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Goku
indossò la tuta, mentre
Chichi aveva posato il piccolo sulla tovaglia per rivestirsi anche lei.
Il
ragazzo appena ebbe finito si riappoggiò con la schiena al
tronco dell’albero e
chiuse gli occhi rilassato. Adorava quella tranquillità: non
faceva né troppo
caldo né freddo, l’aria era pulita, nessun rumore
fastidioso e presto avrebbe
anche mangiato. Cosa poteva esserci di più perfetto?
… Beh, un combattimento
impegnativo aveva il suo fascino, ammise, ma senza momenti come quello
non
sarebbe potuto stare. D’un tratto lo stomaco
brontolò come per contraddirlo e
una risata squillante gli giunse alle orecchie; l’interessato
guardò allora in
basso vedendo il figlio, semicoperto da un asciugamano, tirare il
tessuto
arancione dei suoi pantaloni. Sorpreso, lo raccolse e lo fece sedere
sulle sue ginocchia:
- Come mai sei arrivato fin qui? Cosa
c’è?- gli domandò
punto dalla curiosità. Il neonato fece una pernacchia,
indicando lo stomaco del
padre, e rise di nuovo.
- Perché, vorresti dire
che il tuo pancino non brontola
mai?- richiese ora minaccioso, prima di iniziare a fargli il solletico;
il suo
interlocutore mandò allora gridolini acuti scalciando come
una furia e
attirando l’attenzione di Chichi.
La ragazza aveva appena riempito
l’ultimo piatto di cibo
quando si accorse del vuoto accanto a sé e si
affacciò dall’altra parte
dell’albero pronta a sgridare Goku per non aver prestato
attenzione, ma ciò che
vide la distolse automaticamente dalle sue intenzioni: il marito stava
tenendo
in braccio loro figlio e giocando con lui. La ragazza allora sorrise
intenerita
ma decisa.
- Vedi di non esagerare, potrebbe
passargli la fame proprio
adesso che è pronto!- esclamò fermandogli le mani.
Goku alzò lo sguardo
illuminato dalla gioia su di lei:
- E’ pronto? Sul serio?
- S-sì.- rispose un
po’ intimorita, mentre prendeva fra le
braccia il bambino… appena prima che il ragazzo si gettasse
come un morto di
fame sulle cibarie. Con un lieve sospiro la donna lo raggiunse, decisa
a
salvare almeno la sua porzione e il biberon del neonato… non
si poteva mai
sapere!
Passarono lì il resto del
pomeriggio, chi giocando, chi
leggendo e chi… dormendo, fin quando non decisero di tornare
a casa.
Una volta giunti
all’ingresso, Chichi deglutì decisa,
annuendo a sé stessa. Per tutto il viaggio di ritorno aveva
riflettuto ed ora
era il momento di parlarne con Goku; non potevano rimandare oltre.
- Senti cara, io mi farei un altro
pisolino adesso se non ti
disp…- stava dicendo Goku, quando il telefono
iniziò a squillare insistente.
- Per favore, rispondi tu mentre
porto il bambino in
camera.- replicò la ragazza allontanandosi verso il piano di
sopra. Una volta
tornata giù gliene avrebbe parlato, si ripromise. Con molta
calma sistemò il bimbo
nel lettino e la sfera del drago su un mobiletto; quindi ridiscese le
scale, in
fondo alle quali vi trovò il marito in attesa.
- Allora, chi era prima?
- Tuo padre Juma, sarà qui
fra poco.
- Come mai?
- Non saprei, ha detto qualcosa
riguardo ad un elenco e a
dei nomi, ma non ho capito bene.- mormorò grattandosi la
testa pensieroso.
La giovane
impallidì… nomi! Suo padre voleva sicuramente
proporne per loro figlio nel caso non ne avessero già scelto
uno… e se
l’intuito non la tradiva sarebbe stato duro da
sopportare… ecco, come
immaginava non avevano fatto in tempo! Ora se lo sarebbero dovuto
sorbire…
oppure magari potevano ancora farcela! Chichi acchiappò
rapidamente il marito
per la maglia trascinandolo fin sul divano e mettendosi cavalcioni su
di lui.
