più in lungo? -


Jane sospira e si sente un rumore di lenzuola.


Solo l’idea che Jane fosse stesa a letto con il suo Charlie accanto, dopo sicuramente una notte di dolce e appagante sesso, la faceva sentire incredibilmente invidiosa.


- allora, noi stavamo ballando, e ogni tanto tornavamo al tavolo a bere e tra mezzanotte e le due, beh siamo tornate parecchi volte a bere...almeno tu...così per le due tu eri bella che andata. Non ubriaca fradicia da star male, ma tanto da non dover più pensare e soffrire. E ballavi. Beh tesoro ballavi come se non ci fosse stato nessun altro...e per un po’ non c’è stato nessun problema, c’era chi ti guardava, ma se ne stava in parte, poi però ha iniziato a farsi avanti uno, ma tu lo ignoravi, poi un altro e ignoravi pure quello, poi però è arrivato un tipo, carino, ma niente di che. A quanto pare lo conoscevi, l’hai chiamato “chiappa” o “schiappa”, l’hai abbracciato e gli hai stampato un bacio sulla guancia. Ho pensato che non fosse niente di serio, perchè se eri così spigliata con lui, voleva dire che non ti interessava, allora ti ho lasciata con lui perchè ero stufa di ballare con te e volevo stare con Charlie per un po’ -


- ah, grazie! -


- non ti lamentare! Ti ho sopportata per ore, sapendo in che stati eri... tornando a ieri sera...quando sono tornata al tavolo ho trovato Charlie che parlava con qualcuno, che non era altri che Will, che era appena arrivato con un volo diretto da New York. Tesoro, sai cosa vuol dire? Ore e ore di viaggio. Ma era là perchè sapeva che poteva incrontrare qualcuno di nostra conoscenza che era da troppo tempo che non vedeva e altrettanto che non sentiva, perchè stupidamente, a causa dei vari giri di lavoro, impegni, cene e pranzi, e in più del fuso orario, non era riuscito mai a trovare il momento giusto per telefonarle. Non voleva chiamare solo per dire ciao, voleva chiamare per poter rimanere a parlare per almeno un’ora per poterne sentire la voce, e la risata. Ma causa lavoro e altre cose non c’era riuscito il primo giorno e così aveva rimandato al secondo, ma nel momento in cui stava chiamando si era reso conto che in Inghilterra erano notte fonda e così aveva rimandato al giorno seguente, ma alla sera si era ritrovato talmente stanco che arrivato in stanza era praticamente crollato a dormire.


Così aveva rimandato e poi rimandato e poi aveva provato a chiamare, per accorgersi all’ultimo che sarebbe stata proprio l’ora del giorno della riunione del mese e che quindi non avresti potuto rispondere...insomma, così aveva deciso di fare in modo di accorciare il soggiorno in America e di addensare tutto in due settimane in modo da poter essere qua il prima possibile e smetterla con questa storia dei fusi, invece che tornare il giorno prima del matrimonio, come da programma. Poi appena arrivato in aeroporto si è fatto venire a prendere e si è fatto portare direttamente al Venice, dove ovviamente non ti ha trovata al tavolo, perchè, come le aveva detto sua sorella, ti eri andata a nascondere in mezzo alla pista. Ma forse la sorella le ha detto anche qualcos’ altro perchè quando sono arrivata al tavolo aveva appena finito di scolarsi in lisciata un qualcosa che aveva tutta l’aria di essere di non essere solo acqua e sembrava parecchio turbato. A quanto pare stava chiedendo a Charlie che fine avessimo fatto e lui gli stava rispondendo che non ne aveva la più pallida idea, ma che teoricamente in breve saremmo tornate al tavolo.


