Just for a week, right?

di JoJo
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo-Day 0 ***
Capitolo 2: *** DAY 1 ***
Capitolo 3: *** DAY 2 ***
Capitolo 4: *** DAY 3 ***
Capitolo 5: *** DAY 4 ***
Capitolo 6: *** DAY 5 ***
Capitolo 7: *** DAY 6 ***
Capitolo 8: *** DAY 7 ***
Capitolo 9: *** The X-day ***
Capitolo 10: *** Epilogo- One of many days ***



Capitolo 1
*** Prologo-Day 0 ***


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- DAY 0 -

 

Di regola, le grandi decisioni della vita umana hanno a che fare più con gli istinti e altri misteriosi fattori inconsci che con la volontà cosciente, le buone intenzioni, la ragionevolezza.

- Carl Gustav Jung

 

Esistono, nella vita di chiunque, delle giornate pigre.
Sono, queste giornate, tiepide e talmente delicate che il loro scorrere scivola tra le dita lentamente, trascinando le ore piano, dando la parvenza che esse siano infinite. Le giornate pigre, di solito, non si svegliano, nemmeno dopo un forte caffè. Al massimo si stiracchiano la schiena e poi tornano a sonnecchiare.
Era incredibile ma, con tutta probabilità, quella che stavano vivendo i membri del BAU sembrava esattamente una giornata di questo tipo.
David Rossi, nel proprio ufficio, stava lavorando su un nuovo libro, ma si era trovato inspiegabilmente annoiato a fissare la parete di fronte a sé, facendosi una lista mentale su cosa avrebbe dovuto fare una volta uscito dall'ufficio.
Penelope Garcia, dalla sua stanza piena di computer ipertecnologici offerti dal governo, chattava abilmente e con vivacità con ben cinque amici virtuali, mentre chiacchierava tranquillamente con il fidanzato Kevin al telefono.
JJ stava riponendo l'ennesimo fascicolo sopra la propria scrivania. Fino a quel momento, delle innumerevoli richieste che le erano state pervenute, non ve ne era ancora una che richiedesse l'intervento immediato della squadra, cosa che l'aveva sollevata parecchio.
Derek Morgan controllava le proprie e-mail, non davvero interessato a sapere se avesse ricevuto della posta telematica, piuttosto cercando in quel gesto una via di fuga dalle scartoffie che gli stavano letteralmente divorando la scrivania.
Emily Prentiss aveva trovato un'altra soluzione a quel problema, sfogliando le pagine di un libro voluminoso che aveva accuratamente nascosto nella copertina di una cartelletta gialla, gesto che le ricordava gli espedienti che elaborava quando era ragazzina, al liceo, ma a cui quel giorno non riusciva a rinunciare.
Spencer Reid, invece, non sembrava così interessato ad evadere i propri compiti, seppur uguali a quelli dei colleghi. Anzi, sfogliava ogni fascicolo velocemente e con sguardo attento.
Perfino Aaron Hotcher, l'intransigente capo dell'unità, si era concesso una pausa caffè ed in quel momento stava tornando al proprio ufficio, passando attraverso l'open space e fermandosi di fianco alle scrivanie dei propri colleghi.
Oggi è una giornata stranamente tranquilla.” commentò, mentre ancora stringeva fra le mani la propria tazza, colma e fumante.
Ce ne vorrebbero più spesso.” disse Morgan, allungandosi sulla propria sedia, mentre Emily chiudeva di scatto il proprio libro, nascondendolo sotto la scrivania.
Già.” concordò immediatamente Reid riponendo il fascicolo che aveva finito di compilare in cima alla pila enorme ed ordinata che troneggiava sulla sua scrivania.
Hotch annuì con un sorriso abbozzato sul volto, tornando a dirigersi verso la propria meta.
Ah, Reid- chiamò Hotch fermandosi a metà strada e voltandosi di nuovo verso il giovane genio- Alaska ti aspetta di là nell'atrio.”
Ti ha detto perchè?” domandò Spencer incerto, quando il suo capo era già sulla porta del suo ufficio.
No. Ma ha portato caffè e muffin per tutti.- specificò con una luce divertita nello sguardo- Credo che ti voglia chiedere un favore.”



Una volta giunto nell'atrio Reid si fermò a una decina di passi dalla ragazza che da sola, ai suoi occhi, riusciva ad illuminare e vivacizzare quell'ambiente monotono.
Alaska era una nuvola multicolor, con una giacca verde pino indossata con tranquillità sopra un vestito floreale, le calze rosse, perfettamente coordinare al berretto di lana che le troneggiava in testa, scomparivano all'altezza del ginocchio risucchiate in stivali marroni morbidi e alti.
La giovane antropologa si voltò verso di lui e immediatamente un sorriso radioso e pieno d'amore le comparve sul bel viso.
Hey Spencer!- lo salutò, camminandogli incontro cercando di tener ben in equilibrio una serie di bicchieri di cartone sopra a una scatola da dolciumi- Che cosa ci fai qui?”
Spencer alzò un sopracciglio, pur sorridendole a sua volta “Veramente stavo per fare la stessa domanda a te, dato che è piuttosto logico che io sia qui dato che lavoro in questi uffici.”
Lo so, altrimenti non sarei venuta qui, giusto?” ribattè Alaska con una risata cristallina.
Sì, ma quello che volevo dire...- Reid si interruppe, scuotendo la testa, deciso a non arrisschiarsi a continuare la conversazione su quel registro-Non fa niente.”
Come facevi a sapere che ero qui?” domandò quindi la ragazza, incuriosita.
Diciamo che un uccellino mi ha detto che eri qui e che devi dirmi qualcosa di importante.” scherzò il profiler, mentre aiutava la propria ragazza ad appoggiare l'enorme quantità di caffè e di dolciumi che aveva comprato su una sedia addossata alla parete.
Un uccellino?E io che pensavo fosse stato Hotch, prima ci siamo incrociati!- commentò Alaska, senza ironia- Hey, questo fa di te una specie di dottor Dolittle?Parlerai con gli animali e capirai tutti i loro problemi?Potresti chiedere a Pappa se preferisce davvero il tonno al salmone?Perchè devo andare a fare la spesa oggi e...”
Io credo che preferisca il salmone.” la interruppe Spencer, divertito da quel fiume di parole.
Salmone?- ripetè Ross entusiasta-Anche io lo adoro. Ha preso da me.”
Reid aggrottò la fronte, prima di iniziare a spiegare velocemente “Per quanto passando molto tempo con qualcuno possa davvero far credere che un animale assomigli al proprio padrone, non credo affatto che sia possibile che il nostro gatto abbia ereditato da noi dei tratti caratteristici. Noi non siamo davvero legati geneticamente.”
Spencer, spero davvero che tu non faccia questi discorsi davanti a Pappa- lo rimproverò, mettendo un piccolo broncio- lo sai che è sensibile e se scoprisse di essere stato adottato ci rimarrebbe molto male.”
Il ragazzo non rispose “Come mai sei passata?”
Ho portato dei muffin.” trillò Alaska, apparentemente dimentica del discorso precedente.
Sono un sacco di muffin.- puntualizzò Reid, osservando la scatola enorme- Hai svaligiato una pasticceria?”
No, ho pagato regolarmente, rubare è un reato. Anche se, secondo me, una pasticceria sarebbe l'unico esercizio commerciale che valga la pena derubare dei suoi beni.- disse velocemente, mentre gli porgeva un grosso bicchiere di carta- Ho anche portato il caffè, il tuo è questo, l'ho zuccherato così tanto che piacerebbe anche all'elfo Buddy.”
Grazie.- sorrise Spencer, prima di prendere un sorso della bevanda ancora calda- Quindi sei passata solo per assicurarti che l'intera sezione non abbia un calo di zuccheri?”
Alaska si mordicchiò il labbro inferiore, titubante “No, non solo per questo.”
Che c'è, allora?” domandò subito Reid, leggermente preoccupato da quell'atteggiamento.
Avrei un piccolo favore da chiederti.” rivelò Alaska, sorridendo timidamente.
Spencer non potè fare a meno di dirle “Tutto quello che vuoi.”
In realtà è mia mamma che ci chiede un favore.” specificò quindi l'antropologa.
Di che tipo?” si informò Reid, aggrottando le sopracciglia: gli sembrava strano che Olga non gliel'avesse chiesto direttamente, considerando il fatto che, da quando Alaska si era trasferita da lui, chiamava spesso all'appartamento e non solo per chiacchierare con la figlia, ma anche per rivolgere il suo interesse materno verso quello che considerava, a tutti gli effetti, un figlio acquisito.
Karol ha un'ernia del disco e deve essere operato e dovrà rimanere in ospedale per una settimana.” spiegò quindi Ross, riferendo quanto le era stato detto dalla madre.
Mi dispiace.” disse immediatamente Spencer.
Non è questo il problema però.- aggiunse Alaska, prima di cominciare a spiegare l'entità del favore attraverso un fiume di parole- Sai che mia mamma è ansiosa e non lo lascerà mai da solo finchè non avrà il foglio per le dimissioni firmato anche dal primario di ortopedia fra le mani, ma stando con lui non potrebbe occuparsi dei gemelli e di certo non può lasciarli a casa da soli, e nemmeno portarseli all'ospedale. Così io le ho detto che potevano venire a stare con noi durante quel periodo, dimenticandomi di chiederti cosa ne pensavi tu. Sei arrabbiato?”
No, ovvio che non sono arrabbiato.- la rassicurò immediatamente, sorridendo per la sua preoccupazione alla sua reazione- Hai fatto bene a proporglielo. Certo, non sono molto bravo con i ragazzini, però abbiamo posto in casa, c'è la stanza degli ospiti, possono stare lì. E poi è solo per una settimana, giusto?Avrò tempo per abituarmi all'idea prima che arrivino...”
Uhm, ecco, vedi...-continuò timorosa la ragazza, stringendo un occhio e facendo una smorfia obliqua con la bocca- in realtà saranno qui domani.”
Reid spalancò gli occhi “Domani?Intendi domani domani?”
Sì. Domani-domani.- confermò, gettando un'occhiata all'orologio appeso alla parete del corridoio- Tra meno di ventiquattr'ore.”
Perchè non me l'hai detto prima?” non potè fare a meno di chiedere Spencer, mentre un certo panico al pensiero di dovere aver a che fare con due bambini di otto anni con così poco preavviso cominciava a farsi largo dentro di lui.
Mi è passato di mente!Mia madre mi ha chiesto di questa cosa mentre ero al lavoro e io pensavo di chiamarti subito per dirtelo ma poi sono stata chiamata in laboratorio, c'era parecchio da fare e mi è passato di mente...- disse velocemente, prima di mettergli una mano sul braccio- Mi dispiace così tanto, Spencer. Tanto, tanto, tanto.”
Ok, non fa niente.- sospirò Reid, posando la propria mano sopra quella della ragazza- Voglio dire, mi sarebbe piaciuto saperlo un po' prima, ma non fa niente.”
Sicuro?” si accertò quindi Alaska, strizzando gli occhi cerulei.
Certo.- confermò il giovane agente con un sorriso- Uhm...Che cosa...cosa dovrei fare?Quando i gemelli saranno qui, intendo.”
Ross sventolò una mano “Niente di che, TJ e JD sono molto indipendenti. Domani dovrò andare a prenderli all'aeroporto, chiederò a qualcuno di accompagnarmi se tu non puoi, ma poi sarà una passeggiata. Durante il giorno verranno con me allo Smithsonian e gli farò frequentare uno di quei corsi per studenti delle elementari, loro adorano la scienza, gli piacerà. Sono allergici alla polvere quindi devo essere sicura che prendano i loro antistaminici, ma ho messo l'allarme sul cellulare per ricordarmelo. Ah, e sono anche intolleranti ai latticini, quindi credo che sarà meglio se raccolgo qualche ricetta di cibi che non li facciano stare male. Poi devo anche accertarmi che facciano i compiti che mi farò spedire giornalmente dalle loro insegnanti.”
Sembra facile.- commentò Spencer dandole un buffetto sulla testa- Mi ricorderò di ricordarti quello che devi tenere a mente.”
Grazie.- disse Alaska, intrecciandogli le mani dietro al collo- Ti ho già detto che ti amo?”
Reid si crogiolò nel calore di quell'abbraccio “L'hai accennato un paio di volte.”
Ross rise, alzandosi sulle punte per impossessarsi delle sue labbra con un bacio appassionato.
Ragazzi, prendetevi una camera!” sbottò Morgan scherzosamente, passandogli a fianco e tirando una cartelletta in testa al giovane genio.
Il giovane genio si ritrovò in un istante rosso come un peperone mentre Alaska era scoppiata in una risata allegra. Aveva afferrato la mano di Spencer e si era apprestata a seguire Derek alla sua scrivania saltellando spensierata.
Domani arrivano i miei fratelli!” annunciò, attirando anche l'attenzione di Emily, mentre riponeva con cura sul ripiano di fronte a sé la scatola rosa piena di muffin.
Davvero?- domandò la donna- E verranno a stare con voi?”
L'antropologa annuì “Già. Sono davvero impazienti, da quando sono venuti a Washington per quel concorso di matematica si sono innamorati della città. Sapete che hanno già programmato un tour basato sul film Una notte al museo 2?”
Morgan rise “Sembrano dei tipetti intraprendenti. Sei sicuro di sapertela cavare con tre Ross in casa, ragazzino?”
Tecnicamente sarebbero una Ross e due Smolarek.” specificò Reid, stando ben attento a pronunciare esattamente il cognome polacco del nuovo marito della madre di Alaska.
E' per questo che hai svaligiato una pasticceria e hai portato tutti questi caffè?- chiese Emily alzando un sopracciglio-Per addolcire il nostro G-man?”
Ross aggrottò la fronte “Non capisco perchè mi reputiate capace di un furto di alimentari.”
Scherzava, Quarantanove.- le fece notare Derek roteando gli occhi- In ogni caso, come hai fatto ad eludere la sorveglianza di quell'energumeno del tuo capo allo Smithsonian? Non dirmi che ti ha concesso la mattinata libera per venire qui a corromperci con qualche dolciume e del buon caffè?”
Invece sì: in effetti ho passato metà della mia mattinata a selezionare le domande di ammissione dei dottorandi del prossimo semestre mentre aspettavo che quelli di egittologia finissero di usare la macchina per le risonanze magnetiche. Quando ho proposto di organizzare un torneo di curling per ottenere l'uso del laboratorio mi ha praticamente pregato di prendermi la mattinata libera e mi ha detto che mi avvertirà lui stesso nel caso si liberasse la macchina.” concluse stringendosi nelle spalle.
Quindi passerai la mattinata qui con noi?- propose Prentiss speranzosa- Saresti un piacevole diversivo al lavoro burocratico che stiamo facendo.”
Purtroppo no.- sospirò sconsolata Alaska- Devo fare la spesa per domani e prendere tutte le cose che piacciono ai ragazzi, tornare a casa e sistemare la stanza degli ospiti, perchè credo che i miei fratellini non riuscirebbero a dormire su quei letti, considerando il fatto che mancano le lenzuola, le coperte e anche i cuscini...I materassi li abbiamo?”
Certo che li abbiamo!” rispose immediatamente Spencer, scioccato dal fatto che ne dubitasse.
Oh, e poi loro adorano i miei cd e sono sicura che vorranno prenderne qualcuno per portarseli a casa, solo che sono ancora rinchiusi da qualche parte nelle scatole del mio trasloco. Mi domando come mai non li abbiamo ancora tirati fuori...”
Derek rise “Ormai dovresti saperlo, Quarantanove, a Reid piace solo Beethoven.”
In effetti piace anche a me.- concordò Ross con un sorriso ampio- Mi piacerebbe averne uno, un giorno.”
Un compositore sordo?” ricapitolò Emily, incerta, così come i due colleghi.
Il cane, quello del film.- specificò Alaska, facendo saettare gli occhi chiari sui tre- Non stavamo parlando di quello?”
Stai scherzando, vero?Sì, stai scherzando.- disse Morgan, esterrefatto, per poi indagare la sua espressione immutata e tornare serio, lanciando occhiate confuse a Prentiss e Reid- Non stai scherzando?Cavolo, non riesco mai a capire se sei seria oppure mi prendi in giro.”
La profiler scosse la testa “Credo che sia meglio per noi non saperlo.”
Devo andare!” annunciò Ross, che sembrava non aver ascoltato le ultime battute del discorso, riponendo il cellulare nella propria borsa di panno viola.
E' successo qualcosa?” si informò immediatamente Spencer, mettendole una mano sulla spalla.
Sì, si è appena liberata la macchina per le risonanze, Big Jim l'ha già prenotata per conto mio ma devo sbrigarmi prima che la sequestrino di nuovo.” spiegò Alaska, prima di salutare i presenti con una sventolata di mano e allontanarsi saltellando verso gli ascensori.
Reid mosse qualche passo verso di lei mentre la chiamava di nuovo “Alaska?”
Sì?” rispose lei, voltandosi con un sorriso radioso sul volto.
Sei sicura che ce la caveremo con due ragazzini?” domandò quindi Spencer, mordicchiandosi il labbro inferiore.
Sicuro!- gli assicurò lei alzando i pollici in segno di incoraggiamento- I miei fratellini sono due angioletti!”
Spencer Reid rimase lì in piedi, mentre le porte dell'ascensore si chiudevano alle spalle delle sua ragazza. Non sapeva perchè, ma aveva la sensazione che la settimana che l'attendeva sarebbe stata decisamente caotica, e non era certo di voler scoprire fino a che punto. 

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Capitolo 2
*** DAY 1 ***


- DAY 1 -

 

Ci sono due cose nella vita per cui non siamo mai davvero pronti: gemelli.

Josh Billings

 

 

Oggi sono più felice di un passerotto che ha trovato una patatina!” disse Alaska, la voce talmente allegra che trasmetteva immediatamente quanto fosse contenta dell'arrivo dei fratelli.
Garcia rise, divertita dalla metafora “Ti ho già detto che ti adoro?”
Svariate volte.- rispose l'altra annuendo- Ah, e grazie di avermi accompagnata.”
No problemo, Nocciolina.- trillò Penelope dandole un buffetto sul braccio- E poi, volevo essere la prima a vedere i tuoi fratellini. Da quant'è che non li vedi?”
Settantadue giorni e tredici ore, circa...- calcolò velocemente l'antropologa, prima di puntare di scatto il dito verso il tabellone degli arrivi- Guarda!Il volo da Wichita è atterrato!”
Garcia non fece in tempo a registrare quell'ultima frase, che la ragazza l'aveva già afferrata per un braccio e improvvisamente si era ritrovata a correre alla cieca dietro di lei, ritrovandosi infine in prima fila di fronte al corridoio da cui stavano già affluendo i passeggeri appena sbarcati.
Quando Alaska intravide la hostess che teneva per mano due bambini biondi iniziò a saltellare su e giù, ben attenta ad agitare con foga il cartello che stringeva fra le mani che recitava Smolarek: Pacchetto 2x1 che si era premurata di preparare la sera prima sotto lo sguardo divertito di Spencer.
Il volto dei due ragazzini si illuminò all'istante alla vista della sorella ed entrambi si fiondarono di corsa verso di lei.
Alaska!” urlarono in coro, felici.
Ross si chinò, allargando le braccia per accogliere entrambi in un caldo abbraccio e Garcia non potè fare a meno di sorridere nel vedere quel ricongiungimento familiare che, pur nella sua intimità, non la faceva sentire per niente esclusa.
Quando si sciolse quell'abbraccio e i tre fratelli si alzarono e si voltarono sorridendo verso di lei, Penelope non riuscì a fare a meno di fissare i gemelli sbattendo le palpebre.
TJ e JD erano completamente, indiscutibilmente e indubbiamente identici.
Entrambi erano piuttosto alti e decisamente magri. Entrambi indossavano occhiali dalle lenti ovali e la montatura di metallo. Entrambi avevano capelli biondi, di un biondo impossibile, i cui ciuffi indomabili schizzavano da tutte le parti. Entrambi avevano gli occhi color ghiaccio e vivaci.
Uno dei due bambini, non aveva assolutamente idea se fosse JD o TJ, teneva le mani ancorate alle cinghie dell'enorme zaino da viaggio che si teneva sulle spalle, l'altro invece aveva un borsone che gli penzolava placidamente dalla spalla.
Allora, Penny?- trillò Alaska con un sorriso radioso sul volto, mentre sfoggiava i gemelli come se fossero stati delle opere d'arte- Che ne dici dei miei fratellini?”
Oh, wow.- esalò Garcia facendo saettare lo sguardo da uno all'altro- Insomma, mi avevi detto che i tuoi fratellini erano gemelli ma non pensavo fossero...Sono uno la copia sputata dell'altro, un copia e incolla perfetto, due figurine identiche nello stesso pacchetto, l'uno la controfigura dell'altro...”
Uno dei due ragazzini alzò un sopracciglio “Ci vai giù pesante, tu, con le metafore, vero?”
Scommetto che non hai mai visto due gemelli omozigoti contemporaneamente prima d'ora.” continuò a parlare l'altro, portando avanti il discorso del fratello.
“No, infatti.” ammise Penelope con una risatina.

Alaska diede un colpetto sulle spalle ad entrambi i gemelli “Avanti, ragazzi: presentazioni!”
Lui è JD...” iniziò a dire il bambino con lo zaino.
...e lui TJ.” concluse l'altro, indicando il fratello.
Ok, adesso sono ancora più confusa.- disse Garcia, scuotendo piano la testa- In ogni caso io sono Penelope, ed oggi sarò la vostra chaperon.”
Ross aggrottò la fronte, confusa “Parrucchiera?”
Vuol dire guida.- la informò TJ- Nel medioevo indicava un cappuccio indossato dalla maggior parte degli uomini nell'Europa Occidentale.”
Garcia fece schioccare le dita “Oh, ho capito. Tre G-men per la nostra Alaska, questa settimana.”
“Che cos'è un G-man?” domandarono in coro i due gemelli.
“Oddio!Sento anche doppio!- esclamò Penelope strabuzzando gli occhi- Credevo fosse un fenomeno solo associabile alla vista...”
La visione doppia è causata della pressione oculare, che può essere associata all'occhio singolo o ad entrambi. È sintomo di irregolarità della cornea, patologie del cristallino, alterazioni retiniche, malattie del sistema nervoso centrale, traumi cerebrali, malattie neuromuscolari, ipertensione nervosa, diabete, patologie del sistema endocrino o circolatorio.- spiegò JD velocemente, per poi storcere gli occhi- Vedi?Se faccio così soffro di diplopia anche io.”
Accidenti!-esclamò Penelope stupita- È come vedere il dottor House, ER, Grey's Anatomy e tutti gli altri telefilm medici risucchiati nel cervello di un bambino.”
Alaska diede un buffetto sulla testa del fratellino “JD è un filino ipocondriaco.”
Certo.- confermò TJ facendo roteare gli occhi- Se per un pochino intendi in modo esagerato ed irrazionale allora hai centrato il punto.”
In effetti l'ipocondria è un disturbo esponenzialmente in aumento nella popolazione negli ultimi decenni...” continuò a dire il bambino, incrociando le braccia e annuendo pensieroso.
“Alaska, ti prego: devi farmi installare delle telecamere nel tuo appartamento questa settimana!- implorò ridendo la rossa- I miei sensi da sensitiva mi dicono che ci sarà da divertirsi a casa Reid!”

 

 

Era calmo.
Era perfettamente calmo.
In fondo era un profiler affermato, aveva affrontato un sacco di casi di rilevanza nazionale, la maggior parte dei quali sarebbero risultati indigesti perfino ad agenti con esperienza pluridecennale, aveva affrontato numerosi SI dalle menti decisamente perverse, criminali davvero pericolosi.
Due bambini di otto anni non sarebbero dovuti essere un problema per lui. Anche se erano due gemelli con un QI sopra la media e decisamente vivaci con cui avrebbe dovuto condividere la casa ed Alaska per una settimana intera.
Spencer Reid inspirò profondamente, gonfiando il petto e stringendo le mani intorno ai braccioli della poltrona.
Era calmo.
Era perfettamente calmo, si ripetè di nuovo mentalmente.
Quando sentì la porta d'ingresso aprirsi tuttavia, si ritrovò a sobbalzare sul posto, contraddicendo immediatamente quell'ultimo pensiero.
Spencer!- chiamò la voce di Alaska dall'ingresso- Siamo arrivati!”
Andrà tutto bene.” mormorò fra sé e sé il profiler per darsi coraggio, mentre si alzava per andare a salutare i nuovi arrivati.
JD e TJ stavano appoggiando i loro bagagli sul pavimento, mentre loro sorella stava appendendo le loro giacche all'attaccapanni.
Come aveva sospettato, non era riuscito a distinguere i gemelli l'uno dall'altro.
Ciao.” salutò, cercando di sorridere nel modo più cordiale possibile. Osservando il volto radioso di Alaska, però, si accorse che la sua doveva essere stata solo una pallida imitazione del suo sorriso.
L'antropologa indicò Reid con un gesto della mano “TJ, JD: vi ricordate di Spencer, vero?”
Certo, il tuo ragazzo...” cominciò a dire TJ.
...che lavora nell'FBI.” concluse quindi JD annuendo con aria saputa.
Il fratello fece al profiler un cenno col capo “Come va?”
Tutto bene.- rispose prontamente Spencer, facendo saettare lo sguardo da uno all'altro- Il viaggio è andato bene?”
Ci sono state un po' di turbolenze.” disse TJ, tirandosi su gli occhiali dal naso con l'indice.
JD annuì ridendo alle parole del gemello “Erano divertenti.”
Alaska rise, scuotendo la testa “Ecco dove sono finiti i miei geni addetti alla propensione al volo!”
Spencer sorrise, felice di vederla così contenta della compagnia dei fratellini e la seguì con lo sguardo mentre faceva loro un cenno con la mano, per invitarli a seguirla.
Ok, vi facciamo conoscere la casa.- annunciò, prendendo la mano di Reid e stringendola con amore mentre lo trascinava al suo fianco- Questo è Salvatore, il televisore. Laggiù c'è Rodrigo, il frigo e mi raccomando Alice e Beatrice: sono gemelle, lavatrice ed asciugatrice, sono in lavanderia insieme a Bruto e felici di aiutarvi in caso di necessità.”
Spencer non potè fare a meno di guardarla spaesato, mentre veniva sballottato di qua e di là per le stanze dell'appartamento.
Credevo che avessi smesso di dare nomi agli elettrodomestici.”riuscì a dire TJ, fra le risate.
Alaska si strinse nelle spalle “Già, ma ho ricominciato quando mi sono trasferita qui.”
Quello cos'è?” domandò JD indicando lo scheletro esposto di fianco alla scrivania nello studio che Spencer e Alaska condividevano da quando abitavano insieme. Aveva un braccio alzato e le gambe leggermente divaricate in una mimica che rispecchiava quella del personaggio interpretato da John Travolta ne La febbre del sabato sera. Intorno al collo portava un boa di struzzo color verde acido e in testa un cilindro ricoperto di paillettes rosa.
Oh, lui è James.” lo presentò Ross, come se fosse stata una persona vera.
E' una persona vera che ha donato il suo corpo alla scienza?” domandò interessato TJ, gli occhi spalancati.
Reid scosse la testa “No, è una riproduzione in scala 1:1 in plastica dura.”
Ce ne regali uno per Natale?” continuò a parlare il ragazzino, estasiato.
Alaska gli diede un buffetto sulla testa “Sicuro.”
L'attenzione dei gemelli, tuttavia, era già focalizzata su qualcos'altro. Qualcun altro, in realtà.
Le due paia di vivaci occhi color ghiaccio si puntarono su Pappa nell'istante stesso in cui l'enorme felino decise di uscire dal proprio nascondiglio sulla sedia imbottita dietro la scrivania.
E lui chi è?” trillarono in coro, entusiasti.
Avete un gatto?” domandò di nuovo JD, muovendo in passo in direzione dell'animale.
Fermi!” intimarono contemporaneamente Alaska e Reid, allungando le braccia per fermare i due bambini.
Che c'è?” domandarono i gemelli all'unisono, alzando un sopracciglio.
Pappa ha un modo tutto suo di fare nuove conoscenze.” spiegò titubante Spencer, ricordando come qualche sera prima, quando avevano invitato a cena Morgan, il gatto gli si fosse avventato contro, addentandogli con determinazione i pantaloni.
JD aggrottò la fronte “Cioè?”

Verrà lui da voi, si avvicinerà piano, vi annuserà un po' e, se non vi riterrà delle minacce per sé o per noi, diventerete amici per la vita.- spiegò Alaska, facendo un vago gesto con la mano- È un comportamento un po' strano, ma si crede un cane da guardia.”
Avete un gatto che si crede un cane da guardia?” ricapitolò TJ inquisitore.
Già.- confermò l'antropologa orgogliosa- È forte vero?”
I ragazzini risero “E' buffo.”
E strano.- aggiunse JD- Perchè dovrebbe fare una cosa del genere?”
“In effetti è molto comune per tutti gli essere viventi assumere gli stessi atteggiamenti e comportamenti delle persone o animali con cui passano più tempo.- cominciò a spiegare velocemente Reid- È come quando un cane sembra assomigliare al suo padrone o quando succede la stessa cosa per le coppie di anziani. Pappa ha vissuto per tutto il periodo dello svezzamento con una signora che aveva cinque cani, tutti da guardia, e probabilmente il gatto deve averli presi come modello di comportamento.”

Ci attaccherà o possiamo muoverci?” si informò quindi TJ, guardando Spencer con occhi sgranati dietro le lenti degli occhiali.
Certo.- lo rassicurò il profiler, in un certo senso sollevato dall'atteggiamento amichevole che i due fratelli avevano nei suoi confronti- Solo, non fate movimenti troppo bruschi. E non alzate troppo la voce.”
JD continuò a guardare Pappa sospettoso, mentre il gatto girava in mezzo alle loro gambe con aria guardinga, mentre TJ fissò i propri occhi eccezionalmente chiari verso la coppia che si trovava di fronte.
Allora, quali sono le regole?” domandò, incrociando le braccia.
Regole?” ripetè Alaska sbattendo le palpebre.
Già.- confermò il ragazzino- Mamma ha detto che dobbiamo seguire le vostre regole.”
Veramente...- incominciò a dire Reid, titubante, mentre lanciava un'occhiata incerta ad Alaska- ecco, non abbiamo regole.”
Ma mamma ha detto che dobbiamo obbedire e come facciamo a farlo se non ci date delle regole da seguire?” gli fece notare JD, distogliendo momentaneamente l'attenzione dal gatto.
A Ross quel ragionamento parve più che logico “D'accordo, ce le inventeremo.” trillò, facendo schioccare le dita.
Sì?” chiese Spencer, guardando confuso la propria ragazza.
Alaska annuì, con un sorriso luminoso sul volto diafano “Certo, è facile ne ho già una: in questa casa non ci si può vestire totalmente di nero perchè è deprimente.”
Gli altri tre la fissarono interdetti, ma solo JD parlò “Che razza di regola è?”
Una regola.- ribattè semplicemente la ragazza, voltandosi verso il profiler- Spencer, hai qualche idea?”
Il ragazzo balbettò, incerto “Uh, io...”
Regola numero due: i calzini si mettono spaiati.” lo precedette Ross, alzando il dito indice.
Questa regola non ha senso.- le fece notare TJ scuotendo la testa bionda- Perchè uno dovrebbe fare una cosa del genere?”
Spencer lo fa, pare che porti fortuna.” spiegò quindi Alaska, prendendo Reid per mano.
Calzini spaiati.- annuì quindi JD, come se quella spiegazione fosse più che sufficiente- Ricevuto.”
Altro?” chiese TJ.
Lavarsi i denti dopo ogni pasto?” propose Reid, facendo saettare lo sguardo fra i tre fratelli.
Alaska lo guardò con occhi sgranati “Cavolo, Spencer, questa sì che una regola utile!”
Tu sei poco pratica, non ti vengono mai in mente queste cose.- le fece notare JD sorridendo apertamente- Papà lo dice sempre.”
Già, Karol mi ha inquadrato alla perfezione.- rise annuendo la giovane antropologa- Comunque non è colpa mia, il mio ragazzo è un genio ed io non devo praticamente pensare a niente. La mia vita è una pacchia!”
TJ non potè fare a meno di fissare Reid interessato “Che intendi per genio?”
Beh, per quanto la definizione di intelligenza sia variabile, io ho un Qi di 187, una memoria eidetica e riesco a leggere ventimila parole al minuto.” spiegò velocemente il profiler.
In poche parole sei un genio.” concluse quindi il ragazzino, ammirato.
JD, invece, aveva un'espressione perplessa “Che cos'è una memoria eidetica?”
Spencer scrollò le spalle “Vuol dire che mi ricordo...beh, praticamente di tutto.”
Intendi anche quello che leggi sui libri?Tutto tutto?” indagò di nuovo il bambino.
Già.”
Sul volto di entrambi i gemelli si aprì un sorriso radioso “Wow. Sei un genio davvero!”
Charles Bukosky diceva che un vero genio riesce a spiegare in modo semplice cose molto complicate.” citò quindi JD, con una naturalezza che lasciò Reid decisamente spiazzato.
Mi piace leggere.- disse semplicemente il ragazzino, stringendosi nelle spalle- Possiamo dire una regola anche noi?”
Alaska annuì “Ok.”
Niente smancerie!” esclamarono in coro i gemelli
Filate in camera vostra a disfare i bagagli.” rise la ragazza, puntando il dito verso la stanza degli ospiti.
Lei e Reid rimasero a guardarli correre via ridendo allegri e litigando per la scelta del letto.
Allora, che ne dici?” domandò Ross, voltandosi verso il profiler.
Spencer le sorrise dolcemente “Finora stiamo andando piuttosto bene, direi.”
Già.- confermò l'antropologa accarezzandogli una guancia liscia- Sei un talento naturale, scommetto che a fine settimana i ragazzi ti adoreranno.”
Bene. Non merito un premio per essere stato così bravo?” sussurrò il ragazzo, chinandosi per posare un bacio su quelle labbra a cui era ormai totalmente assuefatto.
Alaska rise, mentre intrecciava le dita dietro al suo collo “Vuoi subito farmi infrangere la regola dei miei fratelli?Sei tremendo!”
Spencer si sporse verso di lei per un altro bacio e sorrise contro le sue labbra, ma si staccò improvvisamente non appena sentì il gatto soffiare una protesta ai loro piedi.
Non ci provare, Pappa.- gli disse Alaska stringendo ancora di più il ragazzo a sè- Lui è mio.”
Reid rise “Non posso credere che sia così geloso di me.”
Io sì, ma lo trovo ingiusto.- si lamentò l'antropologa mettendo un piccolo broncio- Sono io quella che lo vizia di più.”
Spencer rise, abbracciandola stretta “Se ti può consolare, la mia preferita sei tu, anche se non fai le fusa.”

 


Spencer Reid aveva soltanto un'idea vaga di come potesse essere la vita in famiglia e, dopotutto, in seguito all'abbandono da parte del padre e l'aggravarsi della malattia della madre, non aveva mai avuto la possibilità di capire davvero come potesse essere averne una.
Era per questo dunque che, quella sera, alla prima cena con i gemelli, era rimasto per lo più sempre zitto al proprio posto, intento ad osservare ogni scena che gli si presentava davanti come se fosse stata la parte principale del suo film preferito. Più osservava, più restava affascinato.
Aveva sentito Alaska ordinare la cena al telefono senza alcun bisogno di chiedere a nessuno dei due fratelli che cosa preferissero e, quando già erano seduti a tavola, l'aveva sentita informarsi degli aspetti più insignificanti della loro vita con una naturalezza che faceva sembrare che la sua vita fosse ancora in Kansas insieme a loro.
Giochi ancora come ala destra?, l'aveva sentita chiedere a TJ.
Hey, ma è vero che il coach ha scelto un nuovo battitore questa stagione?, aveva poi domandato rivolgendo l'attenzione a JD.
Reid aveva guardato con occhi attenti e un piacevole calore che gli si diffondeva a tutto il corpo a partire dal petto la sua ragazza fare quei piccoli gesti che rendevano ogni altra parola superflua e che gridavano a chiara voce che quei tre, davanti a lui, erano una famiglia.
Era così preso dall'osservare e dal capire che finalmente aveva ad un passo da sé una delle cose che più aveva desiderato al mondo, che rimase decisamente spiazzato quando si accorse che anche i due gemelli lo stavano fissando insistentemente.
Dovette deglutire pesantemente quando si accorse che le loro occhiate non erano del tutto benevole.
Lanciò uno sguardo preoccupato ad Alaska, ma lei non sembrava essersi accorta del clima inquisitorio che era sceso nella sala da pranzo.
“Quindi- cominciò a parlare TJ, prolungando il suono della i- tu lavori all'FBI.”
Spencer annuì incerto, allarmato dal tono usato dal bambino.
Hai una pistola?” continuò ad indagare, gli occhi color ghiaccio attenti e vigili.
Sì.”
JD incrociò le braccia sul tavolo e si sporse verso di lui “Ho letto che i profiler non devono per forza portarla, perchè tu ne hai una?”
Beh, io...” cercò di rispondere Reid, ma l'entusiasmo dei due gemelli era incontenibile.
Hai mai sparato a qualcuno?” incalzò di nuovo uno dei due ragazzini. A questo punto aveva completamente abbandonato qualsiasi tentativo di riconoscere se fosse JD o TJ.
Ecco, io...”
Reid aveva intuito che quel piccolo interrogatorio sul suo lavoro era solo un piccolo preambolo, un'introduzione leggera per metterlo in agitazione ancora prima che venisse formulata una domanda davvero imbarazzante. Non sapeva che cosa gli avesse fatto pensare una cosa del genere, forse dipendeva dal fatto che, nonostante tutto, era un profiler anche a casa, oppure perchè i suoi precedenti (e scarsi) contatti con individui con un'età inferiore ai dieci anni avevano sempre portato a conversazioni prive di senso ma decisamente mai positive.
Tu e mia sorella fate sesso?”
Spencer spalancò gli occhi di scatto e dallo shock sputò nel proprio piatto l'acqua che stava sorseggiando. Si aspettava che anche la reazione di Alaska fosse simile alla sua, che fosse arrossita o avesse cercato di cambiare argomento, imbarazzata, e invece i tre fratelli lo scrutarono perplessi, le sopracciglia alzate quasi in sincrono e un'espressione interrogativa a decorare i loro volti.
Il profiler si sentì avvampare “I-io...N-noi...” balbettò, cercando aiuto nelle profonde pozze azzurre che erano gli occhi di Ross.
Allora?” incalzò il ragazzino, apparentemente incurante dell'imbarazzo causato.
Alaska si voltò verso di lui, perfettamente calma “Credo che tu possa risponderti da solo a questa domanda, JD.”
Alaska e Spencer condividono una relazione monogama da più di un anno- intervenne quindi TJ- e considerando il fatto che nostra sorella è più spirituale che religiosa e che non condivide la tradizione per cui la sposa debba arrivare illibata al matrimonio e, aggiungendo a questo il fatto che l'essere umano non è altro che un mammifero come tanti altri e che deve rispondere a certe esigenze io direi che...”
Sapete, di là abbiamo una corposa collezione di dvd.- lo interruppe velocemente Reid, ancora paonazzo- P-perchè non andate a scegliere un film da guardare stasera?”
I bambini si alzarono di scatto, apparentemente dimentichi del precedente argomento di conversazione “D'accordo!Grazie Spence!”
Reid si voltò con occhi spalancati verso l'antropologa.
Visto?Ti adorano già, ti hanno dato un soprannome!” gli fece notare lei, sorridendo allegra.
Che cos'era quello?” domandò quindi, lasciandosi scivolare esausto sulla sedia.
Alaska aggrottò la fronte, confusa “Quello?Erano due, in realtà, i miei fratellini...”
Il ragazzo scosse la testa con foga, arrossendo di nuovo al pensiero della domanda che uno dei gemelli gli aveva rivolto poco prima “No, intendevo quella domanda...”
Quella sulla pistola?” azzardò Ross, che non sembrava afferrare il punto.
Spencer sospirò esasperato, scuotendo leggermente la testa: aveva appena avuto la conferma che passare una settimana con
Ross e i suoi fratelli non sarebbe stato affatto facile come gli era stato detto.



Quella del film era stata una buona idea.
Frodo e compagni si stavano muovendo indaffarati nella Terra di Mezzo da quasi più di mezz'ora e i gemelli Smolarek erano completamente catturati da quel mondo.
JD era sdraiato a pancia in giù sul tappeto e faceva dondolare le gambe a un ritmo regolare, mentre TJ si era accoccolato su un cuscino, appoggiando la schiena alle gambe della poltrona.
Alaska aveva inclinato da tempo la testa sulla spalla di Spencer e giocava placidamente con le lunghe dita affusolate del ragazzo.
Questa storia non mi piace.” sbottò TJ, prima di sbuffare rumorosamente.
Infatti, neanche a me.- concordò il fratello, mettendosi seduto a gambe incrociate- Era molto meglio la versione in cui Frodo parte solo con i suoi amici hobbit e non conosce tutta quest'altra gente. Sai, quella in cui decidono di attraversare il mare su una nave pirata e scoprire cosa c'è al di là della Terra di Mezzo!”
Quella in cui usano l'anello per fare del bene e alla fine lo barattano per una lampada magica?” domandò quindi Alaska interessata.
Reid aggrottò la fronte “Non ricordo una versione del genere.”
Beh, è molto meglio di questa.- gli assicurò TJ annuendo- Frodo viaggia per tutta la terra di mezzo e incontra un sacco di persone interessanti.”
Non mi sembra che Tolkien abbia scritto una versione del genere.” fece di nuovo notare il profiler, che aveva letto tutta la produzione dell'autore fantasy senza essersi mai imbattuto in niente che coincidesse con la storia descritta dai gemelli.
Ross gli diede un buffetto sulla spalla, sorridendogli comprensiva “Perchè non l'ha fatto.”
Non vi seguo.” ammise quindi il ragazzo, lanciando un'occhiata perplessa ai tre fratelli.
Nella nostra famiglia, prima di leggere un libro, sfogliamo i primi due capitoli e gli ultimi due e poi raccontiamo una storia che parta dallo stesso punto di partenza usato dall'autore e che arrivi anche alla stessa sua conclusione.” gli rivelò quindi Alaska orgogliosa di quella tradizione.
Reid inarcò le sopracciglia, confuso “Perchè?”
Perchè è divertente.” ribattè immediatamente Alaska, con un sorriso abbagliante.
Perchè puoi inventare quello che vuoi.” le fece immediatamente eco JD.
Perchè le storie che raccontiamo noi sono più imprevedibili di quelle che sono già state scritte.” concluse quindi TJ, con lo stesso tono dei fratelli.
Spencer si lasciò sprofondare ancora di più fra i cuscini del divano, ancora indeciso su cosa pensare dell'interazione fra i gemelli e la sua ragazza.

 

Alaska sentì il braccio di Reid scivolare leggermente dietro la sua schiena. Aprì gli occhi piano e un sorriso le si allargò sul volto mentre osservava il profiler tentare di avvolgerle una coperta attorno al suo busto senza svegliarla.
Mi sono addormentata?” domandò, la voce ancora impastata dal sonno.
Spencer le sorrise dolcemente “Il film l'hai già visto, quindi non ti sei persa niente, a parte la divisione della compagnia.”
Mmm.- annuì, mettendosi seduta e guardandosi intorno, ancora intontita dal risveglio- Meno male, la morte di Boromir mi fa sempre piangere. TJ e JD?”
Li ho mandati a letto alle dieci e mezza.” la informò Reid scrollando le spalle esili.
Ma che bravo.- rise Alaska- È una specie di orario di coprifuoco?”
Spencer inclinò la testa, riflettendo per qualche secondo “Sì. Avrei dovuto mandarli a letto prima?”
Per quanto mi riguarda li avrei fatti anche collassare sul divano all'ora che preferivano e poi li avrei portati a letto.- rivelò quindi l'antropologa- Ma credo che dargli un orario sia stata una buona mossa.”
Dopotutto sono io quello responsabile fra i due, giusto?” la stuzzicò Reid, con un sorriso divertito sul volto.
La ragazza annuì perfettamente concorde “Già. È uno dei motivi per cui ti amo tanto.”
Davvero?- stette al gioco il giovane genio, allungandosi verso di lei- Credevo fosse per via del fatto che ti ho donato il mio cuore.”
Alaska scosse la testa, divertita “Non mi basta avere il tuo cuore.”
Reid alzò un sopracciglio “No?”
No.- confermò lei, con un sorriso malizioso, mentre annullava la distanza fra loro- Voglio anche il tuo naso.”
Non appena finì di parlare gli posò un bacio sulla punta del naso provocando una risatina sommessa da parte del profiler.
E la tua faccia...” continuò, prima di tempestargli di baci il volto.
Le brillavano gli occhi quando tornò a fissarlo felice, le labbra piegate in un sorriso dolce “E voglio le tue labbra.”
Spencer si sporse verso di lei, accontentandola immediatamente con un bacio appassionato.
C'è qualcos'altro che vorresti?” le domandò poi, cingendola in un abbraccio amorevole.
Alaska si alzò di scatto, più sveglia che mai, e gli strizzò l'occhio facendo qualche saltello verso il corridoio che portava alla camera da letto “Te lo dico di là!”

 

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Salve a tutti! In ritardo, come al solito, ma eccomi qui con il nuovo capitolo della nuova storia.
Chiedo scusa se ci ho messo una vita a pubblicarlo, ma sotto Natale mi trasformo in un elfo e l'unica cosa a cui penso a parte il caos delle feste sono gli esami dell'università quindi fra una cosa e l'altra ho poco tempo per scrivere.
Pare che i gemelli Smolarek e Alaska stiano progettando di fare impazzire il nostro povero genietto durante questa settimana!eheheh, mi sa che Reid non ha scampo...
Ringrazio tantissimo chi ha commentato il capitolo precedente (come vedete con questa storia mi sono adeguata all'innovazione tecnologica e rispondo ai commenti direttamente con la funzione apposita- son troppo orgogliosa di me stessa, ahahah), e anche chi ha letto soltanto e chi ha messo la storia fra le seguite/preferite/da ricordare. Thanks a lot per la fiducia, spero che man mano che arrivano i capitoli la storia continui a piacervi...
A questo punto non mi resta che augurarvi BUON NATALE (spero di riuscire a fare una pubblicazione veloce in settimana, ma conoscendomi non si sa mai...)
Mi raccomando, mangiate un sacco di panettone, pandoro, zabaione e qualsiasi altra leccornia che vi capiti fra le mani!Wish you the best!
Al prossimo capitolo, quindi, e se vi va, fatemi sapere che cosa ne pensate di questo!
Kisses JoJo

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Capitolo 3
*** DAY 2 ***


- DAY 2 -

 

Governare una famiglia è poco meno difficile che governare un regno.

Michel de Montaigne

 

 

Sveglia!Sveglia, sveglia, sveglia!”
Quelle voci allegre, cristalline e acute entrarono nella stanza, privandola in un solo secondo della tranquillità e pace che vi regnavano.
Alaska fu la prima ad accorgersi di quell'intrusione “Che succede?”
Uh?” fu tutto quello che Spencer fu in grado di articolare, la mente ancora annebbiata dal sonno.
I gemelli continuarono a saltare sul letto matrimoniale occupato dai due ragazzi, ancora infagottati in un groviglio di lenzuola e coperte colorate.
Dobbiamo prepararci e andare allo Smithsonian!” trillarono in coro.
Andiamo, Al!- la esortò JD afferrandole entrambe le mani e tirando con forza- Alzati!”
Accidenti, ragazzi!- rise la giovane antropologa, già seduta e pimpante nonostante il brusco risveglio- Siete davvero entusiasti di andarci, non è vero?”
Sìììììì” gridarono i due bambini, esaltati, mentre continuavano a saltare sul letto.
Ross rise divertita “D'accordo, ragazzi. Filate a lavarvi e vestirvi, io intanto vado a preparare la colazione.”
Sui loro volti comparve un sorriso radioso “Ok.”
Io per primo!” gridò TJ, saltando giù dal letto con un balzo agile e iniziando a correre fuori dalla stanza.
No, io per primo!” lo corresse il fratello, seguendolo in fretta.
Le voci dei gemelli erano così squillanti che nonostante fossero tornati nella loro stanza Alaska e Reid continuavano a sentire il loro bisticciare.
L'ho detto prima io!”
E se ci fossero delle muffe invisibili nella doccia del bagno degli ospiti?- domandò JD, conoscendo il punto debole del fratello-Sarebbe praticamente impossibile diagnosticare cos'hai, hai visto quante volte è successo nelle puntate nel dottor House?”
Dall'altra stanza la voce di TJ aveva un tono decisamente ansioso “Al!Ci sono muffe tossiche e nocive in questa casa?”
Non credo.-rispose Alaska, fermandosi a riflettere e voltandosi verso il profiler, che si era voltato a pancia in giù con la chiara intenzione di continuare a dormire- Spencer, ci sono?”
Questa casa è perfettamente igienica.” borbottò Reid, il volto ancora affondato nel cuscino.
Spencer dice che è tutto perfettamente igienico e salutare qui!” urlò Ross di rimando, ancora seduta sul letto con le gambe incrociate all'indiana.
Alaska, JD mi prende in giro!” si lamentò quindi il ragazzino, e la ragazza rise, immaginando il broncio sul suo viso.
La risposta di JD non tardò ad arrivare “E TJ abbocca come un pesce. Sei davvero sicura che siamo gemelli?”
Spencer gemette contro la fodera del cuscino, ormai sicuro di non riuscire più a tornare a dormire, ma Alaska non sembrò notarlo “Hey, potremmo fare un test del DNA allo Smithsonian!”
Davvero?”
Se riesco a trovare una buona motivazione di ricerca sì!” confermò la ragazza allegra.
Fico!” trillarono in coro i gemelli, prima di tornare alle proprie occupazioni.
Reid sentì la mano di Alaska accarezzargli la schiena affettuosamente e poi il variare del peso sul materasso lo informò che l'antropologa si era ormai alzata. Con un sospiro rassegnato si mise supino e infine si puntellò sul gomito riuscendo solo a distinguere la macchia rossa del maglione che la sua ragazza stringeva fra le mani.
Che ore sono?” domandò, mentre cercava a tentoni i propri occhiali sul comodino.
Le sei e mezza!” squittì Alaska con entusiasmo.
I tuoi fratelli...- Spencer scosse la testa, prima di inforcare gli occhiali- I tuoi fratelli stavano saltando sul nostro letto?”
La vide sorridere gioiosa “Già. Sono davvero euforici per la settimana che passeremo insieme.”
Il profiler si passò una mano fra i capelli, ancora intontito “E'...E' normale che facciano così?”
I grandi occhi color cielo di Alaska si puntarono su di lui con espressione interrogativa “Così come?”
Non so, di solito le madri non dicono ai bambini che non si deve saltare sul letto e cose simili?” continuò quindi a dire Spencer, alzando un sopracciglio.
“Ma io non sono la loro madre...” gli ricordò la ragazza con un sorriso radioso.

