Coz let so much go by you be dancing away.

di uvegothatsmile
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1- chapter one. ***
Capitolo 2: *** 2- chapter two. ***
Capitolo 3: *** 3 - chapter three. ***



Capitolo 1
*** 1- chapter one. ***


«You can't buy happiness»
 

Una fottuta sorella. Ecco cosa sono. Sono solo una fottuta sorella.
Lui, quello che conosce tutti ed io qui come una stupida, nella mia stanza a piangere, per l'ennesima volta.
Le lacrime non smettevano di scendere, e non era una novità. 
Piangevo sempre per lo stesso motivo ormai: Justin o per meglio dire il mio idolo.
Sono circa due anni che va avanti questo mio 'amore per il mio idolo', che è come lo definisco io. è quell'amore che provi per una persona che non sa nemmeno che esisti, che non ti ha mai vista sorridere, piangere. Che non sa un bel cazzo di te, per farla breve.
Circca cinque mesi prima mio fratello se ne era volato in America per un provino di ballo e..una settimana dopo era nella crew di Justin.
Non tornò nemmeno a casa e questo mi spezzò il cuore.

 
Iniziavano a bruciarmi gli occhi,pensai di darmi una sciacquata che poco dopo sarebbe passata la mia migliore amica Ally per andare ad una festa.
era sabato sera e, come ogni sabato sera, io e la mia compagnia organizzavamo una festa.
La voglia di divertirmi era altissima, nonostante il pianto.
E nonostante tutti i ricordi di quel lontano giorno in cui tutto era perfetto: il giorno del concerto.
Ero in seconda fila e mi non scorderò mai la sensazione che ebbi quando strinsi tra le mani i biglietti con su scritto 'seconda fila'.
Talmente ero vicina che quasi potevo accarezzarlo, ma non osai.
Cantavo, insieme ad Ally e Meddie. Ridevamo tutte insieme ed eravamo felici, si vedeva.
Avevamo avuto l'idea di indossare una fascietta viola stile 'hippy' e di farci un tatuaggio con l'ennè con scritto 'Belieber'.
Quanti ricordi, quando era partita 'one less lonely girl' e noi che ci stringevamo le mani e cantavamo, sperando che almeno una delle tre sarebbe salita sul palco per realizzare il suo sogno.
Non successe, ma noi eravamo felici perchè eravamo lì con lui.....
- VIOLET, BASTA NON DEVI PIù PIANGERE, OK? -
- Ally, ma quando sei entrata? Comunque, hai ragione. Scusa.. -
- Non mi devi chiedere scusa. Io lo dico per il tuo bene. Hai tutti gli occhi rossi baby.
Vatti a mettere a posto, mettiti i tacchi e andiamo alla festa. Dài che ci aspettano! -
Quella sera indossavo un top nero, smanicato e a girocollo; ma dietro nella schiena era semi-trasparente. Era uno dei miei preferiti.
- ALLYYYYYYYY, ANDIAMO! -
Sotto c'erano già i nostri amici per andare tutti insieme alla festa. Per fortuna non eravamo come quelle compagni 'i maschi da una parte e le femmine dell'altra'.
Eravamo tutti uniti e tutti sapevano la vita di tutti. Era sempre uno spasso con loro.
Nessuno si era accorto che era stranamente silenziosa e avevo gli occhi gonfissimi, tranne uno..
Ehi Violet, che cos'hai?
Ciao, niente.
─ Puoi anche evitare di essere così fredda, comunque.
─ E tu potevi evitare di essere così stronzo. Cresci Tom, davvero.
Ancora arrabbiata con me, neh?! Senti, almeno per questa sera, puoi metterci una pietra sopra e dimenticare tutto quello che è successo per tre fottute ore?
─ La pietra te la ficco su per il culo.Ora lasciami in pace.
Lui non rispose però sentivo il suo sguardo su di me. La cosa un tempo poteva anche piacermi, ma non quella sera.
è vero, non ero riuscita a dimenticarlo, come non ero riuscita a dimenticare nemmeno la troia nel suo letto.

