The Future's Closer Than You Think

di emme30
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. Amore Perduto. ***
Capitolo 2: *** 2. Nomi. ***
Capitolo 3: *** 3. Gardenie. ***



Capitolo 1
*** 1. Amore Perduto. ***


Un paio di giorni fa Vanessa Lengies (l'attrice che fa Sugar) ha twittato che lei ed Hemo si divertono un sacco a spulciare il fandom per leggere le storie di Sugar From The Future, l'ultima novità dei fans secondo i quali Sugar sarebbe la figlia di Santana e Brittany tornata nel passato per far mettere insieme le loro madri. La cosa è ovviamente degenerata nel giro di pochissimo, aggiungendo personaggi su personaggi che potrebbero essere i figli delle attuali coppie venuti dal futuro per tenere insieme i propri genitori.

Questa è la mia versione.

 

 

.Prologo.

 

In un futuro non troppo lontano, in cui la carriera e la dedizione per il lavoro è la prima cosa che si impianta nella mente dei bambini, ormai c'è poco spazio per l'amore, per quei sentimenti che sbocciano tra due persone innamorate che vogliono condividere la propria vita insieme, per quell'emozione così forte che la si va ricercando per tutta una vita, per il colpo di fulmine, per le passeggiate romantiche e per i matrimoni pieni di fiori e risate.
Fortunati sono coloro che sono riusciti a trovare l'amore prima dell'avvento della soluzione F-47, perchè dopo di essa l'essere umano ha cominciato a cambiare, cambiare in modo così radicale e profondo da influenzare il comportamento comune degli individui in materia di affetti ed emozioni.
Da quando la ricerca genetica è riuscita a formulare il farmaco Famiglia-47 non è più necessario essere in due per voler costruire una famiglia, le discriminazioni sessuali non esistono più e chiunque può diventare genitore. Basta avere il DNA di due persone, due capelli, e con neanche un cospicuo conto in banca è possibile dall'oggi al domani ritrovarsi genitori e avere mocciosi reali e con le sembianze dei donatori del campione di DNA che gattonano per casa.
Basta un capello per creare la vita.
Inutile dire che appena la soluzione F-47 è stata lanciata sul mercato sono nate polemiche su polemiche, in alcuni stati fu addirittura bandita, ma con il passare del tempo, con le guerre, le crisi e con la crescita di una società consumistica dedicata più al lavoro e alla carriera che alla ricerca del vero amore, questo nuovo passo nel campo medico è riuscito a raggiungere la mente e il cuore di tutti.
E così le persone, sicure del fatto che avrebbero sicuramente potuto diventare genitori senza avere un partner accanto, hanno cominciato lentamente a disinteressarsi alla ricerca dell'amore. Ovviamente non è stato così per tutti, ma molti hanno preferito mettere da parte i sentimenti, le emozioni e tutto il resto e focalizzarsi su altre cose, in attesa di quel giorno in cui sarebbero andati in una delle cliniche della F-47 e tornare a casa con un bambino. Un bambino a tutti gli effetti, non un clone, né una brutta copia o qualche sorta di essere malvagio che compare in metà dei film di fantascienza sul tema. Qualcuno che potevano chiamare figlio, che aveva le stesse caratteristiche genetiche di entrambi i “genitori” sia quello che si era rivolto alla clinica per il farmaco, sia quello che poteva essere scelto a caso da una lista o l'amore di una vita che più semplicemente aveva messo il proprio cuore nelle mani di qualcun altro.
La vita è semplice, i sentimenti e le amicizie sono spesso falsi e di poco valore, i modi di vivere sono cambiati, così come le abitudini familiari e le confezioni al supermercato con la dicitura “pacco famiglia”. L'uomo si è fatto più razionale, più schematico e con sempre meno tempo per quell'amore da dedicare a un'altra persona che non sia il proprio nucleo familiare. Perchè c'è da dire che se è scomparsa la ricerca del vero amore, gli affetti tra figli e genitori si sono rinforzati, sono diventati più determinanti nella vita delle persone.
Uno bambino con un solo genitore viene amato come se ne avesse venti, e le famiglie nate grazie alla soluzione F-47 sono più numerose di quelle normali.
Si tratta un circolo vizioso, i bambini vedono che i propri genitori stavano bene anche da soli e non si preoccupano di trovare qualcos'altro oltre all'affetto che possono dargli una madre o un padre o qualche amico. Fortunati e molto rari sono i bambini che hanno una famiglia di stampo classico, una padre e una madre, due madri o due padri. In un'epoca in cui il concetto di famiglia è ormai distorto non esiste più discriminazione per le coppie dello stesso sesso, l'uomo ha cominciato a capire che il diverso non fa più così paura, e si va sempre più incontro alla conformità di pensiero. Nessuno viene considerato diverso, sia che sia gay o un figlio della F-47.
Ma le persone sono felici, distribuiscono tutto l'amore che non riescono a dare a un partner ai propri figli, e ormai esistono addirittura farmaci per rendere sterili donne e uomini, così da non incontrare gravidanze indesiderate, anche perchè ormai per avere dei figli bastano due singoli capelli. Le donne preferiscono affidarsi alle cliniche della F-47 piuttosto che sopportare i dolori di nove mesi di gravidanza e il sesso è considerato un qualcosa di puramente ricreativo.

 
In un'epoca così è difficile pensare che qualcuno abbia spazio per l'amore nel proprio cuore.
C'è chi non lo vuole, chi preferisce non mettere i propri sentimenti nelle mani di un'altra persona di cui non sa se fidarsi ciecamente. Ma c'è anche chi non può fare altro.
Molti hanno amato, ma tutti sanno cosa succede agli amori finiti male.
Il dolore e l'angoscia non lasciano scampo, e così è facile rifugiarsi in qualcosa che abbia le stesse sembianza di un amore perduto.
Perchè un figlio amerà sempre incondizionatamente i propri genitori, qualunque cosa succeda.
E spesso, è questa l'unica certezza che scalda il cuore la notte.

 

 

1. Amore Perduto.

 

Sebastian uscì dall'edificio portandosi un paio di occhiali scuri sul viso, si sistemò la tracolla sulla spalla e scese in silenzio i gradini di fronte e sé per dirigersi alla propria macchina. Era una bellissima giornata di sole, il brusio confuso degli studenti per la fine delle lezioni faceva da sottofondo nel parcheggio e il week end era alle porte.

Con un'andatura ciondolante si diresse al proprio veicolo per trovare appoggiata alla portiera della macchina una ragazza con i capelli scuri e un basco rosso in testa, intenta a leggere un libro.

Sebastian sorrise e le si avvicinò in silenzio, fino a che non fu a un paio di passi da lei, schiarendosi la gola per attirare la sua attenzione.

La ragazza alzò lo sguardo dal libro e lo guardò con un sorriso. “Finalmente sei uscito, pensavo di doverti aspettare all'infinito.”

Buon pomeriggio anche a te dolcezza, come stai?” Lui rise, alzando gli occhiali per sistemarseli tra i capelli spettinati.

Lei sbuffò, abituata troppo bene alle maniere del suo migliore amico. “Male, e comunque sì, ciao.”

Sebastian aggrottò un sopracciglio. “Come potrebbe andare male a una delle menti più brillanti del campus? E' perchè non ti daranno la lode con la terza laurea?”

Si appoggiò di fianco a lei alla macchina mentre la ragazza metteva il libro nella borsa e un'espressione tesa le si delineava sul suo volto.

Mamma ha avuto un altro attacco.”

L'ironia nelle parole di Sebastian scomparve, il sorriso scemò dalle sue labbra per lasciare spazio a un'espressione più che preoccupata e si apprestò ad avvolgere il braccio intorno alle spalle dell'amica. “Di nuovo?”

Sì, la depressione si sta facendo sempre più acuta e non... non so cosa fare.”

Sebastian si morse il labbro e sospirò, stringendola in un abbraccio. “Dai, vedrai che andrà bene, non devi essere così tragica. Si sistemerà.”

Sì, e starà bene fino al prossimo mese, e poi? Poi avrà un altro attacco e cercherà di ingoiarsi un altro flacone di pillole antidepressive. E' già tanto se me la fanno vedere adesso, figuriamoci se dovesse tentarlo di nuovo.”

Mi dispiace tesoro.” Sebastian la strinse forte a sé, con un groppo alla gola e il fiato corto. Conosceva i disturbi della madre della sua migliore amica, e il fatto che andasse sempre peggio era sempre più devastante per lei, anche se era un genio e nel giro di pochi mesi avrebbe preso la sua terza laurea in campo scientifico.

Cosa stiamo aspettando ancora? Dai, ti porto alla clinica.” Sciolse l'abbraccio per cominciare a cercare le chiavi della macchina in tasca, ma un sospirò lo fermò.

Secondo te chi stiamo aspettando?” Lei lo guardò con un sorriso e uno sguardo che lui conosceva bene.

La risposta alla sua domanda arrivo un secondo dopo, quando una voce un po' gracchiante giunse alle loro orecchie.

Sebbie! Harmony!”

Entrambi si voltarono quasi allo stesso tempo per venire travolti dall'abbraccio da una ragazza che nonostante fosse piccola e minuta aveva la portata di un uragano. Ma in fondo con Sugar era sempre così.

Che bello vedervi!” La nuova arrivata sciolse quell'abbraccio forzato fra i tre e saltò prima al collo di Sebastian per un bacio sulla guancia, e poi si aggrappò al braccio di Harmony, con un sorriso a trentadue denti e sbattendo le ciglia.

Non vi aspettavo, cosa ci fate qui? Seb non mi aspetta mai per darmi uno strappo a casa, ha sempre qualche ragazzino da portarsi dietro, e tu sei sempre troppo impegnata a studiare formule.” I due ragazzi fecero una risata leggera, incantati come al solito dall'ingenuità di Sugar. Era difficile affrontare argomenti complicati con lei, c'era sempre la paura che non capisse le allusioni e dovessero spiegarle le cose più e più volte, aggiungendo sconforto e dispiacere alla cosa.

Sebastian lanciò un'occhiata ad Harmony e le fece segno con la testa mentre apriva la macchina e faceva il giro per salire dal lato del guidatore. Lei sospirò per poi rivolgersi affranta all'amica.

Tesoro, mamma sta male di nuovo. Seb adesso ci porta in ospedale, tua mamma è già lì che ci aspetta, l'ho sentita poco fa.”

Come era successo poco prima per Sebastian, il sorriso sulle labbra di Sugar scomparve e i suoi occhi si riempirono di preoccupazione e dispiacere. Senza dire nulla le si avvinghiò al collo di Harmony per stringerla in un abbraccio, mentre le guance di entrambe si rigavano di lacrime.

Vedrai che andrà tutto bene, se mamma è là sicuramente sta meglio.” disse la ragazza sciogliendo l'abbraccio per poi fare segno all'amica di salire in macchina.

Lei annuì e prese posto al suo fianco nel sedile davanti.

Veramente quel sedile è per una persona sola.” lo sbuffo infastidito di Sebastian non venne neanche ascoltato dalle due ragazze, che alzarono gli occhi al cielo, come tutte le volte che lui si lamentava che non potevano stare in due davanti e Sugar appoggiò la testa sulla spalla dell'amica per poi prenderle la mano e stringerla.

E per quella volta Sebastian non si lamentò più di tanto, sebbene fu lui a interrompere quel silenzio calmo e tranquillo che si era andato a formare poco dopo la loro partenza.

Ma è successo ancora per quella cosa là?”

Nessuno ebbe bisogno che spiegasse a cosa si riferiva, Harmony sospirò e Sugar le strinse ancora di più la mano.

Sì, sempre per quella ragazza di un migliaio di anni fa di cui non vuole parlarmi. Ma ho fatto delle ricerche, dovrebbe essere una con cui andava insieme al liceo.”

“Gran bella cotta.” mormorò Sebastian portandosi una mano davanti alla bocca.

Già, che tra l'altro secondo me è l'altra mia madre.”

In macchina cadde il silenzio e i due ragazzi si voltarono entrambi più che scioccati verso Harmony.

Sei seria?”

Sì, Sug. Tutto torna, mamma è innamorata di questa ragazza che evidentemente l'ha rifiutata, decide di avere me con la F-47, solo che la depressione che sperava passasse avendo in un qualche modo una parte di lei sempre con sè, ovvero io, è rimasta ed è peggiorata.”

Sebastian e Sugar si scambiarono uno sguardo un po' confuso, prima che lei ebbe il coraggio di dire qualcosa.

Tesoro, io ti voglio bene, ma non ti sembra di parlare un po' sopra le righe? Insomma, so benissimo che tutti noi vorremmo conoscere il nostro altro genitore, ma non... non ti sembra di dire una cosa troppo da film?”

Il tono di Sugar era cauto, come se non credesse davvero a quello che l'amica le aveva appena detto.

Io dico che potrebbe essere così, perchè sennò mamma starebbe sempre così depressa? E' una fotografa di successo, o meglio... lo era prima di queste continue crisi, ha me, tua mamma e un alto paio di amici. Cosa potrebbe desiderare di più se non l'amore della sua vita che non l'ha voluta quando era giovane?”

Sugar aprì la bocca per rispondere, ma Sebastian fu più veloce di lei.

Secondo me hai ragione, anche se è una cosa troppo da film. Insomma, è raro sentir parlare di amore, l'amore quello vero e non legato al sesso, anche se faccio fatica a crederci. Io non l'ho mai visto, però ne leggo tutti i giorni. I grandi poeti del passato ne hanno sempre parlato. Che l'Amore sia tutto quel che c'è, è tutto ciò che sappiamo dell'Amore.”

Harmony fece roteare gli occhi e diede una gomitata all'amica. “Lo sappiamo che studi lettere, non serve che ti metti a citare persone morte ogni volta che il caso è propizio!”

Le due ragazze risero per beccarsi un'occhiataccia da Sebastian. “Dite quello che volete, ma secondo me tua madre è così distrutta per l'amore che provava per quest'altra donna da non riuscire a dimenticarla. Secondo me è una gran cazzata e non ci credo, ma potrebbe essere davvero così. E toccami di nuovo Emily che spargo per tutto il campus la voce che ti piacciono solo ragazze così la smetti di fare la zoccola con quelli di legge.”

Ehi!” Harmony lo guardò indignata. “Non faccio la zoccola! Sei tu quello che tiene il conto di quanti ragazzi si scopa la settimana!”

Veramente tengo una lista di nomi per non confondermi, ma Emily non si tocca comunque.”

Sugar sospirò, mettendosi come tutte le volte in mezzo ai due litiganti.

Stop the violence. Quindi mi state dicendo che c'entra una cosa come l'amore in tutta la storia della depressione?”

Sebastian lanciò un'ultima occhiataccia ad Harmony prima di tornare a guardare la strada. “Io dico di sì, leggo sempre di quanto l'amore possa uccidere. Cioè, forse potrebbe esistere, anche se mi sembra una cosa impossibile.”

Quelle parole sembrarono convincere anche Sugar, che infossò la testa nel giubbotto e sospirò.

Ma voi ci pensate mai a chi è il vostro altro genitore?”

Harmony non rispose, cominciò a guardare fuori dal finestrino, pensando che sì, avrebbe voluto conoscere chi le aveva donato l'altra metà del suo patrimonio genetico, ma solo per insultarla pesantemente per il modo in cui aveva ridotto sua madre, per le occhiaie che aveva in volto, e per quel sorriso spento tenuto insieme solo da antidepressivi. Ma dirlo ad alta voce avrebbe causato ancora più sentimenti negativi all'interno della macchina, quindi decise di tenersi come al solito tutto per sé. Era forte, non aveva bisogno di esporsi così tanto.