- Non ti muoverai da qui
finché non avremo finito. E in
fretta anche!
Goku la fissava stralunato, mentre
veniva strattonato per il
bavero.
- C-cosa succede?-
domandò, trattenendole le braccia.
- Non abbiamo più tempo!
Dobbiamo fare in fretta prima che
arrivi!- insistette lei presa dalla furia, prendendogli il viso fra le
mani,
agitata com’era.
- Non ci sto capendo niente!-
protestò il ragazzo scuotendo
il capo.
- Sì che hai capito,
avanti, muoviti!- lo incitò Chichi,
attirandolo per la maglia in modo da bloccargli ogni via di fuga. Goku
sentiva
il respiro affrettato della moglie sfiorargli le labbra.
- Ma non potevi pensarci prima?-
disse incerto; lei non si
allontanò, piuttosto continuò a fissarlo
imperturbabile, facendolo arrossire-
Va bene, se proprio insisti, non che mi dispiaccia…-
concluse, stringendola forte
a sé per baciarla. La ragazza emise un gemito soffocato,
presa totalmente alla
sprovvista, e si dimenò staccandosi quasi immediatamente
dalla bocca del
marito:
- Cosa diavolo fai?!- gli
urlò sconvolta.
- Dobbiamo fare in fretta, giusto?
Basta parlare.- la zittì
Goku con un bacio più intenso del precedente e
accarezzandole lascivamente i
fianchi.
- Ma… non ti intendevo
questo…- mormorò riprendendo fiato
appena poté, proprio mentre il marito le stava baciando con
tenerezza la pelle
del collo. Lui rimase immobile. Silenzio di tomba se non fosse stato
per il
fiatone.
-… Cosa?-
sussurrò incredulo cercando gli occhi della
compagna. Volle accertarsi che non si trattasse di uno scherzo, anche
se
stupido.
- Volevo… che proponessi
un nome… tutto qui.- cercò di
spiegarsi lei, scostando tremante il collo dalle sue labbra. Goku
arrossì
violentemente e si rintanò contro lo schienale del divano,
con gli occhi
sgranati.
- S-scusa.- riuscì a
sussurrare dopo qualche istante, non
sapendo che altro fare.
Chichi si schiarì la voce
e si rialzò in piedi mostrando un
sorriso malizioso:
- Credevo non ti interessassero
più di tanto queste cose e
invece mi sbagliavo.
- Non pensare male, non avevo capito
bene e quindi…- tentò
di difendersi il ragazzo sentendosi in colpa come non mai- Mi dispiace
davvero
Chichi, non succederà più; io… dovevo
fermarmi subito.- proseguì intimorito. La
giovane non poté trattenersi dal ridere e si
ributtò su di lui scompigliandogli
i capelli:
- Va bene così, stai
tranquillo.- lo rassicurò con dolcezza,
e stava accarezzandogli una guancia quando trillò il
campanello dell’ingresso.
Quel suono li fece scattare, separandoli all’istante come una
forza invisibile.
Un paio di secondi dopo Chichi era alla porta.
- Papà, benvenuto!-
esclamò con un sorriso un po’ tirato- Entra,
entra, ti stavamo aspettando!
- Permesso. Eccoti figlia mia, ti
trovo bene!- salutò col
solito vocione rimbombante- Salve figliolo… spero di non
avervi disturbato.-
aggiunse subito, avendo notato l’aspetto sconvolto di suo
genero.
- M-ma no che dice, proprio
perché non avevamo niente da
fare stavamo…- iniziò a spiegare Goku, ma
un’occhiata assassina di Chichi lo
ammutolì.