 
Il luogo della festa era casa di Mike e di Jade, due della compagnia.
Era il primo giorno di vacanze estive.
Avevamo ingaggiato Tom come DJ e Luke come barman e a mozzenotte era previsto il bagno nella piscina dei due ragazzi.
La serata stava andando tutto sommato bene se non fosse che
c'era Tom che mi fissava, ma io non riuscivo a togliermi dalla testa il momento in cui sopresi Tom a letto con un'altra. Mi ero quasi fatta arrestare per quello, perchè avevo spaccato un vetro di una macchina con un calcio e dato un pugno a Tom, appunto.
Dentro avevo solo rabbia, eppure in quel momento dai miei occhi stavano per uscire lacrime, e Ally se ne accorse subito.
Violeeeet, wei belaaa. Vieni a ballaree?
Ally, ti senti bene? Comunque no grazie in questo momento non mi va tanto.. 
-Io?! Benissimo, ho solo bevuto un po' eheh. Coomunque, dai vieeeni, guarda ti faccio mettere una canzone di Justin così vieni in pista!
— Sì, certo.
Pochi secondi dopo partì 'eenie meenie' cosa alquanto strana e non ci pensai due volte ad andare in pista.
Sfoggiavo uno dei sorrisi più grandi che io abbia mai fatto, ed era semplicemente perchè sì, mi stavo divertendo quando Tom fermò di colpo la canzone.
— Scusate se disturbo ma Violet, ti squilla il telefono
'Pronto?'
'Violet.... EHI VIOLET! Finalmente, sono settimane che cerco di chiamarti!'
'A-Alfredo?'
'Sì piccola, sono io! Quanto mi manchii!Sai adesso sono a Londra..'
'Ma ciaaao! Che sorpresa che mi hai fatto.. Londra, wow, è magnifica!'
'Yes, lo so. La sorpresa più grande, però, te la farò quando tornerai a casa, baby!'
'Cazzo, ma che dici?! No dai dimmelo adesso. Non posso andare a casa, sono ad una festa!'
'Non posso. Scusa piccola ci sentiamo presto!'
*tutu*
Simpatico mio fratello che mi butta il telefono in faccia dopo 5 mesi che non ci sentiamo, e non mi saluta nemmeno.
Io proprio non lo capisco. Prima mi chiama 'piccola', come se mi volesse bene, e poi manco mi saluta. Vabbè.

Presi la giacchetta e me ne andai, senza dare spiegazioni a nessuno.
Mio fratello era molto più importante, ma Ally e Maddie, anche se mi guardavano con una faccia strana, sapevano che poco dopo le avrei chiamate.

Camminavo il più veloce possibile, e non mi importava un gran chè dei messaggi che mi stava mandando Tom: dovevo andare a casa.
Mille erano i pensieri che mi passavano per la testa in quel momento ma poco dopo scoprì che nessuno di essi era possibile.
Presi il telecomando del cancello e succesivamente le chiavi di casa e aprì la porta.
Non trovai nulla inizialmente, ma poi...
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micimiao.
buongiorno (o buonasera) gente! innanzitutto, grazie per essere arrivati fin qui :)
e grazie per aver letto.
ora, se state leggendo le parole di 'sta sfigata dovete sapere che mi scuso per questo breve primo capitolo cwc
il prossimo sarà un po' più lungo (spero)
voglio darvi u n piccolo 'indizio' per il prossimo capitolo uu centra la danza e Londra. OK BASTA. miraccomando, recensite :3
ciciao:).

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Capitolo 2
*** 2- chapter two. ***


Close the door and, please, leave me alone.
 