Sebastian invece, non si fece tutti i problemi dell'amica.

No, assolutamente no. Anche perchè se dovesse essere apprensivo la metà di quel rompipalle di mio padre credo li ucciderei entrambi.” Le due ragazze si voltarono verso Sebastian, che con un sospiro aveva parcheggiato la macchina e tirato fuori il cellulare che squillava dalla tasca.

Ecco, visto? Ditemi voi che motivo c'è di chiamarmi ogni ora. Che palle.” il ragazzo sbuffò prima di portarsi il telefono all'orecchio.

Pà, che c'è? Sì, vengo a cena ma arrivo un po' tardi. No è che sono in ospedale con Shu e Harm, no non cominciare a preoccuparti per favore. Quinn ha avuto un altro attacco, Santana è già qui e ho accompagnato io Harmony e Sugar. No non serve, no sul serio. Pà, sul serio. Ci vediamo dopo a casa, sì, cià.”

Il ragazzo chiuse la chiamata con un sospiro frustrato.

Dovessi avere un padre e una madre del genere credo finirei in prigione.”

Le due ragazze sorrisero per poi scendere dalla macchina a braccetto e dirigersi verso l'edificio bianco che distava pochi metri da loro.

Sebastian le seguì, strascicando i piedi e pensando intensamente alle parole delle sue migliori amiche.

Si lamentava sempre di quanto suo padre fosse apprensivo, ma non avrebbe mai cambiato nulla del suo modo burbero e nervoso. Avrebbe voluto conoscere sua madre, o chi comunque aveva donato l'altra metà del patrimonio genetico per la F-47, ma sapeva che non sarebbe mai successo e lui di certo non sarebbe mai andato a chiederlo a suo padre. In fondo erano tutti figli della F-47, lui Sugar ed Harmony, come quasi l'80% della loro generazione. Non erano i primi e non sarebbero stati neanche gli ultimi a vivere con un genitore solo, quindi poteva benissimo mettersi il cuore in pace.

Trovare la camera di Quinn fu facile, ormai le infermiere conoscevano bene Harmony, e quando entrarono nella piccola stanzetta bianca non rimasero sorpresi nel vedere che era seduta sul letto a gambe incrociate che parlava fitto fitto con Santana.

Appena entrarono nella stanza le due ragazze si lanciarono tra le braccia delle madri, che le accolsero con un grande sorriso, persino Quinn che aveva le braccia piene di fasciature e tubi. Sebastian le guardò dalla base del letto, in attesa che le due donne riempissero di baci e abbracci anche lui, anche perchè i tre ragazzi erano cresciuti insieme, e Santana, Quinn e suo padre erano amici fin dalle superiori.

Erano come una grande famiglia, una famiglia un po' strana perchè l'amore che provavano gli uni per gli altri era solo ed esclusivamente un amore fraterno e innocente, ma dopotutto sapevano che nessuno sarebbe mai stato solo e abbandonato a se stesso.

Quando Santana e Quinn ebbero finito di abbracciarlo e spupazzarlo, si sedette su una delle sedie accanto al letto con Sugar sulle gambe, intento a lisciarle i lunghi capelli color del miele.

Sebbene Quinn avesse un sorriso estremamente ampio sul volto, Sebastian notò benissimo la preoccupazione sul viso di Harmony, ed era consapevole del fatto che l'amica stesse rimuginando sulla conversazione che avevano avuto poco prima in macchina e sull'amore che stava scombussolando così silenziosamente la vita di Quinn. E nel vedere la preoccupazione sul suo volto non potè fare a meno di pensare che forse Quinn non era l'unica ad essersi rivolta alla F-47 per avere una copia di un amore perduto. Sebbene quella storia dell'amore perduto poco lo convincesse.

Si voltò verso Santana, guardò attentamente l'espressione che faceva mentre raccontava un aneddoto divertente di quando erano al liceo riguardo alla vendita di pasticcini, ma nel momento in cui si voltò verso di lui riuscì a cogliere qualcosa in quelle iridi castane.

Era la stessa tristezza che c'era nel sorriso di Quinn.

Sconcertato da tutti quei pensieri e quei ragionamenti, cercò di pensare ad altro, di distrarsi da quelle considerazioni che sembravano così sbagliate e soprattutto senza un fondo logico.

Cominciò a stuzzicare Santana, facendo quello che era il loro gioco preferito, lanciandosi insulti velati fino a che uno dei due non si arrendeva, che era solitamente lui.

Infatti anche quella volta fu lui a dichiararsi sconfitto quando la suoneria del suo cellulare si fece sentire dalla tasca dei suoi pantaloni.

Con un sospiro fece alzare Sugar dalle gambe e salutò le amiche e le rispettive madri.

Scusatemi ma devo scappare, ho un padre apprensivo da uccidere.”

Le quattro ragazze scoppiarono in una risata, ma prima che riuscisse a lasciare la stanza la voce di Santana catturò la sua attenzione per poi farlo ridere di gusto.

Ehi, damerino, dì a quel disgraziato che chiami padre di non provare più a darmi buca alle serate del martedì. Un Dave Karofsky che mi dava buca al liceo basta e avanza!”

 

 


Avanti su, datemi della pazza.
Fareste bene eh, perchè io non ho assolutamente idea da dove venga questa cosa. Sul serio, non ne ho idea, e il bello è che non avrei neanche il tempo di postare una storia del genere perchè questo è un periodo tremendamente incasinato e non so quando riuscirò a trovare il tempo per dormire, figuriamoci per scrivere.
Comunque sì, do quando è scoppiato nel fandom la cosa dei figli, la cosa mi ha intrippato davvero tantissimo e ho cominciato a pensarci e poi mi è venuta in mente una AU del genere, giustificando il tutto con la F-47 e questo strano stranissimo mondo.
Creso di sia capito chi è figlio di chi, e ci tengo a precisare che ho rubato le idee al magico mondo di Tumblr per Sugar e Harmony e a Clarissa per Sebastian. Spero in questa piccola introduzione per mettere le cose in chiaro di aver reso almeno un po' il carattere di tutti i personaggi descritti, anche se alla fine dal telefilm non si sa praticamente nulla dei miei 3 protagonisti. 
Per quanto riguarda i personaggi, purtroppo Sugar e Harmony non sono presenti nella lista, per cui ho preferito segnarle come Brittany/Santana e Quinn/Rachel. Tanto lo so che avete capito che si tratta di loro LOL
In realtà avrei tipo tutta la storia in testa, so esattamente come far andare le cose, quindi sono sicura che riceverà aggiornamenti questa... cosa, il problema è che non so quando.
Tutte le cose descritte in campo di scientifica e genetica che ho illustrato nel prologo sono tutte bellissime e probabilmente senza un benchè minimo filo logico, io non ho assolutamente alcuna conoscenza in campo scientifico, quindi non mi prendo nessuna responsabilità della veridicità di quello che ho scritto.
L'unica cosa che mi sento di dire è che l'introduzione alla storia non è ancora finita, devo introdurre ancora un figlio (che sarà importantissimo) e i tre genitori già citati in questo capitolo.
Come vi sembra l'idea? Fa tanto schifo?
Feedback, commenti, recensioni, insulti, lasciatemi qualcosa, giusto per sapere che non sono pazza :3
Grazie a chi ha letto questo delirio :)
Marti

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Capitolo 2
*** 2. Nomi. ***


2. Nomi.

Pà, sono a casa!”

Sebastian chiuse la porta dietro di sé, appoggiò le chiavi di casa in un portacenere di vetro al centro del mobiletto all'entrata, si tolse la giacca di pelle per appenderla all'appendiabiti accanto all'entrata e si diresse in camera per togliersi le scarpe e appoggiare la borsa a tracolla con i libri accanto alla scrivania.

Si stiracchiò mentre si spogliava e sentì ad un tratto una risata provenire dalla cucina, una risata familiare e che conosceva bene. Sorrise e infilandosi distrattamente le ciabatte si precipitò nella direzione in cui aveva sentito quei rumori che lo avevano incuriosito tremendamente.

Guarda un po' chi è arrivato.”

Sebastian fece un grande sorriso sulla porta della cucina mentre si infilava una felpa scura nel vedere il padre e uno dei suoi migliori amici a chiacchierare con una birra in mano, uno appoggiato al lavello e l'altro al tavolo.

Mi era sembrato sentire una risata familiare. Sei venuto a darmi i soldi che mi devi visto che ho vinto la nostra scommessa?”

L'uomo rise prima di portarsi la bottiglia di birra alle labbra e berne un paio di sorsi.

Te lo puoi scordare ragazzino. Puckerman non lo batte nessuno, neppure il suo migliore allievo finocchio.”

Sebastian si appoggiò contro lo stipite della porta lanciando un'occhiata prima a suo padre che sorrideva e scuoteva la testa e poi a Puck che lo guardava con aria di sfida.

Scommettiamo?”

Possiamo scommettere quanto vuoi. A quanti ragazzini sei questa settimana?” il tono di sfida di quello che fino a quando aveva quattordici anni aveva chiamato “zio Noah” lo colpì in pieno, facendolo scoppiare a ridere.

Dodici.”

Puck spalancò gli occhi stupito e un po' scioccato, guardando prima lui e poi Dave. “Non ci credo.”

Dave scosse la testa prima di buttare via la bottiglia vuota e prenderne una piena dal frigo. “Purtroppo posso confermare, non mi ricordo quando è stata l'ultima volta che abbiamo fatto colazione io e lui da soli.”

Puck rise incredulo mentre Sebastian gli lanciava uno dei suoi migliori sguardi prima che suo padre interrompesse qualunque cosa avesse voluto dire.

A proposito, ha chiamato George e ti ha lasciato qualcosa come quattro messaggi. Dice che gli manchi e vuole rivederti.”

Sebastian corrugò la fronte, pensieroso. “George...?”

Dave alzò le spalle. “Ha detto di chiamarsi così, credo sia il biondino con cui ti ho beccato martedì mattina.”

No, quello era Mark. Uhm... George. Sinceramente non ho idea di chi sia.”

Puck scoppiò a ridere più forte di prima, scostandosi dal mobile per andare a battere il cinque con il ragazzo. “Sono così fiero di te. Ti ho cresciuto proprio bene!”

Il raschiare di gola di Dave dietro di loro si fece sentire forte e chiaro, facendo sospirare Puck e ridere Sebastian. “Sì, vabbè, meno male che non sei venuto su come quest'orso qua e che hai dato ascolto al buon Puckzilla.”

Dave scosse la testa. “Sto cominciando a pentirmi di avervi lasciato insieme quando Sebastian era piccolo per quei viaggi di lavoro.”

Io no, altrimenti a quest'ora invece di avere un libro degli ospiti in camera sarei tipo... prete? Quand'è l'ultima volta che ti sei fatto una bella scopata, eh pà?”

Abituato ai modi poco gentili del figlio dovuti alla troppa vicinanza con Puck, Dave sospirò e scosse a testa, alzando gli occhi al cielo e mormorando qualcosa sottovoce.

Noah ridacchiò tra sé e sé e diede una gomitata nel fianco al ragazzo. “E lascialo stare, non è che deve venirti a raccontare a te cosa fa. E comunque mi scadi parecchio sui ragazzini che ti chiamano a casa e riempono la segreteria di tuo padre di messaggi eh, cosa ti ho sempre insegnato?”

Ma non è colpa mia!” Sebastian guardò l'uomo indignato. “E' colpa di papà che li invita a colazione!”

E secondo te cosa dovrei fare? Li vedo uscire dalla tua camera che camminano tutti storti, sconvolti e anche imbarazzati a morte. Un caffè mi sembra il minimo.”

Sebastian scosse la testa guardando Puck e cercando approvazione nel suo sguardo. “E' lì che sbagli, perchè se si sentono a loro agio poi pensano che mi freghi qualcosa di loro, quando invece quello che mi interessa è una scopata e basta. Giusto, zio?”

Puck rise di gusto portando una mano sulla spalla del ragazzo. “Esattamente, e sono fiero di essere lo zio pervertito che ti ha iniziato a tutto ciò!”

Dave li guardò di sottecchi sospirando. “Io in verità lo sono un po' meno.”

Dettagli, dettagli. L'importante è che il ragazzo si diverta.”

Non sono d'accordo neanche su questo.”

Oh Dave ma quanto rompi, è giovane, affidabile, sano e studioso. Cosa vuoi di più dalla vita?”

Sebastian era troppo occupato a prendersi una birra in frigo per accorgersi dello sguardo che si erano scambiati i due uomini esattamente dietro le sue spalle, e cominciò a frugare nel cassetto delle posate per cercare l'apribottiglie. “Comunque, mi vengono i miei 50 dollari, ti ho battuto, Beth mi ha detto che tu sei solo a sette.”

Ehi, ehi, da quando voi due vi sentite per parlare delle nostre scommesse?” Sebastian si voltò giusto in tempo per sorridere all'espressione indignata di Puck.

Da quando non mi fido di te e anche da quando le ho presentato il suo attuale scopamico, sapevi che ha la passione per i ragazzi più giovani? Un gran bel fico, peccato non sia gay, altrimenti papà gli avrebbe già offerto il caffè.”

Puck si accigliò a quelle parole, incredulo come non mai di sapere che la figlia non era del tutto casta come credeva nonostante avesse fatto di tutto per tenerla lontana dal mondo del sesso il più possibile, ignaro però che era lo stesso Sebastian a trovarle gli “amici” già da almeno un paio d'anni.

Allora, questi soldi?”

Te li scordi, il ragazzino che ti telefona a casa ti ha fatto decisamente perdere, e se permettete adesso dovrei andare a fare quattro chiacchiere con quella disgraziata di mia figlia.”

Dave e Sebastian risero mentre Puck prendeva il suo giubbotto da una sedia e li salutava uscendo, facendo sbattere rumorosamente la porta dietro di sé e lasciando gli altri due in cucina.

Dire che Sebastian adorava Puck era un semplice eufemismo. Era uno degli amici più cari di suo padre e ci era praticamente cresciuto insieme, anche perchè Dave quando lui era piccolo era nel pieno della sua carriera. Spesso doveva fare importanti viaggi di lavoro e non potendo portarsi dietro il figlio, lo lasciava alle cure di Puck che era molto più che contento di avere un maschio a cui insegnare tutte le cose che si rifiutava di dire a Beth.

Dave non era tanto d'accordo, ma il sorriso di Sebastian dopo che aveva passato un pomeriggio con Puck era sempre così radioso da rassicurarlo abbastanza da non curarsi di quanto l'amico fosse un caso disperato, e ad ogni modo si fidava abbastanza da sapere che non sarebbe mai diventato un teppista.

La cosa era degenerata al massimo quando Sebastian aveva avuto l'età per fare tutte quelle prime esperienze da adolescente, e fu quello il momento in cui prese completamente altre strade rispetto a quelle che il padre aveva pensato per lui. Aveva scoperto chi gli piaceva giocare con i ragazzi, sedurli con il suo avvenente fascino, incantarli e farli cadere ammaliati ai propri piedi – in tutti i sensi possibili.

Nonostante Dave avesse provato a dissuaderlo, la stima che aveva nei confronti di “zio Noah” lo aveva portato a seguire più i suoi consigli che quelli della figura paterna, diventando in poco tempo un personaggio molto simile a un gigolò. E la cosa non gli dispiaceva neanche tanto, gli piaceva essere al comando, gli piacevano le avventure di una notte, e dopotutto, tutti si comportavano in quel modo, il sesso era puro divertimento, e a lui piaceva divertirsi.