- …Stavamo per andare a
fare un po’ di tè, ne vuoi papà?-
concluse con naturalezza sorridendo più di prima, quindi
prese il genitore a
braccetto ammonendo con un altro rapido sguardo il marito. Il ragazzo
ebbe così
modo di mettersi in piedi e ridarsi un aspetto presentabile prima di
raggiungere gli altri in cucina. Non fece in tempo a sedersi davanti al
tavolo
che subito Juma gli rivolse la parola:
- Allora ragazzo, come ci si sente a
fare il padre eh?-
chiese ridendo bonario.
- Ehmm… la notte non
riesco a dormire.- rispose in tutta
onestà.
L’omone scoppiò
in una grossa risata, sbattendo una manona
sul tavolo e facendolo tremare:
- E’ uno dei pochi
svantaggi, ma ti assicuro che ci sono
anche molti lati positivi. Non credi?- replicò scrutandolo
con attenzione.
Goku si grattò la nuca
mentre rifletteva:
- Beh, immagino di sì. Per
ora mi piace giocare col bimbo e
guardarlo mentre succhia il latte da Chichi ma…-
spiegò provocando un forte
imbarazzo nella moglie- … sento già di volergli
molto bene.- concluse
candidamente.
- Questo è
l’importante!- annuì con energia il gigante
alzandosi in piedi.
- Papà perché
ti sei già alzato? Manca ancora parecchio per
far bollire l’acqua.- intervenne la giovane stupita.
- Mentre aspettiamo potremmo andare
tutti su dal mio
nipotino, che dite?- propose non aspettandosi obiezioni. Chichi,
temendo da
prima che sarebbe accaduto, annuì sconfitta e
andò avanti per fargli strada.
Quando il gruppetto entrò
nella camera il silenzio era
totale e la luce del tramonto si rifletteva sulle pareti. Con una sorta
di riverenza
Chichi si avvicinò fino a toccare la culla, seguita a ruota
da Goku e da Juma.
Quest’ultimo, dopo aver guardato per un po’, con
aria soddisfatta tornò
indietro e si sedette su una poltroncina.
- Oh, guardalo,
com’è tenero!- esclamò a bassa voce
Chichi,
osservando il neonato dormire a pancia in su.
- Ma a te non sembra che sia un
po’ piccolino? Ora che ci
penso…- disse il marito indicando l’oggetto dei
suoi dubbi.
- Ma cosa dici, se è il
ritratto della salute!- ribatté
accigliata lei.
A quel punto Juma non poté
più trattenersi:
- Avete già pensato il
nome da dargli?
Entrambi si girarono verso di lui.
- Ehm, perché?-
rabbrividì Chichi fin troppo consapevole di
dove volesse andare a parare il padre con quel discorso.
- Io avrei qualche idea se vi va.-
rispose pronto e, senza
dar tempo di ribattere, tirò fuori dal suo bagaglio un
pergamena che srotolò
fino a terra. Si schiarì la voce, quindi cominciò
a leggere:
- Juma II, Piccolo Juma, Juma junior,
Jumettolino, Juma
baby, Jumoletto, Jumolino….- elencò in ordine
sotto le espressioni atterrite
dei due neo-genitori.
-… Oh
s’è svegliato, poverino!- commentò
Chichi d’un tratto,
vedendo il piccolo sbattere gli occhi e iniziare a singhiozzare. Lo
prese in
braccio coccolandolo un po’.
- Credo che i tuoi nomi non gli
piacciano papà.- ne
approfittò la ragazza senza molto tatto.
- Che peccato, tu avevi qualche idea
figliola?- rispose
demoralizzato il gigante.
- Sì, si
chiamerà Einstein, come lo scienziato famoso!
Il neonato riprese a lamentarsi.
- Mi sa che non gli piace neanche
questo!- si intromise Goku
con aria convinta.
-… Che ne dici di
Archimede allora?
Pianto più che disperato.
- No no, non gli piace!-
ripeté Goku sicurissimo.