Hai ragione, ma io intendevo...- Reid scosse la testa, come al solito vinto dal candido modo di ragionare della ragazza- Non fa niente. Che farete stamattina?”
Esploreremo lo Smithsonian, gli farò vedere il laboratorio tenendoli lontani qualora ci fossero dei cadaveri da esaminare in giro, e poi, se avremo tempo, faremo un giro in città.” spiegò velocemente.
Spencer sorrise “Sembra fantastico.”
Oh, sì.- ammise Alaska sporgendosi verso di lui per lasciargli un leggero bacio sulle labbra- Una giornata fantastica per una settimana fantastica!”

 

 

Spencer entrò in cucina, passandosi una mano affusolata fra i capelli ancora arruffati. Anche se era già perfettamente vestito e praticamente pronto per andare al lavoro, si sentiva ancora un po' provato dal risveglio inaspettato che gli avevano riservato i gemelli.
“Buongiorno Al.” riuscì a borbottare, sedendosi al proprio posto intorno al bancone della cucina.
La ragazza si voltò, abbagliandolo con un sorriso radioso “Buongiorno anche a te, tesoro!”
Reid aggrottò la fronte, mentre la seguiva con lo sguardo: stava riempiendo una bacinella con una quantità decisamente spropositata di uova strapazzate, che aveva appena finito di far cuocere in una padella dal diametro eccessivo.
“So di essermi riappisolato, ma credevo comunque di essermi svegliato abbastanza presto per la colazione.” commentò, indicando con un cenno del mento il cibo che occupava quasi interamente la superficie di fronte a sé.
“Che cosa intendi?” domandò Ross, aggrottando le sopracciglia ben delineate.
Sul volto del profiler comparve un sorrisetto divertito “Al, hai cucinato abbastanza per dare un'abbondante pranzo di Natale a un reggimento intero!”
Alaska scosse la testa “Si vede che ieri sera non hai notato quanto riescono a mangiare i gemelli. E poi- continuò mentre portava in tavola un piatto pieno di toast appena scaldati- volevo dargli una piccola possibilità di scelta.”
JD!- chiamò lei subito dopo, affacciandosi in salotto- Spegni la tv e vieni a fare colazione!”
Tra un secondo!” gridò di rimando il ragazzino, gli occhi chiari che si muovevano veloci sulle scritte in sovrimpressione sul canale che stava mandando, che trasmetteva notizie e telegiornali no-stop.
Se con tra un secondo intendi ora, allora perfetto!”
Spencer ridacchiò fra i denti a quella risposta e prese il primo sorso di caffè iperdolcificato della giornata.
Credo di essere malato.” esordì TJ, sedendosi su uno degli sgabelli liberi e iniziando a riempirsi il piatto con sguardo grave.
JD, che era entrato in cucina subito dopo al fratello, fece roteare gli occhi platealmente.
Oh, che cosa c'è, tesoro?” chiese Alaska sgranando gli occhi preoccupata, mentre gli scostava amorevolmente dal volto dei ribelli ciuffi color del grano.
L'altro gemello sbuffò “Si è solo trovato una macchia rossa sul braccio mentre si lavava poco fa.”
Già, come una specie di rush.- confermò il ragazzino cercando conforto nello sguardo dei due adulti- Sai, gli stessi sintomi sono quelli del lupus eritematoso sistemico. Oddio. Forse ce l'ho!”
No, che non ce l'hai: non è mai lupus.” gli fece notare JD, la bocca per metà riempita con un french toast.
Il fratello non si lasciò scoraggiare, incrociando le braccia al petto “Non puoi saperlo, il lupus eritematoso sistemico è una delle malattie più difficile da diagnosticare.”
Tu non hai mai nemmeno avuto il raffreddore: come può esserti venuta l'ossessione delle malattie?” il ragazzino fece una smorfia, segretamente infastidito per essere il gemello con la salute più cagionevole.
Spencer stava facendo saettare i propri occhi scuri da un gemello all'altro, durante quel vivace scambio di opinioni e Alaska gli lanciò un'occhiata divertita, mentre si stringeva nelle spalle.
JD, non ci pensare.- disse, tornando a rivolgersi al bambino- Tuo fratello è libero di pensare quello che vuole.”
Ah-ah!- esultò TJ, prima di fare una linguaccia al fratello-L'hai sentita?Devi lasciarmi in pace!”
JD mise il broncio “Bene!”
Bene!” gli fece eco il gemello, mettendosi di fronte una scatola di cereali..
Bene.”
Andiamo, ragazzi. Niente fortezze.” intimò l'antropologa spostando le scatole di cereali che i due avevano alzato come una barriera intorno alla propria parte del tavolo.
Avete sistemato la vostra camera?” domandò quindi Spencer, cercando di far focalizzare l'attenzione dei bambini su qualcos'altro.
I gemelli annuirono e risposero in coro “Sì, ma non vogliamo rifare il letto.”
Perchè?” chiese di nuovo, alzando un sopracciglio.
Sarebbe una perdita di tempo considerando il fatto che stasera dovremmo disfarlo di nuovo quando dobbiamo andare a dormire.”
La risposta sembrò soddisfare Alaska che annuì sorridendo “Oh. Ok.”
Ok?” ripetè Reid alzando un sopracciglio, confuso da quel permesso.
Certo, hanno portato una motivazione logica e accettabile, direi che non possiamo ribattere oltre.”disse, prima di prendere un morso della fetta di pane tostato sapientemente imburrata.
Spencer spalancò la bocca, incerto su cosa dire: come al solito, non riusciva a comprendere completamente il modo di ragionare fuori dalle righe della sua ragazza e, a giudicare da come i gemelli in quel momento fossero già tornati a comportarsi amichevolmente fra loro, nonostante la loro lite di poco prima, quel tipo di comportamento doveva essere una tara genetica dominante.
Era rimasto talmente spiazzato dal comportamento imprevedibile dei due bambini che nemmeno si accorse che erano scivolati in fretta giù dalle loro sedie per correre nella stanza degli ospiti e che, in meno di cinque secondi, erano già di ritorno.
Questo è un regalo per voi!” esclamarono all'unisono mentre uno dei due porgeva ad Alaska un pacchetto squadrato sormontato da un fiocco rosso voluminoso.
Il volto dell'antropologa si illuminò all'istante “Un regalo?”
Come ringraziamento per la vostra ospitalità.” annuirono i gemelli, riportando pari pari le parole che gli aveva detto Karol.
Uh, grazie tanto!” balbettò Reid, colpito.
Avanti Spencer aprilo!” lo esortò Ross, mentre gli si avvicinava e gli consegnava il pacco fra le mani.
L'ha scelto TJ.” si sentì in dovere di specificare JD, mentre notava le diverse reazioni dei due adulti.
Spencer si stava mordicchiando il labbro inferiore, indeciso su quale fosse il modo migliore di ringraziare, mentre Alaska sembrava sinceramente entusiasta.
“Wow!Un kit per il pronto soccorso!- disse, prorompendo in un gridolino estasiato- Ed è leopardato e fosforescente!”

Reid sfoderò un sorriso gentile “Grazie.”
Un kit del pronto soccorso è molto utile, ce ne dovrebbe essere almeno uno in ogni casa e uno in ogni auto dato che gli incidenti domestici e quelli stradali sono in costante aumento.” spiegò quindi TJ, orgoglioso dell'utilità del regalo da lui scelto.
Grazie ragazzi, è un pensiero molto carino.” disse Alaska, allargando le braccia per coinvolgerli in un abbraccio di gruppo.
Lo sappiamo.”
Il giovane genio sorrise dolcemente nel guardarli, confortato dal forte senso di appartenenza e di famiglia che emanavano.
Avete finito la colazione?” domandò Alaska, non appena sciolsero l'abbraccio.
I gemelli annuirono con un grande sorriso stampato in volto.
L'antropologa battè le mani soddisfatta “Perfetto: quindi non dobbiamo fare altro che prendere le nostre giacche, le sciarpe e andare alla fermata dell'autobus.”
“Io non voglio la sciarpa.” mise subito in chiaro JD, mentre insieme a Reid si stavano spostando nel corridoio, pronti a prendere il necessario per la giornata nella loro stanza.

Ross scrollò le spalle “Fa un po' freschino fuori.”
Non voglio la sciarpa.”
D'accordo, è una tua scelta.- concordò la ragazza- Certo che, però, devi considerare l'ipotesi che se prendi freddo poi saremo costretti a passare il resto della settimana in casa rinunciando a tutte le attività che progettavamo in favore di quelle adatte a una persona malata...”
Vado a prendere la sciarpa.” sbuffò quindi JD, prima di allontanarsi seguendo il fratello.
Reid ridacchiò colpito, mentre le cingeva la vita da dietro “Wow, sei molto convincente con loro.”
“Voglio solo che considerino anche i contro e non solo i pro delle loro azioni.” sussurrò Alaska prima di voltare il volto verso di lui per baciarlo teneramente.

Si separarono solo quando sentirono il ciarlare dei due ragazzini, segno che stavano tornando lì.
Suppongo che ci vedremo questa sera...” disse quindi Spencer, seguendo i tre fratelli all'ingresso e aiutando la giovane antropologa a infilarsi il cappotto.
Già, proprio così.- rispose TJ- Sarà una luuuuuuuunga giornata, per noi!”
Buona giornata, tesoro.” lo salutò Alaska, prima di lasciare a Reid un nuovo bacio leggero sulle labbra.
Inaspettatamente, quando la ragazza sciolse l'abbraccio, i gemelli si fiondarono verso di lui, stringendogli forte la vita in una stretta goffa e un po' asfissiante.
Buona giornata, Spence!” trillarono gioiosi.
B-buona giornata anche a voi.” buttò fuori a fatica Reid, dando a entrambi delle leggere pacche sulle spalle, imbarazzato da quell'intimità.
Alaska rise, deliziata da quella scenetta “Andiamo, miei prodi!- li richiamò- Dobbiamo andare o perderemo l'autobus.”

 

 

 

Buongiorno!” salutò allegro, mentre scostava una sedia di fianco alla scrivania di Prentiss.
La donna gli fece un gesto eloquente in direzione di Reid.
O forse non poi così buono...- continuò a parlare Morgan alzando un sopracciglio- Che c'è ragazzino?”
Spencer alzò il volto, che fino a quel momento aveva tenuto sprofondato sulle braccia incrociate sopra la propria scrivania, e gli rivolse un'occhiataccia.
Non dobbiamo partire per nessun nuovo caso?” domandò, evitando di rispondere alla domanda che gli era stata fatta.
Prentiss fece spallucce strabuzzando gli occhi facendo così capire al bell'uomo di colore che non aveva ancora ben chiaro il motivo dell'umore nero del loro ragazzo prodigio.
Davvero non c'è nessuno che ha bisogno di noi?- insistette Reid speranzoso- Da nessuna parte?Per esempio, al confine con il Messico?”
Oh, andiamo, Reid.- sbottò Morgan facendo roteare gli occhi- Quei bambini non possono essere così terribili.”
Sono due piccoli geni di otto anni.” gli fece notare Spencer, inarcando un sopracciglio.
Emily gli rivolse un sorriso divertito “Anche tu sei stato un bambino prodigio, ricordi?”
Il giovane genio si appoggiò di scatto allo schienale della sedia, incrociando le braccia “Io ero uno solo!”
Alaska direbbe che è doppio divertimento così, no?” cercò di tirarlo su di morale la donna, con scarsi risultati.
Reid aggrottò le sopracciglia “Non è poi così divertente essere svegliati all'alba da due ragazzini che ti saltano sul letto.”
Ouch!- esclamò quindi Derek, facendo una smorfia- Immagino che risentano ancora del cambiamento di fuso orario...”
E poi sono...non so, totalmente fuori controllo.- ammise quindi il ragazzo, ormai deciso a condividere le proprie perplessità con i colleghi- Non riesco a seguire i loro discorsi, mi sembrano senza senso!”
Perchè lo sono, Reid.- confermò Emily con un sorriso compassionevole- I gemelli hanno otto anni, sono in piena fase pre-razionale.”
Spencer ignorò quell'informazione, di cui era tuttavia consapevole, e continuò a parlare “E poi fanno...fanno domande imbarazzanti, ecco!”
Che tipo di domande?” domandò incuriosito Morgan.
“Non sono affari tuoi!- sbottò immediatamente l'altro, arrossendo vistosamente- E comunque sono cose che alla loro età non dovrebbero sapere...”

Ci hai detto che Olga non crede nella censura.” gli ricordò Derek, ripetendo quanto gli aveva detto sulla madre di Alaska e sghignazzando non troppo velatamente immaginandosi il giovane genietto in balia di due ragazzini pronti a domandare di tutto.
Lo so, ma...- Reid sospirò e scosse la testa- Non fraintendetemi, mi piacciono TJ e JD, sono svegli e anche simpatici e capisco che sentano la mancanza della sorella maggiore e per questo sono così pimpanti ed affettuosi solo che...”
Che cosa?” domandarono all'unisono i due colleghi, entrambi esasperati.
Io non ci so fare coi bambini. Di qualsiasi tipo.- spiegò semplicemente, guardandoli con espressione incerta- E se non gli piacessi?”
Emily fece roteare vistosamente gli occhi “Santo cielo, Reid, dacci tregua!”
Sul serio: Alaska e i suoi fratelli hanno un rapporto unico ed esclusivo.- continuò a dire Spencer preoccupato- E se si aspettasse che diventiamo amici?Se pensasse che, visto che a lei piaccio, di conseguenza dovrei piacere anche a loro?”
E' davvero questo?- chiede di rimando l'uomo di colore, alzando un sopracciglio- Non il fatto che in pratica state facendo le prove per quello che potrebbe essere il vostro futuro?”
Reid sbattè più volte le palpebre, confuso “In che senso?”
Sì, insomma, quando tu e Alaska creerete una famiglia, vi sposerete, avrete dei figli e vivrete per sempre felici e contenti.” specificò Morgan, facendo ruotare la mano in aria in un gesto vago.
E'...E' un po' presto per parlarne, no?- iniziò a balbettare il ragazzo, la gola improvvisamente secca a quel pensiero- Voglio dire, non stiamo insieme da tanto e...insomma...io...”
Andiamo, tu e Alaska siete anime gemelle, è ovvio che andrà a finire così.” gli ricordò Prentiss con tono incoraggiante.
Sì, insomma noi...- Reid deglutì a vuoto, cercando di continuare il discorso- Siamo giovani e poi...uhm, le statistiche dicono che negli ultimi anni l'età in cui si comincia a pensare a creare una propria famiglia sta aumentando e...”
Emily e Derek sghignazzarono, per niente intenzionati ad aiutare il giovane collega a mettere fine a quel discorso che di sicuro trovava imbarazzante.
Per fortuna di Spencer, arrivò la frizzante voce di Penelope in suo aiuto.
Rossi, sai, ad allontanarti così veloce da me dai l'impressione di non volere più ascoltarmi!” fece notare la donna al membro più anziano del team.
David si fermò, proprio a pochi passi dal punto dove si trovavano gli altri tre profiler, e sospirò esasperato “Garcia, ti prego, non c'è bisogno che continui, ho capito: trovi i fratellini di Alaska molto simpatici.”
No, nient' affatto.- lo contraddisse immediatamente la rossa- Dire che li trovo simpatici sminuirebbe il reale sentimento che provo verso quei due angioletti. Oh, te l'ho già detto che assomigliano a due angeli in miniatura?”
Me l'hai menzionato tre o quattro volte negli ultimi sei minuti.” borbottò l'uomo, facendo roteare gli occhi.
Prentiss alzò un sopracciglio “Che c'è, Rossi, anche tu sei sconvolto dall'arrivo dei due mini-Ross ancora prima di averli conosciuti?”
Il profiler di origini italiane si strinse nelle spalle “Non lo sarei, se Garcia non mi avesse tartassato con ogni minimo particolare del loro incontro nell'ultima mezz'ora.”
Penelope gonfiò le guance “JJ non ha fatto tutte queste storie.- protestò- E poi, dovresti essere impaziente di conoscerli: tu per la mia Nocciolina sei una specie di zio acquisito, no?”

Rossi non fece in tempo a rispondere, sovrastato dalla domanda di Morgan che arrivò più velocemente.
A proposito, G-man, quando avremo l'occasione di conoscere i tuoi futuri cognati?” chiese l'agente di colore, ghignando in direzione del ragazzo.
Spencer si strinse nelle spalle, sbattendo gli enormi occhi castani. Non era certo di quando sarebbe avvenuto l'incontro fra i gemelli e i suoi colleghi ma, conoscendo Alaska, era del tutto certo che la ragazza avrebbe di certo trovato un'occasione adatta molto presto.

 

 

 

Reid non si era nemmeno conto di aver trattenuto il fiato e aguzzato l'udito mentre si richiudeva la porta d'ingresso dietro le spalle. Ripensando ai propri gesti si sentì piuttosto stupido, ma non potè farci nulla. Attese in silenzio, cercando di captare la presenza di qualcun'altro all'interno dell'appartamento e, in questo modo, prepararsi psicologicamente ad un nuovo, rocambolesco incontro con i due gemelli Smolarek.
Dalle stanze attigue non arrivò nessun rumore, fuorché uno scodellare metallico e ritmato.
Spencer si fece scivolare il cappotto dalle spalle e lo ripose insieme a sciarpa e borsa sull'attaccapanni e infine si diresse incuriosito verso la cucina da cui continuava a sentire provenire quei suoni, gli unici che aleggiavano nella casa.
Arrivato sulla soglia della stanza sorrise divertito nel vedere la propria ragazza armeggiare con aria svagata con pentole e fornelli, gli occhi schermati da occhiali di plastica trasparente da laboratorio e un grembiule a pois a proteggere i vestiti.
Credevo di essere stato catapultato in un universo alternativo.- disse il profiler attirando su di sé l'attenzione di Ross- Da quando vivi qui non ho mai sentito la casa così silenziosa.
Alaska si voltò verso di lui e gli rivolse un sorriso radioso, pur senza smettere di rigirare il mestolo all'interno della pentola che aveva di fronte “Bentornato.”
Mi aspettavo un saluto un po' più caloroso.” si lamentò scherzosamente, avvicinandosi e cingendole la vita da dietro.
Cucini?” domandò quindi Reid, dopo averle posato un bacio alla base del collo da cui aveva scostato una corposa ciocca di capelli corvini.
Il sorriso si allargò ancora di più sul viso della ragazza a quel contatto “No, sto cercando di creare un composto per fare un calco che sia gelatinoso ma rigido, devo identificare l'arma usata per un omicidio. Mi serve qualcosa che possa essere definito solido ma comunque piuttosto malleabile, anche se non voglio che perda troppo la sua forma.- spiegò velocemente- Hai capito che intendo?”
Credo.- rispose Spencer aggrottando la fronte- Ma non avevi detto che non volevi parlare di cadaveri con i gemelli in casa?”
Ross scosse la testa “Hugo è diverso.”
“Hugo?” ripetè Reid alzando un sopracciglio.

Già, gli ho dato un nome.- confermò la ragazza allegra- È arrivato da poco allo Smithsonian ma lo abbiamo datato alla fine del Settecento, credo che sia morto in qualche battaglia e voglio scoprire come e quale arma è stata usata, perciò mi serve fare un calco. Questa è storia, non sono omicidi, quindi ho pensato che potesse essere un'eccezione alla nostra regola. Il suo teschio è nella cappelliera sulla tua scrivania nello studio.”
Spencer le lanciò un'occhiata severa “Al, avevamo già parlato del fatto di portare ossa umane a casa.”
E quando lo avevamo fatto avevamo menzionato il fatto che un sacco di persone si portano il lavoro a casa?” ribattè immediatamente l'antropologa, soddisfatta della propria argomentazione.
Probabilmente.- sospirò Reid- Ma questo non vuol dire che non preferirei non avere resti umani per casa.”
Alaska si mordicchiò il labbro inferiore, annuendo “D'accordo. Riporto Hugo allo Smithsonian.”
Spencer non riuscì a trattenere una risata mentre la vedeva togliersi il grembiule e riporre il mestolo “Non intendevo adesso, Al. È solo un avvertimento per il futuro.- disse, prima di lanciare un'occhiata dubbiosa al pentolone in cui ribolliva una strana gelatina verde-Non saremo costretti a mangiare questa gelatina per i calchi, vero?”
Alaska rise divertita “No di certo!Stasera è la serata del take away.”
Reid alzò un sopracciglio “Per la seconda sera di fila?”
Beh,la serata del take away è arrivata due volte questa settimana.” disse la ragazza stringendosi nelle spalle.
Come la scorsa.” le ricordò rivolgendole un sorrisetto saputo.
Oh, andiamo.- sbuffò Ross dandogli un colpetto sul braccio- La pizza non vale!E poi devo viziare un po' TJ e JD, sai, riconquistare il loro affetto con rinforzi positivi e tutte quelle altre cose che sono scritte sui tuoi libri di psicologia...”
Quel discorso ricordò al profiler il fatto che non aveva ancora avvertito in nessuna parte della casa il tornado solitamente causato dalla presenza dei due ragazzini.
A proposito, dove sono i gemelli?” domandò quindi, guardandosi intorno come se potessero comparire da un momento all'altro.
Alaska sventolò la mano in aria “Stanno facendo i compiti. Ci crederesti?Io me ne ero completamente dimenticata e loro hanno deciso di loro spontanea volontà di mettersi al lavoro. Ho anche cercato di corromperli proponendogli attività alternative più divertenti ma sono stati irremovibili.”
Spencer rise, notando la lieve delusione sul volto dell'antropologa “Non riesco ad immaginare qualcuno in grado di resistere alle tue proposte entusiastiche.”
La ragazza scrollò le spalle “Sono stati addestrati fin dalla nascita da Karol a non assecondare completamente me e mia madre.- gli rivelò divertita, per poi spalancare gli occhi- Hey, perchè non dai una mano a JD?Lui odia la matematica e credo che gli farebbe piacere avere un piccolo aiuto...”
Reid si mordicchiò il labbro inferiore, mentre valutava quella proposta: non si sentiva ancora pronto per essere lasciato in balia di anche uno solo dei fratelli di Alaska. Soprattutto non da solo e senza il supporto morale di nessuno.
Abbozzò un sorriso “Certo. Nessun problema.” disse invece, vinto dallo sguardo limpido e carico di aspettativa della ragazza.
Perfetto!- trillò, battendo le mani- Credo che sia in salotto, da qualche parte...”
Spencer annuì e si avviò piano nella stanza attigua. JD non sembrò nemmeno essersi accorto del suo arrivo, troppo impegnato a guardare in cagnesco un libro voluminoso e un blocco per appunti riempito per metà con scarabocchi di ogni genere.
Il profiler si schiarì la voce, prima di sedersi sulla poltrona “Hey, JD. Come va?”
Il ragazzino gli puntò addosso le due pozze color ghiaccio che erano i suoi occhi e sbuffò sonoramente “Per quale motivo dovrei imparare a usare la statistica e le probabilità?” chiese, non rispondendo alla domanda che gli era stata fatta.
Sono entrambe molto utili.- gli assicurò, con un sorriso divertito a decorargli il bel volto- Nel mio lavoro uso sempre entrambe.”
JD non sembrò convinto da quell'affermazione e alzò un sopracciglio, scettico “Lo sai che un uomo con la testa nel forno acceso e i piedi nel freezer ha statisticamente una temperatura normale?”
Reid sgranò gli occhi, spiazzato da quella frase “Beh, ecco...Non avrebbe senso, però, perchè nessuno farebbe una cosa del genere.”
Il bambino incrociò le braccia esili al petto “Perchè?”
Perchè andrebbe contro all'istinto di autoconservazione insito nella natura di qualsiasi specie vivente e perchè...- si interruppe immediatamente, mentre notava la faccia del bambino farsi sempre più interrogativa- Dicevi che stai facendo i compiti, giusto?Che cosa stai studiando ora?”
Le probabilità.- rispose JD imbronciato- Fanno schifo.”
Potrei farti vedere un gioco con le carte per renderle più interessanti...” propose quindi il profiler, riuscendo a catturare immediatamente l'attenzione del ragazzino.
Un gioco?Che gioco?” domandò impaziente, seguendolo con lo sguardo mentre prendeva un mazzo di carte e ne estraeva tre.
Spencer fece spazio sul tavolino da caffè posizionato di fronte al divano e fece vedere al ragazzino l'asso di picche, quello di fiori e la donna di cuori “Ok, JD. Ora mescolerò queste carte e cercheremo di capire quante sono le possibilità di trovare la donna di cuori. In effetti, è un giochino molto semplice...”
Il rumoroso sbuffare di Alaska lo interruppe e un secondo dopo la ragazza entrò nella stanza, pronta a lasciarsi cadere a gambe incrociate sopra il pouf rosso appena lasciato libero dal bambino.
La cucina è una noia, se ne è andato anche Pappa dopo avermi fatto capire che finchè non ripulisco il macello che ho fatto con la gelatina per calchi non ci metterà più piede. Zampa.” si corresse immediatamente mentre il gatto si accoccolava comodamente sulla poltrona preferita di Reid.
Sssh, Al!- la ammonì immediatamente JD, senza scostare lo sguardo dal profiler- Spence mi sta spiegando le probabilità!”
Lo sguardo di Ross si illuminò all'istante “Oh, oh!Fai vedere anche a me.”
D'accordo.- rise Spencer, indicandole le tre carte- Scegli una carta.”
E' magia o matematica?” ribattè Alaska alzando un sopracciglio, mentre indicava la carta centrale.
Matematica. D'accordo: tu hai scelto quella carta e l'obiettivo è quello di trovare la donna di cuori e non i due assi. Quant'è la probabilità di riuscirci?” domandò infine, rivolgendosi a JD.
Una su tre.” rispose prontamente il ragazzino.
Esatto.- annuì il giovane genio- Ora, proviamo a girare una carta a caso fra quelle che non hai scelto.”
Il ragazzino e Alaska sgranarono gli occhi “L'asso di picche!”
Già. Vuoi ancora tenere la carta che hai scelto?”
Ross annuì con convinzione “Sì.”
In realtà, però, avresti più probabilità di trovare la donna se cambiassi carta.” spiegò Reid sorridendo.
Perchè?” domandò JD confuso.
Perchè prima la possibilità di trovarla era uno su tre, quindi è plausibile pensare che avessi sbagliato nella tua scelta, ora invece siamo al cinquanta e cinquanta di probabilità. E supponendo che la tua carta di prima era un asso e non una donna...”
Il profiler fece una pausa ad effetto mentre girava l'altra carta, rivelando la figura della donna di cuori.
Et-voilà!” esclamò sorridendo soddisfatto.
Fantastico!” trillò il ragazzino allegro, mentre sua sorella batteva le mani entusiasta.
Quasi non si accorsero nemmeno dei rumorosi e veloci passi che si avvertivano dal corridoio e quindi furono tutti spiazzati di trovarsi di fronte un TJ decisamente imbronciato.
Perchè io ero di là a fare i compiti mentre voi qui vi state divertendo?” domandò in un borbottio scontento.
Spencer gli rivolse un sorriso colpevole “In realtà stavamo studiando anche noi. Le probabilità.”
Spence conosce un giochetto fantastico con le carte!” trillò JD allegro.
L'altro ragazzino si sistemò meglio gli occhiali sul naso aiutandosi con un dito “Non è giusto!- si lamentò- Non esiste un gioco che renda più tollerabili anche i riassunti?”
Reid scrollò le spalle “Non ne sono sicuro...”
Una rappresentazione teatrale?” propose Alaska facendo scrollare le dita.
Il ragazzino biondo scosse la testa “Allungherebbe il tutto ancora di più.- sospirò vinto- E poi, per quale motivo logico dovrei riassumere un'opera lunga centocinquanta pagine in una solo pagina?Sono certo che l'autore non ne sarebbe felice.”
Ross annuì concorde con quanto detto dal fratellino e il profiler rimase nuovamente colpito dalla sicurezza con cui i due bambini difendevano le proprie opinioni.
A te non piace leggere come a JD?” domandò quindi, incuriosito.
TJ fece un sorriso birichino “Mi piace leggere solo quello che decido io stesso di leggere.”
Mi sembra giusto.” sorrise Reid.
Forse dovresti leggere uno dei tuoi libri.- disse Alaska- Sai, per cambiare un po' e far rilassare i neuroni.”
JD incrociò le braccia al petto, anticipando la risposta del gemello “Mamma non ci ha fatto portare nessun libro vero.”
Già.- confermò l'altro annuendo gravemente- Diceva che i calzini puliti sono meglio dei libri.”
Che stupidata.” sbuffò Ross dandogli ragione.
Lo sa che hai la lavatrice e che puoi lavare un paio di calzini.” continuò a dire TJ.
Ma lei ha la fissa dell'ambiente da salvare e blah, blah, blah...” concluse il fratello gonfiando le guance.
Hey, mi è venuta un'idea!- esclamò l'antropologa, alzandosi in piedi di scatto- Potremmo andare a mangiare fuori, stasera, e prima passare da una libreria e voi potrete scegliere i libri che volete!Un regalo di benvenuto!”
Davvero?” chiesero in coro i gemelli, gli occhi chiari spalancati.
Alaska annuì “Certo. Tutto quello che i miei ragazzi preferiti vogliono. Avete un budget per un libro a testa e tu, Spencer, devi scegliere qualcosa che sia ricreativo.”
Reid alzò un sopracciglio nella sua direzione “Regalerai un libro anche a me?”
Ho parlato dei miei ragazzi preferiti, giusto?” sorrise lei, prima di dargli un bacio a stampo.
I due ragazzini fecero una smorfia disgustata “Ow!Eddai, Al, avevamo detto niente smancerie!”
E poi che cosa te ne fai di un libro?- domandò TJ, non del tutto convinto- Sarebbe più economico farsene prestare uno dalla biblioteca visto che tanto tu ti ricordi tutto quello che leggi.”
Credo che sia come una sorta di collezione, per me.- spiegò Reid stringendosi nelle spalle- Mi piace possedere i libri che leggo.”
Einstein ha detto che se una cosa si può trovare scritta su un libro non vale la pena memorizzarla.” citò JD, alzando il dito indice e sorridendo saputo.
Se continuiamo a chiacchierare tutti i negozi chiuderanno.” fece notare TJ.
Hai ragione, tesoro.- sorrise Alaska, seguendo lui e gli altri due verso il corridoio- Prendiamo i cappotti e andiamo allora!”
E poi ci fermiamo anche a mangiare,giusto?” domandò il ragazzino.
Sicuro.” confermò la ragazza, mentre gli porgeva la giacca.
Possiamo andare in un fast food?” disse di nuovo, gli occhi carichi di aspettativa dietro le lenti sottili degli occhiali.
Non lo so, che ne dici Spencer?” chiese Ross, voltandosi verso il ragazzo, ben sapendo quanto poco apprezzasse il cibo in posti del genere.
D'accordo.- annuì Reid, vinto dall'entusiasmo dimostrato dai ragazzini- Per una sera può andare.”
Hey, che cos'è questa musica?” domandò JD, guardandosi intorno incuriosito, mentre il profiler stava già per aprire la porta di casa.
La sento anche io!- esclamò Alaska entusiasta- Magari stiamo vivendo qualche allucinazione mistica collettiva o qualcosa del genere.”
Al, è il tuo cellulare.- le ricordò Reid, facendo roteare i grandi occhi scuri- Hai di nuovo cambiato la suoneria dimenticandoti di averlo fatto.”
L'antropologa si colpì la fronte con il palmo della mano “Giusto, giusto!Non ricordo nemmeno dove l'ho messo.”
Spencer sospirò, ormai abituato alle sue dimenticanze “Ok, ragazzi, aiutiamo vostra sorella a trovare il suo telefono.”
I gemelli annuirono solenni, e si misero sull'attenti, cercando di capire da dove venisse quella musica allegra.
Trovato!” esultò TJ alzando in aria il pugno, dopo diversi minuti di ricerca.
Reid aggrottò la fronte scioccato “Come diavolo ha fatto a finire nel portaombrelli?”
Alaska alzò i palmi, prima di portarsi il telefono all'orecchio.
Pronto?” cinguettò con voce soave.
Che diavolo stai facendo per farmi aspettare così tanto prima di rispondere?” la aggredì una voce roca dall'altro capo del filo.
Davon!Che piacere sentirti!- lo salutò immediatamente, entusiasta- Era un po' che non mi telefonavi, ero un po' preoccupata...”
Il dottor Stein sbuffò “Forse non ti chiamavo perchè volevo godermi un po' la mia pensione senza dover sentire i tuoi vaneggiamenti astrusi...”
Giusto. Come va, allora?Tutto bene lì a Honolulu?” domandò interessata Ross.
Quarantanove, ti ho già spiegato milioni di volte che non abito su quell'isola.- sbottò l'uomo leggermente scocciato- E, comunque, al momento mi trovo a Washington.”
Alaska alzò un sopracciglio “Stato o città?”
Washington. Dc.- specificò l'anziano antropologo esasperato- La capitale del nostro democraticissimo Paese, hai presente?”
Certo, anche io abito qui!” ribattè immediatamente la ragazza, senza cogliere il tono dell'uomo.
Quarantanove, ho alle spalle un volo lunghissimo e non sono nell'umore adatto a tenere una conversazione con te.- la informò sospirando, come al solito incredulo di fronte al suo candore- Domani mattina presentati ai laboratori forensi dell'FBI di Quantico. E mettiti qualcosa di sobrio e non i tuoi soliti colori catarinfrangenti.”
Ai laboratori FBI?” chiese conferma incuriosita, ma dall'altro capo del filo le rispose soltanto il segnale di linea.
Chi era?” domandò Spencer, l'attenzione catturata dall'espressione piacevolmente sorpresa della sua ragazza.
Davon.- gli rivelò quindi lei con un sorriso radioso- A quanto pare, domani vengo al lavoro con te.”

 

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Heylà!
*modalità battute orrende on* Gente, mi sembra di non pubblicare da un anno!!*modalità battute orrende off*
Incredibile ma vero eccomi qua: con il nuovo capitolo e un paio (seeee, come no?) di chili in più in seguito alle abbuffate natalizie!eheheh!
Spero che abbiate passato bene le feste. Io, dal canto mio, ho mangiato come un facocero a una gara di abbuffate, mi sono sentita in colpa per aver ingurgitato qualsiasi schifezza mi capitasse dinnanzi, ho bevuto bevande di dubbia natura e poi mi sono di nuovo sentita in colpa, per il mio fegato questa volta, ho fatto una lista di buoni propositi per il nuovo anno che ho già relegato nel cassetto dove probabilmente rimarrà fino al 2012 (o alle pulizie di primavera, dipende se voglio dare la parvenza di provare a seguirli) e, ovviamente, o studiato meno di quanto avrei dovuto, secondo la regola del “comincio domani”.
Orbene, che altro dire?
Spero che questo capitolo sia di vostro gradimento, l'avevo lasciato abbandonato sul pc per un po' e credo di essermi persa un po' di scene comiche che avevo in mente di inserire e quindi mi sembra che sia uscito più sottotono di come me l'ero immaginato. Mi rifarò nel prossimo capitolo, dai...
Ormai non vi dico nemmeno più quanto arriverà, sarà una sorpresa (non trattenete il respiro nell'attesa se no vi ho sulla coscienza!;D Purtroppo mi attende un periodo stressante sul versante esami, sigh e sob... )
Bene dai, vi lascio ora.
Fatemi sapere che cosa ne pensate di questo capitolo e...
*modalità battute orrende on, again* HappyFania!! *modalità battute orrende off, finalmente*
Besos JoJo

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Capitolo 4
*** DAY 3 ***


- DAY 3 -

 

Una delle cose più strane riguardo all'essere adulto

è guardare indietro verso qualcosa che pensavi di conoscere

e scoprire che la verità è che era completamente diversa da ciò che hai sempre creduto.

- Patricia Briggs

 

Prima di alzare lo sguardo verso l'ospite inatteso che si era presentato all'interno del suo ufficio senza nemmeno accennare a bussare, Hotch percepì chiaramente un profumo frizzante e leggero invadere la stanza, accompagnato dal rumore ritmato di un paio di tacchi che si muovevano veloci.

Buongiorno, Alaska.” salutò, ancora prima di riporre il fascicolo che stava analizzando per trovarsi faccia a faccia con la giovane antropologa.

Ross sgranò i grandi occhi cerulei “Come hai fatto a sapere che ero io?” domandò stupita, mentre si accomodava sulla sedia di fronte alla scrivania dell'uomo.

Ho una spia luminosa che mi annuncia il tuo arrivo ogni volta che ti presenti a Quantico.” la informò, accennando un breve sorriso.

Wow.- commentò la ragazza, sinceramente colpita- Ne hai una anche per altre persone?”

Aaron scosse la testa, ignorando la domanda e appuntandosi mentalmente di smettere di fare battute in presenza della ragazza di Reid.

Che cosa ti porta qui, Alaska?” chiese, quindi, cambiando argomento.

Sono venuta in macchina con Spencer, ma credo che tu intendessi il motivo per cui sono a Quantico, vero?- buttò fuori velocemente, per continuare a parlare non appena l'uomo le diede un piccolo cenno di assenso- Davon è in città!”

Hotch aggrottò le sopracciglia “Credevo che il dottor Stein avesse deciso di restare alle Hawaii per più tempo possibile da quando è in pensione.”

Già, ma lui si annoia facilmente.” lo informò l'antropologa con una scrollata di spalle.

E come mai è qui?” chiese quindi il profiler, incuriosito per la vera motivazione della visita della ragazza.

Alaska scosse la testa “Non ne ho idea, però mi ha chiesto di presentarmi qui.”

Perchè?” indagò di nuovo l'uomo.

Non me l'ha detto.” rispose con un sorriso spensierato sul volto diafano.

Dove lo devi incontrare?” incalzò Hotch alzando un sopracciglio.

Non lo so con esattezza, ma sono sicura che riuscirò a trovarlo.- rispose la giovane fiduciosa- In fondo ho un'area circoscritta in cui cercare, giusto?La cosa mi dà un certo vantaggio.”

E quando dovreste incontrarvi?”

Questa mattina.- continuò a dire con sicurezza Ross, per poi specificare velocemente- Non ha propriamente accennato all'ora esatta, ma so che lui è un uomo mattiniero quindi presumo che che sarà un orario variabile contenuto nelle prossime due ore.”

Hotch le rivolse un sorriso comprensivo “A quanto pare il tuo mentore non è cambiato affatto negli ultimi mesi.”

Fortunatamente!- concordò l'antropologa, che a differenza di qualsiasi altro essere umano aveva una stima irriducibile verso lo scostante e burbero luminare forense- E' per questo che lo adoro.”

Alaska gli rivolse un sorriso smagliante ma lui decise di non restituirlo. Dopotutto, era un profiler da parecchi anni, ormai, e prima ancora era stato un avvocato: aveva notato immediatamente le due teste bionde di bambini che cercavano di spiare la loro conversazione dalla finestra che dava sul corridoio, e anche che l'abbigliamento della ragazza non era eccentrico e strampalato come al solito.

Scosse la testa, mentre notava come i colori che indossava fossero troppo sgargianti nonostante avesse chiaramente fatto un tentativo di essere professionale.

Che cosa vuoi, Alaska?” domandò infine con un sospiro, già sapendo che sarebbe stata una richiesta folle e probabilmente inopportuna.

Mi serve il tuo permesso.” incominciò a spiegare quindi la ragazza con un sorriso timido.

Aaron non si fece distrarre dal suo tono docile “Per?”

Lasciare i gemelli con Spencer mentre io vado ai laboratori da Stein.- buttò fuori velocemente Alaska, giungendo le mani davanti al volto in una sorta di preghiera- Non sarà per molto e i ragazzi sono due angeli: nemmeno ti accorgerai che sono qui!”

Assolutamente no.” tagliò corto Hotchner, appoggiandosi contro lo schienale della sedia.

Ovviamente già sapeva che la sua risposta non sarebbe stata accettata passivamente dalla giovane, tuttavia rimase stupito da come questa ribattè immediatamente.

Ti lavo la macchina.”

Cosa?” chiese confuso.

E ti farò la spesa tutte le volte che ti servirà.” continuò Ross alzando l'indice.

Alaska, questo è un ufficio federale e non è propriamente consono avere un paio di ragazzini che scorrazzano di qua e di là.- le spiegò brevemente Hotch, cercando di catturare completamente la sua attenzione- E poi, la Strauss è nel suo ufficio con una forte emicrania, quindi è peggio del solito.”

E ti rivernicio la staccionata!” esclamò di nuovo Alaska, rivelando all'uomo che la sua attenzione era ormai diretta verso altro.

Alaska, non mi farai cambiare idea in questo modo.” la ammonì, quasi con lo stesso tono che usava con Jack quando faceva i capricci.

Ross ignorò nuovamente le sue parole “Ti andrò a ritirare i panni dalla lavanderia quando vuoi! E ogni volta che ti servirà una baby sitter per Jack potrai chiamarmi con preavviso zero.”

Questa non è una contrattazione, lo sai, vero?”

Potrei anche assumermi il compito di rassettarti la casa e di organizzare le pulizie di primavera.” propose quindi, senza perdere per niente entusiasmo.

Aaron sospirò, imponendosi di non sorridere nemmeno un po' per non incoraggiarla “Primo, non credo che io e te abbiamo lo stesso concetto di ordine e, secondo, alle pulizie di primavera mancano parecchi mesi...”

Ti porto a spasso il cane!- disse di nuovo Alaska, prima di aggrottare la fronte incerta-Tu hai un cane, vero?”

No.” sospirò Hotch scuotendo il capo.

Ne vorresti uno?- propose la ragazza allegra- Posso comprartelo!”

Alaska, puoi smetterla, per favore?” le ordinò con tono fermo.

L'antropologa annuì “Ok.”

I gemelli non possono rimanere qui, mi dispiace.” le ripetè, lentamente, sperando che questa volta accettasse la sua decisione.

Le labbra cremisi di rossetto di Ross si piegarono all'ingiù all'istante “Ma non posso portarli nei laboratori, lo sai, probabilmente staranno lavorando a dei casi con cadaveri di qualche tipo e anche se non so molto di psicologia infantile so che bambini e cadaveri non vanno bene nella stessa stanza.”

Mi dispiace, Alaska.”
“Ma Davon ha detto che devo essere ai laboratori questa mattina, e quindi vuol dire al più presto. Lui non sopporta che si arrivi in ritardo ad un appuntamento...” continuò Alaska, lo stesso broncio infantile sul volto.

Te l'ho già detto. Ufficio federale, la Strauss indisposta...- riepilogò il profiler, accennando un sorriso di scuse- In un'altra circostanza sarei stato lieto di incoraggiare l'interazione fra Reid e i tuoi fratelli.”

Ross si mordicchiò nervosamente il labbro inferiore, ma alla fine lasciò scappare dalle proprie labbra un sospiro vinto. “E va bene. Almeno ci ho provato, giusto?”

La ragazza si alzò di scatto, la mente già proiettata verso un piano alternativo “Li porterò con me!- decise- Potrei mettergli una benda sugli occhi, così risolverei il problema del probabile trauma infantile causato dalla visione di un'autopsia e poi...”

Aaron alzò le sopracciglia, fissandola incredulo “Non credo che sia una buona idea.”

Perchè?- domandò l'antropologa- Per essere un piano B formulato in così poco tempo, direi che è piuttosto brillante!”

Non potresti semplicemente chiamare Stein e dirgli che arriverai un po' in ritardo?- le propose quindi, sperando di contagiarla con la propria razionalità- Così, forse, potresti trovare qualcun' altro che possa badare ai gemelli mentre sei via e...”

Alaska proruppe in una risata genuina “Che idea assurda!”

Si divertiranno un mondo, sarà come giocare a mosca cieca.- assicurò preparandosi ad uscire dall'ufficio- E poi, Spencer mi ha detto che un breve periodo di deprivazione sensoriale aiuta ad aumentare la consapevolezza verso gli altri sensi!”

Hotch sospirò pesantemente e scosse piano la testa, già sapendo che si sarebbe pentito di quanto stava per dire “E va bene, possono restare qui...- capitolò- Ma solo per un paio d'ore!”

Gli occhi azzurri di Alaska si spalancarono per l'entusiasmo “Davvero?”

L'uomo annuì, per poi lanciarle un'occhiata divertita “Hai letto il libro di Rossi sulle negoziazioni?”

Può darsi...” ammise l'antropologa, mentre saltellava verso la porta, pronta a riferire ai fratellini le ultime novità.

Sparisci, prima che cambi idea.” borbottò Hotch, scuotendo la testa sconsolato.

Ross proruppe in una risata cristallina e si affrettò a fare quanto le era stato detto.

Uscita dalla porta si voltò verso la scrivania di Spencer, nell'open space e alzò entrambi i pollici in segno di vittoria, accompagnando il gesto con un sorriso luminoso.

Non ci credo!” esclamò Morgan incredulo, mentre la ragazza trotterellava verso di loro seguita dai gemelli che, apparentemente, condividevano con la sorella la stessa andatura scanzonata.

Reid, appoggiato al ripiano del tavolo, si strinse nelle spalle “Te l'avevo detto.”

“Lo so.- sbottò Derek incrociando al petto le braccia muscolose- Ma non posso credere che Quarantanove sia davvero riuscita a convincerlo.”

JJ accolse con un sorriso i tre fratelli “Ora so chi chiamare per ottenere la settimana di ferie che desidero quest'estate!”

“Ve l'avevo detto che avrebbe detto di sì.” fece notare Alaska ai quattro membri della squadra dopo essersi avvicinata abbastanza da appoggiare le mani sullo schienale della sedia dove era seduta Emily.

Lo so, ma mi sembra comunque strano che Hotch abbia acconsentito così serenamente.” ribatté immediatamente la donna, stringendosi nelle spalle.

Infatti non lo ha fatto.- specificò l'antropologa stringendo gli occhi pensierosa- È stata una lunga negoziazione e credo che ora sia convinto che gli rivernicerò la staccionata e gli comprerò un cane...”

JJ sventolò la mano e rivolse un sorriso radioso ai due ragazzini “Non importa come hai fatto a convincerlo, l'importante è che ci sei riuscita. Sono sicura che vi piacerà stare un po' qui con noi, io sono JJ.”

TJ.” “JD.” si presentarono i due in coro, riuscendo soltanto a confondere di più i presenti sulla loro identità.

Morgan decise in quel momento che non avrebbe mai provato a chiamarli per nome “Di noi due vi ricordate, vero?”

Certo, Derek e Emily.- annuì TJ con sicurezza- Ci siamo conosciuti l'anno scorso.”

Io vi ho visti solo per pochi minuti.” aggiunse l'altro bambino, stringendosi nelle spalle esili.

Spencer notò una leggera tensione sul volto del primo ragazzino che aveva parlato “Sbaglio o avevi detto che avevi qualcosa da dare ad Emily?” gli ricordò, con un sorriso bonario sul volto.

Prentiss alzò le sopracciglia sorpresa “Cosa?”

TJ ti ha preso un regalino.- canticchiò Alaska scompigliando affettuosamente i capelli dorati del fratello- Si è preso una piccola cotta per te.”
“Alaska!” sbottò TJ, fulminandola con i suoi occhi color ghiaccio.

Che c'è?- protestò Ross alzando i palmi- E' una profiler, se ne sarebbe accorta anche da sola.”

Beh, sono lusingata ma io...” cominciò a dire Emily, cercando di essere dolce con il ragazzino e ignorando le risatine divertite di Derek.