Lo sapevo che si sarebbe rifiutato di ammettere che avevo vinto io. Santana me l'aveva detto.”

Sebastian ridacchiò guardando il padre che nel frattempo aveva cominciato a preparare la cena. “Scommesse o no, non è tanto carino questo tuo modo di fare, lo sai vero?”

Il ragazzo sbuffò portandosi la bottiglia quasi vuota alle labbra.

Inutile che sbuffi, non è bello che usi la gente così, potrà essere anche divertente quanto vuoi, ma non c'è da andarne fieri.”

Bla bla bla. Non mi mancava sentirmi fare la ramanzina, sai?”

Potresti provare a impegnarti e trovare una persona con cui stare davvero, al di fuori del sesso.”

Sebastian alzò le spalle. “E a cosa mi servirebbe? Ad avere tutte le rogne possibili immaginabili? No grazie.”

Gli affetti non sono rogne Seb, sono persone su cui puoi contare.”

Ma io sono di poter contare su di te, su Puck, sulle mie amiche. Di cosa altro ho bisogno? Di qualcuno che mi dica cosa devo o non devo fare?”

Beh, male non ti farebbe.”

Ma ci sei già tu per questo, lo stai facendo esattamente in questo momento, e la cosa mi sta già annoiando.”

Dave sospirò. Quanto avrebbe voluto che il ragazzo fosse un po' meno strafottente. Decisamente lasciarlo con Puck quando era piccolo non era stata un'idea saggia, anche se ormai era un po' tardi per pentirsi.

Metti tavola? Come è andata oggi?”

Sebastian alzò le spalle prima di cominciare a frugare nei cassetti e nelle credenze. “Normale, niente di che, anche se un giorno di questi quella faccia da stoccafisso la investo.”

Dave si voltò dando le spalle ai fornelli. “Chi vorresti investire?”

Uno che viene in università da me e che è in tutti i miei corsi. E dire che lo odio è dire poco.” il tono di Sebastian era arrabbiato, e Dave riconobbe anche un velo di frustrazione in quelle parole.

Non l'avevo mica capito.”

E' a fare lettere solo perchè suo padre ha scritto un libro, e tutti lo conoscono anche se poi è un idiota completo. E tutti i professori a lodarlo quando se va bene tutti i saggi che consegna lui non li ha mai neanche letti e glieli ha fatti il paparino. Per non parlare degli esami, all'ultimo parziale di letteratura moderna ha chiesto a una come si scriveva dattilografo. E poi il professor Black viene a dire a me che ho il massimo dei voti di tutte le materie che dovrei essere più come lui. E questo solo perchè gira voce che in università io sia andato con il professor Crowlence. Ah ma guarda, un giorno di questi lo investo.”

Dave rise nel vedere Sebastian appoggiare con forza i piatti sul tavolo, enfatizzando tutti i movimenti e imitando quel ragazzo che tanto gli stava antipatico. “Non sono sicuro di voler sapere se quella voce che gira sia vera. E se lo investi basta che poi con il rettore non ci devo andare a parlare io. Anche perchè mi è bastata quella volta che eri alle elementari e ti sei messo a tirare giù i pantaloncini a tutti i bambini in palestra.”

Sebastian rise al ricordo. “Che adorabile bambino precoce. Me lo ricordo ancora il ceffone che mi hai dato usciti dalla presidenza.”

Certo, adorabile.” rise Dave dandogli le spalle e girando il mestolo in una pentola ricolma di qualcosa con decisamente un ottimo profumo. “Ma come si chiamerebbe questo tipo che ti sta così tanto simpatico?”

Sebastian sbuffò contrariato.

Rory.”

Rory... come?”

Eh, non me lo ricordo, non è che mi imparo le sue generalità, anzi, se me lo dimentico è meglio. Però sono sicuro che ha due cognomi, è uno di quelli con due genitori. Uno mi pare inizi per A...”

Sebastian si sedette su una sedia accavallando le gambe e portandosi una mano tra i capelli, fissando il padre che si era voltato per guardarlo con un sopracciglio alzato.

An... Ano... Andi... Ande..r...son! Sì, ecco, Anderson. Uno sicuramente è quello, ma l'altro non mi viene assolutamente in mente.”

Dave si voltò di nuovo verso la pentola nascondendo il volto nel vapore della pietanza che stava cucinando. “Hummel.”

Sebastian rimase un attimo in silenzio a guardare le spalle del padre. Era strano il tono con cui si era espresso, non era più scherzoso come poco prima, si era fatto più serio e...strano.

Uhm, sì è quello. Ma come fai a saperlo? Li conosci?”

Dave non si voltò e il suo tono di voce si fece più profondo. “Non proprio, mi sembra fossero amici di Quinn e Santana un po' di anni fa.”

Quando eravate ancora al liceo?”

Già.”

In cucina cadde il silenzio, interrotto ogni tanto dal rumore del mestolo contro la pentola o da Sebastian che spostava le cose sul tavolo.

Comunque. Quel Rory è un idiota e ogni volta che lo vedo mi viene l'orticaria. Tra l'altro,” si interruppe per bere un sorso d'acqua. “Harmony tutte le volte che lo vede diventa scema come una bambina dell'asilo.”

Dave si voltò con un sorriso. “Ovvero?”

Mah, l'altra sera siamo usciti noi tre e l'abbiamo beccato al bar, e appena lei lo ha visto ha cominciato a balbettare, e tu la conosci Harmony. Lei non balbetta mai.”

Dave rise leggero. “Si vede che si è presa une bella cotta!”

Secondo me vuole solo che lui le tolga le mutande ma è troppo pudica per dirlo. E' sempre a studiare, anche se a parer mio in biblioteca fa qualcosa che non ci dice.”

Sempre a condurre tutto al sesso. Tu stai diventando davvero peggio di Puck. E se fosse solo innamorata?”

Ti direi che mi sembra una gran cazzata, e che con una scopata risolverebbe tutto.”

Dave sospirò e alzò gli occhi al cielo prima di mettere la pietanza calda nei due piatti e sedersi di fronte al figlio, chiudendo la conversazione scuotendo la testa e facendogli segno di mangiare.

A guardarli dal di fuori sembravano così tanto diversi che nessuno avrebbe mai detto che fossero imparentati, e non solo per il fisico o i lineamenti, ma anche per il modo di comportarsi e rapportarsi con gli altri e con la vita. Sebastian non ricordava di aver mai visto suo padre alzare la voce o tirargli uno schiaffo a parte quelle poche occasioni in cui aveva fatto davvero dei gran casini e allora sapeva di esserselo meritato. E anche quando si cacciava nei guai, Dave non aveva la forza di arrabbiarsi con lui, rimaneva arrabbiato per qualche ora, ma poi passava tutto ed era come se non fosse successo nulla. Non usciva quasi mai se non con Santana o con Puck e pensava di non averlo mai visto uscire per un appuntamento.

Anche se si lamentava continuamente di lui, Sebastian lo adorava in ogni modo possibile e immaginabile, anche quando lo chiamava cinquanta volte al giorno o lo rimproverava per l'ennesimo ragazzo che si era portato a casa. E sapeva che il sentimento era reciproco.

Non parlavano quasi mai loro due, non passavano molto tempo insieme e forse non avevano un rapporto come quello Quinn e Harmony o Sugar e Santana, ma non c'era neanche bisogno di dire quanto anche i silenzi insieme erano importanti per entrambi.

Cenarono in un silenzio più che confortevole, interrotto solo dal rumore delle posate e dei piatti di ceramica o dei bicchieri sollevati e poi posati sul tavolo. Una cena rilassante e tranquilla, una di quelle che entrambi preferivano, che sarebbe probabilmente finita con un qualche film d'azione in TV o una partita di football.

Come sta Quinn?” chiese Dave quando ormai avevano finito di cenare e si apprestavano a mettere a posto la cucina. La preoccupazione nella sua voce era più che evidente e Sebastian capì perchè aveva aspettato così tanto a fargli quella domanda.

Imbottita di antidepressivi. Harmony era abbastanza preoccupata.” rispose guardando fisso il piatto sporco di fronte a sé senza riuscire ad alzare lo sguardo.

Ci ha provato di nuovo? Domani passo a trovarla prima di andare in ufficio, tanto immagino che ci troverò Santana, no?”

Probabilmente sì, stanotte rimane Harmony lì con lei, la vado a prendere io domani mattina per portarla in università, anche se spero di convincerla ad andare a casa a farsi una dormita, conoscendola passerà la notte a studiare e vegliare su Quinn.”

Dave si alzò prendendo i piatti sul tavolo per metterli nel lavello scuotendo la testa. “Povera stella, dille che se vuole stare da noi intanto che Quinn è in ospedale non-”

Già fatto pà, ma lo sai com'è, non la lascerebbe mai sola.”

Dave annuì, dandogli ragione e cominciò a sparecchiare la tavola. “L'ha presa tanto male?”

Harmony? Eh, direi. Anche se...”

Sebastian si interruppe al pensiero di cosa avevano parlato in macchina mentre andavano in clinica e la frase rimase incompleta sulle sue labbra. Non sapeva se dirlo ad alta voce, ma dopotutto forse suo padre sapeva qualcosa di più a riguardo. Qualcosa che Quinn non avrebbe mai detto ad Harmony.

Anche se..?”

Sebastian si morse il labbro, massaggiandosi le mani e indeciso se parlare o meno, ma fu il ricordo del viso preoccupato della sua amica a convincerlo.

Abbiamo ipotizzato una cosa oggi in macchina, che potrà anche sembrare assurda, ma ti assicuro che mi ha dato molto da pensare.”

Dave chiuse l'acqua del lavandino, si asciugò le mani con uno strofinaccio e tornò a sedersi con un'espressione più seria, dovuta al tono di voce utilizzato dal figlio.

Continua.”

Sebastian sospirò e si portò una mano tra i capelli. “Non so neanche come dirlo senza sembrare un completo idiota, non... lascia perdere, è una cazzata tanto.”

Sebastian.”

Harmony dice che Quinn sta così perchè pensa all'altra sua madre, sai, la donatrice per la F-47.”

In cucina scese un silenzio fitto e completamente diverso rispetto a quello confortevole che c'era stato durante l'ora di cena. L'atmosfera divenne subito opprimente e in quel momento Sebastian si pentì amaramente di aver detto quelle cose ad alta voce, ma qualcosa nello sguardo di suo padre lo fece continuare.

Dice che probabilmente erano state innamorate quando erano più giovani, poi questa ragazza qua l'ha lasciata e Quinn, distrutta dal dolore, ha deciso di avere Harmony con la F-47 per poter avere un po' quella ragazza che amava così tanto sempre al suo fianco.”

Dave lo guardò per un poco con occhi spalancati e una strana espressione sul volto, prima di scuotere la testa e appoggiarsi con fare stanco e spossato al mobile.

L'unica cosa che uscì dalle sue labbra e che Sebastian non si sarebbe mai aspettato di sentire fu un semplice nome, detto con un tono dolce e malinconico.

Rachel.”

 

****

 

Sei silenziosa stasera.”

Sugar tirò su il naso dal piatto della cena con un sospiro, incontrando lo sguardo caldo e apprensivo di Santana. Appoggiò la forchetta sul tavolo, ammettendo con un sorriso un po' forzato di non aver detto molto da quando avevano salutato Quinn e Harmony in clinica.

Sia durante il viaggio in macchina, che nelle ore precedenti in cui aveva aiutato la madre a preparare la cena, era stata davvero silenziosa, il che era davvero strano visto il suo carattere aperto e socievole che la portava a fare discorsi infiniti e ad avere sempre un'opinione su qualcosa. Passava le ore a discutere con la madre su teorie buffe che si inventava, stupendosi ogni volta di quanto Santana potesse darle ragione quando invece Sebastian ed Harmony la guardavano come se fosse l'ultimo fenomeno da circo.

Era più piccola di loro, ma non per questo era considerata una stupida, anzi. Di solito era lei quella che fermava i loro incredibili battibecchi o quelli tra Santana e Dave ogni volta che i due uomini andavano a mangiare a casa loro. Quando i due adulti si mettevano a discutere a tavola di argomenti oltremodo folli che di solito riguardavano qualche evento del loro passato, Sebastian si estraniava subito sospirando e mormorando qualcosa tra sé e sé, ma lei si metteva sempre in mezzo per evitare di farli litigare. Non le piacevano i litigi, le discussioni e quando la gente alzava troppo la voce.

Le piacevano i sorrisi e le risate, e faceva sempre di tutto per evitare di arrivare a situazioni del genere.

Santana l'aveva sempre definita un piccolo uccellino al quale era impossibile non volere bene e al quale era impossibile fare un torto, e lei non se l'era mai sentita di contraddirla. Le piaceva il suo carattere, le sue buffe e folli opinioni su qualunque cosa, il modo in cui riusciva sempre a far sorridere tutti.

Ma nulla toglieva al fatto che aveva davvero una lingua lunga in quasi ogni momento della giornata – Harmony aveva giurato di averla sentita parlare anche nel sonno – e che quindi quel suo silenzio un po' troppo prolungato si era fatto visibilmente notare.

Alzò le spalle, sentendo ancora lo sguardo di Santana su di sé, e cominciò a giocare con una polpetta avanzata nel piatto.

Penso.” disse con tono spento che nascondeva molto di quello che avrebbe in realtà voluto dire.

Era da quando avevano fatto quel discorso in macchina che aveva un solo pensiero per la testa, un pensiero che martellava e voleva farsi sentire più di qualunque altra cosa.

C'è qualche ragazzo che ti dà da pensare?”

No..”

Qualche ragazza?”

Neanche...”

E' per Quinn e Harmony?” Sugar alzò la testa e incontrò lo sguardo della madre, riuscendo a intravedere uno spesso velo di preoccupazione in quelle iridi scure che si era fatto sentire anche nel suo tono di voce.

Beh sì...”

Santana sospirò affranta, e cercò la mano della figlia per stringerla forte nella sua. “Vedrai... vedrai che andrà tutto bene. Si sistemerà e-”

Perchè sta così male, mamma?” Sugar non la lasciò neanche finire il discorso che strinse forte la mano morbida e calda di Santana e le lanciò uno sguardo confuso e spaventato.

Lei non rispose subito, abbassò gli occhi sul piatto, ma non lasciò andare la mano della figlia.

E' complicato e non... non credo di essere la persona più indicata per parlartene.”

Ma tu lo sai.”

Certo che lo so. Quinn è sempre stata la mia migliore amica, è ovvio che so per quale motivo una volta al mese decide di ingoiarsi un flacone di pillole.”

Ma se sai perchè fa così... per quale motivo non glielo impedisci?”

Nessuno può impedirle di prendere quella decisione. Ci ho provato tante volte a fermarla, ma non ci sono mai riuscita.”

Perchè fa così?” insistette Sugar appoggiando i gomiti al tavolo, impaziente e curiosa.

Sug, lascia stare, non capiresti.” Santana cercò di chiudere il discorso alzandosi da tavola e con fare scocciato iniziò a sparecchiare, ma Sugar non si diede per vinta e continuò a cercare l'attenzione della madre con il tono più dolce di cui era capace nel tentativo di dissuaderla.

Spiegami, sono sicura di riuscire a capire.”

No tesoro, è qualcosa che non hai mai visto, è qualcosa che fa male. E io non voglio una cosa del genere per te. Non voglio che tu stia male.”

Sugar aggrottò le ciglia, non riuscendo bene a capire per quale motivo c'entrasse lei in quella situazione.

Cosa c'è di così pericoloso? Cosa potrebbe farti stare così male?”

