Arrivi tu.

di Ilanonsochescrivere
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cosa vuoi che sia . ***
Capitolo 2: *** Help me. ***
Capitolo 3: *** Strano. ***



Capitolo 1
*** Cosa vuoi che sia . ***


«I passeggeri sono pregati di non alzarsi dai propri posti e di prepararsi all'atterraggio.»
La voce femminile rimbombava nell'aria.

«Mamma, mamma siamo arrivati!» Denny era entusiasta;

Una scossa improvvisa ci fece sussultare; questo viaggio inizia bene. E alle prese con le valigie uscimmo dall'aeroporto.

 

E pensare che solo dieci minuti fa ero lì seduta a guardar le nuvole allibita ,ansiosa di quello che avrei visto e di quello che mi sarebbe potuto capitare una volta a Parigi. «Guarda Viola, la Tourre Eiffeil!» mi indica mia madre contenta. Mi volto di scatto e in lontananza vedo quello che tutti definiscono “un capolavoro”, così alto e imponente da nascondere addirittura il sole. Mi guardo attorno e noto subito l'aria d'indifferenza da parte di quelle francesine alte e fin troppo magre che mi osservano scrutando; Non hanno mai visto un'italiana? E a proposito mi manca Milano; mi mancano Ila ,Susy ,Stella e tutti i miei compagni di classe; mi mancano le noiose lezioni del prof di storia che nessuno seguiva, le giornate assolate a passeggiare per il parco e quel profumo di fiori che si diffondeva insieme al venire dell'estate. Ma invece sono qui, a causa del nuovo stupido lavoro di mamma come giornalista, mentre mio padre è ancora in giro per il mondo da due anni e chissà se verrà mai a  trovarci. Ed ecco che il mio stomaco protesta, ho una gran fame! Chissà però com'è il cibo parigino. Sinceramente, spero di non mangiare lumache.

 

 

«Viola, vieni qui! » urla mia mamma che per un attimo mi aveva persa di vista. La raggiungo immediatamente e ci avvisa che finché  non troveremo una casa andremo dalla zia Lory, una donna schietta e forte…

«Lory, che piacere, da quanto tempo!» dice mia mamma in un tono fin troppo gentile per i miei gusti.

«Oh, Giùlia cava, che piaceve rivederti!» dice zia Lory, col suo accento francese, in un italiano fin troppo sgrammaticato. Zia Lory è sempre gentile con noi, appena siamo arrivati ci ha offerto un bel piatto francese di cui non ricordo il nome. Era buonissimo, per fortuna non abbiamo mangiato quel che pensavo io, ridendo tra me e me. Salgo in camera mia. Una piccola camera al secondo piano, con le pareti rosa, e un piccolo letto tra i due armadi. Denny si è accaparrato la stanza più grande, e per di più con tanto di vista su tutta Parigi. Non è giusto! Però che ci posso fare se la mamma da ragione solo alla peste?. Guardo incerta la stanza. Ci vuole una bella risistemata qui. Apro l'armadio per riporre i miei vestiti, devo dire che il mio guardaroba non è affatto fornito, devo rifarmi con qualche vestitino chic. Mentre sono immersa nei miei pensieri ecco che il telefono vibra. Corro subito e mi butto sul letto, proprio dove l'avevo lasciato. Guardo il display.Sorrido mentre apro il messaggio.





Note: spero che questo primo capitolo vi piaccia,anche se è breve. Se recensite,posso capire come la pensate.Un ringraziamento va a susyswish.

Besos,Ilanonsochescrivere.

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Capitolo 2
*** Help me. ***


Hai già dato una lezione a tutte quelle francesine snob?
-Stella.
Ripenso per un attimo a tutti i momenti belli passati con Stella la mia migliore amica. Un mito, divertentissima. Poi mi blocco per un attimo. E se non la rivedessi mai più? Calma e sangue freddo. Mamma non ha specificato quanto tempo staremo via. Forse anche per sempre! Ho subito voglia di chiamarla di sentirla ma le chiamate da qui all'Italia mi costano una fortuna, ed io sono a corto di soldi. Quasi quasi lo chiedo a zia Lory.
A: Stella
Non ancora, ma ci riuscirò. I pomeriggi qui sono davvero noiosi. Sì, la casa di zia Lory è grandissima, faccio ancora fatica a ricordare dov'è il bagno, ma non c'è niente di speciale. Certo, potrei farmi un bel giretto qui in zona, ma il punto è che mamma lavora e non ho il permesso di uscire senza di lei. Per di più in questi giorni è ancora più indaffarata perché ha da compilare tutti i moduli d'iscrizione alla nuova scuola. Rabbrividisco solo al pensiero. Una nuova scuola, nuovi compagni, nuovi professori, nuova lingua. Tutto
PS: Sarà un successo, ne sono sicura. u.u
Inviato.
 