Tranquilla, passerà col tempo.- la interruppe TJ con una consapevolezza che non sembrava appartenere ad un bambino della sua età, mentre le porgeva un piccolo sacchetto- Ho letto da qualche parte che alla mia età è normale prendersi una cotta per una persona più grande: innamorarsi di un adulto è il primo passo verso le relazioni interpersonali affettive con il sesso opposto. Il nostro inconscio ci spinge verso qualcosa che non potremo mai avere prima di proiettarci verso un'esperienza reale con un coetaneo, una sorta di autodifesa sentimentale.”

JD annuì concorde col fratello “Sono molto comuni anche le cotte per personaggi famosi.”

Avanti, aprilo!” la esortò Alaska, sporgendosi verso di lei incuriosita.

La donna scartò con cura la carta colorata, e non poté evitare di aggrottare la fronte, completamente spiazzata, quando si ritrovò di fronte il contenuto della scatola.

Oh, wow.- disse Emily, cercando di sembrare entusiasta- Grazie, mi serviva proprio un disinfettante.”
“Le normali scrivanie d'ufficio contengono in media quattrocento batteri in più rispetto a una toilet.” la informò TJ, spingendosi con l'indice la leggera montatura degli occhiali sul naso.

Ipocondriaco.” spiegò l'altro gemello con una scrollata di spalle.

Hey, non è giusto!- protestò scherzosamente Morgan, parlando sopra la risata soave di JJ- Prentiss ha avuto un regalo e a me niente?”

Alaska si voltò verso Reid “Te l'avevo detto che avrei dovuto portare qualcosa anche a lui.”

Al, Morgan sta solo cercando di attirare l'attenzione.-la rassicurò Spencer- Lo sai che gli piace essere sotto la luce dei riflettori.”

A proposito di cose che attirano l'attenzione...- continuò a parlare il bell'uomo di colore afferrando la cappelliera che l'antropologa aveva appoggiato sulla scrivania prima di andare da Hotch- Che cosa c'è in questa scatola, Quarantanove?”

Spencer si sporse verso l'amico “Morgan, forse è meglio che non apri quella...”

Oh Gesù!” esclamò l'uomo, ritraendosi e lasciando cadere sul tavolo la cappelliera. Al suo interno, protetto fra qualche strato di stoffa color avorio, un teschio candido sembrava fare una smorfia nella sua direzione.

In realtà il suo nome è Hugo.” lo corresse immediatamente Alaska, con un sorriso serafico sul volto.

Derek non poté impedirsi di lanciarle un'occhiata fulminante che, come al solito, andò a vuoto, mentre Prentiss, JJ, Reid e anche i gemelli erano scoppiati in risate incontenibili.

Quarantanove, credevo che avessi smesso di girare con teschi infilati dentro alla borsa.” borbottò, cercando di ignorare le risatine di JJ ed Emily e il ghigno divertito sul volto di Reid.

Questa è una cappelliera.” specificò nuovamente l'antropologa.

Non è questo il punto!” sbottò di nuovo il profiler, dopo aver fatto roteare gli occhi esasperato.

Prentiss proruppe in una risata sonora “Il punto è che è la seconda volta che ti spaventi per un teschio di Alaska. E stavolta ci sono dei testimoni attendibili che diffonderanno questa storia.”

Davvero divertente, Prentiss.” borbottò Morgan.

Al ci ha detto che la datazione che ha fatto col carbonio-14 potrebbe collocare temporalmente Hugo all'epoca della battaglia di Lexington e Concord.” spiegò TJ elettrizzato.

JD continuò a parlare al suo posto “E siccome questa è storia e non uno dei casi di cui si occupa di solito mamma ha detto che possiamo essere aggiornati sulle indagini che farà!”

Sembra molto interessante.” disse JJ, rivolgendo ai gemelli un sorriso incoraggiante.

Posso lasciare qui Hugo mentre vado a cercare Stein?” domandò Ross, additando la cappelliera.

Certo.- acconsentì immediatamente Reid- Lascialo in custodia a Morgan.”

Il profiler interpellato rise senza allegria “Ah. Ah. Ah.”

D'accordo, grazie mille!- ringraziò, prima di indicare dietro di sé col pollice- Devo andare, Davon aspetta.”

Spencer la guardò allontanarsi alzando un sopracciglio “Sei sicura di trovarlo ai laboratori?”

Credo che farò partire la mia ricerca dagli obitori.”

Ci vediamo dopo, Al.” la salutarono in coro i gemelli, sventolando le mani.

Prima di sparire fuori dall'open space Alaska si voltò di nuovo verso di loro, rivolgendogli un sorriso radioso “Non fate niente che io non farei.”

E così gli ha praticamente dato il permesso di fare qualsiasi cosa.” sospirò JJ scuotendo la testa.

 

 

 

 

 

 

L'obitorio era il suo regno.

Amy Tanaka sapeva alla perfezione che un'affermazione del genere poteva essere considerata piuttosto macabra, ma dopo aver lavorato per numerosi anni come medico legale e come patologa forense poteva perfettamente asserire di trovarsi perfettamente a proprio agio all'interno della penombra di quella stanza asettica che era la sua sala autopsie.

Nonostante non appartenesse alla schiera di persone che restavano inquiete per tutto il tempo che passavano in un posto del genere, però, la dottoressa Tanaka non poteva negare di non essere immune alla strana atmosfera che regnava nell'obitorio. Fu proprio per questo motivo che, inconsciamente, non appena sentì il rumore causato della porta scorrevole che segnava l'ingresso nella sala, i suoi muscoli diventarono tesi all'istante. La scienziata di origini nipponiche scosse la testa, dandosi mentalmente dell'idiota per quell'inquietudine che l'assaliva ogni volta che percepiva rumori inusuali in laboratorio, e voltò la testa per verificare con quale dei suoi sottoposti avrebbe dovuto infuriarsi per quell'intrusione non annunciata dei suoi spazi.

Buon giorno, dottoressa Tanaka!”

La voce cristallina le arrivò all'orecchio vicina, troppo vicina, e decisamente in contrasto con il silenzio in cui era rimasta immersa fino a pochi istanti prima.

La donna si ritrovò a sobbalzare vistosamente sul posto quando riconobbe un volto sorridente e un paio di occhi di un azzurro acceso fissi sui suoi, a neanche un passo di distanza.

Lousiana?Santo cielo!- esalò, la mano premuta contro il petto mentre cercava di stabilizzare i battiti impazziti del proprio cuore e il respiro affannoso- Nessuno ti ha mai detto che non bisogna mai prendere alla sprovvista una persona che si trova in un obitorio?”

Sì, parecchie volte, ma non ne capisco il motivo...” rispose Ross, scrollando le spalle.

La Tanaka fece una smorfia insofferente, infastidita dall'eccessivo candore della giovane antropologa.

Si può sapere che cosa ci fai tu qui?” ringhiò, sfilandosi i guanti di lattice dalle mani e uscendo dalla sala autopsie per immettersi nei corridoi dalle pareti di vetro che caratterizzavano i laboratori forensi dell'FBI a Quantico.

Alaska non si scompose e la seguì con passo leggero “Sto cercando Davon.”

E lo cerchi in un obitorio?” domandò scioccata la patologa, alzando un sopracciglio ben depilato.

Si trova molto a suo agio in posti del genere.- spiegò la ragazza annuendo- È perché non può avere molti contatti con esseri viventi e, in più, gli piace vedere i macchinari che hanno in dotazione gli altri laboratori. Soprattutto quelli governativi.”

Quindi è stato Davon a farti venire qui?Ah, avrei dovuto immaginarlo!- sbottò la Tanaka, fermandosi di colpo e appoggiando le mani ai fianchi rotondi- Stein non fa nulla senza avere alle calcagna la sua giovane badante russa.”

Finlandese, in realtà.- la corresse la giovane antropologa- E solo da parte di madre. E poi non sono la sua badante ma la sua assistente e...”

La donna di origini nipponiche le puntò contro un dito ammonitore “Basta così, Tennessee!E smettila di prendere alla lettera tutto quello che ti si dice.”

Vorrei informarti che le parole che hai appena pronunciato sono fiato sprecato, dottoressa Tanaka. Quarantanove, apparentemente è immune alla maggior parte dei comportamenti ritenuti socialmente accettabili.”

Le due scienziate si voltarono in sincrono verso il punto da dove avevano sentito provenire quella voce roca. Quando riconobbero il volto segnato dal tempo e inusualmente abbronzato del dottor Stein, sui loro volti si aprirono due espressioni differenti: Alaska schiuse le labbra in un sorriso luminoso che lasciava scoperta una fila di denti candidi, mentre la Tanaka piegò la bocca in una smorfia di sufficienza.

Stein.” disse a mo' di saluto.

Ross, invece, si affrettò a raggiungerlo con pochi ampi balzi e, incurante dei grugniti di protesta dell'uomo, gli gettò le braccia al collo, avvolgendolo in un abbraccio caloroso.

Santo cielo, Quarantanove!- esclamò il vecchio antropologo- Non ti ho già spiegato ripetutamente che non sopporto che si invada il mio spazio personale?”

Alaska ignorò le sue parole e si scostò da lui per afferrare il cappotto che portava sottobraccio e la sua pesante borsa di cuoio invecchiato, ripetendo così un rituale che aveva eseguito dal giorno stesso in cui era diventata la sua assistente.

Vedo che l'aria di Oahu non ha contribuito a far emergere il tuo lato umano.” lo punzecchiò la dottoressa Tanaka, incrociando le braccia al petto.

Stein alzò il braccio e puntò la donna aiutandosi con la stampella che, da sempre, lo aiutava a camminare a discapito della sua displasia congenita all'anca “E' solo per colpa tua che ho lasciato la mia tranquilla vita da pensionato.”

Ma se mi hai sempre detto che il tenente colonnello Gonzalez è un tiranno che ti fa lavorare troppo?” gli fece notare Alaska, gli occhi confusi sotto le sopracciglia alzate interrogativamente.

La Tanaka sventolò una mano, come per scacciare dall'aria le sue parole “In ogni caso, sono sicura che toglierti per un po' dal compito di identificare soldati delle guerre americane non potrà che farti bene. Sono certa che la tua esperienza è più utile nei corsi di addestramento per funzionari di biologia forense che sotto il sole delle Hawaii.”

Stein scosse la testa, facendo ondeggiare i suoi capelli canuti forse un po' troppo lunghi “Con lo scarso livello dei damerini che assumete voi federali, direi che ci puoi mettere la mano sul fuoco.”

La patologa aprì bocca per ribattere, ma l'uomo continuò a parlare, tornando a rivolgere il proprio sguardo verso Alaska.

Scommetto che non aspettavi altro che lavorare di nuovo con me, uh Quarantanove?Lo Smithsonian non può essere così interessante.”

In realtà ho sentito dire che la tua cara Iowa, qui, è diventata la nuova cocca del dottor Ubelaker.- lo informò la giapponese, con un cenno di divertimento nella voce- È stato lui a farla integrare fra i collaboratori dell'FBI e le permette anche di fargli da assistente ai suoi corsi alla George Washington University.”

Stein si fermò di colpo, lanciando un'occhiataccia piena di rimprovero a Ross “Quel tizio è un idiota di proporzioni bibliche!Non può piacerti davvero lavorare con lui!”

Doug è molto simpatico e un ottimo antropologo...” iniziò a replicare la giovane.

Qualcuno è stato soppiantato!” canticchiò esaltata la Tanaka, osservando l'espressione astiosa del vecchio collega.

...ma è per merito tuo se sono diventata un'antropologa quindi è ovvio che non ci sarà mai niente di meglio che lavorare con te.” concluse invece Alaska, rivolgendo a Stein il suo solito sorriso.

La patologa indicò la porta del proprio ufficio e fece roteare gli occhi scuri, disgustata “Ow. Credo di stare per andare in coma diabetico.”

Vuoi che chiamo un'ambulanza?” chiese gentilmente Alaska, ignorando il suo tono ironico.

I due scienziati la ignorarono e Stein rivolse alla collega un sorriso obliquo.

E' semplicemente obiettiva: non c'è nessun altro come me nel campo dell'antropologia forense.”
“Per fortuna!” esclamò la Tanaka, in modo che fosse certo che il suo non era un complimento.

Il vecchio antropologo sbuffò sonoramente “Mi starai addosso in questo modo per tutto il tempo delle mie lezioni?”

Ovvio, sei un cane sciolto, non posso permettere che tu mi faccia fare brutte figure coi miei superiori.”
“Quarantanove!Quel dottorino rachitico con cui stai ha il porto d'armi?Perchè mi servirebbe che...”

Oh, quindi è davvero la tua badante senza cui non riesci a difenderti, uh?”

Alaska proruppe in una risatina argentina mentre seguiva i due scienziati all'interno dell'ufficio della dottoressa Tanaka. Aveva la sensazione che lavorare di nuovo con entrambi si sarebbe rivelato ancora più divertente e stimolante di quanto aveva già immaginato.

 

 

 

 

 

 

Derek Morgan si ordinò mentalmente di rilassarsi.

Lui era bravo coi ragazzini. Lo adoravano.

Non era certo un tipo goffo e incapace di adattarsi all'età del proprio interlocutore come Reid.

Per la precedente ora i gemelli erano spariti nell'ufficio di Penelope, incantati da chissà quale magia dell'eccentrica tecnica informatica e poi, quando erano tornati nell'open space, JJ ed Emily li avevano vezzeggiati come se fossero stati dei cuccioli di qualche animale raro. Derek aveva pensato di non essere abbastanza interessante agli occhi dei due fratellini di Ross ma, improvvisamente, si era accorto degli occhi eccezionalmente chiari di JD- o TJ?- puntati su di lui.

Hey!” lo salutò, sorridendogli apertamente.

Il ragazzino, ancora non perfettamente identificato, rimase serio “E' vero che insegni difesa corpo a corpo?”

Morgan aprì la bocca per rispondere ma il bambino lo travolse con un fiume di parole, spiazzandolo completamente “Dici che puoi insegnarmi qualcosa?Io sono per la non violenza ma mi piace imparare. Pensi che potrei essere bravo?Che tipo di sport dovrei fare per diventare grosso come te?Lo sai che se non li mantieni, con l'avanzare dell'età, tutti quei muscoli diventeranno una enorme massa flaccida?Lo sai che la maggior parte degli americani sono in sovrappeso?”

Hey, hey, piccoletto!- cercò di fermarlo Derek, accompagnando le proprie parole con un gesto dei palmi aperti- Perchè non prendi una boccata d'aria fra una parola e l'altra?”

Non ne ho bisogno.- lo informò il bambino con un sorriso radioso sul volto- Spencer mi ha detto che giocavi a football, è vero?Io gioco a baseball, se mi impegno il coach ha detto che posso diventare davvero bravo. Non trovi demotivante il fatto che una carriera sportiva possa portare un guadagno maggiore rispetto a una intellettuale?Hey, lo sai che...”

Derek lanciò uno sguardo disperato a Reid e lui, sogghignando mimò un “Te l'avevo detto.” prima di tornare a sfogliare il fascicolo che teneva fra le mani.

E' divertente vedere Morgan messo alle strette da un ragazzino.- constatò Emily dalla propria scrivania- Di solito quello è il suo territorio, no?I bambini lo adorano.”

Oh, ma sono certo che anche TJ...o JD...lo adori.- si affrettò a ribattere Spencer- Solo che prima d'ora non ha mai avuto a che fare con dei bambini con Qi nettamente superiore alla media.”

La donna gli rivolse un sorriso divertito “A parte te.”

A parte me.” concesse il ragazzo.

Qualche passo più in là, la copia esatta del bambino che stava stordendo Derek con le sue chiacchiere si avventò su Hotch non appena l'uomo decise di uscire dal proprio ufficio per andare a riempire di nuovo la sua tazza di caffè.

Pensi che David Rossi arriverà in ufficio prima o poi?” gli domandò JD, guardandolo accigliato.

Aaron non si dimostrò sorpreso di trovarselo di fianco così all'improvviso “Dovrebbe arrivare tra un po', ha chiesto qualche ora di permesso.- spiegò- Come mai ti interessa?”

Il ragazzino incrociò le braccia al petto esile “Vorrei fargli qualche domanda sulla sua carriera di scrittore.”

Hotch fece dondolare la testa “Capisco.”

Ho letto da qualche parte che le persone che si trovano ad un livello professionale alto tendono a sorridere meno per mantenere la propria immagine di leader.” continuò a parlare JD, cambiando repentinamente argomento e non accennando a voler dedicarsi a altra attività se non quella di seguire passo passo qualsiasi movimento del capo dell'unità di analisi comportamentale.

Mi stai dicendo che dovrei sorridere di più?” domandò di rimando l'uomo, alzando le sopracciglia.

No, affatto.”

Ok.”

Le posizioni di rilievo mi hanno sempre affascinato, è interessante osservare i comportamenti dei leader: hanno un modo particolare di usare la comunicazione non verbale.” spiegò quindi velocemente il ragazzino, notando una certa perplessità nel profiler.

Hotch alzò un sopracciglio “Quindi te ne starai qui a fissarmi per tutto il tempo?”

Credo di sì.- confermò il ragazzino annuendo serio- Al la definirebbe un'attività antropologicamente interessante.”

Speriamo che tua sorella faccia in fretta...” sospirò, prima di notare la figura alta e slanciata di Reid nell'open space.

Hey, Reid!” lo chiamò, una certa urgenza che trapelava involontariamente dalla sua voce.

Il giovane genio alzò la testa di scatto, guardandolo confuso “Cosa?”

Magia della fisica.” sillabò lentamente Aaron, attirando in un colpo solo l'attenzione di entrambi i gemelli.

Magia della fisica?” ripetè Spencer perplesso.

Sì.- confermò l'uomo facendo un gesto vago con la mano- Perchè non fai vedere ai ragazzi uno dei tuoi trucchetti?”

Fantastico!” trillarono in coro TJ e JD.

Reid aggrottò la fronte “Ma tu avevi detto...”

Lo so, ma fagliene vedere uno, dai.- lo esortò di nuovo Hotch, pronto a rifugiarsi di nuovo nel proprio ufficio- Niente razzi volanti per l'ufficio.”

Oh, quello è un classico.- rise Emily voltandosi verso i due bambini biondi- Ve lo farà vedere a casa, ragazzi.”

Morgan spalancò gli occhi, increduto “Hotch ti ha permesso di nuovo di fare uno dei tuoi trucchetti della fisica?”

Prentiss si mise una mano affusolata davanti alla bocca, prima di bisbigliare in sua direzione “Io credo che sia stata solo una tattica per distrarre TJ.”

Allora questo gioco?” chiese impaziente JD, i grandi occhi azzurri sgranati dietro le sottili lenti degli occhiali.

Ho un'idea!- esclamò Emily facendo schioccare le dita mentre si voltava verso Reid- Perchè non gli spieghi come si fa e lasci fare l'esperimento a loro?”

I gemelli annuirono entusiasti di quella proposta “Sìììì!”

Non svelerò uno dei miei trucchi di magia.” borbottò il giovane profiler incrociando le braccia.

Morgan gli diede un piccolo pugno sul braccio “Reid, non fare il bambino!”

Ma...”

Reid.” disse semplicemente l'uomo di colore, lanciando un'occhiata ammonitrice all'amico.

E va bene!- sbuffò Spencer, prima di rivolgersi ai due bambini-Dovete prendere due bicchieri e riempirli fino all'orlo, uno d'acqua e l'altro con dell'olio. Poi li dovete mettere uno sopra l'altro separati soltanto da una scheda telefonica a cui avrete fatto precedentemente un piccolo forellino.”

E poi?” domandò TJ, alzando un sopracciglio perplesso.

Reid gli rivolse un sorriso incoraggiante “E poi guardate che succede.”

Sembra interessante, vero?” li incitò Morgan, deciso a nascondersi nell'ufficio di Penelope non appena ne avesse avuto l'occasione.

Vi accompagno in area relax.- disse invece Emily, offrendo una mano a ciascuno dei bambini- Credo che lì ci sia tutto quello che vi serve.”

Reid osservo i tre allontanarsi e rispose con un cenno del capo al saluto che Derek gli diede prima di allontanarsi dalla sua scrivania. Con ancora un mezzo sorriso divertito causato dal clima allegra portato dai gemelli, tornò a fissare lo sguardo sui fogli che teneva fra le mani, senza tuttavia riuscire a leggere nemmeno una riga. E poi, in un attimo e del tutto inconsciamente, le spalle di Spencer si rilassarono non appena intercettò un profumo fruttato e frizzante che ormai avrebbe riconosciuto fra mille. Si voltò leggermente e, come se fosse comparsa all'improvviso, Alaska era lì, rivolgendogli un sorriso dolce. Non l'aveva baciato od abbracciato, semplicemente si era appoggiata alla scrivania, imitando alla perfezione la sua stessa postura, talmente vicino da offrirgli l'occasione di sentire il calore della sua pelle sotto lo strato leggero della camicia color senape che indossava con naturalezza.

Ci avete messo più del previsto.”

Ross annuì concorde “Lo so. Davon e la Tanaka hanno avuto un piccolo scambio di opinioni piuttosto colorito prima di procedere con la firma del contratto.”

Contratto?- domandò, alzando un sopracciglio con aria interrogativa- Che contratto?”

Serve qualcuno che tenga un corso di specializzazione in antropologia ai laboratori. La Tanaka ha assunto Davon e anche me. Ha detto che serviva qualcuno per tenerlo sotto controllo.” spiegò allegramente Alaska.
“Quindi terrai delle lezioni qui?”

L'antropologa saltellò sul posto, incapace di trattenere oltre il proprio entusiasmo “Sì, ma soprattutto lavorerò ancora con Davon!Ma ci pensi? Mi sembra che sia passato un anno dall'ultima volta che abbiamo tenuto un corso insieme!”

Spencer rise della sua ultima affermazione “Perchè effettivamente, Al, è passato un anno.”

Così tanto?- ribattè stupita- La prossima volta, prima di far passare ancora così tanto tempo, dovremmo andare alle Hawaii a trovarlo.”

Non credo che Hotch mi concederebbe una vacanza abbastanza lunga da potermi godere pienamente un viaggio fino alle Hawaii.” le fece notare Reid, voltandosi verso di lei per fissarla negli occhi.

Il sorriso sul volto di Alaska non accennò a scomparire “Potrei convincerlo io, sai?L'ha detto anche Derek che sono brava.”

Il giovane profiler proruppe in una risata divertita “Preferisco tenerti come arma segreta per i casi più disperati.”

I gemelli si sono divertiti?” domandò quindi Alaska, inclinando leggermente la testa per appoggiarsi alla sua spalla.

Credo di sì, anche se non li ho visti molto.- rispose Reid sorridendo distrattamente solo per quel leggero contatto con la ragazza- Penelope li ha rapiti e poi è stato il turno di JJ ed Emily. Morgan ed Hotch mi hanno praticamente pregato di fare uno dei miei numeri di magia della fisica per distrarli.”

Davvero?- chiese interessata l'antropologa- Che numero hai fatto?”

Gli ho spiegato quello del bicchiere d'acqua e d'olio e ora sono in area relax a provare a farlo, ma credo che abbiano già capito il perchè del fenomeno.”

La voce della ragazza si riempì d'orgoglio “Te l'avevo detto che sono due genietti, no?”

Già...” mormorò Spencer in risposta, la mente evidentemente concentrata su qualcos'altro.

Alaska notò immediatamente quel cambiamento di tono “Che c'è?” domandò tornando dritta di scatto e guardandolo preoccupata.

Niente!” si affrettò a rispondere Reid, agitando i palmi.

Questo è fisicamente impossibile, tesoro, lo sai anche tu.- gli fece notare Ross roteando gli occhi- Lo sai che c'è sempre qualcosa perchè altrimenti...”

Il profiler la interruppe “Era un niente più metafisico che materiale, Al.”

Oh. Comunque non era una risposta convincente.”

E' che sono un po' preoccupato.” capitolò infine Spencer, dopo aver cercato di sostenere lo sguardo limpido della giovane.

Ross aggrottò le sopracciglia “Per chi?”

Per i tuoi fratelli.- ammise quindi il ragazzo, abbassando lo sguardo per fissarlo sulla punta dell proprie scarpe- Io so che cosa vuol dire essere un bambino prodigio, ci sono passato, e so che non è tutto rose e fiori. Anzi.”

Le labbra dell'antropologa si piegarono immediatamente all'ingiù, mentre iniziava a massaggiare amorevolmente le braccia di Spencer con le mani “Lo so, tesoro, mi hai raccontato di quello che ti hanno fatto i tuoi compagni di scuola. Mi dispiace.”

E' solo che sono dei ragazzini molto in gamba e mi dispiacerebbe se dovesse capitargli qualcosa di analogo...” continuò a dire il profiler, spiegando il perchè delle proprie preoccupazioni.

Sei molto dolce a preoccuparti così per loro, ma non ce n'è bisogno, davvero.” sorrise dolcemente Alaska

Reid alzò un sopracciglio “Nel senso che nessuno se l'è mai presa con loro?”

No, è successo, ma TJ e JD sono molto maturi per la loro età, sanno affrontare queste situazioni.”

Anche io pensavo di potere cavarmela da solo, e invece...” la interruppe di nuovo il ragazzo.

Spencer, non sto dicendo che approvo questo comportamento da parte degli altri ragazzi o che credo che sia meglio per i miei fratelli imparare a gestire da soli questa situazioni.- spiegò Alaska con sguardo serio- Se la situazione andasse oltre alla loro possibilità di gestirla o di riuscire a reagire interverrei immediatamente, lo sai. Ma sono due bambini svegli e molto intelligenti, e ti assicuro che sono anche molto forti e talmente maturi da riuscire a capire come affrontare dei bulletti di quartiere.”

Ross notò ancora della perplessità mentre Spencer si mordicchiava nervosamente il labbro inferiore, così gli appoggiò delicatamente una mano sulla spalla spigolosa e gli rivolse un sorriso dolce.

Sai cosa dice sempre mia mamma?- continuò con voce soave- Le cose brutte possono capitare anche alle persone buone, ma le cose belle...quelle accadono solo alle persone buone.”

Reid accennò a un sorriso, vinto dal suo ottimismo “Beh, Olga è più saggia di quello che voglia far credere.”

E tu dovresti smetterla di preoccuparti troppo per tutto e tutti.” lo rimbeccò la giovane antropologa, puntandogli scherzosamente un dito ammonitore contro il petto.

Come fai a sapere sempre quello che mi passa per la testa?” chiese quindi Spencer, voltandosi verso di lei sorridendo dolcemente.

Alaska mosse la mano per intrecciare le dita con le sue mentre rispondeva “Perchè. Perchè tu sei lo ying del mio yang, il kung del mio fu, il Tom del mio Gerry...”

Il Cip del suo Ciop...” continuò al posto suo Garcia avvicinandosi, anche se probabilmente non aveva sentito l'inizio di quel discorso.

...il Topolino della mia Topolina...”

Morgan, che aveva seguito a ruota Penelope, fece roteare gli occhi platealmente “Credi che possiamo andare a prenderci un caffè mentre continuano così?”

Fate pure, il mondo è pieno di coppie.- lo sfidò la rossa con un ghigno compiaciuto- Il Fred Aster della sua Ginger Roberts...”

...il Clyde della mia Bonnie...” continuò Ross con un largo sorriso sul volto.

...il Cosmo della tua Wanda...”

...il Braccio di Ferro della mia Olivia...”

...il Roger Rabbit della tua Jessica Rabbit...”

Ragazze, sul serio, potete darci un taglio?” sbottò Derek, portandosi le mani alle tempie.

Garcia gli lanciò un'occhiata di finta superiorità “Sei solo geloso perchè non ricordi così tante coppie famose come me e Nocciolina.”

Morgan aprì bocca per ribattere ma venne sopraffatto dal corso degli eventi di quei caotici attimi successivi alle parole della tecnica informatica. JJ e Emily li avevano raggiunti, precedute dalla corsa esaltata dei gemelli che non sembravano intenzionati a fermarsi. Proprio mentre Reid stava per fare un tentativo di richiamare all'ordine i due ragazzini la porta di un ufficiò si aprì rumorosamente.

Si può sapere che cosa sta succedendo qui?”

La voce piatta e dura della Strauss riuscì in pochi secondi a far calare il silenzio nell'open space. I gemelli continuarono a chiacchierare fra loro, apparentemente immuni all'influenza di qualsiasi figura autoritaria e Alaska puntò i suoi grandi occhi color cielo su Spencer, alzando le sopracciglia in un'espressione interrogativa quando vide una sorta di panico nei suoi begli occhi castani.

Oh-oh!” riuscì a sussurrare Penelope, mettendosi una mano davanti alle labbra color rosa caramella come una bambina colta nell'atto di rubare un biscotto dalla credenza.

Chi è il responsabile di questo?- continuò a parlare Erin Strauss con tono severo- Chi ha portato qui quei due ragazzini?”

Ross conosceva di fama quella donna bionda dallo sguardo gelido ma, nonostante tutto, alzò un braccio, attirando su di sé il suo sguardo.

Ti prego, non fare niente di avventato...” la supplicò Morgan, che già immaginava la catastrofe imminente.

Alaska lo ignorò apertamente, alzandosi di scatto e sventolando la mano alzata “Io, signora!”

...come questo, ad esempio.” concluse, abbassando la testa e scuotendola incredulo.

La giovane antropologa ignorò sia lui che gli altri membri della squadra per trotterellare verso il capo dell'unità che era rimasta rigida e immobile a pochi passi dalla porta del proprio ufficio.

Salve signora Strauss!- salutò cordialmente, allungando verso la donna una mano che questa strinse automaticamente, spiazzata da tanta vitalità e allegria- E' un vero piacere conoscerla, finalmente, ho sentito parlare tanto di lei e anche se ho già avuto occasione di collaborare con i vostri colleghi non sono mai riuscita ad incontrarla e...”

Tu sei?” la interruppe con tono duro la direttrice della sezione FBI di analisi comportamentale.

Alaska Ross, sono un'antropologa forense.” si presentò con un sorriso smagliante Alaska.

La Strauss aggrottò le sopracciglia e la fissò gravemente “Le dispiacerebbe spiegarmi come mai si trova qui e del perchè ci sono due ragazzini che scorrazzano nell'open space?”

Ross proruppe in una risata argentina, che lasciò ancora più spiazzata la sua interlocutrice “Mi ha dato del lei!Non mi capitava da un sacco di tempo!Comunque può darmi del tu e mi dispiace davvero tanto per la confusione, so che ha problemi di emicranie.”

E tu come fai a...”
“E' un dolore acuto o cronico?” la interruppe immediatamente Alaska, inclinando la testa per osservarla meglio.

Erin Strauss sbatté le palpebre, confusa “Come?”

Il dolore alla testa.- specificò la ragazza con un sorriso conciliante- È acuto o cronico?”

Direi cronico.”

Alaska annuì concentrata e si allungò verso la donna, prendendola alla sprovvista e spingendo con forza i pollici sui suoi zigomi. A quel contatto la Strauss sobbalzò infastidita dal dolore provato.

Perchè l'hai fatto?” sbottò inacidita, cosa che però non sembrò affatto convincere la giovane antropologa che si trovava davanti ad abbandonare il sorriso radioso che le decorava il viso.

Dalle proprie scrivanie, Reid, Morgan, Prentiss e JJ osservavano la scena ammutoliti e scioccati.

Non posso credere che l'abbia fatto!” sussurrò la bionda, incredula.

Derek scosse la testa, in preda allo stesso shock “Rettifico: era questo quello a cui mi riferivo quando le avevo parlato di azioni stupide da non fare in sua presenza.”

Di fronte alla Strauss invece, Alaska sembrava come al solito completamente a proprio agio “E' rinite allergica, niente di preoccupante.- diagnosticò quindi con tono allegro- Consiglierei di provare ad iniziare ad assumere un antistaminico per alleviare i sintomi e consultare un allergologo quanto prima.”

La direttrice della sezione sbatté le palpebre confusa “Sei un medico?” domandò quindi, anche se ricordava che la giovane le aveva detto di lavorare nel campo forense.

Dottoressa Alaska Ross, antropologa forense.- si presentò di nuovo Ross prima di inondare di nuovo la donna con un altro fiume di parole- La dottoressa Tanaka mi ha appena assunta per sottoporre ad un corso di aggiornamento i ragazzi dei laboratori forensi. In effetti, lei è la prima paziente con della carne sopra le ossa che mi è capitato di curare. Non che io abbia mai curato degli scheletri, però, anche perchè sarebbe decisamente impossibile considerando il fatto che sono morti e...”

La Strauss inclinò la testa, guardandola di sottecchi “Sei un po' giovane per poter essere un'insegnante a livello universitario.”

Infatti non lo sono.- confermò immediatamente Alaska, agitando i palmi- Lo faccio presso lo Smithsonian.”

Che tipo di corsi dovrai tenere?” indagò di nuovo la donna,

Sono specializzata nelle simulazioni: ne farò un ciclo sulla scarinficazione dei cadaveri con metodi che non danneggino le ossa e un altro sulla riproduzione in toto dei resti ossei in loro mancanza o in caso di deperimento degli stessi.- spiegò entusiasticamente la ragazza, gli occhi azzurri luminosi e vivaci- In effetti, però, la parte teorica sarà tenuta dal dottor Davon Stein.”

La Strauss aprì la bocca per parlare ma, stranamente, si ritrovò a richiuderla immediatamente. Non era abituata a incontrare sul posto di lavoro persone che ignorassero totalmente il suo status di superiore e faticava un bel po' a inquadrare la giovane eccentrica che si trovava di fronte.

Di una cosa era del tutto certa: per quanto sembrasse l'incarnazione di uno zucchero filato quella ragazza doveva essere una spina nel fianco.

Quei due ragazzini sono suoi?” domandò infine, additando le due teste bionde che si muovevano veloci fra le scrivanie, mentre duellavano a mo' di spadaccini brandendo dei pennarelli indelebili come arma.

Oh,sì.- sorrise dolcemente Alaska, prima di iniziare a parlare di nuovo velocemente- Sono i miei fratelli. Gemelli. Gemelli fra loro, ovviamente, non con me. Quello con la felpa blu è JD, mentre quello con la felpa verde è TJ. O forse è il contrario. A volte non li distingue neanche nostra madre. JD?”

Il ragazzino con la felpa verde, più vicino a loro, si voltò immediatamente verso la sorella.

Sono TJ.” rivelò avvicinandosi.

Ross sorrise colpevole e gli posò entrambe le mani sulle spalle, facendo un cenno in direzione della donna che si trovava di fronte “TJ, saluta la signora Strauss, è la direttrice di questa sezione dell'FBI.”

Salve signora Strauss.- obbedì immediatamente il ragazzino, porgendo la mano in modo formale- Progetto di diventare il suo capo, un giorno, se non cambio nuovamente idea sulle mie inclinazioni future. Diventerò presidente degli Stati Uniti.”

La donna rimase colpita dalla sua determinazione “Davvero?”

Dipenderà dall'esito delle elezioni, ovviamente, ma preparerò un ottimo programma elettorale.” spiegò TJ con una scrollata di spalle.

Sembri molto sicuro di te.”

Il ragazzino annuì distrattamente, prima di voltarsi verso la sorella “JD mi ha scritto sul braccio con un pennarello.” si lamentò.

Era indelebile?” domandò Alaska con tono casuale.

No.”

Allora non è niente di così grave.- ribattè sorridendogli incoraggiante- Puoi farlo anche tu con lui, se vuoi.”

TJ annuì di nuovo e le rivolse un sorriso smagliante, molto simile a uno dei suoi, e alla fine se ne andò dopo aver sventolato la mano in segno di saluto in direzione della Strauss che gli rispose, spiazzata, con un lieve cenno del capo.

Visto?- disse Alaska, tornando a voltarsi verso la direttrice dell'unità- Li avevo confusi. Spero che quando cresceranno uno dei due decida di farsi un tatuaggio.”

“Dottoressa Ross, si rende conto, vero, che la sede della BAU non è una scuola elementare e nemmeno un parco divertimenti?” domandò la Strauss, incrociando le braccia al petto e lanciando alla giovane un'occhiata al vetriolo.

“Certo che sì, direi che è evidente.- rispose Ross, senza un filo di ironia- Per prima cosa non ci sono né banchi, né lavagne né altri artefatti utili all'insegnamento e poi...”

Erin.- corse in suo aiuto Rossi, posando un braccio intorno alle spalle dell'antropologa- Vedo che hai conosciuto Alaska.”

L'uomo diede una strizzatina leggera al braccio di Alaska. Quando si erano aperte le porte dell'ascensore, aveva creduto di essere stato catapultato in un universo alternativo, ma poi il volto della Strauss era tornato severo come al solito non appena il ragazzino biondo con cui stava parlando si era allontanato. Quello che aveva capito subito, però, era che sarebbe decisamente stato meglio per tutti se avesse cercato di togliere Ross dalla vista della donna al più presto.

David.- disse semplicemente la donna come saluto- Conosci questa ragazza?”

Rossi annuì piano “Certo. Abbiamo collaborato con lei nel Maryland, in quel caso a Baltimora, e poi ci ha aiutati con un altro caso qui a DC.”

Non spiegò oltre, non del tutto certo se fosse un bene che la Strauss sapesse della relazione fra l'antropologa e Reid.

La direttrice dell'unità annuì piano “Quindi suppongo che sia passata a trovare te e la squadra?”

David vide Alaska aprire la bocca per rispondere, quindi si affrettò a ribattere immediatamente alla domanda della donna, avendo già riconosciuto nel suo tono di voce leggermente acuto una certa isteria.

In effetti, sapendo che era in città, le ho detto io di passare. Vorrei discutere di alcuni aspetti dell'antropologia forense che vorrei introdurre nel mio prossimo libro.” spiegò cercando di restare vago.

Gli occhi azzurri di Alaska si spalancarono “Ma è fantastico, Dave!Non avevi mai parlato di aspetti così specifici dell'analisi forense, prima.”

Le mani di Rossi, ancora sulle spalle dell'antropologa, le diedero due piccole pacche “Ne parliamo dopo, ok?”

Erin Strauss strinse leggermente le palpebre mentre faceva saettare lo sguardo fra i due e alla fine scosse la testa, vinta “Non voglio trovare di nuovo questa confusione la prossima volta che esco dal mio ufficio.” disse con tono severo, prima di passarsi le dita sulle tempie doloranti.

Certo, Erin.”

Alaska si unì al saluto, allegra “Arrivederci, signora Strauss!”

E si ricordi di prenotare la visita dall'allergologo!” aggiunse di nuovo la ragazza, prima che la donna si sbattesse alle spalle la porta del proprio ufficio.

David scosse la testa, affrettandosi a trascinare via con sé Alaska.

Andiamo a parlare del tuo libro?” domandò la giovane, incuriosita dalla sua strana fretta.

L'uomo fece roteare gli occhi “No, Alaska. Non c'è nessun libro...”

E allora perché ne hai parlato con la Strauss?” chiese di nuovo, aggrottando le sopracciglia perplessa.

Alaska, non so se l'hai notato, ma quella donna stava per divorarti in un solo boccone.”

Questo è altamente improbabile, Dave.- chiarificò immediatamente Alaska inclinando la testa di lato per osservare meglio il viso dell'uomo- Nella società occidentale ci sono regole civili ben chiare riguardo a quanto sia sbagliata l'antropofagia.”

Rossi aprì la bocca per spiegare alla ragazza che la sua era un'espressione figurata, ma una saetta di capelli rossi si frappose fra loro, obbligandolo a fare qualche passo indietro.

Tu. Tu!- esclamò Penelope stringendo le guance rosee di Alaska fra le mani- Sei diventata ufficialmente, indiscutibilmente e irrimediabilmente la mia eroina!Ci dovrebbero essere fumetti, film e musical a Brodway che narrano la tua storia. E poi figurine e modellini in scala affinché i bambini ti prendano come esempio!”

Perchè?” riuscì a mormorare l'antropologa, le labbra ancora schiacciate dalla stretta di Garcia.

Hai appena fronteggiato la Strauss!” rimarcò Derek, dandole un'amichevole pacca sulla spalla.

Abbiamo solo parlato. Sembra una donna interessante.”

David ed Emily scossero la testa, increduli per quell'atteggiamento nei confronti della direttrice dell'unità.

Solo tu puoi definire una donna come lei interessante.” ridacchiò Spencer, prima di posare un bacio veloce e tenero sulla tempia della ragazza, che continuava a guardarsi intorno, confusa da quello stupore generale.

Hotch si avvicinò a loro, del tutto inconsapevole di quanto era appena successo con la Strauss“Che cosa c'è di così divertente?”

Niente!” si affrettarono a dire in coro tutti i membri della squadra.

Ho conosciuto la Strauss.” disse invece candidamente Alaska.
L'uomo spalancò gli occhi “Cosa?”

Credo di piacerle.” aggiunse Ross, passandosi una mano fra i folti capelli corvini.

Reid notò l'espressione preoccupante che si stava allargando sul volto di Aaron e mise entrambe le mani sulle spalle della propria ragazza, cercando di spingerla verso gli ascensori “Al, sai una cosa?Credo che sia il caso che tu e i gemelli torniate a casa, o allo Smithsonian, o dovunque decidiate di trascorrere il resto della giornata.”

Forse hai ragione.- concordò l'antropologa lanciando un'occhiata alla cappelliera che giaceva ancora sulla scrivania di Emily- Devo riportare Hugo in laboratorio.”

Vuoi dargli un bacino d'addio, Morgan?” lo punzecchiò la mora con un sorriso.

L'uomo di colore fece roteare gli occhi “Spassosissima, Prentiss.”
“Ma non possiamo andarcene, Al!” ricordò invece alla sorella JD.

Alaska sbattè le palpebre “Perchè?”

Dobbiamo dirgli quella cosa...” suggerì quindi l'altro fratello.

Quale cosa?Ah, giusto!- si ricordò immediatamente la ragazza, dandosi un leggero pugno sulla fronte- Ho un invito da fare a tutti voi...”

Te l'ho già detto, Quarantanove, non metterò piede nel vostro appartamento finché non addomesticherete quella sottospecie di tigre da combattimento.” mise subito in chiaro Morgan, incrociando le braccia.

TJ alzò un sopracciglio “Intendi Pappa?”

Ho cercato su internet: è un gatto delle foreste norvegese.” rivelò quindi JD annuendo.

Penelope rivolse un ghigno divertito a Reid “A quanto pare hai una passione per le cose originarie del Nord Europa, G-man!”

Ragazzi, vi state distraendo dall'argomento portante.- disse JJ con un sorriso indulgente sul bel volto- Non costringetemi a mettervi in castigo!”

Puoi continuare a parlare del tuo invito, Nocciolina.” accordò quindi Garcia, mimando l'atto di cucirsi le labbra.

Ross fece un gesto riconoscente “Grazie. Dunque, domani è Halloween e...”

Urgh.” grugnì Morgan infastidito.

Rossi fece roteare gli occhi, esasperato “Ci risiamo.”

Che c'è?” domandarono in coro i tre fratelli, guardandosi intorno confusi.

Ora Reid e Morgan ci proporranno il loro dibattito annuale sui pro e i contro di questa festa popolare.” spiegò Hotch col tono annoiato di chi doveva affrontare la stessa situazione da anni.

Derek ignorò quella frase, rivolgendosi ad Alaska “Ti prego, Quarantanove, dimmi che non ti ha contagiato con la sua passione per la notte delle streghe.”

Ok.” annuì la ragazza, stringendosi nelle spalle.

Alaska adorava Halloween già da prima di conoscermi.” specificò invece Spencer, incrociando le braccia.

Oh, fantastico.” borbottò Morgan, per niente entusiasta.

JD inclinò la testa di lato “Perchè, a te non piace?”

Per niente.” rivelò quindi il profiler scuotendo la testa.

Perchè?”

Emily agitò le mani affusolate “Credetemi, ragazzi, questa non è una buona domanda.”

Diciamo che è una festa che non mi piace, punto.”

Ma perchè?- domandò di nuovo JD- E' una delle feste migliori mai inventate!”

Dopo il Natale...” specificò Alaska.

...e il giorno del Pi greco.” aggiunse TJ annuendo con convinzione.

Ross alzò un dito, pronta a elencare i benefici di questa festa “Per prima cosa ci sono i dolci.”

E poi ci si può travestire.” continuò JD esaltato.

TJ si affrettò ad aggiungere il proprio punto di vista “E andare di casa in casa.”

E ci sono i dolci.” ripetè Alaska con un largo sorriso.
“E stare svegli più del solito.” disse di nuovo JD.

L'antropologa annuì “E i dolci.”

E fare maratone di film dell'orrore.” disse ancora Spencer con entusiasmo.

Ho già menzionato i dolci?” domandò di nuovo Alaska, cercando conferma nei volti dei suoi interlocutori.

Morgan scosse la testa, per niente convinto da quell'arringa collettiva “Beh, non ci sarà nessun modo per cui tu possa convincermi a partecipare a una festa di Halloween, Quarantanove.”
“Voi verrete, ne sono certa.” ribattè invece Ross, decisamente sicura di sé.

Io non posso Alaska, mi dispiace.- si scusò immediatamente JJ- Io e Will ci limiteremo a far vestire Henry con un costume ridicolmente carino, fare un mucchio di foto e fargli fare il giro del vicinato per racimolare qualche dolce.”

Alaska fece un gesto vago con la mano “Giustificata.”

Io ho un appuntamento, Alaska.- si affrettò quindi a dire David- E poi credo di non avere l'età per una cosa del genere.”

Sarà una festa intergenerazionale, Dave, niente di troppo complicato.- assicurò la giovane- Comunque, sei giustificato se mi presenterai la tua donna misteriosa, prima o poi.”
“Andata.” acconsentì il più anziano dei profiler, con un sorriso bonario sul volto.

Hotch aprì bocca per parlare “Ecco io...”
“Mi dispiace, non accetto altre scuse.- lo interruppe Alaska, prendendo sotto braccio la cappelliera con Hugo e iniziando ad avviarsi agli ascensori, seguita a ruota dai gemelli- Vi mando un messaggio con l'indirizzo della festa: sarà fantastica!Pablo è un genio nell'organizzare questo genere di eventi, sono sicura che non ve ne pentirete!”

I profiler la osservarono allontanarsi velocemente per non dare loro diritto di replica e si ritrovarono a scuotere la testa all'unisono. Avevano conosciuto i colleghi di Alaska Ross e sapevano per certo che, fra tutti gli aggettivi che potevano usare per descrivere la festa del giorno dopo, tranquilla e normale non potevano essere contemplati.

 

 

 

 

_________________________________________________

 

Al di là di ogni vostro timore sono ancora viva!Orsù, smettetela di tempestare di chiamate Chi l'ha visto? E non denunciate il mio rapimento da parte di alieni a Mistero. Molto più banalmente il motivo della mia momentanea scomparsa è che sono stata super-impegnata, e poi malata, e poi in guerra fredda con l'università fra esami/tesi/burocrazia odiosa. A parte il capitolo malattie, nei prossimi due mesi la situazione continuerà su questo genere, purtroppo...Quindi vi chiedo anticipatamente scusa se i tempi di pubblicazione diventeranno più lunghi. Spero che mi perdonerete...

Ah, mi scuso per eventuali errori in questo capitolo, ma nella fretta di pubblicarlo non l'ho riletto per niente. E chiedo scusa anche per la formattazione che non ho avuto tempo di impostare secondo i miei standard (forse prima o poi riuscirò a sistemarla, chi lo sa...)

Orbene, vi saluto e spero di ritornare con il nuovo capitolo a tema Halloween al più presto possibile.

Kisses e ricordatevi di farmi sapere che ne pensate di questo capitolo, se vi va!

JoJo

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Capitolo 5
*** DAY 4 ***


- DAY 4 -

 

Questo è Halloween, grida insieme a noi,

fate largo a chi è speciale più di voi!

- Nightmare Before Christmas

 

Ti prego...”

Le parole di Alaska gli risuonarono nelle orecchie come le fusa di un gatto, ma Spencer si ripromise di non cedere alle sue richieste. Non questa volta.

Mi dispiace, Al, ti ho già detto di no.”

Nella penombra in cui era immersa la stanza da letto, la vide piegare le labbra all'ingiù in una smorfia infastidita.

Ti divertirai, te lo prometto.” tentò di nuovo la ragazza con voce suadente, muovendo leggermente le gambe, ancora intrecciate con quelle di Reid.

Il profiler tentò di non farsi distrarre da quel movimento, e nemmeno dalla mano calda che gli accarezzava il torace con movimenti circolari, facendogli scendere lungo la spina dorsale delle piacevoli scariche elettriche.

Scosse leggermente la testa, ben insaccata nel morbido cuscino, e ripetè, per l'ennesima volta quella mattina, la stessa risposta “Non mi va, Alaska. Lo sai che non sono il tipo adatto a fare una cosa del genere.”