Una... cosa. E non... ” Santana si interruppe, alzando gli occhi al cielo e borbottando qualcosa in spagnolo che Sugar non capì. Fece il giro del tavolo e mise una sedia accanto a quella della figlia, per poi prendere la mani tra le sue. “E' quasi una malattia dalla quale Quinn non può guarire. E' una forma di depressione grave. Non è una cosa contagiosa, ma fa male. E'... pericoloso perchè non sai quando potresti prenderla e soprattutto non sai come combatterla. Non lo sa Quinn e non lo sa nessuno. Lei sta così perchè non riesce più ad essere forte e questa malattia se la sta portando via. Lo so che non riesci a capire, ma posso-”

Perchè dovresti voler combattere l'amore, mamma?”

Santana si ritrasse a quella domanda, guardando stranita la figlia.

Quinn è innamorata e la cosa la distrugge perchè la persona che dovrebbe essere al suo fianco non ricambia i suoi sentimenti, non è così?”

Santana boccheggiò, lo sguardo perso nel vuoto, cercando di far uscire qualcosa che avesse un senso dalle sue labbra carnose, ma l'unica cosa che si sentì nella cucina fu un balbettio sconnesso.

Dopo qualche istante di silenzio Santana riuscì a trovare l'uso della lingua e della parola. “Chi ti avrebbe detto una cosa del genere?”

Ce l'ha detto oggi Harm in macchina. Dice che Quinn sta male per l'altra sua madre, io non ci credevo tanto, ma da quando ho iniziato a pensarci è diventato davvero il motivo più plausibile.”

Santana lasciò andare le mani della figlia e se le portò in grembo abbassando lo sguardo.

Mamma, ho rag-”

Rachel. Si chiama Rachel. Eravamo a scuola insieme, cantavamo nello stesso glee club. Aveva una voce bellissima, e io non la sopportavo.”

Santana alzò lo sguardo e fece un debole sorriso alla figlia. “Erano innamorate... no, innamorate non rende abbastanza. E Quinn era felice, felice come non l'ho mai vista in vita mia. Riuscivano a completarsi a vicenda, bisticciavano continuamente per poi fare pace qualche minuto dopo. E anche prima che cominciassero a frequentarsi ci sono sempre state l'una per l'altra, si aiutavano a vicenda, inconsapevoli del forte sentimento che le legava, fino a quando l'ultimo anno non si sono messe insieme.” Santana fece un altro sorriso, più ampio e sincero quella volta e Sugar potè giurare di aver visto qualcosa brillare negli occhi scuri della madre.

Cosa è successo poi?”

Santana sospirò e il suo sorriso scomparve come era venuto. “Quando è stato il momento di decidere per il college hanno fatto una brutta litigata, Quinn non ha mai voluto dirmi cosa si sono dette, ma da quel giorno non si sono più parlate. Rachel è tornata tra le braccia del suo ex, si sono sposati e hanno avuto un paio di bambini. Quinn è andata avanti a testa alta, ma non credo di averla mai vista sorridere come quelle volte in cui usciva dai ripostigli dei bidelli con le guance rosse seguita da Rachel, almeno fino a quando non ha deciso di avere Harmony. E' stata lei la sua salvezza, almeno fino a quando un paio di mesi fa Quinn è tornata in depressione.”

Sugar la guardò in silenzio per qualche minuto, cercando di assimilare completamente l'espressione rammaricata sul volto della madre e cercando di decifrare cosa volesse dire quello sguardo spento. Aveva notato un cambiamento nel tono della voce si Santana mentre parlava. Quando aveva raccontato di quando si erano lasciate si era incrinato qualcosa nei suoi occhi, sembrava quasi che stesse raccontando una sua esperienza, e non quella di un'amica.

Sembrava fosse lei quella con il cuore spezzato.

Ma si sta davvero così male per amore mamma? Quinn è sempre stata così allegra.. io non... per quale motivo non è riuscita ad andare avanti? C'è pieno di persone al mondo di cui innamorarsi.”

Santana fece un altro debole sorriso e le prese di nuovo le mani. “Solo una è la tua anima gemella però. La persona senza la quale non riesci a vivere e per la quale vivi e respiri.” disse alzandosi per poggiare le labbra sulla fronte della figlia e fare nuovamente il giro del tavolo.

Sugar la guardò un attimo prima di appoggiare i gomiti al tavolo e il mento sui palmi.

Troverò anche io la mia anima gemella?”

Santana alzò le spalle mentre frugava in uno scaffale vicino ai fornelli. “Spero per te che sia a lieto fine, anche se un vita senza complicazioni amorose non sarebbe un schifo, tesoro.”

Fortunatamente Sugar conosceva abbastanza bene la madre per cogliere un velo di tristezza in quelle sue parole che volevano sembrare superficiali ma che invece avevano un significato preciso e molto più pesante. Guardò i lineamenti tesi e nervosi sul suo volto, come se volesse tacere su quell'argomento e non parlarne più, ma la curiosità di Sugar non voleva per nulla mettersi da parte, anzi, la sua fantasia sfrenata aveva già cominciato a lavorare per riuscire a risolvere il mistero nascosto nell'animo di Santana e scoprire cosa la affliggesse tanto.

Si mise a pensare allo sguardo che aveva visto sul viso di Quinn in quegli ultimi mesi e non ci mise molto a collegarlo a quello che stava vedendo in quel momento sul volto stanco e triste della madre.

Sugar non era una ragazza ingenua come il suo carattere poteva dare da pensare, fece due più due e capì il motivo di tutto, di quei lineamenti tesi, di quel tono da cuore spezzato, di quello sguardo vuoto.

Collegò tutti i pezzi di quel puzzle disordinato grazie soprattutto a un ricordo di quando era piccola che sebbene era un po' sbiadito riuscì a farle capire moltissime cose, la dolcezza di sua madre nei suoi confronti soprattutto. Perchè Santana Lopez era tutto tranne che gentile con il prossimo, spesso era scorbutica, offensiva e mai troppo carina, ma Sugar era sicura di non averla mai sentita essere così perfida nei suoi confronti, sebbene quando era piccola faceva i peggiori disastri istigata dei suoi due amici.

Un ricordo sbiadito, un incubo dovuto a un temporale particolarmente violento che l'aveva svegliata all'improvviso con le lacrime agli occhi e che l'aveva convinta ad andare a farsi calmare nel letto di mamma.

Si era accoccolata a lei mentre nel dormiveglia la donna le carezzava i capelli e le baciava la fronte. Ricordava di aver udito un nome prima di addormentarsi, un nome che non aveva mai più sentito in tutta la sua vita e che fino a quel momento aveva dimenticato.

Guardò la madre ancora un attimo, indecisa se continuare quel discorso che Santana aveva fatto di tutto per chiudere ma che il suo istinto non si sentiva ancora pronto ad archiviare.

Prese coraggio e un bel respiro prima di parlare.

Mamma, la tua anima gemella di chiamava Brittany?”

 

****

 

E che fine avrebbe fatto questa Rachel?”

Sebastian si portò la tazza di the alle labbra corrugando le sopracciglia nella direzione del padre che alzò le spalle quasi assente.

Si è sposata con il suo ragazzo fisso del liceo e adesso credo abbia un paio di marmocchi. Ma non ne sono sicuro.”

E come la conoscevi tu?”

Stessa scuola, ma io la conosco per sentito dire. Non conoscevo Quinn quando stavano insieme.”

Come mai?”

Dave sospirò, rifiutandosi di guardare Sebastian negli occhi. “Club diversi. Loro erano nel gruppo di canto e io della squadra di football. Non andavamo troppo d'accordo.”

Sebastian storse il naso. “Cosa vuol dire, a me mi stanno sul cazzo quelli di filosofia, ma me li faccio lo stesso.”

Ma tu sei un caso a parte.”

Nah, sono solo più sveglio di te.”

Dave fece quello che era l'ennesimo sospiro della serata e riempì una tazza di acqua calda. Sperava che la conversazione si fosse chiusa lì, ma Sebastian non era troppo d'accordo.

E tu mi stai dicendo che Quinn sta così male per questa Rachel che non ricambia tutto questo amore?”

Dici poco.” mormorò Dave.

Però... però non ha molto senso. Voglio dire, soffrire così tanto è davvero da... non lo so... però dai! Come è possibile stare così male per una persona? Come può impazzire perchè non la si ha vicino? Non so se crederci a una cosa del genere, mi sembra tutto così... fuori dal normale.”

Sebastian si appoggiò allo schienale della sedia e accavallò le gambe guardando confuso Dave, che era rimasto più che sconcertato da quel discorso. Riusciva a vedere quanto fosse serio Sebastian da quello sguardo pieno di domande a cui non riusciva a trovare una risposta, come se non riuscisse a capire sul serio come si potesse stare male per amore.

Ma d'altronde come poteva capire una cosa simile quando la società in cui viveva cercava di far credere quanto fosse normale basare un rapporto tra due persone solo sul sesso e non sul sentimento sincero che poteva nascere dal frequentarsi e conoscersi?

Aveva visto troppi ragazzi diversi uscire dalla camera del figlio e sebbene avesse sempre cercato di fargli capire quanto fosse importante fidarsi di altre persone che non fossero la sua famiglia, non ci era mai riuscito. Era sempre stato troppo diverso da lui caratterialmente e forse non aveva mai avuto la forza di impiantargli idee che non fossero di suo gradimento, aveva preferito che la pensasse come voleva su un sacco di questioni, certe volte mettendo da parte la cosa giusta per vederlo sorridere.

E in quel momento non sapeva neanche cosa rispondergli. Santana diceva sempre che era meglio che i loro figli non sapessero cosa fosse l'amore verso un'altra persona al di fuori del nucleo di amici e familiari così da non farli rimanere delusi nel caso non fossero stati fortunati. Ma i discorsi della sua migliore amica erano sempre da prendere con le pinze, Santana dopotutto ne era uscita scottata e non era troppo affidabile.

Aveva sempre preferito che Sebastian sapesse cosa voleva dire essere innamorati di qualcun altro, sentire il proprio cuore battere forte per un'altra persona, affrontare anche delle delusioni, soprattutto in quel periodo che era giovane e aveva tutta la vita davanti per poter affrontare e cercare di capire un sentimento del genere. Ma nonostante tutti i suoi sforzi lui era sempre stato più testardo e non gli aveva mai dato ascolto.

Sembri stupito anche tu da una cosa del genere. Non devo essere troppo nel torto allora.”

Dave scosse la testa, risvegliato dai suoi pensieri dalla voce di Sebastian e si sedette di fronte a lui con una tazza di the fumante.

No, non è questo il punto. E' che... oh Dio, come faccio a spiegartelo..?”

Prova a utilizzare le parole, sai, di solito si fa così.”

Uh, zitto.”

Sebastian ridacchiò, adorava far innervosire il padre con quegli stupidi battibecchi. Si portò la tazza quasi vuota alle labbra e guardò impaziente Dave che si strofinava il naso, girava il cucchiaino nella tazza e aveva lo sguardo fisso sul tavolo di fronte a sé.

Lo so che ti sembra una cosa da pazzi, ma è possibile innamorarsi di qualcuno e stare bene con quella persona senza sentirsi costretto, o in una gabbia, o in un posto in cui non si vorrebbe essere. Un'anima gemella con cui passare la vita nella più completa felicità. Si da il caso che Quinn l'abbia trovata ma non sia riuscita a tenerla per sé, non sia riuscita ad andare avanti per conto suo senza di lei. Tutto lì, non mi sembra difficile da comprendere.”

Sebastian alzò le spalle. “Boh, non è che mi interessi più di tanto alla fine, se magari evitasse di farsi tutte queste paturnie non starebbe così male e anche Harm sarebbe più tranquilla.”

Non è così facile, non è una cosa che puoi comandare.”

Mi sembra solo una perdita di tempo e spero che questa cosa mi rifugga fino alla fine dei miei giorni.” Sebastian si alzò e mise la tazza nel lavandino. “Deve essere una schifezza sentirsi così per un'altra persona.”

Dave non rispose subito e continuò a girare tranquillo il cucchiaio dentro la tazza, facendo scendere il silenzio in cucina. “Direi che è più che una schifezza. Ma se ami qualcuno e il sentimento non è corrisposto non puoi sentirti in altro modo.”

E tu lo sai così bene perchè...?” Sebastian fece cadere la domanda in modo casuale tra loro due, appoggiandosi al mobile del lavandino e guardando con nonchalance le spalle del padre, curioso come non mai di sapere per quale motivo quella sera fosse così fissato con quei discorsi.

Più di una volta gli aveva sentito dire certe cose, ma era prima di sapere a cosa era dovuta la depressione di Quinn e di venire a conoscenza di tutti quei dettagli che a dirla tutta avrebbe preferito ignorare.

Nonostante i discorsi del padre, faceva fatica a credere a quello che gli stava dicendo, credere che si potesse perdere la testa dietro ad un'altra persona. Avrebbe potuto capire la perdita di un figlio, un genitore, un amico. Ma non una persona con cui alla fine si faceva solo del sesso, perchè era inutile stare a raccontarsela,

alla fine di quello si parlava.

Inoltre quei discorsi gli avevano messo ansia, perchè se era vero che Quinn stava così male per amore... beh, il suo sguardo e i suoi lineamenti sciupati gli facevano paura. E gli faceva paura pensare di arrivare a ridursi così per un'altra persona, non riusciva assolutamente a concepirlo.

Non mi dirai che anche tu...”

Oh, ma cosa stai dicendo? Ne so perchè la mia migliore amica è bene o male nelle stesse situazione di Quinn. Non ci credo che una persona sveglia come te non l'ha notato. Mi deludi proprio, eh.”

Nel pronunciare quelle parole Dave si voltò verso di lui e sfoderò un sorriso prima di portarsi alle labbra la tazza di the e bere un paio di sorsi.

Ah, ecco, volevo vedere. Santana?” Sebastian ridacchiò, sentendosi in qualche modo leggermente più sollevato e andò a sedersi al suo posto passandosi una mano tra i capelli. “Anche lei con 'sta stronzata dell'amore?”

Anche lei.”

E Sug sarebbe la figlia che avrebbe potuto avere della tipa di cui era follemente innamorata?”

Dave fece roteare gli occhi prima di tossire leggermente. “Diciamo di sì.”

Ed io?”

Dave lo guardò aggrottando le ciglia. “E tu cosa?”

Beh, Harmony e Sugar sono venute al mondo perchè sia Quinn che Santana volevano una copia della loro anima gemella da portare sempre con sé, come se la cosa non fosse abbastanza da brividi. Non è che anche io sono una cosa del genere? Magari l'altro mio padre è Puck, il che spiegherebbe il perchè sono tanto simile a lui.” Sebastian guardò il padre serio per qualche secondo, per poi scoppiare a ridere alla faccia inorridita che aveva fatto Dave nel momento in cui aveva nominato Noah.

Ok, prima di tutto....aaaargh ma come ti viene in mente una cosa del genere? E poi...seriamente...Puck?”

Sebastian rise ancora più forte all'espressione scandalizzata del padre. “Quindi la mia ipotetica madre sarebbe una sconosciuta su un catalogo e davvero sono nato perchè ti sentivi solo?”

Hai un modo di riassumere le cose che fa pena. Ma seh, diciamo così.” Dave inclinò la testa di lato per poi sorridere.

Oh meno male, almeno io ho un genitore sano. Un po' rompipalle, ma almeno senza queste paturnie dell'amore perduto o cazzate del genere.”

Modera i termini!”

Oh, ma ti voglio bene anche se rompi il cazzo, pà. Lo sai ed è inutile che fai quella faccia.”