Quando sono arrivata da sola ovviamente sono stata costretta a dire che ti avevo lasciata a ballare con il tipo, “chiappa”, e che eri ancora là in mezzo. Al che Will mi ha chiesto di portarmi da te. Io inoltre l’avevo avvisato del tuo leggero stato di sbronza, cosa che parve non renderlo troppo contento. Il peggio è stato però quando siamo arrivati al punto in cui ti avevo lasciata. Beh, non eri più lì, ma eri un po’ più lontana e ti ha trovata Will. -


-oh merda, e che è successo?? -

- Stava decisamente per scoppiare, perchè beh...il tipo ti si stava letteralmente spalmando addosso...tu, in verità non facevi più di tanto...ballavi, ma ti teneva stretta a lui con una mano sul tuo culo e con l’altra, beh...l’altra andava un po’ ovunque. Ma la cosa veramente comica, era come cercasse in tutti i modi di baciarti, ma tu, nel tuo disinteresse totale continuavi a ballare rendendogli la cosa impossibile. Fino a quando lui non ti ha fermato il viso tenendoti per il mento e così ha cercato di baciarti, peccato che prima di riuscire a farlo è stato preso di peso William e buttato in mezzo alla mischia.


È lì che tu non hai reagito molto bene. Gli hai iniziato a gridare qualcosa come “ehi, ma come cazzo ti permetti di arrivare qua dal nulla e di trattare in quel modo i miei amici” e credo che la cosa che ti ha fatto più imbestialire sia che ti abbia preso per un polso e ti abbia strattonata a se e invece che risponderti ti abbia baciata e tu, mia cara, hai risposto al bacio, come se fosse stata l’unica fonte di ossigeno rimasta in quella sala. Poi lui come ha iniziato a baciarti ha smesso e ha decretato che ve ne saresti andati, perchè tu in quello stato non potevi stare lì un minuto di più.


Ti ha preso di forza e ti a portata via. Ah, la tua giacca ce l’ho io.


Ovviamente tu hai iniziato a urlare che non andavi da nessuna parte,in particolare con quello stronzo che prima ti aveva illusa e poi era scomparso e che era solo un gran pezzo di, beh, io questo cose non le ripeto, ma puoi immaginarle, e che se ne doveva tornare dalla sua stupida fidanzata, quella stronza ( si, ieri ti piaceva particolarmente dare degli stronzi un po' a tutti ) dai capelli rossi. Poi non so come sia finita,ma immagino tu ti sia addormentata come al tuo solito appena salita in taxi-


-oh merda.-


- già-


- ho dato proprio il meglio di me...-


- no, avresti potuto fare anche di peggio...-


- come?-


- baciando il tipo...-


- giusto...ora però devo andare...-


- credo anche io...-




Lizzy si avvicina al divano.


Poi prende una decisione.


Si avvicina ancora di più, si inginocchia davanti al bell’addormentato e si chiana a baciarlo dolcemente sulle labbra.


- ehi, sveglia, c’è un letto grande e caldo che ti aspetta.-


William mugugna nel sonno,ma non si degna di svegliarsi,allora lei gli avvolge il viso con le mani e lo bacia di nuovo, poi si alza e lo afferra per una mano e per l’avambraccio, cercando di farlo sollevare.


Come reazione di riflesso però lui ritira il braccio verso di sé trascinandosi addosso Lizzy e svegliandosi di soprassalto.


- ehi, non vale, io mi sono trattenuto dal saltarti addosso ieri sera, con quel vestito, e tu invece non ti fai remore a saltarmi addosso sopra al mio divano? - esclama con voce assonnata, passandosi una mano tra i capelli.


Lei lo fissa allucinata - ma quanto sei scemo - e si china a baciarlo.


- vieni con me - sussurra poi lei - quel letto è troppo grande per starci da sola -


Lui si solleva senza smettere di baciarla - scusa ma ora come ora sono troppo stanco per fare nient’altro che non sia dormire, il viaggio, la festa, sono distrutto.... -


- tranquillo, credo che prima di qualsiasi cosa sia il caso di dormire, fare colazione, chiarirsi e poi, al caso, chiudersi in camera per il resto della giornata-


-mi sembra un’ottima idea... ma senza "al caso" -


- bene -


I due si stendono sul letto e ricadono addormentati nel giro di pochi secondi, abbracciati.



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