Ultimatum

di Minnow19
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ultimatum ***
Capitolo 2: *** Not Enough ***



Capitolo 1
*** Ultimatum ***


Ultimatum

 


Louis era disteso a letto con una rivista tra le mani e l’aria parecchio irritata. Era paonazzo in viso, sbuffava ripetutamente e si mangiucchiava le unghie, come faceva sempre quando era nervoso. Arrabbiato, Louis Tomlinson era arrabbiato. Il motivo di tutta quella rabbia era un paio di foto sulla copertina del settimanale Hello. Delle foto che ritraevano Harry e Caroline per la precisione. Gli dicevano spesso che non aveva alcun motivo di essere geloso di Caroline, tutti sapevano che Harry gli apparteneva. E con tutti intendiamo Niall, Zayn, Liam, Harry stesso, le loro famiglie, i loro agenti e i loro amici più stretti. Anche Eleanor lo sapeva. Anzi, era stato proprio grazie a lei che Louis e Harry si erano dichiarati cosa provavano l’uno per l’altro, ma questa è un’altra storia. Gli occhi azzurri e brillanti di Louis erano immobili, non mostravano alcuna intenzione di staccarsi da quelle foto.
La porta della camera del ventenne si aprì facendo un gran trambusto e lui dovette alzare lo sguardo per capire chi ne fosse l’artefice. Ed eccolo lì, il ricciolino incriminato, ancora più bello che in foto. Sorrideva. Si tuffò sul letto accanto a Louis, e gli diede un bacio sulla guancia.
“Ciaoooo” lo salutò allegramente, donandogli uno dei suoi meravigliosi sorrisi. Louis si mostrò impassibile, anche se dentro di lui sentiva delle farfalle che si muovevano nel suo stomaco con la grazia di un gruppo di piccoli panda rumorosi.
“Che c’è?” chiese il diciassettenne curiosamente.
“Non lo so, dimmelo tu. Stavo leggendo il giornale!” esclamò sbattendogli la rivista sotto il naso, visibilmente irritato. Harry sbiancò di colpo e cominciò a balbettare cose senza senso.
“N-non.. Non.. Non è successo nulla..” sputò in fretta, sapendo bene che quella non era una scusa. Sapeva quanto Louis ce l’avesse a morte con Caroline, a causa di quegli stupidi pettegolezzi.
“Sì, beh, forse faccio fatica a crederci, dato che ha dormito da te.” Rispose l’altro, tagliente.
“Sì ma..” provò il riccio.
“SI’ MA COSA??!! Hai aspettato che me ne andassi a Doncaster dai miei per invitare quella puttana a casa nostra?!! Cosa ti dovrei dire??!!” Louis era ferito. Forse era vero, Harry preferiva passare il tempo con quella vecchiaccia piuttosto che con lui.
“Lou..” cominciò Harry sfiorandogli una guancia con la mano gelida.
“Lou un cazzo!! Spiegami perché il mondo deve pensare che il mio ragazzo, e sottolineo, il MIO RAGAZZO, stia assieme ad una che potrebbe essere sua madre?”
Non era da Louis fare scenate di gelosia del genere, non era proprio il tipo da lasciarsi andare per futili motivi, non alzava mai la voce per niente.
Ma quello non era sicuramente un niente. Il ragazzo che diceva di amarlo tanto aveva aspettato che lui se ne andasse per invitare una ragazza a casa loro. Anche Harry però cominciava ad alterarsi. Era convinto di non aver fatto nulla di male, si era solo visto con un’amica.
“Cosa vuoi che ti dica? Tu sei andato a Doncaster con Eleanor!! ELEANOR, la tua ex ragazza!!”
Louis non ci vide più.
“Eleanor è la mia migliore amica, idiota! Sa benissimo che sono gay, non sono io quello che si fa tanti problemi a dirlo agli altri! È vero, stavamo assieme, ma ci siamo lasciati perché io ero innamorato di qualcun altro, e lei se n’è fatta una ragione! Ma non farmene una colpa, perché ripeto, non sono io quello che si nasconde dietro un dito!”
“Io non mi nasc..”
“Ma se sei stato tu quello a decidere di tenere la storia per noi e non raccontare nulla in giro!”
“L’ho fatto per proteggerci! La gente potrebbe..”
“Giudicarti? Per il fatto che sei diverso? Guarda in faccia la realtà Harry, la gente ti giudicherà sempre e comunque, non è questo a fare la differenza.”
“Ho paura, d’accordo? Scusami tanto se ho paura di perdere tutto quello che abbiamo ottenuto fino ad ora.” Harry aveva davvero paura. Della gente che li avrebbe criticati, di chi li avrebbe derisi, di quello che avrebbero detto i fan. Non voleva rovinare tutto.