Dave si portò una mano tra i capelli e scosse la testa amareggiato, per poi sorridere e bere l'ultimo sorso di the dalla tazza.

Quindi l'amore perduto di Santana? Com'è la storia?”

Simile a quella di Quinn. Cambia il nome e il colore dei capelli.”

E poi sono io quello che non è capace di fare riassunti.”

Da qualcuno dovrai pur aver preso.”

Sebastian rise per poi alzarsi e sgranchirsi le gambe. “C'è qualche particolare della storia di Santana che dovrei sapere o è la stessa schifezza di Quinn senza la depressione? No, perchè mi ha scritto Alan poco fa di andare a casa sua che sua madre non c'è.”

Dave si portò una mano sulla fronte e borbottò qualcosa tra sé e sé prima di indicargli la porta con la mano. “Vai, esci da questa casa prima che ti cacci io a calci.”

Sebastian sorrise e gli fece un cenno con la mano prima di prendere giacca, chiavi e casco della moto e uscire di casa. Dave rimase in cucina, seduto al suo posto con la tazza di the vuota tra le mani.

Sul suo volto un sorriso che sapeva di rimpianti e cose non dette.

 

****

 

Cosa hai detto, scusa?”

Brittany, mamma. Si chiama così lei?”

Santana la guardò per qualche istante con la bocca aperta, cercò di dire qualcosa, ma dalle sue labbra non uscì alcun suono. Sugar notò che le mani le stavano tremando e si alzò in tempo per prenderle il bicchiere di vetro che stava per scivolarle tra le dita.

Dopo aver appoggiato il bicchiere sul tavolo tornò a guardare il viso della madre e per un attimo si pentì di averle fatto quella domanda, perchè l'espressione sul suo volto era davvero straziante. Stava quasi per dirle di lasciare perdere e che probabilmente aveva sbagliato a parlare quando Santana deglutì rumorosamente.

Chi ti ha detto quel nome?” Sugar non aveva mai sentito la madre usare un tono tanto gelido nei suoi confronti.

Mamma, mi dispiace non vol-”

Rispondimi. Chi ti ha detto quel nome.”

Sei stata tu. Una volta che ero piccola, sono venuta nel tuo letto dopo un incubo e mentre mi addormentavo ho sentito che lo dicevi. Solo che mi è venuto in mente solo adesso, e visto che è venuta fuori la cosa di Quinn io pensavo che fosse la stessa cosa.”

E perchè sarebbe dovuta essere la stessa cosa?”

Perchè entrambe avete lo sguardo perso nel vuoto e vi comportate come se vi mancasse qualcosa. L'ho notato oggi in clinica.”

Sugar guardò la madre negli occhi e in quel momento ebbe davvero paura di prendersi il primo ceffone della sua vita, perchè quello sguardo la trapassò completamente, lo sentì pesare sulle sue spalle, carico di paura e tristezza. Notò delle piccole rughe accanto agli occhi di Santana e in quel momento le sembrò che la madre fosse improvvisamente invecchiata di colpo. Vide la stanchezza di una vita intera nella sua espressione e non riuscì a non sentire una morsa al cuore nel leggere tutto il dolore che quei lineamenti trasmettevano.

Prima che riuscisse a dire qualcosa, Santana si voltò e uscì dalla cucina, dirigendosi in salotto. Sugar la seguì preoccupata, ma si fermò sull'entrata per vedere la madre tirare fuori una bottiglia di liquore dalla credenza e versarne un poco in un piccolo picchiere di vetro che aveva preso dalla vetrina del mobile in salotto.

Lo buttò giù di colpo, inspirando forte, prima di versarsene un altro e dirigersi verso il grande divano dal lato opposto della stanza.

Sugar non sapeva cosa dire, non sapeva cosa fare e nell'incertezza generale mosse un paio di passi titubanti verso il sofà, per poi sedersi accanto alla madre. Ci mise un po' a trovare il coraggio per parlare, ma poi decise che sarebbe andata fino in fondo a quella faccenda. Non era l'unica ad aver bisogno di una cosa del genere, dopotutto.

Mamma, vuoi parlarne?”

No.” replicò gelida Santana evitando il suo sguardo.

Mamma, parlami.” la ragazza tentò di nuovo, col il tono di voce più dolce e calmo possibile.

Non è il caso.”

Ti farebbe bene.”

Cazzate. Vai a dormire che è tardi.” Santana bevve il secondo bicchiere di quel liquido scuro in una volta sola, continuando ad evitarla.

Farebbe bene anche a me.”

Sugar, ti ho detto di andare a letto.”

Parlami di lei.”

No.”

Perchè no? Perchè non posso sapere niente? Perchè ti comporti così? Io voglio sapere di Britt-”

Un rumore forte. Santana con la mano levata e la guancia di Sugar improvvisamente rossa.

Eccolo lo schiaffo.

Sugar si voltò lentamente verso la madre, che nel frattempo si era portata la mano davanti alle labbra e dai suoi occhi cominciavano a scendere copiose lacrime.

Rimasero a guardarsi per qualche secondo, Sugar con la mano sulla guancia arrossata e Santana a cercare di trattenere i singhiozzi davanti a lei. Senza dire altro la donna si allungò verso la figlia per stringerla in un abbraccio e mormorare qualcosa di molto simile a delle scuse. Sugar era davvero senza parole, si aggrappò al braccio della madre e si lasciò accarezzare i capelli mentre sentiva la stoffa della maglietta inumidirsi sulla spalla. Perchè Santana aveva avuto quella reazione? Cosa l'aveva portata a schiaffeggiarla soltanto perchè voleva sapere qualcosa di più sul suo passato?

Gli sembrava di galleggiare in una dimensione parallela, di essere in un brutto sogno in cui non riusciva a capire come dovessero andare le cose. E soprattutto non capiva cosa volessero dire quelle lacrime.

Era davvero come Quinn allora.

Rimasero in silenzio per un po', abbracciate sul divano e ad ascoltare l'una il battito del cuore dell'altra, in attesa che una delle due parlasse. Dopo aver sospirato e tirato su con il naso un paio di volte, Santana cominciò a giocare con una ciocca di capelli della figlia e ad accarezzarle il braccio.

Era dolce come un cucchiaio di miele ed era bella come una mattina di primavera. Aveva un cuore grande e voleva bene a tutti. Era il mio angelo.”

Sugar la ascoltò in silenzio, mentre il cuore le batteva sempre più forte.

E' stata la mia prima vera amica. Ci siamo iscritte al corso di cheerleader il primo anno, e la prima cosa che mi ha detto negli spogliatoi senza neanche esserci presentate era se i miei genitori fossero fatti di cioccolato, perchè il mio profumo e il colore della mia pelle le ricordavano il suo cioccolatino preferito.”

Sugar sorrise e sentì la madre contro la sua fronte fare lo stesso.

E' stato il mio primo vero amore. Ma sono stata una sciocca, e non ho saputo apprezzarla come dovevo, e lei se n'è andata.”

Sugar sentì la presa della madre stringersi di più attorno alle sue spalle, e si avvicinò al suo corpo, appoggiando la testa al suo petto caldo.

Cosa è successo?”
“Non riuscivo ad accettarmi.” ammise semplicemente Santana. “Non riuscivo ad accettare di amarla. Non riuscivo ad accettare di non essere come gli altre ragazze che preferivano uscire con i maschi. Avevo paura del mondo intorno a me, della reazione dei miei genitori. Avevo paura di tutto. E così l'ho respinta, e oltre a perdere la mia anima gemella ho perso anche l'unica persona che sapeva come trattarmi. L'unica a farmi sorridere.”

Santana fece una pausa e Sugar avvertì gli occhi pizzicare e sua madre schiarirsi la voce. Non aveva mai notato quanto fosse triste, non aveva mai notato nulla in tutti quegli anni. Ma il suo dolore era reale, tangibile, che scorreva sotto le sue dita, e la colpì in pieno, facendola pentire di averle posto quella domanda e di averle fatto affrontare quel discorso.

Almeno finchè non sei arrivata tu.”

Sugar tirò su la testa dal petto della madre, e si specchiò in quelle iridi scure che in quel momento erano leggermente lucide, sentendo quella frase echeggiare nelle sue orecchie e nei suoi pensieri.

Io?”

Certo, chi altro sennò? Non ho bisogno di altro se ci sei tu, mi hai ridato quello che lei mi aveva tolto senza rendersene conto. La speranza di amare di nuovo.”

Santana sorrise, un sorriso genuino, sincero e Sugar sentì gli occhi riempirsi di lacrime. Si accoccolò al suo petto e la strinse forte mentre sentiva le guance bagnarsi di acqua salata e la mano della madre carezzarle dolcemente in capelli.

Non sapeva cosa dire, non sapeva come prendere la cosa. Era a conoscenza del fatto che sua madre la amasse ogni oltre previsione, ma che lei era ciò che veniva fuori dall'unione con la sua anima gemella?

Quella era una cosa completamente disarmante e non sapeva ancora se riusciva ad accettarla.

Cominciò a lasciar vagare la mente, persa in quello che sarebbe potuto essere, arrivando a chiedersi come sarebbe stata la sua vita se in quel momento fosse stata seduta sul divano con due donne felici invece che con una con il cuore a pezzi, tenuti insieme dalla sua sola presenza.

E non aveva mai pensato di essere così fondamentale per la madre, non aveva mai colto quella lieve sfumatura nel loro rapporto, e in quel momento non riuscì a non sentirsi il cuore in gola per il modo con cui quella braccia forti la stavano stringendo.

Rimasero a lungo in silenzio, Sugar cercando di ricostruire i pezzi di quell'ultima mezzora e della sua vita e Santana persa nei ricordi di un paio di occhi azzurri e dei capelli biondi.

Ma quindi,” riuscì a dire una volta calmate le lacrime, “Tu non finirai come Quinn, vero?”

La domanda echeggiò tra le due, e Sugar aveva davvero paura della risposta che poteva darle Santana.

Non potrei amore, non posso pensare di poterti perdere.”

Ma allora Quinn? Anche lei ha Harmony, e Rachel era la sua anima gemella eppure ha cercato di...”

Lo so, ma ti prometto che non farei mai una cosa del genere.”

Promettimelo.”

Te lo prometto.”

Sugar sospirò, strofinando il naso sulla camicia della madre.

E in quel momento cominciò a pensare a certi elementi del suo passato che aveva spesso dato per scontati, il modo con cui si guardavano Quinn e Santana, o le lunghe chiacchierate che le sembravano senza senso che faceva con Dave, o i loro martedì sera fuori casa. E cominciò a pensare ai suoi migliori amici, a cosa avrebbero detto se avessero avuto quelle stesse informazioni da parte dei propri genitori.

E l'anima gemella di Dave chi era?”

Cosa ti fa pensare che ci sian un'anima gemella anche per quello stordito?” scherzò Santana cercando di alleggerire la situazione.

Sugar alzò leggermente le spalle. “Boh, così, perchè mi sembra un discorso possibile dopo quello che ho scoperto stasera di te e di Quinn. O lui era l'unico fortunato tra di voi?”

Santana non rispose a quella domanda, continuò ad accarezzare dolcemente la testa della figlia e baciarle leggermente la fronte, e Sugar si dimenticò cosa le aveva chiesto persa in quelle coccole.

Avresti voglia di raccontarmi di lei, mamma?” chiese titubante dopo qualche minuto.

Cosa vorresti sapere?” la voce di Santana non era più tesa come prima, ma dolce e rilassata, forse aiutata dai bicchierini di Brandy che circolavano nel suo sangue.

Sul volto di Sugar si delineò un sorriso nel sentire che la madre non era turbata dalla sua domanda, e le rispose abbracciandola forte. “Tutto.”

 

****

 

Tesoro, sul serio, non ce n'è bisogno, vai a casa a dormire, possono prendersi cura di me qui.”

Alza la testa, mamma.”

Quinn sospirò e alzò leggermente il busto dal bianco letto dell'ospedale per lasciare che Harmony le mettesse un altro cuscino sotto la testa e le sistemasse la coperta di pile che aveva portato Dorothy.

Harm, ascoltami.”

No, mamma. Tu ascolta me. Io rimango qui, veglio su di te e domani mattina mi viene a prendere Sebastian per portarmi in università. E mi fai il piacere di dormire e non rompere, tanto sono maggiorenne e non me ne vado. Sono stata chiara?”

Quinn sospirò di nuovo sorridendo e scuotendo la testa. “Sono io la madre tra le due eh, non c'è bisogno di essere così acide.”

Harmony avrebbe voluto dirle che una vera madre non avrebbe mai cercato di togliersi la vita con il rischio di lasciare da sola la propria unica figlia, ma decise di mordersi la lingua e di non aggravare ulteriormente la situazione.

Era arrabbiata, era tanto arrabbiata con lei. Lo era sempre quando Quinn provava a fare certe cose. Ma quella volta lì aveva una ragione in più per esserlo, perchè finalmente aveva capito il motivo per cui sua madre si comportava così, perchè aveva quell'insano amore per le pillole, perchè una volta ogni paio di mesi doveva andare in ospedale e sentire i medici dire che la sua depressione peggiorava sempre di più.

Prima non sapeva, non capiva perchè Quinn agiva in quel modo. Ma da quando aveva capito che la depressione e quella misteriosa ragazza avevano un legame più che forte, la sua stima e ammirazione nei confronti della madre erano scesi a vista d'occhio.

Perchè non riusciva a comprendere per quale motivo dovesse comportarsi così per una ragazza, per quell'amore di cui tanto parlavano i libri di Sebastian, nel quale né lei né il suo migliore amico credevano più di tanto. Erano davvero molto simili sotto quel punto di vista, sebbene lui fosse una vera e propria puttana per quanto riguardava i ragazzi. Lei si limitava a dire di sì a quelli più belli, ma sicuramente non andava a vantarsi con gli amici di quanti se ne portasse nello stanzino dei bidelli. Era molto discreta, e ciò le aveva fatto più che bene per la sua favolosa carriera universitaria.

E le cose che si erano detti in macchina erano state più che determinanti per convincerla della sua insana quanto veritiera teoria. E avrebbe voluto delle risposte da parte di Quinn. Avrebbe davvero voluto sapere se era vero quello che aveva ipotizzato e che aveva raccontato quel pomeriggio ai suoi amici. Voleva sapere se era davvero per quell'amore perduto che si comportava in quel modo.

Ma aveva paura di peggiorare le cose, e non sapeva davvero come chiederglielo in modo delicato.

Sputa il rospo.” La voce di Quinn interruppe il flusso dei suoi pensieri e le fece alzare lo sguardo dal punto fisso su cui si era incantata.

Avanti, non guardarmi così e dimmi cosa ti turba.”

Harmony deglutì, sentendo la rabbia montarle dentro, ma quando parlò il suo tono era flebile. “Vorrei solo sapere perchè l'hai fatto.”

Quinn sospirò. “Tesoro-”

Perchè una volta ogni tanto ritieni che sia giusto volertene andare. Non sono abbastanza? Non vado bene? E' per colpa mia? Vorrei sapere queste cose, perchè io non ce la faccio più ad essere chiamata dall'ospedale per sentirmi dire che mia madre è stata ricoverata perchè ha cercato di togliersi la vita. Capisci che non ce la faccio più? Chiedo troppo?”

Man mano che parlava la rabbia si era trasformata in calde lacrime che avevano iniziato a rigarle le guance e la disperazione aveva cominciato a uscirle dai polmoni, la stessa disperazione che aveva cercato in tutti i modi di tenere nascosta agli occhi di tutti.

