Jules Laurence

di Stardust_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'incontro ***
Capitolo 2: *** Desideri... ***
Capitolo 3: *** Nervosismo. ***



Capitolo 1
*** L'incontro ***


L'incontro



“Ehi Jules!! Com’è andata?!” gridava Sarah dal fondo del lungo corridoio. Camminava a passo svelto, quasi affaticata da tutte quelle scale che aveva dovuto percorrere; portava la divisa dei grifondoro appena asciugata, ed il cravattino era stretto intorno al collo, lei si che era una studentessa modello, o almeno questo era quello che pensava Jules. Anche lei grifondoro, ma una di un altro tipo, di quelle vivaci, senza paura e tutt’altro che timide. Juliette Laurence, per gli amici Jules, così si chiamava. Aveva le mani infilate nella tasca della veste, camminando abbastanza tranquillamente, nonostante il danno che aveva fatto e la ramanzina appena subitasi dal preside. “Tutto bene, le solite cose…” disse facendo spallucce raggiungendo l’amica. Stranamente guardava per terra,  persa nei suoi più misteriosi pensieri. I suoi occhi color smeraldo erano spenti, ed era ormai da un po’ che giocherellava con una ciocca dei suoi lunghi e mossi capelli color corteccia. Sarah la guardò aggrottando le sopracciglia, non capendo cosa stava succedendo; conosceva quella faccia, e voleva poter dire solo due cose:  1. Si era innamorata, 2. Qualche incantesimo rimbecillente l’aveva presa in pieno. La ragazza bionda, Sarah, le fermò la mano che si agitava fra quel groviglio di capelli, e per tutta risposta, ottenne uno sguardo fulminante da parte dell’altra grifondoro. Ok, questo voleva dire che nessun incantesimo le aveva fatto del male. “Che ti prende Jules?! Sembra tu abbia visto un pesce parlante” disse scherzando, con tono ironico. La mora la prese da parte, e si andarono a sedere su una panchina lì vicino. Doveva dirle qualcosa di importante.
Un’ora prima…
Jules stava ascoltando quel vecchio de suo preside farle la solita ramanzina, del tipo “Jules ti sei comportata male…bla bla…l’insegnante si è molto spavntata…bla…bla…ma non leverò punti alla tua casata…bla…bla” Come al solito lei non attaccava il cervello in quelle occasioni, quindi si ritrovava ad annuire, sorridendo, come una scema, dando qualche volta segni di vita, affermando ‘non succederà più’ o cose simili. Quando il colloquio finì, dopo un’interminabile mezz’ora, Silente le chiese di chiamare il ragazzo che stava fuori dalla porta. Jules alzò gli occhi al cielo pensando *chi è quel poraccio che dovrà subirsi lo stesso identico discorso che ho dovuto subire io?!* uscì, si affacciò e disse, senza prestare troppa attenzione a chi stesse parlando “Ti vuole mister barba bianca” disse cercando in qualche modo di sorridere. Ormai lei e il preside si chiamavano così, lei era ‘il corvo rosso’. Non sapeva perché Silente la chiamasse così, ma ci si era abituata, e quindi aveva un non so che che la faceva sentire a suo agio quando sentiva quel nome.
Jules strabuzzò gli occhi, vedendo che chi aveva davanti, non era proprio un poraccio. La grifondoro deglutì, era uno del quarto anno, lei era del terzo, sempre grifondoro, non troppo brutto insomma; occhi verdi, capelli ricci e castano scuro. Questo le fece un occhiolino; e Jules per tutta risposta accennò un’espressione perplessa, arricciando le sopracciglia. Perché le aveva fatto l’occhiolino?! Dire che i film mentali della grifondoro erano tanti, era mentire. In solo un quarto d’ora aveva escogitato ben quarantasei modi per reincontrarlo, senza ovviamente avere mai l’intenzione di attuarli.
… Tornando a prima
“Quindi, volevo sapere se lo conoscevi?” disse Jules con un filo di voce, cominciando a mangiarsi le unghie. Sarah sapeva tutto riguardo gli argomenti ‘piccanti’ della scuola, quindi la ragazzina pensò subito a lei, quando le si pose la domanda ‘quale diamine è il suo nome?!’ Si spostò la ciocca di capelli scuri che le era andata davanti l’occhio, dietro l’orecchio, aspettando una risposta da parte dell’amica, che intanto pensava. “Riccio, occhi verdi…. Ah si! Ci sono, dovrebbe essere Fred…” ci fu una pausa “Fred Patts” concluse annuendo, sicurissima di quello che aveva appena detto. Jules sorrise, tutta entusiasta *Jules e Fred, Fred e Jules… Jules Patts* era classico da lei pensare a cose del genere quando si innamorava; il problema era che poi, per convincerla a lasciar perdere, ci voleva troppo tempo.