“Sai, forse avrei dovuto dartelo prima.” Sussurrò Louis con gli occhi lucidi.
“Cosa?” chiese Harry preoccupato.
“Un ultimatum. Scegli. O me, o lei. O lo confessiamo a tutti, o finisce qui e ora.”
Louis rimase in attesa di una risposta da parte di Harry, sarebbero bastate due parole, qualsiasi cosa. Il riccio lo fissava sbalordito, non sapeva cosa dire, era nel panico, non riusciva a parlare.
“Bene. Vedo che hai preso la tua decisione. Se vuoi scusarmi.” Parlò il ventenne con voce strozzata, prima di uscire in lacrime dalla sua camera, sbattendo la porta. Percorse il lungo corridoio che portava alla porta d’ingresso e uscì dal piccolo appartamento. Salì qualche rampa di scale in fretta e furia, per arrivare al tetto, da cui era possibile ammirare la famosa città che non dorme mai in tutto il suo splendore.
Si accasciò a terra, scosso dai singhiozzi e poggiò la schiena al muretto. Aveva lasciato Harry. Aveva appena lasciato Harry. Si sentiva vuoto, frustrato, rifiutato. Aveva appena lasciato andare il motivo dei suoi sorrisi, la sua medicina. Come ho potuto essere così stupido?, sì domandò. Lui lo amava. Dio se lo amava. Eppure continuava a stare lì a piangere, bagnando la sua t-shirt a righe con litri di lacrime che non davano segno di volersi fermare.
Stava lì da un sacco di tempo, chiuso tra i suoi pensieri, così fuori dal mondo che non si accorse dell’arrivo di un’altra persona, finché lui non gli poggiò una mano sulla spalla. Alzò lo sguardo spaventato, illudendosi per un secondo che Harry fosse tornato.
Invece si ritrovò osservato da un paio di occhi color cielo, un poco coperti da qualche ciocca di capelli color grano.
“Ci siamo lasciati, Niall.” Disse Louis tra un singhiozzo e l’altro. Niall si sedette accanto a lui e lo abbracciò forte.
“Lo so. Harry è impazzito. Ci ha mandato a cercarti ovunque pur di trovarti” spiegò nascondendo un piccolo sorriso.
“Come se gli importasse” singhiozzò Louis stringendosi a Niall e continuando a piangere come una fontana, lasciandosi andare più di prima.
“Non dire così.. Lo sai che ti ama” tentò di consolarlo il biondino, ma con scarsi risultati.
“Beh, strano modo di dimostrarmelo, non credi? Caroline! Ha passato la notte con Caroline!” sconsolato nascose il viso nel petto di Niall, e continuò a piangere come un bambino. Un bambino a cui, però, avevano tolto la ragione di vivere. La felicità.
Il suo petto era scosso in modo irregolare dai singhiozzi, che si facevano ora più forti, ora più deboli. Niall lo stringeva tra le braccia, sentiva il suo cuore battere forte, le lacrime che gli bagnavano la t-shirt nuova, ma sembrava che a lui non importasse. Il biondo era preoccupato. Non aveva mai visto Louis in quello stato, mai. Sembrava così fragile, aveva paura che esplodesse da un momento all’altro. Temeva che il suo cuore gli sarebbe presto esploso fuori dal petto. Piangeva, piangeva disperatamente, come se fosse appena stato privato dell’unica cosa di cui gli importava, l’unica gioia della sua vita. E forse era davvero così. Da quando Louis conosceva Harry, la sua vita era radicalmente cambiata. Si era innamorato davvero. Dipendeva totalmente da quel sorriso luminoso, dalla luce che emanavano quegli occhi trasparenti, da quelle famose fossette che si formavano agli angoli della sua bocca. A lui serviva tutto quello, Harry era necessario per respirare. Era la sua aria. Cos’era Louis senza Harry? Questo gli urlava il suo cuore. E nella sua mente continuava a vedere la sua espressione quando gli aveva dato quello stupido ultimatum. Quando lo aveva.. lasciato. Sperava tanto che Harry parlasse, che lo fermasse, che si scusasse. Ma evidentemente non poteva farlo. Sospirò, devastato. Non c’era nulla da fare, lui preferiva un’altra. 
Nel frattempo, dall’altra parte della città, Harry vagava per Londra, con il viso rigato di lacrime, coperto da un paio di occhiali scuri, un cappello e una sciarpa. Per il freddo si stringeva nel suo cappotto color vinaccia e cercava di trovare un modo perdonare. Era stato un’idiota totale, e non poteva permettersi di perdere Louis. Non quando quel Louis era tutto il suo mondo. Non poteva.