E oggi ho capito il motivo per cui lo fai. Perchè quell'amore del liceo di cui mi ha parlato più di una volta non era solo una cotta. Perchè è per colpa di quella ragazza che sei così depressa, quella stessa ragazza che ti ha spezzato il cuore e che scommetto quello che vuoi essere mia madre.”

Nella stanza cadde il silenzio e Harmony non badò alle guance bagnate o al fatto che stava martoriando il fazzoletto che aveva tra le mani. I suoi occhi erano posati sul viso della madre e sulla sua espressione a metà tra lo scioccata e disperata.

Harmony si pentì delle cose che aveva detto riguardo a quella ragazza nel vedere il volto di Quinn, ma contrariamente a quello che si aspettava vide un timido sorriso delinearsi sulle labbra della madre, facendo scomparire quell'espressione che tanto l'aveva spaventata.

Da quanto tempo lo sai?” chiese semplicemente la bionda scostandosi un ciuffo di capelli dalla fronte.

Harmony rimase completamente spiazzata da quella domanda. Si sarebbe aspettata un pianto incontrollato della madre, magari un altro tentativo con le pillole, ma non un'ammissione così sicura.

D-da un po'. Ma me ne sono convinta oggi nel parlare con Seb e Sugar. Anche secondo loro è così.”

Vieni qui, dai.” Quinn si spostò su un lato del letto, facendo segno alla figlia di sdraiarsi accanto a lei.

Harmony si tolse le scarpe e si accoccolò al corpo della madre, stando attenta alla flebo che aveva al braccio e appoggiandosi al suo petto mentre tirava su con il naso. Era stata una giornata lunghissima e l'unica cosa di cui aveva bisogno era davvero un abbraccio, abbraccio che Quinn non si risparmiò a darle.

La strinse forte a sé e la ragazza sentì tutte le ansie e la tristezza scivolarle via dal copro e dalla mente, sperando che quel momento durasse per sempre.

Non pensare mai più che è per colpa tua. Non provarci mai più, hai capito? Mi spezza il cuore sapere che tu pensi queste cose di me. Tu sei tutto il mio mondo.”

Harmony venne colta di sorpresa da quelle parole.

Ma a quanto pare non ti basto.”

E'... è complicato tesoro. Io... io non voglio fare quello che faccio, e non... mi dispiace, mi dispiace davvero. Mi puoi perdonare?”

Solo se mi prometti che non lo farai mai più.”

Quinn le baciò la fronte e cominciò ad accarezzarle il braccio. “Te lo prometto.”

E quelle parole riuscirono in qualche modo a convincere Harmony, che sperò che la madre fosse riuscita a mantenere quella promessa. E ci credette, sperando di non rimanere delusa.

Come hai fatto a capire che era la stessa persona?” chiese Quinn con un sussurro pochi minuti dopo.

Non lo so, ma stamattina dopo che mi hanno chiamato dall'ospedale mi sono messa a pensare per quale motivo lo avresti fatto, e avevo tra le mani un libro che mi aveva prestato Seb che parlava di una donna che si suicidava perchè l'amore della sua vita era morto, o qualcosa di simile, ho letto solo il riassunto. E mi è venuto in mente così.”

Ha senso come cosa. Sei intelligente proprio come lei.”

Sono intelligente perchè sono intelligente, cosa c'entra quella là.”

Rachel voleva sempre avere un controllo maniacale su tutto. Sapeva sempre le cose che dovevano essere fatte e come dovevano essere fatte. Amava tenere a bada qualunque cosa.”

Harmony aprì la bocca per replicare quando si accorse di essere appena venuta a conoscenza del nome di sua madre. E quella descrizione che aveva fatto Quinn sarebbe stata benissimo applicabile anche al suo carattere frenetico, preciso e sempre controllato. E la cosa fu abbastanza per farla tacere.

Non le si poteva dire nulla. Una volta alle superiori quando il nostro professore di canto si è ammalato ha deciso di prendere il suo posto e voleva fare una lezione su che assoli avrebbe dovuto cantare lei alla gara. Santana quasi le saltava al collo.” Quinn rise leggermente, ma Harmony rimase di sasso, perchè non riusciva a credere che stava davvero sentendo parlare di Rachel, l'altra metà del suo patrimonio genetico, l'amore perduto di sua madre.

E la odiava. La odiava a morte. E la riteneva responsabile dello stato in cui si trovava Quinn, la riteneva responsabile di tutto quel dolore che aveva provocato sia a lei che a sua madre.

E per quale motivo non sarebbe funzionata?”

Quinn sospirò e cominciò a far scorrere le dita sul braccio della figlia. “Non ha funzionato e basta. Eravamo troppo diverse, e soprattutto volevamo cose diverse. Lei Broadway, io sognavo più in piccolo. Non eravamo fatte per stare insieme.”

Ma tu la ami ancora.”

Non potrei smettere di amarla neanche se volessi.” Ad Harmony si strinse il cuore quando sentì quella frase.

E perchè avresti deciso di avere un figlio con lei? Non potevi semplicemente andare avanti e dimenticarla?”

Volevo una parte di lei sempre con me, e non ho mai rimpianto quella scelta, perchè tu sei la figlia migliore che una madre possa desiderare. E' solo grazie a te che io sono ancora viva.”

Harmony rimase in silenzio, pensierosa. Avrebbe voluto dire tante cose, avrebbe voluto dire che non sarebbe rimasta in vita ancora a lungo se continuava di quel passo, avrebbe voluto farle sapere quanto odiava quella Rachel, avrebbe voluto dirle che non doveva stare così male perchè in fondo era solo una ragazza, avrebbe voluto capire per quale motivo Quinn non riusciva ad andare avanti.

Ma rimase zitta, a farsi coccolare dalle braccia della madre, come quando era piccola e gli incubi non la facevano dormire la notte.

Mamma,” esordì tutto a un tratto, decisa a mettere da parte almeno per il momento quel discorso che tanto le pesava sul cuore. “Mi canti la canzone che mi cantavi sempre quando ero piccola?”

Quinn le baciò dolcemente la fronte, e sorrise contro i capelli della feiglia. “Certo tesoro.”

E quando cominciò a cantare, Harmony lasciò che tutto scivolasse via, che ogni preoccupazione e brutto pensiero che aveva fatto quel giorno si andasse a nascondere in qualche parte remota del suo cervello, facendo spazio solo ai ricordi felici legati a quella canzone.

Lasciò che la sua voce la cullasse fino a farla addormentare.

My outsides are cool 
My insides are blue 
Everytime I think I’m through 
It’s because of you 
I’ve tried different ways 
But it’s all the same 
At the end of the day 
I have myself to blame 
I’m just trippin’ 

You can buy your hair if it won’t grow 
You can fix your nose if he says so 
You can buy all the make-up that M.A.C. can make 
But if you can’t look inside you 
Find out who am I to 
Be in a position to make me feel so damn unpretty 

I feel pretty 
Oh so pretty 
I feel pretty and witty and bright 

 


Uh uh uh sono riuscita ad aggiornare! Viva me :)
No vabbè, chiedo scusa per questa attesa infinita, non so se l'avete notato, ma il capitolo è un bel po' lungo. Anzi no, è lunghissimo, e io sono lentissima a scrivere, anche se ho tutta la storia in testa e so benissimo come andranno le cose :)
Ci terrei a precisare un paio di cose per tutti coloro che hanno letto tutto questo delirio:
- Ho in mente un favoloso happy ending per tutti, ma davvero per TUTTI, tutte le coppie e tutti i personaggi, non pensavo potesse esistere una cosa del genere ma fidatevi di me :3
- Io amo tantissimamente Rory, amo lui, il suo meraviglioso accento, e il suo faccino da cucciolo, e ci tengo a dire che anche se Sebastian lo odia non è il cattivo della situazione, anzi, è troppo puccio :3
- Il motivo per cui Seb è così tanto diverso da Dave è ovviamente per il fantastico zio noah, e poi vabbè, anche indirettamente Santana, ma diciamo che è più per colpa di Puck LOL
Ho riletto questo capitolo qualcosa come un'infinità di volte, spero davvero che sia riuscito bene, mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate, sapere almeno se i ragionamenti sono coerenti e se i personaggi vi piacciono :)
Grazie a tutte le persone che hanno commentato, non pensavo che l'idea potesse piacere così tanto, e grazie a chi ha messo la storia tra i preferiti/seguiti, vi amo tantissimo <3
A presto (spero)!
Marti


 

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Capitolo 3
*** 3. Gardenie. ***


3. Gardenie.

 

Un cappuccino medio senza schiuma, un latte al cioccolato e un caffè forte amaro! Oh ciao dolcezza, sapevo che era per voi!”

Sugar sorrise alla proprietaria del loro bar preferito e prese il vassoio sul quale erano state disposte le tre bevande, il loro solito ordine che ormai tutti in quel posto conoscevano.

Grazie 'Cedes, lo porto io il vassoio al tavolo, non ti preoccupare.”

La ragazza sorrise a quella che non era solo la proprietaria di quella tavola calda ma anche una vecchia amica della madre. Ricordava ancora quando era piccola e Santana la portava in quel locale a passare i pomeriggi a chiacchierare con la sua amica mentre lei giocava con le lattine colorate dietro al bancone. Le piaceva il locale di Mercedes, aveva qualcosa di rustico e familiare che la faceva sentire a casa. Le pareti erano coperte di quadri dalle tinte pastello e ogni tavolo era decorato in maniera diversa. In ogni angolo c'era sempre un vaso di fiori freschi e c'era sempre profumo di buono nell'aria, che fosse qualche fragranza di incenso o una delle leccornie di zia 'Cedes. Quel posto era intriso di ricordi e ogni volta che ci metteva piede qualche vecchia immagine che pensava avesse dimenticato le tornava in mente, che si trattasse dei pranzi della domenica con Quinn, Harmony, Sebastian e Dave o quelle rare serate in cui Mercedes organizzava il karaoke e poteva vedere sua madre e Quinn esibirsi in qualche emozionante duetto.

Come vuoi tesoro. Attenta a non rovesciare nulla.” le ricordò la donna, cosciente della sbadataggine della ragazza. “Come sta mamma? Tutto bene? E' un po' che non passa a salutarmi!”

Sugar fece una smorfia, appoggiando il vassoio al bancone. “Sì, noi stiamo bene, però ci sono stati un po' di problemi con... beh lo sai... con Quinn.”

Il viso di Mercedes si incupì e si preoccupò. “L'ha fatto di nuovo?” chiese diretta senza mezzi termini.

Già, mamma sta passando tutto il tempo possibile in ospedale da lei, e insomma. Cerchiamo di andare avanti come possiamo.”

Harmony? Se avete bisogno di qualcosa lo sapete che con me non dovete farvi problemi, vero?”

Sugar sorrise triste, addolcita come al solito dal carattere da mamma chioccia di Mercedes. “Harmony sta da Dave e Seb questi giorni. Lei non voleva ma lui ce l'ha tipo trascinata di peso con i suoi soliti modi da regina del dramma che poi devo ancora capire da chi abbia preso visto che zio Dave è sempre così calmo e tranquillo, ma comunque non ti preoccupare, è già tanto che ci offri il caffè tutti i giorni!”

Mercedes rise un po' imbarazzata e le fece un gesto con la mano come per invitarla a smetterla di dire certe cose. “Siete cresciuti qui dentro, credi davvero che vi faccia pagare i caffè? Comunque stasera chiamo mamma, così magari mi metto d'accordo con lei per andare a trovare Quinn. Ma ora vai al tavolo che vedo già Sebastian guardarti male che ti si fredda il caffè. Vi vengo a salutare prima che usciate.”

Sugar la guardò adorante prima di scoccare un bacio all'aria in direzione della donna che ricambiò strizzandole l'occhio prima di andare a servire e salutare calorosa due uomini che erano appena entrati nel locale. Li guardò distrattamente mentre si legava i capelli in una coda di cavallo per evitare di averli davanti agli occhi e inciamparsi strada facendo. Uno aveva i capelli ricci scuri, portava gli occhiali ed aveva un po' di barba sul mento, mentre l'altro era molto più slanciato, vestito in maniera molto impensabile e con il ciuffo all'insù.

Li guardò distratta ancora per un attimo prima di prendere il vassoio e dirigersi un po' traballante verso il tavolo a cui Harmony e Sebastian la stavano aspettando in silenzio. Il locale era praticamente vuoto fatta eccezione per un vecchio signore che leggeva il giornale e due donne che chiacchieravano sottovoce davanti a una tazza di the fumante e alla deliziosa torta alla crema che faceva Mercedes.

Harmony aveva mezza faccia nascosta in una spessa sciarpa rossa di lana e fissava in silenzio Sebastian che continuava a giocare con i suoi occhiali da sole scuri sul tavolo, impaziente che Sugar li raggiungesse con le loro bevande calde.

Finalmente.” mormorò lui quando la ragazza posò il vassoio sul tavolo, afferrando al volo il suo caffè e portandosi la bevanda alle labbra. “Pensavo fossi andata a macinare i chicchi.”

E' con questa acidità che ti porti a letto mezzo campus?” domandò lei passando il cappuccino all'amica che alzò gli occhi al cielo prima di lanciarle un'occhiata eloquente. “Tesoro, non ricominciare con quella cosa degli insulti random che ti sei autodiagnosticata come Asperger. Lo sai che non sei capace a rispondere male a una persona, neanche se ci provi.”

Sebastian ridacchiò tra sé e sé mentre Sugar si sedeva e guardava male Harmony. “Ma ho il diritto di rispondere male ad un cretino del genere!” affermò indicando il ragazzo seduto di fronte a lei.

Caspita Sug, adesso sì che mi hai ferito nell'orgoglio, come farò a sopravvivere a un simile affronto?”

Sugar lo guardò boccheggiando, cercando di trovare un insulto abbastanza consono per quel deficiente del suo amico, ma purtroppo anche se era figlia di Santana Lopez aveva un animo troppo buono anche per insultare Sebastian quando ce n'era bisogno. Quindi arrossì, incrociò le braccia al petto e si limitò a evitare lo sguardo dell'amico che la guardava sornione, focalizzandosi su Harmony seduta accanto a lei che aveva più e più volte sospirato e alzato gli occhi al cielo.

Comunque,” cominciò, ignorando la risatina di Sebastian alle sue guance rosse. “Devo dirvi un paio di cose che mi ha raccontato mamma. Riguardo... i nostri genitori. Entrambi i genitori.”

Il sorriso sparì dalle labbra di Sebastian e si avvicinò al tavolo, abbandonando la posizione estremamente comoda che aveva avuto fino a due secondi prima quasi stravaccato su una sedia. Appoggiò i gomiti alla superficie di legno e si riscaldò le mani sospirando.

Ovvero di quanto siano pazze le vostre madri?”

Sugar e Harmony lo guardarono confuse. “Le nostre madri? A me mi basta sapere che non voglio avere nulla a che fare con l'altra, quella Rachel, anche se a quanto mi ha detto mamma è la mia copia in tutto e per tutto. E non avete idea di quanto la cosa mi irriti. Ma cosa c'entra San?” mormorò Harmony infossando ancora di più la testa nella sciarpa che le avvolgeva il collo.

Boh, papà mi ha raccontato che in pratica è lui l'unico sano, che sia Quinn che Santana al liceo hanno avuto questa grandissima storia d'amore e che poi sono state rifiutate da relative ragazze. E nella disperazione di aver perso il grande amore della loro vita hanno deciso di avere voi tramite la F-47 utilizzando il DNA della loro ossessione.”

Harmony si voltò verso l'amica che stava guardando Sebastian con un cipiglio confuso. “Sì io lo sapevo di mamma, ma anche San? Un po' lo sospettavo, ma non ne ero mai stata del tutto sicura. E per quale motivo tuo padre sarebbe l'unico sano?”