Sempra la solita casa. Sempre gli stessi mobili. Ah, un'altra presa per il culo, fanculo.
Camminavo per quella casa, forse troppo grande.
Era a due piani, giardino con piscina e scivolo più tutto il piazzale dietro al cancello per mettere le macchine.
Una cosa che adoravo erano le scale per entrare in casa: in basso erano larghe e più andavi su, più si stringevano fino a raggiungere la larghezza del pianerottolo.
Distolsi i miei pensieri dalla casa, e guardai sul tavolo della cucina.
Ma che cazzo....?
 
Le mie pallide mani tremavano, e gli occhi si stavano già riempiendo di lacrime, lo sentivo.
Era lì, davanti a me come a dirmi 'ehi, guarda sono il tuo sogno, o almeno, potrei diventarlo!'.
Non ero una di quelle che piangeva molto, o almeno non in pubblico. Ma quella sera le lacrime facevano da padrone sul mio viso.
Di solito, se mi veniva da piangere, trattenevo tutto e davo qualche pugno al muro, o andavo a fumare. Ma dopo l'ultima volta che mi aveva beccata mamma, avevo smesso o almeno ci stavo provando.
Forse, quella reazione, era dovuta al fatto che mi mancava Al, terribilmente.
Sentivo moltissimo la sua mancanza perchè per me era molto più di un fratello: era prima di tutto un amico che c'era sempre per me. Che se ne accorgeva subito se c'era qualche cosa che non andava bene e che era sempre il primo a farmi ridere.

 
Con fatica mi rialzai e i miei occhi erano ancora fissi su quel foglietto, o meglio biglietto. 
Un biglietto di andata per Londra.
Da sempre adoravo Londra, però per questioni di lavoro io abitavo con mamma in Francia, in un paesino sperduto nel nulla.
Papà non l'ho mai visto.
Ha abbandonato mamma e Al quando mio fratello aveva solo due anni scappando con la troia di turno.
Per mamma è stato un brutto colpo, e anche se non lo dà a vedere, nei suoi occhi c'è molta tristezza.
A volte, quando la vedo in cucina che fissa il vuoto, non posso fare a meno di abbracciarla ed è una cosa strana perchè sono quasi sempre scontrosa. 
I miei pensieri furono interrotti dal suono del mio telefono che indicava l'arrivo di una chiamata. era Al.
–Piaciuta la sorpresa?–
–Ora mi spieghi perchè–
–Calma eeh.Beh, penso che la frase 'Io sono a LONDRA con JUSTIN' basti a spiegare il perchè di tutta questa storia.Mi manchi, tanto. Ho bisgno di vederti e poi ci sarebbe una cosa....–
–Grazie grazie graaazie! Davvero, sei importante e mi manchi anche tu. Sai che sono andata dalla preside e per non beccarmi la punizione, ho parlato di te?! E lei voleva sapere come stavi eccetera e io ho inventato, finchè non ho pianto. Manchi a tutti–
–Ci credo piccola, però lasciami finire....Un po' di giorni fa ho parlato di te con la crew e ho raccontato di quanto tu sia magnifica, almeno, secondo me, e brava nella danza; che sono tanti anni che la pratichi e che ti piace tantissimo.
Quando eravamo ancora ad Atlanta avevo già pensato che, appena atterrati a Londra, ti avrei spedito un biglietto di sola andata per venire qui, ma non solo per vederti; anche perchè ti ho organizzato un provino per entare nella crew di ballo di Justin–
Disse tutto così velocemente. Quasi non potevo crederci.
La danza, sì è la mia vita. Da sempre io e Al condividevamo questa passione.
Andavamo nella stessa scuola, ma in corsi differenti essendo lui più bravo di me.
Ma non mi sarei mai immaginata che essa avrebbe potuto condurmi dal mio idolo o diventare il mio futuro.
Magari nei miei film mentali sì, ma non di certo nella realtà!
–Ma dici sul serio?–
–Sì piccola. Non sai quanto sia felice.–
–Pensa io! Al, devo scappare. ti voglio bene.–
–Notte piccola!–
 
Lasciare la Francia per un po' di giorni non mi dispiaceva affatto.
Ma al pensiero che avrei potuto lasciarla per molto più di una settimana mi faceva rabbrividire.
Lì c'era tutta la mia vita: le mie amicizie, la mia compagnia.. Ma c'erano soprattutto loro: Ally e Maddie. 