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Capitolo 2
*** Desideri... ***


II Capitolo



La lancetta del grosso orologio della scuola arrivò a segnare l’una, il che voleva dire ora di pranzo. Le due amiche correvano cercando di farsi spazio fra gli studenti, affamati come loro; volevano arrivare per prime, per poi riuscire a vedere dove Fred si sarebbe messo. Jules voleva sapere perché le aveva fatto l’occhiolino. Si sedettero più o meno al centro del lungo tavolo, ancora vuoto del cibo degli elfi domestici. La castana era felicissima, ma allo stesso tempo preoccupata; si convinceva sempre di più che quel ragazzo non faceva per lei, oltre al fatto che non lo conosceva, e non sapeva nulla su di lui. Sarah la distrasse dai suoi profondi pensieri con un calcio sulla gamba. “Che di….” Non riuscì a concludere la frase, vedendo che Fred, e alcuni suoi amici si stavano sedendo davanti a loro due. Jules decise di non continuare a parlare, quindi si limitò di sorridere ai tre grifondoro appena sedutisi davanti a lei e alla bionda. Fece finta di non averli visti, anche se era ben poco possibile, dato che li salutò poco dopo, con una faccia piuttosto idiota.

Un dolore lancinante, alla gamba; Sarah le aveva appena dato un altro calcio. Jules la guardò come per dire ‘e siamo a due, vediamo che devi fa oggi’ a quanto pare, da come l’amica osservava un compagno di Fred, si era anche lei innamorata; lo si capiva da subito, anche solo guardando per sbaglio e senza un minimo di concentrazione quella scena sdolcinata. “Che ci facevi da Silente, o meglio dal mister barba bianca?” disse Fred, ridendo pronunciando il che lei aveva dato al preside. Jules venne distratta da queste parole, e da quella risata che lei reputava tutt’altro che meravigliosa; era sensazionale. Divenne tutta rossa in volto, avrebbe preferito non rispondere, anche perché non amava parlare di quel che combinava durante le lezioni “Beh, diciamo, che ho fatto uscire moooolte persone dai quadri che si trovavano nell’aula di storia della magia” ammise, non riuscendo a resistere a quegli occhi verdi così penetranti che la guardavano divertiti. Stranamente si misero tutti a ridere, compresa lei. “Comunque sono Fred” disse il ragazzo “Lo s…” e arrivò un altro calcio da parte di Sarah “Piacere di conoscerti. Io sono Jules” disse cercando di abbozzare un sorriso nonostante il dolore lancinante preso alla gamba sinistra. Si rivoltò verso la bionda facendo il numero ‘tre’ con la mano, e massaggiandosi la parte colpita con l’altra. Nel frattempo avevano servito il cibo: pollo!!!! Lei adorava il pollo, però la cosa negativa in quel momento, era che per mangiarlo bisognava usare le mani, e che per essere veramente soddisfatti ci si doveva ingozzarsi come maiali, e persone tutt’altro che educate. Dov’era il lato negativo, allora?! Due grandi fighi di Merlino erano lì davanti, e non potevano fare come se non ci fossero! Jules mangiò normalmente, senza doversi troppo preoccupare, dopotutto avrebbero fatto la figura delle sceme, se si fossero vergognate. “E tu, cosa ci facevi lì?” disse la grifondoro, incuriosita. Lui guardò i suoi amici, e tutti e tre si misero a ridere, come matti. Sarah e Jules si guardarono perplesse, non capendo il perché di quell’esagerazione di risa. “Ho trasformato l’insegnate di trasfigurazioni in una pentola, non ricordando poi la formula per farlo tornare normale” disse Fred, continuando a ridere. Jules sorrise, ma nulla di più; era convinta che la cosa che aveva fatto lei era decisamente più divertente, e che quella, messa a paragone, non era poi così forte. Per questi versi, la grifondoro era parecchio arrogante, ma era evidente che era lei la regina incontrastata degli scherzi.
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Il pranzo finì in maniera piuttosto piacevole, e Jules era sempre più cotta di Fred; vi aveva parlato ininterrottamente, senza badare a quel che le succedeva intorno. Il suo sguardo era immerso in un mondo fatta di zucchero, cioccolatini e unicorni rosa, quando improvvisamente, l’orologio della scuola di Hogwarts scoccò le 15.00. Guardò Sarah, anch’essa nel mondo dei sogni, e con una gomitata la fece tornare al mondo reale.  Le due erano ormai da tempo uscite dalla Sala Grande, e si erano allontanate dai due ragazzi. La bionda scosse la testa, come dovesse riprendersi da una potente botta in testa. “Ehi Ju!! Lo sai che Harry ha detto che trova i miei capelli profumati” disse tutta euforica, tirando la manica della divisa dell’amica. Harry era l’amico di Fred; non era male neanche lui, ma le due avevano gusti troppo diversi in fatto di ragazzi. “Si…” si limitò a dire la Laurence a testa bassa, con un filo di voce, mantenendo stampato in volto un enorme sorriso. Era felice, stranamente. Nella sua mente era ben impresso il volto del ragazzo, i suoi occhi verdi e la sua risata magnifica; non riusciva a non pensarci.
Le due ragazze, in silenzio, perché troppo prese dai loro pensieri riguardanti quei due ragazzi, passarono davanti un volantino, appeso su una delle tante bacheche disposte per i corridoi della scuola. La prima a notarlo fu ovviamente Sarah, che delle due era quella più svelta. Prese Jules per il polso, trascinandola verso quel foglio per leggere meglio.

