La sfera dalle 4 stelle

di VidelB
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1° ***
Capitolo 2: *** 2° ***
Capitolo 3: *** 3° ***
Capitolo 4: *** 4° ***



Capitolo 1
*** 1° ***


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La sfera dalle 4 stelle

Goku e Chichi chiamarono loro figlio Gohan, in onore del nonno adottivo di Goku. Ma di preciso come venne loro l’idea? In che occasione ritrovarono la famosa sfera dalle 4 stelline? Questa è una mia interpretazione di quello che accadde. ^-

*

Era una tranquilla mattina d’estate. Il sole splendeva nel cielo terso, del tutto privo di nubi, e la temperatura stava aumentando velocemente.

Chichi si rivoltò sudata fra le lenzuola ad occhi chiusi, ma il caldo ormai le aveva tolto ogni voglia di dormire e mugugnando infastidita infine buttò le coperte da un lato e si mise seduta. Quindi scostò i capelli dal volto e si guardò intorno, trovando come al solito il posto accanto a sé vuoto. Si alzò in piedi con l’intenzione di controllare il figlio, mentre lanciava uno sguardo all’orologio sulla parete: le 10 passate. Era in ritardo per preparare la colazione! Poiché il bambino dormiva ancora, con la codina avviluppata intorno ai fianchi, evitò di disturbarlo.

La ragazza si fiondò silenziosamente in bagno a lavarsi e ne uscì dopo appena cinque minuti, si vestì, legò i capelli in uno chignon basso e corse in cucina. Fortunatamente Goku non era ancora tornato dai primi allenamenti, in questo modo riuscì a cucinare con più calma; in genere era affamatissimo e vederlo in quello stato la spingeva automaticamente ad essere il più rapida possibile.

Per minuti il brusio dei fornelli e i cinguettii provenienti dal giardino furono gli unici rumori che risuonarono in cucina. A Chichi non dispiaceva affatto l’atmosfera rilassata, anzi, vi si trovava a suo agio e considerava il posto splendido. Ovviamente non possedevano tutte quelle comodità a cui era abituata prima di sposarsi, ad esempio il condizionatore pronto per le giornate torride come quella ma…

- Eccomi!- fece una voce maschile allegra, seguita dal tonfo della porta che si chiudeva.

- Bentornato.- rispose la giovane pulendosi le mani col grembiule ed affacciandosi sul corridoio.

Goku le diede un fugace bacio sulla guancia passandole affianco per entrare in cucina.

- Uh, che buon odore! Ho una fame!- esclamò e si avvicinò con l’acquolina in bocca ad una padella. Prima che potesse sollevare il coperchio, Chichi aveva bloccato con fermezza la sua mano, premendola contro il metallo bollente.

- Lo sai che devi aspettare… quante volte te l’ho detto di non fare così?!- alzò il tono, mentre lo fissava con sguardo truce. Il ragazzo divenne bordeaux per il calore e balzò all’indietro.

- Sei cattiva.- replicò appena finito di soffiare sulla mano scottata.

- Non mi impietosisci con quell’espressione offesa sai?- disse lei a braccia conserte- Ci sono delle regole da rispettare in questa casa!

- E io che volevo chiederti di venire a fare il bagno con me oggi.- mormorò il ragazzo imbronciato, uscendo dalla stanza.

La moglie restò alquanto perplessa a tali parole. Loro non avevano mai… insomma sarebbero stati stretti nella vasca in due, non ci aveva mai pensato e poi… che cavolo di proposta era di punto in bianco? Inferocita lo seguì ad ampie falcate, acchiappandolo per la maglia arancione:

- Aspetta un attimo. Mi hai fatta arrabbiare, ma mica ti ho detto di no.- borbottò scontrosa e imbarazzata allo stesso tempo- Se ti facesse piacere…- deglutì a fatica, non riuscendo a continuare oltre il discorso.

Goku si voltò di nuovo sorridente:

- Allora andiamo tutti e tre al lago dopo?

- Tutti e tre? Lago?- ripeté la giovane scombussolata, sbattendo più volte le palpebre.

Il marito annuì:

- Che ne dici di fare un picnic lì? Sarà più fresco che a casa e potremo anche fare il bagno se ci va. Lui sta ancora dormendo?- chiese indicando il soffitto.

- Sì, ma dobbiamo deciderci a dare un nome al bambino, non si può continuare a chiamarlo così.- rispose lei infastidita.

- Già… beh ci penseremo entro stasera.- scrollò le spalle- Intanto vado a lavarmi.

- Va bene. Quando hai finito vallo a prendere e portalo qui con te.- acconsentì Chichi sospirando.

- Ok.

Detto questo, Goku si allontanò, mentre lei riandò davanti ai fornelli e nell’attesa fece colazione.

Circa una mezz’ora dopo ecco di ritorno il marito col figlio ancora insonnolito in braccio; la ragazza non poté impedirsi di sorridere a quella vista. Le parevano così simili fra loro!

