Lei che vive di emozioni.

di Five boys stole my heart
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3. ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1. ***


Ah ragazze scusate se la storia risulta troppo attaccata ma con i codici non riesco a mandare a capo le frasi :/


*DRIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIN* sento il mio corpo alzarsi repentinamente, grazie sveglia, si. Mi alzai dal letto come se fosse una giornata come tutte le altre, presi i vestiti e mi andai a lavare, quando mamma mi chiamò. Sentì la sua voce squillante dal piano di sotto “Tesoroo, vieni a far colazione, sbrigati”, non capii, “mamma, prima mi cambio, poi faccio colazione. La campana suona alle 8,30 e sono le 7,45, è presto” gridai dirigendomi in bagno, ma un altro urlo mi fermò. “Chloe, oggi devi fare il provino per vincere quel soggiorno al collegge, non ricordi?”. Merda, mi picchiai sulla fronte, me lo ero completamente dimenticato. Scesi al piano di sotto, feci colazione in 2 minuti e corsi a cambiarmi. Per le 8 ero pronta. Salii in macchina, non è che tremavo ma ero ansiosa. Se avessi superato il provino mi avrebbero dato una borsa di studio per andare a studiare ballo in un collegge di Londra, uno dei più famosi, cosa che sognavo da tipo da 14 anni. Mamma fermò davanti all’entrata della scuola di danza, mi diede un bacio sulla fronte dicendomi ‘buona fortuna Chloe’. Ricambiai e scesi. Dentro c’erano tantissime ragazze, più di quante me ne sarei aspettata. Troppe, non ne conoscevo nessuna, o forse una frequentava la mia stessa scuola, l’avevo già vista li. Mi andai a preparare e vidi la scaletta delle ballerine, scesi con il dito, fino a trovare il mio nome ‘‘Chloe Bennett’. Odiavo quel nome, tanto, perché mi faceva sentire diversa.. Diedi un’occhiata all’ora in cui mi sarei esibita, le 11,30. Questa cosa non mi andava a genio, per nulla, erano solo le 8, 10 quanto avrei dovuto aspettare? Troppo, la mia ansia sarebbe andata alle stelle. Così iniziai a ripassare i passi, l'adrenalina era tanta e non riuscivo più ad aspettare. Una ragazza si avvicinò a me, era minuta, ma carina. Mi disse di stare tranquilla, lei ci era già passata, era la seconda volta che provava a vincere la borsa di studio ma per un brutto infortunio dovette rinunciare. Parlammo per un pò mentre ripassavamo i passi insieme, mi rilassò molto chiacchierare con lei, il tempo passò molto più velocemente. Dopo un po sentii chiamare il mio nome, Laura ed io ci guardammo, mi disse di stare tranquilla dentro e di non agitarmi ma di divertirmi, l'abbracciai ed entrai. La commissione si girò, ero tesissima e credo che lo capirono anche loro; mi presentai, subito dopo mi fecero ballare. Iniziai a muovere i primi passi della coreografia e tutto d'un tratto il mio corpo, la mia mente si dimenticarono che stavo facendo l'audizione che probabilmente mi avrebbe cambiato la vita. Quei cinque minuti passarono come se fosse stato soltanto uno. Sorrisi ebbi come la sensazione di non aver mai ballato così bene. La voce di un membro della commissione interruppe il mio pensiero, si stava complimentando. Ringraziai e uscii. Cercai subito Laura per dirgli che la prova era andata benissimo ma lei non c’èra, probabilmente si stava preparando nel camerino. Sentii una ragazza chiamarmi, riconobbi la voce, era Laura. Andai da lei, era tutta elettrizzata, sicuramente toccava a lei. Mi abbracciò sussurrandomi ‘Fammi l’imbocca al lupo, adesso tocca a me, poi dimmi com’è andata. Prendi il mio numero..’ Mi dettò il numero per poi ristringermi, le dissi con foga ‘ahaha, tranquilla bella, andrai benissimo. Ne sono sicura. Buona fortuna’. Sentimmo chiamare il suo nome, andò verso la stanza, mentre io mi avviai verso l’uscita, mamma era fuori che mi aspettava. ‘Chlo, com’è andata?’ Mi chiese sorridendo, ‘più tosto bene, non avevo mai ballato così fin ora! Spero davvero in quella borsa di studio’ replicai. ‘Ma i risultati? Quando escono? E quante possono prendere la borsa?’ ‘I risultati escono stasera, sono emozionata. Solo 5 ragazze potranno prenderla, ma solo una andrà al collegge di Londra. Le altre dovrebbero andare in un paesino verso Liverpool. Spero di essere la fortunata’, ‘Ma certo, conto su di te. Sarai stata magnifica’, sorrisi annuendo. Quel pomeriggio passò lentamente, con ansia e emozione addosso. Avevo studiato un po, chiamato la mia migliore amica, Federica, le raccontai com’era andata; finchè non sentii un telefono squillare. Mi precipitai per prenderlo, alzai la cornetta l’avvicinai all’orecchio, non riuscii neanche a dire pronto, avevano spezzato il mio fiato con ‘Pronto, lei è Chloe Bennett? Noi siamo della scuola di danza “emotions”’ Appena sentii quelle parole mi sentii la gola un po secca ma risposi con un bel ‘SI! SONO IO!’, ‘Bene, signorina. Volevamo comunicarle che..-ero emozionatissima, il mio cuore batteva forte, dovevo sapere la risposta-…’


