Guardando al futuro

di squidina
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 28/01/2012 ***
Capitolo 2: *** le vere amicizie ***
Capitolo 3: *** pipistrelli e testosterone ***
Capitolo 4: *** amore o sport? ***
Capitolo 5: *** decisioni ***
Capitolo 6: *** Kiss ***
Capitolo 7: *** a little bit of Romance ***



Capitolo 1
*** 28/01/2012 ***


mila e shiro

28/01/2012

Negli spogliatoi della palestra - Pechino

"Tra pochi minuti giocheremo la partita più importante del campionato ragazze, quella contro le Hell Cats!" disse Mila, in un fascio di nervi.
"Lo sappiamo Mila, potresti anche non scaricare addosso a noi tutta la tua tensione!" rispose Katherine, anche lei visibilmente agitata.
"Ehi ragazze, perchè non parliamo un po' di quello che ci succede ultimamente, potrebbe aiutarci a calmarci...ad esempio Mila, come va con Shiro? A quando il matrimonio?" disse Maria sogghignando maliziosamente. "EHI!!!! non mi sembra il momento questo! E comunque, Shiro è molto impegnato con gli allenamenti...nonostante sia il nostro allenatore, non ha certo perso la voglia di giocare ancora! Perciò ultimamente...diciamo che mi tocca tenere a freno gli ormoni!"
"Ma cosa ti salta in mente! Non devi pensare a queste cose! è solo la pallavolo che conta nella vita...se ti sentisse la signora Yang..." urlò Nami, come al solito dedita solo al dovere.
"Eddai Nami...non mi dire che anche tu non pensi a certe cose! Ci sarà qualcuno che ti piace...non mentire proprio a noi che ti conosciamo più di ogni altro!" disse Gina scoppiando in una fragorosa risata.
Xiu Lan, che stava facendo gli esercizi di meditazione buddista pre-partita che le servivano per la schiacciata arcobaleno e si era persa la divagazione nel gossip, si risvegliò di colpo e urlò: "Ma siete ancora qui? Siamo in mega ritardo!! Tan Tan starà già preparando una strategia per strapparci la vittoria...non possiamo permetterlo! Corriamo a fare riscaldamento!"
Ridendo di gusto, le ragazze si avviarono verso il campo.

Primo set - Hell Cats vs Dragon Ladies

La partita era nel vivo, la squadra delle Dragon Ladies stava conducendo per 8 a 2.
"Ehi Tan Tan, credi forse di farci paura? Ormai conosciamo la tua schiacciata, non ci faremo certo problemi a murarti senza pietà!Vero Glin?" disse Mila, innervosita con la prima giocatrice delle Hell Cats perchè non aveva ancora digerito dopo 4 anni che la Cina avesse battuto il Giappone in finale alle Olimpiadi di Pechino 2008. "Dai Mila, lo sai che voglio bene a Tan Tan...non direi mai cattiverie su di lei", rispose la bella schiacciatrice dai capelli blu. E non mentiva, perchè allenandosi con lei nella nazionale cinese, Glin aveva scoperto il passato di Tan Tan, quanti sacrifici avesse fatto per giocare, mossa soltanto dall'incrollabile fede nella pallavolo.
Glin aveva capito che pur non essendo un mostro di simpatia, Tan Tan meritava rispetto e aveva finito per affezionarsi molto a lei. Tan Tan, dapprima invidiosa di Glin perchè la bella giocatrice riusciva sempre a catturarsi le simpatie di tutti senza sforzo, risultando sempre la vera leader e motivatrice della squadra, quella che tutti stavano sempre ad ascoltare e a cui chiedevano consiglio, si era avvicinata a Glin per carpirne i segreti e batterla in maniera subdola, ma era stata subito contagiata dalla forza e dalla determinazione della schiacciatrice. Insomma, a fine Olimpiadi, le due erano grandi amiche, certo non nel modo canonico, senza eclatanti dimostrazioni di affetto e pazze risate, ma il sostegno che si davano nel momento delle partite era grande. Glin e Tan Tan erano diventate il vero pilastro della Nazionale Cinese, ma con la fine delle Olimpiadi, tornate ciascuna nella propria squadra, non avevano più molto tempo per fare chiacchiere.
In quel momento un "Forza Mila sempre più, la più forte sei tu!" rieccheggiò dagli spalti. Mila, galvanizzata come sempre dal tifo, ritornò con la testa nella partita e concluse il punto con una super schiacciata del drago.
"Brava Jin Mei, bellissima alzata!" si complimentò Ming Hua.
Al punto successivo, la battuta passò a Nami, che scagliò una potente battuta a volo di rondine. "ACE!!!!" urlò Maria. “Ben vi sta, Hell Cats!”


Secondo set

Sul fronte Hell Cats le cose non procedevano nel verso giusto: Tan Tan era furiosa con le compagne perchè la palla non le arrivava mai perfetta per poter fare la sua temibile schiacciata a effetto, mentre le altre ragazze sostenevano che Tan Tan non stesse facendo abbastanza per dare una mano in ricezione, poiché stava immobile sulla destra aspettando solo l'alzata buona. Daimon, dal canto suo, era tutto preso dallo smanettare col computer, in quanto giorni prima aveva elaborato un programma ancora più efficace per colpire i punti deboli delle avversarie. “Ci deve pure essere un modo..nonostante la squadra sia così ben affiatata, nessuno è imbattibile..”, pensava. La verità era, come sempre, che Daimon non era mai riuscito a creare l'armonia nella propria squadra, perchè si preoccupava sempre troppo dei problemi degli avversari, finendo per trascurare i suoi e lasciare tutto nelle mani di Tan Tan, che però non poteva certo far tutto da sola.

Un'altro punto per noi, evviva!!!”, esplose Glin dopo la quarta battuta consecutiva di Maria. “Non è mai stato così facile battere le Hell Cats, ma cosa abbiamo mangiato ieri?” disse Mila scatenando l'ilarità della squadra. “Nessuno si è ancora rotto qualche parte del corpo, e i miei polsi non hanno ancora versato una sola goccia di sangue!” rise Nami. “Se continuiamo così, potremo persino fare a meno degli allenamenti!”, rispose Mila sghignazzando. “Seeeeeee ti piacerebbe! Ahahah” disse Nami, una volta tanto senza essere incavolata con il mondo. “Ehi attente!” risuonò dalla panchina. Nessuno si era preoccupato di andare a muro e Tan Tan ne aveva subito approfittato. La palla cadde a mezzo metro da Ming Hua, che, distratta dal disordine in campo, non si era mossa. “Muovi quel sederone, cicciobombo!” la prese in giro Tan Tan. “Ehi tu, non ti permettere, brutta...” la difese Mila, prima che Glin le tappasse la bocca. “Basta Mila, pensa a giocare”, le disse. Tutto inutile: dopo aver perso la concentrazione, le Hell Cats segnarono alle Dragon Ladies 7 punti di fila, recuperando lo svantaggio. La partita ora era di nuovo alla pari, 18 a 18. Fortunatamente, una giocatrice delle Hell Cats sbagliò la battuta e la palla tornò nelle mani delle Dragon Ladies. Daimon era schokato, non si era mai vista una battuta sbagliata in tutto il cartone animato, tranne la volta in cui Kaori aveva sbagliato apposta per far vincere Mila. “Ora ci penso io!” disse Glin, preparandosi mentalmente alla battuta giroscopio del drago. “Gliene faccio 7 di fila, tanto fino ad ora non mi sono stancata neanche un po'”, pensò la ragazza. E in effetti, le vennero tutte bene. Il set si chiuse 25 a 18, lasciando le Hell Cats con l'amaro in bocca. Glin, però, era molto stanca e chiese alla signora Yang di essere sostituita nel set successivo.

Terzo set

La Yang mandò in campo Xiu Lan al posto di Glin, facendo una scelta certamente azzardata, perché era noto che a causa della schiacciata arcobaleno la ragazza si stancava dopo solo qualche tiro. Xiu Lan fece quel che potè, ma non era sufficiente a contrastare la forza di Tan Tan. Nami e Ming Hua diedero prova di grande bravura recuperando gran parte delle schiacciate delle Hell Cats, ma la marcia verso la vittoria delle ragazze di Daimon era inarrestabile. Macinando punti su punti, le avversarie giunsero a 23, lasciando un distacco di 10 punti dalle Dragon Ladies. Xiu Lan era a pezzi, tanto che le altre 5 ragazze dovevano lavorare il doppio per prendere anche i suoi palloni. A Nami stavano già tremando i polsi e Jin Mei non azzeccava neanche un'alzata. Fu allora che la Yang ritirò Xiu Lan e Jin Mei per mettere in campo Gina e Katherine. La biondina cominciò subito a eseguire una serie di schiacciate trampolino da ogni posizione trovando una grande intesa con Gina. Intanto Mila e Maria facevano un muro spettacolare a ogni tentativo di schiacciata delle Hell Cats. Le Dragon Ladies fecero una rimonta fenomenale fino ad arrivare a 21 a 23, ma a causa di un errore di Ming Hua, che ricevette male la palla, le Hell Cats si portarono a 24. La signora Yang chiese allora a Glin se si sentiva di rientrare in campo e la ragazza rispose che era pronta. L'allenatrice le disse solo: “sai quello che devi fare”. Entrata in campo, Glin si scambiò uno sguardo di intesa con Mila e si concentrò. Aveva provato quello schema tante volte, ma aveva sempre un po' di timore a eseguirlo. La giocatrice delle Hell Cats fece una poderosa battuta, Nami si buttò per prenderla, la palla volò in alto. Mila e Glin saltarono all'unisono: era la schiacciata doppia del drago, un tiro imprendibile. Le due si fissarono per un atttimo, poi Mila si piegò. Glin schiacciò con tutta la sua forza e toccò il muro delle Hell Cats. L'arbitro fischiò. “Fuori!” urlò la signora Yang. “Abbiamo vinto!!” esultarono le Dragon Ladies. “Con una vittoria così semplice, le sfide successive saranno una passeggiata”, pensò l'allenatrice. Mila, felice per la vittoria, volse subito gli occhi verso Shiro, che sedeva in panchina. Non vedeva l'ora di festeggiare la vittoria con lui quella sera. Con sua sorpresa, vide Shiro abbracciato a Jin Mei. I due sorridevano e sembravano felici insieme. Mila sentì una fitta allo stomaco: con lei, Shiro non aveva mai osato tanto davanti al pubblico. Era sconveniente per una ragazza giapponese esibire i propri sentimenti davanti ad altre persone e anche Shiro era sempre stato di quel parere, tanto che nonostante tutti sapessero ormai da molto tempo della loro relazione, ancora a malapena si toccavano. Mila si chiese perchè Shiro le avesse nascosto la sua amicizia con Jin Mei e da quanto ciò andasse avanti, poi, sconsolata, si avviò verso lo spogliatoio.



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Capitolo 2
*** le vere amicizie ***


mila e shiro 2

Spogliatoio della palestra - Fine partita

Mila entrò nello spogliatoio col morale a terra, sperando che le sue compagne fossero già tutte sotto la doccia per non dover dare spiegazioni. Jin Mei non c'era ancora. Si svestì con estrema lentezza, aspettando che tornassero tutte dal bagno per poter fare la doccia da sola in santa pace. In quel momento entrò Jin Mei, con un grosso sorriso stampato in faccia. Mila cercò di contare fino a 10 e poi ancora a 10, ma nonostante fosse cambiata dai tempi in cui non sapeva trattenere la sua irruenza, non fu capace di contenersi. "Cosa avevi da festeggiare di così importante da non poter aspettare il ritorno al dormitorio?" chiese all'alzatrice. Jin Mei la guardò con aria interrogativa, poi capì a cosa si riferiva. "Dici con Shiro? Guarda che non stavamo facendo niente di male, io e lui siamo amici da molto tempo, pensavo lo sapessi”. Mila rifletté, ma non si ricordò un'occasione in cui Shiro le avesse fatto il nome di Jin Mei. E dire che lei lo conosceva da molto più tempo di quella bimbetta salterina! Loro due stavano insieme praticamente da sempre, e anche se fino a qualche anno prima non si vedevano praticamente mai, perchè Shiro giocava ancora a livello agonistico e lei era super impegnata con gli allenamenti quotidiani, da quando lui era diventato il vice allenatore delle Dragon Ladies la loro relazione era più o meno ufficiale. Mila stava persino incominciando a sperare che lui le chiedesse di sposarlo...magari tra qualche anno...D'altro canto non poteva incolparlo senza avere prima sentito la sua versione, anche perché, visto il poco tempo che avevano sempre per stare insieme, era comprensibile che lui non avesse mai pensato di raccontarle della sua amicizia con Jin Mei. "No Jin Mei, non lo sapevo", rispose alla fine.

Alle docce

Ma questa è completamente fuori! Mila è il nostro capitano, come può risponderle così!” confabulava Glin con Katherine. “Io non mi sognerei mai di rubare il ragazzo a una mia amica, è pura cattiveria!” sussurrò Amanda a Nami. “Beh, non voglio giustificarla, ma forse non ha davvero cattive intenzioni..” rispose Nami, che con la mente ritornò subito a quando, all'inizio della loro carriera sportiva, lei e Mila si contendevano Shiro. Nami ricordava ancora con rimpianto la decisione di farsi da parte con Shiro per privilegiare lo sport che più amava e decise istantaneamente che questa volta avrebbe spalleggiato Jin Mei. Gina, che nel frattempo aveva messo la testa completamente fuori dalla porta del bagno per non perdersi neanche un minuto della conversazione, inciampò nel piede di Ming Hua e cadde in avanti, finendo a terra sulla borsa della palestra di Glin. “Puah!!! Ehi Glin ma ti lavi i piedi ogni tanto? Ho i tuoi calzini in bocca...che odore nauseabondo!! Opssss scusate ragazze!” mormorò poi a Mila e Jin Mei, che la guardavano attonite. “Non stavo mica origliando eh.....non penserete che...” Mila e Jin Mei si guardarono e scoppiarono a ridere.“Fa lo stesso, Gina. Abbiamo già chiarito, non ti preoccupare!” le rispose Mila divertita. “E voi, ragazze, potete uscire!” parlò più forte in modo che la sentissero “altrimenti vi ammalerete a stare bagnate in piedi dietro la porta!!!” Tutte le giocatrici uscirono lentamente dal bagno con aria molto colpevole. “Scusa Mila....scusa Jin Mei...erano affari vostri in fondo...ci dispiace!” disse sorridendo Ming Hua. “Già..” conclusero in coro il resto delle Dragon Ladies. Amanda prese allora la parola, commossa: “non mi era mai successo nelle Hell Cats di vedere una squadra comportarsi come tale, sostenendosi sempre nelle difficoltà, anche se personali! Mila, qui tutti ti vogliamo bene!”. E corse ad abbracciarla. Mila si lasciò scappare una lacrimuccia, felice come non mai di avere delle compagne così speciali, e disse: “Grazie, ragazze, vi voglio bene anch'io! Ci sarò sempre per voi!”.

04/02/2012 – Amichevole. Dragon Ladies vs......

La signora Yang, svegliatasi di buon umore quella mattina, aveva ricevuto una telefonata davvero particolare, che l'aveva lasciata molto interdetta. Si trattava ora di comunicarla alle ragazze: ne sarebbero state sicuramente molto felici, ma ciò avrebbe comportato una distrazione notevole dagli allenamenti. Andò così come tutte le mattine nella sala da pranzo a chiacchierare con la sua squadra e le vide intente a fare colazione. Come era fiera di loro! Ognuna aveva un carattere diverso, i propri pregi e i propri difetti, ma insieme formavano la squadra più unita e forte che avesse mai visto. La signora Yang le aveva scelte una per una, sicura che presto o tardi avrebbero tirato fuori il proprio talento e non era rimasta mai delusa, neanche una volta. “Uffa, anche oggi che è sabato dobbiamo fare allenamento, ma perchè!! Dovremmo essere libere di goderci il week-end facendo ciò che vogliamo, non credete?” stava dicendo Gina alle compagne. “In Italia non funziona mica così! Quando facevo danza avevo molto più tempo libero...voi cinesi siete troppo stakanovisti!”. “Non dirai così quando saprai cosa vi attenderà domani, Gina”, la interruppe la signora Yang, che catturò subito l'attenzione totale di tutte le giocatrici. “Mi ha appena telefonato l'associazione delle vittime del terremoto di Fukushima. Hanno organizzato un torneo benefico di pallavolo per aiutare le famiglie in difficoltà. Ci saranno molte altre squadre cinesi...e in particolare, nel caso in cui ci iscrivessimo, dovreste giocare contro una squadra maschile...” “Coooooosa?? Ma sta scherzando, signora Yang? È un'occasione da non perdere! Quando si terrebbe il torneo?” si esaltò subito Gina. “Domani pomeriggio. So che siete molto impegnate con gli allenamenti per la prossima partita, quindi, se non ve la sentite posso sempre dire...” “Non dica stupidaggini! Quando mai ci è permesso di vedere dei ragazzi? Io dico che dobbiamo partecipare! Chi è con me?” ruggì l'italiana con tono minaccioso. Inutile dire che gli allenamenti previsti, proprio come temeva la signora Yang, andarono a farsi benedire.