Perchè io sono l'unico che non ha un casino come il vostro alle spalle, grazie al cielo.”

Un... casino?” chiese Harmony con il sopracciglio alzato.

Beh, sì dai, 'sta cosa dell'anima gemella e che erano innamorate e che Rachel e...”

Brittany.” lo interruppe Sugar con un sussurro.

Oh, il nome mi mancava. Vabbè, comunque il succo sta nel fatto che sia Santana che Quinn hanno cercato di 'consolarsi' con voi visto che loro alla fine le hanno rifiutate.” concluse il ragazzo portandosi il caffè alle labbra.

Sinceramente, è un po' rude detta così.” mormorò Harmony spostandosi una ciocca di capelli da davanti agli occhi.

Eh, non so cosa farci, ma in fondo è così che stanno le cose. Non sono io lo psicopatico che si è innamorato.” Sebastian si pentì immediatamente di aver detto quella frase quando Harmony gli lanciò un'occhiataccia e subito fece una smorfia come per scusarsi.

Comunque, cosa volerci dire tesoro?” continuò la ragazza dopo aver nuovamente fulminato Sebastian con lo sguardo prima di voltarsi verso Sugar che era rimasta in silenzio per tutto il loro battibeccare con lo sguardo perso nel vuoto.

Perchè le cose non quadravano. Quello che aveva detto Sebastian non era proprio tuttotutto giusto. Lei sapeva un'altra versione, lei sapeva che tutti e tre i loro genitori erano degli psicopatici, giusto per utilizzare i termini di Sebastian. In quella storia non c'entravano solo Quinn e Santana, non erano loro le uniche ad aver perso un amore.

La ragazza scrutò in silenzio gli occhi verdi di Sebastian e si chiese per quale motivo lui non sapesse le stesse cose che sapeva lei. Perchè per carità, adorava Dave e gli voleva un bene dell'anima, ma credeva più a quello che le aveva raccontato sua madre rispetto a quello che una persona insicura come lui poteva aver detto a un figlio degenere come Sebastian.

Dallo sguardo del ragazzo Sugar capì che non stava neanche mentendo, che Dave gli aveva davvero detto quelle cose, aveva davvero taciuto su alcuni avvenimenti. Il motivo le sfuggiva ma si diede del tempo per cercare di capirlo.

Io... io niente, volevo dirvi che sapevo di Rachel e Brittany e... volevo parlarne con voi. Mamma mi ha raccontato di loro e mi ha fatto capire un sacco di cose di... noi. Ecco.”

Tipo? Racconta che son curioso, papà non mi ha detto niente, anche perchè poi dovevo scappare da Adam.”

No, no, no, scusa un attimo,” la interruppe Harmony voltandosi verso il ragazzo. “Quell'Adam che mi ha presentato due settimane fa?” chiese incredula con gli occhi spalancati.

Sebastian ridacchiò. “Potrebbe.”

Lei lo guardò un paio di secondi scioccata prima di commentare acida. “Dio santo Seb sei proprio una puttana.”

Il ragazzo non rispose e fece un cenno a una Sugar ancora confusa di continuare a parlare.

Beh sì, diciamo che molte delle caratteristiche delle nostre madri si sono riversate su di noi, anche certi aspetti di tipo comportamentale. E la cosa mi fa un po' strano perchè certe cose dovrebbero comparire nei figli soltanto stando a contatto con un genitore, no? Per esempio, mamma mi ha detto che.... che Brittany era una persona molto calma, e dolce e gentile.”

Ecco da chi hai preso allora.” la interruppe Sebastian. “Mi sono sempre chiesto per quale motivo tu non sia stronza come San.”

Eh ma il punto è questo. Come faccio ad aver acquisito delle caratteristiche di una donna che non ho mai visto?”

E' possibile una cosa del genere. Almeno con la F-47.” commentò Harmony bevendo un sorso di cappuccino.

Ovvero, genio?” chiese Sebastian alzando le sopracciglia. “Illuminaci.”

La ragazza sospirò appoggiando i gomiti al tavolo. “Con la F-47 è possibile trasmettere certi caratteri al bambino, delle cose che non sono insite nel DNA, come i modi di fare, caratteristiche comportamentali, il modo di vedere le cose. E' una pratica piuttosto difficile da spiegare, ma in sostanza è stata fatta per dare la parvenza che un bambino venga cresciuto da due genitori e non solo uno, quindi dal genitore presente acquistano certi insegnamenti, ma nel proprio animo, insiti dalla nascita ce ne sono degli altri, quelli dell'altro genitore che non c'è.” spiegò lei. “Per dire, la mia determinazione viene tutta da Rachel, non da mamma. La maniacalità nell'avere sempre tutto sotto controllo viene da Rachel. L'impegno che ci metto a fare qualunque cosa viene da quella dannatissima Rachel. Purtroppo tutte le cose che mi rendono la persona che sono sono state indotte da quella donna.” commentò acida stringendo la mani e pugno e fissando il tavolo di legno.

Sugar e Sebastian si scambiarono uno sguardo confuso prima che la ragazza si rivolse ad Harmony.

Perchè tutto questo astio nei suoi confronti tesoro? Non l'hai neanche mai-”

Perchè è colpa sua se mamma sta così.” la interruppe lei in un sussurro e con la voce rotta. “E' colpa sua se sta così male, se ha bisogno di pillole e se non le vado bene per quello che sono. Perchè l'ha abbandonata per chissà quale fesso, perchè l'ha lasciata in pezzi e non c'è nulla che io possa fare per aggiustarla.”

Una lacrima scese silenziosa lungo la guancia della ragazza, raccolta prontamente dalle dita affusolate di Sebastian che andarono ad accarezzarle la gote mentre Sugar le stringeva le mani tra le sue.

Piantala di dire certe cose. Tu vai benissimo per come sei, non è per colpa tua tesoro. Sono cose più grandi di noi, non possiamo giudicare noi quello che è stato, in fondo non sappiamo assolutamente nulla di quello che è successo, possiamo solo basarci su ricordi di persone che erano coinvolte e che quindi non sono neanche del tutto affidabili.” cercò di rassicurarla Sugar.

Shu ha ragione. Se proprio vuoi una conferma interrogherò quel fesso di papà che in fondo non c'entrava nulla.”

Sarebbe meglio di no, Seb.”

Perchè no? Lui non ne è mica uscito scottato, può raccontarmi le cose dal di fuori.”

Sugar dovette fare appello a tutta la forza che aveva in corpo per non dire quello che sapeva sul passato di Dave. “Perchè è comunque coinvolto. Non potrebbe mai essere imparziale essendo così amico di mamma e Quinn.” disse cercando di mantenere un tono di voce fermo e di non dire cose di cui poi si sarebbe pentita.

Il ragazzo fece una smorfia e tornò ad accarezzare la guancia di Harmony. “Ti... ti ha detto qualcosa tua madre? Insomma, dopo che avete parlato di questa Rachel?”

La ragazza annuì. “Mi ha promesso che non l'avrebbe più fatto. E spero davvero di potermi fidare di quelle parole.”

Calò il silenzio tra i tre ragazzi, ognuno intento a pensare a quella strana conversazione e tutte le cose che avevano scoperto negli ultimi dieci minuti.

Sebastian, concentrato sulla guancia calda di Harmony, si chiese per quale motivo doveva vedere le persone a cui teneva di più sulla faccia della terra soffrire così tanto a causa di quegli stupidi sentimenti, e promise a se stesso che non si sarebbe mai e poi mai innamorato.

Harmony riflettè sul ricordo di sua madre in ospedale e su quello che le aveva detto su quella maledettissima Rachel, e il suo odio per lei crebbe giusto un po' di più quando si ricordò cosa le avevano comunicato i dottori sul fatto di non voler far uscire sua madre dall'ospedale nelle settimane a venire.

Sugar guardò i suoi amici con un sospiro e cercò in tutti i modi di tenere la bocca chiusa riguardo quel piccolo, piccolissimo particolare che si chiamava amore perduto di Dave.

 

 

****

 

Quinn non mantenne la sua promessa.

Era sempre stata una persona forte, aveva vissuto la sua vita a testa alta, accudendo la sua unica figlia con tutto l'amore che sentiva nel cuore. Ma poi non ce l'aveva più fatta.

Non era riuscita a mantenere l'unica promessa degna di tale nome che era riuscita a strapparle Harmony quella sera in ospedale.

Era una bella giornata, una giornata come tutte le altre, con la sveglia troppo presto, le lezioni in università impegnative, le risate dei suoi amici al bar. C'era la consapevolezza di una giornata noiosa, ma noiosa andava bene. La noia era sicura, semplice, non era qualcosa di inaspettato che avrebbe potuto sconvolgerle la vita.

Nel momento in cui Harmony aveva visto Santana e David entrare nel locale di Mercedes con il volto rigato di lacrime e gli occhi pieni di dolore, aveva capito che quella non sarebbe stata una giornata noiosa.

Si era alzata in piedi ed era andata loro incontro con lo sguardo confuso. Qualcosa dentro di lei aveva già capito, ma si obbligava a non vederlo. Perchè era una cosa troppo grande da accettare. Troppo complicata. Troppo vera.

Aveva chiesto dov'era sua madre, e il modo in cui Santana le era andata incontro singhiozzando istericamente e l'aveva stretta in un abbraccio che traboccava dolore, rispose a tutti i dubbi che il suo cuore si rifiutava di ascoltare.

Fu in quel momento, stretta dalle braccia di Santana, che finì tutto.

 

 

****

 

Amore mio,
scusami. Lo so che non mi perdonerai mai. Lo so che mi odierai per il resto della tua vita. Vorrei avere la forza per non farlo, vorrei avere la forza di non essere costretta a fare certe cose, ma non posso.
Non è colpa tua, non è mai stata colpa tua. E non è neanche colpa sua del resto.
La colpa è solo mia, che non sono riuscita ad andare avanti, a guardare oltre i suoi occhi color del cioccolato e la sua voce incantevole.
Tu sei stata l'unica cosa che mi ha tenuta in vita fino a questo momento, e l'unico motivo per cui sono costretta a fare una cosa del genere è perchè fa troppo male.
Ti amo amore mio, ti ho dato tutto l'amore che avevo nel cuore, e lo so che l'hai ricambiato fino all'ultima goccia, ma il tipo di amore di cui ho bisogno io adesso è più complesso, è unico, ed è impossibile.
Sii forte amore, cammina a testa alta, sii il tipo di persona che non sono riuscita ad essere io.
Vivi, sii sempre te stessa, non lasciare che nessuno ti dica che non sei abbastanza per certe cose e soprattutto non smettere mai di sognare.
Perchè i tuoi sogni si realizzeranno tutti, ti conosco e so che sarà così. E sarò lì con te in quel momento, sarò al tuo fianco a piangere orgogliosa, sarò fiera della donna che diventerai come sono fiera della persona meravigliosa che sei adesso.
Grazie di avermi dato una speranza quando l'avevo persa, e anche se non ho il diritto di chiedertelo, spero che un giorno tu possa perdonarmi.
Ti amo amore mio. E ti amerò per sempre.

 

 

****

 

La funzione venne celebrata in una piccola chiesa fuori città, era una giornata uggiosa, le nuvole grigie coprivano il cielo e il vento faceva danzare le foglie nell'aria anche se l'autunno era lontano.

Nonostante il prete glielo avesse chiesto, Harmony si rifiutò categoricamente di parlare di fronte a quella chiesa piena di facce che non aveva quasi mai visto. Non volle preparare un discorso e si nascose tutta la giornata dietro a un paio di grossi occhiali scuri.

Fu Santana a parlare, anche se non riuscì ad arrivare in fondo all'elogio che aveva fatto senza avere il volto rigato di lacrime e la voce scossa dai singhiozzi, dovette andare Sugar a finire il discorso che aveva scritto su una vecchia carta da lettere.

Harmony non disse una parola in tutta la giornata, e lei sue mani non lasciarono mai quelle di Sebastian e Sugar. Sia in chiesa che al cimitero, tenne le labbra dipinte di un rossetto scuro serrate, immobili, sicura che se avesse detto anche una sola parola tutta la maschera sarebbe crollata e avrebbe pianto l'anima coma aveva fatto la notte dopo aver saputo raggomitolata tra le braccia di Sebastian.

C'era un grosso bouquet sulla bara di legno scuro. Gardenie. Perchè le gardenie erano il fiore preferito di sua madre e lo stesso colore dei suoi occhi. Le vide scomparire sotto il terriccio, avvolte nell'oscurità del sottosuolo e fece di tutto per non piangere al pensiero che non avrebbe mai più visto il colore di quei fiori nelle iridi della madre. Aveva stretto forte le mani dei suoi amici e finita la funzione si era fatta trascinare in macchina da Sebastian, troppo occupata a singhiozzare e a far cadere quella maschera che si era costruita per nascondere il dolore per ricevere le condoglianze da quella gente di cui non sapeva neanche il nome.

Rimasero Sugar, Santana e Dave a fare i doveri di casa, anche perchè Sugar non se la sentiva di lasciare sua madre e Dave da soli ad affrontare una cosa del genere. Sapeva quanto entrambi erano emotivamente provati da quell'avvenimento. Erano sempre stati loro tre, in fondo.

Mentre i due adulti parlavano con gli addetti al cimitero, sbirciò in mezzo alla folla per cercare di riconoscere qualcuno dei volti presenti, visto che nelle ore prima era occupata a preoccuparsi della sua migliore amica.

Vide alcune delle colleghe di Quinn che aveva conosciuto una volta in cui lei e Harmony erano andate nel suo studio fotografico, alcune amiche di vecchia data dell'università, e poi vide individuò la chioma scura di Mercedes, vestita con un abito nero e con il volto rigato di lacrime.

Accanto a lei riconobbe Puck che abbracciava una ragazza con i capelli biondi, che da quello che si ricordava doveva essere sua figlia e un'amica di Sebastian. Non conosceva bene l'uomo, sapeva solo che lui e Quinn avevano avuto una storia quando erano al liceo, ma nulla più. E si chiese anche per quale motivo il volto della ragazza bionda fosse così devastato dalle lacrime. Notò che Mercedes e Puck stavano parlando con dell'altra gente del quale ricordava vagamente il viso da vecchie foto che aveva visto un paio di volte nei vecchi annuari di mamma, ma che non aveva idea di chi fossero.

Vide una coppia di asiatici, lui altissimo e magro, e lei un po' più bassina che teneva per mano una bimba con i codini che mordicchiava l'orecchio di un orsacchiotto di peluches, affiancati subito dopo da un uomo muscoloso con i capelli biondi con indosso un completo scuro che andò a stringere Noah in un abbraccio.

Si chiese per quale motivo non aveva mai sentito parlare di tutta quella gente che aveva l'aria di conoscersi da tantissimo tempo ed estremamente bene.

Il gruppetto venne affiancato poi da due uomini che Sugar era sicurissima di aver già visto da qualche parte, il tipo basso con i ricci scuri e quelle sopracciglia troppo pronunciate non era nuovo, come neanche l'altro con il ciuffo all'insù che si era lanciato tra le braccia di Mercedes e aveva il volto segnato dal pianto.

Stava quasi per dirigersi verso di loro, quando sentì la mano di Santana avvolgere la sua per dirle che stavano andando a casa. La ragazza fece di tutto per non scoppiare a piangere nel vedere il dolore nelle iridi scure della madre e le strinse la mano di rimando. Senza dire nulla si incamminò insieme a lei e Dave verso l'uscita del cimitero in silenzio, ognuno perso nei propri pensieri.