Spencer sospirò e osservò l'antropologa scrutarlo con attenzione, esattamente nella stessa posizione in cui l'aveva trovata diversi minuti prima, quando si era svegliato. Ross era sdraiata di fianco a lui, il busto sollevato e sostenuto dal gomito puntellato nel materasso e un'espressione determinata sul volto. Non si era stupito del fatto che fosse sveglia così presto perchè, già da prima che vivessero insieme, aveva avuto modo di appurare i suoi ritmi di sonno bizzarri e decisamente brevi. La cosa che lo aveva lasciato perplesso, nel suo torpore da risveglio, era piuttosto il fatto che volesse affrontare un argomento del genere quando mancavano pochi minuti alle sei del mattino.

Alaska si sporse verso di lui, sfregando il viso sulla sua testa e arruffando così i suoi corti capelli dalla consistenza leggera “Non te ne pentirai, vedrai.”

Reid si voltò sul fianco, trovandosi così faccia a faccia con lei “Perchè ci tieni tanto?”

Perchè non l'abbiamo mai fatto prima. Perchè rafforzerà ancora di più la nostra affinità di coppia. E perchè poi sarà davvero, davvero davvero, divertentissimo.” sorrise, concludendo il proprio elenco di motivazioni.

Rafforzerà la nostra affinità di coppia?” ripetè Spencer con un sorriso divertito sul volto.

Ross annuì “Certo, anche se non credo che ne abbiamo davvero bisogno. E poi, scommetto che è una cosa che desideri fare da un sacco di tempo!”

Il profiler alzò un sopracciglio “Ho vissuto benissimo fino ad ora senza dover fare una cosa del genere...”

Per favore!” lo supplicò di nuovo Alaska, sporgendo il labbro inferiore.

Spencer provò a non guardarla in faccia e ignorare i suoi grandi occhi da cucciolo, ma alla fine fece roteare platealmente gli occhi e sospirò, vinto.

E va bene!”

Alaska gli si gettò addosso ridendo, facendolo cadere di nuovo sulla schiena “Sapevo che avresti detto di sì!”

Sapevo che non avrei mai dovuto prestarti quel libro di Rossi.” ribattè immediatamente lui, fingendosi infastidito.

La ragazza sembrò ignorare completamente il suo commento e si alzò di scatto, mettendosi a sedere a gambe incrociate sopra le coperte “Sarà grandioso, te lo posso assicurare!- cominciò a parlare velocemente, rendendolo partecipe dei propri progetti- Avevo già preso i costumi per stasera per noi due, sapevo che mi avresti detto di sì, ma poi mi sono ricordata dei gemelli e da qui mi si sono presentate due opzioni: o fare un travestimento di gruppo oppure farne quattro singoli. I ragazzi hanno bocciato quello di gruppo, che a mio avviso sarebbe stato favoloso, quindi, per non farli sentire soli vestendoci a coppia solo noi due, faremo quattro travestimenti differenti...”

Mi hai già preso un costume per Halloween?Quando?Dove?Che costume è?” domandò Reid, spiazzato.

Alaska gli rivolse un sorriso inorgoglito “Certo che sì, quasi un mese fa, ormai. L'ho assemblato da sola, non è un costume che si trova nei negozi e non ti dirò che cos'è, sarà una sorpresa e tu l'adorerai!”

“Credevo che in questa casa io fossi quello che adora Halloween e tu quella che adora il Natale.” le ricordò il profiler, divertito dal suo entusiasmo quasi infantile.

Ross rise sporgendosi verso di lui per lasciargli un veloce bacio a fior di labbra “No, credevo che avessimo ormai deciso che tu sei quello che adora Halloween e io sono quella che impazzisce per qualsiasi festività, comandata o non.”

Hai ragione.- confermò Spencer posandole una mano affusolata sulla nuca per trattenerla vicino a sè- Allora mi dirai che costume hai scelto per te?”

Assolutamente no. Sarà una sorpresa anche quella.” rispose la ragazza scuotendo la testa e facendo ondeggiare i suoi lunghi capelli corvini.

Reid alzò gli occhi al soffitto “Non credi che fra la festa a casa di Pablo, il mio costume e i dolci a cui ieri hai lavorato per tutto il pomeriggio barricandoti in cucina ci saranno già abbastanza sorprese oggi?”

Alaska scosse la testa nuovamente, con più veemenza “Non ci sono mai abbastanza sorprese.” dichiarò solenne, prima di lasciargli un nuovo bacio sulle labbra e schizzare fuori dal letto con un movimento fluido.

Lo sai, ti odio quando fai così.” sbuffò il profiler, ben consapevole della falsità delle proprie parole.

Ross gli lanciò un'occhiata divertita “Non è vero, tu mi ami.”

Già, lo so. Sono condannato, ormai.- ammise Reid sospirando, per poi aggrottare la fronte quando notò che Alaska aveva la chiara intenzione di lasciare la stanza- Dove vai?”

In cucina.- disse l'antropologa additando l'uscio dietro di sè- Ho una fame da lupi: credo che finirò la pizza che abbiamo avanzato l'altra sera. Ne vuoi anche tu?”

Spencer alzò un sopracciglio e fece una smorfia “Pizza ai peperoni alle sei di mattina?Direi che passo.”

Vuol dire che ce n'è di più per me!- trillò allegra Alaska, prima di uscire saltellando dalla stanza- Dormi ancora un po', ci vediamo più tardi.”

Reid si lasciò sprofondare fra i cuscini, lanciando un'occhiata malinconica alla sua vecchia maschera da mostro di Frankenstein che aveva tirato fuori dal suo scatolone qualche giorno prima: quest'anno non avrebbe avuto occasione di indossarla.

 

...

 

Spencer Reid camminava impacciato e con lo sguardo basso, cercando di ignorare la vocina all'interno della sua testa che continuava a fargli notare gli sguardi divertiti dei passanti non appena posavano gli occhi su di lui. Davanti a lui, una miniatura di Sweeney Todd e una di Wolverine, con tanto di artigli di cartone appositamente creati ed incollati ad arte sulle nocche delle mani, trotterellavano allegri, contrattando vivacemente per scambiarsi le leccornie appena ricevute a seconda dei gusti personali. TJ e JD si stavano indubbiamente divertendo un mondo ma, a giudicare dalla sua faccia, non si poteva di certo dire lo stesso del giovane profiler.

Sentì lo stomaco rivoltarglisi quando riconobbe all'inizio della via residenziale dove si trovava la casa di Pablo Proctor, l'archeologo collega di Alaska che aveva organizzato quella che la ragazza aveva definito “una festa di Halloween epica”, le figure di un uomo e di un bambino, uno dei quali trovava decisamente familiare.

Non era certo di voler vedere il proprio capo. Non quando era camuffato in quel modo.

Hotch aggrottò la fronte confuso mentre riconosceva nel caleidoscopio di colori che si avvicinava a lui e suo figlio il più giovane membro della sua squadra di profiler.

Ti prego Hotch- pigolò Reid con una vocetta debole- non dire niente.”

Aaron lo accontentò per il tempo necessario ad analizzare la sua figura snella. Le gambe lunghe e magre erano avvolte da un paio di pantaloni dal tessuto morbido, ma di un viola improponibile, sapientemente abbinato alla stretta giacca di velluto a costine. Sotto di essa svettava un gilét verde acido, sotto cui era a sua volta infilata una stretta cravattina a pois allacciata intorno al colletto stropicciato di una camicia blu. Le scarpe, marroni e lucide, erano l'unico tocco normale di quello strano completo anche se nel complesso risultavano più stridenti di qualsiasi altra cosa indossasse il giovane genio in quel momento. I grandi occhi castani di Reid risaltavano, innocenti e disperati, sotto uno spesso strato di trucco nero, che li circondava completamente messi in evidenza dal cerone bianco, e le sue labbra larghe e sottili non rispecchiavano per niente il sorriso ampio e distorto tracciato sul viso con del rossetto color cremisi.

L'uomo finì la propria indagine e non riuscì a trattenere un ghigno divertito “Sul serio, Reid?Un vestito da Joker?”

L'ha scelto Alaska.” si giustificò Spencer, spostando il peso da un piede all'altro sempre più imbarazzato.

Immagino che abbia trovato divertente il fatto di vestire un profiler da sociopatico, quindi.” continuò a dire Hotch, notando con piacere i calzini spaiati come al solito, unico elemento caratteristico del suo giovane collega che era rimasto intatto dopo quella trasformazione.

E' Alaska.- gli ricordò Reid sorridendo indulgente- Non credo che si sia resa conto dell'ossimoro di fondo a questo travestimento.”

Hai ragione.” annuì l'altro concorde.

Come mai tu sei in giacca e cravatta scuri?- domandò subito dopo il giovane profiler, ansioso di distogliere l'attenzione da se stesso- Non hai avuto tempo di cambiarti dall'ufficio?”

In effetti è stata Alaska a suggerirmi di vestirmi in questo modo.- spiegò Hotch stringendosi nelle spalle- Credo che abbia in mente qualcosa, ma non ho saputo dirgli di no.”

Il mio stesso problema.- borbottò Spencer facendo una smorfia- Forse dovrebbe passare dall'antropologia alle negoziazioni.”

Aaron sorrise divertito a quel pensiero “Sarebbe interessante. A proposito, dov'è la tua ragazza?”

Ha saltato il giro.” spiegò immediatamente JD, alzando uno sguardo dal proprio cesto di dolciumi che stava orgogliosamente mostrando a Jack.

Voleva aspettare che i bambini del quartiere passassero da casa sua e distribuire i dolci che ha preparato ieri prima di raggiungerci qui.” continuò a parlare TJ, intento a scartare una caramella senza intralciarsi con gli artigli posticci.

Il gemello continuò il discorso al posto suo “Il che è fantastico, perchè questo quartiere è stato un luogo piuttosto proficuo dove fare dolcetto e scherzetto. Abbiamo seguito alla perfezione il nostro piano d'azione.”

Jack sgranò gli occhi nocciola mentre osservava curioso i due ragazzini più grandi “Piano d'azione?”

Certo.- confermò JD annuendo serioso- Voi non ne avete preparato uno?”

Il bambino alzò gli occhi verso il padre, che si strinse nelle spalle “Fare dolcetto e scherzetto è solo un gioco. Non serve una strategia.”

Fare dolcetto e scherzetto non è solo un gioco.” ribatterono all'unisono i gemelli.

Aaron alzò un sopracciglio “No?”

Certo che no.” confermò TJ scuotendo la testa, dove i suoi capelli color grano di solito sempre arruffati erano stati acconciati per assomigliare il più possibile a quelli del supereroe della Marvel.

Il fratello alzò il dito indice, pronto a far partire un elenco accurato “Bisogna trovare la zona perfetta in cui agire.”

Trovare il costume adatto, che colpisca e per questo venga premiato con una buona ricompensa!” continuò TJ annuendo saputo.

Decidere il proprio compagno di giro e questo è fondamentale: se si va in gruppo bisogna ricordarsi che ci si dovrà muovere al passo del più lento e ciò potrebbe far perdere tempo prezioso...”continuò a spiegare il bambino vestito da barbiere assassino.

E poi bisogna trovare il tempo adatto in cui passare all'azione, evitare il flusso più intenso senza scegliere un orario in cui i dolcetti potrebbero essere finiti.” concluse quindi TJ, cercando di incrociare le braccia senza rovinare i propri artigli posticci.

A Spencer sfuggì una risatina mentre ripensava ai due gemelli mentre, quello stesso pomeriggio, organizzavano la serata utilizzando una grande mappa del quartiere di Pablo, decidendo il giro migliore e che avrebbe assicurato il maggior bottino come se fossero stati due perfetti strateghi.

Hotch lanciò un'occhiata colpevole al figlio “Beh, noi...andiamo semplicemente di casa in casa.”

I ragazzini lo fissarono come se avesse appena confessato di essere un alieno e poi tornarono a prestare attenzione ai propri cestini pieni di dolci, permettendo a Jack di partecipare alle loro contrattazioni.

Quindi quella è la casa del collega di Alaska?” domandò Aaron al giovane profiler, additando la villetta che svettava in fondo al vialetto davanti cui si erano incontrati. L'intero giardino e l'entrata erano stati addobbati talmente bene da poter fare concorrenza alla casa degli orrori di un luna park.

Già.”

L'uomo continuò a parlare, aggrottando la fronte “Questo tizio prende Halloween piuttosto seriamente. Credi che dovremmo entrare?”

Spencer scosse piano la testa “Preferirei aspettare Alaska, non credo che potrei affrontare tutte quelle persone vestito in questo modo senza di lei. In effetti, mi domando che cosa mi stia trattenendo dall'andare a nascondermi da qualche parte.”

Il fatto che stai facendo da baby-sitter a due bambini, probabilmente.” ribatté Hotch scrollando le spalle.

L'uomo distolse lo sguardo dal proprio interlocutore, distratto dal leggero tirare che sentiva al lembo della sua giacca. Jack aveva attirato la sua attenzione ed in quel momento stava cercando di dirigerla verso qualcosa di diverso, che invece aveva catturato la sua.

Guarda papà!- disse con entusiasmo- Guarda quel costume!”

I gemelli e Spencer si voltarono nella stessa direzione in cui guardavano padre e figlio, incuriositi, e riconobbero quasi immediatamente l'identità della macchia bianca e nera che si avvicinava velocemente alla loro posizione.

Tulit kreivin aikaan.” disse TJ non appena Alaska fu abbastanza vicina da sentirlo.

Veit sanat suustani!” esclamò il fratello, annuendo concorde.

Lo so, lo so, ci ho messo più del previsto.” ribatté Ross alzando le mani colpevole.

Hotch alzò un sopracciglio “Che cosa vi siete appena detti?”

TJ mi ha fatto notare che sono arrivata al momento giusto, JD ha detto che gli ha tolto le parole di bocca e io ho risposto entrambi che sono consapevole di averci messo un bel po' ad arrivare.”

Tu parli il finlandese?” domandò il profiler estremamente sorpreso.

No, ma lo ascolto e lo capisco.- spiegò prima di spostare lo sguardo su Spencer e aggrottare la fronte preoccupata- Ho qualcosa fra i denti?”

Reid scosse la testa con veemenza, rendendosi conto di essere rimasto a fissarla a bocca aperta “No, è solo che...Sei bellissima.”

Il sorriso sul volto della giovane antropologa si aprì, largo e brillante sulle sue labbra cremisi “Grazie!”

In effetti, il costume che aveva scelto non aveva niente a che vedere con ciò che indossava quotidianamente, e nemmeno con nessuno dei suoi abiti eleganti ma indiscutibilmente eccentrici. Quella sera Alaska indossava una pelliccia sintetica bianca, lasciata aperta quanto bastava per lasciar intravedere un tubino nero aderente che le fasciava perfettamente il corpo minuto. Le mani erano avvolte da guanti di pelle rossi, abbinati perfettamente alle scarpe dal tacco alto, in vernice e dello stesso colore; i suoi lunghi capelli corvini erano raccolti sulla sommità del capo in un raffinato chignon e decorati con striature bianche fatte da quelle tinture che spariscono dopo un lavaggio. In una mano stringeva con gentilezza una borsetta di peluche a forma di dalmata. Per quanto il personaggio fosse agli antipodi con lei, interpretava una perfetta Crudelia DeMon.

Credevamo che avessi rinunciato a raggiungerci.” commentò invece Hotch.

Oh, no!Sono solo rimasta a casa un po' più del previsto: i miei dolcetti a tema hanno attirato bambini da tutto il quartiere. Quest'anno ho preparato dita mozzate caramellate, biscotti fantasma alla glassa, gelatina di cervello umano alla frutta, boccette di sangue rappreso al lampone e la mia specialità: ossa di zucchero. Ve ne ho portate un po'.” aggiunse alzando il grosso cestino di vimini che le pendeva dal braccio all'altezza del gomito.

“E questi sono per te.- continuò allungando a Reid un ventaglio di dolci- Lecca-lecca, i tuoi preferiti, giusto?”

Il ragazzo allungò la mano affusolata verso i dolci che gli stava offrendo ma si bloccò a mezz'aria quando si accorse che dal polso di Alaska pendeva un cordoncino rosso fuoco che aveva tutta l'aria di essere un guinzaglio.

“Che c'è?” domandò Ross quando Spencer puntò i suoi grandi occhi colmi di perplessità verso di lei.

“Hai...Hai portato con te il nostro gatto?” domandò scioccato, mentre Pappa lo fissava da sotto in su, perfettamente a proprio agio nel suo collare di velluto cremisi.

“Certo. Cos'altro avrei dovuto fare?” ribatté l'antropologa scrollando le spalle.

Reid sospirò sonoramente “Non so. Lasciarlo a casa?”

“Ha ragione. Non credo che si troverebbe a suo agio in una casa piena di gente festante.” gli diede man forte Hotch.

Alaska non sembrò per niente convinta di quanto gli era appena stato detto “Pappa starà benissimo. Pablo mi ha detto che ha preparato la stanza degli ospiti appositamente per lui. Spencer, non potevo certo lasciarlo a casa da solo: per prima cosa si sarebbe sentito escluso dalla nostra serata in famiglia, e poi stasera un sacco di bambini suoneranno il campanello e se fosse lasciato a casa da sola sarebbe diventato iperprotettivo verso il territorio e probabilmente avrebbe finito per distruggere il divano e...”

Il capo dell'unità di analisi comportamentale alzò una mano per fermare quel fiume di parole “D'accordo, Alaska, abbiamo afferrato il concetto.- disse, interrompendola- Ora non dovremmo entrare?Jack domani deve andare a scuola e non vorremmo fare troppo tardi...”

A proposito Aaron, dov'è Jack?- chiese quindi la ragazza, fingendo di non notare il bambino sorridente di fianco all'uomo- Ho sentito dire che Pablo ha trasformato il piano interrato in una fantastica zona vietata ai maggiori di dodici anni, scommetto che ci sarà da divertisti lì sotto e non vorrei che si perdesse la festa.”

Sono qui, Alaska!” protestò il ragazzino, strattonandole la giacca.

La giovane mimò una faccia estremamente sorpresa, mentre si piegava verso di lui sotto gli sguardi divertiti di Hotch e Reid e quelli leggermente ingelositi dei gemelli.

Jack?Sei davvero tu?”

Il bambino proruppe in una risatina prima di rispondere “Sì!”

Ommioddio!Aaron: tuo figlio è Superman!- esclamò, prima di aggrottare le sopracciglia, pensierosa- Questo fa di te Jor-El, giusto?”

Il profiler fece roteare gli occhi, anche se era divertito dalla reazione del figlio alle parole dell'antropologa “Fa di me un tizio vestito troppo formalmente per una festa in maschera.”

Alaska alzò l'indice in sua direzione, facendogli segno di aspettare e iniziò a frugare concentrata nella propria borsa “Sapevo che non ti avrei mai convinto a indossare un vero e proprio costume quindi ti ho portato questi.”
“Occhiali da sole?” domandò l'uomo, alzando un sopracciglio, perplesso.

Già.- Ross annuì soddisfatta- Con uno dei tuoi vestiti da ufficio e questi puoi diventare uno dei blues brothers, un protagonista de Le iene, un man in black, oppure uno di quei tizi computerizzati di Matrix.”

Forte!” trillarono insieme i tre ragazzini.

Ok.- acconsentì quindi Hotch con un sospiro,mentre si infilava gli occhiali da sole- Quindi ora sono un...”

Man in balck!” gridò Jack, elettrizzato, afferrandogli con forza il braccio sotto le risate di Spencer e Alaska.

Decisamente.” annuì solennemente JD.

TJ si affrettò ad aggiungere la propria opinione “Senz'ombra di dubbio.”

Hotch sorrise “D'accordo. Quindi, ora che siamo tutti perfettamente agghindati per una festa in maschera, possiamo andare?”

I tre bambini annuirono esaltati, iniziando a correre verso la casa di Pablo, trasformata per l'occasione in una perfetta casa dei fantasmi.

Non sono Emily e Derek quelli alla porta?” domandò Alaska strizzando gli occhi per vedere meglio. Spencer trattenne a stento una smorfia, non del tutto preparato alle battute di Morgan sul suo costume, mentre prendeva in braccio Pappa che strusciò riconoscente la propria testa contro il suo mento.

Hey!Che ci fate qui?- domandò TJ trotterellando allegramente fino a raggiungere la donna- La festa è dentro!”

Vi stavamo aspettando.” spiegò Emily con un bel sorriso sul volto.

Derek non rispose, ma fissò stranito Alaska, impressionato dalla trasformazione dell'antropologa grazie al suo costume “Alaska sei davvero...”

Proprietà privata!” si affrettò a dire Reid, con tono secco e intercettando imbronciato gli sguardi carichi di apprezzamento che il collega stava lanciando alla sua ragazza. Per dar maggior risalto alle proprie parole la circondò velocemente la vita con un braccio, lanciando un'occhiataccia all'amico ormai evidentemente divertito dalla sua reazione.

Emily scosse la testa ridacchiando “Beh, per quanto questo travestimento ti stia bene, non sei affatto credibile.”

Ross agitò i palmi nella sua direzione “No, aspetta: mi sono esercitata.”
“Ti sei esercitata per calarti nella parte di un personaggio immaginario per travestirti ad Halloween?” domandò scettico Morgan, alzando un sopracciglio.

“Certamente, che c'è di strano?”

Le parole dell'antropologa, e i suoi grandi occhi chiari colmi di sorpresa rispecchiavano esattamente le espressioni dei gemelli e di Jack.

“Per te, niente.- mormorò il profiler scuotendo la testa- Comunque dicevi?”

“Sentite qua.-disse, prima di piegare la bocca in un ghigno e aggrottare le sopracciglia in un'espressione astiosa- Dove sono quei maledetti cuccioli?!”

“Impressionante.- commentò Hotch, non molto convinto, mentre i tre bambini ridevano dell'imitazione- Dovevi fare l'attrice.”
Alaska non parve fare caso all'incertezza che trapelava dalla voce dell'uomo “Nah, non ricordo cosa ho mangiato oggi a cena, figuriamoci un copione pieno di battute.”
“Al, oggi non abbiamo cenato.” le ricordò Spencer sorridendole.
“Ah no?”

“Avevi detto che dovevamo tenerci leggeri per abbuffarci di dolci.” spiegarono in coro i gemelli.
“Oh. Ecco perchè ho così fame, allora. Adesso tutto torna!”

Questo non vuol dire che puoi mangiare tutti i dolcetti che hai racimolato.” specificò subito il giovane genio.

Ross aprì bocca per replicare che in questo modo la stava privando del giusto guadagno per il suo impegno, ma due braccia le circondarono le spalle, costringendola a voltarsi.

Penelope Garcia la fissava con le labbra strette in un'espressione carica di rimprovero, perfetta nel suo costume da Dorothy e, alle sue spalle, Kevin sventolava piano la mano per salutare i presenti nonostante fosse impacciato nei movimenti dal suo costume da Uomo di Latta.

“Noi siamo vestiti in coppia.- puntualizzò Penelope con un piccolo broncio e un tono accusatorio- Perché voi non siete vestiti in coppia?”

Alaska si strinse al braccio di Reid “In effetti a casa ho il costume da Harley Queen, ma poi avremmo escluso i ragazzi. Gli avevo proposto di vestirsi da iene, sapete, i due animaletti di Harley, ma loro hanno rifiutato categoricamente così...”

Quella spiegazione parve convincere Garcia, che invece si voltò verso Morgan e Prentiss “Perchè voi non vi siete travestiti, invece?”

“Mi trovo meglio nei miei vestiti di tutti i giorni...” spiegò immediatamente Emily.

“Idem come sopra.” aggiunse subito dopo Derek.

“Balzac diceva che l'abbigliamento è l'espressione della società.- spiegò JD con occhi brillanti- Quindi, una festa come Halloween ci permette di uscire dagli schemi che ci vengono imposti ed esprimere la nostra originalità personale e la nostra creatività attraverso abiti estrosi che altrimenti non verrebbero accettati.”

E' per questo che è una festa divertente!” aggiunse TJ con un sorriso ampio che riproduceva perfettamente quello del gemello.

Morgan decise di non rispondere, già prosciugato dal dibattito avuto quella mattina con Reid riguardo l'usanza di travestirsi ad Halloween. Kevin parve arrivare in suo soccorso puntando il dito verso i nastri gialli che circondavano la porta d'ingresso.

Certo che il tuo amico prende sul serio tutta questa storia di Halloween.- commentò ammirato- Questi nastri della scena del cinema sembrano quasi veri!”

Sono veri.” lo corresse l'antropologa con un sorriso ampio mentre puntellava il dito sul campanello.

Hotch alzò un sopracciglio “Come?”

Li stiamo raccogliendo da un po' alle scene del crimine.” spiegò Ross scrollando le spalle.

Rubate i nastri di contenimento?” domandò leggermente scioccata Emily.

No, certo che no.- disse la ragazza cercando di decifrare le espressioni incredule dei presenti- Ritiriamo quelli usati quando la scena viene riaperta.”

Spencer la osservò incerto “Sei sicura che sia...uhm, legale, fare una cosa del genere?”

Nate mi ha detto che va bene e poi, dato siamo tutti tecnici di laboratorio, possiamo far sparire qualsiasi prova a nostro carico in qualsiasi momento!” lo tranquillizzò l'antropologa con un sorriso furbo sul viso.

Morgan ridacchiò “Questo costume ti sta influenzando negativamente, Quarantanove, lo sai vero?”

In quel momento Pablo aprì loro la porta, ridicolmente a proprio agio e con lo stesso atteggiamento da sbruffone che lo caratterizzava nonostante indossasse un costume a figura intera da Elvis, con tanto di lustrini, frange di tessuto svolazzanti, pantaloni a zampa d'elefante e un ciuffo sapientemente brillantinato.

Benvenuti alla più bella festa di Halloween a cui siate mai stati!” strillò, per sovrastare la musica che usciva prepotente dalle casse. In quel momento, nel salotto riadattato a sala da ballo, una dozzina di persone si stavano scatenando a ritmo di Dead men party.

“Allora, chi abbiamo qui?- continuò sfregandosi le mani, mentre analizzava i costumi dei suoi nuovi ospiti- Superman, Sweeney Todd, Wolverine, Joker con il gatto che si crede un cane, il signor Smith, Crudelia, Doroty e l'Uomo di Latta, una donna bellissima e un tizio che non si è preso la briga di travestirsi.”

“Come?- protestò immediatamente Derek- Neanche lei si è travestita.”

Pablo si strinse nelle spalle, facendo strada nel proprio caotico ingresso riadattato a sala da torture “Lo so, ma è davvero bellissima e gli posso perdonare questa piccola mancanza.- spiegò, facendo un sorriso smagliante ad Emily- E, per quanto sia palese che i tuoi tratti rispettano perfettamente i canoni della regola aurea, credo che faresti meglio ad andare da mia moglie per avere questo tipo di complimenti, non sono geloso.”

“E' vero che nello scantinato hai fatto una sala appositamente per i bambini?” si informò JD, gli occhi vivaci accesi di curiosità.

“Sicuro!- confermò il latinoamericano, additando ai tre bambini una porta decorata da ragnatele finte- Mia moglie è di sotto con tutti gli altri. Andate, ci sarà da divertirsi!”

I gemelli e Jack si lanciarono in una corsa forsennata verso il mondo di giochi che li aspettava al piano inferiore.

“Quando finirà la festa dei bambini?” si informò accigliato Hotch.

Pablo scosse la testa, mentre rubava dalle mani a Reid Pappa “Andiamo, amico, siete appena arrivati e già ti domandi a che ora potrebbe finire la festa?Non è così che dovrebbe funzionare...”
“E' che mio figlio ha solo sei anni, non è il caso che stia alzato troppo a folleggiare alla sua età.” spiegò quindi l'uomo, cercando in tutti i modi di non sembrare un padre apprensivo.

Senti, il ragazzino si divertirà.- gli assicurò l'ispanico con un sorriso scanzonato sul volto abbronzato- E poi, è solo per una sera, giusto?Che male può fargli?”

Aaron strinse le labbra, meditabondo “Suppongo tu abbia ragione...”

Bravo!Questo è parlare!- trillò l'archeologo mentre si avviava al piano superiore con il gatto di Alaska e Spencer ben stretto fra le braccia- E comunque, di solito un mio amico della polizia passa di qua a mettere fine alla festa non appena i miei vicini iniziano a chiamare il commissariato locale per lamentarsi degli schiamazzi...”
“Come?”

Vecchi dentro, questo è il mio parere. In ogni caso, l'anno scorso Bill è passato a un quarto all'una, presumo che sarà intorno a quell'ora anche quest'anno...- continuò Pablo, del tutto ignaro delle espressioni stupite della maggior parte dei suoi nuovi ospiti- Vado a mettere comodo questa palla di pelo, voi fate come a casa vostra!”

Wow.- commentò Penelope- Io credo di aver sbagliato la scelta del posto di lavoro!”

Nel senso che ti sarebbe piaciuto lavorare con menti più brillanti e inclini alla leggerezza di spirito?” domandò avvicinandosi al gruppetto una donna vestita in modo estremamente elegante, con una parrucca castana acconciata a caschetto e dei macro-occhiali calcati sugli occhi proprio sotto la frangia corposa.

Vedendo come siete divertenti voi colleghi di Nocciolina direi di sì!” confermò Garcia con un caldo sorriso.

Ouch, Bambolina.- protestò Morgan fingendo un broncio- Così mi ferisci.”

Eliza!- trillò Alaska a mo' di saluto, prima di aggrottare la fronte confusa- Non capisco: da cosa dovresti essere travestita?”

Da Anna Wintour!” esclamò la donna allegra.

Ross alzò un sopracciglio, sempre più perplessa “Anna chi?”

Credo che sia quella cantante che si è messa un vestito fatto di carne per ritirare un premio musicale.” andò in suo aiuto Spencer, ignaro di non aver indovinato il personaggio con esattezza.

Emily lanciò ad entrambi un'occhiata intensa, incredula dalla completa mancanza di conoscenza della cultura popolare “E' in momenti come questi che mi diventa sempre più chiaro perché voi due siete destinati a stare insieme.”

 

 

...

 

 

Un dito!” esclamò Alaska con entusiasmo.

Morgan scosse la testa, esasperato, e piegò un poco l'indice, sperando che l'antropologa questa volta riuscisse a capire che cosa stava cercando di comunicarle.

Un dito rotto!- continuò a gridare Ross, sempre più esaltata- Un'artrosi allo stato terminale!”

Derek si prese la testa fra le mani e a quel gesto il piccolo gruppetto di presenti scoppiò a ridere. “Alaska sta mimando il titolo di un film.” le ricordò Danny, un suo collega entomologo, mentre si grattava la testa attraverso l'immensa parrucca di capelli sintetici grigi che ricreavano alla perfezione la capigliatura di Doc in Ritorno al futuro.

Ormai la festa era al termine e la gran parte degli ospiti, compresi Hotch e Jack ed Emily, se ne erano già andati. I pochi rimasti avevano deciso di riunirsi nel salotto, ormai ridotto a un campo di battaglia, e si stavano cimentando in una gara a coppie del gioco dei mimi per aggiudicarsi gli avanzi dei succulenti piatti preparati dalla moglie di Pablo per la serata.

Oh, giusto!- convenne quindi Alaska, mordicchiandosi il labbro pensierosa e incerta- Bones?”

Un trillo acuto del timer da cucina li interruppe e Derek sbuffò infastidito “Era ET!- rivelò quindi il profiler fissando la propria partner- Andiamo, si capiva benissimo:Et, telefono, casa?Ricordi?”

Ross aggrottò la fronte “Ma non c'entrava niente. Perchè facevi così col dito?”

Perché questo era quello che faceva ET!” continuò a spiegare il bell'uomo di colore, incredulo dall'ottusità della giovane antropologa su quell'argomento.

Ma a lui il dito si illuminava...” protestò di nuovo Alaska aggrottando la fronte.

Non potevo farmi illuminare il dito, Quarantanove, e poi...- Morgan si interruppe, scuotendo la testa e decidendo di lasciar perdere- Sai una cosa?Credo che avrei dovuto pensare a una cosa del genere quando ho deciso di fare coppia con te.”

Che non saresti riuscito a mimare un piccolo alieno dal dito luminoso?” domandò innocentemente l'antropologa, riuscendo se possibile a esasperare ancora di più il profiler.

Kara, la simpatica entomologa che si era comodamente seduta di fianco a Penelope, accavallò le gambe strette del lungo abito rosso da Jessica Rabbit apparentemente per niente sorpresa dal siparietto che aveva di fronte, e Trent, di fianco a lei, scrollò le spalle.

Senti, io mi sono messo in squadra con il signor QI-187.- gli ricordò il patologo brandendo la pipa da Sherlock Holmes- Direi che eravamo pari.”

Hey!Smettetela di prendere in giro i miei due cuccioli.- li rimproverò Garcia agitando l'indice- Sono talmente meravigliosi in tutti gli altri campi che possiamo perdonargli la poca padronanza col gioco dei mimi, no?”

Pablo batté le mani per attirare l'attenzione su di sé “D'accordo: quindi sono eliminati anche Crudelia e l'agente segreto in incognito, così come il Joker anoressico e lo Sherlock Holmes dei poveri. Quindi, mia cara Dorothy, prepariamoci a sconfiggere una volta per tutte anche l'Uomo di Latta e Jessica Rabbit e il bottino sarà nostro!”

Alaska rise dell'entusiasmo del collega mentre si sedeva sul bracciolo della poltrona su cui era seduto Reid.

Spencer le avvolse il braccio intorno alle spalle “Mi dispiace che non hai vinto, Al.”

Non importa.- lo rassicurò lei con un sorriso, appoggiando la testa sulla sua spalla- Sono ufficialmente prima in classifica.”

Classifica?- ripeté il giovane genio confuso- Quale classifica?”

Quella del bottino di Halloween!” specificò Ross.

Esiste una classifica?- domandò Reid alzando un sopracciglio, prima di cambiare tono- Fammi indovinare: tradizione della famiglia Ross-Smolarek”

L'antropologa annuì con enfasi “Già. Al primo posto vanno le barrette di cioccolato ripiene di caramello, al secondo le altre barrette ripiene, al terzo le barrette di cioccolato semplice e poi vanno rispettivamente ogni altro tipo di dolcetto, seguiti dalle caramelle e all'ultimo gradino i regali non commestibili.”

Spencer le strizzò affettuosamente il braccio “Anche se nella vostra famiglia avete inventato questo fantastico metro di misurazione, questo non vuol dire che puoi abbuffarti di dolci. Lo sai, vero?”

Alaska aprì bocca per cimentarsi in una delle sue arringhe sconclusionati ma l'apparizione di un omone di due metri completamente vestito di nero, se non per le sagome bianche delle ossa stampate sui vestiti per ricreare perfettamente uno scheletro umano la distrasse.

Big Jim!” disse, a mo' di saluto al capo del reparto in cui lavorava allo Smithsonian che nell'ultima ora era stato letteralmente rapito dai figli di Pablo e dai gemelli Smolarek.

Ross i tuoi ragazzini sono insopportabilmente demotivanti.” berciò lui, facendo una smorfia.

Alaska sbatté i grandi occhi color cielo “Perché?”

Perché stavo raccontando una perfetta storia dell'orrore di Halloween e loro si sono addormentati.- il grosso uomo di colore allargò le braccia, esasperato- Addormentati, capisci?Hanno rovinato completamente l'atmosfera!”

Non è colpa loro, Big Jim.- li giustificò la giovane ridendo- I gemelli non hanno paura dei racconti dell'orrore.”

E di cosa avrebbero paura, allora?” indagò l'uomo, alzando un sopracciglio, mentre l'antropologa e Reid lo seguivano al piano inferiore per occuparsi dei due bambini.

Alaska si strinse nelle spalle “TJ è terrorizzato dai batteri mangia-carne, mentre JD dalle vespe di mare.”

Forse dovremmo portarli a casa.- propose Spencer, notando come ormai i gemelli fossero pesantemente addormentati- Hotch ed Emily se n'è già andato da un po' e non credo che questa festa potrà durare ancora per molto...”

Questo lo dici tu!” gli urlò dietro Pablo, interrompendo la propria azione da mimo.

Io direi che mi aggregherò a voi.- dichiarò Derek, alzandosi dal divano- Voi che fate?Bambolina?Kevin?”

I due fidanzati si lanciarono un'occhiata “Resteremo e cercheremo di conquistare il bottino anche per voi!” rispose Kevin con un sorriso.

I tre annuirono e, dopo aver salutato anche gli altri si avviarono verso le proprie macchine.

Accidenti, Quarantanove!- esclamò Morgan una volta usciti dalla porta- Sei Wonderwoman e non me l'hai fatto sapere?”

Perchè?” domandò Alaska, stranita da quella domanda.

L'uomo agitò il dito nella sua direzione, additando soprattutto la figura dormiente di JD sulla sua spalla “Il ragazzino non è certo leggerissimo, soprattutto in confronto alla tua stazza.”

E' tutta una questione di bilanciamento: so perfettamente come non fare spostare il nostro baricentro e ciò ci impedisce di cadere e, in più, TJ e JD sono pesi piuma in confronto agli altri bambini della loro età!” spiegò allegra, camminando come se non avesse affatto un ragazzino di otto anni aggrappato a lei come un koala.

Tu non sembri molto a tuo agio invece, ragazzino.” continuò a dire Morgan, guardando perplesso Reid che si muoveva come se stesse maneggiando una bomba pronta a scoppiare da un momento all'altro.

Non sono abituato a prendere in braccio dei bambini.” si giustificò borbottando, mentre seguiva Alaska alla macchina.

Quando tornò a posare il proprio sguardo su di lei, rimase spiazzato per qualche secondo, bloccandosi sul posto con espressione rapita. In un attimo, Spencer era riuscito a vedere uno sprazzo della vita che avrebbe voluto vivere in futuro con Alaska. Loro due, insieme, che prendevano in braccio i propri figli quando erano troppo stanchi per camminare.

Perché sei arrossito?” domandò l'antropologa, dopo aver adagiato il fratello minore sul sedile posteriore della vettura.

Reid abbozzò a un sorriso imbarazzato, scuotendo piano la testa “Niente. Stavo solo pensando...”

E quel pensiero sarebbe rimasto nella mente del giovane genio per tutta la notte.

 

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*Coof-coof* Saaaaalve! Beh, perlomeno non ho fatto passare un mese intero alla pubblicazione del nuovo capitolo, no?

Ok, in pratica è passato un mese MA c'è un perché alla mia latitanza...rullo di tamburi...mi sono laureata!!!!Ebbene sì, ora sono la dottoressa JoJo!Ormai sto esasperando chiunque mi conosca intrufolandomi nelle conversazioni mediche sostenendo di avere una soluzione perché sono una dottoressa (ebbene sì, in perfetto stile Reid!) e inventando teorie strampalate sugli argomenti più disparati per poi addurre, con faccia serissima, un “credimi, sono laureata!”. In effetti, me la sto spassando, cercando di godermi i mesi che mi separano alla prossima esperienza universitaria...

E il motivo della latitanza, oltre ad aver folleggiato in ogni modo possibile e immaginabile, è che mi sono disintossicata dal pc. Dopo aver passato gli ultimi mesi a studiare, a collegarmi ad internet per ricerche astruse e aver letteralmente passato ventiquattr'ore su ventiquattro, sette giorni su sette davanti allo schermo per scrivere la mia tesi ho deciso di staccare la spina. Per davvero. E quindi, a parte qualche capatina sul Libro delle Facce e su Tu Tubo, non ho usato il pc e nemmeno mi sono presa la briga di mettermi a scrivere...

Ma ora sono tornata e l'inattività intellettuale non fa proprio per me: ripartirò da dove mi sono fermata e questo vuol dire che continuerò questa storia a ritmi più regolari, che continuerò l'altra storia su Morgan che ho iniziato a pubblicare e inizierò una raccolta di Missing Moments sulla storia Alaska Reid...Ho anche una mezza idea riguardo un crossover folle fra Criminal Minds e un altro telefilm e idee per altre categorie, ma non divaghiamo...

I'm baaaaaack e non ho nessunissima intenzione di sparire, almeno per il momento! ;)

Uomo avvisato...

Un bacione, alla prossima e fatemi sapere che ne pensate di questo capitolo, se vi va!

JoJo

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Capitolo 6
*** DAY 5 ***


- DAY 5 -


T'amo senza sapere come, né quando né da dove,

t'amo direttamente senza problemi né orgoglio:

così ti amo perché non so amare altrimenti

che così,

in questo modo in cui non sono e non sei,

così vicino che la tua mano sul mio petto è mia,

così vicino che si chiudono i tuoi occhi col mio sonno.


- Pablo Neruda


Nate Crowford si maledì mentalmente.
Quando aveva sacrificato un rene e la milza per salvare Alaska Ross da uno psicopatico assassino, aveva pensato di essere finalmente a posto. Che dopo mesi e mesi passati a cedere, certo sempre con riluttanza, ma pur sempre cedendo purtroppo per lui, sarebbe stato finalmente immune alle richieste assurde e fuori luogo dell'eccentrica antropologa. Invece, nonostante i suoi costanti sforzi, faceva ancora fatica a rifiutarle qualcosa. Crowford attribuiva quella sua unica debolezza al fatto che Alaska restava l'unica persona al mondo a non essere minimamente intimorita dalla sua immagine di agente federale burbero e irritabile, e, cosa del tutto incomprensibile dal suo punto di vista, che la giovane scienziata era, nonostante i propri sforzi di sostenere il contrario, la sua migliore amica.
Proprio per questo motivo, quando quella mattina la ragazza l'aveva chiamato per invitarlo ai laboratori di Quantico dove avrebbe tenuto una lezione speciale insieme al suo vecchio collega e mentore, e gli aveva chiesto con una vocetta sottile e implorante di passare a trovarla, lui non era riuscito a dire di no. Aveva grugnito una risposta difficilmente interpretabile e, salito in macchina, si era diretto verso l'accademia dell'FBI a Quantico, informando i suoi colleghi che non sarebbe passato dall'Hoover Building per quella giornata.
Nate sbuffò sonoramente mentre aspettava, picchiettando impazientemente l'indice seguendo il tempo della lancetta dei secondi del proprio orologio. Era sul punto di tirare fuori il cellulare dalla tasca per chiamare Alaska e intimarle di sbrigarsi quando le porte dell'ascensore si aprirono gettando nel corridoio una macchia verde mela.

Ross!” chiamò con voce cavernosa, attirando così l'attenzione della giovane antropologa che stava scivolando goffamente su delle scarpe da ginnastica munite di rotelle cercando al contempo di tenere in equilibrio uno scatolone enorme dall'aspetto pesante.
Nate, sei venuto!” trillò Alaska rivolgendogli un sorriso radioso, mentre l'agente federale le strappava letteralmente la grossa scatola dalle mani, reggendola come se non fosse affatto pesante.
Certo che sono venuto.- sbottò, stringendo gli occhi grigi- Hai detto che era importante.”
Oh, e lo è!” gli assicurò la giovane annuendo.
Crowford si guardò intorno circospetto “Lo spero davvero. Sai che io odio profondamente i secchioni.” spiegò, additando i personaggi che si aggiravano tra i corridoi che portavano alle aule di aggiornamento scientifico-forense di Quantico.

Quindi odi anche me?” domandò Alaska, sporgendo impercettibilmente il labbro inferiore.
Nate fece roteare gli occhi “Non fare la melodrammatica, Ross. Sai che sei l'unica persona della squadra forense con cui riesco ad interagire.”
L'antropologa non cambiò espressione, assumendo agli occhi del burbero federale un aspetto affranto decisamente troppo somigliante a Bambi braccato da un cacciatore “Solo questo?- continuò con gli occhi enormi imploranti- Interagire?”

Non credo che tu mi abbia fatto venire fin qui solo per avere rassicurazioni sulla nostra amicizia.” borbottò imbarazzato Crowford distogliendo lo sguardo: non era per niente avvezzo a parlare dei propri sentimenti.
Infatti!- esclamò Alaska, apparentemente già dimentica dell'argomento appena trattato- Oggi inizia il ciclo di lezioni di Davon per gli specializzandi in scienze forensi e...”
Ti prego, non dirmi che devo rimanere per tutto il tempo di una simulazione!- la interruppe immediatamente l'uomo, fulminandola con lo sguardo- Ho già a che fare tutti i giorni con ritrovamenti di cadaveri veri e non credo di poter sopportare di vedere degli incapaci cercare di riportare alla luce un cadavere finto.”
Ross scosse la testa, mentre additava l'aula in cui probabilmente gli iscritti al corso di aggiornamento stavano già aspettando “Oh, no, oggi non ci saranno le simulazioni. Davon vuole che i partecipanti al corso facciano un test d'ingresso. Non vuole perdere tempo con persone non preparate e, oltretutto, per le simulazioni devo ancora recuperare un bel po' di materiali. Hai idea di come sia difficile trovare dei piranha per il mio ciclo sulla scarnificazione non lesiva del tessuto osseo contaminato?”

Non me ne parlare. Quando ordino dei piranha la FedEx mi causa sempre un sacco di guai.” commentò con un ghigno sul viso dai tratti regolari, mentre notava che nessuno nella stanza si era accorto del loro arrivo.
Davvero?- domandò Alaska interessata- Li hai presi come animali da compagnia?”
Nate sospirò, chiudendo gli occhi per qualche secondo “Ignora il fatto che ho tentato di nuovo di essere ironico con te senza successo, e continua a raccontarmi quello che devi.”

D'accordo. Che cosa stavo dicendo?”
Blateravi di piranha, scheletri e una lezione per secchioni fissati con cadaveri.- riepilogò l'uomo stringendosi nelle spalle muscolose- Il solito.”
Giusto!Devo andare a distribuire i test d'ingresso di Davon e poi dobbiamo salire alla Bau.”
Perché?” chiese sospettoso Crowford. Non aveva calcolato di dover andare negli uffici dell'Unità di analisi comportamentale.
Per quel favore di cui ti parlavo.” spiegò la giovane con ovvietà.
Nate si sistemò meglio la scatola che reggeva ancora fra le mani sottobraccio e allungò un indice ammonitore verso la sua partner di indagine “Ross, io non intendo, e sottolineo non, dare ripetizioni di difesa personale al tuo ragazzo rachitico.”
Alaska aggrottò le sopracciglia, confusa “Ma non volevo chiederti questo.”

Ok, Ross, distribuisci pure i tuoi compiti a quel branco di scimmie ammaestrate e poi mi parlerai di questo fantomatico favore.- disse, ancora non del tutto certo di non doversi preoccupare per la richiesta che gli sarebbe stata fatta di lì a poco- Sempre che tu riesca ad attirare la loro attenzione.”
Ma certo, perchè non dovrei riuscirci?” domandò la ragazza, voltandosi verso la classe in attesa e fissando i presenti incuriosita.
“Perchè da quando ti conosco non ti ho mai sentita alzare la voce con nessuno.” le ricordò Crowford.

Non è necessario alzare la voce per attirare l'attenzione.” gli ricordò Ross, rivolgendogli un largo sorriso mentre estraeva dallo scatolone sorretto dal collega un fascicolo dalla copertina di cartoncino giallo.
Ah no?- ribatté Nate alzando un sopracciglio prima di indicare quello che sarebbe stato il reticente pubblico dell'antropologa- Perfetto, Ross. Stupiscimi.”
Alaska si allontanò da lui aria serena, raggiungendo la cattedra davanti all'enorme lavagna di vetro scivolando sulle proprie adorate scarpe con rotelle per poi appoggiare sul ripiano fino ad allora sgombro il voluminoso fascicolo che aveva appena recuperato.
Crowford ghignò vistosamente, accorgendosi che nessuno, nemmeno fra gli occupanti delle prime file, si era reso conto dell'ingresso in aula dell'antropologa. Ross, dal canto suo, non sembrava per niente preoccupata e iniziò a frugare nella propria borsa: quando trovò finalmente quello che cercava sorrise soddisfatta.
Pochi secondi dopo, nella stanza rieccheggiò un rumore acuto che fece sobbalzare tutti sul posto, riuscendo perfino a bloccare i passanti nel corridoio attiguo.
Nate sgranò gli occhi sorpreso e, come tutti, puntò gli occhi verso la ragazza che reggeva ancora fra le mani la piccola tromba da stadio con un'espressione serafica dipinta sul volto sorridente.

Buongiorno a tutti!” trillò, con una luce brillante negli occhi color cielo.
Gli iscritti al corso non risposero al saluto, ancora troppo intontiti e sorpresi dal modo in cui la giovane aveva attirato la loro attenzione.
Alaska non smise si sorridere, mentre si presentava “Mi chiamo Alaska Ross e sarò l'assistente del dottor Stein durante questo corso. In attesa del suo arrivo, vi farò una breve presentazione di quello che faremo in queste due settimane.- la giovane allungò una mano, per indicare lo scheletro che troneggiava di fianco alla cattedra- Duecentosei. È il numero delle ossa di un essere umano in età adulta ed è anche il numero degli indizi che abbiamo a disposizione per identificare un cadavere. Sono circa ventisette gli stadi di decomposizione del corpo umano e questo corso vi aiuterà a capire come agire qualora vi troviate di fronte un corpo apparentemente non identificabile e le cui cause della morte non sono certe. Attraverso questo corso imparerete a capire ciò che è possibile capire della vita di una persona, e della sua morte, semplicemente basandosi sull'analisi delle ossa.”