Le ragazze passarono una notte molto agitata, quasi tutte restarono sveglie. Glin, Katherine, Amanda e Jin Mei discutevano su come farsi i capelli, Gina cercò di convincere Ming Hua a depilarsi le gambe, impresa impossibile dal momento che in Mongolia una ragazza depilata non era vista di buon occhio, Xiu Lan si fece fare la french da Maria. L'unica a voler dormire era Nami, che non pensava al lato estetico della partita. Mila, invece, era molto ansiosa, perché avendo già il fidanzato, aveva paura che Shiro si ingelosisse se l'avesse vista guardare un altro mentre giocava. Voleva incontrarlo per parlargliene, per spiegargli che non avrebbe mai accettato se fosse dipeso da lei, ma non sapeva come fare. Poiché le altre ragazze erano tutte occupate, si infilò nel letto di Nami e cominciò a sfogarsi con lei. Nami ascoltava, in silenzio, provando dentro di sé una grande rabbia. Come poteva Mila venirle a raccontare certe cose? Lei non era mai stata il tipo da confidenze intime...e poi sapeva bene che l'argomento Shiro non era proprio da toccare con lei. Stava già per risponderle che era stanca e voleva dormire, quando Mila la abbracciò forte e le disse: “Ti voglio bene Nami, sei la mia più cara amica. Grazie per il sostegno che mi dai sempre, non so come farei senza di te. Ne abbiamo passate tante e sono felice che continuiamo ancora ad essere insieme. Se ci fosse qui anche Kaori lo direi anche a lei, ma non credo le importerebbe. Niente viene prima della pallavolo per lei, neanche io e te. Ma so che tu sei diversa, Nami. Tu hai un grande cuore, e sei una grande amica.” Nami si sciolse e si mise a piangere. Non riusciva neanche a parlare dall'emozione. Nessuno l'aveva mai trattata con tanta gentilezza, tutti pretendevano sempre qualcosa da lei. Doveva essere una brava figlia e una brava giocatrice e anche se si comportava sempre a modo, non riceveva mai un complimento o una soddisfazione. Vedeva le altre compagne gratificate e felici, mentre lei sentiva sempre di non stare facendo abbastanza, di avere sempre qualcosa da migliorare. Mila invece non le aveva mai chiesto niente, non le aveva mai mancato di rispetto, le voleva bene semplicemente perchè era Nami. “Merita Shiro molto più di me”, pensò. “Che stupida che sono stata. Ho un'amica meravigliosa e devo aiutarla, non criticarla”. “Anche io ti voglio bene, Mila”, rispose. Era la prima volta che lo diceva a qualcuno.






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Capitolo 3
*** pipistrelli e testosterone ***


mila e shiro 3

05/02/2012 - Entrata della palestra di Pechino

La squadra delle Dragon Ladies stava aspettando all'esterno del Capital Indoor Arena, luogo in cui si erano tenute nel 2008 le partite di pallavolo delle Olimpiadi. Le ragazze, a parte Mila, Glin e Nami, non avevano mai visto tanta gente entrare in uno stadio e se la stavano letteralmente facendo sotto dalla paura!
"Non ce la posso fare a giocare di fronte a tutti quegli spettatori!" disse Maria. "Perchè è venuta tutta questa gente? In fondo è solo un torneo benefico, non una gara ufficiale...".
"Non guarderanno mica tutti te, giocheremo in contemporanea con così tante altre squadre che risulterai solo un puntino piccolissimo dagli spalti!" le rispose ridendo Glin.
"Ma ci sono davvero così tante squadre a Pechino? Non sapevo che la pallavolo fosse così amata nel nostro paese..." si chiese Xiu Lan.
"Ehi, guardate chi sta arrivando? Kaori Takigawa! è venuta dal Giappone con le Tokyo Hawkers” urlò qualcuno tra la folla.
Tutti si girarono simultaneamente e partì un "Ohhhhhhhh" di sorpresa, poi una serie di applausi e infine una standing ovation. Kaori era infatti molto famosa in Oriente, perchè giocava a livelli elevatissimi da quando era solo una bambina. Il suo nome nella rosa delle giocatrici della nazionale giapponese per Olimpiadi di Seul 1988 era stato il primo a essere scelto, mentre Mila e Nami si erano dovute sudare il posto, rischiando fortemente di non passare. In seguito, Mila aveva subito quel brutto infortunio al tendine d'Achille, che l'aveva penalizzata moltissimo, tanto che non era più stata convocata fino al 2008, mentre Kaori aveva proseguito la sua brillante carriera senza incontrare ostacoli.
In quel momento, Kaori avanzava guardandosi intorno in cerca di qualcosa, o meglio qualcuno, due persone che non vedeva l'ora di incontrare.
"Sapevo di trovarvi qui, ragazze! Come state?", chiese alle sue due migliori amiche, alle quali dall'emozione sembrava essersi incollata la lingua.
"Ka-Kaori...che ci fai qui?" Come mai sei venuta dal Giappone? Giocherai anche tu oggi?" le domandò Nami esterrefatta.
"Certamente Nami, non potevo mancare...il nostro paese è in difficoltà e sento il dovere di fare tutto ciò che è in mio potere per dare una mano. E poi, diciamocelo, non potevo lasciarmi scappare l'occasione di venire a trovarvi proprio qui a Pechino, amiche!", rise la rossa.
"Hai fatto benissimo Kaori!" sorrise Mila. "Come sta tuo padre?".
"Molto meglio, grazie. Si sta riprendendo...ha rischiato proprio grosso, lo davano per spacciato. Devo ammettere che la mia vicinanza lo ha aiutato molto...".
"Dev'essere stata dura, Kaori".
"Si, lo è stato, ma non parliamo di questo ora. Oggi vi farò vedere di cosa sono capaci le Tokyo Hawkers...è passato molto tempo da quando ci avete sconfitto, care Dragon Ladies. Eravamo ancora inesperte, ma adesso le cose sono cambiate. Lo sapete, vero, che siamo la squadra più forte del Giappone?".
"Ma non dobbiamo scontrarci con voi oggi, Kaori. Per noi è già stato programmato un altro incontro..." provò a dire Nami.
"Mmmmmh...vedremo. Ho in mente una sorpresa, ragazze. Dico anche a voi!" esclamò, facendo sussultare il resto della squadra.
"Ci vediamo dopo, Dragon Ladies!" salutò Kaori, avviandosi allo spogliatoio.
"Che ha in mente di fare secondo voi?" chiese Mila. Le ragazze si guardarono incerte, ma nessuna parlò.
In quel momento sopraggiunse la signora Yang, che, vedendo che le ragazze non erano ancora entrate in palestra, sbraitò: "Volete muovervi? Siete imbambolate forse? Stanno aspettando solo voi per cominciare!"
"Corriamo! Ci scusi, signora Yang!" rispose Glin, precipitandosi assieme alle compagne.

Capital Indoor Arena

Uscendo dallo spogliatoio, le Dragon Ladies furono accolte da un boato. 18.000 spettatori (e tutti i giocatori sul campo) le stavano osservando. Erano davvero le ultime ad essere arrivate! Il presidente dell'associazione delle vittime del terremoto si alzò immediatamente e annunciò: “ Siamo finalmente pronti per dare il via a questo torneo. Sono molto felice che così tante squadre abbiano deciso di partecipare, in particolare, ringrazio le Tokyo Hawkers per essere giunte fin qui dal Giappone. La Cina farà questo ed altro per aiutare i paesi amici. Questo è uno dei grandi meriti dello sport: favorire il gioco di squadra! Per concludere, auguro buona fortuna a tutti...e divertitevi!”
Ogni squadra si avviò verso il rispettivo allenatore per conoscere il nome della squadra da affrontare. Ming Yang, emozionata, riferì alle Dragon Ladies quale partita le attendeva.
"Si gioca ad eliminazione diretta: da 50 squadre iniziali, ne resteranno 25. Poi si faranno 2 gironi di 12 e 13 squadre ciascuno e si arriverà alla fase finale. Intanto però concentriamoci sulla prima partita, che giocheremo contro i White Horses".
"Ma è la squadra di Shiro!! Non ci credo, che bello!!" esultò Mila.
"Il nostro allenatore...siamo spacciate!" bisbigliò Katherine a Glin. Ma l'allenatrice aveva sentito.
"Non dirlo nemmeno Katherine! Voi farete comunque del vostro meglio, non voglio sentire scuse!".
"Si signora Yang".
"Partiranno Azuki, Maurel, Wong, Liu, Dong e Malansano. Quelle in panchina si tengano calde, sarà una partita molto difficile. Ci sarà bisogno di frequenti sostituzioni , perchè giocare contro dei ragazzi implica che dovrete difendere colpi più potenti e perciò vi stancherete più in fretta. Siate veloci nei movimenti, cercate di usare l'astuzia più che la forza per fare punti altrimenti...."
Mila non stava ascoltando una parola delle raccomandazioni della signora Yang perchè la sua testa era troppo impegnata a pensare a Shiro. Erano giorni che non lo vedeva e sapeva già che in campo avrebbe guardato più lui che la palla; almeno non si sarebbe dovuta preoccupare della sua gelosia, non c'era pericolo che si sarebbe messa a sbavare su altri pettorali...Piuttosto, ma le sue compagne? Che effetto avrebbe fatto tutto quel testosterone alle Dragon Ladies? Mila cominciava a capire perchè i maschi dovevano giocare sempre con i maschi e le femmine con le femmine...


Primo set

Le due squadre scesero in campo per fare riscaldamento. I White Horses erano davvero dei bellissimi ragazzi: apparivano muscolosi e forti, anche se non altissimi. Le Dragon Ladies impiegarono 5 minuti buoni per disporsi a coppie a palleggiare: Mila sembrava incantata, Gina fissava il numero 5, tale de Rosa, pelle olivastra e occhi penetranti, con uno sguardo che non prometteva niente di buono; Glin osservava invece acutamente il numero 9, Zhang, un ragazzo sorridente con gli occhiali. Jin Mei era occupata a tenere dietro a tre cose diverse: Mila, Shiro e la palla: non voleva farsi beccare da Mila mentre sospirava guardando il ragazzo. Ming Hua, in coppia con lei, non si era accorta di nulla, perchè era impegnata a lanciare sguardi provocatori a Watanabe, numero 2, il più piccolo d'altezza, ma che sembrava dotato di una simpatia travolgente. Nell'altra metà campo, Sun, numero 1, un ragazzo alto e muscoloso, fissava Maria, mentre Rousseau, numero 8, nativo francese, aveva già adocchiato Katherine. Il numero 3, Schmidt, un biondino molto timido che se ne stava in disparte, ammirava il viso concentrato di Nami, ma appena questa distoglieva gli occhi dalla palla, impaurito, faceva finta di niente. Un ragazzo americano, Johnson, numero 4, era stato colpito dalla timida Amanda, mentre Atouba, numero 10, dalla pella scura, guardava di sottecchi Xiu Lan.

Con il fischio dell'arbitro, la partita incominciò. La palla era stata vinta dai ragazzi, che mandarono in battuta Sun. Le squadre maschili, a differenza delle femminili, battevano quasi sempre in salto e solo occasionalmente facevano la battuta flottante, pertanto Sun lanciò la palla ad una velocità maggiore di quella a cui le ragazze erano abituate. Ming Hua, incaricata di ricevere, rimase immobile e la palla cadde in fondo al campo. Le ragazze si guardarono a bocca aperta, dandosi subito per vinte. La seconda battuta di Sun fu così potente che la palla finì contro il muro: questa volta le Dragon Ladies tirarono un sospiro di sollievo. La palla passò a Jin Mei che, volendo stupire i ragazzi, lanciò una potente battuta uragano. Il libero Watanabe recuperò la palla senza alcuna difficoltà e la passò a Rousseau, l'alzatore. Il numero 8 servì un'alzata perfetta in seconda linea a Sun che colse impreparate Katherine e Mila, già pronte al muro. La palla passò a 5 cm dalla mano di Katherine e volò dritta verso Glin che riuscì a riceverla, ma la mandò troppo lontana dal campo perchè Ming Hua potesse prenderla. La battuta seguente di Zhang fu meno potente e consentì a Ming Hua di ricevere; la palla passò a Jin Mei che la alzò a Mila. La schiacciatrice, super carica, saltò più in alto che poté ma si trovò davanti proprio Shiro, pronto a murarla, e sbagliò clamorosamente lanciando la palla contro la rete. Dopo una partenza così pessima, la signora Yang chiese tempo e rimproverò le sue ragazze: "Cosa vi avevo detto? State giocando con troppa forza! Non è così che riuscirete a vincere! Dovete prenderli di sorpresa e impedire che usino i loro schemi!".
Tutto inutile, le Dragon Ladies erano nel pallone. Il set procedette molto velocemente con una sequenza di errori sbalorditiva per una squadra così forte come le Dragon Ladies. I ragazzi arrivarono addirittura a sbagliare apposta i fondamentali per ridare vita alla partita, ma non ci fu nulla da fare e il set si concluse 25-9 per i White Horses.


Secondo set


Il set successivo cominciò discretamente per le ragazze, che si portarono 9 a 4 grazie all'intesa creatasi tra Glin e Jin Mei. La schiacciatrice, che aveva capito il punto debole dei White Horses, la scarsa ricezione e la lentezza nei movimenti, cercava in tutti i modi di metterli in difficoltà con pallonetti e piazzate nei buchi della difesa. Era pur vero che i ragazzi, essendo più alti, raggiungevano più facilmente le palle lunghe, ma la loro scarsa coordinazione li rendeva più impacciati. A causa di ciò, i palloni all'alzatore arrivavano lontani e imprecisi, rendendo difficile per gli attaccanti concludere l'azione. Gina, che si trovava in zona 1, capendo l'antifona, cominciò a spingere meno sulla battuta concentrandosi invece sulle zone scoperte e sui giocatori meno bravi in ricezione facendo discrete batttute flot, che misero in crisi la squadra dei White Horses portando le Dragon Ladies al punteggio di 17-10. Alla battuta successiva Gina, stanca, sbagliò il colpo mandando la palla fuori dal campo, quindi la battuta tornò alla squadra di Shiro.
Il numero 5, de Rosa, aveva elaborato una particolare battuta, chiamata “volo di pipistrello”: la palla sfrecciava a velocità supersonica per poi tutt'a un tratto fermarsi in alto come trattenuta da una mano invisibile e infine cadere in un qualunque punto del campo, a seconda della forza impressa da de Rosa stesso. Questo colpo era particolarmente difficile da ricevere perchè non si sapeva con certezza in che momento la palla si sarebbe fermata in aria, pertanto costringeva le Dragon Ladies a correre come formichine nel campo, facendole stancare parecchio.
Mentre le Dragon Ladies erano sempre più demoralizzate a causa delle difficoltà in ricezione, i White Horses si ripresero subito, recuperando lo svantaggio e giungendo a 17-16. La battuta successiva fu talmente spinta che la palla, giunta proprio sopra di Gina, cadde con così tanta forza sulla sua testa che la fece svenire per terra. De Rosa sentì un tuffo al cuore e scattò subito per aiutarla a rialzarsi, ma il suo allenatore gli intimò: “Fermati e lascia fare a chi è più esperto di te. C'era bisogno di infierire così tanto su quella povera ragazza?”.
Il ragazzo, mortificato, guardò Gina, caricata su una barella, allontanarsi dal campo e si sentì talmente in colpa che non riuscì più a toccare la palla. A causa degli errori di de Rosa i White Horses non fecero più alcun punto e il set si concluse 25-17 per le Dragon Ladies. I ragazzi non avevano mai visto il loro allenatore tanto infuriato e fissavano de Rosa come a dirgli: “guarda che è tutta colpa tua, vedi almeno di scusarti”. Il ragazzo, che stava pensando a tutto meno che al risultato della partita, contò fino a 3, prese un bel respiro e fece una cosa che non avrebbe mai pensato di fare in tanti anni che giocava a pallavolo: scappò via dal campo.


In infermeria


Gina era sdraiata sul lettino attaccata al respiratore, mentre il medico sportivo armeggiava con le lastre appena fatte. In quel momento entrò de Rosa trafelato, con uno sguardo da cane bastonato che avrebbe commosso anche il più duro dei cuori. Il ragazzo non disse nulla, ma rivolse uno sguardo talmente eloquente al medico che questi capì immediatamente e rispose: “non lo so, ragazzo, bisogna prima esaminare le lastre. Ha avuto un bel trauma cranico, poverina. Si riprenderà, ma dovrà riguardarsi per un po'”.
De Rosa, sconvolto, si avvicinò lentamente a Gina, poi si sedette di fianco al lettino, guardandola teneramente. Dopo qualche minuto di silenzio assoluto non resistette più, le prese dolcemente la mano e le disse: “Mi dispiace tanto”. Vedendo che non reagiva, riprese: “Non so neanche come ti chiami, ma sento che devo stare qui. Ti prego, svegliati”. Ma Gina non dava segno di essere cosciente.
De Rosa, ti chiami così vero? Lasciala stare, non l'aiuterai stando qui”, lo ammonì il medico.
Il ragazzo restò immobile, aspettando un segno.
“Per favore de Rosa, devo chiederti di andartene. Ha bisogno di riposare”.
In quel momento entrò Zhang, che, vedendo la scena, si impietosì moltissimo e disse al compagno, con voce calma ma ferma: “Antonio, per favore, l'allenatore vuole vederti. Tornerai dopo a trovarla”.
De Rosa, mesto, si alzò, sempre tenendo stretta la mano di Gina e le sussurrò: “Non ti preoccupare, torno presto. Vedrai che andrà tutto bene”. Le lasciò la mano e si avviò verso la porta.
Nello stesso istante, Gina aprì gli occhi, fissando il vuoto. “Si è svegliata!!!” urlò de Rosa. Ma la ragazza li richiuse immediatamente, ripiombando nel sonno.
Il medico sentenziò: “Molto bene, de Rosa. È un buon segno, si sta riavendo pian piano. Quando avrete finito il match molto probabilmente sarà già sveglia. Adesso vai e cerca di stare tranquillo”.
Ci proverò”, rispose de Rosa, lanciando un ultimo sguardo a Gina prima di chiudersi la porta alle spalle.







ANGOLO DI SQUIDINA

Hello!!!! Spero che il capitolo vi piaccia, io sono fiera di me perchè è stata dura partorirlo. Mi ci è voluta una grossa dose di fantasia, ma sono soddisfatta. Non me ne vogliano i pipistrelli =D

Ho un sacco di idee in mente, prima fra tutte: ho intenzione di mettere delle foto dei ragazzi!!! Così vedrete come me li immagino io :))....Non ho la più pallida idea di come si faccia...chi lo sa mi può aiutare? Non vorrei essere bannata dopo solo 3 capitoli... Please help me!!!!


Baci Squidina



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Capitolo 4
*** amore o sport? ***


mila e shiro 4

Capital Indoor Arena

Zhang e de Rosa, tornati dall'infermeria, si diressero verso la panchina. Il terzo set era cominciato da un po' di tempo, come si evinceva dal tabellone, che riportava il punteggio di 10-8 per i White Horses.
L'allenatore, che fino a un momento prima stava riprendendo Atouba, sceso in campo al posto di de Rosa, si voltò improvvisamente e sfoderò un sorriso da pescecane che non faceva presagire niente di buono, poi marciò spedito verso di loro. Pur non essendo molto alto, sembrava sovrastarli completamente con la forza della sua ira funesta.