- Bene, io ho finito e inizio a ripulire. Sistema il bambino nel seggiolone.- disse al giovane, il quale eseguì prontamente l’ordine, prima di mettersi a mangiare con l’appetito di sempre. Stava per finire, quando il neonato iniziò a singhiozzare e piangere, facendo voltare verso di sé entrambi i genitori. Chichi si apprestò ad avvicinarglisi, ma ricordò di avere le mani insaponate e dovette fermarsi:

- Scusa Goku, potresti dargli il biberon? E’ lì davanti a te.- chiese- Ora mi sciacquo le mani e arrivo.- proseguì aprendo il rubinetto.

Il ragazzo, rimasto un po’ confuso a quella richiesta, ci aveva messo un po’ ad alzarsi ed aveva appena preso in mano il biberon quando lei si voltò.

- Dai, non ti preoccupare, faccio io.- intervenne stringendo a sé il piccolo e tendendo una mano per ricevere l’oggetto. Goku scosse la testa:

- No. Fammi provare.- rispose interstadito. La ragazza sospirò e lo osservò quindi avvicinare lentamente il contenitore al bambino, finché quest’ultimo non allungò le braccia e lo prese.

- Hai visto? Guarda come beve!- esclamò lui impressionato.

- Sì, lo so.- fece lei, divertita dalla sua reazione esagerata.

- Aveva fame anche lui, eccome!- continuò il giovane attento, carezzandogli nel frattempo la testolina. Il figlio lasciò il ciuccio e fissò il padre a occhi spalancati per alcuni lunghi attimi, come a volerne assorbire l’immagine.

- Penso sia meglio finire di prepararci se vogliamo andare al lago.- disse ad un tratto la giovane, reprimendo a stento le risa- O si farà tardi.

- Già.- annuì Goku, distogliendo finalmente lo sguardo dal suo bambino. Non immaginava la quantità di borse di cui lo avrebbe caricato Chichi per quel “semplice” picnic.

*

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Capitolo 2
*** 2° ***


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**

- Allora, ci saremo ricordati tutto?- si domandò Chichi pensierosa col bambino in braccio, mentre prendeva le chiavi e accostava la porta d’ingresso.

- Io… io credo di sì.- rispose Goku alle sue spalle. La stava sbirciando con difficoltà attraverso la pila creata dal paniere formato extra e dal borsone, sistemati l’uno sopra l’altro, che teneva sollevati.

- Mah, ho come l’impressione di aver dimenticato qualcosa!- esclamò lei poco convinta.

- Ma è impossibile!- ribatté il marito sconvolto- Le cose da mangiare ci sono e… questo borsone pieno a che serve?

- Ci sono i costumi, i pannolini, la radio, i piatti, il tostapane e i tovaglioli che nel cestino non entravano.- elencò la ragazza contando gli oggetti sulle dita, quindi per un attimo calò il silenzio- D’accordo, possiamo andare!- decise, per poi inoltrarsi a passo svelto nella foresta. Goku traendo un sospiro sollevato la seguì, cercando di non perdere di vista la sua schiena.

In mezz’ora di cammino, durante la quale il pranzo aveva rischiato circa una decina di volte di rovesciarsi sul sentiero, la famiglia Son giunse al lago. Chichi, uscendo dall’ombra e ritrovandosi nella vasta radura battuta dal sole e dalla luce riflessa dallo specchio d’acqua, si coprì velocemente gli occhi con una mano:

- Che caldo!- disse, mentre cercava di individuare un buon posto dove accamparsi.

- Già. Vogliamo sistemarci lì?- propose il giovane a poca distanza, puntando il dito verso un albero dalla folta chioma e i frutti rossi.

- Sì. Può andare.- annuì la sua interlocutrice, quindi agguantò il cesto di vimini e lo portò fin sotto la pianta, dove lo aprì e vi tirò fuori una tovaglia che allargò sull’erba.

- Goku, aspettiamo per mangiare vero? Tu hai finito da poco dopotutto.- chiese voltandosi per guardarlo… ma girandosi non vide altro che il borsone poggiato a terra e, spostando lo sguardo incredulo molto lentamente, una scia di vestiti abbandonati che si susseguivano l’un l’altro fino alla riva del lago; una fontana di schizzi turbava la superficie dell’acqua, opera del marito che vi sguazzava contento.

- GOKU!!- urlò imbestialita facendo sobbalzare il bambino assopito che aveva legato con una striscia di stoffa intorno al busto.

Il ragazzo agitò un braccio facendole cenno di raggiungerlo. Chichi si avvicinò eccome, ma non sorridente come lui aveva immaginato, piuttosto con fare minaccioso. Il marito indietreggiò titubante:

- Perché non vieni anche tu? E’ fresco sai.- disse, osservando quelle mani tremare.

- Ma ti pare il modo?!- gli urlò in faccia, chinandosi pericolosamente. Goku raccolse prontamente al volo il neonato prima che toccasse acqua. Chichi, privata del peso, si accorse subito di quanto accaduto e cercò di riprendere il figlio; purtroppo non aveva tenuto conto del fondale ripido e il piede si poggiò molto più in basso di quanto immaginasse. Fu così che si sbilanciò e cadde con uno scroscio. Il ragazzo allibito la osservò mentre si tuffava goffamente di testa e aspettò che riemergesse, ma ciò che aspettava non accadde e allarmato la ripescò, trattenendola per la vita.