Finalmente è domenica. Mi sveglio ancora assonnata. L'aria gelida del mattino entra da quel poco di finestra aperta che c'è. A poco a poco realizzo di essere a Parigi. È strano, ancora devo abituarmi, ci sono giorni in cui mi sveglio pensando di essere ancora a Milano. Vado in bagno ancora barcollando e mi sciacquo il viso. Mi guardo allo specchio; che occhiaie! Faccio ancora fatica a dormire nel letto nuovo. Per i miei gusti è fin troppo duro. Quando scendo, in cucina trovo zia Lory, la mamma e Denny che fanno colazione. All'improvviso Denny caccia un urlo.
«Ti prego, Viola ,a prima mattina fai proprio paura!» dice lui addentando una fetta di pane e nutella. Sto per assalirlo, ma la mamma mi ferma. Che peste!
«Indovina un po'»comincia la mamma, «Oggi sono di buonumore, quindi vi do il permesso di andare al parco di cui mi ha tanto parlato zia Lory. Solo tu e Denny.»
«Che cosaa?»esclamiamo all'unisono. No, ci mancava anche questa, ora dovrò guardare anche quella peste di mio fratello!
«Volete uscire un po' o no?» incalza subito la mamma.
«D'accordo, ma guai a te se mi fai arrabbiare.» dico rivolta a Denny, poi zia Lory esclama qualcosa in francese che solo lei capisce.
Dopo aver fatto colazione salgo in camera mia. Apro l'armadio e scelgo cosa mettere. Fuori fa ancora caldo, dato che siamo agli inizi di settembre, quindi opto per una magliettina leggera rossa ed un pantalonci, sotto mie converse. Cinque minuti e sono pronta. Sono sempre stata molto veloce nel prepararmi, non sopporto quel tipo di ragazze che per prepararsi impiegano un'abbondante ora chiusa in bagno, più tre quarti d'ora dedicati solo ai capelli. Prendo l'I-pod e scendo giù. Denny è lì ad aspettarmi con un grosso pallone da calcio in mano.
«Oh, io non giocherò a calcio con te, te lo puoi scordare.»
 
Dieci minuti dopo mamma ci lascia davanti al parco. Guardo curiosa in giro. È grandissimo, tutt'intorno alberi di ciliegio, in lontananza uno spazio per i bambini con tre scivoli e due altalene. Sotto gli alberi, ben all'ombra tante panchine e, al centro una bellissima fontana con dei delfini, così realistici da sembrare veri, da cui escono spruzzi d'acqua. Inspiro profondamente e sento il bell'odore di erba tagliata. Restiamo lì imbambolati a guardare quello spettacolo, interrotto qua e là da urla di bambini che giocano. Ci sono anche molti ragazzi, credo più o meno della mia età, uniti in gruppi. Alcuni si voltano a guardarmi, io abbasso gli occhi, intimidita. Mi sento così stupida, vorrei andare lì e presentarmi, magari tra quelle c'è un clone della mia migliore amica Stella. Sospiro pensando a lei, e all'improvviso Denny mi strattona.Mi giro annoiata verso di lui.
«Cosa c'è?»
«Voglio andare a giocare con quei ragazzi laggiù.»
«No, non puoi.»
«Sì, che posso.»
«Ma se non sai mettere due parole vicine!»
«Invece sì, e poi non c'è granché da chiedere.»
Rifletto un attimo. Non è detto che se io sono timida anche Denny lo debba essere. Così convinta dal suo sguardo, e dalle labbra tremolanti mi faccio convincere.
«D'accordo, ma non ti muovere dal gruppo, io ti guarderò da qui e se non mi ascolti,la mamma ti farà a pezzi.»
«Puoi stare tranquilla, ma non troppo».

Caccio una smorfia e faccio qualche passo all'indietro, ma urto contro qualcuno o qualcosa e in un attimo sono a terra.

Note: non potete perdervi assolutamente il continuo,pieno di suspance e colpi di scena. Vi ringrazio.
Aspetto vostre recensioni.
Con affetto,ilanonsochescrivere.