“Dove sei stato?” interrogò de Rosa.

Il ragazzo non rispose, continuando a fissare il pavimento della palestra. Non vedeva l'ora che quel momento imbarazzante finisse, perché si stava trattenendo in tutti i modi per non insultare il suo allenatore, che lo aveva costretto a tornare dall'infermeria non si sapeva bene per quale motivo, se non forse per sbranarlo umiliandolo davanti a tutti.

I due restarono così per qualche secondo, finché, accortosi che non sarebbe riuscito a cavare un ragno dal buco, il sorriso da pescecane dell'allenatore si trasformò prontamente nelle fauci di un leone pronto a papparsi la preda in un sol boccone, e apostrofò così de Rosa: "Non ti permettere mai più di disobbedirmi, mai più! Credi che non lo sappia, che sei stato da quella ragazzina? Pensi di esserti comportato in maniera responsabile? Vediamo se questo ti farà mettere la testa a posto: non ti convocherò per un mese intero, resterai nel dormitorio mentre i tuoi compagni affronteranno le partite. E non ti voglio nemmeno agli allenamenti, puoi fare a meno di presentarti".

Finì la frase con uno sguardo di tale superiorità trionfante che se de Rosa avesse avuto un briciolo della sua boria gli avrebbe sputato in un occhio, ma la superbia non apparteneva al ragazzo, che perciò non fece altro che sedersi sconsolato, più per l'umiliazione pubblica che per la punizione in sé.
In fondo un po' di vacanza ci voleva proprio, pensava, ed inoltre era qualche tempo che non era per nulla smanioso di allenarsi. L'unica cosa che gli importava in quel momento era sapere come stesse la ragazza in infermeria. Siccome non conosceva neanche il suo nome, mentre aspettava che la partita terminasse decise di riflettere per racimolare il maggior numero di informazioni su di lei.
Di sicuro non aveva i lineamenti asiatici e non era nemmeno africana (già due continenti esclusi!). Si ricordava poi di avere letto il suo cognome sulla maglietta...Malansana...Malansani...
“Malansano!” borbottò sottovoce.
“Che?” gli rispose Schmidt, guardandolo come se fosse impazzito. "Ma che ti prende? Dovresti guardare la partita, non sognare ad occhi aperti... non ti basta essere stato squalificato per un mese?...io non ti capisco proprio..."
“Mmm” bofonchiò de Rosa tornando subito al suo mondo. Era un ragazzo davvero particolare, un grande sognatore che pensava sempre in grande, senza però aver mai avuto il coraggio nella vita di mettere in pratica le proprie idee. Pochi ragazzi al mondo erano buoni e umili quanto de Rosa, dotato di creatività e simpatia disarmanti, ma bloccato da una grande timidezza.
“Dunque Malansano...Non mi sembra un cognome straniero..”, cogitava febbrilmente, “..Anzi...E se fosse un cognome italiano? Ma certo, come ho fatto a non pensarci prima? Fantastico, viene addirittura del mio paese!” gongolò fra sé e sé. La pace interiore del ragazzo durò però solo pochi secondi, perché nuove domande si profilarono all'orizzonte dei suoi pensieri: "Un momento, ma potrebbe avere solo il padre italiano e la madre cinese. Potrebbe essere nata qui e non sapere neanche una parola di italiano!". Il suo viso assunse un espressione corrucciata e poi triste. Schmidt, che lo stava osservando di nascosto, non sapeva se ridere o chiamare aiuto.
"Scemo, era una coincidenza troppo strana che fosse proprio italiana...E adesso?" rimuginava concentrato de Rosa. "Ehi!" sgranò gli occhi euforico "Sono proprio il re dei beoti, posso chiedere a Shiro, lui la allena! Cretino!" e si battè la mano contro la testa. Schmidt, impallidito, gli scostò la mano dalla testa e gli disse: "Adesso BASTA de Rosa! Cerca di calmarti o ti faccio rinchiudere!".
De Rosa lo guardò, leggermente stralunato, poi rispose: "Ok, hai ragione. Sono calmo. Calmissimo. Guarderò la partita adesso".
E si mise finalmente tranquillo. Doveva solo aspettare la fine della partita e avrebbe ottenuto tutto ciò che voleva.


Terzo set



La signora Yang aveva appena chiesto tempo per fare riprendere le ragazze, che erano davvero stremate. Atouba, che era stato sostituito da poco, era pieno di energie e le stava seriamente mettendo in difficoltà. Xiu Lan, mandata in campo al posto di Gina, sembrava particolarmente assente, Mila non riusciva più a saltare i soliti 3 metri e mezzo e a causa di ciò le schiacciate dei White Horses fioccavano senza incontrare ostacoli, Ming Hua era affamata e sentiva che non avrebbe retto ancora per molto i colpi potenti dei ragazzi. L'unica ad avere ancora energie era Glin, poiché le ragazze avevano fatto fino a quel momento affidamento soprattutto su Mila.

La signora Yang intuì la situazione e redarguì la squadra: “Ragazze, cercate di passare più palloni a Glin, non vedete che Mila è stanca? Anche tu Jin Mei, sei l'alzatrice, dovresti avere più occhio per queste cose, sei tu che coordini il gioco. Nami, entra in campo al posto di Ming Hua e tu, Maria, cambiati con Mila. Xiu Lan, che hai? Oggi sembri su un altro pianeta. Katherine, aiuta Glin con il muro adesso”.

In quel momento l'arbitro fischiò.

Ok ragazze, fate il possibile per chiudere il set. Potete farcela!”, concluse l'allenatrice.

Forza Dragon Ladies!” le spronò Ling, seconda allenatrice della squadra, dalla panchina.


La partita era ancora aperta: il risultato era momentaneamente di 19-17 per i White Horses, i quali però erano altrettanto spossati, poiché non si aspettavano di confrontarsi con una squadra femminile così forte.

Glin capì subito che occorreva portarli allo sfinimento per vincere il set, così chiese a Nami di iniziare a martellarli con le sue tremende battute a volo di rondine. La ragazza non se lo fece ripetere due volte e mise in atto una sequenza straordinaria di battute perfette. I difensori avversari riuscivano sì a recuperare le palle, ma spendendo molta energia, cosicché quando la palla veniva rimandata nel campo delle Dragon Ladies, le fortissime schiacciate di Glin li mettevano completamente K.O. La tattica della schiacciatrice sorprese in positivo la signora Yang, che si compiacque di aver scaricato le sorti della partita su di lei.

Il set volgeva quasi al termine, quando l'allenatore dei White Horses sostituì Shiro con Zhang, riposato dopo il tempo trascorso in panchina. Glin non reagì molto bene alla cosa e cominciò a sbagliare palle facilissime, mettendo in difficoltà la squadra. Fortunatamente Jin Mei si rese conto del problema e smise di alzare alla ragazza, preferendo passare la palla a Xiu Lan. Grazie alla cinese, il set si concluse appena in tempo 25-22 per le Dragon Ladies, ma tutte capirono che, se Mila e Glin non si fossero riprese subito, non sarebbe andata loro così grassa nel quarto set.




Quarto set



L'allenatrice Yang stava elaborando una tattica nei pochi minuti che le restavano prima che cominciasse il quarto set. Le ragazze erano in vantaggio 2-1 e questo poteva essere l'ultimo, decisivo passo verso la faticosa vittoria. Mila e Glin non erano più utilizzabili, ma poteva ancora contare su Maria, Xiu Lan e Katherine. Inoltre faceva grande affidamento su Nami, entrata alla fine del set precedente e visibilmente felice di giocare. Mancava un alzatore che sostituisse Jin Mei, in quanto Gina era ancora in infermeria, mentre al posto di Glin la signora Yang aveva mandato Amanda. Certo, non sarebbe stata la stessa cosa senza Mila e Glin, ma forse avrebbe funzionato lo stesso. Ming Yang sperava ardentemente che lo spirito di squadra, la qualità più evidente e distintiva delle Dragon Ladies, le avrebbe aiutate anche questa volta.


Dall'altra parte del campo, i ragazzi erano molto stanchi di giocare e non vedevano l'ora di andarsi a fare una bella doccia seguita da una scorpacciata di pizza e birra, come accadeva di solito dopo ogni partita.

D'altro canto, non stavano giocando una partita ufficiale, quindi che senso aveva impegnarsi a fondo? Inoltre, le Dragon Ladies erano a un passo dalla vittoria, sarebbe bastato commettere qualche errore in più e tutto sarebbe finito, anche perché se i ragazzi avessero vinto, avrebbero dovuto portare a termine tutto il torneo.

“Che c***o fate siete dei cretini! Vergognatevi!” li riprese l'allenatore. “Datevi una mossa, deficienti!”

Tutti si guardavano negli occhi reciprocamente, incapaci di sostenere lo sguardo dell'allenatore.

“Che uomini siete, eh? Vi trovate davanti delle donne e vi lasciate battere come delle mammolette! Le Dragon Ladies non sono niente al vostro confronto, potreste schiacciarle come insetti e invece le guardate come fossero angeli del paradiso! Se avete voglia di donne ci facciamo un salto al quartiere delle z*****e insieme! Ma scordatevi di perdere questo set!” concluse fuori di se.

“Dai papà, basta, calmati...” gli rispose Shiro, l'unico a sapere come trattarlo quando gli prendevano i 5 minuti.

A quelle parole l'allenatore fece un respiro profondo, dando prova di ascoltare il figlio.

“Tornate in campo” sibilò infine stizzito. Shiro rimase con lui anche dopo che tutti se ne furono andati.

“Papà, non agitarti, non abbiamo ancora perso un incontro del campionato e poi questa è una partita amichevole, non si vince niente...” gli spiegò con molta calma.

L'allenatore lo fissò intensamente e gli rispose: “Non è così, Shiro. Non dovrei dirtelo perché ci hanno proibito di farne parola con voi, ma visto che tu non giochi più a livello agonistico la cosa non ti riguarda”. Sospirò e riprese:”Il presidente dell'associazione di Fukushima è anche il maggiore esponente della federazione giapponese di pallavolo. Il torneo ha lo scopo di conoscere i giocatori e le giocatrici cinesi con maggiore potenziale per trasferirli in Giappone nelle loro squadre. Sai bene che i giapponesi difettano di giocatori alti”.

“Ma non ha senso, papà, perché un ragazzo dovrebbe scegliere il Giappone al posto della Cina? Che possibilità ha in più quella terra costantemente minacciata dalle calamità naturali? Pur essendo anch'io giapponese, vivendo a Pechino tanti anni ho visto cambiare la Cina e trasformarsi in un Paese straordinario. Penso che il progresso qui continuerà ancora a lungo, mentre il Giappone è già ai massimi livelli e può solo regredire”.

“Il Giappone è la nostra casa, Shiro, e sono certo che saprà risorgere dalle sue ceneri. Ora vai in campo e sprona i tuoi compagni a fare del loro meglio”, gli rispose il padre, finalmente sereno.



“Ragazzi dobbiamo dare il massimo adesso! La partita non è finita, facciamo vedere alle ragazze chi sono i White Horses!” esultò Shiro davanti ai compagni. “Non fatemi fare brutta figura davanti a Mila, vi prego”, sussurrò poi in modo che solo loro potessero sentirlo.




Quinto set


Ragazze che ci sta succedendo? Eravamo in vantaggio netto, ma adesso....” chiese Nami alle compagne.

Sta succedendo che siamo stanche, Nami. Io non ce la faccio più a reggere questo ritmo. Ci hanno bombardato tutto il quarto set con le loro schiacciate e stanno continuando imperterriti senza l'ombra di una goccia di sudore!”, rispose Katherine.

La partita era ìmpari già dall'inizio, abbiamo fatto quello che potevamo contro una squadra maschile”, disse sospirando Maria.

Io sto giocando da 5 set e non mi sono ancora lamentata, perciò finitela subito. Se siamo riuscite a vincere due set non vedo perchè non possiamo vincere anche questo” ringhiò Jin Mei.

Su, ragazze, cerchiamo di stare unite. Ancora un piccolissimo sforzo e sarà tutto finito! Facciamolo per Mila e Glin, che vorrebbero tanto essere al posto nostro in questo momento!!” sorrise Amanda.

E per Gina” disse Xiu Lan mordicchiandosi un labbro.

A quelle parole, le Dragon Ladies si bloccarono, facendosi prendere per un attimo dallo sconforto.

Spero che si sia ripresa, poverina”, mormorò Amanda.

In quel momento l'arbitro fischiò la battuta per i White Horses. In zona 1 c'era Schmidt.

Non male il biondino”, scappò detto a Nami, che subito diventò paonazza. Tutte la guardarono con gli occhi fuori dalle orbite, come se avessero visto un dinosauro vestito da ballerina pattinare sul campo.

Sentir dire questo a Nami è la cosa più assurda di questa giornata, e ne ho viste di cose assurde” pensò Jin Mei.



La partita era ancora aperta e tutte e due le squadre stavano giocando ai massimi livelli. Ai White Horses mancavano 3 punti per chiudere il set, mentre le Dragon Ladies li tallonavano a soli 2 punti di distanza.

Xiu Lan era in quel momento il punto di riferimento della squadra con le sue schiacciate arcobaleno, mentre nella squadra dei White Horses quel giorno chi stava dando il meglio di sé in campo era Schmidt, complice la voglia di fare bella figura con l'allenatore e con Nami, che lo fissava timidamente attraverso la rete. Non si poteva certo dire che Nami fosse una ragazza timida, ma le questioni di cuore la rendevano estremamente impacciata e insicura, perché Nami non era mai stata realmente amata da nessuno e non aveva mai avuto amiche o amici all'infuori di Mila e Kaori. Nami non sapeva neanche cosa la stesse spingendo a fissare Schmidt così intensamente, dal momento che non aveva mai conosciuto l'amore e mai aveva creduto che le importasse o che le servisse a qualcosa nella vita. Solo una volta, da ragazza, mentre guardava un film Disney al cinema, si era promessa che un giorno qualcuno l'avrebbe amata come lei desiderava, senza secondi fini ma soltanto con il desiderio di renderla felice, come la principessa della fiaba, la sua principessa preferita. Le tornò perfino in mente la canzone del film, che non vedeva da secoli:


Il mondo è tuo
con quelle stelle puoi giocar
Nessuno ti dirà
Che non si fa
un mondo tuo per sempre
Il mondo è mio
è sorprendente accanto a te
Se salgo fin lassù
Poi guardo giù
Che dolce sensazione nasce in me


Jasmine. Si chiamava Jasmine. Nami ricordava bene perchè quella canzone l'aveva colpita: Aladdin si premurava di fare scoprire alla principessa tutto ciò che lei non aveva mai visto nella sua vita da reclusa, e lei, invece di rispondergli qualcosa come: “Grazie, anch'io ti amo, saremo felici insieme”, quasi non lo degnava di uno sguardo, concentrandosi solo sulle bellezze del paesaggio arabo e sulla meravigliosa vista dal tappeto magico. La canzone di risposta della principessa era quasi egoista, con quel


Ogni cosa che ho
Anche quella più bella
No, non vale la stella
Che tra poco toccherò


che escludeva totalmente il bel ragazzo dalle sue aspirazioni primarie. “Solo il “sogno americano” può portare a una tale rivalutazione del ruolo della donna”, pensò Nami. “Le altre principesse non sono niente senza i loro principi, mentre Jasmine è ricca, bella e intelligente. È Aladdin il povero straccione che viene poi nobilitato dal matrimonio con la futura regina di Agrabah. Anch'io voglio una storia come quella di Jasmine, anch'io voglio un uomo che non mi tenga prigioniera, ma che mi consideri una sua pari. Un “principe moderno”, insomma, che capisca che le donne non sono soprammobili, che non sono le geishe sempre pronte ad accudirli al ritorno da lavoro. Io non sarò MAI la geisha del mio uomo”. Così rimuginava Nami, svelando solo a sé stessa i suoi desideri più nascosti.


Schmidt era incantato a fissare Nami persa nei suoi pensieri. Era bellissima, i capelli blu le incorniciavano il viso spigoloso, ammorbidito in un espressione indecifrabile, dolce ma allo stesso tempo determinata e fiera. Tutta questa determinazione non spaventava Schmidt, abituato alle donne europee, dominatrici in tutti i sensi, in casa e fuori casa. Persino a letto. Le donne erano un meccanismo complicato, ma Schmidt era affascinato da loro. Le considerava formidabili, capaci di resistere ad ogni avversità e di cambiare a loro favore ogni situazione sfavorevole. Adorava le donne, nessuna fino ad ora gli aveva resistito, perché erano tutte attratte da quella che credevano timidezza, mentre invece era riservatezza, che serviva a Schmidt per inquadrare le persone senza dare nell'occhio. Fino a quel momento però Schmidt non si era mai innamorato, perché tutte le donne giapponesi sembravano fatte con lo stampino caratterialmente, e per lui il carattere era la sola cosa che contava. Crescevano tutte inquadrate nello stereotipo “moglie e madre di famiglia” e sembravano non desiderare altro nella vita. Non esprimevano mai le loro opinioni e se interrogate, usavano l'arma del silenzio e della discrezione. Essendo cresciuto in Europa, Schmidt aveva invece conosciuto la parità fra i sessi; in particolare nella sua terra natale, la Germania, le donne avevano le stesse opportunità degli uomini e le sfruttavano, eccome se le sfruttavano.




Fine partita


Le due squadre si avviarono al centro del Capital Indoor Arena, dove le aspettavano gran parte dei partecipanti al torneo benefico, che avevano già terminato da un pezzo. Le squadre mancanti stavano tutte per finire le loro partite. Sia le Dragon Ladies che i White Horses avevano dato prova di grande tenacia e bravura ai reclutatori, perché inspiegabilmente avevano giocato la partita come se si fosse trattato di una vera gara. Mila era curiosa di scoprire se Kaori e le Tokyo Hawkers avessero vinto e quale sarebbe stata la reazione di Kaori al risultato della loro. Le Dragon Ladies si sentivano soddisfatte, e questo era l'importante.