Ciao ragazze che ne dite vi piace la storia? Questo è il nostro primo capitolo speriamo veramente con tutto il cuore che vi sia piaciuto e bè credo che adesso siate anche un pò incuriosite no? Bè allora non vi preoccupate perchè tra poco posteremo il secondo capitolo :) Un bacio Chiara e Vale :)
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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


… è stata presa alla ‘Dance Accademy’ di Liverpool. Venga a ritirare i fogli per la partecipazione e i biglietti aereo. La partenza è prevista il 20 ottobre, tra un mese.” Non riuscii a spiccicare parola, ero emozionatissima.
Avrei voluto urlare, abbracciare tutti, ma prima dovevo rispondere. “Oh, non ci credo! Grazie mille. Mia madre verrà oggi a ritirare i fogli”, mi rispose e mi salutò, posai la cornetta. Non riuscivo a crederci, tra più di mille ragazze avevano scelto proprio me.
Ero riuscita a vincere in mezzo a migliaia di ballerine, avevo la possibilità di realizzare il mio sogno: studiare in un collegge di ballo, uno dei più importanti d’Europa. Nononono, non ci credevo. 
Corsi da mamma per darle la bella notizia, era contentissima per me.
Mi veniva quasi da piangere. Era un sogno, davvero. Scappai in camera e presi il telefono, dovevo fare due chiamate importanti.
La prima fu Laura. “Bellissima, come stai? Hai avuto novità dalla scuola di danza?” mi chiese subito lei, “Si, merda, si! –urlai- ho appena ricevuto la loro chiamata! Sono stata presa, andrò a Liverpool, però”, “Beata te. A me non hanno ancora chiamato, sto un po in ansia. Spero di avercela fatta: è la terza volta che ci provo”, “Cara bella, ti prenderanno di sicuro, ormai sei una veterana. Scommetto che ti prendono per Londra, me lo sento” dissi io tranquillamente, me lo sentivo, si “Spero. Intanto tu sei fortunatissima. Chissà se incontrerai anche un bel ragazzo inglese”, ridacchiò sotto i baffi, “Spero di si. No vabbè, dai, non lo so. Ma un inglesino non mi farebbe schifo, ahah. Vabbè, tesoro, devo andare. Fammi sapere, un bacio” riattaccai. A dir la verità speravo di poter trovare un bel ragazzo inglese, ma ne dubitavo. 
Decisi che invece di chiamare Fede potevo andare a casa sua, visto che era sola. Entrai urlando, l’abbracciai. Rimanemmo a parlare per qualche ora, ci dovevamo organizzare, mica potevamo non vederci per un anno.Fede decise che sarebbe venuta a trovarmi, in Inghilterra, questa estate. Quando la scuola era finita, così sarebbe stata con me più a lungo, forse anche tutti i tre mesi. Ci saremmo divertite un mondo.
Verso le 20.00 tornai a casa, mangiai e andai di filato a letto, sperando di non fare brutti incubi.
 
Sentii il suono di quella sveglia che mi urtava il sistema nervoso, ma non ci feci molto caso, era il grande giorno. Diedi un’occhiata all’orologio, erano le 6.00 precise del 2O ottobre, bene, avevo tempo. L’aereo sarebbe partito alle 7,30.  Il tempo passava in fretta, non avevo neanche fame, ero troppo emozionata. Ricontrollai l’orologio: segnava le 6.45. Era meglio prendere la strada per l’aereoporto, i bagagli erano già in macchina. ‘Mamma? Dove sei?’ chiesi con voce squillante, non la trovavo, ‘scendo subito Chlo. È ora di partire’. In 5 minuti mi ritrovai seduta accanto a mamma.
Arrivammo in aereoporto, salutai con un lungo abbraccio mamma, ci scese una lacrima. Le sussurrai un dolce ‘ciao’ all’orecchio, poi, m’imbarcai. Appena mi sedetti iniziarono a circolare dentro di me tante emozioni, fino a formare un vortice. Ero emozionatissima, ma spaventata. Sarei riuscita a stare un anno senza mia mamma, i miei amici e Federica? Si, ci dovevo riuscire.
I miei pensieri vennero smorzati da un lieve ‘ciao’, detto da una voce maschile, mi girai..

Benee, anche il secondo capitolo è andato. Ci è voluta un po di fantasia, ma poi ce l’abbiamo fatta. Spero che vi sia piaciuto, e che vi abbiamo lasciato un po di suspance. Recensite, miraccomando, eh :) 






 


 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3. ***


…Come previsi: era un maschio. Biondo; qualche ciocca gli ricadeva sopra due occhi color mare.
Tranquillamente abbozzò un ‘posso sedermi qui?’, non esitai e annuii.
Non volevo perdere l’occasione di incontrare un bel ragazzo già in aereo, poi, non avevo nessuno che conoscevo quindi il posto era libero.