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Capitolo 3
*** Strano. ***


Non oso immaginare cos'è successo, cerco di alzarmi e mi ritrovo un ragazzo davanti.
Capelli castani, occhi azzurri , e un cappello con visiera messo al contrario. Mi da una mano ad alzarmi del tutto e ci ritroviamo faccia a faccia. I suoi occhi freddi come il ghiaccio perforano i miei color nocciola ,no, non c'è paragone, i suoi sono molto più belli. In un attimo mi sento come se qualcuno mi avesse fatto una doccia fredda. Riesco solo a dire 'mi dispiace', quando lui si gira, prende il suo skateboard caduto a terra, lo monta e se ne va.
Rimango lì in piedi, ancora ripensando a quello che è successo, che maleducato però, poteva rispondere. Forse ho parlato male? No, non credo non è difficile dire 'Pardon!'. Eppure mi è sembrato così strano.
Mi dirigo verso la panchina più vicina e mi volto verso il campo dove c'è Denny. Ecco che lo vedo discutere con altri ragazzini più o meno della sua età, undici, massimo dodici anni. Non è giusto, lui ha una possibilità in più perché già l'anno scorso ha passato le ferie da zia Lory. Una panchina più avanti, ci sono un gruppo di ragazze. Vorrei tanto andare lì e dire 'Ciao, mi chiamo Viola' così spudoratamente e fare amicizia. Sto per farlo ma mi blocco. Io così intraprendente? Impossibile. Mi accascio alla panchina sbuffando, prendo immediatamente l’I-pod e m’immergo in un mondo tutto mio. Scorro le varie canzoni dei miei artisti preferiti, i Finley, i Linkin Park, i Subsonica, i Modà...per un attimo non penso più a niente, ci siamo solo la musica ed io. Guardo gli alberi di ciliegio che iniziano a spogliarsi e mi sembra così triste. In lontananza una coppia si scambia un bacio mozzafiato.
Poi sussulto improvvisamente, eccolo lì, il ragazzo dagli occhi di ghiaccio,  il classico ragazzo di strada, passare tra la folla con il suo skate. Mi alzo senza volerlo e mi dirigo nella sua direzione. Ma che faccio, non posso farmi vedere, così mi nascondo dietro un albero. Chissà dove va. Un ultimo sguardo al campo dove si trova Denny, penso che potrei lasciarlo da solo cinque minuti, no? Dopotutto ha undici anni è abbastanza grande, mi convinco.
Poi inizia l'inseguimento al biondino. Non so neanche io perché lo sto facendo, forse per perdere tempo, forse per conoscerlo, forse perché spero possa succedere qualcosa. Viola, Viola, ma a chi la dai a bere?
Lo seguo, sta parlando con una ragazza. Ah, ma allora non è muto! E allora perché non mi ha detto niente? Ancora delusa continuo a pedinarlo. Mi sento una spia. Dopo un po' sono senza fiato, è così veloce, non riesco a stargli dietro. Si avvicina ad uno sportello info forse è un turista! Ecco perché non mi ha risposto, perché non mi capiva! Però, pensandoci meglio, non è tanto difficile da capire 'Mi dispiace'. Ancora pensierosa mi appoggio ad un albero. Mi ricordo improvvisamente quando con Stella, Ila, Susy, seguivamo il ragazzo che ci piaceva. Ebbene sì, il classico fighetto del quartiere bello e impossibile. Lo seguimmo tutto il pomeriggio e rimanemmo malissimo quando lo scoprimmo a baciare un'altra. Ecco perché “bello e impossibile”.
Mi riprendo da quel flashback improvviso e torno a guardare verso lo sportello info. Ma non c'è. Dov'è? Oh, no! Distratta dai miei pensieri l'ho perso di vista. Sbuffo ,mi giro e strabuzzo gli occhi. No, non posso crederci eccolo lì, di fronte, davanti a me. Accade tutto così velocemente, e non ho neanche il tempo di scappare. Mi manca il respiro, sono stata scoperta con le mani nel sacco. Ormai il dado è tratto. O mamma, cosa vorrà dirmi? Sento i suoi occhi fissi su di me, sta per aprire bocca, ti prego, scusa, non stavo seguendo te! Oh, ma guarda in che guai mi devo cacciare!
«Emh, mi stavi per caso seguendo?» dice lui con un sorriso talmente bello che mi fa sciogliere.
Non posso credere alle mie orecchie! Ma come si permette!
«Cosa? No, perché dovrei?» dico con un filo di voce che mi tradisce pienamente.
«Beh, a dire la verità lo vorrei sapere anche io, è per questo che te lo sto chiedendo»  ridacchia.
«Mi dispiace ma se tu conoscessi la probabilità, sapresti che ce n'è abbastanza per incontrarti altre tre volte.» dico tutt'un fiato. Ma dove mi è uscita questa? Lui sorride, io invece mi guardo le mani. Che antipatico, vanitoso, pieno di sé, si permette di dire che lo stavo seguendo. Anche se è vero, ammetto.
«Mi chiamo Jess.» dice, con un accento fortemente straniero.
«Viola.» ci stringiamo la mano. Poi mi ricordo improvvisamente di Denny. L'ho lasciato al campo da solo!
«Ehm, io devo scappare, ci si vede in giro Jess.»
Corro via. Come ho potuto dimenticare mio fratello? Arrivo al campo ormai sfinita ed ho uno spasmo al cuore. Mi sento come se mi avessero dato una brutta notizia.
Mio fratello non c'è.
Corro per il parco e l'aria calda del mezzogiorno mi sfiora il viso.
Quanto tempo fa l'ho lasciato?
La mia mente lavora veloce, iniziano a farsi subito strani pensieri.
No, non può essere andato lontano.

Note: Ohw,eccoci qui.Vi avevo promesso un capitolo eccezionale,spero lo sia.Se avete qualche domanada da farmi,o anche qualche critica,io le accetto volentieri.Continuate a seguirmi?
Aspetto vostre recensioni.
Addio,ILA*.

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