- Beh proponi qualcosa tu!-
sbottò spazientita la giovane,
guardandolo storto mentre lui si accomodava su una sedia, con le
braccia
incrociate sullo schienale.
- Io?
- Sì, sei o no suo padre?
Scegli un nome!
- Uhmm d’accordo.-
mormorò pensieroso, accigliandosi nello
sforzo.
Attimi di silenzio… rotto
presto:
- Allora?- chiesero impazienti Juma e
Chichi in coro.
- Ehmm…- Goku li
guardò entrambi con espressione molto
seria, pareva essersi deciso finalmente!
-
Sììì?
- Beh, in realtà io avrei
un po’ di fame!- confessò d’un
colpo, facendo comparire un sorrisetto imbarazzato. Si stupì
nel vedere i due
svenire in contemporanea davanti ai suoi occhi.
Appena si riprese, la moglie lo
spinse come una furia con le
spalle al muro:
- Ma non ti vergogni? Come puoi
pensare al cibo in un
momento così delicato?!
- Sai
com’è…
- E poi hai mangiato come un maiale a
pranzo, possibile che
tu non riesca a resistere?
- Scusami, sono fatto
così…
- Beh, vedi di darti una regolata!!
Le risa del bambino riempirono la
stanza mentre Goku sudava
freddo. Chichi si ammutolì, sospirò e spinse il
marito davanti alla culla.
- Ora, con calma, scegli.
Il ragazzo guardò
impacciato il bimbo, il quale tendeva le
braccia cicciotte verso di lui:
- Non ne ho idea…
Il piccolo cominciò a
gridare sillabe sconnesse.
- Che ha?- domandò Goku
stupito rivolgendosi alla moglie;
quest’ultima scosse la testa e prese il figlio in braccio per
poi
consegnarglielo.
- Vuole stare con te, ecco
cos’ha.- rispose, mentre il
bambino si appigliava ai capelli del povero Goku… in
realtà più che stare con lui
sembrava voler salire il più possibile in alto. Il ragazzo
mentre si lamentava
per gli strattoni si voltò e vide dietro di sé il
mobiletto bianco con sopra la
sfera del drago. Contò al volo: quattro stelline. Si
trattava della sfera
ritrovata nel luccio. Il bimbo sembrava proprio voler raggiungere lei!
Goku sorrise, la prese e
l’avvicinò al viso del bambino:
- Ti piace?
L’interessato vi
schiacciò i palmi delle mani strillando di
contentezza e cercando anche di morderla, ma senza grandi risultati.
- …Gohan!-
esclamò all’improvviso il giovane, preso da un
lampo di genio- Forse vuole che lo chiamiamo come il mio nonnino!
Chichi e Juma si voltarono sorpresi
verso di loro: padre e
figlio si sorridevano a vicenda divertiti; parevano l’uno lo
specchio
dell’altro in quel momento.
- Per me va benissimo, non faccio
obiezioni.- intervenne il
gigante bonario mentre annuiva.
La ragazza appariva invece stranita e
si avvicinò ai due
seria, senza smettere di fissarli.
- Allora, che ne dici?-
continuò Goku rivolto al figlio-
Gohan, Gohan… ti piace eh?- rise sollevandolo in aria; il
bambino sembrava
contento… e finalmente la madre si decise ad accennare un
sorriso di pura
felicità anche lei:
- Va bene, vada per Gohan.
****
Con enorme ritardo ecco a
voi la conclusione della
fanfiction! Spero sia stata di vostro gradimento; un grazie speciale
per le
recensioni che mi rendono felicissima, alla prossima! ;*
N.B. La fine di questo
capitolo si ispira fortemente ad
una scena dell’episodio n°171 intitolato
“Il compleanno di Gohan”. Alcune
battute sono state lasciate quasi uguali a quelle dell’anime
mentre altre sono
completamente inventate e in parte la scena originale è
stata modificata.
Barbara
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