Kaori raggiunse immediatamente Mila e Nami per congratularsi con loro.

Ragazze, allora com'è andata? Avete vinto, vero?” chiese alle sue amiche.

Mila e Nami si guardarono, incerte su chi dovesse rispondere, poi insieme sorrisero dicendo: “No”.




Coooooooooooooooosa??? Ma come.....io avevo già organizzato tutto....” sbarrò gli occhi Kaori.

Va bene lo stesso, Kaori, non siamo dispiaciute....e poi cosa avevi organizzato?”

Avevo già chiesto di modificare i gironi cosicché le nostre squadre si sarebbero scontrate subito....adesso praticamente. Invece ora dovremo batterci contro i White Horses...”

Già infatti” esclamò Nami, con lo sguardo perso nel vuoto.

Terra chiama Nami!! Ci sei?” le chiese Kaori. “Che le è successo?” si rivolse poi a Mila.

Non lo so, guarda....sarà molto stanca, tutte noi lo siamo. Comunque dovrete impegnarvi molto per battere i White Horses, Kaori. Sono davvero forti. Non vedo l'ora di guardarvi dagli spalti, io ho già dato per oggi!” rise il capitano delle Dragon Ladies.

Si infatti adesso è meglio che vada, fra poco ci vedrai in azione, Mila!” disse Kaori sfidandola con lo sguardo. Mila sapeva benissimo che la sua amica si comportava così perchè ancora le bruciava la sconfitta contro le Dragon Ladies ai tempi dei Mondiali per Club. Kaori era super competitiva, lo era sempre stata, per lei la pallavolo era tutto, e anche di più. Ma Mila non era più così, il tempo l'aveva cambiata e con l'avanzare dell'età stava cominciando a fare un bilancio della sua vita e delle sue priorità. Non era più la ragazzina quattordicenne di belle speranze che aveva travolto con la sua grinta il Giappone e conquistato la Cina. L'orologio biologico di Mila stava cominciando a ticchettare sempre più forte, così come il suo desiderio di formare una famiglia con l'uomo dei suoi sogni. Per ora ciò che aveva le bastava, ma non era sicura che l'avrebbe pensata così ancora per molto tempo.

Ci vediamo dopo, Kaori”, sorrise falsamente, poi si allontanò raggiungendo le sue compagne assieme a Nami.


Mila!” urlò qualcuno con voce disperata. La ragazza si voltò, sorpresa, per capire chi la stesse cercando. Shiro le si avvicinava correndo, con un sorriso a trentadue denti da beota stampato in faccia.

Sei stata fantastica in campo, brava” la guardava emozionato. “Volevo invitarti a cena stasera. Ristorante italiano?” le disse trattenendo il respiro.

Mila non poteva crederci, sarebbe venuta giù la neve che non era caduta in 100 anni dopo questa offerta.

Si!!!!” rise saltellando dalla felicità. Mila voleva baciarlo, abbracciarlo, ma sapeva che Shiro non amava i gesti intimi in pubblico, così si trattenne. Shiro la sorprese ancora una volta, prendendole la mano e dicendole: “Sei bellissima” davanti a tutte le ragazze e al pubblico dello stadio. Mila credette di svenire, poi si ricompose e balbettò: “Ti amo tanto”, con gli occhi lucidi di commozione. Shiro sorrise, le lasciò la mano e si allontanò continuando a guardarla verso i White Horses, ammutoliti per lo stupore. Le Dragon Ladies erano estasiate e fissavano Mila con una punta di invidia, desiderando che si materializzasse anche per loro un principe con cavallo e calesse come Shiro. Tutte tranne una, che il suo principe l'aveva appena perso.



Fine torneo


La coppa del torneo fu ritirata dalle Tokyo Hawkers, con una scintillante Kaori in pole position, visibilmente orgogliosa. I White Horses, che erano arrivati secondi, sembravano assolutamente distrutti. Il presidente prese la parola per congratularsi con i vincitori: “Sono molto fiero di come si sono svolte le cose oggi. Il torneo si è concluso nella più totale correttezza e penso sia stato emozionante anche per tutti coloro che sono venuti qui a vederci”.

Il pubblico fischiò e batté le mani copiosamente, regalando una standing ovation ai giocatori. Il presidente riprese: “ Tuttavia, devo comunicarvi che c'è un'altra sorpresa in serbo per voi. Tra il pubblico erano presenti dei reclutatori per segnalarmi i giocatori più meritevoli, che verranno selezionati per entrare a far parte delle squadre giapponesi più forti, sia maschili che femminili. Le nostre care Tokyo Hawkers sono qui perché avranno il compito di selezionare un giocatore a loro scelta contro cui si sono sfidate, che hanno trovato degno di questa offerta. Dalla palestra si levarono dei mormorii sempre più forti, in quanto nessuno si aspettava una trovata del genere. Kaori si schiarì la voce, poi parlò nel microfono: “Dopo esserci confrontate, abbiamo deciso di fare il nome di........Mila Azuki!”. I riflettori si accesero su Mila, che fu istantaneamente fissata da tutto lo stadio. “Crediamo molto in te, Mila. Il Giappone ti sta aspettando” le sorrise Kaori, certa di aver fatto un favore all'amica.


Mila era nel panico, nella sua testa si avvicendavano i pensieri più confusi. Non aveva la più pallida idea di cosa rispondere, la testa e il cuore le suggerivano scelte diverse. La pallavolo era da sempre la sua più grande ambizione, ma ora che Shiro aveva mostrato di voler fare sul serio con lei, non era più sicura di niente. Aveva sperimentato sulla sua pelle la scelta della propria madre di privilegiare la pallavolo all'amore e sapeva cosa avrebbe significato. Tuttavia, il Giappone era la sua casa e le mancava immensamente. In quell'istante posò lo sguardo su Shiro e vide che se ne stava andando verso lo spogliatoio, profondamente avvilito.

NO!!!!” urlò senza controllarsi. Shiro si fermò dandole le spalle, aspettando la sua reazione. “Mi dispiace, Kaori, ma non posso” proseguì Mila. “Ho dedicato tutta la mia vita alla carriera sportiva e credo di essere giunta al massimo delle mie capacità, di non poter andare più in là di così. Inoltre....” fissò Shiro “ ci sono cose che mi trattengono qui. Cose più importanti, cose a cui avrei dovuto dedicare più tempo. Cose che sto aspettando da sempre, e che forse ora hanno una remota possibilità di avverarsi. Non posso abbandonare la Cina proprio ora”. Shiro si era voltato a guardarla, intimamente commosso. Mila gli restituì lo sguardo, poi fissò Kaori, che si reggeva a malapena, incredula, come se fosse stata abbagliata in piena notte dai fari di una macchina. Il presidente, sconvolto, le prese il microfono di mano: “ Se questa è la decisione di Azuki, credo che ora le Tokyo Hawkers debbano fare un altro nome”. Kaori si riunì con le compagne per qualche secondo, poi riprese il microfono. “Non credevamo di dover fare un altro nome, comunque....scegliamo Jin Mei Dong”.


Jin Mei, che stava piangendo sommessamente, sgranò gli occhi incredula, incapace di parlare. Era la possibilità che stava aspettando, di ricominciare un'altra vita, lontana da Mila, da Shiro e dalla squadra delle Dragon Ladies, dove non si era mai sentita fino in fondo a proprio agio. Euforica, rispose: “SI, SI!! Accetto!”, con il beneplacito di tutte le compagne, felici di non dover rinunciare a Mila.

Gli applausi della folla rincuorarono Jin Mei, che si unì alle Tokyo Hawkers dopo aver salutato la signora Yang con un: “Grazie. Per tutto quello che ha fatto per me. Per avermi fatto scoprire questo meraviglioso sport. Non potrò mai ringraziarla abbastanza”. “È questo ciò che mi manda avanti Jin Mei, sapere di aver cresciuto giocatrici come te. Farai ancora tanta strada, sono orgogliosa di te”, le rispose sottovoce la signora Yang, prima di lasciarla andare.






ANGOLO DI SQUIDINA


Che emozione.....sigh!! In questo capitolo ho scavato un po' più a fondo nella personalità di Nami, Schmidt, Mila e de Rosa, perché non vi preoccupate, i ragazzi torneranno!!

Mi lasciate un commentino piccino picciò? Possibilmente positivo??? =PPP Scherzo!!!

Ringrazio i buoni omini e omine che hanno commentato questi capitoli!! :)


Baci a tutti

squidina


P.S Nel caso interessasse a qualcuno, lascio i segni zodiacali dei personaggi, che ovviamente ho scelto io in base al carattere che ho forgiato per loro....perchè è così che me li immagino! Per le “astrologhe” che mi leggono sarà più facile capire la loro psicologia.....

Mila: Ariete

Shiro: Gemelli

de Rosa: Pesci

Nami: Capricorno

Schmidt: Scorpion(accio) :)))) (lo mitigherò un po', altrimenti se la mangia viva Nami)


Gli altri li saprete man mano che andrò avanti (anche perchè ci devo ancora pensare)


Love ya!!




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Capitolo 5
*** decisioni ***


mila e shiro 5


Capital Indoor Arena – Spogliatoi / Japan Airlines


La lunga giornata era terminata e le squadre partecipanti al torneo stavano tornando ciascuna al proprio spogliatoio. Mila e Nami stavano aspettando Kaori fuori dallo spogliatoio delle Tokyo Hawkers per salutarla definitivamente prima che ripartisse per il Giappone. Le due ragazze erano esauste perchè era già sera tarda e non avevano ancora mangiato nulla dalla colazione della mattina, ma desideravano lo stesso rivedere per l'ultima volta la loro amica per scusarsi con lei per non essere arrivate allo scontro con le Tokyo Hawkers durante il torneo. Neanche loro sapevano bene per quale motivo avessero perso contro i White Horses, perchè fino all'ultimo sembrava davvero che avessero recuperato la grinta necessaria per vincere. Probabilmente avevano giocato a loro sfavore la stanchezza e la mancanza di Mila e Glin in campo, o semplicemente la resistenza fisica dei ragazzi superiore alla loro.
Nami, che aveva giocato gli ultimi punti, non riusciva neanche a ricordarsi esattamente cosa fosse successo in quello scampolo finale di partita che si era svolto in maniera rapidissima. Sembrava che tutte e due le squadre avessero avuto fretta di concludere, stanche di affrontarsi. Le azioni di gioco si erano susseguite in uno stato di estraniamento, senza osservare il tabellone dei punti e senza prestare attenzione alle parole della signora Yang, all'euforia del pubblico, al tifo delle compagne in panchina. Quando l'arbitro aveva fischiato la fine dell'incontro, le due squadre si erano guardate con rimpianto, felici di aver terminato, ma allo stesso tempo infelici di separarsi. Al momento del saluto, stringendosi le mani, molti cuori avevano sobbalzato e molti visi avevano assunto una tinta rossastra, imputabile in parte al sudore e alla fatica, ma anche alla stretta vicinanza con chi, vicendevolmente, si era già scelto da prima dell'inizio della partita. Perfino la Yang si era rifiutata di commentare il set, rifilando alle Dragon Ladies uno sguardo carico di sottintesi, ma non arrabbiato, che invitava le ragazze a raggiungere lo spogliatoio, perchè il tempo dei commenti sarebbe arrivato più tardi, o forse semplicemente mai.
Ancora in stato catatonico, provate da tutte le emozioni emerse in loro in quella partita, Mila e Nami videro Kaori uscire dallo spogliatoio, mentre chiacchierava felice con le sue compagne.
“Non vedo l'ora di rivedere la mia Tokyo, Miyu....Ehi ragazze! Che bello vedervi!” si sorprese l'alzatrice rossa.
“Volevamo augurarti buon viaggio, Kaori. Speriamo di rivederci presto” le disse Nami, con la voce un po' tremante a causa dell'addio imminente.
“So che siete tristi perché abbiamo vinto noi il torneo, ma non dovete preoccuparvi, vi rifarete!” rispose Kaori sorridendo impercettibilmente. Non aveva intenzione di provocare le sue amiche, ma questa volta Mila e Nami non accolsero la stilettata con classe.
“Noi veniamo qui a salutarti e tu ti vanti di averci battuto così spudoratamente? Non siamo più bambine, Kaori, non puoi continuare a farci pesare il fatto che sei sempre stata la migliore in campo...” la punse nel vivo Nami.
“Io non mi vanto mai della mia bravura...Forse siete voi che avete la coda di paglia se pensate...”
“Adesso smettila” disse Mila soffocata dalle lacrime in arrivo. “Kaori, mi dispiace se la pensi così, ma noi ti vogliamo bene che si vinca o si perda, anche se tu fossi l'ultima giocatrice dell'ultima squadra del mondo. Non credo che sarebbe lo stesso per te se noi non fossimo più al tuo livello. Ho il sospetto che tu ti circondi solo di gente che reputi alla tua altezza e dal momento che abbiamo perso subito il torneo, ora ci tratti con freddezza. E pensare che volevamo scusarci con te per non essere riuscite a scontrarci oggi...meglio così, avremmo fatto solo il tuo gioco. Andiamo, Nami” terminò con voce strozzata, subito seguita dal libero delle Dragon Ladies.
Kaori rimase paralizzata, nessuno si era mai rivolto a lei con quel tono. La Mila che conosceva da sempre non rispondeva con così tanta sagacia, di solito si limitava a inveire prontamente mangiando la faccia al malcapitato che osava contraddirla, ma mai in maniera così sottile. Era molto peggio per Kaori sentirsi dire la verità in faccia che essere aggredita verbalmente e fisicamente, perchè a quello sapeva rispondere, anzi, nessuno l'aveva mai battuta nello scontro sul piano fisico. Ma Mila non si era mai permessa di alzare la voce con lei e nemmeno Nami. Mila, che aveva litigato con Tulia Kaido fino quasi a tirarsi i capelli, Mila che aveva sfidato Heinz e Crosby, le due stangone campionesse olimpioniche, che si erano dovute arrendere di fronte alla sua inarrestabile tenacia, Mila che non perdeva occasione per accapigliarsi con Nami per il ruolo di leader della squadra, Mila che urlava bellamente in faccia a Daimon benché questi minacciasse di picchiarla, quella era la Mila che Kaori conosceva.
Nel breve periodo in cui aveva militato nelle Dragon Ladies, Kaori era troppo concentrata sul non farsi soffiare il ruolo di alzatore da Yip Hua Zhang per accorgersi del cambiamento del carattere dell'amica, che stava cominciando a lasciarsi alle spalle la passionalità tipica della giovinezza. In quel momento invece, mentre si allontanava da Pechino assieme alle Tokyo Hawkers, Kaori si mise per la prima volta a riflettere, su Mila, sulla sua vita, su quello che era riuscita a conquistare e quello che invece aveva perso per strada nel corso degli anni.
“Non mi importa di quello che pensa Mila. Non siamo mai state amiche sdolcinate e non lo saremo mai. Sembra quasi uno scherzo del destino, ma non siamo mai riuscite a stare in squadra insieme, neppure nelle Dragon Ladies perché me ne sono dovuta andare presto per via di mio padre. Mi rendo conto solo ora che non è più la Mila di un tempo, combattiva e indomita. Si sarà fatta mettere i piedi in testa da Glin e la signora Yang, perchè non vedo più quella luce nei suoi occhi che mi ha sempre stimolato a batterla. Vedo una nuova Mila e non so se sia un bene o un male. Quello che è certo è che se continuerà così, il mondo della pallavolo perderà una grande giocatrice”. Kaori continuò a pensare all'amica ancora per qualche tempo, non riuscendo a raccapezzarsi, poi spostò la riflessione su sé stessa. “E io? Che cosa ho fatto nella mia vita? Quali sono i miei obiettivi per il futuro? Devo ammettere che sin dalla nascita ho avuto un'enorme fortuna: a dodici anni già giocavo in Nazionale, ho visitato tanti paesi e conosciuto culture diverse, ho incontrato tante persone e fatto esperienze che chiunque sognerebbe di fare. Le folle mi adorano, sono la star più longeva del Giappone, da quasi 30 anni appaio sulle riviste e guadagno così tanti soldi che non riesco nemmeno a contarli, per fortuna se ne occupa mio padre al posto mio. La pallavolo mi ha dato tutto ciò che ho sempre sognato, mi ha fatto vivere come una regina, ma ha richiesto ogni singola parte di me costantemente, senza eccezioni, vacanze e quant'altro. Ho dato tutto a questo sport, ho sacrificato una vita normale, in cui probabilmente mi sarei sposata e avrei formato una famiglia, per viverlo appieno, e ora mi ritrovo a pensare a un futuro incerto, perchè probabilmente nuove leve prenderanno il mio posto e io arriverò a contare meno di zero in questo mondo, dopo tutti i sacrifici fatti per restare sulla cresta dell'onda.
Sull'aereo del ritorno, Kaori accese l'Ipod per calmarsi e ascoltò la sua canzone preferita, quella che l'aveva accompagnata da ragazzina nella sua escalation nel mondo del volley e che per lei, figlia degli anni 80, anni in cui tutto era possibile, era sempre stata come un mantra.


[...]Let us die young or let us live forever
We don't have the power
But we never say never
Sitting in a sandpit,
Life is a short trip
The music's for the sad men

Can you imagine when this race is won?
Turn our golden faces into the sun
Praising our leaders,
We're getting in tune
The music's played by the madmen

Forever young, I want to be forever young
Do you really want to live forever
Forever -- and ever


[...]It's so hard to get old without a cause
I don't want to perish like a fading horse
Youth's like diamonds in the sun
And diamonds are forever

So many adventures couldn't happen today
So many songs we forgot to play
So many dreams swinging out of the blue
We'll let them come true......