- Come stai?- fece stringendola leggermente; Gohan dal canto suo aveva preso a singhiozzare, agitato da tutto quel trambusto, e si dimenava con tutte le sue forze.

La giovane tossì un paio di volte e riprese aria:

- Bene.- mormorò confusa, con una guancia contro il torace del marito; si mosse di scatto quando avvertì una codina sfiorarle il volto.

- Oh Gohan, grazie a dio!- esclamò abbracciando il figlio tenuto dal ragazzo.

Goku sorrise, ma poco dopo gli venne un’idea e mutò espressione: con poche e precise mosse, sciolse il bambino dalle coccole della madre e si allontanò.

- Se non vieni resta con me.- la stuzzicò tirando fuori la lingua.

Chichi si accigliò immediatamente:

- Torna qui!- gli ordinò - Con questi vestiti zuppi non posso nuotare!

- Oh, non mi pari così tanto vestita!- ridacchiò il marito. La giovane interdetta guardò in basso e restò letteralmente senza parole: la fascia colorata galleggiava sulla superficie e il vestito, del tutto slacciato, le era scivolato lungo i fianchi, lasciandola scoperta dalla cinta in su.

- Idiota!- gridò arrossendo violentemente.

Goku continuò a ridere a distanza di sicurezza col bimbo incuriosito sulle spalle.

- Io… ok sto arrivando, ma te la sei cercata!- disse infine Chichi, abbandonando il resto dei vestiti alla riva e accingendosi a nuotare verso di lui. Gli si fiondò contro, ma quando credeva di averlo ormai raggiunto, improvvisamente invece era scomparso. Tentò di individuarlo e lo ritrovò a picchiettare divertito con un dito sulla propria spalla.

- Sono qua eh…- la avvertì, mentre lei si girava per fronteggiarlo.

- Ridammelo!- protestò stendendo le braccia. Poiché lui non l’accontentava, decise di cambiare tattica. Abbassò gli occhi fingendosi rassegnata e rimase immobile senza fare più nulla, fin quando il ragazzo non iniziò a preoccuparsi e si avvicinò leggermente. La moglie sbirciò la situazione, ma non era ancora il momento adatto, doveva fargli abbassare del tutto la guardia prima.

- Non mi vuoi più bene.- se ne uscì di punto in bianco imbronciata.

- Ma Chichi…- replicò confuso.

- Io ti amo e tu… mi ricambi così.- aggiunse con aria affranta sfiorandolo furtivamente all’altezza dello stomaco. Il ragazzo sobbalzò e s’imbarazzo d’un colpo.

- Non siamo nemmeno stati più così vicini dal giorno in cui ci siamo sposati, lo capisci?- parlò seria, mentre aderiva completamente al suo busto e arrivava ad accarezzargli una guancia. La presa di Goku alle mani del figlio si allentò sensibilmente e il giovane sbatté le palpebre disorientato.

- Vuoi dire che vorresti di nuovo…- mormorò insicuro. Lei annuì e avvicinò le labbra alle sue, attendendo pazientemente che chiudesse gli occhi, ma lui rimase a fissarla stupefatto:

- E ora cosa c’entra questo col buffet?- domandò posandole un bacetto sul naso, per poi riguardarla in cerca di una risposta.

- Che c’entra il buffet piuttosto. Cosa hai capito?- indagò incredula.

- E’ vero, il giorno del matrimonio siamo stati un sacco vicini e a pranzo c’è stato quel buffet gigantesco, mentre la sera quella cenetta che mi hai preparato tu… pensavo me ne volessi preparare un’altra.- spiegò.

Chichi scrollò la testa sbuffando sconsolata.

- Mi hai pure toccato lo stomaco, non lo so eh!- protestò lui in difficoltà- Che dovevo capire?

- Lasciamo perdere per carità.- quasi lo pregò, passandosi una mano fra i capelli.

Il tempo di rialzare lo sguardo e la ragazza inquadrò casualmente un’immagine che la lasciò scioccata. La bocca non emise alcun suono, sebbene avesse voluto lanciare un grido di puro orrore: il marito impegnato a riflettere sul suo comportamento e un luccio di dimensioni gigantesche che saltava da dietro la sua schiena, fuori dall’acqua, e faceva del bambino in bilico sulle spalle un sol boccone, prima di rituffarsi con uno schiocco sonoro. Goku si destò dalle sue profonde riflessioni un istante più tardi, riuscendo a intravedere a malapena la coda del pesce prima che scomparisse del tutto nel buio delle acque più profonde.

La giovane moglie era praticamente rimasta paralizzata dall’angoscia.

- Come cavolo… non sapevo abitassero delle specie pericolose qui. Deve essere nuovo quel mostro!- affermò grattandosi la testa.

- Salva nostro figlio o da qui non esci più!!!- sbraitò la donna premendogli la testa sott’acqua. Lui riaffiorò per assicurarla, ma non ricevette altro in risposta se non un ringhio sommesso, quindi prese un bel respiro e si immerse. Non avrebbe permesso a quel bestione di far del male al bambino, questo era certo.

**

L’errore nell’introduzione alla storia è stato corretto, ringrazio di cuore sonsimo per avermelo fatto notare! Questo capitolo penso sia uscito più comico del solito e la cosa personalmente non mi dispiace… piuttosto spero lo troviate un pochino divertente anche voi :P. Come sempre vi invito ad essere sinceri nei commenti, voglio sapere seriamente cosa ne pensate… alla prossima ;D!