Prima di scomparire completamente dalla vista degli invitati del funerale però, Sugar si guardò indietro e giurò di aver visto una donna con i capelli biondi essersi unita al gruppetto che la aveva incuriosito tanto poco prima.

 

****

 

 

Passarono tre mesi, e fu come se non fosse passato neanche un giorno.

Harmony aveva vissuto per un po' da Dave e Sebastian, ma poi aveva deciso di tornare a casa sua. Non era stato facile, le prime notti le aveva passate in lacrime avvolta dalle braccia dei suoi due migliori amici, ma piano piano i pianti notturni si affievolirono e il sonno smise di rifuggirla. Ma non era un sonno piacevole, gli incubi nel suo subconscio erano sempre in agguato, anche se più dolorosi erano i sogni e i momenti in cui sorrideva mentre dormiva. Perchè poi quando si svegliava la dolcezza e la sicurezza che l'aveva cullata tra le braccia di Morfeo svaniva e la lasciava con la consapevolezza che non avrebbe mai più visto quegli occhi azzurri brillanti come stelle.

Ma era determinata, lo era sempre stata, quindi andò avanti con la sua vita. Andò avanti con lo studio e con tutto quello che doveva fare, cercando di non far preoccupare troppo Sebastian e Sugar che non la lasciavano un attimo da sola. Aveva notato come anche Santana e Dave avevano cominciato a viziarla, ad occuparsi di lei come una figlia e per un po' si sentì un po' meno sola.

Si laureò con il massimo dei voti, e vinse addirittura uno dei premi posti in palio dall'università per avere proposto una tesi di laurea originale e innovativa. Era un traguardo importantissimo quello che aveva raggiunto, aveva già ricevuto una marea di offerte di lavoro in quanto mente più brillante di tutto il campus, ma niente di tutto ciò la rese felice.

Non sorrise per tre mesi.

E Sebastian e Sugar lo notarono, si preoccuparono e fecero le cose più assurde per cercare di riportare il sorriso sul volto della ragazza.

Sebastian aveva messo da parte pure tutto l'odio che provava per Rory ed era andato a chiedergli un appuntamento per l'amica. Il ragazzo si era un po' spaventato quando il playboy più chiacchierato del campus gli aveva chiesto il numero di cellulare, ma si era subito rassicurato quando Sebastian aveva messo bene in chiaro che gli stava sulle palle, non voleva farlo diventare gay, e lo stava facendo per un'amica che aveva bisogno di una scopata.

Rory l'aveva guardato un po' stranito, ma non aveva commentato ulteriormente, spaventato dai modi di fare troppo impellenti del ragazzo.

Ma quando Sebastian e Sugar avevano cominciato a organizzarsi per cercare di far passare la depressione lancinante a cui era sottoposta l'amica, Harmony divenne un'altra persona.

Passava le giornate in laboratorio con uno strano sguardo in volto, non aveva più tempo per loro, rientrava a casa tardi e usciva all'alba. Aveva addirittura rinunciato a uscire con Rory e Sebastian si era non poco offeso vista la fatica che aveva fatto solo per rivolgere la parola a quel tipo che odiava così tanto.

Ma ad Harmony non importò, continuava a passare le sue giornate chiusa nei sotterranei dell'università, immersa in calcoli, formule, provette e marchingegni che solo lei sapeva come far funzionare.

Sebastian e Sugar provarono in tutti i modi a starle vicino, per essere poi cacciati in malo modo dal laboratorio perchè non indossavano indumenti adatti o non avevano la mascherina protettiva. Cercarono di farle capire che stava diventando pazza e che prima o poi sarebbe diventata uno di quei supercattivi da fumetti, ma lei non colse l'ironia e fecero una tremenda litigata che Sugar non riuscì a fermare e che fece bandire lei e Sebastian dal laboratorio di Harmony.

Non erano solo preoccupati, avevano paura di stare per perderla. Avevano paura che la morte di Quinn avesse danneggiato irreparabilmente la coscienza della ragazza, e non sapevano più cosa fare per starle vicino e farla tornare a ragionare come un comune essere umano. Nemmeno le parole di Dave e Santana riuscirono a farle tornare il senno e così i due ragazzi fecero l'unica cosa che ancora potevano fare. Ogni sera, a turno, andavano a casa di Harmony a passare la notte con lei, giusto per cercare di non farla sentire sola visto che si rifiutava di lasciare che la aiutassero in qualunque altro modo.

Ma lei non aveva bisogno di aiuto. Sapeva benissimo cosa stava facendo. Sapeva di non stare diventando pazza.

Doveva solo aspettare il momento giusto per dirglielo.

 

****

 

Quel momento arrivò una notte di un paio di settimane dopo.

 

 

****

 

Sebastian si svegliò al suono del suo cellulare che squillava. Cercò di tornare a dormire, ma la suoneria si fece strada nel suo inconscio e lo obbligò a scostare il corpo nudo che aveva sopra di sé per afferrare il telefono nella tasca dei jeans dimenticati per terra. Rispose senza neanche vedere che ore fossero o chi lo stava chiamando a quell'ora della notte.

Prohonto?” disse con uno sbadiglio stropicciandosi gli occhi e ricadendo con la testa sul cuscino.

Sebastian svegliati, passa a prendere Sugar a casa mia tra dieci minuti e vieni in laboratorio.”

Chi-chi parla?” chiese lui con un altro sbadiglio senza aver capito una sola parola di quello che gli era stato detto.

Seb, sono Harmony. Mi hai capita? Passa a prendere Sugar, l'ho appena chiamata, e venite qui in laboratorio, subito.”

Harm ma- ma è notte fonda!”

Lo so, dai stai perdendo un sacco di tempo. Raggiungimi immediatamente.”
Sebastian non fece neanche in tempo a chiederle cosa diavolo stesse succedendo che la ragazza chiuse la comunicazione, facendolo imprecare sottovoce. Per un attimo pensò di ignorarla e tornare a dormire, ma poi gli venne in mente che non poteva perchè Harmony stava uscendo di testa in quel periodo e che quindi doveva bene o male accontentare tutte le sue manie da pazza sclerotica. Mannaggia a lui quando aveva promesso a Sugar che avrebbero fatto qualunque cosa per farla rinsavire. Non gli aveva mica detto che avrebbe dovuto rinunciare a ore di sonno e un corpo caldo accanto al quale dormire per correre dietro a quella pazza che non riusciva ad accettare un lutto.

Si mise a sedere sul bordo del letto e cercò nell'oscurità i suoi vestiti sparsi su pavimento quando sentì un mano carezzargli la schiena. Diamine, doveva addirittura liberarsi di quel tipo steso su quel letto di cui non sapeva neanche il nome e doveva farlo in fretta.

Ehi, dove stai andando? Avevi detto che avremmo fatto colazione insieme in quel bar carino al centro commerciale.”

Sebastian sospirò mentre si infilava boxer e pantaloni e si fece un promemoria per la prossima volta, non era possibile che se li sceglieva sempre così ingenui. “Beh, era una bugia, devo scappare.”

Si infilò la maglietta e raccolse i suoi oggetti personali in giro prima di voltarsi verso il ragazzo mezzo nudo che lo guardava confuso ancora seduto sul letto. “Senti.... John?”
“James.”

Diamine, c'ero quasi.” commentò a mezza voce distogliendo lo sguardo per un attimo. “James, è stato divertente, ma tutto quello che ti ho detto erano solo bugie per portarti a letto. E ora devo scappare. Buonanotte.”

Si voltò e raccolse casco della moto e giacca prima di sentirlo parlare. “Ma Sebastian, ma io pensavo che... tu mi piaci molto-”

Sebastian lo interruppe con una risata mentre si metteva il casco in testa, per poi rivolgersi verso di lui e fargli l'occhiolino. “Beh, mi dispiace dolcezza, ma questi sono solo cazzi tuoi. Alla prossima!”

E uscì lasciandolo senza parole, come faceva sempre d'altronde.

Forse Harmony aveva ragione a dire che era una puttana. Forse.

 

****

 

Io vorrei sapere chi diavolo ti ha dato la patente per questa roba.”

Uno che poi mi sono portato a letto.” commentò Sebastian con un ghigno mentre Sugar scendeva dalla moto e lo guardava con il volto scioccato slacciandosi il casco sotto il mento.

Dimmi che stai scherzando.”

Perchè, tu ci crederesti?”

Diciamo che avrei una serie di motivi per credere in una cosa del genere.”

Lui rise, spegnendo la moto e mettendo la sicura. “Nah, non me lo sono fatto. Gli ho solo fatto un pompino a fine esame.”

Sebastian!” esclamò lei più che scandalizzata.

E dai, sto scherzando. Va bene che mi piace scopare, ma mica sono così zoccola.” Lei lo guardò con un cipiglio confuso mentre lui si sfilava il casco integrale dalla testa e se lo portava sotto un braccio.

Ad ogni modo, per quale motivo ci hai messo così tanto a venirmi a prendere?”
“Perchè ero dall'altra parte della città.” rispose lui mentre si avvicinavano all'edificio dell'università dove Harmony era rinchiusa da quasi un mese avvolti dal buio delle tre del mattino.

Ma pensavo fossi da Ronnie stasera, e lui abita a due minuti da casa di Harmony.”

Ero a casa di Ronnie... poi però sono uscito e ho incontrato... aspetta com'è che si chiamava... Ja-James! Gran bella scopata.”

Sugar si fermò quasi sulla porta del laboratorio e lo guardò con occhi e bocca spalancata. “Sei incorreggibile e mi fai anche un po' schifo.”

Lui la guardò con un sorriso tenendole aperta la porta, ignorando l'occhiata schifata che le stava lanciando.

Entrarono nell'edificio silenzioso senza dire una parola e di diressero lentamente nell'ala dei laboratori e in quello che l'università aveva concesso ad Harmony per svolgere le sue ricerche su chissàcosa.

Ad ogni modo,” disse Sebastian dopo aver svoltato l'angolo. “Hai idea del perchè siamo qui? Ti ha detto nulla la pazza?”

Non dire che è pazza,” commentò lei con un sospiro. “comunque no, non ne ho la più pallida idea, mi ha detto di prepararmi che saresti passato a prendermi per andare in università e poi ha messo giù.”

Lui arricciò il naso, stranito. “Pensi sia successo qualcosa?”

Spero vivamente di no, cosa altro deve capitarle?” rispose lei aprendo la porta del laboratorio di Harmony dal quale proveniva una luce fioca.

I due ragazzi entrarono nella grande stanza illuminata da un paio di lampadine che davano l'idea di trovarsi in ospedale e si diressero nella direzione in cui sapevano avrebbero trovato Harmony, nel suo angolo dietro l'armadio con le provette sulla sinistra.

La trovarono con un paio di occhiali strani fatti a mascherina, un camice bianco sporco di grigio sul davanti, i capelli spettinati e scompigliati legati in una coda a cavallo e gli occhi leggermente spiritati, intenta a trafficare con una pinza e un qualcosa di molto piccolo che assomigliava ad un orologio.

Poco lontano, seduto a un tavolo con una tazza tra le mani c'era un ragazzo con la pelle chiara, gli occhi azzurri e il ciuffo all'insù. Sugar salutò Rory con un grande sorriso, Sebastian gli fece semplicemente un cenno e storse il naso. Non sarebbe mai riuscito a farselo piacere, poco ma sicuro.

Finalmente siete arrivati, pensavo di dovervi aspettare tutta la notte!” disse Harmony tutto a un tratto appoggiando quello strano orologio sul tavolo e alzandosi gli occhiali dal viso.

Stava sorridendo, e Sebastian e Sugar ci rimasero quasi secchi. Perchè quello sul suo viso era un sorriso vero, non era uno di quelli di circostanza che indossava quando qualcuno le chiedeva come stesse. Tutta la faccia stava sorridendo, le labbra erano tirate all'insù in modo naturale e per nulla artificioso. Era davvero di buon umore.

Harm, cosa è successo?”

Una cosa meraviglio, una cosa bellissima e dovevo avervi qui perchè voi siete praticamente la mia famiglia e dovevo dirvelo ma non potevo dirlo prima perchè non ero sicura che ci sarei riuscita ma poi ho pensato che potevo davvero a farlo ed è per quello che mi sono comportata da pazza le ultime settimane non sono davvero pazza ma in realtà-”

Tesoro,” Sugar la interruppe con gli occhi spalancati appoggiandole una mano sul braccio che continuava a agitare per aria. “Respira. Hai assunto delle sostanze stupefacenti per caso?”

Eh? Perchè dovrei averlo fatto?” chiese lei corrugando le sopracciglia.

Perchè sembri drogata. Se parli con più calma magari riusciamo a capire anche quello che stai dicendo.” commentò Sebastian portandosi una mano tra i capelli scompigliati.

Harmony guardò gli occhi preoccupati di Sebastian e Sugar con un cipiglio confuso ma poi scosse la testa e prese le loro mani tra le sue. “Ce l'ho fatta ragazzi, ce l'ho fatta.”

A fare cosa? Tesoro ti vuoi calmare? Ci stai facendo preoccupare.”

Ma ho fatto una scoperta sensazionale, ho ragione ad essere così agitata!” il sorriso sul volto di Harmony si fece se possibile ancora più luminoso e Sugar e Sebastian si scambiarono un'occhiata più che preoccupata.

Cosa avresti scoperto? E' per questo che ti sei rinchiusa qua dentro nell'ultimo periodo?”

Ho trovato un modo per sistemare le cose!”

Sistemare le cose?” ripetè confuso Sebastian. “Di che diavolo di cose stai parlando?”

Le cose con mamma. Tutte le cose brutte che le sono successe da quando quella stronza l'ha mollata.”

Sugar e Sebastian rimasero in silenzio, occhi spalancati e labbra serrate, entrambi sicuri che quella era l'ultima goccia prima che la loro migliore amica impazzisse del tutto.

Di cosa stai parlando?”

Harmony sorrise radiosa, per poi voltarsi e prendere in mano delicatamente quel piccolo orologio su cui stava lavorando poco prima. Se lo portò all'altezza del viso e lo fece pendolare, ammirando soddisfatta gli sguardi confusi e preoccupati sui volti dei suoi migliori amici.

Di questa.” rispose lei con semplicità. “Ho inventato una macchina del tempo.”

 


Sì, avete letto bene, ho scritto proprio macchina del tempo, yup. Siete ancora sicuri di non considerarmi pazza? LOL No, vabbè, comunque credo si sia capito che c'è un bel po' di roba impossibile in questa storia, ma ehi, fa tutto parte di questo mio universo, quindi è da prendere così LOL
Altro capitolo lunghissimissimo che ci ha messo una vita ad arrivare, sorrysorrysorry, non sono capace a portare avanti più long contemporaneamente e questo capitolo doveva essere postato tra un belbel po' ma mi sono data una mossa a scriverlo perchè me lo ha chiesto la Mari e io alla Mari ci voglio bene, quindi dolcezza, questo aggiornamento è per te <3
Sono consapevole che mi prenderò una grande quantità di accidenti per la fine che ho fatto fare a Quinn, ma hey, giuro che serve ai fini della storia, e anche un sacco di altre cose che ho disseminato qua e là per il capitolo. Chissà se si sono notate :D Mi piace un sacco scrivere dettagli nel mentre delle cose più grandi che uno ci deve mettere un po' di più ad arrivarci. E questa frase non ha senso ma fa lo stesso.
Non prometto nulla per il prossimo capitolo, anche perchè non so quanti seguano ancora questa storia e spero davvero che continui a piacere :3
Grazie a tutti quelli che hanno letto <3
Marti

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