Kaori aveva sempre avuto una paura folle e irrazionale di invecchiare. Il suo timore più grande era l'essere messa da parte, rifiutata dal mondo a cui aveva sacrificato la sua esistenza. Non c'era cosa peggiore per lei che venire dimenticata, che la sua gente non si ricordasse più di lei e di ciò che aveva sempre fatto per servire il suo amato paese. Lei, che aveva lottato senza sosta fin da piccola per primeggiare, che aveva reso orgogliosa la sua famiglia e l'imperatore, era sola. Senza alcun amico vero, un fidanzato, una famiglia che la sostenesse, poteva contare solo su se stessa. E da sola avrebbe trovato ancora la forza per risollevarsi, lo sentiva nel cuore, perchè, nonostante tutto, non era ancora nata una persona combattiva quanto lei. Kaori era certa che avrebbe fatto ancora parlare di sé ancora per lungo tempo e questo nessuno poteva metterlo in dubbio.




Infermeria della palestra



La prego dottore ci faccia entrare! Non abbiamo saputo nulla sulle sue condizioni per tutto questo tempo!” sbraitò seccata Xiu Lan.
Si calmi, signorina Mo, la signorina Malansano non è ancora in forze per affrontare una visita”.
Vuol dire che è ancora incosciente? Ma allora è grave!” sussultò Glin. Le sue funzioni vitali sono perfette, signorina Wong, stia tranquilla. Ha solo bisogno di riposo” disse il dottore.
Glin scosse la testa, sconfitta, alzando le mani in segno di resa. In quel momento arrivarono trafelate Mila e Nami, reduci dall'incontro-scontro con Kaori.
Come sta?” chiese Mila, ansiosa.
Il dottore dice che ha bisogno di riposo...non è giusto! Io penso che se potessimo starle vicino riuscirebbe a svegliarsi...” disse tristemente Ming Hua.
Improvvisamente si udì un rumore di passi nel corridoio dell'infermeria, dapprima piano poi sempre più forte. I White Horses, Shiro in testa, si palesarono di fronte alle Dragon Ladies.
Shiro si fece avanti verso Mila, mentre gli altri rimasero indietro, un po' emozionati. De Rosa non aveva neanche guardato le ragazze, ma si era precipitato subito contro la porta.
Shiro!” fece sorridendo Mila. “Sono felice che tu sia qui con noi. Siamo tutte così in pena per Gina...”
Lo so, Mila, anche noi siamo dispiaciuti per quello che è successo. Antonio è stravolto, non fa altro che ripetere che se non si sveglia smetterà di giocare”.
Non scherzare Antonio, non hai fatto niente di grave! Può succedere a chiunque! E poi, non l'hai mica fatto apposta!” proruppe Amanda, sbalordita. Johnson la fissò intensamente, sorpreso dalla sua intraprendenza.
De Rosa la guardò un po' stranito, poi annuì silenziosamente.
Sul serio, ragazzi, non preoccupiamoci troppo, è stato solo un lieve trauma cranico, andrà tutto bene!” disse Watanabe, positivo come sempre.
Hai ragione, suvvia la stiamo facendo più grossa di quello che in realtà è....si riprenderà presto, forza!!” lo accompagnò Ming Hua. Watanabe le fece l'occhiolino in segno di intesa, Ming Hua arrossì leggermente.
Piacere, Kinzo Watanabe”, le si avvicinò lui stringendole la mano. “Ming Hua Liu, piacere mio”, rispose lei. “Il tuo nome non è cinese, da dove vieni?” gli chiese poi.
Sono giapponese, di Osaka”.
Io vengo dalla Mongolia”.
Davvero? Non sembra una terra molto ospitale....la tua famiglia vive ancora lì?”
Si, la mia famiglia è nomade. Io sono venuta in Cina per poter praticare stabilmente il sumo. I miei genitori non erano d'accordo che smettessi di allenarmi per giocare a pallavolo, ma io ho seguito il mio cuore. Ho trovato nella pallavolo uno sport che mi ha aiutato a superare le mie paure e ho conosciuto delle persone fantastiche, che adesso sono le mie migliori amiche. Non avrei potuto fare scelta migliore!”.
Grande! Mi piacciono le persone positive!” rise Watanabe. Ming Hua, viola dall'imbarazzo, abbassò gli occhi.
Scusami, non volevo infastidirti..” si corresse Kinzo.
No...scusa tu...è che sono un po' timida e mi imbarazzo facilmente...non preoccuparti” farfugliò Ming Hua.
I due continuarono a farfugliare a turno, mentre piano piano il gruppo dei ragazzi e delle ragazze si mischiò, seguendo l'esempio dei due liberi.
Dopo 5 minuti si erano già formati tre gruppetti, il primo costituito da Glin, Zhang, Rousseau e Katherine, il secondo da Mila, Shiro, Sun, Maria, Xiu Lan e Johnson, il terzo da Schmidt, Katherine e Atouba.
De Rosa, chiuso nel suo mutismo, stava immobile appoggiato alla porta della stanza dove si trovava Gina, mentre Nami era rimasta seduta in disparte, incapace di unirsi a uno qualsiasi dei gruppi. Era leggermente infastidita da Katherine e dalla sua parlantina sciolta, che le permetteva di intrattenere sia Schmidt che Atouba senza il minimo imbarazzo. Schmidt la osservava di nascosto, ridendosela sotto i baffi. “Competizione femminile”, pensava tra se e se. “Forza, non buttarti giù così, Ayase. Non sei per niente male, dovresti provare anche tu a flirtare con i ragazzi come l'ochetta bionda....ci penso io ad aiutarti”. E così dicendo, si diresse verso Nami, che lo fissava stupita.
Come ti chiami?” le chiese il biondo.
Nami Ayase” rispose lei, ostentando sicurezza.
Nami, perchè non ti unisci a noi? Non startene lì da sola, sono sicuro che hai tante cose da raccontare anche tu”
In effetti ne avrei...ma di certo non a te” sibilò lei, indispettita dal tono strafottente di Schmidt.
Bel caratterino”, pensò lui. “Ma mi piacciono le sfide”.
D'accordo, vengo anch'io”, disse infine Nami, alzandosi e incamminandosi verso il gruppetto. Schmidt la seguì sogghignando.
Ehi Katherine, di che stavate parlando?” chiese Nami alla ragazza, inserendosi nel discorso.
Ehi, Nami, Baba mi stava giusto dicendo che....”
Baba? Chi sarebbe Baba?” la interruppe Nami, ritenendo impossibile che esistesse un nome del genere.
Il mio nome per intero è Baba Lu Atouba e sono nato in Kenya, in Africa. Mia madre invece è cinese. Tu sei....” le rispose Atouba, leggermente irritato.
Nami Ayase. Mi dispiace, non avevo mai sentito un nome del genere...è...buffo” cercò di scusarsi lei, finendo per mettersi ancora di più nei pasticci.
Schmidt stava per scoppiare a piangere dal ridere. Atouba aveva il sopracciglio alzato in un'espressione di forte disappunto.
Katherine tentò di salvare la situazione: “Baba, ascolta, perchè non andiamo a chiamare anche de Rosa? Mi dispiace che stia da solo...”
E si allontanò con Atouba, lasciando Nami e Schmidt da soli. Lei sembrava offesa e tentava in tutti i modi di non guardarlo in faccia. Lui sentiva che presto lei avrebbe ceduto psicologicamente.
Allora, Ayase...” cominciò il biondino, pronto a lanciare la stoccata finale.
Nami non lo ascoltò neppure, perchè proprio in quel momento si aprì la porta della stanza di Gina.
La signorina Malansano chiede di vedere la propria squadra” sentenziò il dottore.
Immediatamente le Dragon Ladies si precipitarono dentro, tirando un sospiro di sollievo.




Stanza di Gina


Gina!!!” urlarono le ragazze in sincronia. “Come stai?” “Eravamo così preoccupate!” dicevano una sopra l'altra, tanto che risultava difficile per Gina seguire le loro parole.
“Amiche mie, sono tanto felice di vedervi! Mi sento bene, sono solo un po' stordita. D'altra parte sono rimasta svenuta per ore...” disse l'italiana.
“L'importante è che tu ti sia ripresa...ma potrai tornare al dormitorio stanotte, vero?” domandò Maria.
“Certo! Non rimarrò in questo posto un minuto di più! Che ore sono, a proposito?”
“Sono già le 21.15” rispose Ming Hua guardando l'orologio e facendo seguire un brontolio alla pancia udibile fin da fuori la porta.
“Anche io ho una gran fame Ming Hua! Tra poco ce ne andiamo al Mc a mangiare” rise Gina, provocando l'ilarità della squadra.
“Davvero non ricordi nulla di quello che è successo?” le chiese Xiu Lan con sguardo interessato.
“Ricordo solo che stavo correndo per ricevere la palla, ma mi sono sbilanciata e per un attimo ho guardato in basso, poi ho sentito un gran colpo alla testa e dopo il vuoto”.
“Non hai sentito
proprio niente per tutto questo tempo? Eri totalmente incosciente?” chiese conferma nuovamente Xiu Lan.
“Sì, Xiu Lan, perchè? È successo qualcosa mentre ero qui?”
A quel punto Xiu Lan abbassò la voce, prima di rispondere: “è venuto a trovarti qualcuno in infermeria. È stato qui con te per qualche tempo...ha fatto un gesto molto dolce. Ha disertato la partita per assicurarsi delle tue condizioni ed è stato squalificato per un mese”.
“Davvero? No, non mi ricordo proprio niente...” rifletté Gina, “Aspetta! Mi ricordo di una voce....stavo camminando sull'acqua tenendomi per mano a qualcuno...ma non riuscivo vedere il suo volto. Era una bella sensazione...però ad un certo momento l'acqua sotto i piedi ha perso consistenza e sono sprofondata nel mare....ero nel panico e non riuscivo più a respirare...ma lui continuava a tenere la mia mano. Nel fondale vedevo una luce bianca, così ho cominciato a nuotare per raggiungerla. La luce è diventata sempre più forte, finchè ho allungato la mano per prenderla e...Non ricordo più nient'altro”.
“E cosa c'entra la voce con il sogno?”
“La voce era di mio padre...mi diceva di svegliarmi..che sarebbe andato tutto bene. Sono sicura che fosse lui perchè era una voce maschile e mi parlava in italiano..e non conosco altri italiani a parte mio nonno, ma non siamo molto legati”.
“Capisco...” rispose Xiu Lan pensierosa.
“Davvero qualcuno è stato qui? Era mio padre?” domandò Gina ansiosa. “Non lo vedo da così tanto tempo...sarebbe fantastico poterlo riabbracciare!”.
Le Dragon Ladies si guardarono incerte, poi Mila prese la parola.
“Vedrai tu stessa di chi si tratta..è qui fuori da un po' di tempo. Ti andrebbe di farlo entrare?”
“Certo...chiamatelo pure!” disse Gina con un velo di eccitazione.
Mila uscì dalla porta un istante, per poi rientrare dicendo alle ragazze: “Sarebbe meglio lasciarli soli, non credete?”
Tutte convenirono e lasciarono la stanza, dopo aver salutato Gina.
La ragazza si sarebbe aspettata di vedere entrare chiunque, ma non de Rosa, che si fece strada con uno sguardo talmente avvilito da farle fare un balzo al cuore per la sorpresa.
“Sei stato tu a colpirmi, vero? Non devi preoccuparti...sto bene adesso”. Gina era lieta di rivedere il ragazzo e di sentire le sue scuse; in fondo, era colpa sua se si trovava da ore su un letto di ospedale. In realtà non era arrabbiata con lui, anzi, dopo aver letto l'apprensione nei suoi occhi era ancora più motivata a perdonarlo. Inoltre, aver saputo che era rimasto tutto quel tempo accanto a lei finendo per essere squalificato e che si era presentato di nuovo per sincerarsi delle sue condizioni aveva gratificato il proprio ascendente cancro a sufficienza.
De Rosa abbozzò un sorriso, felice di vedere che si era ripresa, poi si sedette vicino al letto. L'imbarazzo tra i due era quasi palpabile.
“Scusami ancora” disse. “Non mi era mai successa una cosa del genere prima d'ora. Sono abituato a tirare anche più violentemente quando si gioca tra ragazzi, non pensavo di avere usato così tanta forza su di te”.
“Ehi, basta così. Ti sei già scusato anche troppo: mi hanno riferito che sei addirittura venuto qui nel bel mezzo della partita per vedere come stavo. Ad ogni modo, piacere, io sono Gina”.
“Antonio”
“Sei italiano?” dissero i due in contemporanea, mettendosi poi a ridere per aver parlato insieme.
“Che coincidenza...incontrare un italiano proprio qui a Pechino!” sorrise Gina
“È vero! In che città sei nata?” chiese de Rosa
“Cesena, in Emilia Romagna. E tu?”
“Napoli, ma i miei genitori si sono trasferiti a Roma quando ero piccolo. Sono venuto qui in Cina a 13 anni, quindi ho visto poco e niente delll'Italia. I miei nonni però vivono ancora a Napoli”
“Senti, ma...perchè non parliamo in italiano fra di noi? Sono un po' arrugginita ma è giusto per non perdere l'abitudine..” propose Gina
“Perchè no? Gli altri ci guarderanno malissimo però...ahahah!”
“Già! Antonio, ti andrebbe di aiutarmi ad alzarmi, per favore? Non ne posso più di stare in questo letto”
“Volentieri” rispose de Rosa, dandole il braccio. Gina lo afferrò, stringendo la sua mano per avere un maggiore appiglio. Una scarica elettrica le attraversò il corpo e in un attimo tutto le tornò alla mente.
La voce del sogno, a cui prima non aveva fatto caso, corrispondeva perfettamente e la mano che la sorreggeva nell'acqua altri non era che del bel ragazzo che la stava guardando in quel momento.
“Eri tu...” proruppe Gina, fissandolo sbalordita
“Tu cosa?” chiese de Rosa, anche se credeva di sapere a cosa si stesse riferendo
“Mi hai mai tenuto la mano prima d'ora?”
“Si” annuì de Rosa, gli occhi illuminati dalla gioia. “Si ricorda!” pensò elettrizzato.
“Mi ricordo di te...io ti ho sognato..o forse non era un sogno. Mi dicevi di svegliarmi, che tutto sarebbe andato bene...”
“Era tutto vero”

E quella luce...”

Quale luce? Mmm....Sì! Ti riferisci alla luce del lampadario sopra di te! Avevi aperto gli occhi un momento e l'avevi fissata..ma non sembravi in te, non credevo proprio che fossi sveglia”

Invece lo ero. Mi sono svegliata proprio in quel momento. Sei stato tu a guidarmi verso quella luce...tu mi hai detto di svegliarmi. Ti ho semplicemente ascoltato. Grazie per quello che hai fatto, senza di te non mi sarei svegliata dal coma!” esclamò buttandogli le braccia al collo. De Rosa non sapeva cosa dire, così rimase stretto a Gina in quell'abbraccio spontaneo, finchè la ragazza non si separò da lui, ancora emozionata.
Torniamo dagli altri” disse lei, un po' stupita di ciò che aveva fatto
Si” acconsentì lui senza neanche accorgersene, ancora sotto shock.




Capital Indoor Arena --- Giardini


Un po' d'aria, finalmente” disse Gina, respirando profondamente.
“Ragazze sono quasi le dieci, ci vogliamo muovere? Ho fameeeeee” si lamentò Amanda, guardandole con sguardo supplichevole
Mentre le ragazze parlavano, i White Horses stavano confabulando poco distanti in maniera concitata. Zhang fu spinto improvvisamente in avanti verso le Dragon Ladies da Schmidt , mentre questi gli diceva sadicamente: “pensaci tu, Bai, forza!”
Zhang, ricordandosi mentalmente di ucciderlo, chiese: “Ragazze, che ne dite di andare a mangiare qualcosa insieme? Anche noi abbiamo un certo languorino....”
Le Dragon Ladies non ci pensarono due volte: “Ok! Dove volete andare?” sorrise Glin
“Pizza? Sushi? Mc Donalds? La signora Yang vi tiene a stecchetto o potete concedervi un piccolo sgarro?” disse Zhang, facendo finta di guardarle con occhiate indagatrici
“Mmmm...Siete troppo ciccione, non credo proprio che vi faccia bene l'etnico...sarà meglio ripiegare su un'intrigante zuppa di miso...oppure il tofu” continuò lo schiacciatore
“Rilancio, facciamo una bella bisteccona di manzo con le patatine fritte?” rispose Glin di slancio
“La signorina ha il palato aristocratico...e dove vorrebbe mangiare tanta bontà?”
“In una steak house, naturalmente”
“Io passo, non mangio carne” reagì subito Xiu Lan, disgustata all'idea del povero manzo sacrificato
“Propongo la pizza, dovrebbe accontentare tutti” disse Sun amichevolmente. Tutti furono subito d'accordo.
“Mi dispiace, ragazzi, vi divertirete anche senza di me stavolta” disse Shiro, facendo l'occhiolino a Mila
“Perchè? Dove vai?” chiese Sun, non realizzando subito
“Ho un impegno da onorare! È un evento più unico che raro, non posso proprio mancare!”
“Fatti valere capitano!” lo prese in giro de Rosa.
“Brava Mila!!!!!” esultarono le Dragon Ladies, stringendosi a lei.
“Grazie, amiche! Sono così felice!”
Shiro le si avvicinò porgendole il braccio. Mila lo afferrò allontanandosi con lui, sentendosi la ragazza più fortunata della terra.





Ristorante “La Fattoria” --- Chaoyang, Sanyuan Bridge



Shiro non riusciva ancora a credere di trovarsi assieme a Mila, dopo tanti anni, a un appuntamento galante. Proprio lui che era sempre stato refrattario ai legami sentimentali, respingendo sempre l'amore che Mila gli continuava a mostrare, aveva finalmente ceduto. Non poteva continuare a mentire a se stesso: Mila gli piaceva, anzi, era innamorato di lei da sempre, solo che non aveva mai voluto ammetterlo. L'idea di stare da solo con lei lo rendeva estremamente ansioso: “e se lei si aspettasse una proposta di matrimonio? Cosa penserà che significhi questo improvviso cambiamento?” continuava a ripetersi, pentendosi un po' della sua decisione affrettata. Ma ormai non poteva più tornare indietro, doveva cercare di godersi la serata senza tormenti inutili.