P.S.: Secondo i piani il terzo capitolo dovrebbe essere anche l’ultimo ma non è sicuro, quindi aspettatevi di tutto XD

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Capitolo 3
*** 3° ***


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***

‘Non può essere andato molto lontano’ rifletté Goku mentre era immerso alla ricerca delle due deboli aure: una del figlio e l’altra del luccio. Si fermò qualche istante per concentrarsi e le individuò entrambe. Erano vicini, non più di qualche metro alla sua destra… se l’acqua non fosse stata torbida, li avrebbe potuti benissimo vedere. Rincuorato dalle proprie considerazioni, proseguì nella direzione scelta finché non intravide una sagoma familiare. Eccolo! Il ragazzo scattò in avanti ed afferrò la coda del pesce, quindi iniziò velocemente la risalita trascinandolo saldamente dietro di sé; qualche metro verso l’alto e si ritrovò in aria, per poi volare fino alla riva.

Lasciò scivolare con attenzione il pesante carico dalle spalle sulla sabbia, evitando un atterraggio troppo brusco. L’animale si dibatteva irrequieto: l’istinto gli comandava di muoversi e sperare di tornare in acqua in qualche modo; Goku lo fissò provando un senso di rimorso mentre si preparava a colpirlo mortalmente, dopotutto il figlio stava bene, poteva sentirlo…

Prima che avesse preso una decisione definitiva, Chichi era già lì; aggrappata al suo braccio alzato, lo distolse dalle incertezze.

- Sta indietro, potresti farti male.- tentò di scansarla.

- Potresti far male anche al bambino! Aspetta.- replicò lasciando la presa e chinandosi per aprire la bocca all’animale.

- Ok, ma faccio io.- replicò Goku dandole il cambio.

Subito un fascio di luce accecante apparve ai loro occhi, accompagnato dalla forte puzza di pesce marcio, e li stordì per dei secondi. Solo lentamente si attenuò e trasformò in un lieve bagliore, permettendo loro di guardare: un’aura chiara avvolgeva il corpo rannicchiato del neonato, il quale stava piangendo sommessamente ed aveva le mani serrate ad uno dei denti appuntiti. Chichi scrollò via della sabbia nell’aprire i pugni:

- Piccolino!- gridò lanciandosi per raccoglierlo, incurante del cattivo odore. Il giovane si sentì immediatamente sollevato nel vedere il figlio zuppo, ma illeso. Era un miracolo che non gli fosse successo niente di male considerando il tempo che era rimasto sott’acqua, col rischio di venir mangiato e con poca aria a disposizione; ma ciò che lo aveva lasciato davvero stupito era l’energia inconsueta che pareva scaturire da quel corpicino.

Si accorse poi delle occhiate stranite che la moglie stava lanciando ripetutamente al figlio e alla gola dell’animale di fronte.

- E’ forse… una sfera del drago?- domandò incerta puntando un dito davanti a lei. Goku sbirciò nella direzione indicata e un riflesso arancione gli colpì le pupille; ancora più incuriosito, si sporse per afferrare un oggetto tondeggiante incastrato fra due denti e tirò. Dopo qualche resistenza riuscì nell’intento ed espose la mano ai raggi del sole.

- Esatto.- disse alzando la sfera all’altezza del volto e contando mentalmente le stelle in essa contenute. Erano quattro. Chichi si avvicinò incantata e sfiorò la superficie liscia con un certo timore, mentre il luccio con qualche balzo raggiungeva finalmente l’acqua.

- E’ quella di tuo nonno Gohan, giusto?

Il ragazzo annuì impercettibilmente; sorrideva. Coprì la mano della moglie con una delle sue e ciò bastò per richiamare il suo sguardo, facendolo rispecchiare nei suoi occhi limpidi.

- Lo spirito del nonno lo ha protetto.- affermò convinto, dando così una spiegazione alle stranezze che aveva notato. Chichi rise a fior di labbra e accarezzò il figlio rivolgendosi a lui:

- Visto che padre sconsiderato? Per poco non ti lasciava mangiare da quel mostro. Ringraziamo il nonno allora.

- Ehi!- protestò il marito; lei si era già messa in piedi e camminava spedita. La bloccò parandolesi davanti a braccia aperte.

- Però sono stato io a portarlo a riva.- le ricordò accigliato.

- … Beh, e quindi? Per colpa della tua disattenzione è finito nei guai; il minimo che potessi fare era riparare per tempo.- replicò stizzita, nascondendo rapidamente gli occhi lucidi con un movimento del capo.

Goku abbassò le braccia mortificato e liberò il sentiero, lasciandosi sorpassare. Sarebbe stato troppo difficile descriverle il presentimento che aveva avuto: era stato preoccupato certo, ma aveva anche mantenuto la calma, come se avesse saputo fin dall’inizio che il bambino non si sarebbe fatto male. Una sensazione del tutto inconscia, probabilmente non gli avrebbe nemmeno creduto. Quindi la raggiunse sotto l’albero e si sedette con la schiena contro il tronco senza dire una parola, fissando un punto indefinito sull’altra sponda del lago.