 
- spazio gine.
beh rieccoci qua con il secondo capitolo della storia :3
scusate se ci ho messo un po' a pubblicarlo ma non avevo molta ispirazione in questi giorni .-.
beh, spero vi piaccia!
miraccomando, recensite :3
un baaaacio.

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Capitolo 3
*** 3 - chapter three. ***


«I used to think of you as somebody that would never, ever hurt me»

 
Sentivo una strana sensazione ogni volta che pronunciavo a me stessa 'Londra' come una sensazione di vuoto.
Mi si appannava un po' la vista ma poi tornava tutto normale senza che accadesse nulla, in fondo. 

 
Mi ricordai che poco dopo sarebbe tornata a casa mamma, e quindi decisi di dirglielo domani della chiamata, in tutta tranquillità. E pensando a lei, pensai ad una cosa che non avevo ricordato prima: lei, appunto. Mi lascia andare? E se mi dice di no, che faccio? Come mi comporto se non mi lascia andare? 
Erano queste le domande che mi martellavano la testa in quel momento, ma come biasimarmi: c'era un mio probabile futuro in ballo. 
Ero terribilmente stanca e dopo aver acceso il computer due secondi, mi infilai sotto le coperte e mi addormentai.
 
Il mio risveglio non fu uno dei più belli: il vicino che tagliava l'erba e qualcuno che bussava insistentemente alla porta, tutto ciò alle nove di mattina.
Aprì la porta, senza minimamente preoccuparmi della ''regola'' di mamma «Quando bussa qualcuno alla porta, devi sempre guardare chi è».
E se il mio risveglio non fu uno dei migliori, quello fu sicuramente uno dei modi più disastrosi per iniziare una giornata: ritrovarsi Tom alla porta. 
Ma cazzo.
In quel momento non avevo propria voglia di parlare con lui e la cosa era anche abbastanza ovvia data la mia espressione che cambiò da ''assonnata'' a ''schifata''.
Se ne accorse subito, anche perchè roteò gli occhi quando iniziò a parlare.
–Non ho fatto tutta questa strada per vederti con questa faccia..–
–Potevi startene benissimo a casa. Nessuno ti ha chiesto di venire–
–..però ho bisogno di parlarti. Posso entrare?–
No cazzo, non ho voglia di guardarti in quegli occhi così fottutamente belli e di perdermi nel guardare la tua bocca, troppo lontana da me quindi vattene da casa mia, stronzo.
–Se proprio devi..– risposi mentendo.
Lui entrò e pensai che non si accorse nemmeno che ero in pantaloncini e maglietta con un panda, forse troppo distratto a guardare il mio culo, come gli era solito fare. 
–Beh se ti muovi a parlare magari–
–...Senti Violet non voglio girarci tanto in torno a 'sta cosa. L'altra sera eri bellissima, giuro. Avevo una voglia pazzesca di saltarti addosso...–
–Come hai fatto con Angelica?–
–...Non è questo il punto. Il punto è che TI AMO, CAZZO.Sono sempre stato innamorato di te,fin dal primo giorno che ti ho vista.E non negarlo,tu mi ami.–
Ero sbigottita, non potevo crederci. Non ero felice, nè tanto meno avevo voglia di scendere in strada e mettermi a urlare dalla gioia; l'unica cosa che avrei voluto realmente fare era prenderlo a sberle. Eppure, c'era qualche cosa che mi tratteneva. Il suo sguardo? Era come se mi stesse penetrando dentro le ossa, dentro al cuore, che ormai batteva troppo velocemente.
–Tu non sai niente di me,di quello che provo.Non hai la minima idea di come sto io in questo momento.–
–Perchè,credi che solo tu stai male?–
Abbassai lo sguardo, era troppa la rabbia che avevo, dovevo distrarmi. Con qualche altro pensiero, e non badare alle urla di Tom