 

Tomlinson's Carrot

Eccomi con un'altra shot.. anzi, con una storia che era partita come shot ma che ho deciso di trasformare in una mini long di credo 3 capitoli, per staccare un po' dall'altra. Non temete, le concluderò entrambe, solo che non ho resistito al fascino di questa Larry che da tempo avevo in testa. Spero vi sia piaciuta. In questi giorni sono mega depressa, e si vede. Lou e Harry si sono lasciati (io che di solito li descrivo super mielosi li ho separati, non ve lo aspettavate, lo so). Riusciranno a fare pace? Mistero, perché devo ancora deciderlo. Come per l'altra FF posterò una volta a settimana, anche perché i capitoli ce li ho in testa, devo solo svilupparli.
Colgo l'occasione per fare pubblicità a questa FF che ho cominciato a seguire, un po' diversa dalle altre ma molto originale, quindi se vi va fateci un salto:
Fucking Stupid Fairy
E, che altro.. Oggi sono un po' di fretta ma spero davvero che vi sia piaciuta, e grazie tantissime a tutti coloro che stanno leggendo l'altra storia, siete tantissime,  VI AMO.
Se non l'avete letta, è questa qui:
It Isn't Over.
Infine, il banner figherrimo, uno dei miei preferiti, è opera di quella faiga di Sarah. Ti amo babe <3
Ok, vado.. Alla prossima <3
Juls

 

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Capitolo 2
*** Not Enough ***


Lou Els Hazza 

Louis era seduto al tavolo della cucina, stringendo tra le mani una fumante tazza di tea caldo. Aveva gli occhi ancora arrossati e pieni di lacrime, le guance umide, e le sue mani si torturavano a vicenda. Di fronte a lui Eleanor lo guardava preoccupata, senza sapere bene cosa fare. Era infastidita dal comportamento di Harry. Non aveva mai provato grande simpatia per il riccio, e probabilmente dipendeva dal fatto che lui si era portato via il ragazzo che lei amava con tutta se stessa. O forse dal fatto che Louis non l’aveva mai guardata come guardava lui, e lei se n’era accorta fin da subito. Allo stesso tempo però, si sentiva male vedendo Louis in quello stato. Lei lo amava, non lo avrebbe mai fatto soffrire. Gelosa di Harry, innamorata di Louis. Da tempo si chiedeva quando sarebbe finito quello schifo. Quando avrebbe smesso di sentirsi mancare ogni volta che sentiva la sua voce. Quando avrebbe smesso di sognarlo ogni notte. Quando non sarebbe più arrossita in sua presenza. Lui era solo il suo migliore amico, ormai, lei lo aveva lasciato andare. Si ricordava ancora alla perfezione il giorno in cui era finito tutto. Pioveva. Ricordava il profumo persistente della pioggia, che si sentiva anche in casa.