Chichi si era accomodata dal lato opposto della pianta e osservava il figlioletto stringerla ed emettere dei gridolini contro il suo seno mentre lo cullava:

- Asciugheremo i vestiti sul prato, che dici?- gli sussurrò debolmente, prima di iniziare a spogliarlo e sistemare uno dopo l’altro gli abiti stesi al sole, insieme a tutti gli altri che aveva raccolto vicino la riva. Li fermò con delle pietre agli angoli, dopodiché frugò nel borsone per tirarne fuori un asciugamano e avvolgerglielo intorno.

- Andrà meglio.- annunciò con poca convinzione, senza curarsi delle gocce che le stavano rigando il volto; ora non l’avrebbe vista nessuno, poteva sfogarsi finalmente. Aveva provato paura, molta, forse più che mai nella sua vita… quando l’aveva visto sparire tra le fauci del luccio era rimasta agghiacciata… solo la speranza di poterlo salvare l’aveva riscossa. Quel bambino, lui che ancora non aveva un nome, ma che aveva portato dentro di sé per lunghi mesi, il risultato del suo amore, della sua unione col ragazzo che amava… il suo Goku che dispensava così facilmente gesti di simpatia ma altrettanto raramente di passione… aveva rischiato di perdere tutto questo. Un singhiozzo sfuggì al controllo della donna scuotendole il petto, ma questa non se ne avvide.

Il giovane però udì lo strano suono e ne fu incuriosito: avanzò carponi sull’erba e sbirciò a pochi centimetri da lei. Impallidì nel ritrovarsi d’un tratto le iridi color notte della moglie, questa volta velate dalle lacrime, puntate direttamente sulle proprie; il secondo successivo la vista era stata oscurata da un asciugamano.

- Asciugati i capelli o ti prenderai un raffreddore.- disse Chichi con tono disinteressato; nel frattempo si terse frettolosamente le guance. Quando Goku riaffiorò dal panno, lei era di nuovo seria e composta.

- Ti spiacerebbe smetterla di fissarmi?!- sbottò dopo un po’, con le gambe raccolte a coprirle il busto- Se aspetti che ti ringrazi per averlo salvato… ok, grazie.- parlò, concludendo la frase in un borbottio appena decifrabile. Il giovane sbatté le palpebre meravigliato dal cambiamento, prima di inginocchiarsi con naturalezza affianco alla ragazza. Lei non mosse un muscolo, anzi si irrigidì nell’avvertire il tocco ruvido ma tenero di una mano. Le stava lambendo la guancia destra.

- Chichi…- chiamò insistente Goku- c’era rimasta una lacrima.-

La moglie sobbalzò sorpresa, vergognandosi a morte per essere stata scoperta:

- L’avevi capito che stavo piangendo.- commentò.

- Sì.- rispose semplicemente lui.

- Uhm, non ti posso nascondere nulla a quanto pare.- replicò rassegnata abbozzando un lieve sorriso.

- E’ una questione di naso e orecchio, ti sento.- spiegò scandendo le parole con dolcezza- Devi fare più attenzione se vuoi che non me ne accorga.

- Capisco.

La ragazza si rilassò un po’ godendosi quel raro contatto e accomodandosi meglio seduta: Goku eccezionalmente non si decideva ancora ad allontanarsi, ma a lei ciò poteva solo far piacere. Quando lo vide inaspettatamente più vicino e col sorriso sulle labbra mentre poggiava queste ultime sulla sua fronte, Chichi fu preda di un lieve tremore ed abbassò le palpebre. Dalla portata dell’emozione che stava provando, era come se non si fosse mai avvicinato tanto a lei… si rese conto di bramare la sua vicinanza con tutta sé stessa. Quando prima, in acqua, aveva cercato di ingannarlo, la prima tattica a cui aveva pensato era stata la provocazione in “quel” senso; rise dentro di sé, si sentiva tanto orgogliosa da arrivare ad avvicinare il marito nei modi più assurdi, quando invece doveva essere la cosa più spontanea fra loro. Istintiva e immediata quanto l’abbraccio in cui Goku l’aveva avvolta adesso, coprendo gli occhi del bimbo e baciandola con ardore sulle labbra. Chichi gemette e rispose lentamente al bacio, scostandosi subito dopo per riprendersi.

- Hai sempre quel buon sapore.- valutò il ragazzo compiaciuto- E lo stesso odore.- aggiunse con voce appena udibile, annusando la pelle del collo. La giovane rabbrividì, il cuore le rimbombava rumorosamente nel torace… caspita, come poteva farle ancora quell’effetto, le stava dando pericolosamente alla testa senza concederle possibilità di frenarsi.

- Goku…- mormorò con un fil di voce toccandogli i pettorali come a volerlo distanziare.

- Cosa?- domandò lui guardandola curioso a pochi millimetri.

Lei appariva turbata e col viso di una bella tonalità di bordeaux, l’espressione era così buffa nella sua indecisione che il giovane non riuscì ad evitare di scoppiare a ridere.

- Che c’è di divertente?- intervenne Chichi stupita e offesa allo stesso tempo.

- Non lo so, sembri una bambina.- rispose a stento.