Mila si sentiva come in una favola: era riuscita a conquistare il principe dei suoi sogni e forse dopo tanto tempo lui le avrebbe dichiarato apertamente i suoi sentimenti. Sentiva il cuore batterle fortissimo, le sembrava quasi che le stesse per esplodere nel petto. Allo stesso tempo, però, un angolo della mente le suggeriva cattivi pensieri che non riusciva a scacciare: Shiro che la abbandonava, Shiro che cambiava idea sui suoi sentimenti e scappava a Tokyo da Jin Mei...Non era mai stava tanto agitata in vita sua. Era un'eccitazione diversa da quella pre-partita, quando sentiva su di sé la responsabilità per la propria squadra e la volontà di non deludere l'allenatrice e Shiro, per tutta la fiducia che riponevano sempre in lei. In quel caso però non si trattava di nessun altro: la sua felicità dipendeva solo da se stessa e non doveva fare niente che non la facesse sentire a proprio agio.

È tutto così speciale...grazie Shiro per questa serata!” disse Mila cercando di suonare per quanto possibile serena
“Figurati...te la dovevo, in un certo senso. Sei sempre rimasta ad aspettarmi in tutti questi anni e non hai mai smesso di tenere a me. Sono io che dovrei ringraziarti per tutto l'amore che mi dimostri. Sei una persona speciale, Mila”. E mentre lo diceva si rese conto che era davvero convinto di ogni singola parola emessa dalla sua bocca. Non avrebbe mai incontrato una ragazza così paziente, generosa e spontanea come lei. Cosa si stava facendo scappare dalle mani?
Mila sorrise, reprimendo un sospiro. Doveva chiederglielo, non voleva più aspettare. Le dispiaceva rovinare l'atmosfera e forse l'intera serata, ma il groppo in gola la stava tormentando e non voleva che l'ansia la facesse scoppiare.
“Ascolta, Shiro, prima ti ho detto una cosa molto importante, forse è stato troppo precipitoso, ma vorrei sapere se tu ricambi ciò che provo”
“Cioè?”
“In palestra....quando mi hai invitato a cena...io ti ho detto..”
“Ah, sì, mi ricordo” la interruppe Shiro, spaventato da quelle parole. “Beh, insomma, Mila, sai che per me è difficile sbilanciarmi così tanto... sono parole importanti, non si possono dire ai quattro venti davanti a tutti in una palestra gremita”
Mila si sentì gelare. Ecco, aveva sbagliato tutto. Lo sapeva che avrebbe dovuto trattenersi, che Shiro non amava i paroloni in pubblico...si era fatta trasportare troppo dalla scena da film. Possibile che non riuscisse mai a trattenersi?
“Si, hai ragione, Shiro, però dopo tanto tempo che stiamo insieme non mi sembra possibile che tu non abbia fatto ancora chiarezza sui tuoi sentimenti. Cosa pensi, che andremo avanti così per sempre? È vero che ti ho sempre aspettato e probabilmente ti amo a tal punto da aspettarti per sempre, ma anche io ho delle esigenze! Non voglio passare il resto della vita zitella, ad aspettare un uomo che non si decide!”
Oh santo cielo. L'aveva detto. Chissà come avrebbe reagito Shiro. Probabilmente se ne sarebbe andato, l'avrebbe lasciata oppure..
“Ok”
Ok? Cosa significava ok? Mila non sapeva neanche cosa ribattere. Ma aveva fumato qualcosa? Che razza di risposta era?
“Capisco le tue esigenze. Ti prometto che farò chiarezza quanto prima. Anche io non voglio più continuare così, non è giusto nei tuoi confronti. Non meriteresti di stare con una persona come me”
“Ma che cazzo sta dicendo? Quanto odio i discorsi alla “io non ti merito, non sono abbastanza per te...” pensava Mila disgustata. “Per lo meno ha promesso che si deciderà...staremo a vedere. Ho aspettato talmente tanto che un altro po' di pazienza non mi ucciderà di certo. Ma perchè proprio a me doveva capitare un uomo tanto confuso?”


Dopo il piccolo diverbio, la serata andò avanti tranquillamente, senza alcuna discussione. Mila e Shiro avevano lasciato cadere l'argomento spinoso e si erano buttati su un terreno molto più fertile: i nuovi amori nati tra White Horses e Dragon Ladies.
“Chi vedi meglio? A me piacciono Nami e Schmidt” sosteneva Mila. “Anche se quel ragazzo é un po' strano..”
“Sì, Gottfried non piace neanche a me...Ha una doppia faccia. Io vedo bene Gina e Antonio, invece” replicò Shiro
“Bello sforzo, si vede subito che si piacciono tantissimo! Dai, dimmi chi altri hai notato...”
“Fammi pensare....forse Daniel e Katherine”
“Chi è Daniel?”
“Rousseau, l'alzatore. Il biondino francese che non parla mai”
“Davvero? Non ci avevo fatto caso...non è un tipo che si nota subito”
“Io e lui andiamo molto d'accordo..lo conosco come le mie tasche. Fidati, ho visto come guardava Katherine...gli piace molto”
“E io conosco Katherine e sono sicura che non lo ha notato. A lei piacciono i tipi appariscenti...”
“Come Gottfried, ad esempio”
“Già, come Gottfried. Comunque, ho notato che Xiu Lan fissava quello di colore..”
“Atouba”
“E Maria non toglieva gli occhi di dosso al bellone palestrato”
“Si, Sun. Invece Ming Hua era pazza di Kinzo, quello piccolino. Che tosta, Ming Hua!”
“Sì, è l'anima della squadra. Non si può non volerle bene!”
“E per finire, a quella simpaticona di Amanda piace il bell'Aaron....Johnson, lo schiacciatore americano.
“Sì, ho presente. Povera Amanda, non dire così! È tanto buona ed è pure sensibile!”
“Ahahahah!” Shiro scoppiò a ridere, seguito da Mila. Stava davvero bene con lei, avrebbero dovuto uscire più spesso. Non avevano molte occasioni per parlare, ma quando succedeva era bello raccontarsi tutto, senza temere il giudizio dell'altro. La qualità che più apprezzava in Mila era la sua spontaneità e la sua ingenuità, che la rendevano vera. A Shiro non piaceva la falsità e le persone che si nascondevano dietro una facciata, mentre Mila era sempre schietta e sincera. Le voleva davvero bene, e aveva paura di deluderla se fidanzandosi ufficialmente si fosse fatto prendere dalle sue ansie e avesse finito per fare marcia indietro. Se fosse dipeso da lui, avrebbe mantenuto la relazione a livello altalenante, per conservare la possibilità di fuga in caso che le cose non avessero funzionato, ma non poteva fare questo a Mila, perchè sapeva che non sarebbe stato giusto nei suoi confronti. Doveva decidersi, era un uomo adulto e non poteva farsi condizionare da paure che finivano solo per separarlo da lei. Aspettare la donna perfetta non aveva senso, doveva godersi ciò che aveva e ringraziare di avere trovato una persona ancora disposta ad attenderlo, nonostante i propri umori e fragilità.

Shiro? Ci sei ancora?” disse Mila, esultando davanti a una torta foresta nera appena portatale dal cameriere. “Sicuro di non volere niente? Ho visto dei dolci all'entrata che facevano sbavare!”
Shiro la guardò intensamente, poi rispose: “Voglio provarci, Mila”
“A fare cosa?”
“A stare insieme, per davvero. Relazione seria e tutto quanto. Voglio essere un bravo fidanzato per te”
Mila lo fissò sbalordita. Gli occhi le si inumidirono e le mancò il fiato.
“Sei sicuro? Non avrai ripensamenti? Posso fidarmi sul serio?” gli disse emozionata, trattenendo il respiro.
Shiro esitò un secondo. Ormai non poteva più tornare indietro.
“Sì, sono sicuro. Vedrai, ce le faremo insieme, perchè tu sei la persona più importante per me, mi capisci come nessun altro e mi sei sempre vicina. Non voglio perderti, non potrei proprio perdonarmelo. Non tornerò indietro, te lo prometto. D'ora in poi, faccio sul serio”
Mila era senza parole, il cuore le batteva fortissimo e le mani le sudavano. Si sentiva estremamente leggera, svuotata, ma allo stesso tempo felice ed estatica. Aveva talmente sognato di sentire quelle parole uscire dalla bocca di Shiro, che ora riusciva a stento a credere a ciò che aveva sentito.
“Dai, finisci il dolce e usciamo di qui. Ho voglia di fare una passeggiata. Certo che sei proprio una mangiona! Immagino che toccherà a me pagare anche la tua parte...ora siamo fidanzati giusto?” le sorrise guardandola ingozzarsi di torta.
La serata non era ancora finita, e di certo molte altre sorprese attendevano i due fantastici pallavolisti. Da quel momento avrebbero scritto il loro destino insieme, uniti non più soltanto dall'amore per lo sport, ma dalla voglia di costruire un futuro felice per entrambi. Perchè questo sono Mila e Shiro: due cuori nella pallavolo.














ANGOLO DI SQUIDINA


Ehi ehi ehi! In questo capitolo ho indagato un pochino nella personalità di Kaori, prima di salutarla definitivamente. Forse tornerà ancora, ma ho scelto di privilegiare la scelta del cartone animato di farla andare via....di conseguenza è uscita dalla lista dei miei personaggi principali. Mi dispiace di non aver mitigato Schmidt, è che voi scorpioni siete così....così...esagerati. Mi piace giocare con il vostro segno!

Spero di avervi emozionato almeno un po' con l'incontro tra Gina e de Rosa...che pucci! Però i miei preferiti sono e saranno sempre Mila e Shiro^^ Ho cercato di rendere quanto più possibile l'inquietudine geminiana di fronte alla prospettiva di una relazione seria..spero di esserci riuscita! Uomini gemelli...stiamone alla larga!=D



RIEPILOGO!!!!!!!


Ragazze/i, rullo di tamburi.....ho dato un senso a tutti i miei personaggi! È stato divertentissimo scegliere i nomi e i segni, mi sembrava di inventarmi dei nuovi Mii per la Wii...o dei Sim per the Sims:)



Boys Nome - Cognome – Numero – Segno - Ruolo


Bai Mu Zhang 9 >>>>> Bilancia >>>>> Schiacciatore laterale

Aaron Johnson 4 >>>>> Vergine >>>>> Schiacciatore centrale (o libero in sostituzione di Watanabe)

Daniel Rousseau 8 >>>>> Cancro >>>>> Alzatore

Baba Lu Atouba 10 >>>>> Capricorno >>>>> Schiacciatore centrale

Antonio de Rosa 5 >>>>> Pesci >>>>> Schiacciatore centrale (o alzatore in sostituzione di Rousseau)

Gottfried Schmidt 3 >>>>> Scorpione >>>>> Schiacciatore centrale o laterale

Kinzo Watanabe 2 >>>>> Toro >>>>> Libero

Fu Bao Sun 1 >>>>> Leone >>>>> Schiacciatore laterale

Shiro Takiki 7 >>>>> Gemelli >>>>> Schiacciatore laterale (e allenatore delle Dragon Ladies)


Girls Nome – Cognome – Numero – Segno - Ruolo


Glin Wong 8 >>>>>> Aquario >>>>> Schiacciatrice laterale

Amanda Fang 12 >>>>> Scorpione >>>>> Schiacciatrice centrale (ora alzatrice in sostituzione di Jin Mei)

Katherine Maurel 4 >>>>> Vergine >>>>> Schiacciatrice centrale o laterale

Xiu Lan Mo 5 >>>>> Pesci >>>>> Schiacciatrice centrale o laterale

Gina Malansano 10 >>>>> Bilancia ascendente Cancro >>>>> Alzatrice o Schiacciatrice centrale

Nami Ayase 3 >>>>> Capricorno >>>>> Libero o schiacciatrice centrale

Ming Hua Liu 9 >>>>> Toro >>>>> Libero

Maria Rodriguez 11 >>>>> Sagittario >>>>> Schiacciatrice centrale

Mila Azuki 7 >>>>> Ariete >>>>> Schiacciatrice laterale


(Kaori Takigawa) 2 >>>>> Leone ascendente leone

(Jin Mei Dong) 1 >>>>> Gemelli



Puff...pant....che fatica!! Ho creato troppi personaggi mi sa :DD

E dopo tutta sta fatica...Se qualcuno ha delle rimostranze sul mio lavoro...se le tenga! No scherzo, se qualsiasi cosa non vi convincesse mi farebbe piacere saperlo.

Se in particolare ci fosse qualcuno interessato all'astrologia, mi piacerebbe anche sapere se condivide la scelta dei segni zodiacali...sarebbe importante per me.



Ringrazio lelle31 e Khira che mi commentano sempre.....Bravi loro! Voto 10! Voto 9 per Kissenlove e Jenny28 che mi seguono da poco e spero tanto continuino a farlo....(grazie Kissen per il sostegno nella scrittura! =)) e una menzione speciale per quelli che visitano e basta...voto 8...si può dare di più! Comunque Grazie a tutti!


Ciao ciao

squidina



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Capitolo 6
*** Kiss ***


mila e shiro 6



Piazza Tien'anmen – Metropolitana


Shiro, ti prego, dimmi dove mi stai portando!” chiese Mila esasperata dal silenzio continuo del ragazzo. Era ormai un ora che viaggiavano in metropolitana, e a nulla erano servite le domande di Mila: Shiro, irremovibile, si rifiutava di dirle cosa aveva organizzato. In tanti anni che viveva a Pechino, Mila non aveva ancora visitato la storica piazza simbolo della città, che a quell'ora era piena di gente che passeggiava. I ragazzini si muovevano in gruppo ridendo e scherzando, i bambini piccoli correvano veloce causando molta ansia ai genitori che li seguivano rimproverandoli, le coppiette camminavano mano nella mano. Mila era estasiata di fronte a tanta grandezza. In quel momento ripensò al Giappone, alla sua famiglia, al fratellino Sunny che ormai cresciuto si era sposato con una ragazza indiana dagli occhi color del mare, Latika, che somigliava ad Aishwarya Rai, e al padre, che, finalmente sposatosi con la signora Tajima, la sua vera madre, aveva finito per divorziare da quest'ultima per un tradimento da parte di lei nientemeno che con il cognato Jaidev Raji, il padre della moglie di Sunny. Jaidev aveva abbandonato la madre di Latika per stare con la signora Tajima circa 3 anni prima, causando uno scandalo epocale che ancora adesso era il principale argomento di conversazione a Tokyo. “Ci sono persone che non dovrebbero mai sposarsi”, pensava Mila, “e una di queste è mia madre. Non ha fatto altro che fare disastri, in tutta la sua vita non è stata in grado di combinare nulla di buono. Non è stata in grado di crescermi, di darmi l'affetto che meritavo, di essere una brava moglie per mio padre. Un figlio è una responsabilità da non sottovalutare, avrebbe dovuto pensarci, prima di metterne al mondo uno. Io ho scelto di non sposarmi per poter proseguire la mia carriera sportiva, rinunciando a costruire una famiglia. Non ho rimpianti, ma non posso non pensare a come sarebbe stato se la mia vita avesse preso una piega differente. Di sicuro non avrei commesso lo stesso sbaglio di mia madre, ho capito che i figli vengono prima di tutto.”


Mila? Che succede? Mi sembri persa...” le disse Shiro, preoccupato, distogliendola dai suoi pensieri.
Niente...va tutto bene” rispose Mila tenendo gli occhi bassi.
Ho fatto qualcosa di sbagliato, forse?”
No, assolutamente! Ecco...pensavo a mio padre. Mi manca tanto, sai. E vorrei tanto rivedere mio fratello, non lo sento da troppo tempo”
“Ti capisco, anche a me manca la mia famiglia. Non siamo molto uniti, ma si ha sempre bisogno di un po' d'affetto”
“Già...”
“Su, non pensarci, adesso siamo qui, insieme. Ti piace questo posto?” .
“È stupendo, Shiro”
“Non ho avuto molto tempo per organizzare qualcosa di più galante, ma ti prometto che ti porterò ovunque tu vorrai. Ci sono tante cose che possiamo fare a Pechino...la Città Proibita, il Palazzo d'Estate, il Tempio del Paradiso, lo Zoo...mi hanno detto che lo Zoo è bellissimo” le sorrise guardandola teneramente.
Mila lo ascoltò tremando come una foglia a causa del vento gelido che si era messo a soffiare improvvisamente, ma emozionata per il momento magico che stava vivendo. Spinta dal gelo di febbraio, si buttò tra le braccia di Shiro, cercando un po' di calore e di conforto.
“Ti amo, Shiro, grazie” balbettò felice, cercando di asciugarsi il viso inumidito dalle lacrime di gioia strofinandosi sulla sua giacca.
“Ehi, aspetta, non possiamo qui, ci stanno guardando tutti” cercò di ritrarsi, non sapendo bene come doveva comportarsi in quel frangente.
Mila si staccò controvoglia, capendo che doveva trattenersi e farsi passare la malinconia, se non voleva rovinare la bella serata. Shiro si era già spinto molto in là portandola a cena e fidanzandosi ufficialmente con lei, non poteva pretendere che diventasse Mr Coccola istantaneamente.
“Puoi portarmi a casa? Sono molto stanca...” gli disse sospirando, un po' intristita dai pensieri familiari e dalla freddezza di Shiro.
“Certo” annuì Shiro, un po' preoccupato per il cambiamento repentino d'umore della ragazza.
Durante il viaggio di ritorno in metropolitana, Mila continuò a fissare fuori dalla porta, immersa nei suoi pensieri. I due non si rivolsero la parola, tanto che Shiro pensò di aver commesso un grave errore a rifiutare l'abbraccio. D'altro canto queste erano le convenzioni: in Cina, come in Giappone, era ineducato dare sfogo ai sentimenti in pubblico. Nel privato tutto è concesso, ma il decoro è importante, pensava tra sé e sé.