“Noi non siamo antropologi forensi, lei e il dottor Stein lo sapete questo, vero?” domandò una ragazza seduta in ultima fila, gli occhi scuri nascosti dietro a due lenti estremamente spesse.
Ross le sorrise incoraggiante “Lo sappiamo.- confermò- Ma siete patologi, tecnici di laboratorio o analisti forensi addetti allo studio della scena del crimine: è ovvio che non potrete imparare tutto quello che c'è da sapere sull'antropologia forense in soli quindici giorni, e che queste lezioni non possono rendervi degli esperti...”
“Quindi l'obiettivo che vi ponete qual è?” domandò un uomo dalla barba incolta, alzando lo sguardo dal portatile che teneva in grembo.
“Insegnarvi a capire quando è necessario chiamare un antropologo forense, ad esempio, e quando invece avrete bisogno di un archeologo forense oppure semplicemente di un patologo.- spiegò quindi Alaska- Imparerete ad analizzare la scena e a recuperare elementi che potrebbero essere utili a un antropologo prima del suo arrivo che, purtroppo, solitamente non è così tempestivo perché non tutti i dipartimenti di polizia hanno un consulente fisso a cui affidarsi in caso di ritrovamento di resti scheletrizzati.”
Ross fece saettare i propri vivaci occhi color cielo su tutti i presenti, prima di continuare a parlare “Quello a cui crediamo fermamente è che la pratica porti alla perfezione, quindi non aspettatevi delle lezioni frontali. Ho preparato delle esercitazioni pratiche e, vi prego, se avete uno stomaco delicato portatevi da casa i sacchettini per il vomito.”
Ci saranno cadaveri veri?” domandò una studentessa, una tecnica del laboratorio di Dna non del tutto abituata alla visione di resti umani.
Alaska scosse la testa “No, certo che no, anche se andremo a fare un giro in obitorio. Ma le mie esercitazioni sono piuttosto realistiche, ho avuto già casi di svenimenti e affini prima d'ora.”
Uno studente dall'aria annoiata alzò la mano “Inizieremo subito con queste esercitazioni, quindi?”

No. Il dottor Stein richiede un certo livello di preparazione a chi desidera partecipare ai suoi corsi, quindi dovrete affrontare un piccolo test di selezione.”
L'attenzione di tutti si amplificò all'istante: nessuno aveva detto loro che avrebbero dovuto sostenere un test “Di che si tratta?”

Vi ho preparato dei fascicoli che riportano dei casi già risolti.- spiegò Alaska, iniziando a consegnare i fogli contenuti nella propria cartelletta- Voi dovrete indicare per quali avreste interpellato un antropologo forense e come avreste gestito le indagini iniziali in attesa del suo intervento. Dopodiché, dovrete osservare e catalogare le foto di ossa che vi ho consegnato. Attenzione, alcune sono di animali: un piccolo espediente per capire se siete in grado di riconoscere le ossa umane e quindi non far partire un'indagine a spese dei contribuenti solo perché qualcuno ha trovato le ossa di un orso. Ci sono domande?”
Quando vedremo il dottor Stein?” domandò la ragazza con gli occhiali in fondo all'aula, mentre sfogliava scettica le foto nel fascicolo che le era capitato.
Non appena si presenterà in aula, ovvio.- rispose l'antropologa scrollando le spalle- Oh, già che me lo avete ricordato, ci sono alcune regole per controllare le interazioni con lui. Il dottor Stein non vuole essere interrotto durante le sue spiegazioni, quindi vi consiglio di segnarvi le domande e farle a fine lezione. E non ama chi continua annuire mentre parla, quindi non fatelo o vi riterrebbe dei saputelli, che lui detesta. Oh, e poi non sopporta i tic nervosi come continuare a schiacciare i tappi delle biro, o pestare i piedi, o far dondolare le gambe...Una volta ha letteralmente gettato fuori dall'aula uno studente che masticava una caramella troppo rumorosamente, ma di solito le sue lezioni sono piuttosto divertenti, ve lo posso assicurare.”
Alaska si interruppe, picchiettandosi il dito sul mento mentre cercava di pensare se ci fosse qualcos'altro che la classe doveva sapere e, quando non le venne in mente niente, rivolse agli iscritti al corso un sorriso radioso “Bene, credo che questo sia tutto. Avete mezz'ora per il vostro test: non fatevi distrarre dal dottor Stein, quando arriverà.”
Crowford, che era rimasto alla porta tutto il tempo ad osservare la scena, fissò la propria partner con occhi carichi di stupore mentre trotterellava nella sua direzione e abbandonava l'aula.

Accidenti, Ross!- esclamò, sinceramente colpito- A parte la tromba da stadio, sembravi davvero una persona adulta, per una volta.”
La ragazza aggrottò le sopracciglia “Non capisco se è un complimento per come ho tenuto l'introduzione al corso oppure....Davon!”
Nate spalancò gli occhi, quando la ragazza cambiò repentinamente tono e si girò in seguendo la direzione del suo sguardo. Un vecchio dall'aria imbronciata, che indossava un ridicolo papillon rosso fuoco, si stava dirigendo nella loro direzione, i suoi passi claudicanti sostenuti da una stampella d'acciaio dall'aspetto duro quanto quello del suo proprietario.

Davon!- trillò di nuovo Alaska, e Crowford si aspettò quasi di vederla scodinzolare per quanto era evidente la sua adorazione per quell'uomo- Non vedevo l'ora che arrivassi!Vieni, ti devo presentare una persona.”
Ross si frappose fra i due, sorridendo felice “Davon, lui è Nathaniel Crowford, il mio partner nelle indagini.- lo presentò, indicandolo con una sventolata di mano- Nate, lui Davon Stein, il mio mentore.”
Sul volto di Nate si dipinse un ghigno obliquo “Dunque tu sei il vecchio che chiama ad ogni ora del giorno e della notte ignorando il fatto che DC ha un fuso orario diverso da quello delle Hawaii?”

E tu sei il cafone che le strappa di mano il telefono e mette fine alle chiamate perché vuole avere la sua attenzione tutta su di sé?” ribatté a tono Stein, alzando un sopracciglio bianco e cespuglioso.
Sapevo che sareste andati d'accordo!” cinguettò Alaska battendo le mani.
I due uomini la fulminarono con lo sguardo simultaneamente, curandosi di mettere abbastanza stizza nei propri gesti, Crowford mentre incrociava al petto le braccia possenti, Davon mentre gonfiava le guance in uno sbuffo trattenuto.

Oh, perfetto.- sentirono sospirare alle loro spalle- A quanto pare il mondo oggi sta cospirando contro di me. Satana in persona, il figlio di Satana e Biancaneve in un colpo solo.”
Davvero?- domandò Ross guardandosi intorno- Dove sono?”
Ross, la vecchia strega si stava riferendo a noi.”
La dottoressa Tanaka non sembrò curarsi del soprannome che le era appena stato affibbiato “Oh, a quanto pare, Texas, è il tuo partner a tenerti ancorata con il mondo reale, ora. In ogni caso, Stein, perché non sei in aula?”

Perché sapevo che avresti selezionato un branco di incapaci e ho preparato un test per scoprire chi è effettivamente in grado di capire quello che dico e chi è dotato di pollice opponibile solo per uno scherzo della natura.” spiegò il luminare dell'antropologia, alzando il mento non perfettamente rasato.
La donna di origini nipponiche puntò un dito verso la porta dell'aula “Quegli studenti sono tutti perfettamente qualificati: sono tutti patologi, tecnici di laboratorio e stagisti dei miei laboratori.”

Esattamente.- confermò Stein con un sorriso sprezzante- I tuoi laboratori: non la migliore presentazione.”
Che cosa vorresti dire?” gli occhi della Tanaka si erano ridotti a due fessure.
Che nonostante tu sia una brava patologa le tue capacità di comprendere l'antropologia forense sono decisamente sopravvalutate.” spiegò semplicemente l'uomo, stringendosi nelle spalle.
Stein!” ringhiò Amy, estremamente spazientita.
Alaska sventolò una mano fra i due litiganti, mentre Nate sembrava apprezzare il divertente siparietto che si era ritrovato davanti.

Davon?- chiamò la ragazza con tono supplichevole- Io andate agli uffici del Bau, ricordi?”
L'anziano antropologo fece sventolare una mano “Sì, sì, certo. Credo che con il ritmo con cui questi tizi stanno procedendo alla catalogazione, potresti anche rimanere là per tutta la mattina...”

Davvero?” domandò felice Ross, intrigata da quella prospettiva.
No.- tagliò corto l'uomo, puntandogli addosso uno sguardo serio- Ti do al massimo un quarto d'ora.”
Stein, non ti permetterò di escludere dal corso nessuno, lo sai, vero?” continuò a protestare la Tanaka, seguendo l'antropologo all'interno della classe.
Se volevi farmi trattare con incompetenti potevo tenere un corso in un asilo!” sbottò quindi lui, sbattendosi la porta alle spalle.
Prima di dirigersi verso gli ascensori, Alaska e Nate si scambiarono un'occhiata divertita. L'agente federale fece roteare gli occhi, riacquistando il giusto distacco quasi immediatamente e afferrò la tazza di caffè, ormai freddo, che aveva abbandonato poco prima dell'arrivo dell'antropologa.

Qual è il problema di quei due?” domandò Crowford alzando un sopracciglio mentre si infilava in ascensore seguendo la giovane antropologa.
Alaska fece sventolare una mano “Nessuno. Fanno così perchè si conoscono da un'infinità di tempo, andavano al college insieme. Sono fantastici, non trovi?”

Certo.- annuì Nate con una smorfia sul viso- Mi trasmettono le stesse sensazioni che mi danno quei documentari in cui si vedono animali selvatici che si sbranano a vicenda.”
Chissà com'erano quando erano sposati.” mormorò pensierosa Ross, alzando lo sguardo mentre si sforzava ad immaginare.
A momenti Nate si strozzò con il caffè che stava sorseggiando “Cosa?!”
La ragazza lo guardò stranita, inconsapevole del fatto che quella non fosse una notizia risaputa “Oh, sì. Quando erano al college si erano sposati. Peccato che abbiano divorziato dopo solo cinque anni di matrimonio, giusto?”

Quei due...Quei due erano sposati?” riuscì a domandare l'uomo, ancora sconvolto da quell'informazione.
Alaska lo fissò incerta, alzando un sopracciglio “Certo. Perchè ti sembra così strano?”

Hai ragione.- le diede ragione, facendo dondolare la testa- In effetti, sarebbe una spiegazione più che plausibile al loro comportamento.”
In realtà, un professore che li conosce da allora, mi ha detto che sono sempre stati così.” rivelò la giovane antropologa, proprio nello stesso momento in cui uno scampanellio li avvisava che erano arrivati al piano da loro desiderato.
Come al solito, il caos regnava nell'open space dell'Unità di analisi comportamentale.
Crowford storse le labbra sottili in una smorfia, rimpiangendo di non essere andato al proprio ufficio “Che cosa ci facciamo qui, si può sapere?”

Siamo venuti a prendere i miei fratelli.” lo informò la ragazza, muovendosi con naturalezza fra scrivanie e agenti indaffarati.
I tuoi fratelli?” ripeté l'uomo, alzando un sopracciglio.
JD e TJ.- confermò Alaska annuendo- Ti avevo parlato di loro, ricordi?”
Sì, ma...- Crowford aggrottò la fronte preoccupato per la piega che stava prendendo quella conversazione, mentre seguiva meccanicamente la ragazza fino ai piedi della scala che portava all'ufficio di David Rossi- Siamo venuti qui a prenderli?”
Certo.- confermò lei, fermandosi e voltandosi per guardarlo in viso- È il favore che ti volevo chiedere: se puoi badare ai gemelli mentre sono a lezione.”
Sei impazzita?- sbottò Nate, spalancando gli occhi e alzando il tono di voce di un'ottava- Non posso fare una cosa del genere!”
Certo che puoi, è molto facile: porti TJ e JD in giro per l'edificio, gli fai vedere qualche cosa di interessante mentre io sono bloccata con la lezione di Davon, all'ora di pranzo ci rivediamo in mensa, mi riconsegni i fratellini e il gioco è fatto!” concluse Ross felice, muovendo le spalle come se stesse ballando, condendo inoltre le proprie parole con un sorriso abbagliante.
Io non posso...”
Le proteste del federale vennero ignorate totalmente, dato che Alaska alzò un dito in sua direzione con un sorriso sulle labbra “Aspetta qui, vado a prenderli!” disse, prima di sparire lungo le scale e poi dentro all'ufficio del profiler di origini italiane.

Era ora che arrivassi.- la accolse l'uomo, non appena entrò nella stanza- La Strauss ha fiutato qualcosa, è già passata nel mio ufficio tre volte e ho dovuto nascondere i tuoi fratelli sotto la scrivania.”
I gemelli sghignazzarono al ricordo di quella visita inaspettata e Alaska rise con loro “E non vi ha beccati?Bravissimi!”

Alaska, non posso tenerli qui mentre fai lezione, lo sai, vero?” le ricordò Dave, con il tono di un padre troppo paziente con una figlia confusionaria.
Certo.- annuì Ross, puntando l'indice dietro di sé- È per questo che ho portato con me un baby sitter d'eccezione.”
Rossi lanciò uno sguardo verso l'open space, dove notò immediatamente Crowford aspettare con un'espressione estremamente annoiata stampata sul viso “Stai scherzando, vero?”

Riguardo cosa?”
Vuoi davvero affidare i gemelli a Crowford?” riformulò la domanda il profiler, non del tutto certo su cosa un uomo come il burbero federale avrebbe potuto fare a due ragazzini troppo vivaci.
Alaska gli sorrise fiduciosa “Ma certo, perchè no?”

E' Crowford.” ribadì quindi David, scandendo bene ogni sillaba.
L'antropologa lo fissò confusa “Lo so.”

Credi che sia in grado di badare a due bambini senza causare involontariamente un trauma infantile?” chiese di nuovo Rossi, cercando di farla ragionare.
E' una domanda retorica o una di quelle battute che non capisco?- ribatté quindi Alaska, confusa- Perchè lo sai che io credo davvero che i gemelli si troveranno davvero bene con Nate.”
Dave sospirò rumorosamente, scuotendo il capo vinto “Sai una cosa?Hai ragione. Fammi sapere come è andata, poi.”

D'accordo.” trillò la giovane, mettendo le mani sulle spalle dei gemelli per scortarli fuori dall'ufficio del profiler.
“Verrai a vedere la lezione?- domandò con entusiasmo, voltandosi di nuovo verso Rossi- Stein ha detto che mi farà condurre da sola la parte sulla ricostruzione dei tratti facciali.”
David le sorrise, contagiato dal suo buonumore irrefrenabile “Quindi sarebbe una lezione tenuta solo da te?”

Sì!- confermò, la voce acuita per l'eccitazione- E' la prima volta che lo faccio in un'istituzione ufficiale come quest'accademia.”
Verrò a vederti con piacere, Alaska.” assicurò quindi l'uomo, rivolgendole un sorriso inorgoglito.
Perfetto!A dopo, Dave!”
Ciao Dave!” lo salutarono in coro i gemelli, facendo sventolare una mano mentre precedevano la sorella maggiore.
Il trio scese le scale, ritrovandosi di nuovo nell'open space dove Nate li aspettava con un'espressione ostile stampata sul volto.

Ragazzi, lui è Nate.- disse Ross, additando l'amico e collega- Vi ho già parlato di lui, ricordate?Oggi passerete la mattinata insieme mentre sono a lezione.”
I due ragazzini trillarono un saluto e Crowford grugnì una risposta incomprensibile prima di tornare a fissare i propri occhi grigi sul volto dell'antropologa.

Tu sai che stare con dei ragazzini per un tempo superiore ai dieci minuti mi provocherà una sofferenza psicologica di almeno due settimane?” la informò l'uomo, una smorfia sulle labbra a rendergli il volto più imbronciato.
In realtà la sofferenza psicologica può durare al massimo quindici minuti. Tutto il resto è dolore autoinflitto.” spiegò TJ con tono saccente.
Nate fece roteare platealmente gli occhi “Facciamo
tre settimane.”
Alaska rise “Voi tre starete benissimo, ne sono sicura!”
Crowford sbuffò sonoramente, prima di fare un cenno con la mano ai due bambini per invitarli a seguirlo fino agli ascensori.

Tu sei l'agente speciale Nathaniel Crowford?” domandò con voce allegra JD, correndo per stare al passo con le lunghe gambe del federale.
Sì.”
Alaska ci ha detto che sei il suo collega preferito.” lo informò di nuovo il ragazzino, sorridendogli.
“Già.” borbottò di nuovo Crowford, pensando agli svantaggi che portava quella constatazione.

Possiamo chiamarti Nate?” chiese quindi TJ.
No.”
Nat?” propose di nuovo il biondino.
No.”
Nathaniel?” tentò invece il fratello, spingendosi meglio gli occhiali sopra il naso.
L'uomo sbuffò, mentre posava il dito sul pulsate di chiamata dell'ascensore “Chiamatemi Crowford.”

E' un pochetto impersonale.” gli fece notare JD, alzando un sopraccglio.
“Appunto.- rispose seccato Nate, prima di ricordarsi di avere a che fare con due bambini di otto anni- Il punto è che preferisco mantenere un certo distacco con le persone.”
TJ spalancò gli occhi, incuriosito “Perchè?”

Perchè è così.”
Ma perchè?” domandò di nuovo il ragazzino, per niente intenzionato a lasciar cadere l'argomento.
Perchè non mi piacciono le persone.” rivelò quindi l'uomo, incrociando le braccia muscolose al petto.
Ma perchè?” chiede JD, facendo eco al fratello.
Perchè in generale le persone sono fastidiose, mi fanno innervosire e mi mettono di cattivo umore.” spiegò Crowford con tono piatto, maledicendo mentalmente l'ascensore che sembrava non voler arrivare.
Ma perchè?”
Perchè di sì!” sbottò l'uomo, esaperato.
Ma perc-”
Nate gli rivolse un'occhiata gelida “Sono armato, volete davvero ripetere di nuovo quella domanda?”

Spencer ci ha detto che avresti fatto così.” risero in coro i due gemelli. E mentre le porte dell'ascensore si chiudevano su di loro, Morgan riuscì a notare l'espressione rassegnata sul volto di Crowford.
Quarantanove!- chiamò Derek, attirando l'attenzione della ragazza che era ancora nell'open space- Hai davvero affidato i gemelli a Crowford?”
Alaska si voltò verso di lui, la fronte corrucciata “Perché tutti continuate a domandarmelo?Non vedo che cosa ci sia di male.”

Già, lo immaginavo. Per caso hai un teschio nascosto da qualche parte?” si informò il profiler, scrutandola attentamente.
Ross lo guardò stranita “Che domanda assurda. Perchè mai dovrei andarmene in giro con un teschio?”
Morgan scosse la testa, con un sorriso lieve sulle labbra “Hai ragione. Chissà perché mi è venuto in mente.”

Hugo è giù nell'aula dove ci sarà lezione.- spiegò quindi l'antropologa, per poi allungare il collo verso uno dei blocchi di scrivanie- Spencer non c'è?”
Derek aggrottò le sopracciglia, puntando lo sguardo nel punto dove fino a pochi minuti prima era seduto Reid “Era qui fino a un attimo fa, si è volatilizzato non appena siete arrivati.”

Che strano.- commentò Alaska scrollando le spalle, anche se evidentemente non dava molto conto alle proprie parole- Mi piacerebbe rimanere ad aspettarlo, ma Davon mi aspetta: non gli piace stare solo con gli studenti.”
Scommetto che loro pensano la stessa cosa.- borbottò a mezza voce l'uomo, ben attento a non farsi sentire- Ci vediamo più tardi, allora?”
Certo, Derek.- trillò la ragazza, allontanandosi mentre faceva sventolare una mano- Salutami Spencer e gli altri.”


...


Scoprire dove fosse finito Spencer diventò la missione personale di Morgan nei minuti successivi alla partenza di Alaska.
Conoscendo il giovane collega alla perfezione, il primo posto in cui controllò fu l'area relax, pensando che probabilmente Reid avesse voluto concedersi una delle sue numerose pause caffè. Al contrario delle sue aspettative, però, la tazza del giovane genio giaceva abbandonata e piena sulla sua scrivania, obbligandolo ad abbandonare quell'ipotesi. Stava per l'appunto per andare a cercare l'amico nell'ufficio di JJ, quando Spencer tornò alla propria scrivania guardandosi attorno con occhi colmi di panico come se dovesse essere attaccato da uno zombie da un momento all'altro.

Si può sapere che ti prende?” domandò Derek, inchiodando il giovane genio con un'occhiata severa e incrociando le braccia al petto.
Cosa?Niente!- ribatté immediatamente Reid, la voce acuita dalla consapevolezza di non avere scampo da un confronto diretto con il collega- Non ho assolutamente niente!”
Le labbra carnose dell'uomo di colore si piegarono in un sorriso “Questo non è vero, e tu lo sai. Credevo che stessi avendo una crisi di panico, prima, quando è arrivata Alaska. E poi sei scappato letteralmente via da lei, te ne rendi conto?”

Non è vero!” protestò di nuovo Spencer, per poi abbassare lo sguardo sulla propria tazza di caffè, apparentemente intento ad analizzare la superficie del caldo liquido scuro.
Sì che lo è.- continuò a dire Morgan- Avete litigato, per caso?Oppure avevi paura che ti affidasse i gemelli di nuovo?”
Il giovane profiler alzò la testa di scatto “No, no!Morgan, davvero...non-non è successo niente. Va tutto bene.”
Derek gli puntò addosso un indice ammonitore “Ragazzino, non provare a prendermi in giro. Ti conosco troppo bene per non capire che hai qualcosa che non va e, te lo posso giurare, o mi dici cos'è spontaneamente o ti legherò a quella sedia e ti torchierò finché non me lo dirai.”

Morgan...” pigolò Spencer, le labbra piegate all'ingiù come un bambino costretto a confessare una marachella.
Non costringermi ad andare a cercare dello spago!” lo minacciò di nuovo Derek, costringendosi a non sorridere della reazione del collega.
D'accordo, io...- Reid si interruppe per prendere una boccata d'aria e pronunciò le parole successive talmente velocemente da essere a stento comprensibili- Io ho pensato alla mia relazione con Alaska, ultimamente.”
Morgan annuì lentamente “Ok. E?”
Il giovane genio abbassò lo sguardo e le sue guance si imporporarono di colpo mentre cercava di balbettare una frase di senso compiuto “E sono arrivato alla conclusione che noi...Sì, insomma, che io e Alaska forse...che noi due dovremmo...”

Maledizione, Reid, vieni al sodo!” sbottò Derek quando l'ultima pausa fra le parole del collega sembrava destinata a non finire mai.
Voglio dichiarare ad Alaska il mio amore.” buttò fuori tutto d'un fiato, arrossendo ancora di più, il giovane genio.
Morgan si lasciò sfuggire una risata “Credo che Quarantanove sia già consapevole del fatto che la ami.”
Spencer alzò finalmente lo sguardo, puntando i propri occhi scuri e determinati in quelli dell'amico “Morgan, io...Io intendo che voglio dichiararle amore eterno e chiederle...uhm, sì, insomma...di passare il resto della sua vita con me.”
Derek aggrottò le sopracciglia, confuso “Non ti seguo.”

Voglio chiederle di sposarmi.” riuscì a dire a fatica Reid, per poi deglutire rumorosamente.
Di tutte le cose che Spencer Reid avrebbe potuto dirgli quella, nonostante sapesse di per certo la forza del rapporto che lo legava all'eccentrica antropologa, era l'ultima che Derek Morgan si sarebbe aspettato di sentire in quel momento. Fu per questo che l'uomo rimase muto, con gli occhi ben spalancati per lo stupore, per diversi e lunghissimi istanti in cui il più giovane membro della squadra di profiler lo osservava con occhi carichi di aspettativa, impaziente di sapere la sua opinione.

Wow!- esalò infine Morgan- Nel senso di...”
Matrimonio.- concluse per lui Spencer, prima di mordersi il labbro inferiore- Sì.”
Ragazzino, è un grande passo.- dichiarò quindi l'altro, passandosi una mano sulla testa rasata- Enorme. Gigantesco.”
Lo so.” annuì di nuovo Reid.
Quindi tu vuoi chiederle di sposarti?” chiese di nuovo Derek, decidendo che per continuare a sostenere quella conversazione doveva assolutamente sedersi.
Sì. Stasera.” confermò Spencer, determinato.
Morgan spalancò gli occhi “Stasera?!”

Io non voglio ripensarci.- disse quindi il ragazzo, torturandosi le mani affusolate- Non che io possa cambiare idea, ma sai come sono fatto: inizierei a pensare e ripensare e poi mi farei prendere dal panico e rimanderei fino a quando non ne sarei sicuro al cento per cento e...non voglio rimandare. Non questo. Non rimanderò.”
Ok, Reid.- annuì Derek, sinceramente colpito- Quindi stasera...”
Spencer concluse quella frase per lui “Le chiederò di sposarmi. Sì.”

Sai che lei ti dirà di sì, vero?” decise di assicurargli Morgan, rivolgendogli un sorriso caldo ed incoraggiante.
Io...non ho idea di che cosa pensi lei del matrimonio.” rivelò quindi Spencer, abbassando di nuovo i propri occhi grandi e innocenti sulla propria tazza di caffè che stringeva fra le mani come se fosse un'ancora di salvezza.
Non preoccuparti, lo scoprirai stasera. Hai già l'anello?”
Sì, ma quello era l'ultimo dei miei problemi.- la voce del giovane profiler tremò impercettibilmente- Io non so che cosa dirle.”
Derek gli sorrise con la stessa dolcezza che avrebbe avuto nel farlo al proprio fratello minore “Reid, non credo che Quarantanove faccia troppo caso a discorsoni lunghissimi e pieni di luoghi comuni. Quello che devi fare è parlarle col cuore e il gioco è fatto. Perchè la ami?”

C-come?” balbettò Spencer, imbarazzato dalla piega estremamente intima che stava prendendo quel discorso.
Dovresti dirgli perchè la ami, spiegarle perchè lei è fatta apposta per stare con te per sempre.” spiegò quindi l'uomo di colore, dandogli un buffetto sul braccio esile.
Beh, lei...Lei...”
Reid fece una pausa e sospirò pesantemente e poi, quando ricominciò a parlare, non potè impedire ad un sorriso dolce di solcare il proprio viso “Lei sorride sempre, anche agli estranei, e se conosce qualcuno non si scorderà mai il suo nome. Chiama i suoi genitori tutti i giorni ed è la migliore amica dei suoi fratelli. Mi aspetta sempre sveglia quando torno tardi da un caso e se va a letto prima di me scalda la mia parte del letto. Lei...è la migliore persona che io abbia mai incontrato ed è esattamente quello che stavo cercando solo che...solo che non lo sapevo.”
Morgan gli rivolse un sorriso luminoso.

Che...che c'è?”
L'uomo scosse la testa, pur senza cambiare espressione “Niente. Sai una cosa, ragazzino?Stasera passerò a prendere i tuoi due futuri cognati e li porterò con me a una fantastica serata di divertimenti al luna park!”

Lo sguardo di Reid si accese all'istante “Davvero?”

Sicuro.- confermò Morgan- Tu pensa soltanto a preparare una bella serata per Quarantanove e a raccogliere abbastanza coraggio per farle la tua proposta.”
Spencer annuì con foga, prima di recuperare il fascicolo su cui stava lavorando prima di quell'interruzione in un debole tentativo di riacquistare la concentrazione.
Dalla propria scrivania Derek lo osservava divertito: non gliel'aveva detto, ma era davvero orgoglioso di lui. E anche se dentro di sé sapeva che ormai il giovane genio non era più solo un
ragazzino cresciuto troppo in fretta e troppo perso nel mondo dello studio per rendersi conto di quello reale, decise che non avrebbe mai rinunciato al suo soprannome preferito.

...


La voce cristallina di Alaska rieccheggiò nell'appartamento non appena la giovane si era richiusa la porta alle spalle “Marco?”
Polo!” rispose Spencer, dalla cucina, affrettandosi a raggiungerla in salotto.
La ragazza gli si fiondò fra le braccia ancora prima di togliersi il cappotto e si alzò sulle punte per lasciargli un bacio a stampo sulle labbra.

Hey, sai che cos'è successo di strano oggi?- ciarlò allegra, dopo aver sciolto l'abbraccio per iniziare a sfilarsi la sciarpa dal collo- Derek è passato a rapire i miei fratellini!”
Rapire?” ripeté Reid, cercando di sembrare ignaro di tutto.
Ross annuì mentre abbandonava la propria borsa su una sedia poco distante “Già, non mi ha voluto spiegare perché, ma ha detto che li avrebbe portati al luna park. Ha detto che se lo meritano dopo aver passato una giornata intera con Nate, ed è un ragionamento piuttosto strano dal mio punto di vista: TJ e JD mi hanno detto che si sono divertiti un mondo, anche se lui mi ha detto che non vuole più trovarsi da solo con loro...”

Morgan l'ha fatto per fare un favore a me.” spiegò quindi Spencer, interrompendola e mordicchiandosi il labbro inferiore in attesa della sua reazione.
Davvero?- domandò la ragazza inarcando un sopracciglio sottile- Perchè?”
Perché ti sto preparando una sorpresa.” rivelò quindi Reid, sorridendole dolcemente.
Gli occhi color cielo di Alaska si illuminarono all'istante “Una sorpresa?”
Il profiler annuì piano “U-uh.”

Io adoro le sorprese!” esclamò Ross facendo un piccolo salto sul posto.
Nel vedere la sua reazione al giovane genio scappò una risatina “Lo so.”

Che cos'è?” domandò di nuovo Alaska, evidentemente sempre più eccitata.
Se te lo dicessi non sarebbe una sorpresa, giusto?” ribatté Spencer allungando una mano per sfiorare la sua guancia con una carezza.
Ross seguì il suo movimento quasi come se fosse un gatto, mentre sporgeva il labbro inferiore per protestare “Ma sto morendo di curiosità!”

Perchè non vai a farti una doccia e a prepararti?” propose quindi il ragazzo, cercando di fare focalizzare la sua attenzione su qualcos'altro.
E dopo mi farai vedere la sorpresa?”
Reid scosse la testa, divertito dalla sua impazienza “Perchè non vai a preparati e lasci che sia io a decidere quando farti vedere la sorpresa?"
“Ooooook. Sicuro che non ti serve aiuto, di nessun tipo?- domandò Alaska, prima alzare le mani in segno di resa dopo aver visto l'occhiata esasperata del suo ragazzo- E va bene, e va bene. Vado. Che tipo di vestito devo mettere?Una tuta da scii può andare bene?”

Perchè non metti quello blu?Sarai stupenda, con quello.” un sorriso gli si allargò automaticamente sul volto mentre pronunciava quelle parole e se la immaginava perfetta per l'importante momento che stavano per condividere.
Andremo ad un ballo a tema anni Sessanta?” chiese di nuovo la ragazza, distraendolo dai suoi pensieri.
Spencer fece roteare platealmente gli occhi, prima di indicare il corridoio con un gesto della mano “Vai!”
Alaska proruppe in una risata cristallina e esclamando un Sissignore! sparì in direzione della loro camera.
Il giovane profiler rimase a fissare quella porta chiusa per diversi secondi, prima di prendere un grosso respiro e tornare alle proprie occupazioni in cucina.


Alaska Ross entrò nella cucina e strizzò gli occhi a causa del buio in cui era avvolta.
Spencer la aspettava in piedi di fianco al tavolo apparecchiato per due, un mazzo di rose rosse già perfettamente sistemato al centro del tavolo e due candele bianche che bruciavano davanti a ciascun piatto.

Hey, è andata via la luce, qui?” domandò l'antropologa, stranita da quella situazione.
E' una cena a lume di candela, Al.- spiegò quindi Spencer- Sai, per essere romantico...”
In quel momento Alaska si accorse che Reid si era cambiato, probabilmente mentre lei stava facendo la doccia, e indossava dei pantaloni blu scuro sotto una camicia bianca e una cravatta sottile dello stesso colore dei pantaloni “Hai cucinato per me?”

Sì.” rispose semplicemente il ragazzo, con un sorriso timido sulle labbra sottili.
Wow!E' una delle cose più carine che qualcuno abbia mai fatto per me.- trillò quindi Ross, entusiasta- Come quella volta che c'è stata quella nevicata tremenda e tu avevi il giorno libero e sei passato a portarmi la cioccolata calda allo Smithsonian, oppure come quando...”
Al, stai divagando.” la interruppe con tono bonario Spencer, ormai abituato alle sue chiacchiere senza capo né coda.
Oh, giusto. Che hai preparato di buono?”
Una cena finlandese.- rivelò quindi il profiler orgoglioso della propria scelta- Ho chiamato tua mamma per farmi dare le tue ricette preferite.”
Le labbra rosee di Ross si schiusero per lo stupore “Davvero?Sai, non credevo che tu sapessi cucinare, ma d'altronde, tu sai fare praticamente tutto.”
“Questo non è vero.- le ricordò scuotendo la testa Reid, prima di tornare in argomento- Comunque, cucinare è un po' come la chimica: basta mettere gli ingredienti giusti nelle quantità indicate e si otterrà la reazione prevista.”

Che cosa hai preparato?” domandò curiosa Alaska.
Spencer additò i fornelli dietro di sé, dove erano schierate le pentole e padelle piene delle pietanze che aveva preparato “Dunque, partiremo con un antipasto misto di Lohikääryleet e Karjalanpiirakat...”
La giovane di origini finlandesi sorrise per l'attenzione con cui il ragazzo aveva pronunciato i nomi in suomi “Rotolini di salmone alla crema di formaggio?Li adoro!E anche le tortine di Careila!”

E continueremo con una zuppa finlandese seguita da Graavilohi...” continuò a spiegare Reid, felice della reazione positiva dell'antropologa.
Carpaccio di salmone?”
Esatto.- confermò il ragazzo annuendo- E per dolce ti ho preparato la Suomalainen kakku accompagnata da glogi. Che ne pensi?”
Alaska si sporse verso di lui per avvolgerlo in un abbraccio caldo “Che per cucinare tutta questa roba devi aver preso il pomeriggio libero, che ho talmente fame che probabilmente prenderò una porzione doppia di tutto e che il golgi è una bevanda calda di Natale e...”
Reid si scostò da lei “Davvero?Ma Olga non me l'ha detto!”

Tu le hai chiesto i miei piatti finlandesi preferiti, non potevi sapere che alcuni erano a tema.” la giustificò quindi la giovane, sorridendo divertita dalla sua reazione leggermente infastidita.
Oh, accidenti!- imprecò di nuovo Reid- Volevo che tutto fosse perfetto stasera e invece ho preparato un piatto natalizio e...”
Alaska gli si avvicinò di nuovo e gli fece scivolare le mani sul collo “
Tu sei perfetto. A me basta questo.”
Spencer rimase ammutolito, incantato da quel tocco delicato, mentre sentiva le guance imporporarsi per le parole appena pronunciate dalla ragazza. Conscia del fatto che il giovane genio sarebbe rimasto fuori dal mondo per qualche secondo, Ross si alzò sulle punte e posò un bacio sulle sue labbra sottili. Istintivamente Spencer la circondò con le proprie braccia, attirandola a sé con forza, e approfondì quel bacio rendendolo appassionato e quasi disperato.
Si separarono solo dopo qualche secondo, appoggiando l'uno la fronte su quella dell'altra. Alaska lo fissava intensamente, gli occhi due zaffiri brillanti intrappolati dalle ciglia scure e folte.

Vogliamo cominciare?” sussurrò Reid contro i capelli corvini della ragazza, dopo averle dato un bacio leggero sulla fronte.
Lei gli sorrise “Potremmo starcene così per ore e sarebbe tutto comunque perfetto. Ma visto che ti sei impegnato così tanto a preparare i miei piatti preferiti...”
Spencer additò la sedia e la spostò per fare sedere Alaska e portò al tavolo gli antipasti.


La cena era stata perfetta.
Reid aveva aspettato ansioso che Alaska gustasse il primo boccone di ogni portata e, dopo che lei gli ebbe assicurato una decina di volte che era tutto squisito, si convinse finalmente di essere riuscito ad organizzare un'ottima serata.
Tuttavia, mentre infilzava con calcolata lentezza la forchetta nella fetta di torta che giaceva semi-abbandonata nel proprio piatto, Spencer non riusciva a concentrarsi sulle parole che uscivano veloci ed allegre dalla bocca della ragazza che gli sedeva di fronte.
Tutto quello che riusciva a catturare la sua attenzione era che si stava progressivamente avvicinando il momento di fare ad Alaska la propria dichiarazione, e che l'anello, contenuto in una scatoletta di velluto rosso nella propria tasca dei pantaloni, stava iniziano a diventare rovente. O perlomeno, così gli sembrava.
Nonostante Ross avesse sempre la testa fra le nuvole, capire che cosa pensavano davvero chi le stava intorno e quello che stavano provando era una delle sue abilità. Aveva notato subito che Spencer, a dispetto dei propri sforzi, stava sempre più perdendo attenzione verso quello che stava dicendo.

Oh, sai un'altra cosa?- continuò a chiacchierare, indugiando con lo sguardo sul volto distratto del profiler- Oggi ho scoperto di essere una mutante.”
L'espressione sul volto di Reid non cambiò di una virgola “Ah, sì?”

Già.- continuò nel proprio gioco Alaska, sforzandosi di non ridere divertita- Posso creare campi elettromagnetici con la forza del pensiero. Quindi, pensavo che se sei d'accordo potrei lasciare il lavoro e diventare una supereroina a tempo pieno. Credo che comprerò un costume viola, che dici?”
Perfetto.” annuì di nuovo il giovane genio, che evidentemente non aveva sentito una parola di quello che gli era appena stato detto.
Ross scosse la testa, guardandolo con uno sguardo colmo di tenerezza: non era la prima volta che Spencer gli sembrava distante e lei sapeva che, con il tipo di lavoro che faceva, non era poi un avvenimento così strano. Tuttavia, da quando si conoscevano e soprattutto da quando vivevano insieme, si era posta la piccola missione di farlo ritornare di buon umore e, soprattutto, di distrarlo dai pensieri oscuri che di tanto in tanto gli si affacciavano alla mente.

Ok, mi arrendo!” esclamò quindi Alaska, distogliendolo dai suoi pensieri.
Reid ruotò di scatto la testa verso di lei, aggrottando le sopracciglia “Ti arrendi?Perchè?”

Sono cinque minuti buoni che stai fissando le matrioske dei cinque continenti su quella mensola laggiù.- spiegò, additando il mobile dietro di sé- All'inizio pensavo che fosse perché non sono in ordine di grandezza, ma sembravi troppo concentrato per una cosa così semplice così mi sono messa a fissarle anche io, ma l'unica cosa che mi è venuta in mente è che la migliore cucina etnica che ho assaggiato finora fa parte di nazioni asiatiche. Quindi, mi arrendo: che cos' hanno quelle matrioske che non va?”
Spencer guardò per la prima volta le cinque bamboline e le analizzò stupito, come se le avesse notate solo in quel momento “Oh, le matrioske?Niente, sono belle...Stavo semplicemente pensando.”
La ragazza gli sorrise “Il mio G-man sempre in azione.”
Reid prese un grosso respiro e decise che non poteva aspettare oltre: era giunto il momento di farle la propria dichiarazione e di scoprire come avrebbe reagito e, soprattutto, cosa avrebbe risposto.
Alaska si ritrovò addosso lo sguardo intenso del giovane profiler “Al, di devo dire una cosa.”

D'accordo.” acconsentì immediatamente Ross, stupita dal tono estremamente determinato che era stato usato.
Spencer aggirò il tavolo e una volta di fronte alla ragazza gli afferrò entrambe le mani, stringendole dolcemente fra le proprie, che sentiva troppo fredde e incerte per via dell'agitazione.

Alaska Prudence Ross...” cominciò a dire, mentre l'antropologa di alzava per specchiare i suoi movimenti.
Oh-oh!- esclamò Alaska con tono gioviale- Quando mi chiami con il nome esteso vuol dire che sono nei guai. Sono nei guai?”
Reid scosse la testa, cercando di restare concentrato sul proprio obiettivo “Potresti, per favore, farmi finire?E' importante.”

Ok.”
Alaska Prudence Ross...” ripeté, dopo aver preso l'ennesima boccata d'aria.
Spencer Reid.” gli fece eco l'antropologa, con lo stesso tono.
Reid fece roteare gli occhi, mentre stringeva di più la stretta sulle mani della giovane “Alaska, tu sei molto importante per me. Sei entrata nella mia vita in modo in aspettato e...e, sinceramente, non avrei mai pensato che saremmo arrivati dove siamo ora...”

A Washington?” domandò incerta Ross, non capendo la direzione che stava prendendo quel discorso.
Spencer la ignorò, troppo agitato per potersi permettere di perdere il filo “Quello che volevo dire- continuò balbettando- quello che volevo dire è che...insomma che...”

Spencer, sei sicuro di star bene?- lo interruppe Ross, scrutandolo attentamente mentre scioglieva la stretta sulle proprie mani per sfiorargli la fronte con una carezza leggera- Sembri troppo teso.”
Alaska io ti amo.” buttò fuori tutto d'un fiato Reid, guardandola intensamente.
Lei gli sorrise, poggiandogli una mano sulla guancia “Anche io ti amo, tesoro.”

Alaska io voglio sposarti.” aggiunse quindi con foga, lo sguardo serio e determinato.
Gli occhi dell'antropologa si illuminarono di gioia “Davvero?”
Quella reazione lo incoraggiò immediatamente, anche se non riusciva a impedire alla propria voce di tremare “Certo, io...io credo che dovremmo sposarci, perchè...”

Sarebbe fantastico!” esclamò quindi con gioia Alaska, interrompendolo.
Quindi è un sì?” domandò, mentre sentiva un sorriso allargarglisi sul volto come manifestazione dell'estrema felicità che sentiva crescere dentro di sé.
La ragazza annuì con foga “E' un sì scritto a lettere maiuscole, di colore giallo fosforescente, posizionate su un pannello al neon!”
Reid rise, frugandosi nella tasca dei pantaloni e aprendo la piccola scatolina di velluto rosso “Quindi, immagino che ora dovrei infilarti al dito questo.- disse, indagando curioso la sua reazione- So che di solito sugli anelli di fidanzamento ci sono dei diamanti ma c'è tutta la storia dei diamanti insanguinati e non volevo regalarti qualcosa di comune, perché tu sei tutto fuorché comune, e credevo che uno zaffiro potesse essere la scelta più adatta dato che è il colore dei tuoi occhi e purtroppo non potevo permettermene uno reale quindi è uno sintetico ma non appena...”

E' perfetto.- lo interruppe Alaska con tono deciso, mentre fissava lo sguardo sul piccolo anello in cui un intreccio di fili d'oro bianco si intrecciavano per fare da cornice a una pietra di un blu brillante e luminoso. Dopo averlo contemplato per lunghi istanti, alzò lo sguardo pieno d'amore su Spencer- Tu sei perfetto.”
Lui allungò la mano, per sovrastare quella che si era posata delicatamente sulla sua guancia “Non è vero.- la contraddisse con un sorriso- Ma sto cominciando ad accettare il fatto che tu mi ami e mi vedi come tale.”
Alaska ridacchiò, e le sue labbra erano ancora piegate all'insù quando quelle di Reid vi si posarono sopra, reclamando con una nota di possesso quello che sarebbe rimasto suo per sempre.

Ho un'idea!” esclamò la ragazza mentre abbassava lo sguardo per osservare l'anello che svettava perfetto sul suo anulare.
Un'idea?- domandò Spencer inarcando un sopracciglio- Riguardo cosa?”
Ross gli strizzò l'occhio e gli rivolse un sorriso birichino “Vedrai!Prenditi il giorno libero, domani.”

Ma io non so se...”
Niente ma o se.- tagliò corto lei- Non accetto rifiuti.”
Spencer non poté fare a meno di rivolgerle uno sguardo intenerito “D'accordo. Vuoi dirmi cosa hai in mente, però?”
L'antropologa scosse la testa con veemenza “Assolutamente no. Sarà una sorpresa!”

C'entra il fatto che hai scoperto di essere una mutante e vuoi iniziare ad andare in giro vestita di una tuta di lattice viola?”
Alaska proruppe in una risata argentina e afferrò di slancio i lembi del colletto della camicia del ragazzo per attirarlo a sé in un bacio appassionato. Spencer sorrise contro le sue labbra, pensando che se poteva avere questo per tutta la vita sarebbe stato l'uomo più felice al mondo.


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Salve a tutti!Lo ammetto: ho pubblicato in ritardo perché avevo paura che altrimenti avreste pensato che non sono davvero io!Eheheh!
No, seriamente...Credo di avere un problema. C'è qualcuno che conosce un buon analista?Perché non è davvero possibile essere così irrimediabilmente ritardatari e incapaci di rispettare degli ultimatum imposti da se stessi, per giunta!
Vabbé, troverò un rimedio, intanto...Che ne pensate di questo capitolo?Vi aspettavate una dichiarazione del genere dal nostro amato dottor Reid?Ammetto di avere messo dei mini indizi a riguardo nei capitoli precedenti, ma erano talmente microscopici (fatto apposta, eheheh) che non so se ve ne siete accorti o meno...Fatemi sapere e commentate, se vi va! ;)
E ora, tan-ta-tan-taaa, una piccola sorpresina. O contest...In realtà, non so bene come chiamare questa cosa...Venendo al punto: per il prossimo capitolo sto lavorando a una scena romantica e vorrei fare un esperimento e inserire i versi di una canzone. A me ne sono venute in mente un paio, ma vorrei sapere anche che cosa ne pensate voi: che canzone usereste e quali versi specifici mettereste in una scena romantica (da carie ai denti, per intenderci!)? Mi piacerebbe davvero leggere le vostre opinioni e i vostri suggerimenti e la canzone che mi piacerà di più fra le proposte la metterò nel prossimo capitolo! :) Quindi, non siate timide e mandatemi un messaggio privato (per evitare spoiler di qualsiasi tipo) scrivendomi i titoli delle canzoni che vedreste bene inserite nella storia...
Spero davvero in un vostro piccolo aiuto! ;)
Orbene, non mi resta che augurarvi una buona Pasqua: spero che il coniglietto pasquale vi porti una quantità spropositata di cioccolato e che le vostre endorfine si alzino in modo esponenziale!
Kisses to y'all!
JoJo

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Capitolo 7
*** DAY 6 ***


- DAY 6 -


Voi siete nati insieme e insieme starete per sempre. Sarete insieme quando le bianche ali della morte disperderanno i vostri giorni. E insieme nella silenziosa memoria di Dio.

Ma vi sia spazio nella vostra unione. E tra voi danzino i venti dei cieli.

Amatevi l'un l'altro, ma non fatene una prigione d'amore: Piuttosto vi sia un moto di mare tra le sponde delle vostre anime. Riempitevi l'un l'altro le coppe, ma non bevete da un'unica coppa. Datevi sostentamento reciproco, ma non mangiate dello stesso pane.

Cantate e danzate insieme e state allegri, ma ognuno di voi sia solo, come sole sono le corde del liuto, benché vibrino di musica uguale.

Donatevi il cuore, ma l'uno non sia di rifugio all'altro,

poiché solo la mano della vita può contenere i vostri cuori.

E siate uniti, ma non troppo vicini; Le colonne del tempio si ergono distanti, e la quercia e il cipresso non crescono l'una all'ombra dell'altro.

- Gibran Khalil Giban


Spencer non si era nemmeno reso conto di stare letteralmente stritolando la mano di Alaska mentre entravano nell'atrio dell'istituto Bennington. Era troppo concentrato a immaginare le catastrofiche conseguenze che sarebbero susseguite a quanto stava per accadere.
Certo, sapeva che prima o poi avrebbe dovuto presentare Alaska a sua madre dato che entrambe continuavano a chiedergli di organizzare quel tanto atteso incontro: Diana rispondeva alle sue lettere sempre più incuriosita dalla ragazza che aveva catturato il cuore di suo figlio e l'antropologa, dal canto suo, consegnava quasi quotidianamente a Spencer un biglietto da infilare nella busta diretta a Las Vegas da sua madre.
Sapeva che prima o poi sarebbe successo, certo.
Eppure in quel momento il dottor Reid, profiler con ormai un bel po' di esperienza alle spalle, sentiva il cuore battergli come impazzito nel petto e la gola diventare talmente arida da farlo sembrare reduce da una gita nella Valle della Morte.
Di fianco a sé sentiva i tre fratelli chiacchierare vivacemente ma, nonostante si sforzasse di prestare loro attenzione, non riusciva a stare concentrato su quei discorsi, troppo impegnato a immaginari scenari apocalittici per l'incontro che sarebbe avvenuto da lì a poco.

Non vi pare strano che la prima cosa che abbiamo fatto una volta arrivati a Las Vegas sia stata quella di andare ad un supermercato?” domandò uno dei gemelli, apparentemente ignaro di quanto stava tormentando Spencer in quel momento.
Alaska fece roteare gli occhi mentre gli passava affettuosamente una mano fra i capelli color grano “Non lamentarti, TJ: alla fine siamo andati a vedere anche i monumenti in miniatura!”