- Senti chi parla!- gridò dandogli una rapida botta in testa. Il maritò balzò indietro e si lamentò stringendo le palpebre e massaggiando il punto dolorante.

- Possiamo almeno pranzare?- chiese risentito, accennando al paniere di vimini.

- Certo. Se la smetti di fare il cretino preparo io.- fece l’interessata riavvicinandosi e porgendogli la tuta arancione oramai quasi asciutta- Copriti va, mentre aspetti.- concluse, prima di schiaffeggiargli l’avambraccio- Almeno non arrossirò come una bambina.

***

Ok, deciso, il prossimo sarà davvero l’ultimo capitolo!^_^Quattro capitoli per una ff su questo argomento mi sembrano perfetti dopotuttoXD. Aspetto commenti costruttivi, ciao!

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Capitolo 4
*** 4° ***


****

Goku indossò la tuta, mentre Chichi aveva posato il piccolo sulla tovaglia per rivestirsi anche lei. Il ragazzo appena ebbe finito si riappoggiò con la schiena al tronco dell’albero e chiuse gli occhi rilassato. Adorava quella tranquillità: non faceva né troppo caldo né freddo, l’aria era pulita, nessun rumore fastidioso e presto avrebbe anche mangiato. Cosa poteva esserci di più perfetto? … Beh, un combattimento impegnativo aveva il suo fascino, ammise, ma senza momenti come quello non sarebbe potuto stare. D’un tratto lo stomaco brontolò come per contraddirlo e una risata squillante gli giunse alle orecchie; l’interessato guardò allora in basso vedendo il figlio, semicoperto da un asciugamano, tirare il tessuto arancione dei suoi pantaloni. Sorpreso, lo raccolse e lo fece sedere sulle sue ginocchia:

- Come mai sei arrivato fin qui? Cosa c’è?- gli domandò punto dalla curiosità. Il neonato fece una pernacchia, indicando lo stomaco del padre, e rise di nuovo.

- Perché, vorresti dire che il tuo pancino non brontola mai?- richiese ora minaccioso, prima di iniziare a fargli il solletico; il suo interlocutore mandò allora gridolini acuti scalciando come una furia e attirando l’attenzione di Chichi.

La ragazza aveva appena riempito l’ultimo piatto di cibo quando si accorse del vuoto accanto a sé e si affacciò dall’altra parte dell’albero pronta a sgridare Goku per non aver prestato attenzione, ma ciò che vide la distolse automaticamente dalle sue intenzioni: il marito stava tenendo in braccio loro figlio e giocando con lui. La ragazza allora sorrise intenerita ma decisa.

- Vedi di non esagerare, potrebbe passargli la fame proprio adesso che è pronto!- esclamò fermandogli le mani.

Goku alzò lo sguardo illuminato dalla gioia su di lei:

- E’ pronto? Sul serio?

- S-sì.- rispose un po’ intimorita, mentre prendeva fra le braccia il bambino… appena prima che il ragazzo si gettasse come un morto di fame sulle cibarie. Con un lieve sospiro la donna lo raggiunse, decisa a salvare almeno la sua porzione e il biberon del neonato… non si poteva mai sapere!

Passarono lì il resto del pomeriggio, chi giocando, chi leggendo e chi… dormendo, fin quando non decisero di tornare a casa.

Una volta giunti all’ingresso, Chichi deglutì decisa, annuendo a sé stessa. Per tutto il viaggio di ritorno aveva riflettuto ed ora era il momento di parlarne con Goku; non potevano rimandare oltre.

- Senti cara, io mi farei un altro pisolino adesso se non ti disp…- stava dicendo Goku, quando il telefono iniziò a squillare insistente.

- Per favore, rispondi tu mentre porto il bambino in camera.- replicò la ragazza allontanandosi verso il piano di sopra. Una volta tornata giù gliene avrebbe parlato, si ripromise. Con molta calma sistemò il bimbo nel lettino e la sfera del drago su un mobiletto; quindi ridiscese le scale, in fondo alle quali vi trovò il marito in attesa.

- Allora, chi era prima?

- Tuo padre Juma, sarà qui fra poco.

- Come mai?

- Non saprei, ha detto qualcosa riguardo ad un elenco e a dei nomi, ma non ho capito bene.- mormorò grattandosi la testa pensieroso.

La giovane impallidì… nomi! Suo padre voleva sicuramente proporne per loro figlio nel caso non ne avessero già scelto uno… e se l’intuito non la tradiva sarebbe stato duro da sopportare… ecco, come immaginava non avevano fatto in tempo! Ora se lo sarebbero dovuto sorbire… oppure magari potevano ancora farcela! Chichi acchiappò rapidamente il marito per la maglia trascinandolo fin sul divano e mettendosi cavalcioni su di lui.

- Non ti muoverai da qui finché non avremo finito. E in fretta anche!

Goku la fissava stralunato, mentre veniva strattonato per il bavero.

- C-cosa succede?- domandò, trattenendole le braccia.

- Non abbiamo più tempo! Dobbiamo fare in fretta prima che arrivi!- insistette lei presa dalla furia, prendendogli il viso fra le mani, agitata com’era.

- Non ci sto capendo niente!- protestò il ragazzo scuotendo il capo.