–..tu e quel montato di Bieber. Ti ha rincoglionita–
–No Tom, lui non mi ha rincoglionita. Lui mi ha migliorata e mi ha fatto capire per chi vale davvero la pena soffrire e tu non sei uno di quelli.–

Lo afferrai per un braccio, cercando di farlo uscire da casa mia. Ma con uno scatto si girò e mi diede un bacio,vero.
Non volevo, mi stava quasi obbligando.
Mi stringeva ai polsi, troppo forte. Volevo liberarmi, ma non ci riuscivo.

Non posso. Lui mi ha fatta soffrire, troppo, ora deve pagare. Amore o non amore, lui deve sparire dalla mia vita.
Dopo svariati tentativi, lo spinsi e lui cadde sul divano che stava dietro di lui.
–Scusa, ma penso che ora sia il momento che tu vada–
–Violet, perchè? PERCHE' CAZZO NON RIESCI A DIMENTICARE ME E ANGELICA E QUELLA CAZZO DI SCOPATA?–
Non riuscivo nemmeno a guardarlo negli occhi, ma sentivo il suo sguardo addosso, troppo addosso. Doveva andare via, o presto avrei avuta una qualche crisi nervosa. 
Ma lui se ne stava lì, immobile a fissarmi. Io lo spostai di forza e dopo un po' capì che doveva davvero andarsene da lì, e lo vidi scendere la gradinata in tutta fretta, come per dimenticare tutto ciò.

Chiusi la porta e salì frettolosamente in camera mia a chiamare Allyson, che sapevo benissimo che era già sveglia.
'Amore ti prego vieni a casa mia, subito. Ti spiego dopo, ti amo'
Non le lasciai nemmeno il tempo per rispondere.
Stavo per scoppiare.
Ero incasinata a tal punto da non capire nemmeno più io che cosa volessi da quel ragazzo. 
 
Due minuti dopo arrivò Allyson, seguita da mia madre. 
–Ciao amore! Guarda che c'è Allyson con me–
–Sì lo so mamma. Andiamo Ally–
Nel frattempo mi ero vestita con cuffia, sciarpa, cardigan beige a righe nere lungo, maglia larga bianca, leggins e ugg. Presi solo il telefono e dissi –Mamma, sto uscendo!– tanto ormai era abituale che il sabato lo passavo con Allyson. 
Lei mi guardava, con la faccia interrogativa e mi asciugò subito la lacrima che segnò il mio viso.
Dopo cinque interminabili minuti dove stavo cercando di calmarmi da sola, Allyson mi prese per mano e iniziammo a correre.
Non capivo dove mi stesse portando. Poi però vidi il posto in cui ci siamo incontrate, una piccola gelateria.
Era sempre così. Quando una delle due aveva bisogno di sfogarsi, ci sedevamo nella panchina fuori la gelateria e ci sfogavamo l'una con l'altra.
Poi si finiva sempre col prendersi uno di quei mega frappè giganti e a ridere come cretine. 
–Amore, ora che siamo qui spiegami–
–Chiama Maddie, ho bisogno di tutte e due–
–Sta già arrivando, l'ho chiamata prima–
Intravidi la ricciolina biondo cenere che si avvicinava a noi, con faccia interrogativa.
Presi un gran respiro e appena Maddie si sedette le guardai negli occhi, come per non dimenticarmi di loro.
–Sono qui, ditemi tutto!– si affrettò a dire.
Abbassai lo sguardo, formulai le parole e iniziai.
 








my space (?)
mi scuso non tanto DI PIU' per il ritardo del capitolo ma avevo zero ispirazione per il capitolo çç
vi ringrazio per le 5 recensioni del capitolo 2 *-*
siete magnifici!
spero che anche questo capitolo vi piaccia uu
un baacio 

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