Lo so, lo so- continuò a parlare il ragazzino, allontanando la mano della sorella per pettinarsi alla bell'e meglio- ma credo che tu sia stata decisamente melodrammatica. Avevi davvero bisogno di andare a comprare quei biscotti?”
La sorella maggiore annuì solennemente “Sì, mi dispiace ragazzi, ma i viaggi in aereo mi mettono sempre fame. E quelli in barca sonno e quelli in macchina voglia di fare sport. Sono risposte fisiologiche incontrollabili.- spiegò, stringendosi nelle spalle- E poi, non è un supermercato qualsiasi: è quello del quartiere dove abitava Spencer. È stato come vivere un pezzo della sua infanzia.”
JD alzò un sopracciglio in sua direzione “Io credo che tu ti entusiasmi davvero con poco.”

E io credo che Spencer doveva essere adorabile quand'era un bambino.” continuò Ross, stringendosi al braccio del fidanzato.
E io credo che quel supermercato avesse la più grande varietà di biscotti mai vista!- riprese il discorso TJ, con un ghigno soddisfatto sulle labbra- Abbiamo quasi svaligiato il reparto.”
Ne regaleremo un po' a Diana, allora.”
Non posso davvero credere che incontreremo Diana Reid.- ripeté per l'ennesima volta JD, gli occhi color ghiaccio spalancati dietro alle lenti trasparenti degli occhiali da vista- E' incredibile.”
Alaska gli rivolse un sorriso divertito “Non sapevo che apprezzassi così tanto il lavoro della mamma di Spencer...”

L'ho scoperto solo quando è venuto da noi lo scorso Natale.- spiegò quindi il ragazzino- Ha detto a mamma che era stata una docente universitaria così mi sono informato. È fenomenale!”
L'antropologa alzò lo sguardo verso Reid, ridacchiando “Pare che Diana dovrà tenere a bada un piccolo fan!”
Spencer sbatté le palpebre più volta, preso alla sprovvista “Uh?”

JD non vede l'ora di conoscerla.- ricapitolò per lui Ross- Anche io, in realtà, ma per motivi diversi...”
Bene, bene.- borbottò il profiler, mentre camminavano lungo il corridoio che portava alla sala ricreativa- La dottoressa Fuller mi ha detto che questa settimana è una buona settimana.”
JD ignorò le sue parole, per continuare il proprio discorso precedente “Ieri sera, quando ci hai detto che saremmo passati da lei, ho scaricato da internet il suo saggio su Tristano e Isotta...”

Il solito secchione previdente.” mormorò il fratello, facendo una smorfia.
TJ, non parlare così a tuo fratello.- lo ammonì Ross, prima di rivolgersi all'altro gemello- E poi, non credo davvero che Diana ci interrogherà.”
La giovane, aggrottò le sopracciglia, voltandosi verso Reid “Non ci interrogherà, vero?Perché io non sono preparata e in letteratura sono un disastro: non vorrei confondere Shakespeare con Milton o qualcosa del genere.”
Spencer rise divertito dalla sua preoccupazione, mentre entravano nel grande salone.
Diana Reid era seduta comodamente su una sedia di vimini vicino alla porta finestra che dava sul parco dell'istituto, un libro dalle pagine ormai ingiallite e consumate fra le mani. Il profiler ne studiò attentamente i tratti, mentre si avvicinavano: sembrava stesse bene.

Mamma.” la chiamò, quando furono abbastanza vicini.
Diana alzò gli occhi dal libro e non appena individuò il volto del figlio lo sguardo le si illuminò e sulle sue labbra si aprì un sorriso largo e caloroso.

Spencer!” gli fece eco, abbandonando il volume che prima stringeva fra le mani sul tavolino di fronte a sé e alzandosi per abbracciare il ragazzo.
Come mai sei qui?Non mi aspettavo di vederti...”
Reid sorrise contro la sua spalla “In effetti è stato del tutto inaspettato anche per me.- dichiarò, sciogliendo quell'abbraccio e facendo un passo indietro. In quel momento Diana parve accorgersi della presenza di Alaska e dei gemelli- Mamma, volevo presentarti Alaska. Ti ho parlato di lei nelle mie lettere e...”
La giovane antropologa lo interruppe, avvicinandosi alla donna e abbracciandola di slancio “Signora Reid!E' un piacere conoscerla!”

Anche...anche per me.” rispose titubante la madre di Spencer, rigida in quella stretta inaspettata.
L'infermiera di guardia in sala si avvicinò al gruppetto, preoccupata per il troppo entusiasmo dell'ospite “Signorina, non credo che sia un comportamento consono in una situazione del genere, vede...”
Alaska aggrottò la fronte “Un abbraccio è sempre consono.”
“In effetti, l'abbraccio ha un potere calmante sul sistema nervoso.- spiegò TJ con tono professionale- In diverse fabbriche mandano la mucche al macello facendole passare per un corridoio strettissimo proprio perché lo stringersi degli spazi ha, contro la credenza popolare, un effetto calmante.”
JD fece una smorfia “Ecco perché voglio essere vegetariano.”
L'infermiera fece saettare lo sguardo fra i tre fratelli, confusa.

E' tutto sotto controllo, grazie.” le assicurò quindi Reid con un sorriso.
Non appena si fu allontanata Diana tornò a puntare i propri occhi curiosi verso la fidanzata di suo figlio “Quindi tu sei la famosa...”

Alaska Ross, esatto.- confermò la ragazza con un sorriso radioso, prima di iniziare a parlare velocemente, come suo solito- Sono una frana in letteratura. Ah, è davvero un piacere conoscerla. Sa che ha un sorriso stupendo?Assomiglia molto a quello di Spencer, in effetti credo che abbia preso molto da lei.”
La donna non poté fare a meno di ridere per quel discorso sconclusionato “Dammi pure del tu.”
“Davvero?”

Direi che è più che accettabile dopo l'abbraccio di poco fa.” annuì di nuovo la signora Reid, con un sorriso indulgente sulle labbra sottili.
Sei davvero una forza, Diana!” esclamò Alaska, prima di dare un nuovo piccolo abbraccio alla donna.
Spencer si ritrovò a ridere, domandandosi perché avesse aspettato così tanto a farle conoscere e perché, soprattutto, fosse così preoccupato da quell'incontro.

Oh, e questi sono i fratellini di Alaska.- spiegò alla madre, quando la vide posare lo sguardo sui due ragazzini- Sono JD e TJ, credo...Oppure TJ e JD...”
I gemelli risero, divertiti come al solito della confusione che causava il fatto che fossero completamente identici “Certo, come dice lui: io sono JD e lui TJ...” cominciò uno dei due.

Già.- confermò l'altro- Io sono JD e lui TJ.”
Spencer e Diana aggrottarono la fronte, esattamente nello stesso modo, mentre Alaska scosse la testa, abituata a quel giochetto che i due bambini usavano spesso per confondere i propri interlocutori.
Reid allungò una mano, lasciando una leggera carezza sul braccio della ragazza per attirare la sua attenzione “Hey, Al, sai che da qualche parte nel parco c'è un laghetto con le papere?E in giro dovrebbero esserci delle tartarughe di terra...”
L'antropologa sembrò capire immediatamente che Spencer voleva parlare da solo con la madre, così fece una piroetta e si voltò verso i fratellini “Il primo che ne trova una sceglie che cosa si mangia stasera!” esclamò, prima di correre fuori dalla porta finestra.

Hey non vale, non hai dato il via!” protestarono i gemelli, inseguendola immediatamente.
Proprio mentre JD si lanciava verso la sorella per atterrarla ed ottenere un po' di vantaggio nella ricerca, Diana si volto verso il proprio figlio e gli indicò con la mano una delle poltrone di vimini “Siediti, Spencer.” lo invitò, con uno strano sorriso sulle labbra.
Reid si limitò ad annuire, obbedendo immediatamente.

Uno strano periodo per venire a Las Vegas.- commentò la donna- Non che io non sia contenta di vederti, Spencer, ma mi sembra strano: non hai mai chiesto un permesso da lavoro in vita tua.”
Il profiler si strinse nelle spalle “E' stata un'idea di Alaska. Sai, ieri le ho chiesto di sposarmi.”
Gli occhi di Diana si spalancarono “Davvero?”
Spencer fece dondolare leggermente il capo “Vogliamo sposarci oggi.”

Wow.- esalò la donna, prima di scoppiare in una risata sommessa- Sono un bel po' di sorprese, per un giorno solo.”
Lo so.- ammise Reid con un sorriso ancora un po' teso sulle labbra- Allora, che ne pensi?”
Diana alzò un sopracciglio “Mi stai chiedendo la mia approvazione?”

Ti sto chiedendo di essere felice per noi.” specificò quindi il giovane, gli occhi penetranti fissi in quelli della madre.
La donna sostenne il suo sguardo per qualche istante e alla fine giro il volto quanto bastava per avere una chiara visuale su i tre fratelli che stavano ancora ridendo inseguendosi nel parco.

Spencer questa ragazza è davvero...- fece una pausa, cercando la parola più adatta- strana.”
Reid alzò gli occhi al soffitto: sua madre gli aveva già fatto un discorso in cui gli faceva sapere quanto fosse speciale per lei e quanto dubitasse esistesse al mondo qualcuno alla sua altezza “Mamma...”

Voglio dire, sembra simpatica, certo, ed è piena di vita.- continuò a parlare la donna- Forse è un po' troppo fra le nuvole e fa discorsi senza senso ed è così pimpante...”
Mi stai dicendo che non ti piace?” domandò quindi Spencer, non riuscendo ad evitare di mettere un pizzico di ostilità nel proprio tono di voce.
Diana tornò a voltarsi verso di lui, sorridendo “No. Credo che sia in gamba. Che riesca a tenerti la testa lontano da tutte le cose brutte che sei costretto a vedere e questo è perfetto per te.”
Sul viso del profiler si aprì un sorriso altrettanto felice “Lo pensi davvero?”

Certo, Spencer. Sono contenta che finalmente tu abbia qualcuno che si prende cura di te. Insomma, me ne hai parlato spesso nelle tue lettere. Lei si alza prima di te tutte le mattine per prepararti pancake a forma di animali, ti chiama ogni volta che le succede qualcosa di bello, ti cerca con lo sguardo quando siete nella stessa stanza e riempie il frigo di gelatina alla fragola perché sa che tu ne vai matto. Ti ama, è ovvio che ti ama. E io sono tua madre, quindi non posso chiedere di meglio che questo.”
Reid allungò una mano verso di lei, e Diana la strinse sorridendo “Grazie, mamma.”
Proprio mentre il ragazzo pronunciava quelle parole, Alaska rientrò nel salone, balzando dietro lo schienale della sua sedia e premendo entrambe le mani sulle sue spalle.

Allora, sono stata approvata?” domandò, puntando gli occhi color cielo su Diana.
Direi di sì.- rispose quindi la donna- Credo che farai stare bene Spencer, d'altronde lo fai già...In ogni caso me lo sento che fra voi andrà sempre tutto bene.”
Lo sguardo dell'antropologa si accese “Davvero?”

Certo.- annuì di nuovo Diana- Sono sua madre, e le madri queste cose le percepiscono.”
E' la nostra parte animale che prevale, giusto?”
Esatto.- confermò lei, segretamente colpita dal fatto che la giovane la pensasse nel suo stesso modo- E poi, credo che abbia davvero un aspetto più sano da quando vivete insieme.”
Ross strizzò affettuosamente le spalle di Spencer “In effetti mi impegno personalmente per fargli avere almeno tre pasti al giorno e per fargli passare del tempo all'aria aperta sposto i libri che vuole leggere in terrazza.”

Sul serio, TJ?- protestò JD, rientrando nella sala ricreativa con passo pesante- Cibo messicano?”
Il fratello gli rivolse un sorriso strafottente “Mia la prima tartaruga, mia la scelta.”

Spence, che impatto avrà questo sulla vostra cena di nozze?- continuò quindi a parlare il ragazzino, voltandosi verso Ross e Reid- Volete davvero associare per sempre al ricordo del giorno più importante della vostra vita sentimentale con del dozzinale cibo messicano?”
Tu devi essere un piccolo campione di dibattito, vero?” domandò Diana, divertita da quello scambio di battute.
In realtà no.- scosse la testa il ragazzino- Mi piace semplicemente che le mie idee vengano ascoltate.”
O, più semplicemente, gli piace che le mie vengano scartate.” specificò il gemello.
Spencer decise di intervenire prima che i due bambini iniziassero una delle loro interminabili discussioni “Sai, mamma, JD è un tuo grande fan.”
La donna alzò le sopracciglia, estremamente sorpresa “Davvero?”

La letteratura è forte.- confermò il ragazzino, arrossendo leggermente- Insomma, c'è la possibilità di scegliere e interpretare, mentre con la matematica no. Ho scaricato da internet alcuni dei tuoi saggi: sono fantastici!”
Grazie. Quindi progetti di diventare uno studioso di letteratura?”
Non ne ho idea.- rispose il ragazzino, dopo averci pensato un po'- Io ho solo otto anni.”
Forse potresti scrivermi ogni tanto.- rise Diana- Mi farebbe piacere sentire il tuo parere su qualche argomento.”
JD annuì con entusiasmo“Lo farò di certo. In effetti, pensavo di leggere qualche tua critica letteraria e discuterne un po'. Quelle che ho già letto mi sono sembrate interessanti.”

Non perdere tempo con quelle.- ribatté la donna sventolando una mano-Ti darò una lista di libri di letteratura inglese e discuteremo di quelli.” concluse con un occhiolino.
Libri del college?Non so se la mamma me li farà leggere.” borbottò contrariato il bambino, ben sapendo che la politica di Olga era che esiste una giusta età per ogni cosa.
Alaska gli passò una mano fra i capelli “Parlo io con la mamma, sono sicura che farà uno strappo alla regola.”

Davvero?Grazie, Al!”
Tutto questo è davvero fantastico, ma si sta facendo tardi.- intervenne quindi Spencer, lanciando un'occhiata all'orologio- Dovremmo davvero andare altrimenti non riusciremo mai a prendere l'aereo in tempo stasera.”
L'antropologa annuì concorde “Pronta per andare, allora, Diana?”

Andare dove?” domandò la donna, aggrottando la fronte confusa.
Al nostro matrimonio, ovvio!” trillò quindi Ross, con ovvietà.
Lo stupore non abbandonò il volto della signora Reid “Verrò anche io?”

Ma certo.- confermò Alaska, per poi voltarsi verso il fidanzato- Spencer, perché non glielo hai detto?Dovevi farlo tu!”
Stavo per farlo, ma poi sei arrivata tu e poi i gemelli e...”si scusò in fretta Reid, per poi essere interrotto nuovamente dalla ragazza.
Ti dimentichi sempre che le cose più importanti sono le prime che devono essere dette!”
Diana Reid sorrise a quella risposta: la famiglia che stava accogliendo a braccia aperte suo figlio le piaceva sempre più.

...

Usciti dall'istituto Bennington bastò poco al piccolo gruppo per realizzare che avrebbero avuto pochissimo tempo per organizzare il matrimonio. Non che Spencer e Alaska cercassero una cerimonia particolare o raffinata, anzi. L'idea che aveva avuto l'antropologa la sera precedente, subito dopo la proposta di matrimonio, era stata proprio quella di celebrare delle nozze semplici e fulminee, in pieno stile Las Vegas, ma non prima di aver conosciuto la madre di Reid ed averla invitata all'evento.
Qualche desiderio in particolare per la cerimonia?” domandò Spencer, stringendo a sé il braccio della propria fidanzata.
Elvis!” trillarono i due gemelli all'unisono, ciascuno dei due ben schierato al fianco di Diana.
Alaska annuì concorde “Ovvio che celebrerà Elvis!Un matrimonio a Las Vegas non sarebbe lo stesso senza di lui.”

Allora Elvis sarà dei nostri.- acconsentì il profiler sorridendole- Altro?”
La ragazza scrollò le spalle “Niente in particolare.”

Ho letto di questo albergo dove fanno matrimoni e ci si può sposare in una stanza circondata da acquari con squali e altri pesci.- intervenne quindi Diana- Non sarebbe fantastico andare lì?”
Sembra promettente: particolare e indimenticabile. Per me è aggiudicato!” disse Ross alzando un pollice.
Ho letto anche io di quell'albergo.- ribatté Reid aggrottando le sopracciglia- Credo che ci siano delle liste d'attesa molto lunghe, però...”
Awww!” fu il coro che si alzò dagli altri quattro.
E' quello che ho letto!” protestò il giovane genio, alzando le mani in segno di resa come se fosse colpa sua.
D'accordo, non è un problema. Staremo sul classico, e con classico intendo classico in stile Las Vegas.- dichiarò quindi Alaska, allargando le braccia come per rendere meglio le proprie parole- Ok, il piano è questo...”
Tu hai un piano?” domandò perplesso TJ, ben conoscendo la natura poco meditativa della sorella.
Ross scosse la testa “In realtà no, sto andando a braccio, ma dirlo mi da più credibilità, giusto?”

Continua pure, Alaska.” la incoraggiò quindi Diana con un sorriso.
Ok. Quindi: io e te andiamo a cercare gli abiti per noi due mentre voi maschietti andate a prendere i vostri, una telecamera digitale immediatamente utilizzabile e a prenotare la cerimonia. Delle fedi ci occuperemo noi.”
A che serve la telecamera?” domandò Reid, aggrottando le sopracciglia incerto.
Per riprendere la cerimonia, ovvio.- spiegò semplicemente la giovane- Non tutti qua abbiamo una memoria eidetica e sono certa che mia mamma vorrà vederla.”
Posso riprendere io?” si propose quindi immediatamente TJ.
Ma certo, tesoro.” acconsentì la sorella con un sorriso.
JD aggrottò le sopracciglia sottili “E io che faccio?”

Uhm...”
“Tieni.- disse Spencer, consegnandogli il proprio smart phone- Sarai il fotografo ufficiale.”

Siamo a cavallo, allora!- disse Diana- Ora non ci resta che...”
Le parole le morirono in gola quando una nuvola multicolor si avventò su di loro, strappando letteralmente Alaska dalle mani di Reid.
Ross spalancò gli occhi, leggermente spaventata, quando si ritrovò di fronte Garcia che la stringeva per le spalle e la fissava con occhi ardenti.

Non posso credere che tu abbia cercato di fare questo!- esordì con voce acuta- A me! Tu! Insomma, posso capire Reid, lui è un uomo e certe cose non le capisce ma tu! Tu sei la mia Nocciolina, non puoi davvero aver pensato di sposarti senza che io fossi presente.”
Un leggerò tossicchiare attirò l'attenzione dell'hacker, che si voltò solo per una frazione di secondo verso gli altri membri della squadra.

E anche loro, certo.- si corresse immediatamente- In ogni caso, non credo che potrò mai perdonarti. Mai!”
Mi dispiace, non pensavo ci teneste tanto.- assicurò Alaska, gli occhi color cielo spalancati e innocenti- Oh, dato che siete qui, Penny, JJ ed Em: volete farmi da damigelle?”
Il sorriso tornò all'istante sul volto di Garcia “Io ti adoro!Quando andiamo a cercare i vestiti?”

Adesso!”
Spencer puntò i propri occhi scuri su Hotch, sul viso un'espressione corrucciata “Non capisco: come facevate a sapere che eravamo qui?”

Tu non hai mai chiesto un giorno di permesso, Reid, quindi è stato facile capire che fosse un'idea di Alaska...” spiegò quindi il capo dell'unità.
Morgan gli rivolse un sorriso scanzonato, mentre continuava nella spiegazione “E io sapevo che la sera prima gli avevi chiesto di sposarti...”

Quindi non è stato difficile capire che cosa avesse in mente.- aggiunse Emily incrociando le braccia al petto- Inoltre Al mi aveva detto che voleva conoscere tua madre e abbiamo pensato che potesse aver preso due piccioni con una fava...”
A me è bastato controllare i movimenti delle vostre carte di credito e del gps dei vostri telefoni, et-voilà.” concluse Penelope accennando ad un inchino.
Wow.” esalò JD.
Forte!” esclamò TJ.
Adoro i profiler!” trillò Alaska battendo le mani.
Beh, profiler o meno, dobbiamo sbrigarci.- intervenne invece Diana, che non aveva perso di vista l'obiettivo cardine della giornata- Non ci resta molto tempo per organizzare tutto quanto.”
Nel senso che non c'è ancora niente di sicuro?” domandò JJ, spalancando gli occhi chiari.
Quando i gemelli scossero la testa in risposta, il gruppetto si avvinò, diventando una massa compatta intenta a organizzare le ore successive e a dividersi i vari compiti equamente.
Stranamente, Spencer riuscì a sfuggire da quel caos, muovendo qualche passo per allontanarsi da loro. Come se fosse stata un prolungamento naturale del suo corpo, Alaska lo raggiunse dopo pochi secondi.

Quindi ci sposiamo...” disse come saluto.
Quindi ci sposiamo!” ripeté lei con tono decisamente euforico.
Reid non poté fare a meno di sorridere del suo entusiasmo “Credo che però sarà il matrimonio più breve della storia: quando tuo padre scoprirà che ci siamo sposati senza che lui potesse essere presente mi ucciderà.”

Non essere sciocco, tesoro.- lo rassicurò l'antropologa dandogli un buffetto sul braccio- Papà sarà molto felice per noi.”
Certo.- acconsentì Spencer- Dopo qualche mese, forse. Credo che mi tenga ancora il broncio per il fatto che siamo andati a convivere senza dirlo prima a lui.”
Non è un broncio.- gli assicurò Ross indicandosi la faccia come se fosse una proiezione di quella del genitore- È la sua espressione normale, è la barba che lo fa sembrare scorbutico.”
Al, sei davvero sicura di volere questo?” domandò quindi con un sospiro il profiler, mentre le sistemava una ciocca di capelli color carbone dietro l'orecchio e lasciava che la propria mano indugiasse più del necessario sul suo collo.
Un velo di incertezza scese sugli occhi cerulei di Alaska “Non vuoi sposarti anche tu?”

Certo!Certo che lo voglio.- si affrettò a specificare lui- Solo che, pensavo, è davvero questo che vuoi?Un matrimonio a Las Vegas?”
Perché no?” ribatté l'antropologa, sinceramente confusa da quelle remore.
Reid le sorrise indulgente “Insomma, non credo che fosse così che immaginavi questo giorno...”

Hai ragione. In effetti immaginavo qualcosa totalmente diverso.”
Davvero?Cosa?” chiese curioso il ragazzo.
Un matrimonio all'aperto, celebrato in un bosco da un druido, sarebbe stato a tema elfico e tutti avrebbero dovuto vestirsi ispirandosi alle favole irlandesi e io sarei arrivata a cavallo di un unicorno.- spiegò Ross e poi rise quando incontrò lo sguardo perplesso di Spencer- Oh, quando immaginavo queste cose avevo undici anni.”
Alaska io sono serio.” la richiamò immediatamente il giovane genio.
Anche io, Spencer.- gli assicurò, posando entrambe le mani sulle sue guance lisce- Perché mai non vorrei sposarti?Sei l'uomo giusto per me, il mio più grande amore.”
Reid coprì le mani della ragazza con le proprie, godendo di quel contatto “Ti amo, enkelini.” [
angelo mio, nda]
Stai imparando il finlandese?” rise Alaska, colpita da quel termine.
Solo per trovare dei soprannomi con cui vezzeggiarti senza che nessun altro capisca cosa ti sto dicendo.” spiegò, prima di lasciare un bacio leggero sulle sue labbra.
Tranne i finlandesi.” specificò con tono gioviale Ross.
Tranne i finlandesi.” concesse il giovane profiler, chinandosi verso di lei per lasciarle un bacio lento e dolce sulle labbra.
Basta, basta, basta, piccioncini!- tuonò Penelope, strappando letteralmente Alaska dalle braccia di Reid per la seconda volta in pochi minuti- Siete già stati insieme per troppo tempo. Non lo sapete che c'è una regola ferrea che impedisce allo sposo e alla sposa di vedersi prima del matrimonio?Cerchiamo di rispettarla per le prossime ore, almeno.”
Ma io...” cercò di protestare Spencer, mentre veniva spinto da Garcia verso Morgan, Hotch e Rossi.
Niente ma, G-man!- lo ammonì con tono severo la donna- Tu e i maschietti avete le vostre cose da uomini da fare e noi femminucce le nostre importantissime faccende da ragazze.”
Alaska le rivolse un sorriso radioso “Tu sei la damigella d'onore perfetta!”

Lo so, lo so.- commentò Penelope con ovvietà- Oh, G-man?Ho deciso che visto che hai regalato a Nocciolina un anello di fidanzamento con uno zaffiro il tema delle nozze sarà il blu.”
Derek alzò un sopracciglio “Non puoi dare un tema a un matrimonio organizzato in poche ore.”

Ah no, Cioccolatino?- lo sfidò l'haker, indicandosi il viso per mostrare un'espressione determinata- Guardami: sono una donna con una missione e nessuna intenzione di ricevere rifiuti.”
Il tema sarà il blu.” acconsentì immediatamente l'uomo, leggermente preoccupato dall'aurea ferma e risoluta che aveva visto sul volto dell'amica.
Perchè, come sapeva meglio di chiunque altro, quando Penelope Garcia voleva davvero qualcosa, la otteneva. Punto.

...

Morgan aveva perfettamente ragione.
Con la determinazione di un generale dei corpi speciali e la capacità persuasiva di un negoziatore sotto steroidi, Garcia era riuscita ad organizzare in poche ore un matrimonio che molti non sarebbero stati in grado di assemblare nemmeno se avessero avuto settimane di tempo.

E così in quel momento Hotch, Morgan, i gemelli, la signora Reid, Spencer e il celebrante stavano aspettando pazientemente l'ingresso delle damigelle e della sposa dal fondo della terrazza appositamente addobbata dell'hotel Mandalay Bay.
L'enorme belvedere di forma semicircolare era circondato da colonne di marmo e apriva alla vista dei futuri sposi e dei loro ospiti uno scorcio del fantastico giardino. Penelope aveva fatto sistemare sapientemente i drappi di tulle color blu elettrico sulla balaustra alle spalle dell'altare e sugli schienali delle sedie di legno dipinto di bianco a formare degli enormi e vaporosi fiocchi. La passerella, che di solito era formata da un semplice tappeto color crema che si sposava perfettamente con i toni dell'intera ala da cerimonia, era stata ulteriormente abbellita da petali di rosa blu e bianchi che avrebbero accolto la lenta marcia di Alaska verso Reid.
Quando si era chiusa nella stanza adibita alla preparazione della sposa assieme ad Alaska, JJ ed Emily, Penelope stava seriamente meditando in un cambio di carriera a favore di quella da wedding planner.
“Sei sicura che non vuoi che ti paghiamo per questi?” domandò Prentiss, lisciandosi la lunga gonna del vestito da damigella, rigorosamente blu. Un drappeggio delicato all'altezza del seno, così come il nastro che saliva lungo le spalle per sparire dietro al collo, erano gli unici elementi decorativi di quell'abito lungo che esaltava alla perfezione la bellezza armonica della profiler.
Alaska le rivolse un sorriso smagliante dal riflesso dello specchio a figura intera davanti a cui si trovava “Ma certo!Gli abiti delle damigelle spettano alla sposa.”
Come l'amica e collega, JJ le sorrise grata, mentre si scostava una corposa ciocca di capelli color grano dalle spalle. Il suo vestito non era, come secondo tradizione, uguale a quello di Emily e Penelope: l'antropologa aveva pensato che sarebbe stata una scelta migliore fornire alle sue damigelle dei vestiti che rispecchiassero quanto più possibile il loro stile e che, soprattutto, potessero piacergli. Così, la bionda media liaison aveva optato per un abito che le arrivava all'altezza delle ginocchia e che metteva in risalto la sua linea sottile grazie a dei panneggi decorativi che partivano da sotto il seno per intrecciarsi e poi risalire fino alle spalline sottili. Garcia, invece, indossava un abito con corsetto drappeggiato e dalla gonna asimmetrica, che partiva corta sopra al ginocchio sul davanti, per scendere leggera fino all'altezza dei polpacci sul lato posteriore.
La giovane sposa le guardò con occhi brillanti “Oh, siete delle damigelle stupende!”
Emily scosse la testa, esasperata, e strinse le proprie mani affusolate intorno alle spalle di Ross “Tu sei stupenda.” le fece notare, puntando poi l'indice verso lo specchio.
La ricerca del vestito perfetto aveva occupato la maggior parte del loro pomeriggio, ma ne era valsa decisamente la pena. Calzava a pennello all'antropologa e, soprattutto, rispecchiava perfettamente la sua personalità. JJ aveva detto che sembrava quasi che
stesse aspettando solo lei.
Alaska aggrottò le sopracciglia, la mente probabilmente impegnata in uno dei suoi ragionamenti aggrovigliati.
“Vorrei parlare con Dave, adesso.” dichiarò, quindi, girandosi per fronteggiare le proprie interlocutrici.
Le tre donne si scambiarono un'occhiata confusa. In effetti, poco prima la ragazza aveva chiesto ad Emily di andare a chiamare Rossi, ma non aveva detto loro il perché e, dato che Penelope gli aveva assolutamente proibito di entrare finché Alaska non fosse stata completamente pronta, la questione era caduta nel dimenticatoio e il profiler più anziano era stato lasciato in attesa fuori dalla stanza.
“E' una cosa privata?” domandò quindi JJ, e l'antropologa in risposta annuì dolcemente, facendo ondeggiare delle onde color carbone.
A quel gesto seguì un piccolo concerto di ticchettii provocato dai loro tacchi e, successivamente, da un leggero bussare.
“Avanti.” disse Ross, voltandosi verso la porta con un sorriso sulle labbra.
David entrò nella stanza quasi in punta di piedi, come se non volesse intromettersi in un momento intimo e privato.
“Wow.- esalò l'uomo, sventolando una mano in sua direzione- Sei bellissima.”
Le labbra rosa pallido di Alaska si schiusero “Grazie, Dave!”
“Sei pronta per il grande passo?” domandò quindi Rossi, avvicinandosi a lei.
Alaska si mordicchiò il labbro inferiore “Quasi...”
“Quasi?- ripeté il profiler, fingendosi allibito- Credevo che Garcia avesse organizzato tutto nei minimi dettagli.”
Mi manca qualcuno che mi accompagni all'altare.” spiegò quindi la giovane, fissandolo intensamente.
David rimase spiazzato da quella constatazione “Come?”

Dave, vuoi accompagnarmi all'altare?” domandò quindi Ross, la voce sottile e colma di aspettativa.
L'uomo si ritrovò a sbattere le palpebre sorpreso per qualche istante prima di raccogliere la forza per rispondere a quella domanda “Sei davvero sicura di volere che sia io a farlo?”

Certo, Dave.- confermò la futura sposa con un sorriso timido- Sai, ti ho sempre visto come uno di famiglia, come uno di quegli zii che vivono lontani ma su cui sai di poter contare in caso di un viaggio in quella zona o che di sicuro ti ospiterebbero quando decidi di scappare di casa. Hai presente?”
Rossi non rispose, limitandosi a fissarla in silenzio, stupito da quella confessione. Certo, sapeva che Alaska teneva molto a lui, ma non si sarebbe mai aspettato una richiesta del genere da parte sua.
La ragazza si sporse verso di lui per afferrargli entrambe le mani, e lo fissò intensamente “Quando da piccola mi hanno dimessa dall'ospedale, dopo il rapimento, mamma e papà hanno comprato tutti i libri che avevi scritto fino ad allora. Mamma diceva che era l'unico modo che avevano per conoscere meglio l'uomo che mi aveva salvata. In ogni caso, io ero troppo piccola per leggere libri di quel genere così un giorno ho ritagliato la foto che c'era sul retro di copertina e l'ho messa sotto il mio cuscino perché mi proteggessi ancora come hai fatto quel giorno. È merito tuo se ho smesso di avere paura che potesse succedermi qualcosa di brutto, Dave, e sarei davvero onorata se fossi tu ad accompagnarmi all'altare, oggi.”
David sorriso, incerto su come rispondere a quella confessione “Io sono onorato di fare questo per te, Alaska.”

Davvero?”
Certo.”
Un bussare leggero interruppe quello scambio e il volto sorridente di Penelope fece capolino dall'uscio “Ragazzi?Scusate se per caso ho interrotto un momento emotivamente significativo, ma è arrivato davvero il momento di andare.”
Rossi puntò i propri occhi scuri su Alaska “Sei pronta?”

Non sai quanto, Dave.” rispose la ragazza, un'espressione determinata e concentrata sul volto.

Nella stanza attigua, Derek aspettava in piedi di fianco a Spencer l'ingresso della sposa.
E' il momento, ragazzino. Sei pronto?” domandò, dando al collega più giovane un colpetto sulla spalla.
Non sai quanto, Morgan.” rispose il ragazzo, un'espressione seria e decisa sul volto.

...

Spancer non sarebbe stato in grado di dire esattamente quando, per la prima volta nella sua vita, il suo cervello aveva smesso di assillarlo con i suoi soliti mille pensieri.
Forse era stato quando le cornamuse avevano iniziato a suonare la lenta marcia del
Canone in re maggiore di Pachelbel, da lui appositamente selezionato quel pomeriggio come richiamo al matrimonio celtico dei sogni da bambina di Alaska.
Oppure era stato quando le porte si erano aperte e JJ, Emily e Penelope avevano iniziato a sfilare piano fino all'altare, un passo elegante dopo all'altro, e avevano preso la loro posizione davanti all'officiante.
Quello che sapeva per certo era che, nel momento esatto in cui Alaska posò il piede sulla terrazza, pronta a camminare piano verso di lui, iniziò a sentire un calore che non aveva mai provato prima avvolgerlo completamente e nello stesso istante, la consapevolezza che quel indubbio senso di amore sarebbe rimasto con lui per tutta la vita lo investì prepotentemente.

To see your face, to hear your voice
And oh, to touch you is a dream come true
So I'm standing here, with my hand held out
Knowing that your love will never fade, I stand amazed without a doubt.

Non aveva alcun dubbio: la decisione di sposarla era stata la migliore che avesse preso in tutta la sua vita.
Il commento di Morgan sulla bellezza di Alaska gli arrivò ovattato alle orecchie. Non riuscì a farvi troppo caso, figurarsi rispondere, dato che tutto quello che riusciva a fare in quel momento era starsene immobile ad osservare la lenta passeggiata che avrebbe condotto la sposa da lui.
Gli sembrava di vivere un sogno.
Alaska indossava un abito bianco, dalla gonna corta e voluminosa i cui raggi le accarezzavano dolcemente le ginocchia al ritmo dei suoi passi. Un fiocco, di raso candido esattamente come il resto del vestito, teneva ferma all'altezza della vita una canotta di pizzo dai ricami floreali la cui presenza arricchiva la semplicità disarmante del corsetto del vestito. Il tocco di blu tanto desiderato da Garcia consisteva nelle scarpe, anch'esse di raso, alte e dalla cui apertura all'altezza dell'alluce si poteva intravedere un'unghia laccata di rosso, e dal fiore di stoffa che raccoglieva i capelli corvini dell'antropologa, lasciando che si disperdessero in morbide onde sulla sua spalla sinistra.
Spencer espirò, rendendosi conto solo in quel momento che aveva trattenuto il fiato fino ad allora.

And I wanna hear your voice, in the morning when I rise
I think I know I'm just a normal man, only made of sand except when you're by my side


Non appena mise piede sulla terrazza, Alaska sentì una forza incredibile spingerla verso Spencer.
Fosse stato per lei, si sarebbe fiondata fra le sue braccia, riducendo la sua marcia da sposa a una corsa da velocista.
Ma il braccio di Dave avvolto intorno al suo la teneva stretta, obbligandola a seguire il rituale.
Le decorazioni, il celebrante vestito da Elvis, unica concessione kitsch di Penelope, le prime file occupate da Hotch, Diana e i gemelli: tutti questi elementi scomparivano in una nube confusa agli occhi della giovane sposa. Tutto quello su cui la sua attenzione riusciva a focalizzarsi era Spencer.
Il suo futuro marito la stava aspettando con un'espressione estatica sul bel volto dai tratti delicati. Indossava un abito scuro, che esaltava alla perfezione la sua figura snella e longilinea. Sotto alla giacca, riusciva a intravedere sopra alla camicia bianca un panciotto grigio perlato con bottoni rivestiti in stoffa. Il collo esile del profiler era circondato da un papillon in perfetta tinta col vestito e dal taschino sinistro, probabilmente su ordine di Penelope, spuntava una pochette blu.
Alaska espirò, rendendosi conto solo in quel momento che aveva trattenuto il fiato fino ad allora.

My heart has wings
Oh you take me away
And every prayer I've ever prayed was answered today
So I'm standfing here, with my hand held out
Knowing that my love will never leave
My heart on my sleeve and now I believe

Lo amava. O, Dio, se lo amava.
Mentre riempiva l'ormai esigua distanza che la separava dall'amore della sua vita, Alaska non poteva fare a meno di complimentarsi con se stessa per l'idea che aveva avuto la sera precedente.
Non sarebbe riuscita a resistere per molto di più senza sapere di essere legata a Spencer in ogni modo possibile.
E da lì a pochi minuti avrebbe dichiarato nuovamente il proprio amore e, soprattutto, avrebbe avuto la consapevolezza che la loro unione sarebbe continuata per sempre, rendendoli entrambi immensamente felici.


I stand proclaimed, true love is here to stay
I stand proclaimed, forever starts today

...

David si fermò, frapponendosi fra Spencer e Alaska. La ragazza non indossava il velo, quindi avrebbe potuto limitarsi semplicemente a mettere la sua mano destra in quella del ragazzo. Invece, decise di metterle entrambe le mani sulle spalle e si sporse verso di lei, lasciandole un leggero bacio sulla fronte. Ross gli sorrise radiosa, notando a malapena gli occhi stranamente lucidi del profiler, e assecondò i suoi movimenti docilmente quando l'uomo la consegnò nella mani di Reid.
Sei bellissima.” sussurrò il giovane genio, così a bassa voce che Alaska fu l'unica a sentire quelle due parole.
Sorrisero entrambi mentre si voltavano verso l'altare e, prima che l'officiante potesse dare inizio alla cerimonia, le loro dita si intrecciarono con naturalezza.

Amici e amiche, siamo qui riuniti oggi per celebrare l'unione fra Spencer e Alaska.- cominciò il sosia di Elvis con voce profonda- Se c'è qualcuno che conosce un motivo per cui questi due ragazzi non dovrebbero unirsi in matrimonio, parli ora o taccia per sempre.”
Dall'assemblea non si alzò alcun suono e i gemelli, preoccupati che anche il minimo rumore potesse mettere a repentaglio l'intera cerimonia, si erano messi con forza la mano di fronte alla bocca, stando ben attenti a non muoversi di un millimetro.

Perfetto, procediamo.- continuò il celebrante, rivolgendosi ai due giovani- Avete delle promesse da recitare?”
Spencer spalancò gli occhi, dandosi mentalmente dell'idiota “Non mi sono preparato niente.”

Bene, allora useremo la formula tradizionale...” annuì l'officiante, pronto a prendere le redini della situazione.
La voce lieve di “Io avrei qualcosa da dire, invece.”

D'accordo. Chi ha gli anelli?- domandò l'uomo, ricevendo gli anelli da Morgan e consegnandoli ai due sposi- Bene, ora datevi la mano destra e recitate le vostre promesse.”
Alaska puntò i propri occhi limpidi su Reid “Spencer. Io non ho mai avuto un'idea chiara dell'amore. Ho letto favole, ho sentito delle storie davvero romantiche e visto film decisamente sdolcinati. Ho amato, certo, ma la verità è che da quando i miei genitori hanno divorziato ho sempre creduto che l'amore fosse come ogni altra cosa: un divenire, sempre in mutamento e legato a persone diverse in base alla fase della vita in cui ti trovi. Ma poi ho incontrato te e l'ho capito. Spencer, io non potrei passare un altro istante sapendo di non essere tua ed ora lo so. Ora so che d'ora in poi saremo io e te, per sempre, e che questa cosa non cambierà mai.”
Reid sentì la propria mano tremare mentre veniva sollevata delicatamente da Alaska che, dopo aver lasciato un leggero bacio sulla fede d'oro bianco, gli infilò all'anulare l'anello.

Al, Alaska.- iniziò titubante, dopo che l'officiante gli ebbe fatto un lieve cenno d'assenso. Fece una piccola pausa aspettando che la propria voce tornasse ferma- Tu...tu sei fantastica. Sei divertente, sei gentile, sei dolce e sei bellissima. I-io non credevo che una persona come te potesse mai interessarsi a uno come me eppure...eppure è successo ed è fantastico. Vivere con te è sempre un'avventura e io non posso far altro che sperare che tutto questo continui per sempre e ringraziare per quanto sono stato fortunato a trovarti.”
Spencer sospirò quando vide il sorriso di Alaska riempirsi di una dolcezza che, lo sapeva, era rivolta solo a lui. Il ragazzo posò un bacio sulla fede nuziale, esattamente come aveva fatto lei poco prima, e gliela infilò al dito, sorridendo radioso senza mai staccare gli occhi da quelli di Ross.

Bene.- riprese la parola il celebrante- Alaska vuoi tu...”
Aspetti!- lo interruppe Ross, spalancando gli occhi- Mi sono dimenticata di dire una cosa!”
L'uomo le sorrise indulgente “D'accordo.”
Alaska tornò a fissare Spencer “Ti amo tantissimo. Oh, e hai degli occhi bellissimi ed adoro la linea della tua mascella e la tua piccola fossetta sul mento.”

Anch'io ti amo.” rise il profiler, divertito da quella confessione strampalata.
Il sosia di Elvis iniziò a recitare la formula matrimoniale “Alaska, vuoi tu prendere Spencer come tuo legittimo sposo, promettendo di essergli fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia e di amarlo e onorarlo per tutti i giorni della tua vita?”

Lo voglio.” rispose Alaska, fissando Reid intensamente.
E tu Spencer, vuoi prendere Alaska come tua legittima sposa, promettendo di esserle fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, e di amarla e onorarla per tutti i giorni della tua vita?”
Lo voglio.” confermò il ragazzo con tono sicuro.
Perfetto.- continuò l'officiante sorridendo- Con i poteri conferitimi dallo stato del Nevada e da www.officianteincinqueminuti.com vi dichiaro marito e moglie.”
Mise le mani sulle spalle dei due giovani di fronte a sé e li spinse leggermente, di modo che fronteggiassero gli ospiti del matrimonio “Signore e signori: vi presento il signor e la signora Reid!”

Che aspetti?- domandò, alzando la voce per sovrastare lo scroscio degli applausi- Puoi baciare la sposa, amico!”
Spencer non se lo fece ripetere. Alzò una mano per posarla sulla guancia liscia e morbida di Alaska e la attirò a sé, reclamando le sue labbra.
Era ufficiale, ormai: si appartenevano.


____________________________________________________


È successo. Alla fine è successo!
Sapevo che stare nella stessa stanza in cui mia sorella guardava 'Wedding planner', giorno dopo giorno, avrebbe portato a conseguenze disastrose. Lo sapevo! Eppure non ho fatto niente per impedirlo.
È per questo che nei giorni scorsi sono stata posseduta dallo spirito di Enzo Miccio, e questo è stato il risultato.
Tralasciando i miei deliri da deprivazione di sonno, che ne pensate? Vi aspettavate un matrimonio a Las Vegas per Spencer e Alaska?
Ah, prima che il mio Alzheimer giovanile colpisca ancora: mille grazie a
Maggie_Lullaby per il suggerimento decisamente perfetto riguardo alla canzone da inserire durante il pezzo sul matrimonio (tralasciamo il fatto che è colpa tua e solo tua se ora questa canzone è una della più inflazionate della mia playlist!).
In ogni caso, vi avevo accennato della mia possessione da parte di un wedding planner dai gusti nel vestire piuttosto discutibili?Ecco. Non stupitevi quindi se il cocktail fra questo e la mia personalità eccessivamente perfezionista mi hanno portato a fare delle ricerche durante questi giorni riguardo a quanto ho scritto in questo capitolo. Quindi sì, esiste un hotel Mandalay Bay a Las Vegas che organizza matrimoni simili a quello che ho descritto e, ancora sì, è sempre la stessa catena ad organizzare la Shark Reef Ceremony in una galleria circondata da acquari. Ma credete che il mio OCD si fermi qui?Giammai! Dopo un'attenta ricerca ho trovato anche i vestiti di Alaska e Spencer, nonché quelli da damigelle di JJ, Emily e Penelope e perfino l'anello di fidanzamento.
Sono pazza, lo so. Potete chiamare la neuro e farmi venire a portare via.
Bando alle ciance, ora. Spero che commentiate e mi facciate sapere cosa ne pensate di questo capitolo!Alla prossima, con DAY 7 (ebbene sì, siamo agli sgoccioli, sigh e sob!)
Besos JoJo

PS:mi è impazzito l'editor html e ha selvaggiamente cambiato carattere, stile e dimensione del testo a suo piacimento. Mi dispiace per l'inconveniente, spero che non dia problemi di lettura ma solo meramente estetici...Appena mi ritaglio un po' di tempo cercherò di risolvere il problema. Sorry di nuovo.

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Capitolo 8
*** DAY 7 ***


DAY 7


Come varia il pianto secondo de le emozioni, similmente complicato et prezioso et ogni volta diverso è il ridere.

-Leonardo da Vinci


Reid alzò un sopracciglio in direzione di Alaska mentre continuava ad abbottonare con attenzione la camicia a scacchi del proprio pigiama.
Era esausto. Non se ne era accorto finché non aveva messo piede di nuovo nel proprio appartamento ma, dopo il viaggio a Las Vegas, il matrimonio last minute e i brevi festeggiamenti che ne erano seguiti prima del volo di ritorno, non desiderava altro che mettersi a dormire.
Alaska, invece, sembrava di tutt'altro avviso.

Davvero non sei stanca?” domandò scettico, mentre la osservava saltellare da una parte all'altra della stanza, ancora su di giri per gli avvenimenti delle ultime ore.
Lei gli rivolse un sorriso radioso “Neanche un pochino.”
Spencer sospirò stancamente, mentre scostava le lenzuola e si infilava sotto le coperte “Beh, io sono distrutto.”

Siamo sposati!” esclamò Ross, ignorando evidentemente il suo commento e il suo chiaro desiderio di concedersi una buona dormita per le poche ore che lo separavano dal suono della sveglia.
Tuttavia non poté impedirsi di rivolgerle un sorriso dolce “Lo so. È incredibile, vero?”

Siamo sposati!” canticchiò di nuovo la mora, mentre alzava la mano sinistra per ammirare l'effetto della fede e dell'anello di fidanzamento sul suo anulare sinistro.
L'hai già detto ai tuoi?” domandò quindi Reid, non riuscendo a trattenere uno sbadiglio rumoroso.
Alaska si lasciò cadere sul letto, incrociando le gambe all'indiana “Gli ho mandato un sms.”
Gli occhi scuri del profiler si spalancarono all'istante “Stai scherzando, vero?”

No.- rispose la giovane, aggrottando la fronte, confusa dal tono incredulo del neo sposo- Perché?”
Spencer scosse la testa “Lascia perdere. Che cosa ti hanno detto?”

Mia mamma ha detto che sapeva che sarebbe successo.” continuò Alaska, con tono chiacchiericcio.
Ah, sì?” ribatté Spencer alzando un sopracciglio.
L'antropologa annuì “Già, ha detto che una sua amica sensitiva gli aveva predetto che avrei preso una decisione importante che avrebbe contribuito molto all'incremento della mia felicità.”

E tuo papà?” si azzardò a domandare di nuovo il ragazzo, terrorizzato da qualsiasi risposta potesse ottenere.
Dice che non vede l'ora di avere un tête à tête con il suo nuovo genero.- trillò contenta Alaska- Dice che vuole che vai con lui a caccia la prossima stagione.”
“Oh.- fu quello che riuscì a dire il giovane genio, prima di deglutire rumorosamente mentre assimilava la minaccia che aveva letto fra le righe di quella frase apparentemente innocente- Sai, statisticamente gli incidenti che capitano a chi va a caccia in coppia sono più frequenti e spesso mortali rispetto a chi va da solo o in gruppo?”

No, non lo sapevo.”
Lo immaginavo.- riuscì a mormorare, la gola improvvisamente secca- Tuo padre è esperto in minacce subliminali?”
Mio papà ti adora, lo sai.- lo tranquillizzò Ross, dandogli un buffetto sul braccio- Gli piace scherzare mettendoti sotto pressione, tutto qui.”
Reid borbottò qualcosa fra i denti, per niente convinto da quelle parole. Si tolse gli occhiali e li appoggiò sul comodino di fianco al proprio lato del letto, pronto a concedersi qualche ora di sonno.
Lanciò un'occhiata alla propria moglie, che tuttavia non sembrava ancora intenzionata a infilarsi sotto le coperte.

Dovremmo prendere un cane.” disse infatti, picchiettandosi un indice sotto il mento.
Spencer incassò la testa nel cuscino, socchiudendo gli occhi “Abbiamo già Pappa.”

Oh, e prima o poi andremo a vivere in una casa col giardino sul retro e la staccionata e un box auto in cui terremo mountain bike che non useremo mai.” snocciolò con tono gioviale Alaska, la mente già vivacemente proiettata sulla loro vita futura.
Guardi troppe pubblicità di merendine, lo sai?” commentò il profiler con una risata stanca.
Ross lo ignorò “E poi dovremo mettere la foto che Elvis ci ha fatto al matrimonio sul caminetto...”