- Sì che hai capito, avanti, muoviti!- lo incitò Chichi, attirandolo per la maglia in modo da bloccargli ogni via di fuga. Goku sentiva il respiro affrettato della moglie sfiorargli le labbra.

- Ma non potevi pensarci prima?- disse incerto; lei non si allontanò, piuttosto continuò a fissarlo imperturbabile, facendolo arrossire- Va bene, se proprio insisti, non che mi dispiaccia…- concluse, stringendola forte a sé per baciarla. La ragazza emise un gemito soffocato, presa totalmente alla sprovvista, e si dimenò staccandosi quasi immediatamente dalla bocca del marito:

- Cosa diavolo fai?!- gli urlò sconvolta.

- Dobbiamo fare in fretta, giusto? Basta parlare.- la zittì Goku con un bacio più intenso del precedente e accarezzandole lascivamente i fianchi.

- Ma… non ti intendevo questo…- mormorò riprendendo fiato appena poté, proprio mentre il marito le stava baciando con tenerezza la pelle del collo. Lui rimase immobile. Silenzio di tomba se non fosse stato per il fiatone.

-… Cosa?- sussurrò incredulo cercando gli occhi della compagna. Volle accertarsi che non si trattasse di uno scherzo, anche se stupido.

- Volevo… che proponessi un nome… tutto qui.- cercò di spiegarsi lei, scostando tremante il collo dalle sue labbra. Goku arrossì violentemente e si rintanò contro lo schienale del divano, con gli occhi sgranati.

- S-scusa.- riuscì a sussurrare dopo qualche istante, non sapendo che altro fare.

Chichi si schiarì la voce e si rialzò in piedi mostrando un sorriso malizioso:

- Credevo non ti interessassero più di tanto queste cose e invece mi sbagliavo.

- Non pensare male, non avevo capito bene e quindi…- tentò di difendersi il ragazzo sentendosi in colpa come non mai- Mi dispiace davvero Chichi, non succederà più; io… dovevo fermarmi subito.- proseguì intimorito. La giovane non poté trattenersi dal ridere e si ributtò su di lui scompigliandogli i capelli:

- Va bene così, stai tranquillo.- lo rassicurò con dolcezza, e stava accarezzandogli una guancia quando trillò il campanello dell’ingresso. Quel suono li fece scattare, separandoli all’istante come una forza invisibile. Un paio di secondi dopo Chichi era alla porta.

- Papà, benvenuto!- esclamò con un sorriso un po’ tirato- Entra, entra, ti stavamo aspettando!

- Permesso. Eccoti figlia mia, ti trovo bene!- salutò col solito vocione rimbombante- Salve figliolo… spero di non avervi disturbato.- aggiunse subito, avendo notato l’aspetto sconvolto di suo genero.

- M-ma no che dice, proprio perché non avevamo niente da fare stavamo…- iniziò a spiegare Goku, ma un’occhiata assassina di Chichi lo ammutolì.

- …Stavamo per andare a fare un po’ di tè, ne vuoi papà?- concluse con naturalezza sorridendo più di prima, quindi prese il genitore a braccetto ammonendo con un altro rapido sguardo il marito. Il ragazzo ebbe così modo di mettersi in piedi e ridarsi un aspetto presentabile prima di raggiungere gli altri in cucina. Non fece in tempo a sedersi davanti al tavolo che subito Juma gli rivolse la parola:

- Allora ragazzo, come ci si sente a fare il padre eh?- chiese ridendo bonario.

- Ehmm… la notte non riesco a dormire.- rispose in tutta onestà.

L’omone scoppiò in una grossa risata, sbattendo una manona sul tavolo e facendolo tremare:

- E’ uno dei pochi svantaggi, ma ti assicuro che ci sono anche molti lati positivi. Non credi?- replicò scrutandolo con attenzione.

Goku si grattò la nuca mentre rifletteva:

- Beh, immagino di sì. Per ora mi piace giocare col bimbo e guardarlo mentre succhia il latte da Chichi ma…- spiegò provocando un forte imbarazzo nella moglie- … sento già di volergli molto bene.- concluse candidamente.

- Questo è l’importante!- annuì con energia il gigante alzandosi in piedi.

- Papà perché ti sei già alzato? Manca ancora parecchio per far bollire l’acqua.- intervenne la giovane stupita.

- Mentre aspettiamo potremmo andare tutti su dal mio nipotino, che dite?- propose non aspettandosi obiezioni. Chichi, temendo da prima che sarebbe accaduto, annuì sconfitta e andò avanti per fargli strada.

Quando il gruppetto entrò nella camera il silenzio era totale e la luce del tramonto si rifletteva sulle pareti. Con una sorta di riverenza Chichi si avvicinò fino a toccare la culla, seguita a ruota da Goku e da Juma. Quest’ultimo, dopo aver guardato per un po’, con aria soddisfatta tornò indietro e si sedette su una poltroncina.

- Oh, guardalo, com’è tenero!- esclamò a bassa voce Chichi, osservando il neonato dormire a pancia in su.

- Ma a te non sembra che sia un po’ piccolino? Ora che ci penso…- disse il marito indicando l’oggetto dei suoi dubbi.