Scesi dalla metropolitana, Shiro chiamò un taxi e accompagnò Mila al dormitorio. Era già l'una e mezza del mattino, un orario impensabile per una giocatrice nel pieno di un torneo di pallavolo. Shiro stava per salutare Mila quando apparve correndo la signora Yang in camicia da notte con un aria molto alterata. Stava rischiando di perdere le babbucce di lana ai suoi piedi dalla foga con cui si avventava su di loro.
“Come vi è saltato in mente stare fuori fino a quest'ora? Non vi sembra sconveniente? Allenatore Takiki, torni subito al suo dormitorio! Mila, vieni con me, dobbiamo parlare”
Mila fece un cenno rassegnato a Shiro e si allontanò con il direttore sportivo della squadra, che la condusse nella sua stanza. Dopo essersi sedute sul letto a due piazze, la signora Yang apostrofò Mila:
“Mila, questo tuo comportamento non è corretto nei confronti delle tue compagne, che sono tornate a un orario decente, pur essendo accompagnate da dei bei giovani esattamente come te. Sai bene che siete nel pieno del torneo ed è richiesta una grande concentrazione...tanto più che domani vi aspetta un doppio allenamento, mattina e pomeriggio. Presto dovrete battervi contro le Smashing Ponies, ti ricordi che l'ultima volta vi hanno impartito una sonora sconfitta? Perciò adesso fila a letto, e domani rimarrai in campo anche la sera ad allenarti da sola, come punizione per la tua scorrettezza. Mi aspetto un comportamento più rigoroso da te, signorina”
Mila la lasciò sfogare, concentrandosi sul quadro con degli orologi appeso alle spalle della signora Yang, poi annuì e si ritirò dalla stanza senza dire una parola. La signora Yang rimase sul letto a massaggiarsi la testa, temendo di essere stata troppo dura con la sua migliore giocatrice. Non poteva esimersi dal rimproverarla, ma forse sarebbe bastato solo punirla con l'allenamento in più, in quanto Mila sembrava davvero amareggiata e in procinto di scoppiare a piangere.



Dormitorio delle Dragon Ladies


Mila si diresse a tentoni verso il proprio letto, cercando di non finire addosso alle compagne che dormivano o inciamparsi sui vestiti e le scarpe lasciate a terra. Che disordine che c'era! Le ragazze non avevano proprio badato a sistemare la stanza una volta tornate a casa! Dopo aver raggiunto il letto, scoprì il pesante panno di lana e si rintanò raggomitolandosi in posizione fetale. Aveva solo bisogno di riposo e di non pensare a nulla. Stava per seppellirsi sotto le coperte quando vide una luce accendersi alla sua destra: era l'abat-jour di Gina.
“Pss” sussurrò l'alzatrice
“Gina? Sei ancora sveglia?” chiese Mila con un tuffo al cuore.
“Si!! Com'è andata con Shiro? Dai, raccontami, sono curiosa!”
“Spegni la luce, non voglio svegliare le altre! La signora Yang ha appena finito di farmi la predica, non vorrei farla arrabbiare ancora di più!”
“Ok” spense la luce “Dove ti ha portato?”
“Piazza Tien'anmen” bisbigliò Mila, cercando di usare il tono di voce più basso consentitole dal suo diaframma.
“Forte! Anch'io vorrei vederla! Io e Antonio abbiamo parlato tutta la sera, è stato bellissimo...lui è così...fantastico...” Mila riusciva a percepire gli occhi a cuoricino dell'amica
“Vi rivedrete?”
“Non lo so...Sarà dura con tutti questi allenamenti...Comunque ci proveremo”
“E le altre?”
“Le altre cosa?”
“Come hanno passato la serata?”
“Mah...non ho fatto molto caso a loro...ho passato la maggior parte del tempo a parlare con Antonio...però aspetta..è successa una cosa strana!”
“Cosa?”
“A un certo punto ho visto Nami correre in bagno, seguita da Glin...mi sembrava in lacrime...forse quel Schmidt l'ha fatta piangere”
“Non mi è mai piaciuto quel tipo...Povera Nami! Spero non sia successo niente di grave..”
“Non penso...Nami è forte, non si farà certo abbattere da uno stronzetto qualsiasi!”
“Lo spero”
Mila era rimasta turbata dalle parole di Gina: fissava preoccupata il letto di Nami, che dormiva tranquilla e ignara della conversazione.
“Quella ragazza è uno schiacciasassi, nessuno può ferirla!” pensava sconcertata.
“Beh Mila, ti saluto, sto crollando dal sonno!” sorrise Gina
“Buonanotte Gina, a domani!” rispose Mila poggiando la testa sfinita sul cuscino.


Dormitorio delle Dragon Ladies – La mattina dopo



Dove sono i miei pantaloncini? Uff, che disordine! Non si trova niente in questa stanza!” sbraitava Glin isterica circumnavigando il proprio letto.
Glin, è presto, torna a letto!” sbuffò Ming Hua tirandosi la coperta fin sopra la testa
Oggi è giornata di allenamenti, dobbiamo essere puntuali! Forza Ming Hua, giù da quel letto!”
Alza le tapparelle, Glin, altrimenti nessuno si sveglierà con questo buio!” disse Xiu Lan, emergendo dal lenzuolo sbadigliando spinta dal senso del dovere.
Ma che ore sono?” Gina aprì gli occhi guardando prima Glin, poi Xiu Lan, ma non ricevette risposta. Nel frattempo Glin alzò le tapparelle, rivelando un'intensa luce mattutina.
Ragazze, non vorrei allarmarvi, ma sono le 9.20” esclamò Mila, che aveva acceso il cellulare. L'appuntamento sul campo era 10 minuti più tardi.
Le ragazze scattarono in piedi in preda a un raptus, chi cercando le scarpe, chi la maglietta sepolta sotto i vestiti della sera prima e chi le ginocchiere sotto il letto.
“Scusatemi, ma chi aveva il compito di impostare la sveglia?” ruggì Maria improvvisamente squadrando le compagne
Ming Hua arrossì fino alla punta dei capelli, per poi rivelare balbettando: “Io l'avevo impostata...ma quando ha suonato ero troppo stanca per alzarmi....quindi l'ho spenta e mi sono riaddormentata. Non l'ho fatto apposta, giuro!!”
“MING HUA!!” fecero in coro le Dragon Ladies fissandola sconsolate
“E comunque stavate tutte dormendo, nessuna l'ha sentita, perciò non potete incolpare solo me, perchè non vi sareste alzate neanche voi!”
“Non importa ragazze, sbrighiamoci! La signora Yang non ce la farà passare liscia questa volta! E Shiro sarà molto deluso da noi!” disse Xiu Lan risoluta
“Shiro...” pensò Mila agguantando un reggiseno dal cassetto “Chissà se anche lui ha passato una notte agitata quanto me...La nostra storia non è partita sotto la migliore stella, spero che non abbia avuto ripensamenti”
“Niente colazione stamattina allora!” proruppe Amanda, che fino a quel momento non si era sentita
“Non credo proprio che potremmo farcela, tu che dici?” Glin alzò il sopracciglio scuotendo la testa. Amanda, mortificata, prese in mano la prima cosa che trovò fingendo di metterla a posto
“Amy, guarda che sono le mie mutande!” rise Nami. Vedendola poi sempre più a terra, le bisbigliò: “Non fare caso a Glin, è un po' fissata...” facendole abbozzare un sorriso.

Dieci minuti esatti dopo, la ragazze erano pronte e si dirigevano verso la palestra, affamate e stravolte. Glin era euforica: era sempre stata fan degli allenamenti spacca-ossa. Amava talmente tanto la pallavolo che accettava senza lamentarsi anche gli esercizi più difficili, anzi li svolgeva sempre con una carica in più che contagiava anche le altre ragazze. Era come se fosse nata per quello sport, la passione per ciò che faceva era più forte di qualsiasi altra cosa e solo quando giocava si sentiva completa e in pace col mondo. Nient'altro riusciva a darle questa sensazione.
Shiro e la signora Yang stavano aspettando le Dragon Ladies seduti sulla panchina, parlottando tra loro concitatamente. Appena videro le ragazze entrare, si alzarono con l'intento di farle avvicinare. Le Dragon Ladies capirono che i due avevano qualcosa da comunicare loro e si mossero speditamente. Dopo essersi salutati, Shiro prese la parola: “Ragazze, mi ha riferito il cuoco che questa mattina non vi siete presentate in sala da pranzo per fare colazione. Che è successo?”
Le Dragon Ladies stettero in silenzio, timorose. “La colazione preparata appositamente per voi è stata buttata via. Posso sapere a cosa devo questo spreco? Forse nessuna aveva fame?” continuò Shiro.
Poiché nessuna si degnava di rispondere, la signora Yang si spazientì: “So io cos'è successo: le signorine hanno dormito fino a tardi a causa del loro appuntamento di ieri sera. Eppure io e l'allenatore Takiki siamo arrivati puntuali come sempre, o mi sbaglio?”. Sul campo calò il gelo. Mila era sempre più nervosa: non credeva di meritarsi tutte quelle ramanzine per essere uscita una santa volta nella sua vita e le sembrava che la signora Yang stesse facendo una tragedia greca per un nonnulla. Le altre ragazze erano stanche e non vedevano l'ora di farla finita con tutti quei giri di parole: che si finisse ora e subito.
La signora Yang capì lo stato d'animo della squadra e cercò di mantenere la calma, provando a pensare ai tempi in cui anche lei era una giocatrice. “Uno sbaglio può capitare a tutti” pensò. “Inoltre sono brave ragazze, certo, ai miei tempi era diverso, io non mi sarei mai permessa di commettere un'azione simile, ma riconosco che non è giusto tenerle sempre segregate e in tensione”.
“Che non si ripeta più”, terminò decisa, stringendo gli occhi abbastanza da acquisire uno sguardo torvo che incutesse timore.
Le Dragon Ladies annuirono, poi, ad un cenno dell'allenatrice, filarono nel campo cominciando il riscaldamento.
“Le Smashing Ponies hanno una resistenza invidiabile, perciò dobbiamo potenziare il fiato. Alla fine di questa mattina non vi reggerete più su quelle gambette, vedrete” sentenziò risoluta.




Fine giornata – Palestra



In accordo coi patti presi con la signora Yang, Mila era rimasta ad allenarsi anche dopo che le altre se n'erano andate. Stava facendo esercizi di allungamento per non sovraffaticare i muscoli dopo l'intera giornata passata in palestra, mentre pensava alle sue amiche e a Shiro. Il pensiero di Nami che piangeva l'aveva accompagnata dalla sera prima, non riusciva ancora a capacitarsi che qualcuno potesse averle fatto del male, poiché Nami era una roccia. “Uomini...solo voi siete capaci di ridurci così” riflettè mentre sdraiata a terra girava il braccio e la gamba opposti per allungare la schiena. “Perchè i rapporti con il mondo maschile sono così difficili? Ogni secondo si può commettere un passo falso...anche Shiro ieri sera mi ha allontanata facendomi sentire colpevole. Ma colpevole di cosa? Possibile che lui non riesca mai ad avere fiducia in me?”.

In quel momento Shiro uscì dalla porta dell'amministrazione e passò per il campo per andare verso il proprio dormitorio. Notando Mila che si allenava, decise di rimanere a guardarla, sperando che non si accorgesse della sua presenza. Sapeva bene di non poter restare lì, ma lo stesso non riusciva a muoversi.

“PERCHÈ?” disse Mila ad alta voce per sfogarsi, producendo un rimbombo nella palestra vuota.
“Perchè cosa?” rispose istintivamente Shiro, facendola sobbalzare dallo spavento.
“Shiro...che ci fai qui?” Mila si alzò da terra,lasciandosi sfuggire un tenero sorriso appena si rese conto che lui era rimasto a guardarla da un po'. Il dispiacere e la delusione nei suoi confronti le passarono istantaneamente, lasciando il posto solo alla voglia di fare pace.
“Stavo firmando della carte di là” - rispose indicando la porta dell'amministrazione - “Ho appena finito, sono qui da poco” aggiunse, quasi per difendersi dall'essere stato colto in flagrante.
Quella frase intristì un po' Mila, che si aspettava almeno una parola di scuse, o comunque un tono più affettuoso dal suo fidanzato.
“Se vuoi andare sei libero di farlo” le scappò detto, pentendosi subito dopo di avergli chiesto di andare via. Era l'ultima cosa che avrebbe voluto, ormai però il danno era fatto.
Shiro non si scompose di fronte alle parole di Mila, ma capì che era necessario modificare l'approccio. Era stanco dei silenzi e dei musi lunghi, non ne poteva più di sentirsi in colpa e di ferirla tutte le volte. Era quasi meglio quando non stavano insieme ufficialmente, almeno riuscivano a parlarsi senza timore e con spontaneità.
“Mila, sono stanco di discutere” le disse cercando di mantenere un tono neutro.
“Anche io” rispose lei, sperando una riappacificazione.
Poiché nessuno dei due parlava, Mila chiese: “e quindi?”
Shiro non sapeva cosa rispondere: il cuore gli diceva di avvicinarsi a lei, ma la testa gli suggeriva di filarsela prima che la situazione si complicasse ulteriormente.
Mila rimaneva ferma, aspettando la decisione di Shiro. In cuor suo, sarebbe volata tra le sue braccia, ma non voleva più rischiare di compromettere di nuovo la situazione. Questa volta avrebbe lasciato fare a lui.
Finalmente, Shiro si decise: “Io voglio ancora stare con te, ma dobbiamo smetterla di litigare” disse d'un fiato
Mila si illuminò: “Davvero? Non hai cambiato idea su di noi?”
“No” disse sicuro. “Non voglio buttare tutto via. Tengo...molto a te”
Mila stava per scoppiare dalla felicità. Le tornò in mente quando al torneo benefico Shiro le aveva detto “Sei bellissima” davanti a tutto il pubblico dello stadio. Shiro stava incominciando a sciogliersi, a dimostrarle finalmente il suo amore per lei! Non era ancora il massimo del romanticismo, ma voleva provarci, si vedeva. Altrimenti perchè quell'appuntamento e quelle dichiarazioni sull'impegno che le aveva fatto a cena?
“Anche io non voglio buttare via tutto. Non ho mai voluto...io ti aspetto da sempre, lo sai” gli disse col cuore in mano
Le parole di Mila fecero crollare momentaneamente la razionalità di Shiro, che rimase profondamene colpito. Quella ragazza era troppo perfetta, come poteva volerlo ancora così intensamente dopo tanto tempo?
“Lo so, Mila. E il momento è arrivato, non dovrai aspettarmi più. Sono qui, adesso, non scapperò più da te, da noi. Te lo dirò molte altre volte, abbastanza perchè tu mi creda davvero. Io...”
Mila non resisteva più. Corse verso di lui con gli occhi lucidi e si fermò a pochi centimetri dal suo corpo.
“Tu?” Gli chiese col fiato sospeso
Shiro si chinò leggermente per guardarla negli occhi. Non sapeva da dove gli venisse quel coraggio, ma si lasciò andare e la baciò dolcemente.
Fu un momento che durò un'eternità, un momento atteso da un vita intera, che li ripagò di tutta la fatica per arrivare fino ad esso. Si staccarono emozionati, pronti a cominciare una nuova vita, dove avrebbero vissuto solo momenti come quello, momenti felici. Mila sentiva che tutte le partite di questo mondo non avrebbero potuto darle una gioia più grande di quella che sentiva stando insieme a Shiro. Quello era il suo posto, quella era la sua meta finale, ciò a cui aveva sempre teso. Ciò non significava che la pallavolo per lei non contasse niente, perchè le aveva regalato grandi soddisfazioni, ma semplicemente che era una parte del suo lungo percorso per arrivare all'uomo della sua vita.
Shiro le sorrise, facendole battere il cuore dalla gioia, poi le disse: “è meglio che vada ora. Non vorrei che qualcuno ci vedesse. E poi non voglio interrompere il tuo allenamento”
“Oh certo, sempre questa stupida paura del giudizio degli altri! Neanche in momenti come questi riesce a non pensarci!” si disse Mila incredula. Ma era ancora troppo sulle nuvole per riuscire a ribattere qualcosa di sensato, così stette in silenzio e annuì, guardandolo allontanarsi dalla palestra. Lo stomaco le si contraeva dall'ansia e dai crampi per la fame, ma decise di non ascoltarlo e proseguì con l'allenamento per un'altra mezzora, anche se non riuscì per niente a concentrarsi sugli esercizi che seguirono.






ANGOLO DI SQUIDINA


Ciao a tutti!!

Non sono proprio ispiratissima in questo periodo...anzi...però questo capitolo l'ho scritto un sacco di tempo fa e volevo pubblicarlo...

avrei voluto allungarlo un altro pochino ma spero che vi piaccia ugualmente...

Fatemi sapere cosa ne pensate!