“Ballo di mezza primavera”
Il 20 marzo, nella vostra scuola,
si terrà il tanto atteso ballo di mezza primavera!
Venite accompagnate da un cavaliere,
indossate abiti adeguati,
e divertitevi!

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Capitolo 3
*** Nervosismo. ***


Nervosismo.



Le due ragazze rimasero per parecchio tempo davanti quella pergamena decorata con ghirigori di tutti i colori; le loro espressioni erano comunque le stesse, ferme, decise facce di tue idiote convinte di aver visto la Madonna (?). Sarah fu la prima che gridò, guardando felicissima e con le lacrime agli occhi dalla gioia l'amica, ancora confusa sul quel che sarebbe potuto succedere. I balli scolastici erano qualcosa di inutile, di stupido e di completamente noioso; Jules era convinta di questo, anche perché nessuno l'aveva mai invitata a ballare o a chiacchierare di qualcosa, di qualunque cosa. Passarono pochi istanti prima che le due grifondoro si misero a saltellare come delle deficienti, gridando e piangendo allo stesso tempo; non importava se qualcuno le poteva vedere… nelle loro testoline vagava il pensiero che i due le avrebbero potute invitare a ballare un lento sotto il cielo (finto) stellato della Sala grande. Ovviamente erano solo fantasie, che però nella mente delle ragazzine passarono piuttosto osservate e favorite rispetto alle altre.

"Ok, tranquilla Jules… magari Fred e Spike ci inviteranno, o magari li vedremo vestiti tutti agghindati e balleremo con loro" diceva Sarah euforica, tenendo l'amica per il polso, stringendola sempre di più. Questa, si contorse in una smorfia di dolore, e le ci volle un po' prima di riuscire a liberarsi da quel bracciale di dita ormai ancoratosi al suo corpo. Spike era l'altro ragazzo, quello di cui la bionda era follemente cotta. Lei era solita innamorarsi dei ragazzi più grandi, ma questo era veramente carino, la castana lo doveva ammettere, sembrava un angelo con quei suoi occhi azzurri e i suoi capelli ricci e scuri.

"Ok Sarah, però non ti montare troppo la testa, insomma… ci abbiamo parlato solo una volta, non credo vogliano davvero invitarci al ballo scolastico" disse Jules malinconicamente, guardando in basso e massaggiandosi il polso ancora rosso. Alle parole della grifondoro, l'altra sembrò morire improvvisamente, come un girasole di notte, afflosciato sul suo verde e lungo gambo. Gli occhi pieni di speranze e felicità si spensero, e la bocca da un enorme sorriso mutò in una smorfia, quasi offesa dalle parole di Jules. "Beh, tu pensa quello che vuoi. Io continuo a sognare!" rispose incrociando le braccia e alzando la testa. Sarah era veramente capace in materia ragazzi, il problema era l'amica, la quale, in caso si trattasse di una materia, non sarebbe capace di prendere la sufficienza.

Le due ripresero a camminare nel lungo corridoio, fino ad arrivare in sala comune, stranamente vuota.

 

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Le due entrarono nel dormitorio; dentro non vi era nessuno, come dopotutto aveva immaginato Jules. A quell'ora erano tutti in biblioteca a studiare o a fare i compiti, tutti tranne loro, che furbamente si erano avvantaggiate tutto pochi giorni prima. La ragazzina con i capelli scuri si buttò sul letto, posizionato a sinistra della prima finestra presente nella stanza; si portò le mani alla fronte, quasi per sentire se aveva la febbre, e se quel che le stava succedendo poteva viverlo lucidamente. "Ok, mettiamo il caso che ci invitino, come ci vestiamo??" diceva Sarah, camminando nervosamente avanti e indietro per il dormitorio, slacciando il cravattino dei grifondoro che aveva intorno al lungo collo. Era stressata, e si vedeva da come il suo respiro diventava sempre più affannoso parlando di quel ragazzo di cui era tanto innamorata. Parlava di abiti ampi, corti, attillati, senza o con le spalline, color canarino, blu, rossi, rosa confetto… Jules stava esplodendo, perché doveva vestirsi bene per un ragazzo?! Se a lui piaceva veramente sarebbe andata bene comunque, senza bisogno di agghindarsi eccessivamente.

Ovviamente la ragazzina tenne tutto per se, senza dire nulla a Sarah delle strani e folli idee che le passavano per la testa; in tutti quegli anni passanti con la bionda, aveva imparato che non era buona cosa il suo essere nervoso...

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