- Ma cosa dici, se è il ritratto della salute!- ribatté accigliata lei.

A quel punto Juma non poté più trattenersi:

- Avete già pensato il nome da dargli?

Entrambi si girarono verso di lui.

- Ehm, perché?- rabbrividì Chichi fin troppo consapevole di dove volesse andare a parare il padre con quel discorso.

- Io avrei qualche idea se vi va.- rispose pronto e, senza dar tempo di ribattere, tirò fuori dal suo bagaglio un pergamena che srotolò fino a terra. Si schiarì la voce, quindi cominciò a leggere:

- Juma II, Piccolo Juma, Juma junior, Jumettolino, Juma baby, Jumoletto, Jumolino….- elencò in ordine sotto le espressioni atterrite dei due neo-genitori.

-… Oh s’è svegliato, poverino!- commentò Chichi d’un tratto, vedendo il piccolo sbattere gli occhi e iniziare a singhiozzare. Lo prese in braccio coccolandolo un po’.

- Credo che i tuoi nomi non gli piacciano papà.- ne approfittò la ragazza senza molto tatto.

- Che peccato, tu avevi qualche idea figliola?- rispose demoralizzato il gigante.

- Sì, si chiamerà Einstein, come lo scienziato famoso!

Il neonato riprese a lamentarsi.

- Mi sa che non gli piace neanche questo!- si intromise Goku con aria convinta.

-… Che ne dici di Archimede allora?

Pianto più che disperato.

- No no, non gli piace!- ripeté Goku sicurissimo.

- Beh proponi qualcosa tu!- sbottò spazientita la giovane, guardandolo storto mentre lui si accomodava su una sedia, con le braccia incrociate sullo schienale.

- Io?

- Sì, sei o no suo padre? Scegli un nome!

- Uhmm d’accordo.- mormorò pensieroso, accigliandosi nello sforzo.

Attimi di silenzio… rotto presto:

- Allora?- chiesero impazienti Juma e Chichi in coro.

- Ehmm…- Goku li guardò entrambi con espressione molto seria, pareva essersi deciso finalmente!

- Sììì?

- Beh, in realtà io avrei un po’ di fame!- confessò d’un colpo, facendo comparire un sorrisetto imbarazzato. Si stupì nel vedere i due svenire in contemporanea davanti ai suoi occhi.

Appena si riprese, la moglie lo spinse come una furia con le spalle al muro:

- Ma non ti vergogni? Come puoi pensare al cibo in un momento così delicato?!

- Sai com’è…

- E poi hai mangiato come un maiale a pranzo, possibile che tu non riesca a resistere?

- Scusami, sono fatto così…

- Beh, vedi di darti una regolata!!

Le risa del bambino riempirono la stanza mentre Goku sudava freddo. Chichi si ammutolì, sospirò e spinse il marito davanti alla culla.

- Ora, con calma, scegli.

Il ragazzo guardò impacciato il bimbo, il quale tendeva le braccia cicciotte verso di lui:

- Non ne ho idea…

Il piccolo cominciò a gridare sillabe sconnesse.

- Che ha?- domandò Goku stupito rivolgendosi alla moglie; quest’ultima scosse la testa e prese il figlio in braccio per poi consegnarglielo.

- Vuole stare con te, ecco cos’ha.- rispose, mentre il bambino si appigliava ai capelli del povero Goku… in realtà più che stare con lui sembrava voler salire il più possibile in alto. Il ragazzo mentre si lamentava per gli strattoni si voltò e vide dietro di sé il mobiletto bianco con sopra la sfera del drago. Contò al volo: quattro stelline. Si trattava della sfera ritrovata nel luccio. Il bimbo sembrava proprio voler raggiungere lei!

Goku sorrise, la prese e l’avvicinò al viso del bambino:

- Ti piace?

L’interessato vi schiacciò i palmi delle mani strillando di contentezza e cercando anche di morderla, ma senza grandi risultati.

- …Gohan!- esclamò all’improvviso il giovane, preso da un lampo di genio- Forse vuole che lo chiamiamo come il mio nonnino!

Chichi e Juma si voltarono sorpresi verso di loro: padre e figlio si sorridevano a vicenda divertiti; parevano l’uno lo specchio dell’altro in quel momento.

- Per me va benissimo, non faccio obiezioni.- intervenne il gigante bonario mentre annuiva.

La ragazza appariva invece stranita e si avvicinò ai due seria, senza smettere di fissarli.

- Allora, che ne dici?- continuò Goku rivolto al figlio- Gohan, Gohan… ti piace eh?- rise sollevandolo in aria; il bambino sembrava contento… e finalmente la madre si decise ad accennare un sorriso di pura felicità anche lei:

- Va bene, vada per Gohan.

****

Con enorme ritardo ecco a voi la conclusione della fanfiction! Spero sia stata di vostro gradimento; un grazie speciale per le recensioni che mi rendono felicissima, alla prossima! ;*

N.B. La fine di questo capitolo si ispira fortemente ad una scena dell’episodio n°171 intitolato “Il compleanno di Gohan”. Alcune battute sono state lasciate quasi uguali a quelle dell’anime mentre altre sono completamente inventate e in parte la scena originale è stata modificata.


Barbara

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