Che non abbiamo.”
E ogni volta che qualcuno entrerà nel nostro salotto e il suo sguardo verrà attratto da quel riflesso ci siederemo sulla nostra sedia a dondolo...”
Che non abbiamo.” ribadì Spencer con voce assonnata.
...e gli racconteremo di quando ci siamo sposati.” concluse Alaska con un sorriso trionfante.
Dovrai raccontarlo a Crowford e Stein prima.- gli ricordò il giovane genio, aggrottando la fronte- Come credi la prenderanno?”
Benissimo, ovviamente.- rispose immediatamente e con convinzione lei- Nate è il mio migliore amico e Davon il mio tutore auto-eletto: vogliono solo il mio bene e che io sia felice. E sai una cosa?Tu mi fai stare benissimo e mi rendi felice come non mai.”
Reid le rivolse un sorriso dolce “Già, anche tu.”

Amaca.”
Cosa?” domandò Spencer confuso, spalancando gli occhi che si erano socchiusi dalla stanchezza.
Voglio anche un'amaca in giardino.” specificò Ross con un sorriso.
D'accordo, ma ora vieni a letto? O preferisci stare alzata a immaginare tutte le future gioie della vita matrimoniale?”
Alaska rise, accogliendo quell'invito e accoccolandosi vicino a lui, la testa placidamente appoggiata alla sua spalla “Direi che posso aspettare fino a domani, per quello.”

Aspettare fino a più tardi, vorrai dire.- la corresse il ragazzo, sciogliendo quell'abbraccio solo per il tempo necessario per spegnere la lampada accesa sul comodino- È già domani, Al.”
Questo vuol dire che siamo sposati già da un giorno. Non è fantastico?”
Reid sospirò, stringendola ancora un po' di più a sé “Sì, ma adesso dormi, kultani.” [tesoro mio, nda]
Dalle sue labbra sfuggì un sospiro soddisfatto quando si rese conto che Alaska aveva davvero deciso di assecondarlo nel suo desiderio di concedersi qualche ora di sonno ed era pronto a farsi cullare dalle braccia di Morfeo quando notò un movimento nello specchio della porta ancora aperta, sebbene si ricordasse chiaramente di essersela chiusa alle spalle poco prima. Un'ombra si era mossa furtiva nella penombra lasciata dalle luci che filtravano placidamente dalla finestra facendo risvegliare immediatamente i suoi sensi già assopiti. Si alzò a sedere di scatto per accendere di nuovo la lampada sul comodino, spaventato dalla figura che era comparsa di fianco al letto.
Alaska si puntellò sul materasso col gomito, fissando con occhi spalancati il ragazzino biondo dall'aria colpevole che li guardava entrambi mordicchiandosi il labbro inferiore.

Al?” chiamò il bambino con voce flebile.
JD?Che c'è tesoro?”
JD spostò il peso da un piede all'altro, e solo in quel momento agli occhi di Spencer sembrò davvero dimostrare la sua giovanissima età “Posso dormire con te?E' l'ultima sera che passiamo insieme e...”
Alaska gli rivolse un sorriso dolce prima di voltarsi verso Reid “Spencer?”
Il ragazzo sbatté le palpebre confuso “Io...uhm, io credo che...uhm, certo...Non c'è problema.”
Simultaneamente un sorriso luminoso si allargò sul volto dell'antropologa e del suo fratellino che schizzò sotto le coperte non appena la ragazza gli fece spazio.

Spencer?” chiamò di nuovo Ross, mentre JD le si accoccolava accanto.
Che c'è?” domandò il giovane, che sperava davvero che quella fosse l'ultima interruzione prima di concedersi quelle poche ore di sonno che, in fondo, pensava di essersi guadagnato.
“Non metterti troppo comodo.” mormorò Alaska, accarezzando piano i fili dorati che erano i capelli del fratello più giovane.
Al buio Spencer aggrottò le sopracciglia “Perché?”

Vedrai.” fu la sibillina risposta di sua moglie, che subito dopo si mise a contare a ritmo lento.
Uno...”
Due...”
Tre.”
Dalla porta arrivò un'altra vocetta flebile “Al?”

Salta a bordo TJ.”


Spencer Reid inalò profondamente mentre veniva letteralmente stritolato da due paia di piccole e magre braccia. I gemelli sapevano ancora di cioccolato, merito della colazione preparata da Alaska solo un paio di ore prima, ed erano ormai pronti a salire sull'aereo che li avrebbe riportati in Kansas dai genitori.
Solo una settimana prima il giovane profiler non avrebbe mai creduto che in soli sette giorni la sua vita sarebbe cambiata tanto drasticamente, eppure così era stato. Abbracciava i due bambini e si ritrovò a pensare che gli sarebbero mancati, dopotutto...
Poche ore prima, Spencer si era svegliato con il suono di tre risate argentine che gli rimbalzava nelle orecchie e l'amato aroma di caffè nelle narici. Non aveva nemmeno avuto bisogno di aprire gli occhi per rendersi conto di essere l'unico ad essere ancora a letto, nonostante i numeri che brillavano sulla sveglia digitale sul suo comodino lo avessero informato immediatamente che non era affatto tardi. Anzi.
Si era alzato, di malavoglia, ancora spossato dagli eventi della giornata precedente a Las Vegas, dai quali non si era ancora completamente ripreso nonostante le ore di sonno profondo e senza sogni che si era concesso. Il problema della stanchezza, tuttavia, sembrava assillare solo lui.
Non appena aveva varcato la soglia della cucina, infatti, si era ritrovato davanti Alaska e i gemelli impegnati in un gioco di qualche tipo, la loro vivacità che sprizzava da ogni gesto e sguardo mentre saltellavano di qua e di là nella piccola stanza.

Arrr!” aveva sentito berciare Alaska, che stava brandendo un cucchiaio di legno che si era infilata nella manica della felpa per ricreare l'effetto di un uncino, non appena aveva varcato lo specchio della porta che dava sulla cucina dal salotto.
Un sorriso gli si era allargato piano sul volto mentre osservava le teste bionde dei gemelli muoversi convulsamente, scosse dalle risatine incontrollate che uscivano dalle bocche spalancate dei due bambini. Era stato in quel preciso momento che Reid si era reso conto che quella poteva essere l'esatta rappresentazione di come sarebbe potuta diventare la sua vita nel giro di pochi anni. Aveva una famiglia, ormai. Il pensiero non l'aveva nemmeno sfiorato il giorno precedente, durante la cerimonia: era troppo impegnato a coronare il proprio sogno d'amore con Alaska per rendersi effettivamente conto di tutte le possibili conseguenze che quel legame gli avrebbero ufficialmente portato.
Aveva una famiglia, ormai. Lui, Spencer Reid, che aveva vissuto da solo dall'età di diciotto anni, che non aveva mai avuto troppi amici con cui condividere le gioie di tutti i giorni, né tanto meno ragazze, nel giro di ventiquattro ore si era ritrovato indissolubilmente legato a un nucleo familiare ampio e caleidoscopico, affiatato e affettuoso, caotico e imprevedibile. Si era ritrovato immediatamente a sorridere fra sé e sé, mentre guardava la scenetta che gli si presentava davanti senza vederla veramente.

Tu, mozzo!- l'aveva immediatamente richiamato la voce di Alaska, strana alle sue orecchie a causa del tentativo della moglie di imitare la voce arrochita di un filibustiere col vizio del fumo- Sai che il codice dei pirati proibisce pensieri troppo impegnativi prima di colazione!Ora sono costretto a sfidarti a duello per l'ardire che hai avuto nell'ignorare le regole di questa nave!”
Spencer era quindi entrato nella stanza, scuotendo la testa divertito “No, grazie, passo.”

Non si passa mai un combattimento, giovanotto.” era stato quindi informato da uno dei gemelli (JD?), che gli aveva poi porto uno spolverino per la polvere che nemmeno ricordava esistesse in casa.
Ok, uhm...- aveva balbettato, ancora un po' riluttante considerando il fatto che nemmeno da bambino aveva partecipato a giochi del genere- Chi dovresti essere?” aveva poi domandato voltandosi verso la sua sorridente moglie.
Gli occhi di Alaska brillavano di vivacità mentre aveva strizzato brevemente un occhio in sua direzione prima di ricalarsi nella parte che tanto divertiva i suoi fratellini “Chi sono io?Io sono un temibile pirata, il grandissimo capitano Spoon.”

Indendi Hook.” le aveva fatto immediatamente notare Spencer, memore dell'opera di Barrie.
JD, e quella volta era piuttosto certo che fosse lui, aveva scosso la testa con veemenza “No, proprio Spoon. Il suo acerrimo nemico gli ha tagliato la mano e l'ha gettata da mangiare a un coccodrillo...”

...lui aveva messo un uncino a sostituirla, ma ha sviluppato un'allergia al metallo che provoca rash pruriginoso e perciò l'ha dovuto sostituire con un cucchiaio di legno.” aveva quindi concluso TJ incrociando le braccia.
Presa dal suo ruolo di filibustiere Alaska aveva sospirato mestamente “E da allora sono il terribile capitano Spoon. Me misero e tapino!”
Fu proprio mentre guardava la giovane antropologa mettersi con fare drammatico una mano sulla fronte che decise di assecondare i tre fratelli in quel gioco “Guarda il lato positivo.”
“Cioè?” gli aveva domandato Alaska, la voce scossa da singhiozzi che potevano essere di risa come di pianto.

Quando c'è la minestra per cena sei avvantaggiato.” aveva sorriso serafico, mentre i gemelli scoppiavano di nuovo a ridere.
“Arr, giovanotto, arr!- era stata la risposta semi-seria del temibile pirata Spoon- Se non fosse per le tarme ti darei ragione.”
Il breve siparietto non era finito lì. Alaska aveva servito la colazione usando lo stesso cucchiaio di legno che le era rimasto infilato nella manica della felpa e loro quattro avevano chiacchierato del più e del meno per almeno mezz'ora prima che i gemelli si alzassero per annunciare che dovevano iniziare a preparare i loro bagagli per il volo che avrebbero dovuto prendere di lì a poche ore.
Spencer si era voltato verso sua moglie, quando aveva sentito un singhiozzo strozzato bloccarglisi sulle labbra.

Che cosa?”
I gemelli si erano mordicchiati le labbra all'unisono, secondo quel tic familiare che vedeva spesso in azione su Alaska, e avevano rivolto alla sorella maggiore i loro sguardi limpidi ma tristi.

Noi dobbiamo tornare a casa.”
No!Perché?”
Papà è tornato a casa dall'ospedale ieri.- aveva spiegato pazientemente TJ- Abbiamo già perso una settimana a scuola, non possiamo restare di più.”
Mamma ha prenotato un volo per questa mattina, ricordi?- gli aveva dato man forte il fratello, sebbene non entusiasta di dover lasciare DC- Dobbiamo ancora preparare le valige e...”
Alaska aveva sporto il labbro inferiore in un piccolo broncio “Perché dovrei perdere del tempo che potrei passare con voi mandandovi a fare i bagagli?Potrei semplicemente mettere tutta la vostra roba in uno scatolone e chiamare la FedEx per spedirvi tutto...”

Tutto questo è irrazionale.” aveva ribattuto immediatamente JD scuotendo la testa bionda.
E decisamente poco pratico.”
E assolutamente privo di logica.”
Chi ha bisogno della logica?- aveva poi continuato a dire l'antropologa- Ci sono un sacco di cose che vivono serenamente senza bisogno di logica. La funzione shuffle dell'ipod, ad esempio. O i marshmellow. O gli elefanti rosa in Dumbo. O i racconti di Carrol...A che serviva la lista che sto facendo?”
Dopo quel dialogo non c'erano state ulteriori proteste da parte di Alaska, che si era limitata a seguire i propri fratellini nella stanza degli ospiti e ad osservarli mentre, litigando come sempre, cercavano di riempire i propri bagagli seguendo una logica tutta loro. In quel momento sua moglie sembrava un cucciolo perfettamente conscio del fatto di stare per essere abbandonato e nei suoi grandi occhi color cielo era chiaro il senso di colpa per il fatto di non poter essere in grado di accompagnare TJ e JD all'aeroporto.
Ed erano quelli i fatti che l'avevano portato fino a lì.
Aveva chiamato Hotch e chiesto un'ora di permesso non appena Alaska gli aveva annunciato che non poteva saltare la sua mattinata di lezioni a Quantico, caricato le valige dei gemelli nella sua vecchia macchina e guardato dallo specchietto retrovisore mentre sua moglie salutava con la mano dal marciapiede davanti al loro palazzo. Cosa che aveva continuato a fare, sospettava, finché non avevano effettivamente svoltato a destra una volta arrivati alla fine della via.
Spencer si riscosse dai propri pensieri prestando di nuovo attenzione ai due ragazzini che si trovava di fronte. Poco più in là, la hostess a cui sarebbero stati affidati durante il volo stava già aspettando pazientemente, un lieve sorriso che le increspava le labbra carnose e perfettamente truccate.

Proust diceva che un vero viaggio di scoperta non deve essere fatto verso nuovi orizzonti ma verso nuovi occhi.” lo informò JD, mentre si spingeva sul naso gli occhiali dalla montatura sottile.
TJ fece roteare gli occhi platealmente “Questo diceva, quello pensava: lo sai che sei noioso a trecentosessanta gradi?”

Andiamo, ragazzi, non litigate.” cercò di rabbonirli, con un sorriso conciliante sulle labbra.
Non stiamo litigando, stiamo discutendo.” specificò TJ, mettendo un accento particolare sull'ultima parola.
Il che sta alla base di qualsiasi rapporto democratico.” continuò l'altro gemello con un sorriso soddisfatto sulle labbra.
Spencer non poté fare a meno di sorridere a quel commento “Sapete, mi mancherete.”

Anche tu, Spence.” gli assicurarono in coro i due ragazzini, strizzandolo in un altro abbraccio soffocante come per dare maggior rilievo alle proprie parole.
Una volta sciolto l'abbraccio JD si infilò una mano in tasca e ne estrasse un foglio ben piegato per poi porgerlo a Reid.
Il giovane profiler alzò un sopracciglio, incuriosito, mentre TJ iniziava a spiegare “Un calendario.- rivelò quindi- L'abbiamo preparato per te ed Al, ci sono tutte le date in cui voi potreste venirci a trovare o in cui noi potremmo venire a trovare voi. Sai, per vederci al di là degli stretti confini imposti da festività commerciali prestabilite.”
Spencer si ritrovò ad annuire “Lo useremo di certo.”
Stava per aggiungere qualcos'altro, magari qualcosa che potesse far capire ai due bambini che gli aveva davvero fatto piacere averli avuti come ospiti per quella settimana, ma fu interrotto da una voce metallica che li avvisava che i passeggeri del volo per Wichita dovevano prepararsi all'imbarco.
Spencer osservò i due ragazzini trotterellare via affiancando l'avvenente hostess e si ritrovò a pensare che, sì, avere a che fare con i due ragazzini non era stato affatto terribile come si sarebbe aspettato.


Che ci fai tu qui?”
Nathaniel Crowford non poté fare a meno di far roteare gli occhi a quel commento sibilato con tono acido.

Mi guadagno la pensione.- ribatté con voce altrettanto ostile lo scontroso agente FBI- Sai, non vorrei trovarmi alla tua età ad essere costretto a dover tenere seminari con dei pivellini che odio per arrivare a fine mese.”
Sai, Crowford,- continuò immediatamente a parlare l'anziano antropologo scimmiottandolo nel tono di voce- ci sono persone a cui piace essere sempre stimolate intellettualmente. È per colpa tua che la mia assistente non è ancora qui?”
Nate fece roteare platealmente i grandi occhi grigi “No, in effetti pensavo che fosse colpa tua se la mia partner non ha ancora risposto alle mie chiamate stamattina.” disse, mettendo un forte accento sul possessivo.
Davon si fermò in mezzo all'aula dove l'agente speciale l'aveva raggiunto e puntò contro all'uomo più giovane un dito rugoso e ammonitore “Bada bene, federale, Ross ha già abbastanza da fare con me.”

Dovrai trovare qualcun altro che ti ricordi di toglierti la dentiera prima di mangiare cibi appiccicosi.- commentò sprezzante Crowford, piegando le labbra in un sorriso di sfida- Ross ha un caso a cui lavorare.”
Come se richiamata dalla discussione che la vedeva suo malgrado protagonista, Alaska Ross fece il suo ingresso in quel momento nella stanza, scivolando con agilità sulle piccole rotelline delle sue scarpe da ginnastica.

Hey, Ross!” la chiamarono all'unisono i due uomini, ansiosi di essere i primi ad attirare l'attenzione della giovane antropologa, come se la sua fedeltà assoluta per quella giornata sarebbe andata al primo ad ottenere un suo sguardo.
Alaska rivolse a entrambi un sorriso radioso, prima di correggerli trillando “Reid.”

Come?” ribatté Stein, alzando un sopracciglio.
Adesso sono Alaska Reid.- annunciò la ragazza, facendo vedere loro la mano sinistra sul cui anulare troneggiavano la fede e l'anello di fidanzamento- Io e Spencer ci siamo sposati a Las Vegas ieri pomeriggio!”
Vi...- Nate si prese volutamente una pausa, imponendo alla propria voce di essere meno stridula- Vi siete sposati?”
L' antropologa non rispose alla sua domanda, continuando il proprio discorso con tono allegro “Non so ancora cosa fare con il cognome, voglio dire: adoro essere la signora Reid, ma sarà un macello cambiare il cognome da Ross a Reid in tutti i miei lavori e nelle mie ricerche...”

Sposati sposati?- ribadì il muscoloso agente FBI- Ieri?”
...ma ne parlerò con Spencer, ovviamente.- concluse la ragazza con una scrollata di spalle noncurante- Non credo che per lui sia un problema se mantengo il mio cognome nel lavoro, ma farò tutto quello che gli fa piacere e...”
La voce di Davon la interruppe, tagliente e fredda come la lama di un coltello “Questa è la cosa più stupida che tu abbia mai fatto, Quarantanove.”

Per una volta mi trovo a concordare con Stein.” annuì immediatamente concorde Crowford.
Alaska aggrottò la fronte, i grandi occhi cerulei velati di perplessità “Non capisco. Non siete contenti per me?”
Il vecchio antropologo scosse la testa, prima di iniziare a cercare di far ragionare la propria protege “Innanzitutto, una cerimonia a Las Vegas è pacchiana e poco promettente come inizio di una lunga vita insieme. In secondo luogo è stato tutto troppo improvviso e non avete avuto tempo di pianificare e...”
“Ma l'amore si vive, non si pianifica.” disse candidamente la ragazza, con un sorriso lieve sulle labbra.
Crowford si ritrovò a scuotere la testa rassegnato “Odio avere a che fare persone così ottimiste.”

Stranamente ci troviamo di nuovo d'accordo.” borbottò Davon con un lungo sospiro.
Alaska ignorò i loro commenti e scivolò leggermente sui suoi pattini in modo da essere di fronte all'agente FBI.

Che ci fai qui, Nate?” domandò, col tono di un bambino che aveva ricevuto un regalo inaspettato e ne voleva sapere il motivo.
Stavo spiegando al tuo antipatico mentore che non puoi fargli da badante, oggi.- spiegò l'uomo, scrollando le spalle muscolose- Abbiamo un caso: corpo smembrato e decomposto venuto a galla dal fiume Potomac. Il patologo ha detto che spetta a te.”
D'accordo, ma prima devo andare agli uffici del personale. Mi hanno detto che c'è qualcosa che non va con la mia documentazione.”
Se aspettiamo ancora un po' quel corpo diventerà cenere prima del nostro arrivo.”
Oh, questo è impossibile, Nate. Ci vogliono anni prima che una cosa del genere accada.”
Già. Lo stesso tempo che impieghi tu per capire quando uno usa del sarcasmo.”
Benvenuto nel mio mondo. Quarantanove puoi andare, ma ti voglio qui oggi pomeriggio. Ho la netta sensazione che le tesine di questo branco di debosciati che mi hanno affidato saranno piene di inesattezze scientifiche e mi faranno venire di nuovo voglia di ritirarmi a vita privata.”
Ok. Andiamo, Nate? Potresti darmi una piccola spintarella in direzione dell'ascensore?”
Il giovane fece roteare gli occhi con aria scocciata, ma appoggiò lo stesso la sua grossa mano sulla spalla dell'antropologa per spingerla verso la direzione indicata.
Mentre si stavano allontanando sentirono uno degli studenti che si stavano accomodando sui banchi dell'aula in cui il dottor Stein stava per iniziare la sua lezione, fare una domanda al luminare.

La dottoressa Ross non rimane?”
No. Deve finire di mandare al lavoro i sette nani.” fu la risposta sibilata dal professore, prima di iniziare a mostrare delle diapositive di corpi decomposti, smembrati e carbonizzati come dimostrazione delle diverse applicazioni dell'antropologia forense nel riconoscimento delle vittime.
Arrivati alle porte dell'ascensore, Crowford spinse dentro con delicatezza l'amica, prima di voltarsi verso l'immensa tastiera di bottoni indicanti i piani di quell'edificio.

Dove sei diretta, Ross?” domandò con tono noncurante.
Reid.- lo corresse brevemente la ragazza, prima di trillare- Quinto piano.”
Reid.- ripeté meditabondo Nate- Quindi siete davvero sposati?”
Alaska annuì con veemenza “Sì. Elvis ci ha fatto firmare tutte le carte: è ufficiale.”
L'agente federale fece roteare gli occhi “Elvis. Dovevo immaginarlo.”

Un matrimonio a Las Vegas senza Elvis è come...”
...un muffin senza gocce di cioccolato.” concluse per lei Crowford.
Come facevi a sapere che avrei detto quello?” domandò stupita l'antropologa, sgranando i grandi occhi chiari.
Nate scrollò le spalle “Con te basta dire la prima cosa che viene in mente e si è apposto.”
Alaska proruppe in una breve risata, prima di rimpiazzarla con un sorriso dolce e posare una mano sul bicipite ben definito dell'amico “Mi sarebbe piaciuto se ci fossi stato presente.”
Crowford sbuffò proprio mentre uno scampanellio li avvisava che erano arrivati al piano desiderato “Sai che odio i matrimoni.”
La osservò uscire dal vano dell'ascensore e decise di cambiare drasticamente argomento “Ti aspetto al parcheggio esterno.- la avvisò- E non metterci troppo: il traffico a quest'ora è allucinante.”
La giovane mimò un saluto militare in sua direzione e esclamò un “Agli ordini!” prima di girare i tacchi e avviarsi lungo il corridoio che si apriva alla sua sinistra.

Hey, Reid!” la chiamò di nuovo Crowford, prima che le porte dell'ascensore si chiudessero di nuovo per portarlo al pian terreno.
Alaska si voltò sorpresa da quel richiamo inaspettato “Che c'è Nate?”

Sono contento che sei felice. Davvero.” disse, inclinando leggermente la testa per evitare il contatto visivo.
E mentre le porte metalliche si stavano chiudendo, questa volta per portarlo davvero via, sul volto di Alaska si aprì un sorriso brillante che trasmetteva quanto quella semplice frase l'avesse resa felice.


Spencer alzò la testa di scatto quando sentì un sobbalzo davanti alla propria scrivania. Stava per rimbeccare Morgan sul fatto di come fosse incapace di sedersi senza che l'intero reparto si accorgesse dei suoi movimenti, sperando così di riuscire a mascherare come quel rumore improvviso l'avesse leggermente spaventato, immerso com'era nell'analisi comparata delle statistiche dei crimini violenti nelle diverse zone della nazione, quando si accorse che il nuovo arrivato non era affatto il suo amico e collega che si trovava qualche passo più in là, impegnato in una fitta conversazione con JJ.
Un paio di vivaci occhi cerulei brillavano nella sua direzione mentre un sorriso aperto decorava delle labbra rosate che gli erano decisamente familiari.

Hey Cici!” fu l'allegro saluto di Alaska, mentre si appoggiava con entrambe le mani al piano di legno davanti a sé.
Spencer arrossì all'istante nel sentir pronunciare quel soprannome sul suo posto di lavoro. Forse, se era abbastanza fortunato, poteva sperare che Morgan e JJ non l'avessero affatto sentito. Dopotutto, Alaska non aveva parlato così forte...
“Cicci?” ripeté la bionda con tono confuso, ma con un sorriso divertito sulle labbra.
Come al solito la fortuna non sembrò girare dalla sua parte, rifletté mestamente Reid, osservando gli altri due avvicinarsi, probabilmente incuriositi dalla presenza fuori programma di sua moglie.

No no no. Cici, con una sola C.- la corresse immediatamente la giovane antropologa, prima di spiegare l'origine di quel nomignolo- Trovare un soprannome per Spencer è stato difficile, volevo qualcosa di diverso dal solito, di personale, ma che ricordasse il suo nome, ho pensato a Spency ma non mi convince. Alla fine ho tolto Spen e raddoppiato il finale: et-voilà!Ecco il soprannome perfetto.”
Che avevi giurato di non usare mai davanti a loro.- specificò Reid lanciandole un'occhiata ammonitrice- Soprattutto a Morgan.”
Derek gli rivolse un ghigno divertito “Ow, che c'è Cici?Ti senti in imbarazzo?”
Il giovane genio lo ignorò completamente, tornando a rivolgersi alla propria moglie “Che cosa ci fai qui Alaska?Credevo che avessi lezione con Stein stamattina...”
Alaska annuì in modo solenne “Teoricamente sì, ma poi è arrivato Nate: c'è un caso che richiede l'intervento di un antropologo forense e hanno chiamato me, quindi stavo per andare sulla scena del crimine con lui.”

Ti sei di nuovo dimenticata di dirmi perché sei qui.” le ricordò Spencer con tono indulgente.
Giusto!Devo parlarti.”
Ok.”
In privato.” aggiunse quindi la ragazza, bisbigliando come se fosse un segreto.
In privato?Tu che parli a qualcuno in privato?- aveva ribattuto immediatamente Morgan, le sopracciglia inarcate per lo stupore- Mi hai raccontato senza alcun imbarazzo ogni dettaglio della tua ultima visita ginecologica!Mi sto ancora riprendendo dal trauma...”
In privato?” ripeté Reid, altrettanto confuso da quella richiesta.
La giovane si strinse nelle spalle “Sì, in privato.”

Potete usare il mio ufficio.” li invitò JJ additando la porta che aveva lasciato aperta poco prima, mentre dentro di sé cominciava a formulare diverse ipotesi plausibili per l'insolito desiderio di privacy della ragazza.
Ok, grazie mille, JJ!- Alaska le rivolse un sorriso radioso mentre prendeva per mano il marito e lo tirava gentilmente verso la stanza indicata dalla bionda- Andiamo Spencer?”
Reid si ritrovò a scuotere la testa per riprendersi dallo stato annebbiato in cui l'aveva trascinato quella semplice richiesta “Ooh-okay.”

Di che cosa gli dovrà parlare?” domandò quindi JJ, non appena i due furono abbastanza lontani da non poterli sentire.
Conosci Alaska, non sarà niente di grave.- la rassicurò Derek con una scrollata di spalle- Forse vuole semplicemente chiedergli che cosa vuole per cena.”


Allora, come mai tutta questa segretezza?- domandò Spencer, chiudendosi la porta alle spalle e fissando Alaska con aria grave- C'è qualche problema?”
L'antropologa scosse la testa, facendo ondeggiare i lunghi capelli corvini “Nah. Voglio solo parlarti di una cosa.”
Reid non si fece abbindolare dal suo solito tono noncurante “Come mai qui?- incalzò aggrottando le sopracciglia- Avresti potuto dirmela stasera.”

Non credo che saresti stato contento se avessi aspettato così tanto e, conoscendomi, te lo avrei detto mentre apparecchiavamo tavola- spiegò quindi Alaska, parlando velocemente e assumendo un'espressione concentrata mentre valutava la possibilità proposta dal marito- e sono certa che questa è una di quelle cose che tu ritieni importanti e private, sul piano della comunicazione, intendo.”
C'era qualcosa nel tono della giovane che fece suonare un campanello d'allarme dentro il petto di Spencer, ma il profiler si intimò di non lasciarsi distrarre dai propri istinti e il proprio pessimismo. Così, prese un bel respiro e annuì in direzione della moglie “Ok. Dimmi tutto, Al.”
Alaska obbedì immediatamente, iniziando a parlare a raffica, gesticolando in modo sconclusionato mentre cercava di spiegarsi al meglio e sbrigare quella matassa aggrovigliata che erano i suoi pensieri in costante evoluzione “Beh, sai che faccio da assistente a Davon, giusto?A quanto pare, per lavorare anche solo come collaboratore in questi edifici dell'FBI bisogna presentare un certificato medico che attesti il proprio stato di salute a scopi assicurativi e io credevo di essere a posto, dato che lavoro con Nate da un po' ormai, ma è saltato fuori che dato che la mia assicurazione copre solo eventuali incidenti all' Hoover Building e non qui a Quantico ho dovuto assolutamente mettere in regola di nuovo la mia documentazione d'assunzione. Che bisogno ci sarà di essere così menagrami, poi? Non sono mai successi incidenti gravi né in obitorio né in aula...E poi Quantico non dovrebbe essere uno dei posti più sicuri in America? In ogni caso, l'altro giorno, mi hanno mandato a fare un certificato di buona salute all'infermeria, quella del quinto piano dove lavora quella dottoressa simpaticissima con i capelli rossi, la conosci?Si chiama Dalila ed è un vero spasso, parla sempre di suo marito e...”

Alaska, stai divagando.” la avvertì Spencer, la voce acuita dalla preoccupazione.
Oh, giusto.- si riscosse la ragazza, scuotendo la testa come se fare ciò la potesse aiutare a riprendere le fila del discorso- Comunque, mi ha visitato e ha anche prelevato del sangue per le analisi di routine e a quanto pare oggi sono arrivati i risultati ed è uscita una cosa che di certo non mi aspettavo e...”
Sei malata?” la interruppe di nuovo Reid, e questa volta il panico era palpabile sia nella sua espressione che nel tono che aveva usato.
Alaska scoppiò quasi a ridere “No!Come ti viene in mente?”

Beh, vieni qui all'improvviso, mi vuoi parlare da solo e in privato, cosa che non fai mai perché non ti importa niente della privacy e inizi a parlarmi di analisi, il che vuol dire che è emerso qualcosa.- borbottò il giovane genio spiegando il proprio punto di vista- Qualcosa che non ti aspettavi e che è talmente importante che devi comunicarmelo immediatamente. Sei malata?Cos'hai?Un virus?Un batterio?Un parassita?”
Parassita.- Alaska si prese qualche secondo per riflettere su quella parola- In effetti, credo che come definizione possa andare bene.”
Oddio!- esalò Spencer con occhi sgranati. Nella mente immaginava già gli scenari peggiori: possibile che la sua vita che sembrava essere diventata perfetta così all'improvviso fosse già destinata a peggiorare?- Al...è-è grave?”
Oh, no, per niente.- lo rassicurò di nuovo la ragazza, una strana luce più vivace del solito negli occhi chiari- La dottoressa ha detto che è positivo il fatto che non sia stata male fino ad ora, e comunque è una cosa che è già successa a un sacco di persone, niente di grave, passerà col tempo...”
Mi vuoi dire cos'hai?” sbottò Reid, esasperato dal fatto di non sapere ancora nulla di quello che sua moglie voleva dirgli.
Sono incinta.”


Le labbra dipinte di viola di Penelope Garcia si aprirono in un sorriso brillante non appena il suo sguardo si posò sul suo obiettivo. Non era stato difficile per lei, la regina del gossip d'ufficio della BAU, scoprire che Alaska si era presentata inaspettatamente da loro quella mattina e lei non si sarebbe fatta sfuggire per niente al mondo l'occasione di fare quattro chiacchiere con la sua antropologa forense preferita.
Alaska!- la chiamò con un trillo nella voce- Dove hai lasciato la tua metà?”
La mora aggrottò la fronte, confusa “La mia...metà?Credo di essere tutta intera.” rispose toccandosi pancia e fianchi come per appurarsene.

E' un modo di dire, tesoro.- rise Penelope, prima di riformulare la domanda- Dov'è Reid?”
“Oh, lui è ancora nell'ufficio di JJ.- spiegò quindi la giovane con una scrollata di spalle- È svenuto, per questo sono andata a prendere dell'acqua.”

E' svenuto?” ripeté Garcia, ormai preoccupatissima, mentre seguiva Alaska lungo l'open space e poi di nuovo sulle piccole scale, verso l'ufficio della loro coordinatrice dei media.
Già, non sembra niente di grave.- la rassicurò la neo signora Reid, assumendo inaspettatamente il tono del medico che, in fondo, era- I suoi parametri vitali sono nella norma e stabili, ma perdere coscienza così è strano, vero?”
Che cosa è successo?” chiese di nuovo Penelope, lanciando un'occhiata a Spencer che giaceva ancora incosciente sulla poltrona di JJ, ma che sembrava stare tutto sommato piuttosto bene.
Alaska fece dondolare la testa da sinistra a destra, pensierosa “Non lo so!Stavamo parlando ed è caduto come una pera cotta. Non credo si tratti di un calo di zuccheri, stamattina ha mangiato e i miei pancakes sono fatti apposta per essere ipernutrienti. Forse un calo di pressione?Credi che possa esserci qualcos'altro che non va in lui?Le spiegazioni per una perdita di coscienza così improvvisa non sono mai buone e...”
Garcia le posò le mani sulle spalle, cercando di tranquillizzarla “Alaska, stai calma. Non sembra che stia male, vedi?Si sta riprendendo.”

Magari è stato quello che gli hai detto che l'ha fatto andare fuori di testa. - continuò a parlare la rossa, mentre osservava Reid che lentamente sembrava risvegliarsi- Qualche idea folle delle tue?”
La giovane antropologa scosse piano la testa “No. Gli ho solo detto che sono incinta.”
Al sentire quelle parole Penelope non poté fare a meno di spalancare la bocca, portandosi al viso una mano dalla manicure multicolor “Cosa?”

Sono incinta.” ripeté piano Alaska, sinceramente confusa di come una semplice affermazione potesse portare tanto stupore in chiunque la ascoltasse.
Aaaah!- gridò la tecnica informatica iniziando a saltellare sul posto, incapace di contenere la propria gioia- Ommiodio sei incinta!”
Garcia aveva afferrato con forza le mani dell'amica, costringendola a unirsi a quella sua primordiale danza della felicità, ed entrambe erano talmente prese dai propri gesti che non si avvidero del resto della squadra che era accorsa all'ufficio di JJ non appena avevano sentito l'urlo della collega.
Nel sentire le ultime parole che si stavano scambiando le due ragazze erano rimasti tutti pietrificati sul posto. Fu Rossi il primo a riprendersi e a essere in grado di pronunciare qualche parola.

Sei incinta?” domandò, incredulo, mentre osservava quella che vedeva ancora come la bambina indifesa che aveva salvato anni prima annuire con slancio.
Sei incinta!- esclamò Emily con un sorriso radioso sul bel volto- E' straordinario.”
Alaska corrugò la fronte, perplessa “Non poi così tanto. Un sacco di donne lo sono e lo sono state, non è una cosa particolarmente strana, ma un semplice processo naturale di riproduzione della specie.”

E' una cosa meravigliosa, Al!” la corresse immediatamente JJ, sorridendole dolcemente mentre la stringeva in un abbraccio per congratularsi.
Lo so, ma non strana.” ribadì l'antropologa con un sorriso.
Nel frattempo Reid si stava riprendendo, alzandosi lentamente dalla poltrona di JJ per affiancarsi ad Alaska, mettendole un braccio intorno alle spalle sia perché sentiva ancora il bisogno di avere un po' di sostegno, sia perché voleva avere qualcosa che gli facesse davvero capire di essere sveglio davvero.
Morgan si avvicinò al giovane collega e gli sferrò un cameratesco buffetto sulla spalla esile “Incredibile, Reid. Fino all'altro giorno eri il nostro piccolo e goffo genietto, ed ora non solo sei sposato, ma stai anche per diventare padre!”
Spencer gli rivolse un sorriso debole “Ti prego, non dirmelo troppo spesso. Sento che mi sta per arrivare una crisi di panico.”
I presenti si lasciarono andare a una risatina divertita e Hotch gli rivolse un sorriso paterno “Non preoccuparti, Reid.- lo rassicurò mettendogli una mano sulla spalla e dandogli una strizzatina di incoraggiamento- Sono certo che andrà tutto per il meglio.”
Alaska annuì con convinzione “Certo che sarà così.- confermò, abbracciando con lo sguardo prima tutti gli amici lì riuniti e poi tornando a fissare Spencer con amore- Questo bambino avrà una famiglia fantastica.”
Reid si ritrovò ad annuire e a sorridere di rimando alla moglie. Aveva ragione. Quel bambino non solo poteva contare su loro due, ma anche sulle loro famiglie che contavano non solo i membri accomunati da legami di sangue, ma anche Hotch, Rossi, JJ, Emily, Derek e Penelope, oltre che Davon e Crowford. Spencer Reid ne era sicuro: il bambino che sarebbe arrivato nel giro di qualche mese sarebbe stato amato e vezzeggiato dalle persone migliori che avesse mai conosciuto.


Diventeremo genitori?” domandò Spencer, per l'ennesima volta.
Aveva la testa appoggiata pesantemente al cuscino e lo sguardo fisso sui colpi di spugna che decoravano di blu il soffitto della loro stanza, come se in quei disegni astratti potesse trovare una risposta a qualsiasi interrogativo gli passasse per la testa.

Diventeremo genitori!” confermò Alaska, la voce uno scampanellio pieno di gioia.
Diventeremo genitori.” ripeté di nuovo Reid, senza staccare gli occhi dal soffitto.
Da quando, quella mattina, Alaska gli aveva annunciato di aspettare un bambino continuava a sentire una fitta all'altezza dello stomaco che gli faceva provare un innaturale senso costante di panico.
Sapeva che prima o poi sarebbe successo, certo: desiderava diventare genitore, quindi non era questo il vero problema. Ma così presto? Senza nemmeno avere avuto il tempo di accarezzare quell'idea con sua moglie, programmare un piano d'azione, decidere se quello era effettivamente il momento giusto per allargare il loro neonato nucleo familiare?

“Dobbiamo fare un sacco di cose e tu sei già al secondo mese!- sbottò alla fine delle proprie riflessioni, puntellandosi con un gomito sul materasso e voltandosi verso Alaska che stava tranquillamente sdraiata a pancia in su al suo fianco- Come hai fatto a non accorgerti di nulla finora?”
La ragazza tentò di scrollare le spalle, pur nella sua posizione inadatta a quel gesto “Non ci ho fatto troppo caso...”
Spencer, tuttavia, non diede realmente ascolto alla sua risposta “Dobbiamo cercare una casa più grande.- annunciò con tono ansioso- Insomma, quest'appartamento va bene per noi due ma non voglio che nostro figlio abiti in uno spazio così piccolo, c'è a malapena posto per una nursery, ti immagini quando ci sarà il bambino con tutte le sue cose?”
Alaska proruppe in una risatina, dandogli un buffetto sul braccio “Un neonato non occupa poi tanto spazio, non c'è tutta questa fretta.”
“E forse sarebbe meglio trovare un posto fuori Washington, magari in una cittadina non troppo grande, tranquilla, e soprattutto con sistemi di comunicazione interrata. Non vorrei che al primo temporale rimanessimo senza corrente elettrica. Potremmo prendere un generatore, oppure...” continuò a parlare velocemente Reid, la mente che viaggiava a velocità supersoniche.
“Pannelli ad energia solare?” propose la ragazza, anche se sapeva che ormai suo marito non era più in grado di ascoltarla.
“E poi dovresti davvero prendere la patente, ne avrai bisogno quando nascerà il piccolo e...” continuò a parlare velocemente il giovane genio.
“E' un po' che non ci provavo.- acconsentì Alaska divertita- Magari la quinta volta è quella buona!”
“E assolutamente basta caffè per te d'ora in poi.”
“Sai che non ne bevo molto...”
Spencer non rispose a quel commento, rimanendo in silenzio per qualche minuto e assumendo, se possibile, un'espressione ancora più pensierosa di quella che già aveva.
“Tesoro?- lo chiamò la moglie, riscuotendolo dai suoi pensieri- Posso sentire le tue cellule grige lavorare a mille all'interno della tua scatola cranica. Che cosa c'è?”
Reid si mordicchiò un po' il labbro inferiore prima di parlare, con tono cupo “Alaska, tu sai che mia mamma è schizofrenica.”
“Sì.”
“Quella malattia si trasmette geneticamente.- continuò quindi a parlare in un mormorio mesto- E se...”
Alaska gli diede un'amorevole carezza sul braccio “I se non contano, lo sai.”
Quel gesto che di solito aveva un così buon ascendente su di lui, però, quella volta non parve funzionare “Al, questa è una cosa seria, reale.”
“Il bimbo starà bene.- gli assicurò di nuovo la ragazza, cercando un'argomentazione valida per consolare il marito- Sai, il mio bisnonno ha avuto problemi di cuore e mia nonna un infarto. Anche quelli sono trasmissibili geneticamente...”
“Oddio!” esclamò Spencer mettendosi a sedere di scatto, gli occhi scuri spalancati e ancor di più pieni di panico.
“Che c'è?- domandò spiazzata da quella reazione inaspettata- Io l'ho detto per tranquillizzarti sulla casualità di certe combinazioni genetiche, non per farti preoccupare.”
Reid le rivolse uno sguardo allucinato “I tuoi fratelli sono gemelli omozigoti.”
“Esatto.- confermò Alaska annuendo- È per questo che facciamo così fatica a distinguerli.”
Il profiler scosse la testa più volte, come per scacciare quello che stava dicendo la moglie in favore invece del proprio pensiero “No, quello che volevo dire è che la tendenza ad avere una prole gemellare è trasmissibile geneticamente, soprattutto verso gli eredi femminili. E se fossero gemelli?”
“Doppio amore?” ribatté Alaska con voce soave e un sorriso felice sulle labbra.
Spencer fece qualche respiro profondo, riconoscendo che le proprie preoccupazioni erano forse fuori luogo in quel momento “Come fai a prendere sempre tutto con questa calma?Non è giusto che sia io il solo ad agitarsi.”
“Ma amore, io sono calma perché so che andrà tutto per il meglio.- spiegò la giovane antropologa con voce determinata- Non c'è niente di cui preoccuparsi, ne sono sicura.”
“Non c'è niente di cui preoccuparsi.- ripeté Reid, come per autoconvincersi di quel concetto- Giusto. In fondo, nel giro di qualche mese saremo solo responsabili di un piccolo essere umano completamente incapace di badare a se stesso. Niente di cui preoccuparsi.”
Alaska scoppiò in una risata argentina “Sei buffo.”
Inaspettatamente Spencer si ritrovò a ridere a sua volta, lasciandosi cadere di nuovo sul letto e ritrovandosi fianco a fianco alla moglie, l'uno leggermente orientato verso l'altra.
“Allora, non hai niente da dire?” domandò quindi la ragazza.
Il profiler si ritrovò ad aggrottare la fronte, confuso “Come?”
“Al nostro baby-genio che sta per arrivare.- spiegò quindi Alaska- Da quando ho avuto questa notizia non riesco a smettere di parlare con la mia pancia, forse dovresti iniziare a farlo anche tu, sai per non rimanere indietro...”
“Non credo che a questo punto della gravidanza lui...” si ritrovò a razionalizzare con il tono da saputello che mandava sempre in bestia Morgan il ragazzo.
“...o lei...” fu l'immediata correzione.
“...o lei abbia un apparato uditivo sufficientemente sviluppato per percepire i suoni esterni.”
Alaska non si fece scoraggiare da quella spiegazione scientifica “Oh, andiamo!Baby-G aspetta.”
Spencer sorrise dolcemente, vinto dal suo entusiasmo, e posò una mano affusolata sul ventre della moglie avvicinandovi poi il viso “Hey, lì dentro?E' il tuo papà che ti parla. Volevo solo dirti che sei la sorpresa più bella che mi sia mai stata fatta.”
“Gli ho già raccontato che sei svenuto quando te l'ho detto.” gli rivelò quindi Alaska gioviale.
Reid rise e si posò l'altra mano di fianco alle labbra come per non farsi sentire dalla ragazza “Non credere a quello che dice la mamma su questo fatto. Tende ad esagerare.”
“Questo non è vero!”
“Sì che lo è.- ribadì, sporgendosi verso di lei e posandole un dolce bacio sulle labbra- Ed è uno dei motivi per cui ti amo tanto.”
Ross rise e si diede un colpetto sulla pancia “Te l'avevo detto che avrai il papà più dolce del mondo.”
Spencer non ribatté. Si limitò a rivolgere a sua moglie un sorriso amorevole e ad avvolgerle un braccio intorno alle spalle mentre lei si accoccolava meglio contro il suo petto. Alaska sfregò dolcemente la propria guancia sulla sua spalla iniziando a chiacchierare su come meravigliosa sarebbe diventata la loro vita da lì a qualche mese.
E in fondo ai loro cuori sapevano che, qualsiasi cosa fosse loro successa, non c'era modo che la loro vita potesse prendere brutte pieghe finché potevano contare l'uno sull'altra.


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Avrei dovuto pubblicare un sacco di tempo fa, lo so. Ma come al solito la Sfiga ha dimostrato di avermi preso di mira ed è successa quella che mi è sembrata una mezza tragedia. Il pc ha crashato mentre avevo aperto il file di word su cui ho salvato tutte le storie su cui stavo lavorando (lasciamo stare la mia pigrizia nell'avere un solo file per una decina di storie su serie diverse...) e ho perso tutto. Tutto. Non so come ci sono riuscita, ma smanettando a caso sono riuscita a ripristinare una versione precedente, ahimé risalente a diversi mesi fa e quindi ho perso un sacco di materiale su cui avevo lavorato nelle ultime settimane. E ci sono rimasta male, ma male davvero. Perché mi sembravano tutte scene così carine e le ho perse per sempre e anche se le riscrivessi con la stessa trama non sarebbero comunque le stesse. E così mi sono depressa e ho accantonato tutto per un po', perché io sono testarda e perfezionista e cintura nera terzo dan nelle battaglie passivo/aggressive. Ma poi ho pensato: erano solo un mucchio di parole messe insieme per divertimento. Non ho perso un occhio o una gamba o affrontato chissà quale tragedia. E così ho riscritto tutto, e questo è il nuovo risultato. Ma è passato un secolo, lo so, e vi devo delle scuse.
Quindi, scusatemi.
Se può esservi di consolazione vi posso dire che la Musa sta di nuovo dormendo sul mio divano e che quindi d'ora in poi dovrei essere più celere nei miei aggiornamenti, anche se quelli di questa storia saranno al massimo un paio.
Ma tornando all'argomento che probabilmente vi interessa di più, ovvero questa storia: che ne pensate?Devo pagarvi le parcelle di dentisti&co a furia di tutte le carie che vi ho fatto venire con questi ultimi due capitoli super-zuccherosi? In effetti, mi sono resa conto anche io mentre li scrivevo che erano abbastanza banali sul piano della trama ma...io sono un'amante degli happy ending. Fuori sono tutta rock'n'rolla con i miei commenti cinici e l'amore per le serie crime più tragiche, ma se mi date una storia strappalacrime sarò vostra per sempre e mi affezionerò così tanto ai personaggi da piangere, probabilmente. Sono un caso senza speranza, lo so.
Ah, momento copyright: il soprannome Cici che ho affibbiato a Spencer è frutto della mente di _Antu. È un soprannome così delizioso che non potevo non utilizzarlo e lei è stata così gentile da prestarmelo per questa storia. (Per la cronaca, la spiegazione idiota sulla sua nascita è invece frutto dei miei neuroni avvizziti).
Che altro dirvi, poi?Sono passati mesi, ormai che non so nemmeno che raccontarvi, eheheh. Vabbé vi dico che mi fa immensamente piacere vedere che non avete abbandonato la storia nonostante io sia una pessima autrice, ad esempio. Sono banale?Ecco, aggiungetelo alla chilometrica lista dei miei difetti.
Ora vi saluto, che mi sa che vi sto tediando oltre ogni dire con le mie inutili chiacchiere.
Besos a todos
JoJo

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Capitolo 9
*** The X-day ***


THE X-DAY


Statisticamente, la probabilità che ciascuno di noi si possa trovare qui sono talmente basse che il semplice fatto di esistere dovrebbe mantenerci in un costante stato di felice stordimento.
- Lewis Thomas

Derek si passò stancamente una mano sulla fronte, asciugandola così dalle piccole goccioline di sudore che la imperlavano. Quello era un Maggio eccezionalmente caldo e, dando ragione ad ogni corollario della legge di Murphy, proprio in quella settimana in cui la canicola stava diventando insopportabile, l'impianto di climatizzazione dell'edificio di Quantico in cui si trovavano gli uffici dell'Unità di Analisi Comportamentale, dopo anni di onorata carriera senza alcun bisogno di interventi ulteriori oltre alla trimestrale visita di manutenzione, aveva deciso di smettere di funzionare, apparente per nessuna ragione logica. Il loro tecnico interno pareva non essere assolutamente in grado di trovare una soluzione a quel problema e così i responsabili avevano dovuto chiamare un esterno, che pareva altrettanto spiazzato da quel guasto inaspettato tanto che, alla fine, avevano dovuto richiedere l'intervento di un addetto alle riparazioni della ditta di produzione in Florida, che però sembrava avere un'agenda troppo piena per poter ipotizzare un suo intervento tempestivo.
L'uomo di colore allungò un braccio muscoloso e dirottò ancor più verso di sé la poca aria prodotta dal piccolo ventilatore da tavolo che svettava sulla propria scrivania. Sperava sempre più in una chiamata per un caso, possibilmente in Alaska.
Il telefono squillo proprio in quel momento, quando aveva ancora la mano a mezz'aria mentre si ritirava dalla base del vecchio elettrodomestico. Dirottando di poco i propri movimenti, afferrò la cornetta, sperando che, chiunque fosse, gli potesse dare l'occasione di abbandonare quella sauna sotto mentite spoglie che stava diventando il suo ufficio.