Erano in camera sua, sotto le lenzuola di lino bianco, abbracciati l’uno all’altra. Lei aveva la testa poggiata sul suo petto, sentiva chiaramente il battito accelerato del suo cuore. Avevano appena fatto l’amore e lei si sentiva bene, stretta tra le braccia del ragazzo che amava alla follia, per lei quella era la felicità. Lui, Louis, era la sua felicità. Sapeva bene però che per il ragazzo, la felicità era ben diversa. Lui amava Harry. Era talmente evidente, ma sembrava che lui non se ne accorgesse.
“Lou..” cominciò lei.
“Dimmi” rispose lui distratto. Era distante. Els ci avrebbe scommesso qualsiasi cosa che stava pensando al ricciolino dagli occhi verdi. La ragazza si alzò leggermente, mettendosi a pancia in giù e poggiando il suo volto grazioso sul palmo di una mano, con i gomiti impuntati sul morbido materasso.
“Io lo so, Louis..” parlò criptica. Il ragazzo infatti la guardò confuso, senza capire, osservando con i suoi occhi color ghiaccio quelli scuri e penetranti di lei.
“Sai cosa, Els?” domandò allora impaziente. La giovane fu costretta ad evitare quello sguardo inquisitore abbassando gli occhi e cominciando ad osservare una ciocca di capelli che tutto d’un tratto si era fatta parecchio interessante.
“Che.. Che.. Ti piace.. Harry. Che ti piace Harry” ripeté più volte tentando di dare vita a quella frase che si era ripetuta in testa tante volte quante aveva cercato di negarla.
Il bel ventenne taceva, senza battere ciglio. Non riusciva a spiegarsi come avesse fatto la sua ragazza a capire una cosa che a lui stesso non era particolarmente chiara.
“Lo vedo da come lo guardi, da come ti preoccupi per lui, da come gli parli, da come ti innervosisci quando non sai come sta, dov’è e con chi è. Dovresti vederti quando parli di lui, non sei mai stato così quando parli di me.” Continuò lei in fretta, amareggiata.
“Come l’hai ca..”
“Non sono cieca Louis. Me ne sono accorta da un bel po’ in realtà” lo interruppe. La sua voce cominciava a farsi stridula e strozzata. Come se non riuscisse a respirare, come se avesse un pesante macigno all’altezza del cuore.
“Se lo sapevi, perché sei rimasta?” Il cuore di Louis batteva all’impazzata. Possibile che fosse così evidente? La diciannovenne lo guardava con sguardo triste, i suoi begli occhi color nocciola erano colmi di lacrime che rigavano copiosamente le sue guance tinte di rosso. Sperava di svegliarsi da quell’incubo. Sperava che lui tirasse fuori un cartello con scritto ‘Candid Camera’ o qualcosa del genere. Ci sperava davvero, anche se in cuor suo sentiva di avere ragione, lo aveva sempre saputo.
“Perché ti amo Louie. E per qualche strano motivo pensavo che stando con me avresti cambiato idea. Ti amo così tanto che avevo cercato di accettare la cosa. Sono un’egoista. E patetica! Sono un’egoista patetica. Volevo solo che tu mi amassi.”
Louis prese il suo viso tra le mani. “Ma io ti amo Els, te lo giuro” le sussurrò dolcemente, asciugandole il volto bagnato dal pianto con i polpastrelli. Eleanor era il suo punto di riferimento, lo era sempre stata negli ultimi mesi. La mora singhiozzò.
Ma non abbastanza Lou..” Temeva che il suo cuore le uscisse dal petto per quanto correva veloce. Sempre che ci fosse un cuore che batteva, dato che le sembrava di avere un buco al posto di esso. Louis si era preso il suo cuore, l’aveva stretto tra le mani, l’aveva protetto, l’aveva amato e non aveva alcuna intenzione di restituirglielo. Almeno, non intatto.
“Mi dispiace.” Louis pronunciò quelle parole come se stesse per soffocare per quanto stava male. Non gli piaceva vederla così.
“Tommo, mi abbracci?” le domandò supplichevole. L’unica cosa che desiderava era sentirsi avvolgere dalla calda stretta delle sue braccia possenti, voleva sentire il battito del suo cuore, annusare il suo buon profumo.
Lei, che era innamorata di Louis Tomlinson.
Senza esitare Louis la prese tra le braccia, mai gli era sembrata più fragile e le baciava dolcemente i capelli mentre lei piangeva piano.
“Ti amo Eleanor. Non quanto mi ami tu, ma ti amo” le bisbigliò in un orecchio. Poi prese il suo volto tra le mani e le diede un ultimo, lento e triste bacio. Un bacio umido e bagnato, che sapeva un po’ di salato. Le loro labbra si unirono con cautela, con la certezza che quella fosse la fine. Le loro mani si cercarono e si strinsero sotto le lenzuola, i loro corpi si sfiorarono teneramente, il tempo si fermò, come se il mondo volesse rendere speciale quell’addio. Quella fine di un sentimento importante che aveva portato grandi cambiamenti nelle vite di entrambi. Le loro labbra si toccavano per l’ultima volta, le loro lingue si cercavano con familiarità ed impazienza. Pronta a rinunciare a ciò che per lei valeva più di ogni cosa, Eleanor allontanò il suo viso da quello del ragazzo.
“Che aspetti?” gli domandò. “Va da lui.”
“Io non credo che..”
“Vai e basta. Lo so che lo vuoi. Io sto bene.” Mentì lei tentando di fargli un sorriso. Louis si alzò dal letto e si rivestì velocemente. Prese il suo telefono poggiato sul comodino e il portafoglio che era caduto a terra e se lo infilò in tasca. Si voltò verso la bella ragazza che stava ancora distesa a letto, con un lenzuolo bianco che le cingeva il corpo perfetto. Le sorrise. Gli occhi azzurri e vispi sembravano finalmente vivi e gioiosi.
“Grazie Eleanor.”
In pochi secondi era già uscito, sicuramente avrebbe comprato delle rose rosse tornando a casa, avrebbe confessato ad Harry ciò che provava, e il riccio avrebbe affermato di provare lo stesso, Eleanor ne era certa. Si distese appoggiando il viso al cuscino sui cui qualche secondo prima c’era Louis, e inspirò il suo profumo. Sentì un forte nodo alla gola, e certa ormai di essere sola in casa, si lasciò andare con un pianto liberatorio che andò avanti per giorni. Non aveva la forza per reagire, e né la sua migliore amica Becky, né il suo amato gelato al cioccolato erano in grado di colmare quel vuoto che aveva lasciato la sua vita.  Sì, Louis era la sua vita.