Spero di tornare “in forma” presto

Bacini

aquidina







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Capitolo 7
*** a little bit of Romance ***


Mila e Shiro 7


H: 21.30 – Dormitorio delle Dragon Ladies


“Credo che non mi alzerò più di qui” Katherine si lagnava dalla fine dell'allenamento e aveva continuato sotto la doccia, a tavola e ora nella camera da letto.
“Basta Katherine, abbiamo capito” disse Glin esausta, sbuffando in direzione dell'amica
“Domani ci aspetta un'altra super sessione di allenamento...sono tempi duri questi...non vedo l'ora di battere le Smashing Ponies e farla finita una volta per tutte!” sorrise Gina, approvata dalle compagne di squadra
“Ehi, guardate un po' chi torna dall'allenamento supplementare...Mila! Sei tutta intera?” Maria le diede una piccola spinta per scherzo, ma Mila, che non se lo aspettava, perse l'equilibrio e si appoggiò a Nami per non cadere
“Lasciala in pace, Maria, non vedi che è stanca?” ribatté Nami, che non sopportava tutta quell'allegria venutasi a creare nel dormitorio. Da quando le Dragon Ladies erano così intime? Non era da loro farsi tutte quelle confidenze e ridacchiare senza motivo.
“Va tutto bene, Mila?” le chiese Gina con molto tatto, dal momento che la ragazza sembrava essere su un altro pianeta
“Si” rispose Mila sottovoce, come se stesse parlando più che altro a se stessa
Le Dragon Ladies capirono che non era il caso di insistere, poiché Mila non sembrava avere molta voglia di parlare. Nel dormitorio calò il silenzio, e le ragazze si diressero ciascuna verso il proprio letto

h 22

“Nami” sussurrò Mila ai piedi del letto della ragazza. “Nami, sei ancora sveglia?” Nella stanza il buio era totale.
“Mmmh” Nami aprì gli occhi lentamente “Mila...che..” fece per accendere la luce, ma Mila la bloccò in tempo
“Non voglio che le altre sentano...per favore”
“Dimmi”
“Nami, ho davvero bisogno di confidarmi con qualcuno..tu sei la mia migliore amica, l'unica che può capirmi. Ne abbiamo passate tante insieme...”
“Ok, Ok, non c'è bisogno di farmi tutta questa sviolinata, ti ascolto”
Mila si sporse vicino all'orecchio di Nami e bisbigliò: “Sto un po' scomoda qui per terra..ti dispiace se mi siedo accanto a te?”
“No, fai pure” disse Nami un po' imbarazzata, non essendo abituata a gesti “teneri” fra amiche.
“Senti, questa sera è successa un cosa”
“Bella o brutta?”
“Non lo so..bella credo. Ecco...Shiro mi ha baciata”
“COSA?” Nami si alzò di scatto, sconvolta dalla notizia
“Shhhhh..abbassa la voce! Vuoi svegliare tutto il dormitorio?”
“Scusa...Comunque perchè me lo stai raccontando? Voglio dire...sono affari tuoi..cioè, non sono cose che mi riguardano”. Nami era un po' spazientita da quella rivelazione improvvisa. Le sembrava quasi che Mila fosse venuta a vantarsi con lei di essere riuscita a conquistare definitivamente Shiro e non ne capiva il motivo. Per lei non era normale che un'amica volesse semplicemente sfogarsi, abituata com'era a tenersi dentro le sue emozioni.
“Beh, volevo solo avere un tuo consiglio, Nami. Non so come faremo a tenere nascosto tutto, la Yang sarebbe furiosa se lo scoprisse. Una relazione fra allenatore e allievo non è esattamente il massimo per una squadra!”
“E cosa pensi esattamente che io ti possa consigliare? Io non ho mai avuto un fidanzato, lo sai bene! Grazie per essere venuta a sbandierare la tua nuova relazione amorosa, come pensi che mi senta dopo questa tua uscita?”
“Nami non volevo assolutamente vantarmi con te...l'ho fatto perchè siamo amiche e ci tenevo...”
“A farmi stare peggio! Complimenti, Mila, ci sei riuscita”
Mila stava tentando in tutti i modi di controllarsi per non rispondere male a Nami, ma quest'ultima frase la fece andare in bestia
“Adesso smettila, Nami! Sei ingiusta, io volevo solo un aiuto da parte tua, mentre invece a te importa solo di te stessa! Non riesci neanche a essere felice per me, e sai bene quanto io tenga a Shiro e da quanto stavo aspettando che si dichiarasse!”
Nami non sapeva più cosa rispondere: sapeva di avere torto, ma era gelosa, troppo gelosa. In quel momento odiava Mila perchè aveva tutto ciò che lei avrebbe desiderato e non riusciva minimamente a essere felice per lei. Inoltre le parole della sera prima di Schmidt l'avevano ferita e non si era ancora del tutto ripresa. La nuova botta da parte di Mila non aveva fatto altro che sotterrare ancora di più la propria autostima. L'orgoglio le impedì di chiedere scusa e disse soltanto: “Allora adesso che hai quello che volevi non dovresti preoccuparti, ma godertelo”. Si sdraiò di nuovo sul letto e tirò la coperta con forza fin sopra alla testa, tanto da spostare Mila al bordo del letto. Infine, si girò dall'altra parte.
Mila la fissò con odio, poi si alzò e, senza più voltarsi, camminò verso il proprio letto.



07/02/2012 h: 08.10 Dormitorio delle Dragon Ladies


“Maria, potresti abbassare il volume del cellulare? Sono le 8 di mattina...non siamo a un concerto!” disse Katherine mentre cercava di infilarsi i pantaloncini. “Porca miseria sono anche ingrassata!” aggiunse poi sbuffando.
“Ma fammi il favore, Katherine, ingrassata tu? E io cosa dovrei dire?” ribatté Ming Hua alzando il sopracciglio.
“Non ci posso fare niente, sono troppo forti questi One Direction! Mi caricano un sacco di mattina appena sveglia!” rispose Maria accennando un movimento sulle note di “What Makes You Beautiful”.
Katherine si girò verso Amanda facendo finta di vomitare; Amanda rise portandosi la mano davanti alla bocca.
“Io non li trovo così male...” disse Ming Hua a Xiu Lan. “Certo, se capissi cosa dicono...”
“Ming Hua!! Ahahaha, sei sempre la solita!” rise di gusto Xiu Lan
“Non me la sono mai cavata molto bene con l'inglese, a dire il vero” borbottò sottovoce il libero delle Dragon Ladies
“Al giorno d'oggi tutti sanno l'inglese Ming Hua! In sostanza parla di una ragazza splendida che però non sa di essere bella..” spiegò Xiu Lan
“Tutto qui? Che argomento innovativo...” sentenziò Glin distrattamente
Io non ci sputerei sopra se qualcuno me la dedicasse” replicò Ming Hua serafica
“Oh, Antonio mi ha dedicato una canzone sai! Ha detto che è perfetta per noi due!” Gina aveva lo sguardo trasognato mentre si rivolgeva a Ming Hua.
“Davvero? E quale sarebbe?” chiese Ming Hua interessata
“Non credo che tu la conosca...è di un cantante italiano. Si chiama Antonello Venditti, è molto famoso in Italia”
“Tu la conoscevi?”
“Si...è uno dei miei cantanti preferiti!”
“Me la faresti sentire?”
“Certo!” sorrise Gina tirando fuori l'Ipod dalla borsa appesa alla spalliera del letto. “Ecco qui” disse, giungendo nell'elenco delle canzoni ad
Amici Mai.
Nella stanza risuonò la voce di Venditti insieme all'inconfondibile musica...


Questa sera non chiamarmi
no stasera devo uscire con lui
lo sai non è possibile
io lo vorrei ma poi

mi viene voglia di piangere.
Certi amori non finiscono
fanno dei giri immensi e poi ritornano
amori indivisibili
indissolubili
inseparabili....

Ma amici mai
per chi si cerca come noi
non è possibile
odiarsi mai
per chi si ama come noi
basta sorridere....


Le ragazze erano estasiate.
“Com'è romantico...” sussurrò Mila, tornando con la mente al bacio di Shiro della sera prima. In quel momento le mancò terribilmente: voleva stringerlo forte e dirgli che lo amava.
“Sei fortunata, Gina, ad aver trovato un ragazzo così dolce” le disse Nami abbasssando gli occhi. Gina si sentì mortificata: le rincresceva aver dato a Nami un dispiacere facendole pensare a quel disgraziato del ragazzo che l'aveva trattata così male.
“Scusami, Nami, non volevo rattristarti. Non pensare a quell'idiota, non se lo merita” cercò di riparare Gina spegnendo subito l'Ipod. Le ragazze annuirono, solidali.
“Già, hai ragione” disse Nami tirando un sospiro
“Scusate, ma si può sapere cos'ha fatto quel dannato ragazzo a Nami?” chiese Mila, che si sentiva come un pesce fuor d'acqua
Nami prese fiato, poi esordì dicendo: “ praticamente, Schmidt non ha fatto altro che punzecchiarmi tutta la sera, dicendomi cose come: sei troppo prevedibile, Nami, così non ci metterò nulla a conquistarti;
oppure: Nessuno vorrebbe mai stare con una ragazza musona come te... Insomma, mi ha portata all'esasperazione. E non mi conosce neanche, cosa gli è saltato in mente di sparare giudizi a raffica?”
“Era davvero insopportabile” aggiunse Gina “Non so come hai fatto a resistere tanto a lungo, Nami. Non capisco poi tutto questo accanimento nei tuoi confronti!”
“Se questa è la sua maniera di corteggiare, credo che resterà single a vita!” disse Xiu Lan tentando di riportare il buon umore.
“Ah è così...” si disse Mila, sentendosi stupida per aver raccontato a Nami del bacio con Shiro. “Povera Nami, doveva sentirsi proprio giù in quel momento...e io ho solo peggiorato le cose”
“Su, ragazze, dobbiamo andare a fare colazione! Non voglio ripetere l'allenamento di ieri...non facciamo arrabbiare la signora Yang” disse Katherine stemperando il clima creatosi nel dormitorio
Le Dragon Ladies finirono di vestirsi, poi uscirono dirette alla sala da pranzo.


H: 18 – spogliatoio delle Dragon Ladies

“Che stanchezza, ragazze! La signora Yang deve darsi una calmata! Ho capito che l'incontro con le Smashing Ponies è giovedì sera, ma c'è tutto il tempo, e poi ultimamente stiamo giocando più che bene!” disse Amanda sedendosi sulla panchina e cominciando a togliersi le scarpe.
“Sai com'è fatta quella” rispose Mila mentre si liberava della maglietta. L'allenamento era appena finito e le ragazze si dovevano preparare per cenare. C'era giusto il tempo per una doccia e per mettersi qualcosa addosso: alle 19 spaccate il cuoco serviva la cena. In quel momento si sentì bussare alla porta dello spogliatoio
“Vado io, sarà la signora Yang che vuole sgridarci per qualcosa” disse Mila. Mentre si alzava, si sentì bussare più insistentemente.
“Arrivo!!!” disse Mila spazientita. Aprì la porta e urlò un suono disarticolato, coprendosi con le mani il seno e la pancia. “Mer....Gina, vieni qui per favore”
Gina, confusa, si diresse alla porta e sgranò gli occhi: de Rosa era in piedi e la fissava sorridendo.
“Un attimo, ragazze torno subito” disse la ragazza chiudendosi la porta alle spalle.


“Antonio...cosa ti è venuto in mente? Se ti vedesse qualcuno...” disse Gina cercando di abbassare la voce il più possibile; ciononostante, non riuscì a nascondere la propria emozione.
“Ho chiesto a Shiro di tenere occupata la signora Yang, non ci disturberà nessuno” rispose de Rosa impassibile. “Gina, ascolta, ti va di uscire con me stasera? Da soli questa volta?”
“Si...cioé...non saprei...certo che sì!” balbettò Gina emozionata
“Alle 8 alla fermata dell'autobus di fronte al centro sportivo...cerca di non dare nell'occhio! Ti passo a prendere con la macchina”
“Ok...perfetto...non vedo l'ora!!” disse Gina sorridendo
De Rosa le fece un cenno di saluto, poi si allontanò di corsa.


Un' ora dopo

“Ragazze, non vedo Gina...è successo qualcosa?” l'allenatrice Yang alzò le bacchette dal maiale in agrodolce con germogli di soia saltati e squadrò le Dragon Ladies alla ricerca di informazioni
“Non si sentiva bene...aveva un po' di nausea” rispose Mila d'un fiato, cercando di apparire naturale e sincera
“Capisco...allora dopo mangiato manderò in camera vostra il medico sportivo. Non ci voleva proprio, tra pochi giorni ci sarà la partita, deve assolutamente riprendersi”
Le ragazze impallidirono e Mila si sforzò per non lasciar trasparire la paura. Se c'era una cosa che Ming Yang non tollerava erano le bugie.
“Non è necessario, signora Yang, ha detto di non preoccuparsi per lei, ha solo bisogno di un po' di riposo”
“Veramente, mi sembra opportuno..” continuò la signora Yang
“No, non serve, davvero” scattò Xiu Lan interrompendola. Le Dragon Ladies annuirono, poi Maria disse: “le porterò una camomilla dopo cena, signora Yang, stia tranquilla”
“D'accordo, se mi garantite che non è niente, mi fiderò. Si tratta per caso di problemi relativi a...dei giorni del mese in particolare?”
“Ehm...si, signora Yang. È tutto il giorno che si lamentava di avere mal di testa e la nausea per quel motivo” disse Maria rincuorata. "Forse, se l'è bevuta" pensò
“In questo caso...un po' di riposo le gioverà” concluse l'allenatrice.


Dormitorio delle Dragon Ladies – h: 20

Le ragazze erano a pezzi dopo la giornata di allenamento intenso: finita la cena si tuffarono a pesce sul letto e si rintanarono sotto le coperte. Mila era triste: non aveva visto Shiro per tutto il giorno e invidiava Gina per aver trovato un ragazzo che si prendeva le proprie responsabilità per poterla vedere, a differenza di quel bambino di Shiro che non riusciva neanche a prenderle la mano senza farsi venire i sensi di colpa.
“Sapete, ragazze, penso spesso a Watanabe dopo la serata con i White Horses” Ming Hua interruppe il flusso dei pensieri di Mila, che si girò a guardarla
"Davvero? Non credevo ti piacesse” le disse la schiacciatrice rossa impressionata. “Comunque è un bel ragazzo” si affrettò ad aggiungere per non sembrare maleducata.
“A me piace Schmidt” rivelò Katherine sorridendo. Nami emise un rantolo a metà fra il disgustato e l'esterrefatto. “Se sei convinta tu...” disse poi ricomponendosi.
“Quel maleducato? Ma come fai, Katherine?” si intromise Maria sbalordita. “A me piace quel figo alto e muscoloso...ha uno sguardo che ti fa sciogliere..e poi è un vero cavaliere. Si chiama Fu Bau Sun”
“Ho capito di chi parli, Maria. Sì, è bello, ma non regge il confronto con Schmidt. Lui è misterioso e intrigante...ed è parecchio sensuale” rispose Katherine, facendo arrossire Nami, già particolarmente in crisi.
“A te chi piace, Glin?” chiese poi Maria.
“Mmm...nessuno in particolare. Non mi interessano i ragazzi in questo momento” rispose la schiacciatrice, che stava giocando con una pallina di gomma. Maria la guardò allucinata, poi si rivolse a Xiu Lan.
“Xiu Lan?”
“Cosa?”
“Vuoi aggiornarci anche tu?”
“N-no....Veramente non ho nessuno in particolare...”
“Guarda che ho visto come guardavi quel ragazzo..”
“Chi?”
“Non fare la santarellina...Atouba! Te lo mangiavi con gli occhi”
Xiu Lan diventò color papavero, poi si ritirò in religioso silenzio.
Due secondi più tardi, si sentì bussare alla porta. “Ragazze, sono l'allenatore Takiki, posso entrare un secondo?” la voce di Shiro fece sobbalzare Mila, mentre Glin andò ad aprire.
"Buonasera, ragazze” disse Shiro sulla porta
“Buonasera, Shiro” risposero le Dragon Ladies, guardandolo interrogative
“Ho qui qualcosa per voi” disse Shiro voltandosi per prendere qualcosa “da parte dei White Horses” aggiunse, mostrando un sacco di plastica. Le Dragon Ladies sbiancarono.
“Fingerò di non essermi accorto che Gina non si trova in questa stanza...chissà perchè stasera de Rosa era particolarmente gioviale” disse poi facendo sorridere le ragazze.
“Bene...vi lascio guardare cosa vi hanno portato...buonanotte” terminò velocemente chiudendosi la porta alle spalle.
Mila sentì le viscere contrarsi: era furiosa. Possibile che Shiro non l'avesse nemmeno salutata? Le ragazze al contrario, entusiaste, si tuffarono sul sacco strappandoselo continuamente di mano, tanto che ad un certo punto esso si lacerò su un lato facendo uscire una parte del contenuto per terra.
“Sei una stupida Maria, ma cosa tiri? Non vedi che ci sono delle cose fragili dentro?” urlò Xiu Lan, visibilmente agitata.
“Voglio solo trovare il regalo che sicuramente mi avrà fatto Sun...che emozione chissà che cos'è!” replicò la ragazza concentratissima scartando una dopo una le cose contenute nel sacco
Non pensi che vorremmo vedere anche noi?” Xiu Lan allargò le braccia girando i palmi delle mani verso il basso
Oh...sì...avete ragione...” Maria si placò e si mise composta, aspettando che qualcuna prendesse in mano la situazione. Ovviamente Glin si alzò subito in piedi e prese il comando:
Benissimo, adesso estrarrò i regali uno alla volta e ve li darò. Aspettate il vostro turno, per favore, sembrate delle bambine piccole davanti al sacco di Babbo Natale”.
I ragazzi avevano allegato un bigliettino ad ogni regalo, così in breve tempo il tutto fu spartito
abbastanza equamente. Una scatola di cioccolatini per Maria, un libro per Ming Hua, un cd per Katherine, un cuscino morbido per Xiu Lan, un pupazzetto per Glin, un completo sportivo per Amanda, solo un biglietto per Nami e...nulla per Mila.
Maria era al settimo cielo - “Ha indovinato i miei gusti preferiti! Cocco, menta e cioccolato bianco! Quanto mi piace!” - , Xiu Lan era diventata del colore del cuscino, si vedeva benissimo che gli esercizi per l'autocontrollo non la stavano aiutando per niente; Katherine era sbiancata e fissava il regalo confusa, Ming Hua sorrideva rigirandosi il libro fra le mani. Glin aveva guardato il regalo con indifferenza per poi abbandonarlo sul bordo del letto e dedicarsi al suo passatempo preferito: studiare nuovi schemi di gioco. Amanda si stava provando il completo davanti allo specchio della camera esultando: “Che bei gusti che ha! Mi sta davvero bene!”; Nami dopo aver letto il biglietto si era seduta col la testa fra le gambe per tentare di isolarsi da quel trambusto. Mila le era andata vicino, cercando di mantenere la calma, anche se ormai era abituata al comportamento da dodicenne di Shiro e stava imparando a soffrirne di meno.

Come va?” chiese a Nami con la voce un po' tremante. “Cosa ti ha scritto?”
Nami la fissò con sguardo sempre più allucinato, poi le porse il biglietto. C'era scritto:


Non mi piacciono queste stupidaggini da adolescenti e soprattutto non mi piace fare ciò che fanno gli altri.
Non c'è nessun regalo per te oggi, ma se verrai sabato alle 19 a
138, Xizhimen Outer Street, allora troverai una vera sorpresa.

Schmidt





ANGOLO DI SQUIDINA

Hi everybody!
Piaciuto il capitolo? C'era bisogno di un po' di romanticismo....ce n'è sempre bisogno!
Non perdete nel prossimo l'appuntamento di Gina e de Rosa, la risposta di Nami a Schmidt, l'incontro con le Smashing Ponies...ne vedrete delle belle!
Baci a tutti quelli che mi seguono!


squidina





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