Pronto?”
Dall'altro capo del filo arrivò una voce squillante, leggermente attenuata da suoni sulla cui natura era piuttosto incerto “Hey Derek!Come va?”
Un sorriso gli si allargò sulle labbra carnose. Non era il diversivo che aspettava, ma era pur sempre un diversivo “Tutto bene Qua...”

No, aspetta!- lo fermò appena in tempo Alaska, con una nota d'urgenza nella voce- Non dire il mio nome. Spencer è lì con te?”
Sì...” rispose Morgan, corrugando la fronte mentre lanciava un'occhiata a Reid che, seduto dall'altra parte della scrivania, stava sfogliano a velocità supersonica un fascicolo piuttosto voluminoso. Il giovane genio si era rifugiato nel suo ufficio, a sua detta uno dei posti con la temperatura più accettabile nella sezione della Bau, circa un'ora prima, e da allora si erano immersi in un clima di lavoro ozioso.
State lavorando?” domandò di nuovo la voce della ragazza.
Stiamo solo occupandoci di qualche scartoffia.- la rassicurò Derek, portandosi la cornetta da un orecchio all'altro- Vuoi dirmi come mai sei in versione 007?”
La immaginò scrollare le spalle mentre rispondeva “Sto cercando di verificare se Spencer è in versione
Oddio sto per diventare padre oppure se è calmo.”
Morgan alzò di nuovo lo sguardo, indirizzandolo verso il giovane collega. Questa volta Reid si accorse di essere osservato e alzò un sopracciglio con fare interrogativo mentre lui iniziava a parlare di nuovo “Mi sembra piuttosto normale, per i suoi standard perlomeno. Ma considerando che tu l'hai sposato, Quarantanove, suppongo che la cosa ti stia bene...”

I grandi occhi scuri di Spencer si spalancarono all'istante “E' Alaska?Passamela!”
Il bel profiler di colore fece roteare gli occhi, fingendosi esasperato “Ti reclama.- annunciò all'antropologa, scostandosi leggermente per impedire a Spencer di provare a sfilargli la cornetta di mano- Pensi di poter parlare con lui?”

Certo, visto che è di buon umore.” acconsentì immediatamente Alaska.
Hey Spencer.” disse poco dopo, quando aveva sentito i rumori inconfondibili del passaggio del telefono da una mano all'altra.
Al.- ribatté con il tono ansioso che l'aveva accompagnato negli ultimi mesi- Come stai?Tutto bene?”
La immaginò sventolare una mano con fare noncurante, proprio come aveva sempre fatto nell'ultimo periodo per rispondere a quelle domande. Sapeva che Alaska stava bene, ovvio. Con tutti i libri di medicina ed ostetricia che aveva studiato con attenzione di recente, poteva considerarsi un esperto dell'argomento e, oltretutto, sua moglie sembrava vivere una di quelle idilliache gravidanze senza disturbi evidenti se non il naturale aumento della pancia.

Direi di sì.” confermò infatti la giovane.
Reid però non fece troppo caso a quella risposta, troppo concentrato sui rumori di sottofondo che arrivavano dall'altra parte del filo “Sei in macchina?”

Su un taxi.- specificò quindi Alaska- Sto andando via dallo Smithsonian ora.”
Al, avevi detto che saresti finalmente andata in maternità!” la rimproverò immediatamente il profiler. Dall'altra parte della scrivania, vide Morgan scuotere piano la testa, consapevole della continua lotta del ragazzo per convincere la moglie a prendersi una pausa del lavoro giusto per essere sicuri che non avrebbe finito per partorire su una scena del crimine.
Andiamo, Spencer, mi prenderò già un anno sabbatico dopo il parto, non posso non presentarmi al lavoro ora.- cercò di farlo ragionare lei, per l'ennesima volta- Senti, pensavo: sarebbe un problema per te tornare a casa un po' prima?”
Quelle parole misero subito in allarme Reid “Come mai?C'è qualcosa che non va?Stai bene?Il bambino sta bene?”

Stai calmo Spencer è solo...- la voce di Alaska subì un leggero sobbalzo, alzandosi di un paio di toni- Cavolicchio...”
Cosa?” domandò il giovane genio, dopo aver sentito quell'insolita imprecazione. Alaska non imprecava, nemmeno in modo ridicolo. Mai.
La immaginò scuotere piano la testa mentre diceva con tono noncurante “Niente, era solo una contrazione.”

Una contrazione?!- si ritrovò quasi ad urlare Reid, attirando di nuovo lo sguardo di Derek- Che cosa vuol dire?”
Sai, sono spasmi muscolari autoindotti dai muscoli addominali quando si avvicina il momento di...” cercò di spiegare la scienziata, ma Spencer la interruppe immediatamente.
So cos'è una contrazione, Al.- tagliò corto lui, prima che la sua voce si riempisse di nuovo di panico- Hai avuto una contrazione? Ora?”
Sì.- confermò Alaska con tono colloquiale, anche se dalle sue parole era palpabile anche un forte senso di euforia- Sto andando all'ospedale. Credo che sia arrivato il momento.”
Spencer?” chiamò di nuovo, quando non ottenne risposta dal marito. Non poteva sapere che Reid era rimasto immobile, letteralmente pietrificato, non appena il suo cervello aveva registrato che dopo mesi di trepidante attesa sarebbe finalmente diventato padre.
Spencer?!”
La voce di Alaska usciva con una certa preoccupazione dall'apparecchio e Morgan, vedendo lo stato di semi-shock in cui era caduto il giovane collega, decise di prendere in mano la situazione.

Tranquilla, Quarantanove, ci penso io a portartelo lì in tempo.” disse, dopo essersi impossessato di nuovo del telefono.
Sì, certo, fai pure con calma, credo di averne ancora per un po', però...Sta bene?” domandò infine, incerta.
Derek si fece sfuggire una risatina “Credo sia solo spaventato a morte all'idea del parto.”

E perché mai?- ribatté l'antropologa con candore- Sono io che devo partorire.”
Lo so, ma sai com'è Reid.- disse con una scrollata di spalle, prima di aggrottare la fronte pensieroso- In ogni caso, non dovresti...sì, insomma, essere in preda a dolori lancinanti a causa delle contrazioni?”
Sì, un po'...- ammise quindi l'antropologa con voce esile, prima di riprendere il proprio entusiasmo- La verità è che sono così eccitata!Sto per diventare mamma!”
Sarai grandiosa, Quarantanove!” sorrise Morgan, certo al cento per cento delle proprie parole.
Dall'altra parte del filo, Alaska sorrise a sua volta “Lo spero. Non vedo l'ora di poter fare di nuovo tutte quelle cose che l'essere incinta mi impediva di fare. Voglio dire, mi piace essere incinta, è come essere un piccolo pianeta e non solo perché sono diventata praticamente sferica, ma perché si diventa un centro gravitazionale e le persone diventano più gentili e quando ti parlano sono sempre di buon umore e...ohi!”

Un'altra contrazione?” si informò il profiler, preoccupato.
Sì, ma ora è passata. Dicevo che le persone sono più gentili e ti cedono il posto sull'autobus, però ci sono un sacco di cose dell'essere non-incinta che mi mancano, come prendere l'aereo, o mangiare prosciutto o usare l'hula-hoop o...oh!”
Mentre stava scortando un ancora scioccato Reid verso il parcheggio dell'edificio dove aveva lasciato la sua macchina, Derek si ritrovò altrettanto preoccupato: se continuava così Alaska non sarebbe riuscita ad arrivare in ospedale per avere il bambino “Ancora una contrazione?”

No, l'autista del taxi ha preso un dosso troppo velocemente...”
“Mi dispiace, signorina.” sentì dire da una voce rauca dall'altro capo del filo.
“Oh, non si preoccupi, va tutto bene.”
Reid parve riprendere possesso delle proprie facoltà in quel momento, strappò il cellulare dalle mani di Morgan e sbottò “No che non va bene: dovrebbe stare più attento. Ti trovi in un momento estremamente delicato e...”

Spencer, andiamo, non ti agitare.- lo tranquillizzò la voce calma di sua moglie- È tutto sotto controllo. Non vedo l'ora di abbracciarla.”
Abbracciarla?- le fece eco Derek, che aveva sentito nonostante non reggesse più il telefono- Credevo che aveste deciso di non sapere il sesso del bambino fino al momento della nascita.”
“Già, ma mia mamma ha un'amica che fa la chiromante e mi ha predetto che si tratterà di una bambina.” gli arrivò in risposta la voce squillante di Alaska.
Reid scosse la testa “E credere a una cosa del genere è decisamente irrazionale. Quella donna non ha poteri extrasensoriali, semplicemente ha il cinquanta per cento di possibilità di avere ragione, quindi se indovinerà sarà stata solo fortuna.”

“O sarà perché è una vera sensitiva.-ribatté la giovane con un trillo- L'hai detto tu stesso: non ci sono prove del contrario. Oh!”
Il profiler spalancò gli occhi, apprensivo “Cosa?Cos'è successo?Stai male?Che sta succedendo?”
“Non è successo niente, Spencer.- lo tranquillizzò Alaska con voce suadente- Siamo solo arrivati in ospedale. Credo che andrò in accettazione e mi farò indicare il reparto maternità e poi dirò alla piccola di aspettare che tu arrivi per nascere.”
“Alaska...”
“Devo andare, ora.- tagliò corto lei, con tono leggero- Un infermiere è venuto a prendermi con una sedia a rotelle. Che cosa ridicola, sono perfettamente in grado di camminare. A dopo, Spencer, ti amo.”
“Ti amo anch'io.” sussurrò Reid al telefono ormai muto.
Il ragazzo lasciò cadere la mano che stringeva il cellulare sulle proprie gambe, lo sguardo fisso davanti a sé.
Di certo non c'era la necessità di un profiler con esperienza per dire che Spencer stava cadendo in una delle sue silenziose crisi di panico, in cui il suo cervello incline a preoccupazioni di ogni tipo prendeva il sopravvento riuscendo a mandarlo nel panico più totale.
Sul volto di Morgan si aprì un mezzo sorriso empatico “Hey, ragazzino. Tutto bene?”
Spencer si raddrizzò sul sedile, si schiarì la voce e rispose, pur senza riuscire a guardare l'amico negli occhi “Sì. Certo. Alaska è appena stata ammessa in ospedale, la stavano portando al reparto di ostetricia.”
“Reid.- sospirò Derek, cercando di mettere maggior enfasi nelle proprie parole- Va tutto bene?”
Per qualche lungo istante l'uomo pensò che il giovane genio volesse ignorare volutamente la sua domanda. Improvvisamente, però, si ritrovò addosso quel paio di occhi grandi ed espressivi, che indubbiamente covavano una certa preoccupazione ed ansia nelle scure sfumature marroni.
“Non lo so, Morgan.- ammise quindi Reid con una vocetta debole- Sto per diventare ufficialmente responsabile di una creatura che sarà totalmente dipendente da me per i prossimi anni e...Insomma, non so se sarò all'altezza.”
Derek si ritrovò a scuotere la testa, in un certo senso divertito dal fatto che fosse così facile per lui capire ciò che il giovane cercava di nascondere con tanto impegno “Andrai alla grande.”
“Come fai a dirlo?” ribatté immediatamente Spencer, le sopracciglia aggrottate e un'espressione poco convinta dipinta sul bel volto.
“Perché lo so.- rispose semplicemente l'uomo, smettendo per un attimo di guardare la strada per lanciare uno sguardo rassicurante al collega- E lo so, perché ti ho visto leggere ogni libro medico e non mai pubblicato riguardante la maternità, la crescita dei figli e la psicologia infantile a partire dal giorno stesso in cui hai saputo di dover diventare padre. Lo so perché ti ho visto cercare una casa più grande, una macchina più adatta a una famiglia e fare ogni sorta di preparativo per l'arrivo del piccolo. Lo so perché nonostante i nostri ritmi di lavoro sei riuscito a non perderti nemmeno una delle visite ginecologiche di Alaska e nemmeno le ecografie. Reid, sei una persona in gamba, non c'è motivo per cui tu non debba essere un padre più che idoneo.”
Spencer si mordicchiò il labbro inferiore, poco convinto “E se invece non dovessi esserlo?Se i nostri ritmi di lavoro mi facessero perdere delle cose importanti?”
Morgan fece roteare gli occhi, esasperato dalla sua insicurezza “Hotch riesce benissimo a coniugare l'essere padre con l'essere un profiler. JJ riesce perfino a coniugare il nostro lavoro con l'essere una madre!Non vedo perché tu non possa riuscire a fare lo stesso.”
“Ma loro due sono...” stava per protestare di nuovo il giovane, ma la sua frase venne troncata a metà.
“Reid, non costringermi a picchiarti.”
Quelle parole fecero quasi spuntare un sorriso incerto agli angoli della bocca del giovane genio: in fondo, se Morgan era così certo del fatto che lui potesse essere un buon padre, aveva qualche possibilità di poter diventarlo davvero, giusto?


Aspettare è snervante.
Chiunque affermi il contrario probabilmente mente, perché, che sia l'attesa nervosa alla cassa di un supermercato, oppure quella ansiosa all'entrata di un locale, o ancora l'attesa apparentemente infinita per pagare le bollette agli sportelli pubblici, aspettare non è di certo in cima alla lista delle cose preferite da fare di nessuno.
E ritrovarsi in un asettico corridoio di ospedale, con il molesto odore di disinfettante che pizzica le narici e un'infermiera dall'aria arcigna che controlla ogni tua mossa come un vigilante astioso non rende l'esperienza dell'attesa per niente più piacevole.
Ne era perfettamente consapevole Nathaniel Crowford mentre percorreva per l'ennesima volta la lunghezza del suddetto corridoio con passo da militare e la fronte corrucciata dallo sforzo di ipotizzare le motivazioni più plausibili per cui nessuno fosse ancora uscito dalla stanza in cui avevano detto che Alaska era stata portata dopo il parto per annunciare la nascita del piccolo Reid.
Com'era ovvio, non appena aveva ricevuto l'inattesa chiamata da parte di Penelope Garcia che lo avvisava che la sua partner era entrata in travaglio e che tutti i membri della squadra di cui faceva parte Reid si stavano recando al Georgetown University Hospital per dare il benvenuto al mondo al pargolo aveva abbandonato seduta stante l'Hoover Building per raggiungere la sua migliore amica ed esserle vicino in un momento così importante.
Nathaniel Crowford era un uomo d'azione, non di attesa, quindi quella situazione lo stava decisamente rendendo ancor più nervoso di quanto già fosse. Stava per dirigersi di nuovo verso il tavolo di accettazione del piano da dove l'arcigna infermiera-vigilante li stava ancora osservando, quando la porta della stanza di Alaska si spalancò con fragore, facendo sobbalzare sul posto sia lui che la squadra di profiler.
Il nuovo arrivato, però, non era Spencer, arrivato ad annunciargli di essere diventato padre di un maschietto, o di una femminuccia, e ad invitarli ad entrare per conoscerlo. In effetti, il nuovo arrivato era una lei.
La donna, che si era richiusa velocemente la porta alle spalle, sorrideva a tutti loro, mettendo così in evidenza un ventaglio di rughe di espressione che si aprivano ai lati degli occhi blu scuro. I lunghi capelli biondo pallido le scendevano dritti lungo tutta la schiena, coprendo parzialmente la tunica color lavanda che indossava con disinvoltura, nonostante sembrasse appartenere ad un'epoca ormai tramontata da decenni. Ad ogni suo movimento, una grossa collana di pietre colorate tentennava allegramente.
“Olga.” esalò quindi Rossi, alzandosi dalla scomoda panchina d'acciaio su cui si era seduto ad aspettare. Erano anni che non vedeva la madre di Alaska Ross.
Lo sguardo oltremare della donna si illuminò all'istante.
Aaaaaah!!Dave!!!Che bello rivederti!” gridò Olga, gettando le braccia al collo al profiler più anziano. L'uomo sbatté le palpebre, sorpreso da quell'entusiasmo che sapeva essere caratteristico della donna ma che credeva che fosse scemato col tempo, e batté qualche colpetto sulla sua schiena.
L'abbraccio durò molto di più di quanto fosse necessario, ma Olga, esattamente come Alaska, sembrava non provare alcun tipo di imbarazzo.

E voi dovete essere i suoi amici dell'FBI.- trillò di nuovo, battendo le mani davanti a sé mentre scrutava con occhi vivaci i presenti- È così bello conoscervi, il mio topolino non fa che parlare di voi.”
La madre di Ross iniziò poi ad abbracciarli uno ad uno, parlando a ciascuno come se lo conoscesse da sempre, e si ritrovò infine di fronte ad un perplesso Crowford.

E tu sei Nate, giusto?-disse la bionda finlandese, posando le mani sulle guance del federale, estremamente imbarazzato da quel contatto con una perfetta estranea- Alaska dice che sei il suo migliore amico.”
Il federale si ritrovò suo malgrado a balbettare, sotto lo sguardo incredulo dei profiler “Beh, io...”

Devi venire a trovarci in Colorado!- continuò Olga con tono allegro, continuando a vezzeggiare Crowford come se fosse un bambino- Insieme ad Alaska e Spencer, al Ringraziamento, che ne dici?”
Nate provò a fare un passo indietro, cercando un modo gentile per rifiutare quell'offerta “Io non so se...”

Verrà.- garantì per lui Penelope, intromettendosi in quella conversazione con una certa impazienza nella voce- Ora, perché non torniamo all'argomento principale della giornata?Il baby-G e Alaska stanno bene?”
Tutti si voltarono verso la donna con una certa ansia ben visibile nelle loro espressioni mentre attendevano notizie certe riguardo ai loro due amici e al nuovo nato.
Olga si ritrovò a sorridere, e tutti riconobbero in lei lo stesso sorriso di Alaska “Alla grande.- dichiarò, con una dolcezza tutta nuova nella voce vellutata- Anzi, mi hanno mandato qui fuori apposta, qualcuno vi vuole conoscere.”


Alaska aveva un'aria piuttosto stanca, ma dopo l'esperienza appena provata era del tutto naturale. I lunghi capelli corvini, stranamente arruffati e in disordine, erano stati raccolti in una coda bassa che le ricadeva placidamente sulla spalla sinistra. Se le occhiaie sotto gli occhi potevano tradire quanto in realtà fosse esausta, la luce del tutto nuova che illuminava i suoi occhi color cielo facevano capire quanto in realtà fosse felice.
“E' perfetta, vero?” domandò, guardando il marito, che stava in piedi di fianco al letto su cui era sdraiata, amorevolmente.
Spencer sorrise, cosa che stava facendo costantemente da quando aveva messo piede in quella stanza, e abbassò lo sguardo per ammirare di nuovo la piccola che stringeva fra le braccia.
Aveva gli occhi grandi, dello stesso color nocciola dei suoi anche se poteva già vedere come la forma e l'espressione fossero identiche a quelle di Alaska, e una zazzera di capelli biondi, così chiari da sembrare bianchi.
“Sì, è perfetta.” esalò infine, cullando dolcemente la bambina.
L'antropologa si aprì nuovamente in un sorriso, un po' diverso dai soliti brillanti e scanzonati: era più pacato, velato da una dolcezza senza età. Reid aveva pensato immediatamente che già solo da quel piccolo cambiamento si poteva capire chiaramente che la giovane era diventata una madre.
Mi mancherà non averla sempre con me.” dichiarò Alaska con un sosprio.
Spencer staccò finalmente gli occhi dalla figlia per rivolgere un sorriso divertito alla moglie “Intendi dire che ti mancherà parlare con la tua pancia?”

Già.- confermò lei con una risata allegra- Era divertente, ora dovrò ritornare a rivolgermi agli oggetti inanimati quando sarò sola ed annoiata.”
Credo che te la caverai lo stesso.- sorrise di nuovo il profiler, sedendosi sul bordo del letto- E poi, hai tutto il periodo della maternità per chiacchierare con la piccola senza bisogno di scomodare l'arredamento.”
Alaska si avvicinò al marito ed accarezzò il volto morbido e ancora un po' arrossato della bambina che stringeva con la stessa delicatezza con cui avrebbe tenuto l'oggetto più prezioso del mondo “E' incredibile che siamo riusciti a fare una cosa tanto bella, vero?”
Reid annuì, ancora estasiato dal solo reggere quella minuscola creatura, ma poi si ritrovò ad aggrottare la fronte e ad alzare lo sguardo serio verso la ragazza.

Al, puoi evitare di far sapere in giro, soprattutto a Morgan, quello che è successo in sala parto?” domandò con tono grave.
L'antropologa gli rivolse un sorriso indulgente “Credo che a grandi linee sappiano già quello che è successo...”

Intendo il fatto che sono svenuto.” tagliò corto lui, mentre un familiare rossore gli invadeva le guance scarne.
La risata argentina si stava diffondendo nella stanza e proprio in quel momento la porta si aprì, facendo così entrare il piccolo gruppetto di persone che aveva aspettato con ansia di conoscere la piccola fino a quel momento.

Oddio, è una bambina!” squittirono in coro JJ, Emily e Penelope non appena intravidero il rosa della copertina che avvolgeva la piccola stretta fra le braccia del profiler.
Hotch sorrise apertamente, mentre Rossi si era avvicinato alla giovane coppia per passare una carezza paterna prima fra i capelli di Alaska e poi sulla piccola testa della neonata. Morgan aveva dato una fraterna pacca sulla spalla a Reid, congratulandosi con lui, mentre Nate era rimasto un po' in disparte, non del tutto abituato a quel clima di intimità, intensificato ancora di più dal fatto che Olga gli stava ancora tenendo la mano dal momento della loro presentazione.

O. Mio. Dio!!!- esclamò Penelope, sgranando i grandi occhi color nocciola- E' la bambina più bella che io abbia mai visto!!”
Lo è, vero?” sorrise con dolcezza Olga.
Come avete pensato di chiamarla?” domandò quindi Aaron, mentre Prentiss stava prendendo fra le dita una manina microscopica.
Spencer depositò la bambina fra le braccia della madre, mentre lei stessa rispondeva “Raquel.”

Raquel?- ripeté Derek con una risata nella voce- Credevo che avreste optato per nomi più eccentrici come Charleigh o Drucilla o Stellabelle.”
Si chiama Raquel Lee Reid.” confermò Alaska mentre la piccola proruppe in una piccola frignatina di protesta per il passaggio dalle braccia di Reid a quelle della mamma mentre stava ancora dormendo.
Raquel è la variante portoghese e spagnola di Rachel, Alaska l'ha sentito in Guatemala e quando l'ha proposto è piaciuto anche a me.- spiegò quindi il giovane genio- È un nome di origine biblica ed etimologicamente significa agnello, quindi indica una persona pura e...”
Sì, ok, abbiamo capito. Non c'è davvero bisogno che ci fai una lezione di sanscrito.” sbottò bonariamente Emily, facendo roteare gli occhi scuri.
Tutti scoppiarono a ridere per poi iniziare a chiacchiere allegramente di come sarebbe cambiata la vita per i due sposini, oltre che per litigare non poi troppo scherzosamente su chi dovesse avere il diritto di essere il baby-sitter ufficiale della piccola ed avere il privilegio di vezzeggiarla di più.

Non dici niente, Nate?” domandò Alaska, voltandosi verso il federale che sembrava non voler prendere parte a quelle conversazioni.
Crowford lanciò un nuovo sguardo indagatore verso la piccola “E' parecchio grossa.
Ed è assurdamente bionda.- dopo l'inizio incerto, le sue labbra sottili si piegarono in un sorriso obliquo- Se proprio dovevi tradire il dottor Reid, credevo che fossi io il primo che avresti preso in considerazione.”
In realtà, considerando che sia mia madre che la sua sono bionde, e che Alaska ha dei geni finlandesi, era del tutto probabile che accadesse una cosa del genere.- spiegò quindi col solito fare saccente Reid- Avendo entrambi dei tratti remissivi nel nostro DNA questi sono stati tramandati...”
Morgan scosse la testa esasperato, dopo aver dato un pugno scherzoso al giovane collega “Senti, ragazzina?Ogni volta che tuo padre inizia così puoi chiamare lo zio Derek, e lo farò tacere in un istante!”
Alaska proruppe in una risatina divertita per poi rivolgersi alla figlioletta “Hai visto che forza che sono i tuoi padrini Raquel, uh?”
I due uomini tacquero immediatamente, stupiti oltre ogni dire. Morgan si ritrovò ad aprire e chiudere la bocca più volte, incapace di formulare una frase di qualsiasi tipo, mentre Nate aveva sgranato gli occhi grigi.

Come?” esalò, dopo quelli che erano sembrati istanti interminabili ad entrambi.
Voi.- confermò quindi l'antropologa- Siete i padrini.”
Davvero?” domandò di nuovo il profiler di colore, sinceramente esterrefatto. Non avrebbe mai pensato a una cosa del genere. Certo, non che avesse mai seriamente pensato a chi potesse diventare la madrina o il padrino del nascituro, ma era comunque più che sicuro che i prescelti sarebbero stati JJ e Rossi.
Certo.- rispose quindi Reid sorridendo- Morgan tu sei una delle persone migliori che io conosca.”
E tu sei il mio migliore amico, Nate.” continuò a dire Alaska, appoggiando una mano sul braccio muscoloso dell'agente speciale FBI.
Wow, io-io...” cominciò a balbettare Derek, ancora scioccato da quella rivelazione.
“Aw, non è giusto!- protestò Garcia sporgendo il labbro inferiore- Volevo essere io la fata madrina della principessina!”
“Hey, tu lo sei già di Henry.- la interruppe Emily agitando un indice- Ero convinta che fosse il mio turno, questo.”
Rossi mise le mani sulle spalle delle due donne “Dovremo ripiegare sui prossimi baby- genietti.”
“P-p-prossimi?” balbettò Reid, gli occhi sgranati e pieni di panico.
Il profiler italo-americano annuì solennemente “Certo, Alaska mi ha detto che vuole una famiglia numerosa.”
“E' nel sangue dei Ross avere famiglie affollate.” confermò quindi Olga annuendo con convinzione.
Alaska tornò a rivolgersi al suo migliore amico “Andiamo, Nate. Prendila in braccio.”
L'uomo alzò le mani, e cominciò a muovere qualche passo all'indietro “Non credo proprio sia il caso, io...non ci so fare con i bambini.”
“Andiamo, Crowford.- lo incitò Prentiss, spingendolo vicino al letto di Alaska- In fondo, è la tua figlioccia.”
Nate si ritrovò sconfitto, convinto dall'entusiasmo generale a prendere fra le braccia la piccola Raquel. La piccola, grande poco più di una delle enormi mani dell'uomo, aprì gli occhi e sembrò quasi scrutare quell'individuo che la stava cullando goffamente, quasi come se fosse una bomba ad orologeria innescata.
Hey, marmocchietta.- iniziò a parlare alla piccola Nate, cercando di mantenere un tono distaccato ma fallendo miseramente- Sai, se devo essere sincero sei piuttosto bruttina, per ora. Insomma, sei abbastanza rugosa ed hai un colorito violaceo che non mi piace molto ma...credo che sarà un onore essere il tuo padrino.”
Alaska e Spencer sorrisero, mentre guardavano Penelope avvicinarsi al grosso agente federale per cercare di convincerlo che era finalmente il suo turno di coccolare la piccola Reid.
In quel momento era tutto perfetto: la loro famiglia era finalmente al completo.



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Gente ci siamo. Questo era il penultimo capitolo. O meglio, l'ultimo capitolo prima dell'epilogo.
Mi rendo conto che è anche piuttosto ristretto rispetto ai miei soliti standard che è di capitoli lunghissimissimissimi, ma la verità è che io ho la fobia dei parti. Ve lo giuro, una cosa tremenda. Non sono come tutte le persone normali che hanno delle paure più comuni come quella delle altezze o dei ragni e via dicendo. Io ho la fobia dei parti (solo quelli umani, il che rende tutto ancora più strano, oltre che a farmi domandare come farò se un giorno dovessi diventare madre) e dei bambini con il gelato. - Ok, sono consapevole di essere pazza-
In ogni caso è per questo che non ho osato scrivere nulla su quel momento, dato che mi veniva il sudore freddo al solo pensiero. E togliendo quella parte al capitolo sulla nascita della piccola Raquel, direi che mi sono tagliata le gambe da sola cancellando una fetta piuttosto corposa di questo capitolo. Spero che quello che ho lasciato sia abbastanza decente da compensare questa mia mancanza...
Ma tornando a noi: che ne pensato di questo mini-tiny capitolo?Avreste voluto un maschietto al posto della piccola Raquel?Che ne pensate del nome della piccola Reid?E della mia scelta dei padrini?Fatemi sapere, sono davvero curiosa di sapere che cosa ne pensate.
Ora la pianto che con tutte le parole con cui vi bombardo alla fine di ogni capitolo mi sa che ormai state progettando di diventare SI solo per farmi fuori, eheheheh!
Un bacionissimo a tutti voi che leggete, JoJo

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Capitolo 10
*** Epilogo- One of many days ***


ONE OF MANY DAYS


La nascita non termina il giorno in cui vieni al mondo, quel giorno è solo l'inizio: il giorno in cui hai lasciato il ventre di tua madre non sei nato, hai iniziato a nascere.

- Osho


Spencer Reid non avrebbe mai pensato che prima o poi avrebbe ritenuto un viaggio di lavoro, un lavoro come il suo, una vacanza, ma quei quattro giorni passati ad Austin alla ricerca di un serial killer che aveva preso di mira anziani soli erano stati quasi una benedizione per lui.
Il giovane profiler si morse il labbro inferiore, maledendosi per aver formulato un pensiero del genere.
In fondo era normale che Raquel si svegliasse ancora di notte. A solo tre settimane dalla nascita la piccola non si era ancora abituata ai giusti ritmi fra veglia e sonno e, oltretutto, reclamava a ragione i propri pasti. Oltretutto, come JJ e Hotch gli avevano fatto notare rievocando il tempo in cui i loro figli erano così piccoli, sembrava che la piccola fosse incontenibilmente attiva per una bambina della sua età. Rossi aveva ipotizzato che fosse perché Raquel aveva ereditato la vivacità dalla madre e la curiosità insaziabile dal padre.
In ogni caso Reid era stanco. Anzi, esausto. E la cosa che lo sconcertava maggiormente era come invece Alaska non lo fosse affatto. Sua moglie infatti, una volta tornata a casa dall'ospedale, aveva iniziato ad esercitare il proprio ruolo di neomamma con una determinazione disarmante, un vortice di capelli corvini che schizzava da una stanza all'altra, capace di percepire ed interpretare alla perfezione il minimo verso proveniente dalle labbra della piccola Raquel e a soddisfare con efficienza incredibile ogni suo piccolo desiderio.
Spencer si ritrovò a scuotere la testa: lui non aveva la naturalezza frizzante di Alaska nel ricoprire il proprio nuovo ruolo di genitore. Che la colpa fosse sua? Forse, non era semplicemente in grado di fare il padre...Dopotutto, nemmeno il suo, di padre, poteva essere definito come un genitore esemplare.
Il giovane genio espirò sonoramente, attirando l'attenzione del suo migliore amico.

Un sospiro piuttosto pronunciato, quello, per essere semplicemente di sollievo per la fine del caso.” commentò Morgan, voltandosi verso di lui e alzando un sopracciglio.
Reid scrollò le spalle, sperando che al collega quel gesto bastasse come risposta.

Che c'è che non va, ragazzino?” incalzò di nuovo l'uomo di colore, posandogli una mano sulla spalla ossuta.
Spencer si morsicò distrattamente il labbro inferiore e distolse lo sguardo. Non era certo di voler affrontare l'argomento con Morgan: in un modo o nell'altro l'uomo riusciva sempre a fargli capire quanto le sue preoccupazioni fossero futili ed in quel momento non sentiva affatto il bisogno di essere ridicolizzato.

Non è niente, davvero.” tentò di convincerlo il giovane, abbozzando un sorriso tirato.
A Derek bastò fissarlo con sguardo determinato per farlo capitolare “Reid.”
Il giovane profiler provò a tenere gli occhi ben fermi su quelli dell'amico, ma sapeva bene di non avere scampo. Quando Derek Morgan si metteva in testa qualcosa era difficile farlo desistere dai propri intenti.

Alaska sa sempre cosa fare.- sbottò quindi Spencer, parlando tutto d'un fiato come se si fosse tenuto quelle parole dentro per troppo tempo- Le viene naturale, non ha letto nemmeno uno di tutti quei manuali sull'essere genitore che io invece mi sono divorato da quando ho scoperto che era incinta. Adoro Raquel è la cosa più bella che mi è capitata nella vita, ma non riesco a distinguere quando piange perché ha fame o quando lo fa perché è stanca...”
Morgan si dovette trattenere per non scuotere fisicamente il giovane amico allo scopo di interromperlo “Reid, ma ti rendi conto di quello che stai dicendo?”

Ti sto rendendo partecipe della mia totale incapacità ad essere padre.” borbottò Reid, le labbra imbronciate e le sopracciglia aggrottate.
No.- sospirò il bel profiler di colore, senza riuscire a trattenere un sorriso a fior di labbra- Mi hai appena confessato che tua figlia è la cosa più bella che ti sia mai capitata. Non puoi essere un cattivo padre se la pensi così.”
Spencer aprì immediatamente la bocca per protestare “Ma Alaska...”

Quarantanove è una madre, Reid, e, per quanto non abbia una spiegazione logica a riguardo, le madri hanno un talento naturale per certe cose.- gli spiegò quindi Morgan stringendo una mano sulla sua spalla in modo rassicurante- E poi, lei ha un vantaggio su di te di nove mesi, non dimenticarlo.”
Reid provò di nuovo a parlare, ma stavolta si frappose fra i due uomini la testa corvina di Emily “Di che state parlando?”

Cose da uomini.” la liquidò Derek con un sorriso arrogante stampato sul viso.
Prentiss sbuffò sonoramente ma il suo risentimento durò poco, dato che, una volta entrati nell'open space vennero letteralmente travolti da una macchia arancione, blu e nera.
In men che non si dica Reid sentì l'aria fuggirgli dai polmoni, mentre una stretta d'acciaio gli cingeva il torace in modo quasi doloroso.

Meno male che sei tornato.- la voce di Alaska gli arrivava ovattata, mentre parlava con il volto schiacciato sul suo petto- Ci sei mancato così tanto, Spencer!”
Al, sto soffocando.” riuscì a farfugliare il ragazzo, mettendo le mani sulle spalle della moglie e scostandola un poco da sé.
Occhi blu, della stessa tonalità del vestito che l'antropologa stava indossando, si puntarono su di lui con espressione implorante “Mi sono dimenticata dove abbiamo messo i pannolini di scorta, ho anche rivoltato tutta la casa ma non li ho trovati così ne ho dovuti prendere degli altri, ma non so riconoscere qual è davvero la marca più vantaggiosa e allo stesso tempo più sicura. E non riesco ad aprire i cassetti a prova di bambino se tu non mi aiuti. E poi Rocky la sera non si addormenta se tu non gli leggi l'enciclopedia, ho provato a farlo anche io ma lo sai che mi distraggo troppo e non riesco a montare il suo seggiolino sulla macchina.”
Spencer aveva spalancato gli occhi mentre veniva travolto da quel fiume di parole e per poco non si avvide del sorriso scanzonato sul volto di Morgan e del “Visto?” ironico che l'uomo gli aveva mimato.

Ti ho già detto che mi sei mancato tanto tanto tanto?” continuò quindi Alaska con tono quasi infantile, prima di posargli un bacio a stampo sulle labbra.
Anche voi mi siete mancate.” rispose con voce addolcita il giovane genio, ricambiando finalmente quell'abbraccio improvviso.
Allora, dov'è la mia figlioccia?” domandò quindi Derek, dando un colpetto sulla spalla dell'antropologa.
Emily bloccò immediatamente qualsiasi risposta della ragazza, mettendosi le mani sui fianchi snelli “Hey, non ci provare: solo perché sei il suo padrino non significa che puoi monopolizzare la piccola Rocky.”
Reid alzò un sopracciglio, perplesso.“Di nuovo, perché avete dato quel soprannome a mia figlia?”

Perché è una forza.- spiegò quindi Garcia, che stringeva fra le braccia un frugoletto la cui zazzera bionda era tenuta a bada da una ridicola fascia per capelli a pois rossi- Come Rocky Balboa.”
Ah, giusto.- annuì il giovane profiler, memore della prima volta in cui i suoi amici gli avevano fornito quella spiegazione- Quel film in cui Silvester Stallone è un militare vendicativo?”
Quello è Rambo, Reid.” spiegò quindi Hotch con tono rassegnato.
JJ rivolse alla piccola un sorriso radioso “Aw, Alaska, diventa più bella ogni giorno che passa.”

Davvero.- confermò Rossi, allungando una mano per passare l'indice sulla pelle di pesca della guancia della neonata- È deliziosa.”
Andiamo, Riccioli d'Oro, vieni dallo zio Derek!” disse quindi il profiler di colore, facendo cenno a Penelope di passargli la bambina.
Dopo tre settimane non era più così cauto intorno a lei e, se i primi giorni in cui la teneva in braccio, sembrava stesse maneggiando una mina antiuomo pronta ad esplodere da un momento all'altro, ormai Derek non poteva fare a meno di coccolare la piccola ogniqualvolta se la trovasse abbastanza vicina.

Scommetto che questa gliel'ha regalata Crowford.” commentò alzando un sopracciglio, mentre additava la tutina rossa della bambina su cui, in grandi lettere verde acceso, svettava la frase Tutto quello che la mamma voleva era una massaggio alla schiena.
Lo scrollare le spalle rassegnato di Reid bastò come risposta.

Non che non siamo tutti contenti di vedere sia te che la piccola, ma come mai qui Alaska?” domando quindi Dave, cingendo le spalle di quella che considerava a tutti gli effetti la propria figlioccia.
Penny mi ha detto che stavate tornando e ho pensato di farvi una sorpresa.” rispose quindi l'antropologa con un sorriso a mille watt.
Spero solo che la Strauss non ti abbia visto.” aggiunse quindi Hotch, senza trattenere una smorfia al pensiero della direttrice della sezione.
Certo che Erin ci ha viste.- spiegò invece la ragazza con tono leggero- Siamo passate nel suo ufficio, prima.”
Erin?” ripeté Emily aggrottando la fronte. Alaska non poteva avere davvero chiamato la Strauss per nome come se fosse una delle più care amiche.
Ma la giovane annuì in conferma “Sì. Ha giocato con Rocky, le sta molto simpatica. Vero, piccolina?Vero che ci siamo divertite un mondo con la zia Erin prima?”
Rossi si ritrovò a scuotere la testa “Ok, è ufficiale: la terra è piatta, gli asini volano e l'erba è viola.”
Alaska si ritrovò a corrugare le sopracciglia mentre si voltava verso Hotch “Ma nessuna di queste cose è vera...”

Tranquilla Al.- la rassicurò JJ con una risata argentina- È solo una di quelle cose che non ci prendiamo più la briga di spiegarti.”
Penelope annuì e si sporse verso la bambina, ancora accoccolata fra le muscolose braccia di Derek “Non preoccuparti mini-mini-mini-Nocciolina. Ti abituerai a tutto questo, prima o poi.”

Garcia, ti prego, non parlarle così.” la ammonì immediatamente Reid.
Così come?” domandò quindi Emily, alzando un sopracciglio stranita da quel singolare rimprovero.
Con quel tono e quei vezzeggiativi senza senso.” spiegò quindi il giovane genio con espressione seria.
Aw, hai sentito Rocky?- chiamò quindi Alaska, la voce innaturalmente acuta- Il papà fa ancora lo scorfano brontolone perché non vuole che ti si parli così. Ma noi ci divertiamo tanto con le vocine, vero tesoro?Certo che sì!”
Spencer scosse la testa “Studi accreditati hanno dimostrato che il vocabolario di un bambino dipende dalle parole che sentono prima dei tre anni. Dobbiamo rivolgerci a lei usando un linguaggio eterogeneo così quando crescerà il suo vocabolario sarà ampio e articolato.”

Falla finita, Reid.- sbottò bonariamente Morgan, stando ben attento a non spaventare la bambina- Scommetto che il vocabolario di Rocky sarà abbastanza articolato anche senza togliere il divertimento a noi.”
E' una bambolina di porcellana.” cinguettò Emily, mentre allungava le braccia per farsi consegnare la piccola dal collega, che tuttavia sembrava restio a separarsi dalla figlioccia.
Che gentile.- rise Alaska- Mio papà ha detto che sembra uno di quei bimbi delle pubblicità dei pannolini.”
Hotch abbozzò un sorriso, mentre rifletteva su quello strano complimento “Giusto. È tuo padre, dopotutto.”

Andiamo Morgan, falla tenere un po' anche a me!” protestò di nuovo Prentiss, mettendo il broncio.
Rossi si fece sfuggire una risata paterna “Credo che quando ne avrete bisogno non dovrete nemmeno prendervi la briga di cercare una baby-sitter: qui è pieno di volontari.”

Oh, l'abbiamo già.” ribatté quindi Reid, senza staccare gli occhi da Raquel che era stata finalmente consegnata ad Emily.
Cosa?” domandò il profiler più anziano aggrottando la fronte, perplesso.
Una baby-sitter.- confermò quindi Spencer- L'abbiamo già scelta.”
Perché?- chiese JJ voltandosi verso Alaska- Credevo che ti fossi presa un anno di pausa dal lavoro.”
L'antropologa annuì con convinzione “Sì, infatti.”

E allora...”
E' per Nate.” la interruppe immediatamente la ragazza dai capelli corvini.
Crowford?- ripeté Hotch alzando un sopracciglio- Che c'entra Crowford con la baby-sitter di Rocky?”
Reid sfoggiò un sorriso a metà fra il divertito e l'esasperato “Giusto, mi sono dimenticato di dirvelo: Alaska si è messa in testa di essere Cupido.”

Oh, questo non è vero.- protestò sua moglie dandogli un buffetto sul braccio- Ma la nostra baby-sitter è perfetta per Nate, ne sono sicura.”
Tutto questo non finirà bene.- la informò Morgan- Se non fossi certo che sei l'unica persona con cui Crowford non alzerebbe nemmeno la voce, direi che stai per fare una brutta fine.”
Beth è un angelo. È bellissima, divertentissima, sa cucinare e fa tiro con l'arco da professionista. Ah, e ha i capelli rossi.” aggiunse infine con un entusiasmo disarmante.
Beh, se ha i capelli rossi direi che Crowford si innamorerà di lei all'istante.” rise Penelope, divertita dall'ingenuità dell'amica.
Lo spero.- ribatté Alaska, come al solito inconsapevole del sarcasmo del commento appena ricevuto- Ho pensato di farli incontrare la prossima settimana.”
Io voglio esserci!” dichiarò immediatamente Emily, sul volto un sorriso divertito.
Perché, io no?- le fece subito eco Derek- Non possiamo perderci un evento del genere.”
Organizzeremo una cena allora.” proclamò Alaska, voltandosi verso suo marito per vedere cosa ne pensasse.
Spencer sorrise “D'accordo: settimana prossima sarete tutti ospiti dai Reid.”
Dopo quell'invito il chiacchiericcio allegro ricominciò prepotente, portando il sorriso sul volto di tutti i presenti.
La vita poteva essere davvero meravigliosa.


Spencer Reid spalancò gli occhi di scatto.
All'improvviso era totalmente reattivo e sentiva anche una scossa di adrenalina scendergli lungo la schiena.
Anche Alaska doveva essersi svegliata. La sentì sospirare e, dopo aver dato ancora una carezza alla sua pelle nuda, si alzò, interrompendo quel contatto che si era creato fra i due da quando qualche ora prima lei si era addormentata con la testa sul suo petto.

Non posso credere che si sia svegliata ancora.” borbottò Reid, la voce impastata dal sonno,, mentre si voltava a pancia in giù. Dal baby monitor appoggiato sul comodino, intanto, i vagiti arrivavano alle loro orecchie prepotenti.
Alaska gli rivolse un sorriso dolce, un sorriso da madre “Rocky ha il cinquanta per cento dei geni di un genio, il suo cervellino è sempre in attività.”

Preferirei che fosse in attività solo durante il giorno.- protestò di nuovo il profiler, pur senza troppa convinzione- La fase REM non è affatto sopravvalutata, è importante davvero, sia la sua che la nostra.”
Sospirò rumorosamente, prima di puntellare le mani sul materasso per alzarsi “E' il mio turno.”

Oh, no.- lo fermò immediatamente Alaska, premendogli delicatamente una mano sulla schiena per farlo tornare sdraiato- Vado io. Domani hai lavoro.”
Spencer sorrise mentre faceva sprofondare il viso nel cuscino “Ti amo.”

Ti amo anch'io.” trillò lei, come se non fosse affatto stata svegliata alle tre di notte da una bambina urlante.
Reid alzò di nuovo la testa, giusto per osservare la moglie infilarsi una camicia di flanella e poi sgattaiolare fuori dalla stanza.

In men che non si dica, la voce cristallina di Alaska gli arrivò alle orecchie di nuovo.

Oh!Ma qui non c'è niente. Falso allarme, quindi, uh?” la sentì chiacchierare attraverso l'interfono, probabilmente dopo un controllo pannolino. Il ragazzo si ritrovò a sorridere, divertito.
Quindi volevi un po' di compagnia. Ti capisco, ti devi sentire tutta sola, qua, al buio, povera la mia piccola Rocky!”
Hey, sai cosa possiamo fare?Domani andremo a comprare una di quelle lucine da attaccare alla presa, che ne dici?Magari a forma di stella, ok?Non devi sentirti imbarazzata del fatto che hai paura del buio, sai, anche il tuo papà ne ha un po'. Non dirgli che te l'ho detto, però, perchè dovrebbe essere un segreto. Ma noi siamo la sua famiglia, quindi non dovrebbe essere un problema, no?Nessun segreto nel team Reid!”
Spencer sospirò sonoramente con il volto nel cuscino. Nel petto covava un senso di appagamento che non aveva mai sperimentato prima che Alaska entrasse così rumorosamente nella sua vita.
Un sorriso gli increspò le labbra mentre chiudeva gli occhi, rilassato.
Oh, sì.
La vita era davvero meravigliosa.


E così, è finita.
Certo, c'è ancora Every little step, ma non è la stessa cosa. (Tralasciamo il fatto che come al solito dovrei esibirmi in righe e righe e righe piene di scuse patetiche sulla mia incasinata vita da studentessa universitaria fuori sede che dovrebbero farvi commuovere e farvi dimenticare il fatto che ho impiegato delle ere geologiche per pubblicare questo ultimo capitolo della storia.)
Dunque, dicevo, non è la stessa cosa. E un po' sono orgogliosa e un po' sono triste perché in effetti mettere la parola 'fine' ad una storia (anche se è solo una fanfiction) mi da una certa soddisfazione. Ho letteralmente adorato far muovere un personaggio come Alaska, su cui ho lavorato così tanto che mi sembra di conoscerla davvero, come se fosse una persona reale, in una serie che adoro come Criminal Minds. E, soprattutto, sono davvero felice che questo mio scrivere a volte sconclusionato sia stato apprezzato da voi che leggete.
E così, è finita.
E lo so che è un finale zuccheroso e che fa troppo 'happy ending' e che probabilmente la metà di voi dopo averlo letto dovrà fare una visita dal dentista per la troppa carie procuratagli e l'altra metà sarà entrata in coma diabetico, ma ogni tanto i lieti fine ci stanno, no?
E così, è finita.
Ma non è finita davvero perché di scrivere non penso mi stancherò mai. E poi, come diceva mia nonna “Quando si chiude una porta, si apre un portone.” (E per portone intendo le storie che devo ancora finire di pubblicare e un'altra su cui sto lavorando e che- spoiler alert!- vedrà i nostri profiler collaborare con un personaggio particolarmente portato a risolvere crimini)
E così, è finita.


Il grazie è abituale sulle labbra di chi non si sente padrone di nulla e comprende che nulla di ciò che ha è suo.

-Oreste Benzi

Perché in effetti se questa saga è arrivata fino a qui lo devo anche (e soprattutto) a voi.
Grazie. Davvero. (Non vado oltre perché anche se sono sociopatica quasi quasi mi scappa una lacrimuccia)
Un bacio JoJo

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