Aspettai qualche secondo, pensando che poteva riparlarmi, ma niente.
Decisi di prendere l’ipod per rilassarmi, quando un gesto spostò quel mio movimento; era la sua mano, tesa.
Lo guardai in viso, mi sorrideva, riguardai la sua mano, poi il suo viso, di nuovo. Non capivo cosa voleva. “Piacere, Josh.” Ah, ora capivo, “uhm, Chloe” tesi la mano, “wow, sei inglese!” affermò con un po’ di stupore sulla faccia, “Si, cioè, no. Di origine, mio padre è inglese e mi hanno dato un nome inglese, sai com’è.” “Ah, capisco.” Replicò lui “Anche io sono inglese ma mio zio sta a Roma e qualche volta vado a trovarlo! E tu? Vai a trovare i tuoi parenti, suppongo.” Mi disse tranquillamente, “Uhm, veramente no.” Non volevo fargli sapere dov’ero diretta, magari era uno stalker.
Mi inventai qualcosa “una mia amica mi ha chiesto di andarla a trovare e così ho fatto” stavo mentendo alla grande.

Continuammo a parlare. Il tempo trascorso a chiacchierare con Josh passò veloce davanti ai miei occhi, finchè non sentii la solita manovra d’atterraggio. Capii che eravamo arrivati. Ci fecero sgomberare dall’aereo in poco tempo, fino a ritrovarmi sulla mia terra d’origine: l’Inghilterra. Era da tanto che non ci andavo, ma non era importante.
Corsi a prendere le valigie; fortunatamente c’erano tutte, ma il ‘guaio’ era un altro: dove cavolo dovevo andare? Sicuramente ci sarebbe stato un pullman o un taxi che mi avrebbe portata al collegge, speravo. Mentre mi chiedevo cosa avrei fatto mi recavo verso l’uscita e trovai tante ragazze ammucchiate. Erano slanciate, avevano un bel fisico, mi sembravano ballerine. Andai verso di loro. Mi squadrarono, ma non ci feci caso.
Tra il gruppo vidi una ragazza che aveva fatto lo stage nella mia stessa scuola, così mi avvicinai a lei e mi guardò. “Erm, ciao. Anche tu eri allo stage per la ‘dance accademy’?” dissi sorridendo “Oh, un’italiana, finalmente! Comunque si, oddio, ti ho già vista; c’eri anche tu li, vero?” “Si!” Annuii “Beh, allora, piacere: Chiara!” Tese la mano.
Mi ricordai l’incontro di un’ora prima con Josh, che carino che era stato. Mi sarebbe piaciuto incontrarlo di nuovo ma ne dubitavo. “Piacere mio, Chloe” “Sai se deve arrivare un pullman o un taxi? Perché noi stiamo aspettando qui da mezz’ora!” mi disse esitando “Essendo arrivata ora ne so meno di te! Spero arrivi presto qualcuno perché io sto morendo di freddo” Non feci in tempo a finire la frase che arrivò un pullman. Era grande, tutto bianco panna.
Lo sormontava una foto di due ballerini con sotto scritto ‘Liverpool-Dance Accademy’. Entrammo, Chiara si sedette accanto a me. Dopo dieci minuti, circa, il pullman si fermò davanti a un grande palazzo, sembrava un castello; aveva un giardino immenso.
Ci fecero scendere per poi entrare nel salone principale di quella specie di castello. Rimasi a bocca aperta, quella sala era ancora più meravigliosa del fuori. In ogni punto c’era un quadro e un vaso di fiori che la adornavano.
Le pareti erano rosa chiare con qualche fiocco disegnato. In un angolo dello stanzone sporgevano delle poltrone e due grandi divani. I miei pensieri vennero stoppati da una voce soave, una donna. Magra, alta; i capelli ricci neri corvino le scendevano sulle spalle incorniciando due occhioni color cioccolato. Era bellissima. Disse qualche parola insignificante per le mie orecchie, poi ci diede le chiavi delle camere.
Ero nella 18B del secondo piano. Mi recai li, aprii la porta e mi trovai davanti ad una camera stupenda. Le pareti erano color panna, qua e là qualche fiore come decorazione.
C’erano tre letti; alti, soffici solo a vederli. Sul fianco di essi c’era un comodino con una lampadina e due cassettini; al lato, sotto una finestra, si sporgeva una scrivania con una sedia interamente bianca. Accanto ad essa c’era una poltrona.
Era tutto magnifico, c’era anche il bagno, grande quanto bastava e una stanza-guardaroba. Lo scricchiolio di una porta che si apriva interruppe i miei pensieri, chi era?
Salve a tutte ragazze, dopo un pò di critiche ci siamo riprese più forti di prima! Vale ha messo tutta se stessa in questo capitolo come negli altri e speriamo che vi piaccia. Se ci lasciate un recensione con un vostro commento personale ci farebbe un piacere immenso. Un bacio Vale e Chiara! :)

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