“Quindi mi stai dicendo che mentre noi eravamo a Doncaster, a casa tua, lui era qui con Caroline?” domandò Eleanor sconvolta. Lo avrebbe ucciso, avrebbe ammazzato Harry Styles. Lui non si meritava un ragazzo perfetto come Louis, proprio no! Il ventenne di fronte a lei annuì lievemente continuando a girare il cucchiaino nella tazza ancora intatta.
“E non c’è alcuna possibilità che non siano davvero stati a letto assieme?” chiese di nuovo.
“Oh, andiamo. Lui è Harry, sai com’è fatto! E lei è Caroline Flack, io la vedo molto possibile come cosa, sinceramente!”
“Proprio perché parliamo di Caroline mi viene qualche dubbio. Quella stronza è sempre in cerca di pubblicità, Harry non si farebbe mai usare così. E poi ha quindici anni più di lui, dai!” Eleanor, ma sei idiota? si disse.
Lo difendi pure?
“Lo sanno tutti che è persino andato a letto con la madre di un suo amico, lo conosci! Sai come si comporta con le donne..”
“Stai dando ad Harry della puttana?” domandò Els allora, divertita.
“No, sto semplicemente dicendo che un tempo Harry cedeva facilmente a queste cose, non è poi così impossibile che l’abbia fatto di nuovo.”
“Hai detto bene, un tempo!”
“Chi mi dice che non ha cambiato idea? Che voleva lasciarmi ma non sapeva come dirmelo?”
“Come poteva lasciarti Lou? Siete la coppia perfetta, ascoltami. Torna da lui e parlatene.”
“Gli ho già dato un’occasione, e lui se n’è stato zitto, limitandosi a fissarmi come.. un panda, ecco come. Non gliene frega niente, sennò mi avrebbe fermato.. Lui..”
“Lui ti ha lasciato andare, era sbalordito quanto te, dopo che te ne sei andato ha fatto di tutto per cercarti, mi ha anche chiamato disperato per sapere se eri qui, ma non eri ancora arrivato. Devi parlargli.”
“No!” E quando Louis Tomlinson si impuntava in qualcosa era difficile che cambiasse idea. E un certo ricciolino dagli occhi verdi e brillanti lo sapeva bene, ecco perché sperava che il suo piano fosse assolutamente perfetto.

 

Tomlinson's Carrot

Buona sera bella genteee :) chissà se vi ricordate di questa FF. La mia mini Larry..
Intanto vi ringrazio per le 7 recensioni precedenti, mi hanno fatto troppo piacere, giuro! Mi dispiace che anche questo capitolo sia così deprimente, ma mi sembrava giusto introdurre Eleanor, primo perché avevo accennato a lei nel capitolo precendente e secondo.. perché mi andava, sinceramente :)
Grazie a quella faiga della Sarah (sì, quella ragazza bellissima che scrive da dio e che io amo <3) per il banner a dir poco stupendo! L'ho fatta dannare per bene per trovare una foto decente di Els.
Poooi, vi consiglio di leggere la nuova shot della Mari, che trovate QUI. Meravigliosa.
E poi passate dalla nuova FF di Andreea, QUI, anche questa meravigliosa.
Se vi state chiedendo il motivo del mio ritardo, vi confesso (?) che sono in punizione, è praticamente un miracolo che sia riuscita a postare, quindi
VI CHIEDO UMILMENTE PERDONO!!
E spero davvero che mi lascerete una piccola recensione, anche minuscola, mi farebbe davvero molto piacere :)
GRAZIE INFINITE ai 4 che hanno messo questa storia tra le preferite, l'1 che l'ha messa tra le ricordate e i 3 tra le seguite. Non saranno numeri grandissimi, ma per me valgono moltissimo, grazie mille davvero.
VI AMO.
Se vi va, passate anche dalla mia altra long, It Isn't Over.
E infine, vi annuncio che manca un solo capitolo alla conclusione di questa storia, spero stia piacendo e vi avviso che devo ancora decidere come finirà (nonostante tutte le minacce di morte da parte di Sarah <3)
Un bacione ENORME a tutti voi p
andosi (?) che leggete..
  (-.-)"

Juls

 

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